Indice - PiGreco Online ~ Il Giornale dei Licei di Gallarate
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Copia Gra t ui ta ic d v no 011 2 Indice Gnus dal Liceo II VI VII VIII Interviste ai rappresentanti eletti Assemble del Classico e dello Scientifico Mi astengo! Anzi no! Voto! Le Gite e la Scuola. Politica IX Il Ribaltone può aspettare X Chi è il prossimo? Res Nova XI Un disastro (In)Evitabile Sport XII Il Web piange Sic XIII Perché è pericoloso truccare i motorini Recensioni XIII XIV XV XVII Musical graffiti Recensioni letterarie Vedimi, Vedimi Ora. Anime e manga XXCucina XXII Giudizio Universale XXIIICruciverba Giornale dei Licei di Gallarate Editoriale L e elezioni nel nostro Liceo, per chi ancora non lo sapesse, si sono concluse quest’anno con la vittoria di tre rappresentanti di Up-List e uno di Lista Mista. Il Liceo infatti usa il metodo D’Hondt, che ha fatto sì che Up-List, cui è andato il triplo dei voti di Beta List, ottenesse alla fine 3 seggi. I n un liceo le elezioni sono uno dei maggiori argomenti di discussione: gli studenti sono tenuti a eleggere chi li rappresenterà all’interno del consiglio scolastico e a decidere chi dovrà far valere i loro diritti davanti ai “perfidi professori”. Insomma non è una decisione facile, né facile è il loro compito. Forse proprio per l’importanza dell’argomento in questo numero abbiamo deciso di dedicare ampio spazio alle elezioni. Abbiamo fatto interviste ai rappresentanti eletti e scritto diversi articoli. L’obiettivo di alcuni di essi era riuscire a capire cosa pensassero i ‘primini’, che non avevano mai assistito a nulla di simile prima: io delle mie prime elezioni ho solo un ricordo confuso (ahimè l’età avanza), ma ricordo bene le urla, gli schiamazzi, il disordine. Credo di aver lasciato la mia prima scheda bianca. Anche quest’anno diversi ragazzi si sono astenuti e noi abbiamo preparato un articolo anche su questo. Ne abbiamo per tutti gli argomenti: elezioni in tutte le salse! Ma grazie al cielo abbiamo parlato anche di altro, perchè credo che alla lunga avremmo potuto annoiare e sono certa di non essere l’unica a pensarlo. A voi scoprire il resto, compreso l’amato Giudizio Universale. Spero che questo primo numero possa piacervi. Il Direttore Il Liceo al voto Novembre - Dicembre 2011 GNUS dal Liceo Francesca Puricelli Speciale Elezioni Interviste ai Rappresentanti d’Istituto Francesca Puricelli, sei stata eletta rappresentante d’Istituto per la lista Up-List, cosa ti ha spinto a candidarti? “Sicuramente la voglia di coinvolgere tutti gli studenti in attività e nuove iniziative, se possibile, di carattere benefico”. in pubblico e di gestire i comitati, il che mi appaga molto. Di negativo c’è che dovrò sacrificare il mio tempo dal punto di vista scolastico, dovrò stare sempre attenta soprattutto nel relazionarmi con i piani alti”. Sono due. Il terzo? “La paura di non riuscire ad accontentare tutti”. Hai dei progetti che vorresti realizzare? Come ci si sente ad avere un ruolo “Sì, il progetto per cui mi sono così importante? candidata è creare eventi sportivi e “Ci si sente molto responsabili. musicali a scopo benefico, e tutto Oltretutto sono l’unica donna e quello che verrà raccolto sarà questo mi motiva ancora di più, devoluto in beneficenza. Cercherò di anche perché da due anni le ragazze realizzare al meglio quest’iniziativa e non ottenevano un ruolo così alto”. vorrei che tutti capissero quanto sia importante”. Tre aspetti positivi e tre negativi dell’essere rappresentante d’Istituto. Cosa pensi del grande risultato “Per i primi tre direi nell’ordine che hai raggiunto? che: ho un grande potere propositivo “Mi sento appagata, perché sapere e avrò modo di gestire di persona la che la gente ha fiducia in me dà maggior parte delle attività; parte- una grande gioia. Rappresenta una ciperò attivamente alla vita del grande sfida e penso che renderebbe liceo; avrò la possibilità di parlare felice chiunque”. E degli altri rappresentanti cosa pensi? “Per quanto riguarda Luca e Stefano, conoscendoli e avendo portato avanti la campagna con loro, sono molto contenta di collaborarci. So che sono ragazzi molto responsabili e affidabili. Con Bruno ho buone speranze, ho sempre ritenuto che fosse il più adatto fra tutti i candidati delle diverse liste. E credo che sarà altrettanto piacevole lavorare con lui”. Pensi che questa esperienza ti aiuterà a crescere come persona? “Sicuramente sì, soprattutto per il fatto di avere molte responsabilità: dovrò imparare ad ascoltare tutti ed, essendo portavoce degli studenti, dovrò cercare di concretizzare le richieste di ciascuno”. Monica Clerici Bruno Oggioni B r u n o Oggioni da cosa è partita la tua idea di candidarti? Mi ero già candidato l’anno scorso ma non avevamo organizzato molto bene il programma, poi quest’anno Nicolò mi ha convinto a riprovarci e sembra che abbia fatto bene. Quali sono le iniziative che promuovi e che ti piacerebbe che l’Istituto portasse avanti? Le idee sono sempre tante quante le difficoltà nel realizzarle; per quest’anno siamo partiti dalla 2 comunicazione scuola-studenti e abbiamo cercato di proporre iniziative semplici come i laboratori indipendenti o la pagina facebook del liceo, che sono in corso d’opera. Hai già avuto un’esperienza di questo tipo anche in altri ambiti? Ho fatto parte di un’associazione di studenti che organizzava diversi progetti all’interno delle scuole di Milano e mi è servito molto. All’interno della nostra scuola, conoscendola da tanto tempo, quali caratteristiche vorresti cambiare o solo migliorare? Mi piacerebbe che la scuola fosse meno rigida e più vicina agli studenti e cercasse di metterli in condizione di realizzare le proprie idee con facilità. Qual è il problema più grande che un rappresentante d’Istituto dovrebbe risolvere nella nostra scuola? Secondo me uno dei problemi più grandi è l’impossibilità, per mancanza di spazio, di fare un’assemblea d’istituto che coinvolga contemporaneamente tutti gli studenti. C’è qualcuno a cui ti sei ispirato come modello? Conosco alcuni ex rappresentanti e ho preso spunto un po’ da tutti, ma cerco di essere fondamentalmente me stesso attraverso il confronto quotidiano con gli altri e la realtà che mi circonda. Elisa Maresu Novembre - Dicembre 2011 Stefano Dozio Stefano Dozio, sei stato eletto con la lista Up-List : secondo te perché ti hanno votato? “In primo luogo credo che prima di essere stato eletto io personalmente sia stata eletta la lista, per la sua serietà e la validità dei suoi punti. Non a caso Up-List ha ricevuto quasi il doppio di voti rispetto all’altra lista, anch’essa eletta. Poi io personalmente ho impiegato in questo progetto moltissima passione e penso di essermi meritato i voti ricevuti”. Negli anni passati, spesso, le promesse fatte non sono state mantenute. Tu come hai intenzione di portare a termine i programmi della tua lista? “La mia lista si sta già impegnando per realizzare le proposte avanzate. Per esempio “Only student”, una sorta di collegamento tra tutti gli studenti; e poi “Pensiamo all’ambiente”, che promuove la raccolta differenziata nel Liceo; quindi “Un’immagine di noi”, per gli appassionati di fotografia, e ancora il progetto di volontariato: tutto questo sarà avviato fin da subito. La prossima assemblea d’Istituto, inoltre, potrebbe già avere come argomenti la mafia e la criminalità organizzata, per sensibilizzare gli studenti sul tema della legalità. Per gli altri punti come “l’ampliamento degli orizzonti” e la diffusione di una rete wi-fi a scuola punteremo a un’immediata collaborazione con il fondo “Amici del Liceo”. Non sono solo questi però i progetti che vanno realizzati. Un’altra lista infatti è stata eletta e ci impegneremo per promuovere anche le loro proposte”. Perché, a tuo parere, l’altra lista non ha vinto le elezioni? “Bella domanda... Beh, ho molto apprezzato il loro entusiasmo e la loro voglia di mettersi in gioco, ma secondo me sono risultati troppo approssimativi e la loro superficialità li ha penalizzati molto. E poi, modestamente, siamo stati troppo forti”. Ti sei candidato per una tua personale soddisfazione o perchè davvero sei disposto a prenderti la responsabilità di migliorare la scuola? “E’ la prima volta che affronto un’esperienza simile e di sicuro non lo faccio per un piacere personale. Ho deciso dopo 5 anni che sono qui di candidarmi per portare in Consiglio d’Istituto le vere problematiche e le necessità di noi studenti. Non lo faccio per nessun risvolto personale, ma perché penso che sia nostro dovere prendere in mano la situazione, affrontare i problemi esistenti e cercare delle soluzioni. Solo in questo modo possiamo migliorare la vita al Liceo”. Una questione che interessa tutti: il problema gite. Come pensi di affrontarlo? “Sì, la questione delle gite è ormai discussa da tutti a scuola; docenti e alunni si scontrano spesso a proposito di questo argomento. Come alcuni, ma non tutti, sanno già, il ministero è tornato a pagare le gite ai docenti e il problema sembra apparentemente risolto. Ma prima di muoverci aspettiamo di vedere la reazione dei diretti interessati. bisogni dei meno fortunati di noi. Il nostro intento è quello di sensibilizzare gli studenti e invogliarli a preoccuparsi per chi ha più bisogno, rispetto ai problemi che esistono anche al di fuori dalla scuola e che fanno parte della realtà di oggi. Infine non voglio fare promesse, ma il nostro scopo sarebbe anche quello di adottare un bambino a distanza, cosa fattibile con un po’ di organizzazione e i mezzi necessari”. Altro tema irrisolto, il fumo: cosa ne pensi? “Come altri prima di me sostengo anche io che questo problema, il quale persiste dall’anno scorso, non può essere risolto da noi studenti. Serve l’aiuto, anzi la collaborazione dei docenti. Infatti, in questo caso, non si tratta più di agevolazioni o comodità per rendere migliore la permanenza a scuola: il punto è la tutela del non fumatore. I ragazzi minori di 16 anni infatti, secondo la legge, avrebbero il divieto di fumare mentre gli studenti con 16 anni compiuti dovrebbero essere liberi di farlo. Detto questo, chi si assume la responsabilità di controllare l’effettiva età dei fumatori, qualora fosse realizzata un’area per loro?” Scilla Marini & Loubna Arifi Pensi che il volontariato possa interessare gli studenti? “Il volontariato è un punto essenziale del nostro programma. Seguito principalmente da un altro dei rappresentanti d’Istituto, Francesca Puricelli, è un modo per coinvolgere gli studenti e farli partecipare in modo attivo alla beneficenza e ai 3 Novembre - Dicembre 2011 Luca Introini Luca