Annuario 2006-2007(parte generale)in pdf

Transcript

Annuario 2006-2007(parte generale)in pdf
Copertina: Eli Cavallini
Impaginazione: Eli Cavallini, Luigi Ori
Redazione: Viviana Caselli, Eli Cavallini, Marinella Minelli, Luigi Ori
Foto classi: si ringrazia per la collaborazione lo Studio fotografico “Paolo2”
Via Buon Pastore 34, Modena tel. 059-306211
Altre foto: si ringraziano studenti, docenti...
Docenti: si ringraziano tutti i docenti che hanno partecipato con suggerimenti
articoli e tutti quelli che hanno collaborato in vario modo.
Studenti: si ringraziano gli studenti che hanno inviato articoli e tutti quelli che
hanno collaborato.
Segreteria: si ringrazia il personale della segreteria per la collaborazione.
Esterni: si ringraziano tutte le persone per gli articoli e la collaborazione.
Appello: ci rivolgiamo a quanti, avessero ricordi, documenti, testimonianze,
aneddoti, fotografie... della nostra scuola. Intendiamo arricchire nelle prossime
edizioni dell'Annuario, la parte relativa alla memoria raccogliendo voci, di ex
insegnanti, di ex studenti, nella convinzione che la Scuola custodisca un
patrimonio d'esperienze, che intendiamo recuperare e valorizzare per mantenere
viva la memoria di una comunità che certamente si è formata e riconosciuta, anche
attraverso la sua Scuola.
Chi desidera collaborare per il prossimo annuario 2007-2008 può contattare la
redazione a: tel. 059-20366 e-mail: [email protected]
La redazione si scusa per gli eventuali errori e dimenticanze nei vari articoli.
Istituto Cavazzi-Sorbelli
via Matteotti 2/4 - 41026 Pavullo nel Frignano (MO) - Tel. 0536 20366
Fax. 0536 21164 e-mail: [email protected]
Sito web: www.cavazzisorbelli.it
Presentazione
A cura della Redazione
Dove si spiegano le ragioni di questo lavoro
P
erché ancora l'annuario? Lo
scorso anno è uscito il primo
numero dell'Annuario ed ha
ricevuto una accoglienza più che
positiva. Abbiamo pensato di
continuare questa iniziativa e quindi
eccoci qui di nuovo, a cercare di fare
una sintesi delle tante esperienze ed
iniziative realizzate nell'anno
scolastico 2006-07.
Il nostro obiettivo è stato quello di
produrre un testo di piacevole lettura
rivolto a studenti/genitori/docenti per
farci conoscere all'esterno e rafforzare
l'identità del nostro Istituto. Quest'anno
abbiamo inserito molti articoli su
esperienze e iniziative della scuola per
valorizzare le tante cose che in un anno
accadono.
La nostra scuola sta crescendo in questi
anni, sta cambiando come sta
cambiando il nostro territorio e la
nostra società. Questa pubblicazione
vuole essere uno strumento per fissare,
anno dopo anno, i cambiamenti più
significativi sui quali riflettere.
Siamo convinti che, solo con l'apporto
di tutti, la Scuola Superiore potrà
mantenersi aggiornata e svolgere il suo
ruolo formativo fondamentale.
Gli studenti sono la parte viva, nuova,
in crescita e nella scuola devono
trovare conoscenze e formazione per
essere gli adulti di domani.
I genitori e le famiglie chiedono alla
scuola collaborazione nella
formazione dei ragazzi e nella
preparazione professionale, per dare
loro possibilità reali di lavoro e
realizzazione personale.
I docenti e tutto il personale della
scuola svolgono un lavoro, un lavoro
molto particolare, e devono essere
consapevoli in ogni momento degli
aspetti educativi, sociali della propria
attività.
Infine c'è la nostra scuola intesa come
struttura, ma anche come insieme di
comportamenti che la sua storia, nel
corso degli anni, ha impresso.
Ognuna di queste componenti deve
agire nel proprio ambito, avendo però
chiaro di essere inserita in una realtà
più ampia, in una realtà che vive e
cambia con l'apporto di ognuno .
Questa pubblicazione vuole essere una
testimonianza, una “memoria”,
contiene ancora molti limiti, ma potrà
migliorare anno dopo anno e perciò
chiediamo il contributo d'idee di tutti:
docenti, genitori (attuali ma anche ex) e
soprattutto studenti e tutti quelli che
hanno voglia di dire la loro, (sia seria,
sia allegra) sulla scuola e in particolare
sulla nostra scuola.
1
Informazioni e dati sulla scuola
A cura della redazione
Dove si dà conto e informazioni sugli
studenti della nostra scuola
A
lcuni dati dei nostri studenti. Le classi del nostro Istituto nell'a. s.
2006/2007 erano 38 così suddivise:
classi indirizzo P.N.I.
classe indirizzo Socio-Psicopedagogico
classi indirizzo Aziendale e Turistico
classi indirizzo I.G.E.A.
classi indirizzo E.R.I.C.A.
12
2
7
8
9
Liceo Scientifico
Liceo Scientifico
Ist. Professionale
Ist. Tecnico Commerciale
Ist. Tecnico Commerciale
Studenti degli ultimi 7 anni
2000-2001
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
Anno Sc.
Tecnico
356
352
354
351
336
321
317
2007-2008
329
M
F
67
56
52
64
69
71
80
289
296
302
287
267
250
237
Liceo
212
184
180
196
235
264
326
M
F
71
69
83
94
95
95
130
141
115
97
102
140
169
196
390
Professionale
101
86
91
104
103
126
130
147
M
F
9
5
8
10
12
13
22
92
81
83
94
91
113
108
totale
669
622
625
651
674
711
773
M
F
147
132
143
168
176
179
232
522
492
482
483
498
532
541
864
La composizione per l'anno scolastico 2006/2007 indicava che su 773 studenti
232 erano maschi, vale a dire il 30,02 %, mentre 541 erano femmine, vale a
dire il 69,98 %
Riguardo al paese d'origine risultavano 723 italiani (93,53 %) e 50 stranieri
(6,47 %)
Italiani
723
Moldavia
6
Albania
12
Polonia
3
Bulgaria
1
Serbia
2
Burkina Faso
2
Ucraina
1
China
2
Venezuela
2
Cuba
1
Francia
1
India
3
Marocco
14
2
Suddivisione per Comune di residenza
Abetone
Andranno (Lecce)
Fanano
Fiumalbo
Formigine
Frassinoro
Lama Mocogno
Maranello
Marano sul Panaro
Montecreto
2
1
16
6
1
1
57
1
3
19
Montese
Palagano
Pavullo
Pievepelago
Polinago
Riolunato
Serramazzoni
Sestola
Zocca
Totale generale
21
6
435
15
22
6
103
56
2
773
Promossi, respinti a.s. 2006-2007
Promossi
n°
Liceo
Tecnico
PNI
Socio
IGEA
ERICA
Professionale
Totale Istituto
Respinti
%
272
36
144
149
107
708
97,50
76,60
92,30
92,55
82,30
91,60
3
n°
7
11
12
12
23
65
%
2,50
23,40
7,70
7,45
17,70
8,40
Ripetenti per classe SEZIONE TECNICA a.s. 2006-2007
Classe
Ripetenti
1°
18
2°
1
1,69
3°
2
3,39
4°
2
2,98
5°
1
1,72
Percentuale(%)
22,22 %
Ripetenti per classe SEZIONE SCIENTIFICA a.s. 2006-2007
Classe
Ripetenti
Percentuale(%)
1°
8
7,55 %
2°
5
7,35
3°
3
4,41
4°
--
--
5°
2
5,13
Ripetenti per classe SEZIONE PROFESSIONALE a.s. 2006-2007
Classe
Ripetenti
Percentuale(%)
1°
12
26,66 %
2°
10
25,64
3°
1
5,88
4°
--
--
5°
--
--
4
Tecnico Debiti formativi a.s. 2006-2007
Classi
debiti
1°
37
2°
48
4
3°
36
1
4°
47
4
Totale
168
9
it.
st.
ingl.
franc.
ted.
mate.
scien. tr. testi ec. az.
5
11
5
12
3
18
13
1
6
11
6
7
4
6
2
7
7
9
9
9
2
21
35
16
37
6
Dir.
4
4
18
19
5
scien.
dis.
Filos.
Liceo Debiti formativi a.s. 2006-2007
Classi
debiti
it.
st.
ingl.
lat.
mate.
fisica
geogr.
1°
76
7
5
10
19
15
4
5
.2
9
2°
48
3
1
11
16
8
2
1
3
3
3°
54
3
1
3
19
15
5
4
1
4°
18
1
6
7
Totale
195
14
60
45
7
24
3
2
11
6
2
11
13
5
Professionale Debiti formativi a.s. 2006-2007
Classi
debiti
1°
44
2°
33
4°
11
1
88
2
Totale
it.
1
st.
ingl.
fran. mat. ec. az. scien. dir.
3
6
2
6
9
3
2
10
1
6
4
5
6
3
5
3
4
4
16
tr.test. ec.tur. arte ed.fis.
3
6
14
5
15
6
7
13
2
2
1
2
1
2
Una ricerca sulla nostra scuola
di Krzysztof Szadejko (pedagogista)
Dove si espongono alcuni risultati
N
ell' anno 2006/07 il
pedagogista Krzysztof
Szadejko ha effettuato una
ricerca pilota sulle cause del disagio
scolastico degli alunni nell'Istituto
“Cavazzi Sorbelli” di Pavullo.
nella maggior parte dei casi vi sono
situazioni tutto sommato “tranquille”,
nel senso che gli alunni si concentrano
durante le lezioni, prendono appunti, a
casa ricercano il silenzio per studiare,
prima di ricordare cercano di capire e
dedicano più tempo
allo studio; tuttavia, ci
sono realtà in cui
alcuni alunni
manifestano un certo
disagio, espresso dal
fatto che il 7,7% degli
alunni ha fatto uso di
stupefacenti e il 26,9%
di alcool. Questi
alunni, in genere,
tendono
ad avere
problemi con lo studio;
ovviamente, la
soddisfazione della
vita di questi alunni
diminuisce e aumenta
lo stress.
Per quel che riguarda la motivazione
allo studio, è vero che non tutti gli
alunni sono molto motivati
all'apprendimento, ma è altrettanto
vero che un gran numero di loro
generalmente si identifica con lo
studio.
Si può immaginare che, di
conseguenza, la soddisfazione della
vita di questi alunni diminuisce e
aumenta lo stress. Inoltre, gli alunni
che sono meno stressati nella vita
Alla ricerca hanno partecipato 644
alunni tra 14 e 19 anni, di cui 172
maschi (27%) e 470 femmine (73%), di
tutte e quattro le sezioni: Liceo
Scientifico, Liceo Psico-Pedagogico,
I s t i t u t o Te c n i c o e I s t i t u t o
Professionale.
Agli alunni è stato somministrato un
questionario, del tutto anonimo, con
una serie di domande .
I dati emersi dai questionari sono molto
interessanti.
Prima di tutto occorre evidenziare che
6
hanno una maggiore predisposizione
all'identificarsi con lo studio. Detto in
altre parole, un clima positivo, quello
di sostegno dell'autonomia dell'alunno
nel suo apprendimento in classe,
influisce positivamente sulla sua
motivazione.
Da qui si può collegare lo stress al
clima dell'apprendimento in classe,
ossia, gli alunni che maggiormente
percepiscono lo stress sono portati a
non percepire il sostegno
dell'insegnante nel loro apprendimento
in classe. Di conseguenza la loro
motivazione interna e il loro interesse
allo studio diminuiscono in maniera
proporzionale.
Queste
conclusioni potrebbero
sembrare ovvie in quanto già da anni
accertate. Tuttavia, questa ricerca
potrebbe servire come una “fotografia”
della realtà, per poter, dopo un attenta
analisi, formulare i progetti educativi
più mirati. Non sempre bastano le
semplici osservazioni che qualche
volta ci spingono a rimanere
prigionieri delle impressioni
soggettive. La ricerca “pilota” appena
brevemente descritta serve per valutare
in modo più oggettivo la realtà del
disagio che vivono i nostri alunni. Una
volta capito questo disagio almeno un
po', ci sarà più facile accompagnare
gli alunni nel loro apprendimento e
nella loro crescita personale senza che
qualcuno si perda per strada.
7
Un saluto diretto
di Vladimiro Covili (DSGA del nostro istituto)
Dove si legge un saluto sincero
Q
uesta testimonianza
nell'annuario scolastico non
vuole essere di maniera che può
diventare retorica e melensa.
