QSL QSL - HamradioWeb.org

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THE LAST ONE
Xyz quel lunedì mattina, guidava nel caotico traffico del primo mattino,
pensando a quanto era successo nel weekend… Di tempo ne aveva, almeno una
mezzoretta. Sapeva di non aver sognato, era successo davvero.
La storia cominciò molti anni fa, dobbiamo tornare indietro di almeno quarant'anni. Allora non c'erano ne
packet cluster ne internet. Neppure la pubblicità che prometteva "il DX garantito" ai possessori di un tipo di
transceiver. Era il magico momento dei tubi termoionici e i radioamatori avevano quasi solo apparati
valvolari, perchè lo stato solido per i più, era uno stato della materia (in fisica). Chi si arrangiava col
saldatore ed aveva pochi fondi, autocostruiva od assemblava Geloso o Heathkit. Per i più abbienti c'erano le
linee Drake, Swan od Hallicrafters, mentre negli shack dei nababbi c'erano i Collins o i Signal One. Nelle
spedizioni DX non c'erano ancora "O-acca-due-bi-acca" e gli eccentrici euromilionari giapponesi. Brillava
invece la stella di gente come Don Miller o Gus Browning (ma chi erano costoro?). I Dx-er si sgolavano (o si
slogavano il polso col tasto verticale), per collegare countries come Kamaran, Minerva Reef o Serrana Bank.
Eh beh, ragazzi, sono cose d'altri tempi, non vi sforzate……… Lo so, che non sapete nemmeno dove
collocarli sulla carta geografica, sono da tempo immemorabile nei deleted del DXCC…..
La storia inizia nella periferia di una grande città, primi anni sessanta. Il futuro OM xyz, era ancora un piccolo
teppistello di periferia, uno di quelli che i radioamatori americani chiamano "youngster", dalla contrazione di
"young-gangster" (in senso affettuoso…..). Frequentava l'ultimo anno di elementari, e viveva con i genitori in
una grande casa popolare di periferia, un casermone proprio in fondo a dove finiva la strada asfaltata. Dopo
casa sua, c'erano solo campi coltivati a perdita d'occhio. L'unica costruzione in mezzo al verde era la grande
fabbrica dove lavorava il padre di xyz. Di fronte al suo caseggiato c'era un villino a due piani, con davanti
uno striminzito giardino. Sugli abitanti del villino fiorivano le leggende, ma pochi avevano avuto la fortuna di
conoscerli. "Ohè, come so' strani, sti borghesi", commentava la madre di xyz. "Lascia stare, non t'impicciare
come al solito", le rispondeva il padre. Nella casetta abitava un omino che aveva attirato subito la curiosità
del nostro ragazzino. Xyz pensava dovesse trattarsi di un inventore, oppure di un mago perché stava
sempre a trafficare con strani ordigni nella sua piccola soffitta. La casa di xyz, avendo 5 piani, era
ovviamente più alta della villetta e lui abitando al quarto, vedeva quasi tutto l'interno della soffitta di fronte.
Proprio all'altezza della sua visuale, si intravedeva una specie di lunga scrivania, o meglio un grezzo
tavolone. Sul legno massiccio erano allineate strane scatole metalliche piene di fili, lucine ed interruttori. Il
famoso omino si sedeva di fronte a quel tavolone per ore, toccando continuamente levette e manopole…. La
soffitta era ingombra di queste strane diavolerie, che facevano volare la fantasia del ragazzino. Sopra la
villetta, era steso un filo lungo molti metri, con un capo fissato su un alto palo. L'altro capo del filo finiva
invece all'interno della soffitta. Il suo strano dirimpettaio, seduto a smanettare, sembrava anche lavorare
misteriosamente, con attrezzi ed utensili. Xyz, tra un problema di aritmetica e un riassunto del sussidiario,
guardava sempre più curioso quel continuo "gira, spingi, ruota" di bottoni, manopole e tasti. Una volta sentì
suo padre dire che, qualche fortunato possessore di apparecchio televisivo, lamentava di avere difficoltà a
ricevere chiaramente i programmi. La cosa strana era che il segnale televisivo andava e veniva con una
certa regolarità quasi come per magia… xyz (chissà come mai), pensò subito agli armeggi del suo omino in
soffitta, ma dato che gli cominciava a stare simpatico, non aperse bocca. Arrivò l'estate e vennero anche le
vacanze: xyz ormai non stava più al tavolino a fare i compiti. Si dimenticò presto del suo omino e dei suoi
strani ammenicoli. Passava il suo tempo a giocare fuori casa, come tutti i ragazzini di questo mondo. Un
pomeriggio, mentre giocava a calcio con gli amici, qualcuno scagliò la palla nel famoso giardino della piccola
villetta……… Xyz corse al cancello per recuperare il pallone, si sporse verso l'interno…… e si trovo
improvvisamente davanti il misterioso omino con il pallone in mano!: "E' tua ?". "Sssi, scusi, me la può
dare?". "Certo che te la do, ma tu mi dovresti dare una mano, d'accordo? Su, vieni dentro". Xyz varcò per la
prima volta il cancello della misteriosa villetta, non immaginava quante volte sarebbe successo ancora….