Introini, sei entrato in Consiglio d’Istituto con la lista Up-List. Le tue prime impressioni? “Beh, va specificato che questo è il primo anno in cui mi candido e quindi è la prima volta che non vedo le elezioni nell’ottica dell’elettore. Comunque, a mio parere, queste elezioni sono state tra le migliori negli ultimi anni. In particolare la mia lista ha fatto tantissima propaganda. È bello che le elezioni siano così sentite da noi liceali. Per quanto riguarda il dibattito mi è spiaciuto per il classico che ha dovuto assistere al bar, e il clima in quell’occasione è stato abbastanza caotico. Al Condominio è sicuramente stata una bella esperienza: un dibattito come quello di quest’anno non si è mai visto nella storia del nostro liceo”. Riassumi brevemente, per chi non ne fosse a conoscenza, i compiti di un rappresentante d’Istituto. Il compito principale penso sia quello di rappresentare degnamente gli studenti del liceo davanti a professori, preside, vicepreside e così via. Sicuramente dobbiamo fare da portavoce riguardo ai problemi e ai disagi degli studenti riportandoli al Consiglio d’Istituto. A mio parere la bravura di un rappresentante si vede anche dalla sua capacità di organizzare le assemblee d’Istituto, e infine dalle idee innovative che propone in consiglio”. molti punti sono già stati realizzati, gli altri lo saranno presto”. Che cosa ne pensi dei tuoi “compagni di squadra”? “Dozio è un grande amico, quasi un fratello: l’ho conosciuto a settembre e subito si è sviluppato un grande feeling. Puricelli la conosco bene dalla prima, ha sempre fatto teatro con me; è una persona seria con molte idee, sono contento di avere anche lei al mio fianco. Per quanto riguarda Oggioni, sono felice anche per lui, penso sia la persona più seria delle altre liste, ha sempre dimostrato di volersi impegnare quindi... Comunque sono soddisfatto in generale, meglio di così non poteva finire a parere mio”. L’elezione ha avuto per te un risultato positivo, te lo aspettavi? “A essere sinceri all’inizio per niente. Poi, verso la fine di settembre, ho visto che la lista lavorava bene, ho iniziato a sentirmi un elemento importante, ho cercato di fare il possibile per la lista e propaganda, più mi impegnavo e più le speranze aumentavano. Solo il fatto della lussazione al ginocchio alla fine mi ha fatto sentire un po’inutile, ma non mi sono arreso e ho cercato di fare il possibile”. Tra le liste concorrenti qual’è stata a tuo parere la più temibile? “All’inizio temevo quasi di più Qual è a tuo parere l’obiettivo Beta List, però alla fine ho capito che primario che deve essere perseguito erano solo gli amici a fare il tifo per all’interno della scuola? loro. Devo ammettere però che non li “Il wi-fi all’interno della scuola è la ho mai temuti più di tanto, erano un cosa che personalmente sento di più, po’come compagni di viaggio. Sì, c’è stata una competizione, ma abbiamo anche collaborato per alcuni aspetti, come per l’organizzazione dell’assemblea al Condominio. Ho confidato un po’ negli elettori e alla fine non mi hanno deluso”. Qual è stata la marcia in più che ha portato la tua lista alla vittoria? “Impegno e voglia di mettersi in gioco”. In conclusione, pensi di poter realizzare tutti i punti di programma della vostra lista? “Beh, tutti la vedo un po’dura, penso che nessuna lista in 50 anni ci sia mai riuscita! Comunque noi ci batteremo per fare il possibile, ci abbiamo lavorato e quindi ci proveremo. Ricorda che gli studenti rappresentano solo una minima parte del Consiglio d’Istituto... Ma ci faremo sentire, poco ma sicuro. È un bel quartetto quello di quest’anno. Sono convinto che riusciremo a ottenere qualcosa di buono per tutti voi”. Jacopo Piantanida Chiesa Giulio del Balzo “Pensate in grande, anche quando guardate le cose piccole. Se lo farete sarete in armonia con la società in cui vivete. Abbiate una vostra identità, non cercate di farvi accettare, non cercate di imitare persone che a loro volta cercarono di imitarne altre. Non siamo tutti uguali, ognuno di noi ha una identità propria inconfondibile”. 4 Si presenta così Giulio Del Balzo, appena eletto nella Consulta provinciale con Up-List. Giulio, quale sarà il tuo compito come rappresentante? “Il rappresentante della Consulta provinciale ha il compito di creare un’interconnessione tra le scuole della Provincia. L’assemblea di tale consulta è composta da un organigramma che comprende una giunta di dieci membri, un presidente, due vicepresidenti e un segretario, scelti tra i vari rappresentanti delle scuole. Il Ministero dell’Istruzione dà 40mila euro l’anno alla Provincia di Varese per rendere operative le iniziative approvate dalla consulta nell’assemblea che si raduna una volta al mese”. Hai vinto con un notevole vantaggio, quali pensi siano stati i punti a tuo favore? “Il fatto di essere stato rappresentante d’istituto per due anni ha sicuramente influito. Rispetto ad altri candidati ero già abbastanza conosciuto, inoltre in passato avevo sostenuto molte iniziative che hanno sicuramente favorito la mia elezione”. comprende cortei, manifestazioni e assemblee riguardanti la mafia. E’ un progetto già portato avanti da diverse scuole di Busto Arsizio e credo sia importante perché avere la consapevolezza che la mafia è presente, anche in Lombardia, può essere un buon modo per limitare certi fenomeni negativi e aprire un dialogo su questa problematica”. Come hai vissuto la campagna elettorale? “Penso che questa sia stata una delle migliori campagne elettorali di sempre. È stata combattuta fino alla fine da tutte tre le liste. Ti aspettavi questo risultato? Queste elezioni sono state molto “Sì, personalmente ci ho sempre accese e anche più partecipate creduto, anche se nella mia lista rispetto a quelle passate. Forse i non tutti lo credevano”. dibattiti non sono stati affrontati nel migliore dei modi, ma sono Cosa vorresti dire ai tuoi elettori? contento di aver visto che tutti “Li ringrazio molto perché mi i candidati si sono apertamente danno la forza, la motivazione, esposti per far valere le loro idee. l’energia e la speranza di credere Credo che cinque anni fa noi non in quello che faccio. Ogni volta avremmo mai vinto. Gli studenti che vorranno chiedere informa- sono cambiati notevolmente: io zioni su ciò che è stato deciso in stesso in prima votai Lista Mista! Consulta sarò felice di dare loro Per quanto riguarda l’assemblea un approfondito resoconto, perché ho riscontrato una maggiore è compito di tutti partecipare attenzione ed educazione da parte attivamente alla vita politica della dei ragazzi del biennio, rispetto a scuola”. quelli del triennio. Up-List è l’evoluzione delle tre liste precedenti Cosa pensi di fare come prima alle quali ho preso parte”. cosa da rappresentante della Consulta? Cosa pensi abbia penalizzato le “Per ora ho in mente due altre liste? progetti. Creare un sito ufficiale “A penalizzare Beta List, secondo dove gli studenti interessati me, è stata la sua presunzione nel possano venire a conoscenza pretendere di essere votata per la delle scelte e delle iniziative della trasgressività dei suoi componenti. consulta. Inoltre esso permette- Quanto all’altra lista, penso che rebbe l’interconnessione con le abbia effettuato una campagna altre scuole in modo tale che i piuttosto scarsa: avrebbe dovuto “progetti virtuosi”, ovvero i migliori insistere di più per far sentire le e più interessanti di ogni scuola, sue idee, a mio avviso molto buone, possano essere riproposti in altri e dimostrare maggiore autonomia istituti. Il secondo progetto che durante i dibattiti”. ho in mente è ‘Legalitalia’ che Novembre - Dicembre 2011 Compleanno ed elezione nello stesso giorno: una doppia vittoria? “Certamente! Il fatto di aver vinto lo stesso giorno del mio diciottesimo compleanno mi ha dato parecchi spunti su cui riflettere. Quando si arriva al compimento dei 18 anni si cerca di fare generalmente un bilancio su ciò che si è realizzato. Sono molto soddisfatto degli obiettivi raggiunti, che credo di avere perseguito anche grazie alla mia fantasia: un ingrediente fondamentale per pensare al futuro. Diventare rappresentante d’Istituto era il mio sogno sin dalla prima: se avete un desiderio, un sogno, una fantasia, non sminuitevi, perché ce la potete fare. Basta che lo vogliate”. Quale pensi che sia il ruolo degli insegnanti verso gli studenti con incarichi di rappresentanza? “Considero diseducativo non riconoscere l’impegno negli organismi degli studenti, perché la scuola serve a formare non solo studenti ma persone. Mi auguro che in futuro più professori siano più aperti e disponibili nei confronti degli studenti che svolgono ruoli di rappresentanza”. Ringraziamenti? “Volevo innanzitutto complimentarmi con Luca Introini che è stato eletto alla rappresentanza d’Istituto malgrado le sue previsioni: penso che sia la personificazione migliore di una lista come Up-List. Inoltre volevo ringraziare tutto il team della presidenza composto in particolare dal dirigente scolastico, dal professor Nicosia e dalla Signora Giani, che sono sempre stati molto disponibili ad ascoltare le nostre proposte e ad aiutare a portare a termine i vari progetti”. Marco Zanella 5 Novembre - Dicembre 2011 Assemblea del Classico al Liceo Non avevo mai partecipato a delle vere elezioni, o meglio non fino ad ora. Davvero non mi sarei mai immaginata una cosa così ufficiale, così da adulti. Tutte le campagne che ogni lista, con dedizione ed impegno, ha portato avanti sono state davvero un’occasione di riflessione. Io, come alunna del classico, ho partecipato alla riunione di lunedì 17 ottobre svoltasi in aula bar. La riunione è cominciata verso le nove e ogni lista ha presentato i suoi candidati. Ha cominciato la lista numero uno, Up-List, che ha presentato diversi argomenti davvero convincenti ottenendo l’attenzione di noi ragazzi. Poi è toccato a Lista Mista presentare il suo programma, anch’esso molto valido, con il quale è riuscita a coinvolgere la platea. Infine la lista numero tre, Beta List, che come le precedenti ha presentato diversi spunti interessanti. Durante le presentazioni delle liste venivano distribuiti molti volantini, uno più convincente dell’altro, ma ormai ogni ragazzo sapeva già chi votare e la platea era divisa. Dopo circa un’ora si è dato inizio al dibattito, tanto atteso da noi ragazzi. Fremevamo dalla voglia di porre quesiti alle liste avversarie, ma non posso nascondere che in ogni domanda c’era una punta (o forse più) di malizia. Si è così scatenata una discussione animata tra i componenti delle diverse liste e più volte è dovuta intervenire la preside