incostituzionale il LODO ALFANO

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incostituzionale il LODO ALFANO
Anno - n° 288
W W W . G I U S T I ZI A - e - LI B E R T A . C O M
12 ottobre 2009
G iustizia e Libertà
Distribuzione telematica
Periodico Politico Indipendente
Copia gratuita
Sp. «...incostituzionale il LODO ALFANO»
di Paolo Biondani
L’Espresso, 2009.10.06 e 07
che sospende i processi penali
per le più alte cariche dello
Stato, in particolare per il
presidente del Consiglio. Questa
mattina la Corte Costituzionale
si riunisce per giudicare se
rispetti o meno i principi
fondamentali della Costituzione.
Se confermato, il lodo Alfano
continuerebbe a proteggere
Silvio Berlusconi da tutti i
processi anche per reati
precedenti o non collegati alla
carica. In caso di bocciatura,
invece, il premier tornerebbe
sotto processo in particolare a
Milano, dove è imputato di aver
corrotto l'avvocato-testimone
David Mills, già condannato in
primo grado a quattro anni e mezzo.
MARTEDÌ
6 OTTOBRE 2009
9.00
IL PALAZZO DELLA CORTE
Questa mattina la Consulta decide sul Lodo APRE LE PORTE.
Alfano.
ENTRANO GLI AVVOCATI
Il cronista de "L'espresso" sta seguendo DI BERLUSCONI
l'udienza raccontandola minuto per minuto sul
nostro sito. E i lettori possono commentare
quello che sta succedendo
L'USO
Da un portone presidiato da più di 50 giornalisti
italiani e stranieri sono entrati uno dopo l'altro
nel palazzo della Consulta di fronte al Quirinale
i tre avvocati che difendono Silvio Berlusconi
nel giudizio di legittimità costituzionale sul
cosiddetto lodo Alfano: Niccolò Ghedini, primo
Il cosiddetto lodo Alfano è una legge ordinaria
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IL LODO ALFANO,
ISTRUZIONI PER
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Giustizia e Libertà
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
12 ottobre 2009
Lodo Alfano, Cronaca della Consulta
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GIUDICE FRANCO GALLO
a sedersi davanti alla Corte, Piero Longo e Il giudice costituzionale Franco Gallo ha
Gaetano Pecorella, che ha dichiarato: "impossi- iniziato la relazione della questione di
bile fare previsioni, ma sono fiducioso".
costituzionalità del lodo Alfano.
Si tratta della relazione tecnica con cui il
9.15
giudice relatore spiega ai colleghi i termini
delle questioni in gioco.
SALA ANCORA VUOTA,
L'ORDINE DEGLI AVVOCATI
La sala dell'udienza pubblica dove la Corte
Costituzionale discuterà la legge che salva
Berlusconi dai suoi processi, è ancora affollata
solo di giornalisti e avvocati anche se sull'uscio
cominciano ad affacciarsi anche i primi giudici
costituzionali.
Gli avvocati di Berlusconi parleranno in questo
ordine: Ghedini, Longo, Pecorella.
Sono previsti interventi di 15 minuti ciascuno.
"Saremo brevi -dice un sorridente Ghediniabbiamo preparato una memoria scritta".
Qualche difficoltà, per i giornalisti stranieri, nel
capire che l'Avvocatura dello Stato, rappresentata da Glauco Nori, che è incardinata nella Presidenza del Consiglio, questa volta difende la
persona fisica del premier-imputato.
9.30
ENTRA L'AVVOCATO
DELLO STATO
Il rappresentante dell'Avvocatura dello Stato
Glauco Nori, in toga nera, ha preso posto
accanto ai tre avvocati privati di Berlusconi.
Calorose strette di mano fra i quattro legali.
E' probabile che l'udienza inizierà con una
questione procedurale: l'ammissibilità o meno
dell'intervento della Procura di Milano, rappresentata dal costituzionalista Alessandro Pace.
9.38
FUORI LE TV
"Adesso per favore televisioni e fotografi
fuori", ha detto il presidente Francesco
Amirante indicando anche a gesti la necessità
non disturbare l'udienza.
Da notare, per i giudici di Milano e Roma, il
vizio principale è che la legge Alfano
rappresenta una irragionevole “eccezione al
principio di uguaglianza di tutti i cittadini
davanti alla legge" che è "un principio fondante dello stato di diritto, il valore centrale
di un ordinamento democratico".
Nonostante le modifiche introdotte con il
cosiddetto Lodo Alfano (legge n. 124 del 2008),
anche la nuova legge ordinaria presenta gli
stessi vizi di incostituzionalità del precedente
Lodo Schifani, che la Corte aveva già dichiarato
incostituzionale.
In particolare i giudici di Milano e Roma,
sempre secondo la relazione di Gallo, “contestano il fatto che la sospensione dei processi
penali riguardi acommessi prima dell'ingresso nella funzione istituzionale che la legge dichiara di tutelare e di qualunque natura
e gravità".
Trasparente il riferimento al reato di corruzione
giudiziaria del testimone avvocato David Mills.
9.30
ENTRA LA CORTE
10.16
IL GIUDICE CHIUDE
Preceduti dall'annuncio 'entra la Corte', i 15 LA RELAZIONE
giudici della Corte Costituzionale stanno prendendo posto al grande tavolo ovale delle udienze.
In fondo all'aula un carabiniere sull'attenti.
I giudici, in piedi, sono tempestati dai flash di
oltre trenta fotografi
9.33
INIZIA LA RELAZIONE DEL
Il giudice costituzionale Franco Gallo, con un
intervento rigorosamente asettico, ha illustrato,
una dopo l'altra, tutte le tesi sostenute dai
giudici penali che sostengono l'incostituzionalità del Lodo (due sezioni del Tribunale di
Milano e il Gip di Roma) e le opposte considerazioni della "difesa dell'imputato" e dell'Avvocatura dello Stato che in questo caso
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Lodo Alfano, Cronaca della Consulta
10.40
BERLUSCONI AL VERTICE
Inoltre sempre secondo la "difesa privata del- DELLO STATO
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coincidono.
l'imputato" il Lodo Alfano ha un "contenuto
del tutto diverso rispetto al Lodo Schifani", in
particolare perché la sospensione dei processi "è
limitata alla durata della carica", per cui non
sarebbe equiparabile all'immunità.
Mentre, sempre secondo la difesa Berlusconi il
codice di procedura penale prevede già casi di
sospensione del processo introdotti con legge
ordinaria, per cui a garantire lo scudo al premier
"non è necessaria una legge costituzionale".
10.20
PER DIFESA BERLUSCONI
INDAGINI SALVE
Il giudice costituzionale Franco Gallo, nella
relazione della causa, ha spiegato che, secondo i
magistrati di Milano e Roma, il Lodo Alfano
sarebbe "ambiguo" tanto da prestarsi a sospendere persino la fase delle indagini.
Lo stesso giudice costituzionale ha però dichiarato, che, nelle memorie difensive, gli avvocati
di Berlusconi sostengono invece che il Lodo
"non è applicabile durante le indagini preliminari" ma si limita a "sospendere il solo dibattimento".
10.28
PRIMA
CAMERA DI CONSIGLIO
La Corte Costituzionale si è ritirata in Camera di
Consiglio per decidere la prima questione: l'ammissibilità o meno dell'intervento della Procura
di Milano nel giudizio costituzionale.
Nessun dubbio invece sulla partecipazione di
Berlusconi anche come imputato.
10.36
"IL PM ORA È PARTE"
Il Costituzionalista Alessandro Pace, spiegando
perché la Corte Costituzionale dovrebbe ammettere l'intervento del pm di Milano ha spiegato
che, con il nuovo codice e soprattutto "con la riforma del 'giusto processo' ora anche il Pubblico Ministero è parte così come l'imputato".
Sarà questo il primo scoglio da affrontare per i
giudici costituzionali
Tra gli addetti ai lavori, avvocati e giuristi, che
seguono l'udienza sta creando dibattito un passaggio della relazione di Gallo.
Il giudice costituzionale, illustrando la tesi della
difesa Berlusconi ha chiarito che "non è irragionevole differenziare il regime processuale
per il presidente della Repubblica, i presidenti delle due Camere e il Presidente del Consiglio dei Ministri" perché solo loro "sono accomunati dall'occupare una posizione di vertice,
esercitano funzioni politiche, hanno doveri
peculiari e hanno un'investitura diretta o mediata dalla volontà popolare".
11.30
GHEDINI: "LA LEGGE E’ UGUALE
PER TUTTI MA
NON LA SUA APPLICAZIONE"
L'avvocato Niccolò Ghedini ha difeso il Lodo
Alfano spiegando che "si ferma solo il processo, ma la responsabilità penale dell'imputato resta integra".
Secondo Ghedini le nuove norme "rispettano i
principi e le finalità già approvate dalla Corte
Costituzionale" quando bocciò il Lodo Schifani.
Questa volta, insomma, la legge blocca-processi
è fatta con regole "rispettose della Costituzione".
11.35
GHEDINI: "LEGGE ORDINARIA
ANCHE PER I REATI
MINISTERIALI"
Per l'avvocato Ghedini, non era necessaria una
legge costituzionale per salvare il premier dai
suoi processi penali.
Lo dimostra il fatto che "c'è già una legge ordinaria la n. 219 del 1989, che prevede sostanzia
li diversità procedurali tra il comune cittadino e il ministro. Anzi, non solo il ministro ma
anche il privato che concorre nel reato ministeriale".
Come esempio Ghedini ha citato la possibilità
per il ministro-imputato di "prendere visione
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teri del premier "segna un distacco dalla tradegli atti prima della conclusione delle inda- dizione degli Stati liberali".
E proprio questo giustificherebbe la sospengini".
"C'è addirittura una diversità di regime per sione dei processi penali anche con "legge orle intercettazioni e le misure di limitazione dinaria".
del la libertà personale".
E tutto con legge ordinaria.
12.07
Di qui il fulcro del ragionamento di Ghedini: CORTE COSTITUZIONALE:
"La legge è uguale per tutti ma non necessaCHIUSA LA DISCUSSIONE
riamente la sua applicazione".
Con l'intervento dell'avvocato dello Stato
Nella foga, Ghedini ha definito "straordinaGlauco Nori, che ha difeso il Lodo Alfano, si è
rie" le eccezioni previste dalla legge ordinaria
chiusa la discussione davanti alla Corte
sui reati ministeriali.
Costituzionale.
Ora i giudici si sono ritirati e nelle prossime ore
11.54
esamineranno solo altre sei questioni di
LONGO: "LODO È LEGITTIMO
costituzionalità che però riguardano leggi
IMPEDIMENTO PRESUNTO"
diverse.
Secondo l'avvocato e parlamentare Piero Longo,
Solo nel pomeriggio dunque, si prevede che
il Lodo Alfano è costituzionale perché si limita
verrà comunicato se la decisione sul Lodo verrà
ad ampliare un'ipotesi di sospensione del propresa oggi stesso o rinviata.
cesso che è sempre stata prevista: "il legittimo
impedimento dell'imputato".
La novità è che, a differenza che nei casi 12.30
normali come la malattia dell'imputato, qui "DELUSO"
"l'impedimento è presunto per tutta la dura- IL COSTITUZIONALISTA
ta della carica".
DELLA PROCURA
Alla fine dell'udienza il costituzionalista Ales12.00
sandro Pace che rappresentava la Procura di
Milano, si è detto "deluso" dalla decisione delPECORELLA: "IL PREMIER
la Corte di dichiarare inammissibile il suo
È SUPERIORE AI MINISTRI"
L'avvocato e parlamentare Gaetano Pecorella, intervento a favore dei pm di Milano.
precisando di occuparsi "solo delle questione "E' una decisione che non fa ben sperare".
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poste dal Gip di Roma", ha sostenuto che il
Lodo Alfano non può essere paragonato al Lodo
Schifani che fu dichiarato incostituzionale.
"La nuova legge elettorale ha sostanzialmente modificato l'identità costituzionale del premier. E già prima la legge sulla Presidenza
del Consiglio aveva affidato solo a lui il potere di tenere i rapporti con le istituzioni europee e le confessioni religiose.
Quindi ora -ha proseguito Pecorella- il premier non è più solo un 'primus inter pares'",
cioè una figura equivalente ai ministri, "ma è
indicato e votato come capo della coalizione
presentata agli elettori.
Quindi ora c'è una investitura diretta dalla
sovranità popolare".
Nell'intervento lo stesso Pecorella ha chiarito
che, tecnicamente, questo rafforzamento dei po-
In pratica i quindici giudici della Corte hanno
potuto ascoltare soltanto quattro interventi -i tre
difensori di Berlusconi e l'avvocato dello Statotutti favorevoli al Lodo Alfano.
12.40
PECORELLA: "NON SARÀ UN
GIUDIZIO POLITICO"
Terminata l'udienza, l'avvocato Gaetano
Pecorella si è dichiarato ottimista: "Ho fiducia
nella decisione della Corte.
Non sarà un giudizio politico, la Corte esaminerà il Lodo solo sul piano tecnico costituzionale".
12.42
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Lodo Alfano, Cronaca della Consulta
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PECORELLA NON ESCLUDE
UN ALTRO LODO
Rispondendo ai giornalisti l'avvocato Pecorella
ha precisato che, nell'ipotesi di bocciatura del
Lodo Alfano, "le motivazioni della Corte
Costituzionale potrebbero lasciare spazio a
ulteriori modifiche della legge".
In sostanza, la maggioranza potrebbe varare un
Lodo-ter per adattare lo scudo anti-processi a
eventuali nuove obiezioni della Corte.
12.45
GLAUCO NORI: "L'AVVOCATURA
NON CONDIZIONA LA CORTE"
Lasciando il palazzo della Corte, l'avvocato
dello Stato Glauco Nori non ha voluto precisare
a quali "figure autorevoli" si riferisse nel suo
intervento, quando ha parlato di personaggi delle
istituzioni che lo avevano attaccato.
Nori, di fronte alla Corte, aveva definito singolare l'accusa di voler "condizionare la Corte"
paventando possibili dimissioni del premier in
caso di bocciatura del Lodo Alfano.
"L'Avvocatura dello Stato -ha detto Nori in udienza- ha solo svolto il proprio compito che è
la difesa di una norma dello Stato".
Lo stesso Nori, sempre in udienza, aveva però
definito "un danno irreparabile" la situazione
di un presidente del consiglio che viene "distratto dalle sue funzioni per doversi difendere nei processi".
12.50
LONGO: "IL GOVERNO TIENE"
A margine dell'udienza l'avvocato e parlamentare Piero Longo ha definito "un'invenzione del
la stampa, che se ne inventa tante" il rischio di
dimissioni di Berlusconi in caso di bocciatura
del Lodo Alfano.
"Il Governo tiene", ha detto Longo che poi ha
sorriso: "oggi è una bella giornata".
12.55
CORTE COSTITUZIONALE,
FORSE VERDETTO SLITTA
In Corte Costituzionale è già in corso la nuova
udienza che riguarda un ricorso del Governo
contro una legge della Regione Marche diretta a
limitare gli abusi sanabili con i condoni edilizi.
Mentre avvocati e giornalisti sfollano, il personale della Corte fa capire che la decisione sul
Lodo Alfano potrebbe slittare quantomeno a
domani.
La Corte si ritirerà in Camera di Consiglio solo
dopo avere esaminato tutti i ricorsi pendenti per
oggi, dunque non prima di metà pomeriggio.
Sempre secondo il personale della Corte il verdetto (la decisone secca chiamata dispositivo
senza motivazioni) verrà "ragionevolmente emessa non prima di domani mattina".
