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Anno V - Numero 107 - Mercoledì 4 maggio 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Euromania Immigrazione A Bari Padoan s’attacca pure a Schengen I profughi ora arrivano in aereo Fiera del Levante: doppia inchiesta a pag. 2 Fruch a pag. 9 Compagnoni a pag. 5 SI LAVORA AL COMPLETAMENTO DEL PROGRAMMA PER IL CAMPIDOGLIO COL CANDIDATO CHE STAVA ANCHE NELLE PROPOSTE DI LEGA E FDI AD ELETTORI E ISCRITTI di Francesco Storace Lodi hanno arrestato l’ennesimo amministratore con la casacca del Partito democratico. Ovunque governano, i Cinque stelle combinano fracassi. Ma davvero dovremmo correre il rischio di far governare Roma a uno di questi soggetti? È vero che è strano vedere Giorgia Meloni lontana da noi. Ma anche da Alessandra Mussolini e Renata Polverini. E da tanti altri di noi. Sono cose che succedono quando anziché puntare a conquistare Roma si mette nel mirino chiunque a destra non si inginocchi agli ordini di un partitino. Lo diciamo da mesi: o il partito o la città. Se scegli il partito non te ne frega nulla della città. Se scegli la città, non metti veti di partito a chi non sta nel tuo. Ma nella Capitale non si può rischiare la sconfitta per una specie di politichese che avvolge la destra romana, o meglio quella parte di destra romana che non tollera altre presenze. Anche se ci ha governato insieme per tanti anni e ora fa finta di non conoscere nessuno. Molti vi conoscono, però, e stanno ben lontani. Prima dei partiti per noi c’è Roma. Con Alfio Marchini si è ragionato, si sta ragionando, della città. Senza pensare a poli e contropoli. E, con mia sorpresa, non ha avuto nulla in contrario alla presenza della lista Storace in coalizione se raggiungeremo l’intesa di programma, che credo sia abbastanza vicina, stando a quanto l’ingegnere ha dichiarato in tv, a Piazza Pulita. A Roma hanno governato destra (noi no e gli uomini della Meloni sì) e sinistra. Bisogna ricominciare daccapo, senza baccano ideologico. Siamo sicuri che non sia proprio questo il momento? Se si rispetta la nostra identità - è il caso di Marchini ma non della Meloni, incredibilmente - non c’è altra scelta. A PRIMA ROMA Basta col politichese che rischia di consegnare la città al Pd o ai grillini Se sceglieremo Marchini sarà per un nuovo inizio per la Capitale Del resto, prima o poi qualcuno ci dovrà spiegare perché Marchini possa essere votato dagli elettori che si recarono alle primarie della Lega dove arrivò in prima posizione (persino davanti all’attuale capolista di Salvini, la Pivetti...) e non da noi. Oppure, perché agli iscritti di Fratelli d’Italia sia stata sottoposta una serie di opzioni compresa la sua candidatura e non la mia. Non ri- ARRESTATO IL SINDACO DEM DI LODI spondono: né Salvini né la Meloni. Ecco perché la nostra scelta si è ridotta a due opzioni, andare da soli o con Marchini. Da soli, avremmo favorito l’arrivo di Roberto Giachetti al ballottaggio contro la Raggi, stando ai sondaggi seri e non a quelli commissionati agli amichetti di palazzo su cui possiamo raccontare storie non proprio esaltanti; con Marchini si possono vincere le ele- zioni. Con la nostra lista e la mia candidatura come capolista a sostegno di un’esperienza civica identica a quella che può vincere a Milano e a Napoli o a quella che ha già vinto a Venezia. Se ci sarà l’intesa, noi ci saremo per portare il nostro bagaglio di esperienza e la nostra pulizia morale, di cui in Campidoglio c’è drammatico bisogno per la rinascita. Altrimenti, il rischio che corre Roma è di vedere altre gazzelle nelle case di assessori o consiglieri targati a sinistra o di bloccare qualunque opera se vincono i grillini. Io non voglio vedere la fine di Roma, ma sogno un nuovo inizio per la Capitale d’Italia. Senza personalismi. Io e lo stesso Bertolaso lo abbiamo dimostrato con la forza dei gesti e dei fatti. IL CAPO DELLA CEI A POCHI GIORNI DAL VOTO SUL DDL CIRINNÀ: NON SIANO EQUIPARATE AI MATRIMONI Unioni civili, Bagnasco avverte Renzi anciando la sua campagna (di vita o di morte) per il referendum d’ottobre, Renzi aveva l’altro giorno anche assicurato che la prossima settimana il Parlamento arriverà al varo della legge sulle unioni civili. Secondo i più maliziosi un messaggio implicito: dalla lobby omosessuale si ricordino di noi e mettano la faccia nei comitati da mandare porta a porta a convincere gli italiani a votare sì. Ma l’altolà torna a farsi sentire dal cardinale Angelo Bagnasco, che a margine dell’incontro avuto tra i vescovi italiani e papa Bergoglio ha di nuovo chiarito la posizione della Chiesa italiana. E cioè avanti con “i diritti individuali che ognuno legittimamente ri- L Piovono manette Calvo a pag. 3 vendica”, ma senza che le “unioni civili siano equiparate ai matrimoni”, come avviene appunto con la legge Cirinnà, nella quale “l'assenza di fedeltà è l'unico discrimine tra una cosa e l'altra”. E in qualche misura c’è traccia di altri distinguo dalle posizioni del premier Renzi anche nelle parole riservate al verso che sta prendendo il mondo, dal Ttip in giù. “Ci sono centrali di potere che hanno la forza di condizionare scelte, culture e legislazioni. Hanno grandi risorse e un obiettivo: mirano a destrutturare la persona con ciò che provoca smarrimento, per manipolare meglio. Vogliono indebolire il senso di appartenenza” e quindi il vivere insieme perché “in nome di un'autonomia asso- luta. Si dice di voler affermare e potenziare l'individuo ma lo si isola in se stesso così si può usare meglio”. Mentre anche la posizione sull’accoglienza sembra perdere quei forti connotati terzomondisti, laddove per Bagnasco il muro del Brennero “spero non sia fatto. Magari sono reazioni a caldo, nelle quali prevale la voce della paura. Speriamo che le cose si sciolgano. L'Italia finora ha dato buon esempio”. Un giudizio che però non condanna le posizioni come quelli dei vescovi ungheresi, che non hanno criticato il governo magiaro: “La Chiesa propone e difende i valori. Individuare le decisioni operative non è compito nostro”. E lo stesso dicasi per Brexit: “Bi- sogna stare sul luogo per capire, come vescovi europei ci sentiamo di dire che dobbiamo cogliere il messaggio che c'è dentro. Perché tutto questo esprime un disagio oggettivo o perlomeno soggettivo che deve far riflettere gli organismi Robert Vignola europei”. 2 Mercoledì 4 maggio 2016 ATTUALITA’ UN GOVERNO A CORTO DI IDEE Padoan si attacca a Schengen Il ministro dell’Economia vede peggiore il rischio della sospensione del trattato rispetto alla stessa crisi dell’euro di Robert Vignola Q ual è più pericolosa tra le parole d’ordine sovraniste, la messa in discussione dell'accordo di Schengen o la crisi dell’euro? La prima, anche perché la seconda condizione, quella della moneta unica, resta “irreversibile” nei pensieri dei conducenti del vapore. La curiosa “classifica” è del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che ne ha parlato nel corso di un convegno alla facoltà di economia de La Sapienza. Quello dei rifugiati, secondo Padoan, "non è solo uno shock esogeno come lo chiamano gli economisti ma un cambiamento di stato della natura". Infatti "in molti paesi confinanti con l'Europa non ci sono più condizioni di vita dignitose e la gente vede l'Europa come un rifugio sicuro". Bene: ma allora perché i rifugiati non si riversano in Arabia Saudita, dove il pil è maggiore del nostro, la cultura identica a quella dei rifugiati e la lingua pure? Mistero irrisolto. Ma Padoan teme il fatto che in di- scussione ci sia ormai il trattato di Schengen che per l'Europa è stato "un grande risultato" e ciò "è più pericoloso della crisi dell'euro per- ché mette al centro diverse visioni nazionali dell'Europa che rischiano di prevalere". E sull'innalzamento di barriere da parte di alcuni Paesi tiene a sottolineare: "Avere frontiere europee efficienti non significa innalzare muri". Che l’Italia non abbia né le une né gli altri è elemento tanto marginale da non essere stato citato. Tant’è: il ministro ha insistito su un altro elemento "di cui c'è bisogno in Europa è la fiducia reciproca. Un Paese prima deve rispettare le regole, poi deve discutere le regole sedendosi allo stesso tavolo con gli altri Paesi, a maggior ragione in un momento eccezionale come questo". Scendendo nello specifico, Padoan ha spiegato che facendo leva soltanto sulla "condivisione del rischio" c'è fra alcuni Stati europei il forte timore che "qualche Paese faccia il furbo e che i cittadini di una nazione deb- bano pagare i cattivi comportamenti di un altro Paese". Da questo atteggiamento, spiega Padoan, "deriva una scarsa fiducia: non ci fidiamo gli uni degli altri". E su Brexit? Per Padoan sarebbe grave "per due motivi: in sé perché priverebbe l'Europa di un meccanismo di integrazione, ma soprattutto perché rappresenterebbe un esempio non virtuoso di come si può uscire, pur nel rispetto di tutte le regole democratiche tramite il referendum, da un accordo". Una situazione che "metterebbe in moto possibili meccanismi analoghi in altri paesi in un momento in cui l'Europa sta diventando, nella percezione di molti, non la soluzione ai problemi, ma un problema". Sulla crescita in Europa inoltre Padoan ribadisce :"non è vero che è destinata alla bassa crescita perenne". E aggiunge: "l'Europa rimane un'economia avanzata: ci sono enormi spazi non sfruttati, come il mercato interno europeo che è ancora lungi dall'essere completato". Ci vuole più Europa, insomma. Come sempre. PER PRESENTARSI ALLE ELEZIONI OBBLIGATORIO IL PROGRAMMA, MENTRE PUÒ BASTARE UNA “DICHIARAZIONE DI TRASPARENZA” Al voto anche senza statuto: salvato il M5S S i è dissolta come una bolla di sapone la bufera per la cosiddetta legge anti-Cinque Stelle. Il risultato emerso con il testo base sulla riforma dei partiti depositato in commissione Affari costituzionali della Camera somiglia infatti a una fumata grigia. Continua a prevedere infatti la possibilità di escludere dalle elezioni quei partiti che non saranno dotati di uno statuto, ma potranno correre se saranno muniti di una “dichiarazioni di trasparenza”. Una norma questa che - e la maggioranza non ha mancato di sottolinearlo - va proprio incontro a quei movimenti che non sono organizzati come un partito politico e non hanno uno statuto. Non potranno invece partecipare alle elezioni quei partiti che non presenteranno il programma elettorale. La proposta di legge sulla riforma dei partiti, elaborata dal relatore Matteo Richetti (Pd) sarà il testo base su cui lavorerà la commissione Affari costituzionali della Camera, impegnata finora nell'esame di 18 diverse proposte di legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Il testo predisposto da Richetti prevede quindi una norma che prevede l'esclusione dalla competizione elettorale per quelle formazioni politiche che non sono dotate di uno statuto o che, perlomeno, non abbiano depositato una "dichiarazione di trasparenza" che, dunque, diventa "sostitutiva" dello statuto. Nel testo, infatti, si parla espressamente di "statuto" o di "dichiarazione di trasparenza" per quei partiti o gruppi politici organizzati che si trovino "in assenza dello statuto". Viene superata così la norma più stringente prevista dalla proposta di legge del vicesegretario del Partito democratico Lorenzo Guerini, che prevedeva invece l'esclusione dalle elezioni per quei partiti privi della personalità giuridica ovvero "non iscritti nel R.V. registro nazionale". UN’ASSOCIAZIONE DENUNCIA: CANCELLATE LE CONTRAVVENZIONI AGLI AMMINISTRATORI GRILLINI Gioco di prestigio sulle multe a Parma ominciarono da Bologna, con un