per calmare sia la platea sia i ragazzi candidati. Quando ormai il dibattito era nettamente degenerato, il tempo a disposizione era scaduto, ma tutti noi sapevamo per chi votare e gia si facevano previsioni su chi avrebbe vinto. Comunque posso dire che, con la discussione, i ragazzi si sono chiariti tra di loro riuscendo contemporaneamente a chiarire un po’ di concetti anche a noi. E’ stata una bellissima esperienza e l’impegno che ogni candidato ha messo nel suo lavoro ha raggiunto tutti, per cui vorrei congratularmi davvero con tutti i candidati, perché sono sicura che i loro sforzi non sono stati inutili, tanto dei vincitori quanto dei vinti. Non posso far altro che augurare buona fortuna a tutti i nuovi volti che rappresenteranno la nostra scuola. Monica Clerici Assemblea dello Scientifico al teatro Gassman Chi votare come rappresentante della consulta provinciale? E chi come rappresentante d’Istituto? Questa è la domanda che all’inizio dell’anno scolastico vagava nelle menti di molti studenti. Per poter scegliere era necessario convocare un’adeguata assemblea d’Istituto. Così le classi prime, seconde e alcune terze del liceo scientifico sono state convocate al Teatro Condominio Vittorio Gassman, alle 8.25 di lunedì 17 ottobre, per ascoltare i programmi delle varie liste. Dopo un confusionario posizionamento delle classi all’interno del teatro ha avuto inizio la presentazione. La prima a portare avanti la propria tesi è stata la lista vincitrice uscente: Up-List. I suoi candidati hanno esposto uno a uno i vari punti che intendevano sostenere, dai progetti relativi allo svago, come la musica durante l’intervallo a quelli più utili, 6 come il progetto di “Legalitalia” per la sensibilizzazione contro la mafia. Poi è arrivato il momento di Lista Mista nel cui programma figuravano, tra le altre cose, l’organizzazione di corsi pomeridiani indicati dagli stessi studenti e proposte formative per la scuola. La terza a presentarsi è stata Beta List, della quale il punto più discusso è stato senza dubbio quello riguardante l’abolizione del decreto antifumo. Dopo il tempo delle presentazioni è arrivato quello delle domande, per la verità occupato in gran parte da un progetto-sorpresa di Up-List per una grande festa in occasione del 50° anniversario del liceo. Ma la parte più piccante della mattinata è stata quella dedicata al dibattito: dalle discussioni sulla festa di cui sopra a quelle sul fumo, dai confronti tra i programmi concreti delle liste alle lunghissime polemiche intorno al... loro nome! Le strategie adottate sono state molteplici. Cè chi ha preferito attaccare i punti delle liste avversarie e chi si è limitato a sostenere i propri. Raramente qualcuno si è fatto trovare impreparato a una domanda, anche se un po’ tutti hanno cercato di “dribblare” i problemi più difficili. Anche il pubblico ha partecipato attivamente: peccato solo che il microfono non potesse circolare che in platea, inibendo alla galleria la possibilità di fare domande a sua volta. Ma la mattina è volata, e, finito il tempo a disposizione, siamo stati costretti a lasciare il teatro. La votazione, come ben sapete, si è svolta il sabato successivo. Io, grazie a questa assemblea, le idee me le sono chiarite... E voi? Jacopo Piantanida Chiesa Mi astengo!Anzi no! Voto! Girando per le classi e facendo brevi interviste, è risultato che la maggior parte degli studenti ha un’opinione ben precisa sulla questione dell’astensione dal voto per la rappresentanza scolastica. Molti pensano che astenersi sia sbagliato e stupido perché in un liceo, che è fatto in primo luogo di studenti, è importante far sentire la propria voce e sapersi autogestire. Ma molti di questi alla domanda se durante l’assemblea ci fosse stato almeno un momento in cui avevano pensato di astenersi hanno risposto “Sì! E non solo un momento!”. Tanti infatti, durante la discussione, avevano trovato le liste poco serie, troppo litigiose, impegnate ad attaccarsi tra loro più che a difendere i propri programmi. E non sono stati pochi quelli che hanno criticato praticamente tutte le liste, ciascuna per diversi motivi: Up-List è stata definita una lista di imbroglioni per aver mostrato il proprio video solo alla fine, facendo così in modo che nessuno potesse commentarlo. Anche il buonosconto sui volantini è stato discusso e criticato come mezzo per accattivarsi l’elettorato più facilmente. Lista Mista è stata bollata come poco partecipe e quasi insignificante. Grandi polemiche per il linguaggio scurrile e colorito di Beta List, per la quale c’è chi ha parlato di “idee banali” e che alcuni hanno ribattezzato “Lista campata in aria”. Eppure, alla fine, anche molti degli intenzionali astenuti si sono trasformati in votanti. E il risultato espresso dal voto dice che Up-List viene considerata una lista “con idee brillanti e gente seria”, Lista Mista raccoglie “gente simpatica, pacifica con idee concrete e realizzabili”, Beta List ha conquistato gli studenti perché “si sentono Novembre - Dicembre 2011 vicino a loro”: la “lista dei ragazzi veri”, l’hanno definita. Quindi la percentuale di astenuti si è ridotta nell’arco di tempo tra martedì e sabato. Come sarebbe andata se si fosse votato mercoledì? Forse il 50 per cento del biennio si sarebbe astenuto. Forse anche di più. Ma non tutti hanno cambiato idea. Molti sono rimasti fedeli fino in fondo all’intenzione di astenersi: “E perché dovrei dare il mio voto a qualcuno – ripetono - se nessuno lo merita?”. Altri si sono semplicemente astenuti perché incuranti delle elezioni: “Sono una buffonata”, dicono. Concludo con un ringraziamento particolare alla 2^ H, che è stata intervistata, e a tutte le persone con le quali ho scambiato opinioni. Victoria Rotoloni Un problema ancora aperto: le gite Il punto dei vista dei professori: intervista alla prof.ssa Giovanna Galli Professoressa Giovanna Galli, cosa ne pensa dell’attuale situazione delle scuole italiane? “Attualmente le scuole italiane si trovano in una situazione molto complicata, dovuta specialmente alla crisi economica. La mancanza di fondi e i recenti tagli al budget scolastico ci hanno costretti a eliminare o ridurre drasticamente alcuni servizi fondamentali. Io personalmente mi occupo del Cic e quest’anno sono stata costretta a eliminare numerose iniziative”. In questo difficile contesto crede che vi siano dei malumori tra gli insegnanti? “Sicuramente tra noi serpeggia da qualche anno un certo malessere, che nel nostro istituto in particolare risulta evidente durante i collegi docenti. Nonostante questo però molti insegnanti stanno mostrando grande capacità di reazione, specie impegnandosi in numerose attività extracurricolari, anche se sono diminuiti i fondi”. Se vi è davvero questo impegno in attività extracurricolari, perché la decisione di non portare più gli studenti nelle uscite didattiche? “Non è una questione dell’ultima ora. Il collegio ha preso questa decisione per via del mancato riconoscimento sociale delle enormi responsabilità che ci toccano. Non si vuole prendere in considerazione che, quando un docente accompagna una classe, per legge si assume la responsabilità di tutto ciò che accade, non solo durante l’attività didattica, ma anche nei momenti in cui gli studenti sono da soli, anche nelle ore notturne; nel resto dei paesi europei i docenti sono responsabili del comportamento degli studenti solo per il tempo di servizio previsto. Si tratta di un impegno gravoso che nessuno riconosce e che nessuno vuole riconoscere diversamente da quello che accade nel resto d’Europa”. Non posso credere che sia solo una questione di riconoscimenti, questo problema persiste da alcuni anni ormai. Noi studenti interpretiamo la vostra decisione come una forma di protesta e come atto di forza per far sentire la vostra voce. “Sicuramente non è solo per i riconoscimenti, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quella di eliminare i rimborsi spesa. Già prima erano di consistenza quasi ridicola, ma che li abbiano totalmente eliminati lo consideriamo come una mancanza 7 Novembre - Dicembre 2011 di rispetto per noi insegnanti”. rispetto a quello culturale”. Pur comprendendo le vostre valide motivazioni, non crede che cosi facendo si danneggino gli studenti, che, oltre a non avere voce in capitolo, perdono un importantissimo strumento per accrescere il loro bagaglio culturale? “E’ evidente che gli studenti vengano penalizzati da questa decisione. I viaggi d’istruzione erano e resteranno un importantissimo strumento di diffusione della cultura. Anche se bisogna sottolineare il fatto che troppo spesso veniva privilegiato l’aspetto della socializzazione Non pensa che per far valere i vostri diritti sarebbe stato preferibile aderire unanimamente a uno sciopero, in modo da non penalizzare gli studenti? “Non sarebbe stato possibile, visto che in questi ultimi anni sembra che anche i sindacati abbiano scarso interesse verso le problematiche scolastiche e dunque molti insegnanti hanno poca fiducia nei mezzi di protesta più tradizionali. Dunque gli scioperi hanno perso buona parte della loro efficacia”. Crede che si possa trovare una soluzione alla problematica dei viaggi d’istruzione? “Non vi è una soluzione immediata, ma se ne riparlerà a breve e probabilmente si procederà come al solito. Saranno nuovamente i singoli consigli di classe a decidere di volta in volta”. Infine ci dia un suo pensiero riguardo il futuro della scuola italiana. “Il futuro della scuola italiana è grigio, e non migliorerà fino a quando non si capirà che la scuola è il passaggio fondamentale per il futuro del Paese”. Andrea Corvi Pietro Carabelli Le gite: una questione di principio e responsabilità, non di soldi. La situazione delle scuole italiane è grave, i tagli ai finanziamenti destinati alle scuole costringono gli istituti a rinunciare a varie attività sia scolastiche sia extrascolastiche. Un esempio sono i viaggi d’istruzione. Nel nostro istituto il Collegio Docenti ha preso la risoluzione di non accompagnare gli alunni in gita. Spetta però a ciascun consiglio di classe decidere se applicarla o meno. I motivi? Sono vari, ma il più importante è la responsabilità eccessiva a cui non corrisponde nessun riconoscimento. Al docente infatti tocca una vigilanza pressochè di 24 ore su 24, cosa che non si registra in altri paesi europei, dove gli insegnanti sono responsabili solo per il tempo in cui svolgono attività didattiche con gli studenti. La cancellazione della cosiddetta 8 “diaria” nello scorso A.S. (su cui si sta discutendo ora a causa della nuova normativa che introduce un rimborso per l’insegnante