Spero di riuscire ad essere diretto anche
in questa occasione.
Dal 1° settembre 1978, come
segretario, la mia vita si è intrecciata
con la scuola e oggi che sono uscito
posso affermare che è stato un bel
rapporto, con i suoi alti e bassi, ma
sempre improntato alla volontà di
mettersi in gioco. Sono tante le persone
incontrate e conosciute, studenti,
genitori e colleghi al di là della
qualifica rivestita.
righe”, lo riconosco, ma sempre leale.
Non mi è mai balenato per la testa e non
ho mai fantasticato sulla possibilità di
conquistare un posto più attraente e
meglio retribuito.
A scuola sono stato bene e la scuola mi
ha voluto bene. Non perdiamoci nei
dettagli.
Anche se oggi ai nostri studenti dico
che è importante essere preparati a
cogliere al volo l'occasione (quando
arriva da sola) oppure a rimboccarsi le
maniche e ad affrontare la vita alla
ricerca di nuove opportunità che li
facciano sentire migliori, più
valorizzati, e meglio apprezzati.
Il mondo è pieno di buoni propositi, ma
realizzarli è un altro conto.
Buono o cattivo che sia il cambiamento
una cosa è certa: la vera materia prima
del terzo millennio è il sapere.
Per entrare nel mondo del lavoro, e
rimanervi, bisogna continuare ad
arricchire il proprio sapere. A
differenza di un tempo, il diploma
conseguito non ha più valore di per se
stesso, ma solo nella misura in cui è
garanzia dell'acquisizione di una forma
mentis duttile, aperta alle più svariate
esperienze, che permetta di affrontare
compiti e mansioni mutevoli con
uguali probabilità di successo.
Qui mi fermo e vi ringrazio tutti.
Non voglio citarne nessuno in
particolare, mi dimenticherei certo
qualcuno, e poi...rischierei di perdermi.
Voglio dire, però, conoscendo i miei
difetti (a volte pregi) che ho sempre
ricercato un confronto aperto, leale e
improntato al massimo rispetto.
Qualche volta sarà stato “sopra le
8
Un saluto riflessivo
di Mario Bartoli
(docente di lettere della sezione tecnica)
Dove si espongono le riflessioni del ”grillo parlante”
T
ra gli altri acciacchi, la
“maturità” anagrafica comporta
l'insorgere di manie e sindromi
di varia natura: tra le più diffuse è quella
del “grillo parlante” (cfr. “Pinocchio”
di Collodi), assai diffusa tra la categoria
docente, e soprattutto degli ex-docenti.
Sì, perché privato di un uditorio docile
da bombardare con le proprie fisime
che a nessuno interessano, l'ex-docente
si sente autorizzato a prolungare (per
inerzia) atteggiamenti moralistici,
soliloqui astrusi e intimisti, sproloqui
para/professionali: naturalmente ben
camuffati da riflessioni, proprio come
quelle che seguiranno a titolo
dimostrativo.
Che cosa chiedono gli alunni
alla scuola (oltre
naturalmente alle nozioni di
base, utili all'attività
professionale)?
Dalla mia esperienza posso
dire che essi vogliono capire
il mondo in cui vivono;
comprendere i meccanismi
creati dagli adulti per non
rimanerne vittime e per
ottenere un inserimento
concreto ed eticamente
corretto nella società.
E' chiaro che la scuola (e chi vi insegna)
non può fare miracoli…! Ma una
risposta efficace può venire da un
rapporto ad alto livello di reciproca
conoscenza e di osmosi culturale tra
docenti e discenti: che trasformi i
contenuti delle singole materie in
strumenti formativi della personalità
degli alunni.
Il sostegno psicologico a scuola: a
fronte di una generalizzata maggiore
fragilità psicologica degli alunni, si
rende sempre più utile all'interno della
scuola una figura professionale con
spiccata vocazione all'ascolto degli
adolescenti e delle loro problematiche:
non solo e non sempre legate al
rendimento scolastico, ma anche al
riconoscimento della propria identità e
alla formazione della personalità.
Non funziona bene una scuola che non
crea ostacoli, che non si pone obiettivi
elevati, che non elargisce premi e
punizioni. Perché ogni individuo (ogni
scolaro) vuole affermare se stesso,
9
essere stimato e apprezzato per quello
che riesce/è riuscito a ottenere con la
concentrazione, l'impegno, il
sacrificio come la famiglia, del resto:
che deve dare ogni appoggio possibile
ai figlioli, senza mandarli allo
sbaraglio, ma lasciandoli lottare,
trovare la loro soluzione. Non a caso è
dimostrato (v. Pareto) come le élites
emergano molto spesso dagli strati più
“bassi” della società (dove le
condizioni sono più difficili), oppure
dalle minoranze oppresse,
perseguitate…
Ritorneranno gli esami di riparazione
al posto dei “debiti formativi” ?
Studiare con profitto è tutt'altro che
semplice, costa fatica e sacrifici.
D'altra parte i contenuti proposti
devono essere assimilati nel modo più
completo e approfondito possibile, per
garantirsi una dote di conoscenze e
abilità spendibili in futuro.
Ma sappiamo altrettanto bene che, su
una pianta, i frutti non maturano tutti
contemporaneamente; allo stesso
modo, gli alunni hanno capacità e
ritmi di apprendimento
diversificati…Quindi si presenta il
problema del “recupero” di quanto non
appreso in modo adeguato. Per questo
motivo, visto che la soluzione dei
“debiti formativi” non ha dato (in
generale) i risultati sperati, si ritorna a
parlare di “esami di riparazione” a
settembre, prima dell'inizio del nuovo
anno scolastico.
Come sempre, i pareri in merito sono
diversi variamente articolati, ma
sostanzialmente riassumibili così: chi
dice “sì” a tale ritorno sostiene che si
tratta del sistema più efficace per
uscire dal clima facilone e garantista
attualmente vigente; chi nutre forti
perplessità invece sostiene che anche
gli esami di riparazione potrebbero
non essere svolti con il rigore richiesto.
Poi aumenterebbero i costi economici
a carico delle famiglie, con le difficoltà
a reperire docenti qualificati nel
periodo estivo; senza contare la
“rivoluzione” nel sistema delle
vacanze!
Sarebbe interessante un dibattito in
merito anche a scuola, in classe, dal
quale escano considerazioni e
suggerimenti a chi il più delle volte
decide sulla scuola senza conoscere in
maniera adeguata l'opinione di chi la
vive quotidianamente e concretamente
sulla propria pelle. (Detto tra
parentesi: al grillo parlante sembra che
ogni sistema di “recupero” possa
funzionare, o possa togliere ogni
ulteriore alibi a chi non s'impegna
adeguatamente a scuola, a patto che sia
condotto con la serietà e la
professionalità di cui tanti docenti
sono capaci!).
Lezioni in classe: in classe sta sempre
più passando il “modello-TV”. L'ora di
60' te la scordi! L'attenzione, la
concentrazione degli alunni
difficilmente supera i 20/25 minuti.
Poi devi inventarti istrione: interrompi
la spiegazione, fai la battuta, proponi
aneddoti, commenti. Proprio come in
TV, lo stacco pubblicitario: poi,
zapping, si naviga…
E quando manca il docente titolare…e
c'è il supplente ?
E' proprio impossibile venirne fuori in
modo decoroso ? Deve esserci un
sistema efficace: perché il problema
crea spesso imbarazzo o frustrazione
sia per gli alunni, sia per il
10
d o c e n t e / s u p p l en t e . D a “g r illo
parlante” questa potrebbe essere una
proposta.
Ogni docente, almeno di regola una
volta al mese, s'impegna a depositare in
Segreteria, nella propria cartella
professionale, una “consegna” per gli
alunni della propria classe (scheda di
ripasso, esercitazione individuale o di
gruppo, ricerca, visione di un prodotto
filmato…) da assegnare in sua
(eventuale) assenza e di cui chiederà
riscontro al suo rientro.
Naturalmente l'impegno di aggiornare
la “consegna” conseguirebbe il non
trascurabile risultato di impegnare
comunque gli alunni in attività
produttive e di “liberare” il
docente/supplente da situazioni non
sempre ottimali da gestire. Semplice,
no? Forse troppo!
Una delle “colpe” che non può essere
imputata per intero alla scuola è il
fenomeno del bullismo; si è mai
riflettuto su quante schifezze sono già
entrate nella testa di un adolescente
quindicenne ? E la famiglia dov'è ? E il
contesto sociale com'è ? E la c.d.
“società civile” dorme…
“A queste ultime parole, Pinocchio
saltò su tutt'infuriato e, preso…un
martello di legno, lo scagliò contro il
Grillo-parlante…lo colse…nel capo,
tanto che il povero grillo…rimase lì
stecchito e appiccicato alla parete”.
11
Un saluto commovente
di Clara Baisi (docente di matematica della sezione tecnica)
Dove si legge del 1° e ultimo giorno di scuola
S
alivo le scale dell'I.T.C.
“Cavazzi” intimorita da quella
grande e bella scuola, dai tanti
studenti che si salutavano
abbracciandosi, chiacchieravano e
ridevano, felici di ritrovarsi in quel
primo giorno di un nuovo anno
scolastico.
Venivo da una scuola media di un
piccolo paese del Frignano, sola,
emozionata come sempre mi sentivo
prima di un viaggio, grande o piccolo
che fosse.
Ricordo bene quando entrai in classe
quella mattina: i vestiti, studiati e
cambiati almeno tre
volte, i primi gesti e
saluti che volevano
dare un'immagine di
sicurezza agli sguardi
indagatori dei ragazzi,
ma l'emozione sopra a
tutto che prese il
sopravvento e mi fece
tremare le mani mentre
scrivevo la prima
pagina del diario.
Quante mattine del
primo giorno di scuola
ho vissuto da allora?
Tante, tantissime e non
perché io sia stata una scolara un po'
“dura di testa” come dicono i ragazzi e
quindi bocciata tante volte, ma perché
per tanti anni sono stata in questa
scuola la Prof.ssa di Matematica Clara
Baisi.
Ma anche scolara, sì, perché tanto ho
imparato da ognuno dei miei studenti,
qualche cosa tutti i giorni, come tutti i
giorni ho cercato di insegnare loro un
po' di Matematica.
Ho riso con loro e qualche volta ho
trattenuto a stento le lacrime quando
cercavo di aiutarli ad affrontare i primi
momenti difficili della loro giovane
vita.
É stato un bel viaggio, bellissimo e mi
dispiace di non riuscire a ricordare tutti
i ragazzi che mi hanno accompagnato,
che mi hanno lasciato alla fine del loro
percorso, che ho
ritrovato come genitori
di nuovi miei studenti.
Ma il viaggio è arrivato
alla fine con il mio ultimo
giorno di scuola: mazzi
di fiori, fotografie, parole
scritte e dette, un grande
abbraccio, una grande
lacrima, la voce che si
spezza, ma il cuore e la
mente pieni di ricordi e di
affetto per i 3500 studenti
(1 + o 1-) che ho avuto la
fortuna di incontrare.
P. S. Non crederanno i miei colleghi e i
collaboratori scolastici che mi possa
dimenticare di loro? Mai!
12
Un saluto dopo 30 anni
di Giuliano Schianchi (Dirigente Scolastico)
Dove si legge di 30 anni di permanenza
S
ono arrivato al Cavazzi nell'anno
scolastico 1977/78 e tranne
qualche intervallo a Sassuolo ed
a Modena ci sono rimasto fino al 2007:
prima al Cavazzi poi al Sorbelli ed
infine all'istituto Cavazzi Sorbelli
unificato.
Ho conosciuto molti colleghi e
numerosissimi studenti e direi che di
moltissimi ho un gradito ricordo. In
particolare devo ricordare Domenico
Ghibellini che ho trovato al mio arrivo
ed ha rappresentato sempre un punto di
riferimento fino alla fine. Da molti altri
ho ricevuto collaborazione e
soprattutto amicizia ma non sto a fare
un elenco perché non voglio rischiare
di dimenticare nessuno. Gli anni più
intensi della mia presenza a Pavullo
sono stati gli ultimi tre, in quanto la
responsabilità della scuola mi ha
coinvolto totalmente e penso che per
questo, inevitabilmente, ho avuto
grandi soddisfazioni, ma anche scontri
e incomprensioni con i miei colleghi
docenti. Mi piace comunque ricordare
ciò che ritengo positivo nella
conduzione della scuola, è ovvio che la
realizzazione di un qualsiasi progetto
non è merito del preside ma di un
gruppo di docenti che assieme con il
preside hanno realizzato le iniziative.
