Dispensa 8 - Politecnico di Milano
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Dispensa 8 - Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura e Società Facoltà di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale Centro per lo Sviluppo del Polo di Cremona, Politecnico di Milano Via Sesto 41 – 26100 Cremona Master universitario interfacoltà di II livello in Governo del territorio e delle risorse fisiche Ingegneria del suolo e delle acque http://www.cremona.polimi.it/msa Direzione del Master universitario: prof. Enrico Larcan (Facoltà di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale, Politecnico di Milano) prof. Pier Luigi Paolillo (Facoltà di Architettura e Società, Politecnico di Milano) Commissione di Master universitario: prof. Enrico Larcan – Facoltà di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale, Politecnico di Milano ing. Stefano Loffi – Direttore del Consorzio per l’Incremento dell’Irrigazione nel Territorio Cremonese prof. Claudio Maffezzoni – Presidente del Centro per lo Sviluppo del Polo di Cremona, Politecnico di Milano prof. Enrico Orsi – Facoltà di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale, Politecnico di Milano prof. Pier Luigi Paolillo (presidente) – Facoltà di Architettura e Società, Politecnico di Milano Dispense dell’insegnamento di Laboratorio di GIS per la pianificazione Concorrono al Master universitario in Governo del territorio e delle risorse fisiche – Ingegneria del suolo e delle acque: Consorzio per l’incremento dell’irrigazione nel territorio cremonese http://www.consorzioirrigazioni.it Ordine degli ingegneri della provincia di Cremona http://www.ording.cr.it POLITECNICO DI MILANO Master universitario interfacoltà di II livello in Governo del territorio e delle risorse fisiche Ingegneria del suolo e delle acque http://www.cremona.polimi.it/msa Indice 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 Le estensioni disponibili per ArcView ArcView 3D Analyst Analisi integrata di dati spaziali ed attributi Metodi di interpolazione spaziale Campionamento dei dati Metodi di interpolazione maggiormente utilizzati in ambiente Gis Possibili considerazioni Creating surface models (TINs) Modellazione dell’ortofotocarta rispetto al modello TIN Sovrapposizione dell’aerofotogrammetrico al fotopiano modellato e tridimensionalizzazione dell’urbanizzato presente Sovrapposizione del Prg vigente 101 101 101 102 102 103 106 107 109 111 113 101 108. Le estensioni disponibili per ArcView Le estensioni di ArcView sono moduli che implementano le capacità del prodotto. i. ArcView Network Analyst è la soluzione ai problemi stradali su ogni sequenza di linee interconnesse, trovando il miglior percorso ed identificando locations dai principali accesi. ii. ArcView Spatial Analyst è la gestione discreta e matriciale delle informazioni territoriali. Strumento potentissimo, è un vero “GIS nel GIS” adatto a realizzare modelli e interpretare fenomeni territoriali. iii. ArcView 3D Analyst crea un modello tridimensionale realistico di territori e altre superfici utilizzando immagini aerospaziali e satellitari per valorizzare i dati tradizionali del GIS. 109. ArcView 3D Analyst Permette di integrare i dati 3D nelle analisi, creare e modificare modelli di superficie, creare sheapefile 3D, avviare in modo semplice l’editing di TINs. e la visualizzazione planimetrica delle superfici. L'estensione ArcView 3D Analyst permette all'utente di creare, analizzare e visualizzare dati di superficie. E' ideale per modellare la superficie è ideale per utenti principianti ed esperti, le sue funzionalità rispondono hai bisogni di coloro che eseguono analisi e visualizzazione della superficie. Le funzionalità di ArcView 3D Analyst includono il supporto per TINs (triangulated irregular networks), geometria vettoriale 3D e viste interattive prospettiche. Le funzionalità più comuni sono accessibili da menu e toolbar che sono aggiunti all'interfaccia di Arcview GIS quando l'estensione è installata. 110. Analisi integrata di dati spaziali ed attributi Prima di iniziare a trattare specificatamente l’estensione ArcView 3D Analyst, credo si doveroso fare il punto mediante alcune definizioni e richiami selezionati alla prolissa bibliografia disponibile in materia di metodi e modelli. “Spatial interpolation is the procedure of estimatine the values of properties at unsampled sites within an area covered by existing observations.”