solo a fronte di una documentazione delle spese sostenute) è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, determinando una presa di posizione di questo genere, riproposta anche quest’anno in modo più forte. L’iniziativa in realtà non riguarda solo il nostro Liceo ma anche altre scuole, anche se gli istituti si muovono in ordine sparso, con divisioni al loro interno. L’adesione comune a questa risoluzione anche da parte dei collegi docenti degli altri istituti permetterebbe di formare un unico fronte di protesta per far sentire di più i diritti degli insegnanti. Servirebbe anche una maggiore partecipazione agli scioperi per creare veramente quel disagio che solo richiama l’attenzione dell’opinione pubblica. Ma, soprattutto, sarebbe necessario il coinvolgimento degli studenti, che pensano invece che il problema si limiti banalmente ad una “questione di soldi”, e , pur asserendo di comprendere le ragioni della protesta, spesso accusano i docenti di privarli di un’occasione per stare insieme, divertirsi e imparare. Ovviamente la soluzione migliore sarebbe tornare a investire nella scuola, investimento che è fondamentale per poter istruire e preparare adeguatamente le nuove generazioni, e riconoscere ai docenti le rensponsabilità che si assumono. Andrea Corvi Novembre - Dicembre 2011 Quando investire nella scuola è considerato un “optional” La crisi finanziaria ha portato ad una gravissima crisi economica, che a sua volta ha indotto il governo a pesanti tagli alla spesa pubblica. Questi sono stati apportati anche alla scuola e di conseguenza sono stati eliminati i rimborsi destinati ai docenti che accompagnavano gli studenti in gita. Questo aspetto, aggiuntosi all’annoso problema della responsabilità oggettiva dei docenti accompagnatori verso gli studenti, ha dato l’ennesima conferma del disinteresse del ministero e del governo verso il ruolo degli insegnanti al di fuori del contesto scolastico. Cosi il nostro Collegio Docenti ha deciso di rinunciare, in modo definitivo, ai viaggi d’istruzione, per quanto spetti poi ai singoli consigli di classe la scelta definitiva. Pur comprendendo e anche condividendo le motivazioni degli insegnanti non si può non considerare gli effetti negativi che gli studenti dei licei del Viale dei Tigli subiranno. In primis ci vedremo privati di un mezzo fondamentale per ampliare le conoscenze e la cultura. Si eliminerà inoltre quell’unico strumento che permetteva di apprendere senza dover studiare dietro un banco. Di enorme importanza è anche quell’effetto che rende più piacevoli e interessanti materie che ai più posso risultare noiose: anche questo perso con la cancellazione dei viaggi d’istruzione. Anche la socializzazione era un aspetto per POLITICA niente secondario della funzione delle gite di classe, infatti solo cosi si riesce a rendere una classe veramente unita e compatta: condizione che a sua volta rende, di norma, anche il lavoro scolastico più armonioso ed efficace. Com’è possibile dunque che tutte queste potenziali utilità che ci vengano tolte? Questi tagli lineari hanno colpito anche un istituto virtuoso come il nostro privandoci di numerose possibilità, come le gite. Ciò perché non è ancora chiaro a molti italiani un concetto molto semplice, ma che dovrebbe essere alla base di una società in crisi come la nostra: non vi è futuro per il Paese se non si investe sulle nuove generazioni. Pietro Carabelli Il ribaltone può aspettare Sabato 12 novembre è stato un giorno che rimarrà nella storia italiana: Silvio Berlusconi ha rassegnato le dimissioni. Il suo gesto è senz’altro un fatto positivo per il Paese infatti erano mesi che il presidente del Consiglio non legiferava e non prendeva nessuna contromisura efficace per la crisi economica. Sono stati in molti in piazza a Roma a festeggiare le dimissioni di Berlusconi cantando canzoni partigiane o lo stesso inno italiano. Però non bisogna lasciarsi trascinare dall’euforia che queste dimissioni hanno causato. Se è vero che l’uscita di scena dell’uomo che meglio rappresenta la crisi dell’Italia e soprattutto della politica italiana ha fatto tirare il fiato alle Borse facendo scendere lo spread* è anche vero che le dimissioni di una sola persona non possono salvare il Paese, soprattutto perchè la situazione italiana si inserisce in una più complessa problematica europea. Salvare il Paese: questo è il pensiero che sta alla base della scelta del presidente della Repubblica di affidare a Mario Monti la formazione del governo tecnico che dovrà portare l’Italia a essere nuovamente un punto di forza e non di debolezza dell’Eur o p a . Questo pe r c h é attualmente la situazione economica italiana è disastrosa ma, come affermato più volte dal Presidente americano Barack Obama, “l’Italia non è la Grecia”: pertanto l’Italia non può e non deve fallire “perché dal suo fallimento conseguirebbe il tracollo economico di tutta l’Eurozona”. Mario Monti è un economista di fama internazionale ed è stato commissario europeo sia per la concorrenza (ovvero responsabile della competizione commerciale, delle fusioni fra imprese e della regolamentazione antitrust nell’Unione Europea) sia per il mercato interno (con il compito di guidare lo sviluppo del mercato europeo): è l’uomo adatto per poter risolvere la situazione economica italiana. E Giorgio Napolitano ha 9 Novembre - Dicembre 2011 dimostrato ancora una volta di saper prendere ottime decisioni per il Paese. Infatti le alternative erano due: elezioni o governo tecnico. Le elezioni non sono possibili perché implicherebbero tre mesi di campagna elettorale, che l’Italia e l’Europa non possono sostenere: le borse non aspetteranno la lenta ripresa dell’Italia, tantomeno l’Europa. Le riforme vanno fatte subito e inoltre le alternative politiche attuali non sembrano adatte a gestire la situazione. L’ideale sarebbe proporre una nuova legge elettorale e poi indire le elezioni a fine legislatura, ovvero nel 2013. Perché una nuova legge elettorale? Perché in tal modo non saranno le segreterie dei partiti ma i cittadini italiani a scegliere chi li rappresenterà in Parlamento. Rimane il dubbio su quale possa essere la realtà politica del dopo-Berlusconi. Il Pdl ha perso il proprio leader e con esso parte delle preferenze, la Lega Nord senza il Pdl difficilmente riuscirà a creare una coalizione al governo. Il futuro del centrodestra sarà probabilmente Fli, se si scioglierà il “terzo polo”, in caso contrario resterà solo il Pdl. Il “terzo polo” attualmente non ha né le preferenze né la credibilità per governare. Rimane la Sinistra: Sel continua a salire nei sondaggi e il Pd ha al suo interno diversi elementi giovani interessanti, i cosiddetti rottamatori, che dovrebbero prima o poi iniziare a ottenere incarichi rilevanti all’interno del partito. Movimento 5 Stelle, come del resto Idv, non sembrano in grado di governare. Sarebbe molto interessante vedere al governo una coalizione tra Sel e Pd, probabilmente assieme a Idv anche se Di Pietro non convince, magari con qualche giovane come Renzi o Civati, affiancato da qualcuno con più esperienza. Questa potrebbe diventare la realtà politica del dopo-Berlusconi. Ma di tutto ciò si parlerà dopo la nuova legge elettorale e dopo l’operato, speriamo buono, del governo tecnico. Quindi, per ora, il tanto voluto o temuto ribaltone può attendere. Andrea Corvi Chi è il prossimo? L’uscita di scena dell’uomo che per quasi 18 anni è stato protagonista della politica italiana sta cambiando gli equilibri. La speranza è che questo sia anche, per l’intera nostra classe politica, l’inizio di un processo di ringiovanimento e rinnovamento. Ringiovanimento: questa è la parola chiave del nostro futuro politico. Ormai è giunto il momento di un ricambio generazionale perché l’Italia reagisca alla crisi economica che d’altronde sta affliggendo l’intera “vecchia” Europa: è più probabile che questa reazione venga dalla grinta e dalla voglia di cambiare dei giovani, più dinamici e più attenti alle trasformazioni. Non si tratta solo di una questione di età anagrafica ma anche mentale. I politici più anziani sono ancora legati alle vecchie ideologie, spesso difendono interessi di piccole categorie sociali e, soprattutto trascurano le realtà giovanili, dando poco spazio alle nuove generazioni. Ciò non implica che tutti i politici più anziani debbano ritirarsi di punto in bianco, ma devono permettere ai giovani di assumere incarichi sempre più importanti e, 10 comunque, cercare una maggiore collaborazione con loro, laddove oggi si parla sempre più di scontro tra generazioni, perché alle nuove non saranno garantiti gli stessi diritti delle vecchie. Perché questo avvenga è necessario formare una nuova classe dirigente con politici giovani che abbiano avuto qualche esperienza a livello regionale e che siano in grado di prendere il posto dei leaders o comunque dei politici storici del partito, che, prima o poi, dovranno lasciare la “poltrona”. Nella scena politica italiana ci sono diversi giovani vogliosi di migliorare il Paese e dimostrare quanto valgono. Ci sono secondo me due esempi nel Partito Democratico: Matteo Renzi e Giuseppe Civati. Peccato che con questa legge elettorale i giovani come Renzi o Civati riescano a emergere solo con grande difficoltà: i segretari di partito preferiscono non rischiare e ragionano con altre logiche, legate all’interesse di parte. Non è un mistero che da noi le poltrone sono sempre occupate dalle stesse persone, se è vero che negli ultimi decenni abbiamo avuto solo due presidenti del consiglio: Prodi e Berlusconi. Ma questa è una anomalia tutta italiana. La politica necessita di questo rinnovamento tanto quanto il Paese ha bisogno di riforme economiche ed elettorali. A questo processo di rinnovamento dovrebbe essere affiancato un programma di ricambio generazionale in ogni ambito dirigenziale, compreso quello imprenditoriale e industriale. Per aiutare i giovani a farsi strada bisogna varare una nuova legge elettorale, per poter votare direttamente la persona e non il partito. Questo processo deve portare i membri della vecchia classe dirigente a fare un passo indietro (o di lato) e permettere finalmente ai giovani di prendersi le proprie responsabilità e di avere voce in capitolo su un futuro fino ad ora deciso da altri. Berlusconi è stato il primo, ora chi sarà il prossimo? O forse si preferisce aspettare che i giovani invecchino? Andrea Corvi Un disastro (In)Evitabile NovRaes Novembre - Dicembre 2011 avanti per due telegiormesi.” nali, non ha Ma allora cosa pensato “Ancora?”