oltre la sparavalle
Transcript
oltre la sparavalle
Marzo 2015 n. 1/2015 periodico - Proprietario: Luigi Mandelli - Redazione: via Canevari 9 - 42036 Busana (RE) - Tel. 0522 891117 Autorizzazione Curia Vescovile di Reggio Emilia n. 10/01 - A del 23.01.01 - Stampa: La Nuova Tipolito - Felina (RE) Gesù, amante di ogni persona illuminaci e guidaci verso la Pasqua Sommario Lettera dei parroci Dal Messaggio di Papa Francesco Il dono del diaconato permanente Unità Pastorali... opportunità?! Colui che è Le sfide pastorali della famiglia Il Centro d’Ascolto del Vicariato Collagna: ricordando l’estate Cena sociale Croce Verde Ramiseto: presepe vivente Piolo e la magia del Natale Collagna: sorpresa natalizia Festa di Natale all’oratorio Collagna: Natale nelle scuole Ramiseto: la festa dei popoli Giornata della vita Miscoso: “Balla coi lupi” Teatro di Ligonchio Anagrafe delle nostre parrocchie Il Carnevale all’oratorio Cervarezza 2014 Carnevale a Ramiseto La pagina dello svago pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 6 pag. 8 pag. 9 pag.10 pag.12 pag.13 pag.14 pag.15 pag.16 pag.17 pag.18 pag.19 pag.20 pag.21 pag.23 pag.24 pag.28 pag.29 pag.30 pag.32 Lettera dei parroci per un cammino autentico verso la pasqua Per arrivare alla S.Pasqua il tempo di Quaresima è “preparazione” al Mistero della Risurrezione del Signore. La Quaresima ha il suo aspetto negativo di “morte” cioè di distacco dal peccato, di conversione, di penitenza; ed è in un certo senso, lo sviluppo e l’ampliamento del Venerdì Santo di morte, così come i 50 giorni dopo Pasqua sono il prolungamento della Domenica di Pasqua di vita. In Quaresima occorre morire con Cristo per poi “risorgere” con Lui a nuova vita nel ritmo pasquale dell’esistenza cristiana. L’aspetto penitenziale della Quaresima Questo Tempo Forte ha inizio il Mercoledì delle ceneri che vengono imposte sul capo dei fedeli, che non è un rito magico, ma il segno esteriore di risposta alla Parola è sottoporre in umiltà il capo alla cenere. Tutto ciò vuol essere digiuno dal peccato – preghiera – carità. Quaresima è riscoperta battesimale Il tema della Penitenza è prevalente nella prima parte della Quaresima; anche se non è assente nella seconda parte, se presteremo attenzione noteremo con quanta insistenza verrà richiamata dalle sacre letture bibliche, feriali e festive come pure nelle orazioni delle SS. Messe. Tuttavia, dalla terza domenica di Quaresima, la Chiesa mette maggiormente in risalto il tema battesimale; anche la Penitenza viene presentata soprattutto come atteggiamento interiore che rinnova la grazia del Battesimo (Penitenza si intende qui il Sacramento della confessione) come un secondo Battesimo. Due solennità della Quaresima Sulla strada che porta alla Pasqua la nostra attenzione deve essere tutta rivolta a Cristo, non si fanno “memorie di Santi”. 2 Unica eccezione per due solennità: S. Giuseppe e l’Annunciazione del Signore. Celebriamole dunque con spirito “pasquale”; S. Giuseppe che ha risposto alla chiamata di Dio nell’obbedienza e nel silenzio per il servizio al Verbo di Dio. E Maria, figura della Chiesa, che accoglie l’annuncio della Incarnazione del Signore, ci disponga a maturare in noi il frutto del Natale, passando, attraverso la Passione e la Croce del Signore, alla gloria della sua Risurrezione. La Settimana Santa Alla Settimana Santa dobbiamo dare logicamente una attenzione tutta speciale. E’ la settimana infatti più sconvolgente e più significativa dell’anno: quella che la tradizione liturgica e popolare chiama “santa”, o “maggiore”. Dobbiamo essere tutti consapevoli della centralità del Mistero pasquale. La Pasqua è centro di vita e centro dell’anno liturgico. La Liturgia ci fa vivere il mistero pasquale nel quale il Figlio di Dio, incarnatosi e fattosi obbediente fino alla morte di croce, è talmente esaltato nella Risurrezione e nella Ascensione, da poter comunicare al mondo la sua vita divina, affinché l’umanità, morta al peccato si configuri a Gesù, non viva più per se stessa, ma per colui che è morto ed è risorto. L’invito che vi facciamo noi Vostri Preti è proprio quello di vivere intensamente questo tempo. Per poterlo gustare personalmente e come Comunità, per vivere la Pasqua del Signore come nostra risurrezione dal nostro peccato per poter far vedere a tutti che il Signore Gesù è VIVO! Buona Quaresima! Buona Pasqua dai Vostri Preti Dal Messaggio di Papa Francesco Iniziamo da questo numero a riportare qualche “frammento” della ricca pastorale di Papa Francesco. Lo riprendiamo dal quotidiano “Avvenire” ed è parte del messaggio del Papa indirizzato a quanti riuniti a Milano il 7 febbraio u.s., in occasione dell’evento “Le idee di Expo 2015 – Verso la Carta di Milano” il cui tema è: Nutrire il Pianeta. Energia per la vita. ... Oggi, infatti, il moltiplicarsi delle organizzazioni e interventi della comunità internazionale sulla nutrizione viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicava come “paradosso dell’abbondanza”. Infatti, “c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo sono davanti ai nostri occhi”. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; per superare la tentazione dei sofismi - quel nominalismo che va oltre, oltre, oltre, LA REDAZIONE Direttore e responsabile di redazione: Don Luigi Mandelli - Redazione: Claudio Bucci, Luisella Biggi, Angela Croci, Dirce Penserini, Renata Galassi, Enrichetta Pallai, Rosaria D’Auria - Collaboratore esterno: prof. Giuseppe Giovanelli - Fotografi: Franco e Francesco Correggi. E-mail per inviare gli articoli: [email protected] [email protected] In copertina: Tabernacolo di Gazzolo (scuola dei Ceccati) ma non tocca mai la realtà per superare questa tentazione, vi suggerisco tre atteggiamenti concreti. Andare dalle urgenze alle priorità Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è la inequità. No, ad un’economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole. E’ dunque necessario, se vogliamo realmente risolvere i problemi e non perderci nei sofismi, risolvere la radice di tutti i mali che è l’inequi- tà. Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità. Siate testimoni di carità La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima , è una delle forme più preziose della carità perché cerca il bene comune. Dobbiamo convincerci che la carità è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macrorelazioni: rapporti sociali, economici,politici. Da dove dunque deve partire una sana politica economica? Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i 3 pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità della persona umana e il bene comune... Custodi non padroni della terra Ricordo nuovamente, come già fatto alla FAO, una frase che ho sentito da un anziano contadino molti anni fa: “Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini perdonano a volte. La terra non perdona mai! Custodire la sorella terra, la madre terra, affinchè non risponda con la distruzione”. ...Affido a voi quanto ho detto durante la Messa d’ inizio del mio ministero come Vescovo di Roma: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; ma per custodire dobbiamo anche avere cura di noi stessi! …. Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi della tenerezza. Custodire la terra non solo con bontà, ma anche con tenerezza”. A cura di Claudio Bucci 4 Il dono del diaconato permanente Come sappiamo, il nostro Vescovo (Mons. Massimo Camisasca) nell’ottobre u.s. ha inviato a tutta la diocesi la sua prima lettera pastorale dal titolo: “Il dono del diaconato permanente”. Il contenuto della lettera è stato inviato come supplemento a “La Libertà” per chi è abbonato al settimanale oppure era, ed è disponibile un po’ ovunque. Non si vuole qui esporre il contenuto della lettera, ma bensì una riflessione “all’introduzione, al primo e secondo capitolo della lettera pastorale”, scaturita da incontri a cui partecipano i diaconi della montagna, due accoliti (laici) e un laico, che frequentano la comunità diaconale delle nostre zone. Sono uscite le presenti osservazioni. L’introduzione è fondamentale essendo la chiave di lettura e di interpretazione della lettera. La realtà dei diaconi permanenti nella chiesa reggianoguastallese è stata una “scoperta importante ed interessante” per il nostro Vescovo che non si era mai occupato del diaconato permanente. Il fatto che dedichi la sua prima lettera pastorale a questo tema dimostra quanto Egli sia “in ascolto” della sua Chiesa, pronto a farsi sorprendere e ad investire su di una realtà a Lui sconosciuta sul piano pastorale, anche se conosciuta, ovviamente, sul piano teologico-dottrinale. Si tratta di una lettera rivolta alla Chiesa locale e quindi, in primo luogo, ai fedeli laici; successivamente ai religiosi, ai diaconi e ai presbiteri. Quest’ordine non è casuale: il Vescovo vuole far conoscere alla sua Chiesa un “dono” che Dio le ha fatto e che forse non conosce o non apprezza abbastanza. Ne consegue che la lettera non è un trattato sul diacona- to e non entra, giustamente, nel dibattito teologico a riguardo della figura del diacono permanente. Si auspica, quindi, che venga diffusa nelle comunità e non venga “archiviata” con la presunzione di chi dice: “Tanto queste cose le so già!”. Cap. I – La comune vocazione battesimale. Nella diversità dei carismi e dei ministeri è fondamentale andare alla radice, cioè alla identità battesimale. Non esistono cristiani “di serie A” e cristiani “di serie B”. Davanti a Dio ciò che conta è la risposta al suo progetto, alla sua chiamata. Se esiste una differenza, questa è nella santità personale. Ognuno di noi è chiamato personalmente da Dio e, a volte, la sua chiamata ci spaventa. Sono le persone che Dio ha messo vicino al diacono ad aiutarlo a comprendere la Sua volontà: la sposa, la famiglia, la comunità, il parroco, i diaconi amici e fratelli con cui condivide la Parola di Dio, la preghiera, il ministero. Il diacono che vive isolato è progressivamente tentato di cadere nella propria individualità e di non accorgersi delle persone e dei bisogni di chi gli sta accanto. Cap. II – Il ministero del diacono. Tutti i battezzati sono chiamati al servizio, alla diaconia. Come esiste un “sacerdozio comune” fondato sul Battesimo, così esiste una “diaconia comune”. Il diacono ordinato è segno sacramentale e animatore del servizio nel popolo di Dio. Se il sacerdozio battesimale si esprime essenzialmente nell’offrire se stessi a Dio come sacrificio vivente (cfr. Rm 12,1), la diaconia si realizza nel lavare i piedi gli uni agli altri (cfr. Gv 13,14). Il diacono con la propria vita deve suscitare imitatori nel popolo di Dio secondo la preghiera di ordinazione: “L’esempio della loro vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel tuo popolo santo”. Il diacono trae la sua forza non da “poteri” particolari, ma dal carisma. Paradossalmente il diacono deve essere “carismatico” per essere credibile. Non si tratta di carismi eccezionali, ma di carismi umili come l’attenzione alle persone fragili, la sottomissione, l’obbedienza, la perseveranza, la volontà decisa a non diventare mai strumento di divisione all’interno della comunità. Per quanto dipende da lui, non deve aspirare a cose troppo alte, ma piegarsi a quelle umili (cfr. Rm 12,16). Al diacono, all’interno della Chiesa, è preclusa ogni carriera che non sia quella di servire gratuitamente. Nella realtà specifica della montagna, è necessario che il diacono sia impegnato contemporaneamente nelle tre dimensioni della diaconia: la liturgia, l’annuncio, la carità. Da anni stiamo assistendo ad un progressivo impoverimento dei paesi e delle parrocchie. Le comunità sopravvivono a fatica a causa della mancanza di un sacerdote- parroco residente. La figura del diacono diventa in tanti casi un punto di riferimento costante: le altre figure cambiano, ma il diacono rimane e tanto basta per rassicurare i fedeli. Valdo 5 UNITà PASTORALI... una grande opportunità!? In relazione anche a recenti sollecitazioni della Diocesi sul tema delle Unità pastorali, vorrei invitare tutti ad una comune riflessione sul tema. Sono passati ormai 15 anni dalla costituzione di queste realtà pastorali nel nostro Vicariato. E’ dall’ottobre 1999, infatti, che, per quanto mi è dato ricordare, si è costituita l’Unità Pastorale (UP) di Ligonchio, e presumo le altre del Vicariato, quando, a seguito di una scelta del nostro Vicariato si era deciso di unire le parrocchie in UP su base comunale. Da allora sono intervenuti molti significativi cambiamenti, soprattutto riguardanti i sacerdoti “in servizio attivo” nelle nostre comunità, ed avvenimenti altrettanto significativi, a partire dal Convegno Ecclesiale della Montagna del 2002-2003. In quella sede, e come ribadito più volte anche in successivi incontri dei Vicariati della Montagna a Marola (6 novembre 2011: “Chiesa e territorio in montagna: quale futuro?”; 12 aprile 2012: “La montagna continua a camminare”) ed a Castelnovo ne’ Monti col Vescovo Adriano (11 marzo 2012: “Riconsegna degli Orientamenti per una rinnovata prassi dell’Iniziazione cristiana”), da un punto di vista organizzativo-pastorale erano state proposte alcune “linee guida” condivise: - per quanto possibile tenere aperte tutte le parrocchie, considerandole tutte allo stesso modo (piccole e grandi); - santificare la festa sempre, anche in assenza del parroco, con messe pre-festive al sabato o con celebrazioni domenicali della Liturgia della Parola; - preparare e celebrare la liturgia della Parola, in assenza del parroco, nel modo più comunitario possibile (non una o due persone che fanno tutto o per tutti, ma coinvolgimento della comunità che celebra); 6 - valorizzare al meglio la partecipazione e corresponsabilità dei laici, sottolineando l’importanza dei ministeri di fatto o istituiti; - valorizzazione del Consiglio Pastorale Vicariale (CPV) e dei Consigli Pastorali delle varie UP. La visita pastorale del Vescovo Adriano nel 2004 ed il suo ritorno a Cervarezza il 15 aprile 2005 per la consegna delle Lettere-Mandato alle UP, avevano confermato e rafforzato tali orientamenti, con l’invito pressante a “custodire la centralità dell’Eucarestia domenicale” e ad “investire sulla formazione cristiana dei ragazzi e sull’incontro con i giovani, coinvolgendo di più le famiglie”. Quanto di questi propositi è stato effettivamente realizzato? Quanto resta ancora da fare? La progressiva diminuzione numerica ed i cambiamenti di sacerdoti intervenuti negli ultimi anni forse non hanno aiutato al raggiungimento di alcuni obiettivi. Qualche resistenza ha forse rallentato il cammino comunitario. Attualmente possiamo contare sul servizio pastorale di don Luigi a Collagna, don Danilo e don Paolo a Ramiseto, don Giancarlo a Busana, don Daniele e don Filippo a Ligonchio; bilancio complessivo: 6 sacerdoti per 28 parrocchie. Tale situazione è destinata a variare ulteriormente, in quanto la nomina di don Filippo a superiore generale della Congregazione Mariana delle Case della Carità non è compatibile con un suo impegno in parrocchia. Pur essendo garantito il suo servizio pastorale nei fine settimana fino al mese di giugno, dopo