21marzo_liberta_Tondo Botticelli a Tokyo
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21marzo_liberta_Tondo Botticelli a Tokyo
Cronaca di Piacenza LIBERTÀ Sabato 21 marzo 2015 23 Il capolavoro “in prestito”star della mostra a Tokyo,ma anche occasione per far conoscere Piacenza:proficui gli incontri TOKYO - L’intervento del sindaco Dosi e i giornalisti giapponesi davanti al Tondo di Botticelli nel Bunkamura Museum DALLA NOSTRA INVIATA TOKYO - Prima dei duecento giornalisti arrivati da tutto il Giappone per l’inaugurazione della mostra "Money and Beauty - Botticelli and the Reinassance in Florence", un star del cinema e del teatro nipponico, Ashirota Yu, ha registrato la sua personale, improvvisata, creativa e un po’ folle audioguida davanti alle opere del grande fiorentino esposte al Bunkamura Museum. L’eco mediatica sarà enorme, assicurano i curatori del Mainichi Shimbun e NHK, rispettivamente il quotidiano e una TV tra i più popolari in Giappone, organizzatori della mostra dell’anno a Tokyo, dove si attendono almeno quattrocentomila visitatori, la colonna portante viene delle fruitrici d’arte, ci raccontano, sono signore ultracinquantenni, grandi divoratrici di cultura italiana. L’evento è stato lanciato anche con pagine intere dedicate a Piacenza (e il Mainichi da solo fa cinque milioni di lettori al giorno). Da questa mostra il Tondo di Sandro Botticelli in trasferta da Palazzo Farnese, rientrerà il 10 maggio, è la gemma più splendida, unica opera protetta da una teca di plexiglass per la delicatezza della sua tessitura lignea, unico capolavoro al quale viene dedicata una lunghissima analisti storico artistica esposta dal sindaco Paolo Dosi dapprima con voce un po’ emozionata, poi sempre più sicura. La conferenza stampa itinerante e poi il fiume di invitati d’onore premia in modo eccezionale l’opera prestata da Piacenza, " è stato grazie al nostro Tondo se questa mostra si è concretizzata, se si sono sbloccati altri prestiti dai musei fiorentini e stranieri" racconta Dosi nel dietro le quinte. C’è la meravigliosa epica dei mercanti fiorentini all’origine di tanti capolavori radunati dalla curatrice Ludovica Sebregondi della Fondazione Palazzo Strozzi, fra cui diciassette opere di Botticelli, tutto nasce con il primo fiorino, nel 1252, racconta la studiosa fiorentina, con l’usura e la banca, con l’esplodere dei viaggi. Tutto parla del lusso che nella seconda metà del Quattrocento è copioso, e in mostra lo rivelano anche le casseforti e i lucchetti, tesori di potenza e di accumulo che consente ai grandi artisti di lavorare come non Il Giappone è vicino grazie al Tondo TOKYO - Da destra,in senso orario:Ornella Civardi,Daniele Ghezzi (Piacenza Alimentare), Paolo Dosi,con la traduttrice Nao Minamida; merchandising legato al Tondo; l’intervento dell’ambasciator e,il piacentino Domenico Giorgi; giapponesi rapiti dal capolavoro accadrà mai più. L’arte diventa il mezzo per riscattare anche moralmente il frutto dell’usura che si pratica con larghezza a Firenze. Ecco l’Annunciazione del 1481 degli Uffizi, affresco staccato del grande Botticelli, ecco il supplizio di Savonarola, ecco la Natività botticelliana del Columbia Museum of Art, ma il nome di Piacenza è tra i più pronunciati, l’opera nostra tra le più fotografate, al tempo fu pagata 40 fiorini, uno spot senza precedenti per catturare interesse nel Paese del Sol Levante. Forse perché tanta ricchezza formale, tanta raffinata armonia promana nella Madonna china ad adorare il bimbo secondo il classico modello di donna botticelliana, ma in una luce morbida e naturale che le altre Vergini in mostra non hanno così spiccata e seduce il gusto giapponese anche quella quinta di roselline che le sta alle sue spalle ed evoca la fioritura dei susini e dei ciliegi, ormai imminente qui. In questo scorcio di secolo irripetibile, Botticelli sceglie una linguaggio sempre più semplice, adatto a tutti. Lo racconta anche Dosi, tradotto da Nao Minamida del Mainichi, entrando