Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici
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Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici
Grammatica tipografica Prof. Giangiorgio Fuga Prof. Giangiorgio Fuga [email protected] http://blog.giofugatype.com http://www.giofugatype.com skype: giangiorgio_joaojorge Le due forme fondamentali dell’attuale alfabeto latino, maiuscolo e minuscolo, derivano da due modelli temporalmente lontani tra di loro. Il maiuscolo ha come modello la capitalis romana, il cui modello più perfetto era considerato essere l’iscrizione alla base della colonna di Traiano (114 d.C.). Nel Cinquecento numerosi calligrafi si cimentarono nell’impresa di fissarne il canone geometrico, senza mai ottenere un risultato perfetto. Il minuscolo deriva invece dalla scrittura umanistica neocarolingia, nata a Firenze nella prima metà del Quattrocento. Essa a sua volta derivava dai più antichi testi latini classici che gli umanisti andavano riscoprendo, scritti con la minuscola carolingia elaborata alla corte di Carlo Magno. La scrittura neocarolingia era usata principalmente per i libri manoscritti; era anche usata una scrittura corrente (corsiva) denominata “cancelleresca” da cui deriva il nostro attuale corsivo nato tipograficamente con i caratteri aldini incisi da Francesco Griffo, nella fine del Quattrocento a Venezia, per Aldo Manuzio che utilizza tale carattere per le sue edizioni “tascabili”, in quanto permetteva una maggiore compressione del testo. (L’uso del corsivo quindi inizialmente non era usato in coppia al tondo, ma in alternativa). L’utilizzo contemporaneo di maiuscole e minuscole si era già sviluppato fra il iv e il ix secolo d.C. Infatti in precedenza i due stili avevano usi completamente separati, anche in base al supporto utilizzato. Da un certo punto in poi, le due serie di caratteri vengono accoppiate con funzioni diverse negli stessi manoscritti. L’alfabeto tipografico – O alfabeto tipográfico – The typographical alphabet Il maiuscoletto – Pequeno capital – Small caps MAIUSCOLO maiuscoletto minuscolo Lanterna magica Un altro tempo S uccede a tutti. Gli si danno molti nomi, ma chi ne soffre sa bene che sin corende scontrosi, pronti a ridire su ogni cosa, a lagnarsi, pieni di un m segreto. Nelly lo conosceva. Fu dopo quel sogno che seppe di essere nei p figli le aveva portato via tutto, i denti perfino, e al risveglio decise che era o tene via» si ripeteva per strada, spicciandosi verso un’agenzia di viaggi per ufficio, per nulla invitante, vide manifesti di città fortificate, tutte soffuse di ogni visione la riempiva non di aspettative, ma di pensieri funesti. A quel p Legature standard – Ligaduras standard Lanterna magica Un altro tempo Nessi tipografici - Ligaduras Capital - Capitals Ligatures e+t (electa) =&& a+t=@ ◊BE∑TAS DE UNIT√E ECLESIÆ ∏NSE∑|NDA, ET SCHISM√E, ΩUƒ FUITINTER HEN∑ICHUM ΩUA∑TUM IMP. ∑O. ET G∑EG}IUM SEPT. PONT. MAX. CUIUSDAM EIUS TEMPO∑IS ÷OLOGI ◊BER AB HUT TENO INVENTUS A{O. MIS∫EM E∑HA∑TEM, ∏NTINUO HABEBAS πIΩUID A ME, ΩUƒ ›GE∑ES, UEL G∑ATU‹TIONIS, UEL ∏SO‹TIONIS A±EL‹MUS. Gli accenti – Os acentuações – Accents L’origine dei segni diacritici latini nei testi è evolutiva. A Robert Estienne è attribuito l’introduzione di segni di accentazione per il francese nel suo “Dictionarium” del 1530, ma la storia li vede come una parte integrale del testo dai primi tempi della scrittura latina. Un segno simile a un accento acuto è stato utilizzato in iscrizioni romane per indicare una consonante doppia. Il punto sulla “i”, il più comune segno diacritico di testo latino, è possibilmente un riporto di questo per parole come filii, ed è stato utilizzato nei manoscritti medioevali dall’inizio del xııı secolo. Con l’avvento della stampa, il segno e diventato comune. Non solo ha avuto significato linguistico, ma può essere stato il mezzo per guadagnare spazio e distinguere la lettera all’interno della struttura della Textura gotica. Gli accenti – Os acentuações – Accents Gli accenti – Os acentuações – Accents acuto agudo acute grave grave grave breve breve breve circonflesso circunflexo circumflex ogonek ogonek ogonek kreska kreska kreska dieresi trema diæresis macron macro macron punto soprascritto ponto superior overdot tilde til tilde circoletto alto anel ring caron circunflexo invertido caron Gli accenti – Os acentuações – Accents cediglia cedilha acute L barrata riscada slash L hoi hoi curl dieth - eth dyet dieth - eth eng eng eng arco arco breve inverted virgolata virgulado comma O barrata O riscado O slash H barrata H riscado barred H umlaut ungherese trema longo Hungarian umlaut Segni di interpunzione §in riferimento sezione Una forma di doppia s usata dai copisti a codici legali e statuti, per citare richiami a sezioni di testo particolari. (Il prurale dell’abbreviazione, ossia il riferimento a più sezioni, viene espresso duplicando il simbolo: §§) ¶ paragrafo È un simbolo molto antico, usato dai copisti medievali per segnalare l’inizio di un paragrafo o di una nuova sezione di testo. Segni di interpunzione †di morte croce latina Nell’uso tipografico europeo segnala date o nome di persone decedute. Nella tipografia anglosassone, questo glifo è noto come dagger (pugnale) e usato soprattutto come segno di richiamo per le note a piè di pagina. Nella redazione dei testi classici si usa per