Bollettino Economico II Semestre 2007

Transcript

Bollettino Economico II Semestre 2007
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
II SEMESTRE 2007
Bollettino Economico
sulla Repubblica Popolare Cinese
Analisi dei dati
Situazione Economica
Congiuntura Economica
SOMMARIO
Congiuntura Economica........pag.1
Prodotto Interno Lordo e
Comparti Economici............. pag.2
Finanaza Pubblica................... pag.3
Consumo, Impiego e
Inflazione................................. pag.4
Investimenti............................ pag.5
Commercio Estero ed
Investimenti Stranieri............pag.6
Investimenti Diretti Esteri...pag.9
Siutazione Finanziaria, Moneta e
Liquidità............................... .pag.10
Borsa e Mercati
Finanziari................................pag.11
Nel 2007 il tasso di crescita dell’economia cinese è rimasto sostenuto, nonostante
qualche segno di rallentamento nel secondo semestre. Ciò è dovuto alla diminuzione del
contributo del commercio estero nella composizione del PIL, solo parzialmente bilanciata
dall’incremento nella domanda interna. Per quanto riguarda invece la domanda di
importazioni da parte della Cina, si è registrato un netto incremento. L’inflazione è
cresciuta notevolmente, principalmente a causa dell’incremento nei prezzi degli alimenti.
Il quadro generale è leggermente peggiorato e si presenta incerto ma, in caso di necessità,
la Cina può sempre contare su politiche atte a stimolare la domanda interna. L’attuale
politica economica è concentrata sulla riduzione dell’inflazione e sul persistente surplus di
bilancia commerciale. La crescita continua ad essere spinta dal settore industriale ed è
sempre fortemente supportata dagli investimenti diretti esteri e da capitali stranieri.
Durante il 2007, l’export cinese verso l’Unione Europea ha sorpassato quello verso gli
Stati Uniti, facendo dell’UE il primo partner commerciale per la Cina. Contestualmente,
le riserve straniere sono aumentate notevolmente e l’eccesso di liquidità potrebbe portare
a problemi macroeconomici nel medio termine.
Nell’ambito finanziario, la crisi dei tassi d’interesse “subprime” cominciata negli
Stati Uniti alla fine del 2007 e propagatasi velocemente sui mercati mondiali, ha avuto un
impatto relativamente minore sulla Cina.
L’economia globale teme un’ondata recessiva imminente ma la Cina, con i suoi
record consecutivi, sembra accusare solamente i colpi di un’economia in via di sviluppo:
inflazione, eccesso di liquidità e disparità nel livello di sviluppo fra Est e Ovest del paese.
La recente revisione delle stime sulla parità del potere d’acquisto non cambiano le
conclusioni sulla crescita cinese e sulla riduzione della povertà.
Grafico 1: Interscambio Cina – Mondo
Approfondimenti
Sovereign Wealth Fund
Management.........................pag.13
La Cina e lo Sviluppo Ecosostenibile.............................pag.15
EDTZ : Andamento di Prezzi del
Real Estate............................pag.16
Unità: Miliardi di $
Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA
1
NEWSLETTER ECONOMICO
BOLLETTINO
INVESTITORE EDIZIONE
SULLA REPUBBLICA
N.3
POPOLARE CINESE
La chiave macroeconomica dell’economia reale cinese risulta
essere l’allargamento dell’avanzo commerciale. I dati riguardanti
l’anno appena conclusosi in tema di commercio internazionale,
infatti, non a caso evidenziano un surplus commerciale pari a
262,2 miliardi di dollari, che rappresenta un aumento del 47,8%
rispetto al 2006.
Grafico 2: Avanzo Commerciale cinese (2006 e 2007)
IIAUTUNNO
SEMESTRE 2008
2007
Confermando lo scenario del precedente anno, durante il
2007, il settore trainante è stato quello secondario che con un
valore assoluto di 12.138.1 miliardi di Yuan, ha inciso sul totale
del PIL per il 49%: è un valore percentuale in leggero aumento
rispetto alle crescite registrate negli stessi periodi degli anni
precedenti. L’industria primaria e l’industria terziaria hanno
lasciato pressoché invariata la loro quota di contribuzione al PIL,
rispettivamente aggiudicandosi il 12% e il 39%, per un
controvalore di 2.891 e 9.632 miliardi di Yuan.
Grafico 3: Scomposizione del PIL 2007 per competenza
settoriale
Unità: Miliardi di $
Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China.
Il valore aggiunto dell’ industria è aumentato del 17,4% in
termini reali, in relazione ad un 19% nell’agricoltura e ad un
16,4% nel terziario.
Questa rapida crescita dell’economia ha spinto il governo
cinese a prestare attenzione al mercato, in primis quello dei
capitali, per evitare che subisca rapidi e dannosi cali improvvisi.
A tale riguardo le autorità hanno adottato misure idonee ad
evitare un aumento esponenziale delle quotazioni ed il continuo
apporto di capitali e con alcune riforme strutturali intendono
mitigare la volatilità del mercato e consolidarne la struttura. Altre
misure sono state adottate al fine di moderare l’aumento generale
dei prezzi, che per il 2007 ha superato il tetto del 3% fissato dal
governo cinese.
Infine, per quanto riguarda l’obiettivo di carattere generale
del governo cinese di trovare un punto di equilibrio in cui la
crescita risulti più controllata e più equa sia per la popolazione sia
per l’ambiente, segnaliamo due innovazioni. Sul fronte sociale le
iniziative più importanti prese dal Consiglio di Stato riguardano
la regolamentazione del lavoro, con l’introduzione di salari
minimi e di una più stretta regolamentazione, mentre sul fronte
ambientale si stanno introducendo politiche fiscali atte a ridurre
l’impatto ambientale, contemporaneamente a provvedimenti per
limitare lo spreco energetico.
Prodotto Interno Lordo e
Comparti Economici
Stando ai dati del “China Monthly Economic Indicators”, la
Cina ha accumulato un valore assoluto pari a 24.661,9 miliardi di
Yuan alla fine del 2007 in termini di Prodotto Interno Lordo
(PIL), denotando un tasso di crescita superiore al 17% rispetto ai
20.940.6 miliardi di Yuan del 2006.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
Fonte: China Monthly Economic Indicators
In termini di valore aggiunto, nel 2007, l’industria pesante e
quella leggera hanno registrato un incremento rispettivamente del
19.6% e del 16.3%, corrispondenti a 63.842 e 27.017 miliardi di
Yuan, mentre le imprese fondate all’estero con fondi da Hong
Kong, Macao e Taiwan hanno registrato un notevole incremento
pari a quasi un punto percentuale tra il 2006 e il 2007.
La produzione di energia elettrica ha raggiunto i 3208.6
miliardi di Kwh, marcando una crescita annua vicina al 15%. Nel
periodo che va dal 2003 al 2007, il dato in questione è quasi
duplicato, a testimonianza della grande richiesta di materie prime
da parte di un paese in via di sviluppo nella promozione della
propria industria. La maggior parte dell’energia prodotta
proviene da centrali termoelettriche e questo denota un’ancora
scarsa consapevolezza e azione contro i problemi di natura
ambientale. La produzione di energia idroelettrica ha mantenuto
una quota non superiore al 15%, rimanendo pressoché invariata
fra il 2003 e il 2007.
Un paese in via di sviluppo è certamente assetato di quei
prodotti industriali che servono al supporto delle proprie
infrastrutture e attività commerciali. A tal proposito, la
produzione di cemento conferma la sua crescita già registrata
negli anni precedenti, attestandosi a quota 1,35 miliardi di
tonnellate, con un incremento del 57% dal 2003.
Anche la produzione di acciaio e dei suoi derivati hanno
conseguito notevoli risultati di crescita nell’ultimo anno,
rispettivamente intorno al 16% e 21%.
Sul versante dei beni di consumo, si nota come la
produzione di televisioni a colori è diminuita dell’1.7% in seguito
a qualche avvisaglia di recesso nel 2006, indicando una chiara
www.cameraitacina.com
PAGINA
2
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
saturazione del mercato. Infatti, è stimato che a livello nazionale
vi siano 137 televisori ogni 100 nuclei familiari.
Il mercato della telefonia mobile ha registrato un’ulteriore
incremento rispetto al trend stabilito, crescendo nell’ultimo anno
del 18.8%.
Anche il settore automobilistico è cresciuto del 25% nel
2007, mentre nel periodo 2003-2007 la crescita si è attestata ad
un livello del 114%.
Finanza Pubblica
Durante il 2007 le entrate fiscali hanno registrato un
aumento complessivo del 33,5% rispetto al 2006, assestandosi a
un livello assoluto pari a 4.817 miliardi di Yuan.
Le tasse imposte sulle attività commerciali, l’imposta sul
valore aggiunto e le tasse sui redditi delle imprese costituiscono
una parte rilevante delle entrate e sono cresciute notevolmente in
entità nel corso del 2007, rispettivamente del 21,4%, 29,7% e
39,2%.
Alcune misure anti evasione e miglioramenti nel sistema di
dichiarazione dei redditi delle imprese sono state introdotte ed
implementate durante il 2007 per aumentare il livello di
trasparenza e assicurare una maggiore efficienza.