. sarebbe stato Forse sarebbe stato più giusto fare? opportuno utilizzare tutto questa Davvero gli uomini esposizione mediatica per sensisi sono trovati in bilizzare la gente ad un maggiore balia degli eventi controllo del proprio territorio, e non hanno avuto ad una sorveglianza più attenta nessuna responsa- dell’operato degli amministrabilità nel favorirli? tori, a rinunciare all’abusivismo Certamente una e all’edilizia in zone a rischio IL BISAGNO SUL PUNTO DI STRARIPARE maggiore prudenza idrogeologico. e interventi di I media, soprattutto negli La sera del 3 novembre è manutenzione nel tempo avreb- ultimi anni, stanno diventando iniziato tutto. Il giorno dopo, già bero potuto limitare i danni di una presenza fondamentale nella a metà mattina, il Bisagno, fiume fronte all’emergenza, così come nostra società, eppure a volte, che bagna diversi quartieri di l’aver promosso un’edilizia più questa insistenza infastidisce. Genova, era al livello di guardia, attenta alla natura del territorio, Piuttosto che trasformare alle 13.00 erano già caduti 300 al posto di favorire l’abusivismo ogni evento drammatico in una mm di pioggia e alle 13.50 il fiume e l’interesse dei piccoli e grossi occasione per fare ascolto, per poi è esondato, allagando varie zone costruttori, concedendo licenze non parlarne più fino al prossimo della città: tra le più colpite incontrollate. disastro, non sarebbe meglio che Brignole e Borgo Incrociati. Tra le cose che potevano essere i media sollecitassero nel tempo Tra il 5 e il 6 la situazione è evitate potremmo inserire però una maggior consapevolezza peggiorata; smottamenti e frane il ‘tragedismo’ mediatico, tutta nell’opinione pubblica, affinché in diverse zone della provincia quell’insistenza ben nota dei tragedie come quelle recenti della di Genova, strade chiuse, edifici mezzi di informazione sugli Liguria non si verifichino più? allagati: insomma, è stato un aspetti umani più drammatici e Stefania Peruzzo disastro. Anche questa volta, patetici, a cui si assiste ogni volta come qualche settimana prima che si verifica un evento naturale nelle Cinque Terre e in Lunigiana, catastrofico o un crimine che ci sono stati morti, tra cui anche scuote l’opinione pubblica. bambini. Chi, davanti ai continui video di In tutto questo emerge una Youreporter trasmessi da alcuni domanda: “Se l’allerta meteo 2 CUMULI DI VETTURE AMMASSATE UNA SULL’ALTRA DALLA FORZA DELLA PIENA era stata lanciata, perchè non si era pronti?” Dal 1970 in poi i disastri provocati dalle piogge in certi periodi dell’anno, soprattutto in autunno, si sono susseguiti quasi ogni anno e ogni volta delle vittime innocenti hanno pagato per le responsabilità di chi avrebbe dovuto provvedere alla cura del territorio o garantire la sicurezza dei cittadini’. Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, però ha dichiarato: “Allerta 2 è un meccanismo standard della Protezione civile. Negli ultimi mesi ne abbiamo lanciati sei. Non è successo niente. Ma quando feci un’allerta 2 per neve un anno fa e chiusi le scuole, le polemiche andarono 11 Novembre - Dicembre 2011 Il Web piange Sic Secondo giro del Gp della Malesia, Simoncelli perde il controllo della moto, taglia la strada a Edwards e Rossi che, non potendo evitarlo, lo travolgono. SuperSic, come era affettuosamente chiamato dai suoi tifosi, rimane sdraiato sulla pista senza casco, immobile, mentre lo staff medico corre in suo aiuto. Nei 56 minuti che seguono l’accaduto il mondo dei motori, l’Italia e il Mondo intero prega di non sentire l’annuncio che puntualmente arriva: “Simoncelli è morto”. Su Facebook, dopo le vane speranze iniziali, cominciano a circolare le prime parole di addio al giovane campione, mentre alcuni creano immagini che lo ritraggono già in Paradiso ad “insegnare agli angeli ad impennare con la moto”. I piloti di tutta la MotoGp aggiornano i propri stati: Valentino Rossi, che a Marco era legato da un rapporto profondo, lo ricorda come un fratello, Dovizioso, storico avversario ed amico, stenta ancora a crederci, Edwards interrompe un silenzio carico di stupore solo per un rapido saluto, mentre cerca di farzi forza. I giovani e tutto il mondo del web in generale si fregiano di foto del Sic e del numero 58; si diffondono sempre più i gruppi che lo ricordano e le bacheche continuano a riempirsi di stati personali che vanno dai più poetici e più affettuosi a quelli di chi paragona il tragico evento alla morte di Gilles Villeneuve, pilota di F1, in un incidente durante il GP del Belgio del 1982, o a quella più recente del grande Airton Senna ad Imola. I giorni passano e i ricordi affettuosi del Sic sul web si fanno sempre più numerosi; l’aspetto di lui che prevale di più è il suo straordinario sorriso, che contrasta con l’avvicinarsi del momento dell’estremo saluto della famiglia, degli amici e di tutti quello che lo amavano e apprezzavano, che viene trasmesso in diretta sulla TV nazionale. Ma contemporaneamente alle belle frasi che compaiono sui social network e sul libro delle firme, posto nella chiesa di Santa Maria dove si è svolto il funerale, Nonciclopedia, famoso sito di satira appena uscito da un diverbio col cantante Vasco Rossi, e Spinoza, anch’esso blog di satira, si sono laciati andare ad affermazioni di pessimo gusto. I primi hanno scatenato reazioni con una frase di inappopriato black humor: “Ennesima caduta per Marco Simoncelli, ma ha promesso che questa è l’ultima”; mentre il secondo, che come si sa non guarda in faccia nessuno, ha puntato su un gioco di parole leggermente più leggero: “Non si sterza sui morti”. Tutto ciò ha diminuito considerevolmente il numero di fans italiani per i due siti, che, purtroppo, non hanno pubblicato l’insulto peggiore online; uno spagnolo ha infatti preso l’immagine della fatale caduta e l’ha accompagnata da una risata decisamente fuori luogo che gli è costata il ban da Facebook. E proprio dal più grande social network del mondo è partita una petizione per intitolare il circuito di Misano a Marco, che ha avuto successo e il 2 novembre il consiglio di amministrazione di Santamonica S.p.a ha associato il nome del circuito al giovane pilota, nato a pochi chilometri di distanza. Andrea Marchesi Perchè è pericoloso e incivile truccare i motorini Una volta, per far sì che i motorini 50cc superassero i 45 km/h imposti dalla legge, i ragazzi s’improvvisavano meccanici e truccavano i loro mezzi. Oggi sono le stesse case che producono gli scooter che ne facilitano la modifica tramite la semplice estrazione di fermi applicati al motore. Questi fermi, appunto, possono 12 essere estratti con estrema facilità da chiunque, basta avere un amico un po’ più esperto. Non è infrequente che oggi in strada si trovino tanti motorini truccati che arrivano ad una velocità di 80-90 km/h con un grosso aumento del rischio di incidenti, anche mortali, per la difficoltà di controllare il mezzo. Ma se si viene fermati da polizia, carabinieri o vigili, che verificano queste modifiche, allora scattano anche sanzioni molto pesanti: l’articolo 97 del codice della strada prevede il pagamento di una rilevante somma di denaro e della confisca del mezzo. La modifica dei motorini, tuttavia, è molto diffusa tra i giovanissimi, soprattutto perché i controlli non sono a tappeto e si spera sempre di farla franca. Ma quando questi interventi illegali sono scoperti, la responsabilità ricade inevitabilmente sui genitori: con la sentenza 6685/2007 la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione ha deciso che se un minorenne modifica il suo motorino, la responsabilità è del genitore. Sicuramente la questione suscita non pochi problemi, poiché il controllo tecnico di un motorino sfugge quasi completamente ai genitori, ma quanto meno si ribadisce il ruolo dei genitori che non possono limitarsi ad acquistare il motorino ma devono vigilare sul comportamento del suo proprietario minorenne, puntando su una corretta educazione. Moltissimi qui a scuola possiedono questi veicoli e senza dubbio alcuni di loro sono modificati, come testimonia il forte rumore delle marmitte. Inoltre la scarsa educazione dei proprietari, che, soprattutto nei primi mesi dell’anno scolastico, accendevano i loro motorini prima di uscire dalla scuola, ha causato continui problemi d’inquinamento dell’aria e acustico alle classi in prossimità dei parcheggi interni, Novembre - Dicembre 2011 tanto che il dirigente scolastico è stato costretto a diramare una circolare che obbliga tutti i possessori di motorini a portare a mano lo scooter a motore spento dal parcheggio al cancello della scuola, prima di poterlo accendere. Forse tra i proprietari di questi veicoli ce ne sono molti che nei giorni successivi la morte di Simoncelli, molto amato dai giovani, ne hanno pianto la morte e ricordato l’allegria, il coraggio e l’abilità: chissà cosa penserebbe del loro comportamento Sic, che è sempre stato un motociclista esemplare, credo che penserebbe che il modo migliore per onorare il suo ricordo sarebbe prima di tutto rispettare gli altri e le regole della strada, perchè fare del male a se stessi e agli altri per l’ebbrezza della velocità non è divertente. Taha Iad Avril Lavigne: Black Star Tour Torino al Palaolimpico (8 settembre), Roma al Palalottomatica (10 settembre) e Milano al Mediolanum Forum (11 settembre), le tre tappe italiane del “The black Star Tour” della star canadese Avril Lavigne, che ha già fatto il giro del mondo. Ispirato al nuovo album, Goodbye Lullaby, prende il nome dalla canzone di apertura, grande singolo di successo. Era da giugno 2008 che la cantante canadese, amata soprattutto dalle adolescenti, non appariva in tournée nelle città italiane e il successo di pubblico è stato grandissimo. Con la sua musica poprock e con la sua entrata trionfale sulle note di Black Star Avril ha saputo soddisfare tutti i suoi fans con un ricco repertorio che ha toccato le atmosfere malinconiche di I wish you were here e When You’re Gone e le scatenate note di Girlfriend, Smile e What the Hell. Ho personalmente partecipato al concerto tenutosi a Torino e ho avuto la fortuna di andare a curiosare nel backstage e posso dire che è stato sensazionale! Mi sono accorta però che senza luci, casse e tutto il lavoro di ogni singolo operaio del Palaolimpico il concerto non sarebbe stato la stessa cosa, il ragazzo che mi ha guidato nel dietro le quinte mi ha spiegato quanto lavoro ci sia dietro al palco, quanto lavoro ci voglia per preparare una sola serata di concerto, senza contare il servizio della Croce Rossa e dei carabinieri che garantivano tranquillità e sicurezza. Il concerto è stato fantastico, anche se Avril si è fatta attendere, ma ne è valsa