27 maggio 2016

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27 maggio 2016
RASSEGNA STAMPA
27 maggio 2016
Edizione del: 27/05/16
Estratto da pag.: 5
Foglio: 1/2
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Servizi di Media Monitoring
Il presente documento è ad uso esclusivo del committente.
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Sezione: CONFINDUSTRIA
Dir. Resp.: Roberto Napoletano
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La «bellezza» motore della crescita
Guido Gentili
pagina 4 «Bella», «bellezza», «cultura» sono le parole nuove, e ricorrenti, che Vincenzo Boccia ha usato introdotto da un filmato sulla creatività, le competenze e il patrimonio artistico e industriale italiani - nel suo
discorso d'insediamento al vertice di Confindustria. Aggiungiamo le citazioni di un archistar e senatore a
vita, Renzo Piano, di Bruno Munari, che è stato «il più eclettico artista-designer italiano», e di George
Bernard Shaw, il grande scrittore irlandese, sull'immaginazione creativa. Infine, teniamo conto che, per la
prima volta, all'assemblea degli industriali è intervenuto a nome del governo anche il ministro dei Beni e
culturali e del turismo, Dario Franceschini. La Confindustria divaga? No, prova a battere strade e argomenti
diversi da quelle che s'immaginano arroccati sulla constatazione che l'Italia è la seconda potenza
manifatturiera d'Europa. Il neo presidente lo fa chiedendo agli industriali di prendere atto del «nuovo
contesto» che ha radicalizzato la polarizzazione delle imprese (quelle che hanno innovato e quelle che
sono rimaste indietro). Serve un «salto culturale, un nuovo stile imprenditoriale», dice. Cominciamo allora
dalle imprese della manifattura, delle costruzioni, dei servizi, del turismo, della cultura. «Imprese che hanno
consentito all'Italia di diventare una delle sette grandi potenze economiche, che hanno portato nel mondo la
nostra creatività, il nostro saper fare, la nostra bellezza e la nostra conoscenza». Bellezza, cultura: quanto
vale tutto questo e cosa può sprigionare - anche grazie alla collaborazione piena tra pubblico e privato,
come ricordato da Franceschini - in termini di crescita del Paese? Proprio il recente rapporto "Italia
creativa" (architettura, cinema, arti visive, libri e molto altro) commissionato dal Ministero dei Beni culturali
indica in 47 miliardi (2,9% del Pil nel 2014) il valore economico dell'industria della cultura e della creatività.
Con un milione di occupati, il 41% dei quali giovani. Un dato che dice già qualcosa ma anche quasi nulla,
perché bellezza e cultura generano ricchezza, non solo economica, e s'annidano e si propagano ovunque:
nella moda, nelle città darte e negli innumerevoli borghi dell'eccellenza, nel design, nell'agro-alimentare,
nell'industria manifatturiera più tipica (storia, conoscenze, innovazione sono fattori di crescita), nel turismo e
nell'ospitalità. In tre parole: "Made in Italy". «La bellezza diffusa - dice Boccia - è la vera ricchezza dell'Italia.
Questo patrimonio noi l'abbiamo ricevuto in prestito e lo dobbiamo restituire. Migliorato, non impoverito». La
cultura come motore dello sviluppo: insomma gli industriali sono attesi ad una sfida nuova nel contesto di
quel «capitalismo moderno fatto di mercato» che il neo presidente ha messo sul piatto. Scommettere sulla
bellezza, in un Paese che molte quote di brutto ha stratificato in ogni sua piega, non è facile. Ma evocando
una sorta di mobilitazione civile che chiama in causa anche gli imprenditori, la scommessa si carica
d'intensità sociale. Di fronte al (siciliano) Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Boccia,
imprenditore del Sud, ha ricordato che è stata bruciata la casa del giovane e coraggioso sindaco di Licata,
Angelo Cambiano che, applicando la decisione della magistratura, sta abbattendo le villette abusive che
hanno occupato il litorale. Una storia orrenda di illegalità. Ci si può domandare se la cultura della bellezza
può fare qualcosa di buono. La risposta è sì: può fare molto. Un altro siciliano, Peppino Impastato, il
giornalista autore di molte denunce sul degrado, ucciso dalla Mafia nel 1978, scrisse che «Se s'insegnasse
la bellezza alla gente, la si doterebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà, facendo
sempre rimanere vivi la curiosità e lo stupore».
Foto: .@guidogentili1
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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LA CULTURA LE ANALISI DEL SOLE
27/05/2016
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Franceschini: ogni impresa adotti un monumento
Antonello Cherchi
Partendo dalla convinzione che la cultura sia una leva di sviluppo il ministro Franceschini ha esortato gli
imprenditori ad «adottare un monumento, un restauro, un teatro». Cherchi pagina 4 pCi sono milioni di
persone nel mondo che sognano l'Italia, che desiderano almeno una volta nella vita visitare il Belpaese.
«Basterebbe che ognuno di noi riuscisse a vedere l'Italia con gli occhi dei viaggiatori stranieri - occhi stupiti
e ammirati dalle tante bellezze che ci circondano - per riacquistare fiducia nel futuro». È partendo dalla
convinzione che la cultura sia una potente leva di sviluppoe progresso, che il ministro dei Beni culturali,
Dario Franceschini, ieri ha esortato gli imprenditori a non trascurare il patrimonio culturale. «Ognuno di voi
adotti un monumento, un restauro, un teatro. È anche un motivo di orgoglio, perché potrete dire in giro per il
mondo: "Ho fatto questo per il mio Paese"», ha detto Franceschini rivolto alla platea dell'assemblea di
Confindustria. «E sostenete pure l'arte contemporanea», ha aggiunto. Un appello che si fa forte del
superamento del tabù che sui temi della cultura non vedeva di buon occhio un coinvolgimento dei privati.
«Ormai - ha sottolineato il ministro - sono state create le condizioni per una collaborazione vera». C'è stato,
infatti, il varo dell'art bonus, lo sconto fiscale che ha portato anche in Italia il micro-mecenatismo,
permettendo ai privati cittadini e alle imprese di dare un contributo alla cultura, ricevendone in cambio uno
sconto fiscale. E ci sono state - ha ricordato il titolare dei Beni culturali - le modifiche al meccanismo delle
sponsorizzazioni, che con il nuovo codice degli appalti sono state rese più snelle (si veda anche l'articolo
sotto). «La cultura - ha affermato Franceschini - è ritornata centrale nella politica del Governo. É stata
recuperata la consapevolezza del fatto che il patrimonio è una carta formidabile per la competitività del
Paese». Gli investi- menti lo stanno a dimostrare: dal 200o al 2013, con Governi di vario colore, il bilancio
dei Beni culturali si era dimezzato. «Nel 2014 e 2015- ha commentato il ministrosi è verificata un'inversione
di tendenzae quest'anno il budgeta disposizione è cresciuto del 36 per cento. Da ultimo, con una delibera
Cipe è stato stanziato un miliardo per 33 grandi interventi sul patrimonio». Sullo sfondo di questa
recuperata centralità della cultura sta il superamento di altri due tabù. Uno voleva continuare a tenere ben
separate la tutela e la valorizzazione. «Conseguenza di questo modo di pensare è stato che nel campo
della tutela abbiamo raggiunto vette di eccellenza, ma non abbiamo investito nella valorizzazione. Per
invertire la rotta ha affermato Franceschini - abbiamo varato la riforma dei musei, trasformandoli da semplici
uffici delle soprintendenze in strutture autonome. Lo abbiamo già fatto coni primi ventie presto se ne
aggiungeranno altri dieci. Ora i musei hanno bilanci propri e possono decidere sulla loro organizzazione e
sulla valorizzazione. Inoltre, abbiamo rivisto la geografia delle soprintendenze, evitando che,
paradossalmente, ci si quella che si occupa del quadro e l'altra del muro sul quale il quadro va appeso».