Grafico 4: Crescita di entrate e spesa pubblica, 2002-2007
II SEMESTRE 2007
alla creazione di una nuova classe di scienziati che permettano di
poter sviluppare internamente la tecnologia anziché assorbirla
attraverso le importazioni. Invece, la spesa in sicurezza pubblica è
significativa in un’ottica più ampia di creazione di una società
sicura che possa aumentare il grado di confidenza dei cittadini
nelle istituzioni e nel Governo.
Da notare invece quanto marginale sia ancora la porzione di
spesa pubblica destinata alla protezione ambientale: solo l’1,5%
della spesa pubblica complessiva, pari a 55 miliardi di Yuan.
Grafico 4.a: Spesa Pubblica
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Grafico 4.b : Entrate Pubblche
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Anche la spesa pubblica è aumentata considerevolmente
durante l’anno appena conclusosi. Infatti, attestandosi a quota
3.708 miliardi di Yuan, ha fatto registrare una crescita maggiore
al 25%.
La spesa pubblica è un fattore determinante nell’economia e
nel processo di sviluppo di un paese come la Cina. Infatti, le
necessità pressanti sono la costruzione delle infrastrutture per
supportare la crescita economica cosi come interventi mirati ad
aumentare il livello qualitativo e quantitativo dei servizi pubblici
nelle città più popolate, ed a costruire i servizi pubblici di base
nelle zone più povere.
Infatti, il 18% della spesa pubblica, corrispondente a 667
miliardi di Yuan, è destinato ai servizi pubblici generici, in
crescita dell’11,3% rispetto a dicembre 2006. Altre spese in
costante aumento sono quelle nel settore dei trasporti, cresciute
nel 2007 del 61% e nel settore medico e delle cure sanitarie che
ha fatto registrare una crescita del 40%. E’ importante notare
come la spese in educazione, ricerca scientifica e tecnologica e
sicurezza pubblica siano cresciute. Le prime due sono finalizzate
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA
3
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Consumo, Impiego e Inflazione
Nel 2007, la vendita totale dei beni di consumo in Cina è
stata di 8.921 miliardi di Yuan, in crescita del 16,8% rispetto al
2006. Nelle città, il consumo totale è cresciuto del 17,2%, per un
valore totale di 6.041 miliardi di Yuan, il 67% dei consumi totali.
Il rimanente 33% del venduto è andato alle aree rurali dove la
quota delle vendite è ancora contenuta, con una valore assoluto di
994 miliardi di Yuan ma con un tasso di crescita leggermente
maggiore a quello nazionale, 17,3%.
Fra dicembre 2006 e dicembre 2007, come previsto, i prezzi
dei beni e dei servizi sono ulteriormente aumentati notevolmente
portando la crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo un
positivo 6,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Alla fine del 2006, l’indice si è assestato su un livello pari a 1,5%
mentre l’anno precedente il valore registrato era 1.8%.
Scomponendo l’indice fra aree urbane e rurali si evidenzia
un incremento rispettivamente pari a 6,2% e 7,2%.
Nella divisione merceologica specifica dell’indice dei prezzi
al consumo, possiamo notare dal Grafico 5 che i prodotti
alimentari si assestano intorno a un preoccupante 16,7%. La
preoccupazione non è solo relativa al periodo dicembre
2006-2007 ma si protrae da qualche tempo. Ciò è principalmente
dovuto all’incremento dell’indice nelle sue componenti di largo
consumo fra cui la carne suina che è cresciuta del 64,3%, la frutta
e la verdura fresca, rispettivamente del 8,4% e 13,4%, i prodotti
acquatici del 5,6% e infine il grano (8%) e le uova (7,7%).
Grafico 5: Indice dei prezzi al consumo per categoria
merceologica – Dicembre 2007
II SEMESTRE 2007
(12,1%) e i prodotti agricoli e simili (8,4%). D’altro canto,
aumenti decisamente più limitati si rilevano nelle altre categorie
quali metalli non ferrosi (2,7%), legname e polpa di cellulosa
(2,9%) e materie prime tessili (2,5%).
Grafico 6: Indice dei prezzi al consumo per le materie
prime – Dicembre 2007
Fonte: Rielaborazione CCIC da “National Bureau of Statistics of China”.
L’indice generale dei prezzi per i prodotti lavorati è cresciuto
del 5,4%. Da notare l’incremento del 22,1% nell’indice
dell’industria estrattiva, denotando un sostanziale balzo in avanti
negli ultimi mesi del 2007. Per il resto, hanno registrato
incrementi nella norma le industrie dei mezzi di produzione
(7,7%), delle materie prime (7,2%) e quella manifatturiera (2,9%).
Questo scenario deve comunque essere inquadrato nel
contestuale processo di aumento dei redditi delle famiglie cinesi,
sia urbani che rurali. Il reddito pro-capite medio per i residenti
urbani nel periodo Gennaio-Dicembre 2007 si è assestato sui
10.346 Yuan, con una variazione del 13,2% rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. I redditi delle famiglie rurali sono
aumentati di una percentuale maggiore (14,8%) dai 2.762 Yuan
dei primi tre trimestri del 2006 sono giunti a 3.321 Yuan ma in
valore assoluto sono ancora bassi in confronto a quello delle
popolazioni urbane. Ancora una volta si conferma la differenza
tra la ricchezza della aree urbane e quelle rurali.
Grafico 7: Reddito medio popolazione urbana e rurale
Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China.
Altri incrementi di minore entità sono stati rilevati in
importanti categorie quali: tabacco e liquori (1,7%),
elettrodomestici (1,9%), spese mediche e farmaci (3,2%) e alloggi
(5,9%).
Alcune classi di prodotti hanno rilevato un decremento
nell’indice. I capi di abbigliamento registrano un indice pari a
-1,7% mentre trasporti e telecomunicazioni e i beni per la
ricreazione si assestano su -1,6% e -0,5%.
Fonte: Rielaborazione CCIC da “National Bureau of Statistics of China”.
L’indice dei prezzi delle materie prime allo stesso modo,
presenta dei risultati contrastanti. Da un lato, gli aumenti
maggiori si rilevano per il carburante (15,2%), i metalli ferrosi
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA
4
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Investimenti
Come conseguenza di nuove misure restrittive introdotte nel
quarto trimestre 2007, gli investimenti in Fixed Assets nelle aree
urbane sono diminuiti notevolmente rispetto ai precedenti mesi,
posizionandosi a quota 13,5% in dicembre in paragone allo stesso
periodo dell’anno precedente.
Le misure in questione consistono in un inseverimento delle
regole sul prestito da parte delle banche così come sui progetti di
investimento, finalizzate a rendere il mercato del credito più
trasparente e a creare condizioni favorevoli per ulteriori
investimenti esteri.
Allo stesso tempo, le vendite al dettaglio sono aumentate
nell’ultimo trimestre 2007, nonostante la spinta inflazionistica
persistente. I trend rappresentati nel seguente grafico in merito
alle vendite al dettaglio sono aggiustati all’inflazione.
Grafico 8: Crescita Fixed Assets Investment e Retail Sales
II SEMESTRE 2007
Alcuni economisti credono che i recenti sviluppi siano legati
a un ribilanciamento della composizione della crescita, con il
declino dell’esplosivo settore secondario che ha trainato
l’economia cinese negli ultimi anni e un aumento della
contribuzione del terziario, anziché la semplice conseguenza delle
citate riforme.
Nonostante questo, la Cina e il suo sviluppo sono ancora
prevalentemente legati all’industria e quindi ai Fixed Assets,
soprattutto per l’approvvigionamento delle materie prime come il
petrolio e l’energia elettrica.
Secondo i dati forniti dal National Bureau of Statistic relativi
al 2007, gli investimenti totali nel paese sono stati pari a 11.741
miliardi di Yuan, con una crescita del 25,61%. Di questi, la
maggior parte è costituita da investimenti in imprese statali e
holding (44%) e il 18% costituisce l’apporto di complessi
residenziali.
I progetti del Governo centrale sono ammontati a 1.270
miliardi di Yuan mentre i progetti locali per 10.470 miliardi,
costituendo rispettivamente una quota del 10% e vicina al 90%.
Grafico 10: Andamento Fixed Asset Investments
Fonte: China Quarterly Report, World Bank, Febbraio 2008
Viste le recenti misure introdotte, i dati dell’ultimo trimestre
2007 non sono rappresentativi dell’andamento generale degli
investimenti.
Infatti, come visto nel precedente articolo riguardante la
composizione del PIL per comparti economici, la crescita degli
investimenti in Fixed Assets nel 2007 è stata solo leggermente
inferiore alla crescita registrata nel 2006 e comunque inferiore
alla crescita nei consumi, aumentando la sua contribuzione nella
composizione del PIL.
Grafico 9: Andamento comparti economici
Fonte: China Monthly Economic indicators
Per quanto concerne l’investimento raggruppato per tipo di
costruzione, i progetti di nuova fattura hanno ammontato a 5.227
miliardi Yuan, quelli di espansione 1.971 miliardi e quelli di
trasformazione 1.391 miliardi. In relazione alla maggior
attenzione prestata dal governo per alcuni settori si conferma la
crescita degli investimenti per la salute, lo sport e la cultura.
Di notevole rilievo la crescita del real-estate finanziata con
prestiti domestici, in crescita del 32%, a testimonianza del
processo di maturazione dell’industria bancaria e del credito in
Cina.
L’aumento degli investimenti governativi nel settore
industriale mirano a svincolare la domanda cinese dalla massiccia
presenza di imprese estere.
