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Antonio Pisano
DIZIONARIO
DIALETTALE
CALABRESE
DI GASPERINA
n.2015003036 - S.I.A.E (Società Italiana Autori Editori )
- SEZIONE OLAF -
Parole 131.117 -20151
DIZIONARIO DIALETTALE
ENCICLOPEDICO CALABRESE
DI GASPERINA
Morèndu l’ homu, mora puru ‘a lingua
Ed orvicàtu puru ‘stu dialèttu
Ch’ ammènzu a ccentumìla si distingua
Gasparrina Gasparina Gasperina
Epoca Normanna
Epoca Murattiana
Epoca St. Albertino
1100
1815
1848
(Dagli epigrammi di Giuseppe Giusti / 1847 / :
( Il fare un libro /è meno che niente/ il libro fatto / non rifà la gente )
Giuseppe Giusti - Poeta e scrittore - 1809 + 1850
2015
2
Morendo l’ hòmu, mòra pùru ‘a lìngua ,
ed orvicàtu pùru ‘stu dialèttu
cha ammènzu a ccentumìla si distìngua !
3
‘nTòni
Pisànu
IL MIO DIZIONARIO
LA MIA LINGUA REGINA
(S.I.A.E. – Sezione OLAF - PAROLE 131. 117 - ANNO 2015 - )
LA MEMORIA FA LA STORIA !
( Questo lavoraccio “casalòru” , raccolto su pezzi di carta e blocchetti notes , e su
modelli per tagliare > ‘a sola > suola > sòlea, mentre costruivo o riparavo scarpe
seduto davanti al mio deschetto, mi impegnò continuamente a raccogliere vocaboli
dialettali del mio paese ove sono nato il 17 aprile 1934 e dove per 14 generazioni i
miei avi, bisavi, trisarcavoli ecc . vissero in Gasperina.
Le mie scuole elementari non mi permettevano di conoscere parole italiane come :
> Catalogare, ibrido, fonema; genesi, indicibile, disconoscenza; onomatopèa,
vestali del dialetto; come i nomi propri : Gresham 1) Rolfhs 2) altrove letti…
privi di note… Ho letto questi vocaboli in “ Parole e altro “ di Gori Celìa ,
“ gasperinese” , l’autore intende dire di essere nato in Gasperina, ma leggendo il suo
“vocabolario dialettale “ , il dubbio è rimasto ad altri, come è rimasto in me, che non
è gasperinese originale; potevo usare il vocabolo autòctono , per far capire che sono
> studiàtu < ovvero, uno che sa, ma sono e sono erede di calzolai e me ne vanto.
Ma “ sùgnu sèmpa, e rrèstu casalòru ‘e Gasperina e mmi nda vàntu ! “
Questo mio Dizionario lo ho elaborato per i gasperinesi, non per intellettuali di
elevata cultura italiana… tedesca… o polacca … non per questi analfabeti di
ritorno che si fanno chiamare DOTTORI. L’ho reso ricco di note storiche locali,
nonché, di un pizzico di polemica con questo vostro Gori Celìa, e inoltre di
grandi personaggi della Letteratura italiana . (Vedi l’indice dei nomi citati e la
bibliografia) Ho registrato nell’ordine alfabetico molte voci dialettali e spesso
anche le varianti di uno stesso passo. Dove ho potuto ho dato l’etimo della parola
offrendo, utili raffronti col latino. I ringraziamenti desidero che vadano agli
studiosi delle cui opere mi sono valso per la redazione di questo mio lavoro;
anche alla memoria di quelli che non sono più, invio un pio ringraziamento .
Se leggerai qualche refuso, spetterà a te, amico lettore, correggerlo . Antonio Pisano .
2015
1) Gresham (Tommaso) . Negoziante inglese, fondatore della Borsa di Londra . 1519 + 1579 .
2)
Rolfhs o Rohlfs . Grande medico e viaggiatore tedesco autore di un vocabolario calabrese 1831 + 1896 (?)
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Questo TESTO, fa testo al mio dialetto, vocaboli universalmente noti e
conosciuti in Gasperina ; dialetto, mia prima LINGUA udita dai miei
GENITORI; dagli anziani e vecchi del paese che mi hanno preceduto e
Ringrazio
Mio padre – Pisano Francesco Paolo fu Antonio e fu Fulginiti Teresa Erede diretto di Pisano Cataldo > del 1500 .
(Gasperina: 1875 + Gasperina
1953 )
Mia madre - Paparo Innocenza Maria “Cela” fu Nicola e fu Màcrina Marianna(Gasperina: 1895 + Nova Milanese 1984 )
Mia sorella – Pisano Marianna
(Gasperina: 1931+Nova Milanese
2011 )
per avermi educato , seduto al focolare , con l’ idiòma ereditato dagli Avi .
Le mie figlie : Arianna – Paola – Mariùzza – per la loro attiva collaborazione .
A TUTTI LORO DEDICO
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SOMMARIO
Sommario
Autobiografia
Del dialetto
Accenti e altri accorgimenti grammaticali
Alfabeto
Dizionario
Bande musicali di Gasperina
Caduti in guerra di Gasperina
Presidenti del Consiglio dei ministri
Mungipèdhu – Mongibello – Etna – eruzioni storiche.
Natale – Istituzione Festa del 25 dicembre Pontefici Chiesa Cattolica
Preti –Arcipreti di Gasperina
Presidenti della Repubblica
Re d’Italia
7 Sapienti dell’antica Grecia
Sindaci di Gasperina
Terremoto -Scala Mercalli e Scala Richter Indice nomi citati
G.Verdi: elenco di tutte le opere liriche
Bibliografia
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07
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17
53
67
215
221
227
261
273
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DICTIONARY DIALECTAL CALABRIAN ITALY
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Antonio Pisano CENNO AUTOBIOGRAFICO
Il Poeta, è nato a Gasperina in Via Trento, 5 – 17 Aprile 1934. Secondo figlio di Francesco
Paolo, artigiano e proprietario di fondi rustici dotali, di Paparo Innocenza Maria,
proprietaria di fondi rustici dotali. Da bambino frequentò le Scuole elementari con la
maestra Russo e il maestro Massara Cosimo. Al mattino andava a scuola, nel pomeriggio
andava a imparare il mestiere ereditato dal padre e degli avi e bisavi, calzolaio. A 14 anni
apprende nozioni musicali dal gasperinese Prof. Giuseppe Castanò, con lo stesso, uno
strumento musicale facendo i relativi studi. Suona nel Complesso musicale di Gasperina. ·
1953 Maggio giorno 3 muore il padre, egli contava 19 anni ed in tale anno parte per Milano
(Ottobre 1953), dove si occupa come calzolaio per donna con Mariani in Largo Treves 10.
Successivamente, per migliorare la condizione economica, va a lavorare con altri maestri
della scarpa per donna ( la scarpa per donna, per la sua struttura, non è come quella per l’
uomo, più semplice, meno complicata, più rustica ); questi maestri sono stati: Quintè,
Gianni, Siviero, Gianpiccolo, Granatelli, Paparo Saverio (cugino) in Corso Magenta 45. ·
1954 rientra in Gasperina, avendo studiato musica, il Maestro Salvatore Caroleo della
Banda musicale di Tiriolo lo volle con se per due anni 55-56 . · 1956 rientra a Milano.
Passa il suo tempo libero frequentando: biblioteche, mostre d’Arte e musei. Nel 1956 all’
interno del cortile in Via Medici 7, ( a pochi passi dal Duomo), apre una sua bottega per
scarpe per donna. Nel 1957 si iscrive alla Scuola serale di Pittura presso il Castello
Sforzesco di Milano ( orario: 18- 20,30 ) Maestro: lo Scultore Carlo Russo, Direttore della
Scuola, Arch. Boattini. Contemporaneamente si iscrive alla Scuola serale dell’ Accademia
delle belle arti di Brera ( orario: 21- 23) Maestro: il pittore De Amicis ; Il Maestro De Amicis
, tutte le sere, finita la lezione, lo invitava a cena al solito ristorante “ Delle Asse “ di Via
Marcona (Porta Vittoria). La sera frequenta due scuole d’ arte. · 1958, lavora nella
Calzoleria Olimpia di Corso Ticinese 58. In questa calzoleria, gli viene concesso di esporre
un suo dipinto: il ritratto di Mike Bongiorno di cm. 200 X 250 firmato e incorniciato, cornice
a cassetta di lire 13.000. Qui entra una ragazza per una riparazione di urgenza a una sua
scarpa, per una mezza suola che le si era scollata ed entrarono anche: un vescovo
accompagnato da un prete per rifare i suoi tacchi (portava ‘u coppulìnu rùssu, ‘na hfàsscja
russa e ‘i scàrppi cu’ ‘a hfìbbia larga). La ragazza, il vescovo, il prete, sedettero nel
retrobottega; prima di servire il vescovo, serve la ragazza che di tanto in tanto scambiava
qualche parola come con gli altri astanti. Serviti i signori, pagarono alla cassa ed andarono
via. Il giorno appresso, quella ragazza tornò – Pisano assente - dicendo alla Signora
7
Olimpia : “ Mi fa una cortesia, può consegnare al suo lavorante questo biglietto? “. Tornato
che era, la Signora Olimpia, ridendo gli disse: “ Antonio, quella ragazza di ieri, ti ha
lasciato questo biglietto,”ma te la conoscevi ? “ Mai vista prima, Signora ! biglietto con su
scritto: “Questo è il mio indirizzo e il numero del telefono, mi chiami ! “. Era la donna “
milanese ” che il 25 Giugno, nella Basilica di S. Eufemia diventa sposa del Pisano dinanzi
a Monsignore Don Giuseppe Colombo ( Rosina Martorana, dei Martorana di Palermo e di
Riesi ) che le diede tre figlie: Arianna, Paola, Mariuzza. · 1959 – Il 18 Aprile ore 20,50,
prima de “ Il Musichiere “ , Mike Bongiorno lo presenta alla Televisione di Stato sul Primo
Canale in veste di pittore e poeta facendo vedere dei dipinti del Pisano e facendogli
cantare una sua canzone in dialetto calabrese “ Hfuntàna ‘e Prùppu “ , il 2 Giugno ore
20,50, prima de “ Il Musichiere “ lo ripresenta con il Maestro D’ Amico, pianista e con il
grande cantante Bruno Rosettani, per cantare la canzone “Hfuntàna ‘e Prùppu” su parole
e musica di Pisano. 1963 il 28 Novembre, giornale quotidiano - Corriere Lombardo –
dedica un servizio al poeta calabrese
( Mario Galimberti ) , il 2 Marzo, il giornale
settimanale - Nuova Brianza – dedica un servizio al poeta calabrese calzolaio con foto del
Pisano e Bongiorno ( Dr. Augusto Pozzoli ). · 1967 , il 7 Maggio, il Dr. Piero Scaramucci, si
presente a casa di Pisano e fuori i mezzi della RAI, per intervistare il poeta , non è stato
possibile perché rifiutò, lo convocò presso la Sede Rai di Corso Sempione 27 per la
radiotrasmissione delle ore 14,30 “ Il Gazzettino Padano “ dove andò e declamò il Carlo
Porta, grande poeta dialettale milanese in traduzione calabrese. · 1980 31Ottobre ore 14 –
Telespazio Cultura Calabria – di Catanzaro Il Dr. Domenico Teti , presenta Pisano e la sua
raccolta di poesie “ Musa Bruzia ”. 1981: Il Critico letterario, Dr.Domenico Teti, in
Telespazio Calabria, presenta Pisano Antonio, accompagnato dal Sindaco di
Gasperina,Dr.Gregorio Macrina e dal grecista, Vittorio Jannoni, a Telespazio Calabria, per
presentare altra raccolta di sue poesie e la prima “edizione casereccia”del Dizionario
dialettale calabrese di Gasperina . 1982 Febbraio. Il mensile “ Orizzonti Turistici “ di
Catanzaro, dedica una (1983) pagina intera al Pisano poeta ( S. A.). 1985 Il mensile “
Amici di Papa Giovanni “ Via Ceradini,1 in Milano, dedica al Pisano poeta, una intera
pagina pubblicando un sonetto per Papa Roncalli. 1985 Napoli – I° Premio- al poeta
Antonio Pisano,(Concorso di Poesia dei dialetti del Sud ) con la poesia “ ‘Na siràta ‘e pàcia
“ > pubblicata dal Comune di Gasperina con apposito manifesto /100x70/ in Gasperina e
Comuni del Circondario. Ha scritto : 1985 > Comedia : “Inferno - Purgatorio - Paradiso “ di
Gasperina, versi endecasillabi 2441 in lingua . 1998 Rimario poetico dialettale – Volume I°
8
vocaboli 11780 .2000, l'8 Febbraio ore 14 : Mike Bongiorno lo presenta alla “ Ruota della
fortuna “ vincitore . 2003 23 Luglio ore 19,30. -R.A.I. TRE – manda in onda l’intervista di
Pietro Melìa, giornalista, fatta al poeta Pisano nella propria casa di Gasperina. Da diversi
anni cura un suo DIZIONARIO DIALETTALE di Gasperina; al giorno 3 marzo 2015 conta
119.000 parole .
S. Antonio Abate, Protettore dei dialetti d’Italia che sono 1.100 . Festa 17 gennaio.
DIALETTO
IDIOMA
Particolare maniera di parlare; linguaggio proprio di una comunità locale.
Idioma materno, lingua parlata, gergo dei nostri arcavoli, avi, bisavoli,
trisavoli. Alito del nostro alito, carne della nostra carne, sangue del nostro
sangue, vita di nostra vita, vita dei nostri antenati gasperinesi a noi
tramandata, armonia con e nella sonorità dei vocaboli, musicalità tra
vocaboli.
DIALETTO .
Parlata quotidiana / idioma particolare di una borgata,paese,regione .
Àscoli ( Graziadio Isaia), filologo, glottologo, si occupò dei dialetti
d’Italia. (1829 + 1907 )
IL DIALETTO CALABRESE :
Il nostro dialetto ha pronuncia : ASPRA - DURA – FORTE – MARCATA
In Gasperina : dha-dhe-dhi-dho- dhu . Desinenze queste, con suono particolare :
dentale palatale ronzante con aria spinta .
“ S’io avessi le rime aspre e chiocce , “ ( Dante. I- XXXII- 1 )
Nello scrivere il dialetto, è necessario IL RADDOPPIAMENTO SINTATTICO
di talune consonanti della : C ; D ; G ; P ; R ; S ; Z , come si evidenziano nella
pronuncia . Esempi :
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Addùru :
Chjàcchjara :
Cìcciu :
Cusscìnu :
Ggiògghju :
Pèppa :
Pìssciacàna :
Pèppa :
Zzàzzarra :
Màmmata :
Pàtratta :
Ògghju :
Pìsscia :
Pìssciàzza :
Òrggiu :
Agghjalòru :
Zzàccanu :
odore .
chiàcchiera .
Francesco .
cuscino, guanciale .
loglio .
Giuseppe . E Ppèppa è bbònu: e Giuseppe è buono.
pescecane. (se scrivessi : pìsciacana, dopo la > pì < il suono
diventerebbe debole , smorzato e dolce non dialettale.
Giuseppe
zazzera; capelli arruffati, nodosi, non puliti e non pettinati.
tua mamma .
tuo padre .
olio, > ògghju < pronuncia nasale.
pesce.
piscia, orina .
orzo .
calazio, orzaiolo .
Stazzo.
ALTRI ACCORGIMENTI GRAMMATICALI :
Taluni vocaboli sia all’entrata di parola o in fine, avvertono l’esigenza dell’apostrofo
( spirito greco ) per indicare nella scrittura che vi è stato tolto qualcosa come negli
Esempi :
cu’ :
con
‘na :
una .
‘nu :
un , uno.
‘n àtru :
un altro .
pe’ :
per
cha :
che . (nel suono locale e nella scrittura in lingua cambia solo la vocale )
Altra nota dobbiamo farla per altre parole che in dialetto mutano la –B- bi- in -V- vu :
Boàro, in Voàru ; Carbòne, in Carvùna ; Carbònchio, in Carvùnchju;Sàuro, in Sàvuru
ACCENTI FONICI E TONICI :
Sono determinanti gli accenti tonici e fonici su tutte le vocali ove cade la voce :
Hfarìna, hfocùna, hfòrggia, hfuntàna, hfurnnàcia, hfurnnacètta, hfùrnu.
In italiano, la EFFE , sesta lettera dell’alfabeto, consonante sorda. si
pronuncia facendo passare con un soffio d’aria con i denti superiori appoggiati
al labbro inferiore .In dialetto diventa gutturale, si pronuncia con la gola e con
aria sforzata, direi “gorgia” ; suono di metà Effe .
La - H-Àcca, all’entrata di parola come nella parola Hfarìna > farina, serve per
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indicare al lettore che dovrà aspirare la consonante F, perché sappiamo che la H
è lettera muta, non ha suono specifico. Infatti anche nella grammatica italiana,
la troviamo tra la > C < e la > E < di CHE; e tra la > C < e la >I < di CHI ;
senza la H, si legge : CE, e CI , particelle pronominali ; con la H invece
diventano pronomi relativi. Ma nelle parole dialettali si deve pur sentire
sfumatamene la EFFE . Se all’entrata di parola scrivessi la H seguita da vocale,
come nell’esempio : harina , leggerei e leggo : arina , perché come ripeto la H e
come tutti sanna, è muta non può dare alcun suono.Qualcuno molto DOTTO in
Gasperina , per scrivere FARINA, ha scritto , stampato e venduto : HARINA.
Altro accorgimento per la scrittura e per la pronuncia gasperinese di tante altre
parole, pronuncia aspra, dura, forte, ronzante, si trovano nei seguenti vocaboli :
Dhà: là.
Jìvi dhà = sono andato là (in altri paesi dicono : dà, ddà o jà)
Dhàna = dhà = là . Rebbèdhu : Cancan , chiasso, ribellione.
Qualcuno molto DOTTO, scrive : Rebbezu . Questo DOTTO, legge la Z ?
Non è che la sua Z , il vostro DOTTO, sostituisca la tipica pronuncia di Gasperina.
La Z è leggibile, pronuncia dentale spinta verso l’alto, palatale, sorda o sonora.
I DOTTI, hanno saputo cucinare il minestrone alla genovese… con vocaboli
inesistenti tratti dal vocabolario italiano,diminutivi inesistenti, parole locali storpiate,
ma secondo il Dotto “ Scripta manent “ . “ Eglino” si sono rifuggiati in Polonia…
non presso gli Arabi; non presso la Spagna; non presso la Francia ; popoli questi
che hanno dominato la Calabria lasciando le loro tracce nel nostro linguaggio locale.
( Vedi la voce Calabria con i suoi dominatori)
All’uscita di tanti vocaboli, ovvero nelle desinenze, la tipica e rara nostra pronuncia
trasformiamo la L semplice o doppia LL col suono aspro e ronzante; come con la T :
Carddìdhu :
Cardillo
Conèdha :
Conella
= icona
Hfùdha :
Folla,
= ressa.
Morttìdha :
Mortella
= mirto.
Murèdhu :
Muretto
= muro
Nucìdha :
Nocella
Pèdha :
Pelle
Càdhu :
Callo
Gàdha :
Galla,mallo, involucro esterno verde e carnoso del frutto del noce.
Gadhìna :
Gallina
Gadhinèdhi –u : Fungo mangereccio, gallinaccio, di colore ranciato.
Gàdhu :
Gallo
Pedharàra :
Le calde arrosto, caldarrosto, castagne cotte con la scorza in
padella bucherellata. Pèdha ràra (pelle rara )
Padhùna :
Pallone,palla di neve; uomo basso,grasso e tozzo.
Pìdha :
Argilla fangosa, mota .
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Le sillabe : dha-dhe- dhi- dho- dhu , si ribadisce, hanno suono locale in
Gasperina: aspro, ronzante e sibilante con emissione del fiato sforzato, la lingua
rivolta al palato, ma il suono si direbbe, non palatale, ma dentale.
Nelle parole dialettali, la H muta, è convenzionale per dare il suono locale.
La Erre – R- e altre lettere, prima di altra consonante, tolgono qualcosa o
aggiungono qualcosa alla successiva lettera ; nel dialetto calabrese in generale e in
particolare a Gasperina, per l’asprezza , durezza e forte pronuncia, bisogna usare il
raddoppiamento sintattico delle consonante all’entrata di parole a ssuccessive lettere.
( Scarppàru = Scarparo,calzolaio, costruttore di scarape )
Nella grammatica italiana abbiamo la S impura; nel nostro dialetto, come ho precisato
abbiamo la ” R “ impura “ e altri raddoppiamenti di consonanti per effetto della
pronuncia che si distingue ovunque, tanto per essere imitata male anche alla TV.
I vocaboli che all’entrata godono dello spirito greco (l’apostrofo) hanno inizio
per vocale o per consonante sost’intesa con l’apostrofo; dicendo “spirito greco”,
dico: la voce della vocale o di consonante non esiste e non è pronunciabile, se
non nella versione in lingua. Nei 409 Comuni calabresi, si hanno, grosso modo, 409
dialetti con varie sfumature.
Nel confinante Montauro, appena 2 chilometri di rotabile, usano dire : àra , per
indicare il luogo : àra villa, - alla villa - ; àra casa - alla casa; àra a’ pràja - alla pràja .
In Gasperina, quella loro “ àra “ , diventa: A’ ; a’ càsa - alla casa - ; a’ villa - alla
villa; a’ pràja - alla pràja - . A’ = alla : > A’ preposizione articolata; ‘A = la .
Per indicare luogo, avverbio di luogo, l’apostrofo ( spirito gerco) di ‘A ;
si scrive all’entrata della ‘A , articolo Là , ovvero ‘A : ‘a càsa = la casa ; ‘a villa =
la villa.
Lo spirito greco, l’apostrofo, parla in modo sottinteso, dicendo: al mio posto vi era
altro che ho celato, ma che esiste, comunque nell’ascolto del vocabolo si intuisce.
‘nTòni , è Antonio; lo spirito greco, l’apostrofo, prima della Enne, cela la A.
Altro esempio dei dialetti locali: a Gasperina diciamo : “ Chìssu hàva ‘a zìrra ! “
per dire: costui ha voglia sessuale .
Qui mi ripeto volutamente :
A Girifalco, il vocabolo “ zìrra “ , indica “ ‘a ggiàrra ‘e ‘l’ògghju “, la giara per
l’olio, grande contenitore per la riserva dell’olio ; mentre a Gasperina : ‘a ggiàrra ‘e
l’ ògghjo, è stata sempre chiamata : “ ggiàrra “ ‘e l’ ogghju; da giàra, contenitore e
misura di capacità . Voce giunta a noi dagli Arabi, perchè dominati anche da loro ;
arabi anche i numeri : 1-2-3-4-5-7-8-9-10- ecc . sono numeri àrabi .
( Il primo a scrivere un Vocabolario dialettale calabrese è stato il tedesco Rolfhs ,
grande viaggiatore e medico . Giunto in Calabria attraverso qualche conoscenza
ha cercato di condurre qua e là le sue ricerche dialettali. Ma da puro tedesco, non ha
potuto fare altro che raccogliere poche parole nei luoghi ove è stato accompagnato,
non in tutti i 409 Comuni calabresi. Il suo Vocabolario (edito dalla Garzanti in
Bologna) , l’ho vagliato già negli anni 1960 . Nei paesi da lui visitati, poche sono le
parole dialettali riportate. Gasperina viene annotata con n.5 ; ha poche voci e non
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tutte rispondono al vero dialetto.Ribadisco che Rolfhs , è stato un vero tedesco senza
parentele vicine, lontane o lontanissime con calabresi. I tedesci, sono sempre stati i
primi e originali in tutte le cose. ) Ho citato Rolfhs, a me non mi è servito .
Il Dotto, ha scomodato questo tedesco citandone il nome, ma le sue “ Parole “
scritte stampate e vendute, non hanno nulla di gasperinese. La carne non è pesce…
Nel nostro dialetto, ricordo sempre che la – R – prima di altra
consonante, rafforzza la successiva per effetto della pronuncia dura.
Esempi: Carttòcciu – Carvvùna – Scarppàru – Vàrcca -Varvvèri - Varvvùta .
Con questa mia fatica non apprèttu nessùnu, non pròvoco con ingiurie e
soprannomi, perché nessun dizionario o vocabolario ha mai scritto e pubblicato
tali cose come ha ha fatto il Dr. in “Giurisprudenza” Gregorio Celìa.
( Il Cavaliere calabrese: Mattia Preti, nato a Taverna (Cz.); Il Caravaggio: Michelangelo
Merisi, nato a Caravaggio; Il Manto: Virgilio, nato a Mantova ; Il Recanate:
Giacomo Leopardi, nato a Recanate; queste non sono ingiurie . )
L’HOMU CHI NNO’ LLEJA… E’ CCOMU ‘U LINU CHI NNO’
mPASSA ‘O CARDDU !
( chi non legge: è simile ai capelli nodosi che non passano ai denti del pettine ! )
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QUESTO DIZIONARIO L’ HO COMPILATO PER
I GASPERINESI NATI IN LOCO COME LO SONO STATO
IO, NON PER INTELLETTUALI , INTELLIGENTONI…
SAVI E SAPUTELLI, MA PER CHI SA LEGGERE E
SCRIVERE ALLA BUONA COME ME.
Alfabeto
Italiano
a
b
c
d
e
f
g
h
dialetto
a
bi
cci
ddi
e
èffa
ggi
àcca
pronuncia
a
mbè
ccè
ndè
e
èffa
ngè
àcca ( lettera muta )
Ovunque si trovasse nella grafia dialettale, è convenzionale, indica la pronuncia locale
i-j
i-j
i–j
( i banchi , jìvi, Jòniu ) ; jìvi a casa=sono andato a casa, andavi tu a casa; Jòniu- non Io-niu )
l
m
n
o
l
èmma
ènna
o
èlla
èmma
ènna
o
( La o’ seguita dall’opostrofo, diventa preposizione semplice )
> o’ mùnta = al monte ; iìvi o’ catòju “ sono andato alla parte più bassa della casa
seminterrata ,
p
ppi
ppi
14
q
r
s
t
u
v
z
ccu
ccu
èrra
èrra
èssa
èssa
tti
tti
u
u
ve
ve
nzèta
nzèta
Articoli determinativi
il il paese
ìl
ìl
lo lo zaino
lo
‘u
la la casa
‘a
‘a
i
i baci
i
i
gli gli zaini
‘li - ‘i
‘i
le le cose
‘i
‘i
Articoli indeterminativi
un
un banco
‘nu
‘nu
una una casa
‘na
‘na
uno uno solo
ùnu
ùnu
grafìa
( ‘u paìsa )
( ‘u zàjanu )
( ‘a casa )
( i vasi
)
( ‘i zàjini )
( ‘i cosi
)
( ‘nu bàncu)
( ‘na casa )
( ‘nu sùlu )
Esempi di verbi ausiliari ESSERE e AVERE :
ESSERE
Presente indicativo
grafia dialettale
Io
Tu
Egli
Noi
Voi
Essi
èu
sùgnu
tu
sìni
ìdhu è – ìdhu èsta
nùi sìmu
vùi sìti
ìdhi 1)sùgnu
sono
sei
è
siamo
siete
sono
AVERE
15
Io
ho
èu
Tu
Egli
Noi
Voi
Essi
hai
ha
abbiamo
avete
hanno
hàju
(hàju > senza la acca indende in italiano : educatore, precettore, non verbo )
tu
ìdhu
nùi
vùi
ìdhi
hai
hàva
avìmu
avìti
hànnu
1) ìdhi – ì-dhi > la desinenza > dhi, pronuncia dentale, ronzante, sonora
Preposizioni semplici
di
‘e
> di casa , ‘e casa ; di Milano, ‘e Milanu .
Lo spirito greco, apostrofo, toglie la D
‘e = di ; senza l’apostrofo, diventa congiunzione
dando signicato diverso alla successiva parola.
a
a
> a MMaria, a NNicola, a Bbicèncu, a Vincenzo .
> a Maria, a Nicola, a Vincenzo .
da
da’
> dalla : l’apostrofo di da’ , toglie le elle,
> da’ Chiàzza o’ mùnta , dalla Piazza al monte .
in
‘ntra > ‘ntra casa > in casa ; ‘ntra Chiazza > in Piazza > entro.
con cu’ > ppàna e ccasu > con pane e formaggio .
su
Sùpa > sùpa ‘a tàvula > sopra la tavola .
per
pe’ > pe’ ccasu mi trovàu > per caso mi ha trovato.
fra
tra > tra pòcu vègnu > tra poco vengo .
tra
tra > tra de nui > tra di noi .
verso vèrzzu > vèrzzu menzijòrnu > verso mezzogiorno
16
A ppàttu e ssàccu, chìdhu chi mmènti tròvi !
(nel patto scritto e nel sacco, quello che hai
scritto o messo nel sacco troverai )
A
A :
A :
‘A = la :
‘à = là :
A’ = alla :
A bizèffa :
A bbùi àtri ! :
A bbùi ! :
Àbassu :
Àbassu :
Abbadàra :
Abbadàra :
Abbàja :
Abbajà :
Abbajàra :
Abbajàra :
Abbajàu :
Abbajàu :
Abbàlla :
Abbampàra :
Abbampàra :
Abbampàru :
Abbampàru :
Abbampàtu :
Abbampàtu :
Abbandunài :
Abbandunàra :
Abbandunàru :
Abbandunàsti :
Abbandunàtu :
A – a : prima lettera dell’alfabeto italiano.
A - a : terza preposizione semplice. “ Jìvi a casa ! “ ,
sono andato a casa ; “Jìvi a ccastàgni ! ” ,
sono andato a raccogliere castagne.
La, articolo : “ ‘a casa = la casa: ‘a Luna = la Luna .
Là, avverbio di luogo: “Jìmma dhà“, siamo andati là.
Dhà : pronuncia, dentale, aspra, ronzante, sibilante.
Preposizione articolata : vàju a’ Mìssa = vado alla Messa,
lo spirito greco, l’apostrofo, toglie > lla , ma sottintende
l’esistenza delle stesse .
Bizzeffe; molto, a grande quantità, a josa .
A voi altri ! “ A bbùi àtri vi dìcu nòmmu gridàti ! “
A voi ! A voi dico ! A voi sto chiamando !
lapis, matita ,
Lapis, matita.
Abbadare, badare .
Badare.
Abbàja . “ ‘u càna ch’abbàja mùzzica pocu ! “
Il cane che abbaia, morde poco.
Che abbaia come il cane ma non morde.
Abbaiare, gridare inutilmente. Abbaiare alla Luna .
Parlare inutilmente.
Ha abbaiato, ha già parlato troppo, il cane ha abbaiato.
Ha abbaiato.
Abballa, ballo, tempo musicale, canzone, romanza.
Avvampare, incendiare; accalorarsi con rossore .
Incendiare.
Che hanno avvampato, incendiato, azione dolosa.
Hanno avvampato, hanno incendiato.
Avvampato, che è bruciato.
Avvampato, arso, bruciato.
Abbandonai, ho abbandonato.
Abbandonare, lasciare. Dimenticare.
Abbandonarono.
Abbandonasti, hai abbandonato.
Abbandonato.
17
Abbàssu :
Abbàssu :
Abbàssu :
Abbastànta :
Abbastanza :
Abbattaràru :
Abbattaràru :
Abbàttaru :
Abbasso, voce che indica sfavore, essere contro.
Abbasso, di sotto, in giù ; voce che indica sfavore .
Abbasso, avversativo, contrario.
Che basta, abbastanza, in abbondanza.
Abbastanza, a sufficienza, anche di più del bisogno.
Persona chiassosa, spara a Nord e colpisce a Sud .
Persona chiassosa , spara a Nord e centra al Sud .
Fiammifero di legno, solfanello, zolfanello , inventore
Hòlden + 1897 .
Abbàttaru :
Fiammifero di legno.
Abbellimenti musicali: Appoggiatura, acciaccatura, gruppetto,mordente, trillo.
Abbellimèntu :
Abbellimento.
Abbenìra :
Avvenire, futuro : qualsiasi avvenire , detto futuro, porterà
come sempre ed eternamente porterà sul ciglio della fossa
che altri venienti e … futuristi già stati e che vi saranno,
scenderanno nella fossa da questi scavata, il presente ed il
futuro nella profonda fossa . La Morte non ha presente, la
Morte non ha futuro, ha sempre avuto: quiète, mistero e
silènzio !
Abbèntu :
Abbènto: quiete, riposo. “ Dàssami ‘u pìgghju abbèntu:
aria, riposo ! ”Lasciasmi riposare, dammi respiro .
Abbilìra :
Farne uso, rendere utilità ; a valere, valersene.
Abbilisscìra :
Farne uso, utilità.
Abbisàmma :
Abbiamo avvisato, abbiamo avvertito.
Abbisàmma :
Abbiamo avvisato.
Abbisàra :
Avvisare , avvertire.
Abbisàra :
Avvisare .
Abbisaru :
Avvisarono.
Abbisàru :
Hanno avvisato .
Abbisàsti :
Hai avvisato.
Abbisàsti :
Ha avvisato, hai allertato verso un pericolo.
Abbisàtu :
Avvisato. Hòmu abbisàtu mènzu sarvvàtu !
Abbisàtu :
Avvisato.
Abbisàu :
Ha avvisato.
Abbisògna :
Che è necessario . ‘a menzògna duva abbisògna !
Abbisogna :
Necessità per bisogno di cosa che serve.
Abbisognàra :
Che è di bisogno, necessario.
Abbìssu :
Abìsso, profondità immensa
Abbistàra :
Scorgere da lontano.
Abbistàra :
Avvistare /da vista /, scorgere da lontano.
Abbistàru :
Da vista, hanno visto da lontano.
Abbistàru :
Da vista, hanno da lontano .
Abbistàu :
Ha intravisto da lontano.
18
Abbistàu :
Abbìsti :
Abbìsu :
Abbìsu :
Abbitìnu :
Abbìtu :
Abbìvara :
Abbìvara :
Abbivaràru :
Abbivaràra :
Abbivaràti :
Abbivaràtu :
Abbivaritìzzi :
Abbivisscìra :
Abbivisscìu :
Abboccàra :
Abboccàra :
Abbòla :
Abbòla :
Abbolàra :
Abbolàra :
Abbolàu :
Abbonàra :
Abbonàra :
Abbottijàra :
Abbottijàra :
Abbottijàu :
Abbranca :
Abbrànca :
Abbrancàra :
Abbrancàra :
Abbràzza :
Abbràzzami :
Abbrazzàra :
Abbrazzàra :
Ha avvistato .
Da vista, che vedi da lontano un aereo, una nave, ecc. .
Avvìso.
Avviso, avvertimento, manifesto.
Abbitìno : diminutivo di abito; segno di devozione che si
porta appeso al collo con un nastro, ed è fatto di una
immagine,per lo più della Madonna, adattata su due
pezzetti di panno: è così chiamato, perché lo usarono per
primi i terziari invece dell’abito del loro ordine .
Abete, albero; legno di abete .
Dà da bere agli animali,dà da bere alle galline fuori
anche quando piove.Abbìvara ‘i gadhìni quàndu chjòva!
Persona fuori tempo e circostanza inconcludente.
Abbereva le bestie, gli ortaggi .
Hanno abbeverato, hanno dato da bere .
Abbeverare, dar da bere agli animali; dar l’acqua alll’orto.
Abbeverati, dissetati .
Abbeverato, dissetato .
Terreno umido, ma che viene abbeverato comunque.
Risuscitàre , in poesie > resùrgere.
E’ risorto .
Abboccare.
Abboccare ad una lusinga come all’amo.
Che vola, che prende il volo.
Che vola, prende il volo.
Spiccare il volo.
Volare, far prendere il volo.
E’ volato, ha preso il volo; si è volatizzato.
Tenere pieni d’acqua recipienti a doghe e cerchiati.
Tenere pieni d’acqua recipienti a doghe per far sì che le
doghe si gonfiano tra esse e non fanno uscire il futuro
mosto.
Bussare alla porta; “ bottijàra “ ; chiedere con un sottintèso.
Bussare alla porta.
Ha bussato alla porta.
Arraffa tanto o tutto.
Che prende tutto , che arraffa tutto.
Prendere tutto; usare le branche per stringere, afferrare.
Vedi la voce precedente.
Abbraccia.
Abbracciami, invito all’abbraccio.
Abbracciare.
Abbracciare, stringere tra le braccia..
19
Abbrazzàsti :
Abbràzzi :
Abbrittàra :
Abbrittàra :
Abbrìttu :
Abbucatìcchiu :
Abbucatìcchju :
Abbucàtu :
Abbucàtu :
Abbucàtu :
Abbùcca :
Abbuccàra :
Abbuccàra :
Abbùffa :
Abbuffài :
Abbuffàra :
Abbuffara :
Abbùsca :
Hai abbracciato stringendo a te un amico, una causa, ecc.
Che abbraccia per una partenza, abbracci.
Abbrustiare, passare sulla fiamma per bruciacchiare peli o
piccole penne come del pollo; bruciacchiare col ferro da
stiro un panno.
Abbrustiàre, passare sulla fiamma per bruciare la
peluria.
Brucio leggermente la superfice ; che è stato
abbruciacchiato, abbrustiato come i peli del pollo.
Avvocato di cause perse ; avvocatesco .
Avvocatesco .
Avvocato è chi abbia superato tutti i Corsi legali:
Giurisprudenza, conoscenza dei testi “sacri” di
Giustiniano, Orazio, Catone, Gaio, Paolo , e degli altri
antichi a noi lasciati. Esegesi: / interpretazione/
esposizione critica e dichiarativa di un testo. Commento,
spiegazione, ermeneutica, note .Pratica presso un
affermato AVVOCATO per due tre anni attestandone la
bravura, superato altro corso di due tre anni per
l’avvocatura, potrà essere chiamto poi, AVVOCATO .
A Gasperina, l’aggettivo > avvocato, si spreca …
Avvocato, sciacallo sulle sciagure e sfortune altrui;
difensore di rei confessi e con diversi testimoni oculari .
Dice egli al cliente: “Dimmi la verità, poi imbroglierò io
le carte sino a quando avrai l’ultimo soldo ! “
Avvocato. Avvocato è colui che abbia superato tutti i
corsi di giurisprudenza all’ultimo corso per poter
acquisire il titolo di avvocato. Laureato in
giurisprudenza significa avere studiato e superato questo
corso relativo alla conoscenza dei testi “sacri” di Catone,
Gaio, Orazio, Paolo, Giustiniano.
Abbocca, abboccare; cade nel tranello; piega il
recipiente: bottiglia, cannàta, cùccuma, lancèdha, vozza.
Piegare un recipiente per versare vino o olio .
Piegare un barile, un caratello, un bottiglione col
contenuto senza sollevarlo, per versare il liquido.
Che mette a disposizione tante vivande per saziare oltre
misura l’ospite . > da bùffa = rana grossa, gonfia, rospo.
Ho saziato; mi sono saziato mangiando troppo, gonfiato.
Saziare oltre misura .
Riempire di cibo e bevanda oltre a sazietà, la pancia, il
ventre, cràpula .
Cerca, fa la questua ; abbùsca, prende le botte,manate.
20
Abbùsca :
Abbuscàra :
Abbuscàra :
Abbùsu :
Abbùsu :
Abbùtta :
Abbuttàra :
Abbuttunàra :
Abbuttunàta :
Abèla :
Abèntu :
Àbila :
Abitài :
Abitài :
Abitàra :
Abitara :
Abitasti :
Abitàtu :
Abitàtu :
Abitìnu :
Abitìnu :
Àbitu :
Àbitu :
Abitùtina :
Cerca . Vedi la voce seguente .
Buscare cercando; voce che viene dallo spagnolo .
Buscare cercando ( voce spagnola)
Abùso.
Abuso, abusare
Che gonfia, che si gonfia; ha mangiato tanto ed ora si nota
la sua epa, “ hàva ‘a panza abbuttàta, uhffjàta chi nno’
mbìda chjù ‘a pùnta de’ scàrppi sòi ! “ ; persona che ascolta
e ascolta tacendo e incassando, poi > sbarracèdha < con
veemenza e interviene in risposta ad ogni parola udita.
Sopportare e sopportare tacendo, quando poi con ira , la
sopportazione si scarica improvvisamente; saziarsi o saziare
a crepapelle.
Abbottonare, la camicia, la giacca , usare l’ asola > ‘a
cchjètta .
Abbottonata.
Abèle, secondo figlio di Adamo; ucciso da Caino suo
fratello. Simboleggia Cristo ed è ritenuto primo martire
della chiesa . Gènesi > Capitolo 4 <
Abènto,quiete,riposo,tranquillità.
Dàssami ‘u pìgghju abèntu ! Fammi riposare e prendere
aria nuova !
Abile, abilità.
Ho abitato di casa in quella località.
Abitai in Via Francesco Baracca .
Abitare l’appartamento.
Abitare, stare di casa .
Hai abitato sempre la tua casa .
Paese, centro abitato .
Abitato, locale abitato, occupato ; abitato, sito urbano.
Santino contorniato di ricami che si portava al collo e la
immagine sacra sul petto i visione a tutti .
Sorta di devozione di portare appeso al collo una
immagine sacra contorniata da ricami con un santino .
Abito di casa, abitare.
Abito, vestito .
Abitudine, fare la stessa cosa, uso, tradizione , ripetizione.
Ribadisco che il raddoppiamento sintattico di consonanti, per effetto della
pronuncia : dura, forte e marccata del nostro dialetto, indica il raddoppio.
‘A cchjètta :
La àsola che ospita il bottone; taglio simile all’àsola
prodotto sul volto o in altri parti del corpo, piccola ferita.
21
A ccurramùni :
Menare lanciando l’accetta, la scure, un legno, un bastone,
un sasso; lanciare a distanza.
A ccappèlla :
Cielo coperto pronto alla pioggia, agonizzante,cupo,
moribondo, ombroso .
Grano duro, frumento pregiato che rende molta farina.
A coppia .
Acca – H – ottava lettera dell’alfabeto > lettera muta < ,
non ha suono, non è una consonante , ovunque la trovi
scritta, è lettera convenzionale, indica la pronuncia locale
dialettale della prima consonante effe, come in : hfarìna,
hfàvi, hfòcu, hfòrggia, hfuntàna ; indica che la F f va
aspirata con aria gutturale sforzata .
Acca > ( Ricorda che (H) , ottava lettera dell’alfabeto, è
lettera muta) lettera che non ha suono, si usa per
convenzione in questo mio dialetto, per suggerire suoni
particolari all’entrata di parola che in tante desinenze .
Roghudi (di Reggio Calabria) si legge: Rogudi /la
pronuncia locale la ignoro/. Rho (di Milano) si legge Ro .
Accadrebbe, dire qualcosa al momento giusto.
Era il momento adatto, giusto per dirgli la verità.
Soddisfa il palato e lo stomaco, accettato con gradimento
Accetta al palato, saporosa, ottima.
Che riscalda .
Che fissa l’acquisto o l’uso di una cosa dando la caparra.
Accaparrare, fissare l’acquisto versando una cifra.
Accaparrare .
Cosa da acquistare già impegnata con caparra.
Che accarezza .
Accarezzare , carezzare .
A casaccio, come viene viene, alla rinfusa, a vànvera.
Occasione, scusa, trovare una scusa, pezza giustificativa,
Occasione , opportunità, scusa.
Pretesto, occasione speculativa, con la scusa vengo a
trovarti.
Compera, che compera, acquista .
Acquistare, comperare.
Comperare
Comperato
Acquistato,comperato ; che si è fatto comprare.
Compatore di merce e altro . hFatti: accattatùra e
bbindatura ! / Fatti: compratore e venditore per giudicare.
Ha comperato .
A ccappèlla :
A ccùcchja :
Àcca > H –h :
Àcca :
Accadarìa :
Accadìa :
Accalìma :
Accalìma :
Accalùra :
Accapàrra :
Accaparràra :
Accaparràra :
Accapparràta :
Accarìzza :
Accarizzàra :
Accasàcciu :
Accasciùna :
Accascjùna :
Accascjùna :
Accàtta :
Accattàra :
Accattàra :
Accattàtu :
Accattàtu :
Accattatùra :
Accattàu :
22
Accattàu :
Accàttu :
Accàttu :
Accazzògna :
Accàzzu ! :
Accàzzu !
Ha comperato, ha acquistato, ha conquistato .
Acquisto, compro qualcosa.
Acquisto, compero.
Cosa fatta alla carlona, fatta male, malissimo, a casaccio.
Esclamazione negativa di chi non approva il discorso.
Esclamazione negativa di chi non approva un consenso.
Accentàra :
Accèntu :
Accentare, segnare con la voce o con loscritto, l’accento.
Accènto. Innalzamento del tono o posa della voce sopra
una sillaba della parola più che sulle altre; accento
fonico e tonico: contrario > àtono .
Il vostro Dr. G. Celìa “ gasperinese e glottologo “
in “Parole e altro” sua opera, ha usato gli accenti ?
Che guarda , punta lo sguardo con malignità .
Persona dallo sguardo minaccioso, che guarda male.
Accètta, scure, che si adopera con una mano sola, con ferro
affilato solo da una sola parte, alla testa un occhio dove è
infilato un manico di legno.
Che accetta, verbo, che accetta un dono.
Accettare, accettare l’invito; contrario: rifiutare.
Recidere un albero con l’accetta .
Tagliare un tronco usando l’accetta.
Accettare un dono .
Prendere a colpi di accètta, colpire, tagliare un albero.
Acchiappare, acchiappa, pigliare improvvisamente.
Acchiappa, scappa per prendere con le mani.
Acciuffare. Vedi la voce precedente.
Vedi la voce precedente.
Sèdano /appio / pianta erbacea, ricca di olio essenziale;
ha odore e sapore acuto; si mangia cruda o cotta; è usata
come diuretico; il pinzimonio: le costole erette fistolose,
tagliuzzate in olio,sale,pepe, con finocchi,carciofi .
Sedano le cui costole fistolose all’esterno hanno dei fili
lunghi per tutta la loro altezza, è detta àccia, /plurale
àcce / àccia: filo greggio e ammatassato.
Filo, gugliata .
Sedano, appio. Pianta erbacea, ricca di olio essenziale; ha
odore e sapore acuto; si mangia cruda o cotta; è usata come
diuretico .
Acciàcchi, acciacco / voce àraba sciaka , malattia/incomodo
fisico abituale: gli acciacchi della vecchiaia.
Acciacco, acciacchi .
Acciacco, incomodo fisico, malattia; voce àraba > sciaka.
Accèra :
Accèra :
Accètta :
Accètta :
Accettàra :
Accettàra :
Accettàra :
Accettàra :
Accettàra :
Acchjàppa :
Acchjàppa :
Acchjappàra :
Acchjiappàra :
Àccia :
Àccia :
Àccia :
Acciacchi :
Acciàccu :
Acciàccu :
23
Accìja:
Accijàra :
Accijàta :
Accijàta :
Accimàra :
Acconzàra :
Acconzàra :
Acconzàta :
Acconzàu :
Accoppa :
Accòppa :
Accòppa :
Accòppa:
Accoppàra :
Accoppàra :
Accoppàu :
Accoppàu :
Accòra :
Accòra :
Accoràra :
Accòrara :
Accroccàtu :
Accùcchja :
Accucchjàra :
Accucchjàra :
Accucchjàra :
Accucchjàta :
Accuccùgghju :
Accuccugghjàra :
Accuccugghjàra :
Accuccugghjàtu :
Accuccugghjàtu :
Accumpagnàra :
Accuntentàra :
Accunzentìra :
Accunzentìra :
Accurcciàra :
Tagliuzza col coltello la carne , azione di chi riduce con il
coltello la carne in piccolissimi pezzi /trita /.
Tritare carne per polpette, fare minutaglia col coltello.
Carne già trita.
Tritata, carne fatta a pezzetti.
Tagliare le cime delle piante e pianticelle.
Aggiustare, riparare.
Aggiustare, rimediare, riparare .
Aggiustata, riparata .
Ha aggiustato, rimediato, riparato.
Copre col coperchio .
Azione omicida .
Copre con il coperchio .
Azione omicida contro avversario, uccide.
Coprire con il coperchio
Coprire col coperchio; uccidere qualcuno.
Ha posto il coperchio sopra la pentola.
Ha coperto la casseruola, la pignata con il coperchio .
Che mette tristezza.
Accorare, mettere tristezza .
Accorare, produrre un grande dolore .
Mettere tristezza.
accroccato al crocco, ad un uncino; rattrappito alle mani per
il freddo ; persona avara con le mani rattrappite.
Si avvicina a noi , ma non desiderato.
Accoppiare, unire a due a due / da cùcchja = coppia/.
Avvicinarsi, farsi vedere .
Accoppiare, unire due parti, mettere insieme, raccogliere
risparmi.
Accoppiata, avvicinata, unita ad altra unità. Contrari:
scucchjàra, dividere le due parti cose o persone in lite.
Porto meco il bambino per accovacciarlo e tenerlo al caldo.
Vedi la voce > accuccùgghju < .
Tenere vicino a se un bambino coprendolo e proteggendolo.
Accovacciato come un lepre, coniglio ecc. raccolto in se.
Accovacciato sotto le coperte, raccolto in se in un riparo.
Accompagnare, andare con uno come compagno del
cammino anche a fine di onorarlo o scordarlo.
Accontentare, rendere soddisfatto.
Acconsentire , approvare, dire di sì .
Acconsentire, dare il consenso, accordare, approvare.
Accorciare, fare corto o più corto; abbreviare, scorciare.
24
(Le triple consonanti di seguito nei vocaboli dialettali,
servono per la pronuncia locale: dura , forte , marcata )
Accurttàra :
Accurttatùra :
Accusàru:
Accusàstavu :
Accusasti :
Accusàtu :
Accussì :
Accussì :
Accùsu :
Accùtu :
Accuvèrchia :
Accuvercchjàra :
Àcidu :
Àcidu :
Acìtu :
Acìtu hfòrtta :
Acitùsa :
Acitùsu :
Acqua :
Acqua ‘e Colonia :
Acqua ‘e mara :
Scorciàre, rendere più corto; abbreviare il percorso con la
scorciatòia.
Scorciatoia.
Hanno accusato .
Avete accusato ; nel giuoco delle carte accusare 3-3 e una
napoletana , avere tre assi e un 2 e un 3 e altre carte tutti di
un un colore, di un seme di : bastoni-coppe-danari-spade
Hai accusato .
Accasusato .
Così, in questo modo .
Così, in questa maniera, in questo modo .
Accuso, accusare.
Non sapendo molare il coltello rendo il filo grosso non
tagliente.
Invito a mettere il coperchio sulla pentola.
Coprire con il coperchio la pentola .
Acido .
Acido, avariato, rancido, scaduto .
Aceto . “ Ihi ! chìmmu jètti ‘a ‘acìtu ! “
Aceto , autentico aceto di vero vino di uva .
(Un venditore ambulante di aceto, annunciava lungo le
strade il suo acerto forte di acidità : “ acìtu hfòrtta
signori ! “ ; altro venditore ambulante di ombrelli, dietro
questi, gridava : “ para àcqua, signori ! “ (para =
sembra) Si sono bisticciati, perché il primo diceva che il
suo aceto era forte, ottimo ; mentre l’altro annunciava,
disprezzandolo, che era acqua e non vero aceto.
Ma il secondo in effetti vendeva paràcqua, ombrelli )
Che sa di aceto .
Che ha sentore dell’aceto.
Acqua. Primo miracolo, dei 31 di Gesù nelle Nozze di
Cana, l’acqua diventata vino ; l’ acqua del pozzo di
Giacobbe della Samaritana: Vangelo di San Giovanni
Capitolo 2 versi dal n.1 al verso n. 10 – Le nozze di
Cana . > Vangelo di San Giovanni : Capitolo 4 versi dal
n. 1 al verso n. 10 ) .
Acqua di Colonia: soluzione di olii eterici nell’alcool,
adoperata come acqua odorosa . Inventore Giovanni
Farina bolognese ( 17° Secolo )
Acqua di mare salata .
25
Acqua frìdda :
Acqua giogghjàna :
Acqua raggia :
Acquarèdha :
Acquarèdha :
Acquàru :
Acquasantàru :
Acquasantèra :
Acquàta :
Acquattàtu :
Acquazzìna :
Acquètta :
Acquistàra :
Àcrata-i-u :
Adagghjàra :
Adagghjàta :
Adagghjàta :
Adàgghju :
Adàggiu :
Adàmu :
Adàsciu :
Addàra :
Addàssu :
Località rurale sulla mulattiera Gasperina-Montepaone.
Acqua sierosa dentro una vescichetta per trauma ricevuto da
scottatura o da un colpo.
Resina che cola da alcune piante .
Vino annaffiato con acqua.
Caffè molto ma molto lungo che sa di acqua calda; vino
annaffiato dall’oste.
Rigagnolo, solco traverso fatto per ricevere acqua; condotto
artificiale nella terra in pendenza continua atto a portare
l’acqua per l’irrigazione; basto rovescio, impluvio.
Acquasantièra, pila all’ingresso della chiesa riempita di
acqua santa .
Acqua santiera, l’acqua santa.
Pioggia improvvisa e abbondante che dura poco;
vino annacquato che sa di acqua .
Peppantòni, s’avìa recogghjùtu ‘e sùsu chiovèndu,
ligàu ìu ciùcciu a’ vuccàgghja do’ muru soi, hfìcia
vìnti metri, trasìu ‘ntra Mmariùzza Carcchìdi, potihgàra
‘e vinu e dde tuttu; Peppantòni, ‘i dìssa :
“ Mariùzza, mentitami ‘nu bicchèri ‘e vinu ! “
Mariùzza ‘l’ inchjìu ‘u bicchèri. Peppantòni, ‘u mìsa ‘o
mùssu, ‘u ‘ssaggiàu , dòppu ch’ ‘u ssaggiàu, ‘i dissa :
“ A Mariùzza, vidìti quand’acqua hàju ‘ncòdhu, puru de
ìntra hàju u nda mentu ? “ . Il vino era stato
annacquato, era acquàta .
Rannicchiato, nascosto, riparato.
Ròrida , rugiada, brina; alba rorida,
“ ròrida di morte il bianco aspetto, giace la pia “( Manzoni )
Vino che sa di acqua, annaffiato dall’oste.
Acquistare, ottenere in possesso una cosa, progredire.
Persona malaticcia, barlaccia, malazzata, che non mette
carne, anche se si nutre; uovo di gallina fatto con il solo
velo, panno o pelle e privo di guscio > òvu àcratu < .
Mettere l’aglio nell’insalata di pomodori e altro.
Condita con molto aglio .
Agliata: salsa fatta con aglio e aceto.
Metto l’aglio nei pomodoro, nel sugo,nelle polpette.
Adagio, tempo musicale lento e sostenuto.
Adamo, Adamà in ebraico = creta = uomo .
Adagio, piano piano ; poggiare, posare lentamente.
Addàre, entrare nelle simpatie altrui, addàrsi a
qualcuno, andare a genio.
Punto preciso nel giuoco dei bimbi, dopo aver vagato e
26
A ddejùnu :
A ddejùnu :
Addemùra :
Addemurài :
Addemuràmma :
Addemuràmma :
Addemuràra :
Addemuràra :
Addemuràru :
Addemuràru :
Addemuràstavu :
Addemuràsti :
Addemuràsti :
Addemuràu :
Addemuràu :
Addemùru :
Adderizzàra :
Addièssa :
Addivenìra :
Addobbàra :
Addormentài :
Addormentàra :
Addormentata :
Addormentati :
Addormentàtu / a / i / :
Addormentàtu :
Addovèra :
Addùgnu :
Addùna / si / :
Addùra :
Addùru :
Addùru :
ritornato sul posto, toccava il muro indicato e non veniva
punito esclamando: “ addàssu !! ”
A digiuno .
A digiuno , privo di conoscenza, mente vuota.
Fa ritardo . Addemùra, avverbio di tempo.
Ho fatto ritardo, mi sono fermato con amici.
Abbiamo fatto ritardo.
Abbiamo fatto ritardo.
Ritardare il rientro a casa, rimanere ancora.
Fare tardi, ritardare, tardare .
Hanno fatto ritardo.
Hanno fatto ritardo.
Avete fatto ritardo, vi siete attardati..
Hai fatto ritardo, si sei attardato.
Ha fatto ritardo,
Ha fatto ritardo, ancora non torna
Ha fatto ritardo, si è fermato più a lungo.
Faccio ritardo, mi fermo ancora.
Addirizzare: chiodi storti, bullette e semenze del calzolaio,
rendere dritto.
Aidièsse (àids ) voce nuova non dialettale, grave malattia
provocata da virus, che distrugge progressivamente le
capacità immunitarie a qualsiasi infezione.
Che verrà in appresso.
Aggiustare , accomodare.
Ho fatto dormire, addormentare.
Addormentare,, far dormire; annojare all’eccesso.
Vedi la voce precedente.
Addormentati, assopiti .
Addormentato, assopito /pigro, fiacco/; indolenzito; avere
una gamba, un piede, un braccio, una mano intormentita,
pesante,non poterla muovere con senso di dolore, poi si
riprende “si revìgghja” con turba circolatoria / formicolìo / .
Addormentato, assopito ; persona non sveglia di mente.
A dovere . Il mestiere fallo come si deve, perfetto.
Vado a vedere per osservare “ vàju ‘u m’addùgnu “ .
Va a fare presensa nella sua proprietà per eventuali danni ;
/ Jìu mu s’ addùna ! / è andato ad osservare le sue cose.
Che annusa, che cerca l’odore o l’aroma.
Odòro, che odòro ; odoràre .
Annusare, fiuto, odorare, odore .
La seconda sillaba di : > a-dha-zzà-ra < ha suono
dentale sibilante ( dha : > dhà < , da sola, avverbio di
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Adhàzza :
Adhazzàra :
Adhazzàra :
Adhòtta :
Adhottàra :
Adhùcia:
Adhucìra :
Adhuciùtu :
Adobbiàra :
Adòbiu :
Adocchjàra:
Adòcchju :
Ad’ òcchju :
Adorècchju :
Adottàra :
Adumbràra :
Aèri :
Aèri :
Affacciàra :
Affacciàta :
Affacciata :
‘A ffacciàta :
Affàcciu :
Affàra :
Affarìsta :
Affaròna :
Affètta :
Affettàra :
Affìbbiu :
luogo ) -dhe-dhi-dho-dhu < idem, suono dentale
sibilante .
Allaccia le scarpe; che cammina a piede lesto.
Allacciare le scarpe o altro; camminare a passo.
Allacciare, allacciare le scarpe; camminare di corsa, a passo.
Bisticcia, si lotta.
Che bistccia, che si bisticcia, che lotta con altri..
Fa luce, illumina : persona buona che aiuta un bisognoso
Illuminare, far luce ; aiutare i bisognosi .
Acceso, illuminato ; aiutato
Addormentare con tisana di oppio “ òppiu ” .
Faccio dormire praticando l’òppio .
Guardare e lanciare un influsso maligno, lanciare il
malòcchio.
Adocchiare, considero, guardo con interesse.
Lavoro fatto senza misure, senza modello.
Cantare o suonare senza la conoscenza della musica ;
fare un lavoro senza modello e misura.
Adottare.
Adombrare, coprire d’ombra; nascondere, celare.
Ièri .
Ièri, il giorno immediatamente precedente in cui siamo.
Affacciare, affacciarsi .
Vista, veduta amena panoramica da dove dal’alto si gode.
Persona al balcone, alla finestra che osserva i passanti.
Località rurale in agro di Gasperina lungo la ex
mulattiera larga 3 metri ed impietrata che faceva bivio
con la mulattiera per “ jiricùccu “ che portava alla
periferia di Gasperina detta “ Jiricùccu “ . Si trovava in
fondo alla Madonna di Termini. Da questa impietrata,
salivano gli sposi dalla frazione Pilìnga; salivano gli
scomparsi nella cassa portati a spalla dalla medesima
frazione; oggi è stato tutto chiuso, tutto proprietà privata
di checchessia, grazie ai Sindaci per il tanto buon cuore e
grande… per il bene e lo sviluppo turistico di Gasperina.
Mi affaccio dal balcone, dalla finestra; veduta amena da
dove il panorama fa richiamo .
Affare, cosa fatta o da fare, negozio, faccenda ecc.
Persona d’affari commerciali.
Grande affare .
Che affetta: il pane, le patate, il salame, ecc.
Tagliare il salame a forma di bocca di clarino, tagliare .
Gli affibbiai un pugnu, ho dato una cosa cattiva per
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Affilàra ‘u curttèdhu:
Affilatura :
Affilatùra :
Affittàra :
Affìttu :
Affìttu :
Affregugghjàtu :
Affrìja :
Affrìtta :
Affrìttu :
A ffujùni :
Affùca :
Affucàra :
Affucàta :
Affumicàra :
Affumicàra :
Affumicàru :
Affumicàti :
Àfra :
Àfra :
Àfrica :
Africànu :
Agàzza :
Agghìra :
Agghìru :
Agghìru :
Agghjalòru :
Agghjàta :
Agghjòtta :
Àgghju :
Agghjumbàtu :
Agghjuttìra :
Aggiustàra :
Aggiùstu :
Agghiuttìu :
Aggrancàtu :
buona.
Raffilare, rifare il filo alla lama come fa il calzolaio al
suo trincetto usando ‘u ffilatùra, piccola pietra arenaria.
Mola manuale del calzolaio per molare il trincetto, ha forma
rettangolare o ovale alta dai 3 a 4 centimetri.
Mola, pietra per molare forbici, coltelli e rasoi. Il calzolaio
usa la sua pietra abrasiva ogni volta che usa il coltello.
Affittare.
Affitto.
Dò in affitto, prendo i soldi per l’affitto.
Rattrappìto dal freddo, che è soggetto al freddo,
raccolto con le mani sotto le ascelle per il freddo.
Fa asciugare i panni all’aria gelata diventando secchi.
Afflitta, persona sofferente.
Afflitto.
Scappando, presto, di corsa, di fretta; vedi hfùju .
Affoga; che l’affoga.
Atto doloso di chi affoga una persona; affogare.
Affogata .
Affumicare,tingere di fumo,esporre al fumo:carni,pesci.
Affumicare, formaggi, salami, aringhe .
Hanno affumicato.
Affumicati , come : aringhe, salami ecc.
Foglia dell’allòro pianta sempre verde.
Alloro, foglia di alloro.
Africa.
Africano, dell’Africa .
Sagina; pianta per scope, sorgo.
Femmina del ghiro .
Ghiro .
Ghiro.
Orzaruolo, foruncolo che si forma sulle palpebre, calazio.
Agliata: salsa fatta con aglio pestato e aceto.
Alici o sarde conditi a base di aglio, peperoncino e origano.
Aglio formato da spicchi per condimento.
E’ ridotto quasi con la gobba, cammina curvato .
Trangugiare,deglutire ingordamente, trangugiare il pranzo.
Aggiustare, riparare .
Da aggiustare, riparo qualcosa, un contratto, una scarpa.
Ha trangugiato il boccone; ha accettato una falsa notizia,
Aggranchiato, - da granchio – irrigidito come le mani
per soverchio freddo, rattrappito.
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Agràncu:
Aggrappàra :
Aggràppu :
Àgna :
‘A gghjànda :
Agnèdhu :
Agonìa :
Àgra :
Agràncu :
Agùstu :
Ah !!
Ah-ccì !
Àh -zzì ! :
Àhga :
Ahi ! :
Àhja ! :
Àhja ! :
Ai vògghja ! :
Àjamu :
Àjamu :
Aju e jìra :
Aju u vàju :
Ajùtami :
Ajutàra :
Ajutàra :
Ajùtati :
Granchio.
Aggrappare,afferrare;afferrarsi fortemente a qualche
cosa.
Afferro, mi aggrappo a qualcosa.
Deriva da agnàti, parenti diretti in linea maschile .
Àgna, vìda chu bottìja ? > nipote, vedi chi bussa ?
La ghianda , frutto della quercia .
Agnello.
Agonìa , lotta contro e verso la morte; angoscia che
precede il morire.‘U ràhgu da’ mòrtta,il rònco rumoroso.
“ del vivere ch’è un correre alla morte“ (Dante 2 33 54 )
Agra, non dolce, non matura.
Granchio ..
Agosto,VIII mese. (VI mese per i Romani partendo da
marzo ) .
Esprime: disprezzo,dolore, maraviglia, minaccia,sdegno.
Voce dello starnuto.
Voce dello starnuto.
Suono gurrurale di chi espella, espettora il catarro.
Esprime grande dolore .
Espressione bonaria di chi riceve una botta, un colpetto.
Esclamazione di dolore.
Hai voglia ! E’ inutile che tu ripeti, ti ripeti e insisti
nell’accattivare simpatia !
“Avògghja mu nda hfài rìcci e ccannòla, ‘u santu ch’è
dde màrmuru no’ ssùda ! “ > Frase rivolta a donna che
si imbelletta per attirare l’uomo per essere piacente.
Avògghja mu lu hfài lu lanternnàru, si’ ddestinàtu
pèmmu mòri ‘o scùru ! > hai voglia, tu, di fabbricàre
lanterne, sei destinato di morire al buio ! > in miseria .
Azzimo, pane non lievitato; azzima, azzimi, pasta non
lievitata.
(Pane dell’ultima Pasqua.Vangelo di S. Matteo: 26, 17 )
Azzimo , pane privo lievito: pane azzimo, usato dagli ebrei
per la celebrazione della Pasqua e dai cristiani di rito latino.
Debbo andare .
Debbo andare.
Aiutami, perché ho bisogno .
“ aiutami da lei, famoso saggio, “ ( Dante. II- XVI-133 )
Aiutare, soccorrere .
Aiutare .
Aiutarsi, voce diretta a chi ascolta. Ajùtati cha Ddiu
t’ajùta ! > Ajùtati che Dio ti ajùta !
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Ajutàtu :
Ajùtu :
Àju :
Àla :
Alalà :
Àlculu :
Alìcia :
àlitu :
Allarga :
Allargàra :
Allargàru :
Allargasti :
Allargàu :
Allascàra :
Allattàra :
Allàzzu :
Alleggerìra :
Allènta :
Allentàra :
Allèntu :
Allètta :
Allèzza !
Allibrata :
Allicchètta :
Alligna :
Allignàra :
Allìgnu :
Allimàra :
Allìppa :
Allippàu :
Aiutato, soccorso .
Aiuto.
Ho, avere .
Ala, organo di volo degli uccelli e in alcuni insetti;
dell’aereo a destra e a sinista ; lato di un palazzo .
Alalà, grido di guerra o di gioia dei soldati greci;
ripristinato da Gabrile D’Annunzio nel 1919.
“ ti getto allora un alalà di guerra “ (Pascoli ) .
Alcool .
Alice, pesce azzurro. Dòppu chi si vìtta ‘mparinàta, dissa
all’amìca ‘o càntu : cummàra, ormài sìmu frìtti !
/ dopo che si è vista infarinata, disse all’amica accanto :
comàra, ormai siamo fritte ! /
Alito, fiato, respiro, lieve soffio del vento.
Che allarga, allargare.
Allargare, fare e dare largo, spazio; la giacca, la gonna, i
pantaloni,le scarpe; lasciare spazio.
Allargarono.
Hai allargato .
Ha allargato .
Allontanare, allontanarsi.
Allattare; imbiancare con il latte della calce.
Allaccio.
Alleggerire, rendere leggiero, togliendo peso.
Allenta, allentare, molla, mollare; dimagrisce .
Allentare, allargare ; allentare una fune; dimagrire .
Allento un vestito; non essere celere; tempo musicale;
diventare più nagro di fisico,
“ ‘U lèttu t’allètta ! “ , più stai nel letto, e il letto fa che tu
stia nel letto .
Ma guarda ! è vero e non è vero.
Annotata, registrata.
Si veste in ordine, si cura nei dettagli, si trucca /si allicchètta
o allicchetta altri /
Mette radici ovunque va.
Allignare, mettere radici.
Prendo dimora, dove vado, là faccio radici.
Limare, emendare.
Che mette carne sulle ossa.
Ha messo carne sulle ossa.
31
Allìsscja :
Allissciàra :
Allònga :
Allongài :
Allongài :
Allongài :
Allongàra :
Allongàra :
Allongàsti :
Allongàtu :
Allongatùri :
Allongàu :
Allòra :
Allora !
Allorddàra :
Allòrddu :
Allùcca :
Alluccàra :
Alluma :
Allumài :
Allumàra :
Allumàu :
Allumìniu :
Allunàtu :
Alluntanài :
Alluntanàra :
Alluntanàru :
Alluntanàsti :
Alluntanàu :
Allupàra :
Allupàtu :
Amànta :
Amàra :
Amàra :
Amàti :
Lisciare, che accarezza con la mano > “ t’allìsscia cha cèrca
‘ncùna cosa “ ; come il Diavolo ti accarezza, cercando la tua
anima.
Fare le carezza al gattino ; il leccare del cane che fa ai
suoi nati; lisciare una supercie ruvida; adulare per ottenere.
Allunga, allungo, un vestito, un percorso di strada, il
discorso in polemiche, il dettato, il tema nello svolgimento.
Ho allungato il cammino.
Ho allungato il discorso, lo scritto.
Sono cresciuto in altezza.
Allungare.
Allungare.
Ha allungato il discorso, il percorso, il vestito.
Allungato.
Cuoio spesso e smezzato, calcagnino che il calzolaio
aggiunge sul calcagno della forma per allungare la
misura.
Ha allungato, il vestito, la strada, il discorso, il percorso.
Allora, avverbio di tempo .
Allora ! negazione di ciò che si è udito nel discorso.
Lordare.
Che sporco.
Prende confidenza e fa quello che non dovrebbe fare.
Prendere molto confidenza approfittando del momento,
troppa confidenza non richiesta . ( ‘A tròppu cumpidènza,
è ppatrùna da’ màla criànza ! )
Vede da lontano persona o cosa.
Ho visto da lontano .
Vedere da lontano.
Ha visto, ha spalancato gli occhi.
Alluminio .
Malaticcio di mente, che vede cose inesistenti.
Ho allontanato.
Allontanare.
Hanno allontanato.
Hai allontanato.
Ha allontanato.
Mangiare a sazietà come un lupo.
Allupato, affamato .
Amante .
Amare, voler bene, stimare, rispettare.
Amara, agra, piccante .
Amàti, dagli ipocriti e farisei, è difficile essere amati.
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Àmbu :
‘A mìa :
Amitàtu :
Àmitu :
Ammaccài :
Ammaccàra :
Ammaccàru :
Ammaccasti :
Ammaccàu :
Ammàcchi :
Ammaèstra :
Ammaestràra :
Ammaèstru :
Ammagàra :
Ammalappèna :
Ammalapèna :
Ammalàra :
Ammalàtu :
Ammanicàra :
Ammanicàra :
Ammanicàu :
Ammannàra :
Ammantedhàta :
Ammàppa :
Ammappàtu :
Ammappàu :
Ammarazzàra :
Ambo, 2 numeri al giuoco del Lotto in una ruota o a tutte.
La mia: la mia casa, la mia bottega, la mia famiglia.
Dato l’amido, inamidato.
Amido.
Ho ammaccato, piegato, calpestato una lattina; ho sofferto
grande fame per povertà .
Ammaccare, ammacco, ammacchi; da macco, percuotere o
premere fortemente cosi da produrre impronta o incavo o
contusione; l’ùnghia è diventata nera per essere stata
ammaccata, premuta, schiacciata tra due porte.
Hanno ammaccato; hanno sofferto e sofferto tanta fame.
Hai ammaccato .
Ha ammaccato, ha prodotto impronta, ha piegato; ha
sofferto la sua povertà nella miseria più cupa tanta fame.
Da ammaccare
Ammaestra, insegna / antico educatore l’ àio / maestro.
Ammaestrare .
Che ammaestro.
Ammaliare con inganno con sistema da maga.
A malapena: a stento, a fatica.
A malapena, risicata , a stento, a fatica.
Sciupare, buttare via cose e cibi ancora utili; procurare
malattia.
Ammalàto, malato.
Infilare il còdolo del coltello, della lima, della raspa
nel manico di legno.
Mettere il manico all’oggetto: coltello,scure, zappa.
Ha messo il manico all’oggetto; ha concluso l’affare
in bene o in malo modo.
Atto del contadino che a ritroso raccoglie l’erba secca
e fà la manna ( ammannare ), con un legno attorciglia
il fieno camminando a ritroso come fanno i cordàri, poi
unisce la torcitura e fa intrecciare con l’altra cima
opposta in unica manna come unico torciglione di erba
secca. “ Mànna ‘e hfjènu “ .
Gallina moribonda che sta accovacciata e muta .
Si trova sul luogo ad opera già fatta; si siede a tavola
già pronta con le vivande nei piatti; che si nasconde,
s’ammàppa , si accovaccia.
Abbassato per non essere visto come la lepre dal
cacciatore, accovacciato. (vedi la voce > acquattàtu < )
E’ riuscito a godere il già fatto da altri.
Asciugare all’ asciutto legna e simili.
33
Ammarazzàti :
Ammasciàtu :
Ammassàra :
Ammàssu :
Ammàssu :
Ammasunàra :
Ammasunatùra :
Ammàzza :
Ammàzza :
Ammazzàra :
Ammazzàra :
Ammazzàta :
Ammazzàta :
Ammèdha :
Ammèdha :
Ammèndula :
Ammèndula :
Ammendulàra :
Ammendulàru :
Ammendulàta :
Ammènna :
Ammènta :
Ammentàra :
Ammènta tùttu :
Ammènzu :
Ammèra :
Ammètta :
A mmìa :
Ammiccàra :
Ammìnda :
Legni e rami asciutti pronti per essere usati .
Abbassato, sottomesso come il cane con la coda tra le
gambe, calmato .
Impastare con l’acqua la calce con la terra o terra e
cemento,accatastare, fare catasta, fare di tutte le erbe un
fascio.
Mucchio, congerie.( “glottologi”locali, dovrebbero
portare la loro mente all’ ammasso !)
Luogo ove si raccolgono oli e simili; deposito.
Mandare a dormire le galline.
Luogo fornito con trespolo, “letto “ delle galline.
Che uccide con la mazza / ammazzare con violenza/con altri
mezzi, uccidere.
“Ammàzza e mmàngia “ :
“E una voce gli fu indirizzata, dicendo: Levati, Pietro,
ammazza, e mangia . (Atti degli apostoli. 10;13,14,15 )
Nei 10 Comandamenti, (Esodo-Capitolo 20 Verso 13- )
sta scritto: Non ammazzare .
Fare mazzi di broccoli,cavoli, fiori, frasche, legna .
Vedi la voce precedente.
Fatta a mazzi : verdura fatta a mazzi: cavoli, cime di rapa,
lattughe, carciofi, etc.
Uccisa .
Inventa di sana pianta, dice ciò che gli viene alla mente
Inventa di sana pianta, quello che ha in mente dice.
Mandorla . “ ammèndula ‘mmèndula “ .
Mandorla.
Pianta, la pianta delle mandorle, il mandorlo .
Mandorlo .
Mandorle amare o semi simili come quelli dell’albicocca
Amen , àmmen; voce ebraica significa : così sìa / un àmen,
in un momento .
A memoria, memoria . Imprare una poesia a mente .
Inventare.
Inventa tutto, cose non vere .
Fra. tra , in mezzo. ( A mmènzu da’ mamma e dda’
mammìna, ‘a cciòma s’ affucàu ! / tra la mamma
partoriènte e la levatrice, la bambina si è affogata . /
Prende la mira .
Ammettere, che ammette, lasciare entrare, lasciar perdere.
A me .
Fare intendere cosa incredibile.
Voce fanciullesca per chiedere (dàmmene) almeno un poco.
34
Ammodhàra :
Ammodhàra :
Ammòdhu :
Ammògghja :
Ammogghjàmu :
Ammogghjàra :
Ammolàra :
Ammùccia :
Ammucciàra :
Ammucciàru :
‘A mmucciatèdha :
Ammucciàsti :
Ammucciàtu :
Ammùcciu :
Ammucciùni :
Ammunzedhàra :
Ammunzèdhu :
Ammussàtu :
Ammussàu :
Ammusscjàtu :
Ammusscjàu :
Ammutàra
Ammutàsti ?
Ammùtu :
Ammùzza :
Ammuzzàra :
Ampràra :
Ampràti :
Amùra :
Amùra :
Mettere a mollo.
Ammollàre, rendere molle, tenere in acqua.
A mollo.
Condisce il pane nel brodo, nel ragù . Prende parte al
discorso altrui , aggiunge qualcosa per soddisfare tale
piacere come inzuppare il pane nel piatto altrui.
Inzuppiamo nel brodo, intingere nel sugo .
Inzuppare .
Molare: forbici, coltelli, rasoi.
Nasconde .
Nascondere .
Hanno nascosto.
Rimpiattìno. Giuoco infantile: uno si nasconde , gli altri
devono cercarlo e trovarlo. Ammucciatèdha, nascondino.
‘mmucciatèdha , mucciatèdha . La desinenza dha, suono
dentale,palatale,ronzante.La desinenza di “Ammucciateza “
è leggibile > za ,mentre la pronuncia in Gasperina non è tale
( In “Parole e altro” di Gori Celìa si legge: “Ammucciateza”
sf. Gioco del nascondino > (vedi: ‘a mmucciatèdha ) .
Hai nascosto .
Nascosto.
Nascondo .
Di nascosto.
Ammucchiare, legna, terra , carbone , fare monzicchio ,
mucchio.
Faccio il mucchio, faccio la catasta .
Bronciato, cruccio.
Mi fa il muso, ha il bròncio
Che è moscio, floscio, dimesso.
Ammosciato, è floscio, è appassito.
Ammutare, far muto, stare zitto.
Sei ammutolito, perché non parli ?
Che sto zitto, che sto muto, resto senza favella, mi
zittisco.
Compra a colpo e in contanti quantità di merce.
Acquistare a colpo una partita di merce offrendo una cifra.
Scorinare i panni al sole, stendere.
Sciorinati al sole .
Amore .
Amòre :
“ L’amor che move il sole e l’altre stelle “
(Dante : 3-33-145 )
35
Amùra :
Amùra :
Amùri:
Anticàgghja :
nDàndali :
nD’ hàva :
nD’ avìmu :
nD’ avìstavu :
nD’ èbbaru :
nD’ èppa :
nD’ èpparu :
Ànatra :
Ànca :
Ancàra :
Ancàta :
Anchìja :
Anchijàra :
Anchjanàmma :
Anchjanàra :
Anchjanàru :
Anchjanàsti :
Anchjanàu :
Anchjànu :
Ànda :
Ànda e ccàju :
Amore, voler bene, innamorarsi; affetto, fare l’amore con
toccamento fisico, con baci, carezze; fare all’amore, fare
sesso tra femmina e maschio.
Amore: Dio è Amore. Da credente, confesso
che mai ho capito Amore del mio Dio, Uno e Trino.
Amore che non permette di non amare ad alcuno che sia
amato .
“ Amor , ch’a nullo amato amar perdona, “
(Dante. Inferno V 103 )
Caino, Il primo assassino, il primo omicidio :
( Genesi . Capitolo IV )
L’ uomo di Dio, Mosè, uccise in gioventù un giovane.
(Esodo . Capitolo 2 : 11,12,13,14,15. )
Amore, amori .
Anticaglia, di cosa antica, voce per lo più dispregiativa
della cosa .
nDàn-nda-li : tre sillabe, voce questa senza singolare, figura
simile al battaglio penzoloni all’interno della campana,
testicoli dell’uomo a coppia, ghiandole sessuali contenute
nello scroto.
Ne ha, ne possiede.
Ne abbiamo, ne possediamo; come conta: nd’avìmu 31 jòrni
‘e marzzu, contiamo 31 giorni di marzo.
Ne avete avuto.
Ne hanno avuto.
Ne ha avuto .
Ne hanno avuto.
Anatra .
Anca .
Camminare .
Ballo folkloristico tra una donna e un uomo, tipo di
tarantella, accompagnato o da chitarra battente a tre
corde, o da piva e zampogna .
Cammina, che cammina speditamente; che deambula.
Camminare .
Abbiamo usato la scala per salire .
Salire, salire le scale.
Sono salite facendo le scale.
Sei salito dalla scala.
E’ salitto dalle scale.
Vengo su, salgo per le scale.
Che va, andare.
Ando e casco per debolesca fisica.
36
Andamèntu :
Àndatu :
Anellètti :
Anellìna :
Anfìbbiu :
Angarìja :
Angariàra :
Angialèdha :
Angialèdha :
Angialèdhi :
Àngialu :
Àngialu :
Ànguli :
Animàtu :
Andamento, stato, condizione, atto e modo di andare;
trend / voce inglese/ usata in italiano al maschile, per
indicare l’aumento o la diminuzione di periodo di varia
durata dell’attività di un settore dell’econpomia del Paese.
Impalcatura di legno del muratore per il muratore.
Nei buchi quadrati del muro in pietra, già formati allo
scopo, si infilano le travette quadrate di legno, sopra queste
si fa il tavolato con sponde per protezione delle maestranze.
Il vostro Dotto ha scritto, stampato e venduto :
“ ànditu : soppalco, ponte che consente ai muratori a
lavorare in altezza “
Il soppalco non è l’ àndatu. Soppalco, è un palco fatto
sotto il tetto, per proteggere meglio la stanza .
Anellini metallici che si fissano al tomaio sui due
quartieri per infilate le stringhe.
che si trovano sul collo del piede per infilare le stringhe.
Anilina, tintura per tingere pelli “ nìgru do’ diàvulu”.
Tipo di pelle spessa per scarpe grosse di colore
melograno, conciata con accorgimenti tecnici per
resistere nell’acqua e non asorbire l’acqua . Tomaia con
gambaletto con 8 – 10 –buchi sul collo, i due quartieri
nella parte anteriore sono uniti da una doppia linguetta
“ mànticia “ mantice per non far passare acqua o terra;
i buchi per l’allacciatura, possono ospitare gli anelletti, “
‘nellètti “ oppure i becchetti per agganciare la stringa .
Il vostro DOTTO, ha scritto,stampato e venduto :
“ Anfibbiu : anfibio,scarpa grossa,alta, di corame “
L’anfìbbiu, non èsta ‘a coràma !
L’anfìbio, non è corame .
Ritarda a terminare un lavoro.
Che non fa niente, che rimanda e ritarda un lavoro.
La pupilla dell’ occhio.
Diminutivo di Angela, Angelina.
Le pupille degli occhi
Angelo .
Nome proprio di persona.
Angoli : acuto, adiacenti, giro, complementari, concavo,
convesso, equilatero, opposti, ottusi, piatto, retto.
Animato, aver dato vita ; riempimento del fondo della
scarpa tra la suola e il sottopiede all’interno della scarpa con
pezzi di cuoi smezzato.
37
Animulèdhu :
Anìmulu :
Annamurài :
Annisètta :
Annàca :
Annacàra :
Annàla :
Anna :
Annàta :
Annètta .
Annettàra :
Ànnicia :
Annìna :
Annòssa :
Annotàta :
Annùzza
Annu :
Hannu – ànnu :
‘A nòstra :
Arcolaio fatto da 36 bacchette di legno, sfiancato al centro,
dove ospita la matassa e formando il gomitolo gira intorno
al suo puntale fissato sopra un manico fermo.Si chiude alla
fine come un ombrello. ‘Nìmulu .
Vedi la voce : “ animulèdhu “ –
Mi innamorai, ho fatto innamorare.
Anisètta, rosolio di anici
Che culla, che si culla come in una amaca.
Cullare.
Annale, ricorrenza storica.
Anna, Marianna .
Annata : anno; buona,cattiva,grassa,magra,asciutta,piovosa.
Pulisce .
Pulire.
Anace, ànice .
Annìna, diminutivo di Anna e di Marianna.
Gengiva del neonato e svezzato che incomincia a formare
l’osso creando al bambino una sensazione di prurito, per
questo motivo porta in bocca le dita e altri oggetti.
Annotata, segnata, messa in nota.
Vezzeggiativo di Anna .
Anno: Unità di misura temporale corrispondente al periodo
di rivoluzione della Terra , pari a 365 giorni 6 ore ; è detto
anno sidereo o astrale/ l’anno civile risulta di 365 giorni
divisi in dodici , con decorrenza dal I° gennaio al 31
dicembre ; ogni 4 anni viene aggiunto un giorno al mese di
febbraio risultante dalla somma delle frazioni di tempo
accumulatesi nei 4 anni ; l’anno di 366 giorni è detto
bisestile. L ‘ ANNO di 12 mesi è composto di : 8. 760 ore. I
mesi : jennàru , frevàru, màrzzu, aprila, màju, ggiùgnu,
lùgliu, agùstu, settèmbra, ottòbra, novèmbra, dicèmbra.
Anno, il tempo che la Terra impiega per compiere il suo
giro attorno al sole; anno astronomico, è di 365 giorni e 6
ore e 49 minuti; civile è di 365 giorni; bisestile, anno
civile che ha un giorno in più del comune per
compensare le frazioni omesse dell’anno astronomico, e
ricorre ogni quattro anni. Stagione, mese, settimana,
giorno.
Hanno, voce del verbo avere.
La nostra : Nocino, gioco fanciullesco che si faceva con i
semi dell’albicocca, nocini “ nucìdhi “ ; 10 tenuti nel pugno
per essere lanciati su pavimento liscio; poi si sceglievano le
coppie più vicine e con la punta del dito indice si dava un
38
‘A spulicarèdha :
ànta :
Antìca :
Anticàgghja :
Anticamenta :
A ‘ntìcasi :
Antichi :
Antìcu :
Antoniètta :
Appazumàra :
Appatumàra :
Àpara :
Aparèmmi :
Aparìmma :
Aparìmmi :
Aparìranu :
Aparìra :
Aparìru :
Aparìstavu ;
Aparìti :
Aparìu :
colpetto per fare toccare l’altra, una delle due veniva vinta;
se non veniva toccata una delle coppie, il gioco passava
all’avversario che rimescolava i restanti nocini, e così di
seguito; con i nocini si giocava anche “ ‘o castèdhu “ al
castelletto ; si faceva un castelletto di nocini sopra un
gradino, l’avversario saliva altro gradino, metteva sopra il
labro superiore che teneva stretto sotto il naso, poi cercava
dall’alto di cetrare la cima del castelletto liberando il suo
nocini, quando faceva centro tutti i nocini erano suoi .
Fagiuòla: sorta di fagioli bianchi o colorati dall’occhio
rosso, gialli, romani,galletti; ancora nel baccello a due
valve non maturi; a Gasperina “ ‘a ‘ncocciàta “ ; a
Montauro, paese confinante : ‘a spulicarèdha” .
Affisso,telaio spesso di legno con zanche fissate nel muro
dove coi gàngari ( dubbrùni) si collega la porta, stipite.
“ Picchia ogni anta su l’anta “ (Giovanni Pascoli)
Antìca , gli antichi chiamavano così la parte anteriore di un
edificio, pòstica, cosa arcaica
Anticaglia, cosa antica in senso spregiativo./ Ha sposato una
bella anticaglia ! / Oggetti museali .
Anticamente, nel tempo antico .
In antìcresi: prendere soldi in prestito con garanzia su uno o
più immobili di proprietà con legale contratto cedendo i
frutti delle proprietà al creditore per tutto il tempo fissato, se
entro il termine fissato non verrà restituita la somma presa
in prestito, il creditore si approprierà legalmente degli
immobili descritti sul documento con i dovuti interessi.
Da antico, i nostri avi, bisavi, trisavoli.
Antico.
“ un vecchio, bianco per antico pelo “ (Dante.1 3 83 )
Antonietta, nome personale femminile. ‘nToniètta .
Rifocillare in qualche modo lo stomaco.
Vedi la voce precedente.
Apri; chiave adatta; apri l’anta dell’armadio, dello stipo.
àprimi .
Abbiamo aperto .
Aprimi, aprimi la porta fammi entrare.
Hanno aperto ancora prima .
Aprire.
Hanno aperto .
Avete aperto .
Aprite .
Ha aperto.
39
Aparùtu :
Apèrtta :
Apèrttu :
Àpitu :
Apocalìssa :
Àppa :
Apparècchju :
Apparicchjàra :
Apparttàtu :
Apparttenìra :
Appatumàtu :
Appedàra :
Appedhàra :
Appìccica :
Appiccicàra :
Appiccicàtu :
Aperto .
Aperta .
Aperto .
Erba con larghe foglie, bollita è buona per fare impacchi
Apocalisse : rivelazione / ultimo libro del Nuovo
Testamento di capitoli 22 / L’autore è San Giovanni,
l’apostolo di Gesù.
Ha avuto; àppa = èbba, èppa, ha avuto.
Aeroplano, aereo.
Apparecchiare / da parecchio/ prepare la tavola per
pranzare: tovaglia, posate, stoviglie, piatti, salvietta, oliera,
ecc. . Contrario: sparecchiare.
Appartato .
Appartenere, essere iscritto; appartenere all’eredità.
Rifocillato, soddisfatto, sazio .
Rincalzare una pianta con più terra alla base; lasciare a piedi
un persona.
Litigarsi con insistenza “ S’appèdha pe’ nnènta ! “
Accende lui, accendi tu.
Accendere.
Acceso .
Ribadisco che la nostra parlata è : aspra, dura, forte,
marcata .
Tanti vocaboli hanno bisogno delle doppie consonanti
dopo consonante.
“ Così è (se vi pare) > Luigi Pirantello (1867 + 1936)
Appiccicatùra :
Appìcci :
Appizzàu :
Apparàtu :
Apparàtu :
Apparècchju :
Stìpa, nome collettivo di piccoli arbusti , fuscelli o
altro,tagliati e seccati per far fuoco; “ ramèdhi sìcchi “, e
altro; stoppie, per accendere il fuoco.
Accendi .
Ha mandato a male qualcosa.
Spianato, stirato, livellato.
Paramento di checchessia.
Aereo, aeroplano. Aquilone giocattolo fatto
dai bambini con fogli di carta e con delle
cannuce , forma romboidale .
Cannucce incollate ai quattro lati; altre due, una
perpendicolare, una orizzonatale, dividendo il rombo in due
40
Apparttàra :
Appassionàtu :
Appatumàra :
Appatumàu :
Appatumàu ‘e pùgni :
Appatùtu :
Appazumàra :
Appedàra :
Appedàra :
Appezzantìra :
Appìccia :
Appìccica :
Appicciàra :
Appiccicàra :
Appiccicasti :
Appiccicàtu :
Appiccicàu :
Appìccicu :
Appìzza :
Appizzàra :
Appizzàta :
Appòja :
Appòja :
Appojàra :
Appojàra :
Appojàsti ? :
Appojàtu :
Appojàu :
Apprètta :
Apprèttu :
Apprèttu :
Apprèzzu :
Apprìca :
Appuntàra :
da formare una croce e due triangoli equilateri , attaccato un
lunghissimo filo, una lunga coda a catena di anelli di carta,
altre due catene di anelli di carta più corte .Tirato di corsa il
filo, ma contro vento, si innalza rimanendo in aria.
Appartare, allontanare, isolare.
Appassionato.
Dare del cibo all’affamato purchè viene rifocillato, saziare.
Ha saziato con del cibo, lo ha rifocillato.
Lo ha colpito ripetutamente di pugni ai fianchi come fanno i
pugili, lo ha saziato di pugni. Appatumàra = saziare, saziato.
Che ha sofferto, che soffre; malu appatùtu .
Vedi la voce : Appatumàra .
Sistemare le piantine portando al piede la terra, rincalzare
una pianta.
Appiedare , far scendere da cavallo il cavaliere per farlo
camminare a piedi; far camminare a piedi.
Da ricco diventare pezzente, povero.
Accendi .
Accende: fuoco, candela, lampadina; discussione .
Accendere .
Accendere: fuoco, lampadina; discussione .
Ha acceso : fuoco, candela, lume , discussione.
Acceso, il fuco arde .
Ha acceso, ha acceso il fuoco o altro .
Accendo: candela, discussione, fuoco.
Manda a male qualcosa o butta via qualcosa di utile.
Vedi la voce precedente .
Mandata a male cosa utile.
Appoggia, posa qualcosa sull’altra. Vedi anche Appojàra .
Stuzzica, mangia qualcosa per chetare lo stomaco.
Appoggiare,accostare una cosa all’altra, poggiare sul tavolo.
Stuzzicare qualche cibo per chetare lo stomaco.
Hai mangiato qualcosa a colazione ?
Appoggiato, adagiato provvisoriamente sul letto.
Ha mangiato qualcosa, spuntino; ha posato qualcosa.
Che ingiuria, che provoca, che si intromette in negativo.
Provoco, provocazione, “ càcciami ‘e s’ apprèttu ! “,
togli questa occasione prima che sia tardi, altrimenti
sarà peggio; allontanare la tentazione; ingiuria, offesa.
Amido per le stoffe.
Da apprezzare, che stimo.
Ci mette dovizia sul lavoro che fa ; allo studio ecc.
Appuntare, fare la punta, aguzzare; dare fastidio, urtare.
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Appuntàra :
Appuntàsti :
Appuntàtu :
Appuntùtu :
Appùra :
Appuràra :
Appuràu :
Aprìla :
Premontare il tomaio sulla forma, operazione del calzolaio;
preparazione che fa il sarto per la priva prova del vestito.
Hai urtato l’oggetto ed è caduto; appuntàsti, e ti sei fatto
male .
Appuntato, ridotto con la punta come il lapis ; grado presso
l’emerita arma dei carabinieri .
Appuntito, fatto con la punta .
Che viene a sapere un fatto, che sa indagando.
Appurare, venire a conoscenza di un fatto.
Che è venuto a conoscenza di un fatto.
Aprile, mese che apre la stagione primaverile.
La durezza e forzza della nostra pronuncia, vuole che
dopo la – R- la consonte successiva sia doppia . (
Ognùnu, ‘u pòrccu soi , ‘u scanna ‘e dùva vòla ! )
Àra :
Aranciata :
Aràncu :
Aràtru :
Àrbitru :
Àrca :
Arccàta :
Arccàtu :
Arcchèmussu :
Arcchèttu :
Architèttu :
Arcchìviu :
Preposizione =alla , in uso dialettale in Montauro (CZ) ; ara
casa, ara villa, ecc.
Aranciata, succo, spremuta di arance.
Razza di arancia, asprigna, agra, sgradita al palato.
Aratro, vomere.
Arbitro, /voce nuova non dialettale, la vocale u muta in
daletto il vocabolo italiano arbitro / persona a cui le parti
contendenti rimettono la decisione di una controversia.
Nei giuochi sportivi come nel calcio, è una figura ambigua
che tende a favorire una delle due squadre in base al “tifo”
che da ragazzo e da giovane > teneva < per una squadra, da
àrbitro, la passione - “tifo” , è scomparsa ? Il vero giudice
onesto e imparziale è stato, re Salomone, libro dei ReLe due donne meretrici e il figliuolo conteso:
capitolo 3 versi: 16-17-18-19-20-21-22-23-24-25-26-27-28 .
Arca di Noè, Noè figlio di Lamec . Genesi 5, 30;
edifica l’arca Genesi 6, 1 .
Grande volta a tutto sesto, navata .
Edificio con piano rialzato a volta ; ponte, galleria,
viadotto.
Alchermes , liquore rosso fatto con alcol e giulebbe;
giulebbe: sciroppo molto zuccherato, con succhi di erbe o di
frutta.
Archetto degli strumenti musicale ad arco.
Architetto .
Archivio .
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Architràva :
Arciprèvita
Arcivìscuvu :
Àrccu :
Arccubalènu :
Arccu ‘e Lumbàrddu:
Àrdda :
Arddìra :
Arddìtu :
Àrddu :
Argagnàru :
Argàgni :
Argàgnu :
Arganèttu :
Argòhjari :
Architrave, membro principale dell’edificio in linea retta
che sovrasta il vuoto e posa sui capitelli delle colonne o dei
pilastri .
Arciprete.
Arcivescovo.
Arco a tutto sesto o a pieno centro; a sesto ribassato o a
sesto scemo; a sesto rialzato o bizantino, ecc.
Arcobaleno .
Arco che unisce i sue fabbricati in Via Cavour in
Gasperina:àrccu ‘e Lumbàrdu-Cinìti , Ceniti ;
Lomabardo-Ceniti .
Lo rammentiamo con la luce arcata e soffito originale
con 6 travi di legno, negli anni 1970 tutto abbattuto, oggi
si notano dal fondo stradale i laterizi detti tavelloni nudi.
Ma l’appartamento sovrastante è da quel tempo
disabitato:Dio, ha adoperato la sua… “ vànga e la sua
cazzuola “ .
Che brucia, ardere, fuoco, pira.
Bruciare, ardere cose inutili;voce tedesca > hardi =duro.
Ardito, che si mette con animo sicuro in imprese difficili.
Ardere, brucio qualcosa; ardo di passione.
“ Rispondi a me che ‘n sete e ‘n foco ardo. “
(Dante: 2-26-18)
Venditore di tegami, padelle, testi, di argilla.
Plurale di > argàgnu < - vedi la voce seguente.
Stoviviglia di coccio: tegame,tegamino; pitale ecc.
Organetto , strumento musicale a vento procurato dal
mantice e con tastiera a bottoni digitali.z<
Oggetti inutili di nessun pregio e valore .
Il nostro dialetto è : aspro, duro, forte, marcato; ha
bisogno delle doppie consonanti, per la sua efficacia nel
capire il senso della singola parola .
Ària afarùsa :
Arìganu :
Àrma :
Armmàra :
Armatùra :
Àrmi invenzioni:
Aria afosa , aria calda umida .
Origano .
Arma (plurale armi), corpo di di milizia: fanteria/arma
benemerita,carabinieri /arma azzurra,l’aviazione militare . /
Costruire qualcosa, armmàra l’ àndatu = il ponteggio .
Foma, telaio, cèntina , finito il lavoro viene smontata .
Armi
alcune
invenzioni
:
:
acciarino a ruota 1527 d.C.
da fuoco 680 d.C .
43
Armacìja :
Armàdiu :
Armicedhàra :
Armmàta :
Armonia :
Arnnèstu :
Aròculu :
Àrppa :
Àrppa :
Arràda :
Arràffa :
Arrahgàu :
Arràggia :
Arraggiàtu :
Arranca :
Arrancàra :
Arrancata :
Arrancàu :
Artiglieria con bombe 1346 d.C.
Baionette 1640 d.C.
Bombarde 1916 d.C.
Bombe a molla, da aeroplani, Italia 1912 d.C.
Cannone automatico 1907 d.C.
Cannone a portata di 400 chilometri 1921 d.C.
Fucile italiano a ripetizione 1891 d.C.
Mitragliatrice automatica 1906 d.C.
Petardo 1580 d.C.
Pistola 1364 d.C.
Rivoltella 1835 d.C.
Schioppo a carica con pallini 1347 d.C.
Sciabola-revolver 1860 d.C.
Vuol fare qualcosa senza competenza come un bambino.
Armadio , mobile di legno per riporvi i vestiti.
Trastullo di fanciullo che monta e smonta il giocattolo.
Armata, flotta, naviglio da guerra.
Armonia .
Ernesto .
Calamo (?) (giungo) col fusto liscio internamente vuoto con
un solo internodio molto lungo fra nodi vicini alla base o
all’apice.
( Il raddoppiamento di lettere, marca la pronuncia locale
dura e forte )
Arpa, strumento musicale, in forma di triangolo, tra due lati
del quale sono tese corde di minugia o di metallo, da
suonarsi pizzicandole con le dita.
Falce fienaria con lama lunga leggermente ricurva assicurata
in cima ad un manico lungo e con pioli (Falce della morte)
Toglie il superfluo delle piantine o delle piante alte.
Arraffare, pigliare o togliere con violenza.
E’ rimasto in dietro con il passo, strascica le scarpe,
non ha più forze, è stanco. > arrahgàu – arrahfàu < .
Incita alla lite uno dei contendenti .
Arrabbiato, indignato; affetto da idrofobia, rabbia .
Salta il fosso da un lato all’altro, usa l’ànca, le anche.
Saltare un fosso allungando le anche, le gambe, passare da
un lato all’altro a tuffo eseguito a gambe e piedi tesi e col il
corpo flesso ad angolo retto.
Visita improvvisa nel proprio fondo rustico, fa due passi.
Arrancare, camminare con grante fatica; passare un fosso
saltando da un capo all’altro; fare un breve percorso per
visitare il proprio orto o fondo rustico , brevità di tempo.
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Arrància :
Arranciàra :
Arranciàu :
Arrànciu :
Arràncu :
Arrappàra:
Arrasàmma :
Arrangia . Voce francese . si accomoda, fa alla meglio.
Arrangiare , accomodarsi, fare alla meglio.
Ha ricavato qualcosa con stento.
Mi accomodo alla meglio.
Allungo le anche, le gambe per attraversare una cunetta.
Arrappare, arraffare, rubare, togliere con ingordigia.
Abbiamo allontanato l’amico, abbiamo isolato l’amico;
“Arrasàmma ‘i vràsci ‘ntro vrascèri “ – abbiamo isolato
la brace nel braciere, perchè la salsiccia non bruciasse
dentro la carta, ma per rimanere sotto la cenere; abbiamo
diviso il fuoco con la zappe .
Arrasàra :
Passare rasente, allontanare, scansare, evitare un pericolo.
Arrasàsti :
Hai appartato, ti sei appartato, hai allontanto l’amico.
Arrasàu :
Ha appartato, allontanato l’amico.
Arrebbèdha :
Allarma gridando .
Arrebbedhàra :
Gridare allarmando la gente, allarmare un rione, un paese.
Arrevòla :
Vento infuriato che tutto solleva: capelli, tegole,vestiti.
Arrevolàra :
Vedi la voce precedente; il sollevare del vento furioso.
Arrevolàta :
Sollevata dal vento forte.
Arricchja :
Ascolta, mette l’orecchio per poi riferire.
Arricchjàra :
Ascoltare la lezione, ubbidire, udire, spiare .
Arricchjàra ammucciùni: Ascoltare di nascosto, spiare .
Arricchjatùra :
Nel giuoco infantile (‘a vitriàta ) ,persona che sta accanto di
chi gestisce il giuoco da cui conosce i luoghi > “ mastru e
arricchjatùra “ < quando il partecipante indovina il luogo
> ‘u ‘rricchjatùra < conferma .
Arricchjàu :
Ha ascoltato, a teso l’orecchio.
Àridu :
Arido, àlido, secco:
“Il legno per tutte le fibre àlide” ( D’Annunzio )
Arrìffa :
Riffa, lotteria privata simile al Lotto; colui che arrìffa,
che rischia giocando.
Arrimìniti :
Dàtti da fare .
Arringàra :
Mirare e lanciare un oggetto contro cosa o persona.
Arripàra :
Riparare dal traffico, dalla pioggia ecc.
Arrìppa :
Che aggrinza la pelle, la stoffa, il vestito.
Arrippàra :
Fare grinze nel cucire qualcosa; l’aggrinzare della pelle.
Arrippàta :
Aggrinzata.
Arripàtavi :
Riparatavi dalla pioggia, allontanatavi, scostarsi.
Arrippàti :
Aggrinzati.
Arrippàtu :
Aggrinzato.
Arrivàra :
Arrivare, giungere la riva, approdare e toccare la riva.
Arrivàru :
Sono giunti con la barca, con la nave, hanno toccato la
riva.
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Arrivàstavu :
Arrivàrunu :
Arrìzica :
Arrizìcàra :
Arrizicàstavu :
Arrizicàu :
Arrobbàra :
Arrobbàru :
Arrocciulàra :
Arrocculàra :
Arrotàra :
Arrotàra :
Arroti :
Arrotulàra :
Arrùggia :
Arrùgna :
Arrugnàra :
Arrugnàu :
Arrumbulàra :
S’ arrumbulàu :
Arrùnchja :
Arrunchjàra :
Arrùnchju :
Arrunzàra :
Arrussicàra :
Arrustìra :
Arrustùta :
Arttètica :
Arttìculu :
Arttiggiànu :
Arttìgliu :
Arttìsta :
Siate giunti, avete toccato la riva.
Sono giunti, sono approdati con la barca .
Che rischia.
Rischiare.
Avete rischiato.
Ha rischiato .
Rubare .
Hanno rubato.
Arrotolare come si fa con la cartina e il tabacco per la
sigaretta, avvolgere.
Rotolare per terra.
Molare forbici, coltelli, rasoi.
Circondare, mettersi attorno con altri.
Che operi nel molare un coltello; ti circondi insieme ad
altri; t’arròti .
Avvolgere nella carte qualcosa rotolando il contenuto.
Arrugginire, da ruggine , che forma idrossido di ferro, di
colore rosso bruno.
Si accosta senza essere invitato. S’ arrùngna !
Accostare, avvicinare; “arrugnàrsi” accostarsi.
S’ arrugnàu, si è accostato, si è avvicinato al altri.
Aggomitolare, raggomitolare ; imbrogliare un lavoro, fare
presto e non buono un lavoro .
Nello scappare imbrogliarsi con i piedi e cadere; mettersi in
guai , confondersi , andare in tilt .
Che lavora alla carlona abbreviando il da fare; fa alla
meglio.
Rammendare male una stoffa lasciando grinze.
Che faccio un lavoro mal fatto, senza competenza.
Fare un lavoro alla carlona, alla meglio senza avere
competenza artigianale.
Diventare rosso in volto per vergogna o per ira e odio.
Arrostire .
Arrostita.
Movimento giocoso incessante che fa un bambino, come da
giostra, come d’altalena “ ‘nDòzzica “ ,tutto che tocca e
tutto che muova.
Articolo grammaticale: femminile o maschile, plurale o
singolare; determinativo o indeterminativo.
Artigiano, chi esercita un mestiere.
Dita delle mani per atti violenti, mezzi degli strozzini,
Artista, chi professa un’arte liberale e specialmente le
arti figurative (pittura e scultura)
46
Arva
Arvvùra :
Àrvuru :
Arzziòla :
Arzzìra
Ascùtu :
Àsma :
Assàggiu :
Assai :
Assai antìcu :
Assammaràra :
Assapìra :
Assapùra :
Assapuràra :
A ssèmprasòna :
Asscjùca :
Assciucàra :
Assciumàra :
Asscjumicàra :
Asscjù :
Alba, aurora, mattino.
Albore, aurora, mattino.
Albero.
Uccelletto che nidifica nelle siepi. Ballerina, Arsiola.
Ieri sera . La pronuncia di: ieri sera è > arzzìra, in
dialetto, non arzira . La nostra pronuncia è forte e dura, si
pronuncia forte con due zeta.
Obbedisco, ubbidisco.
Asma.
Assaggio, mostra, prova.
Assai. Tanti e tanti Dottori, dottoroni,alla televisione
dicono: assai poco; molto poco; assai troppo, molto
assai , pochino pochino ecc.
Questi Soloni sapienti, educatori dei nostri figli, ignobili
Dottori, ignobili Insegnanti , non hanno vergogna di
incassare lo stipendio, soldi del popolo, che li mantiene a
vita agiata a spese di chi ha imparato che 2 X 2 = 4 .
La ipocrisia del dopo Seconda Guerra Mondiale contro i
superlativi grammaticali della lingua italiana, diretta da
“ maestri d’orchestra “ , mestieranti dell’antifascismo
anche nella lingua e grammatica italiana , ha forgiato
odio verso l’ “Uomo della Provvidènza “ e benedetto
dalla Santa Sede (1929) dopo i Patti Lateranensi .
Oggi siamo schiavi della grammatica inglese:
“ perché non siam popolo / perché siam divisi. “
Epoca lontana di secoli, antecedentemente.
Portare i panni al fiume per essere lavati poi pel bucato.
A sapere, fare a sapere la notizia .
Assaporare , trattenere a lungo un cibo in bocca.
Assaporare, insaporire, dare sapore, condire; assaggiare con
attenzione, per lo più con gusto.
A casaccio, ad orecchio, opera fatta senza misure e
competenza, > a sans facon (sanfasòn) , senza cerimonie.
Asciuga, carta per asciugare l’inchiostro; asciugamano .
Asciugare.
Vedi la voce seguente .
Indica asciugare, togliere umidità, come le castagne nella
stuoia per asciugarsi per poi metterli al forno; incensare con
molto fumo una bara col morto dentro, assolvere, asciugare i
peccati , “ ‘ngenzàra “ incensare.
Saluto locale in Gasperina d’un tempo, non conosciamo se
per la partenza o per l’arrivo: asciò, ascì, asciò ? >
47
Assettàmuni :
Assettàta :
Assettàtà:
Assettàtavi :
Assettàti :
Assèttati :
Assimigghjàra :
Assimìgghju :
Aspètta :
Aspettàra :
Aspèttu :
Aspèttu :
Assètta :
Assimigghjàra:
Assimìgghju :
Assistìra :
Assolettàra :
Assuggettàra :
Assuggettàrsi :
Assulicchjalòru :
comunque era un saluto per chi raggiungeva il luogo o il
luogo lasciava.
Mettiamo a sedere : sedìmuni sùpa ‘a sèggia.
Seduta .
Colpo, manrovescio, mazzata, data con durezza.
Sedete, accomodatevi ; sedìtivi .
Seduti
Sièditi .
Assomigliàre, avere alcuna qualità o apparenza di un’altra
cosa o persona, rassomiglianza ; paragonare .
Assomiglio .
Aspetta, non andar via .
Aspettare.
“ E’ brùttu l’aspettàra e no’ mbenìra, stàra a
ttàvula e nno’ mmangiàra, stàra a llèttu e nno’
ndormmìra ! “
Aspetto, aspettare, attendere.
Aspetto, sembianza del volto umano.
“ Io mi volsi ver lui e guarda il viso:
biondo era e bello e di gentile aspetto,
ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso .”
(Dante. 2: III – 106-107-108 )
Mette a sedere; innesta a coda di rondine due legni e trovano
sede perfetta; opera perfetta ; dare con durezza uno schiaffo.
Assomigliare; paragonare .
Somigliare ad altra persona, sòsia .
Assistere un ammalata, aiutare .
Solettare la scarpa, mettere la suola alle scarpe,
dare con precisione un ceffone, uno schiaffo .
Sottomettere .
Sottomettersi .
Luogo dove il sole è sempre presente dall’alba sino alle
ore 19; altezza sul mare di metri 504,10 ; estrema
periferia della Via Garibaldi in Gasperina; un tempo
solo ortali, un sentiero scorciatoia pubblica portava alla
confinante Montauro sino al vicolo Chiasso -Cona.
Dirupo questo luogo “Protetto” da un muro di sostegno
largo 20 centimentri … OPERA PUBBLICA di
Gasperina degli anni 1950. Qui uomini e donne anziani
trovavano posto per godere il sole e raccontare segmenti
del percorso della loro vita. Oggi si nota il cemento
armato con case a destra e a sinistra .
48
Assu :
Astutàra :
Astutàtu :
Astùtu :
Astùto :
Atarìnu :
Atàru :
Àtra :
Àtri :
Àtru :
Attàcca :
Attaccàra :
Attaccàru :
Attaccàsti :
Attaccàu :
Attacchi :
‘nTagnàra :
Attàgna :
Attàgna :
A ttìa ! :
nTìcasi :
Attillàtu :
nTìsa :
Attisàra :
Attizza :
Asso, carta da giuoco munita di un solo seme: bastoni,
danari,coppe, spade; carte napoletane. Cuori, fiori, quadri,
picche: carte lombarde. Nelle competizioni, eccellente,
campione.
Spegnere:candela,focolare,tizzone;ammazzare una
vita umana .
Spento.
Spengo .
Astuto, furbo .
Altarino, piccolo altare costruito al momento.
Altare .
Altra . (vedi le voci successive con suono dentale )
Altri .
Altro . à > tru < : ha suono dentale –palatale (vedi la voce
> te –à-tru > teàtro)
Da attaccare, che incolla, che fa presa, che dà inizio
all’azione in una contesa con le parole, con vie di fatto:
schiaffi, con arma bianca o con arma da fuoco.
Attaccare / Vedi la voce precedente Attaccàra /
Attaccarono, hanno attaccato; hanno affisso il manifesto;
hanno iniziato con le armi le ostilità in guerra; hanno
attaccato i bottoni ; hanno dato inizio alla discussione.
Da attaccare, hai attaccato, hai affisso, hai incollato; hai
iniziato in orario il lavoro; hai iniziato a suonare il pezzo
musicale al segno in battere o in levare dato dal maestro.
Da attaccare, ha affisso, incollato ; ha iniziato il lavoro.
Plurale di attacco, assalti militari; incolli con la colla ; dai
inizio al tuo lavoro; attacchi l’avversario con parole.
Calafatàre. Vedi la voce sottostante.
Medicazione con sego e stoppa alle doghe che perdono
liquido, calafatare le doghe della botte. Si chiude, si salda.
Si coagula, ferita medicata si chiude e garisce subito.
Dico a te, a te chiamo ! Voce per chiamare altra persona.
“ Tòcca a ttìa mu jòchi ! –Tòcca a ttìa mu pàrri !
Antìcresi, uso in cambio. Convenzione giuridica per cui il
creditore acquista il diritto di far suoi i frutti dell’immobile
del suo debitore a sconto degli interessi , e poi anche del
capitale del suo credito.
Attillato .
Udito, ha sentito, che ha un buon udito.
Stendere una corda ; stendere le gambe, il corpo, morire.
(vedi la voce > Spiràra )
Che attizza il fuoco, mette legna ; incita in una contesa.
49
Attizzàra :
Attizzàra :
Attorcigghjàra :
nTràgna :
nTrasàtta :
Attrassàra :
Attrìppa :
Attùppa :
Attrippàra :
Attùppa :
Attuppàu :
Attùra :
Attùralu :
Atturàra :
Attuvàtru !
Aùffu :
A ùmma a ùmma :
hÀva ‘a pìsma :
Avantànnu :
Avantèri :
Avanza :
Attizzare, mettere legna al fuoco.
Aizzare in una discussione; mettere legna sul fuoco.
Torcere a spira , torcere i pagni bagnati , torcere due fili per
farne uno spago.
Matassa di lino greggio, lino grossolano.
Improvvisamente > a’ ntrasàtta < all’improvviso.
Tirarsi indietro, fare passi indietro, indietreggiare . Contraio:
avanzare. ( ritarddara /ritardare/ fare tardi, in Gasperina si
dice e si scrive in dialetto : ADDEMURARA , addemurài,
addemuràsti, addemuràmma, addemuràstavu, addemuràru,
addemuràu . Mi TARTTENIRU = tarttènìru , mi hanno
trattenuto)
----------------------------------------------------------------Gori Celìa “gasperinese” ha scritto stampato e venduto:
“Attrassara: ritardare,fare tardi/trattenersi in un posto “
---------------------------------------------------------------Nel dialetto di Gasperina si dice: mi tarttenìu, si
tarttenìu; mi tarttègnu, restai tarttenùtu .
Che si trastulla saltellando scotendo la trippa, il ventre,
l’ epa .
Tappare, chiudere .
Il movimento che fa un bambino saltellando, vocabolo
derivato da > trìppa < pancia, ventre in movimento.
Che tàppa, che chiude, sigilla, che non lascia passare liquidi
o solidi.
Si è turato, l’acqua non scende; si è tappato.
Che tappa un buco; che tappa la bottiglia; turare .
Tàppalo . “ Chjùdalu c’ ‘u mbudhàgghju ! “
Saldare, chiudere, tappare.
A te altro, a te parlo, parlo con te , a te dico !
A ùfo (A.U.F) A Uso Fabbrica . A sbafo, mangiare a
scrocco, senza far niente. Nei navigli milanesi, sui barconi
venivano trasportati i marmi e altri materiali per il Duomo,
senza far pagare nulla a nessuno, ma per la fabbrica del
Duomo (A.U.F.) : Devoto-Oli –vol. I pagina 239 – terza
colonna ,voce 23- a. ufo - . ( Chìssu mangia a ùffu , a
ggràtissi / gràtis latino gratis / mangia aùffu )
In silenzio, nessuno deve sapere, di nascosto,a bocca chiusa.
Bambino che frigna per sonno mancato o che vuole dormire;
hàva = ha .
Due anni fa .
Avanti ieri, due giorni fa .
Che vanta credito, che deve avere .
50
Avanzàmu :
Avanzàra :
Avanzàra :
Avanzàra :
Avanzàu :
Avanzi :
Avànzu :
Avìanu :
Avìmu :
Avarìamu :
Avarìanu :
Avarìssavu :
Avìmu :
Avìra :
Avìssamu :
Avìstavu :
Avìti :
‘A vòstra :
Àza :
Azàmma :
Azàra :
Azzarijàra :
Azzarijàtu :
Azìja :
Azijàra :
Azzìcca :
Azziccàra :
Azzumbulàra :
Azzumbulàu:
Azzùmbulu :
Azzuzzàra :
Azzuzzàta :
Azzuzzàta :
Azzùzzu :
Vantiamo credito in restituzione .
Avanzare, avere in accredito, vantare un credito;
vanzàra.
Avanzare, andare avanti.
Crescere, portare avanti la famiglia, i figli allo studio.
Avanzo per abbondanza di cibo o di altra cosa,
rimanenza.
Tu devi avere, vanti qualcosa ; avànti. avanzi, innanzi.
Io devo avere la differenza in soldi o in natura; ciò che resta
di qualcosa, rimanenza.
Avevano .
Abbiamo .
Avessimo, avremmo.
Avrèbbero, dovrèbbero.
Avreste , dovreste .
Abbiamo.
Avere .
Avremmo , dovremmo .
Avete avuto.
Avete.
La vostra: la vostra casa, la vostra bottega, la vostra
famiglia.
Alza tu, solleva tu; alzare e tagliare le carte al gioco.
Abbiamo sollevato, abbiamo alzato, abbiamo superato il
grado.
Alzare, sollevare .
Rendere il ferro forgiato acciaio, immergendolo nella
colza.
Ferro rosso della forgia, viene immerso nell’olio di colza
per la tempra,tempera, renderlo forte, acciaioso.
Bambino che si diverte, che salta, che giuoca, che strilla.
Bambino che si diverte, saltellare, giocare.
Conficca, conficcare, piantare, trapiantare; che suda sui libri
perché atto ad apprendere ; che apprende un mestiere con
passione.
Piantare un chiodo, un palo accanto alla vite, conficcare.
Capitombolare, rotolare in giù .
E’ rotolato, ha rotolato, facendo un capitòmbolo.
Agisco creando capitombolo contro cosa o persona.
Cozzare.
Che ha cozzato .
Cozzata col la fronte
Cozzo, che cozzo, che urto.
51
Azzàru :
Àzzu ! :
Azàru :
Azàta :
Azàtu :
Azàti :
Azàtu :
Ah zzìa :
Ah zzì !
Azìja :
Azìjanu :
Azijàra :
Àzi :
Àzu :
Azùrru :
Acciaio.
Esclamazione negativa o positiva: àzzu, è bella assai !
Àzzu, chi fforttùna !
Hanno rialzato il tetto della casa; hanno sollevato i
tacchi scappando.
Che è fuori dal letto ; sollevata, rialzata .
Alzato, non più nel letto, non più seduto; sollevato .
Rialzati, sollevati ;
Sollevato ; alzato , fuori letto.
Voce dello starnuto.
Suono dello starnuto.
Bambino che saltella per gioco e si diverte in movimento.
Che scappano, saltellano, si divertano, si trastullano .
Divertirsi giocando saltellado qua e là .
Rialzi rigidi di cuoio che il calzolaio fissa sul collo delle
forme di legno per raggiungere la misura del collo del piede.
Alzo, sollevo . Rialzo di cuoio smezzato che il calzolaio
fissa sul collo della forma per la giusta misura del piede.
(“ ‘Nu pasànu ‘e Gasperina, dòppu ottu jòrni chi jìu a
MMilanu, trasìu ‘ntro bàrra d’Alfrèdu cu’ ‘u hfìgghju:
‘U cciòmu jocàva cu’ ‘a pallicèdha chi ssatàva sula:
‘A pallicèdha satàu anàru sùpa ‘u bancu.
‘U pàtra ‘i dìssa ‘o hfìgghju :
“ Aspètta, cha t’ ìzu, vidiàmu si la chjìchi ! “ )
Azzurro: colore più pieno del celeste, e più chiaro del
turchino.
B
Babbàzzu :
Babbèu :
Babbijàra :
Babbuìnu :
Bàbbu ‘e porttùna:
Babbèla :
Babbàno / babulus / che ha le gote grasse e grosse; babbèo ,
sciocco .
Babèo, sciocco.
Comportarsi da babeo.
Babbuìno, la più numerosa popolazione del mondo di
questo animale si trova in Etiopia.
Scemo, stupido, ignorantone; volto, faccia a rilievo di ferro
che si fissano a porte e portoni con battente mobile per
bussare .
Babele, dal nome della città di Babele, secondo la
narrazione della Bibbia, gli uomini tentarono di costruire
una torre alta fino al cielo e per tale presunzione furono
puniti da Dio che confuse i loro linguaggi, il termine si usa
52
Baccallà :
Bacùccu :
Bàculu :
Bada :
Badàra :
Badhatùra :
Badhòttula :
Badogliàra :
Bàffi :
Bàffu :
Bagnacàdda :
Bajòrda :
Balaùstra :
Balìcia :
Ballàra :
Ballatùra :
Ballista :
Banchètta :
Banchettàra :
Banchèttu :
Banchèttu :
Banchèttu :
Bàncu :
Bancùna :
Bànda :
Bànda musicàle :
ancora oggi anche in dialetto per indicare confusione.