Ma non è escluso un rinvio più lungo: da giovedì cinque giudici della Corte Costituzionale saranno in trasferta all'estero.
Il primo orientamento sui tempi della decisione
verrà comunque comunicato solo alla fine delle
udienze in corso.
IL RIASSUNTO DELLA SEDUTA
E' durata poco più di due ore l'attesissima
udienza della Corte Costituzionale sul Lodo
Alfano, la legge ordinaria approvata per fermare
i processi penali contro il premier e, in teoria,
contro i presidenti della Repubblica, della Camera e del Senato.
La Corte non ha ammesso l'intervento del costituzionalista che rappresentava i pm di Milano.
Gli avvocati di Berlusconi, Ghedini, Pecorella e
Longo, hanno difeso il Lodo spiegando tra l'altro
che la nuova legge elettorale mette Berlusconi
"sopra i ministri", perché "investito direttamente dalla sovranità popolare.
Anche l'Avvocatura dello Stato ha difeso il Lodo
negando di aver voluto "condizionare" la Corte
con il richiamo al rischio di dimissioni del premier.
Longo: "Sono invenzioni, il Governo tiene".
E Pecorella non esclude un nuovo Lodo se la
Corte dovesse ristabilire la regola che anche
Berlusconi può essere processato.
Nella relazione della causa, il relatore Gallo
ricorda che "è in gioco il principio di uguaglianza che è il fondamento dello Stato di
diritto e della democrazia".
Il verdetto non prima del tardo pomeriggio
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Giustizia e Libertà
Sp. «Berlusconi al Quirinale: MAI !»
12 ottobre 2009
Lodo Alfano, Cronaca della Consulta
Sembra quindi improbabile che, dopo il
secondo giorno di camera di consiglio, la Corte
possa rinviare la decisione fino alla prima data
utile di lunedì 19 ottobre.
ORE 13.04
NULLA DI FATTO, LA CORTE
SI AGGIORNA AL POMERIGGIO
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MERCOLEDI’ 7 OTTOBRE
SECONDO GIORNO
DI CAMERA DI CONSIGLIO
I giudici della Corte Costituzionale hanno sospe
so la camera di consiglio senza alcun verdetto
sul 'Lodo Alfano'.
La Corte si è aggiornata a oggi pomeriggio, alle
15.30-16.00, per riprendere la discussione a
porte chiuse
ORE 16.10
RIPRENDE L’ESAME DEL LODO,
NESSUN COMMENTO A BOSSI
I giudici costituzionali sono rientrati in camera
di consiglio.
Dalle 9.30 di oggi i quindici giudici della Con- Nessun commento alle dichiarazioni di Umbersulta sono di nuovo riuniti in camera di consi- to Bossi che, in caso di bocciatura del Lodo, ha
glio per il giudizio di costituzionalità sul cosid- minacciato di “trascinare il popolo” contro la
detto lodo Alfano, la legge che sospende i pro- Consulta.
cessi penali per qualsiasi reato imputabile al
presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, uniORE 18.00
co ad aver utilizzato questo scudo, nonché ai
presidenti della Repubblica, del Senato e della I POSSIBILI VERDETTI:
Camera, carica rivestita da Gianfranco Fini, che ACCOGLIMENTO, RIGETTO
invece vi ha rinunciato. La camera di consiglio E SENTENZE INTERPRETATIVE
non è pubblica e oggi nel palazzo della corte La Corte è ancora riunita per il giudizio di
non sono ammessi i giornalisti, che attendono il costituzionalità della legge ordinaria che
verdetto nella piazza del Quirinale.
sospende i processi penali per il presidente del
Consiglio.
Tecnicamente la Consulta può non solo conferMercoledì 7 ottobre:
mare o bocciare, ma anche reinterpretare il cooggi decide la Consulta
Legge Alfano, la Corte Costituzionale in came- siddetto Lodo Alfano, in tutto o in parte.
ra di consiglio per la decisione in seduta segreta I punti più contestati riguardano la sospensione
a partire dalle 9
di tutti i processi per qualunque reato di qualsiasi gravità, anche precedente o estraneo alla
TOTO-LODO:
carica; la previsione di uno stop automatico,
senza alcuna valutazione del caso concreto; e la
PERCHÉ È PROBABILE
stessa possibilità di creare questo scudo antiUNA DECISIONE IN GIORNATA
Ad aumentare le probabilità che il verdetto processi con una legge ordinaria approvata a
venga emesso già oggi, secondo il personale maggioranza semplice.
della corte, è un incrocio di date: da domani La conferma del Lodo avrebbe la forma di un
quattro giudici costituzionali, compreso il “rigetto”, mentre la bocciatura verrebbe consapresidente, sono in trasferta istituzionale all’e- crata da un “accoglimento”, totale o parziale,
stero; la settimana successiva è bianca, nel sen(Continua a pagina 7)
so che non sono previsti lavori della Consulta.
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dei ricorsi presentati dai giudici di merito.
Ovvero da due sezioni del tribunale di Milano,
dove Berlusconi è imputato per la corruzione del
testimone David Mills e per i falsi in bilancio sui
diritti tv di Mediaset, e da un gip di Roma, che
deve giudicare la tentata corruzione di senatori
nel caso Saccà.
Una via di mezzo è la sentenza interpretativa (di
accoglimento o di rigetto): in questo caso la
Corte impone ai giudici di merito una precisa
interpretazione della legge, l’unica considerata
conforme alla Costituzione.
ORE 18.06
BOCCIATO IL LODO
La Corte Costituzionale nella seconda giornata
di camera di consiglio ha dichiarato
incostituzionale il Lodo.
La decisione, secondo “fonti qualificate” citate
dall'agenzia Ansa, è stata presa a maggioranza.
In altre parole, il verdetto ha segnato una
spaccatura tra giudici costituzionali favorevoli e
contrari allo scudo processuale previsto per il
premier.
Paolo Biondani
L’Espresso
2009.10.06 e 07
A tutela di tutti
di Concita De Gregorio (L’Unità, 08.10.2009)
«È una sentenza sorprendente», dice Alfano
ministro di Giustizia.
Sarà sorprendente per lui.
Non per i milioni di italiani che ancora credono
nella giustizia nonostante
la provvisoria presenza di
Alfano.
Un ministro passa, la
Costituzione resta.
e corporali bisogni ?
La nostra Costituzione è
nata dalla Resistenza: è
stata scritta per tutti, anche per quelli che alla Re
sistenza non hanno partecipato.
Ieri come oggi.
«La Consulta è di
sinistra», dice Berlusconi presidente del Consiglio.
Bisogna avere pazienza,
non paura né rabbia ma
pazienza.
Vede comunisti dappertutto.
La Consulta non è di sinistra, è composta da giuristi che hanno a lungo esaminato le carte, a lungo
hanno discusso e infine
hanno democraticamente
votato: nove contro sei.
I soldi, il potere che ne de
riva non comprano tutto.
Anche questa è una buona notizia per il Paese intero, berlusconiani compresi: arriverà un giorno
in cui non ci sarà più chi
paga e anche loro dovranno ringraziare che le
regole comuni siano state
da altri conservate intatte.
Questo ci dice la sentenza di ieri: tranquilli, la Co
stituzione resta.
La legge è ancora uguale
per tutti.
Più di sessant'anni dopo è
ancora a quei signori i cui
volti sono ingialliti nelle
foto che dobbiamo dire
grazie: ai padri costituenti che avevano previsto
tutto senza immaginare
niente.
Quella era politica.
Saremo capaci, prima o
dopo, di ritrovare l'umiltà, la ragionevolezza, la
lungimiranza, la passione
civile, l'amore per lo Stato dei nonni che hanno
costruito la democrazia
che oggi abitiamo violentandola come fosse
una palestra di periferia,
teatro di privati interessi «Porteremo il popolo in
piazza», dice Bossi l'azionista di maggioranza
del governo.
Questo il vero pericolo.
Che si voglia trasformare
una battaglia per il rispetto delle regole in una guerra civile.
Non c'è da scendere in
piazza coi forconi, nessuno cada nel tranello.
Non è questa una vittoria
di nessuno contro alcuno.
È un argine, una prova di
equilibrio.
È un passaggio solenne a
tutela di tutti.
Restiamo nel solco tracciato dai Padri.
Esercitiamo la parola e il
pensiero, facciamolo ancora, mettiamo in minoranza coi fatti, coi progetti, con la proposta
politica chi cerca di trascinare il paese nella polvere e nel fango.
Questa parola si è sentita
ieri: guerra.
Non siamo in guerra, invece.
aver cura di noi stessi,
non lasciamoci distrarre
dalle ronde dai dialetti e
dal colore, oggi verde,
delle camicie.
Abbiamo sconfitto quelle
nere, il verde non può far
spavento.
Del povero Mavalà Ghedini («La Corte rinnega
i suoi principi») non sarebbe da dire se non per
compiangere un dipenden
te del Sovrano costretto a
giocare quindici parti in
commedia, un uomo di
legge che rinnega lui sì il
mandato del popolo in
favore dell'interesse del
suo principale.
Un triste spettacolo.
La Corte sta lavorando an
che per lui, pazienza se
gli risulta impossibile capirlo.
Lo capiranno i suoi e i no
stri figli, sarà scritto nei
libri di storia.
In prima pagina trovate
un numero dell'Unità del
'47.
Conservate quello di
oggi, servirà tra vent'anni.
Siamo un grande paese
capace di reagire con gli
anticorpi della democrazia alla deriva e alla tentazione dispotica.
Ritroviamo il desiderio di ♣
88 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
12
12 ottobre
ottobre 2009
2009
La Corte Costituzionale boccia il Lodo Alfano
“news” e reazioni immediate
di AA.VV.
Non passa lo «scudo giudiziario» per sospendere i processi alle quattro più alte cariche
dello Stato.
Dopo due giorni di camera di consiglio, i giudici della Consulta hanno deciso di giudicare
non costituzionale la legge voluta dal Pdl di Berlusconi.
La Consulta ha bocciato il lodo Alfano per violazione dell'art.138 della Costituzione, vale a
dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal
lodo per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato).
Il lodo è stato bocciato anche per violazione dell'art.3 (principio di uguaglianza).
L'effetto della decisione della Consulta sarà la riaper tura di due processi a carico del
premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati
societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.
OTTO giudici avrebbero votato per la bocciatura, SEI i contrari.
18.21
VIOLATO
IL PRINCIPIO DI
UGUAGLIANZA
DEI CITTADINI,
SERVIVA LEGGE
COSTITUZIONALE
La Consulta, secondo
le prime informazioni, avrebbe demolito
i punti essenziali del
Lodo, giudicando violati gli articoli 3
(tutti i cittadini sono
uguali davanti alla
legge) e 138 della
Carta fondamentale,
secondo cui solo una
legge di revisione cost it uzio nale
può
modificare i principi fondamentali della Costituzione stessa.
18.33
Da Palazzo della Consulta è stato diffuso il seguente comunicato: «La Corte costituzionale, giudicando sulle
questioni di legittimità costituzionale poste con le
ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di
Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha
dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della
legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli
articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì
dichiarato inammissibili le questioni di legittimità
costituzionale della stessa disposizione proposte dal
GIP del Tribunale di Roma»
18.33
IL PERCHÉ DELLA BOCCIATURA
La Costituzione non ha mai previsto alcuna sospensione
dei processi penali per chi rivesta cariche politiche, ma
solo una procedura particolare per svolgere comunque i
dibattimenti. Per raggiungere il risultato di sospendere
tutti i processi penali a
car ico del pr emier ,
Costituzione
dunque, il Parlamento avrebbe dovuto modificare
della Repubblica
la Costituzione con
Italiana
un'apposita legge di
(pubblicata dalla G.U.
revisione (articolo 138).
del 7 dicembre 1947)
Il Lodo Alfano, che invece
è una legge ordinaria,
dunque viola il principio Principi Fondamentali
fondamentale (articolo 3) ……
secondo cui "tutti i Art. 3. Tutti i cittadini
cittadini sono uguali
hanno pari dignità sodavanti alla legge".
ciale e sono eguali daCompreso Berlusconi.
Molto probabilmente è vanti al la legge, senza
questo, in estrema sintesi, distinzione di sesso, di
il percorso giuridico che razza, di lingua, di reliha portato la Corte Costi- gione, di opinioni polituzionale alla bocciatura tiche, di condizioni perdel Lodo Alfano, come si sonali e sociali.
ricava dal dispositivo della ……
decisione e dal breve comunicato esplicativo diffuso dalla stessa Consulta.
18.33
«La Corte Costituzionale ha riconosciuto la palese
incostituzionalità del cosiddetto 'Lodo Alfano': viene
così eliminato dal mondo giuridico il maldestro
tentativo di violare, con legge ordinaria, il sistema
costituzionale ed il fondamentale principio di
uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge»,
afferma Leoluca Orlando, portavoce nazionale di IDV,
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12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
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NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 8)
per il quale è stata così cancellata una legge «vergognosa».
«L'Idv ha raccolto un milione di firme per eliminare
una legge che oltre che incostituzionale è esempio di
barbarie ed inciviltà etica e istituzionale. La sentenza
della Corte Costituzionale -prosegue- rende inutile il
referendum ma dimostra come fosse fondata l'indigna
zione dei cittadini, e come le perplessità espresse sulla
firma da parte del Capo dello Stato avessero oltre che
un fondamento etico, anche un fondamento giuridico e
costituzionale».
18.33
«Credo che non tocchi a loro dire questo».
Così Pier Luigi Bersani risponde, dopo la decisione della
Consulta sul lodo Alfano, a chi nel Pdl ipotizza un ritorno
alle urne.
18.35
Il coordinamento di Sinistra e Libertà, appresa la notizia
della bocciatura del Lodo Alfano, ha deciso un sit-in
davanti Palazzo Chigi. Il sit-in,a cui partecipano i leader di
Sl, informa una nota, è cominciato alle 18.30.
18.35
«Giustizia è fatta, la Corte costituzionale si conferma
isola della ragione e riporta l'eguaglianza tra tutti i
cittadini. Come avevamo sostenuto, fin dall'inizio, il
Lodo Alfano è una legge iniqua ed illegittima che è
stata finalmente cancellata con una decisione tecnica
ineccepibile», afferma Lanfranco Tenaglia responsabile
giustizia del Pd.
«Ora -aggiunge- non si tenti di ribaltare o eludere
questa decisione attraverso l'ennesima legge ad
personam. Il presidente del consiglio si sottoponga al
giudizio della magistratura come tutti i cittadini e non
accampi scuse per continuare a governare visto che ha
un'ampia maggioranza in entrambi i rami del
parlamento».
lodo Schifani, omettendo questa violazione. Se fossimo
stati a conoscenza di questo, il Parlamento avrebbe
lavorato meglio. Forse ci si è voluti tenere una carta di
riserva per andare a colpire questo lodo».
Lo ha detto Enrico Costa, deputato Pdl e relatore del lodo
Alfano alla Camera.
«Ora dobbiamo individuare meglio le motivazioni che
hanno portato a questa sentenza -ha concluso Costa- sul
piano politico ci riserviamo di riflettere su cosa
accadrà».
18.42
DONADI, IdV: «ELEZIONI SUBITO»
«La Consulta ha bocciato non solo il Lodo ma una
maggioranza che da 15 anni con arroganza e spregio
delle istituzioni obbliga il Parlamento ad approvare
leggi palesemente incostituzionali al solo scopo di
garantire un'indebita impunità a Silvio Berlusconi»,
afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera
Massimo Donadi.
