piano triennale di prevenzione della corruzione 2015 – 2017

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piano triennale di prevenzione della corruzione 2015 – 2017
PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE
DELLA CORRUZIONE 2015 – 2017
(ai sensi dell’art. 1, co. 5, lett. a) e co. 8, della Legge 6 novembre 2012, n. 190)
(Adottato dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 30 gennaio 2015)
Siena, 30 gennaio 2015
Revisione: 1.1
Server W:\direttore generale\prevenzione della
corruzione e trasparenza
Data creazione: 01/04/2013
Data aggiornamento: 26/01/2015
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Università degli Studi di Siena
INDICE
Finalità e struttura del “Piano triennale di prevenzione e corruzione 2013 – 2015”............3
Assetto organizzativo dell’Università di Siena .........................................................................4
Soggetti, ruoli e responsabilità nella gestione della prevenzione della corruzione ...............7
a) L’autorità di indirizzo politico ..............................................................................................7
b) Responsabile della prevenzione della corruzione ................................................................7
c) I Dirigenti per l’area di rispettiva competenza ....................................................................8
d) Organismo indipendente di valutazione ...............................................................................9
f) Tutti i dipendenti dell’Università (personale docente e t/a) ................................................9
Valutazione del rischio di corruzione .......................................................................................10
Analisi del rischio di corruzione ...............................................................................................11
Misure di prevenzione del rischio corruzione, formazione e controllo ..................................15
Formazione ......................................................................................................................................... 15
Prevenzione e controllo ......................................................................................................................... 16
Obblighi di trasparenza.......................................................................................................................... 20
Misure specifiche per le strutture esposte a rischio di corruzione ALTO ............................................. 21
Rotazione degli incarichi ....................................................................................................................... 21
Pianificazione triennale
.....................................................................................................23
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Università degli Studi di Siena
Ambito di applicazione
Con delibera n. 7 del Consiglio di Amministrazione del 20 dicembre 2013 è stato approvato il
“piano triennale di prevenzione della corruzione 2013-2015 dell’Università di Siena” in
applicazione della Legge 6 novembre 2012, n. 190.
Con delibera n. 372/14 del Consiglio di Amministrazione del 29 ottobre 2014 è stato approvato il
“piano per la trasparenza e l’integrità 2014-2016 dell’Università di Siena”, elaborato in osservanza
del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, il quale costituisce un allegato del piano triennale di
prevenzione della corruzione.
Il presente piano rappresenta l’aggiornamento dei due atti programmatori sopra riportati per il
triennio 2015 – 2017.
Il “piano triennale di prevenzione della corruzione”, comprensivo del suo allegato, si applica a tutta
la comunità accademica dell’Università di Siena, ovverosia sia alla componente relativa al
personale docente che a quella tecnico e amministrativo.
Nell’occasione, occorre precisare che parte del personale universitario svolge anche attività
assistenziali per conto dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, ottenendo un trattamento
perequativo ai sensi dell’art. 31 del DPR 761/79 (c.d. personale convenzionato con l’AOUS). Il
presente “Piano” non si applica al personale in convenzione con l’AOUS, proprio in considerazione
della peculiarità delle attività svolte e da come queste vengono gestite nel contesto organizzativo di
una diversa persona giuridica. Infatti, per le attività assistenziali, i poteri gestionali e di controllo
(controllo delle presenze, trattamento accessorio ospedaliero, modalità di erogazione del servizio
mensa, dei contributi di assistenza sociale, etc.) sono di competenza dell’Azienda Ospedaliera
Universitaria Senese, a cui sono demandati anche i controlli e l’attuazione delle misure di
prevenzione della corruzione.
Il concetto di “corruzione” preso in considerazione dal presente piano trascende da quello
rubricato nel titolo secondo del libro terzo del codice penale, comprendendo tutte quelle
fattispecie in cui si possa riscontrare da parte di un dipendente universitario (docente o t/a) un
qualunque abuso di potere o delle proprie funzioni al fine di ottenere vantaggi privati, sia che
tali azioni abbiano successo sia nel caso in cui rimangano a livello di tentativo.
Finalità e struttura del “Piano triennale di prevenzione e corruzione 2015 – 2017”
Il “Piano triennale di prevenzione e corruzione 2015-2017” (d’ora in poi “Piano”) dell’Università di
Siena è stato redatto secondo quanto previsto dall’art. 1, co. 5 della Legge 190/2012 e tenendo in
considerazione quanto espresso dalla circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica – CIVIT
del 3 gennaio 2013, nonché dalle previsioni del piano nazionale anticorruzione approvato l’11
settembre 2013.
Scopo del “Piano” è quello di identificare le attività maggiormente esposte al rischio di corruzione e
di individuare precipui strumenti organizzativi, formativi e di controllo atti a prevenire tale rischio.
La struttura del presente “Piano” descrive:
- l’assetto organizzativo dell’Università di Siena;
- i soggetti, i ruoli e le responsabilità coinvolte nel sistema di gestione della prevenzione della
corruzione”;
- le attività valutate come le più esposte al rischio di corruzione;
- le misure di prevenzione atte a eliminare il rischio di corruzione, e, ove non sia possibile, a ridurlo
al massimo individuando comunque dei meccanismi di controllo costante;
- la pianificazione triennale delle misure preventive da intraprendere.
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Università degli Studi di Siena
Assetto organizzativo dell’Università di Siena
L’Università di Siena, istituita il 26 dicembre 1240, ha come sede principale la città di Siena, ma
estende le sue attività anche nelle limitrofe città di Arezzo, Grosseto e San Giovanni Valdarno.
L’Ateneo senese, originariamente nato con le Scuole Giuridiche, Mediche e di Grammatica, ha, nel
tempo, ampliato la propria offerta formativa aggiungendo alle Facoltà di Giurisprudenza e di
Medicina e Chirurgia, quelle di Farmacia (1933), Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali (1962),
Economia (1966), Lettere e Filosofia di Arezzo (nata nel 1969 come Magistero), Lettere e Filosofia
(1970), Ingegneria (1992) e Scienze Politiche (1997).
Nell’anno 2014, la comunità accademica era costituita da:
- nr. 754 unità di personale docente;
- nr. 1.028 unità di personale tecnico e amministrativo;
- nr. 14.428 studenti;
Di recente, come previsto dalla Legge 30 dicembre 2010, n. 240 “Norme in materia di
organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo
per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario, l’Università di Siena ha
predisposto e approvato il nuovo Statuto, emanato con Decreto Rettorale nr. 164 del 7 febbraio
2012 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nr. 49 del 28 febbraio 2012. Lo statuto è consultabile al
seguente link:
http://www.unisi.it/sites/default/files/albo_pretorio/allegati/STATUTO_2012.pdf
In applicazione del nuovo Statuto, l’Università di Siena ha razionalizzato le preesistenti strutture
scientifiche e didattiche istituendo, con il Decreto Rettorale nr. 1069/12 (prot. nr. 835540-VI/6), 15
Dipartimenti, competenti sia per la ricerca che per la didattica, come di seguito riportato:
1) Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche;
2) Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente;
3) Dipartimento di Scienze della Vita;
4) Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia;
5) Dipartimento di Biotecnologie Mediche;
6) Dipartimento di Medicina Molecolare e dello Sviluppo;
7) Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze;
8) Dipartimento di Scienze della Formazione, Scienze Umane e della Comunicazione
Interculturale;
9) Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne;
10) Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali;
11) Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche, Cognitive;
12) Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali;
13) Dipartimento di Economia Politica e Statistica;
14) Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici;
15) Dipartimento di Giurisprudenza.
Con Disposizione nr. 641/2012 (prot.: n. 36325-VII/4 del 25 luglio 2012) è stato assegnato il
personale tecnico e amministrativo ai nuovi Dipartimenti, individuando al contempo sia i
Responsabili delle Segreterie Amministrative che i Responsabili degli Uffici studenti e didattica
degli stessi. Tali incarichi hanno durata di due anni e, al momento, sono in corso di proroga.).
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Università degli Studi di Siena
Analogamente, nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 4 marzo 2011 sono state
condivise le linee guida sul primo riassetto provvisorio dei Servizi Generali, di cui alla Disposizione
del Direttore Amministrativo nr. 63/2011 (prot. nr. 30271-I/9 del 19 maggio 2011) con cui sono
state assegnate le responsabilità delle Unità organizzative di primo e secondo livello per una durata
di due anni, prorogata poi, con la Disposizione del Direttore Amministrativo nr. 468/2013 (prot. nr.
21263-VII/4 del 5 giugno 2013) di ulteriori 7 mesi.
Nella pagina seguente è riportato l’organigramma relativo all’assetto organizzativo dei servizi
generali, aggiornato al 15 novembre 2014. Al seguente link è comunque consultabile tale
organigramma costantemente aggiornato:
http://www.unisi.it/ateneo/governo-e-organizzazione/uffici-e-amministrazione
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Soggetti, ruoli e responsabilità nella gestione della prevenzione della corruzione
a) L’autorità di indirizzo politico
Il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Siena, quale organo di programmazione,
indirizzo strategico e controllo dell’attività amministrativa, finanziaria e patrimoniale dell’Ateneo ai
sensi dell’art. 31 dello statuto adotta il piano triennale per la prevenzione della corruzione e i suoi
aggiornamenti, nonché tutti gli atti di indirizzo di carattere generale che siano direttamente o
indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione.
b) Responsabile della prevenzione della corruzione
L’Università degli Studi di Siena con Decreto Rettorale nr. 1882/2014 (prot. nr. 44010-VII/4 del 4
dicembre 2014) ha nominato il dr. Marco Tomasi, Direttore Generale dell’Ateneo, quale
“Responsabile della prevenzione della corruzione” e “Responsabile per la trasparenza”.
Ai sensi della Legge 190/2012, il “Responsabile della prevenzione e della corruzione” deve:
- predisporre ogni anno, entro il 31 gennaio, una proposta di “Piano Triennale di prevenzione
della corruzione” che sottopone al Magnifico Rettore e al Consiglio di Amministrazione per
l’approvazione e la successiva trasmissione al Dipartimento della Funzione Pubblica;
- provvedere alla pubblicazione del “Piano Triennale di prevenzione della corruzione” sul
portale di Ateneo nella sezione “amministrazione trasparente” raggiungibile dalla homepage;
- provvedere alla verifica della attuazione del piano e della sua adeguatezza alla struttura
organizzativa dell’Ateneo, provvedendo alle modifiche che si rendessero necessarie nel
corso della usa applicazione e al necessario aggiornamento in caso di mutamento
nell’assetto organizzativo dell’Università;
- provvedere (/vigilare nel caso in cui ci fosse un dirigente per il personale) sull’effettiva
rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito il
rischio corruzione è più elevato;
- definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati a operare nei
settori particolarmente esposti alla corruzione;
- individuare il personale da inserire nei percorsi di formazione sui temi dell’etica e della
legalità;
- presentare al Consiglio di Amministrazione entro il 15 dicembre di ogni anno una relazione
sui risultati dell’attività svolta in ambito di prevenzione della corruzione e pubblicarla sul
portale di Ateneo.
Il “Responsabile della prevenzione e della corruzione” per adempiere ai compiti attribuiti può in
ogni momento:
- verificare e chiedere delucidazioni per iscritto e verbalmente a tutti i dipendenti su
comportamenti che possono integrare anche solo potenzialmente corruzione e illegalità;
- richiedere ai dipendenti che hanno istruito un procedimento di fornire motivazioni per
iscritto in merito alle circostanze di fatto e di diritto che sottendono all’adozione del
provvedimento finale oggetto di esame;
7
-
effettuare ispezioni e verifiche presso ogni ufficio dell’Ateneo al fine di procedere al
controllo del rispetto della correttezza e della legittimità dei procedimenti in corso o già
conclusi.
A fronte dei compiti che la legge attribuisce al responsabile della prevenzione della corruzione,
sono previste consistenti responsabilità in caso di inadempimento.
