A Natale regala il Cinema!

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A Natale regala il Cinema!
2016
A Natale regala il Cinema!
Acquista un carnet di 5 o 10 ingressi per il Cinema Alcione e regalalo a chi vuoi tu.
Il carnet è utilizzabile per tutte le proiezioni del Cinema Alcione entro il 20 giugno 2017.
CARNET 5 ingressi € 22,50 ridotto* € 17,50
CARNET 10 ingressi € 45,00 ridotto* € 35
* ridotto per under 26 e over 60
Il Carnet, in vendita dal 1 dicembre 2016 all’8
gennaio 2017, deve essere utilizzato nel rispetto
delle normative in vigore al Cinema Alcione entro
il 20/06/2017 (il Cineforum è riservato ad un
pubblico adulto o agli over 14 anni accompagnati
da un adulto).
Il Carnet intero è al portatore; il carnet ridotto può
essere utilizzato solo dagli aventi diritto. Entrambi
possono essere utilizzati per un massimo di due
ingressi a spettacolo. Non può essere utilizzato per
la rassegna “Il piacere degli occhi”.
Lunedì 21 novembre
ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 22 novembre ore 15.30 - 17.45 - 20.30
Mercoledì 23 novembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 24 novembre ore 16.30 - 19.00* - 21.30*
(*proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano)
7
SING STREET
Regia: John Carney.
Con: Lucy Boynton, Maria Doyle Kennedy, Aidan Gillen, Jack Reynor, Kelly Thornton.
Durata: 1h46’- Irlanda 2016 – Commedia
Dublino, anni Ottanta. Cosmo è un adolescente che deve fare i conti con una complessa situazione familiare e con un difficile
ambiente scolastico, dove è perennemente vittima di bullismo. Grazie alla musica, la sua grande passione, ritroverà speranza e
fiducia in se stesso. John Carney, regista dublinese classe 1972, si era fatto conoscere dieci anni fa con Once, film romantico-musicale
con protagonisti due membri dei The Frames, diventato presto un piccolo cult.
Lo stesso percorso potrebbe farlo anche Sing Street, pellicola in cui la musica è nuovamente grande protagonista. Girato col giusto
garbo e capace di far sorridere, è un film toccante e coinvolgente, abile nel trattare con la giusta delicatezza un’epoca di grandi
cambiamenti e il percorso di formazione compiuto dal giovane protagonista, deciso a formare una band per conquistare la ragazza
di cui è innamorato. Non c’è da aspettarsi chissà cosa da un copione che sa di già visto, ma la spontaneità con cui gira Carney basta e
avanza per rendere il suo lavoro emozionante e godibile, oltre che dotato di momenti forti (Cosmo che sceglie di presentarsi a scuola
completamente truccato). La colonna sonora, inoltre, è di altissimo livello. Perfetto per una visione intensa ma senza troppe pretese.
Lodevole il cast, specie il giovanissimo protagonista Ferdia Walsh-Peelo.
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Lunedì 28 novembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 29 novembre ore 15.30 - 18.00** - 20.30
Mercoledì 30 novembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 1 dicembre ore 16.30 - 19.00* - 21.30*
** Attenzione alla variazione di orario
(*proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano)
8
AGNUS DEI (Les innocentes)
Regia: Anne Fontaine
Con: Lou de Laâge, Agata Buzek, Agata Kulesza, Vincent Macaigne, Joanna Kulig.
