Luoghicomuni
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Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Ho incontrato il gruppo di architetti di IF alcuni mesi fa, incuriosito dopo aver letto la nota pubblicata da un noto giornale nazionale. Proprio da quell’incontro nasce questo appuntamento, perché allora ho visto il tentativo di mettere nero su bianco una lettura della città e delle città diversa da quella tradizionale. Dobbiamo prendre atto che la Toscana di oggi non è più capace di mantenere la propria eccellenza nei vari scenari sociali. L’unica eccellenza che ancora detiene con vigore è quella che va sotto il nome di “sistema sociale complementare”, cioè la tutela di alcune forme di bisogno che in altre regioni non trovano risposta. Ma anche in questo campo è necessario introdurre nei prossimi anni elementi di straordinaria innovazione. La popolazione toscana è una popolazione anziana e questo determina tutta una serie di conseguenze che si riflettono anche nella progettazione urbanistica e architettonica. Dunque, quale investimento fare verso le nuove generazioni? SALUTI DA PARTE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE Riccardo Nencini La Toscana ha avuto la sua ultima grande espansione architettonica importante negli anni centrali del periodo fascista. Dunque, ha un senso riorganizzare le nostre periferie e i nostri centri storici partendo da questa considerazione? Secondo me, sì. L’affaire Monticchiello ha fatto emergere la questione dell’edificabilità di quella che Braudel ha definito “la terra più emozionante del mondo”, cioè della campagna toscana e la questione della riorganizzazione delle periferie. La necessità di una rilettura eversiva, eretica, del progetto pubblico è, in Toscana più che altrove, una necessità se non vogliamo continuare a confrontarci solo con il passato. Ed è proprio questo che mi auguro possa venir fuori dalla giornata di oggi. Buon lavoro. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 1 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Buongiorno a tutti, mi fa piacere intervenire oggi anche per potervi parlare della nostra esperienza di Intercom. Questa esperienza nasce da una spontanea esigenza di dialogo e aggiornamento tra i professionisti e i tecnici che lavorano nella pubblica amministrazione. Ci siamo cioè resi conto di dover intervenire a supporto di quei tecnici che, soprattutto nei piccoli comuni, rischiano di soffrire di solitudine, chiusi nei propri uffici, e che operano senza la possibilità di un confronto con altri professionisti e quindi senza la possibilità di una verifica e di una crescita. Questa esperienza è nata come piccolo gruppo di lavoro circa dieci anni fa all’interno della Provincia di Firenze fino a costituire un protocollo di intesa tra le istituzioni – firmato a Scandicci nel 2001 – a cui attualmente aderiscono circa 100 comuni, cioè circa la metà dei comuni della Toscana, che costantemente ricevono i nostri aggiornamenti su quelli che riteniamo essere le maggiori novità. Da questa rete di contatti che è sempre in crescita scaturiscono gruppi di lavoro di aggiornamento e autoformazione che permettono anche di uniformare le azioni delle diverse amministrazioni. SALUTI DA PARTE DEL COORDINATORE DI INTERCOM La nostra esperienza è aperta, siamo aperti a ospitare professionisti e a discutere con loro su temi di attualità scelti insieme in un momento di dialogo e confronto che possa essere utile a tutti. Lorenzo Paoli Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 2 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico La giornata dell'Open Space vuole aprire il dibattito e sviluppare il tema della qualità dello spazio pubblico, già iniziato con la conferenza. Oggi il confronto si apre in maniera orizzontale fra gli addetti ai lavori, ovvero gli attori della promozione, del governo e della progettazione del territorio. Ci auguriamo che gli spunti avuti dai relatori italiani ed esteri siano utili ad aprire la giornata. Il confronto di oggi serve a produrre un documento istantaneo che registri le vostre idee e riporti le vostre proposte: le risposte alla domanda che qui ci facciamo serviranno però anche come base per la stesura di una ricerca e di un documento propositivo concreto, che vorremmo iniziasse a prendere forma oggi. SALUTI DA PARTE DEL PRESIDENTE DI IF RESEARCH Lian Pellicanò Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 3 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Grazie per essere venuti qui oggi. Io sono Silvia Givone di Sociolab, partner di IFresearch nell’organizzazione di questa giornata. La giornata di oggi sarà completamente diversa da quella di ieri: non ci sono relatori, non c’è un’agenda della giornata e, come potete vedere, non ci sono nemmeno le file di sedie che c’erano ieri! Un open space è un metodo per gestire incontri con molte persone inventato da un sociologo americano che si chiama Harrison Owen. L’idea di Owen si basa sulla banalissima osservazione che i momenti più produttivi dei convegni tradizionali sono quelli informali e non strutturati: ovvero gli incontri più interessanti e gli scambi più creativi avvengono durante i coffee break. INTRODUZIONE AI LAVORI Silvia Givone - Sociolab In concreto, la giornata di oggi funzionerà così: insieme cercheremo di trovare delle risposte alla domanda “COME PROMUOVERE LA QUALITA’ NEL PROGETTO PUBBLICO?”