la pena! Concluso il concerto la star ha regalato a noi fans ben tre bis, tra applausi, striscioni, e musica. A fine serata ero elettrizzata e felicissima, forse perché avevo tra le mani un suo autografo! Monica Clerici 13 Novembre - Dicembre 2011 Ritmo, dissonanza e armonia al teatro del Popolo: la coinvolgente esibizione dei Danno Compound Ci sono cose che non ti aspetti ed una di queste è divertirsi ad un concerto di sole percussioni per un paio d’ore. Ed è proprio quello che è successo lo scorso 29 ottobre al teatro del Popolo durante lo spettacolo intitolato “La clessidra e il pendolo rovesciato”, quando si sono esibiti i ragazzi di Danno Compound, gruppo composto da otto studenti del CEM. Spaziando da ritmi tribali ad atmosfere oniriche, utilizzando oltre alla classica batteria anche strumenti meno convenzionali come taniche e bidoni di latta o martelli, che hanno contribuito a dare originalità all’esibizione, i giovani artisti hanno creato un interessante e inaspettato spettacolo, a tratti dissonante, ma nel complesso coinvolgente. Uno dei momenti migliori del concerto è stato infatti l’invito rivolto al pubblico a partecipare attivamente sia sul palco che dalla platea: se inizialmente è stato chiesto ai presenti di battere le mani a tempo, in seguito sono stati offerti gli strumenti stessi, prima portando fra le poltrone le taniche e poi invitando chiunque volesse a salire sul palco per improvvisare insieme. La mattinata si è articolata in diversi momenti: i primi brani, come ci è stato poi spiegato dal maestro, erano scritti su spartito, mentre successivamente tutto si è svolto in modo improvvisato, cosa che ha comportato delle comprensibili incertezze e lievi errori. I percussionisti hanno poi collaborato con il maestro Augusto Gentili, che si è unito insieme a due studentesse nell’esecuzione di un brano adattato per basso e batteria. L’unione degli strumenti ha creato qualche dissonanza breve ma percepibile. A conclusione dell’esibizione finale, una lettura poetica accompagnata da un sottofondo di piatti e posate, gli artisti hanno invitato il pubblico a porre qualche domanda. Così hanno spiegato che con il ritmo si nasce ma batteristi si diventa, dedicando molte ore allo studio della tecnica musicale, e che per creare un brano partono generalmente da un’area geografica per poi aggiungere a mano a mano qualcosa ciascuno. Il professor Segalla, docente presso il Liceo Scientifico di Gallarate, ha così definito i Danno Compound: “ Sono un grande gruppo, non solo per le loro qualità ma soprattutto perchè ottengono il massimo dagli strumenti che utilizzano. Sono stati bravi a coinvolgere il pubblico e hanno lavorato seriamente. Posso dire che quest’esibizione mi ha soddisfatto.” Sara Puleio & Bruno Oggioni Eneide: una voce antica che ci parla ancor oggi di dolore e speranza Nella prima metà del Novecento l’Eneide non aveva riscontrato grande successo, soprattutto in Inghilterra e i grandi classicisti consideravano Virgilio un poeta minore. Il suo poema e il suo stile narrativo furono giudicati ‘’inappropriati’’da Matthew Arnold, poeta e critico letterario britannico, per esaltare lo splendore della civiltà romana in epoca augustea. Nel 1944, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, Thomas Eliot pubblicò in Inghilterra un testo intitolato ‘’Che cos’è un classico?’’. In esso Eliot mise in evidenza che l’Eneide, pur essendo un poema antico, era in grado di comparare la storia di Enea con 14 la realtà cruda e attuale provocata dall’orrore dei bombardamenti e della desolazione del mondo in frantumi del 1944. Enea, quindi, era divenuto interprete della tragica congiuntura in cui si trovava l’umanità in quegli anni cupi poiché rappresentava l’esule che fugge dalla patria distrutta verso l’ignoto e l’emblema di una speranza futura che si realizza nella promessa di una nuova città e della pace. Questi due temi furono affrontati anche dal poeta tedesco Heinz Piontek in una sua lirica intitolata ‘’Die Verstreuten’’ cioè ‘’I Dispersi’’ e da Giorgio Caproni nella poesia ‘’Il passaggio di Enea’’. Piontek, nella sua poesia, narra la fuga della popolazione tedesca dalla Prussia Orientale mentre si avvia verso una meta sconosciuta e verso un futuro incerto. Durante questa fuga, improvvisamente, compare un uomo robusto in uniforme che porta sulle spalle il padre anziano e per mano un ragazzo. La fuga della popolazione richiama la fuga da Troia distrutta mentre l’uomo robusto ricorda la figura di Enea descritto da Virgilio nel Secondo Libro dell’Eneide: egli è il profugo capace di immaginare per sé e per i suoi cari un’altra possibilità di vita. Nella poesia di Caproni dominano due temi fondamentali: la città e il viaggio. Essa ha come sfondo costante le città di Livorno e Genova, colte nei loro colori e nei loro profumi. In particolar modo spicca Genova alla quale il poeta è strettamente legato e di cui sente di essere parte: ‘’Genova palpitante. Mio cuore. Mio brillante … Genova mio domicilio, dove m’è nato Attilio’’. Il viaggio è un viaggio allegorico, in quanto l’esistenza intera è vissuta come il passaggio da una stagione ad un’altra. Novembre - Dicembre 2011 Il mito del viaggio è raffigurato da Enea,viaggiatore in cammino verso l’ignoto, ruolo da sempre assunto da Ulisse. L’Eneide quindi, come tutti i grandi testi, non si limita solo alla figurazione del passato, ma ci permette di comprendere il presente e immaginare il futuro, di conseguenza possiamo definirla ‘’un poema di sempre’’. Di questo i poeti sono i testimoni migliori. Carlotta Foglia “Che fine ha fatto baby jane?” “Che fine ha fatto baby jane?” fu girato nel 1962 da un magistrale Robert Aldrich e interpretato da due grandi dive dello schermo, Joan Crawford e Bette Davis, ormai sulla via del tramonto, ma capacissime di offrirci un’ interpretazione convincente e impressionante. Jane Hudson (Bette Davis) è un’ex-bambina prodigio che nell’età adulta non riesce ad avere lo stesso successo di quando era bambina e che vive nel ricordo della sua fama. Le persone sembrano invece non aver dimenticato la sorella Blanche ( Joan Crawford), attrice di successo da adulta che ha dovuto abbandonare la sua carriera per un incidente che l’ha costretta alla sedia a rotelle. Le sorelle sono obbligate a una convivenza necessaria, Joan si occupa di Blanche e riversa su di lei le frustrazioni di una vita che non ha potuto vivere fino in fondo; allo stesso modo Blanche subisce la macabra violenza psicologica della sorella senza ribellarsi, non tanto perché indifesa, ma perché frustrata anch’essa dalla realtà. Vivono quindi isolate e vogliono che la realtà, che le angoscia molto, non interferisca nel loro processo di resa dei conti. Thriller drammatico sulla scia del successo ottenuto due anni prima da Hitchcock con Psyco, il film è reso ancora più angosciante grazie all’utilizzo della pellicola in bianco e nero, all’eccezionale fotografia e al personaggio (comico?) di Edwin Flagg (Victor Buono), che sembra dover alleviare la suspance, ma che dà al film un tratto grottesco. Senza mai annoiarsi lo spettatore assiste quasi ad un melodramma teatrale (tutte le scene sono pressoché interne) dove le protagoniste, rivali anche nella realtà, giocano ad annullarsi a vicenda per affermare alla fine: “Ma allora, in tutti questi anni, avremmo potuto essere amiche”. Voto: 4.5 su 5 stelle Titolo: “Che fine ha fatto baby Jane?“ Regia: Robert Aldrich Genere: Drammatico Uscita nei cinema: 1962 Durata del film: 134’ Bianca Quadrelli 15 Novembre - Dicembre 2011 Melancholia Sulle note del preludio del “Tristan Und Isolde” di R.Wagner, Justine (Kirsten Dunst) è afflitta e tormentata da fantasmi malinconici che le impediscono di vivere con felicità il proprio matrimonio. L’inquietudine è aggravata dall’avvicinarsi di un misterioso pianeta (Melancholia) in rotta di collisione con la terra. La sorella, Claire (Charlotte Gainsbourg) sembra l’opposto di Justine, ha organizzato impeccabilmente il suo matrimonio e si presenta all’inizio come un personaggio sicuro delle proprie azioni, ma quando la possibilità di uno scontro con la terra del pianeta Melancholia si fa’ più concreta, diventa un genitore pieno di paura che non riesce a proteggere il figlio dall’apocalisse. Da questa situazione la depressione di Justine trae linfa vitale: Justine “chiama” l’apocalisse non tanto per porre fine alle sue sofferenze, ma per l’umanità, della quale prova compassione e pensa che meriti di dissolversi. Lars Von Trier gira uno dei film più discussi dell’anno, un film artistico, soprattutto di grande impatto visivo ed emotivo. Voto: 3.5 su 5 stelle Bianca Quadrelli Titolo: Melancholia Regia: Lars von Trier Genere: drammatico, fantascienza, sentimentale, catastrofico Uscita nei cinema: 2011 Durata del film: 130’ Kung Fu Panda 2 E’ un film d’animazione prodotto dalla DreamWorks e sequel di “Kung fu Panda” del 2008. Narra la nuova avventura del guerriero panda (Po) che cerca di scoprire le sue origini affrontando nuovi nemici che minacciano la tranquillità della Cina. Nonostante il film abbia una trama simile al precedente, la comicità di Po, nuovo maestro di Kung Fu, la gestualità e naturalezza dei movimenti dei personaggi che sembrano fuoriuscire dallo schermo ed entrare nelle nostre case (infatti è stata prodotta anche una versione in 3D del film), l’azione dei combattimenti che riescono a tenere lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo momento rendono il film gradevole e divertente. La ricerca continua di Po delle sue origini dà un tocco in più alla storia e riesce a coinvolgere gli spettatori. Caratteristica principale del film è la sua capacità di essere adatto a un pubblico di tutte le età. E’ evidente l’intervento di del Toro, produttore che si è aggiunto a Melissa Cobb nel creare questo cartone, soprattutto nell’accentuazione del viaggio non solo fisico ma anche interiore del personaggio principale. Grazie a queste nuove features “Kung Fu Panda 2” riesce a superare il suo prequel ed è degno di guadagnare 663 milioni di dollari nei box office mondiali. Voto: 3.5 su 5 stelle Maria Patatranu Titolo: Kung Fu Panda 2 Regia:Jennifer Yuh Genere: Animazione Uscita nei cinema: 2011 Durata del film: 90’ 16 Novembre - Dicembre 2011 Le regole della truffa Tripp Kennedy (Patrick Dempsey) è un uomo nevrotico affetto da sindrome ossessivo-compulsiva che, andando un giorno in banca, si ritrova in mezzo a ben due rapine contemporaneamente. Infatti due squadre diverse di malfattori scelgono con sorprendente coincidenza di fare un colpo nello stesso giorno e alla stessa banca. I nove