oltre la sparavalle

Transcript

oltre la sparavalle
Marzo
2015
n. 1/2015 periodico - Proprietario: Luigi Mandelli - Redazione: via Canevari 9 - 42036 Busana (RE) - Tel. 0522 891117
Autorizzazione Curia Vescovile di Reggio Emilia n. 10/01 - A del 23.01.01 - Stampa: La Nuova Tipolito - Felina (RE)
Gesù,
amante di ogni persona
illuminaci e guidaci
verso la Pasqua
Sommario
Lettera dei parroci
Dal Messaggio di Papa Francesco
Il dono del diaconato permanente
Unità Pastorali... opportunità?!
Colui che è Le sfide pastorali della famiglia
Il Centro d’Ascolto del Vicariato
Collagna: ricordando l’estate
Cena sociale Croce Verde
Ramiseto: presepe vivente
Piolo e la magia del Natale
Collagna: sorpresa natalizia
Festa di Natale all’oratorio
Collagna: Natale nelle scuole
Ramiseto: la festa dei popoli
Giornata della vita
Miscoso: “Balla coi lupi”
Teatro di Ligonchio
Anagrafe delle nostre parrocchie
Il Carnevale all’oratorio
Cervarezza 2014
Carnevale a Ramiseto
La pagina dello svago
pag. 2
pag. 3
pag. 4
pag. 6
pag. 8
pag. 9
pag.10
pag.12
pag.13
pag.14
pag.15
pag.16
pag.17
pag.18
pag.19
pag.20
pag.21
pag.23
pag.24
pag.28
pag.29
pag.30
pag.32
Lettera dei parroci
per un cammino autentico verso la pasqua
Per arrivare alla S.Pasqua il tempo di
Quaresima è “preparazione” al Mistero
della Risurrezione del Signore.
La Quaresima ha il suo aspetto negativo
di “morte” cioè di distacco dal peccato,
di conversione, di penitenza; ed è in un
certo senso, lo sviluppo e l’ampliamento
del Venerdì Santo di morte, così come i 50
giorni dopo Pasqua sono il prolungamento
della Domenica di Pasqua di vita. In
Quaresima occorre morire con Cristo per
poi “risorgere” con Lui a nuova vita nel
ritmo pasquale dell’esistenza cristiana.
L’aspetto penitenziale della Quaresima
Questo Tempo Forte ha inizio il Mercoledì
delle ceneri che vengono imposte sul capo
dei fedeli, che non è un rito magico, ma
il segno esteriore di risposta alla Parola
è sottoporre in umiltà il capo alla cenere.
Tutto ciò vuol essere digiuno dal peccato –
preghiera – carità.
Quaresima è riscoperta battesimale
Il tema della Penitenza è prevalente nella
prima parte della Quaresima; anche se non
è assente nella seconda parte, se presteremo
attenzione noteremo con quanta insistenza
verrà richiamata dalle sacre letture bibliche,
feriali e festive come pure nelle orazioni
delle SS. Messe. Tuttavia, dalla terza
domenica di Quaresima, la Chiesa mette
maggiormente in risalto il tema battesimale;
anche la Penitenza viene presentata
soprattutto come atteggiamento interiore
che rinnova la grazia del Battesimo
(Penitenza si intende qui il Sacramento
della confessione) come un secondo
Battesimo.
Due solennità della Quaresima
Sulla strada che porta alla Pasqua la nostra
attenzione deve essere tutta rivolta a
Cristo, non si fanno “memorie di Santi”.
2
Unica eccezione per due solennità:
S. Giuseppe e l’Annunciazione del
Signore. Celebriamole dunque con spirito
“pasquale”; S. Giuseppe che ha risposto
alla chiamata di Dio nell’obbedienza e nel
silenzio per il servizio al Verbo di Dio. E
Maria, figura della Chiesa, che accoglie
l’annuncio della Incarnazione del Signore,
ci disponga a maturare in noi il frutto del
Natale, passando, attraverso la Passione e
la Croce del Signore, alla gloria della sua
Risurrezione.
La Settimana Santa
Alla Settimana Santa dobbiamo dare
logicamente una attenzione tutta speciale.
E’ la settimana infatti più sconvolgente
e più significativa dell’anno: quella che
la tradizione liturgica e popolare chiama
“santa”, o “maggiore”.
Dobbiamo essere tutti consapevoli della
centralità del Mistero pasquale.
La Pasqua è centro di vita e centro
dell’anno liturgico. La Liturgia ci fa vivere
il mistero pasquale nel quale il Figlio di
Dio, incarnatosi e fattosi obbediente fino
alla morte di croce, è talmente esaltato nella
Risurrezione e nella Ascensione, da poter
comunicare al mondo la sua vita divina,
affinché l’umanità, morta al peccato si
configuri a Gesù, non viva più per se stessa,
ma per colui che è morto ed è risorto.
L’invito che vi facciamo noi Vostri Preti
è proprio quello di vivere intensamente
questo tempo. Per poterlo gustare
personalmente e come Comunità, per
vivere la Pasqua del Signore come nostra
risurrezione dal nostro peccato per poter far
vedere a tutti che il Signore Gesù è VIVO!
Buona Quaresima!
Buona Pasqua dai Vostri Preti
Dal Messaggio di Papa Francesco
Iniziamo da questo numero a riportare qualche “frammento” della ricca pastorale di Papa Francesco. Lo
riprendiamo dal quotidiano “Avvenire” ed è parte del
messaggio del Papa indirizzato a quanti riuniti a Milano il 7 febbraio u.s., in occasione dell’evento “Le idee
di Expo 2015 – Verso la Carta di Milano” il cui tema
è: Nutrire il Pianeta. Energia per la vita.
... Oggi, infatti, il moltiplicarsi delle organizzazioni
e interventi della comunità
internazionale sulla nutrizione viviamo quello che il
santo Papa Giovanni Paolo
II indicava come “paradosso dell’abbondanza”. Infatti, “c’è cibo per tutti, ma
non tutti possono mangiare,
mentre lo spreco, lo scarto, il
consumo eccessivo sono davanti ai nostri occhi”.
Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi
come su quello della fame;
per superare la tentazione
dei sofismi - quel nominalismo che va oltre, oltre, oltre,
LA REDAZIONE
Direttore e responsabile di redazione: Don Luigi Mandelli - Redazione: Claudio Bucci, Luisella
Biggi, Angela Croci, Dirce Penserini, Renata Galassi, Enrichetta
Pallai, Rosaria D’Auria - Collaboratore esterno: prof. Giuseppe
Giovanelli - Fotografi: Franco e
Francesco Correggi.
E-mail per inviare gli articoli:
[email protected]
[email protected]
In copertina:
Tabernacolo di Gazzolo
(scuola dei Ceccati)
ma non tocca mai la realtà per superare questa tentazione, vi suggerisco tre atteggiamenti concreti.
Andare dalle urgenze alle
priorità
Abbiate uno sguardo e un
cuore orientati non ad un
pragmatismo emergenziale
che si rivela come proposta
sempre provvisoria, ma ad
un orientamento deciso nel
risolvere le cause strutturali
della povertà. Ricordiamoci
che la radice di tutti i mali è
la inequità. No, ad un’economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia
uccide. Non è possibile che
non faccia notizia il fatto che
muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada mentre lo sia il ribasso di
due punti in borsa. Questo è
il frutto della legge di competitività per cui il più forte
ha la meglio sul più debole.
E’ dunque necessario, se vogliamo realmente risolvere i
problemi e non perderci nei
sofismi, risolvere la radice
di tutti i mali che è l’inequi-
tà. Per fare questo ci sono
alcune scelte prioritarie da
compiere: rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati
e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle
cause strutturali della inequità.
Siate testimoni di carità
La politica, tanto denigrata,
è una vocazione altissima , è
una delle forme più preziose della carità perché cerca
il bene comune. Dobbiamo
convincerci che la carità è
il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti
amicali, familiari, di piccolo
gruppo, ma anche delle macrorelazioni: rapporti sociali,
economici,politici.
Da dove dunque deve partire
una sana politica economica? Su cosa si impegna un
politico autentico? Quali i
3
pilastri di chi è chiamato ad
amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la
dignità della persona umana
e il bene comune...
Custodi non padroni della
terra
Ricordo nuovamente, come
già fatto alla FAO, una frase che ho sentito da un anziano contadino molti anni
fa: “Dio perdona sempre, le
offese, gli abusi; Dio sempre
perdona. Gli uomini perdonano a volte. La terra non
perdona mai! Custodire la
sorella terra, la madre terra,
affinchè non risponda con la
distruzione”.