In particolare all’art. 1, comma 8, della l. n. 190 si prevede una responsabilità dirigenziale per il
caso mancata predisposizione del piano triennale della prevenzione della corruzione. e di mancata
adozione delle misure per la selezione e la formazione dei dipendenti, prevedendo che “la mancata
predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la selezione e la formazione
dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale”. La
previsione di questa responsabilità rende necessaria la creazione di un collegamento tra
l’adempimento normativamente richiesto e gli obiettivi individuati in sede di negoziazione
dell’incarico dirigenziale e nello stesso inseriti. Parimenti tali obiettivi devono essere inseriti nel
piano della performance in modo che siano oggetto di adeguata valutazione individuale.
All’art. 1, comma 12, della l. n. 190 si prevede inoltre l’imputazione di una responsabilità
dirigenziale, disciplinare ed amministrativa in capo al responsabile della prevenzione della
corruzione per il caso in cui all’interno dell'amministrazione vi sia una condanna per un reato di
corruzione accertato con sentenza passata in giudicato. L’entità della responsabilità disciplinare, a
carico del responsabile della prevenzione che “non può essere inferiore alla sospensione dal servizio
con privazione della retribuzione da un minimo di un mese ad un massimo di sei mesi”.
La responsabilità è esclusa se il responsabile della prevenzione prova di aver predisposto il piano
triennale per la prevenzione della corruzione, di aver vigilato sulla osservazione delle disposizioni e
delle misure ivi contenute ose l’inadempimento agli obblighi previsti dalla normativa specifica sia
dipeso da causa non imputabile al responsabile stesso.
Tuttavia, l’art. 1, co. 14, individua due ulteriori ipotesi di responsabilità:
- una forma di responsabilità dirigenziale ai sensi dell’art. 21, d.lgs. n. 165 del 2001 che si configura
nel caso di: “ripetute violazioni delle misure di prevenzione previste dal piano”;
- una forma di responsabilità disciplinare “per omesso controllo”.
c) I Dirigenti per l’area di rispettiva competenza
Al momento, l’Università di Siena, ha un solo dirigente, destinato all’Area servizi allo studente.
Ovviamente, le disposizioni contenute nel presente piano triennale si applicheranno anche ad
eventuali altri dirigenti che dovessero essere nominati successivamente all’adozione del presente
atto.
Con specifico riferimento alle misure di prevenzione dei fenomeni corruttivi, i dirigenti:
- svolgono attività informativa nei confronti del responsabile della prevenzione e dell’autorità
giudiziaria;
- partecipano al processo di gestione del rischio;
- propongono le misure di prevenzione;
- assicurano l’osservanza del codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione;
- adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e la
rotazione del personale;
- osservano le misure contenute nel piano triennale per la prevenzione della corruzione
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d) Organismo indipendente di valutazione
Nelle Università il ruolo dell’Organismo indipendente di valutazione è assunto dal Nucleo di
Valutazione. Principali compiti del Nucleo in materia di prevenzione della corruzione sono:
- partecipare al processo di gestione del rischio;
- svolgere compiti propri connessi all’attività dell’anticorruzione nel settore della trasparenza
amministrativa (cfr. artt. 43 e 44 del d.l.gs 33/2013);
- esprimere parere obbligatorio sul codice di comportamento adottato
f) Tutti i dipendenti dell’Università (personale docente e t/a)
I dipendenti dell’Università di Siena sono tenuti a:
- partecipare al processo di gestione del rischio;
- osservare le misure contenute nel piano triennale della prevenzione della corruzione;
- segnalare situazioni di illecito al proprio dirigente o al responsabile della prevenzione della
corruzione;
- segnalare casi di personale conflitto di interessi
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Valutazione del rischio di corruzione
I principi fondamentali per una corretta valutazione e gestione del rischio applicati nel presente
piano sono desunti dai “Principi e linee guida UNI ISO 31000:2010”, che rappresentano l’adozione
nazionale, in lingua italiana, della norma internazionale ISO 31000 (edizione novembre 2009),
elaborata dal Comitato tecnico ISO/TMB “Risk Management”.
La gestione delle misure di prevenzione per la corruzione mutua infatti la sua struttura dai sistemi di
gestione della qualità che prevedono l’applicazione del modello di Deming (PLAN – DO –
CHECK – ACT) in un’ottica di monitoraggio e miglioramento continuo. Le fasi prese in
considerazione pertanto sono:
- Fase di pianificazione (PLAN)
La fase della pianificazione prende necessariamente avvio dalla mappatura e dall’analisi dei
processi e dalla ponderazione dei rischi. Al fine di rendere partecipata ed effettiva la gestione del
rischio della prevenzione della corruzione, tale attività prevede il coinvolgimento diretto sia dei
dirigenti che dei lavoratori. Segue poi l’analisi dei rischi, la loro ponderazione e l’individuazione
delle misure di prevenzione e della declinazione delle priorità della loro attuazione.
- Fase di azione (DO)
La fase di azione prevede il compimento di tutte le azioni necessarie all’adozione delle misure di
prevenzione individuate.
- Fase di controllo (CHECK)
Al fine di verificare che le misure di prevenzione vengano effettivamente adottate e che portino
concreti abbattimenti o riduzioni del rischio di prevenzione è necessaria una continua azione di
controllo che viene effettuata sia a scadenze predefinite (es. in fase di aggiornamento del piano
triennale della corruzione) che tramite verifiche random.
- Fase di miglioramento (ACT)
A seguito delle verifiche effettuate vengono presi correttivi tendenti al miglioramento continuo, tali
da permettere una ripianificazione continua delle attività. L’aggiornamento delle misure di
prevenzione deve necessariamente avvenire almeno una volta all’anno, nell’ambito
dell’aggiornamento del piano triennale della prevenzione della corruzione e della presentazione da
parte del Responsabile della prevenzione al Consiglio di Amministrazione della relazione sullo
stato dell’arte in materia (entro il 15 dicembre di ogni anno). Tuttavia, trattandosi di un processo
dinamico, l’aggiornamento delle misure di prevenzione deve avvenire in qualunque momento in
cui:
- siano emanate normative sopravvenute che impongono ulteriori adempimenti;
- emergano rischi che non sono stati presi in considerazione nell’elaborazione del piano triennale
della prevenzione della corruzione;
- siano individuati nuovi indirizzi o nuove direttive nel piano nazionale anticorruzione.
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Analisi del rischio di corruzione
L’analisi del rischio consiste:
- nella identificazione per ciascun processo dei possibili rischi che possono insorgere, tenendo conto
delle misure di prevenzione già adottate;
- nella valutazione della probabilità che il rischio si realizzi (frequenza) e delle conseguenze che il
rischio produce (magnitudo);
- nella ponderazione del rischio al fine di determinare le priorità e l’urgenza di intervento.
Di seguito sono riportate le principali aree maggiormente esposte al rischio di corruzione, con
l’individuazione dei comportamenti che devono essere scongiurati:
A) Area: acquisizione e progressione del personale/collaboratori/studenti
- previsioni di requisiti di accesso “personalizzati” e insufficienza di meccanismi oggettivi e
trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in
relazione alla posizione da ricoprire (posizione lavorativa, ammissione alla scuola di
specializzazione, al dottorato, al corso di studio a numero chiuso, etc.) allo scopo di reclutare
candidati particolari;
- abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari;
- irregolare composizione della commissione di concorso finalizzata al reclutamento di candidati
particolari;
- inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell’imparzialità della
selezione, quali, a titolo esemplificativo, la cogenza della regola dell'anonimato nel caso di prova
scritta e la predeterminazione dei criteri di valutazione delle prove allo scopo di reclutare candidati
particolari;
- progressioni economiche o di carriera accordate illegittimamente allo scopo di agevolare
dipendenti/candidati particolari;
- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento
di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.
B) Area: affidamento di lavori, servizi e forniture
- definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnico-economici dei
concorrenti al fine di favorire un’impresa (es.: clausole dei bandi che stabiliscono requisiti di
qualificazione sproporzionati o non funzionali);
- uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a favorire
un’impresa;
- utilizzo della procedura negoziata e abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla
legge al fine di favorire un’impresa;
- ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire all’appaltatore di
recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire extra guadagni;
- elusione delle regole di affidamento degli appalti, al fine di agevolare un particolare soggetto;
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Per ognuna delle sopra richiamate condotte sono state considerate le probabilità di accadimento
(frequenza) e le conseguenze lesive dell’impatto sia interno all’Università che nella società
(magnitudo) secondo la seguente scala di valori.
FREQUENZA
MAGNITUDO
0 - nessuna probabilità
1 – improbabile
2 – poco probabile
3 – probabile
4 – molto probabile
5 – altamente probabile
0 – nessun impatto
1 – marginale
2 – minore
3 – soglia
4 – serio
5 - superiore
Il valore del rischio è pertanto il risultato della moltiplicazione della frequenza per la magnitudo.
R=FxM
FREQUENZA
Di seguito è riportata la matrice del rischio
5
10
15
20
25
4
8
12
16
20
3
6
9
12
15
Rischio alto
2
4
6
8
10
Rischio medio
1
2
3
4
5
Rischio basso
MAGNITUDO
12
Fattore di rischio
Frequenza
Magnitudo
Rischio
- previsioni di requisiti di accesso “personalizzati” e
insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a
verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali
richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di
reclutare candidati particolari
3
3
6
- abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato al
reclutamento di candidati particolari
1
3
3
- irregolare composizione della commissione di concorso
finalizzata al reclutamento di candidati particolari
4
4
16
- inosservanza delle regole procedurali a garanzia della
trasparenza e dell’imparzialità della selezione, quali, a titolo
esemplificativo, la cogenza della regola dell'anonimato nel
caso di prova scritta e la predeterminazione dei criteri di
valutazione delle prove allo scopo di reclutare candidati
particolari
1
3
4
- progressioni economiche o di carriera accordate
illegittimamente allo scopo di agevolare
dipendenti/candidati particolari
3
4
12
- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei
presupposti di legge per il conferimento di incarichi
professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari
4
3
12
- definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in
particolare, dei requisiti tecnico-economici dei concorrenti
al fine di favorire un’impresa (es.: clausole dei bandi che
stabiliscono requisiti di qualificazione sproporzionati o non
funzionali)
4
4
16
- uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più
vantaggiosa, finalizzato a favorire un’impresa
3
4
12
- utilizzo della procedura negoziata e abuso dell’affidamento
diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di
favorire un’impresa
4
4
16
- ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto
per consentire all’appaltatore di recuperare lo sconto
effettuato in sede di gara o di conseguire extra guadagni
3
4
12
- elusione delle regole di affidamento degli appalti, al fine di
agevolare un particolare soggetto
3
3
9
13
Ponderazione
A seguito dell’analisi dei fattori di rischio, viene di seguito riportato un prospetto con l’evidenza
delle attività più esposte alla corruzione, delle strutture coinvolte e la modulazione del fattore di
rischio, graduato in base alla attitudine di determinate attività a presentare un intrinseco rischio di
esposizione a fenomeni corruttivi:
Fattore di rischio
Strutture coinvolte
Rischio
Grado
- irregolare composizione della commissione di
concorso finalizzata al reclutamento di
candidati particolari;
Commissione giudicatrice
16
Alto
16
Alto
16
Alto
12
Medio
12
Medio
12
Medio
- definizione dei requisiti di accesso alla gara e,
in particolare, dei requisiti tecnico-economici
dei concorrenti al fine di favorire un’impresa
(es.: clausole dei bandi che stabiliscono
requisiti di qualificazione sproporzionati o non
funzionali);
- Responsabili delle
procedure di affidamento e
di esecuzione dei contratti
pubblici di lavori, servizi e
forniture (RUP)
- Componenti delle
- utilizzo della procedura negoziata e abuso commissioni di gara;
dell’affidamento diretto al di fuori dei casi - Direttori di Dipartimento
previsti dalla legge al fine di favorire
un’impresa;
- progressioni economiche o di carriera
accordate illegittimamente allo scopo di
agevolare dipendenti/candidati particolari;
- motivazione generica e tautologica circa la
sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo
scopo di agevolare soggetti particolari.