(Waters, 1989) Interpolazione: stima dei valori in un sito in cui non si hanno informazioni, sulla base delle informazioni presenti in aree circostanti 102 L’interpolazione è un problema complesso a causa di: i. ampio range di applicazione; ii. importanza della distribuzione spaziale dei dati disponibili; iii. utilizzato per la creazione di superfici partendo da misure puntuali. Quindi come è noto i la maggior parte dei dati ambientali disponibili, spesso sono raccolti come osservazioni discrete, come punti o lungo dei transetti. Ad esempio rilievi pedologici, stazione meteo, transetti vegetazionali, misure idrogeologici, ecc. A tal proposito si rileva fondamentale la necessità di convertire dati discreti in dati continui al fine di poterli integrare con altri tematismi in un GIS per effettuare analisi complesse. 111. Metodi di interpolazione spaziale Esistono molti metodi a disposizione, classificati secondo: i. esatti o approssimati, ii. deterministici o stocastici, iii. locali o globali, iv. graduali o bruschi. Ad esempio: i. Poligoni di thiessen o Voronoi, ii. spatial moving average e altre tecniche matematiche, iii. Kriging (geostatistica), iv. TIN 112. Campionamento dei dati Il metodo di campionamento utilizzato per rilevare i dati ambientali da sottoporre ad analisi è fondamentale per la scelta di un metodo di interpolazione. A seguire si riportano alcuni esempi di campionamento di dati. Regolare Random Transetti Stratified random Cluster Contour 103 A questo punto una domanda non banale potrebbe essere quella: ma in che modo scegliere il metodo di campionamento? Quindi potrebbe essere utile sapre che vi sono diversi metodi: i. metodi globali: singole funzioni matematiche applicate a tutti i punti, ii. metodi locali: singole funzioni matematiche applicate ad una parte della totalità dei punti campionati, iii. metodi esatti: la superficie risultante passa esattamente in tutti i punti del data set, valida con dati molto accurati iv. metodo approssimato: la superficie risultante NON passa esattamente in tutti i punti del data set, valida con dati molto accurati con alto grado di incertezza v. metodi graduali: produce superfici lisciate (smussate) che passano per tutti i punti (appropriata per l’interpolazione di dati con piccola variabilità locale), vi. metodi bruschi: produce superfici lisciate a gradini (appropriata per l’interpolazione di dati con grandi variabilità locali o con forti discontinuità), vii. metodi deterministici: usati quando sussistono sufficienti conoscenze circa la superficie da modellare (permette di utilizzare modelli matematici specifici), vii. metodi stocastici: utilizzati per incorporare variabili random nelle superfici da interpolare. 113. Metodi di interpolazione maggiormente utilizzati in ambiente Gis i. ii. iii. iv. v. Poligoni di Thiessen o Voronoi. Triangulated Irregular Networks (TINs). Spatial moving average o altre tecniche matematiche. Trend Surfaces. Kriging. i. Poligoni di Thiessen o Voronoi Poligoni di Thiessen o diagrammi di Voronoi poligoni con numero variabile di lati che racchiudono tutti i punti posti alla minima distanza dal centro del poligono. È basato sul modello dati vettoriale Suddivisione dello spazio in unità poligonali (regioni) circostanti ciascuno dei punti oggetto di interpolazione, in maniera tale che tutti i punti nella regione circostante il punto pi siano più prossimi ad esso che a qualsiasi altro punto. Il risultato consiste nell'individuazione dei confini delle regioni pertinenti a ciascun punto, in modo tale che essi siano a metà della distanza tra due punti adiacenti. 104 ii. Triangulated Irregular Networks (TINs) Set punti distribuiti irregolarmente connessi a forma di un set di triangoli o meglio, suddivisione in triangoli irregolari i cui vertici rappresentano punti di caratteristiche note. È basato sul modello dati vettoriale. Terne di punti prossimi fra loro vengono individuate come vertici di faccette triangolari. La superficie risultante è una mosaicatura completa di triangoli irregolari. iii. Spatial moving average o altre tecniche matematiche Applicabile con i modelli dati vettoriale e raster: è diffuso in quasi tutti i GIS, calcola nuovi valori di ogni punto basandosi sui valori dei punti limitrofi, viene effettuata una media pesata dei valori dei punti noti. I pesi vengono calcolati inversamente alla distanza rispetto al punto considerato. Esiste un opzione che assegna la distanza limite: è necessario scegliere il numero di punti limitrofi (filter). iii.i. Inverse distance weighting (IDW) È una delle tecniche più comuni. Si assume che i punti siano via via meno correlati fra loro in funzione della distanza. Il risultato è una superficie che deriva dalla media dei valori del punto in esame e degli n punti più prossimi, pesata sulla distanza. 