...Affido a voi quanto ho
detto durante la Messa d’ inizio del mio ministero come
Vescovo di Roma: “Vorrei
chiedere, per favore, a tutti
coloro che occupano ruoli
di responsabilità in ambito
economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo
custodi della creazione, del
disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro,
dell’ambiente; ma per custodire dobbiamo anche avere
cura di noi stessi! …. Non
dobbiamo avere paura della
bontà, anzi della tenerezza.
Custodire la terra non solo
con bontà, ma anche con tenerezza”.
A cura di Claudio Bucci
4
Il dono del diaconato
permanente
Come sappiamo, il nostro
Vescovo (Mons. Massimo
Camisasca) nell’ottobre u.s.
ha inviato a tutta la diocesi
la sua prima lettera pastorale
dal titolo: “Il dono del diaconato permanente”.
Il contenuto della lettera è
stato inviato come supplemento a “La Libertà” per chi
è abbonato al settimanale
oppure era, ed è disponibile
un po’ ovunque.
Non si vuole qui esporre
il contenuto della lettera,
ma bensì una riflessione
“all’introduzione, al primo
e secondo capitolo della lettera pastorale”, scaturita da
incontri a cui partecipano i
diaconi della montagna, due
accoliti (laici) e un laico,
che frequentano la comunità
diaconale delle nostre zone.
Sono uscite le presenti osservazioni.
L’introduzione è fondamentale essendo la chiave di lettura e di interpretazione della lettera.
La realtà dei diaconi permanenti nella chiesa reggianoguastallese è stata una “scoperta importante ed interessante” per il nostro Vescovo
che non si era mai occupato
del diaconato permanente. Il
fatto che dedichi la sua prima lettera pastorale a questo
tema dimostra quanto Egli
sia “in ascolto” della sua
Chiesa, pronto a farsi sorprendere e ad investire su di
una realtà a Lui sconosciuta
sul piano pastorale, anche se
conosciuta, ovviamente, sul
piano teologico-dottrinale.
Si tratta di una lettera rivolta alla Chiesa locale e quindi, in primo luogo, ai fedeli
laici; successivamente ai
religiosi, ai diaconi e ai presbiteri. Quest’ordine non è
casuale: il Vescovo vuole far
conoscere alla sua Chiesa un
“dono” che Dio le ha fatto e
che forse non conosce o non
apprezza abbastanza.
Ne consegue che la lettera
non è un trattato sul diacona-
to e non entra, giustamente,
nel dibattito teologico a riguardo della figura del diacono permanente. Si auspica, quindi, che venga diffusa
nelle comunità e non venga
“archiviata” con la presunzione di chi dice: “Tanto
queste cose le so già!”.
Cap. I – La comune vocazione battesimale. Nella diversità dei carismi e dei ministeri è fondamentale andare
alla radice, cioè alla identità
battesimale. Non esistono
cristiani “di serie A” e cristiani “di serie B”. Davanti
a Dio ciò che conta è la risposta al suo progetto, alla
sua chiamata. Se esiste una
differenza, questa è nella
santità personale. Ognuno di
noi è chiamato personalmente da Dio e, a volte, la sua
chiamata ci spaventa. Sono
le persone che Dio ha messo
vicino al diacono ad aiutarlo
a comprendere la Sua volontà: la sposa, la famiglia, la
comunità, il parroco, i diaconi amici e fratelli con cui
condivide la Parola di Dio,
la preghiera, il ministero. Il
diacono che vive isolato è
progressivamente tentato di
cadere nella propria individualità e di non accorgersi
delle persone e dei bisogni di
chi gli sta accanto.
Cap. II – Il ministero del
diacono. Tutti i battezzati
sono chiamati al servizio,
alla diaconia. Come esiste un
“sacerdozio comune” fondato sul Battesimo, così esiste
una “diaconia comune”. Il
diacono ordinato è segno sacramentale e animatore del
servizio nel popolo di Dio.
Se il sacerdozio battesimale
si esprime essenzialmente
nell’offrire se stessi a Dio
come sacrificio vivente (cfr.
Rm 12,1), la diaconia si realizza nel lavare i piedi gli uni
agli altri (cfr. Gv 13,14).
Il diacono con la propria
vita deve suscitare imitatori
nel popolo di Dio secondo
la preghiera di ordinazione:
“L’esempio della loro vita,
generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo
e susciti imitatori nel tuo popolo santo”.
Il diacono trae la sua forza
non da “poteri” particolari,
ma dal carisma. Paradossalmente il diacono deve essere “carismatico” per essere
credibile. Non si tratta di
carismi eccezionali, ma di
carismi umili come l’attenzione alle persone fragili, la
sottomissione, l’obbedienza, la perseveranza, la volontà decisa a non diventare
mai strumento di divisione
all’interno della comunità.
Per quanto dipende da lui,
non deve aspirare a cose
troppo alte, ma piegarsi a
quelle umili (cfr. Rm 12,16).
Al diacono, all’interno della
Chiesa, è preclusa ogni carriera che non sia quella di
servire gratuitamente.
Nella realtà specifica della
montagna, è necessario che
il diacono sia impegnato
contemporaneamente nelle
tre dimensioni della diaconia: la liturgia, l’annuncio,
la carità. Da anni stiamo assistendo ad un progressivo
impoverimento dei paesi e
delle parrocchie. Le comunità sopravvivono a fatica a
causa della mancanza di un
sacerdote- parroco residente. La figura del diacono diventa in tanti casi un punto
di riferimento costante: le
altre figure cambiano, ma il
diacono rimane e tanto basta
per rassicurare i fedeli.
Valdo
5
UNITà PASTORALI...
una grande opportunità!?
In relazione anche a recenti sollecitazioni
della Diocesi sul tema delle Unità pastorali,
vorrei invitare tutti ad una comune riflessione
sul tema. Sono passati ormai 15 anni dalla costituzione di queste realtà pastorali nel nostro
Vicariato. E’ dall’ottobre 1999, infatti, che,
per quanto mi è dato ricordare, si è costituita
l’Unità Pastorale (UP) di Ligonchio, e presumo le altre del Vicariato, quando, a seguito di
una scelta del nostro Vicariato si era deciso di
unire le parrocchie in UP su base comunale.
Da allora sono intervenuti molti significativi
cambiamenti, soprattutto riguardanti i sacerdoti “in servizio attivo” nelle nostre comunità,
ed avvenimenti altrettanto significativi, a partire dal Convegno Ecclesiale della Montagna
del 2002-2003. In quella sede, e come ribadito
più volte anche in successivi incontri dei
Vicariati della Montagna a Marola (6 novembre 2011: “Chiesa e territorio in montagna:
quale futuro?”; 12 aprile 2012: “La montagna
continua a camminare”) ed a Castelnovo ne’
Monti col Vescovo Adriano (11 marzo 2012:
“Riconsegna degli Orientamenti per una
rinnovata prassi dell’Iniziazione cristiana”),
da un punto di vista organizzativo-pastorale
erano state proposte alcune “linee guida”
condivise:
- per quanto possibile tenere aperte tutte le
parrocchie, considerandole tutte allo stesso
modo (piccole e grandi);
- santificare la festa sempre, anche in assenza
del parroco, con messe pre-festive al sabato
o con celebrazioni domenicali della Liturgia
della Parola;
- preparare e celebrare la liturgia della Parola,
in assenza del parroco, nel modo più comunitario possibile (non una o due persone che
fanno tutto o per tutti, ma coinvolgimento
della comunità che celebra);
6
- valorizzare al meglio la partecipazione e
corresponsabilità dei laici, sottolineando
l’importanza dei ministeri di fatto o istituiti;
- valorizzazione del Consiglio Pastorale
Vicariale (CPV) e dei Consigli Pastorali
delle varie UP.
La visita pastorale del Vescovo Adriano nel
2004 ed il suo ritorno a Cervarezza il 15 aprile
2005 per la consegna delle Lettere-Mandato
alle UP, avevano confermato e rafforzato tali
orientamenti, con l’invito pressante a “custodire la centralità dell’Eucarestia domenicale”
e ad “investire sulla formazione cristiana dei
ragazzi e sull’incontro con i giovani, coinvolgendo di più le famiglie”.
Quanto di questi propositi è stato effettivamente realizzato? Quanto resta ancora da
fare?
La progressiva diminuzione numerica ed i
cambiamenti di sacerdoti intervenuti negli
ultimi anni forse non hanno aiutato al raggiungimento di alcuni obiettivi. Qualche
resistenza ha forse rallentato il cammino
comunitario. Attualmente possiamo contare
sul servizio pastorale di don Luigi a Collagna, don Danilo e don Paolo a Ramiseto,
don Giancarlo a Busana, don Daniele e don
Filippo a Ligonchio; bilancio complessivo: 6
sacerdoti per 28 parrocchie. Tale situazione
è destinata a variare ulteriormente, in quanto
la nomina di don Filippo a superiore generale
della Congregazione Mariana delle Case della
Carità non è compatibile con un suo impegno
in parrocchia. Pur essendo garantito il suo
servizio pastorale nei fine settimana fino al
mese di giugno, dopo tale data sarà inevitabile
qualche ulteriore assestamento. Vedremo!