ostaggi sono tutti terrorizzati all’infuori di Tripp che cerca di risolvere i misteri dietro alle coincidenze solo per impressionare un’impiegata bancaria della quale si è infatuato. Questa leggera commedia mette insieme diversi colpi di scena e vari personaggi stereotipati. Gli autori Jon Lucas e Scott Moore, che fra i loro impegni precedenti sfoderano la sceneggiatura di “Una notte da leoni”, deludono invece nel loro nuovo lavoro. Secondo Dempsey invece ci sono stati molti problemi nella produzione del film. Prima c’è stata la perdita del direttore, poi l’allontanamento di alcuni capi di dipartimento e infine la scelta di un luogo di lavoro diverso da quello scelto inizialmente. La vera tragedia di questo film è lo spreco di una ricchezza di talenti che, forse con un tempo più esteso di pre-produzione e di prove, sarebbero riusciti ad esprimersi meglio rendendo più riuscita la commedia. Voto: 1 su 5 stelle Maria Patatranu Titolo: Le regole della truffa Regia: Rob Minkoff Genere: azione Uscita nei cinema: 2011 Durata del film: 104’ Elfen Lied Manga Titolo: エルフェンリート (Elfen Lied) Autore: Lynn Okamoto Editore: Panini - Planet manga 1^Edizione o6-2002 / 11-2005 “Elfen Lied” è un manga ed un anime di Lynn Okamoto. Per le numerose scene di nudo femminile e per alcune scene molto cruente è sconsigliata la lettura di questo manga o la visione dell’anime ad un pubblico inferiore ai 13 anni. La serie parla principalmente dei Diclonius, esseri mutanti con due strane corna sul capo e dotati di fortissimi arti invisibili chiamati “vettori”. Essendo pericolosi per la normale razza umana, i bambini Diclonius vengono uccisi alla nascita o rinchiusi in laboratori di ricerca, sottoposti a terribili torture ed esperimenti. Una di loro, Lucy, riesce però a fuggire verso il mare, massacrando qualunque persona le si pari innanzi. Viene ritrovata sulla spiaggia da un ragazzo, Kota, e una sua amica, in Anime Autore: Lynn Okamoto Regia: Mamoru Kanbe Sceneggiatura: Takao Yoshioka Animazione: Seiji Kishimoto Musiche: Kayo Konishi Yukio Kondoo Episodi: 13 Durata: 25 Minuti ca. un completo stato di amnesia e personalità doppia, causati da un colpo sparatole in testa durante la fuga. La ragazza si ritrova con una personalità completamente diversa e i due ragazzi decidono di chiamarla con la sola parola che riesce a pronunciare, ovvero “Nyu”. Non potendola lasciare sola in quelle condizioni, la portano a 17 Novembre - Dicembre 2011 casa in attesa di scoprire qualcosa sul suo passato. Ma i militari sono sulle sue tracce. Per di più ogni volta che la ragazza sbatte la testa ritorna ad essere Lucy. In un giorno di malattia Lucy ricorda il suo passato prima dell’amnesia. Ricorda di essere stata in un orfanotrofio e la prima volta in cui uccise. Inoltre ricorda anche di aver già conosciuto Kota, che era stato il suo primo amico quando si trovava in orfanotrofio. Il ragazzo non può ricordarsi di lei poiché da piccolo furono uccisi sua sorella e suo padre e lui dimenticò tutto per lo shock. Alla fine anche lui ricorda che fu proprio Lucy a ucciderli per gelosia, perchè credeva che il ragazzo l’avesse tradita. In seguito la ragazza era stata rinchiusa in un centro di ricerca da dove era fuggita cinque anni dopo: proprio durante la fuga viene ferita, perde la memoria e viene salvata da Kota che non la riconosce. Inoltre Lucy non è l’unica della sua specie: al Centro di Ricerche rimangono numerosi Diclonius e alcuni di loro verranno incaricati di collaborare con i militari per uccidere la fuggitiva, come Nana, prediletta di uno dei più importanti ricercatori, e Mariko, sua figlia. Ma alla fine tutti gli avvenimenti daranno luogo a uno scontro decisivo, che vedrà combattere Mariko contro Nana, Mariko contro Lucy e alla fine Lucy contro tutti i soldati. La fine nell’anime è ancora avvolta nel mistero. Elfen Lied è sicuramente un anime molto bello, sia per la psicologia dei personaggi, sia per la trama, che a me sembra molto originale. Lo sconsiglio vivamente, però, a tutti quelli a cui non piacciono gli anime sentimentali. Infatti, tra una scena di tortura e qualche smembramento, prenderà forma la storia d’amore tra il personaggio principale, e le due ragazze protagoniste: Lucy e l’amica del ragazzo. Ed ora una particolarità bellissima di questo anime: la sigla d’apertura, Lilium, è basata su riferimenti cristiani in latino e, per la sua andatura lenta e cadenzata, assomiglia molto ad un canto gregoriano. Per chi volesse provare a tradurlo, o, magari, anche a canticchiarlo, riporto di seguito il testo: << Os iusti meditabitur sapientiam, et lingua eius loquetur iudicium. Beatus vir qui suffert tentationem, quoniam cum probates fuerit accipient coronam vitae. Kyrie, Ignis Divine, Eleison. O quam sancta, quam serena, quam benigna quam amoena; O castitatis lilium >> Valentina Babolin Dalila Mariniello Arrietty e il mondo segreto sotto il pavimento Titolo: 借りぐらしのアリエッティ (Karigurashi no Arrietty) Arrietty la prendinprestito Regia: Hiromasa Yonebayashi Genere: Animazione Uscita nei cinema: 14/10/2011 Studio di Animazione: Ghibli Durata del film: 94’ 18 Lo studio Ghibli, famoso per film di Miyazaki come “La città incantata” (Orso d’oro a Berlino ed Oscar come miglior film d’animazione), “Il Castello Errante di Howl” e “Ponyo”, lancia un nuovo film scritto da Miyazaki ma diretto da Hiromasa Yonebayashi. Sto parlando di “Arrietty-Il mondo sotto il pavimento”. Questo film, caratterizzato da disegni mozzafiato e accompagnato da musica dolcissima, narra la storia di Arrietty, una Rubacchiotta di 14 anni che vive con la sua famiglia nello scantinato di una grande casa. La caratteristica di Arrietty e della sua famiglia? Essere alti più o meno 15 cm. La vita di questa famiglia scorre abbastanza tranquilla fino a quando nella casa arriva Sho, un quattordicienne malato di cuore che vede la piccola Arrietty muoversi nel prato. La sera stessa Arriety con suo padre fa la prima gita in casa degli umani per prendere in prestito dello zucchero ma viene vista e riconosciuta da Sho. Da qui la vicenda si evolve con passaggi molto semplici ma significativi e per nulla banali. Arrietty e Sho diventano quasi amici, ma proprio quando la loro amicizia sembra diventare qualcosa di più, la famiglia di Arrietty decide di traslocare, alla ricerca di altri Rubacchiotti. Il film, che tratta tematiche care a Miyazaki (l’amicizia, l’ecologia etc.), vanta una animazione straordinaria ed elegante, nel puro stile del grande maestro. Una pecca è rapprentata dalla traduzione italiana, a causa di alcune scelte poco condivisibili, dato che il nome del popolo e stato tradotto in modo errato con “Rubacchiotti”, quando la traduzione originale sarebbe “coloro che prendono in prestito”, e durante il film si parla addirittura di “Gnomi”. Un film comunque da consigliare a tutti gli amanti non solo di Miyazaki, ma anche semplicemente delle belle storie e della buona animazione. Victoria Rotoloni Rossana Kodomo No Omocha, meglio conosciuto come ROSSANA è un manga di grande fama da cui è stato tratto anche un anime andato in onda su Italia Uno fino a qualche anno fa. Rossana (Sana Kurata, nel manga), la protagonista, “è una ragazzina tutto pepe”, appunto il titolo del primo capitolo o episodio dell’opera più bella di Miho Obana. Conosciuta in tutto il mondo per le sue canzoni intonate al momento e i suoi lunghi capelli rossi raccolti in due code basse dietro alle orecchie, Rossana è un personaggio divertente, un po’ pigro, simpatico, esuberante, ma anche romantico. Sarà per queste qualità in cui molte teen si rispecchiano che il manga ha avuto così tanto successo! Studentessa e attrice allo stesso tempo, la ragazza conduce una vita movimentata e divertente, tra le prime cotte dell’adolescenza, ma anche tra le prime delusioni. Il racconto segue Sana (diminutivo di Rossana) dalle scuole elementari fino all’ultimo anno di medie, raccontandone ogni dettaglio della vita quotidiana e sentimentale. Compagna di classe fin dalla quinta elementare di Eric (Akito Hayama nel manga), il classico bulletto che alla fine solo con lei riesce a mostrare il suo vero carattere, Sana si accorge che l’antipatia provata all’inizio si sta trasformando in amore. La storia prosegue raccontando le molte avventure che la nostra tuttofare vive con il suo ragazzo amato, che da migliore amico diventa qualche cosa di più. Regali per Natale, San Valentino e baci rubati, sono tutte cose che la spaventano un po’, ma al tempo stesso la attirano sempre di più verso quel ragazzo duro, che per attirare l’attenzione si è persino iscritto ad un corso di karate, ma Novembre - Dicembre 2011 così bello. Ad aiutare la protagonista sono presenti ogni giorno il suo manager Robby (Rei) e la madre adottiva Cathrine Smith (Misako), scrittrice di libri famosa in tutta Tokyo. Al passaggio dalle scuole medie alle elementari arriva nella classe di Rossana una nuova ragazza americana, Funny (Fuuka Matsui), che le assomiglia molto, se non per il caschetto marrone che le incornicia il grazioso viso. Sana e Funny diventano subito molto amiche e, quando sono lontane a causa del lavoro della prima, soffrono molto. Accade che per gioco Funny propone ad Eric di fidanzarsi e lui, avendo un debole per Sana e notando la somiglianza, accetta. Peccato però che da un gioco nasca un amore vero e, quando Rossana viene a saperlo, la delusione e il dolore la deprimono, distraendola dalle riprese televisive per il film per cui era stata ingaggiata con Charles (Naozumi Kamura, detto semplicemente “Nao” dalle sue innumerevoli fans), attore suo coetaneo, che da tempo le faceva la corte senza successo. Indispettito ed un po’ ferito, Charles rivela tutti i sentimenti della ragazza in diretta televisiva e Eric, resosi conto del suo comportamento, decide di affrontare Sana. Ma lei, irremovibile e ancora scottata, lascia la scuola per concentrarsi solo sul lavoro e per risanare pian piano le ferite. I due ragazzi però non sono destinati a stare lontani e al ritorno di lei dalle riprese di un altro film, vivendo un’altra avventura, finiscono col capire che sono ancora entrambi innamorati. Riporto le ultime battute dell’ultima puntata dell’anime, sperando di rendere bene il’idea del carattere dei personaggi e dell’atmosfera delle situazioni: Eric: “Hei Sana, sai che domani avrò la prova di karate, quella decisiva..?” Sana: “Bene, questa volta sarai cintura nera!” Eric: “Sì e poi..se diventerò cintura nera, io..beh,vorrei parlarti. Ahia!” Sana: “Che ti succede?” Eric: “Qualcosa nell’occhio!” Sana: “No non devi sfregarlo! Ho qui un fazzoletto pulito, ecco..” Lei si