Baccalà , merluzzo seccato.
Bacucco, copertura del capo tipo cappuccio; scemo, stupido.
Bàcolo : asta su cui si porta la croce nelle processioni .
Bada, da badare .
Badare .
“ ‘mbadhatùra “ : Imballatrice, fune lunga fissata al basto
per legare fasci di rami e legna secca.
Donnola.
Badogliare, tradire . (Un Pietro negò 3 volte Gesù
suo Maestro; altro Pietro B. ( 1871+1956), tradì il suo Capo
dopo averlo fatto Maresciallo d’Italia e Vice Re d’Etiopia .
Baffi , mustacchi .
Baffo , mustacchio .
Bagna càuda o bagnacàuda , salsa piccante (olio,aglio,alici:
salsa servita bollente da usarsi come intingolo.
Donna di poco senno che ama a divertirsi, balorda.
Balaùstro, colonnino, colonnine in serie modellate e
bombate al centro,edificati sul fondo uno accostato all’altro
con cimosa .
Valìgia
Ballare a tempo musicale ; ballàra, saltare :
“ Quando ‘a gàtta no’ nc’è, ‘u sùracia balla ! “
Ballatoio esterno in testa alla scala dormiente nella
strada, il piano alto e largo .
Smargiasso, persona che raccolta fesserie.
Che sta a pranzare nel banchetto degli sposi, mangia.
Stare in compagnia in un banchetto di festa.
Banchètto, piccolo banco di lavoro di forma quadrangolare
del calzolaio su cui tiene tutti gli attrezzi e il chiodame,
bullette di tante altezze, e “ ‘i > “ zzìppi “ /zeppe/ di ferro
dolce. Banchètto - deschètto.
Banchètto nuziale per gli invitati al matrimonio.
Banchètto, àgape , il pasto in comune dei primi cristiani
con la consacrazione del pane e del vino .
Convito di Betania : Vangelo di Matteo > Capitolo 26 .
Banco della scuola; del Lotto ; Banco di Credito .
Bancone del bottegaio .
Banda musicale.
Le Bande musicali storiche di Gasperina :
1800 – anni 1870 Maestro Orazio Samà .
1920 Maestro Orazio Samà.
1933 Maestro Venturino Juzzolini .
1946 Maestro Nicola Celìa.
53
1946 Maestro Vittorio Ursini .
1950 Maestro Prof. Giuseppe Castanò.
1951 Maestro Prof. Giuseppe Castano.
1985 Maestro Gregorio Carelli
2000 Maestro Antonio Gallello .
Banda :
Bandèra :
Bandèri :
Bandìja :
Bàndu :
mBàndu :
Bandijàra :
Bandulèra :
Barbbìdhi :
Bàrcca :
‘mBàrcca :
Barccùna :
mBarddàra :
Barùna :
Bàscu :
Basètta :
Bàssu :
Bàssu :
Bastàu :
Basulàta :
Bàsta :
Bastàra :
Bastàrddu :
mBàstu :
Banda, lato destro o sinistro;
banda “ , lato . “ Tènami ‘a banda ! “ , scaricando la soma
legata al basto dell’asino, si chiamava qualcuno a sostenere
il lato ancora non scaricato per far sì che il peso non facesse
muovere il basto insieme all’asino per non farlo cadere.
Bandiera .
Banditore, messaggero che annunciava per le strade del
paese la vendita presso la Piazza, descrivendo con voce
alta, il tipo di pesce e il prezzo al chilogrammo; araldo .
Barcolla .
Bàndo, avviso scritto o gridato a voce alta lungo le vie del
paese.
Affare, contratto lasciato in sospeso da definire, irrisolto
lasciato nell’aria, per il Sì o per il No .
Barcollare, camminare poggiando con lentezza una gamba
per volta,
Bandoliera bianca di cuoio dei carabinieri e dei
moschettieri
Barbiglio, barbigli , ciò che alcuni pesci, anche gli azzuzzi,
recano sotto e ai lati della bocca per fermare la preda, si
allarga e si chiude, ha colore biancastro.
Barca.
Imbarca, imbarcare .
Balcone .
Bardare l’asino,cavallo, mulo .
Barone .
Basco, berretto di panno blu scuro, tondo e sensa falde.
Basetta, striscia di capelli che si congiunge con la barba
davanti alle orecchie sopra le guance .
Basso, bassotuba, strumento musicale di ottone.
Locale terranneo o sotterraneo .
E’ stato sufficiente.
Bàsola , lastra di pietra lavorata squadrata o rettangolare per
strade e piazze.
Basta, invocare la cessazione di un fastidio.
Bastare, essere sufficiente, a bastanza.
Bastardo .
Basto dell’asino.
54
Bastimèntu :
Basulàtu :
Batòsta :
Battàgghju :
Battaglia :
Battagliàra :
Battènta :
Batterìa :
Battipànni :
Battisòla :
Battaràru :
Bàttaru :
Bavalòru :
Bàvaru :
Beàta :
Beàtu :
Beccamòrttu :
Beccamòrttu :
mBeccedàriu :
Bèccu :
mBè :
Bastimènto, nome generico di tutte le navi di notevoli
dimensioni , e specialmente di quelle da carico.
Basola, lastrone spesso di pietra per la sede stradale.
Batòsta, percossa.
Battaglio, pendolo di ferro interno della campana penzoloni,
che batte sul bronzo per la chiamata dei consiglieri o dei
fedeli.
Battaglia, combattimento.
Battagliare, combattere.
Battente, parte delle imposte / di uscio o di finestre/ che
batte nello stipite .
Batterìa, /voce nuova non dialettale/ insieme di strumenti a
percussione musicali : grancassa, tamburo, piatti, timpani.
Battipanni, oggetto di vimini intrecciati con forma simile
alla racchetta del giuoco del tennis , usato per battere
coperte, vestiti ecc. per levare la polvere.
Batti suola doppio di ferro, si mette sulle ginocchia; pietra,
sasso, su cui il calzolaio pesta col martello il cuoio dopo
essere stato a mollo e poi asciutto.
Persona che esagera senza possedere nulla; che allarma altri;
strofinando leggermente la capocchia rossa del fiammifero
scintilla, si incendia; così si comporta “ ‘u battaràru “ da
esageratore.
Fiammifero di legno, zolfanello; abbàttaru.
Bavaglino / piccola bavaglio // tovagliolino corto e tagliato
in tondo che si lega al collo dei bambini perché non si
insudicino di bava il vestito. //piccolo tovagliolo che si lega
al collo dei bambini durante i pasti . “Bavalòru” /da bava/ .
Bavero, parte del vestito intorno al collo, più
propriamente è la parte della giacca da uomo dove i sarti
da un lato fanno l’àsola per il distintivo e qui si attacca il
collo. Bavero, da bava.
Beàta : Maria Immacolata e madre di Gesù .
Beato : Il sermone sul monte , Le beatitudini di Gesù :
Matteo, capitolo 5 ; Luca capitolo 6, 20 .
Bergamotto, frutto simile a una piccola arancia con fiori
molto odorosi . Pianta che si trova in rare zone di Calabria,
dai fiori si estrae il profumo.
Scemo, stupido, ingenuo che si fa imbgliare .
Abbecedario / da a.b.c.d. / abbicci, principi della lettura.
Becco , il maschio della capra; essere becco e bastonato :
Sùpa còrna guastunàti; capro, caprone, cornuto.
Bi – B- b - , seconda lettera dell’alfabeto
55
Bèdha :
Behfàna :
Bèlla :
Bedhìccchja :
Bedhìssima :
Bèdhu :
Bedhùsu :
mBelàtu :
Bellèzza:
Bemòlla :
Bèna :
Benadìca :
Bella : bè-dha – dhà, suono dentale, aspro, ronzante.
Befana / da epifania / vecchia fantastica la quale si fa
credere ai bambini che scende dal camino a portare loro
regali // strenna // “ strìna “ // donna brutta con nasone e
una scopa. Festa del 6 gennaio. Festa dei bambini.
Bèdha,onesta, cara, accussì para. Bellezza ideale “ Beatrice “ :
“ Tanto gentile e tanto onesta pare
La donna mia, quand’ella altrui saluta,
Ch’ogni lingua divien tremando muta,
E gli occhi non ardiscon di guardare.
Ella sen va, sentendosi laudare,
Benignamente d’umiltà vestuta
E par che sia una cosa venuta
Di cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
Che dà per gli occhi una dolcezza al core,
Che intender non può chi non la prova.
E par che della sua labbia si muova
Uno spirto soave e pien d’amore,
che va dicendo all’anima: sospira ! “
(Dante- La Vita Nuova – sonetto XXVI )
Che è bella, carina .
Non molto, ma abbastanza, discretamente, così così .
Bello .
Biffa appesa in cima a delle cannette per allineare
piantagioni .
Uomo irato, con gli occhi velati, sguardo da pecora .
Bellèzza, qualità di essere bello, uomo,donna o cosa bella;
dignità morale e spirituale di essere se stessi; la bellezza non
è la cipria, il cerone, il rimmel , la depilazione, il rossetto,
ecc. ; la bellezza è costume di vita, stile ; è la fede che
propone e che non dispone per gli altri.
Bemolle, accidente musicale indicante che la nota a cui si
riferisce è abbassata di un semitono ; esso viene
annullato dal bequadro.
Bène, fare del bene; parlare bene; scrivere bene.
Bene dico.Complimento e soddisfazione per aver notato
che la poca semina ha dato abbondante frutto, che il
malocchio, influso malefico non venga contro; Benadìca
quàntu crisscìsti ! ti sei fatto un bel ragazzo.Benadìca
quàntu nda hfacìsti ! Benadìca, stai bonu ‘e saluta ! Che
56
Benadìtta :
Benadìttu :
Benedizziona :
Bèngiu :
‘mBentàru :
‘mBentàtu :
‘mBentàu :
mBèntu :
Bequàtru :
Bernnòcculu :
Berrètta :
Berrètta :
mBèrzza :
mBèrzzu :
Bètta :
Biacca :
mBiàcu :
Biancumangiàra :
tutto rimane così, anzi che vada avanti, che il mio dire non ti
faccia mancare nulla.
Benedetta .
Benedetto . Benedetto XVI , papa, Vescovo di Roma.
Benedizione; l’atto e l’effetto del benedire; grazia, fortuna.
Ricordiamo ai gasperinesi, che negli anni 1950,
Salvatore Lamonica, fece benedire il suo grande mezzo
meccanico agricolo gommato, posteggiato sulla destra
del portale della Chiesa, Piazza gremita di popolo,
bandiera tricolore del Comune di Gasperina, il
battezzante : il cognato, don Vincenzo Maria Raspa, poi
diventato Cancelliere della Curia di Squillace e
Monsignore. Manifestazioni queste che in Gasperina mai
più si possono ripetere . STORIA DI GASPERINA . La
Storia locale si racconta e scrive con fatti veri .
Banjo , strumento musicale a pizzico o col plettro,con
con bacino semisferico con pergamena, tastiera e corde.
Hanno inventato.
Inventato.
Ha inventato.
Cosa fatta con leggerezza, ha messo poca colla e non ha
fatto presa; ha fatto aria, gas , in modo silenzioso; pèto = >
pìritu ‘mbèntu < solo aria senza rumore.
Bequadro, accidente musicale indicante che una nota,
precedentemente alterata da un bemolle o da un diesis, va
eseguita alla sua altezza naturale; in pratica, esso annulla
l’effetto di un precedente bemolle o diesis .
Bernoccolo ( vedi la voce zzòmbu )
Berretta, copertura del capo “ còppula “ .
Berrètta del prete a tre spicchi “ a tre mìcci “ .
Verso giusto della stoffa, della carta moneta, del
lenzuolo sul letto : sbèrzza.
Verso mezzogiorno circa, verso le dieci .
Accorciativo di Elisabetta .
Biacca, carbonato di piombo o di zinco, di colore bianco,
usato dai pittori come tinta .
Ubriaco di vino o di altro come di: sapere, super saputo.
Latterino, i piccoli neonati delle alìci; bisogna lavarlo tante
volte per eliminare rimasuglie si rena, poi cucinarlo con
fuoco sotto e fuoco di sopra per una perfetta e saporita
cottura. Neonati di colore bianco; pesce azzurro.
LATTERINO.Per la cottura “ do’ biancumangiàra”, era
maestro :“Saverùzzu do’ Custòdiu > Saverùzzu Raspa “
57
Biàva :
Bibbia :
Bicchèri :
Biccherìja :
Biccherìnu :
‘mBicìna :
‘mBicinàra :
‘mBìdia :
Bidòna :
Bìffa :
Bìhfaru :
Bihfòrccu :
mBìgghju :
Bigliàrddu :
Bìlicu :
> Saverio Raspa, genero di Michele Viola. Padre di :
Monsignore don Vincenzo Maria; di Marianna; di
Michelino; di Rosina; di Antonio; di Maria; di Dante.
Diceva che : “ ‘u biancumangiàra “ hàva bisògnu hfòcu
‘e sùtta e ffòcu ‘e supa “ . Personaggio. Esempio di
onestà, di umiltà, di carità cristiana. La sera intorno al
braciere, recitava il Santo rosario, amava silenzio e le
risposte . Terminato il rosario, e parlando di altro,
diceva : “ Chu hàva, e nno’ ssàpa u cucina, no’ ssàpa u
càmpa ! “ . Saverùzzu Raspa, era stato ottimo musicante
col Maestro Orazio Samà .
Cibo per gli animali da soma: granaglie e cereali in genere.
Bìbbia : Sacra scrittura; Antico Testamento,composto
di 46 libri; di 27 libri il Nuovo Testamento (73 libri )
La Sacra Bibbia in totale contiene 73 libri.
Bicchiere ,bicchièri: > anche al singolare > bicchèri.
Che beve molti bicchieri di vivno.
Bicchierino per rosolio, cognac, ecc.
Avvicina, si avvicina, avvicina un oggetto all’altro .
Avvicinare, farsi vicino .
Invidia .
Bidòne, tanica per liquidi .
La cima ed estrema della fascetta di pelle che unisce
i due quartieri della tomaia dietro il calcagno, lembo di
pelle doppio o semplice, in aiuto per calzare la scarpa.
Lembi di stoffa che usano i geometri per allineare
con paletti terre rustiche .
Ovino ancora lattante (?)
Bifolco, cafone; chi ara e lavora la terra coi buoi e ha cura
del bestiame; contadino, campagnolo, villano.
Sonno,quasi sveglio .
Biliardo,bigliardo : gioco con le bilie –buche laterali - fatte
sulle 4 sponde e sul piino con panno verde ( tavoliere), si
giuoca con le lunghe stecche di legno, la buca = bilia , ove
viene spinta dentro la palla dell’avversario.
BASCULLA. Bilancia a ponte per grandi pesi.
Bilancia a più leve articolate per equilibrare, con piccoli
pesi , carichi a decine o centinaia di volte maggiori . I
piccoli pesi vengono posati all’estrema sinistra fuori stilo
taccato in cui scorre il peso romano mobile.
Il vostro DOTTORE G. Celìa, dice di essere di Gasperina,
ha scritto, stampato e venduto :
58
( “ bilicu : bilico/posizione istabile di un corpo/
particolare tipo di bilancia per grossi pesi / “ )
‘mBìlicu :
Binòculu :
Birbànta :
Biròdhu :
Bìrra :
mBiscàra :
mBihschjàtu :
Bisògna :
Bisognùsu :
Bisògnu :
Bìssi :
mBitàra :
‘mBitràtu :
‘mBìtu :
Bivèri :
‘mBizzàra :
‘mBizzàtu :
Blànda,blànda :
Bobina :
Boccàcciu :
Bocàla :
Bòccia :
Bòccia :
Bòja :
Bojàta :
Bològna :
Bòlu :
mBoìna :
Bìlico, in bìlico : positura d’un corpo sopra un altro in
modo che lo tocchi in un solo punto restando in equilibro:
mettere, restare in bilico, stare, tenere. Bìlico della bilancia,
il punto intorno al quale essa oscilla. Figura di incertezza,
dubbio, rischio . “ Mi tìnna ‘mbìlicu ‘nu misa ! “
Binòccolo o binòcolo; doppio cannocchiale, fatto in modo
da guardare con tutt’e due gli occhi a un tempo.
“A ffìgghjamma, ai ma guàrddi cu’ cannocchiàla ‘e
luntànu, capisscìsti !! “
Birbante, uomo di poca onestà.
Biroldo, sanguinaccio . Vedi la voce “ sangunàzzu “ .
Birra .
Mescolare, miscelare .
Mescolato, mischiato. Il suono dialettale di > “ ihschjà”
è gutturale con aria sforzata cadente sula > à < accentata.
Bisogna per necessità .
Bisognoso .
Bisogno, necessità ..
Bis , acclamazione per ripetizione del brano musicale.
Invitare a cena, al matrimonio ; avvitare un bullone .
Vitreo, sguardo come gli occhi del morto, smorto e fermo.
Invito alla manifestazione ; avvito la vite .
Abbeveratoio di forma rettangolare per far bere gli animali.
Ammaestrare, educare, insegnare; apprendere, insegnare.
Ammaestrato, che ha appreso un mestiere, insegnato da altri
Blànda, lenta con lentezza, che è lenta .
Bobina .
Vasetto di vetro con coperchio avvitabile.
Boccale , da bocca; vaso di terracotta, con larga pancia,
con ansa da poterlo prendere, per l’acqua o per il vino.
Boccia. Vaso per lo più di vetro,con la pancia grossa, con
collo lungo e stretto, bottiglia, per l’acqua o vino.
Boccia: bottiglia, contenitore di vetro; ampolla,boccale,
bombola,boccale,boccione, bottiglione, caraffa, fiale, fiasco.
Boia, voce latina, corda di pelle per legare il collo agli
schiavi o per strozzarli, giustiziere, carnefice.
Boiata, azione da boia, opera malfatta .
Bologna, città, capitale dell’Emilia.
Bolo, boccone masticato che s’inghiotte. “masticùna “ .
Confusione, folla, ressa, baldoria, cancan .
59
Bombarddàra :
Bombarddìnu :
Bonàca :
Bonànama :
Bonànnu :
Bòni e mmàli :
‘mBorddacàra :
Borddellàru :
Borddèllu :
Borddèllu :
Bòrza :
‘mBoscàtu :
Bòtta :
Bottìgghja :
Bottigghjùna :
Bottìja :
Bottijàra :
Brachètta :
mBràdi :
mBrahfàra :
Brànda :
Bombardare con gli aerei lanciando bombe.
Bombardino, strumento musicale dei flicorni, baritono.
Tasca continua e comunicante da destra a sinistra nel
lembo della giacca, bùggia .
Buona anima , parola che sottintende un defunto.
Augurio che si fa il primo giorno dell’Anno. Buon Anno.
Bonanno Pisano, scultore del 1100 d.C.
Buoni e cattivi : Manète , eresiarca (secolo III d.C.) fondò
una sua dottrina secondo cui ammetteva 2 principi creatori o
formatori del mondo, l’uno buono, l’altro cattivo, lotta tra
loro . Manichèo, manicheismo . Questa dottrina settaria,in
politica, l’ha sempre messa in pratica il socialcomunismo
in Russia, in Europa, in Italia specialmente dai
comunisti.
“ ‘mborddacàra “ , mangiare oltre misura, alimenti con olio
abbondante. “ Si ‘mbordacàu, tanto da rimettere .
Uomo chiassoso che crea liti .
Casa detta chiusa con le meretrici, puttane, bordello.
“ Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiero in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello ! “
( Dante . 2; 6 – 76,77,78 )
Dante Alighieri nato a Firenze 1265 +Ravenna 1321.
Bordello, baldoria, cancan, chiasso, confusione; casa chiusa
per meretrici.
Borsa , cartella scolastica; borsa della spesa ; degli occhi.
Imboscato, terreno impiantato a bosco; persona , chi elude la
legge per gli obblighi militare in tempo di guerra.
Botta, colpo dato col bastone o altro ; colpo d’àrma da
fuoco.
Bottiglia /dallo spagnolo botella / bòccia (vedi la voce
bòccia) ; bottiglia dal collo lungo con corona di vetro /
cèrcine /e con tappo di sughero)
Bottiglia che contiene 2 litri di liquido .
Che bussa alla porta.
Bussare alla porta.
Lo sparato dei calzoncini dei bambini, apertura sul davanti.
Località rurale in agro di Gasperina .
Perdere la voce, diventare rauco .
Branda, lettuccio di tela o di rete metallica attaccata ad
un telaio di legno o di ferro . Brànda è voce tedesca .
La branda può essere pieghevole come quella militare
60
Bràtta :
‘mBràtta :
mBràtta :
mBrattàra :
mBrattàru :
mBrattàsti :
mBrattàu :
mBrèhjja :
mBrèhjju :
Brigadèri :
Brigànta :
Brigichètta :
Brìndissi :
Brindàra :
Brìscula :
Brìsi :
Bròcca :
Brodèra :
mBròccu :
‘mBrogghjùna :
mBròmu ‘e mara:
Brùhfuli :
Brunètta :
mBruhschjàra :
per essere portata a spalla. (un esemplare originale con tubi
di ferro, branda militare del soldati della prima guerra
mondiale, la detiere in Gasperina Antonio Pisano )
Blatta, , scarafaggio.
Imbrattamento, lordare , che sporca.
Accusa altra persona innocente
Inbrattamento, insudiciare ; accusare altra persona.
Hanno imbrattato, hanno sporcato.
Hai imbrattato, hai lordato.
Ha insudiciato la tuta, il vestito, il muro, il pavimento.
Non mi fa nessuna impressione, è non la fa a nessuno.
Rottane di mattone sottile, spezzone.
Brigadiere .
Brigante, bandito, malandrino .
Bicicletta . Drais, inventore tedesco della bicicletta .
Brindisi / voce tedesca > bringen / forma di augurio al fine
della mensa alzando il bichhiere pieno; vi faccia pro /pròsit .
Brindare, fare brindisi .
Briscola, giuoco di carte che si fa in due o in quattro
persone; nel quale hanno maggiore valore le carte dello
stesso seme di quella che si lascia scoperta in tavola; ogni
carta del seme della carta scoperta.
Brìsi: località rurale a Este di Gasperina, fontana storica
sin dai tempi di Ruggero il Normanno, fonte che forniva
l’acqua ai 4 mulini e ai Frati del convento confinante.
“ Vrìsi “ ; la medesima vena forniva e fornisce l’acqua
alla fontana di Frate Antonio “ Vrantòni “
Forchetta per le pietanze con 4 o 6 rebbi /denti / .
Scodella per il brodo .
Riesco a imboccare la strada giusta, indovinare, far
centro, ‘mbòccu , ‘mbròccu .
Imbroglione .
“ mbròmu ‘e mara “ , piccola medusa ; persona scema;
larva di medusa acquosa, orticante, gelatinosa, provoca un
lieve bruciore, si può trovare in riva al mare celata sotto la
rena.
Piccole macchie sulla pelle di colore marrone chiaro, acne.
Pane inferigno, farina bianca mescolata con cruschello.
Brustolare, abbrustiare. / mbru- hschja-ra / il secondo
gruppo di lettere > hschjà < ha suono gutturale palatale con
aria sforzata, lo suggerisce la acca H – h – lettera muta
convenzionale .
61
mBrusscinàra :
mBrusscìnàti :
Brùttu :
mBruhschjàtu :
mBrusscinàra :
mBrustulùtu :
Brùttu :
Bruvèra :
Buàtta :
mbuccàra :
mbuccàra :
‘bBucàtu :
‘mBùcca :
‘mBùcca mùschi :
‘mBùccu :
‘mBùdha :
‘mBudhàgghju :
mbudhàra :
mbudhàtu :
Bùffa :
Buffètta :
Bùggia :
Usare per poco tempo indumenti come: camicia, giacca,
pantalone ecc .per mutarli tutti i giorni .
Usati per poco tempo (vedi mBrusscinàra) > Il
raddoppiamento sintattico in mBrusscinàra della ESSE è
dovuto per la pronuncia dura,forte, marcata in Gasperina < .
Brutto, spiacevole a vedersi ed ascoltare.
“Ma tu chi se’,che sì se’ fatto brutto?“ (Dante: 1-8-35 )
Abbrustolito, bruciato sulla pelle, come dei polli e uccelli
che vengono accostati alla fiamma per bruciare la peluria
rimasta .
Indossare un indumento per poche ore per poi riporlo
nell’armadio senza ripulirlo, nel tempo breve lo ha sporcato;
simile alle pioggerelle estive “Cu’ vìdhi vìdhi” che i pochi
minuti, dopo di aver distrurbato l’ambiente riappare il sole.
” ‘A nègghja, hfìcia ‘na pisscjàta e nnesscìu ! “
“ Un bruscinar di primavera “ ( Pascoli)
Abbrustolito,brustolato: caffè, cece , fave secchi,ghiande .
Brutto .
Brughiera , albero, erica .
Boatta, buatta, voce francese, “ buàt “ scatoletta , > scatola
cilindrica per la conserva di pomodoro, pelati ecc.
> ‘na buàtta ‘e cunzèrva < .
Imboccare i cibi , imboccare l’ammalato, i bambini.
Accettare, credere ad un racconto come fosse vero, ingoiare,
incassare cose inventate.
Avvocatesco , avvocatìcchio .
Mette nella bocca, mangia. Vàcia ‘a Chjèsi ‘u ‘mbùcca
l’Ostia, comunicarsi > santa ‘ntra Chjèsi e ddiàvula ‘a
casa !
Persona che sta sovente con la bocca aperta ; scemo,stupido.
Imbocco, metto nella bocca, mangio, io mangio.
Chiuda, chiudi, tappa. Chiudere il passaggio con la siepe.
Turacciolo di sughero per la bottiglia; zaffo per tappare
il cacume > cacunàru < il cocchiume , punto alto della
botte, tappare dopo versata l’uva torchiata lasciando una
presa d’aria.
Chiudere, tappare, recintare.
Chiuso, tappato, sigillato , recintato.
Rana .
Tavolinetto da cucina di piccole dimensioni 80 x 50 .
Tasca, “bonàca “.
62
Buhjulàru :
Bullètta :
Bullètta :
Bullìtu :
Bùllu :
Bùmba a mmànu :
Bùmba ‘e càrtta :
Bùmbula :
Bundànza :
mBunnàra :
mBunnàra :
mBunnàta :
Burràccia :
Bùrru :
Buscàra :
Buscàra :
Bùssula :
Bùssula :
Bùssula :
Bùssula :
Bussulàra :
Doppio mento; guanciale del maiale. La – H – muta,di
“buhjulàru “, è convenzione per significare la pronuncia
locale dentale –palatale soffiante.
Bollètta di pagamento.
Bullette , chiodini di acciaio di varia altezza, semensa del
calzolaio.
Bollito di carne.
Bollo, impronta di un sigillo su qualche cosa.
Bomba a mano .
Bomba di carta, castagnola.
Flittène, bollicina, vescichetta formata dall’epidermide
sollevata e contenente siero trasparente, si forma dopo
una scottatura; bolla che affiore sulla superficie di un
liquido.
Abbondanza . “ mbundànza “ .
Dare un colpo ai fianchi procurando dolore interno.
Colpire e offendendo moralmente e nello spirito una
persona ricordando cose lontane non piacevoli.
Oggetto schiacciato, come una lattina piena di birra,
di pomodori pelati, ecc. lasciando all’esterno una cavità.
Borraccia , dallo spagnolo: borràcha ; fiaschetta di
alluminio, chiusura con tappo avvitabile, coperta da un
panno grigioverde per l’acqua o altro liquido, in
dotazione ai militari in guerra.
Burro, pane e burro, condimento; il bùrro si ffa con la
macchina detta zangola, recipiente a chiusura ermetica.
Buscare / dallo spagnolo buscar / procacciarsi ualcosa
cercando la elemosina.
Buscare, ricevere delle percosse.
Bussola, porta, uscio.
Bussola, strumento di orientamento a 360°: Nord-SudOvest-Est ; strumento che per mezzo dell’ago calamitato
serve a trovare i punti cardinali.
Bussola, porta di legno, o d’altro materiale, a uno o 2
battenti. > Chiùda ‘a bùssula cha tràsa vèntu . <
Bussola per togliere a chi è di fuori la veduta di chi è dentro.
“ Porttèdha “ mezza porta esterna .
Bussola, strumento per l’orientamento. In senso figurato:
chìssu perdìu ‘a bùssula, ha persono il senso del
ragionamento, ragiona male, è fiori del tema.
Chiudere, arrestare, prendere , rinchiudere persona ricercata.
Persona arruolata , abile alla leva militare.
63
mBùstu :
Butìrru :
‘mBùtu :
Buttùna :
Buttunèra :
Buzinòttu :
Buzunìja :
Buzinijàra :
Buzzùrru :
Bussulàra, vocabolo in uso nel tempo passato in Palermiti di
Catanzaro.
Busto, reggiseno esterno sopra la camicia lunga della
pacchiana;fascia armata di stecche per sostegno alla
schiena.
Butirro, cacio di vacca .
Imbuto .
Bottone .
Donna merciaia .
Pentola panciuta di alluminio con due anse opposte.
Che tocca ai fianchi e con insistenza la persona accanto.
Tattare con le mani sulle spalle qualcunu.
Locale privo di luce, tugurio.
C
Cci :
Ca :
Cca :
C – terza lettera dell’alfabeto italiano,consonante sorda,
pronuncia palatale.
C , seguita da H = CH , ch , ha suono indurito, pronuncia palatale.
Ca > per > Cha = che: Ca : erratu scrivere CA , per fare intendere
CHE, perchè corrisponde a CHE (anche io al principio 30
anni fa usavo questo pronome relativo : CA , per Che )
quindi è corretto scrivere CHA . “ cha poi no’ mbòi ! “
che poi non vuoi ! < espressione negativa ;
“ mègghju tu cha ‘n àtru ! : meglio tu che un altro !
Qui, cca, avverbio di luogo; cca, non si accenta, come
> qui < in italiano .
In “ Parole e altro “ l’autore Gori Celìa, a pagina 52 scrisse,
stampato e venduto / egli DOTTORONE /
> Ccà : avverbio – qui, qua .
Ma egli Celìa, nota accenti su > qui e qua < in italiano ?
Cca ìntra :
Ccajùsu :
Cabbèdha :
Qui dentro ( se in lingua: il Qua e il Qui, non si
accentano ; il Cca dialettale = Qui, nemmeno si può accentare ) .
Quaggiuso, quaggiù .
Contratto verbale tra il padrone del fondo piantato a
ulivi con chi a corpo acquista il frutto sulle piante dietro
la stima fatta da persona competente ( stimatùra) ; il
frutto e il supero per eccesso sulla stima, và a favore di
chi si è impegnato al raccolto; mentre se il raccolto del
64
Cacài :
Cacambò:
Cacàta :
Cacàta :
Cacatùra :
Càccamu :
Caccavèlla :
Ca-chè :
Cacciàra :
Cacciàra :
Ccajùsu :
Ccàna :
Cacanìdu :
Càca pràja :
Cacaredhàta :
Cacaradhòzza :
Cacarrìja :
Cacarrìja / si / :
Cacàta :
Cacatàru :
Cacatìgghja :
frutto è per difetto, al padrone delle piante và pagata la
differenza rispetto al patto stimato.“ Tànti si ruvinàru
cu’ ‘a cabbèdha” !
Ho defecato .
Peso morto penzoloni presso il telaio della massaia.
“ cacambò ‘e tilàru “ , uomo senza stima e senza valore.
Cacàta, defecazione, gli escrementi.
Lavoro fatto malissimo – hFìcia ‘na cacàta ! Pitale, vaso da notte, cesso .
Grande e profondo recipiente di rame o zinco con
manico di ferro arcuato, caldaio dove si versa il latte per
ricotte e formaggi . Do’ càccamu nèsscja ‘a ricòtta !
Nasce = nèsscja: emerge in superficie con la bollitura la
ricotta e lascia sul fondo il siero.
Caccavèlla, strumento tipico folkloristico napoletano, è
formato da un tamburo forato al centro della pella, un legno
aderente al foro e che passando a tempo nel foro il legno,
produce un suono basso per fregamento.
Voce indiretta e riferita a chi prende una scusa che non è
giustificativa, ma in senso negativo.
Òja, cha ‘nu cha-chè, domàna cha ‘nu pisscè, e
rimanda, oggi con scusa, e domani con altra scusa .
Prendere delle scuse per rimandare .
Cacciare, andare a caccia, // dare la caccia , inseguire,
mettere in fuga.
Cacciare, mandare via con veemenza; rimettere, vomitare
dalla bocca ; versare dalla pentola nel piatto la pietanza ;
dire a qualcuno di allontanare qualcosa / “ Càcciala ‘e
dhòcu “ / allontànala dal luogo vicino a te .
Quaggiùso, quaggiù ; contrario : ccassùpa , qui sopra .
Qui, in questo luogo, vicino a me.
Abitacolo,tugurio,mono locale simile a un nido dove
l’uccello càca, defeca nel proprio nido;
miserevole abitazione: “stàcia ‘e casa ‘ntra ‘nnu
cacanìdu !”
Pescatore che fa i suoi bisogni nella spiaggia.
Ciambella di farina di castagna e poca farina bianca .
Frutto secco poroso a palla del papavero, > papagna < .
Che opera lavoro non a regola qua e là senza ultimarlo.
Pauroso, pieno di paura; la fa di sotto .
Defecazione / cacàta, vocabolo volgare / .
Spaccone, persona che esagera nel raccontare la cosa.
‘nCacatìgghja , cadere per inesperienza e paura in errore.
65
Cacatùra :
Cacatùra :
Càccia :
Càccia :
Cacciàra :
Cacciàra :
Cacciàra :
Cacciàta :
Cacciata :
Cacciàtu :
Cacciatùra :
Cacciaviti :
Càcciu :
Caciàta :
Cacijàra :
Cacijàta :
Cacìna :
Cacinàri :
Cacinàzzi :
Cicirundèlla:
Cacòcciulu :
Cacùmmaru :
Cacatoio, cesso, pitale.
Persona paurosa che si fa sotto .
Caccia, inseguimento degli anmali selvatici per prenderli
vivi o morti; di animale che insegue altro animale; aereo
detto caccia.
Manda via da casa.
Cacciare, mandare via, mettere in fuga, scomunicare ;
Togliere . “ Duva càcci e nno’ mmènti resta ‘u vacànta!
Dove togli e non rimetti altrettanto al suo posto, rimane il
vuoto.
Cacciare, andare a caccia.
Grande rimprovero in privato o fatto in pubblico.
Espulsa, radiata .
Cacciato, espulso, radiato.
Cacciatore : assassino di povere animali creati da Dio.
Cacciavite, strumento simile allo scalpello, da entrare
nell’ intacco fatto in capo alla vite.
Mando via ; tolgo il di più del dovuto nel peso .
Colpo dato col piede a persona come nel giuco del pallone.
Prendere a calci una persona.
Persona presa a calci in abbondanza.
Detriti caduti per terra dai muri scrostati dall’intonaco,
calcinacci.
Cacinàzzi .
Il vostro “Glottologo” gasperinese, scrisse, stampato
e venduto : Cacina : calcina .
Calcina, è la calce spenta e mescolata con rena per
murare.
Vasche ove si prepara la calce bianca, calcare per pietre
Calcare ; “ ‘i cacinàri ‘e Vrìsi “ dove venivano conciate
le pelli ad opera delle famiglie di Màcrina Giuseppe e
Antonio in Gasperina.
Calcinacci, pezzi di calcina seccati, staccati e caduti da
un muro.
Persona : donna o uomo mancante di parola data, di poca
serietà.
Sterco della capra di forma piccolo e rotondo, grandezza
simile all’àcino dell’ uva (còcciu ) ca > còcciu < lu .
Corbezzolo, arbusto con foglie ai margini seghettate,
i fiori in grappoli panciuti, hanno forma di una cetra o
lira in superficie slabbrate, i frutti rotondi . Più maturo e
ancòra verde, presentava e presenta una forma come
una pipa modellata. I pipparèdhi , li chiamavano noi
66
Cacunàru :
Caciòffulu :
Còffulu :
Cacòcciulu :
Cacòcciulu :
Càcciu :
Cacùna :
Càda :
Cadarìa :
Cadàvara :
Càdda :
Caddarèdhu :
Cadènduli :
Càdhapu
Càdhu :
Caddùsu :
Cadìra :
Cadìstavu :
Cadìsti :
Cadìu :
Cadùta :
Cadùti :
Cadùti in guèrra :
bambini, perché alla base infilavamo uno stecchino
lungo, lo portavamo alla bocca, per imitare i fumatori
della pipa. Hfumatùri da’ pìppa .
Cacùme: cacumen, cima d’un monte,vetta.
Punto centrale e più alto della botte del vino, che tra i
due più spessi cerchi di ferro, si trova la doga più larga
e il foro largo; apertura rotonda. Da un imbuto non
conico, ma quadrangolare di legno con lati alti e con
cannello di corno di bue ( anche questo tipo di imbuto è
detto: cacunàru ) si versano le uve per la fermentazione.
Apertura, che verrà chiusa poi, dopo la fermentazione
con lo zaffo di sughero, grande tappo.
Carciofo.
Crosta di sangue coagulato sopra una ferita in
guarigione.
Sterco della capra e pecora, palline .
Che ha forma piccola e rotonda; sterco della capra.
Metto fuori, mando via .
Cacone, pauroso.
Cade. cadere, viene giù.
Cadrebbe, andrebbe giù .
Cadavere umano; cadavere avvolto nel lenzuolo privo di
tasche, nulla porta seco di sue ricchezze.
Calda, non bollente, tiepida.
Secchia del muratore .
Calènde; hanno inizio il giorno 14 di dicembre e
Finiscono Il 25 dicembre : 14 gennaio; 15 febbraio; 16
marzo; 17 aprile; 18 maggio ; 19 giugno; 20 luglio; 21
agosto;22 settembre ; 23 ottobre ; 24 novembre ; 25
dicembre .
Fruciandolo. pertica di legno con stracci bagnati e legati
in cima per pulire il forno casereccio, spazzaforno .
Callo .
Accaldato, ha caldo; afoso .
Cadere per terra .
Siete caduto, siete caduti .
Sei caduto/ cadìsti da’ scala – cadìsti da’ sèggia / cadere.
E’ caduto.
Caduta, il cadere, in quella caduta si ruppe una gamba;
caduta d’acqua; fallo, colpa, peccato.
Caduto,vinto, rovinato,decaduto;chi è morto combattendo
Cadùti in guerra > elenco dei cadùti gasperinesi :
67
1915 – 1918
Procopio
Domenico
Catrambone
Nicola
Barbale
Saverio
Candelieri
Pasquale
Catrambone
Domenico
Catrambone
Vincenzo
Corapi
Giovanni
De Vito
Giuseppe
Frojo
Salvatore
Fulginiti
Pasquale
Grande Fran.
Saverio
Lombardo
Domenico
Lombardo
Gregorio
Lupica
Domenico
Madonna
Francesco
Messina
Giuseppe
Morè
Giuseppe
Nocita
Vincenzo
Paparo
Pasquale
Pifano
Vincenzo
Spadea
Francesco A.
Valentino
Vincenzo
Voci
Giuseppe
Voci
Vincenzo
D’ Africa 1935 - 1936
Celia
Saverio
Viscomi
Alfredo
Di Spagna
Voci
Antonio
1940 – 1943
Rossi
Domenico
Spadea Pandolfi Giovanni
Caccamo
Cosimo
Corapi
Domenico
Corapi
Giuseppe
Caridi
Saverio
Coroniti
Alfonso
Diaco
Innocenzo
Barbale
Saverio
Fiorentino
Domenico
Fulginiti
Francesco
Fulginiti
Francesco
68
Lupica
Macrina
Macrina
Napoli
Garzaniti
Grande
Paone
Papucci
Parise
Screnci
Spadea
Spadea
Spadea
Vatrella
Voci
Voci
Voci
Voci
Cadùtu :
Francesco
Giuseppe
Salvatore
Saverio
Francesco
Saverio
Francesco
Amedeo
Michele
Saverio
Francesco
Francesco
Giovanni
Pasquale
Antonio.
Giuseppe
Gregorio
Salvatore .
Caduto, è caduto / càtta / .
Del dialètto bisogna udire bene la pronuncia, sentire i
raddoppiamenti sintattici di ogni parola e scrivere il
vocabolo per come viene pronunciato, pronuncia
universalmente nota in paese.
Caffettèra :
Cahfòrcchja :
Cahfùna :
Cahfùna :
Cahfùna :
nCahfunàu :
Càggia :
Caggiòla :
Caggiàru -i :
Cahfàssu :
Caffettiera “ ccicculatèra “ , da cioccolato,voce spagnola .
La seconda sillaba > hfu < di - Ca-hfu-na – dei vocaboli
seguenti, ha suono gutturale con aria sforzata.
Buca, buco, cavità profonda del terreno, apertura, squarcio
nella sede stradale.
Burrone .
Cafone, contadino dell’Italia meridionale (vedi : dizionari e
vocabolari italiani )
Cafone, buzzurro, villanaccio, zotico.
Ha buttato, ha rovesciato nel burrone.
Cagiòla, gabbia, gabbietta . (cagiòla, dal latino caveola ;
voce francese cager )
Vedi la voce precedente .
Albero della acàcia .
Masso, grande pietra .
69
Cahfàssu :
Cahfè :
Cahfìsu :
Cahfòrcchja :
Cahfùna :
Cagnara :
Caìnu :
Cca-jùsu :
Càla :
Càla :
Càla :
Càla :
Calabrèsa :
Calàbria :
Caifa - Caifas; Caifasso,uomo assai brutto.Dal nome del
sommo sacerdote ebreo di Gerusalemme che condanno
Gesù .
( Matteo . Capitolo 26 verso 57 )
Caffè . Ca-hfè ; hfè < pronuncia gutturale con aria
sforzata e sfumata con la > è <
grave, la H,
convenzionale, indica l’aspirazione della F annullando
una F di caffè . ( Qualcuno, come Gori Celìa, in sue
“Parole e altro “ , ha scritto : > Cahè < : s.m. caffè )
Stando alla sua grafìa dialettale > cahè < si legge: > caè < ,
perché la H –h , è lettera muta e convenzionale, la > acca <
di Gori Celìa, non indica affatto la EFFE della pronuncia
dialettale CAHFE’ = CAFFE’ ; ma indicherebbe altra
parola dialettale, anche sbagliata: CHE E’ > in dialetto si
scrive . Cha è = che è , e mai > ca è .
Cafisso,misura di capacità per l’olio di 32 litri ,
voce giunta a noi dall’arabo ( gafàs ) .
Grande buca come si nota a volte sulla sede stradale.
Burrone, gola tra due colline; persona ingorda, incivile,
cafone.
L’abbaiare di più cani ; litigio rumoroso fra persone.
Caìno, figlio primogenito di Adamo e di Eva ; uccise il
fratel suo Abele. Fu maledetto lui e i suoi pòsteri .
> Gènesi- Capitolo 4 <
Quagiùso, quaggiù .
Cala, insenatura di mare :
Calalònga o calilònga e Calaghèna, si trovano nei
territori marini di Montauro e Montepaone in prov. di
Catanzzaro
Che scende, scendere; che abbassa il prezzo.
Che scende nella gola / questo passa il convento /
Cala, stazione navale; piccolo seno di mare buono per
approdare: Calilònca, Calaghèna ; siti presso la pianura
marina di Montàuro e Montepaòne in Prov. di (CZ ) ; nel
tempo remoto territorio di Gasperina .
Calabrese nato in Calabria .
Calàbria . Ebbe per abitanti i Pelasgi ; gli Osci ; i Greci ;
i Romani ; i Goti ; i Greci del Basso Impero ; i
Normanni. Portò diversi nomi : Enotria ; Italia;
Morgezia ; Bruzia ; Calabria.
Calàvra, Calabria: superficie : 15.075 chilometri
quadrati . Bagnata dallo Jonio e dal Tirreno . Fiumi
principali : Crati con l’Esaro, il Moccone, il Trionfo, il
Neto. Conta 409 Comuni. Al presente contra 6 Province :
70
Calabrisèlla :
Calabrisèlla :
Calamàru :
Calamàru :
Calamindò :
Calamind’ùna :
Calamìta :
Calandàriu :
Calandra :
Calàndri :
Calàra :
Calàta :
Calàta :
Calata :
Calata :
Calàti :
Calatùra :
Calàvra :
Calabrosa :
Calavrèse:
Càlicia :
Calìja :
Calijàra :
Calijàti :
Calijàtu :
Calligrafìa :
Calòsscja :
Catanzaro ; Cosenza ; Crotone ; Reggio di Calabria;
Vibo Valenti. Capoluogo CATANZARO.
Calabresella /da Calabria/ giuoco di carte simile al tressette,
che si giuoca in tre persone; terziglio.
Calabrisella / da Calabria/ Inno della Calabria.
Calamaio, recipiente per l’inchiostro .
Calamaro, pesce, mollusco marino, ha due larghe penne
laterali, conchiglia intorno come una penna da cui manda
fuori il suo umore nero.
Persona molto alta di statura, scema, incretinita .
Idem come sopra. Persona adatta per la statura di
prendere una cosa con le mani e calarla giù : calarne una
Calamita, magnetite .
Calendario: gregoriano , romano, russo , ecc. .
Tròttola di legno, stròbilo, smagrito, lanciato e slacciato
è velocissimo “ vàcia come ‘na calàndra ! “ velocissimo.
Calzatura dello zampognaro con legacci legati alla
gamba . ( vedi anche la voce : Ciàscula )
Scendere giù ; diminuire il prezzo.
Discesa dall’alto.
Calare nella gola un boccone di cibo> hfìcia ‘na calàta <
Discesa di strada, pendìo .
Dimagrimento fisico per malattia o per altro motivo.
Stàva bònu , mo hfìcia ‘na calata !
Le tempia, ciascuna delle due parti depresse che sono nella
faccia tra gli occhi e le orecchie, temporali .
Companatico, ogni cosa che si mangia col pane: cacio,
cipolla, mortadella , pomodoro , salame, ricotta.
Calabria.
Calabrese.
Della Calabria, calabrèse :
“ il calavrese abate Giovacchino di spirito profetico
dotato “(Dante . Paradiso: 12, 140 )
Càlice, bicchiere che va restringendosi verso il fondo, ed è
fornito di un piede. Leggendario calice di Gesù nell’Ultima
Cena > Graal <
Che abbrustoliscia,
Operazione dell’ abbrustolire nel testo.
Abbrustolite .
Abbrustolito .
Calligrafia, bella scrittura; l’arte di scrivere con bel
carattere.
Calòscia, soprascarpe di gomma contro l’umidità .
71
Calòstra :
Calunnia :
Calura :
Camàrdi :
nCamàtu :
Cambrìccu :
Cammànda :
Càmmara :
Cammarèra :
Cammarèri :
Camazzùla :
Camazzùlu :
Cambiala :
Càmicia :
Camionètta :
Càmmara :
Cammìsa :
Camòsscju :
Campanàru :
Campanèdha :
Campanèdhu :
Campanèdhu :
Campanèdhu :
Campanèdhu :
Campàra :
Campàri :
Campusàntu :
Colostro, il primo latte della donna dopo il parto.
Calunnia : /“La calunnia è un venticello, ecc. “/
dell’opera lirica “Il Barbiere di Siviglia (G.Rossini )
“ Calunniate, calunniate sempre : se la ferita guarisce, la
cicatrice rimane “
Calore del fuoco, del sole; affetto, amore ; afa .
Erbacce fitte, alte e secche, in luogo abbandonato.
Affamato; che non dà ad altri pur possedendo alimenti.
Cambrì , tessuto fine di cotone, adatto per biancheria . (voce
inglese > cambric > , ma proprio della città francese
Cambray .
Casa costruita da bambini con teli, cartoni, tavole, alla loro
altezza o più bassa, fingere di essere in casa loro e giocarvi.
Camera, stanza, camera da letto, da pranzo ecc.
Cameriera.
Camerieri, famigli.
Donna che sta con le mani in mano.
Scansafatiche, vagabondo, senza voglia di lavorare.
Cambiale, firmare una cambiale in bianco.
Càmice , veste lunga di tela bianca dei medici, medici che
notte e giorno tradiscono il Giuramento di Ippocrate.
Camionetta, mezzo militare, gìppa = jeep .
Camera, stanza .
Camìcia .
Camoscio .
Campanile .
I ceci di forma ovale ancora verdi con dentro piccolo
seme detto anche pallottola, penzolanti dalla pianta.
Campanello elettrico.
Lobo dell’orecchio .
Il pene dei bambini , ha forma > ‘e ‘nu turruvìu < . Vedi
la voce > Turruvìu < .
Campanello,sferetta vuota di bronzo forata con dentro
una pallina di ferro che si attacca al collare dei gatti e
cagnolini, muovendosi fanno sentire la loro presenza.
Campare, vivere.
Campare > campàri< dialetto di Reggio Calabria.
Cimitero. Camposanto.
In greco: Koimetèrion, camera da letto.
Legge 22.12.1888 n:5849 tutela della sanità;
i piccoli comuni si possono consorziare (art.56).
Polizia mortuaria regio decreto 25.7.1892 n:448) ;
distanza dagli abitati e da opifici ecc. 200 metri (art.115).
72
Gasperina non ha mai rispettato le leggi dello Stato.
Iter amministrativo per il cimitero di Gasperina:
(1875-1894 ) . Costruito nei terreni della Chiesa di
Termini; del Comune e della Messina -Pastino.
Cimitero disposto a terrazze con cancello, muro di cinta
fascia di rispetto, alto 3 metri e largo 2 ; fascia di
rispetto che negli anni 1960 è stata trasformata, lato Est
,con 4 file di colombari; al centro, per salirvi in alto,
lunga scala in pietra . Nel 1980 per realizzare all’interno
altri colombari, il campo primo a destra del cancello, è
stato tutto scavato per esumare i dormienti nella pace
eterna.
Tutto il materiale cimiteriale è stato trasportato fuori
dal cimitero e rovesciato in vari dirupi dalla Ditta Froio
di Montauro, terra e detriti, casse dei defunti uniti ai
resti umani. Nel 1981 >Pisano Antonio, autoctono
gasperinese, con denuncia-querela alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro
(planimetria acclusa del cimitero e dei dirupi) ;
Interrogazione al Governo : Valensise, Tripodi,Servello;
e.p.c. Al Prefetto di Catanzaro . Le autorità sanitarie,
civili e militari della caserma locale ,hanno assistito agli
scavi là indicati : Giuseppe Castanò, ha fornito le
cassette di zinco al N. di 7 ; recuperati 27 teschi e 7 casse
di ossa “mandati in ferie” dal CRISTIANO-SINDACO
locale, pardon, DEMOSCRISTIANO . La ‘Ndràngata di
Gasperina, sempre operante, per fare sfuggire dal reato
penale tutti i responsabili, il SINDACO-CRISTIANO…
attraverso un certo maresciallo di nome Barletta,
sempre presente agli scavi fuori cimitero, fece inoltrare
un documento secondo cui i resti non erano resti umani,
ma di animali. Ma un’ossario è stato riempito di ossa e
teschi umani. Custode del cimitero del tempo in
pensione, si chiama Celia Michele. QUESTA
INCIVILTA’ LOCALE, E’ STORIA DI GASPERINA
NOTA AI GASPERINESI NEL MONDO.
Cammuccà :
Càmula :
Càmula :
Camulìja :
Camulùsu :
Camumìdha :
Panno che si usava anticamente.
Afa .
Camola; tarlo, tarma .
Fa caldo afoso.
Tempo umido afoso.
Camomilla, malva .
73
Camùrra :
Camurrìa :
Càmu :
Càna :
Càna :
Canàta :
Canàti :
Canàttatta :
Canàtu :
Canàtumma :
Cancarèna :
Càncaru :
Cancèdhu :
Cancellàra :
Cancellèri :
Cancèllu :
Cancèllu :
Cancèllu :
Cànciadhu :
Cànciadhu rùssu :
Càncaru:
Cancellàra :
Cancellata :
Cancellàtu :
Camorra.
Sistema dei camorristi.
Càmo : freno, capestro.
“ed el mi disse:“Quel fu il duro camo “ Dante: 2– 14 -143
Cane , canis ; femminile : cagna : cattivo cantante, cattivo
attore; menar il cane per l’aia,mandar le cose in lungo. In
astronomia,nome di due costellazioni, dette Cane maggiore
e Cane minore. Razze di cani: mastino, segugio,
bracco,lupo, bassotto, veltro, pomerano,volpino,danese,
maltese, spagnolo, bulldog, terrier, pointer, setter di
S.Bernardo, di Terranova.
Cana, antico Villaggio della Palestina dove Gesù compì il
primo miracolo (Vangelo di San Giovanni /capitolo 2)
Cognata . ( Co- agnata, parente non diretto);
agnato è congiunto in linea mascolina.
Cognati .
Tua cognata .
Cognato .
Mio cognato .
Cancrèna .
Cancro, tumore benigno o maligno .
Cancello di legno all’ingresso di fondo rurale.
Cassare, cancellare i crediti pagati .
Cancelliere di pretura; persona vagabonda che nulla fa .
Cancello, chiusura di un passo con verghe di ferro .
Cassare, cancellare alla lavagna lo scitto con il gesso.
Cancello grande di tutti i cimitero per la citta dei morti.
Cancello di legno all’ingresso di un podere .
Cancello di legno di podere pitturato rosso… era presso
Il fondo rustico di Pisano Francesco Paolo(1875) fu
Antonio ( 1823)nel fondo in agro di Gasperina detto
“Suverello-Meseregoni- Parma –Gallo, confinante col
fondo rustico Raspa; detta poi : “Porta rùssa “ ora : Porta
rossa ,ormai cancello inesistente ; in Catasto : Partita
Catastale 815 ; Particella 47 ; are 15,80 ( altre particelle
possessorie sin dagli anni 1930- confinante con strada
pubblica con altri eredi Pisano, con eredi Esposito G. ; con
eredi Lupica) . Foglio di mappa 18 . Così confermata dal
Comune di Gasperina.“Pòrta ròssa” .
Cancro.
Cassare, eliminare uno scritto sulla lavagna.
Terrazza con cancellata , inferriata.
Recinzione di ferri verticali, chiusura.
74
Cancellèri :
Cancèllu :
Cancèllu :
Cànciadhu :
Candìla :
Candilèri :
Candilìja :
Candilijàra :
Candilòra :
Càngia :
Cangiàmu :
Cangiàmma :
Cangiàra :
Cangiàru :
Càngi :
Cangiàu :
Canìgghja :
Canigghjòla :
Canìja :
Canijàtu :
Cànna :
Cànna :
Cancelliere di pretura o tribunale.
Cancèllo di una villa .
Casso, cassare, abolire, abolisco, elimino.
Cancello di legno in uso presso i fondi rustici nelle
campagne.
Candela .
Candeliere,porta candele con un bocciolo nel mezzo, bugìa,
da infilarvi una candela .
Che è bollente, acqua bollente; il forte calore del Sole ;
la minestra, il braciere dinnanzi alle gambe le fa rosse,
“ ‘i candilìja “ .
Versare aqua bollente sulla pelle e rendere: di primo,
secondo o terzo grado la bruciatura.
Candelora, festa della Purificazione di Maria Vergine,
che cade il 2 febbraio; in tale ricorrenza si benedicono le
candele.
Cambia, muta, sostituisce .
Cambiamo, mutiamo , scambiamo.
Cambiammo, mutammo, abbiamo fatto scambio.
Cambiare, mutare.
Cambiarono, scambiarono.
Scambi, fai cambio; cambi la moneta o altro.
Ha cambiato, ha scambiato.
Crùsca della farina .
“ Accademia della Crùsca: celebre Accademia fondata
a Firenze nel 1582 da alcuni letterati fiorentini, tra i
quali Carlo Dati, Giambattista Grazzini, Bastiano Dei
Rossi, Leonardo Salviati, sotto la protezione di Cosimo I
dei Medici . Dizionaro e vocabolario della Crùsca per la
purezza della lingua, passata allo “staccio” > crisàra <
lascia passare la bianca farina mentre la crùsca, legnosa
e priva di sostanze nutritive viene buttata via .
Forfora, squama del capo tra i capelli.
Che maltratta con parole dure come trattasse un cane.
Maltrattato come un cane .
Canna, vuota all’interno con una serie di nodi, nei nodi
all’nterno, un sottile velo circolare che tolto e applicato
sopra una ferita funge da emostatico “attàgna ‘u sàngu “ ;
canna di palude con grande pannocchia ramosa con spiga,
alta da tre a quattro metri. Canna, misura di lunghezza : ‘Na
cànna ‘e petra da 3 a 5 metri seondo gli usi locali.
‘Na cànna ‘e tila ‘e tilàru .
Gola: ha tra-cannato una bottiglia di vino senza toglierla
75
Cànna :
Cannamèlu - i :
Cannarìcchju :
Cannaròzza :
Cannaròzzu :
Cannàta :
Cannàta :
Cannèdha :
Cannedhàra :
Cannìtu :
Cannìzza :
Cannìzzi :
Cannòccia :
Cannòzzu :
dalla bocca; gridare con tutta la canna .
“Gridava quanto n’aveva in canna:Perpetua! Perpetua !
Perpetua ! tradimento ! aiuto ! “ ( Manzoni )
Canna : fumaria ; canna dell’organo musicale ; canna con
lo stoppino in cima per accendere in chiesa le candele;
essere in canna, non avere un centesimo; bastone di canna .
Acque ghiacciate che pendono dalle gronde come stalattiti e
si sciolgono goccia a goccia.
Fontanella, sorgente alla periferia di Monaturo (Cz.)
Da canna: pasta, manicotti, mezze penne, chifferi.
Esofago, canale che va dalla faringe allo stomaco.
Colpo dato con una canna .
Tipo di anfora di terracotta per il vino, panciuta, con
collo breve, bocca slabbrata con becco opposto all’ansa .
Cannetta breve piena di filo sistemata nella spoletta
della navetta del telaio .
Da canna : la donna che al suo mancano azionato da
manovella di legno, faceva girare la ruota lignea con una
corda di trasmissione il lungo ferro rotondo, là vi erano
infilate le cannette avvolte dal filo, quindi pronte per essere
poste nella navetta romana del telaio grande di legno
Canneto. “ A ttìa chi ttàgghj cànni a ‘ssu cannìtu,
chu tàgghja matassàri , mòra aguànnu ! “
Il marito, sapendo la moglie ”camazzùla”, che nulla
faceva, e prendeva scuse dicendo che gli mancavano gli
attrezzi per filare, il marito è andato al suo canneto per
tagliare il fusto di una canna per costruirle un aspo o
naspo. La moglie “camazzùla” , da lontano gridava come
persona anonima questa frase: “ a ttìa chi ttàgghj cànni
a ‘ssu cannìtu, chu tàgghja matassàri mora aguànnu !
per mettergli paura,ma il marito riconoscendo la voce
continuò a tagliare la canna di 5 palmi per costruire il
naspo proprio per lei per farla lavorare. La favola
continua.
Stuoia di canne schiacciate e intrecciate .
Graticci (cannìzzi ,plurale di cannìzza) fatte di canne
tagliate sottili e intrecciate, con le stesse si fanno
ceste,cestini e panieri , opere di abili artigiani locali.
Cannètta vuota del fumatore di pipa come lungo filtro.
Piccolo passo tra due nodi del sambuco tolto il midollo
bianco al suo interno, da cui facevamo “ ‘u
scupettìcchju”trastullo di noi bambini: un legnetto di
legno duro faceva da stantuffo dentro “ ‘u cannòzzu”,
76
Canòcchja:
prima si introduceva una pallottola di stoppia insalivata,
poi con pressione si spingeva detto lo stantuffo e la
pallottola andava a colpire di nascosto la persona scelta.
Bastoncino di legno di 30 centimetri, bombato al centro
per avvolgere il lino o la lana per la filatura col fuso .
Il vostro GLOTTOLOGO ha scritto,stampato e venduto
“ Canocchia : rocca , arnese di canna, su cui si avvolge la
lana, il lino,il cotone per filarlo / treccia di fichi secchi .
(Costui, non ha mai visto: né canocchia, nè rocca .
La canòcchja, non è la rocca)
Cannòccia :
Cannùna :
Cannunàra :
Cannunàta :
Cantilèna :
Cantina :
Cantùna :
Cantunèra :
Canusscìra :
Canussciùta :
Canusscjùtu :
Canussciùti :
Cantàra :
Càntaru :
Cantàru :
Cantilèna :
Càntu :
Càntu :
Della canocchia in uso che fu in Gasperina,16 centimetri
spettano alla base per essere impugnata;
7 cm. spettano al tondello torniato ovale, 7 spettano alla
cima, al tondello inumidito con saliva o acqua ,si avvolge
il lino cardato o altro, per essere filato col sottostante fuso
penzoloni sostenuto dal filo . (Vedi la voce Rocca)
Cannetta usata per fumare la pipa che si infila all’estremita
del fornello tondeggiante che ospita il tabacco.
Cannone, arma militare , arma da fuoco.
Cannoneggiare .
Cannonata, colpo di cannone .
Da “ La calùnnia “ (Barbiere di Siviglia) di G. Rossini:
“ Come un colpo di cannone “ .
Cantilena , canto monotono e ripetuto, nenia .
Cantina, locale sotterraneo per tenervi il vino e altro.
Canto, angolo formato da due muri .
Pietra angolare lunga e grossa per essere posta agli angoli
delle case, per il cantone, adatta per murature a pietra.
Conoscere .
Conosciuta.
Conosciuto.
Conosciuti .
Cantare note musicali ; cantàre, parlare, dire la verità.
Cantaro, vaso da notte.
Hanno cantato, hanno confessato il reato, hanno parlato.
Cantilena, canto continuo , canto lungo e monotono.
Canto /cantus / modulazione della voce umana con certe
regole e misure.
Canto, piego, svolto, angolo tra due piani, specialmente
della strada. Lato, parte: sul canto della strada; crocicchio;
cerchio della ruota; dall’altro canto .
77
Cantùna :
Cantunèri :
Canzùna :
Càpa :
Càpa :
Capàcia :
Capacitàra :
Capàrra :
Capicòdhu :
Capidhèra :
Capìdhi ;
Capìmu :
Capisscìmma :
Capisscìmu :
Capisscìra :
Capisscìru :
Capisscìstavu ?
Capisscìsti ?
Capisscjùti :
Capisscìu :
Càpita :
Capitàla :
Capitàla :
Capitàra :
Capitàta :
Capìti :
Càpiti :
Capitòmbulu :
Capitùna :
Capìzza :
Capizzùna :
Cantone: canto, angolo di una stanza .
Cantoniere, chi sta a guardia di una strada maestra .
Canzone , poesia lirica di elevata ispirazione e di tono
solenne: del Petrarca, del Leopardi .
Che sta, che trova posto nello spazio disponibile.
Frase che sta nel discorso, persona che può stare in
compagnia con gradimento .
Capàce, disposto a fare qualcosa perché è capace di tutto.
Capacitàre, rendere persuasione, rendere qualcuno persuaso.
Caparra, soldi dati in anticipo per accaparrare un una merce,
Capicollo, capocollo ; salame, capo e collo del maiale
/coppa/ insaccato e stagionato.
“Sovra le spalle, dietro dalla coppa” (Dante : 1-25-22 )
Chioma folta, avere molti capelli.
Capelli.
Che ci stiamo tutti nello spazio per sedere, nel letto per
dormire; per entrare nel discorso che state facendo.
Abbiamo capito . (doppia ESSE, per la pronuncia dura,forte,
marcata )
Capiàmo
Capìre .
Hanno capito.
Avete capito ?
Hai capito ?
Capìti nel discorso orale e nello scritto.
Ha capito.
Da capitare / càpiti – capito / giungere in un luogo inatteso.
Capitàle, grande città: Roma, Capitale d’Italia dal 20
settebre 1870.
Capitale, ogni bene che è fonte di ricchezza, di reddito
( Fabbricati , terreni, miniere, macchine, ecc)
Capitare .
Fatta recapitare.
Da capère, ci state, voce invitante per dire che c’è spazio per
sedere anche per loro. “ assettatavi cu’ nnùi cha capìti ! “
Potere
entrare
o
potere
stare
in
luogo
:
“ non capere in triangolo due ottusi “ ( Dante : 3-17-15 )
Giungi in questo momento inaspettato.
Capitòmbolo, caduta rovinosa a testa in giù, rotolare più
volte, in un dirupo, da una scala, ecc.
Capitone, grossa anguilla.
Cavezza , fune che serve per tenere legato l’asino o cavallo.
La bardatura di cuoio, tutta unita, che si mette all’asino
78
Alla testa: occipitale , frontale, guanciali laterali e il
sopra naso su cui e legata la briglia, la “serrètta”
canaletto stretto e dentato che la cavèzza aziona
stringendola sotto il mento per far camminare l’asino ;
direi sevizie, torture verso l’animale.
Capòca :
Capòca ! - espressione di disapprovazione, negazione di ciò
che si è udito durante un racconto di un fatto visto e non.
Càppa
Cavolaia ,tipo di bruco somigliante alla processionaria che
vive e divora le foglie del cavolo .
Cappamàgna :
Cappamàgna , sopravveste con strascico che indossano i
prelati .
Càppara ! :
Esclamazione di sorpresa e meraviglia .
Càpparu :
Cappero, si conserva in salamoia .
Cappedhàzzu :
Cappello con la tesa afflosciata e sporco . (Dha-dhe-dhidho-dhu > suono aspro con labbra socchiuse, palataledentale, suono cadente sulle sulle vocali. )
Cappèdhu :
Cappello .
Cappèdhu a ppizzùtu : Cappello rigido calabrese con tesa breve e cocuzzolo.
CCappòtta :
Copertura a mantice dell’automobile.
Ccappòttu :
Cappotto, grosso pastrano per ripararsi dal freddo.
Capubànda :
Capo di una banda musicale .
Capubànda :
Capo malavitoso, gangster , bandito, malvivente.
Capucàccia :
Capocàccia, chi ha la direzione di una càccia.
Càpucannàla :
Capo canale, primo canale di acqua piovana
torrenziale durante l’inverno e non .
I nostri avi gasperinesi hanno chiamato così detta
Via Campanella, già Via san Giuseppe, perché in
questo sito vi precipitavano come oggi 2011 le acque di
tutte le Vie che scendono a monte del paese: Via De
Gasperi; Via Garibaldi,primo tratto; Via Cavour; Via
Mazzini (già Via Vitaliano)dal N.8 ; Vico II di Piazza
E.Fermi, Piazza E.Fermi;Via Trieste e relativi Vichi; Via
Campanella e relativi Vichi. Nel 1800 anni ’70, un
bambino di 6 anni è stato trascinato ove le acque
facevano gorgo con fragore, sito denominato “ Vadhùna
“ che fu luogo per la discarica dei solidi urbani di
Gasperina, confinava con gli ortali di Rossi Giuseppe.
Èglino: DOTTO e Soci di Gasperina, hanno
stampato e venduto la seguente descrizione:
“ Capucannala : ruga del Paese, così chiamato perché
c’era la prima fontana a partire dal distributore
principale del paese “ .
79
Rispondiamo con la Storia locale :
Il DISTRIBUTORE PRINCIPALE,
Acquedotto comunale; È STATO
REALIZZATO NEL 1931.
(Podestà, Raffaele Milano); il serbatoio
presso il sito rurale per salire alla “ Vasìa”
che iniziava e inizia dalla “ Cùrccia “ , unica
strada mulattiera del tempo. Acquedotto
che forniva 10 fontane pubbliche distribuite
in tutti i rioni di Gasperina. Il nome di
“Càpu- cannàla “ è giunto a noi dai nostri
Avi , Bisavi, Trisavi e Trisarcavoli . Capu
cannàla > capo canale < portatore
dell’acqua piovana torrenziale di mezzo
paese, era e lo è . E’ il primo tratto della
lunga già Via San Giuseppe (Ora Via
Tommaso Campanella) dalla Piazza sino
alla Filanda e termina al cosiddetto Largo
Donato Graziano (nativo di Amato) padrone
del frantoio, poi , forgia di Gregorio
Macrina e figli : Raffaele, Giuseppe, Moisè .
L’acqua torrenziale che scende da tante via
a monte della Piazza, dalla via Garibaldi,
via Cavour, via De Gasperi , dalla Piazza e
via Mazzini, nel secolo XIX (1800) ha
trascinato un bimbo sino al sito “ vadhùna”
vallone, dove si formava un vortice; oggi
coperto e fatto strada (qui immondezzaio
successivamente per rifiuti solidi urbani e
altro ) .
Capudànnu :
Càpura :
Capuzzijàra :
Càra :
Carabina :
Capodànno, primo giorno dell’anno, primo gennaio.
Capitella con la setola di cinghiale o di maiale, spago
che usa il calzolaio per cucire; cima della capitella.
Muovere il capo senza dir nulla come segno di rampogna
grave e di biasimo contro qualcuno.
Cara, amabile ; merce che costa cara di prezzo.
Carabina, fucile corto di precisione .
80
Carahfùnculu :
Caramèlla :
Caràtulu :
Caràtu :
Carbinèri :
Càrcca :
Càrcca :
Carccàgnu :
Carccàra :
Carccàra :
Carccaràzza :
Carccarìja :
Carccarijàra :
Carccàssa :
Carccatèrra :
Carcciarèri :
Carddìdhu :
Carddìdhu :
Parola inventata da gasperinesi proprietari di fondi
rustici, “ carahfùnculu” , fantasma inesistente che
appare nelle campagne contro i ladri notturni, fare
paura a ladri e ladruncoli.
Caramèlla .
“Ogghjulàru” : persona competente nel frantòjo-trappèto >
troppìtu < che sa stimare e dividere equamente l’olio delle
olive frantumate; da caràto, caratùra , quota di
partecipazione del prodotto ottenuto, parte spettante. (vedi la
voce caràtu , seme, legume del carrubo, legume che dà
peso preciso all’oro e argento, 24/a parte ideale
dell’òncia per la divisione dei detti metalli, legume duro
questo, che rimane sempre lo stesso. )
Carato, seme del carrubo; la ventiquattresima parte dell’
òncia .
Carabiniere,
carabinièri,
al
singolare
che
al
plurale:carbinèri.
In ogni tempo e sotto qualsiasi Ordine Nazionale
Politico; Il motto è : “Fedele nei secoli ! Ubbidir tacendo,
tacendo ubbidir ! “
Mal pagati a volte ci rimettono la vita per difendere
l’Ordine Pubblico.
ARMA BEMERITA d’Italia fondata nel 1814 .
che svolge in tutte le direzioni indagini di Polizia
Giudiziaria e militare.
ONORE ITALIANO.
Calca,ressa.
.
.
Che sforza nel contenitore per indrodurre più merce.
Calcagno del piede , tallone .
Calcare, premere qualcosa con forza, calcare, premere .
Fornace per calce, mattoni, metalli .
Uccello simile alla gaza, cornacchia; sua voce: “cra cra cra “
Che calca, “carcaràzza “ che sforza la voce.
Voce della gallina dopo aver fatto l’uovo: canta o piange a
modo suo ; che sforza il suono della propria voce .
Imitare la voce della gallina dopo aver fatto l’uovo.
In dialetto nostrano, carcassa: armatura di una nave,
scheletro, torace del pollo, macchina, automobile in cattivo
stato da rottamare.
Contadino “ vrazzàla”, bracciante.
Carceriere, custode, chi ha in custodia i carcerati.
Cardillo .
Lucchetto, serratura movibile .
81
Carddinàla :
Carddinàli :
Carddinàli :
Carddinàlu :
Càrddu :
Cardinale, /cardinalis/ che è come un cardine, fondamento
ecc. porporato che nomina il Papa; fondamento,
forza.sostegno spirituale della fede. 70 Cardinali, quelli
che in Conclave (117) eleggono il Papa della Religione
Cattolica. (Vedi anche > dubbrùna < = cardine, pernio )
Cardinali, plurale di cardinale, porporati .
Punti cardinali : levante, ponente, mezzogiorno,
settentrione. Nord – Sud – Est – Ovest .
Cardinale , Comune in provincia di Catanzaro.
Cardo con irti e alti chiodi, attrezzo della massaia per
cardare il lino e altro.
L’ hòmu chi nno’ llèja, è ccomu ‘u lìnu chi nno’
ppàssa‘o càrddu !
“Càrddu” . Pettine, il pettine, si ferma ai nodi dei capelli, così è
l’uomo che non legge mai .
Carestìa :
Carffutìja :
Carffutijàra :
Carìci :
Cariàti :
Cariati :
Cariàtu :
Cariòla :
Carità :
Carìzza :
Càrma :
Càrma :
Càrma :
Carmmàra :
Càrmu :
Carestìa / carère, mancare / scarsezza di checchessia
specialmente dei viveri.
Armeggia con attrezzi per tentare di aprire il già chiuso;
insiste in cose impossibili: incita alla discussione i
presenti; insinua nella persona in cose non accadute:
finge tutto facendo da istigatore; stuzzica, provoca
confessioni.
Fare qualcosa con arnesi senza alcuna competenza;
provocare, stuzzicare. Vedi la voce Carffutìja .
Carucola .
Cariati, Comune calabrese.
Cariati, denti cariati, attaccati dalla càrie.
Cariato, che è cariato .
Carriuòla,carretto con una sola ruota dinanzi spinta a
mano.
Carità, avere compassione, offrire l’òbolo; una virtù
teologale. (‘a tròppa carità, sscjànca ‘a vèrtula !) La
troppa carità strappa la bisaccia .
Carezza, moìna, affettuosità specialmente infantile per lo
più con l’intento di ottenere chicchessia o per coprire un
capriccio.
Calma, quiete.
Calma, che calma e lenisce il dolore.
Cielo piovoso e tempestoso che calma la sua furia.
Calmare, quietare .
Calmo.
82
Càrna accijàta :
Càrna-arrustùta :
Carnnaggiòna :
Carnnalavàra :
Carna-rùtta :
Carògna :
Carognata :
Carpitèdhu :
Carràcchju :
Carratèdhu :
Carrèra :
Carrètta :
Carrètta :
Carrèttu :
Carricàra :
Carne ridotta a pezzettini, tritata, per involtini o polpette.
Carne arrostita .
Carnagione, qualità e colore della pelle umana, e
specialmente del viso.
Carnevale / in Toscana – carnevale / . Tempo di
divertimenti pubblici, balli, maschere, ecc.;
va dall’Epifania al primo giorno di Quaresima; figura grassa
e di lieto aspetto, con cui si suol rappresentare il carnevale.
Di carnevale ogni scherzo vale. Carnesciale; carne da
levare: carne vale; vale: voce latina usata come saluto a chi
parte / l’estremo vale, l’ultimo saluto a chi muore / ; vigilia
della Quaresima; non mangiare carne, levare la carne,
salutare la carne.
Carnnalavàra, ‘na cammìsa avìa, s’ ‘a mutàu cu’ ‘nna
prànca de salàtu, carnalavàra meu, tu si’ mmalàtu !!
(Carnevale, non è la maschera di chi la indossa, ma è il
popolo che dietro alla maschera forma il corteo .
Dolore ai fianchi o alle spalle causato dalla posizione del
corpo male posizionato, o da peso trasportato da un solo lato
/slombare (?) / Un tempo > jèttàvanu ‘i coppètti “ >
coppetta: bicchiere di vetro, una monetina di rame posata
sulla parte dolorosa, al centro acceso un cerino subito
coperto con il bicchiere, quindi funzionante come una
ventosa per far risalire il sangue in superifice.
Carogna, animale morto,carcassa dell’animale .
Mascalzonata, azione perfida e malfatta da persona viscida.
Tipo di carpìta, scialle casereccio della pacchiana,
“vancàla”, con strisce di colore giallo ginestra e
colore della ruggine, dell’erba ruggine. Strisce zebrate,
intercalate, simili, per così dire, alle “strisce pedonali”.
Carpitèdhu da’ pacchiana; carpitèdhu do’ pana con strisce
chiare e strisce marrone .
Piccolo caratello di legno a doghe .
Caratello a doghe .
Località rurale in agro di Gasperina .
Carriola, carretto con una sola ruota di ferro,
che si spinge a mano per le stanghe.
Carretta, mezzo di trasporto da rottamare .
Calesse .
Carricàre / latino barbarico/ porre sopra veicoli , animali o
persone , cose più o meno pesanti ; il pittore carica le tinte;
caricare la memoria , affaticarla .
83
Carricatùra :
Carrijàra :
Carrijàta :
Carrìnu :
Carrìsa :
Carròccia :
Carròcchju :
Carròcciu :
Carrò carrò ! ìhi !!
Carròlu :
Carrozzìnu :
Càrru :
Cartta bullàta :
Nel giuoco delle carte a briscola, chiedere al compagno un
carico: asso o un tre . Caricare di responsabilità, soverchiare
in incarichi, oberare.
Fune grossa e lunga per caricare e legale la soma.
“Carricatùtura“ dovrebbe derivare da > caricare per legare <
per poi legare sul basto .
Trasportare sul carro.
Trasportata sul carro ; trasportata nel secchio, sul capo.
Carlino, antica moneta di Carlo d’Angiò .
Conduttore che sta sopra il carro.
Rocchetto, contenitore di legno per il filo per cucire a
macchina, ha un foro da collocare nel porta rocchetto.
Vedi la voce successiva .
Asinello svezzato che saltella dietro la madre.
Voce per chiamare l’asinello picolino, e farlo andare.
Solco stretto nella terra per l’irrigazione del campi.
Calesse / dal boero kaloso/ piccola carrozza
elegante;carrozza, calesse tirato da un solo cavallo.
/francese, calèche / “ sciarabàllu “ .
Carro tirato da buoi per il trasporto di merci
Carta bollata per atti pubblici e privati .
Le doppie consonanti /raddoppiamento sintattico /
dànno a significare la durezza della pronuncia
dialettale calabrese .
Càrtta asscjùca :
Càrtta pe’ scrìvara :
Carttàta :
Carttapìsta :
Càrtti ‘e jòcu :
Carttìna :
Carttìna :
Carttìna ‘e sicarètta :
Carttìni :
Carttòcciu :
Carttuccèra :
Carta asciugante .
Carta per scrivere, rigata o senza righi .
Cartata, quanta roba si può involgere in un foglio di carta.
“ ‘Na carttàta ‘e pìssci “ / una cartàta di pesci /
Cartapèsta, pasta di cenci macerati, si fanno bambole .
Carte da giuoco: Lombarde, napoletane; da pocker .
Cartina geografica politica e fisica .
Cartina, cartolina del farmacista, ostie con all’interno
polveri medicinali.
Carta bianca finissima e stretta per sigarette.
Ostie circolari doppie che il farmacista applica al cento una
medicina, un tempo si ordinavano alla donna dopo il parto.
Cartoccio, incarto, involucro di carta a forma di cono, per
lupini dolci e freschi, per i pesci, ecc. .
Cartucciera, fascia per tenervi le cartucce.
84
Carttùccia :
Carttulìna :
Carttùna :
‘nCarttàra :
Carùsa :
Carusàtu :
Carusèdhu :
Carùsi :
Carùsu :
Carvvùnchju :
Carvunèra :
Carvvùna :
Casa :
Casàcciu :
Casèdha :
Casèntaru-i :
Cartuccia, carica preparata per il fucile.
Cartolina: di precetto per la chiamata militare alle armi;
cartolina (postale) illustrata, inventore il tedesco
(Schwavartz Bertoldo + 1908 ).
Cartone .
Incartare, involgere in carta .
Che rasa, tosatura; carùso ,da carosàre .
Carosàto, tosato.
Salvadanaio di terracotta.
Che rasi, che tosi, da carosàre ,tosare.
Carùso, da carosàre / voce dialettale per tosar,carosare /
che rasa, che tosa: capelli, barba; l’asino, il cane, le pecore;
tosare.
Foruncolo, pustoletta, tumore della pelle.
Carbonchio,gravissima infezione provocata negli uomini
da un particolare bacillo. Negli anni 1940 -1950, Gasperina è stata isolata con dei grandi cartelli agli ingressi delle
strade rotabili e mulattiere con la scritta : ” ZONA
INFETTA PER CARBONCHIO EMATICO .“ Dei
“signorotti” macellai in Gasperina. avevano acquistato
in Crotone capre e pecore già ammalate di carbonchio
ematico, macellate e venduti alla popolazione. Quei
“signorotti pecorai” sono già defunti, CAMPA ancora
un loro discepolo con una cicatrice sul mento causato da
quel famoso e triste morbo,questi, si è salvato per
miracolo.
Carboniera, luogo dove si tiene il carbone;catasta di legna
corta e grossa, si copre di terra, e accesa dalla cima ove
passa l’aria, vi esce il fumo,quando non si avverte più
fumo, si toglie la terra per tirar fuori la carbonella.
Carbone di legna, anche la carbonella per gli arrosti.
Casa , nome generico d’ogni edificio per uso d’abitazione.
Tutto si fa per la casa, per la propria casa.
Cìcero pro domo sua /Cicerone per la propria casa /.
Casaccio, caso insolito e cattivo, “a ccasàcciu “, senza
ordine, a vànvera .
Capanna, riparo nella campagna.
Lombrico-mbrichi:nda càvi casèntari!prendere dei cavilli .
Scavare con un legnetto nella terra per trovare il lombrico.
Il vostro DOTTO, G.Celìa , il “glottologo”, ha scritto,
stampato e venduto : “ Cacèntaru : lombrico “
85
Casèrma :
Casìnu :
Cassalorèdhu :
Cassalòru :
Casscètta :
Càsscja :
‘nCàsscja :
‘nCasscjàra :
Caserma .
Casino, piccola casa di campagna; casa di bordello.
Piccola casseruola con manico per bollire latte e altro.
Piccola casseruola a un manico per scaldare il latte e altro.
Cassetta di legno per frutta e verduta.
Cassa, baùle .
Che inizia a ridere a crepapancia .
Incassare perfettamente due unita, innestare, unire le
superficie .
‘nCasscjàra a rrìsi :
Sbellicarsi dalle rise, ridere a crepapancia.
Casscjùna :
Cassone per conservare alimenti e granaglie.
Cassìsta :
Cassista, suonatore di strumenti a percussione.
Castàgni ‘nzèrti :
Castagne grosse, marroni : riccio, buccia, ballotta, pattona,
castagnaccio, balogia, succiola, bruciata, caldarrosta,
caldallessa, mondina ecc. .
Castagni cùrci :
Castagne piccoline difficoltose nel mondare la camicia o
sanza.
Castedhàna :
Catafalco funebre composto a >castello< un tempo in
Gasperina veniva formato in Chiesa durante il rito per i
defunti (disegnato e dipinto in grigio-scuro con angeli
laterali dal pittore gasperinese Vito Macrina ).
Càsu :
Cacio, formaggio / dal latino caseus / latte rappreso .
Càsu do’ quàgghju :
Cacio pecorino con abbondante caglio-lievito,
a maturazione e giusta stagionatura, presenta
vermiciattoli piccolissimi che portando il loro capo
urtando la coda saltano, formaggio raro, pregiato di alto
costo.
Càsu ‘e pècura:
Cacio del latte delle pecore, pecorino.
Càsu ‘e vàcca :
Cacio del latte delle vacche, butirro.
Càsu ‘e cràpa :
Cacio del latte delle capre, caprino.
Casùpula :
Casìpola, casa piccola e meschina.
Cca-ssùpa :
Qui sopra ; contrario : cca-jùsu ; quaggiùso, quaggiù ; cca
ssùtta , qui sotto.
Càsu :
Caso : avvenimento riferito al caso. “ Capitài pe’ ccàsu !
Càta :
Prefisso di tani vocaboli dialettali : in basso, sotto,
profondità : catòju, càtu, catupèrma; catabàssa = catàbasi, la
discesa dell’anima nell’oltre tomba secondo i greci;
catacomba, ambiente sotterraneo per la sepoltura dei morti.
Catachìsmu :
Catechismo, libretto con su scritte le prime nozioni della
dottrica cattolica a domanda risposta .
Catàldo Pisano(1642): Dagli archivi parrocchiale di Gasperina > STORIA :
“ Parrocchia S.Nicola Vescovo” 88060 Gasperina (Cz.)
86
25 febbraio 1983. >Dal registro dei nati dell’anno 1662
della Parrocchia di S.Nicola Vescovo in Gasperina
risulta quanto segue: > Addì 5 di Gennaio 1662
Gio. Pisano figlio legittimo e naturale di CATALDO
PISANO e Caterina Catrambone, è stato battezzato da
me D. DIEGO GRILLONE, lo tenne al sacro fonte Gio
Domenico Grasso nacque die et annu ut supra et in
fidem manu propria D. Diego Grillane.
Il suddetto atto e registrato nel volume unico II-III-IVche va dall’anno 1642 al 1720, pagina 93 .
In fide : Sac. Carmelo Fossella – Arciprete. (sic. )
(Con timbro circolare e firma autografa nell’originale
rilasciata a Pisano Antonio nato a Gasperina il 17 aprile
1934 via Trento, 5 in Gasperina ; erede diretto: figlio di
F.Paolo(5.3.1875) e di Paparo Innocenza Maria “Cela” )
( Vedi documento storico ufficiale a pagina 5 )
Catanàcia :
Catanàci :
Mìgnola, bocciuolo del fiore dell’ulivo.
Mìgnoli : “ gemme di pioppo e mignoli
d’ulivi “
( Pascoli )
Il vostro DOTTO scrisse, stampato e venduto:
“ Catanaci: infiorescenza dell’ulivo “ .
Pisano autòctono di Gasperina risponde :
Infiorescenza: la botanica dice: disposizione di più
fiori . Tante altre piante hanno la loro infiorescenza.
Catanànnu :
Catanzzàru :
nCatarràtu :
Catàrru :
Catasta :
‘nCatastàra :
‘nCatastàra :
nCatàstu :
‘nCatastu :
Catàstu :
Arcàvolo, bisavolo, trisavolo, antenato diretto.
Catanzaro ( al Nord Italia, la Z diventa quasi una S
/ Catansaro / noi calabresi, al contrario, facciamo sentire 2 >
ZZ < se non 3 > ZZZ < . Ribadisco che il dialetto si scrive
secondo pronuncia locale .
Pieno di catarro, secrezione anormale delle
mucose, purulento nasale , bronchiale.
Catarro.
Catasta .
Fare catasta, ammucchiare carbone, legna, terra.
Registrare il rogito del notaio al Catasto.
Faccio catasta di cose come carbone, legna, etc.
Vado presso l’Ufficio del Catasto per accatastare
l’immobile comperato.
Catasto, ove si accatastano gli immobili.
87
Il raddoppiamento sintattico :Alcuni vocaboli dialettali
vanno scritti sovente con doppie consonanti per
evidenziare la durezza della pronuncia e la efficacia
degli stessi .
Catazzùmbulu :
Cha t’azzùmbulu !
Catazzùmbulu :
Catazùmbu :
Capitombolo, capitombolare, cadere col capo all’ingiù
Ti spingo e ti faccio precipitare in fondo al dirupo !
Capitombolo .
Tugurio con pavimento e muri rustici, senza luce, locale
interrato o seminterrato.
Antonio Pisano – dizionario dialettale calabrese di Gasperina -
Caternnèdha :
Caternnèdha :
Caternnùzza :
Caternnuzzè :
Catìna :
Catòju :
Catràmma :
nCatrammàtu :
nCatrammàra :
nCatrammàtu :
Catrìcula :
Catrìculu :
Càtta :
Càttaru :
Cattiva :
Cattìvu :
Cattolica :
Cattòlico :
Mantide religiosa con antenne filiformi,zampe lunghe; detta
religiosa d.Cristo, perché con le gambe piegate come in
preghiera.
Dispregiativo di Caterina.
Vezzeggiativo di Caterina
Vezzegiativo di Caterina bambina.
Catena.
Locale interrato o seminterrato per custodire l’asino, basso.
Catòju: parola greca . Contrario : hfanò, luce, apertura sul
tetto.
Bitume, catrame .
Suolo stradale battuto da catrame; persona rimasta ferma,
stòica, che non ride e non piange, privo di sentimenti.
Asfaltare con catrame
Persona ferma, rigida, ritta, insipiente.
Trappola che si faceva con la foglia del cactus
sopra un piccola fossa per prendere uccelli .
INFERNO > ‘mpèrnu do’ troppìtu > deposito dove dalle
vasche del frantòjo- troppìtu - trappèto, si immettono le
morchie > i mùrghi , i rifiuti delle vasche .
Io sono caduto; egli è caduto, cadere, farsi male per caduta.
“ e caddi come corpo morto cade. (Dante: 1-5-142 )
Sono caduti .
Donna vedova .
Uomo vedovo .
Donna della religione cattolica; Chiesa Cattolica ;
Azione Cattolica , Cattolica = universale .
Cattolico / plur ./ cattolici , universale .
88
Càtu :
Catu-pèrma :
nCatusàtu :
Cavadhèttu :
Cavadhìna :
Cavadhùcciu :
Cavàdhu :
Cavagghjùna :
Cavallètti -grìdhi:
Cavallèttu :
Cavalèri :
Cavàra :
Cavarccàra :
Cavarccatùra :
Cavàru :
Cavàsti :
Secchio a forma di cono tronco rovesciato,
la base molto più stretta, con manico mobile di ferro ad
arco.
Località rurale di Gasperina, sito molto in basso
confinante con la fiumara nei pressi della “sscinìa “
opposta nella gola divisa dalla fiumara con – i leùzzini.
Chiuso con porte e finestre in casa .
Cavallètto, striscia di cuoio posta sulla groppa dell’asino
collegata al sottocoda(retrànga–retro anca“retrànga“ fermata
ai lati opposti del basto) .
Mosca cavallina che molesta i cavalli.
Cavalluccio: i casàri con la pasta della mozzarella o del
provolone, fanno dei cavallucci in miniatura per i
bambini per essere mangiati.
Cavallo . ( dha- dhe-dhi-dho-dhu, corrispondono alla
Doppia ELLE e in taluni casi alla doppia T ) : gadhìna,
gallìna; gàdhu, gallo ; mòdhu , molle morbido; murèdhu =
muretto .
Da covone, /gregni- fascine di grano mietute e legate al
centro/ Mucchio di covoni “ grègni” accatastate con le
reste esposte all’esterno, in cima posavano delle pietre;
catasta, timògna.
Cavallette, locuste, tipo di grosso grillo saltellante.
“Or esso Giovanni avea il suo vestimento di pel di
cammello, e una cintura di cuoio intorno ai lombi, e il
suo cibo erano locuste e miele selvatico “
Vangelo di S.Matteo: Capitolo 3 Verso 4 .
Cavallètto, sostegno, di più forme, di solito con due,tre,
quattro piedi.
Cavaliere, al plurale che al singolare, titolo onorifico.
Cavare, estrarre, levare . Cavare il naso, cavare una fossa .
Cavalcare .
Cavalcatura, l’asino o mulo, il proprietario veniva chiamato
di professione: vetturale, gli animali erano classificati delle
vetture . Cavalcatore, luogo ove cavalcavano le bestie da
soma. Inizio della Via Santa Caterina in Gasperina,
( l’immobile con quattro gradini è stato demolito )
qui dal terzo gradino si cavalcavano gli animali .
“ Cavarccatùra “ è anche l’animale da soma .
Hanno cavato, hanno scavato nel terreno; hanno scavato nel
passato .
Hai cavato e fatto la fossa ; “cavasti ‘a vigna “ , hai cavato il
terreno in cui hai piantato le barbatelle per le future vite con
89
Cavatèdhi :
Cavàu :
Cavètta :
Cavìllu :
Cavulìma :
Cavàra :
Càvulu :
Càva :
Càvu :
Càza :
Càza :
Cazàra :
Cazàtu :
Cazatùra :
Cazètta :
Cazètti :
Cazunètti :
Cazùni :
Cazzìdhi :
Cazzi ‘e màra :
Cazzìja :
Cazzijàra :
Cazzijàta :
Cazzògna :
Cazzottijàra :
Cazzottàra :
Cazzòttu :
tralci e grappoli dell’uva formati dai racèmoli e àcini con
all’interno i vinacciòli, i semi.
Pasta piccolina a forma di conchigletta, si fa con la punta
del dito indice portandola verso l’interno e con leggera
pressione sulla sfoglia .
Ha cavato, ha scavato, ha levato via la terra .
Gavetta, oggetto del militare .
Cavillo, argomento fallace, con apparenza di verità, trovato
con sottile accorgimento.
Pianticella del cavolo da trapiantare.
Cavare: estrarre, levare un dente, cavare una pena dal
cuore come fa il confessore .
Cavolo, broccolo , fiore, verza .
Cava / da cavo/ scavo che si nel terreno per cavarne pietra;
cava aperta non sotterranea .
Cavo /dal latino cavare/ estrarre; io cavo un dente in qualità
di dentista.
Calzetta .
Che calza bene, che sa vestire; che calza e si adatta bene al
fisico.
Calzare, vestire il piede con le scarpe o con la calza.
Calzato di scarpe .
Calzatoio di osso per aiutare a calzare la scarpa, cazatùra :
nome generico d’ogni forma e tipo di scarpa.
Calzetta.
Calzette .
Mutande femminile con gamba corta .
Calzoni .
Leggeri turbamenti creati da precedenti piccole
discussioni. > Cazzìdhi < da cazzìlli, dialetto di Palermo,
piccoli polpettini quanto un cece. > Dàssami stàra, hàju
tanti cazzìdhi ‘ntra testa !
Fandonie, bugìe. Tu cùnti càzzi ‘e màra !
Càzzo di mare, pesce oloturia. Ha forma cilindrica,
allungata, molle .
Che rimprovera con durezza .
Rimproverare energicamente .
Rimprovero duro .
A ccazzògna, lavora fatto a casaccio, alla carlona, senza
misura, senza disegno, senza competenza .
Dare cazzotti in continuazione .
Fare a cazzotti, a pugni .
Cazzotto, sberla a pugno chiuso .
90
Càzzu ‘e màra :
Cazzùna :
Cca :
Cappellèttu :
Ccappòttu :
Cèbbia :
Cebbiùna :
Cenàculu :
Cenàdi :
Ceràntula :
Chi :
Chjavàta :
Chjavìnu :
Cchjètta :
Cchjètta :
Chijudènda :
Cchjùna :
Cchjù :
Ciàba :
Cianètta :
Cciapparrijàra :
Cciàpparru :
Cciapparrùsu :
Cciappètta :
Cciappètti :
Ciaràntula :
Cciàvula :
Cciàvuli :
Ccìccu :
Càzzo di mare, pesce.
Cazzone, scemo, stupido .
Qui . “ cca “ non si accenta mai, corrisponde a > qui .
Cappelletto:cuoio affinato e smezzato tra la fodera e
la pelle nelle punte delle scarpe.
Cappotto .
Bacino artificiale per la raccolta delle acque .
Vedi la voce precedente: Cebbia .
Cenacolo, celebre dipinto di Leonardo, i PERSONAGGI,
in gruppo di tre, parlano con i gesti delle mani, le loro
bocche chiuse .
Cenàdi, Comune in provincia di Catanzaro.
Ragno.
Chi, pronome relativo, Ch ‘ ‘i dìssa ? = cosa gli ha detto ?
Chi ddìssa ! = cosa ha detto ! Chi ddìci ! = cosa dici !
Colpo dato in testa a persona con una grossa chiave .
Chiave lunga con palettina da introdurre nella guida della
serratura .
Asola .
Ferita, lesione lunga quanto un’ àsola .
Mezzo per chiudere : cancello, lucchetto, siepe , saliscendi.
Più, di più .
Più .
Pseudo calzolaio, detto ciabattino (non conosce la
lavorazione della scarpa su misura )
Donna del volgo, donna ciana, “ vajàzza “ pettegola.
Trascinare le scarpe perché grandi o rotte; da ciàba;
ciampàre, ciampicare /stroppicàra / ; strascicare .
Scarpa da buttare via ; da ciàba.
Persona scema e presuntuosa di voler sapere, ma nulla
sa: persona che strascica le scarpe come fossero grandi e
slacciate.
Uncino fissato sul collo dei quartieri della tomaia,
becchetto rivolto all’esterno per agganciare la stringa
per allacciare con le stringhe la scarpa; rampino, uncino.
Plurale di cciappètta (vedi voce precedente) .
Ragno.
Ciàola, uccello della famiglia dei corvi, persona che non
si stanca mai di chiacchierare .
Ciàoli, simili ai corvi. HFinìtala cha sembrati cciàvuli !
Cìcciu, Cìcco, Francesco, nome proprio.
“ Ccìccu, tòccami, ch’ ‘a màmma vòla ! “ / Cìcco toccami
che mia madre è conseziente , lo permette, lo vuole/
91
Cimètta :
Cciòma :
Cciomàrra :
Cciomicèdhu :
Cciòmu :
Ccipparèdhu :
Ccippàrica :
Ccìppu :
Cìra :
Civètta :
Civètta :
Cèbbia :
Cebbiùna :
Cce :
Cècu :
Cèdhari :
( Cìcco Simonetta, nato a Caccùri di Catanzaro, 1410 +
1480, grande politico in Milano al tempo di Francesco
Sforza ; Amministratore di Milano e della Lombardia )
Una scusa vale l’altra: Lei fidanzata, diceva al fidanzato
in casa : “ Francesco, toccami che mia madre fa finta,
ma vuole che tu mi tocchi ! “
Francia, merletto, blonda trina, lavoro a uncinetto.
Bambini, fanciulli; bambina, fanciulla.
Insieme di tanti bambini .
bambino .
Bambino, ragazzino .
Sgabellino per bambino, da ceppo > ccìppu , privo di
schienale.
Donna robusta, tarchiata , di membra grosse; da cèppo .
Ceppo, basso tronco di albero tagliato per sedersi.
Cera per candele e altro.
Civètta , donna maliarda, rubacuori, sirena.
Civètta, uccello rapace notturno, simile al gufo.
Serbatoio artificiale nei campi, invaso per la raccolta
di acqua per irrigare il campo, batro anche per le rane
(vedi la voce precedente ) ; per estensione: persone che
beve molto, beone, mai sazio di bere vino.
Ci – C- > terza lettera dell’alfabeto.
Cieco, privo della vista.
Legnetti rotondi alti 15 centimetri per bloccare le
corde che fermano ai lati del basto, ceste, gerle, sacchi,
bigonce /menzulorùni dogate/ le sàgole doppie portate
al centro dei contenitori vengono fermate dal legno
verticalmente, se il legno si rompesse, le sagole si
aprirebbero facendo cadere gli oggetti pieni o vuoti.
Cèdhari : le tempia avallate , ciascuna delle due regioni del
capo. “ i calàti “
Quando due persone bisticciano aspramente, l’uno dice
all’altro: “ Vavattìnda,si nnò ti mìnu e tti rùppu i cèdhari ! “
Vattene via, altrimenti, ti meno e ti rompo le tempia,
/i cèdhari/ ti faccio cadere morto . Ti mìnu ‘ntro sònnu e tti
sdùrddu ! Le tempia = calàti - cèdhari – sonnu – sturddu / .
Le tempia, si riferiscono ai “ cèdhari ” sopra descritti,
Il vostro Dottorone, glottologo, Gori Celia, che si definisce
gasperinese, ha scritto, stampato e venduto :
92
“ Cèzaru : cerchio in legno per barili o botte // Non mi
ruppira i cèzari, non mi rompere la testa, non mi rompere i
timpani . “
Cèdhu :
Cedhuzzèdhu :
Cedhùzzi :
Cedhùzzu :
Cèdhu :
Cèdu :
Cèlu :
Cenàdi :
Centìlatru :
Centìlitru :
Centìmatru :
Centìmitru :
Cèntrachi :
Cèntru-sinistra :
Centubòtti :
Centupèdi :
Centupèzzi :
Uccello, volatile.
( Io, Pisano Antonio, sono un uccello e volo all’indietro
per vedere sempre il percorso fatto, da dove sono
venuto e perché sono venuto; volo a ritroso affrontando
il vento che mi farà cadere nella fossa ove dormirò e
godrò il sonno arretrato della vita vissuta e non
campata; continuerò a volare a ritroso salento sempre
più in alto tornando a Dio, perché l’ amore produce il
nascere e il rinascere, l’odio il perire )
Vedi la voce successiva .
Uccellini, nidiàta .
Uccellino, pulcino, neonato dell’uccello.
Uccello, volatile.
Cèdo, rinuncio, concedo.
Cielo, lo spazio in cui si muovono gli astri.
“ con Beatrice m’era suso in cielo “ > Dante:3-11-11 <
“ Non isperate mai veder lo cielo “ > Dante:1-3-85 <
“ d’ogni pianeta, sotto pover cielo “ > Dante: 2-16-2 <
Cenàdi, Comune in provincia di Catanzaro .
Centìlitro,centesima parte del litro;dell’olio:
” limosinànta”
Quando entrava nel trappèto qualche questuante per
chiedere un po’ di olio , il frantoiano gli versava
velocemente ‘U limosinànta, che poi la metà del
contenuto colava di ritorno per il frantoiano.Vedi
gurttùna.
Vedi la voce precedente .
Centìmetro, centesima parte del metro.
Centimetro.
Cèntrache : Comune in provincia di Catanzaro .
Voce non dialettale:in Politica, è ipocrisia, suo “centro”
non è sinistra ?
Cento colpi dei battagli delle due campane esterne fissate
alla bade del cuspide esagonale del campanile della chiesa
di San Nicola in Gasperina, cento colpi alle ore 24; campane
presenti non più in uso, era una tradizione sin da quando
installarono il primo orologio opera artigianale amaronese.
Centopiedi, millepiedi .
Omàso, centopelle,interiora,terza cavità dello stomaco dei
93
Cènza :
‘nCenzàra :
‘nCenzèri :
Cenzìna :
Cènzu :
Cènzu :
nCènzu :
Cèra :
Ceràntula :
Cerasàra :
Cerasàri :
Ceràsi :
Cceràu :
Cèrna :
Cèrna :
Cernnèra :
Cernìra :
Cèrvu :
Cèrvu :
Cervvedhìnu :
Cervvùni :
Cesìna :
Cèzu :
‘Ccètta :
ruminanti , trippa.
Innocenza ,Vincenza, Vincenzina .
Incensare, adulare persona con ipocrisia .
Incensière, turibolo.
Vincenzina .
Innocenzo, Vincenzo.
Cènso, censimento che si faceva a Roma ogni 5 anni dinanzi
al Censore; patrimonio, proprietà, entrata, rendita.
Incenso / incensum / , resina aromatica di un albero di
Arabia che si arde nelle cerimonie religiose, olibano, fumo,
odore.
Cera, sembianza, figura del volto da ringhioso; brutta cèra.
Ragno, tarantola.
Pianta di ciliegie , il ciliegio .
Cerasàri, terreni piantati a ciliegi .
Ceràsa, lo stesso che ciliege; ceràso, lo stesso che ciliegio.
Amarena, groffiùni, napoletani, pisscjalòri .
Lo ha guardato fisso malamente > ‘u cceràu < da cera, o
ciera, umore , sguardo, espressione del volto.
Cèrnia, pesce marino molto ricercato.
Con lo staccio (crisàra) fa la separazione dalla farina la
crusca (canìgghja ).
Cernièra con cardine, bandella e spina . Il cardine è il perno
fisso che regge il peso .
Setacciare la farina .
Dolce a forma di cuore da portare alla fidanzata.
Cervo , animale ruminanti .
Voce ironica verso qualcuno che credesi intelligente.
Terzere di legno, pali di modesta grossezza che si fissano
sulle travi e scendono dal colmo del tetto seguendo la linea
del displuvio, su questi vengono posate le gronde e le tegole
curve e i coppi sopra .
Residuo del carbone rimasto per terra, minuscoli pezzetti.
Chi opera riducendo male un materiale, disseminando il
contenuto . hFìcia ‘a cesìna ! Tutto ha ridotto a pezzi.
Il “ gasperinese “ , Gori Celìa , così ha scritto, stampato e
venduto per dialetto :
Cesìna : operazione agricola di bruciatura delle stoppie o
erbe secche, per arricchire il terreno con la cenere. / rovina,
strage.
Gelso,albero delle more rosse o bianche .
Accetta, l‘accetta, è più piccola della scure .
94
Cha :
Cha :
Cha pòcu !
Che :
Chi :
Chi sgàdhi !
Chiàcchiara :
‘nChjaccàra :
Chiacchiarùna :
Chiàccu :
‘nChjàccu :
Chiàma :
Chiamài :
Chiàna :
Chiàna :
Chianàra :
‘nChianàra :
‘nChianàta :
Chianòzza :
Chianòzzu :
Chiànu :
Chiànu :
Chiànta :
Chiànta :
Chiantèdha :
Chiantàra :
Chiantàra :
Chiàntu :
Chiàntu :
Chiànu :
Che .
Cha còmu no ! : Che come no ! ; frase di disapprovazione o
di approvazione.
Esclamazione in senso negativo verso persona che
sostiene qualcosa di dubbia verità.
Che. Tanti Presidenti e personalità, dicono: CHE-CHI .
Il loro CHE-CHI- lo leggerete anche nei loro libri
pubblicati, ma la grammatica della nostra lingua italiana
non insegna CHE – CHI : > si dice : chi, o che .
Chi : chi ddìci ?- Chi ffài ? – Chi ccùnti ? – Chi sgàdhi !
Che dici ! / cosa dici ! /
Chiacchiera, discorso di cose leggere per passatempo.
Mettere il cappio a qualcuno .
Chiacchierone che non sa concludere nulla.
Cappio .
Metto il cappio a qualcuno; mi metto il cappio.
Da chiamare, che chiama persona o animale.
Che ho chiamato persona o animale.
Pialla del falegname .
Piana, che è piana come aiuola; in geometria superficie
piana .
Piallare con la pialla un legno, spianare / Piàlla = chianòzza
– chianòzzu /
Andar su, salire – anchianàra – ‘nchianàra .
Salita, èrta, luogo ripido per il quale si sale.
Pialla, sbozzino.
Pialla, sbozzino.
Piano, che ha superficie uguale in ogni sua parte.
Piano, avverbio , parla piano; in musica – p = piano,
- pp = pianissimo .
Piantare, che pianta un albero ecc.
Che lascia, che abbandona .
Piantella, la parte esterna della solatura della scarpa;
l’interna si chiama soletta, e anima la parte mediana (
animàtu ) tra la pianella e la solatura ( operazioni del
calzolaio ).
Piantare, piantare le patate, le cipolle ecc .
Abbandonare, lasciare .
Abbandono, lascio.
Pianto con lacrime per gioia o per dolore.
Tratto pianeggiante da Est a Ovet , tratto traversale di
Via in Gasperina che collega via Trieste con la via San
95
Giuseppe (oggi via T.Campanella 31 ) > chiusa, sbarrata
al centro da cemento armato da un certo A.Gualtieri e
cancello in ferro e lamiera al numero 31 . All’interno
esiste ancora una scala > “mignanu” che appartenne alla
Signora Maria Stella. Quando negli anni 1920, Gualtieri
Saverio edificò la sua casa nell’esistente orto, casa a due
livelli e terraneo. (Consigliere comunale. Storia amara di
Gasperina, ripeto: Consigliere comunale, a cui in quel tempo,
dedicarono una lunga satirica tiritera. Ancora oggi 2012… sali le
scali del Municipio in qualità di Consigliere e tutto ti appartiene )
Chianùra :
Chiàpparri :
Chiaravàdhi :
Chiàssu :
Chiatàra :
Chiàtru :
Chiatatùra :
nChiatràra :
Le case rimpettaie, di Messina e Minucci, esistevano già,
perché più antiche . L’altro fratello Gualtieri, acquistò la
casa della Maria Stella, con scala interna per il primo livello
e “mignànu” esterno nella Via ancora esistente
e visibile. Questi per avere l’ingresso spazioso
“domignanu” del Minacci, nel muro confinante aveva uno
stipo , e gli stato concesso di aprire una porta . Si nota
ancora chentrare in casa, si scende un gradino . Il Comune
in detta traversa stradale sbarrata ,costrui la rete fognante e
la rete idrica nel 1931.
Negli anni 1990 è stata chiusa, sbarrata e con cancello al
n.31 di via Campanella e dal lato opposto con porta in ferro.
Signori: QUESTA E’ GASPERIN , lo è stata, lo sarà!
Amministratori : arroganti, briganti, corsari, masnadieri,
pirati sulla cosa pubblica. Andate a vedere dietro la casa
Fossella in Gasperina /vico sbarrato da cancello / ; andate a
vedere in Via Italia il marciapiede sbarrato da 5 gradini casa
Ludica-Garcea; andata a vedere la cinquecentesca Chiesa di
Santa Caterina già isolata dalle case private a sinistra e a
destra dalle famiglie Spadea e l’orto alle spalle di essa
Chiesa, oggi con porte in ferro e con citofoni moderni .
Signori Sindaci di Gasperina, queste realtà, sono forse
diffamazioni ? Anche questo vuole essere Dizionario
dialettale di Gasperina .
Pianura .
Capperi , pianta sempre verde, i fiori /capperi /si mangiano
conciati con aceto.
Chiaravalle Centrale, Comune in provincia di Catanzaro
Chiasso, viuzza stretta e buia; baldoria festosa per allegria.
Sparlare delle pensone assenti.
Ghiaccio, freddo pungente
Chi sparla per abitudine contro persone assenti per invidia.
Rimaner di gelo; stoico ; rattrappire per il freddo pungente;
96
ghiacciarsi, da ghiaccio > “ chiàtru “ .
Chu nènta hfàcia, nènta dàssa e nnenta sbaglia !
Chi non fa niente, niente lascia e niente sbaglia !
nChiatràtu :
Chiàtta :
Chiattìdha :
Chiàva :
Chiavàra :
Chiavatùra :
Chiavìnu :
Chiazza :
Chiazza :
Chiccàgnu :
Chìccara :
Chiecchiarijàra :
Chièsi :
Rimasto con la faccia degna di schiaffi, stòico, impassibile ;
come essere di ghiaccio.
Piatta, avente forma piana .
Piattola , vive nella regione ascellare e pubica dell’uomo
che si annida sotto la pelle procurando prurito; persona
noiosa; persona petulante che non finisce mai di parlare,
ripetitiva .
Chiave; strumento di ferro da infilare nella toppa della
serratura per aprire o chiudere l’uscio, ha le tacche che
formano il congegno sia nella chiave che nella serratura;
esistono: la chiave poligonale curva; chiave fissa semplice;
chiave inglese; chiave tubolare. In musica: le 7 chiavi
/setticlavio/ quadro degli spostamenti per collocare le note
sul rigo musicale di 5 righi e 4 spazi e sotto il rigo e sopra il
rigo. Segno convenzionale al principio del rigo musicale
/pentagramma/ per la gradazione del suono e della voce e
serve a determinare il nome delle note musicale .
Chiavàre, usare la chiave.
“ e io senti’ chiavar l’uscio di sotto “ (Dante :1-33-46)
“Vel pria vel poi ch’el si chiavasse al legno “
(Dante :3-19-105)
L’ insieme della serratura per chiusura della porta.
Chiave lunga di ferro per serrature del tipo a scanalature per
chiusure di porte con scanalature nella paletta, paletta adatta
per entrare nella toppa , buco della serratura.
Chiazza, macchia di olio caduto; capelli mancanti sul
capo;piazza pulita che fa un ladro della merce rubata.,
Piazza lastricata, basolata del paese.
Voce usata più delle donne per non dire: chi ccàzzu !
Chìcchera, dallo spagnolo > jìcara , piccola tazza con
manico che si usa per bere il caffè . Tazza o tazzina, è
voce non corretta, perché non è appropriata per il caffè,
la tazza è anche il sanitario nel bagno, che poi è il cesso.
‘Na chìccara ‘e cahfè ; il suono della effe si deve sentire,
pronuncia gutturale.
Scherzare, dire delle chiacchiere .
Chiesa, chiese ; luogo di culto religioso .
97
Chìmmu :
Chìssa :
Chìssi :
Chìssu :
Chitarra :
Chiùmbu :
Chiùmpa :
Chiumpìu :
Chjacchjàrìja :
Chjacchiarijàra :
Chjacchjàrijàtu :
Chjàccu :
Chjàna :
Chjànca :
Chiesa cattolica, pàrti : abside,acquasantiera,
altare,(maggiore, laterali- ancona, ciborio, corno destro,
corno sinistro, dossale, o paliotto, mensa, pala, predella,
reconditorio, residenza ), ambone, atrio, balaustrata,
battistero, bifora, bossolo, bracci, campanile, cancellata,
canonica, cantoria, capitolo, cappella, cattedra, ceppo,
confessionale( camato, geruflessorio, graticcio, seggio ),
confessione, coretto, coro ( badalone > grande legio e
grande messale sopra un armadio quadrangolare al
centro del coro con intorno gli stalli per i preti cantori,
nella chiesa di Gasperina cose queste scoparse… ) ,
cripta, crociata, cupola,(costole, mela o palla, timpano),
edicola, episcopio, finestrone, fonte battesimale, guglia,
iconostasi, lavabo, navata o nave, nicchia, pergamo (pulpito,
bigoncia ), pila dell’acquasanta, pinnacolo, portale,
presbiterio, pronao, rosone, sacrario, sacrestia, sagrato,
scalinata o gradinata, tabernacolo, transetto, tribuna, trifora,
ampolline.
Ordini monastici: abate, anacoreta, archimandrita, badessa
o abbadessa, camerlingo, canovaio,cellerario, cenobiarca,
cènobita, cercatore, comunità, consultore, converso, eremita,
fratacchione, frataglia, frate.
Che ti giungesse un male. “chìmmu, prefisso, voce iniziale
per inveire con una imprecazione : chìmmu càdi da’ scala ! /
chìmmu ti nèsscja l’èrva avànti ‘u hfùrnu! chìmmu
t’ammàzzi da’ scàla! chìmmu mòri domàna ! chìmmu mori
allampàtu ! chìmmu nèssci pàcciu; chìmmu t’ammàzza
‘ncùnu ! chìmmu ti hfànnu ‘a casa pedàti pedàti !
Codesta, persona o cosa , plurale chìssi .
Codesti .
Codesto .
Chitarra, strumento musicale a pizzico con 4 corde.
Piombo.
La ferita va malamente in maturazione creando pùs.
Colpo sul dito, gonfio, andato a maturazione con il pus.
Chiacchiera, che chiacchiera. Anche: Chiecchjarìja.
Chiacchierare. Anche: Chjecchhjarijàra.
Chiacchierato, preso in giro, canzonato. Chjecchjarijàtu.
Cappio .
Pialla del falegname; che è piana non collinosa.
Ampia lastra di pietra rustica per trappole , lastra orizzontale
non molto spessa in altezza per ( con questo tipo di pietra in
Campobello vengono edificat i trulli ) .
98
Chjànca :
Chjancàtu :
Chiancàtu :
Chjanòzzu :
Chjantàra :
Chjantàu :
Chjantèdha :
Chjantèdha :
nChjantedhàtu :
Chjantìma :
Chjàntu :
Chjàntu :
Chjàntu :
Chjànu :
Chianùra :
Chjàru :
Chjatàra :
Chjàtta :
Chjattìdha :
Chjattìja :
La palma della mno, superficie della mano opposta al dorso;
sinistra e destra accostate e leggermente incurvate insieme
formano una giumella / jùnta / , il concavo delle mani, così
accostate.
/ ‘na jùnta d’acqua per bere; ‘na jùnta ‘e cìciri; ‘na jùnta ‘e
hfàvi /
Piccola valle rurale pianeggiante poco soleggiata.
Ballatoio in testa alla scala esterna , pianerottolo, mignàno
del tipo romano con scala esterna alla casa.
Piccola e stretta pialla, arnese del falegname .
Piantare un albero; lasciare repentemente persona .
Ha pianto un albero ; ha abbandonato il lavoro, la donna.
Piantella, fondo interno della scarpa, sottopiede di cuoio,
cucita alla tomaia.
Piantèlla, soletta interna della scarpa cucita unitamente alla
tomaia su cui si posa la pianta del piede; esterna, è la
solatura del fondo della scarpa per il calpestio sul suolo.
Cucitura che fa il calzolaio unendo il sottopiede , la tomaia e
il guàrdolo (guarddiùna) intorno alla scarpa in costruzione .
Pianticella del vivaio per essere trapiantata .
Pianto, lacrime per dolore o gioia.
Trapianto un albero /agricoltura/ tolgo dalla piantonaia, dal
semenzaio .
Lascio, abbandono ; ti lascio .
Piano, adagio ; p > segno musicale sotto il rigo e note =
Piano ; pp > segno musicale sotto il rigo e note=
Pianissimo.
Pianura.
Chiaro, limpido, onesto. “ l’ògghju chjàru vèna nzùmu
“ Pìsscja chjàru, e ffuttatìnda do’ mèdicvu ! “
Sparlare , criticare la persona non presente .
Piatta, oggetto di forma pianeggiante .
Piattola, FTIRO . Si annida sotto pelle e nei peli del
pube,petto, ascelle, barba ecc. ; provoca continuo
prurito. Quando una persona insiste e continua a
ciarlare si dice : “ ‘A hfinìssci, cha pari ‘na chjattìdha !“
riferimento al continuo “mangiasùna” = prurito.
Manovra di chi baratta una vittoria sicura , o per soldi o per
altro interesse fa capolgere il risultato già positivo;
operazione dell’avvocato Azzeccagarbugli, avvocato da
strapazzo , vile e intrigante “ il dottore “ di manzoniana
memoria. Si fa il gesto con la mano aperta girando la
99
Chjattijàra :
Chiàttula :
Chjàva :
Chjavatùra :
Chjavìnu :
Chjàzza :
Chjàzza :
Chjìca :
Chjìca :
Chjìca :
Chjìca :
nChjicàta :
Chjicàra :
‘nChjimàra :
Chìmmu :
Chjìppu :
palma : Stai attentu ch ‘a càusa t’ ‘a chjattìjanu, da così,
diventa così!
Ingannare, tradire la fiducia. Vedi la voce precedente.
Piattola, persona nojòsa, pruriginosa; vedi >Chiattìdha < .
Chiave .
E’ il catenaccio di ferro che la chiave aziona, toppa .
tutto l’insieme della serratura .
Chiave sottile e lunga per aprire la serratura a scanalature.
Piazza .
Piazza . La Piazza di Gasperina si dirama con otto Vie come
i tentacoli del polpo,braccia, che portano alle estreme
periferie del paese: Via Regina Elena; Via Mazzini ; Via
San Giuseppe; Via Vittorio Emanuele; Via Trieste; Via
Regina Margherita; Via Cavour, ecc. . Basolàta nel 1911 >
da una ditta napoletana, assistente tecnico un catanzarese,
(titolare della sua merceria e cartoleria negli anni 1950
all’angolo dell’odierna Piazza Matteotti per Tiriolo).
Piega . la prima piega del dito pollice piegato=chjìca; la
seconda piega: “votatùra “ ; secondo la misura è:
“ pàrmu =palmo della mano, seconda piega=chjìca; poi,
ultima piega > votatùra : “ Pàrmu, chjìca e bbotatùra “ .
Giunge sul posto, là, o più lontano, o qui vicino .
Ruga sul volto, piega della floscia pelle.
Giunge sul posto vicino o lonatàno; pezzo di legno o di
stoffa che raggiunge la lunghezza rispetto alla misura da
colmare;costura di stoffa; piega di qualsiasi materia.
Piega in una stoffa; che giunge sul posto.
Doppia stoffa infilzata con ago e filo come cucicitura
provvisoria per la prova, imbastita, imbastitura .
Giungere sul posto ; raggiungere in altezza con le mani.
Rinfrinzellare due teli con ago e filo, appuntare, premontare
due stoffe con punti lunghi su cui poi si farà la cucitura con
la macchina per cucire.
Che ti , che ti succeda, che ti capita la mia maledizione:
Chìmmu càdi da’ scàla e mmu t’ammàzzi !
Chìmmu ti nèsscja l’èrva avanti ‘u hfùrnu !
Chìmmu ti hfànnu ‘a casa pedàti pedàti !
Chìmmu ti nèsscja l’èrva avanti ‘a porta !
Chìmmu mori ammazzàtu !
Chìmmu ti nèsscia càncaru jettalòru !
Rete che avvolge il fegato del maiale “ hfìcatu e cchjìppu “ .
100
Chjìrica :
Chjò :
Chiòppa :
Chjòva :
Chjòva :
‘nChiovàra :
‘nChiovàra :
Chjòva e nnèsscja:
Chiovarìa :
‘nChiovàta :
‘nChiovàtu :
Chjovìu :
Chjòvu :
Chist’àtru :
Chìstu :
Chiudìa :
‘nChiudìa :
Chjudìra :
nChiudìu :
Chjumbàu :
Chjumbàu :
nChjumbàra :
Chjùmbu :
Chjùmbu :
Chjùmpu :
Cchjùna :
Cchjù ppèju :
Chjùppu :
Chissarapòzza :
Chjusùra làmpu :
Chièrica, rasura, tonsura rotonda quanto una moneta che si
fa sulla sommità del capo ai sacerdoti ; Chjìrica, voce
presa dal chierico , dopo la tonsura .