L'altro tabù fatto cadereè quello che non voleva coinvolgimenti tra cultura e turismo. Secondo il ministro,
invece, averli riuniti sotto uno stesso tetto «aggiunge competitività a entrambi. Cerchiamo di tenerli insieme,
perché non tutti vengono in Italia per l'arte. C'è chi viene anche per altre eccellenze nostrane, che possono
essere il cibo, la moda, lo shopping». Si tratta di altre modalità di declinare la bellezza, «quella che - ha
aggiunto il ministro - ogni italiano porta nel proprio Dna e che è frutto di generazioni che per secoli e secoli
hanno respirato bellezza».
CENTRALITÀ RECUPERATA
Cultura di nuovo protagonista grazie agli investimenti, all'unione con il turismo e alla sinergia tra
tutela e valorizzazione
LE REAZIONI DAL PARTERRE CARLO MESSINA Ad Intesa Sanpaolo «Vincenzo Boccia sarà un grande
presidente di Confindustria, è un uomo che conosce bene le aziende e noi, come banca, siamo sempre
stati vicini alle imprese e sempre lo saremo» ANTONIO PATUELLI Presidente Abi «È stato un buon
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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I MINISTRI ALL'ASSEMBLEA
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SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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esordio, con un orizzonte internazionale ed europeo e una spinta a non cedere al declino. Le banche sono
vicine alle imprese e lo dimostra la presenza e la conoscenza del territorio» FRANCO BERNABÈ
Presidente di Cartasì «È stata una relazione ampia e un intervento di grande coraggio. Anche sul piano
politico non è mancata una posizione molto forte in alcuni passaggi dei discorsi dei ministri» CARLO
SANGALLI Presidente Confcommercio «Relazione alta con molti punti di condivisione e apprezzamento,
soprattutto, sul richiamo alla necessità di una maggiore collaborazione delle parti sociali per sostenere la
produttività e la crescita del sistema Italia»
IN CIFRE
+36% Le risorse 2016 Il bilancio dei Beni culturali, che si era dimezzato dal 2000 al 2013, ha registrato
negli ultimi due anni un'inversione di tendenza. «È stata recuperata la consapevolezza che il patrimonio è
una carta formidabile per la competitività» ha detto il ministro
1miliardo L'ultimo stanziamento Cipe Le risorse stanziate con delibera Cipe per 33 grandi interventi. Tra
questi 40 milioni ciascuno andranno al progetto Grande Brera, agli Uffizi, alla Reggia di Caserta e a Pompei
, 30 al museo di Capodimonte, 50 al porto di Trieste
milioni Il valore delle sponsorizzazioni Grazie all'art bonus a gennaio scorso oltre 2mila, tra privati cittadini
e imprese, avevano messo a disposizione complessivamente 62 milioni di euro, con i quali sono stati
finanziati 500 interventi di manutenzione o restauro
Foto: Leva di sviluppo . Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali
26/05/2016
Sito Web
Ttgitalia.com
Palmucci: "Franceschini da Confindustria, segno di riconoscimento per il
nostro settore"
Turismo e cultura come traino per il rilancio del Paese. È stato questo il cuore del discorso che Dario
Franceschini, ministro dei Beni culturali e del Turismo, ha tenuto questa mattina nel corso dell'assemblea di
Confindustria a Roma. Pubblicità "L'assemblea pubblica di Confindustria ha rappresentato oggi un
momento importante per le aziende italiane tutte, con riferimenti spiccati al settore turistico - dichiara
Giorgio Palmucci, presidente di associazione Italiana Confindustria Alberghi -. Un plauso va al ministro
Franceschini, ma bene anche il neoeletto presidente Boccia che, invitando per la prima volta il ministro dei
Beni e delle Attività culturali e del Turismo ha evidenziato l'opportunità di crescere attraverso modelli
aziendali innovativi, sostenibili e interconnessi attribuendo al nostro settore un segno di riconoscimento
importante".
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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tutte
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La rivoluzione annunciata di Calenda "Trasparenza e niente incentivi a
pioggia"
Il ministro: controllo rigoroso delle risorse. Piace alle imprese il tandem industria-cultura
TEODORO CHIARELLI ROMA
Imp resa e cultu ra come motori dello sviluppo. Rilanciare la vocazione industriale del Paese, ma anche
utilizzare di più e al meglio il petrolio "green" dell'Italia: il suo patrimonio artistico e ambientale, carta
formidabile per la competitività. Il segno dell'avventura di Vincenzo Boccia al vertice di Confindustria sta
tutto nell'aver appaiato industria e cultura, fisicamente rappresentati per la prima volta insieme sul palco
all'assemblea annuale degli imprenditori dai due ministri di riferimento, Carlo Calenda e Dario Franceschini
. Il tratto innovativo, però, finisce qui. Nè probabilmente si sarebbe potuto immaginare qualcosa di più da un
piccolo imprenditore che da più di vent'anni frequenta le felpate stanze di viale dell'Astronomia a Roma,
legato a filo doppio alla burocrazia di un'associazione sopravvissuta a se stessa e ai suoi riti polverosi,
nonostante i tentativi di riforma. Bastava osservare ieri la sala del Parco della Musica, con la nomenklatura
schierata sul palco e gli imprenditori distribuiti in platea secondo imperscrutabili criteri di "nobiltà".
Espressione di una Confindustria piccola piccola: nelle proposte, nella visione strategica, nella capacità di
innovazione. La stessa atmosfera, uguale e contraria, che si potrebbe trovare a un congresso della Cgil.
Per la legge del contrappasso la sferzata è venuta ieri da un politico ancora giovane che in Confindustria
conos cono bene per essere stato uno di loro, assistente di Luca Montezemolo quando guidava
l'associazione («Pronuncio qui un discorso dopo averne scritti più d'uno, ma senza averli pronunciati»).
Calenda, neo ministro dello Sviluppo economico alla sua prima uscita pubblica, non usa giri di parole, né
frasi vellutate e neppure disegna visioni immaginifiche e spiedini di nuvole. Con la spigliata sicurezza di chi,
dopo aver lavorato in Confindustria, di cui conosce pregi e difetti, ci ritorna come ministro, Calenda
annuncia aria nuova e la fine dei «circoli illuminati chiusi nelle stanze di un ministero, un'idea regolarmente
praticata in Italia in un passato neanche troppo lontano». Un cambio di passo e di strategia per un ministero
troppo a lungo autoreferenziale e porto delle nebbie. Calenda spiega che la produttività richiede
un'assunzione di responsabilità condivisa tra industria e governo e che non esiste in un Paese moderno la
possibilità di fare politica industriale se non con le imprese e per le imprese. Poi annuncia per settembre il
piano strategico del ministero. Al primo punto la questione trasparenza, enunciazione non banale dopo le
vicende del predecessore Federica Guidi, e non solo. Tanto per iniziare sarà pubblico "chi-vede-chi". Una
politica industriale degna di questo nome passa per innovazione, internazionalizzazione e crescita
dimensionale. Perché se è vero che la forza manifatturiera del Paese si basa sulla piccola e media
impresa, piccolo non è bello in sé. Il sostegno alla crescita deve diventare un mantra. Sostegno alla
crescita, però, non significa incentivi a pioggia. Basta, assicura, con la folle politica degli incentivi alle
energie rinnovabili. Per non parlare dei fondi alle start up «più numerosi delle start up lanciate». Ovvero:
controllo minuzioso delle risorse. Le politiche attive del Mise, saranno così affidate sempre di più a Invitalia
e all'Ice, chiamate a pigiare il piede sull'acceleratore. Ci sarà più impegno sull'attrazione di capitale di
crescita e di investimenti diretti esteri. All'Ice è in arrivo e un nuovo presidente con profilo manageriale al
prossimo Cdm. In pole c'e' Marco Simoni. Calenda difende il confronto sul Ttip per l'accordo commerciale
transatlantico e annuncia l'imminente inizio delle gare per la banda ultralarga («Chi la fa non mi interessa,
saremo neutrali») e l'avvio di un piano di spending review allo Sviluppo economico. Ci lavorerà («Per non
farmi mancare momenti movimentati») il redivivo Enrico Bondi che ha accettato l'incarico a titolo gratuito.