vaffa-day ormai storico. A un centinaio di chilometri di distanza, però, i vaffa ora finiscono all’indirizzo di chi disturba il conducente a cinque stelle. Nella città ducale impazza nelle ultime ore la bufera perché le multe inflitte ad alcuni amministratori sarebbero state fatte sparire con un gioco di prestigio. Questo almeno quanto sostengono dal Movimento Nuovi Consumatori, secondo il quale alcune multe sarebbero state annullate alla vicesindaco Nicoletta Paci, all'assessore al Bilancio Marco Ferretti e al presidente del Consiglio comunale Marco Vagnozzi. Contravvenzioni a suo tempo elevate per parcheggi in Borgo San C Vitale, negli stalli attigui al Palazzo Municipale alle quali i tre si sarebbero opposti. Il Comandante Gaetano Noè aveva fatto richiesta di archiviazione per buona fede colposa. Motivazione piuttosto… creativa, occorre riconoscere. Fatto sta che il capogruppo M5s ha affidato ad un video su Facebook la sua rabbia. Con il turpiloquio che regna sovrano: “Sono nel parcheggio del Comune per cercare di fare chiarezza su quanto sta emergendo sui giornali” esordisce Bosi in un filmato in puro stile grillino. “Sono incazzato come una bestia perché non sopporto che ci sia qualcuno che va in giro a raccontare balle. Greci ha raccontato che questa Amministrazione si sarebbe fatte togliere le multe: il nome è stato accostato a fatti che non sono come li ha rac- contati Greci. Questa macchine sono di assessori che come tutti i giorni parcheggiano qui perché hanno l'autorizzazione per farlo. All'inizio di questo mandato avevamo tre parcheggi che costavano seimila euro all'anno e abbiamo deciso che consiglieri e assessori potevano parcheggiare qui. I fatti sono andati diversamente: per due anni gli assessori hanno parcheggiato qui e un Vigile di sua iniziativa ha sanzionato un veicolo. Penso che chiunque di voi avrebbe fatto ricorso quando si vede una sanzione non corretta sul cruscotto. Chi oggi dice che questa Amministrazione si fa togliere le multe dovrebbe avere il coraggio di dire che le auto erano autorizzate. Ci sono dipendenti che non gradendo questa Amministrazione pensano di giocare la politica in questo modo”. Come dire: dal “vaffa” al “lei non sa chi sono io” il passo è molto R.V. breve… Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Mercoledì 4 maggio 2016 ATTUALITA’ TURBATIVA D’ASTA PER APPALTI SULLE PISCINE, IL PRIMO CITTADINO FINISCE DENTRO E INGUAIA IL PREMIER Avanti un altro: in manette il sindaco Pd di Lodi In galera Simone Uggetti, già braccio destro e successore del vicesegretario nazionale dem Lorenzo Guerini, che lo difende - E i verdiniani gridano allo scandalo: “Assalto giudiziario” ltro che questione morale. Il Partito democratico di Renzi è come non mai al centro di scandali giudiziari da nord a sud, isole minori (vedi Ischia) comprese. E il record di indagati, inquisiti, condannati, continua ad aggiornarsi continuamente. L’ultima disavventura giudiziaria in ordine di tempo vede al centro della bufera il sindaco dem di Lodi Simone Uggetti, arrestato e rinchiuso nel carcere di Pavia per turbativa d’asta. In relazione all’appalto per la gestione delle piscine scoperte in via di aggiudicazione alla società Sporting Lodi. In manette, con la stessa accusa, pure l’avvocato Cristiano Marini, responsabile del club e consigliere di Astem spa, la ex municipalizzata di proprietà del Comune e socia del “circolo” sportivo. Dopo l’inchiesta che ha travolto il Pd campano, con l’ex consulente del premier, Stefano Graziano, indagato perché ritenuto dagli inquirenti partenopei legato al boss dei A Casalesi Michele Zagaria, dalla magistratura italiana arriva un nuovo duro colpo alla segreteria del presidente del Consiglio.Visto che Uggetti è considerato a tutti gli effetti come un fedelissimo dell’attuale portavoce e vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. A cui è succeduto in qualità di primo cittadino e per il quale è stato assessore, per ben due volte, nella sua giunta tra il 2005 e il 2013. Non c’è pace per il presidente del Consiglio, costretto ormai quotidianamente a dover difendere il suo partito da continue inchieste giudiziarie che rischiano di pesare come un macigno anche in vista delle elezioni comunali. L’inchiesta della procura di Lodi è nata dalla denuncia di una funzionaria comunale, che si sarebbe lamentata per aver subito “pressioni indebite da parte del sindaco”, incaricata di predisporre un bando di gara scritto, secondo gli inquirenti, su misura tra requisiti stringenti e presunte norme ad hoc per favorire lo Sporting Lodi, rappresentata da Marini, che s’è aggiudicato la gara. Con i fatti contestati che risalgono al mese di marzo e gli arresti scattati per “l’alto rischio” di inquinamento delle prove. Visto che per i pubblici ministeri, gli arrestati,“in alcuni casi anche con successo”, hanno provato “a nascondere prove indispensabili per la ricostruzione dei fatti pure attraverso la formattazione di computer”. Perquisizioni a tappeto con l’acqui- sizione di documenti in Comune, con Uggetti che è stato temporaneamente sospeso dalla carica di primo cittadino e le sue funzioni assegnate al vicesindaco e assessore alla Cultura e Istruzione Simonetta Pozzoli. E Guerini che pur confidando nel lavoro dei giudici difende Uggetti, “amministratore competente e accorto, persona corretta e limpida”. Non per la magistratura. Con il Pd messo alle strette dai diversi schieramenti politici dell’opposizione che chiedono le dimissioni immediate di Renzi. Difeso a spada tratta dai verdiniani di Ala che attraverso il senatore Vincenzo D’Anna parla addirittura di “un’offensiva della magistratura, che vuole giocare un ruolo politico, contro il premier e il governo”. Dichiarazioni pesanti, questa volta pronunciate non da esponenti di Forza Italia in difesa del proprio leader, Silvio Berlusconi, ma da un gruppo che rappresenta a tutti gli effetti una delle stampelle dell’eseM.C. cutivo Renzi. Accerchiato. TUTTA IN SALITA LA STRADA PER IL RITORNO DEL MARÒ, RENZI COSTRETTO A CALARE LE BRAGHE CON MODI Girone in Italia sotto la tutela dell’India Altro che successo politico e diplomatico, per riportare a casa il Fuciliere serviranno garanzie e rassicurazioni concrete - La sentenza del tribunale internazionale lascia l’amaro in bocca on è ancora arrivato il momento di esultare, la partita per il ritorno in patria di Salvatore Girone è tutt’altro che chiusa. E quell’incredibile (all’apparenza) “messaggio d’amicizia” inviato dal premier Renzi all’omologo indiano Modi, trova le prime spiegazioni. L’Italia per riportare a casa il Fuciliere di Marina, in libertà vigilata da oltre quattro anni all’interno della nostra ambasciata a New Delhi, dovrà tornare a trattare con l’India. Lo mette nero su bianco il tribunale dell’Aja, che ha accolto la richiesta italiana di far rientrare il Marò in attesa dell’esito dell’arbitrato. Ma nelle motivazioni N di sentenza spiega che fino alla conclusione della disputa, il militare “resterà sotto l’autorità della Corte Suprema indiana”. Chiamata a validare le eventuali condizioni concordate tra i due paesi in causa, invitati a “collaborare per ottenere un allentamento delle condizioni cautelari di Girone così che possa, in base a considerazioni di umanità, tornare in Italia”. Ha poco da esultare, il presidente del Consiglio. Visto che Palazzo Chigi aveva chiesto al tribunale di far rientrare Girone “sotto la responsabilità delle autorità italiane”. Per un’istanza respinta che conferma le dichiarazioni pic- cate di New Delhi subito dopo le indiscrezioni che anticipavano una sentenza che non ci sorride completamente, tutt’altro. Perché l’esecutivo per riportare a casa il Marò sarà costretto a scendere a patti con l’India. Serviranno assicurazioni e rassicurazioni concrete. E ancora, la garanzia della presenza dei due Fucilieri per un eventuale processo a loro carico a New Delhi nel caso l’arbitrato dovesse dare ragione all’India. E lo scotto da pagare, probabilmente, comprenderà pure la consegna del passaporto di Girone alla Corte Suprema una volta rimpatriato, “magari” anche con il divieto di viaggiare all’estero senza permesso. Altro che successo politico e diplomatico. Si tratta di una vittoria di Pirro. E adesso viene il difficile. Ce la farà Renzi a convincere l’India? E se sì, in che modo? E soprattutto, a quale prezzo? All’Italia non resta che calare le braghe davanti al forcaiolo Modi, colui che ha sempre chiesto la testa dei nostri Marò invocando la linea dura. Per ottenere una misura, transitoria, attesa da oltre quattro anni. Davvero troppo tempo per una vergogna che non sembra finire mai. Mentre i ministri indiani continuano a sottolineare che l’esecutivo “si batterà per difendere i diritti del Paese e tutelare le famiglie delle vittime”, la vedova di uno dei due pescatori (scambiati per pirati) ammazzati (Jelastine e Ajesh Pinku), della cui uccisione sono accusati Latorre e Girone, sembra aver cambiato idea. E al “Times of India” parla di quanto sia stato difficile andare avanti dopo la perdita improvvisa del marito. “Tuttavia, spiega l’ex signora Jelastine, l’appoggio che abbiamo ricevuto da più parti ci ha dato la speranza e aiutato a far ripartire le nostre vite. Per questo motivo non insisterò perché i Marò vengano pro- cessati e puniti. Non sono contraria alla loro liberazione”. Anche le famiglie delle vittime “assolvono” i due soldati italiani, ritenuti “colpevoli” senza possibilità di appello ancor prima di subire un giusto processo. Senza nemmeno conoscere il capo di accusa che pende sulla loro testa. Vittime di una pena anticipata mai ricevuta. Marcello Calvo L’EX ASSESSORE ALLA SANITÀ ARRESTATO PER TANGENTI COMPARE AL PIRELLONE. I GRILLINI GIUSTIZIALISTI SI SCATENANO Mantovani torna in aula e scoppia il caos Tensione in Consiglio Regionale e seduta sospesa: “Mi hanno impedito di parlare” agarre al Pirellone per il ritorno dell’ex assessore alla Sanità Mario Mantovani, arrestato nell’ottobre scorso con l’accusa di tangenti e rimesso in libertà il mese scorso. Non appena comparso in aula, l’ex vicepresidente della Regione Lombardia è stato preso di mira dagli esponenti del M5s che hanno urlato “vergogna” ed esposto uno striscione, poi rimosso, con la scritta “onestà”. Occupando perfino i banchi B della maggioranza. Un gesto che non è piaciuto nemmeno a un piccolo gruppo di spettatori presenti che ha ribattuto per le rime, urlando: “Viva Mario!”