indicare passaggi che si ritengono dubbi. Viene detta anche obelisco e obelus. ‡Vienecrocedetta doppia Un segno per rimandi e note. anche diesis o double obelisk. Segni d’interpunzione – Os sinais de pontuação – Punctuation Segni d’interpunzione – Os sinais de pontuação – Punctuation […] Segni d’interpunzione – Os sinais de pontuação – Punctuation Virgolette semplici o apici ‘ab’ ‚ab‘ Virgolette alte “ab” “ab„ „ab“ " inglesi spagnole tedesche Attenzione! Questo è il simbolo dei “secondi” orari o di arco. Virgolette basse o sergente «ab» »ab« italiane tedesche I numeri – Os números – The numbers I numeri – Os números – The numbers I numeri romani – Os números romanos – The roman numbers I =1 II =2 III =3 IV =4 V =5 VI =6 VII =7 VIII= 8 IX= 9 X= 10 L= 50 C= 100 D= 500 M= 1.000 I numeri – Os números – The numbers I numeri romani – Os números romanos – The roman numbers I numeri – Os números – The numbers I numeri romani – Os números romanos – The roman numbers Nel XVI° secolo … Nel XVI° secolo … ✘ ✘ Nel XVI secolo … Nel XVI secolo … ✘ ✘ Nel xVI secolo … Nel xvı secolo … ✔ ✔ min. + dotless i NEL XVI SECOLO … NEL XVI SECOLO … ✔ ✔ I numeri – Os números – The numbers Abu Abdullah Muhammad bin Musa al-Khwarizmi (780 - 840 ca.) Autore dell’opera Aritmetica dove tratta in modo esauriente delle cifre e dell’utilizzazione dello zero e dove afferma di aver appreso il sistema numerico dagli indiani. Nel suo trattato discute in modo sistematico le operazioni fondamentali sui numeri interi. I numeri – Os números – The numbers Prime tracce e diffusione dei numeri indo-arabi in Europa • anno 976 - Spagna - Monastero di Albelda • anno 1077 – Vaticano Poche persone furono in grado di capire il nuovo sistema prima della metà del xıı secolo. Leonardo da Pisa “Fibonacci” (1115-1250?) • autore di Liber Abaci (1202), 459 pagine, 15 capitoli; • sistema di numerazione arabo; • operazioni fondamentali con i numeri interi e possibili applicazioni; • serie, proporzioni, radici quadrate e cubiche; • breve trattazione di geometria e algebra; • numeri di Fibonacci. I numeri – Os números – The numbers 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0123456789 numeri cardinali numeri minuscoli tipografici 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Le abbreviazioni storiche – Abreviaturas histórica – The historical abbreviations Segni delle abbreviazioni utilizzati dal viii al xvi secolo nella calligrafia e nella nascente tipografia. Sinais de abreviaturas utilizadas do viii ao xvi século em caligrafia ea tipografia nascente. Signs of abbreviations used the eighth to the sixteenth century in calligraphy and the nascent typography. Tipometria Tipometria: l’unita di misura – Tipometria: a unidade de medida Typometry: the unit of measurement I l sistema della misurazione dei caratteri tipografici ha prodotto vari benefici. Uno di questi è il fatto che i caratteri e gli spazi prodotti da diverse fonderie possono essere mescolati insieme per comporre del testo senza impunità. La puntuazione è diminuita d’importanza con l’aumento delle macchine per la composizione meccanica prima, e della digitalizzazione poi. In effetti lo stampatore è divenuto il fonditore dei propri caratteri. Quello che ha continuato ad essere un beneficio importante era il fatto che i caratteri tipografici, di misure diverse, possono essere messi insieme sulla base di un semplice adattamento aritmetico. E c’è stato un altro miglioramento: nei primi anni del ‘900 il piacere di rifondere “re-cast” i caratteri da parte dei fonditori, ha portato notevoli benefici nella regolarità e stabilità dimensionale, infatti portando tutti i tipi, tondi, corsivi, graziati, ecc; su allineamenti comuni questi possono essere fiancheggiati insieme senza il pericolo di inregolarità. La misura del corpo di un carattere si esprime in punti tipografici e si Tipometria: l’unita di misura – Tipometria: a unidade de medida Typometry: the unit of measurement identifica con la lettera «c.» (esempio: c. 8, c. 12, c. 24, c. 72 ecc.). Il multiplo del punto tipografico è la riga tipografica (da non confondersi con la riga di testo) corrispondente a 12 punti. Nel sistema di misura duodecimale di Didot (del 1770) la misura di partenza, che risale a Carlo Magno (vıı-ıx secolo), è il “piede del re” (32,484 cm); dal piede si ricava il “pollice”, corrispondente alla sua 12a parte (2,707 cm); dal pollice, la “linea”, che corrisponde alla sua 12a parte (2,256 mm); dalla linea si ricava il punto tipografico, che corrisponde alla sua 6a parte cioè 0,376 mm. Il punto risulta, quindi, la 864a parte del “piede del re”. La corrispondente riga tipografica è pari a 4,512 mm e viene anche chiamata Cicero. La misura tipografica duodecimale dei paesi anglo-americani è il Pica derivante dalla misura inglese, il “pollice” (2,54 cm) la misura legale confermata ufficialmente per l’Impero Britannico nel 1824. Dal pollice si ricava la “Pica”, Tipometria: l’unita di misura – Tipometria: a unidade de medida Typometry: the unit of measurement corrispondente alla sua 6a parte (4,234 mm); dalla Pica si ricava il “punto pica”, corrispondente alla sua 12a parte. Il punto tipografico risulta, quindi, la 72a parte del “pollice” inglese pari a 0,351 mm, pertanto leggermente più piccolo del punto Didot, la riga tipografica, che viene anche chiamata Pica, corrisponde sempre a 12 punti