tale data sarà inevitabile qualche ulteriore assestamento. Vedremo! Ancora una volta sembra essere sempre più pressante la necessità di investire con ancora maggior forza sulle UP e su di un loro effet- tivo coordinamento a livello di Vicariato, in particolare a livello di CPV. Questo organo negli ultimi anni ha sicuramente svolto un positivo e propositivo ruolo di coordinamento e formazione, che dovrà essere incentivato, per consentire una positiva ricaduta sulle singole UP. In quest’ottica credo sia sempre più necessario un maggior coinvolgimento (almeno a livello di conoscenza e programmazione) del CPV e dei laici per farli sentire ancora più responsabilizzati ad una maggiore partecipazione e corresponsabilità. C’è sicuramente materia su cui confrontarsi e lavorare, soprattutto a livello vicariale, anche per sperimentare soluzioni innovative, pur tenendo conto delle difficoltà legate al territorio ed all’età media della popolazione, con un “occhio di riguardo” alla dimensione missionaria ed alla carità. Come ci ha suggerito in passato don Luigi dal Brasile “Lottare sempre, vincere talvolta, desistere mai!!” Ovviamente, continuando a camminare insieme, aiutandoci con la preghiera e confidando nell’aiuto del Signore e nel dono dello Spirito Santo. Valter UNA FINESTRA SUL MONDO Una speranza che resta, in questo tempo che dovrebbe cambiare è ora di fare basta non si può sempre sparare. Con queste guerre e battaglie, la vita non conta più niente Signore abbi pietà di questo mondo che così non va. L’uomo ha bisogno di aria d’amore, aria di bene e pace nel cuore non più terrori e tristi momenti, non più lutti ma visi contenti. La cosa più triste del mondo è un vecchio che piange in silenzio, è una mamma che ha il figlio a soldato, è un bambino che ha il cuore spezzato. C’è bisogno di notti tranquille, di giorni felici, perché il vivere di oggi è come un mare senza sponde, che con improvvisa furia ci sommerge e ci annulla. Miria Bellesi Grazie don Pierluigi... ...per averci permesso di ricostruire la nostra storia attraverso gli alberi genealogici delle antiche famiglie presenti sul territorio a partire dal 1600. Il suo è stato un lavoro di ricerca paziente e accurata che ha suscitato un grande interesse negli abitanti. Ciascuno di noi infatti desidera approfondire le notizie relative al proprio ceppo d’origine per ritrovarvi il nome dei suoi avi. E’ bello constatare che esistono ancora dei valori e il bisogno di appartenenza ed identificazione all’interno di una famiglia. In una società dove sempre di più prevalgono l’egoismo, l’indifferenza e la fretta, è bello soffermarsi qualche momento per riflettere sul passato e su ciò che ha significato per ognuno di noi. Di nuovo grazie, don, per il lungo lavoro di indagine senza il quale, in gran parte, la nostra storia sarebbe stata certamente dimenticata. La Comunità parrocchiale di Cervarezza P.S. Chi ancora desiderasse l’albero genealogico della propria famiglia può rivolgersi a Domenico Galassi o a Pietro Campani per informazioni in merito 7 Per essere presente realmente a Colui che è realmente presente a noi Ciò che colpisce di più entrando nella casa di una famiglia non è la ricchezza o la povertà della casa ma la QUALITA’ di PRESENZA di coloro che vivono e accolgono in questa casa. Il sentimento di essere veramente accolto e benvenuto, anzi, atteso; l’atmosfera calorosa, l’attenzione, la serenità, la pace, l’unità, il buon umore che supera i contrasti domestici, inevitabili,tutti questi segni sensibili e piacevoli di una presenza benevola, benefica, vivificante sono i segni caratteristici di un’ALTRA PRESENZA che si rivela, questa, solo all’anima: sono i segni che DIO stesso vive e accoglie in questa casa. C’è una qualità di presenza che rivela la PRESENZA di DIO. Non può essere altrimenti perchè DIO è il Presente per eccellenza; e perchè la sua presenza è pura bontà, la famiglia è una realtà nella quale ama manifestare la sua presenza. La Famiglia cristiana, in modo particolare, perchè fondata sul sacramento del matrimonio, può essere compresa, nel suo significato più profondo, come sacramento della presenza di Dio nel mondo. Grande davvero questo mi8 stero!!!! Questo fondamento sacramentale della famiglia è la roccia che la rende incrollabile nonostante tutte le prove che possono affliggere i suoi membri. Dal tempo degli Apostoli fino al 2° secolo, le assemblee cristiane si riunivano nella casa di questa o quella famiglia per ricevere l’insegnamento cristiano e celebrare l’EUCARESTIA (Messa). La casa domestica è veramente la culla della chiesa cattolica e apostolica!! Ora il focolare domestico non ha perso questa dignità altissima di piccola chiesa domestica perchè la celebrazione eucaristica ha luogo in una chiesa appositamente costruita, la chiesa parrocchiale. Essa è il focolare umano e spirituale che unisce come una sola famiglia tutte le famiglie che in questo luogo Dio convoca e invita. Qui ci convoca per comunicarci una lietissima parola e per deliziarci al banchetto di nozze più famoso di tutta la storia dell’umanità: che GIOIA! che ONORE! Ma purtroppo avvertiamo, sia nelle famiglie che nella chiesa un senso di disagio, di abbandono, di assenteismo che sta devitalizzando la gioia e la voglia di stare insieme: non è un caso se la vita familiare e la vita ecclesiale accusano la stessa perdita di attrazione e di qualità di presenza. Facciamo fatica ad avvertire la presenza vivificante di Dio nella nostra vita, nelle nostre relazioni, e forse particolarmente nella Messa Domenicale. Eppure DIO c’è! Nel più intimo della realtà del focolare domestico non meno sicuramente della presenza eucaristica nel Tabernacolo della Chiesa. Dio è fedele, Dio non ci abbandona mai. Ma siamo noi ad aver perso il SENSO DELLA NOSTRA PRESENZA A DIO. Cerchiamo dunque di rimediare a questo difetto, a questa mancanza di presenza a Dio là dovrebbe essere più sveglia, più puntuale, più attiva: durante la MESSA. Non ci è chiesto che una sola cosa per partecipare alla festa nuziale, al banchetto eucaristico: indossare l’abito di nozze, cioè di essere realmente presente a Colui che si è fatto realmente presente. Il modo di celebrare degnamente la Santa Messa sarà dunque il tema della nostra prossima meditazione. Buon inizio di QUARESIMA! Suor Regine Le sfide pastorali della famiglia Alle ore 20.30 del giorno 23 Gennaio 2015 si è svolta l’assemblea parrocchiale del territorio ramisetano presso la canonica nuova. Motivo principale dell’incontro è coinvolgere la società nelle nuove sfide su cui la Chiesa oggi viene chiamata in causa, per poter offrire una valida e coesa risposta, basata su una riflessione profonda sui temi della famiglia. La Chiesa diretta da Papa Francesco, vuole rivitalizzarsi e attualizzarsi, aprendo le porte a temi che fino ad oggi sono stati in ombra, facendo chiarezza anche con spunti offerti dalle comunità. Per questo motivo proprio lo stesso Papa Francesco ha deciso di convocare in maniera “straordinaria” il Sinodo dei Vescovi, che si è svolto dal 5 al 19 Ottobre 2014, titolato “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Questo evento a carattere consultivo, ha generato un questionario che verrà direttamente posto alle famiglie per avere informazioni sui temi, oggi molto vivi, trattati dalla cronaca tra cui spiccano: famiglia, omosessualità e sessualità. Obiettivo è quello di ascoltare la voce della famiglia. La famiglia di oggi ha dunque un’opportunità che fino ai giorni nostri non è mai stata offerta e ha la possibilità di portare un cambiamento epocale