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Anno V - Numero 107 - Mercoledì 4 maggio 2016
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Euromania
Immigrazione
A Bari
Padoan s’attacca
pure a Schengen
I profughi ora
arrivano in aereo
Fiera del Levante:
doppia inchiesta
a pag. 2
Fruch a pag. 9
Compagnoni a pag. 5
SI LAVORA AL COMPLETAMENTO DEL PROGRAMMA PER IL CAMPIDOGLIO COL CANDIDATO CHE STAVA ANCHE NELLE PROPOSTE DI LEGA E FDI AD ELETTORI E ISCRITTI
di Francesco Storace
Lodi hanno arrestato l’ennesimo amministratore
con la casacca del Partito
democratico. Ovunque
governano, i Cinque stelle
combinano fracassi.
Ma davvero dovremmo correre il
rischio di far governare Roma a uno
di questi soggetti?
È vero che è strano vedere Giorgia
Meloni lontana da noi. Ma anche da
Alessandra Mussolini e Renata Polverini. E da tanti altri di noi. Sono
cose che succedono quando anziché
puntare a conquistare Roma si mette
nel mirino chiunque a destra non si
inginocchi agli ordini di un partitino.
Lo diciamo da mesi: o il partito o la
città. Se scegli il partito non te ne
frega nulla della città. Se scegli la
città, non metti veti di partito a chi
non sta nel tuo.
Ma nella Capitale non si può rischiare la sconfitta per una specie
di politichese che avvolge la destra
romana, o meglio quella parte di
destra romana che non tollera altre
presenze. Anche se ci ha governato
insieme per tanti anni e ora fa finta
di non conoscere nessuno. Molti vi
conoscono, però, e stanno ben lontani. Prima dei partiti per noi c’è
Roma.
Con Alfio Marchini si è ragionato,
si sta ragionando, della città. Senza
pensare a poli e contropoli. E, con
mia sorpresa, non ha avuto nulla in
contrario alla presenza della lista
Storace in coalizione se raggiungeremo l’intesa di programma, che
credo sia abbastanza vicina, stando
a quanto l’ingegnere ha dichiarato
in tv, a Piazza Pulita. A Roma hanno
governato destra (noi no e gli uomini
della Meloni sì) e sinistra. Bisogna
ricominciare daccapo, senza baccano ideologico. Siamo sicuri che
non sia proprio questo il momento?
Se si rispetta la nostra identità - è il
caso di Marchini ma non della Meloni, incredibilmente - non c’è altra
scelta.
A
PRIMA ROMA
Basta col politichese che rischia di consegnare la città al Pd o ai grillini
Se sceglieremo Marchini sarà per un nuovo inizio per la Capitale
Del resto, prima o poi qualcuno ci
dovrà spiegare perché Marchini
possa essere votato dagli elettori
che si recarono alle primarie della
Lega dove arrivò in prima posizione
(persino davanti all’attuale capolista
di Salvini, la Pivetti...) e non da noi.
Oppure, perché agli iscritti di Fratelli d’Italia sia stata sottoposta una
serie di opzioni compresa la sua
candidatura e non la mia. Non ri-
ARRESTATO IL SINDACO DEM DI LODI
spondono: né Salvini né la Meloni.
Ecco perché la nostra scelta si è ridotta a due opzioni, andare da soli
o con Marchini. Da soli, avremmo
favorito l’arrivo di Roberto Giachetti
al ballottaggio contro la Raggi, stando ai sondaggi seri e non a quelli
commissionati agli amichetti di palazzo su cui possiamo raccontare
storie non proprio esaltanti; con
Marchini si possono vincere le ele-
zioni. Con la nostra lista e la mia
candidatura come capolista a sostegno di un’esperienza civica identica a quella che può vincere a Milano e a Napoli o a quella che ha
già vinto a Venezia.
Se ci sarà l’intesa, noi ci saremo per
portare il nostro bagaglio di esperienza e la nostra pulizia morale, di
cui in Campidoglio c’è drammatico
bisogno per la rinascita. Altrimenti,
il rischio che corre Roma è di vedere
altre gazzelle nelle case di assessori
o consiglieri targati a sinistra o di
bloccare qualunque opera se vincono i grillini.
Io non voglio vedere la fine di Roma,
ma sogno un nuovo inizio per la Capitale d’Italia. Senza personalismi.
Io e lo stesso Bertolaso lo abbiamo
dimostrato con la forza dei gesti e
dei fatti.
IL CAPO DELLA CEI A POCHI GIORNI DAL VOTO SUL DDL CIRINNÀ: NON SIANO EQUIPARATE AI MATRIMONI
Unioni civili, Bagnasco avverte Renzi
anciando la sua campagna
(di vita o di morte) per il referendum d’ottobre, Renzi
aveva l’altro giorno anche assicurato che la prossima settimana
il Parlamento arriverà al varo della
legge sulle unioni civili. Secondo
i più maliziosi un messaggio implicito: dalla lobby omosessuale
si ricordino di noi e mettano la
faccia nei comitati da mandare
porta a porta a convincere gli italiani a votare sì.
Ma l’altolà torna a farsi sentire
dal cardinale Angelo Bagnasco,
che a margine dell’incontro avuto
tra i vescovi italiani e papa Bergoglio ha di nuovo chiarito la posizione della Chiesa italiana. E
cioè avanti con “i diritti individuali
che ognuno legittimamente ri-
L
Piovono manette
Calvo a pag. 3
vendica”, ma senza che le “unioni
civili siano equiparate ai matrimoni”, come avviene appunto
con la legge Cirinnà, nella quale
“l'assenza di fedeltà è l'unico discrimine tra una cosa e l'altra”.
E in qualche misura c’è traccia di
altri distinguo dalle posizioni del
premier Renzi anche nelle parole
riservate al verso che sta prendendo il mondo, dal Ttip in giù.
“Ci sono centrali di potere che
hanno la forza di condizionare
scelte, culture e legislazioni. Hanno
grandi risorse e un obiettivo: mirano a destrutturare la persona
con ciò che provoca smarrimento,
per manipolare meglio. Vogliono
indebolire il senso di appartenenza”
e quindi il vivere insieme perché
“in nome di un'autonomia asso-
luta. Si dice di voler affermare e
potenziare l'individuo ma lo si
isola in se stesso così si può
usare meglio”. Mentre anche la
posizione sull’accoglienza sembra
perdere quei forti connotati terzomondisti, laddove per Bagnasco
il muro del Brennero “spero non
sia fatto. Magari sono reazioni a
caldo, nelle quali prevale la voce
della paura. Speriamo che le cose
si sciolgano. L'Italia finora ha dato
buon esempio”.
Un giudizio che però non condanna le posizioni come quelli
dei vescovi ungheresi, che non
hanno criticato il governo magiaro:
“La Chiesa propone e difende i
valori. Individuare le decisioni
operative non è compito nostro”.
E lo stesso dicasi per Brexit: “Bi-
sogna stare sul luogo per capire,
come vescovi europei ci sentiamo
di dire che dobbiamo cogliere il
messaggio che c'è dentro. Perché
tutto questo esprime un disagio
oggettivo o perlomeno soggettivo
che deve far riflettere gli organismi
Robert Vignola
europei”.
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Mercoledì 4 maggio 2016
ATTUALITA’
UN GOVERNO A CORTO DI IDEE
Padoan si attacca a Schengen
Il ministro dell’Economia vede peggiore il rischio della sospensione del trattato rispetto alla stessa crisi dell’euro
di Robert Vignola
Q
ual è più pericolosa tra
le parole d’ordine sovraniste, la messa in discussione dell'accordo di
Schengen o la crisi dell’euro? La prima, anche perché la
seconda condizione, quella della
moneta unica, resta “irreversibile”
nei pensieri dei conducenti del vapore. La curiosa “classifica” è del
ministro dell'Economia Pier Carlo
Padoan, che ne ha parlato nel corso
di un convegno alla facoltà di economia de La Sapienza. Quello dei
rifugiati, secondo Padoan, "non è
solo uno shock esogeno come lo
chiamano gli economisti ma un cambiamento di stato della natura". Infatti
"in molti paesi confinanti con l'Europa
non ci sono più condizioni di vita
dignitose e la gente vede l'Europa
come un rifugio sicuro". Bene: ma
allora perché i rifugiati non si riversano in Arabia Saudita, dove il pil è
maggiore del nostro, la cultura identica a quella dei rifugiati e la lingua
pure? Mistero irrisolto.
Ma Padoan teme il fatto che in di-
scussione ci sia ormai il trattato di
Schengen che per l'Europa è stato
"un grande risultato" e ciò "è più
pericoloso della crisi dell'euro per-
ché mette al centro diverse visioni
nazionali dell'Europa che rischiano
di prevalere". E sull'innalzamento
di barriere da parte di alcuni Paesi
tiene a sottolineare:
"Avere frontiere europee efficienti non significa
innalzare
muri". Che l’Italia non
abbia né le une né gli
altri è elemento tanto
marginale da non essere stato citato. Tant’è: il ministro ha insistito su un altro elemento "di cui c'è bisogno in Europa è la
fiducia reciproca. Un
Paese prima deve rispettare le regole, poi
deve discutere le regole sedendosi allo
stesso tavolo con gli
altri Paesi, a maggior
ragione in un momento eccezionale come
questo". Scendendo
nello specifico, Padoan ha spiegato che facendo leva soltanto
sulla "condivisione del rischio" c'è
fra alcuni Stati europei il forte timore
che "qualche Paese faccia il furbo
e che i cittadini di una nazione deb-
bano pagare i cattivi comportamenti
di un altro Paese". Da questo atteggiamento, spiega Padoan, "deriva
una scarsa fiducia: non ci fidiamo
gli uni degli altri".
E su Brexit? Per Padoan sarebbe
grave "per due motivi: in sé perché
priverebbe l'Europa di un meccanismo di integrazione, ma soprattutto
perché rappresenterebbe un esempio non virtuoso di come si può
uscire, pur nel rispetto di tutte le
regole democratiche tramite il referendum, da un accordo". Una situazione che "metterebbe in moto
possibili meccanismi analoghi in
altri paesi in un momento in cui
l'Europa sta diventando, nella percezione di molti, non la soluzione
ai problemi, ma un problema". Sulla
crescita in Europa inoltre Padoan
ribadisce :"non è vero che è destinata alla bassa crescita perenne".
E aggiunge: "l'Europa rimane
un'economia avanzata: ci sono enormi spazi non sfruttati, come il mercato interno europeo che è ancora
lungi dall'essere completato". Ci
vuole più Europa, insomma. Come
sempre.
PER PRESENTARSI ALLE ELEZIONI OBBLIGATORIO IL PROGRAMMA, MENTRE PUÒ BASTARE UNA “DICHIARAZIONE DI TRASPARENZA”
Al voto anche senza statuto: salvato il M5S
S
i è dissolta come una bolla
di sapone la bufera per la
cosiddetta legge anti-Cinque Stelle.
Il risultato emerso con il testo
base sulla riforma dei partiti
depositato in commissione Affari costituzionali della Camera
somiglia infatti a una fumata
grigia. Continua a prevedere
infatti la possibilità di escludere dalle elezioni quei partiti
che non saranno dotati di uno
statuto, ma potranno correre
se saranno muniti di una “dichiarazioni di trasparenza”.
Una norma questa che - e la
maggioranza non ha mancato
di sottolinearlo - va proprio
incontro a quei movimenti che
non sono organizzati come
un partito politico e non hanno
uno statuto.
Non potranno invece partecipare alle elezioni quei partiti
che non presenteranno il programma elettorale.
La proposta di legge sulla riforma dei partiti, elaborata
dal relatore Matteo Richetti
(Pd) sarà il testo base su cui
lavorerà la commissione Affari
costituzionali della Camera,
impegnata finora nell'esame
di 18 diverse proposte di legge di attuazione dell'articolo
49 della Costituzione.
Il testo predisposto da Richetti
prevede quindi una norma
che prevede l'esclusione dalla
competizione elettorale per
quelle formazioni politiche
che non sono dotate di uno
statuto o che, perlomeno, non
abbiano depositato una "dichiarazione di trasparenza"
che, dunque, diventa "sostitutiva" dello statuto. Nel testo,
infatti, si parla espressamente
di "statuto" o di "dichiarazione
di trasparenza" per quei partiti
o gruppi politici organizzati
che si trovino "in assenza dello
statuto".
Viene superata così la norma
più stringente prevista dalla
proposta di legge del vicesegretario del Partito democratico Lorenzo Guerini, che
prevedeva invece l'esclusione
dalle elezioni per quei partiti
privi della personalità giuridica ovvero "non iscritti nel
R.V.
registro nazionale".