L'omino era tutto indaffarato a tendere dei fili su dei pali di legno leggero fissati su dei supporti di ferro. I fili
erano fissati a delle croci e formavano un quadrato dal lato lungo alcuni metri metri. "Ecco, prendi questa
corda e quando ti dico tira, tu tira con tutta la forza che hai". Xyz fece quanto gli era stato detto e grazie ad
uno strano gioco di carrucole, quei due quadrati si alzarono, metro dopo metro, sopra il tetto della casupola!
Dopo un po' le canne che sostenevano i fili smisero di agitarsi e i due quadrati rimasero fermi nell'azzurro del
cielo. Xyz guardava in su ed a lui parvero altissimi, ma in realtà erano a non più di otto metri da terra. " Beh,
ti sei imbambolato a guardare la cubica?". "Ma cosa serve signore, questa…….cubica?". "Lo vuoi veramente
vedere, anzi sentire?". "Beh, si, mi piacerebbe…. molto….". "Allora, io mi chiamo Pietro, e tu?". Quasi
imbarazzato da questa improvvisa confidenza, il ragazzino balbettò "Mi mi chiamo xyz". "Oh, xyz, bene, vieni
che andiamo di sopra". Salirono le scale del primo piano e poi attraverso una lunga scaletta di legno,
raggiunsero la misteriosa soffitta, che aveva scatenato per tutto l'anno scolastico la curiosità del nostro
ragazzino!. Proprio di fronte alla porta c'era il famoso tavolone, che xyz intravedeva dalla finestra. L'omino si
accomodò in poltrona, mosse un interruttore e cominciò a muovere alcune manopole. Ora che poteva
vedere da vicino quelle scatole metalliche, xyz si accorse che erano quasi uguali alla radio "Philips" che
troneggiava nel salotto di suo zio…. e che lui chiamava l'aradio. Alla parete c'era una carta geografica del
mondo, e tutt'intorno decine di cartoline colorate. Questi cartoncini colorati erano sparpagliati in quantità
considerevole anche sul tavolone-scrivania. Anche sotto il tavolone c'erano molte scatole da scarpe piene di
cartoline multicolori. Sul muro, proprio sopra le apparecchiature, c'era un cartellino con scritto su: Italia 1***.
"Lei è un inventore?" biascicò timidamente. "Eh, veramente no, ormai c'è poco da inventare quà…. io sono
un radioamatore" sorrise l'omino. Il viso di xyz non tradì nessuna emozione e Pietro si sentì in dovere di
aggiungere: "Vuol dire che sono un radiodilettante…. mi occupo di radiotrasmissioni, collegamenti con altri
appassionati come me. Costruisco anche apparecchiature e antenne che servono per questo scopo….". Xyz
si guardava in giro a bocca aperta e stava tutto timoroso sulla soglia."Vieni avanti che proviamo la nuova
antenna". Dopo aver armeggiato un pochino dietro una delle grosse scatole metalliche, Pietro girò la
manopola del volume e una voce leggermente distorta uscì dall'altoparlante: "..riprendi tu, qui I1*** cambio".