Risulta poi evidente il persistere di una grave asimmetria tra
investimenti in aree urbane ed aree rurali, che continuano ad
alimentare il flusso migratorio di migliaia di persone dalle
campagne alle aree urbane.
Fonte: China Quarterly Report, World Bank, Febbraio 2008
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA
5
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Commercio Estero ed Investimenti
Stranieri
Il saldo della bilancia commerciale maturato a dicembre
2007 ammonta a 262,2 miliardi di dollari, in netto aumento
rispetto al valore di 178 miliardi registrato durante il precedente
anno. Sono anni ormai che la bilancia commerciale cinese si
trova in avanzo e la sua crescita fra il 2006 e il 2007 ammonta al
47%. Le relazioni commerciali della Cina con gli altri paesi
rappresentano una delle più importanti fonti di crescita e di
sviluppo.
Grafico 11: Saldo di Bilancia commerciale 2006 e 2007
Fonte: Customs General Administration of China
Nonostante questo, nel medio/lungo termine l’eccessivo
avanzo commerciale verso gli altri paesi del mondo potrebbe
causare problemi: un eccesso di esportazioni sulle importazioni
causerebbe delle politiche economiche distorte e delle serie
potenziali ripercussioni sull’economia domestica. Per questo
motivo, negli ultimi anni il governo ha preso alcune misure di
ribilanciamento economico (come la riduzione dei rimborsi IVA
sulle importazioni) al fine di calmierare l’interscambio
commerciale, ed in particolare le
esportazioni. La crescita nell’avanzo
commerciale ha testimoniato quindi un
rallentamento fra il 2006 e il 2007,
rispetto alla crescita registrata nei due
anni precedenti: 218,44% fra 2004 e
2005 e 74,6% fra 2005 e 2006.
La domanda mondiale di prodotti
cinesi è in continuo aumento grazie a
diversi fattori. In primis, grazie a prezzi
altamente competitivi rispetto ai
concorrenti dovuti al basso costo della
manodopera. Poi, grazie alla maggiore
attitudine degli imprenditori a fare
affari con stranieri. Questi ed altri
fattori hanno spinto le esportazioni
cinesi a crescere del 25,7% rispetto al
2006, assestandosi a 1218 miliardi di
dollari.
Anche le importazioni sono
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
II SEMESTRE 2007
cresciute, passando da 791,6 a 955,8 miliardi di dollari, con una
variazione positiva del 20%, senza tuttavia provocare alcuna
inversione sul trend del surplus della bilancia commerciale che
rimane costantemente in avanzo.
Analizzando i dati in modo più approfondito e confermando
il trend imposto nei periodi precedenti, le esportazioni cinesi
hanno riscontrato un notevole successo soprattutto verso i paesi
che stanno facendo registrare dei livelli di crescita sostenuti.
Rispetto al 2006, infatti, i dati indicano una crescita delle
esportazioni vicino all’80% verso la Russia, al 62% verso l’Iran, al
78% verso l’Argentina e al 64% verso l’India.
Nonostante l’aumento in termini assoluti del valore delle
importazioni cinesi, è importante sottolineare che, considerando
gli specifici paesi di provenienza delle merci, l’incremento relativo
va aumentando e in alcuni casi sorpassando l’incremento delle
esportazioni cinesi verso quel paese. Non a caso, questi paesi sono
fra i più sviluppati del mondo e rappresentano lo stato della
tecnologia. La Cina ha invertito il trend commerciale verso questi
paesi durante l’ultimo anno, attraverso l’aumento relativo delle
importazioni di beni ad alto contenuto tecnologico che non sono
prodotti internamente poiché il livello di sviluppo delle
infrastrutture e dell’industria non ha ancora raggiunto lo stato
dell’arte. Queste importazioni sono un’importante modo per
assorbire il know-how necessario per poterle rendere un giorno
parte della produzione domestica.
Come riportato frequentemente dai mass media, l’Unione
Europea è diventata il primo partner commerciale per la Cina,
superando gli Stati Uniti che detenevano il primato in
precedenza. La Cina infatti esporta verso i membri dell’Unione
beni per un valore maggiore di 245 miliardi di dollari. Gli Stati
Uniti contano per 232 miliardi, seguiti da Hong Kong e
Giappone, rispettivamente con 184 e 102 miliardi di dollari.
I tassi di crescita di ognuno di questi paesi sono
rispettivamente del 34,7%, 14,37%, 18,69% per Hong Kong e
infine 11,3% per il Giappone.
Grafico 12: Andamento Export Cina-Mondo
Fonte: Customs General Administration of China
www.cameraitacina.com
PAGINA
6
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
II SEMESTRE 2007
Tabella 1: Export Cina-Mondo
In termini di interscambio totale (importazioni più
esportazioni) i maggiori partner sono, nell’ordine: Unione
Europea, Stati Uniti e Giappone che in totale si sono scambiati
rispettivamente 356, 302 e 236 miliardi di dollari.
Grafico 13: Interscambio maggiori partner commerciali
EU25, USA, Giappone
Interscambio Maggiori partner commerciali
2006-2007 (Migliaia di $)
400000000
350000000
300000000
250000000
200000000
150000000
100000000
50000000
0
25
EU
A
US
p
ap
Gi
e
on
EU25
USA
Giappone
2006
272,302,329
262,680,502
207,355,919
2007
356,151,239
302,082,712
236,021,929
Fonte: Customs General Administration of China
Nel versante importazioni la crescita è meno sostenuta
rispetto alle esportazioni e, come per il primo semestre 2007, la
variazione del dato relativo alle importazioni provenienti da
Singapore è negativo (-0,85%).
Nel complesso, le importazioni dai paesi rilevanti considerati
sono cresciute in media del 27%, contro una crescita media
maggiore al 35% delle esportazioni.
I paesi che hanno rilevato il maggiore aumento delle proprie
esportazioni verso la Cina sono l’Argentina con una crescita del
71%, la Spagna (47%), la Germania e il Canada, rispettivamente
con una quota del 46% e 43%. Il maggiore importatore in Cina
rimane il Giappone, con un valore totale vicino ai 134 miliardi di
Dollari, seguito dall’Unione Europea con 111 miliardi e una
crescita nell’ultimo anno pari al 22,85% e infine dalla Corea del
Sud che ha fatto registrare un aumento del 15% con un
corrispettivo monetario di 103 miliardi di Dollari.
Grafico 14: Andamento Import Mondo-Cina
Unità:
Migliaia di $
Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China
Fonte: Customs General Administration of China
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA
7
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Tabella 2: Import Cina-Mondo
II SEMESTRE 2007
l’aumento percentuale è stato inferiore di 13 punti percentuali
rispetto a quella fatta registrare alla fine del 2006
Grafico 16: Andamento Import italiano dalla Cina
Fonte: Rielaborazione CCIC su dati ISTAT
Unità: Migliaia di $
Fonte: Rielaborazione CCIC da Customs General Administration of China
Passando all’analisi della dinamica di interscambio tra Cina
ed Italia possiamo evidenziare come anche il nostro paese abbia
seguito l’andamento generale dell’interscambio Cina-Mondo.
Durante il 2007 le esportazioni cinesi verso l’Italia sono
aumentate del 21% rispetto all’anno precedente. Questo dato è in
calo rispetto al 2006, in cui l’aumento rilevato era maggiore al
27%.
Grafico 15: Andamento Export italiano in Cina
Fonte: Rielaborazione CCIC su dati ISTAT
Parallelamente, le importazioni cinesi dall’Italia continuano
la loro crescita. Le esportazioni italiane nel 2007 sono cresciute
del 10,7% rispetto all’anno precedente superando quota 6
miliardi di Euro. Nonostante la crescita in valore assoluto,
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
La bilancia commerciale italiana nei confronti della Cina
continua a rimanere negativa con il disavanzo commerciale
italiano che nello scorso anno ha toccato quota 15,460 milioni di
Euro.
Come evidenziato nel grafico che segue, i rapporti
commerciali fra Italia e Cina nel periodo 2004-2007 si sono
leggermente voltati a favore dell’Italia in termini di bilancia
commerciale. Infatti, l’aumento del disavanzo italiano è andato
diminuendo dal 29% del 2004 al 26% del 2007.
Per quanto riguarda l’interscambio tra Cina e Italia diviso
per settore merceologico, possiamo confermare che le categorie
maggiormente esportate verso la Cina e con provenienza italiana
sono quelle ad alta specializzazione. I prodotti in questione sono:
reattori nucleari, caldaie, macchine e congegni meccanici che
hanno complessivamente registrato una crescita del 6,3%, per un
controvalore maggiore ai due miliardi e mezzo di Euro;
macchine, apparecchi e materiale elettrico e loro parti,
apparecchi per la registrazione o la riproduzione del suono,
apparecchi per la registrazione o la riproduzione delle immagini e
del suono per la televisione, e parti ed accessori di questi
apparecchi, che hanno registrato un leggerissimo decremento
rispetto al 2006 (-1,35%); poi abbiamo le pelli e il cuoio con una
crescita vicina al 20%. Tra i materiali troviamo ghisa, ferro e
acciaio per 230 milioni di Euro. La variazione più significativa fra
il 2006 e il 2007 è stata rilevata nella categoria veicoli e materiale
per strade ferrate o simili e loro parti; apparecchi meccanici di
segnalazione per vie di comunicazione con una crescita maggiore
al 300%. Questo a testimonianza che l’industria italiana sta
prendendo parte allo sviluppo delle infrastrutture cinesi.