UN’ASSOCIAZIONE DENUNCIA: CANCELLATE LE CONTRAVVENZIONI AGLI AMMINISTRATORI GRILLINI
Gioco di prestigio sulle multe a Parma
ominciarono da Bologna,
con un vaffa-day ormai storico. A un centinaio di chilometri di distanza, però, i vaffa
ora finiscono all’indirizzo di chi
disturba il conducente a cinque
stelle.
Nella città ducale impazza nelle
ultime ore la bufera perché le
multe inflitte ad alcuni amministratori sarebbero state fatte sparire con un gioco di prestigio.
Questo almeno quanto sostengono dal Movimento Nuovi Consumatori, secondo il quale alcune
multe sarebbero state annullate
alla vicesindaco Nicoletta Paci,
all'assessore al Bilancio Marco
Ferretti e al presidente del Consiglio comunale Marco Vagnozzi.
Contravvenzioni a suo tempo elevate per parcheggi in Borgo San
C
Vitale, negli stalli attigui al Palazzo
Municipale alle quali i tre si sarebbero opposti. Il Comandante
Gaetano Noè aveva fatto richiesta
di archiviazione per buona fede
colposa. Motivazione piuttosto…
creativa, occorre riconoscere.
Fatto sta che il capogruppo M5s
ha affidato ad un video su Facebook la sua rabbia. Con il turpiloquio che regna sovrano: “Sono
nel parcheggio del Comune per
cercare di fare chiarezza su quanto
sta emergendo sui giornali” esordisce Bosi in un filmato in puro
stile grillino.
“Sono incazzato come una bestia
perché non sopporto che ci sia
qualcuno che va in giro a raccontare balle. Greci ha raccontato
che questa Amministrazione si
sarebbe fatte togliere le multe: il
nome è stato accostato a fatti
che non sono come li ha rac-
contati Greci. Questa macchine
sono di assessori che come tutti
i giorni parcheggiano qui perché
hanno l'autorizzazione per farlo.
All'inizio di questo mandato avevamo tre parcheggi che costavano
seimila euro all'anno e abbiamo
deciso che consiglieri e assessori
potevano parcheggiare qui. I fatti
sono andati diversamente: per
due anni gli assessori hanno parcheggiato qui e un Vigile di sua
iniziativa ha sanzionato un veicolo.
Penso che chiunque di voi avrebbe fatto ricorso quando si vede
una sanzione non corretta sul
cruscotto. Chi oggi dice che questa Amministrazione si fa togliere
le multe dovrebbe avere il coraggio di dire che le auto erano
autorizzate. Ci sono dipendenti
che non gradendo questa Amministrazione pensano di giocare
la politica in questo modo”.
Come dire: dal “vaffa” al “lei non
sa chi sono io” il passo è molto
R.V.
breve…
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Mercoledì 4 maggio 2016
ATTUALITA’
TURBATIVA D’ASTA PER APPALTI SULLE PISCINE, IL PRIMO CITTADINO FINISCE DENTRO E INGUAIA IL PREMIER
Avanti un altro: in manette
il sindaco Pd di Lodi
In galera Simone Uggetti, già braccio destro e successore del vicesegretario nazionale dem
Lorenzo Guerini, che lo difende - E i verdiniani gridano allo scandalo: “Assalto giudiziario”
ltro che questione morale.
Il Partito democratico di
Renzi è come non mai al
centro di scandali giudiziari da nord a sud, isole
minori (vedi Ischia) comprese. E il
record di indagati, inquisiti, condannati, continua ad aggiornarsi continuamente. L’ultima disavventura
giudiziaria in ordine di tempo vede
al centro della bufera il sindaco
dem di Lodi Simone Uggetti, arrestato e rinchiuso nel carcere di
Pavia per turbativa d’asta. In relazione all’appalto per la gestione
delle piscine scoperte in via di aggiudicazione alla società Sporting
Lodi. In manette, con la stessa accusa, pure l’avvocato Cristiano Marini, responsabile del club e consigliere di Astem spa, la ex municipalizzata di proprietà del Comune
e socia del “circolo” sportivo.
Dopo l’inchiesta che ha travolto il
Pd campano, con l’ex consulente
del premier, Stefano Graziano, indagato perché ritenuto dagli inquirenti partenopei legato al boss dei
A
Casalesi Michele Zagaria, dalla magistratura italiana arriva un nuovo
duro colpo alla segreteria del presidente del Consiglio.Visto che Uggetti è considerato a tutti gli effetti
come un fedelissimo dell’attuale
portavoce e vicesegretario del Pd
Lorenzo Guerini. A cui è succeduto
in qualità di primo cittadino e per il
quale è stato assessore, per ben
due volte, nella sua giunta tra il 2005
e il 2013.
Non c’è pace per il presidente del
Consiglio, costretto ormai quotidianamente a dover difendere il suo
partito da continue inchieste giudiziarie che rischiano di pesare come
un macigno anche in vista delle elezioni comunali.
L’inchiesta della procura di Lodi è
nata dalla denuncia di una funzionaria
comunale, che si sarebbe lamentata
per aver subito “pressioni indebite
da parte del sindaco”, incaricata di
predisporre un bando di gara scritto,
secondo gli inquirenti, su misura tra
requisiti stringenti e presunte norme
ad hoc per favorire lo Sporting Lodi,
rappresentata da Marini, che s’è aggiudicato la gara. Con i fatti contestati
che risalgono al mese di marzo e
gli arresti scattati per “l’alto rischio”
di inquinamento delle prove. Visto
che per i pubblici ministeri, gli arrestati,“in alcuni casi anche con successo”, hanno provato “a nascondere
prove indispensabili per la ricostruzione dei fatti pure attraverso la formattazione di computer”.
Perquisizioni a tappeto con l’acqui-
sizione di documenti in Comune,
con Uggetti che è stato temporaneamente sospeso dalla carica di
primo cittadino e le sue funzioni
assegnate al vicesindaco e assessore alla Cultura e Istruzione Simonetta Pozzoli. E Guerini che pur
confidando nel lavoro dei giudici
difende Uggetti, “amministratore
competente e accorto, persona corretta e limpida”. Non per la magistratura. Con il Pd messo alle strette
dai diversi schieramenti politici
dell’opposizione che chiedono le
dimissioni immediate di Renzi. Difeso a spada tratta dai verdiniani
di Ala che attraverso il senatore
Vincenzo D’Anna parla addirittura
di “un’offensiva della magistratura,
che vuole giocare un ruolo politico,
contro il premier e il governo”. Dichiarazioni pesanti, questa volta
pronunciate non da esponenti di
Forza Italia in difesa del proprio
leader, Silvio Berlusconi, ma da un
gruppo che rappresenta a tutti gli
effetti una delle stampelle dell’eseM.C.
cutivo Renzi. Accerchiato.
TUTTA IN SALITA LA STRADA PER IL RITORNO DEL MARÒ, RENZI COSTRETTO A CALARE LE BRAGHE CON MODI
Girone in Italia sotto la tutela dell’India
Altro che successo politico e diplomatico, per riportare a casa il Fuciliere serviranno garanzie
e rassicurazioni concrete - La sentenza del tribunale internazionale lascia l’amaro in bocca
on è ancora arrivato il momento di esultare, la partita
per il ritorno in patria di
Salvatore Girone è tutt’altro che
chiusa. E quell’incredibile (all’apparenza) “messaggio d’amicizia”
inviato dal premier Renzi all’omologo indiano Modi, trova le prime
spiegazioni. L’Italia per riportare
a casa il Fuciliere di Marina, in libertà vigilata da oltre quattro anni
all’interno della nostra ambasciata
a New Delhi, dovrà tornare a trattare con l’India. Lo mette nero su
bianco il tribunale dell’Aja, che ha
accolto la richiesta italiana di far
rientrare il Marò in attesa dell’esito
dell’arbitrato. Ma nelle motivazioni
N
di sentenza spiega che fino alla
conclusione della disputa, il militare
“resterà sotto l’autorità della Corte
Suprema indiana”. Chiamata a validare le eventuali condizioni concordate tra i due paesi in causa,
invitati a “collaborare per ottenere
un allentamento delle condizioni
cautelari di Girone così che possa,
in base a considerazioni di umanità,
tornare in Italia”.
Ha poco da esultare, il presidente
del Consiglio. Visto che Palazzo
Chigi aveva chiesto al tribunale
di far rientrare Girone “sotto la
responsabilità delle autorità italiane”. Per un’istanza respinta
che conferma le dichiarazioni pic-
cate di New Delhi subito dopo le
indiscrezioni che anticipavano
una sentenza che non ci sorride
completamente, tutt’altro. Perché
l’esecutivo per riportare a casa il
Marò sarà costretto a scendere
a patti con l’India. Serviranno assicurazioni e rassicurazioni concrete. E ancora, la garanzia della
presenza dei due Fucilieri per un
eventuale processo a loro carico
a New Delhi nel caso l’arbitrato
dovesse dare ragione all’India. E
lo scotto da pagare, probabilmente, comprenderà pure la consegna del passaporto di Girone
alla Corte Suprema una volta rimpatriato, “magari” anche con il
divieto di viaggiare all’estero senza
permesso.
Altro che successo politico e diplomatico. Si tratta di una vittoria
di Pirro. E adesso viene il difficile.
Ce la farà Renzi a convincere l’India? E se sì, in che modo? E soprattutto, a quale prezzo?
All’Italia non resta che calare le
braghe davanti al forcaiolo Modi,
colui che ha sempre chiesto la
testa dei nostri Marò invocando
la linea dura. Per ottenere una
misura, transitoria, attesa da oltre
quattro anni. Davvero troppo tempo per una vergogna che non
sembra finire mai.
Mentre i ministri indiani continuano
a sottolineare che l’esecutivo “si
batterà per difendere i diritti del
Paese e tutelare le famiglie delle
vittime”, la vedova di uno dei due
pescatori (scambiati per pirati)
ammazzati (Jelastine e Ajesh Pinku), della cui uccisione sono accusati Latorre e Girone, sembra
aver cambiato idea. E al “Times
of India” parla di quanto sia stato
difficile andare avanti dopo la perdita improvvisa del marito. “Tuttavia, spiega l’ex signora Jelastine,
l’appoggio che abbiamo ricevuto
da più parti ci ha dato la speranza
e aiutato a far ripartire le nostre
vite. Per questo motivo non insisterò perché i Marò vengano pro-
cessati e puniti. Non sono contraria
alla loro liberazione”.
Anche le famiglie delle vittime “assolvono” i due soldati italiani, ritenuti
“colpevoli” senza possibilità di appello ancor prima di subire un
giusto processo. Senza nemmeno
conoscere il capo di accusa che
pende sulla loro testa. Vittime di
una pena anticipata mai ricevuta.
Marcello Calvo
L’EX ASSESSORE ALLA SANITÀ ARRESTATO PER TANGENTI COMPARE AL PIRELLONE. I GRILLINI GIUSTIZIALISTI SI SCATENANO
Mantovani torna in aula e scoppia il caos
Tensione in Consiglio Regionale e seduta sospesa: “Mi hanno impedito di parlare”
agarre al Pirellone per il ritorno
dell’ex assessore alla Sanità Mario
Mantovani, arrestato nell’ottobre
scorso con l’accusa di tangenti e rimesso
in libertà il mese scorso. Non appena
comparso in aula, l’ex vicepresidente
della Regione Lombardia è stato preso
di mira dagli esponenti del M5s che
hanno urlato “vergogna” ed esposto uno
striscione, poi rimosso, con la scritta
“onestà”. Occupando perfino i banchi
B
della maggioranza. Un gesto che non è
piaciuto nemmeno a un piccolo gruppo
di spettatori presenti che ha ribattuto
per le rime, urlando: “Viva Mario!”. E
così la seduta, inizialmente prevista per
le 10 del mattino, è iniziata con due ore
di ritardo con il presidente del consiglio
regionale, Raffaele Cattaneo, seduto al
posto del governatore Roberto Maroni,
assente. E nel pomeriggio è arrivata
anche la sospensione. Quando Mantovani
ha chiesto di prendere la parola per l’annunciato intervento in programma, la
situazione è precipitata. I pentastellati a
quel punto gli si sono piazzati davanti
impedendogli di fiatare. Salvo poi essere
espulsi. Con il clima letteralmente rovente
pure per la notizia dell’arresto del primo
cittadino (sospeso) Pd di Lodi, Simone
Uggetti. E così la seduta è stata rinviata
definitivamente ma le polemiche sono
continuate. Con i consiglieri grillini che
attraverso il capogruppo Gianmarco Corbetta si sono scagliati prima contro i democratici, bollando i loro amministratori
locali una “sciagura per i comuni italiani”
e poi se la sono presa con Mantovani,
ancora in attesa di un giusto processo.
“E’ una vergogna, l’attacco, che si sia
presentato al Pirellone. La sua presenza
infanga l’immagine di una istituzione, la
Regione Lombardia, che già di suo non
gode di buona reputazione a causa degli
scandali che si susseguono da anni”.