Durata: 1h55’- Francia, Polonia 2016 – Drammatico
Polonia, 1945. Mathilde, un giovane medico francese della Croce Rossa, è in missione per assistere i sopravvissuti francesi della Seconda
Guerra Mondiale. Quando una suora arriva da lei in cerca di aiuto, Mathilde viene portata in un convento, dove alcune sorelle incinte,
vittime della barbarie dei soldati sovietici, vengono tenute nascoste. Nell’incapacità di conciliare fede e gravidanza le suore si rivolgono
a Mathilde, che diventa la loro unica speranza. Partendo da una storia vera , romanzata ma non caricata di orpelli scenografici e accenti
melodrammatici, il nuovo film di Anne Fontaine, fa diventare questa dolorosa vicenda qualcosa di profondo e di universale: un’indagine
sulla condizione umana, innanzitutto, sulla fragilità, sulla trasgressione e perfino sulla fede, fonte ora di pacata serenità, ora di incertezza
e dolorosa accettazione. Eppure si tratta di un racconto intimo, perché fin dal principio Agnus Dei appare come la fotografia di una
piccola stanza quieta, di un angolo di privato non spiato dal buco della serratura ma osservato con timido pudore e rappresentato nel
rispetto di personaggi che non perdono mai la loro dignità. Al corpo di Mathilde - che si muove sicuro nello spazio e risponde a istinti
e desideri - si contrappone quello tradito o rinnegato delle suore, che nascondono la pancia sotto le vesti o si muovono furtivamente fra
le celle; alla rigida gerarchia che regola la quotidianità del convento fanno da contraltare la libertà e l’anarchia del mondo esterno, che si
autodetermina con testarda prepotenza. Infine, alla castità come voto irrinunciabile risponde la natura con i suoi cicli e con le sue leggi,
e con una condizione (la maternità) di cui Agnus Dei parla con una tenerezza e un incanto infiniti. Nessuno di questi “misteri” viene
svelato fino in fondo nel film, così come nessun conflitto si risolve e nessuna ideologia si impone come la migliore. Anne Fontaine, celebra
il dubbio, l’accettazione dell’imprevisto, perfino l’incoerenza. C’è solo una forza che sembra avere la meglio sulle altre: la forza delle
donne, vere vittime della guerra perché prede da catturare, bottino da conquistare. Per quanto diverse fra loro, le suore del convento
funzionano come una sola armata, un unico poderoso blocco. Per questo la regista insiste sull’uniformità del loro aspetto fisico. Il lavoro
sulla fotografia è eccellente, ponendo l’attenzione sui volti da madonna raffaelliana dei personaggi femminili, con una resa cromatica
pittorica ma anche con dei toni così diluiti che rimandano ad una dimensione interiore del mondo offeso in lentissima ricostruzione. La
luce è soffice e dolce, rinascimentale,gioiosa a dispetto della sofferenza che il film restituisce perché coincide con la vita.
Film d’Essai
In guerra per amore
Lunedì 5 dicembre
ore 17.00 - 19.00 - 21.00
Martedì 6 dicembre ore 16.30 - 18.30 - 20.30
Ingresso intero E 7,00 - Tesserati Cineforum E 4,00
Regia: Pif.
Con: Pif, Andrea Di Stefano, Sergio Vespertino,
Maurizio Bologna, Miriam Leone.
Durata: 1h39’ - Italia 2016 – Drammatico
New York 1943. Mentre il mondo è nel pieno della seconda guerra mondiale, Arturo vive la sua travagliata
storia d’amore con Flora. I due si amano, ma lei è promessa sposa al figlio di un importante boss. Per convolare a
nozze, il nostro protagonista deve ottenere il sì del padre della sua amata che vive in un paesino siciliano. Arturo,
giovane e squattrinato, ha un solo modo per raggiungere l’isola: arruolarsi nell’esercito americano che si prepara
per lo sbarco in Sicilia: l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia. In guerra per amore sottolinea ancora
una volta la passione del regista per “il tempo che fu”, per un passato che si lascia indagare più facilmente e oggettivamente del presente.
Pif è bravo, quando comincia i suoi racconti con un “c’era una volta” ammantato di realismo poetico e li chiude compiutamente con una nota
stonata, un lieto fine in cui il lo zucchero diventa sale, un po’ come succede nella vita e come succedeva nelle grandi commedie all’italiana.
Film d’Essai
La ragazza del treno (The Girl On the Train)
Mercoledì 7 dicembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Ingresso intero E 4,50 - Tesserati Cineforum E 4,00
Regia: Tate Taylor.