«Per questo -aggiunge- il governo ora ha il dovere
morale di dimettersi e il presidente del consiglio di fare
quello che qualsiasi altro italiano nelle sua condizioni
dovrebbe fare: l'imputato. L'Italia dei Valori chiede
che si vada subito ad elezioni»
18.43
FORMIGONI, PdL: «SOLIDARIETA’
E AFFETTO AL PREMIER»
"Esprimo la massima solidarietà, la massima vicinanza e il mio grandissimo affetto al Presidente
Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano".
Così Roberto Formigoni, Presidente della Regione
Lombardia, dopo la bocciatura della Consulta del Lo
do Alfano.
18.43
BLINDATA VIA DELL’UMILTA’
18.38
«La sentenza che la Corte Costituzionale ha appena
pronunciato susciterà certo molte discussioni e polemiche. Ma c'è un punto politico che va subito ribadito
con assoluta nettezza: per le questioni politiche ed elettorali, per decidere chi debba governare e chi debba
stare all'opposizione, l'unico giudice è l'elettorato, il
popolo sovrano»: così Daniele Capezzone portavoce del
Pdl.
«E il popolo sovrano, alle elezioni politiche -sottolineaha largamente scelto Silvio Berlusconi, che ha il
diritto-dovere di governare per tutta la legislatura.
Peraltro, tutte le scadenze elettorali successive alle politiche (regionali, europee, amministrative) hanno largamente confermato una enorme fiducia degli elettori
verso il Governo e il Premier.
L'opposizione si rassegni, dunque; si prepari ad un
lavoro di lunga lena, e -conclude- non speri di poter
sovvertire il responso elettorale deciso dagli italiani».
18.40
«Ravviso in questa sentenza un aspetto che non mi
convince. Oggi si è sollevato il problema della
violazione dell'art.138. La Corte si era già espressa sul
Via del Plebiscito, dove c'è la residenza romana del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi Via dell'Umiltà,
dove c'è la sede di Forza Italia sono blindate.
(Continua a pagina 10)
10
10 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
12
12 ottobre
ottobre 2009
2009
NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 9)
Alcune strade nei pressi della sede del palazzo della
Consulta chiuse al traffico delle auto e transennate.
Nelle zone off limits alla circolazione si può passare solo
a piedi.
Ingente lo schieramento delle forze dell'ordine in particolare davanti alla Consulta.
18.47
DI PIETRO, IdV: «LO AVEVAMO DETTO»
Di conseguenza, ora possono riprendere entrambi i dibattimenti che vedono Berlusconi imputato di varie accuse
nate dalla stessa inchiesta del pm Fabio De Pasquale.
Il primo processo riguarda le ipotesi di frode fiscale, falso
in bilancio e reati collegati (come l'appropriazione indebita), per i presunti fondi neri per circa 280 milioni di euro
accumulati su conti svizzeri controllati dall'imprenditore
Berlusconi attraverso fittizie compravendite dei diritti di
trasmettere film americani sulle sue televisioni.
Il secondo processo riguarda l'accusa di corruzione giudiziaria del testimone David Mills, l'avvocato inglese che
creò il sistema di società off-shore della Finivest, che è
già stato condannato in primo grado a quattro anni e
mezzo di reclusione.
La corruzione di Mills fu scoperta proprio indagando sui
diritti tv di Fininvest e Mediaset.
18.52
PECORELLA, PdL: «LA CORTE
COSTITUZIONALE HA SMENTITO
STESSA»
«Noi lo abbiamo detto subito, sin da quando ci riunimmo a piazza Navona in migliaia per gridare allo scandalo su questa legge che Berlusconi si è fatto per sistemare i suoi processi. Già allora, ci rivolgemmo al capo
dello Stato per pregarlo di non firmare questo
scempio di incostituzionalità e immoralità».
Lo afferma il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la sentenza della Corte Costituzionale
sul Lodo Alfano.
«Spero che da oggi, alla luce della decisione della Consulta -conclude- il presidente del Consiglio la smetta di
fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall'incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a
non voler fare: l'imputato. E spero che il presidente
della Repubblica, d'ora in poi, non sia così frettoloso
nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali».
18.49
DI PIETRO, IdV: «BERLUSCONI SI
DIMETTE E VADA A FARE L’IMPUTATO»
SE
"La Corte Costituzionale, e questo non può non
sorprenderci, ha smentito se stessa, perché nella
sentenza del 2004 sul Lodo Schifani aveva evidenziato alcuni aspetti di incostituzionalità ma il
provvedimento rientrava nelle norme ordinarie
del processo penale".
A sottolinearlo è Gaetano Pecorella, parlamentare
del Pdl e uno dei legali del premier.
"Se ci voleva una legge costituzionale, bastava
sottolinearlo nel 2004 -dice Pecorella- e il Parlamento avrebbe provveduto.
Se un organo di così alta autorevolezza ha cambiato i propri convincimenti, la cosa non può che
non apparire coerente. E questa incoerenza avrà
pure qualche spiegazione".
18.52
CONSOLO, PdL: «SENTENZA
CONTRADDITTORIA»
«La Corte, bocciando oggi il lodo Alfano, ha
contraddetto sè stessa, avendo il legislatore tenuto in
considerazione le linee guida che la medesima Corte
aveva indicato nel 2004 con il Lodo Schifani».
Lo ha detto Giuseppe Consolo, vice presidente della giunta per le autorizzazioni di Montecitorio.
18.53
"Spero che da oggi, alla luce della decisione della CASINI, UDC: «NON E’ IL GIUDIZIO
Consulta -afferma il leader dell'Italia dei Valori, UNIVERSALE»
Antonio Di Pietro- il Presidente del Consiglio la
smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si di
metta dall'incarico e vada a fare quello che da 15
anni si ostina a non voler fare: l'imputato.
E spero che il Presidente della Repubblica, d'ora
in poi, non sia così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali".
18.50
BERLUSCONI
TORNA SOTTO PROCESSO A MILANO
La Corte Costituzionale, nel suo comunicato scritto, ha
spiegato di aver accolto i ricorsi presentati dalle due
sezioni del Tribunale di Milano.
"In questo Paese c'è scarsa attitudine a rispettare
le leggi e, soprattutto, a rispettare le sentenze.
Non è il giudizio universale.
La Corte costituzionale ha espresso un'opinione
su di una legge e ci si deve attenere a questa.
Naturalmente, il governo che ha preso i voti degli
elettori deve continuare a fare il suo lavoro, a
occuparsi dei problemi degli italiani, che vengono
prima di quelli di Berlusconi".
Lo ha detto il leader Udc, Pier Ferdinando Casini.
18.55
FRANCESCHINI, Pd: «RISTABILITA
(Continua a pagina 11)
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
11
NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 10)
L’UGUAGLIANZA DAVANTI ALLA LEGGE»
La Consulta ha «ristabilito il principio dell'uguaglianza
di tutti i cittadini davanti alla legge».
Lo ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini.
«Il supremo organo di garanzia del nostro ordinamento, la Corte Costituzionale -ha detto Franceschini a Montecitorio- ha semplicemente ristabilito il principio
dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Tutti siamo uguali davanti alla legge -ha concluso- anche i potenti».
18.55
BOSSI, LEGA: «SE SI FERMA IL
FEDERALISMO FACCIAMO LA GUERRA»
"Se si ferma il federalismo facciamo la guerra".
Lo ha affermato il leader della Lega Umberto Bossi
conversando con i giornalisti subito dopo la notizia
della bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta.
Il Senatur è stato avvicinato poco prima di entrare a
Montecitorio.
18.56
FRANCESCHINI, Pd: «ANCHE I POTENTI
SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE»
"Il supremo organismo del nostro ordinamento,
la Corte Costituzionale, ha semplicemente ristabilito il principio che era stato violato, quello dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge".
Così Dario Franceschini ha commentato la sentenza
di illegittimità della Consulta sul Lodo Alfano.
"Oggi -ha aggiunto il segretario del Pd- il principio
dell'uguaglianza è ristabilito, il principio che non
ci possono essere eccezioni. Tutti sono uguali
davanti alla legge, anche i potenti".
18.57
GASPARRI, PdL: «LA CORTE NON E’ PIU’
ORGANO DI GARANZIA»
«La Corte, un tempo costituzionale, da oggi non è più
un organo di garanzia, perchè smentendo la sua
giurisprudenza ha emesso una decisione politica che
non priverà il Paese della guida che gli elettori hanno
scelto e costantemente rafforzato di elezione in elezione»: è il giudizio del presidente dei senatori del PdL,
Maurizio Gasparri.
«È una giornata buia per i valori della legalità -ha aggiunto Gasparri- e che segna il tramonto di una istituzione che ha obbedito a logiche di appartenenza politica e non a valutazioni di costituzionalità».
18:58
SCAJOLAa, PdL; IL GOVERNO HA IL
DOVERE DI ANDARE AVANTI
"La Corte Costituzionale ha assunto una decisione inattesa e impegnativa, sia perchè nel nostro sistema costituzionale era già inserito un principio
di immunità, esteso per di più a tutti i parlamentari, sia perchè con una precedente sentenza
la Corte aveva chiesto modifiche al Lodo Schifani,
che erano state inserite nel lodo Alfano".
E' il commento del Ministro dello Sviluppo econo-
mico, Claudio Scajola.
"Non prevedo conseguenze politiche", ha proseguito Scajola: "Il Governo Berlusconi ha il dovere
di realizzare il programma adempiendo fino in
fondo al mandato elettorale, soprattutto in questa
fase delicata per l'economia".
18.59
DE MAGISTRIS, IdV: «BERLUSCONI
TORNA TRA I COMUNI MORTALI»
"E' da mesi che sottolineavamo la manifesta incostituzionalità del lodo Alfano perchè in palese
violazione, tra l'altro, di uno dei cardini della
democrazia italiana: il principio di uguaglianza
dei cittadini di fronte alla legge".
E' quanto afferma l'europarlamentare dell'Idv Luigi
De Magistris.
"Per questo -aggiunge De Magistris - non possiamo che accogliere con soddisfazione la decisione
della Consulta e il fatto che anche il presidente del
Consiglio ritorni, oggi, tra noi comuni mortali,
sottoposti a quel rispetto della giustizia che è alla
base della nostra Repubblica".
19.00
LA RUSSA, PdL: «SEMBRA
UNA SENTENZA POLITICA»
Per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, la decisione
della Consulta «non è un fulmine a ciel sereno: ma
parlo da politico. Da avvocato, invece, dico che la trovo
una decisione difficilmente comprensibile».
La Russa è curioso di conoscere i retroscena e «se fosse
vero che lo scarto è stato minimo aumenterebbe il
convincimento -dice- che si sia trattato di una scelta
più politica che di diritto».
19.03
CASSON, Pd: «CONFERMATI I DUBBI»
«La decisione della Corte Costituzionale ha confermato i pesanti dubbi di legittimità che avevamo segnalato
in Parlamento fin dalle prime battute»: così il senatore
del Pd Felice Casson commenta la sentenza della Suprema
Corte che ha bocciato il lodo Alfano.
«Il governo -sottolinea l'ex magistrato- aveva vergognosamente sospeso ogni attività parlamentare per approvare il lodo Alfano a favore del presidente del Consiglio. Oggi è stata riaffermata la legittimità costituzionale, purtroppo però è stata affermata non dal Parlamento ma dalla Corte Costituzionale».
19.05
RICORSO DEL GIP DI ROMA
TECNICAMENTE INAMMISSIBILE,
MA IL CASO RESTA APERTO
La Consulta ha comunicato tra l'altro di aver dichiarato
inammissibile il ricorso contro il Lodo Alfano che era
stato proposto dal gip di Roma, chiamato a decidere
sull'accusa di 'tentata corruzione di senatori' attribuita a
Berlusconi nel tentativo di far cadere il governo Prodi.
Si tratta verosimilmente di una decisione solo tecnica dovuta a motivi procedurali.
Anche questo procedimento, in altre parole, potrà proseguire, ma per la Corte, in questo caso, il Lodo Alfano era
(Continua a pagina 12)
12 Giustizia e Libertà
Sp. «Berlusconi al Quirinale: MAI !»
12 ottobre 2009
NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 11)
irrilevante.
La legge ora cancellata, infatti, sospendeva solo i 'dibattimenti', vale a dire i processi già iniziati davanti a un tribunale, mentre il caso di Roma è ancora nella fase dell'udienza preliminare.
La Procura di Roma aveva chiesto l'archiviazione e il
problema si porrà solo se e quando il gip dovesse invece
disporre il rinvio a giudizio di Berlusconi.
19.07
BRICOLO E COSTA, LEGA:
«NON CI FERMEREMO»
«Non sarà certo una sentenza della corte a bloccare
l'azione di questa maggioranza. Avanti dunque con le
riforme.
La Lega Nord è al governo per cambiare questo
paese.
Lo vuole il popolo e questa è l'unica cosa che conta».
Lo dichiarano in una nota congiunta Federico Bricolo e
Roberto Cota, capigruppo della Lega Nord al Senato e
alla Camera, commentando la bocciatura del lodo Alfano
da parte della Corte Costituzionale.
19.08
BIANCO, Pd: «PUNITA L’ARROGANZA
DELLA MAGGIORANZA»
GHEDINI, PdL: «LA CORTE RINNEGA
I SUOI PRINCIPI»
«Questa è una sentenza con cui la Corte Costituzionale addirittura rinnega i principi da se stessa già enunciati. Con questa decisione si pretende contro la
volontà popolare che il presidente del Consiglio
anzichè occuparsi dei problemi nazionali ed
internazionali, sia costretto quotidianamente a seguire
evanescenti processi. Riprenderemo questi processi
nella consapevolezza che con un giudice super partes
sarà certamente riconosciuta l'estraneità di Silvio
Berlusconi da qualsiasi ipotesi di reato».
È il commento di Niccolò Ghedini, avvocato del presiden
te del Consiglio e deputato del Pdl, alla decisione della
Consulta sul Lodo Alfano.
19.23
RONZULLI, PdL: «ENNESIMO
TENTATIVO DI SOVVERTIRE IL VOTO»
«Questo è l'ennesimo tentativo atto a sovvertire il voto
degli italiani. Il Presidente Berlusconi continuerà a
governare risolvendo, come fatto sin dall'inizio del suo
mandato, i problemi dei cittadini».
Lo afferma Licia Ronzulli, parlamentare del Pdl.
19.24
LA RUSSA E MATTEOLI
«Con un'arroganza inaccettabile, la maggioranza è A PALAZZO GRAZIOLI
andata esattamente dove era scontato che adasse».
È quanto ha dichiarato Enzo Bianco, capogruppo Pd alla
commissione Affari Costituzionali del Senato, in merito
alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato
illegittimo il Lodo Alfano.
«La sentenza emessa dalla Suprema Corte è in coerenza con una lunga, consolidata giurisprudenza,
come abbiamo evidenziato anche in Senato in merito
alla pregiudiziale di costituzionalità.
Ora -ha sottolineato Bianco- occorre seguire la via del
più rigoroso rispetto delle prerogative e della autonomia
di tutti gli organi istituzionali, nessuno escluso».
19.10
LA NOTIZIA SU TUTTE LE TV STRANIERE
Turisti incuriositi, calca di giornalisti italiani e stranieri
(la Tv tedesca e francese, le principali agenzia di stampa
internazionali), tutti assieme hanno da stamani atteso la
sentenza sul lodo Alfano davanti alla Consulta.
Molti gli stranieri in viaggio a Roma che, incuriositi dalle
telecamere, hanno iniziato a fare delle foto ai giornalisti
mentre qualcuno ha cercato di capire cosa stesse succedendo di così importante in Italia.