Commissione giudicatrice
RUP
- uso distorto del criterio dell’offerta
economicamente più vantaggiosa, finalizzato a
favorire un’impresa;
- ammissione di varianti in corso di esecuzione
del contratto per consentire all’appaltatore di
recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o
di conseguire extra guadagni;
RUP dell’area edilizia
12
Medio
- elusione delle regole di affidamento degli
appalti, al fine di agevolare un particolare
soggetto;
RUP
Direttori di Dipartimento
9
Medio
- previsioni di requisiti di accesso
“personalizzati” e insufficienza di meccanismi
oggettivi e trasparenti idonei a verificare il
possesso dei requisiti attitudinali e
professionali richiesti in relazione alla
posizione da ricoprire allo scopo di reclutare
candidati particolari;
Area del personale
6
Basso
14
Fattore di rischio
Strutture coinvolte
Rischio
Grado
- inosservanza delle regole procedurali a
garanzia della trasparenza e dell’imparzialità
della selezione, quali, a titolo esemplificativo,
la cogenza della regola dell'anonimato nel caso
di prova scritta e la predeterminazione dei
criteri di valutazione delle prove allo scopo di
reclutare candidati particolari;
Commissione giudicatrice
4
Basso
Area del personale
3
Basso
- abuso nei processi di stabilizzazione
finalizzato al reclutamento di candidati
particolari;
Misure di prevenzione del rischio corruzione, formazione e controllo
Al fine di eleminare o, quando non possibile, ridurre al massimo il rischio di esposizione alla
corruzione, sono di seguito individuate delle misure organizzative e formative che sono tenuti a
rispettare tutti coloro che operano nei settori valutati come esposti ai fenomeni corruttivi,
nell’accezione più lata riportata in premessa.
La violazione delle misure di prevenzione del presente “Piano” costituisce illecito disciplinare,
secondo quanto previsto dall’art. 1, co. 14 della Legge 190/2012 e sarà perseguito secondo le
procedure previste a seconda dello status di personale docente o di personale tecnicoamministrativo. Nei casi in cui l’illecito riguardi ricercatori a tempo determinato (ex art. 24 della
Legge 240/2010) o altre categorie per le quali non è espressamente prevista l’equiparazione al
personale docente, saranno applicate le disposizioni previste per il personale contrattualizzato.
Formazione
La legge 190/2012 prevede molteplici interventi formativi sui temi dell’etica e della legalità rivolti
al personale destinato a operare nei settori particolarmente esposti alla corruzione.
L’intenzione dell’Università di Siena è quella di diffondere il più capillarmente possibile la
conoscenza delle disposizioni per la prevenzione della corruzione, attraverso la predisposizione di
apposite circolari e avvisi da pubblicare sul sito internet e da inviare via mail personale a ciascun
dipendente e collaboratore e la popolazione della sezione dedicata all’argomento nel portale di
Ateneo.
Saranno inoltre previsti specifici interventi formativi rivolti ai dipendenti che operano nei settori
maggiormente esposti al rischio corruzione.
Tali corsi saranno particolarmente mirati all’analisi dei procedimenti amministrativi, consolidati nel
tempo, per individuare, in un contesto condiviso e partecipato, eventuali procedure improntate alla
semplificazione e rispettose dei principi relativi alla legalità. L’occasione sarà propizia per la
valutazione dei singoli processi e le loro interconnessioni per giungere ad individuare ogni
eventuale occasione di rischio “corruzione” e individuare al contempo la più opportuna misura di
prevenzione.
15
Prevenzione e controllo
Il “Responsabile della prevenzione e della corruzione” terrà conto delle segnalazioni non anonime
che evidenzino possibilità di rischio di corruzione.
La tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illeciti deve essere garantita e, a tale fine,
vengono adottate delle misure, predisposte nell’ambito dell’applicativo informatico che gestisce il
protocollo (TITULUS), che permettono di far conoscere i dati identificativi del denunciante solo a
un ristrettissimo numero di persone (2/3). La violazione degli obblighi di riservatezza da parte di
coloro che in ragione del proprio lavoro vengono a conoscenza delle informazioni relative alle
segnalazioni di illecito, saranno considerate violazioni delle norme contenute nel presente piano e
tale comportamento comporterà l’irrogazione di sanzioni disciplinari, fatta salva l’eventuale
responsabilità civile e penale dell’agente. La tutela deve essere idonea a proteggere anche coloro
che segnalano casi sospetti di corruzione.
Ovviamente, trova piena applicazione anche l’art. 54-bis del D.Lgs. 165/2001, che viene riportato
di seguito:
Art. 54-bis.
Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti
1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai
sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità
giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite
di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato,
licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle
condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.
2. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata,
senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su
accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in
tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia
assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato.
3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della Funzione Pubblica, per i
provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente
rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere.
4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto
1990, n. 241, e successive modificazioni.
Al fine di rendere effettiva la possibilità di informare sulle fattispecie di corruzione e concussione, è
necessario adattare delle misure che evitino la discriminazione nei confronti degli informatori. In
proposito, il dipendente che ritiene di aver subito una discriminazione per il fatto di aver effettuato
una segnalazione di illecito:
- deve dare notizia circostanziata dell’avvenuta discriminazione al responsabile della prevenzione
della corruzione, il quale valuta la sussistenza degli elementi per effettuare la segnalazione di
quanto accaduto 1) al dirigente sovraordinato, laddove esistente, del dipendente che ha operato la
discriminazione. Il dirigente, i, in sua assenza, direttamente il responsabile della prevenzione della
corruzione valuta l’opportunità di adottare atti o provvedimenti per rimediare agli effetti negativi in
via amministrativa e la sussistenza degli estremi per avviare il procedimento disciplinare nei
confronti del dipendente che ha operato la discriminazione.
Il “Responsabile della prevenzione e della corruzione” procederà a controlli periodici su un
campione, estratto a sorte, dei procedimenti amministrativi o dei processi (intesi come insieme di
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procedimenti che coinvolgono più unità organizzative) al fine di verificare il rispetto delle
normative nazionali e delle disposizioni di Ateneo emanate per il rispetto della legalità.
- Codice di comportamento
Come previsto dall’art. 44 della Legge 190/2012, l’Ateneo dovrà adottare un codice di
comportamento che integra e specifica quello approvato con Decreto del Presidente della
Repubblica del 16 aprile 2013, n. 62 “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”. Una volta
approvato, saranno programmati specifici corsi di formazione sulla sua applicazione.
- Codice Etico
Con Decreto Rettorale n. 1381 del 28 luglio 2011 è stato approvato il Codice etico dell’Università
di Siena che prevede numerosi ed espliciti richiami alla correttezza e all’imparzialità sia nella
attività amministrative che in quelle accademiche. Con Decreto Rettorale n. 1082/2012 (prot. n.
35962-II/3 del 24 luglio 2012) è stata istituita la Commissione Etica con il compito, previsto dallo
Statuto, di verificare il rispetto del codice etico da parte di tutta la comunità accademica, curando
l’istruttoria sui casi di infrazione al codice al fine della comminazione della eventuale sanzione
prevista.
A titolo riepilogativo, vengono riportate di seguito alcune disposizioni inserite nel Codice Etico
dell’Università di Siena che costituiscono richiami alla correttezza dei comportamenti anche al fine
di evitare di incorrere in fenomeni corruttivi:
Articolo 3
(Doveri di lealtà e di collaborazione reciproca)
Ciascuno è tenuto, secondo il proprio ruolo, ad osservare la massima lealtà e correttezza,
prestando altresì piena collaborazione allo svolgimento dei compiti dell’Ateneo. Sono
inammissibili gli abusi di potere, le resistenze burocratiche, i comportamenti non trasparenti, i
favoritismi e le richieste di favoritismi. […]
Articolo 7
(Conflitto di interessi)
Si ha conflitto d’interesse quando l’interesse privato di un componente dell’Ateneo contrasta,
anche potenzialmente, con l’interesse, non solo economico, dell’Ateneo.
Per interesse privato s’intende anche l’interesse: del coniuge o di un familiare ; di persone o
enti con i quali il componente dell’Ateneo intrattenga un rapporto di lavoro o d’affari ; di
imprese o società delle quali questi abbia il controllo o sulle quali eserciti un’influenza
notevole, di terzi, qualora ne possano conseguire vantaggi al componente dell’Ateneo.
Chi si trovi in conflitto di interessi rispetto all’Università si astiene dal compiere gli atti relativi
e ne riferisce al responsabile della struttura di volta in volta interessata.
I membri degli organi collegiali si astengono dal partecipare alla discussione e alla
deliberazione in ordine alla quale si trovino in conflitto di interessi, curando che tale
circostanza risulti a verbale. I membri di commissioni di concorso, quand’anche esterni
all’Ateneo, non appena vengano a conoscenza che tra i candidati vi sono il coniuge, il /la
convivente, propri parenti e affini fino al quarto grado, nonché persone con le quali abbiano
relazioni di affari, si dimettono dalla commissione allegando motivi di incompatibilità.
Tutti i candidati, prima dell’inizio del concorso, sono tenuti a dichiarare sotto la propria
responsabilità di non avere rapporti o legami del tipo indicato con i membri della commissione.
Chi si candida a cariche elettive deve dichiarare la propria adesione ad associazioni o
organizzazioni gli interessi delle quali siano coinvolti nell’attività dell’Ateneo.
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Articolo 9
(Uso dei beni e delle risorse)
[…]
L’equilibrio di bilancio è parametro della gestione delle risorse dell’Ateneo. Queste debbono
essere impiegate esclusivamente per lo svolgimento dei compiti istituzionali, prestando il
massimo rispetto ai principi di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza.
Nessuno può pretendere, in forza della carica rivestita, che vengano commesse irregolarità
nell’uso delle risorse. Chiunque venga a conoscenza di tali irregolarità è tenuto a farne
denunzia agli organi competenti.
Articolo 13
(Esami e tesi di laurea)
[…]
Gli esami devono essere svolti con imparzialità e correttezza.
Il docente è tenuto ad assegnare la tesi secondo criteri non discriminatori e ad offrire adeguato
sostegno al suo svolgimento.
Articolo 14
(Doveri attinenti alla ricerca)
Nella pubblicazione dei risultati delle ricerche il docente deve garantire la veridicità dei dati, la
citazione esaustiva delle fonti utilizzate, la trasparenza riguardo ai finanziamenti ricevuti.
Qualora si trovi in conflitto di interessi, questo deve essere dichiarato.
Fermo il rispetto dei diritti sulle opere dell’ingegno e sulle invenzioni industriali, il docente non
si appropria in alcun modo dei risultati ottenuti da altri nel campo della ricerca e non fa figurare
nella pubblicazione dei risultati persone che non vi hanno contribuito.
Articolo 15
(Doveri riguardanti il reclutamento)
[…]
Fermo restando che ai procedimenti per le chiamate di professori di prima e di seconda fascia
non possono partecipare coloro che abbiano un grado di parentela o di affinità, fino al quarto
grado compreso, con un professore appartenente alla struttura che effettua la chiamata, ovvero
con il Rettore, il Direttore Generale o un componente del Consiglio di Amministrazione
dell’Ateneo, è obbligatorio astenersi dal partecipare alla deliberazione di chiamate o di
richieste di afferenza quando concorrano coniugi, conviventi, o persone cui il docente sia
legato da relazioni di affari.
Gli aspiranti sono tenuti a dichiarare sotto la propria responsabilità di non avere rapporti o
legami del tipo indicato con i membri dell’organismo chiamato a deliberare.
Articolo 16
(Divieto di nepotismo e favoritismo nelle carriere)
Ricorre nepotismo quando un soggetto utilizza la propria posizione per favorire in qualunque
modo il coniuge o convivente, i parenti e gli affini nel conseguimento di benefici, incarichi o
chiamate.
Fra i suddetti soggetti è sconsigliata la coincidenza o l’affinità del settore scientificodisciplinare.
Il docente e la docente non presentano i familiari e conviventi come propri allievi.
Articolo 17
(Doveri inerenti all’amministrazione dell’Università)
[…]
Nelle nomine e nelle elezioni si tiene sempre presente la necessità di favorire, attraverso la
rotazione delle cariche, la partecipazione di tutti allo svolgimento dei compiti istituzionali
dell’Ateneo.
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Articolo 19
(Attività professionale)
[…]
Il docente non pubblicizza la sua attività professionale all’interno delle strutture universitarie,
non utilizza indebitamente la reputazione dell’Ateneo a fini professionali ed evita in generale di
trovarsi in situazioni, reali o apparenti, di conflitto di interessi.
- Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti
Le Università, quali pubbliche amministrazioni, sono tenute a verificare la sussistenza di eventuali
condizioni ostative in capo ai dipendenti o ai soggetti cui l’organo politico intende conferire
incarico dirigenziale e altri incarichi previsti dall’art. 4 del d.lgs. 39/2013.
L’accertamento avviene mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall’interessato
sulla scorta di un modello predisposto dall’Università stessa e pubblicato sul portale.
Se all’esito della verifica risulta la sussistenza di una o più condizioni ostative, l’Università si
astiene dal conferire l’incarico e provvede a conferire l’incarico ad altro soggetto. In caso di
violazione delle previsioni di inconferibilità, l’incarico è nullo.
- Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro
Ai sensi dell’art. 53, co. 6 ter del d.lgs. 165/2001 è previsto il divieto per il personale di prestare
attività lavorativa, per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, a favore di
imprese o professionisti che sono stati destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi
con l’apporto decisionale del dipendente.
In attuazione a quanto sopra riportato, nella modulistica predisposta per gli affidamenti di importo
superiori a € 40.000,00, con particolare riferimento al modello di autodichiarazione del possesso dei
requisiti di carattere generale per contrarre con la pubblica amministrazione (ex art. 38 del d.lgs
163/06), è stata inserita la condizione di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o
autonomo o comunque di non aver attribuito incarichi ad ex dipendenti che hanno esercitato poteri
autoritativi o negoziali per conto dell'Università nei loro confronti per il triennio successivo alla
cessazione del rapporto di lavoro.
- Acquisizioni di lavori, servizi e forniture
Nei processi relativi alle procedure per l’affidamento di lavori, servizi e forniture, comprese quelle
esperite “in economia” ai sensi dell’art. 125 del D.Lgs. 163/06 e s.m.i., gli Uffici sono tenuti a
operare nel rigoroso rispetto della specifica normativa che impone una serie di adempimenti atti a
garantire la trasparenza e la correttezza delle procedure.
Per quanto attiene ai lavori, con Decreto Rettorale n. 1973/2011 del 9 novembre 2011, è stato
emanato il “Regolamento per la gestione dei lavori e dei servizi in economia di competenza
dell’Ufficio Tecnico dell’Università di Siena”, con cui sono stati previsti dei meccanismi
autorizzativi e di controllo molto più rigorosi rispetto a quelli concessi dalla normativa nazionale ed
europea (es. gli affidamenti diretti di lavori, che, secondo le previsioni dell’art. 125 del D.Lgs.
163/06, sono ammessi per le acquisizioni di importo fino a € 40.000,00, nell’Università di Siena
sono autorizzati dal Responsabile Unico del Procedimento solo per interventi di importo pari o
inferiore a € 2.000,00).
Anche per le acquisizioni di servizi e forniture è stato aggiornato, con D.R. 1361/2012 del 3 ottobre
2012, il Regolamento per l’acquisizione “in economia”, prevedendo chiare procedure di azione. Al
fine di standardizzare tali procedure, è stato predisposto un apposito manuale operativo contenente
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le principali disposizioni interpretative in materia, nonché la modulistica e i flow-chart utili per
verificare il corretto adempimento di tutti gli obblighi previsti dalla normativa in materia. Il
manuale, condiviso con i responsabili delle segreterie amministrative dei dipartimenti, è stato
approvato con disposizione amministrativa nr. 1079/2014. La sua diffusione e applicazione,
prevedendo procedure standard, permetterà una puntuale applicazione della normativa, maggiore
trasparenza e faciliterà la rotazione degli incarichi, agevolando la formazione degli operatori che
saranno chiamati a operare nel settore.
Obblighi di trasparenza
La legge 190/2012 impone la pubblicazione di alcune informazioni sul portale istituzionale, nella
stessa sezione “Amministrazione trasparente” i cui contenuti sono specificati dal Decreto Legge 14
marzo 2013, n. 33. Nello specifico, la legge 190/2012 prevede la pubblicazione delle informazioni
relative a:
a) informazioni relative ai procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilità,
completezza e semplicità di consultazione, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto
di Stato, di segreto d’ufficio e di protezione dei dati personali (art. 1, co. 15);
b) bilanci e conti consuntivi (art. 1, co. 15);
c) costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche e di produzione dei servizi erogati ai
cittadini, (le informazioni devono essere pubblicate secondo lo schema tipo redatto
dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture – AVCP, in
via di emanazione; art. 1, co. 15);
d) autorizzazioni o concessioni (art. 1, co. 16);
e) scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, specificando la struttura
proponente, l’oggetto del bando, l’elenco degli operatori invitati a presentare offerte,
l’aggiudicatario,
l’importo
di
aggiudicazione,
i
tempi
di
completamento
dell’opera/servizio/fornitura (art. 1, co. 16 e art. 1, co. 32);
f) concessioni e erogazioni di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché
attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone e enti pubblici e privati (art.
1, co. 16);
g) concorsi e prove selettive per l ‘assunzione del personale e le progressioni di carriera (art. 1,
co. 16).
Con Disposizione del Direttore Amministrativo n. 178/2013 (prot. nr. 8873-VII/4 dell’9 marzo
2013), e con l’integrazione di cui alla Disposizione del Direttore Amministrativo nr. 385/2013 (prot.
20085-VII/4 del 25 maggio 2013) sono stati formalmente nominati i Responsabili del Procedimento
di Pubblicazione (RPP).
In data 12 settembre 2013 è stata inviata una circolare (circ. n. 22/2013 – prot. 31229) a tutti i
Responsabili del Procedimento di Pubblicazione richiamandoli al rigoroso rispetto dell’obbligo di
pubblicazione dei dati di competenza della struttura per cui sono stati nominati.
Contemporaneamente è stata inviata una ulteriore circolare (circ. n. 23/2013 – prot. 31278) a tutti i
capi-divisione, capi-uffici e Direttori dei Centri di Servizio, affinché vigilino sull’effettivo
adempimento degli obblighi di pubblicazione.
Nell’occasione, occorre precisare che l’Università di Siena, in attuazione del piano dei sistemi
informativi, ha adottato la piattaforma U-GOV implementata dal Consorzio Interuniversitario
CINECA per la gestione integrata dei dati dell’Ateneo (Contabilità, studenti, personale, etc.),
nonché un nuovo Portale, sempre tramite il Consorzio CINECA, completamente coerente con le
disposizioni dettate dal Codice dell’Amministrazione Digitale e con le altre di interesse (Legge
sulla trasparenza, etc.) al fine di permettere la pubblicazione di molti dati, in automatico, attraverso
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periodiche estrazioni dalle varie sezioni di U-GOV, assicurando la massima trasparenza, e evitando
al contempo la doppia digitazione dei dati, con gli inevitabili errori e costi conseguenti.
In proposito, il Consorzio CINECA, sta adeguando gli applicativi di UGOV al fine di rendere
possibile l’inserimento delle informazioni da pubblicare richieste dalle leggi più recenti, la loro
estrazione attraverso le viste di frontiera di U-GOV e la possibilità di pubblicare queste
informazioni direttamente nel Portale.
Misure specifiche per le strutture esposte a rischio di corruzione ALTO
Rotazione degli incarichi
In occasione del riassetto provvisorio dei servizi operato con la Disposizione del Direttore
Amministrativo nr. 63 del 19 maggio 2011, secondo le linee generali e sulla base degli obiettivi
descritti nella proposta presentata dal Direttore Amministrativo al Consiglio di Amministrazione del
4 marzo 2011, sono stati assegnati gli incarichi di responsabilità di posizioni organizzative, le quali
hanno una circoscritta validità nel tempo (due anni).
Analogamente con Disp. D.A. 641/2012 (prot.: n. 36325-VII/4 del 25 luglio 2012) sono stati
nominati i Responsabili delle Segreterie Amministrative dei Dipartimenti e degli Uffici Studenti e
didattica, sempre con una durata circoscritta nel tempo (due anni).
Allo stato, tutti gli incarichi sono stati prorogati.
Allo scadere dei mandati sopra richiamati, si procederà, ove possibile (in genere, nell’ambito di
attività fungibili), a una rotazione degli incarichi di responsabilità del personale tecnico e
amministrativo che opera nei settori esposti a rischio corruzione, conservando la natura temporanea
degli stessi. Occorre precisare che la frequenza della rotazione degli incarichi sarà oggetto di
ulteriore valutazione, poiché, specialmente nell’ambito delle attività che richiedono un’elevata
specializzazione, l’avvicendamento del personale richiede una specifica e approfondita formazione
sulla materia di competenza.
Nel caso in cui un dipendente venga raggiunto da un avviso di garanzia per un reato connesso con
l’esercizio della propria funzione nell’Ateneo, in base agli elementi in possesso
dell’Amministrazione, viene valutata l’opportunità di rimuovere il dipendente stesso dal ruolo
ricoperto. Ai sensi dell’art. 4 della Legge 27 marzo 2001, n. 97, “Norme sul rapporto tra
procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti de giudicato penale nei confronti dei
dipendenti delle amministrazioni pubbliche”, nel caso in cui un dipendente venga rinviato a
giudizio per i reati di cui all’art. 3, co. 11 di cui alla legge citata, viene trasferito a differente
mansione; in caso di condanna per i medesimi reati, anche in maniera non definitiva, il dipendente
viene sospeso dal servizio.
- Formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici e conferimento di incarichi in caso di
condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione
Il criterio della rotazione deve essere applicato con particolare attenzione e sollecitudine, laddove
possibile (facendo salvi i casi di competenze specifiche nella formazione delle commissioni
giudicatrici) sia per le gare di appalto che per i concorsi per le assunzioni, per le ammissioni ai corsi
a numero chiuso, per la concessione di benefici o agevolazioni. Nel caso di competenze specifiche,
individuabili in un solo soggetto, il principio della rotazione viene affievolito poiché l’alternativa
1
art. 314 c.p. - peculato, art. 317 c.p. - concussione, art. 318 c.p. – corruzione per l’esercizio delle funzioni, art. 319
c.p. – corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, art. 319-ter c.p. – corruzione in atti giudiziari, 319quater c.p. – induzione indebita a dare o promettere utilità, art. 320 c.p. – corruzione di persona incaricata di un
pubblico servizio
21
comporterebbe il ricorso a soggetti esterni all’Università, con costi a carico dell’Ateneo,
contrastando con il principio dell’economicità dell’azione amministrativa.
Ai sensi dell’art. 35 bis del d.lgs. 165/2001 e dell’art. 3 del d.lgs 39/2013 l’Università è tenuta a
verificare la sussistenza di eventuali precedenti penali a carico dei dipendenti e/o dei soggetti cui
intendono conferire incarichi nelle seguenti circostanze:
- all’atto della formazione delle commissioni per l’affidamento di commesse o di commissioni di
concorso;
- all’atto di conferimento degli incarichi dirigenziali e degli altri incarichi previsti dall’art. 3 del
d.lgs. 39/2013;
- all’atto dell’assegnazione della responsabilità di uffici preposti alla gestione delle risorse
finanziarie, all’acquisizione di servizi e forniture, nonché alla concessione o all’erogazione di
sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti
pubblici e privati;
L’accertamento sui precedenti penali avviene mediante acquisizione d’ufficio ovvero mediante
dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall’interessato nei termini e alle condizioni di cui al
DPR 445/2000 e verificati nei modi previsti dall’art. 71 del citato decreto.