Piccata, la replica dell’ex assessore alla
Sanità: “Mi hanno impedito di parlare,
ma la democrazia ha i suoi tempi”.
Caos al Pirellone: Uggetti in manette,
Mantovani nuovamente in aula. Pane
per i denti dei giustizialisti a priori pentastellati. Una occasione, servita su un
piatto d’argento, per fare baldoria. M.Z.
4
Mercoledì 4 maggio 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
ABUSI SU TRE MINORI, IL PM NE AVEVA CHIESTI DICIOTTO
Quindici anni a Nucci, il pr amico dei vip
Il legale di parte civile, Cristina Cerrato: “È stato particolarmente abile nello scegliere le vittime più vulnerabili”
AMMINISTRATIVE
Bossi non promuove
Meloni sindaco
L’anima del Carroccio: “Non so se
la voterei, non mi convince”
n’occasione persa. In partenza.
Così Umberto Bossi, il leader
storico della Lega, legge gli avvenimenti capitolini in vita delle elezioni
amministrative.
“A Roma si sta perdendo una grande
occasione, perché, dopo il disastro di
Marino, il centrodestra poteva vincere
a mani basse”, è lo sfogo del senatùr
dalle colonne del settimanale “Oggi”.
“Invece, sono stati commessi tanti
errori, da parte di tutti”. Con un rimpianto in particolare: “Ci voleva maggiore unità. Ora si va divisi e nessuno
riuscirà a vincere”. E poi, l’ammissione:
U
di Marco Compagnoni
stato condannato a quindici anni di carcere e trentamila euro di multa. E’ la
sentenza emessa, a conclusione del procedimento con il rito abbreviato, dal gup
Giacomo Ebner nei confronti di
Claudio Nucci, 56enne, il pierre romano amico dei vip e finito in manette per induzione alla prostituzione
minorile e detenzione di materiale
pedopornografico.
Il processo verteva sull’accusa di
È
aver fatto sesso con tre ragazzini
minorenni in cambio di soldi e di
regali. Il magistato ha anche disposto il risarcimento in separata
sede per le parti lese. Una condanna
scontata di tre anni rispetto alla richiesta avanzata dal pm Eugenio
Albamonte, che ne aveva chiesti
diciotto.
L’imputato doveva rispondere di
aver adescato i tre giovani, residenti
tra Ponte Milvio e Roma Nord, ed
aver fatto, e filmato, atti sessuali con
loro. L’uomo, frequentatore e animatore della movida di Roma Nord
aveva tra i suoi quattromila contatti
Fb anche Marco Prato, arrestato per
l’omicidio di Luca Varani, nel quartiere Collatino
Dall’esame degli sms emerse che
Nucci chiedeva ai giovanissimi di
inviargli anche loro foto e video in
cui erano ritratti in atteggiamenti
sessuali. Non solo, secondo l’accusa,
l’indagato avrebbe minacciato i ragazzi di “raccontare tutto” ai genitori
per convincerli a proseguire negli
incontri.
Nell’ordinanza di custodia cautelare
il gip rileva come “le attività tecniche
di intercettazione - si legge nel provvedimento - hanno consentito di accertare che l’indagato ha avuto contatti recentissimi con minori nonché
con numerosi altri ragazzi di sesso
maschile non identificati, ma presumibilmente minorenni in relazione
ai quali il pm riferisce essere necessarie ulteriori attività d’indagine”.
Ciò, si evidenzia nell’ordinanza, rende necessaria la misura cautelare
in carcere relativamente alla capacità
di reiterare i reati contestati, ovvero
prostituzione minorile aggravata e
pornografia minorile.
“Nucci è stato particolarmente abile
IL CAMPIDOGLIO DISERTA L’ASSEMBLEA DEI SOCI
Fiera di Roma, atteso il Tar
Il 17 maggio i giudici dovrebbero discutere la causa
avanzata da Investimenti Spa contro il Comune
a patata bollente della
Fiera di Roma potrebbe
finire nelle mani dei giudici del Tar del Lazio, che dovrà esprimersi sul ricorso che
Investimenti Spa ha presentato
contro il Comune di Roma
per il mancato trasferimento
della delibera regionale e sulla nomina del commissario
ad acta.
Sono le indiscrizioni riportate
dall’agenzia Dire.
Ieri, infatti, il Campidoglio non
si è presentato all’assemblea
dei soci della controllante Investimenti spa, un’assenza
pesante per gli altri soci, soprattutto dopo decisione del
commissario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca,
di non trasmettere alla Regione Lazio la delibera sulla
valorizzazione della ex fiera.
Stando alla ricostruzione della
Dire, i soci, a partire dalla
Camera di commercio di
Roma, hanno preso male il
mancato confronto con il Comune che, ha fatto notare
qualcuno, non ha nemmeno
L
avvisato l’assemblea. Quindi
la situazione potrebbe essere
sbloccata proprio dal Tar. A
tutela della Fiera, che rischia
il fallimento, la controllante
(partecipata da Camera di
commercio, Comune di Roma
e Regione Lazio) ha chiesto
al Tribunale amministrativo di
nominare un commissario ad
acta per sbloccare l’iter della
delibera approvata dall’Assemblea capitolina lo scorso
luglio.
Il testo che dà il via libera
alla vendita della struttura
sulla Colombo è diventato ormai l’ultima àncora di salvezza
per la nuova Fiera di Roma,
che al Tribunale fallimentare
“Io, sinceramente, non saprei per chi
votare. Anche la Meloni, sostenuta
dal mio partito, non mi convince del
R.V.
tutto”.
nello scegliere le vittime più vulnerabili - ha dichiarato l’avvocato
Cristina Cerrato, difensore di parte
civile dello zio di una delle giovani
vittime - Le vittime hanno riportato
un grave danno anche per l’enorme
sfiducia che ora hanno nei confronti
degli adulti”.
Al termine dell’inchiesta nel febbraio scorso Nucci fu arrestato ed
è ancora detenuto nel carcere di
Regina Coeli.
IL TRIBUNALE DECIDERÀ SULLA RICHIESTA DI REVOCA
ha aperto una procedura di
concordato preventivo. Ma nei
giorni scorsi dal Campidoglio
è arrivato un rifiuto netto a
inviare la delibera in Regione
per il completamento dell’iter.
Le carte in via Flaminia sono
arrivate già da un po’ e il 17
maggio i giudici dovrebbero
discutere la causa.
Di certo, l’assenza del Comune all’assemblea dei soci
non aiuta a rasserenare il
clima intorno a Fiera, che ormai vede nelle aule di Tribunale una societá interamente
controllata dal pubblico schierarsi contro uno dei soci. Al
momento, però, il Tar per Investimenti spa rappresenta
l’ultima possibilità di sbloccare
la situazione e garantire il
passaggio della delibera in
Regione, anche attraverso la
nomina di un commissario. A
questo punto, però, sarà la
stessa controllante a chiedere
al Tribunale fallimentare una
proroga del concordato, visto
che già il 25 maggio i fornitori
dovranno esprimersi sul piano
di rientro del debito che Fiera
ha nei loro confronti.
Una manciata di giorni che
evidentemente, ricostruisce
la Dire, anche se il Tar dovesse
dare torto al Campidoglio,
non basterebbe a espletare
l’iter della delibera.
Matei, la Procura
spinge per la semilibertà
“Le foto non sono un vulnus alla rieducazione”
l tribunale di sorveglianza di
Venezia si è riservato di decidere sulla richiesta di revoca
della sospensione della semilibertà per Doina Matei, la donna
romena che nel 2007 uccise
con un colpo di ombrello in un
occhio Vanessa Russo, durante
un litigio alla fermata della metro
a Roma.
La romena, che viveva di furti
sui mezzi pubblici, tentò poi la
fuga insieme a una complice.
Sono state successivamente individuate dalle forze dell’ordine.
Ora la Matei sta scontando i 16
anni di reclusione inflitti e confermati dalla Cassazione nel
2010. Le era stata concessa
anche la semilibertà: lavorava
di giorno in una cooperativa a
Venezia, ma le foto postate su
Facebook hanno spinto il magistrato, dopo lo sgomento della
pubblica opinione, a tornare sui
suoi passi sospendendo così il
provvedimento.
Nel corso dell’udienza di ieri, il
Pg a nome dell’accusa, ha dato
il suo nullaosta alla revoca della
sospensione per Doina Matei,
detenuta nel carcere femminile
I
dalla Giudecca a Venezia: “Non
sapevo di non poter usare Facebook e l’ho fatto per contattare
i miei figli, senza voler urtare
alcuna sensibilità. Non userò
più i social”, ha spiegato rilasciando le dichiarazioni spontanee in aula.
L’udienza, su richiesta della stessa Matei, si è svolta a porte
chiuse, ma a riportare le parole
della donna è stato il suo legale
Nino Marazzita che ha sottolineato che “il comportamento
della magistratura veneziana di
fronte a una vicenda così delicata
è stato esemplare”.
“Confidiamo - ha detto l’avvocato
Marazzita, che difende Doina
assieme a Carlo Testa Piccolomini - sull’apporto del Pg che
ha detto che il comportamento
della Matei non è un vulnus
che interrompe il processo rieducativo”.
A sostegno della richiesta di ritorno alla semilibertà per la loro
assistita, i legali della Matei
hanno portato numerose testimonianze e dichiarazioni scritte
sul comportamento irreprensibile nel suo iter carcerario.
5
8
Mercoledì 4 maggio 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
CON IL PROGETTO DI PALAZZO CHIGI E ASSOCIAZION, SBARCATE 101 PERSONE. NE ARRIVERANNO UN MIGLIAIO IN DUE ANNI
“Corridoi umanitari”: il governo
accoglie altri profughi
Saranno accolti nella Capitale e a Frosinone, ma anche a Torino, Milano, Firenze, Terni e Potenza
È iniziato il corso di italiano gratuito per i richiedenti asilo e i rifugiati politici
di Marco Compagnoni
ono sbarcati altri 101 profughi all’aeroporto di Fiumicino, 97 siriani e 4 iracheni. Sono arrivati alle 7
del mattino attraverso il secondo viaggio dei “Corridoi umanitari”. Si tratta del progetto pilota
che nel quadro di un accordo tra
governo italiano, Comunità di Sant’Egidio Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola
Valdese, ha già portato in Italia 97
profughi siriani.
Complessivamente prevede l’arrivo
di un migliaio di casi umanitari in
due anni, non solo dal Libano, ma
anche dal Marocco e dall'Etiopia.
Tra i profughi arrivati accolti nel
terminal 5 dai promotori del progetto
e da Mario Giro, sottosegretario del
governo, ci 44 sono bambini, 14 dei
quali soffrono di gravi malattie o
disabilità. Dieci nuclei familiari sono
costituiti da donne sole con minori.
I 101 sono giunti da Beirut con un
volo Alitalia, provengono dalla Siria,
Homs (33), Damasco (17), Hama
(13), Aleppo (12), Hassaka (12) e 4
da Bagdad e verranno ospitati da
una rete di case e strutture di accoglienza a Roma, Frosinone, Torino,
Milano, Firenze, Terni e Potenza.
S
Nel frattempo le Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) hanno
inaugurato ieri a Roma il corso di
italiano professionalizzante gratuito
rivolto ai richiedenti asilo e ai rifugiati politici, con la collaborazione
anche della Croce Rossa Italiana, il
Comitato Area Metropolitana di
Roma Capitale insieme al Circolo
Acli Orizzontilontani.
Le lezioni si svolgeranno il martedì
e il giovedì dalle 10 alle 12 presso
la sede provinciale delle Acli di
Roma in via Prospero Alpino, 20.
Il percorso formativo è stato realizzato, spiegano gli organizzatori, grazie al contributo del 5x1000 che i
cittadini hanno donato alle Acli, consentendo agli studenti interessati
di sostenere l'esame legalmente riconosciuto di livello A2 necessario
per la richiesta della Carta di Soggiorno in virtù della convenzione
che le Acli di Roma hanno stipulato
con l'Università per gli Stranieri di
Perugia e il Centro Territoriale Permanente Roma V.
Il corso aperto a tutti, colf, badanti,
disoccupati in cerca di lavoro nel
settore domestico e occupati, ha
visto la partecipazione di 40 iscritti
di 16 etnie differenti e si è articolato su 10 lezioni per un totale di
40 ore, al termine delle quali è
stato consegnato un attestato di
frequenza. Un lungo percorso, partito dall'area della relazione e della
cura della persona con particolare
attenzione alla gestione della casa,
fino ad arrivare all'area dei diritti,
soffermandosi soprattutto sul Contratto collettivo nazionale di lavoro
per i domestici e i titoli di soggiorno.