19.12
BERTOLINI, PdL: «LA SENTENZA
LASCIA ESTERREFATTI»
«La sentenza della Corte costituzionale lascia esterrefatti. Gli ermellini si sono rimangiati i propri pronunciamenti precedenti. Se qualcuno pensa che il governo
e la maggioranza di centrodestra si facciano da parte
ha fatto male i proprio calcoli. Continueremo a governare per il bene del Paese».
Lo ha detto Isabella Bertolini, deputata del Pdl.
19.16
Il ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl
Ignazio La Russa, e il ministro delle infrastrutture Altero
Matteoli sono arrivati a Palazzo Grazioli dove è presente
il premier Silvio Berlusconi.
19.27
STEFANIA CRAXI, PdL:
«GOLPE STRISCIAN TE AVANZA»
«Il golpe strisciante ha fatto un altro passo in avanti.
Una magistratura schierata, con l'appoggio di banchieri, grande industria e santoni del momento tenta
di sovvertire la volontà popolare», afferma Stefania
Craxi (Pdl), Sottosegretario agli Esteri, a proposito della
bocciatura del lodo Alfano.
«Ma hanno sbagliato i conti. L'Italia -aggiunge- non è
una Repubblica sudamericana. L'unità di tutte le
forze del centrodestra saprà difendere la legittimità
del voto degli italiani».
19.30
FASSINO, Pd: «BERLUSCONI RISPETTI LA
SENTENZA»
«Mi auguro ora che in Berlusconi e nella maggioranza
di destra si accantoni definitivamente la teoria del
complotto e prevalga la consapevolezza che le
sentenze della Corte Costituzionale si rispettano».
Lo ha detto Piero Fassino, deputato del Partito democratico.
«D'altra parte Berlusconi ha tutta la possibilità di far
valere le proprie ragioni in tribunale senza sottrarsi al
rispetto di leggi che, come ha ribadito la Consulta, -ha
concluso Fassino- devono essere uguali per tutti i
cittadini».
19,39
(Continua a pagina 13)
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
13
NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 12)
BERLUSCONI: «VADO AVANTI,
LA CORTE E’ DI SINISTRA.
QUESTE COSE MI FANNO UN BAFFO».
19.43
ALEMANNO, PdL: «LA SENTENZA
NON INTACCA LA LEGITTIMAZIONE
DEL PREMIER»
«La sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo
Alfano non intacca la legittimazione democratica del
presidente Berlusconi e del Governo in carica che deve
continuare la sua opera».
Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
«Ciò non toglie che non si può non esprimere -ha aggiunto Alemanno- un grande sconcerto di fronte all'annullamento integrale di una legge firmata dal Capo del
lo Stato.
Al presidente Napolitano il compito di scongiurare il
rischio di un conflitto istituzionale che finirebbe per
paralizzare il Paese in un momento molto delicato dal
punto di vista economico e sociale».
19.44
FRATTINI, PdL: «SENTENZA
INACCETTABILE»
«Rispetto la Corte Costituzionale e le sue decisioni. Ma
ovviamente conservo, tutto intero, il diritto di criticare
-anche severamente- una pronuncia, come quella sul
lodo Alfano, sorprendente sotto il profilo giuridico, ed
inaccettabile per le conseguenze in termini di certezza
del diritto che essa produce nell'ordinamento italiano».
Così il ministro degli Esteri Franco Frattini sulla bocciatura del lodo Alfano. Secondo il titolare della Farnesina,
«il presidente del Consiglio deve continuare a governare il Paese. Andremo avanti realizzando fino in fondo il programma elettorale sul quale i cittadini si sono
pronunciati con larga maggioranza e che tuttora con
larga maggioranza approvano»
19.45
PROCESSO MILLS, BATTAGLIA IN VISTA
Il processo milanese che vede Berlusconi sotto accusa per
la corruzione del testimone Mills potrebbe chiudersi in
poche udienze, cavilli ed eccezioni permettendo.
Quando è stato varato il Lodo Alfano, infatti, il processo
era già arrivato alla fine dell'istruttoria dibattimentale:
raccolte tutte le prove, restava solo da sentire una consulente di Berlusconi e pochi altri testi.
Il collegio presieduto dal giudice Nicoletta Gandus ha poi
condannato il solo Mills a quattro anni e mezzo, stralciando la posizione di Berlusconi, sospesa dal Lodo.
Ora, dopo una prima udienza di rinvio tecnico davanti allo
stesso giudice Gandus, il dibattimento contro Berlusconi
dovrebbe ripartire davanti a un diverso collegio della
stessa decima sezione del Tribunale di Milano.
E qui, nel nuovo processo, la Procura potrà chiedere di
convalidare tutte le prove ormai raccolte, perché gli avvocati di Berlusconi avevano già potuto contestarle nel
precedente contraddittorio.
I legali del premier però potranno ribattere con la richiesta
di riesaminare gli stessi testimoni già sentiti e sfoderare
nuove carte.
I tempi del processo sono decisivi, perché il reato di cor-
ruzione giudiziaria cadrà in prescrizione nel corso del 2010, data-limite entro cui dovrebbe concludersi anche il
terzo grado di giudizio in Cassazione.
19.49
PD, RIUNIONE BERSANI, FRANCESCHINI E
MARINO
19.50
DIRITTI TV MEDIASET,
BERLUSCONI GIÀ ALLA SBARRA
Nell'altro processo milanese che vede imputato Berlusconi, i giudici della prima sezione avevano sospeso l'intero
dibattimento per effetto del Lodo Alfano.
Di conseguenza, dopo il verdetto odierno della Corte Costituzionale, Silvio Berlusconi può tornare direttamente
imputato insieme ad altri nove accusati per presunti fondi
neri per 280 milioni di euro.
Tra i coimputati di Berlusconi spicca l'arabo-americano
Farouk Agrama detto 'Frank', il produttore e commerciante di film che si è visto sequestrare oltre 100 milioni di
dollari dalle autorità svizzere.
Il processo era stato sospeso dal Lodo Alfano quando il
Tribunale, finita l'istruttoria, stava per passare agli interrogatori dei dieci imputati.
A differenza dell'affare Mills, dunque, questo dibattimento
potrà proseguire davanti allo stesso collegio dal punto in
cui era arrivato.
Anche in questo caso è prevedibile che la difesa di Berlusconi chiederà di riaprire l'istruttoria, mentre la Procura
punterà a rispettare il principio di 'ragionevole durata del
processo' per evitare la prescrizione dei reati, di cui il premier ha più volte beneficiato in passato (corruzione Mondadori, finanziamenti illeciti a Craxi, falsi in bilancio e
fondi neri Fininvest/All Iberian).
19.55
ALFANO ANNULLA
LA SUA VISITA IN SPAGNA
La visita che il ministro della giustizia Angelino Alfano
avrebbe dovuto effettuare domani a Madrid è stata rinviata: lo hanno indicato all'Ansa fonti dell'ambasciata italiana
Il ministero della giustizia ne ha informato a fine pomeriggio la rappresentanza diplomatica a Madrid.
Alfano avrebbe dovuto incontrare nella capitale spagnola
domani mattina i ministri della giustizia e degli interni del
governo del premier Josè Luis Zapatero, Francisco
Caamano e Alfredo Rubalcaba, e prima di ripartire tenere
una conferenza stampa.
20.00
BERLUSCONI:
«NAPOLITANO PRESIDENTE DI PARTE»
«Il Capo dello Stato sapete voi da che parte sta:
abbiamo giudici della Corte Costituzionale eletti da tre
capi dello Stato della sinistra che fanno della Consulta
non un organo di garanzia ma un organo politico».
Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi conversando
con i giornalisti mentre usciva da palazzo Grazioli.
20.03
BERLUSCONI: «IL RISCHIO di ALTERARE
I POTERI DELLO STATO»
(Continua a pagina 14)
14
14 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
12
12 ottobre
ottobre 2009
2009
NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 13)
«Non posso non rispettare il responso della Corte
Costituzionale nel quadro di un sistema democratico.
Prendo atto tuttavia che questo sistema, soprattutto
per le modalità con cui vengono eletti i membri della
Corte, rischia di alterare nel tempo un corretto
equilibrio fra i poteri dello Stato, i quali traggono tutti
origine dalla sovranità del popolo».
È la dichiarazione, diffusa da Palazzo Chigi, con la quale
il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi commenta la
sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano.
«La solidità di questo governo non è in alcun modo intaccata da questo pronunciamento -dice Berlusconi- nè
tanto meno la mia volontà di proseguire con determinazione nel mandato ricevuto dal popolo e rinnovato
in tutte le più recenti competizioni elettorali.
Una volontà che si rafforza e che riceve ogni giorno il
sostegno compatto e solidale della volontà politica della maggioranza che sostiene l'attuale governo».
«Per il resto -conclude il presidente del Consiglio- non
ho il minimo dubbio che le accuse infondate e risibili
che ancora mi vengono rivolte cadranno sotto il vaglio
di magistrati onesti, indipendenti e ossequienti alla
legge e alla propria coscienza».
20.04
D'ALEMA, Pd: «SBAGLIATO TRARRE
CONCLUSIONI POLITICHE»
«Sono dell'opinione che sarebbe sbagliato, da una
parte e dall'altra, trarre conseguenze politiche dalla
sentenza».
Questo il commento di Massimo D'Alema alla decisione
della Consulta.
«Una decisione -dice ai giornalisti presentando un libro
sul terrorismo a Roma negli anni '70- di cui tutti
debbono prendere atto. Credo che si debba reagire
con molta serenità. Spero che nessuno, in questo
momento, perda la lucidità. Ho visto dichiarazioni
abbastanza preoccupanti... La sentenza ripara ad un
vulnus che era evidente nella legge Alfano: la lesione
del principio di uguaglianza tra tutti i cittadini anche
rispetto alle procedure per una norma che aveva un
carattere costituzionale e che quindi non poteva essere
approvato con una legge ordinaria. Ora semplicemente la sentenza ristabilisce l'equilibrio e l'appropriatezza della legislazione che come tale deve essere da
tutti giudicata».
I giornalisti hanno chiesto a D'Alema se a questo punto ci
possano essere concrete ipotesi di elezioni anticipate.
«Penso -ha risposto- che nei sistemi democratici i governi cadono quando non hanno una maggioranza in
Parlamento e non sulla base di una sentenza della
Corte Costituzionale.
Le sentenze però -ha subito aggiunto- vanno rispettate
da parte di tutti e non possono essere contestate con i
cortei».
citando le funzioni assegnategli dalla Costituzione. Le
parole del senatore Gasparri -aggiunge D'Alia- sembrano figlie del ventennio, quando Mussolini mostrava
insofferenza per gli organi di controllo e di garanzia
che invece sono fondamentali nel bilanciamento dei
poteri istituzionali in un paese democratico».
20.10
NAPOLITANO: «E' LA CONSULTA
A DECIDERE SULLA COSTITUZIONALITA’
DELLE LEGGI»
20.10
BERLUSCONI: «ANDRÒ’ AI PROCESSI
PER SBUGIARDARE I GIUDICI»
Silvio Berlusconi ha così replicato alla bruciante sconfitta
sul Lodo Alfano: "I processi che mi scaglieranno sul
piatto sono autentiche farse: io sottrarrò qualche ora
alla cura della cosa pubblica per andare là e sbugiardarli tutti".
Indirettamente, il capo del governo è sembrato in questo
modo escludere nuove trovate legislative per fermare i
suoi processi.
Anche se l'avvocato Gaetano Pecorella, nell'udienza in
Corte Costituzionale, aveva ipotizzato un possibile Lodoter nel caso di bocciatura della legge Alfano.
20.11
RUTELLI, Pd: «NERVI SALDI»
«È il momento di tenere i nervi saldi: ciascuno rispetti
le decisioni che vengono prese dalle istituzioni della
Repubblica»: è il commento di Francesco Rutelli alla
decisione della Consulta sul lodo Alfano.
«Un sistema democratico è fondato su un equilibrio di
poteri», sottolinea Rutelli.
«Chi pensa di romperlo rischia di demolire la convivenza nazionale».
20.16
BERLUSCONI: «VIVA BERLUSCONI»
«Queste cose qua mi caricano, agli italiani li caricano:
viva gli italiani, viva Berlusconi».
Così il premier Silvio Berlusconi, conversando con i
giornalisti mente usciva da palazzo Grazioli, ha concluso
il suo ragionamento sulla decisione della Consulta di
bocciare il lodo Alfano.
20.19
FINI: «NO COMMENT»
Nessun commento di Gianfranco Fini alla sentenza della
Corte Costituzionale sul Lodo Alfano ed alle successive
affermazioni del presidente del Consiglio. Fini è stato
interpellato dai cronisti al termine del suo incontro a
Montecitorio con il presidente dell'autorità nazionale
palestinese, Abu Mazen.
20.24
20.06
D'ALIA, UDC: «LE PAROLE PAROLE DI GALAN, PdL: «FACCIAMOLI SOFFRIRE»
«Facciamoli stare male e soffrire nei loro tribunali:
GASPARRI RICORDANO IL VENTENNIO»
«Le parole di Gasparri sulla Corte sono inaccettabili e
offendono tutti i cittadini italiani».
Lo dice in una nota il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D'Alia.
«La Consulta ha come sempre fatto il suo dovere eser-
ogni volta che ti costringeranno a entrare in una
cosiddetta aula di giustizia noi saremo infinitamente
numerosi al tuo fianco».
Il presidente del Veneto Giancarlo Galan si rivolge
(Continua a pagina 15)
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
15
NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 14)
direttamente al premier Silvio Berlusconi, commentando
la decisione della Consulta sul lodo Alfano.
«Caro Silvio facciamoli stare male -aggiunge Galan-.
Devi continuare a governare per i prossimi cinque anni
e per altri cinque ancora».
20.27
BERNARDINI, RADICALE: «LA SENTENZA
NON RIDA’ VERGINITA’ ALLA CORTE»
«Non è che se la Corte Costituzionale fa una sentenza
Giusta come quella di oggi, e come altre nel settore dei
diritti civili, ciò le consente di ricostruirsi una verginità, una integrità, che non ha. La Corte continua da decenni a giocare la partita della politica in modo che a
volte lascia il sospetto di essere volutamente provocatorio, schierandosi con una o l'altra parte della mafiosità partitocratica»: così Rita Bernardini, radicale eletta
nelle liste del Pd, componente della Commissione
Giustizia della Camera.
20.30
Pd: «INACCETTABILE LE PAROLE
DEL PREMIER»
Sono «inaccettabili» le parole del premier Berlusconi
contro il presidente Napolitano e contro la Corte Costituzionale.
Così i capigruppo del Pd alla Camera e al Senato, Antonello Soro e Anna Finocchiaro, hanno sintetizzato l'esito
della riunione della segreteria allargata ai rappresentanti
delle mozioni.
Il Pd difende la Corte e la sentenza che «non è politica»,
nonchè il capo dello Stato, e sottolinea che dal pronunciamento della Consulta non derivano le dimissioni del
governo, che devono avvenire in Parlamento su questioni
politiche
20.34
BONDI, PdL: «SENZA BERLUSCONI
L’ITALIA NON HA FUTURO»
«Ogni giorno sono stupefatto dalla determinazione, dal
coraggio e dalla forza morale che il Presidente del
Consiglio esprime di fronte a quello che di sconcertante accade da quasi 20 anni in questo sventurato Paese».
Lo afferma Sandro Bondi, ministro per i Beni Culturali e
coordinatore del Pdl.