"Senti? Questi sono due radiamatori italiani in collegamento, adesso entro anch'io così proviamo la cubica".
Xyz si sedette su una sedia vicino al tavolone e si mise ad ascoltare. "Qui è I1*** da ****che bussa al qso !".
"Okappa I1*** vieni avanti con i settetrè più cordiali!". Dopo lo scambio di rapporti xyz si fece coraggio e
chiese: "Ma ti conoscono tutti qui…..". "No, questi proprio non li conosco, eh eh, sono chiaccheratori…".
Dopo alcuni scambi, Pietro salutò e mosse altre levette, mosse un manopolone e si mise ad ascoltare
attentamente alcuni strani pigolii. Il pio-pio sembrava interessare parecchio il suo nuovo amico perché lo
vide agitarsi improvvisamente sulla sedia e mettersi ad armeggiare altri comandi. Con una levetta di legno
cominciò ad emettere una serie di pio-pio e poi ancora ad ascoltare: "Xyz, fammi un piacere, esci e gira quel
palo fino a che i quadrati non guardano verso la fabbrica!". Il ragazzo afferrò un tubo che era saldato al palo
che usciva dal tetto…… Guardando dalla botola , con un certo sforzo riuscì a girare i quadrati di filo nella
direzione indicata. "Bravo xyz, ecco, stai buono un pochino che qui ci sono le isole Galapagos…..sono un
niu-uannn….!!". Il ragazzo stette buono e zitto per una decina di minuti buoni. "Meno male, mi sente… sono
io… ecco fatto! Con questo mi mancano solo due paesi ed entro nell'honoroll del diecs-ciccì!" gridò l'omino
saltando sulla sedia. Xyz lo guardava a bocca aperta, ma non fiatò. "Eh vabbuò, adesso ti spiego". Pietro
iniziò una breve lezioncina sui Radioamatori, vista dal lato degli appassionati al DX in HF. Spiegò le varie
bande ed i modi operativi, con una semplicità tale, che sembrava un maestro elementare nato per
insegnare: "Capito? Mica a tutti piace il di-ecs, però per quanto mi riguarda è la cosa che mi appassiona di
più". Si era fatto tardi e dalla botola xyz sentiva sua madre che lo chiamava per la cena… "Devo andare… ".
"Vuoi tornare anche domani?"."Mi piacerebbe molto, mi piace sentire alla radio i paesi lontani". Tornò anche
il giorno dopo e anche quello dopo ancora….Per quasi tutta l'estate si fecero compagnia. Pietro e xyz
divennero amici,. Il ragazzino era veramente interessato e così quasi come un nuovo gioco apprese quasi
tutto sui misteri delle bande, del CW, della fonia. Aveva imparato a riconoscere anche i paesi del DXCC
solo sentendo il prefisso. Riuscì perfino a stupire Pietro con la facilità con la quale apprese a decifrare il piopio della telegrafia. "Vieni qui, prova a fare questo collegamento" gli disse una volta. Pietro lo lasciò provare
a trasmettere, e con una certa emozione mista ad esaltazione xyz collegò un G2, e ricevette pure un 599
che lo riempì di orgoglio……
Mentre cambiava marcia e si inseriva nella rotatoria, xyz sorrise, pensando a
quello che fu a tutti gli effetti il suo battesimo in aria, ad opera di quello
sconosciuto G2… senza licenza ed a 11 anni solamente. Poi continuò a ricordare…
Dopo due mesi di cameratismo tra l'ometto ed lo "youngster", era giunta la fine di settembre ed anche l'inizio
dell'anno scolastico. Le visite a Pietro si diradarono inevitabilmente, ma non per questo la sua nuova
passione per il mondo della radio. Venne anche primavera, ed una domenica mattina xyz trovò Pietro che
non stava più nella pelle…. diciamo euforico: "Stanotte ho collegato la Quattro-U!"."ITU Ginevra o New
York?", chiese xyz, che ormai era ferratissimo in prefissi. "New York…..è il penultimo, capisci…il pe-nul-timo!". Era raggiante e anche xyz era sinceramente felice. Notò però il pallore del viso ed anche il fatto che
l'amico non si volesse alzare dalla poltrona. Xyz si sedette come al solito davanti al ricevitore e girando la
sintonia dell'HW-102 Heathkit. Cominciò anche a scorrere col dito la lista del DXCC che era su un vecchio
quaderno sgualcito. Serviva a Pietro come promemoria dei countries collegati, ma anche per tenerci il log di
stazione. La crocetta mancava solo al paese con il prefisso VK0… "L'isola di Heard !…". "Già, l'isola di
Heard…..è una vera maledizione... Domani inizia una grande spedizione, ma purtroppo devo andare
all'ospedale per alcuni esami" fece l'omino. "Sei malato?". "Non mi sento molto bene, ma niente di
grave……..". Il ragazzo spense l'apparato e si lasciarono così. Due giorni dopo, Pietro non era ancora
tornato a casa. Alla fine della settimana xyz si recò alla villetta e come suonò, la moglie si affacciò alla porta.