Un’organizzazione efficace e attenta sino ai minimi dettagli. Che
però rischia di far arrabbiare i
poveri italiani, sempre più ai margini dell’agenda di governo, come
sta accadendo in questi giorni nei
centri di emergenza freddo delle
nostre città dove i nostri connazionali, stando alle loro denunce,
sono costretti a lasciare il posto
agli stranieri.
ANCORA DISAGI NEL CONSORZIO CHE GESTISCE IL 20% DEL TRASPORTO PUBBLICO
IN MANETTE DIVERSI STRANIERI
Roma Tpl, lavoratori
senza stipendio
Caos sugli autobus
Un altro venerdì nero per i cittadini
Il 6 maggio previsto uno sciopero di quattro ore
olo un acconto. I lavoratori
della Roma Tpl Scarl, che
gestisce il 20% del trasporto pubblico romano, devono
percepire gran parte delle retribuzioni degli ultimi due mesi e
da più di due anni hanno scoperta
la loro posizione Priamo (Fondo
Previdenza Complementare).
Una situazione catastrofica che
sta mettendo in difficoltà 1.800
famiglie. E nemmeno il vertice
di lunedì sera in Prefettura ha
smosso sin qui le acque.
E Roma corre il rischio di un
altro venerdì nero per i trasporti
in periferia, parliamo di 104 linee.
Per il 6 maggio è previsto, infatti,
uno sciopero di quattro ore (dalle
8.30 alle 12.30) dei lavoratori del
consorzio.
La battaglia va avanti da tempo.
Già due settimane fa i sindacati
aveno chiesto lumi al commissario prefettizio Francesco Paolo
Tronca e ai vertici delle aziende.
“Roma Tpl Scarl appare destinata
al fallimento senza le continue
iniezioni di liquidità di Roma Capitale. Non bastano neppure i 22
S
milioni di euro che l’altro ieri il
Comune ha messo in pagamento
a conguaglio delle fatture del
2014 e del 2015 per garantire il
pagamento degli stipendi, degli
aumenti del rinnovo contrattuale
di categoria, dei contributi, dei
fondi pensionistici, delle cessioni
del quinto, dell’Erg e dei buoni
pasto”, ha spiegato Fabiola Bravi
dell’Unione sindacale di base.
Stando al racconto dei sindacati,
però, dal Campidoglio non arrivano buone notizie. A partire dal
pagamento delle fatture da gennaio 2016 ad oggi.
“Grava un’azione di pignoramento
dalla Breda Menarini per circa
21 milioni di euro”, ha precisato
l’Usb.
“Non vorremmo - ha attaccato
ancora il sindacato - che la
scelta di non recedere dal contratto di servizio da parte di
Roma Capitale fosse dettata
dalla volontà di rientrare del debito derivante dal contenzioso
che Roma Tpl Scarl ha vinto
nei confronti di Atac, stimato
attorno ai 118 milioni di euro, e
che il Comune applichi al consorzio delle penalità solo per
ridurre di molto i crediti maturati
con il contratto di servizio”.
Un’altra giornata calda con vari arresti. Forze dell’ordine
chiamate agli straordinari sin dalle prime ore del mattino
ue malviventi hanno messo a segno una rapina
quando gli autobus di linea viaggiavano con poche persone. La vittima, un straniero di
32 anni che di mestiere svolge
l'attività di infermiere, stava rientrando a casa dopo una serata
passata con gli amici a Campo
dei Fiori. Durante il tragitto in
autobus si è addormentato e i
due, anche loro sulla vettura,
ne hanno approfittato per sfilargli
il cellulare che teneva nella tasca
dei pantaloni. L’infermiere si è
accorto dell’ammanco e ha cercato di recuperarlo ma questi,
dopo averlo minacciato di morte,
lo hanno spintonato mostrandogli un coltello e sono fuggiti.
Poco più tardi, i due malviventi
sono stati fermati da una volante
del commissariato Primavalle
all’altezza della fermata della metro di via Mattia Battistini. Bloccati
dopo una breve colluttazione,
durante la quale gli agenti sono
rimasti leggermente feriti, i due
sono stati arrestati per rapina
aggravata.
Gli altri arresti sono stati eseguiti
dai carabinieri. Il primo è scattato
al terminal Anagnina, dove un
D
nigeriano di 32 anni non aveva
la minima intenzione di scendere
dal bus nonostante fosse arrivato
al capolinea.
Sul posto sono giunti i militari
dell’Esercito, uno dei quali è
stato colpito al volto dal nigeriano
che è stato successivamente
braccato e portato in caserma.
Qui l’africano ha accusato un
malore a seguito del quale ha
spontaneamente rimesso dalla
bocca degli involucri in cellophane contenenti numerosi dosi
di cocaina. L’uomo è stato arrestato per resistenza, lesioni a
pubblico ufficiale e detenzione
ai fini di spaccio di sostanze
stupefacenti.
Sul bus 64, noto per i borseggi,
sempre i militari dell’Arma hanno
arrestato un algerino, di 54 anni,
già noto alle forze dell’ordine,
per rapina impropria, resistenza
a pubblico ufficiale e lesioni
personali. L’uomo aveva appena
rubato uno smartphone dalle
tasche di una turista.
6
Mercoledì 4 maggio 2016
ESTERI
LA CORSA VERSO LA CASA BIANCA E L’EFFETTO TRUMP SOPRATTUTTO NELLA COMUNITÀ LATINO-AMERICANA
Migliaia di stranieri a caccia della cittadinanza
FIRME CONTRO IL LEADER IN CARICA MADURO
L’era Maduro agli sgoccioli
nel Venezuela in forte crisi
uasi due milioni di firme per deporre il presidente Nicolas Maduro: tante ne ha raccolte l'opposizione del Venezuela, sempre più
attiva e decisa a convocare un referendum che ponga fine in anticipo al mandato del successore di Hugo Chavez,
fautore della sua "rivoluzione bolivariana".
Le firme, che sono già più di un milione
e 850 mila, sono state presentate nel
pomeriggio di ieri alle autorità elettorali
di Caracas. "Con questa strategia vincente
la Mesa de la Unidad Democratica si
avvicina all'obiettivo di ottenere un rapido
cambiamento politico con mezzi pacifici
e costituzionali" ha detto Jesus Torrealba,
Q
a battaglia anti-immigrati,
portata avanti dal candidato repubblicano Donald
Trump, sta avendo come
effetto quello di spingere
migliaia di stranieri di origine latino-americana a richiedere la nazionalità statunitense. Stando ai dati
forniti dal governo le domande sono
aumentate del 14% negli ultimi sei
mesi del 2015, rispetto allo stesso
periodo dell'anno precedente. Il tutto
è supportato da un collettivo di associazioni, che a questo scopo hanno
lanciato la campagna ''Stand up to
hate'' (''Sollevati contro l''odio'', ndr.),
così come riferiscono diverse testate
internazionali. Si tratta di persone
L
"disposte a tutto" pur di poter votare
e quindi esprimersi "contro l''odio e
il razzismo", come ha spiegato Ivan
Parro, coordinatore dell'iniziativa in
Florida, come riporta l’agenzia Dire.
In tutto il paese, 9 milioni di persone
possono naturalizzarsi statunitensi,
e 4 di queste sono ispaniche.
"Trump sta dividendo il Paese" ha
detto dal canto suo Edgar Ospina,
che ha una piccola società per le
ristrutturazioni. Arrivato in America
molti anni fa dalla Colombia, avrebbe potuto avviare le pratiche per
la naturalizzazione già dal 1990,
ma fino ad ora non ne aveva mai
sentito la necessità. Ma oggi qualcosa è cambiato. Trump, ha spie-
gato, "è molto negativo nei confronti
degli immigrati. E' arrivata l'ora di
farci sentire". Donald Trump ha
fondato la sua corsa verso la Casa
Bianca partendo dal presupposto
che il Governo federale fino ad
oggi non è riuscito a proteggere i
suoi confini, permettendo a droga
e terroristi di entrare, ha alimentato
la contrarietà contro musulmani e
ispanici, e promesso ai suoi elettori
che deporterà gli 11 milioni di stranieri che vivono illegalmente nel
Paese. Tutte affermazioni che stanno
creando paura e divisioni forti all''interno di una società storicamente
multietnica e composita. Un effetto
visibile sono le lunghe file agli
uffici per l'immigrazione: "la presidenza Trump è un'idea che spaventa" ha commentato Maria Ponce
dell'Associazione America action,
una di quelle che forniscono supporto agli immigrati come Ospina.
segretario di una coalizione anti-governativa nota anche con l''acronimo Mud.
La Carta fondamentale del Venezuela
prevede la possibilità di destituire un
presidente per via referendaria purché
sia rimasto in carica per almeno metà
del suo mandato. Maduro è salito al
potere nell'aprile 2013, dopo la morte
di Chavez, facendo ulteriormente sprofondare il Venezuela in una crisi economica senza precedenti. Nel Pase manca
di tutto, dalle derrate alimentari ai medicinali, e gli episodi di violenza sono
sempre più numerosi, con la gente
chiusa in casa perché anche fare una
passeggiata oramai è pericoloso.
La campagna sta procedendo molto
bene, e potrebbe produrre risultati
importanti: solo a Los Angeles i
latino-americani regolari che possono ottenere la cittadinanza sono
775 mila.
DILMA ROUSSEFF IN BILICO, MENTRE NEL PAESE AUMENTANO I CASI DI CORRUZIONE
In Brasile si spinge verso nuove elezioni
A
Ciad: militari fatti sparire
cque sempre più
agitate in Brasile,
con l’ex avversaria
di Dilma Rousseff, Marina
Silva, che critica duramente il vicepresidente
Michel Temer per l'uso
troppo "disinvolto" del termine ''golpe''. Silva, che
si è candidata due volte
alle presidenziali, la prima
nel 2010 col Partito dei
verdi e la seconda nel
2014 coi socialisti, chiede
che non si usi più questo
termine e che si torni immediatamente alle urne
nel caso in cui l'impeachment venisse approvato.
"C’è stata un'eccessiva
semplificazione della parola ''colpo di Stato'', ha detto, secondo
quanto riporta ''Rio Times'', quotidiano
brasiliano.
Gli alleati di Dilma, secondo la sua ex rivale, "stanno banalizzando qualcosa che
ha rappresentato un dramma nella storia
del nostro Paese. Sembra che non stiamo
rendendo onore alla memoria di coloro
che hanno sofferto moltissimo per rovesciare la dittatura che, infatti, aveva avuto
la meglio sulla nostra democrazia".
Dopodiché è tornata a spiegare che
"solo nuove elezioni possono dare legittimità e credibilità a una transizione politica". Senza, "l'impeachment sarebbe
I CASI ACCERTATI SAREBBERO ALMENO 23
dopo le ultime presidenziali
ecine di militari sono stati
fatti sparire nel nulla, e
probabilmente uccisi, per
aver votato per l'opposizione:
l'accusa, riferiscono fonti dell’agenzia DIRE in Ciad, è rivolta
da ong e rappresentanti della società civile al neo-eletto presidente
Idriss Deby.
"Si riferisce di 60 militari massacrati per aver scelto il candidato
sbagliato" dicono dal Paese africano, pochi giorni dopo la conferma del capo di Stato, al potere
dal 1990. Accuse al governo sono
state formulate in particolare dalla
Ligue tchadienne des droits de
l'homme e da Amnesty International, che hanno accertato 23
casi di sparizione. Secondo le
ong, in almeno due seggi elettorali
"soldati sono stati costretti dai
loro superiori a votare per il
partito dei governo". Chi non si è
sottomesso agli ordini sarebbe
stato "picchiato e poi imprigionato
per ore". Deby è stato rieletto
D
legale ma non raggiungerebbe il suo
obiettivo". Marina Silva è infatti contraria
all'avvicendamento del vicepresidente
Temer in caso della destituzione dell'attuale presidentessa: "io non ho mai visto
Temer muovere una sola critica contro
Dilma. Ma piuttosto l'opposto".
Intanto, secondo un’analisi pubblicata
nei giorni scorsi, in Brasile si registra un
generalizzato aumento della corruzione
tra le imprese del paese, da attribuirsi
secondo i relatori alla crisi economica e
alla recessione. Lo studio è stato realizzato
dal Credit protection service (Spc) e
dalla Confederazione nazionale nego-
zianti, e ha tenuto conto di tutte le regioni
ad eccezione dello stato di San Paolo, in
quanto ha una legislazione che limita
l'accesso ai dati delle imprese.
Tra le aree prese in esame, la maglia
nera delle peggiori aziende va a quelle
del nord est (16,64%) seguite da quelle
dell'area centro occidentale (15,66%),
settentrionale (12,11%) e meridionale
(11,42%).