Prima dell'estate arriverà la legge sulla concorrenza. Il neo ministro gioca abilmente anche la carta del
referendum costituzionale. Spiega che il referendum consentirà di non essere in balia dei veti locali. E
racconta la vicenda del gasdotto Tap, un tubo di un metro e mezzo di diametro che serve per portare il gas
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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Analisi
27/05/2016
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dall'A zerbaijan, in lotta con i veti prima per evitare di calpestare la poseidonia in mare, poi per spostare
241 ulivi, attendendo i tempi della raccolta. Calenda giura che farà la rivoluzione. Gli industriali, a giudicare
dagli applausi, sembrano credergli. c
Foto: GIUSEPPE LAMI/ANSA
Foto: Confindustria a Roma: l'Auditorium «Parco della Musica»
Foto: GIUSEPPE LAMI/ANSA
Foto: Da sinistra il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda con il neo-presidente di Confindustria,
Vincenzo Boccia
27/05/2016
Pag. 9
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tiratura:152577
Franceschini: «Adottate i musei»
La cultura è una «carta formidabile per la competitività» e «oggi è tornata ad essere centrale nello sviluppo
del Paese». Lo ha sottolineato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini
, intervenendo all'assemblea annuale di Confindustria. E parlando alla platea di imprenditori, ha rivolto un
invito: «Ognuno di voi adotti un museo, un teatro, un monumento, perché è un motivo di grande orgoglio».
«Abbiamo iniziato recuperando il ritardo», ha premesso parlando dell'attività al Mibact, e intanto spazzato
via «tre tabù»: il fatto che «cultura e turismo» non potessero stare insieme, così come «tutela e
valorizzazione» dei beni culturali; il terzo «molto ideologico, ossia il rapporto tra pubblico e privato. Oggi ci
sono le condizioni per lavorare insieme».
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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La proposta
Edizione del: 27/05/16
Estratto da pag.: 19
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Sezione: SETTORI E IMPRESE
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Sezione: SETTORI E IMPRESE
Edizione del: 27/05/16
Estratto da pag.: 19
Foglio: 2/2
27/05/2016
Pag. 3 N.17 - 25 maggio 2016
L'Agenzia di Viaggi
diffusione:14500
Il fondo- Astoi sarà svelato il 9 giugno
Astoi non ha mai chiesto, né chiederà ulteriore proroga al governo ed è pronta con un suo modello di fondo
di garanzia. È la posizione dell'associazione dei t.o. che presenterà il proprio "strumento" il 9 giugno
all'Università Bocconi di Milano: "Sarà uno strumento per lo più finanziario a esclusivo beneficio dei soci". È
lo stesso presidente Battifora a spiegare: «Abbiamo iniziato a lavorare su questo tema a settembre,
sapendo che sarebbero serviti mesi per arrivare a una soluzione seria e sostenibile. Dobbiamo essere seri
e ammettere che, quanto ci viene richiesto dal governo non è diverso da ciò che esiste da anni in altri
mercati europei come Regno Unito, Germania, Francia: ancora una volta l'anomalia era nel nostro paese
dove si è scelto di creare uno strumento pubblico, che non ha mai funzionato».
TURISMO E TOUR OPERATORS - Rassegna Stampa 27/05/2016
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UNIVERSITÀ BOCCONI
27/05/2016
Pag. 2
diffusione:37200
tiratura:76141
I grandi hotel francesi a caccia dei turisti Usa
da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO
Ecco un esempio concretissimo di che cosa voglia dire fare sistema, mettersi insieme, fare squadra per
conquistare o riprendersi una quota di mercato. Ne prendano nota la presidente del nostro Enit, la signora
Evelina Christillin, e il suo neo-direttore generale, Giovanni Bastianelli, la cui nomina, ad aprile scorso, ha
suscitato più di una polemica e un'interrogazione parlamentare (dei Cinque Stelle). Perché qui si parla di
promozione turistica e di una normale (per la Francia) iniziativa di sviluppo dell'hôtellerie francese che ha
messo insieme un gruppo di acerrimi concorrenti (in patria) che, martedì 24 maggio, si sono presentati tutti
insieme a New York, nei saloni del consolato francese, per raccontare, le nuove offerte degli hotel di lusso
parigini (ma c'era anche il direttore dell'Hôtel du Palais di Biarritz, la mitica stazione balneare amata da
Victor Hugo) ai miliardari americani che, dagli attentati del 13 novembre, disertano la capitale francese a
vantaggio delle... città d'arte italiane, da Roma a Firenze a Venezia. Separati in casa, uniti all'estero per
battere la concorrenza straniera (in questo caso, italiana). C'erano una dozzina di direttori dei più lussuosi
hôtel parigini, approdo consueto di tanti ricchi turisti americani, dal mitico Plaza Athénée in avenue
Montaigne (dove Alain Ducasse presenta le sue prelibatezze tre stelle Michelin), al Park-Hayatt di place
Vendôme, al Mandarin Oriental, al Royal Monceau con vista su uno dei parchi più belli di Parigi, al Meurice
Hôtel tra place de la Concorde e rue de Rivoli con vista sui giardini delle Tuileries. Tutti fermamente
intenzionati, con il sostegno di France Atout (l'Enit francese ma con più risorse economiche e una più lunga
esperienza di rassemblement delle aziende del settore), di AirFrance e dello stesso console a New York,
Bertrand Lortholary, che ha messo a disposizione le sale della sede diplomatica, a riprendersi quel 30% di
turismo americano perduto. « L'initiative di Atout France nous permet d'être plus forts pour reconquérir une
clientèle incontournable », insieme, facendo squadra con l'agenzia turistica pubblica, possiamo riprenderci
una clientela preziosa, avverte uno dei partecipanti alla serata di promozione, il direttore del Mandarin
Oriental, Philippe Leboeuf. Per tutta la serata, la squadra dei direttori dei grandi alberghi ha coccolato,
blandito, corteggiato i 120 ospiti americani, una settantina di grandi agenzie di viaggio, come Virtuoso e
Fisher, due leader del segmento luxury travel (Virtuoso, per dire, ha un magazine di viaggio che sembra
Vanity Fair per ricchezza e qualità editoriale) e una trentina di giornalisti specializzati e blogger il cui
mestiere è quello di indirizzare questa clientela di viaggiatori di lusso che ha tradito Parigi e che Parigi
vuole riprendersi a tutti i costi. Con argomenti economici, come il dollaro forte, il prezzo bloccato delle
camere (anche se la media resta a 740 euro a notte nonostante il calo del tasso di occupazione al 49,7%) e
un mezzo impegno delle compagnie assicurative francesi a rimborsare eventuali danni ai turisti nonostante
il permanere dello stato d'allerta faccia scattare certe clausole di esenzione. E poi c'è l'argomento più
importante, la seduzione di una città che si prepara a riaprire i suoi hotel più belli: a metà giugno il Ritz del
miliardario egiziano Al Fayed, il papà del fi danzato di Diana, in place Vendôme (1.000 euro a notte), e
subito dopo l'Hôtel Crillon in place de la Concorde, l'Hôtel Lutetia e il Cheval Blanc sulla rive gauche. «
L'impact des attentats devrait se resorber d'ici à la fin de l'été », entro la fi ne dell'estate tutto dovrebbe