Partendo dalle realizzazioni più recenti
mi fa particolare piacere ricordare lo
scambio realizzato con “Gli
Americani” perché ha dimostrato che
la caparbietà e il lavoro - vedi prof.
Annamaria Lisotti - possono portare a
superare agevolmente anche un oceano
e fare incontrare culture diverse con
reciproco interesse e soddisfazione. Il
concorso letterario del Frignano, nome
molto altisonante per una iniziativa che
comunque ha coinvolto molti ragazzi
nel tentativo di esternare i propri
sentimenti e di avvicinarsi alla poesia
ed alla letteratura ed inoltre ha portato
gli studenti a contatto con scrittori di
chiara fama.
L'aiuto della prof.ssa Tosi e la
collaborazione della prof.ssa Pini
dell'Istituto Marconi hanno reso
possibile una ricerca sulla storia del
'900, con la presenza di esperti e di
“testimoni” e con uscite sui luoghi
della memoria del nostro territorio. La
fondamentale collaborazione degli enti
locali, Comuni e Provincia ha reso
possibile l'adesione al progetto “Un
treno per Auschwitz” iniziativa che
credo abbia inciso profondamente
nella formazione di molti studenti,
sicuramente ha lasciato in me un
profondo e sentito ricordo. La ricerca
di adeguare i metodi di lavoro e le
attrezzature alla evoluzione dei tempi è
stata possibile grazie alla buona
collaborazione con il gruppo di
“informatica”.
La scuola non funziona solo con
studenti e docenti ma anche con il
lavoro di tutto il personale
13
amministrativo, impiegati, tecnici e
bidelli, è fondamentale per una azione
corale e coinvolgente ed a Pavullo si è
realizzata questa azione superando
incomprensioni e personalismi e
dimostrando sempre disponibilità alla
collaborazione ed alla critica
costruttiva.
Riflettendo sugli anni passati a Pavullo
non posso fare altro che provare un
poco di nostalgia e un certo orgoglio
per il lavoro fatto.
L'ultimo pensiero è per gli studenti, ti
fanno arrabbiare, andare in crisi, ti
mettono continuamente alla prova ma
poi sono quasi sempre in grado di
ricambiare con affetto i tuoi sforzi e
quindi non puoi fare a meno di amarli.
14
Un saluto tecnico
a cura della redazione
Dove si legge del tecnico Afro
A
giugno è andato in pensione il
tecnico Afro Ascari. Arrivò in
questa scuola, anzi arrivò al
Liceo Sorbelli, il 1 novembre 1992 e
quando il liceo fu unito al tecnico
Cavazzi, cioè il 1 settembre 1996, entrò
a fare parte della scuola tutta.
vie di fuga...
Curioso di ogni aspetto tecnico, aveva
una grande esperienza che tutti
apprezzavamo.
Se occorreva sistemare impianti
elettrici, si poteva chiedere ad Afro,
c'erano dei cablaggi da fare? Era
sufficiente chiamare Afro.
Qualche attrezzatura improvvisamente
aveva dei problemi?
Afro, la sicurezza della scuola, arrivava
e in poco tempo ti sistemava tutto.
Un saluto affettuoso!
In questi anni ha contribuito in modo
importante al funzionamento e al
miglioramento delle nostre strutture.
Con una certa ruvidezza, che però
lasciava trasparire una grande
disponibilità, ha aiutato docenti e
studenti in esperienze e attività varie.
Viveva nel seminterrato, ma conosceva
ogni angolo della scuola. Nei laboratori
di fisica e chimica era una sicurezza.
Di sicurezza si è occupato, ci ha
lasciato mappe della scuola, piantine,
15
Un saluto ai pensionati
a cura della redazione
Dove si legge della festa ai colleghi pensionati
A
nche quest’anno sono andati in
pensione alcuni colleghi. È
andato in pensione il Preside
Giuliano Schianchi, i docenti Mario
Bartoli e Clara Baisi, il tecnico Afro
Ascari e il Segretario Vladimiro Covili.
A loro va il saluto di tutti noi studenti,
docenti, personale della scuola.
Auguriamo loro tante cose e li
ricorderemo. con tanta stima, per il loro
lavoro e per tutto quello che hanno dato
al nostro Istituto.
Riportiamo l’invito alla festa di saluto
svoltasi a maggio 2007, sperando di
dare un’idea del clima affettuoso che
era presente.
Trattasi di un ritrovo conviviale che ha
nello squallore il suo punto di forza..
.perciò possono intervenire soltanto
quanti ne condividono l'ispirazione e i
contenuti, che prevedono:
sun menu rimediato (per contenere al
minimo l'impegno economico dei
partecipanti);
sla presenza di ex-colleghe/-ghi di
provata stagionatura e di chiara fama
antiquaria;
sinterventi d'animazione in prosa e
versi para-divertenti, a cura e per la
regia della menestrella del Cavazzi;
smelodrammatici saluti degli pseudofesteggiati-pensionandi (noti
e s p o n e n t i d e l re a z i o n a r i a t o
diffuso all'interno del polo scolastico
pavullese);
sscurrili "rime" da taverna e "osterie"
da caserma tra una portata e l'altra
(patetico tentativo di revival del
"Come si divertivano i nostri
nonni...").
Tanto vi si doveva, per correttezza. Ed
ora, a te scegliere: àbstine aut sùstine !
16
Un ricordo di anni “lontani”
di Ivano Miglioli (ex studente, ex sindaco di Pavullo, deputato)
Dove si legge di com’era la scuola ieri
H
o frequentato il "nostro"
Istituto (allora si chiamava Istituto Tecnico Commerciale
Baggi- ed era la sede distaccata di
Sassuolo) dall'autunno del 1969
all'estate del 1973 quando mi diplomai.
Dei primi anni ricordo, oltre ai capelli
lunghi di molti di noi, il "clima di
contestazione, il '68" che seppur in
ritardo e in modi diversi entrò anche
nella nostra scuola.
Ricordo le assemblee studentesche, i
primi scioperi, i volantini.
Molti di noi fra cui io, si immersero in
quel "movimento" che, con luce e
ombre, pensava fosse necessario
cambiare "il mondo" e dunque anche la
scuola.
In fondo "chiedevamo" di poter dire la
nostra anche se gli obiettivi non sempre
erano chiari nemmeno a noi stessi.
Nell'Istituto le forme di contestazione
di quegli anni furono sempre "civili" e
mai sfociarono in nessuna forma di
violenza. Tra i tanti ricordi ne affiora
uno: contestai duramente un’
insegnante la quale, per risposta, ogni
qual volta iniziavano le sue ore di
lezione mi invitava ad uscire dalla
classe.
Dopo qualche settimana e un incontro
con il Preside fui "riammesso" alle
lezioni. A conclusione di quell'anno in
quella materia ottenni un ottimo voto,
perché pur "contestando" mi applicavo
agli studi convinto allora ed oggi
dell'importanza del conoscere, del
sapere, dell'apprendere, prima di tutto
per "sé", perché maggiori conoscenze
rappresentano un arricchimento ed una
opportunità.
Mi diplomai dunque nell'estate del '73
con buoni voti. Fui contattato, nei mesi
successivi, da alcune aziende ma decisi
di non fare il ragioniere e dunque mi
iscrissi all'università e
contemporaneamente iniziai a
lavorare.
Le "strade" della vita mi hanno
riportato di incrociare il "Cavazzi" in
molte altre occasioni in particolare nel
periodo in cui sono stato
amministratore pubblico.
In quelle occasioni ho incontrato,
preside, insegnanti, e personale che mi
avevano visto come alunno e ho potuto
constatare e in qualche modo,
contribuire al "crescere" del nostro
Istituto che è diventato sempre più, in
una integrazione con le altre scuole, un
Polo Scolastico qualificato al servizio
dell'intero Frignano.
Oggi come parlamentare continuo ad
impegnarmi per mettere in condizione i
nostri giovani di avere maggiori
opportunità e per una scuola ed una
università sempre più all'altezza dei
tempi.
17
Un ricordo e un confronto
di Anna Benedetti (bidella nella sezione tecnica)
Dove si legge di un confronto
l Cavazzi è nato come una scuola
tradizionale per “ragionieri”,
inizialmente come succursale del
“Baggi” di Sassuolo. Infatti, i primi
anni, gli studenti si recavano al Baggi
di Sassuolo a sostenere gli esami di
maturità.
La scuola, al piano terra, ospitava il
Liceo Scientifico “Albano Sorbelli”.
Con il passare degli anni le classi sono
aumentate ed il Cavazzi è diventato
autonomo, con esigenze di un numero
sempre maggiore di aule e laboratori.
I
Ovviamente, il personale docente ed
ausiliario è stato diviso e, nella sede
distaccata, è stata assegnata la bidella
“Ermanna”, diventata molto famosa
perché, oltre che far “filare” gli
studenti, era capace di tenere sul filo
del rasoio anche i docenti . Il Preside
soleva dire: “ per la succursale,
problemi zero, ci pensa l' Ermanna a far
marciare tutti! ! ! ” I ragazzi le avevano
attribuito il nome di Hitler.
Con il passare degli anni la succursale è
stata chiusa, perché lo stabile è stato
ampliato e sono nate nuove
specializzazioni e progetti
sperimentali. Alla ragioneria
amministrativa, si è aggiunta l' Erica
con lo studio di tre lingue straniere:
inglese, francese e tedesco.
Negli anni '90 la scuola è stata
accorpata all' Istituto Professionale
“Cattaneo” e, successivamente, nel
1996, anche il Liceo Scientifico è stato
assorbito ed il personale è stato
unificato: infatti, prima, esistevano i
dipendenti della provincia e quelli
dello stato.
La scuola di ieri, di cui ho appena
parlato, è molto diversa da quella
odierna.
Vorrei fare un confronto .
É così nata una succursale, non molto
lontana dalla sede centrale: salendo
dalla stazione delle corriere, sul lato
destro della strada.
La scuola di ieri
Per quel che riguarda gli aspetti
positivi, gli studenti erano più educati,
più studiosi e più maturi; venivano a
18
scuola per imparare, rispettavano le
regole, erano puntuali, avevano forti
valori e rispettavano anche compagni e
personale scolastico. A scuola le regole
erano più certe: c'era un orario di
entrata ed uno di uscita e le eccezioni
erano rare. Alla prima ora non usciva
nessuno, l'ora dopo l'intervallo
neppure.
Essendo la scuola piccola, era come
una famiglia allargata. A fine anno si
faceva sempre una festa con
crescentine e tutto il personale era
presente. Io ricordo con molta
nostalgia quei momenti, perché
eravamo tutti coinvolti e tutti alla pari.
Ricordo anche le figure storiche della
nostra scuola: la Tina Guidetti o
Vecchiè, la Margherita Cassinelli,
Mario Bartoli, Giuliano Schianchi, la
Clara Baisi, che erano figure note e di
riferimento per tutti noi e davano una
impronta ben precisa alla scuola.
Tuttavia, nella scuola del passato si
notavano molto chiaramente le
differenze e l'appartenenza a classi
sociali diverse degli studenti.
La scuola di oggi.
L' aspetto positivo della scuola di oggi
è la presenza di studenti stranieri che
rendono l'ambiente multietnico e gli
sforzi di tutti per favorire il loro
inserimento e la loro integrazione.
L' abbigliamento dei ragazzi a volte è
un po' troppo “osè”, tuttavia più casual
ed informale rispetto al passato. Una
volta non c'erano tutte quelle macchine
distributrici di bevande e di cibo, anzi
dovrei dire di “schifezze”, in una
scuola che dovrebbe invece avere
progetti sull'alimentazione corretta.
I tempi di Mario, della Clara, della
Margherita, della Tina, di Giuliano, di
Gianni sono finiti. Adesso ci sono tanti
insegnanti, sempre diversi, sempre
nuovi e quel clima familiare di una
volta è finito per sempre.
Come potremmo ancora fare le
crescentine come una volta ed
apparecchiare una lunga tavolata di
banchi nell' aula più grande?
19
Una certificazione utile: l’ECDL
di Serena Berti (alunna di 2 D Erica)
a
Dove si legge di una certificazione
L
a certificazione ECDL
(European Computer Driving
Licence) è nota come patente
e u r o p e a d e l c o m p u t e r, e d è
riconosciuta a livello internazionale.
La nostra scuola è TEST CENTER dal
giugno 2002. È sede di esami e corsi
preparatori; sono tantissime le persone
(oltre 400) iscritte a questa iniziativa,
tra cui anche esterni. Infatti, non sono
solo gli studenti e i prof. a poter
usufruire di questo progetto, ma anche
gli “esterni”, vale a dire segretarie,
impiegati, studenti dell'università o
comunque persone che ne hanno
bisogno per il loro lavoro.
