Bollettino Economico II Semestre 2007
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Bollettino Economico II Semestre 2007
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II SEMESTRE 2007 Bollettino Economico sulla Repubblica Popolare Cinese Analisi dei dati Situazione Economica Congiuntura Economica SOMMARIO Congiuntura Economica........pag.1 Prodotto Interno Lordo e Comparti Economici............. pag.2 Finanaza Pubblica................... pag.3 Consumo, Impiego e Inflazione................................. pag.4 Investimenti............................ pag.5 Commercio Estero ed Investimenti Stranieri............pag.6 Investimenti Diretti Esteri...pag.9 Siutazione Finanziaria, Moneta e Liquidità............................... .pag.10 Borsa e Mercati Finanziari................................pag.11 Nel 2007 il tasso di crescita dell’economia cinese è rimasto sostenuto, nonostante qualche segno di rallentamento nel secondo semestre. Ciò è dovuto alla diminuzione del contributo del commercio estero nella composizione del PIL, solo parzialmente bilanciata dall’incremento nella domanda interna. Per quanto riguarda invece la domanda di importazioni da parte della Cina, si è registrato un netto incremento. L’inflazione è cresciuta notevolmente, principalmente a causa dell’incremento nei prezzi degli alimenti. Il quadro generale è leggermente peggiorato e si presenta incerto ma, in caso di necessità, la Cina può sempre contare su politiche atte a stimolare la domanda interna. L’attuale politica economica è concentrata sulla riduzione dell’inflazione e sul persistente surplus di bilancia commerciale. La crescita continua ad essere spinta dal settore industriale ed è sempre fortemente supportata dagli investimenti diretti esteri e da capitali stranieri. Durante il 2007, l’export cinese verso l’Unione Europea ha sorpassato quello verso gli Stati Uniti, facendo dell’UE il primo partner commerciale per la Cina. Contestualmente, le riserve straniere sono aumentate notevolmente e l’eccesso di liquidità potrebbe portare a problemi macroeconomici nel medio termine. Nell’ambito finanziario, la crisi dei tassi d’interesse “subprime” cominciata negli Stati Uniti alla fine del 2007 e propagatasi velocemente sui mercati mondiali, ha avuto un impatto relativamente minore sulla Cina. L’economia globale teme un’ondata recessiva imminente ma la Cina, con i suoi record consecutivi, sembra accusare solamente i colpi di un’economia in via di sviluppo: inflazione, eccesso di liquidità e disparità nel livello di sviluppo fra Est e Ovest del paese. La recente revisione delle stime sulla parità del potere d’acquisto non cambiano le conclusioni sulla crescita cinese e sulla riduzione della povertà. Grafico 1: Interscambio Cina – Mondo Approfondimenti Sovereign Wealth Fund Management.........................pag.13 La Cina e lo Sviluppo Ecosostenibile.............................pag.15 EDTZ : Andamento di Prezzi del Real Estate............................pag.16 Unità: Miliardi di $ Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 1 NEWSLETTER ECONOMICO BOLLETTINO INVESTITORE EDIZIONE SULLA REPUBBLICA N.3 POPOLARE CINESE La chiave macroeconomica dell’economia reale cinese risulta essere l’allargamento dell’avanzo commerciale. I dati riguardanti l’anno appena conclusosi in tema di commercio internazionale, infatti, non a caso evidenziano un surplus commerciale pari a 262,2 miliardi di dollari, che rappresenta un aumento del 47,8% rispetto al 2006. Grafico 2: Avanzo Commerciale cinese (2006 e 2007) IIAUTUNNO SEMESTRE 2008 2007 Confermando lo scenario del precedente anno, durante il 2007, il settore trainante è stato quello secondario che con un valore assoluto di 12.138.1 miliardi di Yuan, ha inciso sul totale del PIL per il 49%: è un valore percentuale in leggero aumento rispetto alle crescite registrate negli stessi periodi degli anni precedenti. L’industria primaria e l’industria terziaria hanno lasciato pressoché invariata la loro quota di contribuzione al PIL, rispettivamente aggiudicandosi il 12% e il 39%, per un controvalore di 2.891 e 9.632 miliardi di Yuan. Grafico 3: Scomposizione del PIL 2007 per competenza settoriale Unità: Miliardi di $ Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China. Il valore aggiunto dell’ industria è aumentato del 17,4% in termini reali, in relazione ad un 19% nell’agricoltura e ad un 16,4% nel terziario. Questa rapida crescita dell’economia ha spinto il governo cinese a prestare attenzione al mercato, in primis quello dei capitali, per evitare che subisca rapidi e dannosi cali improvvisi. A tale riguardo le autorità hanno adottato misure idonee ad evitare un aumento esponenziale delle quotazioni ed il continuo apporto di capitali e con alcune riforme strutturali intendono mitigare la volatilità del mercato e consolidarne la struttura. Altre misure sono state adottate al fine di moderare l’aumento generale dei prezzi, che per il 2007 ha superato il tetto del 3% fissato dal governo cinese. Infine, per quanto riguarda l’obiettivo di carattere generale del governo cinese di trovare un punto di equilibrio in cui la crescita risulti più controllata e più equa sia per la popolazione sia per l’ambiente, segnaliamo due innovazioni. Sul fronte sociale le iniziative più importanti prese dal Consiglio di Stato riguardano la regolamentazione del lavoro, con l’introduzione di salari minimi e di una più stretta regolamentazione, mentre sul fronte ambientale si stanno introducendo politiche fiscali atte a ridurre l’impatto ambientale, contemporaneamente a provvedimenti per limitare lo spreco energetico. Prodotto Interno Lordo e Comparti Economici Stando ai dati del “China Monthly Economic Indicators”, la Cina ha accumulato un valore assoluto pari a 24.661,9 miliardi di Yuan alla fine del 2007 in termini di Prodotto Interno Lordo (PIL), denotando un tasso di crescita superiore al 17% rispetto ai 20.940.6 miliardi di Yuan del 2006. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA Fonte: China Monthly Economic Indicators In termini di valore aggiunto, nel 2007, l’industria pesante e quella leggera hanno registrato un incremento rispettivamente del 19.6% e del 16.3%, corrispondenti a 63.842 e 27.017 miliardi di Yuan, mentre le imprese fondate all’estero con fondi da Hong Kong, Macao e Taiwan hanno registrato un notevole incremento pari a quasi un punto percentuale tra il 2006 e il 2007. La produzione di energia elettrica ha raggiunto i 3208.6 miliardi di Kwh, marcando una crescita annua vicina al 15%. Nel periodo che va dal 2003 al 2007, il dato in questione è quasi duplicato, a testimonianza della grande richiesta di materie prime da parte di un paese in via di sviluppo nella promozione della propria industria. La maggior parte dell’energia prodotta proviene da centrali termoelettriche e questo denota un’ancora scarsa consapevolezza e azione contro i problemi di natura ambientale. La produzione di energia idroelettrica ha mantenuto una quota non superiore al 15%, rimanendo pressoché invariata fra il 2003 e il 2007. Un paese in via di sviluppo è certamente assetato di quei prodotti industriali che servono al supporto delle proprie infrastrutture e attività commerciali. A tal proposito, la produzione di cemento conferma la sua crescita già registrata negli anni precedenti, attestandosi a quota 1,35 miliardi di tonnellate, con un incremento del 57% dal 2003. Anche la produzione di acciaio e dei suoi derivati hanno conseguito notevoli risultati di crescita nell’ultimo anno, rispettivamente intorno al 16% e 21%. Sul versante dei beni di consumo, si nota come la produzione di televisioni a colori è diminuita dell’1.7% in seguito a qualche avvisaglia di recesso nel 2006, indicando una chiara www.cameraitacina.com PAGINA 2 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE saturazione del mercato. Infatti, è stimato che a livello nazionale vi siano 137 televisori ogni 100 nuclei familiari. Il mercato della telefonia mobile ha registrato un’ulteriore incremento rispetto al trend stabilito, crescendo nell’ultimo anno del 18.8%. Anche il settore automobilistico è cresciuto del 25% nel 2007, mentre nel periodo 2003-2007 la crescita si è attestata ad un livello del 114%. Finanza Pubblica Durante il 2007 le entrate fiscali hanno registrato un aumento complessivo del 33,5% rispetto al 2006, assestandosi a un livello assoluto pari a 4.817 miliardi di Yuan. Le tasse imposte sulle attività commerciali, l’imposta sul valore aggiunto e le tasse sui redditi delle imprese costituiscono una parte rilevante delle entrate e sono cresciute notevolmente in entità nel corso del 2007, rispettivamente del 21,4%, 29,7% e 39,2%. Alcune misure anti evasione e miglioramenti nel sistema di dichiarazione dei redditi delle imprese sono state introdotte ed implementate durante il 2007 per aumentare il livello di trasparenza e assicurare una maggiore efficienza. Grafico 4: Crescita di entrate e spesa pubblica, 2002-2007 II SEMESTRE 2007 alla creazione