tornare come prima, si augura Gabriel Matar, il direttore finanziario del fondo americano Sentinel che
investe nell'industria alberghiera di tutto il mondo, quindi un osservatore competente. Tutto come prima, è
l'impegno di tutti qui in Francia. E per questo tutti fanno squadra, come s'è visto. Obiettivo: « chasser le
clients », andare a caccia di clienti. @pippocorsentino © Riproduzione riservata
Foto: Il ristorante di Alain Ducasse all'hotel Plaza Athénée
SCENARIO TURISMO E TOUR OPERATORS - Rassegna Stampa 27/05/2016
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Si sono presentati tutti insieme a New York per conquistare i miliardari che ora preferiscono l'Italia
27/05/2016
Pag. 35 Ed. Ancona
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tiratura:152577
Porto , arriva la Msc Sinfonia: con 2.500 turisti è la nave più grande mai approdata in città Chance per il
commercio del centro. Cataldi: «Carte in regola per una forte stagione estiva»
` Sarà un venerdì da ricordare. E' la prima volta di Msc Sinfonia ad Ancona, la nave da crociera più grande
che la città abbia mai visto. È il primo test per la banchina 15, adeguata per poter ospitare il nuovo gigante
del mare. È anche la prima estate che vede il porto antico vero protagonista, dopo la sua riapertura, l'anno
scorso, avvenuta a stagione già inoltrata. Ed è, infine, la prima volta del nuovo Centro di informazione
turistica regionale agli ex Magazzini del sale, all'interno del porto, che sarà inaugurato oggi. Insomma, un
venerdì da annali della città. Si parte alle 7 di stamattina con l'approdo di Msc Sinfonia alla banchina 15
dove resterà fino alle 18. Gioiello del mare da 275 metri, Sinfonia è in assoluto la nave da crociera più
grande che il porto di Ancona abbia mai visto attraccare alle sue sponde. Tant'è vero che l'Autorità portuale
è dovuta intervenire sulle sue infrastrutture per consentire all'imbarcazione di ormeggiare e ad Ancona di
non perdere il suo traffico crocieristico. L'operazione? L'installazione di nuove bitte, molto più performanti
delle precedenti e con una resistenza al tiro di 150 tonnellate (contro le vecchie 50), nella banchina attigua
al terminal crociere. Carnevali a pag. 37 ` Sarà un venerdì da ricordare. Venerdì di prime volte, con le quali
si apre ufficialmente la stagione estiva 2016. È la prima volta di Msc Sinfonia ad Ancona, la nave da
crociera più grande che la città abbia mai visto. È il primo test per la banchina 15, adeguata per poter
ospitare il nuovo gigante del mare. È anche la prima estate che vede il porto antico vero protagonista, dopo
la sua riapertura, l'anno scorso, avvenuta a stagione già inoltrata. Ed è, infine, la prima volta del nuovo
Centro di informazione turistica regionale agli ex Magazzini del sale, all'interno del porto, che sarà
inaugurato oggi. Insomma, un venerdì da annali della città. Si parte alle 7 di stamattina con l'approdo di
Msc Sinfonia alla banchina 15 dove resterà fino alle 18. Gioiello del mare da 275 metri, Sinfonia è in
assoluto la nave da crociera più grande che il porto di Ancona abbia mai visto attraccare alle sue sponde.
Tant'è vero che l'Autorità portuale è dovuta intervenire sulle sue infrastrutture per consentire
all'imbarcazione di ormeggiare e ad Ancona di non perdere il suo traffico crocieristico. L'operazione?
L'installazione di nuove bitte, molto più performanti delle precedenti e con una resistenza al tiro di 150
tonnellate (contro le vecchie 50), nella banchina attigua al terminal crociere. Inoltre, sono stati posizionati
anche nuovi parabordi di dimensioni maggiori e quindi adatti alla supercrociera. Opera da 200mila euro,
studiata da tecnici olandesi e finanziata dalla Authority, che ha sostenuto anche la spesa per la
realizzazione dello scalandrone, la piattaforma speciale rimovibile, sospesa sull'acqua, che consente ai
passeggeri della Sinfonia di salire a bordo e di scendere a terra. Ma la rivoluzione di Sinfonia non è solo
nelle sue mastodontiche misure, 275 metri significano soprattutto più passeggeri, 2500, a cui si aggiungono
le 650 persone di equipaggio. Presenze che si riverseranno in città, da oggi e per altre 18 settimane.
Diciotto sono infatti le toccate previste da Msc. Poi ci sono le minori, per dimensione ma non per
importanza, crociere one shot. Più piccole, arrivano una sola volta per stagione, meno passeggeri, ma
target extralusso. Un altro sprint per il traffico crocieristico. Ancona è pronta ad accogliere i nuovi numeri e
diventare città turistica? Ci prova. Oggi, in occasione dell'arrivo di Sinfonia, la presentazione del piano 2016
del progetto di accoglienza coordinato dalla Camera di Commercio, Welcome to Ancona, che per
quest'anno annuncia grandi novità, legate anche ai nuovi luoghi da scoprire proprio nel porto antico. La
location storica, quest'anno, dopo il rodaggio della passata estate, si presenta come vero e proprio
itinerario, dall'Arco di Traiano alla Lanterna Rossa, messa in sicurezza e con l'opera d'arte dedicata a
Monica Vitti, e con una proposta più strutturata di servizi bar, ristorazione e dal 1° giugno anche la
tensostruttura. E proprio il porto si candida a diventare primo front office turistico. Non a caso oggi verrà
inaugurato il nuovo Centro unificato informazioni e accoglienza turistica della Regione, nei locali dell'area
SCENARIO TURISMO PORTUALE - Rassegna Stampa 27/05/2016
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Via all'era delle super crociere
27/05/2016
Pag. 35 Ed. Ancona
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SCENARIO TURISMO PORTUALE - Rassegna Stampa 27/05/2016
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portuale degli ex Magazzini del sale (banchina Nazario Sauro). Spazio che dovrebbe fornire ai passeggeri
ed ai crocieristi sbarcati in città tutte le notizie utili per godersi le bellezze di Ancona e di tutte le Marche. I
passeggeri avranno già la prima idea di ciò che è possibile trovare nel territorio solo guardando gli
stendardi che adorneranno le pareti dell'edificio: l'Arco di Traiano con la vista sul Duomo, il Cònero e "La
Muta" di Raffaello, ovvero: storia, natura ed arte. Agnese Carnevali
Flash dalle banchine
Esame per lo scalo storico
Il "regno" dei turisti
Si lavora per la movida Agli ex magazzini del sale da oggi il nuovo centro unificato informazioni e
accoglienza turistica Lavori in corso per la tensostruttura che dal 1° giugno ospiterà appuntamenti ed
iniziative che saranno gestite da Bonta delle Marche I l Porto Antico si propone per la prima volta nel suo
splendore, tra arte e storia, all'avvio della stagione estiva
27/05/2016
Pag. 27 Ed. Ascoli
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tiratura:16280
ALESSANDRA CLEMENTI
San Benedetto
Una stagione estiva con poche stelle e tante ombre, e gli operatori tuonano: «Niente di nuovo sotto il cielo,
da anni abbiamo cartelloni senza eventi». Anghiò, Scultura viva, Maremoto, il Festival del brodetto e il
mercatino francese sono gli unici appuntamenti fissati dall'amministrazione uscente che lascia come eredità
anche un piccolo salvadanaio da spendere per il cartellone estivo, ma lo spazio di manovra sarà minimo.