22
Pianificazione triennale
Anno 2015
- Diffusione tra tutta la comunità accademica del piano di prevenzione della corruzione,
attraverso la sua pubblicazione sul portale di Ateneo e appositi avvisi via mail personali a
ciascun dipendente;
- Individuazione/istituzione di una struttura che curi l’aggiornamento e monitori gli
adempimenti relativi all’applicazione delle disposizioni normative in materia di prevenzione
della corruzione, trasparenza e performance
- adozione del codice di comportamento;
- formazione sul codice di comportamento;
- formazione sulla prevenzione della corruzione;
- adozione di un regolamento per lo svolgimento di incarichi istituzionali e extra-istituzionali
per il personale docente;
- predisposizioni di note o circolari chiare e sintetiche per dare conoscenza al personale
dall’obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi e delle altre azioni da
intraprendere, nonché delle conseguenze scaturenti dalla violazione di tali disposizioni;
- elaborazione di un modello di autodichiarazione sull’assenza di precedenti penali per delitti
contro la pubblica amministrazione per coloro che intendono prendere parte delle
commissioni di gara e di concorso e che saranno titolari di uffici individuati nell’art 35 bis
del d.lgs. 165/2001 e direttive per effettuare controlli sulle dette autodichiarazioni;
- disposizioni specifiche in materia di tutela del dipendente che effettua segnalazioni di
illecito;
- predisposizione di un modello di autodichiarazione sulle incompatibilità ex lege per gli
interessati agli incarichi dirigenziali banditi dall’Università di Siena;
- verifiche sulla veridicità delle dichiarazioni rese dai Dirigenti, dai titolari di incarichi e dai
componenti di commissione sulla insussistenza delle cause di inconferibilità e
incompatibilità;
- monitoraggi sulla verifica della presenza di condizioni di incompatibilità;
- emanazione di direttive interne affinché nelle richieste di manifestazioni di interesse o di
candidatura per l’attribuzione di incarichi dirigenziali siano inserite espressamente le
condizioni ostative al conferimento;
- inserimento nei contratti di assunzione del personale della clausola che prevede il divieto di
prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i tre anni
successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati
o di contratti conclusi con l’apporto decisionale del dipendente;
- diffusione delle procedure standardizzate nei settori in cui il rischio di corruzione è stato
valutato “ALTO”;
- mappatura e aggiornamento dei procedimenti amministrativi con l’individuazione puntuale
della tempistica per la loro conclusione;
- definizione delle procedure per l’individuazione del mancato rispetto delle tempistiche dei
procedimenti;
- presentazione al Consiglio di Amministrazione entro il 15 dicembre della relazione sui
risultati dell’attività di prevenzione della corruzione da parte del “Responsabile della
Prevenzione della Corruzione”.
23
Anno 2016
- Ricognizione ai fini della rotazione degli incarichi (scadenza delle assegnazioni delle
responsabilità delle posizioni organizzative nell’Amministrazione centrale);
- Revisione del piano della prevenzione della corruzione, con particolare riferimento alle aree
di rischio, al livello di esposizione ai fattori corruttivi e alle misure di prevenzione da
attuare;
- Implementazione di misure di controllo a carico dei responsabili dei settori esposti a rischio
corruzione;
- Prima verifica random sul rispetto delle procedure standardizzate;
- Formazione sulla prevenzione della corruzione;
- Presentazione al Consiglio di Amministrazione entro il 15 dicembre della relazione sui
risultati dell’attività di prevenzione della corruzione da parte del “Responsabile della
Prevenzione della Corruzione”.
Anno 2017
- Adozione del codice di comportamento
- Adozione del regolamento
- Revisione del piano della prevenzione della corruzione, con particolare riferimento alle aree
di rischio, al livello di esposizione ai fattori corruttivi e alle misure di prevenzione da
attuare;
- Rotazione degli incarichi (scadenza delle assegnazioni delle responsabilità delle posizioni
organizzative nei Dipartimenti);
- Verifica random sul rispetto delle procedure standardizzate;
- Formazione sulla prevenzione della corruzione;
- Presentazione al Consiglio di Amministrazione entro il 15 dicembre della relazione sui
risultati dell’attività di prevenzione della corruzione da parte del “Responsabile della
Prevenzione della Corruzione”.
Siena, 30 gennaio 2015
Il Responsabile
della prevenzione della corruzione
Marco Tomasi
24
Università degli Studi di Siena
Programma triennale per la trasparenza
e l’integrità 2015-2017
(Allegato del Piano triennale per la prevenzione della corruzione 2015-2017)
Adottato dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 30 gennaio 2015
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Introduzione: organizzazione e funzioni dell’amministrazione
La delibera CIVIT 50/2013 prevede che in questa sezione venga illustrata l’organizzazione e
le funzioni dell’amministrazione. Dato che il presente Programma è un allegato del “Piano
per la prevenzione della corruzione”, si rimanda alla sezione “Assetto organizzativo
dell’Università di Siena” di detto Piano per i dettagli.
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1 Le principali novità
L’università di Siena ha adottato il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità
2014-2016 nel mese di ottobre 2014. A distanza di pochi mesi dalla sua adozione, la novità
significativa introdotta nel Programma 2015-2017 è costituita da una revisione dell’Allegato
A, che dispone l’organizzazione delle responsabilità relative alle informazioni da pubblicare.
Alla luce di alcune criticità emerse successivamente alla sua adozione, sono state introdotte
alcune modifiche per renderlo ancora più aderente alla realtà organizzativa dell’Ateneo.
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2 Procedimento di elaborazione e di adozione del Programma
2.1 Obiettivi strategici in materia di trasparenza posti dagli organi di governo
Gli organi di governo e l’amministrazione hanno costantemente avuto attenzione rispetto
alle tematiche della trasparenza. Tra le azioni attuate si citano le seguenti:
-
creazione di un portale istituzionale, a norma rispetto agli obblighi di accessibilità e
di trasparenza e in doppia lingua;
-
recepimento, con disposizione del Direttore Amministrativo n. 178 del 5 marzo 2013,
della direttiva n. 8 del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione del
26 novembre 2009 che introduce l’obbligo di individuazione, da parte
dell’amministrazione, di uno o più Responsabili del Procedimento di Pubblicazione
(RPP) dei contenuti sui siti Internet per le aree di propria competenza;
-
predisposizione di tutte le condizioni per ottemperare agli obblighi di trasparenza
imposti dalle varie leggi alle Università, tra cui le numerose disposizioni relative
all’offerta didattica;
-
programmazione pluriennale dei contratti di lavori e degli acquisti dei servizi.
Inoltre, l’Università di Siena, basandosi sui principi del Codice in materia di tutela dei dati
personali, e in particolare sul principio della non eccedenza, cura che ogni atto, sin dalla fase
di redazione di atti e documenti soggetti a pubblicazione, a partire dalle delibere degli
organi di governo, non contenga elementi lesivi dei diritti alla riservatezza dei soggetti
interessati.
Gli obblighi di pubblicazione ai fini della trasparenza devono pertanto essere contemperati
con la tutela della riservatezza, dell’identità personale, del diritto alla protezione dei dati
personali.
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2.2 Collegamenti con il Piano della performance e la Programmazione strategica
La delibera CIVIT 105/2010 indica che la trasparenza presenta un duplice profilo: uno statico
e uno dinamico. Il primo consistente essenzialmente nella pubblicità di categorie di dati
attinenti alle pubbliche amministrazioni per finalità di controllo sociale. Il profilo “dinamico”
della trasparenza è invece direttamente correlato alla performance.
Il Programma triennale della trasparenza, pertanto, deve porsi in relazione al ciclo di
gestione della performance e deve di conseguenza consentire la piena conoscibilità di ogni
componente del Piano e dello stato della sua attuazione
Attraverso la pubblicazione del Sistema di misurazione e valutazione della performance e
del Piano della performance nella sezione “Amministrazione trasparente” del portale di
Ateneo, si realizza la trasparenza delle informazioni relative alla performance, in particolare
si rende pubblica e condivisa la programmazione del triennio di riferimento, mettendo in
evidenza gli obiettivi, le azioni, gli indicatori e i valori attesi, coerenti con la programmazione
strategica e finanziaria dell’Ateneo.
2.3 Uffici e dirigenti coinvolti per l’individuazione dei contenuti del Programma
Il “Responsabile della Trasparenza” per l’Università di Siena è il Direttore generale, cui
compete la responsabilità dell’individuazione dei contenuti del programma.
Il Responsabile esercita un’attività di controllo sull’adempimento da parte dell’Ateneo, degli
obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la qualità, la
completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché
segnalando alle autorità competenti i casi di mancato o ritardo adempimento di tali
obblighi.
Il Responsabile si avvale di un gruppo di lavoro appositamente costituito con il compito di
fornire supporto nella predisposizione e revisione dei Programma per la trasparenza. La
composizione del gruppo prevede la partecipazione delle strutture dell’Ateneo
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maggiormente coinvolte nella definizione e attuazione del Programma e con specifiche
competenze nelle materie ad esso inerenti.
Inoltre, come previsto dall’allegato A, ha disposto l’organizzazione di tutte le informazioni
da pubblicare e l’organizzazione delle responsabilità relative; a tale proposito, con la citata
Disposizione del Direttore amministrativo n. 178/2013, è stata individuata una rete di
referenti (RPP) e sono stati definiti i compiti ad essi assegnati, tra cui, in particolare, il
dovere di assicurare la qualità, l’appropriatezza, la correttezza e l’aggiornamento dei
contenuti presenti sul portale di Ateneo. Tutto ciò per garantire la massima consapevolezza
sugli obblighi di trasparenza e le corrispondenti responsabilità.
2.4 Coinvolgimento degli stakeholder
Gli intervenuti obblighi di pubblicazione hanno reso improcrastinabile la realizzazione di
efficaci azioni finalizzate al coinvolgimento costante sia dei responsabili dei suddetti
adempimenti, in termini di richiamo all’applicazione delle norme e di sensibilizzazione
sull’importanza della comunicazione dei risultati conseguiti nel perseguimento delle funzioni
istituzionali, che dei destinatari in termini di totale accessibilità alle informazioni
concernenti ogni aspetto dell’organizzazione e dell'attività svolta dall’Ateneo.
L’Ateneo di Siena si impegna da anni nell’organizzazione di iniziative di comunicazione
finalizzate al coinvolgimento e al rafforzamento del dialogo permanente con i suoi principali
stakeholder, quali i futuri studenti, gli studenti, le organizzazioni che li rappresentano e le
loro famiglie, ma anche con i portatori di interesse secondari, quali i docenti, il personale
tecnico e amministrativo, i titolari di borse e di studio, le rappresentanze dei lavoratori di
Ateneo, nonché i fornitori, i cittadini, le istituzioni e gli enti che operano sul territorio in
sinergia con l’Università nello sviluppo delle politiche di sostegno al diritto allo studio e
all’inclusione degli studenti nel contesto cittadino.
Tra le principali iniziative di diffusione delle attività universitarie indirizzate ai futuri
studenti, lo Sportello di orientamento personalizzato, attraverso colloqui di orientamento,
visite alle strutture didattiche e incontri con i docenti tutor, offre agli studenti l'opportunità
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di valutare tutte le prospettive di studio, i relativi sbocchi professionali e di imparare a
muovere i primi passi all'interno della realtà universitaria. La Summer School
sull'orientamento si rivolge ai Dirigenti Scolastici e ai docenti referenti per l’orientamento
che, in compagnia dei docenti universitari, condividono esperienze, problemi e soluzioni utili
agli studenti e alle loro famiglie per aiutarli ad affrontare il futuro con coscienza e
responsabilità. Nell’ambito del progetto TUO (Toscana Università Orientamento), l’Ateneo
di Siena apre le porte alle future matricole per cinque giorni, ospitando i ragazzi nelle
residenze studentesche, facendoli mangiare alle mense universitarie e, cosa più importante,
facendoli partecipare a lezioni, seminari, dibattiti e altri eventi della vita universitaria. Infine,
l’Università aperta, l’Open Day dell’Università di Siena, è uno strumento per facilitare una
scelta universitaria consapevole, responsabile e autonoma e un conseguente migliore
inserimento all’interno del corso di studi. Numerose le attività in programma: presentazione
dei corsi di studio, sbocchi professionali, esposizione dei servizi, incontri con docenti e
studenti tutor; simulazione di lezioni su argomenti dei corsi universitari, possibilità di
assistere a esami di profitto, attività all’interno dei laboratori, lezioni magistrali su
argomenti di ricerca.
Importantissimo strumento di divulgazione delle attività finalizzate al sostegno di matricole
e studenti iscritti, la Guida "Orientarsi all'Università di Siena", disponibile dal mese di
settembre di ciascun anno, realizzata in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale con
una grafica coordinata tra i tre Atenei generalisti toscani (Siena, Pisa e Firenze), contiene
tutte le proposte di orientamento per le scuole e per gli studenti che si devono
immatricolare.