Il deterioramento della trasparenza nel
settore imprenditoriale è da attribuirsi
al crollo di 3,8 punti percentuali del Prodotto interno lordo brasiliano nel 2015,
il dato peggiore dal 1990.
presidente il mese scorso con
oltre il 60% dei consensi. Saleh
Kebzabo, il principale sfidante, si
è fermato al di sotto del 13% e
ha subito contestato i risultati.
Produttore di petrolio, dunque
esposto alle conseguenze del
crollo dei prezzi del greggio, negli
ultimi anni il Ciad è stato molto
attivo sul piano della sicurezza a
livello regionale. A N'Djamena ha
sede il centro di coordinamento
di una forza multinazionale incaricata di contrastare il gruppo
islamista Boko Haram, radicato
nel nord della Nigeria e in genere
nella regione del Lago Ciad.
7
Mercoledì 4 maggio 2016
ESTERI
DECINE DI CIVILI MORTI DOPO L’ATTACCO DEI RIBELLI - DIPLOMAZIA AL LAVORO PER UNA SOLUZIONE
Colpito un altro ospedale ad Aleppo
Intanto l’Isis continua a mettere a ferro e a fuoco la zona sudorientale del Paese
L’ATTIVITÀ DEI MISSIONARI
I salesiani: “Restiamo
accanto alla nostra gente”
n tutto il Medio Oriente ci sono
molte situazioni difficili, ma questo
è vero soprattutto in Siria e nelle ultime settimane a Aleppo. Si potrebbe
dire che l’ultima è stata una delle peggiori settimane vissute in questi 5 anni
di guerra. La situazione è molto confusa,
perché ci sono molte fazioni in lotta, in
una guerra di tutti contro tutti dove i
civili sono, purtroppo, nel mezzo.
Lo afferma il missionario salesiano in
Medio Oriente don Alejandro León,
che all’agenzia salesiana Ans, ripresa
dalla Sir, fa il punto delle vicende
siriane. “Purtroppo in questo, come in
molti altri conflitti – afferma don León
– i media forniscono le informazioni
che conviene secondo la linea prescelta
dai governi e creano l’opinione pubblica
sulla base di quelle linee” lasciando, di
fatto, fuori molti aspetti importanti del
conflitto. Uno di questi è che “negli
I
n attacco dei ribelli contro
un ospedale di Aleppo
avrebbe provocato "decine di morti": lo afferma
la tv di stato siriana, per
la quale i ribelli hanno colpito l'edificio con una serie di razzi. Secondo
l'agenzia governativa Saba, ripresa
in Italia dall’agenzia Ansa, il bilancio
del bombardamento sull'ospedale
è di "14 morti e decine di feriti".
L'ospedale colpito sarebbe quello
di Al Dbait. Da parte sua l'Osservatorio nazionale per i diritti umani
(Ondus) parla di 19 persone uccise
U
e 80 ferite in bombardamenti su
vari quartieri di Aleppo da parte
dei ribelli, ma senza precisare il
numero delle vittime nell'ospedale
che sarebbe stato colpito.
In Siria si trova ora anche l’inviato
dell’Onu, Staffan de Mistura, che ha
ribadito la necessità che la cessazione delle ostilità in Siria "torni ad
essere rispettata in toto" e tutto il
possibile "deve essere fatto" per
promuovere la tregua e anzi "renderla più efficace". De Mistura ha
avuto anche un colloquio con il capo
della diplomazia russa Serghei La-
vrov e, secondo quanto riporta Interfax, la Russia e gli Usa stanno
"concentrando gli sforzi" per rinforzare ed espandere la tregua in
Siria.. Il capo della diplomazia russa
ha poi sottolineato che Mosca "apprezza molto" il lavoro di de Mistura
per la soluzione della crisi siriana.
L'inviato dell'Onu per la Siria nelle
prossime ore sarà anche a Mosca.
Ma la situazione in Siria è difficile
anche in altre zone e almeno 6 militanti dell'Isis sono stati uccisi dal
fuoco dell'artiglieria turca, in risposta
a nuovi colpi di mortaio che dal
nord della Siria avevano raggiunto
la provincia sudorientale di Kilis,
ferendo almeno una persona. Lo riporta l'agenzia statale Anadolu. I
bombardamenti dell'esercito di Ankara hanno anche distrutto 2 postazioni di lancio di razzi katiuscia. Dal
18 gennaio, 20 persone sono morte
a Kilis per attacchi dalla Siria.
I jihadisti dell'Isis dal canto loro
hanno lanciato una serie di attacchi
a est e a nord di Mosul contro i Pe-
CONNAZIONALE MORTO A NAPOLI
Gli egiziani lamentano
un “caso Regeni” in Italia
l caso di Giulio Regeni, il
giovane italiano trovato
cadavere al Cairo lo scorso 3 febbraio, è stato rilanciato
ieri dai media egiziani, ma
con un’altra chiave, dopo che
un sito internet ha diffuso la
notizia della morte di un gio-
I
vane egiziano trovato cadavere lo scorso 30 aprile su
un binario della ferrovia nei
pressi di Napoli. Il decesso
di un uomo "non identificato"
sui binari della linea NapoliCastelnuovo è stato confermato dalla Questura parte-
nopea contattata dall’agenzia
Askanews.
"Non è meno di Regeni", ha
titolato il quotidiano egiziano
al Youm7 riprendendo la notizia diffusa dalla pagina Facebook, "mo8trbeen", ad opera di egiziani che vivono in
ultimi tre giorni sono stati attaccati
numerosi quartieri di Aleppo, alcuni
con una predominante presenza cristiana, ma di questo si è parlato poco,
si è menzionato solo l’ospedale”.
Il missionario parla anche di molte
chiese e parrocchie della città distrutte
e la gente si ritrova e si integra nella
vita dell’oratorio salesiano: molte parrocchie o gruppi persino lo utilizzano
come sede per i loro incontri specifici.
“Un esempio molto significativo è
quello dei giovani sacerdoti di diversi
riti cristiani che si riuniscono settimanalmente nella nostra opera per formarsi, pregare, incoraggiarsi e condividere le loro esperienze di fede in
questo contesto”. E ogni quattro mesi
i cristiani della città si ritrovano presso
la casa salesiana. In qualche modo
tutto ciò ha avvicinato i salesiani ai
cristiani rimasti ad Aleppo.
shmerga curdi dispiegati intorno
alla 'capitale' dello Stato islamico in
Iraq. Lo riferiscono i media iracheni.
I jihadisti hanno fatto saltare in aria
almeno due autobomba guidate da
kamikaze nei pressi di Bashiqa, a
est di Mosul. Contemporaneamente
l'Isis ha attaccato le forze curde a
Khazir e Telskuf, a nord di Mosul. Si
tratta –riporta ancora l’Ansa - della
prima maxi offensiva dell'Isis nella
regione nelle ultime settimane.
IL RE FELIPE HA SCIOLTO LE CORTES
Italia. "A Napoli c'è stato un
caso di omicidio", recita il
testo di un post che pubblica
la foto di quello che dovrebbe
essere la vittima di un incidente, per poi diffondere le
sue generalità: "E' un giovane
egiziano di 32 anni. Si chiama
Mohammed Baher Sobhi originario di al Mannufiyah. Aveva lasciato la sua casa per
bersi un caffè ma non è più
tornato". Quindi si afferma
che "il giorno seguente, la
polizia ha trovato il corpo sui
binari del treno con la testa
spaccata". La pagina Facebook afferma anche che l'egiziano viveva in Italia da 10
anni e lavorava come commesso.
Interpellata da Askanews, prima agenzia a riportare la notizia, una fonte della Questura
di Napoli ha confermato il ritrovamento alle ore 22 del
30 aprile del cadavere di una
persona non identificata sui
binari della linea Napoli-Castelnuovo nei pressi della stazione di Via Calice. "Sul corpo
aveva una ferita alla testa con
fuoriuscita di materia celebrale, dagli accertamenti è
emerso c'è stato un impatto
con un treno", ha aggiunto la
fonte della Questura napoletana.
La Spagna torna al voto
l re Felipe VI ha sciolto le
Cortes, come da imposizione
della Costituzione, visto che
sono trascorsi due mesi esatti
dal voto di investitura alla premiership del socialista Pedro
Sánchez e non è stato possibile
formare un nuovo governo. Il
voto anticipato è stato fissato
per il 26 giugno, ma è un voto
ad alto rischio, con un Parlamento che – almeno stando ai
sondaggi – potrebbe restare ingovernabile. Di sicuro sarà una
campagna elettorale lunghissima
e molto accesa, che però potrebbe interessare poco gli spagnoli, alle prese con ben altri
problemi.
I
Il voto in piena estate, inoltre,
potrebbe far aumentare a livelli
mai conosciuti primi in Spagna
il fenomeno dell’astensionismo.
Il 20 dicembre scorso la partecipazione fu del 73 per cento,
ma questa volta pare difficile il
raggiungimento del 60%.
Quattro le principali formazioni
che torneranno a sfidarsi: da
destra il Partido Popular e Ciudadanos, i socialisti del Psoe e
la sinistra radicale di Podemos
in quello progressista.
Il re ha invitato ad una campagna
elettorale incentrata piùà sui
programmi che sulle accuse reciproche sull’ingovernabilità di
questi mesi.
8
Mercoledì 4 maggio 2016
STORIA
L’ISTITUTO DI MEDICINA LEGALE DI VIA PONZIO, DOVE SI SVOLSE L’AUTOPSIA DI MUSSOLINI, FU VOLUTO PROPRIO DAL FASCISMO
L’obitorio di Milano
e le strane trame del destino
Il primo direttore fu quell’Antonio Cazzaniga che delegò al suo “secondo” l’esame necroscopico sulla salma
di Emma Moriconi
bbiamo accennato, nei
giorni scorsi, al fatto che
l'Istituto di Medicina Legale di Milano - dove vennero portati i corpi di Benito Mussolini, Claretta Petacci, Achille Starace, dei fascisti uccisi a Dongo
e di moltissime persone, tra militari
e civili, che vennero massacrate in
quei giorni di guerra civile - è stato
fondato durante il Fascismo. L'Università degli Studi di Milano venne
infatti fondata nel 1924. Suo primo
Magnifico Rettore fu il Sen. Prof.
Luigi Mangiagalli, che si occupò
delle discipline medico-legali e affidò all'ing. Prof. Umberto Massari
lo studio del progetto dell'Istituto di
Medicina Legale. Pensate che nella
Rivista mensile del comune di Milano,
stampata presso la Tipografia del
Popolo d'Italia, nel 1934 si scriveva
che, a quanto riferiva la Commissione
di esperti affidataria del progetto
per il nuovo obitorio, "Così come è
concepito, l'edificio corrisponde a
tutte le esigenze pratiche dei servizi,
non solo, ma anche a quelle dell'igiene e del decoro". Un decoro
che però si perse in quell'aprile del
1945, e ne abbiamo parlato a lungo.
Un lungo elenco di "cose da fare"
caratterizzava i compiti del personale
dell'obitorio stesso, com'è logico
che sia, tra cui - ovviamente - "espletamento di indagini complementari
di quelle necroscopiche a fini giudiziari".
È interessante curiosare tra le carte
che raccontano lo spirito con cui
venne edificato e organizzato quell'obitorio: spirito che è comune a
ogni struttura di questo tipo. Ma in
questo caso fa un certo effetto, perché
sappiamo cosa accadde lì dentro in
quel 30 aprile del 1945 e sembra
un curioso e crudele scherzo del
destino che proprio lì si sia così
tanto mancato di rispetto al corpo
dell'uomo che volle quella struttura,
A
struttura che fu edificata e organizzata
proprio grazie a lui. Leggere che
come area fu scelta quella compresa
tra le vie Mangiagalli, Ponzio e piazzale Gorini perché all'epoca era lontana da edifici civili e da aree di
traffico urbano, tale dunque da "consentire all'Obitorio quell'atmosfera
di austero raccoglimento che particolarmente si intona alla sua specifica
funzione". Non solo: "la disposizione
dell'area e la sua ampiezza consentono una sistemazione tale da occultare al pubblico della strada il
carico e lo scarico delle salme [...]
e tutto quando d'altro potrebbe richiamare l'attenzione della gente
sulle 'operazioni' connesse all'istituzione". Queste informazioni sono facilmente reperibili sul sito web dedicato alla struttura, che fa un profilo
storico dell'Istituto. Un settore della
struttura venne destinata proprio al
Nuovo Obitorio Comunale, distribuito
in due piani: uno al pianterreno e
l'altro in un sotterraneo. L'Italia fascista
aveva voluto quella struttura. E ora
quegli uomini che l'avevano sostenuta transitavano - cadaveri - vilipesi,
offesi, maltrattati.
L'obitorio venne inaugurato nel 1934.