«Dobbiamo sapere tutti -aggiunge- che senza di lui,
senza la testimonianza quasi eroica e certamente commovente che offre al servizio della libertà, della democrazia e dello sviluppo dell'Italia, saremmo tutti privati
della possibilità di guardare al futuro con un minimo
di speranza»
20.37
NAPOLITANO: «TUTTI SANNO CHE STO
DALLA PARTE DELLA COSTITUZIONE»
«Tutti sanno da che parte sta il presidente della
Repubblica. Sta dalla parte della Costituzione, esercitando le sue funzioni con assoluta imparzialità e in uno
spirito di leale collaborazione istituzionale».
È quanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale dopo
che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, parlando
con i giornalisti, ha detto tra l'altro: «Il capo dello Stato
sapete da che parte sta...».
20.45
BERLUSCONI: «LA SINISTRA
SI E’ IMPADRONITA
DELLA CORTE COSTITUZIONALE»
«Siamo assolutamente convinti, anche dopo questa
sentenza, dell'indispensabilità dell'essere noi qui a
salvaguardare l'Italia e gli italiani di fronte a questa
sinistra che si è impadronita della Corte Costituzionale
e che ha prodotto una sentenza assolutamente politica»
Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,
prima di entrare a Palazzo Grazioli al termine della visita
alla mostra 'Il potere e la grazia'.
20.47
BERLUSCONI: «NON MI INTERESSA
COSA HA DETTO NAPOLITANO»
«Non mi interessa quello che ha detto il capo dello Stato. Mi sento preso in giro e non mi interessa».
20.51
ALFANO, PdL: «SI CREA UN PROBLEMA
TRA PREMIER E CITTADINO»
«Con la bocciatura del lodo si crea un problema: da
una parte c'è Silvio Berlusconi premier, legittimato da
milioni di voti, che ha diritto di governare, e, dall'altra,
vi è il cittadino Silvio Berlusconi, che ha il diritto di
difendere se stesso nelle aule di tribunale»: lo ha detto,
a Porta a Porta, il ministro della giustizia Angelino
Alfano.
20.53
DI PIETRO, IdV: «BERLUSCONI
SI DIMETTA»
«L'attacco del giorno dopo da parte di Berlusconi alla
Consulta e a Napolitano, fatto dopo aver blandito il
giorno prima gli stessi giudici della Corte, e dopo aver
invitato a cena alcuni di essi per ingraziarseli, dimostra
ancora una volta non solo che non è uomo di governo,
ma che non ha rispetto per le istituzioni».
Lo afferma in una nota il leader dell'Idv Antonio Di
Pietro.
«Berlusconi è letteralmente matto, se non da legare, da
rimandare a casa -aggiunge- Per questa ragione, prima
che faccia altri danni a questo Paese, chiediamo a gran
voce che tutti i cittadini si uniscano a noi nel chiedere e
pretendere le sue dimissioni.
Prima va a casa, meglio è per il Paese e per lui che, come dice sua moglie, ha bisogno di cure e non certamente di governare»
21.00
ALFANO, PdL: «NO
ALLA LEGGE COSTITUZIONALE»
«Non abbiamo intenzione di seguire la via della legge
Costituzionale».
Lo ha detto a 'Porta a Porta' il ministro della Giustizia,
Angelino Alfano, alla domanda se il governo stia pensando all'ipotesi di un terzo lodo dopo la bocciatura di questa
sera della Consulta.
«Questo -ha spiegato Alfano- aprirebbe il campo a una
ipotesi di immunità parlamentare che non è nella nostra agenda. Comunque sulle valutazioni faremo il
punto domani quando è convocato un ufficio politico
(Continua a pagina 16)
16
16 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
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12 ottobre
ottobre 2009
2009
NEWS e reazioni immediate
(Continua da pagina 15)
del Pdl».
21.37
VELTRONI, Pd:
«BERLUSCONI IRRESPONSABILE»
«Il capo dello Stato sta dalla parte dei cittadini italiani
e della Costituzione. Gli irresponsabili attacchi di
Berlusconi nei suoi confronti sono inaccettabili e
vanno respinti con fermezza. Il presidente Napolitano
ha svolto, svolge e svolgerà per tutta la durata del
mandato il suo ruolo di garanzia in modo ineccepibile»: così Walter Veltroni.
21.43
BIANCONI, PdL: «MATTO
CHI DA’ CREDITO A DI PIETRO»
«Le volgari offese di Di Pietro confermano ancora una
volta quali rischi correrebbe il Paese se fosse governato da gente come l'ex pm. Matti sono quelli che ancora
danno credito a un simile personaggio e i suoi alleati
che, nonostante Tonino non perda occasione per
criticarli aspramente ogni giorno, continuano a stare
con lui».
È quanto afferma Laura Bianconi, vice presidente del
gruppo del Pdl
21.55
FINI CHIAMA BERLUSCONI: «ANDIAMO
AVANTI, MAGGIORANZA SOLIDA»
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha chiamato
oggi il premier Silvio Berlusconi, dopo che era stata resa
nota la sentenza della Consulta sul Lodo Alfano, rassicurandolo, secondo quanto si è appreso in ambienti parlamentari, sulla volontà di andare avanti in questa legislatura.
La maggioranza è quella uscita dalle urne ed è solida,
avrebbe tra l'altro detto Fini al presidente del Consiglio.
AA.VV.
La notizia fa il giro del mondo
I titoli di alcune principali testate
da La Repubblica, 10.10.2009
NEW YORK TIMES
7 ottobre
Italian Court Rejects Prime Minister’s
Immunity
Italy's top court ruled on Wednesday that
a law granting Prime Minister Silvio
Berlusconi immunity from prosecution
violates the constitut
sconi
La decisión del tribunal italiano, por
nueve votos a seis, abre la puerta al procesamiento de 'Il Cavaliere'
LE MONDE
7 ottobre 2009
La Cour constitutionnelle italienne
invalide la loi d'immunité protégeant
EL PAIS
Berlusconi
La Cour constitutionnelle italienne a in7 ottobre 2009
El Constitucional echa por tierra la validé, mercredi 7 octobre, la loi d'im(Continua a pagina 17)
ley de inmunidad que protege a Berlu-
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
17
STAMPA ESTERA: i titoli di alcune principali testate
El Tribunal Constitucional italiano empemunité qui protégeait Silvio Berlusconi zó a debatir ayer, bajo enormes presiones
depuis son retour au pouvoir, en 2008
del Gobierno y sus medios y rodeado de
gran expectación nacional e internacional, la ley conocida como Laudo Alfano,
TIMES ONLINE
diseñada por los abogados del primer
7 ottobre 2009
Berlusconi faces fight for career as top ministro, Silvio Berlusconi, para bloquear
los procesos penales que pesan sobre el
Italian court strips PM of immunity
Silvio Berlusconi suffered perhaps the magnate milanés
greatest setback in his long career today
when Italy's top court stripped him of THE TIMES
immunity from prosecution
7 ottobre
Berlusconi lawyers use ‘Animal Farm’
AL JAZEERA ONLINE
defence in plea to keep him above law
Silvio Berlusconi’s lawyers fought to
7 ottobre 2009
save his political career yesterday by
Court 'annuls Berlusconi immunity'
Italy's constitutional court has annulled a arguing that the law should regard him as
law that protects Silvio Berlusconi, the “first above equals” and continue to
country's prime minister, and other senior protect him from prosecution.
officials from prosecution while they are
in office
THE TIMES
7 ottobre
FINANCIAL TIMES
Silvio Berlusconi's lawyer believes
Italian President is above the law
7 ottobre 2009
Italian court rejects Berlusconi im- It was an interesting piece of legal
doublethink: although the law was equal
munity
Italy’s highest court threw out a law for all, said Niccolo Ghedini, the wily
granting Silvio Berlusconi, Italy’s prime and cadaverous personal lawyer for
minister, immunity from prosecution on Silvio Berlusconi, “application of the
Wednesday, a judicial source told Reuters law is another matter”.
(Continua da pagina 16)
THE GUARDIAN
7 Ottobre 2009
Italian court rules Berlusconi's immunity law unconstitutional
Judges reject prime minister's act which
would exempt him from facing a series of
trials for fraud, tax evasion and bribery
BLOOMBERG
7 Ottobre 2009
Berlusconi Immunity Law Struck Down by Italy’s Highest Court
Italy’s struck down an immunity law that
has shielded Prime Minister Silvio Berlusconi from two corruption trials that he
says are politically motivated
LE MONDE
8 ottobre 2009
Berlusconi: les procès en instance, les
procédures en cours et les affaires déjà
jugées
Silvio Berlusconi se qualifie volontiers de
"champion mondial" des persécutions
judiciaires. Le président du Conseil a dû
affronter la justice depuis sa première
élection, en 1994
EL PAIS
8 ottobre
Igualdad ante la ley
La sentencia del Constitucional italiano
contra Berlusconi refuerza la confianza
en la justicia
EL PAIS
EL MUNDO / 8 ottobre
7 ottobre
El abogado de Berlusconi: "La ley es Berlusconi no dimitirá tras perder la
(Continua a pagina 18)
igual para todos, no su aplicación"
18
18 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
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12 ottobre
ottobre 2009
2009
STAMPAESTERA:
ESTERA:iititoli
titolidi
dialcune
alcuneprincipali
principalitestate
testate
STAMPA
(Continua da pagina 17)
inmunidad, pero... ¿será juzgado?
A pesar de que el Tribunal Constitucional
italiano tiró por tierra este miércoles la
ley que concedía inmunidad judicial a
Silvio Berlusconi, aún está por ver que 'Il
Cavaliere' vaya a ser juzgado
THE TELEGRAPH
8 ottobre
Silvio Berlusconi to govern Italy ‘with
even more grit’
The Italian prime minister Silvio
Berlusconi has vowed to govern Italy
‘with even more grit’ a day after the country’s highest court removed his
immunity from prosecution
THE TIMES
8 ottobre
Defiant Berlusconi vows to defeat 'laughable' charges
A defiant Silvio Berlusconi said today
that he would govern with “even more
grit” after Italy’s top court stripped him
of his legal immunity
EL PERIODICO DE CATALUNYA
8 ottobre
Artículo de Ezio Mauro: 'Berlusconi,
contra la libertad de prensa'
El diario italiano ‘La Repubblica’ se ha
convertido en el principal destinatario de
los ataques de Silvio Berlusconi a los me
dios que explican sus desmanes. El
director del rotativo, ganador en el 2003
THE INDEPENDENT
del primer Premio Antonio Asensio de
8 ottobre
Berlusconi's legal immunity stripped Periodismo por su defensa de las libertades, analiza el grave conflicto de Italia
by Italy's top court
ressure mounts for 'lame duck' PM to
face prosecution over corruption charges ♥
Il premier a "Porta a porta". Imbarazzo in studio. la replica: "Non sono a sua disposizione"
Poi attacca il capo dello Stato: "La sua firma garantiva che il Lodo sarebbe passato"
Berlusconi attacca Rosy Bindi
"E' più bella che intelligente
da La Repubblica, 08.10.2009
"Lei è più bella che intelligente. Non mi interessa nulla di ciò che
eccepisce".
Rosi Bindi, vicepresidente della Camera, sbianca
in volto, Pier Ferdinando
Casini si porta una mano
alla fronte con aria disperata, persino Vespa
sembra imbarazzato.
ci sono l'editorialista della Stampa Ric cardo
Barenghi, il ministro
della Giustizia Angiolino
Alfano
e
il
suo
predecessore Roberto Castelli) abbia il coraggio di
intervenire.
E' la stessa Bindi, con un
filo di voce a rispondergli: "Evidentemente io
sono una donna che non
è a sua disposizione".
Ma lo "show" di Berlusconi
a
"Por ta
a
è
porta"
andato anche
Studio di Porta a porta,
oltre.
Il
premier,
è quasi l'una di notte e
subito prima
Silvio Berlusconi interdella battuta
viene in diretta per ric o nt r o
la
badire l'attacco a NapoBindi, aveva
litano e insultare l'unica
ribadito il suo
donna presente senza
durissimo
che
ne ssu no
degli
a
uomini in trasmissione La puntata di 'Porta a Porta' del at ta c co
7 ottobre
Napolitano.
(oltre a Vespa e a Casini
Con parole, se possibile,
anche più pesanti di
quelle usate nel pomeriggio e insinuando l'ide a di
un "ruo lo" che il presidente della Repub blica
avrebbe dovuto svolgere
e che non avrebbe esercitato.
Il ruolo, secondo Berlusconi, di fare pressione
su un paio di giudici costituzionali di nomina
presidenziale per far spostare il loro voto a favore
del lodo: "Il presidente
della Repubblica -ha
detto esplicitamente Berlusconi- aveva garantito
con la sua firma che la
legge sarebbe stata ap(Continua a pagina 19)
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
19
PIU’ BELLO CHE INNOCENTE
(Continua da pagina 18)
provata dalla Consulta,
posta la sua nota influenza sui giudici di sinistra della Corte".
Rosy Bindi ha commentato subito scuotendo la
testa: "E' gravissimo...
quello che dice è gra-
vissimo".
E il premier è subito
scivolato sulla battuta
sulla bellezza e l'intelligenza.
Subito dopo anche il
leader dell'Udc Pier
Ferdinando Casini ha
giudicato "un'accusa
inaccettabile"
nei
riguardi di Napolitano
le parole del premier.
"Non accuso il capo
dello Stato -ha risposto
Berlusconiprendo
atto di una situazione
in cui c'erano certi
suoi comportamenti e
sappiamo tutti quali
relazioni intercorrano
tra i capi dello Stato e
i
me mbri
dell a
Consulta. Sono da
anni in politica, so
quali siano i rapporti
che intercorrono".
La Repubblica
08.10.2009
Insulti alla Bindi, insorge il Pd
"Sgomento e indignazione"
Anna Finocchiaro: “un’altra dimostrazione della pochezza del Cavaliere”
da La Repubblica, 08.10.2009
"Grande è lo sgomento, grande è l'indignazione, ma ancor più
grande è la nostra con
vinzione: la democrazia è un bene non disponibile per Berlusconi, così come non
lo è la dignità delle
donne".
Insorgono le donne del
Pd dopo gli insulti in
diretta a Porta a Porta
del premier a Rosy
Bindi.
"Lei è più bella che
intelligente", ha detto
il premier all'allibita
parlam entare,
che
aveva subito replicato:
"Evidentemente
io
sono una donna che
non è a sua disposizio
ne".
Per poi aggiungere
oggi che "è ora che le
donne reagiscano".
L'insulto del premier fa
scoppiare un vero e
proprio caso tanto che
il sottosegretario Bonaiuti tenta un'improbabile difesa: "Questi so
no momenti di estrema concitazione, sono
cose che possono suc-
cedere".
"Più alto
che educato"
Le prime repliche al
premier arrivano in
mattinata.
Giovanna Melandri, responsabile Cultura del
Pd, non usa mezzi termini e risponde a tono
a Silvio Berlusconi.
"Questa volta, il Presidente del Consiglio
ha dimostrato di essere più alto che educato", ha dichiarato la
Melandri aggiungendo
che "una giornata
non proprio felice" ha
fatto perdere al premier
"ogni freno inibitorio".
Ma l'ex ministro delle
Politiche Giovanili non
è la sola a intervenire.
Marina Sereni, vicepresidente dei parlamentari del PD, alza il tiro,
sottolineando che le
offese di Berlusconi so
no "un insulto alla bu
ona educazione, alla
vicepresidente della
Camera, a una democratica e alle donne".
Offese gratuite che "di
mostrano ancora una
volta, semmai ce ne
fosse stato bisogno,
tutta la pochezza della concezione che Berlusconi ha delle donne", commenta Anna
Finocchiaro, aggiungen
do che "la profonda
volgarità dell'attacco
a Rosy Bindi parla da
sola".