La piena accessibilità ai contenuti dell’offerta formativa dell’Ateneo, compresi i servizi
amministrativi offerti dalle strutture universitarie di supporto alla didattica, è garantita dalla
sezione Didattica del portale di Ateneo e dai principali canali informativi che ne consentono
la massima diffusione (Manifesto degli Studi, newsletter EDIC SIENA del Centro di
Informazione Europe Direct, principali social network, canale youtube, pagine e chat
facebook, twitter, flickr e app di orientamento ecc.).
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Nella stessa sezione sono altresì pubblicati i risultati dell’attività di valutazione della
didattica, organizzata e monitorata dal Presidio di Qualità di Ateneo secondo direttive
ANVUR che, con l’obiettivo di monitorare la qualità dei Corsi di Studio e identificare i punti
di forza e criticità, a decorrere dall’A.A. 2013/14 offre agli studenti la possibilità di svolgere
un ruolo attivo nel miglioramento della qualità dell’offerta didattica attraverso una
procedura di rilevazione online della loro opinione sulla didattica e sui servizi di supporto ad
essa collegati.
Nell’ambito del progetto Cittadinanza Studentesca, un importante ruolo nel coinvolgimento
degli stakeholder primari è rivestito dal portale USiena Welcome (consultabile all’indirizzo
www.usienawelcome.unisi.it) che l'Ateneo, insieme ad altri attori istituzionali, ha realizzato
per costruire, migliorare e promuovere nuove misure di partecipazione e coinvolgimento
diretto degli studenti, attraverso l’analisi dei bisogni e delle proposte che gli stessi hanno
manifestato. Il portale ha diviso i diversi stakeholder in target e gruppi - studenti del
territorio toscano, studenti fuori sede, studenti internazionali e famiglie e, sulla base di essi,
sono stati offerti nuovi servizi.
Sono inoltre stati raccolti e riorganizzati tutti i servizi che altri Enti ed Istituzioni come il
Comune di Siena o l’Ardsu dedicano ai suddetti gruppi.Per lo sviluppo del progetto è stata
seguita la metodologia dei gruppi di ascolto: dopo una prima fase di raccolta e analisi dei
bisogni, essi sono stati tradotti in azioni concrete.
Iniziativa particolarmente apprezzata dagli studenti è l’annuale Welcome Day, giornata di
benvenuto finalizzata alla presentazione agli studenti neoiscritti dei servizi dell’Ateneo, delle
strutture dipartimentali, delle iniziative culturali e sportive, attraverso il coordinamento dei
servizi offerti dal Comune, la Provincia, l’Azienda regionale per il diritto allo studio, l’Ausl
ecc., per favorire una sempre più forte interazione tra l’Ateneo e i diversi attori del territorio
e agevolare l’integrazione degli studenti nel tessuto cittadino.
Tra le iniziative volte a migliorare le condizioni e il livello di soddisfazione degli studenti,
discende dalla proficua interazione tra attori del territorio il lancio di un sondaggio rivolto
agli studenti per risolvere i problemi legati alla mobilità studentesca (trasporti), un aspetto
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divenuto ormai prioritario per le evidenti ricadute sul piano economico, sociale e della
salute dei cittadini, in particolar modo degli studenti. A questo scopo è stato costituito il
Network Mobility Città di Siena, a cui aderiscono il gruppo Montepaschi, Novartis, Azienda
Ospedaliera Universitaria Senese, Amministrazione comunale di Siena, Azienda USL 7 Siena,
Whirpool e Università di Siena.
Particolare menzione deve essere riservata, inoltre, ai servizi offerti dall’Ufficio accoglienza
disabili e servizi DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) per l'inclusione e l’accessibilità
degli studenti e le studentesse con disabilità e con DSA e per facilitare i rapporti con le
strutture universitarie e il corpo docente; l'Ufficio, che svolge un ruolo chiave nella
formazione di tutti gli attori impegnati nelle politiche di inclusione sociale, si impegna in una
serie di attività, giornate di studio, seminari, corsi di formazione, master e mostre (tra
queste figurano il percorso museale tattile olfattivo “Vietato non Toccare” e la mostra
multisensoriale "Non solo pane”) che introducono al tema dell’accessibilità universale per
promuovere una cultura inclusiva sia nell'Ateneo che nel territorio toscano e nazionale,
dall’informazione ai trasporti, dall’accoglienza alle diverse forme di assistenza rivolte a chi
ha ridotte capacità sensoriali, motorie e cognitive.
Il quadro, certamente non esaustivo, delle iniziative di divulgazione dell’attività e dei
risultati conseguiti nel perseguimento dell’attività istituzionale, si conclude con i progetti
SHINE BRIGHT, rivolto ai cittadini, realizzato in collaborazione tra Regione Toscana,
Università di Siena, Università degli Studi di Firenze, Università di Pisa, Commissione
Europea, Europe Direct Information Center (EDIC). SHINE/BRIGHT, offre l’opportunità di
entrare in contatto con il mondo della ricerca, in genere sconosciuto, e di comprendere il
lavoro svolto nei laboratori, università e centri ricerca attraverso il coinvolgimento dei
cittadini in presentazioni, esperimenti, giochi, lezioni, competizioni, seminari, dimostrazioni
sulle implicazioni delle scoperte scientifiche sulla vita quotidiana, promuovendo il ruolo
cruciale della ricerca per lo sviluppo tecnologico, culturale ed economico del Paese.
Un ruolo di vitale importanza per l’attività di valorizzazione della ricerca è svolto, infine, dal
Liaison Office di Ateneo che, in coordinamento con la Divisione ricerca, promuove e
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coordina iniziative legate ai processi di trasferimento tecnologico tra l’Ateneo e il settore
produttivo, erogando servizi rivolti ai ricercatori, alle imprese e alle istituzioni del territorio
nel quadro di una costante interazione con le strutture di ricerca dell’Ateneo al fine di
promuovere progetti congiunti università/impresa (analisi domanda e offerta di ricerca,
brevetti, costituzione di spin-off accademici, finanziamenti alla ricerca industriale, attività di
network, formazione professionale, servizi di informazione e consulenza).
2.5 Termini e modalità di adozione del Programma da parte degli organi di
governo
Il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità viene adottato dal Consiglio di
amministrazione e costituisce allegato al Piano della prevenzione della corruzione.
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3 Iniziative di comunicazione della trasparenza
3.1 Iniziative e strumenti di comunicazione per la diffusione dei contenuti del
Programma e dei dati pubblicati
Al fine di garantire la diffusione, la condivisione dei contenuti del programma e dei dati
pubblicati e la partecipazione ai processi connessi, saranno organizzati una serie di eventi
formativi per il personale, da pianificare anche in condivisione con gli interlocutori interni;
tali eventi si affiancheranno alle ulteriori iniziative (quali la giornata della trasparenza)
rivolte a studenti e cittadini.
3.2 Giornate della trasparenza
In merito alla diffusione dei contenuti del programma e delle informazioni pubblicate, la
esposizione dei risultati raggiunti avverrà tramite il portale di Ateneo e i social network nei
quali l'Università di Siena partecipa attivamente.
Per garantire una maggiore diffusione, l’Ateneo organizzerà la "Giornata della trasparenza",
prevista dal D.Lgs. 33/2013, che sarà trasmessa anche in diretta web.
Durante l'evento saranno presentati – a utenti, associazioni, partner e in genere agli
stakeholder dell'amministrazione – il Programma per la trasparenza e i risultati di maggiore
rilievo raggiunti, fra cui la pubblicazione capillare dei risultati delle valutazione della
didattica da parte degli studenti, nonché una panoramica sulla struttura organizzativa
dell'ente che riporti in maniera sintetica elementi conoscitivi sull'ente.
Si cercherà di organizzare tale evento in coordinamento con enti cittadini o altri atenei.
Una parte dell'evento – che rappresenterà come detto un importante momento di
divulgazione dei risultati e di confronto con gli stakeholder – sarà dedicata a una tavola
rotonda di studio sui temi della trasparenza, performance e anticorruzione. La tavola
rotonda dovrà prevedere, auspicabilmente, la partecipazione dei vertici politici e
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amministrativi, dei referenti del Nucleo di valutazione e del Presidio Qualità (istituito dal
Senato accademico ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Didattico di Ateneo, in conformità
con quanto previsto dal DM 47/13.), e di una rappresentanza degli Studenti.
I documenti elaborati per l'organizzazione della giornata saranno messi a disposizione del
pubblico e degli stakeholder sul sito di Ateneo per un'ampia e diffusa divulgazione; altri
materiali utili a favorire la discussione verranno pubblicati in anticipo sul portale.
Al termine della giornata sarà somministrato il questionario sul gradimento dell'iniziativa
utile per programmare e migliorare le attività future.
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4 Processo di attuazione del Programma
L’amministrazione si accinge a regolamentare complessivamente l’attribuzione di
competenze e responsabilità e individuerà secondo i criteri che verranno ivi indicati i
responsabili per la trasparenza
4.1 Individuazione dei dirigenti responsabili
pubblicazione e dell’aggiornamento dei dati
della
trasmissione,
della
L’Università degli Studi di Siena con Decreto Rettorale nr. 1882/2014 (prot. n. 44010 del 4
dicembre 2014) ha nominato il Dott. Marco Tomasi, direttore generale dell’Ateneo, quale
“Responsabile della prevenzione della corruzione” e quale “Responsabile per la trasparenza”
dell’Università di Siena per tutta la durata dell’incarico di direttore generale (ai sensi dell’art.
43 del d.lgs. 33/2013, il “responsabile per la prevenzione della corruzione” svolge, di norma,
le funzioni di “Responsabile per la trasparenza e l’integrità”).
I principali compiti del “Responsabile per la trasparenza” sono:
l’elaborazione e l’aggiornamento del “programma triennale per la trasparenza e
l’integrità”;
i controlli sull’adempimento da parte dell’Università di Siena degli obblighi di
pubblicazione previsti dalla normativa vigente;
le necessarie segnalazioni dei casi di inadempimento degli obblighi di pubblicazione
al Nucleo di Valutazione e/o all’Autorità di vigilanza e alle strutture deputate anche
ai fini di eventuali attivazioni di procedimenti disciplinari;
il controllo volto ad assicurare la regolare attuazione dell’accesso civico.
Per quanto attiene in particolare al “programma triennale per la trasparenza e l’integrità”,
così come per il “piano triennale per la prevenzione della corruzione” ai sensi della l.
190/2012, emerge per il loro effettivo aggiornamento, l’esigenza di un costante presidio dei
processi che sottostanno ai numerosi adempimenti relativi alle pubblicazioni dovute ex lege.
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Rendendosi pertanto necessario un supporto al Responsabile per la prevenzione della
corruzione/trasparenza per far fronte alle numerose implicazioni che l’aggiornamento dei
detti piani triennali comporta, con la disposizione amministrativa nr. 274/2014 (prot. 7090VII/4 del 25 febbraio 2014) il direttore amministrativo ha istituto, come già riferito in
precedenza, un apposito gruppo di lavoro, composto da alcuni operatori delle strutture
universitarie che sono maggiormente coinvolte negli obblighi di pubblicazione.
Tale gruppo di lavoro, oltre al compito di collaborare con il “responsabile per la trasparenza”
nell’aggiornamento dei sopra richiamati piani triennali, ha la possibilità di avanzare, a fronte
di specifici approfondimenti, anche proposte di reingegnerizzazione di alcuni procedimenti
particolarmente articolati.
Al fine di condurre le sopra dette attività, i componenti del gruppo di lavoro hanno la facoltà
di accesso, a fronte di una dichiarata motivazione, a tutte le informazioni necessarie agli
adempimenti previsti dalla l. 190/2012 e dal d.lgs. 33/2013.
Nell’allegato A del Programma sono evidenziate le aree e le strutture dell’amministrazione
coinvolte.
Nell’attuazione del programma saranno coinvolti tutti i Responsabili delle aree e alle
strutture dell’Amministrazione coinvolte, come indicate nell’allegato A del Programma.