di una nuova classe di scienziati che permettano di poter sviluppare internamente la tecnologia anziché assorbirla attraverso le importazioni. Invece, la spesa in sicurezza pubblica è significativa in un’ottica più ampia di creazione di una società sicura che possa aumentare il grado di confidenza dei cittadini nelle istituzioni e nel Governo. Da notare invece quanto marginale sia ancora la porzione di spesa pubblica destinata alla protezione ambientale: solo l’1,5% della spesa pubblica complessiva, pari a 55 miliardi di Yuan. Grafico 4.a: Spesa Pubblica Fonte: China Monthly Economic Indicators Grafico 4.b : Entrate Pubblche Fonte: China Monthly Economic Indicators Fonte: China Monthly Economic Indicators Anche la spesa pubblica è aumentata considerevolmente durante l’anno appena conclusosi. Infatti, attestandosi a quota 3.708 miliardi di Yuan, ha fatto registrare una crescita maggiore al 25%. La spesa pubblica è un fattore determinante nell’economia e nel processo di sviluppo di un paese come la Cina. Infatti, le necessità pressanti sono la costruzione delle infrastrutture per supportare la crescita economica cosi come interventi mirati ad aumentare il livello qualitativo e quantitativo dei servizi pubblici nelle città più popolate, ed a costruire i servizi pubblici di base nelle zone più povere. Infatti, il 18% della spesa pubblica, corrispondente a 667 miliardi di Yuan, è destinato ai servizi pubblici generici, in crescita dell’11,3% rispetto a dicembre 2006. Altre spese in costante aumento sono quelle nel settore dei trasporti, cresciute nel 2007 del 61% e nel settore medico e delle cure sanitarie che ha fatto registrare una crescita del 40%. E’ importante notare come la spese in educazione, ricerca scientifica e tecnologica e sicurezza pubblica siano cresciute. Le prime due sono finalizzate CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 3 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Consumo, Impiego e Inflazione Nel 2007, la vendita totale dei beni di consumo in Cina è stata di 8.921 miliardi di Yuan, in crescita del 16,8% rispetto al 2006. Nelle città, il consumo totale è cresciuto del 17,2%, per un valore totale di 6.041 miliardi di Yuan, il 67% dei consumi totali. Il rimanente 33% del venduto è andato alle aree rurali dove la quota delle vendite è ancora contenuta, con una valore assoluto di 994 miliardi di Yuan ma con un tasso di crescita leggermente maggiore a quello nazionale, 17,3%. Fra dicembre 2006 e dicembre 2007, come previsto, i prezzi dei beni e dei servizi sono ulteriormente aumentati notevolmente portando la crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo un positivo 6,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Alla fine del 2006, l’indice si è assestato su un livello pari a 1,5% mentre l’anno precedente il valore registrato era 1.8%. Scomponendo l’indice fra aree urbane e rurali si evidenzia un incremento rispettivamente pari a 6,2% e 7,2%. Nella divisione merceologica specifica dell’indice dei prezzi al consumo, possiamo notare dal Grafico 5 che i prodotti alimentari si assestano intorno a un preoccupante 16,7%. La preoccupazione non è solo relativa al periodo dicembre 2006-2007 ma si protrae da qualche tempo. Ciò è principalmente dovuto all’incremento dell’indice nelle sue componenti di largo consumo fra cui la carne suina che è cresciuta del 64,3%, la frutta e la verdura fresca, rispettivamente del 8,4% e 13,4%, i prodotti acquatici del 5,6% e infine il grano (8%) e le uova (7,7%). Grafico 5: Indice dei prezzi al consumo per categoria merceologica – Dicembre 2007 II SEMESTRE 2007 (12,1%) e i prodotti agricoli e simili (8,4%). D’altro canto, aumenti decisamente più limitati si rilevano nelle altre categorie quali metalli non ferrosi (2,7%), legname e polpa di cellulosa (2,9%) e materie prime tessili (2,5%). Grafico 6: Indice dei prezzi al consumo per le materie prime – Dicembre 2007 Fonte: Rielaborazione CCIC da “National Bureau of Statistics of China”. L’indice generale dei prezzi per i prodotti lavorati è cresciuto del 5,4%. Da notare l’incremento del 22,1% nell’indice dell’industria estrattiva, denotando un sostanziale balzo in avanti negli ultimi mesi del 2007. Per il resto, hanno registrato incrementi nella norma le industrie dei mezzi di produzione (7,7%), delle materie prime (7,2%) e quella manifatturiera (2,9%). Questo scenario deve comunque essere inquadrato nel contestuale processo di aumento dei redditi delle famiglie cinesi, sia urbani che rurali. Il reddito pro-capite medio per i residenti urbani nel periodo Gennaio-Dicembre 2007 si è assestato sui 10.346 Yuan, con una variazione del 13,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I redditi delle famiglie rurali sono aumentati di una percentuale maggiore (14,8%) dai 2.762 Yuan dei primi tre trimestri del 2006 sono giunti a 3.321 Yuan ma in valore assoluto sono ancora bassi in confronto a quello delle popolazioni urbane. Ancora una volta si conferma la differenza tra la ricchezza della aree urbane e quelle rurali. Grafico 7: Reddito medio popolazione urbana e rurale Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China. Altri incrementi di minore entità sono stati rilevati in importanti categorie quali: tabacco e liquori (1,7%), elettrodomestici (1,9%), spese mediche e farmaci (3,2%) e alloggi (5,9%). Alcune classi di prodotti hanno rilevato un decremento nell’indice. I capi di abbigliamento registrano un indice pari a -1,7% mentre trasporti e telecomunicazioni e i beni per la ricreazione si assestano su -1,6% e -0,5%. Fonte: Rielaborazione CCIC da “National Bureau of Statistics of China”. L’indice dei prezzi delle materie prime allo stesso modo, presenta dei risultati contrastanti. Da un lato, gli aumenti maggiori si rilevano per il carburante (15,2%), i metalli ferrosi CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 4 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Investimenti Come conseguenza di nuove misure restrittive introdotte nel quarto trimestre 2007, gli investimenti in Fixed Assets nelle aree urbane sono diminuiti notevolmente rispetto ai precedenti mesi, posizionandosi a quota 13,5% in dicembre in paragone allo stesso periodo dell’anno precedente. Le misure in questione consistono in un inseverimento delle regole sul prestito da parte delle banche così come sui progetti di investimento, finalizzate a rendere il mercato del credito più trasparente e a creare condizioni favorevoli per ulteriori investimenti esteri. Allo stesso tempo, le vendite al dettaglio sono aumentate nell’ultimo trimestre 2007, nonostante la spinta inflazionistica persistente. I trend rappresentati nel seguente grafico in merito alle vendite al dettaglio sono aggiustati all’inflazione. Grafico 8: Crescita Fixed Assets Investment e Retail Sales II SEMESTRE 2007 Alcuni economisti credono che i recenti sviluppi siano legati a un ribilanciamento della composizione della crescita, con il declino dell’esplosivo settore secondario che ha trainato l’economia cinese negli ultimi anni e un aumento della contribuzione del terziario, anziché la semplice conseguenza delle citate riforme. Nonostante questo, la Cina e il suo sviluppo sono ancora prevalentemente legati all’industria e quindi ai Fixed Assets, soprattutto per l’approvvigionamento delle materie prime come il petrolio e l’energia elettrica. Secondo i dati forniti dal National Bureau of Statistic relativi al 2007, gli investimenti totali nel paese sono stati pari a 11.741 miliardi di Yuan, con una crescita del 25,61%. Di questi, la maggior parte è costituita da investimenti in imprese statali e holding (44%) e il 18% costituisce l’apporto di complessi residenziali. I progetti del Governo centrale sono ammontati a 1.270 miliardi di Yuan mentre i progetti locali per 10.470 miliardi, costituendo rispettivamente una quota del 10% e vicina al 90%. Grafico 10: Andamento Fixed Asset Investments Fonte: China Quarterly Report, World Bank, Febbraio 2008 Viste le recenti misure introdotte, i dati dell’ultimo trimestre 2007 non sono rappresentativi dell’andamento generale degli investimenti. Infatti, come visto nel precedente articolo riguardante la composizione del PIL per comparti economici, la crescita degli investimenti in Fixed Assets nel 2007 è stata solo leggermente inferiore alla crescita registrata nel 2006 e comunque inferiore alla crescita nei consumi, aumentando la sua contribuzione nella composizione del PIL. Grafico 9: Andamento comparti economici Fonte: China Monthly Economic indicators Per quanto concerne l’investimento raggruppato per tipo di costruzione, i progetti di nuova fattura hanno ammontato a 5.227 miliardi Yuan, quelli di espansione 1.971 miliardi e quelli di trasformazione 1.391 miliardi. In relazione alla maggior attenzione prestata dal governo per alcuni settori si conferma la crescita degli investimenti per la salute, lo sport e la cultura. Di notevole rilievo la crescita del real-estate finanziata con prestiti domestici, in crescita