Ancora una volta sembra essere sempre più
pressante la necessità di investire con ancora
maggior forza sulle UP e su di un loro effet-
tivo coordinamento a livello di Vicariato, in
particolare a livello di CPV. Questo organo
negli ultimi anni ha sicuramente svolto un
positivo e propositivo ruolo di coordinamento
e formazione, che dovrà essere incentivato,
per consentire una positiva ricaduta sulle
singole UP. In quest’ottica credo sia sempre
più necessario un maggior coinvolgimento
(almeno a livello di conoscenza e programmazione) del CPV e dei laici per farli sentire
ancora più responsabilizzati ad una maggiore
partecipazione e corresponsabilità.
C’è sicuramente materia su cui confrontarsi
e lavorare, soprattutto a livello vicariale, anche per sperimentare soluzioni innovative,
pur tenendo conto delle difficoltà legate al
territorio ed all’età media della popolazione, con un “occhio di riguardo” alla dimensione missionaria ed alla carità. Come ci ha
suggerito in passato don Luigi dal Brasile
“Lottare sempre, vincere talvolta, desistere
mai!!” Ovviamente, continuando a camminare insieme, aiutandoci con la preghiera e
confidando nell’aiuto del Signore e nel dono
dello Spirito Santo.
Valter
UNA FINESTRA SUL MONDO
Una speranza che resta,
in questo tempo che dovrebbe cambiare
è ora di fare basta
non si può sempre sparare.
Con queste guerre e battaglie,
la vita non conta più niente
Signore abbi pietà di questo mondo
che così non va.
L’uomo ha bisogno di aria d’amore,
aria di bene e pace nel cuore
non più terrori e tristi momenti,
non più lutti ma visi contenti. La cosa più triste del mondo
è un vecchio che piange in silenzio,
è una mamma che ha il figlio a soldato,
è un bambino che ha il cuore spezzato.
C’è bisogno di notti tranquille,
di giorni felici,
perché il vivere di oggi
è come un mare senza sponde,
che con improvvisa furia
ci sommerge e ci annulla.
Miria Bellesi
Grazie don Pierluigi...
...per averci permesso di ricostruire la nostra storia attraverso gli alberi genealogici delle
antiche famiglie presenti sul territorio a partire dal 1600. Il suo è stato un lavoro di ricerca
paziente e accurata che ha suscitato un grande interesse negli abitanti. Ciascuno di noi infatti
desidera approfondire le notizie relative al proprio ceppo d’origine per ritrovarvi il nome
dei suoi avi. E’ bello constatare che esistono ancora dei valori e il bisogno di appartenenza
ed identificazione all’interno di una famiglia. In una società dove sempre di più prevalgono
l’egoismo, l’indifferenza e la fretta, è bello soffermarsi qualche momento per riflettere sul
passato e su ciò che ha significato per ognuno di noi.
Di nuovo grazie, don, per il lungo lavoro di indagine senza il quale, in gran parte, la nostra
storia sarebbe stata certamente dimenticata.
La Comunità parrocchiale di Cervarezza
P.S. Chi ancora desiderasse l’albero genealogico della propria famiglia può rivolgersi a Domenico Galassi o a Pietro Campani per informazioni in merito
7
Per essere presente realmente
a Colui che è realmente presente a noi
Ciò che colpisce di più entrando nella casa di una famiglia non è la ricchezza o
la povertà della casa ma la
QUALITA’ di PRESENZA
di coloro che vivono e accolgono in questa casa.
Il sentimento di essere veramente accolto e benvenuto,
anzi, atteso; l’atmosfera calorosa, l’attenzione, la serenità,
la pace, l’unità, il buon umore
che supera i contrasti domestici, inevitabili,tutti questi
segni sensibili e piacevoli di
una presenza benevola, benefica, vivificante sono i segni
caratteristici di un’ALTRA
PRESENZA che si rivela,
questa, solo all’anima: sono
i segni che DIO stesso vive e
accoglie in questa casa. C’è
una qualità di presenza che
rivela la PRESENZA di DIO.
Non può essere altrimenti
perchè DIO è il Presente
per eccellenza; e perchè la
sua presenza è pura bontà,
la famiglia è una realtà nella
quale ama manifestare la sua
presenza.
La Famiglia cristiana, in
modo particolare, perchè fondata sul sacramento del matrimonio, può essere compresa,
nel suo significato più profondo, come sacramento della
presenza di Dio nel mondo.
Grande davvero questo mi8
stero!!!! Questo fondamento
sacramentale della famiglia
è la roccia che la rende incrollabile nonostante tutte le
prove che possono affliggere i
suoi membri. Dal tempo degli
Apostoli fino al 2° secolo, le
assemblee cristiane si riunivano nella casa di questa o
quella famiglia per ricevere
l’insegnamento cristiano e
celebrare l’EUCARESTIA
(Messa). La casa domestica è
veramente la culla della chiesa cattolica e apostolica!! Ora
il focolare domestico non ha
perso questa dignità altissima
di piccola chiesa domestica
perchè la celebrazione eucaristica ha luogo in una chiesa
appositamente costruita, la
chiesa parrocchiale. Essa è il
focolare umano e spirituale
che unisce come una sola
famiglia tutte le famiglie che
in questo luogo Dio convoca
e invita. Qui ci convoca per
comunicarci una lietissima
parola e per deliziarci al banchetto di nozze più famoso di
tutta la storia dell’umanità:
che GIOIA! che ONORE!
Ma purtroppo avvertiamo, sia
nelle famiglie che nella chiesa
un senso di disagio, di abbandono, di assenteismo che sta
devitalizzando la gioia e la
voglia di stare insieme: non
è un caso se la vita familiare
e la vita ecclesiale accusano
la stessa perdita di attrazione
e di qualità di presenza.
Facciamo fatica ad avvertire
la presenza vivificante di
Dio nella nostra vita, nelle nostre relazioni, e forse
particolarmente nella Messa
Domenicale.
Eppure DIO c’è! Nel più
intimo della realtà del focolare domestico non meno
sicuramente della presenza
eucaristica nel Tabernacolo
della Chiesa. Dio è fedele,
Dio non ci abbandona mai.
Ma siamo noi ad aver perso
il SENSO DELLA NOSTRA
PRESENZA A DIO.
Cerchiamo dunque di rimediare a questo difetto, a questa
mancanza di presenza a Dio
là dovrebbe essere più sveglia, più puntuale, più attiva:
durante la MESSA.
Non ci è chiesto che una
sola cosa per partecipare alla
festa nuziale, al banchetto
eucaristico: indossare l’abito
di nozze, cioè di essere realmente presente a Colui che
si è fatto realmente presente.
Il modo di celebrare degnamente la Santa Messa sarà
dunque il tema della nostra
prossima meditazione.
Buon inizio di QUARESIMA!
Suor Regine
Le sfide pastorali della famiglia
Alle ore 20.30 del giorno 23 Gennaio 2015
si è svolta l’assemblea parrocchiale del territorio ramisetano presso la canonica nuova.
Motivo principale dell’incontro è coinvolgere la società nelle nuove sfide su cui la
Chiesa oggi viene chiamata in causa, per poter offrire una valida e coesa risposta, basata
su una riflessione profonda sui temi della famiglia. La Chiesa diretta da Papa Francesco,
vuole rivitalizzarsi e attualizzarsi, aprendo
le porte a temi che fino ad oggi sono stati in
ombra, facendo chiarezza anche con spunti offerti dalle comunità. Per questo motivo
proprio lo stesso Papa Francesco ha deciso
di convocare in maniera “straordinaria” il
Sinodo dei Vescovi, che si è svolto dal 5 al
19 Ottobre 2014, titolato “Le sfide pastorali
della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
Questo evento a carattere consultivo, ha generato un questionario che verrà direttamente posto alle famiglie per avere informazioni
sui temi, oggi molto vivi, trattati dalla cronaca tra cui spiccano: famiglia, omosessualità
e sessualità. Obiettivo è quello di ascoltare
la voce della famiglia.
La famiglia di oggi ha dunque un’opportunità che fino ai giorni nostri non è mai stata
offerta e ha la possibilità di portare un cambiamento epocale trasferendo informazioni
preziose che saranno il materiale di lavoro
per i Vescovi che si rincontreranno ad Ottobre 2015, con l’obiettivo di stabilire le linee
guida su cui operare.
