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- Il gioco delle varietà sconosciute : nuove specie e criteri innovativi urbanistici per la selezione di alberi per il verde urbano. The unknown varieties game : new species and innovative urban criteria in tree selection for urban forestry. Angelo Vavassori – Agronomo e Paesaggista UN GIOCO CHE VALE LA PENA GIOCARE: LA CREAZIONE DI UN PATRIMONIO VEGETALE La ricerca e la conoscenza delle varietà arboree è solitamente collegata alla fase progettuale delle aree verdi, per cui la vivaistica arborea e la ricca dotazione di varietà di alberi è una componente secondaria dell’attività professionale del paesaggista e del tecnico del verde. Non stupisce che il processo di scelta sia una semplice ricerca bibliografica delle specie. Ma la bibliografia non è il mercato e tanto meno una componente di ruolo nel processo di progettazione e costruzione del verde. Non stupisce quindi l’approccio estemporaneo alla produzione vivaistica e la scelta delle varietà come un gioco che non appassiona ed a cui si partecipa con distacco, con l’aspettativa che il ‘design’ esprima da se, come per incanto, l’opera d’arte senza le piante. Non conoscendo regole, protagonisti e tempi nessun gioco è accattivante e tanto meno crea coinvolgimento. Proviamo quindi a descrivere il gioco della scelta delle varietà, descrivendone alcune regole, protagonisti e tempi, perché un gioco senza regole non diverte ed ognuno gioca da solo e per se stesso. Un gioco con regole e protagonisti certi fa giocare nel sistema o come è meglio dire oggi “in rete“. Alla fine chi ci guadagna è l’intero sistema ed il perfezionamento del gioco stesso. Decidere di piantare un albero è sempre una decisione importante; non è solo un atto altamente simbolico o tecnico. Piantare un albero è l’inizio o la continuazione della creazione di un patrimonio vegetale che incide in modo significativo nel destino di un luogo, come spazio urbano o paesaggistico. Condiziona in modo significativo lo spazio e nel tempo la struttura della città e il suo patrimonio vegetale. Piantare alberi non deve essere una pratica istituzionale o mercantile, condizionata da motivi deboli e solo simbolici, che consista nella messa dimora di un giovane albero per inaugurazioni o eventi vari. Piantare alberi deve essere una conseguenza di una scelta ragionata in grado di conferire al giovane albero tutte le migliori possibilità di vita per il suo futuro. Quindi, una scelta ponderata. Tecnicamente approfondita, politica se necessita, mai fatta senza uno studio tecnico di qualità e mai senza una larga condivisione. La creazione di un grande patrimonio verde e la buona riuscita di un grande progetto di verde urbano e paesaggistico passa obbligatoriamente dal vivaio, dalla “fabbrica del paesaggio”, come realmente possiamo definire il vivaio, e dalla qualità delle piante arboree. La qualità delle aree verdi, tutte, urbane e non urbane, parte dal vivaio. La qualità vivaistica è la premessa per la qualità e la riuscita di ogni progetto, dal piccolo giardino alla grande opera paesaggistica. Non esiste grande progetto e realizzazione, senza piante di alta qualità. VALORIZZARE LA VIVAISTICA DEGLI ALBERI Lo sviluppo dell’arboricoltura in questo decennio è stato grande, soprattutto lo studio e la divulgazione della conoscenza dei fattori di gestione, delle problematiche di patologia, della stabilità ed il ruolo dell’arboricoltura del paesaggio nella pianificazione del territorio ed urbanistico. Non hanno avuto il medesimo successo e sviluppo lo studio e la divulgazione delle tematiche tecniche di vivasitica, diffusione della conoscenza delle varietà e di gestione della “ filiera della qualità degli alberi”, dal vivaista al gestore finale. Eppure le problematiche connesse alla vivaistica arborea ed alla scelta delle specie che ricadono sul futuro impianto