Era molto pallida e aveva gli occhi rossi: "Pietro sta molto male, ma ti saluta e dice che quando ritornerà,
darete la caccia all' isola di Heard…". Xyz tornò a casa sua, ma non rivide mai più l' amico Pietro… Seppe
poi che se n'era andato velocemente, così in punta di piedi. Era morto una mattina di marzo, senza neanche
tornare a casa sua. Una settimana dopo, qualcuno suonò alla porta di casa. Udì suo padre discutere per un
po' nell'atrio, poi si sentì chiamare: "Senti, questo ragazzo ha dei pacchi per te" lo apostrofò suo padre. Il
giovane che gli stava davanti poteva avere circa diciotto anni, ed aveva un viso mai visto. "Tu non mi
conosci, io sono il figlio del signor Pietro, studio in collegio a Roma. Prima di morire, sul letto d'ospedale, mi
ha fatto giurare che ti avrei portato questa". Il ragazzo aperse lo scatolone e xyz vide il transceiver della
Heathkit l’HW 102 con il suo alimentatore! "Mio padre ha detto…. portaglielo…digli che a lui sarà utile
quando avrà raggiunto i sedici anni". Poi il ragazzo aggiunse sospirando "Tanto, a lui ormai non serve
più….". Xyz si mise a piangere. Da quando Pietro era morto, non lo aveva ancora fatto. Bastò la vista del
colore verde mare del transceiver per fargli ricordare…..Suo padre prese gli scatoloni e li portò in cantina.
Dopo qualche giorno, finite le vacanze pasquali, xyz riprese la scuola e l'impegno della prima media gli
fecero presto dimenticare Pietro, i prefissi, il DXCC ed anche il CW. Passarono gli anni e dopo le scuole
medie e le scuole superiori, divenne un valido elettrotecnico. E' in questo periodo che un amico gli prestò
una rivista di radiotecnica. Forse il virus era solo sopito, perché appena letta quella rivista, riscoprì il mondo
della radio. Con grande costanza e con l'aiuto di un libro, il cui titolo recitava "Corso per radioamatori"
dell'Ing.Trevisan… alla metà degli anni settanta conseguì la patente e poi la licenza di radioamatore.
Purtroppo il lavoro lo impegnava troppo, così la sua attività in radio in quegli anni fù molto limitata. Dopo aver
conosciuto la sua anima gemella (ancora all'oscuro del suo hobby….povera donna) xyz si sposò e si trasferì
in una nuova casa dove finalmente installò la sua vera prima stazione. Il DX divenne la sua grande
passione, con i vari DXCC, WAZ, WAS eccetera. Nel giro di pochi anni si avvicinò all'Honor Roll, che
raggiunse dopo 10 anni di intensa attività…..
xyz imboccò la tangenziale, guidando con una certa prudenza, visto il sonno che
teneva. A questo punto cercò di ricordare come era cominciato tutto. Era stato
il sabato sera.... di due giorni prima...
…….era ora di andare in sezione, per consegnare il pacco di qsl mensili da spedire al bureau. Il suo
compare, che fungeva pure da qsl manager di sezione, se ne stava seduto in un angolo con i soliti
appassionati di DX…"Uè xyz, vecchia ciabatta, vieni qui con i Dx-er!" lo apostrofò allegramente.Si doveva
festeggiare Antonio che aveva raggiunto il paese 325, cifra che gli permetteva di fregiarsi di Honor roll, per
secondo nella sua sezione (xyz era stato il primo)."Allora paghi da bere!"…"Xyz, hai sentito la spedizione
dall' isola di Heard?". "Antonio, la devo ancora collegare, sono stato fuori città tutta la settimana! ". "Beh,
buona fortuna, arrivano piano piano…e solo sidabbliù, però finiscono domani notte". Xyz rientrò di corsa in
casa, ed accese la stazione. Il dxcluster segnalava VK0** sui 20m. Diede una rapida ascoltata al debole
pigolio della stazione, si pose sullo split e cominciò a chiamare sperando nella fortuna e nel suoi trecento
watt. Non si accorse nemmeno del trascorrere delle ore, ma alle tre non aveva ancora effettuato il
collegamento. Improvvisamente la stazione DX annunciò standby per qualche minuto. Quando fece QRZ di
nuovo, erano passati almeno 10 minuti e forse molti europei erano crollati per il sonno. Xyz si trovò nel
posto giusto al momento giusto e passò per primo. Rapidamente diede il suo cinque-nove-nove, ascoltò
ancora qualche minuto, poi spense e si mise a letto. Quella sera però, non riusciva a prender sonno, si
rigirava nel letto perché aveva in mente una cosa che non riusciva a capire. Un qualcosa, un pensiero che
gli era nato improvvisamente in testa. Non capiva, ma sentiva che si trattava di roba urgente e non c'era
tempo da perdere in congetture cerebrali. Alla fine, arrivò alla conclusione più logica: fare la cosa ed in un
secondo tempo capire perché mai l'avesse fatta! Si alzò dal letto alle quattro di mattina e ancora in pigiama
si mise a frugare in un angolo della cantina. Sapeva cosa cercava, ma non si ricordava dove era stato
dimenticato da almeno 24 anni…. Finalmente dopo aver mosso tutto quello che si trovava all'interno del
locale, trovò lo scatolone che cercava, il più impolverato di tutti. Xyz estrasse tutto il contenuto, e con una
certa fatica lo portò di sopra, fino al suo shack. Era in preda come ad una febbre e si muoveva con rapidità!
Tolse il suo nuovo transceiver giapponese dalla scrivania, ed al suo posto mise quanto aveva portato su. Il
colore era sempre lo stesso verdemare e la scritta HeathKit campeggiava sempre sullo chassis. "Uh, quanto
pesa stò cassone….ecco l'alimentatore…mo' lo collego al transceiver". Quando tutto fu a posto, schiacciò
l'interruttore dell'HW 102….."Scioock!", la fiammata che vide all'interno dell'alimentatore gli fece
immediatamente togliere la tensione! "Stupido che sono stato, dopo venticinque anni di inattività, gli
elettrolitici saranno quasi fuori uso!". Tolse la spina, aperse i coperchi dell'alimentatore e dell'apparato e poi
si mise a trafficare.… Quando guardò di nuovo l'orologio erano quasi le sette. Prese il telefono compose un
numero, ed attese che dall'altra parte qualcuno rispondesse:"Seeeeeh?" fece una voce assonnata,
sicuramente svegliata all'improvviso. "Raffaele, so' io, mi serve il tuo reostato"."Ma che sei scemo, non so'
neanche le sette di mattina!". Ma un amico si riconosce in questi momenti. Alle otto meno un quarto,
Raffaele era sulla porta con il reostato in mano. Xyz disse solo:"Grazie". Poi si precipitò nello shack,
lasciando l'amico sulla porta. "Oggi non ci sono per nessuno!" disse alla moglie. La signora Rosa conosceva
il suo pollo e non protestò. Aveva visto poche volte il marito preso da quella frenesia. Xyz si immerse nello
schema dell'alimentatore. Cambiò alcuni componenti dubbi e cominciò a dare tensione col reostato,
partendo da una tensione bassa. Finalmente diede i 220 volts e le tensioni in uscita dall'alimentatore
sembravano quelle richieste!. Collegò l'alimentazione al transceiver, ma non ci fu segno di vita. Xyz guardò
ancora l'ora e vide che bisognava fare presto, non si poteva ritardare di un minuto oppure tutto sarebbe stato
inutile. Prese alimentatore e transceiver e montò in macchina. Quando Antonio aprì la porta, gli disse solo
"Tu hai gli schemi di tutto in laboratorio, trovami quello di questo qui, dai fammi entrare". "Ma dove vai con
quei rottami?"."Non ho tempo di spiegarti, aiutami!". Antonio non aveva mai visto il suo amico in quello stato,
per cui si fece da parte e lo aiuto a mettere tutto sul tavolo del laboratorio. Cominciarono a lavorare prima di
mezzogiorno. Quando fu l'ora di pranzo, si fecero portare dalla moglie di Antonio qualcosa in laboratorio.
Rovistarono in ogni cassetto ed in ogni scaffale. Quando poi più tardi scopersero anche una valvola finale
difettosa, telefonarono a tutto il callbook della loro provincia.. Alla fine Raffaele si presentò sulla porta con il
tubo finale di potenza mancante! "Grande Raffaele!". Nel tardo pomeriggio mentre effettuavano
l'allineamento, qualcuno portò delle pizze.. Xyz aveva perso la nozione del tempo e le ore volavano via, ma
lui non se ne rendeva conto. Era solo preoccupato di non fare in tempo. Alla fine l'HW 102 sembrava
funzionare. Prese tutto, caricò in macchina e via verso casa. Quando installò di nuovo ll vecchio valvolare,
era sicuro che tutto sarebbe andato bene questa volta. Infatti tutto si accese alla perfezione e la stazione che
gli interessava era ancora lì, in venti metri. Nel fondo dello scatolone aveva trovato anche il vecchio tasto
verticale che aveva visto tante volte all'opera, e che aveva usato per il suo primo QSO. Dopo un rapido
accordo, cercò di sistemarsi il più spostato possibile, col solo RIT, non avendo il VFO separato… Erano le
dieci di sera, ed il dxcluster annunciava: "Ultime ore di operazioni da Heard". Doveva fare presto…"I1***,
I1***". Faceva un po' di fatica col tasto verticale, senza bug. Inoltre si doveva abituare, perché il callsign che
stava usando non era il suo. Chiamò ore ed ore, sperando che l'operatore si accorgesse del suo debole
segnale solo 3 kilohertz sopra. Alle due del mattino, finalmente sentì "I1?". Era lui? "I1***, I1*** 5NN K". "I1***
5NN, 5NN… Finalmente sorrise, sentì la smania che aveva avuto per due giorni cessare. Dopo di lui, la
stazione nella fredda e remota isola di Heard, fece ancora due soli (!) collegamenti, poi annunciò QRT SK,
fine spedizione!! Xyz fece un bel sospiro, e sentì allentarsi finalmente la tensione. Cercò sul tavolo qualcosa
che aveva preso per ultimo dallo scatolone. Era un quadernetto sgualcito che aveva sfogliato centinaia di
volte in quella soffitta, venticinque anni prima. Arrivò quasi alle ultime pagine e quando trovò VK0-Heard fece
vicino una croce. Mise il quadernetto in un cassetto insieme al vecchio tasto verticale. La frequenza intanto
era divenuta completamente silenziosa. Si tolse le cuffie e spense il vecchio HeathKit. Guardò fuori dalla
finestra e vide che era quasi di nuovo giorno… Xyz aprì i battenti e guardando in su lontano verso l’unica
stella che vedeva in quel momento, sussurrò "Pietro, adesso sei Top Honor Roll"….Si mise a preparare la
colazione, tranquillo senza più quel problema da risolvere, perché sapeva che la QSL di Heard sarebbe
arrivata dove doveva arrivare. Missione compiuta.
Questo racconto è stato scritto nel ricordo di Pietro, colui che è stato un
indimenticabile Dx-er, un maestro per xyz e per molti altri radioamatori della
sua città.