Numero 1 a.s. 2015/2016

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Numero 1 a.s. 2015/2016
I P S S A R “U go To gna zz i ” - Ve l l e tr i
NUMERO 1– DICEMBRE 2015
Via S. D’Acquisto, 61 A-B-C 00049 VELLETRI (Roma) - Dirigente scolastico Dott.ssa Sandra Tetti
Ai bambini delle elementari quando viene
spiegato il senso del gusto(percepibile con
i cinque sensi) viene detto che i recettori
di questa meraviglia del corpo umano si
trovano sulla lingua e che riconoscono
l’amaro, il dolce,il salato, l’agro e più recentemente si è aggiunto l’umami(il gusto
tipico del glutammato).
Un altro “sapore” sembra essere destinato
ad aggiungersi al parterre:
“L’OLEOGUSTO”, ovvero il sapore tipico del grasso. Ad affermarlo è uno studio
statunitense della Purdue University pubblicato sulla rivista Chemical Senses, capitanato da Richard Mattes, professore di
Scienza della Nutrizione, il quale afferma
riguardo l’oleogusto:“E’ molto sgradevole,simile a cibo rancido. Di solito provoca
il riflesso del vomito. Eppure, ci piace
perché si mescola bene ed esa lta il meglio
di altri sapori, proprio come l’amaro nel
caffè o nella cioccolata”.
Continua a pag. 2
SOMMARIO
Il gusto del futuro
pag 2
Dolcetto o
commemorazione?
pag 3
La goûte
de la Bretagne
pag 4
Gusto e letteratura
pag 5
Nutriceutica
pag 6
Il gusto della scienza pag 7
Il gusto del saper fare pag 8
Eventi sul territorio
pag 9
Eventi sul territorio
pag 10
ReportStage
pag 11
Arte vegetale
pag 12
Dolce della
pag 13
tradizione velitrna
Poesia sul Natale
pag 14
Natale in Romania
pag 15
Un minuto di silenzio pag 16
e riflessione
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IL GUSTO DEL FUTURO
Lo studio ha coinvolto 54
persone,ridotto poi a
28,ossia quelle in grado
di percepire con precisione questo sapore. Sono
stati usati cibi a cui è stata tolta consistenza e odore in modo da eliminare
gli indizi per una più facile riconoscibilità. Nonostante ciò,il 64% dei partecipanti all’esperimento
è riuscita a riconoscere e
isolare il nuovo sapore.
I ricercatori,studiando i
recettori del nostro organismo che percepiscono il
grasso,sperano di poter
supportare coloro i quali
intendono dimagrire per
salute e/o benessere,aiutandoli a riconoscere il nuovo sapore e conseguentemente,a diminuire la quantità di calorie
ingerite.
Il futuro del gusto è ancora ricco di scoperte attese
da ricerche in corso,atte a
scoprire se il palato uma-
no riesca a isolare altri sapori,primo fra tutti e più
quotato dalle ricerche,il
sapore del fritto.
Fonti:
“Il fatto quotidiano” e
“Marieclaire”
Tiziano Furini
Prof.ssa Arcidiacono
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DOLCETTO O COMMEMORAZIONE?
Halloween è una festività di origine celtica che segnava, il 31 ottobre, l’inizio di un nuovo anno.
Oggi, questa tradizione anglosassone, si è diffusa in tutto il mondo perdendo qualsiasi significato magico-religioso per lasciare spazio a una grande operazione di omologazione
commerciale. Nulla rimane, infatti, della macabra simbologia legata al mondo della
morte e dell’occulto, così come l'emblema della zucca intagliata, derivato dal
personaggio di Jack-o'-lantern , è una colossale mascherata all’insegna del consumismo.
Facendo un passo indietro di circa cinquant’anni, invece, la nostra tradizione era
fortemente ed esclusivamente legata alla commemorazione dei defunti:
commemorare, appunto, coltivare, tenere viva e tramandare alle nuove generazioni
la memoria dei propri cari scomparsi. Oggi, invece, bambini,ragazzi e adulti poco
sanno della ricchezza simbolica, religiosa ma anche enogastronomica presente sul
nostro territorio nazionale legata a questa ricorrenza.
Arrivati a questo punto, la domanda sorge spontanea, perché l’Italia ha adottato la
tradizione Halloween abbandonando le proprie?