L'ECDL è costituita da 7 moduli di
base, che forniscono una preparazione
fondamentale per un futuro impiego
del computer e permette di guadagnare
crediti sia per l'esame di Stato che per
l'Università. Ogni modulo comporta un
esame, il cui superamento viene
registrato su una scheda personale,
chiamata SKILL CARD, che riporta i
dati anagrafici del proprietario e il
nome del test center che l'ha rilasciata,
la data, la sede d'esame e gli esami già
sostenuti. Questo documento dà al suo
possessore il diritto di sostenere le
prove d'esame presso un qualsiasi test
center europeo anche diverso da quello
che l'ha emessa, per un periodo di tre
anni a partire dalla data di rilascio
indicata sul documento stesso. Sono
quindi tre gli anni a disposizione per
portare a termine gli esami, che
possono comunque essere superati in
minor tempo, e in entrambi i casi un
certificato rilasciato da AICA
(Associazione Italiana per
l'Informatica e il Calcolo Automatico)
sarà a testimonianza del
conseguimento della patente europea
del computer.
Adesso, io frequento la 2a ERICA e
sono iscritta a questo progetto dallo
scorso anno: mi manca ancora un
esame e, una volta metabolizzato il
giusto ritmo per non perdersi con il
programma di scuola, consiglio
quest'esperienza perché ho imparato
cose nuove, che non avrei né
immaginato né utilizzato senza questi
corsi. Nella nostra società si sta dando
uno spazio sempre maggiore
all'informatica e io sono convinta che la
sua conoscenza possa essere
20
veramente utile per un futuro nel
mondo del lavoro.
L'ECDL è un'attività extrascolastica
con corsi pomeridiani, normalmente 4
lezioni di due ore per ogni modulo,
tenuti da alcuni dei nostri stessi prof.
Sulla Skill Card non viene scritta
nessuna specie di voto, né la
percentuale delle risposte giuste, ma
solo un timbro che attesta il successo
dell'esame che, inoltre, può essere
ridato diverse volte in caso di
bocciatura, rimanendo comunque
all'interno dei tre anni.
Dopo aver frequentato un corso (non è
indispensabile, in quanto ci si può
preparare anche individualmente) non
è obbligatorio darne l'esame, come non
è fondamentale seguire l'ordine dei
sette esami così come scritti.
S u l s i t o d e l l a s c u o l a ( w w w.
cavazzisorbelli. it) nella voce
“Certificazione Ecdl” sono molte le
informazioni e la documentazione,
comprese date degli esami e indirizzi di
vario tipo che permettono numerosi
esercizi e simulazioni on-line, titoli di
libri che possono aiutare nello studio, e
file con i corsi teorici. In segreteria
alunni sono disponibili diversi cd con
materiale di studio : uno, in particolare
(MIUR, Ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca- Caspur,
MAIS scuola Windows e Office, Linux
e Openoffice) è semplice e chiaro nella
teoria, completo negli esercizi e nelle
parole chiave o definizioni di ogni
modulo.
Penso che sia importante per ogni
studente avere delle conoscenze di
base, senza necessariamente scendere
in approfondimenti, ma che possano
permettere un futuro con maggiori
possibilità, qualunque sia l'indirizzo di
studi del nostro istituto, dove
comunque molti insegnanti si stanno
impegnando per permettere la
conoscenza e la diffusione
dell'informatica.
Un grazie particolare al prof. Ori Luigi,
che si sta impegnando e che spiega
bene durante i corsi che lui stesso tiene
e al momento dell'esame, dove un po' di
tensione c'è sempre, ti impedisce di
dartela a gambe.
Se una persona è interessata, penso che
ne valga la pena!
21
Un’altra certificazione
di Antonella Martini (docente di inglese all’ Igea)
Dove si legge di un’altra certificazione
D
a alcuni anni il nostro Istituto
promuove certificazioni
linguistiche per i suoi ragazzi.
I nostri ragazzi hanno l'opportunità di
sostenere gli esami di inglese, francese
e tedesco che certificano conoscenze a
livello europeo.
Siamo orgogliosi dei nostri studenti
che riescono a superare gli esami delle
lingue straniere (livello B1 e B2) con
l'aiuto dei docenti interni e gli esperti di
madrelingua senza rivolgersi ad
insegnanti esterni.
Solitamente, gli esami P.E.T. di inglese
B1 si svolgono nella nostra sede
scolastica, dove vengono mandati
esaminatori dal Cambridge, visto che il
numero degli iscritti è sempre
abbastanza alto. Gli studenti che
sostengono altri esami si recano
direttamente nelle sedi centrali di
Modena o di Bologna (al “Cambridge”
di Modena all' ”Alliance française” e
al “Goethe Institut” di Bologna).
I certificati rilasciati sono spendibili
nel mondo del lavoro e accettati in
parte o interamente in varie università.
La valenza di questi esami è
documentata anche dalle esperienze di
alcuni alunni che riportiamo in parte.
“Il nostro parere è che il P.E.T. è molto
utile come preparazione al successivo
F.C.E., un esame decisamente più
impegnativo e attraverso il quale si può
ottenere una certificazione accettata in
qualsiasi campo lavorativo e,
ovviamente, in ambito universitario”.
“Il nostro consiglio è che, anche se può
sembrare una esperienza fine a se
stessa, può essere un buon allenamento
che è sempre meglio fare” così
affermano Carolina Cavallo e Filippo
Cimatti, nostri studenti.
Anita Matteini sostiene che: “la
preparazione a questo tipo di prova mi
ha permesso di migliorare decisamente
il mio inglese acquisendo nuove
c o n o s c e n z e e u n a m a g g i o re
completezza di espressione…inoltre ho
avuto la possibilità di lavorare
all'interno di gruppi di ragazzi con il
mio stesso obiettivo sostenuti da
professori validi che mi hanno
dedicato tempo e preparato nella
22
maniera più appropriata. Oltre a una
maggiore e più intensa attenzione in
classe ho trascorso anche qualche
pomeriggio con l'obiettivo di
migliorare soprattutto la parte di
speaking, ossia la pronuncia e la
fluidità del discorso. Ora mi sento più
sicura, anche grazie al rendimento che
ho ottenuto in inglese”.
Ilaria Gober ha ricavato da questa
esperienza “la gradevole sensazione di
aver lavorato non per la scuola, ma per
un obiettivo proiettato nel suo futuro.”
Da queste esperienze si evince che con
questa certificazione, non solo si
potenzia la competenza linguistica, ma
si stimola la curiosità intellettuale e si
avvicinano gli studenti alla conoscenza
di fenomeni culturali relativi al paese di
cui si studia la lingua.
Non ultimo, si promuove la scuola
come luogo di aggregazione, perché la
preparazione a questi esami coinvolge
simultaneamente studenti di classi
diverse.
23
Lauree scientifiche
di A. Lisotti e L. Mazzacurati (docenti di matematica nella sezione scientifica)
Gli studenti del liceo al Dipartimento di Fisica
C
he c'entra la misura del
diametro di un capello tramite
puntatore laser con la
sofisticata tecnica del TEM ? É
possibile parlare di diffrazione di
elettroni o di effetto fotoelettrico a
studenti molto giovani senza
imbarcarsi in un corso di fisica
quantistica? Cosa sono le pinze
ottiche? Perché possiamo considerarle
come un dinamometro nanometrico?
Può il laboratorio della facoltà divenire
la naturale estensione di quello
scolastico e i modelli macroscopici
noti aiutare a capire come opera la
ricerca di frontiera?
Tante domande che gli studenti di due
classi del Liceo Sorbelli (2 A e 3 C PNI)
hanno affrontato assieme ai propri
docenti di fisica all'interno del Progetto
Lauree Scientifiche in collaborazione
col Dipartimento di Fisica della
Facoltà di Scienze di Modena. Tale
progetto, sostenuto a livello nazionale
dal MIUR (ministero dell'istruzione
università e ricerca) e declinato
localmente dalle facoltà in
collaborazione con le scuole superiori
ha come fine il potenziamento della
cultura scientifica.
Per quest’ anno, fase pilota, solo un
numero ristretto di scuole (e tra di esse
il nostro liceo) ha potuto partecipare
alla organizzazione e alla
sperimentazione dei percorsi di fisica
moderna che il prossimo anno saranno
offerti a tutti gli istituti interessati.
Il lavoro, pianificato precedentemente
dai docenti in collaborazione con altri
colleghi di Modena e Reggio e col
personale universitario (insegnanti e
ricercatori), è stato inizialmente
impostato a scuola, dove agli studenti
sono state fornite le basi sia teoriche
che sperimentali per poter poi
affrontare proficuamente i successivi
esperimenti svolti presso la facoltà di
fisica e utilizzando apparecchiature
che, per precisione, uso di alta
tecnologia e, costo, difficilmente
possono far parte delle dotazioni di un
laboratorio scolastico.
L'idea è quella di presentare contenuti
in genere relegati all'ultimo anno di
corso e spesso solo accennati, in un
linguaggio relativamente semplice
facendo leva su curiosità, gusto della
sfida, analogia e utilizzo massiccio del
metodo sperimentale. Si è puntato
sull'osservazione, la discussione e la
formulazione di ipotesi di lavoro per
24
poter riuscire a trasmettere a studenti di
seconda e terza concetti considerati
tradizionalmente molto difficili,
convinti che parlare della ricerca
attuale in fisica non sia mai troppo
presto.
La necessità di osservare aspetti
strutturali sempre più piccoli, fino alla
scala atomica, per comprendere le
proprietà dei diversi materiali, rende
oggi il microscopio elettronico in
trasmissione (TEM) uno strumento
diffuso nei laboratori di ricerca sia di
base che applicata e in ambienti
industriali ad elevata tecnologia. Da
qui dunque un
percorso che si
proponeva di avvicinare gli studente al
funzionamento ed all'utilizzo del TEM,
costruendone un modello che impiega
lenti a luce visibile (microscopio
ottico) partendo interattivamente dall'
ottica geometrica. Il tutto concluso con
una visita al TEM stesso.
La tecnica delle pinze ottiche consente
di intrappolare e manipolare oggetti di
dimensioni nano e micrometriche
utilizzando un fascio di luce laser
focalizzato. L'oggetto immobilizzato
risulta attirato verso il centro della
trappola realizzando così una sorta di
“molla” in grado di misurare forze
dell’ordine del piconewton
(miliardesimi di newton). In Biofisica
le pinze ottiche sono usate per
applicare forze molto piccole a
molecole biologiche, per
immobilizzarle, stirarle o muoverle su
una superficie. Tutti gli studenti, anche
alle prime armi, studiano la legge di
Hook ed il dinamometro, però in
contesti senz'altro meno stimolanti.
La spettroscopia da fotoemissione è
una tecnica attualmente utilizzata per
lo studio dei materiali a scala atomica o
molecolare basata sull'utilizzo
dell'effetto fotoelettrico, vale a dire
l'emissione di elettroni (e quindi di
corrente elettrica) da parte di metalli
illuminati con una luce opportuna. Gli
studenti coinvolti nel progetto, grazie
ad apparecchiature in grado di fare
misure estremamente precise, hanno
analizzato nel dettaglio tale fenomeno
fisico cogliendone gli aspetti sia
qualitativi che quantitativi, in
particolare riuscendo a misurare la
costante di Planck, una delle grandezze
fisiche fondamentali per la
comprensione della meccanica
quantistica.
Alcuni degli studenti delle classi quarte
hanno invece potuto fruire degli stages,
altra possibilità offerta già da alcuni
anni dalla facoltà di fisica con scopo di
orientamento post secondario.
Durante più giorni essi hanno lavorato
e discusso in collaborazione diretta coi
ricercatori del dipartimento di fisica su
argomenti riguardanti l'attuale ricerca
in fisica e utilizzando strumentazioni
sofisticate, per poi riportare, attraverso
brevi presentazioni dell'attività svolta,
tale esperienza all'interno della propria
classe.
25
Informatica-Amica
di V. Caselli e L. Ori (docenti)
Dove si legge di un altro progetto
I
l nostro Istituto a settembre 2006 ha
presentato domanda per il bando
SCUOLE 2006 promosso dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di
Modena.
Abbiamo chiamato il nostro progetto
INFORMATICA-AMICA, in quanto
si prefiggeva di migliorare la didattica,
di stimolare studenti e insegnanti ad un
uso più mirato ed individualizzato
degli strumenti informatici, dotando
alcune aule di postazioni informatiche
complete, attrezzandole con
programmi software specifici, anche
rivolti ad alunni con problemi di
apprendimento.