Un Berlusconi semplicemente "sgua iato"
per Barbara Pol lastrini.
Soro: "Parole
rozze e incivili"
questo è un "segno
ulteriore
della
degenerazione di una
stagione politica in
cui al governo siedono
persone
prive
di
equilibrio e di senso
delle
istituzioni''.
La solidarietà
su Facebook.
Sulla pagina Facebook
di Rosy Bindi le attestazioni di stima e solidarietà da parte delle
donne italiane sono cen
tinaia.
E migliaia di utenti
scandalizzati postano
sulle loro pagine messaggi di indignazione
contro le parole del pre
mier.
Sul sito di Democratici
Davvero, l'associazione
della Bindi, nessun
commento ufficiale.
Solo un link al video
che riprende le affermazioni di Berlusconi
e Caselli a Porta a
Porta.
''Voglio
esprimere,
anche a nome di tutti
i deputati del Pd, la
'solidarieta' al vice
presidente della Camera e, con lei, a tutte
le donne italiane per
le rozze e incivili parole con cui il presidente del Consiglio e
il sottosegretario Castelli si sono rivolti all'on. Rosy Bindi".
Queste le parole di
Antonello
S o r o , Quando le immagini
capogruppo del Pd a parlano da sole.
Montecitorio.
Soro ha aggiunto che ♣
20
20 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
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2009
«Più Bello che Innocente»
da L’Unità, 09.10.2009
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha insultato Rosy Bindi dicendole
che è "più bella che intelligente".
L'esponente del Pd Giovanna Melandri
ha risposto ieri dicendo che il premier è
"più alto che educato".
La prima pagina dell'Unità recita: "Più
bello che innocente".
"Più democratico che discreto"
Franco Reina
"Più alto che politico"
Sergio Simonetti
"Più bello che onesto"
The Boss
"Più capelli che verità"
Giovanni Scuderi
"Più alto che lucido"
Nearco
"Più impunito che altro"
Nearco
"Più bello che corrotto"
Carlo Liberatore
"Più innocente che capace"
Luigi Pecchioli
"Più biondo che rispettabile"
Matteo
"Più Berlusconi che umano"
Massimiliano Basso
"Più potente che innocente"
Ivano Gregorini
"Più amante che governante"
Ivano Gregorini
"Più velato che trasparente"
Massimiliano Basso
"Più saggio che valente"
NotteChiara
"Più comunista che innocente"
Lorenzo Mora
"Più capelluto che seduttore"
Benedetta Camarota
"Più interista che innocente"
- Michele Bellelli
"Più giovane che onesto"
Chiara
"Più farabutto che ricco"
Mbiasin
"Più casto che bugiardo"
Loretta Biani
"Più processi che capelli"
Francesco Zirpoli
"Più capelli che neuroni"
Rosalba
"Più capellone che arrogante"
Nifovs
"Più fantino che cavaliere"
Costantino Congiatu
"Più rifatto che onesto"
Paolo
"Più fard che verità"
Mariateresa Pecora
"Più alto che rasta"
Antonello Muggianu
"Più abbronzato che statista" (Continua a pagina 21)
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
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«Più Bello che Innocente»
(Continua da pagina 20)
Giuseppe Genovese
"Più prescritto che assolto"
Luigi Faraci
"Più capelluto che uomo di stato"
Enzo Scuderi
"Più stalliere che cavaliere"
Giammarco Micheli
"Più soldi che fascino"
Domenico Tiburzi
"Più bello che galantuomo"
Gianni Molinari
"Più piazzista che statista"
Flavio59
"Più Tambroni che De Gasperi"
Paolo Bozzetti
"Più sinistro che di destra"
Laura
"Più nodi che pettine"
L’Unità
09.10.2009
Manda la tua “risposta” a: [email protected]
(oggetto "LA MIA RISPOSTA AL PREMIER")
Dopo il Lodo, la piazza
È stata una sentenza durissima. E adesso Silvio Berlusconi è pronto a scatenare i suoi.
Per continuare con ogni mezzo la sfida alle istituzioni
di Edmondo Berselli
(L’Espresso, 08 ottobre 2009)
È stata una sentenza durissima, praticamente spietata.
La nettissima bocciatura
a cui la Corte Costituzionale ha sottoposto il
Lodo Alfano è la prima
vera e grande sconfitta
politica di Silvio Berlusconi.
Al confronto, sbiadisce
persino la caduta del suo
governo nel 1994, dopo
solo sette mesi.
La sentenza della Consulta è stata motivata nitidamente in punto di diritto, e non è possibile
attribuirle una intenzione
strumentale o politica.
Indica un riferimento
all'articolo 3, cioè al prin
cipio di uguaglianza dei
cittadini, oltreché una
sciatta violazione dell'articolo 138 della Carta
Costituzionale, nel senso
che una legge di quella
portata implicava un iter
di modificazione costituzionale, e non una legge
ordinaria.
Bocciatura senza appello,
dunque.
Tuttavia, anche se la politica è rimasta fuori dal
palazzo della Consulta,
gli effetti del verdetto sul
Lodo configurano una
situazione potenzialmente distruttiva per il premier e per l'alleanza di
destra, e quindi colpi di
coda a non
finire.
Verrebbe anzi
da dire: chi è
causa del suo
mal pianga se
stesso, oppure: chi semina
vento raccoglie tempesta,
dato che i
vertici del cen
trodestra e lo
staff di avvocati
del
Cavaliere hanno contribuito
in modo addi-
rittura stravagante a
drammatizzare la decisione sulla legge Alfano.
Per dire, ancora nel pomeriggio della sentenza,
Umberto Bossi aveva
minacciato di "trascinare il popolo" nelle piazze
in caso di bocciatura del
Lodo, esercitando una
pressione inaudita sulla
Corte.
A sua volta la pancia del
Pdl si scatenava nei blog
e nei siti del centrodestra
sostenendo più o meno
che "quindici parrucconi non fermeranno il
popolo".
Ma l'aspetto più inquie(Continua a pagina 22)
22
22 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
12
12 ottobre
ottobre 2009
2009
All'indomani della bocciatura del Lodo Alfano
(Continua da pagina 21)
tante sul piano istituzionale era stata l'offensiva
messa in campo dagli
avvocati che sostenevano la causa di Berlusconi
e del l'immunità per il
premier e le principali
cariche
pubbliche:
lasciamo pur perdere la
posizione dell'avvocatura
dello Stato, che aveva
offerto motivazioni di
puro realismo politico,
preferendo nelle proprie
argomen
tazioni le
opportunità della politica
spicciola, e favorevole al
capo del go verno, al
rigore giuridico (anche
questa è una sconfitta
nella sconfitta, e una
sostanziale scalfittura
nella credibilità per
quell'alto ufficio).
Ciò che invece è risultata
sorprendente, fino ai limiti dell'incredibile, è sta
ta la strategia di Niccolò
Ghedini e Gaetano Pecorella, i due super professionisti che assistevano
Berlusconi nell'affaire
del Lodo.
Ghedini e Pecorella hanno sostenuto che la Costituzione materiale aveva modificato, praticamente fino a travolgerla,
la Costituzione formale.
Ghedini si è spinto fino
ad argomentare il sofisma secondo cui la legge è effettivamente uguale per tutti, ma può
essere diseguale la sua
applicazione, a seconda
del soggetto che ne è
coinvolto.
Più “ad personam” di
così si muore.
Con maggiore sofisticazione giuridica, ma con
esiti virtualmente travolgenti per l'assetto istituzionale, Pecorella ha sostenuto che, in seguito
alla legge elettorale universalmente conosciuta
come “Porcellum”, il
premier viene "eletto"
dal popolo, senza mediazioni parlamentari, e
quindi la sua diventa una
funzione apicale, superiore a quella degli altri
ministri: il primo ministro diventa, secondo
Pecorella, non più un
"primus inter pares",
bensì un "primus super
pares", meritevole quindi di un trattamento particolare nell'ordinamento
generale.
La tesi era insostenibile,
proprio in quanto investiva la natura e la fisionomia stesse della Repubblica, che resta di tipo parlamentare, in cui il
premier deve ricevere
l'in carico dal Quirinale,
e raccogliere la fiducia
in Parlamento.
Ma il “lodo Pecorella”,
se possiamo chiamarlo
così, rivelava l'intento di
forzare i limiti e i confini
dell'apparato costituzionale, “sfondando” in
modo plebiscitario l'impianto della Carta.
Può essere proprio questa tesi a far inclinare il
giudizio della Corte verso la bocciatura.
E dovrebbe essere evidente che questa strategia preparava lo sfondo
per il conflitto prossimo
venturo.
Perché è chiaro che Berlusconi e le sue truppe si
stanno preparando alla
guerra, e che la guerra
comincerà immediatamente.
Il Cavaliere è sotto attacco da parte della magistratura milanese, per il
processo Mills (corruzione in atti giudiziari) e
per i fondi neri nella com
pravendita di diritti cine
matografici e tv; a Roma
per il tentativo di acquisire il voto di alcuni senatori per far cadere il
governo Prodi.
Per la prima volta il
premier rischia, soprattutto nel caso Mills, una
condanna penale che potrebbe risultare devastante per la sua immagine, sul piano interno e
sul piano internazionale.
Che cosa farà quindi
Berlusconi ?
A quanto si capisce,
dopo avere dichiarato
che nella Corte costitu-
zionale "undici giudici
sono di sinistra", è
pronto ad andare «à la
guerre comme à la
guerre» e a "sbugiardare" i suoi nemici.
"Vado avanti": aveva
già cominciato ad agitare
i sondaggi di Euromedia,
che gli assicurano un
consenso mai visto,
garantito dalla sua cappa
mediatica.
E quindi il suo piano bellico è facilmente descrivibile.
Un uomo solo, ricco,
amato e odiato, ma unto
dalla "doccia di schede
elettorali" si sente in
grado di sfidare istituzioni e convenzioni della
Repubblica.
È un progetto iper-populista, con modalità ed esiti virtualmente peronisti. Berlusconi è come
sempre pronto a sfidare
l'universo mondo, la
sinistra, i comunisti, i
magistrati rossi,
la
stampa di sinistra, la
te le vi si on e
ch e
fa
opposizione, senza curarsi minimamente dei
danni pubblici che la sua
azione può provocare.
Va da sé, allora, che lo
scenario che si presenta
davanti ai cittadini è un
panorama di rovine, pot e n z i a l m e n t e
catastrofico.
Ridiventano fin troppo evocative le immagini
finali del «Caimano» di
Nanni Moretti, con i
fuochi appiccati dai supporter del protagonista.
Certo non c'è da confondere la finzione con
la realtà; ma per evitare
sovrapposizioni disastrose fra i due livelli
occorre una eccezionale
saldezza degli apparati
istituzionali e dell'establishment nazionale.
Mentre sulla tenuta delle
istituzioni si può nutrire
una certa fiducia, visto
che la stessa sentenza del
la Consulta testimonia
positivamente in questo
senso, e che comunque
sull'ultimo Colle la presenza e la coerenza di
Giorgio
Nap olitan o
offrono garanzie, il
probl e m a
prin cip al e
riguarda l'atteggiamento
delle élite.
In una condizione di
p a e se
normale,
il
premier si dimetterebbe
e affronterebbe i processi
che lo attendono.
Sarebbe legittimo da parte sua cercare di mobilitare i suoi fan e tuffarsi
nel grande gioco delle
elezioni anticipate.
Ma ci sono troppi
vincoli, istituzionali e
comportamentali, che
coinvolgono il ruolo dei
presidenti delle Camere
e la funzione attiva del
capo dello Stato.
Tuttavia tocca soprattutto ai circuiti formali e
informali del potere, a
tutti i livelli, cercare di
stabilizzare una situazione for temente critica.
Se l'establishment italiano accettasse di schierarsi secondo il modulo
berlusconiano, dividendosi in modo cruento e
sposando la causa dello
scontro totale, si potrebbe anche chiudere bottega, in attesa della fine
della bufera.
Conviene augurarsi che
per una volta la vischiosità del potere in Italia
rappresenti un freno alla
guerra civile ideologica
che Silvio Berlusconi ha
già dichiarato.
Sembrerà stravagante
appellarsi all'anima andreottiana o dorotea
della no stra società; ma
quando la situazione si
colora di drammaticità è
naturale aggrapparsi a
tutto, anche alla prudenza e alle cautele che
in passato hanno impedito un cambiamento
fruttuoso.
Qui e ora, probabilmente, c'è soltanto da
provare a salvare un
paese.
Edmondo Berselli
L’Espresso
08 ottobre 2009)
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
23
Il “caimano” si prepara
per l’ultima spallata
di Eugenio Scalfari
(La Repubblica, 11,10.2009)
A me sembra che Silvio
Berlusconi sia sottovalutato dai suoi avversari e
mal compreso nella logica con la quale persegue
i suoi obiettivi. Vengono
messi in risalto i suoi errori, le sue gaffe il suo
parlarsi addosso e li si attribuiscono ad un prevalere della sua pancia (per
dire dei suoi istinti) su
una debole razionalità.
Ebbene non è così.
Lo conosco da trent' anni
e nei primi dieci ho avuto
con lui una frequentazione intensa e alquanto agitata. Non era ancora un
uomo politico ma alla
politica era già intimamente legato; sia la fase
dell' immobiliarista sia
quella successiva dell'
impresario televisivo erano intrecciate e condizionate dai suoi rapporti
politici. Imparò presto a
muoversi come un pesce
nell' acqua.
Poi l' esperienza politica
diretta ha perfezionato un
innato talento. Perciò -lo
ripeto- non è affatto uno
sprovveduto in preda ad
istinti irragionevoli, salvo quelli sessisti.
In quel campo gli istinti
lo dominano e l'hanno
spinto a commettere errori inauditi; ma in tutto
il resto no.
Conosce il suo carattere
e lo usa.
Conosce la sua tendenza
alla megalomania e all' egolatria e la usa. Usa perfino le sue gaffe. L'insieme di queste movenze
costituiscono una miscela formidabile di populismo,
demagogismo,
culto della personalità.
In altri Paesi un decimo
se non addirittura un centesimo di ciò che dice e
che fa avrebbero provocato la sua messa fuori
gioco.
In altri Paesi il suo mostruoso conflitto di interessi avrebbe impedito
il suo ingresso nell' agone politico; non esiste infatti in nessun Paese del
mondo un capo di governo proprietario di metà
del sistema mediatico e
contemporaneamente
possessore dell' altra metà.
Ma in Italia questo è
possibile.
Attenti però: non è un
incidente di percorso.
La vocazione degli italiani ad innamorarsi di personaggi come Berlusconi
fa parte della storia patria. Per fortuna non è la
sola vocazione; convive
con caratteristiche differenti e anche opposte.
Ma quell' innamoramento verso il demagogo è una costante che spesso è
diventata dominante e
alla fine ha precipitato il
Paese nel peggio.
Non è ancora avvenuto,
ma siamo già abbastanza
avanti nella strada che
può portarci ad una catastrofe.
***
Da questo punto di vista
le due sentenze emesse
nei giorni scorsi rispettivamente dal Tribunale
di Milano sul lodo Mondadori e dalla Corte costituzionale sulla legge
Alfano hanno prodotto
un'accelerazione che Ber
lusconi considera provvidenziale per l' attuazione
dei suoi piani. L'ira iniziale che l' ha invaso -che
viene dalla sua pancia- è
stata rapidamente razionalizzata.
L' attacco contro la Corte, contro la magistratura,
contro il Csm, contro il
Presidente della Repubblica, è proseguito a men
te fredda.