Riferisce il sito, citando uno scritto
di Galassi della Regia Università di
Milano, Istituto di Medicina Legale,
in Acta Medica Italica,VI, 1937: "L’obitorio (ex Morgue) è diviso in tre riparti. Nella sua prima sezione comprende: una sala destinata ad accogliere i dolenti per le ore d’attesa;
un locale per la formazione dei
cortei funebri; la cappella per la celebrazione delle funzioni religiose
di rito; una sala per l’esposizione
delle salme, allo scopo di rendere
possibili i necessari riconoscimenti;
e, infine, un locale adibito a servizi
di pronto soccorso che possono essere resi indispensabili nel caso che
qualcuno dei dolenti, invitato a riconoscere un suo caro esposto, cogliesse malore. La Sezione si completa con un ufficio che ha l’incarico
di provvedere alla registrazione delle
salme. La seconda Sezione è destinata alla raccolta delle salme per le
osservazioni e per la regolamentare
giacenza di 24 o 48 ore, al fine di
accertare il decesso o eventuali altri
elementi che interessano in modo
particolare l’autorità inquirente. Ci
sono qui due grandi camerate nelle
quali vengono deposte le salme: gli
uomini separati dalle donne. Su un
fianco dei due cameroni vi è un locale dove è sistemato il dormitorio
dei custodi i quali debbono, per disposizione di legge, costantemente
rimanere nei pressi del locale di
osservazione. Nella terza Sezione
infine si aprono le sale per le necroscopie. Sono due, separate da
una terza riservata al giudice, inca-
ricato di sorvegliare le operazioni
del perito settore e ai testimoni. Da
questa sala il magistrato e i testi
possono appieno seguire gli atti del
perito in quanto le pareti di essa
sono a vetri trasparenti. Su un fianco
delle tre sale una quarta se ne apre
ch’è adibita ai servizi fotografici e
che comprende anche l’indispensabile camera oscura per lo sviluppo
delle pellicole. Tutti i locali sunnominati sono disimpegnanti da luminosi corridoi ai quali si accede direttamente da un ingresso posto
sotto una galleria coperta che serve
alla sosta dei carri funebri. Con la
stessa galleria comunicano direttamente la cappella e la sala dei dolenti
le quali, pur fronteggiando coi loro
accessi l’ingresso dell’obitorio, ne
sono del tutto separate in modo da
evitare che il pubblico che segue i
funerali sconfini nell’ambito degli
altri servizi.
E veniamo al sotterraneo dove troviamo in primo luogo il locale delle
macchine che alimentano l’impianto
frigorifero che serve ben trenta celle
di congelamento. A fianco di esso,
sono altri tre locali “freddi” dove le
salme vengono portate allorché è
necessario ch’esse vengano conservate per un tempo indefinito. Seguono locali per il lavaggio delle
salme ed un archivio, dove cioè verranno raccolti indumenti e oggetti
repertati dai cadaveri. Infine, c’è il
locale che disimpegna il servizio
refettorio per il complesso degli inservienti. Benissimo organizzato risulta pure il movimento dei “soggetti” dai locali sotterranei i cadaveri
vengono portati al pianterreno a
messo di montacarichi e passati
nelle celle frigorifere. Da queste
vengono poi traslati nelle camere
di riconoscimento ove sono immessi
in speciali casse rivestite di vetro. Il
che permette ai visitatori interessati
la più perfetta delle visibilità e, conseguentemente, facilita nel modo
più assoluto i “riconoscimenti”.
30 APRILE 1945: QUALCHE OSSERVAZIONE A POSTERIORI
Per i fotografi era predisposta una apposita stanza...
Perché dunque durante l’analisi sul corpo del Duce li vediamo ammassati nella sala settoria?
ome si può vedere, tutto venne
impostato rigorosamente. Ciò
che vorremmo sottolineare è un
passaggio specifico: "Su un fianco
delle tre sale una quarta se ne apre
ch’è adibita ai servizi fotografici e che
comprende anche l’indispensabile camera oscura per lo sviluppo delle pellicole".
Insomma l'obitorio consta, tra le altre
cose, anche di una stanza apposita
per i servizi fotografici. Dunque perché
nelle immagini che ci riportano le cronache dell'epoca (e dal resoconto di
Bruno Romani che abbiamo terminato
ieri di riferire ai nostri lettori) vediamo
fotografi ammassati nella stessa sala
settoria in cui venne esaminato il corpo
di Mussolini? Certo oggi, settantuno
C
anni dopo, è inutile andare a cercare
responsabilità di qualunque genere...
ma qualche domanda, qualche perplessità va quantomeno rilevata. Perché
è importante che gli Italiani si rendano
conto di come fu gestita quella faccenda: e quel che accadde è grave,
gravissimo.
Qualche piccola annotazione ancora.
Dice ancora il documento: "Bene alloggiato risulta il personale dell’istituzione: fra l’altro si è avuta un’ottima
idea quando si è pensato di alloggiare
il custode in quei quattro bei locali ricavati in un sopraelevato: la villetta sul
tetto …. Non manca, infine, nota di
grazia e di vita nel bel giardinetto, una
civettuola zona sistemata a verde, copiosamente alberata e fiorita".
Giusto per sottolineare un aspetto
del Fascismo spesso dimenticato, che
consiste nel criterio che veniva utilizzato molto spesso: lo abbiamo già
visto in molti casi, per esempio il
lettore ricorderà quello delle fabbriche
Caproni a Predappio. Il personale, i
dipendenti, cioè, venivano alloggiati
direttamente sul posto di lavoro: era
lo Stato a mettere a disposizione i
locali abitativi, ed erano sempre belle
strutture, comode e rifinite. Chiedersi
perché queste cosine non vengano
raccontate sui libri di scuola è d'obbligo.
Altro dettaglio non insignificante: il primo direttore dell'istituto fu il professor
Antonio Cazzaniga, a cui succederà il
prof. Caio Mario Cattabeni. Due nomi
che al lettore dovrebbero ricordare
qualcosa: quando venne effettuata l'autopsia di Benito Mussolini, titolare della
direzione era proprio Cazzaniga, che
però non eseguì personalmente l'esame, affidando la salma nelle mani del
suo "secondo", Cattabeni appunto. Perché? Perché un titolare dovrebbe lasciare ad altri un esame di questo rilievo? Tanto più se parliamo di un insigne professionista, autore - tra l'altro,
e guarda un po' - di un'opera dal titolo
"I problemi cronologici in medicina
legale", uscito nel 1948.
Cattabeni, dal canto suo, divenne direttore dell'Istituto nel 1955.
Forse Cazzaniga non se la sentì di
dover sottostare a certi diktat. Forse
ebbe lo scrupolo di non rendersi cor-
Antonio Cazzaniga
responsabile di ciò che sapeva sarebbe
accaduto proprio relativamente al corpo dell'uomo che lo aveva messo a
capo, anni prima, di quella struttura.
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Mercoledì 4 maggio 2016
DALL’ITALIA
BARI - INCHIESTA DI PROCURA E CORTE DEI CONTI
Fondi pubblici senza requisiti,
indagine sulla Fiera del Levante
Avendo i presidenti percepito una retribuzione, in base al decreto Salva Italia l’ente non aveva
diritto ai contributi. Una ventina gli indagati. Ipotizzato un danno erariale di 12 milioni di euro
SORPASSO AZZARDATO A MILANO
“Pantera” schiacciata fra due tram
antera” schiacciata, deve intervenire la gru. Detta così
ci si potrebbe immaginare
uno scenario da savana. Ma in realtà è
quanto avvenuto in centro a Milano,
davanti al Teatro alla Scala. Tutta colpa
di un sorpasso azzardato, che non è
riuscito. Protagonista una volante della
Polizia rimasta incastrata fra due tram
che sono entrambi deragliati, paralizzando il traffico della zona.
Secondo una prima ricostruzione il
mezzo del 113, verso le 13.30 di ieri,
ha tentato di sorpassare il tram della
linea 1 (direzione Montenapoleone),
mentre era fermo al semaforo rosso
davanti alle Gallerie d’Italia. In quel momento però stava sopraggiungendo, in
senso opposto, il secondo tram, il cui
conducente non ha fatto in tempo a
frenare, schiacciando la gazzella.
I due tram sono entrambi deragliati:
sono servite le gru dei vigili del fuoco
per rimetterli sulle rotaie.
Fortunatamente non ci sono stati feriti
gravi. Il conducente di un tram è rimasto
lievemente ferito e trasportato al pronto
soccorso. Contusi, invece, alcuni poliziotti.
Gli agenti - secondo quanto comunicato
dalla questura - non stavano realizzando
alcun inseguimento. Si trattava di una
“P
di Barbara Fruch
er anni avrebbe percepito
finanziamenti pubblici
senza avere i requisiti. Per
questo la Fiera del Levante (Bari) è finita nel
mirino della Procura di Bari e della
Corte dei Conti, che hanno aperto
rispettivamente un’inchiesta. Ipotizzato un danno erariale di 12 milioni
di euro nel periodo dal 2011 al 2013.
Nel fascicolo aperto dalla Procura,
coordinato dal procuratore aggiunto
Lino Giorgio Bruno, gli indagati sono
una ventina tra ex presidenti, direttori
generali, componenti del consiglio
di amministrazione e del consiglio
generale dell’ente. L’ipotesi di reato
è di truffa aggravata ai danni dello
Stato. Secondo l’accusa, avendo i
due presidenti succedutisi nel pe-
P
riodo in questione - Cosimo Lacirignola e Giancarlo Viesti - percepito
una retribuzione per il loro incarico,
in base al decreto “Salva Italia” del
2010 del governo Monti l’ente Fiera
non avrebbe potuto ricevere contributi pubblici, cosa che invece sarebbe avvenuta attraverso il ministero
delle Politiche agricole e la Regione
Puglia.
Anche la Corte dei Conti ha aperto
un’indagine, chiedendo ai due ex
presidenti della Fiera la restituzione
delle somme percepite per espletare
l’incarico ricevuto (si tratta rispettivamente di 30mila e 90mila euro).
Come ricostruisce il sito ‘Repubblica
Bari’ questo filone d’indagini rientra
in un’inchiesta più ampia, condotta
dalla guardia di finanza sulla gestione
dell’ente quando a presiedere la
Fiera era Gianfranco Viesti.
In quel contesto gli uomini del nucleo
di polizia tributaria hanno acquisito
i documenti di bilancio della Fiera
e quelli che riguardano i finanziamenti pubblici.
Essendo un ente economico infatti,
come stabilito dal decreto “Salva
Italia”, tali finanziamenti possono
essere percepiti solamente se il presidente non viene retribuito e le indennità dei consiglieri non superano
un determinato tetto.
Situazione che, come accertato dai
finanziari, dal 2011 al 2013 non si
sarebbe verificata: se da un lato infatti i presidenti hanno percepito
un compenso, dall’altro alla Fiera
del Levante sono stati elargiti finanziamenti pubblici per un valore
complessivo di 12 milioni di euro.
Cifra che ora viene contestata come
danno erariale.
Nella duplice indagine sono finite
ora anche presunte false attestazioni che il management della Fiera
ha prodotto, inducendo in errore
gli enti che hanno erogato i contributi pubblici. In merito è stata
acquisita dalla Guardia di Finanza
anche una lettera con il quale il
Comune di Bari, tra gli enti fondatori dell’ente, aveva chiesto un parere sulla possibilità di erogare il
contributo pubblico.
vettura in servizio presso in dipartimento
non operativo: l’ufficio personale.
Tantissimi i curiosi che hanno assistito
alla scena immortalandola con i cellulari.
L’immagine, da subito, ha cominciato
a rimbalzare sui social. Tra i primi a postare lo scatto lo scrittore, giornalista e
sceneggiatore Paolo Roversi, uno degli
esponenti del cosiddetto noir metropolitano e per mestiere profondo conoscitore del mondo poliziesco. A pericolo scampato, si è lasciato andare
all’ironia. “Vada ispettò! - twitta immaginando il dialogo tra i due agenti a
bordo prima dell’impatto per l'azzardato
sorpasso. - Vada che ci passiamo alla
grande!”.
Risultato: lo spettacolo, per una volta,
è andato in scena fuori dal famoso
B.F
teatro ‘La Scala’.
Nel gennaio 2013, ricorda ancora il
sito locale, durante la gestione di
Ugo Patroni Griffi, il consiglio generale della Fiera aveva chiesto un parere a uno studio legale sull’applicazione della norma introdotta nel
2010, il quale aveva escluso la possibilità di continuare a prevedere
indennità e non semplici gettoni di
presenze. Di conseguenza avevano
rinunciato ai compensi sia il presidente che il cda.