del 32%, a testimonianza del processo di maturazione dell’industria bancaria e del credito in Cina. L’aumento degli investimenti governativi nel settore industriale mirano a svincolare la domanda cinese dalla massiccia presenza di imprese estere. Risulta poi evidente il persistere di una grave asimmetria tra investimenti in aree urbane ed aree rurali, che continuano ad alimentare il flusso migratorio di migliaia di persone dalle campagne alle aree urbane. Fonte: China Quarterly Report, World Bank, Febbraio 2008 CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 5 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Commercio Estero ed Investimenti Stranieri Il saldo della bilancia commerciale maturato a dicembre 2007 ammonta a 262,2 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto al valore di 178 miliardi registrato durante il precedente anno. Sono anni ormai che la bilancia commerciale cinese si trova in avanzo e la sua crescita fra il 2006 e il 2007 ammonta al 47%. Le relazioni commerciali della Cina con gli altri paesi rappresentano una delle più importanti fonti di crescita e di sviluppo. Grafico 11: Saldo di Bilancia commerciale 2006 e 2007 Fonte: Customs General Administration of China Nonostante questo, nel medio/lungo termine l’eccessivo avanzo commerciale verso gli altri paesi del mondo potrebbe causare problemi: un eccesso di esportazioni sulle importazioni causerebbe delle politiche economiche distorte e delle serie potenziali ripercussioni sull’economia domestica. Per questo motivo, negli ultimi anni il governo ha preso alcune misure di ribilanciamento economico (come la riduzione dei rimborsi IVA sulle importazioni) al fine di calmierare l’interscambio commerciale, ed in particolare le esportazioni. La crescita nell’avanzo commerciale ha testimoniato quindi un rallentamento fra il 2006 e il 2007, rispetto alla crescita registrata nei due anni precedenti: 218,44% fra 2004 e 2005 e 74,6% fra 2005 e 2006. La domanda mondiale di prodotti cinesi è in continuo aumento grazie a diversi fattori. In primis, grazie a prezzi altamente competitivi rispetto ai concorrenti dovuti al basso costo della manodopera. Poi, grazie alla maggiore attitudine degli imprenditori a fare affari con stranieri. Questi ed altri fattori hanno spinto le esportazioni cinesi a crescere del 25,7% rispetto al 2006, assestandosi a 1218 miliardi di dollari. Anche le importazioni sono CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA II SEMESTRE 2007 cresciute, passando da 791,6 a 955,8 miliardi di dollari, con una variazione positiva del 20%, senza tuttavia provocare alcuna inversione sul trend del surplus della bilancia commerciale che rimane costantemente in avanzo. Analizzando i dati in modo più approfondito e confermando il trend imposto nei periodi precedenti, le esportazioni cinesi hanno riscontrato un notevole successo soprattutto verso i paesi che stanno facendo registrare dei livelli di crescita sostenuti. Rispetto al 2006, infatti, i dati indicano una crescita delle esportazioni vicino all’80% verso la Russia, al 62% verso l’Iran, al 78% verso l’Argentina e al 64% verso l’India. Nonostante l’aumento in termini assoluti del valore delle importazioni cinesi, è importante sottolineare che, considerando gli specifici paesi di provenienza delle merci, l’incremento relativo va aumentando e in alcuni casi sorpassando l’incremento delle esportazioni cinesi verso quel paese. Non a caso, questi paesi sono fra i più sviluppati del mondo e rappresentano lo stato della tecnologia. La Cina ha invertito il trend commerciale verso questi paesi durante l’ultimo anno, attraverso l’aumento relativo delle importazioni di beni ad alto contenuto tecnologico che non sono prodotti internamente poiché il livello di sviluppo delle infrastrutture e dell’industria non ha ancora raggiunto lo stato dell’arte. Queste importazioni sono un’importante modo per assorbire il know-how necessario per poterle rendere un giorno parte della produzione domestica. Come riportato frequentemente dai mass media, l’Unione Europea è diventata il primo partner commerciale per la Cina, superando gli Stati Uniti che detenevano il primato in precedenza. La Cina infatti esporta verso i membri dell’Unione beni per un valore maggiore di 245 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti contano per 232 miliardi, seguiti da Hong Kong e Giappone, rispettivamente con 184 e 102 miliardi di dollari. I tassi di crescita di ognuno di questi paesi sono rispettivamente del 34,7%, 14,37%, 18,69% per Hong Kong e infine 11,3% per il Giappone. Grafico 12: Andamento Export Cina-Mondo Fonte: Customs General Administration of China www.cameraitacina.com PAGINA 6 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II SEMESTRE 2007 Tabella 1: Export Cina-Mondo In termini di interscambio totale (importazioni più esportazioni) i maggiori partner sono, nell’ordine: Unione Europea, Stati Uniti e Giappone che in totale si sono scambiati rispettivamente 356, 302 e 236 miliardi di dollari. Grafico 13: Interscambio maggiori partner commerciali EU25, USA, Giappone Interscambio Maggiori partner commerciali 2006-2007 (Migliaia di $) 400000000 350000000 300000000 250000000 200000000 150000000 100000000 50000000 0 25 EU A US p ap Gi e on EU25 USA Giappone 2006 272,302,329 262,680,502 207,355,919 2007 356,151,239 302,082,712 236,021,929 Fonte: Customs General Administration of China Nel versante importazioni la crescita è meno sostenuta rispetto alle esportazioni e, come per il primo semestre 2007, la variazione del dato relativo alle importazioni provenienti da Singapore è negativo (-0,85%). Nel complesso, le importazioni dai paesi rilevanti considerati sono cresciute in media del 27%, contro una crescita media maggiore al 35% delle esportazioni. I paesi che hanno rilevato il maggiore aumento delle proprie esportazioni verso la Cina sono l’Argentina con una crescita del 71%, la Spagna (47%), la Germania e il Canada, rispettivamente con una quota del 46% e 43%. Il maggiore importatore in Cina rimane il Giappone, con un valore totale vicino ai 134 miliardi di Dollari, seguito dall’Unione Europea con 111 miliardi e una crescita nell’ultimo anno pari al 22,85% e infine dalla Corea del Sud che ha fatto registrare un aumento del 15% con un corrispettivo monetario di 103 miliardi di Dollari. Grafico 14: Andamento Import Mondo-Cina Unità: Migliaia di $ Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China Fonte: Customs General Administration of China CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 7 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Tabella 2: Import Cina-Mondo II SEMESTRE 2007 l’aumento percentuale è stato inferiore di 13 punti percentuali rispetto a quella fatta registrare alla fine del 2006 Grafico 16: Andamento Import italiano dalla Cina Fonte: Rielaborazione CCIC su dati ISTAT Unità: Migliaia di $ Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China Passando all’analisi della dinamica di interscambio tra Cina ed Italia possiamo evidenziare come anche il nostro paese abbia seguito l’andamento generale dell’interscambio Cina-Mondo. Durante il 2007 le esportazioni cinesi verso l’Italia sono aumentate del 21% rispetto all’anno precedente. Questo dato è in calo rispetto al 2006, in cui l’aumento rilevato era maggiore al 27%. Grafico 15: Andamento Export italiano in Cina Fonte: Rielaborazione CCIC su dati ISTAT Parallelamente, le importazioni cinesi dall’Italia continuano la loro crescita. Le esportazioni italiane nel 2007 sono cresciute del 10,7% rispetto all’anno precedente superando quota 6 miliardi di Euro. Nonostante la crescita in valore assoluto, CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA La bilancia commerciale italiana nei confronti della Cina continua a rimanere negativa con il disavanzo commerciale italiano che nello scorso anno ha toccato quota 15,460 milioni di Euro. Come evidenziato nel grafico che segue, i rapporti commerciali fra Italia e Cina nel periodo 2004-2007 si sono leggermente voltati a favore dell’Italia in termini di bilancia commerciale. Infatti, l’aumento del disavanzo italiano è andato diminuendo dal 29% del 2004 al 26% del 2007. Per quanto riguarda l’interscambio tra Cina e Italia diviso per settore merceologico, possiamo confermare che le categorie maggiormente esportate verso la Cina e con provenienza italiana sono quelle ad alta specializzazione. I prodotti in questione sono: reattori nucleari, caldaie, macchine e congegni meccanici che hanno complessivamente registrato una crescita del 6,3%, per un controvalore maggiore ai due miliardi e mezzo di Euro; macchine, apparecchi e materiale elettrico e loro parti, apparecchi per la registrazione o la riproduzione del suono, apparecchi per la registrazione o la riproduzione delle immagini e del suono per la televisione, e parti ed accessori di questi apparecchi, che hanno registrato un leggerissimo decremento rispetto al 2006 (-1,35%); poi abbiamo le pelli e il cuoio con una crescita