cioè a 4,217 mm, ossia una misura vicina, ma non esattamente uguale, ad un sesto di pollice. Il sistema Pica viene tuttora utilizzato nei paesi anglo-americani e nei software d’impaginazione dei Computers dove è il sistema predefinito, il sistema Didot è attualmente meno utilizzato dai progettisti grafici ma sempre preferito dai tipografi europei. La misurazione Pica, attualmente, si divide in tre tipi distinti con impercettibili variazioni di misura: ATA (quella tradizionale formulata da van De Vinne nel 1886 per l’American Typefounders Association e utilizzata la prima volta dalla fonderia americana “Marder, Luse & Co.” di Chicago), TeX (basata sul sistema di composizione di Donald Knuth (1994), ideatore del concetto di Tipometria: l’unita di misura – Tipometria: a unidade de medida Typometry: the unit of measurement literate programming, per la stesura di testi di matematica) e PostScript (formulata negli anni ‘90 dello scorso secolo da Adobe e utilizzata per l’utilizzo dei caratteri digitali). Altri metodi di misurazioni tipografiche, ora non più utilizzate sono stati quelli dell’Imprimerie nationale di Parigi, di Sébastien Truchet (1694) e di Pierre Fournier (1737). Pierre Simon Fournier (le Jeune), formulò il suo sistema di punti nel 1737 riprendendo l’idea della Commission Royale e fissò una “Table des proportions qu’il faut observer tre les caractères”, perfezionandolo nel 1742 nei “Modèles des caractères”, e presentandolo infine, nel suo “Manuel Typo-graphique utile aux gens de lettres et à ceux qui exercent les différentes parties de l’Art de l’Imprimerie” nel 1764. Egli criticava apertamente il principio della costruzione matematica come l’avevano concepito i teorici del Grandjean, fu al contrario vivo sostenitore Tipometria: l’unita di misura – Tipometria: a unidade de medida Typometry: the unit of measurement della misura scientifica del corpo dei caratteri. Egli prendeva come unità di misura il punto tipografico, basato sulle suddivisioni della ‘tesa’ – il piede, il pollice e la riga – in modo che ogni corpo fosse in rapporto proporzionale con gli altri. Il manuale tratta tutti i problemi e tutti i dettagli tecnici dell’incisione e della composizione dei caratteri. Egli graduò una scala in 144 punti, divisa in 12 linee e suddivisa in 24 parti avente ciascuna 6 punti di larghezza. Assegnò inoltre delle misurazioni fisse in punti per grandezze di corpi: Parisienne (5 p. Fournier), Nompareille (6 p.), Mignone (7 p.), Petit Texte (8 p.), Gaillarde (9 p.), Petit Romain = 2 Parisienne (10 p.), Philosophie = 1 Parisienne + 1 Nompareille (11 p.), Cicero = 2 Nompareille o = 1 Parisienne + 1 Mignone (12 p.), Saint-Augustin = 2 Mignones o = 1 Nompareille + 1 Petit Texte (14 p.), Gros Texte (16 p.), Gros Romain (18 p.), Petit Paragon (20 p.), Gros Paragon (22 p.), Palestine (24 p.), Petit Canon (28 p.), Trismégiste (36 p.), Gros Canon (44 p.), Tipometria: l’unita di misura – Tipometria: a unidade de medida Typometry: the unit of measurement Gros Canon gros-oeil, Double Canon (48 p.). Oltre a graduare, Fournier, diede nome ai vari tipi di carattere aventi diverso occhio per lo stesso corpo: troviamo il Gros Canon e il Gros Canon gras, il Petit Paragon ordinaire e il Petit Paragon, e diversi Cicero: ordinaire, moyen, poétique, oeeil moyennes, petite oeil e gros oeil; e per forma: Cicero Italique e Cicero Serré. Nel 1770, Françoise Ambroise Didot propose di dare al punto la dimensione corrispondente alla 864ª parte del Pied du roi, misura legale esistente allora in Francia che risaliva storicamente alla misura stabilita verso l’anno 800 da Carlo Magno. Al tempo di Didot le misure legali di lunghezza erano le seguenti: Tesa (6 Piedi), Piede (12 Pollici), Pollice (12 Linee), Linea (12 Punti) e Punto pari a 0,188 mm. Il sistema di misura di Didot è basato sul ‘punto tipografico’, che corrisponde a mm. 0,376. La ‘riga tipografica’ (da non confondersi con la riga di testo) corrisponde a 12 punti cioè a mm. 4,512. Tipometria: il corpo del carattere – Tipometria: o tamanho da fonte Typometry: the font size Il sistema, che è valido ancor oggi, è stato adottato universalmente, salvo che nei paesi anglo-americani, e nei software di impaginazione (perché di produzione americana), dove l’unità di misura prestabilita è il punto Pica pari a mm. 0,351. È da notare che nel 1668 venne riformato il Piede Francese, per cui la ‘tesa’ fu accorciata di 5 linee rispetto alla dimensione in uso prima del 1668 che probabilmente è il valore che più si avvicina alla ‘tesa’ adottata da Carlo Magno, non pervenuta sino a noi. Il mercato della stampa e del Desk Top Publishing (DTP) attualmente è dominato dal mondo informatico dove la quasi totalità dei produttori di software grafico sono degli Stati Uniti (Apple, Adobe, Microsoft, Quark, Macromedia, ecc.), pertanto ha obbligato i fruitori di tali software ad utilizzare unicamente il metodo Pica - PostScript. Tipometria: il corpo del carattere – Tipometria: o tamanho da fonte Typometry: the font size Tale confusione di sistemi ha creato diversi problemi tra gli utilizzatori grafici, tipografici europei che prima utilizzavano il sistema Didot; i principali sono: – L’unità dominante della lunghezza, il punto del PostScript, ha con il valore di 25,4/72 = 0,352777 mm un rapporto molto inopportuno alle unità ampiamente usate di giustezza del