trasferendo informazioni preziose che saranno il materiale di lavoro per i Vescovi che si rincontreranno ad Ottobre 2015, con l’obiettivo di stabilire le linee guida su cui operare. D’altro canto, alla comunità, è offerta la possibilità di riflettere sul significato vero di famiglia. Da un punto di vista cristiano la prima famiglia fu quella di Adamo ed Eva, ossia dichiaratamente maschio e femmina, e da lì via via in tutta la Sacra Bibbia si evince la composizione eterosessuale e allo stesso tempo complementare della coppia, unica configurazione a cui è dato il dono della procreazione. Su questi e altri temi ora si potrebbe e forse si dovrebbe rispondere, assolvendo così a quella chiamata che è quella apostolica che Gesù ci ha comunicato e che Don Danilo, la medesima sera ci ha ricordato mediante il Vangelo di Marco, Capitolo 1, che induce alla riflessione sul cammino umano unitamente al tema della vocazione. Le Sacre Scritture ci spiegano come il Signore cominci a creare collaboratori che possano aiutarlo nel compito apostolico nel diffondere la sua Parola. Come Gesù fece nel passato, così oggi i sacerdoti chiamano a se’ i fedeli per aiutarli a compiere questa missione, compito impossibile senza una adeguata risposta. Don Danilo fa emergere il messaggio che non è la perfezione dell’uomo che viene richiesta, ma la disponibilità ad una collaborazione che contribuisca a creare una trama relazionale feconda e fattiva. E questo pure è il messaggio lanciato da Papa Francesco e dal Sinodo dei Vescovi che vedono solo attraverso un nuovo apostolato di dialogo, una rinascita della chiesa, della cristianità e della società. Isabella Vaccari 9 Signore, liberami dall’egoismo, perché ti possa servire, amare e ascoltare in ogni fratello che mi fai incontrare. S. Vincenzo de’ Paoli Alcune riflessioni sul Centro d’Ascolto del Vicariato Nel numero di ottobre 2012, “Oltre la Sparavalle” presentava l’avvio di una nuova iniziativa: il CENTRO D’ASCOLTO VICARIALE. Esso, ubicato presso la Casa della Carità di Busana, nasceva con lo scopo di offrire alle nostre parrocchie una proposta per vivere il Vangelo, condividendo le necessità di chi aveva bisogno. Da allora sono trascorsi più di due anni e il cammino avviato continua, segno tangibile dell’amore di Dio, in uno scambio di doni tra chi frequenta questo luogo a vario titolo e non solo fisicamente, ma anche con il sostegno materiale e spirituale. In questo tempo, abbiamo vissuto alcune difficoltà come la chiusura del nostro luogo d’incontro, a causa del terremoto e il conseguente e temporaneo trasferimento nei locali della parrocchia di Cervarezza e come l’aumentare costante dei nuclei famigliari bisognosi che ci ha costretto a scegliere di accompagnare solo le famiglie residenti nel territorio del Vicariato, non avendo a disposizione una quantità sufficiente di scorte alimentari. Tutti coloro che sono approdati al nostro CDA sono stati comunque accompagnati per due mesi ed indirizzati ai centri Caritas delle zone di residenza, con i quali cerchiamo di confrontarci e collaborare. Il centro d’ascolto è uno strumento per rendere visibile il servizio al più povero, per dare spazio concreto all’ascolto e all’accoglienza dell’altro. È un PONTE che porta le comunità parrocchiali in contatto con le povertà e che mette al centro il povero e i suoi 10 problemi, per questo è un DONO alla comunità. È anche un’ ANTENNA che dovrebbe captare le situazioni di bisogno presenti nelle parrocchie, cercare di capirne le cause e trovare le risorse per dare qualche risposta. Ecco perché la borsina alimentare che viene consegnata settimanalmente è solo un modo per far percepire a chi ha bisogno la vicinanza e la condivisione della comunità di cui fa parte e non è l’unica possibilità d’aiuto. Ad esempio siamo riusciti ad avviare alcune BORSE LAVORO, grazie al fondo famiglia della Caritas diocesana e soprattutto abbiamo instaurato relazioni di amicizia con diverse famiglie. Esse ci permettono un incontro oltre quello nel Centro d’ascolto e ci hanno sollecitato l’idea di trascorrere insieme anche altri momenti, nei quali fare festa e confrontarci con più allegria e leggerezza. Essere nel Centro come volontari è senza dubbio una ricchezza; è un imparare a camminare insieme senza sostituirci alla persona che ha bisogno, ma anche senza essere schiacciati dalle esigenze manifestate; è capire che, anche nella sofferenza e nella solitudine, ogni persona è ricca di risorse che si possono riconoscere e di doni che si posso- no ricevere. Ecco perché non poter andare a svolgere il proprio turno o compito diventa un vuoto nella giornata. È importante sottolineare che si lavora in equipe, visto che nessuno di noi è superman e la forza sta proprio nel gruppo. Le decisioni si prendono insieme in un incontro periodico guidato da un sacerdote, che prima di tutto ci aiuta a pregare e riflettere e poi ci invita ad ascoltarci vicendevolmente per mantenere anche fra di noi lo stesso stile. Non tutto funziona al primo tentativo, non sempre riusciamo ad essere costanti nelle linee guida, spesso torniamo più e più volte a parlare dello stesso problema, ma la volontà di seguire la via giusta non ci abbandona e non ci spaventa riconoscere i nostri limiti e raddrizzare il tiro tante volte, prima di avvicinarci alla soluzione migliore. In chiusura di questa riflessione, ricordiamo che il CDA è aperto ogni sabato mattina, a Cervarezza, dalle ore 9.00 alle ore 11.00, che ogni seconda domenica del mese in TUTTE LE PARROCCHIE, nel corso della Santa messa, si prega per questa esperienza di solidarietà e si raccolgono generi alimentari e che il terzo lunedì del mese, alla Casa della Carità, alle ore 20,30, si celebra la Santa messa per tutti gli ammalati e le situazioni di bisogno del Vicariato. Tutti noi possiamo partecipare alla vita del Centro con i nostri talenti e la nostra disponibilità: dall’ascolto vero e proprio, alla raccolta mensile di alimenti, alla sistemazione della dispensa, degli abiti e delle scarpe usati, alla disponibilità a seguire più da vicino famiglie con problemi concreti da risolvere. Soprattutto, però, tutti noi possiamo PREGARE, perché è proprio la preghiera che ci sostiene in questo cammino di comunità che vogliono essere aperte e accoglienti, vero segno dell’amore di Dio. I volontari del CDA vicariale La famiglia di una volta Ma che belle le favole, le raccontava la nonna davanti al camino, mentre stringeva sul cuore il nipotino. Si aspettava Natale, le feste di Carnevale, per mangiare assieme in famiglia la polenta, la ciambella e qualche frittella. Eravamo contenti quando sentivamo il formaggio nello stanzino di Matella e di Tognone, e lì nel seccatoio di castagne si incominciavano le favole di Carlina e del Mal Guffone. E mentre la fiamma ardeva la compagnìa si riscaldava, poco pane e pochi panni si aveva ma tantissima felicità ci circondava. Lo si può dire che è proprio la famiglia di una volta, che resterà, il grande esempio nell’ amor in povertà. Io adesso che sono nonna, mi sono rimaste nel ricordo quelle vecchie tradizioni, le storie e le canzoni la tavola che con poco era imbandita e gli sguardi sinceri di gente che prendeva con gioia la vita. Erano giorni sereni, notti stellate si aprivano porte e finestre con la luna sul balcone, per le dolci serenate. Ora siamo nel 2000 e vi sono ben al tre favole da raccontare, quelle della droga, degli incidenti, delle rapine e dei maltrattamenti. Ci fa star male questo cambiamento, non si è sicuri nemmeno un sol momento non si può più amare nè porgere affetto, perché quest’ epoca ha sotterrato anche il rispetto. Tutto hanno cambiato, e ogni cosa han riciclato Soltanto le favole della nonna, sono rimaste genuine e arriverà il momento che le racconterai per prime. Miria Bellesi 11 ricordando l’estate Collagna: emozioni in gioco Dal 30 giugno al 1°di agosto 2014, a Collagna si è svolto il campo estivo con uno staff eccellente in tutto; dagli organizzatori Dario, Laura e Dige, agli operatori Giulia, Sara, Eleonora, Carlotta, Melissa, Francesca, Ginevra, Filippo e Luca. Una “squadra” numerosa per un’altrettanta “squadra” numerosa di bambini. 