vicina al 20%. Tra i materiali troviamo ghisa, ferro e acciaio per 230 milioni di Euro. La variazione più significativa fra il 2006 e il 2007 è stata rilevata nella categoria veicoli e materiale per strade ferrate o simili e loro parti; apparecchi meccanici di segnalazione per vie di comunicazione con una crescita maggiore al 300%. Questo a testimonianza che l’industria italiana sta prendendo parte allo sviluppo delle infrastrutture cinesi. Per quanto riguarda le importazioni troviamo nuovamente le macchine, gli apparecchi ed il materiale elettrico; reattori nucleari, caldaie, macchine e congegni meccanici. Da notare le categorie del settore tessile come indumenti ed accessori di abbigliamento, sia a maglia sia diversi da quelli a maglia cosi come i lavori di cuoio o di pelli, gli oggetti di selleria e finimenti e gli oggetti da viaggio, borse, borsette e simili contenitori che sono cresciuti rispettivamente del 4%, 16% e 15,8%. www.cameraitacina.com PAGINA 8 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Grafico 17: Andamento bilancia commerciale Italia-Cina II SEMESTRE 2007 degli investimenti è invece tornato a crescere nel 2007 con una percentuale del 15% per un controvalore vicino ai 74 miliardi di Dollari, dopo aver chiuso il 2006 con un calo del 4,41%. Grafico 19: Andamento Investimenti Diretti Esteri in Cina Valore Investimenti Diretti Esteri (MLD $) 28.30% 0.3 80 0.25 70 74.76 0.2 60 15.02% 12.77% 0.15 50 65 40 0.1 0.05 30 68 Fonte: Rielaborazione CCIC su dati ISTAT 0 20 53 10 Investimenti Diretti Esteri -4.41% -0.1 0 2003 Durante i primi anni del suo boom economico, gli investimenti diretti esteri sono stati per la Cina una delle maggiori fonti di crescita. All’opposto, in tempi recenti, le varie forme di investimento hanno subito un rallentamento repentino, chiudendo in decrescita già alla fine del 2006 e confermando il trend negativo alla fine del 2007. La variazione è stata negativa per tutte e quattro le principali forme di investimento estero adottate in Cina, con un significativo -38,1% nelle imprese con forme di cooperazione. Le Joint Ventures hanno visto un calo del 25% mentre le imprese a partecipazione estera sono calate in numero del 24%. Il numero totale di imprese coinvolte in investimenti diretti esteri è andato diminuendo drasticamente, specialmente nel corso degli ultimi due anni. Alla fine del 2007, il dato rilevato era pari a 37.871 imprese, in calo dell’8,69% rispetto all’anno precedente. Anche alla fine del 2006, il calo nel numero di imprese registrato era pari al 5,75%. Grafico 18: Investimenti Diretti Esteri -0.05 47 2004 2005 Valore Progetti 2006 2007 Crescita Fonte: China Monthly Economic Indicators Dai due dati combinati (il calo nel numero di imprese ma l’aumento del valore degli investimenti) possiamo desumere che le imprese già operanti nel settore dimostrano buoni segni di stabilità. Veniamo ora alla posizione dell’Italia nello scenario degli investimenti diretti esteri. Il nostro paese si trova in terza posizione fra i paesi europei in termini di numero di progetti realizzati a quota 348, preceduta solo da Germania (548) e Regno Unito (475). Come l’Italia, la maggior parte dei principali paesi europei hanno visto diminuire il numero di nuovi progetti. In controtendenza, invece, troviamo Regno Unito, Spagna e Danimarca, che si sono spinte nel mercato cinese in modo rilevante facendo crescere il numero dei propri progetti rispettivamente del 2,81%, 18,5% e 26,8. Grafico 20: Analisi Numero di Progetti in Cina dei maggiori paesi Europei Fonte: China Monthly Economic Indicators Le cause di tale decrescita sono in parte una conseguenza Fonte: China Monthly Economic Indicators della volontà del governo cinese di stabilizzare la crescita svincolandola in parte dagli IDE a favore di una crescita dei Osservando lo stesso dato ma in un contesto mondiale si consumi, così come a misure correttive adottate nei mesi passati nota come l’Italia risulti ancora indietro rispetto a paesi come (per approfondimenti, vedere il numero precedente del Bollettino Hong Kong, Giappone e Corea del Sud. Hong Kong, trainata dal macroeconomico sull’ Enterprise Income Tax). decennio di appartenenza alla Cina, nel 2007 ha superato i Nonostante il numero di imprese che investe in Cina 16.200 progetti, incrementando la propria posizione del 4,6% attraverso le forme di investimento citate sia diminuito, il valore CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 9 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE rispetto all’anno precedente. Gli altri maggiori investitori esteri hanno registrato un declino nel numero dei loro progetti. Quelli più significativi sono i giapponesi (-22,6%) e i sud coreani (-19%). II SEMESTRE 2007 Grafico 23: Analisi FDI in Valore dei principali paesi Europei Grafico 21: Analisi Numero di Progetti in Cina dei maggiori investitori Fonte: China Monthly Economic Indicators Fonte: China Monthly Economic Indicators Guardando invece al valore degli investimenti, i dati rilevati sono contrastanti: da un lato Hong Kong, che nel 2007 si è riconfermata leader totalizzando investimenti in mainland China per 27.703 miliardi di Dollari, dall’altro il Giappone che ha diminuito la propria presenza in Cina del 24,6%, così come la Corea del Sud è calata del 7,9%. Grafico 22: Analisi FDI in Valore dei principali investitori Fonte: China Monthly Economic Indicators Per quanto riguarda i paesi europei, sono invece più frequenti delle riduzioni del valore dell’investimento ad eccezione di tre paesi: il Regno Unito (+10,8%), Germania (266,5%) e Francia (15,4%). L’Italia ha registrato un calo del 3% nell’ultimo anno, con un valore totale di 347 milioni di Dollari per 348 progetti: una media di circa un milione di Dollari a progetto. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA Situazione Finanziaria, Moneta e Liquidità Le due principali sfide di politica monetaria che il governo cinese si trova a fronteggiare sono ancora una volta l’eccesso di liquidità e il contenimento della cessione del credito. Il motivo principale risiede nel prolungato avanzo commerciale che ha introdotto nel paese quantità enormi di moneta e conseguentemente creato una situazione di eccesso di liquidità. Il Governo vorrebbe poter contare maggiormente sulle politiche incentrate sui tassi d’interesse e questo richiederà nel futuro maggiore flessibilità sui tassi di cambio. Ulteriori tagli dei tassi d’interesse da parte delle Federal Reserve sarebbero visti come una limitazione della flessibilità di manovra della politica sui tassi d’interesse per la Cina. Conseguentemente, la politica monetaria si è dimostrata abbastanza restrittiva, attraverso il rastrellamento della liquidità in eccesso con operazioni di mercato aperto e l’aumento dei tassi di riserva e attraverso misure amministrative come le quote quadrimestrali sulla concessione dei crediti. Durante il 2007, la Banca Centrale cinese ha effettuato diversi rialzi consecutivi del costo del denaro. Tali decisioni della Banca Centrale sono giustificate dall’obiettivo di stabilizzare la crescita del credito, gli investimenti le aspettative inflazionistiche. Andando ad esaminare l’andamento dei tassi di interesse americani e cinesi, possiamo notare come la tendenza si sia invertita durante il 2007. Infatti, i continui tagli da parte della Fed dovuti a diversi problemi (fra cui la crisi dei tassi di interesse subprime) e i graduali aumenti della Banca Centrale cinese, hanno portato a fine 2007 i tassi cinesi a posizionarsi a un valore più elevato rispetto alla controparte americana. www.cameraitacina.com PAGINA 10 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Grafico 24:. Andamento tassi d’interesse americani e cinesi. Fonte: China Quarterly Report Nonostante le misure finalizzate all’incoraggiamento del risparmio ed al possibile freno di eventuali bolle speculative i dati dimostrano che la reazione del mercato stenta a farsi notare. Infatti, dai dati della National Bureau of Statistics, ciascun aggregato monetario ha riportato nel secondo semestre 2007 tassi di crescita positivi. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a dicembre, l’aggregato M1 (aggregato monetario che comprende la base monetaria, ovvero la moneta in senso stretto, più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta possono fungere da mezzo di pagamento), è incrementato del 21%, stabilendo un trend in pressoché costante aumento fra gennaio e dicembre. L’aggregato monetario M2 (moneta e quasi moneta, aggregato monetario che comprende M1 più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta hanno elevata liquidità e valore certo in qualsiasi momento futuro), ha registrato un aumento del 16,7%, solo leggermente in calo rispetto ai sei mesi precedenti. In coda troviamo la base monetaria (M0) con un incremento del 12,1% e un valore assoluto a dicembre 2007 di 3033 miliardi di Dollari. Grafico 25: Andamento offerta di moneta 2003-2007 II SEMESTRE 2007 Grafico 26: Andamento mensile mercati azionari di Shanghai e Shenzhen Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China Alla fine del 2007 i mercati azionari di Shanghai e Shenzhen registravano la presenza di 1.550 compagnie quotate. In termini di capitalizzazione di mercato, la Cina si piazza terza nella classifica mondiale e prima fra i mercati emergenti, con un valore totale di 4,48 trilioni di Dollari. Il totale dei fondi rastrellati sui mercati azionari da parte delle compagnie quotate attraverso le offerte pubbliche d’acquisto sul mercato domestico è stato pari a 62,1 miliardi di Dollari, facendo del mercato cinese il più attivo del mondo. Nell’ottica globale di aumento del livello di trasparenza dei mercati azionari, sono state varate alcune importanti riforme nel mercato equity. La China Securities Regulation Commission (CSRC) ha aumentato i suoi poteri di controllo sul mercato alla fine del 2007. Ben 170 nuovi impiegati sono stati assunti nei quartieri generali della CSRC al fine di controllare il mercato e individuare infrazioni della legge, mentre altri 110 sono stati assunti negli uffici regionali. Le priorità su cui lo staff sarà maggiormente concentrato saranno i casi di insider trading, manipolazioni del mercato e false testimonianze che possano distorcere la percezione del mercato da parte degli investitori, per dare ulteriore trasparenza ai risultati delle investigazioni, inoltre, il materiale sarà reso pubblico attraverso il sistema informativo della CSRC. Grafico 27: Andamento mensile del Shanghai Composite Index nel 2007 Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China Borsa e Mercati Finanziari Ciò che più ha contraddistinto i mercati finanziari cinesi è stata la volatilità. Infatti, anche durante il secondo semestre del 2007, a risultati estremamente positivi si sono alternatie brusche frenate. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China www.cameraitacina.com PAGINA 11 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II SEMESTRE 2007 Il mercato dei capitali si è ulteriormente aperto alla partecipazione di aziende straniere come conseguenza principale degli accordi di dicembre 2007 fra la Cina e gli Stati Uniti, secondo i quali le compagnie straniere possono emettere strumenti finanziari in valuta cinese. La China Securities Regulation Commission avrà il ruolo di valutare l’impatto degli investimenti stranieri in compagnie Ccnesi e dare delle raccomandazioni. Credit Suisse e Morgan Stanley hanno firmato accordi con importanti compagnie cinesi (rispettivamente the Founder Group e China Fortune) per intraprendere investment banking joint-ventures in Cina. Le due banche d’affari, assieme a Goldman Sachs e UBS, sono le uniche che la CSRC sta considerando di autorizzare a sottoscrivere offerte pubbliche d’acquisto e offrire ricerca e servizi di consulenza sul mercato dei capitali in Cina. Inoltre, sono state semplificate le regole per i corporate bonds. I requisiti di approvazione imposti dal governo sono stati ridimensionati e la garanzia bancaria (che era fino a poco tempo fa richiesta per emettere corporate bonds) è stata eliminata. Il 19 settembre 2007, la compagnia Yangzi Power è stata la prima compagnia quotata a emettere 4 miliardi di Yuan in corporate bonds sotto la nuova legislazione della CSRC. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 12 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II SEMESTRE 2007 SOVEREIGN WEALTH FUND MANAGEMENT SWF MANAGEMENT Cos’è un Sovreign Wealth Fund? Chi lo gestisce? Quali implicazioni ha sull’economia e sulla reputazione di un paese? di Niccolò Manzoni Paesi con alto avanzo di bilancia commerciale, ovvero con esportazioni che sono molto più elevate in valore rispetto alle importazioni, tendono a iniettare nell’economia domestica molta liquidità che causa un rapido innalzamento delle riserve monetarie in valuta straniera (1528 miliardi di Dollari in Cina alla fine del 2007). Questo fa a sua volta alzare il tasso d’inflazione il che potrebbe presentare un problema sociale per le classi più svantaggiate se misure adeguate non vengono adottate. La Cina dello sviluppo frenetico degli ultimi trent’anni è un esempio di tale scenario. Per ovviare a questo e ad altri problemi, tali paesi spostano parte delle riserve nei cosiddetti Sovereign Wealth Funds, in modo da assorbire parte della liquidità domestica ed alleviare la pressione sull’inflazione. Tali fondi si occupano di investire le risorse provenienti dalle riserve in valuta straniera in modo da creare alto profitto per le casse dello Stato. Il problema dell’eccesso di liquidità viene momentaneamente alleviato e, se gli investimenti si dimostrano accurati, si creano ulteriori risorse in modo da poter far fronte ad eventuali rallentamenti dell’economia globale e al conseguente peggioramento della bilancia commerciale. Quando la Cina creò il suo Sovereign Wealth Fund (la China Investment Corporation – CIC) nel 2007, molti paesi nel mondo destarono qualche sospetto. Infatti, lo scopo di tale strumento può essere duplice. Da un lato, la profittabilità degli investimenti e’ il punto cardine delle scelte finanziarie. Allo stesso tempo, avendo a disposizione una così vasta quantità di denaro pubblico derivante dalle riserve monetarie lo si potrebbe utilizzare come strumento politico attraverso il quale effettuare importanti acquisizioni. Per fare un esempio, si consideri Temasek, il SWF di Singapore. Nei primi mesi del 2006, Temasek acquisì il 96% delle CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA azioni di ShinCorp, una compagnia tailandese che controlla largamente il mercato delle telecomunicazioni, televisioni e internet, settori strategici e determinanti per l’azione politica di un paese e considerati rilevanti in termini di sicurezza nazionale. L’opinione pubblica cominciò a destare qualche sospetto che Singapore stesse cercando di controllare la Tailandia attraverso l’acqusizione di ShinCorp. Altre vicende legate al conflitto di interessi e ad agevolazioni concesse dall’allora premier tailandese Thaksin, causarono perdite per 20 miliardi di Baht tailandesi a Temasek che dovette ridurre pesantemente la sua parteciapzione in ShinCorp. Oggi, la CIC si trova fra le mani 200 miliardi di dollari (anche se in grado di utilizzare solo un terzo di essi per investimenti ad alto rischio) e si piazza al quinto posto in termini di risorse disponibili nella classifica mondiale dopo gli Emirati Arabi Uniti, Norvegia, Singapore e Kuwait ma con la differenza che il SWF cinese è stato creato solo nel 2007, a differenza della lunga tradizione degli altri paesi. L’ammontare di capitali presenti nei SWF in giro per il mondo raggiungerà i 7,9 trilioni di Dollari nel 2011 i quali, secondo stime di Merrill Lynch, saranno prevalentemente composti dai capitali di Cina, Russia e paesi del Medio Oriente, questi ultimi avvantaggiati dalle esportazioni di petrolio che fanno costantemente crescere l’avanzo della bilancia commerciale. Ad oggi, sono principalmente tre le transazioni concluse dalla China Investment Corporation. Nel maggio del 2007, come pietra miliare per la fondazione della CIC, si investirono 3 miliardi di Dollari in Blackstone Group, una comapgnia di private equity basata a New York City. Il valore delle sue azioni cadde precipitosamente causando perdite immediate per un quarto del capitale investito. Nonostante ciò, il periodo di osservazione stabilito è di quattro www.cameraitacina.com PAGINA 13 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE anni ed è troppo presto per conclusioni generali e poco accurate sulla profittabilità dell’investimento. Nel novembre 2007, CIC investì 100 milioni di Dollari nella offerta pubblica d’acquisto lanciata da China Railway sul mercato azionario di Hong Kong. L’investimento è considerato a basso rischio visto il core business della compagnia target (costruzione di infrastrutture) e il mercato in cui i capitali sono stati investiti. Nonostante ciò, critiche sono state mosse in quanto l’entità dell’investimento è reputata inferiore alle aspettative, secondo le quali la CIC dovrebbe investire fra i 2 e i 5 miliardi di Dollari alla volta. Alla fine del 2007, CIC ha infine concluso un affare con una delle più celebrate banche d’affari di New York: Morgan Stanley. CIC è diventata il secondo investitore finanziario di lungo termine della banca con un investimento pari a 5 miliardi di Dollari attraverso Equity Units con l’obbligo di conversione in azioni ordinarie entro il 2010. Allora, la quota di partecipazione CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA II SEMESTRE 2007 di CIC in Morgan Stanley sarà pari al 9.9%. Nonostante questo, la partecipazione non dà alcun diritto di proprietà e ruolo nella gestione della banca d’affari. L’investimento sembrerebbe sicuro sulla carta ma le recenti vicende sul mercato immobiliare americano con la crisi dei tassi subprime ha causato alla banca ingenti perdite. Per concludere, la Cina si dimostra, in un modo o