Questo progetto intende anche
contrastare la dispersione scolastica
dovuta alle carenze e alle difficoltà dei
soggetti deboli offrendo loro delle
modalità di apprendimento innovative.
Fra questi sempre più frequenti i casi di
dislessia e disgrafia.
Negli ultimi anni il nostro Istituto ha
potenziato l'uso delle tecnologie
informatiche, consolidando un buon
patrimonio di conoscenze e strumenti,
per migliorare l'insegnamento e per
dotare ogni studente delle conoscenze
fondamentali in questo campo.
Questo utilizzo deve essere agevole e
perciò si è pensato di portarlo
direttamente nelle aule a disposizione
degli studenti e dei docenti, in modo da
renderlo di facile accesso,
“quotidiano”, per migliorare la
formazione dei nostri studenti.
Con questo intervento abbiamo dotato
alcune aule con attrezzature e software
specifico. Questi strumenti
garantiscono tutta una serie di supporti
che rendono più efficace una lezione e
sono un aiuto concreto agli alunni che
presentano un apprendimento
difficoltoso nelle lezioni tradizionali.
Questo progetto vuole anche verificare
la validità di un simile approccio e se i
risultati saranno positivi, estenderlo ad
altre aule dell' Istituto.
I principali obiettivi del progetto sono:
1) Potenziare l'attività didattica tramite
la sperimentazione di esperienze
didattiche-metodologiche innovative
che prevedano l' uso delle nuove
tecnologie.
2) Fornire attività di supporto ad alunni
con problemi di dislessia e disgrafia e
in generale con difficoltà di
apprendimento, tramite l'uso
individualizzato di strumenti
informatici e di software e strumenti
specifici.
26
3) Rendere l'uso degli strumenti
informatici sempre più fruibile da parte
di studenti e docenti, inserendoli
nell'attività didattica quotidiana e
aumentando progressivamente il
numero di fruitori.
Sono state attrezzate
complessivamente 5 aule di cui 2 aule
del liceo scientifico, 2 aule del tecnico
commerciale e 1 aula del professionale.
Complessivamente gli studenti
coinvolti sono oltre un centinaio.
Il progetto è stato approvato a dicembre
2006. Subito si è proceduto a
individuare le classi e le aule, ripartite
tra le 3 sezioni dell' Istituto e
privilegiando le classi con alunni con
DSA.
Sono state realizzati interventi in 5 aule
e ora queste sono dotate di:·personal
computer fisso o notebook,
videoproiettore + schermo, scanner,
stampante, collegamenti elettrici a
norma e collegamenti di rete,
collegamento ad Internet, in 2 aule al
posto dello schermo sono state inserite
lavagne interattive InterWrite.
In ogni postazione erano presenti
questi software: Microsoft Office 2007
Professional/Fine Reader 8.0 come
O . C . R . / K n o w l e d g e
manager/C.A.R.L.O.,Acrobat Reader
9.0 /Winzip…
Oltre ai normali software le postazioni
sono dotate di alcuni programmi
particolari.
C.A.R.L.O. II V6 facilita il processo di
scrittura, permette l’uso di voce
digitalizzata e di sintesi vocale per lo
spelling fonetico e la lettura delle
parole digitate, etc.
Knowledge Manager permette la
costruzione di mappe mentali,
concettuali, diagrammi, inoltre
consente la loro lettura/ascolto .
I docenti delle classi coinvolte hanno
seguito un corso di formazione sull'uso
delle attrezzature e sulle possibilità
didattiche di questi strumenti, prima di
avviarne la sperimentazione.
L'inizio è stato molto positivo.
Riportiamo di seguito i punti di vista di
uno studente e di un docente.
L’ alunno Giulio Adelizzi della classe 4a
C liceo, riferisce che :
“Il progetto “INFORMATICAMICA”
consiste nell'integrare nelle scuole
l'informatica, che ormai fa parte del
nostro mondo, inserendo direttamente
nelle classi un Personal Computer
(PC) da utilizzare nelle ore di lezione;
questo comporta notevoli vantaggi
soprattutto nell'insegnamento.
Per fare un esempio le lezioni possono
essere integrate con l'utilizzo di foto,
approfondimenti e filmati tutti presi da
Internet o scannerizzati, cioè
estrapolati da altri libri e scaricati sul
PC per essere poi stampati o proiettati
sul muro, in modo da non fare fotocopie
inutili che non servirebbero più a
niente; si potrebbero trovare
27
informazioni velocemente utilizzando
il “World Wide Web” invece che
cercarle in biblioteca e sprecando un
sacco di tempo, non per dire che i libri
non servono, ma spesso se uno non è
pratico nel cercare notizie in una
biblioteca può perdere un sacco di
tempo.
Ma la nostra classe (3°C Liceo anno
06/07) dispone di un ritrovato
tecnologico unico nell'istituto, la
“Lavagna Interattiva”.
La “Lavagna Interattiva” è uno
schermo in cui viene proiettato quello
che serve per la lezione, ma ti permette
di lavorarci fisicamente sopra
utilizzando delle penne elettroniche, in
modo da cerchiare evidenziare,
ritagliare…. Insomma qualsiasi cosa
potrebbe essere utile; per fare un
esempio nelle lezioni di latino
proiettiamo le versioni e sottolineiamo
le cose importanti, nelle lezioni di
Fisica la utilizziamo per farci spiegare
meglio le leggi dell'universo con
disegni grafici.
Insomma, questo progetto è uno dei più
utili su cui si potrebbe investire e in cui
la nostra scuola ha infatti investito,
anche se al Liceo ci sono solo 2 classi
con questa attrezzatura.”
Un’ insegnante coinvolta nel progetto
ha raccontato la sua esperienza :
“Ogni volta che entro nella classe 3a C
del liceo, sono consapevole del fatto
che non sto entrando in una normale
aula, ma in uno spazio ultra
tecnologico. Alle mie spalle sento
sempre la presenza di un grande
oggetto bianco, bianchissimo, molto
grande, molto bello, E' la lavagna
interattiva. Ogni volta mi viene da
pensare: ma cosa significa interattiva:
forse devo interagire con la lavagna
anziché con gli studenti??? O con tutti
e due? Oppure è la lavagna che
interagisce con noi due? Davanti a
me, in alto, vedo sempre un attrezzo che
mi fissa, o forse fissa la parete della
lavagna. Mi hanno detto i ragazzi che
si chiama videoproiettore. A volte ho
paura che qualcuno mi riprenda
mentre parlo o mentre mi muovo, in
realtà credo che funzioni solo se io lo
attivo. Penso che chiederò un
microfono, così mi sentirò decisamente
più televisiva e le mie lezioni potranno
sembrare vere conferenze. A destra
della cattedra c'è un' altra cattedra
con sopra un computer e un oggetto
piatto con un coperchio che si può
sollevare. I ragazzi mi hanno detto che
posso metterci un foglio e , in qualche
28
modo, dopo procedure lunghe e
complesse, proiettarlo alla parete o
sulla lavagna. Ho capito : la lavagna
interagisce con il computer e con quell'
oggetto piatto. Mi hanno detto che si
chiama scanner. La mia mente si
illumina, dopo tutto insegno inglese :
to scan significa leggere velocemente .
L' oggetto piatto, quindi, legge tutto ciò
che io desidero. Decido di provare.
Non sapevo si dovesse usare un OCR.
Ma qui non mi faccio trovare
impreparata. Cerco sul dizionario.
OCR = Optical Character Reader. E'
un lettore ( reader) ottico di caratteri.
Ora che ho capito il significato lo
posso usare. So che ce la posso fare.
Ora devo passare ad Interwrite. Non so
cos'è. Mi dicono che fa funzionare la
lavagna interattiva. Ok. Suona la
campanella. Non sono riuscita ad
usare l' oggetto piatto, né OCR, né
Interwrite, né mi sono vista in tv. Però
la campanella è suonata e, finalmente,
posso uscire ed andare in 2° B : una
bella, luminosa, normale aula, con
studenti, sedie, banchi e cattedre…
Dopo mesi e mesi, sono riuscita ad
usare quasi tutti gli strumenti, a
conoscerli per nome . Ora mi sento
meglio, ma non per merito mio. Grazie
a tutti gli studenti che, come sempre,
sono molto più svegli e preparati di noi
e, con le nuove tecnologie, vanno
veramente alla grande.
Non ho mai fatto lezione io da sola , ma
mi sono limitata a preparare le risorse,
poi loro hanno realizzato lezioni con
lavagna interattiva, software vari,
scanner etc. etc……
Grazie studenti, che ci siete e ci aiutate
quando siamo in così palese
difficoltà!!!”
29
Le giornate della scienza
di Matteo Cocetti (alunno di IV C liceo)
Dove si legge di “vedere la scienza”
L
o scorso anno nei mesi di
ottobre e novembre si sono
tenute nell'aula magna della
nostra scuola un ciclo di conferenze
divulgative dedicate alla fisica e in
particolar modo ai suoi aspetti più
curiosi e affascinanti. Il progetto
intitolato “Vedere la Scienza” è una
rassegna di filmati scientifici
commentati. Il progetto esiste ormai
nella provincia di Modena da 10 anni.
Le sedi dove si svolgono gli incontri
sono in genere aule magne di scuole
superiori o classi universitarie. I temi
trattati quest'anno, sebbene molto
complessi e articolati sono stati
sviluppati in modo esauriente e al
contempo divertente. I filmati proposti
quest'anno sono stati principalmente
tre. Il primo intitolato “La luce, il buio,
i colori” di carattere più artistico che
fisico, ci ha mostrato, sulla linea di
pensiero del filosofo-poeta Wolfgang
Goethe, come la luce e il suo “alterego”
il buio possano essere due fenomeni
complementari estremamente
interessanti. Il filmato ci propone un
analisi, da un lato scientifica, dall'altro
piscologica sulla luce. Nella prima ci
espone il “vecchio” problema della
natura della luce, e la risposta della
fisica moderna; il modello ondulatorio.
La seconda invece ci invita a riflette su
quali siano gli effetti della luce
sull'animo umano e quali siano le
emozioni che essa suscita. Il filmato
anche da un punto di vista grafico è
molto piacevole, caratterizzato dalla
presenza di paesaggi ed immagini di
rara bellezza. Il secondo filmato invece
ci ha invece mostrato quali siano le
frontiere della fisica moderna e come
queste cambieranno ancora una volta il
nostro modo di percepire la realtà e i
suoi fondamenti; lo spazio e il tempo. Il
titolo del filmato è “L'universo
Elegante- Il sogno di Einstein”, e si
tratta di un documentario tratto
dall'omonimo libro di Brian Greene. In
questo filmato, decisamente in stile
“americano”, si ripercorrono quelle
che sono state le tappe fondamentali
per lo sviluppo della fisica, partendo
dalla gravitazione di Newton e
proseguento sulle equazioni di
Maxwell per arrivare alla relatività
generale di Einstein. Alla fine di questo
percorso, il fisico Americano Brian
Greene ci mostra, grazie anche all'aiuto
della computergrafica e degli effetti
speciali, cosa sia le teoria delle
stringhe, e quale sia la sua storia. La
teoria delle stringhe sembra infatti
operare una sintesi tra le 4 forze
fondamentali della fisica, riunendole in
un unico quadro coerente. Una teoria
che contiene al suo interno la
spiegazione per così dire a tutto. Di
sicuro impatto, sia l'argomento che la
presentazione che ne viene fatta; e
sebbene la materia possa apparire
ostica, l'abilità di Greene sta proprio
30
nel suo comunicare con immediata
semplicità gli aspetti salienti della
teoria. Il terzo filmato dal titolo “
Benvenuti nell'undicesima
dimensione” prosegue sulla linea del
secondo e ci mostra quali siano state le
incredibili e profonde implicazioni
della teoria delle stringhe che si è
evoluta nella teoria M.
Scherzosamente si dice che la teoria M
è un pezzo di fisica del XII secolo
capitata per caso nelle nostre mani,
tanto è difficile ma al contempo
affascinante. Basti pensare che prevede
l'esistenza di 11 dimensioni per così
dire “raggomitolate”, di membrane
vibranti e un'infinità di particelle di cui
i fisici non immaginavano neppure
l'esistenza. Alla fine di ogni filmato era
inoltre presente in sala un relatore, in
genere un professore universitario, in
grado di soddisfare le domande dei
presenti. Non c'è che dire, si tratta
sicuramente di un'iniziativa da ripetere
e un'occasione da non perdere; sia per
gli appassionati di fisica e matematica,
in quanto i temi trattati offrono notevoli
spunti di riflessioni, sia per chi non è
particolarmente preso da queste
materie, anche perchè le conferenze al
contrario di quello che si possa pensare
sono state di livello molto divulgativo e
di facile comprensione. Vi assicuro un
po' di fisica vi farà guardare la realtà
che ci circonda con occhi nuovi,
rendendovi consapevoli di come sia
meraviglioso, o se vogliamo
“elegante”, l'universo che ci circonda.