105 iii.ii. Regularized smoothing Spline with Tension Regularized smoothing Spline with Tension Metodo basato sull'utilizzo di funzioni radiali per interpolare dati puntiformi molto sparpagliati. È possibile intervenire su un parametro di “tensione” e su un parametro di “smoothness” che controllano il modo in cui una superficie elastica viene “drappegiata” sui punti. Il risultato è una funzione derivabile e continua. iv. Trend Surfaces Usa polinomi di regressione per adattare una superficie (minimi quadrati) a tutti i punti. Permette all’utente di scegliere l’ordine del polinomio che crea una superficie che meglio si adatta ai punti in esame. Al crescere dell’ordine del polinomio cresce la complessità della superficie, alti ordini del polinomio non generano necessariamente più accurate superfici. Minore è il valore dell’RMS, meglio la superficie rappresenterà i dati di input, gli ordini più comuni dei polinomi sono dal 1 al 3. v. Kriging Tecnica di interpolazione sviluppata in campo minerario da D. G. Krige. Metodo basato sulla teoria delle variabili regionali (geostatistica). Assume che la variazione spaziale rappresentata dai valori dei punti sia statisticamente omogenea, usa funzioni matematiche per modellare la variazione della coordinata z all’interno dell’area dei punti campionati. La variazione è misurata usando la semi varianza e con la costruzione di un semi-variogramma, grafico con in ordinatela semi varianza e in ascisse la distanza tra le coppie dei punti. (Semivariogramma: metodo per predire l'autocorrelazione spaziale, ed evidenziare drift e spatial autocorrelation, noti i quali è possibile interpolare). 106 114. Possibili considerazioni La qualità del risultato dell’interpolazione (accuratezza) dipende da: i. ii. iii. iv. l’accuratezza dei punti noti, dal loro numero, rilevazioni prodotte (1, 10, 100, 1000, 10000, ecc.), dalla loro distribuzione spaziale, dalle funzioni matematiche adottate. Le funzioni matematiche, approssimano il fenomeno spaziale (ed esempio: quota, temperatura e tutti i fenomeni fisici) e poi estrapolano i valori non noti, da ciò, la scelta del modello di calcolo è essenziale per l’ottenimento di risultati “ragionevoli”. Risultato migliore = funzione matematica che meglio rappresenta il fenomeno fisico Ad esempio la variazione di temperatura ha una variabilità regolare cosa non rilevabile con le variazioni altimetriche o con alcuni inquinanti. 107 115. Creating surface models (TINs) Ora si creerà una superficie utilizzando l’algoritmo di interpolazione TINs (Triangulated Irregular Networks). La prima operazione da compiere per poter creare la superficie è quella di caricare l’estensione ArcView 3D Analyst. Attivando l’estensione 3D Analyst, verrà aggiunta anche l’icona nella finestra di progetto di ArcView. Premendo il tasto New della finestra di progetto verranno aperte due nuove finestre, sotto riportate. La prima in cui verranno caricati i temi e nella seconda in cui saranno visualizzati (3D View). Qui sopra è stata riportata la barra dei pulsanti che è possibile utilizzare quando si è aperta la 3D Scene. Come precedentemente spiegato per le View anche per tale 3D Scene si devono impostare le proprietà, quindi dalla barra dei pulsanti Æ 3D Scene Æ Properties In cui è possibile impostare: i. Name ii. Map Units iii. Background color iv. v. Sun azimuth Sun altitude L’obbiettivo è quello di realizzare una superficie identica, per l’algoritmo di approssimazione utilizzato, a quella riprodotta a pag. xx, partendo dal tema puntuale “pt_qta_select.shp”. 108 Quindi dalla voce Surface: Selezionando la voce Create TIN from Features, sarà aperta una finestra, ove nel box di sinistra viene riportato il nome del tema caricato. Quindi la prima operazione da effettuare è quella di selezionare la colonna quota dal menu a discesa, al fine di attribuire alla voce Height surce il valore della quota del terreno in quel punto. Al termine premendo il tasto OK si aprirà una seconda finestra, la quale richiede la directory di dove si vuole salvare il Tin elaborato. Al termine del processo di interpolazione verrà visualizzata di defaul la superficie nella 3D Viewer, sempre di default verrà rappresentata la legenda ordinata in senso decrescente rispetto alle quote. Premendo il tasto Edit Legend, verrà aperta la finestra del TIN Legend Editor sotto rappresentata. 109 Il Legend Editor per la superficie ha una struttura maggiormente articolata rispetto a quella di un tematismo poligonale, lineare o puntuale. Infatti con tali opzioni possiamo “suddividere” e quindi rappresentare a nostro piacere la superficie prodotta dall’interpolazione solo con le facce “Faces”, opzione spuntata di default (immagine sopra rappresentata). Oppure solo mediante i punti - linee o solo da linee. Si vedano le successive rappresentazioni. Per entrambe le rappresentazioni e possibile modificare gli stili di visualizzazione mediante il tasto Edit e successivamente Apply. 