sono numerose e fondamentali. Riscontro sempre un grande interesse e passione negli studenti o neo laureati che accompagno a far visita ai vivai di produzione di alberi; maggiore degli stage o visite a giardini e parchi. Per la maggior parte di loro è come la scoperta di un’area professionale non ancora esplorata e che chiede di essere messa in luce. La scarsa considerazione professionale verso la vivaistica in generale ha limitato non poco la crescita del settore nella sua componente strategica, che ho definito come “ filiera della qualità degli alberi o delle aree verdi ”, senza escludere la fase di progettazione e design delle aree verdi. Scegliere, selezionare e coltivare alberi è un processo tra i più complessi e di lunga durata, come lo è progettare, scegliere e gestire le alberature. La conoscenza e l’uso ragionato e sapiente degli alberi nei progetti richiede competenza , conoscenza di tutte le componenti del processo decisionale e rispetto delle regole, come in un gioco in cui protagonisti, ambito di gioco e regole si rispettano e perpetuano il circolo virtuoso della qualità di gestione delle alberature. ARBORICOLTURA IERI E OGGI L’arboricoltura ha subito dagli anni ’50 ad oggi due rivoluzioni . Una per l’organizzazione e la specializzazione produttiva negli anni 60 e l’altra negli anni 80-90 dovuta alla meccanizzazione. Nella prima, di tipo economico e strutturale, i produttori vivaisti si sono specializzati abbracciando l’arboricoltura ornamentale ed abbandonando le coltivazione di alberi per prodotti senza mercato, come i gelsi per la seta o i pioppi per la carta o per il legno. Ma la più radicale rivoluzione, ancora in atto, è la seconda che sta condizionando il sistema di coltivazione e rivoluzionando anche i parametri di qualità delle produzioni. Infatti la meccanizzazione delle lavorazioni di trapianto e di formazione delle piante ha cancellato tutti i vecchi parametri dimensionali di rapporto tra volume della zolla radicale e circonferenza del fusto o formazione della chioma. Il numero e la modalità di lavorazione permettono di accelerare i tempi e trasportare prodotti un tempo impensabili alle attuali misure. Inoltre, la specializzazione ha drasticamente ridotto il numero di specie, modificando il tradizionale uso e costume di arricchire l’arboricoltura ornamentale e paesaggistica con collezioni botaniche nei parchi e giardini in voga nell’ottocento e novecento, per favorire le piante con le migliori prestazioni in relazione alle attuali esigenze e di origine più prossima alla autoecologia urbana. Negli anni 60 e 70 i vivai producevano ben pochi generi di alberi; l’80 -90 % della totalità degli impianti arborei urbani era realizzata con l’impiego di una decina di generi di alberi. Gli alberi coltivati e piantati nel verde urbano, salvo le specie rare ed esotiche, erano in ordine di quantità i seguenti generi: tigli, platani, aceri, olmi, carpini, ippocastani, frassini, faggi, pioppi e salici. Questi 10 generi sono stati i principali per la piantagione arborea urbana europea fino agli anni 70. Dagli anni 70 l’allargamento del mercato europeo e mondiale della paesaggistica urbana, la maggiore conoscenza e la domanda di produzione in termini di import ed export ha favorito lo sviluppo della richiesta di produzione di alberi e, di conseguenza anche lo sviluppo della disciplina paesaggistica. A livello vivaistico sono entrati nello scenario le grandi selezioni americane e del nord Europa, ma soprattutto le varietà americane, molto simili alle nostre per genere ed ambientamento. Oggi le condizioni di mercato sono cambiate, ma la specializzazione produttiva e la modalità di domanda di mercato degli alberi condizionano sia la produzione che la scelta delle varietà. Una recente indagine sulle produzioni vivaistiche in un distretto del nord Italia di circa 2.000 ettari di vivaio di piante