Chiò , voce dell’uccello > Assiòlo .
E’piovuto, chiòppa e scampàu ! è piovuto ed ecco il sole.
Chiodi : fucinati, per falegnameria, semenza /zzìppi/ per
calzature, bullettame per calzature, da maniscalco,
ribattini per lattoniere, rampini.
Piove.
Inchiodare due asse ; affligere, cagionare tristezza,
crocifiggere .
Inchiodare come fa il calzolaio con bullette,il falegname;
bullettare .
“Quàndu chjòva e ttìra ventu, ti dicu èu com’hai de
hfàra: tu ti cònzi a ‘nnu stravèntu, dàssa chjòvara e
nnivicàra ! “
Pioverebbe, magari pioverebbe acqua dal cielo !
Inchiodata, fissata con chiodi.
Inchiodato come Gesù in croce; inchiodato,unito,
attaccato con i chiodi .
E’ piovuto .
Chiodo di ferro o di legno .
Quest’altro .
Questo: luogo o persona, vicino di ascolta e di chi parla.
Chiudeva.
Cielo nero, pioggia.
Chiùdere .
Tempo, cielo oscurato pronto alla tempesta che chiude in
casa le persone , animali ecc.
Improvvisamente e senza volerlo, è piombato qui .
Ha piombato il pacco.
Piombatura, che si fa alla cima di una fune per non
sfilacciarsi, perche non si sfiocca .
Piombare, sigillare un pacco .
Piombo, metallo pesante .
Operazione che si fa alla cima di una fune. /vedi la voce:
‘nChjumbàra / .
Finisco, termino il lavoro.Quàndu ‘u chjùmpo,poi vègnu!
Più, di più /cchjù – più /
Più peggio , peggiore .
Pioppo .
Invettiva maligna di maledizione. Vedi la voce Chìmmu .
Zipper ( cerniera ,chiusura lampo con i dentini e il corsoio)
101
Chjùsu :
Cchjù :
Chu :
Ciabatta :
Ciabattìno :
Ciàmpa :
nCiampàra :
Ciancianèdhi :
Ciàngia :
Ciangiatùra:
Ciangìra :
Ciangìru :
Ciangìsti :
Ciàngiu :
Ciangìu :
Ciangiulìja :
Ciaramèdha :
Ciaramedhàru :
Ciaramidìu :
Ciaramìdu :
Ciaràntuala :
Ciarda :
Ciarlatànu :
Ciarmmàra:
Chiuso, chiusura .
Più , di più .
Che o chi , “ Ch’ ‘u dìssa ? – chi l’ha detto ? ch’ ‘i dìssa?
Ciabatta, pianella coperta solo dalla parte anteriore.
Ciabattìno, riparatore di ciabatte > non calzolaio che
costruisce le scarpe nuove su misura < .
Ciàmpa, ferro ai piedi degli animali da soma, zampa.
Ciampare, urtare > stroppicàra < inciampàare
Fettucce di stoffa pregiata che alcuni signori nobili
facevano cucire dai sarti sui gomiti della giacca o sulla tesa
del cappello,per distinguersi nella società dai ranghi
inferiori. “ gradi “ sociali .
Piange.
Prèfica . I ciangiatùri ‘e Sa’ mBitu ( di San Vito ).
Le prefiche di San Vito sullo Jonio (Cz.) che a pagamento
si recavano nei paesi vicini per piangere e lodare un morto
non parente
Piangere.
Hanno pianto.
Hai pianto.
Piango.
Ha pianto.
Piagnucola , pianto di bambino, > murritùsu <
Ciaramella, cennamella, cornamusa ; anche ciaramèdha .
“ udii tra il sonno le ciaramelle “ ( G. Pascoli )
Uono chiacchierone che racconta le cose a vanvera.
Luogo dove si costruivano i coppi, tegole . Ciaramidìu:
luogo ove si costruivano tegole per i tetti delle case .
Coppo, lastra di terracotta curva , copertura dei tetti per lo
scolo delle acqua piovane, sovrapponendo ai risalti altri
coppi a ciò che tra l’uno e l’altro èmbrice non entri acqua.
In un mq. si contano 21 > ciaramìdu < . Gronda /latino
grunda / estremità del tetto che sporge in fuori dall’edificio
perché la pioggia scoli senza bagnare la parete; grondaia.
Ragno, taràntola, ceràntula .
Fetta di pane tostato con sugo di carne arrostita di
maiale,e pezzettini di questa messi sopra ,
Ciarlatano, chi vende oggetti e cose di poco valone.
Ciurmare, formula di parole col movimento delle lebbra e
segnatura a forma di croce sui margini
dell’infiamazione dell’ impetigine (pitìhjana) per far sì che
non vada avanti e guarisca . Ciurmare, ingannare uno, con
imposture. Ciarmmatùra , ciurmatore .
102
Ciarmmàra:
Ciàscula :
Cciàvuli :
Cìca :
Cicàla :
Ciccìdari :
Ciccìdiri :
Cicèrculu :
Cichitìja :
Cichitijàra :
Cichitijàra :
Cìci mia! Cìci mia!
Cìciari-Cìciri :
Ciciarèdhi :
Cìcimi ! cìcimi !
Operazione che faceva “ ‘u sanpavulàru “ , uomo
che in una custodia, cassetta con coperchio e appesa al
collo, in essa cassetta custodiva delle serpi che servivono
per togliere la paura di esse facendole toccare ai bambini
ed adulti ponendole a forma di stola intorno al collo o
sulle braccia. L’uomo che girava per le vie annunciava:
“ ‘U sanpavulàru ! “
Voce questa derivata dal nome di San Paolo che non
temeva serpi e serpenti. (Vedi la voce : “ sanpavulàru“ )
anticamente , anche ciurmadore . .
Tipo di calzatura rustica col solo fondo per riparare i piedi,
priva di tomaio,fornita di legacci. “Calàndri “ molto grandi .
Ciàuli o ciàvoli, uccelli , cornacchie che continuamente
gracchiano; quando un gruppo di persone ciarla
vanamente gli si dice : “ ‘a hfinìti cha parìti cciàvuli ! “
La smettete che sembrate ciàvoli !
Cicca della sigaretta “ muzzùna “ , mozzicone.
Cicala: il suo frinire indica afa e grande caldo .
“ Quàndu ‘a cicala cànta ‘ntra d’agùstu/ pe’ ssùpa ‘su
retràttu ‘na lucèrtta/ > foto sulla lapide sepolcrale < rotìja e
rrotijàndu pìgghja gùstu “ / .
( Da > ‘A ‘ntìnna < poesia di Antonio Pisano. )
Vocabolo questo che indica le patate piccolissime.
(Vedi Ciccìdari ) Voce per dare nome alle patate più
piccole e rotonde.
Cicerchia .
Attrezzo, mobile, sedia, che produce strano movimento;
persona che si atteggia con i suoi movimenti da guappo
per attirare l’attenzione di chi guarda. Si cichitìja !
Muovere continuatamene qualcosa verso destra o
sinistra,creare col movimento un piccolo rumore
fastidioso, stare al volante d’un auto e muoverlo, stare
seduto sulla sedia impagliata con i piòli > pirùni <
allentati, e fanno il cigolìo ; persona che si atteggia da
bullo coi movimenti per attirare a se .
Muoversi sulla sedia di legno, impagliata, sedia
vienna, con i pioli malandati che si lascia andare e facendo
attrito produce un piccolo cigolìo.
Voce per chiamare la gallina, il pollame.
Ceci .
Pesce ciciniello argenteo ,per indicare il piccolo del
latterino, ha forma cilindrica di 15-18 - 20 centimetri .
Voce per chiamare le galline .
103
Cicipònna :
Trastullo per bambini fatto dalla cima della pianta
verde del mais : si recide agli assi secondari, nodo;
verticalmente si fanno a croce due spacchi con tutto il
vestimento della pianta e della foglia (blattea) ; con la
la foglia sottostante si spingono verso l’alto i due
spacchi aprendosi in quattro parti a forma di frusta per
la miscelazione ; tirando in basso “ l’ombrellino” si
chiude . La ripetizione del movimento in alto e in basso,
viene chiamato “ cicipònna“ .
Cìci-pònna! cìci-pònna !
Cicirignòla :
Cicòra :
Cicròpu :
CCìccu – Cìccu:
Ccicculàta :
Ccicculatèra :
Ciculìdhi :
Cìfra :
Cifrèca :
nCignàra :
nCignàru :
nCignàru :
nCignàsti :
Canzone dialettale d’un tempo:
(“ ‘U scarppàru, tìcchi tìcchi, quando ‘li mànca la
‘mpìgna (tomaia) e la sola, vàcia cantàndu la
cicirignòla “)
Cicoria .
Ciclòpe . Nella mitologia antica greca, favoloso gigante
che aveva un solo occhio in fronte. In Gasperina viene
chiamato “cicròpu” l’uomo furbo rude che nasconde
segreti che nessuno deve conoscere e sapere.
Francesco, nome proprio. Cìco Simonetta(Francesco
Simonetta, nato a Caccuri di Catanzaro,
Amministratore di Milano e della Lombardia al tempo
di Francesco Sforza, Galeazzo Maria e Lodovico il
Moro; che per gelosia e con 100 testimoni falsi, lo fece
decapitare – Caccùri 1410 + Pavia 1480 - )
Cioccolata, cioccolato.
Cioccolatiera, da cioccolato; caffettiera di latta avente forma
di un cono tronco, bocca stretta con base larga, in alto un’
ansa , coperchio adeguato alla sua circonferenza .
Cìccioli, cìccioli del maiale .
Cìfra, / dall’arabo sifr , ZERO/ ciascuno dei segni con cui si
rappresentano graficamente i numeri dallo zero al nove.
Alcune ricamatrici, chiamano CIFRA anche le lettere
dell’alfabeto che riportate sui guanciali e lenzuola vengono
ricamate.
Ciofrèca / in napoletano/ . Fondo di vino in caratello, barile
o in bottiglia, feccia, residuo.
Iniziare un’opera, un lavoro, iniziare a mangiare il pasto.
Hanno iniziato l’opera.
Primizie di frutti sugli alberi maturi, che rosseggiano come
le ciliègie ecc. .
Hai iniziato a mangiare, a lavorare, a leggere, a scrivere.
104
nCignàu :
nCìgnu :
Cilènticu :
Cilìrzzi :
Cimalòri :
Cimbràcula :
Cìmbula :
Cimètta :
Cimèntu :
Cìmicia :
Cimiciùdhu :
Cimiciùsu :
Ciminèra :
Cimùsa :
Cinànca :
Cinculìri :
Cìngia :
Cìnnara :
Cinnaràru :
Cinnarèdhu :
Cinnarèdhu :
Cintura :
Cinquina :
Cìpia :
Cipitillàna :
Cìppu :
Cipùdha :
Ha iniziato un lavoro; ha iniziato a tagliare un pezzo della
pagnotta intera / ncignàu ‘u pàna / . nCignàu a cchjovìra .
Inizio un lavoro; inizio a lavorare; inizio a mangiare.
Pazzoide .
Formichine rosse .
Ultimi frutti che restano in cima alla pianta, come fave ecc.
Cimbraccola, donna volgare e sciatta.
Voce volgare : “ Mi ruppìsti ‘a cìmbula ! “ /mìnchja/
Da cima, bordo, orlo. Lavoro all’uncinetto per ornare
abbigliamenti femminili; camicie , polsini, ecc. . (Tipo di
frangia, striscia di tessuto a fili o a cordoncini sciolti o
intrecciati, che si mette a tende, ai lati dell’asciumani,
coperte e simili . )
Cemento .
Cimice .
Da cimice, cimice, avaro, spilorcio.
Da cimice, pieno di cimici, avaro, succiasangue.
Ciminiera .
Cimosa cimmùsa; ciascuna dei due lati di un telo /vivagni /
orlo, bordo che evita sfilacciamenti .
Persona che cammina male; zoppo, parola tedesca.
Ceffone, schiaffo.
Sottopancia di cuoio (cinghia ) ,cinghia larga di cuoio o di
tela che passa sotto la pancia dell’asino o cavallo per
fermare il basto o la sella sulla groppa, si affibbia da un lato
al basto .
Cenere
Luogo dove si ammassa la cenere .
Località rurale di Gasperina: estrema periferia della
Via Trento, dietro le icone di Santo Nicola di “
Jiricùccu”.
Fondo rustico alla spalle dell’icona di San Nicola,
estrema periferia di Gasperina detta: “Jiricùccu“ > da
Pietro Jirìcolo.
Cintura, fascia con cui si cingono le vesti intorno ai
fianchi; cintura di tela o di pelle usata ancora da popoli
primitivi per coprire anche gli organi sessuali, perizoma,
fascia legata ai fianchi simile a quella di Gesù sulla croce
Cinquina nel giuoco del Lotto .
Cipria .
Donna che si atteggia ad ancheggiare per farsi notare.
Ceppo, ccìppu .
Cipolla .
105
Cipudhìma :
Cipudhùzza :
Cìra :
Ciralàcca :
Ciràru :
Circchjòna :
Pianticella di cipolla per essere trapiantata.
Porro, scalogno .
Cera, prodotto delle api ; palla di cera per lo spago.
Ceralacca .
Ceraiolo , artigiano che lavora la cera e fa le candele.
Cerchione delle auto, biciclette, ecc.
Ribadisco che le doppie consonanti, raddoppiamento
sintattico, servono per la pronuncia locale. Dura, forte,
marcata e sforzata.
Cìrcchju :
Cìrcchju :
Cìrcchju ‘e hfèrru:
Cìrcchju ‘e lìgnu :
Cìrccu :
Cìrcculu :
Cìrcculu :
Cirimòni :
Cirinèu :
Cirolìnu :
Cìrru :
Cìrru :
Cìsta :
Cistèdha :
Citìdhu :
Città :
Cittadìnu :
Cìttu :
Cìttu cìttu :
Citùsa :
Citusàru :
Citusèdha :
Cerchio di ferro o di altro materiale.
Cerchio: della bicicletta, moto ecc.
Cerchio di tondino di ferro, giuoco infantile che per
tenerlo in equilibrio si usava “ ‘a crocchèra “ , un ferro
ritorto a crocco che spingendo il cerchio rotolava in
equilibrio senza sbandare; cerchio della botti e caratelli.
Cerchio di legno per bigonce ( menzulorùni e menzalòri
dogati di legno )
Circo equestre .
Circolo formato da Soci .
Cerchio / circulus /, figura geometrica.
Cerimonie: apparenze, formalità,smangerie, smorfie .
Cireneo, persona che spesso risponde sempre male ; che si
accolla compiti gravosi. Cognome di Simone Cireneo, che
aiutò Gesù a portare la croce sul calvario.
Basco con il picciolo al centro , copricapo.
Fascetta lunga per essere fasciata intorno al dorso del
neonato.
Cìrro, ricciolo .
Cìsta, recipiente cilindrico, canestro di canne e vimini.
Corba, cesta grande di rami diritti di castagno e canne, 2
manici opposti ravvolti di sole rami di castagno.
Località rurale “Citillo” sulla costa marina di
Gasperina . In Catasto : Citillo. Titillo, (Marmotta ) .
Città,“borgo che s’incammina a diventar città (Manzoni)
Cittadino, abitante di una città .
Zitto : “ stàtti cìttu ! “ , fai silenzio., stai zitto.
Dire qualcosa a bassa voce.
Acidula ,odore , sapore che sa di aceto.
Luogo dove si conserva l’aceto in contenitori
di terracotta alti un metro e privi di anse .
Acetosella.
106
Ciùcciu :
Ciuciurundèlla :
Ciùffu :
Ciùmbia ! :
Ciuncàra :
Ciùncu :
Ciurma :
Ciurmmèdhu :
Civàra :
Cìvulu :
Cìvu :
Clàcca :
Clarìnu :
Ccòbassi o ccòpassi :
Còccia :
Coccijàra :
‘nCocciàra :
Ciuccio, asino, persona ignorante .
“ ‘U ciùcciu ch’è ‘mbizzàtu ala hficàra, tàndu dàssa ‘u
vìzzu quàndu mora ! “
“ ‘I làvi ‘a hfàccia all’ àsinu, pèrddi : acqua, sapùna e
lessìa ! “
Persona poco seria che non mantiene la parola data.
Ciuffo, ciocca di capelli sulla fronte; cespo (d’erba) .
Espressione di meraviglia per indicare una sorpresa
nell’effetto dell’azione in qualsiasi cosa sia negativa che
positiva. Ciùmbia, avìa i sorddi e ffìcia tuttu ! Ciùmbia, avìa
‘nu mala brùttu e mmorìu prestu ! Ciùmbia, chìssu, nesscìu
hforttunàtu e dduva jòca jòca vìncia sèmpa !
Perdere le forze nelle gambe; cioncare,
crollare con le gambe per il bere molto vino;
rompere le gambe; aver malattia grave alle gambe .
Ciònco, affetto da malattia alle gambe da malferita ,
cionco,rotto,“marffarùta”, malattia che tocca anche i cavalli
alle gambe; invalido agli arti inferiori. Imprecazione :
Chìmmu ciunchi ! chìmmu ti pìgghja ‘a marffarùta !
( “ che sol per pena ha la speranza cionca “ ) Dante: 1-9-18 .
Ciurma, complesso di schiavi : unione di tanti bambini che
strillano. “ Timoniere, arranca, arranca, che la ciurma non
si stanca “ ( F . Redi )
Sacchetto cucito al grembiule e legato alla vita, grande
tasca, per riempirlo di frutta o di spighe di grano , raccolte
nel fondo rustico dopo la mietitura.
Cibare i bambini svezzati col cucchiaino; mettere legna
sul fuoco fatto, “ civàra ‘u hfocu cu’ llìgna sicchi, tosti “
Cibare i neonati come fanno gli uccelli.
Razza di fico, bianco, molto saporito, piccolo e rotondo;
hfìcu cìvulu .
Da cibare,dò da mangiare, imbocco il cibo al bambino ;
alimento; metto legna sul fuoco.
Clàcca, claque, gruppo di persone pagate per applaudire in
teatro.
Clarino, strumento musicale della classe dei legni con
ància.
Risvolti dei calzoni .
Semi in generale: acini di uva, chicci di grano, ecc.
Raccogliere per bisogno frutti abbandonati dai padroni come
ad esempio: olive sul terreno o sui rami, a uno a uno .
Ricercare, cercare, trovare una persona nel pascolo abusivo,
incontrare nella ricerca la persona sospetta.
107
Coccijàta :
‘nCocciàta :
Còcciu :
Còcciu malu :
Cocipàna :
Cocìra :
Cociùra :
Cociùta :
Cociuti :
Cociùtu :
Cocìvula /i-u / :
Cocìvulu ! :
Coo! co còoo!! :
Coddàra :
Coddarèdhu :
Còdha ‘e hfarìna :
Codhàru :
Codhàta :
Codhìzza :
Còdhu :
Còdhu :
nCòdhu :
Còffa :
Albero con scarsità di frutto come sull’ulivo.
Fagioli sulla pianta dentro il baccello a 2 valve, non maturi e
non crudi . “ pòsa ‘ncocciàta “
Foruncolo, favo-antrace; di grano, àcino dell’uva, cece .
Antrace, favo maligno .
Forno casereccio a legna. Cuoci –pane.
Cuocere .
Cocitore, bruciore, arsura.
Cotta, cotta al fuoco.
Cotti .
Cotto.
Legumi come: ceci, fave secche, fagiuoli, cicerchia, ecc. che
nella bollitura si cuociono presto.
Persona dura che non si presta a fare favori, del bene o
elemosina / Chìssu non è cocìvulu ! /
Voce della gallina, forse dolorante, dopo aver fatto
l’uovo.Ai bambini si diceva: “ mangia ‘u cocò ! mangia
‘u cocò ! voce fanciullesca , uovo .
Caldaia di rame con manico arcato mobile, grande
paiuolo.
Secchio del muratore.
Colla di farina fatta sensa sale .
Collare largo per animali come:capre, pecore, bue .
Ciò che si porta sulla testa retta dal collo > “ còdhu”;
la donna, prima forma la cèrcine di stoffa ravvolta a
ciambella,
la pone sul capo, poi carica il peso su di essa.
Lappa o làppola: pianta che cresce in luoghi sabbiosi e
umidi,frutto rotondo con ritti aculei; come “ ‘ntre
vìrdi “ oltre la riva del mare; frutto piccolo e duro
coperto di minuscoli aculei, facile ad attaccarsi alle vesti di
chi passa vicino. Persona inopportuna.
(Arczio ).
Collo umano sotto la nuca.
Collo della camicia .
Sul dorso, sulle spalle .
Cesta di corda intrecciata per formare due grandi
“ciambelle” unite in tutta la circonferenza , al centro
ampia apertura circolare per collocare la pasta franta
delle olive, dopo collocata nella pressa idraulica per
sollevamento da cui, dalla catasta delle “còffe” , scende il
prezioso liquido, olio di oliva.
Gabbia doppia circolare di corde. Donna molto gassa,
108
obesa, “ para ‘na còffa ! “ parere,sembra una coffa di
aspetto, goffa e rotonda nell’insieme.
Ti rammento che la – hf-HF – va aspirata, gutturale,
ma la –F- si deve sentire nell’emettere il fiato sforzato.
nCohfìna :
Còffulu :
Cògghja :
Cogghjìa :
Cògghjati :
Cogghjèndu :
Cogghjìra :
Cogghjùtu :
Cogghìu :
Cognàcca :
Còla :
Còla :
Colamàru :
Colàu :
Colèra :
Colèra :
Coleràra :
Colicìssi :
Collàna ;
Mette i panni già lavati nella cesta per essere lessati
nell’acqua bollente e cenere “ sùpa ‘a sscihfàrra “ .
Indurimento della pelle sopra la parte ammalata in via
di guarigione; similmente si forma sul capo per la tigna
> “ Cùzzica “ crosta .
Il vostro DOTTORE: G.Celìa, ha scritto, stampato e
venduto :“ Cròxxiulu : crosta che si forma su una ferita o
su un foruncolo “
( Ma come si legge > “ Cròxxiulu ? “ )
Raccoglie:castagne,ghianda.olive. Per estensione: fa
centro ove là mira ; ‘’ ‘A meravìgghja cògghja ! “ ,
fa sì che divente un bumerang , meravigliarsi del difetto
altrui diventa un bumerang .
Raccoglieva frutta; mirava e faceva centro.
Invito a raccogliere per se della frutta; invito per fare la
scarpetta nel piatto col pane nel sugo rimasto. “ Cògghjati
‘u piattu ! “
Colpendo; raccogliendo :
“ jèndu e bbenèndu cugghjùni cogghjèndu;
jèndu e bbenìa, cugghjùni cogghjìa “
Raccogliere frutta ; far centro nel punto giusto.
Raccolto, già raccolto dalla pianta.
Ha raccolto, la frutta dalla pianta; i panni stesi al sole.
Cognàc , francese, acquavite di vino molto invecchiato.
Diminutivo di Nicola, nome proprio di persona.
Che fa bene al corpo, cibo o altro, che è nutriente .
Calamaio .
Località rurale in località Palermiti .
Querela, denuncia.
Colera, morbo epidemico .
Querelare con carta bollata .
Località rurale in agro di Gasperina.
Collana, perle unite col filo tenuta al collo in dono del
promesso sposo, nessun altro uomo poteva pretendere la
mano della donna con la collana bianca. Per altri in
Calabria viene chiamata : “ Fennàcca “ (hfjannàcca) che
109
Collètta :
Collèttu :
Collìriu :
Collocatòra :
Colonia :
Colònna :
Colonnètta :
Còmba :
Còmmudu :
Compiùtarra :
Comùna :
Còmu :
Còmu :
Comunista :
Còna :
Conèdha :
Conètta :
indica fede .
Colletta, raccolta di soldi per bisognosi.
Coletto, il colletto della camicia da uomo, da collo e gola
rotondo; a scialle .
Collirio.
Collocatore al lavoro .
Colònia, colònia montana o marina per bambini e
anziani a scopo di cura o di riposo estivo.
Colonna / columna / : elemento verticale dell’architettura :
egizia, persiana, greca dorica, greca ionica, greca corinzia,
romana bugnata.Parti della colonna partendo dalla
base: zoccolo del piedistallo, dado del piedistallo, cimasa,
base, fusto, foglio d’acanto, capitello, volute, fascia,
tondino, guscio, fregio, ovolo, dentelli, gocciolatoio, gola
rovescia, gola diritta, listello. Voci attinenti : stela, erma,
cippo, obelisco, balaustra, cariatide, pilastro; alta, bassa,
svelta, sottile, slanciata, tozza, rostrata, affusolata, a spirale,
rastremata, scanalatura, striata, gemina o doppia o binata ;
dorica / dei Dori /; jonica / della Jonia /
Comodino, mobile in forma di cassettone che si tiene
accanto al letto.
Ematoma , gonfiore ; vedi la voce “ Zzòmbu “ .
Riserva di alimenti oli, vino ecc. per l’inverno.
Computer , voce inglese; voce nuova non dialettale;
macchina elettronica, elaboratore .
Comune, Municipio .
Un fu Sindaco di Gasperina mi disse :
“ ‘A rròbba da’ Comuna a mu vàcia ‘o cahfùna ! ”
La proprietà del Comune, comunale, deve andare nel
burrone.
Como, Comune e provincia lombarda .
Come .
Iscritto al Partito Comunista; ateo, miscredente.
Icona:
Edicola, icona in muratura detto carvvàriu = calvario.
In Gasperina, località rurale confinante con altri comuni
di Montepaone e Palermiti a Oveste sulla rotabile
provinciale .La icona storica, non è quella ove si trova la
fontana sulla strada, ma è quella all’interno dei campi
sulla strada poderale che ha forma esagonale.
Cunetta : cuna, basto rovescio di pietre o cemento per lo
scolo delle acque lungo i margini stradali; cunetta ; luogo
concavo dove si raccolgono le aque.
110
Conettùna :
Conìgghju :
Còntra :
Cònu :
Conzàra :
Cònzi :
Cònzu :
Cònzu :
Còppass :
Coppèdhu :
Coppètta :
Coppijàra :
Coppìnu :
Còppula :
Coppulàru :
Coppulìnu :
Còppu :
Coràdhu :
Basto rovescio per lo scolo delle acque, più alto e largo;
nelle campagne scavato nella terra “ acquàru “ , solco
traverso , fatto per ricevere le acque per i campi
portandole ai fossati.
Coniglio .
Piaga sulla pelle, lacerazione di forma rotonda che
spesso si nota sulla schiena dell’asino, causata dal basto
male confezionato.
Cono .
Aggiustare, riparare .
Aggiusti, ripari, riparare, mettere a nuovo le scarpe;
porsi fisicamente in una data posizione. Còmu ti cònzi !
Torchio del tipo Meschini, a leva orizzontale a grande
pressione per la spremitura dell’uva con : madrevite al
centro; vite; traversa fissa; volantino di comando; piastra
mobile; piastra fissa con canale di raccolta del mosto;
tamburo a doghe verticali di legno; leva di azionamento;
gruppo di pressione; cilindri; leva di comamndo per il
movimento degli stantuffi; tramoggia di carico; canale di
raccolta. Altro tipo di torchio Auto-Decle Marmonier .
Aggiusto, riparo l’oggeto, la giacca, le scarpe .
Risvolto dei calzoni .
Sito rurale, fondo rustico fuori periferia di Gasperina detto >
jiricùccu <
Coppètta , bicchiere di vetro usato per fungere da ventosa
per lenire dolori, si scaldava una monetina di rame con
piccolo batuffolo acceso sopra, si copriva col bicchiere, si
notava che nel bicchiere emergeva pelle e carne, calore
questo che prestava sollivo nella parte dolorante. Coppètta,
con una mignatta / sanguisuga / per succhiare il sangue
evitando l’eccessiva pressione sanguigna. Vedi: > carnarùtta
Azione del mugnaio, il razziare la farina di nascosto
nel mulino “ cu’ còppu “ , piccola misura simile a un
barattolo di legno.
Mestolo concavo privo di becco e mestolo con becco;
mestolo forato scolafritto ; mestolo quasi piatto forato
schiumarola .
Còppola , copricapo maschile con visiera tesa.
Chi fa copricapo, ‘i còppuli , berretti a 6 triangoli con
visiera tesa.
Coppola piccola senza visiera per bambini.
Barattolo cilindrico vuoto di latta .
Corallo.
111
Corajìsima :
Coràma :
Coràta :
Còrdda :
Còrdda ‘e Tarzan:
Befana, figura di donna dal volto di megera , pupazzo.
Corame, coiame ; cuoio, pelle; conciatura ordinaria
con colore giallo, conciato con il cromato di ferro;
la stessa, se non viene alla giusta conciatura, col calore
del piede si ristringe, la scarpa non si toglie più
facilmente.Tanti clienti, dopo avere calzato per qualche
ora dette scarpe, venivano da noi calzolai costruttori, per
scucire le parti unite della tomaia, quindi per scalzare il
piede. ‘A coràma, no’ n’èsta anfibbiu, come scrisse G.C.
Corata : parti intorno al cuore : fegato, cuore, polmoni,
budella, centopelle “ centupèzzi”, elementi questi che in
Catanzaro cucinano il morzello > morzzèdhu , specialità
storica di Catanzaro, si mancia nella ciambella fresca.
Corda .
Liàna, le piante sarmentose con fusto legnoso e
lunghissimo;
Tarzan, protagonista di una serie di romanzi avventurosi
usava nelle foreste , personaggio dello scrittore
E.R.Burroughs ( 1875+1950) .
Corddàru :
Chi intreccia le corde camminando a ritroso come fanno i gamberi.
Vàcia avanti comu ‘u corddàru !
Cordduàna :
Corddùna :
Passata di manate, mazzate a tutto andare, botte continue.
Cordone ombellicale; cordone dei frati =simbolo di
castità, cordiglio.
Erba vescica delle razze vescicarie,fiorisce in marzoaprile,ginestrino, ginestrini. Pianta / corniculatus / nasce
in luoghi aridi, ha tanti fusti striscianti sdraiati, fiori
gialli-oro, frutti in siliqua un po’ rigonfia, cilindrici.Per
raccogliere l’intera pianta erbosa, prendere una cima
d’un fusto fiorito,sollevarlo per individuare la radice,
estirpando questa, tutti i fusti con i fiori e frutto
“Cornicèdha“, si evidenziano a fascio,i contadini li
portavano a casa per noi bambini. Se raccolti in tempo
dovuto, sono freschi e saporiti.
Cornice .
Corna, fare le corna, segno di dispregio che si fa alzando
l’indice e il mignolo della mano chiusa; tradimento,
infedeltà tra coniugi.
Sùpa còrna, guastunàti; sopra le corna bastonate. Come
dire, sopra sfortuna anche altre disgrazie.
Corno: strumento musicale a fiato degli ottoni .
Corno:simbolo delle Poste italiane, simbolo che i postini
portavano sul berretto di servizio.
Cornnicèdha :
Cornnìcia :
Corna :
Còrnu :
Còrnu :
112
Cornnùta :
Cornnùta :
Cornnùta-cornnùda :
Cornnùtu :
Corpusdòmani :
Còrppu umànu :
Còrvu :
Còsscj :
Costituziòna :
Còtracu :
Cotràra :
Cotrarànza :
Còtta :
Còttimu :
Cottura :
Còttu :
Còttu :
Cozètta :
Cozettèdhi :
Cozètti :
Còzza :
Còzza :
Cozzàra :
Cozzèttu :
Cozzulàta :
Cozzulàti :
Cozzulùna :
Còzzu :
Còzzu :
Còzzu da’ ‘ccètta :
Vipera con un corno sopra la testa.
Donna tradita dal marita.
Cesto con due manici per servire vivande al cardinale in
conclave per la elezione del nuovo Papa.
Cornuto , uomo fatto cornuto dalla moglie.
Corpus Domini : (festa del ); creata da papa Urbano IV
nel 1264; nel 1316 , il pontefice Giovanni XXII aggiunse
la processione. Ora si celebra la domenica successiva a
quella in cui si festeggia la Santissima Trinità, ma
cadeva invece fino al 1976 il giovedì, ossia sessanta giorni
dopo la Pasqua .
Corpo umano: testa, tronco, estremità; il corpo umano è
composto di circa 750 muscoli.
Corvo .
Cosce .
Fisicità del corpo umano, “ è dèbula ‘e costituziòna ! “
Luogo incolto pieno di erbacce, felci, ortiche, rovi, sterpi .
Giovane donna , signorina, signorinella.
Giovinèzza, gioventù in generale, derivazione di > cotràra .
Cotta, sopravveste bianca con mezze maniche del
prete ; cottura , pietanza bollita, fritta,cotta;
innamoramento, ha preso una cotta .
Cottimo / quotimus / contratto con cui si assume un lavoro a
prezzo fisso e per un termine convenuto.
Cottura, il cuocere e il suo effetto .
Cappotto per ripararsi dal freddo.
Còtto, alimento bollito nell’acqua o fritto nell’ olio.
Calzetta .
Calzettine da bambini .
Calzette.
Còzza, mollusco con conchiglia bivalve, mìtilo.
Ha colpito il punto desiderato, ha fatto centro, ha colpito.
Cozzare.
Sfumatura alta o bassa che il barbiere opera nel taglio dei
capelli dietro la nuca.
Bastonata data alle spalle, al collo = còdhu = còzzu .
Manate, mazzate date dietro la nuca = “nùcia do’ còdhu “,
noce del collo = prima vertebra cervicale .
Incivile, >tamàrru < , zotico .
Collo fisico dietro la nuca dove il barbiere sfuma i capelli.
Còzzo, colpo dato cozzando; urto / dal di cozzo, cozzare.
Parte superiore dell’ occhio dell’accetta, della scure, della
Zappa, della marra, dove viene fissato il manico di legno;
113
Crà :
Cràcca :
Crànu :
Cràpa :
Cràpa :
Crapàru :
Crapètta :
Crapèttu :
Crapùna :
Crapùna :
Crastatùra :
Cràstu :
Cràstu :
Cratùra :
Cravatta :
Crèma :
Crèpa :
Crepàra :
Crètti :
Crèsima :
Cresimàra :
Cresimàtu :
Crèttu :
Crìa :
costa del coltello .
Cra, voce della cornacchia.
Crampo /dal tedesco krampf / contrazione dolorosa dei
muscoli.
Cranio, scatola ossea che contiene il cervello. Scatola
cranica, teschio, calotta cranica .
Capra .
Capo, testa .
Capraio, pastore di capre.
Capretta.
Capretto.
Càpro, maschio della càpra .
Caprone, uomo incivile, rozzo, tardo di mente , testardo.
Castraporci .
Castrato. Cantante uomo , soprano, che nella sua infanzia fu
privato degli organi della generazione, evirato, senza
testicoli. La voce è più acuta di quella della donna. Nel
1569 la cappella dell’elettore di Baviera possedeva 6
castrati ; il primo castrato ammesso alla cappella
pontificia pare fosse un prete, Girolamo Rossini di
Perugia, 1601.
(“Tra le sue mura la città lasciva /
D’evirati cantori allettatrice “ )
U.Foscolo: Dei Sepolcri. versi 73-74.
(Ugo Foscolo:Didimo Chierico (1776 -1827)
Animale castrato.
Creatura , bambina o bambino.
Cravatta / da croata , perché l’uso venne dai Croati / striscia
di seta, o altro, che si porta dagli uomini attorno al collo, ed
annodata sul davanti in vari modi.
Crema, pomata .
Crèpa, fessura più o meno lunga e sottile .
Crepare, morire: è crepato quel mascalzone.
Grette, olive avare, meschine,anguste, prive di succo;
cadute dalla pianta e rinsecchite, ma saporose col il
pane.
Cresima .
Cresimare, il compare accompagna alla Cresima il
figlioccio.
Cresimato.
Cretto, oliva taccata intorno col coltello; oliva gretta, che è
difettosa, caduta dall’ulivo e secca.
Crìa : ultimo nato dei figli nel nido; da criàre, criàtu .
114
Criànza :
Criàra :
Criatùra :
Criàtu :
Crìcca :
nCrìcchi – ncròcca :
Crìccu –cric :
Crìda :
Cridènza :
Cridènza :
Cridìmma :
Cridìra :
Cridìru :
Cridìstavu :
Cridìsti :
Cridìu :
Crìgna :
Crijàra :
Crìju :
Crimentìna :
‘nCrinàta :
‘nCrinàtu :
‘nCrinàtu :
Criolìna :
Crìsa :
Crisantèmu :
Crisàra :
Crisarijàra :
Criscè :
Crisscimògna :
Crisscimògna :
Creanza, comportarsi da persona educata, come spiega il
galateo, rispetto, educazione.
Creare; cratùra, criatùra .
Creatore , Dio.
Creato, universo.
Banda,combriccola, setta, ‘ndràngata, massoneria:
crìcca napoletana: Asso, Due,Tre dello stesso colore
nel giuoco del tressette .
Voce diretta a chi stringe amicizia equivoca con altra
persona unendo i mignoli delle mani
stringendoli,sollevandoli e abbassandoli due tre volte
(bieco rito della ndràngata > ncrìcchi ncròcca jijitèdha < )
Martinetto, crìcco, piccola macchina per sollevare pesi a
poca altezza. Cric , si azione con una leva, gli automobilisti
lo tengono in dotazione.
Crede, che crede, che ha fede.
Credito, merce comperata a credito.
Credenza, mobile dove si ripongono le stoviglie o le cose da
mangiare > dispènza < :
Abbiamo creduto.
Credere, aver fede.
Hanno creduto.
Avete creduto .
Hai creduto, hai avuto fede.
Ha creduto .
Criniera.
Creare, mettere al mondo dei fili; creare un’opera
d’arte.
Credo, credere, io credo.
Clementina, nome di donna .
Persona in posizione piegata, molto abbassata come fosse
seduta sopra una pietra.
Inclinato .
Piegato col corpo, inclinato .
Crinolina, stoffa rigida per sotto la veste .
Eclisse di Luna . “ ‘a Luna è ccrìsa ! “
Crisantemo .
Buratto per la farina .
Tornare ancora a stacciare la stessa farina.
Crocè, uncinetto per ricamare, bastoncino di ferro con capo
curvato, uncinato, usato per fare ricami. Crochet .
Che sta crescendo, ragazzo in crescita .
Che cresce come la Luna: Luna a ponente, Luna crescente;
115
“Cummàra, ‘u cciòmu meu, àva ‘a frèva ! “ = Comara, il
mio bambino ha la febbre ! > risposta: “ Esta frèva ‘e
crisscimògna ! “. E’ febbre provocata dallo sviluppo fisico!
Crisscìra :
Crescere, sviluppare, svilupparsi.
Crìssciutu :
Lievito naturale, pasta acidula per il pane ; voce napoletana.
Crisscìu :
E’ cresciuto, ha fatto lo sviluppo .
Crìsta :
Cresta rossa dentata che cresce sulla testa del gallo ecc. .
Cristarèdhu :
Cornacchia (?) , uccello, corvo dei rapaci.
Cristiànu :
Cristiano, credente in Cristo.
Cristìna :
Cristìna,nome proprio di donna / significa seguace di Cristo/
Crìstu :
Il Cristo (Unto da Dio).Per antonomasia /Gesù di Nazareth/
Crìta :
Creta, argilla verde.
Crìva :
Crivelli (plurale) , / “crìvu” / singolare di crìva /
Crivàra :
Donna che fa i crivelli; moglie del crivàru .
Crivàru :
Chi fa i crivelli .
Crivàta :
Crivello più grande e pieno di frutta, o di granaglia .
Crìvu :
Crivello.
‘nCròcca ‘ncròcca jijitèdhu:
Voce riferita a persone molto legate tra di loro che hanno
stretto amicizia legando, stringendo i loro mignoli delle
mani sollevandoli e abbassandoli. ‘nCròcca ‘ncròcca, che si
attaccano come due crocchi ad uncini . Manifestazione
schifosa , giuramento di chi entra nella NDRANGATA =
ndràngata calabrese.
‘nCròccanu :
Appendono al crocco .
‘nCroccàra :
Appendere al cròcco.
nCroccàtu :
Appeso al crocco.
nCroccàu :
Ha appeso al crocco; si è impigliato.
Croce Rossa Int. :
Croce Rossa Internazionale /voce non dialettale /
Ideata dallo svizzero Henri Jean Dunant nel 1864 . Premio
Nobel per la pace (1944 ) > 1828 + 1910.
Crocchèra :
Ferro ritorto a cròcco per spingere il cerchio e per tenerlo
in equilibrio senza farlo sbandare; giuoco infantile col
cerchio.
Cròccu :
Crocco, uncino , arpione, ferro uncinato che si fissa nel
muro, e in cui entrano le bandelle delle finestre e delle porte
(zànca di ferro); cardine , ganghero, appicicagnolo,
attaccagnolo .
‘nCròccu :
Appendo al cròcco.
Cròma :
Croma: figura della grammatica musicale,quando viene
scritta nel rigo musicale (5 righe e 4 spazi) diventa nota,
colore, modulazione. Valore : ( Semibrève 4/4; Minima 2/4;
Semiminima 1/4 ; Cròma 1/8 ; Semicroma 1/16 ;
116
Cromatìna :
Cròmu :
Cròsta :
Cròzza :
Cròzzu :
nCròzzu :
Crùcia :
Crùcia :
Crucìja :
Crucijàra :
Crùcia da’ ‘cona :
Crùcia da’ Via :
Crùcia ‘e Lèvuli :
Crùcia do’ Munta :
Biscroma 1/32 ; Semibiscroma 1/64 . ) Il denominatore
indica la quantità per la formazione di una Semibreve .
8 Crome per una Semibreve; 4 Crome per una minima;
2 Crome per una Semiminima; 2 Biscrome per una Croma;
4 Biscrome per una Croma; 8 Semibiscrome per una Croma.
Lucido per scarpe, che contiere cromo; cuoio e pelli
conciate con il cromato di ferro: pella a ccròmu .
( Lucidi di vecchia granda marca: Brilli – Ebano – Tana .)
Cromo, elemento chimico per colorare / pella a ccròmu /
pelle per scarpe conciata col cromato di ferro.
Crosta, superficie indurita di checchessia// corteccia del
pane, del formaggio ecc. .
Teschio umano .
Capo rasato a zero .
Insisto e sostengo la mia opinione per caparbietà
che contiene la mia ”cròzza”, la mia testa .
Croce : pena massima ai tempi di Gesù ;segno accanto
agli addenti dell’addizione ;segno che fa l’analfabeta come
firma;segno religioso sopra una tomba ;punto cròce del
ricamo .
Croce,Egizia-greca-latina-antoniana-decussata-patriarcale-di
Malta-uncinata-potenziata- tripla-ortodossa-ricrociataaguzza-patente-a 8 punte-Stellata-mauriziana-ritrinciatapisana-ancorata-pomata.
Si fa vedere nella zona, sul posto.
Farsi vedere sul posto.
(vedi la voce seguente). Era altra Stazione della Passione
di Gesù, la icona, la grande croce di legno, si trovava sul
muro della casa Jemmallo e che dal suo “mignànu” il
prete descriveva la Stazione della Passione di Cristo.
Croce della Via, grande croce di legno fissata
al muro in Via Trieste, casa del fu Giuseppe Pisano,
dal suo “mignànu” ogni Venerdì Santo della processione
della “Naca” (vedi la voce nàca ) il prete senza veste di
rito, descriveva la Stazione della Via Crucis .
Località rurale in agro di Palermiti. Nel lontano 1600 quivi
uccisero Evoli di Gasperina, vi era una icona e una croce
dedicata alla sua pace eterna.
Era una grande croce di legno fissata sul parapetto del
muro di sostegno rimpettaio alla casa MarsicoProcopio, croce esistita sino agli anni 1960 .
( Il vostro Dottorone un certo Gori Celia, così ha scritto
117
nel suo libretto stampato e venduto:
“Crucia da cona: ruga del paese “ .
“Crucia da via : ruga del paese…. E anche perché al
centro di un quadrivio “ . )
Antonio Pisano, puntualizza :
Al centro, poteva esserci una croce? .
Il quadrivio, è il > crocicchio, crocevia largo 1 metro e
mezzo ( via Trento e via Trieste si sfiorano di fronte
al portone dei Celìa-Brunùzzi e la casa di A.Clericò.)
In Gasperina tutte le Vie formano incroci con altre e con
tanti vicoli , mai estite croci !
Rùga = rione :
Poi, come rùga, si dice : ‘a Còna; ‘u Mùnta; ‘a Chjàzza ;
‘u cavarccatùra ; ‘a rìccia ; i sambùci ; tri ccrùci ;
màstri-pètri ; ‘a pètra ‘e Pànghi ; patèdha ; hfilànda ;
via-vecchja ; via-nòva ; sa nGiànni ; chjànu ; capucannàla; santa Caterina; san Giusèppa; lindinèdha ;
jiricùccu; assulicchjalòru ; timbèri ; bàbbi ; virgilèdhu .
Crùda :
Crùdu :
Cu’ :
Cuccàgna :
Cuccàra :
Cùcchja ‘e hfìcu:
Cùcchja :
Cùcchja :
Cùcchja :
Cucchjàra :
nCucchjàra :
Cruda, acerba.
Crudo, acerbo.
Con : > cu’ ttùttu ‘u cora ! / con tutto il cuore ! /
Cuccàgna : paese immaginario dell’abbondanza d’ogni
cosa; Bengodi . Giuoco che consiste nel salire su un alto
palo liscio e insaponato in cima al quale sono posti
diversi premi da conquistare . “ ‘ntìnna “ , si ‘ntìnna, si
inerpica per conquista la cima . L’ albero della cuccagna
Mangiare, succhiare, lucrare.
Pìccia.
Due persone squalificate che camminano insieme :
chi bella cùchja !
Moneta di due soldi di rame con la figura dell’ape , fuori
corso dal 1945 (‘na cùcchja)
“ ‘Na cùcchja ‘e hfìcu cu’ ‘a nùcia “ fichi secchi tagliate
in due tenute uniti dal picciuolo che formano un 8 >
una pìccia .
Grande mestola con manico lungo, cucchiaione di legno.
“ I guài da’ pignàta ‘i sàpa ‘a cucchjàra ! “
Accoppiare due cose cucendo o incollando, unire.
118
Cucchjaràta :
Cucchjarìna :
Cucchjarinàta :
Cùcci cùcci cùcci !
Cucinàmma :
Cucinàra :
Cucinàru :
Cucinasti ? :
Cucinàstavu ? :
Cucinàtu :
Cùccu :
Cùccu :
Cuccù :
Cùccuma :
Cucù !
Cucù :
Cu :
Cùcudha :
Cucùdhu :
Cucugghjàta :
Cucùmmaru :
Cucuvìu cucuvìu !
Cucùzza :
Cucuzzàra :
Cucuzzàru :
Cucùzzulu :
Cudhùra :
Cùda :
Quanto sta in un cucchiaio .
Cucchiaino per il caffe .
Quanto sta in un cucchiaino di caffè .
Voce per richiamare il cane a se .
Abbiamo cucinato .
Cucinare .
Hanno cucinato.
Hai cucinato ?
Avete cucinato ?
Cucinato, ciò che si ha di cucinato
Persona ignorante, scema, stupida , rimbambito;
aggettivo giunto in Gasperina dalla frazione Pilìnga.
Cùcco, scemo.
Voce infantile per indicare la bua, male per urto fisico.
Cùccuma, tipo di anfora di terracotta, panciuta, collo
brevissimo con due anse opposte sotto il labbro.
Cucù ! l’acquattarsi nel gioco e nascondersi che
fanno i bambini, farsi vedere con la faccia e non farsi
vedere, e far sentire la voce: cucù, cucù, cucu !!
Voce del cucolo, orologio a cucù .
Chi . Si scrive CHU. E’ errato in dialetto scrivere CU ,
perché si intende pronome relativo CHI : “ chu dìssa cha tu
sai ? “ Esta ch’ ‘u pèda ‘a hfòssa = è col piede nella fossa,
morente.
Grandine
Baco di seta, bozzolo,seta .
Volàtile , uccello .
Cocomero . /Cacùmmaru / .
Voce della civetta (?)
Cocuzza, zucchina verde o gialla; testa, capo , zucca .
Pianta strisciante della zucca.
Venditore di zucche.
Cocuzzolo, monticello, cacume, cima, parte più alto del
capo; sommità di monte; sommità del cappello.
Ciambella di farina acqua e lievito, pane.
Coda : resta del grano, dell’aglio, della cipolla; della
gonna che la pacchiana raccoglieva sul fondo della
schiena facendo vedere il panno rosso coperto davanti
“ cu’ hfaddàla”. Hàva ‘a cùda ‘e pàgghja; ha la coda
di paglia… brucia: non può intervenire in nessuna cosa,
perché ha fatto o detto qualcosa che può essere un
bumerang contro se stesso; per aver combinato qualcosa
di negativo, non si avvicina e non si fa vedere . Hàva ‘a
119
Cudarèdhi :
Cudètta :
Cudìdha :
Cugghjàndri:
Cugghjùna :
Cugghjunètta :
Cugghjunètti :
Cugghjunijàra :
Cugghjunijàtu :
Cugìnamma :
Cugìnammu :
Cugìnuttu :
Cugnentùra :
Cùgnu :
nCùgnu :
Cùgnu :
nCugnàra :
nCugnàra :
nCùjìna :
Culàcchju :
Cula-pàsta :
cùda ‘e pàgghja ; non si avvicina, perchè ritiene di
essersi comportato male.
I lembi del frac , frock , marsina .
“ Cummàra Tirèsa, mi dìssaru, cha arzzìra, a ‘nnu
carbinèri, ‘i tagghjàru i cudarèdhi da’ giubba > marsina
Parte terminale del fondo della scarpe da donna con
tacco medio o alto: I° strato, spesso, sotto la pianta; II°
strato, più sottile della pianta, più sottile coprente “ ’u
schìnu” =fiosso = hfàmacia, il punto più stretto del fondo
dalla pianta al calcagno; III° ultima parte finissima
rialzata > coda > “ cudètta “ , incollata sulla parte cava
anteriore del tacco .
Dorso, schiena umana , spalle .
Confetti della sposa; semi bianchi di granturco tratti
dalla pannocchia –spiga; unti appena nell’olio e
fatti scoppiare nella padella accoperchiata; popcorn .
Testicolo, coglione , ignorante, scemo .
Bazzecola.
Bazzecole, quisquilie .
Coglionare, scherzare.
Coglionato, preso per i fondelli.
Mia cugina.
Mio cugino .
Tuo cugino .
Caso, fatalità, occasione, opportunità; negativa o positiva
Cuneo di ferro o di legno, bietta , figura solida che dalla
base quadrilatera va di man in in mano diminuendo sino al
termine in punta. Conio, bietta di ferro, adatto per spaccare
la pietra ; zeppa di legno per sotto mobili per livellare.
Conficco il cuneo con forza ; impongo il costo, il prezzo.
Cogno, /cogna / latino congius ; misura antica dei
liquidi, pari a circa dieci barili, quantità di olio dovuto
dal povero contadino al padrone del frantoio . Ancora
oggi si dice : “ ‘Lu zziccàu ‘u cùgnu !! “ per indicare
che gli è stato imposto un grande lavoro e prezzo .
Conficcare il cuneo nella pietra, nel legno .
Procurare una perdita, imporre un prezzo, una sconfitta a
una persona.
Incudine .
Fondo della bottiglia; ultima parte del provolone; della
mortadèlla, del capicollo, della soppressata; fondo della
lattina per i pomodori pelati. “culàcchju” da culo, fondo.
Scolapasta, colapasta, attrezzo per la cucina.
120
Culàra :
Culattòna :
Culìna :
Culìstru :
Cùla :
Cùlu apèrtu :
Cùlu :
Cùlu :
Culùra :
Culuràra :
Culuràtu :
Cùlu strìttu :
Cumandamènti :
Cumandànta :
Cumandàra :
Cumandàtu :
Colare, far scendere il brodo, l’acqua ecc.
Pederasta, invertito.
Donna che sa cucinare, culinaria.
Pederasta, pedofilo .
Che passa un liquido per un setaccio, tè ; grondare
sudore.
Persona baciata dalla fortuna, fortunatissimo.
Culo, deretano,sedere, fondo di bottiglia;cruna dell’ago.
Colo, presente del verbo colare .
Colore .
Colorare .
Colorato da tinte; roseo in volto .
Persona avara, uomo avarissimo.
Comandamenti ,comandi da superiori. I 10 Comandamenti
di Dio: Decalogo ,Èsodo,secondo libro della Bibbia,
capitolo 20.
Comandante, che comanda.
Comandare . Chi sa comandare, ha saputo fare .
Comandato per portare una ambasciata.
” ‘mbasscjatùra no’ ppòrtta pèna “
(pronuncia forte,doppie consonanti, è dovuto il raddoppiamento
sintattico )
Cumandèra :
Cumandèru :
Cumàndu :
Cumbinàra :
Cumbogghjàra :
Cumbrìcula :
Cuminciàra :
Cuminciàru :
Cuminciàstavu :
Cuminciàsti :
Cummàra :
Cummèdia :
Donna di casa che chiama altri e manda ordinando acquisti.
Vedi la voce /Cumandèra /.
Comando, ordinare per comando, io comando; delegare
terza persona per una commissione.
Combinare, mettere insieme più cose in modo che
rispondano a un certo criterio; mettere d’accordo; combinare
un matrimonio .
Coprire; insabbiare un’inchiesta, usare il coperchio;
stendere il lenzuolo sul morto, contrario:
“scumbogghjàra” = scoprire .
Combriccola, unione più o meno segreta di più persone
per scopi non lodevoli, ‘ndràngata .
Cominciare, incominciare, iniziare .
Hanno incominciato .
Avete incominciato .
Hai iniziato, hai cominciato, da cominciare, da iniziare.
Comare: chi tiene a battesimo, alla cresima; testimone.
Commèdia. Ultimi versi delle tre Cantiche :
Infer. “e quindi uscimmo a riveder le stelle“
Canto 33–139.
Purg. : “ puro e disposto a salire alle stelle “ XXXIII-145
121
Par. “ l’amor che move il sole e l’altre stelle”XXXIII-145
Cummediànta :
Cummèntu :
Commediante, attore o attrice comica.
Convènto : sino al 5 febbraio 1783; data del terribile
terremoto che distrusse il Convento Certosino, Cistercense,
di Gasperina e l’intera Calabria; Gasperina ha avuto 9 morti
e 70.000 ducati di danni . ruderi esistenti a cavallo tra il
territorio di Gasperina e Montauro, barattato dagli
amministratori di Gasperina cedendo 50 metri di territorio a
Monaturo. Documenti storici in nostro possesso (Napoli :
Giovanbattista Puglisi 1774) spiega che nell’unica
parrocchia di Gasperina si radunavano i preti al N. di 70
unitamente a quelli del monastero; che la chiesa di
Gasperina doveva essere elevata a Certosa. Montauro, in
questo documento storico, non viene affatto menzionato.
Gasparina, nome del tempo alla fine del 1700 era a capo
e mandamento di: Gasperina, Centrache, Cenadi,
Olivati, Petrizzi, Stalettì, Santelìa, Montauro, Soverato.
Ma gli amministratori di Gasperina, ruffiani e
barattieri, hanno ridotto il proprio territorio a 688 ettari
(Al momento, è capo di mandamento della sua frazione
detta Pilìnga. ) Gasperina mandamentale con tutti gli
Uffici pubblici: Pretura, Caserma CC. Ufficio Registro,
Ufficio Leva militare, Telefono, telegrafo ecc. si è ridotta
a 688 ettari di territorio. ( Nella chiesa di Montauro
all’ingresso sulla destra, esiste un certo e direi affresco a
firma di un Calabretta che ritrae una processione, ma si
nota la Gasperina in alto( Per Montauro, non esisteva
nel tempo sentiero mulattiero .) In Gasperina esiste il
ritratto del sacerdote Procopio morto di anni 32 nel
secolo XIX, opera del medesimo Calabretta. Il
Calabretta dove dimorava ? donazione alla Parrocchia
dell’erede Paolo Procopio, Montauro si trovava e si
trova a sole 300 metri sul livello del mare come oggi ed
alle spalle del pittore, e non poteva essere vista, perché in
quel tempo Gasperina non scorgeva delle sue
abitazioni, ma solo il Convento e parziamnete la chiesa
di Montauro che dall’estrema periferia di Gasperina, a
Est , diremmo che si tocca con le mani dalla sorgente
Brisi, la storica fontana come storica quella di Frate
Antonio “Vrantòni” erano e sono di Gasperina e perciò
del Convento. A seguito della Cassa Sacra , le terre
esterne del convento sono diventate proprietà private del
122
Capitano Manni di Gasperina; l’interno, con delle
piantagioni, è di proprietà degli eredi Celia: Dr. Modesto
Celia, già Ufficiale Giudiziario)
“RUFFIAN,BARATTI, E SIMILE LORDURA”
(Dante : 1-11-60 )
Il vostro DOTTO G.C. ha scritto, stampato e
venduto il suo vocabolario : (Cummentu: e dice: - dopo
avere scoperto l’acqua calda - che si è messo a piangere .
Ma il Diritto pubblico proprietà del Comune, perciò
dei cittadini, suo padre, non è stato il primo ha
chiudere e sbarrare il sentiero “Mìzzina” sotto casa
sua dove esisteva lo storico sentiero; esistente
ancora in Catasto, che scende dietro la siepe
dell’orto Clericò e l’odierne Case popolari ;là dentro
al suo portone alla “CONA “? Ultimamente è stato
sbarrato con un grande cancello di ferro l’androne
sulla Via Garibaldi; l’interno era stato sempre
illuminato dal Comune con una lampadina protetta “
da piattina “ essendo proprietà demaniale perciò
comunale. L’ipocrisia, è qui che sta di casa !
(pure voleva amministrare il paese… l’ipocrita pseudo socialista)
Cummercciànta :
Cummèrcciu :
Cummiènti :
Cummò :
Cumpà :
Cumpàffa :
Cumpàgna :
Cumpagnìa :
Cumpàgnu :
Cumpagnùna :
Cumpanàggiu :
Cumparàggiu :
Commerciante, bottegaio, merciaio, esercente, > potihgàru.
Commercio.
(Amico corregionale calabrese, potrai arricchire questo
Dizionario “casalòru” con i vocaboli del tuo paese
seguendo il criterio alfabetico, vocaboli del tuo paese
universalmente conosciuti da tutti i tuoi compaesani,
altrimenti non avranno senso. Non usare vocaboli
italiani / carne / per farli diventare /pesce /in dialetto )
Conventi . Cummiènti, dialetto di Girifalco (CZ) .
Comò / dal francese commode / mobile a più cassettoni e
specchio.
Diminutivo di Compare di Cresima, battesimo,matrimonio.
Unione continua notte e giorno tra persone di mala fede
Compagna .
Compagnia .
Compagno di scuola, di viaggio, nella vita in matrimonio.
Compagno molto affiatato, umile e sincero, socievole .
Companatico , ogni cosa che si mangia col pane.
Comparaggio, l’ essere compare.
123
Cumpàra :
Cumpàra :
Cumparìa :
Cumparìa :
Cumparìggiu :
Cumparìra :
Cumparìra :
Cumparìu :
Cumpassiòna :
Cumpàpa :
Cumpàssu :
Cumpatìra :
Cumpatisscjùtu :
Cumpèssa :
Cumpessàra :
Cumpessiòna :
Cumpidènza :
Cumporttàra :
Cumporttàra :
Cumpòrttu :
Cumprùnta :
Cumunicàu /si / :
Cumunìsta :
Cuncèrttu :
Cunchjùdara:
Cunchjudìra :
Cunchjudìu :
Conchjudìru :
Cunchjudìsti :
Cuncìma :
Cuncimàra :
Cuncimàtu :
Cucinàmma :
Cucinàra :
Cucinàru :
Cucinasti :
Cucinàtu :
Cùnda :
Cundìma :
Cundìra :
Compare di Battesimo, Cresima, Matrimonio.
Apparire, comparire, farsi vedere, che si fa vedere.
Comparaggio, l’essere compare.
Appariva, si faceva vedere sul posto.
Diventare, entrare come compare .
Comparire, farsi vedere .
Fare bella figura .
Si è fatto vedere, si è fatto vivo .
Compassione, avere pietà, perdono.
Vedi la voce “ Cumpàffa “ .
Compasso : a verga; balaustrino; da disegno, ecc.
Compatire, perdonare.
Compatito, perdonato.
Confessa, prete che confessa.
Confessare .
Confessione
Confidenza .
Confortare .
Convincere in un ragionamento.
Conforto.
Incontro di due processioni della Madonna e San
Giovanni .
Si è comunicato, ha preso l’ostia consacrata.
Del P.C. (Partito Comunista ) .
Concerto .
Concludere
Concludere un discorso, finire un lavoro, chiudere un’affare.
Ha concluso un discorso, una lavoro, una’ affare.
Hanno concluso il contratto, il discorso, l’affare.
Hai concluso .
Concime .
Concimare .
Concimato .
Abbiamo cucinato.
Cucinare .
Hanno cucinato.
Hai cucinato.
Cucinato.
Che òlia male,ùnge; “Chìssu: né ssàla e nnè ccùnda ! “
Persona scipìta, sciocca, stupida, scimunita.
“ No’ ccaminàra cu’ cchìssu cha ti cùnda ! “
Olio, condimenti .
Condire, > sporcare l’onestà altrui con calunnie .
124
Cundìra :
Cunducìra :
Cumdumèdha :
Cundùta :
Cundùttu :
Cundùtu :
Cungualàra :
Cùnnu :
Cùnta :
Cuntàra :
Cuntàra :
Cuntarìa :
Cuntrabbàndu :
Cuntrattàra :
Cunzèra :
Cunzèrva :
Cunzigghjèri :
Cunzìgghju :
Cunzìgghju :
Cunzumàra :
Cunzumàra :
Cunzumàtu :
Cupanàta :
Cupanèdha :
Cupàra :
Cupàra :
Cupàra :
Condire le pietanze .
Costringere, ridurre , portare a cose negative.
Pianta erbacea mangereccia.
Condita .
Condotto, canale adibito al passaggio di liquidi.
Condito, unto .
Mettere a confronto, cosa uguale come scarpa destra e
sinistra della stessa misura e colore , incontrare una persona
amica per caso .
Scemo, stupido. Per estensione e volgarmente detto
il sesso femminile : “’U cùnnu ‘e màmmata ! “
Conta, racconta ; fa parte della Commissione, della Giunta.
Contare, computare, numerare.
Contare, avede credito, autorità.
Raccontarei una favola e altro.
Contrabbàndo.
Contrattare, stipulare un contratto, pattuire .
Cunzièra, vaso per contenere i profumi .
Conserva di pomodoro .
Consiglieri.
Consiglio, verbo consigliare.
Consiglio dei Ministri, dei consiglieri Regionali e
Comunali; del condominio; di un Circolo ecc.
Consumare , spendere.
Consumare, logorare, sciupare progressivamente con l’uso.
Consommè , ristretto di carne .
Botto, sparo udibile da lontano di bombe carta di fuochi
artificiali ,castagnole festaiuole, cannonata .
Stèrco dell’asino. (con l’ano rotondo la fa quadra;
l’asino ha quadrato il cerchio…)
Svuotare l’interno, come la noce per il gheriglio, la zucca e
zucchina, togliere il contenuto svuotando.
Uccidere qualcuno: “ s’ ‘u cupàu ! “ l’ha ammazzato per
grave provocazione.
Cavare,scavare un muro per creare uno stipo.
(Il “glottologo” gasperinese- Gori Celia – ha
scritto,stampato
e
venduto
per
dialetto:
> Cupara : bucare, forare, dimagrire, conquistare, mangiare,
divorare ).
Pisano, non >Dottorone< , non > glottologo < afferma :
nulla di tutto ha questo significato. Il buco non ha luce
come il foro, forare significa attraversare un corpo dalle
125
due facce, da parte a parte, un chiodo fa il buco nel muro.
Il verme, all’interno della nocella, disse a essa : dammi il
tempo necessario CHA TI CUPU ! > dammi il tempo
giusto ed io vengo fuori dopo averti logorato e bucato ! )
Cupàtu :
Cupàu :
Cupèta .
Cuperttùna :
Cùpa :
Cupàra :
Cupàra :
Cupàra :
Cupàtu :
Cùpu :
Cùpula:
Cùra :
Curàra :
Curàtu :
Curàtu :
Curccàra :
Curccàta :
Cùrccati :
Curccàti :
Curccàtu :
Cùrccia :
Cùrccia :
Svuotato, scavato dal contenuto lasciando la corteccia, il
guscio, la melanzana ripiena, la zucchina ecc .
Ha svuotato, ha scaricato, ha fatto un buco nel muro.
Copata o cupata; dolce piccolo, fatto da un composto
croccante di miele, noci, anici, chiuso tra due ostie.
Dolce molto diffuso a Siena ( dall’arabo: qubbiat ) .
Copertone, pneumatico di gomma per le ruote di auto.
Inventata da Dunlop (1887) e fondatore della omonima
società ( 1890) . Quello della bicicletta, inventato dal
calzolaio inglese Shergod + 1903 .
Che con attrezzo rende vuoto un cocomero, una zucca, una
anguria ecc. .
Svuotare, rendere cavo.
Pensare, pensare e pensare a qualche danno dato o ricevuto.
Ammazzare per vendetta una persona. S’ ‘u cupàu !
Svuotato, reso vuoto .
Cupo, molto cavo, profondo, vuoto .
Copertura , cùpola, come quella di S. Pietro in Roma.
Cura, curare un ammalato, curare un lavoro .
Curare, assistere un malato.
Curato dal medico.
Curato, parroco della parrochia.
Corcàre, coricare, (pr. Còrico, còrichi) tr. / dal latino
collocare/ mettere giù disteso, porsi a giacere; andare a letto;
giacere, sdraiarsi, stendersi, adagiarsi, dormire, corcàre .
(Il raddoppiamento sintattico della “ C “ è dovuto per la
pronuncia dura e forte del dialetto di Gasperina; lo
stesso in altri vocaboli come : scarppàru = scarparo;
scàrttu = scarto, ecc. )
Da corcare, coricata, distesa .
Mettiti a letto a riposare .
Messi a letto, coricati nel letto; piegati alla base come
una scala portatile .
Coricato . ( Corcàre, corcàto , voci poetiche ); piegato.
Castagna piccola e selvatica, contrario: castagna
marrone,castagna “ ‘nzèrtta “ .
Località rurale in agro di Gasperina per salire alla
“Vasìa”.
126
Curmmàra :
nCurmmàra :
nCurmmatùra :
nCurmmatùra :
Cùrppa :
‘nCùrppa :
Cùrra :
Cùrra :
Cùrra :
Curràma :
Curramàra :
Colmare oltre misura di granaglia, di liquido; come dire:
di persona che fa le corna e per aggiunta, sulle corna dà le
bastonate alla persona fatta cornuta : esagerare.
Sùpa còrnna, guastunàti .
Fare in più il tumolo sul già colmo.
Colmatura (vedi le voci precedenti)
Colmare il sacco oltre alla la bocca . Esagerazione.
Colpa.
Incolpa , che incolpa .
Scorre, acqua che scorre; moneta in corso legale;
cosa che è di moda .
Corre, scappa; l’euro ha corso legale.
Ciò che c’è nel quotidiano : Chìssu cùrra òja /
Oggi, questo passa il convento /
Usa l’abbacchio per le olive.
Abbacchiare: usare l’abbacchio, la pertica per le olive,
noci ecc. sulla pianta.
In cotanti vocaboli dialettali, fortti e dduri, alcune
consonanti vengono raddoppiate.
Currìa :
Currìa :
Currìja :
Currìja :
Currijàra :
Currijàru :
Curìna :
Currìra :
Currìvu :
Curiùsu :
Curruttèra :
Curttàgghja :
Curttèdhàta :
Curttèdhu :
Correva per la fretta; la fontana funzionava, l’acqua
scorreva.
La lira, moneta italiana, ha avuto corso “ currìa” prima
dell’èuro .
Cintura di cuoio, striscia di cuoio per i pantaloni,
correggia.
Manda via usando la corrèggia, striscia di cuoio.
Mandare via .
Venditore ambulante di corregge che annunciava per le
vie la sua merce : “ ‘u currijàru ‘e Messina ! “
Nel dialetto di Gasperina > “ ‘u currijàru < significa che
l’hanno mandato via > da Messina , e nessuno
acquistava la merce .
La parte più interna e tenera del cavolo, lattuga e simili .
Correre, scappare .
Bronciàto .
Curioso.
Diarrea, flusso di ventre , cacarella, dissenteria, sciolta .
Stabbio, letame.
Coltellata, colpo inferto, con il coltello .
Coltello / in Toscana – cultello / .
127
Curttìna :
Curttisèdhu :
Cùrttu :
Curùna :
Curùna :
Curùna sùpa ‘a testa :
Cùrta :
Cùrta :
Curttedhàta :
Curttèdhijàra :
Curttedhùzzu :
Curttìna :
Cùrva :
Curvvàra :
Curvvàtu :
Cùrvu :
Cùrvvi ‘e livèdhu :
Curùni :
Lenzuolo sotto il soffitto sopra il letto, ‘u lettu cu’ cielu ‘e
curttìna .
Località rurale in agro di Gasperina.
Corto.
Corona, canovaccio da cucina, straccio.
Corona , serto di fiori in onore dei caduti o del genitore
scomparso.
Cercine, panno ravvolto in cerchio, che si mette
sul capo per protezione chi deve portare dei pesi;
anello di vetro in cima al collo della bottiglia ;
persona trattata come straccio, servile e sottomessa.
Corte di appello- Giustizia –
“ ‘A chjàmanu Cùrta, ma èsta lònga assài !
Sutta ‘u Crucihfìssu scrivìru nei Tribunali:
>La legge è uguale per tutti <
ma tutti… siamo uguali per la legge !
Gesù Cristo l’ha chiamati: farisei, ipocriti .
Cosa corta, non alta, non lunga .
Coltellata .,
Prendere a coltellate una persona.
Coltellino che si porta come ciondolo .
Cortina, tenda delle finestre; tenda che si alza e si abbassa
sopra il letto; “ ‘u cièlu ‘e curttìna “ .
Curva, svolta di strada .
Fare la curva, curvare, sterzare, svoltare.
Curvato, piegato.
Curvo, piegato con la schiena.
Alcune Curve di Livello sul mare in Gasperina :
Piazza Umberto I –tombino in ferro: metri 491 ;
Via Garibaldi, dove esisteva la fontana pubblica, casa di
Domenico Carnevale, metri 510 ; orto dell’odierna
Caserma CC. metri 516,30 ; zona Vasìa, case popolari,
metri 579,90 ;incrocio al termine di Via Garibaldi con la
vecchia comunale “Cùrccia” > strada rotabile per
Montauro, metri 513, 8 ; Sa ‘nGiànni, curva per
Palermiti, metri 513,5 ; largo negozio A.Romeo, metri
510 ; Santuario Termini, piede della colonna, metri 444,5
piazzale Scuole Medie, metri 488,30 ; termine della Via
Santa Caterina “Riccia” case popolari, metri 495, 30 ;
curva rotabile per Montauro“pònta ‘e Pùlicia”, metri
506,8 ; largo Varianta, metri 504,6 .
Corone d’Italia :
Stemma dello Stato ; reale ; stemma reale; principe del
128
Curùna :
Curùni :
Cusìra :
Cusscinèttu :
Cusscinèttu :
Cusscinèttu d’ovatta:
Cusscìnu :
Custùra :
Custurèri :
Cusùta :
Cusùta :
Cusùti :
Cusùtu :
Cùsu :
Cutùgnu :
Cuttùna :
Cutùri :
Cuvèrcchju :
Cuverìra :
Cuverìu :
Cuvernnàra :
Cuvèrnu :
Cuvèrtta :
sangue; principe ereditario; principe reale; principe;
duca; marchese; conte; barone; nobile; cavaliere;
visconte; patrizio; città; provincia; comune :
Corona, serto di fiori .
Canovaccio, strofinaccio, stoffa quadrata per la cucina.
I curùni diventàru sarvviètti, i sarvviètti diventàru
curùni ! Lo straccione e nullatenenti, diventato
milionario;la persona colta,civile e benestante, diventata
uno straccio.
Cucire con filo o spago, con filo e ago.
Cuscinètto a sfera, elemento meccanico delle macchine
destinato a ricevere il perno di un organo rotante // formato
di due anelli concentrici, di cui l’anello interno è fissato al
perno dell’organo rotante, e l’esterno è collocato
nell’organo che sopporta il carico; tra i due anelli è una serie
di sfere, che hanno l’ufficio di ridurre al minimo il contatto
e perciò anche l’attrito.
Cuscinètto, diminutivo di cuscino; attrezzo per cancellare
sulla lavagna ciò che vi era scritto con il gessetto bianco sul
fondo nero della lavagna.
Cuscinetto, che il sarto adopera alle spalle della giacca tra
stoffa e fodera .
Cuscino, guanciale.
Costura, cucitura di due pezzi di stoffa.
Sarto .
Cucita .
Bocca chiusa, zitta, come fosse cucita .
Cucite .
Cucito .
Cucio, cucire; contrario: scùsu .
Cotogno, albero melo cotogno; vi sono anche peri e
peschi cotogni. I loro frutti si mangiano.
Cotone.
Zona rurale in agro di Montauro.
Coperchio per la pentola; ( Marito becco e volontario che fa
da coperchio alla moglie che ha l’amante) .
Coprire .
Ha coperto.
Governare .
Governo di Stato; procaccio,governo con il lavoro la
famiglia.
Coperta , coperta per il letto.
Per la nostra pronuncia: fòrtte, dura e marccàta, serve il
129
Cuverttùna do’ lèttu :
Cuverttùra da’ casa :
Cuverùtu :
Cùzza :
Cuzzàra :
Cuzzàra :
Cuzzàu :
Cùzzica :
Cuzzùpa ‘e Pasqua:
Cuzzurùpu :
raddoppiamento sintattico della consonante successiva
alla erre > R – r - .
Coperta pesante, piumone ,trapunta.
Copertura della casa , tetto: piana, inclinata, corrugata, a
volta, a guscio, a vela .
Coperto, che è coperto.
Azione di chi recide sfrondando un ramo con la mno.
Sfrondare, rompere un ramo .
Urtare violentemente, andare a sbattere contro qualcosa.
Ha sfrondato un ramo con tante ciliege , prugna ecc. .
Crosta che si forma sulla cuticagna della testa >
Còffulu < resti secchi della tigna che guarendo forma la
crosta tra i capelli.
Ciambella di farina bianca zuccherata cotta
al forno, tre uova sode fissati sulla corona circolare a
simbolo dei 3 chiodi della croce di Gesù; dolce pasquale .
Brocca,vaso di terracotta panciuto con collo alto e piccola
bocca ,due anse opposte, quando la bocca e il collo
si rompono e il resto rimane integro, è detto:
“cuzzurùpu” da “cuzzàtu, cuzzara, smergulàtu, reciso.
Ricorda sempre l’accento tonico sulle vocali di ogni
parole scritta in dialetto ,senza questo accorgimento le
parole possono cambiare di significato.Similmente come in
italiano ,come nelle parole, àncora, oggetto ,è sostantivo
femminile; ancòra , è avverbio di tempo .
D
Da :
Dà :
nDa :
Dhà :
nDa :
Dàcia :
Dhà -ssùpa :
Dhà-ssùtta :
Dhà-ssuttèntara :
Dàdu :
Da, terza preposizione semplice. Da qui all’eternità .
Dammi una mano, dàmmi un aiuto. Verbo dare.
Corrisponde a Ne : nd’ hàva = ne ha, ne possiede ;
si nda jìu – se nè andato.
Là, lontano di chi parla, vicino di chi ascolta.
Pronuncia di : -Dhà- : aspra, ronzante, dentale-palatale
sonòra , strisciante.
Ne : ne vuoi ? = ndà vòi ?
Zècca, piccolo parassita che succhia il sangue .
Là sopra . (dhà=là ,avverbio di luogo in basso o in alto)
pronuncia aspra ronzante, sonora, strisciante.
Là sotto .
Là in fondo in fondo , il punto più basso alla nostra vista.
Dado, gioco con i dadi ALEA, gioco di sorte, rischio;
correre l’ ALEA . “ Il dado è tratto ! “ , ormai non si torna
indietro. Il dado che Giulio Cesare trasse al Rubiconde/
130
Dàdu :
Damiggiàna :
Dammìnda :
Dannàtu :
Dànnu :
Dannu :
Dàra :
Darìamu :
Darìanu :
Darìssavu :
Darìssi :
Dàssa :
Dàssa cha poi :
Dàssa mu vìju ?
Dàssala :
Dassàndu :
Dassàra :
Dàssa stàra :
Dassàstavu :
Dassàsti :
Dassatùra :
Dàssala :
Dassàru /si :
Dassàtala :
Dassàu :
Dassàu /si :
Dàsti :
Dàttari :
Dazièri :
piccolo fiume della Romagna, il Pisciatelo/ nel I° secolo
a.C. ; il fiume segnava il confine fra l’Italia e la Gallia
Cisalpina. Cesare lo varcò nel 49 a.C. contro il volere del
Senato, pronunciando la storica frase : “ Alea jacta est “
Il dado è tratto .
Dado, cubetto di osso, ogni faccia ha un numero da 1 al 6 ,
le facce opposte sommano sempre 7 ( 1+6 ; 2+5 ; 3+4 ) .
Damigiana, recipiente di vetro rivestito di vimini e cannette
con fondo di legno.Voce deriv.dal francese: Dame-jeanne,
da donna robusta e larga ai fianchi.
Voce fanciullesca, richiesta di avere, ottenere una parte ;
Vedi la voce : “ Ammìnda “, diminutivo di “Dammìnda “ .
Dannato.
Dànno, verbo.
Danno, tutto ciò che nuoce.
Dare.
Daremmo .
Darebbero.
Dareste.
Daresti .
Lascia, lasciare, mollare, smettere dal lavoro .
Frase diretta a chi rimanda a domani il lavoro di oggi.
Lascia che vedo ?
Làsciala, abbandonala.
Lasciando .
Lasciare: eredità; mollare la presa, abbandonare il lavoro.
Lascia stare le cose come sono; non ti immischiare.
Avete lasciato, avete abbandonato .
Lasciasti: il bagaglio incustodito, la bicicletta, il lavoro.
Tipo di lussazione, slogatura alla schiena, ai fianchi, al
braccio, causata da peso , o posizione sbagliata nel letto o
stando seduto.
Lasciala, abbandonala; lasciare, abbandonare.
Si sono lasciati .
Lasciàtela.
Lascò, ha lasciato .
Si è scollato; si è diviso .
Dèsti, hai dato.
Datteri.
Daziere, gabelliere.
“ Poi Gesù, passando oltre, vide un uomo che sedeva al
banco della gabella, chiamato Matteo ; ed egli gli disse:
Seguitemi . Ed egli levatosi, lo seguitò “
131
Dàziu :
Debitàtu :
Dèbitu :
Debitùra :
Dèbula :
Debulèzza :
Dècatu :
Dèci :
Dècima :
Dècimu :
Decìna :
Dejùnu :
Dellinguènta :
Delìru :
Delìttu :
Democristiànu :
Demograzìa :
Dericàta :
( Vangelo di san Matteo: Capitolo 9 Verso 9 )
Dazio.
nDebitàtu , pieno di debiti, a tutti deve dare .
Debito, cosa dovuta.
Debitore, chi è tenuto a pagare ad altrui del denaro.
Debole, mancanza di forza, che regge poco poco alla fatica.
Debolezza, l’essere debole: di mente, di vista, di ragioni.
La matassa del filato divisa in dècati, con il bandolo,
venivano divisi i fili in numero di 10 per tenere unita la
matassa durante lo sciacquo . Sdecatàta, senza dècati,
imbrogliata . Una donna senza pudore , veniva chiamata :
sdecatàta .
Dieci = 10 – numero arabo; X –numero romano .
Decima parte, parte del raccolto che gli Ebrei offrivano alla
tribù dei Leviti /offerta di parte dei redditi alla Chiesa per il
mantenimento del culto /
Dècimo in classifica. Decimo, nome di persona.
Circa dieci .
Digiuno; io digiuno.
Delinquente .
Delirio.
Delitto.
Appartenente alla D.C. (Democrazia Cristiana, partito
politico di ispirazione cattolica )
Democrazia: potere popolare. Dal 1948 ai giorni nostri, è
stata ed è : camorra, cùpula, ndràngata, mafia, morti a
catena di tutti i ceti sociali. Stato italiano, dove tutti sono
PRESIDENTI ; ovvero : magnàcci , speculatori,
mangiapane a tradimento, profittatori . Stato italiano,
ormai di uomini finocchi e pederasti; di donne lesbiche
col tacco di 15 centimentri per meglio ancheggiare.
Stato italiano, in mano ai : Rosi Dinbì ; Lille Bergrù,
Lùcia Annunciata , Finocchiare… tutte con clitoridi
consumati, “ nasi “ che, hanno avuto fiuto per un
pizzico di potere, scosciate e non scosciate, befane e non
befane. Stato italiano, con il Parlamento di serie B con
“ Porta a Porta “ sul primo canale Rai ; sempre le stesse
facce annotate nella agenda di una vespa, facce
accreditate per predicare e dire meccanicamente sempre
le stesse cose come ad esempio: molto poco – che chiassai meno- molto carinissima, ecc. tutti DOTTORONI.
Radice o ceppo familiare, casato.
132
Dericàta :
Dialèttu :
Dìcia :
Diciannòva :
Diciarìamu :
Diciarìanu :
Diciarìssavu :
Diciarìssi :
Diciassètta :
Dicìsti :
Dicitilìdhu :
Dicìtili :
Dicìtami :
Dicìtimi :
Dicìstavu :
Diddittì :
Dièsissi :
Dìssa :
Dìssaru :
Radice della pianta; del dente, del molare.
Dialetto, parlata quotidiana del popolo, prima lingua parlata
dopo la nascita attraverso i propri genitori. Protettore dei
dialetti , è : Sant’Antonio, il grande Abate ( 251 + 336 d.C.)
Sua festa è il 17 gennaio . In Italia vi sono 8.122 dialetti,
più di quanti sono i Comuni che sono 8.100 .
Dice – verbo dire Diciannove – 19 Diremmo.
Direbbero.
Direste .
Diresti .
Diciassètte – 17 - XVII Hai detto.
Dìteglielo, dìtelo voi a lei, o a lui (ambasciata , messaggi
Ditegli che sto bene.
Ditemi.
Ditemi.
Dicèste , avete detto .
D.D.T. : DICLORODIFENILTRICLOROETANO.
Appena finita l’ultima guerra, tutte le abitazioni,
negozi, magazzini, catòja e ccasèdhi delle campagne,
sono stati disinfettati con il Diddittì, con la siglia scritta
sui muri:D.D.T. nelle campagne come spunta della visita
per la disinfestazione.
Dièsis / di-è-sis / , invariabile in musica, l’accidente che
accresce di un semitono la nota a cui è premesso o a cui
si riferisce, se esso è scritto all’inizio del passo musicale.
Se in principio del rigo musicale dopo la chiave di
riferimento, si trovassero dei diesis ; esempio: i 7 diesis
fa-do-sol-re-la-mi-si ( in chiave di sol , di violino) ;
ovunque si incontra nello spartito altro diesis , la nota a
cui si riferisce, viene inalzata di un tono, perché un diesis
si trova in chiave (al principio), un altro lungo la lettura
dello spartito .
Disse .
Dissero, hanno detto.
---------------------------------------------------------------------------------------------------133
La àcca > H-h < , è convenzionale, lettera muta, serve
per indicare al gasperinese di dare il suono secondo la
pronuncia locale dei vocaboli.
Dhà :
Avverbio di luogo ; Dhà, pronuncia dentale, ronzante,
sonora .
Dhà-bbàsscju :
Là in basso, laggiù, molto in giù.
Dhà – ll’ìrti :
Là in alto, molto in alto in sito abitato che in sito rurale.
Dhà- ssùpa :
Là in alto, la sopra.
Dhà-ssùtta :
Là in basso, là sotto.
Dhà, vàsscju :
Là, basso, là, vàsscju ,luogo rurale in basso all’abitato.
Dhàna :
Là, avverbio di luogo ; dhà – dhàna .
Dhòcu :
Vicino a te, avverbio di luogo.
----------------------------------------------------------------------------------------------------Dialèttu :
Diàvulu :
Dicèmbra :
Dìcia :
Diciarìssavu :
Dicìstavu :
Dicìsti :
Dicìtami :
Dicitilìdhu :
Dicìvi :
Dihfèttu :
Dillùviu :
Dinamìta :
Dinàri :
nDìndi :
Dìnnu :
Dinòcchja :
Dialetto, parlata quotidiana locale .
Diavolo.
Dicembre .
Dice .
Direste.
Dicèste, avete detto .
Dicèsti , hai detto.
Dìtemi voi.
Dìteglielo voi : a lui, a lei. “Dicitincìllu vùje“ > (Na).
Dicevi, dicesti .
Difetto .
Diluvio, pioggia dirotta, strabocchevole.
Dilùvio universale: primo libro della Sacra Scrittura;
( Gènesi: capitolo 6 )
L’uomo ha rubato le spiagge, i letti e le sponde dei fiumi,
colli e colline .
Il mare e il cielo, riprendono sempre ciò che era loro
Cento anni o cento mesi / cielo e mare fan ritorno /
contro ladri nei paesi . (A . Pisano )
Dinamite , la nitroglicerina trasformata in dinamite, da
Nobel Alfred Bernhard , industriale chimico svedese .
Denari. (Denaro, moneta che valeva 10 assi ) moneta in
generale.Nel gioco con le carte napoletane a scopa: “orioro “ ; con le carte lombarde – quadri – di colore oro .
nDìndi, ndìnduli, voce infantile per indicare denari, soldi
“ anzi che tu lasciassi il “il pappo” e il dindi ‘ “
(Dante.2-11-105 )
Dicono.
Ginocchia del corpo umano.
134
Dinòcchju :
‘nDinòcchju :
Dirìttu :
nDirràu :
Disègnu :
Dispènza :
Disperàtu :
Dispèttu :
Disprezzu :
Disìju :
nDisòstu :
Dìssa :
Dìssamu :
Dìssaru :
Disscènzu :
Ginocchio .
In ginocchioni . “ Meglio morire in piedi, che vivere
cent’anni in ginocchioni ! “ (B.M. )
Diritto di legge civile.
Località rurale in agro di Gasperina .
Disegno fatto con la matita; progetto, idea maligna.
Dispensa, mobile dove si ripongono le cose da mangiar
Disperato.
Dispetto.
Disprezzo.
Desiderio, voglia, pica,capriccio di donna incinta, desìju .
Per la voglia non soddisfatta, al nascituro possono apparire
sul volto o in altre parti del corpo, la figura desiderata o la
frutta che non ha appagato il desiderio della donna incinta;
la macchia viene detta : disìju .
Antipatìa > l’ hàju ndisòstu ! < mi è antipatico, non lo
posso vedere.
Disse, ha detto.
Abbiamo detto.
Dissero, hanno detto.
Diarrea giallastra e maligna dei neonati.
“ no’ jjìu i disscènzi e mmorìu ! “
Non ha mandato via dal corpo “ i malamùri “
materia liquosa giallastra –itterica- gialla.
Il vostro DOTTO –G.C. di Gasperina, cosi ha
scritto,stampato e venduto :
“ Discenzu: malattia infantile caratterizzata da
una serie di attacchi convulsivi e perdita di
coscienza / epilessia acuta infantile/ “
Disscìpulu :
Disscipulu :
Disscipulu :
Distàccu :
Discepolo . ( la pronuncia richiede la doppia – Esse - )
“Il discepolo non è da più del maestro, né da più il
servitore del suo signore “ (Vangelo di Matteo. 10,24 )
I nomi dei 12 discepoli : Simone, detto Pietro , e Andrea
suo fratello; Giacomo di Zebedeo;, e Giovanni suo
fratello; Filippo, e Bartolomeo ; Toa, e Matteo , il
pubblicano ; Giacomo di Alfeo , e Lebbeo, chiamto per
soprannome Taddeo ; Simone Cananita, e Giuda
Iscariot . (Vangelo di Matteo :10, 2,3,4 . )
Mattìa , 13° Discepolo eletto in sostituzione di Giuda il
traditore : (Atti degli apostoli , capitolo 1 versi 23,24,25 )
Distacco, abbandono .
135
Dìtta :
Dìtta :
Dittòra :
Divàca :
Ditta ; detta, cosa detta.
Ditta, azienda, casa, società commerciale .
Dottore: in senso positivo per qualche genitore stupido;
in senso negativo per il popolo, > “ avvocatesco ,
avvocatìcchio “
Detti popolari locali.
Detti, raccontate.
Ditte, aziende .
Detto, detto locale rimasto popolare; divulgato.
Dio: Creatore del Cielo e della Terra ; dal nulla ha fatto
tutte le cose . Per antonomàsia: Essere Sommo; Essere
Superiore; Essere Eterno; Essere Amore ; Eterno
Architetto; Fabbro dell’Universo.
(Ma il Suo nulla, era un nulla ?
Io, Antonio Pisano, credente in Dio, domando a Lui :
prima della Creazione dell’Universo /Gènesi / Tu, mio
Dio, eri già ; ma, di chi eri Dio prima della Creazione?
Perdonami se oso bestemmiare, eri un Dio precario o un
Dio disoccupato o un Dio desodato ? )
Ma Dio, invisibile, nostra natura, inconoscibile,
Onnipotenza, Onniscienza, nostra vita in lui morto in
croce per i nostri falli , io lo credo e chiedo perdono !
I preti, detti prelati, con la fede altrui nella religione
cristiana, arricchiscono i propri averi e dei parenti, come
quelli in Gasperina (CZ) osservando le loro abitazioni
che erano già dei tuguri, ora lussuose case. Vedi in Via
De Gasperi 61 in Gasperina; vedi in Vico IV in Via
Campanella 5 ; vedi in Via Santa Caterina . Papa,
Benedetto XVI, informato da migliaia e migliaia di
lettere di credenti, avrà fatto le sue conclusioni con chi
ha da fare nell’ambito delle parrocchie d’Italia ed estere
che campano sfruttanto la fede altrui da ipocriti e farisei
; scandali di pedofilia , amanti e alto . Questo papa
Benedetto XVI , riuscirà a sopportare questa
“delinquenza” ecclesiale ipocrita e farisea ?
Rovescia il contenuto dal sacco,dalla tasca,da bottiglia.
Divàca / si / :
Svuota il sacco della memoria, racconta tutto il fatto.
Divacàra :
Divacàtu :
Divànu :
Diverttìmèntu :
Diverttìra :
Divisa :
Rovesciare il contenuto dal contenitore, svuotare .
Svuotato .
Divano.
Divertimento.
Divertire.
Divisa militare .
Dìtti :
Dìtti :
Dìtti :
Dìttu :
DDìu :
136
Divisa :
Dìvu :
Do :
Dò :
Dòga :
Dòllaru :
Domàna :
Dòmina :
Dòn :
Dònnama :
Donàtu :
Doppudomàna :
Dormmìra :
Dormmìru :
Dormmìstavu :
Dormmìsti :
Dormitura :
Dormmìu :
Dhòtta :
Dottòra :
Dovèra-i :
Divisa, eredità . ridotto il tutto in parti, da dividere.
Debbo, debito, devo dare, devo restituire .
Si boi mu sai quant’hai, paga a cchu’ dìvi !
nDò , nDòn ,dònno, sostantivo maschile / signore/
Titolo d’onore ai preti e ai nobili :
don Rodrigo e don Abbondio ( Manzoni) .
A Gasperina diversi don sono venuti al mondo figli di
NN potremmo fare dei nomi, data di nascita e delle donne
che hanno partorito, meretrici . Ma l’etica morale mi dice a
non farlo “ Mu mi hfàzzu i càzzi mèi ” ! “ .
Do, nome della prima nota della scala musicale :
/ do-re-mi-fa-sol-la-si / .
Doga di legno delle botti, caratelli, barili , bigonce.
Dollaro.
Domàni, dimàni, dimàne.
“ Quando fui desto innanzi la dimàne “ (Dante. 1-33-37 )
Che domina .
nDòn, /da donno, signore / . In Gasperina abbandovano i
Dòn ; persone senza titolo, né arte e mestiere, qualcuno
analfabèta , proprietario di qualche ettaro di terra; qualcuno
è morto ucciso per mano di questi Dòn , rimasto tale anche
dopo uscito dalla galera ; taluno anche figlio di NN aveva il
titolo di Dòn . Ancora oggi c’è qualcuno che accetta il Dòn ,
senza vergogna, persone queste che sanno leggere e
scrivere, perché sono stati a scuola, e qualcuno anche col
titolo scolastico . Titolo questo che spetta solo ai prelati.
Mia suocera.
Donato, nome proprio di persona .
Dopodomani .
Dormire, il vocabolo dielettale dormmìra, ha pronuncia
dura, forte, sforzata, perciò è necessario il raddoppiamento
sintattico.
Hanno dormito, dormirono.
Avete dormito.
Hai dormito.
Chiocciola in letargo , che dorme.
Ha dormito .
Lotta : come si noterà nel nostro dialetto, la –Ldi –lotta- all’entrata di parola, diventa DHO, suono
aspro e ronzante, così anche in tante desinenze di cotanti
vocaboli .
Dottore fisico con diploma vero di laurea .
Dovere, ciò a cui l’uomo è obbligato dalla religione, dalla
137
nDòzzica :
nDozzichìja :
nDozzichijàra :
nDràca :
nDDragunàru :
nDDràmma :
nDDràngata :
nDriànu :
nDrillàndri :
nDrìnguli :
nDrìnnu :
nDròngalu :
Dùbbiu :
Dubbràra :
Dubrèttu :
Dùbbru :
Dùbbru :
Dubbrùna /i / :
morale, dalle leggi ecc.
Altalena .
Bambino che si comporta con la sedia come facesse
l’altalena, muovendo la sedia alternandola in avanti in
dietro
Non stare fermo. Vedi la voce precedente .
Erba fittonante,di color che va al marrone, portulaca,
porcaccia; incolta o coltivata, ramosa, con foglie carnose
ovali, i fiori vanno al giallo; porcellana ,le foglioline buone
in insalata .
Lavoratore, dedito al lavoro, uomo ponderato.
Goccia di olio: “ ‘nu ccè > forma della C, e ‘nnu mbè,
forma della B , da farsi per scarsità di olio “ ‘na
nddràmma “ .
nDràngata : mafia calabrese, unione di delinquenti
appartenenti a tutti i ceti sociali … Alti, medi e bassi .
Località rurale in agro di Gasperina.
Punti alti e molli che il sarto filza sul disegno a gesso per
marcarlo, poi tagliati al centro facendo rimanere sul
doppione della stoffa la traccia del filo bianco..
Voce infantile che si rifà nella conta verbale nel giuoco:
“ ndrìnguli ndrìnguli sant’anelli, sant’anelli hfà pupù,
tràsa e nnèssci, vattìnta tu ! “
Trastullare sulle gambe un bambino per divertirlo .
Personaggio scemo e stupido; nel giuoco infantile:
portare a pentola sulle spalle per penitenza che deve fare
l’avversario. ( nel giuoco della lippa > vedi la voce “
lignèdhu “ ) La desinenza di lingnèdu > dhu < , suono
dentale sibilante secondo la tipica pronuncia in Gasperina;
la –h- lettera muta, senza suono, convenzionale, indica al
lettore di dare la pronuncia locale.
Dùbbio.
Piegare .
Gonna della pacchiana fatta con minute pieghe ;
“‘a tuvàgghja da’ testa, ‘ncuna ‘l’avìa cu’ dubbrèttu”
Doppio, “ hfìciaru dùbbru” : due fratelli hanno
sposato due sorelle, diventando anche cognati.
Che piego i panni stirati .
Dùbbru,= doppio= piego. Gangheri; mi dùbbru = mi
piego. Elementi validi di ferro atti a tenere a piombo
porte e finestre: due anelli grossi, uno orizzontale e uno
verticale incatenati, i loro còdoli, fissati nel telaio di
legno già murato,l’altro opposto fissato sulla porta o
138
finestra entrambi uniti , snodabili e girevoli. > Cardini <
Arnesi di ferro in forma di pernio sul quale girano le
imposte di porte e finestre . (Vedi anche : Cardinale
cattolico )
“ Chìssu no’ rreggiùna, nesscjìu de’ gàngari ! “
Il vostro GLOTTOLOGO di Gasperina, G.C. ha
scritto, stampato e venduto :
“ Dubbruna : cerniera di porta fatta dal fabbro “
‘Ducàta :
‘Ducàtu :
Ducàtu :
Ducaziòna :
Dùcia :
Dùcia :
Dùgnu :
Dùi :
Persona educata e gentile. In dialetto > ‘ducàta < .
Uomo educato e gentile . In dialetto > ‘ducàtu <
Moneta d’oro o d’argento .
“ Cummàra Maria, sèppa cha ‘i hfìciaru ‘a mòrta ‘e
12 ducati ! “ .
Educazione. ( nello scriverla in dialetto > ‘ducaziòna < .
Dolce, non agra, non amara , non piccante.
Duce, condottiero: Mosè, duce e liberatore degli Ebrei
(1625 avanti Cristo) ; Brènno, duce dei Galli ; Cesare
Caio Giulio ; Napoleone I Bonaparte ( 15.8. 1769 +
15.5.1821 ) ;
Benito Mussolini ( 1883 + 1945 ) .
Dò,dòno,donare.
“ No’ nda vògghju, e nno’ nda dùgnu ! “
Due, numero cardinale = arabo 2 = romano II .
Le doppie consonanti servono per dare al vocabolo
dialettale il vero colorito.
Dui ràgghj :
Dùna :
Dùna :
Dunàra :
Dunàru :
Dunarìssavu :
Dunarìssi :
Dunàrunu :
Bicchieri piccolissimi di vetro bombati, si offrivano
pieni di rosolio e altro agli ospiti invitati per visitare e
festeggiare il neonato; dui ràgghj, due qualità di
liquore, due vagìti : “ nguèe ! nguèe ! “
Dà , che dà in beneficenza .
Da donare, che dona bellezza, grazia alla persona ; ‘i mèra .
Donare , dare.
Hanno dato.
Dareste voi .
Daresti tu.
Hanno donato .
139
Dunàsti :
Dunàtu :
Dùnca :
Duppiètta :
Dùra :
Duràra :
Durcciàmata :
Dùrcciu :
Duvachè – dùva che :
Dùva hfùstavu ? :
Dùva jàti ? :
Dùva sìti ? :
nDuvèdhi :
Duv’èri ? :
nDuvinàgghja:
Hai dato .
Donato, participio.
Dunque .
Doppietta, fucile a due canne.
Dura, che dura .
Durare .
Dolci di vario tipo e sapori , dolci in generale.
Dolce, biscotto, confetto .
Ovunque, in qualsiasi luogo è.
Dove siete stato ?
Dove andàte ?
Dove siete ?
In nessun luogo. Dùva vai ? – nduvèdhi ! – dùva ti hfàcia
mala ? – nduvèdhi; dove ti fa male ? in nessun posto .
dùva ti senti màla ? - nduvèdhi ! in nessuna parte del corpo.
Dove eri ?
Indovinello:
Ditemi che son quelle / che nascono senza pelle /
muoiono cantando / senza veder le stelle / .
“ E’ cchìdhu chi mmàngi, chi ssi vìda ‘ntra hfàccia ! “
/ è quello che mangi, che si vede nella faccia, sul volto ! /
E
Èbba :
Èbbamu :
Èbanu :
Èbaru :
Èbbiu :
Ebbìva :
Ebrèu :
Ebrèu :
Ebrèu :
Ebbùi ?
Èbuli :
Eca :
Eccahàa !
Eccapòi !
Èccassa :
Ha avuto, ebbe.
Abbiamo avuto .
Ebano, legno pregiato per strumenti musicali .
hanno avuto .
Sambuco selvatico. “ Jìvi mu tàgghju l’èbbiu ! “
Evviva , acclamazione di esultanza .
Ebreo, ebraico.
Ebreo, avaro, sfruttatore, speculatore .
Zona marina nel Comune di Montàuro (CZ)
E voi ?
Eboli, città della Campania. “Crìstu si hfermàu a Ebuli”
( Cristo si è fermato a Eboli > Levi )
E.C.A. ( Ente Comunale Assistenza )
Esclamativo per porre una domanda
Esclamazione del dire: E che poi ! per incredulità. Cha pòi!
Ex , cha hfù ; chi ffù ; non più in carica, rimosso; già morto.
140
Eccètara :
Eccèttu :
È ccha tu ! :
Eccòmu !
Èccula :
Ècculu :
Èccumi :
Èccuni :
Èccuti :
Èccu :
Èh-ccia ! :
Eh-ccì ! :
Eccacòmu ?
Eccapòi !
Eccapùru tu ?
Ècchessa :
Eccòmu ! :
Eccu-ccà :
Ècculi :
Èccuti ! :
Èccu :
Edifìciu :
È :
E :
Èffa :
Effèttu :
Èguru :
Eccètara, e le altre cose, e il resto .
Eccetto, pur che, salvo che .
E’ che tu ti comporti bene quando vuoi .
Eccòme ! e come ! a conferma .
Eccola là .
Eccolo qua.
Sono qui, sono presente.
Eccoci .
Eccoti, è giunto in orario, è stato puntuale.
Ecco .
Voce dello starnuto.
Voce dello starnuto .
E come fece ? ; consenso quasi negato.
E’ che poi ci vediamo ancora ! Abbreviato: ecc.
Ed anche tu, anche tu intervieni ?
Ex : preposizione latina ; ex = già ; è stato .
Eccòme ! , affermazione di certezza .
Ecco qua, ecco qui
Eccoli qua .
L’avvicinarsi di persona per consegnare qualcosa .
Ecco , avverbio .
Edificio scolastico .
E’ , voce del verbo essere, terza persona singolare.
E , congiunzione > “ èu > e < Mmìcu “ /io e Domenico/ .
Effe, F , sesta lettera dell’alfabeto.
Effetto , ciò che è prodotto da una causa.
Euro: in Gasperina (Cz)vi sono già diverse persone
anziane e vecchie che chiamano questa nuova moneta
europea del 31.12.1998, ore 12, 50 :
“ èguru “ ( vedi la voce LIRA )
L’Italia del 1998 , ha sotterrato la lira senza consultare
il suo popolo con un referendum , se favorevole o
contrario alla nuova moneta. I dittatori, dicono questi
ipocriti democratici, non esistono più …
Questa nuova moneta europea, farà l’Europa unita ?
In Italia vi sono le Vie intitolate ancora agli “eroi” del
Risorgimento pro Italia; dicono gli addetti ai lavori,
che dovremmo esser fratelli con gli austriaci, ai francesi,
agli slavi, etc . L’ èuro: moneta di affari, speculazione,
ingrassamento di chi era già grasso; è l’euro, doveva
unire l’Europa: una sola lingua, una sola religione, una
tradizione culturale e alimentare ? E’ nazione ? Sarà
nazione ? Ha un suo esercito ? Ha una sua banca ? Ha
141
un suo Presidente eletto dal popolo ? Ha un parlamento
eletto dal popolo ? NIENTE DI QUESTO .Come potrà
essere Unita l’Europa, se siamo storicamente divisi tra di
noi tutti gli italiani governati da Ipocriti e farisei ?
L’ EURO, è stato approvato con referendum
popolare dai singoli popoli europei nel 1998 ? NO .
DEMOCRAZIA, potere popolare, questo significa.
Eh :
Èja èja !
Èja :
Èja, èja alalà :
Èjala :
Èjanu :
Èjara :
Ejàtavi !
Èjati :
Èju :
‘E jocàra :
Elèttu :
Elezziòni :
Elìa :
Elìa :
Èlica :
Elicòttaru :
Èliu :
Èlla :
Eh mbè ? :
Èmma :
Èmma :
E mmò ? :
E mmòna ?
Ènna :
Ènna :
Eh nnò !
Èntru :
Ènza :
Ènzìna :
Ènzìnu :
Ènzu :
Eh , che ddìci ?
Esclamazione di stupore, non è così, non esagerare !
Fai presto .
Eia, èja alalà: saluto; grido di festa (G.D’Annunzio)
Stai zitto, spettila, fai silenzio. .
Sbrìgano, si sbrìgano .
Apprestare, apprestarsi, lasciare là, abbandonare, lasciare.
Fate presto !
Sbrigati .
Mi sbrigo, mi muovo .
Da giocare, è da giocare .
Eletto.
Elezioni .
Cognome in Gasperina. Elìa il profeta .
Elìa, profeta ebreo al tempo di Acab verso il 900 a.C. , non
morì , ma fu rapito in Cielo, lasciando il suo mantello al suo
discepolo Eliseo.
Elica .
Elicottero .
Elio, nome proprio di persona in Gasperina.
Elle –L- decima lettera dell’alfabeto .
Che vuoi ? cosa cerchi ? Cosa vai cercando ?
Emme, undicesima lettera dell’alfabeto.
Nome proprio di donna in Gasperina : donna Emma .
E adesso ?
E ora , ora cosa vai trovando ? > mo = ora = mòna .
Enna, città e provincia della Sicilia.
Enne, nome della duodicesima lettera dell’alfabeto, N
consonante nasale .
E non , e non è vero ; no’ = non .
Entro, avverbio, entro questa sera alle otto fatti vedere !
Diminutivo di Vincenza .
Vezzeggiativo di Vincenza .
Vezzeggiativo di Vincenzo .
Accorciativo di Vincenzo.
142
Èppa :
Èppamu :
Èpparu :
Eppùru :
Èprica :
Èppa :
Èppamu :
Èpparu :
‘E poi :
Eppòi :
Eppùru :
Èprica :
Èra :
Èravu :
Erbaggiu :
Erèda :
Ernàni :
Ernèstu :
Eròa :
Ervvàggiu :
Èppa :
Èppamu :
Èpparu :
Èrra :
Èru – euru :
Èrva :
Ervàggiu :
Èrvi :
Èrva ‘e vèntu :
Ervalènta :
Ervalòra :
Ervvàzza :
Èrvu :
Esàma :
Esàttu :
Èssa :
Ha avuto . Vedi la voce APPA .
Abbiamo avuto .
Hanno avuto .
Eppure.
Epoca .
Ha avuto.
Abbiamo avuto .
Hanno avuto .
Di poi , dopo, appresso , “ ‘e pòi ni vidìmu ! “
E poi, dopo, domani, più tardi.
Eppure , indica opposizione .
Epoca, tempo passato
Era, verbo essere , ora non c’è più .
Eravate .
Erbaggio, erba del pascolo
Erede .
Ernàni, opera lirica di Giuseppe Verdi .
Ernesto, nome proprio di persona .
Eroe .
Erbaggio, terreno da pascolo .
Ha avuto.
Abbiamo avuto.
Ebbero .
Erre-R- sedicesima lettera dell’alfabeto.
Euro (apeliota ): è il vento che spira da Sud-Este, vento
dell’Est, vento di levante. I nostri avi lo chiamavano èru o
vòria, bòria; ma la boria è il vento di tramontana.
Erba dei campi per pascolo .
Erbaggio,ortaggio, erbe dell’orto mangiarecce .
Verdure , piante selvatiche mangiarecce .
Erba pareteria, ha foglie appiccicose,
se date ai conigli muoiono per soffocamento .
Ervalènta, specie di lenticchia, farina di lenticchia.
Acaro dell’erba, zècca minutissima rossastra che si forma su
piante di fusto basso, come dire: sulla pianta del cece;
infesta i cani a contatto con questo tipo di erba; érva,
ervalòra, succhia il sangue annidandosi nella pelle simile
alla piattola , zecca .
Erbaccia .
Pianta selvatica, verdura; èrvo, cicoria,lenticchia, veccia.
Esame, analisi, prova , test .
Esatto, preciso .
Esse – S – diciassettesima lettera dell’alfabeto.
143
Èsta :
Èstaru :
Età :
Èttaru :
Èttaru :
Ètticu :
Ettòlatru :
Èva :
Evèru ? :
Evitàra :
Esèrcitu :
Èssa :
Èttaru :
Ètticu :
Ettòlatru :
Èttu :
Èu :
‘E-vàsscju :
Èvitu :
Èxssa :
Eziandìu :
Ehe-zzìa !
Èziu :
E’ , verbo essere.
Estero.
Età: poeticamente /etade-etate/.Vita,periodi che si
suddividono la vita umana. Le quattro età dell’uomo: la
prima età; la verde età ; l’ età fiortita; l’adolescenza; la
giovinezza; l‘ età matura . ( al mattino, cammina con quattro
zampe; a mezzogiorno, cammina con due zampe ; alla sera,
cammina con tre zampe . > L’ Enigma della Sfinge, Edìpo
re di Tebe, sciolse l’enigma della Sfinge ) ; è l’uomo .
Ettaro, misura agraria. (voce poco usata) .
Ettore, nome di persona,
Tubercoloso .
Ettolitro, da etto e litro, misura di capacità pari a 100 litri.
Eva, la prima donna, nata da una costola di Adamo.
Davvero ?
Evitare .
Esercito militare ; moltitudine di gente.
Esse –S- diciassettesima lettera dell’alfabeto .
Ettaro.
Malato di tisi, tubercoloso .
Ettolitro .
Etto . > “ centugràmmi <
Io, pronome personale. Dico bene di me; èu, con valore di
bene, anche di vero, perché io sono; spesso ha forma di
(evangelo) in greco eù “ bene “
Dabbasso, in basso,di sotto, sotto; ‘e vàsscju . ‘E sùtta.
Evito, evitare .
Ex , non più in carica, che non c’è più.
Eziandìo: ancora, altresì .
Voce dello starnuto .
Ezio, nome proprio in Gasperina .
F
F = HF – hf < pronuncia gutturale.
Altri vocaboli in –F- aspirata, gutturale,
seguono con –hf . ( va ricordato che
l’aspirazione gutturale di HF, si direbbe che
è simile alla C di casa, nella pronuncia dei
fiorentini . )
144
hFìbbia :
hFicàra :
hFicaràzza / i :
hFiccàra :
hFìcu :
HFicundianàra :
hFicundiànu / i :
hfjèta :
hfjètanu :
Fìfa :
F.I.F.A :
hFilàtu :
hFìlu :
hFìlu :
Flanèlla :
Flàutu:
Fibbia / fibula /, fermaglio di metallo traversato da un
pernio con una o più punte, dette ardiglioni, che si infilano
nella cinghia o nel cinturino e simili, per tenerli fermi.
Pianta dei siconi, del fico.
Pianta selvatica del fico , fico selvatico.
Ficcare, introdure, mettere dentro.
Fico /ficus/ pianta di siconi: cotignolo, brogiotto,
castagnolo, dottato, primaticcio, gentile, sampietro,
settembrino, gocciola, sicofante, sicomoro, caprifico.
Pianta grassa a foglie, pale ovali spinose del ficodindia .
Ficodindia , cacutus .
Ti è antipatico e ti allontana. Hfiè : pronuncia gutturale
facendo sentire la sola > è < molto aspirata con aria
sforzata.
Ti hanno in antipatia, si stancano della tua presenza e della
tua presenza .
Fìfa, paura , vigliaccheria.
Calcio, giuoco del pallone . Siglia della (Federazione
Internazionale Footbal Associazione ) .
Filato, ordinato , ragionamento filato; fibra tessile filata.
Filo, ridotto lungo e sottile per mezzo della filatura:
raddoppiato, aggrovigliato, arruffato, crudo, grosso,
semplice, sottile; gomitolo,agugliata, fune, spago, gomitolo,
batuffolo, bioccolo, fiocco, groppo, maglia, matassa, rete,
viluppo; accia, bandolo, ordito, trama; nodo, rocchetto,;
aggrovigliare, ammatassare , ecc. .
Filo tagliente di vari oggetti: accetta, coltello, forbice, rasoio
Flanella, tessuto di lana, morbido e fine, per far camicie,
mutande e simili .
Flauto traverso, strumento musicale in >do ;
do, prima nota musicale , anticamente ut .
II vostro DOTTO, un certo Gori Celìa in Gasperina, così ha
scritto,stampato e venduto : “ Frautu : flauto “ .
hFòrvicia :
hFòrvici :
Fòrvici :
Forbice .
Forbici.
Forbici. hfòrvici < > dizione in Gasperina: costituita da:
anelli per le dita > pollice e medio, braccio, perno, filo della
lama, punta, molla, gancio di chiusura. Forbice da : lavoro,
145
Fòffici :
Fòvvici :
Fràbbica :
Frabbicàra :
Frabbicàtu :
Frabbicatùra :
Fracassàtu :
Fracàssu:
Fracàssu :
Fràga :
Fragàgghja :
Francabùllu :
Franciscàni :
Francìscu :
Francìscu :
Fràncu :
Fràncu :
Fràsca :
Frascatulàru :
da ricamo, per taglio di stoffe, da giardiniere, per la
vendemmia, per potare .
Forbici, dizione dialettale non di Gasperina.
Forbici, dizione dialetalle non di Gasperina .
Fabbrica, muratura ; ditta, stabilimento .
Fabbricare, edificare muratura .
Fabbricato, casa, edificio in muratura .
Muratore .
Verbo fracassare, rompere violentemente
Frattàzzo , oggetto del muratore per spianare e
lisciare la malta su di una superficie ;
frattazzo di legno duro, metallico e frattazzino.
Fracasso, fragore di cose che si infrangono ; grande
confusione, rumore intenso e confuso, baccano, chiasso .
Odore nauseànte, puzzore
Fragàglia, pesciolini novelli di varie specie per frittura.
Francobollo con : dentatura, cornice soggetto,
sovrastampa, dicitura.
Francescani . Vedi la voce seguente .
Francesco. Francesco d’Assisi (San) : / il suo nome
anagrafico GIOVANNI /
il “ Serafico “ ( 1182 + 1226 ) Patrono d’Italia .
Gasperina lo festeggia tutti gli anni sin dal 1727
anno della fondazione del (T.O.F.) Terzo Ordine
Francescano ; nel documento storico in alto a sinistra, si
legge la firma di un Giovanni Pisano ( J. Pisanus ).
Francescani (Frati Minori); Ordine religioso, fondato da
S.Francesco d’Assisi nel 1209; approvato da Papa
Onorio III nel 1223. Dette uomini illustri( Jacopone da
Todi, Tomaso da Celano; san Bonaventura; Ruggero
Bacone, ecc.) e parecchi papi( Nicola IV ; Alessandro V ;
Sisto IV ; Sisto V ; ClementeXIV ecc . )
Francesco (San) da Paola; insigne religioso di Paola
(Calabria); fondatore dell’Ordine dei Minimi
( 1416 + 1507 (29 Gennaio)
Franco, libero, che non paga nulla ; schietto, libero .
“ I mostri onde tu con serena giustizia farai franche le
genti “ ( Carducci)
Franco, Francesco, Francìscu, Franciscùzzu . Cìcciu,
Cicciùzzu, Cìccu.
Frasca, fronda .
Persona che mischia, che imbratta senza competenza;
da “ frascàtuli “ , da - mènta e rrimìna – versa farina e
146
Frascàtuli :
Fràta :
Fràtamma :
Fratèdhumma :
Fratèdhutta :
Fràttatta :
Frèccia :
rigira per mantecare: polenta con finocchi selvatici non
solida , ma appena “ quagghjàta” .
Polenta di farina bianca con finocchi selvatici .
Fratello, fratello germano, nato dagli stessi genitori.
Mio fratello di sangue.
Mio primo cugino di sangue con lo stesso cognome .
Tuo primo cugino di sangue con lo stesso cognome.
Tuo fratello, tuo fratello di sangue.
Fionda, tirasassi : Attrezzo di legno duro avente forma di
una Ìpsilon Y con il gambo più lungo per essere
impugnato con la mano . In cima alle due punte
legate due strisce elastiche, strisce elastiche unite
da larga e spaziosa pelle di cuoio per locare
un sasso che stretto tra le dita e stirando le due strisce
elastiche ( di camera d’aria di bicicletta )
si lascia andare il sasso per colpire qualcosa lontano.
Fiònda o tirasàssi .
Qui si parla del dialetto di Gasperina non di altro .
Il vostro DOTTO, G.Celia , ha scritto, stampato e venduto :
“ Freccia: dopo la visione dei primi film westem, ogni ragazzo si
fabbricava un arco, piegando un ramoscello tenero ed attaccandolo
con pezzo di spago, che portava orgogliosamente sulla spalla: le
frecce, invece, mancando la faretra , venivano infilate e
fermate alla cintura dei pantaloni “
Antonio Pisano :
Bisognerebbe intervistare la gente di tutti i rioni di
Gasperina per sapere cosa è la frèccia e la faretra;
chi erano i ragazzi arcieri, allievi di Gugliemo Tell .
Eroe popolarissimo , ma leggendario, dell’indipendenza
svizzera, morto il 1354 .
> Guglielmo Tell : Opera lirica ( 1829) di G.Rossini < .
Frenàra :
Frenata :
Frènu :
Frèsa :
Frenàre.
Frenata, fermata, sosta; rallentamento.
Freno.
Fetta di pane tostata cosparsa di aglio,olio, pomodoro;
“ pàna frèsa “, bruschètta .
147
Fressùra :
Fressuràta :
Fressurèdhu :
Frètta :
Frettalòru :
Frevàru :
Flicòrnu :
Frìca :
Fricàra :
Friccicàra :
Friddulùsu :
Frìddu :
Friddùsu :
Frìgu :
Frijìra :
Frìhschja :
Frihschjalòra :
Frihscjalòra :
Frìhschjna :
Frihschjavòi :
Padella fornita di lungo manico, utensile metallico da
cucina, di forma rotonda e poco fondo.
Padellata piena di cibi cotti .
Padella piccolina per cucinare uova e altro.
Fretta, necessita di fare presto, rapidità ; “ prèscia “ .
Persona che tutto usa fare con la fretta.
Febbraio, secondo mese dell’ anno di 28 giorni; bisestile
ogni 4 anni con un giorno in più; 29 giorni.
Flicorno, strumento musicale degli ottoni :
Baritono ;Contralto ; Flicornino ; Tenore .
Che inganna, che sottrae, che ruba , saccheggio, rapina.
Ingannare, rubare, prendere per i fondelli, sottrarre;
fregare il pavimento, pulire il pavimento.
Darsi da fare, interessarsi, aprire gli occhi, guadagnare.
Freddoloso, persona che ha sempre freddo.
Freddo.
Infreddolito .
Voce nuova: frigorifero /refrigerant ; frigidair / frigorifero.
Frìggere nell’olio .
Fischia, che fischia con la bocca, col fischietto.
( vedi la voce Frihschjavòi)
Che fischia : oggetto ricavato dal coperchio del
contenitore del lucido per le scarpe ( cromatina ), si
ammaccava il bordo corona circolare, poi si piegava il
dischetto per formare due mezzelune, vicino alla piega
ed al centro, si faceva un forellini alle quattro facce, le due
mezzelune venivano un po’ allargate, portate alla
bocca si soffiava e si udiva un fischio molto acuto .
Vento impetuoso, sibilante, boria = vòria, che dagli
spifferi si ode come un sibilo.
Tratto della Via Mazzini in Gasperina, dalla fu “Scala
lònga” sinu alla curva del primo tratto. Fischia,
giunto in Gasperina da Cariati verso il 1600 . (la prima > i +
s, e – j – lunga, la àcca, lettera muta, indica la pronuncia
locale, si devono sentire i suoni delle 2 – i – le altre molto
aspirate, con aria sforzata gutturale sibilante .
Uccello- capovaccaio- che si posa sui Buoi, fischia e becca
gli insetti sulla pelle dell’animale: “Vòi “ = Bue. Uomo di
poco valore, scansafatiche. Il gruppo di lettere > hschja < ha
suono sibilante palatale, sonoro, sforzato, la S sonora, si
confonde nel gruppo sino alla A finale. Tutte i vocaboli che
al centro di essi formano il gruppo indicato, hanno il
medesimo suono.
148
Frìja :
Frijìra :
Frìnguli :
Friscanzàna :
Frisculìja :
Frìschi :
Frihschju :
Friscùra :
Frìscu :
Frisìlla /i –u / :
Frìtta :
Frittata :
Frìttula :
Frittulùsu :
Frìttu :
Fròda :
Frògastu :
Frògna :
Fròsciu :
Frufrù :
Frustàgna :
Frustàra :
Frùstu :
Frùstu :
Frùstu :
Fuculàru :
Che Frìgge .
Friggere .
Pezzetti, pezzettini di qualsiasi cosa, resti, rimasuglie.
Aria fredda con vento molto freddoso , tramontana:
> “ mìna ‘na friscanzàna ! “
Frescura, aria fresca .
Freschi, alimenti appena raccolti presto, in giornata.
Fischio .
Frescura, luogo posto al fresco rispetto al sole.
Fresco come il pane caldo fresco; frescura.
Ceffone, sberla .
Pietanza fritta in madella .
Frittata fatta con le uova; ingarbugliare, mescolare .
Pelle del maiale, cotica del maiale cotta .
Frettoloso . (‘A gatta frittulùsa /presscialòra/, hfìcia i hfìgghj
ciechi !)