31
Giovani all’arrembaggio
di Marika Musella e Maria Jessica Piombino (alunne di 3^B liceo)
Dove si legge del volontariato
N
el mondo della scuola di oggi,
a noi studenti del triennio
durante l'anno scolastico
vengono presentati vari progetti; tra cui
“GIOVANI ALL'ARREMBAGGIO”.
Questo progetto ci offre l'opportunità
di aiutare associazioni di volontariato
presenti sul territorio.
In seguito alla presentazione del
progetto, chi è interessato, e vuole
affrontare nuove esperienze(aiutando
chi ha bisogno) e ritiene di aver tempo
da offrire, può aderire. Molti studenti
inizialmente partecipano al progetto
perché sanno che alla fine della loro
esperienza riceveranno un credito
formativo che potrà essere utilizzato
all'esame di maturità.
In realtà vivendo l'esperienza di
volontariato ci si accorge che il credito
è una piccolissima ricompensa che non
può essere paragonata all'appagamento
interiore che si riceve in ogni momento
di questo cammino.
Infatti chi come noi, ha svolto
volontariato, ha imparato che donando
una piccola parte del proprio tempo
può regalare un vero momento di
felicità a chi conosce questa parola solo
come dono “destinato” ai più fortunati.
La cosa più bella di questo percorso è
che ti aiuta a capire che piccoli gesti
come questi possono servire per
costruire un mondo migliore!!!
Ciò che è stato detto fino ad ora
potrebbe sembrare ovvio a molti , ma
noi ne ribadiamo l’ importanza perché
abbiamo vissuto in prima persona
questa “nuova realtà”. Per questo
vogliamo incentivare tutti i ragazzi a
svolgere volontariato perché può
veramente aiutare a dare significati
diversi e più profondi a parole come:
“felicità, sorriso e ricchezza interiore.”
Inoltre si riesce a capire che quando ti
lamenti e ti ritieni sfortunato sei molto
fortunato.
E perché no, il volontariato può aiutarti
a CRESCERE…
32
Un viaggio in azienda
di Federico Ciarla (alunno di 4° C Erica)
Dove si legge di un’esperienza di stage
L
o scorso maggio si è svolta
l'esperienza dello stage,
organizzata da Modena
Formazione, per le classi quarte, come
esperienza di socializzazione al mondo
del lavoro. Precedenti al periodo di
stage vero e proprio all'interno
dell'azienda, sono stati svolti incontri
all'interno dell'istituto con specialisti
come avvocati, psicologi del lavoro ed
esperti nell'uso delle lingue in ambito
lavorativo.
Essendo un'esperienza del tutto nuova
ci è stato insegnato il corretto
comportamento da mantenere
all'interno di un'azienda e ci sono stati
forniti anche consigli per migliorare il
nostro processo di apprendimento .
Per meglio renderci conto dell’
ambiente che effettivamente stavamo
andando a visitare, ci era stato chiesto
di porgere a diversi impiegati domande
riguardo le loro funzioni, da quanto
tempo stavano in azienda etc. Ciascuno
di noi era libero di svolgere l'attività di
stage nell'azienda che preferiva, purché
ovviamente nel territorio di Modena e
provincia.
Nel mio caso ho scelto di effettuare lo
stage presso il Consorzio del Parco
Regionale Alto Appennino modenese,
detto in termini più semplici: la sede
del Parco del Frignano a Pievepelago.
È stata un'esperienza veramente
interessante, grazie alla quale ho potuto
effettivamente rendermi conto
dell'attività svolta dal Parco. Essendo
stato assegnato in particolare all'ufficio
delle guardie del parco ho avuto modo
di farmi un'idea abbastanza chiara e
precisa circa le loro attività di tutela e
salvaguardia con compiti molto
diversi, dallo scrivere rapporti sulle
ispezioni nel territorio al fascicolare
dépliant informativi. Ho partecipato
alla compilazione di documenti
riguardo alle mostre organizzate nella
sede di Pievepelago del Parco, e ho
visto quanta attività, sia manuale che
intellettuale, c'è dietro queste mostre,
(soprattutto manuale!).
Ora che mi trovo in quinta e che la fine
della scuola è sempre più imminente,
mi accorgo che il mondo del lavoro sta
diventando una realtà alla quale sarò
chiamato a rispondere molto presto, mi
sento quindi di dare consigli a chi si
p r e p a r a a d a ff r o n t a r e q u e s t a
esperienza.
Innanzitutto è importante non prendere
alla leggera quest'attività, data la
33
possibilità di conoscere una nuova
realtà. Molto importante è inoltre
seguire attentamente le istruzioni che
vengono date, riponendo la massima
fiducia nei consigli che questi esperti
con molta professionalità ci danno.
Spero di aver spiegato esaurientemente
ai ragazzi di quarta di cosa tratta
quest'attività di socializzazione al
mondo del lavoro e che i consigli dati
potranno essere utili per meglio
affrontare il periodo di stage.
In bocca al lupo!
34
Il patentino del ciclomotore
a cura della redazione
Dove si legge del patentino del ciclomotore
C
orsi a pieno ritmo! Il D.Lvo
n°9/02- “Modifiche al codice
della strada”- contiene, tra le
varie innovazioni, l'introduzione
dell'obbligo per i minorenni del
certificato di idoneità alla guida del
ciclomotore, da poter conseguire
gratuitamente presso le istituzioni
scolastiche statali e non statali.
Il Progetto del “Patentino” per la guida
dei ciclomotori, promosso dal MIURDirezione generale per lo studente e dal
Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti, si inserisce a pieno
nell'Educazione alla Convivenza
Civile introdotta, nelle sue varie
dimensioni, dalla L.53/03: conoscere il
codice della strada e saper guidare il
motorino; come in tutti i processi di
apprendimento, non possono essere,
infatti, scissi dall'”essere persona”.
A partire dall'a.s. 2003/04, le istituzioni
scolastiche della regione EmiliaRomagna, supportate dall'Ufficio
Scolastico Regionale, dall'assessorato
alla mobilità e ai trasporti della
Regione e da soggetti istituzionali
locali (Prefetture, Questure, Comuni,
Associazioni) hanno organizzato
numerosi corsi per il conseguimento
del patentino, registrando tra l'altro lo
scorso anno, un'alta percentuale di
superamento della prova di esame,
indice certamente di efficacia e qualità
dell'azione educativa e formativa.
Nella nostra scuola ogni anno vengono
organizzati corsi per gli studenti
interessati al conseguimento di questo
patentino.
Nell'anno scolastico 2006-2007 sono
stati organizzati 2 corsi che hanno visto
la partecipazione di 53 studenti.
Hanno sostenuto gli esami finali ben 51
studenti e di questi 40 sono risultati
idonei, mentre 11 studenti sono risultati
non idonei.
La scuola ha un simulatore di guida che
permette di simulare la guida su diversi
percorsi.
35
Physics across the Atlantic
di Annamaria Lisotti (docente di matematica della sezione scientifica)
Dove si legge del progetto Dallas
A
ll'inizio del 20006/07 è stato
approvato un progetto
proposto da un gruppo di
docenti della sezione scientifica
inerente uno scambio culturale con le
scuole americane "Dallas Independent
School District Lincoln High School
Communications and Humanities
Magnet" e "Irma Rangel Young
Women's Academy" nel Texas, USA.
Il progetto in questione ha visto gli
studenti di una nostra classe pilota (III
C scientifico PNI) e di 12 studentesse
americane impegnati sia nella
conoscenza reciproca in termini di usi e
costumi che nella progettazione e
realizzazione congiunta di esperimenti
di fisica, con l'obiettivo di creare due
kit identici da poter poi scambiare con
altre scuole europee/americane.
L'idea è quella di gettare le basi di una
rete internazionale di contatti e
collaborazioni tra scuole e docenti di
fisica di diversi Paesi.
Dal punto di vista linguistico gli
studenti Italiani sono stati ovviamente
costretti a comunicare, reperire
informazioni e produrne essi stessi per
iscritto in lingua inglese, una magnifica
occasione per realizzare lezioni e unità
CLIL (insegnamento integrato di
lingua e contenuto, nella fattispecie
insegnamento di unità di fisica in
inglese).
Gli strumenti informatici utilizzati per
il lavoro collaborativo a distanza sono
stati i più vari ed attuali. Oltre alle
classiche e-mail, internet e agli
strumenti di Office, in una fase iniziale
di conoscenza reciproca i forum di
Moodle, piattaforma e-learning già da
anni in uso nel nostro istituto, si sono
rilevati insostituibili e
successivamente molto utili per
scambiare idee e suggerimenti tra i
diversi gruppi di lavoro. Tramite Skype
è stato poi possibile collegare più volte
in web conference i docenti (con la
possibilità di coordinarsi in tempo
reale) e i due gruppi di ragazzi, che
hanno presto scoperto come, benché li
separassero 5000 miglia, molti aspetti
tipici dell'universo giovanile
occidentale siano ormai standardizzati.
Dal punto di vista della fisica
l'approccio hands-on, tipico del mondo
anglosassone, è risultato assai
stimolante per gli studenti, già abituati
dal biennio alla dimensione di
36
laboratorio ma non ad un
coinvolgimento così diretto nella
progettazione ed effettiva
realizzazione di esperimenti non
standard. La sfida lanciata dal collega
americano per realizzare prototipi di
camere a nebbia e di modelli meccanici
di acceleratori di particelle che
potessero essere smontati e rimontati
facilmente ha portato ad alcune
interessanti soluzioni ideate dagli
stessi ragazzi. Il momento culminante
si è avuto un pomeriggio in cui per due
ore stiamo stati tutti incantati ad
osservare nella penombra le scie
lasciate dai raggi cosmici che
attraversavano le nostre camere a
nebbia.
I modelli costruiti rimarranno al
laboratorio di fisica della scuola e
potranno essere riutilizzati negli anni
successivi, il che è già per molti allievi
fonte di orgoglio. A ciò si aggiunga la
soddisfazione di vedere il proprio
lavoro condiviso con scuole di tutta
Europa!
A coronamento della prima tranche del
progetto, nella settimana dal 2 al 10
Giugno 2007, i ragazzi statunitensi ed i
loro docenti accompagnatori sono stati
ospiti presso le famiglie dei nostri
studenti ed insegnanti residenti in tutto
il bacino montano del Frignano.
Grande la soddisfazione reciproca e
davvero superbe le famiglie italiane nel
dimostrare calorosamente
l'accoglienza e l'ospitalità così tipici
del nostro Paese! Tra un piatto di pasta
e l'altro hanno "adottato" i propri ospiti
dimostrandosi elemento fondamentale
per il successo dell'iniziativa, per la cui
buona riuscita si ringraziano anche la
Provincia di Modena ed i Comuni di
Pavullo, Fanano e Sestola.
Durante la settimana di permanenza
oltre a confrontarsi direttamente sul
lavoro svolto, gli studenti stranieri
hanno avuto modo di conoscere il
sistema scolastico italiano, di
apprezzare le bellezze artistiche e
naturalistiche della zona e di
approfondire tradizioni, cultura ed
usanze del nostro Paese sotto
l'eccezionale guida dei loro coetanei
italiani, che per l'occasione hanno
potuto valorizzare e riscoprire il
proprio patrimonio culturale e le
proprie radici .
La ricaduta di questa settimana "in
presenza" è stata ampia su tutta la
scuola: una ventina di insegnanti e una
dozzina di classi hanno avuto modo di
assistere a lezioni tenute dai docenti
americani o di incontrare e discutere
con gli allievi e/o i colleghi stranieri,
realizzando così una grande occasione
di educazione all'interculturalità per i
nostri giovani.
Per il 2007/08 sono previste attività a
distanza molto simili nella tipologia a
quelle già svolte l'anno scorso e la
visita dei nostri studenti a Dallas con
ospitalità in famiglia e inserimento a
scuola durante il secondo
quadrimestre.
37
Physics across the Atlantic
di Lara Torrisi e Cecilia Ortonovi (alunne di 3° C liceo)
Dove si legge il punto di vista degli studenti
M
a il Texas e l'Italia sono
davvero così distanti?!?