4.2 Misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei
flussi informativi
Sono stati individuati, e riportati nella tabella allegata, tutte le strutture e i responsabili
coinvolti nell’elaborazione, comunicazione e pubblicazione delle informazioni sulla
trasparenza. In particolare:
dato da pubblicare
norme di riferimento
stato di pubblicazione del dato
tempistica di attuazione dell’adempimento
tempistica di aggiornamento dei dati
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struttura referente
4.3 Misure di monitoraggio e di vigilanza sull’attuazione degli obblighi di
trasparenza a supporto dell’attività di controllo dell’adempimento da parte
del responsabile della trasparenza
Ai fini del monitoraggio concernente l’attuazione del Programma, l’Amministrazione
predisporrà degli schemi con l’indicazione delle attività o delle informazioni di competenza,
della scadenza degli adempimenti, del rispetto o meno di tale data e delle azioni intraprese
o da intraprendere per consentire il raggiungimento del risultato previsto. Tali schemi
saranno compilati con cadenza semestrale dai responsabili delle strutture referenti e/o
responsabili delle informazioni indicati nella tabella di cui alla sezione precedente.
4.4 Strumenti e tecniche di rilevazione dell’effettivo utilizzo dei dati da parte
degli utenti della sezione “Amministrazione Trasparente”
L'Università di Siena rileva annualmente il dato relativo agli accessi alla sezione
"Amministrazione trasparente" per monitorare la partecipazione e fruizione delle pagine in
cui si articola la sezione. I dati rilevati sono di tipo numerico e non fanno riferimento agli
account utilizzati.
Il dato attualmente pubblicato fa riferimento al periodo 1 aprile 2013 - 1 aprile 2014.
La rilevazione sarà ripetuta con cadenza annuale, come richiesto dalla normativa.
Sulla pagina principale di accesso alla sezione "Amministrazione trasparente" è disponibile
un indirizzo email di riferimento ([email protected]) sia per l'invio di segnalazioni che
per la condivisione e la comunicazione dei contenuti.
4.5 Misure per assicurare l’efficacia dell’istituto dell’accesso civico
L’art. 5 del d.lgs. 33/2013, disciplinando l’istituto dell’accesso civico, mira ad assicurare a
tutti i cittadini la più ampia accessibilità alle informazioni relative all’organizzazione e alle
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attività delle pubbliche amministrazioni al fine di attuare i principi costituzionali che
prevedono la realizzazione di un’amministrazione aperta al servizio del cittadino. Detta
normativa, che ha dichiarate finalità di contrasto della corruzione e della “cattiva”
amministrazione, prevede infatti la pubblicazione obbligatoria di una serie di informazioni
(cfr. artt. 13-42 del d.lgs. 33/2013) nella apposita sezione “amministrazione trasparente” di
ciascun ente, ammettendo il diritto ad accedervi direttamente e immediatamente, senza
necessità di autenticazione e di identificazione. Con lo strumento dell’accesso civico, infatti,
chiunque ha il potere di controllare, attraverso le informazioni pubblicate, non soltanto il
corretto adempimento degli obblighi di pubblicazione ma soprattutto le modalità di utilizzo
delle risorse pubbliche e la loro destinazione da parte degli amministratori pubblici.
Solo in caso di omessa pubblicazione delle dette informazioni potrà essere esercitato da
qualunque soggetto l’accesso civico, consistente in una richiesta, non motivata, di
procedere a tale adempimento, con possibilità, nel caso di persistenza della mancata
pubblicazione, di ricorrere al giudice amministrativo. Si evidenzia che colui che esercita
l’accesso civico non ha solo il diritto di ottenere l’informazione richiesta, ma la stessa deve
essere prontamente pubblicata nel sito dell’ente entro 30 giorni dalla richiesta per il tramite
dell’URP al responsabile per la trasparenza.
Nel caso dell’Università di Siena, l’accesso civico si esercita inviando una richiesta
all’attenzione del Responsabile dell’URP di Ateneo, all’indirizzo [email protected], che, previa
breve istruttoria la sottopone al responsabile della trasparenza.
A tutt’altra disciplina risponde invece l’istituto del diritto di accesso, definito dall’art. 22
della legge 241/1990 e s.m.i., che attiene al diritto degli interessati di prendere visione e di
estrarre copia di determinati documenti amministrativi, intendendo per “interessati” solo
quei soggetti che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente a una
situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al cui è chiesto l’accesso. Il
diritto di accesso non è finalizzato e non può essere usato per compiere un controllo
generalizzato sull'attività dell'Amministrazione, ma può essere esercitato solo per tutelare
interessi anche dei singoli cittadini.
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Nella contemperazione degli interessi protetti dall’ordinamento, la presenza di una
situazione giuridica da tutelare prevale sui diritti alla privacy; tale circostanza però, andando
a intaccare dei diritti, anch’essi costituzionalmente garantiti, richiede una qualificazione del
soggetto istante (non chiunque, ma solo chi ha un preciso interesse da tutelare) e implica la
necessità di una adeguata e seria motivazione (v. precedente paragrafo 2.1)
Nell’Università di Siena, il “diritto di accesso” può essere attivato attraverso una richiesta
scritta, circostanziata e motivata al responsabile unico del procedimento di riferimento.
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5 Dati ulteriori
L’Università di Siena, qualora individuasse ulteriori dati e informazioni da pubblicare nel
corso di validità del presente Programma a fini di maggiore trasparenza e condivisione, si
impegna a inserirle di volta in volta nelle appropriate sottosezioni indicate nell'Allegato al
D.lgs. 33/2013, oppure, qualora non riconducibili a nessuna di esse, in sottosezioni ad hoc
della sezione “Altri contenuti”.
Attualmente nella sezione Amministrazione trasparente risultano pubblicati i seguenti dati
ulteriori:
Incarichi conferiti per adempimenti obbligatori per legge – es. mobility manager,
energy manager, RSPP, etc. (pubblicato nella sezione “Personale”);
Normativa disciplinare (pubblicato nella sezione “Personale”)
Piano triennale dei sistemi informativi 2012-2014 (pubblicato nella sezione “Altri
contenuti”, sottosezione “Dati ulteriori”)
Piano triennale per la telefonia di Ateneo 2013-2015 (pubblicato nella sezione “Altri
contenuti”, sottosezione “Dati ulteriori”)
Piano triennale della programmazione 2013-2015 (pubblicato nella sezione “Altri
contenuti”, sottosezione “Dati ulteriori”)
Rilevazione auto di servizio (pubblicato nella sezione “Altri contenuti”, sottosezione
“Dati ulteriori”)
Nell’anno in corso saranno pubblicati nella sezione “Altri contenuti” sottosezione “Dati
ulteriori", i dati relativi alla distribuzione del fondo annuale per i rimborsi alle associazioni
studentesche con aggiornamento annuale.
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ALLEGATO A – DATI DA PUBBLICARE
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Programma per la
Trasparenza e l'Integrità
Attestazioni OIV o
struttura analoga
Disposizioni generali
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Ad interim Direttore
Art. 10, c. 8, lett. a)
amministrativo/generale, in attesa di
individuare un ufficio competente
Frequenza
aggiornamento
Pubblicato
Annuale
Art. 14, c. 4 lett. g),
D.lgs. 150/2009
Servizio di supporto al nucleo di valutazione
Pubblicato
Annuale e in
relazione a
delibere ANAC
Art. 12, c. 1 (statuto
e regolamenti e atti
amministrativi
generali)
Divisione atti normativi
Pubblicato
Tempestiva
In corso di
adozione
Tempestiva
Art. 12, c. 1 (codice
di condotta)
Atti generali
Stato di
attuazione
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Oneri informativi per
cittadini e imprese
Art. 55, c. 2, D.lgs.
165/2001 (codice
disciplinare)
Pubblicato in
altra sezione
Art. 12, c. 1-bis
(scadenzario obblighi
amministrativi)
Non
pubblicato
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 1 di 12
Tempestiva
NOTE
Per il personale
contrattualizzato è
contenuto nei
relativi CCNL
Obbligo valevole
per le
amministrazioni
delle Stato (non si
applica alle
Università).
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Tale obbligo
incorre solo per
Regioni, Camere di
commercio,
industria,
agricoltura e
artigianato,
Comuni e altri enti
Burocrazia zero
Art. 37, c. 3-bis, D.L.
69/2013
Non
pubblicato
Organi di indirizzo
politico-amministrativo
(Rettore, Senato
Accademico, Consiglio di
Amministrazione)
Art. 13, c. 1, lett. a),
Art. 14, c. 1
Servizio concorsi e procedimenti elettorali
Parzialmente
pubblicato
Tempestiva
I contenuti sono in
fase
di
elaborazione.
Sanzioni per mancata
comunicazione dei dati
Art. 47, c. 1
Responsabile trasparenza
Pubblicato
Tempestiva
Non risultano
erogate sanzioni
Articolazione degli uffici
Art. 13, c. 1, lett. b),
c)
Divisione personale tecnico e
amministrativo, servizio sanitario e pensioni;
Ufficio programmazione, organizzazione e
valutazione
Pubblicato
Tempestiva
Telefono e posta
elettronica
Art. 13, c. 1, lett. d)
Servizio reti, sistemi e sicurezza informatica
Pubblicato
Tempestiva
Organizzazione
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 2 di 12
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Consulenti e
collaboratori
(Attestazione
avvenuta verifica
dell'insussistenza di
situazioni, anche
potenziali, di conflitto
di interesse)
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Art. 15, cc. 1, 2;
Art. 10, c. 8, lett. d);
Art. 53, c. 14, D.lgs.
165/2001
Tutte le strutture che affidano incarichi
Parzialmente
pubblicato
Tempestiva
I contenuti sono in
fase di
elaborazione.
Ufficio programmazione, organizzazione e
valutazione
Pubblicato
Tempestiva
Art. 15, cc. 1, 2;
Incarichi amministrativi di Art. 41;
vertice (Direttore
Art. 10, c. 8, lett. d);
generale)
Art. 20, c. 3, D.lgs.
39/2013
Personale
Attualmente non
sono attivate
posizioni
dirigenziali
discrezionali, né
posti di funzione
disponibili
Dirigenti
(non generali)
Art. 10, c. 8, lett. d),
Art. 15, cc. 1, 2, 5;
Art. 20, c. 3, D.lgs.
39/2013;
Art. 19, c. 1-bis,
D.lgs. 165/2001
Ufficio programmazione, organizzazione e
valutazione
Parzialmente
pubblicato
Tempestiva
Posizioni organizzative
Art. 10, c. 8, lett. d)
Ufficio programmazione, organizzazione e
valutazione
Pubblicato
Tempestiva
Incarichi conferiti per
adempimenti obbligatori
per legge
Ufficio programmazione, organizzazione e
valutazione
Pubblicato
Tempestiva
Dotazione organica
Art. 16, cc. 1, 2
Divisione ragioneria
Ufficio programmazione, organizzazione e
valutazione
Pubblicato
Annuale
Art. 17, cc. 1, 2
Divisione ragioneria
Divisione personale tecnico e
amministrativo, servizio sanitario e pensioni
Non
pubblicato
Annuale (conto
personale TD
I contenuti sono in
Trimestrale
fase di
(costo personale elaborazione.
TD)
Personale non a tempo
indeterminato
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 3 di 12
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Frequenza
aggiornamento
Tassi di assenza
Art. 16, c. 3
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Pubblicato
con frequenza Trimestrale
mensile
Incarichi conferiti e
autorizzati ai dipendenti
(dirigenti e non dirigenti)
Art. 18, c. 1;
Art. 53, c. 14, D.lgs.
165/2001
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Parzialmente
pubblicato
Tempestiva
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Pubblicato
Tempestiva
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Pubblicato
Tempestiva
Servizio concorsi e procedimenti elettorali
Pubblicato
Tempestiva
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Pubblicato
Tempestiva
Servizio concorsi e procedimenti elettorali
Pubblicato
Tempestiva
Pubblicato
Tempestiva
Art. 21, c. 1;
Art. 47, c. 8, D.lgs.
165/2001
Art. 21, c. 2;
Contrattazione integrativa Art. 55, c. 4, D.lgs.