arboree latifoglie, con circa 80 aziende ha messo in luce dei dati originali ed interessanti in termini di domanda di prodotti e di ricchezza della biodiversità vegetale nel verde urbano. Il distretto coltiva 74 generi di alberi latifoglie, un solo genere (Acer) è coltivato con 30 varietà, uno (Prunus)) con 11 varietà ed uno con 9 (Fagus). Degli altri generi, 16 comprendono la coltivazione da 2 a 6 varietà e per 12 generi è stata rilevata una sola varietà. Ben 43 generi presentano soltanto la specie e nessuna varietà. Un numero piuttosto ridotto di varietà e quindi di “ specialità”. Man mano che il mercato cresce e la disciplina paesaggistica del verde urbano si affina, i vivai non sono più centri di coltivazione di ampia gamma della vegetazione; quei pochi che lo sono hanno una organizzazione commerciale molto sviluppata. L’indirizzo vivaistico è diretto verso la specializzazione produttiva, che obbliga il comparto e gli operatori a stabilire delle nuove regole di rapporti contrattuali di coltivazione e fornitura in relazione alle necessità, di programmazione di sostituzione arborea urbana o di progettazione a lungo periodo. La tendenza è comune a tutti i distretti produttivi e gli operatori, tecnici e progettisti, sono chiamati a scegliere e contrattualizzare il materiale vivaistico dei loro progetti in fase di progettazione o di programmazione economica degli interventi. E’ ormai impossibile reperire il materiale vivaistico, in certe quantità e qualità al momento dell’utilizzo senza una preliminare programmazione degli ordini. Possiamo dire che è soddisfacente l’incremento del numero di specie e varietà per l’impianto arboreo, una gamma di non meno di 750 varietà di alberi di facile disponibilità sul mercato e di alte prestazione funzionali, senza entrare nel mondo delle piante rare o da amatori e collezionisti. CRITERI DI SCELTA Prima di descrivere le specie e le varietà di nuova introduzione è utile portare l’attenzione su alcuni elementi che hanno condizionato la selezione e la produzione di alberi, nonché la progettazione del verde urbano e paesaggistico. Le novità più importanti che hanno condizionato la selezione di alberi sono state principalmente due : i nuovi parametri dell’urbanistica urbana e le mutate condizioni ambientali; di essi in particolare i fattori di inquinamento e di resistenza alle emissioni atmosferiche. Nell’ultimo decennio si è aggiunto il tema del cambiamento climatico e le ripercussioni a livello di microclima locale. In merito alle problematiche di selezione per la resistenza alle sostanze inquinanti, i risultati sono stati molto confortanti. Molte varietà selezionate per fattori di vitalità e rusticità hanno confermato un’ampia resistenza ed adattamento all’inquinamento atmosferico urbano ed alla elevata presenza di polveri sottili. Tutte quelle riportate nelle 2 liste allegate hanno manifestato un’elevata resistenza ai fattori inquinanti. Peraltro, anche le varietà e specie tradizionali hanno dimostrato buone resistenze ed adattamento alle nuove situazioni. Nuove situazioni critiche si stanno registrando per fattori di stress fisiologico per l’alta concentrazione di sale ( cloruro di sodio ) nelle strade e nello strato di circa un metro di suolo occupato dalla radici assorbenti; stress fogliare da carenza idrica e virosi estive ( manifestazione di maculature puntiformi ) da stress per alte temperature e scarsità di suolo per lo sviluppo radicale. Questi rilevamenti sono stati eseguiti in 25 città del Nord Italia dal 2004 al 2006. L’elemento che maggiormente ha condizionato la selezione e le scelte di alberi è stato il cambiamento delle misure dello sviluppo urbano. In pratica sono cambiate le dimensioni degli spazi urbani, strade, distanze tra edifici, altezze, spazi della mobilità e strutture urbane di arredo. Tutto ciò ha cambiato due elementi tecnici