Per quanto riguarda le importazioni troviamo nuovamente le
macchine, gli apparecchi ed il materiale elettrico; reattori
nucleari, caldaie, macchine e congegni meccanici. Da notare le
categorie del settore tessile come indumenti ed accessori di
abbigliamento, sia a maglia sia diversi da quelli a maglia cosi
come i lavori di cuoio o di pelli, gli oggetti di selleria e finimenti e
gli oggetti da viaggio, borse, borsette e simili contenitori che sono
cresciuti rispettivamente del 4%, 16% e 15,8%.
www.cameraitacina.com
PAGINA
8
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Grafico 17: Andamento bilancia commerciale Italia-Cina
II SEMESTRE 2007
degli investimenti è invece tornato a crescere nel 2007 con una
percentuale del 15% per un controvalore vicino ai 74 miliardi di
Dollari, dopo aver chiuso il 2006 con un calo del 4,41%.
Grafico 19: Andamento Investimenti Diretti Esteri in Cina
Valore Investimenti Diretti Esteri
(MLD $)
28.30%
0.3
80
0.25
70
74.76
0.2
60
15.02%
12.77%
0.15
50
65
40
0.1
0.05
30
68
Fonte: Rielaborazione CCIC su dati ISTAT
0
20
53
10
Investimenti Diretti Esteri
-4.41%
-0.1
0
2003
Durante i primi anni del suo boom economico, gli
investimenti diretti esteri sono stati per la Cina una delle maggiori
fonti di crescita. All’opposto, in tempi recenti, le varie forme di
investimento hanno subito un rallentamento repentino,
chiudendo in decrescita già alla fine del 2006 e confermando il
trend negativo alla fine del 2007.
La variazione è stata negativa per tutte e quattro le principali
forme di investimento estero adottate in Cina, con un significativo
-38,1% nelle imprese con forme di cooperazione. Le Joint
Ventures hanno visto un calo del 25% mentre le imprese a
partecipazione estera sono calate in numero del 24%.
Il numero totale di imprese coinvolte in investimenti diretti
esteri è andato diminuendo drasticamente, specialmente nel corso
degli ultimi due anni. Alla fine del 2007, il dato rilevato era pari a
37.871 imprese, in calo dell’8,69% rispetto all’anno precedente.
Anche alla fine del 2006, il calo nel numero di imprese registrato
era pari al 5,75%.
Grafico 18: Investimenti Diretti Esteri
-0.05
47
2004
2005
Valore Progetti
2006
2007
Crescita
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Dai due dati combinati (il calo nel numero di imprese ma
l’aumento del valore degli investimenti) possiamo desumere che le
imprese già operanti nel settore dimostrano buoni segni di
stabilità.
Veniamo ora alla posizione dell’Italia nello scenario degli
investimenti diretti esteri. Il nostro paese si trova in terza
posizione fra i paesi europei in termini di numero di progetti
realizzati a quota 348, preceduta solo da Germania (548) e
Regno Unito (475). Come l’Italia, la maggior parte dei principali
paesi europei hanno visto diminuire il numero di nuovi progetti.
In controtendenza, invece, troviamo Regno Unito, Spagna e
Danimarca, che si sono spinte nel mercato cinese in modo
rilevante facendo crescere il numero dei propri progetti
rispettivamente del 2,81%, 18,5% e 26,8.
Grafico 20: Analisi Numero di Progetti in Cina dei
maggiori paesi Europei
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Le cause di tale decrescita sono in parte una conseguenza
Fonte: China Monthly Economic Indicators
della volontà del governo cinese di stabilizzare la crescita
svincolandola in parte dagli IDE a favore di una crescita dei
Osservando lo stesso dato ma in un contesto mondiale si
consumi, così come a misure correttive adottate nei mesi passati
nota come l’Italia risulti ancora indietro rispetto a paesi come
(per approfondimenti, vedere il numero precedente del Bollettino
Hong Kong, Giappone e Corea del Sud. Hong Kong, trainata dal
macroeconomico sull’ Enterprise Income Tax).
decennio di appartenenza alla Cina, nel 2007 ha superato i
Nonostante il numero di imprese che investe in Cina
16.200 progetti, incrementando la propria posizione del 4,6%
attraverso le forme di investimento citate sia diminuito, il valore
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA 9
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
rispetto all’anno precedente. Gli altri maggiori investitori esteri
hanno registrato un declino nel numero dei loro progetti. Quelli
più significativi sono i giapponesi (-22,6%) e i sud coreani (-19%).
II SEMESTRE 2007
Grafico 23: Analisi FDI in Valore dei principali paesi
Europei
Grafico 21: Analisi Numero di Progetti in Cina dei
maggiori investitori
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Guardando invece al valore degli investimenti, i dati rilevati
sono contrastanti: da un lato Hong Kong, che nel 2007 si è
riconfermata leader totalizzando investimenti in mainland China
per 27.703 miliardi di Dollari, dall’altro il Giappone che ha
diminuito la propria presenza in Cina del 24,6%, così come la
Corea del Sud è calata del 7,9%.
Grafico 22: Analisi FDI in Valore dei principali investitori
Fonte: China Monthly Economic Indicators
Per quanto riguarda i paesi europei, sono invece più
frequenti delle riduzioni del valore dell’investimento ad eccezione
di tre paesi: il Regno Unito (+10,8%), Germania (266,5%) e
Francia (15,4%). L’Italia ha registrato un calo del 3% nell’ultimo
anno, con un valore totale di 347 milioni di Dollari per 348
progetti: una media di circa un milione di Dollari a progetto.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
Situazione Finanziaria, Moneta e
Liquidità
Le due principali sfide di politica monetaria che il governo
cinese si trova a fronteggiare sono ancora una volta l’eccesso di
liquidità e il contenimento della cessione del credito.
Il motivo principale risiede nel prolungato avanzo
commerciale che ha introdotto nel paese quantità enormi di
moneta e conseguentemente creato una situazione di eccesso di
liquidità.
Il Governo vorrebbe poter contare maggiormente sulle
politiche incentrate sui tassi d’interesse e questo richiederà nel
futuro maggiore flessibilità sui tassi di cambio. Ulteriori tagli dei
tassi d’interesse da parte delle Federal Reserve sarebbero visti
come una limitazione della flessibilità di manovra della politica
sui tassi d’interesse per la Cina.
Conseguentemente, la politica monetaria si è dimostrata
abbastanza restrittiva, attraverso il rastrellamento della liquidità
in eccesso con operazioni di mercato aperto e l’aumento dei tassi
di riserva e attraverso misure amministrative come le quote
quadrimestrali sulla concessione dei crediti.
Durante il 2007, la Banca Centrale cinese ha effettuato
diversi rialzi consecutivi del costo del denaro. Tali decisioni della
Banca Centrale sono giustificate dall’obiettivo di stabilizzare la
crescita del credito, gli investimenti le aspettative inflazionistiche.
Andando ad esaminare l’andamento dei tassi di interesse
americani e cinesi, possiamo notare come la tendenza si sia
invertita durante il 2007. Infatti, i continui tagli da parte della Fed
dovuti a diversi problemi (fra cui la crisi dei tassi di interesse
subprime) e i graduali aumenti della Banca Centrale cinese,
hanno portato a fine 2007 i tassi cinesi a posizionarsi a un valore
più elevato rispetto alla controparte americana.
www.cameraitacina.com
PAGINA
10
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Grafico 24:. Andamento tassi d’interesse americani e
cinesi.
Fonte: China Quarterly Report
Nonostante le misure finalizzate all’incoraggiamento del
risparmio ed al possibile freno di eventuali bolle speculative i dati
dimostrano che la reazione del mercato stenta a farsi notare.
Infatti, dai dati della National Bureau of Statistics, ciascun
aggregato monetario ha riportato nel secondo semestre 2007 tassi
di crescita positivi. Rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente, a dicembre, l’aggregato M1 (aggregato monetario che
comprende la base monetaria, ovvero la moneta in senso stretto,
più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta possono
fungere da mezzo di pagamento), è incrementato del 21%,
stabilendo un trend in pressoché costante aumento fra gennaio e
dicembre. L’aggregato monetario M2 (moneta e quasi moneta,
aggregato monetario che comprende M1 più tutte le altre attività
finanziarie che come la moneta hanno elevata liquidità e valore
certo in qualsiasi momento futuro), ha registrato un aumento del
16,7%, solo leggermente in calo rispetto ai sei mesi precedenti. In
coda troviamo la base monetaria (M0) con un incremento del
12,1% e un valore assoluto a dicembre 2007 di 3033 miliardi di
Dollari.
Grafico 25: Andamento offerta di moneta 2003-2007
II SEMESTRE 2007
Grafico 26: Andamento mensile mercati azionari di
Shanghai e Shenzhen
Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China
Alla fine del 2007 i mercati azionari di Shanghai e Shenzhen
registravano la presenza di 1.550 compagnie quotate. In termini
di capitalizzazione di mercato, la Cina si piazza terza nella
classifica mondiale e prima fra i mercati emergenti, con un valore
totale di 4,48 trilioni di Dollari.
Il totale dei fondi rastrellati sui mercati azionari da parte
delle compagnie quotate attraverso le offerte pubbliche d’acquisto
sul mercato domestico è stato pari a 62,1 miliardi di Dollari,
facendo del mercato cinese il più attivo del mondo.