A causa della globalizzazione e anche di una sottile forma di colonialismo culturale.
Siamo di fronte a una “moda” che, forse, testimonia quella mutazione antropologica
di cui già parlava Pasolini.Alla luce di queste considerazioni, dovremmo riflettere un
po’ prima di lanciarci in un frenetico “Dolcetto o scherzetto” e cercare di recuperare
la cura, il rispetto per coloro che non ci sono più , perché questo significa anche, occuparci di più di noi stessi e della nostra identità.
Qui di seguito un ottimo link per chi volesse approfondirehttp://www.liberamente.net/blog/tag/tradizioni-popolari-italiane-per-la-commemorazione-deidefunti/
A cura di RAFFAELE AGATIELLO
VM RICEVIMENTO
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Le Goûte de la Bretagne
La Bretagne est une péninsule au nord-ouest de la France, baignée par l’océan Atlantique.
C’est la région française qui bénéficie de la plus grande longueur de côtes.
La Bretagne pour sa culture et sa langue est différente des autres régions de la France.
Sa préfecture est la ville de Rennes. La région Bretagne est composée de 4 départements mais encore
aujourd’hui , les départements de la Loire- Atlantique veulent la réunification à la région Bretagne au
lieu de rester unis à la région des Pays de la Loire.
Il y a deux régions géographiques: l’Armor et l’Argoat.
L’Armor est la région des côtes avec plậges, îles, presqu’îles et une grande fréquence de marées.
L’Argoat est la région des bois avec les landes, les bocages et la forêt de Brocéliande (qui est rénommée
par les aventures du Rois Arthur).
Boisson de Bretagne - Cidre
Pour déguster crêpes et galettes, la tradition veut qu’on les accompagne d’une bolée de cidre et le tout
dans une bolée à cidre (une sorte de petit bol avec une anse). Suivant les goûts, on trouvera différents
degrés d’alcool dans le cidre :
Le cidre doux, en général inférieur à 3°
Le cidre brut ou demi-sec, de 3 à 6°
A titre d’exemple, si vous recherchez un cidre de Bretagne, vous trouverez différentes « familles » de
cidre :
Le cidre de Cornouaille (AOC)
Le cidre de la vallée de la Rance
Le cidre Royal Guillevic (certifié Label Rouge)
Le cidre de Bretagne (IGP)
Et pour déguster le cidre autrement, on sert souvent en apéritif en Bretagne ce que l’on appelle le Kir
Breton : mettez environ 2 cl de crème de cassis au fond de votre verre et ajoutez le cidre (ou, autrement
dit, un volume de crème de cassis et quatre volumes de cidre). Le kir breton est généralement servi dans
une flûte à champagne. Ne confondez pas kir breton et kir normand : dans ce dernier, on rajoutera 2cl de
Calvados.
Goûte la Bretagne Galette bretonne
Ingrédients :
Pâte à crêpes de sarrasin :
250 g de farine de sarrasin (blé noir)
25 ml de lait
25 ml d’eau
2 œuf
2 c. à soupe d’huile
1 pincée de sel
Garniture classique:
beurre salé
œuf frit au plat
jambon blanc
fromage râpé (emmental)
A cura di Fabio Codini e Luca Sansone VD
(Antonella Malandrucco)
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GUSTO E LETTERATURA
HO FAME DELLA TUA BOCCA
Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.
Pablo Neruda
E’ una poesia che racchiude il desiderio, l'amore, l'eros e tutti i relativi significati strettamente collegata a metafore sul cibo, sul mangiare come desiderio di appagamento profondo e totale: senza amore e senza cibo non si può vivere.
Il rapporto gusto-parola, lo troviamo anche in moltissime espressioni di uso corrente, come, ad esempio, “sei buono come il pane” che vuole indicare persone
molto buone d'animo, generose e comprensive, anche di carattere mite, oppure
innocue e inoffensive, essendo il pane, da sempre, fondamentale (buono) per l’
alimentazione dell’essere umano.
Con il gusto si può anche de-gustare. La degustazione, infatti, è un procedimento di valutazione organolettica di un determinato alimento come : formaggi, oli,
vini, birre e molti altri; cioè riconoscerne l’odore, la consistenza, il colore e il
sapore. Questa “attività” sta riscuotendo un notevole successo perché sempre
più persone si cimentano in questa arte e questo grazie al gusto che ci permette
ancora una volta di scoprire nuovi mondi. Un piccolo consiglio, impariamo a
non mangiare solamente un cibo, ma a degustarlo, così potremo conoscerlo fino
in fondo.
A cura di Giuseppe Lepore e Veronica De Angelis VD CUCINA
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NUTRICEUTICA
Ai giorni d’oggi pensiamo di aver raggiunto il massimo grado di evoluzione possibile eppure, per poter sperare di avere ancora un futuro, spesso è necessario ripercorrere il passato. Basti pensare che i Sumeri e gli Egizi erano già a conoscenza dell’attualissimo concetto di “Nutriceutica” che applicavano utilizzando i cibi per curare e prevenire le malattie.
Questo termine deriva dalle parole “nutrizione” e “farmaceutica”, e sta ad indicare un nuovo tipo di alimentazione che si pone come scopo la salute e il benessere dell’individuo. La
Nutriceutica è basata su degli alimenti , per la maggior parte di origine vegetale, che hanno
delle caratteristiche e delle funzionalità curative per il nostro organismo, come ad esempio
i principi attivi e l’allergenicità. È un metodo che non classifica i cibi in base al valore nutrizionale (carboidrati, lipidi, ecc...), bensì mira al loro effetto immediato in modo più specifico e selezionato. Molti sportivi ,infatti, adottano questo sistema nutrizionale come dieta o per integrare la stessa. Nello specifico, si tratta di alimenti energizzanti e medicali in
forma liquida, in polvere o in capsule. Il tutto ricavato da sostanze presenti in natura che
verranno poi lavorate meccanicamente come fossero delle medicine. In fondo la finalità
non è nient’altro che questa: il cibo come medicina. Curarci mangiando! E’ il principio
che già aveva scoperto Ippocrate nel 490 a.C.: “fa che il cibo sia la tua medicina e che la
medicina il tuo cibo.”Mantenere il proprio corpo sano e in forma è sempre stato un obbiettivo dell’essere umano, infatti l’uomo è da sempre alla ricerca di un “elisir di lunga vita” o
qualcosa che mantenga più giovani. Oggi questa ricerca continua e possiamo contare su
nuove metodologie oltre a disporre di macchinari sofisticati, rispetto al passato.Molte persone non trovano differenze fra un prodotto nutraceutico e un farmaco, mentre vi è una
radicale differenza: i farmaci puntano a curare una malattia già presente nell’organismo nel
minor tempo possibile. I prodotti nutraceutici , al contrario, non mirano alla cura di uno
specifico malessere, ma favoriscono la prevenzione di qualsiasi malattia si presenti, perché
ripristinano il generale equilibrio dell’organismo e necessita perciò di tempi molto più lunghi .Quindi è sicuramente un processo capace di assicurare maggiori benefici
“prevenendo” anziché “curando” il nostro corpo, ma richiede una costanza più attenta e rigorosa nell’assunzione di cibi.Ovviamente, per motivi economici e aziendali, questo tipo di
disciplina non è vista positivamente dalle industrie farmaceutiche che teme un possibile
crollo dei guadagni. La nutraceutica si è diffusa in Italia partendo dalla Toscana e, anche se
ancora poco conosciuta, sta suscitando sempre maggiore interesse soprattutto in ambito accademico.In quanto nuovo metodo scientifico, non solo si impegna per il benessere e per la
salute del singolo, ma svolge un importante ruolo per il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo
fondato su un’economia sostenibile.Ci sono tanti stili di vita diversi per mantenersi sani e
questa nuova scienza emergente contribuisce , attraverso i suoi insegnamenti, ad aumentare la nostra consapevolezza in tal senso. Vale la pena ricordare che, se come diceva Ludwig
Feuerbach l’uomo è ciò che mangia, allora una maggiore attenzione alla nostra alimentazione , significa una maggiore attenzione alla nostra umanità.
A cura di GIORDANO MORONI 4N RICEVIMENTO
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Maria Sybilla
Merian
Maria Sybilla nasce a Francoforte sul
Meno il 2 aprile 1647. A tredici anni
inizia a dipingere insetti e piante direttamente dalla natura e dai giardini
dell’ alta borghesia, dove era stata
introdotta dal nuovo compagno della
madre. A fronte della mentalità magica e superstiziosa del suo tempo, dove
si credeva che gli insetti fossero frutto
della putrefazione e del demonio Sibylla, voleva mostrare che i bruchi
nascevano dalle uova deposte dalle
farfalle e, quest'ultime, dalle crisalidi.
Diventata moglie e madre, per mantenere la propria famiglia e la propria passione, lavora duramente e,
oltre all’insegnamento, avvia un commercio di colori e attrezzi per la pittura. A Norimberga esce nel 1675 il
suo primo libro sui bruchi. Accanto
alle tavole Maria riporta le sue osservazioni sulla vita di ogni insetto con il
relativo processo di trasformazione.
Formatasi infatti in una famiglia di
artisti e specialisti, dà molto valore
alle immagini. Il suo lavoro, coraggioso e pioneristico , rappresenta una
tappa importante per lo sviluppo futuro dell’entomologia. Dopo aver
consultato diverse collezioni di esemplari esotici di artisti e professori
importanti, decide di organizzare e
partire per il Suriname,per poter
osservare gli insetti e il loro ciclo di
trasformazione all’interno del loro
ambiente. Il viaggio si rivela costoso e
rischioso non avendo potuto usufruire di alcun tipo di finanziamento e a
causa dello scetticismo con il quale
era vista una spedizione scientifica
organizzata e condotta da una donna.
in Suriname, la Merian raccoglie
bruchi, farfalle, uova, insetti, uova di
coccodrillo e di serpenti. Alcuni reperti vengono conservati nell'alcool o
essiccati, in vista del ritorno ai Paesi
Bassi. Tornata a casa, disegna e dipinge parte del materiale raccolto nei
due lunghi anni di viaggio di studi
approfonditi e di illustrazioni.
Quattro anni dopo, nel 1705, esce ad
Amsterdam lo splendido volume Metamorfosi degli insetti del Suriname,
opera che resterà per decenni un
punto di riferimento per i naturalisti
dell’epoca. Nel 1711 muore a causa di
un infarto. Ancora oggi la ricerca
naturalistica è in debito nei confronti
di questa figura di donna estremamente moderna, capace di aver sintetizzato arte e scienza ma, soprattutto
di aver tenuto caparbiamente
fede, malgrado mille difficoltà,
alla propria passione: osservare gli organismi viventi nel loro
habitat.
Curiosità:come erano fatti i
disegni di Sibylla:
L’incisione al bulino, combinata con la punta secca secondo
dei disegni originali, richiede
tempo e pazienza oltre a sensibilità artistica; è faticosa. Ciascuno delle migliaia di bruchi
raffigurati andava osservato,
nutrito, disegnato, poi il disegno andava colorato, trasformato in incisione, quindi stampata l’incisione (qualche volta
si aggiunge un’autografia), e
colorata la stampa.
Carta:
Nel Seicento si usa carta francese, olandese e tedesca ricavata da stracci di lino, cotone o
canapa bianchi o da carta riciclata. Il supporto degli acquarelli di Sibylla è nella maggior
parte dei casi pergamena, raramente carta.
Dove si trovano oggi:
I volumi completi delle tre
grandi opere e i disegni/
acquerelli sparsi si trovano nelle grandi biblioteche, nei musei
e nei gabinetti delle stampe olandesi, inglesi, francesi, tedeschi, a San Pietroburgo, in par-
te negli Stati Uniti (soprattutto
le ulteriori edizioni).
Una bibliografia meticolosa,
anche se un po’ centrata sulle
biblioteche di lingua anglossassone e germanica, si trova in E.
Reitsma.
(cfr.,
www.universitàdelledonne.it)
A cura di
Beatrice Lipperi
4M
RICEVIMENTO
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LE CLASSI 2A E 2L DEI PROFESSORI GIUSEPPE MANZO
E GIUSEPPE CASALUCI HANNO COLLABORATO INSIEME
PER RICREARE LA
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NUME RO 1 – DI CEM BRE 2015
Intervista a Fabio Pontecorvi artigiano Orafo
presidente dell’associazione culturale
ArteMestieri Castelli Romani
1.Come nasce la vostra associazione?
2.Quali sono i vostri obiettivi?
3.Quali sbocchi lavorativi pensate possano esserci, sul nostro territorio, per
gli studenti dell’alberghiero,ecc.
1.L’associazione nasce dalla necessità di far conoscere tutte quelle attività artistiche e artigianali del territorio dei Castelli Romani, oltre a far conoscere gli artigiani/artisti associati attraverso il nostro sito che vi
invito a visitare www.artemestiericastelliromani.it organizziamo concretamente dei percorsi turistici ed
enogastronomici e dei laboratori all’interno delle botteghe dei maestri artigiani dove si sperimenta quella
manualità volta a tramandare anche i saperi e la cultura del nostro territorio.
2.Gli obiettivi dell’associazione sono molteplici e ambiziosi cercherò di essere sintetico cercando di sottolineare quelli su cui già stiamo lavorando. L’associazione attraverso azioni di animazione e sensibilizzazione sul territorio sta cercando di individuare tutte quelle attività di artigianato artistico e tradizionale per poi offrire un sistema integrato di servizi e di iniziative volte ad accrescere l’interesse e
l’attenzione del largo pubblico, in particolare delle scuole e delle popolazioni locali, intorno al valore
culturale ed economico rappresentato dal settore. Il tutto finalizzato alla promozione e valorizzazione
dei prodotti sul mercato locale, nazionale appunto del made in Italy e internazionale, alla crescita professionale delle imprese artigiane del settore, in particolare intorno ai temi della creatività e
dell’innovazione, consentendo la nascita di una rete virtuosa di collaborazione e di scambio continuo
di informazioni tra le imprese del settore.
3.Per gli sbocchi lavorativi crediamo di dare attraverso seminari, corsi didattici,laboratori interattivi sia
nelle scuole che nelle botteghe d’arte quelle competenze per poi affiancare i maestri artigiani nelle
botteghe,ci auguriamo anche a tempo continuativo. In questo momento ci sono poche opportunità in
Italia in molti settori, ma siamo sicuri che con un forte senso di sacrificio umiltà e passione il talento
possa avere sempre la meglio.
A cura dui
GIiacomo Pontecorvi 3A
CUCINA
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N U MNEURMOE R1O– 1D–I C
BBRREE 220011 5
D IECM
EM
5
EVENTI SUL TERRITORO
FESTA DELL’UVA
Anche quest'anno si è conclusa la tradizionale festa dell'uva. Dire tradizionale forse è limitativo, è proprio il caso di dire la storica Festa dell’uva visto che
quest’anno compiva la veneranda età di 85 anni.
Dal 25 al 27 settembre Velletri si è distinta in due serate ricche di eventi e appuntamenti, in cui il Vino, prodotto tipico dei castelli romani e , in particolar modo di
Velletri, ha fatto da padrone.
Tulle le piazze principali della cittadina sono state animate da musica, spettacoli e
stand di degustazioni, prodotti agricoli, oggettistica e curiosità. Sono stati proposti
piatti tipici, originali ed appetitosi; spettacoli itineranti, intrattenimenti musicali,
mercatino dell’antiquariato, mostre d’arte, mostre fotografiche, laboratori di cucina, passeggiate in bici e tanti altri eventi che hanno ogni singolo momento della
kermesse.
Inoltre, nei due giorni della manifestazione, il Museo Civico di Velletri ed il Museo
Diocesano hanno offerto l’ingresso ridotto ai visitatori e sono stati raggiungibili
grazie anche al servizio bus navetta gratuito che, partendo da piazza Cairoli, dava
la possibilità di vivere un percorso itinerante confortevole.
Grazie anche ai gruppi folkloristici, gli sbandieratori e le bande musicali
di Velletri .le persone si sono divertite in piazza cantando e ballando canzoni dialettali.
Il sindaco, nelle giornate di sabato e domenica si è interessato ed è stato presente alla manifestazione, facendo delle lunghe passeggiate a piedi e salutando tutte
le associazioni che hanno abbellito questi spazi, che già di loro sono suggestivi.
Ricorderemo sicuramente questa festa per la sua specialità e speriamo che il
prossimo anno possa replicarsi la stessa magia!.
A cura di Gianluca Liazza e Marta Tetti
V M Ric.
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REPORSTAGE
A cura di Beatrice Cugini VM
Ciao a tutti sono Claudia, una vostra compagna di scuola.
Ho voluto scrivere questo articolo per raccontare la mia esperienza in Sicilia per il
mio ultimo stage.
Io ed alcuni compagni siamo partiti la mattina del 2 Settembre e dopo dodici ore di
viaggio siamo finalmente arrivati all’Astora Palace Hotel. Siamo stati accolti subito benissimo, erano tutti disponibili e gentili.
Ci hanno aiutato e insegnato molto. L’unica cosa spiacevole è che non ho potuto
fare esperienza nel mio campo, quello della pasticceria, ma mi hanno messo nel
settore di sala bar.
Ho imparato a fare cappuccini, caffè, e tutto ciò che riguarda la mise en place e
l’organizzazione della sala.
Ho lavorato duramente ma nonostante ciò è stata un’esperienza fantastica che consiglierei a tutti!
CLAUDIA MERCURIO, 5 F PASTICCERIA
Quest'anno la scuola ha anticipato gli stage di alcune classi per permettere agli studenti di approfittare della fine stagione estiva in alcuni hotel e villaggi in Sicilia.
Personalmente, assieme ad altre 7 ragazze, sono stata mandata a Campofelice di
Roccella, vicino Cefalù, nello splendido Acacia Resort. Questa struttura si trova a
due passi dal mare (infatti ha anche la spiaggia privata) e nel tempo libero ogni
tanto andavamo a farci un bagno. Abbiamo lavorato il giusto, trovato tanti collaboratori e capi di lavoro molto disponibili a insegnarci quello che non sapevamo e
tutte insieme ci siamo conosciute meglio tanto che ora siamo inseparabili!
È stato uno stage di gran lunga superiore a tutti quelli fatti fin ora, infatti abbiamo
deciso che ritorneremo a Campofelice prima o poi. L'esperienza che abbiamo fatto
ci rimarrà per sempre come un pilastro portante della nostra formazione personale,
un esperienza unica e irripetibile che personalmente vorrei rivivere anche adesso.
CHIARA CINERELLI, 5 B CUCINA
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A cura di Giordano Moroni e Alice Petrizzelli 4N RICEVIMENTO
Ambra Locke è un’artista, cuoca vegana e blogger . Ultimamente si è specializzata nel comporre quadri con vera frutta e
verdura . Decise di avviare queste creazioni perché un giorno
mentre stava riportando la spesa a casa, gli caddero alcuni ortaggi, tutto ciò visto dall’alto le sembrava così bello che incominciò questa nuova arte.
Lei dice: La frutta e la verdura non hanno solo un aspetto nutrizionale, sono anche belli da vedere”.
Aggiunge:'Mi piace come ogni ingrediente ha la sua piccola
storia indietro e come a volte una collezione apparentemente
casuale di cose possono inspiegabilmente fare un insieme ar-
Esempi di Arte Vegetale di Amber Locke
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Dolci della tradizione veliterna
Ingredienti
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1 bicchiere di vino rosso o bianco
1 bicchiere di zucchero
2/3 di bicchiere di olio
1 cucchiaino raso di lievito per dolci
farina q.b.
zucchero semolato q.b.
Preparazione
In una terrina versate il vino, l’olio, lo zucchero e il lievito.
Amalgamate questi ingredienti quindi aggiungete poco alla volta
la farina, tanta quanta ne basta per rendere l’impasto lavorabile.
Impastate su un piano infarinato fino a rendere il composto liscio e non appiccicoso.
Staccate dall’impasto dei pezzetti di pasta e formateci dei rotolini con le mani.
Congiungete le due estremità a formare la ciambella.
Immergete le ciambelle da un solo lato nello zucchero e adagiatele su una teglia
foderata con carta da forno.
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Già quando verso la metà aglio mese,
che già lo friddo tanto, tanto era,
sia ncampagna, sia aglio paese
se poteva girà poco la sera,
perché a dicembre era friddo assai
e nù èmo vestiti a ‘nà manera
che nò ncé scallemo quasi mai,
cò pochi stracci e senza ncappottino,
A cura di Nevia Di Cori
scauzi nudi, a repenzà,: Che guai!
La sera cè scallemo aglio cammino,
che sia beneditto chiglio foco!
Jo giorno a scòla co’ glio’ scallardino
che ce potèmo rescallà no’ poco
era no focareglio artigianale
che glio’ usèmo pure come gioco,
comme ntermosifone tale e quale,
ereno a chigli témpi cose belle,
e quando che alla sera de natale,
mendre mamma faceva le frittelle,
né faceva sett’otto padellate,
ntanto che le metteva alle scodelle
sel’èmo quasi tutti divorate;
Tutti attorno a chiglio tavoino
se cé repenzo, che belle serate!
Pareva jo momento più divino
e fino a mezzanotte, tutti svigli,
eppò ièmo a visità Gesù Bambino.
Mamma, cé deva sempre i consigli,
Poesia di Ezio Bruni
cé accompagneva tutti alla chiesetta,
nu’, mé recordo, èmo otto figli
tutti quanti, lassèmo la casetta
pé i a visita’ jo’ bambineglio
sopre a mpò dé pagnia ‘nà cuccetta
nò bove finto cò nò sumareglio,
tre, quattro pecorelle e tanta gente;
Vè posso confessà, era tanto beglio.
Cé steva la miseria veramente,
quanti sacrifici, figli e genitori,
a repensacce è nfatto commovente!
E mo che quasi tutti so signori,
non ‘sé soffre ‘né lo friddo ‘né la fame
Natività di Giotto
ma stao a scomparì chigli valori
(Cappella degli Scrovegni, Padova)
Natale
de ‘nà ota
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Tradizioni del natale in Romania
Una tradizione conosciuta in Romania nel periodo natalizio è la
macellazione del maiale. Il significato centrale era la morte e la rinascita, la distruzione e il restauro. La tradizione natalizia vuole
che il maiale sia tagliato un paio di giorni prima, precisamente il 20
dicembre. In questo giorno, le persone non devono fare altro dentro casa che occuparsi della macellazione e preparazione del maiale. Nelle prime ore del mattino, dopo la macellazione, donne e
uomini iniziano a tagliare e preparare la carne fresca : salsicce
(caltabosi, carnati), sanguinaccio (sangerete), salsiccia di fegato
(lebar) che vengono serviti come antipasto il giorno di Natale. Le
casalinghe dovevano mettere da parte la carne per gli involtini di
carne (sarmale), la carne per il barbecue e il lardo per i dolci. Le ricette variano da una zona all’altra, da una famiglia all’altra. In alcune famiglie, una buona porzione di carne veniva fritta e conservata
nello strutto. Le casalinghe dovevano preprarere. La vigilia di Natale le casalinghe si svegliavano prestissimo per lavorare l’impasto
del famoso pandoro (cozonac). Per i bambini di quell’epoca e i
bambini di adesso il ‘’cozonoc’’ rimane il dolce piu’ buono e atteso
durante tutto l’anno, i bambini andavano in ogni casa a cantare e
avvisare che il Natale era vicino. Gli ospitanti regalavano noci, mele e fette di pandoro come segno di gratitudine. Il giorno di Natale,
invece, erano gli studenti ad andare a cantare
e a raccontare barzellette e i padroni di casa
Questo è un tipico canto di Natale :
Aho, aho copii şi fraţi,
Staţi puţin şi nu mânaţi,
Lângă boi v-alăturaţi.
Şi cuvântul mi-ascultaţi.
Ia mai mânaţi, măi, hai,
hai...
A cura di Herda Dorina 1G
Cristea Madalina 5M
UN MINUTO DI SILENZIO E RIFLESSIONE
In data lunedì 9 novembre, dopo i drammatici fatti di cronaca recentemente avvenuti, l'Istituto Ugo Tognazzi ha effettuato un sentito minuto di raccoglimento
e silenzio.
Gli studenti tutti, hanno così commemorato le numerose vittime degli attacchi
di terrorismo e violenza che macchiano troppo spesso la nostra quotidianità, una violenza che colpisce sempre più spesso anche la nostra libertà di opinione e
di stampa
A cura di Alessandro Menghino 4 F CUCINA
REDATTORI:
Moroni Giordano,Mecozzi Alessia,De Angelis Veronica, Di Cori
Nevia, Lepore Giuseppe,Cugini Beatrice, Furini Tiziano,Cinerelli Chiara,
Lipperi Beatrice,Sansone Luca Codini Fabio, Agatiello Raffaele e
Petrizzelli Alice
DOCENTE COORDINATORE DEL PROGETTO:
Luigina Ruffolo
Si ricorda che chiunque voglia inviare lavori, proposte, articoli e quant’altro
potrà liberamente farlo contattando i docenti coordinatori.
La redazione, formata da studenti e docenti, si riserva di valutare il materiale pubblicabile.
PROF RUFFOLO: [email protected]
EMAILGIORNALINO: [email protected]
Progetto grafico: Giordano Moroni e Alice Petrizzelli