importantissimi: lo spazio d’impianto ed il volume di sviluppo in superficie. Lo spazio d’impianto è da anni che si è notevolmente ridotto. Ricordo che in alcuni Disciplinari d’impianto arboreo si è passati da buche d’impianto di 2m.x 2m. a 1,5 x 1,5 fino a 1m.x 1m . Dove si andrà a finire ? Quindi, senza alcuna riflessione specifica si è andati, spontaneamente, ad adeguare i criteri di scelta agli spazi ed ai volumi disponibili. Si è passati da alberi a forma tonda ed espansa a forme sempre più compatte. Prima ovoidali espanse fino a semi colonnari all’interno dello stesso genere o cercando generi alternativi che fossero corrispondenti ai nuovi volumi compatibili. Così, nella scelta di piante per verde urbano in viale e negli spazi non a parco aperto, si è passati da piante di prima grandezza (superiori a 18 mt.), con la massima coperture vegetale ed ombreggiamento a dimensioni più ridotte, di 2° grandezza (altezza compresa tra 12 e 18 mt ) . Questo passaggio non è secondario sia per l’utilizzo sia per la selezione e la coltivazione vivaistica. Negli ultimi 15 anni vi stato un passaggio da piante di prima grandezza a portamento espanso a piante di seconda grandezza a portamento compatto o ordinato. La selezione e la coltivazione hanno visto questo gruppo di piante incrementarsi ed offrire molti nuovi prodotti. Quindi, i criteri di scelta degli alberi per il verde urbano hanno un nuovo ordine di priorità. I criteri generali fanno capo a quattro famiglie di criteri : il primo è quello della pertinenza ecologica ed ambientale delle specie, il secondo è pertinenza agronomica e fisiologica ( le piante sono essere viventi ), il terzo i criteri soggettivi estetici e botanici, il quarto fa riferimento alle funzioni urbane ed alla gestione.. 1 2 3 4 Tab. 1 Criteri di scelta delle piante. Famiglie di criteri di Alcuni parametri tecnici scelta Ecologici ed ambientali Autoecologia della specie, clima, temperatura, piovosità, altitudine, autoctonia Agronomici e fisiologici Chimica e fisica del suolo, fattori di resistenza a stress , falda, fattori di resistenza, ambientamento, nutrizione. Paesaggistici ed estetici Qualità estetica botanica, fioriture, persistenza e colore foglie, valenze paesaggistiche e storiche, morfologia e portamento. Funzionali e di gestione Ambito di impianto, ruolo vegetale, spazio disponibile in superficie e in suolo, grado di copertura vegetale, modalità di gestione, patologie. Fatta salva la conoscenza della pertinenza ambientale, che non sarebbe nemmeno da mettere tra i criteri di scelta tecnica degli alberi per professionisti, i criteri di funzione e dimensione sono i fattori principali che guidano la scelta delle alberature. La prima domanda che ci si pone è : che dimensione e forma assume questa varietà? Che volume occupa nel soprassuolo nella sua età matura? Il quadro mentale di scelta prioritaria, da usare come strumento di lavoro, sono le classi di grandezza ed il volume degli alberi in superficie. Nel sottosuolo, invece, le piante hanno più similitudini di quanto si pensi, per esigenza di spazio e qualità del suolo. Lo spazio radicale è uguale per tutte le piante. Le ricerche sugli apparati radicali di Kutschera e Lichtenegger (2002) hanno messo in luce come l’espansione radicale sia, per il 90 % del volume radicale e per la maggior parte degli alberi (80%) limitata ad 1,30 – 1,50 di profondità in età matura e nei suoli naturali. In quelli urbani è ancora più superficiale. (Vedi Fig. 1 e 2) SCEGLIERE GLI ALBERI : LE VARIETÀ. I parametri di scelta, quindi, hanno assunto delle nuove priorità, finalizzate alla migliore collocazione e gestione urbana rispetto alle qualità estetiche. Come anticipato, c’è un incremento di scelta e selezione delle varietà di seconda grandezza ( 12- 18 mt. max ) a portamento ordinato, di medio volume aereo e di grande rusticità. E’ importante quindi la