testo (tester e millimetro); – Non esiste nessuna pratica affermata per denotare una dimensione. Un esempio di una convenzione piuttosto stabilita deve specificare la lunghezza “di un em” nei punti del PostScript. Storicamente, “em” era la larghezza del tipo di metallo più largo dentro una serie completa di caratteri tipografici, che era tipicamente, per le serie complete di caratteri latini, la lettera maiuscola (M). Oggi, i punti di controllo dei profili digitali della serie completa di caratteri sono memorizzati in termini di coordinate e vettori all’interno di un quadrato dell’unità. Questo quadrato è un equivalente vago del formato di Tipometria: il corpo del carattere – Tipometria: o tamanho da fonte Typometry: the font size tipo massimo storico del metallo e la relativa lunghezza laterale si è transformata nell’incarnazione moderna del “em”. Di conseguenza, nessuna dimensione facilmente misurabile in un testo abbina la lunghezza del punto che indica una dimensione; – Le risoluzioni dei dispositivi di uscita sono ancora specificate frequentemente in dpi (punti/pollice), che è il valore reciproco del formato del pixel moltiplicato con 25,4 millimetri. • Tipometria: il corpo del carattere – Tipometria: o tamanho da fonte Typometry: the font size Tipometria: il corpo del carattere – Tipometria: o tamanho da fonte Typometry: the font size Tipometria: l’occhio medio del carattere Tipometria: o olho médio da letra – Typometry: x-height «Passarono giorni e settimane; non potevamo vederci di continuo visto che il suo parente … » «Passarono giorni e settimane; non potevamo vederci di continuo visto che il suo parente … » «Passarono giorni e settimane; non potevamo vederci di continuo visto che il suo parente … » Bernard Modern Roman c18/21 pica Gill Sans c18/21 pica News Gothic Medium c18/21 pica Anche nell’esempio sottostante tutti i caratteri sono composti con lo stesso corpo (c.48 Didot) Tipometria: variabili di forma, peso e proporzione Tipometria: variável de forma, peso e proporção Typometry: variables of construction, weight and width CHIARISSIMO CHIARO N E R E TTO N ER O NERISSIMO -90% -50% 0% 50% 90% es. 0,20 cm. es. 1 cm es. 2 cm es. 3 cm es. 3,8 cm CHIARISSIMO CHIARO NERETTO LARGHISSIMO LARGO NERO NERISSIMO 180%. 190%. 115%. 125%. 140%. 155%. NORMALE 75%. 90%. 100%. 110%. 125%. STRETTO 55%. 65%. 75%. 85%. 95%. STRETTISSIMO 30%. 40%. 50%. • • • • H H H H H H H H H H H H H H H H Univers • • • • • Tipometria: variabili di forma, peso e proporzione Tipometria: variável de forma, peso e proporção Typometry: variables of construction, weight and width Tipometria: scelta dei corpi – Tipometria: escolha de corpos tipográficos Typometry: choice of the sizes : Corpi più utilizzati 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 14, 16, 18, 24, 30, 36, 42, 48, 54, 60 e 72. Tipo di lavoro Corpi Testi Per i testi in genere si utilizzano da 9 a 14 punti a seconda della giustezza della colonna e del formato di pagina. Per le persone anziane o ipovedenti è preferibile non utilizzare corpi di misure inferiore a 12 punti. Per i testi indirizzati a bambini alle prime letture i corpi da scegliere varieranno da 16 a 24 punti. Il testo in un quotidiano sarà composto in c. 9; in una rivista da c. 9 a c. 11; in un libro illustrato da c. 10 a c. 12; in un testo scolastico per le elementari sarà di c. 14 mentre dalle scuole secondarie in avanti in c. 12; in un libro ad una sola colonna da c. 11 a c. 14 a seconda del formato. Recenti studi sulla leggibilità hanno stabilito che la migliore dimensione dei caratteri per ipovedenti è il corpo 16 da qui è nata l’esigenza di fornire versioni alternative di libri con impaginazioni che permettano l’uso di questa grandezza per il testo con l’utilizzo Tipometria: scelta dei corpi – Tipometria: escolha de corpos tipográficos Typometry: choice of the sizes di font adeguati, margini di impaginazione ben studiati, carta non riflettente e ad alto spessore, rapporto equilibrato tra numero dei caratteri, lunghezza della riga e interlinea … Note a pie’ pagina Devono essere 2 punti inferiori al corpo testo, comunque non superiore a c. 9 e inferiore a c. 6 Didascalie Devono essere 1 punto inferiori al corpo testo, di regola sono composti da 8 a 9 punti tipografici Occhielli / testatine In genere da 10 a 14 punti Titolini / sottotitoli Mediamente 14 punti e oltre (in rapporto con c. testo) Titoli In genere 24 punti e oltre (in rapporto formato di pagina) Sommario (sottotitolo) Inferiore in rapporto al corpo del titolo Tabelle Mediamente lo stesso corpo del testo, in casi particolari può essere di 1 punto inferiore Immagine coordinata Per biglietti da visita e modulistica da 7 a 9 punti I formati delle Font PostScript ™ Type1 fino a 250 glifi TrueType ™ fino a 700 glifi* OpenType ™ fino a 65.536 glifi POSTSCRIPT TYPE1 Il PS Type 1 è un formato di caratteri ideato da Adobe per la composizione professionale di testi in formati differenti per Mac o Windows. I glifi sono descritti mediante curve di Bézier nella codifica Postscript quindi è possibile cambiarne la dimensione mediante semplici trasformazioni matematiche. In pratica, se il carattere deve essere ingrandito o rimpicciolito molto, non occorre avere delle versioni specifiche per ottenere un aspetto ottimale. I font PS Type 1 utilizzano un sistema di hinting proprietario molto specifico. Il