nell’altro, un attivo attore sulla scena mondiale, stimolando i mercati finanziari mondiali con l’utilizzo di mezzi largamente innovativi. Certo è che l’esponenziale crescita economica del paese e le avvisaglie di recessione percepite nelle economie occidentali sta apportando profondi cambiamenti sociali e sta spostando il baricentro dell’attività economica mondiale verso est. www.cameraitacina.com PAGINA 14 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II SEMESTRE 2007 LA CINA E LO SVILUPPO ECO-SOSTENIBILE L’ultima Assemblea Nazionale del Popolo ha promosso l’Agenzia di Stato per la Protezione Ambientale in Ministero per la Protezione Ambientale. Cosa comporta per la Cina questo cambiamento? E come mai viene sottolineata la parole “Protezione”? di Niccolò Manzoni La Cina è un paese in via di sviluppo. In quanto tale si trova di fronte a un importante trade-off: da un lato la crescita economica si pone come presupposto per la sussistenza del paese e per la futura crescita. Dall’altro, lo sviluppo di infrastrutture e del settore industriale causa un innalzamento del livello di inquinamento. E’ evidente che lo sviluppo economico e la cura per l’ambiente debbano andare di pari passo per evitare il raggiungimento del punto di non ritorno, in cui i costi legati alla deturpazione dell’ambiente e all’inquinamento sono maggiori dei benefici legati allo sviluppo e alla crescita dell’economia del paese. Il degrado ambientale, la distruzione ecologica e il potenziale rischio sulla sanità pubblica sono diventati fattori determinanti che mettono a rischio la crescita economica sostenibile e lo sviluppo di una società armoniosa. L’impegno della Cina è stato sostanziale negli ultimi anni e si è concluso con la recente modificazione delle autorità preposte alla salvaguardia ambientale. A conclusione dell’undicesima Assemblea Nazionale del Popolo tenutasi a Pechino all’inizio di marzo, l’agenzia per la protezione dell’ambiente (State Environmental Protection Administration - SEPA) è stata promossa a Ministero. Lo scopo dichiarato del nuovo Ministero è l’accelerazione nel processo di protezione dell’ambiente nonché la costruzione di una società basata sui principi di risparmio energetico e cura per l’ambiente. Il principio di prevenzione sarà rinforzato e combinato con un più stretto controllo in modo da poter responsabilizzare la fonte di inquinamento allo smaltimento dei propri rifiuti. Il percorso della Cina verso la sensibilizzazione alle tematiche ambientali è cominciato trent’anni fa, quando fu creata un’agenzia sotto la supervisione della commissione per la costruzione. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA Negli anni 70, lo scopo principale delle attività di Governo si limitava al controllo dei punti di origine delle sostanze inquinanti, trascurando lo smaltimento dei rifiuti esistenti. Nella successiva decade, la Cina si concentrò sulla prevenzione e il controllo dell’inquinamento industriale attraverso la modernizzazione di alcuni impianti e la riorganizzazione dell’irrazionale distribuzione industriale, nonché la formulazione di alcune politiche mirate. Per fare ciò, nel 1987, l’agenzia divenne indipendente e responsabile a livello vice-ministeriale. Negli anni ‘90, la Cina cambiò la tradizionale strategia di sviluppo verso la promozione della produzione pulita e sostenibile. In particolare, si decise che il controllo dovesse essere svolto su tutta la lunghezza del processo produttivo e non solo sulla sua parte finale. Inoltre, si integrò il controllo della concentrazione di sostanze inquinanti con il controllo della quantità. Infine, in merito alle metodologie di controllo, i controlli causali vennero sostituiti da una combinazione degli stessi e check centralizzati. L’agenzia venne elevata a livello ministeriale nel 1998. Nonostante i continui innalzamenti di posizione, la SEPA è sempre stata afflitta da un grosso problema: dover affrontare uno dei maggiori problemi del paese con scarse risorse e poca autorità. L’ultima promozione a vero e proprio Ministero dimostra quanto la Cina si preoccupi e sia determinata ad affrontare con piglio le sfide della protezione ambientale in un paese in sviluppo la quale attività produttiva è in continua crescita. La nuova istituzione potrà godere di maggiore flessibilità nell’espletare le proprie funzioni in quanto avrà a disposizione un budget da amministrare indipendentemente, un numero maggiore di dipendenti (dagli attuali 200 ai 300/400 previsti per il nuovo Ministero) e la capacità coercitiva che manca invece a www.cameraitacina.com PAGINA 15 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE un’agenzia. Infatti, un Ministero non si occupa esclusivamente di produrre consigli e circolari ma ha la possibilità di implementare effettive riforme e di produrre normative, di cui la Cina è ancora largamente sprovvista. Uno dei problemi più rilevanti che il Ministero si prefigge di risolvere consiste nella limitazione e nel controllo degli incidenti che hanno causato anche recentemente immani disastri. Si prenda ad esempio l’esplosione di un impianto produttivo nel novembre 2005 che causò disastri nel nord-est del fiume Songhua e l’esplosione di alghe nel lago Taihu nella provincia del Jiangsu. Entrambe gli incidenti causarono il taglio dell’acqua per milioni di residenti nelle aree circostanti con evidenti ripercussioni sulla salute e sulla sanità pubblica. E’ molto probabile che il nuovo Ministero incontri l’opposizione dei governi locali che tenderanno a voler proteggere le imprese che pagano loro le tasse. Infatti, le sanzioni che il Ministero potrà imporre potrebbero danneggiare molte imprese in termini di costi di conversione degli impianti e di smaltimento dei propri rifiuti. Questo potrebbe portarle a spostare i propri insediamenti produttivi altrove e quindi causare perdite in termini di mancate entrate per le amministrazioni locali. Inoltre, la duplicazione di alcune attività e il conflitto di interessi sarà caratteristico del rapporto fra il Ministero e i governi locali. Il processo di approvazione di progetti sarà ulteriormente burocratizzato e quindi rallentato a causa dell’aumento nel numero di enti coinvolti. Il governo cinese ha aumentato nel corso degli anni la parte di budget allocata nella protezione ambientale. La Banca Mondiale stima che l’inquinamento dell’aria e dell’acqua costi alla Cina circa 100 miliardi di Dollari all’anno, il 5,8% della sua produzione economica, principalmente attraverso costi collegati al sistema sanitario. Inoltre, la spesa del Governo in protezione ambientale ammonta oggi all’1,35%, quota che si prevede di mantenere costante nei due anni a venire. Grafico 1: Percentuale del PIL spesa in protezione ambientale Fonte: China National Bureau of Statistics I settori che più inquinano le acque sono nell’ordine quelli della carta e dei suoi derivati, quello chimico e quello per la produzione di energia elettrica che ammontano rispettivamente al 17%, 15% e 11,6% della quantità totale. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA II SEMESTRE 2007 Quelli che invece sono più dannosi per l’inquinamento atmosferico sono l’industria per la produzione di energia (32% del totale dei rifiuti) e l’industria siderurgica (20%). I maggiori produttori di rifiuti solidi sono ancora una volta l’industria per la produzione di energia, che ne produce il 20%, seguita ancora una volta da quella siderurgica con una percentuale del 18%. Il vero problema sta nel fatto che sono ancora bassissime le percentuali dei rifiuti che vengono smaltiti nel pieno rispetto degli standard ambientali (quando presenti nella normativa) e con procedure accurate. Per quanto riguarda il futuro dell’azione governativa contro l’inquinamento in tutte le sue forme, si fa riferimento al China's Action Plan on Environment and Health (2007-2015), pubblicato nel novembre del 2007. In primis, il nuovo Ministero si prefigge di compiere importanti passi nel processo di sensibilizzazione della popolazione alle tematiche di protezione e di cura per l’ambiente. In particolare, la prevenzione viene identificata come importante fattore da tenere in considerazione, non solo per i singoli cittadini ma, più importante, per le aziende che producono rifiuti di vario genere e su vasta scala. La Cina si prefigge di raggiungere i target fissati dall’undicesimo piano quinquennale 2007-2012 e i Millenium Development Goals fissati dalle Nazioni Unite. I primi specificano che lo sviluppo si deve basare sulla conservazione delle risorse e la protezione ambientale, trasformando la crescita economica basata su un largo utilizzo di risorse ad un efficiente e ridotto utilizzo delle stesse. La crescita durante il decimo piano quinquennale è stata sostenuta, ma questo ha notevolmente danneggiato l’ambiente e le risorse. Di conseguenza, è vitale cambiare la strada dello sviluppo poiché lo sfruttamento efficiente delle risorse è un requisito per la crescita stessa. I Millenium Development Goals al punto sette