. E così la seduta, inizialmente prevista per le 10 del mattino, è iniziata con due ore di ritardo con il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, seduto al posto del governatore Roberto Maroni, assente. E nel pomeriggio è arrivata anche la sospensione. Quando Mantovani ha chiesto di prendere la parola per l’annunciato intervento in programma, la situazione è precipitata. I pentastellati a quel punto gli si sono piazzati davanti impedendogli di fiatare. Salvo poi essere espulsi. Con il clima letteralmente rovente pure per la notizia dell’arresto del primo cittadino (sospeso) Pd di Lodi, Simone Uggetti. E così la seduta è stata rinviata definitivamente ma le polemiche sono continuate. Con i consiglieri grillini che attraverso il capogruppo Gianmarco Corbetta si sono scagliati prima contro i democratici, bollando i loro amministratori locali una “sciagura per i comuni italiani” e poi se la sono presa con Mantovani, ancora in attesa di un giusto processo. “E’ una vergogna, l’attacco, che si sia presentato al Pirellone. La sua presenza infanga l’immagine di una istituzione, la Regione Lombardia, che già di suo non gode di buona reputazione a causa degli scandali che si susseguono da anni”. Piccata, la replica dell’ex assessore alla Sanità: “Mi hanno impedito di parlare, ma la democrazia ha i suoi tempi”. Caos al Pirellone: Uggetti in manette, Mantovani nuovamente in aula. Pane per i denti dei giustizialisti a priori pentastellati. Una occasione, servita su un piatto d’argento, per fare baldoria. M.Z. 4 Mercoledì 4 maggio 2016 DA ROMA E DAL LAZIO ABUSI SU TRE MINORI, IL PM NE AVEVA CHIESTI DICIOTTO Quindici anni a Nucci, il pr amico dei vip Il legale di parte civile, Cristina Cerrato: “È stato particolarmente abile nello scegliere le vittime più vulnerabili” AMMINISTRATIVE Bossi non promuove Meloni sindaco L’anima del Carroccio: “Non so se la voterei, non mi convince” n’occasione persa. In partenza. Così Umberto Bossi, il leader storico della Lega, legge gli avvenimenti capitolini in vita delle elezioni amministrative. “A Roma si sta perdendo una grande occasione, perché, dopo il disastro di Marino, il centrodestra poteva vincere a mani basse”, è lo sfogo del senatùr dalle colonne del settimanale “Oggi”. “Invece, sono stati commessi tanti errori, da parte di tutti”. Con un rimpianto in particolare: “Ci voleva maggiore unità. Ora si va divisi e nessuno riuscirà a vincere”. E poi, l’ammissione: U di Marco Compagnoni stato condannato a quindici anni di carcere e trentamila euro di multa. E’ la sentenza emessa, a conclusione del procedimento con il rito abbreviato, dal gup Giacomo Ebner nei confronti di Claudio Nucci, 56enne, il pierre romano amico dei vip e finito in manette per induzione alla prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Il processo verteva sull’accusa di È aver fatto sesso con tre ragazzini minorenni in cambio di soldi e di regali. Il magistato ha anche disposto il risarcimento in separata sede per le parti lese. Una condanna scontata di tre anni rispetto alla richiesta avanzata dal pm Eugenio Albamonte, che ne aveva chiesti diciotto. L’imputato doveva rispondere di aver adescato i tre giovani, residenti tra Ponte Milvio e Roma Nord, ed aver fatto, e filmato, atti sessuali con loro. L’uomo, frequentatore e animatore della movida di Roma Nord aveva tra i suoi quattromila contatti Fb anche Marco Prato, arrestato per l’omicidio di Luca Varani, nel quartiere Collatino Dall’esame degli sms emerse che Nucci chiedeva ai giovanissimi di inviargli anche loro foto e video in cui erano ritratti in atteggiamenti sessuali. Non solo, secondo l’accusa, l’indagato avrebbe minacciato i ragazzi di “raccontare tutto” ai genitori per convincerli a proseguire negli incontri. Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip rileva come “le attività tecniche di intercettazione - si legge nel provvedimento - hanno consentito di accertare che l’indagato ha avuto contatti recentissimi con minori nonché con numerosi altri ragazzi di sesso maschile non identificati, ma presumibilmente minorenni in relazione ai quali il pm riferisce essere necessarie ulteriori attività d’indagine”. Ciò, si evidenzia nell’ordinanza, rende necessaria la misura cautelare in carcere relativamente alla capacità di reiterare i reati contestati, ovvero prostituzione minorile aggravata e pornografia minorile. “Nucci è stato particolarmente abile IL CAMPIDOGLIO DISERTA L’ASSEMBLEA DEI SOCI Fiera di Roma, atteso il Tar Il 17 maggio i giudici dovrebbero discutere la causa avanzata da Investimenti Spa contro il Comune a patata bollente della Fiera di Roma potrebbe finire nelle mani dei giudici del Tar del Lazio, che dovrà esprimersi sul ricorso che Investimenti Spa ha presentato contro il Comune di Roma per il mancato trasferimento della delibera regionale e sulla nomina del commissario ad acta. Sono le indiscrizioni riportate dall’agenzia Dire. Ieri, infatti, il Campidoglio non si è presentato all’assemblea dei soci della controllante Investimenti spa, un’assenza pesante per gli altri soci, soprattutto dopo decisione del commissario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, di non trasmettere alla Regione Lazio la delibera sulla valorizzazione della ex fiera. Stando alla ricostruzione della Dire, i soci, a partire dalla Camera di commercio di Roma, hanno preso male il mancato confronto con il Comune che, ha fatto notare qualcuno, non ha nemmeno L avvisato l’assemblea. Quindi la situazione potrebbe essere sbloccata proprio dal Tar. A tutela della Fiera, che rischia il fallimento, la controllante (partecipata da Camera di commercio, Comune di Roma e Regione Lazio) ha chiesto al Tribunale amministrativo di nominare un commissario ad acta per sbloccare l’iter della delibera approvata dall’Assemblea capitolina lo scorso luglio. Il testo che dà il via libera alla vendita della struttura sulla Colombo è diventato ormai l’ultima àncora di salvezza per la nuova Fiera di Roma, che al Tribunale fallimentare “Io, sinceramente, non saprei per chi votare. Anche la Meloni, sostenuta dal mio partito, non mi convince del R.V. tutto”. nello scegliere le vittime più vulnerabili - ha dichiarato l’avvocato Cristina Cerrato, difensore di parte civile dello zio di una delle giovani vittime - Le vittime hanno riportato un grave danno anche per l’enorme sfiducia che ora hanno nei confronti degli adulti”. Al termine dell’inchiesta nel febbraio scorso Nucci fu arrestato ed è ancora detenuto nel carcere di Regina Coeli. IL TRIBUNALE DECIDERÀ SULLA RICHIESTA DI REVOCA ha aperto una procedura di concordato preventivo. Ma nei giorni scorsi dal Campidoglio è arrivato un rifiuto netto a inviare la delibera in Regione per il completamento dell’iter. Le carte in via Flaminia sono arrivate già da un po’ e il 17 maggio i giudici dovrebbero discutere la causa. Di certo, l’assenza del Comune all’assemblea dei soci non aiuta a rasserenare il clima intorno a Fiera, che ormai vede nelle aule di Tribunale una societá interamente controllata dal pubblico schierarsi contro uno dei soci. Al momento, però, il Tar per Investimenti spa rappresenta l’ultima possibilità di sbloccare la situazione e garantire il passaggio della delibera in Regione, anche attraverso la nomina di un commissario. A questo punto, però, sarà la stessa controllante a chiedere al Tribunale fallimentare una proroga del concordato, visto che già il 25 maggio i fornitori dovranno esprimersi sul piano di rientro del debito che Fiera ha nei loro confronti. Una manciata di giorni che evidentemente, ricostruisce la Dire, anche se il Tar dovesse dare torto al Campidoglio, non basterebbe a espletare l’iter della delibera. Matei, la Procura spinge per la semilibertà “Le foto non sono un vulnus alla rieducazione” l tribunale di sorveglianza di Venezia si è riservato di decidere sulla richiesta di revoca della sospensione della semilibertà per Doina Matei, la donna romena che nel 2007 uccise con un colpo di ombrello in un occhio Vanessa Russo, durante un litigio alla fermata della metro a Roma. La romena, che viveva di furti sui mezzi pubblici, tentò poi la fuga insieme a una complice. Sono state successivamente individuate dalle forze dell’ordine. Ora la Matei sta scontando i 16 anni di reclusione inflitti e confermati dalla Cassazione nel 2010. Le era stata concessa anche la semilibertà: lavorava di giorno in una cooperativa a Venezia, ma le foto postate su Facebook hanno spinto il magistrato, dopo lo sgomento della pubblica opinione, a tornare sui suoi passi sospendendo così il provvedimento. Nel corso dell’udienza di ieri, il Pg a nome dell’accusa, ha dato il suo nullaosta alla revoca della sospensione per Doina Matei, detenuta nel carcere femminile I dalla Giudecca a Venezia: “Non sapevo di non poter usare Facebook e l’ho fatto per contattare i miei figli, senza voler urtare alcuna sensibilità. Non userò più i social”, ha spiegato rilasciando le dichiarazioni spontanee in aula. L’udienza, su richiesta della stessa Matei, si è svolta a porte chiuse, ma a riportare le parole della donna è stato il suo legale Nino Marazzita che ha sottolineato che “il comportamento della magistratura veneziana di fronte a una vicenda così delicata è stato esemplare”. “Confidiamo - ha detto l’avvocato Marazzita, che difende Doina assieme a Carlo Testa Piccolomini - sull’apporto del Pg che ha detto che il comportamento della Matei non è un vulnus che interrompe il processo rieducativo”. A sostegno della richiesta di ritorno alla semilibertà per la loro assistita, i legali della Matei hanno portato numerose testimonianze e dichiarazioni scritte sul comportamento irreprensibile nel suo iter carcerario. 5 8 Mercoledì 4 maggio 2016 DA ROMA E DAL LAZIO CON IL PROGETTO DI PALAZZO CHIGI E ASSOCIAZION, SBARCATE 101 PERSONE. NE ARRIVERANNO UN MIGLIAIO IN DUE ANNI “Corridoi umanitari”: il governo accoglie altri profughi Saranno accolti nella Capitale e a Frosinone, ma anche a Torino, Milano, Firenze, Terni e Potenza È iniziato il corso di italiano gratuito per i richiedenti asilo e i rifugiati politici di Marco Compagnoni ono sbarcati altri 101 profughi all’aeroporto di Fiumicino, 97 siriani e 4 iracheni. Sono arrivati alle 7 del mattino attraverso il secondo viaggio dei “Corridoi umanitari”. Si tratta del progetto pilota che nel quadro di un accordo tra governo italiano, Comunità di Sant’Egidio Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola Valdese, ha già portato in Italia 97 profughi siriani. Complessivamente prevede l’arrivo di un migliaio di casi umanitari in due anni, non solo dal Libano, ma anche dal Marocco e dall'Etiopia. Tra i profughi arrivati accolti nel terminal 5 dai promotori del progetto e da Mario Giro, sottosegretario del governo, ci 44 sono bambini, 14 dei quali soffrono di gravi malattie o disabilità. Dieci nuclei familiari sono costituiti da donne sole con minori. I 101 sono giunti da Beirut con un volo Alitalia, provengono dalla Siria, Homs (33), Damasco (17), Hama (13), Aleppo (12), Hassaka (12) e 4 da Bagdad e verranno ospitati da una rete di case e strutture di accoglienza a Roma, Frosinone, Torino, Milano, Firenze, Terni e Potenza. S Nel frattempo le Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) hanno inaugurato ieri a Roma il corso di italiano professionalizzante gratuito rivolto ai richiedenti asilo e ai rifugiati politici, con la collaborazione anche della Croce Rossa Italiana, il Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale insieme al Circolo Acli Orizzontilontani. Le lezioni si svolgeranno il martedì e il giovedì dalle 10 alle 12 presso la sede provinciale delle Acli di Roma in via Prospero Alpino, 20. Il percorso formativo è stato realizzato, spiegano gli organizzatori, grazie al contributo del 5x1000 che i cittadini hanno donato alle Acli, consentendo agli studenti interessati di sostenere l'esame legalmente riconosciuto di livello A2 necessario per la richiesta della Carta di Soggiorno in virtù della convenzione che le Acli di Roma hanno stipulato con l'Università per gli Stranieri di Perugia e il Centro Territoriale Permanente Roma V. Il corso aperto a tutti, colf, badanti, disoccupati in cerca di lavoro nel settore domestico e occupati, ha visto la partecipazione di 40 iscritti di 16 etnie differenti e si è articolato su 10 lezioni per un totale di 40 ore, al termine delle quali è stato consegnato un attestato di frequenza. Un lungo percorso, partito dall'area della relazione e della cura della persona con particolare attenzione alla gestione della casa, fino ad arrivare all'area dei diritti, soffermandosi soprattutto sul Contratto collettivo nazionale di lavoro per i domestici e i titoli di soggiorno. Un’organizzazione efficace e attenta sino ai minimi dettagli. Che però rischia di far arrabbiare i poveri italiani, sempre più ai margini dell’agenda di governo, come sta accadendo in questi giorni nei centri di emergenza freddo delle nostre città dove i nostri connazionali, stando alle loro denunce, sono costretti a lasciare il posto agli stranieri. ANCORA DISAGI NEL CONSORZIO CHE GESTISCE IL 20% DEL TRASPORTO PUBBLICO IN MANETTE DIVERSI STRANIERI Roma Tpl, lavoratori senza stipendio Caos sugli autobus Un altro venerdì nero per i cittadini Il 6 maggio previsto uno sciopero di quattro ore olo un acconto. I lavoratori della Roma Tpl Scarl, che gestisce il 20% del trasporto pubblico romano, devono percepire gran parte delle retribuzioni degli ultimi due mesi e da più di due anni hanno scoperta la loro posizione Priamo (Fondo Previdenza Complementare). Una situazione catastrofica che sta mettendo in difficoltà 1.800 famiglie. E nemmeno il vertice di lunedì sera in Prefettura ha smosso sin qui le acque. E Roma corre il rischio di un altro venerdì nero per i trasporti in periferia, parliamo di 104 linee. Per il 6 maggio è previsto, infatti, uno sciopero di quattro ore (dalle 8.30 alle 12.30) dei lavoratori del consorzio. La battaglia va avanti da tempo. Già due settimane fa i sindacati aveno chiesto lumi al commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca e ai vertici delle aziende. “Roma Tpl Scarl appare destinata al fallimento senza le continue iniezioni di liquidità di Roma Capitale. Non bastano neppure i 22 S milioni di euro che l’altro ieri il Comune ha messo in pagamento a conguaglio delle fatture del 2014 e del 2015 per garantire il pagamento degli stipendi, degli aumenti del rinnovo contrattuale di categoria, dei contributi, dei fondi pensionistici, delle cessioni del quinto, dell’Erg e dei buoni pasto”, ha spiegato Fabiola Bravi dell’Unione sindacale di base. Stando al racconto dei sindacati, però, dal Campidoglio non arrivano buone notizie. A partire dal pagamento delle fatture da gennaio 2016 ad oggi. “Grava un’azione di pignoramento dalla Breda Menarini per circa 21 milioni di euro”, ha precisato l’Usb. “Non vorremmo - ha attaccato ancora il sindacato - che la scelta di non recedere dal contratto di servizio da parte di Roma Capitale fosse dettata dalla volontà di rientrare del debito derivante dal contenzioso che Roma Tpl Scarl ha vinto nei confronti di Atac, stimato attorno ai 118 milioni di euro, e che il Comune applichi al consorzio delle penalità solo per ridurre di molto i crediti maturati con il contratto di servizio”. Un’altra giornata calda con vari arresti. Forze dell’ordine chiamate agli straordinari sin dalle prime ore del mattino ue malviventi hanno messo a segno una rapina quando gli autobus di linea viaggiavano con poche persone. La vittima, un straniero di 32 anni che di mestiere svolge l'attività di infermiere, stava rientrando a casa dopo una serata passata con gli amici a Campo dei Fiori. Durante il tragitto in autobus si è addormentato e i due, anche loro sulla vettura, ne hanno approfittato per sfilargli il cellulare che teneva nella tasca dei pantaloni. L’infermiere si è accorto dell’ammanco e ha cercato di recuperarlo ma questi, dopo averlo minacciato di morte, lo hanno spintonato mostrandogli un coltello e sono fuggiti. Poco più tardi, i due malviventi sono stati fermati da una volante del commissariato Primavalle all’altezza della fermata della metro di via Mattia Battistini. Bloccati dopo una breve colluttazione, durante la quale gli agenti sono rimasti leggermente feriti, i due sono stati arrestati per rapina aggravata. Gli altri arresti sono stati eseguiti dai carabinieri. Il primo è scattato al terminal Anagnina, dove un D nigeriano di 32 anni non aveva la minima intenzione di scendere dal bus nonostante fosse arrivato al capolinea. Sul posto sono giunti i militari dell’Esercito, uno dei quali è stato colpito al volto dal nigeriano che è stato successivamente braccato e portato in caserma. Qui l’africano ha accusato un malore a seguito del quale ha spontaneamente rimesso dalla bocca degli involucri in cellophane contenenti numerosi dosi di cocaina. L’uomo è stato arrestato per resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sul bus 64, noto per i borseggi, sempre i militari dell’Arma hanno arrestato un algerino, di 54 anni, già noto alle forze dell’ordine, per rapina impropria, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. L’uomo aveva appena rubato uno smartphone dalle tasche di una turista. 6 Mercoledì 4 maggio 2016 ESTERI LA CORSA VERSO LA CASA BIANCA E L’EFFETTO TRUMP SOPRATTUTTO NELLA COMUNITÀ LATINO-AMERICANA Migliaia di stranieri a caccia della cittadinanza FIRME CONTRO IL LEADER IN CARICA MADURO L’era Maduro agli sgoccioli nel Venezuela in forte crisi uasi due milioni di firme per deporre il presidente Nicolas Maduro: tante ne ha raccolte l'opposizione del Venezuela, sempre più attiva e decisa a convocare un referendum che ponga fine in anticipo al mandato del successore di Hugo Chavez, fautore della sua "rivoluzione bolivariana". Le firme, che sono già più di un milione e 850 mila, sono state presentate nel pomeriggio di ieri alle autorità elettorali di Caracas. "Con questa strategia vincente la Mesa de la Unidad Democratica si avvicina all'obiettivo di ottenere un rapido cambiamento politico con mezzi pacifici e costituzionali" ha detto Jesus Torrealba, Q a battaglia anti-immigrati, portata avanti dal candidato repubblicano Donald Trump, sta avendo come effetto quello di spingere migliaia di stranieri di origine latino-americana a richiedere la nazionalità statunitense. Stando ai dati forniti dal governo le domande sono aumentate del 14% negli ultimi sei mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il tutto è supportato da un collettivo di associazioni, che a questo scopo hanno lanciato la campagna ''Stand up to hate'' (''Sollevati contro l''odio'', ndr.), così come riferiscono diverse testate internazionali. Si tratta di persone L "disposte a tutto" pur di poter votare e quindi esprimersi "contro l''odio e il razzismo", come ha spiegato Ivan Parro, coordinatore dell'iniziativa in Florida, come riporta l’agenzia Dire. In tutto il paese, 9 milioni di persone possono naturalizzarsi statunitensi, e 4 di queste sono ispaniche. "Trump sta dividendo il Paese" ha detto dal canto suo Edgar Ospina, che ha una piccola società per le ristrutturazioni. Arrivato in America molti anni fa dalla Colombia, avrebbe potuto avviare le pratiche per la naturalizzazione già dal 1990, ma fino ad ora non ne aveva mai sentito la necessità. Ma oggi qualcosa è cambiato. Trump, ha spie- gato, "è molto negativo nei confronti degli immigrati. E' arrivata l'ora di farci sentire". Donald Trump ha fondato la sua corsa verso la Casa Bianca partendo dal presupposto che il Governo federale fino ad oggi non è riuscito a proteggere i suoi confini, permettendo a droga e terroristi di entrare, ha alimentato la contrarietà contro musulmani e ispanici, e promesso ai suoi elettori che deporterà gli 11 milioni di stranieri che vivono illegalmente nel Paese. Tutte affermazioni che stanno creando paura e divisioni forti all''interno di una società storicamente multietnica e composita. Un effetto visibile sono le lunghe file agli uffici per l'immigrazione: "la presidenza Trump è un'idea che spaventa" ha commentato Maria Ponce dell'Associazione America action, una di quelle che forniscono supporto agli immigrati come Ospina. segretario di una coalizione anti-governativa nota anche con l''acronimo Mud. La Carta fondamentale del Venezuela prevede la possibilità di destituire un presidente per via referendaria purché sia rimasto in carica per almeno metà del suo mandato. Maduro è salito al potere nell'aprile 2013, dopo la morte di Chavez, facendo ulteriormente sprofondare il Venezuela in una crisi economica senza precedenti. Nel Pase manca di tutto, dalle derrate alimentari ai medicinali, e gli episodi di violenza sono sempre più numerosi, con la gente chiusa in casa perché anche fare una passeggiata oramai è pericoloso. La campagna sta procedendo molto bene, e potrebbe produrre risultati importanti: solo a Los Angeles i latino-americani regolari che possono ottenere la cittadinanza sono 775 mila. DILMA ROUSSEFF IN BILICO, MENTRE NEL PAESE AUMENTANO I CASI DI CORRUZIONE In Brasile si spinge verso nuove elezioni A Ciad: militari fatti sparire cque sempre più agitate in Brasile, con l’ex avversaria di Dilma Rousseff, Marina Silva, che critica duramente il vicepresidente Michel Temer per l'uso troppo "disinvolto" del termine ''golpe''. Silva, che si è candidata due volte alle presidenziali, la prima nel 2010 col Partito dei verdi e la seconda nel 2014 coi socialisti, chiede che non si usi più questo termine e che si torni immediatamente alle urne nel caso in cui l'impeachment venisse approvato. "C’è stata un'eccessiva semplificazione della parola ''colpo di Stato'', ha detto, secondo quanto riporta ''Rio Times'', quotidiano brasiliano. Gli alleati di Dilma, secondo la sua ex rivale, "stanno banalizzando qualcosa che ha rappresentato un dramma nella storia del nostro Paese. Sembra che non stiamo rendendo onore alla memoria di coloro che hanno sofferto moltissimo per rovesciare la dittatura che, infatti, aveva avuto la meglio sulla nostra democrazia". Dopodiché è tornata a spiegare che "solo nuove elezioni possono dare legittimità e credibilità a una transizione politica". Senza, "l'impeachment sarebbe I CASI ACCERTATI SAREBBERO ALMENO 23 dopo le ultime presidenziali ecine di militari sono stati fatti sparire nel nulla, e probabilmente uccisi, per aver votato per l'opposizione: l'accusa, riferiscono fonti dell’agenzia DIRE in Ciad, è rivolta da ong e rappresentanti della società civile al neo-eletto presidente Idriss Deby. "Si riferisce di 60 militari massacrati per aver scelto il candidato sbagliato" dicono dal Paese africano, pochi giorni dopo la conferma del capo di Stato, al potere dal 1990. Accuse al governo sono state formulate in particolare dalla Ligue tchadienne des droits de l'homme e da Amnesty International, che hanno accertato 23 casi di sparizione. Secondo le ong, in almeno due seggi elettorali "soldati sono stati costretti dai loro superiori a votare per il partito dei governo". Chi non si è sottomesso agli ordini sarebbe stato "picchiato e poi imprigionato per ore". Deby è stato rieletto D legale ma non raggiungerebbe il suo obiettivo". Marina Silva è infatti contraria all'avvicendamento del vicepresidente Temer in caso della destituzione dell'attuale presidentessa: "io non ho mai visto Temer muovere una sola critica contro Dilma. Ma piuttosto l'opposto". Intanto, secondo un’analisi pubblicata nei giorni scorsi, in Brasile si registra un generalizzato aumento della corruzione tra le imprese del paese, da attribuirsi secondo i relatori alla crisi economica e alla recessione. Lo studio è stato realizzato dal Credit protection service (Spc) e dalla Confederazione nazionale nego- zianti, e ha tenuto conto di tutte le regioni ad eccezione dello stato di San Paolo, in quanto ha una legislazione che limita l'accesso ai dati delle imprese. Tra le aree prese in esame, la maglia nera delle peggiori aziende va a quelle del nord est (16,64%) seguite da quelle dell'area centro occidentale (15,66%), settentrionale (12,11%) e meridionale (11,42%). Il deterioramento della trasparenza nel settore imprenditoriale è da attribuirsi al crollo di 3,8 punti percentuali del Prodotto interno lordo brasiliano nel 2015, il dato peggiore dal 1990. presidente il mese scorso con oltre il 60% dei consensi. Saleh Kebzabo, il principale sfidante, si è fermato al di sotto del 13% e ha subito contestato i risultati. Produttore di petrolio, dunque esposto alle conseguenze del crollo dei prezzi del greggio, negli ultimi anni il Ciad è stato molto attivo sul piano della sicurezza a livello regionale. A N'Djamena ha sede il centro di coordinamento di una forza multinazionale incaricata di contrastare il gruppo islamista Boko Haram, radicato nel nord della Nigeria e in genere nella regione del Lago Ciad. 7 Mercoledì 4 maggio 2016 ESTERI DECINE DI CIVILI MORTI DOPO L’ATTACCO DEI RIBELLI - DIPLOMAZIA AL LAVORO PER UNA SOLUZIONE Colpito un altro ospedale ad Aleppo Intanto l’Isis continua a mettere a ferro e a fuoco la zona sudorientale del Paese L’ATTIVITÀ DEI MISSIONARI I salesiani: “Restiamo accanto alla nostra gente” n tutto il Medio Oriente ci sono molte situazioni difficili, ma questo è vero soprattutto in Siria e nelle ultime settimane a Aleppo. Si potrebbe dire che l’ultima è stata una delle peggiori settimane vissute in questi 5 anni di guerra. La situazione è molto confusa, perché ci sono molte fazioni in lotta, in una guerra di tutti contro tutti dove i civili sono, purtroppo, nel mezzo. Lo afferma il missionario salesiano in Medio Oriente don Alejandro León, che all’agenzia salesiana Ans, ripresa dalla Sir, fa il punto delle vicende siriane. “Purtroppo in questo, come in molti altri conflitti – afferma don León – i media forniscono le informazioni che conviene secondo la linea prescelta dai governi e creano l’opinione pubblica sulla base di quelle linee” lasciando, di fatto, fuori molti aspetti importanti del conflitto. Uno di questi è che “negli I n attacco dei ribelli contro un ospedale di Aleppo avrebbe provocato "decine di morti": lo afferma la tv di stato siriana, per la quale i ribelli hanno colpito l'edificio con una serie di razzi. Secondo l'agenzia governativa Saba, ripresa in Italia dall’agenzia Ansa, il bilancio del bombardamento sull'ospedale è di "14 morti e decine di feriti". L'ospedale colpito sarebbe quello di Al Dbait. Da parte sua l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) parla di 19 persone uccise U e 80 ferite in bombardamenti su vari quartieri di Aleppo da parte dei ribelli, ma senza precisare il numero delle vittime nell'ospedale che sarebbe stato colpito. In Siria si trova ora anche l’inviato dell’Onu, Staffan de Mistura, che ha ribadito la necessità che la cessazione delle ostilità in Siria "torni ad essere rispettata in toto" e tutto il possibile "deve essere fatto" per promuovere la tregua e anzi "renderla più efficace". De Mistura ha avuto anche un colloquio con il capo della diplomazia russa Serghei La- vrov e, secondo quanto riporta Interfax, la Russia e gli Usa stanno "concentrando gli sforzi" per rinforzare ed espandere la tregua in Siria.. Il capo della diplomazia russa ha poi sottolineato che Mosca "apprezza molto" il lavoro di de Mistura per la soluzione della crisi siriana. L'inviato dell'Onu per la Siria nelle prossime ore sarà anche a Mosca. Ma la situazione in Siria è difficile anche in altre zone e almeno 6 militanti dell'Isis sono stati uccisi dal fuoco dell'artiglieria turca, in risposta a nuovi colpi di mortaio che dal nord della Siria avevano raggiunto la provincia sudorientale di Kilis, ferendo almeno una persona. Lo riporta l'agenzia statale Anadolu. I bombardamenti dell'esercito di Ankara hanno anche distrutto 2 postazioni di lancio di razzi katiuscia. Dal 18 gennaio, 20 persone sono morte a Kilis per attacchi dalla Siria. I jihadisti dell'Isis dal canto loro hanno lanciato una serie di attacchi a est e a nord di Mosul contro i Pe- CONNAZIONALE MORTO A NAPOLI Gli egiziani lamentano un “caso Regeni” in Italia l caso di Giulio Regeni, il giovane italiano trovato cadavere al Cairo lo scorso 3 febbraio, è stato rilanciato ieri dai media egiziani, ma con un’altra chiave, dopo che un sito internet ha diffuso la notizia della morte di un gio- I vane egiziano trovato cadavere lo scorso 30 aprile su un binario della ferrovia nei pressi di Napoli. Il decesso di un uomo "non identificato" sui binari della linea NapoliCastelnuovo è stato confermato dalla Questura parte- nopea contattata dall’agenzia Askanews. "Non è meno di Regeni", ha titolato il quotidiano egiziano al Youm7 riprendendo la notizia diffusa dalla pagina Facebook, "mo8trbeen", ad opera di egiziani che vivono in ultimi tre giorni sono stati attaccati numerosi quartieri di Aleppo, alcuni con una predominante presenza cristiana, ma di questo si è parlato poco, si è menzionato solo l’ospedale”. Il missionario parla anche di molte chiese e parrocchie della città distrutte e la gente si ritrova e si integra nella vita dell’oratorio salesiano: molte parrocchie o gruppi persino lo utilizzano come sede per i loro incontri specifici. “Un esempio molto significativo è quello dei giovani sacerdoti di diversi riti cristiani che si riuniscono settimanalmente nella nostra opera per formarsi, pregare, incoraggiarsi e condividere le loro esperienze di fede in questo contesto”. E ogni quattro mesi i cristiani della città si ritrovano presso la casa salesiana. In qualche modo tutto ciò ha avvicinato i salesiani ai cristiani rimasti ad Aleppo. shmerga curdi dispiegati intorno alla 'capitale' dello Stato islamico in Iraq. Lo riferiscono i media iracheni. I jihadisti hanno fatto saltare in aria almeno due autobomba guidate da kamikaze nei pressi di Bashiqa, a est di Mosul. Contemporaneamente l'Isis ha attaccato le forze curde a Khazir e Telskuf, a nord di Mosul. Si tratta –riporta ancora l’Ansa - della prima maxi offensiva dell'Isis nella regione nelle ultime settimane. IL RE FELIPE HA SCIOLTO LE CORTES Italia. "A Napoli c'è stato un caso di omicidio", recita il testo di un post che pubblica la foto di quello che dovrebbe essere la vittima di un incidente, per poi diffondere le sue generalità: "E' un giovane egiziano di 32 anni. Si chiama Mohammed Baher Sobhi originario di al Mannufiyah. Aveva lasciato la sua casa per bersi un caffè ma non è più tornato". Quindi si afferma che "il giorno seguente, la polizia ha trovato il corpo sui binari del treno con la testa spaccata". La pagina Facebook afferma anche che l'egiziano viveva in Italia da 10 anni e lavorava come commesso. Interpellata da Askanews, prima agenzia a riportare la notizia, una fonte della Questura di Napoli ha confermato il ritrovamento alle ore 22 del 30 aprile del cadavere di una persona non identificata sui binari della linea Napoli-Castelnuovo nei pressi della stazione di Via Calice. "Sul corpo aveva una ferita alla testa con fuoriuscita di materia celebrale, dagli accertamenti è emerso c'è stato un impatto con un treno", ha aggiunto la fonte della Questura napoletana. La Spagna torna al voto l re Felipe VI ha sciolto le Cortes, come da imposizione della Costituzione, visto che sono trascorsi due mesi esatti dal voto di investitura alla premiership del socialista Pedro Sánchez e non è stato possibile formare un nuovo governo. Il voto anticipato è stato fissato per il 26 giugno, ma è un voto ad alto rischio, con un Parlamento che – almeno stando ai sondaggi – potrebbe restare ingovernabile. Di sicuro sarà una campagna elettorale lunghissima e molto accesa, che però potrebbe interessare poco gli spagnoli, alle prese con ben altri problemi. I Il voto in piena estate, inoltre, potrebbe far aumentare a livelli mai conosciuti primi in Spagna il fenomeno dell’astensionismo. Il 20 dicembre scorso la partecipazione fu del 73 per cento, ma questa volta pare difficile il raggiungimento del 60%. Quattro le principali formazioni che torneranno a sfidarsi: da destra il Partido Popular e Ciudadanos, i socialisti del Psoe e la sinistra radicale di Podemos in quello progressista. Il re ha invitato ad una campagna elettorale incentrata piùà sui programmi che sulle accuse reciproche sull’ingovernabilità di questi mesi. 8 Mercoledì 4 maggio 2016 STORIA L’ISTITUTO DI MEDICINA LEGALE DI VIA PONZIO, DOVE SI SVOLSE L’AUTOPSIA DI MUSSOLINI, FU VOLUTO PROPRIO DAL FASCISMO L’obitorio di Milano e le strane trame del destino Il primo direttore fu quell’Antonio Cazzaniga che delegò al suo “secondo” l’esame necroscopico sulla salma di Emma Moriconi bbiamo accennato, nei giorni scorsi, al fatto che l'Istituto di Medicina Legale di Milano - dove vennero portati i corpi di Benito Mussolini, Claretta Petacci, Achille Starace, dei fascisti uccisi a Dongo e di moltissime persone, tra militari e civili, che vennero massacrate in quei giorni di guerra civile - è stato fondato durante il Fascismo. L'Università degli Studi di Milano venne infatti fondata nel 1924. Suo primo Magnifico Rettore fu il Sen. Prof. Luigi Mangiagalli, che si occupò delle discipline medico-legali e affidò all'ing. Prof. Umberto Massari lo studio del progetto dell'Istituto di Medicina Legale. Pensate che nella Rivista mensile del comune di Milano, stampata presso la Tipografia del Popolo d'Italia, nel 1934 si scriveva che, a quanto riferiva la Commissione di esperti affidataria del progetto per il nuovo obitorio, "Così come è concepito, l'edificio corrisponde a tutte le esigenze pratiche dei servizi, non solo, ma anche a quelle dell'igiene e del decoro". Un decoro che però si perse in quell'aprile del 1945, e ne abbiamo parlato a lungo. Un lungo elenco di "cose da fare" caratterizzava i compiti del personale dell'obitorio stesso, com'è logico che sia, tra cui - ovviamente - "espletamento di indagini complementari di quelle necroscopiche a fini giudiziari". È interessante curiosare tra le carte che raccontano lo spirito con cui venne edificato e organizzato quell'obitorio: spirito che è comune a ogni struttura di questo tipo. Ma in questo caso fa un certo effetto, perché sappiamo cosa accadde lì dentro in quel 30 aprile del 1945 e sembra un curioso e crudele scherzo del destino che proprio lì si sia così tanto mancato di rispetto al corpo dell'uomo che volle quella struttura, A struttura che fu edificata e organizzata proprio grazie a lui. Leggere che come area fu scelta quella compresa tra le vie Mangiagalli, Ponzio e piazzale Gorini perché all'epoca era lontana da edifici civili e da aree di traffico urbano, tale dunque da "consentire all'Obitorio quell'atmosfera di austero raccoglimento che particolarmente si intona alla sua specifica funzione". Non solo: "la disposizione dell'area e la sua ampiezza consentono una sistemazione tale da occultare al pubblico della strada il carico e lo scarico delle salme [...] e tutto quando d'altro potrebbe richiamare l'attenzione della gente sulle 'operazioni' connesse all'istituzione". Queste informazioni sono facilmente reperibili sul sito web dedicato alla struttura, che fa un profilo storico dell'Istituto. Un settore della struttura venne destinata proprio al Nuovo Obitorio Comunale, distribuito in due piani: uno al pianterreno e l'altro in un sotterraneo. L'Italia fascista aveva voluto quella struttura. E ora quegli uomini che l'avevano sostenuta transitavano - cadaveri - vilipesi, offesi, maltrattati. L'obitorio venne inaugurato nel 1934. Riferisce il sito, citando uno scritto di Galassi della Regia Università di Milano, Istituto di Medicina Legale, in Acta Medica Italica,VI, 1937: "L’obitorio (ex Morgue) è diviso in tre riparti. Nella sua prima sezione comprende: una sala destinata ad accogliere i dolenti per le ore d’attesa; un locale per la formazione dei cortei funebri; la cappella per la celebrazione delle funzioni religiose di rito; una sala per l’esposizione delle salme, allo scopo di rendere possibili i necessari riconoscimenti; e, infine, un locale adibito a servizi di pronto soccorso che possono essere resi indispensabili nel caso che qualcuno dei dolenti, invitato a riconoscere un suo caro esposto, cogliesse malore. La Sezione si completa con un ufficio che ha l’incarico di provvedere alla registrazione delle salme. La seconda Sezione è destinata alla raccolta delle salme per le osservazioni e per la regolamentare giacenza di 24 o 48 ore, al fine di accertare il decesso o eventuali altri elementi che interessano in modo particolare l’autorità inquirente. Ci sono qui due grandi camerate nelle quali vengono deposte le salme: gli uomini separati dalle donne. Su un fianco dei due cameroni vi è un locale dove è sistemato il dormitorio dei custodi i quali debbono, per disposizione di legge, costantemente rimanere nei pressi del locale di osservazione. Nella terza Sezione infine si aprono le sale per le necroscopie. Sono due, separate da una terza riservata al giudice, inca- ricato di sorvegliare le operazioni del perito settore e ai testimoni. Da questa sala il magistrato e i testi possono appieno seguire gli atti del perito in quanto le pareti di essa sono a vetri trasparenti. Su un fianco delle tre sale una quarta se ne apre ch’è adibita ai servizi fotografici e che comprende anche l’indispensabile camera oscura per lo sviluppo delle pellicole. Tutti i locali sunnominati sono disimpegnanti da luminosi corridoi ai quali si accede direttamente da un ingresso posto sotto una galleria coperta che serve alla sosta dei carri funebri. Con la stessa galleria comunicano direttamente la cappella e la sala dei dolenti le quali, pur fronteggiando coi loro accessi l’ingresso dell’obitorio, ne sono del tutto separate in modo da evitare che il pubblico che segue i funerali sconfini nell’ambito degli altri servizi. E veniamo al sotterraneo dove troviamo in primo luogo il locale delle macchine che alimentano l’impianto frigorifero che serve ben trenta celle di congelamento. A fianco di esso, sono altri tre locali “freddi” dove le salme vengono portate allorché è necessario ch’esse vengano conservate per un tempo indefinito. Seguono locali per il lavaggio delle salme ed un archivio, dove cioè verranno raccolti indumenti e oggetti repertati dai cadaveri. Infine, c’è il locale che disimpegna il servizio refettorio per il complesso degli inservienti. Benissimo organizzato risulta pure il movimento dei “soggetti” dai locali sotterranei i cadaveri vengono portati al pianterreno a messo di montacarichi e passati nelle celle frigorifere. Da queste vengono poi traslati nelle camere di riconoscimento ove sono immessi in speciali casse rivestite di vetro. Il che permette ai visitatori interessati la più perfetta delle visibilità e, conseguentemente, facilita nel modo più assoluto i “riconoscimenti”. 30 APRILE 1945: QUALCHE OSSERVAZIONE A POSTERIORI Per i fotografi era predisposta una apposita stanza... Perché dunque durante l’analisi sul corpo del Duce li vediamo ammassati nella sala settoria? ome si può vedere, tutto venne impostato rigorosamente. Ciò che vorremmo sottolineare è un passaggio specifico: "Su un fianco delle tre sale una quarta se ne apre ch’è adibita ai servizi fotografici e che comprende anche l’indispensabile camera oscura per lo sviluppo delle pellicole". Insomma l'obitorio consta, tra le altre cose, anche di una stanza apposita per i servizi fotografici. Dunque perché nelle immagini che ci riportano le cronache dell'epoca (e dal resoconto di Bruno Romani che abbiamo terminato ieri di riferire ai nostri lettori) vediamo fotografi ammassati nella stessa sala settoria in cui venne esaminato il corpo di Mussolini? Certo oggi, settantuno C anni dopo, è inutile andare a cercare responsabilità di qualunque genere... ma qualche domanda, qualche perplessità va quantomeno rilevata. Perché è importante che gli Italiani si rendano conto di come fu gestita quella faccenda: e quel che accadde è grave, gravissimo. Qualche piccola annotazione ancora. Dice ancora il documento: "Bene alloggiato risulta il personale dell’istituzione: fra l’altro si è avuta un’ottima idea quando si è pensato di alloggiare il custode in quei quattro bei locali ricavati in un sopraelevato: la villetta sul tetto …. Non manca, infine, nota di grazia e di vita nel bel giardinetto, una civettuola zona sistemata a verde, copiosamente alberata e fiorita". Giusto per sottolineare un aspetto del Fascismo spesso dimenticato, che consiste nel criterio che veniva utilizzato molto spesso: lo abbiamo già visto in molti casi, per esempio il lettore ricorderà quello delle fabbriche Caproni a Predappio. Il personale, i dipendenti, cioè, venivano alloggiati direttamente sul posto di lavoro: era lo Stato a mettere a disposizione i locali abitativi, ed erano sempre belle strutture, comode e rifinite. Chiedersi perché queste cosine non vengano raccontate sui libri di scuola è d'obbligo. Altro dettaglio non insignificante: il primo direttore dell'istituto fu il professor Antonio Cazzaniga, a cui succederà il prof. Caio Mario Cattabeni. Due nomi che al lettore dovrebbero ricordare qualcosa: quando venne effettuata l'autopsia di Benito Mussolini, titolare della direzione era proprio Cazzaniga, che però non eseguì personalmente l'esame, affidando la salma nelle mani del suo "secondo", Cattabeni appunto. Perché? Perché un titolare dovrebbe lasciare ad altri un esame di questo rilievo? Tanto più se parliamo di un insigne professionista, autore - tra l'altro, e guarda un po' - di un'opera dal titolo "I problemi cronologici in medicina legale", uscito nel 1948. Cattabeni, dal canto suo, divenne direttore dell'Istituto nel 1955. Forse Cazzaniga non se la sentì di dover sottostare a certi diktat. Forse ebbe lo scrupolo di non rendersi cor- Antonio Cazzaniga responsabile di ciò che sapeva sarebbe accaduto proprio relativamente al corpo dell'uomo che lo aveva messo a capo, anni prima, di quella struttura. [email protected] 9 Mercoledì 4 maggio 2016 DALL’ITALIA BARI - INCHIESTA DI PROCURA E CORTE DEI CONTI Fondi pubblici senza requisiti, indagine sulla Fiera del Levante Avendo i presidenti percepito una retribuzione, in base al decreto Salva Italia l’ente non aveva diritto ai contributi. Una ventina gli indagati. Ipotizzato un danno erariale di 12 milioni di euro SORPASSO AZZARDATO A MILANO “Pantera” schiacciata fra due tram antera” schiacciata, deve intervenire la gru. Detta così ci si potrebbe immaginare uno scenario da savana. Ma in realtà è quanto avvenuto in centro a Milano, davanti al Teatro alla Scala. Tutta colpa di un sorpasso azzardato, che non è riuscito. Protagonista una volante della Polizia rimasta incastrata fra due tram che sono entrambi deragliati, paralizzando il traffico della zona. Secondo una prima ricostruzione il mezzo del 113, verso le 13.30 di ieri, ha tentato di sorpassare il tram della linea 1 (direzione Montenapoleone), mentre era fermo al semaforo rosso davanti alle Gallerie d’Italia. In quel momento però stava sopraggiungendo, in senso opposto, il secondo tram, il cui conducente non ha fatto in tempo a frenare, schiacciando la gazzella. I due tram sono entrambi deragliati: sono servite le gru dei vigili del fuoco per rimetterli sulle rotaie. Fortunatamente non ci sono stati feriti gravi. Il conducente di un tram è rimasto lievemente ferito e trasportato al pronto soccorso. Contusi, invece, alcuni poliziotti. Gli agenti - secondo quanto comunicato dalla questura - non stavano realizzando alcun inseguimento. Si trattava di una “P di Barbara Fruch er anni avrebbe percepito finanziamenti pubblici senza avere i requisiti. Per questo la Fiera del Levante (Bari) è finita nel mirino della Procura di Bari e della Corte dei Conti, che hanno aperto rispettivamente un’inchiesta. Ipotizzato un danno erariale di 12 milioni di euro nel periodo dal 2011 al 2013. Nel fascicolo aperto dalla Procura, coordinato dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, gli indagati sono una ventina tra ex presidenti, direttori generali, componenti del consiglio di amministrazione e del consiglio generale dell’ente. L’ipotesi di reato è di truffa aggravata ai danni dello Stato. Secondo l’accusa, avendo i due presidenti succedutisi nel pe- P riodo in questione - Cosimo Lacirignola e Giancarlo Viesti - percepito una retribuzione per il loro incarico, in base al decreto “Salva Italia” del 2010 del governo Monti l’ente Fiera non avrebbe potuto ricevere contributi pubblici, cosa che invece sarebbe avvenuta attraverso il ministero delle Politiche agricole e la Regione Puglia. Anche la Corte dei Conti ha aperto un’indagine, chiedendo ai due ex presidenti della Fiera la restituzione delle somme percepite per espletare l’incarico ricevuto (si tratta rispettivamente di 30mila e 90mila euro). Come ricostruisce il sito ‘Repubblica Bari’ questo filone d’indagini rientra in un’inchiesta più ampia, condotta dalla guardia di finanza sulla gestione dell’ente quando a presiedere la Fiera era Gianfranco Viesti. In quel contesto gli uomini del nucleo di polizia tributaria hanno acquisito i documenti di bilancio della Fiera e quelli che riguardano i finanziamenti pubblici. Essendo un ente economico infatti, come stabilito dal decreto “Salva Italia”, tali finanziamenti possono essere percepiti solamente se il presidente non viene retribuito e le indennità dei consiglieri non superano un determinato tetto. Situazione che, come accertato dai finanziari, dal 2011 al 2013 non si sarebbe verificata: se da un lato infatti i presidenti hanno percepito un compenso, dall’altro alla Fiera del Levante sono stati elargiti finanziamenti pubblici per un valore complessivo di 12 milioni di euro. Cifra che ora viene contestata come danno erariale. Nella duplice indagine sono finite ora anche presunte false attestazioni che il management della Fiera ha prodotto, inducendo in errore gli enti che hanno erogato i contributi pubblici. In merito è stata acquisita dalla Guardia di Finanza anche una lettera con il quale il Comune di Bari, tra gli enti fondatori dell’ente, aveva chiesto un parere sulla possibilità di erogare il contributo pubblico. vettura in servizio presso in dipartimento non operativo: l’ufficio personale. Tantissimi i curiosi che hanno assistito alla scena immortalandola con i cellulari. L’immagine, da subito, ha cominciato a rimbalzare sui social. Tra i primi a postare lo scatto lo scrittore, giornalista e sceneggiatore Paolo Roversi, uno degli esponenti del cosiddetto noir metropolitano e per mestiere profondo conoscitore del mondo poliziesco. A pericolo scampato, si è lasciato andare all’ironia. “Vada ispettò! - twitta immaginando il dialogo tra i due agenti a bordo prima dell’impatto per l'azzardato sorpasso. - Vada che ci passiamo alla grande!”