D’altro canto, alla comunità, è offerta la
possibilità di riflettere sul significato vero di
famiglia. Da un punto di vista cristiano la
prima famiglia fu quella di Adamo ed Eva,
ossia dichiaratamente maschio e femmina, e
da lì via via in tutta la Sacra Bibbia si evince
la composizione eterosessuale e allo stesso
tempo complementare della coppia, unica
configurazione a cui è dato il dono della
procreazione. Su questi e altri temi ora si
potrebbe e forse si dovrebbe rispondere, assolvendo così a quella chiamata che è quella
apostolica che Gesù ci ha comunicato e che
Don Danilo, la medesima sera ci ha ricordato mediante il Vangelo di Marco, Capitolo
1, che induce alla riflessione sul cammino
umano unitamente al tema della vocazione. Le Sacre Scritture ci spiegano come il
Signore cominci a creare collaboratori che
possano aiutarlo nel compito apostolico nel
diffondere la sua Parola. Come Gesù fece
nel passato, così oggi i sacerdoti chiamano
a se’ i fedeli per aiutarli a compiere questa
missione, compito impossibile senza una
adeguata risposta. Don Danilo fa emergere
il messaggio che non è la perfezione dell’uomo che viene richiesta, ma la disponibilità ad
una collaborazione che contribuisca a creare
una trama relazionale feconda e fattiva.
E questo pure è il messaggio lanciato da
Papa Francesco e dal Sinodo dei Vescovi
che vedono solo attraverso un nuovo apostolato di dialogo, una rinascita della chiesa,
della cristianità e della società.
Isabella Vaccari
9
Signore, liberami dall’egoismo, perché ti possa servire,
amare e ascoltare in ogni fratello che mi fai incontrare. S. Vincenzo de’ Paoli
Alcune riflessioni sul
Centro d’Ascolto del Vicariato
Nel numero di ottobre 2012, “Oltre la Sparavalle” presentava l’avvio di una nuova iniziativa: il CENTRO D’ASCOLTO VICARIALE.
Esso, ubicato presso la Casa della Carità di
Busana, nasceva con lo scopo di offrire alle
nostre parrocchie una proposta per vivere il
Vangelo, condividendo le necessità di chi
aveva bisogno.
Da allora sono trascorsi più di due anni e il
cammino avviato continua, segno tangibile
dell’amore di Dio, in uno scambio di doni
tra chi frequenta questo luogo a vario titolo
e non solo fisicamente, ma anche con il sostegno materiale e spirituale.
In questo tempo, abbiamo vissuto alcune
difficoltà come la chiusura del nostro luogo
d’incontro, a causa del terremoto e il conseguente e temporaneo trasferimento nei locali della parrocchia di Cervarezza e come
l’aumentare costante dei nuclei famigliari
bisognosi che ci ha costretto a scegliere di
accompagnare solo le famiglie residenti nel
territorio del Vicariato, non avendo a disposizione una quantità sufficiente di scorte alimentari.
Tutti coloro che sono approdati al nostro
CDA sono stati comunque accompagnati per
due mesi ed indirizzati ai centri Caritas delle zone di residenza, con i quali cerchiamo
di confrontarci e collaborare.
Il centro d’ascolto è uno strumento per rendere visibile il servizio al più povero, per
dare spazio concreto all’ascolto e all’accoglienza dell’altro. È un PONTE che porta le
comunità parrocchiali in contatto con le povertà e che mette al centro il povero e i suoi
10
problemi, per questo è un DONO alla comunità. È anche un’ ANTENNA che dovrebbe
captare le situazioni di bisogno presenti nelle parrocchie, cercare di capirne le cause e
trovare le risorse per dare qualche risposta.
Ecco perché la borsina alimentare che viene
consegnata settimanalmente è solo un modo
per far percepire a chi ha bisogno la vicinanza e la condivisione della comunità di cui
fa parte e non è l’unica possibilità d’aiuto.
Ad esempio siamo riusciti ad avviare alcune BORSE LAVORO, grazie al fondo famiglia della Caritas diocesana e soprattutto
abbiamo instaurato relazioni di amicizia con
diverse famiglie. Esse ci permettono un incontro oltre quello nel Centro d’ascolto e ci
hanno sollecitato l’idea di trascorrere insieme anche altri momenti, nei quali fare festa
e confrontarci con più allegria e leggerezza.
Essere nel Centro come volontari è senza
dubbio una ricchezza; è un imparare a camminare insieme senza sostituirci alla persona che ha bisogno, ma anche senza essere
schiacciati dalle esigenze manifestate; è capire che, anche nella sofferenza e nella solitudine, ogni persona è ricca di risorse che si
possono riconoscere e di doni che si posso-
no ricevere. Ecco perché non poter andare a
svolgere il proprio turno o compito diventa
un vuoto nella giornata.
È importante sottolineare che si lavora in
equipe, visto che nessuno di noi è superman
e la forza sta proprio nel gruppo. Le decisioni si prendono insieme in un incontro periodico guidato da un sacerdote, che prima
di tutto ci aiuta a pregare e riflettere e poi
ci invita ad ascoltarci vicendevolmente per
mantenere anche fra di noi lo stesso stile.
Non tutto funziona al primo tentativo, non
sempre riusciamo ad essere costanti nelle linee guida, spesso torniamo più e più volte a
parlare dello stesso problema, ma la volontà
di seguire la via giusta non ci abbandona e
non ci spaventa riconoscere i nostri limiti e
raddrizzare il tiro tante volte, prima di avvicinarci alla soluzione migliore.
In chiusura di questa riflessione, ricordiamo
che il CDA è aperto ogni sabato mattina,
a Cervarezza, dalle ore 9.00 alle ore 11.00,
che ogni seconda domenica del mese in
TUTTE LE PARROCCHIE, nel corso
della Santa messa, si prega per questa
esperienza di solidarietà e si raccolgono generi alimentari e che il terzo lunedì
del mese, alla Casa della Carità, alle ore
20,30, si celebra la Santa messa per tutti
gli ammalati e le situazioni di bisogno del
Vicariato.
Tutti noi possiamo partecipare alla vita del
Centro con i nostri talenti e la nostra disponibilità: dall’ascolto vero e proprio, alla raccolta mensile di alimenti, alla sistemazione
della dispensa, degli abiti e delle scarpe usati, alla disponibilità a seguire più da vicino
famiglie con problemi concreti da risolvere.
Soprattutto, però, tutti noi possiamo PREGARE, perché è proprio la preghiera che ci
sostiene in questo cammino di comunità che
vogliono essere aperte e accoglienti, vero
segno dell’amore di Dio.
I volontari del CDA vicariale
La famiglia di una volta
Ma che belle le favole,
le raccontava la nonna davanti al camino,
mentre stringeva sul cuore il nipotino.
Si aspettava Natale, le feste di Carnevale,
per mangiare assieme in famiglia la polenta,
la ciambella e qualche frittella.
Eravamo contenti quando sentivamo il formaggio
nello stanzino di Matella e di Tognone,
e lì nel seccatoio di castagne si incominciavano
le favole di Carlina e del Mal Guffone.
E mentre la fiamma ardeva
la compagnìa si riscaldava,
poco pane e pochi panni si aveva
ma tantissima felicità ci circondava.
Lo si può dire che è proprio la famiglia di una volta,
che resterà,
il grande esempio nell’ amor in povertà.
Io adesso che sono nonna,
mi sono rimaste nel ricordo quelle vecchie tradizioni,
le storie e le canzoni
la tavola che con poco era imbandita
e gli sguardi sinceri di gente che prendeva con gioia la vita.
Erano giorni sereni, notti stellate
si aprivano porte e finestre
con la luna sul balcone,
per le dolci serenate.
Ora siamo nel 2000
e vi sono ben al tre favole da raccontare,
quelle della droga, degli incidenti,
delle rapine e dei maltrattamenti.
Ci fa star male questo cambiamento,
non si è sicuri nemmeno un sol momento
non si può più amare nè porgere affetto,
perché quest’ epoca ha sotterrato anche il rispetto.
Tutto hanno cambiato,
e ogni cosa han riciclato
Soltanto le favole della nonna,
sono rimaste genuine
e arriverà il momento che le racconterai per prime.
Miria Bellesi
11
ricordando l’estate
Collagna: emozioni in gioco
Dal 30 giugno al 1°di agosto
2014, a Collagna si è svolto
il campo estivo con uno staff
eccellente in tutto; dagli organizzatori Dario, Laura e Dige,
agli operatori Giulia, Sara,
Eleonora, Carlotta, Melissa,
Francesca, Ginevra, Filippo e
Luca. Una “squadra” numerosa per un’altrettanta “squadra” numerosa di bambini.
