Indice - PiGreco Online ~ Il Giornale dei Licei di Gallarate

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Indice - PiGreco Online ~ Il Giornale dei Licei di Gallarate
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no 011
2
Indice
Gnus dal Liceo
II
VI
VII
VIII
Interviste ai
rappresentanti eletti
Assemble del Classico
e dello Scientifico
Mi astengo! Anzi no! Voto!
Le Gite e la Scuola.
Politica
IX Il Ribaltone può aspettare
X Chi è il prossimo?
Res Nova
XI Un disastro (In)Evitabile
Sport
XII Il Web piange Sic
XIII Perché è pericoloso truccare i motorini
Recensioni
XIII
XIV
XV
XVII
Musical graffiti
Recensioni letterarie
Vedimi, Vedimi Ora.
Anime e manga
XXCucina
XXII Giudizio Universale
XXIIICruciverba
Giornale dei Licei di Gallarate
Editoriale
L
e elezioni nel nostro Liceo,
per chi ancora non lo sapesse,
si sono concluse quest’anno
con la vittoria di tre rappresentanti
di Up-List e uno
di Lista Mista. Il
Liceo infatti usa il
metodo D’Hondt,
che ha fatto sì che Up-List, cui è
andato il triplo dei voti di Beta List,
ottenesse alla fine 3 seggi.
I n un liceo le elezioni sono uno dei
maggiori argomenti di discussione:
gli studenti sono tenuti a eleggere
chi li rappresenterà all’interno del
consiglio scolastico e a decidere chi
dovrà far valere i loro diritti davanti
ai “perfidi professori”. Insomma non
è una decisione facile, né facile è il
loro compito. Forse proprio per l’importanza dell’argomento in questo
numero abbiamo deciso di dedicare
ampio spazio alle elezioni.
Abbiamo fatto interviste ai rappresentanti eletti e scritto diversi
articoli. L’obiettivo di alcuni di essi
era riuscire a capire cosa pensassero i ‘primini’, che non avevano mai
assistito a nulla di simile prima: io
delle mie prime elezioni ho solo
un ricordo confuso (ahimè l’età
avanza), ma ricordo bene le urla,
gli schiamazzi, il disordine. Credo
di aver lasciato la mia prima scheda
bianca.
Anche quest’anno diversi ragazzi
si sono astenuti e noi abbiamo preparato un articolo anche su questo.
Ne abbiamo per tutti gli argomenti:
elezioni in tutte le salse!
Ma grazie al cielo abbiamo parlato anche di altro, perchè credo che
alla lunga avremmo potuto annoiare
e sono certa di non essere l’unica a
pensarlo.
A voi scoprire il resto, compreso
l’amato Giudizio Universale.
Spero che questo primo numero
possa piacervi.
Il Direttore
Il Liceo al voto
Novembre - Dicembre 2011
GNUS
dal Liceo
Francesca Puricelli
Speciale Elezioni
Interviste ai Rappresentanti d’Istituto
Francesca Puricelli, sei stata
eletta rappresentante d’Istituto per
la lista Up-List, cosa ti ha spinto a
candidarti?
“Sicuramente la voglia di coinvolgere tutti gli studenti in attività e
nuove iniziative, se possibile, di
carattere benefico”.
in pubblico e di gestire i comitati, il
che mi appaga molto. Di negativo c’è
che dovrò sacrificare il mio tempo
dal punto di vista scolastico, dovrò
stare sempre attenta soprattutto nel
relazionarmi con i piani alti”.
Sono due. Il terzo?
“La paura di non riuscire ad
accontentare tutti”.
Hai dei progetti che vorresti
realizzare?
Come ci si sente ad avere un ruolo
“Sì, il progetto per cui mi sono
così importante?
candidata è creare eventi sportivi e
“Ci si sente molto responsabili. musicali a scopo benefico, e tutto
Oltretutto sono l’unica donna e quello che verrà raccolto sarà
questo mi motiva ancora di più, devoluto in beneficenza. Cercherò di
anche perché da due anni le ragazze realizzare al meglio quest’iniziativa e
non ottenevano un ruolo così alto”.
vorrei che tutti capissero quanto sia
importante”.
Tre aspetti positivi e tre negativi
dell’essere rappresentante d’Istituto.
Cosa pensi del grande risultato
“Per i primi tre direi nell’ordine che hai raggiunto?
che: ho un grande potere propositivo
“Mi sento appagata, perché sapere
e avrò modo di gestire di persona la che la gente ha fiducia in me dà
maggior parte delle attività; parte- una grande gioia. Rappresenta una
ciperò attivamente alla vita del grande sfida e penso che renderebbe
liceo; avrò la possibilità di parlare felice chiunque”.
E degli altri rappresentanti cosa
pensi?
“Per quanto riguarda Luca e
Stefano, conoscendoli e avendo
portato avanti la campagna con loro,
sono molto contenta di collaborarci.
So che sono ragazzi molto responsabili e affidabili. Con Bruno ho buone
speranze, ho sempre ritenuto che
fosse il più adatto fra tutti i candidati
delle diverse liste. E credo che sarà
altrettanto piacevole lavorare con lui”.
Pensi che questa esperienza ti
aiuterà a crescere come persona?
“Sicuramente sì, soprattutto per il
fatto di avere molte responsabilità:
dovrò imparare ad ascoltare tutti
ed, essendo
portavoce degli
studenti, dovrò
cercare
di
concretizzare
le richieste di
ciascuno”.
Monica
Clerici
Bruno Oggioni
B r u n o
Oggioni da
cosa è partita
la tua idea di
candidarti?
Mi
ero
già
candidato l’anno
scorso ma
non avevamo
organizzato
molto bene il
programma, poi quest’anno Nicolò mi
ha convinto a riprovarci e sembra che
abbia fatto bene.
Quali sono le iniziative che
promuovi e che ti piacerebbe che
l’Istituto portasse avanti?
Le idee sono sempre tante
quante le difficoltà nel realizzarle;
per quest’anno siamo partiti dalla
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comunicazione scuola-studenti
e abbiamo cercato di proporre
iniziative semplici come i laboratori
indipendenti o la pagina facebook del
liceo, che sono in corso d’opera.
Hai già avuto un’esperienza di
questo tipo anche in altri ambiti?
Ho fatto parte di un’associazione
di studenti che organizzava diversi
progetti all’interno delle scuole di
Milano e mi è servito molto.
All’interno della nostra scuola,
conoscendola da tanto tempo, quali
caratteristiche vorresti cambiare o
solo migliorare?
Mi piacerebbe che la scuola fosse
meno rigida e più vicina agli studenti
e cercasse di metterli in condizione
di realizzare le proprie idee con
facilità.
Qual è il problema più grande
che un rappresentante d’Istituto
dovrebbe risolvere nella nostra
scuola?
Secondo me uno dei problemi
più grandi è l’impossibilità, per
mancanza di spazio, di fare un’assemblea d’istituto che coinvolga
contemporaneamente tutti gli
studenti.
C’è qualcuno a cui ti sei ispirato
come modello?
Conosco alcuni ex rappresentanti
e ho preso spunto un po’ da tutti, ma
cerco di essere fondamentalmente
me stesso attraverso il confronto
quotidiano con gli altri e la realtà
che mi circonda.
Elisa Maresu
Novembre - Dicembre 2011
Stefano Dozio
Stefano Dozio, sei stato eletto con
la lista Up-List : secondo te perché ti
hanno votato?
“In primo luogo credo che prima di
essere stato eletto io personalmente
sia stata eletta la lista, per la sua
serietà e la validità dei suoi punti.
Non a caso Up-List ha ricevuto quasi
il doppio di voti rispetto all’altra
lista, anch’essa eletta. Poi io personalmente ho impiegato in questo
progetto moltissima passione e
penso di essermi meritato i voti
ricevuti”.
Negli anni passati, spesso, le
promesse fatte non sono state
mantenute. Tu come hai intenzione
di portare a termine i programmi
della tua lista?
“La mia lista si sta già impegnando
per realizzare le proposte avanzate.
Per esempio “Only student”, una sorta
di collegamento tra tutti gli studenti;
e poi “Pensiamo all’ambiente”, che
promuove la raccolta differenziata
nel Liceo; quindi “Un’immagine di
noi”, per gli appassionati di fotografia, e ancora il progetto di volontariato: tutto questo sarà avviato fin
da subito. La prossima assemblea
d’Istituto, inoltre, potrebbe già avere
come argomenti la mafia e la criminalità organizzata, per sensibilizzare
gli studenti sul tema della legalità.
Per gli altri punti come “l’ampliamento degli orizzonti” e la diffusione
di una rete wi-fi a scuola punteremo
a un’immediata collaborazione con
il fondo “Amici del Liceo”. Non sono
solo questi però i progetti che vanno
realizzati. Un’altra lista infatti è stata
eletta e ci impegneremo per promuovere anche le loro proposte”.
Perché, a tuo parere, l’altra lista
non ha vinto le elezioni?
“Bella domanda... Beh, ho molto
apprezzato il loro entusiasmo e la
loro voglia di mettersi in gioco, ma
secondo me sono risultati troppo
approssimativi e la loro superficialità li ha penalizzati molto. E poi,
modestamente, siamo stati troppo
forti”.
Ti sei candidato per una tua personale soddisfazione o perchè davvero
sei disposto a prenderti la responsabilità di migliorare la scuola?
“E’ la prima volta che affronto
un’esperienza simile e di sicuro non
lo faccio per un piacere personale. Ho
deciso dopo 5 anni che sono qui di
candidarmi per portare in Consiglio
d’Istituto le vere problematiche e
le necessità di noi studenti. Non lo
faccio per nessun risvolto personale,
ma perché penso che sia nostro
dovere prendere in mano la situazione, affrontare i problemi esistenti
e cercare delle soluzioni. Solo in
questo modo possiamo migliorare
la vita al Liceo”.
Una questione che interessa tutti:
il problema gite. Come pensi di
affrontarlo?
“Sì, la questione delle gite è ormai
discussa da tutti a scuola; docenti
e alunni si scontrano spesso a
proposito di questo argomento.
Come alcuni, ma non tutti, sanno
già, il ministero è tornato a pagare le
gite ai docenti e il problema sembra
apparentemente risolto. Ma prima
di muoverci aspettiamo di vedere la
reazione dei diretti interessati.
bisogni dei meno fortunati di noi.
Il nostro intento è quello di sensibilizzare gli studenti e invogliarli a
preoccuparsi per chi ha più bisogno,
rispetto ai problemi che esistono
anche al di fuori dalla scuola e che
fanno parte della realtà di oggi.
Infine non voglio fare promesse, ma
il nostro scopo sarebbe anche quello
di adottare un bambino a distanza,
cosa fattibile con un po’ di organizzazione e i mezzi necessari”.
Altro tema irrisolto, il fumo: cosa
ne pensi?
“Come altri prima di me sostengo
anche io che questo problema, il
quale persiste dall’anno scorso, non
può essere risolto da noi studenti.
Serve l’aiuto, anzi la collaborazione
dei docenti. Infatti, in questo caso,
non si tratta più di agevolazioni o
comodità per rendere migliore la
permanenza a scuola: il punto è la
tutela del non fumatore. I ragazzi
minori di 16 anni infatti, secondo la
legge, avrebbero il divieto di fumare
mentre gli studenti con 16 anni
compiuti dovrebbero essere liberi di
farlo. Detto questo, chi si assume la
responsabilità di controllare l’effettiva età dei fumatori, qualora fosse
realizzata un’area per loro?”
Scilla Marini & Loubna Arifi
Pensi che il volontariato possa
interessare gli studenti?