. Per rispondere alla domanda chi di voi lo desidera può proporre dei temi di discussione. Chi vuole quindi, si alza in piedi, si presenta, propone – in tre parole - l’argomento di cui vuole discutere e convoca un gruppo di lavoro su quel tema. Chi fa la proposta si assume la responsabilità di seguire la discussione e di scriverne il resoconto magari con l’aiuto di qualche altro membro del gruppo. In questo modo viene stabilita l’agenda dei lavori della giornata. Alla fine della giornata tutti i presenti potranno ricevere una copia del rapporto istantaneo contenente i risultati del lavoro dei diversi gruppi. Buon lavoro a tutti voi. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 4 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DELLA MATTINA Tavolo A TRASPARENZA DEI CONCORSI La discussione ha toccato vari punti legati alla proposta, procedura, espletazione di un bando di concorso. In particolare legati a: Promotore del tema: Stefano Sasso Partecipanti: Simona Olivieri, Antonio Givoia, Giovanna Teghini, Nicola Lariccia, Matteo Zetti, Antonella Serra,Veronica Cremonese, Luca Piantini, Barbara Ponticelli, Paolo Pecile, Giovanni Santini, Francesco Stolzuoli. che cosa precede la redazione di un bando/l’importanza della dimensione partecipata; criteri della formazione delle commissioni – auterevolezza dei membri e trasparenza; valutazione di soglie di accesso non penalizzanti per i giovani progettisti; il problema del congruo compenso; incapacità o disonestà nella gestione da parte delle amministrazioni /l’importanza delle competenze; Chiarezza da parte delle Amministrazioni degli obiettivi da raggiungere. 5 PROPOSTE: Realizzazione di modelli di Bando condivisi (superamento della disomogeneità, imprecisioni e mancanze); Costruire responsabilità – Costruire strategie operative. Importanza di un Osservatorio sui Concorsi; Sopperire alla mancanza di competenze – aggiornamento o costruzione di professionalità; Diffusione pubblica di criteri, modalità, risultati dei concorsi; La costruzione/implementazione di una rete di enti pubblici per la redazione dei bandi ed ausilio delle procedure; INTERLOCUTORI Regione. Il Ruolo della Regione nella promozione e nella realizzazione di esempi virtuosi; Ordini professionali quali possibili garanti. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DELLA MATTINA Tavolo B QUALITÀ DELLO SPAZIO PUBBLICO COME QUALITÀ DEL PENSIERO Promotore del tema: Massimo Lastrucci Partecipanti: Antonella Tundo, Ugo Dattilo, Alice Rosini, Lorella Zappalorti, Tommaso Barni, Lian Pellicanò, Giulia Berti, Anna Bartolaccio, Cristina Matteucci, Silvia Contri, Daniela Turazza, Alessandro Jaff, Bartali Simona. Le due Provocazioni: trasportiamo la nostra società odierna a Frittole alla fine del ‘400: il Brunelleschi c’è, c’è il suo genio e vive in una realtà complessa. Verrebbe mai costruita la cupola? Esiste un pensiero forte che possa guidare le trasformazioni della città intorno ad un’idea condivisa che travalichi il “qui e ora”? E se questo pensiero non c’è, qual è il costo di questa rinuncia? Oggi c’è un pensiero debole ed un pensiero forte va costruito; chi lo costruisce e come? Non è l’architetto che deve costruire una visione della società (idea fallita da almeno un secolo). E’ anche necessario costruire una operatività propositiva che crea un circolo virtuoso basato sulla realizzazione delle idee, e non solo sull’impalcato teorico. Il nostro pensiero è debole perché legato alla contingenza della contemporaneità e non riusciamo a proiettare la nostra progettualità oltre noi stessi: dobbiamo smettere di discutere del presente (Novoli o TAV), perché sono temi di cui la progettualità è già passata. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 6 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Dobbiamo invece prefigurare e discutere per tempo i temi che riguardano il futuro. Il buono spazio pubblico non è solo una questione di buona programmazione della visione sociale. Proposte: Promuovere e stimolare il dibattito per l’istituzione dell’Urban Center come luogo che da gli strumenti alla cittadinanza per identificarsi con la città, comprendere le trasformazioni e farsene attore consapevole, creando un’idea forte e condivisa degli obiettivi da perseguire. Se riusciamo a comunicare riusciamo a condividere. Creare un luogo temporaneo (in attesa dell’Urban Center) dove far convergere e maturare le idee di sviluppo della città in vista della nuova formulazione del Piano Strutturale. Rivedere le modalità di lavoro e di formazione delle Commissioni dei vari organi istituzionali. Alla scala di quartiere trovare elementi di progettualità da promuovere insieme alla cittadinanza. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 7 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DELLA MATTINA Tavolo C Promotore del tema: Augusto Mazzini Partecipanti: Nicola Giuntoli, Daniela Frullano, Claudia Gabrielli, Maria Bonelli, Roberta Attanasio, Pitro Giorgieri, Giorgio Furter, Davide Gamba. MORFOLOGIA E PROGETTUALITÀ Riportare al centro dell’urbanistica il disegno: sia come visione di insieme, che come comunicazione delle scelte progettuali. In questo modo si mettono in continutà la prospettiva politico amministrativa, il progetto urbanistico, la possibilità di una effettiva partecipazione. Le attuali difficoltà dell’urbanistica si possono sintetizzare constatando uno scarso livello di progettazione anche a seguito di un’incompleta consapevolezza della committenza sugli obbiettivi da raggiungere. Occorre pertanto investire nella formazione dei progettisti non separando l’urbanistica dalla progettazzione architettonica, perché i due livelli coesistono a qualsiasi livello