5 settimane all’insegna del
divertimento, dell’avventura
con bambini dai 3 ai 14 anni
provenienti da tutto il territorio. Conclusosi il 2 agosto
con la festa finale, svolta alla
sera in piazza della Vittoria,
dove i bambini hanno giocato, insieme allo staff, a giochi
divertenti coinvolgendo genitori e bambini, che seppur
non facevano parte del campo
estivo si sono ritrovati in piazza a giocare tutti i insieme;
squadre formate sia da i più
piccolini che dai i più grandi.
Fare parte dello staff è stata
un’esperienza meravigliosa,
perché ho conosciuto persone fantastiche con cui si è
instaurato subito un legame
profondo; ho conosciuto anche bambini, ai quali mi sono
subito affezionata e che mi
mancano tanto.
Carlotta
12
Cena sociale dei volontari Croce Verde Alto Appennino
18 ottobre 2014 Sede Proloco Miscoso
Occasione per stare insieme e partecipare
alla vita dell’Associazione
13
Presepe vivente a Ramiseto
23 dicembre 2014
14
Piolo e la magia del Natale
A Piolo si è rinnovata la magia del Natale
attraverso il nostro presepe, composto di 7
scene che animano tutto il borgo dal Bar La
Quercia fino alla località di Castello.
Il presepe è stato realizzato grazie all’impegno dell’intera comunità: ognuno ha messo
in campo i propri talenti e la creatività in
un clima lieto di collaborazione e amicizia
che rappresenta già di per sé l’annuncio di
gioia e fraternità del Natale. I personaggi
raffigurano antichi mestieri, scene di vita
domestica e la tradizione cristiana della Natività. Sono stati realizzati utilizzando circa
480 vasi di terracotta e vestiti con materiali di recupero, oggettistica della vita rurale
e tanta tanta fantasia. Il presepe è rimasto
allestito dall’8 dicembre fino alla festa del
Battesimo del Signore ed è stato ammirato
da centinaia di visitatori da tutta la nostra
provincia e da quelle limitrofe, che hanno
lasciato ricordo del proprio passaggio con
commenti entusiastici sul book fotografico
posto accanto alla scena della Natività, che
racconta della comunità e di come ci siamo
uniti nella realizzazione di questa impresa.
I visitatori hanno sempre ricevuto una calorosa accoglienza dalle signore di Piolo che
hanno illustrato il percorso presepiale e offerto i loro pregevoli manufatti artigianali, il
cui ricavato verrà utilizzato anche quest’anno per realizzare un’opera utile al paese.
“Elena per gli Amici di Piolo”
15
Sorpresa natalizia a Collagna
Durante il periodo natalizio
Collagna, quasi per caso, ha
avuto il suo Mercatino.
Nella piazzetta, in centro
paese, i nostri commercianti
hanno istallato ed addobbato
casette in legno con esposizioni delle proprie merci
mentre nella sala del centro
civico è stata allestita una
mostra di quadri.
E’ stata una sorpresa piacevole, con la scusa di fare un
giro alle casette, la gente si
è ritrovata spesso e volentieri per piccole compere,
conversazioni e scambio di
auguri, anche se era molto
freddo, a tal proposito arrivava, in aiuto, un buon bicchiere di vin brulè.
C’è stata la visita di Babbo
Natale (alcuni bimbi hanno
precisato però che non era
quello vero).
Il finale, domenica 6 gennaio, ha visto l’arrivo della BEFANA su un ape car,
partita da Cerreto Alpi con
tappa a Vallisnera, accompagnata da un coro (composto
da altre befane), che ha allietato la piazza, in particolare con il canto
O felice o chiara notte, di
quel lume sei feconda ma l’è
l’aurora più gioconda, più
ridente del matin. Su pastori
e non dormite, che l’è l’ora
di vegliare ma quelle voci
16
son partite, fanno presto a
ritornar. Su pastori alla capanna, su venite e non tardate le vostre agnelle abbandonate Dio dall’alto veglierà.
canzone cara ad alcuni di noi
e che ha ricordato che il Natale non è solo tradizione e
scambio di regali, ma è una
festa cristiana che celebra la
natività di Gesù con messaggi di pace, speranza e fede.
La festa è continuata tutto il
pomeriggio con grande divertimento dei bambini e anche degli adulti.
Così si è conclusa questa
nuova esperienza, grazie a
tutti quelli che hanno realizzato tale evento, doveroso è l’augurio di continuità
dell’iniziativa.
Festa di Natale all’oratorio
Anche quest’anno è ricominciato l’oratorio
vicariale a Cervarezza. Ogni sabato ci troviamo dalle 15.00 alle 17.00 per pregare, giocare, condividere la gioia di stare assieme con
età diverse e per finire la festa mangiamo una
buona merenda preparata dai genitori. Visto il
cammino fatto gli altri anni abbiamo pensato
che sarebbe stato bello fare una rappresentazione natalizia per trasmettere il grande messaggio: DIO si è fatto uomo perché ci ama.
Così con i bambini, i ragazzi e qualche genitore siamo riusciti a prepararla, i bambini e i
ragazzi sono stati molto bravi nel mettersi in
gioco, seriamente e con responsabilità e determinazione. Per quanto riguarda il tempo di
preparazione è stato poco, in più si è aggiunta
la varicella che ha ridotto le presenze; questo
ha fatto si che chi è rimasto si è dovuto impegnare di più. La rappresentazione è stata fissata per il 4 gennaio in chiesa a Cervarezza.
Quando siamo arrivati al momento fatidico
c’era tanta agitazione poi piano piano si è creato un clima molto bello, io ho respirato la voglia di stare assieme e far festa vivendo così il
Natale. Ognuno ha dato il meglio, siamo stati
accompagnati da ottimi musicisti che con le
loro chitarre hanno reso la rappresentazione
più dolce. C’era tanta gente e guardavano con
occhi stupiti i piccoli e grandi attori. Credo
che il messaggio sia passato:
Questa non e’ una favola
è una storia d’amore
è la storia di amore
di DIO che si è fatto uomo
perché noi potessimo assomigliare a LUI
è la storia di DIO che ama i piccoli e i poveri
è la storia di DIO che ama tutti gli uomini
di DIO che salva tutti i popoli
di DIO che ci ha fatto diventare tutti
suoi figli e fratelli.
Poi finita la rappresentazione ci siamo spostati per continuare la festa facendo una grande
tombolata e una mega merenda.
Per me è stato un pomeriggio molto bello carico di tanta gioia e allegria; vissuto a pieno
con persone che hanno voglia di stare tutti assieme. Grazie a tutti ma il grande grazie va ai
bambini e ragazzi dell’oratorio.
Dimenticavo di dirvi che all’oratorio c’è posto
per tutti perciò se volete divertirvi vi aspettiamo.
Paola
17
collagna
Natale nelle scuole...
Il 22 dicembre si è svolta la
consueta e attesa recita dei
bimbi della Scuola Materna
di Collagna.
Hanno presentato il musical E’ Natale - Villaggi del
mondo in festa
Emozionatissimi, ma decisi,
hanno rappresentato come i
vari popoli (africani, asiatici,
europei, indiani) festeggiano
il Natale con propri canti,
costumi e abitudini, uniti in
un augurio di pace con la nascita di un bambinello. Sono
stati molto bravi e hanno
suscitato gioia e allegria nel
numeroso pubblico, composto naturalmente da genitori,
fratelli e sorelle, nonni, zii,
cugini, amici. Alla fine, non
poteva mancare, fra il sempre meraviglioso stupore e
timore dei piccoli, è arrivato Babbo Natale e la festa è
finita con un buon rinfresco.
Il mattino dopo, 23 dicembre,
anche gli alunni della Scuola
Elementare si sono esibiti in
una piccola recita di poesie e
canti tipici del Natale come
“In Notte Placida” e nel racconto tradizionale La notte
santa con il pellegrinare fra
le varie osterie e il campanile che scocca lentamente le
ore sino al raggiungimento
18
della stalla, quando scocca la
Mezzanotte Santa e l’annuncio: E’ nato il Sovrano Bambino, Alleluia, Alleluia che
ha rievocato nei presenti (in
particolare nei nonni) ricordi
del passato quando erano più
frequenti le rappresentazioni, anche in costume, relative alla nascita di Gesù.
E’ stata una recita semplice,
ma toccante e non poteva
mancare il rinfresco con lo
scambio degli auguri.
Mi viene spontaneo concludere con una citazione:
“E le gioie semplici sono
le più belle sono quelle che
alla fine sono le più grandi”
(da canzone di San Damiano)
Una nonna
28 dicembre 2014 LA FESTA DEI POPOLI
A Ramiseto un pranzo condiviso assume le tinte della multiculturalità
“Mi hai fatto conoscere ad amici che non conoscevo.
Mi hai fatto sedere in case che non erano la
mia.
Mi hai portato vicino il lontano e reso l’estraneo un fratello.
In fondo al cuore mi sento a disagio quando
abbandono l’abituale rifugio; scordo che il
vecchio abita nel nuovo, e là Tu stesso hai dimora.