Non è più ira, è strategia
pensata e messa in atto,
la spallata finale che dovrà portare l' Italia istituzionale e costituzionale a
cambiare volto radical-
mente: da repubblica parlamentare a repubblica
autoritaria dove tutti gli
organi di garanzia siano
cancellati o ridotti ad esanimi fantasmi e dove
conti soltanto il plebiscito popolare incitato dagli
appelli continui alle pulsioni populiste che covano nella pancia di molti.
Questo spiega l' allarme
esploso nell'opinione pub
blica
i n t e rn a z i onale.
Lo
s t upore e
anche
lo
s b e rleffo
c h e
n e i
mesi
scorsi
si
è
m a n ifestato
s u i
g i o rnali di
tutto l'
O c c idente
al
di
qua e
al di là dell' Atlantico è
diventato negli ultimi
Quattro giorni una preoccupazione generale e l'
Italia è diventata il
malato di una malattia
infettiva.
In altre circostanze questa reazione avrebbe indotto ad un sussulto di
prudenza, ma sta invece
accadendo l' opposto; il
pop ulismo
co ntiene
infatti un' abbondante
dose di vittimismo che lo
rafforza e lo indirizza
verso forme di autarchia
psicologica delle quali la
Lega è da tempo il più
esplicito rappresentante e
che trovano nel berlusconismo un importante am-
plificatore.
Le due sentenze sono impeccabili dal punto di vista tecnico-giuridico.
Quella del Tribunale civile di Milano non fa che
confermare quanto con
tenuto nella sentenza di
condanna di Cesare Previti per corruzione di magistrati e di Berlusconi
per la stessa ragione con
il reato però caduto in
prescrizione.
Agli effetti penali ma
non civili.
La quantificazione del
danno è secondaria.
La sentenza della Corte
che definisce incostituzionale la legge Alfano
ha come caposaldo l' articolo 3 della Costituzione che stabilisce la parità
dei cittadini di fronte alla
legge. Questo è il punto
di fondo; l'altro elemento
invalidante, e cioè la necessità di procedere con
legge costituzionale anziché con legge ordinaria, è secondario perché
deriva necessariamente
dal primo elemento.
(Continua a pagina 24)
24
24 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
12
12 ottobre
ottobre 2009
2009
Il “caimano” si prepara per l’ultima spallata
direttore di quel giornale
manifesta il suo stupore e
il suo dolore.
Cita tutti gli articoli recenti da lui pubblicati
che hanno sostenuto il
governo e le sue ragioni;
rivendica di non aver mai
partecipato a campagne
di stampa faziose, condotte da gruppi editoriali
che vogliono pregiudizialmente mettere il governo in difficoltà con
argomenti risibili; ricorda di aver approvato la
politica economica e sociale del governo, la sua
efficienza operativa, la
sua politica estera; ammette di averlo criticato
solo quando è stato troppo duro con la Corte costituzionale e con il Capo
dello Stato; auspica una
tregua generale tra le istituzioni; riconosce al presidente del Consiglio l'attenuante di essere perseguitato in modo inconsueto dalla magistratura.
Infine ribadisce la natura
liberale che storicamente
il giornale da lui diretto
ha sempre seguito e nello
stesso numero pubblica
un'intervista a piena pagina con Marina Berlusconi, con splendida foto
nella quale la figlia del
leader rivaleggia con una
Ava Gardner bionda anziché mora, che in quel
***
contesto assume inevitaA questo proposito viene bilmente una funzione riacconcio citare l' articolo paratoria per qualche
uscito ieri sul «Corriere birichinata di troppo.
della Sera» e firmato dal
suo direttore.
Mi procura sincero doL' ho letto e ne sono ri- lore un giornale liberale
masto colpito e profon- ridotto a pietire un ricodamente rattristato.
noscimento al merito dal
Sono amico di Ferruccio peggior governo degli ulDe Bortoli anche se spes- timi centocinquanta anni
so in questi ultimi mesi di storia patria, Mussoho dissentito dalla sua li- lini escluso.
nea giornalistica. Ma in E ridotto ad attaccare noi
casa propria ciascuno di «Repubblica», faziosi
decide liberamente a qua e farabutti per definile lampione e con quale zione, per marcare la
corda impiccarsi.
propria differenza.
L' articolo di ieri va però Noi siamo liberali, caro
assai al di là del prevedi- Ferruccio.
bile.
Liberali veri.
Poiché Berlusconi il
giorno prima aveva Non abbiamo pregiudizi,
rimproverato il «Corrie- ma vediamo sintomi ed
re della Sera» d'essere effetti d' una deriva che
diventato di sinistra, il minaccia le sorti del
Chi accusa la Corte di
incoerenza sostiene una
tesi priva di senso; anche
nella sentenza del 2004
sul cosiddetto lodo Schifani la Corte aveva infatti
eccepito la violazione
dell' articolo 3.
E quindi, se l' articolo 3
risulta violato fin dal
2004, ne segue ineccepibilmente che per ristabilire l' equilibrio costituzionale bisogna procedere con legge costituzionale e non con legge ordinaria.
Dov' è l' incoerenza ?
La legge Alfano aveva
ripristinato
l'adem pimento all' articolo 3 o il
suo emendamento?
No.
È quindi perfettamente
coerente che, di fronte ad
un nuovo ricorso, la Corte lo giudicasse ammissibile.
Gli avvocati del premier
che proclamano l' incoerenza mentono sapendo
di mentire. E i media che
non chiariscono un punto
così fondamentale ai loro
ascoltatori e lettori, sorvolano anzi tacciono del
tutto su un punto di capitale importanza e
danno adito ad una
macroscopica disinformazione.
Paese.
Vediamo anche la totale
inefficienza di questo
governo che non ha
attuata nessuna delle promesse e degli impegni
assunti con il suo elettorato salvo quelli che
recano giovamento personale al premier e ai suoi accoliti.
Voglio qui ricordare un
non dimenticabile articolo di Barbara Spinelli
pubblicato dalla «Stampa» di qualche settimana
fa, che forse De Bortoli
non ha letto.
Mi permetto di consigliargliene la lettura.
I giornali ricevono molte
querele e molte citazioni
per danni, ricordava la
Spinelli.
Fa parte della rischiosa
professione giornalistica
e degli errori che talvolta
vengono compiuti.
Ma quando è il potere
politico e addirittura il
capo del governo a
tradurli in giudizio perché hanno osato porgli
domande scomode, quan
do questo avviene -ha
scritto la Spinelli- i giornali che sono in fisiologica concorrenza tra loro
fanno blocco comune e
quelle stesse domande le
pongono essi stessi, le
fanno proprie per togliere ogni alibi ad un potere
che dà prova di non sopportare il controllo della
pubblica opinione.
La stampa italiana -concludeva- non ha fatto
questo, mancando così
ad uno dei suoi doveri.
Si può non esser d'accordo con il codice morale e
deontologico della Spinel
li (peraltro seguito da
tutta la stampa occidentale) e non mettere in
pratica le sue esortazioni.
Ma addirittura accusare
noi d' una nefasta faziosità rivendicando a proprio
favore titoli di merito ver
so il governo, questo è
un doppio salto mortale
che da te e dal tuo giornale francamente non mi
aspettavo.
A tal punto è dunque arri
vato il potere di intimi-
dazione che il governo
esercita sulla libera stampa ?
Ricordo, a titolo di rievocazione storica, che
Luigi Albertini incorag
giò il movimento fasci
sta dal 1919 al 1922; gli
assegnava il compito di
mettere ordine nel Paese
purché, dopo averlo adempiuto, se ne ritornasse a casa con un benservito.
Ma nel 1923 Mussolini
abolì la libertà di stampa
e instaurò il regime a par
tito unico, le cui premesse c'erano tutte fin dal
sorgere del movimento
fascista.
A quel punto Albertini ca
pì e cominciò una campa
gna d' opposizione senza
sconti, tra le più robuste
dell'epoca. Purtroppo per
fettamente inutile perché
il peggio era già accaduto, il regime dittatoriale era ormai solidamente insediato e l' ex
direttore del «Corriere
della Sera» se ne andò a
consolarsi a Torrimpietra.
Ad Indro Montanelli è
accaduto altrettanto, ma
lui almeno se n' è accorto
prima. Difese per vent'
anni dalle colonne del
«Giornale» le ragioni
del Berlusconi imprenditore d' assalto. Si accorse
nel 1994 di quale pasta
fosse fatto il suo editore
e lo lasciò con una drammatica rottura. Ma era
tardi anche per lui.
Se c'è un aldilà, la sua
pena sarà quella di vedere Vittorio Feltri alla guida del giornale da lui
fondato.
Al «Corriere della Sera» quest' esperienza
d'un giornalista di razza
al quale dedicano un santino al giorno dovrebbero
farla propria per capire
qual è il gusto e il valore
della libertà liberale.
Eugenio Scalfari
La Repubblica
11.10.2009
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
25
Il protettore del Padrino
Lettera aperta al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano
di Don Paolo Farinella, prete
Sig. Cardinale,
Mercoledì 7 ottobre 2009 è stato
un giorno memorabile e tragico.
Memorabile perché una sentenza
della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il tentativo di
Silvio Berlusconi, presidente del
consiglio, corrotto e corruttore, di
stravolgere lo stato di diritto, piegandolo ai suoi biechi e immorali
interessi.
Con il «Lodo Alfano», egli voleva la consacrazione costituzionale
di essere l’«Unto di Dio» in terra.
Che Berlusconi sia «unto» è fuori
di ogni dubbio: unto di falsità, di
immoralità, di corruzione, di furto, di evasione, di illegalità e di
antidemocraticità.
La sentenza della Corte, invece,
ha restituito a noi cittadini comuni, l’orgoglio della dignità di appartenere ad una Repubblica, dove l’uguaglianza dei cittadini e la
legalità sono ancora «principi
non negoziabili».
Con questa sentenza l’Italia è più
forte e più libera.
mai non poteva sfruttare il tg1
minzoliniano, ormai fuori tempo
massimo, ritarda volutamente l’apertura della mostra, costringendo
lei ad aspettare i suoi comodi.
Egli infatti varca la soglia di palazzo Grazioli, sede di meretricio
istituzionale, nello stesso momento in cui inizia il tg4 di famiglia,
consapevole che quelle primissime immagini avrebbero fatto il giro del mondo.
Come un cane, ferito all’improvviso, con uno stile da pescivendolo (con tutto il rispetto) più che
da uomo di Stato, va all’attacco di
tutti: lo tzunami della vergogna
attraversa l’etere, una valanga di
falsità e di fango schizza dappertutto: contro il Presidente della
Repubblica, contro i Giudici
Costituzionali (anche contro quei
due con i quali ha condiviso una
irrituale cena, prima della sentenza ?), contro la guardia del
corpo più alta di lui, contro la
stampa, contro la televisione, contro la luna che si permetteva di
sogghignare.
Mercoledì 7 ottobre 2009, Una scena invereconda.
però, è stato anche un giorno tra«In quel giorno», il 7
gico. Lei, sig. segretario di Stato
Vaticano, nonostante la disappro- ottobre 2009, la prud enz a
vazione della Chiesa reale, ad o- clericale e diplomatica avrebbe
gni costo, ha voluto tagliare insie- voluto che lei stesse defilato,
me a Berlusconi il nastro della magari in qualche cappella a
mostra «Il Potere e la Grazia» a pregare per la «serva Italia di
palazzo Venezia (ogni riferimento dolore ostello / nave sanza nocchiere in gran in gran tempesta
al passato è decisamente voluto).
/ non donna di provincie, ma
Che scena deprimente !
Che spettacolo rozzo ed indecoro- bordello» (Dante, Purg. II, 6,7678).
so !
Lei sapeva che «in quel giorno e Invece ?… Invece, lei, sig. cardiin quelle ore», la Corte Suprema nale, stava lì, come un compare di
si sarebbe pronunciata e sapeva nozze, accanto all’«utilizzatore
quali sarebbero state le reazioni di finale» di prostitute a pagamento.
un uomo malato e fuori controllo Egli da solo ha calpestato tutti «i
(testimonianza della moglie), ep- principi etici non negoziabili»
pure non ha esitato ad aspettare e con cui lei è solito pontificare;
a rispettare la tempistica imposta tutti i principi della dottrina sociada un giullare che da sempre ha i- le della Chiesa che ogni tanto lei
dentificato i suoi interessi con rispolvera per darsi un contegno;
tutti i valori etici per cui il Vaticaquelli del Paese.
no e la Cei avete anche organizIl presidente del consiglio, zato una manifestazione di massa,
furibondo per non essere «più u- il Family-Day, a cui ha partecipaguale degli altri», chiuso nel to anche il frequentatore di minobunker insieme ai suoi disonore- renni, divorziato e strenuo difenvoli dipendenti, sapendo che or- sore della «famiglia», senza che
nessuno lo accompagnasse in qual
che strada adiacente; tutti i
principi, i valori, le regole e il metodo che il papa predica e la Cei
descrive nel documento «Educare alla legalità» (1991-2000), che
avete abortito prima ancora che
nascesse.
Tutto ha corrotto il Corruttore,
anche le coscienza del popolo
cattolico che, su vostra indicazione, lo vota in massa, senza
nemmeno turarsi il naso. Lei stava
lì come un protettore che mette il
cappello sul proprio protetto,
mandando un messaggio mediatico trasversale dentro e fuori i palazzi: Berlusconi è sotto la protezione del Vaticano e non si tocca,
come lei aveva fatto con Giovanni
Profiti, indagato a Genova e promosso a presidente dell’ospedale
Bambino Gesù di Roma, di proprietà del Vaticano.
Si direbbe che lei sia attratto dalla
recidività: lei, infatti, va a braccetto di Berlusconi, nonostante sia
corrotto, nonostante abbia corrotto, nonostante frequenti minorenni, nonostante favorisca e alimenti
la prostituzione, nonostante sia
evasore, nonostante sia piduista,
nonostante sia Berlusconijad, nonostante abbia impoverito l’Italia
dentro l’abbia umiliata fuori, all’estero, dove stampa ed economia chiedono a gran voce le dimis
sioni.
A lei, sig. cardinale, che gliene cale ? L’importante è portare
a casa, a costo zero, qualche legge
che domani un altro governo eliminerà.
Ah, la lungimiranza della diplomazia vaticana, un tempo mito
ineguagliabile di accortezza serpentina, oggi ridotta a comparsa
nel ridotto del berlusconismo, mito dell’anticristianesimo.
Il mondo ha visto che il presidente
del consiglio, vergogna internazionale della Repubblica italiana,
certo ormai del padrinaggio vaticano, ha osato dirle davanti a
tutti che in quella mostra mancava
un quadro: «quello di San Silvio
da Arcore» e lei, con il sorriso di
(Continua a pagina 26)
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26 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
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«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
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ottobre 2009
2009
La leggenda del premier eletto dal popolo
governo di Mussolini e la
sua dittatura fascista, così
nel 2009, esattamente
dopo 80 anni, è ancora il
Vaticano a togliere
d’impiccio istituzionale un
governo e un indegno
presidente del consiglio
condannato dal mondo
intero.
(Continua da pagina 25)
prassi (diplomaticamente ebete), è
rimasto allampanato, incapace di
infilargli una mano in bocca e
strappargli la lingua.
Lei annuiva, restando immobile,
che è il top della diplomazia e della falsità proterva e bugiarda. Io
non so se lei si sia reso conto del
danno che ha provocato alla Chiesa universale e alla Chiesa che è
in Italia in modo particolare.