Con: Emily Blunt, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, Justin Theroux, Luke Evans.
Durata: 1h52’ - USA 2016 – Thriller
Devastata dal recente divorzio e incapace di accettare la fine del matrimonio e il tradimento dell’ex
marito, Rachel comincia ad osservare, trasformandola in una vera e propria ossessione, la coppia
apparentemente perfetta che vive in una casa che vede ogni giorno dal treno che la porta al lavoro. Fino
a quando, una mattina scorge dal finestrino una scena che la sconvolge e si trova improvvisamente
coinvolta in un caso misterioso e sconcertante. Emily Blunt è la ragione per vedere e apprezzare questo
film. Nell’oltremodo impegnativo ruolo di Rachel, l’attrice estrae dalla propria recitazione tutta l’angoscia
e lo stato confusionale in cui versa la protagonista della storia. Narrativamente l’indagine che Rachel
svolge, morsa da fantasmi personali e alcolismo, è narrata con continui salti temporali e cambi di punti
di vista. Questa dinamicità aiuta a rendere il film scorrevole e godibile.
Lunedì 12 dicembre
ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 13 dicembre ore 15.30 - 17.45 - 20.30
Mercoledì 14 dicembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 15 dicembre ore 16.30 - 19.00* - 21.30*
(*proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano)
9
NERUDA
Regia: Pablo Larrain .
Con: Luis Gnecco, Gael García Bernal, Mercedes Morán, Diego Muñoz, Pablo Derqui.
Durata: 1h47’- Argentina, Cile, Spagna, Francia 2016 – Biografico
Un canto d’amore individualista e popolare, l’immensità di un uomo che non voleva esser solo artista, ma
gigante, impegnato nella lotta per l’uguaglianza e nel sedurre con le sue languide parole ogni donna nel suo raggio. Il quadro sinuoso e
fantastico del poeta che seppe con versi tristi conquistare un Paese per toccare poi il cuore pulsante e romantico di tutto il mondo, Neruda
del regista cileno Pablo Larraín si snoda nei visionari attimi di una fiaba sull’inseguimento, corsa impervia contro i nostri avversari e la
libertà di sentirsi principi e protagonisti di questa meravigliosa vita.
Essendosi inimicato il governo, proclamando il tradimento da parte del Presidente Gonzalez Videla verso il partito comunista, il senatore
e scrittore Pablo Neruda (Luis Gnecco) è costretto a fuggire per non subire l’inevitabile ripercussione che lo vedrebbe preso ed incarcerato.
Aiutato da una cerchia di fedeli amici e compagni, il poeta vivrà per breve tempo un periodo di esilio obbligato, ma la voglia di vita di
Neruda è troppo passionale per essere ingabbiata, tanto che le sue sconsigliate scappatelle daranno inizio all’incalzante pedinamento da
parte dell’ispettore di polizia Oscar Peluchoneau (Gael García Bernal), triste persecutore il cui fine ultimo è quello di arrestare il prima
possibile il noto senatore.
Una fuga ed una ricerca trattate con estremo calore, lo scorrere fluido delle parole che come
un’incessante melodia accompagnano i sogni, le speranze e i turbamenti del grande Neruda in
una narrazione favolisticamente sconnessa, che racchiude in parte l’animo impetuoso del famoso
cantore e la repressa rabbia di un poliziotto concentrato su una prevedibilmente inconcludente
ricerca. Un lavoro durato anni, quello che ha visto il regista Pablo Larraín impegnato nello schiudere
il complesso mondo nerudiano, l’universo di un uomo incapace di trattenere qualsivoglia pulsione,
la quale voracemente attanaglia un’esistenza fatta di circoli vogliosi e politico fervore. Neruda è
la pagina bianca da cui l’inchiostro fa nascere chimerici personaggi, ognuno convinto di creare
sé stesso per rivelarsi poi soltanto proiezione di idee che altri di loro si son fatti, in un sogno ad
occhi aperti dove il surreale va a coincidere perfettamente con il reale, in un’atmosfera di pacata e
struggente poesia.