Ne approfitta subito Paolo Perazzoli per dire: «Se vinciamo il 5 giugno sarà più semplice programmare
qualcosa, dal 19 in poi sarà tutto più complicato». Un chiaro appello al voto al fine di evitare il ballottaggio.
La questione turistica è stata trattata in Comune nell'incontro tra i candidati sindaco e l'uscente Gaspari.
Confcommercio all'attacco
«Cosa cambia tra questo cartellone e quelli degli anni precedenti? - si chiede la presidente della
Confcommercio turismo Enrica Ciabattoni - oggi si parla della riproposizione di qualche evento ma non è
altro che il calendario del passato. In fondo non abbiamo mai avuto grandi eventi o grandi programmazioni.
Una volta chiuse le elezioni e insediato il nuovo sindaco sarà luglio, quindi si potrà incidere davvero poco.
Non ci resta che sperare nel futuro. La programmazione deve essere affrontata mesi prima e non una
presa in giro come è stato fino a oggi» .
Pochissimi cambiamenti
E lo stesso candidato del centrodestra Pasqualino Piunti commenta: «Il cartellone non è mai stato
esaltante, quindi cambierà poco quest'anno». Da vedere le risorse che Gaspari lascerà al nuovo sindaco e
quanto si potrà ancora fare per inserire nuovi appuntamenti.
Programmare a settembre
«Speriamo che si cambi metodo - afferma Francesca Rossi Bollettini Assobalneari - Confindustria - la
programmazione deve essere effettuata a settembre per l'estate successiva, dove gli imprenditori devono
ricevere un sostegno dall'amministrazione. Tutto questo fino a oggi è mancato, è stato assente il dialogo,
mentre è importante il lavoro di squadra. Nel turismo soprattutto occorre fare sistema».
Proposte alternative
E sulla questione turistica interviene anche il candidato sindaco di A Sinistra in Comune Luca Spadoni:
«Occorre cambiare il modello stesso della nostra offerta turistica, legato esclusivamente al balneare e
all'alberghiero. Manca in città qualsiasi forma di offerta turistica alternativa a quella alberghiera: ostelli della
gioventù e comunque strutture residenziali a basso costo, camping, e aree sosta camper». Quindi va rivista
l'offerta turistica sia a livello di infrastrutture oltre che di eventi.
L'Assoalbergatori
E di parcheggi a pagamento, tassa di soggiorno, destagionalizzazione e Piano di Spiaggia i candidati
sindaco hanno discusso anche nell'incontro organizzato dall'Assoalbergatori. Castagna si è soffermato
sull'appalto del nuovo lungomare e di fronte a una rata annua del mutuo di 400 mila euro pensa che si
debbano aumentare le tasse o tagliare i servizi. Giorgio De Vecchis, della coalizione Orgoglio
Sambenedettese, ha aggiunto: «Dobbiamo rilanciare l'asse che dal porto passa per la Palazzina Azzurra,
fino all'ex Gil e quindi alla Sentina». Mentre di semplificazione del pagamento della tassa di soggiorno e
destinazione dei proventi per il nuovo lungomare ha parlato Perazzoli, proponendo una
destagionalizzazione con attività come la mietitura, la vendemmia, oppure i carnevali storici di Offida ed
Ascoli. «Stiamo pensando a due programmi semestrali, uno estivo e uno invernale, proprio per allargare la
stagione del turismo» ha detto da parte sua Pasqualino Piunti di Forza Italia, mentre Spadoni ha rilanciato
TURISMO BALNEARE - Rassegna Stampa 27/05/2016
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Estate con poche stelle e tante ombre
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TURISMO BALNEARE - Rassegna Stampa 27/05/2016
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la città ciclabile per il turismo alternativo. Insomma tante buone idee, tutte da mettere in pratica.
La rabbia degli operatori
Intanto però la Riviera si ritrova con un'estate che si prospetta solo spiaggia e sole. Anche per questo la
rabbia tra gli operatori è davvero tanta e quasi tutti parlano di una mancata volotà a programmare qualcosa
di più serio per l'estate. «Quanto si sta verificando lo abbiano già vissuto cinque anni fa - dicono alcuni
operatori - anche allora la città si ritrovò ad affrontare una stagione turistica senza un minimo di programma
di accoglienza. Non che questo possa cambiare le cose, ma è senza ombra di dubbio una conferma di
quanta poca considerazione vi sia verso il settore del turismo».
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«Più produttività per far crescere i salari»*
Boccia: ripartiamo dalle nostre imprese per costruire un capitalismo moderno - «Riforme avanti, ci battiamo
dal 2010 per superare bicameralismo perfetto e titolo V»
Nicoletta Picchio
PIn questa fase «non si può interferire con i rinnovi contrattuali aperti», ma quando riprendererà il confronto
coni sindacati «avremo come bussola lo scambio salarioproduttività». Dal palco dell'assemblea di
Confindustria, il neopresidente Vincenzo Boccia rilancia il tema delle relazioni industriali. Numerosii temi
trattati, dal fisco agli investimenti all'Europa: nella gestione del bilancio pubblico - ha detto - «non chiediamo
scambi né favori, ma politiche per migliorarei fattori di competitività». E ha lanciato un invito ad andare
avanti «con forza sulla strada delle riforme». Quanto al riassetto costituzionale «Confindustria si batte dal
2010 per superare il bicameralismo perfetto e riformare il Titolo V». Boccia ha quindi sottolineato l'apporto
che devono dare le imprese allo sviluppo, anche innovando i modelli di finanziamento e di governance:
crescere «deve diventare la nostra ossessione». ROMA pEsordisce in modo diretto e concreto:
«Ripartiamo da ciò che conosciamo e sappiamo fare meglio: la nostra industria». Per «costruire un
capitalismo moderno, fatto di mercato, apertura di capitali, investimenti nell'industria del futuro». Vincenzo
Boccia cominciaa parlare davanti alla platea degli imprenditori, nel suo primo discorso ufficiale da
presidente di Confindustria. La nostra economia «è senza dubbio ripartita, ma non è in ripresa, è una
risalita modesta, deludente, che non ci riporterà in tempi brevi ai livelli pre-recessione». Bisogna andare
avanti con le riforme: «La strada obbligata per liberare il paese dai veti». Le affronta una ad una, a partire
da quella istituzionale, passando per fisco, burocrazia, spesa pubblica, infrastrutture. Serve una politica
industriale: «Gli altri paesi se la sono data, noi no». Boccia guarda anche in casa propria: «Prima di
chiedere agli altri dobbiamo iniziare a indicare ciò che spetta a noi». Al mondo delle imprese e a
Confindustria: «Crediamo che rappresenti un bene comune per l'intero paese, sappiamo di poter fare molto
per l'Italiae per il cambiamento». Crescere «deve diventare la nostra ossessione, si nasce piccoli e poi si
diventa grandi». E c'è un tema che può dare un contributo «decisivo» per aumentare «la ricchezza e il
benessere delle imprese e delle persone»: le relazioni industriali. Boccia lo dice chiaramente: occorre lo
scambio salario-produttività. Torna sul tavolo la riforma della contrattazione, avviata con la presidenza di
Giorgio Squinzi «vi erano tutte le condizioni»e poi arenatasi. «A malincuore»è stata accettata la decisione
del sindacato di rinnovare i contratti con le vecchie regole. «Adesso non si può interferire con i rinnovi
aperti», ha scandito Boccia. Ma quando si riaprirà il confronto la «bussola» sarà lo scambio
salario-produttività da realizzare nella contrattazione aziendale e «sarebbe opportuno che le nuove regole