conoscenza diretta delle varietà; dai libri se ne comprendono solo in parte alcune delle loro peculiarità. La conoscenza delle specie arboree nelle loro varietà, non è molto diffusa al di fuori del settore strettamente vivaistico e, peraltro, in diverse pubblicazioni si trovano elenchi di varietà non ancora disponibili sul mercato europeo. Per conoscere ed appassionarsi alle varietà l’unico sistema valido è di andare in vivaio, soffermarvisi per qualche ora e fare confronti e paragoni tra le specie, scoprendo come le piante giovani non mantengano sempre lo stesso comportamento da adulte. Per esempio il Carpinus betulus ‘fastigiata’, che da giovane pianta (18-20) e fino a circa 5–6 anni post impianto si mantiene colonnare ( per cui si giustifica un certo sesto d’impianto sulla fila di 3–4 metri), poi si allarga alla base con un rigonfiamento significativo di diversi metri assumendo una accentuata forma conica. Visitare i vivai di coltivazione specializzata è importantissimo ed in tutti i Paesi europei. In genere sono molto dotati delle specie più idonee al Paese, quindi aiutano ad restringere la scelta delle specie localmente più idonee. Importanti sono anche le fiere di settore specialistico ed i cataloghi delle aziende più attente al mercato mondiale Quindi, cercando di essere coerenti con le reali offerte del mercato vivaistico europeo di seguito riportiamo le varietà dei generi più diffusi in due distinti elenchi. Il primo di varietà interessanti già presenti sul mercato da oltre 10 anni e generalmente, poco note, ed il secondo di varietà disponibili sul mercato di più recente introduzione. Ricordiamo, inoltre, che la scelta di queste essenze arboree è sì disponibile, ma eventuali scelte di materiali di taglie e quantità di una certa importanza è probabile non si reperiscano sul mercato. Vale la regola della programmazione e della concertazione tra produttore e committente con un contratto di coltivazione con definizione di specie e varietà, quantità, e data di consegna. Ogni varietà meriterebbe una descrizione minuziosa, che potrebbe essere noiosa e pesante. Ne illustrerò qualche decina per diapositiva nella relazione del congresso, mentre ne allego un numero maggiore da conoscere in vivaio. Di seguito nelle tabelle 1 e 2 riporto quelle più significative. VARIETA’ E STANDARD DI QUALITA’ . La problematica dell’arboricoltura moderna degli spazi urbani, richiama altri due temi connessi al tema della scelta: gli standard di qualità e la maturità vegetale commerciale o funzionale degli alberi. . Gli standard di qualità è un argomento che meriterebbe degli specifici approfondimenti, in quanto la rivoluzione tecnica colturale dell’arboricoltura ha vistosamente mutato i parametri tecnici.. Per brevità, nell’ambito del tema dei criteri di scelta accenno allo standard di qualità del rapporto tra zolla e fusto. Fino alla introduzione della meccanizzazione ogni parametro della dimensione della zolla era puramente astratto, privo di riferimenti sia fisiologici che di indici di accrescimento botanico. Costruito sull’esperienza, senza fondamento scientifico. Il rapporto 1/10 , diametro tronco - diametro zolla, o del rapporto 1 / 3, circonferenza tronco – diametro zolla, erano di buon senso pratico. Oggi tali rapporti possono in alcuni casi mantenersi ed in altri no. Non è la misura in quanto tale che conta, ma il volume delle radici che tali misure contengono. Ciò che conta è il numero dei trapianti che l’albero ha subito durante la coltivazione. Se un albero con circonferenza 18-20 ha la zolla di 60 cm. di diametro, può sembrare piccola o modesta, ma se tale albero è al suo terzo trapianto, il volume radicale interno alla zolla è molto sviluppato. Non è il medesimo di un albero con dimensioni più grandi di zolla al suo primo o secondo trapianto. Il rapporto empirico di 1/3 tra diametro tronco e zolla