Physics across the Ocean:
non solo progetto di fisica ma
soprattutto bella esperienza di scambio
culturale.
E' sabato mattina presto. Il pullman ci
aspetta davanti alla scuola. Tutta la
classe è radunata: nei nostri volti un po'
assonnati si può leggere una strana
euforia, l'ansia di conoscere i nostri
“friends” oltre Oceano. Ed è proprio
sotto un cielo grigio e minaccioso di
pioggia che, pieni di aspettative e
domande, abbiamo dato inizio alla
nostra esperienza. Tutta la nostra
settimana è organizzata secondo un
intenso e preciso programma volto a
mostrare la nostra realtà, le nostre
abitudini e le nostre tradizioni affinché
i nostri amici americani possano
comprendere meglio la cultura di un
paese diverso dal loro e conservarne un
buon ricordo! Il primo giorno è
caratterizzato da una generale e
misteriosa “surprise”. Nulla è certo e le
domande sono tante: “Quale sarà il
primo impatto?” si sa per molti la prima
impressione è quella che conta e ancora
“Chi sarà la mia compagna di stanza?”.
Le risposte ci attendono alla stazione
dei treni di Padova dove incontreremo
per la prima volta il gruppo americano.
Ecco il treno! Sfoderate macchine
fotografiche e telecamere per
immortalare l'evento e sfoggiati i
nostri migliori sorrisi andiamo
incontro ai nostri amici… “Non si può
certo dire che il calore italiano abbia
qualcosa da spartire con quello
americano” abbiamo subito pensato.
Solo in seguito abbiamo avuto modo di
smentire questa nostra prima
impressione e scoprire che alla radice
dei loro volti spenti ci fossero la
coincidenza dell'aereo persa a Londra
con conseguente pernottamento in
aeroporto, valigie smarrite e
stanchezza generale. É domenica,
giorno di festa in tutti i sensi. Infatti
abbiamo conciliato il tipico pranzo
domenicale in famiglia, irrinunciabile
per ogni italiano, con il gusto della festa
americano per dare il benvenuto ai
nostri ospiti. Così tutti gli alunni e le
rispettive famiglie si sono ritrovati per
pranzare e festeggiare insieme.
Un'intensa settimana ci sta aspettando:
Montebonello, Renno, Montecuccolo
per un lunedì pomeriggio all'insegna di
castelli, chiese e storia locale; Vignola
38
per un martedì alla scoperta dei sapori
tipici del modenese; Bologna con i suoi
portici e negozi è stata la meta del
nostro mercoledì di folli compere;
Modena e Maranello per mostrare il
Duomo e la famosa Galleria
Ferrari…ma il nostro giovedì non
finisce qui! Infatti a scuola ci aspetta la
festa di fine anno: tutti gli studenti
dell'Istituto sono invitati a trascorrere
una serata all'insegna del divertimento
e della musica.
Ecco è già venerdi…Ci aspetta la visita
a Sestola e Fanano, cittadine di
residenza di molti nostri compagni di
classe; sabato mattina al caseificio di
casa Venturelli ed un “accogliente”
profumo di formaggio ci attende
all'entrata. E' domenica e soprattutto è
bel tempo!!! Stanchi ma soddisfatti per
l'andamento della settimana partiamo
alla volta della nostra ultima meta:
Tagliole, Lago Santo e Lago Baccio. La
nostra giornata prosegue con il
momento dei saluti ufficiali e dei
ringraziamenti presso la Sala
Consiliare e un gradito rinfresco presso
il Bar Frignano. E proprio sul finire
della giornata un timido sole si fa
spazio fra le nuvole che ci hanno
accompagnato durante tutta la
settimana quasi per salutare chi si è
fatto spazio nei nostri cuori e che avrà
sempre un posto speciale nella nostra
memoria e rendere quell’addio un po'
meno triste. É domenica notte. Sono le
3:00 e il pullman sta partendo
portandosi via i nostri amici americani
e lasciando una triste malinconia e la
promessa di sentirsi spesso e di vedersi
“as soon as possibile”…
Molti hanno voluto pensarlo come un
progetto di fisica e lo è stato, non
fraintendete, fino a che l'Oceano ci ha
separato; dopo è diventato incontro fra
due culture , due lingue, due modi
diversi di approcciarsi alle cose,
insomma è diventato più interessante,
più intimo, più vivo.
Privilegio ma anche impegno per
coloro che vi hanno partecipato, questa
esperienza è la prova che lavorare
duramente paga e che cimentarsi in
nuove cose insegna ed aiuta a crescere.
39
Teatro in italiano
di Alessandro Di Rosa (alunno di 1° B liceo)
Dove si legge del palcoscenico e della tournèe
I
l Cavazzi- Sorbelli va in tournée.
“Avete visitato il blog?” Così inizia
uno dei nostri venerdì pomeriggio
al laboratorio teatrale Dopo una pizza
in compagnia di amici o un panino
mangiato in fretta tutti subito in
palestra: è arrivata Chiara Mori, la
regista che ci accompagna nel nostro
percorso teatrale. Col suo passo veloce,
fa il suo ingresso solenne coinvolgendo
immediatamente tutti nel lavoro.
Tanti iscritti ogni anno e, anche se
abbiamo perso qualcuno per strada,
siamo ancora in molti: ragazze e
ragazzi desiderosi di vivere questa
bellissima esperienza, di passare un
pomeriggio diverso dal solito in
compagnia di gente nuova, ad imparare
che cos'è la drammaturgia, come si
creano i personaggi, come si struttura
uno spettacolo. Qualcuno di noi ha
iniziato da tempo a frequentare il corso,
altri solo l'anno scorso e all'inizio,
forse, è rimasto sconcertato: niente
banchi, interrogazioni, lezioni
individuali, ma movimento, idee,
creatività.
La storia rappresentata quest'anno fa
riferimento al periodo storico poco
prima della Rivoluzione Francese.
Abbiamo vestito i panni dei più illustri
nobili di Francia, con tanto di corte e
servitù. C'erano Maria Antonietta e il re
Luigi XVI, il cardinale di Rohan e la
contessa La Motte, il Conte di
Cagliostro e sua moglie, oltre a
popolani e dame di corte. Anche
quest'anno speriamo di ottenere lo
stesso risultato delle precedenti
esperienze: un gruppo molto unito,
tanta allegria, voglia di mettersi in
gioco e, soprattutto, uno spettacolo
fatto interamente da noi, con la
supervisione di Chiara Mori.
Il nostro ultimo lavoro s'intitolava
“La collana dello scandalo”. Le battute
le abbiamo scritte noi sulla base delle
informazioni raccolte sui personaggi
che hanno popolato la scena del reale
scandalo della collana. Solitamente,
come è avvenuto negli anni passati,
siamo noi a scegliere ad inizio corso la
storia che ci piacerebbe rappresentare e
poi... Pronti, partenza, via! A chi scrive
di più. Seduti davanti ad una scrivania,
magari in un pomeriggio uggioso,
troppo buio, quando c'è troppo freddo
per uscire, diamo spazio alle nostre
idee, anche solo con due battute;
40
importante è la collaborazione. Ma non
si pensi che il copione si ottenga
facendo un “copia-incolla” di tutti
questi spezzoni! Tutte le idee vengono
m e s s e s u l b l o g ( w w w. t e a t ro cavazzisorbelli.splinder.com) e poi
queste sono naturalmente revisionate
dalla nostra esperta Chiara Mori, che
tenendo in considerazione le idee del
gruppo, scrive le scene o meglio, come
lei stessa dice; sono le scene che grazie
alle nostre idee si scrivono da sole! Tra
i veterani di quinta superiore e i
debuttanti di prima, non ci si annoia
mai. Una bella esperienza dove la
collaborazione non manca e grazie alla
quale il gruppo dopo mesi e mesi di
preparazione è appagato dal risultato:
rappresentare il proprio lavoro di
fronte al pubblico. Dopo ogni lezione
torniamo a casa più preparati di prima,
con modifiche all'intonazione, alla
gestualità che caratterizza ogni
personaggio; insomma, calarsi nel
lavoro è un vero divertimento. Se
qualcuno ci vedesse dal di fuori direbbe
che abbiamo seri disturbi della
personalità: possiamo assumere il
ruolo o di un ricco gioielliere o persino
del re di Francia... Siamo tutti così
coinvolti che sicuramente, mentre
vengono scritte queste parole, ci sarà
qualcuno di noi a casa, seduto sul
divano o in piedi per la troppa ansia,
intento già a studiare la nuova parte.
Sono ormai dieci anni che viene svolto
il corso di laboratorio teatrale al
Cavazzi-Sorbelli. Grazie alla tenacia e
alle doti di organizzazione della
professoressa Paola Nicolai riusciamo
ad avere uno spazio in cui provare, i
costumi le scenografie; insomma tutta
l'organizzazione tecnica passa
attraverso la sua supervisione.
La grande NOVITÀ di quest'anno è
stata l'opportunità di partecipare ad una
delle rassegne del teatro-scuola più
celebri in Italia che si tiene a Serra San
Quirico (AN). La Rassegna Nazionale
di Teatro della Scuola da venticinque
anni si propone di allargare e di
diffondere il gusto e l'amore per la
pratica educativa del teatro all'interno
della scuola. Ci siamo recati a Serra
San Quirico il 25 aprile accompagnati
dalle Charles Angels: la regista Chiara
Mori e le prof Paola Nicolai e
Francesca Plantamura. Durante il
nostro soggiorno abbiamo incontrato
studenti di altre scuole che , come noi,
hanno la passione per il teatro, e con i
quali ci siamo confrontati; ma
dall'esperienza di Serra san Quirico
abbiamo avuto modo di vedere come il
nostro gruppo è diventato più unito
(Effetto Serra!).
Una volta arrivati a destinazione
abbiamo partecipato a laboratori e a
officine di teatro con gli esperti della
Rassegna e assistito agli spettacoli
messi in scena dalle altre scuole. Sono
stati giorni intensi di lavoro e ricchi di
risultati: il nostro istituto è stato scelto
per partecipare nuovamente alla
Rassegna il prossimo anno, e avrà
come ruolo quello di collaborare con
41
un altro istituto superiore alla
preparazione e messa in scena di una
performance teatrale.
Non siamo dei professionisti, ma ce la
mettiamo tutta, e crediamo molto in ciò
che facciamo. Se siete interessati, o
avete semplicemente voglia di venire a
dare un'occhiata, oppure di riempire un
pomeriggio altrimenti privo di
impegni... ci troviamo un pomeriggio
alla settimana (solitamente è il
mercoledì), a partire da Novembre,
Vi aspettiamo numerosi!
Nell'anno scolastico 2006/07 il
Laboratorio Teatrale dell'Istituto
Cavazzi Sorbelli conquista il premio
“Officina Italia 2008” alla XXV
Rassegna Nazionale del Teatro della
Scuola di Serra San Quirico(An) con lo
Spettacolo “La collana dello scandalo”
testo ispirato al famoso scandalo che
aprì le porte alla Rivoluzione Francese,
regia di Chiara Mori.
Grande successo dell'Istituto Cavazzi
Sorbelli alla XXV Rassegna Nazionale
del Teatro della Scuola di Serra San
Quirico (An) che, con” La collana dello
scandalo”ha ottenuto il premio
“Officina Italia 2008”.
Questa segnalazione prevede la
possibilità di ritornare a Serra San
Quirico quest'anno per partecipare al
progetto Officina Italia che si svolgerà
nelle giornate dal 8 al 10 Maggio 2008.
Dice Ciro Ferrari:
“I ragazzi del laboratorio teatrale mi
hanno chiesto se potevo creare per la
loro rappresentazione “La collana
dello scandalo”, una collana che
doveva appartenere al personaggio di
Marie Antoinette. Dopo una prima
perplessità, ho pensato che mi venisse
offerta l'opportunità di tradurre in
realtà le emozioni che da ragazzo mi
avevano suscitato le avventure dei
diamanti della regina di Alessandro
Dumas.
A me piace molto creare gioielli che
sappiano di mistero, che esprimano
l'animo di chi li indosserà e che con
essi ci si senta “vestiti”. Marie
Antoniette la immagino come una
giovane donna triste, che viveva in un
ambiente spesso a lei ostile, che non la
amava, ma nonostante tutto riusciva ad
incantare la corte con la sua eleganza.
L'occasione che mi è stata offerta è
stata preziosa: esprimere sentimenti e
sentirmi vicino ai ragazzi del
Laboratorio teatrale attraverso un
percorso creativo e al contempo
realizzare un sodalizio forte fra città e
scuola.