Lunedì 19 dicembre
ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 20 dicembre ore 15.30 - 17.45 - 20.30
Mercoledì 21 dicembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 22 dicembre ore 16.30 - 19.00* - 21.30*
(*proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano)
10
IO, DANIEL BLAKE (I, Daniel Blake)
Regia: Ken Loach.
Con: Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann, Kate Runner.
Durata: 1h40’- Gran Bretagna, Francia 2016 – Drammatico
“Il mio nome è Daniel Blake. Sono un essere umano, un cittadino. Tutto quello che chiedo è di essere trattato con dignità.
Niente di più, niente di meno”.
Parole che andrebbero scolpite sulla porta di ogni ufficio pubblico, che risuonano forti e pure nel finale del film, a racchiudere il senso
dell’ultima fatica di Ken Loach. Il regista inglese è tornato a picchiare duro contro le ingiustizie e le vigliaccate del cosiddetto “stato
sociale”, nella sua versione 2.0 fatta di form da compilare online, call center dalla voce metallica e altre disumane quisquilie digitali, venute
a sostituire i vecchi e polverosi faldoni della famigerata burocrazia analogica.
Lo chiamano progresso ma non è cambiato granché dalle parti degli ultimi. Anzi. Dietro i tecnicismi dei moderni operatori del welfare si
nasconde sempre il liberismo più spietato, quello che prima ti toglieva il lavoro, il pane, ora persino la dignità, persino il nome. Bisogna
ripeterlo allora: Daniel Blake. Uno con la faccia di una volta, una faccia rassicurante, una di quelle facce che solo Loach sa scovare, Daniel
Blake è un falegname che non può più lavorare da quando ha avuto un serissimo attacco di cuore. Questo almeno è il parere del medico,
ma per accedere agli assegni di mantenimento statale non basta: bisogna passare da compagnie private gestite da personale iper-qualificato
che ti assegna un numero di procedura e valuta la tua abilità lavorativa. Fanno l’interesse dello Stato, che se può risparmia, e pazienza se
mandano in rovina la vita delle persone.
Come sempre in Loach non ci sono mezze misure: buoni e cattivi. Non basta che Daniel venga vergognosamente vessato da uno Stato a cui
ha sempre pagato le tasse. Daniel è anche quello che non si risparmia quando si tratta di dare una mano a una madre single messa forse
peggio di lui, Katie (Hayley Squires). Sono proprio questi momenti di umanità, persino di tenerezza (molto toccante il rapporto tra Daniel e
i due figli di Katie) a regalare al cinema di Loach quell’inconfondibile retrogusto umano, che inchioda la denuncia al cuore dello spettatore.
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Tutte le proiezioni sono in lingua originale con sottotitoli in italiano
Venerdì 25 novembre - ore 21.00
Una storia d’amore, di vita e di morte che
QUELQUES HEURES DE PRINTEMPS
risuona in tutte le esistenze umane.
(Id., Francia, 2012, 108’)
Regia: Stéphane Brizé
Con: Vincent Lindon, Hélène Vincent, Emmanuelle
Seigner, Olivier Perrier, Ludovic Berthillot.
Venerdì 2 dicembre - ore 21.00
LES ADIEUX A LA REINE
(Id., Francia/Spagna, 2012, 100’)
Regia: Benoît Jacquot.
Con: Léa Seydoux, Diane Kruger, Virginie Ledoyen,
Xavier Beauvois, Julie-Marie Parmentier.
Un intimo e potente ritratto umano sullo
sfondo della rivoluzione francese.
Venerdì 9 dicembre - ore 21.00
L’AMOUR EST UN CRIME PARFAIT
(Id., Francia/Svizzera/Belgio, 2013, 111’)
Regia: Jean-Marie Larrieu, Arnaud Larrieu
Con: Mathieu Amalric, Karin Viard,
Maïwenn, Sara Forestier, Denis Podalydès
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