Nell’ottica globale di aumento del livello di trasparenza dei
mercati azionari, sono state varate alcune importanti riforme nel
mercato equity. La China Securities Regulation Commission
(CSRC) ha aumentato i suoi poteri di controllo sul mercato alla
fine del 2007. Ben 170 nuovi impiegati sono stati assunti nei
quartieri generali della CSRC al fine di controllare il mercato e
individuare infrazioni della legge, mentre altri 110 sono stati
assunti negli uffici regionali. Le priorità su cui lo staff sarà
maggiormente concentrato saranno i casi di insider trading,
manipolazioni del mercato e false testimonianze che possano
distorcere la percezione del mercato da parte degli investitori, per
dare ulteriore trasparenza ai risultati delle investigazioni, inoltre, il
materiale sarà reso pubblico attraverso il sistema informativo della
CSRC.
Grafico 27: Andamento mensile del Shanghai Composite
Index nel 2007
Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China
Borsa e Mercati Finanziari
Ciò che più ha contraddistinto i mercati finanziari cinesi è
stata la volatilità. Infatti, anche durante il secondo semestre del
2007, a risultati estremamente positivi si sono alternatie brusche
frenate.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
Fonte: Rielaborazione CCIC da National Bureau of Statistics of China
www.cameraitacina.com
PAGINA
11
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
II SEMESTRE 2007
Il mercato dei capitali si è ulteriormente aperto alla
partecipazione di aziende straniere come conseguenza principale
degli accordi di dicembre 2007 fra la Cina e gli Stati Uniti,
secondo i quali le compagnie straniere possono emettere
strumenti finanziari in valuta cinese.
La China Securities Regulation Commission avrà il ruolo di
valutare l’impatto degli investimenti stranieri in compagnie
Ccnesi e dare delle raccomandazioni. Credit Suisse e Morgan
Stanley hanno firmato accordi con importanti compagnie cinesi
(rispettivamente the Founder Group e China Fortune) per
intraprendere investment banking joint-ventures in Cina. Le due
banche d’affari, assieme a Goldman Sachs e UBS, sono le uniche
che la CSRC sta considerando di autorizzare a sottoscrivere
offerte pubbliche d’acquisto e offrire ricerca e servizi di
consulenza sul mercato dei capitali in Cina.
Inoltre, sono state semplificate le regole per i corporate
bonds. I requisiti di approvazione imposti dal governo sono stati
ridimensionati e la garanzia bancaria (che era fino a poco tempo
fa richiesta per emettere corporate bonds) è stata eliminata. Il 19
settembre 2007, la compagnia Yangzi Power è stata la prima
compagnia quotata a emettere 4 miliardi di Yuan in corporate
bonds sotto la nuova legislazione della CSRC.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA
12
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
II SEMESTRE 2007
SOVEREIGN WEALTH FUND
MANAGEMENT
SWF MANAGEMENT
Cos’è un Sovreign Wealth Fund?
Chi lo gestisce?
Quali implicazioni ha sull’economia e sulla reputazione di
un paese?
di Niccolò Manzoni
Paesi con alto avanzo di bilancia commerciale, ovvero con
esportazioni che sono molto più elevate in valore rispetto alle
importazioni, tendono a iniettare nell’economia domestica molta
liquidità che causa un rapido innalzamento delle riserve
monetarie in valuta straniera (1528 miliardi di Dollari in Cina
alla fine del 2007). Questo fa a sua volta alzare il tasso
d’inflazione il che potrebbe presentare un problema sociale per le
classi più svantaggiate se misure adeguate non vengono adottate.
La Cina dello sviluppo frenetico degli ultimi trent’anni è un
esempio di tale scenario.
Per ovviare a questo e ad altri problemi, tali paesi spostano
parte delle riserve nei cosiddetti Sovereign Wealth Funds, in modo
da assorbire parte della liquidità domestica ed alleviare la
pressione sull’inflazione. Tali fondi si occupano di investire le
risorse provenienti dalle riserve in valuta straniera in modo da
creare alto profitto per le casse dello Stato. Il problema
dell’eccesso di liquidità viene momentaneamente alleviato e, se gli
investimenti si dimostrano accurati, si creano ulteriori risorse in
modo da poter far fronte ad eventuali rallentamenti
dell’economia globale e al conseguente peggioramento della
bilancia commerciale.
Quando la Cina creò il suo Sovereign Wealth Fund (la
China Investment Corporation – CIC) nel 2007, molti paesi nel
mondo destarono qualche sospetto. Infatti, lo scopo di tale
strumento può essere duplice. Da un lato, la profittabilità degli
investimenti e’ il punto cardine delle scelte finanziarie. Allo stesso
tempo, avendo a disposizione una così vasta quantità di denaro
pubblico derivante dalle riserve monetarie lo si potrebbe utilizzare
come strumento politico attraverso il quale effettuare importanti
acquisizioni. Per fare un esempio, si consideri Temasek, il SWF di
Singapore. Nei primi mesi del 2006, Temasek acquisì il 96% delle
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
azioni di ShinCorp, una compagnia tailandese che controlla
largamente il mercato delle telecomunicazioni, televisioni e
internet, settori strategici e determinanti per l’azione politica di
un paese e considerati rilevanti in termini di sicurezza nazionale.
L’opinione pubblica cominciò a destare qualche sospetto che
Singapore stesse cercando di controllare la Tailandia attraverso
l’acqusizione di ShinCorp. Altre vicende legate al conflitto di
interessi e ad agevolazioni concesse dall’allora premier tailandese
Thaksin, causarono perdite per 20 miliardi di Baht tailandesi a
Temasek che dovette ridurre pesantemente la sua parteciapzione
in ShinCorp.
Oggi, la CIC si trova fra le mani 200 miliardi di dollari
(anche se in grado di utilizzare solo un terzo di essi per
investimenti ad alto rischio) e si piazza al quinto posto in termini
di risorse disponibili nella classifica mondiale dopo gli Emirati
Arabi Uniti, Norvegia, Singapore e Kuwait ma con la differenza
che il SWF cinese è stato creato solo nel 2007, a differenza della
lunga tradizione degli altri paesi. L’ammontare di capitali presenti
nei SWF in giro per il mondo raggiungerà i 7,9 trilioni di Dollari
nel 2011 i quali, secondo stime di Merrill Lynch, saranno
prevalentemente composti dai capitali di Cina, Russia e paesi del
Medio Oriente, questi ultimi avvantaggiati dalle esportazioni di
petrolio che fanno costantemente crescere l’avanzo della bilancia
commerciale.
Ad oggi, sono principalmente tre le transazioni concluse
dalla China Investment Corporation.
Nel maggio del 2007, come pietra miliare per la fondazione
della CIC, si investirono 3 miliardi di Dollari in Blackstone
Group, una comapgnia di private equity basata a New York City.
Il valore delle sue azioni cadde precipitosamente causando
perdite immediate per un quarto del capitale investito.
Nonostante ciò, il periodo di osservazione stabilito è di quattro
www.cameraitacina.com
PAGINA
13
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
anni ed è troppo presto per conclusioni generali e poco accurate
sulla profittabilità dell’investimento.
Nel novembre 2007, CIC investì 100 milioni di Dollari nella
offerta pubblica d’acquisto lanciata da China Railway sul mercato
azionario di Hong Kong. L’investimento è considerato a basso
rischio visto il core business della compagnia target (costruzione di
infrastrutture) e il mercato in cui i capitali sono stati investiti.
Nonostante ciò, critiche sono state mosse in quanto l’entità
dell’investimento è reputata inferiore alle aspettative, secondo le
quali la CIC dovrebbe investire fra i 2 e i 5 miliardi di Dollari alla
volta.
Alla fine del 2007, CIC ha infine concluso un affare con una
delle più celebrate banche d’affari di New York: Morgan Stanley.
CIC è diventata il secondo investitore finanziario di lungo
termine della banca con un investimento pari a 5 miliardi di
Dollari attraverso Equity Units con l’obbligo di conversione in
azioni ordinarie entro il 2010. Allora, la quota di partecipazione
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
II SEMESTRE 2007
di CIC in Morgan Stanley sarà pari al 9.9%. Nonostante questo,
la partecipazione non dà alcun diritto di proprietà e ruolo nella
gestione della banca d’affari. L’investimento sembrerebbe sicuro
sulla carta ma le recenti vicende sul mercato immobiliare
americano con la crisi dei tassi subprime ha causato alla banca
ingenti perdite.
Per concludere, la Cina si dimostra, in un modo o nell’altro,
un attivo attore sulla scena mondiale, stimolando i mercati
finanziari mondiali con l’utilizzo di mezzi largamente innovativi.
Certo è che l’esponenziale crescita economica del paese e le
avvisaglie di recessione percepite nelle economie occidentali sta
apportando profondi cambiamenti sociali e sta spostando il
baricentro dell’attività economica mondiale verso est.
www.cameraitacina.com
PAGINA
14
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
II SEMESTRE 2007
LA CINA E LO SVILUPPO
ECO-SOSTENIBILE
L’ultima Assemblea Nazionale del Popolo ha promosso
l’Agenzia di Stato per la Protezione Ambientale in
Ministero per la Protezione Ambientale. Cosa comporta
per la Cina questo cambiamento? E come mai viene
sottolineata la parole “Protezione”?
di Niccolò Manzoni
La Cina è un paese in via di sviluppo. In quanto tale si trova
di fronte a un importante trade-off: da un lato la crescita
economica si pone come presupposto per la sussistenza del paese
e per la futura crescita. Dall’altro, lo sviluppo di infrastrutture e
del settore industriale causa un innalzamento del livello di
inquinamento. E’ evidente che lo sviluppo economico e la cura
per l’ambiente debbano andare di pari passo per evitare il
raggiungimento del punto di non ritorno, in cui i costi legati alla
deturpazione dell’ambiente e all’inquinamento sono maggiori dei
benefici legati allo sviluppo e alla crescita dell’economia del paese.