corrisponde, ma non al primo trapianto, bensì al terzo trapianto con altre due potature radicali fatte in precedenza. La meccanizzazione dei trapianti ha contribuito a conferire maggiore qualità intrinseca alla radicazione degli alberi. Qualità degli alberi significa qualità delle operazioni colturali. La buona ripresa vegetativa degli alberi dipende dalla qualità e quantità delle radici attive e dai capillari presenti. Per gli alberi sono indispensabili le lavorazioni radicali che favoriscono lo sviluppo delle giovani radici secondarie e assorbenti e limitino le radici primarie nel loro sviluppo in lunghezza. Un albero di tilia o acer pseudoplatanus ecc. di taglia 18- 20 deve aver subito, per esempio, 3 trapianti ( o zollature ), dopo la fase di astone arboreo 6-8. Il concetto nuovo di standard é legato alle lavorazioni vivaistiche specifiche e verificabili. Si può verificare se la pianta 18-20 ha subito tre trapianti osservando il fusto e la zolla. Il fusto ed i rami principali dopo il trapianto crescono meno della norma, quindi, basta comparare la lunghezza degli internodi. Ma più importante è verificare la zolla, che nella sua parte più esterna, periferica al taglio, non abbia radici con sezione di taglio superiore a circa 2 cm di diametro. Vedi fig. 3 e Foto 1. Diametri superiori significano meno trapianti e pianta con radici primarie più lunghe e radici assorbenti secondarie in numero minore o scarsamente presenti. In conseguenza il computo metrico, nella descrizione della taglia degli alberi dovrebbero avere solo due parametri numerici per identificare la dimensione: la circonferenza del fusto (ad 1 m. dal colletto) ed il numero dei trapianti. Un elevato numero di trapianti consente di avere dei diametri di zolla molto contenuti. Non è la dimensione della zolla radicale a fare la qualità, ma il numero di lavorazioni e la quantità di radici al suo interno, in quanto il trapianto ha la funzione di una potatura, di stimolo ed accestimento delle radici secondarie di assimilazione. Vedi fig. 3. La qualità della parte aerea della pianta è legata alla qualità di formazione della chioma, con la piena ramificazione su tutta la superficie di 360° del tronco. A questo scopo la qualità è garantita dall’introduzione della soppressione della dominanza apicale che porta gli alberi ad una normale filatura dell’apice. La soppressione della gemma apicale e la riformazione del fusto verticale o leader centrale con un ramo laterale, che in vivaio si nota ma che scompare dopo due anni di coltivazione, consente un accestimento dei rami laterali e la completa copertura della chioma con ottima densità dei rami. Ma qual è l’età o la misura minima corretta per la messa a dimora degli alberi, ovvero qual è la giusta maturità commerciale e tecnica delle alberature? Questo parametro è utile per non incorrere in inutili lavorazioni di formazione o mantenimento degli alberi nel fase di post impianto. Un albero è maturo e tecnicamente pronto quando è autosufficiente, è formato e non richiede interventi di allevamento, come innalzamento palco rami e formazione della chioma. Un albero messo a dimora non deve avere la necessità di operazioni di manutenzione per almeno 5 anni, salvo irrigazioni di soccorso estive. Tale condizione si può identificare in tre momenti tipici delle specie corrispondenti alle classi di sviluppo. La maturità di un albero da viale o da parco corrisponde ad una taglia minima di 18-20 cm. di circonferenza del tronco, con 3 trapianti, la cui altezza conseguente è di 4,5 – 5 metri. Questa è la misura minima di maturità tecnica a cui corrisponde l’autosufficienza di sviluppo. Per le classi dimensionali minore può variare, ma di poco. Lo schema sotto riportato specifica la maturità vivaistica degli alberi per classe dimensionale. Tabella 4 - Taglia di maturità tecnica e d’impianto: Classi dimensionali Ideale