carattere PS Type1 contiene unicamente le informazioni per la stampa e fa in modo che le informazioni vettoriali legate ai caratteri siano comprese adeguatamente dalle stampanti (principalmente da quelle professionali del tipo postscript appunto, che comprendono tali informazioni) per la visualizzazione video viene affiancato da un file bitmap. Tale file sarà individuale per ogni variabile in Windows mentre per Mac sarà presente come Suitcase. TRUETYPE Il TrueType è un formato di caratteri sviluppato originariamente da Apple alla fine degli anni 1980 in competizione con le font Type 1 usate da Adobe nel PostScript. Ancora oggi il True Type Font (TTF) è il formato standard per utenti Windows, mentre gli utenti Mac, pur utilizzandolo, sono ancora legati al formato Post Script (PS). Per capire la differenza tra i due formati bisogna distinguere tra caratteri per la stampa e caratteri di “sistema” per la visualizzazione sullo schermo. Il sistema Mac utilizza un formato TTF (poco compatibile con Windows) che è adatto alla visualizzazione su schermo. Tale formato ha la peculiarità di poter migliorare la qualità delle forme e delle curve che compongono il carattere utilizzando una sorta di antialiasing, ossia cercando di visualizzare sullo schermo tali caratteri mascherando lo spiacevole effetto pixel che rende frastagliate (quadrettate o pixellate) le linee non verticali od orizzontali e le curve. Il sistema Windows utilizza un formato TTF (poco compatibile con Mac) che contiene sia le informazioni per la stampa che quelle per la visualizzazione su schermo. Generalmente Windows, quindi, non usa PS ma solamente TTF. OPENTYPE OpenType è un formato di font vettoriale per computer, sviluppato da Microsoft C. e successivamente anche da Adobe Systems come il successore dei loro precedenti formati di caratteri tipografici che si contendevano il mercato: TrueType (sviluppato da Apple e Microsoft) e PostScript Type 1 (creato da Adobe). Essenzialmente il nuovo formato utilizza la struttura generale di un font TrueType, ma permette di avere sia i profili TrueType che quelli PostScript (sebbene siano contenuti nel formato CFF/Type 2). OPENTYPE OpenType ha molte caratteristiche rilevanti: * la codifica del font è basata su Unicode e quindi si può utilizzare il font per qualsiasi lingua o per più lingue allo stesso tempo; * i documenti che utilizzano questi font sono indipendenti dalla piattaforma (cross-platform) e possono essere utilizzati su Macintosh o Windows; * ogni font OpenType può avere fino a 65.536 glifi; * i font possono contenere caratteristiche tipografiche avanzate, che permettono un corretto trattamento tipografico dei linguaggi complessi che non utilizzano i caratteri romani. Mentre per le lingue con alfabeti romani si possono ottenere effetti tipografici avanzati. OpenType non è il primo tentativo di risolvere parte di questi problemi. Il formato di font GX Typography, proprietà di Apple Computer, assolve a questi stessi compiti ed esiste tuttora come Apple Advanced Typography o AAT. Comunque, OpenType ha avuto un maggiore successo commerciale rispetto a GX/AAT. Caratteri a spaziatura fissa / tabellare – Caracteres com espaço fixo - tabular – Monospace Fonts Lorem lipsum et nique 10/09/1998 12.300,60 12.300,60 12.300,60 52.401,01 52.401,01 52.401,01 38,11 38,11 38,11 I caratteri come quelli utilizzati nelle macchine dattilografiche sono a spaziatura fissa con passo 1/6", 1/10" e 1/12". Caratteri a spaziatura fissa / tabellare – Caracteres com espaço fixo - tabular – Monospace Fonts Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Prestige Elite Std Caratteri a spaziatura fissa / tabellare – Caracteres com espaço fixo - tabular – Monospace Fonts Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Letter Gothic Std Caratteri a spaziatura fissa / tabellare – Caracteres com espaço fixo - tabular – Monospace Fonts Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh Minit lan veliquat alit prat lor sustie magnis nostinibh eniam atue eril exeratie magna corperos dit vel ip erci erci bla feugait, quis nit doloreriure consectet, con heniamet ipsum venibh ea facing estrud tat. Magda Clean Mono – Magda Clean Tipometria: interlinea – espaçamento – leading ESEMPI DI INTERLINEATURA GFT Venexiano C. 12/12 Pica Questo è un esempio di testo con varie interlineature. Generalmente l’interlineatura viene aumentata nel caso di righe lunghe (oltre le 12-15 parole), oppure per caratteri dall’occhio grande o dalle aste pesanti; viene diminuita per le composizioni con righe brevi (5-6 parole), oppure caratteri dall’occhio piccolo o dalle aste sottili. GFT Venexiano C. 12/13 Pica Questo è un esempio di testo con varie interlineature. Generalmente l’interlineatura viene aumentata nel caso di righe lunghe (oltre le 12-15 parole), oppure per caratteri dall’occhio grande o dalle aste pesanti; viene diminuita per le composizioni con righe brevi (5-6 parole), oppure caratteri dall’occhio piccolo o dalle aste sottili. GFT Venexiano C. 12/14 Pica Questo è un esempio di testo con varie interlineature. Generalmente l’interlineatura viene aumentata nel caso di righe lunghe (oltre le 12-15 parole), oppure per caratteri dall’occhio grande o dalle aste pesanti; viene diminuita per le composizioni con righe brevi (5-6 parole), oppure caratteri dall’occhio piccolo o dalle aste sottili. GFT