116. Modellazione dell’ortofotocarta rispetto al modello TIN Si carichi nella View la porzione di ortofotocarta (precedentemente georeferenziata), Fotopiano2va.ipg, si ricordi di attivare l’estensione per la lettura delle immagini raster di formati *.jpg e successivamente quando si preme il tasto per aggiungere un tema ci si ricordi di selezionare dal menu a discesa Image Data Surce. Una volta presente l’immagine raster del fotopiano nella finestra di progetto e quindi visibile nella View una volta accesa, si effettui una copia nella finestra di progetto 3D Scene. Come si osserva il raster non è ancora modellato. 110 Quindi al fine di modellare il fotopiano, come se fosse una pellicola adagiata su una superficie con delle asperità si deve, dal menu dei comandi con il tema del fotopiano in rilevo, selezionate Theme Æ 3D Properties. Azionato tale comando si aprirà una finestra come quella sotto rappresentata. Come si nota dall’immagine sono le proprietà tridimensionali del Theme Fotopiano2va.jpg. Come immediatamente si nota di default e spuntata la voce Value or expression alla quale nel bob alla sua destra viene assegnato di defaul il valore zero (0). Quindi al fine di modellare il fotopiano sulla superficie del TIN basta spuntare la voce Surface e, se non dovesse essere gia presente, andare a cercare dove precedentemente si è salvato il TIN. Avendo completato correttamente i passaggi sopra descritti e premendo il tasto Apply nella finestra, il fotopiano rappresentato nel Viewer dovrebbe modellarsi come l’immagine sotto riportata. Si fa notare che la qualità del render fornito dal Viewer dipende quasi la totalità dalla risoluzione del fotopiano in input. 111 117. Sovrapposizione dell’aerofotogrammetrico al fotopiano modellato e tridimensionalizzazione dell’urbanizzato presente Ora il passaggio che si vuole descrivere consiste nella sovrapposizione, a quanto ottenuto nel precedente capitolo, con l’aerofotogrammetrico il quale è stato depurato di tutto tranne dell’urbanizzato. Al fine successivamente di procedere con l’estrusione dei singoli edifici rispetto alle loro reali altezze (calcolate mediante la sottrazione dalla quota di gronda la quota di terra). Tali calcoli sono stati prodotti a parte, non in ambiente ArcView. In un secondo momento, è stata popolata la tabella attributi relativa al tema dell’urbanizzato, al fine di ottenere una colonna di nrecord, quanti sono gli edifici presenti, all’interno della quale sono contenute tutte le altezze calcolate. Quindi si apra i tema Pl_Afg_shp Come si evince dall’immagine sopra riportata vi è una perfetta sovrapposizione tra l’aerofotogrammetrico vettoriale e l’ortofotocarta (si osservi l’immagine a destra riportata). Quanto precedentemente esposto trova conferma nell’estratto della tabella attributi del tema poligonale dell’urbanizzato. Ora come effettuato precedentemente con il tema raster effettuiamo una copia nella finestra progetto del 3D Viewer. 112 Come è logico aspettarsi la posizione dell’urbanizzato si troverà sotto la modellazione del fotopiano, quindi dalle proprietà 3D, Theme Æ 3D Properties. Come effettuato per la modellazione del fotopiano rispetto alla superficie del TIN, anche in questo caso si deve dare come riferimento di Surface il TIN precedentemente elaborato. Ora si deve richiedere ad ArcView di estrudere i poligoni, rappresentativi dell’urbanizzato, rispetto al valore computato nella colonna Altezza presente nella tabella attributi. Premendo sul tasto evidenziato si aprirà una finestra Expression Builder, all’interno di tale finestra dovremo selezionare la colonna altezza come riferimento. Un ultima impostazione, ma per questo non meno importante, risulta essere la selezione della voce Adding to base heighter dal menu a discesa. Al fine di produrre una leggera trasparenza dell’urbanizzato, basta premere sul tasto Advanced e sceglier un valore di circa il 10% alla voce Percent Trasparent. Al fine di ottenere un’immagine simile a quella sotto riportata. 113 118. Sovrapposizione del Prg vigente Come esempio prendiamo il tema vettoriale del Prg vigente, ma è ovvio che potremmo prendere qualsiasi altro strato informativo (carta pedologica, uso del suolo, piano assetto idrogeologico ecc.), quindi apriamo prima nella View il tema Prg_select_region.shp e successivamente lo copiamo nella finestra di progetto del Viewer 3D. Il procedimento ormai è sempre il medesimo, ovvero si deve porre il Prg sulla superficie del fotopiano modellata sul TIN, quindi si deve spuntare la voce Surface e selezionare il TIN precedentemente creato. Ora al fine di rendere evidenti le singole zone omogenee del Prg è opportuno dare un leggero incremento alla voce Estrude feature … al fine di estrudere le regioni rappresentanti le zone omogenee (si tiene a precisare che le retinature non è possibile mantenerle quindi è opportuno selezionare dei colori pieni). Alla voce Advanced al fine di migliorare l’output è preferibile utilizzare un 15% alla voce Percent Trasparent Al fine di ottenere verosimilmente una rappresentazione come quella sotto riportata.
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