Attraverso la nascita e la morte, in questo oppure in altri mondi, ovunque mi conduci, sei
Tu, lo stesso, unico compagno della mia vita
senza fine, che unisci con legami di gioia il
mio cuore a ciò che non è familiare.
Se conosco Te, nessuno mi sarà estraneo, non
vi sarà porta chiusa, né legami. Oh, esaudisci
la mia preghiera: ch’io non perda mai la carezza dell’uno nel gioco dei molti.
(Tagore)
La vita si manifesta in forme infinitamente
diverse: “l’uno nel gioco di molti”, che ci
arricchiscono e ci completano. L’altro, ciò
che non conosciamo, generalmente ci mette
a disagio, ma la prima “Festa dei Popoli” vicariale, tenutasi a Ramiseto il 28 dicembre
2014, è stata veramente un’occasione per
scaldarsi il cuore a vicenda. Diverse persone, provenienti dal nostro circondario e
non solo, si sono ritrovate insieme per conoscersi, parlare, cantare, davanti a piatti di
polenta fumante, foraggi e torte caserecce.
L’ambiente era accogliente, il cibo ottimo
e l’atmosfera amichevole. Oltre al pranzo,
i presenti hanno condiviso pezzi di vita, tra
chiacchiere in varie lingue, canti tradizionali, cibi tipici (ad esempio indiani) veramente
squisiti. C’era chi era originario del Ghana,
della Polonia, della Moldavia, dell’Ucraina,
del Marocco, dell’India, chi semplicemente
proveniva da Ramiseto o da Ligonchio, da
Busana o da Collagna: tutti accumunati dalla disponibilità a “unire con legami di gioia
il cuore a ciò che non è famigliare”.
Elena
LA PAGINA DELLO SPORT
Le squadre di calcio che fanno attività invernale nel nostro territorio sono il Collagna ed
il Ligonchio in 3° Categoria e la squadra del
Ramiseto/Cervarezza (quest’anno fuse in unica squadra) che milita un gradino più su, in 2°
Categoria.
Al momento in cui scrivo queste note il Collagna ed il Ligonchio hanno disputato 14 partite
su 22 di Campionato, mentre il Ramiseto/Cervarezza 15 su 26 complessive.
Il Ligonchio è 8°, su 12 squadre, con 17 punti
in classifica, avendo fatto 12 gol subendone
altrettanti (12); il Collagna è al 10° posto con 9
punti quindi al terz’ultimo gradino. Ha segnato
12 gol, ma ne ha subiti 21 (quindi difesa in dif-
ficoltà). Però hanno dovuto ricorrere a portieri
“di fortuna” in alcune partite.
Una annata per ambedue non esaltante.
Un po’ meglio si sta comportando il Ramiseto/
Cervarezza che si trova all’8° posto in classifica (14 sono le squadre partecipanti) con 20
punti ed una partita in meno. Ha subito 12 gol
avendone realizzati 7.
Un campionato quindi dignitoso.
Va comunque riconosciuto a tutti, atleti e dirigenti, un grande plauso poiché sappiamo
quanto sia difficoltoso “alle nostre latitudini”
svolgere attività sportiva all’aperto in periodo
invernale.
(A cura di Claudio Bucci)
19
1 febbraio 2015
Giornata della vita!
«I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno
avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro
vita». Queste sono le parole di Papa Francesco in occasione della XXVII Giornata della
Gioventù, che ci invitano ad avere più cura
della vita, dal concepimento al suo naturale
termine.
I bambini e i ragazzi del catechismo di Ramiseto, intraprendendo il cammino per ricevere quel dono importante che è il sacramento della Riconciliazione, si sono trovati
a riflettere su questa tematica e momento
importante: la Giornata della Vita. Il primo
febbraio è una giornata festeggiata per ricordarci che la Vita è un dono prezioso. Essere
al mondo non è poi una cosa così scontata
e dunque non dobbiamo mai dimenticare di
rispettare la nostra Vita che è il primo dono
che ci viene fatto da Dio e da quelle persone che ci accompagneranno per sempre
nel nostro cammino di crescita: i genitori. I
bambini con l’aiuto dei catechisti e di Don
Danilo hanno elaborato pensieri e riflessioni
riportandole, assieme a un simbolo che per
loro significasse Vita, su un cartellone che è
poi stato esposto in Chiesa durante la Messa. Momenti simili si ripeteranno per aiutare
i bambini a capire e attualizzare i messaggi
d’amore e vita che la parola di Dio ci trasmette. Un grazie a tutti i bambini per aver
partecipato con interesse ed entusiasmo a
questa iniziativa!
20
MISCOSO
8ª edizione “Balla coi lupi”
I miscosini: gente fiera, orgogliosa, capace di aggregarsi e
risolvere con successo i disagi e la marginalità territoriale
della comunità. Giusto cento
anni fa pensarono che era arrivato il momento di far uscire il loro borgo dal medioevo
dandosi un tocco di modernità. Era infatti dai tempi dei
cosiddetti “secoli bui” che le
donne andavano ad attingere
acqua in un rio che scorreva
a qualche centinaio di metri
dalle ultime case.
I miscosini avevano chiesto
quindi agli amministratori
comunali del tempo di dotare
il borgo di un acquedotto che
alimentasse tre fontane (una
per ogni contrada) provviste
di vasconi, per l’approvvigionamento idrico delle persone e per l’abbeveraggio
degli animali. Dopo reiterate
richieste, regolarmente inevase per la canonica indisponibilità di risorse (c’era da
parte dei maggiorenti comunali il timore che tutto il contado ramisetano, ugualmente
sprovvisto di impianto idrico
avanzasse analoghe pretese)
i residenti dell’ultimo paese
dell’Alta Val d’Enza decisero di fare da sé. Con contributi in denaro e, soprattutto,
con prestazioni d’opera, i
miscosini si fecero così il
loro acquedotto e le loro fontane.
A futura memoria apposero
sul muro di una di queste
una lapide in pietra su cui si
leggeva la polemica scritta:
“Comune non fece … popolo concorde –8 luglio 1905”.
Gente che circa trentanni fa
con il medesimo spirito ha
pure deciso di dotarsi di un
grande salone per svolgervi
manifestazioni d’intrattenimento, conosciuta come Sala
Polivalente, favoriti dalla
generosità e dall’intelligenza
di un sacerdote il quale, oltre
che alla cura delle anime, riteneva fosse giusto contribuire alla elevazione culturale
del suo “gregge”.
Nacque proprio allora la Pro
– Loco di Miscoso e in seguito dalle cui costole è poi
sorto il Moto - Club, ininterrotamente guidato dal sagace e lungimirante Stefano
Dolci. Questo sodalizio è
stato in grado di organizzare
gare di motocross nel locale
circuito di Miscoso, uno dei
più apprezzati crossodromi
dell’Emilia Romagna e non
solo e da circa una quindicina d’anni ha letteralmente
inventato una curiosa manifestazione: la motocavalcata della Valle dei Cavalieri,
sorta di escursiosismo motorizzato in grado di aggregare centinaia di enduristi e
quodisti alla scoperta degli
antichi tratturi dell’Alta Val
d’Enza e Lonza. Ma il vero
stacco innovativo della Pro
Loco Miscoso è avvenuto
con l’Attraversata Appenninica con i cani da slitta o
21
(sleddog) nel 2004. Mai in
questi luoghi si era pensato
ad una manifestazione del
genere, non esistendo una
cultura dello sleddog. Piano piano con fatica e umiltà i “ragazzi di Miscoso”
con gli amici più convinti
hanno fatto conoscere questa disciplina, dapprima ai
nostri montanari, quindi ai
“piansani” e non solo. Ormai sono decine le emittenti
televisive che trasmettomo
durante tutto l’anno l’ormai
conosciuta traversata “Balla
coi Lupi”con le strabilianti
immagini delle mute di cani
che solcano il nostro crinale.
Fatto sta che un nutrito stuolo di muscher (i conduttori
delle slitte) provenienti da
mezza Italia e anche un ticinese (CH) ha consentito di
far conoscere un territorio
che, di norma, si pensava potesse offrire, in inverno, solo
un richiamo per i cultori di
sci, sci alpinismo nelle stazioni di sport invernali dove
si praticano questi sport.
I sentieri di alta quota e i
vecchi percorsi dei pastori
si sono dimostrati ideali, per
le difficoltà che propongono
sulle radure in quota o attraverso i boschi di faggio,
per esaltare le straordinarie caratteristiche dei cani.
Mentre sulle Alpi, nell’Appennino Centro Meridinale
o nel grande Nord Europa, i
22
percorsi sono per la maggior
parte su ampie piste innevate
dove i musch e le loro mute
di cani devono principalmente fare i conti con la fatica e con il freddo, nel nostro
Appennino i tracciati sono
quasi sempre molto stretti,
tra gli alberi, con frequenti
guadi di piccoli corsi d’acqua che costringono uomini e cani a bagni gelati, con
dislivelli impegnativi, tutte
condizioni che mettono a
dura prova la preparazione e
la resistenza dei partecipanti. Perché lo sleddog è una
disciplina molto
faticosa per uomini e cani: entrambi
devono essere dei
veri atleti, con una
prepparazione che
si svolge durante
tutto l’anno.
Nonostante le difficoltà orografiche,
morfologiche, cli-
matiche ed anche economiche, il successo della manifestazione si ripete anno
dopo anno. Le ragioni non
sono facili da capire. Sarà
“colpa” della gente di montagna così attaccata alle loro
valli, alla voglia di fare e
stare assieme, al desiderio
di riscatto o semplicemente
alla “temerarietà” dei componenti di questa avventura.
Arrivederci alla gentile carovana di Balla coi Lupi per la
prossima edizione.
A. Vincenzo Merlini
TEATRO DI LIGONCHIO: IDEE IN MOVIMENTO
Per questo numero del giornalino, noi di Traffico di Voci del Teatro di Ligonchio, abbiamo
pensato di riportare quello che è stato un anno
in cui le idee per programmare e organizzare
le attività teatrali non hanno avuto mai sosta.
Molte idee si sono concretizzate, altre sono
ancora su carta ma speriamo possano presto
prendere forma con la collaborazione di tutti.
Sono proprio queste idee in corsa insieme alla
voglia di fare che nutrono la nostra ambizione
di far diventare tutto ciò che è teatro, cultura,
segno, musica, spettacolo, arte e pensiero ancora più forti. Citando il designer Yves Béhar
“Una chiave di accesso per far entrare nelle
nostre vite le novità, è credere quanto prima
che queste novità siano possibili e accessibili.”
Noi crediamo in questo, ed è così che è iniziata
la riconversione del cinema nella sua intima
essenza teatrale, unitamente alla programmazione degli spettacoli per la stagione estiva.
E’ stato organizzato un corso di teatro che ha
avuto un grande riscontro e che sarà riproposto a breve. La stagione invernale si è aperta
a novembre con il successo dello spettacolo
“Improbabili cantanti”. A seguire la performance “Vedere la musica” di Mauro Moretti
negli spazi da poco allestiti del [ ] PianoTerra
sotto il teatro e l’assaggio teatrale, esito del
percorso formativo del gruppo teatrale Voci
di Vetro in collaborazione con M. Coli. Tra
dicembre e gennaio i Continum Ensemble in
un concerto con musiche barocche dal titolo
“Cantando amore”, lo spettacolo sull’inverno
di M. Coli “La rinascita del sole”, “Vivere sotto
minaccia” con il gruppo di Anima Montanara
in collaborazione con R. Mercati, per arrivare
ad uno spettacolo dedicato ai bambini con il
Pirata Bucagnaccio, grazie alla compagnia
teatrale Teatro dei Folli . Ma non è finita qui…I
prossimi spettacoli a cui siete calorosamente
invitati sono: “Cibi, ciance e umanità al maschile” a cura della compagnia teatrale Teatro
dei Folli, domenica 8 marzo 2015 con cena a
tema, “La bottega del cioccolato” con Strabba,
domenica 5 aprile e “Appennino ultima frontiera: appunti da un viaggio immaginario” con
Lassociazione e M. Coli in concerto, sabato
25 aprile 2015.
Nel ritrovarvi piacevolmente a teatro, rivolgiamo un grazie a tutti coloro che hanno reso
possibile ciò che è stato realizzato finora.
Seguiteci e cercateci come Traffico di Voci su
Facebook per restare aggiornati sulle news.
Per informazioni: [email protected]
328 1770071 – 328 3646922
23
Anagrafe 2014
Zona Pastorale di
BUSANA
Busana
Battesimi:
Canedoli Filippo 24.05.2014 di Fabio e Vannozzi Alice
Castagnini Irene 24.05.2014 di Fabrizio e Isopesku Valentyna
Castagnini Ivan 24.05.2014 di Fabrizio e Isopesku Valentyna
Lazzari Sofia 25.06.2014 di Massimo e Vannozzi Giulia
Defunti:
Casanova Aldemiro n. 4.08.1925
m. 1.06.2014
Canedoli Ave n. 21.06.1931 m.
27.10.2014
Cervarezza
Nati:
Notari Melissa Giulia 10.07.2014
di Marco e Sironi Federica
Battesimi:
Canedoli Samuele 7.03.2014 di
Matteo e Erduni Floriana
Defunti:
Correggi Domenico n. 26.08.1921
m. 7.01.2014
Romei Walter n. 12.03.1926 m.
17.01.2014
Galassi Gelsomina n. 10.10.1927
m. 4.03.2014
24
Tamburini Irma n. 29.04.1920
m. 6.03.1914
Correggi Alfredo n. 13.03.1925
m. 6.06.2014
Guatteri Tea n. 23.06.1938
m. 7.08.1914
Bertoni Maria n. 7.08.1922
m. 24.08.2014
Mariotti Milene n. 25.08.1927
m. 8.10.2014
Talada
Battesimi:
Francesca Del Barba 15.05.2014
di Alessandro e Comi Cinzia
Poletti Eva 27.12.2014 di Claudio
e Cavazzuti Vanessa
Defunti:
Gaspari Mario n. 25.04.1932
m. 25.03.2014
Gilioli Carmen n. 5.02.1934
m. 29.10.2014
Ferri Ada n. 14.04.1932
m. 30.10.2014
Marchesi Giuseppe n. 14.05.1935
m. 3.04.2014
Fontana Anna n. 7.08.1925
m. 17.07.2014
Alpini Marcello n. 8.09.1948
m. 4.08.2014
Gaspari Anna n. 30.07.1925
m. 21.10.2014
Frassinedolo
Defunti:
Mariotti Massimo n. 8.11.1947
m. 31.03.2014
Nismozza
Battesimi:
Mussini Chiara 1.08.2014 di Matteo e Simonelli Martina
Defunti:
Manenti Ida in Bigoi n. 22.02.1932
m. 28.08.2014
Zona Pastorale di
COLLAGNA
COLLAGNA
Nati
Ferretti Linda figlia di Amedeo e
Bolioli Federica
Galassi Isabella figlia di Jonathan e De Angeli Cosetta
Defunti
Versi Velmo (90)
Barani Iolanda (85)
Monelli Prospero (59)
Beretti Evandro (85)
Giansoldati Maria Domenica (95)
Comunioni:
Caccialupi Cristian
Fiori Leonardo
Rivieri Samuele
Zampolini Federico
Bertocchi Laura
Galeazzi Gaia
Medina Bernardini Noelia
ACQUABONA
Defunti
Orlandi Filiberto (85)
VALBONA
Nati
Deangeli Arianna figlia di Andrea
e Santini Sabrina
Defunti
Bragazzi Anna (86)
VALLISNERA
Nati
Babbini Leonardo figlio di Massimiliano e Bertolani Monica
Defunti
Greco Giuseppina (96)
Giovannini Sesto (78)
Borelli Flaminio (90)
Bolioli Luigia (83)
Giudici Mimì (90)
Fiorini Paride (93)
Fiorini Gina (84)
Papini Giuliano (81)
Giudici Benedetto (91)
Fiorini Rina (94)
Melandri Paolina (93)
Matrimoni
Poncemi Ciro e Fiorini Federica
CERRETO ALPI
Nati
Fiorini Vera figlia di Andrea e
Alinovi Alice
Defunti
Fiorini Ilva (92)
Penserini Silvio (83)
Bernini Maria (84)
Ferretti Incerti Ugo (81)
Capelli Vincenzo (93)
Tronconi Ilvio (95)
Comparoni Domenica (85)
Capelli Petronilla (88)
CERRETO LAGHI
Defunti
Moscatelli Gian Enrico (62)
Cresime
Bertocchi Anna
Caccialupi Lara
Furletti Camilla
Monelli Gabriele
Monelli Martina
Zona Pastorale di
ligonchio
Nati
Rotaru Alex 18/03/2014 figlio di
Alexandru e Rotaru Tatiana
Castellini Gemma 16/07/2014 figlia di Vittorio e Gaccioli Sandra
Giorgini Romeo 13/12/2014 figlio
di Stefano e Bucci Alice
Il 9 dicembre è scomparso,
all’improvviso, il dott. Evandro
Beretti, suscitando profondo
cordoglio e lasciando il ricordo
e l’immagine di una persona
discreta ma sempre presente.
Per 50 anni è stato non solo
medico e ufficiale sanitario del
Comune di Collagna ma anche
punto di riferimento per tutta la
popolazione.