Venexiano C. 12/14,4 Pica Questo è un esempio di testo con varie interlineature. Generalmente l’interlineatura viene aumentata nel caso di righe lunghe (oltre le 12-15 parole), oppure per caratteri dall’occhio grande o dalle aste pesanti; viene diminuita per le composizioni con righe brevi (5-6 parole), oppure caratteri dall’occhio piccolo o dalle aste sottili. Tipometria: sterlinterlineatura – espaçamento negativo – negative leading ESEMPI DI STERLINEATURA GFT Venexiano C. 12/12 Pica LA STERLINEATURA VIENE APPLICATA QUANDO IL TESTO VIENE COMPOSTO TUTTO IN MAIUSCOLO O IN MAIUSCOLO/MAIUSCOLETTO. CON QUESTA OPERAZIONE SI ELIMINA IL BIANCO IN ECCESSO SOTTO LE LINEE DI BASE IN QUANTO NON SI HANNO TRATTI DISCENDENTI. GFT Venexiano C. 12/11 Pica LA STERLINEATURA VIENE APPLICATA QUANDO IL TESTO VIENE COMPOSTO TUTTO IN MAIUSCOLO O IN MAIUSCOLO/MAIUSCOLETTO. CON QUESTA OPERAZIONE SI ELIMINA IL BIANCO IN ECCESSO SOTTO LE LINEE DI BASE IN QUANTO NON SI HANNO TRATTI DISCENDENTI. GFT Venexiano C. 12/10 Pica LA STERLINEATURA VIENE APPLICATA QUANDO IL TESTO VIENE COMPOSTO TUTTO IN MAIUSCOLO O IN MAIUSCOLO/MAIUSCOLETTO. CON QUESTA OPERAZIONE SI ELIMINA IL BIANCO IN ECCESSO SOTTO LE LINEE DI BASE IN QUANTO NON SI HANNO TRATTI DISCENDENTI. Tipometria: spazio parola - parola La spaziatura è lo stacco fra parola e parola, o spazio nella sua accezione più comune detto anche bianco tipografico. Lo spazio migliore tra due parole è il terziruolo che corrisponde ad 1/3 del quadrato del corpo della lettera maiuscola M M M M M M M M M M M M parola parola Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space Per una buona lettura e per un equilibrio ottico, i corpi piccoli hanno bisogno di più spazio fra le lettere, al contrario più si aumenta il corpo meno “bianco” ci deve essere tra le lettere. Il procedimento informatico DTP di avvicinamento o allontanamento delle lettere di un testo selezionato prende il nome di track. Testo con corpo piccolo HHOO (+12 valore track) Testo con corpo medio HHOO (0 valore track) Testo con corpo grande HHOO (-10 valore track) Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space Fra lettera e lettera solo una buona spaziatura può fare sì che una parola risulti otticamente perfetta, cioè piacevole all’occhio, e ne aumenti la leggibilità, cioè raggiunga meglio lo scopo per cui la parola è stata stampata. Una scarsa spaziatura complica la lettura del testo. Una buona spaziatura facilita la lettura del testo. Una eccessiva spaziatura complica la lettura del testo. Una scarsa spaziatura complica la lettura del testo. Una buona spaziatura facilita la lettura del testo. Una eccessiva spaziatura complica la lettura del testo. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO AD UNITÀ Nel metodo ad unità, per le lettere con terminali con grazie, può valere la seguente regola per la crenatura: dividiamo lo spazio che occupa la lettera (M) in 18 unità e ne prendiamo una come unità di misura. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO AD UNITÀ Maiuscole con maiuscole (con grazie): Tra due aste verticali = 5 unità – 5,5 unità (MD), (HM), (IF), (NN), (JE), (UP), ecc. I primi valori valgono per corpi grossi da 28 a più di 70 punti; i secondi, invece, valgono per corpi da 12 a 24 punti, infatti più il corpo è piccolo più la distanza aumenta. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO AD UNITÀ Maiuscole con maiuscole (con grazie): Tra due curve = 1,5 unità – 2 unità (OC), (DO), (QO), ecc. Tra una curva e una verticale = 3 unità - 3,5 unità: (HC), (IC), (MC), (NC), (UC), (DE), (DB), (DE), (DF), (DH), (DI), (DK), (DL), (DM), (DN), (DP), (DR), (DU), (HG), (IG), (MG), (NG), (UG), (HOH), (IOI), (MOM), (NON), (UOU), (QU). Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO AD UNITÀ Maiuscole con maiuscole (con grazie): Tra oblique = 0,5 unità – 1 unità: (AA), (VV), (WW), (XX), (YY), (AX), (VY), ecc. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO AD UNITÀ Maiuscole con maiuscole (con grazie): Tra lettere con bianco ed altre con aste verticali, come per esempio (I), avremo i seguenti valori: = 0,4 unità – 0,5 unità per (PI); = 0,25 unità -- 0,4 unità per (EI), (CI), (TI), (LI); = 0,2 unità – 0,3 unità per (FI), (TI); = 0,2 unità – 0,3 unità per (TT), (TV), (VT), (TW), (WT), ecc. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO AD UNITÀ Maiuscole con minuscole (con grazie): Tra due aste verticali = 4 unità – 4,5 unità: (Hi), (Ib), (Ih), (Ii), (Ik), (Il), (Im), (In), (Ip), (Ir), (Iu), (Mb), (Mh), (Mi), (Mk), (Ml), (Mn), (Mp), (Mr), (Mu), (Nb), (Nh), (Ni), (Nk), (Nl), (Nm), (Np), (Nr), (Nu), (Ub), (Uh), (Ui), (Uk), (Ul), (Um), (Un), (Up), (Ur). Tra due curve = 1,5 unità – 1,8 unità: (Oc), (Od), (Oe), (Oo), (Oq). Tra una curva e una verticale = 2,5 unità – 3 unità: (Ob), (Oh), (Oi), (Ok), (Ol), (Om), (On), (Op), (Or), (Ou), (Qu). Tra oblique = 1,8 unità – 2 unità: (Xv), (Xw). Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO AD UNITÀ Minuscole con minuscole (con grazie): Tra due aste verticali = 3,5 unità – 4 unità: Tra due curve = 1 unità – 1,5 unità: Tra una curva e una verticale = 2 unità – 2,5 unità: Tra oblique = 0,7 unità – 0,8 unità: Le distanze varieranno con le “aperture” delle lettere (a), (c), (e), (f ), (k), (r), (s), (t), (x), (z); e con le lettere (g) e (j). Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE Per la spaziatura degli spazi intersegnici delle maiuscole la lettera base è la (H). Sono necessarie quattro copie nero-su-bianco dell’(H). Lo spazio tra le aste verticali di due lettere viene misurata a metà di quello che ammonta tra le aste verticali della singola lettera e ciò sarà visibile su ciascun lato della lettera su tutte le quattro copie. HHHHHHHH Quando sono affiancate, le loro otto forme diritte saranno spaziate in uguale misura. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE Poiché le grazie sono assenti in un carattere lineare lo spazio laterale, di una (H) lineare, deve essere ristretto rispetto a quelli di un carattere romano. HHHHHHHH Quando la quattro (H) appaiono armoniose, gli spazi tra le lettere non risultano troppo aperti, la distanza tra queste è misurata. Una metà dell’ammontare è ora l’assegnazione adatta per ogni lato di (H), e per tutti differenti maiuscoli ha una forma diritta verticale. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE La seconda lettera da trattare è la (O), della quale occorrono due copie. Una copia è messa tra due paia di (H) correttamente spaziate, ed gli spazi su ciascuno lato di esse sono ridotti o sono aumentati finché tutte cinque le lettere sembrano essere in equilibrio. Lo spazio è allora misurato. La quantità che appartiene a (H) è sottratta, ed il rimanente è perciò la quantità dovuta a (O). Ma bisogna fare un altro test. Le due copie di (O) sono corrette con lo spazio del lato giusto, e sono messe faccia a faccia tra le due paia di (H), quindi avremo: HHOOHH Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE Questo test può mostrare la necessità di rivedere l’adattamento della (O) e pari la (H), perché è anche un nuovo test di quel carattere. Quando viene utilizzato questo metodo si raggiunge la spaziatura ideale dei due maiuscoli, da utilizzare come standard. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE Nello schema seguente sono indicati i valori di spaziature, tra le altre lettere maiuscole dell’alfabeto, basate su quelle della (N) e della (O). ■ = Identico come (H). ◆ = La metà di ‘■’. ● = Identico come (O). = Leggermente meno che ‘■’. ▲ = Spazio minimo. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE Lo stesso metodo è utilizzato per l’adattamento del minuscolo dove sono lettere campioni la (n) e la (o). L’ampiezza tra le aste medie verticali della (n) è misurata, ed una metà di quello che ammonta è concesso al lato sinistro della lettera e leggermente meno sul lato destro, perché l’asta arcuata sembra aggiungere dello spazio. Così se al lato sinistro è concesso 10, al lato destro passerà a 9 o 9,5. Le due copie di (n) sono marcate su una riga in diverse combinazioni con la (o) minuscola: nnoonnnnonon Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE Nel caso che il carattere tipografico è un lineare, la lettera, che spesso si rivelerà strettamente idonea, sarà ugualmente la (n). nnoonn nnonon Quando le due lettere sono misurate in rapporto al calibro delle unità e le larghezze delle lettere e dei loro spazi laterali sono modificati in modo da effettuare l’equilibrio ideale tra nero e bianco appaiono bene bilanciate tra loro. Tipometria: spazio lettera - lettera – Tipometria: espaço letra - letra Typometry: the track space METODO OTTICO PROPORZIONALE Con la (n) e la (o) stabilite come modelli, il resto dell’alfabeto sarà organizzato da questo schema tenendo presente che lo spazio tra lettere non dovrebbe mai essere più grande dello spazio interno della (n) o (m). ■ = Identico come lato sinistro di (n); = Identico come lato destro di (n); ◆ = Leggermente più che lato sinistro di (n); ▲ = Spazio minimo; ● = Identico come (o); ★ = Leggermente meno che (o). Tipometria: crenatura (kerning) Tipometria: crenatura (kerning) LA LA LA Dall’equilibrio ottico di questa coppia di lettere, che rappresenta il maggior bianco fra due glifi, si procede a fare la crenatura di una font tipografica. Tipometria: crenatura (kerning) Alcuni esempi di lettere e lettere/segni d'interpunzione che necessitano sempre di crenatura: Tipometria: crenatura (kerning) LATAVAFAYAWAP. LATAVAFAYAWAP. SENZA CRENATURA LATAVAFAYAWAP. LATAVAFAYAWAP. CON CRENATURA Tipometria: crenatura (kerning) con FontLab Studio E√etti e correzioni ottiche legati al disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Avant Garde Futura Lucida Sans Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Rastrematura - Ink trap Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Rastrematura - Ink trap PIERO DE MACCHI Nomina Un foglio di carta. Di quella buona carta a mano limpida, vellutata, che sa di pane, e ha un’an e una voce. Pochi ormai la conoscono. men che pochi le vogliono bene Un foglio di carta. Di q la buona carta a mano limpida, vellutata, che sa di pane, e ha un’anima e una voce. Pochi orm conoscono. men che pochi le vogliono bene Un foglio di carta. Di quella buona carta a mano l da, vellutata, che sa di pane, e ha un’anima e una voce. Pochi ormai la conoscono. men che po le vogliono bene Un foglio di carta. Di quella buona carta a mano limpida, vellutata, che sa di e ha un’anima e una voce. Pochi ormai la conoscono. men che pochi le vogliono bene Un fogl carta. Di quella buona carta a mano limpida, vellutata, che sa di pane, e ha un’anima e una vo Pochi ormai la conoscono. men che pochi le vogliono bene