della pianificazione. Necessità di semplificare il linguaggio e le tecniche di comunicazione del progetto, della visione territoriale a tutte le scale, facilitando il dialogo tra i diversi livelli della progettazione. La committenza pubblica deve stimolare le domande della comunità e abituarsi all’ascolto e a dare delle risposte. A questo fine le strutture tecniche delle amministrazioni devono svolgere una funzione attiva e non burocratica. L’esperienza in atto dei piani strutturali e dei regolamenti urbanistici come effettivi strumenti di pianificazione del territorio, denuncia un preoccupante calo della disciplina e della pratica urbanistica. Rientra in gioco l’importanza del disegno come strumento per individuare, insieme ad altre discipline, la struttura morfologica su cui appoggiare le regole della progettazione urbanistica. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 8 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DELLA MATTINA Tavolo D + E Promotore del tema: Fabio Barluzzi Partecipanti: Alessandra Martini, Maurizio Trabucco, Elena Micheloni, Donatella Caruso, Ippolita Zetti, Susan George, Patrizia Toscano, Marco Parnasi, Egle Borgia, Carlo V. Mori, Giuseppe Pernice, Gisella Aloisio. PENSARE IN MANIERA CREATIVA E NON CONVENZIONALE Lo spazio pubblico può essere esaminato in maniera non convenzionale. Anche la strada è spazio pubblico. La nostra generazione ha vissuto la strada e per strada. Tutto ciò significa vivere la strada come strumento di socialità. L’idea provocatoria può servire a scardinare un sistema progettuale consueto poiché in ogni settore siamo incanalati verso la convenzionalità. Es. per i bambini si deve favorire il processo aggregativo, vivere la fisicità dell’incontro, ribaltare le consuetudini, introducendo elementi di gioco nello spazio pubblico. Lo spazio pubblico dunque come momento ludico. Per strappare i bambini alla televisione. Es. importante è osservare l’aggregazione sociale della domenica pomeriggio negli outlet, che sono pieni, mentre i centri storici sono vuoti. Superare l’omologazione dello shopping. Ciò ha motivazioni nelle origini culturali e nel modificarsi della cultura. Definire le varie specificità conivolte in un progetto implica il voler percorrere una strada che tende al ‘non convenzionale’. Riproporre le valenze e le modalità della piazza Toscana può tendere a modificare i comportamenti della massa? Osservare da vicino la realtà su cui si interviene è un sistema per riuscire a comprenderla. Progettare l’arredo urbano integrando gli elementi che derivano dalla dimensione del gioco e della tradizione. Arredo pubblico come gioco. Condivisione dei saperi per assolvere alle necessità manifeste degli abitanti; leggere anche le necessità non espresse e interpretare la conflittualità per arrivare a un approccio non convenzionale verso il progetto. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 9 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Riqualificazione: i luoghi in disuso possono favorire l’introduzione di un’utilizzazione degli stessi in modo non convenzionale (la Stazione Leopolda per l’evento di Fabbrica Europa, uso non convenzionale di uno spazio non progettato per quell’uso). Creazione di elementi di arredo urbano mobili, trasportabili nel tempo verso aree e luoghi da riattivare. Laboratori itineranti per condivisione dei saperi, dei piaceri, delle emozioni, degli incontri. Da distribuire nel territorio. Es. i laboratori d’arte dentro il Giardino di Boboli per gli abitanti del quartiere. Lasciare libertà all’interpretazione dello spazio. Promuovere all’interno delle comunità un uso comune di certi spazi per la coltivazione (orti o giardini autogestiti dagli abitanti), la pulizia, la manutenzione di giardini e luoghi affidata direttamente agli abitanti. Importante è proporre strategie; sinergie e convergenze. Risolvere problema del vandalismo anche nell’approccio progettuale. Gli elementi vandalici si possono, in un approccio creativo, tradurre in elementi da “vandalizzare”. Come può l’architetto preservare una visione non convenzionale? Contratti di quartiere e architettura partecipata hanno sempre prodotto spazi estremamente convenzionali. E’ la partecipazione collaborativa un’elemento di per sé davvero non convenzionale? ‘Non convenzionale’ non vuol dire ‘non funzionale’. Interpretiamo i fattori della partecipazione per ipotizzare progettualità capaci di orientare verso il superamento dei limiti consolidati. La sfida della non convenzionalità non deve essere mera stravaganza, ma valore aggiunto.Gli architetti devono pensare in maniera non convenzionale nell’approccio al progetto. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 10 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DELLA MATTINA Tavolo F AVERE UNA VISIONE Promotore del tema: Eva Parigi Partecipanti: Franco Filippini, Francesca Ricci, Andrea Crociani, Luca Bevilacqua, Paola Ruggieri, Alessandro Romolini, M. Antonella Morganti, Martina Pietrelli, Andrew Scherr, Roberto Budini Gattai, Giuseppe Moschi, Emanuela Loi, Elena Moretti, Lorenzo Paoli, Ernesto Bartolini, Marco Brizzi, Paola Giaconia, Davide Dell’Acqua, Valeria Ioele, Anna Pescarolo. Come strutturare una visione quando la COMMITTENZA è debole? Come stimolare una visionarietà? Viene portata ad esempio un’esperienza in questo senso, svolta tramite un workshop all’Elba, 2006, organizzato dall’ associazione culturale Image: laboratorio residenziale per mettere a punto dei “metaprogetti” da mettere a servizio della pubblica amministrazione, focalizzare