25
Matrimoni
Canuti Stefano e Sacchini Silvia
Oratorio La Loggia (Casalino)
08/11/2014
PARROCCHIA DI LIGONCHIO
Battesimi
Scaruffi Samuele 29/06/2014 di
Silvano e Monica Magliani
Defunti
Scaruffi Maria (75)
Casai Valeria (87)
Venuri Alfio (86)
Baccini Andrea (85)
Cresci Lidia (88)
Pedrazzi Teresa (93)
Scaruffi Alda (89)
Zanicchi Zelinda (88)
Sentieri Oriana (76)
Casolari Umberto (74)
Parrocchia Di Caprile
Battesimi
Gorzanelli Martina 18/05/2014
di Andrea e Catia Chierici
Massaro Isidoro e Iodice Michelangela, Parrocchia di San
Nicola Magno - Moiano (BN)
15/06/2014
Stefanelli Riccardo e Pifferi
Laura, Parrocchia della Madonna del Carmine - Corticella (RE)
27/09/2014
26
Parrocchia Di Ospitaletto
Defunti
Bertagni Maddalena (74)
Parrocchia Di Piolo
Defunti
Paoli Costantino (87)
Castellini Valter (65)
Bernazzani Giuseppe (66)
Pighini Alba (65)
Parrocchia Di Vaglie
Defunti
Zanicchi Mino (85)
Pintus Lorenzo (85)
Prima Comunione 15 giugno 2014
Baccini Marco
Magliani Alessandro
Tini Elisa
Zambonini Gaia
Defunti
Scaruffi Adelina (87)
Zona Pastorale di
RAMISETO
Parrocchia Di Casalino
Battesimi
Castellini Gemma Giulia Claudia
26/10/2014 di Vittorio e Sandra
Gaccioli
Defunti
Galassini Celia (91)
Nati
Parrocchia Di Cinquecerri
Defunti
Borsini Maria Alma (90)
Magliani Olga (92)
Casanova Sergio (90)
Casanova Angelo (86)
Stefanelli Maddalena (88)
Casanova Roberto (78)
Magliani Enrico (63)
Simonelli Giulia (95)
Primavori Erminia (86)
Parrocchia Di Montecagno
Defunti
Olmi Pellegrino (78)
Cresima 16 ottobre 2014
Giorgioni Maria Camila
Giorgioni Paula Alejandra
Vujisic Nicholas
Zambonini Melissa
Abati Giulia 20 /10/2014 di Roberto e Simona Riolo (Ramiseto)
Corradini Nicole 16 /05/2014 di
Giorgio e Coppellotti Monia
(Ramiseto)
Umer Anisa 26/07/2014 (Castagneto)
Parrocchia Di Cereggio
Costi Marco 29/06/ 2014 di Patrizio e Mara Tosi (Ramiseto)
Visdomini Sara 12/12 /2014 di
Simone e di Leoncelli Jessica
(Temporia)
Parrocchia Di Nigone
Defunti
Bianchi Teresa
Rossi Tito
Fontanili Viola 13/12/2014 di Vaimer e Lia Primavori (Ramiseto)
Parrocchia DI Gazzolo
Defunti
Cagni Pia Iside
Confetti Giulio
Erta Clelia
Spadaccini Bruno
Spadaccini Bruna
Erta Dirce
Parrocchia Di Ramiseto
Battesimi
Costi Marco
Valli Giacomo
Matrimonio
Defunti
Corradini Gian Battista
Dughetti Iole
Corradini Domenico
Parrocchia Di Taviano
Defunti
Rico’ Luigi
Parrocchia Di Castagneto
Defunti
Borghi Iride
Parrocchia
Di Pieve San Vincenzo
Defunti
Zampolini Teresina
Parrocchia Di Cecciola
Defunti
Moretti Alberto
Moretti Pietro
Moncigoli Agata Carole
17/12/2014 di Matteo e Nicole
Drago (Ramiseto)
Parrocchia Di Succiso
Defunti
Bragazzi Elio
Torri Oreste
Molinari Giovanni e Gallerini
Giada 30/08/2014
Valli Giacomo 27/02/2014 di Stefano e Marianna Erta (Ramiseto)
Defunti
Catti Luciano
Notari Alda
Tomasini Romano
Bertacchini Carlo
Rosselli Domenica
27
Il Carnevale
dell’oratorio
Il carnevale dell’oratorio vicariale è stato festeggiato da grandi e piccini sabato 14 febbraio nella palestra di Busana. Tutti in maschera
ci siamo ritrovati per condividere in allegria,
giochi e spensieratezza animati dal deside-
rio di esaltare la voglia di ridere ed il
bisogno di accantonare ogni tipo di
pensiero, diverso dal divertimento. I
bimbi hanno realizzato il loro sogno di
travestirsi, ed i grandi hanno liberato il
bisogno di leggerezza che ogni tanto,
fa davvero bene all’anima.
Come accade sempre in queste occasioni, hanno fatto da sovrano la semplicità, la condivisione ed il piacere
della compagnia.
La giornata si è conclusa nei locali del-
la parrocchia di Busana, dove sempre
tutti insieme, abbiamo consumato
una cena a base di pizza, dolci e patatine. Nei volti dei bambini, la gioia
del gioco e del divertimento goduto,
ed in quella degli adulti la convinzione di aver regalato a chi tanto amano,
un momento felice e piacevole da ricordare.
Come madre che prova a camminare
insieme a tanti altri, in questa bella
esperienza dell’oratorio, mi viene
spontaneo confermare l’importanza
di questi momenti di condivisione,
in cui persone diverse per età e vissuto, si uniscono per provare a costruire qualcosa di buono…. Ed alla
fine insieme all’impegno e a volte
anche al sacrificio, è sempre di più
ciò che si riceve di quello che si dà.
Annalisa
28
Cresime
Festa della castagna
Cervarezza 2014
Mercatini di Natale
Concerto di Natale
Festa delle famiglie
29
Carnevale a Ramiseto
fra carri e tanta allegria
A Ramiseto il 15 febbraio si è svolta la festa
di Carnevale, tra carri, coriandoli, stelle filanti
e bombolette.
C’erano ben sette carri: quello dei Romani, il
carro della frutta, il carro di Pinocchio, il carro Saloon, il carro degli scolari ripetenti e, per
chiudere, il carro delle tazze e dei pan di stelle.
Dopo la sfilata dei carri siamo andati alla sala
Polivalente dove abbiamo giocato, mangiato e
bevuto cioccolata calda!
Mentre i carri sfilavano c’è stata una guerra tra
quarta e quinta contro la prima media. Noi di
quarta e quinta abbiamo riempito i capelli delle “fanciulle” di prima media con bombolette
e coriandoli.
A me è piaciuto soprattutto il nostro carro:
quello dei Romani, dove io interpretavo il
ruolo di Giulio Cesare, i miei amici erano
30
guerrieri valorosi e combattenti e le femmine
donne nobili.
Esternamente il nostro carro era pitturato e disegnato come il vero Colosseo di Roma “forse
solo un po’ più piccolo”.
Secondo me era il più creativo e fantasioso ed
era trainato dal trattore più bello e nuovo fra
tutti gl’altri, era un Newolland 155 CV.
Meritava di vincere il primo premio, ma la
giuria l’ha classificato al terzo posto!
Ci siamo divertiti tutti tantissimo, i rumori e
gli scherzi non mancavano, un vero spasso!!!
E’ stata una festa memorabile e indimenticabile, soprattutto per la grande partecipazione di
grandi e bambini.
Noi eravamo i più forti, i più valorosi e i più
belli!!!
La scuola primaria di Ramiseto
La Pietra di Bismantova
Più da lungi osservo con occhio fisso
il tuo massiccio enorme verdeggiante,
immagino la tua forza devastante
che ti catapultò fuori dall’abisso.
Un cataclisma che cancellò all’istante
altre meraviglie per te issare
a guardia della valle circostante,
stupenda valle che ti fa sognare.
E poi che dir dell’angolo misterioso
che in sé racchiude la perla dei credenti;
la mistica Chiesetta, per cui è doveroso,
l’inchino dei devoti penitenti.
Quante lacrime versate nel farti istanza,
Mamma dei disperati, a chi il destino
ha spento il faro della speranza,
ma non s’accascia, sentendoti vicino.
Cara Madre Celeste Tu sei l’aurora
splendida che illumina la schiera
dei cuori travolti, e la fede rincora
in chi t’ama, accetta l’umile preghiera,
non tralasciar chi soffre allo sbaraglio:
chi ha la mamma morente o il papà
o peggio ancor un figlio, o chi per sbaglio
ha lesa d’un amico l’onestà.
ANDREA ROMEI
Maggio 2011
31
La pagina dello svago
32