Il degrado ambientale, la distruzione ecologica e il potenziale
rischio sulla sanità pubblica sono diventati fattori determinanti
che mettono a rischio la crescita economica sostenibile e lo
sviluppo di una società armoniosa.
L’impegno della Cina è stato sostanziale negli ultimi anni e si
è concluso con la recente modificazione delle autorità preposte
alla salvaguardia ambientale.
A conclusione dell’undicesima Assemblea Nazionale del
Popolo tenutasi a Pechino all’inizio di marzo, l’agenzia per la
protezione dell’ambiente (State Environmental Protection
Administration - SEPA) è stata promossa a Ministero. Lo scopo
dichiarato del nuovo Ministero è l’accelerazione nel processo di
protezione dell’ambiente nonché la costruzione di una società
basata sui principi di risparmio energetico e cura per l’ambiente.
Il principio di prevenzione sarà rinforzato e combinato con un
più stretto controllo in modo da poter responsabilizzare la fonte di
inquinamento allo smaltimento dei propri rifiuti.
Il percorso della Cina verso la sensibilizzazione alle
tematiche ambientali è cominciato trent’anni fa, quando fu creata
un’agenzia sotto la supervisione della commissione per la
costruzione.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
Negli anni 70, lo scopo principale delle attività di Governo si
limitava al controllo dei punti di origine delle sostanze inquinanti,
trascurando lo smaltimento dei rifiuti esistenti.
Nella successiva decade, la Cina si concentrò sulla
prevenzione e il controllo dell’inquinamento industriale attraverso
la modernizzazione di alcuni impianti e la riorganizzazione
dell’irrazionale distribuzione industriale, nonché la formulazione
di alcune politiche mirate. Per fare ciò, nel 1987, l’agenzia
divenne indipendente e responsabile a livello vice-ministeriale.
Negli anni ‘90, la Cina cambiò la tradizionale strategia di
sviluppo verso la promozione della produzione pulita e
sostenibile. In particolare, si decise che il controllo dovesse essere
svolto su tutta la lunghezza del processo produttivo e non solo
sulla sua parte finale. Inoltre, si integrò il controllo della
concentrazione di sostanze inquinanti con il controllo della
quantità. Infine, in merito alle metodologie di controllo, i controlli
causali vennero sostituiti da una combinazione degli stessi e check
centralizzati. L’agenzia venne elevata a livello ministeriale nel
1998.
Nonostante i continui innalzamenti di posizione, la SEPA è
sempre stata afflitta da un grosso problema: dover affrontare uno
dei maggiori problemi del paese con scarse risorse e poca
autorità.
L’ultima promozione a vero e proprio Ministero dimostra
quanto la Cina si preoccupi e sia determinata ad affrontare con
piglio le sfide della protezione ambientale in un paese in sviluppo
la quale attività produttiva è in continua crescita.
La nuova istituzione potrà godere di maggiore flessibilità
nell’espletare le proprie funzioni in quanto avrà a disposizione un
budget da amministrare indipendentemente, un numero
maggiore di dipendenti (dagli attuali 200 ai 300/400 previsti per
il nuovo Ministero) e la capacità coercitiva che manca invece a
www.cameraitacina.com
PAGINA
15
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
un’agenzia. Infatti, un Ministero non si occupa esclusivamente di
produrre consigli e circolari ma ha la possibilità di implementare
effettive riforme e di produrre normative, di cui la Cina è ancora
largamente sprovvista.
Uno dei problemi più rilevanti che il Ministero si prefigge di
risolvere consiste nella limitazione e nel controllo degli incidenti
che hanno causato anche recentemente immani disastri. Si
prenda ad esempio l’esplosione di un impianto produttivo nel
novembre 2005 che causò disastri nel nord-est del fiume Songhua
e l’esplosione di alghe nel lago Taihu nella provincia del Jiangsu.
Entrambe gli incidenti causarono il taglio dell’acqua per milioni
di residenti nelle aree circostanti con evidenti ripercussioni sulla
salute e sulla sanità pubblica.
E’ molto probabile che il nuovo Ministero incontri
l’opposizione dei governi locali che tenderanno a voler proteggere
le imprese che pagano loro le tasse. Infatti, le sanzioni che il
Ministero potrà imporre potrebbero danneggiare molte imprese
in termini di costi di conversione degli impianti e di smaltimento
dei propri rifiuti. Questo potrebbe portarle a spostare i propri
insediamenti produttivi altrove e quindi causare perdite in termini
di mancate entrate per le amministrazioni locali.
Inoltre, la duplicazione di alcune attività e il conflitto di
interessi sarà caratteristico del rapporto fra il Ministero e i governi
locali. Il processo di approvazione di progetti sarà ulteriormente
burocratizzato e quindi rallentato a causa dell’aumento nel
numero di enti coinvolti.
Il governo cinese ha aumentato nel corso degli anni la parte
di budget allocata nella protezione ambientale. La Banca
Mondiale stima che l’inquinamento dell’aria e dell’acqua costi
alla Cina circa 100 miliardi di Dollari all’anno, il 5,8% della sua
produzione economica, principalmente attraverso costi collegati
al sistema sanitario. Inoltre, la spesa del Governo in protezione
ambientale ammonta oggi all’1,35%, quota che si prevede di
mantenere costante nei due anni a venire.
Grafico 1: Percentuale del PIL spesa in protezione
ambientale
Fonte: China National Bureau of Statistics
I settori che più inquinano le acque sono nell’ordine quelli
della carta e dei suoi derivati, quello chimico e quello per la
produzione di energia elettrica che ammontano rispettivamente al
17%, 15% e 11,6% della quantità totale.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
II SEMESTRE 2007
Quelli che invece sono più dannosi per l’inquinamento
atmosferico sono l’industria per la produzione di energia (32% del
totale dei rifiuti) e l’industria siderurgica (20%).
I maggiori produttori di rifiuti solidi sono ancora una volta
l’industria per la produzione di energia, che ne produce il 20%,
seguita ancora una volta da quella siderurgica con una
percentuale del 18%.
Il vero problema sta nel fatto che sono ancora bassissime le
percentuali dei rifiuti che vengono smaltiti nel pieno rispetto degli
standard ambientali (quando presenti nella normativa) e con
procedure accurate.
Per quanto riguarda il futuro dell’azione governativa contro
l’inquinamento in tutte le sue forme, si fa riferimento al China's
Action Plan on Environment and Health (2007-2015), pubblicato
nel novembre del 2007.
In primis, il nuovo Ministero si prefigge di compiere
importanti passi nel processo di sensibilizzazione della
popolazione alle tematiche di protezione e di cura per l’ambiente.
In particolare, la prevenzione viene identificata come importante
fattore da tenere in considerazione, non solo per i singoli cittadini
ma, più importante, per le aziende che producono rifiuti di vario
genere e su vasta scala.
La Cina si prefigge di raggiungere i target fissati
dall’undicesimo piano quinquennale 2007-2012 e i Millenium
Development Goals fissati dalle Nazioni Unite. I primi specificano
che lo sviluppo si deve basare sulla conservazione delle risorse e la
protezione ambientale, trasformando la crescita economica basata
su un largo utilizzo di risorse ad un efficiente e ridotto utilizzo
delle stesse. La crescita durante il decimo piano quinquennale è
stata sostenuta, ma questo ha notevolmente danneggiato
l’ambiente e le risorse. Di conseguenza, è vitale cambiare la
strada dello sviluppo poiché lo sfruttamento efficiente delle risorse
è un requisito per la crescita stessa.
I Millenium Development Goals al punto sette specificano
che i paesi aderenti si impegnano a promuovere la sostenibilità
ambientale e in particolare che integrino il principio di crescita
sostenibile nello sviluppo e nelle politiche del paese e invertano il
trend di diminuzione delle risorse naturali, integrando le forme di
produzione di energia rinnovabile a quelle esistenti. La Cina,
avendo basato la propria crescita sul principio di armonia e il
proprio sviluppo sul principio di pacificità, sembra essere sulla
buona strada. Nonostante ciò, i principi si devono presto
trasformare in norme e regolamenti che siano vincolanti per
l’intero paese.
Infine, la cooperazione internazionale è sempre uno dei
punti cardine delle politiche cinesi che sono aperte al confronto e
alla collaborazione in modo da poter affrontare e trovare effettive
soluzioni alla spinosa questione.
Gli obiettivi preposti sono ambiziosi, ma il primo importante
passo è stato fatto. D’ora in poi sta al nuovo Ministero creare le
precondizioni per uno sviluppo sostenibile ed attento alle politiche
ambientali.
www.cameraitacina.com
PAGINA
16
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
II SEMESTRE 2007
Le opportunità
La Cina, oltre ad essere uno dei paesi che maggiormente
inquinano al mondo, sta anche acquisendo la qualità di leader
mondiale nello sviluppo di tecnologie basate sull’energia
rinnovabile. Ad oggi, la maggior parte dei bisogni energetici del
paese sono soddisfatti da fonti non rinnovabili (principalmente
carbone) ma la mancanza di adeguate risorse naturali e
l’incessante crescita della domanda stanno stimolando ciò che
alcuni chiamano la verde rivoluzione industriale cinese.
A peggiorare la situazione energetica a livello globale c’è
l’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, preoccupazioni
sulla sicurezza di alcune fonti di approvvigionamento e la vasta
domanda di un paese ancora largamente povero.
Un nuovo mercato dell’energia si sta formando in Cina,
dando la possibilità a produttori di energia alternativa (stranieri e
locali) di investire in compagnie per la creazione delle necessarie
infrastrutture e alla produzione di energia rinnovabile.
Esistono già alcune imprese straniere che hanno
delocalizzato la propria produzione e servono il mercato cinese,
ma considerata l’incredibile domanda l’insediamento di nuove
compagnie sarebbe altamente apprezzato.
Secondo alcune stime, la Cina necessita di 265 miliardi di
Dollari per raggiungere i criteri prefissati, che prevedono tra
l’altro che entro il 2020 il 15% del fabbisogno di energia venga
coperto da fonti rinnovabili. Entro il 2020, la Cina punta a
costruire impianti idroelettrici per la produzione di 300 milioni di
Kilowatt, 30 milioni provenienti dall’energia eolica e 1,8 dal
fotovoltaico.
La Cina ha aumentato sia il proprio sforzo interno di ricerca
sia gli incentivi per importatori di tecnologie pulite e questo
sistema non potrà fare altro che autoalimentarsi, stimolando
nuova ricerca, innovazioni e investimenti. Le tecnologie
alternative dominanti variano dal solare fotovoltaico all’eolico,
passando attraverso i combustibili all’idrogeno e così via.
Il treno dello sviluppo sostenibile cinese è iniziato e le
aziende nel settore non possono farselo scappare.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
www.cameraitacina.com
PAGINA
17
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
II SEMESTRE 2007
EDTZ : ANDAMENTO DI
PREZZI DEL REAL ESTATE
Questo articolo fornisce un quadro dell’andamento dei
prezzi delle proprietà immobiliari nelle principali ETDZ
(Economic Technological and Development Zone) e
HTDZ (Hi-Tech Development Zone) che possa essere
un supporto per tutte le imprese che decidono di avviare
un’attività in quelle zone e intendono comprare o
affittare l’area necessaria per avviare la loro impresa.
di Valentina Bruzzone
Alcune definizioni preliminari
Prima di iniziare l’analisi è opportuno fornire una
definizione generale di ETDZ e HTDZ: sono state istituite per la
prima volta nel 1984 e sono lotti di terreno che vengono allocati
al comitato amministrativo (Administrative Committee), che ne
copre funzioni di tipo civilistico quali la pianificazione e
controllo, gestione degli immobili e delle aree, gestione degli spazi
pubblici, aste e bandi per lo “sviluppo” dell’area accessi, strade,
verde pubblico, gestione dei rapporti con i fornitori di energia
elettrica, acquedotti, centrali telefoniche. Generalmente, queste
funzioni sono affiancate da funzioni politiche (implementazione di
politiche nazionali o locali a riguardo di industrie in sviluppo
prioritario) e amministrative (esercizio dei poteri di selezione e
valutazione dei progetti e approvazione), occupandosi di gestire i
rapporti di promozione, marketing e vendita delle aree, sia
attraverso le vendite sia con affitti. Molto spesso, allo sviluppo e al
marketing unisce anche la funzione di gestione e coordinamento
del processo di incorporazione delle aziende con le altre entità
coinvolte nel processo.
Le ETDZ e HTDZ rispondono alla politica di “sviluppare
l’industria hi-tech, attrarre progetti di sviluppo industriale,
assorbire fondi esteri e costruire un’economia dedicata
all’esportazione. Devono servire come finestre e basi per aprire la
Cina al mondo esterno, per attrarre capitali, per far crescere
l’export, per lo sviluppo di tecnologie avanzate e la promozione
dell’economia della regione.”
Le ETDZ create sulla costa hanno ottenuto in pochi anni un
grande successo, tanto che nel 1999 il consiglio di Stato ha
delegato alle regioni centrali, regioni autonome e municipalità
che rispondono direttamente al governo centrale la scelta di una
ETDZ a livello provinciale che potesse diventare una ETDZ a
livello nazionale.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
Oggi le ETDZ di livello nazionale sono cinquantaquattro,
trentatrè delle quali site nelle aree costiere e ventuno nelle regioni
centrali. Il modello delle ETDZ è consolidato, sia che si tratti di
ETDZ nelle province, città, regioni autonome e altre città aperte.
Normalmente le ETDZ di livello nazionale sono situate nelle
città economicamente più sviluppate e avanzate nei trasporti,
generando a propria volta ulteriori vantaggi competitivi che ne
inducono uno sviluppo molto veloce.
Le ETDZ sono riuscite, su un ammontare totale di terreno
pari solo a circa 500 kmq, a concentrare il 15% di tutta la
capitalizzazione nazionale. Addirittura, in alcune città il 30-40%
degli IDE (investimenti diretti esteri) si concentra nelle ETDZ.
Con la riforma tributaria entrata in vigore nel 2008, però,
diminuiranno i vantaggi fiscali per le imprese internazionali
export oriented che si stabiliranno nelle ETDZ, mentre
resteranno, invece, gli incentivi per le attività hi-tech, denotando
un criterio di incentivazione basato sul settore industriale e non
sull’area geografica di appartenenza.
L’analisi dei prezzi di affitto e di
vendita
La nostra analisi sul Real Estate prende in considerazione le
ETDZ e HTDZ presenti nelle tre aree maggiormente sviluppate
che circondano le città di Pechino, Shanghai e Canton. Vogliamo
analizzare la variazione del costo dei terreni in cui costruire
un’impresa e dei capannoni industriali, sia per quanto riguarda il
costo d’affitto che di vendita, considerando l’arco temporale che
va dal 2000 ad oggi.
Per quanto riguarda il costo dei terreni, dal 2003 ad oggi si è
assistito ad un aumento graduale del 9% medio annuo, con un
picco di massimo del 15% nel terzo trimestre del 2007 e un punto
di minimo del 4,9% nel terzo trimestre del 2006.
www.cameraitacina.com
PAGINA
18
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Nello specifico, si nota che le terre destinate alla costruzione
di capannoni sono aumentate in misura inferiore rispetto a quelle
destinate ad uso commerciale e turistico: le prime sono infatti
aumentate del 5%, a fronte di un aumento delle seconde del
9,6%. Queste ultime hanno fatto infatti segnare notevoli aumenti
sino al picco del primo trimestre del 2007 in cui la crescita è stata
di quasi 21 punti percentuali.
Grafico 1: Indice dei prezzi di vendita dei terreni
II SEMESTRE 2007
La variazione dell’affitto degli immobili ad uso commerciale
e ricreativo è esattamente in linea con quello riscontrato per gli
uffici, mentre l’affitto dei capannoni industriali è rimasto quasi
costante, con solo un lieve aumento del 1,2% nel 2007.
Grafico 3: Indice dei prezzi di affitto e leasing delle
propietà immobiliari
Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100
Fonte:China Monthly Economic Indicators
Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100
Fonte:China Monthly Economic Indicators
Il costo d’acquisto degli uffici è stato sostanzialmente
costante fino al 2004, che è stato l’anno in cui è iniziato un
ininterrotto aumento del 7,5% annuo. Gli edifici adibiti ad uso
commerciale e ricreativo hanno invece fatto registrare dei tassi di
crescita più moderati, inferiori di quasi 2 punti percentuali.
Grafico 2: Indice dei prezzi di vendita delle propietà degli
immobili
La crescita dei prezzi del Real Estate è stata comunque
molto diversa tra le diverse macro-zone considerate nell’analisi.
Si nota, infatti, che la zona di Shanghai ha registrato una
crescita nettamente inferiore rispetto alle altre zone e alla media
nazionale, con un aumento avvenuto prevalentemente negli
ultimi due trimestri del 2007, che ha però solo controbilanciato la
diminuzione verificatasi per tutto il 2006.
Grafico 4: Indice dei prezzi di vendita delle proprietà immobiliari nelle 3 principali zone della Cina
Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100
Fonte:China Monthly Economic Indicators
Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100
Fonte:China Monthly Economic Indicators
Parallelamente al prezzo degli edifici appena costruiti è
aumentato anche il prezzo degli edifici di non recente costruzione
ad uso non residenziale.
Passando invece a considerare il costo d’affitto e leasing si
nota che i prezzi sono rimasti più o meno costanti dal 2000 ad
ora; nel 2002 si è registrata addirittura una diminuzione seguita
da un lieve aumento che ha raggiunto un +2,6% dell’anno scorso,
non paragonabile però al costo di compravendita degli stessi
aumentato l’anno scorso dell’11%, come riportato nelle righe
precedenti.
In particolare, il costo degli affitti degli immobili ad uso
ufficio ha avuto una diminuzione di quasi il 4% nel 2000 per poi
aumentare fino al 2,8% nel 2007.
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
Pechino, al contrario, ha registrato la crescita più sostenuta
con un aumento medio del 9,5% negli ultimi due anni, a fronte di
una media nazionale del 6,4%.
Nell’ultimo semestre del 2007 vi è stato un aumento del
15%, crescita dovuta all’avvicinarsi dei Giochi Olimpici del 2008,
che hanno dato una spinta ulteriore ai prezzi gà in crescita.