. Risultato: lo spettacolo, per una volta, è andato in scena fuori dal famoso B.F teatro ‘La Scala’. Nel gennaio 2013, ricorda ancora il sito locale, durante la gestione di Ugo Patroni Griffi, il consiglio generale della Fiera aveva chiesto un parere a uno studio legale sull’applicazione della norma introdotta nel 2010, il quale aveva escluso la possibilità di continuare a prevedere indennità e non semplici gettoni di presenze. Di conseguenza avevano rinunciato ai compensi sia il presidente che il cda. ALESSANDRIA - ENNESIMA RAPINA FINITA IN TRAGEDIA Ucciso l’autista di un portavalori Individuato il mezzo, fermato il napoletano alla guida. Il cadavere della vittima, che trasportava denaro raccolto dalle slot machine, è stato rintracciato in un boschetto. Recuperata la refurtiva: circa 7.500 euro ncora una rapina finita in tragedia. È successo tra le province di Vercelli e Alessandria, dove Andrea Foglia, 37enne di Novi Ligure, autista di un furgone portavalori che trasportava denaro raccolto dalle slot machine è stato trovato morto dai carabinieri con un colpo alla testa. La vittima lavorava per la ditta Ferrari Srl, che si occupa del noleggio di apparecchi pubblici da gioco. Ad allertare i carabinieri nella serata di lunedì è stata proprio l’azienda titolare del servizio dopo A aver notato, attraverso il gps, che la vettura era da troppo tempo ferma nello stesso punto, a Gabbiano (Alessandria). Ma quando la pattuglia dell’Arma è giunta sul posto del furgone, una Fiat Fiorino, non c’è traccia. È stato rintracciata però poco dopo nei pressi di Trino Vercellese, sempre grazie al gps. Alla guida il presunto responsabile dell’omicidio e del furto, con numerosi precedenti, che è stato fermato dai carabinieri dopo un breve inseguimento. Si tratta di un pregiudicato, Giuseppe Sorrentino, napoletano di 59 anni, residente nel comune vercellese di Stroppiana, che è stato arrestato con l’accusa di omicidio, sequestro di persona e rapina. La refurtiva, quasi 7.500 euro, è stata recuperata. Sorrentino è stato trovato in possesso di una pistola giocattolo copia della Beretta 92 in uso alle forze di polizia, un portatessera con la scritta “Carabinieri” e un falso tesserino di riconoscimento dell'Arma. L'uomo ha subito ammesso che il Fiorino era frutto di una rapina commessa un paio d'ore prima a Stroppiana, con- fessando poi di aver colpito l’autista e di averlo abbandonato in un fosso. È proprio in seguito ad una perlustrazione in un boschetto di Gabiano che i militari, verso le 21.30 di lunedì, hanno rinvenuto il cadavere. A postare una foto della vittima è stata la pagina Facebook “La giornata tipo” (pagina che ha contribuito a far crescere la passione per il basket) che ha commentato la tragedia evidenziando come Andrea Foglia, fosse un “grande fan de La Giornata Tipo, spiritoso, umile, cercava di convincere i suoi amici a seguire il basket”. “Qualcuno – si legge ancora nel post – ha però deciso che la sua vita valesse 7.452 euro e 60 cen- tesimi”. Poi ancora: “Di notte seguiva l’Nba, di giorno faceva la guardia giurata ed è stato ucciso per sottrargli l’incasso di una sala slot. Quando se ne vanno i grandi campioni si scrivono articoli, post, dediche, si mettono nero su bianco le emozioni. Oggi se n'è andato in maniera ignobile un ragazzo normale, non famoso, non talentuoso con la palla in mano. Un bravo ragazzo con la testa sulle spalle e il basket nella testa. Ci sembra giusto rendergli omaggio come fosse un plurimvp della B.F Nba”. 10 Mercoledì 4 maggio 2016 DALL’ITALIA REGGIO EMILIA - OLTRE AL DANNO, LA BEFFA I migranti protestano per il menu E arriva lo chef “esotico” Gli stranieri avevano occupato la Questura contestando qualità e varietà del cibo Adesso la mensa pensa ad un esperto specializzato in piatti africani e pachistani di Barbara Fruch icono di fuggire dalle guerre, ma una volta arrivati in Italia, dove viene loro garantito vitto e alloggio, hanno il coraggio di lamentarsi per la pasta scotta e per il menu. Non solo: in seguito alle proteste, c’è addirittura chi provvede a soddisfare le loro esigenze. Si pensa infatti un nuovo chef specializzato in piatti africani e pachistani. La scelta è ventilata dopo che, si ricorda, mercoledì scorso un gruppo di stranieri aveva protestato in Questura, in quella che era passata agli onori della cronaca come “la rivolta della pastasciutta” o “dei maccheroni”. Al centro delle lamentele la qualità del menu servito alla mensa Locomotore, convenzionata con la cooperativa La Dimora di Abramo, che si occupa dei rifugiati. Il cibo, a loro parere, è scadente e ripetitivo: pasta troppo cotta, riso troppo intriso d’acqua ma anche menu poco vari con prodotti che non appartengono alla cultura dei loro paesi di provenienza, e che i manifestanti volevano fossero sostituiti con altri alimenti. Chiesto, e fatto. Come riporta ‘Il Resto del Carlino’ potrebbe arrivare un nuovo cuoco “esperto” nella gastronomia dei migranti.“Siamo sicuri della bontà del nostro menu – spiega al quotidiano Paolo Masetti, uno dei responsabili del punto ristoro in zona stazione che sfama oltre 200 D richiedenti asilo di ben 16 nazionalità differenti – e soprattutto della varietà che offriamo, con molta attenzione verso le loro esigenze e il loro credo religioso. Però siamo disponibili a cambiare qualcosa se necessario. Stiamo valutando coi responsabili della Dimora di inserire nel menu, una volta a settimana, un piatto unico come piace a loro. E stiamo pure parlando con uno chef che ben conosce i piatti pachistani e africani. Se sarà possibile sarà direttamente lui a prepararli. Il nostro sforzo è davvero massimo”. I malumori sarebbero stati dettati anche dalle spezie, amatissime nella loro cucina, tanto che sui tavoli c’era pepe e peperoncino. “Siamo stati costretti a togliere le spezie – continua Masetti – di comune accordo con la Dimora d’Abramo e dietisti che collaborano con loro per stilare il menu adatto ai migranti. Abusavano troppo del peperoncino e del sale, essendo abituati nei loro Paesi a mangiarne in quantità industriale. Ma farlo per tutti i giorni può comportare seri problemi gastrici. Noi per contratto e per regolamento, non possiamo cucinare piatti già speziati. Però se si tratta di accontentarli una volta a settimana, vedremo di studiare il modo...”. Ma il cibo, secondo la cooperativa La Dimora di Abramo che si occupa dei rifugiati sarebbe solo un pretesto. Sulla questione infatti è stata aperta una sorta di “indagine interna”.“Abbiamo già cominciato assieme ai vari gruppi di migranti – ha spiegato presidente Luigi Codeluppi – per approfondire la questione e capire quali sono i motivi reali di questa protesta. Anche perché ancora non abbiamo capito quali siano concretamente. Crediamo che la problematica del cibo sia solo un pretesto. Per quanto riguarda la mensa in cui si cibano, noi siamo soddisfatti sia della varietà del menu sia della qualità. Una volta che avremo il quadro della situazione, vedremo come an- dargli incontro”. Intanto a commentare la scelta del “nuovo chef” è il segretario della Lega, Matteo Salvini. “Vergogna” scandisce Salvini, che da giorni segue la vicenda “questi – aggiunge – fanno casino e invece di espellerli gli mandano il cuoco!? Con tanti italiani che crepano di fame..”. Gli fa eco il commissario della Lega Nord reggiana, Matteo Melato: “È uno schiaffo a tutti i cittadini reggiani ALLARME A IMPERIA LA PROVOCAZIONE DI UN SACERDOTE DI MASSA Controlli insufficienti: spunta un altro caso di tubercolosi polmonare nel centro ancora allarme per contagio Tbc. Nel Centro richiedenti protezione internazionale di Vasia (Imperia) è stato riscontrato un caso di tubercolosi polmonare. A renderlo noto è stata la vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Sonia Viale, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere Alessandro Piana (capogruppo della Lega Nord in Regione). “Il 18 marzo 2016 è stato notificato un caso accertato di tubercolosi polmonare ad un profugo giunto in Italia a luglio 2015 – ha detto Viale – Al momento dell’ingresso il test sulla tbc era risultato positivo, ma la radiografia del torace aveva escluso lesioni polmonari attive, l’infezione era avvenuta in passato. Il 18 marzo 2016 la malattia è insorta con febbre, dolore toracico e tosse. Il paziente è stato visitato al Pronto Soccorso di Imperia e trasferito al reparto Malattie infettive dell’ospedale di Sanremo. L'Asl 1 ha attivato la sorveglianza sanitaria sui 12 richiedenti asilo nel centro, sul personale, sugli operatori della Questura di Imperia e i dipendenti dell'Ufficio Immigrazione coinvolti, tutti i contatti occasionali sono risultati negativi. Tutti gli esami sono stati gratuiti e sono state attivate le misure di È prevenzione del caso”. L’assessore ha annunciato comunque l’intenzione di rendere più stringenti i controlli sanitari sui richiedenti asilo. Il timore infatti è quello di essere contagiati. “È assurdo e inaccettabile – ha detto Alessandro Piana – che, a causa dell’immigrazione senza regole e senza controllo, ci ritroviamo con il pericolo di contagio di Tbc nell’estremo Ponente ligure, evidentemente ormai considerato una sorta di ‘confine dell’impero’ dal governo RenziAlfano. La conferma che ci è arrivata dall’assessore Viale è la chiara dimostrazione che il governo non attua protocolli sanitari adeguati all’arrivo degli immigrati: il presunto profugo in questione, infatti, è risultato affetto da Tbc dopo quasi un anno che devono affrontare la crisi in silenzio – ha detto - dato che lo stato italiano per loro non prevede nulla. Persone che in teoria scappano dalla guerra non dovrebbero avere di questi problemi, anzi, dovrebbero ringraziare il Paese che li ospita”. Il Carroccio ha annunciato anche un presidio di protesta sabato 14 maggio davanti alla sede del Consorzio Oscar Romero, di cui fa parte la cooperativa la Dimora D’Abramo. di permanenza nelle nostre strutture. Pensiamo – ha aggiunto – sia opportuno tenere alta l’attenzione sull’aspetto della salute pubblica e sui rischi che la cosiddetta ‘ospitalità diffusa’ di sedicenti profughi, adottata come modello di accoglienza indiscriminata sul territorio dal ministro Alfano, possa comportare in termini di contagio di malattie che sembravano essere ormai rarissime se non eccezionali. Secondo recenti statistiche, negli ultimi 15 anni i casi di tubercolosi riscontrati in Liguria sono stati 1.771 di cui 661 pazienti stranieri e secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2014 in Italia sono stati riscontrati 3.600 casi di tbc e 290 decessi con un tasso d’incidenza di 6 casi ogni 100mila abitanti, con prevalenza (60%) di persone di origine straniera. Pertanto pensiamo sia necessario tenere sotto controllo ogni singolo episodio che si presenti sul territorio ma soprattutto prevenirlo a monte, all’arrivo stesso degli immigrati, nei porti, per evitare che forze dell’ordine, operatori sociosanitari e cittadini incorrano nel rischio di essere contagiati da persone di cui non si conosce nulla, anche dal punto di vista della storia clinica”. La tariffa idrica aumenta? Quella del battesimo pure hissà che ne avrebbe pensato San Giovanni Battista. Senz’altro però la provocazione che arriva da Massa è destinata a far rumore. È nel centro toscano che un parroco ha deciso di porre l’accento sull’aumento dei costi dei servizi essenziali alla popolazione. E lo ha fatto attraverso un “comunicato” su facebook, come si addice ai sacerdoti al passo coi tempi. “Cari parrocchiani, da quest'anno la quota per i battesimi è aumentata, va aggiunta la tassa Gaia”, il messaggio di don Giovanni Locatelli, sacerdote della frazione di Lavacchio. A ben guardare, si tratta di una provocazione. Anche perché il parroco del piccolo paese sulla collina massese è entrato a far parte del comitato di cittadini “Acqua alla gola” che, in questi mesi, attraverso una petizione che ha già raggiunto 1500 firme, sta chiedendo al sindaco Alessandro Volpi di far uscire il comune da Gaia spa, il gestore della rete idrica all’interno dell’Ato 1 Toscana Nord. Lo schema è quello già visto in altre parti d’Italia dove la privatizzazione, anche parziale, del servizio idrico si è tradotta in un aumento esponenziale C delle tariffe. Ai cittadini stanno infatti arrivando da anni bollette molto care, anche 3000 euro, causa conguagli e rincari stabiliti, secondo Gaia, a livello nazionale dall'autorità nazionale per la gestione delle acque. Anche la bolletta di “don Giò”, come lo chiamano i parrocchiani in paese, è