specificano che i paesi aderenti si impegnano a promuovere la sostenibilità ambientale e in particolare che integrino il principio di crescita sostenibile nello sviluppo e nelle politiche del paese e invertano il trend di diminuzione delle risorse naturali, integrando le forme di produzione di energia rinnovabile a quelle esistenti. La Cina, avendo basato la propria crescita sul principio di armonia e il proprio sviluppo sul principio di pacificità, sembra essere sulla buona strada. Nonostante ciò, i principi si devono presto trasformare in norme e regolamenti che siano vincolanti per l’intero paese. Infine, la cooperazione internazionale è sempre uno dei punti cardine delle politiche cinesi che sono aperte al confronto e alla collaborazione in modo da poter affrontare e trovare effettive soluzioni alla spinosa questione. Gli obiettivi preposti sono ambiziosi, ma il primo importante passo è stato fatto. D’ora in poi sta al nuovo Ministero creare le precondizioni per uno sviluppo sostenibile ed attento alle politiche ambientali. www.cameraitacina.com PAGINA 16 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II SEMESTRE 2007 Le opportunità La Cina, oltre ad essere uno dei paesi che maggiormente inquinano al mondo, sta anche acquisendo la qualità di leader mondiale nello sviluppo di tecnologie basate sull’energia rinnovabile. Ad oggi, la maggior parte dei bisogni energetici del paese sono soddisfatti da fonti non rinnovabili (principalmente carbone) ma la mancanza di adeguate risorse naturali e l’incessante crescita della domanda stanno stimolando ciò che alcuni chiamano la verde rivoluzione industriale cinese. A peggiorare la situazione energetica a livello globale c’è l’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, preoccupazioni sulla sicurezza di alcune fonti di approvvigionamento e la vasta domanda di un paese ancora largamente povero. Un nuovo mercato dell’energia si sta formando in Cina, dando la possibilità a produttori di energia alternativa (stranieri e locali) di investire in compagnie per la creazione delle necessarie infrastrutture e alla produzione di energia rinnovabile. Esistono già alcune imprese straniere che hanno delocalizzato la propria produzione e servono il mercato cinese, ma considerata l’incredibile domanda l’insediamento di nuove compagnie sarebbe altamente apprezzato. Secondo alcune stime, la Cina necessita di 265 miliardi di Dollari per raggiungere i criteri prefissati, che prevedono tra l’altro che entro il 2020 il 15% del fabbisogno di energia venga coperto da fonti rinnovabili. Entro il 2020, la Cina punta a costruire impianti idroelettrici per la produzione di 300 milioni di Kilowatt, 30 milioni provenienti dall’energia eolica e 1,8 dal fotovoltaico. La Cina ha aumentato sia il proprio sforzo interno di ricerca sia gli incentivi per importatori di tecnologie pulite e questo sistema non potrà fare altro che autoalimentarsi, stimolando nuova ricerca, innovazioni e investimenti. Le tecnologie alternative dominanti variano dal solare fotovoltaico all’eolico, passando attraverso i combustibili all’idrogeno e così via. Il treno dello sviluppo sostenibile cinese è iniziato e le aziende nel settore non possono farselo scappare. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA www.cameraitacina.com PAGINA 17 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II SEMESTRE 2007 EDTZ : ANDAMENTO DI PREZZI DEL REAL ESTATE Questo articolo fornisce un quadro dell’andamento dei prezzi delle proprietà immobiliari nelle principali ETDZ (Economic Technological and Development Zone) e HTDZ (Hi-Tech Development Zone) che possa essere un supporto per tutte le imprese che decidono di avviare un’attività in quelle zone e intendono comprare o affittare l’area necessaria per avviare la loro impresa. di Valentina Bruzzone Alcune definizioni preliminari Prima di iniziare l’analisi è opportuno fornire una definizione generale di ETDZ e HTDZ: sono state istituite per la prima volta nel 1984 e sono lotti di terreno che vengono allocati al comitato amministrativo (Administrative Committee), che ne copre funzioni di tipo civilistico quali la pianificazione e controllo, gestione degli immobili e delle aree, gestione degli spazi pubblici, aste e bandi per lo “sviluppo” dell’area accessi, strade, verde pubblico, gestione dei rapporti con i fornitori di energia elettrica, acquedotti, centrali telefoniche. Generalmente, queste funzioni sono affiancate da funzioni politiche (implementazione di politiche nazionali o locali a riguardo di industrie in sviluppo prioritario) e amministrative (esercizio dei poteri di selezione e valutazione dei progetti e approvazione), occupandosi di gestire i rapporti di promozione, marketing e vendita delle aree, sia attraverso le vendite sia con affitti. Molto spesso, allo sviluppo e al marketing unisce anche la funzione di gestione e coordinamento del processo di incorporazione delle aziende con le altre entità coinvolte nel processo. Le ETDZ e HTDZ rispondono alla politica di “sviluppare l’industria hi-tech, attrarre progetti di sviluppo industriale, assorbire fondi esteri e costruire un’economia dedicata all’esportazione. Devono servire come finestre e basi per aprire la Cina al mondo esterno, per attrarre capitali, per far crescere l’export, per lo sviluppo di tecnologie avanzate e la promozione dell’economia della regione.” Le ETDZ create sulla costa hanno ottenuto in pochi anni un grande successo, tanto che nel 1999 il consiglio di Stato ha delegato alle regioni centrali, regioni autonome e municipalità che rispondono direttamente al governo centrale la scelta di una ETDZ a livello provinciale che potesse diventare una ETDZ a livello nazionale. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA Oggi le ETDZ di livello nazionale sono cinquantaquattro, trentatrè delle quali site nelle aree costiere e ventuno nelle regioni centrali. Il modello delle ETDZ è consolidato, sia che si tratti di ETDZ nelle province, città, regioni autonome e altre città aperte. Normalmente le ETDZ di livello nazionale sono situate nelle città economicamente più sviluppate e avanzate nei trasporti, generando a propria volta ulteriori vantaggi competitivi che ne inducono uno sviluppo molto veloce. Le ETDZ sono riuscite, su un ammontare totale di terreno pari solo a circa 500 kmq, a concentrare il 15% di tutta la capitalizzazione nazionale. Addirittura, in alcune città il 30-40% degli IDE (investimenti diretti esteri) si concentra nelle ETDZ. Con la riforma tributaria entrata in vigore nel 2008, però, diminuiranno i vantaggi fiscali per le imprese internazionali export oriented che si stabiliranno nelle ETDZ, mentre resteranno, invece, gli incentivi per le attività hi-tech, denotando un criterio di incentivazione basato sul settore industriale e non sull’area geografica di appartenenza. L’analisi dei prezzi di affitto e di vendita La nostra analisi sul Real Estate prende in considerazione le ETDZ e HTDZ presenti nelle tre aree maggiormente sviluppate che circondano le città di Pechino, Shanghai e Canton. Vogliamo analizzare la variazione del costo dei terreni in cui costruire un’impresa e dei capannoni industriali, sia per quanto riguarda il costo d’affitto che di vendita, considerando l’arco temporale che va dal 2000 ad oggi. Per quanto riguarda il costo dei terreni, dal 2003 ad oggi si è assistito ad un aumento graduale del 9% medio annuo, con un picco di massimo del 15% nel terzo trimestre del 2007 e un punto di minimo del 4,9% nel terzo trimestre del 2006. www.cameraitacina.com PAGINA 18 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Nello specifico, si nota che le terre destinate alla costruzione di capannoni sono aumentate in misura inferiore rispetto a quelle destinate ad uso commerciale e turistico: le prime sono infatti aumentate del 5%, a fronte di un aumento delle seconde del 9,6%. Queste ultime hanno fatto infatti segnare notevoli aumenti sino al picco del primo trimestre del 2007 in cui la crescita è stata di quasi 21 punti percentuali. Grafico 1: Indice dei prezzi di vendita dei terreni II SEMESTRE 2007 La variazione dell’affitto degli immobili ad uso commerciale e ricreativo è esattamente in linea con quello riscontrato per gli uffici, mentre l’affitto dei capannoni industriali è rimasto quasi costante, con solo un lieve aumento del 1,2% nel 2007. Grafico 3: Indice dei prezzi di affitto e leasing delle propietà immobiliari Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100 Fonte:China Monthly Economic Indicators Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100 Fonte:China Monthly Economic Indicators Il costo d’acquisto degli uffici è stato sostanzialmente costante fino al 2004, che è stato l’anno in cui è iniziato un ininterrotto aumento del 7,5% annuo. Gli edifici adibiti ad uso commerciale e ricreativo hanno invece fatto registrare dei tassi di crescita più moderati, inferiori di quasi 2 punti percentuali. Grafico 2: Indice dei prezzi di vendita delle propietà degli immobili La crescita dei prezzi del Real Estate è stata comunque molto diversa tra le diverse macro-zone considerate nell’analisi. Si nota, infatti, che la zona di Shanghai ha registrato una crescita nettamente inferiore rispetto alle altre zone e alla media nazionale, con un aumento avvenuto prevalentemente negli ultimi due trimestri del 2007, che ha però solo controbilanciato la diminuzione verificatasi per tutto il 2006. Grafico 4: Indice dei prezzi di vendita delle proprietà immobiliari nelle 3 principali zone della Cina Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100 Fonte:China Monthly Economic Indicators Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100 Fonte:China Monthly Economic Indicators Parallelamente al prezzo degli edifici appena costruiti è aumentato anche il prezzo degli edifici di non recente costruzione ad uso non residenziale. Passando invece a considerare il costo d’affitto e leasing si nota che i prezzi sono rimasti più o meno costanti dal 2000 ad ora; nel 2002 si è registrata addirittura una diminuzione seguita da un lieve aumento che ha raggiunto un +2,6% dell’anno scorso, non paragonabile però al costo di compravendita degli stessi aumentato l’anno scorso dell’11%, come riportato nelle righe precedenti. In particolare, il costo degli affitti degli immobili ad uso ufficio ha avuto una diminuzione di quasi il 4% nel 2000 per poi aumentare fino al 2,8% nel 2007. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA Pechino, al contrario, ha registrato la crescita più sostenuta con un aumento medio del 9,5% negli ultimi due anni, a fronte di una media nazionale del 6,4%. Nell’ultimo semestre del 2007 vi è stato un aumento del 15%, crescita dovuta all’avvicinarsi dei Giochi Olimpici del 2008, che hanno dato una spinta ulteriore ai prezzi gà in crescita. Il record di Pechino si conferma anche nei prezzi dei terreni, mentre la zona intorno alla città di Canton negli ultimi due anni non ha al contrario fatto registarre nessuno scostamento di prezzo. www.cameraitacina.com PAGINA 19 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Grafico 5: Indice dei prezzi di vendita delle terre nelle 3 principali zone della Cina Vendita terreno: 420 Rmb/m² II SEMESTRE 2007 (prezzo minimo) Kunming Economic and Technological Development Zone Affitto capannone: 20 c.a Rmb/m²/mese Vendita terreno: 385 Rmb/ m² (prezzo minimo , vendita all’asta ) Beijing Area Weifang Hi-Tech Industrial Development Zone: Affitto capannone: 20 c.a Rmb/m²/mese Vendita terreno: 195.2 Rmb/ m² Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100 Fonte:China Monthly Economic Indicators A fronte dell’aumento dei prezzi del real estate analizzato in precedenza non c’è stato un pari aumento dei costi di agenzia, che sono rimasti pressochè costanti negli ultimi anni in quasi tutta la Cina. I prezzi nelle principali ETDZ e HTDZ Abbiamo condotto una ricerca approfondita per capire quali sono i prezzi praticati nelle principali ETDZ e HTDZ, riportando il costo d’affitto dei capannoni e il costo di vendita dei terreni. In base ai colloqui con i responsabili di queste zone, divisi per area geografica, è emerso quanto segue: Western China Chengdu Economic and Technological Development Zone Si divide in 2 aree : Area West – produzione Area South - Studio e invention Affitto capannone: 40 Rmb/m²/mese (Studio e Innovation Area) 13.5-20 Rmb/m²/mese (Prodution Area) Vendita terreno: 1051 Rmb/ m² c.a Chongqing Hi-Tech Industrial Development Zone Affitto capannone: 7-10 Rmb/m²/mese Vendita terreno: 60-840 Rmb/ m² (dipende dalla tipologia di terreno, il livello medio costa 204-288 Rmb/m²) Taiyuan Hi-Tech Industrial Development Zone: Vendita terreno: 600 Rmb/m² Xi`an Hi-Tech Industrial Development Zone: Affitto capannone: 18 c.a Rmb/m²/mese CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA Yanjiao Economic and Tecnological Development Area: Affitto capannone: 18 Rmb/m²/mese Vendita terreno: 225 Rmb/ m²c.a Tianjin Economic e Technological Development Area: Affitto capannone: 23-30 Rmb/m2/mese Guangzhou Area Xiamen Huoju Hi-Tech Industrial Development Zone: Vendita terreno: 288-480 Rmb/ m² (vendita all’asta) Guangzhou Development District Affitto capannone: 15-100 Rmb/m²/mese Vendita terreno: 600 Rmb/ m² (prezzo minimo , vendita all’asta ) Shanghai Area Shanghai Minhang Development Zone: Affitto capannone: 24-30 Rmb/m²/mese Affitto terreno: 60 Rmb/ m²/mese Economic and Technological (non è prevista la vendita) Nanjing Jiangning Economic & Technical Development Zone Affitto capannone: 11-13 Rmb/m²/mese Vendita terreno: 390 Rmb/ m²- min. prezzi Per ulteriori informazioni relative ai recapiti delle ETDZ e HTDZ consultare il sito della Camera di Commercio all’indirizzo: www.cameraitacina.com nella sezione Opportunities, Development Zones. www.cameraitacina.com PAGINA 20 BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE Associati! BENEFICI Promozione e networking • Far parte del network di oltre 650 aziende italiane e straniere, presenti in Cina e in Italia; • Ottenere maggiore visibilità grazie alle possibilità di collaborazione nella stesura del "Quaderno", le sponsorizzazioni e la pubblicità sulle pubblicazioni camerali e sul sito web; • Pubblicare le ultime notizie relative alla tua attività nella sezione "Notizie dai Soci" del sito web; • Inserire la descrizione ed i contatti della tua attività nell’ "Annuario dei Soci" e nella Directory Online dei Soci; • Partecipare gratuitamente o con tariffe scontate ad eventi esclusivi organizzati dalla CCIC, quali networking, seminari informativi, conferenze, colazioni e fiere; • Partecipare ad incontri con alte personalità di governo, funzionari ed esperti italiani e cinesi Informazioni per la tua attività • Accedere online ad un elenco di opportunità di Business in Cina ed alle gare di appalto internazionale; • Accedere online al database di curricula e pubblicare le tue ricerche di personale; • Ricevere periodiche informazioni di carattere economico e di aggiornamento riguardanti la Cina direttamente al tuo indirizzo email o via posta: • Il “Quaderno”: pubblicazione trimestrale, monografica, realizzata con il contributo dei soci; • Il "Bollettino Economico Semestrale”: pubblicazione elettronica semestrale di carattere socio economico e di commercio internazionale; • La "e-Food": pubblicazione elettronica mensile, dedicata al settore enogastronico italiano in Cina; • La "e-Newsletter": pubblicazione mensile elettronica di aggiornamento su eventi e fiere Convenzioni esclusive • Accordo con l’Ambasciata ed i Consolati d`Italia in Cina per l`emissione di visti d`affari; • Accordo con Generali China Life Insurance Co., Ltd per l`offerta di un pacchetto assicurativo appositamente studiato per le esigenze delle imprese italiane in Cina; • Convenzioni presso hotel, ristoranti e altri centri servizi in Cina; • Tariffe agevolate per volare Finnair; mirano ad aumentare e facilitare gli scambi commerciali tra i due paesi. I Soci laddove è richiesto un contributo per l’erogazione del servizio, godono sempre di tariffe agevolate. Servizi informativi • Opportunità di business per paesi/settori/mercati; • Fiere e manifestazioni nel paese; • Regimi doganali, norme e regolamenti; • Studi paese/mercato; • Informazioni riservate su società cinesi BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE II Semestre 2007 Camera di Commercio Italiana in Cina Servizi di assistenza • Ricerca guidata di nominativi di fornitori/ acquirenti /ricerca partner commerciali e per joint venture; • Lettere d’invito per d`ingresso in Cina; l’ottenimento dei visti • Assistenza a missioni in visita nel paese e presentazione/esposizione prodotti • Organizzazione/assistenza a missioni ed incontri bilaterali; • Organizzazione eventi espositivi; • Organizzazione eventi promozionali; • Elenco contatti di interpreti/traduttori, professionisti del settore consulenza e di studi legali • Utilizzo della sala videoconferenza presso gli uffici della CCIC; • Servizi di assistenza logistico-amministrativa Chi può iscriversi alla CCIC • Ufficio di Rappresentanza o una Società registrata in Cina; • Società registrata in Italia o in paesi diversi dalla Cina; • Individuo italiano o straniero residente in Cina; • Individuo italiano o straniero NON residente in Cina Beijing Unit 2607, Full Tower 9, Dong San Huan Zhong Lu Chaoyang District, 100020, Beijing China Tel: 0086-10-85910545 Fax: 0086-10-85910546 [email protected] Shanghai Unit 3605-3606A, The Center, 989 Changle Road 200031 Shanghai, China Tel: 0086-21-54075181 Fax: 0086-21-54075182 [email protected] Guangzhou Room 1403, CITIC Plaza, 233 Tianhe Beilu 510613 Guangzhou, China Tel: 0086-20-38770892 Fax: 0086-20-38770893 [email protected] Shenzhen Room 217, 2/F, Chinese Overseas Scholars Venture Building, South district, Shenzhen High Tech Industry Park, 518057 Come iscriversi alla CCIC Shenzhen, China Tel. 0086-755-86329518 Fax: 0086-755-86329528 1. 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