Frìtto, frìtto nell’olio.
Frode, inganno; per non pagare il dazio; > hfàcia ‘u zìngaru
e ‘u ‘mbiàcu nommu vàcia ‘n guèrra !
Oggetto vecchio,inservibile, malandato, rotto.
Frogia, froge - “naso” narici ; papògna .
Pederasta, omosessuale, finocchio.
Frufrù, rumore delle vesti trascinate per terra. Tràhfanu .
Fustagno, tele rozza, frustàgna , tessuto resistente .
Frustare : calunniare una persona, infamare,
maltrattare, come con la frusta si maltratta un animale
senza riguardo.Cummàra: ‘ha frustàu pe’ mmàra e ppe’ tterra !
Frusto : logoro, consumato, duro ; pane frusto, tozzo secco.
“Mendicando sua vita a frusto a frusto “ (Dante:3-6-141)
Diffondo cose non vere contro qualcuno, calunniare.
Punto del ramo dell’albero dove si ridamano altri rami .
Focolare > fuculàru < dialetto di Raggio Calabria .
hf - f – aspirata – gutturale-con aria
sforzata , simile alla gorgia della lettera C ,
di casa, dei fiorentini .
( LA –H- è lettera muta convenzionale rispetto al
dialetto. Serve per l’aspirazione della successiva
consonante che fa sentire, comunque in modo sfumato
con l’aria della gola, gutturale, la Effe – F- : hfarìna
=farina, hfuntàna = fontana; hfòcu = fuoco; hfòrgia = forgia )
149
ha :
hÀju :
hàva :
hfaccètta :
hfàccia :
Ha, voce del verbo avere . Chu no’ hàva no’ n’è !
Ho, ho in possesso, ho in antipatia, ho in simpatia; vedi il
vocabolo > cciò <
Chi non ha, non possiede nulla, non è, non esiste!
Ha, avere: un disturbo, un dolore, una gioia; possedere.
La àcca H , è convenzionale, lettera muta priva di suono.
Adattamento per dare l’esatta pronuncia gutturale
locale. Qualcuno ha osato scrivere l’ entrate dei vocaboli
che seguono con > fha – fhe – hfi. fho – fhu . Ripeto qui e
mi ripeto, che la àcca H è muta, quindi le parole si
leggono come in italiano : fa-fe-fi-fo-fu .
Faccètta, faccia picola ; mascherina della tomàia, la
parte anteriore che forma la scarpa con la linguetta
sotto i lacci.
Faccia, lato; sembianza , viso, volto.
( Giàno : aveva due facce; qualcuno lo fa di quattro facce)
Il VOSTRO glottologo G.C. gasperinese, ha scritto,
stampato e venduto:
“ Vurtu : volto “
I nostri antenati al cimitero, i nostri viventi anziani e
vecchi, hanno mai sentito la parola vùrtu
di Gori Celia : > VURTU ? <
La Calabria, conosce la parola > vùrtu ?
hfàccia ‘e bbàbbu :
hfàccia -hforìa :
hfacciàta :
hfàccia-tòsta :
hfàcci :
hfacendìju :
hfacèndu :
hfàcia :
hfàcia :
hfacìa :
hfacìamu :
hfacìanu :
hfacìstavu :
Volto di figura umana, altorilievo di ferro attaccato alla
Porta, maniglia mobile per bussare.
Presenza ipocrita per farsi notare, finzione; hfacciahforìa,
faccia apparente, falso saluto, ipocrisia .
lato di un foglio, pagina .
Faccia tosta come di bronzo, senza rossore e vergogna.
Fàcce umane, parte anteriore del capo , plur. di faccia;
parti o superficie esterne di un corpo.
Da faccenda, mi adopero per non oziare, mi dò da fare.
Facendo .
Fa, voce del verbo fare, fa, faceva , facevo.
Falce per mietere.
Faceva, facevo.
Facevamo.
Facevano .
Avete fatto.
150
hfacìtami :
hfacìti :
hfacìsti :
hànda :
hfàndu :
hfànnu :
hfanò :
hfarìa :
hfarìamu :
hfarìanu :
hfarìssavu :
Hfarìssi :
hfacìsti :
hfacìti :
hfàdda :
hfaddàla :
hfalasscìnu :
hfaddalàta :
hfàmacia-hfàmaci :
Verbo fare, fàtemi un favore.
fate, verbo fare.
Facesti .
Fai: fai il numero di 100 pezzi e poi finisci; hfànda, verbo
rivolto a chi ascolta . Hfànda quàntu nda voi, cha cca
t’aspettu! Anche la morte lo preannuncia a ciascuno di noi :
fai quello che vuoi, io qui ti aspetto !
Facendo, gerundio del verbo fare.
Fanno, verbo fare .
Abaìno sul tetto, luce, passaggio di luce. hFanò, voce
greca.
Facessi , farebbe, farei, verbo fare.
Faremmo.
Farebbero.
Fareste, verbo.
Faresti
Hai fatto.
Fate, verbo.
Falda della gonna, la parte bassa, lembo del vestito.
Grembiule, pezzo di stoffa con tasca e due lacci
per legarli alla vita .
Da > falaschi > “ hfalàssci “ delle paludi e pantani .
Quànta roba sta ‘ntro > hfaddàla = grembiàle > grembiàta,
una grembiàta di fave .
Fiosso : il punto più stetto del fondo della scarpa tra il
tacco e la pianta ; i lati della “ hfàmacia “ si chiamano
ràscia ; il punto più duro “ schìnu” (schiena, spina
dorsale della scarpa ), hfàmacia: fiosso, cambriglione.
( Il vostro G.Celìa di Gasperina, così dice lui, così ha
scritto: copertura a soffietto del collo del piede in certe
scarpe “ )
( Io Pisano, mi vanto di essere: pronipote, nipote, figlio di
calzolaio, io calzolaio per scarpe su misura su miei modelli
con sistema geometrico, perciò non tollero questo
analfabetismo dialettale di Questi e suoi collaboratori. )
hfamàzza :
Hfantalàta :
Pagliuzza, residuo di minuscole schegge volatili;
fuscello; lunga scheggia di legno; cespuglio secco per
accendere il fuoco, svèrza.
Manàta , ceffone, manrovescio, colpo dato nel viso col
dorso della mano.
151
hfarffarèdhu :
hfarmàcia :
hfarmacìsta :
Diavoletto ; folata di vento, tromba d’aria .
Farmacia .
Farmacista, speziale .
H > ACCA > OTTAVA LETTERA
DELL’ALFABETO ITALIANO, LETTERA MUTA
PRIVA DI SUONO,LETTERA CONVENZIONALE PER
LA PRONUNCIA LOCALE IN GASPERINA .
In tanti vocaboli che seguono, è lettera convenzionale ;
sia all’entrata di parola, sia al centro di parola, sia nelle
desinenze delle parole .
La H posta prima della F , indica che la EFFE và aspirata,
gutturale, sforzando l’aria nella gola, direi gorgia, facendo
sentire la EFFE sfumata, come i fiorentini la usano per dire
CASA (hfasa ) , ripeto EFFE aspirata. Tutti i questi vocaboli
dialettali calabresi in generale: farina=hfarìna; fuoco=
hfòcu; forgia=hfòrggia; si aspirano facendo sentire appena ,
comunque, il suono della EFFE . La H, posta dopo la
EFFE, indica l’aspirazione della prima vocale seguente
ignorando la EFFE che indica in dialetto, gli oggetti e
soggetti ecc. .
hfahfòmula :
Hfalascìnu :
hfalignàma :
hfamàzza :
hfamuriàla :
hfànda :
Pianta lunga strisciante in luoghi non soleggiati, frutto
piccolino, tipo di fragola avente lo stesso sapore.
Falasco dei pantani, della famiglia dei càrici )
Falegname, maestro che lavora il legno; artigiano .
Strumenti : banco, morsa, morsetto, sergente, capretta,
squadra falsa, squadra, calandrino, compasso,
graffietto(singatùra), pialla, cagnaccia, barlotta,
piallone, sbozzino, sponderuole, incorsatoio, sega,
saracco,, gattuccio, martello, mazzuola, mazza, trivello,
succhiello, menarola, trapano, accetta, ascia, scure,
bicciacuto,, scalpello, pedani, sgorbia, tenaglia, raspa,
lima, limaiuola, triangolo, scuffia, raschiatoio, rasiera,
cacciavite, punteruolo, quartabuono, ghimbarda .
Fuscello di paglia e simili .
Altruista, largo nel donare col cuore, con la mente e con
mezzi materiali propri ; sociale .
Verbo fare: fa ; fanne, fai, produci ancòra, crei ancora .“
hfànda quàntu nda vòi cha cca t’ aspèttu ! “
Fanne quanto ne vuoi, io qui t’aspetto ! Dice la morte.
152
hfàndu :
hfanèstra :
hfanò :
hfànnu :
hfantalàta :
hfàra :
hfarìa :
hfarìna :
hfarmacìa :
hfartticchjàra :
hfarttìcchju :
hfarvètta :
hfasscèdha :
hfàsma:
hfasmijàra :
hFàndu,gerundio=facendo.
.
Finestra .
Apertura rettangolare sopra il tetto per far passare luce
Fànno,
Ceffone, manata, sberla, manrovescio .
Fare. Chi non ha saputo fare, non sa comandare .
Farebbe, farei.
Farina, macinato.
Farmacia , parte della medicina che studia i farmaci e l’arte
di prepararli . Farmaco, medicina, medicamento. Eglino
dicono e scrivono: “ attenzione, leggere attentamente il
foglio illustrativo: il farmaco può avere effetti nocivi
collaterali. “ Non essendone accertata la sicurezza
d’impiego, il prodotto non va somministrato , puo avere
effetti indesiderati “ ; foglio illustrativo con parole
incomprensibili lunghe 10 cm. e con caratteri tipografici 4 ;
la Enciclopedia Treccani, è una misera nel leggere questi
fogli illustrativi : per contadini, artigiani e casalinghe, foglio
incomprensibile a qualsiasi profano. Farmacia : > luogo ove
esiste l’angolo con il teschio con la scritta: VELENI. Essa
FARMACIA, è VELENO ! ma gli scemi vi accorrono.
La morte è nostra ombra, amante, innamorata pazza, onesta.
“del viver ch’è un correre alla morte “ (Dante. 2 33 54 )
Persona che imbroglia il discorso, che inventa e tutto
mischia. HFartticchjàra, è sostantivo femminile, non verbo.
Il vostro DOTTO di Gasperina Gori Celìa
così ha scritto,stampato e venduto :
“ Harticchiara : raccogliere col fuso “
E’ il fusaiuolo o fusaruolo, ciambellina più spessa e più
pesante con foro al centro di un centimetro che si infila
nella cocca inferiore del fuso perché prilli più
regolarmente e per tenerlo a piombo, perché ancora
il fuso è vuoto.
Il vostro DOTTO sopra ricordato, cosi ha scritto stampato e
venduto :
“ Harticchiu : tondello pesante inferiore del fuso “
Uccello siepaiolo .
Cestino costruito con gli steli del giunco marino avente
forma cilindrica, per essere riempito di ricotta freschissima;
per il cacio idem, ma di forma circolare più alta dare forma
al cacio.
Sbadiglio, inspirazione involontaria per stanchezza.
Sbadigliare, spalancare la bocca .
153
hfasmìja :
Sbadiglia per sonnolenza o per stanchezza .
In alcune voci seguenti la esse – S – è doppia,
raddoppiamento sintattico secondo la pronuncia locale
dura, forte, sforzata.
Hfàsscia :
hfàsscja grigioverde:
hfasscìsta :
hfasscìsti :
hFàsscju :
Hasmijàra :
hfatìga :
hfatìga :
hfatigàra :
hfatigatùra :
hfàtta :
hfàtta :
hfàtti :
hfàttu :
hfàttu :
hfàva :
hfavalèjina :
hfavàra :
hfavarèdhi :
hfavàta :
hfavòzzulu :
hfàvu :
hfàvu :
hfàzzu :
Fascia, benda, fascia lunga per fasciare i neonati .
Mollettiera, fascia di tessuto di lana che i militari
avvolgevano alle gambe, dalla caviglia al ginocchio.
Appartenente ai Fasci di combattimento, poi : P.N.F.
( Partito Nazionale Fascista ).
Partito fondato da Benito Mussolini a Milano il 23 marzo
1919; Mussolini era nato il 1883 in un casolare di Dovia
frazione di Predappio (Forlì)
Fascisti, appartenenti al Partito Fascista .
Fascio Littorio di Cesare, composto di verghe
come simbolo delle categorie sociali, corporazioni.
Sbadigliare .
Fatica, lavoro, sforzo.
Egli lavora, è un lavoratore, fatica .
Faticare, lavorare
Faticatore, che riesce alla fatica, grande lavoratore.
Fatta, finita, ultimata .
Orma, traccia, indizio; dassàu ‘a pedàta .
Fatti accaduti, racconti; fatti concreti .
Fatto vero, concreto; compiuto, finito .
Fatto, racconto.
Fava, frutti grossi cilindrici, a baccello contenenti semi
ovali tra le due falve attaccati a queste con il loro ilo.
Cassia .
Favùle, gambo della fava secca, pianta delle fave.
Fave selvatiche per animali e concime .
Vivanda di fave, faceto, campo di fave .
Fava selvatica per foraggio.
Fava, frutto della pianta leguminosa,futti gossi ,cilindrici a
baccello.
Antrace, malattia detta anche vespaio, si presenta dietro il
collo nell’età dello sviluppo e oltre.
Faccio, verbo fare . ( hfa-hfe- hfi- hfo- hfu ) > suono
gutturale aspirato sforzando l’aria, come usano i fiorentini in
tanti loro vocaboli locali; suono gutturale come usano gli
Arabi nella loro lingua o dialetti ( il Sud d’Italia è stato
anche dominato dagli Arabi, specialmente la Sicilia )
154
hfèda :
hfedelìni :
hfegurèdhi :
hfelicità ;
hfèrma -capìdhi :
hfermàra :
hfermàta :
hferrètti :
hferrettìnu :
hfèrru :
hferrulìdha :
hferrùpa :
hferrupàra :
hFerrùzza :
hferrùzza :
hfetènta :
hfetenzìa :
hfèta :
Hfèti :
hfètu :
hfètu d’àrzzu :
hfetùsu :
hfèzza :
hfìbbia :
Fede: / fides / credere,ferma credenza in qualcosa: aver fede
nella virtù di Dio. Credenza in Dio: religione: la fede in
Cristo; martire della fede. Credere, Obbedire, Combattere;
aver fede e praticare il vangelo di Cristo: Fede-SperanzaCarità ; le tre Virtù teologali della nostra Chiesa . Fede, è
Amore. Chi non ha mai amato con fede, non è mai vissuto .
Gesù disse : “ Chiunque è radunato in nome mio, io sono
tra di loro ! “
Chi è morto per la sua dottrina : Crocifisso, impiccato, o
con la testa in giù… avrà gloria sicura presso i pòsteri .
Fettuccine, tipo di tagliatelle .
Figurine dei santi , santìni ; da figura, immàgine .
Felicità, la felicità si può ottenere con una lagrima o con un
sorriso; beatitudine, benessere, bonaccia, contentezza,
delizia, dolcezza.
Fermaglio dei capelli, ferretto, > hferrèttu <
Fermare .
Fermata .
Vedi la voce successiva .
Ferretto, il ferma capelli.
Ferro .
Piccolo bottone di ferro .
Carruba , frutto del carrubo con lungo e grosso baccello;
il suo seme durissimo è il carato 24/a parte ideale
dell’oncia rispetto all’oro.
Pianta del carrubo
Lama del coltello estraibile con manico di legno; persona
che usa e porta con se il coltello a serramanico, con
l’intenzione di litigare per offendere il prossimo .
Nome dato a persona che tiene con se il coltello e lo usa
contro le persone. Vedi la voce precedente .
Fetente, persona puzzolenta, arrogante.
Lordura, fetidume,fetore , immondizia .
Emana puzza, fetore.
Puzze, puzzore ; tu hfèti . tu pùzzi, emani cattivo odore, sei
cattivo e maligno.
Fetore,cattivo odore, puzzore ; persona che ovunque va crea
cattive azioni. HFàcia hfètu “ > fa puzzore .
Puzzore di bruciato, di arso.
Fetente, puzzolente .
Feccia, fondo del vino.
Fibbia, fermaglio di metallo traversato da un pèrnio con una
o più punte, dette ardiglioni, che si infilano nella cigna .
155
hficàra :
hficcàra :
hficaràzza :
hfìcatu :
hfìcatu e cchjìppu :
hfìcia :
hfìciaru :
hfìcu :
Pianta del fico che produce siconi ; ficaia,luogo piantato a
fichi.
( “E la mattina, ritornando nella città ebbe fame. E vedendo
un fico vicino alla strada, andò da esso, ma non trovò nulla
se non delle foglie. Ed egli disse: “Giammai più in eterno
non nasca più frutto da te. E subito il fico si seccò. “ )
Vangelo di S.Matteo: 21, 18 <
Mettere dento, spingere .
Pianta di fico selvatico.
Fegato.
Fegato di maiale e la rete che lo avvolge.
Ho fatto, ha fatto.
hFìciamu 30,hfacìmu 31 : “Abbiamo fatto 30. facciamo 31 “
Frase detta da papa Leone X nel 1517. Dovendo nominare
alcuni cardinali, il Pontefice giunse a stilare la lista finale ,
ma si accorse di aver dimenticato un prelato importante. Per
rimediare all’ errore, lo nominò in fretta, pronunciando : “
Abbiamo fatto 30, facciamo 31 ! “
Hanno fatto.
Fìco (fi-co) plurale (fichi )/ ficus/ pianta dei siconi;
albero che ha fusto ramificato e contorto (si’ stòrttu,
comu ‘u lìgnu da’ hficàra, sulu ‘u hfòcu l’adderìzza ! )
con corteccia liscia, foglie grandi e ruvide. Ciò che è
comunemente ritenuto il frutto di tale pianta e che
propriamente è un’infruttescenza di sapore dolce.
Appena sbocciato forma “ ‘u scattagnòlu” che tra i
denti si sente come uno scatto perché duro il siconio ,
infiorescenza e infruttescenza del fico.
( Il fico seccato. Vangelo di Matteo- Capitolo 21, 18 ;
Vangelo di Marco - Capitolo 11, 12 )
hfìcu ‘e hfjùra :
hfìcu a mmalangiàna :
hfìcu bòffi :
hfìcu catalànu :
hfìcu cìvulu :
hficundiàni :
Fico fiorone il primo a maturare. > hfjùra < pronuncia
palatale dentale con fiato sforzato , nel suono si deve sentire
il suono della – u Fico di forma e color melanzana.
Fichi bianchi più rotondi .
hfìcu cu’ ‘a nùcia : Fico secco spaccato in due con dentro il
gheriglio della noce, anche a coppia > a ccùccghja ( piccia )
Fico allungato saporoso dal colore violàceo , della
Catalogna spagnuola.
Fico bianco piccolo e rotondo, dal sapore squisito.
Fichidindia. Cactus .
156
hficundianàra :
hfìcu làttaru :
hfìcu rahfàci :
hfìcu tòsti :
hfìcu-ottàti :
hfìcu paradìsu :
hfìda :
hfìdati :
hFidelìni :
hfìgghja :
hfigghjalòra :
hfìgghj :
hfìgghj :
hfigghjòla :
hfigghjòlu :
hfìgghja :
hfigghjalòru :
hfìgghjammu :
hfìgghjanu :
hfigghjàstru :
hfìgghjattu :
hfigghjòli :
hfigghjàra :
hfigghjàstru :
hfìgghju :
hfìgghju ‘e càvulu :
hfìgghju veru :
Pianta a pale carnose e spinose del ficodindia, cactus .
Fico bianco allungato
Fico color viòla col picciòlo ( pedàla) lungo, badalène .
Fichi secchi.
Fichi dottati primaticci di grana fine . “hFìcu ottàti” che
tagliato in due, lasciando il suo picciòlo al suo posto, prende
forma del numero 8; una coppia di questi con dentro il
gheriglio della noce forma una pìccia “ ‘na cùcchja “ .
Fico bianco dalla pelle sottilissima molto saporoso.
Fede nuziale di oro degli sposi .
Fìdati .
Tagliolini, tagliatelle finissimi.
Figlia, prole ; che partorisce
Che prolifica .
Figli .
Che partorisci.
Figlia, bambina .
Figliuolo . .
Figlia .
Che si ricrea continuamente .
Mia figlio .
Figliano, fanno prole.
Figliastro .
Tuo figlio .
Figliuoli .
Figliare, partorire .
Figliastro.
Figlio .
Ballonzolo, tallozzolo, germoglio del cavolo “jettùma “ .
Figlio legittimo e naturale nel dialetto gasperinese.
Figlio del vero dialetto o figliastro del dialetto ? :
(Parafrasando Il giudizio di Salomone:
E il re continuò :“ Portatemi una spada “ .
Quando ebbero portata la spada davanti al re, egli
soggiunse : “ dividete… il > “dialetto vivo “ < in due
parti e datene una metà all’uno e una metà all’altro “
Il padre , padre del vero suo dialetto vivo, (siccome si
sentì commuovere le viscere e per amore del proprio
dialetto vivo, disse al re: “ Te ne scongiuro, o signore, dà
a lui il dialetto vivo e non volerlo uccidere “ Al contrario
l’altro disse: “ Non sia né mio, né tuo, ma sia diviso “ .
Rispose allora il re e disse: “ Date a costui il dialetto vivo
e non si uccida, poiché lui è vero padre del dialetto “ .
157
/Bibbia. III libro dei RE. Capitolo 3 versi: 24-25-26-27/
Ho inteso accostare il bambino portato al re
Salomone, al mio dialetto gasperinese, ed al dialetto
“gasperinese” di Gori Celia in “ Parole e altro “ >
scritto-stampato a spese altrui e venduto nel 2001. Né
carne, né pesce ; non italiano, non dialetto. )
hfìgghjamma :
hfigghjàstra :
hfigghjàstru :
hfìgghjumma :
hfigùra :
hfìla :
hfìla :
hfìla-hfìla !
hfilànda :
hfilèra :
hfìlici :
hfilòssara :
hfìmmana :
hfimmanàru :
hfinòcchja :
hfinocchjàra :
hfinòcchju :
hfjalòna :
hfjanchi:
hfjètamu :
hfìnta ;
hfjòcchi:
hfjùri :
Mia figlia .
Figliastra .
Figliastro
Mio figlio .
Figura, fare bella figura; forma esteriore dei corpi, facciavolto dell’uomo; immagineetta, santino.
Fila, che fila col fuso.
Fila, fare la fila, mettersi in coda .
Vai via, fila !
Filanda . In Gasperina ultimo tratto dell’odierna Via T.
Campanella; le stanze della casa di G.Romeo e sottostanti
bassi, erano la filanda del baco da seta , do’ cucùdhu che ivi
si allevava.
fila di cose o di persone, fila di perle, grani del rosario,coda.
Felci .
Filossera, parassiti delle piante specialmente della vite.
Femmina.
Puttaniere .
Finocchi selvatici dei campi
Orto seminato per i finocchi .
Finocchio, pianta ombrellifera , di fusto verde; pederasta .
Tartaruga terrestre .
Fianchi .
Tipo di bisturi, tipo di coltello con manico di legno
con una lama affilatissima, un laccio lungo, serviva
a segnare una vena al collo del maiale per fare uscire
del sangue quando l’animale mostrava la faccia molto
rossa, cianotica. “ ‘i jìu ‘u sàngu a’ testa “ , annu
mu sàgnanu ! “
Finta, atto del fingere, finge di non vedermi ;
parte del vestito che copre gli occhielli o che fa finimento
alle tasche.
Fiocchi, piccole e strette strisce di stoffa colorate che si
legavano alle ali della gallina per essere
riconosciuta dal padrone. “ ‘i mìsa ‘u hfjòccu ! “ .
Fiori in generali ; e infiorescenza di tanti alberi .
158
hfocarèdu :
Hfocarèdhu ‘e Sant’Antoni : Herpes zoster , attacca il
torace e le spalle con grosse vesciche, eruzione cutanea a
forma di cintura.
hfocàticu :
Focàtico, imposta diretta personale su ciascun fuoco ,
cioè, su ciascuna famiglia , la tassa di famiglia che
abbiamo pagato sino agli anni 1960-70 – 80 .
> Legge n. 164 del 04.05.1898; Ministro delle Finanze del
Governo > Quintino Sella . Vedi la parola,macinàtu .
hfòchi :
Fuochi d’artificio pirotècnici .
hfochìsta :
Chi confeziona i fuochi pitotècnici .
hFòcu :
Fuoco .
“ S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo “ ( C.Angiolieri-1260)
hfòcu mèu ! :
Fuoco mio ! ; espressione di chi ha subito un dolore
direttamente o indirettamente, o verso persona stimata.
Hfòcu ‘e Sant’Antòni : Fuoco sacro di Sant’ Antonio , Erpes zoster .
hfoculàru :
Focolare.Ha forma quadrata, alto un 20 cm. e largo 1 metro;
il piano con mattoni cotti refrattari .
hfocùna :
Grande ceppo che arde lentamente al focolare.
hfòdara :
Fodera per vestiti; fodera del tomaio delle scarpe; soppànna,
fasciuòla delle scarpe.
hfòdara ‘e cusscìnu :
Federa del cuscino .
hfòdaru :
Fodero, custodia .
hfòdera :
Fodera della giacca, della tomaia di pelle.
hfògghja :
Foglia, fogli ; foglia di cavolo, di fico, ecc.
hfògghja :
Pagine di libro, di quaderno, di rubrìca / non rùbrica / .
hfogghjàma :
Fogliame, intesa come verdura con foglia larga, verdura
mangiareccia.
hfògghju :
Foglio di due pagine per scrivere o già stampato.
hfolèa :
Nido degli uccelli .
hfòra :
Fuori, fuori di casa, andare all’aperto; mi tolgo di mezzo ;
Mi càcciu hfòra !
hforìsa :
Forestiero ; contadino che vive sempre in campagna.
hformmìcula :
Formica .
hformmiculàru :
Formicaio.
hformiculìja /mi / :
Avere il formicolìo, il brulichio alle braccia o alle gambe
(turba circolatoria del sangue per ragioni di pressione o per
vita sedentaria che si fa : “ hàju ‘i hformìculi ‘ntre vràzza “ )
hformmìculi :
Formiche .
hfòrtta :
Forte: cuoio duro bene lavorato che si incolla nel calcagno
della tomaia tra la pelle e la fodera .
hforttiànu :
Località rurale rimpettaia all’estrema periferia della
Via San Giuseppe in Gasperina, di là della gola che divide
lo “ schioppo “ dalla mulattiera che và per Montepaone .
159
hforttùna :
hforttunàtu
hfòrvici :
Hforviciàta :
hforvicìja :
hforvicijàra :
Hfossètta :
hfucìla :
hfùdha :
hfùja :
hfujìra :
hfùju :
hfjuhffjalòru :
hfjuhffjùna :
Hfjumàra :
hfùhffju :
hfùma :
hfumàra :
hfumìja :
hfùnda :
hfùnda :
hfundamèntu :
Fortuna.
Fortunato,
Forbici . La acca di – hf – indica l’aspirazione gutturale
della effe
–
f- F : hfa, hfe – hfi - hfo- hfu . La effe si deve sentire pur
con l’aspirazione gutturale.
Colpo, taglio dato con la forbice.
Usa la forbice per tagliare; criticare persona non presente.
Criticare a sproposito una persona non presente,
attaccare,tagliare, per invidia o altro motivo.
Fossetta, diminutivo di fossa / la fossetta del mento, quella
piccola depressione che si vede al mento di alcune persone,
specie quando ridono. // fossetta nella terra per piantare e
trapiantare ortaggi e altro.
Fucile .
Folla che si accalca, fare la fila, accalcarsi.
Fugge, scappa
Fuggire, scappare .
Fuggo, scappo a gambe levate . Fùio = ladro . Sottrarsi.
“ non è ladron né io anima fuia ( Dante: 1. 12,90 )
Attrezzo di canna con fusto diritto e vuoto, interrotto da
spessi nodi, questi nodi vengono forati, l’ulimo nodo alla
base forato al centro viene lasciato, mentre il lato superiore
della canna lasciato tagliato a becco da cui si emette l’aria
per soffiare a distanza per accendere il focolare. “soffietto”.
Soffione, accresc. di soffio; soffiare con maggiore aria ;
con un soffione lo mandi giù; hfju, palatale,dentale, si deve
sentire più di tutto, la – u all’entrata di parola e con più
forza la –ù- all’uscita della parola.
Fiumara, da fiume.
Soffio, azione dell’aria emessa dalla bocca per spegnere : un
fiammifero, una candela ; sulla brace per fare fiamma .
Fuma “ Annu s’arddìu ‘u pagghjàru, aguànnu hfùma ! “
( L’anno scorso bruciò il pagliaio, quest’anno si vede il
fumo) . Ricordi di fatti spiacevoli passati, ricordati ora ).
Fumare .
Che si nota uscita di fumo; vapore della minestra
caldissima, “ chi ccandilìja “ , bisogna raffreddarla.
Profonda, casseruola profonda .
Recipiente che perde liquido dal fondo.
Voce femminile per indicare l’interno della vagina
infiammata:
“ Cummàra, soffru ‘ntro hfundamèntu ! “
160
hfundìa :
hfundu-ària :
hfùndu :
hfùndu :
hfùndu :
hfùndu :
hfùngi :
hfùngiu :
Perdeva liquido, il recipiente non era integro.
Fondo-area, tassa sui fondi rustici .
Fondo rustico, terreno.
Profondo, oggetto alto e profondo come il pajuolo.
Profondo, piatto per vivande.
Cervello, mente molto erudita, personaggio colto.
Funghi : mangerecci e funghi velenosi; i loro semi sono le
spore ; (il fungo porcino-boleto ); al singolare : hfùngiu .
Chu mòra, cha mangiàu hfùngi cogghjùti de ìdhu stèssu,
sènza mi canùsscja, maladìttu èsta chu lu ciàngia !
Chi muore, per aver mangiato funghi, raccolti dalla stessa
persona senza la conoscenza delle varie razze, defunto
ormai, maledetto sia chi poi lo piange. ( A mmìa, quàndu
mi vèna ‘u spìnnu de hfùngi, accàttu i champignon. A.P.)
Fungo : da cui è stata scoperta la PENICELLINA ;
sostanza del gruppo antibiotici ricavata da colture di uno
speciale fungo, il / Penicillum notatum / fu scoperto nel
1928 da Alexander Fleming .
(Ricorda sempre,il simbolo della–H- ,le doppie
consonanti e l’accento )
hfuntàna :
hfuntàna da’ rota :
hfuntanèdhi :
hfùrcca :
hfurccàtu :
hfurccìna :
hfurcùna :
hfùrga < si - :
hfùrgari :
hfurgurùna :
hfurminànta :
hfurnnacètta :
hfurnnàcia :
hfùrguru :
Fontàna.La effe,labiale, si deve sentire gutturale,con la
gorgia lieve e sfumata .
Località rurale in agro di Gasperina .
Località rurale di Gasperina sulla costa marina .
Forca .
Pertica di legno robusta, attrezzo tirabrace del forno.
Forcina .
Vedi la voce > Hfurccàtu < .
Si presta in aiuto, si precipita, accore a dare una mano.
Petardi con polvere pirica.
Petardo, involucro cilindrico di cartone, pieno di polvere
pirica, che viene fatto esplodere in segno di festa, in
occasione di spettacoli pirotecnici ecc. / che scappa
volando e molto veloce . /
Fulminante, fiammifero di legno, appena acceso si
spegne > “ abbàttaru , ‘bbàttaru. Fulminante come certe
malattie che provocano la morte in pochi istanti.
Fornello: a gas ; a legna ; con resistenza elettrica .
Fornace.
Bomba pirica lanciata in aria che serpeggiando
scoppia: “ ‘U pigghjàsti ‘u hfurggurùna ! “
161
hfurnnàcia :
hfùrnnu :
hfurracchjùna :
hfurràjina ‘e hfòrggia:
hfùsca do’ rànu :
hfusòlu :
hfùsu:
hfutta-cìttu :
hfùtta :
Hfuttatìnda ! :
hfuttìra :
Hfuttìu :
hfuttùtu :
Frase diretta a persona che per godersi i fuochi artificiali,
la bomba gli è caduta accanto . Insuccesso.
Fornace .
Forno . “ guarda sèmpa quala hfùrnu hfùma ! “
Guarda sempre il forno che fuma dove fanno il pane
guadagnato col sudore della fronte .
Giovinastro .
Scorie di ferro durante la lavorazione del ferro battuto
Lòppa, pula del grano , >hfùsca < gluma , rivestimento del
chicco, invoglio.
Fusolo: la parte bassa del fuso di legno tornito, prima del
punto corpacciuto dove la rondella (fusaiolo) con foro
centrale “hfarttìcchju” che viene fermato .
Fuso : strumento di legno, lungo circa 30 centimetri,
diritto,tornito e corpacciuto nel mezzo, sottile nelle punte,
che si usa per filare ; tra le due punte : giahfaredhìa, rondella
sottile con foro al centro posta in alto ; hfarttìcchju, rondella
doppia di spessore, rispetto alla prima, con foro al centro;
si infila dalla punta inferiore per fermarsi al punto
più corpacciuto; in cima un crocco “ ‘a vìrgula “ un
chiodino curvato esattamente come un punto interrogativo
alla quale “ vìrgula “ viene agganciato il filo già ritorto .
Chi senza dir parola inganna e lede una cosa altrui; persona
che inganna in silenzio ; hfuttacìttu , cìttu = silenzio.
fòttere il prossimo in silento ..
Chi sa imbrogliare, ruba, rubare il prossimo; fare sesso.
Tu, frèghetene, bada ai fatti tuoi !
Fòttere, ingannare e rubare il prossimo.
Ha fottuto, ha rubato, ingannato.
Fottuto, villano ; scemo, ti hanno ingannato .
Dizionàriu casalòru ‘e ‘nTòni Pisànu
/ dizionario casereccio di Antonio Pisano /
Gioventù , è ffòrtta a passàra !
/ Gioventù, pare che non passi mai /
162
G
Gabbàra :
Gabbàtu :
Gabìna :
Gabinèttu :
Gàbbu :
Gabbare, ingannare con raggiro
Ingannato
Cabina .
Cesso, latrina
Gabbo (voce tedesca), scherno.
Farsi meraviglia, fare imitazione di un difetto altrui,
mimare. “ ‘A meravìgghja cògghja ! bumerang verso
la persona che ìmita o mima un difetto altrui.
Il vostro DOTTO – G.C. ha scritto, stampato e venduto
“ Gabbu : imbroglio, scherzo, beffa “
Cotanti vocaboli dialettali con desinenza in: dha-dhedhi-dho-dhu , o che si trovano all’entrata o al centro di
parole, sostituiscono la elle – L – semplice o doppia. In
dialetto hanno suono locale gasperinese: aspro, dentale
sonoro , siblilante
Gàdha :
Gadhèdhu :
Gadhìna :
Gadhinàru :
Gadhindiànu :
Gadhinàzza :
Gadhinèdhi :
Gadhinèdhi :
Gadhòhfaru :
Gàdhu :
Gàdhu :
Gadhùna :
Galla della noce, il guscio verde.
Gallèllo, cognome questo, rivalutato e valorizzato
culturalmente da Gregorio Gallello di Francesco, laureato in
filosofia. Come avvertirai : dhè – dhu – rispondono alle
doppie elle – LL – maiuscole o miniscule dialettali.
Gallina . Gadhìna chi nno’ mmàngia, già mangiàu !
Gallina che non becca, ha già beccato.
Gallinàio, pollaio.
Tacchino .
Gallinàccia , sterco della gallina.
Gallinelle .
Pipite, pellicine che si sollevano alla base delle unghie.
Omosessuale maschile, pederasta , pedofilo.
Gallo .
Gallo: sito rurale in agro di Gasperina o Suvarello o Pàrma.
Vadhùna : luogo gasperinese dove venivano rovesciati i
solidi urbani, immondezzaio; ove precipitavano le acque
piovane di mezzo paese formando gorgo e fragore .
Ancora oggi nel 2011 la cosa, nel fatto del torrente, non è
mutata affato, nonostante milioni e milioni a disposizione
del Comune, almeno ieri… in mano alla Democrazia
Cristiana amministratrice, mai ha saputo bonificare il paese.
163
Gàdhu-vagnàtu :
Galantòmu :
Galatèu :
Galeòttu :
Gàmba :
Gambàla :
Gambalètta :
Gambèdhu :
Gambùna :
Gànga :
Garggarìsma :
Gangulàru :
Gangùtu :
Gàppu :
Gàrggia :
Gallo bagnato, bagnato per far sì che cessi la voglia sessuale
e focosa – frase diretta anche all’ uomo puttaniere,
Dongiovànni da strapazzo .
Galantuomo .
Galatèo: scritto da Giovanni Della Càsa ( 1503 + 1561 ) .
Galeotto, uomo cattivo, avanzo di galera.
“ Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : “ (Dante:1 - 5 -137 )
Gamba, parte degli arti inferiori dell’uomo .
‘A gàmba cuvèrna ‘a gànga “ = la gamba, le gambe, il
camminare, il muoversi nel da farsi, governa la bocca,
gànga , è singolare di Gànghi , che sta per guancia –
guance bocca , cibo .
Gambale, parte dello stivale che copre la sola gamba.
Gambale disunita della scarpa.
Attrezzo grosso di legno, pezzo intero, per appendere il
maiale dopo essere stato ucciso, un po’ arcato, ai lati estremi
due punte scavate per inserire i nervi delle gambe del
maiale, dai nervi per non farle divaricare oltre.
Gamba di animale macellato.
Gòta, guancia laterale; gànghi, gòte, entrambe le guance .
Gargarismo, sciacquo con soluzioni di natura diversa, per la
malattia della bocca e della gola, che si fa tenendo la testa
dietro, poi rigettato fuori.
Guanciale, mento, mascella .
Che ha le guance grasse, piene , paffuto in volto.
Bullo, guappo, persona sfrontata e arrogante; malandrino.
(gàppu : dalla voce spagnola > guapo < ) .
Bocca, la bocca.
Rispettare la nostra pronuncia: dura, forte, marcata nei
raddoppi di consonanti.
Garggiàla :
Garggiapèrtu :
Garìda :
Garrùna :
Gasparisànu :
Gasperìna :
Chiassoso, persona che gridando pensa di avere ragione.
Uomo sprovveduto che si fa imbrogliare, bocca aperta,
gàrggia = bocca ; bocca aperta fa entrare anche la mosca.
Càccola, cispa degli occhi che si attacca alle ciglie e vi si
rassoda.
Calcagno, tallone .
Gasperinese, nativo di Gasperina (CZ) .
Gasperina . Alla fine del 1700 era a capo del
mandamento di: Cenàdi, Cèntrache, Gasperina
Montàuro, Olivàti,Petrìzzi, Santelìa (Vallefiorita) ,
Montepaòne,Soveràto. Carcere, Pretura, Ufficio
164
Registro, Ufficio Leva Militare,Ufficio Postale,
Telegrafo. Nel 1925 contava 3307 abitanti. Oggi 2013 ,
è… Capitale d’una sua frazione chiamata “ Pilìnga “ ,
già adocchiata… da Montepaone , confinante in marina.
Suo territorio ridotto a 688 ettari tra fossi e burroni.
Nel 1098 ricosciuta Casale dal re Ruggero il Normanno,
contava 30 fuochi, 30 famiglie, aveva la sua chiesa di rito
greco di Santo Nicola nel rione “Patedha” vico frontale
alla chiesa di San Giuseppe (1745-1752 ) . Il rito
religioso latino, lo introdusse in tutta la Calabria
Ruggiero il Normanno. / Sommario di scrittura per la
Chiesa e Communeria di Gasparrin / Napoli 1774 /
Giovanbattista Puglisi / Documento storico conservato
da Pisano Antonio .
( Censimenti recenti : 1991- 2001 – 2011. Abitanti:
1991 > 3.059 ; 2001 > 2.203 ; 2011 > 2.160 .
In 10 anni sono scappati da Gasperina 899 abitanti.
“ Dalla Chiesetta che non dista un miglio / il sacro bronzo
salutando va / quella partenza
dell’amato figlio / che forse a casa più non tornerà “ / /
> dalla poesia di A.Pisano >Al paese natìo ! < //
Tutti i Sindaci sono stati sempre dei ladri, ruffiani e
barattieri .
“ruffian, baratti, e simile lordura.” ( Dante 1-11-60)
Gàtta :
Gattugghjàra :
Gattumammùna :
Gàttu servàggiu :
Gattùzzi :
Gàvita :
Gavitàra :
Gàza o gàrza :
Gàzza-làtra :
Gazzàrra :
Gazzòsa :
Gatta , gatto , genere dei carnivori : persiano; abbissino;
Aragonese; siamese; europeo soriano; certosino;birmano .
( accarezzando, lisciando la gatta sopra la schiena sino alla
coda, vi accorgerete che solleva la coda per indicarvi : qui…
finisco ! )
Solleticare, fare il solletico.
Gattomammone , spauracchio per i bambini nei racconti.
Lince, animale felino con orecchi lunghi e acuti
Tosse e catarro che la gola rauca emette un suono simile a
quello dei gatti quando cercano di rimettere qualcosa.
Nasconde.
Nascondere qualcosa: documenti, oggetti; notizie; celare,
tacitare.
Gàrza: velo di cotone o di seta, assai fino.
Gazza ladra : Opera lirica di Gioac. Rossini.
Gazzàrra: clamore di gente chiassone .
Gassosa .
165
‘nGegnèri :
Gelatàru :
Gelàtu :
Gelusìa :
Gelùsu :
Gendarmi :
Gendùglia :
Gènissi :
Gènta :
Gènta :
Gentaglia :
‘nGessàtu :
Gèssu :
Gesù :
nGhèlla :
Gghjànda :
Giacchètta :
Giacchètto :
Giallàstru :
Gialèccu :
Ggialinùsu :
Ggiannèdhu :
Ggiàppa :
Ingegnere, ingegneri . In loco vi sono di questi “laureati”
che dicono : > se io avrei < .
Gelatiere .
Gelato, un cono gelato di torrone, panna, pistacchio .
Gelosìa, assillante e tormentosa ansietà da chi teme di
perdere.
Gelòso . “ L’ hòmu gelùsu, mòra cornnùtu ! “
Gendarme, voce francese, militare ; da noi i carabinieri.
Gianduia , cioccolata .
Strumento musicale verticale in Mi , fratello del Ficorno
Contralto orizzonate, Genis , è il nome dell’inventore.
Gente, folla, persone.
Gente: Rivista settimanale di attualità,spettacolo e
cultura. N. 27 del 5 luglio 2007 ; pagina 11:
Due tesi di laurea :
“ Desidero ringraziare di cuore due amici lettori che mi
hanno fatto dono della loro TESI DI LAUREA. I
neolaureati sono Antonio Pisano di Gasperina (Cz),di
anni 73, e Raffaele Pascarito, di Poggiardo (Le), di anni
81. “ ( Il Direttore )
Gentaglia, gente spregevole,marmaglia,genìa,canaglia.
Avvolto con bende bagnate nel gesso liquido, per causa di
caduta e rottura delle ossa : d’ un braccio, del femore, dita,
polso ecc . .
Gesso .
Gesù (Salvatore ) , in àrabo : Isa.Gesù: nome comunissimo
in Palestina ai tempi della Sua nascita . Per antonomàsia:
il Figlio unigenito ; il Figlio di Dio ; il Salvatore .
Operò 31 miracoli: il primo, l’acqua in vino, invitato alle
Nozze nella città di Cana; l’ultimo , quello della sua
risurrezione da morto in croce, il terzo giorno dopo della
sua crocifissione.
Donna amante, “ ‘a nghèlla “ .
Ghianda .
Giacchètta, diminutivo di giacca.
Giacca da donna.
Di colore che batte al giallo.
Gilet, panciotto senza maniche abbottonato con tasche.
Giallastro, volto di colore itterico.
Giannèllo, località rurale ai piedi della costa di
Gasperina
Pezzo di mattone sottile che giocavano i bambini ;
“ và ! jòca e’ ggiàppi cha no’ nsài nènta !! “
166
Giàrra :
Giarrùna :
Ggigghjàra :
Ggìgghju :
Gillètta :
nGimbèrna :
Giòbba :
Giòbba :
Giocàttulu
Ggiògghju :
nGiràra :
nGirèra :
gGiuggiulèna :
nGiuràra :
‘nGiurijàra :
Ghètti :
Ghigliottina :
Giacchètta :
Giahfaredhìa :
Giangùrgulu :
Giannèdhu :
Giànni :
Giannùzza :
Giannuzzè :
Giannùzzu :
Giàppa :
Giappòna :
Giàrra :
Giàrra :
Giarrùna :
Gibilèi :
Giara, contenirice di olio; di sott’aceti ; di olive ecc.
Da giàra; grande contenitore di olio o alimenti vari.
Germogliare, che rifà le gemme.
Argine, orlo di un precipizio; gemma nascende in un ramo,
germoglio, rinascita di un ramo, di una pianta.
Gillètta, lamètta, rasoio di sicurezza a più lame; inventore lo
statunitense Gillètte King (1855+1922) .
Giberna, custodia portatile legata alla bandoliera dei
carabinieri per portare le pallottole.
Affare, lavoro, occupazione “ Mi trovài ‘na ggiòbba ! “
Job : voce americana- inglese = occupazione..
Giòbbe, personaggio biblico. Colpito da Dio con tutte le
sventure, le sopportò pazientemente.Pazienza di Giubbe.
Giocattolo, un tempo chiamato, balocco, trastullo per i
ambini : carretto, cavalluccio sulle 4 ruote, bambola .
Loglio .
Girare, andare a zonzo ; rivoltare un oggetto.
Donna che sta sempre per le strade o nelle case altrui.
Giugiolèna, sesamo ..
Ingiuriare .
Ingiuriare .
Ghette, copriscarpe di tela dura e bianca .
Ghigliottìna, macchina per esecuzioni capitali ideata dal
medico francese Guillotin (1792 )
Giacchetta .
La prima rondella sottile di legno in cima al fuso.
Giangùrgolo. Maschera calabrese seicentesca, Capitano
millantatore, vorace, libertino e codardo, satireggiante, il
cavaliere calabrese- non Mattia Preti, di Taverna - Prov.
(Cz), il più grande pittore calabrese del 1600
detto il Cavaliere calabrese) . Giangurgolo, suo costume:
giallo e rosso.
Giannèllo, località rurale in agro di Gasperina .
Diminutivo di Giovanni.
Vezzeggiativo di Gianna, Giovanna .
Vezzeggiativo di Giovanni bambino.
Vezzeggiativo di Giovanni .
Rottame di mattone cotto e rustico di forma piatta .
Giappone (Nippon) stato dell’ Asia orientale .
Giàrra , giàra di terracotta per l’olio.
Giara ( in Girifalco (Cz) viene chiamata “ zìrra “ .
Grande giara di terracotta.
Assilli preoccupanti per la mente.
167
Gigghjàra :
Gìgghju :
gGìgghju :
gGiòmatra :
Giornnàla
Gìppa :
nGiradìschi :
nGiràra :
Gìrdda :
nGiràta :
Giubilèu :
nGiudhàra :
nGiudhàtu :
nGiudhàu :
Giùgnu :
‘nGiùra :
‘nGiùra :
‘nGiuràra :
‘nGiuràu :
‘nGiurìja :
‘nGiurijàra :
‘nGiurijàtu :
‘nGiurijàu :
‘nGiùrra :
‘nGiùrru :
‘nGiùru :
Giùstu :
‘Ggiùstu :
Oziare, stare sempre a letto, vacare, così facendo fai e farai
“ germogli “ > ‘U lettu t’allètta ! < .
Germoglio, rinascita della pianta.
Ciglio,greppo, orlo di un dirupo, il ciglio del fianco ripido e
scosceso di un’altura.
Geometra / misuratore di aree, di terra / . In loco, vi sono di
questi “diplomati” che dicono: > se io avrei <
Giornale, stampa , quotidiano.
Camionetta in dotazione ai militari, JEEP .
Gira dischi , fonografo , grammofono .
Girare,andare a spasso; girare la chiave nella toppa; curvare,
fare la curva.
Gìlda, figlia di Rigoletto, opera di Giuseppe Verdi.
Girata, curvata, girare pagina, voltare in curva, girare la
chiave.
Giubileo: Anno Santo . Periodo secolare di pace e di
perdono concesso dalla Chiesa ai credenti. Il I° fu
inaugurato da Bonifacio VIII ( Gaetani )nell’ anno 1300.
Aprire, togliere il tappo, fare scorrere il liquido.
Recipiente o pozza piena, aperto, tolto il grosso tappo per
fare uscire il liquido .
Ha aperto la chiusura, lo sbarramento della pozza per fare
uscire l’acqua per l’irrigazione ; ha aperto la spina della
botte.
Giugno .
Ingiuria, impropèrio; versetti della Bibbia in cui Dio
rimprovera agli ebrei la loro ingratitudine. L’ultima ingiuria
data e fatta a Gesù in alto alla croce sul > cartiglio < è stata
la scritta ironica > I. N. R. I. ( Jesus Nazanerus Rex
Judaecorum. ) Gesù Nazareno Re dei Giudei ,
( Matteo: 27, 37 )
Ingiuria.
Ingiuriare .
Ha ingiuriato.
Che ingiuria gli altri.
Ingiuriare, offendere .
Ingiuriato.
Ha ingiuriato .
Ingiuria.
Ingiurio, che ingiurio.
Ingiurio , ingiuria.
Giusto, onesto, preciso.
Aggiusto ,metto in ordine, da aggiustare, aggiustare .
168
Gghjànda :
‘Gnàtu :
Gnàu :
‘Gnèdhu :
Gnìcchiti-gnàccata ! :
‘Gnìna :
Gnìrru :
Gnòccu :
Gnòtu :
Gnùra :
Gocciulìja :
Gòllu :
nGonàgghja :
Gònna a campana:
‘nGòrddu:
‘nGorèdhi :
Gòri :
Gòri :
Gràciala :
Ghianda .
Agnato /agnatus/ congiunto in linea mascolina.(vedi àgna )
Gnào, gnàu, miagolio del gatto, gnaulo, voce del gatto.
Agnello.
Sì, e no . Chi tiene in bìlico una decisione come in un
matrimonio. ( Per una grande quercia dotale e
confinante alla casa annessa all’orto, due sorelle in
Gasperina, sono morte zitelle , perché i pretendenti
chiedevano la casa, l’orto e la grande quercia cose a
questi negate e i matrimoni mai celebrati.
Agnìna, pelle d’agnello con la sua lana, da mettersi in
commercio. “ Pelli agnine “ ( Giovanni Pascoli )
Porcellino neonato della scrofa.
Gnocco, gnocchi .
Ignaro, che sa di innocenza, credulone .
Signora, “ Gnùra, dùva jàti ? / Signora, dove andate ?/
Gocciola , stillicidio.
Goal / goul / traguardo; fine ; meta . Giuoco calcio, quando
la palla si inoltra dentro i pali della porta avversaria ; gòl , è
voce inglese,è più corretto dire > rete, perché la palla entra e
viene pescata dalla rete e nella rete come il pesce .
La piega posteriore del ginocchio in alto al polpaccio, alla
sura > sùrra < ; posteriore della formazione del ginocchio
con la rotula o patella; ngonàgghja > poplite / pòples /,
potrebbe derivare dal vocabolo > go-nal-gìa < ; poplite; in
alto del polpaccio , della SURRA = Sùra, polpaccio della
gamba, l’insieme dei muscoli della gamba sulla parte
posteriore che appare in rilievo tondeggiante; mentre
nGonàgghja, potrebbe derivare anche da > gònna < ovvero
il punto dove scende la gonna della donna moderna per
mostrare all’uomo ‘a ngonàgghja e così facendo : guarda
dietro alla gonna le mie gambe noterai che sono già una
donna ben formata.
Godè, godet, gherone.
Ingordo, vorace in sommo grado nel mangiare, avido,
insaziabile, bramoso, cupido, smodato, ghiotto.
Persone chiassose, che gridano, urlano per nulla .
Diminutivo di Gregorio .
“ Gòri, Gòri gorà, pìgghja ‘sa chjàva e àpara cca ! “
Gori Pietro, anarchico, nichilista, socialista ( 1869 + 1911 )
Gracile, non atto a sopportare le fatiche, debole, debolezza.
Altri nelle loro “ Parole “ hanno scritto,stampato e venduto:
Gràciala : gracile, magro .
169
Gradàssu :
Gradìra :
Gràdu :
Graduàtu :
Gramàra :
Gramigna :
Grammòhfanu :
Gramòna :
Gràna :
Granatàra :
Grànciu :
Gràncu :
Granatàra :
Granàtu :
Grancàsscia :
Granìja :
Granijàra :
Granìscu :
Granùnchju :
Grappicèdhu :
Gràppu :
Gràsscina :
Gràssa :
Gràssu :
Gràsta :
Grastèdhu :
Spaccone per nascondere la propria miseria.
Gradire, accettare con piacere. Contrario: sgradìra .
Grado, grado militare; ceto sociale.
Graduato, caporale, caporal maggiore, sergente.
Gramare, essere gramo, soffrire trascinando unna malattia.
Gramigna, erba… infestante in qualsiasi luogo.
Grammofono, fonografo per dischi musicali, màcchina
parlante , > màchina parllànta < .
Staccio di ferro con maglie larghe usato per il granturco.
quello per la farina ha fondo di seta e corona lignea.
“gramòna “, è probabile che gli antichi abbiano sfasato >
granone < con > gramòna dando il nome all’oggetto /
vaglio, staccio per il granone, formentone, frumentone,
grano siciliano, mais, granturco.
Molestia, rabbuffo, scandalo, sollevare una questione;
formaggio grana .
Pianta della melograna ; granàtu .
Granchio .
Granchio .
Pianta del melograno .
Melograna, granato, frutto del melograno .
Grancassa, strumento musicale a percussione.
Che guadagna, che spende, che si mette in soldi.
Mettersi in soldi .
Palato della bocca .
Picolo granchio; ancora è bambino. È ‘nnu granùnchju.
“ Spusàtavi spusàtavi granùnchj cha si spusàu lu pàtra
de’ lu gràncu ! «
Racimolo, parte del grappolo dell’uva che forma coi
racimoli lintero grappolo.
Grappolo dell’uva composto da tanti > racimoli, ha forma di
una piramide capovolta, tipo di infiorescenza e
d’infruttescenza costituito da molti fiori o frutti riuniti per
mezzo di un picciolo ad un asse centrale allungato .
Che graffia con le unghie .
Donna in carne robusta; abbondanza, a iosa.
“ Hàva ‘a gràssa ! “ ; ha troppo , perciò sciupa .
Uomo grasso e con epa fisicamente; grasso di maiale, strutto
fatto struggere al fuoco per separarlo dai carnicci, usato in
cucina.
(voce meridionale), vaso di coccio per fiori .
Rastrello, rastello con 5 o 6 rebbi con manipolo di legno
lungo e denti larghi e radi.
170
Grastìja :
Gràtissi :
Grattacasòla :
Gràtta :
Gràtta :
Grattàra :
Grattulijàra :
Gravùra :
Gràzzia :
Grègna:
Oggetto di terracotta, tegame, tegamino che sà di lesione,
ma la lesione all’intero è coperta dallo smalto; prima dell’
uso, strofinare con aglio o con patata l’oggetto, all’esterno
e all’ interno per far penetrare nelle “ferite” quasi invisibili
l’amido della patata o il succo dell’aglio come saldatura.
Gràtis /lat. Gratis / senza pagare nulla .
Grattugia per il cacio, formaggio, “càsu” ; attrezzo di
lamiera con fori grossolani , occhi, e con irte sporgenze
laterali , attrezzo che si usa in cucina.
Che si gratta la pelle per prurito.
Ruba, sottrae la roba altrui .
Ognunu, ch’ hàva ‘a rùgna, pèmmu ‘i pàssa, a mu s’ ‘a
gràtta cu’ ‘i mani soi ! ( Chi ha un prurito, deve
grattarlo al posto giusto dove lo sente, ma con le sue
mani, le mani altrui, mai troveranno il punto con il
prurito )
Rubare , raspare .
Rubacchiare qualcosa.
Stitichèzza nell’andare di corpo, si deve sforzare;
“ Cummàra Maria, vi dìcu, ch’ hàju ‘u garvùra, e nno’
nsàcciu com’ hàju ‘e hfàra ! “
“ Sapìti chi bbi dìcu: gugghìtivi ‘nu pùgnu ‘e cicèrcculu
> cicèrchia < ‘ntro pignatèdhu, v’ ‘u cundìti e bbu
mangiati, vidìti cha dòppu, tutti i minùti jàti ‘o cessu ! “
Gràzia, concessione di cosa richiesta.
Covòne, fascio di spighe di grano mietuto con le reste
e legate insieme , bica , fascina di grano mietuto.
(Il vostro DOTTO G.Celìa, ha scritto, stampato e venduto :
“ Gregna : fascio di grano “ )
Grègni :
Il GRANO è un cariosside coperto da pericarpo
/ intorno/ l’involucro del seme, loppa, crusca
/canìgghja- canìgghj / del grano macinato; abbiamo
il grano duro e il grano tenero. I chicchi non
formano fascio come scrisse il Celia > “fascio di
grano” < .
Covoni , biche di grano con le reste, falciate e
legate insieme .
Il vostro DOTTO G.Celìa: ha scritto, stampato e venduto :
171
(“ Gregni : mietitura “ )
Grègni, sono i COVONI legati a fascine che formano
“ ‘u cavagghjùna o covogghjùna “ / la catasta / .
Grìcu jàncu :
Grìcu nìgru :
Gridàra :
Gridàru :
nGridhàra ‘l’òcchj:
Gridazzàru :
nGridhàra ‘l’òcchj :
Grìdhu :
Grìdu :
Grìngia :
Grìppa :
Groffiùma :
nGrozzulùna :
Grùdhu :
nGrugnàra :
nGrugnàtu :
Grugnijàra :
Grùgnu :
nGrumàra :
Grumìja :
Grumijàra :
Vitigno greco che fa grandi grappoli di uva bianca, àcini
grossi ovali dolcissimi e pregiata, diremmo zibibbo .
Vitigno greco che fa grandi grappoli di uva nera pregiata.
Gridare, strillare .
Hanno gridato cercando aiuto .
Socchiudere gli occhi per poter leggere senza occhiali.
Strillona - strillone, chi strilla molto; chi o che suole parlare
a voce alta // strillone che grida il titolo dei giornali e le
notizie principali, per le vie .
Socchiudere gli occhi per scarsità della vista nel leggere o
per troppa luce abbagliante; anche strabuzzare gli occhi da
stralunato.
Grillo .
Grìdo, da gridare.
Smorfia, boccaccia .
Grìppe , malattia catarrale rumorosa .
Cerasa, ciliegia grossa delle Marche, marchigiana;
ciliege o ciliegie dette marchiane, grosse e nere con
nocciolo piccolino .
Brivido causato dal freddo o dallo stridìo di qualcosa che fa
rizzare i peli , che fa venire la pelle d’ oca ; brivido da
febbre; tremore .
Giunco marino, dagli steli lisci, si fanno fascelle per
contenere la ricotta freschissima.
Lasciare, depositare, porre ad un angolo.
Messo all’angolo, si è posto all’angolo; mobile angolato
posto all’angolo del muto; persona non gradita che tenta di
avvicinarsi ad altri.
Grifare a bassa voce simile a un maiale, pentirsi dopo aver
dato una cosa , rammarico per aver dato.
parlare da solo a bassa voce come il grugnire del porco.
Grugno, muso del porco, grifo..
Lasciare grumi della farina impastata nell’acqua ; fermarsi
in una processione o corteo facendo massa senza andare
avanti .
Voce che indica rincrescimento dopo avere donato o
fatto un regalo, pentimento a rampogna, biasimo .
Dispiacersi, pentirsi, dopo avere dato o fatto del bene
172
Grùmu :
Gruppèdhu :
Grùpa :
Grupàra :
Grupàu :
Grùpu :
Grùtta :
Grùttu :
nGruzzulùna :
Guadagnàra :
Guadèrnu :
Guàdhara :
Guàffu :
Guàrddahfìli :
Guarddaròba :
Guarddiànu :
Guarddiòla :
Guarddiùna :
Guccèri :
Guccerìa :
Gùccia:
Gùcci :
Gùgghja :
Gùgghja :
Gugghjàta :
col pensiero rappreso. Era mègghju cha nènta hfacìa !
Gruma, tartaro interno che rimane attaccato alla botte.
Groppello, vitigno di uva nera .
Grùpa, è buco al plurale .
Bucare.
Ha bucato nel muro, nel legno; la ruora della bicicletta.
Buco: il buco, non è un foro, il foro fa passare la luce .
Grotta .
Singultìo, singhiozzo, fitto e continuato . Rutto durante
la digestione.
“ con un immenso singultìo sonoro “ ( Pascoli )
Senso di brivido per il freddo o per febbre in arrivo; umore
da pelle d’oca .
Hàju ‘nu ‘ngruzzulùna, mi pìgghja ‘a frèva !
Guadagnàre .
Quaderno .
Ernia. “ s’ ‘a guàdhara hfùssi ‘mbìdia, tutti quandi
l’avarìanu ! “ Se l’èrnia fosse invidia, tutti quanti
l’avrebbero.
Guàffo, sgarbato, rozzo .
Guardafili, chi e addetto alla sorveglianza e alla riparazione
dei fili telegrafici e telefonici.
Guardaroba, armadio dove si ripongono i vestiti.
Guardiano, uomo di fiducia per sorvegliare la casa e i
terreni altrui.
Guardiola, posto di chi fa la guardia, guardiola del portinaio.
Guàrdolo intorno alla scarpa cucito unitamente alla tomaia
tramezzo di rinforzo / da guardare in senso di protezione del
tomaio / (guarddiùna, la doppia > dd < , questo è dovuto
per effetto della pronuncia locale, dura, forte, sforzata )
Macellaio, macellai.
Beccheria, macelleria, negozio del macellaio.
Goccia: di acqua, di aceto, di vino. Goccia, plurale, gocce.
Goccia, dal latino gùtta / gùtta cavat lapidem / La goccia
scava la pietra .
Gocce medicinali ordinate dal medico.
Ago con la cruna / da agùglia / ago semplice e ago grande “
saccud’àfra “ adoperato per cucire sacconi per il letto pieno
di cartocci di granoturco. Prima ancora usavano foglie di
alloro ( àfra ) .
Gorgoglia, acqua che bolle nella pentola; nella pignata con
ceci ,fagioli o fave .
Gugliata, filo nella cruna dell’ago.
173
Guagliùna :
‘Guàla :
Guantèra :
Guanti :
Guàrdda :
Guarddìna :
Gua’ ! :
Guarddiùna :
Guàsta :
Guastàra :
Guastùna :
Guccedhàta :
Guccèri :
Guccerìa :
Lònga gugghjàta, hfìmmana sgarbàta !
Lunga gugliata, con troppo filo, femmina sgarbata !
Bambino, ragazzo “ cciòmu “ .
Uguale , che non differisce in nulla da altri o da altro.
Femmine-donne; maschi –uomini , non sono uguali e non
possono essere uguali, perché fisicamente non sono uguali,
la natura non le ha fatte uguali nelle funzioni e per le
funzioni della vita. Non sono maschilista, ma le 7
meraviglie del mondo, non sono nate dalla mente della
donna che ha i capelli lunghi e la mente corta, che è bassa
di statura ma alza i tacchi di 15 centimentri per apparire
grande, alta, importante dinanzi a Leonardo alto 1.60 .
Guantiera, vassoio da prrenderi con le mani coi guanti.
Guanto, plurale /guanti /: indumento che copre le mani.
Nel secondo Medio Evo, un signore con il guànto infilato alla mano,
strinse la mano dell’altro signore facendolo cadere per terra morto.
( “e càddè come corpo morto cade . “ ) Dante: 1-33-125 .
Nell’anello nascosto sotto il guanto, aveva uno spillo del tipo siringa
collegato all’anello, stringendo con “affetto” la mano, ha iniettato il
veleno. Da quel giorno del funesto evento, chi ha le mani nei guanti,
toglie il guanto della mano destra, come dire : nulla ho nascosto, sono
sincero, e stringe la mano all’amico. Vi sono tanti tipi di guanti:
quadrello ; moderno;del 1500;liturgico del 1500; di camoscio del
1935. ( guanti > nacàtuli , chiacchiere , dolce di carnevale) .
Guarda, che guarda; guardiano, portiere .
Guardina, stanza di custodia , camera di sicurezza.
Gua’ ! , guarda ; gua’ = troncamento di > rda , esprime
meraviglia o rassegnazione . Guà’ chi succedìu !
Guàrdolo, striscia di cuoio della scarpa cucito alla tomaia –
tomaio- e al fondo del sottopiede.
Acida, rancida per ossidazione.
Guastare, vastàre, peggiorare una cosa dalla sua
condizione naturale.
Bastone della vecchiaia
Carne tagliata dalla parte dove là l’animale è stato
trapassato nel collo col coltello / da > goccia – gùcciastilla , che gocciola il sangue /
Macellaio nella beccheria . Gùccia=goccia di
sangue dell’animale ucciso:
agnellaio, beccaio, carnaiuolo, cicciaio, macellatore,
norcino, pizzicagnolo, salsamentario, salsicciaio,
salumiere, scannatore, scortichino, straccino,
trippaiuolo.
Macelleria, negozio per la vendita di carne ; beccheria.
174
Gùccia :
Gudèdha :
nGudhìtu (òvu) :
Gùgghja :
Gùgghja :
‘Gùgghja :
Gùgghj :
Gùgghj :
Gùgghj – ti - :
Gugghjàta :
Gùgghju :
Gugghjìu :
Gugghjùta :
Gulèdha :
Gulèu :
‘nGulìja :
‘nGuljiàra :
‘nGumàra :
Gumìja :
Goccia, stilla di acqua, di aceto, olio, vino , sangue .
Budella, interiora degli animali e dell’uomo.
Fungo,dal latino > Gonfidius < attraverso il greco >
Gòmphos = chiodo (?)
Ago(plurale: aghi ) di acciaio piccolo e sottile appuntito da
un un lato, dall’altro lato la cruna: di calza, cilindrico di
ferro; di alluminio; di legno grossi e lunghi
attrezzi ( hfèrra) che serve a far maglie;
della bilancia; della bussola;
per ricamo, ferretto curvato alla punta /uncinetto = criscè /
crocè /crochet /
Acqua che bolle, che cuoce , bollizione, bollitura .
Aguglia, pesce molto apprezzato.
Aghi per cucire.
Cotture ripetute nella pignata con l’aggiunta di acqua calda
per i ceci quando manca, con acqua fredda per altri legumi.
> ‘a posa = fagioli, hfìcia 2 gùgghj ; i cìciari, hfìciaru 3
ggùgghj .
Ti gùgghj de ìntru, vai in collera dentro di te per un torto
ricevuto .
Gugliata, quanto di filo /refè/ si infila nella cruna dell’ago.
Lònga gugghjàta, donna sgarbata . Lunga gugliata,
donna sgarbata .
Gorgoglio, rumore discontinuo dell’acqua nella pignata che
cuoce cereali, o nella pentola verdure .
Ha bollito per il tempo giusto, ha lessato, ha cotto.
Bollita, lessata .
Far vedere per dispetto, qualcosa a qualcuno che non
possiere la cosa o cibo , sapendo che la cosa è appetibile;
da gola, “gulèdha, mettere l’acquolina in bocca, ingelosire,
solleticare il palato altrui.
Gulèo, uccello Strix aluco, Allocco.
Invita l’amico insistendo per accettare qualcosa.
Invitare con insistenza una persona per accettare
qualcosa .
Ingoiare, incassare un colpo tacendo: dispiacere, dolore,
parola, rimanendo stoico e in silenzio; ingoiare il rospo;
masticare con denti malfermi o con le gengive
schiacciando il cibo; fare un lavoro alla buona, alla
carlona.
La botte piena d’acqua per il suo riassetto delle doghe,
le doghe, presentano delle perdite, perciò gli spazi vanno
175
Gungìja :
Gungijàra :
Gunnaràdi :
Gùrdda / si :
Guarddàu /si :
Guarddàu :
Gunnèdha :
Gurddàva/si :
Gùrnna ‘e l’acqua :
Gùrnna da’ càcia :
Gurnnàla :
Gùrnna-Rìticu :
Gurnnèdha –i :
Gùrppa :
Gurppìgnu :
Gurttùna :
chiusi con calafàto dal calafatàro con stoppa e sego
lasciando piena d’acqua la botte sino a quando non si
avvertono perdite .
Cigola, che geme nel gocciare , geme la botte lacrimanto
acqua o vino dalle doghe.
Cigolare, gocciare gemendo .
Località rurale in agro di Gasperina.
Si ingozza di cibo, ingoia con avidità, riempie la pancia.
Si è riguardato per precauzione, “ Chu s’ ‘i grarddàu, s’ ‘i
sarvvàu !
Ha guardato – da guardiano – ha sorvegliato.
Gonnèlla.
Si ingozzava di cibo, riempiva la pancia; si allontanava dal
luogo delle ricerche per non essere arrestato.
Piccolo bacino artificiale per la raccolta delle acque, pòzza .
( Ribadisco che il dialetto di Gasperina, ha pronuncia: dura,
forte, marcata; nei vocaboli dialettali, è necessario il
raddoppiamento sintattico di talune consonanti )
Calcinaio, buca dove si spegne la calce viva.
Ampio bacino artificiale per la raccolta delle acque, grande
pozza, cebbiùna.
Località rustica di Gasperina tra s’ nGiànni e la fine
del primo tratto di Via Mazzini, in questo fosso le
donne lavavano i panni in quell’acqua sorgente, sorgente…
e sito che il“progresso“ ha estinto per dare spazio alle
automobili. Attuale ( Via Maria Grande )
Acqua ferma, giuoco infantile che si fa con l’acqua piovana
in una piccola fossa nella strada. Da > gùrnna < pozza
d’acqua .
Volpe .
Volpino , uomo furbo come la volpe .
Goloso; persona insaziabile.
“ Muscirìdha, ti mangiàsti ‘a pisscicèdha, a mmìa no’
mmi nda dàsti: gurttunèdha ! gurttunèdha !! “
Filastrocca per i bambini: Si prendono le manine, si portono
sulle guance dell’adulto, si abbassano con cadenza delle
parole, la bambina ascolta e guarda negli occhi, alle ulime
due parole, con lestezza, le manine vengono portate sulle
guance della bimba esclamando:
Gurttunèdha! gurttunèdha !! “ muscirìdha “ riferimento
176
Gurttùna :
Gùrza :
Gùrza :
Gurzèdhu :
Gùstu :
Gùstu :
Gustùsu :
Gutuhfàu :
Gutuperàtu :
Gutupèru :
Gùtta :
Guttàra :
Guttàzzu :
Guttìja :
alla gatta, carezza ; pisscicèdha = pesciolino, perché la gatta
è ghiotta e golosa di pesci .
Recipiente di latta e spazioso dove i frantoiani depositavano
e lasciavano gli oggetti misure di capacità già unti e usati
prima, ivi scolare dentro i residui. Direi: ‘ngòrddu =
ingordo. Il vocabolo “ gurttùna “ dei frantoiani “troppitàri” ,
non è vocabolo universale in Gasperina, ma soltanto nei
frantoi = trappeti > “troppìti e soltanto da queste poche
persone veniva usato il vocabolo > gurttùna; frantoiani
ormai estinti in Gasperina.
Tasca. “ Chìssu sempa ‘ngùrza ! “ = sempre intasca, incassa;
“sparàgna “ = sparagnare, risparmia e mai che spende;
questi pensano che il mangiacarne > tambùtu < e il
lenzuolo che copre la loro morte HANNO LE TASCHE .
Borsa che si forma sotto l’occhio, gonfiore .
Mini borsello di stoffa appeso al collo, salvadanaio dei
Bambini .
Gusto, uno dei cinque sensi, sensazione dei sapori,, e risiede
nel palato e nella lingua,
Gusto, inclinazione, ognuno ha le sue sensazioni ,
maniera,qualità.
Gustoso, dilettevole al gusto.
Uomo cafone, goffo, scemo, stupido. La terza sillaba di Gutu-hfà-u >hfa<
ha suono aspirato–h-lettera muta è
convenzionale, indica al lettore l’aspirazione della – f Persona che è cagione di vitupèrio.
Vitupèrio, grave disonore, atto o detto che reca ignominia.
“ Ahi, Pisa, vituperio delle genti “ (Dante. 1 /33 / 79 )
Botte a doghe per il vino: spina-cerchio-zaffo-doga-sedilecocchiume sulla doga in cima alla botte cerciata, turacciolo
largo/ zaffo/ per tappare in alto “ ‘u cacunàru” .
Goccia piovana, stilla, stillicidio interno di acqua piovana .
Caratello più grande e più panciuto a doghe.
Da “gùtta “ = botte.
Gòcciola, perde liquido / dal latino gùtta = goccia /
Ribadisco che la lèttera H è convenzionale, è muta, non
ha suono.
H
Ha :
Ha, possiede.Chu no’ n’hava non è ! (Chi non ha non è !)
177
Hài :
Hài
Hànnu :
Hàva :
Hjalòna :
Hai, possiedi. “ Chu hàva ‘a mugghjèra bella sèmpa
cànta, chu hàva pòcu dinari sèmpa cùnta ! “
Possiedi : “ Si boi mu sai quant’ hài, paga a cchui dìvi ! “
Se vuoi sapere quanto hai nel portafoglio, prima vai a
pagare a chi devi dare .
Hanno.
Ha , avere, che ha .
Dal greco , khelòne /latino, chelonia / Chelònia, tartaruga .
( Il gruppo di lettere all’entrata della parola “ Hja “: gutturalepalatale, suono non sforzato, ma sfuggente. )
Hjàvu :
Hjettulìdha :
Hjìcchju :
hjìffudhu :
Odore. ( Hja : per il suono, vedi la parola presedente )
Primo apprendimento delle bambine per costuire la calzetta
adoperando i due ferri e il filo .
Spiffero di aria, soffio; luogo non lontano, a quattro passi,
“a ‘nnu hjìchju arrivi sùpa ‘u pòstu ! “
(Le iniziali dei 3 vocaboli precedenti: hja-hjà-hjì – suono
dentale con aria sfuggente )
La piccola scodella della ghianda detta
cupola. ( persona insignificante, nessuno) La h
all’entrata di parola di hjìffudhu , serve per indicare al
lettore la pronuncia labiale e ventosa, sibilante, simile a
quella di taluni serpenti minacciosi. La desinenza di
hjìffudhu – dhu - ha suono aspro, dentale, ronzante.
In questo mio DIZIONARIO DIALETTALE,
non leggerete
INGIURIE e soprannomi di famiglie di Gasperina, come
Gori Celia
ha scritto, stampato e venduto nel 1991, per allungare il
suo brodo; è passibile di querela aggravata, perchè
l’ingiuria pubblicata a mezzo stampa.
( CODICE PENALE: - 594 – 596 – 597 – 598 – 599 - )
Ma Egli : – è Dottorone in… giurisprudenza ! (Una mia raccolta di ingiurie e soprannomi di 1.342
esistenti in Gasperina,
in questa mia ricerca e modesto lavoro non troverete
traccia
di ingiurie come nel libercolo di Gori Celia che pensa di
essere gasperinese )
Il cibo, alimenta lo stomaco; il leggere,la
mente.
178
Hfuttatìnda :
Fottetene, fatti i tuoi affari, non pensare ad altri.
J = i
Jamunìnda :
Jàmu :
Janchijàra :
hjannàcca :
Jacciàtta :
Jacciàta :
Jàcciu :
Janchìja :
Janchijàta :
Jàncu :
Jàncu ‘e l’ùnghia :
Jarddìnu :
Jarìa :
Jarìamu :
Jarìanu :
Jànni :
Jannùni :
Jarìssavu :
Jàti :
Jativìnda :
Ìdha :
Ìdhi :
Ìdhu :
Jèlacu :
Jelàta :
Jelatìna :
Jelàtu :
Jèlu :
Jèna :
Andiamo via .
Andiamo .
Imbiancare le pareti di casa
Vedi la voce : Collàna fatta di perle o di corallo.
acqua ghiacciata, da ghiaccio, neve ghiacciata; rugiada
brinata che cade .
Ghiacciata, bibita di sciroppi vari versati sul ghiaccio tritato;
gelato, gramolata, sorbetto ; “ granita “ .
Ghiaccio .
Che và sul bianco , che sta diventando bianco;
Verbo - persona che sta imbiancando le pareti di casa –
Imbiancata, resa bianca con la calce .
Bianco : albune dell’uovo; candido; della calce, del latte, del
lino stoffa. della prezza .
Lùnula : bianco dell’ unghia. Parte dell’unghia di colore
bianchiccio , di forma semicircolare.
Giardino .
Andrei, andrebbe.
Andremmo .
Andrebbero .
Cognome estinto in Gasperina .
Plurale di Jannòne e Jannoni, cognomi in Gasperina,
Andreste .
Andate .
Andatevene, andate via .
Ella, lei , essa.
Egli, eglino, loro, essi .
Egli, lui .
(?) - forse è una larva che derivi da > jèlu < gelo .
Gelata notturna, brina , gelo.
Gelatina,brodo sostanzioso,ristretto,rappreso,raffreddato.
“ ombra degna più d’esser fitta in gelatina “
( Dante: 1 – 32 - 60 )
Gelato per il freddo con le mai rattrappite
Gelo.
Jena, chi campa sulle carogne degli animali morti e sugli
179
Jènca :
jennàru :
jènnaru :
jerìa :
Jerìta :
jermànu :
jestìma :
jestimàra :
jestimatùra :
jestimàu :
hjètamu :
Jètta :
jettàra :
Jettàra :
Jettàra :
Jettàstavu :
Jettàsti :
Jettatùra :
Jettàtu :
Jettàtu :
Jettàu:
Jettàu:
Jètti :
Jètti :
Jèttu :
Jettùma :
uomini defunti, i preti sono delle “jène” nei funerali e
successivamente dopo la sepoltura con le Messe; gli
avvocati sin quando il cliente ha l’ultima lira… .
Vitella figlia della vacca “ signorina “ prima di essere
accoppiata ( un tempo per accoppiarle le portavano a
Cèntrache o a Chiravàlle Centràle )
Gennaio, uno dei 12 mesi .
Genero .
Zona marina preferita dai gasperinesi durante il periodo
di Agosto per fare i bagni.
Culla del neonato di legno o di canne; culla a forma di barca
Segale .
Bestemmia .
Bestemmiare .
Bestemmiatore.
Ha bestemmiato.
Arma bianca, bisturi a una taglio con manico di legno, punta
col lato alto con la gobba, lama concava, lancetta ( parang),
serviva per salassare al collo il majale o altro animale
quando il sangue lo rendeva cianotico; prima con una
cordicella bloccavano la vera, poi ‘i jettàvanu ‘u hjètamu ,
tagliavano la vena principale del collo, fuoriuscito il
sangue, tappavano il taglio con una pezza.
Butta via, rifiuta.
Gettare, buttare via.
La pianta che rinasce, che rifà germogli.
Stendere il braccio aprendo le dita della mano
come nel giuoco della morra.
Avete gettato via con le mani qualcosa; avete gettato 1-2-34 –5 con la mano nel giuoco della morra per la conta.
Hai buttato via come rifiuto.
Scalogna, “scarogna” , jella causata da invidia, malocchio.
Iettatore, chi porta iettatura.
Albero potato che ha rifatto le gemme, nuova vita.
Gettato via, rifiutato.
La pianta è rinata, ha fatto i germogli.
Ha buttato via, gettare allontanando da se.
Butti via cose che rifiuti.
Germogli rinati sulla pianta, rinascita dei rami.
Gètto, rinascita, la pianta ha rifatto il germoglio, rinata.
“Hfìcia ‘u jèttu “; getto di acqua, zampillo che viene fuori
da un tubo, butto via nei rifiuti, dalla finestra, lancio, gettare fuori.
Germoglio della pianta sviluppata , polloni nati da gemme .
180
Jettùmi :
Jìa :
Jìanu :
Jìavu :
Jìru :
hjòccu :
Ìh ! :
Ihii !!
Jiiitàla :
Jìjata :
Jìjiti :
Jìiitu :
Jìmma :
Jìna :
jinòstra:
Jinostràra :
ìntrà :
ìntru :
jìra :
jìru :
Jìstavu :
Jìu :
Jìvi :
mbadhatùra :
nCapizzàra :
nCassàra :
Giovani ramoscelli di albero, germogli spinosi e non;
germogli nati ai cèrcini , ceppi lasciati con le radici nella
terra da vecchio taglio dell’ albero.
Andavo io , o andavi tu . Gìa , Dante nel suo Inferno e col
suo dialetto fiorentino, usa il vocabolo > gìa < = jìa .
Andavano.
Andavate .
Sono andati .
Fiocco, fettuccia di stoffa di colore vario.
Esclamazione di raccapriccio o di stupore .
Vai !! – voce diretta all’asino o cavallo per farlo muovere,
per farlo camminare .
Ditale della sartina e del sarto.
Dita della mano .
Dita della mano .
Dito della mano.
Siamo andati : “ Jìmma a Ccatanzàru ! “
Erba cervino. Togliendo dalla cima le spighette dalla
stessa cima si faceva un nodo scorsoio largo quando la
testa della lucertola, come un cappio, appunto,
per prendere con destrezza le lucerole ferme al sole.
Quando si vuole deridere una persona viene chiamata :
‘nchjàcca lucèrtti = impicca lucèrtole (chjàccu=cappio)
persona che nulla sa fare e senza un mestiere.
Ginestra, di cui si costruiscono “ ‘i maròtti rettangolari ” per
fare asciugare al sole: castagne, uva, pomodoni, e simili.
Pianta della ginestra .
Dentro, in .
Dentro casa, in casa.
Andare . “ haju ‘e jìra a’ càsa ! “ , debbo andare a casa.
Sono andati .
Siete andati.
E’ andato .
Sono andato io, andavi tu.
“ Jìvi dhòcu a Mmarìa, vìtta ‘nu sùracia chi llejìa,
e llejìa ‘ntro colamàru, nèssci tu lu pignatàru ! “
Fune lunga per riserva sul basto, imballatrice,fune non
grossa per legare sul basto fascine o altro rimaste sul
terreno. Fune imballatrice .
Bardare l’asino o cavallo con la cavezza completa, sul muso
e sulla fronte e > capìzza = cavezza < lunga .
Incassare, fare cassa ; accostare,incavo in cui si incassa una
cosa; incuneare due tavole una nell’altra in modo precise.
181
nCàstru :
nCatastàra :
nChjàcchi :
Ciuncàra :
Chiancàtu :
Chiancàtu :
Ciùncu :
Contràttu :
Coràdhu :
Coràma :
Còtracu :
‘nGiùra :
hJìffudhu :
‘nTravatùra :
Jativìnda :
Jètta :
Jètta :
Jètta :
Jettàra :
Jettàu :
Jocarèdhi :
Jocatùra :
Jocatùra :
Jòcu ‘e Lòttu :
Jòcu :
Jòrnni :
Jòniu :
Incastro, collegamento del legname diretto ad ottenere
un’unione in linearetta o ad angolo: a coda di rondine, a
dentatura merlata, a dente cuneiforme, a sovrapposizione.
Accatastare carbone, detriti legna, fieno, paglia, pietre .
Che impieghi il cappio > chjàccu < con la corda nel nodo
scorsoio.
Ammalarsi alle gambe, non usare le gambe.
Ballatoio in cima alla scala esterna della casa, l’insieme
viene detto > mignànu < .
Terreno quasi piano .
Persona affetta di malattia alle gambe, paralizzata in
carrozzella, mozzo, rotto alle gambe. Cionco.
(“ che sol per pena ha la speranza ciònca “ ) Dante : 1-9-18 .
Contratto scritto.
Corallo.
Corame, cuoio .
Terreno abbandonato infestato da rovi e altro .
Ingiuria .
La cupoletta legnosa della ghianda come una scodellina.
Pronuncia all’entrata del vocabolo: hjì , gutturale con aria
sforzata ; pronuncia della desinenza– dhu - : palataledentale, ronzante, sibilante.
Intravata di travi .
Andate via .
Ramo dell’albero che rifà il germoglio, che rinasce .
Nel giuoco della morra è l’atto del lancio del numero delle
dita .
Getta via qualcosa, gettare, lanciare con le mani.
Gettare.
Ha gettato via i rifiuti o altro.
Trastulli da bambini con giocattoli; da giuoco = jòcu .
Giocatore .
Snodatura di articolazione a un elemento rigido; del polso,
delle dita , del piede, del braccio – gomito.
Giuoco del Lotto: a ruota fissa o a tutte le ruote: primo
estratto, ambo, terno, quaterna, cinquina .
Giuoco.
Giorni: lùni, màrti, mèrcuri, jòvi, vènnari, sàbatu,
domìnica. Filastrocca > : lunedì, ha mandato martedì da
mercoledì, per sapere da giovedì, se venerdì, aveva detto
a sàbato, che domènica era festa .
Jònio, mare Jònio .
182
Jornnàta :
Jornnatèri :
Jòrnnu :
Ìngia :
Innu :
Ìrggia :
Irggìra :
Irggiùta :
Jiricùccu :
Jìru :
Irttàta :
Jìstavu :
Jocàra :
Jocarèdhu :
Jocatùra :
Jocatura :
Jocatùra :
Jocatùri :
Jocatùri :
Gionata di 24 ore; tempo lavorativo di 8 0re.
“ ‘A matinàta hfàcia ‘a jornnàta ! “
Giornalieri, contadini o operai con lavoro precario.
Giorno della settimana; giorno, chiarore del sole.
Astio, rancore accumulato per fatti passati da vendicare.
Inno. Inno nazionale italiano del musicista compositore
Novàro Michele (1822+1885) genovese , composto nel
1847-8 su parole di Goffredo Mamèli poeta genovese (1827
+ 1849). Viene chiamato : Inno di Mameli (Fratelli d’Italia),
ma sempre si suona la musica del Novaro Michele. “Fratelli
d’Italia “ Inno scritto dal Mameli in senari, conta 55 versi,
quando lo canta qualcuno usando le parole, si ferma
all’undicesimo verso. Era Inno provvisorio dal 1948,
diventato ufficiale con la Legge del novembre 2012
(Governo…tecnico Monti per accontentare l’alto
“Presidente“ comunista) . Nel 38° e 39° verso si legge: “ i
bimbi d’Italia / si chiaman Balilla / ( Giovanni Battista
Perasso genovese, alias , Balilla (1729 +1781) . Per la Aida,
si dice Verdi; per la Cavalleria Rusticana, si dice Mascagni ;
per la Norma, si dice , Bellini ; Perché, per l’Inno “italiano”
non si dice: Novàro ? Presidente della cosiddetta
Repubblica italiana in carica, abitante in Roma in Via
Dei Serpenti o delle Vipere, sei vissuto da uomo o da
caporaletto ?
Solleva, sollevi , sollevare da terra, porre ritto.
Sollevare, alzare, poggiare una scala portatile.
Irta, sollevata come una scala a pioli poggiata sul muro.
Estrema periferia di Gasperina della Via Trento
(già Via Risorgimento) alla fine del secolo XIX ;
il rione prese il nome di Fabio Pietro Jirìcolovedi Archivio Parrocchiale – Registro dei morti
del 1600 .
Sono andati.
Strada , salita scomoda e irta.
Siete andati .
Giocare, giuocare .
Piccolo trastullo per bambini.
Giocatore .
Giuntura delle ossa della mano, giunture delle nocche .
Giuntura degli arti, il punto dove la giuntura fa “gioco”.
Giocatori : di carte e di tutte le discipline sportive.
Giunture delle ginocchia, dei menischi sopra la cartilagine
“ rusicarèdha “ ; nocche delle dita ecc. ; che fanno gioco .
183
jòchi ‘e cciòma :
Joculìja :
Jòcu :
Jòcu :
Jòmmara :
Jornnatèra :
Jornnatèru :
Jornnàta :
Jòniu :
Jòrnnu :
Jòta :
Jòvu :
hjùhjja :
hjuhjjàra :
Jùda :
hjuhfjalòru
hjuhjjùna :
hjùhjju :
Jùmba :
Jumburùsu :
Giochi da bambini: ‘mpedinciòlu = portare a pentola;
‘a seggiulìdha = portare a predilino tra due; a mmùsca cieca
= a mosca cieca; ‘a ndòzzica = altalena ; l’apparècchju ‘e
carta = l’aquilone ; scàrrica valìri = scaricabarile; ad
agnèllu = l’avversasio chinato tutto con schiena,l’avversario
a gambe larghe salta l’intera sua schiena senza toccare la
testa.
Giocherella, bambino che giuoca.
Gioco, giuoco .
In Guardavalle (Cz.), è avverbio di luogo; vicino di chi
ascolta, in Gasperina= dhòcu. Dhò,suono aspro, sonoro,
nasale-palatale.
Gomitolo di canapa che usa il calzolaio .
Giornaliera, donna che lavora a giornata.
Bracciante giornaliero.
Giornata.
Jònio, il mare che bagna a Est la Calabria . Chi scrive
IONIO, fa leggere: I-O-NIO x Jònio .
Giorno.
Nome della nona lettera dell’alfabeto greco. Non
sapere, non valere un jota, non valere uno zero.
interieziòne d’un tempo : “ Ti cogghìsti tutti i jòta ! “
Giogo che i buoi portano sul collo legati al carro.
Indica : soffia; sul fuoco, per spegnere la candela, ecc. .
Soffiare, fare vento con la bocca.
Giuda, traditore del suo Maestro, Gesù.
Soffiare dentro, attrezzo di canna con fusto diritto e vuoto,
fatto da 4 passi che reciso al disotto del nodo inferiore, si
pratica un piccolo foro al centro del nodo e si forano con un
ferro i nodi interni superiori, il lato superiore libero, tagliato
a doppia bocca di clarino come imboccatura da dove si
emette l’aria con la bocca e stando seduti al focolare,
soffiando nella canna, si dà fuoco ai tizzoni . Hju-hfjja-lò-ru
, suono sforzato palatale, attrezzo che si soffia dentro; la
seconda sillaba > hfjja < con maggiore sforzo, con maggiore
aria.
Soffio : “A cchìssu, cu ‘nnu hjuhfjùna ‘u jètti ‘ntèrra ! “
A questo tizio, con un soffio lo butti per terra ! “ hjuhjjùna :
soffio con aria emessa forte, come spegnere con un soffio in
colpo, tutte le candeline sulla torta.
Soffio, io soffio nei tizzoni per accenderli meglio.
Gobba. dorso deforme della persona dietro la schiena.
Persona che ha la gobba .
184
Jumènta :
Jùnchi :
Jùncu :
Jùngia :
Jungiatìni :
Jungìra :
Jungiùta :
Jungiùti :
Jùnta :
Jùnta :
Jùnta :
Jùnta :
Juntàra :
Juntùri :
Juràra :
Jurài :
Juràmma :
Juràru :
Juràsti :
Juràstavu :
Juratu :
Juràu :
Jùssu :
Giumenta , asina o mulo, animali da soma; jumento
/jumentum/ .
Erba mangiareccia, ha foglie ai margini spinose della razza
dei taràssici (?)
Vedi la voce Jùnchi .
Unisce due o tante cose insieme.
Unità composta di vari pezzi; unione di alimenti nello stesso
piatto; cime di rape con spaghetti a pezzetti “ruttàma” , aglio
e peperoncino; come la pizza 4 stagioni, etc.
Incollare due parti, unire due parti ; combinare un
matrimonio unendoli insieme all’altare .
Unita, cucita, incollata .
Uniti, cuciti, incollati .
Giumella , Il concavo delle mani unite .
Giumella, mani unite concave. Bere nelle mai come usava
Diògene, il Diògene che cercava l’uomo con la lanterna
beveva nella giumella delle mani, quanto sta nelle due
mani unite. > Chu cùnta, mènta ‘a jùnta < Chi racconta
un fatto mette una sua aggiunta non vera .
Spunta, si fa vede improvvisamente e si presenta agli amici.
Dal seme spunta dalla terra la piantina.
Giungere sul posto improvvisamente .
Nocche delle dita, giunture .
Giurare .
Ho giurato .
Abbiamo giurato .
Hanno giurato .
Hai giurato .
Avete giurato .
Giurato .
Ha giurato .
Jùs : nel Diritto romano, il passaggio in un fondo altrui
per accedere al proprio fondo.
( Mitico e presunto diritto feudale cui sarebbe spettato al
Signore di passare la prima notte ( ius primae noctis )
con la moglie di un cittadino andato in matrimonio .
In Gasperina è esistito questo > jus < presso il Manni,
Signore di Gasperina, barone di Rocca di Neto (Cz.) ;
palazzi feudali esistenti presso il rione “ ‘Cona “ al
termine della Via già Vitt.Emanale, oggi Via Felice
Antonio Fiorentino ( benefattore dei bambini 1933 )
185
Justèrna :
‘ncacatìgghja :
‘ncaggiolàta :
‘ncamàtu :
‘ncannalàra :
‘ncantàra :
‘ncantàtu :
‘ncappàra :
‘ncàstru :
‘ncatìna :
‘ncatusàtu :
‘ncazzàtu :
‘ncazzunùtu :
‘ncenzèri :
‘nchiantedhàtu :
‘nchjèmu :
inchjìra :
inchjìru :
inchjìru :
‘ncocciàta :
‘ncòdhu :
‘nchiòstru :
‘ncodhàra :
ndùccu :
‘ndùdha :
‘nduvèdhi :
‘nduvìna ? :
‘nduvinàgghja :
‘nduvinàmma :
‘nduvinàsti :
‘nduvinàu :
Cisterna fissa per l’acqua piovana . Unica in Gasperina
presso la Madonna Dei termini tra le scale esterne unite al
Santuario, la prima a sinistra, gradini in granito, demolita.
E’ caduto nella confusione di pensieri strani, pauroso .
“ càtta ncacatìgghja “ , non ha saputo regolarsi;
è capitato come la pulce nella stoppa
Chiusa nella cagiòla /gabbia / .
Che nulla dà e nulla concede; morto di fame; che ha fame.
Incanalare. Ridurre acque correnti in canali .
Incantare, lasciare perplessi, ammaliare ;
vendere al pubblico al migliore offerente, mettere un prezzo.
Incantato, rimasto come uno stupido .
Capitare in un fatto, in una lite, incappare .
Incastro .
Incatena .
Chiuso, tappato in casa .
Arrabbiato .
Istupidito, imbecillito .
Incensiere , turibolo .
Cucitura con lo spago peciato di: tomaia, guàrdolo e
sottopiede di cuoio insieme, opera essenziale del calzolaio .
Uomo ingenuo che si fa imbrogliare, scemo .
Riempire .
Hanno
riempito
il
recipiente
.
Hanno riempito la testa di fandonie .
Fagiuòla , fagiuòlo non maturato ancora dentro le valve che
liberata e cotta presenta altro sapore. / fagiuòla = pòsa
‘ncocciàta / > ( còccia- còcciu, seme . Còcciu, voce
generica, anche l’àcino dell’uva diciamo: ‘nu còcciu ‘e
racìna , ‘nu còcciu ‘e ranu , ‘nu còcciu ‘e gghjànda, ecc. ) .
In su le spalle, a cavalluccio .
Inchiostro .
Incollare .
Imbecille, scemo .
‘ndùdha – ‘ndùja ; sacca, vescica piena di cìccioli e altri
resti del maiale, molto piccante a base di peperoncino rosso
tritato .
In nessun luogo, in nessun posto.
Indovina ?
Indovinello .
Abbiamo indovinato .
Hai indovinato .
Ha indovinato .
186
‘nduvinàru :
ngàgghja :
‘ngagghjàra :
‘ngàgghju :
ngègna :
ngegnàra :
‘ngègnu :
Ìngia :
‘nginòcchju :
‘ngiùra :
‘ngiurijàru :
‘ngiuràru :
‘ngiurijàsti :
‘ngiurijàtu :
ngnòmmarra :
ngonàgghja :
‘ngòrddu :
ngranàtu :
ngrùpa :
ngrupàra :
ngrùppa :
ngualàra :
ngumàra :
‘ngurnnà :
‘ngurnnàra :
‘ngùrza :
I.N.R.I :
‘ntàcca :
ntassàra :
‘nterèsi :
‘nterèssi :
ntilàta :
‘ntinàta :
‘nTòni :
‘ntossicàra :
Hanno indovinato .
Indovina il luogo; fessura che traspare luce o non .
Indovinare un nascondiglio, un indirizzo, una via .
Indovino, risolvo l’indovinello.
Trasmette la sua malattia, infetta .
Infettare .
Ingegno, facoltà dell’anima per cui l’uomo intende e
apprende facilmente.
Vecchia ruggine insoddisfatta tra due nemici , odio,rancore.
In ginocchio .
Ingiuria .
Hanno ingiuriato.
Hanno ingiuriato .
Hai ingiuriato .
Ingiuriato .
Gomitolo di canapa che usa il calzolaio.
Lato cavo posteriore del ginocchio, ngonàgghja , pòplite .
Ingordo .
Appena concepito; pane di farina di granturco con farina
bianca. “ pàna ngranàtu “ , pane che ha preso corpo,legato.
Nasconde nel buco i suoi risparmi .
Nascondere qualcosa in un buco, risparmiare . Bùco= grùpu.
Cibo non masticato bene e inghiottito male che va traverso.
Indovinare il posto nascosto, la persona indirizzata.
Premere qualcosa in bocca con le gengive mancanto i denti;
ingoiare in silenzio qualche dispiacere.
Acqua piovana che si ferma e fa una pozza.
Rendere pozza con acqua residua.
Incassa soldi mettendoli nella “gùrza” , nella tasca .
Cartiglio,stretta lista con iscrizione di Pilato,affisso
sulla
croce
di
Gesù,
ultima
ingiuria.
“scrivo sul cartiglio invisibile “ ( D’Annunzio )
Fessura ; tacca che si fa all’oliva nera “ olìvi ‘ntaccati” :
intaccare negativamente la sensibilità altrui.
Schiantare;sensazione improvvisa di paura per notizia grave
ricevuta; sussultare ,balzare per gioia o spavento.
In anticrèsi . “ Si prestàu sordi ,e ssi ‘mpignàu ‘a casa “
Interessi .
Muro divisore confinante tra due case diverse fatto di canne,
tavole, e fango rosso “ tàju “ .
Stirpe, casato .
Antonio .
Avvelenare .
187
‘ntossicàtu :
‘ntrà :
ntràgna :
‘ntravatùra :
‘ntravìda :
‘ntrè :
‘ntrillàndri :
‘ntrò :
Avvelenato.
Dentro, in, nella . ‘ntrà: pronuncia dentale sibilante ;
pronuncia tronca.
Stoppa, lino cardato usato dagli idraulici nel pane della
filettatura di tubi ; manna, mannella “ marrèdha “ .
Travatura, il complesso di tutte le travi che fanno parte di
un’opera, in legno o in ferro.
Che intravede, intravvede, vede osservando la fuga.
Dentro, in, nelle, ‘ntra: ‘ntrè mia, dentro la mia proprietà,
nella mia proprietà, nelle mie cose, tra le mie cose.
Punti lunghi e molli che il sarto infilzando il filo sulla
traccia del disegno col gessetto fa su due teli, con la forbice
taglia il filo nella metà lasciando la traccia su ambo i versi
dei teli .
Dentro, in , nel . ‘ntrò lèttu; ‘ntrò piàttu, ‘ntrò catòju.
Dizionarietto dialettale calabrese di Gasperina a cura di
Antonio Pisano / 2013 /
Ovunque incontri la lettera > J – j = I – i < si legge I-i ,
ma col suono di Jò-nio , come nella pronuncia di Jòdio,
mar Jònio;altrimenti si potrebbe leggere: i-o-nio.
‘nzalàta :
‘nzalatèra:
‘nzèma :
‘nzèrtta :
‘nzerttàra :
nzìru :
‘nZòmma :
‘nzonnumbìgghju:
nzùma :
nzumàra :
ìrggia :
Insalata . ‘Nzalàta mia ‘nzalàta, de sala ‘na pizzicàta, de
ògghju ‘na d’ogghjàta ! = insalata mia insalata, di sale
una pizzicata, poco; di olio in abbondanza !
Insalatiera , vassoio assai fondo per condirvi l’insalata.
Insieme.
Infila dentro il filo nella cruna dell’ago; indovina la Via,
l’indirizzo, il sito . Castagna nzèrta , castagna marrone .
Infilare il filo nella cruna dell’ago; indovinare una
indicazione stradale; orientarsi .
Zìro, tipo di cannàta bombata al centro, collo breve, con due
anse opposte, slabbrata, con quattro becchi opposti.
Un raro esemplare lo conserva in Gasperina A.Pisano.
Insomma, in conclusione, finalmente; voce di
impazienza: > ‘nzòmma, chi bbai trovàndu ? = insomma,
cosa vuoi, cosa vai trovando ?
In sonno-veglia .
Viene a galla . “ l’ògghju chjàru vèna ‘nzùmu “ .
Venire a galla. “ L’ògghju chjàru vèna nzùmu ! “
Solleva, mette ritto in piedi; “ s’ ìrggia comu testimoni “
si presenta in pretura come testimone .
188
irggiùtu :
irggìu :
ìrggiu :
Ìhisci !!
Jùta :
Jùta :
Jutàra :
Jùti :
Izàra :
Izàsti :
ìzu :
Alzato, in piedi ; sollevato; “ s’irggìu do’ lettu “ .
Ha sollevato e poggiato al muro una scala portatile a pioli;
sollevo, metto in piedi.
Sollevo la scala poggiandola al muro;mi sollevo sul letto.
Voce diretta all’asino o al cavallo per fermarsi .
Aiuta, che aiuta.
Andata, è andata; cosa consumatata, usurata.
Aiutare.
Sciolta, diarrea di neonati e bambini.
Alzare, sollevare.
Hai alzato, hai sollevato. Izàsti ‘a manu; izàsti ‘a scala.
Alzo, sollevo .
Può capitare di incontrare durante la lettura, qualche
refuso, errore di battura sulla tastiera, come per il
tipografo che nella scomposizione, rimette una lettera
nella cassetta non propria .
L’ àrvuru chi nno’ ffrùtta, accètta accètta !
L
Làbbra :
Labbrùsu :
Labbrùtu :
Làcca :
Lacciàta :
Làganu :
Làgna :
Làgnu :
Lagnùsu :
Làgu:
Lamètta :
Làmpa:
Lampadàriu :
Labbra .
Labbrone, chi ha labri molto grossi .
vedi la voce precedente.
Lacca, / dal persiano lak , vernice / .
Brodaglia, mescolanza di varie cose. “ hfìcia ‘na lacciàta “ .
Làudano, preparato di oppio. Ha proprietà antispastiche
e antidolorifiche; in dosi eccessive è velenoso.
Lagna, lagnarsi, lamento .
Languore, lamento per dolore , pen insoddisfazione.
Che sempre di lagna.
Lago. “ prima che noi uscissimo del lago“ ( Dante.1-8-54 )
Lamètta, > vedi la voce : Gillètta < .
Lampada votiva, lumino acceso. Vedi la voce > lumìnu .
Lampadario .
189
Lampadina:
Lampìja :
Lampiùna :
Lampàu :
Làmpu :
Làmpu :
Lancèdha :
Lancedhùna :
Lànda :
Landràra :
Landùna :
Lanètta :
Langùru :
Lantèrna :
Lanternnàru :
Lanùsa :
Lànza :
Lanzàra :
Lanzètta :
Lànzu :
Làpida :
Làpida :
Lapidata :
Làpidi :
Làpidi :
Lampadina elettrica, illuminazione .
Si avvertono lampi nel cielo, la pioggia è pronta .
Lampione.
Si sono visti i lampi nel cielo, temporale vicino.
Lampo che anticipa il tuono; in un lampo, presto.
Chiusura làmpo, ( ziper / fastener / amer zipper / )
con dentini e corsoio per unire due lembi.
Piccola giara di terracotta,panciuta al centro, collo
breve, con due o quattro anse opposte, per attingervi
acqua; per conservare sotto aceto: peperoni, pomodori
verdi, olive verdi . (Recipiente per l’ancella al servizio
di signori per recarsi ad attingera l’acqua alle fontane ).
“ ‘a lancèdha, no’ ssi mènta cu’ ‘a pètra ! “
Oggetto più grande > da’ lancèdha <
Latta, lamiera di ferro che lavora il lattoniere.
Oleandro .
Grande recipiente di latta cilindrico per depositare oli.
Lanetta di lana leggiera, maglietta intima.
Languore, voce del lamento di chi in malattia soffre
dolore. Voce di chi piange il caro defunto; le prefiche a
pagamento fingono > “ ‘u langùru “-lacrime di
coccodrillo.
Lanterna .
Lattoniere che fa lanterne.
“ Avògghja cha tu hfài ‘u lanternnàru,
si’ ddestinàtu cha mu mori ‘o scùru ! “
Donna con peluria in volto:frutta con peluria sulla buccia
Spina lunga sulla pala, “pìtta” /foglia del cactus /
avende forma della punta della lància,base più larga.
Lanciare, lanciare un sasso , lanciare imprecazione.
“ Bisturi “,oggetto di chi innesta vite: lametta di ferro
di 2 centimetro e un po’ curva in punta, per estrarre con
grande maestria l’occhio del tralcio dopo essere stato
segnato con il 4 lame. ( vedi la voce: 4 lami )
Lancio, io lancio.
Imprecazione, maledizione .
Lastra di marmo o di pietra che chiude un sepolcro.
Da lapidare, uccisa a colpi di pietra, coperta di sassi.
La donna adultera : Giovanni 8, 7 > “ Chi di voi ch’è
senza peccato, getti il primo la pietra contro a lei “
Imprecazioni, maledizioni rivolte contro persona.
Lastre di marmo o pietra che chiudono le bocche dei
sepolcri.
190
Lapidijàra :
Lapidijàta :
Lapidijàti :
Lapùna :
Maledire con odio e rancore , imprecare.
Maledetta con imprecazioni.
Maledetti .
Bombo, apìno; in greco: bòmbos , rombo = ronzio.
Il vostro DOTTO di Gasperina ha scritto,
stampato e venduto : “ lapuna : grossa ape che ronza “
Ripeto: per effetto della pronuncia dura,forte,marcata
del nostro dialetto, è necessario scrivere consecutive
delle doppie o triple consonanti .
Larddijàra :
Làrddu :
Làstri :
Làstricu :
Làstru :
Làtri :
‘L’àtri :
Làtru :
L’àtru :
Làtta :
Làtta ‘e càcia :
Làtta ‘e ciùccia :
Làtta ‘e hfìcu :
Lattina :
Lattùca :
Lattùca :
Lattuchìma :
Lavagna :
Lavandìnu :
Lavata :
Lavata ‘e hfàccia :
Spendere e spandere; nuotare nel lardo, nell’abbondanza.
Lardo, strato adiposo del maiale, si asporta insieme alla
pelle del dorso ed anche dall’addome, si conserva salato o
affumicato. “ Làrddu “ , le doppie D di “làrddu, vanno
scritte per la pronuncia – dura- forte- sforzata – del dialetto
locale, come in cotanti vocaboli in questo testo riportati .
Lastre, “ Roentgen “ raggi X .
Rimanere a terra, in miseria .
Vetro , vetri per le finestre ecc.
Ladri .
Gli altri .
Ladro .
L’altro .
Latte di capra, di pecora, di vacca .
Calce viva per imbiancare le pareti.
Latte d’ asina, latte pregiato per neonati.
Latte del siconio (siconio, infruttescenza del fico)
Piccola tanica di latta .
Lattuga. Lattuca, dell’italiano del secolo XV e XVI ;
gala di tela o di pizzo pieghettata nell’abbigliamento
maschile intorno ai polsi, al pètto e collo.
Lattuga: pianta che si coltiva negli orti, ha foglie larghe,
lunghe e tenere, le quali si mangiano in insalata ,
ha la radice “ rìza “ = fittone, tenero e saporosa.
Semente della lattuga , pianticella del vivaio.
Lavagna della scuola, pietra della Liguria, pietra nera;
Lavagna in provincia di Genova con miniere di lavagna.
Lavandino della cucina, del bagno ecc.
Lavata con acqua, pulita.
Aspro rimprovero detto in faccia alla persona, gli ha lavato
la faccia, il viso con parole adeguate .
191
Lavatàru :
Lavati :
Lavatrìcia :
Lavàtu :
Lavàtu :
Lavoràtu :
Lavòru :
Lazaròna:
Làzaru :
Làzzu :
Làzzu :
Làzzu :
Làzzu :
Lèbbra :
Lebbròsu :
Lebburìnu :
Lèburu :
Lèccu :
Lèccu :
Leggèra :
Lèggia :
Lèggia :
Leggièro :
Legulèju :
Contenitore di terracotta per conservare il lievito per il pane,
oggetto di terracotta con 2 anse opposte, panciuto e basso.
Lavati, netti, puliti.
Lavatrice, voce nuova non dialettale, elettrodomestico con
motore, valvole, e cesto girevole interno per lavare i panni.
Lievito acidulo per il pane , lèvitu .
Lavato, pulito, netto .
Lavorato, opera realizzata , elaborato .
Lavoro .
Lazzerone, persona furba e pigra.
Làzzaro, e il ricco epulone. Vangelo di S.Luca 16, 19 .
Laccio , spago lungo per legare pacchi.
Laccio, stringa per le scarpe.
Laccio, legame a nodo scorsoio, cappio.
‘U pigghjàu ‘o làzzu /l’ha preso in giro, lanciando il suo
laccio / : tergiversare il discorso, per appurare, sapere un
fatto, una verità; forma di inganno.
Lèbbra, malattia infettiva.
Lebbroso .
Leporino, di lepre: labbro superiore dell’uomo, fesso nel
mezzo.
Lepre .
Da eco: “mi hfàcia ‘u lèccu ! “ ripete ciò che ho detto ;
ripetizione, ripete per sfottere le mie parole.
Eco, la Eco; (mitologia) ninfa condannata da Era a
ripetere le parole altrui; non rianimata da Narciso, per il
dolore rimase pietrificata, e conservò solo la voce.
Eco: a più di 17 metri dall’ascoltatore, per suoni
semplici; a più di 34 metri per suoni articolati di due
sillabe; a distanza ancora maggiore, per suoni polisillabi;
distanze minori danno il rimbombo.
Lecco, provincia della Lombarda.
Leggièra .
Legge dello Stato . “La legge è uguale per tutti “
così sta scritto sotto il Crocifisso alle spalle del giudice;
MA TUTTI NON SIAMO UGUALI DINNANZI ALLA
LEGGE …! La legge è come il mantice della fisarmonica,
è come la pelle dei testicoli, con soldi… la tiri, la allunghi,
l’accorci a tuo piacere.
Leggièra di peso .
Leggiero di peso.
Persona cavillosa e di poco merito; paglietta sporca.
192
Lèja :
Lèjala :
Lejìmma :
Lejèndu :
Lejìra :
Lejìstavu ? :
Lejìsti ? :
Lejìtala :
Lejìti ? :
Lejùtu :
Lèju :
Lejìu :
Lèmaci :
Lèmma lèmma :
Lemùri :
Lèna :
Lènta :
Lènta :
Lènta :
Lenticchia :
Legge, che legge . l’ homu chi nno’ llèja, è ccòmu ‘u lìnu
chi nno’ mpàssa ‘o càrddu !
Leggila, dai un’ occhiata; verbo leggere.
Abbiamo letto il libro e altre notizie sul giornale.
Leggendo .
Lèggere, leggere libri per arricchire la mente con i pensieri
di grandi maestri della Letteratura, leggere per capire e per
sapere; leggere per conoscere gli altri, arricchire la mente.
L’ hòmu chi nno’ llèja, è ccomu ‘u linu chi nno’ mpàssa
‘o càrddu ! = L’uomo che non legge, è come il lino che non
passa agli irti chiodi del cardo ! / come i nodi dei capelli che
si fermano ai denti del pettine / .
Avete letto ?
Hai letto ?
Leggètela, è una buona notizia .
Leggete o non leggete ? Chi llejìti ?
Lètto, il libro l’ho finito di lèggere.
Leggo .
Ha letto .
Finzioni per non accetare ciò che viene offerto per atto
di riguardo, ma dopo insistenza, viene accettato .
Lemme lemme, molto piano, molto adaggio, lentamente,
lentezza, lavorare, operare con lentezza. Lèmma: in italiano:
ciò che si prende o si riceve; proposizione preliminare .
Lèmure. I nostri antenati credevano che le anime dei
defunti tornassero al mondo ogni mercoledì sera per
molestare i viventi; così credendo, ogni sera di ogni
mercoledì, accendevano le lumère, uscivano dai mignàni
o dalle finestre con il lume acceso salutando la vicina
accanto e recitando:
“ Sia lodàtu ‘u Signùra e Mmarìa,mu ni guàrdda ‘e
l’ànimi morùti, nòmmu pàssanu mo;Cummàra, èu mi
nda tràsu e ppregàti dòppu ‘e mìa ,ch’ ‘o Signùra tuttu
po’ ! “Rientrando in casa, si affacciava la vicina con il
lume acceso ripentendo meccanicamente la stessa cosa
all’altra vicina accanto; e cosi facendo per tutti i rioni.
Lena : forza, respiro, voglia di lavorare, volontà .
La lente degli occhiali ; lènta, lentezza .
Persona fisicamente molto magra.
Corda che si è allentata, molle.
Lenticchia. ( “ Per un piatto di lenticchia, Esaù figlio
di Isacco, vendette la prima sua prima genitura al fratello
Giacobbe. Gènesi: 25, 29-30-31-32-33-34 )
193
Lènza :
Lènza :
Lènza :
Lenzòla :
Lenzòlu :
Lepìcia :
Lèsina :
Lessìa :
Lèstu :
Lettèra :
Leùzzini :
Lèu :
Levantina :
Levàra :
Levàu :
Levàu :
Lèvitu :
Lèza :
Lìbaru :
Liberàla :
Libertà :
Libreria :
Librètta :
Librèttu :
Lìbru :
Lìcca :
Liccacùlu :
Liccapiàtti :
Liccapèdi :
Liccàra :
Striscetta di lino per legare qualcosa come una ferita.
“ Chìssu ti tèna a llènza ! “ – costui ti tiene, ti attira nel
continuare nel suo discorso per farlo ancora più lungo;
Striscia di terra rustica “ èsta ‘na lènza “ .
Lenzuola, la coppia del letto; la coppia di lenzuòli .
Lenzuòlo al singolare, al plurale in dialetto lenzòla.
Libeccio, tempo che va a piovere, aria che viene dalla Libia
Lesina, attrezzo del calzolaio .
Liscivia, ranno del bucato.
Lèsto, rapido, veloce.
Lettiera fatta di canne e paglia, giaciglio in uso in campagna
Località rurale in agro di Montepaone limite a Gasperina .
Diminutivo di Pantaleone, Leo, molto diffuso nella città
di Montauro, quivi il Patrono, è San Pantaleone
– Medico e Martire nel 345 sotto Massimiano (?)
Vento che soffia da levante > Est .
Levare, accompagnare un morto al camposanto dietro la
bara che viene portata, levata da portantini; portare un dono
ad un amico; sollevare , togliere .
Ha portato via l’oggetto; la tovaglia dalla tavola calda per
scuoterla.
Ha condotto in matrimonio la sposa all’altare.
Lievito , lavàtu , crìsscitu .
Ha coscienza sporca; hàva ‘a cuscènza lèza = falsa da
ipocrita.
ha la coscienza lercia per malefatte, lèza , da lèzzo.
Libero, che non è soggetto a nessuno; che metto in libertà .
Liberale, del P.L. I ( Partito Liberale Italiano ) ; che usa
lodevole larghezza nel donare; Arti liberali .
Libertà, l’essere libero .
“ libertà va cercando, ch’è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta. “ ( Dante. 2 – 1- 71 )
Libreria, luogo dove si conservano i libri .
( La mia piccola e modesta libreria nella casa in
Gasperina, conta 1.202 volumi, vanno del 1500 al 2013 )
Libro, notes , quaderno.
Libretto bancario o postale .
Libro .
Lècca, leccare il cono pieno di gelato, la caramella.
Persona servile, portaborse, leccapiedi, lecchino.
Leccapiatti, ghiottone, parassita.
Leccapièdi, adulatore, lecchino.
Leccare .
194
Liccàrda :
Liccàrdu :
Liccàta :
Lìccu :
Licòri :
Lihijmìtu :
Ligàgghja :
Ligàra :
Ligàra :
Lìgna :
Lignàggiu :
Lignàra :
Lìgna :
Lìgna :
Lignèdhu :
Leccarda, ghiotta, persona golosa ; recipiente per
raccogliere il grasso che cola dall’arrosto.
Vedi la voce > Liccàrda .
Leccata, l’atto del leccare.
Lecco, leccare dell’eredità qualcosa, assaporo, ottengo.
Licòre, liquore; licòri: liquori .
Uomo insipido, sciocco. Lì-hij, suono con aria sforzata
palatale sibilante.
Fettuccia, legaccio: qualunque cosa con cui di legano
calze, scarpe e simili. Corda, laccio, stringa, fettuccia,
giarrettiera.In senso figurato: amicizia, convivenza,
fidanzamento, non bene scelte.“Cummàra, hfìciaru ‘na
ligàgghja ! “
Legamento per tenere unita una fascina di legna o frasche,
Ligàra: costruita da lunghi rami freschi e verdi per legare;
Ligàra : unire, convenire; contrario: disunire, sciogliere .
“ ‘U Sì , ti lìga , ‘u No, ti ssciògghja ! “ / il Sì’ , ti lega;
il No, ti scioglie, ti libera dall’impegno !
Legare con atto notarile o olografo una proprietà ad erede o
persona estranea in beneficenza .
Legna.
Razza, stirpe .
Legnare, colpire con un legno, bastonare .
Legna .
Strumenti musicali di legno come di èbano: Ottavino(flauto
piccolo); flauto traverso; oboe (con ancia doppia) ; corno
inglese (con ancia doppia); Clarinetto(con ancia piatta e
semplice); clarinetto basso (con ancia piatta e semplice);
fagotto con doppia ancia .
Giuoco infantile della Lìppa : bastoncino di 60
centimetri,diametro come di manico di scopa, un
legnetto di uguale rotondità di centimetri 15 appuntito ai
lati; il legnetto lanciato a terra va percosso da uno dei
due lati che saltanto e colpito con la mazza si mnda
lontano; con la lunghezza della mazza si misura la
lontananza ( come dire, palmo a palmo ) quante
lunghezze si hanno dalla postazione originale da dove è
partito il giuoco: Si disegna per terra un cerchio, dal lato
destro interno al cerchio, si segna un arco di corda dove
poggiare dentro il piede destro, poi con la mazza si
lancia “ ìu pìzzu” il legnetto; sia il bastoncino che il
legnetto sono LA LIPPA. Formula locale: “ Pìzzu, pàna
e ssozìzzu ! “
195
Lìgnu :
Lìgnu :
Lignùsa :
Lignùsu :
Ligonìza :
Lìlla :
Lìma :
Limàra :
Limàra :
Limasùrda :
Limbàstru :
Lìmba :
Limbàdi :
Limbiccàra :
Limbò :
Lìmbu :
Limerdijàra :
Limosina :
Limosinànta :
Limùna :
Limunàra :
Limunàta :
Legno.
Barca, nave. “ Jìmma a’ ‘Mèrica c’ ‘u lìgnu
/ Ci siamo imbarcati sulla nave per andare in America /
Dura, legnosa, polpa di frutta ancora dura e non matura.
Legnoso .
Liquirizia con radice giallastra e legnosa,steli anche legnosi,
per droghe e dolciumi. Liquirizia = radice ; riza = radice.
Lilla , colore fra il rosa e il viola .
Lima, attrezzo del fabro .
Ahi angosciosa e disperata lima
Che sordamente la mia vita scemi (Dante: )
Limare, pulire con la lima.
Limare, usare la lima, raffinare, emendare.
Persona che non parla, ma si esprime col suo silenzio.
Limpidezza, nettezza, pulizia. ‘U hfìcia ‘nu limbàstru !
Grande ciotola di terracotta senza manici avente forma
conica rovesciata e profonda con larga bocca, ciotola,
scodella, zuppiera, terrina , priva di anse e manici.
Comune in provincia di Catanzaro.
Lambiccare, aguzzare la vista per ficcare nella cruna
dell’ago, il filo.
‘ndovinellu da’ gùgghja :
(L’imbìccu, lìmbìccu, ‘ntro cùlu t’ ‘u hfìccu ) : l’ago .
Lambiccarsi il cervello a ricordare qualcosa, ficcare il filo il
filo aguzzando la vista nella cruna dell’ago .
Limaccia, limaccia senza guscio . La nostra lumaca bianca o
nera, è la Chiocciola rivestita di guscio .