aumentata del 400%, come spiega lo stesso parroco: “Da 20 euro a 80 e senza alcuna spiegazione plausibile”, lamenta il sacerdote che ha deciso di intraprendere una battaglia contro il caro acqua soprattutto per la popolazione anziana di Lavacchio: “Accompagnerò i miei parrocchiani alla Lega per i consumatori e agli uffici di Gaia - ha detto per chiedere spiegazioni e tutele”. Intanto, toccherà risparmiare sull’acqua santa. Sarà contento il diavolo… Robert Vignola 11 Mercoledì 4 maggio 2016 SOCIETA’ ALLA TRIENNALE ARRIVA IL “FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI” E DURERÀ FINO AL PROSSIMO OTTO MAGGIO A Milano per “alzare lo sguardo” Una sei giorni di incontri, appuntamenti e dibattiti per ragionare insieme sulla condizione delle donne nel mondo di Chantal Capasso lla Triennale di Milano, ieri, è stata inaugurata la prima edizione del Festival dei diritti umani e durerà fino all’8 maggio. Scopo della kermesse è sensibilizzare i cittadini ai diritti umani spesso violati e ignorati in luoghi che sono percepiti come 'lontani' da noi. Come spiega la direzione del Festival, “il progresso nel cammino dei diritti umani ha bisogno non solo della nostra forte volontà di vedere rispettati i principi di uguaglianza e dignità di ogni singola persona, vicina e lontana, ma richiede anche la conoscenza delle storie, dei contesti diversi, delle culture in cui quei diritti devono e possono essere rispettati e affermati”. Il programma del festival è fitto di eventi. Previsti incontri con studenti, proiezioni di documentari selezionati dall’'Associazione Sole Luna. Verranno proiettati una selezione di lungometraggi di finzione e documentari scelti da Vanessa Tonnini, programmer e direttrice artistica del Festival Rendez-Vous, dedicato al nuovo cinema francese, storicamente molto attento al tema dei diritti umani e del dialogo interculturale. Nella sei giorni ci saranno poi dibattiti e dialoghi con intellettuali e studiosi italiani e internazionali e una mostra proposta da Amnesty International. Leit motiv di questa prima edizione il non-diritto di essere donna. Il paese scelto per rappresentare un esempio 'virtuoso' è la Tunisia per- A ché sta riuscendo a superare la crisi politico istituzionale che l'ha colpita. Tra i film che verranno proiettati, nel giorno di apertura del Festival ricordiamo Lea di Marco Tullio Giordana, che ripercorre la vicenda di Lea Garofalo, la donna ucccisa dal compagno 'ndranghetista Carlo Cosco proprio a Milano, nel 2009. A presentarlo la due attrici Vanessa Scalera e Linda Caridi, insieme a don Luigi Ciotti. E ancora, si parlerà di donne e Is, con la proiezione di Schiave di guerra, dall'Is a Boko Haram e la testimonianza di Nadia Murad, la yazida scappata dallo Stato Islamico dopo mesi di schiavitù. In totale, saranno 22 i documentari presentati, che avranno come temi non solo le donne ma anche i migranti, gli omosessuali, i diversamente abili, il diritto a un lavoro giusto e alla pace. Tra gli ospiti anche Emma Bonino, ex ministro degli Esteri, che parlerà (il 4 maggio) di donne e società civile in Tunisia con l'attivista tunisina Amira Yahayaoui. Di donne parlerà ancora Sergio Gonzalés Rodriguez, il giornalista messicano autore di 'Ossa nel deserto', il libro inchiesta sul femminicidio nella città messicana di Ciudad Juárez. Ancora sui diritti delle donne, è stata organizzata, insieme a Amnesty International Italia, la prima tappa della mostra fotografica itinerante sul Burkina Faso, in cui verrà anche affrontato il tema dei matrimoni precoci: ci saranno gli ultimi scatti di Leila Alaoui, la fotografa marocchina rimasta uccisa nell’attentato di gennaio 2016 a Ouaga- dougou, dove si trovava proprio per il lavoro. «Io alzo lo sguardo», ha dichiarato UNA RICERCA DEL DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA - NORTHUMBRIA UNIVERSITY Menta e rosmarino stimolano la memoria U n recente studio ha individuato nella menta e il rosmarino un valido aiuto per la memoria a lungo termine. A svelarlo sono le ricerche condotte al Dipartimento di Psicologia della Northumbria University, nel Regno Unito, presentati a Nottingham in occasione della conferenza annuale della British Psychological Society. Al contrario, le stesse ricerche hanno dimostrato che camomilla e olio essenziale di lavanda esercitano un effetto totalmente opposto: calmano, rilassano e riducono le capacità mnemoniche. Dalla ricerca è emerso che la menta abbia capacità di migliorare l’attenzione. L’effetto dell’assunzione di un tè alla menta è stato confrontato con quello del consumo di camomilla e di acqua calda. Dalle due bevande messe a confronto, è emerso che la menta, dopo averla consumata, migliora sia l’umore che le capacità cognitive. In questo modo il tè alla menta può aiutare a migliorare la memoria a lungo termine. Mentre al contrario, la camomilla ( da tutti noto) esercita un effetto cal- mante e sedativo, ma rallenta significativamente la memoria e riduce l’attenzione. Una seconda ricerca invece, condotta su individui di età superiore ai 65 anni, ha previsto che i partecipanti trascorressero del tempo in stanze in cui veniva diffuso dell’olio essenziale di rosmarino, dell’olio essenziale di lavanda o nessun olio. In questo caso i test svolti hanno misurato la memoria pro- spettica, cioè la capacità di ricordare di fare qualcosa in un determinato momento o dopo avere ricevuto un sollecito. Ne è emerso che mentre l’olio essenziale di lavanda aiuta ad aumentare la calma riducendo, allo stesso tempo, la memoria prospettica; l’olio essenziale di rosmarino migliora del 15% i risultati ottenuti ai test per la valutazione di questo tipo di Ch.C. memoria. il direttore esecutivo De Biasio, «è lo slogan che abbiamo scelto per la prima edizione del Festival dei Diritto Umani per spronare a non voltarsi dall’altra parte, a non subire, ma anche ad aprirsi al mondo». STUDIO DEL MONITOR ALLIANZ GLOBAL ASSISTANCE, CON NEXTPLORA La mamma italiana si preoccupa troppo i mamma ce n’è una sola, e quella italiana, si sa, è iperprotettiva per definizione. Ma colpiscono le sue preoccupazioni. Oggi le mamme italiane si dichiarino più preoccupate che i propri figli abbiano in futuro un lavoro (50%) che non una perfetta salute (39%). Un dato significativo, sintomatico dell’elevata sensibilità nella nostra società rispetto alle prospettive professionali dei giovani. È quanto emerso da uno studio del Monitor Allianz Global Assistance, condotto in collaborazione con l’istituto di ricerca Nextplora. Per non parlare della droga, alcool e violenza, che sono gli aspetti che maggiormente turbano il sonno delle mamme (64% delle risposte), mentre non è considerata una difficoltà, la possibilità che i figli possano crearsi una famiglia (17% delle scelte). Il loro senso di protezione si riversa indistintamente sulla prole: il 72% delle intervistate sostiene di non avere attenzioni diverse tra il primogenito ed i figli successivi, così come il 67% dichiara D che il sesso della prole non incide in questa naturale propensione. Anche se, un 23% si dichiara più sensibile nei confronti della figlia femmina, mentre il 10% verso il figlio maschio. Nel periodo delle vacanze, si pone poi la questione di come comportarsi con i propri bambini: portarli in viaggio oppure lasciarli a casa di parenti o conoscenti? L’argomento divide le mamme italiane che, in maggioranza (64%), si sentono più tranquille viaggiando con i propri figli, ma c’è anche un 24% che propende per partire senza di loro. A queste si aggiungono coloro che, a massima tutela, decidono di portarli e di proteggerli sottoscrivendo un’assicurazione viaggio (12%). Infine, un aspetto che notoriamente distingue le mamme di diverse nazionalità è il modello educativo adottato: in questo, le italiane propendono in maniera decisa nel dare fiducia e responsabilizzare i figli (73%), piuttosto che ricorrere alla disciplina e al Ch.C. controllo (22%). 12 Mercoledì 4 maggio 2016 SPORT & SOCIETA’ TUTTI I RIFLETTORI SULLA PICCOLA GRANDE TRUPPA DI RANIERI E IL TRIONFO NELLA PREMIER L’impresa del Leicester è già storia DALL’AUTHORITY ISRAELIANA DELLA TV Bar Refaeli troppo sexy: censurato il video-spot ensurato perché ritenuto troppo ose'. Ecco perché l'authority israeliana dell'audiovisivo ha impedito che uno spot della bellissima top model Bar Refaeli venisse trasmesso in tv. La modella, originaria proprio di Israele, è diventata la testimonial anche dei costumi da bagno del marchio Hoodies e nello spot in questione le riprese video si soffermano a lungo sul suo lato B, mentre lei si diverte su una spiaggia da sogno, cambiando 'mise' e sdraiandosi a prendere beatamente il sole. In particolare, la scena in cui la top model si infila lo slip nascosta dietro lo sportello di una macchina parcheggiata è stata definita troppo scabrosa dall’au- C di Marco Buonasorte na storia d’amore, una di quelle a lieto fine che eravamo abituati a vedere solo nei classici Disney come “Biancaneve e i sette nani” o “La bella addormentata nel bosco”; il Leicester ha compiuto una vera e propria impresa, degna di rimanere nelle pagine della storia del calcio mondiale, una ‘favola’ con una morale che ha un significato non solo all’interno del mondo del calcio. Il Leicester è una squadra proveniente dalla ‘Football League Cham- U pionship’, il corrispondente della Serie B italiana, e ha iniziato questa stagione sportiva stravincendo per 4 a 2 sul Sunderland: una di quelle partite che, già dall’inizio, preannunciano un qualcosa di importante che, finalmente, si è avverato; un sogno che nessuno pensava fosse possibile, a cui forse non osava credere, perché era talmente irraggiungibile che nemmeno il più folle dei sogni avrebbe potuto mai neppure sfiorare. Poi, il 9 aprile con uno strepitoso 2 a 0 sempre contro il Sunderland, è arrivata la certezza matematica della Champions League ed ora, dopo la partita tra Chelsea e Tottenham e la sconfitta di quest’ultima, il Leicester ha raggiunto la vetta d’Inghilterra, sullo ‘Shard London Bridge’, il grattacelo più alto d’Inghilterra : ben 310 metri. Ma, per la ‘favola’ che hanno scritto tutti insieme, meritano senza dubbio di essere sulla vetta della ‘Burj Khalifa’, letteralmente ‘Torre dell’emiro Khalifa’ situata Dubai negli Emirati Arabi uniti che, con i suoi 829,8 metri, è la costruzione più grande mai costruita dall’uomo: sarebbe il posto che merita il Leicester dopo questo sogno insperato e alla fine si è realizzato. Il merito di questa impresa è sud- diviso per ogni elemento della rosa, dello staff e della dirigenza inglese; un elemento fondamentale in questa avventura è stato anche Mister Claudio Ranieri che ha avuto un ruolo fondamentale in questa favola a lieto fine. Questa strepitosa stagione da parte del Leicester rende onore al calcio e fornisce una speranza a tutti gli ultimi romantici, una favola per dire Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio tority israeliana. La versione 'rivista' dello spot, comunque, non potrà essere trasmessa prima delle 22, quando i telespettatori più piccoli dovrebbero già essere a letto. La versione completa della pubblicità con la meravigliosa Bar Rafaeli è però stata subito diffusa su internet e, inutile dirlo, il video sta letteralmente spopolando. a tutti che i propri sogni sono possibili e, anche se un obbiettivo sembra irraggiungibile, si deve, obbligatoriamente, provare a realizzarlo. Rimanendo con i piedi per terra, ma avendo fiducia dei propri mezzi; ora al Leicester, dopo questa fantastica avventura, spetta di disputare la Champions League e chissà se vedremo scrivere una storia ancora più grande.