i problemi ed avere stimoli a risolverli; ciò ha portato in primo luogo, come risultato, di mettere bene a fuoco i problemi. Obiezione: esperienze di questo tipo non devono risultare episodiche: è possibile ipotizzare un meccanismo di continuità, senza che ciò diventi PROCEDURA? Forse, per fare ciò, ci si deve sforzare di mantenere un carattere di FRESCHEZZA alle metodologia di approccio e di studio delle problematiche da affrontare. Parliamo ad esempio di Masterplan: quando viene a mancare un referente forte, unitario e ci si perde nella parcellizzazione, è difficile che emerga dal masterplan una visione. In altre parole: LA PROCEDURA PRENDE IL SOPRAVVENTO QUANDO LA VISIONE E’ DEBOLE. Inoltre, c’è da registrare una mancanza di visione anche “politica”, o comunque di più largo respiro, nell’operato di un’ammistrazione pubblica che spesso si limita alla GESTIONE DELLA QUOTIDIANITA’. Come si smuove questa situazione? Probabilmente con processi DAL BASSO, ovvero che coinvolgano la collettività. La normativa vigente, per come è stata fin qui perfezionata, contiene (secondo alcuni) tutte le possibilità e gli strumenti giusti per attuare scelte strategiche, il problema è che tali strumenti non sono sufficientemente conosciuti. Ad esempio, lo strumento dell’ANALISI DEL VALORE, in uso negli Stati Uniti da anni, è uno di questi… Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 11 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Perché allora non utilizziamo questi strumenti, potentissimi, al meglio? Lo strumento nel quale si configura la visione strategica è il PIANO STRUTTURALE, conformato dal Reg. Urbanistico. C’è bisogno che gli “addetti ai lavori” intervengano proponendo le proprie visioni idee, interpretazioni a questi strumenti. LA DEMOCRATICITA’ DI VISIONI SI COSTRUISCE ANCHE ATTRAVERSO I CONTRIBUTI. Un progetto sul territorio dovrebbe essere anche UN CONTENITORE DI SOGNI: c’è l’esigenza di non farsi condizionare da limitazioni contingenti, ma di tenere la visione strategica a un livello alto, dandole finalità di ECCELLENZA (quindi: qualità, sostenibilità, valore, etc). E allora: come rendere operativi tali strumenti, come coinvolgere maggiormente la collettività? Ad esempio attraverso la diffusione della trasparenza nelle scelte, e nella possibilità di partecipare alle scelte finanziarie. CHI DEVE AVERE QUESTA VISIONE? Gli amministratori devono capire che i veri committenti sono i cittadini, devono far sì che intervengano a monte della decisione, e ABBANDONARE LA LOGICA DEL CONSENSO, e trovare altri strumenti per coinvolgere la collettività nelle decisioni, nel RISPETTO DELLE AUTONOMIE E DELLE COMPETENZE. E’ essenziale inoltre far intervenire nel processo strategico soggetti del tutto scollegati da questioni contingenti e di convenienza, che siano in grado di trovare risposte e visioni originali ai problemi, scevre da interessi, come ad esempio l’Università, che deve essere vista come RISORSA INTELLETTUALE ED OPERATIVA. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 12 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Ogni intervento puntuale sul territorio deve rispondere a una logica generale. Dal punto di vista progettuale, la VISIONE DEVE ENTRARE A FAR PARTE DEL PROCESSO PROGETTUALE ed essere compresa all’interno di un panorama normativo che permetta di esprimere visioni forti, semplici, chiare. Può comunque avvenire che, se una visione non è abbastanza condivisa, viene rifiutata dagli utenti. 13 Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DEL POMERIGGIO/1 Tavolo A Promotore del tema: Alessandra Martini, Andrea Crociani, Lorenzo Paoli Partecipanti: Andrea Crociani, Silvia Contri, Lorenzo Paoli, Giovanni Santini, Paolo Pecile, Franco Filippini, Lian Pellicanò, David Dell’Acqua, Carlo V. Mori, M. Antonella Morganti, Martina Pietrelli, Tommaso Barni, Barbara Ponticelli, Gisella Aloisio, Alessandro Jaff. COSA INTENDIAMO PER QUALITA’ – COSA INTENDONO GLI ALTRI PER QUALITA’ – RENDERE VANTAGGIOSA LA QUALITA’ Martini: Chi stabilisce la qualità? E’ creatitività, partecipazione? Per uno spazio pubblico sono i desideri del pubblico? Dobbiamo trovare una soluzione anche per altre aspirazioni? Proviamo a pensare che si possa progettare senza i limiti che ci vengono imposti dalla progettualità. Mori: Proviamo a separare qualità tangibili da qualità non tanginbili. Provare a leggere i bisogni. Pecile: Bisogna riferirsi agli standard di qualità ai sistemi di qualità. Il progetto deve rispondere agli standard fissati dalle richieste del progetto. Mori: Il progetto dello spazio pubblico non è un pezzo di produzione in serie, ma deve essere adattato alle situazioni. Pecile: Esistono posti bruttissimi che vengono però frenquentati dalle persone e posti molto belli che al contrario non vengono frequentati. I nostri studi non sono preparati a organizzare un processo di progettazione secondo quelli che sono i criteri di Mori: la durabilità delle opere, la valenza simbolica. Il design crea obsolescienza simbolica e l’industria ha scoperto questo aspetto. Mori: La durabilità come valore simbolico in rapporto ai comportamenti delle persone, la necessità di permanere nello spazio, il valore della sostenibilità, la possibilità di intervenire su parti effimere. “Segni nello spazio urbano”. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 14 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Paoli: dobbiamo rendere vantaggiosa la qualità del progetto urbano, individuando in quali parti del processo possiamo intervenire per rendere vantaggiosa una procedura di qualità. Jaff: Nel proceso industriale la standardizzazione è finalizzata al raggiungimento di determinate prestazioni. Quale è la prestazione che deve raggiungere un progetto di uno spazio pubblico? Mazzini: la qualità è un risultato e quindi è sempre discutibile. La qualità è una “attenzione verso”. Morganti: Dobbiamo trovare un codice comune anche per i nostri progetti. Quando abbiamo fissato degli obiettivi la qualità si misurerà nella capacità di aver conseguito questi obiettivi e i requisiti prestazionali. Aloiso: la prima scelta viene fatta dall’amministrazione pubblica e quindi spesso il risultato è conseguente anche alla scelta pianificatoria eventualmente errata. Pecile: Esiste una distanza tra come vengono descritti i progetti e quello che viene effettivamente realizzato. Se la società è individualista, gli spazi di aggregazione non possono funzionare. Gli spazi pubblici vengono quindi disertati. Dobbiamo alzare il livello di responsabilità e l’aspirazione etica e ridurre le nostre aspirazioni come professionisti. Pietrelli: La qualità è un concetto in evoluzione ma bisongerebbe cercare di capire e distinguere tra la qualità nel “funzionamento del progetto” e la “qualità estetica”. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 15 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Lastrucci: Si parla di qualità tecnica? Allora si può descrivere e verificare. Se invece si parla in termini filosofici bisogna distinguere tra efficienza ed efficacia rispetto agli obiettivi e qualità che non può che essere vantaggiosa anche per gli altri. Paoli: Dobbiamo ottimizzare il processo che porta alla individuazione di una soluzione di qualità senza che questo processo risulti svantaggioso per la pubblica amministrazione. Il processo risulta estremamente faticoso per la pubblica amministrazione senza che ci siano ulteriori elementi e meccanismi di rallentamento. La pubblica amministrazione deve trovare un vantaggio anche di carattere non economico per “spendere il risultato di un prodotto di qualità”. Barni: Manca la volontà di investire per un tempo maggiore a quello di una legislatura. Si deve allungare l’orizzonte temporale. Le opere non sono legate ai tempi della politica ma devono essere pensate in funzione della città. Lastrucci: Come rendere compatibile la richiesta di qualità con il complesso di norme esistenti? Paoli: Si devono pensare meccanismi premianti e non meccanismi costrittivi. Il problema maggiore è quello della finanza locale. La realizzaizone di un’opera pubblica è “spesa” e non “investimento”. E’ quindi un problema di programmazione delle risorse. In questa situazione un’opzione così “lussuosa” come quella del concorso, come riesco a prevederla dal punto di vista di bilancio? Filippini: L’unica cosa che possiamo condividere è l’unificazione del processo progettuale inteso come processo produttivo. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 16 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Lastrucci: Esiste un conflitto quindi tra le limitate risorse e i percorsi virtuosi. Es. se devo scegliere tra realizzare due asili non di qualità o farne uno di qualità. Paoli: Si dovrebbero individuare delle premialità anche non economiche per giustificare la scelta di un percorso concorsuale. I lavori pubblici adesso devono essere progettati dall’ufficio lavori pubblici. Normalmente si imposta il progetto preliminare all’interno dell’amministrazione e poi si individua un professionista esterno per affidare l’incarico. Martini: Esistono possibili alternative alla legislazione esistente? Bellaro: Forse la questione del tempo è una giustificazione da parte dell’amministrazione in quanto molto spesso si perdono tempo e risorse per organizzare un concorso, si aggiudica e poi l’opera non viene realizzata. Paoli: l’amministrazione dovrebbe scegliere il miglior progetto e non il miglior progettista. Ma spesso questo non è possibile. La soluzione del concorso spesso non è praticabile per i tempi tecnici e per le risorse che assorbe. E quindi si è scelto di valorizzare le strutture di progettazione interne alle amministrazioni. La regione potrebbe farsi carico dell’aspetto premiale nei confronti delle amministrazioni che scelgono percorsi virtuosi come quelli della procedura concorsuale. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 17 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DEL POMERIGGIO/1 Tavolo B STRATEGIE PER L’INSERIMENTO DEI PROFESSIONISTI NEI PROCESSI PROGETTUALI Promotore del tema: Ugo Dattilo Partecipanti: Antonella Tundo, Veronica Cremonese, Stefano Sasso, Giacomo Casalino, Ugo Dattilo. GIOVANI Antefatto: 1. Viviamo in una società assolutamente gerontocratica in cui per avere voce in capitolo bisogna aver compiuto almeno 65 anni, o avere 35 anni lavorativi alle spalle: in sostanza devi essere pensionato. 2. Nel mondo dell’architettura avvengono cose strane, come ad esempio le pubblicazioni dal titolo “Giovani architetti under 50”. L’ossimoro è preoccupante! 3. Un giorno durante una conferenza Franco Purini disse: “ragazzi, appuntatevi tutte le idee, perché le migliori vengono tra i 20 e i 30 anni, ma in Italia si comincia a lavorare a 50 anni”. Aveva ragione. Tesi: La qualità del progetto pubblico può migliorare anche grazie al concreto coinvolgimento delle idee dei giovani professionisti nei processi progettuali. L’unico rischio che tali idee farebberero correre è quello di uno svecchiamento degli ambiti decisionali e di conseguenza dell’architettura. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 18 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Proposte: 1. Affidare ai giovani professionisti la ricerca e la progettazione di nuove spazialità pubbliche dove possa avere luogo un’utenza giovanile 2. Prevedere l’obbligatorietà per le amministrazioni pubbliche di bandire concorsi di progettazione con conseguente affidamente dell’incarico per progettisti under 30 e\o under 40 nella misura del 30% dei concorsi banditi dall’amministrazione stessa 3. Trovare forme di tutela del lavoro (spesso sottopagato) che i giovani progettisti svolgono in qualità di disegnatori presso gli studi professionali. Tali lavori, oltre ad essere svilenti e sfiancanti, esauriscono energie preziose che potrebbero essere impiegate in forme più creative. Sostituire alle false partite iva un “sindacato” dei disegnatori 4. Promuovere e sostenere, anche attraverso contributi economici e agevolazioni fiscali, forme di associazionismo tra giovani professionisti che, unendo competenze anche diverse, possono così trovare opportune risorse per iniziare processi di libera professione reale Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 19 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DEL POMERIGGIO/1 Tavolo D Promotore del tema: Giuseppe Moschi Partecipanti: Giuseppe Moschi APPLICAZIONE CORRETTA DELLA LEGGE SUI LAVORI PUBBLICI PER OTTENERE PROGETTI DI QUALITA’ E NUMEROSE OPPORTUNITA’ PER LA LIBERA PROFESSIONE. La legge quadro sui Lavori Pubblici 109/1994, aveva introdotto i principi del Trattato Europeo sulla libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e del capitale - che vennero accolti con molta diffidenza perché particolarmente innovativi per il nostro paese. Dopo un lungo e faticoso percorso non ancora concluso siamo giunti al Codice dei Contratti Pubblici - Dlgs n.163/2006. La materia è ancora poco conosciuta dagli operatori. E’ naturale che si siano affermate modalità di applicazione, anche se formalmente corrette, che rispondono più agli interessi di semplificazione della gestione interna della Pubblica Amministrazione che a quelli degli operatori economici interessati: imprese e studi di progettazione. Di fatto si stanno consolidando consuetudini che oltre ad essere penalizzanti per la crescita degli studi professionali, sono a mio avviso, incongruenti con i principi fondanti del Trattato Europeo a difesa della concorrenza, della libera circolazione e del libero mercato dei servizi stabiliti nell’art. 2 – Principi- del Dlgs. 163/2006. A eseguito di un monitoraggio di tutti i Piani Triennali e l’Elenco annuale dei lavori, dei Comuni della Provincia di Firenze a fronte di un programma di investimenti di 500.000.000,00 euro, abbiamo constatato che un solo Comune ha previsto un appalto di progettazione. La sproporzione esistente fra la dimensione del programma di investimenti per opere pubbliche programmate nel territorio della nostra Provincia e l’assenza di appalti di progettazione, fa nascere oltre che forti preoccupazioni anche legittime perplessità. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 20 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico Una ulteriore consuetudine che si sta consolidando (è una fenomeno diffuso in tutto il Paese) riguarda l’uso sistematico e non eccezionale, come a mio avviso dovrebbe essere, del cottimo fiduciario (art. 125 del decreto 163) per l’affidamento degli incarichi di progettazione sulla base di elenchi di fornitori di fiducia. Tali consuetudini sono ancora meno comprensibili se pensiamo che esiste la Legge 28 dicembre 1995, n. 549 che ha istituito un fondo rotativo per la progettazione che la Circolare Cassa Depositi e Prestiti n. 1250 del 25/02/2003 ha reso più agevole utilizzare. Con il fondo di rotazione per la progettazione sono finanziate le seguenti attività: • Studi per la definizione del quadro dei bisogni e delle esigenze; • Studi di fattibilità; • Progetti preliminari, definitivi ed esecutivi; • Documenti preparatori dei concorsi di idee o di progettazione. Alla luce di quanto sopra per una radicale inversione di tendenza che ha tolto dignità alla libera professione relegandola ad una mera attività di cottimo intellettuale, per una radicale inversione di tendenza che rimetta al centro la qualità del progetto, l’utilità di investire sulle competenze e sulla creatività dei giovani per fare crescere il nostro Paese, è opportuno che: Il Comune di Firenze promuova una nuova stagione di rinascita culturale della città, particolarmente attesa da moltissimi giovani professionisti, mettendo in atto i seguenti comportamenti: • Promuova i Concorsi di Progettazione per l’affidamento degli incarichi di progettazione; • Esegua la Programmazione dei Piani Triennali sulla base di veri studi di fattibilità e progetti preliminari così come prevede il Codice degli Appalti, Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 21 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico attingendo se necessario, al fondo di rotazione per la progettazione previsto dalla Legge 549/95; • Inserisca gli appalti di progettazione e dei concorsi di progettazione nei piani triennali. un La Provincia di Firenze In analogia alla Provincia di Roma, istituisca OSSERVATORIO PROVINCIALE per monitorare le caratteristiche degli appalti, i prezzi applicati nei LAVORI e negli INCARICHI DI PROGETTAZIONE. La Regione Toscana in forza della Legge Regionale n. 69/2007 promossa per alimentare la promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali, costituisca un UFFICIO REGIONALE PER BANDIRE CONCORSI DI IDEE e di PROGETTAZIONE i quali se venissero concentrati in unico periodo dell’anno, sarebbe evitato il problema della eccessiva partecipazione che condiziona il successo di questa modalità di affidamento degli incarichi di progettazione. Promuova, inoltre la conoscenza dello strumento dei PIANI TRIENNALI, per il fatto che favorisce un corretto modo di partecipazione della cittadinanza alla spesa pubblica ed è un oggettivo strumento di verifica della capacità Amministrativa. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 22 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DEL POMERIGGIO/1 Tavolo E Promotore del tema: Simona Olivieri Partecipanti: Anna Bartolaccio, GiuliaBerti, Cristina Matteucci, Elena Moretti, Emanuela Loi,Antonella Serra, Guido Incerti, Eva Parigi, Alice Rosini, Fabio Barluzzi. INTERDISCIPLINARIETÀ DELL’APPROCCIO PROGETTUALE La discussione ha rilevato poca chiarezza nelle modalità di interazione tra le diverse competenze disciplinari nei processi di progettazione. Si riconosce che un approccio interdisciplinare, pur condiviso sul piano teorico, non è affatto scontato nella pratica professionale, sia per la mancanza di formazione dei progettisti (autoreferenzialità), sia per la mancanza di sensibilizzazione della committenza pubblica e privata , sia per la difficoltà di individuare una figura di sintesi dei contributi disciplinari. Uno degli aspetti centrali della discussione è la questione di come far capire che un approccio interdisciplinare, a fronte di maggior costi, possa essere vantaggioso sul piano della qualità e della creazione di benessere (dando per acquisito che la città in quanto organismo complesso e composito necessita di processi articolati e altrettanto complessi). Le azioni riconosciute come prioritarie sono: - diffondere la conoscenza del ritorno economico di interventi così concepiti anche attraverso incentivi; ovvero monetizzare il vantaggio che deriva dalla creazione di benessere e qualità urbana che passa anche attraverso la pratica della interdisciplinarietà; - promuovere la diffusione dell’approccio interdisciplinare nel progetto, ora limitato ad episodi sporadici o ad interventi a macchia di leopardo, facendolo entrare nella pratica comune come base per una strategia di lungo termine; - collocare l’integrazione disciplinare a monte del processo progettuale e non a posteriori (riconoscendolo quale requisito nelle procedure di affidamento degli incarichi). Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 23 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DEL POMERIGGIO/1 Tavolo F FINANZA LOCALE Promotore del tema: Alessandro Romolini Partecipanti: Lorella Zappalorti, Matteo Zetti, Francesca Ricci, Nicola Lariccia, Eugenio Pandolfini, Francesco Stolzuoli, Antonio Givoia, Giuseppe Moschi. Uno dei problemi che gravano sulla progettazione dell’opera pubblica è la scarsa disponibilità economica degli enti coinvolti nel processo e soprattutto dei piccoli comuni. Il patto di stabilità considera gli stessi come centri di spesa e non come centri di investimento, privandoli di fatto della possibilità di visioni strategiche: l’evidenza mostra come la gestione della quotidianità assorba quasi completamente i bilanci di tali comuni. Da qui l’esigenza di individuare forme diverse di finanza locale: se da una parte si può programmare la gestione della “quotidianità” con i finanziamenti correnti, dall’altra, per interventi strategici e di ampio respiro, sarà necessario intercettare fonti di finanziamento straordinari derivanti dai vari gradi di erogazione (livello europeo, statale, regionale, provinciale). Esistono di fatto finanziamenti di vario tipo che non vengono sfruttati dalle amministrazioni per la complessità delle procedure concorsuali, per l’assenza di una progettazione preventiva che permetta di partecipare ai bandi di gara, in definitiva per la scarsa capacità (soprattutto delle piccole realtà) ad affrontare procudure così complesse. Evidentemente questo tipo di organizzazione, che per i comuni di una certa dimensione non costituisce un problema, per le piccoli amministrazioni costituisce uno scogli organizzativo notevole: il consorzio di più comuni o una struttura sovracomunale cui appoggiarsi potrebbero offrire la soluzione a tale empasse. Si rileva in definitiva l’esigenza di una visione strategica degli interventi comunali a livello di pianificazione degli interventi pubblici associata alla capacità di produrre progetti Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 24 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico definitivi, in modo da poter intervenire tempestivamente nella richiesta di un qualche finanziamento che possa rispondere a tali esigenze programmatiche. Ad oggi il libero professionista è spesso chiamato a partecipare a questo processo senza un incarico ben preciso e di conseguenza senza una giusta retribuzione: il progetto viene redatto a titolo gratuito quale consulenza, assistenza, “scommessa”, nella speranza che il progetto venga finanziato e il processo inizi con i fondi necessari. Questa deriva crea problemi a vari livelli: per quanto riguarda il progetto, la qualità passa spesso in secondo piano, compressa da tempistiche strette, scarsa retribuzione del professionista, minima concertazione; a livello del singolo professionista crea una situazione lavorativa squalificante e insoddisfacente. La legge 28 dicembre 1995 n.549 individua un fondo di rotazione CIPE per la progettazione, meglio definita dalla circolare della