5 settimane all’insegna del divertimento, dell’avventura con bambini dai 3 ai 14 anni provenienti da tutto il territorio. Conclusosi il 2 agosto con la festa finale, svolta alla sera in piazza della Vittoria, dove i bambini hanno giocato, insieme allo staff, a giochi divertenti coinvolgendo genitori e bambini, che seppur non facevano parte del campo estivo si sono ritrovati in piazza a giocare tutti i insieme; squadre formate sia da i più piccolini che dai i più grandi. Fare parte dello staff è stata un’esperienza meravigliosa, perché ho conosciuto persone fantastiche con cui si è instaurato subito un legame profondo; ho conosciuto anche bambini, ai quali mi sono subito affezionata e che mi mancano tanto. Carlotta 12 Cena sociale dei volontari Croce Verde Alto Appennino 18 ottobre 2014 Sede Proloco Miscoso Occasione per stare insieme e partecipare alla vita dell’Associazione 13 Presepe vivente a Ramiseto 23 dicembre 2014 14 Piolo e la magia del Natale A Piolo si è rinnovata la magia del Natale attraverso il nostro presepe, composto di 7 scene che animano tutto il borgo dal Bar La Quercia fino alla località di Castello. Il presepe è stato realizzato grazie all’impegno dell’intera comunità: ognuno ha messo in campo i propri talenti e la creatività in un clima lieto di collaborazione e amicizia che rappresenta già di per sé l’annuncio di gioia e fraternità del Natale. I personaggi raffigurano antichi mestieri, scene di vita domestica e la tradizione cristiana della Natività. Sono stati realizzati utilizzando circa 480 vasi di terracotta e vestiti con materiali di recupero, oggettistica della vita rurale e tanta tanta fantasia. Il presepe è rimasto allestito dall’8 dicembre fino alla festa del Battesimo del Signore ed è stato ammirato da centinaia di visitatori da tutta la nostra provincia e da quelle limitrofe, che hanno lasciato ricordo del proprio passaggio con commenti entusiastici sul book fotografico posto accanto alla scena della Natività, che racconta della comunità e di come ci siamo uniti nella realizzazione di questa impresa. I visitatori hanno sempre ricevuto una calorosa accoglienza dalle signore di Piolo che hanno illustrato il percorso presepiale e offerto i loro pregevoli manufatti artigianali, il cui ricavato verrà utilizzato anche quest’anno per realizzare un’opera utile al paese. “Elena per gli Amici di Piolo” 15 Sorpresa natalizia a Collagna Durante il periodo natalizio Collagna, quasi per caso, ha avuto il suo Mercatino. Nella piazzetta, in centro paese, i nostri commercianti hanno istallato ed addobbato casette in legno con esposizioni delle proprie merci mentre nella sala del centro civico è stata allestita una mostra di quadri. E’ stata una sorpresa piacevole, con la scusa di fare un giro alle casette, la gente si è ritrovata spesso e volentieri per piccole compere, conversazioni e scambio di auguri, anche se era molto freddo, a tal proposito arrivava, in aiuto, un buon bicchiere di vin brulè. C’è stata la visita di Babbo Natale (alcuni bimbi hanno precisato però che non era quello vero). Il finale, domenica 6 gennaio, ha visto l’arrivo della BEFANA su un ape car, partita da Cerreto Alpi con tappa a Vallisnera, accompagnata da un coro (composto da altre befane), che ha allietato la piazza, in particolare con il canto O felice o chiara notte, di quel lume sei feconda ma l’è l’aurora più gioconda, più ridente del matin. Su pastori e non dormite, che l’è l’ora di vegliare ma quelle voci 16 son partite, fanno presto a ritornar. Su pastori alla capanna, su venite e non tardate le vostre agnelle abbandonate Dio dall’alto veglierà. canzone cara ad alcuni di noi e che ha ricordato che il Natale non è solo tradizione e scambio di regali, ma è una festa cristiana che celebra la natività di Gesù con messaggi di pace, speranza e fede. La festa è continuata tutto il pomeriggio con grande divertimento dei bambini e anche degli adulti. Così si è conclusa questa nuova esperienza, grazie a tutti quelli che hanno realizzato tale evento, doveroso è l’augurio di continuità dell’iniziativa. Festa di Natale all’oratorio Anche quest’anno è ricominciato l’oratorio vicariale a Cervarezza. Ogni sabato ci troviamo dalle 15.00 alle 17.00 per pregare, giocare, condividere la gioia di stare assieme con età diverse e per finire la festa mangiamo una buona merenda preparata dai genitori. Visto il cammino fatto gli altri anni abbiamo pensato che sarebbe stato bello fare una rappresentazione natalizia per trasmettere il grande messaggio: DIO si è fatto uomo perché ci ama. Così con i bambini, i ragazzi e qualche genitore siamo riusciti a prepararla, i bambini e i ragazzi sono stati molto bravi nel mettersi in gioco, seriamente e con responsabilità e determinazione. Per quanto riguarda il tempo di preparazione è stato poco, in più si è aggiunta la varicella che ha ridotto le presenze; questo ha fatto si che chi è rimasto si è dovuto impegnare di più. La rappresentazione è stata fissata per il 4 gennaio in chiesa a Cervarezza. Quando siamo arrivati al momento fatidico c’era tanta agitazione poi piano piano si è creato un clima molto bello, io ho respirato la voglia di stare assieme e far festa vivendo così il Natale. Ognuno ha dato il meglio, siamo stati accompagnati da ottimi musicisti che con le loro chitarre hanno reso la rappresentazione più dolce. C’era tanta gente e guardavano con occhi stupiti i piccoli e grandi attori. Credo che il messaggio sia passato: Questa non e’ una favola è una storia d’amore è la storia di amore di DIO che si è fatto uomo perché noi potessimo assomigliare a LUI è la storia di DIO che ama i piccoli e i poveri è la storia di DIO che ama tutti gli uomini di DIO che salva tutti i popoli di DIO che ci ha fatto diventare tutti suoi figli e fratelli. Poi finita la rappresentazione ci siamo spostati per continuare la festa facendo una grande tombolata e una mega merenda. Per me è stato un pomeriggio molto bello carico di tanta gioia e allegria; vissuto a pieno con persone che hanno voglia di stare tutti assieme. Grazie a tutti ma il grande grazie va ai bambini e ragazzi dell’oratorio. Dimenticavo di dirvi che all’oratorio c’è posto per tutti perciò se volete divertirvi vi aspettiamo. Paola 17 collagna Natale nelle scuole... Il 22 dicembre si è svolta la consueta e attesa recita dei bimbi della Scuola Materna di Collagna. Hanno presentato il musical E’ Natale - Villaggi del mondo in festa Emozionatissimi, ma decisi, hanno rappresentato come i vari popoli (africani, asiatici, europei, indiani) festeggiano il Natale con propri canti, costumi e abitudini, uniti in un augurio di pace con la nascita di un bambinello. Sono stati molto bravi e hanno suscitato gioia e allegria nel numeroso pubblico, composto naturalmente da genitori, fratelli e sorelle, nonni, zii, cugini, amici. Alla fine, non poteva mancare, fra il sempre meraviglioso stupore e timore dei piccoli, è arrivato Babbo Natale e la festa è finita con un buon rinfresco. Il mattino dopo, 23 dicembre, anche gli alunni della Scuola Elementare si sono esibiti in una piccola recita di poesie e canti tipici del Natale come “In Notte Placida” e nel racconto tradizionale La notte santa con il pellegrinare fra le varie osterie e il campanile che scocca lentamente le ore sino al raggiungimento 18 della stalla, quando scocca la Mezzanotte Santa e l’annuncio: E’ nato il Sovrano Bambino, Alleluia, Alleluia che ha rievocato nei presenti (in particolare nei nonni) ricordi del passato quando erano più frequenti le rappresentazioni, anche in costume, relative alla nascita di Gesù. E’ stata una recita semplice, ma toccante e non poteva mancare il rinfresco con lo scambio degli auguri. Mi viene spontaneo concludere con una citazione: “E le gioie semplici sono le più belle sono quelle che alla fine sono le più grandi” (da canzone di San Damiano) Una nonna 28 dicembre 2014 LA FESTA DEI POPOLI A Ramiseto un pranzo condiviso assume le tinte della multiculturalità “Mi hai fatto conoscere ad amici che non conoscevo. Mi hai fatto sedere in case che non erano la mia. Mi hai portato vicino il lontano e reso l’estraneo un fratello. In fondo al cuore mi sento a disagio quando abbandono l’abituale rifugio; scordo che il vecchio abita nel nuovo, e là Tu stesso hai dimora. Attraverso la nascita e la morte, in questo oppure in altri mondi, ovunque mi conduci, sei Tu, lo stesso, unico compagno della mia vita senza fine, che unisci con legami di gioia il mio cuore a ciò che non è familiare. Se conosco Te, nessuno mi sarà estraneo, non vi sarà porta chiusa, né legami. Oh, esaudisci la mia preghiera: ch’io non perda mai la carezza dell’uno nel gioco dei molti. (Tagore) La vita si manifesta in forme infinitamente diverse: “l’uno nel gioco di molti”, che ci arricchiscono e ci completano. L’altro, ciò che non conosciamo, generalmente ci mette a disagio, ma la prima “Festa dei Popoli” vicariale, tenutasi a Ramiseto il 28 dicembre 2014, è stata veramente un’occasione per scaldarsi il cuore a vicenda. Diverse persone, provenienti dal nostro circondario e non solo, si sono ritrovate insieme per conoscersi, parlare, cantare, davanti a piatti di polenta fumante, foraggi e torte caserecce. L’ambiente era accogliente, il cibo ottimo e l’atmosfera amichevole. Oltre al pranzo, i presenti hanno condiviso pezzi di vita, tra chiacchiere in varie lingue, canti tradizionali, cibi tipici (ad esempio indiani) veramente squisiti. C’era chi era originario del Ghana, della Polonia, della Moldavia, dell’Ucraina, del Marocco, dell’India, chi semplicemente proveniva da Ramiseto o da Ligonchio, da Busana o da Collagna: tutti accumunati dalla disponibilità a “unire con legami di gioia il cuore a ciò che non è famigliare”. Elena LA PAGINA DELLO SPORT Le squadre di calcio che fanno attività invernale nel nostro territorio sono il Collagna ed il Ligonchio in 3° Categoria e la squadra del Ramiseto/Cervarezza (quest’anno fuse in unica squadra) che milita un gradino più su, in 2° Categoria. Al momento in cui scrivo queste note il Collagna ed il Ligonchio hanno disputato 14 partite su 22 di Campionato, mentre il Ramiseto/Cervarezza 15 su 26 complessive. Il Ligonchio è 8°, su 12 squadre, con 17 punti in classifica, avendo fatto 12 gol subendone altrettanti (12); il Collagna è al 10° posto con 9 punti quindi al terz’ultimo gradino. Ha segnato 12 gol, ma ne ha subiti 21 (quindi difesa in dif- ficoltà). Però hanno dovuto ricorrere a portieri “di fortuna” in alcune partite. Una annata per ambedue non esaltante. Un po’ meglio si sta comportando il Ramiseto/ Cervarezza che si trova all’8° posto in classifica (14 sono le squadre partecipanti) con 20 punti ed una partita in meno. Ha subito 12 gol avendone realizzati 7. Un campionato quindi dignitoso. Va comunque riconosciuto a tutti, atleti e dirigenti, un grande plauso poiché sappiamo quanto sia difficoltoso “alle nostre latitudini” svolgere attività sportiva all’aperto in periodo invernale. (A cura di Claudio Bucci) 19 1 febbraio 2015 Giornata della vita! «I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita». Queste sono le parole di Papa Francesco in occasione della XXVII Giornata della Gioventù, che ci invitano ad avere più cura della vita, dal concepimento al suo naturale termine. I bambini e i ragazzi del catechismo di Ramiseto, intraprendendo il cammino per ricevere quel dono importante che è il sacramento della Riconciliazione, si sono trovati a riflettere su questa tematica e momento importante: la Giornata della Vita. Il primo febbraio è una giornata festeggiata per ricordarci che la Vita è un dono prezioso. Essere al mondo non è poi una cosa così scontata e dunque non dobbiamo mai dimenticare di rispettare la nostra Vita che è il primo dono che ci viene fatto da Dio e da quelle persone che ci accompagneranno per sempre nel nostro cammino di crescita: i genitori. I bambini con l’aiuto dei catechisti e di Don Danilo hanno elaborato pensieri e riflessioni riportandole, assieme a un simbolo che per loro significasse Vita, su un cartellone che è poi stato esposto in Chiesa durante la Messa. Momenti simili si ripeteranno per aiutare i bambini a capire e attualizzare i messaggi d’amore e vita che la parola di Dio ci trasmette. Un grazie a tutti i bambini per aver partecipato con interesse ed entusiasmo a questa iniziativa! 20 MISCOSO 8ª edizione “Balla coi lupi” I miscosini: gente fiera, orgogliosa, capace di aggregarsi e risolvere con successo i disagi e la marginalità territoriale della comunità. Giusto cento anni fa pensarono che era arrivato il momento di far uscire il loro borgo dal medioevo dandosi un tocco di modernità. Era infatti dai tempi dei cosiddetti “secoli bui” che le donne andavano ad attingere acqua in un rio che scorreva a qualche centinaio di metri dalle ultime case. I miscosini avevano chiesto quindi agli amministratori comunali del tempo di dotare il borgo di un acquedotto che alimentasse tre fontane (una per ogni contrada) provviste di vasconi, per l’approvvigionamento idrico delle persone e per l’abbeveraggio degli animali. Dopo reiterate richieste, regolarmente inevase per la canonica indisponibilità di risorse (c’era da parte dei maggiorenti comunali il timore che tutto il contado ramisetano, ugualmente sprovvisto di impianto idrico avanzasse analoghe pretese) i residenti dell’ultimo paese dell’Alta Val d’Enza decisero di fare da sé. Con contributi in denaro e, soprattutto, con prestazioni d’opera, i miscosini si fecero così il loro acquedotto e le loro fontane. A futura memoria apposero sul muro di una di queste una lapide in pietra su cui si leggeva la polemica scritta: “Comune non fece … popolo concorde –8 luglio 1905”. Gente che circa trentanni fa con il medesimo spirito ha pure deciso di dotarsi di un grande salone per svolgervi manifestazioni d’intrattenimento, conosciuta come Sala Polivalente, favoriti dalla generosità e dall’intelligenza di un sacerdote il quale, oltre che alla cura delle anime, riteneva fosse giusto contribuire alla elevazione culturale del suo “gregge”. Nacque proprio allora la Pro – Loco di Miscoso e in seguito dalle cui costole è poi sorto il Moto - Club, ininterrotamente guidato dal sagace e lungimirante Stefano Dolci. Questo sodalizio è stato in grado di organizzare gare di motocross nel locale circuito di Miscoso, uno dei più apprezzati crossodromi dell’Emilia Romagna e non solo e da circa una quindicina d’anni ha letteralmente inventato una curiosa manifestazione: la motocavalcata della Valle dei Cavalieri, sorta di escursiosismo motorizzato in grado di aggregare centinaia di enduristi e quodisti alla scoperta degli antichi tratturi dell’Alta Val d’Enza e Lonza. Ma il vero stacco innovativo della Pro Loco Miscoso è avvenuto con l’Attraversata Appenninica con i cani da slitta o 21 (sleddog) nel 2004. Mai in questi luoghi si era pensato ad una manifestazione del genere, non esistendo una cultura dello sleddog. Piano piano con fatica e umiltà i “ragazzi di Miscoso” con gli amici più convinti hanno fatto conoscere questa disciplina, dapprima ai nostri montanari, quindi ai “piansani” e non solo. Ormai sono decine le emittenti televisive che trasmettomo durante tutto l’anno l’ormai conosciuta traversata “Balla coi Lupi”con le strabilianti immagini delle mute di cani che solcano il nostro crinale. Fatto sta che un nutrito stuolo di muscher (i conduttori delle slitte) provenienti da mezza Italia e anche un ticinese (CH) ha consentito di far conoscere un territorio che, di norma, si pensava potesse offrire, in inverno, solo un richiamo per i cultori di sci, sci alpinismo nelle stazioni di sport invernali dove si praticano questi sport. I sentieri di alta quota e i vecchi percorsi dei pastori si sono dimostrati ideali, per le difficoltà che propongono sulle radure in quota o attraverso i boschi di faggio, per esaltare le straordinarie caratteristiche dei cani. Mentre sulle Alpi, nell’Appennino Centro Meridinale o nel grande Nord Europa, i 22 percorsi sono per la maggior parte su ampie piste innevate dove i musch e le loro mute di cani devono principalmente fare i conti con la fatica e con il freddo, nel nostro Appennino i tracciati sono quasi sempre molto stretti, tra gli alberi, con frequenti guadi di piccoli corsi d’acqua che costringono uomini e cani a bagni gelati, con dislivelli impegnativi, tutte condizioni che mettono a dura prova la preparazione e la resistenza dei partecipanti. Perché lo sleddog è una disciplina molto faticosa per uomini e cani: entrambi devono essere dei veri atleti, con una prepparazione che si svolge durante tutto l’anno. Nonostante le difficoltà orografiche, morfologiche, cli- matiche ed anche economiche, il successo della manifestazione si ripete anno dopo anno. Le ragioni non sono facili da capire. Sarà “colpa” della gente di montagna così attaccata alle loro valli, alla voglia di fare e stare assieme, al desiderio di riscatto o semplicemente alla “temerarietà” dei componenti di questa avventura. Arrivederci alla gentile carovana di Balla coi Lupi per la prossima edizione. A. Vincenzo Merlini TEATRO DI LIGONCHIO: IDEE IN MOVIMENTO Per questo numero del giornalino, noi di Traffico di Voci del Teatro di Ligonchio, abbiamo pensato di riportare quello che è stato un anno in cui le idee per programmare e organizzare le attività teatrali non hanno avuto mai sosta. Molte idee si sono concretizzate, altre sono ancora su carta ma speriamo possano presto prendere forma con la collaborazione di tutti. Sono proprio queste idee in corsa insieme alla voglia di fare che nutrono la nostra ambizione di far diventare tutto ciò che è teatro, cultura, segno, musica, spettacolo, arte e pensiero ancora più forti. Citando il designer Yves Béhar “Una chiave di accesso per far entrare nelle nostre vite le novità, è credere quanto prima che queste novità siano possibili e accessibili.” Noi crediamo in questo, ed è così che è iniziata la riconversione del cinema nella sua intima essenza teatrale, unitamente alla programmazione degli spettacoli per la stagione estiva. E’ stato organizzato un corso di teatro che ha avuto un grande riscontro e che sarà riproposto a breve. La stagione invernale si è aperta a novembre con il successo dello spettacolo “Improbabili cantanti”. A seguire la performance “Vedere la musica” di Mauro Moretti negli spazi da poco allestiti del [ ] PianoTerra sotto il teatro e l’assaggio teatrale, esito del percorso formativo del gruppo teatrale Voci di Vetro in collaborazione con M. Coli. Tra dicembre e gennaio i Continum Ensemble in un concerto con musiche barocche dal titolo “Cantando amore”, lo spettacolo sull’inverno di M. Coli “La rinascita del sole”, “Vivere sotto minaccia” con il gruppo di Anima Montanara in collaborazione con R. Mercati, per arrivare ad uno spettacolo dedicato ai bambini con il Pirata Bucagnaccio, grazie alla compagnia teatrale Teatro dei Folli . Ma non è finita qui…I prossimi spettacoli a cui siete calorosamente invitati sono: “Cibi, ciance e umanità al maschile” a cura della compagnia teatrale Teatro dei Folli, domenica 8 marzo 2015 con cena a tema, “La bottega del cioccolato” con Strabba, domenica 5 aprile e “Appennino ultima frontiera: appunti da un viaggio immaginario” con Lassociazione e M. Coli in concerto, sabato 25 aprile 2015. Nel ritrovarvi piacevolmente a teatro, rivolgiamo un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile ciò che è stato realizzato finora. Seguiteci e cercateci come Traffico di Voci su Facebook per restare aggiornati sulle news. Per informazioni: [email protected] 328 1770071 – 328 3646922 23 Anagrafe 2014 Zona Pastorale di BUSANA Busana Battesimi: Canedoli Filippo 24.05.2014 di Fabio e Vannozzi Alice Castagnini Irene 24.05.2014 di Fabrizio e Isopesku Valentyna Castagnini Ivan 24.05.2014 di Fabrizio e Isopesku Valentyna Lazzari Sofia 25.06.2014 di Massimo e Vannozzi Giulia Defunti: Casanova Aldemiro n. 4.08.1925 m. 1.06.2014 Canedoli Ave n. 21.06.1931 m. 27.10.2014 Cervarezza Nati: Notari Melissa Giulia 10.07.2014 di Marco e Sironi Federica Battesimi: Canedoli Samuele 7.03.2014 di Matteo e Erduni Floriana Defunti: Correggi Domenico n. 26.08.1921 m. 7.01.2014 Romei Walter n. 12.03.1926 m. 17.01.2014 Galassi Gelsomina n. 10.10.1927 m. 4.03.2014 24 Tamburini Irma n. 29.04.1920 m. 6.03.1914 Correggi Alfredo n. 13.03.1925 m. 6.06.2014 Guatteri Tea n. 23.06.1938 m. 7.08.1914 Bertoni Maria n. 7.08.1922 m. 24.08.2014 Mariotti Milene n. 25.08.1927 m. 8.10.2014 Talada Battesimi: Francesca Del Barba 15.05.2014 di Alessandro e Comi Cinzia Poletti Eva 27.12.2014 di Claudio e Cavazzuti Vanessa Defunti: Gaspari Mario n. 25.04.1932 m. 25.03.2014 Gilioli Carmen n. 5.02.1934 m. 29.10.2014 Ferri Ada n. 14.04.1932 m. 30.10.2014 Marchesi Giuseppe n. 14.05.1935 m. 3.04.2014 Fontana Anna n. 7.08.1925 m. 17.07.2014 Alpini Marcello n. 8.09.1948 m. 4.08.2014 Gaspari Anna n. 30.07.1925 m. 21.10.2014 Frassinedolo Defunti: Mariotti Massimo n. 8.11.1947 m. 31.03.2014 Nismozza Battesimi: Mussini Chiara 1.08.2014 di Matteo e Simonelli Martina Defunti: Manenti Ida in Bigoi n. 22.02.1932 m. 28.08.2014 Zona Pastorale di COLLAGNA COLLAGNA Nati Ferretti Linda figlia di Amedeo e Bolioli Federica Galassi Isabella figlia di Jonathan e De Angeli Cosetta Defunti Versi Velmo (90) Barani Iolanda (85) Monelli Prospero (59) Beretti Evandro (85) Giansoldati Maria Domenica (95) Comunioni: Caccialupi Cristian Fiori Leonardo Rivieri Samuele Zampolini Federico Bertocchi Laura Galeazzi Gaia Medina Bernardini Noelia ACQUABONA Defunti Orlandi Filiberto (85) VALBONA Nati Deangeli Arianna figlia di Andrea e Santini Sabrina Defunti Bragazzi Anna (86) VALLISNERA Nati Babbini Leonardo figlio di Massimiliano e Bertolani Monica Defunti Greco Giuseppina (96) Giovannini Sesto (78) Borelli Flaminio (90) Bolioli Luigia (83) Giudici Mimì (90) Fiorini Paride (93) Fiorini Gina (84) Papini Giuliano (81) Giudici Benedetto (91) Fiorini Rina (94) Melandri Paolina (93) Matrimoni Poncemi Ciro e Fiorini Federica CERRETO ALPI Nati Fiorini Vera figlia di Andrea e Alinovi Alice Defunti Fiorini Ilva (92) Penserini Silvio (83) Bernini Maria (84) Ferretti Incerti Ugo (81) Capelli Vincenzo (93) Tronconi Ilvio (95) Comparoni Domenica (85) Capelli Petronilla (88) CERRETO LAGHI Defunti Moscatelli Gian Enrico (62) Cresime Bertocchi Anna Caccialupi Lara Furletti Camilla Monelli Gabriele Monelli Martina Zona Pastorale di ligonchio Nati Rotaru Alex 18/03/2014 figlio di Alexandru e Rotaru Tatiana Castellini Gemma 16/07/2014 figlia di Vittorio e Gaccioli Sandra Giorgini Romeo 13/12/2014 figlio di Stefano e Bucci Alice Il 9 dicembre è scomparso, all’improvviso, il dott. Evandro Beretti, suscitando profondo cordoglio e lasciando il ricordo e l’immagine di una persona discreta ma sempre presente. Per 50 anni è stato non solo medico e ufficiale sanitario del Comune di Collagna ma anche punto di riferimento per tutta la popolazione. 25 Matrimoni Canuti Stefano e Sacchini Silvia Oratorio La Loggia (Casalino) 08/11/2014 PARROCCHIA DI LIGONCHIO Battesimi Scaruffi Samuele 29/06/2014 di Silvano e Monica Magliani Defunti Scaruffi Maria (75) Casai Valeria (87) Venuri Alfio (86) Baccini Andrea (85) Cresci Lidia (88) Pedrazzi Teresa (93) Scaruffi Alda (89) Zanicchi Zelinda (88) Sentieri Oriana (76) Casolari Umberto (74) Parrocchia Di Caprile Battesimi Gorzanelli Martina 18/05/2014 di Andrea e Catia Chierici Massaro Isidoro e Iodice Michelangela, Parrocchia di San Nicola Magno - Moiano (BN) 15/06/2014 Stefanelli Riccardo e Pifferi Laura, Parrocchia della Madonna del Carmine - Corticella (RE) 27/09/2014 26 Parrocchia Di Ospitaletto Defunti Bertagni Maddalena (74) Parrocchia Di Piolo Defunti Paoli Costantino (87) Castellini Valter (65) Bernazzani Giuseppe (66) Pighini Alba (65) Parrocchia Di Vaglie Defunti Zanicchi Mino (85) Pintus Lorenzo (85) Prima Comunione 15 giugno 2014 Baccini Marco Magliani Alessandro Tini Elisa Zambonini Gaia Defunti Scaruffi Adelina (87) Zona Pastorale di RAMISETO Parrocchia Di Casalino Battesimi Castellini Gemma Giulia Claudia 26/10/2014 di Vittorio e Sandra Gaccioli Defunti Galassini Celia (91) Nati Parrocchia Di Cinquecerri Defunti Borsini Maria Alma (90) Magliani Olga (92) Casanova Sergio (90) Casanova Angelo (86) Stefanelli Maddalena (88) Casanova Roberto (78) Magliani Enrico (63) Simonelli Giulia (95) Primavori Erminia (86) Parrocchia Di Montecagno Defunti Olmi Pellegrino (78) Cresima 16 ottobre 2014 Giorgioni Maria Camila Giorgioni Paula Alejandra Vujisic Nicholas Zambonini Melissa Abati Giulia 20 /10/2014 di Roberto e Simona Riolo (Ramiseto) Corradini Nicole 16 /05/2014 di Giorgio e Coppellotti Monia (Ramiseto) Umer Anisa 26/07/2014 (Castagneto) Parrocchia Di Cereggio Costi Marco 29/06/ 2014 di Patrizio e Mara Tosi (Ramiseto) Visdomini Sara 12/12 /2014 di Simone e di Leoncelli Jessica (Temporia) Parrocchia Di Nigone Defunti Bianchi Teresa Rossi Tito Fontanili Viola 13/12/2014 di Vaimer e Lia Primavori (Ramiseto) Parrocchia DI Gazzolo Defunti Cagni Pia Iside Confetti Giulio Erta Clelia Spadaccini Bruno Spadaccini Bruna Erta Dirce Parrocchia Di Ramiseto Battesimi Costi Marco Valli Giacomo Matrimonio Defunti Corradini Gian Battista Dughetti Iole Corradini Domenico Parrocchia Di Taviano Defunti Rico’ Luigi Parrocchia Di Castagneto Defunti Borghi Iride Parrocchia Di Pieve San Vincenzo Defunti Zampolini Teresina Parrocchia Di Cecciola Defunti Moretti Alberto Moretti Pietro Moncigoli Agata Carole 17/12/2014 di Matteo e Nicole Drago (Ramiseto) Parrocchia Di Succiso Defunti Bragazzi Elio Torri Oreste Molinari Giovanni e Gallerini Giada 30/08/2014 Valli Giacomo 27/02/2014 di Stefano e Marianna Erta (Ramiseto) Defunti Catti Luciano Notari Alda Tomasini Romano Bertacchini Carlo Rosselli Domenica 27 Il Carnevale dell’oratorio Il carnevale dell’oratorio vicariale è stato festeggiato da grandi e piccini sabato 14 febbraio nella palestra di Busana. Tutti in maschera ci siamo ritrovati per condividere in allegria, giochi e spensieratezza animati dal deside- rio di esaltare la voglia di ridere ed il bisogno di accantonare ogni tipo di pensiero, diverso dal divertimento. I bimbi hanno realizzato il loro sogno di travestirsi, ed i grandi hanno liberato il bisogno di leggerezza che ogni tanto, fa davvero bene all’anima. Come accade sempre in queste occasioni, hanno fatto da sovrano la semplicità, la condivisione ed il piacere della compagnia. La giornata si è conclusa nei locali del- la parrocchia di Busana, dove sempre tutti insieme, abbiamo consumato una cena a base di pizza, dolci e patatine. Nei volti dei bambini, la gioia del gioco e del divertimento goduto, ed in quella degli adulti la convinzione di aver regalato a chi tanto amano, un momento felice e piacevole da ricordare. Come madre che prova a camminare insieme a tanti altri, in questa bella esperienza dell’oratorio, mi viene spontaneo confermare l’importanza di questi momenti di condivisione, in cui persone diverse per età e vissuto, si uniscono per provare a costruire qualcosa di buono…. Ed alla fine insieme all’impegno e a volte anche al sacrificio, è sempre di più ciò che si riceve di quello che si dà. Annalisa 28 Cresime Festa della castagna Cervarezza 2014 Mercatini di Natale Concerto di Natale Festa delle famiglie 29 Carnevale a Ramiseto fra carri e tanta allegria A Ramiseto il 15 febbraio si è svolta la festa di Carnevale, tra carri, coriandoli, stelle filanti e bombolette. C’erano ben sette carri: quello dei Romani, il carro della frutta, il carro di Pinocchio, il carro Saloon, il carro degli scolari ripetenti e, per chiudere, il carro delle tazze e dei pan di stelle. Dopo la sfilata dei carri siamo andati alla sala Polivalente dove abbiamo giocato, mangiato e bevuto cioccolata calda! Mentre i carri sfilavano c’è stata una guerra tra quarta e quinta contro la prima media. Noi di quarta e quinta abbiamo riempito i capelli delle “fanciulle” di prima media con bombolette e coriandoli. A me è piaciuto soprattutto il nostro carro: quello dei Romani, dove io interpretavo il ruolo di Giulio Cesare, i miei amici erano 30 guerrieri valorosi e combattenti e le femmine donne nobili. Esternamente il nostro carro era pitturato e disegnato come il vero Colosseo di Roma “forse solo un po’ più piccolo”. Secondo me era il più creativo e fantasioso ed era trainato dal trattore più bello e nuovo fra tutti gl’altri, era un Newolland 155 CV. Meritava di vincere il primo premio, ma la giuria l’ha classificato al terzo posto! Ci siamo divertiti tutti tantissimo, i rumori e gli scherzi non mancavano, un vero spasso!!! E’ stata una festa memorabile e indimenticabile, soprattutto per la grande partecipazione di grandi e bambini. Noi eravamo i più forti, i più valorosi e i più belli!!! La scuola primaria di Ramiseto La Pietra di Bismantova Più da lungi osservo con occhio fisso il tuo massiccio enorme verdeggiante, immagino la tua forza devastante che ti catapultò fuori dall’abisso. Un cataclisma che cancellò all’istante altre meraviglie per te issare a guardia della valle circostante, stupenda valle che ti fa sognare. E poi che dir dell’angolo misterioso che in sé racchiude la perla dei credenti; la mistica Chiesetta, per cui è doveroso, l’inchino dei devoti penitenti. Quante lacrime versate nel farti istanza, Mamma dei disperati, a chi il destino ha spento il faro della speranza, ma non s’accascia, sentendoti vicino. Cara Madre Celeste Tu sei l’aurora splendida che illumina la schiera dei cuori travolti, e la fede rincora in chi t’ama, accetta l’umile preghiera, non tralasciar chi soffre allo sbaraglio: chi ha la mamma morente o il papà o peggio ancor un figlio, o chi per sbaglio ha lesa d’un amico l’onestà. ANDREA ROMEI Maggio 2011 31 La pagina dello svago 32