in una lunga descrizione dell’opera conservata fino al Seicento nella Rocca dei Bardi, e Il sindaco chiude con il saluto di "una piccola città come Piacenza, che ha l’onore di essere presente in una città grande come Tokyo a celebrare la bellezza di un Rinascimento italiano che è nel cuore di tutti". Parole applaudite anche dai giornalisti, e qualcuno apprezza lo stile del nostro sindaco, che nel paese dei formalismi spinti agli estremi si tiene lo zainetto vicino. Bellezza e ricchezza di un Paese come il Giappone, sospeso tra nazionalismo e apertura all’occidente, tra kimono e alta tecnologia, tra grattacieli avveniristici come la fabbrica di birra Ashi e templi zen, una terra orgogliosa che sembra davvero molto poco in fase calante anche se lo yen basso significa deflazione, ma pronta già a risalire la china, in una capitale stracolma di grandi magazzini del lusso. Per entrare al Bunkamura si deve passare attraverso i negozi di Gucci e di Bottega Veneta, di Ferragamo e Fendi, di Etro e Bulgari. La visita del sindaco Dosi e del direttore del Consorzio Piacenza Alimentare, Daniele Ghezzi, ha già allacciato questa propensione tutta Giapponese verso la bellezza è la qualità di vita italiana. L’arte é la chiave per aprire tante altre porte commerciali. La visita lampo di Dosi, grazie al ruolo strategico fondamentale esercitato dall’ambasciatore Domenico Giorgi, ha permesso di incontrare Minoru Kubota, presidente di JTB, il più importante gruppo turistico giapponese, che si è interessato soprattutto alla nostra cultura, alla rotta dei castelli, al teatro municipale, alla nostra lirica. Dosi è molto carico, i giapponesi chiedono di poter avere cornici italiane per i matrimoni e vanno in visibilio quando san- no che il maestro Riccardo Muti tiene le sue prove ai Teatini. La via turistica tra Tokyo e Piacenza è già spalancata. Dosi incontra anche Hiroyoki Sakay, dirigente di Mitsui, il colosso che nel Paese del Sol Levante si occupa dall’acciaio al cibo, e per quest’ultimo è main sponsor del padiglione giapponese ad Expo, Ghezzi ha raccontato le eccellenze di salumi, vini, cibi piacentini a questa trading company da trecento milioni di euro di fatturato solo sul food. Poche cose, di altissima qualità, questo interessa ai giapponesi che della loro sobrietà fanno una bandiera. Le corde si intrecciano, i nodi si stringono. Tutto oscilla tra bellezza e opportunità di riscatto economico, tra un formidabile merchandising botticelliano che stampa il tondo piacentino su carta da lettera e calamite, e il business che verrà, molto, molto presto durante e dopo Expo. Non c’è dubbio, Botticelli è il main sponsor della nostra città. Nel momento delle presentazioni ufficiali, parla l’ambasciatore Domenico Giorgi, il grande tessitore di questo evento, spiega la nascita di una moderna economia attraverso l’opera di banchieri e il mecenatismo dei Medici, cita i capolavori assoluti mai esposti in Giappone, ringrazia la Fondazione Strozzi, i vertici di tv di stato, l’ad del Mainichi, e un ringraziamento personale a Dosi per aver portato un’opera che in poche occasioni ha lasciato la nostra città, e confessa che essendo di origini piacentine, ma avendo studiato a Firenze, si sente pienamente nello spirito di questa mostra: "Sono un piacentino e un po’ fiorentino". Il rito ufficiale è lungo e complesso. Più tardi in ambasciata il pranzo offerto dal Consorzio Piacenza Alimentare agli sponsor giapponesi e ai curatori fiorentini, con il sostegno della Camera di Commercio, a base di tortelli e pisarei, salumi e vini del Poggiarello mette il sigillo sulla conquista del Giappone. Tra i tanti piacentini presenti, Raffaele Rizzi, del Cpae, i giapponesi sono formidabili collezionisti di Ferrari (e Rizzi ne ha conosciuto uno con venticinque auto nel garage, ciascuna umidificata con una attrezzatura a sè per tenere la pelle morbida dell’abitacolo) e Ornella Civardi, iamatologa e traduttrice di letteratura giapponese. Patrizia Soffientini