Il record di Pechino si conferma anche nei prezzi dei terreni,
mentre la zona intorno alla città di Canton negli ultimi due anni
non ha al contrario fatto registarre nessuno scostamento di
prezzo.
www.cameraitacina.com
PAGINA
19
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Grafico 5: Indice dei prezzi di vendita delle terre nelle 3
principali zone della Cina
Vendita terreno:
420 Rmb/m² II SEMESTRE 2007
(prezzo minimo)
Kunming Economic and Technological Development Zone
Affitto capannone:
20 c.a Rmb/m²/mese
Vendita terreno:
385 Rmb/ m² (prezzo minimo , vendita all’asta )
Beijing Area
Weifang Hi-Tech Industrial Development Zone:
Affitto capannone:
20 c.a Rmb/m²/mese
Vendita terreno:
195.2 Rmb/ m²
Unita: stesso periodo dell’anno precedente=100
Fonte:China Monthly Economic Indicators
A fronte dell’aumento dei prezzi del real estate analizzato in
precedenza non c’è stato un pari aumento dei costi di agenzia,
che sono rimasti pressochè costanti negli ultimi anni in quasi tutta
la Cina.
I prezzi nelle principali ETDZ e
HTDZ
Abbiamo condotto una ricerca approfondita per capire quali
sono i prezzi praticati nelle principali ETDZ e HTDZ, riportando
il costo d’affitto dei capannoni e il costo di vendita dei terreni.
In base ai colloqui con i responsabili di queste zone, divisi
per area geografica, è emerso quanto segue:
Western China Chengdu Economic and Technological Development Zone
Si divide in 2 aree : Area West – produzione
Area South - Studio e invention
Affitto capannone:
40 Rmb/m²/mese (Studio e Innovation Area)
13.5-20 Rmb/m²/mese (Prodution Area)
Vendita terreno:
1051 Rmb/ m² c.a
Chongqing Hi-Tech Industrial Development Zone
Affitto capannone:
7-10 Rmb/m²/mese
Vendita terreno:
60-840 Rmb/ m² (dipende dalla tipologia di terreno,
il livello medio costa 204-288
Rmb/m²)
Taiyuan Hi-Tech Industrial Development Zone:
Vendita terreno:
600 Rmb/m²
Xi`an Hi-Tech Industrial Development Zone:
Affitto capannone:
18 c.a Rmb/m²/mese
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
Yanjiao Economic and Tecnological Development Area:
Affitto capannone:
18 Rmb/m²/mese
Vendita terreno:
225 Rmb/ m²c.a
Tianjin Economic e Technological Development Area:
Affitto capannone:
23-30 Rmb/m2/mese
Guangzhou Area
Xiamen Huoju Hi-Tech Industrial Development Zone:
Vendita terreno:
288-480 Rmb/ m²
(vendita all’asta)
Guangzhou Development District
Affitto capannone:
15-100 Rmb/m²/mese
Vendita terreno:
600 Rmb/ m²
(prezzo minimo , vendita all’asta )
Shanghai Area
Shanghai Minhang
Development Zone:
Affitto capannone:
24-30 Rmb/m²/mese
Affitto terreno:
60 Rmb/ m²/mese
Economic
and
Technological
(non è prevista la vendita)
Nanjing Jiangning Economic & Technical Development
Zone
Affitto capannone:
11-13 Rmb/m²/mese
Vendita terreno:
390 Rmb/ m²- min. prezzi
Per ulteriori informazioni relative ai recapiti delle ETDZ e
HTDZ consultare il sito della Camera di Commercio
all’indirizzo: www.cameraitacina.com nella sezione
Opportunities, Development Zones.
www.cameraitacina.com
PAGINA
20
BOLLETTINO ECONOMICO SULLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Associati!
BENEFICI
Promozione e networking
• Far parte del network di oltre 650 aziende italiane
e straniere, presenti in Cina e in Italia;
• Ottenere maggiore visibilità grazie alle possibilità
di collaborazione nella stesura del "Quaderno", le
sponsorizzazioni e la pubblicità sulle pubblicazioni
camerali e sul sito web;
• Pubblicare le ultime notizie relative alla tua attività
nella sezione "Notizie dai Soci" del sito web;
• Inserire la descrizione ed i contatti della tua attività
nell’ "Annuario dei Soci" e nella Directory Online
dei Soci;
• Partecipare gratuitamente o con tariffe scontate ad
eventi esclusivi organizzati dalla CCIC, quali
networking, seminari informativi, conferenze,
colazioni e fiere;
• Partecipare ad incontri con alte personalità di
governo, funzionari ed esperti italiani e cinesi
Informazioni per la tua attività
• Accedere online ad un elenco di opportunità di
Business in Cina ed alle gare di appalto
internazionale;
• Accedere online al database di curricula e
pubblicare le tue ricerche di personale;
• Ricevere periodiche informazioni di carattere
economico e di aggiornamento riguardanti la Cina
direttamente al tuo indirizzo email o via posta:
• Il “Quaderno”: pubblicazione trimestrale,
monografica, realizzata con il contributo dei soci;
• Il "Bollettino Economico Semestrale”:
pubblicazione elettronica semestrale di carattere
socio economico e di commercio internazionale;
• La "e-Food": pubblicazione elettronica mensile,
dedicata al settore enogastronico italiano in Cina;
• La "e-Newsletter": pubblicazione mensile
elettronica di aggiornamento su eventi e fiere
Convenzioni esclusive
• Accordo con l’Ambasciata ed i Consolati d`Italia in
Cina per l`emissione di visti d`affari;
• Accordo con Generali China Life Insurance Co.,
Ltd per l`offerta di un pacchetto assicurativo
appositamente studiato per le esigenze delle
imprese italiane in Cina;
• Convenzioni presso hotel, ristoranti e altri centri
servizi in Cina;
• Tariffe agevolate per volare Finnair;
mirano ad aumentare e facilitare gli scambi
commerciali tra i due paesi.
I Soci laddove è richiesto un contributo per
l’erogazione del servizio, godono sempre di tariffe
agevolate.
Servizi informativi
• Opportunità di business per paesi/settori/mercati;
• Fiere e manifestazioni nel paese;
• Regimi doganali, norme e regolamenti;
• Studi paese/mercato;
• Informazioni riservate su società cinesi
BOLLETTINO
ECONOMICO SULLA
REPUBBLICA
POPOLARE
CINESE
II Semestre 2007
Camera di Commercio
Italiana in Cina
Servizi di assistenza
• Ricerca guidata di nominativi di fornitori/
acquirenti /ricerca partner commerciali e per joint
venture;
• Lettere d’invito per
d`ingresso in Cina;
l’ottenimento
dei
visti
• Assistenza a missioni in visita nel paese e
presentazione/esposizione prodotti
• Organizzazione/assistenza a missioni ed incontri
bilaterali;
• Organizzazione eventi espositivi;
• Organizzazione eventi promozionali;
• Elenco contatti di interpreti/traduttori,
professionisti del settore consulenza e di studi legali
• Utilizzo della sala videoconferenza presso gli uffici
della CCIC;
• Servizi di assistenza logistico-amministrativa
Chi può iscriversi alla CCIC
• Ufficio di Rappresentanza o una Società registrata
in Cina;
• Società registrata in Italia o in paesi diversi dalla
Cina;
• Individuo italiano o straniero residente in Cina;
• Individuo italiano o straniero NON residente in
Cina
Beijing
Unit 2607, Full Tower
9, Dong San Huan Zhong Lu
Chaoyang District, 100020,
Beijing China
Tel: 0086-10-85910545
Fax: 0086-10-85910546
[email protected]
Shanghai
Unit 3605-3606A, The Center,
989 Changle Road
200031 Shanghai, China
Tel: 0086-21-54075181
Fax: 0086-21-54075182
[email protected]
Guangzhou
Room 1403, CITIC Plaza, 233 Tianhe
Beilu
510613 Guangzhou, China
Tel: 0086-20-38770892
Fax: 0086-20-38770893
[email protected]
Shenzhen
Room 217, 2/F, Chinese Overseas Scholars
Venture Building, South district,
Shenzhen High Tech Industry Park, 518057
Come iscriversi alla CCIC
Shenzhen, China
Tel. 0086-755-86329518
Fax: 0086-755-86329528
1.
Compilare il modulo online all’indirizzo:
[email protected]
2.
www.cameraitacina.com
Inviare una copia del modulo, completa di
Direttore Responsabile
3.
4.
firma e timbro della società, via email o via fax
Invia una copia della Business License o della
visura camerale via email o via fax
Luisa Bergonzoni
Pagare la quota associativa per l’anno in corso
pari a 2.500 o 5.000 RMB (modalità di
Niccolo Manzoni, Valentina Bruzzone
pagamento accettate: contanti, assegno o
bonifico bancario)
Coordinamento
Omar Maseroli, Lorenzo Barbieri
• Sconto del 15% sull’abbonamento annuale del
China Economic Review
Redazione
E’ consentita la riproduzione parziale di singoli
testi purché se ne citi la fonte. Per quanto
concerne l’interpretazione dei testi ufficiali, si
declina, come d’uso, qualsiasi responsabilit
SERVIZI
I servizi della CCIC sono offerti sia ai propri Soci che
ad ogni azienda o individuo Italiano o straniero e
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA
II SEMESTRE 2007
www.cameraitacina.com
PAGINA
21