150/2009
Art. 10, c. 8, lett. c);
OIV (Nucleo di
Par. 14.2, Delibera
valutazione di Ateneo)
CiVIT n. 12/2013
Contrattazione collettiva
Normativa disciplinare
Art. 19, cc. 1, 2;
Art. 23;
Art. 1, c. 16, lett. d),
L. 190/2012
Bandi di concorso
Performance
Stato di
attuazione
Sistema di misurazione e
valutazione della
Performance
Par. 1, Delibera CiVIT Divisione personale tecnico e
n. 104/2010
amministrativo, servizio sanitario e pensioni
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 4 di 12
NOTE
Il software
utilizzato richiede
elaborazioni
complesse per una
estrazione
trimestrale; è in
corso la
migrazione del
software di
gestione
In corso di
aggiornamento
per gli anni 20122013
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Piano della Performance
Relazione sulla
Performance
Documento dell'OIV
(Nucleo di valutazione di
Ateneo) di validazione
della Relazione sulla
Performance
Relazione dell'OIV sul
funzionamento
complessivo del Sistema
di valutazione,
trasparenza e integrità dei
controlli interni
Ammontare complessivo
dei premi (Distribuzione
dei Fondi del trattamento
accessorio da rispettivi
contratti)
Dati relativi ai premi (dati
aggregati relativi alla
effettiva distribuzione)
Enti controllati
Norme di
riferimento
(dove non indicato si
intende il D.lgs.
33/2013)
Art. 10, c. 8, lett. b);
Art. 10, D.lgs.
150/2009
Art. 10, c. 8, lett. b);
Art. 10, D.lgs.
150/2009
Dirigente/
Area/
Responsabile struttura
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
Divisione personale tecnico e
amministrativo, servizio sanitario e pensioni
Pubblicato
Tempestiva
Divisione personale tecnico e
amministrativo, servizio sanitario e pensioni
Non
pubblicato
Tempestiva
Servizio di supporto al nucleo di valutazione
Non
pubblicato
Tempestiva
Par. 4, Delibera CiVIT
Servizio di supporto al nucleo di valutazione
n. 23/2013
Pubblicato
Tempestiva
Par. 2.1, Delibera
CiVIT n. 6/2012
Art. 20, c. 1
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Non
pubblicato
Tempestiva
Art. 20, c. 2
Ufficio gestione risorse umane, relazioni
sindacali e procedimenti disciplinari
Non
pubblicato
Tempestiva
Benessere organizzativo
Art. 20, c. 3
Ufficio affari sociali (per il telelavoro)
CUPREL (indagine stress correlato)
Non
pubblicato
Tempestiva
Enti pubblici vigilati
Art. 22, c. 1, lett. a),
Art. 22, cc. 2, 3
Ufficio convenzioni
Pubblicato
Annuale
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 5 di 12
NOTE
In corso di
redazione
I contenuti sono in
fase di
elaborazione.
Premi per gli anni
2013 e 2014 non
ancora erogati
Sono state
condotte indagini
sullo stress da
lavoro correlato
Non presenti per
l’Università di
Siena
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Società partecipate
Art. 22, c. 1, lett. b),
Art. 22, cc. 2, 3
Ufficio convenzioni
Parzialmente
pubblicato
Annuale
I contenuti sono in
fase di
elaborazione.
Enti di diritto privato
controllati
Art. 22, c. 1, lett. c),
Art. 22, cc. 2, 3;
Art. 20, c. 3, D.lgs.
39/2013
Ufficio convenzioni
Parzialmente
pubblicato
Annuale
I contenuti sono in
fase di
elaborazione.etc.
Ufficio convenzioni
Parzialmente
pubblicato
Annuale
Manca grafico che
evidenzi relazione
tra Ateneo ed enti
controllati
Non
pubblicato
Tempestiva (La
prima
pubblicazione
decorre dal
termine di sei
mesi
dall’entrata in
vigore del
decreto)
Non ci sono casi da
pubblicare che
rientrino nella
previsione
normativa
Pubblicato
Tempestiva
Non
pubblicato
Tempestiva (La
prima
pubblicazione
decorre dal
termine di sei
mesi
dall’entrata in
vigore del
decreto)
Rappresentazione grafica
Dati aggregati attività
amministrativa
Attività e
procedimenti
Art. 22, c. 1, lett. d)
Art. 24, c. 1
Art. 35, c. 1;
Art 23;
Tipologie di procedimento
Art. 1, cc. 15, 16, 29,
L. 190/2012
Monitoraggio tempi
procedimentali
Art. 24, c. 2;
Art. 1, c. 28, L.
190/2012
Divisione flussi documentali e informativi
Divisione flussi documentali e informativi
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 6 di 12
I contenuti sono in
corso di revisione
e aggiornamento
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Dichiarazioni sostitutive e
acquisizione d'ufficio dei
dati
Provvedimenti
Provvedimenti organi
indirizzo politico
Provvedimenti dirigenti
amministrativi
Controlli sulle
imprese
Bandi di gara e
contratti
Sovvenzioni,
contributi, sussidi,
vantaggi economici
Bilanci
Criteri e modalità
Atti di concessione
Bilancio preventivo e
consuntivo
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Area servizi allo studente;
Uffici studenti e didattica dei 15
Dipartimenti;
Art. 35, c. 3
Divisione personale tecnico e
amministrativo, servizio sanitario e pensioni;
Ufficio amministrazione personale docente
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Non
pubblicato
Tempestiva
I contenuti sono in
corso di
determinazione
I contenuti della
sezione“Concorsi e
prove
selettive”sono in
corso di
elaborazione.
Art. 23, cc. 1, 2
Ufficio organi collegiali;
Segreterie amministrative dei 15
Dipartimenti
Parzialmente
pubblicato
Semestrale
Art. 23, cc. 1, 2
Divisione appalti, convenzioni e patrimonio
Pubblicato
Semestrale
Art. 25, lett. a), b)
In attesa di individuare un ufficio
competente
Pubblicato
Tempestiva
Art. 37, cc. 1, 2;
Artt. 63, 65, 66, 122,
223, D.lgs. 163/2006;
Art. 1, c. 32, L.
190/2012;
Art. 3, Delibera AVCP
n. 26/2013
Art. 26, c. 1
Art. 26, c. 2;
Art. 27, cc. 1, 2
Art. 29, c. 1;
Art. 1, c. 15, L.
190/2012;
Art. 32, c. 2, L.
69/2009;
Art. 5, c. 1, D.P.C.M.
26/04/2011
Divisione appalti, convenzioni e patrimonio
in collaborazione con la Divisione ragioneria
e le segreterie amministrative dei 15
dipartimenti
Parzialmente
pubblicato
Tempestiva
Area servizi allo studente
Pubblicato
Annuale
Divisione orientamento e diritto allo studio
Pubblicato
Annuale
Divisione ragioneria
Pubblicato
Annuale
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 7 di 12
Le pagine,
attualmente
pubblicate nel
portale di Ateneo,
sono in fase di
riorganizzazione.
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Beni immobili e
gestione patrimonio
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Piano degli indicatori e
dei risultati attesi di
bilancio
Art. 29, c. 2
Divisione ragioneria
Non
pubblicato
Tempestiva
Di futura
realizzazione
Patrimonio immobiliare
Art. 30
Divisione appalti, convenzioni e patrimonio;
Ufficio tecnico
Pubblicato
Tempestiva
Canoni di locazione o
affitto
Art. 30
Divisione appalti, convenzioni e patrimonio
Pubblicato
Tempestiva
Pubblicato
Tempestiva
Pubblicazione
parziale
Tempestiva
Controlli e rilievi
sull'amministrazione
Art. 31
Carta dei servizi e
standard di qualità
Costi contabilizzati
Art. 32, c. 1
Art. 32, c. 2, lett. a);
Art. 10, c. 5;
Art. 1, c. 15, L.
190/2012
Direttore amministrativo/generale con la
collaborazione della Divisione Ragioneria
Area servizi allo studente;
Divisione coordinamento sistema
bibliotecario
Divisione ragioneria
Non
pubblicato
Annuale
Tutte le strutture centrali e periferiche che
erogano servizi.
Non
pubblicato
Annuale
Servizi erogati
Tempi medi di erogazione
Art. 32, c. 2 lett. b)
dei servizi
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 8 di 12
Pubblicate quelle
di SBA e DSA
Sarà costituito
specifico gruppo di
lavoro per
l’individuazione
dei servizi erogati
e della
metodologia per la
contabilizzazione
dei costi
Data la
complessità delle
rilevazioni
connesse
all’adempimento
verrà costituito
specifico gruppo di
lavoro che faccia la
rilevazione di tutte
le attività che
costituiscono i
servizi
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Pagamenti
dell'amministrazione
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Indicatore di tempestività
Art. 33
dei pagamenti
IBAN e pagamenti
informatici
Opere pubbliche
Pianificazione e
governo del territorio
Interventi straordinari
e di emergenza
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Art. 36;
Art. 5, c. 1, D.lgs.
82/2005
Art. 38, cc. 1, 2
Art. 39, c. 1, lett. a),
b)
Art. 42, c. 1
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Pubblicate le
misure per
garantire la
tempestività dei
pagamenti; sono
normalmente
rispettati i tempi
pattuiti con i
fornitori
Divisione ragioneria
Pubblicazione
parziale
Annuale
Divisione ragioneria
Pubblicato
Tempestiva
Ufficio tecnico
Pubblicato
Non
pubblicato
Non
pubblicato
Tempestiva
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 9 di 12
Tempestiva
Non applicabile
Università
Non applicabile
Università
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Altri contenuti
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Corruzione
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Art. 43, c. 1;
Delibere CiVIT nn.
105/2010 e 2/2012;
Art. 1, cc. 3, 14, L.
190/2012;
Art. 18, c. 5, D.lgs.
39/2013
Responsabile della prevenzione della
corruzione
Stato di
attuazione
Parzialmente
pubblicato in
disposizioni
generali
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 10 di 12
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Tempestiva
Manca: Relazione
del responsabile
della prevenzione
della corruzione
recante i risultati
dell’attività svolta
(entro il 15
dicembre di ogni
anno);
Atti adottati in
ottemperanza a
provvedimenti
della CiVIT in
materia di
vigilanza e
controllo
nell'anticorruzione
;
Atti di
accertamento
delle violazioni
delle disposizioni
di cui al d.lgs. n.
39/2013
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Accesso civico
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Art. 5, cc. 1, 4
Art. 52, c. 1, D.lgs.
82/2005;
Accessibilità e Catalogo di Art. 9, c. 7, D.L.
dati, metadati e banche
179/2012;
dati
Art. 66, cc. 3-bis, 3quater, D.lgs.
82/2005
Dati ulteriori - Piani
programmatici
Art. 4, c. 3
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
NOTE
Manca: Nome del
titolare del potere
sostitutivo,
attivabile nei casi
di ritardo o
mancata risposta,
con indicazione dei
recapiti telefonici
e delle caselle di
posta elettronica
istituzionale
Responsabile della trasparenza
Parzialmente
pubblicato
Tempestiva
Ufficio comunicazione e portale di Ateneo
Pubblicato
Annuale
Pubblicato
Triennale
Pubblicato
Triennale
Pubblicato
Annuale
Piano triennale dei sistemi informativi Ad
interim Direttore amministrativo/generale,
in attesa di individuare un ufficio
competente
Piano triennale per la telefonia Ad interim
Direttore amministrativo/generale, in attesa
di individuare un ufficio competente La
presente relazione concernente il “Piano per
la Telefonia di Ateneo” è frutto del lavoro
della Dr.ssa Ines Fabbro e del Dr. Michele
Pinassi e, con la collaborazione della Dr.ssa
Moira Centini e del Dr. Umberto Ciocca
Piano triennale per la programmazione In
attesa di individuare un ufficio competente
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 11 di 12
Dati da pubblicare
Sezione (Livello 1)
Dati da pubblicare
Sotto-sezione (Livello 2)
Norme di
riferimento
Dirigente/
(dove non indicato si Area/
intende il D.lgs.
Responsabile struttura
33/2013)
Dati ulteriori - Rilevazione
Art. 4, c. 3
auto di servizio
Dati ulteriori Distribuzione del fondo
Art. 4, c. 3
annuale per i rimborsi alle
associazioni studentesche
Divisione economato
Ufficio borse e premi di studio
Stato di
attuazione
Frequenza
aggiornamento
Pubblicato
Annuale
Non
Pubblicato
Allegato A del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità – Pagina 12 di 12
Annuale o negli
anni di
distribuzione
NOTE
Delibera C.d.A. del
29.10.2014 di
approvazione del
Programma
triennale per la
trasparenza. Le
modalità di
attribuzione dei
fondi saranno, a
breve, pubblicate
con apposito
bando