Limbo: luogo di inferno, dove erano, senza pena, in attesa
del Messia, le anime giuste nate prima di Gesù Cristo; e
dove vanno le anime dei bambini non battezzati. Nel
cimitero di Gasperina, i neonati non battezzati, venivano
sepolti in un angolo appartato, ma fuori del cimitero(oggi si
nota là una fontana pubblica avendo demolito il vecchio
muro di rispetto che era la cinta legale del camposanto )
Che maltratta, per abbondanza, cibo o altro.
Elemosina, limosina .
“ Vangelo di Matteo, capitolo 6 “
Il centilitro di latta pieno di olio che il frantoiano
versava a chi cercava la elemosina.
Limone .
Pianta del limone .
Limonata , bevanda d’acqua con zucchero e limone.
196
Limuncèdha :
Limùrggu :
Linàrddu :
Lìnda :
Lìndina :
Lindinèdha :
Lindùna :
Lindùna :
Lìngua :
Lìngua ;
Lingualònga :
Linguìni :
Lingùtu :
Lìnu :
Linùsa :
Lipòrddu :
Lìpparri :
Lipparrùsu :
Lìppu :
Lippùsu :
Lira :
Limoncella,tipo di arancia biancastra con buccia lucida e di
colore al giallo da cui si fa l’acqua di Colonia .Vedi la voce
> Acqua > .
Uomo coi vestiti logori, sporchi,unti, uomo conciato male.
Leonardo .
Nitida, pulita, pulitezza, lindo.
Lèndine, uovo di pidocchio > lens lendis <
Rondinella, rondine.
Rondone .
Persona presa in giro da tutti, vagabondo.
Lingua /latino lingua / Organo muscoloso e mobile del
corpo umano o animale che sta nella bocca per le funzioni
del gusto, della deglutizione e dell’articolare della voce. Ho
il cuore sulla lingua, sono schietto. Il mio testo del presente
Dizionario dialettale è lingua di Gasperina calabrese,
calavrèse. > ( il calavrese abate Giovacchino, “ ) Dante.
Paradiso XII –140 .
Lingua parlata ; lingua lunga… di chi sa linguecciare .
Persona che parla troppo a sproposito.
Pasta del tipo di tagliatelle molto strette, fettuccine, dal
toscano tagliatelli “ tagghiatèdhi” ,
Linguacciuto, pettegolo, mordace.
Lino: pianta erbacea con 140 specie ; battere, conciare,
canapulare, dirompere, macerare, pettinare; linteo, tela,
àccia ( àcia, lino greggio e ammatassato), refe, corda,
stoppa, lisca (àsula), linosa.
“ I balsami beati
Per te le Grazie apprestino,
Per te i lini odorati
Che a Citerea porgeano
Quando profano spino
Le punse il piè divino “ ( Da ODI : U.Foscolo )
Linosa, semi del lino ottima per impacchi e per fare”picàti”.
Leopoldo
Carne floscia, pelle floscia vecchia e cadente come si nota
alle braccia o al collo delle persone più vecchie.
Vedi la voce > “ Lìpparri “ .
Fango, limo, lito .
Luogo che sa di lito.
Lira italiana : moneta italiana valore 100 centesimi.
La Conferenza internazionale monetaria di Lisbona
stabilì che la lira italiana equivalga a : 1 corona per
l’Austria e la Bosnia Erzègovina; 1 dramma per la
197
Grecia e l’isola di Creta ; 1 lei per la Romania ; 9 pence
e 6 decimi per l’Inghilterra, l’Australia, il Natal, il
Transwaal, l’Orange e la Nova Zelanda; 0,85 marchi per
la Germania; 1 peseta e 13 centesimi per la Spagna;
200 reis per il Portogallo;0,25 rubli per la Russia;0,80
corone per Danimarca, la Norvegia e la Svezia ; ecc.
La lira in “pensione” il 31 dicembre ore 12,50 1998.
Jacques Santer, Presidente della Commisione, presenta
“ scuverèndu ‘u quàtru : LA PARITA’ CHE FISSA
L’EURO . LA LIRA VALE 1936, 27 DI 1 EURO .
Gli 11 Stati che hanno aderito : Italia, Germania,
Lussemburgo, Spagna, Francia, Irlanda, Olanda,
Austria, Portogallo, Finlandia.
Lìra :
Lìra :
Lìru :
Lissciòttu :
Lìsscju :
Strumento musicale a corde , usato dagli antichi.
Poesia lirica ; licenza poetica, lira per poesia.
Colore itterico giallo, malattia della bile.
Capone Alfonso. LISCIOTTO, perché in tutte le sue
imprese la passava liscia. Nomignolo di ALPHONSE
detto AL : Capòne Alfonso ( 1897+1947) ; camorrista,
ndrangatìsta, mafioso, famigerato GANGSTER negli Uniti
Stati America durante il proibizionismo > il divieto di
produzione e vendita delle bevande alcooliche dal > 1919 al
1934 .
Liscio. “ ‘U lìsscju ‘e Mariùzza Carchìdhi .
È stato il primo marciapiede di cemento lisciato
per tutta la laghezza della casa della Carchidi in
Via Mazzini sino agli alberi acaci e quivi anche la
fontana pubblica del primo acquedotto del 1931.
La mia vista è quella di un uomo di 81 anni e più (il 17.04. 2014) con occhiali o
senza… ma vedo benissimo con la mente, queste poche parole bastano per chi sa
che sa di non sapere, e di sapere che sa di sapere quello che sa.
Lìsta :
Litenìa :
Liticàra :
Litràru :
Lìtru :
Lista, lungo pezzo di checchessia più lungo che largo;
striscia. Nota; conto lungo. Filza, filo .
Litania , preghiera, supplicazione ; ci sono le lauretane.
Litigare ; parlottare,
Persona che fa due facce, poco attendibile,
beone, che beve litri e litri di vino.
Litro.
198
Lìttara :
Livèdhu :
Lìvi :
Lìvra :
Livrèri :
Locanda :
Lòccu-lòccu :
Lòcu :
Locculòccu :
Lòhfanu :
Lònga :
Lòngu :
Lora :
Lorddazzerìa :
Lorddàzzi :
Lorddàzzu :
Lorddùna :
Lordìca :
Lòrddu :
Lòttu :
Lùcca :
Lucerttùna :
Luciacùlu :
Lettera.
Livello, altezza sul mare, curva di livello;
livella, strumento per riscontrare due o più oggetti che
siano nello stesso piano orizzontale; livella a bolla d’aria;
livella ad’acqua; livello, traguardo; livello a
cannocchiale. ( Nella pronuncia locale di Gasperina,la
Elle doppia e la T doppia, in tanti e tanti vocaboli, ha
suono aspro e dentale. Altrove in Calabria, scrivono: Da
o dda . Il vostro G.Celìa di Gasperina,dice lui, ha scritto
stampato e venduto : “ Liveza : livella “ per
livello,oggetto.
Lìvi, olive, così la pronuncia nella città di Montauro,
comune confinante col comune di Gasperina dove le
olive vengono chiamate: olìvi .
Libbra, quarta parte del chilo; quarta parte del litro.
Uomo che non mantiene la parola data; bevitore,beone.
Locanda, albergo.
Va via come cane bastonato con la coda tra le gambe.
Luogo.
Va via come bastonato, come il cane con la coda tra le
gambe.
Persona di poca sensibilità, antipatica, priva di “sapidità”.
Lunga. “ ‘A scàla lònga ‘e Gasperina “, anche questa
demolita (1981), qui terminava il centro cittadino nel 1800 ;
poi seguivano gli ortali sino alla costruzione della strada
provinciale rotabile per il bivio della strada nazionale di
Palermiti. (Sindaco di Gasperina del tempo S. Romano )
Lungo.
Vinu do’ reògiu (del sacco appeso a una fune che fa
pendolo, pieno di feccia e vinaccia con sotto un recipiente
ove scola vino senza valore )
Lordura , sporcizia .
Lordi, sporchi, sporcaccioni in tutti i sensi.
Persona più che lorda, più che sporca .
(vedi la voce precedente)
Ortica ( Chi càca sull’ortìca, il cùlo gli formica… ) .
Lordo, sporco .
Lòtto, giuoco del Lotto: primo estratto, ambo, terno,
quaterna, cinquina.
Lùcca, città e provincia toscana.
Lacerta di colore verde, maschio della lucertola, ramarro.
Lucciola femmina che attrae il maschio con luce
intermittente dalla coda.
199
Luciacùli :
Lùcciole.Vedere lucciole per lanterne; dare a intendere una
cosa per un’altra.
Lucìgnu :
Stoppino della lumiera alimentato dall’olio e che fa luce .
Lucìsa :
Lùgliu :
Lùma :
Lùma a ppetròlu :
Fuoco : “ appìcica ‘u lucìsa!” =
accendi il fuoco ! .
Luglio .
Lume a petrolio con tubo di vetro, luce.
Lume a petrolio con serbatoio a cipolla , lucignolo-calzetta,
chiavetta per la regolazione, tubo alto e bombato .
Candeliere con piedistallo e fusto, può essere : a un becco, a
due becchi, a tre becchi .
Il calare della sera, il crepuscolo . (poesia crepuscolare ,
poesia dal tono dimesso, in penombra, come la poesia
meridiana del Carducci, Pascoli e del D’Annunzio. )
Lombardo, della Lombardia .
“ I carmi che il lombardo pungean Sardanapàlo “
(Ugo Foscolo)
Lumiera di latta con serbatoio per l’olio, di forma
triangolare, arrotondata posteriormente, davanti il becco per
il lucignolo, manico di latta ripiegato, alto 20 centimetri. un
cròcco per essere appesa .
“ V. Mazzotta, in Gasperina, unico maestro lattoniere,
costruiva “lumèri” a regola d’arte. A suo tempo un
bestemmiatore. Una mattima, Donna Mariannìna, si
recava a Messa, passando accanto al Mastro, sempre
vestito con la solita tuta di lavoro, l’ha udito a bestemmiare
ad alta voce, lei con stupore, lo ha richiamato:
“ Vicenzè, ‘u Signùra mu ti dùna lùma! ( lùme, luce)
“ Egli rispose, sorridente: “ E a Bbùi, ‘a lumèra ! ”
Lùma a ògghju :
Lùma e llùstru :
Lumbàrddu :
Lumèra :
(“ e attesersi a noi quei santi lumi “ )
Dante. III - XIII – 29
Lumèra ‘e troppìtu :
Lumerìcchju :
Lumìnu :
Lùna :
Lunàtacu :
Lumiera che si usava nei frantoi, serbatoio grande e
Quadrato, quattro becchi agli angoli per i lucignoli .
Piccola lumiera a olio di latta .
Piccola stella di latta con un foro al centro, 3 sugheri nelle
punte della stella, al centro lo stoppino/fiore vegetale/ per la
lampada votiva, lampada in un bicchiere di vetro, mezzo
pieno di acqua e mezzo di olio su cui galleggia il lumino.
bucata al centro su cui si pone il lucignolo per ardere.
Luna, satellite della terra che rischiara la notte con la
luce riflessa dal sole.
Lunatico,persona fantastica, capricciosa, stravagante .
200
Lùni :
Luntanànza :
Lupàra :
Luppìnu :
Luppinàra :
Luppìnu :
Lùpu :
Lùssu :
Lùstru :
Lùttu :
Lùvra :
Lùvri :
Luvrùsa :
Luvrùsu :
Lunedì : ( lunedì ha mandato martedì da mercoledì per
sapere da giovedì se venerdì aveva detto a sabato che
domenica era festa ) .
Lontananza .
Fucile a canne mozze .
Lupino .
Pianta del lupino.
Lupino .
Lupo .
Lusso .
Lustro, decoro, luce, splendore .
Lutto, dolore vivo cagionato dalla morte di persona cara.
A Gasperina si usava che per otto giorni non si accendeva
Il focolare per cucinare e fare cibi caldi; i più vicini alla
famiglia colpita dal lutto, portavano ‘u cùnzulu , pietanze a
base di brodo caldo e altro; alla porta si fissava una fascia
nera; sul petto della giacca maschile, al posto del distintivo,
una striscette nera o una fascia nera sul braccio sinistro; le
mogli vedove sempre vestite di nero.
Lentiggina macchia della pelle / latino lentigo/
Lentiggini, macchie della pelle.
Donna con molte lentiggini sul viso.
Uomo con molte lentiggini sul volto.
Dizionario dialettale calabrese di Gasperina a cura di Antonio Pisano
autodidatta; autòctono gasperinese da 14 generazioni .
“ Mègghju ‘a gadhìna òja, cha l’ òvu domàna ! “
Meglio la gallina oggi, che l’uovo domani !
M
Macàcu :
Macàri :
Maccarrunàru :
Macaco, persona che ha atteggiamenti da scimmia.
Magari, esclamazione di desiderio; Dio volesse ! .
Matterello: legno lungo e rotondo , con cui si spiana e si
stende la sfoglia ,pasta di farina+uova, acqua e sale ;
“maccarrunàru “ , voce derivata da maccheroni filati a mano
per formare lunghe > scialatèlle > da scialare, o > scilatelli ,
che si sciolgono durante la cottura .
201
Maccarruncìni ‘e casa:
Maccarrùni ‘e casa :
Maccatùra :
Màcchia :
Macchiavellàru :
Màchina :
Màchina parllànta :
Macinèdhu :
Màcina :
Màcina :
Macinàra :
Macinàtu :
Macinìnu :
Macinìnu :
Macramà :
Madònna :
Pasta filata a mano, spaghetti pieni senza buco .
Pizzòccheri ,scilatelli, maccheroni non molto lunghi senza
foro.
Da moccio, muco, “ mòccu” . Fazzoletto per il naso,
Màcchia, sudiciume, macchia di colore, di grasso,
d’inchiostro; onta, infamia ; che macchia la cosa pulita.
Machiavèllico, machiavellìsmo, machiavellìsta; chi opera
astutamente e subdolamente a propria utilità. “ Cicero pro
domo sua “ ( Cicerone Marco Tullio 106 + 43 a.C. ) . Il fine
giustifica i mezzi.(Nicolò Machiavelli 1469 + 1527 )
Macchina .
Grammofono, fonografo.
Macinino per il caffè manuale o elettrico.
Che macina; le ruote di pietra del mulino .
“ Acqua passàta no’ mmàcina mulìnu ! “
Quantità di olive da frantoiare , 3-4-5- tùmana - tòmoli
(tòmolo misura di 50 Kg.)
Macinare .
Macinato , frantumato. Nella seconda metà del secolo XIX
è stata introdotta la TASSA SUL MACINATO ai cittadini
che tornavano dal mulino col macinato:
Quintino Sella, Ingegnere, ministro delle finanze nel
Gabinetto politico Rattàzzi (1862) e nel Governo La
Marmora,(1866-67) introdusse la tassa sul macinato .
Macinino, qualsiasi apparecchio per la macinazione a
mano, con manovella e pomello, campana, tramoggia, cassa
di legno e cassetto; macinino elettrico .
Macinino, con questo nome, tra i tanti frantoi esistiti in
Gasperina, si indicava l’ultimo frantoio e il Frantoiano
titolare del trappèto > troppìtu < , ormai chiuso.
Macramè, /dall’arabo che significa frangia /
lavoro donnesco che si opera mediante nodi e l’intrecciare
in vari modi i fili , frangia annodata .
/da -mia donna / anticamente fu titolo d’onore a donna
di qualità: madonna Laura; donna e madonna, padrona
assoluta// la Madonna. Maria, madre di Gesù, e secondo
i titoli sotto i quali si venera: la Madonna del Carmine,
la Madonna di Loreto, la Madonna degli Infermi, ecc. //
Vergine, Assunta, Addolorata. Nelle LITANIE
LAURETANE: la Madonna viene nominata e venerata
con 50 aggettivi . Testo- Titolo: “ LA VERA MADRE DI
FAMIGLIA “ del 1897 pagina 555; pagine 639. Autore :
Giambattista Fenoglio; Giacomo Arneodo – stampatore .
202
Madonna :
Maèstru :
Màffia :
Màgghju :
Màgi :
Màgicu :
Magulàu :
Majìa :
Majìdha :
Majìsi :
Màju :
Màla :
Màla :
Malacàrna :
Malaccùntu :
Maladìttu :
Maladizziòna :
Malaffàra :
Malamùra – i :
Malandrìnu :
Malangiàna :
Malaparàta :
Malapàsqua !
Malapèna :
Malaria :
Malasòrta :
Malata :
Malàtu :
Màlia :
Malòcchju :
Malòhja :
Madonna, cognome in Gasperina molto diffuso.
Maestro.
Mafia .
Maglio .
Magi d’Oriente, sacerdoti persiani,assiri, egiziani.
Vangelo di San Matteo: Capitolo 2 ;
( Baldasarre; Gàspare ; Melchiorre )
Magico, della magìa , fatato.
Il sottomento del maiale, guanciale.
Magìa, fattura , malìa, maleficio.
Màdia per intredervi, impastare la farina e lasciarla lievitare.
Maggese, terreno lavorato per l’anno successivo.
Maggio .
Male “ hFài bena e scòrdati, hfài > màla < e gguàrdati ! “
Male, malattia, malore; il tuo dire mi ha fatto male; il lavoro
l’hai fatto male.
Cibo che ingoiando và di traverso.
Persona inaffidabile .
Maledetto, imprecazione: “ maladìttu mu sìni ! “
Maledizione . Vedi le voci : > Chìmmu e Làpida .
Malaffare, vita turpe .
Vomito di liquido giallastro, acre, amaro, che sa di bile.
Malandrino, brigante, mafioso ; malandrino è voce tedesca.
Melanzana .
Malaparata, situazione di pericolo;
ambiente di persone malconcio per cui, visto che si mette
male qualcosa, il signor Rocco scappa via .
“ Vìtta ‘a malaparata, e ssi nda scappàu ! “
Malapàsqua , imprecazione di morte.
“ La malapàsqua ! “> Cavalleria Rusticana < ( Verga )
Malapèna, a malapèna, a stento.
Malaria, malattia infettiva trasmessa dalle zanzare anofeli
procurando la febbre.
Malasorte, circostanza di avversità e persecuzione.
Malata .
Malato.
Località rurale in agro di Gasperina rimpettaia al panorama.
Malòcchio, influsso malefico che si eserciterebbe
guardando altra persona, jèlla, jettatura.
Malva . La desinenza di “malòhja” > hòja < palataledentale, sibilante. Il vostro G.Celìa ha scritto: Marva,
dialettizzando la parola italiana Malva.
203
Malògna :
Malùmbra :
Maluntramàtu:
Malupàssu :
Mammalùccu :
Màmmata :
Mammìna :
Mammulìnu :
Manàta :
Manàta :
Mànca :
Màncu :
Mancamèntu :
Mànca :
Mànca :
Màncu :
Màncu :
Mancùsu :
Mandàla :
Mandalèdhu :
Mandolìnu :
Màndra :
Manèdhu :
Manèggia :
Mànèra :
Manèri :
(?)
Malombra , fantasma , spettro, persona magrissima.
Persona male concepita, ordita male l’intima trama.
Località rurale in agro di Palermiti , proprietari gasperinesi.
Persona scema, ingenua, cretino;cone dire > ssciàcqua
-lattùchi , come dire accalappiacàni .
Tua madre .
Levatrice. “ pe’ ccùrppa da’ màmma e dda’ mammìna,
‘u cciòmu s’ affucàu ! “ ( A Gasperina è giunta nel 1934
appena dopo la istituzione statale di tale assistenza alle
donne incinte e parto, di cognome era una Rotella ;
prima esistevano donne praticone non diplomate come
levatrici, qui si chiamavano i Cianci ,
nell’Ottocento esisteva Teresa Lombardo ,poi la sua
erede sino al mese di Agosto 1934.
Bambino molto attaccato all’amore della mamma.
Colpo dato con la mano, manrovescio, schiaffo .
Manàta, quanta materia si può prendere con una mano.
Mancante,che manca; mano sinistra, mànca, mancina.
Mancamento, mancare al dovere; che non è destro è
mancino.
Che viene a mancare; che non assolve al dovere.
Mànca, mano manca, mancina , sinistra.
Mànca, che manca, che è di meno; persona non presente.
Mancìno, che usa la mano sinistra.
Mànco, meno, che viene a mancare, assente.
Rezzo : luogo aperto, ma non batte il sole.
(vedi la voce seguente ) .
Pezzo di legno lungo un 6 centimetri e alto 2 cm. con un
foro al centro, con un chiodo fissato esternamente per essere
mobile e girevole a margine dello sportello dello stipo,
girato in orizzontale ferma lo sportello o entrami gli
sportelli, tenuto in verticale apre.
Mandolino.
Mandria . La desinenza di > màn - > dra < ha suono
dentale-nasale, la > d < e la > r < non si devono sentire
come tali ,
Località rurale e marina in agro di Gasperina (manèllo).
Da maneggiare, trattare con le mani, maneggiare soldi e
affari , avere larghezza di mezzi.
Maniera . cu’ mmòdu e mmanèra. /con modo e maniera/
Maniere . cu’ mmòdi e mmanèri / con modi e maniere/
204
Manètti :
Manganèdha :
Mànganu :
Mangiacàrna :
Mangiài :
Mangiàra :
Mangiàra :
Mangiàra :
Mangiàsti ? :
Mangiasùna :
Mangiàta :
Mangiùna :
Mangiasùna :
Mangiatìnda :
Mangiatùra :
Mangiùna :
Manica :
Manichìnu :
Manihfèstu :
Manette, anelli di ferro con chiave con cui i poliziotti
stringono i polsi a un arrestato.
Sedile di legno, manganella, panca degli stalli che si alza e
si abbassa nei cori dei religiosi come si notano negli stalli
nella sacrestia della chiesa San Nicola di Gasperina.
Mangano, attrezzo della filatrice per rompere il lino mietuto.
Sarcofago, cassa funebre, tambùtu, tavùtu;
per i greci : mangiacarne; lasciando lo scheletro nella cassa,
la carne del corpo umano chi l’ha mangiata ?
Ho mangiato, ho pranzato .
Mangiare, alimentarsi.
Alimento, cibo (cibus) . ‘A pànza chjìna, no’ ccrìda
chìdha ch’ èsta vacànta , vuota, addejùnu , a digiuno .
Nel giuoco della dama sottrarre all’avversario la sua pedina
per la mossa non vista a suo favore; soffiare la pedina .
Hai mangiato ? hai pranzato ?
Prurito . “ Chu no’ ssi gràtta cu’ ‘i mani sòi, ‘u
mangiasùna no’ mpàssa mai ! “
Ci non si gratta con le proprie mani, il prurito… non passa
mai !
Mangiata, ciò che si mangia in una sola volta
Mangione, ingordo.
Prurito , molesto senso d’ irritazione alla pelle che provoca
il grattarsi .
Mangiatene, assaggia .
Mangiatoia, greppia, rastrelliera per sopra la mangiatoia, per
mettervi il fieno per gli animali .
Mangiòne – chi mangia eccessivamente, insaziabile.
Manica .
Manichìno ( dalla voce olandese “mannekin “) ;
usato dai sarti in sostituzione del cliente per i vestiti.
I grandi magazzini per esporre in mostra i vestiti vestiti, li
espongono anche fuori .
Un gasperinese: M.G. costumava e costuma salutare
tutti; trovandosi a Catanzaro sul Corso Mazzini,
passando davanti ad un emporio, salutò un uomo ben
vestito e fermo davanti alla porta, ma non ottenne
risposta.
Tornato a Gasperina raccontò il fatto dicendo :
“ A Ccatanzzàru, sùgnu pitòrri, sùgnu tamàrri; ‘i salùti
e mmàncu ti respùndanu! “M.G. aveva salutatu un
manichìno !
Manifesto, avviso pubblico.
205
Manicciòla:
Manàle del calzolaio per salvaguardare il dorso della
mano sinistra ; parziale guanto di pelle robusta per
protezione quando tira e stringe lo spago per la cucitura.
Manicòmiu :
Manicomio.
Manìgghja :
Maniglia : attrezzo che per funzionale bisogna usare le mani
Manìgghja :
Battente con supporto avvitato nel legno della porta con
dado di bloccaggio e anello- battente, tutto in ferro.
Manigghjùna da’ porta: Maniglia grande e grossa di ferro fatta da un tondino, per
chiusura interna di sicurezza, ha forna simile all’occhio di
una forbice con due lunghi bracci orizzontali atti a
scorrere nelle tenute, quindi farlo entrare nel singolo
occhiello frontale fissato nel controtelaio (ànta) .
Màni :
Mani del corpo umano.
Mànu :
Mano, parte del corpo umano con cui termina il braccio.
Manìja :
Che usa le mani prendendo il cucchiaione per mescolare
vivande nella padella che nella pentola, mantecare.
Manìja /si :
Che mette le mani in tasca per cercare qualcosa.
Manijàra :
Usare le mani, dimenare, mantecare, rimestare, con la
mestola nella casseruola o nella padella; mettere la mano in
tasca per tirar fuori qualcosa come soldi o altro;
saccheggiare le tasche altrui; usare le mani toccando una
donna. In commercio: maneggiare soldi. In cucina,
mescolare, il mantecare di cibi già cotti unendo i contimenti,
col cucchiaio di legno vengono rigirati nel tegame o nella
padella; in Banca, il bancario, usa maneggiare sempre soldi.
Manijàta :
Saccheggiata; iter, pratica imbrogliata da manigoldi.
Manìjati :
Voce rivolta a chi deve pagare un debito in soldi.
Manìpula :
Cazzuola del muratore.
Mànna :
Mànna: fascetto di paglia, di grano mietuto e simili ; fieno,
lino; diminutivo , mannèlla .
“ Corbe d’uva e manne di spighe “ (Pascoli ) .
Mànna :
Mànna /voce ebraica /, cibo caduto miracolosamente dal
Cielo agli Ebrei nel deserto, secondo la Bibbia // manna
celeste// cosa utile e gradita.
Mannàra :
Mannaja .
Mannèja :
Imprecazione che anticipa la persona da bestemmiare.
Mànta :
Mazzate a più non finire, coprire di manate una persona.
Mantella :
Mantello da donna .
Mànticia:
Mantice.
Màntu :
Mànto, vestimento ampio.
Manzìna :
Terrano messo a riposo per essere pascolato.
Mànu :
Mano , destra o sinistra; brevi manu, voce latina,
direttamente, senza intermediari
206
Manuàla :
Màppa :
Mappìna :
Màra :
Màrcca ‘e bbùllu :
Marcchisàtu :
Marccicàra :
Marcicàta :
Marccicatùra :
Marccùcciu:
Marffarùta :
Manovale, operaio che serve di materiali il murtore.
Ciò che abbonda in più sulla bocca della canestra di giungo
marino e priva di manici riempita di ricotta / come sul cono
del gelato /
Disco spesso di legno per coprire l’apertura del cesso.
Mare. (Dàmmi hforttùna e jjèttami a mmàra ! :
Se sono un fortunato e mi butti in mare, il mare mi
restituisce nella rena “ bagnasciuga “ delle onde )
Marca da bollo .
Marchesato, zona del crotonese.
Mettere sotto i piedi, calpestare, frantumare con i piedi;
offendere una persona .
Calpestata .
Grande tino in cui venivano frantumate le uve con i piedi.
Località rurale in agno di Montepaone che delimita con la
strada comunale il confine del territorio di Gasperina col
sito rurale, in Catasto: > “Prùppo“.
Corba, malattia dei cavalli alle gambre.
( Imprecazione contro qualcuno: Chìmmu ti pìgghja ‘a marffarùta ! >
ciuncàra, cionco , rotto da malattia alle gambe )
Màrgiu :
Marìa :
Marìa :
Marìa :
Mariètta :
Mariòla :
Mariòlu :
Marionètta :
Maritàta :
Maritàrsi :
Maritàtu :
Marìtu :
Terreno non arato, non coltivato, atto per il pascolo.
Marìa, nome della madre di Gesù; le tre Marie, le tre donne
con questo nome che accompagnarono Gesù al calvario :
Maria Maddalena; Maria madre di Giacomo e di Iose ;
Maria madre dei figliuoli di Zebedeo (Matteo: 27, 55 ) .
(“ Marìa, oh Marìa, tu sai li mèi guài, tu voi, cha poi,
Marìa ajùtami tùuu !“; oh bella tu Marìa, o màmma
de Gesù, tu poi, cha voi, Maria ajùtami tùuu ! “ ) ;
canto di donne nelle processioni.
Marìa, da una voce egiziana che vuol dire amata da Dio.
Nome comune femminile.
Filastrocca : (“ jìvi dhòcu a Mmarìa, vìtta ‘nu sùracia chi
llejìa, e llejìa ‘ntro calamàru, nèsscj tu lu pignatàru ! “)
Filastrocca d’un giuoco delle bambine .
Mariètta, vezzeggiativo di Maria.
Donna furfante, maliziosa, imbrogliona.
Mariuolo, uomo di malafede, ladro, truffatore, imbroglione.
Marionetta, persona sottomessa e manovrata da altri.
Maritata, donna congiunta in matrimonio , coniuge, consorte
Coniugarsi, prendere marito o prendere moglie.
Maritato, di maritare, che è congiunto in matrimonio.
Marito, da maritare, dare in sposa .
207
Marìtu :
Maritùzzu :
Màriu :
Mariùzza :
Marmellata :
Marmìtta :
marotta :
Marràma :
Marramàzza :
Marramàzzi :
Marrànciu :
Marranzànu :
Marrèdha :
Marrèdha :
Marrùggiu :
Marsiglièsa :
Martellìna :
Marito, maschio, uomo congiunto in matrimonio , rispetto
alla moglie.
Maritòzzo , panino lungo senza sale con olio, uva passa
/pàssuli/ e con altre cose, si mangia in quaresima.
Mario .
Mariùzza, vezzeggiativo di Maria .
Marmellata .
Casseruola, pentola più grande di metallo per cuocere
vivande e ministre.
Oggetto di forma rettangolare con bordo perimetrale
rialzato, lungo 80 cm. Largo 40 costruito nell’armatura fatta
di rametti diritti di castano e da ginestra ritorta in matassa;
maròtta, che prende il colore marrone perché esposta sempre
al sole per essicare: fichi, uva, pomodori ecc. ; di forma
circolare con diametro di 40 cm. , priva di armatura lignea
costruita da sola ginestra a matassa ritorta iniziando dal
centro e terminando l’ultimo giro della circonferenza
a rilievo .
Residui , scorie , resti di ferro e lamiere .
Vedi la voce – marramàzzi - .
Cianfrusaglia di oggetti inutili, stoppaglie; tanto catarro
duro e mucose da espettorare e spurgare.
Marrancio, grande coltello del macellaio per squartare
le bestie uccise.
Ticarra, scacciapensieri .
Mannella di lino che usano gli idraulici, canapa.
Fascio di prezzemolo, di basilico, di broccoli ecc. .
Manico di legno della marra, di accetta, di zappa. Voce
derivata da > màrra < attrezzo del muratore per impastare la
calce, zappa di ferro larga e corta.
Marsigliese.Celebre canto nazionale francese. Fu composto
in casa del prefetto di Strasburgo, Dietrich, cantante tenore,
il 24 aprile 1792 .( canto di guerra dell’esercito del Reno)
Bussetto di ferro, attrezzo del calzolaio che si usa caldo per
le cere e per dare il lucido al cuoio.
Rammentiamo che il nostro dialetto ha pronuncia: aspra, dura, forte,
sforzata ; per cui è necessario il raddoppiamento sintattico di alcune
consonanti nello scrivere alcune parole dialettali. / màrzo = màrzzu /
Martellina :
Martellina :
Marttèdhu :
Martello che usano i muratori, da un lato ha il taglio affilato
e piatto.
Manovella azionata a mano per il freno manuale del carro
tirato da due buoi azionata dal lato posteriore.
Martello.
208
Marttòru :
Marucchìnu :
Marvasìa :
Marvvìzza :
Màrzzu :
Màscara :
Mascatùra :
Masscìdha :
Masculùna :
Màsculu :
Massàru :
Masticàra :
Masticàra :
Masticùna :
Màstru :
Màstru-Scaravàgghju:
Màstru - d’ àscja :
Mataràzzu :
Matàssa :
Matassàru:
Martòro, campane a morto, tormento, strazio.
Marocchino, nativo del Marocco.
Malvasia, uva dolce e di delicato profumo; vitigno della
Morea, vino bianco grechetto.
Marvizza, marvìzzo, uccello del genere tordo .
Marzo, primo mese dell’anno dei Romani . (Idi, nome dato
dai Romani ai giorni 15 di marzo, luglio, ottobre; il 13 negli
altri mesi, nel calendario romano. Cesare fu ucciso agl’idi di
marzo, gli era stata predetta in quel giorno la morte, egli non
se ne guardò ) . “ Màrzzu “ = marzo; per la pronuncia
dura,forte, marcata, si raddoppia la – z = màrzzu .
Maschera.
Serratura con il nasello fermo e visibile dall’esterno .
Ascella, concave sotto le braccia nella sua appicicatura con
le spalle .
Aggettivo che si appioppa a una donna per i suoi
atteggiamenti e comportamenti da maschio.
Màschio (dal latino masculus), di sesso
mascolino;figliuolo maschio: forte, generoso, virile.
Chiave maschia, che ha il fusto pieno ed è terminata da
una punta rotonda che entra in un foro della toppa.
(“ Si ssì’ màsculu ti ‘mpèndi , si ssì’ ffìmmana ti
dihfèndi “ ) > detto locale in senso sessuale :
Il maschio afferra, cavalca, monta; la femmina che non
accetta queste maniere contro la sua volontà, si difende )
Massaio.
“ il giovine che, da quando aveva messi gli occhi addosso
a Lucia, era divenuto massaio “ ( Manzoni ) .
Masticare.
Masticare.
Bolo , alimentare, cibo masticato: pane e noci , pane e
mandorle, scorza di pane duro con poco formaggio, pane
con altro, che si dava ai bambini già lattanti per svezzarli,
passandolo da bocca a bocca come fanno gli uccelli.
Mastro artigiano.
Scarabeo stercorario che fa palline con sterco. Persona
maestro che opera e fa le cose come lo scarabeo .
Falegname, artigiano del legno.
Materasso.
Matassa.
Nàspo, oggetto di 5 nodi di canna con due pioli alle
estremità su cui viene raccolto il contenuto del fuso
che forma la matassa .
209
Il vostro DOTTO, G..Celìa , stampato e venduto :
“ Matassaru : arnese di legno che serviva per
raccogliere in matasse il filato “
Matinàta :
Màtra-màmma :
Matrigna :
Matrimònu :
Mattùna :
Mattùna chjìnu :
Mattùna hforàtu :
Màuma .
Màzara :
Màzza :
Mazzacàni :
Mazzata :
Mazzijàta :
Mazzùna :
Medhalòru :
Mèdhuru :
Mèdhuru :
Medicina :
Mèdicu :
Mattinata .
Madre-mamma: Chi non è stata mamma, non sa cosa
significhi figlia : amore puro,vero, procreazione, vita.
Matrigna, chi adotta un figlio non partorito da lei.
Matrimonio .
Mattone .
Mattone pieno.
Mattone forato : laterizio a 2-3- 4- 6 fori .
Mia madre .
Peso morto, grande sasso rotondo levigato, come peso,
sopra un disco spesso di legno, atto a premere
Il contenuto in salamoia e sottostante nel recipiente.
Mazza di ferro o di legno.
Pietre, “ ammazza cani “ , pietre un po’ grosse per
riempimento di muro in costruzione.
Colpo dato con la mazza, bastonata.
Serie di botte, di schiaffi, di legnate.
Mazzetto, fare il mazzetto nel gioco delle carte, barare;
predisporre le carte da gioco in modo che risultino
favorevoli al giocatore che le ha preparate mischiandole .
La fontanella sul capo dei neonati. Forse da > mente < punto
della mente sul capo. “ chìssu tuttu s’ ammèdha “ , tutto
con la mente inventa. “ medhalòru “ . Piccola area al
sommo del capo che, nei bimbi, sino a qualche tempo
dopo la nascita,resta indifesa dalle ossa del cranio.
Merlo, uccello, volatile.
Ematoma, gonfiaggine per un colpo ricevuto in testa,
“mèrcu – còmba – piricòcculu – zzòmbu “ .
Medicina che si pratica agli ammalati .
Medico fisico. Pìsscja chjàru e ffuttatìnda do’ mèdicu !
Quando l’orina è limpida, significa che la salute è buona;
morale : quando la tua coscienza è limpida e pulita in tutto,
dormirai con tre guanciali e lascerai anche la porta aperta,
perché nessuno verrà a molestare la tua serenità .
Mèdicu : Dr. Fisico: in questi tempi, siamo al 2013, è un
personaggio che a pagamento… uccide i suoi “pazienti”
210
Mèdicu :
Medùdha :
Mèdhuru :
Mègghju :
Melùna :
Mmèndula :
Memòria :
con false fiale con liquidi dentro, coi bisturi ecc. ; con il
Consenso informato di “pazienti” analfabeti, ciechi, sordi o
muti, e costringono questi a firmare con un segno di croce,
così anche per il sangue per le trasfusioni. Medici questi,
traditori, affaristi, carrieristi, ipocriti e farisei, traditori
del > GIURAMENTO DI IPPOCRATE < .
I “pazienti” entrano vivi negli ospedali dall’
accettazione, escono morti dal lato nascosto, MORTI.
Gli ospedali, all’atto del ricovero chiedono il numero
telefonico della famiglia, solo e soltanto, per usarlo poi
per avvertite che il loro parente è morto. “ Venite,
portate i vestimenti, il vostro parente è morto ! “
W la Sanità italiana ! W i miliardi, stipendi per i
mangiapane a tradimento ed assassini autorizzati con il
“ Consenso informato “. Mi vergogno di essere italiano !
Qualora entrassi in qualche ospedale italiano all’età di
78 anni (nato il 17 aprile 1934 ), questi, per avere il letto
libero, con flebo( vena = fleboclisi ) , con pastiglie, con
sacca di “vinavil bianca “; con tubi, tubicini,canne e
cannucce che fanno entrare nel naso, nella bocca e nel
fisico, finta alimentazione a sostegno, mi fanno morire
SILENZIOSAMENTE, tirando la spina, senza che i miei
prossimi parenti sanno nulla. Si muore, senza l’ultima
estrema unsione come conforto spirituale, senza conforto
dei parenti, e il conforto religioso di qualsiasi religiosa o
religioso , perché non chiamati, perché cacciati dagli
osperali . A tutti i Dottorini, nobel per la medicina, a
tutti i Direttori Sanitari degli ospedali italiani, io sputo
in faccia, anzi, negli occhi, loro, /sono già vecchio / ed ai
loro docenti che furono loro maestri. ( Questo, è anche
mio DIZIONARIO dialettale e italiano per chi legge )
Che mèdico, che pratico unguenti e altro, come praticone .
Cervello, coscienza, memoria, volontà, ingegno; materia
grigia dentre il cranio / latino, MEDULLA / Midolla,
midollo .
Merlo.
Meglio .
Melone .
Mandorla .
Memoria / latino memoria/. Facoltà dello spirito umano per
cui l’uomo conserva e risveglia in sé le immagini delle cose
viste o sentite o scritte e delle idee acquistate. Ricordanza,
211
Mènta :
Mènta :
Mènta :
Mentarìmìna :
Mentìra :
Mentravìsi :
Mentràvu :
Mentìra :
Mentìru :
Mentìru :
Mentìstavu :
Mentugàra :
Menzanèdha :
Mènza :
Mènza:
Menzàta :
Mènu :
Menu-màla :
Menzalòra :
Mènza-Lìra :
Menzalòra :
Menza-lòra :
rimembranza, ricordo, mente, menzionare, reminiscenza,
facoltà, ritentiva, tradizione, annotazione, nota.
Menta, pianta profumata.
Mente, cervello, memoria, ricordi.
Metti, aggiungi, aumenta la dose .
Metti, versa farina nel paiolo e rigira = rimìna
la polenta con finocchi selvataci .
Mettere.
Montaurèsi, cittadini di Montauro.
Monàuro, Comune in provincia di Catanzaro.
Mettere.“ dùva càcci e nno’ mmènti, rèsta ‘u vcànta ! ”
Hanno messo imbrogli e falsità . Mìsaru .
Misero, hanno messo.
Avete messo.
Nominare, citare un nome > Non nominare il nome di Dio
invano.
Barilotto cerchiato a doghe di 14 litri .
Metà , relativo a : “ Mmenzalòra “ ½ di essa quasi 13 kg.
Metà porzione, metà razione.
Area seminativa di 13 kg. di grano e simili .
Meno, sottrazione, ammanco, che è di meno .
Meno-male , danno minimo, è giunto al momento giusto.
Misura pubblica per ganaglie di 25 Kg. scavata nella
pietra e bene modellata ; una feritoia alla bse per far
scendere le granaglie, feritoia che viene tappata con una
nottola a incastro; la metà da’ “ menzalòra”
è “ ‘a mènza “ ; “ ‘a menzalòra “, è la metà del tòmolo “
tùmanu “ . Di questo tipo di pietra, misura pubblica
d’un tempo,nella provincia di Catanzaro ancora si
trovano nelle piazze 4 esemplari : a Gasperina ( con la
scritta esterna sulla corona circolare : Vitaliano Spadea)
a Davoli, Petrizzi, Mongiana . Esiste anche “ ‘a
menzalòra” di legno a doghe avente forma conica
rovesciata, bigoncia , tipo ‘e “ menzulorùna “ a doghe.
Metà di una lira, moneta fuori corso. 50 centesimi.
Misura per granaglie di Kg.25 . Misura pubblica scolpita
nella pietra, in Gasperina esiste ancora un esemplare esposta
nella Piazza principale, opera di Vitaliano Spadea . Esisteva
anche > ‘a menzalòra ‘e lignu a doghe < simile alla
bigoncia.
Lòra : misura di capacità; lòra: vinaccia allungata con acqua
e torchiata . “ vinu de’ ssciuttùri “ .
212
Menzàna :
Menzanèdha :
Menzijòrnu :
Menzìna :
Menzògna :
Menzognàri :
Mènzu :
Mènzu cahfìsu :
Menzulorùna :
Mèra :
Mèra :
Merccialòru :
Mèrccu :
Mèrcuri :
Mmerddùsu :
Mèrica :
Meridionàle :
Mèri :
Merìjàra :
Meritàra :
Mèta :
Mèta :
Mètara :
Mètru :
Mètru-musicàla :
La donna che sta di mezzo in età tra tre sorelle .
Barilotto a doghe e cerchiato, bombato al centro, e al centro
in una doga, muso largo che si tappa con lo zaffo
“ ‘mbudhàgghju làrgu “; misura di capacità di 14 litri.
Mezzogiorno : istante del passaggio del Sole al meridiano
superiore. Sud , meridione, meridionale, da dove si vede il
Sole a mezzogiorno .
Metà del maiale intero dopo appeso e spaccato con l’ accetta
“ M’accattài ‘na menzìna, cha nui sìmu pocu, n’abbàsta
pe’ ttùttu l’annu ! “ In dialetto a Gasperina indica metà
di una cosa , la voce > carccàssa < indica una macchina
malandata da rottamare e altro, in Gasperina, carcassa è
voce non in uso rispetto al majale ammazzato e spaccato.
Menzògna: nella mente sta la verità, con la parola dice il
contrario.
Menzogneri, mentitori. “ menzognàri e ttulupèri “
Una metà dell’intero; mezzo per giungere, per ottenere.
Metà cafisso = 8 litri di olio . / cahfìsu = 16 litri / .
Bigoncia .
Mira, mirare: pigghjàu ‘a mera e ffìcia cèntru = ha preso la
mira e ha fatto centro .
Che sta bene al suo fisico, è di moda, gli sta bene, intonato.
Merciaio che vende: bottoni, spille, pettini, filo. Aghi, ecc. .
Vedi la voce “ Zzòmbu “ .
Mercoledì
Merdoso, sporco di merda; uomo lercio e lurido con la sua
sporca coscienza .
America > ‘Mèrica < .
Meridionale,del Sud, del Mezzogiorno (meridias) .
Che stai bene tra pari tuoi.
Stare all’ombra durante l’afa .
Meritare .
Mèta: prezzo del grano, del pane,della farina :
calmiere “ fissò la mèta del pane al prezzo che sarebbe
stato il giusto “ ( Manzoni )
Che miete il grano : “Cavagghjùna ‘e gregni “; gregna:
covone.
“Alzaron due tonde mète di spighe “ (G. Pascoli )
Miètere, miètere, sfalcio .
Metro: del falegname, del sarto ; metro,
quarantamilionesima parte del meridiano terrestre; metro del
poeta > mètrica .
Il tempo musicale del metrònomo: strumento a pendolo che
213
Mèza :
Mìcciu :
Mi ‘mpàgghju :
Mi si mangia ccàna :
Mi tarttègnu :
Mìcciu :
Mìcciu :
Mìcranu :
Mìcu :
Micuzzè :
Mignànu :
Mignànu :
Milanèsa :
Mìlitru :
con le sue oscillazioni regolari segna il tempo della musica
per le misure, battute sul pentagramma divise da stanghette
verticali.
Milza .
Asino; stoppino della lumèra; pene .
Mi metto in affari, in soldi, mi copro di qualcosa.
Ho prurito qui .
Mi soffermo, mi fermo, sosto.
Lucignolo della lumiera .
Pene, il pene , il cazzo, organo maschile.
Ugola , l’ùgola del velo velatino di forma conica, molle e
carnosa, separa la bocca dal retrobocca
Domenico .
Vezzeggiativo di Domenico
Ballatoio e scala esterna dormiente sulla strada pubblica.
Mignano, Comune in provincia di Napoli.
Milanese, di Milano, nato a Milano :
Il milanese, se viene a trovarti, bussa con i piedi,
perché ha le mani impegnate di doni. Milan ha il cor
in man ; Milano ha il cuore in mano; chi lascia
Milan, gira le spal al pan .
Misura di capacità superiore al litro.
Dizionario dialettale di Gasperina - Antonio Pisano Mìlla :
Mimmìdhu :
Mina :
Mina:
Mille .
Capezzolo “ mìstricu “, cosa minuta, piccolissima.
Mina, che mena, che picchia .
Arma di polvera da sparo sotterranea, plurale dielettale >
mìni . Durante l’ultima guerra mondiale in Gasperina
esistevano due strade rotabili minate: a Est , sul primo tratto
rettilineo, provinciale per Montauro, sotto gli ortali di
“Mìzzina” ( oggi si nota un muro in pietra a facciavista); in
cima vi stanno le case “ ‘e Peppùzzo da Cona Macrina
Giuseppe ; dei Celìa e di tante altre famiglie .
A Ovest di Gasperina “ , e’ cèrzzi de’ Carùsi, sùpa a ssa’
nGianni “ . Questo perché : Gasperina era a Capo di
mandamento con comando del Carabinieri, Pretura e
Carcere. Al termine della Via Regina Elena “ ‘o garàci “
sulla destra , accostata al muro di cinta e proprio ” ‘o garaci”
, vi era la postazione della mitraglia e la mitraglia coperta di
frasche , con la bocca rivolta verso le mine e Montauro,
214
Minàra :
Minàu :
Mìnchja :
Minchjùna :
Mìngra :
Minìstru :
tutto sotto la provinciale confinante al garage di Raspa
Salvatore; i militari dormivano nei locali terranei di
Salvatore Raspa “ mastru Sarvatùra “ ; era un bunker,
rifuggio sotterraneo con scaletta in cemento per deposito di
armi e di altro ; postazione militare italiana.
Mentre la postazione a Ovest di san Giovanni, era la
tedesca, i militare dormivano nei locali terranei di Carmelo
La Sorte. Dopo i tradimenti e la salita per la rotabile da
Montauro scalo per Montauro di tutti i carri armati ecc. dei
canadesi, sono stati smantellate queste postazioni.
Menare, agitare con forza, menare con forza , menare con le
mani, col bastone, con la scopa, picchiare.
Ha menato, ha usato le mani.
Sesso maschile.
Minchione .
Voglia del neonato svezzato che preso dalla voglia del
sonno, si rende irrequieto perché vuole dormire o che abbia
smesso di dormire per rumori e ama ancora continuare a
dormire. “ mìngra = pìsma “ .
Ministro, chi esercita un dato ministero; ministro di Dio o
del culto; ministro del Governo .
Ministri italiani dopo il Fascismo-PRIMI MINISTRI :
1943 - 2015
Vergogna repubblicana italiana-in 70 anni 62 Governi Badoglio (1°) dal
Badoglio (2°)
Bonomi (1°)
Bonomi (2°)
Parri
De Gasperi (1°)
De Gasperi (2°)
De Gasperi (3°)
De Gasperi (4°)
De Gasperi (5°)
De Gasperi (6°)
De Gasperi (7°)
De Gasperi (8°)
Pella
Fanfani (1°)
Scelba
Segni
(1°)
25-7- 43 al 17-4-44 . ( vedi badogliara)
22- 04- 44 al 18- 06- 44 .
18- 06- 44 al 10- 12- 44 .
12-12- 44 al 19- 06- 45 .
21- 06-45 al 08- 12- 45 .
10- 12- 45 al 01- 07- 46 .
13- 07- 46 al 28- 01- 47 .
02- 02- 47 al 31- 05- 47 .
31- 05- 47 al 23- 05- 48 .
23- 05- 48 al 14- 01- 50 .
27- 01- 50 al 19- 07- 53 .
26- 07- 51 al 07- 07- 53 .
16- 07- 53 al 02- 08- 53 .
17- 08- 53 al 05- 01- 54 .
07- 07- 54 al 30- 05- 54 .
10- 02- 54 al 22- 06- 55 .
07- 07- 55 al 06- 05- 57 .
215
Zoli
Fanfani (1°)
Segni
(2°)
Tambroni
Fanfani (3°)
Fanfani (4°)
Leone (1°)
Moro
(1°)
Moro
(2°)
Moro
(3°)
Leone (2°)
Rumor (1°)
Rumor (2°)
Rumor (3°)
Colombo
Andreotti (1°)
Andreotti (2°)
Rumor (4°)
Rumor (5°)
Moro
(4°)
Moro
(5°)
Andreotti (3°)
Andreotti (4°)
Andreotti (5°)
Cossiga (1°)
Cossiga (2°)
Forlani
Spadolini (1°)
Spadolini (2°)
Fanfani (1°)
Craxi
(1°)
Craxi
(2°)
Fanfani (2°)
Goria
De Mita
Andreotti (6°)
Amato (1°)
Ciampi
Berlusconi (1°)
Dini
Prodi
(1°)
16- 05- 57 al 19- 06- 58 .
01- 07-58 al 26- 06- 59 .
15- 02-59 al 24- 02- 60 .
25- 03- 60 al 19- 07-60 .
26- 07- 60 al 02-02- 62 ( Centro Sinistra ).
22- 02- 62 al 16- 05-63 .
21- 06- 63 al 05- 11-63 .
05- 12- 63 al 26- 06-64 .
22- 07- 64 al 21- 01-66 .
23- 02- 66 al 19- 05-68 .
25- 06- 68 al 19- 11-68 .
12- 12- 68 al 05- 07- 69 .
05- 08- 69 al 07- 02- 70 .
27- 03- 70 al 06- 07- 70 .
06- 08- 70 al 15- 01- 72 .
17- 02- 72 al 26- 02- 72 .
26- 06- 72- al 12- 06- 73 .
07- 07- 73- al 02- 03-74 .
14- 03- 74 al 03- 10- 74 .
23-11- 74 al 07- 01- 76 .
12- 02-76 al 30- 04- 76 .
29- 07-76 al 16- 01- 78 .
11- 03-78 al 31- 01- 79 .
20- 03-79 al 31- 03- 79 .
04- 08-79 al 19- 03- 80 .
04- 04-80 al 28- 09- 80 .
18- 10-80 al 26- 05- 81 .
28- 06- 81 al 07- 08- 82 .
28- 08-82 al 13- 11- 82 .
01- 12-82 al 29- 04- 83 .
04- 08-83 al 27- 06- 86 .
01- 08-86 al 03- 03- 87 .
17- 04-87 al 28- 04- 87 .
28- 07-87 al 11- 03- 88 .
13- 04-88 al 19- 05- 89 .
22- 07-89 al 29- 03- 91 .
28- 06-92 al 28- 04- 93 .
28- 04-93 al 16- 04- 94 .
10- 05-94 al 22- 12- 94 .
17- 01-95 al 11- 01- 96 .
17- 05-96 al 09- 10- 98
(Ammucchiata:Ulivo,Comunisti italiani, Rifondazione
Comunista,Udier,Verdi, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno )
216
D’Alema (2°)
Amato
(2°)
Berlusconi (2°)
Berlusconi (3°)
Prodi
(2°)
Berlusconi (4°)
Monti
Letta
Renzi
Mìniti :
Mìniti :
Mìnna :
Mirò :
Mìsa :
Mìsa :
Misaricòrdia :
Misarrìzza :
Mìsaru
Mìsaru :
Misàta :
Misatàri :
Miscredènta :
Misdèa :
22-12- 99 al 19- 04- 2000 .
25-04-2000 al 11- 06- 2001 .
11-06-2001 al 23- 04- 2005 . ( eletto )
23-04-2005 al 16- 05- 2006 .
16-05-2006 al 08- 05- 2008 .
08-05-2008 al 16- 11- 2011 .
16-11-2011 al
- 2013 . (Non eletto )
- 2013 . (Non eletto )
- 2014 . (Non eletto )
( s.e.o. )
Cammina prendendo per quella strada, giungerai prima.
Dàtti da fare .
Mammella della donna .
Ingorgo linfatico (?) glàndola, che si nota lontano dal posto
ove è sorto un forùncolo e simili.
Ha messo .
Mese di 31 giorni .
Misericordia, profondo sentimento di pietà.
Misirizzi, ( che si deve rizzare, rizzarsi in piedi ):
giocattolo, trastullo infantile in forma di figura di legno
leggiero o di altro materiale, che impiombata alla base,
comunque si getti, non può che restare diritta / terza persona
singolare / rizzarsi in alto .
Hanno messo, hanno ingiunto, hanno imposto le tasse;
hanno messo, affisso il manifesto al muro; hanno messo
mano sul lavoro ; hanno messo, appioppato, l’ingiuria .
Misero, povero.
Mesata, mensile, pagamento alla fine del mese.
Erano le donne con il marito in guerra, ogni mese, presso
l’Ufficio Postale , incassavano il mensile erogato dallo
Stato ma non del re, Vittorio Emanale III , ma da Benito
Mussolini, come il premio in lire ai genitori che davano il
nome ai neonati: Benito, Vittorio, Elena, Margherita, ecc. .
Miscredente, chi non crede nelle cose divine, di fede e
religiose; ateo, eretico, settario.
Manichèo, seguace dell’eretico Manète ( 3° secolo d.C.)
ammetteva due principi creatori del mondo o formatori
del mondo, l’uno buono, l’altro cattivo. Manète, fondatore
della setta dei Manichei, credenti all’esistenza dei due
principi il bene ed il male, in perpetua lotta fra loro.
Misdire, uomo bestemmiatore, che dice male, che
contraddice tutto e tutti.
217
Mìsi ‘e l’annu:
Mìsi :
Misìnguli :
Mìssa :
Jennàru, frevàru, màrzzu, aprila, màju, ggiùgnu, lùgliu,
agùstu, settèmbra, ottòbbra, novèmbra, dicèmbra .
Messi, messi al suo posto, sistemati .
Postille, scuse . “ nda mènta misìnguli ! “ Brighe fastidiose
a parole per imbrogliare, cercar rogna in affari altrui.
Messa, rito domenicale cattolico – cristiano .
( Jàmu alla Mìssa, jàmu vigilanti, duv’è l’amànta nostru,
stàmuni attènti; no’ ‘nghjàmu cu’ ppalòri stravagànti,
si nno’ la Mìssa no’ nni sèrva nènta. La Mìssa ch’èsta
cosa assai ‘mporttànta, èsta ‘a passiòna ‘e Cristu e li
turmènti. L’ànama mia tràsa dhà ìntru, e li penzèri mei
stànnu davanti, e quàndu si lèva lu Càlicia Santu, lu
Pàtra, lu hFìgghju, lu Spìrutu Santu ! )
Filastrocca che mia madre ,Paparo Maria “Cela”
(1895 + 1984 ) , prima di andare a Messa, la diceva a
memoria. ) > A cosa serve l’udir la Messa la domenica e
nei giorni comandati, quando i vostri agi sono stati e lo
sono il frutto di sfruttamento, di ipocrisia, ladronèccio ?)
Mìssa :
Mèssa di requiem , opera di G.Verdi per A. Manzoni.
Missàla :
Messale, libro che contiere le preghiere da recitarsi dal
sacerdote durante la Messa.
Sòcero , padre del matito o della moglie / secerus / .
Mio suocere .
Minimo, il pallino delle bocce.
Scommessa, sfida .
Mistero, arcano, cosa sacra; ciascuna delle verità,
soprannaturali e incomprensibili per la mente umana, che i
fedeli, debbono credere: il mistero della Trinità ; cosa
arcana : i misteri della natura ; cose le cui ragioni si tengono
occulte: i misteri della politica ; i misteri del rosario :
gaudiosi, dolorosi, gloriosi.
Capezzolo della mammella; cosa piccola; cosa minuta di
nessun valore ; oggetto inutile.
Mistura, mescolanza di varie cose, solfato di rame per
irrorare le viti contro la peronospora; unguenti, ecc.
Metà, quantità di una delle due parti. “ hFìciaru a mmità ! “
Località rurale, ortali, dirupo confinante con le case
popolari di Gasperina all’estrema periferia di Via Marconi;
ove vi è il sentiero pubblico che sale per la “ ‘Cona “
comunicante con il portone dei Celìa, ora sbarrato con
Missèra :
Missèramma :
Mìssimu :
Mista :
Mistèru :
Mìstricu :
Mistùra :
Mità :
Mìzzina :
218
Mo :
Mobìlia :
Mo mò :
Mòccu :
Moccùsu :
Mòda :
Modèstu :
Modèstu :
Mòdha :
Modhàma :
Modhìca :
Modhicàta :
Modhìchi :
Modhicùna :
Mòdhu :
Mòdu :
Mòla :
Mòla :
Mòlla :
Mòlla :
Mollàra :
Mollìja :
Mòlussu :
Monàrchicu :
Morbbidèzza :
Morìa :
Morìmma do’ frìddu:
Morìmu :
Morìra :
Morìra :
Morìu :
Morìrunu :
Morìru :
grande cancello ; dirupo che scende sulla strada provinciale
per Montauro / durante la seconda guerra mondiale, vi erano
sotterrate 6 mine ove oggi si nota un muro secco di pietre. /
Mo, ora, adesso “ Mo vègnu, aspètta ‘nu minùtu ! “
Ora vengo, aspetta un minuto !
Mobilia, arredamento per la casa.
Mo, ora: or ora è venuto, all’istante, ma è andato via !
Moccio, escremento che esce dal naso, mucco, muco.
Moccioso .
Mòda.
Modesto, che ha modestia .
Modesto, nome proprio di persona.
Molle, tenuta in acqua; pastella con acqua e farina.
Parti molli, interiora degli animali macellati .
Mollìca, briciola di pane ; midolla, parte interna del pane.
Mollicata di pane grattato.
Molliche di pane ; “ t’ ‘i cogghìsti tutti ‘i modhìchi ! “
Ovvero: la tua stirpe è tutta in te .
Impasto in bocca di mollica e altro.
Mollo, non duro o solido, tenuto in acqua, umido.
Modo, maniera .
Mòla, macina da mulino, da frantoio; ruota di pietra arenaria
per arrotare coltelli e simili.
Molare, dente.
Molla, lama sottile di acciaio o di altro metallo molto
pieghevole, che, lasciata libera, ritorna nella sua prima
posizione: cilindrica o tensione; conica o compressione; a
nastro elicoidale; a balestra .
Mòlla , lascia, lascia andare .
Mollare, lasciare andare, mollare .
Si lascia andare piano piano .
Pietra molle facile a rompersi , a screpolarsi.
Monarchia, del partito monarchico .
Morbidezza, qualità di ciò che è morbido, delicatezza.
Morìva, da morire; grande mortalità per contagio;pestilenza.
Abbiamo sofferto, come morti, pel grande freddo .
Moriremo.
Morire.
Morire .
Da morire, è morto.
Morirono.
Sono morti .
219
Morttàru :
Mòrttu :
Morttu :
Mòrtti :
Morvvìdha :
Morzzarèdha :
Mòrzza :
Morzzèdhu :
Mòrzzu :
Moticàra :
Mòtichi :
Motòra :
Movìra :
Movìru :
Movitàri :
Movitàru :
Mòviti :
( NEI VOCABOLI DIALETTALI SEGUENTI, si nota il
raddoppiamento sintattico della T – t – per sottolineare la
pronuncia locale di Gasperina, dura e forte . )
Mortaio col pistello “ morttàru e ppistùna “ .
Morto : defunto; palo morto di legno per staccionata e siepe;
“ e caddi come corpo morto cade. “ (Dante. 1 5 142 )
Morto: quando moriva un vicino di casa, i vicini portavano
ai parenti del morto, ‘U CUNZULU = cùnzulu ; vivanda a
base di brodo con pastina o altro, per CONSOLARE /
cùnzulu/ gli stretti parenti del morto, perché il focolare
rimaneva spento per 8 giorni di lutto. Tradizione scomparsa
nel nostro tempo della > “ nutella “ . Il rito della messa,
veniva celebrato il mattino appresso, i parenti tutti si
recavano in chiesa, in testa al piccolo corteo, un ragazzo
portava un braciere acceso perché serviva al sacerdote
per accendere con le bracia il turibolo /incensiere/ al
centro della navata centrale > ‘a castedhàna < , parato
di angeli e altro .
Morti , defunti.
Ma Gesù gli disse :
“ Lascia i morti seppellire i loro morti “ (Matteo:8, 22 )
Càccola, mòccio secco del naso .
Pezzettini di pane o di altro ridotti a pezzetti .
Morsa, strumento di legno o di ferro a tanaglia con una vite
per allargarlo o stringerlo per tenere fermo il lavoro,attrezzo
usato da fabbri e falegnami .
Prima colazione fatta con caffè o altro; morsello /da morso /
boccone, pezzeto; specialità catanzarese composto da
interiora di bestia vaccina : rognoni, trippa, coratella, ecc. al
peperoncino piccante e salsa di pomodoro.
Pezzetto di pane , spizzico, un poco alla volta; può essere
avverbio di tempo: “ ‘n’àtru mòrzzu , poi vègnu ! “
Ancora un minuto, poi vengo ! > mòrzzu > pezzetto ,spazio.
Allontanare, muovere, spostare; rimuovere, muoversi .
Muovi, sposti, ti muovi, ti sposti .
Motore .
Muovere, muovere con le mani; spostare un oggetto.
Hanno mosso, spostarono come la pedina nel gioco della
Dama; hanno mosso la sedia, il mobile, la scrivania.
Bambini giocherelloni che tutto toccano .
Persona che non sta ferma; bambino che tutto muove come
trastullo.
Muoviti, datti da fare, sbrigati.
220
Mucatèdhu :
Mùca :
Mucàtu:
Mùciudu :
Mùffa :
Mugghjèra :
Mugghièramma :
Mugghièratta :
Mugugnàra :
Mugùgnu :
Mulinàru :
Mulinèdhi :
Mulinèdhu :
Mùlu :
Mùlu:
Mundàra :
Mundàti :
Mundizzàru :
Mundìzzi :
Mùngia :
Mungìra :
Mungìra :
Mungipèdhu :
Mungìru :
Mungìstavu :
Mungìsti :
Mungìtavi :
Mungiùta :
Mungiùta :
Mùnta :
Località rurale in agro di Gasperina.
Alimento ammuffito, mucido, che fa la muffa.
Pane o altri alimento vecchio già stantio.
Uomo lento sul lavoro, che si muove con lentezza.
Muffa.
Mogliera, moglie .
Mia moglie.
Tua moglie.
Mugugnare, brontolare, lamentarsi.
Mugugno, lamento.
Mulinaro, mugnaio .
4 Mulini ad acqua lungo la mulattiera in Gasperina che
porta alla marina per comunale di Brìsi = Vrìsi .
Arcolaio fatto da 16 e più bacchette di legno intorno a cui si
colloca la matassa girando sullo stile dove è imperniato, la
dipana e la massaia forma il gomitolo.
Mulo. Mulo: figlio di NN.In Gasperina vi sono tanti NN
qualcuno ha avuto il Don .
Mulo, nato da un asino e da una cavalla. Figlio di nessuno.
Mondare, togliere la buccia .
Mondati, sbucciati, tolta la buccia.
Luogo ove vengono scaricati i rifiuti, immondezzaio.
Rifiuti di solidi urbani.
Tu mùngi , mùngi=mùngia, io mùngo, da mùngere.
Mùngere: le capre,le mucche, le pecore.
Spremere un frutto, arancia,limone, uva.
Mongibèllo /Etna / vulcano siciliano alto metri 3279.
Eruzioni : 1603-1609-1634-1640-1646- 1689-1694-17021780-1787-1802-1809-1838-1842-1886-1892-1896-1923.
I Pagani finsero di esservi la fucina di Vulcano: i Ciclopi,
che fabbricavano fulmini a Giove.
Imprecazione bonaria verso un bambino per qualche
marachella o scaramuccia . La mamma diceva :
Ihìi, scustumàtu ! Chìmmu ti pìgghja ‘u Mungipèdhu !
Hanno munto, da mungere, mùnsero.
Mungeste: arancia, limore, uva.
Hai munto, hai spremuto.
Stringetevi per darmi e farmi posto.
Donna molto timida e di pochissima parola .
Spremuta, uva già torchiata; arancia spremuta .
Rione pianeggiante in Gasperina, ultimo tratto di Via De
Gasperi ( già Via R.Margherita) vi era la fontana pubblica;
rione che saliva per i campi, detta anche “ Vasìa “ , ora zona
221
Mùnta :
Mùnta :
Mùnta :
Muntapaùni :
Muntaponìsi :
Mùnti :
Muntùna :
Muntùra :
Munzèdhu:
Mùra :
Mùra :
Mùrga - mùrghi :
Mùrga :
Murggiùna :
Murinèdhi :
Mùrra :
Mùrra :
Murràta :
Murrìti :
Murritùsu :
abitata con Ufficio Postale, Caserma Carabinieri e sale
ancora il colle per la Via Aldo Moro, un tempo uliveti .
(Mùnta cu’ mmùnta no’ ss’ affrùnta, frùnta cu’ ffrùnta
s’affrùnta ! : monte con altro monte non si incontrano,
ma fronte con altra fronte di persona, prima o poi
s’ incontrano… )
Monte . “ vàssciati mùnta c’ ‘o tèmpu vìnna ! “
Abbassati monte che il tempo è giunto, è maturato.
Frase riferita a chi si credeva essere alto, potente, forte,
ma poi si è ridotto a zero nella bara .
Voglia sessuale .
Monte, rione di Gasperina (ultimo tratto dell’odierna via De
Gasperi, già via Regina Margherita )
Montepaone, Comune in provincia di Catanzaro.
Montaponesi, cittadini di Montapaone.
Monti, montagne.
Montone, maschio della pecora, ariete.
Montura, uniforme .
Macìa , monzicchio, monziglio ,mucchio, come legna,
terra ,carbone.
Monzicchio, mucchio di checchessia, mucchio di pietre ecc.
Muri, plurale di muro , mùra .
Frutti del gelso nere o bianche > mùra ‘e cèzu < ; mùra ‘e
ruvèttu, mora di rovo.
Morchia dell’olio, > amùrca .
Morchia dell’olio che nel frantoio viene incanalata
nell’inferno, in dialetto “ Catrìculu “.
Uomo insensibile, cafone, scemo.
Dolce di farina, mosto cotto (sàpa = vinu còttu) lunghi 6-8
cm. fritti in olio abbondante che si sfarinano in bocca.
Morra, antichissimo gioco d’azzardo italiano che si gioca
con le dita della mano: due persone abbassano
contemporaneamente il pugno destro distendendo
velocemente le dita e gridando un numero tra 2 e il dieci; se
il numero gridato corrispondende alla somma delle dita
distese ( il pugno chiuso vale uno) si segna un punto a
favore di chi abbia indovinato . Questo giuoco è proibito
dalle leggi dei giuochi d’azzardo . Giuoco diffuso in Cina.
Tanta gente insieme, folla , massa di popolo.
Tanta gente insieme .
Moine dei bambini che fingono di piangere per ottenere
qualcosa, rifiutando o accettando la cosa.
Bambino che fa il broncio, moìne ; hfàcia murrìti .
222
Murzzionàta :
Mùsca :
Mùsca cèca :
Mùsca ciuccìna :
Muscarèdhi :
Muscatèdha :
Muscatedhùna :
Muscatèdhu :
Mùsca zzezzè :
Muscàtu :
Mùscj ! mùscj !!
Mùsscj :
Mùsscju :
Mùscula :
Mùsculi :
Emulsionata, emulsione, ; sistema costituito da due liquidi
non miscibili tra di loro, uno dei quali è distribuito nell’altro
sotto forma di minutissime gocce sospese, il latte è una
emulsione. Si dava ai bambini
Mùsca,Mosca, insetto fornito di proboscide a ventosa
(musca domestica )
E’ irato, > òja hàva ‘a mùsca comu ‘u cavàdhu !
Mosca cieca > gioco infantile: uno bendato agli occhi
doveva cercare l’altro o gli altri, se toccati e indovinare i
nomi, era una sua vittoria. Mosca cieca, altro giuoco > ( Il
braccio sinistro alzato a manico d’ombrello, mano aperta sul
lato a sinistra parietale per nascondere la vista, avambraccio
e mano destra aperta dietro l’ òmero a sinistra; uno della
squadra, dà nella mao aperta un ceffone e tutti gli altri
intorno alzano l’ndice della mao destra, come dire : sono
stato io e che fra i tanti deve indovinare chi è stato a dare il
ceffone, se non individuato dovrà riprendere la stessa
posizione, se indovinato, questi prenderà il suo posto )
Mosca asinina o cavallina, ippobosca, alata con zampe alte.
Moscerini fatti dalla vinaccia, resti dell’uva torchiata /
vinaccioli/ buccia dell’àcino e vinaiuoli ammassati / nòzzulu
/ ; insetto alato, invisibile e silenzioso, che punge succhia e
va . (mangia, succhia e tace: (pappatàci ).
Razza di una bianca un po’ dura .
Uva zibibbo .
Uva con acini grossi come il zibibbo, zibibbo.
Mosca tse tse , glossina; mosca temibile.
Moscato , moscatello , vino ; vino di lusso con aroma
caratteristico di muschio.
Voce, carezze, fatta al gattino, o chiamare il gattino.
Flaccidi,
mòsci . Mùssci, con doppia > ss < .
Floscio, moscio . invalido di un braccio “Hàva ‘nu vràzzu
mùsscju ! “ ; flaccido .
La parte bassa del fuso di legno diritto e tornito, corpacciuto
al centro, qui il fusaiòlo = harttìcchiu
viene fermato
per far tenere a piombo il fuso ancora vuoto.
Muscoli del corpo umano ed animali .
(Se ti venisse in mente di scrivere in dialetto, ricorda sempre
le doppie consonanti e gli accenti tònici).
Muscùna :
Moscone, simile alla mosca, che fa grande ronzio, è molto
sonoro .
223
Musèu :
Musica :
Musicànta :
Musicista :
Musulìnu :
Mussalòra :
Mùssari :
Mùsscja :
Mussìdhu :
Mussulìnu :
Museo, raccolta di cose interessanti oer eccellenza d’ arte,
per antichità ecc. .
Musica : armonia, arte dei suoni,lingua musicale, melica,
melodia, musicaccia, musichetta, solfa. Segni musicali :
rigo musicale(5 linee e 4 spazi ); Chiavi : di sol (violino); di
do (soprano) ; do (mezzosoprano) ; do (contralto) ; do
(tenore) ; fa (basso) . Figure : breve, semibreve, valore 4/4;
minima, 2/4; semiminima, ¼; croma, 1/8; semicroma, 1/16;
biscroma, 1/32 ; semibiscroma; 1/64 . Per formare l’unità
intera in uso, la semibreve di 4/4, occorrono le frazioni dei
denominatori sopra indicate.
Alterazioni: diesis, bemolle, doppio diesis, doppio bemolle ,
bequadro, ritornello. Legature : di valore e di portamento.
Abbellimenti:acciaccatura,appoggiatura,gruppetto,mordente
e trillo. Strumenti : legni ad ancia, ottoni, percussione
( batteria ), triangolo, campane, tam tam .
Musicante, professionista capace di suonare uno strumento e
leggere lo spartito musicale /che musica-canta con lo
strumento .
Musicista: maestro compositore di musica.
Musulìnu, Giuseppe Musolìno, calabrese, definito brigante,
ma non lo è stato. Vendicò la sua innocenza scappando dal
carcere, uccidendo tutti i testimoni falsi in un suo processo.
Museruola /da muso / arnese fatto a strisce di cuoio o con
altra materia, che serve a serrare il muso ai cani, e altrimenti
perché non mordano, ai cavalli quando vengono ferrati, la
mordacchia .
Cognome estinto in Gasperina, abitava a’ > cruciadavia < .
Flaccida, moscia .
Ficodindia non maturo, con grinze e rughe al suo muso.
Mussulìnu : dizione locale in Gasperina dei vecchi locali
in quel tempo. Mussolini Benito ( 1883 –1945 ) fondatore
dei Fasci di Comabattimento in Milano nel 1919 . Primo
Ministro, Presidente del Consiglio sino al 1926 , Governo
di coalizione . Duce del fascismo, condottiero. (
Mussolini: Legge Agraria 7 dicembre 1928 bonifica
integrale in Italia . 1926 Edificio Scolastico in Gasperina
e in tutti i Comuni d’Italia ; 1926 Luce Elettrica in
Gasperina ; 1928 Carta del Lavoro ; 1931 primo
Acquedotto con 10 fontane pubbliche in Gasperina ;
Carta di Identità ; 1933 IRI (Istituto Ricostruzione
Industriale ; 1933 Strada Statale 106 Reggio Calabria
224
Mùssu /a / :
Mùssu :
Mussùtu :
Mustachedhùna :
Mustàrdda :
Mustazzòla :
Mùstra :
Mùta :
Mùta :
Mutanti :
Mutàra :
Mùtu :
Muzzàra :
Muzzàra :
Muzzarèdha :
Muzzàta :
Muzzàta :
Muzzatùra :
Muzzètta :
Muzzarèdha :
Mùzzica :
Mùzzica-cùlu :
Muzzicàra :
Muzzicàtu :
Taranto ; 1934 INAM –INPS ; 1935 Libretto del Lavoro
etc. etc. etc )
Muso, labbra e bocca ; grugno.
Mùsso, cognome estinto in Gasperina : coniugi > FulginitiMùsso , abitavano in via Trento .
Con labbra grosse e sporgenti .
Zibibbo, uva pregiata .
Mostarda, da mosto, salsa fatta son senape, farina, aceto,,
mosto e simili, e talvolta con aggiunta di frutta candite.
Sàpa.
Mostacciolo, dolce a base di sapa ( mosto cotto – vìnu còttu)
con poca farina, mandorle, uva sultanina, fichi secchi, ecc. :
secondo gli usi e tradizioni locali .
Mostra, fa mostra ,rivolta di panno che si fa nel vestito.
Muta /da mutare /, il mutare // muta del vino, travasatura.
Muta, donna priva di voce:
“ ‘A hfìgghja muta ‘a mamma ‘a capìsscia ! “ =
La figlia muta, la sua mamma la capisce !
Mutande .
Mutare, cambiare ; mutare con altra cosa simile.
Mutàtis mutàndis / fatte le debite varianti //
mutate le cose che devono essere mutate .
Muto.
Muzzare, mutilare, tagliare con un colpo forte e secco una
parte del tutto; mozzare le gambe. Impedire il respiro ;
mozzare il fiato, il respiro ; e figur . un discorso .
Mozzare, potare i rami.
Mozzarella, cacio fresco non fermentato , di forma per lo
più rotonda ; provola
Potata, troncata, recisa .
Comperare a colpo una partita di merce; offrire una cifra .
Mozzatura, il mozzare, la parte portata via mozzando.
Mozzètta, piccolo mantello di seta con cappuccio, portato
dagli ecclesiastici, cardinali, vescovi, canonici ecc.
Mozzarella, cacio fresco non fermentato, forma rotonda.
Morde, pinza , punge come l’ape .
Forbicina, insetto lungo un 10 cm. , con due setole dure e
curve a forma di pinza sull’addoma . “ Muzzicacùlu “ .
Forficula auricularia ; vive sotto le cortecce; Forbicchia,
Farvecchia . ( mùzzica, muzzicàra, muzzicàu : le api, le
zanzare ecc. usano il pinzare )
Pinzare, morsicare.
Morsicato , pinzato, punto .
225
Muzzicàta :
Muzzàtu :
Muzzicùna :
Muzzùna :
Mùzzu :
Muzzètta :
Muzzicùna :
Azione che si fa col pollice e l’indice stringendo un corpo
sensibile; puntura, morso della tarantola, pappatàci, zanzara,
mosca, pulce, scorpione ; morsicone .
Potato, troncato, sfrondato.
Morsicata con i denti o con il pollice e indice della mano;
puntura da insetto .
Mozzicone di sigaretta, cìcca .
Da mozzare, potare, io poto la pianta .
Mozzetta, piccolo mantello di seta con cappuccio, portato
dagli ecclesiastici, vescovi, canonici, ecc . .
Morso, da morsicatura.
“ Nessùnu ti dìcia làvati, mu si’ cchjù bèllu ‘e mia ! “
Nessuno ti dice: làvati ! per apparire più bello di me !
N
Nabùccu :
Nàca :
Nàca :
Nàca-nàca :
Nacàtuli :
Nàccari :
Nàhjja :
Nabùcco, opera lirica di Giuseppe Verdi . Nàbuc .
Portantina, letto funebre del Cristo morto il Venerdi santo;
portantina che dai tempi più remoti: imperatori, re, regine
venivano portati a spalla da quattro sudditi; portantina che
portandola in processione e solito che barcolla per Il fondo
stradale o perché i quattro portantini non uguali di statura
fanno barcollare il cataletto di qui e di là. Lettiga romana.
Natica, movimento delle natiche, ancheggiare .
Che barcolla,movendo con le natiche; dente cariato, cadente
e dondolante che va a destra e sinistra .
“ Cummàra, hàju ‘nu dènta chi mmi vàcia nàca-nàca ! “
Chiacchiere, dolce di carnevale, costituito da striscioline di
pasta fritte e spolverate di zucchero, altrove: frappè, cenci,
crostoli .
Il “glottologo” gasperinese certo G.Celia, ha scritto,
stampato e venduto Per “ nacàtuli : “ ‘i pìtti cu’ ‘a nìpita “
Nacchera: voce di origine curda. Bossolo a forma di
conchiglia, ciascuno dei pezzi di avorio che, interposti tra le
dita della mano e movendo questa in modo che i due
pezzi urtino l’uno contro l’altro , producono un suono col
quale s’accompagnano in cadenza certi balli di origine araba
o spagnola. Nella Carmen > di Giorgio Bizèt ,musicista
francese (1838+1875), nella danza di odono questi suoni.
“ Frògia “ narice del naso: Nà- hjja , la desinenza > hajja <
ha suono soffiante, palatale con labbra aperte, suono unico.
226
Nànna :
Nànnu :
Nàsscita :
Nàtaca :
Natàla :
Natàra :
Natica :
Natura :
Naturàla :
Nàtu :
Nàtu :
Navata :
Navètta :
nChjèmu :
nchjìmàra :
ndè :
ndiànu :
ndiànu cazzùna :
ndròngalu :
nDùccu :
Nàbuccu :
Ava, nonna paterna o materna . ( nànnu, nonno; paterno o
materno ) Un vostro “gasperinese” , ha scritto,stampato e
venduto:Nanna:sf.- ninna nanna// hara a nanna,fare la ninna
nanna .Sin dalla sua nascita in casa sua parlavano e
cantavano la ninna nanna ?
(ma la frase che ha scritto in dialetto: “ hara a nanna “ ,
si scrive e si scriverà : hfàra ‘a nànna = fare la nànna )
Avo, nonno materno o paterno. Pàtra do’ pàtra.
Nascita, natalità, natività .Dio disse : “ Crescete e
moltiplicatevi “( Gènesi : 1, 28 )
“ Quando le culle diventeranno vuote, la nostra società è
in decadenza ! “ profezia di (Benito Mussolini )
Natica .
Natàle : nascita di Gesù 25 dicèmbre .
Natàla cu’ i toi, Pasqua cu’ cchu voi .
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi .
Natale: la festa di Natale venne istituita nel 138 dal
vescovo Telesforo. Nei primi secoli, si celebrava in tempi
diversi, causa la disparità delle opinioni, il giorno della
nascita di Gesù Cristo. Fu il papa Liberio, primo, nel
357, lo celebrò il 25 dicembre.
Nuotare .
Natica .
Natura, > ‘a natura < la natùra, la vagina, organo naturale
da dove la donna partorisce nuova vita per la procreazione.
Naturale.
Nàto.
Che nuoto .
Navata : la Chiesa di Gasperina ha tre navate, una centrale e
due laterali a crociera , rette da dodici colonne ottagone di
grandi blocchi di pietra lavorata.
Navetta romana del telaio con la cannetta col filo .
Vedi la voce > nDùccu < .
‘Nchjimàra, imbastire, imbastire con filo e ago due stoffe .
D -Di – quarta lettera dell’alfabeto : a- mbè – ccè – ndè .
Granturco, granoturco, mais .
Mais alto per foraggio, persona molto alta e stupida.
Portare a pentola, l’avversario vincitore della lìppa sulle
spalle. Ndrògalu, è il perditore che sta sotto. Persona scema.
Ingenuo, cretino, scemo, si è fatto ingannare .
Nabucco, opera lirica di Giuseppe Verdi,; Coro del
Nabucco: gli ebrei piangono la loro patria perduta . ( Vedi
all’indice dei nomi citati : Verdi, tutte le sue Opere liriche).
227
Né dèzza nènta :
Né, negazione; non gli ho dato niènte , non gli ha dato
niente.
Né òja e nnè ddomàna: Né oggi e né domani.
Né òja né mmài :
Nè oggi nè mai .
Nèngastu :
Frutto nè crudo né maturo.
Negghjùsu :
Annebbiato, cielo adombrato.
Nellètti :
Vedi la voce > Anellètti – ‘nellètti - .
Nemmènu :
Nemmèno, neanche / avverbio./
Nènta :
Niente .
Nepùta :
Nipote .
Nepùtamma :
Mio nipote .
Nepùttata :
Tuo nipote .
Neputèdha :
Nipote, femminuccia.
Neputèdhu :
Nipote ancora bambino.
Nervatura :
Nervatura, complesso dei nervi ; le parti di tutte le parti di
una foglia.
Nèrvi :
Nervi , causare irritabilità e malumore.
Nèrvu :
Nervo , frustino fatto di nervi e pelli disseccati.
Nervvùsu :
Nervoso, irascibile.
Nèsscia :
Esce , va fuori; il cielo torna soleggiato .
Nesscìa :
Da nascere. Veniva al mondo. Il seme germogliato veniva,
usciva fuori dalla terra per salutare il sole.
Nèssci :
Esci, uscire . Tu nèssci ? – Tu èsci ?
Nèssci :
Nèsci, trasi e nnèssci, fingere di sapere e non sapere, fare il
finto tonto.
Nesscìmma :
Siamo usciti ; siamo nati, venuti al mondo.
Nesscìra :
venire al mondo , uscire di casa, uscire,scappare dal paese.
Èsodo: uscita. Il secondo libro della Bibbia, nel quale si
narra l’uscita degli Ebrei dall’Egitto. Uscita o partenza
di cose o di persone in gran numero.
(Oggi nel 2012 si ode e si legge la parola. “Esodati o
Esodiati”. Se tale barbaro vocabolo viene da> Esodo <
vorrei e voremmo sapere se questi operai difesi da
questa nuova “grammatica”,cosa voglio dire : gli
operai,sono andati via loro dalle fabbriche, o sono stati
cacciati dalle fabbriche dai loro datori di lavoro ? )
Questo vorrei e vorremmo che ci venisse spiegato
da questi “sindacalisti “ ; io scrivente sono ignorante.
Nesscìru :
Sono usciti , sono nati.
Nesscìstavu :
Siete nati - usciti poveri e tali morirete; siete nato ricchi e
tali morirete .
Nesscìsti :
Sei uscito, sei nato ; sei uscito dal bar.
Nesscitìnda :
Esci, fattene fuori,
228
Nesscitivìnda :
Nèssciu :
Nesscìu :
Nespulàru :
Nèspula :
Nèsscia :
Nesscìra :
Nèssciu :
Nesscìu :
Nevrastènicu :
Nèu :
Ngè :
Ngòrddu :
Nìcallu :
Nìcchja :
Nicòla :
Ni còla :
Nìgra :
Nìgra :
Nigredhùna :
Nigruhfùmu :
Nìgru :
Ngonàgghja :
‘Nimàla :
‘Nimèdha :
‘Nìmulu :
Nìnna :
Nìnna :
Nìpita :
Nìva :
Andatevene via .
Esco, vengo fuori .
E’ uscito . E’ uscito il tempo dopo la pioggia, si è
rasserenato; è uscito il numero giocato al Lotto.
Pianta della nespola, originaria della Germania.
Nespola, frutto del nespolo.
Che esce di casa ; il tempo sta migliorando, schiarita.
Uscire .
Esco, vado fuori .
è uscito per fare la spesa; è nato, è venuto al mondo.
Nevrastenico, malato da nevrastenia.
Neo, piccola macchia , per lo più rotonda e nericcia , che
nasce naturalmente sulla pelle.
Chu hàva ‘nu nèu e nno’ ssu vìda, hàva ‘na simpatia chi
nno’ ss’ ‘a crìda “ > Chi ha un neo in un posto che non
lo si può vedere, ha tanta simpatia che non si crede !
G – gi , settima lettera dell’alfabeto .
Ingordo, vorace in sommo grado nel magiare e bere.
Nichel , moneta di 4 soldi , metallo.
Nicchia .
Nicòla, nome proprio.
Ci fa bene: cibo, medicina, ecc. .
Nera, di pelle nera , negra.
Nera, uva nera ; di color nero .
Vedi la voce > Grìcu nìgru / vitigno greco / .
Nero fumo.
Nero, di colore nero, negro.
Lato posteriore del ginocchio ove c’è il nervo plantere,
poplite , limitata da cordoni tendinei laterali.
Animale, bestia .
Animella di osso: bottone per camicia,giacca e pataloni
Arcolaio . Vedi la voce . Animulèdhu .
Nenia, ninnananna :
E bbèni sònnu, e bbèni pigghjatìlu, ‘nu paru d’uri e ppoi
votatimìlu, oh oh !
Santu Nicòla de cca passàu, de tìa tantu nda dumandàu !
Diminutivo di Marianna .
Nèpeta. Pianta che fa le spigle con semi piccolissimi .
“ pìtta cu’ ‘a nìpita “ . dolce a forma di mezzaluna ripieno
sigillato il suo arco con lo stampo di una chiave.
Neve : “ pùdhura “ > biòscia < neve molle, caduta di
fresco che si scioglie subito .
Nìva cu’ vinucòttu : neve con il mosto cotto > SAPA .
229
Nìva :
Nivèra :
Nivicàta :
Nivicàu :
No :
Nnòcca :
Notàru :
Nottata :
Nòva :
Nòva :
Novacèntu :
Novanta :
Novèmbra :
Nòvu ‘e zèzza:
Nòzzula /i-u-/ :
Nòzzulu :
Nucàra :
‘Nucènta :
‘Nucènzu :
‘A nìva ‘e Marzzu, è ccomu ‘a donna ‘mpalàzzu, dura
poco, si scioglie presto.
A’ squagghjàta da’ nìva cumpàranu ‘i strùnzi !
/ A neve squagliata si fanno notare gli stronzi ! /
Deposito ove si immagazzina la neve sopra foglie di quercia
e paglia, coperta di foglie e di paglia, luogo buio, asciutto
privo di finestra; nivèra, luogo freddoso.
Nevicata, caduta di molta neve.
E’ nevicato .
Vedi alla voce Sì .
Fiocco /floccus/ nodo, legatura di un nastro con doppia
cappia;fiocco che si fa al collo del grembiule degli scolari :
azzurro per i maschietti, rosa per le femminucce; nnòcca,
nodo che si fa alle scarpe con le stringhe.
Notaio, notaro .
Nottata, dalla sera al mattino.
Nuova .
Nuòva, novità : Sant’Andrìa porttàu la nòva, cha lu 6 è
dde Nicòla, cha lu tredici è dde Lucìa, ‘u vinticìncu do’
Missìa .
Novecento = 900 /arabo/ = CM / romano/ > nove volte
cento.
Novanta = 90 numero arabo; XC numero romano .
Novembre , undicesimo mese dell’anno gregoriano, istituito
da papa Gregorio XIII ; nono mese del calendario giuliano
istituito, da Giulio Cesare , in quel tempo l’anno iniziava a
marzo , quindi: da marzo a novembre si contano nove mesi.
Nuovo di zècca, mai usato. / Dolce stil novo. / Designazione
critica, desunta da alcuni versi di Dante (Purgatorio XXIV49-62 ) .
Nòccioli, la parte interna dura e legnosa di certi frutti come
nella prugna, nella pesca, nella nespola, nella uliva, negli
acini dell’uva /vinaccioli / .
Sànsa / sànza/, ciò che rimane delle olive frantumate e
pressate.
Pianta del noce .
Innocente, bianco, casto, puro come un bambino.
Strage degli innocenti : Strage dei nati maschi :
Sacra Bibbia , Esodo. nascita di Mosè , capitolo 2 ;
Strage degli innocenti, nascita di Gesù Cristo: Vangelo
di Matteo , capitolo 2 .
Innocènzo (Santo) . Protettore di Gasperina;
di lui abbiamo poche o niente notizie; Martire tra altri
230
Nùci do’ còdhu:
Nùcia :
Nucìdha :
Nùda :
Nùdaru :
Nùdara :
Nùdari :
Nùdhu :
Nùdi :
Nùduru :
Nùdu :
10 martiri Santi, troviamo il suo nome nella vita di San
Lorenzo , martire sotto Valeriano ( +258 ) il 10 Agosto.
Il sacerdote, don Raffaele Procopio, gasperinese, stampò
in Napoli (1840) i panegirici relativi al Santo. Copia
dell’Edizione viene conservata in casa di Antonio Pisano
in Gasperina. ( Un tempo chi si univa in matrimonio, il
rito si celebrava sul primo altare a destra dedicato al
Santo Patrono ) “ Ihi ! chìssu, mo ‘a pòrtta a Ssàntu
‘Nucenzu ! “ = Questo che pretende a sposa Maria, non
condurrà Maria all’altare di Sant’ Innocenzo !
La festa ricorre il 6 Agosto. Si festeggiava anche il 5
febbraio per aver protetto Gasperina dal terremoto del
5. 2.1783. Ma le tradizioni religiose, quasi sono
scomparse, nel mentre la… pancia forma l’ EPA .
Il nome di Innocenzo, si legge nella vita di san Lorenzo,
diacono e martire romano del secolo III . San Sisto papa
gli commise la cura dei tesori della Chiesa; avendo
ricusato di consegnare il tesoro all’imperatore
Valeriano, fu battuto con verghe e fatto morire in una
graticola sopra carboni ardenti (258).Gli Atti che vanno
sotto il suo nome sono apocrifi.
Innocenzo: 13 sono i papi con questo nome. Ma
l’Innocenzo, patrono di Gasperina non compare nella
letteratura ecclesiastica.Sisto, nome di 5 papi:Sisto II,
ateniese, succedette nel 257 a Stefano; subì il martirio
sotto Valeriano (258 ). L’Innocenzo patrono di
Gasperina,molto giovane, sarà stato ucciso unitamente
ad altri martiri il 10 agosto martirio di san Lorenzo.
Vertebre cervicali .
Noce con due valve e all’nterno 4 gherigli da mangiare.
Nocella .
Nuda .
Nodo : a piede di pollo semplice, a piede di pollo doppio a
corona, impiombatura, gossa impiombata, semplice , di
Savoia, piano ; della cravatta, della stringa per le scarpe, al
fazzoletto per ricordare qualcosa .
Nodi .
Nodi .
Nessuno. La desinenza >dhu < , ha suono aspro, ronzante,
dentale, labbra socchiuse . Nu- dhu .
Nudi .
Nodo . Vedi > nùdaru < .
Nudo .
231
Nui-àtri :
Nùi :
‘Nu :
Nùnnu-nùnnu :
Noi altri ; nuàtri . La desinenza > àtri, ha pronuncia
dentale, direi, come il 2 inglese , two .
Noi, pronome .
Un , uno . ‘Nu mòrzzu ; ‘nu pèzzu, ‘n ‘ hòmu.
/ un pezzetto; un pezzo; un uomo . /
Passo di canna vuoto, si taglia da un lato, dal lato
opposto e sotto il nodo. con coltello tagliente, si taglia
alla distanza di uno o due centimetri la parte legnosa
rispettando e riservando intatto il sottostante velo
interno della canna, portando alla bocca il velo ed
emettendo poca aria, si ode un suono sonoro ronzante .
“ òja pe’ òja, domàna pe’ ddomàna !
/ oggi per oggi, domani per domani ! /
Campare e consumare tutto in giornata .
O
Òbblicu :
Obblìcu :
Obbligàtu :
Òbu :
Oh, lovè ! :
Ocarìna :
Oh mbè ! :
Occhjàli :
Òcchju :
Òcchju d’àcqua :
Òcchju ‘e hfàva :
Òcchju màlu :
Òcchju paùna :
Obbligo, obbligazione, carico, dovere.
Obbligo; inclinato dalla perpendicolare, sghembo .
“ non tiro più le rime sghèmbe “ (D’Annunzio )
Tutti i tetti sono obbliqui .
Obbligato .
Òboe : strumento musicale dei legni con doppia ancia
leggermente conico sfasato all’estremità inferiore.
Esclamazione di curiosità : è possibile ? mai visto !
Oh (pronuncia òh ! ) usato per esprimere, gioia,piacere,
meraviglia, dolore o sdegno : oh, bene ! ; oh, che stranezza !
Lovè ! : guarda là ! ; guarda là che novità ! .
Si può dire anche : oh , lovì !
Ocarina, strumento musicale a fiato di terracotta, zufolo.
Esclamazione avversativa, vedi cosa fa ?
Occhiali, lente per la vista .
Occhio, occhi .
Pioggia improvvisa col cielo soleggiato . Vìdhi vìdhi, che
piove e non piove dal cielo.
L’occhio della fava, ilo .
Malocchio; vedi malòcchiu .
Occhio pavone, pavone di colore azzurro, lunga coda con
232
Òcchju ‘ e vita :
Ohfàna :
Ohfè ! :
Ohè ! :
Ogghjàru :
Ogghjàstru :
Ogghjàta :
Ogghjulàru :
Olivàstru :
Oh lovè ! :
Oh lo vì ! :
Òja :
Òja pe’ òja :
Òmu Qualùnca :
Òmu :
Onèsta :
Onestà :
Òpera :
Operàju :
Operaziona :
Òppiu :
Oràriu :
Òrbu :
Òrdìna :
Òrganu :
penne verdi, con una macchia azzurra in forma di occhio
alla estremità; persona vanitosa .
L’òcchio del tallo, tralcio della vite su cui si opera l’innesto.
Persona fatantica e profana in ciò che dice e nel vestire.
La seconda sillaba > hfà < gutturale, con aria sforzata, la
acca, lettera muta, nella pronuncia locale indica,
l’asprazione della èffe facendo sentire la a .
Voce che indica meraviglia negativa o positiva; oh-hfè – la
desinenza > hfè < gutturale con aria sforzata .
Oè !: voce per chiamare qualcuno, pronuncia gutturale- ohè
la H indica pronuncia con fiato sforzato; ohè chi ddìci !
Luogo dove si conserva l’olio nelle giare e bottiglie di vetro.
Ulivo selvatico . “ agghjàstru “ .
Vivanda con olio abbondante .
“ ‘nzalàta, mia ‘nzalàta, de sala ‘na pizzicata, de ògghju,
‘na d’ogghjàta ! “
“Caràtulu “ : Capo del frantòjo, del trappèto > troppìtu < ,
capo dei frantojàni, colui il quale sa dividere e quantificare
l’olio ricavato dalle olive frantumate .
Di colore olivastro .
Espressione di novità, di eccezionalità, cos’è ? –
Moderna voce, segnale sonoro nel cellulare-telefonino,
quando si chiama un amico e questi ha il telefonino fuori
posto, alla fine, finita l’attesa : oh lo vì- oh lo vì – oh lo vì !
Oggi . “ òja pe’ òja, domàna pe’ ddomàma ! alla giornata.
Oggi per oggi .
“ Uomo Qualunque “ , movimento politico fondata da
Guglielmo Giannini nato a Pozzuoli ( 1891+1959) . Nel
1945 poi in partito politico, nel 1946 , ottenne 48
deputati .
Uòmo – uò-mo .
Donna onesta, illibata, ponderata, seria. Vedi la voce- Bella.
Onestà, la qualità di chi è onesto, candore .
Composizione musicale, opera lìrica. (Vedi all’indice dei
nome G. Verdi -TUTTE LE SUE OPERE -)
Operaio.
Operazione chirurgica; operazione numerica di un
problema.
Oppio del papavero che addormenta . Vedi “ Adòbbiu “ .
Orario.
Orbo, privo della vista, cieco.
Ordine .
Organo, strumento musicale a canne.
233
Organista :
Organzìnu :
Orgicèdhu :
Òrggiu :
Orlata :
Orlatura :
Òrlu da’ vesta :
Òru:
Orvicàra :
Orvicàtu :
Òrvu :
Osànna :
Òspita :
Òssa :
Òssu :
Òssu sàcru :
Òstia :
Oraganista, suonatore di organo.
Filo di seta composto di tanti fili ritorti per fare l’ordito.
Pesce, frittura , neonato della boga – “vòpa” – boopis ,
latterìno (?) della famiglia della > Fragàglia <
Orzo / hordeum /, essere irto, perché ha spiga irta e irte le
ariste. (rèhjji )
Veste con l’orlo, con la balza.
Stoffa accorciata della vestre, balza.
Fimbria, balza ; orlo della veste.
Oro. Dove l’oro comanda: amore, fede, libertà e felicità
spariscono .
Seppellire .
Seppellito.
Orbo, quasi cieco, privo della buona vista.
“Lo mento a guisa d’orbo,in su levava“(Dante.2-13-102 )
Osànna -Evviva, evviva al Redentore !
Ospite, invitato a casa o al ristorante; l’òspite è sacro .
Aneddoto locale e storico in Gasperina:
Il Maestro della Banda musicale di Gasperina, Juzzolini
Venturino, in una delle sere che provava opere e sinfonie;
un certo appassionato di udire queste prove > Pasquale
Vono < di Gasperina, si fermò sull’uscio della sala, il
Maestro lo vide e disse ai musicanti:
“Questa sera abbiamo l’ospite ! “
Il povero Pasquale Vono, che nulla capiva e specialmente la
parola OSPITE , rispose al Maestro :
“ Maèstru, si ospita è ‘na mala palòra, ospita Vui e ttùtta ‘a
ràzza Vostra !
“Maestro, se ospite, è una brutta parola, ospite Voi e
tutta la razza vostra ! “
Ossa umane .
Osso animale .
Ossa sacrali sopra il coccige .
Ostia. Ostia, particola benedetta ( Transustanziaziòne)
Òstia > hòstia < , vittima, che si sacrificava agli Dei
pagani. Pane azimo in sottile falda, che il sacerdote
consacra e offe nel sacrificio della Messa. ( viatico,
particola, specie, ; comunione, ciborio, ostensorio,
corporale, eucaristia, cialda, capsula, cacher )
Òstia: particolo che i fedeli cristiani cattolici prendono
durante il rito della Santa Messa dopo la consacrazione
della stessa ( transustanziazione secondo la dottrina
teologica che ammette che il pane e il vino nel
234
Ottavìnu :
Ottàvu :
Ottòbra :
Ottùna :
Òttu :
Ottùni :
Òvu :
Òvungudhìtu:
Sacramento dell’altare, pur rimanendo gli stessi negli
accidenti, sono però convertiti come sostanza nel corpo e
nel sangue di Gesù Cristo. L’ atto e l’effetto del
trasustanziare il mangiamento del pane e del vino che
avviene nel sacramento dell’ Eucaristia.
Ottavino, flauto piccolo, un’ottava in senso musicale,sopra
al flauto traverso normale .
VIII-ottavo.
Ottobre .
Ottone .
Otto = 8 = VIII romano.
Strumenti musicale di ottone: Tromba di orchestra; tromba
naturale senza cilindri e senza pistoni; cornetta; corno;
trombone a tiro; trombone a cilindri; trombone a
pistoni: flicorno tenore ; trombone baritono ; basso tuba
semplice e a tracolla; flicorno contralto.
Ovo, uòvo –uòva / uò-vo / di forma rotondo o ovale ; la
chiara,il bianco dell’uovo, l’albume; il rosso dell’uovo, il
tuorlo.
“ ‘A gadhìna hfàcia l’òvu, ‘o gàdhu ‘i vrùscja ‘u cùlu ! “
Tu fai uno sforzo fisico, quello che hai accanto sente dolore;
vale anche a livello di compromesso, impegno, parola data
che dà fastidio a chi nulla fà .
Fungo Gonfìdio/ Gomphidius / (?) , corpo grosso, formato
da cappello non grande, con lamelle grasse, gambo con
velo viscido .
P
Pàccarru :
Pàccharri :
Pàccarri :
Paccarrijàra :
Pacènza :
Pachèttu :
Ceffone, sberla , pacca.
Ceffoni, sberle ; pasta somigliante ai ravioli .
Sberle, ceffoni, manate .
Menare, prendere a sberle .
Pazienza.
Pacchetto , pacchetto di sigarette, pacchetto postale, pacco.
235
Pàcchja :
mPacchjàra :
mPacchjàra :
Pàcciu :
mPàcciu / mi / :
Pàccu :
‘mPàccu :
‘mPàccu :
Padana :
Pàdha :
Padhàta :
Padhùna :
Pàga :
Pagamèntu :
Pagatùra :
Pagatùra !! :
Pagàtu :
Pàgghja :
‘mPàgghja :
‘mPagghjàra :
Pagghjalòra :
Pagghjàru :
Pagghjàru :
Pagghjètta :
Pàcchia, condizione di vita eccezionalmente piacevole e
favorevole, senza responsabilità e in cui abbonda ogni sorta
di piacere.
Lanciare qua e là sul muro senza competenza la malta o
altro ; imbrattare, sporcare.
Accusare altra persona in un fatto che non ha commesso.
Pazzo .
Faccio tardi > mi mpàcciu < .
Pacco .
Impacco, impaccare , fare il pacco .
Impacco, bagno di lenzuolo bagnato e avvolto inorno al
corpo ; pannolini imbevuti in acqua calda e medicinali.
Padana, Padania, Lombardia .
Palla : da sparo; palla di legno da giocare in terra: giocare
alle bocce; pallottola da sparo.
Colpo d’arma da fuoco.
Palla di carta, palla di neve, composta con le mani a palla;
palla di cera, palla di sego .
Pàga, pagamento di salario (Salario: la razione di sale
accompagnata da viveri, data ai soldati e magistrati per il
loro mantenimento.)
Pagamento, l’atto del pagare
Persona senza debiti che paga sempre le sue spese.
Persona poco raccomandabile nel pagare, voce espressa con
la eslamazione per sottolineare che non ha mai pagato a
nessuno.
Pagato con quietanza, con ricevuta.
Paglia . L’ homu senza dinari, è ppàgghja e ffùsca .
L’uomo senza danari, è paglia e pula /invoglio del grano . /
Impaglia la sedia ; “ si ‘mpàgghja “, si mette in soldi .
Impagliare la sedia o altro .
Luogo per la paglia, mangiatoia dell’asino.
Pagliaio di campagna per rifuggio .
Annu s’arddìu ‘u pagghjàru, aguànnu nèsscja ‘u hfùmu.
L’ anno scorso si è arso il pagliaio, quest’anno esce il fumo.
Rimuginàre un fatto passato senza più ottenere un nulla.
Pagliaio per rifuggio e per dormirvi.
“Ànnu s’arddìu ‘u pagghjàru, aguànnu nèsscja ‘u hfùmu ! “
Vuol dire: cose vecchie riesumate .
Paglietta, cappello di paglia basso e con tesa piatta intorno,
da uomo . Durante il fascismo, veniva distribuita gratis
a tutti i contadini d’ Italia nel periodo della mietitura .
236
Pagghjùna :
Pàgiana :
Pàgina :
Pàgliu :
Pagghjàru :
Pagghjàzzi :
Pagghjùna :
mPajàra :
Pàjaru :
Paìsa :
Paladina :
Palàmatu :
Palàtu :
Palàzzu :
Palèdhi :
Saccone pieno di foglie - brattee di mais o di fieno per il
letto.
Pagina .
Pàgina . In dialetto come in italiano si scrive con una G ;
Il vostro G.C. nel suo dialetto ha scritto : Paggina .
Palio, il rivestimento liturgico dell’altare , paliotto, che
nasconde la parte anteriore della mensa .
( grande tela rettangolare rossa, retta da 6 pali portati da
6 chierici disposti lateralmente, sotto al Palio, ancora un
ombrellino portato da un chierico per coprire la pisside che
porta il sacerdote con due mani in processione del Corpus
Domini > Festa del Corpus Domini, creata dal Urbano IV,
1264 . Nel 1316 , il pontefice Giovanni XXII vi aggiunse
la solenne processione nel giorno della santissima Trinità.
Pio X nel 1911 la trasportò alla domenica dell’ottava della
Trinità )
Pagliaio, cumolo di paglia di forma conica che fanno i
contadini per momentaneo riparo in caso di pioggia, o per
riposarsi. Annu s’ arddìu ‘u pagghjàru, aguànnu nèsscja
‘u hfùmu ! /L’anno scorso si è arso il pagliàio,quest’anno
si nota il fumo ! / - rievocare un fatto quasi scordato .
Residui di paglia, stoppaglie, accumulo di pagliuzze.
Saccone, pagliericcio pieno di paglia.
Legare il giogo sul collo dei buoi per tirare il carro.
Appaiare i buoi sotto il giogo “ jòvu “ e legarli allo stesso
per trainare il carro.
Collare largo e spesso di cuoio al collo dei buoi con
campanaccio; quando viene > appaiato < con altro bue,
“ ‘u pàjaru” viene legato al giogo > jòvu < che posa sul
collo delle due bestie, > ‘u pàjaru < forma il collare. indi
per tirare il carro.
Paese .
(A te paese mio che lasci andare
I figli tuoi lontano e sempre chini…
rivolgo il canto che non so scordare
canto d’amore che non ha confini ) A.Pisano .
Località rurale in agro di Gasperina .
Palàmito, palamiti ; pesce della famiglia degli sgombri.
Palato della bocca .
Palazzo .
Scapole dietro le spalle che sostengono gli òmeri .
237
Palèdha :
Palètta :
Palizzàta :
Pàlla :
pallina :
Pallòna :
Palòra :
Paloràccia :
Palùmba :
Palumbèdha :
Palùmbu :
Pàmpana :
Pàna :
Pàna àjamu . àjimu:
Pàna ‘e ‘ndiànu :
Pàna :
Pàna ‘Ngranàtu :
Pàna frèsa :
Panacòttu :
Pàna :
Scapola della spalla, largo osso appiattito , triangolare,
posto dorsalmente,al quale si articola l’omero (ò-me-ro) .
Paletta di ferro per le braci nel braciere o al focolare .
Palizzàta, steccato continuo di pali per chiusura di campi.
Palla per giocare.
Pallina.
Pallone del calcio per giocatore dilettante e professionale
da giocare nel campo : largo 90 metri, lungo da 90 a 120
metri; porte con la rete lunga 7, 30 metri, altra 2, 45
metri; area di rigore 18, 30 metri ; il rigore viene tirato
da 11 metri dalla porta dal punto segnato ; squadre
formate da 11 giocatori .
Parola . Il fidanzato alla fidanzata, indifferente ormai, sotto
la finestra va cantando :
Vorìa mu ti li dìcu du’ palòri cha cchjù nnimìci
no’ ppotìmu stàra !
Parolaccia .
Palombella, colombo .
farfalla .
Palombo, pesce.
Pampino della vite .
Pane di farina di grano.
“ Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per altrui scale .
(Dante. 3 – XVII –58,59, 60 ).
Pane àzzimo non fermentato privo di lievito.
Pane di mais , farina di granoturco.
‘U pàna hfàllu ‘u dura, /il pane fallo durare/
‘e pasta quantu basta, / di pasta quanto basta /
‘u vinu cu’ mmisùra ! / il vino con misura /
Pane di mais e farina bianca .
Pane con poca farina bianca e crusca, affettato e tostato;
ciambella cotta al forno smezzata in due parti in orizzontale
e rimessa nel forno per essere tostata ; come bruschetta:
con olio, aceto, aglio trito e origano, è un ottimo pasto .
Pane cotto per svezzare i neonati .
Pane: pagnotta, biscotto, ciambella,galletta; grissino,
schiacciata, cacchiatella; chifel, semel, brioche/
ammuffito,avvincidito, azzimo; boffice, bianco,
biscottato; caldo, casalingo, croccante; inferigno,
integrale, mencio, nero, raffermo; rinvenuto,
rammollito, secco; sfornato, stantio, salcigno, scuro;
238
scilivato, tenero, vincido / di lusso, di segale, di orzo; di
vecce, di glutine / corteccia o crosta (scòrzza), midolla o
mollìca, orliccio, / boccone, briciola, cantuccio, fetta;
frusto, mica, minuzzolo, morsello, rosicchio, tocco, tozzo
(tòzzulu) / bastoncino, bastone, cornetto, filone ;
filoncino, coppia, pìccia; crostino, panino imbottito,
tartina/ affettare, rompere, sbriciolare; scantucciare,
tagliare, spezzare, / panzanella, marzapane, panettone,
panare, panetteria, PANIFICAZIONE.
Panajìa :
Panaràcchju :
Panaràta :
Panarèdhu :
Panarìcchju :
Panarìcciu :
Panàru :
‘mPanàta :
Pàncaru :
Pàndalu :
Pannìja :
Pannìzzi :
Pannìzzi do’ linu :
Località rurale in agro di Gasperina confinante “Suvarello”,
“Parma “ e “ Celulli “. Proprietà di R.Milano .
Grande paniere fatto di cannette, panciuto e con manico,
paniere per contenere: castagne,fichi, ortaggi e frutta di ogni
genere pieno non nel proprio orto , ma nell’orto altrui...
Panierata, quanto contiene un paniere.
Piccolo paniere con manico arcato per bambini.
Piccolo paniere di vimini, panciuto con manico, per
contenere la colazione dei bambini che vanno all’asilo.
Patereccio, infiammazione delle estremità delle dita, vicino
all’unghia dopo lùnula ( parte dell’unghia , di color
bianchiccio, di forma semilunare, che è presso l’attaccatura
dell’unghia al dito, giradito, patarèccio .
Paniere con manico, panciuto, fatto da cannette e vimini .
Un tempo serviva per contenere il pane e companatico per i
contadini chiamati a lavorare i campi alla giornata .
Panata: pane, ricotta fresca e calda, zucchero e siero; si
faceva presso il luogo ove là vi erano le mandrie, servita in
piatti di legno e cucchiai di legno costruiti dagli stessi
pastori .
Località rurale in agro di Gasperina .
Come fosse morto, “si jettàu pàndalu; càtta pàndalu ;
mi càtta pàndalu pàndalu e ncòdhu = addosso “ .
Spanna, misura; che misura nel giuoco delle bocce la
distanza delle bocce lanciate rispretto al pallino “mìssimu ”
= minimo
in dialetto, o con compasso di legno, o “ cùn ‘nnu
lignicèdhu” .
(pànna e spànna: la spànna è la la misura, la distanza tra la
punta del dito mignolo e quella del pollice nella mano
compiutamente slargata e distesa, palmo della mano ).
Pannolini di lino per il neonato; pannìzzi ‘e nìva , fiocchi.
Lische che cadono filando o cardando il lino.
239
Pannizzìja :
Pàntacu :
Pantànu :
Pànticu :
Pànti :
mPantùna :
Pànza :
Pànza ‘e hfòra:
Panzanèdha :
Panzarìnu :
Panzìsca :
Panzùtu :
Pàpa :
Incomincia a cadere la neve, “pannìzzi” fiocchi di neve .
Schianto improvviso, malore “ ‘u pigghjàu ‘nu pàntacu ! “
Pantano .
Schianto improvviso, malore ; “ ‘u pigghjàu ‘u pànaticu “.
Diminutivo di Pantaleone, nome questo molto comune e
diffuso nella città di Montàuro, dato in onore del loro
patrono San Pantaleone – Medico e Martire Uomo da nulla che sta li,osserva, ma non interviene .
Pancia .
Epa .
Panzanella, fetta di pane arrostita con aglio, olio, sale,
e basilico; cresentino.
Uomo avido ed insaziabile di cibo.
Da pancia, pancia ,ventresca,da ventre;di tonno, baccalà ecc.
Panciuto, che ha la pancia grossa, ha l’epa in avanti .
Sommo pontefice è il Papa . Da San Pietro a Francesco
( abbiamo avuto 266 Papi . - Io ne ricordo 7 - )
Stàcia comu ‘nu Pàpa ! vòla servvùtu comu ‘nu Pàpa !
(Vedi la voce : Pontèhficia –Pàpi – vedi elenco .)
Papàgna :
Papàgna /u :
Papàgni :
Papàgni :
Papalèi :
Papalìna :
Papalùtu :
Pàpara :
Paparìja :
Paparìjàra :
Paparìna :
Frutto rotondo del papavero con molti piccoli semi per
decotto sonnifero = oppio .
Cazzotto, manrovèscio ; “ Ti jèttu ‘nu papàgnu e t’
addormèntu ! “ ( Ti dò un cazzotto e ti addormento ! ) ;
cazzotto dato nella tempia . Cazzotto = papàgnu, come
sonnifero eterno.
Frutti tondi del papavero con molti piccoli semi, dai quali si
estrae un decotto sonnifero; oppio .
Sberle, cazzotti, manate, manrovesci sul volto altrui.
Ragnatele . Si usavano che per fermare l’uscita di sangue da
una piccola ferita, si applicava porzione di una ragnatela, o
si spaccava una canna dal fusto vuoto, per estrarre
dall’interno sopra i nodi, la bambagina rotonda bianca .
Moneta del Vaticato.
Voce inventata da anziani e vecchi rivolta a bambini per
mettergli paura, non farli cadere in trappola di qualcosa o di
qualcuno, personaggio immaginario.
Papera .
Che gode di agiatezza e spazi in sua libertà .
Godere agiatezza con mezzi diversi, il godere liberamente
come una pàpara in tanto spazio.
Rosolaccio, pianta che cresce nel grano, pianta delle
papavere, con foglie pelose, petali grandi e rossi, con calice
240
Papàu :
Papazzàna :
Papùzza :
Pàra :
Pàra :
Paracadùta :
Paracàrru :
Paràcqua :
Paràggi :
Paraggìricu :
Paragòna :
Paragonàra :
Paràllissi :
Paràncu :
Pàranu :
Pàra pàra :
Parapèttu :
Parapìggjàu / si / :
Paràra :
Paràra :
Parastòcculi :
Paràta :
Paràta :
Paràta :
caduco, cresce nei campi di grano, sbagliando diciamo
papavero .
Voce per spaventare i bambini, papàu, persona immaginaria.
Vedi la voce Papùzza .
Papùzza, papazzàna ; Fitofagi, piccolo corpo tozzo e peloso
come grandezza, è simile alla tarma. Si trova sovente nelle
fave secche tarlate che restano col buco .
Somiglia, sembra lui , idea di vicinanza all’altra persona.
“ Così è, se vi pare “ ( Pirandello ) .
Para, cauciù, gomma ; Para, uno degli Stati confederati del
Brasile , dove è un importante mercato di gomma .
Paracadute. Il primo che usò il paracadute è stato il
francese: Garnerin (Andrea) 1769 + 1823 .
Paracàrro, colonnetta di pietra collocata lungo le strade,
come riparo per i carri che vi passano.
Paràcqua, ombrello.
Paraggi, luoghi fuori mano.
Panegirico, solenne discorso fatto dal pulpito .
Paragone, atto che si mette a confronto in cose tra loro per
conoscere la loro uguaglianza o disuguaglianza, conformità
o diversità.
Paragonare, fare confronto .
Paralisi, allentamento, distacco, malattia di centro nervosi.
Paranco, sistema composto di due carucole una fissa e
l’altra mobile
Sembrano somigliano.
Distesa sul letto; granaglia messa nello staio fatta a rasera
senza il colmo o seminata uniforme sulla terra .
Parapetto in muratura o in ferro per protezione .
Ha scambiato la vera risposta con altra, si è ingarbugliato
come la pulce nella stoppa.
Parare, coprire con parati: parò tutta la chiesa; operazione
che spetta al portiere nel giuoco del calcio, bloccare il
pallone fuori dai pali, della traversa e della linea bianca
tracciata per terra tra un palo e l’altro della porta, lunga 7,32
metri , alta 2,44 ; a 11 metri, dal centro della porta, è
segnato il punto per massima punizione detto tiro di rigore .
Parare, vestire con paramenti.
Fregnacce,frottole,sciocchezze.”Chi vòi ‘si parastòcculi ! ”
Addòbbo , adornata .
Parata, azione del portiere nel giuoco calcio.
Parata militare.
241
Paràtu :
Paratura :
Paratura :
Paravèntu :
Parènta :
Pargalìa :
Parìa :
Parìamu :
Parìanu :
Parìra :
Parllantìna ;
Pàrma :
Pàrma :
Pàrmu :
Paròcchj :
Pàrra ammucciùni :
Pàrra :
Pàrra :
Parràra :
Parrasìa :
Addobbo, paratura nella chiesa; disposizione, esposizione di
oggetti . Hfìcia ‘u paràtu !
Due, cosa doppia, “ ‘na paratura ‘e scarppi ; ‘na paratura ‘e
cammìsi ; ‘na paratura ‘e cazùni . “ ‘na parìgghja “ ; ‘na
paratùra ‘e denti, protesi dentaria superiore e inferiore .
Paratore , chi fa parature per le chiese.
Paravento , suppellettile a telai con cerniere pieghevole.
Parente,vicino o lontano:ARCAVOLO , padre del bisnonno,
parente di sangue dello stesso cognome.
Parghelìa, Comune in provincia di Catanzaro ove nacque
Antonio Jerocades –autore della Lira Focense Sembrava.
Sembravamo .
Sembravano.
Sembrare, ma non essere tale.
Parlantina, facilità e abbondanza di parole.
Parma, la provincia di G.Verdi . Busseto /Le Roncole / .
Palma .
Palmo, misura di lunghezza.
“ pàrmu, chjìca e bbotatùra “.
Stendere il palmo della mano destra, piegare il pollice
verso sinistra e piegare ancora il pollice in tutto il suo
metacarpo ; era la misura di un palmo di stoffa .
Chi amava vendicarsi di qualcosa, diceva :
“ Hàju mu t’ ‘u hfàzzu: pàrmu, chjìca e bbotatùra ! “
devi pagare tutto, devi pagare ogni cosa con misure.
Paròcchi, la parte della tastiera del cavallo che ha due specie
di ventole per impedire al cavallo che lo porta a vedere di
lato.Persona che sa vedere con gli occhi e la mente solo sino
alla punta del proprio naso.
punta del proprio naso.
Parla di nascosto a bassa voce > il suggeritore che
suggerisce dalla buca parti del copione agli attori del teatro.
Parla, egli parla, parlare.
Dialetto, idioma, gerco ,lingua, linguaggio.
Parlare . ‘U parràra è ‘nn’ àrta lèggia > il parlare è
un’arte leggièra; parlare, dire parole è un facile mestiere
senza cognizioni di causa. Parràra a ccu’ no’ ssènta,
e ffùttara a ccu’ no’ sta, è ‘nna paccìa . > Parlare a chi
non vuol sentire, e fòttere una donna che non ci sta, è una
pazzia .
Il ciarlare di un fatto vero o falso, come nell’opera
di G. Rossini “ Barbiere di Siviglia “ : La calùnnia .
242
Parrettèra :
Parrettijàra :
Parttìra :
Partturènta :
Pàru :
Parùta :
Pasànu :
Pasqua :
Pàssa :
Passài :
Passàmma :
Passàmu :
Passanti :
Passàru :
Passàstavu :
Passatèmpu :
Passàti :
Passàti :
Passàti :
Passàtu :
Passàu :
mPasccjàtu :
Passìja :
Passijàra :
Passijàti :
Pàssu :
Pàssula :
Pàssuli :
Parlottare continuamente di un fatto a sproposito; diceria.
Parlantina, persona che ha la parola facile e continua .
Parlottare con più persone a bassa voce.
Partire .
Partoriènte, donna che sta per partorire.
Si dàssa ‘a morènta, p’ ‘a partturènta .
Si lascia la donna morente, per la partoriente.
Paia, “ ‘nu pàru ‘e scàrppi “
Apparsa, mala parùta, apparizione non buona.
Paesano, dello stesso paese.
Pasqua .
Passare, che passa, che sarà promosso, passa e spassa;
fornire qualcosa come cibo, chìssu pàssa ‘u cummèntu !
chìssu pàssa ‘u sarddàru !
Sono passato dal tuo negozio; sono stato promosso a scuola.
Siamo passati, siamo stati promossi a scuola, siamo passati
davanti alla tua bottega.
Passiamo, passiamo il guado, passiamo innanzi.
Le fettucce distanziate ove passa la correggia /currìja / per
reggere i pantaloni.
Sono passati i tempi, sono passati davanti casa.
Siete passati in corteo, siete passati col santo in processione.
Passatempo, occupazione che fa passare piacevolmente il
tempo.
Venite avanti, passate .
Fatti passati .
Promossi a scuola.
Passato, il passato è passato, tempo trascorso.
E’ passato davanti casa mia; passato è passato.
Fasciato, che è fasciato con benda o altro; bambino neonato
fasciato con lunga benda larga 10-12 centimetri, come Gesù
bambino, nel dipinto “La Adorazione dei Magi “ del
grande pittore fiorentino Giòtto .
Il passeggiare; che passa e spassa .
Passeggiare .
Passeggiate, voi passeggiate.
Passo, a passo marciabile; che attraverso la strada .
Afflizione, amarezza, dispiacere / pàssula, voce derivata da
pàssula-pàssuli = uva passita, uva passa molto dolce /.
Pàssula, indica il contrario: dare afflizione, amarezza ,
dispiacere ; imprecazione : pàssula mu ti cògghja, pàssula
mu ti vènna !
Uva passa .
243
Pàsta :
Pastòri :
Pastrànu :
Pastùra :
Pasturèmata :
Pàstu :
mPapuzzàra :
mPàsscia :
mPàsccialu :
mPassciàtu :
‘mPastàra :
Passahfò :
Pàsta :
Pasticciàra :
Pastìcciu :
Pastìdha :
Pastina :
Pastrànu :
Pastùra :
Pastùra :
Pàsta / pastus / alimentare.
Pastori del Presepio; Pastori protestanti, ministri di culto.
Pastrano : cappotto militare verde e pesante .
Pascolo, campo per il pascolo.
Fune grossa legata al basto, all’occorrenza viene
usata per legare i piedi all’asino con una certa lunghezza,
perché durante la pastura nei campi non vada via.
“ che par che Circe li avesse in pastura ,”
( Dante. II-XIV-42 )
Pasto / pàstus, alimento / mangiare .
“ La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a’ capelli
del capo ch’elli avea di retro guasto. “
( Dante. I-XXXIII – 1-2-3- )
Secondo la pronuncia locale , all’entrata di parola si
antepone la > m < / ‘mpastùra / lega ai piedi.
Ultima operazione che fa il cestaio nell’avvolgere i vimini
per chiudere la grande bocca del paniere; “papùzza”, che io
chiamerei : cimùsa = cimòsa .
Che fascia, fasciare il neonato con la fascia .
Fascialo tu .
Già fasciato. Per indicare una persona ingenua, si dice
ancora : > cùnnu mpasscjàtu < bambino, cretino, scemo,
stupido, ti sei fatto ingannare .
Impastare : calce, cemento, farina per il pane .
Voce rivolta al cane per mandarlo via . “pàssa fuori ! “
Pàsta /pàstus , alimentare/ : a ccòcciu ‘e ranu,vermicèlli,
percciatèlli, pàsta ‘e casa, pàsta cu’ hfèrru, cannaròzza,
cannarozzèdha, pàsta chjìna, hfedelìni, fettuccini,
tagghjatèdhi làrghi, zzìta (ziti) / specie di maccheroni,
piuttosto grossi; di misura più picoli: mezzi ziti ; tagghjarìni,
maccarrùni, martagliàta, maccarruncìni.
Donna che fa i mestieri fatti male, che pasticcia.
Pastìccio, lavoro abborracciato, fatto male .
Castagna secca e bianca, si tiene in bocca rigirandola per
ammorbidirla e masticarla./ Lìtichi sèmpa ‘na pastìdha ! /
Parli e ripeti sempre la stessa cosa, come la castagna secca
tenuta e girata in bocca .
Pasta piccolissima di varie forme /alimento/ .
Pastrano, grosso cappotto militare con mantello.
Pastùra, luogo dove le greggi e le mandre si pascono.
Imbroglio, intralcio, legaccio, legamento con inganno;
244
Pastùra-vàcchi :
Pasturèmata :
Patàcca :
Pàtadhìzza :
Patàta :
Patàta ‘mericana :
Patàti :
Patèdha :
Patèdha :
Patèdha :
mPaticàra :
mPaticàta :
Patìra :
Patìru :
Patìstavu :
Patisti :
Patìu :
Patocchiàru :
Patòci :
Patociàru :
Patòcchji :
mPatocchjàra :
Patocchjàra :
Patocchiàru :
Pàtra :
Pàtramma :
Patratèrnu :
Pàtratta :
Cummàra Maria: chìssa, s’ ‘u spusàu, ‘u ‘mpasturàu a
dovèra !! / Comara Maria: Costei, se lo ha sposato, e lo ha
legato a dovere !! / > lo ha rovinato !
‘mPastùravacchi, serpente > boa o pitone che lega /durante
la pastùra/ le gambe delle vacche .
Fune lunga e grossa legata al basto dell’asino per legare
legna o altro.
Patàcca /dallo spagnolo patàca / moneta di rame di poco
pregio.
Rotula, Patella del ginocchio .
Patàta, tubero: al cartoccio, lessa, fritta, svuotata e ripiena
con tutti i tipi di formaggi .
Batàta, batàta dolce simile alla patàta comune .
Patate. / vedi la voce Patàta /
Patèlla (?) , primo rione storico a Sud – Est di Gasperina
sorto intorno al secolo IX d .C. riconosciuto Casale da
Ruggero il Normanno nel 1100; contava 30 fuochi; aveva la
sua chiesa di San Nicola di rito greco. Il Normanno, in tale
secolo, introdusse il rito latino in tutta la Calabria .
Rione anche nel comune di Montàuro .
Patella, cartilagine a forma di nicchia del ginocchio,
rotella,rotula, osso corto, rotondo , che si trova nella
parte anteriore del ginocchio che lavora sulla cartilagine.
( rusicarèdha ) .
Calpestare, mettere sotto i piedi .
Messa sotto i piedi, pestata, calpestata .
Patìre .
Hanno patito, hanno sofferto.
Avete patito.
Hai patito.
Ha patito.
Vedi la voce > Patociàru.
Cose , ghirigori, miscugli, imbrogli di bambini.
Che arruffa nel fare qualcosa .
Vedi la voce precedente .
Imbrogliona di qualsiasi cosa, come si imbroglia una
matassa di filato non trovando più il bandolo.
Donna non diligente: Vedi la parola precedente .
Uomo affatto capace e preciso nel fare qualcosa.
Padre .
Mio padre.
Padreterno, Dio .
Tuo padre .
245
Pàtria :
Patria – in dialetto non esiste altra voce - :
è il luogo dove là si è nati, suolo natìo .
L’Italia è nazione, perche ha : unica lingua, unica religione,
unica tradizione alimentare mediterranea, unici costumi;
questa è la nostra Italia, la nostra Patria .
Gesù disse : “ nèmo prophèta in patria sua “
(Vangelo di San Luca 4, 24 )
“ La patria non si nega, si conquista “
( Corridoni Filippo 1888+1915)
Per Patria si deve intendere :
Francesco d’Assisi; Dante ; C.Colombo;Leonardo da
Vinci;Michelangelo; G. Galilei; V.Alfieri; U.Foscolo;
Manzoni, G.Verdi ; D’Annunzio ; etc .
La Patria non è una espressione geografica. È Spirito !
Patrùna :
Patrùna e ssùtta :
Pàtta :
Pattijàra :
Pàttu :
Patùtu :
Pàtu :
Pècura :
Pecurùni :
Pecurùni :
Pèda :
Pèda ‘e mùsca :
Pedata :
Pedhuzzùni :
Pedata :
Pèdha da’ posa :
Padrone.
Passatèlla , gioco che si fa in parecchi in osteria, e consiste
nell’ordinare una certa quantità di vino e nel farsela passare
l’uno all’altro secondo gli ordini di chi regola il gioco
(padrone ) che fa bere o tiene a bocca asciutta chi crede .
Pareggiata, partita pareggiata .
Pareggiare; venire a compromesso .
Pàtto, hanno firmato un patto.
Patito, ho patito , è persona che ha sofferto la stessa cosa.
Patisco, da patire , soffrire, soffro.
Pecora, simbolo di sottomissione.
“ Meglio vivere un giorno da leone, che cento anni da
pecora ! “ ( B. M. )
Pecoroni, persone sottomesse e schiavi.
A ppecurùni, camminare gattoni come i bambini, come
pècore .
Piede, piede dell’albero e di qualsiasi pianta; piede umano;
piede della scala e della scala a pioli .
Cucitura a zigzag come il piede delle mosca.
Pedata, calcio dato col piede; orma lasciata con piede.
Pelle morta sulle labbra o aggrinzita per il freddo .
Orma del piede, lasciare traccia con l’orma della scarpa.
“ Chìmmu ti hfànnu ‘a casa pedàti pedàti ! “
Imprecazione malefica di male augurio: che in casa tua per
mortalità, per lutto, la molta gente ti lascia in casa le orme .
Pelle del fagiolo, arillo, la pellicina coprente di un seme
rigonfio; involucro come falso tegumento che avvolge tali
246
Pedhìcchja :
Pedicìnu :
Pèdi :
Pedilùviu :
mPedinciòlu :
Pedùcchja :
Peducchjìnu :
mPedùni :
Pedùna :
Pèju :
Pèllaru :
Pellìccia :
Pèmmu :
Pèna :
Penàla :
Pènda :
mPendìra :
Pendulìja :
mPèndu :
mPendulùni :
mPendùtu :
Penìja :
Percciatùra :
Pedalòra :
Pènda :
semi . ( La H nel vocabolo > pèdha < è convenzionale per
dare l’esatta pronuncia locale, cos’ anche in tutti i vocaboli
ove si nota la H all’entrata di parole come all’interno o al
termine della stessa.
Ficodindia, pelle, scorza quadrettata di spine. Ficodindia
spelata e messa al forno. HFicundiàni a’ pedhìcchja .
Stirpe, casato, origine, radice.
Piedi .
Pediluvio, piede e lùere ,lavare, immersione prolungata
dei piedi nell’acqua semplice o medicata .
Portare sulle spalle a cavalluccio, bambino seduto sulle
spalle e le gambe sul petto del papà .
Per forzza della durezza della nostra pronuncia,
dopo la –R- , andrebbe rafforzzata la successiva
consonante .
Pidocchio, insetto .
Quando il giocatore con le carte , nel giuoco a chiamare,
non possiede nessuna figura, come re –donna- cavallo delle 40 carte , si definisce “ peducchjìnu” ,carte semplici.
Camminare con le sole calze ai piedi . (da pedòne )
Fondo della calza coprente il piede .
Peggio / dal latino pèjus / . ‘U pèju no’ mbìnna ancora !
Il peggio non è venuto ancora !
Manata, schiaffo, sberla.
Pelliccia, pelle conciata di animali : visone, volpe, ecc.
Per dire, per dirti, per dirmi, per > pe’ .
Pena,punizione di colpa commessa .
Penàle, che concerne la pena o le pene.
Che pende . Pe’ ‘nnu hfìgghju sulu ‘i pènda ‘u nasu
e nd’hàva dèci ! ( ha dieci figli, ma uno solo è il suo
beniamino, il preferito) .
Appendere i panni, fichidindia , peperoncini, salami.
Che si dondola / si pendulìja/ ; che prende tempo per i suoi
interessi, che sempre rimanda .
Appendo .
Penzoloni; avverbio, penzolando; pendoloni, pendolando.
Appeso .
Persona sofferente, che pena; che vive restrittezze.
Fustella del calzolaio per fare fori .
Calcola, calcole, del telaio , la massaia seduta, aziona con i
piedi i regoli collegati ai licci del pettine, alzati e abbassati
aprono e serrano i fili dell’ordito.
Pende, stare appeso a qualcosa, o qualcosa che pende;
247
‘mPènda :
‘mPendìmma :
Pendìna :
Pendinàta :
mPendìra :
mPendìru :
mPendìstavu :
mPendìsti :
‘mPendulùni :
‘mPendùta:
Pennicellìna :
Penzàta :
Pèppa :
Pèppa _
Per Bàccu ! :
Perddìra :
Perddìu :
Per ddìu ! :
Perddùgnu :
Perddùna :
Perddunàra :
Perddunàru :
Perddùnu :
Perddùnu :
Perdùtu :
Pernnàcchja :
Pernnìcia :
cariche pendenti.
Appende il cappotto all’attacapanni, appendere;impicca.
Abbiamo appeso.
Strada in discesa, scoscesa, dirupata .
Discesa, strada in discesa.
Appendere .
Hanno appeso.
Avete appeso.
Hai appeso.
Penzoloni .
Appesa; distesa al sole; impiccata, penzoloni .
Penicellìna / la prima volta praticata in Gasperina
è stato durante la seconda guerra mondiale su
Assunta Paparo, moglie di Giuseppe Paparo, macellaio,
costava moltissimo, ma il marito, investì i suoi risparmi
per l’acquisto di ( 8.000.000 di unità) di penicillina, ma
Assunta Paparo sui 40 anni purtroppo è morta .
Pensata, l’atto del pensare; ho fatto una bella pensata.
Giuseppe, san Giuseppe, padre putativo di Gesù .
Giuseppe Verdi, il più grande musicista (1813+1901 ) .
Per Bàcco (mitologia) dio del vino e della gioia;
Imprecazione bonaria rivolta a qualcuno
Perdere .
Ha perso, che ha perso.
Per dio ! parola lasciva usata come bestemmia.
Io perdono, perdono.
Che perdona .
Perdonare. (Per donare misericordia, donare grazie) .
Hanno perdonato il torto ricevuto.
Perdono.” Padre, perdona loro, perché non sanno quello
che si fanno . ! ( Luca. Capitolo 23 verso 24 )
Perdono ( Per dono dato, per dono darete )
Che si è perso come Pinocchio in cerca di Geppetto.
(Pinòcchju :Pinòcchio,burattino di legno creato da
Carlo Lorenzini;scrittore per ragazzi e tradotto in tutte
le lingue; scrisse inoltre: Occhi e nasi; Giannettino;
Minuzzolo ) .
Pernacchia, pernacchio , atto sonoro e volgare di dileggio
che si esegue emettendo un forte soffio d’aria tra le labbra
strette, qualche volta con la lingua protratta in fuori, ma più
spesso premendo sulla bocca il dorso o il palmo della mano
/ latino: vernacula-vernaculus / .
Pernice, uccello grande quanto un piccione ; per estensione:
248
Pèrnnu :
Perrèra :
Perttùsu :
Perzzùna :
Petàsu :
Pètra ‘e Pànghi :
Pètra lìsscja :
Petràri :
Petràta :
Petrùdhu :
Petrusìnu :
Petrùsu :
Pettèra :
Pèttina :
Pettinàra :
Pettinìssa :
Pèttirùssu :
Petturàla :
Petturìna :
Petturùtu :
Pèttu :
Petulànta :
Pèzza :
Pèzza :
Pèzza ‘e casu :
Pezzàra :
Pezzènta :
ernia , hàva ‘a pernnìcia . / Ha l’ernia / > guàdhara /
Perno .
Roccia .
Pertugio, buco.
Persona.
Petaso, cappello a larghe falde non tese, ma flosce.
Pietra di Pànghi (roccia).Rione di Gasperina, incrocio tra la
Via Roma e fine della Via Trieste . Quivi sopra la roccia
ancora visibile, Angela Panghi coniugata con un Voci, già
nel 1600, ha costruito la sua casa .
Località ove le donne lavavano i panni, là scorreva molta
acqua, un argine creato di pietre e terra fermava l’acqua
formando una grande pozza, da un lato vi era una pietra
giusta e liscia, da quella pietra che tutte le donne
volevano e occupavano per prime, restò il none ; si trova nel
tratto pianeggiante sulla strada per la fontàna di “Prùppu “.
Località rurale nei pressi della costa di Montàuro(Cz) .
Petràta, sassata .
Giuoco infantile : ‘o campanàru.
Petrosèlicum > Prezzemolo. Pianta simile è il Cerfoglio.
Terreno con molti sassi, con molte pietre .
Gilè, corpetto senza maniche e senza il dietro coprente solo
Il petto , un tempo di usava nero in segno di lutto.
Pettine .
Pettinare, usare il pettine o altro oggetto simile.
Pettine per donna con denti alti e curvo per fermare i capelli
dietro alla nuca .
Pettirosso, uccello .
Lunga e larga striscia di cuoio che passa sul petto dell’asino
e del cavallo, i due capi laterali legati al basto .
Pettorina, pezzo di camicia che le donne usavano per coprire
il seno che poi lo legavano dietro. ( Gli uomini la usano di
color nero come segno di lutto, ed inolte una striscia nera
sulla giacca distintivo.
Pettoruto, che va col petto alto, orgoglioso.
Petto, la parte superiore del torace umano,
Petulante, arrogante, indiscreto, impertinente.
Toppa, rammendo.
Pezzo di stoffa, strofinaccio.
Forma rotonda di formaggio.
Donna vestita male,rattoppata di pezze, donna di tutti;
donna che vende stracci e indumenti usati.
Pezzente, povero .
249
Pezzijàra :
Pezzijàmma :
Pezzijàru :
Pezzijàstavu :
Pezzijàsti :
Pezzijàu :
Pèzzu :
Pèzzu :
Pèzzu :
Piàcia :
mPiàmmu :
Pianèta :
Pianèta :
Piànu :
mPiàstru :
Piattàra :
Pìca :
Piccarèdhu :
Picàta :
Picàta :
Picàtu :
Fare a pezzi legna ecc. ; carne a spezzatini; ridurre a pezzi.
Abbiamo ridotto a pezzi.
Hanno ridotto a pezzi.
Avete ridotto a pezzi.
Hai ridotto a pezzi.
Ha ridotto a pezzi.
Pèzzo, parte di una cosa solida : di carne, di formaggio, di
pane.
Pezzo di artiglieria; parte di un motore da sostituire.
Come figura, persona poco raccomandabile, furba, maligna :
Sì‘ ‘nnu pèzzu !!! – si’ ‘nnu pèzzu ‘e mmèrdda !!!
Piàce, che si gusta, piacere .
Infiammazione leggiera o grave del corpo umano.
La Terra, corpo errante, corpo celeste di per sé oscuro,
che gira intorno al sole e da questo riceve luce.
( Lo scrivente, pensa, che il pianeta Terra, nelle sue
viscere, alberga: fiumi talte volte più grandi del Po; tanti
e tanti fiumi di gas ;tanti e tanti vuoti enormi che
albergano massi grandi quanto la Sicilia ecc . ,che come
delle noci , assecondando il movimento della Terra di
rivoluzione e di rotazione, queste enormi masse, si
muovono cadendo nei loro vuoti, creando i cosiddetti
terremoti sulla superficie terrestre.Così anche per i
fiumi di gas che non trovando altri sbocchi, emergono
nei punti più deboli all’interno della Terra, emergendo e
creando le bocche dei crateri vulcanici:gas ,fuoco, lava. )
Pianeta, veste che portano i sacerdoti per celebrare la messa.
Pianoforte, strumento musicale a tastiera, tasti bianchi per le
note naturali, tasti neri per le note in diesis salendo la
tastiera verso destra, aumentano la nota di tono; tasti neri
per le note in bemolle, diminuiscono la note di tono
scendendo coi tasti neri verso sinistra sulla tastiera.
Cosa inutile, oggetto inutile, persona non gradita,
Rastrelliera nelle cucine, arnese di legno per tenervi i piatti
lavati e altro ad rasciugare, ha forma simile a una scala a
pioli, listelle orizzontali intercalate lunghe 1 metro , spalla
di legno, antine laterali decrescenti.
Pica, gazza .
Il pene dei bambini .
Poca razione di cibo.
Persona che ripete sempre come un ritornello la stessa cosa.
( ‘a hfinìssci ! sèmpa ‘sa picàta cunti ! )
Impiastro di semi di lino e di erbe per impacchi sulla
250
Picàtu :
Pìcchju :
Pìcia :
‘mPicciàra :
Picciòttu :
Pìcciuli :
Pìcciulu :
‘mPìcciu :
Piciùna :
Piciunàra :
Piciunèdhu /i :
Picòna :
Picòzza :
Pìcu :
Picunìja :
Picunijàra :
Pìdha :
Piegùna :
Pìgghja :
Pìgghja sònnu :
Pìgghjanu :
Pigghjàra :
Pigghjàru :
Pigghjàta :
caviglia del piede in caso di una slogatura, in aggiunta,
sopra una canna vuota di bambù, si passa facendola rotolare
sotto la pianta del piede, per rimettere al suo posto nervi e
giunture .
Vino che ha preso il colore e sapore di pece .
Pensiero fissato in testa che continua e picchia e picchia .
Pece , resina del calzolaio per peccare lo spago (cìra=cera)
Impicciàre, dare impiccio, essere di ostacolo.
Picciotto: vocabolo siciliano, ragazzo,giovinetto.
Soldi. Picciolo, poeticamente piccolo,piccino. Termine
storico, antica moneta fiorentina di valore minimo; la voce è
rimasta nell’uso fam. : non vale un picciolo, non costa un
picciolo, non aver più un pìcciolo
Piccolo, bambino, “ cciòmu “ .
Impìccio, imbroglio, impedimento, imbarazzo, impaccio.
Organo sessuale femminile, vagina.
Piccionaia : ultima fila di palchi sotto la cupola del teatro a
prezzo ridotto; “ piciunàra “ > piccionaia > bambini ;
galleria, loggione del teato. “ ‘a piciunàra pìsta ‘i mani ! “
Piccioncino e piccioncini, neonato, neonati.
Robusta trottola di legno che si metteva a disposizione del
vincitore per essere messa per terra e maltrattata.
Grosso strobilo “ strùmbu “ tròttola “ .
Donna laica di chiesa, quasi monaca.
Piccone, attrezzo per scavare rocce tenere e terra, è formato
da una sbarra di ferro un po’ curva, da un lato a punta,
dall’altro lato a taglio; al cento, l’occhio che ospita il
manico di legno .
Usa il piccone .
Usare il piccone nella terra o nella roccia.
Poltiglia, limo; terreno argilloso, limaccioso.
Ritrèppio, ripiegatura orizzontale che si cuce per accorciare
una veste senza tagliarla .
Prende, afferra ; impara a scuola .
Che si addormenta, che dorme.
Pigliano .
Pigliare: la carta dal mazzo; azzeccare nel segno; colpire
mirando; vincere una lotteria, al Lotto un ambo ; pigliare a
scopa, a briscola, a tressette; afferrare un oggetto ; infettarsi
con una malattia ; Pigghjàu ‘a malaria !
Pigliarono ; hanno vinto, hanno indovinato.
Afferrata, presa. L’albero della cuccagna che in cima
sta appeso il premio per le squadre partecipanti, quando
251
uno dei componenti afferra il premio: cesto con alimenti,
soldi in busta o altro, viene diviso con tutta la squadra .
In taluni paesi questa festra folkloristica si fa nella
Settimana Santa .
Pigghjatìnda :
Prèndetene , invito a prendere.
Pigghjàu :
Ha attecchito, ha fatto presa; la piantina trapiantata ha fatto
radice nuova; nel giuoco delle carte ha preso il settebello; è
giunto sino alla cima dell’albero della cuccagna > pigghjàu
‘a ‘ntìnna < .
mPìgna :
Pìgna :
Pelle, tomaia della scarpa; “ si mpìgna “ si impegna .
Pigna, pina ; “ sùgnu jungiùtu comu ‘na pìgna ! “ affiatati, si
dice di parenti o di soci molto uniti.
Pìgna :
Pigna, strobilo del pino di forma peduncolare a squame piramidali.
Pignòlu :
Pignolo, figura di persona pedante, esigente, attaccato ai
regolamenti, alle forme più che alla sostanza .
Impegnare , dare come pegno una cosa, impegnare il valore
della casa, o di altra cosa.
Pino .
Pignàta = pignatta; deriva dalla forma del frutto del pino
che contiene i pinoli, stròbilo a squame piramidale;
oggetto di terracotta panciuto, con brevissimo collo,due anse
fisse da un lato intorno alla larga bocca slabrata; serve per
lessare: ceci, cicerchia, fagioli, fave.
Orciaio, chi fa e vende : stoviglie di creta, tegami, tegamini,
padelle, pignate, testi > argagnàru < .
Piccola pignata. (vedi la voce precedente )
Pignolata o cicerchiata; tipo di dolce composto con pasta di
di farina bianca e con albume dell’uovo, con la pasta si
fanno palline quanto una cicercja, o a forma della cicerchia;
fritti in abbondante olio, sistemati poi in una scodella senza
manici “ lìmba “ a forma conica rovescita, in ultimo sul
cumulo si spalma del miele . Dolce questo tradizionale che
si fa nel mese di dicembre . Pignolàta, prende il nome della
forma dei pigniuoli , semi del pino.
Pignorare, porre fermo ai beni di un debitore insolvente in
forza di un titolo esecutivo, per assoggettare i beni stessi alla
espropriazione forzata.
Pegno .
Che è stata pignorata .
Fila, infila ; che infila il filo nella cruna dell’ago; che trova
la strada giusta ; che la fortura l’assiste ; che infilza con ago
e filo.
‘mPignàra :
Pignàra :
Pignàta :
Pignatàru :
Pignatèdhu :
Pignolàta :
Pignoràra :
Pìgnu :
Pignuràta :
mPìla :
252
Pilàcchi :
Pilàccu :
‘mPilàra :
‘mpilàtu :
Pilàra :
mPilàra :
mPilàra :
mPilàu :
mPilàu :
Pilàtu :
Pilàtu Pònziu:
mPilàtu :
‘mPilèra :
‘mPilàtu :
‘mPilàtu :
‘mPilàtu :
mPilàu :
Pilìnga :
Pilòrcciu :
Piluccàra, spinnàra :
Pilucchi :
Pìlu :
Pillacchere, fango; schizzo di fango che si attacca
alle vesti, zacchera .
“ del fango ognun s’asconde i zàccari “ (Sannazzaro)
Mota, fango liquido ; zàcchera.
Zàcchero caprino (D’Annunzio)
Infilzare, passare da parte a parte con un coltello un corpo;
indovinare la strada giusta; andare diritto; infilare il filo
nella cruna dell’ago.
Alto, snello di statura; naso di persona morta su cui si posa
sempre la famosa mosca anche in pieno inverno; infilzato.
Pelare, togliere via i peli.
Infilare, passare il filo come nella cruna dell’ago.
Indovinare l’indicazione data, trovare la giusta via.
Ha indovinato l’indicazione; ha infilato il filo nella cruna
dell’ago.
Azione di chi ha usato il coltello con la punta infilzando
animale o persona, infilare. Infilato.
Pelato, calvo, senza peli, senza capelli.
Pilato Ponzio : Procuratore di Giudea , sotto Tiberio .
Avendo gli Ebrei condotto Gesù Cristo innanzi al suo
tribunale, egli, sulle prime, lo dichiarò innocente; ma,
poi, temendo il furore popolare , se ne lavò le mani e
l’abbandonò agli accusatori che lo misero a morte .
Morì nell’anno 37 . ( Matteo : 27 ; Marco: 15 ; Luca : 23 ;
Giovanni 18. 19 )
Fisicamente alto e magrissimo .
In fila, messi in fila .
Infilzato come l’ago col filo nella stoffa.
Accoltellato, macellato, ucciso.
Alto e magrissimo di statura , spilàtu .
Ha infilzato “ ‘u ‘mpilàu “ , lo ha infilzato; ha trovato la via
giusta dietro indicazioni; ha trovato la via indicata.
Frazione marina di Gasperina
Far venire la pelle d’oca ; far rabbrividire .
‘E chìdhu chi ‘ntìsa, mi s’ ìrggia ‘u pilòrcciu !
I peli del corpo diventano irti per un grave incidente
visto, ascoltato e descritto; per spavento, per
commozione, la pelle diventa come quella dell’oca, i peli
diventano irti per il corrugarsi che fa la pelle per freddo
o per paura ecc . .
Piluccare gli acini dal grappolo dell’uva, “spinnàra “ .
Pilucchi.
Pelo: il lupo perde il pelo ma non il vizio.
253
Pìlu :
Pìlu :
Pìlu :
Pìlu :
Pilùsu :
‘mPìngia :
‘mPingìra :
‘mPingiùtu :
Pinna :
Pìnna :
Pìnna :
Pìnna :
Pìnna :
Pìnna :
Pìnna :
‘mPìnna :
Pinnàra :
Pinnàra :
Pinnàta :
Pinnàta :
Pinnàta :
Pinnàtu :
Pinnijàra :
Pinnulàri :
Pinnulìja ‘l’òcchi :
Pinnulijàra :
Pinòcchju :
Mi approprio; spoglio le cose altrui , proprietà, il
portafogli ecc. ‘U pilàu , lo ha prosciugato di tutto.
Pelo . “ Vàcia guarddàndu ‘u pìlu ‘ntra ‘l’òvu ! “
Pignolo , pignoleria .
Pelo, “ T’ ‘u llìsscja ‘u pìlu ! ! ! “ – espressione indiretta di
chi avverte che terze persona gli fanno pagare ogni cosa !
“ Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando:”Guai a voi, anime prave !
Non isperate mai veder lo cielo : ”
( Dante. I – III –82-83-84-85 )
Setola dura: No’ ssàpa ‘u mènta ‘u pilu a’ corddèdha .
Pelòso, coperto di peli ,
Non sa unire,torcere la setola alla cima /capitella / dello
spago = capitella “ càpura “ da > capo.
Che attacca, che si attacca come con la colla, che affigge.
Affiggere, incollare con la colla un manifesto o altro.
Attaccato, affisso, incollato.
Penna per scrivere.
Plettro di osso a forma di cuore per suonare sulle corde
della chitarra e simili.
Con le unghie si graffia il volto per grande dolore, o graffia
altri . “ mo pe’ ttìa, si pìnna ‘i dinòcchja ! “
Pilùcca l’àcino dai gràmoli del grappolo dell’uva.
Pelare uno , pelargli il danaro senza riguardo.
Cibo che è molto bollente per la bocca .
Penna dei volatili.
Che riesce ad accendersi con fuoco: lembo di giacca,capelli,
avvicinandosi alla fiamma.
Strappare dai rami la frutta matura; l’acino dal grappolo
dell’uva .
Graffiare con le unghie il volto di una persona.
Graffiata in volto con le unghie .
Scrittura breve con la penna, firma, sigla, ghirigoro.
Raccolta, strappata dalle fronde, dai rami i frutti .
Graffiato in volto con le unghie da qualcuno.
Usare la penna per continue denunce, querele, o per lettere
anonime.
I peli delle palpebre.
( Vedi la voce seguente : Pinnulijàra ) .
Sbattere velocemente , muovere in modo veloce palpebre e
cigli degli occhi .
Pinòcchio : personaggio di legno di Collodi ( Lorenzini
254
Pìnza :
Piòli :
mPipàta :
Pìpi :
Pi - pìii !!
Pìpi amàri :
Pìpi a‘ ‘cìtu :
Pipìja :
Pipìma :
Pipìnu :
Pipìta :
Pipìta :
Pipìtula :
Pipitùna :
Pìppa :
Pipparèdhi :
Pìra ;
Pìra :
Piràra :
Pìrcchja :
Pìrcchju :
Pirètta :
Pirèttu :
Piricòcculu :
Pìri ! pìri ! pìri !
Pìri! Pìri ! pirùzzi !
Pìrita :
Carlo, nato a Montecatini in Val di Nievola (1826 + 1890 ) .
Pinza universale composta da due branche di acciaio
unite a cerniera; parallela a punte tonde; a punte piatte;
per tubi a doppia bocca; per forare ; a martello .
Pioli , “ Piròzza “ della chitarra, viola, violino, violoncello,
di legno o di osso, uniti ai cavicchi o bischeri che albergano
le corde . Pioli della scala mobile di legno, gradini fatti con
pioli
(pirùni).
Pepata, molto pepata .
Peperoni .
Suono acustico del clacson di automobili.
Peperoni e peperoncini piccanti .
Peperoni grandi duri messe sotto aceto in salamoia .
Che sa di piccante alla lingua .
Seme del pepe, pianticella da trapiantare.
Pipino, voce ironica per indicare l’appartenente al P.P.
(Partito Popolare) di don Luigi Sturzo del 1919.
Piva a doppia ància accompagnata dalla zampogna:
Pipita, malattia dei polli sulla punta della lingua.
Favella, che parla continuamente senza stancarsi .
Pipitùna : Upupa, uccello insettivoro , becco lungo e curvo.
Ùpupa : “ E uscir del teschio, ove fuggia la Luna,
L’ùpupa, e svolazzar col luttùoso “……
( Ugo Foscolo: DEI SEPOLCRI – verso 81-82 )
Pipa del fumatore .
Frutti del biancospino aventi forma di una pipa; i bambini
per imitare i fumatori di pipa, alla base “ ‘mpilàvamu” un
fuscello, “ ‘nu sgòrppuru” e lo portevamo in bocca.
Pere, frutto del pero .
Pira, fuoco, rogo, vampa:
Pero, pianta delle pere, piràra, che fa pere.
Avarissima .
Avarissimo .
Peretta, interruttore e pulsante applicato all’estremita di un
filo libero, penzoloni sul capo del letto; ha forma di una
piccola pera di legno.( in Gasperina, sul mio letto sta questo
interruttore )
Tacco di cuoio avente forma di una pera, bolero .
Bernòccolo, ematoma (vedi-“zzòmbu” o mèrccu “) .
Voce per chiamare le galline .
Idem come la voce precedente.
Peti .
255
Piritàra :
Piritàru :
Piritòzzulu :
Pìritu :
Pirojàta :
Pirojàti :
Pirojàtu :
Piròzza :
Piròzzu :
Piròzzu :
Pirùna :
Pìsa :
Pìsa :
‘mPìsa :
‘mPìsu :
Pisahfèrru :
Pisanèdhu :
Pisàra :
Pisàra do’ rànu :
Pisàta :
Pìsca :
Piscàmu :
Pìscanu :
Pìscara :
Emettere
gas,
fare
aria,
fare
peti.
Uomo spaccone, presuntuoso, che con la bocca vanta le
cose esaragendo, come fare peti sonori udibili .
Piccolo rumore causato dai tacchi della scarpa; tacchettìo.
Pèto:“ed elli avea del cul fatto trobetta“(Dante.1-21-139)
Stoffa bruciacchiata .
Bruciacchiati .
Bruciacchiato.
Pioli, biscari della chitarra in numero di 6 per stendere le 6
corde che partono dal punto fermo sulla cassa e passano
sopra il ponticello. I bischeri si trovano alla estremità del
manico.
Tùtolo, il tùtolo nudo della spiga-pannocchia del mais .
‘U piròzzu do’ ndiànu . Ndiànu = granturco, mais.
Piolo, bischero / vedi la voce plurale Piròzza / .
Piolo: i 4 o 6 pioli che tengono unita la sedia di legno
impagliata del tipo chiavari . “ Pirùni da’ sèggia “ ,
pioli della scala di legno, pioli che tirano le corde della
chitarra.
Pesa, è pesante; il pesare che fa l’esercente.
Pisa, città d’Italia della provincia omonima, la più antica
d’Italia, sorta 12 secoli avanti Cristo .
“Ahi, Pisa, vituperio delle genti “ (Dante. 1-33-79 )
Appesa, stesa al sole; impiccata .
Appeso, impiccato:
“ hFàccia ‘e ‘mpìsu !”- faccia di impiccato.
Insetto dei Cerambici, coleottero con antenne lunghissime e
con tre paia di zampe atte a sollevare anche dei sassolini.
Lungicòrno (?) con lunghe antenne e zampe robuste
atte ad afferrare un sassolino e portarlo in alto .
Pisanello: Antonio Pisano detto il Pisanello del 1395,
medaglista, pittore, scultore. In Gasperina nel 1600
esisteva il cognome : Pisanello.( Archivio della parrocchia)
Pesare .
Mietitura, “trebbiatura” che si fa nell’aja con asino, cavallo,
mulo, senza il mezzo meccanico moderno detto trèbbia .
Pesata, è stata pesata .
Pesca.
Peschiamo.
Pescano.
Pescare. “ a hffjumàra muta no’ nghìra a piscàra ! “
A fiume secco non andare a pescare ! improvvisamente può
giungere la piena dell’acqua .
256
Piscàru :
Piscàta :
Piscàtu :
Piscàtu :
Pisscè :
Pìsscja :
Pìsscja :
Piscia al’ògghju :
Pisscjacàna :
Pisscjalòra :
Pìsscj :
Pisscjàra :
Pisscjàra :
Pisscjàru :
Pisscjàru :
Pisscjatàra :
Pissciatàru :
Pissciatèlla :
Pissciastòccu :
Pisscjatùra :
Pisscjàzza :
mPisicchjàtu :
Pìsma ;
Pìsta :
Pìsta :
Pistàra :
Pistàra :
Pistàta :
Pistùna :
mPìsu :
Pìsu :
Hanno pescato con le reti .
Pescata .
Pescato, il pescato, pesce già pescato.
Colto, trovato, sorpreso sul fatto .
(Le doppie consonati come la > S < servono per la locale
pronuncia in Gasperina : dura, forte, marcata )
Vedi la voce . Cha-chè .
Orina, che orina, atto dell’orinare, pisciare, mingere.
Pesce .
Pesce sott’olio – tonno .
Pescecane .
Pianta di ciliegio dal frutto di scarso sapore.
Pesci .
Moglie del pescivendolo.
Orinare.
Pescivendolo, venditore di pesce al dettaglio, pescatore.
Hanno orinato.
La vagina, il sesso femminile.
Uomo smargiasso che esagera in ogni cosa, che vanta ogni
sua impre
Vino annacquato .
Stoccafisso, voce tedesca / stock-fisch / merluzzo non salato
Pitale , orinale, vaso da notte .
Orìna , pipì , piscia .
Raccolto in se con le mani sotto le ascelle, rattrappito per
freddo; asciutto,, emaciato, scialbo, smorto.
Il frignare continuo dei bambini che hanno ancora sonno o
che sono stati svegliati da rumori, ma che vogliono ancora
dormire, piagnucolare .
Pesta, che pesta. ( Pista l’àcqua ‘ntro morttàru = Pesta
l’acqua nel mortaio ; persona che parla e ripete sempre
le stesse inutilmente )
Pista, orma, traccia .
Pestare. “ pistàra l’acqua ‘ntro morttàru “ insistere in cose
inutilmente .
Pestare nel mortaio, calpestare, frantumare: noci,sale,pepe.
Calpestata; resa farinosa nel mortaio ; menata, presa a
schiaffi.
Pistello ovale di pietra lisciato per il mortaio; sasso .
“ Pìsti l’acqua ‘ntro morttàru cu’ pistùna “
Appeso; persona impiccata .
Peso, misura : abilità sulla bilancia per quantificare la
merce da pesare: lordo, netto, vivo, morto, giusto,
257
Pitaròciu :
Pitìhijna:
Pitirìcchju :
Pitirnnìculu :
Pitittàru :
Pitìttu :
Pìtta :
Pìtta :
Pìtta ‘e hficundiànu :
Pìtta cu’ ‘a nìpita :
Pittarrìja :
Pittarrijàra :
Pittèdha :
Pittèdha pizzicata :
Pittedhùzza :
Pittùra :
eccedente, / aerometro, stadera, bilancia, provino, /
milligrammo, centigrammo, decigrammo, grammo,
decagrammo, ettogrammo, chilogrammo, miriagrammo,
quintale, tonnellata / carato, grano, libbra, oncia, dramma, /
argano, binda burbera, carrucola, gru, leva, martinetto,
paranco, verricello .
Piccola trottola di legno che si muove azionando un laccio
avvolto in giro, piccolo e robusto –stròbilo – che ha forma
conica, al vertice un chiodo, trottola .
Impetigine: infezione superficiale della pelle, pustula che ha
forma circolare con arrossamento, pus bianco serioso .
Il gruppo “ hji “ ha suono palatale-gutturale sforzato,quasi
graffiante e strisciante, l’aria deve passare per le labra e
denti socchiusi ; “ pitìhjina “ .
Piccolissimo, neonato .
Piccolissimo oggetto.
Egoista, miserabile, meschino, tutto ha e nulla spende.
Fame, appetito,carestia, fame, non avere da mangiare.
Foglia limacciosa del ficodindia– cactus – ;impasto di farina
, pasta lievitata e morbida, cotta al forno, ciambella.
“pittèdha “, si fa anche con l’acciuga in mini pezzetti detta:
“ pittèdha pizzicàta “ , perché l’acciuga si unisce qua e là a
pizzicotti .
Dipinge ; descrive .
Foglia del ficodindia, cactus .
Sfoglia di pasta: con una tazza di 12 centimetri di diametro,
stampo, si piega /a forma di mezzaluna/ con ripieno di
sanguinaccio con gherigli di noce, cannella e nìpita
(nèpeta).Viene sigillata e segnata coi rebbi della forchetta,
di sopra viene palmata la chiara dell’uovo. La forma molto
grande è quella simile all’agnolotto.
Imbratta, che inizia a fare tante cose e nessuna cosa finisce .
(Vedi la voce precedente ). Chi nel piatto con la forchetta
e controvoglia, finge di mangiare rigirando la vivanda.
Schiacciata di pasta di farina lievitata non molto solida, la
prima che viene sfornata per essere mangiata calda con
dentro cìccioli di maiale > “ ciculìdhi “ .
( vedi le voci > Pìtta e Pizzicàta “ impasto di farina , pìzza ,
con acciughe a pezzetti, pizziconi che si danno alla pasta
insieme alle alici)
Piccola pìtta di pasta di farina .
Pittore. Cimabue; Giotto; Boninsegna; Masaccio (Guidi
Tommaso); Andrea Pisano; Bonanno Pisano; Nicola
258
Pittura :
Pittura :
Pitùsu :
Pitùsu :
Pìu :
Pivula :
Pìvula :
Pìzza :
Pizzarddùna :
Pizzàta :
Pizzica :
Pizzicalòra :
Pizzi-cha-màngiu :
Pizzicàra :
Pizzicarèdha :
Pizzicata :
Pizzicata ;
Pizzicàrri :
Pizzicata :
Pisano;Antonio Pisano(detto il Pisanello) ; Michelangelo,
Raffaello, Mantegna; Michelangelo Merisi(Caravaggio) ;
Mattia Preti ( IL Cavaliere calabrese ); ecc. ecc .
Tele dipinte .
Verniciatura fresca .
Ancora moccioso, piccolo, bambino.
Faina o Pùzzola (?) . Persona poco raccomandabile.
Pio : pietoso, misericordioso: Titolo di 12 papi: Pio I
(+ 155 ) ; l’ultimo Pio XII (E.Pacelli 1876 + 1958 )
Gazza, imita la voce umana, gracchia con voce lugubre.
Donna ciarliera, petulante. HFinìssciala, sembri ‘na pìvula !
Pìzza, pasta schiacciata di farina di grano duro coperta di
formaggio, acciughe, pomodoro e olio .
Uomo molto alto e robusto, ma ignorante, nullafacente. (la
doppia DD in “ pizzarddùna “ è dovuta per la durezza e
marcata pronuncia dialettale.)
Malaffare, cosa combinata con danno. M’ha hfìcia ‘a
pizzàta !
L’azione del pizzicare con pollice e indice .
Lungo oggetto di lamiera largo un 2 centimetri, ripiegata
al centro nella sua lunghezza che forma una molla simile a
una molletta per i panni stesi e per i peli, serve per le brace
nel braciere ;
molletta per i panni stesi al sole .
Pinzimonio, olio condito con sale e pepe, nel quale
s’intingono, carciofi, fusti del sedano a pezzi (àccia ) .
Pizzicare, stringere la carne del corpo tra il pollice e
l’indice; in musica, mettere in vibrazione le corde col
pollice e l’indice .
Nome dialettale di un passaro che nidifica nelle siepi.
Pizzicata, l’atto o l’effetto del pizzicare; in musica, il
pizzicare uno strumento come violino, violoncello e simili.
Roba da poco, come un pizzico di sale, un pìzzico di
tabacco da fiuto, ecc. .
Pìzzi /pezzi / resti, code; in dialetto più ristretto, restùcci;
come la resta del grano mietuto che resta nel terreno.
(Pinzocheri, tagliatelle grosse e larghe quanto un dito,
lunghe mediamente quanto tre dita, di farina
di mais e farina di grano, formaggio pecorino
grattugiato, e fritte in olio o in burro. )
Pizzicata, l’atto o l’effetto del pizzicare.
259
Pizzicata :
Pizzicatu :
Pizzichìnu :
Pizzichìnu :
Pizzicùna :
Pizzulijàra :
Pìzzu-pàna-sozìzzu :
Pizzutèdha :
Pizzutèdhu :
Pizzùtu :
Pòcarra :
Pòcu-còsa :
Pòcu :
Pocusàngu :
Poèta :
Pòi – po’ :
“Pittèdha pizzicàta “ – sorta di pizza a base di tante pezzetti
di acciughe che pizzicandole vengono applicate con le dita
nell pasta ma visibili sulla la pasta lievitata.
Azione compiuta nel pizzicare sul fatto un ladro .
Pizzichino : gioco alle carte, tressette in due giocatori ;
tabacco finissimo per fiuto, di odore acuto .
Pizzichino, stuzzichino, spuntino di formaggio molto
piccante.
Pizzico forte dato alla carne col pollice e l’indice ;
persona che per stupore di un fatto si riduce e si sente come
tutte le dita unite in su .
Stuzzicare l’appetito con qualcosa.
Formula nel giuoco della Lìppa (legnetto bombato ,dai lati
appuntito), gioco della lìppa . Lìppa, è il legnetto.
Pizzutello, uva da tavola, con acini lunghi a punta.
Legnetto appuntito .
Legno con fusto rotondo appuntito, per fare buco nella
terra seminando in esso un seme .
Pòker, voce inglese. Gioco di carte di origine americana, in
cui ognuno dei giocatori (da tre a cinque) riceve cinque
carte a ogni mano e deve puntare a realizzare, potendo
anche sostituire alcune carte, la combinazione di maggior
valore // una delle combinazioni maggiori, costituita da
quattro carte di uguale valore: pòcher d’assi .
Poca cosa , poco cosa .
Poco . Tutti i “Professori “ di grammatica italiana,
scrivono e anche dicono sui teleschermi televisivi :
molto poco, molto assai, assai poco; sono Professori?
Poco sangue, persona anemica, di colore giallastro .
Poeta . Chi compone in versi, per felice disposizione
dell’intelletto e per fervida commozione del cuore e della
fantasia . Il divino poeta, Dante .
Aedo, alunno delle muse, arcipoeta, bardo, cantore, cigmo,
citaredo, dicitore in rima, giullare, menestrello,rapsodo,
rimatore, scaldo, sognatore, trovatore, troviere, vate,
verseggiatore, versificatore, versaiuolo, / arcade,, cesareo,
civile, comico, coronato, decadente, dialettale, drammatico,
epico, estemporaneo, futurista, gnomico, laureato, lirico,
satirico, servile, tragico, / estro, fantasia, genio, furore
poetico, fuoco sacro, / pleiade, poetare . Poeta si nasce,
oratore si diventa.
Poi /avverbio / dopo, in appresso .
260
Pòi :
Politica :
Pòmpa :
Pompàra :
Pompata :
Pòndu :
Pònta :
Pontèhfici – Pàpi :
Puoi / potere / verbo di 2/a coniugazione; che puoi fare, che
puoi lavorare; che hai forza fisica per portare sulle spalle;
che hai mezzi .
Politica, scienza dello Stato, del Governo; pratica del
governare uno Stato e di regolare le relazioni con gli
altri Stati.
Pòmpa, voce francese; pompa a stantuffo; idraulica,
aspirante e premente; parte mobile di strumento musicale a
fiato; accompagnamento, processione, dimostrazione di
magnificenza fatta per mezzo di abiti, ornamenti, cortei.
Pompare, mettere in azione una pòmpa .
Pompata, atto del pompare.
Pòndo, ponderatezza, peso, gravezza. Il mortal pondo, il
corpo umano. hFìmmana ‘e pònndu, donna seria accasata.
Ponte /pons / , costruzione di ferro, cemento, legnale o
pietra che attraversa da una sponda all’altra, un fiume, un
canale o altro e serve di passaggio. ( A Gasperina si dice: ‘u
pònta ‘e Pùlicia, il primo sulla rotabile che da Gasperina
porta a Montauro, dove è stato ucciso “Pùlicia” da un certo
Carchìdi di Gasperina ; ‘u pònta ‘e Vrantòni /frate Antonio/
del convento che fu di san Bruno di Colonia, che limita il
confine del territorio di Gasperina con Montauro; ‘u pònta
da’ survarèdha, il primo ponticello fuori abitato di
Gasperina sulla rotabile per Palermiti / e’ cèrzzi de’ Carùsi /
ovvero, ove esiste il fondo rustico della famiglia di Padre
Francesco Caruso, penitenziere .
Pontefice, / pòntifex / il sommo sacerdote dei cattolici, papa
// nell’antica Roma, ciascuno dei componenti il collegio
sacerdotale che aveva la vigilanza del culto ed era
presieduto dal sommo pontefice massimo // capo di una
scuola, di un partito e simili .
Pontèfice, sommi pontefici, Pàpi :
da S.Pietro a Francesco, abbiamo avuto 266 Papi (A. Pisano del 17. 04 . 1934, ricorda 8 pontefici :
Pio XI – Pio XII- Giovanni XXIII – Paolo VI- Giovanni Paolo IGiovanni Paolo II- Benedetto XVI- Francesco . )
Nell’ elenco cronologico che segue, si notano delle
contraddizioni o sovrapposizioni di data sono dovute
all’insufficienza delle fonti storiche. Nell’arco storico dei
papi, vi sono stati anche papi – antipapi circa 25 come:
Novaziano il 251; Lorenzo 498: Pietro e Teodoro 685;
Teodoro e Pasquale 687; ecc.
Nel Nuovo Testamento: da Matteo all’Apocalisse, non si trova un
solo versetto che ci spiega che Pietro abbia messo piede in Roma,
261
comprese le sue 2 lettere: la prima epistola di capitoli 5;
la seconda di capitoli 3 ; mai cita Roma .
Paolo ha fatto dei viaggi a Roma passando per Creta, Malta,
Siracusa, Reggio Calabria, Napoli, giungendo al Foro Appio .
(Roma : citata in Atti 18,2 ; 19,21; 23,11; 28,14; Romani 1,7 )
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34
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36
37
Pietro, anno
Lino
Anacleto
Clemente I
Evaristo
Alessandro I
Sisto I
Telesforo
Igino
Pio I
Aniceto
Sotero
Eleuterio
Vittore I
Zefirino
Callisto I
Urbano I
Ponziano
Antero
Fabiano
Cornelio
Lucio I
Stefano I
Sisto II
Dionisio
Felice I
Eutichiano
Caio
Marcellino
sede vacante
Marcello I
Eusebio
Milziade
Silvestro I
Marco
Giulio I
Liberio
Damaso I
33 - 67 .
68 - 79 .
80 - 92 .
92 - 99 .
99 - 108 .
108 - 116 .
117 - 126 .
127 - 137 .
138 - 142 .
142 - 157 .
157 - 168 .
168 - 177 .
177 - 185 .
186 - 197 .
198 - 217 .
218 - 222 .
222 - 230 .
230 - 235 .
235 - 236 .
236 - 250 .
251 - 253 .
253 - 254 .
254 - 257 .
257- 258 .
259 - 268 .
269 - 274 .
275 - 283 .
283 - 296 .
296 - 304 .
308- 309 .
309 - 310 .
311- 314 .
314- 335 .
336 .
337- 352 .
352 – 366 .
366 - 383 .
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77
78
79
Siricio
Anastasio I
Innocenzo I
Zosimo
Celestino I
Sisto III
Leone I
Ilaro
Simplicio
Felice III
Gelasio I
Anastasio II
Simmaco
Ormisda
Giovanni I
Felice IV
Bonifacio II
Giovanni II
Agapito I
Silvestro
Vicilio
Pelagio I
Giovanni III
Benedetto I
Pelagio II
Gregorio I
Sabiniano
Bonifacio III
Bonifacio IV
Adeodato I
Bonifacio V
Onorio I
sede vacante
Severino
Giovanni IV
Teodoro I
Martino I
Eugenio I
Vitaliano
Adeodato II
Dono
Agatone
Leone II
384 - 399 .
399 - 401 .
401 - 417 .
417 - 418 .
418 – 422
432 - 440 .
440 - 461 .
461 - 468 .
468 - 483 .
483 - 492 .
492 - 496 .
496 - 498 .
498 - 514 .
414 - 523 .
523 - 526 .
526 - 530 .
530 - 532 .
533 - 535 .
535 - 536 .
536 - 537 .
537 - 555 .
556 - 561 .
561 - 574 .
575 - 579 .
579 - 590 .
590 - 604 .
604 - 606 .
607 .
608 - 615 .
615 - 618 .
619 - 625 .
625 - 638 .
638 - 640 .
640 .
640 - 642 .
642 - 649 .
649 - 655 .
654 - 657 .
657 - 672 .
672 - 676 .
676 - 678 .
678 - 681 .
682 - 683 .
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Benedetto II
Giovanni V
Canone
Sergio I
Giovanni VI
Giovanni VII
Sisinnio
Costantino
Gregorio II
Gregorio III
Zaccaria
Stefano II
Stefano III
Paolo I
Stefano IV
Adriano I
Leone III
Stefano V
Pasquale I
Eugenio II
Valentino
Gregorio IV
Sergio II
Leone IV
Benedetto III
Niccolò I
Adriano II
Giovanni VIII
Marino I
Adriano III
Stefano VI
Formoso
Bonifacio VI
Stefano VII
Romano
Teodoro II
Giovanni IX
Benedetto IV
Leone V
Sergio III
Anastasio III
Landone
Giovanni X
684 - 685 .
685 - 686 .
686 - 687 .
687 - 701 .
701 - 705 .
705 - 707 .
708.
708 - 715 .
715 - 731 .
731 - 741 .
741 - 752 .
752 .
752 - 757 .
757 - 767 .
768 - 772 .
772 - 795 .
795 - 816 .
816 - 817 .
817 - 824 .
824 - 827 .
827 .
827 - 844 .
844 - 847 .
847 - 855 .
855 - 858 .
858 - 867 .
867 - 872 .
872 - 882 .
882 - 884 .
884 - 885 .
885 - 891 .
891 - 896 .
896 .
896 - 897 .
897 .
897 .
898 - 900 .
900 - 903 .
903 .
904 - 911 .
911 - 913 .
913 - 914 .
914 - 928 .
264
123
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129
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161
162
163
Leone VI
Stefano VIII
Giovanni XI
Leone VII
Stefano IX
Marino II
Agapito II
(Giovanni XII
Leone VIII
Benedetto V
Giovanni XIII
Benedetto VI
Giovanni XIV
Giovanni XV
Giovanni XVI
Gregorio V
Silvestro II
Giovanni XVII
Giovanni XVIII
Sergio IV
Benedetto VIII
Giovanni XIX
Benedetto IX
Silvestro III
Benedetto IX
Gregorio VI
Clemente II
Benedetto IX
Damaso II
Leone IX
Vittore II
Stefano X
Benedetto X
Niccolò II
Alessandro II
Gregorio VII
sede vacante
Vittore III
Urbano II
Pasquale II
Gelasio II
Callisto II
Onorio II
928 .
928 - 931 .
931 - 935 .
936 - 939 .
939 - 942 .
942 - 946 .
946 - 955 .
955 - 964 .
963 - 965 . )
964 - 966 .
965 - 972 .
974 - 983 .
983 - 984 .
985 – 996
antipapa
996 - 999 .
999 - 1003 .
1003 .
1004 - 1009 .
1009 - 1012 .
1012 - 1024 .
1024 - 1032 .
1032 - 1044 .
1045 .
1045 .
1045 - 1046 .
1046 - 1047 .
1047 - 1048 .
1048 .
1049 - 1054 .
1055 - 1057 .
1057 - 1058 .
1058 - 1059 .
1059 - 1061 .
1061 - 1073 .
1073 - 1085 .
1085 - 1086 .
1086 - 1087 .
1088 - 1099 .
1099 - 1118 .
1118 - 1119 .
1118 - 1124 .
1124 - 1130 .
265
164
165
166
167
168
169
170
171
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176
177
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179
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183
184
185
186
187
188
189
190
191
192
Innocenzo II
Celestino II
Lucio II
Eugenio III
Anastasio IV
Adriano IV
Alessandro III
Lucio III
Urbano III
Gregorio VIII
Clemente III
Celestino III
Innocenzo III
Onorio III
Gregorio IX
Celestino IV
sede vacante
Innocenzo IV
Alessandro IV
Urbano IV
Clemente IV
sede vacante
Gregorio X
Innocenzo V
Adriano V
Giovanni XXI
Niccolò III
Martino IV
Onorio IV
Niccolò IV
sede vacante
1130 - 1143 .
1143 - 1144 .
1144 - 1145 .
1145 - 1153 .
1153 - 1154 .
1154 - 1159 .
1159 - 1181 .
1181 - 1185 .
1185 - 1187 .
1187 .
1187 - 1191 .
1191 - 1198 .
1198 - 1216 .
1216 - 1227 .
1227 - 1241 .
1241 .
1241 - 1243 .
1243 - 1254 .
1254 - 1261 .
1261 - 1264 .
1265 - 1268 .
1268 - 1271 .
1271 - 1276 .
1276 .
1276 .
1276 - 1277 .
1277 - 1280 .
1281 - 1285 .
1285 - 1287 .
1288 - 1292 .
1292 - 1294 .
Celestino V
1294 .
(“che fece per viltà il gran rifiuto” Dante: 1. 3,60 )
193
194
195
196
197
198
199
200
Bonifacio VIII
Benedetto XI
Clemente V
Giovanni XXII
Benedetto XII
Clemente VI
Innocenzo VI
Urbano V
1294 - 1303 .
1303 - 1304 .
1305 - 1314 .
1316 - 1334 .
1334 - 1342 .
1342 - 1352 .
1352 - 1362 .
1362 - 1370 .
266
201
Gregorio XI
1370 - 1378 .
Grande Scisma di Occidente
Papi Romani
202
203
204
205
Urbano VI
Bonifacio IX
Innocenzo VII
Gregorio XII
1378 - 1389 .
1389 - 1404 .
1404 - 1406 .
1406 - 1415 .
Papi Pisani
(206 Alessandro V
207
1409 - 1410 .
Giovanni XXIII 1410 - 1414 . )
Papi d’ Avignone
208 Clemente VII
209 Benedetto XIII
210 Martino V
211 Eugenio IV
212 Niccolò V
213 Callisto III
214 Pio II
215 Paolo II
216 Sisto IV
217 Innocenzo VIII
218 Alessandro VI
219 Pio III
220 Giulio II
221 Leone X
222 Adriano VI
223 Clemente VII
224 Paolo III
225 Giulio III
226 Marcello II
227 Paolo IV
228 Pio IV
229 Pio V
230 Gregorio XIII
231 Sisto V
232 Urbano VII
233 Gregorio XIV
234 Innocenzo IX
235 Clemente VIII
236 Leone XI
237 Paolo V
238 Gregorio XV
1378- 1394 .
1394 -1417 . )
1417- 1431 .
1431 - 1447 .
1447 - 1455 .
1455 - 1458 .
1458 - 1464 .
1464 - 1471 .
1471 - 1484 .
1484 - 1492 .
1492 - 1503 .
1503 .
1503 - 1513 .
1513 - 1521 .
1522 - 1523 .
1523 - 1534 .
1534 - 1549 .
1550 - 1555 .
1555 .
1555 - 1559 .
1559 - 1565 .
1566 - 1572 .
1572 - 1585 .
1585 - 1590 .
1590 .
1590 - 1591 .
1591 .
1592 - 1605 .
1605 .
1605 - 1621 .
1621 - 1623 .
267
239
240
241
242
243
244
245
246
247
248
249
250
251
252
253
254
255
256
257
258
259
260
261
262
263
264
265
266
267
268
269
Urbano VIII
1623 - 1644 .
Innocenzo X
1644 - 1655 .
Alessandro VII 1655 - 1667 .
Clemente IX
1667 - 1669 .
Clemente X
1670 - 1676 .
Innocenzo XI
1676 - 1689 .
Alessandro VIII 1689 - 1691 .
Innocenzo XII 1691 - 1700 .
Clemente XI
1700 - 1721 .
Innocenzo XIII 1721 - 1724 .
Benedetto XIII 1724 - 1730 .
Clemente XII
1730 - 1740 .
Benedetto XIV 1740 - 1758 .
Clemente XIII 1758 - 1769 .
Clemente XIV 1769 - 1774 .
Pio VI
1775 - 1799 .
Pio VII
1800 - 1823 .
Leone XII
1823 - 1829 .
Pio VIII
1829 - 1830 .
Gregorio XVI
1831 - 1846 .
Pio IX
1846 - 1878 .
Leone XIII
1878 - 1903 .
Pio X
1903 - 1914 .
Benedetto XV
1914 - 1922 .
Pio XI
1922 - 1939 .
Pio XII
1939 - 1958 .
Giovanni XXIII 1958 - 1963 (Angelo Giuseppe
Roncalli)
Paolo VI
1963- 1978 ( Giovanni Battista
Montini)
Giovanni Paolo I 1978 (Albino Luciani )
eletto il 26 agosto, Papa per 17 giorni, morto
il 22 aprile , eletto 33 giorni prima.
Giovanni P. II
1978- 2005 ( Karol Wojtyla )
Benedetto XVI 2005- 2013 ( Jos. Ratzinger )
Si è dimesso alle ore 11, 40 del giorno 11 febraio 2013 .
( 11 febbraio 1929 Concordato tra l’Italia e Santa Sede )
Completerà il suo pontificato il 28 febbraio 2013 ore 20.
Sede vacante
dal 29 febbraio al 13 marzo .
CONCLAVE:
giorno 12 e giorno 13 marzo . Habemus Papam .
“Annuntio vobis gaudium magnum: Eminentissimo ac reverendissimo
268
dominun Jorge Mario Bergoglio , qui sibi nomen impsuit Francesco “
13 / marzo ore 19,06 / fumata bianca /
270 Francesco ( Jorge Mario Bergoglio )
nato a Buenos Aires 17 dicembre 1936 .
Francesco, significa libertà.
( Francesco, secondo nome del Serafico d’Assisi )
Il primo nome anagrafico > Giovanni < .
( I cardinali, arcivescovi, vescovi e preti , devono avere una propria moglie .
San Paolo, nella sua lettera / I epistola/ a Timòteo, suo discepolo, capitolo 3 - 4
parla a lui dicendo che devono avere una sola moglie . Gesù, in Matteo :
capitolo 8 versi: 14 – 15 – 16 - 17 - guarì la suocera di Pietro . E’ chiaro, che
il primo Papa era ammogliato . Ha avuti figli ?
Celibàto dei preti: venne iniziato nel 1073 da papa Gregorio VII (monaco
tedesco). Per altro, prima di lui, i papi Leone IX e Stefano IX vietarono il
matrimonio ai preti. Fu canone dopo il Concilio di Trento ( 1545 – 1563 ) .
( Cardinale, viene da cardine, fondamento, ferro a forma di pernio sul
quale girano le imposte delle porte e finestre; fondamento, sostegno /
cardini della morale / . )
Pontihficàra :
Popolàra :
Porccàru :
Porccàta :
Porccedhàna :
Porccèdhu :
Porccedhùzzi :
Porccherìa :
Porcciatùra :
Pòrru :
Pontificare, celebrare le funzioni sacre pontificalmente ;
assumere contegno di autorità .
Popolare, noto a tutti .
Porcaro, guardiano di porci ; lordo, sporco .
Porcata, cosa che provoca disgusto e schifo .
Porcellana. Porcellina “ ndràca “ .
Porcello, porco, maiale .
Gli animaletti grigi, lunghi un centimetro e con antenne,
4-6 piedi. stanno sotto le pietre .
Porcherìa, roba sudicia ; sporcizia .
Majalatùra, porcatùra; tempo in cui si sogliono ammazzare i
majali/ il complesso delle operazioni con cui si prepara la
carne di majale per usi di pizzicheria.
Porro, piccola escrescenza rotondeggiante di aspetto
carnoso; verruca, neoformazione cutanea con forma cornea.
La tradizione popolare diceva che contando i porri sulle
mani o sul volto, tanti nodi doveva fare il malcapitato
con un rametto verde giunchiforme della ginestra, per
poi langiarlo in un burrone, così facendo i porri oltre a
scomparire, non venivano mai più sulla cute .
269
Qualòra ti piaccia di corrèggere qualche mio refuso >
( consonante o vocale fuori posto) , fallo pure. Chi non fa, non
vede, non sbaglia !
Portarùssa :
Porttèdha :
Porttèdha da gùtta :
Porttèdha do’ nàsu :
Pòsa ;
Posàta :
Portuguallàra :
Portuguàllu :
Pòsa :
Posàta :
Posèdhu :
Pòsimu
‘mPossàtu :
Pòssimi-hfàla :
Pòsta :
Posteràra :
Postèri :
Postìnu :
Potihghèdha :
Potìhga :
Potihgàru :
Fondo rustico in agro di Gasperina sulla costa:
Gallo,Suvarello, Miseregoni; “ Cànciadhu russu “ , prese
questo nome dal cancello pitturato di rosso per accedere al
grande fondo dei 7 fratelli Pisano, confinante ccon strada
pubblica, impietrata, con eredi Raspa ed eredi Lupica .
Chiusura provvisoria durante il giorno della porta
principale, mezza porta per celare la vista dei passanti
sull’uscio, girevole su liberi gangheri.
Piccola porta a tutto sesto sulla doga centrale anteriore della
botte, con intaccatura alla base per commettersi col suo
capruggine al fondo della botte, porticina estraibile fornita
da un rubinetto di legno o di metallo, spina.
(gùtta = capruggine, cocchiume, doga, lulla, mezzule, zaffo)
Narice del naso.
Fagiuola, fagioli ; altrove : suriaca .
Persona tranquilla .
Pianta dell’arancia .
Arancia , frutto dell’ arancio.
Fagiuola, fagioli; altrove in Calabria: “ suriàca “ .
Persona assennata e posata.
Pisello .
Posatura, residuo del caffe in fondo alla caffettiera
“ ccicculàtèra” > da : cioccolato,
cioccolatiera ;fondiglio, fondata, fondo del caffè .
Infossato, piantato nella terra, nella fossa .
Località rurale in agro di Gasperina sull’incrocio-confine
Gasperina -Montepaone nei pressi della comunale“Prùppu “
“ Passo Megàli “
Poste italiane; a Gasperina, primo Ufficio Postale, risale
agli anni ‘80 del secolo XIX per merito di Giuseppe
Papucci, garibaldino dal 1848 .
Arretrata nel maturare, da posteriore; contrario: promentìa .
Portalettere .
Postino .
Botteghètta, bottegùccia; rione nel centro del comune di
Montàuro .
Bottega, bottega di alimentari, bottega artigiana.
Esercente, bottegaio di generi alimentari.
270
Potihghìnu :
Potìra :
Potìu :
Pòtta hfàra:
Pòtta :
Povarèdhu :
Pòvari :
Pòvaru :
Pòzzu :
Pputtanèri :
Pràja :
Prahganàra :
Prànca:
Pràppata:
‘mPràsca :
Preccocàru :
Preccòcu :
Precopàra :
Pregàra :
Preghèra :
Botteghino, locale del tabaccaio, tabaccheria .
Potere, potere fare; sopportare un peso sulle spalle.
Forza, ha avuto forza fiscica per portare il peso; ha avuto il
potere per poterlo fare.
Ha potuto fare con i mezzi a disposizione.
Potere, che ha avuto le possibilità di fare le cose .
Povero, misero, poveretto .
Poveri : Gesù disse ai discepoli “ I poveri l’avrete
sempre con voi, ma me non mi avrete sempre ! “
Il convito di Betania > Matteo: 26 verso 11 < .
Povero.
Posso, potere fare .
Donnaiolo, puttaniere .
Cala marina, spiaggia sabbiosa per i bagnanti .
Vedi anche la voce > ohfàna < : donna che poco ha e poco
possiede, e fa capire che ha molto. > il gruppo hga ha suonto
gutturale con fiato sforzato, la g non si deve sentire, viene
assorbita dalla h convenzionale ( h
lettera muta
convenzionale . )
Chiusura del forno; lamiera arcata a tutto sesto atta a tappare
la bocca del forno a legna,la base della lamiera poggiante
sulla mensola davanti alla bocca del forno. Prànca, indica
anche la carne lardone con strisce di magro e salata del
maiale che grandi pezzi si appendono per stagionare. “ ‘na
prànca ‘e salàtu “ ; lastra piatta non spessa di pietra .
Mèta : escremento che un animale fa in una sola volta.
Imbratta ogni cosa per mancanza di competenza.
Pianta del pesco.
Percòca, pesca, frutto del pesco a pasta gialla..
Foglia sottilissima di una pianta che applicata sopra un
foruncolo estirpato alla radice lasciando un vuoto, questa
foglia livellava e spianava chiudendo subito la pelle.
Pregare .
Preghiera, orazione fatta alla divinità per ottenere una
grazia, o alla Vergine o ai Santi :
Gesù disse “ Voi dunque orate in questa maniera: Padre
nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Il tuo
regno venga. La tua volontà sia fatta in terra come in
cielo. Dacci oggi il nostro pane cotidiano. E rimetteci i
nostri debiti, come noi ancora li rimettiamo ai nostri
debitori. E non indurci in tentazione, ma liberaci dal
maligno; perché tuo è il regno, e la potenza, e la gloria,
in eterno . “ ( Vangelo di San Matteo-Capitolo 6. Versi:
271
Preghèra :
Prèja /si / :
Prejandòla :
Prèmiti :
Premòni :
Premura :
Premuràu :
Prèna :
mPrenàta :
Prennòspera :
Prèsscja :
Presscialòra :
Presèntu :
Presentùsu :
Presidènta :
Presidènta :
9,10,11,12 )
Preghiera, richiesta di un favore, grazia o cortesia.
Si rallegra per sue fattezze guardandosi allo specchio;
si rallegra per fatti positivi o negativi capitati ad altri.
Donna civettuola.
Dolori addominale specialmente della partoriente, spasmi.
Polmoni .
Premura, cura o sollecitazione per cose o persone.
Si è premurato per l’ammalato .
Incinta , animale incinta.
Messa incinta .
peronospora, fungo parassita che attacca la vite e i suoi
pampini.
Prèscia, frètta .
Persona che fa le cose in fretta .
“ ‘a gàtta presscialòra, hfìcia i hfigghjòli cièchi ! “
Presento : voto religioso che la sera del 14 agosto presso
Il landrone del Santuario Termini in Gasperina, chi aveva
ricevuto grazie o chi attendeva le grazie dalla Madonna, le
Pacchiane vestite con i migliori vestiti: tovaglia e camicia
lunga e bianca, panno rosso sopra la camicia che si doveva
intravedere un orlo sopra il busto (reggiseno), sopra il panno
rosso, la veste ampia e lunga, le falde raccolte dietro, busto
(reggiseno) esterno, rigido, fatto con stecche di finochio,
lavorato artisticamente dalle bustaie del posto.
“ ‘U presèntu : In un cesto fatto di vimini e cannette
“tahfarèdha” senza manici, pieno di dolci casarecci, coperto
con una tovaglia bianca di lino e ricamata, la portava sulla
cèrcina ( curùna ‘e pezza ) avvolta a corolla sulla tovaglia e
sul capo , con le mani sui fianchi, la pacchiana faceva tre
“fiate” tre viaggi, avanti e indietro dall’androne all’altare,
al termine dell’ultimo viaggio, supplicando o ringraziando
in silenzio, presentava il cesto “ ‘u presèntu “ il dono
simbolico ai piedi della Madonna sull’altare .
Presuntuoso .
Presidente del Consiglio dei ministri 1922- 1925 :
Benito Mussolini; Capo del Gran Consiglio sino al 1943.
Presidente : dal più piccolo condominio al Capo dello
Stato italiano, l’Italia è infestata di presidenti strapagati.
Presidenti della Repubblica :
1
Enrico
De Nicola
2
Luigi
Einaudi
3
Giovanni Gronchi
272
4
5
6
7
8
9
10
11
Antonio
Giuseppe
Giovanni
Sandro
Francesco
O.Luigi
C. Azeglio
Giorgio
Giorgio
Segni
Saragat ( al 21° scrutinio ) 29-12- 1964 .
Leone (al 23° scrutinio )
Pertini
Cossiga
Scalfaro
Ciampi
Napolitano (eletto il 15 maggio 2006 )
Napolitano(rieletto il 20 aprile 2013 al 6°s.)
(Quorum richiesto 504- voti ottenuti 738 + 234 con :
Destra + Lega + Scelta Civica; + Pd . )
12
Pressèpiu :
Prestài :
‘mPrestàra :
Prestàra :
Prestìgni :
Prèstu :
Prèstu :
Pretùra :
Prèvita :
Prèviti :
Sergio
Mattarella
Presepio .
Ho imprestato, ho dato in prestito .
Vedi la voce successiva.
Imprestare, dare in prestito .
Voce derivata da > prestigio < . Fingere magie con la
faccia, le braccia o con le mani, per l’ottenimento di
qualcosa da parte di bambini.
Presto, immediatamente, sùbito.
Imprestare , prestare.
Pretura .
Prete .
Preti, Curati e Vicari di Gasperina :
dòn Bruno
Paschino 1642
dòn Domenico Fulginiti 1666
dòn Giovanni Romano 1670
dòn Antonio
Megali
1718
dòn Giuseppe Spadea
1735
dòn Giuseppe Spatea
1750
dòn Giovanni Lomanno 1770
dòn Giovanni Manni
1777
dòn Girolamo Megali
1804
dòn Gregorio Iannoni
18
dòn Giuseppe Procopio 1846
dòn Giuseppe Iannoni
1861
dòn Giuseppe Iannoni
1861 ( economo Curato )
dòn Giuseppe Iannoni
1875
dòn Bernardo Pavone
1895
dòn Bernardo Pavone
1896 ( economo Curato )
dòn Gregorio Procopio 1910
273
dòn
dòn
dòn
dòn
dòn
dòn
dòn
dòn
Prezzàtu :
Prèzzicu :
Prèzzi :
Prèzzu :
Prìca :
Prìsa :
Priùra :
Probbìtu :
Procaccia :
Pròsitti :
Nicola
Giovanni
Massimino
Nicola
Giuseppe
Gregorio
Domenico
Carmelo
Cosenza
1912 ( nativo di Badolato )
Iannoni
1921
Raspa
1934
Pàparo
1935 (?)
Conte
1964
Procopio 1966 (Vicario arcivesc. )
Carchidi 1967
Fossella
1982 ( al 2015 in carica)
(s.e.o. )
Oggetto, merce a cui vi è stato dato un prezzo.
Pesca noce .
Plurale di prezzo, costi .
Prezzo . Il prezzo del tradimento del proprio Maestro:
Matteo 26, 14 ; Marco 14. 12-26 ; Luca 22. 7-23 .
Afflizione, amarezza, dispiacere, dolore.
Basto rovescio fatto nella terra per lo scolo delle acque .
Priore .
Proibito, vietato. Nelle bacheche delle chiese, vi erra
appeso un catalogo con l’elenco di tanti libri probiti alla
lettura, giornali quotidiani e riviste, anche la Settimana
Enigmistica fondata nel 1931 . Nel 1948, Piazza Umbro I,
in Gasperina , ha visto una catasta di libri messi al rogo
ove là ogni anno innalzano l’albero di Natale. Il
Pontefice – Montini – nel 1966 , abolì tale provvedimento
che era negativo contro il pensiero e che impoveriva la
Cultura. Uno di quei libri accatastati (avevo 14 anni),
l’ho preso e scappando portandolo via, gli “addetti ai
lavori ”dell’Azione Cattolica” agli ordini dell’allora
Presidente nazionale, Luigi Gedda, mi corsero dietro per
il grande volume e per picchiarmi senza riuscirvi. Il
volume del libro era stato scritto da MAX STIRNER
filosofo tedesco, volume che conservo ancora nella mia
piccola libreria in Gasperina di 1. 202 volumi, vanno dal
1500 al 2013 .
( “ PANE VIETATO, GENERA APPETITO ! “ )
Portatore di lettere da un paese all’altro .
Prosit , “ pròstu” ,vi faccia pro, brindando a fine mensa.
Latino , Pròsit : “ Che sia di beneficio “ augurio rivolto al
sacerdote dopo la celebrazione della messa.
Brindisi-augurio a chi ha starnutito : Salute !
274
Protestànta :
Pròvala :
Pròvula :
Provulàru :
Provulùna :
Prùna :
Prunàra :
Prùnta :
Prùnu :
Prùppu :
Prùppu :
Puà :
Pucundrìa :
Pucundrùna :
mPùdha :
Pudhàstra :
Pudhìa :
Pudhìtru :
Pùdhura :
‘mPuggicàra :
Pugnàla :
‘mPugnàra :
‘mPùgnu :
Pùgnu :
Protestante, protestanti, protestantesimo: complesso delle
dottrine religiose cristiane sorte dopo la Riforma (sec. 16° ).
I suoi seguaci sono anche detti Cristiani Evangelici.
Comprende : il calvinismo, Giovanni Calvino, riformatore ;
il luteranesimo, Martino Lutero, Frate agostiniano ;
anglicanesimo, Religione cristiana uffiale dell’Inghilterra
dal 1562,sotto Elisabetta, non riconosce l’autorità del Papa ;
ammette il matrimonio dei preti.
Gli hussiti, di Giovanni Huss, teologo: valdesi,di Pietro
Valdo, sec. 12° .
Assàggiala, vedi come è di sapore .
Provola, provatura, formaggio di pasta molle.
Venditore ambulante di provole.
Provolone .
Prugne.
Pianta delle prugne .
Campione per saggio di olio o vino , saggiuolo .
Prugna .
Località rurale in agro di Gasperina .
Polpo, pesce marino con 8 tentacoli fornite da ventose.
( 8 : Tante sono le Vie che si diramano dalla Piazza di
Gasperina dalla “cavita orale” > testa del polpo <
giungendo alle estreme periferie del paese : Via De
Gasperi; Via Mazzini ; Via F.Cilea ; Via Santa Caterina ;
Via Campanella -San Giuseppe ; Via Felice Antonio
Fiorentino ; Via Marconi ; Via Trieste )
Puà, / dal francese pois /, stoffa con disegno a pallini . Voce
Ipocondria, disturbo che porta a forte malinconia .
Da ipocondria, malinconia che porta a fare niente.
Pùstula.
Pollastra.
Pollastra, gallina .
Figlio dell’asina, asinello giovane.
Biòscia, neve molle, caduta di fresco che si scioglie quasi
sùbito.
Rimboccare, rimboccare le coperte ; trovare un impiego
come ripiego con prassi non lecita . “ ‘U ‘mpuggicàu ! “
Pugnale .
Impugnare ,stringere col pugno, prendere e stringere nel
pugno della mano.
In prima persona: Stringo col pugno,nel pugno .
Pugno , mano chiusa con le dita piegate sulla palma.
275
Pulèju :
Pùlicia :
Pùma :
Pumàra:
Pumàta :
Pumàzzi :
Pùmicia :
Pummadoràra :
Pummadorìma :
Pummadòri :
Pùmu :
‘mPùnda :
‘mPundàra :
‘mPùndu :
Pungìa :
Pungìra :
Pungiùta :
Pùntèrva :
Pùnta :
Puntàla :
Puntàra :
Puntàta :
Puntètta :
Puntètti :
Puntìdha :
Puntìdhu :
Pulègio / dal latino puleium / .
Pulce .
Pomi , mele.
Pianta dei pomi , poetico: pòma ; pòmum , pomo, pianta del
frutto stesso. Pomo della discordia, quello d’oro che la
discordia, alle nozze di Peleo e di Teti, gettò sulla tavola
perché fosse attribuito alla più bella e diede origine alla
contesa di Giunone, Minerva e Venere, al giudizio di Paride,
alla guerra troiana e una infinità di guai; si dice di ogni cosa
che generi discordie e scissioni .
Pomata da spalmare sulla pelle.
Fichi ancora acerbi , siconi non maturi,
Pomice , pietra pomice .
Pianta del pomodoro
Vivaio di pianticelle dei pomodori.
Pomidori .
Pomo, il pomo di Adamo, quella protuberanza che si
nota nella gola, specialmente maschile.
Affonda, che affonda nell’acqua, nel fango, ecc.
Affondare, che manda affondando .
Affondo, affogo, vado sotto.
Mi faceva male come punto da spina o dall’ape,irritava.
Pungere: pinzare, come la punta dell’ago, con una spina.
Pinzata d’insetto, punta .
Punt’erba della ricamatrice .
Apice, il punto estremo del cuspide d’un campanile;
dell’ago con la cruna; del chiodo ; che mira e punta per fare
centro con l’arma ; il cane punta la lepre .
Protezione metallica contro l’usura, puntale dell’ombrello,
cime delle stringhe delle scarpe.
Puntare, scommettere al giuoco; fissare la canna del fucile,
fissare lo sguardo .
Puntata, scommessa su una carta da giuoco, al Lotto .
La parte aggiunta sulla > faccetta < del tomaio presso la
punta della scarpa .
Punte di ferro sottili con 3-4 fori per essere fissate
sotto alla punta della scarpa o dietro al margine del tacco.
Puntèllo, tronco, trave o grosso bastone di legno che mettesi
a contrasto tra il suolo e un muro, una parete, una porta, ecc.
affinché non cadono o non si aprano; appoggio sostegno.
Punteruolo. Vedi anche CUGNU .
276
Puntijàtu :
Puntina :
Puntina :
Puntina :
Puntìni :
Pùntu ‘ngiòrnu :
Puntùna :
Spuntunèra :
Pùntu pisànu :
Puntùra :
Pùntu Ròdi :
Pùntu smèrlu :
Pùntu :
Pùntu d’arrivu :
Pùntu ‘e partenza :
Pupàzza :
Pupàzzu :
Pupùna :
Pupùna :
Pupùna :
Pupùna :
Purccàra :
Pùrcchja :
Purchjàcca :
Punteggiato, cucitura sul guàrdolo aperto della scarpa con
punti piccoli che il calzolaio fa per unire e cucire il guàrdolo
con la suola del fondo , cucitura con punti minutissimi .
Bulletta che usa il calzolaio.
Puntina metallica per far suonare il grammofono
poggiandola sul disco con la incisione di canti e musiche.
Parte staccata e cucita, sezione superiore della tomaia delle
scarpe.
Puntini, i punti delle cuciture sulle stoffe.
Puntogiorno della ricamatrice , punto a giorno.
Cantone, angolo, luogo angoloso .
Mobile, stipite, angoliera con una o due ante per conservare
riserve alimentari .
Punto della ricamatrice , punto pisano.
Iniezione fatto con l’ago e siringa; la puntura dell’ape .
Punto della ricamatrice , punto rodi.
Punto della ricanatrice , smerlo.
Punto , punto fermo ; punto esclamativo ; interrogativo.
Punto, luogo d’arrivo, meta .
Punto di partenza, luogo dove si dà il via alla gare o per la
partenza in aereo o con la nave .
Bambola di pezza.
Pupazzo , piccolo fantoccio, trastullo per bambini,
bambolotto ;
uomo da nulla,.
Melone .
Che ha forma ovale come il popone (melòne- melùna). Con
le spighe della lavanda – spigonardo /spicanàrda / raccolti
a mazzo le spighe , legati alla base, le reste ordinate rivolte
sulle spighe, legati ancora alla base delle spighe lasciandone
un dieci centimetri di lungherra e legati formando un grosso
gambo. Detto pupùna collocato nei cassetti della biancheria
lascia per molto tempo l’odore della lavanda.
Forma ovale legata di un corpo. Il neonato tutto
fasciato come il Bambino Gesù del Giotto. Spighe del
nardo (spicanàrda ) fatte a mazzo,legate alla base, gli steli
lunghi ripiegati sulle spighe uno accanto all’altro e legati
ancora dopo la copertura delle spighe,
”era ‘u pupùna prohfumàtu pe’ ‘ntra càsscja de’ panni “
Popone, cocomero.
Portare la femmina dal maschio, ‘mpurccàra , mprenàra .
Mette dentro con forza, ‘mpùrcchja .
La vagina della donna.
277
Purcchjàra :
Pùrga :
Purggànta :
Purgatòru :
Purgatòru :
Puricinèdha :
Puricìnu :
mpurmmàra :
mPurnnàra :
Pùru :
Pùru :
Purvarihfìciu :
Pùta :
Putàra :
Putàra :
Putàta :
Puttàna :
Pputtanàta :
Pputtanèri :
Pùzza :
Puzzàra :
Pùzzu :
Pùzzu :
Pùzzu :
Vedi purccàra / ‘mpurcchjàra / accoppiare gli animali.
Purga , lassativo .
Purgante, lassativo .
Purgatorio, luogo oltretomba per i peccati veniali, luogo di
pena temporaneo dove le anime di coloro che sono morti
non in peccato mortale si purificano espiando le loro colpe
veniali prima di essere ammessi al paradiso.
Purgatorio: 2/a Cantica della Divina Commedia, che Dante
Alighieri, descrisse e che conobbe da vivente. Canti 33 >
Versi 4.743 .
Pulcinella, persona che non rispetta la parola data. Maschera
napoletana introdotta da A.Gallese (1630 ) nelle opere
teatrali.
Pulcino .
Mettere nella forma .
Infornare, mettere nel forno.
Pure, anche, ànco,.
Puro, casto, genuino, santo.
Dove là fabbricavano i fuochi artificiali . Fondo rustico.
Potatura, che pota .
Potare.
Amputare , ‘mputàra .
Potata .
Puttana, pputtàna ,ciàna, meretrice, donna di strada, mala
femmina;solo con i soldi, le puttane, troie, aprono la porta a
donnaiuoli, avidi e ingordi di sesso femminile .
“ O barettiera svergognata pùtta “ ( G. Carducci )
Cosa detta male, cosa fatta male .
Uomini che frequentano le puttane, le meretrici .
Polsi delle mani , parte del braccio; da pulsazione,polso.
“ ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi .”(Dante. 1-1-90)
Puzzare, emanare puzzore .
Pozzo, relativo all’acqua.
Polso, relativa al braccio e alla mano.
Puzzo, puzzore.
Se noti e leggi qualche refuso, fatti mio correttore!
Questo Dizionario è solo un assaggio “ ‘NA PRUNTA “
per chi vorrà copiare…
278
Quàndu ‘a gàtta no’ nc’è, ‘u sùracia bàlla .
Quando la gatta non c’è, il sorcio balla .
Q
Quàgghja :
Quagghjàra :
Quagghjàu :
Quàgghju :
Quala :
Qual è :
Qualùnca :
Qualùnqua :
Qualunquista :
Quàndu :
Quàntu :
Quaranta :
Quarantamìla :
Quarantèna :
Quarantìna :
Quarantòttu :
Quarèsima :
Quaglia . Quaglia, fare il salto della quaglia. Sangue che
coagula ; affare che può andare a buon fine; latte che alla
bollitura in superficie fa la panna; ragazza carina già donna.
Addormentarsi per stanchezza “ quagghjàu do’ sònnu ! “
Cementare un pavimento e “bujaccàra “ con colla liquida.
Da quagliare, coagulato; affare giunta a buon fine; si è
addormentato per sonno arretrato.
Caglio per la coagulazione del latte, lievito,stomaco dei
ruminanti lattanti come gli agnellini; per stanchezza mi sto
addormentando. “ Quàgghju do’ sònnu ! – Quagghjàu Quale.
Quale è , qual è : non si apostrofa nemmeno in dialetto.
Qualunque.
Qualunque .
(U.Q.) Uomo Qualunque: del Partito Politico di G. Giannini
fondato il 1946. Simpatizzante o iscritto . Simbolo: Uomo
sotto il torchio . Nel 1948 ottenne > 40 deputati .
Quando .
Quanto .
Quaranta –40 - XL .
Quarantamila –40.000Quarantena, spazio di 40 giorni. Persona proveniente da
luogo infetto viene trattenuta in osservazione .
Quarantìna, serie di 40 cose, è un uomo sulla quarantìna.
‘48 . 1848 : prima guerra per l’indipendenza d’Italia;
Il 18 aprile del 1948 la Democrazia Cristiana (D.C.)
sconfisse alle prime elezioni politiche il Fronte Popolare
(Socialcomunista , simbolo in una stella, Garibaldi ) ; gli
elettori : per il senato di anni 25; per la camera di anni 21.
Eleggibili: anni 40 per il Senato; anni 25 per la Camera dei
deputati.
Quaresima, liturgia cattolica, periodo di penitenza.
279
nQuarttàra :
Ingrassarsi, metterersi in carne .
Le doppie consonanti servono per dare l’effetto duro,
forte e marcato della pronuncia del nostro dialetto.
Quàrtta :
Quarttìnu :
Quàrttu :
Quàrttu ‘e Luna :
Questòra :
Questura :
Quasi :
Quatèrna :
Quattòrdici :
Quattòrdici :
Quattròcchji :
Quàtra :
Quàtra :
Quatràra :
Quatràta :
Quatràtu :
Quàtri :
Quàtru :
Quàttru :
Quàttru làmi :
Quattrumìla :
Quàttru-sòrdi :
Quàttu :
Quèsta ? :
Quèsta :
Questùra :
Quetàra :
Quètu :
Quindici :
Quindicina :
Quarta:Classe di scuola elementare; quarta nota musicale Fa
Quartino, strumento musicaale dei legni ad ancia.
Misura per granaglie 1/4 del “tòmolo” = 12,5 chili.
Primo quarto delle fasi lunare .
Questore, capo della polizia.
Questura, Sede del Questore di Polizia.
Quasi .
Quaterna, quattro numeri del giuoco del Lotto.
Quattordici, cognome esistito a Gasperina .
Quattordici = 14 = XIV romano.
Persona che porta gli occhiali.
Quadra, quadrata.
Che sta bene, che mi sta bene, mi conviene , mi quàtra .
Che sta bene al dire, che quadra nel discorso, l’esempio.
Quadrata, non circolare, non ovale .
Quadrato, di quattro lati uguali, figura geometrica.
Quadri, dipinti, ritratti.
Quadro : dipinto, forografia, “retràttu “ ritratto.
Quattro = 4 = IV ( 4 denàri: imprecazione > chìmmu ‘ngìri
còmu ‘u 4 dinàri ! < ovvero: che tu non trovi mai riposo ! /
nel giuoco delle carte alla “calabresèlla” = tressette / muove
per primo chi trova nelle sue carte il 4 denari / di quadri =
oro per la primiera/
Quattrucèntu: Quattrocento = 400- = CD romano.
Attrezzo per segnare con esattezza l’occhio del tralcio della
vite ponendolo al centro. Corpo unico di ferro con 4 lamette
corte, aperte a forbice e frontali; lamette simili al temparamatita, manico di legno breve. Innesto: A OCCHIO .
Quattromila 4.000 .
Moneta di 20 centesimi , quattro soldi.
Quatto, stare a terra zitto e in silenzio per non farsi vedere.
Chi è ? > in dialetto: > Chu èsta ? <
Quèstua .
Questura , Caserma, Ufficio del Questore .
Quietare, chetare .
Quieto, cheto.
Quindici – 15 – numero arabo ; XV numero rolano.
Una quindicina di qualcosa , rata di 15 giorni.
280
Quìnta :
Quintàla :
Quìntu :
Quìnta classe di un corso di studi. Classe V .
Quintale = 100 chilogrammi.
Quìnto.
R
Ràca ràca ! :
Ràcchja :
Raccimulàra :
Raccìmulu :
Racìmulu :
Racìna :
Radaràda :
Radìcia :
Radìcia :
Rahgàra :
Ràhgu :
Ragghjàra :
Ràgghju :
Ràggia :
Ràggia :
Ràma :
Ràma :
Ramazza :
Ramèdha :
Rampogna :
Rànu :
Rapàra :
Rapàra :
Rapporttèri :
Ràsa :
Rasènta :
Rasèra :
Ràca ! Voce ebraica di maledizione,espressione spregiativa.
Donna non bella, sgraziata, brutta.
Racimolare, mettere insieme un po’ alla volta,raccogliere.
Racimolo, mettere insieme con pazienza.
Racimolo, ogni piccolo grappolo che forma l’intero
grappolo della “ racìna “ , dell’ùva .
Uva , grappolo composto da tanti racìmoli , ciascuno dei
grappolini che compongono il grappolo; i còccia: chicchi…
si chiamano àcini . Malvasia / dal nome proprio della
costa orientale della Morea / ; pizzutella; zibibbo
/dall’arabo zibib / ecc. ; le foglie dei tralci della vite ,
pàmpana – pàmpano –pàmpino . Tralci – tàlli =”tàdhi”
tralcio – tàllo = “ tàdhu “ .
Edera .
Radice, radici delle piante; fittone, forma di radice che
procede verticalmente senza suddividersi /rìza/ come della
cavolo, della lattuga, ecc. .
Ravanello piccante, lungo, o rotondo, di colore simile alla
carota.
Trascinare per terra qualcosa, come le scarpe, un mobile .
Ronco, rumore, angoscia, respirazione lenta, agonia,morte;
trascinamento, ràntolo . Vedi la voce agonìa .
Ragliare come un asino.
Raglio .
Ràbbia, irritazione violenta.
Ràbbia, malattia infettiva virale del cane.
Rame .
Ramo dell’albero, ramo, fronda.
Scopa di saggina o di altra erba o materiale.
Stipa, ramoscello secco, sterpo raccolto in fascine.
“ E vidivi entro terribili stipa di Serpenti “ (Dante)
Rampogna; rimprovero, biasimo.
Grano, granaglia.
Rapare, rasare, tagliare i capelli a zero.
Rapinare, rubare.
Uomo che riporta notizie false o vere, spia malcelata.
Piena sino all’orlo .
Rasente .
Randa o rasiera di legno, si passa in cima alla misura
281
Rasèru :
Rasolàta :
Rasòlu :
Ràspa :
Ràspa :
Raspàra :
Ràstu :
Ràsu :
Ràsu :
Ràsula :
Ràzza :
Ràzza :
Rre :
per granaglie per togliere il di più.
Barbiene, rasiere, chi usa il rasoio per rasare la barba.
Rasoiata, colpo dato sul viso, il rasoio adoperato come arma
offensiva; colpo di rasoio sul viso, nel fare la barba.
Rasoio . > vedi la voce Gillètta < .
Gratta con le unghie per prurito; “ mìna ‘u cìncu “,
ovvero, ruba .
Raspa, attrezzo del falegname.
Raspare, grattare ; rubare,sottrarre .
Fiuto per annusare come fa un vero segugio per la caccia.
Recipiente pieno sino all’orlo . (vedi – rasèra - )
Raso,tessuto di seta liscio e lucido.
Area agricola disposta a terrazza.
Pianta erbacea mangereccia con foglie larghe.
Razza, nome collettivo che indica tutti coloro che
discendono da una stessa famiglia ; generazione.
Re, Capo supremo del regno della monarchìa .
Il Re Sole, Luigi XIV ; il Re dei Re, Dio ; il Re del Cielo;
il libro dei Re, i quattro libri del Vecchio Testamento, che
narrono la storia degli Ebrei sotto i re ; i Re magi ; i 4 re
nel mazzo delle carte nel giuoco a briscola; re, nota
musicale ; re, personaggio delle favole .
Re d’ Italia 1861 – 1946 :
Vittorio Emanuele II
Umberto
I
Vittorio Emanuele III
Umberto
II
Rre :
Rre :
Rebbèdhu :
Recògghjati :
Recògghjati :
Recogghjatìni :
Recogghìra :
Recogghìu :
Recògghju :
Recogghjùtu :
Recòtu :
Recòtu :
1861
1878
1900
1946
Re, seconda nota musicale in chiave di violino (di sol) .
Re nel giouco delle carte a briscola .
Allarmismo,Cancan,chiasso,grida
.
Vai a casa che già è tardi, ritìrati .
Raccogliati la frutta dell’albero che già è matura .
Cose raccogliaticci senza scelta .
Raccogliere , ricoglitura delle castagne e altro.
Ha raccolto, ha racimolato ; “ si recogghìu ’nu pizzicùna ! ”
Di quello che ha udito e visto, si è molto rimpicciolito !
Raccolgo qualcosa ; Mi recògghju = mi ritiro, rientro in
casa .
Raccolto: fieno, grano, ecc.
Persona raccolta in se; recòtu ,frutto raccolto.
Luogo riparato dal vento, dalla pioggia, dal sole.
282
Recòtu :
Rehfilàra :
Rèfricu :
Refrìscu :
Regalàra :
Regalata :
Regàlu :
Regamàta :
Regàmu :
Regìna :
Regginùzza :
Reggiùna :
Règnu :
Regùgghja :
Règula :
Regulàta :
Règulu :
Regumàra :
Rehfùnda :
Rèhfati :
Rèhjja :
Rejùta :
Religgiòna :
Raccolto in se, come accovacciato .
Raffilare col trincetto i lati del fondo della scarpa compresi i
tacchi ; raffilare la lama, il filo tagliente del trincetto con la
mola o sùpa ‘u ‘ffilatùrra pronto sul deschetto
“ banchèttu” del calzolaio.
Ritrèppio, lungo i quattro lati del fazzoletto come cimosa.
Refrigerio, consolazione .
Donare, regalare .
Regalata, donata .
Regàlo, dono.
Ricamata .
Ricamo .
Regina .
Soprannome .
Ragione /ràtio / facoltà dell’intelletto.
Avere ragione, dare ragione; contrario: torto .
Ad una persona scorbutica, se darai ragione, ti riponderà :
“ Come sai che ho ragione ? “ ; se darai torto, ti risponderà :
“ Come sai che ho torro ? “
Regno , paese retto a monarchia; costituzionale o assoluta,
sotto la sovranità di un re . I tre regni della natura :
animale, vegetale, minerale . La casa è il regno della donna.
Si strugge per livore contro qualcuno > si regùgghja !
Regola, regolamento ; règolo del muratore, assa stretta e
lunga, alta un 3 centimetri per mettere a livello mattoni e
mattonelle.
Da regolare, pensarci per regolarsi.
Listello di legno durissimo, tiralinea .
Masticare a lungo per poi ingoiare; dimugrare, rimasticare,
ripensare a un torto ricevuto, pensare e ripensare sempre la
stessa cosa.
Che dà in prestito o che vende roba di seconda mano.
Catarro mucoso filante .
Arista, resta. Filamento rigido e sottile che si protende dalle
glume delle graminacee, specialmente nelle spighe
dell’orzo.
Partita di ritorno, rivincita .
Religione. Manifestazione di omaggio, adorazione e
venerazione, che lega l’uomo a quanto egli ritiene sacro .
/dal latino, relìgio . / E’ il sentimento dell’uomo verso Dio;
l’insieme di riti e comandamenti che gli uomini osservano
per onorare la Divinità: religione cristiana, i dogmi della
religione/riverenza, culto, rispetto grandissimo, venerazione.
283
La religione cattolica – cristiana, afferma che è l’unica
ad avere ed essere la verità della Divinità. Se così fosse,
le altre religioni, con miliardi di credenti fedeli, e
credono nella menzogna come musulmani, ebrei, etc, etc .
Perché dunque avvicinare e chiedere fratellanza e vicinanza
con le altre religioni credenti nelle menzogne ? / Ogni
inventore di qualcosa, difende sempre la propria “Bibbia” ,
il proprio “ Corano “ ; / i propri brevetti / Le religioni nel
mondo saranno circa 85 ; da queste, successivamente,
sono sorte le infinite Sette con riti e credenze diverse; tutte
le religioni e surrogati, tutti i giorni, in ogni minuto del
quadrante dell’orologio e della Storia, abbiamo, hanno
ed avranno una fossa pronta ove la terra coprirà tutte le
nostre fedi religiose.
Remùnta :
Remuntàra :
Renò :
Reoggiàru :
Reòggiu :
Rèpani :
Reprùbica :
Reprùbrica:
Rimonta ,operazione del calzolaio quando rifà l’intero fondo
della scarpa.
Fare la rimonta alla scarpa.
Panno di lino per avvolgere il neonato dopo la fasciatura.
Orologiaio, chi ripara e vende orologi.
Orologio .
Catarro filaccioso, mucosa verdastra che si espettora.
Repubblica / res pubblica, la cosa pubblica, lo Stato / .
Governo retto dal popolo, o direttamente o per mezzo di
delegati. ( “ L’ Italia è una Repubblica democratica,
fondata sul lavoro. Art. 1 della Costituzione. “ ) Non
capiamo bene se l’Italia, è una bestia, una persona, uno
stivale, espressione geografica o fisica. I Delegati in
parlamento conoscono il lavoro ?
( “ Art. 4 : riconosce il diritto al lavoro “) Non crea e
garantisce il lavoro, non garantisce dignità alla singola
persona; Costituzione politica e settaria sin dalla sua
Costituente partigiana . ) 139 articoli, “Comandamenti “
simili ai 10 Comandamenti dettati a Mose dai
“ Costituenti Celesti “ : Padre, Figlio , Spirito Santo ,
che nessuno mai sopra la Terra ha messo quotidia =
namente in pratica .
Repubblica .Che ha visto incolonnate centinaia di bare piene
di morti,personaggi grandi d’Italia, assassinati da coloro
che siedevono e siedono in Parlamento di detta
Repubblica democratica antifascista,sociale,plurale e
pluralista;ipocrita, quotidianamente ancora negli anni in
cui viviamo, Repubblica ipocrita, ladrone, vagabonda !
284
Repprùbica :
Reppùbrica :
Repprubicànu :
Reprubbicànu :
Repubbricànu :
Requàla :
Requàli :
Requàlu :
Resparmiàra :
Respundìra :
Rèsta :
Rèsta :
Restàmma :
Restàra :
Restàru :
Restàu :
Restasti :
Rèsti :
Rèsti :
Restùccia :
Restucciàta :
Resumàgghj :
Retègnu :
Retipùntu :
Retrànga-retrànca:
Repubblica .
Repubblica .
Repubblicano
Repubblicano
Repubblicano
Voce negativa che descrive una persona di poco valore.
Campioni negativi di cose o persone di scarso valore.
“ Porttàsti ‘si requàli ! “
Persona di nessuna considerazione; dono o cosa di poco
valore.
Risparmiare, sparagnare.
Rispondere .
Resta : le code dell’aglio, della cipolla, del grano con la
spiga .
Resta, che rimane, resta sul posto.
Siamo rimasti, siamo rimasti ai patti, siamo rimasti sul
posto.
Restare, rimanere ; restare e mantenere i patti .
Sono rimasti.
E’ rimasto, è avanzato, è rimasto sul posto; è rimasto di
stucco sapendo la notizia , è rimasto sbalordito .
Sei rimasto sul posto; hai rispettato i patti.
Resti, rimani sul posto; resti, rimanenze .
Avanzi, rimasuglie .
La parte rimasta attaccata alla terra del grano mietuto.
Fondo rimasto con le reste del grano.(vedi Restùccia ).
Rimasuglie , cosa da poco rimasta, avanzi, minutaglie.
Mini diga con grande e spesso argine per sbarrare e
trattenere le acque che devono essere raccolte per poi
sollevare la chiusa, la cateratta artificiale e farle precipitare
per azionare le pale del mulino; ritegno per trattenere;
discrezione, riguardo, freno, riserbo.
Filza, cucitura con ago e filo, sul rovescio a ritroso, punto
doppio, sul diritto, punto continuo come fosse cucito a
machina;ogni punto si fa cucendo all’indietro sul rovescio =
retro-punto, reti-pùntu, cucire a ritroso con l’ago .
Retro-ànca; sottocoda ,striscia di cuoio larga 5-6 centrimetri
con i capi piegati e cuciti lasciando un vuoto nella piegatura
capace di ospitare un legnetto o un osso, strisce che deve
essere attaccata ad entrambi i lati del basto dell’asino sull
lato posteriore trovando altra breve striscia di cuore cucita
alla stessa maniera, che unite, infilato verticalmente il
legnetto, lega a modo di cerniera le due parti; finimento che
285
Retràttu :
Rettàngulu :
Retrattàra :
Revigghjàra :
Revigghjànta :
Revìgghjati :
Revigghjàtu :
Revòto :
Rìcchi :
‘Rìcchja :
‘Rìcchji :
‘Ricchjàli :
‘Ricchjìni :
‘Ricchjùna :
‘Ricchjùna :
Rìccia :
Riccimènna :
Rìcciu :
Rìcciu :
Ricciùtu :
Rìccu :
passa sotto la coda, e sopra le natiche ,sorretta inoltre, da
altra scriscetta di cuoio accavallato sopra la groppa
“cavadhèttu“ , stringa per tenere sollevata e in linea /’a
retrànga / per non farla scendere tra le gambre della bestia.
Ritratto, fotografia, dipinto.
Rettangolo .
Fotografare, dipingere, fare un ritratto, descrivere una
persona.
Destare, svegliare .
Desto, che non dorme.
Svegliati, non dormire .
Desto, sveglio, non dormiente.
Rivolto, rivoltare: l’uva pigiata già versata dal cocchiume
nella botte (grosso e largo buco in alto alla botte dogata che
si tappa con uno zaffo, grande tappo di sughero), dopo
giorni, dalla spina, o “margherita “ rubinetto, si fa scolare il
mosto, poi si toglie la lunetta “ ‘a porttèdha , cu’ tiratùra con
lungo manico, si svuota l’uva già fermentata per essere
messa sotto torchio “Cònzu” , aggiusto il torchio, sistemo il
torchio; conzàra = mettere in in atto a funzionare, riparare.
Ricchi, contrario di poveri.
Orecchia, orecchio .
Orecchie .
Orececchioni, parotite,infiammazione delle parotidi.
Orecchini delle donne .
Voce che usano i cacciatori , la lepre perchè ha le orecchie
lunghe .
Pederasta, omosessuale maschile .
Tratto della Via Manni, già Via S.Caterina in Gasperina,
và dall’incrocio dell’attuale rotabile della Via Procopio,
frontale al Municipio, e termina nel tratto pianeggiante
verso la periferia del rione Tre Croci ove là vi era una delle
10 fontane pubbliche del 1931.
Rich man (men), ricco sfondato, voce inglese :
“ no’ hàva nènta, e mmi hfàcia ‘u riccimènna ! “
Truciolo di legno che il falegname fa con la pialla
zahfarèdha /
Riccio di capello .
Ricciuto , che i capelli naturalmente inanellati o crespi.
Ricco(voce tedesca –richi - ) facoltoso,possidente, che
possiede tante e abbondanti cose.
“Il giovane ricco: Matteo. 19,16; Marco.10; Luca.18 “
Quando un ricco e tutti i ricchi, dividessero a tutti i poveri
286
Ricivitùra :
Ricòtta :
Ricottàru :
Ricottèdha :
Ricòvaru :
Ricumpènza :
Rìga :
Rìga :
Riganàta :
Reggipèttu :
Retègnu :
Rigolèttu :
Rimìtu :
Rinchiusa :
Rinchjùsu :
Rinùsa :
Rinùsu :
Rìppa :
Risipèla :
le loro ricchezze in parti uguali, il giorno appresso i poveri
tornerebbero a essere poveri, perché tutte le ricchezze avute
e possedudute senza averle lavorate col sudore, hanno fine.
Lo stesso Gesù, disse : “ I poveri l’avrete sempre con voi “
(Il socialismo: teorico, filosofico, o pratico, sa dividere
solo povertà; il capitalismo, non sa dividere la ricchezza)
Ricevitore, persona che incassa botte, mazzate, parole
offensive, sberle, mai che si sa difendere.
Ricotta.
Chi vende ricotte .
Erba mangiareccia della razza degli strofanti .
Ricovero, casa o istituto dove vengono ospitate persone
bisognose di assistenza e prive di mezzi di sussistenza.
“ CASA RICOVERO “ : primo titolo dato alla Casa per
anziani presso ed adiacente alla Chiesetta della
Madonna di Termini in Gasperina: sterro (Anni 1940 )
materiali, edificazione muraria a cura di tutto il popolo,
donne e uomini tutti volontari gasperinesi; raccolta
fondi anche dagli emigrati gasperinesi in U.S.A. . Oggi
il gasperinese … deve chiedere il permesso per entrare e
visitare il luogo, grazie ad un fu Arciprete a cui E’
STATA DEDICATA L’OPERA ( 1990 ) dal nipote
Sindaco di Gasperina.
Ricompensa, il controcambio o la mercede per opera
prestata.
Riga per il disegno .
Allineati.
Insalata con origano o alici o sarde con origano.
Reggipetto, reggiseno.
Mini-diga a monte del mulino, per ritenere / dal latino
retinère / l’acqua per fare funzionare il mulino .
Rigolètto, opera lirica di Giuseppe Verdi .
Eremita, monaco che fa la questua.
Casa chiusa per assai tempo.
La senzazione di rinchiuso, odore di locale rimasto chiuso
per tanto tempo mancando di aria ; libro chiuso da molto
tempo,
Che contiene rena, che sa di rena.
Che ha sensazione di rena nel masticare qualcosa;
nell’occhio colpito da vento .
Piegatura, ruga , stropicciatura della stoffa.
Erisipèla , risipola . Malattia acuta , contagiosa e infettiva;
287
Risolùtu :
Risparmiàra :
Risposta :
Rispostèru :
Risata :
Rìsu :
Rìsu :
Ritègnu :
Ritrattàra :
Ritràttu :
Rivègnu :
Rivèntu :
Rìza :
Rìzza :
Rìzzu :
Rìzzu :
Ròcca :
Rocchèttu :
Ròdha :
Rodhàra :
Rodhàra :
Rodhàra :
Ròdhu :
arrossamento
e
infiammazione
della
pelle.
.
Risoluto, ardito, pronto, coraggioso, fermo di propositi.
Risparmiare, sparagnare.
Risposta, a domanda risposta ; rispondere a una missiva.
Persona che negativamente ha sempre risposte da dare.
Risata, l’atto di ridere .
Riso, alimento, originario delle Indie .
Rìso, il ridere, o il modo di ridere; sardonico, canzonatorio.
Pudore .
Fotografare .
Ritratto, fotografìa ; ritratto in un dipinto , dipinto, quadro. .
Mi riprendo, risuscito.
Rinvengo, mi riprendo dalla fatica, mi riprendo: mi rivèntu !
Rìza, rizoma , indica radice, dal greco > rihza < ; fittone
senza suddividersi : della lattuga, del cavolo, su cui sono
attaccate le foglie larghe e lunghe alla radice ; per
estensione e volgarmente detto : il pene , ‘a rìza .
Rete del pescatore ; riccio della castagna .
Riccio aculeato con 4 zampe e muso da maialino, se
minacciato si chiude a palla, immune al veleno della vipera.
Indumento, stoffa con pieghe, non stirato .
Rocca, non è la canòcchia . Rocca, oggetto della
filatrice che la usa col fuso sottostante penzolante .
È fatta dal gambo robusto del finocchio alto 30 centimetri,
1/3 tocca alla base per l’impugnatura della filatrice, gli altri
20 centimetri rimasti, vengono sezionati verticalmente in 46-8 parti, intrecciati a modo di un cesto a palla
lasciando in alto l’ampia bocca per introdurre: bambagia,
cotone, lino cardato e simili . ( L’ ALBERO DELLA
VITA presso l’ EXPO di Milano 2015 , in modo
schematico, prende la forma della ROCCA della massaia di
Gasperina ) .
Rocchetto, cilindro di legno, forato internamente, su cui,
durante la tessitura , si avvolge il filato:, anche, il filato che
vi è avvolto; piccolo cilindro di legno su cui è avvolto il filo
da cucire; il filo che vi è avvolto.
Rotola come un barattolo, come una palla .
Rotolare come una boccia, come un pallone .
Masticare e masticare, mangiare abbastanza.
Pensare, pensare e ripensare a qualcosa.
Oggetto con manico lungo con in testa un tipo di
frusta simile a quella del frullatore, per manovrare
continuamente nel calderone pieno di latte da cui si ricava la
288
Ròdhu :
Ròdhu cu’ ‘a testa :
Ròdhu=ròtulu :
Ròdhu :
Roèdhi :
Ròllu :
Ròllu :
ROMA:
Rosa:
Rosàra :
Rosàru :
ricotta e il formaggio. Chìssu >Mìna ‘u ròdhu, che ozia,
nulla fa.
“ Chìssu si mìna ‘u ròdhu ! “ , ovvero non fa nulla.
Giro e rigiro con il cucchiaione di legno, rimestare ,
mantecare.
Penso e ripenso quello che dovrò sbrigare prima, pensare
con assillo a cose con preocupazione.
La tela avvolta dal subbio . “ ‘nu ròdhu ‘e tila” ; trùsscjudhu
Mi giro, mi rigiro nel letto; ròdhu, mu cèrccu ‘ncùna cosa;
ròdhu cu’ ‘a testa , penso ; mi ròdha ‘ntra testa , mi frulla
nel cervello.
Fastidi, imbrogli “ tu mi porti a rroèdhi !“
Era una acconciatura dei capelli delle donne, avvolti a un
cavo di rame ricoperto da una calza isolante (cavo adoperato
dall’ elettricista)veniva curvato dietro alla nuca con i capi
all’altezza del lobo dell’orecchio e faceva curva tra la nuca e
ilcollo.
“ Maria, ti piàcianu accussì ? mi hfìcia ‘u ròllu . “
Rollo, cognome estinto in Gasperina. “ ‘U strìttu ‘e Ròllu “ :
sentiero , sito rurale che dalla via comunale “Pruppu” sale
per le campagne, è il sentiero che si inerpica salendo
portando nella curva sulla strada provinciale per Palermiti.
In questo sentiero, un grande temporale con vento e
grandine, trovò la morte Rollo Agostino Macrina, il suo
cavallo fece ritorno a casa a tarda sera nelle Via Regina
Margherita (“mùnta “ oggi Via De Gasperi ), la gente del
rione udendo gli zòccoli del cavallo davanti alla stalla senza
il padrone, accorsero in tanti presso il suo fondo rustico, là
sul sentiero lo trovarono per terra morto. Restò il suo nome
a questo stretto e irto sentiero > ‘U strìttu ‘e Ròllu ! <
(Lo stretto di Ròllo )
ROMA , la Città eterna . Capitale d’ Italia dal giorno 20
Settembre 1870 .
Rosa, fiore profumato, la regina dei fiori. Candore,bellezza.
“ In forma dunque di candida rosa “ ( Dante. 3 – 31 –1 )
Grande pianta di rose, rosaio.
Rosario, corona di preghiere, quasi di rose simboliche,
offerta alla Vergina e consistente in 15 decine di Avemarie ;
ognuna delle quali decine è intercalata da Gloria Patri, da un
Mistero e da un Pater ; la terza parte del rosario dicesi
corona; i Misteri sono 15 ( cinque gaudiosi, cinque dolorosi,
cinque gloriosi ) . Festa della Madonna del rosario, istituita
da Pio V in ricordo della battaglia di Lepanto .
289
Rosòlu :
Ròspu :
Ròsula :
Ròta :
Ròta ‘e càrru :
Ròta do’ vrascèri :
Ròta ‘e Lòttu :
Ròta ‘e paùna :
Ròta Sàcra :
Ròta do’ vrascèri :
Rotèdhi :
Rotijàra :
Rotulàra :
Rotùna :
Rubìnu :
Ruffiànu :
Rùga :
Rugàta :
Rugghjàra :
Rùgghju :
Rosolio, liquore poco alcolico.
Rospo .
Geloni alle mani ; dei piedi, pedignoni.
Ruota, ciclo , bi-ciclo; bi-ciclètta, con due cicli, due ruote.
Ruota da carro tirato da buoi .
Ruota di legno sollevata da terra su cui si appoggiano i piedi
e dove al centro si tiene il braciere e su cui poggia
>‘u ssciuca-pànni < /asciuga panni /avente forma di una
> gabbia a cupola alta 70-80 cm., anche come protezione
dalla brace alla presenza di bambini intorno al braciere.
Ruota del Lotto con : numero primo estratto, ambo, terno,
quaterna, cinquina. Giuoco, pare inventato a Napoli .
La ruota che fa il pavone
Sacra Rota, nei monasteri di clausura e in talune chiese,
armadio girevole attorno a un asse verticale, costruito in
modo che dall’esterno si possono introdurre nell’edificio
prodotti vari, senza che estranei possono guardare con lo
sguardo. Qui persone anonime, aprivano l’armadio
dall’esterno e lasciavano neonati in fasce, figli di NN , che
Monache o i Frati accoglievano amorevolmente. Ai neonati
imponevano cognomi come : Esposito, Esposto , Pace, etc.
Ruota di legno con al centro il braciere, largo vaso rotondo e
piatto rame o di ottone, dove si mette la brace per riscaldarsi
o per cuocervi vivande, intorno alla larga corona circolare vi
si poggiavano i piedi; sul braciere si poneva l’asciugapanni
fatto con strisce di metallo avente forma di cupola.
Rotelle; fuochi con polvere pirica, rotondi, a corona
girevole.
Circuire una o più persone .
Arrotolare per terra, rotolarsi , ruzzolare dalla scala.
Grande rete a maglie larghe per essere riempito di paglia.
Rubino, corindone dal bel colore rosso.
Ruffiano. Persona che per suo utile agevola gli amori altrui.
“ ruffian, baratti, e simile lordura “ ( Dante. 1-11-60 )
Rùga: strada dell’abitato con case a destra e sinistra, strada
di un rione senza vicoli o con vicoli laterali. “ su per una
via, chiamata la Ruga Catalana, si mise (G. Boccaccio )
Rùga, voce antica, piega della pelle, grinza / fare rughe,
fare pieghe / in età avanzata e specialmente sulla fronte.
Poche case, parte di un rione .
Russare dormendo; rugliare con tono basso con rancore.
Invidia, livore, rancore, ringhiare con tono basso, rùglio .
ronco nel petto e nelle spalle per il catarro .
290
Rùggia:
Rùggine .
Ruccigghju/runcìgghju: Ronciglio, in latino - rùnca - coltello / voce toscana >
cultello < / fornito di manico di legno e lama con punta
ricurva che chiudendolo aderisce al manico .
Rùgna :
Rogna , scabbia .
Rugnùna :
Rognone di animale macellato, rene .
Rugnunàta :
Rognonata, vivanda composta di rognoni cotti in casseruola.
Rugnùsu :
Rognoso, coperto di rogna; affare rognoso, che dà molte
brighe e noie.
Rùllu :
Rullo .
Rùmbulu :
Gomitolo ; imbroglio .
Rumbulàru :
Imbroglione > trastulànta < , da trastùlla, chi fa promesse
vane : menare uno a spasso con lusinghe.
Rùmbu :
Rombo, tuono .
Rùmbu :
Rombo, figura geometrica ,parallelogrammo, LOSANGA,
con 4 lati uguali.
Rùmbu :
Lamento in prima persona, mugugno su qualcosa,
brontolare sotto voce.
Rùnca :
Roncola, falcetto adunco per tagliare rami o pianticelle.
Runccìgghju :
Ronciglio, coltello adunco che si chiude.
Rùppa :
Rompe.
Ruppìra :
Rompere.
Ruppìu :
Ha rotto.
Rùppu :
Rompo, spacco .
Ruscèdhi :
Razza di prugna scadente che maturando diventa “rùscia”.
Rùsciu :
Fulvo, di colore biondo tendente al rosso di carne e capelli.
Rusicàra :
Rosicare, masticare digrignando i denti.
Rusicarèdha :
Cartilagine , sostanza elastica , trasparente, veste
l’osso nel punto delle articolazioni; rusicàra = rosicare <
rusicàra i denti, digrignare i denti facendo sentire
l’urto di essi; che si rosichia, prende gusto a rosichiare
la cartilagine.
c’è chi prova gusto nel masticarla e magiarla.
Russàiana :
Morbillo dei bambini, pelle punteggiata e rossastra.
Rùssu :
Rosso, di colore simile al sangue.
‘U rùssu vèna do’ mùssu . Un volto colorito,
è frutto dell’alimentazione che viene masticata nella bocca
> mùssu = mùso = bòcca .
Rùssu d’òvu :
Il tuorlo dell’uovo della gallina.
Rùssu :
Volto rosso, arrossato per vergogna; per essere stato esposto
al fuoco; per aver bevuto vino o superalcolici a bizèffe .
Rùssu :
Nativo della Rùssia .
Ruttàma :
Rottame, frammento, pasta lunga ridotta a pezzetti, avanzi di
291
Rùtta :
Rùtta :
Ruvètta :
Ruvettàru :
Ruvèttu :
Ruvinàmma :
Ruvìna :
Ruvinàra :
Ruvinàru :
Ruvinàstavu :
Ruvinàsti :
Ruvinàtu :
Ruvinàu :
pasta lunga ancora da bollire.
Rotta, scassata .
Pioggia forte improvvisa in tempo breve;; poi il sole e la
bonaccia.
Rovi delle mora .
Siepe di rovi.
Rovo .
Abbiamo rovinato qualcuno o qualcosa.
Rovina.
Rovinare.
Hanno rovinato.
Avete rovinato.
Hai rovinato.
Rovinato .
Ha rovinato.
Se noterai qualche errore di battuta >
refuso < fatti mio correttore.
“ Sènza dinari, non si càntanu Mìssi ! “
/ Senza denari non si càntano Messe ! “ /
S
Saccarìja :
Saccarijàra :
Sàcciu :
Sàccu :
Sàccu-d’àfra :
Saccùna :
Che rimuove il sacco dalla bocca per far sì che entri ancora
della merce.
Sospendere, sollevare una persona con le sue braccia strette
e conserte , ginnastica indiretta per snodare i legamenti fisici
della persona sollevata da terra, nei movimenti ripetuti si
odono le ossa scricchiolare, si dà così riparo alla schiena
della persona molto affaticata e stanca; operazione che si fa
con la bocca del sacco mezzo pieno. Rinsaccare, scuotere .
Sò, verbo sapere .
Sacco.
Ago grandissimo con cruna larga per cucirvi materassi,
un tempo, si pensa, che i matarassi venissero riempiti
di foglie di alloro “ àfra “ , successivamente con foglie di
granoturco che copre la pannocchia, la spiga (spicùna)
coperta dalle foglie (brattee ); Sacco per essere riempito di
foglie di alloro “àfra” ; l’ ago grosso e lungo, ha preso il
nome del contenitore e del contenuto “Saccud’afra” .
larghe, ma nel gerco comune è rimasto il vecchio nome.
Saccone grande quando il letto pieno di cartocci di
292
Sàggiu :
Sàggiu :
Sàgghja :
Sagghjatìnda :
Sagghjèndu :
Sàgghju :
Sagghjùta :
Sagrestiànu :
Sagrastiànu :
Sàja :
Sajìtta :
Sajòla :
granoturco. ‘U saccùna do’ lèttu .
Sàggio, sapiente . (I sette Savi : filosofi dell’antica
Grecia: Biante, Chilone, Cleobulo, Periandro,
Pittaco, Solone. Talete .
Saggio: “ aiutami da lei,famoso saggio,“ (Dante.1-1-89)
Sàli, vieni di sopra .
Sàli su per le scale, vieni su, il pranzo è pronto.
Salendo.
Salgo, vengo su .
Salìta, strada in salita .
Sacrestano, da sacrestia .
Sacrestano .
Scialle unicolore marrone della pacchiana anziana.
Da –si getta, si precipita- cateratta del
mulino ad acqua da dove si precipata
l’acqua, trabucco . Diremmo gora del
mulino ad’acqua, “retègnu” , luogo con
piccola diga per la raccolta delle acque.
“Retègnu” che trattiene.
Bilancia a molla cilindrica a tensione >
dinamometro < Alta 16 centimetri,in alto un
anello per la mano, spessore 2 centimetri;
in basso un gancio per appendere il peso;
anteriormente, al centro della lamiera uno
spacco su cui sono segnate le tacche con
numeri: dal lato destro i Kg. , a sinistra i
grammi ; una lancetta-indice al centro, sale o
scende, segnando la tacca relativa al peso.
Il DOTTO, Gori Celia,ha stampato e venduto per
dialetto di Gasperina: Sàjula,spiegando che essa è :
bilancia a braccio, stadera .
Questi non ha ‘u vrazzalòru mu si misùra, e ‘nna vilànza mu si pìsa!
Questo DOTTO non ha mai visto fisicamente ‘A Sajòla,
bilancino verticale che
può pesare un massimo di 10
chilogrammi. Èglino preparati collaboratori del
venduto… a spese dei cittadini, hanno fatto
293
ridere non solo i puri gasperinesi, ma anche
professionisti non del luogo.
Salamànna :
Salamàstra :
Salascìnda :
Salàta :
Salatùra :
Salimòra :
Salìta :
Salòttu :
Sambùci :
Sambùcu :
Sangialòrmu :
SanGiànni :
Sanguigni :
Sanguinità :
Sàngu :
Sangunàzzu :
Uva bianca da tavola, con acini grossi polposi e saporosi.
Che ha sapore di sale come la pianta del cece verde ancora
sulla pianta .
Saliscendi (scàcciu), sbarra di ferro che azionata
dall’esterno in senso orario, si alza dall’interno e apre la
porta; chiudendo l’uscio, sale sul nasello a gancio
( mòcacu - nàsu) e serra la porta .
Che ha ha molto sale, vivanda con abbondante sale.
Recipiente di terracotta di varia altezza e larghezza di forma
cilindrica per la conservazione in salamoia di pomodori
verdi con aglio e finocchio, olive e altro, come sotto aceto;
in superficie viene posto uno spesso disco di legno “ sèttu “
e sopra a esso un grosso sasso “ màzara “ per pressare il
contenuto in salamoia. “salatura “ viene chiamato il
recipiente, da salare dentro cose commestibili .
Salamòja.
Che sa di molto sale, minestra con troppo sale.
Salotto .
Rione di Gasperina, rimpettaio dall’abitazione di
Domenico Napoli e casa Anania, siepe di sambuco della Via
Santa Caterina ( oggi… Via manni ) , poi continua la
“Rìccia” compreso il rione Tre Croci (Calvario) strada
pianeggiante, ove all’angolo e frontale alla casa di S.Grande
(1924 vedi pietra miliare), vi stava piantata la fontana
pubblica del 1931 .
Sambuco .
Figura inventata per indicare una persona malconcia.
Rione di Gasperina, estrema periferia della Via mazzini
sulla provinciale per Palermiti .
In grammatica abbiamo la > S < impura , nel nostro
dialetto abbiamo altre consonanti impure e rafforzate,
perché la dura, forte e marcata pronuncia lo richiede.
Frutti dal colore sangue scuro, come una razza di ficodindia.
Discendenza, temperamento .
Sangue .
Biròldo, sanguinaccio del sangue del maiale con gherigli
della noce e sapa.
e farina,cotta in padella come una frittata; biroldo .
294
Sanpavulàru :
Sant’Anna :
Santità :
Sàntu :
Sàntu Nicòla :
Sanìzzu :
Sànu :
Sanzàla :
Sàpa :
Sàpa :
Sapiènta :
Era il personaggio che con una casseta attaccata al collo
portava sulla pancia con metà copertura apribile, dentro vi
teneva serpe. Lungo le strade esclamava :
“ ‘u sanpavulàru ! “ . Essendo San Paolo il protettore dei
serpenti e del morso di essi, si disse sempre in Gasperina :
“ ai mu vìdi ‘a sèrpa u chiàmi a San Pàvulu ! “ (S.Paolo);
frase che vuol significare essere previggente e accorto.
Chi temeva la vista i serpenti o la serpe, gli si appendeva
al collo e la si faceva accarezzare solo così non avrebbe
avuto più paura;“ Pecchì era stato “ ciarmmàtu “
do’ sanpavulàru “.
Chiesa privata, sulla provinciale Gasperina -Montauro, fatta
costruire dai Manni nel secolo XIX per devozione a S.Anna,
per avere avuto un figlio maschio; restaurata nel 1892.
Guarda a Nord la piccola chiesa eretta sul suolo
vicinissimo ai ruderi del fu convento-albergo già proprietà
della Certosa di Serra San Bruno (Brunone di Colonia) sino
al terribile terremoto del 5 febbraio 1783 ( Gasparina ebbe 9
morti e 70.000 ducati di danni ) . Poi , G.Murat ,
confiscò i beni ecclesiastici che vendette a privati baroni e
marchesi: De Nobili ; De Riso ; Lucifero ; ecc .
Titolo riservato al solo sommo pontefice, Papa, a capo
della religione Cattolica Cristiana Romana in Roma .
Santo .
Vicolo antico ove all’estremità esisteva la Chiesa di San
Nicola di Mira di rito greco, perciò molto prima del Conte
Ruggero il Normanno che introdusse in Calabria il rito
religioso latino .
Sano, solido nella struttura.
Sano, sano in salute .
Sensale, mediatore nei contratti in tutte le cose .
Che sa, sapere, sapiente, savio ponderato.
(Il cosiddetto vino cotto, è il mosto cotto: SAPA , mosto
cotto ridotto a 1/3 del suo volume) .
Che sa, che conosce il mestiere che fa; sàpa hfàra.
Chu sàpa ‘u hfà ppanàra, sàpa ‘u hfàcia spòrtti .
Chu ti sàpa ti ràpa = Chi ti conosce e conosce casa tua ,
sa cosa prendere e come prenderla.
Chi sa fare panieri, sa fare sporte .
Chi ruba una matita, ruba e rapina anche una Banca .
Sapiente, pieno di saggezza ;ironicamente : “ sapùtu “ .
7 filosofi Sapienti dell’antica Grecia , i Savi:Biante,
Chilone, Cleobulo, Periandro, Pittaco, Solone, Talete.
295
Sapìmu :
Sapìra :
Sapìstavu :
Sapùna :
Sapunàta :
Sapunètta :
Sapunijàra :
Sapùti :
Sapùtu :
Sapùna :
Sapunàta :
Sapùra :
Sapurìtu :
Saricijàta :
Saracijàtu :
Sàracu :
Sàracu :
Sarbàu /si /:
Sàrda :
Sàrda :
Sarddàru :
Sarìa :
Sarìamu :
Sarìanu :
Sarìssavu :
Sarìssi :
Sàrttu :
Sarvièttu :
Sappiamo.
Sapere , sapere non ha plurale; avere conoscenza di una
cosa per sentiro dire , o per propria testimonianza o per
averla studiata o sperimentata.
Avete saputo.
Sapone.
Saponata, schiuma di sapone.
Saponetta.
Insaponare.
Sapienti.
Sapiente, sapùtu, detto ironicamente contro qualcuno.
Sapone .
Saponata, schiuma del sapore, saponata per la barba.
Sapòre, sapore non ha plurale /dal latino sàpor / proprietà di
alcuni corpi che si viene rivelata attraverso le papille
gustative, e la sensazione che ne riceviamo:sapore buono,
cattivo, disgustoso /dar sapore, rendere saporito /salsa,
condimento; gusto, gustosità, sapidità .
Sapurìta : sàpida, saporita.
Sapido, saporito, che ha sapore.
Cassa di legno o altro, minata e bucherellata da tarme.
Tarlato, legno invecchiato bucato da tarme. “sàracu”, tarlo.
Sarago, pesce pregiato.
Tarlo, insetto coleottero, le cui larve rodono il legno
creando dei piccolissimi buchi .
Sarbàu : si è salvato. Dialetto di Raggio Calabria.
Nativa della Sardegna .
Sarda, pesce azzurro.
Verditore di sarde sotto sale. ( Mangia! Chìssu pàssa ‘u
sarddàru ! ) questa passa il convento !
Sarebbe.
Saremmo.
Sarebbero.
Sareste .
Saresti .34
Sarto. Arnesi e materie a uso dei sarti :
ago, alamari, animelle, bottoni, bugnane, cesoie,
cessione, crivellane, ditale, fantoccio o
manichino,figurino, filo, forbici, infilacappio , macchina
da cucire, micio, o steatite, modella o mannequin,
modello o patron , nastri, passamano, refe, regolo, spilli .
Salvietta, tessuto quadrangolare, tovagliolo; un tempo si
indicava anche l’asciugamano di tessuto rettangolare e più
296
Sàssula :
Satijàra :
Savajàrda :
Savèri :
Sàviu :
Savòja :
Savòna :
Sàvula :
Sàvuri :
Savùtu :
Sazìja :
Sazijàra :
Sazijàtu :
Sbacànta :
Sbacantàra :
Sbacantàru :
Sbacantàtu :
Sbacantàu :
Sbacàra :
Sbadàtu :
Sbahfànta :
Sbàffu :
Sbaglia :
Sbalestràtu :
lungo. “ ‘a tuvàgghja ‘e hfàccia “ , tovaglia per asciugare la
faccia, il volto. “ stuvajùccu “ tovagliolo più grande.
Sèssola, pala di legno concava, con manico corto o lungo
usata per le farine, cereali e granaglie.
Saltellare .
Savoiardo, biscotto molto soffice e dolce fatto con
farina,uova e zucchero.
Saverio, nome proprio di persona.
Vedi la voce “ Saggiu “ .
Savòia, Casa Savoia .
Savona, città provincia della Liguria .
Sagola, fune sottile e lunga .
Sauri, pesce azzurro .
Savuto,
Che sazia .
Saziare .
Saziato.
Svuota la tasca,il sacco, la bottiglia, il conto in banca.
Svuotare, rendere vuoto il contenitore; spendere tutto.
Che hanno svuotato il contenitore.
Svuotato, recipiente reso vuoto del contenuto.
Che ha svuotato il contenuto, ha reso vuoto.
Contrario di > vacàra, riprendere una attività.
Sbadato, non attento .
Persona presuntuosa, chiassosa, che si vanta di essere e di
sapere, che esagera e che esce dai limiti della verità ,
smargiasso, spaccone.
Sbafo, a scrocco, senza pagare . “mangia a sbaffu ! “
Sbaglia, che sbaglia .
Sbalestrato, persona che non opera adeguatamente , fuori di
se.
Sbalestràu :
E’ andato fuori di mente .
Sbancàra :
Sbandàra :
Sbànu :
Sbancare, vincere al giuoco tutta la somma del banco.
Sbandare con la macchina, barcollare e cadere .
Glabro: che mai sono nati i peli della barba, liscio,come il
volto di una donna .
Il “glottologo” G. Celìa. “gasperinese “, ha
scritto,stampato e venduto per dialetto :
(“Sbanu: individuo senza barba . “)
Tutti noi uomini dopo averla rasata siamo senza barba.
297
Un detto antico locale predica : “ Ddiu mu ni scampa
del‘ hòmani sbàni e dde’ hfìmmani varvvùti ! “ = Dio che
ci scampa, ci liberi, dagli uomini glabri e dalle donne con
la barba.
Sbarbbàtu :
Sbarccàra :
Sbarddàra :
Sbàtta :
Sbavottàra :
Sbavòttu :
Sbèglia :
Sbenìra :
Sbènta :
Sbenùta :
Sbenùtu :
Sbergginàta :
Sbernnàra :
Sbernnatùra :
Sbarbato, ha tagliato la barba, rasato .
Sbarcare, togliere dalla barca e portare a terra le merci;
sbarcare raggiungendo il porto .
Levare la bardatura al’asino .
Che sbatte, il vento “ sbàtta ‘a porta “ ; sbattere la porta in
faccia.
Vedi la voce successiva .
Distrarre, confondere, corrompere,interrompere il discorso
altrui.Col tuo parlare,mi fai perdere il filo del discorso;
intromissione; creare confusione tra due persone.
Sveglia, orologio .
Svenire .
Sfiata,il turacciolo non chiude bene, il contenuto si può
volatizzare , può svaporare.
Svenùta.
Svenuto, di svenire. “ io venni men così com’io morisse “
(Dante: Inferno, Canto V Verso 141 )
Sverginata, deflorata, usare una cosa per la prima volta.
Svernare, passare l’inverno con le provviste conservate.
Stazzo, spazio per le pecore per essere albergate d’inverno e
di estate di giorno e di notte . Luogo di sosta e di dimora /
latino- statio / atto di stare. Lo svernare di notte delle pecore
ferme negli stazzi, passano la notte all’addiaccio.
“ Ora in terra d’Abbruzzi i miei pastori Lascian gli
stazzi e vanno verso il mare . “ (D’Annunzio )
Sbèrttu :
Sveglio, attivo, scaltro .
Sbèrzza :
Risvolta, ripiegatura del lenzuolo ricamato sulle coperte alla
testa del letto, risvolta; “ ‘mbèrzza “ lato diritto,“ sbèrzza “,
lato storto.
298
Sbìja :
Sbilùppu :
Sbindìgnu :
Sbircciàra :
Sbìrcciu :
Sbìrru :
Sbìtu :
Sbrazzàta :
Sbrigghjòzzu :
Sbrinchjàra :
Sbrinchjàu :
Sbrìnchju :
Sbrittàra :
Sbrìttu :
Sbrogghjàra :
Sbronàra :
Sbuccazzàta :
Sbuccazzàtu :
Scacciàra :
Scàcciu :
Scaddàra :
Diverte i bimbi, diverte sul palco gli astanti con i pupi.
Sviluppo inteso in senso fisico. “ Crisscimògna “ crescere.
Svendo ogni cosa “ mi sbindìgnu pe’ ttìa e pp’ ‘a scòla ! ”
Sbirciare (da sbìrcio), socchiudere e tendere gli occhi per
vedere meglio, come fa chi ha corta la vista: andava
sbirciando tra la gente se lo lo vedeste ; guardare
attentamente, ma di traverso, guardare lontano.
Sbìrcio, perché ci vedo poco, ma vedo lontano qualcosa.
Sbìrro, agente di polizia di governi del Medio Evo e del
Rinascimento; poliziotto o questurino.
Che caccio fuori la vite, svitare la vite per smontare
l’armadio, tolgo la vite; contrario avvitare, cacciare dentro.
Sbracciata:gesto immorale , millanteria, sfoggio; sollevando
il braccio sinistro facendo il manico dell’ombrello e col la
mano destra un colpo sul bicipite .
Morso che si applica nella bocca al cavallo .
Nascere, venire alla luce, crescere, svilupparsi .
Sbocciato, rinato alla luce, nato; albero con nuove gemme,
con occchio nuovo come nelle vite per nuovi tralci e
pampini.
Germoglio alla vita nuova sui rami degli alberi; occhio,
gemma .
Saltare, scattare di colpo, destarsi di scatto dal letto.
Subitaneo salto, “ sbrìttu do’ lettu “ , scatto, volo, scappo.
Sbrogliare, dipanare la patassa; risolvere uno imbroglio
Vedi la voce “ Sparacàru”
Donna ciàna, “vajàzza” , donna senza ponderatezza.
Sboccato, persana che parla o scrive senza ritegno o pudore;
scurrile, licenzioso.
Con i rebbi (denti) della forchetta schiaccio le patate o altro.
Saliscendi interno della porta di casa che si aziona
dall’esterno. Sistema di chiusura di porte,imposte, battenti,
costituito da una spranghetta che, imperniata ad una
estremità , abbassandosi di inserisce in un nasello a gancio.
Serratura provvisoria durante il giorno . “ scàcciu “ , è il
movimento della spranghetta di ferro imperniata a una
estremità , abbassandosi, salendo per il “ mònacu- nasu “
blocca lapertura; azionando dall’esterno, in senso orario, la
maniglia esterna solleva il saliscendi di ferro dal gancio
( mònacu) e apre l’uscio sollevandosi .
Bollire nella pentola: patate, verdure e altro.
299
Scaddarijàra :
Scaddarijàta :
Scadùtu :
Scàgghja :
Scagnòzzu :
Scàla levatìzza :
Scàla-lònga :
Scala musicale:
Scalàra :
Scalògna :
Scalùna :
Scalunàta :
Scambèdhu :
Scampulìja :
Scampulijàra :
Scancellàra :
Scandali :
Scandali :
Lasciare in aqua calda non bollente qualcosa, rimane non
cotta nè fresca, né cruda. Es. pasta già cotta e fredda messa
ancora in acqua calda.
Vedi la voce precedente > scaddarijàra .
Scaduto .
Scaglia,squama; scheggia minuta ; scaglia di formaggio ecc.
Scagnozzo : persona dappoco nella sua disciplina ;
prete povero che va a cercare messe e funzioni di chiese in
chiese.
Scala di legno portatile (che si leva) con due portanti
paralleli e da una serie trasversale di pioli (pirùni) .
Scala di 23 gradini, retta da un’arco scemo a base di
“barilotti “, laterizi cilindrici, quivi terminava il centro
abitato di Gasperina a Ovest nella seconda metà del
secolo XIX . Scala demolita nel 1981.
Gasperina è un paese storicamente musicale con la sua
Banda che risale al 1800 col maestro Orazio Samà.
Perciò bisogna trattare il rigo musicale che si chiama
Pentagramma, composto di cinque righi e quattro spazi :
Scala musicale: diatonica maggiore; minore; cromatica; per
toni interni o esatonali; pentatonica. Gasperina ha dato il suo
Cigno dal nome Giuseppe Castanò del 1908. Insegnante già
a San Pietro a Majella in Napoli; primo flauto presso il
teatro San Carlo di Napoli.
( Pisano,negli anni 1950 ), è stato suo allievo di solfeggio
parlato e cantato, insegnando allo stesso, lo strumento
musicale appartenente alla famiglia degli ottoni: Flicorno e
tromba.
Diminuire di prezzo.
Scalogno / da Ascalona / ; cipolla con reste verdi con bulbo
picolo e ovale; ha sapore più acuto della cipolla più
comune.
“Un mazzuolo di cipolle maligie o di scalogni “
( Boccaccio)
Gradino.
Scalone, scala lunga.
Sgabello .
Da scampolo, tira a campare alla meglio con rimasuglie.
Tirare avanti campando di poche cose per aggiustarsi .
Cancellare, abolire, cassare.
Lacci, insidie, occasione di peccato.
Asse di legno spesse, larghe un 30 centimetri, tra una trave e
un’altra per reggere il pavimento, assito.
300
Scàndalu :
Scangiàra :
Scangiàu :
Scàngiu :
Scannàra :
Scannèdhu :
Scànnu :
Scànnu :
Scànnu :
Scanzàra :
Scanzìa :
Scapidhàtu :
Scapilàra :
Scapilàru :
Scapilàu :
Scapizzàu :
Scappàra :
Scappèlla / si / :
Scàpulu :
Scapulùna :
Scarabbàttaru :
Vedi la voce > scandali < .
Scambiare moneta; scambiare persona; scambiare oggetti.
Ha cambiato la moneta intera ; ha cambiato le centomila
intere tutte da mille.
Cambio, scambio, scambiare, al tuo posto vado io; le
monete presso il Banco; sbagliare persona per un’altra .
Hfìcia scàngiu !
Scannare, mestiere del macellaio.
Luogo dove uccidevano “scannàvanu” agnelli e capretti:
all’acqua corrente, località vicina alla fontana di Prùppo
in Gasperina, dopo là curva a sinistra salendo , là esiste
ancora il ponticello edificato da Nicola Pisano nel 1800
per accedere al suo grande fondo rustico “prùppu “
per salire al suo fondo rustico, confinante col sito
“marccùcciu” e con la strada comunale di Gasperina.
Scanno .
“Venni qua giù del mio beato scanno“ (Dante. 1-2-112 )
Scanno; seggio di legno ; stallo presso il coro, o dove siede
l’accusato in tribunale.
Presente indicativo del verbo scannare : “ èu scànnu “, io
scanno. Scaccanare: uccidere tagliando la gola ;scannare
pecore,vitelli.
Scansare , evitare un pericolo .
“ e fa cansar s’altra schiera v’intoppa “ (Dante.I –12-99 )
Scansìa, mobile a più ripiani, per poggiarvi libri o altri
oggetti.
Senza capelli, rasato , calvo .
Uscire, lasciare il lavoro all’orario fissato.
Sono andati via dal lavoro all’orario giusto.
Ha abbandonato il lavoro all’orario stabilito.
Persona uscito fuori di se, si è scagliato contro, persona
senza freno uscito fuori dai gàngari,cardini (perni delle
cerniere), come l’asino, cavallo che si libera dalla cavvezza .
Scappare .
Si toglie il cappelo in segno di saluto o di sottomissione.
Scàpolo, cèlibe, libero, non sposato.
Vecchio scàpolo .
Scarabattola, stipo elegante a vetri per tenervi oggetti di
pregio : Cuore di Gesù ; Sant’Antonio; Santa Lucia ; erano
gli “ scarabbattari “ in Gasperina che tanti tenevano sul
comò ; quello di Santa Lucia e di Santa Rita, alti, si
trovavano nella chiesa di San Giuseppe (Santa Lucia), e
nella chiesa della della Madonna dei Termini (Santa Rita)
301
Scarabbògghju :
Scariolìma :
Scaravàgghju :
stercocario.
Scarffàra :
Scariola :
Scarmàra :
Scarògna :
Scarognàtu :
Scarppàru :
Scarppàta :
Anche quegli oggetti sacri e lavorati ad arte sono andati a
male …
Scarabocchio, scrittura fatta alla peggio; ghirigoro, sgorbio.
Vivaio di pianticelle della scarola /scariòla / .
Scarafaggio, Sarabeo, maestro di fare pallottole di sterco,
Scaldare al focolare.
Scarola.
Smezzare: carne, cuoio, legno .
Scalogna, sfortuna , iella,
Iellato , scalognato.
Scarparo , calzolaio che fa scarpe su misura e riparazioni.
“ Lu scarppàru tìcchi tìcchi, è lu primu dela mastrànza,
quàndu ‘li mànca la ‘mpìgna e la sola,vàcia cantando la
Cicirignòla ! “ < (antica canzone) .
Attrezzi e strumenti: acciaino, allungo, bisegolo ,
brunitoio, bussetto (vùsscju, legno di bosso), calzatoio,
cavastivali, cavabullette, coltella, coltello da banco,
cornettino, deschetto, falcetto, forbici, forma, girellini,
grembiale, lesina, lima, lisciatoio, lustrino, manale
(manicciòla) , marmotto , martello, orbello, passanti,
raspa, raspino, setole ( ìnziti ) , stampa, stecca, stella a
tenaglia, tiraforme, trespolo, trincetto .
Parti della scarpa : aghetto, alzo o alzata,
anima (animàtu) , becchetti ( cciappètti ) , biffa
( estremità della fascia dietro il calcagno che unisce
i quarti della tomaia , libera non cucita, lembo in aiuto
per calzare la scarpa ) , bocchetta, mollettone,
bordatura, calcagnino, calcagno, calcetto, cambriglione,
cannone, cappelletto, cinturino, coreggia, costura,
fasciola, fiosso, formanze, forte, gambale, gambiere,
guardone, guardastinco, guiggia, tacci, linguetta, lunette,
mascherina, mezzapianta, orecchie , orlatura, pedale,
pianta, pianella, quartiere, rialzo, rivolti, soletta , suola,
sopranno, soprattacco, spighetta, spunterbo, tacco,
taccone, tiranti, tomaio, toppa, tramezza tromba (tesa o
crespe) . Alti stivali femminili sin sopra il ginocchio:
“ cuissardes “ > kwis < = (cosciale )
Stivale: etrusco con guarnizioni di foglie di acanto ;
medievale a becco con sottoscarpa; abbottonato; all’ussara ;
alla Suvarof ; alla scudiera ; Chantilly ; da equitazione ;
femminile contemporaneo .
Colpo dato con la scarpa,
302
Scarppàta :
Scarppèdhu :
Scarppellìnu :
Scarricàra :
Scarricàtu :
Scarrozza bellu !
Scàrtta :
Scarttàra :
Scarttàu :
Scarttìna :
Scartturàra:
Scartturàra :
Scàrttu :
Scàrzza :
Scàrzza :
Scarzzìja :
Scàru :
Scasscjàra :
Scasscijàtu :
Scàsscju :
Scàsscju :
Scarpata, la parte inclinata di terrapieno o muro fatto a
scarpa.
Scalpello .
Scalpellino, operaio che lavora la pietra modellandola.
Scaricare, togliere il carico; versare ; scaricare il fucile;
scaricare su altri una responsabilità ; togliere la soma che si
trova sul basto dell’asino.
Scaricato, allontanato, tolto di mezzo.
Vai via bello che qui cresci ! mandare via.
Voce, invito all’avversario nel giuoco delle carte, a scartare
una carta; scarto di ciò che non serve.
Scartare, togliere dalla carta cosa che vi è ravvolta.
Ha fatto lo scarto, nel giuoco delle carte ha scartato dalle
sue carte, una carta, ha appartato, ha scelto.
Scartina, a briscola carta che non ha valore.
Dividere persone in lite; fare la scelta, dividere .
Dividere, scartare, separare .
Scarto.
Scarsa, non normale. Lavorare e mangiare con la
diaria.Oggetto relativo al filo a piombo dei muratori.
Detto piombo penzoloni, si trova al centro della sua
circonferenza, Un quadrettino spesso di ferro, al suo
centro delle diagonali ha un foro, dal foro a uno dei
lati, ha la stessa distanza del raggio rispetto al piombo
penzoloni. Dal foro del quadretto passa il filo, il
muratore da sopra l’impalcatura, poggia un lato del
quadretto alla muratura in costruzione e fa scendere il
piombo sull l’angolo sino al punto segnato in basso, se
tutto corrisponde al piombo continua ad alzare il muro,
altrimenti dovrà rimuovere le pietre o i mattoni per
far sì che tutto cade a piombo .
Porzione di vivanda scarsa, non sufficiente. Scarsa diaria.
Lavorare e mangiare “ a’ scàrzza “ a proprie spese, con la
diaria che viene data .
Lo scarseggiare, Il cibo è scarso, è poca cosa .
Prendere il largo, riparo: “ si nda scappàu mu pìgghja scàru”
Scassare, furto con l’aggravante dello scasso.
Scassato, rotto .
“Scasso” :Persona giovane che muore e lascia figli orfani .
Ha scassato con la sua morte la sua famiglia.
“ hFìcia scàsscju “ rumore : ha dato di se grave notizia per
morte immatura, lasciando: moglie giovane e figli piccoli.
Scasso, furto con scasso ; io scasso.
303
Scàsu :
Sciroccàta :
Sciròccu :
Scustumatèzzi :
Scustumàtu :
Scatalàsscju :
Scattagnòla :
Scattìja :
Scattijanasàra :
Scàtula :
Scatulàma :
Scazacàna :
Scazàra :
Scazùna :
Scàzu :
Sscèccu :
Sscemunìtu :
Sscèmu :
Sscentìnu :
Sscèrttu :
Schèlandru-schèlatru:
Schjàffa :
Schìna :
Schìnu :
hSchjoppàu :
hSchiòppu :
Esco di casa; cambio casa, mi alzo e vado via.
Tempo sciroccato, di scirocco, vento di sud est umido.
Scirocco – scilocco- sirocco , vento umido del Sahara .
Scostumatèzze, dissolutezze, sozzure .
Scostumato, che ha cattivi costumi, non più costumato.
Grandissimo fragore come del tuonare nel temporale .
Siconi , piccoli siconi del fico che nel metterli sotto i denti
fanno come uno scatto, simile allo schiòcco delle dita.
Rumore che fa il mais nella padella per diventare
pop-corn “ cugghjàndra “ .
Pianta del corbezzolo.
Scatola, buàtta, barattolo . ‘Na scàtula ‘e cunzèrva .
Alimenti in scatola, in barattoli; barattoli di alimenti.
Scalzacàne, uomo povero, di bassi costumi, incompetente
nel proprio mestiere.
Scalzare: levare la terra intorno al piede di un albero o alle
radici delle piante erbacee come cavoli, ecc. ; emendare
tralci e foglie inutili alla vite; rendere scalzi i piedi, privi di
calze e scarpe.
Togliere le scarpe per attraversare un guado.
Persona che va sempre a piedi nudi, senza calze e scarpe.
Scalzo, a piedi nudi .
Asino, ciùcciu , cretino,somaro .
Da scemo, che non ha pienezza di prima.
Scemo.
Derilitto, sfortunato, tutto gli è contro,povero, meschino.
È ‘nnu pòvaru sscentìnu !
Scelto .
Schèletro, disseccato, l’insieme delle ossa di un animale
vertebrato o dell’uomo che sostiene le parti molli del corpo.
Schiaffo
dato
a
manrovescio,
aperta.
Pronuncia di “ hschjà “ entrata della parola: sfuggente,
soffiante, aria dentale palatale , sibilante.
Schièna .
Cambratura dura e rigida della scarpa tra il tacco e la pianta,
la parte più stretta, > spina dorsale < della scarpa
specialmente in quella di donna.
E’ giunto repentino, si è fatto vedere, è giunto qui
scappando. ( vedi la voce successina : hSchjòppu ) .
hSchjòppu : l’entrata, prima sillaba del vocabolo, ha suono
gutturale sforzato, la H , lettere muta e convenzionale,
indica a non far sentire la S , consonante sonora, ma si deve
udire la pronuncia locale gutturale sforzata sfuggente .
304
Estrema periferia e rurale di Gasperina, termine di via San
Giuseppe, bivio : fiume, mulattiera per Montepaone e per i
fondi Prùppo ove esiste la fontana storica per stillicidio.
Il vocabolo dialettale e il sito, indicava il tiro con lo
schioppo alla forma di formaggio appesa al ramo di una
quercia durante i giuochi popolari del 5 agosto in
Gasperina, festa del patrono Santo Innocenzo; chi la
colpiva, portava a casa il formaggio. Essere a un tiro di
schioppo, a una distanza pari a quella che raggiungerebbe
una schioppettata. (Similmente con l’albero della cuccagna
“ ‘A ntìnna “ nel largo, ora edificato, alle spalle dell’attuale
edificio scolastico del 1926, via Mazzini, al tempo via
Staglianò; giuoco –tradizione locale, poi trasferito in piazza
Umberto I . )
I vocaboli che seguono, per la pronuncia locale:
dura,forte,marcata, occorre il raddoppiamento sintattico
all’entrata di parola; si possono trovare anche
all’interno di un vocabolo dialettale come in : pìsscja =
pesce ; pìsscja = orina, o l’azione personale di chi emette
l’ orina all’ esterno dalla vescica attraverso l’ uretra .
Sscì :
Ssciàbica :
Ssciàbula :
Ssciacàllu :
Ssciacqua :
Ssciacqua-lattùchi :
SSciacquàra :
Ssciaffèrra :
Ssciagrèri :
Sci , attrezzi dello sciatore lunghi 1,40 a 2,20 , ai piedi gli
scarponi con chiusure a leva .
Pesca grossa con grossa rete a strascico formata da un sacco
centrale e da 2 lunghe ali tenute a galla da sugheri.
Sciabola .
Sciacallo, voce turca (schakal) ; persona che sfrutta a suo
vantaggio le sfortune altrui : avvocati, medici, preti. Vedi
jèna.
Che sciacqua un recipiente, bicchieri ecc.
Ssciàcqua Rosa e bbìva ‘Gnèsa / sciacqua Rosa e beve
Agnèse, scialare, scialare insieme con più persone, dissipare
una eredità. /
Sciacqua-lattughe. Persona senza valore che nulla sa fare .
Sciacquare un recipiente ; i panni nell’ acqua, sciabordare.
“ l’urto del carro sciaborda il vin nei barili cerchiati “
( D’Annunzio )
“ E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle
lavandaie “
( G. Pascoli )
Autista privato, chauffeur, sciofèr .
Prodigo, dissipatore, dilapidatore, scialone.spendaccione.
305
Ssciàla :
Sscialaccùna :
Sscialacquàra :
Sscilànguli :
Sscialàra :
Sscialàta :
Sscilàzzi :
Ssciampagnùna :
Ssciancàra :
Ssciancàtu :
Sciacqua Rosa
e bbìva Agnesa :
Ssciarabàllu :
Ssciàrra :
Ssciarràtu :
SScihfàrra:
Sscilàzza :
Sscilinguàtu :
Sscindarìa :
Sscindatìnda :
Sscindèndu :
Sscindìra :
Ssippàra :
Ssciòparu :
Da scialare, godere, si ssciàla, gode , per cose negative o
positive.
Scialacquatore . (Il figliuol prodigo : S. Lùca -15, 11 - )
Scialacquàre , spendere senza misura .
Fili ai bordi delle valve delle fave e del baccello del
fagiuòlo verde.
Godere; scialare come il figliuol prodigo (Luca. 15, 11 )
Fare in compagnia di amici una cena , da scialare.
Sfilacci di stoffa ; espettorazione di tosse filante.
Scialacquatore, prodigo.
Strappare un foglio, un libro, una camicia ecc. .
Strappato , logoro, consumato.
Persone sciupone di beni e cose senza averle sudate.
Carrozzino, càmion/voce francese/càmio, autocarro,
carrozzino malandato.
Sciàrra, rissa rumorosa.
Litigato per contesa, che ha litigato; voce derivata da sciàrra
Vocabolo derivato da altro dialettale = SCIFU , il truogolo
del maiale ove si versano i rifiuti delle pietanze, brodaglia,
SSCIHFATA. Sscihfàrra: grande disco di legno spesso un 5
centimetri, base dove si adagia la sporta piena di panni per il
bucato (simile alla piastra di ferro a quella del torchio a leva
con canale di raccolta del mosto), qui del ranno del bucato
(cenere in acqua bollente e potassio che si versa dall‘ alto
SUPA ‘U VUCATARU, panno ampio che si usa per questo
tipo di bucato, panno che prende il nome da BUCATO in
dialetto = VUCATA). Sul fondo della ssci-hfàr-ra scende
la liscìvia, liscìa = LESSIA, acqua sporca filtrata dai panni
che il largo labbro fa colare nel recipiente sottostante.
Rimasuglie di filo tagliate dal sarto; catarro filaccioso.
Che balbetta , affetto da balbuzie.
Scenderei .
Scendi, vàttene per la discesa, non stare su .
Scendendo.
Scendere.
Da scippo, furto commesso con violenza.
Sciopero. 1972 in Italia scioperi a catena; treni pieni di
operai del Nord Italia scesi in Calabria per lo sciopero
annunciato. 2.500.000 calabresi, formicaio nel
“piede-ndràngata d’ Italia dormivano come dormono . “
306
Sscioperàtu :
Sscippàta:
Sscìppu :
Ssciroccàta :
Ssciròccu :
Ssciròppu :
Ssciundìra :
Ssciùndula :
Ssciundulàra :
Ssciundùta :
Ssciundùtu :
Ssciusscèlla :
Sciuttùri :
Sscivulàra :
Sscivulàta :
Scivularèdha :
Scòdha :
Scòdha :
Scodhàra :
Scodhàta :
Scodhàta :
Scodhàtu :
Scòffula :
Scoffulàra :
Scoffulùna :
Scògghja :
Scògghju :
Scògghju :
Scòla :
Scioperato, che non lavora, che non ha faccende, chi non ha
voglia di lavorare, vivere da scioperato; ozioso, fannullone,
sfaccendato, poltrone, vagabondo .
Persona scippata, rapinata .
Scìppo , vedi la voce > sscippàra < .
Aria umida dello scirocco.
Scirocco, vento caldo e secco che soffia dal Sahara e
giunge sulle coste dell’Italia ricco di umidità.
Sciroppo, soluzione di zucchero in acqua.
Disfare una maglia, sbrogliare la matassa arruffata.
Disfa il gomitolo dal bàndolo, che disfa; sche sbroglia.
Liberare, disfare, dipanare, sciogliere, svuotare.
Donna ciana, “vajàzza” , trasandata, non ponderata.
Dipanato; uomo trasandato, uomo senza dignità;
gomitolo sgomitolato.
Scampolo di stoffa ordinaria fatta veste per donna.
Secchezze; secchezza fisica, magrezza.
Innocenza e Marianna Voci, sorelle in Gasperina, hanno
sposato due fratelli: Giuseppe e Nicola Pisano fu Antonio e
fu Teresa Fulginiti, zii di Pisano Antonio. Queste due sorelle
Voci, per il loro fisico magro, erano chiamate“ ‘i ssciuttùri “
= le asciutte, le magre, secche. “Vinu de’ ssciuttùri” , vino
ricavato da ripetuta spremitura del raspi e vinacce tolti dal
torchio.
Scivolare, scivolare sopra una superficie liscia o in declivio.
Scivolare sul ghiaccio , sulla neve, cadere scivolando.
Scivolata, atto dello scivolare.
Scivolarella; lo scendere a bella posta giù per un pendio
come ad esempio per la ringhiera di una scala; giuoco
infantile di scivolare dall’alto in basso sul piano inclinato.
Disunisce due parti incollate da mastice.
Si taglia fuori da un fatto compiuto, si giustifica .
Scollare le parti incollate.
Scollata, la colla non ha fatto presa.
Scollata, decolleté- decolté , scollatura di abito femminile.
Diviso perché la colla non ha fatto presa con poco mastice .
Si scrosta da se . Vedi “ còffulu “ .
Rompere la crosta con un arnese.
Cazzotto, manata, schiaffo.
Racimola qualche centesimo rivoltando le tasche .
Scoglio marino.
Racimolo qualcosa del rimasto.
Scuola .
307
Scòlla :
Scolàru :
Scolìmbra :
Sconzàra :
Scònzu :
Scònzu :
Scoppàra :
Scoppatùra :
Scòppiu :
Scòppula :
Scoppulùna :
Scorddàra :
Cravatta .
Scolaro .
Piccola pianta, verdura mangereccia.
Demolire un’opera fatta, guastare il già fatto.
Sconcio, danno, bruttura, maldicenza .
Che guasto, disfo, sfascio il già costruito.
Togliere il coppo, scoperchiare la pentola e altro.
Terreno duro rissodato per l’anno futuro, maggese .
Scoppio .
Scòpola, scòppola: colpo dato con la mano aperta dietro la
nuca; far saltare la còppola, copricapo , con il colpo manda
all’aria la còppola ; mazzata .
Schiaffone, sberla , manata , manrovescio .
Dimenticare, non ricordare .
La pronuncia dura, forte, marcata , richiede il raddoppio di
talune consonati anche precedute da altra consonante come
la R – erre , specialmente nelle parole piane..
Scorddàra :
Scorddàra :
Scòrdati :
Scorddàti :
Scorddàti :
Scorddàtu :
Scornnàra :
Scòrnnu :
Scornnùsu :
Scortticàra :
Scòrzza :
Scorzzùna :
Scòrzzu :
Scòtula :
Scordare, far perdere l’accordatura allo strumento musicale.
Scordare, dimenticare.
Da scordare, /un ricordo / che dimentichi il bene fatto.
” hFài bena e scordati, hfà màla e gguàrdati ! “
Dimenticati.
Strumenti musicali privati della accordatura.
Strumento musicale senza accordatura.
Vivere scorno , vergognarsi .
Scorno, vergogna.
Che ha scorno, vergogna per timidezza.
Scorticare :
Scorza: buccia di arancia, limone, mela, pera ;
scorzzi : scòrze , baccelli, valve, galla delle noci , della
cassia , lupino e simili ; del formaggio, del pane; pelle
dura.
Scorsone, aspide, vipera ; persona incivile, zotico.
Pelle dura, scorza : persona dura,incivile, tarda di mente.
Scòtola, lungo strumento di legno a modo di coltello senza
taglio, “ ‘U mànganu “ della massaia per rompere il lino,
si adatta con tutta la sua lunghessa nel libero spazio
come nella chiusura e apertura del coltello, operazione
per far cadere le lische del lino prima della cardatura;
scòtula, azione di chi sparecchia la tovaglia dalla tavola
per far cadere le miche del pane o altro.
308
Scotulàra :
Scrànnu :
Scrìgnu :
Scrìma :
Scrittura :
Scritturàtu :
Scrìttu :
Scrìva :
Scrivànu :
Scrivarìa :
Scrivìra :
Scrivùtu :
Scroccàra :
Scrùfa :
Scrùpulu :
Scrùpulu :
Scrùssciu :
Scùcchja :
Scùcchjali :
Scucchjàra :
Scucchjàti :
Scùla :
Sculàra :
Sculatùra :
Sculùra :
Scùlu :
Scùlu :
Scumbinàra :
Sbattere la tavoglia, scuotere la tovaglia; scuotere i rami per
far cadere la frutta.
Scranno; seggiolone dottorale di legno con spalliera alta e
braccioli.
Scrigno .
Scriminatura,spartizione, divisione dei capelli al centro del
capo .
Scrittura , grafia .
Musicante preparato, scelto dalle Bande musicali, solista.
Scritto, grafia : “ Pilato rispose : Io ho scritto quello che
ciò ch’ io ho scritto . “ Vangelo di Giovanni. 19, 22 .
L’ ultima ingiuria scritta sulla croce : I. N. R. I . si legge
in tre lingue: greco, romano, ebraico :
“ GESU’ IL NAZARENO IL RE DEI GIUDEI “
Che scrive, scrivere .
Scrivano, cancelliere .
Scriverei .
Scrivere.
Scritto : T’ hàva scrivùtu fràtatta ?
Godimento a spese altrui; togliere dal cròcco: giacca,
cappotto, ecc.
Scrofa , madre dei maiali .
Graspo del grappolo dell’uva.
Scrupolo, sollecitudine ansiosa per non avere compiuto un
dovuto dovere .
Scroscio, rumore; rumore dell’acqua temporalesca;
scrùsscju ‘ntre spàdhi : rònco catarrale ; “ Dire: 33 ? ”
scrùssciu, acciotolìo delle stoviglie: piatti, tegami ecc. il
rumore che fanno i piatti che si accastano l’uno sopra
l’altro. Acciotolìo .
Divide due cose unite attaccate, incollate. Contrario:
ncùcchja : unisce .
Divìdili, da dividere l’accoppiata, la coppia.
Dividere, dividere la coppia già unita, due persone in lite.
Divisi, non più uniti .
Che cola giù, atto di chi scola la pasta o altro.
Scolare la pasta o altre vivande .
La materia acquosa scolata
Scolora, che perde il colore, sbiadisce, impallidisce.
Scolo, sgrondo .
Malattia venerea .
Scombinare, mandare a monte un matrimonio, un
compromesso, un’ affare.
309
Scumbinàtu :
Scumbogghjàra :
Scumbogghjàsti :
Scumbogghjàu :
Scumpussulàra :
Scunchjudìra :
Scunchjudìstavu :
Scunchjudìu :
Scunchjudùtu :
Scundùta :
Scunnàta :
Scuntài :
Scuntàra :
Scuntàru :
Scuntàstavu :
Scuntàsti :
Scuntàtu :
Scùpa :
Scupàra :
Scupàra :
Scupètta :
Scupettìcchju :
Scupettìna :
Scùra :
Scuramèntu :
Scombinato, contratto o altro .
Scoprire, portare alla luce, riesumare cose vecchie.
Hai scoperto, hai svelato, hai tolto la coperta, il lenzuolo.
Ha svelato , ha scoperto il segreto, ha reso nudo il corpo.
Mandare tutto all’aria, conturbare la mente altrui nel
discorso, disordinare , disorganizzare, disgregare.
Scombinare un contratto, un matrimonio, un’affare.
Avete scombinato il matrimonio, l’affare, il contratto.
Ha scombinato l’affare, il compromesso, il contratto.
Sconcluso, discorso senza contenuto; matrimonio mandato a
monte.
Senza olio; vocabolo che deriva da “ cundìma” olio .
Donna ciàna, “vajàzza”, meretrice, puttana .
Ho scontato, ho diminuito dal debito.
Scontare, detrarre dal conto , dal debito, diminuire.
Hanno scontato.
Avete scontato .
Hai scontato dal debito; hai scontato la pena.
Scontato.
Scopa di saggina “agàzza” e di altre piante;
scopa : giuoco a carte .
Scopa: ( per don Abbondio la peste era stata una scopa )
(Manzoni )
Pianta come saggina. erica , per fare scope.
Scopare, spazzare .
Schioppo manesco, piccolo fucile a una canna .
Schioppo in miniatura, trastullo per bambini ricavato dal
legno di sambuco con midollo bianco; lunghezza un palmo,
tolto il midollo diventa tubo, un legnetto ritto e bene lisciato
con capocchia alla base, un centimetro più corto del tubo
capace di penetrare perfettamente come un pistone, stoppia
lavorata con saliva, si crea la palla per essere infilata nella
canna, lo “stantuffo”- legnetto, spinto con pressione, la palla
indirizzata contro qualcuno fa centro.
Vedi la voce “ Cannòzzu “
Scopettina , spazzola di setole per le scarpe.
Che fa scuro, scende la sera, fa buio; pelle scura .
Oscuramente (Negli anni 1940 durante la guerra
,bombardamenti degli Inglesi e degli Americani (“liberatori”
) vi è stato l’oscuramento, tolte le lampadine pubbliche in
tutti i Comuni, tappate le finestre per non far trasparire luce
all’esterno. Noi ragazzi in Gasperina andavamo dietro all’
elettricista Macrina Giuseppe / Peppinùzzu de’ luci / che
310
Scuràu :
Scurcciàra :
Scùrppa :
Scurppàra :
Scùrppu :
Scùru :
Scùrra :
Scurrùta :
Scurrùti :
Scurùsu :
Scùsa :
Scustumàtu :
Scusùta :
Scusùti :
Scusùtu :
Scutàra :
Scùti :
Scùtru :
Scuverùtu :
Scùzzica :
Scuzzicàra :
Sdamàra :
Sdarmmàra :
Sdecatàtu :
con la scala toglieva le lampadine avvitate sotto le > piattine
< metalliche .
E’fatto scuro, è sera, scuràu, buio,
Scorciàre, rendere più corto il pantalone, la giacca, le
maniche.
Discolpa .
Discolpare.
Io discolpo .
Scuro, buio ; colore scuro; capello scuro; volto scuro.
Che funziona, il bullone, la vite, la chiusuralampo / Zipper /
il suo scorsoio scivola , scivola e chiude bene .
La vite di ferro a forma cilindrica non avvita, perché il pane
suo, spirale intorno, si è consumato, spanato .
Obsoleti, caduti in disuso, invecchiati: uomini vitelloni;
donne zitelle; monete fuori corso .
Luogo buio; tugurio .
Scuce, che scuce la parte cucita .
Scostumato, che ha cattivi costumi, intemperante .
Scucita .
Scuciti .
Scucito .
Obbedire ai genitori, ai superiori.
Che obbedisci .
Uomo sterile. La desinenza di “ Scù-tru > tru, ha suono con
labbra socchiuse, dentale, si devono sentire la tr fuse e
sfumate, la u chiara ; tru , pronuncia simile al due inglese
dwo.
Scopertu, svelato, nudo nel letto , non coperto .
Che toglie con la pinzettina o con il pollice e l’indice
inumidite, la cima bruciata e nera “ cùzzica “ del lucignolo
della lumiera . Togliere la “ cùzzica “ . Cùzzica = crosta
sulla ferita guarita ; cùzzica, crosta creta sulla cute della
testa causata dalla tigna > còffulu < .
Togliere la parte bruciata dello stoppino della lumiera. La
parte già bruciata > cùzzica < .
Sdamare: ausiliaro avere , muovere una o più pedine
dell’ultima fila , nel giuco della dama// dama .
Smontare un ponteggio, scomporre un’opera fatta,
disarmare; contraio: Armmàra, comporre, costruire.
Uomo lascivo senza pudore: “ ‘u dècatu “, è il gruppetto di
dieci fili che il bandolo della matassa tiene uniti tutti i
mazzetti dell’ intera matassa ; (deca = dieci ) ; quando
questo unico filo si spezza, l’intera matassa è “ sdecatàta “
311
Sdentàtu :
Sderrinàra :
Sderrinàtu :
Sderrupàra :
Sderrupàta :
Sderrupàti :
Sdidhazzàra :
Sdimandàra :
Sdimandàtu :
Sdinànca :
Sdinancàra :
Sdinancàtu :
Sdinancàu :
Sdingàra :
Sdingàsti :
Sdingàtu :
Sdòcchja :
Sdocchjàra :
Sdogàtu :
Sdomijàtu :
Sdorvicàra :
Sdorvicàtu :
Sdurddùtu :
Sedìtavi :
Sedìti :
Sedìtivi :
Sedùti :
Sedùtu :
Sèggia :
Sèggia :
Seggiulìdha :
Sègnu :
Segretàriu :
disfatta, i dieci fili confusi, sciolti.
Sdentato, privo di denti .
Maltrattare, rompere, ridurre male un oggetto.
Uomo malconcio ; oggetto mal ridotto , carretto cigolante.
Demolire , rompere, rompere un’opera fatta.
Casa cadente o caduta .
Demoliti, rottamati.
Sciogliere, slacciare il nodo delle stringe alle scarpe;
contrario: adhazzàra , allacciare .
Smontare, rompere, demolire, ridurre a male, ammalare.
Uomo in abbandono, barbone, closciard , disordinato.
da ànca, rompere le anche, le gambe.
Menare e rompere le anche, le gambe.
Sciancato di una gamba per caduta .
“ Càtta e ssi sdinancàu ! “, è caduto e si è rotto l’ànca.
Abbandonare l’abitudine di un posto frequentato o persona.
Hai abbandonato l’abitudine verso la frequenza di persone,
vizio, luogo già frequentato .
Non più frequentato, caduto in antipatia, amico o luogo .
Persona che toglie il malocchio, l’influsso maligno
proveniente dagli sguardi ostili .
Togliere il malocchio.
Oggetto a doghe con cerchi rovinato, rotto; sdogàre .
Uomo malconcio .
Esumare dalla fossa una salma .
Esumato dalla fossa .
Stordito .
Invito a sedere dando del voi
Invito a sedere .
Invito a prendere posto a sedere.
Sedùti .
Seduto.
Sedia : tipo chiavari, di legno impagliata con spalliera.
Sedia : egiziana, estrusca, greca, romanica, medievale a
pozzetto, savonarola, cinese, dantesca, lombarda, barocca,
barocchetta, chippendali, impero, luigi Filippo, da giardino,
di vimini, sdraio, dondolo, girevole.
Piccola sedia vienna impagliata per bambini.
Giuoco infantile: due amici con le mani intrecciate per fare
una sedia, il terzo seduto sopra con le sue braccia intorno
al collo dei due . Giuoco infantile : portare a predelline .
Segno .
Segretario.
312
Segrètu :
Segrètu :
Sèi :
Sejìtta :
Sejìtavi :
Sèju :
Seminàra :
Semprasòna :
Senatòra :
Sèngra :
Sèngri :
Sèngru :
Sentèra :
Sentìra :
Sentùra :
Sènza :
Senzàla :
Senzàta :
Senzàtu :
Sènzi :
Sènzu :
Sequestràta :
Serènu :
Sèrppa :
Serppènta:
Sèrra :
Sèrra :
Segreto, cosa che si tiene separata e segreta.
Cesso, latrina, buco che un tempo si aveva dietro la porta o
in cima alla scala esterna. “ Cummàra, permettiti ‘nu
pocu cha vàju ‘o segrètu ! “
Sèi = 6 ; VI ; sèstu = sesto .
Cateratta, bottaccio del mulino a acqua , acqua che
precipitando aziona la turbina, ruota idraulica che trasforma
l’energia dell’acqua cadendo dentro un canale in forza
motrice. > Sejìtta > si getta .
Sedete, accomodatevi !
Siedo, mi siedo, sedere, usare la sedia. S’assètta, si
accòmoda. Mi sèju ; si sèja ; si sejìru ; sejìtavi !
Seminara, cittadina in provincia di Reggio Calabria.
Sanfasòn , voce francese, lavoro fatto alla meglio,
senza cerimonie, fatto alla sanfasòn , “ a semprasòna “.
Senatore .
Esile, taglio di stoffa o di pelle su modello scarso, taglia
scarsa per persona snella e magra,
Scarsi, esili, poveri rispetto al modello su misura.
Esile,magno, semplice, scarso .
Sentiero di campagna; diverticolo, viottolo che nasce dalla
strada principale .
Sentire, ascoltare, udire .
Sentore di profumo diffuso; di odore di aceto; di rancido, di
casa chiusa per tanto tempo.
Senza, che esprime mancanza .
Sensàle : mediatore di contratti di ogni genere .
Sensata, giudiziosa.
Sensato, giudizioso.
Sensi, plurale di senso, facolta di ricevere le impressioni
degli oggetti esterni, ed equivalgono a sensività e sensibilità.
Senso, umore .
Sequestrata .
Sereno, cielo sereno; condizione dell’essere sereno,
tranquillo.
Serpe .
Serpente : anaconda, boa, crotalo, a sonagli, aspide, vipera .
“ Ma il serpente era il più astuto fra tutti gli animali che il
Signore Dio aveva creati sulla terra“.(Gènesi. 3: 1 e segu.)
Serra San Bruno, paese del catanzarese .
Sèga : a lama tesa e intercalata, fune nella parte alta per la
variazione della tensione con legnetto (nottola) al centro, ai
lati il telaio rettangolare; nel telaio ad arco ; a mano libera
313
Serrètta :
Serrùna :
Sèrvva :
Sèrvva :
Sèrvvu :
Servvìra :
Sestìnu :
Sèstu :
Sètta :
Settèmbra :
Settimàna :
Settimìnu :
Sèttimu :
Settingiànu :
Sèttu :
Sgadhà :
Sgadhàra :
Sgàdhi :
Sgarbbàtu :
Sgàrbbu :
Sgarràu :
Sgarrippàta :
Sgarrippàti :
(saracco) con impugnatura di legno ; rettangolare a lama
libera con costola e manico di legno ; a lama libera a coda di
topo, con manico di ferro; a lama libera con due prese con
impugnature di legno verticali . “ struncatùra - serrùna “
Vedi la voce “ Struncatùra “ .
Seghetta, semicerchio di ferro dentato all’interno che si
mette sotto il mento dell’asino per domarlo e per essere
guidato piu agevolmente. Direi sevizie verso l’animale.
Sega a lama libera con 2 impugnature , una da un capo,
una dall’altro capo, entrambe in posizione verticale, attrezzo
del carpentiere e per segare tronchi d’alberi; struncatùra.
Donna di servizio.
Che è di bisogno, oggetto, attrezzo, ecc. .
Uomo di servizio . famiglio.
Servire il pranzo.
Sestino, strumento musicale dei legni con ància, il più
piccolo clarinetto in la bemolle .
VI – sesto .
Sette – 7 - ; società segreta, carboneria, massoneria .
Settembre .
Settimana, spazio di sette giorni dal lunedì alla domenica.
Settìmio, nato di mesi 7 .
VII – sèttimo.
Settingiano, cittadina in provincia di Catanzaro.
Spesso disco di legno a forma circolare. piccolo legno
fissato come diametro per la presa, oggetto che serve per
collocarlo in superficie sugli alimenti conservati in
salamoia e per fare pressione, si pone una grande pietra
arrotondata detta : “ màzara “ peso morto.
Sfronda e strappa o piega rompendo un ramoscello dal
ramo;che fa all’attimo lo scrocchio per la rottura.
Sfrondare un ramo rompendolo con le mani.
Dire,dire sbagliando”Chi ccàzzu ti sgàdhi ! “– cosa dici !Sfrondi il ramo, rompi il ramo con le mani.
Sgarbato, senza buone maniere, che fa un lavoro non a
regola; che fa cadere oggetti non usando destrezza.
Sgarbo, modo incivile nel tattare con le persone, atto villano
Sgarrare, sbagliare , ha commesso errore, è uscito fuori
seminato.
Persona vecchia tutta floscia nel volto e negli occhi.
Occhi che hanno perso la forma come quelli dei vecchi in
età senile, con segni di arrossamenti esterni e sporgenti ; con
le palpebre arrovesciate;simili a quelli che da diverse notti
314
Sgarrippàtu :
Sgarràu :
Sgàrru :
Sgobbàra :
Sgobbìzi :
Sgòbbu :
Sgobbùna :
Sgòmbru :
Sgòrpuru :
Sgòttarru :
Sgranàra :
Sguìnciu :
Sguìzzara :
Sgùtta :
Sguttàra :
Sguttàsti :
Sguttàru :
Sguttàu :
Sìca :
Sìca :
Si-càca-sùtta :
Siccàgnu :
Siccànta :
Sicarètta :
Sicàrru :
Sìcchju :
Sicura :
Si curccàru :
Si curccàru :
Sicura :
Sicùru :
non hanno dormito,occhi molto stanchi , con le palpebre
interne sporgenti.
Uomo in età senile, smagrito, floscio, pieno di rughe con gli
occhi stralunati.
Ha sbagliato, ha tradito il patto, rozzezza, sgarberia.
Sgarbo, offesa, sgarro: mancanza di scrupolo, sbaglio,
errore, mancante al patto. Hfìcia ‘nu sgàrru, e ‘u
‘mmazzàru! / Ha fatto uno sgarbo e l’hanno ammazzato ! /
Sgobbare, impegnarsi con intenso lavoro.
Smorfie, rapide deformazioni del viso, degli occhi e gesti.
Il tempo e lo sforzo dello sgobbare, io sgobbo, lavoro,fatica.
Sgobbòne.
Sgombro, pesce comune.
Bruscolo, scheggia, tipo di stuzzicadenti senza forma ,
fuscello rigido, legnetto .
Ranocchio, figlio della rana, non il girino.
Sgranocchiare, togliere i piselli dal baccello, o i grani del
torsolo,tutolo
della
pannocchia
del
granoturco,
sgranocchiare; mangiare in abbondanza.
Stortura, che guarda da guercio.
Svizzera, Stato confederale dell’Europa centrale nella
regione alpina.
Lo sgocciolare di un liquido da un contenitore, come olio in
una bottiglia, ultime gocce.
Sgocciolare un liquido.
Hai sgocciolato il recipiente del liquido rimasto.
Hanno sgocciolato il liquido rimasto.
Ha sgocciolato il liquido dal contenitore.
Sìca, cognome in Gasperina (CZ) .
Sica / latino –Sica / pugnale con la punta aguzza e con la
lama ricurva, usato anticamente dai Traci . Tràcia, penisola
balcanica.
Cacasotto, persona paurosa, timorosa, vile.
Seccagno, terreno secco, arido .
Seccante, fastidioso, noioso.
Sigaretta .
Sigaro : avana, toscano .
Secchio .
Ordigno per fermare il cane del fucile o pistola.
Si sono coricati a letto.
Si sono curvati, si sono piagati.
Sicura, certa .
Certo, sicuro .
315
Sìgna :
Signàla :
Signùra :
Sìgnu :
Sìgnu :
Sì , o , no :
Silènziu :
Sillabariu :
Simènta :
Simentìna :
Simentìna :
Siminàra :
Siminàru :
Si minàru :
Sìmu :
Sindacàlà :
Sindacàtu :
Sìndacu :
Sìndacu :
Segno, fare un segno; faccia di fantasma .
Segnale; starnuto .
Signòre, Dio ; signora, signora di casa .
Segno,avvertimento, avviso ; segno sul tuo conto.
Volto informe umano, emaciato, magro, scheletrico.
Sì, con l’accento , avverbio; no – ecco – grazie . Elemento
linguistico, che da solo corrisponde a una intera frase . Si
chiama : olofràstico .
Silènzio; chi chiede silenzio esprime: siihhhh !
Sillabario, unione di sillabe in parole .
Semi da seminare
Semi, sementi .
Semenza, eredi di una razza, di una stirpe. ( Nòmmu si
perda ‘a simentìna !! = Espressione contraria ad una stirpe ;
e ancora : Nòmmu si nda perda jòta !!! / jòta ,nome della
nona lettera dell’alfabeto greco, che corrisponde alla nostra
– i – quasi un nulla , un niente; il seme è rimasto ancora tra
noi ! / come dire: la gramigna non muore mai !
Seminare : “ Chìdhu chi ssìmini, recògghj ! “
Hanno seminato.
Si sono azzuffati, si son date botte, hanno litigato.
Siamo.
Aggettivo di Sindaco, del Sindacato, autorità sindacale.
Sindacato, organismo a sé stante che rappresenta e tutela gli
interessi di una classe di lavoratori o di datori di lavoro.
Sindaco, sindaci; persona eletta dal popolo a maggioranza
nella sua città .
Sìndaci di Gasperina > 1809 al 2013 < :
Raffaele Pavone
1809
Francesco Iannoni
1810
Vincenzo Spadea
1811
Giuseppe Iannoni
1812
Giuseppe Celìa
1813
Saverio
Pàparo
1817
Domenico Lomanno 1820
Saverio
Papucci
1830
Pasquale Romano 1836
Pasquale Vatrella
1839
Gregorio Pavone
1840
Vincenzo Milano
1844
Saverio
Papucci
1847
Francesco Papucci
1853
Agazio
Spadea
1856
316
Pasquale Pisano
Pasquale Romano
Costantino Spadea
Domenico Procopio
Domenico Lomanno
Nicola
Manni
Saverio
Romano
Achille
Spadea
Giuseppe Manni
Dionisio
Lombardo
Francesco Pavone
Saverio
Procopio
Saverio
Pisani
Bruno
Procopio
Raffaele
Milano
Alfonso
Iannoni
Pasquale Laganà
Giovanni Lomanni
Giuseppe Rossi
Francesco Caruso
Francesco Lombardo
Gregorio Màcrina
Francesco Pàparo
Nicola
Voci
Nicola
Voci
Nicola
Voci
Domenico Lomanni
M.Carolina Ippolito
Domenico Lomanni
Gregorio Gallello
Si nda frìca :
Sin nda hfùtta :
Si nda jìu :
Si nda vìnna :
Sìnga :
Sìnga :
1858
1860
1867
1870
1873
1875
1877
1886
1888
1890
1892
1896
1900
1905
1923 ( Podestà )
1935 ( Podestà )
1943 ( Commissario )
1945 ( Commissario )
1946 (Sindaco – 10 marzo 1946)
1952
1965
1975
1990
1995
1999
2000
2004
2008 ( Commissario )
2009
2013 > 27 maggio .
( S.E. e O.)
Fregarsene di qualsiasi cosa / se né frèga /
Fottersi di qualsiasi cosa, trascuratezza .
Se né è andato .
E’ ritornato dal luogo / vìnna, verbo venire, venuto/
Segno ; cenno, mossa che si fa ad altra persona con gli occhi
o con la mano.
‘A sìnga , giuoco infantile fatto per lo più sopra un piano
di terra o di cemento spianato, si traccia una linea retta nella
terra o col gesso sul pavimento, alle due estremità due linee
verticali, da una distanza stabilita con altra retta , i giocatori
tirano lanciando le monete pattuite sulla linea segnata e
317
Sìnga :
Singàra :
Singàta :
Singatùra :
Sìni – sì’ :
Sìnu :
Siràta :
Sirèna :
Sìricu :
S’ìrggia :
S’ irggìa :
Siringa :
Siringa :
Sitàcciu :
Sìvu :
Smàcchja :
Smandaledhàra :
Smandalèdhu :
frontale, le monete che riescono a fermarsi sulla retta
segnata, ho il diritto di continuare il giuoco con il secondo
classificato ; chiudento nella mano tutte le monete giocate,
dicendo: tèsta o crùcia / testa o croce /la risposta, esempio,
è testa ; le monete lanciate in aria e cadute per terra rivolte
con la testa, vengono vinte, le altre dal rovesco, croce, le
vince chi fa il giuoco.
Segno che si fa con il lapis o con la penna, linea retta che si
fa con il gesso alla lavagna o per terra.
Segnare col graffietto come fa il falegname “ cu’ singatùra”.
Segnata col il graffietto .
Graffietto, attrezzo di legno del falegname per segnare nel
legno col chiodo appuntito la distanza stabilita .
Sei, verbo; sìni ‘ntelliggènta = sei intelligènte ; sì’ bònu=sei
buono.
Seno / sùpa ‘u sìnu / sul seno, sul petto.
Serata .
Sirena delle ambulanze, dei carabinieri, della polizia .
Baco da seta che si nutre di foglie del gelso. Serico.
Si presenta in tribunale come accusatore o come teste;
si mette in piedi, ritto, presentarsi; la scala a pioli,levatìzza,
si ìrggia ‘o muru .
Si presentava ritto; si presentava come teste; la scala di
legno a pioli si poggiava al muro . ( La doppia GG di “
ìrggia o irggìa, serve per dare alla voce dialettale, dura,
forte, marcata, il senso e significato alla proposizione ).
Siringa di vetro per le iniezioni : pistone in vetro, cilindro in
vetro, punta centrale porta ago in vetro, scala graduata in
centimetri cubi .
Antico strumento pastorale fattoper lo più di canne tenute
insieme da corda o da cera, provviste da imboccatura allo
stesso livello ma diverse per lunghezza intonate secondo la
serie del genere diatonico.
“ Crisàra “ > di seta = sìta, vaglio per la farina;
staccio di metallo forato per frantumare pomodori.
Sego .
Che toglie le macchie.
Rompere le ossa a qualcuno / da “ mandàla / . rompere.
Che è cadente ,malandato.
“ Ti smandalèdhu ! “ : Ti meno e ti rompo la faccia, le
braccia, le gambe. “ Ti rùppu ‘i cèdhari “. Vedi ”Cèdhari” .
318
Sparruggiàta :
Smemoràtu :
Smenzàra :
Smeràgghja :
Smergulàra :
Smircciàra :
Smisingiàtu :
Sìrzzu :
Smàcchja :
Smacchjàra :
Smanicàra :
Smangiàtu :
Smeràgghja :
Smìzu :
Smòccami :
Smoccàra :
Smòccu :
Smolàtu :
Smorggiulàtu :
Smòrttu :
Smurzzàra :
Smussàra :
Smuzzicàra :
Socialista :
Sòciara :
Sòcrama :
Sòcuru :
Sòl :
Zappa di ferro con l’cchio che usa il contadino, quando il
manico lungo di legno esce fuori , si > smarrùggia < zappa
smarruggiata. > Marrùggiu = manico .
Smemorato, che ha perso la memoria, che al momento non
ricorda ciò che doveva fare e altri appuntamenti.
Dimezzare .
Medaglia ; prendere una malattia infettiva con una donna.
Rompere qua e là il labbro dell’anfora di terracotta e simili;
strappare il tozzo del pane intero .
Guardare da lontano, osservare ,spiare .
Uomo malconcio ridotto in pessimo stato; clochard
(closciar); smagrito, trasandato.
Vedi la voce seguente > Smìzu .
Smacchia, liquido speciale che toglie la macchia,
smacchiare una giacca.
Smacchiare, togliere la macchia, la chiazza o altro segno
lasciato da una sostanza sopra una superficie.
Smanicare, da manico ; privare di manico, rompendolo o
togliendolo.
Smangiato, corroso, consumato, sfilacciato.
Medaglia .
Smilzo, uomo alto magro e vuoto.
Togliami il moccio, il mocco dal naso.
Pulire il moccio dal naso.
Che pulisco il moccio dal naso.
Privo dei denti e dei molari .
Disattento, per cui rompe qualcosa o gli cade dalle mani
Con volto cadaverico,
Smorzare .
Smusare, togliere, arrotondare lo spigolo .
Smozzicare con i denti o con le dita, così fa il fumatore di
sigari prima di accendeli .
Del (P.S.I.) Partito Socialista Italiano, fondato in Italia
1892.Dalla fusione con gli anarchici; ha avuto 18 scissioni,
le scissioni partorirono altri importanti partiti: P.S.U.P
(1902); P.C.I. ( 1921) ; P.S.D.I . (1947) ; P.S.I.U.P. (1964 )
Suocera .
Voce arcaica dialettale gasperinese = suòcera (?) .
Bietole di coste / latino : beta / barbabietola .
Sol , quinta nota della scala musicale nel pentagramma.
Chiave di sol , chiave di violino, segno che posto al
principio dei righi determina il valore e il nome delle note;
quella di violino si segna sul secondo rigo avente un giro
319
Solàra :
Solatura :
Solètta :
Solùra :
Solùri :
Sonàra :
Soneria :
Sonnàra :
Sonnulènza :
Sònnu :
Sònnu :
Sònnu :
Sònu :
Sònu :
Soprànu :
Sòrddi :
Sòrddu :
Sòrma :
Sorrèdha :
Sòrtta :
Sòru :
Sozìzzu :
Spaccamattùni :
Spaccàra :
elicoidale una voluta, con al centro il rigo di sol, si allarga
sulla sinistra, sale in alto, ripiega a sinistra e scende per
pendicolare sui 5 righi e 4 spazi del rigo musicale. (Violino,
inventore : Gàsparo da Salò (1542 + 1609 ) .
Solare, mettere suole alle scarpe, risolare.
Fondo della scarpa, suola semplice o doppia.
Soletta “ chjantèdha”, piantella interna della scarpa cucina
alla tomaia .
Sorella.
Sorelle.
Suonare, suonare strumenti musicale .
Suoneria, meccanismo acustico.
Sognare .
Sonnolènza, coma, sopore, torpore causato da malattia.
Sonno , dormire.
Sogno, sognare > èu sònnu tutti ‘i notti = io sogno tutte le
notti.
Lato occipitale sinistro della testa.
“Ti mìnu ‘ntro sònnu e tti sdùrddu ! “
Ti meno un pugno a sinistra del cranio e ti ammazzo !
Suono, voce di strumento musicale; suono della consonante
> fonèma < in linguistica e con valore distintivo anche nei
dialetti.
Suono, io suono lo strumento nella banda musicale, suonare.
Soprano, soprano lirico : Callas Maria; Patti Adelina ;
Ricciarelli Catia . Strumento musicale, sassofono
orizzontale con ancia.
Soldi .
Soldo.
Mia sorella .
Prima cugina che porta lo stesso cognome, figlie di 2 fratelli
germani.
Tua sorella .
Sorella di sangue ..
Salsiccia di maiale .
Giuoco infantile, a spaccamattoni, la moneta lanciata
doveva cadere sulla linea della mattonella, le altre non sulla
linea, erano monete vinte .
Spaccare, rompre, dividere in più pezzi con colpi violenti:
spaccare la legna, le pietre; spaccare il muso, la faccia a
uno, percuoterlo duramente e ripetutamente; c’è un sole che
spacca le pietre, caldissimo.
320
Spaccàta :
Spacenzàra :
Spacenzàta :
Spacchjìma :
Spàcciu :
Spaccùna :
Spaccunijàra :
Spàccu :
Spàccu :
Spachijàra :
Spàcia :
Spadhàzzu :
Spadhèra :
Spadhètta :
Spàdhi :
Spàgna :
Spàgna :
Spagnàra :
Spagna ‘rimìtu :
Spagnàu :
Spagnàu /si / :
Spagnòla :
Spagnolètta :
Spaccata, legna spaccata fatta a pezzi, cosa rotta ; in
ginnastica e nella danza classica, posizione delle gambre
divaricate al massimo, quasi a formare un angolo piatto.
Far perdere la pazienza.
Che ha perso la pazienza .
Pochissima cosa, misera cosa, quasi niente .
Spàccio, rivendita di sale e tabacchi; spaccio interno della
caserma.
Spaccone, gradasso, smargiasso ; fare lo spaccone.
Vantarsi di avere, di sapere , senza nulla possedere .
Spacco, fessura; apertura della gonna.
Spacco, segno che resta su una cosa che è stata spaccata o
che si è spaccata: c’è uno spacco nel mobile; hai uno spacco
ai calzoni, / apertura su giacche maschili o su abiti
femminili praticata per comodità o per ornamento; atto dello
spaccare: la legna; spaccare il volto con arma da taglio;
Soffrire la fame per mancanza di cibo.
Che si frantuma da se, sfatto, consumato.
Uomo buttafuori presso i teatri ; forzuto che fa da spalla.
Spalliera della sedia .
Spallina che sorregge il busto, il reggiseno.
Spalle .
Spagna, nazione europea .
Che mette paura .
Mettere paura .
Mini pignata di coccio, di terracotta per una sola persona;
ironicamente significa, la piccola quantità che potrebbe
contenere tale recipiente che mette paura all’eremita per la
pochezza .
Ha messo paura.
Si è messo in paura.
Epidemia degli anni: 1918-1919-1920-1921-1922. In ogni
famiglia si sono verificat diversi morti alla settimana in tutta
Italia ed in Europa. In Gasperina in un giorno padre giovane
e figlioletto; per mancanza di casse funebri, il figlioletto
morto è stato adagiato tra le gambe del padre.
La sposa e madre durante il funerale unico, piangeva ad
alta voce esclamando : “ Pèppa, oh Pèppa meu, eu no’
cciàngiu a ttìa, ma ciànciu pe’ cchìdhu chi tti lèvi
ammènzu ‘i gambi ! “ Gli intervenuti al corteo, hanno
capito in altro senso il pianto della donna, e ridevano .
Spagnoletta, confezione di filati di cotone o seta avvolti
intorno a un piccolo cilindro vuoto di cartone.
321
Spagnolètta :
Spagnùsu :
Spàla :
Spalagràra :
Spalagràtu :
Spampinàra :
Spampinàtu :
Spanticàra :
Spaparanzàra :
Spaparanzàta :
Spàra :
Sparacàru :
Spàraci :
Spàracu :
Sparagnàra :
Sparàgnu :
Sparàra :
Sparàru :
Sparàta :
Sparàu :
Spàru :
Spàru :
Sparigghjàra :
Sparigghjàra :
Sparìna :
Sparinàra :
Sparìra :
Sperma :
Sparmmàra :
Spàrtta :
Spagnoletta, frutto che si mangia della arachis .
Che teme, che è pauroso .
Azione dello spalare, usare la pala, la vanga .
Emendare alla vite i tralci e i pampini inutili.
Persona malconcia, malandato, storpiato, conciato male.
Spampanàra, levare i pàmpini alle viti; sfiorire, sfogliare.
allargare, esagerare.
Spampanato, sfiorito; libro sfogliato in fogli liberi dalla
rilegatura.
Sussultare, saltare, per sorpresa di gioia o per spavento.
Dare, distribuire cose proprie per mostrare di possedere.
Rimprovero improvvisato senza preavviso, manifestazione
verbale pubblica esagerata . “ mi hfìcia, ‘na spaparanzàta ! “
Spara, sparare con arma;sbalordire col prezzo della merce .
Pungitopo, piccola pianta ramosa e spinosa che nasce
dall’asparago, nasce nei boschi, picoli fiori bianchi, su
queste false foglie, bacche tondeggianti d’un bel colore
rosso. Pianta che si metteva nel presepio con il frutto tondo
e rosso.
Aspàragi
Asparago .
Sparagnàre, risparmiare .
Sparagno,risparmio.“Sparàgnu no’ n’ésta mai guadàgnu”
Sparare,
Hanno sparato con arma da fuoco.
Sparata, scarica di armi da fuoco; offerta generosa, ma solo
a parole ; aspro rimprovero .
Ha sparato con l’arma.
Sparo, colpo d’arma da fuoco , rumore, sparo.
Prima persona, io sparo, uso la pistola o altra arma .
Sparigliare, disfare una pariglia , una coppia, un paio.
Sparigliare i sette nel giuoco delle carte a scopa , disfare una
pariglia di sette con altra carta.
Biscotto o altro che messo in bocca si sfarina, diventa farina
Sfarinare, ridurre in farina, in polvere.
Sparire, sottrarsi alla vista..
Spalma.
Spalmare.
Divide le quote ; divide i contendenti . Spàrtta, doppia T
per la pronuncia locale forte e marcata .
Chu spàrtta si pìgghja ‘a mègghju pàrtta !
Chi divide nella lite le persone prende più mazzate .
Chu spàrtta e nno’ ttèna, màla hfèsta mu li vèna !
322
Sparttìra :
Spàru :
Sparùta :
Spasscjàta :
Spassavantèri :
Spàta :
Spazzìnu :
Spedalàra :
Spedalàtu :
Spèlandri :
Spènda :
Spendìra :
Sperddùtu :
Spernnùnza :
Spernnunzàra :
Spernnunzàta :
Spèzi :
Speziàla :
Spezzatùra :
Spezzùna ‘e sola :
Spiàra :
Spiàta :
Spìca :
Chi divide soldi o altro e non tiene per se, che maledetto sia.
Spartire, dividere cose, proprietà; dividere persone in lite.
“ Chu sspàrtta, si pìgghja ‘a mègghju pàrtta ! “
Chi divive due persone che stanno a fare lite, riceve di botte
la maggiore parte.
Sparo .
Coppia, cosa divisa, diventata dispera, mancante di
uguaglianza, sparigliata .
Sfasciata, danneggiata in modo vistoso.
Quattro giorni fa.
Spada .
Spazzino. Ricordiamo: Onofrio Vatalaro “ ‘Nòfru” ;
nato a Centrache, moglie di Gasperina: Rosaria Fiorentino
fu Gregorio 5/7/1879 ; abitavano in via San Giuseppe,
Vicolo II° ( oggi via T.Campanella ); in Gasperina , altri
spazzini di Gasperina : Greggio Catrambone (4 sol… ) ;
Riillo Giovanni, faceva anche > ‘u bandèri < ; negli anni
1950, altro raccoglitore, era nato a Vallefiorita (Santaelìa ).
Oggi vengono chiamati : operatori ecologici .
Esterpire, togliere la pianta dalla terra , tagliare la radice e il
fittone / da pèda = piede /
Nullatenente, che nulla possiede, senza forza, privo di averi,
senza redici materiali.
Pianta alta simile al sedano che cresce ai margini dei ruscelli
che scorre sempre l’acqua ; ottima in insalata .
Spende, spendere .
Spendere .
Smarrito, renitente , ricercato, vagante .
Dissemina, semina, diffonde, divulga.
Sparpagliare: cartamoneta, carte, oggetti, immondizie;.
disseminare, seminare, diffondere, divulgare.
Disseminata come il seminatore camminando semina il
grano e altro .
Spezie
Chi vende le spezie : droghiere, farmacista .
Rialzo di cuoio smezzato per livellare il tacco ove là è
consumato.
Cojàttolo, ritaglio di cuoio da un lato affinato e smezzato
Spiàre, investigare nascostamente i segreti altrui.
Spiàta: atto dello spiare, fare una spiàta.
Spiga di : grano, granturco,lavanda, orzo, segale ;
spìca : voce poetica di spiga .
323
Spicajòli :
Spicanàrda :
Spicàta :
Spicchjàla :
Spìcchju :
Spìccia :
Spìccia :
Spiccicàra :
Spiccicàtu :
Spìcciuli :
Spiculìja :
Spiculijàra :
Spiculijàu :
Spicùna :
Spìgghja :
Spìgghjanu :
Spigghjàru :
Spìgnu :
Spìla :
Spìla :
Spilàra :
Spilàra :
Spilàta :
Spilingùna :
Spilòrcciu :
Spìna :
Spinàru :
Spìngula :
Spìngula ‘e paràtu :
Chi raccoglie nei campi mietuti le spighe cadute ai mietitori
nel fare i mannelli ( grègni) , figurativo: raccoglierequa e là
notizie , dati e simili )
Lavanda, spigonardo .
Che ha messo la spiga ; signorina ormai zitella.
Specchio, lo specchio ..
Spicchio di arancia, aglio, limone, di noce(gheriglio);
porzione , settore dell’unità .
Si spìccia, finisce .
Bietta, pezzo di legno che serve per rincalzare un mobile,
cuneo di legno spesso da un lato azzerato dall’altro lato.
Guardare , distinguere, riconoscere cose o persone.
Perfetto, somigliante, sosia, simile al padre con la voce,
con il camminare, con il carattere.
Soldi, monetine, non avere una lira spìcciola
Spigola qua e là, s’interessa di fatti propri per sistemarli.
Interessarsi di fatti propri per sbrogliarli e sistemarli.
Ha trovato la soluzione per sistemare le sue cose.
Pannocchia del mais con il frutto, spicùna ‘e ndiànu;
grande e grossa spiga del granturco, > spìca > spicùna;
torsolo, tutolo del mais privo dei chicchi .
Che non fa più uova e figli, pulcini ecc.
Galline che non fanno più pulcini. Contrario, pegno.
Non fruttano più, non fanno più prole.
Estinguo il pegno, tolgo il pegno pagando tutto;
mi riduco in miseria spendendo tutto.
Sfila , che marcia con altri .
Abilità del borsajòlo nello sfilare il portafogli dalla tasca
altrui.
Sfilare, marciare nella parata militare.
Disfare le maglie delle maniche / ssciundulàra/, ecc.
Donna altra e magra .
Persona alta, emaciata, snella.
Spilorcio, avaro , taccagno .
Spina , spina del biancospino delle siepi con frutto rosso;
spina, “lànza” della foglia del ficodindia,cactus ;
spina per l’elettricità da inserire nei due buchi della presa
ove è presente l’energia ; spina a tre poli del telefono ;
persona che si presenta ed opera come una spina nel fianco.
Siepe con piante spinose, roveto, cespuglio o macchia di
rovi ; pungitopo .
Spilla di sicurezza da balia.
Spillo: capocchia, asta, punta .
324
Spingulìja :
Spingulùna :
Spinnacchjàra :
Spinnàra :
Spinnàra :
Spinnàra :
Spinnàra :
Spinnàtu :
Spìnnu :
Spìnzu :
Spipìtula / si /:
Spirddàra :
Spirddàtu :
Spiritàtu :
Spìritu :
Sensazione molesta di sentire formicolìo, gran brulicare che
si prova in una parte del corpo per rallentata circolazione
del sangue.
Grande spilla da balia di oro, spillone, spingulùna che la
pacchiana usava infilare sul capo per tenere ferma la bianca
tovaglia .“ Ihii ! , a cchìssa, né càda ‘u spingulùna ! “
Espressione per dire che lo porta chi mai fa nulla, sta ritta
per far sì che la tovaglia sul capo stia al suo posto . Ai nostri
giorni talune donne lo portano alla minigonna , tipo / kilt /
chilt degli scozzesi , gonna corta pieghettata e aperta.
Spennacchiare, levare in parte le penne; carpire danaro: ha
trovato il merlo e l’ha tutto spennacchiato ; perdere in parte
le penne.
Spennare, privare i polli e simili delle penne; carpire denaro.
Spennare, ieri sera l’hanno spennato giocando a pocher .
Spennare, privare delle penne, spennare un pollo.
Piluccare a uno a uno i chicchi, gli acini dell’uva, spiccare.
Spennato, che ha perso le penne .
Dediserio, voglia di qualcosa non a portata di mano, può
essere… del caviale, del fungo porcino, dell’orata, della
platessa , ecc.
Uccello, fringuello.
Insistenza e ripetitiva voce per chiamare o richiamare una
persona.
Prendersi di grande ed improvvisa paura .
( vedi la voce SPIRDDARA ).
Indemoniato , frastornato .
Spirito, entità immateriale che si contrappone a materiale
( Spìrto , voce poetica )
Spìssudha :
Spissudhi :
‘Spitàla :
Spìtu :
Vavilla della fiamma , del tizzone .
Faville, parte minutissima del fuoco che sale e si perde.
Ospedale / hospitàlis /, siglia / H / ; luogo dove si… curano i malati o
trasportati a casa nella cassa funebre dopo il “ Consenso
Informato “ , foglio firmato dal cosiddetto paziente in vita, se non sa
leggere e scrivere gli viene indicato sul foglietto dove dovrà segnare
un segno di croce ( propabilmete ULTIMO AUTOGRAFO IN
VITA)Gli “ Operatori ” denominati Dottori e Professori, carrieristi ;
alla laurea in medicina, giùrano sulla “bibbia “, sul Giuramento di
Ippòcrate di Cos ( 468 + 377 a. C. ) . Nelle cronache di tutti i
giornali italiani, abbiamo letto il loro tradimento … a delinquere
sui corpi fisici dei loro pazienti mandati al camposanto.
Spiedo .
325
Spizzicàra :
Spizzìngulu :
Spìzziu :
Spizulìja :
Spizulijàra :
Spogghjàra :
Spònga :
Spongàra :
Spònza :
Spòrtta ‘e càrricu:
Sportta da’ vucàta :
Spòrtta :
Spòrzzu :
Spranga :
Sprangàra :
Sprùntu :
Sprùzzu :
Spùgna :
Spulicàra :
Spungìu :
Spuntèrba :
Spuntijàra :
Spùrga :
Spizzicàre, mangiare a poco per volta qualcosa , a poco a
poco sorseggiando un bicchiere di vino .
Precipizio, posto dirupato, orlo del precipizio, estremo
spazio; come sedere all’estremità di una panca, sedia o altro
spazio, stando per cadere e non cadere, come in bìlico.
Sfizio, desiderio capriccioso /rivolto a un oggetto di poca
importanza , ma stimolante dando un umore passeggero. /
Finta, finzione, fuma per imitare i fumatori, fa la cosa per
passare il tempo, “ utilità nocente “ direbbe ancora oggi
Giovan Battista Marino, poeta Seicentista .
Stuzzica qualcosa col bicchiere di vino.
Stuzzicare qualcosa a colazione
Spogliare, svestire , sfogliare un libro, scrutinare le schede
votate; denudare la pannocchia del mais .
Che si inzuppa; spugna , spòngia .
Inzuppare, intingere in cose liquide da fare diventare zuppo.
La testa dell’ aspersorio per aspergere con l’acqua
benedetta; palla gialliccia del cavolfiore .
Sporta di verghe di castano e canne, alta e larga e sfiancata
al centro, atta per trasportare qualsiasi cosa .
Sporta di vimini e canne bianca per ospitare i panni per il
bucato.
Corba, cesta grande di vimini, paniere.
Sforzo .
Spranga /voce tedesca/ spranga di legno o di ferro per
sprangare. Spranga, catenaccio .
Sprangare, mettere la spranga, sbarrare, chiudere.
Apprìnzo, vino che accenni a diventare forte, apprìnzo,
che ha l’appinzo, che non ha tenuto la mùta .
Vedi la voce mùta , che tende al sapore dell’aceto.
Sprùzzo.
Tessuto riccio per asciure un piano; animale acquatico.
Vagliare a mano, togliere la veccia, loglio e altro dal grano;
nettare i capelli dai pidocchi, le pulci dai vestiti.
Avendo comperato altro appartamento confinante, ha aperto
una porta per comunicare in esso, ha aperto oltre il proprio
confine; scorciatoia, via più breve che conduce da un luogo
ad un altro. “ Mìniti ‘e dhà ch’ arrivi prima ! “
Spunterbo, voce del calzolaio, punta della pelle che il
calzolaio mette alle scarpe .
Allontanare spingendo un corpo con le mani o persona;
spingere con forza.
Spurgo .
326
Spurgàra :
Spusàra :
Spusàtu :
Sputtanàra :
Sputàra :
Sputàzza :
Squàtra :
Squatràta :
Sscègghju :
Sscemunìtu :
Ssciàbula :
Ssciàcqua :
Ssciancàtu :
Sscìfu :
SScihfàrra:
Spurgàre: un fosso; spurgare sangue dalla bocca, il catarro.
Sposare, dare in matrimonio .
Sposato .
Dire tutto ai quattro venti, palesare, propagandare.
Sputare .
Sputo .
Squadra; “ ti squàtra “, ti osserva con attenzione ; oggetto
del geometra con angolo a 90°.
Squadrata .
Scelgo .
Scimunito.
Sciabola .
Che sciacqua .
Strappato, logoro,
Truogolo rettangolare, scavato nella pietra per il maiale.
Attrezzo per il bucato, disco di legno spesso con canale che
raccoglie lo sporco dei panni,
scavato all’interno della circonferenza e labbro sporgente
come scolatoio per la liscìa.
Ribadendo che la àcca – h-H – è lettera muta, ma
convenzionale, intende aspirazione gutturale della effe – f-F
– come in sscihfàrra / sscifàrra, da scìfu, truogolo / che
raccoglie l’acqua sporca del bucato / liscìa – lessìa / .
Il vostro DOTTO, ha scritto, stampato e venduto :
“ Sciharra : recipiente di legno circolare su cui veniva
appoggiato il cesto del bucato per raccogliere a lessia “
Pisano afferma : ‘A sscihfàrra non è un recipiente .
Sscihfàta :
Broda, rifiuti di cibi rimasti per il maiale; scifu =truogolo,
da sscìfu = truògolo, recipiente rettangolare di pietra non
molto profondo “ piatto “ per il cibo dei porci.
Sscilànguli :
Fili laterali dei fagiolini , cordoni fibrosi che decorrono
corrispondenza laterale delle linee di discenza delle due
valve unite.
Sscilànguli :
Sscilàra :
Catarro, muco filaccioso, che forma come un filo.
Disfare la calza, la maglia ecc.
327
Sscilàzzi :
Sscilàzzi :
Sscilinguàtu :
Sscivulàra :
Sscjalàta :
Sscjàrppa :
Sscivularèdha :
Sscivulàu :
Sgarggiàtu :
Sgarrippàtu :
Sgàrru :
Sguìnciu :
Sicàrru :
Spachijàra :
Spaccùna :
Spaccunijàra :
Spàgna :
Spagnàra :
Spagnarimìtu :
Spagnolètta :
Spagnolètta :
Spanàra :
Spanàta :
Spànda :
Spànda :
Residui di cucirini o fili rotti .
Fili catarrali espettorati dalla bocca .
Persona balbuziente .
Scivolare .
Scialare, godere dell’abbondanza .
Sciarpa, stola .
Scivolarella, giuoco infantile dello scivolare .
E’ scivolato , ha rotto il braccio, il femore ecc. .
Sguaiato nel linguaggio, maleducàto.
Con gli occhi come irosi di fuori, occhi senili cisposi.
Sgarbo contro qualcuno, sgarrare - voce tedesca Schìso, messo di schìso, di storto, obliquo, sguardo storto.
Sigaro.
Soffrire la fame, non avere da mangiare.
Spaccone, smargiasso.
Fare lo spaccone
Spagna / Espàna / Stato dell’Europa sud-occidentale .
Mettere paura.
Piccolissima pignata panciuta con due anse per cucinare
cereali, per bastare a una sola persona (ma che fa star male
“mette paura = spagna “ l’ eremita per la pochezza del
contenuto )
Spagnoletta, tipo di confezione di filo avvolto a un piccolo
cilindro vuoto di carta .
Frutto dell’ ARACHIDE .
Spanàre, guastare il pane della vite, la filettatura, rovinare il
pane,il rilievo a spirale intorno , che non è più buona per
avvitare e stringere.
Vite sciupata nella filettatura di bulloni e simili.
Risciacqua i panni nell’acqua DOPO IL BUCATO.
Recipiente pieno di acqua,di olio o di vino che riempiendosi
e superando la bocca si fa spàndere di fuori.
(” Spandira” ), come ha scritto stampato e venduto per
dialetto il G.Celia, non significa “stendere al sole” .
In dialetto gasperinese si dice > ampràra < ‘o sula >
sciorinare al sole , esporre al sole panni lavati.
Spandìra :
Spandìra :
Spandìra :
Effondere, diffondere, i fiori spandono il loro profumo.
Spandere a macchia d’olio una notizia falsa.
Elargire , offrire con generosità e spontaneità , donare,
regalare.
328
Spanticàra :
Spanticàu :
Spaparanzàta :
Sparacàru :
Spàracu :
Sparagnàra :
Sparàgnu :
Sparatràppa :
Sparttìra :
Spìnzu :
Spiràra :
Spirdàtu :
Spuntìja :
Spuntijàra :
Spuntijàu :
Spuntunèra :
Squàgghja :
Squagghjàra :
Squagghjàu :
Squarttàra :
Squatràra :
Squatràra :
Sss ! :
Sta :
‘Sta :
‘Sta :
Stàbala :
Stabilimèntu :
Stàcca :
Stàcca :
Staccàra :
Staccàra :
Staccàra :
Staccàtu :
Sussultare all’improvviso , per schèrzo ricevuto o per paura.
Ha sussultato .
Uscita con rimprovero contro qualcuno.
Pianta dell’asparago che fa i frutti rotondi e rossi, foglie
spinose. Pungitopo.
Asparago, asparagio; pregiato ortaggio .
Sparagnare, risparmiare.
Sparagno, risparmio .
Sparadrappo, scriscia di tela ricoperto da un lato da cerotto
Spartire, dividere .
“Poi, avendolo crocifisso, spartirono i suoi vestimenti “
(Vangelo di San Matteo-Capitolo 37 verso 35 )
Uccello, fringuello , cantatore.
Agonizzare, finire, morire.
Allucinato.
Che spinge, spinge.
Spìngere .
Ha spinto.
Mobile di legno, dispensa ; angoliera > angolo > puntùna > .
Squaglia, fonde .
Squagliare, fondere, liquefare .
E’ andato via alla chetichella, se la svignò .
Squartare, tagliare in quarti o dividere in pezzi.
Squadrare, mettere in squadra un lavoro; lavorare un marmo
a forma press’a poco squadra ; squadrare un foglio da
disegno, ridurlo a forma di quadrato o di rettangolo perfetto.
Squadrare, guardare minutamente da capo a piedi, quasi
misurare con l’occhio, lo squadrò con gli occhi severi.
Sss! voce dentale sibilante smorzata, per indicare silenzio !
Sta , che sta al suo posto.
Questa; questa, questa cosa , codesta .
Questa mattina, codesta giornata.
“ ‘Sta cosa no’ mmi piàcia ! ; ‘Sta jornnàta è bbona ! “
Immobile rurale.
Stabilimento , fabbrica come la F.I.A.T. (Fabbrica Italiana
Automobili Torino )
Stacca, cavalla di tre anni ; donna alta, ben formata e
piacente.
Che stacca ciò che ha incollato, che stacca il manifesto.
Staccare, /da distaccare/ rimuovere, scollare .
Lasciare, smettere all’orario giusto di lavorare .
Staccare la fornitura elettrica, la linea telefonica, cessare.
Staccato, che si è staccato dal muro e ccàtta > è caduto.
329
Staccàu :
Stàccu :
Stàcia :
Stacìra :
Staffìla :
Staffilata :
Stàgghja :
Stagghjàra :
Stàgghju :
Stàgna :
Stagnatèdhu :
Stagnatèlli :
Stagnàtu :
Stàgnu :
Stalattì :
Stamatìna :
Stamètta :
Stamigna :
Stamòna :
Stampa :
Stampàra :
Stampàra :
Stampata :
Stampati :
Stampàtu :
Stàmpu :
Stàmpu :
Stanàra :
Stànga :
Stangàta :
Stàngu :
Stanòtta :
Stanza :
Stanza :
Stanzìnu :
Ha staccato il discorso, ha smesso, ha interrotto .
Stacco; stàccu, cessare, smettere di lavorare ; stacco della
linea elettrica.
Sta , che sta bene, che sta giusta “stàcia qui càzzi ! ”
Stare. “ hfùttara a cchui no’ stàcia, è ‘nna paccìa ! ” .
Staffile, sferza .
Staffilata, percossa data con lo staffile.
Divide .
Dividere .
Che divido, dividere .
Lattoniere che stagna .
Pajuòlo (Vedi la voce “ stagnàtu “ )
Bullettame del calzolaio, con capocchia larga e liscia.
Paiuolo di rame e stagnato,con manico arcato mobile.
Stagno .
Stalettì : Comune in provincia di Catanzaro.
Stamattina , stamani .
Tessuto di lana sottile e resistente.
Stamina, tessuto di fili radi e uguali, sia di trama e sia di
Ordito .
Parte più fine della lana .
Stampa: caratteri mobili inventati da Gutenberg Joahnn
Gensfeisch (1400+1468). Nel 1450 pubblicò il primo libro a
stampa, la famosa Bibbia latina .
Stampare, imprimere sulla carta per mezzo di caratteri di
legno o di metallo spalmati d’inchiostro.
Stampare in faccia un cazzotto, un ceffone, una sberla .
Stampata, non scritta a mano, stampata dal tipografo.
Stampati : modelli, libri , giornali .
Stampato, libro stampato.
Stampo, arnese per stampare disegni su stoffe .
Stampo, segnare con lo stampo; stampare un manrovescio
sul viso a qualcuno ; stampare, io stampo.
Stanare, fare uscire dalla tana .
Legni grossi e lunghi che appaiate reggono la barella su cui
il ferito viene adagiato, è portata sulle spalle da quattro
portantini ; le stanghe della carrozza a cavallo.
Stangata, trattare male, procurare danno; serie di tasse .
Stangare, punire, punisco .
Stanotte, questa notte / sta notte / ‘sta nòtta .
Stanza .
Stanza, strofa di una canzone.
Stanzino, mezzanino, piccola stanza .
330
Stappàra :
Stasìra :
Stappare, togliere il tappo .
Stasera, questa sera . ‘Sta sìra .
Stantùffu :
Statìa :
Stantuffo .
Stadera. In dialetto si chiama: Statìa .
Bilancia a un solo braccio .
Il braccio graduato a tacche si chiama (stadera).
Bilancia con peso romano scorrevole;gancio per la
mano legato al fulcro;gancio per l’oggetto da
dove 3 catenelle reggono il piatto su cui si depone
la merce per essere pesata .
Il vostro DOTTO: ( “Abbondiamo !“ diceva Totò ) :
Il VOSTRO DOTTORONE , ha scritto e venduto
come dialetto : > Statera > per Statìa.
Stendìra :
Stèntu :
Stèricu :
Stermìniu :
Stèrru :
Stèrzza:
Sterzzàra :
Sterzzàu :
Sterzzàu :
Stèrzzu :
Stèssu :
Stìdhi :
Stìfa :
Stigghjòli
Stìgghju :
Stendere, sciorinare i panni al sole ; stendere la mano per
carità ; stendere un cavo, una corda , un materiale elastico .
Attrezzo di ferro del calzolaio con piantana sulle
ginocchia e la forma di ferro posta nella sua sede .
Isterismo, malattia che attacca di più la donna, malattia
accompagnata da vari disturbi
Sterminio, distruzione generale, strage, esterminio: la
battaglia finì in uno sterminio; guerra di sterminio; sistema
usato dai nazisti nell’ultima guerra mondiale.
Sterro, movimento terra .
Che sterza, che toglie un terzo della quantità.
Sterzare, girare lo sterzo , cambiare la direzione.
Ha tolto un terzo della parte intera.
Ha cambiato, ha girato direzione di marcia.
Sterzo, volante manovrato dall’ autista, parte anteriore e
girevole di un veicolo.
Stesso .
Stelle .
“E quindi uscimmo a riveder le stelle“ (Dante: 1-34-139 )
“Puru e disposto a salire alle stelle “
(Dante: 2-33-145 )
“L’amor che move il sole e l’altre stelle” (Dante: 3-33-145)
Bariglione a doghe di legno e cerchiato per sarde e aringhe.
Interiora della gallina o di altri pennuti e non, budella, fatti
involtini, attorticigliate e legati con filo o col moderno
stuzzicadenti,legati cucinati in padella o allo spiedo .
Armadio con mensole e sportelli apribili .
331
Stìla :
Stìla :
Stilàta :
Stimàra :
Stimàra :
Stimatùra :
Stìpami :
Stipàra :
Stipàstavu :
Stipàsti :
Stipàtalu :
Stipàti :
Stipativìli :
Stipàtu :
Stipàu :
Stìpu :
Stiràtu :
Stìsu :
Stìticu :
Stivali :
Stìzza :
Stìzza :
Stòcca :
Stòccala :
Stòccu .
Stòccu :
Stòffa :
Stòmanca :
Stòmancu :
Stomancùsu :
Stonacàra :
Stonàra :
Stonataùra :
Arma bianca , stiletto; spiedo, ferro acuminato per infilarvi
carni da far cuocere arrosto; spìtu, dal tedesco spìt –
spiedo.
Stile, scelta e mezzo espressivo che costituisce l’impronta
peculiare di una tradizione letteraria della personalità
dell’autore. Lo stile è luomo. Fu un grande naturalista, il
Buffon Giorgio Luigi Lecler (1707+1788) che disse: nello
scrivere, nel parlare, nelle impronte digitali; due,tre, centro,
mille persone, non scrivono allo stesso modo, come diverse
sono le grafie, l’intonazione della voce ecc. .
Colpo dato con lo stiletto .
Stimare, fare la stima di una cosa, dichiarandone il valore .
Apprezzamento, buon concerto, persona con accredito.
Persona che sa fare la stima e darne il valore.
Conservami, come mettere nello stipo, stipare.
Conservare , chiudere nello stipo. “ ‘ntro stìpu “.
Avete conservato,
Hai stipato, hai messo nello stipo, hai conservato.
Conservatelo.
Conservati, stipati, messi al sicuro.
Conservateli bene.
Messo nello stipo, conservato.
Ha stipato, ha conservato, ha chiuso nello stipo .
Stipo, ripostiglio di legno per stipare, per conservare.
Stirato, disteso col ferro.
Disteso, steso .
Stitico, che soffre di stitichezza.
Stivali . ( Vedi la voce > Scarppàru < )
Stizza, goccia, stilla: ‘na stìzza d’ògghju; ‘na stìzza d’acqua;
‘na stìzza d’acìtu .
Stìzza, rabbia compressa e intensa ma di breve durata .
Spezza il filo con i denti o con le mani dopo aver cucito.
Spèzzala, strappala .
Stoccafissa, merluzzo non salato. Vedi > Pissciastòccu.
Spezzo, strappo ; spezzo il discorso, smetto .
Stoffa.
Vivanda stomachevole, stomaco che è stomacato, nauseante,
nauseato, che sazia molto per troppi condimenti.
Stomaco .
Stomachevole .
Scalcinare, scortecciare, scrostare.
Stonare, eseguire note musicali non adeguate allo spartito.
Nota musicale stonata o voce che stona nel coro, non
332
Stonàtu :
adeguata allo spartito.
Stonato, fuori tono con lo strumento o con la voce nel coro.
Stra-stre-stri-stro-stru , hanno suono dentale strisciante
e sibilante, labbra socchiuse, il suono cade sulle vocali . I
vocaboli che seguono, all’entrata
hanno tutti questo sìbilo.
Storttigghjàra :
Storttigghjàtu :
Storttàtu :
Stòrttu :
Stòrttu :
Stòru :
Stràcu :
Stràhfu :
Stràmbu :
Strangùgghja-prèviti:
Stranghijàra:
Strapuntàra :
Stràsscjcu :
Strasscinahfacèndu :
Stràta :
Strati :
Stravijàrra :
Curvare un ferro renderlo non più dritto; le pupile degli
occhi sgèmbi, guardatura torta.
Curvato, attorcigliato .
Curvato .
Attorcigliato, curvato.
Stolto, di poco senno, stolido, insensato.
Stòru,voce nuova importata dagli Uniti Stati America da
emigrati ritornati in Gasperina; departiment store, marcket ,
emporium .
(L’entrata delle parole seguenti, hanno suono dentale
sibilante: stra-stre-stri ecc.
Si devono udire S accennata, la R crea il sibilo delle sillabe
con le vocali . )
Spezzone di mattone pieno e sottile ,
Lastra di pietra o di legno che l’asino o il mulo, con delle
corde attaccate al basto, trascina sui covoni del grano
nell’aia per svèllere il grano dalle spighe, stràscico:
Strambo.
Strangolaprèti, strozza preti: pasta lunga un palmo priva di
foro , corte, arrotondate ; maccarancìni. maccarrunèdhi .
Le verdure già bollite con altri alimenti, a fuoco lento,
messe in altra casseruola per essere mescolate coi
condimenti unite ad alte cose e rigirate con il
cucchiaione di legno, poi farli riposare per mangiarle .
Essere alla fine della vita, essere in agonia .
L’atto dello strascicare; parte dell’abito che striscia per
terra.
Persona nullafacente che campa di espedienti, di ripieghi,
persona riluttante.
Strada . – stràta: si deve sentire la esse –S- e la – T- finale,
suono sibilante dentale di –STRAStrade, Vie .
Disperdere .
333
Stravijàtu :
Stravijàu :
Stràzi :
Strazzàra :
Strèccia :
Strìca ;
Stricàta :
Stricàu :
Strìgghja :
Strìnghi :
Disperso, che si è disperso; che ho disperso.
Che è andato fuori di testa, lunatico, ha cambiato linea
mentale; ha persona qualcosa .
Strazi : persone che procurano angherie. dolori, sevizie
e sofferenze a terze persone.
Cummàra,‘i hfìcia ’i strazi !
Strizzare dopo avere sciabordato i panni nell’acqua .
Stretcher : allargascarpe, allungascarpe: attrezzo in uso a
Gasperina da tutti i calzolai; consistente di una forma di
legno per scarpe, tagliata per lungo in due , divisa in due
parti dal calcagno alla punta, nel calcagno una cerniera
esterna con foro centrale, all’interno delle due sezioni della
forma, una scanalatura per ospitare un cuneo triangolare,la
base rivolta al calcagno; manico di ferro tondo e lungo con
vite senza fine; mandando avanti il cuneo, la forma inizia a
dilatarsi . Oggetto introdotto e portato dagli U.S.A. dagli
emigrati gasperinesi di mestiere calzolai . “Scarppàri “ .
Allarga e allunga scarpe .
Frega con la carta vetrata.
Resa polvere come il peperoncino macinato. Pìpa stricàta.
Ha strofinato, ha raffinato con le carte vetrate.
( S’ ‘i stricàu : si è unito e mescolato tra gente non buona)
Striglia del cavallo .
Stringhe, lacci per legare i quartieri della scarpa sul collo.
Stringìra :
Stringiùta :
Stringiùti :
Strìtti :
Stringere, forzare.
Stretta, forzata, allacciata.
Stretti, seduti e stretti in poco spazio .
Stretti, come le scarpe non comode . “ ‘i scàrppi mi
vànnu strìtti ! “ = Le scarpe mi sono strette .
Strìttu :
Stretto : Lo stretto di Messina > ‘U strìttu ‘e Messìna ;
Vicolo angusto di paese; ‘U strìttu ‘e Ròllu, sentiero
rurale in Gasperina che scende dalla strada rotabile
provinciale per Palermiti ,curva ad angolo retto (dopo il
fondo Fossella) e scende per la comunale “Prùppo” . Nei
primi anni del 1900 , un Agostino Macrina “Ròllu” si
era recato con il cavallo nel fondo rustico, un grande
temporale di grandine e vento lo sorprese nel sentiero
che lo soffocò. Il cavallo tornò in Gasperina da solo nel
sito “Mùnta” a tarda sera, i compaesani vedendo il
cavallo solo con la soma senza il padrone, accorsero in
diversi conoscendo il fondo rustico, quindi lo trovarono
334
Strìttu :
Strìttu :
Stròlacu :
Stroppicàra :
Stròsa :
Strùda :
Strudìra :
Strudùtu :
Strùmbu :
Struncàra :
Struncatùra :
Strùncu :
Strùnzu :
Strùttu :
‘Stu :
Studiàra :
Studiàtu :
Stùffu :
Stùja :
Stujàra :
Stujàti :
Stujàtu :
morto. Da quel triste evento quel sentiero prese il nome
> “ ‘U strìttu ‘e Ròllu “ < .
Vestito molto attillato, che sta stretto .
Vicoletto urbano; sentiero rurale .
Astrologo, mago, > hfàcia ‘u ‘stròlacu ! , fa finta .
Inciampare,da ciàmpa; urtare con le punte della scarpa
presso qualche ostacolo e cadere .
Falasco (?) di palude .
Consuma, usa, logora.
Consumare con l’uso, logorare. L’entrata della parola
> stru < ha suono dentale fischiante facendo sentire la
> u < acuta , > stru < la “ TR” perdono il suono
grammaticale.
Consumato; stanco per la fatica; logorato.
Stròbilo, chiocciola di legno e spago che si fa girare veloce;
strobilo, dal greco : stròbilus , ha forma conica rovesciato,
forma di una pera con al vertice un chiodo.
Stroncare, segare un tronco > cu’ struncatùra > con sega a
lama libera con due impugnature ai lati opposti manovrata
da due persone.
“Serrùna” ; sega a lama libera a due impugnature per
carpenteria ,sega, la più alta e lunga, a lama libera con due
impugnature sui lati opposti, impugnature verticali di legno .
“ Sèrra sèrra màstru Vitu ,mu ti sèrra lu vidhìcu ! “
Sèga sèga mastro Vito che tu ti seghi il tuo ombellìco !
Segmento di un tronco d’albero segato > cu’ struncatùra <,
con la sega a due impugnature dai lati opposti .
Strònzo , sterco .
Consumato, oggetto o indumento logoro, usato troppo.
‘Sto :Questo, codesto; lo spìrito greco > l’apostrofo > ‘stu ,
indica in dialetto la soppressione di > que – ‘sto, ma che
esiste. Questo abbreviato è : ‘sto = ‘stu .
Studiare, andare a scuola, imparare, leggere .
Studiato, participio passato di studiare; architettato,
ingegnere, misuratore di aree/geometra/ studiàtu, fatto con
cura premeditata .Con tono ironico : persona andata a scuola
per scaldare il banco e che nulla abbia appreso, mai sudato
sui libri.
Stufo, nauseato .
Pulisce, netta, toglie la polvere.
Pulire, nettare .
Puliti: cucchiai,forchette,piatti ecc.
Pulito.
335
Stùppa :
Stùppa :
Stuppàgghju :
Stuppàra ‘i dòghi :
Stuppìnu :
Stuppùsu :
Sturddìra :
Sturddùtu :
Stutàra :
Stuvajùccu :
Stuzzicàra :
Sucalòra :
Sucamìli :
Sucàra :
Sucàra vròdu :
Sùcu :
Sùda :
Sudàra :
Sùdha :
Sudùra :
Suffràggiu :
Suffrìttu :
Suffrijìra :
Sùgghju :
Sùgna :
Sùgnu :
Sturare , libera l’incombro del lavandino, stura , sturare ;
contrario : attùppa .
Dal latino stùppa, stòppa, la parte più grossa che si trae
dalla pettinatura del lino o della canapa.
Grosso e corto legno da un lato ricoperto di stoppia o stracci
per turare la fuoruscita di un liquido, lo chiamerei, ZAFFO
Calafatare le doghe con stoppa e sego, a ciò che non trapeli
il mosto.
Stoppino, lucignolo ,
Stopposo, carne o pesce che non offre sugo e morbidezza.
Stordire. (Sturddìra : doppia D per la pronuncia dura e forte)
Stordito.
Spegnere: candela, fuoco, lumiera, lume.
una vita per onore o per provocazione; annientare, uccidere.
Salvietta, tovagliolo . “ ‘ntro stuvajùccu ligàtu, quando
‘u sscjògghj, chìdhu chi mmentìsti tròvi ! “ .
Stuzzicare, provocare,
Sta nelle testa della sarda salata, pesce azzurro salato;
si mangiava del pane e si succhiava l’interno della testa.
Piccoli fiori a calice che noi bambini succhiavamo il nettere
dolcissimo. > Sucamìli < , da sucàra = succhiare .
Succhiare il succo dell’arancia, del limone , ecc. ; profittare
di una eredità ; sfruttare , succhiare come una mignatta.
Lappare, leccare, succhiare il brodo rumorosamente come fa
il cane .
Sùgo, condimento, ragù .
Suda, che suda.
Sudare, traspirare.
Sulla , foraggio.
Sudore .
Suffragio, preghiera o opera di carità fatta per il sollievo
delle anime del purgatorio; soccorso, aiuto, rimedio, voto,
preghiera.
Soffritto .
Soffrìgere .
Subbio del telaio che girando raccoglie la tela,
“ e ffàcia ‘u trùsscjudhu “, che poi viene chiamata
“pèzza” : “ tila mpèzza, lenzòla a ppèzza “, presso il
merciaio .
Sugna, strutto di maiale che si usa in cucina o per farne
pomate, saponi e simili; o per ungere le scarpe facendo il
sego.
Sono, verbo essere, io sono.
336
Sùgnu :
Sùla :
Sùla :
Sulàgna :
Sumèra :
Sumeràra :
Sùpa :
Supamàni :
Supanòmu :
Supasùtta :
Supatàccu :
Supattùttu :
Superviùsu :
Sùppa :
Suppèra :
Suppèra :
Sùracia :
Surccàra :
Sùrccu :
Sùrddu :
Sùrggia :
Surggìva :
Sùricia :
Suriciàru :
Suriciòrvu :
Sùrra:
Sùrva :
Survvàra :
Sùrvvu :
Survvìgnu :
Sùsi :
Sono, essi sono, loro sono.
Sole .
Sola, che è sola senza compagnia.
Sola, solitaria .
Asino, ignorante. / Vedi la voce > ciùcciu /
Erba per l’ asino , in dialetto “sumèra” > ciùcciu .
Sopra, su , in alto .
Sopraffili, cucitura a punti lunghi , soprappunti che si fanno
con ago e filo in un panno privo di cimosa per non
sfilacciarsi, fanno da cimosa.
Soprannome, nomìgnolo .
Cosa posta al contrario, rovesciata, capovolta.
Sopra tacco, cuoio o gomma per salvaguardare il tacco.
Soprattutto .
Superbo, persona odiabile .
Zuppa, colazione del bambino con latte caldo e pane .
Tazzone per la zuppa, zuppiera.
Zuppiera , vaso di maiolica o di metallo per zuppe .
Sorcio, topo, ratto.
Solcare la terra arata per formare le porche; sarchiare.
Solco nel terreno che lascia ai lati la pòrca , (terra che si
forma in altezza tra un solco vicino e l’altro) . Vuoto, solco.
“ Consegnava il grano alle soffici porche “
( Giovanni Pascoli (1855+ 1912 )
Il solco di Romolo, dopo ucciso > Quirino < (+ 715 a.C. )
vostro naviglio, servando mio solco “ (Dante. 3 – 2- 14)
Sordo, non udente.
Sorge, acqua che sorge, sorgente , polla.
Sorgente, acqua di polla.
Sorcio.
Trappola di legno a cassetta per prendere i topi , i sorci.
Talpa: suriciòrvu, da > sorcio orbo < ; la talpa è cieca .
Persona che opera di nascosto e che nessuno sappia nulla
Sorra, sùra. Polpaccio della gamba ; carne magra macellata
polposa. Sùrra o sùra, è parola araba. ‘A sùrra o sùra, è la
“ Polpa spirituale” del loro CORANO, composta da 114
capitoli; ogni capitolo viene chiamato > SURA .
Sorba , frutti del sorbo.
Sorbo, pianta del sorbo.
Sorbo, frutto.
Da sorba, ancora acerba, di sapore acre, aspro .
Sùssi, giuoco infantile, cercare di colpire con una piastrella
337
Susòrnu :
Suspìru :
Suspisàra :
Suspisàtu :
Suspìsu :
Sùssi :
Sùsta :
Sustègnu :
Sustèna :
Sùsu :
altra piastrella più alta e più grossa poggiata per terra ed in
linea diritta, sopra di essa i soldi della scommessa, chi
colpisce la piastrella e la fa cadere, vince i denari.
Susòrno, colpo dato alla testa .
Sospiro .
Alzare, sollevare una persona nel letto in posizione comoda
per farla mangiare .
Alzato, sollevato nel letto per bere o mangiare.
Sollevato
Sussi : nel gioco infantile dei “ stràci ” piastrelle, era il
segno che si dava a chi doveva tirare per primo .
Fune grossa e lunga attaccata al basto dell’asino,
raccolta a treccia, come riserva, per legare legna
grossa e lunga. “ ‘a ‘mbadhatùra” molto più fine,
serve allo stesso scopo per fasci di legna più leggeri.
Sùsta : corda con cui si legano le some .
Sostegno .
Sostiene .
Sùso, su . Campagna, sito rurale che per raggiungerlo
bisogna salire strade rotabili o mulattiere.
Mentre per recarsi nei fondi sotto il paese, sulla costa,si
cita il nome del fondo: Vàju a Ppàncaru; vàju Ppàrma.
> Per Gori Celìa – “dialettologo” gasperinese :
“ Susu : Campagna . “
Sùtta :
Suttàna :
Suttatèrra:
Sutterràra :
Sutterràtu:
Suvaratànu :
Suvarèdhu :
Sùvaru :
Suveràtu :
Suvèrcchju :
Suvercchjàra :
Sotto, dabbasso, in basso; piano interrato, cantina.
Sottana.
Sottoterra; seppellito, tumulato; “orvicàtu “; piantato.
Mettere, seppellire sotto la terra; tesoro o alto .
Sotterrato, seppellito, coperto di terra; piantato.
Soveratese, cittadino di Noverato (CZ) .
Località rurale in agro di Gasperina presso la costa marina.
Sughero, corteccia di un tipo di piccola quercia sughera .
Soverato, cittadina in provincia di Catanzaro.
Soverchio, eccessivo .
Soverchiare .
338
I vocaboli dialettali sono come le ciliege o ciliegie
nel paniere, prendi una, e se ne appendono dieci ;
voci inesauribili, infinite .
Tèsta frìdda… e ppèdi càddi !
/ Testa calma… e piedi caldi /
T
Ta :
Tabarànu :
Tabacchèra :
Tabacchinàru :
Tabacchìnu :
Tabbàccu :
Tàcca :
Tacchìja :
Tacchijàra :
Tacchìnu :
‘nTàcca :
‘nTacciàra :
‘nTàcciu :
‘nTàccu :
Tàccu :
Tàccu :
Tàccu :
Diminutivo di tàta = bàbbo = genitore
Tabarro, grosso mantello per uomo, gabbano, pastrano, di
colore grigiovèrde del tipo militare.
Tabacchiera, scatoletta di varia forma in cui si tiene il
tabacco da naso per il pizzichino .
Rivenditore di tabacchi.
Privativa, rivendita di tabacchi.
Tabacco per la pipa, da fiuto (tabbàccu ‘e nàsu),
Tacca, segno fatto col coltello sul legno; tacca che indica il
peso sul braccio della “ statìa “ > stadera.
Che cammina veloce , che fa sentire i tacchi delle scarpe.
Camminare a passo veloce.
Tacchino .
Taglio, fessura, ferita da taglio o per caduta: càtta e ssi
hfìcia ‘na ntàcca ! Olive taccate = olìvi ‘ntaccàti .
Riparare qualcosa alla meglio.
Arrangio nel fare qualcosa alla meglio; pietrame,
rimusugli di pietre che il muratore usa sul muro finito
per riempire i vuoti. “ ‘ntàcciu savùrra” .
Tacca, segno sul braccio della stadera; spacco laterale
intorno e a margine della suola della scarpa che richiuso,
dopo la cucitura col guàrdolo, rende lo spago protetto e
non visibile.
Tacco della scarpa : quadrato; Luigi XV; Luigi XVI ;
direttorio a rocchetto; a spillo 1950; tacco basso 1960;
mezzo tacco; 1960; “pirèttu “ a forma di pera : bolero.
Ghino di Tacco, famoso ladro e bandito secolo XIII, il
cui nome passò alla posterità per (Dante: 2 –16- 14 )
Quanto di questi “ Ghin di Tacco ” ha subito Gasperina
nella sua Storia ?
Località rurale in agro di Gasperina .
339
Tàdhu :
Taffità :
Tàffiti :
Tàgghja :
Tagghjàra :
Tagghjarìni :
Tagghjatèdhi :
Tagghjòla :
Tàgghju :
Tàgghju :
Tagliòna :
Tahfanàru :
Tahfarèdha :
Tàju :
Tàla :
Talàja :
Talìja :
Talòrnu :
Tamarràzzu :
Tamàrru :
Tamarrùna :
Tamburrinàru :
Tambùrru :
Tallo della vite, tralcio tagliato e secco di cui si fanno i
màttuli. Vedi la voce màttulu . ( “era una talla del ceppo
vecchio “) G. Pascoli .
Taffettà, sparadrappo: tessuto di seta e frusciante; tessuto di
seta leggiero ricoperto di sostanza adesiva per riparare ferite
Tàffete ! esclamazione per un fatto che giunge improvviso .
“ tàffete, buttano dentro nel discorso qualche parola “
(Alessandro Manzoni )
Taglia con forbice, coltello, accetta; oggetti bene affilati;
che critica dietro le spalle con la persona offesa assente .
Tagliare; criticare una persona assente; tagliare la carne ecc.
Tagliòlìni , tagliatelle finissimi.
Tagliatelle.
Tagliòla, trappola per volpi, topi ecc. , morsa dentata di
ferro che scatta chiudendosi per azione .
Precipizio, orlo di un dirupo; filo del rasoio, taglio della
lama, accetta, ascia, scure ecc.
Orlo; che mangia le vivande nel piatto a taglio
progressimo; che dorme sul bordo del materasso ; che fa
le tacche sul ferro o sul legno ; dormire ‘o tàgghju do’ lèttu;
che taglio con il coltello, con la forbice ; filo del coltello, del
rasoio .
Taglione, pena che consiste nell’infliggere al reo il danno
stesso da lui arrecato alla sua vittima. Dente per dente,
occhio per occhio .
Taffanàrio, deretano, ano, sedere ( Grùpu ‘e cùlu )
Zàna di forna ovale , Cestella fatta di vimini privo di manici,
ha forma conica larga dalla bocca e stretta alla bese.
rovesciata, più larga sul lato superiore, più stretto alla bese.
Creta rossa limacciosa, argilla rossa .
Tale, tizio , taluno; tala e quàla > identico .
Spiare, guardare di nascosto .
Che guarda di nascosto .
Incombro - “ T’ hàju pe’ ttalòrnu ! : Ti ho come incombro!Scorsone, tardo di mente e di comportamento, incivile .
Persona di modi aspri, rozzo, rude, zotico /pitòrru / .
Più che zotico .
Suonatore di tamburo e altri strumenti a percussione,
tamburiere, tamburaio, tamburino.
Tamburo, strumento musicale a percussione con due
bacchette.
340
Tambùrru cu’ putipù :
Tambùtu :
Tàmpu :
Tàndu :
Tangatànga :
Tàngu :
Tàntu :
nTàntu :
Tarabulàru :
Taràllu :
Taràntula :
Tarddàra :
Tarddàu :
Tarddìja :
Tarddìva :
Tàrddu :
Targanèdha :
Tarllàtu :
Tàrllu :
Tarttàgghja :
Tarttagghjìja :
Tàrttaru :
Tàrttaru :
Tarttègnu :
Tarttèni :
Tarttenìra :
Tarttenùtu :
nTasàra :
nTasàta :
Tascappàna :
nTascàra :
Tascàta :
Tamburo tipico napoletano alto, foro al centro della pelle,
con un legrno (putipù) aderente al buco, mandandolo giù e
su crea un suono molto cupo e grave >Triccheballacche < .
Sarcofago, mangiacarne per i greci, cassa funebre .
Tànfo / voce tedesca tampf /, odore di muffa // lezzo, puzzo.
Allora, avverbio di tempo , in quel tempo.
Andatura di persona che allarga le gambe e il corpo lo
fa cadere ove là posa il piede, cammina come il pendolo
dell’orologio.
Tàngo, danza popolare dell’Argentina con movimento
moderato, con ritmo musicale binario figurato, ha carattere
languido, appassionato.
Tanto .
Intanto , in questo mentre.
Parabolano, chiacchierone, parolaio, chiassone, pettegolo.
Tarallo, biscotto preparato variamente .
Taràntola, grande ragno peloso .
Fare ritardo > addemuràra < .
Ha fatto ritardo > addemuràu < .
Che fa tardi, che rientra più tardi > addemùra < .
In ritardo .
Tardi, tardo , ha superato l’ora fissata.
Persona emaciata, con vestiti logori, cadente, malandata.
Tarlato, roso dalle tarme.
Tarlo che le sue larve rodono il legno lasciando buchi.
Balbuzia, è balbuziente.
E’ balbuziente .
Tartaro, gruma, taso,
Tartaro, luogo infernale; tartaro dentro la pipa; tartaro delle
botti a doghe di legno, barili a doghe di legno.
Mi trattengo,rimango, mi rimango ancora .
Trattieniti ,fermati ancora .
Trattenere, fermarsi , rimanersi ; trattenere .
Trattenuto, si è trattenuto a cena; fermato da terze persone.
Intasare.
Intasata .
Tascapane: la tasca che portano i soldati a tracolla,
saccapane.
Intascare, guadagnare danari, mettere in tasca .
Tascata , quantità di roba che sta in una tasca; tasca piena,
saccocciata . ‘Na tascàta ‘e hfìcu tòsti .
341
Taschìnu :
Tastàra :
Taschino sul davanti della giacca ; diminutivo di tasca /
piccola tasca del panciotto o della giubba ove mettere i
denari, orologio ecc .
Tastare. Vedi la voce > tastijàra.
Dopo la –èrre – R , per la durezza e sforzzatura di nostra
pronuncia,il raddoppiamento sintattico della consonante
successiva va usato , senza la quale il vocabolo e l’intera
frase perderebbe di significato dialettale locale della
medesima.
Tastèra :
Tastìja :
Tastijàra :
Tàstu :
Tàta :
Tàta :
Tàta :
Tàvula :
Tàvuli do’ lettu :
Tàvula ‘e posa :
Tavulàtu :
Tavulèri :
Tastiera .
Che tasta, che tocca con le mani; il cieco cammina tastando.
Toccare con le mani; tastare il polso come fa il medico;
cercare di conoscere le intenzioni di uno, il tastare del cieco.
Tasto, tasto del panoforte, della fisarmonica, ecc.
Babbo , padre, genitore.
Animale vecchio, come l’aspide “nonno” corto con piccole
orecchie > “ valiròttu “ < che si rotola come un barile.
Voce moderna non dialettale per indicare la badante del
bambino che fa le veci della mamma.
Assa ; tavola della mensa ; tavola pitagorica ; tàvula:
spianatoia su cui si spiana la pasta .
Tavole di legno alte 3-4 centimetri, lunghe quanto il letto,
che poggiano su due scabelli di ferro lontani ma uniti, da
una bacchetta di ferro , sopra a esse il materasso /saccùna / .
Spazio di terra ortale, di forma rettangolare piantato a
fagioli , o di altri ortaggi : cicèrchia /cicèrculu/ , cetrioli ,
peperoni, malanzane, zucchine , prezzemolo = petrusìnu =
latino petrosèlum /, sèdano = àccia .
Tavolato, assito, pavimento della cucina d’un tempo privo
di mattoni ; locale della cucina.
Tavoliere, recipiente quadrangolare recintato con tavole alte
circa 10 centimetri per contenervi la calcina pronta per
essere usata dal muratore. Il tavoliere dell Puglie. Vasto
altipiano o bassopiano / tavolino per giuco con la scacchiera
per giocare a dama , agli scacchi, a tavola reale.
Il vostro Dottoròne G. Celìa e glottologo … di Gasperina
Ha scritto, stampato e venduto per dialetto di Gasperina :
“ Tavuleri : tavoliere, asse di legno levigato e duro su cui si
spiana l’impasto per il pane . “
342
A.Pisano, autòctono gasperinese dal 1500 precisa :
Tavulìnu :
Tavulùna :
Tàvuru :
Teàtru :
Tègnu :
nTèja :
Telehfòna :
Televisiòna :
La pasta per il pane, la massaia l’ ha sempre impastata
nella màdia / majìdha/, tutta di legno di forma
rettangolare , al centro per ¾ è cava, con la bocca più
larga del fondo , sui i lati opposti superiori lisciati e
piani, si formavano i singoli pani che avvolti - ‘ntre
sarviètti ‘e linu - per essere posti nei crivelli / crivèdha/
a lievitare, i crivelli pieni, venivano coperti – Cu’
carppitèdhu do’ pana - > carpìta < scialle zebrato
peloso per fare coperte da letto.Carpitèdhu do’ pana .
Il taglière, formato da un asse rettangolare, grossa e
spianata, su cui si taglia o si batte la carne, o altro.
Tavolino ; scrivania .
Tavola lunga e spessa per l’impalcatura sulle travi per il
lavoro dei muratori che ci camminano sopra .
Tauro, toro non castrato .
Teatro: Anfiteatro, caffè concerto,cavallerizza,circo,
politeama, sferisterio, teatrino; atrio,balteo,
barcaccia, boccadopera, boccascena, buca del
suggeritore,camerino,comodino,cupolino,emiciclo.
“ Te-à tru “ > la pronuncia delle 4 lettere > àtru <
all’uscita della parola intera ,è dentale –palatale.
Se scrivessi : te -à – two > two , suono del 2 inglese,
nessuno leggerebbe teàtro, qui si intende per indicare il
suono dentale e palatale di “ àtru “ , si devono udire
chiare la > A , e la > U .
Il grande giornalista e umorista Achille Campanile
(1899); diceva : “ Mi è capitato di leggere una locandina
fuori di un teatro con la scritta : > INGRESSO
LIBERO < ; sono entrato, dopo lo spettacolo mi sono
alzato, come tutti, per andare via; all’interno della porta
del teatro un cartello diceva : > SI PAGA L’USCITA ! <
Tengo .
Capanna, piccolo riparo nella campagna, formata da muri a
secco e la copertura di tegole, sospesa sui 4 lati.
Telefono . Te – le - hfò – na , il gruppo hfò con suono
aspirato, direi la gòrgia, come i fiorentini la usano per tanti
loro vocaboli. Suono gutturale > hfa-hfe-hfi-hfo-hfu, va
usata l’aspirazione con fiato sforzato, usando la gòrgia.
Televisione. Voce nuova non dialettale. In Italia dal 1954.
Negli anni 1950-60, in Gasperina vi erano
rare famiglie a possedere un televisore.
343
Televisòra :
TEMA :
Tempùna :
(Antonio Pisano, la sera del 18 aprile 1959, e il 02
giugno del 1959, è stato presentato sui teleschermi da
Mike Bongiorno alle ore 20 in veste di poeta e calzolaio,
in quel tempo esisteva solo il primo canale Rai)
Televisore. Voce nuova non dialettale. Apparecchio con
valvole/ tubi elettronici / e tubo catodico, poi con transistor .
Tema :
Tìmpa, timpone, / timpùna /colle, rilievo d’ alto piano .
“ Sempre caro mi fu quest’ermo colle “ > L’infinito <
Giacomo Leopardi ( Recanati 1797 + Napoli 1837 )
Tempuràla :
Tèmpu :
Tempùna :
Tempùna:
Tenimèntu :
Tennarùma :
Tènnissi :
Tèpidu :
T’èppa :
Termini :
Tèrzzu :
Suoi nomi anagrafici :Giacomo,Taldegardo,Francesco di
Sales,Saverio,Pietro;
questi i suoi nomi al suo battesimo. Statura fisica 1,41 ;
statura mentale e spirituale, celestiale.
Temporale .
Tempo, avverbio.No’ n’ hàju tèmpu ! /non ho tempo ! /
Colle, rilievo ,timpòne .
Ammasso di checchessia, catasta.
Grande estensione e possedimento di terra .
Ortaggi, verdure tenere.
Tennis , scarpe dei tennisti che giuocono al tennis (campo
del tennis di m.23,77 X m.8, 23- diviso a metà da una rete )
Tiepido, di calore moderato : in poesia: tepènte .
Tèpidu : persona che mostra poco zelo, acqua tiepida.
Ti ho avuto. “ hschjètta no’ tt’àppa, maritata no’
tt’àppa,e mmo chi tt’ àppa, comu t’ àppa t’àppa ! “ ;
àppa = èbba - èppa, verbo avere, possedere.
Termine di un territorio, di un possedimento, confine .
Tèrmini: Santuario della Madonna in Gasperina sullo Jonio
444 metri sul livello del mare (Un tempo era chiamata dei
Trèmiti; sino agli anni 1930, l’odierna Via Santa Maria, era
Via Dei Tremiti ) Tèrmini, termine.
Mitologìa : Dio protettore dei limiti del campi, è
vendicatore delle usurpazioni. ( Terminus ) la parte
estrema di un luogo, confine.
“ sì com’a Pola, presso del Quarnaro
ch’Italia chiude e suoi TERMINI bagna “
( Dante : 1 – 9 – 114 )
Terzo : terzo in classifica; 1/3 , la terza parte dell’unità;
Il Vino cotto, volgarmente chiamato così, è SAPA .
È il mosto cotto, un litro di mosto attraverso la cottura,
344
Tèrra :
Tèrra :
Terramòtu :
dovrà ridursi a un terzo per essere vera SAPA.
Terra, il pianeta Terra.
Terra che si cammina sopra, terreno.
Terremoto. Sisma . Rammentiamo quello del 5 Febbraio
1783 che rase al suolo ogni cosa, gli alberi sradicati e
balzati lontano, a Pizzo Calabro il mare si ritirò per un
chilometro (?) . Gasperina mio paese natìo, ha avuto 9
morti e 70.000 ducati di danni . Vedi Cassa Sacra,
elenco di tutti i Comuni e relativi danni e morti .
Rammentiamo, il SISMA del 1908 che distrusse Reggio
Calabria e Messina con 150.000 morti . L’ ultimo che noi
ricordiamo in Calabria è quello del 1949 .
Scala MERCALLI relativa ai terremoti :
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
1)
2)
3)
4)
5)
scossa
scossa
scossa
scossa
scossa
scossa
scossa
scossa
scossa
scossa
strumentale
leggerissima
leggera appena avvertita
mediocre tremito di cristalli
forte oscillazioni ampie di oggetti
molto forte piccole lesioni negli edifici
fortissima numerose lesioni
rovinosa rovina parziale di case, vittime
disastrosa molte vittime,crepacci
disastrosissima molte vittime e crepacci
SCALA RICHTER :
Magnitudo meno di 2.0 – Micro terremoti,non avvertiti- Circa
8.000 al giorno < 1 tonellata ;
Micro terremoti.
2.0-2.9 Molto leggero, Circa 1000 al giorno, tra 1 e 31,6 - 1000
tonellate ;
Registrato dai sismografi.
3.0- 3.9 , Leggero, 49000 all’anno, tra 31,6 e 1000 tonellate;
Non causa danni.
4.0-4.9 , Leggero, 6.200 all’anno, tra 1000 e 31.600 tonellate;
Oscillazioni oggetti interni.
5.0-5.9, Moderato, 800 all’anno, tra 31.600 e 1 ml. Tonellate;
345
6)
7)
8)
9)
10)
Gravi danni agli edifici costruiti male.
6.0-6.9, Forte, 120 all’anno, tra 1 e 31,6 tonellate ;
Può avere un raggio di azione di 160 Km. Contro le persone.
7.0-7.9, Molto forte, 18 all’anno, tra 31,6 milioni di tonellate ;
Può causare gravi danni su zone estese.
8.0-8.9, Fortissimo, tra 1 e 31,6 miliardi di tonellate;
Può causare fortissimi danni in parecchi chilometri.
9.0-9.9, Fortissimo, 1 ogni 20 anni, tra 31,6 e 1000 miliardi di
tonellate ;
Puo causare devastazioni in un raggio di migliaia di chilometri.
10.0 + Enorme, estremamente raro > 1000 miliadi di tonellate .
Enorme. Devastazione totale; raggio di azione molto esteso.
(Qualsiasi edificio che abbia contatto con il suolo, in
cemento armato,che ha la sua scadenza, perché materia
composta con la chimica; dopo gli anni, il cemento,
secondo me, perde la sua presa(scadenza) lasciando il
ferro nudo: cemento armato con il ferro, esperimento
per la prina volta fatto e introdotto negli anni 1920 dal
grande Architetto Le Corbusier, pseudonimo
dell’Architetto svizzero Charles Edouard Janneret ) o
con altri materiali, saranno sempre destinati a crollare
coi terremoti, tutto ciò che è isolato dalla terra e
destinato a durare e non ha tema dei terremoti . Tutti gli
animali sulla terra sono i primi ad avvertire i sismi
telleruci; i volatili in cielo, non avvertono tali sismi
perché isolati dalla terra)
Terròna :
Tèssa:
Tèsta :
Tèsta d’ àgghju :
Tèsta ‘e càzzu :
Terròne,voce spregiativa , cafone, contadino meridionale,
lavoratore della terra. (Vocabolario di N.Zingarelli meridionale – di Cerignola 1860 + 1935) .
Terroni: della terra ballerina per i terremoti, terra matta.
“ Per quante abbraccia il gran padre Oceàno “ (Foscolo).
“Amor di terra lontana , Per voi tutto il core mi duole “
( Carducci )
“ Se tu pur mo in questo mondo cieco
Caduto se’ di quella dolce terra latina “ (Dante )
Tessere al telaio , la massaia tessa .
Testa o capo sul tronco, parte del corpo umano .
Testa formata da spicchi d’aglio, bulbo rivestito e
circondato da tunica, serve per condimento.
Testa di càzzo: parte terminale del pene, glande /glandis /;
346
Tèsta lènta :
Tèsta ‘e lèttu :
Testàrddu :
Testimòni:
Testùdhu :
Testùna :
Testùna :
Ticàrra :
Ticchi-tòcca :
definizione diretta a un buono a nulla; cazzo marino, pesce
che somiglia al pene.
Testa con la mente affetta da schizofrenia .
Testata del letto per i guanciali, per i cuscini.
Testardo, persona ottusa .
Testimone, testimoni .
Testo, piccolo utensile di coccio in cucina, piccola teglia per
tostare caffe, ceci, ghiande o altro. Nel Vecchio Testamento
della Sacra Scrittura, si trova citato questo oggetto.
“ pian piano appoggio sopra due mattoni il nero testo di
porosa argilla “
( Pascoli )
Testone, zuccone, tardo di mente.
Testone, moneta d’argento,valore di ¼ del ducato d’oro, ai
nostri giorni valore 1 milione = un testone .
Marranzano, scacciapensieri .
Bàttola . Si usava il VENERDI SANTO .
Il suono cupo del legno sostituiva il suono delle campane.
Tìcchi-tòcca : tavole di legno con maniglia in testa ,che
agitata verticalmente col movimento dela polso, dànno il
suono cupo dei due suoni / tòcco e tòcca – tìcchi –tòcca - /
Coi movimenti delle pale disposte come due antine verticali
mobili, montate sulle due facce anteriore e posteriore della
pala e con in testa una larga maniglia per ospitare le 4 dita
della mano, azionando in senso orario e antiorario in modo
continuo l’utensile, le due pale vanno a sbattere legno
contro legno sulle facce fisse alternando il suono cupo.
Simili oggetti di legno e per ragazzi, erano costituiti da
martelletti mobili in un unico blocco sopra una pala
orizzontale e un piccolo fusto per l’impugnatura ad agitare
l’oggetto.
Il VOSTRO “glottologo” Gori Celìa, gasperinese dice lui,
ha scritto,stampato e venduto :
“Ticchi-tocca : strumento di legno, che si utilizzava dopo
la morte di Cristo “
(Un vocabolario, l’ha mai aperto ? )
Tigàna :
Tegame di terracotta di varia altezza con delle anse
opposte, due o quattro; coccio che va strofinato di aglio
per sigillare e chiudere eventuale invisibile crepa sotto la
“stagnatura” di vernici speciali .
347
Tiganàta :
Tiganàta :
Tigna :
Tignùsu :
Tìla :
Tilarèttu :
Tilàta :
nTilàta :
Tilàru :
Il tegame, recipiente di terracotta tondo, tègghia =teglia
piena di cibi cotti ; tiganàta , tegame pieno .
Tegamata .
Tigna, tigna delle fave, della testa “ cùzzica “ .
Scorbutico .
Tela, tessuto nel telaio.
Telaietto per ricamatrice, formato da due cerchi di legno
intercalati, tra questi viene fissata e tesa la tela, il tutto retto
da due portanti paralleli fissati sulla base di legno.
Telata, cosa telata, cartone telato per dipingere ecc. .
Parete, muro divisore non grosso tra confinanti, fatto di
canne, tavole e > trintròpulu < argilla rossastra, parete
antisismica .
Telaio di legno della massaia .
Senza il raddoppiamento sintattico di talune consonanti,
l’effetto dialettale si perde .
Timògna :
Tìmpa :
Tìmpani :
Timpùna :
Tinàgghja :
Tinghèu :
Tingiùtu :
Tìnna :
Tìnna :
Tìnna :
Ttìppa :
Ttippìja :
Tirabuscjò :
Tirahfùrma :
Tira e mmòlla :
Tiranti :
Catasta di checchessia, di carbone,covoni di grano mietuto,
fieno,legna, paglia.
Tìmpa, timpone, colle, rilievo.
Timpani, strumento musicale a percussione.
Timpone, colle, rilievo, > tempùna .
Tenaglia, tinagghjòzza : tenaglia del calzolaio per montare
la tomaia sulla forma, ha la presa piatta e dentata per
afferrare e stringere la tomaia.
Uomo che risponde sempre malamente .
Sporco in faccia di tinta ; di carbone e altro.
Ha trattenuto l’avversario con le mani, trattenere
La colla ha fatto presa tra le due parti incollate.
Ha trattenuto soldi più del dovuto:
S’ ì tìnna ‘i mènzi sòrddi da’ caparra .
Goccia d’acqua o di olio, stilla
Il gocciolare, che gocciola a goccia, a tempo, come nella
poesia “Fontana malata “ del Palazzeschi.
Tirabusciò; cavatappi ; parola francese : tirebouchon .
Tiraforma, attrezzo del calzolaio per tirare la forma di legno
quando la scarpa e finita dalla lavorazione: ferro a uncino
con in testa un tondino traversale a formare una T ;
l’uncino, ai piedi della –T- viene infilato nel foro della
forma che si trova sopra il calcagno .
Tiremmòlla: tergiversazione , incertezza tra il sì e il no .
Bretelle per i pantaloni.
348
Tirata :
Tiràtu :
Tiratura :
Tìsicu :
Tizzùna :
To’ e toh !
Tòccu :
‘nTòccu :
Tògga :
Tògga :
Tòmbula :
Tòppa :
Tòppa :
Tòppa ‘e Pressèpiu:
nTossicàra :
nTossicàta /i-u/ :
Tòstu :
Tòzzula :
Tràcca :
Tra pòcu :
Tràca :
Tracandàla :
Tracannàra :
Tràcina :
Tradìra :
Tirata, l’atto del tirare una volta: di capelli, di orecchi,di
briglia; di sigaretta.
Disteso, steso.
Cassetto, tiretto .
Tisico, tubercoloso.
Tizzone, pezzo di legno o carbone cominciato a bruciare.
“Come
d’un
tizzo
verde
ch’arso
sia
/
dall’un de’ capi, che dall’altro geme / e cigola per vento
che va via “ /
(Dante: 1-13; 40-41-42 )
Prendi, piglia, ; si usa nel dare alcunchè: to’ beccati questo;
oppure come esclamazione di sorpresa: toh chi si vede !
Infarto, ictus , nzùrttu .
Taglio di tela che viene fatto dopo aver tolto dal subbio del
telaio il rotolo già tessuto. /mi hfìcia tagghjàra 4 para ‘e
lenzòla ‘ntòccu / mi son fatto tagliare 4 paia di lenzuola dal
blocco del rotolo. / > trùsciadhu < /
Tòga /latino: toga, da tego, copro/. Sopravveste nera che
indossano in giudizio i magistrati e gli avvocati.
In dialetto significa vestimento logoro, scampolo di
pochissimo valore.
Tombola, giuoco della notte di Natale .
Toppa, pezzo di stoffa che si cuce sopra un punto lacero;
ciò che la zappa rovescia in una sola volta,terra solida
attaccata alla radice dell’erba ;
Tòppa, zolla, blocco di terra erbosa.
Muschio o musco che si forma in luoghi umidi, sui tronchi,
e nei sentieri, con una paletta si raccoglieva per il presepio
per imitare l’erba, oltre alle “tòppe” anche “sparacàri” >
pungitopo con le bacche rotonde e rosse.
Fare ingerire sostanza velenosa.
Che ha o hanno ingerito sostanze velenose .
Tosto, duro, sodo - hFacci tostu – faccia tosta, impudente.
Tozzi, pezzi di pane rimasti, frusti .
Track : Binari su cui si muove il treno. Parola questa di
origine inglese, introdotta dagli emigrati di Gasperina negli
Stati Uniti America, poi ritornati al paese.
Tra poco verrò da te. Avverbio di tempo dopo la prep.ne.
Schiso, di schìso, non in linea, storto ,di traverso, obliquo.
Persona insensibile, peso morto, “cacambò “ ‘e tilàru.
Tracannare, bere a grandi sorsi d’un fiato.
Antrace, infiammazione estesa delle ghiandole sebacee,
costituita di foruncoli , vespaio, carbonchio.
Tradire… ( badogliàre > da Badoglio < ) , tradimento.
349
Traditùra :
Trahfaccèri :
Tràja :
Trajìnu :
Trajìra :
Tralìcciu :
nTramàra :
Tramuntàna :
Tranèllu :
Tranganèdhu :
Trantulìja :
Trantulijàra :
Tràntulu :
Tràpanu a manu:
Tràsa :
Trasìmma :
Trasìra :
Trasìru :
Trasìu :
Trasìti :
Trasitìnda :
Trasitivìnda :
Trasandàtu :
Trasìstavu :
Trasitìcciu :
Tràstula :
Trastulànta :
Trastulijàra :
Tràtta :
Traditore. ( “ Il prezzo del tradimento :
Vangelo di San Matteo; Capo 26, versi 14-15.16 “ )
Vedi la voce : badogliàra .
Persona che fa due facce tradendo la parola data.
Sonnolenza per stanchezza, chiude gli occhi per sonno
mancato. “ tràja do’ sònnu ! “
Traino, tipo di carro tirato da mulo o cavallo .
“va l’empio mostro con traino orribile“(Carducci)
Vedi la voce : Tràja .
Traliccio, traliccio come del tipo Enel su cui vengono tesi e
isolati i cavi elettrici .
Tramare, macchinare, ordire contro. Ordire, tessere.
Tramontana, vento del Nord .
Tranello.
Tranello, imbroglio.
Il tremolare continuamente per il freddo,
accompagnato anche dal tremolìo delle labbra
“ trantulìja do’ frìddu ; sta morèndu ‘e frìddu “
Tremolare : vedi la voce precedente .
Tremore per freddo o per alta febbre.
Trapano a manovella, menaruola; altro piccolo verticale è il
succhiello.
Invito ad entrare in casa o in bottega . Avanti !
Siamo entrati .
Entrare .
Sono entrate .
E’ entrato .
Entrate, venite dentro.
Vattene dentro .
Invito a entrare a persone in gruppo o a persona che gli si dà
del voi.
Trasandato, che si cura di nulla .
Siete entrato , parlando col voi a persona adulta; oppure al
plurale a tante personePersona che sa fare entrando in vari ambienti > da trasìra <
= entrare, conoscere, per il disbrigo di affari.
Che trastùlla,menare uno con lusinghe, con promesse false.
Imbroglione, > trastulànta < , da trastùlla, penare una
persona a spasso con lusinghe e parola non mantenuta .
Ingannare con false lusinghe, carpire la buona fede altrui.
Tratta – cambiale .
Tràtta o cambiale, parole sconosciute agli anziani e
350
vecchi d’un tempo. Tràtta o tràtti, erano dei verbi.
trattare, col significato di accoglienza, maniera, modo,
tratto.( La signora Teresina, abitava accanto alla sua
comara Maria, avendo appurato la notizia che il giovane
Domenico emigrato in Svizzera pretendeva di prende in
moglie la figlia di Maria, si recò a farle visita . Parlando con
la sua comara iniziò a vantare il giovane Domenico dicendo
: “ Maria: volìa u vi dicu, cha Micuzzèdhu è ‘nnu
guagliùna bonu, bravu, hfatigatùra, ‘e bona hfamìgghja,
cha ‘nd’hàva tràtti ! ! “Il padre della ragazza ascoltava
tutto dalla camera accanto e fumando la pipa;
intervenne rispondendo a quei suoi vanti :
“ Cummàra mia, conzài ‘sta casa ‘ncridènza e
hfirmmài cambiàli,mo puru vùi mi portàti ‘si tràtti !“)
Tràtta :
Trattàbala :
Trattègnu :
Trattorìa :
Travàrcca :
Travasàra :
Travèttu :
Travèttu :
Travèttu :
Traviàta :
Tràvi :
Trebbia :
Trèma :
Tremàra :
Tremasùna :
Tremulìdha :
Trèna :
Che sa trattare con modi gentili.
Trattabile, che si può trattare.
Trattengo, impedisco di procedere oltre, trattenere.
Trattoria, osteria, bettola .
Testata alta del letto con la parte bassa ai piedi .
Travasare, decantare, purificare
Cucitura con lo spago che fa il calzolaio unendo le
due parti della tomaia malandata, al centro dei punti
dati e accavallati, li divide da capo a fonto : “ sutùra “.
Castano giovane su cui non ancora è stato operato l’innesto.
Impiegatuccio pubblico, travicello, che sta sempre seduto in
poltroneria; re di nome , ma senza né autorità , né stima.
“ oh comodo, oh bello un re travicello ! (G. Giusti )
Traviata: opera lirica di Giuseppe Verdi; la prima a
Venezia, Fenice: 6 marzo 1853 . Da traviare, allontanare
dalla via giusta e maestra per altra peggiore.
Trave, travi.
Macchina per trebbiare il grano nell’aia o con altri mezzi,
trebbia, arnerse usato per battere il grano nell’aia.
“Quivi farò la mia trebbia “ ( D’Annunzio )
Trema .
Tremare .
Tremare , tremarella per febbre o freddo .
Gelatina, brodo sostanzioso ristretto, semisolido, rappreso e
raffreddato .
Velluto come rivestimento dei sedili sul treno; durante la
351
guerra 1940-45, tanti furbacchioni viaggiatori, tagliavano
questo rivestimento per venderlo, da qui è nata la parola
“trèna “
Trènta e trentùnu :
Trentatrì :
Trì :
Trì Ccrùci:
Triàngulu :
Triàngulu :
30 e 31 (hfìcìamu 30, hfacìmu 31 !) Frase detta da papa
Leone X nel 1517, giunse a stilare la lista finale,
dimenticando un prelato importantissimo per la nomina a
cardinale. Per rimediare all’errore, lo nominò in fretta
XXXI, pronunciando: “ Abbiamo fatto fatto 30, facciamo 31
!“
Trentatre . 33 .
Tre – 3 - Trì : pronuncia che somiglia alla pronuncia del 3
inglese, dentale, sibilante.
dentale, “trì “ con la ì stretta = tre > 3 .
Numero che si incontra sovente nel vangelo di Gesù :
3 / Padre, Figlio , Spirito Santo /; 3 città impenitenti;
3 donne al piede della croce di Cristo; 3 cadute di Gesù
sotto la croce; 3 chiodi fissati nel corpo di Cristo in croce; 3
croci sul Golgota ; 3 giorni nel sepolcro poi risorto ; 3 i
Vangeli sinottici / Luca, Marco, Matteo ; 3 regni della
natura; 3 virtù teologali ; 3 dita benedicenti dei Santi ;
3 giorni il profeta Elìa rimase nel ventre della balena ; 3
volte Pietro rinnegò Gesù ; 3 i Re magi ; 3 volte cantò il
gallo ; 3 ciechi guariti da Gesù ; il 3 ripetuto indica la vita di
Gesù , gli anni vissuti sulla terra /33 / ; Leonardo : dipinse
il suo Cenacolo , disponendo i 12 discepoli a gruppi di 3 ,
tutti i gruppi parlano coi gesti delle mani tra di loro, le
loro bocche si notano chiuse ; 3 i regni dopo la morte:
Inferno, Purgatorio, Paradiso ; 3 i Misteri del rosario :
gaudiosi, dolorosi, gloriosi .
Rione di Gasperina, la curva della casa del fu Saverio
Grande, Via Santa Caterina (Riccia) frontale alla casa , col
millesimo scolpito nella pietra ai piedi della scala (1924) ;
nel 1931 era stata fissata una fontana pubblica, (oggi al suo
posto vi un palo morto di cemento dell’Enel ) ; più avanti a
sinistra, vi era una sola vecchia casa con il “Calvario” con 3
croci di legno nelle tre nicchie, ai piedi di questo “Calvario”
esiste ancora roccia.
Triangolo: acutangolo, equilatero, isoscele, ottusangolo,
rettangolo, scaleno.
Triangolo equilatero di legno > saettìa < sul quale si
pongono nella settimana santa le candele che vanno poi
spente a una a una, alla fine di ogni salmo cantato;
352
Tribunàla :
Tridènta :
Trihfògghju :
Trìgghj :
> saettìle < . Nella Chiesa di Gasperina esisteva la
saettìa di legno, veniva posta sulla sinistra dell’altare
maggiore, il sacrista, Carchidi Domenico operava allo
spegnimento, mentre il fratello Carchidi Giuseppe, all’
organo, eseguiva le musiche sacre durante il rito serale .
Tribunale della Giustizia, detto > ‘a Cùrtta < ma è cosa
costosa e lunghissima; si legge : La legge è uguale per tutti .
Tutti … non siamo uguali secondo la legge .
Comunque : Ogni testa è un tribunale
Tridente .
Trifoglio .
Triglie.
nTrillàndri :
Punti lunghi e molto molli che fa il sarto sul disegno gessato sulla
doppia stoffa, nelle due parti che divisi vengono tagliate con la forbice
per restare come sotto traccia del disegno .
nTrìmma :
Persona retta e timida che cerca di fare amicizia con un
gruppo non raccomandabile di zuzzurulloni :
La mamma gli esclama: “ Cu’ cchìssi no’ mbògghju mu ti
ntrìmmi, capisscìsti ? “ = Con questi non voglio che ti
unisci, per fare compagnia e comunella,
Zucchine verdi bollite unite alla patata, fagiolini
Verdi e teneri, pomodorino, scalogno, olio di oliva,
un pizzico di sale. Detta : Cucùzza trìmma, ovvero,
mescolata, unita con altre sostante .
Prendere conoscenza con altri, prendere confidenza.
Ha fatto amicizia, conoscenza, ha preso confidenza.
Tricorno: cappello a tre punte, specialmente quello del
prete. Nìcchio .
Tramòggia / trimòdia / del mulino a acqua, cassetta
quadrangolare ,con la bocca più larga del fondo, in cui si
mette il grano da macinare .
Da trincare / voce tedesca-trinken-/ Bere avidamente
bevande
alcoliche.
“ altrieran seduti sui carri, altri… sui cadaveri,trincando
da un gran fiasco che andava in giro . (Manzoni )
Trincetto, coltello di acciaio del calzolaio, lungo 30
centimetri, largo 2 centimetri, spesso 2-3 millimetri , taglio
molto affilato e sbieco in cima dal lato più lucido e
acciaioso, per la mano destra o per la mano manca ;
curttèdhu .
Trinciato, tabacco tagliuzzato da fumare,
Terra rossa limacciosa, creta rossa, “tàju “ .
Trìpode di ferro circolare retto su tre gambe.
Trìmma :
nTrimmàra :
nTrimmàu :
Trimmìcci :
Trimòja :
trìnca :
Trincèttu :
Trinciàtu :
Trintròpulu :
Tripòdi :
353
Trìppa :
Trippèdi ‘e hfèrru:
Tritratèlla :
Tritràtu :
Tritrìculu :
Tritròla :
Tritròlu :
Tronàu :
Trònu :
Trònu :
Trònu :
Trottìja :
Truccàra :
Truccàta :
Trùmba :
Tromba :
Trumbàra :
Trumbètta :
Trumbètta :
Trippa, pancia, ventre .
Treppiedi di ferro con tre forme di tre misure, attrezzo del
calzolaio in un unico blocco di 3 forme di lunghezze
diverse.
Pianta profumata > citronella < (?)
Citrato, sale formato dall’acido citrico .
Triciclo dei bambini .
Cetrioli .
Cetriuolo, cretino, scemo, stupido.
Ha tuonato il cielo dopo il lampo e saette .
Saètta del temporale che nel cielo sfreccia a zigzag.
(“ Una mattina egli serviva la messa nella chiesa delle
Roncole: distratto dal suono dell’organo, non sentì il
sacerdote chiedergli ripetutamente le ampolle dell’acqua
e del vino; per la quale cosa s’ebbe da lui un calcio che lo
fece ruzzolare giù dai gradini dell’altare. “Dio t’amanda
na sajètta” > Dio ti manda una saètta <
Dio ti scagli un fulmine! gridò in un impeto di dolore e
di rabbia, fuggendo. E il fulmine venne; ma alcuni anni
dopo. ) Vita di Giuseppe Verdi: L’ infanzia . Carlo Gatti
1953 pag.18 . Arnoldo Mondadori Editore .
Trono reale, trono papale .
Trono, seggio pontificio.
Che trotta, galoppa veloce; Hàva ‘a frèva chi trottìja . Ha
la febbre che galoppa, che sale di temperatura.
Truccare, mettere il belletto sul viso; falsare il giuco,
barare al gioco delle carte; il vino con acqua e bisolfito.
Truccata, ha messo sul viso: cerone, pomate, cipria ; asta
truccata, partita truccata.
Tromba, strumento musicale degli ottoni.
Voce riferita a persona che spesso emette vento fetido e che
esce dagli intestini.
Trombare, respingere un candidato nelle elezioni.
Trombetta, diminutivo di tromba.
Trombetta ,riferita a persona che emette spesso aria fetida
“ ed elli avea del cul fatto trombètta (Dante: 1-21-139 )
Trumbùna :
Trùsscja :
Trùssciudhu :
Damigiana di vetro o di terracotta bombato al centro senza
manici, può essere impagliato ; trumbùna d’ acìtu; trumbùna
‘e vinu ; trumbùna d’ ògghju .
Non avere soldi in tasca, non avere niente.
Il tessuto filato e raccolto a cilindro nel telaio dal subbio .
354
Tubercolosi :
Tubercolòsu :
Tùbu :
Tubercolosi, malattia infettiva.
Tubercoloso.
Tùbo, cilindro cavo di varia materia, di vario diametro,
e di varia lunghezza per usi diversi .
Antonio Pisano- Dizionario dialettale di Gasperina-
Tùffu :
Tulùpa :
Tulupèru -i :
Tùma :
Tumanàta :
Tùmanu :
Tuffo, il saltare dal trampolino in acqua; buttrasi giù.
Stoppaglia, parte più grossa che si trae della pettinatura del
lino o della canapa; turare buchi e simili; stoppaglia si
rametti secchi.
Da tulùpa, stoppa; imbroglione che ti imbroglia e si
imbroglia come la pulce nella stoppa, che ingarbuglia.
Formaggio fresco privo di sale.
Tomolata, tomolo, misura agraria di 3332 metri quadri .
Vedi la voce “ Tùmunu “ .
In questo mio Dizionario dialettale, non leggerete
diminutivi insulsi come in ( “Parole e altro “ )
del “ gasperinese ” Gori Celia,
troverete, ovviamente di sicuro, qualche refuso
grammaticale, errore di battura .
Tùmba :
Tumbàra :
Tumbàu :
Tùmbu :
Tumpulàta :
Tùmunu :
Tùppu :
Tùppu :
Turàra :
Turddùna :
Turrùna :
Turruvìu :
Cade giù barcollando come fosse in bìlico.
Cadere ; rovesciare il recipiente, colare il brodo.
E’ caduto .
Bollore dell’acqua nella pentola che fa risalire
in superficie : gnocchi , ravioli ecc .
“ hfànnu ‘nu tùmbu, ppòi ‘i scùli ! “ .
Abbiosciare (?) cadere, buttarsi dal punto ove sta.
Manata, cazzotto, schiaffone. “ Ti jèttu ‘na tumpulàta ! “
Tòmolo, misura agraria e per granaglie pari a 50 kg.
Capelli che la donna raccolglie sul capo a corolla.
Ceppo, tòppo, troncone di un albero tagliato rimasto nel
terreno.
Chiudere, tappare .
Testardo, duro di comprendonio .
Torrone, dolce natalizio, il più rinomato è stato sempre
quello di Soriano di Napoli
Piccolo fischietto di legno tornito, bombato al centro,
fessura per l’aria prima del beccuccio, becco arcato con
“ància” di legno duro, spazio libero per il soffio; all’interno
del centro bombato, un cece che con soffio forte tremola
facento trillare il suono; questo “ tùrrr “ = trìllo , creato
355
Tusèllu :
Tùssa :
Tùssa canìna :
Tùssa :
Tussìra :
Tuvàgghja :
Tuvàgghja ‘e hfàccia :
dalla spinta dell’aria all’interno del fischietto,dà nome
a “ turr-uvìu “ ; ha la forma “ do’ piccarèdhu ‘e ‘nu
cciòmu “ > “piccarèdhu “> pisellino, il pene del neonato .
Cosa inutile, cosa o persona, fastidiosa .
Tosse .
Tosse canina, pertosse che attacca spesso i bambini.
Puru ‘i pùlici hannu ‘a tùssa ! Frase riferita a chi parla
senza nulla avere appreso , nulla sa e nulla conosce di ciò
che dice.
Tossire , tossicchiare.
Tovaglia, copricapo della pacchiana che scende sulle spalle;
tovaglia per coprire il tavolo.
Asciugamani .
‘U ciùcciu ch’è mbizzàtu ala hficàra, dàssa ‘su vìzzu sulu quàndu
mora !
/L’asino che è abituato a mangiare le foglie del fico, questo suo
vizio, lo lascia quando muore! /
Vìzzu e nnatùra, ni pòrtanu ‘nzeporttùra !
U
Ùffa :
Ùffu :
Ùhju ! :
Ùmbra :
Umbràra :
Umbràta :
Umbràtu :
Umbrèlla :
Umbrèlla :
Uff ! esclamazione di noia, d’impazienza, di caldo eccessivo
Ufo, “ mangiàra a ùffu “, a scrocco, a sbafo, a gratis .
Voce che richiama altra persona che vanta o si vanta,
che esagera in qualcosa. Pronuncia: ù-hju, pronuncia
della desinenza > hju: gutturale - nasale. Ùhju, chiàmati
‘u cana ! Frase per denigrare chi vanta e ostenta agi che
non goda .
Ombra , che fa òmbra . ( Un grande filosofo, seduto al sole,
vide un principe dinanzi a se che odiava, gli disse:
“ Vede che mi fa ombra, si apparti ! “ )
Ombrare , coprire d’ombra .
Ombrata , dipinto , pittura con l’ombra .
Ombrato , tempo oscurato .
Ombrello, che fa ombra al sole ; paracqua quando piove.
Arnese formato da un’asta centrale con manico curvato, da
una copertura di seta o di tela a triangoli, puntale per essere
poggiato per terra per salvaguardare il tessuto; i triangoli
sono sorretti da controstecche sottili e di ferro, aprendo
l’ombrello, spingendo il collare, le controstecche aprono
l’ombrello a cupola. Di inverno > si chiama paracqua .
Albero e piante varie con infiorescenza come la cicuta, la
carota, il sedano, il prezzemolo, il finocchio ; il pino, i
funghi, perche hanno la cima a cupola, a ombrello.
356
Umbrellàru :
Umbrellàta :
Umbrellìnu :
Umbrellòna :
Ùmbru :
Umitità :
Ùmitu :
Ùna :
Untàra :
Ùnta :
Ùntu :
Ùnu – ‘nu :
Ùnu - ‘nu :
Ùnu :
Ùra :
Ùrta :
Urttàra :
Ùrtamu :
Ùrtimu :
Ùrzzu ! :
Venditore di ombrelli .
Ombrellata, colpo dato con l’ombrello chiuso.
Piccolo ombrello che si porta nelle sacre cerimonie per
servire il Sacramento . Viatico, quando si porta la
Comunione ai moribondi ; Ombrellino delle signore nel
1800 . Nella processione del Corpus Domini viene portato
da un diacono, non dal Sindaco del paese come costuma
Gasperina, mescolando il Sacro con il profano. Si dice
ancora: santu ‘n Chiesa e ddiàvulu ‘n casa !
Ombrellone che si usa nelle spiagge.
Località rurale in agro di Gasperina.
Umidità .
Umido, bagnato; luogo umido senza sole.
Una : > ‘na scrittura dialettala. /Una, scrittura dialettale/
‘na = una .
Oliare, ingrassare .
Unge, che unge, ingrassa, olia.
Che inzuppo il pane nel condimento e faccio la scarpetta.
Che condisco ; che ùngo, che metto del grasso.
Uno : > ‘nu , in dialetto .
Uno, un – non si apostrofa mai, è > uno – tronco.
Una persona ‘na perzzùna; ùna o ùno : ‘na – ‘nu
Ora, avverbio di tempo.
Urta, che tocca; che urta per rancore; essere in urto con uno,
che provoca con parole la suscettibilità altrui.
Urtare .
Ultimo .
Ultimo.
Chi si chiama ultimo per lanciare nel gioco delle bocce
“pàdhi” , la sua palla di legno.
V
Vacabbùndu :
Vacànta :
Vacànta :
Vacànta :
Vacantìja :
Vacantùsu :
Vacanza :
Vacàra :
Vàcca :
Vaccarèdha / i :
Vagabondo.
Vuoto, che è vuoto; luogo rurale dove il sole non batte.
“ Dùva càcci e nno’ mmènti, rèsta ‘u vacànta ! “
Dove togli e non rimetti, resta il vuoto .
Vacante, posto vacante .
Che sa di vuoto .
Che vaca, che non vuol fare nulla, senza volontà .
Vacanza .
Vacare, essere libero.
Mucca, vacca , la femmina del toro.
Voce infantile, nome dato alle chiocciole “ vovalàci “ .
357
Vaccarìzzu :
Vaccàru :
Vacìla :
Vaccìna :
Vadhùna :
Vàdu :
Vàgghju :
Vàgna:
Vagnàmma :
Vagnàra :
Vagnàsti :
Vagnàtu :
Vagnàu :
Vàgnu :
Vajàna :
Vajàna :
Vajàna :
Vajàna :
Vajanèdhi :
Vajàzza :
Va-jèndu :
Vajòlu :
Vàju :
Valigia :
Valìra :
Valìra :
Vàmpa :
Vampata :
Vampulìdha :
Vampulìnu :
Vaccarizzo Albanese, Comune in provincia di Cosenza.
Vaccaio, boaro.
Bacìle, Catìno.
“ Il chierico presentò il bacile d’argento “ (D’Annunzio)
Carne bovina .
Gorgo dove là precipitavano le acque torrenziali delle vie e
vicoli di Gasperina; erano fermate dai solidi urbani che i
gasperinesi tutti, compreso lo spazzìno, con la carriòla di
legno là scaricava .
Vado, da vadum , guado .
Locale terranno, tugurio per porcile e rifiuti vari .
Bagna.
Abbiamo bagnato.
Bagnare usando l’acqua.
Hai bagnato.
Bagnato.
Ha bagnato.
Bagno, io bagno i fiori, l’orto, ecc.
Le valve unite della fava o fagioli verdi con dentro il frutto;
Manta, sberla, manrovescio.
Scroscio di pioggia improvviso di breve durata.
Pene .
Fagioline verdi di varia forma e largherra e lunghezza,
cornetti, piatti e piattoni, le più larghe; le piante di due tipi:
nana, e altra che si inerpica al palo o ramo secco fissato
accanto.
Donna senza ponderatezza, donnaccia , donna ciàna .
Va per andare; jèndu = andando.
Vaiolo .
Vado, vo, verbo andare .
Valigia .
Barile di legno a doghe bombato al centro con bocca
per lo zaffo > mbudhàgghju < = tappo .
Valere, aver forza, avere potenza; contare, essere qualcuno.
“ che vale nella fata dar di cozzo ? “ ( Dante. I – 9 - 97 )
Vampa, pira, rogo . Persona presuntuosa che fa intendere di
sapere ed essere competente in tante cose, persona altera,
spiritosa e priva di umiltà.
Vampa di poca durata come quella della ginestra.
Che vampeggia senza dare calore, come la lucciola;
pezzettino di carta che brucia e subito si spegne; favilla >
spìdhussa o spìssudha .
Oliatore di metallo con oli speciale per macchina da cucire.
358
Vanàra :
Vancàla :
Vaneggiare .
Vancale, bancale: larga striscia di stoffa a colori zebrata ,
colori alternati , altezza di 5 centimetri: rosso e gialo, o
giallo e rùggine; stoffa coprente la testa e le spalle delle
pacchiane di Gasperina / Carpitèdhu , vocabolo derivata da
> carpìta < coperta , panno peloso per coperte da letto /
Vancatèdhu o vrancatèdhu:
Deschetto del calzolaio con gli attrezzi. Vrancatèdhu
vocabolo derivato da VRANCA, mano aperta che con le
dita aperte prende ciò che serve, come chiodini, semenza di
ferro dolce di diversa altezza , vrànca = mano.
Vandijài :
Ho annunciato il matrimonio di mia figlia a tutti .
Vandijàra :
Annunciare ufficialmente a tutti il matrimonio della figlia.
Vandulijàra :
Calunniare una persona assente, spandere contro disonore.
Vandijàta :
Impalmata ufficialmente al matrimonio presso il Municipio.
Vandulijàta :
Resa calunniata pubblicamnte .
Vangèli :
Secondo verità di: Giovanni- Luca- Marco-Matteo .
Vangialìsta :
Vangialìsta, evangelista, s.m. .
“ Di voi pastor s’accorse il Vangelista “ (Dante: 1-19-106 )
Vangialìsti :
Vantalòru :
Vantàra :
Vanteria :
Vantàtu :
Varàbba :
Varddàru :
Varddàu /si /:
Varijàtu :
Varilòttu :
Variòla :
Vàrva :
Varvvèri :
Evangelisti, protestanti dopo la Riforma religiosa in
Gernania del Frate agostiniano Martino Lutero(1483+1546)
Uomo che si vanto .
Vantare, portare avanti .
Che si vanta da presuntuoso.
Vantato, portato avanti da altri,
Barabba : malfattore ebreo, assassino, ladrone .
Vangelo di Matteo : capitolo 15: liberato al posto di Gesù
innocente .
Guardiano, persona di fiducia.
Si è premunito, precauzione “ chu si vardàu si sarbàu ! “
Chi ha preso delle precauzioni è sfuggito dal peggio .
Il detto scritto in grassetto è dialetto di Reggio Calabria.
Che è quasi fuori di mente.
Laterizio di terracotta avente forma cilindrica, le due basi
chiuse forate al cento .
Borchia di metallo avente forma di un ditale, foro al centro,
per esser fissata nella cima del manico della lesina ( attrezzo
del calzolaio, ferro ricurvo alla punta per bucare il cuoio)
borchia che viene usata per altri attrezzi con manico di
legno come: lima, raspa ecc. .
Barba. Fare la barba, rasare la barba : Pìlu e ccùntra pìlu .
Barbiere .
Arnesi e materiale : accappatoio, acqua ossigenata,
359
Vasara :
Vasàta :
Vàsca :
Vasìa :
Vasilicòi :
Vàsscju :
Vastàsu :
Vàsu :
Vàsu :
Vàsu :
Vattènta :
Vattijàra :
allume, asciugatoio, bacino, barbino, belletto, biacca,
borlone, bricco, brillantina, calamistro, ceretta, cerone,
cesoie, cipria, coramella o striscia , crema, depilatore,
diavoletto, dirizzatoio, discriminale, ferro per arricciare,
forcina, lozione, magnesio,papillore, pennello da barba,
pettine ( lungo, fitto, rado, da donna, risegato, di corno,
di osso, di tartaruga – costola, làmina, denti, mascelle ) ,
pettiniera, pinze, piumino, polverizzatore, scriminatoio,
spruzzatore, testiera, unguento .
Baciare.
Atto del baciare.
Vasca .
Località rurale in agro e a Nord di Gasperina .
Basilico , ocimo / ocimum basilicum /
Basso, in basso ; rustico di campagna che per raggiungerlo
bisogna scendere la collina ; basso di statura fisica.
Vastaso, incivile , zotico.
Bacio .
Tipo di brocca panciuta, collo breve con due anse opposte.
Gràsta per piantarvi fiori .
Battènte, flagellante. Il Venerdì Santo, lungo la
processione del Cristo morto disteso nella “ Nàca “ /tipo
di lettiga romana:con 2 stanghe, 4 antine con cielo velato.
/ vi erano quelli che con una fune si flagellavano
dicendo : “ Vattènta, vattènta; vattènta sono io, con i
miei peccati ho crocifisso Dio ! “
Battezzare , tenere a battesimo , inaugurare . Vattijàra .
Un “gasperinese “ autore di “Parole e altro “, (G.Celìa)
alla sua lettera > N < , ha scritto, stampato e venduto:
“ Nagurara : v. – inaugurare / dare inizio / cominciare “
Ma in DIALETTO si dice : vattijàra o vattiiàra .
(Con la lingua italiana, dialettizzata, potrà compilare
1000 vocabolari dialettali . Egli , ed eglino collaboratori ,
pardon, lo ignoravo , perché sono anche “polacchi” )
Vattìnda :
Vattìsamu :
Vattìsamu :
Vàva :
Vavattìnda :
Vàttene .
Battesimo: battesimo di Gesù a opera di Giovanni il
Battista; battesimo dei neonati.
Battesimo, varo di una nave, inaugurazione .
Bava .
Vattene .
360
Vavìja :
Vavùsa :
Vavùsu :
Vècchja :
Vècchia :
Vècchia :
Vecchjàia :
Vèdhuss:
Vedhussàru :
Vèglia :
Vègnu :
Vèna :
Vèna :
Vènanu :
Venarìssavu :
Venavéna :
Venènu :
Venìa :
Venìra :
Venìstavu :
Venìsti ?
Venitìnda :
Venitivìnda :
Vènnari :
Ventàgghju :
Ventijalòra :
Che fa bava, che fa la bava come la chiocciola; che parla a
vanvera facendo lo spaccone.
Bavosa .
Bavoso , persona che parla a vanvera, spaccone.
Vecchia , persona o cosa vecchia.
Pastella ,vècchja: farina, sale e acqua, mescolata bene, non
molto liquida, non solida, versata nella padella in olio
bollente, si forma una frittella come una piadina senza
lievito, a fine cottura, sulle due facce si notano delle rughe,
rossastre ,perciò viene chiamata > Vècchja < ; nella pastella
si possono aggiungere sostante diverse.
Vècchia (Proverbio: ‘na vòta si hfùtta ‘a vècchja !
> ( ovvero: un giovane, una sola volta và a letto con una
donna anziana o vecchia! cosa che non ripeterà mai più. )
Vecchiaia, età senile.
Ape:insetto;nutrice,operaia,regina
/sciame/ronzare,pinzare, / alveare,miele,cera.
Alveare, cassetta ove si tengono le api. Arnia, aviario;
ronzio delle api,ronzo,brusìo delle pallottole sparate,
mormorìo di voci.
Veglia, guardare il Sepolcro la notte del Giovedì Santo ;
vegliare il morto in compagnia dei parenti .
Vengo .
Viene , verbo venire .
Vena, arteria sanguigna, vaso sanguigno .
Vengono.
Verreste .
Viene , viene.
Veleno / venenum / . Sostanza naturale o artificiale che
penetra nell’organismo produce effetti gravissimi e anche
mortali: il veleno della vipera; la cicuta, pianta delle
Ombrellifere, è velenosa , è stata data da bere al condannato
Sòcrate, grande filosofo ateniese (470+401 av.C. ); durante
la sua agonia fece un grande discorso.
Dal verbo venire: venìva .
Venire .
Siete venuti .
Sei venuto ?
Vieni via con me non stare ancora, è tardi .
Venite via tutti insieme.
Venerdi .
Ventaglio ,
Trastullo di bambini: con delle foglie piane
361
Ventrèra :
Ventùsu :
Vèntu :
Vèrgina :
Vèrma :
Vermicedhàra :
Verminùsa :
Vernnìcia :
Vernniciàra :
Verrìna :
Vèrru :
Vèrsu :
Vèrtula :
arrotondate del ficodindia – cactus – si lanciavano
lontano .
Ventriera del calzolaio, appesa al collo coprente il petto, Il
ventre - pancia, e le le ginocchia, legata dietro alla vita ,
grembiule legato alla vita .
Luogo dove è sempre presente il vento.
Vento, non si sa da dove viene e dove va; il vento della
morte, il sole e il cielo non si possono comprare .
Vergine, integra, pura, illibata ; che è vergine, ancora
l’imène della donna è apposto; Imène, bellissimo giovane di
Atene, di cui gli Ateniesi fecero il Dio delle nozze. Egli si
travestì da donna per protèggere la donna amata nella prima
notte del matrimonio forzoso, che riuscì nella sua impresa .
Da qui il nome di imène, membrana mucosa che limita
l’accesso all’ostio della vagina. Imenèo : componimento
della lirica classica che si cantava in coro mentre si
accompagnava la sposa alla casa dello sposo. ( Calogero in
viaggio di nozze con la sposa si trovano in albergo: lei
mentre sistemava la biancheria in un cassetto,Calogero le
domanda : “Maria, dimmi, vèggina sìni ? “ Maria,
sollevando il capo risponde:” No ! “ ; Calogero ripete la
stessa domanda: “ Ti dìssi , vèggina sìni ? “ e punta contro
di lei la pistola ; “Ti dìcu ancora : si’ vèggina ? Risponde
Maria :
“ Iu sùgnu Capicuòrnu !! “ )
Verme .
Zucca gialla che all’interno tra i semi si presenta
vermiforme, strappate questi fili, infarinati si possono fare
fritti .
Linguaggio di persona che porta odio e rancore, usa la
lingua continuamente brulicando parole di odio e invidia .
Vernice, mostra di pittura ; composto di materie coloranti.
Verniciare .
Verrìna, /latino,verus,spiedo per forare/; trivella , succhiello
del falegname per praticare fori nel legno, normale e a
cucchiaio..
Arnese con manico di legno e fusto sottile di ferro che ha la
punta attorta a spirale, e serve per forare il legno//
allargatorio,, foratolo// ha forma di una T altissima, atta a
fare il buco nella terra per affossare il vitigno. Verrina,
succhiello del falegname.
Verro , maschio della scrofa, porco .
Verso poetico .
Bisaccia .
362
Vèrzzu :
Vèrzzu :
Vèspari :
Vèsparu :
Vèsti ‘e ndiànu :
Vestita :
Vestutu :
Vèzzu :
Via :
Viàticu :
Vicàriu :
Vìcciudha :
Via Crucis :
Vìda :
Vidhicàla :
Vidhìcu :
Vìdhivìdhi :
Verso della medaglia, della stoffa .
Verso, direzione di strada. (Vàju vèrzzu ‘a Chjàzza = vado
verso la Piazza )
Vèspri siciliani, opera lirica di Giuseppe Verdi .
Vespro , ora quasi serale , pomeridiana .
Foglie larghe che coprono la spiga, la pannochia del
granturco , bràttea , foglia .
Vestita .
Vestito
Vezzo .
Via, strada .
Viatico: provvigione per il viaggio /
L’Eucaristìa che si amministra ai moribondi /
Conforto, consolazione.
(Rammento che negli anni 1940, il prete con indumento
liturgico: cotta, cappello “a 3 mìcci “ ; piccolo
ombrellino,baldacchino,tenuto aperto sopra al sacerdote,
portava nel Calice coperto l’ultimo > Cibo < al morente
recandosi a casa del moribondo, al passaggio di questi
tutti in inginocchio. )
Vicario, chi fa le veci , vicàru .
Scàppia, rottame di pietra, piccoli sassolini arrotondati
per gioco infantile. Jocàmu e’ vìcciudha ?
Via Crucis , viaggio di Gesù da Gerusalemme al luogo
del supplizio , con la croce sulle spalle. Processione in
Gasperina con la “naca” (lettiga romana, portantina con
Gesù supino) dietro solo gli uomini; Maria madre di Lui,
vestita a lutto e le donne dietro di Lei ; quella della
chiesa di Santa Caterina /lettiga romana/, la sera del
Giovedì Santo; quella della chiesa di San Giuseppe
/portantina semplice/ il mattino all’alba del Venerdì
Santo . Tradizioni ormai scomparse. Tradizione della
processione dalla via Santa Caterina alla “Riccia” per
scendere al santuario, ritorno dalla strada provinciale
(dopo la sua costruzione 1880) per il centro abitato.
Vedi .
Cordone ombelicale del maiale / vidhìcu = ombellico /
lasciato seccare, poi pestato e mescolato con olio, si forma
Il sego / ‘u sìvu / per ungere la pelle di corame e simili.
Ombelìco e ombellico .
Tempo che piove e smette, che piove e smette.
Hfàcia ‘u tràsa e nnèsscj . Entra con la pioggia e piove,
poi esce il sole . Òcchju d’acqua .
363
Vigliaccata :
Vigliàccu :
Vìla :
Vilànza :
Vilanzùna :
Vìna :
Vinatùra do’ màrmu :
Vìncia :
Vincìra :
Vìncita :
Vìnda :
Vìndati :
Vindìra :
Vindìru :
Vindìstavu :
Vindìsti :
Vinèdhi :
Vindùti :
Vianòva :
Viavècchja :
Azione vile d’un vigliacco.
Vigliacco, vile, traditore .
Vile.
Bilancia. Vedi : ( bìlicu, sajòla, statìa )
Simbolo della Giustizia .
Grande stadera e grande piatto sostenuto da 3 lunghe catene.
Vèna, vaso sanguigno che porta il sangue dalla periferia al
cuore; cataletto naturale sotterraneo per cui scorre l’acqua;
vena di ingegno, ingegno fecondo; vena poetica, ecc. .
Vene del marmo: striature .
Che vince .
Vincere.
Vincita al giuoco.
Vènde .
Vènditi .
Vèndere .
Hanno venduto.
Avete venduto.
Hai venduto .
Vie e vicoli, ronchi. In Gasperina diversi vicoli sono stati
chiusi con cancelli di ferro e con muri in cemento;
proprietà demaniale, del popolo. ( In Via De Gasperi,
dietro la casa di Carmelo Fossella ; In Via Mazzini Casa
di Nicola e Maria Carchidi, Via Mazzini al n.24 ; In
Via Campanella n. 31 ; in Via Campanella n. 32 ; vecchie
strade mulattiere impietrate per scendere e salire dalla
frazione Pilìnga, inesistenti ormai, quali proprietà
privata quali abbandonate; MA GASPERINA HA
SEMPRE SAPUTO VALORIZZARE OGNI COSA
PER ATTIRARE TURISTI ; Non solo questo, ma
ancora i TRENI VERSO IL NORD… funzionano anche
per merito del SINDACO di Gasperina . TUTTO CIO’
SI CHIAMO ABBANDONO E OMISSIONI IN ATTI
D’UFFICIO. LE MAPPE CATASTALI SI TROVANO
IN CATANZARO COME PRESSO IL MUNICIPIO
LOCALE. Ma i “ Renzi Piani “ , mangiano o non
mangiani in Comune ?
Venduti .
Via nuova di Gasperina, sottostante e parallela in alto alla
vecchia via monte:Via De Gasperi e Via Nicola Paparo .
Inizia dal tabacchino Perri-Castanò, l’intera Via De Gasperi,
364
Vìcu ciècu :
Vìda :
Vidhicàla :
Vidhìcu :
Vìccia :
Vicina :
Vìcciudha :
Vicinanza :
Vicinàtu :
Vidarìamu :
Vidarìssavu :
Vidarìssi :
Vidhòzzu :
Vidìti :
Vidìstavu :
Vigliàccu :
Vìgna :
Vignàla :
Vigogna :
Vigogna :
Vìnu :
Vìnu da’ Mìssa :
Vìnu do’ reòggiu :
Vìnu de’ ssciuttùri :
Viòla :
Viòla :
Vijòla :
Vijòlu :
Via Nicola Paparo(al tempo era un sentiero, poi hanno
costruito il muro di sostegno a facciavista ; ora viene
chiamata così la salita che porta alle campagne.
Ronco, non trovare la via d’uscita .
Vede .
Cordone ombelicale del maiale.
Ombellìco .
Veccia .
Vicina di casa o confinante alla casa.
Scàppia, piccoli rottami di pietra, sassolinini arrotondati
per giuoco infantile .
Breve distanza .
Ruga, rione vicino alla casa.
Vedremmo .
Vedreste voi .
Tu vedresti .
Tutolo della pannocchia del mais ; per estensione: sterco .
Vedete .
Avete visto .
Vigliacco, vile .
Vigna. ‘A vìgna hfàcia ‘a casa, ‘u jòcu pèrdda sempa !
Vigna in estinzione .
Vigogna, lana pregiata finissima .
Vigogna, animale simile alla pecora.
Vino, succo dell’uva torchiata e fermentata,
Vino del rito della Santa Messa, puro .
Vino ricavato dalla feccia insaccata, appesa per farla
gocciolare in un recipiente, il suo movimento, come il
pendolo di un orologio, ha dato nome a questo tipo di vino
non buono .
Vino ricavato do’ vinàzzu = vinaccia, residuo della
lavorazione dell’uva, costituito da graspi (scrùpuli), bucce e
semi; rimessi sotto il torchio ed annacquati, con la
torchiatura si ricava vino > de’ ssciuttùri < dei resti già
asciutti dei vinaccioli.
Viola, pianta erbacea , fiore .
Viola, strumento musicale a corde e archetto con manico più
lungo del violino.
Sentieri rurali di campagna.
Sentiero di campagna ; viòlu . (diverticolo che deriva da via
principale per accedere per - “jùssu” - jus – diritto, accesso
al proprio fondo rustico. ( Diverticolo: vescichetta esterna
che si forma sulla superficie del pancreas (?)
365
Vilànza :
Vilanzùna :
Vinàzzu :
Vìncia :
Vincìa :
Vìnci :
Vincìmma :
Vincìmu :
Vincìra :
Vincìru :
Vincìstavu :
Vincìsti :
Vìncita :
Vincìti :
Vincìvi :
Vincìvi :
Vinciùta :
Vindatùra :
Vindìgna :
Vindìgna :
Vindignàra :
Vindignàu :
Vindìmma :
Vindìra :
Vindìru :
Vindìstavu :
Vindìsti :
Vìndu :
Vindùtu :
Vinèdha :
Vìnna :
Vìnnamu :
Vìnnaru :
Vintèsimu :
Bilancia : a piatti; pediatrica; stadera (statìa); basculla
(Bìlicu) ; automatica ; per persone ; a sospensione o
pendolo ; dinamometro ( sajòla) .
Grande stadera con piatto grande e lunghe catene attaccate
al braccio ove scorre il peso romano sulle tacche numerate,
vilanzùna appeso a un travetto.
Vinacciolo: ciascuno dei semi o granelletti sodi che sono
dentro i chicchi / àcini / dell’uva. Fiocine anche la buccia
dell’uva; i resti che rimangono dopo torchiata l’uva in fondo
al cesto del torchio.
Sta vincendo la partita .
Vincèva , vincèvo.
Vinci (Firenze) . Patria di Leonardo.
Abbiamo vinto.
Vinciamo, vinceremo.
Vincere .
Hanno vinto.
Avete vinto
Hai vinto.
Vìncita, vittoria .
Vincète , vincerete.
Ho vinto la partita.
Stavi per vincere, poi hai perso.
Vinta, partita vinta
Venditore . Hfàtti: accattatùra e bbindatùra –
Fatti: compratore e venditore , mettersi nei panni altrui.
Vendemmia .
Egli vendemmia .
Vendemmiare .
Ha vendemmiato .
Abbiamo venduto.
Vendere .
Hanno venduto.
Avete venduto .
Hai venduto.
Vendo .
Venduto.
Vicolo di una Via .
E’ venuto .
Siamo venuti .
Sono venuti .
Ventesimo, numero ordinale di venti , ventesima parte;
vigesimo .
366
Vìnti :
Vìnti :
Vintiquàttru :
Vintitrì :
Vìnucòttu :
Vìnu :
Violìnu :
Violoncèllu :
Vìpara :
Vìppita :
Vìrga :
Virgahfòru :
Virggàta :
Virgghìja :
Virgilèdhu :
Venti, numero 20, àrabo = XX romano .
Vinti, sconfitti.
Ventiquattro, 24, arabo = XXIV romano.
Ventitre , 23, arabo = XXIII romano.
Sàpa, mosto cotto; 1 litro di mosto con la bollitura si deve
ridurre a 1/3 del suo volume = a 333 grammi per essere
vera > sapa = (vinu-còttu ).
Vino, succo dell’uva, mosto fatto fermentare, sangue della
vite.A prescindere dai simboli scolpiti o ritratti : Baccanale
di Bacco giovine; Bacco, impronte antica; Bacco sopra il
suo carro; Bacco ed Arianna; Bacco ed Arianna nel loro
carro; Bacco cornuto; Bacco e Ampelio /la vite/ ; Nozze di
Arianna e Bacco; Bacco nel vascello dei Tirreni . Le guerre
bibliche; le guerre puniche; le guerre papali; le guerre tra
statarelli; le guerre imperiali; le guerre d’indipendenza, le
ultime guerre mondiali; nessun Duce, Imperatore, Re o
Presidente, ha osato distruggere i vitigni esistiti ed
esistenti ancora .
Di Francesco Redi (nato nel 1626) abbiamo : “Bacco in
Toscana “ di 90 versi . La prima vigna : “ E Noè
cominciò ad essere lavoratore della terra , e piantò la
vigna “ ( Genesi. Capitolo 9 verso 20 )
Vino : primo miracolo /dei 33 di Gesù / , fatto nelle Nozze
di Cana , trasformò l’acqua in vino ( Giov. Capitolo 4) ;
Nell’ultima cena, Gesù offrì da bere, dopo la cena, il
vino, suo sangue: “Bevetene tutti !” ( Matteo-26. 26,28 )
Violìno, strumento musicale ad arco, inventore : Gàspare da
Salò ; il più grande violinista è stato: Niccolò Paganini
(1784+1840) ; insigni cotruttori di violini : Andrea
Guarneri,cremonese ; Antonio Stradivario (1664 + 1728 );
Andrea Amati (1530 + 1577 ).
Violoncello, strumento musicale ad arco con 4 corde di
minugia (do-sol-re-la )
Vipera .
Bevuta d’acqua .
Verga .
Pianta della famiglia dei cardi ; cirsio .
Colpo dato con la verga.
Da verga, che oscilla come il pendolo dell’orologio, come la
canna
mossa dal vento.“ Canne
al
vento”
di Grazia Deledda.
Rione di Gasperina, incrocio della Via De Gasperi e l’inizio
367
Virggògna :
Virggògna :
Vìrgula ‘e hfùsu :
Vìrgula :
Virgùna :
Vìri :
Virìti :
Visscìgghja :
Viscòtta :
Viscòttu :
Vìscu :
Vìscuvu :
Vìta :
Vìta – viti :
Vìta :
Vìta :
Vitèdha :
Vitìgnu :
Vìti :
di Via Garibaldi . Nome questo derivato da Virgilio .
Vergogna ( ver + gògna) , verso la gogna, girato per il
paese, messo alla vergogna, alla gogna; alla derisione .
Vergogna .“ e di triste vergogna si dipinse”
( Dante: 1. 24 –132 )
Verga di legno diritto bene tornita corpacciuta nel centro
(cocca- ingrossamento/ lunga un 30 centimetri con i capi
sottili . Il fuso vero e proprio, la massaia lo aziona con il
palmo della mano destra facendolo girare sulla coscia destra
per poi avvolgere il filo sotto il primo dischetto in alto “
sùtta ‘a “ ggiahfaredhìa “ e la rondella più spessa , fusaiòlo
= “ hfarttìcchju “ .
Virgola, / vìrgula / segno grammaticale, trattino curvo per
breve pausa. Vìrgula: legnetto, bastoncino .
Pertica, verga grossa e lunga .
Vedi > vìri < dialetto di Reggio Calabria.
Virìti =Vedete . Dialetto di Reggio Calabria.
Quercia giovane .
Biscotti , taralli .
Biscotto , tarallo.
Vischio, pània; tumore degli alberi sul tronco come sul
pruno spinoso delle susine, del ciliegio, ecc. materia tenace
prodotta dalle bacche del vischio; estratto con un coltello,
raccolto e sciolto in acqua diventa ottima colla.
Vescovo, Prefetto della Diocesi /Curia/della religione
cattolica.
Vite coi tralci e i pampini, produce il grappolo, formato da
gràmoli, con l’uva , acini,detti chicchi, acini con all’interno i
vinaccioli (i nòzzula) .
Vita di collegamento, per metallo a testa svasata con
estremità piano; per metallo a testa conica con estremità a
punta; per metalli a testa tonda, ecc.
Vìta : stato della materia diffusa nell’universo ,
specialmente della materia organica, tra questi gli esseri
animali finchè in essi dura il principio della sensazione e del
moto : la vita dell’universo; la vita minerale ; la vita
animale.
Vita, campare, vivere, morire .
Il campare e il vivere dànno una mano alla morte.
“Del viver ch’è un correre alla morte “ (Dante: 2 33 54)
Vitella .
Vitigno .
Vite dell’uva ; viti di ferro con capocchia .
368
Vitriàta :
Vìtta :
Vìttaru :
Vitupèru :
Vivàju :
Vivatìnda :
Vivìra :
Vivìra :
Vivìvi :
Vivulìja :
Vìvu :
Vìvu :
Vizzìja :
Vizzijàtu :
Vizzùsu :
Vìzzu :
Vizìca :
Vocabolàriu :
Vocàla :
Vocàla :
Vògghja :
Vògghja :
Vògghju :
Vòi :
Vòi :
Voìna :
Giuoco infantile di gruppo, due di loro conducono il giuoco,
uno chiamato: “ ‘u màstru “, l’altro “ u’ rricchjatùra “ ,
uditore; il mezzo per la punizione, è il nodo di un fazzoletto
che tiene nel pugno “ ‘u màstru”, l’altro riferisce
all’orecchio il luogo preciso del rione da indovinare. Ecc.
Ha visto .
Hanno visto.
Vituperio .
“ Ahi Pisa, vituperio delle genti “ (Dante. 1: 33,79 )
Vivaio, semenzaio, seminario, pianticelle per essere
trapiantate. “ Vurvvìnu “ .
Bevetene, bevi, è acqua pura, è vino vero.
Bere, sorseggiare .
Vivere .
Bevevi , tracannavi ; campavi .
Che si riprende in salute; tira avanti a campare .
Vivo , che è vivo.
Bevo .
Vizia, che lo vizia
Viziato.
Ha tanti vizi .
Vizio. “ ‘u ciùcciu ch’è mbizzàtu alla hficàra, tàndu si
càccia ‘u vìzzu quàndu mòra “
“ Vìzzu e nnatura, pòrtanu ‘n nzeportùra = Vizio e
natura, portano in sepoltura .
Vescica .
Vocabolario, raccolta di vocaboli relativi a una materia, o
di una lingua nazionale o dialettale: regionale , provinciale o
comunale . Il primo in latino è stato compilato da
Ambrogio da Calepino /detto Calepino/ nel secolo XVI .
Vocale dell’alfabeto .
Boccale .
Voglia, desiderio non appagato dalla donna incinta che può
provocare al nascituro angiomi cutanei di colore rosso in
vari parti del corpo.
Voglia, desiderio ,voglia di lavorare, di leggere, di scrivere.
Voglio, volere.
Buoi .
Vuoi . Si voi campari ‘n paci, viri, senti e taci .
Se vuoi campare in pace, vedi, senti e taci .
Detto in dialetto di Raggio Calabria a cura di Aliquò .
Escrementi, stèrco del bue. “Voi” = buoi, “voìna” , vedi la
voce > Pràppata .
369
Volàra :
Volìa :
Volìmu :
Volìra :
Volìstavu :
Volìsti :
Volìti :
Vòlu :
Vòmbica :
Vombicàra :
Vombicàta :
Vombicàu :
Vònnu :
Vòpa :
Vòscu :
Vòta :
Vòta :
Vòta:
Vòta :
Votàra :
Votàra :
Votàru :
Votàru :
Votasti:
Votasti ?
Votatùra :
Vovalàcu :
Vovalàcu :
Vovalùci :
Vòzza :
Vòzza :
Volare, prendere il volo.
Voleva .
Vogliamo.
Volere.
Avevate voluto .
Hai voluto .
Volete, voce diretta a chi si dà del VOI; voce plurale ai tanti
Prendere il volo; bolo /greco bòlos / ; che si lancia e prende
il vòlo , oggetto lanciato ha preso il vòlo.
Vomita, rimette dallo stomaco .
Vomitare, rimettere dallo stomaco .
Vomitata, quantità rimessa dallo stomaco .
Ha vomitato, ha rimesso dalla bocca il cibo.
Vogliono.
Boga: pesce del genere boope .
Bosco, terreno impiantato a bosco .
che svolta, che fa curva.
Che restituisce la cosa.
Che elettoralmente ha diritto al voto.
Che fa ritorno, che va e ritorna.
Andare a votare alle elezioni.
Fare ritorno ; svoltare in curva; restituire una cosa.
Sono andati a votare all’elezioni, hanno votato.
Sono ritornati sul posto ; che ha votato alle elezioni.
Sei ritornato dal viaggio fatto ?
Sei andato a votare per le elezioni ?
Svolta , curva, piega ; ritreppio, ripiegatura , accorciatura
senza tagliare la stoffa .
Pàrmu, chjìca e botatùra : palmo della mano destra
disteso, prima piega della falange del pollice con l’unghia,
seconda piega del metacarpo del pollice ; era anche una
misura per la tela , metà dell’altra misura di legno
chiamato: “ vrazzalòru “ = lunghezza di un braccio
“ vràzzu” , pari a 52 cm. Il palmo ½ del palmo 25 cm. .
Chiocciola, non lumàca, da –bava = vàva, perché fa la
bava, vavalàcu, vovalàcu , plurale: vovalàci ;
la sua casa la porta sempre addosso.
La lumaca, è la limaccia, vedi : “limbò”
“ Tèsta ‘e vovalàcu ! “ > testa con le corna, cornuto.
Vovalàchi, chiocciole, con 4 corna tra queste gli gli occhi.
Ha voluto, ho voluto, volere ..
Recipiente di terracotta per liquidi di altezza varia ;
tipo di orcio panciuto con collo breve, piccola bocca e
370
Vozzarèdhu :
Vòzzaru :
Vòzzu :
Vrànca :
Vrancàta :
Vrancatèdhu:
Vrantòni :
Vràsci :
Vrasciòla – i :
Vrasciòlu :
Vrasciòmula :
Vrasciomulàru :
Vràsciu :
Vràzza :
Vrazzàla :
Vrazzalòru :
due anse opposte che scendono dalla bocca sino ai
fianchi, recipiente per l’acqua . ‘Na vòzza d’acqua .
Piccolo recipiente per bimbi. Vedi la voce precedente.
Hanno voluto, hanno preteso.
Gozzo.
Le mani congiunte .
Quanto ceci,fave,cicerchia ecc. contiene la “vrànca”
Vrànca : le due mani unite a giumella e aperte:
‘na Vrancàta ‘e cìciri, ‘na vrancàta ‘e pòsa .
vrancàta : scilàcca , colpo dato con la mano aperta.
“ Si nna’ hfinìssci, ti jèttu ‘na vrancàta ‘ntra hfàccia ! “
Desco con gli attrezzi del calzolaio e le semenze-chiodi,
da vranca, che prende le semenze con la mano per
metterle in bocca per poi una alla volta le riprende
per inchiodarle .
Antica fontana che reca ancora il nome del certosino
FrateAntonio . Sorgente di acqua purissima , si trova
sull’odierno confine territoriale a Est con Montauro.
La strada rotabile la sfiora, ricostruita negli anni ’70 del
secolo XIX . Oggi 2011 non esiste più, grazie al Comune di
Gasperina .
Braci .
Braciuòle, fette di carne del lombo con l’osso, che si cuoce
sulla brace o in padella; involto di carne con ripieno a base
di uova sode, prezzèmolo /petrosèlinum /, peperoncino e
altri condimenti.
Crocchètta, arancino di riso con altri condimenti, anche
“ involto “ di carne tenera con ripieno di altri condimenti.
Albicocche . (vrasciomula: il vocabolo, potrebbe derivare da
“vràscju “ = brace, colore della brace .
Pianta dell’albicocca .
Brace .
Braccia .
Bracciante, da vràzza = braccia,contadino , zappatore .
Misura di lunghezza di un braccio “Vràzza-vràzzu “
Oggetto della massaia che usava per misurare la tela
371
Vrazzulìnu :
Vràzzu :
Vràzzu :
Vrìsi :
Vròcculu :
Vrodàta :
Vròdu :
Vròngiadhu :
Vrùscia :
del telaio: righello di legno durissimo –bosso-largo due
centimetri, lungo 52 centimetri ; una tacca al centro a 26
centimetri. (oggetto del 1700 non più in uso conservato da
A.Pisano) Quando delle donne litigavano, una diceva
all’altra,vista e saputa la condizione dell’altra :
“ No’ nd’hai vrazzalòru mu ti misùri ? “ = non hai un
metro o altra misura per misurare tua mente e cuore, il
sentimento e la tua dignità ?
Bambino che ancora non cammina gattoni e viene preso in
Braccio = vràzza- vràzzu .
Braccio.
Braccio, misura della massaia che stende e misura la tela
con il suo braccio: 1-2-3-4- ecc, di braccia di tela.
Brìsi: antica località rurale a Est di Gasperina, già
possedimento del confinante convento di San Bruno,
convento per frati convalescenti, provenienti dalla
Certosa di Serra . Qui 4 bocche d’acqua sorgente
hanno dissetato tutte le generazioni di Gasperina ;
la strada che scende dalla periferia di Gasperina, un
tempo era a regola d’arte impietrata con i 4 mulini
ad acqua attivi, proprietari di essi e dei fondi rustici, sempre
dei gasperinesi, macinavano a turno le granaglie, perché il
primo forniva l’acqua al secondo e così via .
Oggi tutto si trova in rovina comprese le 4 bocche
della preziosa acqua di Brisi ed i 4 mulini. (Mai visti
montauresi confinanti, venire presso questa fontana ed ai
mulini con loro granaglie . Proprietari i gasperinesi;
proprietari delle terre intorno ai ruderi del fu
Convento, del terreno interno di esso: proprietario il
gasperinese Celìa Modesto di Gasperina, l’esterno, uliveto,
proprietari: eredi Manni di Gasperina . Ultimo Catasto: 1938
–1949 risulta territorio di Montauro.“Mistero della fede” ;
Gasperina sempre lo è stata ad opera dei “nobili” Sindaci !
Broccolo, qualità di cavolo; figura di persona ingenua che
abbocca nel tranello di chi lo sta ingannando.
Broda,brodaglia, “vrodàta”,rifiuti del cucinato per il maiale .
Brodo .
Muco nasale grasso.
Che brucia; ‘A gadhìna hfàcia l’òvu, o gadhù, ‘i vrùscia
‘u cùlu ! La gallina fa l’uovo, al gallo brucia il culo !
Morale: tu fai uno sforzo con sacrifici, altri senza nulla fare
muovono delle critiche a spese altrui.
372
Vrùscia :
Vrùscia :
Vrusciàra :
Vrusciàtu :
Vruscjàta :
Vrusciàtu :
Vruscìra :
Vrùscju :
Vrùscju :
Vruscìra :
Che è bollente come la patata lessa tra le mani, brodo,
minestra bollente.
Umore piccante in bocca di peperoncino molto acuto;
per spegnere il bruciore basta masticare mollìca di pane.
Bruciare, debbiare, abbruciare stoppe e sterpi per ingrassare
il terreno; bruciare carta cartoni ; fare terra bruciata di tutto.
Arso, bruciato.
Arsa, bruciata .
Bruciato, arso.
Bruciare, ardere.
Al gioco delle carte, quando 4 carte hanno lo stesso
colore superiori alla primiera si dice > “vrùscju “ , brucio,
bruciare l’avversario con le 4 carte di un colore. Nella
“passatella “ nel fare il padrone e sotto, si dànno le carte 4
per ogni giocatore, chi fa primiera padrone, chi fa
“vrùscju” 4 carte tutti di un colore supera la primiera.
Secondo ordini di chi regola il giuoco padrone e sotto, che
fanno bere o tengono per loro le bevande, lasciando bocca
asciutta tutti gli altri, o qualche singolo giocatore.
Il padrone del giuoco recita sempre la solita formula
rivolgendosi al sotto padrone: “ Sotto, col piacer vostro,
beve Nicola ? – Il sotto, può dire di sì , ma il padrone
resplica : “ Volete voi, non voglio io ! “ altro invito : sotto
col piacer vostro e mai che fosse il mio, il bicchiere pieno lo
voglio libero . Il sotto risponde: “ libero, ma per la vostra
bocca ! “ ed il padrone beve il bicchiere interamente. Il
padrone continua : “dò a voi libere le bevande rimaste,
sempre che sappiate fare il giuoco . “ Il sotto, riempiendo i
bicchieri dà da bere a sua scelta , ma il padrone dice di no;
dicendo : “i bicchieri pieni sono liberi per la vostra bocca .
Ecc. . Si verifica che proprio il sotto –padrone, non beve
nulla rimanendo all ‘ URMMU = ùrmmu , senza mai bere,
o uno solo degli altri giocatori; o che il padrone riesce a bere
tutte le bevnde rimaste . Il padrone può offrire a più
giocatori dicendo al sotto:” Col piacer vostro ,mai che fosse
mio, con 3 bicchieri bevono:Francesco, Rocco , Raffaele ? “
Il sotto dice : si ! – il padrone offre e accosta 3 bicchieri
vuoti, perché non aveva precisato 3 bicchieri pieni . Altrove
la “passatella” la fanno col solo padrone. A Gasperina si è
sempre fatta col padrone e sotto e la formula del giuoco
detta sempre in italiano .
Bruciore, infiammazione, dolore; ardo, brucio, accendo.
Ardere, bruciare qualcosa.
373
Vrusciùra :
Vrusciàta :
Vrusciùti :
Vrusciùtu :
Vucàta :
Vùcca :
Vuccàgghju :
Vuccàta :
Vucatàru :
Vucatèdhu :
Vùcca :
Vuccàgghju :
Vucchìja :
Vuccièri :
Vùccula :
Vùda :
Cociore, arsura, bruciore, dolore .
Bruciata, arsa .
Bruciati, arsi .
Bruciato, arso .
Bucato dei panni : imbiancatura dei panni fatta con cenere e
acqua bollente; fare il bucato. I panni che si mandano ad
imbiancare; riportare il bucato; di bucato, bianchissimo;
pulito. Lisciva, ranno, cenerata, sapone, candeggina.
Risciacquare, strizzare, tendere, stendere, appendere,
segnare. Caladaia, conca, lavandaio, lista del bucato. ( Vedi
la voce : “ Vucatàru “ )
Bocca .
Museruola, > p’ ‘a gàrggia- vùcca = bocca .
Boccata, tanta roba quanto si può tenere nella bocca.
Panno ruvido bianco, si pone sopra i panni già lavati e
sistemati nella cesta di canne e vimini,
per spargere sopra acqua bollente con cenere per il bucato
per renderlo più bianco .
Mini bucato per tenere a mollo i ceci da bollire: in un lembo
di tovagliolo si depone un pizzico di cenere selezionata
(oggi taluni lo fanno con il bicarbonato, sale che contiene il
doppio di acido carbonico ) formando un sacchetto. I ceci
duri lavati in acqua calda salata, vengono strofinati tante
volte con la mani, poi nella stessa acqua viene lasciato il
sacchettino con la cenere per tutta la notte, al mattino
sempre con acqua calda, vengono lavati i ceci
ripetutamente, sempre in acqua calda nella pignata vengono
lessati a fuoco lento, quando viene a mancare l’acqua,
bisogna sempre unire acqua calda sino a quando i ceci
diventano ben cotti, nell’ultima bollitura, si uniscono i
condimenti. ( Se nei ceci viene aggiunta acqua fredda, gli
stessi tornano ad essere duri ). Vedi la voce > Cìciari < .
“ De’ cìciru ‘u vròdu, de’ prèviti ‘a Mìssa ! «
Bocca .
Boccaglio per sommozzatori; intimare a star zitto con
minaccia o senza; museruola; limitare la libertà .
Che boccheggia , movimento della bocca, agonizzare .
Macellaio , vucccièri, dialetto di Girifalco (CZ)
Bòccola , bòrcchia, anello di ferro per legare l’asino, mulo o
o cavallo alla cavezza .
Biodo, sala, dalle foglie alte e larghe, che si impagliano
sedie vienna di legno e fiaschi (o : càrice, fusca, elata di 100
tipi diversi )
374
Vùi-àtri :
Vùi :
Vurvvìnu :
Vùtu :
Vùvata :
Vùvatu :
Voi altri . Vui àtri .
Voi, pronome .
Vivaio, semenzaio. Vedi la voce : “ Vivàju “ .
Voto di castita, voto alla Madonna per ottenere grazie;
voto / vutum / libera scelta, promessa che si fa a Dio.
Gòmiti delle braccia /gomiti /
Gòmito del braccio, articolazione del bràccio con
l’avambraccio.
Z
Zzàccanu :
Zahfalìja :
Zahfarèdhi :
Zahfàrògna :
Zagarìsi :
Zàjinu :
Zzalarmacàru :
Zzalàrmacu :
‘nZalàta :
‘nZalatèra :
Zàna :
Zanganàtu :
Zangàri :
Zanzarèra :
Zzappùdha :
Zzappulijàra :
Zzappùna :
Zarahfìnu :
Zaràffu :
Stàzzo, fermata, spazio recintato all’aperto per le pecore .
“ Ora in terra dì Abbruzzo i miei pastori Lascian gli
stazzi e vanno verso il mare “ ( D’Annunzio )
Tempo piovigginoso, che pioviggina .
Trucioli di legno fatti dal falegname usando la pialla.
(?)
Zagarìse : Comune in provincia di Catanzaro.
Zaino .
Operaio specializzato per l’alzamento di muro a secco.
Muro a secco di pietre nei fondi rurali.
Insalata ( ‘nZalàta, mia ‘nzalàta, ‘e sala ‘na pizzicàta/poco/,
de ògghju ‘na ‘dogghjàta /abbastanza olio/ ).
Insalatiera, recipiente avente forma di ciotola alta e grande
di vario materiale.
Tasca , cesta, culla, nicchia .
Inzuppato di acqua .
Località rurale in agro di Gasperina .
Zanzariera , velo come cortina intorno al letto contro le
zanzare; o rete con maglie fitte di altro materiale che si
fissano alle finestre per fermare insetti e tra questi le
zanzare.
Zappa stretta e lunga per sarchiare il grano con manico di
legno fissato nell’occhio di ferrato.
Sarchiare il grano con la “ Zzappùdha “ vedi Zzappùdha .
Grande zappa larga e lunga con manico di legno nell’occhio
ferrato della zappa.
Serafino, nome proprio di persona.
Voce relativa al giuoco della zara con tre dadi. Persona
immorale che giuoca con i soldi del padrone che gestisce il
375
Zàssu :
Zènzadhi / u :
Zèru :
Zamàrra :
Zàmbarru :
Zàna :
Zàna :
Zzannàra :
Zzannùtu :
Zzannàu :
Zanzarèra :
Zzàppa :
Zzappatùra :
Zzappètta :
Zzappùdha :
Zzappulijàra :
nZapùna :
Zzappùna :
giuoco e vince sempre per attirare e far giocare altre
persone.
Quando si parte ‘l gioco della zara,
colui che perde si riman dolente . ( Dante: 2-6-1 , 2-6-2 )
Grasso, tarchiato, si direbbe obeso .
Pènari,pènaro ; cordoncini a mazzetti liberi non tessuti
,legati liberi ai lati dell’ asciugamano; estremi fili dell’ordito
che rimangono senza essere tessuti , e formano in fondo a
una coperta, a un asciugamano e simili, una specie di
frangia; pendaglio, pendone, pendente, frangia.
Zèro ( dall’arabo, sifr ) cifra che ha la figura di o , senza
nessun valore per sé stesso, che serve a indicare in un
numero la mancanza di unità di un ordine; e aggiunta ad
altre cifre, a destra, serve a moltiplicare per dieci.
( La nostra numerazione usata: 1-2-3-4-5-6- ecc. , viene a
noi dagli Arabi , sono numeri àrabi )
Zòtica, incivile, rustica .
Incivile, rude, zotico.
Zàna, dalla stessa radice di zaino, cesta ovale , fatta di
stecche di legno intrecciate; cosa simile era la culla con due
legni convessi in modo che possa dondolare.
Zàna, indumento pesante per coprire le spalle.
Zannare .
Che ha denti grandi ed anormali .
Ha azzannato .
Zanzariera , cortinaggio di velo disposto intorno al letto.
Che ara la terra con la zappa.
Zappatore, contadino .
Zappetta, piccola zappa .
Zappa alta estretta per sarchiare il grano . Al Nord Italia,
tipo di marra con due o tre denti per estirpare le erbe nocive
nel seminato.
Sarchiare il terreno con il grano ancora in erba .
Insaponare, che spalma il sapone sui panni.
Zappa del contadino larga e lunga.
376
nZapunàra :
nZapùra :
Zzaràda :
Zzaradùtu :
Zzarijàra :
Zzarijàtu :
Zzarrùna :
Zzàzzarra :
Zèlu :
Zènzadhu /i :
nZèta :
Zzìa :
Zzìatta :
Zzìattu :
Zibìbbu :
Zzìcca :
Zzicchèdhu :
Zziccordàta :
Zihfàla :
nZilàra :
nZilàta :
Zillerìa :
Zzilla :
Zzillùsu :
Zimàrra :
Zzìmba :
Zzimbarìu :
Zzìmbarru :
Zzimbèdhu :
nZìmiti :
Insaponare i panni, passare il sapone.
Condimento che dà sapore, insaporare, insaporire .
Seccaiòne , ramo secco .
Albero moribondo con dei rami secchi.
Fare del ferro rosso nella forgia, con l’olio di colza, acciaio.
Ferro reso acciaio .
Zotico, incivile, caprino .
Zàzzera,capigliatura folta mai pettinata, sporca e nodosa.
Zelante, che ha zelo , capacità e velocità .
Pènaro, pènari ; estremi fili che rimangono senza essere
tessuti, e formano in fondo a una coperta, a un asciugamano
e simili. Una specie di frangia .
Zeta, ultima lettera dell’alfabeto .
Zia .
Tua zia .
Tuo zio .
Zibibbo, uva pregiata, àcini grossi .
Zecca .
Il centesimo della lira detto “ papalina” ; uomo
zzicchèdhu: avaro al massimo sino al centesimo e
millesimo. (Ma il mangiacarne /tambùtu/ non ha le tasche ! )
Azione che si compie con l’ indice e medio della mano
destra; azione, colpo, scatto, buffètto veloce che si dà con
la punta del dito medio liberandolo dall’indice che lo
trattiene facendolo scoccare contro un seme o per
scherzo sulla testa dell’amico .
Goccia d’acqua piovana.
Conficcare un’arma bianca nella carne, uccidere: infilare il
filo nella cruna dell’ago .
Azione di chi usa il coltello, coltellata; il filo è penetrato
nella cruna dell’ago.
Zona marina di Gasperina presso la frazione Pilìnga.
Cavillo, scusa, ragione apparente o finta per eludere i patti.
Cavilloso, pignolo, meticoloso; tagliare un capello in
quattro.
Zimarra, / dallo spagnolo : zamàrra / lunga veste del prete.
Ripostiglio ridotto sporco, lurido, immondezzaio,tugurio.
Simbarìo : Comune in provincia di Catanzaro.
Maschio della capra , zzìmbaru .
Sottoscala esterna alla casa per deposito di rifiuti solidi
urbani e altro.
Lineamènti del volto umano che costituiscono le fattezze:
fisionomia, sembianze, graziosi, gentili, fini .
377
Zzìmma :
Zzìmmu :
Zìngaru :
Zingàtu :
Zìngu :
Zzinnànca :
Zzinnòlantu :
Zzipàngulu :
Zzì’-pèppa :
‘nZìpidu :
Zzìppa ‘e lignu :
Zzìppi ‘e cànna :
Zzìppi :
Zzìppula :
Zìrra :
Zirrùsu :
Zzitèdhu :
Zzìtu :
Zzìutta :
Zzìu :
nZivàra :
nZivàra :
ZZòccula :
Zzòcculi :
Zzòcculu :
Zzocculùna :
‘nZòlia :
‘nZolunùtu :
Zzombàta :
Zzòmba :
Mia zia.
Mio zio .
Zingaro.
Zincato, rivestito di zinco .
Zinco .
Coda lunga e sottile di cagnolino o gattino, per farlo
crescere in statura, si legava stretto con un pezzo di spago
la parte terminale della coda che poi cadeva da sola; coda
lunga sopra l’ànca .
Dente tra il canino ed il molare .
Anguria, cocomero .
Orinale, pitale che un tempo si teneva sotto il letto o nel
comodino. “ Zzi – Pèppa “ (zio Giuseppe ) .
Insìpido,non sapido.
Zìpolo di legno per turare buchi o per rincalzare un mobile .
Chiodi di canna usati dai calzolai per i tacchi d’uomo.
Bullette del calzolaio di ferro dolce di varie altezze.
Tarallo di pasta lievitata e fritto ; plurale : zzìppuli .
Voglia di fare all’amore . Zìrra: a Girifalco (Cz), è la giàra .
Vedi la voce precedente .
Bambino, fanciullo .
Promesso sposo .
Tuo zio .
Zio .
Applicare il sego .
Dare lauta mangia per ottenere un favore, dare la “mazzetta”
mettere il sego = sìvu , oliare ingranaggi o altro per rendere
scorrevole la cosa.
Donna meretrice . Plurale di zoccolo di legno.
Zoccoli di legno, calzatura.
Zoccolo .
Ratto, grosso topo ; donna di bordello, meretrice.
(Dha-dhe-dhi-dho-dhu > in Gasperina, hanno suono
aspro, ronzante e sonoro, dentale; in altri paesi usano:
Da - dda ; de-dde; di-ddi; do-ddo; du-ddu )
Inzòlia , o insòlia : uva bianca ovale molto saporita; vitigno
calabrese - siciliano.
Intontito .
“ Hàva ‘a testa zzombàta ! “ , ha la testa con ematomi, con
bitorzoli.
Aumenta di volume .
378
Zzòmba :
Zzombàtu :
Zzòmbu:
‘nZòmma :
nZonnicchjàtu :
nZonnubìgghja :
nZònnu :
Zzòppa :
Zzoppàtu :
Zzoppicàra :
Zzoppichìja :
Zzoppìja :
Zzoppijàra :
Zzòppu :
Zzuccaràtu :
Zzuccharèdhu :
Zzuccarèra :
Zzùccaru :
nZùdha :
Zugrùna :
Zùnza :
Zunzà ! zunzà ! :
Zunzunàta :
Zuparèdhu :
‘nZùppa :
Zzùppa :
‘nZuppàra :
‘nZuppàtu ‘e sudùra :
Zzùppu :
Bitorzoli cresciuti sul capo per infezioni per urto o colpo
ricevuto.
Gonfio come un lipoma, colmo oltre la rasera traboccante.
Bitorzolo,prominenza irregolare che si forma sulle spalle o
su altro posto; gonfiore per urto; lipoma formato
da grasso, tumore benigno; còmba, sul collo ecc.
Insomma, in conclusione, insomma la smetti ! la finisci !
“ ‘nzòmma, chi bbòi ? “
Che si alza dal letto con gli occhi ancora non aperti, non
Sveglio del tutto.
In sonno-veglia .
In sogno, sognare dormendo.
Animale o persona zoppa .
Azzoppato .
Zoppicare , camminare zoppo.
Pare che zoppica .
Deambula col piede .
Deambulare .
Zoppo , sciancato .
Zuccherato .
Zuccherino, parola negativa e sarcastica contro persona che
non è affato zucchero, ma che sa dare a tutti dispiaceri .
Zuccheriera .
Zucchero .
Dolce natalizio e tradizionale a base di sàpa, ha forma ovale
e piatta lungo un 10 centimetri. In altri paesi: “susumèlla”.
Persona incivile, analfabeta, tardo di mente.
‘Ndùdha, ndùja; insaccato di tutti i resti minuti del maiale
bene pepata.
Voce della mamma, incitamento al bimbo da svezzare per
accettare la pappina .
Voce lanciata dall’interessato qua e là, per ottenere
consenso da qualcuno, vendere o acquistare proprietà altrui.
“ Jettàu ‘na zunzunàta cha si vìnda ‘a casa ! “
Papiro / Cituperus / (?) ; ha culmi sottili quadrangolari, alti e
lunghi, in cima ad essi ciuffi di foglie a forma di corona che
si piegano sul culmo come fossero rotte.
Che inzuppa, inzuppare, intingere nelle cose liquide per
diventare zuppo.
Radice di un tronco lasciato nella terra, ceppaia.
Rendere zuppo .
Madido di sudòre .
Vede la voce Zzùppa .
379
‘nZùra :
nZurccàra :
‘nZurttàra :
‘nZùrttu :
‘nZùrttu :
‘nZuvaràti :
‘Zzuzzàra :
Zzuzzàta :
Si sposa, si > ‘nzùra .
Fare il solco con l’aratro o con la zappa. “Sùrccu = solco”
Insultare, offendere .
Insulto, frase o parola offesiva.
Insulto fisico, attacco cardiaco, colpo opoplettico, ictus.
Arti del corpo umano come fossero addormentate, fiacch
Urtare con la fronte .
Colpo dato con la testa , zuccàta , testata .
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
hfìna – fine- finis -
Al mio amato dialetto :
Mi hfùsti nòtta e jjòrnu vèru amìcu
e mmài mi poi chjamàra traditùra.
Mo, no’ tt’ ‘u màndu a ddìra, eu mo t’ ‘u dìcu
cha ’e ttutti ‘sti PALORI , tìnna cùra,
prìma mu càju MORTU, e ‘a hfòssa chjìcu !!!
( Antonio Pisano di Gasperina del 17 aprile 1934 )
Nova Milanese, 2015
380
INDICE
I vocaboli dialettali a margine sulla sinistra , tante voci relativi ai nomi sotto
citati, vi daranno il numero della pagina. Esempio: CCICCU = Cico
SIMONETTA pagina 102 . GALATEU pagina 157 , per tovare Della Casa
Giovanni . PONTEHFICI- PAPI > pagina 250 , per trovare tutti i Papi
. RIGOLETTU > pagina 275, per trovare G.Verdi , Indice pag.363.
SINDACU > pagina 301 , per trovare tutti i Sindaci di Gasperina.
TERRAMOTU > pagina 328 > per trovare la Scala Mercalli e la Scala
Richter 329 )
Indice dei nomi citati in questo Dizionario dialettale
Accademia
Accademia Della Crusca
Adamo
Africa
Alessandro Manzoni
Alfieri Vittorio
Alfonso La Màrmora
Aliquò Luigi
Andrea Amati
Andrea Guarneri
Antonio Stradivario
Àscoli Graziadio Isaia
Austria
Barletta Vittorio
Bastiano De’ Rossi
Beccarìa Cesare
Belgio
Betània
Biante
Birò
Boccaccio Giovanni
Bonanno Pisano
Bongiòrno Mike
Da(Accademo: Celebre Villa in Atene)
(in Firenze -Fondata nel 1582-)
(Nome del primo uomo biblico, Gènesi 1,26 )
(Continente)
( Celebre scrittore e poeta italiano )
( Celebre tragediografo 1740 + 1803 )
(Gener. e statista 1805 + 1878 )
(Collana rriggitanità/dialetto di R.Calabria/ )
( Costruttore di violini 1530 + 1577 )
( Celebre costruttore di violini )
(Costruttore di violini 1664 + 1728 )
(Filologo - Glottologo 1829 + 1907 )
(Stato )
( Maresciallo CC in Gasperina)
( Accademico della Crusca)
(Illuminista, marchese, autore de “Dei delitti e
delle pene”La figlia Giulia(1761+1841) andò sposa
al conte Pietro Manzoni, fu madre di Alessandro
Manzoni . Cesare Beccarla / 1738+1794 / )
(Stato )
( (El Azariye) Villaggio della Giordania )
(Filosofo greco, uno dei 7 Savi )
( Inventore della penna biro – ungherese)
( Il padre dei prosatori italiani )
( Scultore 1180)
( Il più grande Presentatore della Televione)
381
Brenno
Buffon Gior. Luigi Lecler
Busseto
Calabria
Calvino Giovanni
Campanile Achille
Cana - Città Capone Alfonso :
(Duce dei Galli )
( Grande naturalista 1707 + 1788 )
(Patria di Giuseppe Verdi /Fraz. Le Roncole / )
( Regione- note storiche)
(Riformatore religioso 1509 + 1564)
( Scrittore,giornalista, umorista 1899)
( Le Nozze di Cana – Vang. Di Giovanni)
(Capone Alfonso > AL < Capone Alphonse,
famigerato ghangster 1897 + 1947 )
Carducci Giosuè
( Insigne poeta 1835 + 1907 )
Carelli Gregorio
( Maestro Banda musicale di Gasperina 1985 )
Carlo Lorenzini
(Autore delle Avventure di Pinocchio 1826 + 1890)
Castanò Prof. Giuseppe
( Maestro già a San Pietro a Maiella in Napoli;
Maestro rifondatore Banda di Gasperina 1950)
Catone
(Celebre filosofo greco)
Cavour
(Via )
Cecco Angiolieri
( Poeta popolare senese 13° secolo
Celìa Nicola
(Maestro Bandistico di Gasperina 1946 )
Cesare Caio Giulio
( Duce sommo e Imperatore )
Chilone
( Filosofo greco, uno dei 7 Savi )
Cicerone Marco Tullio
( Celeberrimo oratore rom. e filosofo 106+43 a.C.)
Cireneo Simone
( Aiutò Gesù a portare la croce sul cavlvario)
Cleobulo
( Filosofo greco, uno dei 7 Savi )
Colombo Cristoforo
(Navigatore genovese 1451+1506)
Corridoni Filippo
( Interventista, sindacalista 1888 + 1915 )
Cosenza
(Provincia )
Còsimo I
(dei Mèdici )
Crotòne
( Comune catanzarese)
Deledda Grazia
( Premio Nobel 1926 . Nuoro : 1871 + 1936 )
Della Casa Giovanni
( Autore del galateo (1503+1561)
)
Dietrich (barone di)
(Tenore, Sindaco di Strasburgo. 1748 + 1793 )
Diodati Giovanni
(Teologo, traduttore della Bibbia in italiano
(1576+1649) )
D’Annunzio Gabriele
( il Poeta -soldato – prosatore 1863 + 1938)
DANTE ALIGHIERI
( Il più grande Poeta dell’Universo 1265 + 1321 )
Don Abbondio
( Il Curato > Promessi Sposi )
Dostojevskij Michajlovic F. ( Autore de > I demoni; l’idiota, ecc. (1821 + 1881)
Drais ,von Sauerbronn
( Inventore della bicicletta. (Carl Friedrich >
1785+1851)
Dunant Henri Jean
( Ideatore della Croce Rossa Internazionale (1864)
Premio Nobel per la pace 1944. > 1828 + 1910 )
Dunlop John Boiyd
(Inventore scozzese del pneumatico di gomma
( 1840 + 1921 )
382
Edìpo re
Enotria
Enrico Fermi
E.R. Burroughs
Farina Giovanni
Finlandia
FIRENZE
Fleming Alexander
Foscolo Ugo
Francesco Baracca
Francesco d’Assisi
Francia
Gaio
Gallello Antonio
Galileo Galilei
Garibaldi
Garnerin Andrea
Gàsparo da Salò
Gasperina
Gatti Carlo
Gedda Luigi
Gènis
Germania
Giacobbe
Giacomo Leopardi
Giambattista Grazzini
Giangùrgolo
Giannini Guglielmo
Giàno
Gillette King
Giovanni
Giovanni Pascoli
Gioacchino Rossini
Giotto (di Bondone)
Giovanni Battista perasso
Giovanni
Giovanni Verga
Giovanni XXII
Giunone
Giuseppe
( Edìpo re di Tebe, mitologìa )
( Nome antico dell’Italia)
(Piazza)
(Scrittore, creatore di Tarzan , 1875 + 1950 )
( Inventore bolognese dell’acqua di Colonia )
(Stato )
( Città dei grandi Pittori, Poeti, Scultori )
( Scopritore della penicillina 1928. 1881 + 1955 )
( Grande poeta, autore Dei Sepolcri 1778 + 1827)
( Via )
(Santo, il Serafico , patrono d’Italia 1182 + 1226 )
( Stato )
( Giurista antico)
(Maestro Banda musicale di Gasperina 2000 )
(Fisico, astronomo ,filosofo pisano 1564+1642)
(Via)
( Aeronàuta, areonàuta francese, I° paracadutista
del mondo 1769+1823 )
( Inventore del violino 1542 +1609 )
(Comune già mandamento in prov. di Cz.)
( Musicista , Firenze 1876 – 1965 )
( Presidente dell’ “Azione Cattolica” nato il 1902)
(Inventore dello strumento musicale Gènis . (?) )
(Stato )
(Patriarca ebreo)
( Insigne poeta )
(Accademico della Crusca )
( Maschera calabrese del 1600 )
(Fondatore del Fronte dell’uomo qualunque 1946)
( Dio di due facce )
(Gillette King –1855+1922- statunitense inventore
del rasoio di sicurezza )
( San Giovanni-Evangelista )
(Poeta )
(Musicista celebre)
(I° grande pittore,figlio di pecoraio –1274 + 1337 )
( genovese , alias - Balilla – 1729 + 1781)
(San Giovanni il Battista.)
(Librettista di Cavalleria Rusticana)
(Pontefice /Roberto di Ginevra/ 1316 )
(Mitologia: figlia di Saturno e di Rea,sorella e
moglie di Giove )
(Via San )
383
Giuseppe Mazzini
Giustiniano
Goti
Greci
Guglielmo Giannini
Guillotin Josph Ignace
Gutenberg
Holden
Jacques Santer
Jerocades Antonio :
Imène :
Ippòcrate di Cos
Irlanda
Italia
Iuzzolini Venturino
La Marmora Alfonso
Lamèch
Le Corbusier
Leonardo da Vinci
Lèpanto
Luca
Luigi Pirandello
Lutero Martino
Machiavelli Nicolò
Manète :
Mantegna Andrea
Manzoni Alessandro
Marco
Marx
Karl
Matteo
Meschini
Michelangelo Buonarroti
Minerva
Montàuro
(Via )
( Giurista antico)
( Dominatori della Calabria)
(Dominatori della Calabria)
( Fondatore nel 1945 del movimento politico
“ Uomo Qualunque “ . Pozzuoli ( 1891 + 1959 )
( Medico francese (1738+1814) ideatore della
ghigliottina )
(Inventore dei caratteri mòbili della stampa
(1400+68) Primo libro – Bibbia latina 1450 ) .
( Holden, inventore degli zolfanelli di legno +1897)
( Presidente Commissione nascita Euro 1998)
(Autore della “Lira Focènse” nato a Pergalìa (Cz) )
( Bellissimo giovane d’Atene, di cui gli ateniesi lo
fecero il Dio delle nozze. I poeti lo dissero figlio di
Bacco e di Venere, e d’Apollo e di Calliope )
( Il più grande medico dell’antichità; fon la
dottrina delle crisi e della dietetica )
(Stato )
( Nazione – Stato -)
( Maestro Banda musicale di Gasperina 1933 )
( Generale e statista 1805 + 1878 )
( Figlio di Matusalemme, padre di Noè )
(Charles Edouard Jannet , architetto svizzero
1887 + 1965)
(Pittore,fisico,ingegnere, matematico 1452 + 1519 )
( La battaglia navale storica (1571)
Vittoria cristiana contro i Turchi)
( San Luca-Evangelista > discepolo di San Paolo )
(Commediografo)
(Frate agostiniano; Riforma religiosa(1483+1546)
( Insigne statista e scrittore 1469 +1527 )
( Eretico, fond. della setta Manichea. 3° sec.d.C )
( Insigne pittore 1431 + 1506 )
( Massimo scrittore italiano 1785 + 1873 )
( San Marco- Evangelista )
( Filosofo tedesco nato a Treviri – ( 1818 + 1883 )
(San Matteo – Evangelista )
( Vedi la voce > Cònzu < per spremere l’uva )
(Insigne architetto, pittore,scultore 1475 + 1564 )
(Mitologia: Dea della sapienza,delle arti e della
guerra)
(Comune in provincia di Catanzaro )
384
Morgezia
Moscato Giuseppe
Mussolini Benito
Napoleone I Bonaparte
Nicòt
Nobel Alfred Bernhard
Novàro Michele
Noè
Normanni
Olanda
Orazio
Orazio Samà
Palestina
Pantaleòne –SanPaolo di Tarso
Paolo
Paride
Pelasgi
Pelèo
Periandro
Pietro Mascagni
Pietro /San /
Pilàto Ponzio
Pio V
Pisa
Pisanello
Pittaco
Portogallo
Preti Mattia
( Nome antico della Calabria)
(Collana rriggitanità /dialetto di R.Calabria/ )
( Duce e condottiero 1883 + 1945 )
( Duce e Imperatore)
( Ambasciatore di Francia, introdusse in Europa
(1560) l’uso del tabacco, che dal suo nome, si
chiamò nicoziana, e la sua parte velenosa, nicotina.
1530+1600. )
(Chimico svedere, la nitroglicerina la trasformò in
dinamite 1833 + 1896 )
( Musicista genovese( 1822+1885), musicò le parole
di Mameli, parole ormai superate con l’Europa
unita )
( Patriarca ebreo, l’uomo dell’Arca )
(Dominatori della Calabria)
(Stato )
(Insigne poeta latino)
( Maestro Banda musicale in Gasperina 800 –1920)
(Terra promessa, antica Giudea)
(Medico e Martire, anno 345, patrono di Montàuro
(S.Paolo /Sàùlo/ nato il 2 a.C. + il 66 d.C. ;
evangelizzò l’ Asia Minore, la Grecia e Roma ove
fu decapitato. Apostolo di Cristo )
(Giurista antico)
(Mitologia: figlio di Priamo e di Ecuba )
(Dominatori della Calabria)
(Mitologia: figlio di Eaco, re di Egina e padre di
Achille )
( Filosofo greco, uno dei 7 Savi )
( Primo autore verista, musicò Cavalleria
Rusticana su libretto del verista G.Verga )
(Apostolo di Gesù, figlio di Giovanni, fratello di S.
Andrea: 10 a.C. + 66 d.C.)
( Procuratore sotto Tiberio + anno 37 )
( Papa / Antonio Ghislieri / dal 1566 - 1572 /
Vedi in questo dizionario la voce > Rosàru < )
( Città e provincia omonima sorta 12 sec. a.Cristo)
(Antonio Pisano detto il Pisanello:
medaglista, pittore, scultore. 1395 )
( Filosofo greco, uno dei 7 Savi )
(Stato )
( Grande pittore calabrese – 1613 + 1699 >
Il Cavaliere calabrese )
385
Quintino Sèlla
Raffaele Milano
Raffaello Sanzio
Rattazzi Urbano
Redi Francesco
Richter Charles
Rolfhs
Romani
Rossini Gioacchino
Ruggèro
Salomone
Samà Orazio
Sannazzàro Jacopo
Sant’Antonio abate
Schwartz Bertoldo
Sella Quintino
Servello Franco
Sfinge
Simonetta F.> Cìcco < :
Sòcrate
Solone
Strasbugo
Tacco
Talete
Tèti
Tripodi Nino
Ugo Foscolo
Urbano IV
Vènere
Verdi Giuseppe
Verdi : le sue Opere :
( Statista: Ministro > impose le tasse sul Macinato
e Ricchezza mobile 1827 + 1884 )
(Podestà)
(Grandissimo pittore - 1483 + 1520 )
(Statista . 1810 + 1873 )
(Medico naturalista, poeta, 1626 + 1694 )
(Sismologo, nel 1935 sviluppò la sua scala )
(Autore d’un Vocabolario dialettale calabrese )
(Dominatori della Calabria )
(Insigne Musicista pesarese 1792 + 1868 )
(Conte Ruggèro il normanno 1031+1101 / il figlio
fu il primo re normanno delle due Sicil. 1097+1154
(Re: figlio di Davide e di Bersabea . 976 a . C. )
(Maestro di Musica in Gasperina 1870 – 1920)
(Letterato e poeta napoletano )
(Protettore del dialètto, dei fornai, degli animali –
251+336 d.C. Festa 17 gennaio )
(Inventore tedesco della Cartolina illustrata.+1908.
( Ingegnere, scienziato, statista 1827 + 1884 )
(Deputato in Parlamento )
( Mostro favoloso dell’antico Egitto / persona di
cui è difficile scrutare i propri pensieri /
( Nato a Caccuri di Catanzaro –1410+Pavia 1480 –
Amministratore di Milano e della Lombardia al
tempo di Francesco Sforza e di Galeazzo Maria )
(Grande filosofo ateniese. 470+401 av.Cristo )
( Filosofo greco, uno dei 7 Savi )
( Citta francese dell’Alsazia sul Reno )
( Ghino di)
( Filosofo greco, uno dei 7 Savi )
(mitologia:madre di Nereo e di Dori,dea del mare )
( Senatore in Parlamento – calabrese - )
(Insigne poeta )
(Pontefice /di Troyes / 1261 )
( mitologia:divinità pagana,figlia di Giove,moglie
di Vulcano, madre dell’Amore, dea della bellezza )
(Grandissimo musicista compositore ( 1813+1901 )
1842 – 1949 : V. E. R . D . I . (Vittorio Emanuele Re D’Italia )
Nabucodonosor ; I Lombardi alla prima Crociata ;
Ernani ; I due Foscari ; Giovanna d’Arco ; Alzira ;
Attila ; Macbeth ; I Masnadieri ; Jèrusalem ; Il
Corsaro ; La battaglia di Legnano .
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1849 – 1959 Luisa Miller ; Stifelio ; Rigoletto ; il
Trovatore ; La Traviata ; I Vespri Siciliani ;
Simon Boccanegra ; Aroldo ; Un ballo in maschera
1959 – 1979 Intermezzo politico ; La forza del
destino; Inno delle Nazioni; Il Macbeth,riformato ;
Don Carlos ; Intermezzo polemico ; Aida ; Il
Quartetto per archi ; La Messa da requiem .
1879 – 1893 Pater noster ; Ave Maria ; Simon
Boccanegra , rifacimento ; Otello ; Falstaf .
1893 – 1901 Pezzi Sacri
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AA.VV.
Bibliografia
Vocabolario fondamentale lingua italiana
Pisanello (Antonio Pisano 14° sec.)
1998
Chiarelli
Renzo
Costèro
Francesco La vita nuova
Il Convito
Il Canzoniere
Devoto
Giacomo
Vocabolario
1967
Diodati
Giovanni
La Sacra Bibbia
1649
Gatti
Carlo
Vita di G.Verdi
1953
Giuseppe
Ricciotti
La Sacra
1911
Giannesi
Fernando Letteratura italiana
1971
Lessona
Mario
Dizionario di cognizioni utili
1905
Hazon
Mario
Dizionario Inglese-Italiano
1963
Melzi
Gian Bat. Dizionario letterario – scientifico
1925
Palazzi
Fernando Dizionario lingua italiana
1924
Ricciotti
Giuseppe
La Sacra
1940
Randelli
Giuseppe
Divina Commedia di Dante
1955
Valente
Gustavo
Dei costumi calabresi
1983
Vitaliano
Giuseppe Riccio Francesco Saverio (poeta)
----------------------------------------------------
1988
(Dante )
(Dante )
(Dante )
Bibbia
Bibbia
1966
1938
1938
1938
Antonio Pisano > 17. 04. 1934 < Via Tommaso Campanella, 26 / 88060 Gasperina (CZ)
Antonio Pisano > Via Andrea Doria , 2 / 20834 Nova Milanese (MB) Anno 2015
CHIUSO 2015 . Il DIALETTO NON POTRA’ MAI FINIRE !
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