ALESSANDRIA - ENNESIMA RAPINA FINITA IN TRAGEDIA
Ucciso l’autista di un portavalori
Individuato il mezzo, fermato il napoletano alla guida. Il cadavere della vittima, che trasportava denaro
raccolto dalle slot machine, è stato rintracciato in un boschetto. Recuperata la refurtiva: circa 7.500 euro
ncora una rapina finita in
tragedia. È successo tra le
province di Vercelli e Alessandria, dove Andrea Foglia,
37enne di Novi Ligure, autista di
un furgone portavalori che trasportava denaro raccolto dalle
slot machine è stato trovato morto
dai carabinieri con un colpo alla
testa. La vittima lavorava per la
ditta Ferrari Srl, che si occupa del
noleggio di apparecchi pubblici
da gioco.
Ad allertare i carabinieri nella
serata di lunedì è stata proprio
l’azienda titolare del servizio dopo
A
aver notato, attraverso il gps, che
la vettura era da troppo tempo
ferma nello stesso punto, a Gabbiano (Alessandria).
Ma quando la pattuglia dell’Arma
è giunta sul posto del furgone,
una Fiat Fiorino, non c’è traccia. È
stato rintracciata però poco dopo
nei pressi di Trino Vercellese, sempre grazie al gps. Alla guida il presunto responsabile dell’omicidio
e del furto, con numerosi precedenti, che è stato fermato dai carabinieri dopo un breve inseguimento. Si tratta di un pregiudicato,
Giuseppe Sorrentino, napoletano
di 59 anni, residente nel comune
vercellese di Stroppiana, che è
stato arrestato con l’accusa di
omicidio, sequestro di persona e
rapina. La refurtiva, quasi 7.500
euro, è stata recuperata.
Sorrentino è stato trovato in possesso di una pistola giocattolo
copia della Beretta 92 in uso alle
forze di polizia, un portatessera
con la scritta “Carabinieri” e un
falso tesserino di riconoscimento
dell'Arma. L'uomo ha subito ammesso che il Fiorino era frutto di
una rapina commessa un paio
d'ore prima a Stroppiana, con-
fessando poi di aver colpito l’autista
e di averlo abbandonato in un
fosso.
È proprio in seguito ad una perlustrazione in un boschetto di Gabiano che i militari, verso le 21.30
di lunedì, hanno rinvenuto il cadavere.
A postare una foto della vittima è
stata la pagina Facebook “La giornata tipo” (pagina che ha contribuito a far crescere la passione
per il basket) che ha commentato
la tragedia evidenziando come
Andrea Foglia, fosse un “grande
fan de La Giornata Tipo, spiritoso,
umile, cercava di convincere i
suoi amici a seguire il basket”.
“Qualcuno – si legge ancora nel
post – ha però deciso che la sua
vita valesse 7.452 euro e 60 cen-
tesimi”. Poi ancora:
“Di notte seguiva
l’Nba, di giorno faceva la guardia giurata ed è stato ucciso per sottrargli
l’incasso di una sala
slot. Quando se ne
vanno i grandi campioni si scrivono articoli, post, dediche,
si mettono nero su
bianco le emozioni.
Oggi se n'è andato
in maniera ignobile
un ragazzo normale, non famoso, non
talentuoso con la
palla in mano. Un
bravo ragazzo con la testa sulle
spalle e il basket nella testa. Ci
sembra giusto rendergli omaggio
come fosse un plurimvp della
B.F
Nba”.
10
Mercoledì 4 maggio 2016
DALL’ITALIA
REGGIO EMILIA - OLTRE AL DANNO, LA BEFFA
I migranti protestano per il menu
E arriva lo chef “esotico”
Gli stranieri avevano occupato la Questura contestando qualità e varietà del cibo
Adesso la mensa pensa ad un esperto specializzato in piatti africani e pachistani
di Barbara Fruch
icono di fuggire dalle
guerre, ma una volta arrivati in Italia, dove viene
loro garantito vitto e alloggio, hanno il coraggio
di lamentarsi per la pasta scotta e
per il menu.
Non solo: in seguito alle proteste,
c’è addirittura chi provvede a soddisfare le loro esigenze. Si pensa infatti un nuovo chef specializzato in
piatti africani e pachistani.
La scelta è ventilata dopo che, si
ricorda, mercoledì scorso un gruppo di stranieri aveva protestato in
Questura, in quella che era passata
agli onori della cronaca come “la
rivolta della pastasciutta” o “dei
maccheroni”.
Al centro delle lamentele la qualità
del menu servito alla mensa Locomotore, convenzionata con la cooperativa La Dimora di Abramo, che
si occupa dei rifugiati. Il cibo, a loro
parere, è scadente e ripetitivo: pasta
troppo cotta, riso troppo intriso d’acqua ma anche menu poco vari con
prodotti che non appartengono alla
cultura dei loro paesi di provenienza,
e che i manifestanti volevano fossero
sostituiti con altri alimenti.
Chiesto, e fatto. Come riporta ‘Il
Resto del Carlino’ potrebbe arrivare
un nuovo cuoco “esperto” nella gastronomia dei migranti.“Siamo sicuri
della bontà del nostro menu – spiega
al quotidiano Paolo Masetti, uno dei
responsabili del punto ristoro in
zona stazione che sfama oltre 200
D
richiedenti asilo di ben 16 nazionalità
differenti – e soprattutto della varietà
che offriamo, con molta attenzione
verso le loro esigenze e il loro credo
religioso. Però siamo disponibili a
cambiare qualcosa se necessario.
Stiamo valutando coi responsabili
della Dimora di inserire nel menu,
una volta a settimana, un piatto unico
come piace a loro. E stiamo pure
parlando con uno chef che ben conosce i piatti pachistani e africani.
Se sarà possibile sarà direttamente
lui a prepararli. Il nostro sforzo è
davvero massimo”.
I malumori sarebbero stati dettati
anche dalle spezie, amatissime nella
loro cucina, tanto che sui tavoli c’era
pepe e peperoncino. “Siamo stati
costretti a togliere le spezie – continua Masetti – di comune accordo
con la Dimora d’Abramo e dietisti
che collaborano con loro per stilare
il menu adatto ai migranti. Abusavano
troppo del peperoncino e del sale,
essendo abituati nei loro Paesi a
mangiarne in quantità industriale.
Ma farlo per tutti i giorni può comportare seri problemi gastrici. Noi
per contratto e per regolamento,
non possiamo cucinare piatti già
speziati. Però se si tratta di accontentarli una volta a settimana, vedremo di studiare il modo...”.
Ma il cibo, secondo la cooperativa
La Dimora di Abramo che si occupa
dei rifugiati sarebbe solo un pretesto.
Sulla questione infatti è stata aperta
una sorta di “indagine interna”.“Abbiamo già cominciato assieme ai
vari gruppi di migranti – ha spiegato
presidente Luigi Codeluppi – per
approfondire la questione e capire
quali sono i motivi reali di questa
protesta. Anche perché ancora non
abbiamo capito quali siano concretamente. Crediamo che la problematica del cibo sia solo un pretesto.
Per quanto riguarda la mensa in cui
si cibano, noi siamo soddisfatti sia
della varietà del menu sia della qualità. Una volta che avremo il quadro
della situazione, vedremo come an-
dargli incontro”.
Intanto a commentare la scelta del
“nuovo chef” è il segretario della
Lega, Matteo Salvini. “Vergogna”
scandisce Salvini, che da giorni segue la vicenda “questi – aggiunge –
fanno casino e invece di espellerli
gli mandano il cuoco!? Con tanti italiani che crepano di fame..”. Gli fa
eco il commissario della Lega Nord
reggiana, Matteo Melato: “È uno
schiaffo a tutti i cittadini reggiani
ALLARME A IMPERIA
LA PROVOCAZIONE DI UN SACERDOTE DI MASSA
Controlli insufficienti: spunta un altro
caso di tubercolosi polmonare nel centro
ancora allarme per contagio Tbc.
Nel Centro richiedenti protezione internazionale di Vasia (Imperia) è
stato riscontrato un caso di tubercolosi
polmonare. A renderlo noto è stata la vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Sonia Viale, rispondendo
ad un’interrogazione del consigliere Alessandro Piana (capogruppo della Lega
Nord in Regione). “Il 18 marzo 2016 è
stato notificato un caso accertato di tubercolosi polmonare ad un profugo giunto
in Italia a luglio 2015 – ha detto Viale – Al
momento dell’ingresso il test sulla tbc
era risultato positivo, ma la radiografia
del torace aveva escluso lesioni polmonari
attive, l’infezione era avvenuta in passato.
Il 18 marzo 2016 la malattia è insorta con
febbre, dolore toracico e tosse. Il paziente
è stato visitato al Pronto Soccorso di Imperia e trasferito al reparto Malattie infettive
dell’ospedale di Sanremo. L'Asl 1 ha
attivato la sorveglianza sanitaria sui 12 richiedenti asilo nel centro, sul personale,
sugli operatori della Questura di Imperia
e i dipendenti dell'Ufficio Immigrazione
coinvolti, tutti i contatti occasionali sono
risultati negativi. Tutti gli esami sono stati
gratuiti e sono state attivate le misure di
È
prevenzione del caso”. L’assessore ha annunciato comunque l’intenzione di rendere
più stringenti i controlli sanitari sui richiedenti asilo.
Il timore infatti è quello di essere contagiati.
“È assurdo e inaccettabile – ha detto Alessandro Piana – che, a causa dell’immigrazione senza regole e senza controllo,
ci ritroviamo con il pericolo di contagio di
Tbc nell’estremo Ponente ligure, evidentemente ormai considerato una sorta di
‘confine dell’impero’ dal governo RenziAlfano. La conferma che ci è arrivata dall’assessore Viale è la chiara dimostrazione
che il governo non attua protocolli sanitari
adeguati all’arrivo degli immigrati: il presunto profugo in questione, infatti, è risultato affetto da Tbc dopo quasi un anno
che devono affrontare la crisi in silenzio – ha detto - dato che lo stato
italiano per loro non prevede nulla.
Persone che in teoria scappano dalla
guerra non dovrebbero avere di
questi problemi, anzi, dovrebbero
ringraziare il Paese che li ospita”. Il
Carroccio ha annunciato anche un
presidio di protesta sabato 14 maggio davanti alla sede del Consorzio
Oscar Romero, di cui fa parte la cooperativa la Dimora D’Abramo.
di permanenza nelle nostre strutture. Pensiamo – ha aggiunto – sia opportuno
tenere alta l’attenzione sull’aspetto della
salute pubblica e sui rischi che la cosiddetta
‘ospitalità diffusa’ di sedicenti profughi,
adottata come modello di accoglienza indiscriminata sul territorio dal ministro Alfano, possa comportare in termini di contagio di malattie che sembravano essere
ormai rarissime se non eccezionali. Secondo recenti statistiche, negli ultimi 15
anni i casi di tubercolosi riscontrati in
Liguria sono stati 1.771 di cui 661 pazienti
stranieri e secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2014 in Italia sono
stati riscontrati 3.600 casi di tbc e 290
decessi con un tasso d’incidenza di 6
casi ogni 100mila abitanti, con prevalenza
(60%) di persone di origine straniera.
Pertanto pensiamo sia necessario tenere
sotto controllo ogni singolo episodio che
si presenti sul territorio ma soprattutto
prevenirlo a monte, all’arrivo stesso degli
immigrati, nei porti, per evitare che forze
dell’ordine, operatori sociosanitari e cittadini incorrano nel rischio di essere
contagiati da persone di cui non si
conosce nulla, anche dal punto di vista
della storia clinica”.
La tariffa idrica aumenta?
Quella del battesimo pure
hissà che ne avrebbe pensato
San Giovanni Battista. Senz’altro
però la provocazione che arriva
da Massa è destinata a far rumore. È
nel centro toscano che un parroco ha
deciso di porre l’accento sull’aumento
dei costi dei servizi essenziali alla popolazione. E lo ha fatto attraverso un
“comunicato” su facebook, come si addice ai sacerdoti al passo coi tempi.
“Cari parrocchiani, da quest'anno la
quota per i battesimi è aumentata, va
aggiunta la tassa Gaia”, il messaggio di
don Giovanni Locatelli, sacerdote della
frazione di Lavacchio. A ben guardare,
si tratta di una provocazione. Anche
perché il parroco del piccolo paese
sulla collina massese è entrato a far
parte del comitato di cittadini “Acqua
alla gola” che, in questi mesi, attraverso
una petizione che ha già raggiunto 1500
firme, sta chiedendo al sindaco Alessandro Volpi di far uscire il comune da
Gaia spa, il gestore della rete idrica all’interno dell’Ato 1 Toscana Nord.
Lo schema è quello già visto in altre
parti d’Italia dove la privatizzazione,
anche parziale, del servizio idrico si è
tradotta in un aumento esponenziale
C
delle tariffe. Ai cittadini stanno infatti
arrivando da anni bollette molto care,
anche 3000 euro, causa conguagli e
rincari stabiliti, secondo Gaia, a livello
nazionale dall'autorità nazionale per la
gestione delle acque.