fossero scritte dalle parti sociali e non dal legislatore. Non vogliamo giocare al ribasso: vogliamo una più
alta produttività per pagare più alti salari», ha precisato Boccia. È proprio «l'andamento della produttività la
causa della lenta crescita italiana.È una variabile decisiva». Gli aumenti retributivi, ha spiegato, devono
corrispondere ad aumenti di produttività. «Il contratto nazionale resta per definire le tutele fondamentali del
lavoro e offrire una soluzione a chi non desidera affrontare il negoziato in azienda». Inoltre: «Serve una
politica di detassazione e decontribuzione strutturale. Senza tetti di salario e di premio». Bisogna costruire
la stagione della «collaborazione per la competitività». E subito le parti sociali devono confrontarsi su
questioni importanti, in particolare le politiche attive del lavoro, la sfida dell'invecchiamento attivo, il welfare
aziendale. «Le risorse umane sono il fattore vincente delle imprese». Molti gli applausi (24 , con standing
ovation finale), lungo il tributo della platea a Squinzi, quando Boccia lo ha ringraziato per il lavoro svolto e
per aver mantenuto la promessa di restare «uno di noi. L'esempio che ci hai dato lascerà un'impronta». Un
momento di commozione anche quando ha salutato il padre, Orazio, vedendolo seduto in platea «e
SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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L'assemblea di Confindustria I contratti Ora chiudiamo i rinnovi aperti. Quando riprenderemo il confronto
per la riforma del modello contrattuale avremo come bussola lo scambio salario-produttività IL NUOVO
PRESIDENTE
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SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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pensare da dove sei partito». A dimostrazione, «che la nostra associazione è inclusivae aperta». In prima
fila, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Vasta la rappresentanza del governo, oltre ai ministri
dei Beni culturalie dello Sviluppo, Dario Franceschinie Carlo Calenda, che sono intervenuti, erano presenti
Stefania Giannini, Istruzione; Marianna Madia, Funzione pubblica; Beatrice Lorenzin, Sanità; Maurizio
Martina, Politiche agricole; Graziano Delrio, Infrastrutture; Giuliano Poletti, Lavoro. Erano presenti, tra gli
imprenditori, i past president di Confindustria Emma Marcegaglia, Antonio D'Amato e Luigi Abete, oltre ai
tre leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil e i presidenti di associazioni di altre categorie imprenditoriali. È al
governo e alla politica che Boccia si è rivolto sollecitando le riforme. Precisando però che «non hanno un
nome, ma un oggetto. Non sono patrimonio dei partiti, ma di tutti i cittadini». Quindi «appartengono anche
alla storia di Confindustria fin dagli anni '90». In particolare «Confindustria si batte fin dal 2010 per il
bicameralismo perfettoe riformare il TitoloV della Costituzione». Il traguardo, ora «è a portata di mano». Le
posizioni sul referendum verranno decise, ha detto il neo presidente, nel consiglio generale del 23 giugno,
coinvolgendo tutto il sistema. Ed ha avuto applausi Boccia quando ha affermato che in una democrazia
moderna chi si oppone deve presentare proposte alternative e non usare l'opposizione «solo per
temporeggiare». Boccia crede nel dialogo: «Vogliamo che non ci sia più contrapposizione tra istituzioni e
imprese». Per Boccia «il tempoè cruciale, è uno dei principali fattori di produttività». Quindi serve un nuovo
modello di legislazione e di Pa, in grado di promuovere la crescita. Far funzionare le istituzioniè anche la
strada per estirpare l'illegalità, ha detto Boccia, esprimendo solidarietà al sindaco di Licata. «L'illegalità si
estirpa quando il mercatoè libero. Prima che nei tribunali va punita socialmente». Nel segno della legalità è
anche «indispensabile il severo contrasto all'evasione». La delega fiscale ha inciso «molto e bene», ora
deve tradursi in atteggiamenti concreti. Bisogna rilanciare l'Italia, valorizzando le nostre capacità di seconda
potenza manifatturiera. L'industria del futuro, ha detto Boccia, richiede dimensioni adeguate. Quindi
bisogna innovare i modelli di finanziamento e di governance, le aziende devono essere meno
«bancocentriche». Come Confindustria «ci faremo promotori instancabili» di questo cambiamento, e
lavoreremo perché al programma Elite di Borsa italiana partecipino «diverse migliaia di imprese». Alle
banche, ha aggiunto Boccia, vuole però «strappare una promessa»: tornare dentro le aziende. Sono molti i
punti toccati da Boccia: la questione energetica «l'Italia deve diventare hub internazionale del gas», serve
«un quadro di regole per il mercato elettrico non distorsivo per gli Stati membri». Vanno rilanciati i progetti
infrastrutturali, che penalizzano soprattutto il Sud. Per il Mezzogiorno non servono politiche straordinarie,
«ne servono più intense, ma uguali a quelle necessarie al resto del paese», sfruttando in pienoi fondi
strutturali. «Non chiediamo scambi né favori, ma politiche per migliorare i fattori di competitività».
Proponiamo, ha aggiunto, un programma certo da realizzare in quattro anni. Con «manovre di qualità,
politichea saldo zero, ma nona costo zero». Sul fisco, la richiestaè alleggerire il carico su lavoroe imprese
spostandolo sulle cose; le risorse che arrivano dall'evasione devono andare all'abbattimento delle aliquote.
«Ottima» per Boccia, la riduzione dell'Ires al 24% a partire dal 2017. L'Italia ha la non invidiabile anomalia
dell'elevata imposizione sui fattori di produzione. Il superammortamento sta funzionando: «Rinnoviamolo».
Siamo coscienti, ha aggiunto, del vincolo del debito pubblico. «Ma nemmeno vanno bene le politiche di
austerità che assomigliano ad un accanimento terapeutico», ha detto Boccia, dando atto ai governi italiani,
specie quello in carica, di aver ottenuto una politica di bilancio non più restrittiva nella Ue. Non bisogna
violare le regole, piuttosto proseguire nelle riforme strutturali per ridurre la spesa pubblica. Anche all'Europa
Boccia ha dedicato parte del suo discorso: c'è uno stallo economico, soprattutto politico. Bisogna realizzare
un'Europa coraggiosa, che non costruisca muri, metta come priorità lo sviluppo della propria industria,
consapevole delle proprie potenzialità. Ieri per la prima volta ha parlato il ministro dei Beni culturali. Boccia
ha fatto proprie le parole di Mattarella: ogni euro speso per la culturaè speso anche ai fini della crescita.È
quel Brand Italia «dall'enorme potenziale». Infine il presidente di Confindustria ha concluso sottolineando
l'orgoglio di essere imprenditori, ribadendo la volontà di lavorare presentando proposte, aspettando
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SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 27/05/2016
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alternative, ma «esigendo il confronto» per contribuire a creare «quello che vogliamo, quel futuro cheè
dentro di noie che vedremo solo domani». EUROPA Il primo pensiero del presidente di Confindustria va al
referendum del 23 giugno nel Regno Unito che sceglierà se restare o meno all'interno dell'Unione europea.
«In caso di "Brexit" - dice Vincenzo Boccia - a essere indebolita sarebbe la credibilità stessa del progetto
europeo». Ma quale dev'essere questo progetto? Non quella del solo rigore. Non quella che alza muri.