Con la sua presenza «in quel
giorno e a quell’ora», senza che
Berlusconi ammettesse i suoi errori e chiedesse scusa agli Italiani
e alle Italiane dei suoi comportamenti non privati, ma di presidente del consiglio in carica in
luoghi protetti dal «segreto di
Stato», lei ha posto la premessa
formale per sette conseguenze
inevitabili, che peseranno sulla
sua coscienza e di cui dovrà
rendere conto a quel Dio in cui
dice di credere:
a)
Lei ha avallato la tesi del
presidente del consiglio
che afferma di essere
orgoglioso dei suoi
comportamenti perché gli
Italiani vogliono essere
come lui. In questo modo
lo propone a tutti come
MODELLO. Lei insieme a
Berlusconi, due giorni
dopo una sentenza di un
sovrano tribunale che lo
giudic a corruttore di
giudici e nel giorno in cui
la Corte Suprema lo
spoglia della sua pretesa e
mafiosa sup eriorità,
rendendolo semplicemente
cittadino tra i cittadini,
autorizza tutti gli Italiani e
le Italiane a imitarlo
perché che altro significa
la sua presenza se non la
santificazione di un uomo
perverso e del suo sistema
d’impunità immorale?
b) Lei ha dato vigore e densità
alla pazzia di un uomo che
non esita a gettare la
Nazione in una guerra
civile pur di salvarsi da
tutte le sue ignominie e
dai tribunali, anche per
fatti commessi prima che
diventasse deputato e
presidente del consiglio.
Come nel 1929 fu solo il
Vaticano a riconoscere il
c) Lei con questa sua presenza, «in quel giorno e
in quelle condizioni», ha
perso ogni dignità etica di
parlare di mortalità e di
spiritualità perché non ha
esitato, sul modello della
migliore tradizione
mafiosa, a dire al mondo
intero che un mafioso,
amico dei mafiosi e
protettore di mafiosi,
corruttore, evasore (con
tutto il resto), è protetto
dalla Sacra Famiglia
Vaticana. E’ possibile che
lei rappresenti uno Stato
estero, è impossibile che
possa, anche per sbaglio,
rappresentare la Chiesa di
Cristo.
d)
Lei con la sua presenza a
quella mostra ha assolto di
fatto Berlusconi, all’insegna del «siamo pratici,
ovvia !», rinnegando
anche le condizioni etiche
e sacramentali che la
Chiesa impone ai poveri
diavoli. Lei ha disonorato
tutti i credenti che faticano
giorno per giorno a
conciliare quello che voi
dite con le difficoltà della
v i t a . F o r se a b b i a m o
sbagliato interpretazione
del vangelo e correggerlo
con «i ricchi li avrete
sempre con voi», al posto
di «i poveri li avrete
sempre con voi».
Personalmente ritengo che
lei, in coscienza, non
possa celebrare la Messa
senza commettere sacrilegio e vilipendio della
dottrina cattolica.
credenti e non credenti a
diffidare di una gerarchia
collusa con il potere e il
malaffare, esortando i
molti che sono sulla
so g li a , i n v i t an d o l i a
lasciare la Chiesa, sbattezzandosi come atto
formale, unica arma di
autodifesa nei vostri confronti che ascoltate solo il
richiamo del corrotto
potere.
f) Lei ha dato l’avallo ai giorni tristi che ci attendono
perché l’uomo è senza coscienza di Stato.
g) Lei è colpevole se le offerte
d ell’8xmille
diminuiranno ancora e
deve sapere che ne è stato
e ne è la causa efficiente.
Da alcuni anni le offerte
diminuiscono sempre di
più e sulla mia strada incontro sempre più persone
che dichiarano di firmare
per altre realtà religiose,
perché non vogliono essere complici di una clero
e di una gerarchia che ha
tradito il Vangelo.
Come prete di strada, come
credente nel Gesù del Vangelo e
come cittadino che ama il suo Paese, senza esserne schiavo, mi
permetta di dirle con chiarezza:
lei non mi rappresenta più (veramente non mi ha mai rappresentato, nemmeno quando era vescovo di Genova) e sono fiero di
rifiutare e ripudiare il suo modello
e quello che lei propone, proteggendolo: il berlusconismo che
è l’indecenza che corrompe la
nostra Nazione e corrode il nostro
futuro. Intanto il territorio, dilapidato dai condoni edilizi, si frantuma, i precari, i licenziati, i tre
milioni di poveri che vivono con
222,00 euro, gli sfrattati e gli immigrati uccisi, tutti in coro ringraziano anche lei che, ora con certezza, «sappiamo da che parte
sta».
Con disistima,
e) Lei apparendo accanto
all’Inde cen za per soni- Genova, 8 ottobre 2009
ficata, non solo ne diventa
complice e coartefice, ma Paolo Farinella, prete
autorizza c entinaia e
c e n ti n a i a di p er so n e
12 ottobre 2009
«...incostituzionale il LODO ALFANO»
Giustizia e Libertà
27
La leggenda del premier
eletto dal popolo
di Ilvo Diamanti
(La Repubblica, 11,10.2009)
polo.
della Libertà".
Da una maggioranza di
Queste affermazielettori, comunque, moloni, sostenute a to relativa.
caldo e a tiepido
dal premier, dopo Alle elezioni politiche
la sentenza della del 2008 il partito di cui
Corte Costituzio- è leader Berlusconi, il
nale sul lodo Al- Pdl, ha, infatti, ottenuto
fano, si fondano il 37,4% dei voti validi,
su premesse discu ma il 35,9 % dei votanti
L’ “eletto dal popolo”
(Benevento, 2009.10.11)
tibili,anzitutto sul e il 28,9% degli aventi
diritto.
piano dei fatti.
"Presidente eletto dal
Intorno a un terzo del
Dati per scontati.
popolo".
"popolo", insomma.
Che scontati non sono.
Così si definisce Silvio
Peraltro, prima di unirsi
Berlusconi. Sempre più Il primo fatto è che Bercon An, fino al 2006, il
spesso, da qualche tem- lusconi sia un presidente
partito di Berlusconi era
po. Per rivendicare ri- "eletto dal popolo". È
Forza Italia, che non ha
spetto dai molti nemici quanto meno dubbio.
mai superato il 30% dei
che lo assediano.
Perché l'Italia non è (an- voti (validi).
Ma, al tempo stesso, per cora) un sistema presiAl risultato del Pdl si demarcare le distanze dal denziale. I cittadini, gli
ve, ovviamente, aggiunl'altro presidente. Gior- elettori, votano per un
gere il 10% (o l'8%, a
gio Napolitano. Il Presi- partito o per una coaliseconda della base eletdente della Repubblica.
zione. Non direttamente torale prescelta) ottenuto
Il quale, al contrario, è il premier o il presidente.
dalla Lega. I cui elettori,
"eletto dal Parlamen Anche se, dopo il 1994,
però, non hanno votato
to".
abbiamo assistito a una per Berlusconi.
Anzi da una parte di esso progressiva torsione delVisto che al Nord la LePerché Napolitano non è le regole elettorali e isti"super partes", ma di tuzionali in senso "per- ga ha sottratto voti al
Pdl, di cui è alleata e con
sinistra.
sonale". Senza bisogno corrente.
Come tutte le altre istitu- di riforme.
E quando ha partecipato
zioni dello Stato.
Così, nella scheda eletto- al governo (come in queCorte Costituzionale e rale, accanto ai partiti e
sta fase) si è sempre premagistratura in testa.
alle coalizioni viene indi occupata di fare "oppoNon garanti. Ma soggetti cato anche il candidato
sizione".
politici.
premier.
Questa considerazione ri
Di parte.
(Come ha lamentato, sulta ancor più evidente
Per questo Berlusconi spesso, Giovanni Sartose si fa riferimento al rinon ne accetta le decisio- ri).
sultato delle recenti euro
ni, ma neppure il ruolo.
Tuttavia, non si vota di- pee. Dove si è votato con
In pratica: considera le i- rettamente per il premiil proporzionale e con le
stituzioni dello Stato -e er, ma per i partiti e gli
preferenze personali. Il
quindi la Costituzione- schieramenti.
Pdl, il partito di Berluinadeguate.
Silvio Berlusconi, per sconi, ha infatti ottenuto
Peggio: illegittime.
questo, non è un presi- il 35,3% dei voti validi,
Meno legittime di lui, co dente eletto dal "popoma il 33% dei votanti e
munque.
lo".
Presidente eletto dal po- Semmai dal "Popolo
il 21,9% degli aventi
diritto.
Lui, il Presidente, ha per
sonal m ent e
ottenut o
2.700.000 preferenze.
Il 25% dei voti del Pdl,
ma meno del 9% dei
votanti.
Il risultato "personale"
più limitato, dal 1994 ad
oggi.
Tutto ciò, ovviamente,
non intacca la legittimità
del governo e del premier. Semmai la sua pretesa di interpretare la
"volontà del popolo".
D'altronde, si vota una
volta ogni cinque anni,
mentre i sondaggi si fanno quasi ogni giorno. Per
cui, più che sul voto, il
consenso tende a poggiare sulle opinioni.
Sulla "fiducia".
Ma stimare la "fiducia"
dei cittadini è un'operazione difficile e opinabile. Che non coincide
con il consenso elettorale.
Non si capirebbe, altrimenti, perché, se davvero -come sostiene Berlusconi- il 70% degli italiani ha fiducia in lui,
alle recenti elezioni europee il Pdl si sia fermato al 35%, la coalizione
di governo al 45% e le
preferenze personali per
il premier al 9% (dei
voti validi).
La fiducia, inoltre, è
difficile da misurare.
Per ragioni sostanziali,
ma anche metodologi(Continua a pagina 28)
28
28 Giustizia
Giustizia ee Libertà
Libertà
Sp.
«Berlusconi alilQuirinale:
MAI !»
«...incostituzionale
LODO ALFANO»
12
12 ottobre
ottobre 2009
2009
La leggenda del premier eletto dal popolo
che. Soprattutto attraverso i sondaggi.
Dipende dalle domande
poste agli intervistati.
Dagli indici che si usano.
Alcuni fra i principali
istituti demoscopici (come Ipsos di Nando Pagnoncelli e Ispo di Renato Mannheimer) utilizzano una scala da 1 a 10,
per analogia al voto scolastico. Per cui l'area della "fiducia" comprende
tutti coloro che danno a
un leader (o a un'istituzione) la sufficienza (e
quindi almeno 6).
Oggi, in base a questo
indice, circa il 50% degli
italiani esprime fiducia
nel premier Berlusconi
(le stime di Ipsos e Ispo,
al proposito, convergono).
Mentre a fine aprile, dopo il terremoto in Abruzzo, superava il 60%.
Ciò significa che negli
ultimi mesi la "fiducia"
del popolo nel premier si
è ridotta, anche se risulta
ancora molto ampia.
Tuttavia, anche accettando questi indici, un 6 può
davvero essere considerato un segno di "fiducia" ?
Ai miei tempi, nelle scuo
le dell'obbligo -ma anche
al liceo- era una sufficienza stretta.
Come un 18 all'università. Che si accetta per
non ripetere l'esame. Ma
resta un voto mediocre.
Con questi dati e con que
ste misure appare ardita
la pretesa del premier di
parlare in "nome del popolo".
Tanto più che, con qualunque metro di misura,
il consenso personale ver
so il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risulta molto più e
levato.
Fino a una settimana fa,
prima della recente polemica, esprimeva fiducia
nei suoi confronti circa l'
80% degli italiani, utiliz
zando come voto il 6.
Oltre il 50%, con una
Basterebbe alzare la somisura più esigente: il 7.
glia, anche di pochissimo, un solo punto. Por- Lo stesso livello di contarla a 7. Per vedere la fi- senso raccolto dal prededucia nel premier (e in cessore, Carlo Azeglio
tutti gli altri leader) scen Ciampi.
dere sensibilmente.
Anche da ciò originano
Al 37%.
le tensioni crescenti tra il
Più o meno come i voti premier e il Presidente
del Pdl.
della Repubblica.
Nell'era della democrazia
del pubblico.
Maggioritaria e personalizzata. Dove i media sono divenuti lo spazio pub
blico più importante. E il
consenso è misurato dai
sondaggi.
Nessuno è "super partes".
Sono tutti "parte".
Tutti concorrenti.
Avversari o alleati.
Amici oppure nemici.
Anche Napolitano, soprattutto Napolitano.
Per la carica che occupa
e la fiducia che ottiene.
Agli occhi di Berlusconi,
impegnato a costruire la
leggenda del "presidente votato e voluto dal
popolo".
Non può apparire amico.
Ilvo Diamanti
La Repubblica
11.10.2009)
PRESIDENTI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
di Jacopo Fo
www.jacopofo.com/grande-comunicatore-berlusconi-obama-politica-crisi-nervi-tristezza
Non siamo stati così felici da
q u a n d o h a n n o elett o
Obama.
Non siamo stati così felici da
quando l’Italia ha vinto i
Mondiali.
Ormai tutti parlano di Godo
Alfano.
E Obama per giunta ha
vinto il Nobel.
Allegria!
No, Silvio non cadrà domani
ma è iniziato il declino.
“Non sono una donna a
sua disposizione!”
Gli ha detto Rosy Bindi.
“Più alto che onesto”
Hanno gridato in diecimila.
Siamo tutti giudici comunisti,
farabutti, coglioni.
Siamo tutti più intelligenti
che belli e siamo bellissimi,
dentro e fuori.
Silvio è triste e solo, dopo
un terremoto, la crisi
economica, l’inondazione e i
m o r ti i n A f g h a n i s t a n
qualcuno inizia a chiedersi
se non porti anche un po’
sfiga.
E il Grande Comunicatore
non può portare sfiga.
Ormai è finita la sua serie
magica di dadi che rotolano
e si fermano mostrando
doppi 6.
Il Presidente operaio è triste
e sa che il Grande Comunica tore non può essere triste
sennò gli crolla l’audience e
i sondaggi vanno a rotoli.
Ma lui non può più neanche
organizzare una festicciola
con un pullman di ragazze
con la terza di reggiseno, i
pa parazzi di mezzo mondo
sono in caccia e le femmine
hanno registratori miniaturizzati dappertutto.
Forse Tremonti lo ha minacciato e anche Ghedini gli ha
detto di piantarla.
Basta un altro pelo per far
saltare gli equilibri. Dopo
che Boffo è stato abbattuto i
vescovi sono in agguato.
essere migliore.
E’ vita questa ?
E per finire godetevi questo
Silvio è solo, nel grande colpo da maestro di Obama
letto che gli ha regalato che uccide una mosca in
Putin.
diretta.
E forse Fini si è nascosto Cavolo !
die tro una tenda con un Questo sì che è un
manganello in mano.
presidente sveglio !
E Bossi da un momento al- E pure spiritoso.
l’altro potrebbe rimettersi a
urlare che Silvio è un mafio- Clicca qui per vedere il video
so.
In passato lo ha fatto.
♥
Potrebbe rifarlo.
Silvio
avrebbe
voluto cambiare il
Mondo e invece
Periodico Politico Indipendente
ha costruito solo
un grande driveAutorizzazione Tribunale di Roma
in con i venditori
n° 540/2002 del 18.09.2002
di pop-corn che
fanno a botte e il Proprietà: L. Barbato
film è tutto ro- Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138- Roma
E-Mail: [email protected]
vinato.
C’è grande con- Fax: (+39) 06.6227.6293
fusione sotto il Direttore Responsabile: Luigi Barbato
cielo, nessun mo- Vice Direttore: Paolo Di Roberto
mento potrebbe Redattore Capo: Antonia Stanganelli
Giustizia e Libertà