Un foglio di carta. Di quella buona a mano limpida, vellutata, che sa di pane, e ha un’anima e una voce. Pochi ormai la conoscon men che pochi le vogliono bene Un foglio di carta. Di quella buona carta a mano limpida, vellu ta, che sa di pane, e ha un’anima e una voce. Pochi ormai la conoscono. men che pochi le vog no bene Un foglio di carta. Di quella buona carta a mano limpida, vellutata, che sa di pane, e un’anima e una voce. Pochi ormai la conoscono. men che pochi le vogliono bene Un foglio di Di quella buona carta a mano limpida, vellutata, che sa di pane, e ha un’anima e una voce. Po ormai la conoscono. men che pochi le vogliono bene Un foglio di carta. Di quella buona carta mano limpida, vellutata, che sa di pane, e ha un’anima e una voce. Pochi ormai la conoscono. che pochi le vogliono bene Un foglio di carta. Di quella buona carta a mano limpida, vellutata sa di pane, e ha un’anima e una voce. Pochi ormai la conoscono. men che pochi le vogliono be Come andò che Mastro Ciliegia falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino. PIERO DE MACCHI Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Rastrematura - Ink trap Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Deformazioni ottiche Nell’osservazione del profilo grafico l’occhio umano tende a deformare le altezze delle lettere specialmente con corpi medio grandi, dove c’è la tendenza a vedere più alte le aste senza grazie rispetto a quelle con tratti terminali. Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Deformazioni ottiche Nelle lettere di piccola grandezza l’effetto è inverso. Da notare pure che le aste senza tratti terminali sembrano – oltre che più corte – con i terminali arrotondati. Per correggere quest’ultima deformazione ottica si disegnerà i terminali dei caratteri lineari per piccoli corpi in forma concava, così da risultare piani alla vista. Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Deformazioni ottiche Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Deformazioni ottiche Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Percezione visiva Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Percezione visiva Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Percezione visiva Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Percezione visiva Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Percezione visiva Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Percezione visiva Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Percezione visiva Effetti e correzioni ottiche nel disegno dei caratteri tipografici Allineamenti ottici Visibilità Effetti e correzioni e leggibilità ottiche del carattere nel disegno – Visibilidade dei caratteri e atipografici legibilidade da fonte Visibility and legibility of the font Teorie e sperimentazioni di Emile Javal «Più facile sarà la lettura se leggi la parte superiore delle lettere di questo brano, mentre se vuoi leggere la parte inferiore avrai notevoli difficoltà». Visibilità Effetti e correzioni e leggibilità ottiche del carattere nel disegno – Visibilidade dei caratteri e atipografici legibilidade da fonte Visibility and legibility of the font Carattere sperimentale di Bruno Munari (anni ‘40). Per provarlo nella sua efficacia, Munari si spedì una cartolina, utilizzando per l’indirizzo il suo carattere, e questa gli venne puntualmente recapitata. Visibilità Effetti e correzioni e leggibilità ottiche del carattere nel disegno – Visibilidade dei caratteri e atipografici legibilidade da fonte Visibility and legibility of the font È preferibile utilizzare per un testo un carattere lineare o un romano? Forma e controforma delle lettere Ogni elemento costruttivo infatti (la lettera dell’alfabeto è un organismo, cioè un insieme di elementi) quando è disposto perché occupi un determinato spazio, mette in evidenza lo spazio da cui è circondato, e lo spazio stesso dà vita e significato all’elemento che vi è immerso. Per queste molteplici ragioni è indispensabile per una adeguata valutazione di una lettera, o di una parola, soppesare e controllare lo spazio che viene a crearsi attorno e dentro a ciascuna lettera. Per riuscire a fare questo si immagini la lettera racchiusa in un rettangolo corrispondente alle sue massime dimensioni (fig. 1), e attraversata da un’asse verticale. Si immagini poi di togliere, o realmente si tolga, la sagoma della lettera e si consideri visibile lo spazio bianco interno alla lettera (fig. 2). Le proporzioni della massa di questo bianco interno risulteranno così più facilmente controllabili con quelle della massa di fondo (fig. 3). (fig. 1) (fig. 2) (fig. 3) Forma e controforma delle lettere Forma e controforma delle lettere Forma e controforma delle lettere Forma e controforma delle lettere Forma e controforma delle lettere Se confrontiamo le due variabili di peso vedremo che l’occhio dei caratteri con le grandi controforme, come l’Univers Light, è più facile da leggere anche nei formati più piccoli paragonati all’occhio dei caratteri che contengono le controforme più piccole, come l’Univers Black. Ciò è dovuto perché le controforme delle lettere “light” sono più ampie e rimangono molto visibili anche quando il formato della lettera diminuisce; i lettori possono usare sia gli spazi positivi che negativi per identificare la lettera.
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