avvicina e lui la bacia. Lei si stringe forte a lui, ma poi si tira indietro bruscamente. Sana: “Ma che cosa fai? Ma come ti permetti, sei un brutto mostro! Hai capito? Dai sempre tutto per scontato! Mah..Eric?” Eric: “Cosa?” Sana: “Se diventerai cintura nera, sappi che anche io vorrei parlarti..in bocca al lupo e... mi raccomando..” Eric: “Sì..” Sana: “A domani..” Vi consiglio di leggere prima di tutto il manga perché è davvero coinvolgente e, se ne avete voglia, di guardarvi la serie. Personalemente sono molto legata a Rossana e per me è stato il manga e l’anime più bello, più vero, più emozionante che abbia mai visto. Vanessa Geltride 19 Novembre - Dicembre 2011 Il Giappone in tavola Piatti semplici con pochi ingredienti elaborati con eleganza, raffinatezza e cura formale: questo è il principio della cucina giapponese, in cui è valorizzato anche il più piccolo dettaglio. Lo testimonia, ad esempio, la meticolosa ritualità nella preparazione e nella sentazione dei piatti e del vasellame, che hanno la medesima importanza del cibo stesso. I sapori sono molto delicati, particolari e armonizzati secondo regole ferree ; i colori dei cibi vengono abbinati al colore del piatto e della tovaglietta con cui vengono serviti. Inoltre esiste un’unica portata durante la quale vengono servite tutte le pietanze richieste. I principali utensili utilizzati per cucinare e mangiare alla giapponese sono gli ohashi: due bastoncini utilizzati al posto delle posate che si possono trovare al giorno d’oggi con molta facilità anche in Italia presso qualunque negozio di alimentari orientali o cinesi. Quelli utilizzati per cucinare sono più lunghi e si chiamano saibashi e solitamente se ne utilizzano un paio. Come le nostre posate dopo l’uso possono essere lavate con un normale sapone per i piatti, ma vanno asciugati immediatamente perchè non si rovinino. Per cucinare vengono utilizzati anche due coltelli, uno con la lama stretta e uno con la lama larga, definiti entrambi sushikiri-bocho, l’hangiri, un contenitore utilizzato per mescolare il riso con la soluzione di aceto e zucchero, il maki-su il quale viene utilizzato per avvolgere il Nori (alga caratteristica) intorno al riso e ad altri ingredienti in modo da ottenere dei sushi arrotolati, e l’uchiwa, il ventaglio usato per raffreddare il riso da sushi durante l’amalgama tra il riso e la soluzione di aceto e zucchero. Chiara Quirino Ricetta Ramen Il ramen è uno dei piatti caratteristici della cucina giappones, anche se ha origine cinese. Si tratta di tagliolini in brodo di carne o pesce, insaporito con salsa di soia, miso (condimento a base di semi di soia), fettine di maiale, alghe marine, kamaboko (ottenuto dalla lavorazione del pesce), cipolla a fette. La sua fama è tanto diffusa che lo si trova continuamente citato negli anime e nei manga. Quello tradizionale prevede che i tagliolini siano fatti a mano, secondo un procedimento che è una vera e propria arte rituale, serviti in piccole bancarelle all’aperto; ma ormai è frequente la sua commercializzazione anche nei supermarket in buste preconfezionate, alle quali basta aggiungere acqua calda. Di seguito si descrive una versione semplificata dell’originale ramen giapponese. Detto questo, godetevi il vostro ramen. 20 Ingredienti • 2 confezioni di ramen pronto (se non lo trovate vanno bene anche i taglolini normali) • 2 uova sode • Una manciata di germogli di soia freschi. • Granturco lessato in (per 4 persone) scatola • Pepe • 2 fette di porchetta • Negi (erba cipollina) 1 5 2 6 Tagliare le fette di porchetta in due in modo da ottenere 4 fette uguali. Tagliare l’erba cipollina a rondelle in modo da poterne mettere una piccola manciata per ciascuna scodella. Preparare i germogli di soia lavati e il granturco. Far bollire i tagliolini nell’acqua bollente come se fossero normali spaghetti. Bisogna evitare che scuocino, dato che tendono a cuocere velocemente; meglio se al dente. 3 Nel frattempo preparate il brodo (già pronto o preparato precedentemente). 4 Dopo la cottura scolare bene i tagliolini per evitare che rovinino il brodo e divideteli in quattro scodelle. Novembre - Dicembre 2011 Prendete i vari ingredienti e distribuiteli sopra i tagliolini in parti uguali in modo che rimangano il più possibile separati l’uno dall’altro. Versate il brodo bollente fin quasi a coprire il tutto. Aggiungere un pizzico di pepe nero possibilmente macinato grossolanamente. Il ramen va servito ancora caldo. *Per chi lo sa fare o vuole provarci, il ramen va mangiato con le bacchette (ashi), aiutandosi con un cucchiaio o con un mestolino, risucchiando i tagliolini senza preoccuparsi troppo di fare rumore. Anzi, in Giappone è segno che se ne apprezza il gusto. Il brodo non andrebbe bevuto anche perché di solito è molto grasso e salato. Comunque, berlo tutto in un ristorante è segno che il ramen era davvero di una bontà fuori dal comune. Francesco Crespi Dango Il Dango, una sorta di gnocco che può essere servito sia dolce che salato, è un piatto tradizionale giapponese. Cucinare i dango è molto semplice, assai difficile da preparare sono però le salse. A seconda della salsa i dango prendono un nome diverso. •Anko: comunemente conosciuto come una pasta di fagioli rossi (addolciti), mentre ingredienti diversi dagli azuki vengono usati in rare occasioni. •An-Dango è il gusto più popolare in Giappone. •Bocchan dango: dango che ha tre colori. Il primo è colorato dai fagioli rossi, il secondo da uova, e il terzo dal tè verde. Ingredienti •Chichi dango: leggeri treats un po’ dolci mangiati • 200 grammi di farina (facoltativo) solitamente come dolci. di riso • 200 grammi di acqua •Goma: semi di sesamo. È sia salato che dolce. • 30-50 grammi di zucchero calda •Kinako: farina di soia tostata. •Kushi dango: dango tenuti da uno spiedo. •Mitarashi: uno sciroppo ricavato dallo shouyu (salsa di soia), dallo zucchero e dall’amido. •Teppanyaki: dango in uno spiedo con un sapore piccante di teppanyaki. [CONTINUA NELLA PAGINA SEGUENTE] 21 Novembre - Dicembre 2011 1 Mescolare insieme la farina con lo zucchero e l’acqua. 2 Dividere l’impasto ottenuto in piccole palline del diametro di circa 3 centimetri. *Il modo più semplice e più rapido per cucinarli è metterli in una pentola con acqua, zuppa o succo e portarli ad ebollizione. Proprio come gli gnocchi, quando sono pronti, riemergono. L’altro modo è cuocerli a vapore per 60 minuti. Chi non è attrezzato e non ha la pentola speciale a vapore può usare una pentola normale e uno scolapasta, cucinandoli come a bagnomaria. Far quindi bollire l’acqua all’interno della pentola e coprire il tutto con un coperchio avvolto da un panno, lasciando cuocere per circa 50-60 minuti (il panno sul coperchio servirà per far si che il vapore non ricada in goccioline sul composto). Sollevare il coperchio, prendere un paio di pezzi e dividerli a metà per controllare che anche il centro delle palline sia cotto a dovere e non siano rimaste tracce di farina dell’impasto. In caso lasciare cuocere un altro po’. A fine cottura, infilare tre o quattro palline in uno spiedino. Per “condire” i Dango ci sono varie salse, anche se molti ingredienti sono difficili da trovare; in sostituzione si può preparare un caramellato con poca acqua zucchero e miele, portando tutto ad ebollizione. Infine cospargere i Dango. Vale la pena di vivere per: Speciale Prof. Puglisi • Alunna: “Speriamo non ci sia l’Aliverti!!... Ah no! E’ già arrivata la borsa!” • Durante l’ora di storia dell’arte l’alunno S.L. fa sentire la suoneria della campanella col cellulare e la prof.ssa fa uscire tutti gli alunni dalla classe. • Alunno entra in 4 D : “Scusi prof., avrei bisogno di una squadretta!” L. dal fondo della classe: “Se vuoi ti do il Chievo.” • Prof.ssa Aliverti: “Ragazzi.. Oggi è l’11.11.11... Sapete cosa vuol dire questo?” S.L.: “Si! C’è la Pausini su Italia1!” • Prof.ssa Inversetti: Lunardi, dimmi il paradigma del verbo cerno!!” L.: “Eh.. Eh.. Cerno.. Cernis.. Cernobyl..” • Prof.ssa Inversetti: “Domani vado alla mostra di Virgilio a Mantova!” L. e C. :”Ci porta, prof?!?” Prof.ssa Inversetti: “No!! Porto solo le femminucce!!” L. e C.: “Ci travestiamo!!” 22 “Chi è il rapante di classe!?!” “E questo si chiama... Mannaggia.. 1 minuto fa lo sapevo, ora non lo ricordo più!!” “E’ una .. pss.. pss.. pssicosi!” “.. un figlio femmina e una figlia maschio..” “Chiuso argomento di quest’argomento!!” “Immaginate in montagna un lago. Se trapano, faccio un forellino nel lago e l’acqua scorre a valle..” “Poi ci fu un signore che iniziò a quantizzare il fenomeno.” “Costruì lo spettometro.. No! ‘Spett’ !! Boh, non mi ricordo più come si chiama!” “Mariè Curiè, questo signore scoprì...” “.. una particella su 20000 veniva deviata, come se non ci fosse niente!”(?!?) “Nooo! E’ perchè te ne sei strafregrata!!” Accorgendosi di aver sbagliato, fa lo spelling : “Stra-fre-gra-ta.” Chiara Quirino (12 ottobre) “Eh..E’ già finito ottobre.” “Sono 100.. 1 anno che facciamo queste cose!! 3 mesi... anzi 1.” Prof. Puglisi: “Ma guarda te quella là!!! L’anno scorso ti ho salvato, ma questo...” I.F.: “Ma se avevo 7?!?!?” Prof. Puglisi: “Ma non lo sai? Hai fatto 5 anni di elementari, 3 di medie, 4 di superiori e non sai farle? C: “Eh.. Non l’ho mai fatto!” Puglisi: Nella vita non farai mai qualcosa che hai già fatto!” ( Perla di sagezza) Prof. Puglisi in gita scolastica con la classe 3 D, anno scolastico 2010-2011. Prof. Puglisi: “Dove state andando?!?” Alunna: “Ai ser vizi..” Prof. Puglisi: “Ah già.. Devo andarci anch’io!” Un’alunna entra in classe per chiedere della verifica. A: “Prof, la facciamo sabato o giovedì?” Prof. Puglisi: Eh ?!?! A: “La verifica è sabato o giovedì?” Prof. Puglisi (dopo una lunga riflessione): “Ma chi è sabato?!?” Cruciverba Novembre - Dicembre 2011 di Jacopo Piantanida 23 La Redazione Arifi Loubna (3H) Babolin Valentina (2H) Balzan Elena (3B) Balzan Stefano (5C) vicedirettore del Balzo Giulio (5Bcl) Banca Andrea (4I) grafica e impaginazione Barrese Elisa (1C) Carabelli Pietro (4E) Clerici Monica (1Bcl) Corvi Andrea (4E) Crespi Francesco (1D) Foglia Carlotta (2C) Geltride Vanessa (1Bcl) Infante Gabriele (5C) vicedirettore Marchesi Andrea (4C) Maresu Elisa (1E) Marini Scilla (3H) Mariniello Dalila (1Bcl) Minoli Stefania (1C) Monzeglio Francesco (2G) Oggioni Bruno (4Bcl) Piantanida Chiesa Jacopo (1M) Patatranu Maria Silvana (4D) Peruzzo Stefania (4C) direttore Puleio Sara (4Bcl) Quadrelli Bianca (4D) Quirino Chiara (1I) Rotoloni Victoria (2H) Sucea Alexandra (4D) Taha Iad (1D) Toffoletto Nadia (4G) Vernocchi Alessandra (3B) Zanella Marco (1M) Prof. Frumusa Giovanni coordinatore