Un'Europa capace di «propor- re soluzioni mature». Che sia «coraggiosa, visionaria, che non costruisce
barriere, ma opportunità per i propri cittadini». E soprattutto un'Europa della crescita, capace di mettere
come priorità lo sviluppo della propria industria». Un'Europa «consapevole delle sue potenzialità»: essere il
mercato più ricco del mondo con un debito aggregato minore di quello degli Usa. Sviluppo dell'industria al
centro della nuova Ue FISCO Un fisco più leggero su lavoro e imprese. Il cammino di rilancio della
competitività passa giocoforza da interventi sul sistema tributario. «Spostare il carico fiscale, alleggerendo
quello sul lavoroe impresee aumentando quello sulle coseȏ il percorso suggerito dal neopresidente
Vincenzo Boccia. «Le risorse derivanti dalla revisione delle tax expenditurese dalla diminuzione
dell'evasione- ha aggiunto Boccia- devono andare all'abbattimento delle aliquote fiscali». Del resto «la
competizione tra Paesi si gioca anche sul fisco. Per questoè ottima- ha sottolineato il presidente di
Confindustria- la riduzione dell'Ires al 24%a partire dal 2017. Che però non basta». Per favorire la crescita,
Boccia ha chiesto di potenziare il bonus ricercae rinnovare il superammortamento sui beni strumentali. Il
tutto nel rispetto dei vincoli Ue. Imposte da ridurre su lavoro e imprese
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Rafforzare assicurazione e finanziamento all'export Le filiere sono considerate da Boccia un traino del
sistema produttivo per migliorare la capacità di stare sui mercati globali. È importante «mettere insieme tutti
gli attori, pubblici e privati, in un progetto strategico per accompagnare il made in Italy all'estero,
rafforzando i servizi di assicurazione e di finanziamento». In questo senso da tempo si lavora verso una
vera Exim bank sul modello di altri Paesi. C'è anche un problema dimensionale. «Dimensione qualitativa
significa anche statura internazionale: portare i nostri prodotti e i nostri servizi nel mondo, intercettando
quella classe media che nei nuovi mercati si allarga e apprezza sempre di più il "bello e ben fatto" italiano».
RIFORME
Bicameralismo e Titolo V traguardo a portata di mano «Confindustria si batte fin dal 2010 per superare
il bicameralismo perfetto e riformare il Titolo V della Costituzione. Con soddisfazione, oggi, vediamo che
questo traguardo è a portata di mano». Così Boccia interviene sulle riforme costituzionali anche se poi
chiarisce che «la nostra posizione e le conseguenti azioni sul referendum verranno decise nel Consiglio
generale convocato per il 23 giugno». Per il presidente di Confindustria le riforme sono la «strada obbligata
per liberare il Paese dai veti delle minoranze e dai particolarismi, che hanno contribuito a soffocarlo
nell'immobilismo. «Una democrazia moderna - ha aggiunto - prevede che chi si oppone a una riforma, a un
governo o a una misura avanzi proposte alternative subito praticabili e non usi l'opposizione per
temporeggiare».
CONTRATTI
Nuovo modello contrattuale ma prima rinnovo dei Ccnl Gli aumenti retributivi devono corrisponderea
incrementi di produttività, lo scambio si realizzaa livello aziendale in linea con il decentramento contrattuale
che interessa l'Europa. Il contratto nazionale «resta per definire le tutele fondamentali del lavoroe offrire
una soluzionea chi non desidera affrontare il negoziato in azienda». Coni profitti al minimo storico, «lo
scambio "salario/produttività"è l'unico praticabile»,e va aiutato con una politica di detassazionee
decontribuzione strutturali. La definizione del nuovo modello contrattualeè una leva fondamentale, ma
adesso «non si può interferire coni rinnovi aperti», in primis quello di Federmeccanica. Alla ripresa del
confronto con il sindacato, la bussola sarà «lo scambio salario/ produttività»: le nuove regole siano scritte
dalle parti socialie non dal legislatore.
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MISURE PER INVESTIMENTI
Estendere il bonus ricerca, rinnovare i superammortamenti Confindustria sollecita una politica fiscale a
sostegno degli investimenti, a partire da quelli in ricerca e sviluppo. Il credito di imposta previsto dal
Governo - è la tesi - «va potenziato superando la logica incrementale». Quest'ultimo meccanismo,
sostengono gli industriali, basandosi sul delta della spesa rispetto al 2012-2014 penalizza le imprese che
hanno sempre puntato sugli investimenti in ricerca, anche durante gli anni della crisi. In generale - dice
Boccia - «chiediamo di sostenere gli investimenti con politiche di lunga durata». Un esempio, in questo
senso, è il superammortamento al 140% introdotto dall'ultima legge di stabilità: la misura, che ha dato in
alcuni settori buoni risultati in termini di ordini e fatturato, scadrà alla fine del 2016 e Confindustria chiede di
rinnovarla.
LEGALITÀ
Istituzioni funzionanti più che nuove norme «Una sfida che non vorremmo dover combattere, ma che ci
vede da anni impegnati in prima linea».È quella per la legalità, secondo Vincenzo Boccia. Nell'esprimere
solidarietà ai rappresentanti delle istituzioni che «ogni giorno toccano con mano il disprezzo per le leggi
dello Statoe sono costrettia lottare, spesso da soli, contro la mancanza di qualsiasi senso civicoe di rispetto
per il bene comune», il presidente di Confindustria dice che «l'illegalità va punita.E prima che nelle aule dei
tribunali va punita socialmente».A suo giudizio va isolato «chi viola il patto sociale, frena il progresso
economico oltre che civile del Paese, fa concorrenza sleale, scoraggia l'accumulazione di capitale umanoe
peggiora la qualità delle istituzioni. L'illegalità si estirpa con Istituzioni che funzionano, non con nuove
norme».
PRODUTTIVITÀ
Scambio salari-produttività per rilanciare la crescita Coni profitti al minimo storico lo scambio "salario/
produttività"è l'unico praticabile per ridare slancio alla crescita dell'economia nazionale. Nell'analisi sulla
politica dei redditi il nuovo presidente di Confindustria ha riassunto in pochi ma assai significativi numero il
distacco cumulato dall'Italia sugli altri paesi europei. Dal 2000a oggi la produttività nell'intera economiaè
salita dell'1% in Italia, contro il 17% dei nostri maggiori partner europei. Al contrario, il costo del lavoroè
aumentato più che in altre economie: nel manifatturiero, sempre dal 2000,è salito del 56% in Italia, rispetto
al 58% di Franciae Spagna, il 55% del Regno Unitoe il 36% della Germania. Per invertire lo squilibrio serve
più contrattazione aziendalee una politica di detassazionee decontribuzione strutturali sul lavoro.
POLITICA INDUSTRIALE
Sfruttare il potenziale su digitale e Mezzogiorno Per Boccia si deve puntare a una politica industriale
«fatta di grandi obiettivi, di "stelle polari" e finalizzata a creare le condizioni per un'industria innovativa,
sostenibile e interconnessa». Alcuni punti essenziali sono la capacità di sfruttare il potenziale di sviluppo
legato alle tecnologie digitali e alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale. Occorre «chiarezza nelle
priorità, centralità dell'innovazione, valorizzazione del ruolo dell'impresa, uso convergente di tutte le leve
dell'intervento pubblico». Vanno poi rilanciati i progetti infrastrutturali e bisogna sfruttare «con intelligenza e
pienamente» i fondi strutturali europei per il Mezzogiorno, senza adottare politiche straordinarie.
IMMIGRAZIONE
Schengen conquista di civiltà Senza stranieri ci fermeremmo Trasformare l'emergenza «dei biblici
flussi migratori in un'occasione storica di sviluppo sociale ed economico». È questo l'auspicio di arrivato ieri
da Boccia che ha ricordato come «senza i cittadini provenienti da altre nazioni, l'Italia si fermerebbe». Il loro
ruolo va pienamente riconosciuto e «noi imprese siamo pronte a fare la nostra parte». Perché «una società
coesa e inclusiva si costruisce offrendo una risposta al tema dell'immigrazione». In questo contesto una
parte importante spetta alla scuola, un preziosissimo canale di integrazione. E dal presidente di
Confindustria arriva un secco no «alla costruzione di muri», a cui bisogna opporsi «con tutte le nostre
forze». Shengen è «una conquista di civiltà» a cui «sarebbe imperdonabile» rinunciare.