“Il volontariato è un punto essenziale del nostro programma. Seguito
principalmente da un altro dei
rappresentanti d’Istituto, Francesca
Puricelli, è un modo per coinvolgere
gli studenti e farli partecipare in
modo attivo alla beneficenza e ai
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Novembre - Dicembre 2011
Luca Introini
Luca Introini, sei entrato in
Consiglio d’Istituto con la lista
Up-List. Le tue prime impressioni?
“Beh, va specificato che questo
è il primo anno in cui mi candido e
quindi è la prima volta che non vedo
le elezioni nell’ottica dell’elettore.
Comunque, a mio parere, queste
elezioni sono state tra le migliori
negli ultimi anni. In particolare la
mia lista ha fatto tantissima propaganda. È bello che le elezioni siano
così sentite da noi liceali. Per quanto
riguarda il dibattito mi è spiaciuto per
il classico che ha dovuto assistere
al bar, e il clima in quell’occasione
è stato abbastanza caotico. Al
Condominio è sicuramente stata una
bella esperienza: un dibattito come
quello di quest’anno non si è mai
visto nella storia del nostro liceo”.
Riassumi brevemente, per chi non
ne fosse a conoscenza, i compiti di
un rappresentante d’Istituto.
Il compito principale penso sia
quello di rappresentare degnamente
gli studenti del liceo davanti a professori, preside, vicepreside e così via.
Sicuramente dobbiamo fare da portavoce riguardo ai problemi e ai disagi
degli studenti riportandoli al Consiglio
d’Istituto. A mio parere la bravura di
un rappresentante si vede anche
dalla sua capacità di organizzare le
assemblee d’Istituto, e infine dalle idee
innovative che propone in consiglio”.
molti punti sono già stati realizzati,
gli altri lo saranno presto”.
Che cosa ne pensi dei tuoi
“compagni di squadra”?
“Dozio è un grande amico, quasi
un fratello: l’ho conosciuto a
settembre e subito si è sviluppato un
grande feeling. Puricelli la conosco
bene dalla prima, ha sempre fatto
teatro con me; è una persona seria
con molte idee, sono contento di
avere anche lei al mio fianco. Per
quanto riguarda Oggioni, sono felice
anche per lui, penso sia la persona
più seria delle altre liste, ha sempre
dimostrato di volersi impegnare
quindi... Comunque sono soddisfatto in generale, meglio di così non
poteva finire a parere mio”.
L’elezione ha avuto per te un risultato positivo, te lo aspettavi?
“A essere sinceri all’inizio per
niente. Poi, verso la fine di settembre,
ho visto che la lista lavorava bene,
ho iniziato a sentirmi un elemento
importante, ho cercato di fare il possibile per la lista e propaganda, più mi
impegnavo e più le speranze aumentavano. Solo il fatto della lussazione al
ginocchio alla fine mi ha fatto sentire
un po’inutile, ma non mi sono arreso e
ho cercato di fare il possibile”.
Tra le liste concorrenti qual’è stata
a tuo parere la più temibile?
“All’inizio temevo quasi di più
Qual è a tuo parere l’obiettivo Beta List, però alla fine ho capito che
primario che deve essere perseguito erano solo gli amici a fare il tifo per
all’interno della scuola?
loro. Devo ammettere però che non li
“Il wi-fi all’interno della scuola è la ho mai temuti più di tanto, erano un
cosa che personalmente sento di più, po’come compagni di viaggio. Sì, c’è
stata una competizione, ma abbiamo
anche collaborato per alcuni aspetti,
come per l’organizzazione dell’assemblea al Condominio. Ho confidato un po’ negli elettori e alla fine
non mi hanno deluso”.
Qual è stata la marcia in più che
ha portato la tua lista alla vittoria?
“Impegno e voglia di mettersi in
gioco”.
In conclusione, pensi di poter
realizzare tutti i punti di programma
della vostra lista?
“Beh, tutti la vedo un po’dura,
penso che nessuna lista in 50 anni
ci sia mai riuscita! Comunque noi
ci batteremo per fare il possibile,
ci abbiamo lavorato e quindi ci
proveremo. Ricorda che gli studenti
rappresentano solo una minima parte
del Consiglio d’Istituto... Ma ci faremo
sentire, poco ma sicuro. È un bel
quartetto quello di quest’anno. Sono
convinto che riusciremo a ottenere
qualcosa di buono per tutti voi”.
Jacopo Piantanida Chiesa
Giulio del Balzo
“Pensate in grande, anche quando
guardate le cose piccole. Se lo farete
sarete in armonia con la società in cui
vivete. Abbiate una vostra identità,
non cercate di farvi accettare, non
cercate di imitare persone che a loro
volta cercarono di imitarne altre. Non
siamo tutti uguali, ognuno di noi ha
una identità propria inconfondibile”.
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Si presenta così Giulio Del
Balzo, appena eletto nella Consulta
provinciale con Up-List.
Giulio, quale sarà il tuo compito
come rappresentante?
“Il rappresentante della Consulta
provinciale ha il compito di creare
un’interconnessione tra le scuole
della Provincia. L’assemblea di tale
consulta è composta da un organigramma che comprende una giunta
di dieci membri, un presidente,
due vicepresidenti e un segretario,
scelti tra i vari rappresentanti delle
scuole. Il Ministero dell’Istruzione dà 40mila euro l’anno alla
Provincia di Varese per rendere
operative le iniziative approvate
dalla consulta nell’assemblea che
si raduna una volta al mese”.
Hai vinto con un notevole
vantaggio, quali pensi siano stati
i punti a tuo favore?
“Il fatto di essere stato rappresentante d’istituto per due anni ha
sicuramente influito. Rispetto ad
altri candidati ero già abbastanza
conosciuto, inoltre in passato
avevo sostenuto molte iniziative
che hanno sicuramente favorito la
mia elezione”.
comprende cortei, manifestazioni
e assemblee riguardanti la mafia.
E’ un progetto già portato avanti da
diverse scuole di Busto Arsizio e
credo sia importante perché avere
la consapevolezza che la mafia è
presente, anche in Lombardia, può
essere un buon modo per limitare
certi fenomeni negativi e aprire un
dialogo su questa problematica”.
Come hai vissuto la campagna
elettorale?
“Penso che questa sia stata una
delle migliori campagne elettorali
di sempre. È stata combattuta
fino alla fine da tutte tre le liste.
Ti aspettavi questo risultato?
Queste elezioni sono state molto
“Sì, personalmente ci ho sempre accese e anche più partecipate
creduto, anche se nella mia lista rispetto a quelle passate. Forse i
non tutti lo credevano”.
dibattiti non sono stati affrontati
nel migliore dei modi, ma sono
Cosa vorresti dire ai tuoi elettori? contento di aver visto che tutti
“Li ringrazio molto perché mi i candidati si sono apertamente
danno la forza, la motivazione, esposti per far valere le loro idee.
l’energia e la speranza di credere Credo che cinque anni fa noi non
in quello che faccio. Ogni volta avremmo mai vinto. Gli studenti
che vorranno chiedere informa- sono cambiati notevolmente: io
zioni su ciò che è stato deciso in stesso in prima votai Lista Mista!
Consulta sarò felice di dare loro Per quanto riguarda l’assemblea
un approfondito resoconto, perché ho riscontrato una maggiore
è compito di tutti partecipare attenzione ed educazione da parte
attivamente alla vita politica della dei ragazzi del biennio, rispetto a
scuola”.
quelli del triennio. Up-List è l’evoluzione delle tre liste precedenti
Cosa pensi di fare come prima alle quali ho preso parte”.
cosa da rappresentante della
Consulta?
Cosa pensi abbia penalizzato le
“Per ora ho in mente due altre liste?
progetti. Creare un sito ufficiale
“A penalizzare Beta List, secondo
dove gli studenti interessati me, è stata la sua presunzione nel
possano venire a conoscenza pretendere di essere votata per la
delle scelte e delle iniziative della trasgressività dei suoi componenti.
consulta. Inoltre esso permette- Quanto all’altra lista, penso che
rebbe l’interconnessione con le abbia effettuato una campagna
altre scuole in modo tale che i piuttosto scarsa: avrebbe dovuto
“progetti virtuosi”, ovvero i migliori insistere di più per far sentire le
e più interessanti di ogni scuola, sue idee, a mio avviso molto buone,
possano essere riproposti in altri e dimostrare maggiore autonomia
istituti. Il secondo progetto che durante i dibattiti”.
ho in mente è ‘Legalitalia’ che
Novembre - Dicembre 2011
Compleanno ed elezione nello
stesso giorno: una doppia vittoria?
“Certamente! Il fatto di aver
vinto lo stesso giorno del mio
diciottesimo compleanno mi
ha dato parecchi spunti su cui
riflettere. Quando si arriva al
compimento dei 18 anni si cerca
di fare generalmente un bilancio
su ciò che si è realizzato. Sono
molto soddisfatto degli obiettivi
raggiunti, che credo di avere perseguito anche grazie alla mia fantasia: un ingrediente fondamentale
per pensare al futuro. Diventare
rappresentante d’Istituto era il mio
sogno sin dalla prima: se avete un
desiderio, un sogno, una fantasia,
non sminuitevi, perché ce la potete
fare. Basta che lo vogliate”.
Quale pensi che sia il ruolo degli
insegnanti verso gli studenti con
incarichi di rappresentanza?
“Considero diseducativo non
riconoscere l’impegno negli
organismi degli studenti, perché
la scuola serve a formare non
solo studenti ma persone. Mi
auguro che in futuro più professori siano più aperti e disponibili
nei confronti degli studenti che
svolgono ruoli di rappresentanza”.
Ringraziamenti?
“Volevo innanzitutto complimentarmi con Luca Introini che è
stato eletto alla rappresentanza
d’Istituto malgrado le sue previsioni: penso che sia la personificazione migliore di una lista come
Up-List. Inoltre volevo ringraziare
tutto il team della presidenza
composto in particolare dal
dirigente scolastico, dal professor
Nicosia e dalla Signora Giani, che
sono sempre stati molto disponibili ad ascoltare le nostre proposte
e ad aiutare a portare a termine i
vari progetti”.
Marco Zanella
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Novembre - Dicembre 2011
Assemblea del Classico al Liceo
Non avevo mai partecipato a delle
vere elezioni, o meglio non fino
ad ora. Davvero non mi sarei mai
immaginata una cosa così ufficiale,
così da adulti. Tutte le campagne che
ogni lista, con dedizione ed impegno,
ha portato avanti sono state davvero
un’occasione di riflessione.
Io, come alunna del classico, ho
partecipato alla riunione di lunedì
17 ottobre svoltasi in aula bar. La
riunione è cominciata verso le nove
e ogni lista ha presentato i suoi
candidati. Ha cominciato la lista
numero uno, Up-List, che ha presentato diversi argomenti davvero
convincenti ottenendo l’attenzione
di noi ragazzi. Poi è toccato a Lista
Mista presentare il suo programma,
anch’esso molto valido, con il quale
è riuscita a coinvolgere la platea.
Infine la lista numero tre, Beta List,
che come le precedenti ha presentato diversi spunti interessanti.
Durante le presentazioni delle liste
venivano distribuiti molti volantini,
uno più convincente dell’altro, ma
ormai ogni ragazzo sapeva già chi
votare e la platea era divisa. Dopo
circa un’ora si è dato inizio al dibattito,
tanto atteso da noi ragazzi.
Fremevamo dalla voglia di porre
quesiti alle liste avversarie, ma
non posso nascondere che in ogni
domanda c’era una punta (o forse
più) di malizia. Si è così scatenata
una discussione animata tra i
componenti delle diverse liste e più
volte è dovuta intervenire la preside
per calmare sia la platea sia i ragazzi
candidati. Quando ormai il dibattito
era nettamente degenerato, il tempo
a disposizione era scaduto, ma tutti
noi sapevamo per chi votare e gia si
facevano previsioni su chi avrebbe vinto.
Comunque posso dire che, con la
discussione, i ragazzi si sono chiariti
tra di loro riuscendo contemporaneamente a chiarire un po’ di concetti
anche a noi. E’ stata una bellissima
esperienza e l’impegno che ogni
candidato ha messo nel suo lavoro ha
raggiunto tutti, per cui vorrei congratularmi davvero con tutti i candidati,
perché sono sicura che i loro sforzi
non sono stati inutili, tanto dei vincitori quanto dei vinti. Non posso far
altro che augurare buona fortuna a
tutti i nuovi volti che rappresenteranno la nostra scuola.
Monica Clerici
Assemblea dello Scientifico al teatro Gassman
Chi votare come rappresentante
della consulta provinciale? E chi
come rappresentante d’Istituto?
Questa è la domanda che all’inizio
dell’anno scolastico vagava nelle
menti di molti studenti. Per poter
scegliere era necessario convocare
un’adeguata assemblea d’Istituto.
Così le classi prime, seconde e
alcune terze del liceo scientifico
sono state convocate al Teatro
Condominio Vittorio Gassman, alle
8.25 di lunedì 17 ottobre, per ascoltare
i programmi delle varie liste. Dopo
un confusionario posizionamento
delle classi all’interno del teatro ha
avuto inizio la presentazione.
La prima a portare avanti la propria
tesi è stata la lista vincitrice uscente:
Up-List. I suoi candidati hanno
esposto uno a uno i vari punti che
intendevano sostenere, dai progetti
relativi allo svago, come la musica
durante l’intervallo a quelli più utili,
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come il progetto di “Legalitalia” per
la sensibilizzazione contro la mafia.
Poi è arrivato il momento di Lista
Mista nel cui programma figuravano,
tra le altre cose, l’organizzazione
di corsi pomeridiani indicati dagli
stessi studenti e proposte formative
per la scuola. La terza a presentarsi
è stata Beta List, della quale il punto
più discusso è stato senza dubbio
quello riguardante l’abolizione del
decreto antifumo.
Dopo il tempo delle presentazioni
è arrivato quello delle domande, per
la verità occupato in gran parte da
un progetto-sorpresa di Up-List per
una grande festa in occasione del 50°
anniversario del liceo.
Ma la parte più piccante della
mattinata è stata quella dedicata
al dibattito: dalle discussioni sulla
festa di cui sopra a quelle sul
fumo, dai confronti tra i programmi
concreti delle liste alle lunghissime
polemiche intorno al... loro nome! Le
strategie adottate sono state molteplici. Cè chi ha preferito attaccare
i punti delle liste avversarie e chi
si è limitato a sostenere i propri.
Raramente qualcuno si è fatto
trovare impreparato a una domanda,
anche se un po’ tutti hanno cercato
di “dribblare” i problemi più difficili.
Anche il pubblico ha partecipato
attivamente: peccato solo che il
microfono non potesse circolare
che in platea, inibendo alla galleria
la possibilità di fare domande a
sua volta. Ma la mattina è volata, e,
finito il tempo a disposizione, siamo
stati costretti a lasciare il teatro.
La votazione, come ben sapete, si è
svolta il sabato successivo. Io, grazie
a questa assemblea, le idee me le
sono chiarite... E voi?
Jacopo Piantanida Chiesa
Mi astengo!Anzi no! Voto!
Girando per le classi e facendo
brevi interviste, è risultato che
la maggior parte degli studenti
ha un’opinione ben precisa sulla
questione dell’astensione dal voto
per la rappresentanza scolastica.
Molti pensano che astenersi sia
sbagliato e stupido perché in un
liceo, che è fatto in primo luogo di
studenti, è importante far sentire la
propria voce e sapersi autogestire.
Ma molti di questi alla domanda
se durante l’assemblea ci fosse
stato almeno un momento in
cui avevano pensato di astenersi
hanno risposto “Sì! E non solo un
momento!”.
Tanti infatti, durante la discussione, avevano trovato le liste poco
serie, troppo litigiose, impegnate
ad attaccarsi tra loro più che a
difendere i propri programmi. E
non sono stati pochi quelli che
hanno criticato praticamente tutte
le liste, ciascuna per diversi motivi:
Up-List è stata definita una lista di
imbroglioni per aver
mostrato il proprio
video solo alla fine,
facendo così in modo
che nessuno potesse commentarlo. Anche il buonosconto sui
volantini è stato discusso e criticato come mezzo per accattivarsi
l’elettorato più facilmente. Lista
Mista è stata bollata come poco
partecipe e quasi insignificante.
Grandi polemiche per il linguaggio
scurrile e colorito di Beta List, per
la quale c’è chi ha parlato di “idee
banali” e che alcuni hanno ribattezzato “Lista campata in aria”.
Eppure, alla fine, anche molti
degli intenzionali astenuti si sono
trasformati in votanti. E il risultato
espresso dal voto dice che Up-List
viene considerata una lista “con
idee brillanti e gente seria”, Lista
Mista raccoglie “gente simpatica,
pacifica con idee concrete e realizzabili”, Beta List ha conquistato
gli studenti perché “si sentono
Novembre - Dicembre 2011
vicino a loro”: la “lista dei ragazzi
veri”, l’hanno definita.
Quindi la percentuale di astenuti
si è ridotta nell’arco di tempo tra
martedì e sabato. Come sarebbe
andata se si fosse votato mercoledì? Forse il 50 per cento del
biennio si sarebbe astenuto. Forse
anche di più. Ma non tutti hanno
cambiato idea. Molti sono rimasti
fedeli fino in fondo all’intenzione
di astenersi: “E perché dovrei dare
il mio voto a qualcuno – ripetono
- se nessuno lo merita?”. Altri si
sono semplicemente astenuti
perché incuranti delle elezioni:
“Sono una buffonata”, dicono.
Concludo con un ringraziamento
particolare alla 2^ H, che è stata
intervistata, e a tutte le persone
con le quali ho scambiato opinioni.
Victoria Rotoloni
Un problema ancora aperto: le gite
Il punto dei vista dei professori: intervista alla prof.ssa Giovanna Galli
Professoressa Giovanna Galli,
cosa ne pensa dell’attuale situazione delle scuole italiane?
“Attualmente le scuole italiane
si trovano in una situazione molto
complicata, dovuta specialmente
alla crisi economica. La mancanza
di fondi e i recenti tagli al budget
scolastico ci hanno costretti a
eliminare o ridurre drasticamente
alcuni servizi fondamentali. Io
personalmente mi occupo del Cic
e quest’anno sono stata costretta
a eliminare numerose iniziative”.
In questo difficile contesto crede
che vi siano dei malumori tra gli
insegnanti?
“Sicuramente tra noi serpeggia
da qualche anno un certo malessere, che nel nostro istituto in
particolare risulta evidente durante
i collegi docenti. Nonostante
questo però molti insegnanti
stanno mostrando grande capacità
di reazione, specie impegnandosi
in numerose attività extracurricolari, anche se sono diminuiti i
fondi”.
Se vi è davvero questo impegno
in attività extracurricolari, perché
la decisione di non portare più gli
studenti nelle uscite didattiche?
“Non è una questione dell’ultima ora. Il collegio ha preso
questa decisione per via del
mancato riconoscimento sociale
delle enormi responsabilità che
ci toccano. Non si vuole prendere
in considerazione che, quando un
docente accompagna una classe,
per legge si assume la responsabilità di tutto ciò che accade, non
solo durante l’attività didattica,
ma anche nei momenti in cui gli
studenti sono da soli, anche nelle
ore notturne; nel resto dei paesi
europei i docenti sono responsabili
del comportamento degli studenti
solo per il tempo di servizio previsto. Si tratta di un impegno gravoso
che nessuno riconosce e che nessuno
vuole riconoscere diversamente da
quello che accade nel resto d’Europa”.
Non posso credere che sia solo
una questione di riconoscimenti,
questo problema persiste da
alcuni anni ormai. Noi studenti
interpretiamo la vostra decisione
come una forma di protesta e
come atto di forza per far sentire
la vostra voce.
“Sicuramente non è solo per i
riconoscimenti, la goccia che ha
fatto traboccare il vaso è stata
quella di eliminare i rimborsi
spesa. Già prima erano di consistenza quasi ridicola, ma che li
abbiano totalmente eliminati lo
consideriamo come una mancanza
7
Novembre - Dicembre 2011
di rispetto per noi insegnanti”.
rispetto a quello culturale”.
Pur comprendendo le vostre
valide motivazioni, non crede
che cosi facendo si danneggino
gli studenti, che, oltre a non
avere voce in capitolo, perdono
un importantissimo strumento
per accrescere il loro bagaglio
culturale?
“E’ evidente che gli studenti
vengano penalizzati da questa
decisione. I viaggi d’istruzione
erano e resteranno un importantissimo strumento di diffusione
della cultura. Anche se bisogna
sottolineare il fatto che troppo
spesso veniva privilegiato
l’aspetto della socializzazione
Non pensa che per far valere i
vostri diritti sarebbe stato preferibile aderire unanimamente a uno
sciopero, in modo da non penalizzare gli studenti?
“Non sarebbe stato possibile,
visto che in questi ultimi anni
sembra che anche i sindacati
abbiano scarso interesse verso
le problematiche scolastiche e
dunque molti insegnanti hanno
poca fiducia nei mezzi di protesta
più tradizionali. Dunque gli scioperi
hanno perso buona parte della loro
efficacia”.
Crede che si possa trovare una
soluzione alla problematica dei
viaggi d’istruzione?
“Non vi è una soluzione
immediata, ma se ne riparlerà a
breve e probabilmente si procederà come al solito. Saranno
nuovamente i singoli consigli di
classe a decidere di volta in volta”.
Infine ci dia un suo pensiero
riguardo il futuro della scuola
italiana.
“Il futuro della scuola italiana
è grigio, e non migliorerà fino a
quando non si capirà che la scuola
è il passaggio fondamentale per il
futuro del Paese”.
Andrea Corvi
Pietro Carabelli
Le gite: una questione di principio e responsabilità, non di soldi.
La situazione delle scuole
italiane è grave, i tagli ai finanziamenti destinati alle scuole
costringono gli istituti a rinunciare
a varie attività sia scolastiche sia
extrascolastiche. Un esempio sono
i viaggi d’istruzione.
Nel nostro istituto il Collegio
Docenti ha preso la risoluzione
di non accompagnare gli alunni in
gita. Spetta però a ciascun consiglio di classe decidere se applicarla
o meno. I motivi? Sono vari, ma il
più importante è la responsabilità
eccessiva a cui non corrisponde
nessun riconoscimento. Al docente
infatti tocca una vigilanza pressochè di 24 ore su 24, cosa che non si
registra in altri paesi europei, dove
gli insegnanti sono responsabili
solo per il tempo in cui svolgono
attività didattiche con gli studenti.
La cancellazione della cosiddetta
8
“diaria” nello scorso A.S. (su cui si
sta discutendo ora a causa della
nuova normativa che introduce
un rimborso per l’insegnante solo
a fronte di una documentazione
delle spese sostenute) è stata la
goccia che ha fatto traboccare
il vaso, determinando una presa
di posizione di questo genere,
riproposta anche quest’anno in
modo più forte. L’iniziativa in
realtà non riguarda solo il nostro
Liceo ma anche altre scuole,
anche se gli istituti si muovono
in ordine sparso, con divisioni al
loro interno. L’adesione comune
a questa risoluzione anche da
parte dei collegi docenti degli altri
istituti permetterebbe di formare
un unico fronte di protesta per
far sentire di più i diritti degli
insegnanti. Servirebbe anche
una maggiore partecipazione agli
scioperi per creare veramente
quel disagio che solo richiama
l’attenzione
dell’opinione
pubblica. Ma, soprattutto, sarebbe
necessario il coinvolgimento degli
studenti, che pensano invece che
il problema si limiti banalmente
ad una “questione di soldi”, e ,
pur asserendo di comprendere
le ragioni della protesta, spesso
accusano i docenti di privarli di
un’occasione per stare insieme,
divertirsi e imparare.
Ovviamente la soluzione
migliore sarebbe tornare a
investire nella scuola, investimento che è fondamentale per
poter istruire e preparare adeguatamente le nuove generazioni, e
riconoscere ai docenti le rensponsabilità che si assumono.
Andrea Corvi
Novembre - Dicembre 2011
Quando investire nella scuola è considerato un “optional”
La crisi finanziaria ha portato
ad una gravissima crisi economica, che a sua volta ha indotto
il governo a pesanti tagli alla
spesa pubblica. Questi sono stati
apportati anche alla scuola e di
conseguenza sono stati eliminati
i rimborsi destinati ai docenti che
accompagnavano gli studenti in
gita. Questo aspetto, aggiuntosi
all’annoso problema della responsabilità oggettiva dei docenti
accompagnatori verso gli studenti,
ha dato l’ennesima conferma
del disinteresse del ministero e
del governo verso il ruolo degli
insegnanti al di fuori del contesto
scolastico. Cosi il nostro Collegio
Docenti ha deciso di rinunciare, in
modo definitivo, ai viaggi d’istruzione, per quanto spetti poi ai
singoli consigli di classe la scelta
definitiva.
Pur comprendendo e anche
condividendo le motivazioni degli
insegnanti non si può non considerare gli effetti negativi che gli
studenti dei licei del Viale dei Tigli
subiranno. In primis ci vedremo
privati di un mezzo fondamentale per ampliare le conoscenze
e la cultura. Si eliminerà inoltre
quell’unico strumento che
permetteva di apprendere senza
dover studiare dietro un banco.
Di enorme importanza è anche
quell’effetto che rende più piacevoli e interessanti materie che ai
più posso risultare noiose: anche
questo perso con la cancellazione
dei viaggi d’istruzione. Anche la
socializzazione era un aspetto per
POLITICA
niente secondario della funzione
delle gite di classe, infatti solo
cosi si riesce a rendere una classe
veramente unita e compatta:
condizione che a sua volta rende,
di norma, anche il lavoro scolastico
più armonioso ed efficace.
Com’è possibile dunque che
tutte queste potenziali utilità
che ci vengano tolte? Questi tagli
lineari hanno colpito anche un
istituto virtuoso come il nostro
privandoci di numerose possibilità, come le gite. Ciò perché non
è ancora chiaro a molti italiani un
concetto molto semplice, ma che
dovrebbe essere alla base di una
società in crisi come la nostra:
non vi è futuro per il Paese se non
si investe sulle nuove generazioni.
Pietro Carabelli
Il ribaltone può aspettare
Sabato 12 novembre è stato un
giorno che rimarrà nella storia
italiana: Silvio Berlusconi ha
rassegnato le dimissioni.
Il suo gesto è senz’altro un
fatto positivo per il Paese infatti
erano mesi che il presidente del
Consiglio non legiferava e non
prendeva nessuna contromisura
efficace per la crisi economica.
Sono stati in molti in piazza a
Roma a festeggiare le dimissioni di Berlusconi cantando
canzoni partigiane o lo stesso
inno italiano. Però non bisogna
lasciarsi trascinare dall’euforia
che queste dimissioni hanno
causato. Se è vero che l’uscita
di scena dell’uomo che meglio
rappresenta la crisi dell’Italia e
soprattutto della politica italiana
ha fatto tirare il fiato alle Borse
facendo scendere lo spread* è
anche vero che le dimissioni di
una sola persona non possono
salvare il Paese, soprattutto
perchè la situazione italiana
si inserisce in una più
complessa problematica europea.
Salvare il Paese: questo è
il pensiero che sta alla base
della scelta del presidente della
Repubblica di affidare a Mario
Monti la formazione del governo
tecnico che dovrà portare l’Italia
a essere nuovamente
un punto di
forza e non di
debolezza
dell’Eur o p a .
Questo
pe r c h é
attualmente
la situazione
economica
italiana
è
disastrosa ma,
come affermato
più volte dal
Presidente
americano Barack Obama, “l’Italia
non è la Grecia”: pertanto l’Italia
non può e non deve fallire “perché
dal suo fallimento conseguirebbe
il tracollo economico di tutta
l’Eurozona”.
Mario Monti è un economista di fama internazionale ed
è stato commissario europeo
sia per la concorrenza (ovvero
responsabile della competizione commerciale, delle
fusioni fra imprese e
della regolamentazione
antitrust nell’Unione
Europea) sia per il
mercato interno (con il
compito di guidare lo
sviluppo del mercato
europeo): è l’uomo
adatto per poter risolvere
la situazione economica
italiana. E Giorgio
Napolitano ha
9
Novembre - Dicembre 2011
dimostrato ancora una volta di
saper prendere ottime decisioni
per il Paese. Infatti le alternative
erano due: elezioni o governo
tecnico.
Le elezioni non sono possibili
perché implicherebbero tre mesi
di campagna elettorale, che l’Italia
e l’Europa non possono sostenere: le borse non aspetteranno
la lenta ripresa dell’Italia, tantomeno l’Europa. Le riforme vanno
fatte subito e inoltre le alternative
politiche attuali non sembrano
adatte a gestire la situazione.
L’ideale sarebbe proporre
una nuova legge elettorale e poi
indire le elezioni a fine legislatura,
ovvero nel 2013. Perché una nuova
legge elettorale? Perché in tal
modo non saranno le segreterie
dei partiti ma i cittadini italiani a
scegliere chi li rappresenterà in
Parlamento.
Rimane il dubbio su quale
possa essere la realtà politica
del dopo-Berlusconi. Il Pdl ha
perso il proprio leader e con esso
parte delle preferenze, la Lega
Nord senza il Pdl difficilmente
riuscirà a creare una coalizione
al governo. Il futuro del centrodestra sarà probabilmente Fli, se
si scioglierà il “terzo polo”, in caso
contrario resterà solo il Pdl.
Il “terzo polo” attualmente non
ha né le preferenze né la credibilità per governare. Rimane la
Sinistra: Sel continua a salire nei
sondaggi e il Pd ha al suo interno
diversi elementi giovani interessanti, i cosiddetti rottamatori, che
dovrebbero prima o poi iniziare
a ottenere incarichi rilevanti
all’interno del partito. Movimento
5 Stelle, come del resto Idv, non
sembrano in grado di governare.
Sarebbe molto interessante
vedere al governo una coalizione tra Sel e Pd, probabilmente
assieme a Idv anche se Di Pietro
non convince, magari con qualche
giovane come Renzi o Civati,
affiancato da qualcuno con più
esperienza. Questa potrebbe
diventare la realtà politica del
dopo-Berlusconi. Ma di tutto
ciò si parlerà dopo la nuova
legge elettorale e dopo l’operato,
speriamo buono, del governo
tecnico. Quindi, per ora, il tanto
voluto o temuto ribaltone può
attendere.
Andrea Corvi
Chi è il prossimo?
L’uscita di scena dell’uomo che
per quasi 18 anni è stato protagonista della politica italiana
sta cambiando gli equilibri. La
speranza è che questo sia anche,
per l’intera nostra classe politica,
l’inizio di un processo di ringiovanimento e rinnovamento.
Ringiovanimento:
questa
è la parola chiave del nostro
futuro politico. Ormai è giunto il
momento di un ricambio generazionale perché l’Italia reagisca alla
crisi economica che d’altronde
sta affliggendo l’intera “vecchia”
Europa: è più probabile che questa
reazione venga dalla grinta e dalla
voglia di cambiare dei giovani,
più dinamici e più attenti alle
trasformazioni. Non si tratta solo
di una questione di età anagrafica
ma anche mentale. I politici più
anziani sono ancora legati alle
vecchie ideologie, spesso difendono interessi di piccole categorie
sociali e, soprattutto trascurano
le realtà giovanili, dando poco
spazio alle nuove generazioni.
Ciò non implica che tutti i politici
più anziani debbano ritirarsi
di punto in bianco, ma devono
permettere ai giovani di assumere
incarichi sempre più importanti e,
10
comunque, cercare una maggiore
collaborazione con loro, laddove
oggi si parla sempre più di scontro
tra generazioni, perché alle nuove
non saranno garantiti gli stessi
diritti delle vecchie.
Perché questo avvenga è necessario formare una nuova classe
dirigente con politici giovani che
abbiano avuto qualche esperienza
a livello regionale e che siano in
grado di prendere il posto dei
leaders o comunque dei politici
storici del partito, che, prima o poi,
dovranno lasciare la “poltrona”.
Nella scena politica italiana ci
sono diversi giovani vogliosi di
migliorare il Paese e dimostrare
quanto valgono. Ci sono secondo
me due esempi nel Partito
Democratico: Matteo Renzi e
Giuseppe Civati. Peccato che con
questa legge elettorale i giovani
come Renzi o Civati riescano
a emergere solo con grande
difficoltà: i segretari di partito
preferiscono non rischiare e
ragionano con altre logiche, legate
all’interesse di parte. Non è un
mistero che da noi le poltrone
sono sempre occupate dalle stesse
persone, se è vero che negli ultimi
decenni abbiamo avuto solo due
presidenti del consiglio: Prodi
e Berlusconi. Ma questa è una
anomalia tutta italiana.
La politica necessita di questo
rinnovamento tanto quanto il
Paese ha bisogno di riforme
economiche ed elettorali. A
questo processo di rinnovamento
dovrebbe essere affiancato un
programma di ricambio generazionale in ogni ambito dirigenziale,
compreso quello imprenditoriale
e industriale.
Per aiutare i giovani a farsi
strada bisogna varare una nuova
legge elettorale, per poter votare
direttamente la persona e non
il partito. Questo processo deve
portare i membri della vecchia
classe dirigente a fare un passo
indietro (o di lato) e permettere
finalmente ai giovani di prendersi
le proprie responsabilità e di avere
voce in capitolo su un futuro fino
ad ora deciso da altri. Berlusconi
è stato il primo, ora chi sarà il
prossimo? O forse si preferisce
aspettare che i giovani invecchino?
Andrea Corvi
Un disastro (In)Evitabile
NovRaes
Novembre - Dicembre 2011
avanti per due telegiormesi.”
nali, non ha
Ma allora cosa pensato “Ancora?”.
sarebbe
stato
Forse sarebbe stato più
giusto
fare? opportuno utilizzare tutto questa
Davvero gli uomini esposizione mediatica per sensisi sono trovati in bilizzare la gente ad un maggiore
balia degli eventi controllo del proprio territorio,
e non hanno avuto ad una sorveglianza più attenta
nessuna responsa- dell’operato degli amministrabilità nel favorirli? tori, a rinunciare all’abusivismo
Certamente una e all’edilizia in zone a rischio
IL BISAGNO SUL PUNTO DI STRARIPARE
maggiore prudenza idrogeologico.
e interventi di
I media, soprattutto negli
La sera del 3 novembre è manutenzione nel tempo avreb- ultimi anni, stanno diventando
iniziato tutto. Il giorno dopo, già bero potuto limitare i danni di una presenza fondamentale nella
a metà mattina, il Bisagno, fiume fronte all’emergenza, così come nostra società, eppure a volte,
che bagna diversi quartieri di l’aver promosso un’edilizia più questa insistenza infastidisce.
Genova, era al livello di guardia, attenta alla natura del territorio,
Piuttosto che trasformare
alle 13.00 erano già caduti 300 al posto di favorire l’abusivismo ogni evento drammatico in una
mm di pioggia e alle 13.50 il fiume e l’interesse dei piccoli e grossi occasione per fare ascolto, per poi
è esondato, allagando varie zone costruttori, concedendo licenze non parlarne più fino al prossimo
della città: tra le più colpite incontrollate.
disastro, non sarebbe meglio che
Brignole e Borgo Incrociati.
Tra le cose che potevano essere i media sollecitassero nel tempo
Tra il 5 e il 6 la situazione è evitate potremmo inserire però una maggior consapevolezza
peggiorata; smottamenti e frane il ‘tragedismo’ mediatico, tutta nell’opinione pubblica, affinché
in diverse zone della provincia quell’insistenza ben nota dei tragedie come quelle recenti della
di Genova, strade chiuse, edifici mezzi di informazione sugli Liguria non si verifichino più?
allagati: insomma, è stato un aspetti umani più drammatici e
Stefania Peruzzo
disastro. Anche questa volta, patetici, a cui si assiste ogni volta
come qualche settimana prima che si verifica un evento naturale
nelle Cinque Terre e in Lunigiana, catastrofico o un crimine che
ci sono stati morti, tra cui anche scuote l’opinione pubblica.
bambini.
Chi, davanti ai continui video di
In tutto questo emerge una Youreporter trasmessi da alcuni
domanda: “Se l’allerta meteo 2
CUMULI DI VETTURE AMMASSATE UNA SULL’ALTRA DALLA FORZA DELLA PIENA
era stata lanciata, perchè non si
era pronti?”
Dal 1970 in poi i disastri provocati dalle piogge in certi periodi
dell’anno, soprattutto in autunno,
si sono susseguiti quasi ogni anno
e ogni volta delle vittime innocenti
hanno pagato per le responsabilità
di chi avrebbe dovuto provvedere
alla cura del territorio o garantire
la sicurezza dei cittadini’.
Il sindaco di Genova, Marta
Vincenzi, però ha dichiarato:
“Allerta 2 è un meccanismo
standard della Protezione civile.
Negli ultimi mesi ne abbiamo
lanciati sei. Non è successo
niente. Ma quando feci un’allerta
2 per neve un anno fa e chiusi le
scuole, le polemiche andarono
11
Novembre - Dicembre 2011
Il Web piange Sic
Secondo giro del Gp della
Malesia, Simoncelli perde il
controllo della moto, taglia la
strada a Edwards e Rossi che, non
potendo evitarlo, lo travolgono.
SuperSic, come era affettuosamente chiamato dai suoi tifosi,
rimane sdraiato sulla pista senza
casco, immobile, mentre lo staff
medico corre in suo aiuto. Nei 56
minuti che seguono l’accaduto
il mondo dei motori, l’Italia e il
Mondo intero prega di non sentire
l’annuncio che puntualmente
arriva: “Simoncelli è morto”. Su
Facebook, dopo le vane speranze
iniziali, cominciano a circolare le
prime parole di addio al giovane
campione, mentre alcuni creano
immagini che lo ritraggono già in
Paradiso ad “insegnare agli angeli
ad impennare con la moto”. I piloti
di tutta la MotoGp aggiornano i
propri stati: Valentino Rossi, che
a Marco era legato da un rapporto
profondo, lo ricorda come un
fratello, Dovizioso, storico avversario ed amico, stenta ancora a
crederci, Edwards interrompe un
silenzio carico di stupore solo per
un rapido saluto, mentre cerca
di farzi forza. I giovani e tutto
il mondo del web in generale
si fregiano di foto del Sic e del
numero 58; si diffondono sempre
più i gruppi che lo ricordano e le
bacheche continuano a riempirsi
di stati personali che vanno dai
più poetici e più affettuosi a quelli
di chi paragona il tragico evento
alla morte di Gilles Villeneuve,
pilota di F1, in un incidente
durante il GP del Belgio del 1982, o
a quella più recente del
grande Airton Senna ad
Imola. I giorni passano
e i ricordi affettuosi
del Sic sul web si
fanno sempre più
numerosi; l’aspetto di
lui che prevale di più
è il suo straordinario
sorriso, che contrasta
con l’avvicinarsi del
momento dell’estremo
saluto della famiglia,
degli amici e di tutti quello che
lo amavano e apprezzavano, che
viene trasmesso in diretta sulla
TV nazionale. Ma contemporaneamente alle belle frasi che compaiono sui social network e sul libro
delle firme, posto nella chiesa di
Santa Maria dove si è svolto il
funerale, Nonciclopedia, famoso
sito di satira appena uscito da
un diverbio col cantante Vasco
Rossi, e Spinoza, anch’esso blog
di satira, si sono laciati andare ad
affermazioni di pessimo gusto. I
primi hanno scatenato reazioni
con una frase di inappopriato
black humor: “Ennesima caduta
per Marco Simoncelli, ma ha
promesso che questa è l’ultima”;
mentre il secondo, che come si
sa non guarda in faccia nessuno,
ha puntato su un gioco di parole
leggermente più leggero: “Non
si sterza sui morti”. Tutto ciò ha
diminuito considerevolmente il
numero di fans italiani per i due
siti, che, purtroppo, non hanno
pubblicato l’insulto peggiore
online; uno spagnolo ha infatti
preso l’immagine della fatale
caduta e l’ha accompagnata da una
risata decisamente fuori luogo che
gli è costata il ban da Facebook.
E proprio dal più grande social
network del mondo è partita una
petizione per intitolare il circuito di Misano a Marco, che ha
avuto successo e il 2 novembre il
consiglio di amministrazione di
Santamonica S.p.a ha associato
il nome del circuito al giovane
pilota, nato a pochi chilometri di
distanza.
Andrea Marchesi
Perchè è pericoloso e incivile truccare i motorini
Una volta, per far sì che i
motorini 50cc superassero i 45
km/h imposti dalla legge, i ragazzi
s’improvvisavano meccanici e
truccavano i loro mezzi. Oggi
sono le stesse case che producono
gli scooter che ne facilitano la
modifica tramite la semplice estrazione di fermi applicati al motore.
Questi fermi, appunto, possono
12
essere estratti con estrema
facilità da chiunque, basta avere
un amico un po’ più esperto. Non
è infrequente che oggi in strada si
trovino tanti motorini truccati che
arrivano ad una velocità di 80-90
km/h con un grosso aumento del
rischio di incidenti, anche mortali,
per la difficoltà di controllare il
mezzo. Ma se si viene fermati
da polizia, carabinieri o vigili, che
verificano queste modifiche, allora
scattano anche sanzioni molto
pesanti: l’articolo 97 del codice
della strada prevede il pagamento
di una rilevante somma di denaro
e della confisca del mezzo.
La modifica dei motorini,
tuttavia, è molto diffusa tra i
giovanissimi, soprattutto perché
i controlli non sono a tappeto e
si spera sempre di farla franca.
Ma quando questi interventi
illegali sono scoperti, la responsabilità ricade inevitabilmente sui
genitori: con la sentenza 6685/2007
la Seconda Sezione Civile della
Corte di Cassazione ha deciso che
se un minorenne modifica il suo
motorino, la responsabilità è del
genitore. Sicuramente la questione
suscita non pochi problemi, poiché
il controllo tecnico di un motorino
sfugge quasi completamente ai
genitori, ma quanto meno si ribadisce il ruolo dei genitori che non
possono limitarsi ad acquistare il
motorino ma devono vigilare sul
comportamento del suo proprietario minorenne, puntando su una
corretta educazione.
Moltissimi qui a scuola possiedono questi veicoli e senza dubbio
alcuni di loro sono modificati,
come testimonia il forte rumore
delle marmitte. Inoltre la scarsa
educazione dei proprietari,
che, soprattutto nei primi mesi
dell’anno scolastico, accendevano
i loro motorini prima di uscire
dalla scuola, ha causato continui problemi d’inquinamento
dell’aria e acustico alle classi in
prossimità dei parcheggi interni,
Novembre - Dicembre 2011
tanto che il dirigente scolastico
è stato costretto a diramare
una circolare che obbliga tutti i
possessori di motorini a portare a
mano lo scooter a motore spento
dal parcheggio al cancello della
scuola, prima di poterlo accendere.
Forse tra i proprietari di questi
veicoli ce ne sono molti che
nei giorni successivi la morte
di Simoncelli, molto amato dai
giovani, ne hanno pianto la morte
e ricordato l’allegria, il coraggio e
l’abilità: chissà cosa penserebbe
del loro comportamento Sic, che
è sempre stato un motociclista
esemplare, credo che penserebbe
che il modo migliore per onorare il
suo ricordo sarebbe prima di tutto
rispettare gli altri e le regole della
strada, perchè fare del male a se
stessi e agli altri per l’ebbrezza
della velocità non è divertente.
Taha Iad
Avril Lavigne: Black Star Tour
Torino al Palaolimpico (8 settembre), Roma al Palalottomatica
(10 settembre) e Milano al
Mediolanum Forum (11 settembre),
le tre tappe italiane del “The black
Star Tour” della star canadese Avril
Lavigne, che ha già fatto il giro del
mondo.
Ispirato al nuovo album,
Goodbye Lullaby, prende il nome
dalla canzone di apertura, grande
singolo di successo.
Era da giugno 2008 che la
cantante canadese, amata soprattutto dalle adolescenti, non
appariva in tournée nelle città
italiane e il successo di pubblico
è stato grandissimo. Con la sua
musica poprock e con la sua
entrata trionfale sulle note di Black
Star Avril ha saputo soddisfare tutti
i suoi fans con un ricco repertorio
che ha toccato le atmosfere malinconiche di I wish you were here e
When You’re Gone e le scatenate
note di Girlfriend, Smile e What the
Hell. Ho personalmente partecipato al concerto tenutosi a Torino
e ho avuto la fortuna di andare a
curiosare nel backstage e posso
dire che è stato sensazionale!
Mi sono accorta però che senza
luci, casse e tutto il lavoro di ogni
singolo operaio del Palaolimpico
il concerto non sarebbe stato la
stessa cosa, il ragazzo che mi ha
guidato nel dietro le quinte mi ha
spiegato quanto lavoro ci sia dietro
al palco, quanto lavoro ci voglia
per preparare una sola serata di
concerto, senza contare il servizio
della Croce Rossa e dei carabinieri che garantivano tranquillità
e sicurezza. Il concerto è stato
fantastico, anche se Avril si è fatta
attendere, ma ne è valsa la pena!
Concluso il concerto la star ha
regalato a noi fans ben tre bis, tra
applausi, striscioni, e musica.
A fine serata ero elettrizzata e
felicissima, forse perché avevo tra
le mani un suo autografo!
Monica Clerici
13
Novembre - Dicembre 2011
Ritmo, dissonanza e armonia al teatro del Popolo:
la coinvolgente esibizione dei Danno Compound
Ci sono cose che non ti aspetti
ed una di queste è divertirsi ad un
concerto di sole percussioni per
un paio d’ore. Ed è proprio quello
che è successo lo scorso 29 ottobre
al teatro del Popolo durante lo
spettacolo intitolato “La clessidra
e il pendolo rovesciato”, quando
si sono esibiti i ragazzi di Danno
Compound, gruppo composto da
otto studenti del CEM. Spaziando
da ritmi tribali ad atmosfere oniriche, utilizzando oltre alla classica
batteria anche strumenti meno
convenzionali come taniche e
bidoni di latta o martelli, che hanno
contribuito a dare originalità all’esibizione, i giovani artisti hanno
creato un interessante e inaspettato spettacolo, a tratti dissonante,
ma nel complesso coinvolgente.
Uno dei momenti migliori del
concerto è stato infatti l’invito
rivolto al pubblico a partecipare
attivamente sia sul palco che dalla
platea: se inizialmente è stato
chiesto ai presenti di battere le
mani a tempo, in seguito sono stati
offerti gli strumenti stessi, prima
portando fra le poltrone le taniche
e poi invitando chiunque volesse
a salire sul palco per improvvisare
insieme. La mattinata si è articolata in diversi momenti: i primi
brani, come ci è stato poi spiegato
dal maestro, erano scritti su
spartito, mentre successivamente
tutto si è svolto in modo improvvisato, cosa che ha comportato delle
comprensibili incertezze e lievi
errori. I percussionisti hanno poi
collaborato con il maestro Augusto
Gentili, che si è unito insieme a
due studentesse nell’esecuzione
di un brano adattato per basso e
batteria. L’unione degli strumenti
ha creato qualche dissonanza
breve ma percepibile.
A conclusione dell’esibizione finale, una lettura poetica
accompagnata da un sottofondo
di piatti e posate, gli artisti hanno
invitato il pubblico a porre qualche
domanda. Così hanno spiegato che
con il ritmo si nasce ma batteristi
si diventa, dedicando molte ore
allo studio della tecnica musicale,
e che per creare un brano partono
generalmente da un’area geografica per poi aggiungere a mano a
mano qualcosa ciascuno.
Il professor Segalla, docente
presso il Liceo Scientifico di
Gallarate, ha così definito i Danno
Compound: “ Sono un grande
gruppo, non solo per le loro qualità
ma soprattutto perchè ottengono
il massimo dagli strumenti che
utilizzano. Sono stati bravi a
coinvolgere il pubblico e hanno
lavorato seriamente. Posso
dire che quest’esibizione mi ha
soddisfatto.”
Sara Puleio & Bruno Oggioni
Eneide: una voce antica
che ci parla ancor oggi di
dolore e speranza
Nella prima metà del Novecento
l’Eneide non aveva riscontrato
grande successo, soprattutto in
Inghilterra e i grandi classicisti
consideravano Virgilio un poeta
minore.
Il suo poema e il suo stile narrativo furono giudicati ‘’inappropriati’’da Matthew Arnold, poeta
e critico letterario britannico, per
esaltare lo splendore della civiltà
romana in epoca augustea.
Nel 1944, sul finire della Seconda
Guerra Mondiale, Thomas Eliot
pubblicò in Inghilterra un testo
intitolato ‘’Che cos’è un classico?’’.
In esso Eliot mise in evidenza
che l’Eneide, pur essendo un
poema antico, era in grado di
comparare la storia di Enea con
14
la realtà cruda e attuale provocata
dall’orrore dei bombardamenti e
della desolazione del mondo in
frantumi del 1944.
Enea, quindi, era divenuto interprete della tragica congiuntura
in cui si trovava l’umanità in
quegli anni cupi poiché rappresentava l’esule che fugge dalla
patria distrutta verso l’ignoto e
l’emblema di una speranza futura
che si realizza nella promessa di
una nuova città e della pace.
Questi due temi furono affrontati anche dal poeta tedesco Heinz
Piontek in una sua lirica intitolata
‘’Die Verstreuten’’ cioè ‘’I Dispersi’’
e da Giorgio Caproni nella poesia
‘’Il passaggio di Enea’’.
Piontek, nella sua poesia, narra
la fuga della popolazione tedesca
dalla Prussia Orientale mentre si
avvia verso una meta sconosciuta
e verso un futuro incerto.
Durante questa fuga, improvvisamente, compare un uomo
robusto in uniforme che porta
sulle spalle il padre anziano e per
mano un ragazzo.
La fuga della popolazione
richiama la fuga da Troia distrutta
mentre l’uomo robusto ricorda la
figura di Enea descritto da Virgilio
nel Secondo Libro dell’Eneide: egli
è il profugo capace di immaginare
per sé e per i suoi cari un’altra
possibilità di vita.
Nella poesia di Caproni
dominano due temi fondamentali:
la città e il viaggio.
Essa ha come sfondo costante le
città di Livorno e Genova, colte nei
loro colori e nei loro profumi.
In particolar modo spicca
Genova alla quale il poeta è strettamente legato e di cui sente di
essere parte: ‘’Genova palpitante.
Mio cuore. Mio brillante … Genova
mio domicilio, dove m’è nato
Attilio’’.
Il viaggio è un viaggio allegorico, in quanto l’esistenza intera è
vissuta come il passaggio da una
stagione ad un’altra.
Novembre - Dicembre 2011
Il mito del viaggio è raffigurato
da Enea,viaggiatore in cammino
verso l’ignoto, ruolo da sempre
assunto da Ulisse.
L’Eneide quindi, come tutti i
grandi testi, non si limita solo
alla figurazione del passato, ma
ci permette di comprendere il
presente e immaginare il futuro,
di conseguenza possiamo definirla
‘’un poema di sempre’’.
Di questo i poeti sono i testimoni migliori.
Carlotta Foglia
“Che fine ha fatto baby jane?”
“Che fine ha fatto baby jane?”
fu girato nel 1962 da un magistrale
Robert Aldrich e interpretato da
due grandi dive dello schermo,
Joan Crawford e Bette Davis,
ormai sulla via del tramonto, ma
capacissime di offrirci un’ interpretazione convincente e impressionante. Jane Hudson (Bette
Davis) è un’ex-bambina prodigio
che nell’età adulta non riesce
ad avere lo stesso successo di
quando era bambina e che vive nel
ricordo della sua fama. Le persone
sembrano invece non aver dimenticato la sorella Blanche ( Joan
Crawford), attrice di successo da
adulta che ha dovuto abbandonare
la sua carriera per un incidente che
l’ha costretta alla sedia a rotelle.
Le sorelle sono obbligate a una
convivenza necessaria, Joan si
occupa di Blanche e riversa su di
lei le frustrazioni di una vita che
non ha potuto vivere fino in fondo;
allo stesso modo Blanche subisce
la macabra violenza psicologica
della sorella senza ribellarsi, non
tanto perché indifesa, ma perché
frustrata anch’essa dalla realtà.
Vivono quindi isolate e vogliono
che la realtà, che le angoscia
molto, non interferisca nel
loro processo di resa dei conti.
Thriller drammatico sulla scia del
successo ottenuto due anni prima
da Hitchcock con Psyco, il film è
reso ancora più angosciante grazie
all’utilizzo della pellicola in bianco
e nero, all’eccezionale fotografia e
al personaggio (comico?) di Edwin
Flagg (Victor Buono), che sembra
dover alleviare la suspance, ma
che dà al film un tratto grottesco.
Senza mai annoiarsi lo spettatore
assiste quasi ad un melodramma
teatrale (tutte le scene sono
pressoché interne) dove le protagoniste, rivali anche nella realtà,
giocano ad annullarsi a vicenda per
affermare alla fine: “Ma allora, in
tutti questi anni, avremmo potuto
essere amiche”.
Voto: 4.5 su 5 stelle
Titolo: “Che fine ha fatto baby Jane?“
Regia: Robert Aldrich
Genere: Drammatico
Uscita nei cinema: 1962
Durata del film: 134’
Bianca Quadrelli
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Melancholia
Sulle note del preludio del
“Tristan Und Isolde” di R.Wagner,
Justine (Kirsten Dunst) è afflitta e
tormentata da fantasmi malinconici che le impediscono di vivere
con felicità il proprio matrimonio.
L’inquietudine è aggravata dall’avvicinarsi di un misterioso pianeta
(Melancholia) in rotta di collisione
con la terra. La sorella, Claire
(Charlotte Gainsbourg) sembra
l’opposto di Justine, ha organizzato
impeccabilmente il suo matrimonio e si presenta all’inizio come un
personaggio sicuro delle proprie
azioni, ma quando la possibilità
di uno scontro con la terra del
pianeta Melancholia si fa’ più
concreta, diventa un genitore pieno
di paura che non riesce a proteggere il figlio dall’apocalisse. Da
questa situazione la depressione
di Justine trae linfa vitale: Justine
“chiama” l’apocalisse non tanto
per porre fine alle sue sofferenze,
ma per l’umanità, della quale prova
compassione e pensa che meriti di
dissolversi. Lars Von Trier gira uno
dei film più discussi dell’anno, un
film artistico, soprattutto di grande
impatto visivo ed emotivo.
Voto: 3.5 su 5 stelle
Bianca Quadrelli
Titolo: Melancholia
Regia: Lars von Trier
Genere: drammatico, fantascienza,
sentimentale, catastrofico
Uscita nei cinema: 2011
Durata del film: 130’
Kung Fu Panda 2
E’ un film d’animazione prodotto
dalla DreamWorks e sequel di
“Kung fu Panda” del 2008. Narra
la nuova avventura del guerriero
panda (Po) che cerca di scoprire
le sue origini affrontando nuovi
nemici che minacciano la tranquillità della Cina. Nonostante il film
abbia una trama simile al precedente, la comicità di Po, nuovo
maestro di Kung Fu, la gestualità
e naturalezza dei movimenti dei
personaggi che sembrano fuoriuscire dallo schermo ed entrare
nelle nostre case (infatti è stata
prodotta anche una versione in
3D del film), l’azione dei combattimenti che riescono a tenere lo
spettatore con il fiato sospeso
fino all’ultimo momento rendono
il film gradevole e divertente. La
ricerca continua di Po delle sue
origini dà un tocco in più alla
storia e riesce a coinvolgere gli
spettatori. Caratteristica principale
del film è la sua capacità di essere
adatto a un pubblico di tutte le
età. E’ evidente l’intervento di del
Toro, produttore che si è aggiunto
a Melissa Cobb nel creare questo
cartone, soprattutto nell’accentuazione del viaggio non solo fisico
ma anche interiore del personaggio
principale. Grazie a queste nuove
features “Kung Fu Panda 2” riesce a
superare il suo prequel ed è degno
di guadagnare 663 milioni di dollari
nei box office mondiali.
Voto: 3.5 su 5 stelle
Maria Patatranu
Titolo: Kung Fu Panda 2
Regia:Jennifer Yuh
Genere: Animazione
Uscita nei cinema: 2011
Durata del film: 90’
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Le regole della truffa
Tripp Kennedy (Patrick Dempsey)
è un uomo nevrotico affetto da
sindrome ossessivo-compulsiva
che, andando un giorno in banca,
si ritrova in mezzo a ben due
rapine contemporaneamente.
Infatti due squadre diverse di
malfattori scelgono con sorprendente coincidenza di fare un colpo
nello stesso giorno e alla stessa
banca. I nove ostaggi sono tutti
terrorizzati all’infuori di Tripp che
cerca di risolvere i misteri dietro
alle coincidenze solo per impressionare un’impiegata bancaria
della quale si è infatuato. Questa
leggera commedia mette insieme
diversi colpi di scena e vari personaggi stereotipati. Gli autori Jon
Lucas e Scott Moore, che fra i loro
impegni precedenti sfoderano la
sceneggiatura di “Una notte da
leoni”, deludono invece nel loro
nuovo lavoro. Secondo Dempsey
invece ci sono stati molti problemi
nella produzione del film. Prima
c’è stata la perdita del direttore,
poi l’allontanamento di alcuni capi
di dipartimento e infine la scelta
di un luogo di lavoro diverso da
quello scelto inizialmente. La vera
tragedia di questo film è lo spreco
di una ricchezza di talenti che,
forse con un tempo più esteso di
pre-produzione e di prove, sarebbero riusciti ad esprimersi meglio
rendendo più riuscita la commedia.
Voto: 1 su 5 stelle
Maria Patatranu
Titolo: Le regole della truffa
Regia: Rob Minkoff
Genere: azione
Uscita nei cinema: 2011
Durata del film: 104’
Elfen Lied
Manga
Titolo: エルフェンリート
(Elfen Lied)
Autore: Lynn Okamoto
Editore: Panini - Planet manga
1^Edizione o6-2002 / 11-2005
“Elfen Lied” è un manga ed un
anime di Lynn Okamoto. Per le
numerose scene di nudo femminile
e per alcune scene molto cruente
è sconsigliata la lettura di questo
manga o la visione dell’anime ad
un pubblico inferiore ai 13 anni.
La serie parla principalmente dei
Diclonius, esseri mutanti con due
strane corna sul capo e dotati di
fortissimi arti invisibili chiamati
“vettori”. Essendo pericolosi per
la normale razza umana, i bambini
Diclonius vengono uccisi alla
nascita o rinchiusi in laboratori
di ricerca, sottoposti a terribili
torture ed esperimenti. Una di loro,
Lucy, riesce però a fuggire verso il
mare, massacrando qualunque
persona le si pari innanzi. Viene
ritrovata sulla spiaggia da un
ragazzo, Kota, e una sua amica, in
Anime
Autore: Lynn Okamoto
Regia: Mamoru Kanbe
Sceneggiatura: Takao Yoshioka
Animazione: Seiji Kishimoto
Musiche: Kayo Konishi
Yukio Kondoo
Episodi: 13
Durata: 25 Minuti ca.
un completo stato di amnesia e
personalità doppia, causati da un
colpo sparatole in testa durante
la fuga. La ragazza si ritrova con
una personalità completamente
diversa e i due ragazzi decidono
di chiamarla con la sola parola
che riesce a pronunciare, ovvero
“Nyu”. Non potendola lasciare sola
in quelle condizioni, la portano a
17
Novembre - Dicembre 2011
casa in attesa di scoprire qualcosa
sul suo passato. Ma i militari
sono sulle sue tracce. Per di più
ogni volta che la ragazza sbatte
la testa ritorna ad essere Lucy. In
un giorno di malattia Lucy ricorda
il suo passato prima dell’amnesia. Ricorda di essere stata in un
orfanotrofio e la prima volta in cui
uccise. Inoltre ricorda anche di
aver già conosciuto Kota, che era
stato il suo primo amico quando si
trovava in orfanotrofio. Il ragazzo
non può ricordarsi di lei poiché da
piccolo furono uccisi sua sorella e
suo padre e lui dimenticò tutto per
lo shock. Alla fine anche lui ricorda
che fu proprio Lucy a ucciderli
per gelosia, perchè credeva che il
ragazzo l’avesse tradita. In seguito
la ragazza era stata rinchiusa in
un centro di ricerca da dove era
fuggita cinque anni dopo: proprio
durante la fuga viene ferita, perde
la memoria e viene salvata da Kota
che non la riconosce. Inoltre Lucy
non è l’unica della sua specie: al
Centro di Ricerche rimangono
numerosi Diclonius e alcuni di loro
verranno incaricati di collaborare
con i militari per uccidere la fuggitiva, come Nana, prediletta di uno
dei più importanti ricercatori, e
Mariko, sua figlia. Ma alla fine tutti
gli avvenimenti daranno luogo a
uno scontro decisivo, che vedrà
combattere Mariko contro Nana,
Mariko contro Lucy e alla fine Lucy
contro tutti i soldati. La fine nell’anime è ancora avvolta nel mistero.
Elfen Lied è sicuramente un
anime molto bello, sia per la
psicologia dei personaggi, sia
per la trama, che a me sembra
molto originale. Lo sconsiglio
vivamente, però, a tutti quelli a
cui non piacciono gli anime sentimentali. Infatti, tra una scena di
tortura e qualche smembramento,
prenderà forma la storia d’amore
tra il personaggio principale, e le
due ragazze protagoniste: Lucy
e l’amica del ragazzo. Ed ora una
particolarità bellissima di questo
anime: la sigla d’apertura, Lilium,
è basata su riferimenti cristiani in
latino e, per la sua andatura lenta e
cadenzata, assomiglia molto ad un
canto gregoriano.
Per chi volesse provare a
tradurlo, o, magari, anche a canticchiarlo, riporto di seguito il testo:
<< Os iusti meditabitur sapientiam,
et lingua eius loquetur iudicium.
Beatus vir qui suffert tentationem,
quoniam cum probates fuerit accipient
coronam vitae.
Kyrie, Ignis Divine, Eleison.
O quam sancta, quam serena, quam
benigna
quam amoena; O castitatis lilium >>
Valentina Babolin
Dalila Mariniello
Arrietty e il mondo segreto sotto il pavimento
Titolo: 借りぐらしのアリエッティ
(Karigurashi no Arrietty)
Arrietty la prendinprestito
Regia: Hiromasa Yonebayashi
Genere: Animazione
Uscita nei cinema: 14/10/2011
Studio di Animazione: Ghibli
Durata del film: 94’
18
Lo studio Ghibli, famoso per
film di Miyazaki come “La città
incantata” (Orso d’oro a Berlino
ed Oscar come miglior film d’animazione), “Il Castello Errante di
Howl” e “Ponyo”, lancia un nuovo
film scritto da Miyazaki ma diretto
da Hiromasa Yonebayashi. Sto
parlando di “Arrietty-Il mondo
sotto il pavimento”. Questo film,
caratterizzato da disegni mozzafiato e accompagnato da musica
dolcissima, narra la storia di
Arrietty, una Rubacchiotta di 14
anni che vive con la sua famiglia
nello scantinato di una grande
casa. La caratteristica di Arrietty
e della sua famiglia? Essere
alti più o meno 15 cm. La vita di
questa famiglia scorre abbastanza
tranquilla fino a quando nella
casa arriva Sho, un quattordicienne malato di cuore che vede
la piccola Arrietty muoversi nel
prato. La sera stessa Arriety
con suo padre fa la prima gita in
casa degli umani per prendere in
prestito dello zucchero ma viene
vista e riconosciuta da Sho. Da qui
la vicenda si evolve con passaggi
molto semplici ma significativi
e per nulla banali. Arrietty e
Sho diventano quasi amici, ma
proprio quando la loro amicizia sembra diventare qualcosa
di più, la famiglia di Arrietty
decide di traslocare, alla ricerca
di altri Rubacchiotti. Il film, che
tratta tematiche care a Miyazaki
(l’amicizia, l’ecologia etc.), vanta
una animazione straordinaria ed
elegante, nel puro stile del grande
maestro. Una pecca è rapprentata
dalla traduzione italiana, a causa
di alcune scelte poco condivisibili, dato che il nome del popolo
e stato tradotto in modo errato
con “Rubacchiotti”, quando la
traduzione originale sarebbe
“coloro che prendono in prestito”,
e durante il film si parla addirittura di “Gnomi”. Un film comunque
da consigliare a tutti gli amanti
non solo di Miyazaki, ma anche
semplicemente delle belle storie
e della buona animazione.
Victoria Rotoloni
Rossana
Kodomo No Omocha, meglio
conosciuto come ROSSANA è
un manga di grande fama da cui
è stato tratto anche un anime
andato in onda su Italia Uno fino
a qualche anno fa.
Rossana (Sana Kurata, nel
manga), la protagonista, “è una
ragazzina tutto pepe”, appunto il
titolo del primo capitolo o episodio
dell’opera più bella di Miho Obana.
Conosciuta in tutto il mondo
per le sue canzoni intonate al
momento e i suoi lunghi capelli
rossi raccolti in due code basse
dietro alle orecchie, Rossana è
un personaggio divertente, un po’
pigro, simpatico, esuberante, ma
anche romantico. Sarà per queste
qualità in cui molte teen si rispecchiano che il manga ha avuto così
tanto successo!
Studentessa e attrice allo stesso
tempo, la ragazza conduce una vita
movimentata e divertente, tra le
prime cotte dell’adolescenza, ma
anche tra le prime delusioni. Il
racconto segue Sana (diminutivo
di Rossana) dalle scuole elementari fino all’ultimo anno di medie,
raccontandone ogni dettaglio della
vita quotidiana e sentimentale.
Compagna di classe fin dalla
quinta elementare di Eric (Akito
Hayama nel manga), il classico
bulletto che alla fine solo con
lei riesce a mostrare il suo vero
carattere, Sana si accorge che
l’antipatia provata all’inizio si sta
trasformando in amore.
La storia prosegue raccontando
le molte avventure che la nostra
tuttofare vive con il suo ragazzo
amato, che da migliore amico
diventa qualche cosa di più.
Regali per Natale, San Valentino
e baci rubati, sono tutte cose che
la spaventano un po’, ma al tempo
stesso la attirano sempre di più
verso quel ragazzo duro, che per
attirare l’attenzione si è persino
iscritto ad un corso di karate, ma
Novembre - Dicembre 2011
così bello.
Ad aiutare la protagonista sono
presenti ogni giorno il suo manager
Robby (Rei) e la madre adottiva
Cathrine Smith (Misako), scrittrice
di libri famosa in tutta Tokyo.
Al passaggio dalle scuole medie
alle elementari arriva nella classe
di Rossana una nuova ragazza
americana, Funny (Fuuka Matsui),
che le assomiglia molto, se non
per il caschetto marrone che le
incornicia il grazioso viso. Sana
e Funny diventano subito molto
amiche e, quando sono lontane
a causa del lavoro della prima,
soffrono molto.
Accade che per gioco Funny
propone ad Eric di fidanzarsi e
lui, avendo un debole per Sana e
notando la somiglianza, accetta.
Peccato però che da un gioco nasca
un amore vero e, quando Rossana
viene a saperlo, la delusione e il
dolore la deprimono, distraendola
dalle riprese televisive per il film
per cui era stata ingaggiata con
Charles (Naozumi Kamura, detto
semplicemente “Nao” dalle sue
innumerevoli fans), attore suo
coetaneo, che da tempo le faceva la
corte senza successo. Indispettito
ed un po’ ferito, Charles rivela
tutti i sentimenti della ragazza
in diretta televisiva e Eric, resosi
conto del suo comportamento,
decide di affrontare Sana. Ma lei,
irremovibile e ancora scottata,
lascia la scuola per concentrarsi
solo sul lavoro e per risanare pian
piano le ferite.
I due ragazzi però non sono
destinati a stare lontani e al
ritorno di lei dalle riprese di un
altro film, vivendo un’altra avventura, finiscono col capire che sono
ancora entrambi innamorati.
Riporto le ultime battute dell’ultima puntata dell’anime, sperando
di rendere bene il’idea del carattere dei personaggi e dell’atmosfera delle situazioni:
Eric: “Hei Sana, sai che domani avrò
la prova di karate, quella decisiva..?”
Sana: “Bene, questa volta sarai
cintura nera!”
Eric: “Sì e poi..se diventerò cintura
nera, io..beh,vorrei parlarti. Ahia!”
Sana: “Che ti succede?”
Eric: “Qualcosa nell’occhio!”
Sana: “No non devi sfregarlo! Ho
qui un fazzoletto pulito, ecco..”