Anche la bolletta di “don Giò”, come lo
chiamano i parrocchiani in paese, è aumentata del 400%, come spiega lo
stesso parroco: “Da 20 euro a 80 e
senza alcuna spiegazione plausibile”,
lamenta il sacerdote che ha deciso di
intraprendere una battaglia contro il
caro acqua soprattutto per la popolazione
anziana di Lavacchio: “Accompagnerò i
miei parrocchiani alla Lega per i consumatori e agli uffici di Gaia - ha detto per chiedere spiegazioni e tutele”.
Intanto, toccherà risparmiare sull’acqua
santa. Sarà contento il diavolo…
Robert Vignola
11
Mercoledì 4 maggio 2016
SOCIETA’
ALLA TRIENNALE ARRIVA IL “FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI” E DURERÀ FINO AL PROSSIMO OTTO MAGGIO
A Milano per “alzare lo sguardo”
Una sei giorni di incontri, appuntamenti e dibattiti per ragionare insieme sulla condizione delle donne nel mondo
di Chantal Capasso
lla Triennale di Milano,
ieri, è stata inaugurata la
prima edizione del Festival dei diritti umani e
durerà fino all’8 maggio.
Scopo della kermesse è sensibilizzare i cittadini ai diritti umani spesso
violati e ignorati in luoghi che sono
percepiti come 'lontani' da noi. Come
spiega la direzione del Festival, “il
progresso nel cammino dei diritti
umani ha bisogno non solo della
nostra forte volontà di vedere rispettati i principi di uguaglianza e
dignità di ogni singola persona, vicina e lontana, ma richiede anche
la conoscenza delle storie, dei contesti diversi, delle culture in cui quei
diritti devono e possono essere rispettati e affermati”.
Il programma del festival è fitto di
eventi. Previsti incontri con studenti,
proiezioni di documentari selezionati dall’'Associazione Sole Luna.
Verranno proiettati una selezione
di lungometraggi di finzione e documentari scelti da Vanessa Tonnini,
programmer e direttrice artistica
del Festival Rendez-Vous, dedicato
al nuovo cinema francese, storicamente molto attento al tema dei
diritti umani e del dialogo interculturale. Nella sei giorni ci saranno
poi dibattiti e dialoghi con intellettuali e studiosi italiani e internazionali e una mostra proposta da
Amnesty International.
Leit motiv di questa prima edizione
il non-diritto di essere donna. Il
paese scelto per rappresentare un
esempio 'virtuoso' è la Tunisia per-
A
ché sta riuscendo a superare la
crisi politico istituzionale che l'ha
colpita. Tra i film che verranno proiettati, nel giorno di apertura del
Festival ricordiamo Lea di Marco
Tullio Giordana, che ripercorre la
vicenda di Lea Garofalo, la donna
ucccisa dal compagno 'ndranghetista Carlo Cosco proprio a Milano,
nel 2009. A presentarlo la due attrici
Vanessa Scalera e Linda Caridi, insieme a don Luigi Ciotti. E ancora,
si parlerà di donne e Is, con la proiezione di Schiave di guerra, dall'Is
a Boko Haram e la testimonianza
di Nadia Murad, la yazida scappata
dallo Stato Islamico dopo mesi di
schiavitù. In totale, saranno 22 i documentari presentati, che avranno
come temi non solo le donne ma
anche i migranti, gli omosessuali, i
diversamente abili, il diritto a un
lavoro giusto e alla pace.
Tra gli ospiti anche Emma Bonino,
ex ministro degli Esteri, che parlerà
(il 4 maggio) di donne e società
civile in Tunisia con l'attivista tunisina Amira Yahayaoui. Di donne
parlerà ancora Sergio Gonzalés
Rodriguez, il giornalista messicano
autore di 'Ossa nel deserto', il libro
inchiesta sul femminicidio nella
città messicana di Ciudad Juárez.
Ancora sui diritti delle donne, è
stata organizzata, insieme a Amnesty International Italia, la prima tappa della mostra fotografica itinerante sul Burkina Faso, in cui verrà
anche affrontato il tema dei matrimoni precoci: ci saranno gli ultimi
scatti di Leila Alaoui, la fotografa
marocchina rimasta uccisa nell’attentato di gennaio 2016 a Ouaga-
dougou, dove si trovava proprio
per il lavoro.
«Io alzo lo sguardo», ha dichiarato
UNA RICERCA DEL DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA - NORTHUMBRIA UNIVERSITY
Menta e rosmarino
stimolano la memoria
U
n recente studio ha individuato nella menta e il rosmarino un valido aiuto per
la memoria a lungo termine.
A svelarlo sono le ricerche condotte
al Dipartimento di Psicologia della
Northumbria University, nel Regno
Unito, presentati a Nottingham in
occasione della conferenza annuale
della British Psychological Society.
Al contrario, le stesse ricerche
hanno dimostrato che camomilla
e olio essenziale di lavanda esercitano un effetto totalmente opposto: calmano, rilassano e riducono le capacità mnemoniche.
Dalla ricerca è emerso che la
menta abbia capacità di migliorare
l’attenzione. L’effetto dell’assunzione di un tè alla menta è stato
confrontato con quello del consumo di camomilla e di acqua
calda. Dalle due bevande messe
a confronto, è emerso che la menta, dopo averla consumata, migliora sia l’umore che le capacità
cognitive. In questo modo il tè
alla menta può aiutare a migliorare
la memoria a lungo termine. Mentre al contrario, la camomilla ( da
tutti noto) esercita un effetto cal-
mante e sedativo, ma rallenta significativamente la memoria e riduce l’attenzione.
Una seconda ricerca invece, condotta su individui di età superiore
ai 65 anni, ha previsto che i partecipanti trascorressero del tempo
in stanze in cui veniva diffuso dell’olio essenziale di rosmarino, dell’olio essenziale di lavanda o nessun
olio. In questo caso i test svolti
hanno misurato la memoria pro-
spettica, cioè la capacità di ricordare di fare qualcosa in un determinato momento o dopo avere
ricevuto un sollecito. Ne è emerso
che mentre l’olio essenziale di lavanda aiuta ad aumentare la calma
riducendo, allo stesso tempo, la
memoria prospettica; l’olio essenziale di rosmarino migliora del
15% i risultati ottenuti ai test per
la valutazione di questo tipo di
Ch.C.
memoria.
il direttore esecutivo De Biasio, «è
lo slogan che abbiamo scelto per
la prima edizione del Festival dei
Diritto Umani per spronare a non
voltarsi dall’altra parte, a non subire,
ma anche ad aprirsi al mondo».
STUDIO DEL MONITOR ALLIANZ GLOBAL ASSISTANCE, CON NEXTPLORA
La mamma italiana
si preoccupa troppo
i mamma ce n’è una sola,
e quella italiana, si sa, è
iperprotettiva per definizione. Ma colpiscono le sue preoccupazioni. Oggi le mamme italiane si dichiarino più preoccupate
che i propri figli abbiano in futuro
un lavoro (50%) che non una
perfetta salute (39%). Un dato
significativo, sintomatico dell’elevata sensibilità nella nostra società
rispetto alle prospettive professionali dei giovani.
È quanto emerso da uno studio
del Monitor Allianz Global Assistance, condotto in collaborazione
con l’istituto di ricerca Nextplora.
Per non parlare della droga, alcool
e violenza, che sono gli aspetti
che maggiormente turbano il sonno delle mamme (64% delle risposte), mentre non è considerata
una difficoltà, la possibilità che i
figli possano crearsi una famiglia
(17% delle scelte).
Il loro senso di protezione si
riversa indistintamente sulla prole:
il 72% delle intervistate sostiene
di non avere attenzioni diverse
tra il primogenito ed i figli successivi, così come il 67% dichiara
D
che il sesso della prole non incide
in questa naturale propensione.
Anche se, un 23% si dichiara più
sensibile nei confronti della figlia
femmina, mentre il 10% verso il
figlio maschio.
Nel periodo delle vacanze, si pone
poi la questione di come comportarsi con i propri bambini:
portarli in viaggio oppure lasciarli
a casa di parenti o conoscenti?
L’argomento divide le mamme
italiane che, in maggioranza
(64%), si sentono più tranquille
viaggiando con i propri figli, ma
c’è anche un 24% che propende
per partire senza di loro. A queste
si aggiungono coloro che, a massima tutela, decidono di portarli
e di proteggerli sottoscrivendo
un’assicurazione viaggio (12%).
Infine, un aspetto che notoriamente distingue le mamme di diverse nazionalità è il modello educativo adottato: in questo, le italiane propendono in maniera decisa nel dare fiducia e responsabilizzare i figli (73%), piuttosto
che ricorrere alla disciplina e al
Ch.C.
controllo (22%).
12
Mercoledì 4 maggio 2016
SPORT & SOCIETA’
TUTTI I RIFLETTORI SULLA PICCOLA GRANDE TRUPPA DI RANIERI E IL TRIONFO NELLA PREMIER
L’impresa del Leicester è già storia
DALL’AUTHORITY ISRAELIANA DELLA TV
Bar Refaeli troppo sexy:
censurato il video-spot
ensurato perché
ritenuto troppo
ose'. Ecco perché
l'authority israeliana dell'audiovisivo ha impedito che uno spot della
bellissima top model
Bar Refaeli venisse trasmesso in tv. La modella, originaria proprio
di Israele, è diventata
la testimonial anche dei
costumi da bagno del
marchio Hoodies e nello
spot in questione le riprese video si
soffermano a lungo sul suo lato B,
mentre lei si diverte su una spiaggia da
sogno, cambiando 'mise' e sdraiandosi
a prendere beatamente il sole.
In particolare, la scena in cui la top
model si infila lo slip nascosta dietro lo
sportello di una macchina parcheggiata
è stata definita troppo scabrosa dall’au-
C
di Marco Buonasorte
na storia d’amore, una di
quelle a lieto fine che eravamo abituati a vedere
solo nei classici Disney
come “Biancaneve e i sette
nani” o “La bella addormentata nel
bosco”; il Leicester ha compiuto
una vera e propria impresa, degna
di rimanere nelle pagine della storia
del calcio mondiale, una ‘favola’ con
una morale che ha un significato
non solo all’interno del mondo del
calcio.
Il Leicester è una squadra proveniente dalla ‘Football League Cham-
U
pionship’, il corrispondente della
Serie B italiana, e ha iniziato questa
stagione sportiva stravincendo per
4 a 2 sul Sunderland: una di quelle
partite che, già dall’inizio, preannunciano un qualcosa di importante
che, finalmente, si è avverato; un
sogno che nessuno pensava fosse
possibile, a cui forse non osava credere, perché era talmente irraggiungibile che nemmeno il più folle
dei sogni avrebbe potuto mai neppure sfiorare.
Poi, il 9 aprile con uno strepitoso 2
a 0 sempre contro il Sunderland, è
arrivata la certezza matematica della
Champions League ed ora, dopo la
partita tra Chelsea e Tottenham e la
sconfitta di quest’ultima, il Leicester
ha raggiunto la vetta d’Inghilterra,
sullo ‘Shard London Bridge’, il grattacelo più alto d’Inghilterra : ben
310 metri. Ma, per la ‘favola’ che
hanno scritto tutti insieme, meritano
senza dubbio di essere sulla vetta
della ‘Burj Khalifa’, letteralmente
‘Torre dell’emiro Khalifa’ situata Dubai negli Emirati Arabi uniti che,
con i suoi 829,8 metri, è la costruzione più grande mai costruita dall’uomo: sarebbe il posto che merita
il Leicester dopo questo sogno insperato e alla fine si è realizzato.
Il merito di questa impresa è sud-
diviso per ogni elemento della rosa,
dello staff e della dirigenza inglese;
un elemento fondamentale in questa
avventura è stato anche Mister Claudio Ranieri che ha avuto un ruolo
fondamentale in questa favola a
lieto fine.
Questa strepitosa stagione da parte
del Leicester rende onore al calcio
e fornisce una speranza a tutti gli
ultimi romantici, una favola per dire
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
tority israeliana. La versione 'rivista'
dello spot, comunque, non potrà essere
trasmessa prima delle 22, quando i telespettatori più piccoli dovrebbero già
essere a letto. La versione completa
della pubblicità con la meravigliosa Bar
Rafaeli è però stata subito diffusa su internet e, inutile dirlo, il video sta letteralmente spopolando.
a tutti che i propri sogni sono possibili e, anche se un obbiettivo sembra irraggiungibile, si deve, obbligatoriamente, provare a realizzarlo.
Rimanendo con i piedi per terra,
ma avendo fiducia dei propri mezzi;
ora al Leicester, dopo questa fantastica avventura, spetta di disputare
la Champions League e chissà se
vedremo scrivere una storia ancora
più grande.