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LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE
«La nostra economiaè ripartita, ma nonè in "ripresa".È una risalita modesta, deludente che non ci
riporterà in tempi brevi ai livelli pre-recessione»
L'EUROPA
«Bisogna realizzare un'Europa coraggiosa, che non costruisca muri e metta come priorità lo
sviluppo della propria industria»
LE REAZIONI DAL PARTERRE LUIGI ABETE Presidente di Bnl «Condivo la relazione di Boccia dalla
prima all'ultima parola.È condivisibile nel merito, nell'analisie nella modalità della proposta, completamente
in linea con quelle che sono aspettativee obiettivi del mondo dell'impresa» LUCA DI MONTEZEMOLO
Presidente di Alitalia «Bocciaè persona seriae perbene. Gli auguro di fare bene il presidente di
Confindustria come lo ha fatto coni piccoli imprenditori. Mi fa dispiacere vedere una Confindustria che mi
sembra piuttosto disunita per non usare il termine spaccata» EMMA MARCEGAGLIA Presidente di Eni «Il
discorso di Boccia l'ho trovato bellissimo, molto alto, di visione, completo, molto forte che ha posto l'accento
sulla responsabilità delle imprese e con un programma chiaro su quello che bisogna fare» GIORGIO
SQUINZI Amministratore unico e ceo del Gruppo Mapei «La scelta di Boccia è stata corretta e la sua
relazione è molto equilibrata. Credo molto nel sistema associativo e in Confindustria quindi per tutto quello
che mi sarà richiesto sono a disposizione»
FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE
Servono fonti alternative Private equity un'opportunità «Dobbiamo innovarei modelli di finanziamento e
di governance». Boccia ieri ha chiesto una trasformazione culturale agli imprenditori, chiamatia misurarsi
con gli strumenti finanziari alternativie a diventare meno legatia un sistema di finanziamento
tradizionalmente bancocentrico. «L'ingresso di un fondo di private equity nel nostro capitaleè
un'opportunità, non va guardato con timore». Senza «rimanere soggiogati dalla paura della perdita del
controllo». Il presidente di Confindustria siè anche rivolto alle banche, chiedendo loro di «tornare dentro le
imprese» nei capannoni, per vedere da vicino quel che si produce, come, con quali persone, per calcolare
in modo appropriato anche gli asset intangibili, elementi qualitativi da valutare al pari delle voci quantitative
di bilancio. «Dovete assumervi questo rischioe questa responsabilità».
SPENDING REVIEW
Sprecare risorse pubbliche è commettere un furto Non solo un meccanismo di risparmio finanziario,
«ma anche una potente leva per cambiare la mentalitàe il modo di operare della pubblica amministrazione,
verso una maggiore efficienzae una maggiore responsabilità».È una mission "strategica" quella della
spending review.E la relazione del presidente di Confindustria lo evidenzia in modo chiaro sottolineando
anche che «chi spreca risorse pubbliche commette un furto». Anche perché gli sprechi tolgono risorsee
potenzialità allo sviluppo. Ma l'intervento sulla spesa deve essere ben calibrato. «Noi dobbiamo sforzarci di
essere "intelligenti" nell'aggiustare, pezzo dopo pezzo, la nostra spesa pubblica», dice Boccia. Che
riconosce al Governo di «averne avviato il contenimento», ma aggiunge: «Noi pensiamo che ancora molto
vada fatto».
ENERGIA E INFRASTRUTTURE
L'Italia diventi l'hub internazionale del gas Affrontare il problema energia «in primo luogo a livello
europeo» mettendo al centro dell'azione di governo le esigenze del sistema produttivo italiano. Boccia nella
sua relazione parte dalle strategie Ue per dare spazio alla questione energetica. Perché gli orientamenti in
atto sulle politiche energetiche europee «non sempre valorizzano il potenziale del nostro Paese, in termini
di posizionamento geopolitico e di tutela dei settori manifatturieri». Il presidente di Confindustria chiede un
cambio di rotta «ribadendo l'ambizione dell'Italia di diventare hub internazionale del gas». È necessario
creare «un quadro di regole per il mercato elettrico non distorsivo per gli stati membri». Sul piano
nazionale, in linea con gli accordi di Parigi sul clima e con gli impegni europei di sostenibilità, si deve
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lavorare «a un progetto per l'efficienza energetica» nell'interesse di tutti e «senza contrapposizione
ideologica tra fornitori e utilizzatori di energia». Nel segno dell'efficienza energetica serve un programma
nazionale di riqualificazione di edifici pubblici e abitazioni. Partendo dalle periferie, «fabbriche di desideri»
dice Boccia citando la definizione di Renzo Piano, perché salvarle è «la sfida di questo secolo». Vanno
rilanciati i progetti infrastrutturali. «Le infrastrutture sono la base per lo sviluppo. Strade, ferrovie, porti,
aeroporti: l'economia di un paese progredisce attraverso le sue vie di comunicazione».
CULTURA E TURISMO
I due volani che possono diventare motori di sviluppo «Saremo lavoratori e cittadini migliori se
diventiamo consapevoli di cosa sia il nostro Paese e di quale privilegio abbiamo noi tutti nel vivere in una
terra dalla bellezza unica». Il binomio cultura e turismo viene citato più volte dal nuovo presidente di viale
dell'Astronomia convinto che «imprese e cultura sono molto più vicine di quanto si creda». Boccia nel suo
intervento fa sue le parole del presidente Sergio Mattarella («ogni investimento per la cultura è speso
anche ai fini della crescita del nostro Paese») e sottolinea come anche gli imprenditori siano convinti che la
cultura sia «motore di sviluppo. Umano ed economico». «La cultura spiega il numero uno degli industriali emoziona ed esalta l'esperienza della vita, la cultura accende il fuoco dell'industria creativa». Da qui l'invito
alle imprese che già oggi sono «alfieri di qualità e di bellezza nel mondo» ad attrezzarsi «per accogliere i
visitatori da tutto il mondo con un'offerta all'altezza delle aspettative, che unisca servizi e prodotti, facendo
leva sul marketing e i marchi e su quel Brand Italia dall'enorme potenziale». Per Vincenzo Boccia non solo
la cultura è motore di sviluppo ma anche «la nostra industria del turismo può essere volano e moltiplicatore
di sviluppo».
Il peso del fisco «Ottima la riduzione dell'Ires al 24% a partire dal 2017, ma non basta. L'Italia ha la
non invidiabile anomalia dell'elevata imposizione sui fattori di produzione»
La cultura leva di crescita «Impresa e cultura sono molto più vicine di quanto si creda. Facciamo
nostre le parole del presidente Mattarella: ogni investimento in cultura è speso per la crescita del
Paese»
LE REAZIONI DAL PARTERRE CLAUDIO DESCALZI Amministratore delegato Eni «Il discorso del nuovo
presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, è stato molto moderno, coerente ed estremamente
pragmatico, l'ho molto apprezzato perché ha saputo individuare soluzioni» CARLO DE BENEDETTI
Imprenditore ed editore «È stato un discorso innovativo, non retorico e pieno di civismo. E che guarda al
futuro. Non ci sono stati lamenti ma una proiezione verso il futuro. È la migliore Assemblea di Confindustria
cui ho partecipato» LUISA TODINI Presidente di Poste «Le tre relazioni di Boccia, Calenda e Franceschini
sono state entusiasmanti, di grande cambiamento e noi siamo pronti al cambiamento: ho molto apprezzato
i passaggi sulle riforme»
MARIO MORETTI POLEGATO Presidente Geox spa «È iniziato un percorso di rinnovamento del nostro
Paese, piaccia o no deve andare avanti perché il Paese era rimasto fermo, ora bisogna continuare con chi
vuole rinnovarlo»
Foto: Rilancio della produttività. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia
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