Lei si avvicina e lui la bacia. Lei
si stringe forte a lui, ma poi si tira
indietro bruscamente.
Sana: “Ma che cosa fai? Ma come
ti permetti, sei un brutto mostro! Hai
capito? Dai sempre tutto per scontato!
Mah..Eric?”
Eric: “Cosa?”
Sana: “Se diventerai cintura nera,
sappi che anche io vorrei parlarti..in
bocca al lupo e... mi raccomando..”
Eric: “Sì..”
Sana: “A domani..”
Vi consiglio di leggere prima
di tutto il manga perché è
davvero coinvolgente e, se ne
avete voglia, di guardarvi la serie.
Personalemente sono molto
legata a Rossana e per me è stato
il manga e l’anime più bello, più
vero, più emozionante che abbia
mai visto.
Vanessa Geltride
19
Novembre - Dicembre 2011
Il Giappone in tavola
Piatti semplici con pochi ingredienti elaborati con eleganza, raffinatezza e cura formale: questo è il
principio della cucina giapponese,
in cui è valorizzato anche il più
piccolo dettaglio. Lo testimonia,
ad esempio, la meticolosa ritualità
nella preparazione e nella sentazione dei piatti e del vasellame, che
hanno la medesima importanza del
cibo stesso. I sapori sono molto
delicati, particolari e armonizzati
secondo regole ferree ; i colori dei
cibi vengono abbinati al colore
del piatto e della tovaglietta con
cui vengono serviti. Inoltre esiste
un’unica portata durante la quale
vengono servite tutte le pietanze
richieste.
I principali utensili utilizzati
per cucinare e mangiare alla
giapponese sono gli ohashi: due
bastoncini utilizzati al posto delle
posate che si possono trovare al
giorno d’oggi con
molta facilità anche
in Italia presso
qualunque negozio
di
alimentari
orientali o cinesi.
Quelli utilizzati per
cucinare sono più
lunghi e si chiamano
saibashi e solitamente se ne utilizzano un paio. Come
le nostre posate
dopo l’uso possono essere lavate
con un normale sapone per i piatti,
ma vanno asciugati immediatamente perchè non si rovinino. Per
cucinare vengono utilizzati anche
due coltelli, uno con la lama stretta
e uno con la lama larga, definiti
entrambi sushikiri-bocho, l’hangiri, un contenitore utilizzato per
mescolare il riso con la soluzione
di aceto e zucchero, il maki-su il
quale viene utilizzato per avvolgere
il Nori (alga caratteristica) intorno
al riso e ad altri ingredienti in
modo da ottenere dei sushi arrotolati, e l’uchiwa, il ventaglio usato
per raffreddare il riso da sushi
durante l’amalgama tra il riso e la
soluzione di aceto e zucchero.
Chiara Quirino
Ricetta
Ramen
Il ramen è uno dei piatti caratteristici della cucina
giappones, anche se ha origine cinese. Si tratta di
tagliolini in brodo di carne o pesce, insaporito con
salsa di soia, miso (condimento a base di semi di
soia), fettine di maiale, alghe marine, kamaboko
(ottenuto dalla lavorazione del pesce), cipolla a
fette. La sua fama è tanto diffusa che lo si trova
continuamente citato negli anime e nei manga.
Quello tradizionale prevede che i tagliolini siano
fatti a mano, secondo un procedimento che è
una vera e propria arte rituale, serviti in piccole
bancarelle all’aperto; ma ormai è frequente la sua
commercializzazione anche nei supermarket in
buste preconfezionate, alle quali basta aggiungere
acqua calda. Di seguito si descrive una versione
semplificata dell’originale ramen giapponese.
Detto questo, godetevi il vostro ramen.
20
Ingredienti
• 2 confezioni di ramen
pronto (se non lo trovate
vanno bene anche i
taglolini normali)
• 2 uova sode
• Una manciata di germogli
di soia freschi.
• Granturco lessato in
(per 4 persone)
scatola
• Pepe
• 2 fette di porchetta
• Negi (erba cipollina)
1
5
2
6
Tagliare le fette di porchetta in due
in modo da ottenere 4 fette uguali.
Tagliare l’erba cipollina a rondelle in modo
da poterne mettere una piccola manciata
per ciascuna scodella.
Preparare i germogli di soia lavati
e il granturco. Far bollire i tagliolini nell’acqua bollente come se fossero
normali spaghetti. Bisogna evitare che
scuocino, dato che tendono a cuocere
velocemente; meglio se al dente.
3
Nel frattempo preparate il
brodo (già pronto o preparato
precedentemente).
4
Dopo la cottura scolare bene i
tagliolini per evitare che rovinino il
brodo e divideteli in quattro scodelle.
Novembre - Dicembre 2011
Prendete i vari ingredienti e distribuiteli sopra i tagliolini in parti uguali
in modo che rimangano il più possibile
separati l’uno dall’altro. Versate il brodo
bollente fin quasi a coprire il tutto.
Aggiungere un pizzico di pepe nero
possibilmente macinato grossolanamente. Il ramen va servito ancora caldo.
*Per chi lo sa fare o vuole provarci, il ramen va
mangiato con le bacchette (ashi), aiutandosi con un
cucchiaio o con un mestolino, risucchiando i tagliolini senza preoccuparsi troppo di fare rumore. Anzi,
in Giappone è segno che se ne apprezza il gusto. Il
brodo non andrebbe bevuto anche perché di solito è
molto grasso e salato. Comunque, berlo tutto in un
ristorante è segno che il ramen era davvero di una
bontà fuori dal comune.
Francesco Crespi
Dango
Il Dango, una sorta di gnocco che può essere servito
sia dolce che salato, è un piatto tradizionale giapponese. Cucinare i dango è molto semplice, assai difficile
da preparare sono però le salse. A seconda della salsa
i dango prendono un nome diverso.
•Anko: comunemente conosciuto come una pasta di
fagioli rossi (addolciti), mentre ingredienti diversi
dagli azuki vengono usati in rare occasioni.
•An-Dango è il gusto più popolare in Giappone.
•Bocchan dango: dango che ha tre colori. Il primo è
colorato dai fagioli rossi, il secondo da uova, e il terzo
dal tè verde.
Ingredienti
•Chichi dango: leggeri treats un po’ dolci mangiati
• 200 grammi di farina
(facoltativo)
solitamente come dolci.
di
riso
•
200 grammi di acqua
•Goma: semi di sesamo. È sia salato che dolce.
• 30-50 grammi di zucchero calda
•Kinako: farina di soia tostata.
•Kushi dango: dango tenuti da uno spiedo.
•Mitarashi: uno sciroppo ricavato dallo shouyu
(salsa di soia), dallo zucchero e dall’amido.
•Teppanyaki: dango in uno spiedo con un sapore piccante di teppanyaki.
[CONTINUA NELLA PAGINA SEGUENTE]
21
Novembre - Dicembre 2011
1
Mescolare insieme la farina con lo
zucchero e l’acqua.
2
Dividere l’impasto ottenuto in
piccole palline del diametro di circa
3 centimetri.
*Il modo più semplice e più rapido per cucinarli è
metterli in una pentola con acqua, zuppa o succo
e portarli ad ebollizione. Proprio come gli gnocchi,
quando sono pronti, riemergono.
L’altro modo è cuocerli a vapore per 60 minuti.
Chi non è attrezzato e non ha la pentola speciale
a vapore può usare una pentola normale e uno
scolapasta, cucinandoli come a bagnomaria. Far
quindi bollire l’acqua all’interno della pentola e
coprire il tutto con un coperchio avvolto da un
panno, lasciando cuocere per circa 50-60 minuti (il
panno sul coperchio servirà per far si che il vapore
non ricada in goccioline sul composto). Sollevare
il coperchio, prendere un paio di pezzi e dividerli a
metà per controllare che anche il centro delle palline
sia cotto a dovere e non siano rimaste tracce di
farina dell’impasto. In caso lasciare cuocere un altro
po’. A fine cottura, infilare tre o quattro palline in
uno spiedino.
Per “condire” i Dango ci sono varie salse, anche
se molti ingredienti sono difficili da trovare; in
sostituzione si può preparare un caramellato con
poca acqua zucchero e miele, portando tutto ad
ebollizione. Infine cospargere i Dango.
Vale la pena di vivere per: Speciale Prof. Puglisi
• Alunna: “Speriamo non ci sia l’Aliverti!!...
Ah no! E’ già arrivata la borsa!”
• Durante l’ora di storia dell’arte l’alunno
S.L. fa sentire la suoneria della campanella
col cellulare e la prof.ssa fa uscire tutti gli
alunni dalla classe.
• Alunno entra in 4 D : “Scusi prof.,
avrei bisogno di una squadretta!”
L. dal fondo della classe: “Se vuoi ti do il
Chievo.”
• Prof.ssa Aliverti: “Ragazzi.. Oggi è
l’11.11.11... Sapete cosa vuol dire questo?”
S.L.: “Si! C’è la Pausini su Italia1!”
• Prof.ssa
Inversetti:
Lunardi,
dimmi il paradigma del verbo cerno!!”
L.: “Eh.. Eh.. Cerno.. Cernis.. Cernobyl..”
• Prof.ssa Inversetti: “Domani vado
alla mostra di Virgilio a Mantova!”
L. e C. :”Ci porta, prof?!?”
Prof.ssa Inversetti: “No!!
Porto
solo
le
femminucce!!”
L. e C.: “Ci travestiamo!!”
22
“Chi è il rapante di classe!?!”
“E questo si chiama... Mannaggia.. 1 minuto
fa lo sapevo, ora non lo ricordo più!!”
“E’ una .. pss.. pss.. pssicosi!”
“.. un figlio femmina e una figlia maschio..”
“Chiuso argomento di quest’argomento!!”
“Immaginate in montagna un lago. Se trapano, faccio un forellino nel lago e l’acqua
scorre a valle..”
“Poi ci fu un signore che iniziò a quantizzare il fenomeno.”
“Costruì lo spettometro.. No! ‘Spett’ !! Boh,
non mi ricordo più come si chiama!”
“Mariè Curiè, questo signore scoprì...”
“.. una particella su 20000 veniva deviata,
come se non ci fosse niente!”(?!?)
“Nooo! E’ perchè te ne sei strafregrata!!”
Accorgendosi di aver sbagliato, fa lo spelling : “Stra-fre-gra-ta.”
Chiara Quirino
(12 ottobre) “Eh..E’ già finito ottobre.”
“Sono 100.. 1 anno che facciamo queste cose!!
3 mesi... anzi 1.”
Prof. Puglisi: “Ma guarda te quella là!!!
L’anno scorso ti ho salvato, ma questo...”
I.F.: “Ma se avevo 7?!?!?”
Prof. Puglisi: “Ma non lo sai? Hai fatto 5 anni di elementari, 3 di medie,
4 di superiori e non sai farle?
C: “Eh.. Non l’ho mai fatto!”
Puglisi: Nella vita non farai mai qualcosa che
hai già fatto!” ( Perla di sagezza)
Prof. Puglisi in gita scolastica con la
classe 3 D, anno scolastico 2010-2011.
Prof. Puglisi: “Dove state andando?!?”
Alunna:
“Ai
ser vizi..”
Prof. Puglisi: “Ah già.. Devo andarci anch’io!”
Un’alunna
entra
in
classe per chiedere della verifica.
A: “Prof, la facciamo sabato o giovedì?”
Prof.
Puglisi:
Eh
?!?!
A: “La verifica è sabato o giovedì?”
Prof. Puglisi (dopo una lunga riflessione):
“Ma chi è sabato?!?”
Cruciverba
Novembre - Dicembre 2011
di Jacopo Piantanida
23
La Redazione
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