Non inferiore a I° grandezza ( + 18 mt. ) 18-20 16-18 II° grandezza ( 12- 18 mt. ) 16 -18 14-16 III° grandezza ( fino a 12 mt. ) 14- 16 12-14 Filari importanti 30-35 20-25 Tabella 5 - Distanze di impianto ottimali di alberi con circonferenza tronco 20 – 25 ( min. 18-20 ) in metri: Classi dimensionali altezza / forma Fastigiata Ovoidale Ovoidale tonda chioma colonnare slanciata espansa I° grandezza ( + 18 mt. ) 6 8 12 II° grandezza ( 12- 18 mt. ) 5 8 10 III° grandezza ( fino a 12 mt. ) 4 6 8 CONCLUSIONI . La scelta delle varietà arboree è un gioco bello e che appassiona, quando si ha il piacere di poterlo fare nel campo gioco ideale, il vivaio; dove si conoscono le piante in diretta con tutti i loro pregi e limiti e, come direbbe Shigo, “toccarle”. La scelta delle varietà si colloca al centro o nel cuore della filiera della qualità degli alberi, che inizia con la coltivazione ed ha un suo punto di arrivo nella gestione. Il gioco delle varietà sconosciute ha il suo successo e vittoria nella realizzazione della filiera della qualità degli alberi . Chi sceglie, dal vivaista al progettista fino al manutentore per apprezzare il gioco deve sentirsi inserito nella partita dall’inizio alla fine. Giocare il gioco della qualità degli alberi significa conoscere le regole della coltivazione, dell’accrescimento, del trapianto, della scelta delle varietà per il progetto, conoscere le regole del momento opportuno dell’ordine al vivaista, saper fare le scelte di gestione e coltivazione nella sede finale dove gli alberi saranno una preziosa parte del patrimonio del vede urbano. E qualora si dovessero rimuovere, conoscendo le regole del gioco del mantenimento della qualità degli alberi, sarà possibile realizzarlo nel rispetto delle regole della fisiologia delle radici degli alberi e delle regole della qualità del sito d’impianto. Queste sono le condizioni di durata e conservazione della qualità e garanzia di vitalità nella filiera dell’arboricoltura. Tab. 6 . Attori, scelte e prodotto della filiera della qualità : Attore Produttore vivaista Progettista Direttore lavori Gestore / manutentore Azioni e Standard di Scelta di progetto Scelta di impianto Scelta di coltivazione Scelte coltivazione Scelta varietale Scelta di Scelta di cura e difesa Operazioni colturali Scelta d’ordine accettazione Prodotto / Alberi di qualità obiettivo Progetto di qualità Opera del verde di Patrimonio qualità qualità Fig. 1 Modalità di sviluppo radicale di un albero in natura. Lo sviluppo in profondità è molto limitato, mentre si espande molto lateralmente. verde di Fig. 2 Sistema di Radicazione degli alberi alla stessa taglia di sviluppo. A : ( Sinistra ) Radicazione concentrata ed accestita in vivaio in seguito a lavorazioni di trapianto. B: ( destra ) Radicazione spontanea e naturale in natura, più estensiva e con radici primarie molto lunghe. Fig. 3. Sezione di radici in fase di trapianto. ( secondo trapianto 14 -16 circonferenza tronco ) A. ( Sinistra ) Radici con notevole accestimento stimolato con le potature radicali dei trapianti B. ( Destra ) Sezione con evidenza delle radici piccole esterne; non devono mai superare i 2 centimetri di diametro Foto 1. Radici che fuoriescono dalla zolla radicale. Il diametro delle radici all’esterno della zolla non deve mai essere oltre la misura di 2 cm. Tab. 2 - Specie sperimentate di buone prestazioni nel verde urbano presenti da 10 anni Genere Acer Acer Specie Campestre Cappadocicum X freemanii Griseum Negando Pensylvanicum Platanoides Varietà Elsrijk Lobel Flamingo Crimson king Drummondii Faassen black Schwedleri Pseudoplatanus Rubrum Aesculus x Alnus Alnus Amelanchier Betula Carpinus Saccharinum Saccarum Carnea Flava Cordata Spaethii Arborea Ermanii Pendula Utilis Betulus Leopoldii Rotterdam Autumn flame October glory Laciniata Wieri Briotii Laciniata Jacquemontii Frans Fontaine quercifolia Corylus Crataegus Davidia Fagus Fraxinus Col urna Laevigata X lavallei Monogyna Persimilis Prunifolia Involucrata Sylvatica Americana Angustifolia Excelsior Gleditsia Triacanthos Hibiscus s Kolreuteria Laburnum Ligustrum Liquidambar Liriodendron Malus Morus Nissa Ostrya Parrotia Platanus Syriacus Panicolata X watereri Japonicum Styraciflua Tulipifera Floribunda Alba Sylvativa Carpinifolia Persica Acerifolia Orientalis Alba Populus Prunus Pterocarya Pyrus Quercus Robinia X berolinensis Canescens Tremula Avium Fruticosa Padus Sargentii Serotina Serrulata Fraxinifolia Sptenoptera Calleryana Ceris Coccigea Frainetto X hispanica Robur Turner X margaretta Paul scrlet Carrierei Stricta albomarginata atropunicea laciniata Purple fontain Raywood Jaspidea Westhof’s glorie Skyline Sunburst burgundy Fastigiatum Bloodgood ( risist. C.c., ’85 ) Digitata Nivea Bolleana o pyramidalis Chanticleer Argenteovariegata Splendens Wageningen Fastigiata e F. koster Mauri Pseudoturneri Casque rouge Pseudoacacia Salix Sophora Sorbus Tilia Alba Japonica Aria Aucuparia Intermedia Latifoglia Americana Cordata Euclora Europea Flavescens Platiphyllos Ulmus Zelkowa Umbraculifera Bessoniana Pyramidalis Vitellina Regent Magnifica Edulis Greenspire Rancho Pallida Glenleven laciniata Rubra Fastigiata Glabra Serrata Tab. 3 Specie e varietà sperimentate e di recente introduzione per il verde urbano. Acer Genere Specie Campestre Cappadocicum Acer Platanoides Pseudoplatanus Rubrum Saccarum Aesculus Albithia Alnus Amelanchier Betula Flava Lophantha Spaethii Arborea Ermanii Pendula Brachychiton Carpinus Cercis Corylus populneus Betulus Canadensis colurna Varietà Red shine Lobel Odessanum columnare Cleveland Emeral Queen Royal red Constant P. Rotterdam FG Northwood Armstrong Red King Red sunset Scanlon Legacy Temple’s Upright’ Robin hill Holland Laciniata Crispa Fastigiata monument Obelisk Crataegus Davidia Eleagnus Fagus Fraxinus Laevigata X lavallei Monogyna Persimilis Prunifolia involucrata angustifolia Sylvatica Americana Excelsior pennsylvanica Fraxins Gleditsia Ornus triacanthos Grevillea Hibiscus s Robusta Syriacus Kolreuteria paniculata Jacaranda Laburnum Ligustrum Liquidambar Mimosaefolia X watereri Japonicum Styraciflua Liriodendron Tulipifera Magnolia Malus Kobus Morus Paul scarlet Splendens Splendens Vilmoriniana Dawyck ( green, gold, purple ) obelisk Rohan gold Rohanii Autumn applause e autumn purple Skyline Allgold Eureka Grift Diversifolia Globosum Aerial Cimmzam Summit Meczek Elegantissima Rubylace Flogi Flogru Fastigiata September Vossii Aureomarginatum Aurea Festival Moraine Stella Aureomarginatum Fastigiatum Golden hornet John dwnie profusion Liset Evereste Prof. Sprenger Red sentinel Street parade Rudolph Tschonoskii Alba macrophylla Photinia x Platanus Populus fraserii Acerifolia Orientalis Platanor Alba X canadensis Prunus Pterocarya Pyrus Quercus Robinia Fruticosa maackii Padus Sargentii Srotina serrulata Sptenoptera Calleryana Communis Regelii Nivalis Salicifolia Serrulata Cerris coccinea Frainetto X hispanica Salix X margaretta pseudoacaia Alba Schinus Sophora Sorbus molle Japonica Aria Tilia latifolia Americana Cordata Europea Flavescens Platiphyllos Pyramidalis vanessa Red robin Malburg Digitata Cuneata Vallis Clausa- res. C.c. Bolleana o pyramidalis Koster Robusta Serotina Globosa Amber beauty Molte varietà note Sunset boulevard Chanticleer redpire Beech Hill Argenteovariegata Splendens Schmidt Wageningen Concordia Casque rouge Frisia Belders Chermesina Pyramidalis Lutescens Magnifica Moltkei - Nova Redmont Corzam Roelvo Sheridan Erecta Tip. Lappen Pallida Pallida tip. Lappen Glenleven laciniata Rubra Fastigiata - Ulmus Zelkowa Tomentosa glabra Hollandica Resista Serrata Brabant Exoniensis Lobel Dodoens Groenveld Sapporo gold Flekova o Green Vase Village green
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