Cassa depositi e prestiti n.1250 del 25 febbraio 2003: tale fondo, che permette alle amministrazione di accedere a delle risorse che devono essere restituite nel tempo, potrebbe essere gestito a livello sovracomunale (regionale, provinciale, territoriale) in modo da permettere alle amministrazioni, anche di limitate dimensioni, risorse e possibilità di avviare processi virtuosi di progettazione e di conseguenza la possibilità di affidare incarichi precisi ai professionisti che partecipano al processo. Per quanto esposto durante la discussione, emerge la necessità di approfondire il discorso con referenti istituzionali adeguati al fine di individuare le criticità e mettere a punto meccanismi organizzativi per avviare un processo virtuoso che coinvolga a cascata tutti gli attori che partecipano al processo di creazione dello spazio pubblico. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 25 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico SESSIONE DEL POMERIGGIO/2 Plenaria A COSA E’ SERVITO L’OST Il successo dell’iniziativa ha fatto emergere una grande necessità di comunicare. I vari dibattiti aperti svelano il bisogno di aprire una discussione sull’architettura e sarà quindi opportuno divulgare i risultati e le proposte che sono venute fuori. E’ stato interessante verificare come si può essere prolifici in occasioni di questo tipo, dovremmo cercare di crearne con continuità. Gli amministratori hanno risposto solo parzialmente all’invito di partecipare all’OST, ma la città si deve sforzare di comunicare con le amministrazioni, e forse noi architetti dobbiamo trovare un modo creativo di comunicare con loro. Si deve creare consenso in modo tale da farsi cercare da chi governa il territorio, creando un’aspettativa, perché solo così potremmo essere ascoltati dalle amministrazioni. Il primo passo è rielaborare le cose dette e gli spunti mossi in quest’occasione e creare l’occasione di aprire un nuovo confronto, e potremmo rimandare il documento a chi non ha partecipato all’OST. I politici ci danno retta se si diventa utili o pericolosi e si può diventare utili alla città diventando pericolosi per i politici. Abbiamo anche bisogno di visioni diverse dalla nostra, perché quello di oggi è stato la base per un ottimo canovaccio, per richiedere degli impegni e poter contaminare i cittadini. Dobbiamo trovare degli interlocutori con le amministrazioni, perché è il mondo della professione che si deve interrogare su cosa vuole proporre. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 26 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico La massa critica che possiamo creare deve usare la leva dei mass media, uscire fuori come ha fatto firmiamolalettera ma non più in termini generici ma circostanziati, temi digeriti sulle questioni elaborate, come ad esempio quella della TAV. Dovremmo aiutare l’opinione pubblica a fare delle domande, è questa che deve sollecitare i politici, ci vorrebbe un avvocato della città. La domanda sulla qualità era quella giusta? Si riesce a superare l’individualismo della nostra professione? I possibili interlocutori possono essere le varie associazioni dei cittadini che possono essere dei fattori di sinergia. Proposte politiche o proposte non politiche? Dobbiamo essere apartitici. Dobbiamo fare delle proposte da cittadini e non da architetti, e per questo dobbiamo capire quali possono essere gli strumenti per comprendere meglio il territorio. Potremmo cominciare con lanciare 10 concorsi da contrattare con la cittadinanza fiorentina, ma tutto questo deve avvenire in un contesto in cui l’amministrazione sia garante di una visione e di una strategia. Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 27 Luoghicomuni Come promuovere la qualità nel progetto pubblico I PARTECIPANTI Rodolfo Albisani - Gisella Aloisio - Fabio Barluzzi - Tommaso Barni - Simona Bartali Anna Bartolaccio - Chiara Belli - Davide Benedetti - Giulia Berti - Giovanni Bertolozzi Luca Bevilacqua - Angelo Bianchi - Maria Bonelli - Egle Borgia - Marco Brizzi - Roberto Budini Gattai - Silvia Contri - Andrea Crociani - Ugo Dattilo - Roberta Destrero - Franco Filippini - Daniela Frullano - Massimo Ghiloni - Giacomo Giachi - Pietro Basilio Giorgieri - Valeria Ioele - Massimo Lastrucci - Emanuela Loi - Alessandra Martini - Cristina Matteucci - Augusto Mazzini - Elena Micheloni - Elena Moretti - Maria Antonella Morganti - Carlo V.Mori - Giuseppe Moschi - Massimo Muhlbauer - Lorenzo Paoli - Eva Parigi - Luca Piantini - Martina Pietrelli - Francesca Ricci - Franco Rocchi - Alessandro Romolini - Paola Ruggeri - Andrew Scherr - Antonella Serra - Sasso Stefano - Patrizia Toscano - Antonella Tundo - Vincenzo Vaccaro - Lorella Zappalorti - Roberta Attanasio Ernesto Bartolini - Francesco Bertelloni - Donatella Caruso - Giacomo Casalino - Filippo Casini - Leonardo Chiesi - Paolo Costa - Veronica Cremonese - Davide Dell'Acqua - Pier Francesco Duranti - Giorgio Furter - Claudia Gabbrielli - Davide Gamba - Susan George Paola Giaconia - Nicola Giuntoli - Antonio Givoia - Guido Incerti - Alessandro Jaff - Nicola Lariccia - Simona Olivieri - Eugenio Pandolfini - Marco Parnasi - Paolo Pecile - Lian Pellicanò - Giuseppe Pernice - Camilla Perrone - Anna Pescarolo - Barbara Ponticelli - Alice Rosini - Giovanni Santini - Francesco Stolzuoli - Giovanna Teghini - Aldo Teotini Maurizio Trabucco - Daniela Turazza - Ippolita Zetti - Matteo Zetti Instant Report _ Open Space Technology Fotografie di: Giacomo Casalino 22.gennaio.2010 Palazzo Bastogi, Firenze 28 Si ringrazia: