Annuario 2006-2007(parte generale)in pdf
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Annuario 2006-2007(parte generale)in pdf
Copertina: Eli Cavallini Impaginazione: Eli Cavallini, Luigi Ori Redazione: Viviana Caselli, Eli Cavallini, Marinella Minelli, Luigi Ori Foto classi: si ringrazia per la collaborazione lo Studio fotografico “Paolo2” Via Buon Pastore 34, Modena tel. 059-306211 Altre foto: si ringraziano studenti, docenti... Docenti: si ringraziano tutti i docenti che hanno partecipato con suggerimenti articoli e tutti quelli che hanno collaborato in vario modo. Studenti: si ringraziano gli studenti che hanno inviato articoli e tutti quelli che hanno collaborato. Segreteria: si ringrazia il personale della segreteria per la collaborazione. Esterni: si ringraziano tutte le persone per gli articoli e la collaborazione. Appello: ci rivolgiamo a quanti, avessero ricordi, documenti, testimonianze, aneddoti, fotografie... della nostra scuola. Intendiamo arricchire nelle prossime edizioni dell'Annuario, la parte relativa alla memoria raccogliendo voci, di ex insegnanti, di ex studenti, nella convinzione che la Scuola custodisca un patrimonio d'esperienze, che intendiamo recuperare e valorizzare per mantenere viva la memoria di una comunità che certamente si è formata e riconosciuta, anche attraverso la sua Scuola. Chi desidera collaborare per il prossimo annuario 2007-2008 può contattare la redazione a: tel. 059-20366 e-mail: [email protected] La redazione si scusa per gli eventuali errori e dimenticanze nei vari articoli. Istituto Cavazzi-Sorbelli via Matteotti 2/4 - 41026 Pavullo nel Frignano (MO) - Tel. 0536 20366 Fax. 0536 21164 e-mail: [email protected] Sito web: www.cavazzisorbelli.it Presentazione A cura della Redazione Dove si spiegano le ragioni di questo lavoro P erché ancora l'annuario? Lo scorso anno è uscito il primo numero dell'Annuario ed ha ricevuto una accoglienza più che positiva. Abbiamo pensato di continuare questa iniziativa e quindi eccoci qui di nuovo, a cercare di fare una sintesi delle tante esperienze ed iniziative realizzate nell'anno scolastico 2006-07. Il nostro obiettivo è stato quello di produrre un testo di piacevole lettura rivolto a studenti/genitori/docenti per farci conoscere all'esterno e rafforzare l'identità del nostro Istituto. Quest'anno abbiamo inserito molti articoli su esperienze e iniziative della scuola per valorizzare le tante cose che in un anno accadono. La nostra scuola sta crescendo in questi anni, sta cambiando come sta cambiando il nostro territorio e la nostra società. Questa pubblicazione vuole essere uno strumento per fissare, anno dopo anno, i cambiamenti più significativi sui quali riflettere. Siamo convinti che, solo con l'apporto di tutti, la Scuola Superiore potrà mantenersi aggiornata e svolgere il suo ruolo formativo fondamentale. Gli studenti sono la parte viva, nuova, in crescita e nella scuola devono trovare conoscenze e formazione per essere gli adulti di domani. I genitori e le famiglie chiedono alla scuola collaborazione nella formazione dei ragazzi e nella preparazione professionale, per dare loro possibilità reali di lavoro e realizzazione personale. I docenti e tutto il personale della scuola svolgono un lavoro, un lavoro molto particolare, e devono essere consapevoli in ogni momento degli aspetti educativi, sociali della propria attività. Infine c'è la nostra scuola intesa come struttura, ma anche come insieme di comportamenti che la sua storia, nel corso degli anni, ha impresso. Ognuna di queste componenti deve agire nel proprio ambito, avendo però chiaro di essere inserita in una realtà più ampia, in una realtà che vive e cambia con l'apporto di ognuno . Questa pubblicazione vuole essere una testimonianza, una “memoria”, contiene ancora molti limiti, ma potrà migliorare anno dopo anno e perciò chiediamo il contributo d'idee di tutti: docenti, genitori (attuali ma anche ex) e soprattutto studenti e tutti quelli che hanno voglia di dire la loro, (sia seria, sia allegra) sulla scuola e in particolare sulla nostra scuola. 1 Informazioni e dati sulla scuola A cura della redazione Dove si dà conto e informazioni sugli studenti della nostra scuola A lcuni dati dei nostri studenti. Le classi del nostro Istituto nell'a. s. 2006/2007 erano 38 così suddivise: classi indirizzo P.N.I. classe indirizzo Socio-Psicopedagogico classi indirizzo Aziendale e Turistico classi indirizzo I.G.E.A. classi indirizzo E.R.I.C.A. 12 2 7 8 9 Liceo Scientifico Liceo Scientifico Ist. Professionale Ist. Tecnico Commerciale Ist. Tecnico Commerciale Studenti degli ultimi 7 anni 2000-2001 2001-2002 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 Anno Sc. Tecnico 356 352 354 351 336 321 317 2007-2008 329 M F 67 56 52 64 69 71 80 289 296 302 287 267 250 237 Liceo 212 184 180 196 235 264 326 M F 71 69 83 94 95 95 130 141 115 97 102 140 169 196 390 Professionale 101 86 91 104 103 126 130 147 M F 9 5 8 10 12 13 22 92 81 83 94 91 113 108 totale 669 622 625 651 674 711 773 M F 147 132 143 168 176 179 232 522 492 482 483 498 532 541 864 La composizione per l'anno scolastico 2006/2007 indicava che su 773 studenti 232 erano maschi, vale a dire il 30,02 %, mentre 541 erano femmine, vale a dire il 69,98 % Riguardo al paese d'origine risultavano 723 italiani (93,53 %) e 50 stranieri (6,47 %) Italiani 723 Moldavia 6 Albania 12 Polonia 3 Bulgaria 1 Serbia 2 Burkina Faso 2 Ucraina 1 China 2 Venezuela 2 Cuba 1 Francia 1 India 3 Marocco 14 2 Suddivisione per Comune di residenza Abetone Andranno (Lecce) Fanano Fiumalbo Formigine Frassinoro Lama Mocogno Maranello Marano sul Panaro Montecreto 2 1 16 6 1 1 57 1 3 19 Montese Palagano Pavullo Pievepelago Polinago Riolunato Serramazzoni Sestola Zocca Totale generale 21 6 435 15 22 6 103 56 2 773 Promossi, respinti a.s. 2006-2007 Promossi n° Liceo Tecnico PNI Socio IGEA ERICA Professionale Totale Istituto Respinti % 272 36 144 149 107 708 97,50 76,60 92,30 92,55 82,30 91,60 3 n° 7 11 12 12 23 65 % 2,50 23,40 7,70 7,45 17,70 8,40 Ripetenti per classe SEZIONE TECNICA a.s. 2006-2007 Classe Ripetenti 1° 18 2° 1 1,69 3° 2 3,39 4° 2 2,98 5° 1 1,72 Percentuale(%) 22,22 % Ripetenti per classe SEZIONE SCIENTIFICA a.s. 2006-2007 Classe Ripetenti Percentuale(%) 1° 8 7,55 % 2° 5 7,35 3° 3 4,41 4° -- -- 5° 2 5,13 Ripetenti per classe SEZIONE PROFESSIONALE a.s. 2006-2007 Classe Ripetenti Percentuale(%) 1° 12 26,66 % 2° 10 25,64 3° 1 5,88 4° -- -- 5° -- -- 4 Tecnico Debiti formativi a.s. 2006-2007 Classi debiti 1° 37 2° 48 4 3° 36 1 4° 47 4 Totale 168 9 it. st. ingl. franc. ted. mate. scien. tr. testi ec. az. 5 11 5 12 3 18 13 1 6 11 6 7 4 6 2 7 7 9 9 9 2 21 35 16 37 6 Dir. 4 4 18 19 5 scien. dis. Filos. Liceo Debiti formativi a.s. 2006-2007 Classi debiti it. st. ingl. lat. mate. fisica geogr. 1° 76 7 5 10 19 15 4 5 .2 9 2° 48 3 1 11 16 8 2 1 3 3 3° 54 3 1 3 19 15 5 4 1 4° 18 1 6 7 Totale 195 14 60 45 7 24 3 2 11 6 2 11 13 5 Professionale Debiti formativi a.s. 2006-2007 Classi debiti 1° 44 2° 33 4° 11 1 88 2 Totale it. 1 st. ingl. fran. mat. ec. az. scien. dir. 3 6 2 6 9 3 2 10 1 6 4 5 6 3 5 3 4 4 16 tr.test. ec.tur. arte ed.fis. 3 6 14 5 15 6 7 13 2 2 1 2 1 2 Una ricerca sulla nostra scuola di Krzysztof Szadejko (pedagogista) Dove si espongono alcuni risultati N ell' anno 2006/07 il pedagogista Krzysztof Szadejko ha effettuato una ricerca pilota sulle cause del disagio scolastico degli alunni nell'Istituto “Cavazzi Sorbelli” di Pavullo. nella maggior parte dei casi vi sono situazioni tutto sommato “tranquille”, nel senso che gli alunni si concentrano durante le lezioni, prendono appunti, a casa ricercano il silenzio per studiare, prima di ricordare cercano di capire e dedicano più tempo allo studio; tuttavia, ci sono realtà in cui alcuni alunni manifestano un certo disagio, espresso dal fatto che il 7,7% degli alunni ha fatto uso di stupefacenti e il 26,9% di alcool. Questi alunni, in genere, tendono ad avere problemi con lo studio; ovviamente, la soddisfazione della vita di questi alunni diminuisce e aumenta lo stress. Per quel che riguarda la motivazione allo studio, è vero che non tutti gli alunni sono molto motivati all'apprendimento, ma è altrettanto vero che un gran numero di loro generalmente si identifica con lo studio. Si può immaginare che, di conseguenza, la soddisfazione della vita di questi alunni diminuisce e aumenta lo stress. Inoltre, gli alunni che sono meno stressati nella vita Alla ricerca hanno partecipato 644 alunni tra 14 e 19 anni, di cui 172 maschi (27%) e 470 femmine (73%), di tutte e quattro le sezioni: Liceo Scientifico, Liceo Psico-Pedagogico, I s t i t u t o Te c n i c o e I s t i t u t o Professionale. Agli alunni è stato somministrato un questionario, del tutto anonimo, con una serie di domande . I dati emersi dai questionari sono molto interessanti. Prima di tutto occorre evidenziare che 6 hanno una maggiore predisposizione all'identificarsi con lo studio. Detto in altre parole, un clima positivo, quello di sostegno dell'autonomia dell'alunno nel suo apprendimento in classe, influisce positivamente sulla sua motivazione. Da qui si può collegare lo stress al clima dell'apprendimento in classe, ossia, gli alunni che maggiormente percepiscono lo stress sono portati a non percepire il sostegno dell'insegnante nel loro apprendimento in classe. Di conseguenza la loro motivazione interna e il loro interesse allo studio diminuiscono in maniera proporzionale. Queste conclusioni potrebbero sembrare ovvie in quanto già da anni accertate. Tuttavia, questa ricerca potrebbe servire come una “fotografia” della realtà, per poter, dopo un attenta analisi, formulare i progetti educativi più mirati. Non sempre bastano le semplici osservazioni che qualche volta ci spingono a rimanere prigionieri delle impressioni soggettive. La ricerca “pilota” appena brevemente descritta serve per valutare in modo più oggettivo la realtà del disagio che vivono i nostri alunni. Una volta capito questo disagio almeno un po', ci sarà più facile accompagnare gli alunni nel loro apprendimento e nella loro crescita personale senza che qualcuno si perda per strada. 7 Un saluto diretto di Vladimiro Covili (DSGA del nostro istituto) Dove si legge un saluto sincero Q uesta testimonianza nell'annuario scolastico non vuole essere di maniera che può diventare retorica e melensa. Spero di riuscire ad essere diretto anche in questa occasione. Dal 1° settembre 1978, come segretario, la mia vita si è intrecciata con la scuola e oggi che sono uscito posso affermare che è stato un bel rapporto, con i suoi alti e bassi, ma sempre improntato alla volontà di mettersi in gioco. Sono tante le persone incontrate e conosciute, studenti, genitori e colleghi al di là della qualifica rivestita. righe”, lo riconosco, ma sempre leale. Non mi è mai balenato per la testa e non ho mai fantasticato sulla possibilità di conquistare un posto più attraente e meglio retribuito. A scuola sono stato bene e la scuola mi ha voluto bene. Non perdiamoci nei dettagli. Anche se oggi ai nostri studenti dico che è importante essere preparati a cogliere al volo l'occasione (quando arriva da sola) oppure a rimboccarsi le maniche e ad affrontare la vita alla ricerca di nuove opportunità che li facciano sentire migliori, più valorizzati, e meglio apprezzati. Il mondo è pieno di buoni propositi, ma realizzarli è un altro conto. Buono o cattivo che sia il cambiamento una cosa è certa: la vera materia prima del terzo millennio è il sapere. Per entrare nel mondo del lavoro, e rimanervi, bisogna continuare ad arricchire il proprio sapere. A differenza di un tempo, il diploma conseguito non ha più valore di per se stesso, ma solo nella misura in cui è garanzia dell'acquisizione di una forma mentis duttile, aperta alle più svariate esperienze, che permetta di affrontare compiti e mansioni mutevoli con uguali probabilità di successo. Qui mi fermo e vi ringrazio tutti. Non voglio citarne nessuno in particolare, mi dimenticherei certo qualcuno, e poi...rischierei di perdermi. Voglio dire, però, conoscendo i miei difetti (a volte pregi) che ho sempre ricercato un confronto aperto, leale e improntato al massimo rispetto. Qualche volta sarà stato “sopra le 8 Un saluto riflessivo di Mario Bartoli (docente di lettere della sezione tecnica) Dove si espongono le riflessioni del ”grillo parlante” T ra gli altri acciacchi, la “maturità” anagrafica comporta l'insorgere di manie e sindromi di varia natura: tra le più diffuse è quella del “grillo parlante” (cfr. “Pinocchio” di Collodi), assai diffusa tra la categoria docente, e soprattutto degli ex-docenti. Sì, perché privato di un uditorio docile da bombardare con le proprie fisime che a nessuno interessano, l'ex-docente si sente autorizzato a prolungare (per inerzia) atteggiamenti moralistici, soliloqui astrusi e intimisti, sproloqui para/professionali: naturalmente ben camuffati da riflessioni, proprio come quelle che seguiranno a titolo dimostrativo. Che cosa chiedono gli alunni alla scuola (oltre naturalmente alle nozioni di base, utili all'attività professionale)? Dalla mia esperienza posso dire che essi vogliono capire il mondo in cui vivono; comprendere i meccanismi creati dagli adulti per non rimanerne vittime e per ottenere un inserimento concreto ed eticamente corretto nella società. E' chiaro che la scuola (e chi vi insegna) non può fare miracoli…! Ma una risposta efficace può venire da un rapporto ad alto livello di reciproca conoscenza e di osmosi culturale tra docenti e discenti: che trasformi i contenuti delle singole materie in strumenti formativi della personalità degli alunni. Il sostegno psicologico a scuola: a fronte di una generalizzata maggiore fragilità psicologica degli alunni, si rende sempre più utile all'interno della scuola una figura professionale con spiccata vocazione all'ascolto degli adolescenti e delle loro problematiche: non solo e non sempre legate al rendimento scolastico, ma anche al riconoscimento della propria identità e alla formazione della personalità. Non funziona bene una scuola che non crea ostacoli, che non si pone obiettivi elevati, che non elargisce premi e punizioni. Perché ogni individuo (ogni scolaro) vuole affermare se stesso, 9 essere stimato e apprezzato per quello che riesce/è riuscito a ottenere con la concentrazione, l'impegno, il sacrificio come la famiglia, del resto: che deve dare ogni appoggio possibile ai figlioli, senza mandarli allo sbaraglio, ma lasciandoli lottare, trovare la loro soluzione. Non a caso è dimostrato (v. Pareto) come le élites emergano molto spesso dagli strati più “bassi” della società (dove le condizioni sono più difficili), oppure dalle minoranze oppresse, perseguitate… Ritorneranno gli esami di riparazione al posto dei “debiti formativi” ? Studiare con profitto è tutt'altro che semplice, costa fatica e sacrifici. D'altra parte i contenuti proposti devono essere assimilati nel modo più completo e approfondito possibile, per garantirsi una dote di conoscenze e abilità spendibili in futuro. Ma sappiamo altrettanto bene che, su una pianta, i frutti non maturano tutti contemporaneamente; allo stesso modo, gli alunni hanno capacità e ritmi di apprendimento diversificati…Quindi si presenta il problema del “recupero” di quanto non appreso in modo adeguato. Per questo motivo, visto che la soluzione dei “debiti formativi” non ha dato (in generale) i risultati sperati, si ritorna a parlare di “esami di riparazione” a settembre, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Come sempre, i pareri in merito sono diversi variamente articolati, ma sostanzialmente riassumibili così: chi dice “sì” a tale ritorno sostiene che si tratta del sistema più efficace per uscire dal clima facilone e garantista attualmente vigente; chi nutre forti perplessità invece sostiene che anche gli esami di riparazione potrebbero non essere svolti con il rigore richiesto. Poi aumenterebbero i costi economici a carico delle famiglie, con le difficoltà a reperire docenti qualificati nel periodo estivo; senza contare la “rivoluzione” nel sistema delle vacanze! Sarebbe interessante un dibattito in merito anche a scuola, in classe, dal quale escano considerazioni e suggerimenti a chi il più delle volte decide sulla scuola senza conoscere in maniera adeguata l'opinione di chi la vive quotidianamente e concretamente sulla propria pelle. (Detto tra parentesi: al grillo parlante sembra che ogni sistema di “recupero” possa funzionare, o possa togliere ogni ulteriore alibi a chi non s'impegna adeguatamente a scuola, a patto che sia condotto con la serietà e la professionalità di cui tanti docenti sono capaci!). Lezioni in classe: in classe sta sempre più passando il “modello-TV”. L'ora di 60' te la scordi! L'attenzione, la concentrazione degli alunni difficilmente supera i 20/25 minuti. Poi devi inventarti istrione: interrompi la spiegazione, fai la battuta, proponi aneddoti, commenti. Proprio come in TV, lo stacco pubblicitario: poi, zapping, si naviga… E quando manca il docente titolare…e c'è il supplente ? E' proprio impossibile venirne fuori in modo decoroso ? Deve esserci un sistema efficace: perché il problema crea spesso imbarazzo o frustrazione sia per gli alunni, sia per il 10 d o c e n t e / s u p p l en t e . D a “g r illo parlante” questa potrebbe essere una proposta. Ogni docente, almeno di regola una volta al mese, s'impegna a depositare in Segreteria, nella propria cartella professionale, una “consegna” per gli alunni della propria classe (scheda di ripasso, esercitazione individuale o di gruppo, ricerca, visione di un prodotto filmato…) da assegnare in sua (eventuale) assenza e di cui chiederà riscontro al suo rientro. Naturalmente l'impegno di aggiornare la “consegna” conseguirebbe il non trascurabile risultato di impegnare comunque gli alunni in attività produttive e di “liberare” il docente/supplente da situazioni non sempre ottimali da gestire. Semplice, no? Forse troppo! Una delle “colpe” che non può essere imputata per intero alla scuola è il fenomeno del bullismo; si è mai riflettuto su quante schifezze sono già entrate nella testa di un adolescente quindicenne ? E la famiglia dov'è ? E il contesto sociale com'è ? E la c.d. “società civile” dorme… “A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutt'infuriato e, preso…un martello di legno, lo scagliò contro il Grillo-parlante…lo colse…nel capo, tanto che il povero grillo…rimase lì stecchito e appiccicato alla parete”. 11 Un saluto commovente di Clara Baisi (docente di matematica della sezione tecnica) Dove si legge del 1° e ultimo giorno di scuola S alivo le scale dell'I.T.C. “Cavazzi” intimorita da quella grande e bella scuola, dai tanti studenti che si salutavano abbracciandosi, chiacchieravano e ridevano, felici di ritrovarsi in quel primo giorno di un nuovo anno scolastico. Venivo da una scuola media di un piccolo paese del Frignano, sola, emozionata come sempre mi sentivo prima di un viaggio, grande o piccolo che fosse. Ricordo bene quando entrai in classe quella mattina: i vestiti, studiati e cambiati almeno tre volte, i primi gesti e saluti che volevano dare un'immagine di sicurezza agli sguardi indagatori dei ragazzi, ma l'emozione sopra a tutto che prese il sopravvento e mi fece tremare le mani mentre scrivevo la prima pagina del diario. Quante mattine del primo giorno di scuola ho vissuto da allora? Tante, tantissime e non perché io sia stata una scolara un po' “dura di testa” come dicono i ragazzi e quindi bocciata tante volte, ma perché per tanti anni sono stata in questa scuola la Prof.ssa di Matematica Clara Baisi. Ma anche scolara, sì, perché tanto ho imparato da ognuno dei miei studenti, qualche cosa tutti i giorni, come tutti i giorni ho cercato di insegnare loro un po' di Matematica. Ho riso con loro e qualche volta ho trattenuto a stento le lacrime quando cercavo di aiutarli ad affrontare i primi momenti difficili della loro giovane vita. É stato un bel viaggio, bellissimo e mi dispiace di non riuscire a ricordare tutti i ragazzi che mi hanno accompagnato, che mi hanno lasciato alla fine del loro percorso, che ho ritrovato come genitori di nuovi miei studenti. Ma il viaggio è arrivato alla fine con il mio ultimo giorno di scuola: mazzi di fiori, fotografie, parole scritte e dette, un grande abbraccio, una grande lacrima, la voce che si spezza, ma il cuore e la mente pieni di ricordi e di affetto per i 3500 studenti (1 + o 1-) che ho avuto la fortuna di incontrare. P. S. Non crederanno i miei colleghi e i collaboratori scolastici che mi possa dimenticare di loro? Mai! 12 Un saluto dopo 30 anni di Giuliano Schianchi (Dirigente Scolastico) Dove si legge di 30 anni di permanenza S ono arrivato al Cavazzi nell'anno scolastico 1977/78 e tranne qualche intervallo a Sassuolo ed a Modena ci sono rimasto fino al 2007: prima al Cavazzi poi al Sorbelli ed infine all'istituto Cavazzi Sorbelli unificato. Ho conosciuto molti colleghi e numerosissimi studenti e direi che di moltissimi ho un gradito ricordo. In particolare devo ricordare Domenico Ghibellini che ho trovato al mio arrivo ed ha rappresentato sempre un punto di riferimento fino alla fine. Da molti altri ho ricevuto collaborazione e soprattutto amicizia ma non sto a fare un elenco perché non voglio rischiare di dimenticare nessuno. Gli anni più intensi della mia presenza a Pavullo sono stati gli ultimi tre, in quanto la responsabilità della scuola mi ha coinvolto totalmente e penso che per questo, inevitabilmente, ho avuto grandi soddisfazioni, ma anche scontri e incomprensioni con i miei colleghi docenti. Mi piace comunque ricordare ciò che ritengo positivo nella conduzione della scuola, è ovvio che la realizzazione di un qualsiasi progetto non è merito del preside ma di un gruppo di docenti che assieme con il preside hanno realizzato le iniziative. Partendo dalle realizzazioni più recenti mi fa particolare piacere ricordare lo scambio realizzato con “Gli Americani” perché ha dimostrato che la caparbietà e il lavoro - vedi prof. Annamaria Lisotti - possono portare a superare agevolmente anche un oceano e fare incontrare culture diverse con reciproco interesse e soddisfazione. Il concorso letterario del Frignano, nome molto altisonante per una iniziativa che comunque ha coinvolto molti ragazzi nel tentativo di esternare i propri sentimenti e di avvicinarsi alla poesia ed alla letteratura ed inoltre ha portato gli studenti a contatto con scrittori di chiara fama. L'aiuto della prof.ssa Tosi e la collaborazione della prof.ssa Pini dell'Istituto Marconi hanno reso possibile una ricerca sulla storia del '900, con la presenza di esperti e di “testimoni” e con uscite sui luoghi della memoria del nostro territorio. La fondamentale collaborazione degli enti locali, Comuni e Provincia ha reso possibile l'adesione al progetto “Un treno per Auschwitz” iniziativa che credo abbia inciso profondamente nella formazione di molti studenti, sicuramente ha lasciato in me un profondo e sentito ricordo. La ricerca di adeguare i metodi di lavoro e le attrezzature alla evoluzione dei tempi è stata possibile grazie alla buona collaborazione con il gruppo di “informatica”. La scuola non funziona solo con studenti e docenti ma anche con il lavoro di tutto il personale 13 amministrativo, impiegati, tecnici e bidelli, è fondamentale per una azione corale e coinvolgente ed a Pavullo si è realizzata questa azione superando incomprensioni e personalismi e dimostrando sempre disponibilità alla collaborazione ed alla critica costruttiva. Riflettendo sugli anni passati a Pavullo non posso fare altro che provare un poco di nostalgia e un certo orgoglio per il lavoro fatto. L'ultimo pensiero è per gli studenti, ti fanno arrabbiare, andare in crisi, ti mettono continuamente alla prova ma poi sono quasi sempre in grado di ricambiare con affetto i tuoi sforzi e quindi non puoi fare a meno di amarli. 14 Un saluto tecnico a cura della redazione Dove si legge del tecnico Afro A giugno è andato in pensione il tecnico Afro Ascari. Arrivò in questa scuola, anzi arrivò al Liceo Sorbelli, il 1 novembre 1992 e quando il liceo fu unito al tecnico Cavazzi, cioè il 1 settembre 1996, entrò a fare parte della scuola tutta. vie di fuga... Curioso di ogni aspetto tecnico, aveva una grande esperienza che tutti apprezzavamo. Se occorreva sistemare impianti elettrici, si poteva chiedere ad Afro, c'erano dei cablaggi da fare? Era sufficiente chiamare Afro. Qualche attrezzatura improvvisamente aveva dei problemi? Afro, la sicurezza della scuola, arrivava e in poco tempo ti sistemava tutto. Un saluto affettuoso! In questi anni ha contribuito in modo importante al funzionamento e al miglioramento delle nostre strutture. Con una certa ruvidezza, che però lasciava trasparire una grande disponibilità, ha aiutato docenti e studenti in esperienze e attività varie. Viveva nel seminterrato, ma conosceva ogni angolo della scuola. Nei laboratori di fisica e chimica era una sicurezza. Di sicurezza si è occupato, ci ha lasciato mappe della scuola, piantine, 15 Un saluto ai pensionati a cura della redazione Dove si legge della festa ai colleghi pensionati A nche quest’anno sono andati in pensione alcuni colleghi. È andato in pensione il Preside Giuliano Schianchi, i docenti Mario Bartoli e Clara Baisi, il tecnico Afro Ascari e il Segretario Vladimiro Covili. A loro va il saluto di tutti noi studenti, docenti, personale della scuola. Auguriamo loro tante cose e li ricorderemo. con tanta stima, per il loro lavoro e per tutto quello che hanno dato al nostro Istituto. Riportiamo l’invito alla festa di saluto svoltasi a maggio 2007, sperando di dare un’idea del clima affettuoso che era presente. Trattasi di un ritrovo conviviale che ha nello squallore il suo punto di forza.. .perciò possono intervenire soltanto quanti ne condividono l'ispirazione e i contenuti, che prevedono: sun menu rimediato (per contenere al minimo l'impegno economico dei partecipanti); sla presenza di ex-colleghe/-ghi di provata stagionatura e di chiara fama antiquaria; sinterventi d'animazione in prosa e versi para-divertenti, a cura e per la regia della menestrella del Cavazzi; smelodrammatici saluti degli pseudofesteggiati-pensionandi (noti e s p o n e n t i d e l re a z i o n a r i a t o diffuso all'interno del polo scolastico pavullese); sscurrili "rime" da taverna e "osterie" da caserma tra una portata e l'altra (patetico tentativo di revival del "Come si divertivano i nostri nonni..."). Tanto vi si doveva, per correttezza. Ed ora, a te scegliere: àbstine aut sùstine ! 16 Un ricordo di anni “lontani” di Ivano Miglioli (ex studente, ex sindaco di Pavullo, deputato) Dove si legge di com’era la scuola ieri H o frequentato il "nostro" Istituto (allora si chiamava Istituto Tecnico Commerciale Baggi- ed era la sede distaccata di Sassuolo) dall'autunno del 1969 all'estate del 1973 quando mi diplomai. Dei primi anni ricordo, oltre ai capelli lunghi di molti di noi, il "clima di contestazione, il '68" che seppur in ritardo e in modi diversi entrò anche nella nostra scuola. Ricordo le assemblee studentesche, i primi scioperi, i volantini. Molti di noi fra cui io, si immersero in quel "movimento" che, con luce e ombre, pensava fosse necessario cambiare "il mondo" e dunque anche la scuola. In fondo "chiedevamo" di poter dire la nostra anche se gli obiettivi non sempre erano chiari nemmeno a noi stessi. Nell'Istituto le forme di contestazione di quegli anni furono sempre "civili" e mai sfociarono in nessuna forma di violenza. Tra i tanti ricordi ne affiora uno: contestai duramente un’ insegnante la quale, per risposta, ogni qual volta iniziavano le sue ore di lezione mi invitava ad uscire dalla classe. Dopo qualche settimana e un incontro con il Preside fui "riammesso" alle lezioni. A conclusione di quell'anno in quella materia ottenni un ottimo voto, perché pur "contestando" mi applicavo agli studi convinto allora ed oggi dell'importanza del conoscere, del sapere, dell'apprendere, prima di tutto per "sé", perché maggiori conoscenze rappresentano un arricchimento ed una opportunità. Mi diplomai dunque nell'estate del '73 con buoni voti. Fui contattato, nei mesi successivi, da alcune aziende ma decisi di non fare il ragioniere e dunque mi iscrissi all'università e contemporaneamente iniziai a lavorare. Le "strade" della vita mi hanno riportato di incrociare il "Cavazzi" in molte altre occasioni in particolare nel periodo in cui sono stato amministratore pubblico. In quelle occasioni ho incontrato, preside, insegnanti, e personale che mi avevano visto come alunno e ho potuto constatare e in qualche modo, contribuire al "crescere" del nostro Istituto che è diventato sempre più, in una integrazione con le altre scuole, un Polo Scolastico qualificato al servizio dell'intero Frignano. Oggi come parlamentare continuo ad impegnarmi per mettere in condizione i nostri giovani di avere maggiori opportunità e per una scuola ed una università sempre più all'altezza dei tempi. 17 Un ricordo e un confronto di Anna Benedetti (bidella nella sezione tecnica) Dove si legge di un confronto l Cavazzi è nato come una scuola tradizionale per “ragionieri”, inizialmente come succursale del “Baggi” di Sassuolo. Infatti, i primi anni, gli studenti si recavano al Baggi di Sassuolo a sostenere gli esami di maturità. La scuola, al piano terra, ospitava il Liceo Scientifico “Albano Sorbelli”. Con il passare degli anni le classi sono aumentate ed il Cavazzi è diventato autonomo, con esigenze di un numero sempre maggiore di aule e laboratori. I Ovviamente, il personale docente ed ausiliario è stato diviso e, nella sede distaccata, è stata assegnata la bidella “Ermanna”, diventata molto famosa perché, oltre che far “filare” gli studenti, era capace di tenere sul filo del rasoio anche i docenti . Il Preside soleva dire: “ per la succursale, problemi zero, ci pensa l' Ermanna a far marciare tutti! ! ! ” I ragazzi le avevano attribuito il nome di Hitler. Con il passare degli anni la succursale è stata chiusa, perché lo stabile è stato ampliato e sono nate nuove specializzazioni e progetti sperimentali. Alla ragioneria amministrativa, si è aggiunta l' Erica con lo studio di tre lingue straniere: inglese, francese e tedesco. Negli anni '90 la scuola è stata accorpata all' Istituto Professionale “Cattaneo” e, successivamente, nel 1996, anche il Liceo Scientifico è stato assorbito ed il personale è stato unificato: infatti, prima, esistevano i dipendenti della provincia e quelli dello stato. La scuola di ieri, di cui ho appena parlato, è molto diversa da quella odierna. Vorrei fare un confronto . É così nata una succursale, non molto lontana dalla sede centrale: salendo dalla stazione delle corriere, sul lato destro della strada. La scuola di ieri Per quel che riguarda gli aspetti positivi, gli studenti erano più educati, più studiosi e più maturi; venivano a 18 scuola per imparare, rispettavano le regole, erano puntuali, avevano forti valori e rispettavano anche compagni e personale scolastico. A scuola le regole erano più certe: c'era un orario di entrata ed uno di uscita e le eccezioni erano rare. Alla prima ora non usciva nessuno, l'ora dopo l'intervallo neppure. Essendo la scuola piccola, era come una famiglia allargata. A fine anno si faceva sempre una festa con crescentine e tutto il personale era presente. Io ricordo con molta nostalgia quei momenti, perché eravamo tutti coinvolti e tutti alla pari. Ricordo anche le figure storiche della nostra scuola: la Tina Guidetti o Vecchiè, la Margherita Cassinelli, Mario Bartoli, Giuliano Schianchi, la Clara Baisi, che erano figure note e di riferimento per tutti noi e davano una impronta ben precisa alla scuola. Tuttavia, nella scuola del passato si notavano molto chiaramente le differenze e l'appartenenza a classi sociali diverse degli studenti. La scuola di oggi. L' aspetto positivo della scuola di oggi è la presenza di studenti stranieri che rendono l'ambiente multietnico e gli sforzi di tutti per favorire il loro inserimento e la loro integrazione. L' abbigliamento dei ragazzi a volte è un po' troppo “osè”, tuttavia più casual ed informale rispetto al passato. Una volta non c'erano tutte quelle macchine distributrici di bevande e di cibo, anzi dovrei dire di “schifezze”, in una scuola che dovrebbe invece avere progetti sull'alimentazione corretta. I tempi di Mario, della Clara, della Margherita, della Tina, di Giuliano, di Gianni sono finiti. Adesso ci sono tanti insegnanti, sempre diversi, sempre nuovi e quel clima familiare di una volta è finito per sempre. Come potremmo ancora fare le crescentine come una volta ed apparecchiare una lunga tavolata di banchi nell' aula più grande? 19 Una certificazione utile: l’ECDL di Serena Berti (alunna di 2 D Erica) a Dove si legge di una certificazione L a certificazione ECDL (European Computer Driving Licence) è nota come patente e u r o p e a d e l c o m p u t e r, e d è riconosciuta a livello internazionale. La nostra scuola è TEST CENTER dal giugno 2002. È sede di esami e corsi preparatori; sono tantissime le persone (oltre 400) iscritte a questa iniziativa, tra cui anche esterni. Infatti, non sono solo gli studenti e i prof. a poter usufruire di questo progetto, ma anche gli “esterni”, vale a dire segretarie, impiegati, studenti dell'università o comunque persone che ne hanno bisogno per il loro lavoro. L'ECDL è costituita da 7 moduli di base, che forniscono una preparazione fondamentale per un futuro impiego del computer e permette di guadagnare crediti sia per l'esame di Stato che per l'Università. Ogni modulo comporta un esame, il cui superamento viene registrato su una scheda personale, chiamata SKILL CARD, che riporta i dati anagrafici del proprietario e il nome del test center che l'ha rilasciata, la data, la sede d'esame e gli esami già sostenuti. Questo documento dà al suo possessore il diritto di sostenere le prove d'esame presso un qualsiasi test center europeo anche diverso da quello che l'ha emessa, per un periodo di tre anni a partire dalla data di rilascio indicata sul documento stesso. Sono quindi tre gli anni a disposizione per portare a termine gli esami, che possono comunque essere superati in minor tempo, e in entrambi i casi un certificato rilasciato da AICA (Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico) sarà a testimonianza del conseguimento della patente europea del computer. Adesso, io frequento la 2a ERICA e sono iscritta a questo progetto dallo scorso anno: mi manca ancora un esame e, una volta metabolizzato il giusto ritmo per non perdersi con il programma di scuola, consiglio quest'esperienza perché ho imparato cose nuove, che non avrei né immaginato né utilizzato senza questi corsi. Nella nostra società si sta dando uno spazio sempre maggiore all'informatica e io sono convinta che la sua conoscenza possa essere 20 veramente utile per un futuro nel mondo del lavoro. L'ECDL è un'attività extrascolastica con corsi pomeridiani, normalmente 4 lezioni di due ore per ogni modulo, tenuti da alcuni dei nostri stessi prof. Sulla Skill Card non viene scritta nessuna specie di voto, né la percentuale delle risposte giuste, ma solo un timbro che attesta il successo dell'esame che, inoltre, può essere ridato diverse volte in caso di bocciatura, rimanendo comunque all'interno dei tre anni. Dopo aver frequentato un corso (non è indispensabile, in quanto ci si può preparare anche individualmente) non è obbligatorio darne l'esame, come non è fondamentale seguire l'ordine dei sette esami così come scritti. S u l s i t o d e l l a s c u o l a ( w w w. cavazzisorbelli. it) nella voce “Certificazione Ecdl” sono molte le informazioni e la documentazione, comprese date degli esami e indirizzi di vario tipo che permettono numerosi esercizi e simulazioni on-line, titoli di libri che possono aiutare nello studio, e file con i corsi teorici. In segreteria alunni sono disponibili diversi cd con materiale di studio : uno, in particolare (MIUR, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca- Caspur, MAIS scuola Windows e Office, Linux e Openoffice) è semplice e chiaro nella teoria, completo negli esercizi e nelle parole chiave o definizioni di ogni modulo. Penso che sia importante per ogni studente avere delle conoscenze di base, senza necessariamente scendere in approfondimenti, ma che possano permettere un futuro con maggiori possibilità, qualunque sia l'indirizzo di studi del nostro istituto, dove comunque molti insegnanti si stanno impegnando per permettere la conoscenza e la diffusione dell'informatica. Un grazie particolare al prof. Ori Luigi, che si sta impegnando e che spiega bene durante i corsi che lui stesso tiene e al momento dell'esame, dove un po' di tensione c'è sempre, ti impedisce di dartela a gambe. Se una persona è interessata, penso che ne valga la pena! 21 Un’altra certificazione di Antonella Martini (docente di inglese all’ Igea) Dove si legge di un’altra certificazione D a alcuni anni il nostro Istituto promuove certificazioni linguistiche per i suoi ragazzi. I nostri ragazzi hanno l'opportunità di sostenere gli esami di inglese, francese e tedesco che certificano conoscenze a livello europeo. Siamo orgogliosi dei nostri studenti che riescono a superare gli esami delle lingue straniere (livello B1 e B2) con l'aiuto dei docenti interni e gli esperti di madrelingua senza rivolgersi ad insegnanti esterni. Solitamente, gli esami P.E.T. di inglese B1 si svolgono nella nostra sede scolastica, dove vengono mandati esaminatori dal Cambridge, visto che il numero degli iscritti è sempre abbastanza alto. Gli studenti che sostengono altri esami si recano direttamente nelle sedi centrali di Modena o di Bologna (al “Cambridge” di Modena all' ”Alliance française” e al “Goethe Institut” di Bologna). I certificati rilasciati sono spendibili nel mondo del lavoro e accettati in parte o interamente in varie università. La valenza di questi esami è documentata anche dalle esperienze di alcuni alunni che riportiamo in parte. “Il nostro parere è che il P.E.T. è molto utile come preparazione al successivo F.C.E., un esame decisamente più impegnativo e attraverso il quale si può ottenere una certificazione accettata in qualsiasi campo lavorativo e, ovviamente, in ambito universitario”. “Il nostro consiglio è che, anche se può sembrare una esperienza fine a se stessa, può essere un buon allenamento che è sempre meglio fare” così affermano Carolina Cavallo e Filippo Cimatti, nostri studenti. Anita Matteini sostiene che: “la preparazione a questo tipo di prova mi ha permesso di migliorare decisamente il mio inglese acquisendo nuove c o n o s c e n z e e u n a m a g g i o re completezza di espressione…inoltre ho avuto la possibilità di lavorare all'interno di gruppi di ragazzi con il mio stesso obiettivo sostenuti da professori validi che mi hanno dedicato tempo e preparato nella 22 maniera più appropriata. Oltre a una maggiore e più intensa attenzione in classe ho trascorso anche qualche pomeriggio con l'obiettivo di migliorare soprattutto la parte di speaking, ossia la pronuncia e la fluidità del discorso. Ora mi sento più sicura, anche grazie al rendimento che ho ottenuto in inglese”. Ilaria Gober ha ricavato da questa esperienza “la gradevole sensazione di aver lavorato non per la scuola, ma per un obiettivo proiettato nel suo futuro.” Da queste esperienze si evince che con questa certificazione, non solo si potenzia la competenza linguistica, ma si stimola la curiosità intellettuale e si avvicinano gli studenti alla conoscenza di fenomeni culturali relativi al paese di cui si studia la lingua. Non ultimo, si promuove la scuola come luogo di aggregazione, perché la preparazione a questi esami coinvolge simultaneamente studenti di classi diverse. 23 Lauree scientifiche di A. Lisotti e L. Mazzacurati (docenti di matematica nella sezione scientifica) Gli studenti del liceo al Dipartimento di Fisica C he c'entra la misura del diametro di un capello tramite puntatore laser con la sofisticata tecnica del TEM ? É possibile parlare di diffrazione di elettroni o di effetto fotoelettrico a studenti molto giovani senza imbarcarsi in un corso di fisica quantistica? Cosa sono le pinze ottiche? Perché possiamo considerarle come un dinamometro nanometrico? Può il laboratorio della facoltà divenire la naturale estensione di quello scolastico e i modelli macroscopici noti aiutare a capire come opera la ricerca di frontiera? Tante domande che gli studenti di due classi del Liceo Sorbelli (2 A e 3 C PNI) hanno affrontato assieme ai propri docenti di fisica all'interno del Progetto Lauree Scientifiche in collaborazione col Dipartimento di Fisica della Facoltà di Scienze di Modena. Tale progetto, sostenuto a livello nazionale dal MIUR (ministero dell'istruzione università e ricerca) e declinato localmente dalle facoltà in collaborazione con le scuole superiori ha come fine il potenziamento della cultura scientifica. Per quest’ anno, fase pilota, solo un numero ristretto di scuole (e tra di esse il nostro liceo) ha potuto partecipare alla organizzazione e alla sperimentazione dei percorsi di fisica moderna che il prossimo anno saranno offerti a tutti gli istituti interessati. Il lavoro, pianificato precedentemente dai docenti in collaborazione con altri colleghi di Modena e Reggio e col personale universitario (insegnanti e ricercatori), è stato inizialmente impostato a scuola, dove agli studenti sono state fornite le basi sia teoriche che sperimentali per poter poi affrontare proficuamente i successivi esperimenti svolti presso la facoltà di fisica e utilizzando apparecchiature che, per precisione, uso di alta tecnologia e, costo, difficilmente possono far parte delle dotazioni di un laboratorio scolastico. L'idea è quella di presentare contenuti in genere relegati all'ultimo anno di corso e spesso solo accennati, in un linguaggio relativamente semplice facendo leva su curiosità, gusto della sfida, analogia e utilizzo massiccio del metodo sperimentale. Si è puntato sull'osservazione, la discussione e la formulazione di ipotesi di lavoro per 24 poter riuscire a trasmettere a studenti di seconda e terza concetti considerati tradizionalmente molto difficili, convinti che parlare della ricerca attuale in fisica non sia mai troppo presto. La necessità di osservare aspetti strutturali sempre più piccoli, fino alla scala atomica, per comprendere le proprietà dei diversi materiali, rende oggi il microscopio elettronico in trasmissione (TEM) uno strumento diffuso nei laboratori di ricerca sia di base che applicata e in ambienti industriali ad elevata tecnologia. Da qui dunque un percorso che si proponeva di avvicinare gli studente al funzionamento ed all'utilizzo del TEM, costruendone un modello che impiega lenti a luce visibile (microscopio ottico) partendo interattivamente dall' ottica geometrica. Il tutto concluso con una visita al TEM stesso. La tecnica delle pinze ottiche consente di intrappolare e manipolare oggetti di dimensioni nano e micrometriche utilizzando un fascio di luce laser focalizzato. L'oggetto immobilizzato risulta attirato verso il centro della trappola realizzando così una sorta di “molla” in grado di misurare forze dell’ordine del piconewton (miliardesimi di newton). In Biofisica le pinze ottiche sono usate per applicare forze molto piccole a molecole biologiche, per immobilizzarle, stirarle o muoverle su una superficie. Tutti gli studenti, anche alle prime armi, studiano la legge di Hook ed il dinamometro, però in contesti senz'altro meno stimolanti. La spettroscopia da fotoemissione è una tecnica attualmente utilizzata per lo studio dei materiali a scala atomica o molecolare basata sull'utilizzo dell'effetto fotoelettrico, vale a dire l'emissione di elettroni (e quindi di corrente elettrica) da parte di metalli illuminati con una luce opportuna. Gli studenti coinvolti nel progetto, grazie ad apparecchiature in grado di fare misure estremamente precise, hanno analizzato nel dettaglio tale fenomeno fisico cogliendone gli aspetti sia qualitativi che quantitativi, in particolare riuscendo a misurare la costante di Planck, una delle grandezze fisiche fondamentali per la comprensione della meccanica quantistica. Alcuni degli studenti delle classi quarte hanno invece potuto fruire degli stages, altra possibilità offerta già da alcuni anni dalla facoltà di fisica con scopo di orientamento post secondario. Durante più giorni essi hanno lavorato e discusso in collaborazione diretta coi ricercatori del dipartimento di fisica su argomenti riguardanti l'attuale ricerca in fisica e utilizzando strumentazioni sofisticate, per poi riportare, attraverso brevi presentazioni dell'attività svolta, tale esperienza all'interno della propria classe. 25 Informatica-Amica di V. Caselli e L. Ori (docenti) Dove si legge di un altro progetto I l nostro Istituto a settembre 2006 ha presentato domanda per il bando SCUOLE 2006 promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Abbiamo chiamato il nostro progetto INFORMATICA-AMICA, in quanto si prefiggeva di migliorare la didattica, di stimolare studenti e insegnanti ad un uso più mirato ed individualizzato degli strumenti informatici, dotando alcune aule di postazioni informatiche complete, attrezzandole con programmi software specifici, anche rivolti ad alunni con problemi di apprendimento. Questo progetto intende anche contrastare la dispersione scolastica dovuta alle carenze e alle difficoltà dei soggetti deboli offrendo loro delle modalità di apprendimento innovative. Fra questi sempre più frequenti i casi di dislessia e disgrafia. Negli ultimi anni il nostro Istituto ha potenziato l'uso delle tecnologie informatiche, consolidando un buon patrimonio di conoscenze e strumenti, per migliorare l'insegnamento e per dotare ogni studente delle conoscenze fondamentali in questo campo. Questo utilizzo deve essere agevole e perciò si è pensato di portarlo direttamente nelle aule a disposizione degli studenti e dei docenti, in modo da renderlo di facile accesso, “quotidiano”, per migliorare la formazione dei nostri studenti. Con questo intervento abbiamo dotato alcune aule con attrezzature e software specifico. Questi strumenti garantiscono tutta una serie di supporti che rendono più efficace una lezione e sono un aiuto concreto agli alunni che presentano un apprendimento difficoltoso nelle lezioni tradizionali. Questo progetto vuole anche verificare la validità di un simile approccio e se i risultati saranno positivi, estenderlo ad altre aule dell' Istituto. I principali obiettivi del progetto sono: 1) Potenziare l'attività didattica tramite la sperimentazione di esperienze didattiche-metodologiche innovative che prevedano l' uso delle nuove tecnologie. 2) Fornire attività di supporto ad alunni con problemi di dislessia e disgrafia e in generale con difficoltà di apprendimento, tramite l'uso individualizzato di strumenti informatici e di software e strumenti specifici. 26 3) Rendere l'uso degli strumenti informatici sempre più fruibile da parte di studenti e docenti, inserendoli nell'attività didattica quotidiana e aumentando progressivamente il numero di fruitori. Sono state attrezzate complessivamente 5 aule di cui 2 aule del liceo scientifico, 2 aule del tecnico commerciale e 1 aula del professionale. Complessivamente gli studenti coinvolti sono oltre un centinaio. Il progetto è stato approvato a dicembre 2006. Subito si è proceduto a individuare le classi e le aule, ripartite tra le 3 sezioni dell' Istituto e privilegiando le classi con alunni con DSA. Sono state realizzati interventi in 5 aule e ora queste sono dotate di:·personal computer fisso o notebook, videoproiettore + schermo, scanner, stampante, collegamenti elettrici a norma e collegamenti di rete, collegamento ad Internet, in 2 aule al posto dello schermo sono state inserite lavagne interattive InterWrite. In ogni postazione erano presenti questi software: Microsoft Office 2007 Professional/Fine Reader 8.0 come O . C . R . / K n o w l e d g e manager/C.A.R.L.O.,Acrobat Reader 9.0 /Winzip… Oltre ai normali software le postazioni sono dotate di alcuni programmi particolari. C.A.R.L.O. II V6 facilita il processo di scrittura, permette l’uso di voce digitalizzata e di sintesi vocale per lo spelling fonetico e la lettura delle parole digitate, etc. Knowledge Manager permette la costruzione di mappe mentali, concettuali, diagrammi, inoltre consente la loro lettura/ascolto . I docenti delle classi coinvolte hanno seguito un corso di formazione sull'uso delle attrezzature e sulle possibilità didattiche di questi strumenti, prima di avviarne la sperimentazione. L'inizio è stato molto positivo. Riportiamo di seguito i punti di vista di uno studente e di un docente. L’ alunno Giulio Adelizzi della classe 4a C liceo, riferisce che : “Il progetto “INFORMATICAMICA” consiste nell'integrare nelle scuole l'informatica, che ormai fa parte del nostro mondo, inserendo direttamente nelle classi un Personal Computer (PC) da utilizzare nelle ore di lezione; questo comporta notevoli vantaggi soprattutto nell'insegnamento. Per fare un esempio le lezioni possono essere integrate con l'utilizzo di foto, approfondimenti e filmati tutti presi da Internet o scannerizzati, cioè estrapolati da altri libri e scaricati sul PC per essere poi stampati o proiettati sul muro, in modo da non fare fotocopie inutili che non servirebbero più a niente; si potrebbero trovare 27 informazioni velocemente utilizzando il “World Wide Web” invece che cercarle in biblioteca e sprecando un sacco di tempo, non per dire che i libri non servono, ma spesso se uno non è pratico nel cercare notizie in una biblioteca può perdere un sacco di tempo. Ma la nostra classe (3°C Liceo anno 06/07) dispone di un ritrovato tecnologico unico nell'istituto, la “Lavagna Interattiva”. La “Lavagna Interattiva” è uno schermo in cui viene proiettato quello che serve per la lezione, ma ti permette di lavorarci fisicamente sopra utilizzando delle penne elettroniche, in modo da cerchiare evidenziare, ritagliare…. Insomma qualsiasi cosa potrebbe essere utile; per fare un esempio nelle lezioni di latino proiettiamo le versioni e sottolineiamo le cose importanti, nelle lezioni di Fisica la utilizziamo per farci spiegare meglio le leggi dell'universo con disegni grafici. Insomma, questo progetto è uno dei più utili su cui si potrebbe investire e in cui la nostra scuola ha infatti investito, anche se al Liceo ci sono solo 2 classi con questa attrezzatura.” Un’ insegnante coinvolta nel progetto ha raccontato la sua esperienza : “Ogni volta che entro nella classe 3a C del liceo, sono consapevole del fatto che non sto entrando in una normale aula, ma in uno spazio ultra tecnologico. Alle mie spalle sento sempre la presenza di un grande oggetto bianco, bianchissimo, molto grande, molto bello, E' la lavagna interattiva. Ogni volta mi viene da pensare: ma cosa significa interattiva: forse devo interagire con la lavagna anziché con gli studenti??? O con tutti e due? Oppure è la lavagna che interagisce con noi due? Davanti a me, in alto, vedo sempre un attrezzo che mi fissa, o forse fissa la parete della lavagna. Mi hanno detto i ragazzi che si chiama videoproiettore. A volte ho paura che qualcuno mi riprenda mentre parlo o mentre mi muovo, in realtà credo che funzioni solo se io lo attivo. Penso che chiederò un microfono, così mi sentirò decisamente più televisiva e le mie lezioni potranno sembrare vere conferenze. A destra della cattedra c'è un' altra cattedra con sopra un computer e un oggetto piatto con un coperchio che si può sollevare. I ragazzi mi hanno detto che posso metterci un foglio e , in qualche 28 modo, dopo procedure lunghe e complesse, proiettarlo alla parete o sulla lavagna. Ho capito : la lavagna interagisce con il computer e con quell' oggetto piatto. Mi hanno detto che si chiama scanner. La mia mente si illumina, dopo tutto insegno inglese : to scan significa leggere velocemente . L' oggetto piatto, quindi, legge tutto ciò che io desidero. Decido di provare. Non sapevo si dovesse usare un OCR. Ma qui non mi faccio trovare impreparata. Cerco sul dizionario. OCR = Optical Character Reader. E' un lettore ( reader) ottico di caratteri. Ora che ho capito il significato lo posso usare. So che ce la posso fare. Ora devo passare ad Interwrite. Non so cos'è. Mi dicono che fa funzionare la lavagna interattiva. Ok. Suona la campanella. Non sono riuscita ad usare l' oggetto piatto, né OCR, né Interwrite, né mi sono vista in tv. Però la campanella è suonata e, finalmente, posso uscire ed andare in 2° B : una bella, luminosa, normale aula, con studenti, sedie, banchi e cattedre… Dopo mesi e mesi, sono riuscita ad usare quasi tutti gli strumenti, a conoscerli per nome . Ora mi sento meglio, ma non per merito mio. Grazie a tutti gli studenti che, come sempre, sono molto più svegli e preparati di noi e, con le nuove tecnologie, vanno veramente alla grande. Non ho mai fatto lezione io da sola , ma mi sono limitata a preparare le risorse, poi loro hanno realizzato lezioni con lavagna interattiva, software vari, scanner etc. etc…… Grazie studenti, che ci siete e ci aiutate quando siamo in così palese difficoltà!!!” 29 Le giornate della scienza di Matteo Cocetti (alunno di IV C liceo) Dove si legge di “vedere la scienza” L o scorso anno nei mesi di ottobre e novembre si sono tenute nell'aula magna della nostra scuola un ciclo di conferenze divulgative dedicate alla fisica e in particolar modo ai suoi aspetti più curiosi e affascinanti. Il progetto intitolato “Vedere la Scienza” è una rassegna di filmati scientifici commentati. Il progetto esiste ormai nella provincia di Modena da 10 anni. Le sedi dove si svolgono gli incontri sono in genere aule magne di scuole superiori o classi universitarie. I temi trattati quest'anno, sebbene molto complessi e articolati sono stati sviluppati in modo esauriente e al contempo divertente. I filmati proposti quest'anno sono stati principalmente tre. Il primo intitolato “La luce, il buio, i colori” di carattere più artistico che fisico, ci ha mostrato, sulla linea di pensiero del filosofo-poeta Wolfgang Goethe, come la luce e il suo “alterego” il buio possano essere due fenomeni complementari estremamente interessanti. Il filmato ci propone un analisi, da un lato scientifica, dall'altro piscologica sulla luce. Nella prima ci espone il “vecchio” problema della natura della luce, e la risposta della fisica moderna; il modello ondulatorio. La seconda invece ci invita a riflette su quali siano gli effetti della luce sull'animo umano e quali siano le emozioni che essa suscita. Il filmato anche da un punto di vista grafico è molto piacevole, caratterizzato dalla presenza di paesaggi ed immagini di rara bellezza. Il secondo filmato invece ci ha invece mostrato quali siano le frontiere della fisica moderna e come queste cambieranno ancora una volta il nostro modo di percepire la realtà e i suoi fondamenti; lo spazio e il tempo. Il titolo del filmato è “L'universo Elegante- Il sogno di Einstein”, e si tratta di un documentario tratto dall'omonimo libro di Brian Greene. In questo filmato, decisamente in stile “americano”, si ripercorrono quelle che sono state le tappe fondamentali per lo sviluppo della fisica, partendo dalla gravitazione di Newton e proseguento sulle equazioni di Maxwell per arrivare alla relatività generale di Einstein. Alla fine di questo percorso, il fisico Americano Brian Greene ci mostra, grazie anche all'aiuto della computergrafica e degli effetti speciali, cosa sia le teoria delle stringhe, e quale sia la sua storia. La teoria delle stringhe sembra infatti operare una sintesi tra le 4 forze fondamentali della fisica, riunendole in un unico quadro coerente. Una teoria che contiene al suo interno la spiegazione per così dire a tutto. Di sicuro impatto, sia l'argomento che la presentazione che ne viene fatta; e sebbene la materia possa apparire ostica, l'abilità di Greene sta proprio 30 nel suo comunicare con immediata semplicità gli aspetti salienti della teoria. Il terzo filmato dal titolo “ Benvenuti nell'undicesima dimensione” prosegue sulla linea del secondo e ci mostra quali siano state le incredibili e profonde implicazioni della teoria delle stringhe che si è evoluta nella teoria M. Scherzosamente si dice che la teoria M è un pezzo di fisica del XII secolo capitata per caso nelle nostre mani, tanto è difficile ma al contempo affascinante. Basti pensare che prevede l'esistenza di 11 dimensioni per così dire “raggomitolate”, di membrane vibranti e un'infinità di particelle di cui i fisici non immaginavano neppure l'esistenza. Alla fine di ogni filmato era inoltre presente in sala un relatore, in genere un professore universitario, in grado di soddisfare le domande dei presenti. Non c'è che dire, si tratta sicuramente di un'iniziativa da ripetere e un'occasione da non perdere; sia per gli appassionati di fisica e matematica, in quanto i temi trattati offrono notevoli spunti di riflessioni, sia per chi non è particolarmente preso da queste materie, anche perchè le conferenze al contrario di quello che si possa pensare sono state di livello molto divulgativo e di facile comprensione. Vi assicuro un po' di fisica vi farà guardare la realtà che ci circonda con occhi nuovi, rendendovi consapevoli di come sia meraviglioso, o se vogliamo “elegante”, l'universo che ci circonda. 31 Giovani all’arrembaggio di Marika Musella e Maria Jessica Piombino (alunne di 3^B liceo) Dove si legge del volontariato N el mondo della scuola di oggi, a noi studenti del triennio durante l'anno scolastico vengono presentati vari progetti; tra cui “GIOVANI ALL'ARREMBAGGIO”. Questo progetto ci offre l'opportunità di aiutare associazioni di volontariato presenti sul territorio. In seguito alla presentazione del progetto, chi è interessato, e vuole affrontare nuove esperienze(aiutando chi ha bisogno) e ritiene di aver tempo da offrire, può aderire. Molti studenti inizialmente partecipano al progetto perché sanno che alla fine della loro esperienza riceveranno un credito formativo che potrà essere utilizzato all'esame di maturità. In realtà vivendo l'esperienza di volontariato ci si accorge che il credito è una piccolissima ricompensa che non può essere paragonata all'appagamento interiore che si riceve in ogni momento di questo cammino. Infatti chi come noi, ha svolto volontariato, ha imparato che donando una piccola parte del proprio tempo può regalare un vero momento di felicità a chi conosce questa parola solo come dono “destinato” ai più fortunati. La cosa più bella di questo percorso è che ti aiuta a capire che piccoli gesti come questi possono servire per costruire un mondo migliore!!! Ciò che è stato detto fino ad ora potrebbe sembrare ovvio a molti , ma noi ne ribadiamo l’ importanza perché abbiamo vissuto in prima persona questa “nuova realtà”. Per questo vogliamo incentivare tutti i ragazzi a svolgere volontariato perché può veramente aiutare a dare significati diversi e più profondi a parole come: “felicità, sorriso e ricchezza interiore.” Inoltre si riesce a capire che quando ti lamenti e ti ritieni sfortunato sei molto fortunato. E perché no, il volontariato può aiutarti a CRESCERE… 32 Un viaggio in azienda di Federico Ciarla (alunno di 4° C Erica) Dove si legge di un’esperienza di stage L o scorso maggio si è svolta l'esperienza dello stage, organizzata da Modena Formazione, per le classi quarte, come esperienza di socializzazione al mondo del lavoro. Precedenti al periodo di stage vero e proprio all'interno dell'azienda, sono stati svolti incontri all'interno dell'istituto con specialisti come avvocati, psicologi del lavoro ed esperti nell'uso delle lingue in ambito lavorativo. Essendo un'esperienza del tutto nuova ci è stato insegnato il corretto comportamento da mantenere all'interno di un'azienda e ci sono stati forniti anche consigli per migliorare il nostro processo di apprendimento . Per meglio renderci conto dell’ ambiente che effettivamente stavamo andando a visitare, ci era stato chiesto di porgere a diversi impiegati domande riguardo le loro funzioni, da quanto tempo stavano in azienda etc. Ciascuno di noi era libero di svolgere l'attività di stage nell'azienda che preferiva, purché ovviamente nel territorio di Modena e provincia. Nel mio caso ho scelto di effettuare lo stage presso il Consorzio del Parco Regionale Alto Appennino modenese, detto in termini più semplici: la sede del Parco del Frignano a Pievepelago. È stata un'esperienza veramente interessante, grazie alla quale ho potuto effettivamente rendermi conto dell'attività svolta dal Parco. Essendo stato assegnato in particolare all'ufficio delle guardie del parco ho avuto modo di farmi un'idea abbastanza chiara e precisa circa le loro attività di tutela e salvaguardia con compiti molto diversi, dallo scrivere rapporti sulle ispezioni nel territorio al fascicolare dépliant informativi. Ho partecipato alla compilazione di documenti riguardo alle mostre organizzate nella sede di Pievepelago del Parco, e ho visto quanta attività, sia manuale che intellettuale, c'è dietro queste mostre, (soprattutto manuale!). Ora che mi trovo in quinta e che la fine della scuola è sempre più imminente, mi accorgo che il mondo del lavoro sta diventando una realtà alla quale sarò chiamato a rispondere molto presto, mi sento quindi di dare consigli a chi si p r e p a r a a d a ff r o n t a r e q u e s t a esperienza. Innanzitutto è importante non prendere alla leggera quest'attività, data la 33 possibilità di conoscere una nuova realtà. Molto importante è inoltre seguire attentamente le istruzioni che vengono date, riponendo la massima fiducia nei consigli che questi esperti con molta professionalità ci danno. Spero di aver spiegato esaurientemente ai ragazzi di quarta di cosa tratta quest'attività di socializzazione al mondo del lavoro e che i consigli dati potranno essere utili per meglio affrontare il periodo di stage. In bocca al lupo! 34 Il patentino del ciclomotore a cura della redazione Dove si legge del patentino del ciclomotore C orsi a pieno ritmo! Il D.Lvo n°9/02- “Modifiche al codice della strada”- contiene, tra le varie innovazioni, l'introduzione dell'obbligo per i minorenni del certificato di idoneità alla guida del ciclomotore, da poter conseguire gratuitamente presso le istituzioni scolastiche statali e non statali. Il Progetto del “Patentino” per la guida dei ciclomotori, promosso dal MIURDirezione generale per lo studente e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si inserisce a pieno nell'Educazione alla Convivenza Civile introdotta, nelle sue varie dimensioni, dalla L.53/03: conoscere il codice della strada e saper guidare il motorino; come in tutti i processi di apprendimento, non possono essere, infatti, scissi dall'”essere persona”. A partire dall'a.s. 2003/04, le istituzioni scolastiche della regione EmiliaRomagna, supportate dall'Ufficio Scolastico Regionale, dall'assessorato alla mobilità e ai trasporti della Regione e da soggetti istituzionali locali (Prefetture, Questure, Comuni, Associazioni) hanno organizzato numerosi corsi per il conseguimento del patentino, registrando tra l'altro lo scorso anno, un'alta percentuale di superamento della prova di esame, indice certamente di efficacia e qualità dell'azione educativa e formativa. Nella nostra scuola ogni anno vengono organizzati corsi per gli studenti interessati al conseguimento di questo patentino. Nell'anno scolastico 2006-2007 sono stati organizzati 2 corsi che hanno visto la partecipazione di 53 studenti. Hanno sostenuto gli esami finali ben 51 studenti e di questi 40 sono risultati idonei, mentre 11 studenti sono risultati non idonei. La scuola ha un simulatore di guida che permette di simulare la guida su diversi percorsi. 35 Physics across the Atlantic di Annamaria Lisotti (docente di matematica della sezione scientifica) Dove si legge del progetto Dallas A ll'inizio del 20006/07 è stato approvato un progetto proposto da un gruppo di docenti della sezione scientifica inerente uno scambio culturale con le scuole americane "Dallas Independent School District Lincoln High School Communications and Humanities Magnet" e "Irma Rangel Young Women's Academy" nel Texas, USA. Il progetto in questione ha visto gli studenti di una nostra classe pilota (III C scientifico PNI) e di 12 studentesse americane impegnati sia nella conoscenza reciproca in termini di usi e costumi che nella progettazione e realizzazione congiunta di esperimenti di fisica, con l'obiettivo di creare due kit identici da poter poi scambiare con altre scuole europee/americane. L'idea è quella di gettare le basi di una rete internazionale di contatti e collaborazioni tra scuole e docenti di fisica di diversi Paesi. Dal punto di vista linguistico gli studenti Italiani sono stati ovviamente costretti a comunicare, reperire informazioni e produrne essi stessi per iscritto in lingua inglese, una magnifica occasione per realizzare lezioni e unità CLIL (insegnamento integrato di lingua e contenuto, nella fattispecie insegnamento di unità di fisica in inglese). Gli strumenti informatici utilizzati per il lavoro collaborativo a distanza sono stati i più vari ed attuali. Oltre alle classiche e-mail, internet e agli strumenti di Office, in una fase iniziale di conoscenza reciproca i forum di Moodle, piattaforma e-learning già da anni in uso nel nostro istituto, si sono rilevati insostituibili e successivamente molto utili per scambiare idee e suggerimenti tra i diversi gruppi di lavoro. Tramite Skype è stato poi possibile collegare più volte in web conference i docenti (con la possibilità di coordinarsi in tempo reale) e i due gruppi di ragazzi, che hanno presto scoperto come, benché li separassero 5000 miglia, molti aspetti tipici dell'universo giovanile occidentale siano ormai standardizzati. Dal punto di vista della fisica l'approccio hands-on, tipico del mondo anglosassone, è risultato assai stimolante per gli studenti, già abituati dal biennio alla dimensione di 36 laboratorio ma non ad un coinvolgimento così diretto nella progettazione ed effettiva realizzazione di esperimenti non standard. La sfida lanciata dal collega americano per realizzare prototipi di camere a nebbia e di modelli meccanici di acceleratori di particelle che potessero essere smontati e rimontati facilmente ha portato ad alcune interessanti soluzioni ideate dagli stessi ragazzi. Il momento culminante si è avuto un pomeriggio in cui per due ore stiamo stati tutti incantati ad osservare nella penombra le scie lasciate dai raggi cosmici che attraversavano le nostre camere a nebbia. I modelli costruiti rimarranno al laboratorio di fisica della scuola e potranno essere riutilizzati negli anni successivi, il che è già per molti allievi fonte di orgoglio. A ciò si aggiunga la soddisfazione di vedere il proprio lavoro condiviso con scuole di tutta Europa! A coronamento della prima tranche del progetto, nella settimana dal 2 al 10 Giugno 2007, i ragazzi statunitensi ed i loro docenti accompagnatori sono stati ospiti presso le famiglie dei nostri studenti ed insegnanti residenti in tutto il bacino montano del Frignano. Grande la soddisfazione reciproca e davvero superbe le famiglie italiane nel dimostrare calorosamente l'accoglienza e l'ospitalità così tipici del nostro Paese! Tra un piatto di pasta e l'altro hanno "adottato" i propri ospiti dimostrandosi elemento fondamentale per il successo dell'iniziativa, per la cui buona riuscita si ringraziano anche la Provincia di Modena ed i Comuni di Pavullo, Fanano e Sestola. Durante la settimana di permanenza oltre a confrontarsi direttamente sul lavoro svolto, gli studenti stranieri hanno avuto modo di conoscere il sistema scolastico italiano, di apprezzare le bellezze artistiche e naturalistiche della zona e di approfondire tradizioni, cultura ed usanze del nostro Paese sotto l'eccezionale guida dei loro coetanei italiani, che per l'occasione hanno potuto valorizzare e riscoprire il proprio patrimonio culturale e le proprie radici . La ricaduta di questa settimana "in presenza" è stata ampia su tutta la scuola: una ventina di insegnanti e una dozzina di classi hanno avuto modo di assistere a lezioni tenute dai docenti americani o di incontrare e discutere con gli allievi e/o i colleghi stranieri, realizzando così una grande occasione di educazione all'interculturalità per i nostri giovani. Per il 2007/08 sono previste attività a distanza molto simili nella tipologia a quelle già svolte l'anno scorso e la visita dei nostri studenti a Dallas con ospitalità in famiglia e inserimento a scuola durante il secondo quadrimestre. 37 Physics across the Atlantic di Lara Torrisi e Cecilia Ortonovi (alunne di 3° C liceo) Dove si legge il punto di vista degli studenti M a il Texas e l'Italia sono davvero così distanti?!? Physics across the Ocean: non solo progetto di fisica ma soprattutto bella esperienza di scambio culturale. E' sabato mattina presto. Il pullman ci aspetta davanti alla scuola. Tutta la classe è radunata: nei nostri volti un po' assonnati si può leggere una strana euforia, l'ansia di conoscere i nostri “friends” oltre Oceano. Ed è proprio sotto un cielo grigio e minaccioso di pioggia che, pieni di aspettative e domande, abbiamo dato inizio alla nostra esperienza. Tutta la nostra settimana è organizzata secondo un intenso e preciso programma volto a mostrare la nostra realtà, le nostre abitudini e le nostre tradizioni affinché i nostri amici americani possano comprendere meglio la cultura di un paese diverso dal loro e conservarne un buon ricordo! Il primo giorno è caratterizzato da una generale e misteriosa “surprise”. Nulla è certo e le domande sono tante: “Quale sarà il primo impatto?” si sa per molti la prima impressione è quella che conta e ancora “Chi sarà la mia compagna di stanza?”. Le risposte ci attendono alla stazione dei treni di Padova dove incontreremo per la prima volta il gruppo americano. Ecco il treno! Sfoderate macchine fotografiche e telecamere per immortalare l'evento e sfoggiati i nostri migliori sorrisi andiamo incontro ai nostri amici… “Non si può certo dire che il calore italiano abbia qualcosa da spartire con quello americano” abbiamo subito pensato. Solo in seguito abbiamo avuto modo di smentire questa nostra prima impressione e scoprire che alla radice dei loro volti spenti ci fossero la coincidenza dell'aereo persa a Londra con conseguente pernottamento in aeroporto, valigie smarrite e stanchezza generale. É domenica, giorno di festa in tutti i sensi. Infatti abbiamo conciliato il tipico pranzo domenicale in famiglia, irrinunciabile per ogni italiano, con il gusto della festa americano per dare il benvenuto ai nostri ospiti. Così tutti gli alunni e le rispettive famiglie si sono ritrovati per pranzare e festeggiare insieme. Un'intensa settimana ci sta aspettando: Montebonello, Renno, Montecuccolo per un lunedì pomeriggio all'insegna di castelli, chiese e storia locale; Vignola 38 per un martedì alla scoperta dei sapori tipici del modenese; Bologna con i suoi portici e negozi è stata la meta del nostro mercoledì di folli compere; Modena e Maranello per mostrare il Duomo e la famosa Galleria Ferrari…ma il nostro giovedì non finisce qui! Infatti a scuola ci aspetta la festa di fine anno: tutti gli studenti dell'Istituto sono invitati a trascorrere una serata all'insegna del divertimento e della musica. Ecco è già venerdi…Ci aspetta la visita a Sestola e Fanano, cittadine di residenza di molti nostri compagni di classe; sabato mattina al caseificio di casa Venturelli ed un “accogliente” profumo di formaggio ci attende all'entrata. E' domenica e soprattutto è bel tempo!!! Stanchi ma soddisfatti per l'andamento della settimana partiamo alla volta della nostra ultima meta: Tagliole, Lago Santo e Lago Baccio. La nostra giornata prosegue con il momento dei saluti ufficiali e dei ringraziamenti presso la Sala Consiliare e un gradito rinfresco presso il Bar Frignano. E proprio sul finire della giornata un timido sole si fa spazio fra le nuvole che ci hanno accompagnato durante tutta la settimana quasi per salutare chi si è fatto spazio nei nostri cuori e che avrà sempre un posto speciale nella nostra memoria e rendere quell’addio un po' meno triste. É domenica notte. Sono le 3:00 e il pullman sta partendo portandosi via i nostri amici americani e lasciando una triste malinconia e la promessa di sentirsi spesso e di vedersi “as soon as possibile”… Molti hanno voluto pensarlo come un progetto di fisica e lo è stato, non fraintendete, fino a che l'Oceano ci ha separato; dopo è diventato incontro fra due culture , due lingue, due modi diversi di approcciarsi alle cose, insomma è diventato più interessante, più intimo, più vivo. Privilegio ma anche impegno per coloro che vi hanno partecipato, questa esperienza è la prova che lavorare duramente paga e che cimentarsi in nuove cose insegna ed aiuta a crescere. 39 Teatro in italiano di Alessandro Di Rosa (alunno di 1° B liceo) Dove si legge del palcoscenico e della tournèe I l Cavazzi- Sorbelli va in tournée. “Avete visitato il blog?” Così inizia uno dei nostri venerdì pomeriggio al laboratorio teatrale Dopo una pizza in compagnia di amici o un panino mangiato in fretta tutti subito in palestra: è arrivata Chiara Mori, la regista che ci accompagna nel nostro percorso teatrale. Col suo passo veloce, fa il suo ingresso solenne coinvolgendo immediatamente tutti nel lavoro. Tanti iscritti ogni anno e, anche se abbiamo perso qualcuno per strada, siamo ancora in molti: ragazze e ragazzi desiderosi di vivere questa bellissima esperienza, di passare un pomeriggio diverso dal solito in compagnia di gente nuova, ad imparare che cos'è la drammaturgia, come si creano i personaggi, come si struttura uno spettacolo. Qualcuno di noi ha iniziato da tempo a frequentare il corso, altri solo l'anno scorso e all'inizio, forse, è rimasto sconcertato: niente banchi, interrogazioni, lezioni individuali, ma movimento, idee, creatività. La storia rappresentata quest'anno fa riferimento al periodo storico poco prima della Rivoluzione Francese. Abbiamo vestito i panni dei più illustri nobili di Francia, con tanto di corte e servitù. C'erano Maria Antonietta e il re Luigi XVI, il cardinale di Rohan e la contessa La Motte, il Conte di Cagliostro e sua moglie, oltre a popolani e dame di corte. Anche quest'anno speriamo di ottenere lo stesso risultato delle precedenti esperienze: un gruppo molto unito, tanta allegria, voglia di mettersi in gioco e, soprattutto, uno spettacolo fatto interamente da noi, con la supervisione di Chiara Mori. Il nostro ultimo lavoro s'intitolava “La collana dello scandalo”. Le battute le abbiamo scritte noi sulla base delle informazioni raccolte sui personaggi che hanno popolato la scena del reale scandalo della collana. Solitamente, come è avvenuto negli anni passati, siamo noi a scegliere ad inizio corso la storia che ci piacerebbe rappresentare e poi... Pronti, partenza, via! A chi scrive di più. Seduti davanti ad una scrivania, magari in un pomeriggio uggioso, troppo buio, quando c'è troppo freddo per uscire, diamo spazio alle nostre idee, anche solo con due battute; 40 importante è la collaborazione. Ma non si pensi che il copione si ottenga facendo un “copia-incolla” di tutti questi spezzoni! Tutte le idee vengono m e s s e s u l b l o g ( w w w. t e a t ro cavazzisorbelli.splinder.com) e poi queste sono naturalmente revisionate dalla nostra esperta Chiara Mori, che tenendo in considerazione le idee del gruppo, scrive le scene o meglio, come lei stessa dice; sono le scene che grazie alle nostre idee si scrivono da sole! Tra i veterani di quinta superiore e i debuttanti di prima, non ci si annoia mai. Una bella esperienza dove la collaborazione non manca e grazie alla quale il gruppo dopo mesi e mesi di preparazione è appagato dal risultato: rappresentare il proprio lavoro di fronte al pubblico. Dopo ogni lezione torniamo a casa più preparati di prima, con modifiche all'intonazione, alla gestualità che caratterizza ogni personaggio; insomma, calarsi nel lavoro è un vero divertimento. Se qualcuno ci vedesse dal di fuori direbbe che abbiamo seri disturbi della personalità: possiamo assumere il ruolo o di un ricco gioielliere o persino del re di Francia... Siamo tutti così coinvolti che sicuramente, mentre vengono scritte queste parole, ci sarà qualcuno di noi a casa, seduto sul divano o in piedi per la troppa ansia, intento già a studiare la nuova parte. Sono ormai dieci anni che viene svolto il corso di laboratorio teatrale al Cavazzi-Sorbelli. Grazie alla tenacia e alle doti di organizzazione della professoressa Paola Nicolai riusciamo ad avere uno spazio in cui provare, i costumi le scenografie; insomma tutta l'organizzazione tecnica passa attraverso la sua supervisione. La grande NOVITÀ di quest'anno è stata l'opportunità di partecipare ad una delle rassegne del teatro-scuola più celebri in Italia che si tiene a Serra San Quirico (AN). La Rassegna Nazionale di Teatro della Scuola da venticinque anni si propone di allargare e di diffondere il gusto e l'amore per la pratica educativa del teatro all'interno della scuola. Ci siamo recati a Serra San Quirico il 25 aprile accompagnati dalle Charles Angels: la regista Chiara Mori e le prof Paola Nicolai e Francesca Plantamura. Durante il nostro soggiorno abbiamo incontrato studenti di altre scuole che , come noi, hanno la passione per il teatro, e con i quali ci siamo confrontati; ma dall'esperienza di Serra san Quirico abbiamo avuto modo di vedere come il nostro gruppo è diventato più unito (Effetto Serra!). Una volta arrivati a destinazione abbiamo partecipato a laboratori e a officine di teatro con gli esperti della Rassegna e assistito agli spettacoli messi in scena dalle altre scuole. Sono stati giorni intensi di lavoro e ricchi di risultati: il nostro istituto è stato scelto per partecipare nuovamente alla Rassegna il prossimo anno, e avrà come ruolo quello di collaborare con 41 un altro istituto superiore alla preparazione e messa in scena di una performance teatrale. Non siamo dei professionisti, ma ce la mettiamo tutta, e crediamo molto in ciò che facciamo. Se siete interessati, o avete semplicemente voglia di venire a dare un'occhiata, oppure di riempire un pomeriggio altrimenti privo di impegni... ci troviamo un pomeriggio alla settimana (solitamente è il mercoledì), a partire da Novembre, Vi aspettiamo numerosi! Nell'anno scolastico 2006/07 il Laboratorio Teatrale dell'Istituto Cavazzi Sorbelli conquista il premio “Officina Italia 2008” alla XXV Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola di Serra San Quirico(An) con lo Spettacolo “La collana dello scandalo” testo ispirato al famoso scandalo che aprì le porte alla Rivoluzione Francese, regia di Chiara Mori. Grande successo dell'Istituto Cavazzi Sorbelli alla XXV Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola di Serra San Quirico (An) che, con” La collana dello scandalo”ha ottenuto il premio “Officina Italia 2008”. Questa segnalazione prevede la possibilità di ritornare a Serra San Quirico quest'anno per partecipare al progetto Officina Italia che si svolgerà nelle giornate dal 8 al 10 Maggio 2008. Dice Ciro Ferrari: “I ragazzi del laboratorio teatrale mi hanno chiesto se potevo creare per la loro rappresentazione “La collana dello scandalo”, una collana che doveva appartenere al personaggio di Marie Antoinette. Dopo una prima perplessità, ho pensato che mi venisse offerta l'opportunità di tradurre in realtà le emozioni che da ragazzo mi avevano suscitato le avventure dei diamanti della regina di Alessandro Dumas. A me piace molto creare gioielli che sappiano di mistero, che esprimano l'animo di chi li indosserà e che con essi ci si senta “vestiti”. Marie Antoniette la immagino come una giovane donna triste, che viveva in un ambiente spesso a lei ostile, che non la amava, ma nonostante tutto riusciva ad incantare la corte con la sua eleganza. L'occasione che mi è stata offerta è stata preziosa: esprimere sentimenti e sentirmi vicino ai ragazzi del Laboratorio teatrale attraverso un percorso creativo e al contempo realizzare un sodalizio forte fra città e scuola. 42 Un momento importante che ha preso corpo grazie allo stretto rapporto fra noi adulti ancora capaci di sognare e i giovani che dei sogni hanno fatto una realtà.” MERAVIGLIOSI di Silvia Bariviera “Appena ho visto la foto di gruppo che avevo scattato ai ragazzi del teatro sulla scala di Serra San Quirico ho esclamato "meravigliosi!". Non ho potuto fare a meno di usare ancora questa parola, con entusiasmo, ogni volta che ho parlato di loro, sia riferendomi al gruppo che ad ogni singolo. Meravigliosi e bellissimi! Meravigliosi e bravissimi" è la prima cosa che dice il pubblico alla fine delle loro esibizioni. Meraviglia=stupore" è la sensazione provata, soprattutto dai famigliari, dopo aver visto il loro spettacolo per la prima volta. Molti credevano di assistere ad uno spettacolo fatto "alla buona" e invece si sono trovati di fronte, non solo a dei "professionisti" molto ben addestrati, ma soprattutto si sorprendono e godono con il cuore gonfio di speranza nel vedere tanta bella gioventù impegnata a dare il meglio di sé. Adesso sanno anche perché questi ragazzi hanno bisogno di incontrarsi così spesso, non solo a fare le prove, ma anche a mangiare la pizza insieme ecc. E' un gruppo molto affiatato, qualcuno ha anche detto che ci si sente in famiglia. Per quello che riguarda me, ringrazio tutti per il modo in cui mi hanno accolta tra di loro, per avermi fatta partecipe delle loro confidenze, per aver chiesto il mio aiuto e il mio incoraggiamento e per le emozioni e l'allegria che mi hanno permesso di condividere con loro” Ringraziamo Silvia per la sua preziosa collaborazione nella realizzazione di alcuni costumi di scena.” 43 Theatre in English di Jane Read Where we write about the experience on the stage T HEATRE AT PAVULLO'S ITC AND LICEO Theatre in English must be fun and full of energy, both for the actors and the audience. Performing in English gives an extra challenge: to communicate the meaning of the words through gestures, expression, song and dance. That's why we always choose a musical with a funny plot. We have done an extravagant version of The Wizard of Oz; our own High School musical called "Summer Love", last year we produced a comical and sexy rock version of Shakespeare's "A Midsummer Night's Dream", and this year we'll do a very surprising "Cinderella". marvellous! After four years together the group is united and more and more professional. They meet me (the director) only twice a month, and the other times they practise the songs and dances independently, with excellent results. All the choreography is theirs and they choose their own music and songs. Best of all we have a wonderful time together. Congratulations Pavullo Theatre Workshop! I have to say that the kids who do English theatre in Pavullo are 44 Teatro integrato di Ersilia Di Giacomo (docente di sostegno) Dove si racconta dell’esperienza ”Laboratorio all’opera” A nche nell'anno scolastico 2006/2007 è continuata la collaborazione tra l'Istituto d'Istruzione "Cavazzi-Sorbelli", sezione professionale, e le cooperative sociali "L'Arcobaleno" e "Alecrim Work", che gestiscono, per conto dei Comuni di Pavullo nel Frignano, Serramazzoni, Lama Mocogno e Polinago e del Distretto n. 5 dell'Azienda USL Modena, il laboratorio per disabili "All' Opera", con lo scopo di produrre uno spettacolo teatrale. Questa esperienza di teatro definito "integrato" coinvolge, con cadenza settimanale, alunni "normodotati", alunni certificati delle diverse classi del nostro istituto e ragazzi diversamente abili, ex alunni della nostra scuola, ora lavoratori a tempo pieno presso il laboratorio. L'idea era quella di sfruttare la possibilità, che il teatro offre, di realizzare una socializzazione fortemente permeata di valori. L'esperienza teatrale è esercizio paziente, è richiesta di disponibilità, di attenzione all'altro, è luogo di scoperta di emozioni, sensazioni, percezioni che si vivono non tanto uno accanto all'altro, ma l'uno nell'altro, quasi specularmente, liberi da posizioni difensive che sovente investono i rapporti interpersonali. Gli attori della stessa "compagnia" scoprono il massimo della solidarietà, dell'aiuto reciproco, del suggerimento utile, dell'incoraggiamento, divengono veramente tutti per uno ed uno per tutti. Inoltre il teatro offre la possibilità di valorizzare la personalità di ciascuno e proprio per questo è di particolare importanza quando si lavora per l'integrazione di studenti disabili. È qui che l'alunno diversamente abile può superare le barriere poste dall'incontro con il sociale e compensare il suo handicap, è qui che si annientano gli atteggiamenti e le reazioni di difesa e rifiuto che spesso i cosiddetti " normali" dimostrano verso questi ragazzi, è qui che, e parlo per esperienza personale, si realizza una reale integrazione. Questo se, come dice Andrea Canevaro, si pensa ad un teatro che sia esigente, dove la riduzione degli handicap coincida con la crescita della rappresentazione teatrale e non ad un teatro che rappresenti la disabilità così com'è. Se ne evince che il recitare assume la valenza di facilitatore della conoscenza 45 di sé, dell'acquisizione di sicurezza espressiva e di crescita di autostima. L'esperienza teatrale rappresenta per questi alunni una ribalta, una cartina di tornasole nella scommessa che ciascuno fa con se stesso. Lo spazio teatrale diventa quindi vero spazio vitale perché non è solo fisico ma emotivo, aiuta a capire i sentimenti, le relazioni, la posizione nel gruppo e diventa strumento per prendere maggiore consapevolezza delle proprie difese e delle proprie paure. Per tutti questi motivi e per molto di più, abbiamo sposato questa idea, ed ora, dopo avere recitato al teatro Mac Mazzieri di Pavullo, siamo pronti a varcare i confini e ad affrontare l'esperienza della tournée che si realizzerà all'inizio del prossimo anno con la partecipazione al Festival Teatrale di Cesena. Così il nostro "That's amore" porterà in giro il suo messaggio: l'amore può superare ogni barriera, unendo le diversità e rafforzando le individualità. 46 Il mondo dei libri di Silvia Ballerini (alunna di 4° C liceo) Dove si racconta di un nuovo mondo R icordo che, durante i miei primi giorni di frequenza all' Istituto Cavazzi Sorbelli (sembrano passati secoli), essenzialmente due cose mi colpirono piacevolmente, che mi fecero insomma capire di trovarmi in un “nuovo mondo”, completamente diverso dalla mia esperienza precedente nelle scuole medie. Innanzitutto, non posso negarlo, la quantità e la varietà di cibi che le macchinette offrivano, a nostra completa disposizione. In secondo luogo la Biblioteca dell'Istituto, che ci fu presentata quasi subito dalla professoressa Minelli (in un'ora in cui probabilmente avrebbe preferito spiegarci Filosofia, ma rimase probabilmente scoraggiata dalla nostra troppo giovane età). Una delle prime cose che mi ha colpito è stata la vastità dell'ambiente, che lasciava (e lascia tutt'ora) veramente “respirare” lo sguardo. Il sempre maggiore affollamento delle nostre scuole ci abitua in fondo a vivere in spazi ridotti, in piccole classi gremite di banchi e di adolescenti inquieti; e il vedere uno spazio ampio e pulito che non fosse una palestra ma che soprattutto fosse dedicato esclusivamente a noi e al nostro studio individuale, alle nostre ricerche è stata una sorpresa più che gradita. Devo ammettere di essere un po’ di parte: ho sempre amato leggere, o anche semplicemente sfogliare un libro illustrato. Vedere una tale e tanta quantità di libri a disposizione, ma soprattutto a pochi metri dalla mia classe, ha reso per me la biblioteca della scuola qualcosa di speciale. Credo che tuttavia non possa che esserlo o diventarlo per chiunque altro, e mi riferisco anche e soprattutto anche a chi non ama particolarmente leggere. La nostra fascia di età è quella che si sente più “scoraggiata” dalla frequentazione di una qualsiasi biblioteca per diversi motivi. Innanzitutto la distanza, grande o piccola, che è comunque necessario percorrere per raggiungerla (nel mio caso, da Serramazzoni, sono una decina di chilometri). Poi ovviamente il particolare comportamento a cui è necessario attenersi al suo interno, che risulta una vera e propria compressione dell'indole adolescenziale (parlare sottovoce, spegnere i cellulari, spostarsi il meno possibile). Ma basta buttare l'occhio sull'attuale frequentazione della biblioteca scolastica a tutte le ore della mattinata (ne approfitto per dire che ora è aperta anche di pomeriggio) per capire che già molti di noi non la pensano così. La biblioteca può davvero diventare un luogo di aggregazione: essendo incorporata nella scuola invoglia molto di più allo studio (nel corso di un'ora “buca”, o nel pomeriggio) e al lavoro di 47 gruppo, che possono essere ottimizzati e velocizzati dall'utilizzo gratuito e pressoché libero dei computer e di Internet in un'aula appartata. La biblioteca è insomma stata costruita su misura per noi: basta passare al suo interno una sola mezz'ora, e quasi sempre dopo poco arriva qualcuno che si conosce e con cui si può scambiare due chiacchiere, professori a cui si possono chiedere consigli riguardo materie o compiti, il tutto ovviamente seguendo le norme del rispetto reciproco (e delle numerose piante). Può essere (addirittura!) un luogo per rilassarsi. Credo che capiti a molti studenti di doversi fermare, per motivi di diversa natura, a scuola oltre la fine delle lezioni: ecco che in biblioteca è possibile trovare varie riviste e quotidiani di libera consultazione, che possono sicuramente aiutare a far passare più in fretta il tempo in maniera costruttiva, imparando e aprendo gli occhi sul mondo. La cosa spero veramente sembri ovvia a molti di voi, ma in biblioteca ci sono i libri. Davvero molti libri: “La biblioteca della scuola dispone di più di 12000 libri, è inserita nel sistema bibliotecario del Frignano e nel Polo delle Biblioteche di Modena, per cui sono a nostra disposizione (tramite il prestito) anche tutti i libri delle altre biblioteche della Provincia”, mi ha informata la prof. Minelli. Quindi davvero la biblioteca è un grande sguardo sul mondo: quanto detto significa che per qualsiasi genere di ricerca/approfondimento/tesi/compito è possibile trovare materiale a propria completa disposizione, ma non solo (e qui mi rivolgo ancora a chi non ama particolarmente leggere perché pensa ai libri solamente come enormi mucchi di carta polverosi): in biblioteca è possibile trovare tutt'una serie di libri di narrativa contemporanea, addirittura satirica e umoristica, libri sulla musica e sul cinema; insomma su argomenti che forse possono maggiormente invogliare alla lettura chi non vi è avvezzo. C'è chi non vede l'ora di andare all'università o a lavorare, e chi è appena arrivato: in entrambi i casi non conviene buttare via ciò che ci viene dato gratuitamente, che può esserci utile e perfino gradevole. Consiglio quindi a tutti di scoprire cosa c'è dietro a quell'enorme porta verde nell'atrio della scuola, vicino ai tavolini. 48 3° concorso letterario a cura della redazione Dove si racconta del III concorso letterario degli studenti L 'Istituto Cavazzi Sorbelli ha iniziato nell'anno scolastico 2004-2005 il concorso letterario del Frignano, rivolto agli studenti delle scuole superiori del territorio. La seconda edizione, dell'anno scolastico 2005-2006, ha confermato l'interesse per il concorso ed ha visto una crescente partecipazione degli studenti, i quali, sempre più, hanno colto l'opportunità di poter manifestare le proprie emozioni e sentimenti e di poter veder pubblicati i propri lavori. Per questi motivi, l'Istituto Cavazzi Sorbelli ha ritenuto di proporre una terza edizione di “Giovani …Parole” e di suggerire un tema che potesse sollecitare l'immaginazione e le emozioni dei partecipanti. Dopo “Natura e stati d'animo” e “Il dolore”, il tema proposto e scelto fra una rosa di diversi argomenti è “Il Sogno…tra realtà e fantasia”: un tema che sembra particolarmente appropriato ad anime adolescenti, ben consapevoli della realtà che li circonda ma, nel contempo, sempre desiderosi di sfuggirne e, quale strumento migliore del sogno per condurci in mondi lontani, diversi, per portarci dentro di noi e conoscerci più a fondo? Si ringraziano tutti gli studenti del Frignano che hanno partecipato a questo terzo concorso, inviando poesie e racconti originali ed intriganti. Senza di loro questo concorso non sarebbe possibile. Sono loro i veri protagonisti del concorso, grazie alla loro sensibilità personale e al loro impegno a migliorare le conoscenze della lingua e delle strutture poetiche e narrative. Sono loro che desiderano comunicare e svelare una piccola parte del loro mondo interiore. Ora tocca ai lettori scoprire ed apprezzare le loro opere, in attesa del IV concorso letterario per gli studenti del Frignano. Bi b lioteca Scol a stica Ca va zzi S or bel l i Studenti delle Scuole Superiori del Frignano Natura e stati d’animo Studenti delle Scuole Superiori del Frignano Poesie e Racconti Il Dolore Voci e immagini della natura Emozioni e parole dell’anima Poesie e Racconti Studenti delle Scuole Superiori del Frignano 1° Concorso Letterario Il Sogno Dicembre 2005 tra realtàIstietutofantasia d’Istruzione Superiore Cavazzi Sorbelli di Pavullo nel Frignano Poesie e Racconti 2° Concorso Letterario Dicembre 2006 Istituto d’Istruzione Superiore Cavazzi Sorbelli di Pavullo nel Frignano 3° Concorso Letterario Dicembre 2007 Istituto d’Istruzione Superiore Cavazzi Sorbelli di Pavullo nel Frignano 49 48 Le recensioni dei nostri studenti a cura della redazione Dove si possono leggere esempi di recensioni W ww.cavazzisorbelli.it è il sito web della scuola, in cui è possibile per studenti e docenti pubblicare recensioni o critiche di libri, spettacoli... A seguire alcuni esempi di queste belle recensioni debba sentire il bisogno di ammogliarsi). I principali temi affrontati sono: il matrimonio e le varie problematiche in amore e in amicizia. Il romanzo narra la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori. La storia inizia con l'arrivo nella città di Longbourn di un uomo distinto di nome Mr Bingley. Quest'ultimo è un giovane bello, simpatico con modi semplici e disinvolti ma soprattutto ricco... Il libro è disponibile presso la ns. biblioteca: N°catalogo Bibl.Cav.CZNAUS955 Buona lettura da Laura Riccetti di 5^A liceo Pride and Prejudice di Jane Austen Orgoglio e pregiudizio fu pubblicato per la prima volta nel 1813 [ed è l'ultima stesura di un lavoro che Jane Austen fece in gioventù intitolato "Prime impressioni" ma che fu rifiutato.] Sicuramente è l’opera di J. Austen più conosciuta, quella che è considerata emblematica per il suo modo di descrivere la società inglese dell'800. Famosissimo è il suo incipit: "It's a truth universally acknowledged that a single man in possession of a good fortune must be in want of a wife”(é verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna American Dust di Richard Brautigan Richard Brautigan frequenta per un certo periodo quei poco di buono della Beat Generation, raggiunge il successo con “Troutfishing in the Usa” e quando la critica stronca "American Dust", si spara e dice arrivederci a tutti quanti. Detto questo, per chi non l'avesse capito, "American Dust" è un gran bel libro. Un libro che lascia un buon sapore in bocca. Perché qui non c'è solo una storia, e una storia che per di più fa molto male, ma ci sono gli odori, i racconti, le voci, i profumi, le sbronze di quell'America intimista, di quell'America insensibile, dolente, vacua, istupidita che facciamo finta di conoscere...Qui non c'è la sofferenza del reality, tutto si svolge nel silenzio, 50 all'ombra di un rimpianto insanabile, c'è la pena nascosta che nemmeno un'intera vita può affievolire. Per animi sensibili. Il libro è disponibile presso la ns. biblioteca: N° catalogo Bibl.Cav.CZNBRA8579 Buona lettura da Francesco Poluzzi 5°A liceo La sottile linea scura di Joe R. Lansdale Immaginate di avere ancora 13 anni, di essere ancora in quegli anni in cui non si è ancora nè di qua né di là da quella sottile linea che divide l'infanzia dall'adolescenza. Quella linea scura, ignota eppure eccitante che ti rende sempre più consapevole (purtroppo) del mondo vero. E ora immaginate di essere nel ''profondo'' Texas del 1958, nel corso di un'afosa e apparentemente noiosa estate in cui si respira nell'aria l'odore di pop-corn di un drive-in che sta per iniziare la proiezione serale, dove all'entrata si affollano cadillac rombanti guidate da ragazzi pieni di voglia di vivere : sono gli anni del primo rock'n'roll e di un ancora vivo ''American Dream''.Ecco: siete entrati nel mondo di Stanley che presto verrà catapultato in una nuova e più cruda realtà. .. biblioteca: N° catalogo N8611 Buona lettura da Lenzini Valentina 5^C liceo Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini . . . U n r o man zo imp r eg n ato d i sentimenti contraddittori, che si alternano con ritmo incalzante: amore, o d i o , c o m p a s s i o n e , o rg o g l i o , indifferenza, violenza, comprensione. Una storia in grado di miscelare l'intreccio principale con la guerra civile afgana, lo scontrarsi di popoli e pensieri differenti, espressioni della cultura e della tradizione musulmana che, soprattutto ai nostri giorni, sembrano incomprensibili. [Insomma, un libro che mi ha insegnato tanto. Un solo difetto: si divora troppo in fretta.] Il libro è disponibile presso la ns. biblioteca: numero di catalogo N8611 Buona lettura da Matteini Anita 3^B liceo Il libro è disponibile presso la ns. 51 “Il Grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald Ambientato a New York , a Long Island, durante l'estate del 1922 è la storia di un uomo che vuole far rivivere un amore giovanile, nato prima della guerra. È l' amore tra lui e Daisy, una giovane e ricca fanciulla, dalla quale era stato rifiutato anni prima dalla stessa, perché povero e senza alcuna prospettiva futura. Da quel momento Gatsby ha come unico scopo della sua vita quello di raggiungere ricchezza e successo sociale per poter così ritrovare l'amore di Daisy ; l'autore lascia intendere che le operazioni compiute da Gatsby non sono molto limpide ed è proprio questo che fa nascere quell'alone di mistero che si cela attorno al protagonista e che suscita una viva curiosità nel lettore[lo stesso che fa sorgere le numerose dicerie e chiacchiere sul suo conto che contribuiscono alla nascita del " mito"...] Il libro è disponibile presso la ns. biblioteca: N° catalogo N8611 Buona lettura da Elena Lardi 3 ° C Liceo Nudi e Crudi di Arnold Bennet Riuscite ad immaginare come vi sentireste se un giorno, tornando a casa, la trovaste completamente "nuda "?!? Vi sembrerà impossibile, ma questo è proprio ciò che è accaduto ad una coppia di mezza età che, rientrando una sera, dopo un concerto, trova l'appartamento completamente vuoto. Mancavano i divani, i mobili, e ogni singolo elemento di arredamento era sparito come per magia. Chiunque fosse stato si era portato via tutto, persino il battiscop,a e i copri interruttori! ... Buona lettura da Lara Torrisi 4° C liceo 52 Una passeggiata sul Cimone a cura della 2° C ERICA Dove si può leggere di una passeggiata I l giorno 6 ottobre 2006, noi ragazzi delle classi 2 A e 2 C sezione Tecnica dell'Istituto, ci siamo alzati e come ogni giorno diretti a scuola: però, anziché entrare, siamo saliti su un pullman che ci attendeva. Eravamo diretti a Pian Cavallaro, pronti ad affrontare una lunga passeggiata per sentieri per arrivare sulla vetta del monte Cimone la vetta più elevata dell'Appennino settentrionale. Arrivati a destinazione il nostro autista ci lascia augurandoci una buona passeggiata. Accompagnati dalla guida Massimo Turchi, che ci aspettava, iniziamo la nostra camminata verso la vetta del monte più alto dell' Emilia Romagna, con i suoi 2165 metri. Ancora addormentati seguiamo il sentierino, a volte ripido e sporgente, accarezzati da un'aria frizzante e pulita, stupiti della nostra già sveglia allegria. L'itinerario didattico-ambientale si snoda lungo le pendici nord-ovest del Cimone, ci introduce nei “segreti” dell'atmosfera e del clima grazie ai 10 punti informativi disposti lungo il sentiero. Il Sentiero dell'Atmosfera copre un dislivello di 287 m. e parte da Pian Cavallaro, 1878 m (sentiero CAI 449) e termina sulla vetta. Durante la salita, guardando verso il basso verso la pianura, ci accorgiamo che ci troviamo sopra l'inquinamento: infatti all'orizzonte, in alto, si vede una striscia più scura che la guida spiega essere lo smog della Pianura. La Pianura Padana è una zona ad alta concentrazione industriale e sopra di essa si raccolgono tutti gli inquinanti che dall'alto sono visibili come striscia bruna. Questa coltre bruna riduce del 10% la quantità di energia solare (in quanto la assorbe) che raggiunge il terreno della Pianura Padana. In poco più di due ore arriviamo sulla vetta, dove rimaniamo colpiti dal fatto che il nostro sguardo non incontra nessun ostacolo da nessuna parte e spazia in tutte le direzioni: abbiamo una vista a 360°, una vista mozzafiato 53 Sulla vetta vediamo le costruzioni del centro Aeronautica Militare. Il centro Aeronautica Militare di Montagna del Monte Cimone ha sede a Sestola e comprende una base operativa posta in vetta. Dal 1948 sulla vetta si trova l'Osservatorio meteorologico dell'Areonautica militare. Dal 1996 presso il laboratorio “Ottavio Vittori” attiguo ai locali che sono di proprietà dell'aeronautica Militare sono presenti le attività del C.N.R. Sulla vetta esiste un'importante Stazione di ricerca per lo studio dell'atmosfera e dei cambiamenti del clima dove operano insieme l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'Ufficio Generale per la Meteorologia dell'Aeronautica Militare, il Centro di Radiochimica Ambientale dell'Università di Bologna, la Facoltà di Scienze Ambientali di Urbino, il Joint Researche Centre - Centro della Comunità Europea con sede a Ispra e l'Istituto Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica sulla Montagna. Essendo la Stazione completamente automatizzata, la maggior parte della strumentazione è controllata in modo remoto direttamente dal CNR di Bologna, grazie ad un collegamento satellitare a banda larga. Le attività principali riguardano la meteorologia, il monitoraggio dell'inquinamento e le telecomunicazioni. Nel campo delle comunicazioni fornisce un ruolo importante per i ponti radio che fanno da supporto alla navigazione aerea. Dopo aver recuperato il fiato, respirando a pieni polmoni l'aria pura a 2165 metri di altezza, incontriamo gli esperti che ci attendono e che ci invitano ad entrare. Dopo aver ascoltato le indicazioni generali riguardanti l'osservatorio, si scende nei particolari e ci vengono spiegate le modalità con cui vengono registrate le variazioni della CO2 e le tecniche con cui vengono raccolti i dati che serviranno per formulare le previsioni del tempo. La stazione meteo è in funzione 24 ore su 24 e fornisce dati per la previsione meteorologica e per gli studi sul clima. La temperatura media dell' aria dal 1860 a oggi è aumentata di circa 0,8°C inoltre è aumentata la quantità di CO2 Le misure dell'anidride carbonica vengono effettuate in continuo dal 1979 e hanno quindi fornito una serie di 54 dati molto lunga che ha permesso di seguire la concentrazione della CO2 negli anni. L'aumento è stato considerevole; da circa 337 ppm(parti per milione) nel 1979 alle 380 ppm attuali. L'effetto serra è il fenomeno causato da particolari gas atmosferici che lasciano passare la radiazione a onda corta (visibile ,ultravioletto) che viene dal sole, mentre assorbono quella a onda più lunga (infrarosso) emessa dalla terra riflettendola di nuovo verso la superfice terrestre causandone un aumento di temperatura. L'effetto serra è necessario e fondamentale alla vita in quanto mantiene la temperatura media terrestre intorno ai 15°C, senza di esso la terra avrebbe una temperatura media di -18°C. Il problema è dovuto al fatto che questo fenomeno è stato accentuato dalle attività umane e di conseguenza stanno emergendo effetti molti negativi; il principale è il surriscaldamento del pianeta. Possiamo inoltre visitare con una guida la stazione di ricerca Scientifica del Consiglio Nazionale delle Ricerche(C.N.R.) Istituto di Scienze dell'atmosfera e del Clima e l'Osservatorio Meteo dell'Ufficio generale per la Meteorologia. Vengono effettuate molte misurazioni relative a molte sostanze e grandezze, in quanto l'ubicazione sulla vetta è idoneo alle misure dei gas atmosferici di fondo, in assenza di fonti di inquinamento: direzione e intensità del vento, pressione, temperatura, umidità relativa, ozono, aerosol o particolato atmosferico, particelle biologiche aerodisperse, gas serra alogenati, metano, monossido di carbonio, ossidi di azoto, radioattività e radiazione ambientale, bilancio di radiazione solare, benzene... Dopo aver osservato i vari “macchinari” e dopo averne appreso il funzionamento, consumiamo all'aperto il nostro pranzo , fatto di megapanini. Un'ultima occhiata al panorama e torniamo a casa con qualcosa in più rispetto al mattino Una passeggiata sul Cimone:”roba da ridere” 55 Milano sotto la pioggia di Serena Berti (alunna di 2° D Erica) Dove si parla anche dei luoghi manzoniani Q uando è finito lo stress delle ultime verifiche e interrogazioni di fine gennaio, si inizia ad aspettare la gita del periodo marzo-maggio. Veramente, per dirla proprio tutta, già da settembre si sta in attesa di quel viaggio che, a volte, determina un intero anno scolastico. Gita andata e ritorno in serata per le classi prime, una notte per le seconde e nel triennio il viaggio all'estero, in quell'esperienza che aspettano tutti con un po' di invidia... Quest'anno sono andata a Milano con la mia classe (2°D t), la 2°A t e la 2°C l, accompagnati dai prof. Rapini, Pizzetti, Di Giacomo e Marchesi, sulle tracce della vita del Manzoni. Itinerario quasi obbligatorio per le seconde, che fanno dei Promessi Sposi e derivati il loro incubo, la loro ossessione, giorno e notte, pensiero preoccupato di tante interrogazioni: l'autore, Renzo e Lucia, il carattere particolare di Don Abbondio, la monacazione della monaca di Monza, la conversione dell'Innominato... insomma, tra prima e seconda, una vita scolastica all'insegna di questo romanzo. Certo però che arrivare a Milano sotto la pioggia non è proprio una meraviglia, con tanti cinesi che a malapena ti fanno scendere dal pullman per cercare di venderti i loro ombrelli, ma ci si adatta anche al tempo, osservando curiosi quelle strane opere di una mostra creativa, mucche tutte colorate, una diversa dall'altra, per le strade, agli incroci, sui marciapiedi, davanti a statue e monumenti più importanti di loro. Milano è una città strana, forse troppo raffinata, il culmine nella Galleria Vittorio Emanuele II, dove uomini corrono veloci con la valigetta in mano, donne eleganti passeggiano con borse sottobraccio firmate Prada e Louis Vitton come se una spesa del genere 56 fosse all'ordine del giorno, gruppi esageratamente numerosi di giapponesi bloccano il passaggio per quelle foto che rubano un pezzo del mondo italiano. E vedere Sgarbi, proprio qui a Milano!-, senza rendersi conto che, invece, è una città molto più grande di quanto i nostri occhi non abbiano potuto vedere. Milano rappresenta quell'Italia capitale della moda degna dell'eleganza di Parigi e della più caotica New York, che ha poche attrazioni turistiche, ma che trova altre risorse per la sua fama. Vicino alla Galleria, il Duomo, ancora in costruzione negli anni del romanzo, oggi imponente ed elegante nel suo stile gotico. La sera, l'albergo a Como, sulla riva del lago, non riporta proprio niente del lusso di Milano e solo la mattina ad una nottata per lo più insonne mi sono resa conto di quanto Manzoni abbia dato a queste terre “su quel ramo del lago che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti...” : l'hotel “Promessi Sposi”, ogni via un nome dei personaggi, la piazza dedicata a Renzo e Lucia, l'”Osteria dei Tre Bravi”...E quando ho letto “Via G. Carducci” mi è sembrato quasi un tradimento! Lecco non ha niente dell'eleganza di Milano, ma è bello ugualmente, con lo specchio del lago che di notte riflette le luci del paese e su, più in alto ancora, la luna. Alla fine tra qualche anno, non ricorderò più di tanto quella pioggia in ces s an te ch e h a r o v in ato i programma, ma mi resteranno nel cuore i miei amici, le risate e le sorprese, il lago e il duomo, le battute dei prof. (che in gita diventano più simpatici...!). E mi ricorderò sicuramente dei letti che si sono sfasciati non appena ci siamo appoggiati...della serie “dormite comodi”! Bella gita, divertente...perchè io penso che la scuola non debba essere solo un luogo serio, ma anche un'esperienza piacevole, e le gite aiutano sotto questa luce, perché si vedono tanti luoghi interessanti e belli, ma lo si fa in modo spensierato, come piace ai ragazzi. Però, ora che abbiamo visto di tutto su Manzoni e i luoghi dei “Promessi”, come dice il prof. di italiano, ci arriveremo al fatidico capitolo XXXVIII??? 57 Una settimana a Newcastle di Daniela Baldazzini e Simona Bettini (alunne di 4° D Erica) Dove si parla di oltre Manica E se vi proponessero di passare una settimana lontano, in una città sconosciuta magari in un altro stato, ospiti di una famiglia che non avete mai visto… Accettereste di partire? Noi abbiamo detto “sì”, e se tornassimo indietro non cambieremmo idea, ma in quella settimana… L' idea di andare a vivere a Newcastle ci entusiasmava: una nuova città, una nuova cultura, il contatto con persone che non parlano la nostra lingua, vivere nelle loro case con quei giardinetti da cartolina, osservare le loro abitudini da vicino provando a renderle nostre. Eravamo gasati al punto di fare il conto alla rovescia dei giorni che separavano le nostre monotone giornate da un'esperienza che a detta di molti doveva essere indimenticabile. Come da tutte le altre gite ci aspettavamo divertimento, risate e spensieratezza, ma presto ci siamo resi conto che avevamo ben altro a cui pensare. Appena arrivati, abbiamo dovuto fare i conti con la realtà: per alcuni le famiglie inglesi non erano esattamente quelle dei film né tanto meno le case… Moquette ovunque, anche in bagno, e un'attenzione alla cura della casa molto diversa dalla nostra. Per non parlare delle abitudini alimentari, che differivano dalle nostre non solo nella colazione, ma anche nel semplice modo di preparare un panino per la merenda. Quelle erano le nostre case e avremmo dovuto viverci per una settimana!! Dovevamo andare a scuola tutte le mattine e arrangiarci nel farlo; i più fortunati potevano andarci a piedi, ma la maggior parte doveva prendere l'autobus, la metropolitana o entrambi perché alcune case erano situate in frazioni lontane km dal centro. Dopo la prima visita di gruppo a Newcastle, ci siamo resi conto che l'adattamento non era il nostro unico problema: non eravamo più in grado di orientarci, stava facendo buio, non ricordavamo dov’era la fermata del nostro bus e quella in cui dovevamo scendere!!! E dopo la prima giornata le persone che volevano rimanere a Newcastle erano veramente poche poiché le nostre aspettative erano state deluse. Questa non era la tradizionale “gita di classe” o la vacanza studio in college in cui si sta tutti insieme e ci si sostiene a vicenda, ma una sfida contro noi stessi e la nostra capacità di adattamento. Ad aiutarci in questo, c’erano le prof. 58 (Luisa Leoni & Heather Mac Alister) che si sono sempre dimostrate disponibili e comprensive. La valigia della prof.ssa Leoni era stata addirittura smarrita durante il viaggio, ma nonostante questo è riuscita a mettere al primo posto le nostre necessità trascurando il suo disagio. Dopo le quotidiane tre ore mattutine di lezione con insegnanti madrelingua, ci aspettavano, dopo un pranzo veloce, interessanti escursioni pomeridiane. Una giornata in particolare è stata interamente dedicata alla visita di Edimburgo con il suo affascinante castello, i suoi edifici dall'aspetto gotico e misterioso perché anneriti dal fumo della rivoluzione industriale e i tipici negozi scozzesi che ci hanno incuriosito. Fortunatamente uscire la sera non era un problema grazie al servizio fino a mezzanotte degli autobus, che ci permettevano di incontrarci per andare a bere una birra tutti insieme. Ci si trovava sotto il “Grey's Monument” poi si andava allo Strawberry Pub (l'unico che non controllava le carte d'identità!! In Inghilterra non è consentito servire bevande alcooliche ai minorenni) dove abbiamo scattato le nostre foto più “bAlle”… Il momento di ripartire è arrivato proprio quando ci eravamo adattati ed abituati a quello stile di vita. Ricordiamo con affetto le famiglie che ci hanno ospitato che si sono dimostrate molto carine sia per l'ospitalità che per la volontà di comprenderci nel nostro inglese a volte non pienamente corretto. Ringraziamo chi ci ha offerto questa opportunità in particolare il consiglio di classe e la regione Emilia Romagna che ha in parte finanziato questo progetto. 59 Back to the Blinking Eye di Luisa Leoni (docente di inglese sezione Erica) Dove si parla di un ponte e... R ipensando al soggiorno-studio a Newcastle, rivedo il “Blinking Eye”, il futuristico ponte sul fiume Tyne, che si apre e si chiude come un battito di ciglia. Non è che uno dei tanti esempi di architettura contemporanea che abbiamo ammirato in questa città dove, forse più che in altre, è possibile leggere la storia dell'Inghilterra in ciò che incontri ad ogni passo. Dai resti dell'Hadrian Wall, il vallo di Adriano, al “Keep” la rocca medievale, alle numerose chiese gotiche, alle tipiche case in legno (timber framed) d'epoca elisabettiana, agli edifici georgiani e vittoriani, fino agli stabilimenti della rivoluzione industriale oggi riconvertiti in spazi museali.Pochi esempi per dare risalto al lato culturale di questo viaggio che certamente tutti, insegnanti e alunni, abbiamo notato ed apprezzato. Esiste però un secondo aspetto che ci ha coinvolti e che forse è rimasto ancora più vivo dentro di noi. Mi riferisco alle emozioni condivise con i ragazzi e osservate nei loro occhi, gesti e parole. L'attesa verso qualcosa che per la maggioranza era del tutto nuovo: la vacanza all'estero, il volo, la vita in una nuova famiglia… La tensione (strettamente personale) prima della partenza, la gioia e il timore per il viaggio in aereo… Poi, in rapida successione, una volta arrivati: l'euforia nella scoperta di un luogo nuovo, l'incertezza e diffidenza verso lo stesso, la paura di non capire la lingua e di non sapersi spiegare: “e poi… come ci arrivo a casa?”, a volte la delusione del “si, ma io pensavo che fosse diverso…”, un'insospettata nostalgia di casa… Ciascuno di noi credo abbia provato un po' di tutto questo, ma, contando sull'aiuto degli altri e sul proprio spirito di adattamento, ha superato ogni piccola o grande difficoltà, per vivere al meglio la permanenza all'estero. Fin dai primi giorni, era interessante ascoltare i ragazzi che dicevano: “Sa prof. mi hanno capito!” oppure: “capisco quasi tutto… se parlassero meno veloci!” o anche: “Non ci capisco niente!”. Mi illudevo persino che l'uso della lingua “sul campo” aumentasse la motivazione allo studio… in qualche caso ha funzionato, ma una cosa è certa: tutti siamo tornati a casa con qualcosa in più, non nel bagaglio a mano. E rivedo ancora il ponte sul Tyne che mi stringe l'occhio quasi a dire: “It was really worthwhile” (ne è proprio valsa la pena)! 60 Uno stage…“fuori dal comune” di alcune alunne della 4° B Professionale Dove si parla di paesi lontani G razie al progetto Leonardo quattro studentesse della ns. Classe, 4° B Professionale, hanno avuto la possibilità di intraprendere un’esperienza molto interessante: partire e soggiornare per 3 settimane in Turchia. Questo periodo trascorso all'estero aveva lo scopo di introdurci in una differente realtà lavorativa e culturale, anche se sull'aspetto lavorativo ci sono stati alcuni problemi che descriveremo dopo. Ovviamente ci siamo ritrovate in un “mondo”diverso dal nostro, ma che alla fine si è rivelato più simile di quello che credevamo e temevamo. Abbiamo avuto la possibilità di visitare luoghi finora visti solo sul libro di geografia: piazze, monumenti e moschee, ma anche costumi differenti: ragazzi e ragazze che vanno a scuola con la divisa e al pomeriggio chi vuole arrivare all'università fa corsi speciali perché l'istruzione universitaria è gratuita, ma seleziona solo un quarto dei candidati basandosi su un esame di accesso. Assieme a noi c'erano altre 6 ragazze: quattro “teste matte” di un istituto turistico di Savigliano (Cuneo) e due, un po' meno simpatiche, del Cattaneo di Modena. Come accompagnatori avevamo docenti degli istituti coinvolti nel progetto; a difendere l'onore pavullese il prof. Minelli, spesso in crisi d'astinenza a tavola, causa l'assenza obbligata dell'idolatrato porco dai menu. Il periodo di stage è stato svolto a Bolu, una piccola città di circa 80 000 abitanti a metà strada fra Istanbul e la capitale Ankara. Risiedevamo a una decina di km dalla città, all'interno del campus dell'università Izzet Baysal, che era il partner turco del progetto. La cosa più strana era che all'ingresso del campus c'era un posto di blocco militare che controllava sempre auto e navette di collegamento con la città per impedire l'accesso a chi non studia o lavora lì. Dopo un paio di tentativi di spiegare alle guardie che cosa ci facessimo a Bolu, anche a noi è stato fornito un pass. L'accoglienza è stata ottima, ci hanno fatto sentire a casa e a volte anche un po' viziato, come al ristorante dove cenavamo la sera che, a poco a poco, ha cambiato per noi il menu: dai tipici piatti locali ad una versione di un fast food nostrano con pollo arrosto, 61 patatine fritte e coca. Nonostante i camerieri fossero in difficoltà con l'inglese (per fortuna perché altrimenti saremmo state in difficoltà noi) alla fine ci siamo fatte capire e la frase “No ciorba” (niente zuppa) era puntuale come “buon appetito”. La prima settimana è stata dedicata alla visita delle località turistiche vicine a Bolu: il lago Abant, il paese di Mudurnu con case tipiche turche (anche se l'attrazione più fotografata è stata la grande statua di un pollo che ricorda il prodotto principale dell'economia locale) e le piste da sci di Kartalkaya, un po' strana l'idea di vedere sciare in Turchia, ma così è stato. La seconda settimana prevedeva lo svolgimento della maggior parte delle ore di stage, ma non tutto è filato liscio. In nessuno degli alberghi che dovevano ospitarci per il lavoro c'era personale che parlasse inglese, quindi si passava la giornata a guardarsi in faccia coi receptionist turchi e a bere i litri di te che ogni tanto venivano offerti per provare a rompere la silenziosa tensione. A qualcuno è andata pure peggio: arrivate all'agenzia di viaggi che avrebbe dovuto ospitare il loro stage si sono rese conte che nessuno sapeva del loro arrivo e anche in questo caso l'inglese era un perfetto sconosciuto. Ma la settimana più bella è stata indubbiamente l'ultima, quella trascorsa a Istanbul, dedicata quasi totalmente allo shopping al grand bazar, con delle viste mozzafiato su Aghia Sophia, la Moschea Blu e lo stretto del Bosforo. Valencia Noi due che invece eravamo impegnate nell'esperienza di tre settimane che si è svolta a Valencia in Spagna, dal 10 febbraio al 03 marzo, avevamo sicuramente meno incognite da affrontare. Abbiamo vissuto in un appartamento che ci ha messo a disposizione l'ente ospitante, che era una Scuola Alberghiera del posto. Eravamo in sei ragazzi (due di Ferrara, due di Cuneo e noi), di cui tre hanno lavorato nell'hotel gestito dalla Scuola e gli altri tre in altrettante Agenzie di V i a g g i o d i Va l e n c i a . G l i accompagnatori erano delle varie scuole impegnate, fra cui Silvia, la nostra insegnante di Tecniche di comunicazione. In questo periodo abbiamo imparato a rapportarci con una nuova realtà, conoscendo la città e la loro vita lavorativa. Consigliamo questa esperienza a tutti i ragazzi a cui verrà proposto il progetto perché è un'ottima opportunità sia per conoscere paesi nuovi, sia per arricchire il proprio bagaglio culturale per un futuro lavorativo. di Beatrice Balestri, Valentina Balestri, Miriam Mammei, Sara Razzoli, Sara Roggiani e Jessika Venturelli 62 Un viaggio a Berlino di Patrizia Badiali (docente di sostegno) Dove si parla di paesi lontani L e "gite" scolastiche, proiettando il consueto rapporto d'aula in dimensioni completamente nuove, dove bisogna fronteggiare scolaresche ipereccitate e situazioni impreviste, sono un arduo banco di prova per un docente. E ne misurano, se ancora c'è, lo spirito d'avventura. Eppure, la gita in comune, la classe che viaggia, ha un risvolto affettivo che in altri tipi di viaggio non si troverà più: quelle risate che nascono da niente e sono fatte di codici, di conoscenze condivise; quell'avvicinarsi tra insegnanti e studenti, attraverso il medium del luogo "altro", in una specie di porto franco in cui non è disdicevole dividere i biscotti, non è indegno scherzare sulle proprie manie, non è disprezzabile mostrarsi sulla stessa lunghezza d'onda, le generazioni che si toccano, forse si spintonano un po', ma in ogni caso stanno su di una linea orizzontale e guardano il medesimo orizzonte, rimangono nella memoria. E Berlino diventa la Berlino della gita, la sua magia intrinseca si mischia con la nostalgia di giornate fuori dai canoni, e forse una frase, lo scorcio di un palazzo, il ricordo di un abbraccio influenzeranno i viaggi futuri, senza prof, senza classe. Già Berlino, la meta del nostro viaggio, nella settimana dal 16 al 21 aprile. Il programma prevedeva la visita alla città di Norimberga, tre giorni a Berlino e, sulla strada del ritorno, una fermata a Monaco di Baviera. Ecco il racconto di quei fantastici giorni fatto da Ivan Bonucchi e Massimiliano Casolari, due studenti speciali. 16 aprile ore 4.00 Finalmente si parte! Certo è stato duro alzarsi così presto ma ne valeva la pena: è arrivato il giorno tanto atteso della gita scolastica. Lo sappiamo, lo sappiamo che si deve dire viaggio d'istruzione ma checché ne pensino i prof. per noi alunni è sempre il momento più bello dell'anno perché possiamo stare insieme non seduti dietro ad un banco di scuola! Dopo alcune soste “tecniche” il primo incontro con la Germania è all'ora di pranzo, nel piatto: wurstel e patatine fritte ci ricordano dove siamo! Poi si riparte e non ci si ferma più fino a Norimberga. Dopo avere sbrigato il noioso check in, fatto una doccia e cenato, siamo pronti per un giro notturno della città. 63 Com'è bella, con le case a graticcio ed un imponente castello e con la casa del pittore ed incisore Dürer! E adesso, finita la visita d'istruzione, che facciamo? Convinciamo i prof. A fermarci in un bar turco dove trascorriamo ancora qualche ora. Stanchi ma allegri torniamo a dormire, domani ci attende un altro viaggio! 17 aprile ore 6.30 Si riparte! La strada è ancora tanta. Ma quanto è lontana Berlino? Però in pullman ci si diverte tra canti, films e battute. E c'è anche il tempo per dormire! Eccoci a Berlino! Il pullman ci lascia sotto la porta di Brandeburgo dove facciamo la foto con l'orso, simbolo della città e la foto di gruppo della classe. Poi il primo momento importante: ci dirigiamo verso il momento all'Olocausto. È veramente suggestivo, fatto di blocchi di cemento che creano un labirinto dove ti senti solo, disorientato, proprio come dovevano sentirsi i deportati dal nazismo. La tappa seguente è Posdamer Platz, ricostruita dopo la caduta del muro, che la divideva in due, e simbolo dell'architettura innovativa, tutta vetro e acciaio, che caratterizza la nuova Berlino. È giunta l'ora di andare in albergo. Dopo una “lauta” cena nel ristorante italiano (in Germania?!?) prenotato dalla nostra agenzia, andiamo tutti a lavarci e poi, dopo un'accanita partita a carte, a letto! Dopo una bella colazione ci ritroviamo con il resto delle classi, sotto la porta di Brandeburgo. Maik, il lettore che è tedesco, ci conduce lungo il viale Unter den Linden, che vuol dire “Sotto i tigli”, e ci mostra l'università, la piazza Bebel, dove i nazisti bruciarono i libri messi all'indice, e l'isola dei musei. Poi ci mettiamo in fila per entrare al Pergamon Museum. Questo museo contiene la ricostruzione dell'altare di Pergamo, la porta di Mileto, che purtroppo è in restauro, e la porta di Ishtar che è bellissima tutta turchese e con animali in rilievo. La Patty e l'Ersi comprano l'audioguida e, mentre ascoltano,ci raccontano tutto ciò che stiamo vedendo. È bellissimo! Non abbiamo visto molti musei in vita nostra ma questo ci piace davvero! Usciti dal museo, attraversiamo l'isola dei musei, diamo un'occhiata al Duomo e ci dirigiamo ad Alexander Platz per la pausa pranzo. Dopo la solita cena pseudo italiana , ecco una delle cose più belle della città: la visita alla cupola di vetro e acciaio del Bundestag, il Parlamento Federale Tedesco. Prima di entrare veniamo perquisiti e dobbiamo passare attraverso il metal detector, poi prendiamo un ascensore trasparente che ci conduce alla base della cupola. Da qui inizia una salita a spirale mozzafiato: da un lato Berlino di notte, 64 dall'altro, in fondo, le sedie blu dei deputati. Veramente bellissimo e le foto non rendono! Finita questa bellissima visita, tutti in albergo per la solita partita a carte ed il meritato riposo! 19 aprile ore 7.30 Oggi con noi ci sarà una guida perché Maik non si sente molto bene ed è rimasto in albergo. È una ragazza italiana che da alcuni anni vive a Berlino per motivi di studio. Lei ci conduce a vedere il pezzo di muro che ancora resta in piedi a testimonianza del passato… Poi la guida ci porta a vedere il Judisches Museum, che ha la forma di una stella di David spezzata e contiene una serie di ambientazioni suggestive per ricreare le situazioni vissute dagli ebrei deportati. Poi andiamo a Check Point Charlie e vediamo la Topografia del terrore, cioè una serie di foto e contributi audio che documentano i processi di Berlino e Norimberga contro i nazisti per crimini contro l'umanità. Dopo avere visitato il quartiere medievale, Nikolaivertel, e quello liberty, la guida ci saluta ed anche noi ci dividiamo in gruppi: chi va allo Zoo, chi va a visitare un altro museo e chi, come noi decide di visitare la Chiesa della memoria e di lanciarsi in un po' di shopping! La giornata si conclude come al solito con cibo, carte e letto! Domani si parte molto presto per Monaco! 20 aprile ore 6.00 La giornata comincia presto in pullman: discendiamo la Germania diretti a Monaco di Baviera. Ci arriviamo nel pomeriggio e facciamo un giro per la città. Vediamo quattro chiese che rappresentano stili diversi, gotico, neoclassico, barocco e rococò, e, alle cinque del pomeriggio tutti pronti davanti all'orologio animato! Poi ci sediamo ad un caffè italiano e ci gustiamo una pizza, tanto la cena non ci riserverà sicuramente niente di buono! Anche stasera ristorante italiano! Prima di lasciare la città una foto di gruppo non può mancare! Arrivati al “Motelone” c'è giusto il tempo per una doccia e poi tutti a letto! 21 aprile ore 7.00 Oggi si torna a casa! Prima di arrivare però i prof. hanno deciso di fare una sosta non prevista per il pranzo ad Innsbruk in Austria. Appena arrivati facciamo un giro per questa bella cittadina e fotografiamo la casa dal tetto d'oro. Poi mangiamo una pizza e via verso l'Italia. Il viaggio è stato bello ma abbiamo voglia di tornare a casa e riabbracciare i nostri cari. Arriviamo in anticipo pronti per l'incontro con il nostro letto. Questa è stata la nostra ultima gita scolastica. Se ci pensiamo un po' di tristezza ci assale… ma la vita va avanti, ci saranno altre occasioni per incontrarci fuori dalla scuola, anzi, ora che ci ricordiamo bene, sabato prossimo c'è la cena di classe!!! 65 Così lontana così vicina... di Manuela Baiocchetti (docente di italiano sezione Erica) Dove si parla di poesia “ Così lontana così vicina…La poesia italiana del secondo Novecento” Qual è oggi il posto della poesia? Quale lo spazio che la società contemporanea le riserva? Quale il ruolo, se di ruolo per la poesia si può parlare? Il dibattito, anche sulle pagine dei giornali, oltre che sulle riviste di settore, è più che mai aperto. Da un lato c'è chi dipinge funerei scenari, vedendo margini ristrettissimi di interesse per quest'arte, vista da sempre come riservata a un'elite intellettuale; dall'altro, invece, c'è chi traccia il profilo di una ripresa insperata, di un rinato interesse, soprattutto tra i giovani, anche grazie alla moda, di derivazione tutta americana, degli slam poetry, le sfide a colpi di rap e poesia che stanno iniziando a spopolare anche in alcuni locali del nostro paese. Piccole etichette editoriali che si occupano solo di poesia scoprono con sorpresa che il loro bilancio è in attivo e, infine, Festival di poesia nati quasi per gioco, quello di Castelnuovo Rangone in testa, che attirano folle, ancora una volta soprattutto giovani, per assistere a reading poetici, come solo ai tempi della Beat genaration si era visto. Inutile qui tentare futili interpretazioni, l'unica cosa che si può dire è che la vera poesia sa dare voce alle emozioni, a quanto si sente e magari non si sa esprimere, trova formule per schiudere mondi che sembra di avere sempre frequentato dentro di sé, senza averli mai incontrati prima fuori. Proprio i ragazzi sono allora il popolo più sensibile a questo tipo di linguaggio: hanno bisogno di esprimersi, stanno scoprendo la propria profondità emozionale e la propria capacità di pensiero, che solo negli anni delle superiori si struttura e si organizza, vogliono urlare al mondo la loro verità e spesso non hanno le parole per farlo. Proprio la poesia, allora, con il suo alto tasso emotivo tenuto assieme però da calcolatissime strutture formali, da giochi di incastri in cui forma e contenuto sono inscindibilmente legati, diventa il linguaggio ideale: quando lo si incontra davvero apre allo stupore e all'incantamento, come tutti i grandi incontri. La scuola certo dà spazio alla poesia, spesso, però, ci si ferma ai classici e per questioni di tempo è difficile che nello studio del Novecento si vada oltre ai grandi, ormai canone indiscusso: Ungaretti, Saba, Montale, Quasimodo e pochi altri, nonostante il decreto Berlinguer che da anni ha imposto lo studio esclusivo di questo secolo nell'ultimo anno di scuola superiore. Ma il Novecento è anche altro: ormai è il secolo scorso, e certo altre grandi personalità di rilievo l'hanno abitato ed è imprescindibile conoscerle. 66 Soprattutto è anacronistico che si esca da scuola e non si sappia niente di quello che anima la vita intellettuale fuori, le correnti di pensiero, i contributi degli autori contemporanei più significativi. Un ragazzo può uscire fresco fresco dall'esame di stato e non orientarsi affatto tra le coordinate contemporanee, non sapere distinguere ciò che vale, da ciò che la società dei consumi e dei premi letterari ci propone come best seller di stagione. A partire da queste riflessioni, la nostra scuola ha voluto proporre quest'anno ai ragazzi di quinta un percorso sulla poesia italiana dal secondo Novecento ai giorni nostri, che si è articolato in quattro appuntamenti con esperti e si è concluso con l'incontro con una delle voci più significative della scena italiana contemporanea: la poetessa Patrizia Valduga. La Valduga, ormai universalmente riconosciuta, rappresenta una voce particolare: forte, controcorrente, precisa, provocatoria e altissima allo stesso tempo. Certo l'incontro con lei non è un incontro facile, soprattutto a questa età, la sua personalità decisa e il suo estro provocano reazioni contrastanti: o la si ama sconfinatamente o è facile cedere alla stizza di fronte alle sue provocazioni e al suo parlare diretto. Inoltre, quello che spiazza nella poesia di questa autrice è l'apparente contrasto tra i temi, cui per la prima volta, almeno nella poesia italiana, una donna dà voce e le strutture, assolutamente classiche. Nella sua produzione il suo ruolo di traduttrice di grandi classici (da Shakespeare a Eliot a Proust) e la sua profonda conoscenza Dantesca, lasciano tracce indelebili, nelle strutture controllatissime, a partire dalle famose quartine, e nell'uso calcolatissimo e magistrale della parola che, come dice la poetessa, “sa produrre destini”. Lo stupore è ancora maggiore per i non addetti ai lavori, quando si scopre che in realtà la poesia del Novecento che ha retto nel tempo, non è quella cosiddetta Novecentesca, cioè quella dei versi liberi, delle forme destrutturate, dai significati ermetici o esoterici, la poesia che ha retto l'attraversamento del secolo raggiungendo il terzo millennio è la cosiddetta linea Antinovecentesca, quella cioè che ritorna a parlare un linguaggio non più ermetico e che ripristina il valore della forma, perché se nella poesia è fondamentale ciò che si dice, essa non può prescindere dal come lo si dice. In questo senso l'incontro con la Valduga acquista un ulteriore significato: essa rappresenta, infatti, in Italia non solo un'autrice di altissimo spessore, ma anche la rappresentante di quella linea Anti-novecentesca che da Pascoli, attraverso Rebora, Caproni e Raboni giunge fino a noi. 67 Una testimonianza di Gilberto Salmoni (ex deportato) Dove si parla di memoria Q ualche mese fa mi ha telefonato il Preside dell'ITPC "Cavazzi" di Pavullo. Pavullo era un nome pressoché sconosciuto; ma era in provincia di Modena e l'anno scorso ero stato invitato a Carpi dalla Fondazione Ex Campo di Fossoli proprio in occasione della Giornata della Memoria. Da allora era come se fosse nato in me una specie di gemellaggio mentale con la provincia di Modena e così ho accettato prontamente l'invito di andare a Pavullo. Sono curioso e mi piace vedere posti nuovi e conoscere gente nuova. L'incontro con il prof. Schianchi, con gli studenti e i professori del Cavazzi e con la gente di Pavullo mi hanno offerto circostanze veramente insolite. Già aspettavo con una certa dose di curiosità l'incontro con il preside perché mia nonna, nata a Parma, aveva lo stesso suo cognome e su quel cognome volevo sapere qualcosa di più. In più il primo incontro, alla stazione di Modena, è stato veramente buffo. Il mio telefonino ha squillato, ho risposto, mi sono sentito chiamare non al telefono ma a viva voce: eravamo a un passo l'uno dall'altro, ma di spalle. Era l'una, il treno era arrivato puntualmente. Alle 14,15 dovevamo essere a scuola. Il preside Schianchi è una persona gentile, simpatica e precisa. Sono salito sulla sua auto, abbiamo fatto una brevissima sosta e alle 14,10 eravamo nella palestra dell'Istituto. L'incontro con i ragazzi è stato molto bello. Vedevo facce attente, silenziose, composte. Non è facile portare una testimonianza, rispondere alle domande, alcune delle quali possono suscitare un'emozione forte. Io poi mi commuovo facilmente ma ormai ci sono abituato. Però direi che la domanda che più mi ha colpito è stata quella rivoltami da due ragazze che si sono presentate dopo che l'incontro era terminato. Non ricordo bene come era formulata ma ricordo le mie risposte e da quelle deduco che volessero da me un consiglio per la vita. Ho risposto che è bene essere curiosi, non per una curiosità sciocca, ma per capire più a fondo. Ho parlato dell'amicizia come ottima fonte per scambiarsi le idee su qualsiasi cosa. Avrei parlato volentieri con loro chiedendo qualcosa su loro stesse. Mi rammarico di non averlo fatto. Ma la possibilità di uno scambio c'è ancora. Se volessero raccontarmi qualcosa, chiedermi qualcosa, sarei molto contento. L'incontro all'Istituto è terminato verso le quattro. Avevo tempo di riposarmi un po' e fare due passi che mi servono sempre per ripulirmi il cervello. Percorrendo la strada che parte da piazza Borelli e va verso la chiesa ho visto una signora anziana seduta su una panchina che teneva un bastone. L'ho guardata e 68 subito mi ha detto: Come è brutta la vecchiaia. Non avrei dovuto uscire, mi sono stancata. Replico: sta bene, mi pare; quanti anni ha? Cento, mi ha detto. E io Vuole che l'accompagni a casa? Si grazie. Allora l'ho aiutata ad alzarsi e ci siamo incamminati verso la casa sua, di fronte alla farmacia. Ho potuto constatare che era una persona conosciuta. Un giovane si è fermato un attimo per salutarla. Poi la signora anziana che tenevo al braccio mi ha chiesto il quindici giugno è passato? Un po' è passato e un po' deve venire le ho risposto. Ero rimasto frastornato perché il quindici giugno è il giorno del mio compleanno e probabilmente era lo stesso giorno del suo. Quando eravamo ormai a pochi passi dalla casa, una giovane signora bella e agile ci ha raggiunto e rivolgendosi all' anziana le ha detto: "Non ti si può lasciare sola un momento che trovi subito un giovanotto!" Molto contento di essermi guadagnato l'appellativo di giovanotto sono tornato sui miei passi e ho visto un bar veramente attraente, il Giamberlano. Ho mangiato due piccole paste e , vedendo cioccolatini e altre cose attraenti, ho chiesto di prepararmi un bel pacchetto per i miei figli. Il barista, persona cordiale, mi ha fatto il conto e, nonostante gli avessi detto che avevo preso qualcosa al banco, mi ha assicurato che andava bene così. Che bel posto, mi sono detto, che bei contatti umani mi ha riservato. Ma forse mi era rimasto ancora un residuo di tristezza per i miei racconti a scuola. Per ritrovare la serenità dovevo raggiungere un punto isolato, di pura natura. Sono passato davanti alla chiesa e sono salito in direzione dell'ospedale, verso un boschetto che vedevo più in alto. Dalle ultime case non era facile trovare un passaggio per il bosco, ma ci sono arrivato. Sono salito fino alla cima, sperando che mi si aprisse la vista della vallata opposta. Come mi è capitato molte volte nelle mie gite solitarie le salite mi attirano, anche se sono fuori percorso, perché possono offrire prospettive nuove e inaspettate. In quel caso mi si è offerto soltanto un panorama un po' più ampio. Mi sono accontentato e sono tornato a Valle. A cena, organizzata dal preside, sempre gentile e ospitale, che aveva fatto intervenire altri insegnanti, ho potuto assaggiare le ottime specialità di Pavullo e ho ricevuto un bellissimo libro che riportava quadri vivaci dell'epopea partigiana e poesie toccanti; opere di due Pavullesi, Gino Covili e Vico Faggi. Quest'ultimo da molti anni vive a Genova ed è ben noto come persona di cultura e di teatro. Dopo cena, puntualmente, siamo tornati all'Istituto per un incontro con la cittadinanza. Una lodevole iniziativa del Preside per utilizzare gli spazi scolastici a fini culturali. E qui ho ricevuto un bel libro su Pavullo, ricco di belle fotografie. E la mia testimonianza sulle vicende di quell'era buia, dal settembre 1943 all'aprile del 1945 ? Sono arrivato a 69 Buchenwald quando avevo da poco compiuto sedici anni. Sento oggi l'impressione di avere vissuto vicino a persone eccezionali, forti e solidali sia stata molto più forte della fame, del freddo, del sonno che ho sofferto. La convinzione che non sarei sopravvissuto mi faceva rischiare con tranquillità; sapere che i nostri torturatori stavano perdendo la guerra mi dava coraggio. Conoscere quello che ci è capitato allora può essere certamente un insegnamento. Credo però sia più utile dare ai giovani questo avvertimento: questi fatti sono accaduti perché in un certo periodo molti di noi non avevano capito quali rischi potevano correre; non avevano capito che l'Italia era governata da un incosciente, la Germania da un criminale. Lo so occuparsi di politica può sembrare noioso ma la politica influenza tutta la nostra vita. E allora è necessario leggere, ascoltare, cercare di capire, valutare, discutere, impegnarsi. Dico ai giovani con forza: non siate indifferenti. Questa è la cosa che ritengo più importante e spero di essere stato capito. 70 Un incontro speciale di M. Minelli e I. Verdi (docenti di filosofia e religione) Dove si parla di un incontro speciale U na “presenza speciale” per una esperienza speciale di raccoglimento e memoria” Dove ci si ferma in silenzio per partecipare alla Santa Messa presieduta dal Vescovo di Modena Benito Cocchi, in ricordo di docenti, alunni, collaboratori, che la Vita oltre la vita ha chiamato a sé. La scuola è istituzionalmente il luogo in cui si svolge l'attività didatticoeducativa; in cui si lavora per far crescere gli alunni come persone, proponendo valori su cui poter fondare il “saper essere” e per trasmettere conoscenze (“sapere”) e competenze (“saper fare”) . La scuola è anche un luogo privilegiato dove si costruiscono tra le persone, di età diverse e con ruoli diversi, rapporti che non sono solo gerarchici e/o professionali, ma anche di amicizia, di affetto, dove si creano legami in cui vengono coinvolte le menti, certo, ma anche i cuori. Proprio per questo la scuola può essere il luogo in cui si vivono “momenti speciali” che non rientrano né nella programmazione didattico-educativa, né tra le attività “para” o “extrascolastiche”. Da ormai tre anni, l'ultimo giorno prima delle vacanze pasquali, viene celebrata nel nostro Istituto una Santa Messa in ricordo di coloro che sono stati protagonisti della storia della scuola come docenti, collaboratori, allievi e che ci hanno prematuramente lasciati. Quest'anno la messa è stata presieduta dal Vescovo di Modena, Benito Cocchi, che ha accolto l'invito di Don Luciano. La palestra, che ad ogni ora risuona di grida animate, di rimbalzi di palloni utilizzati in partite di calcetto, pallacanestro o pallavolo, di fischi arbitrali, si è trasformata in uno spazio di insolito silenzio, di raccoglimento e di preghiera. I ragazzi e gli adulti presenti hanno rivissuto gli eventi del mercoledì santo narrati nella liturgia della Parola. Hanno ascoltato con attenzione l'omelia del Vescovo, che li ha invitati, in modo stimolante, a confrontare la loro vita e le loro scelte con la Parola annunciata. Hanno pregato per chi ha vissuto e vive tuttora nella scuola con ruoli e responsabilità diverse. Hanno cantato accompagnati dalle chitarre e dalla tastiera di alcuni studenti che si sono resi disponibili per l'animazione musicale. Al termine della Santa Messa il Vescovo, con lo stile socievole e immediato che lo contraddistingue, ha ringraziato per l'opportunità offertagli di celebrare in una scuola superiore e si è complimentato con i ragazzi per il loro atteggiamento di profonda partecipazione e di grande maturità. Come segno di gratitudine e a ricordo 71 dell'Istituto CavazziSorbelli gli sono stati donati: personalmente dall'autrice Jessica Rioli, alunna della 3A Liceo, un quadro raffigurante una metopa del Duomo di Modena, eseguito con la tecnica del chiaro scuro a matita e dal Dirigente scolastico, prof. Schianchi Giuliano, una copia dei volumi che raccolgono gli scritti presentati ai concorsi letterari, promossi dalla Biblioteca negli anni scolastici 200405 e 2005-06, nonché una copia dell'Annuario Scolastico 2005-2006. Pensiamo che “momenti speciali” come questo abbiano un profondo valore. Ci auguriamo che possano ripetersi e che la sensibilità dei futuri dirigenti consenta il consolidarsi di questa significativa “tradizione”. Sono questi “momenti rari”, momenti privilegiati, davvero speciali: ci si incontra come persone, insieme si tiene viva la memoria di persone che sono state amiche, che hanno lavorato con noi, che hanno condiviso con noi le difficoltà, le gioie, le speranze di questo nostro piccolo grande “universo scuola”, persone che ancora nel nostro cuore ci accompagnano e ci sorridono. Sono questi “momenti rari”, momenti privilegiati, per chi si riconosce nella preghiera, in un silenzio comune dove ha ragione d'essere la voce del cuore. 72 Un bel viaggio di Martina Boselli (alunna di 4 D Erica) Dove si parla di un paese lontano U n mese in Sud America. Avete mai sentito parlare di quello staterello lungo e sottile che si trova in fondo all'America latina? Ecco quello è il Cile ed è il luogo dove, quest'estate, ho vissuto una splendida esperienza. Certo il viaggio non è stato corto, anzi…abbiamo volato con tre aerei diversi(Torino-Roma, Roma-Buenos Aires, Buenos Aires- Santiago), poi abbiamo preso il treno e poi ancora un bus; insomma 46 ore di viaggio prima di raggiungere Termas de Chillan, la nostra destinazione. Ops…sto parlando al plurale, ma non vi ho ancora raccontato dei miei compagni di avventura. Dunque, la partenza è stata “a scatola chiusa” .Sapevo di trovare una mia amica di Torino, ma non avevo la minima idea di chi fossero gli altri; presto li ho conosciuti: c'erano visi già visti e facce sconosciute. Eravamo più di 50 fra Piemontesi, Lombardi, Friulani e Trentini…tutti accomunati da una forte passione per lo sci. Il motivo che mi ha spinta a partire è stato, infatti, la voglia di sciare sulle Ande (le famose Ande), di visitare un altro mondo e di conoscere persone con cui condividere bei momenti. Non nascondo che, soprattutto all'inizio, l'imbarazzo era tanto, in fondo ero l'unica ragazza Emiliana e mi sentivo un pesce fuor d'acqua; in più le “E” aperte del mio accento e parole come “massé”, “vé”, o altri nostri modi dire attiravano spesso l'attenzione degli altri che scherzando mi imitavano. L'hotel dove abbiamo alloggiato si trovava in un posto isolato con molta vegetazione nonostante fossimo a circa 2900 m di altitudine; mi è piaciuto moltissimo perché pur ipermoderno, dotato dei comfort più ricercati come beauty center, Internet Point o sala comune con tv e schermo gigante, era semplice. La sala da pranzo era allestita con enormi tavolate e ci sentivamo come a casa; al mattino era consentito fare colazione in pigiama (grande novità per me); credo che questo sia stato fondamentale per non farmi sentire troppo la lontananza. In Cile le giornate erano pienissime: essendo noi un gruppo di sciatori agonisti, inutile dire che lo sci ha occupato la maggior parte del nostro tempo. In un primo periodo, ci siamo allenati e quando il tempo era sfavorevole ne approfittavamo per visitare i paesini o qualche vulcano ancora attivo (vista la zona di natura vulcanica); ai piedi della montagna c'erano anche le terme naturali, da qui il nome del paese Termas de Chillan, ottime per rilassarsi dopo una giornata intensa di sci: eri in costume e ti buttavi, prima nella neve fresca (ne era appena scesa un metro), subito dopo 73 nelle acque bollenti delle terme che per l'escursione termica fumavano… Passato il periodo di allenamento, abbiamo gareggiato e quindi partecipato alla South American Cup, un circuito di gare Internazionali dove ci siamo confrontati con atleti di altre nazioni; abbiamo incontrato canadesi, francesi, spagnoli, cileni e americani. Per fortuna, le gare sono andate bene quindi ero di buon umore e socialmente aperta a nuove conoscenze; la scuola di lingue che frequento mi ha permesso di parlare, o meglio di farmi capire, sia in inglese che in francese. Ho capito che non siamo così diversi e che noi italiane non siamo le uniche ad ascoltare canzoncine mielose... Qualche sera abbiamo fatto festa tutti insieme e per amalgamarci ci siamo seduti alternati a tavola: un francese, un italiano, uno spagnolo e ripartiva la catena…è stato strano come a ballare ci sentissimo uniti come se ci conoscessimo da tempo. Che bella sensazione, uau! Gli ultimi giorni li abbiamo trascorsi a Santiago, la capitale del Cile. Abbiamo visitato la città, una vera metropoli, e mi sono resa conto di quando diversa sia l'Italia. Il Cile è un paese socialmente diviso: ricchi e poveri vivono in realtà davvero opposte; da un lato il lusso e il rigore delle grandi città, dall'altro le “cabanas” , casine di campagna piccole e poco attrezzate, per non parlare poi delle zone di periferia dove regna la criminalità. Per quanto riguarda le persone…che gente i cileni! Sono speciali: sinceri e disponibili sempre, poco materialisti, si accontentano di quello che la vita offre loro senza ostentare. Mi piace questa filosofia di vita. A questo punto temo di essermi dilungata un po’ e forse ho detto cose che non interesseranno a nessuno, ma credo che un viaggio all'estero sia anche un viaggio interiore. Come afferma Bogin: “Voyager, c'est une fête viaggiare è una festa on met la clef sous la porte, si mette la chiave sotto la porta on se laisse à l'intérieur e ci si lascia dentro on se donne rendez-vous à l'étranger ci si da appuntamento all'estero on regarde le rues, le ciel et les maisons si guardano le strade, il cielo e le case on se regarde soi-mêmes si guarda dentro se stessi dans le vitrines attraverso le vetrine étonnées d'être où l'on est stupiti di essere dove si è c'est-à dire ailleurs cioè altrove on a changé… Si è cambiati on est aussi neuf si è nuovi que ce qu'on voit .” come ciò che si vede. 74 “Vado a cena con Toni” di Ivan Bonucchi (alunno di 5 A Igea) Dove si parla di una bella serata I l giorno 14 maggio , organizzato dal “Rotary Club Frignano” e dal “Lions Club di Pavullo e del Frignano” si è tenuto presso l'Hotel Vandelli di Pavullo un importante Meeting. È stato infatti assegnato il “Premio Frignano” per l'anno 2007 al calciatore Luca Toni per gli strabilianti successi da lui ottenuti nell'anno 2006 Capocannoniere del Campionato di Calcio Serie A anno 2005/06, Scarpa d'Oro, Campione del Mondo a Berlino 2006. Nel corso della serata era prevista la consegna di un riconoscimento da parte del campione a favore di un ragazzo disabile che si era particolarmente distinto nell'anno scolastico 2006. La scuola, sentito il parere delle insegnanti del gruppo di sostegno, ha quindi deciso di segnalare Ivan Bonucchi per premiarlo dell'impegno profuso nei suoi cinque anni di Scuola Superiore e come esempio per gli altri alunni . Potete immaginare la gioia di Ivan alla notizia: dal momento in cui ne è stato informato ha iniziato a raccontare con entusiasmo a tutti cosa avrebbe fatto: “Vado a cena con Toni!” diceva e gli brillavano gli occhi. La sera della cena, elegantissimo, accompagnato dall'insegnante di sostegno e dalla vicepreside, ha preso parte educatamente alla cena di gala e al momento della premiazione ha ringraziato come un vero Vip e non ha dimenticato di chiedere a Luca, sempre attento e disponibile verso chi è meno fortunato di lui, un autografo speciale per gli amici della scuola. Il resoconto della serata è stato pubblicato su “Il Resto del Carlino” del 16 maggio 2007. Ma ecco alcune impressioni della serata raccontate direttamente dal protagonista: “Appena arrivati siamo stati accolti da un ricco buffet e molte persone hanno 75 voluto conoscermi e mi hanno stretto la mano. Poi siamo entrati nella sala da pranzo: ogni tavolo portava il nome di una squadra dove Luca aveva giocato e noi ci siamo seduti a quello del Brescia. Quando è arrivato Toni ci siamo alzati tutti in piedi e lo abbiamo applaudito ed io ero molto emozionato perché non l'avevo mai visto di persona. Ma questo era solo l'inizio! Prima di cominciare a mangiare abbiamo ascoltato l'Inno americano e quello Italiano e anch'io ho cantato con la mano sul cuore. E finalmente è arrivato il momento di mangiare! Essendo una cena di gala, il menu era molto ricco e molto buono, così tanto che io ho fatto il bis di tutto! A metà cena è venuto il momento più importante: prima Luca Toni è stato premiato con una insalatiera d'argento e poi hanno letto le parole che la mia prof. aveva scritto per presentarmi e che raccontavano chi ero. A questo punto hanno pronunciato forte il mio nome e tutti hanno applaudito. Io mi sono alzato e mi sono avvicinato al campione. Le gambe mi tremavano e non riuscivo neanche a parlare, ma Luca è stato molto gentile: mi ha stretto la mano e poi ha preso la sua maglia e ha scritto. “ Tanti complimenti, con affetto Luca Toni”. Io ero felicissimo e orgoglioso perché avere la maglia di un campione così non è da tutti! Poi ho 76 Festa di fine anno di Chiara, Davide e Fabio (rappresentanti degli studenti) Dove si racconta la Grande Festa! G iovedì 7 Giugno, ore 20,00: Baracca! Per la prima volta nella storia dell'istituto, a scuola inizia la festa… I rappresentanti degli studenti: Panca, Pattu, Fabio e la Vale hanno pensato per noi questa fantastica festa di fine anno. Grazie all'appoggio del secolare preside Giuliano Schianchi (detto Giuly) e soprattutto di Vladimiro Covili è stato possibile realizzarla nel migliore dei modi, senza dimenticare il fondamentale aiuto tecnico dello storico Afro. Molti studenti si sono attivati per la buona riuscita della serata, chi al buffet e chi come security. Per l'occasione si sono esibiti i Vertigine, che ci hanno fatto ballare fin dopo mezzanotte. Mentre in palestra ci si scatenava, al piano di sotto venivano distribuite pizzette e bevande (analcoliche ovviamente!) gratis…in pratica offerte dal fondo del comitato studentesco, che ha sostenuto i costi dell'intero avvenimento. Hanno partecipato anche le studentesse americane ospiti del nostro istituto, che hanno ripreso interamente le nostre “performance”…specialmente quella del preside, scatenato in mezzo alla folla degli studenti con gli altri professori. A metà serata…momento toccante: l'addio di Giuliano Schianchi, dopo quattro anni alla guida del nostro istituto. Inoltre è stato consegnato un riconoscimento alle studentesse americane. Terminati i saluti è ricominciata la baracca, sulle coinvolgenti note di Grease…pazzia generale! È stato un evento veramente unico! Finalmente la scuola è passata da luogo di studio, gestito dai professori, a luogo di divertimento, controllato però da noi studenti! Tutto è riuscito per il meglio grazie anche al pieno controllo della situazione! Ci auguriamo che questa bellissima iniziativa possa ripetersi anche quest'anno Cara preside, l'aspettiamo in pista più scatenata che mai! 77 Giugno è arrivato! di Chiara Libbra (alunna di 2° D Erica) Dove si racconta della fine S i dice che ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per amarla, ma poi tutta una vita per dimenticarla... Eccoci! Finalmente giugno è arrivato! Basta interrogazioni, compiti in classe, ciao ci vediamo l'anno prossimo; non posso dire di certo che. mi mancherete ma sono certa che l'immagine di una pagina bianca macchiarsi pian piano di nero sia difficilmente dimenticabile. Ho aspettato con enfasi questo meraviglioso mese, in cui ti ritrovi con i tuoi amici fuori da qui, magari in una festa, al cinema dove l'argomento della giornata non è solo SCUOLA, PROF, VOTI ma l'obbiettivo è DIVERTIRSI, lasciandosi alle spalle tutte quelle faticosissime mattine di risveglio alle 5 per ripassare quella interrogazione, quelle mattine che quando ti affacci alla finestra di camera tua vedi una giornata buia, cupa perciò ti fai prendere dalle condizioni atmosferiche e rendi la giornata ancor più pesante e noiosa, e quella volta lì seduta vicino alla cattedra interrogata con un professore che ti spara mille domande al secondo e non ti lascia nemmeno il tempo di rispondere: “sì sono ancora sotto le coperte ma non è il caso di aggredire” come se loro, i boss della cattedra, non fossero stati mai studenti, anzi forse alcuni si rivedono nella nostra immagine: arrogante, prepotente ma nello stesso tempo capace di provare delle dolci emozioni. E che dire di più, tra alcuni giorni finalmente si sa chi proseguirà e chi si fermerà ai box. Quando passo il cancello e vedo i risultati di ognuno, lì su un cartellone bianco mi sento le gambe cedere, sento un senso d'ansia, che più mi avvicino più aumenta. Ma questo è un ricordo che alcuni apprezzano ben volentieri, anzi. . , altri sperano che il preside si sia sbagliato a compilare il foglio, magari un errore di riga, altri pensano di aver fatto un brutto sogno e cercano di trovare qualcosa che li riporti alla realtà, ma ci pensano poi i genitori a riportarli sulla terra. 78 Il cruciverba 1 di Ettore Alessi - alunno di 3^ B liceo Dove si misurano le abilità enigmistiche 1 2 3 4 5 7 11 8 9 10 18 19 12 13 14 16 17 20 21 24 25 26 27 15 22 28 23 29 30 31 Orizzontali Verticali 1) 8) 11) 12) 13) 15) 16) 17) 18) 20) 21) 24) 25) 26) 28) 30) 31) 1) 2) 3) 4) 5) 7) 8) 9) 10) 14) 19) 21) Salatino e insegnante Nasi senza n Si sviluppano nei sotterranei Luce in Inglese MatemaTeacher ovest-est All Cops Are Bastard Imperia Livorno sulla targa A me… Contenitori di afro Insopportabile Zanzara Lusinghe al prof Li combatte la scuola C'e nelle aule d'estate C’è nelle aule d’estate L'abominevole uomo… 22) 23) 27) 28) 29) 79 Salami con la T Può non essere sincera Fiore e nome femminile Vento al contrario Abb. di letteratura in inglese Città della Grecia classica Serve per cucire Una compagnia petrolifera Information Technology C'è prima dell'interrogazione Le vocali di pile ..., ch’a nullo amato, amar Perdona Organizzazione Nazionale Non Nota Una marca di acqua minerale Consonanti di goal Contrario di sì IVA senza la A Il cruciverba 2 di Ettore Alessi (alunno di 3° B liceo) Dove si misurano le abilità enigmistiche 1 2 3 4 5 6 11 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 21 19 22 25 23 26 24 27 29 20 28 30 Orizzontali Verticali 1) un fisico ingessato 11) il Caronte del Cavazzi 12) spesso non si apre 13) nati senza la T 14) tuberi 15) numero altissimo 17) lazo senza a 18) li scrivono gli adolescenti 21) Livorno 22) Firenze 23) nero francese 25) abb. giovanile di incavolato 26) nome di un papa 28) non è qua 29) segretario scolastico al contrario 30) protossido di azoto 1) la santa bibliotecaria 2) piccoli resti 3) dalle otto è molto pesante 4) zinco 5) Aosta 6) dottori teologi nel mondo islamico 7) l'alunno a scuola a settembre 8) ….come laba. 9) Total Risk Team 10) le vocali di iose 14) due devoti 19) prima persona 20) un fiore 22) Fondo per l’Ambiente Italiano 24) punto di affluenza di un organo 26) fiume 27) hic senza h 80