42
Un momento importante che ha preso
corpo grazie allo stretto rapporto fra
noi adulti ancora capaci di sognare e
i giovani che dei sogni hanno fatto una
realtà.”
MERAVIGLIOSI di Silvia Bariviera
“Appena ho visto la foto di gruppo che
avevo scattato ai ragazzi del teatro
sulla scala di Serra San Quirico ho
esclamato "meravigliosi!". Non ho
potuto fare a meno di usare ancora
questa parola, con entusiasmo, ogni
volta che ho parlato di loro, sia
riferendomi al gruppo che ad ogni
singolo. Meravigliosi e bellissimi!
Meravigliosi e bravissimi" è la prima
cosa che dice il pubblico alla fine delle
loro esibizioni.
Meraviglia=stupore" è la sensazione
provata, soprattutto dai famigliari,
dopo aver visto il loro spettacolo per la
prima volta. Molti credevano di
assistere ad uno spettacolo fatto "alla
buona" e invece si sono trovati di
fronte, non solo a dei "professionisti"
molto ben addestrati, ma soprattutto si
sorprendono e godono con il cuore
gonfio di speranza nel vedere tanta
bella gioventù impegnata a dare il
meglio di sé. Adesso sanno anche
perché questi ragazzi hanno bisogno di
incontrarsi così spesso, non solo a fare
le prove, ma anche a mangiare la pizza
insieme ecc. E' un gruppo molto
affiatato, qualcuno ha anche detto che
ci si sente in famiglia.
Per quello che riguarda me, ringrazio
tutti per il modo in cui mi hanno
accolta tra di loro, per avermi fatta
partecipe delle loro confidenze, per
aver chiesto il mio aiuto e il mio
incoraggiamento e per le emozioni e
l'allegria che mi hanno permesso di
condividere con loro”
Ringraziamo Silvia per la sua preziosa
collaborazione nella realizzazione di
alcuni costumi di scena.”
43
Theatre in English
di Jane Read
Where we write about the experience on the stage
T
HEATRE AT PAVULLO'S ITC
AND LICEO
Theatre in English must be fun and full
of energy, both for the actors and the
audience. Performing in English gives
an extra challenge: to communicate the
meaning of the words through gestures,
expression, song and dance.
That's why we always choose a musical
with a funny plot. We have done an
extravagant version of The Wizard of
Oz; our own High School musical
called "Summer Love", last year we
produced a comical and sexy rock
version of Shakespeare's "A
Midsummer Night's Dream", and this
year we'll do a very surprising
"Cinderella".
marvellous! After four years together
the group is united and more and more
professional. They meet me (the
director) only twice a month, and the
other times they practise the songs and
dances independently, with excellent
results. All the choreography is theirs
and they choose their own music and
songs.
Best of all we have a wonderful time
together.
Congratulations Pavullo Theatre
Workshop!
I have to say that the kids who do
English theatre in Pavullo are
44
Teatro integrato
di Ersilia Di Giacomo (docente di sostegno)
Dove si racconta dell’esperienza ”Laboratorio all’opera”
A
nche nell'anno scolastico
2006/2007 è continuata la
collaborazione tra l'Istituto
d'Istruzione "Cavazzi-Sorbelli",
sezione professionale, e le cooperative
sociali "L'Arcobaleno" e "Alecrim
Work", che gestiscono, per conto dei
Comuni di Pavullo nel Frignano,
Serramazzoni, Lama Mocogno e
Polinago e del Distretto n. 5
dell'Azienda USL Modena, il
laboratorio per disabili "All' Opera",
con lo scopo di produrre uno spettacolo
teatrale.
Questa esperienza di teatro definito
"integrato" coinvolge, con cadenza
settimanale, alunni "normodotati",
alunni certificati delle diverse classi
del nostro istituto e ragazzi
diversamente abili, ex alunni della
nostra scuola, ora lavoratori a tempo
pieno presso il laboratorio.
L'idea era quella di sfruttare la
possibilità, che il teatro offre, di
realizzare una socializzazione
fortemente permeata di valori.
L'esperienza teatrale è esercizio
paziente, è richiesta di disponibilità, di
attenzione all'altro, è luogo di scoperta
di emozioni, sensazioni, percezioni che
si vivono non tanto uno accanto
all'altro, ma l'uno nell'altro, quasi
specularmente, liberi da posizioni
difensive che sovente investono i
rapporti interpersonali.
Gli attori della stessa "compagnia"
scoprono il massimo della solidarietà,
dell'aiuto reciproco, del suggerimento
utile, dell'incoraggiamento, divengono
veramente tutti per uno ed uno per tutti.
Inoltre il teatro offre la possibilità di
valorizzare la personalità di ciascuno e
proprio per questo è di particolare
importanza quando si lavora per
l'integrazione di studenti disabili.
È qui che l'alunno diversamente abile
può superare le barriere poste
dall'incontro con il sociale e
compensare il suo handicap, è qui che
si annientano gli atteggiamenti e le
reazioni di difesa e rifiuto che spesso i
cosiddetti " normali" dimostrano verso
questi ragazzi, è qui che, e parlo per
esperienza personale, si realizza una
reale integrazione. Questo se, come
dice Andrea Canevaro, si pensa ad un
teatro che sia esigente, dove la
riduzione degli handicap coincida con
la crescita della rappresentazione
teatrale e non ad un teatro che
rappresenti la disabilità così com'è.
Se ne evince che il recitare assume la
valenza di facilitatore della conoscenza
45
di sé, dell'acquisizione di sicurezza
espressiva e di crescita di autostima.
L'esperienza teatrale rappresenta per
questi alunni una ribalta, una cartina di
tornasole nella scommessa che
ciascuno fa con se stesso.
Lo spazio teatrale diventa quindi vero
spazio vitale perché non è solo fisico
ma emotivo, aiuta a capire i sentimenti,
le relazioni, la posizione nel gruppo e
diventa strumento per prendere
maggiore consapevolezza delle proprie
difese e delle proprie paure.
Per tutti questi motivi e per molto di
più, abbiamo sposato questa idea, ed
ora, dopo avere recitato al teatro Mac
Mazzieri di Pavullo, siamo pronti a
varcare i confini e ad affrontare
l'esperienza della tournée che si
realizzerà all'inizio del prossimo anno
con la partecipazione al Festival
Teatrale di Cesena. Così il nostro
"That's amore" porterà in giro il suo
messaggio: l'amore può superare ogni
barriera, unendo le diversità e
rafforzando le individualità.
46
Il mondo dei libri
di Silvia Ballerini (alunna di 4° C liceo)
Dove si racconta di un nuovo mondo
R
icordo che, durante i miei primi
giorni di frequenza all' Istituto
Cavazzi Sorbelli (sembrano
passati secoli), essenzialmente due
cose mi colpirono piacevolmente, che
mi fecero insomma capire di trovarmi
in un “nuovo mondo”, completamente
diverso dalla mia esperienza
precedente nelle scuole medie.
Innanzitutto, non posso negarlo, la
quantità e la varietà di cibi che le
macchinette offrivano, a nostra
completa disposizione. In secondo
luogo la Biblioteca dell'Istituto, che ci
fu presentata quasi subito dalla
professoressa Minelli (in un'ora in cui
probabilmente avrebbe preferito
spiegarci Filosofia, ma rimase
probabilmente scoraggiata dalla nostra
troppo giovane età).
Una delle prime cose che mi ha colpito
è stata la vastità dell'ambiente, che
lasciava (e lascia tutt'ora) veramente
“respirare” lo sguardo. Il sempre
maggiore affollamento delle nostre
scuole ci abitua in fondo a vivere in
spazi ridotti, in piccole classi gremite
di banchi e di adolescenti inquieti; e il
vedere uno spazio ampio e pulito che
non fosse una palestra ma che
soprattutto fosse dedicato
esclusivamente a noi e al nostro studio
individuale, alle nostre ricerche è stata
una sorpresa più che gradita. Devo
ammettere di essere un po’ di parte: ho
sempre amato leggere, o anche
semplicemente sfogliare un libro
illustrato. Vedere una tale e tanta
quantità di libri a disposizione, ma
soprattutto a pochi metri dalla mia
classe, ha reso per me la biblioteca
della scuola qualcosa di speciale.
Credo che tuttavia non possa che
esserlo o diventarlo per chiunque altro,
e mi riferisco anche e soprattutto anche
a chi non ama particolarmente leggere.
La nostra fascia di età è quella che si
sente più “scoraggiata” dalla
frequentazione di una qualsiasi
biblioteca per diversi motivi.
Innanzitutto la distanza, grande o
piccola, che è comunque necessario
percorrere per raggiungerla (nel mio
caso, da Serramazzoni, sono una
decina di chilometri). Poi ovviamente
il particolare comportamento a cui è
necessario attenersi al suo interno, che
risulta una vera e propria compressione
dell'indole adolescenziale (parlare
sottovoce, spegnere i cellulari,
spostarsi il meno possibile).
Ma basta buttare l'occhio sull'attuale
frequentazione della biblioteca
scolastica a tutte le ore della mattinata
(ne approfitto per dire che ora è aperta
anche di pomeriggio) per capire che già
molti di noi non la pensano così.
La biblioteca può davvero diventare un
luogo di aggregazione: essendo
incorporata nella scuola invoglia molto
di più allo studio (nel corso di un'ora
“buca”, o nel pomeriggio) e al lavoro di
47
gruppo, che possono essere ottimizzati
e velocizzati dall'utilizzo gratuito e
pressoché libero dei computer e di
Internet in un'aula appartata.
La biblioteca è insomma stata costruita
su misura per noi: basta passare al suo
interno una sola mezz'ora, e quasi
sempre dopo poco arriva qualcuno che
si conosce e con cui si può scambiare
due chiacchiere, professori a cui si
possono chiedere consigli riguardo
materie o compiti, il tutto ovviamente
seguendo le norme del rispetto
reciproco (e delle numerose piante).
Può essere (addirittura!) un luogo per
rilassarsi. Credo che capiti a molti
studenti di doversi fermare, per motivi
di diversa natura, a scuola oltre la fine
delle lezioni: ecco che in biblioteca è
possibile trovare varie riviste e
quotidiani di libera consultazione, che
possono sicuramente aiutare a far
passare più in fretta il tempo in maniera
costruttiva, imparando e aprendo gli
occhi sul mondo.
La cosa spero veramente sembri ovvia
a molti di voi, ma in biblioteca ci sono i
libri. Davvero molti libri: “La
biblioteca della scuola dispone di più di
12000 libri, è inserita nel sistema
bibliotecario del Frignano e nel Polo
delle Biblioteche di Modena, per cui
sono a nostra disposizione (tramite il
prestito) anche tutti i libri delle altre
biblioteche della Provincia”, mi ha
informata la prof. Minelli. Quindi
davvero la biblioteca è un grande
sguardo sul mondo: quanto detto
significa che per qualsiasi genere di
ricerca/approfondimento/tesi/compito
è possibile trovare materiale a propria
completa disposizione, ma non solo (e
qui mi rivolgo ancora a chi non ama
particolarmente leggere perché pensa
ai libri solamente come enormi mucchi
di carta polverosi): in biblioteca è
possibile trovare tutt'una serie di libri
di narrativa contemporanea, addirittura
satirica e umoristica, libri sulla musica
e sul cinema; insomma su argomenti
che forse possono maggiormente
invogliare alla lettura chi non vi è
avvezzo.
C'è chi non vede l'ora di andare
all'università o a lavorare, e chi è
appena arrivato: in entrambi i casi non
conviene buttare via ciò che ci viene
dato gratuitamente, che può esserci
utile e perfino gradevole.
Consiglio quindi a tutti di scoprire cosa
c'è dietro a quell'enorme porta verde
nell'atrio della scuola, vicino ai
tavolini.
48
3° concorso letterario
a cura della redazione
Dove si racconta del III concorso letterario degli studenti
L
'Istituto Cavazzi Sorbelli ha
iniziato nell'anno scolastico
2004-2005 il concorso
letterario del Frignano, rivolto agli
studenti delle scuole superiori del
territorio.
La seconda edizione, dell'anno
scolastico 2005-2006, ha confermato
l'interesse per il concorso ed ha visto
una crescente partecipazione degli
studenti, i quali, sempre più, hanno
colto l'opportunità di poter manifestare
le proprie emozioni e sentimenti e di
poter veder pubblicati i propri lavori.
Per questi motivi, l'Istituto Cavazzi
Sorbelli ha ritenuto di proporre una
terza edizione di “Giovani …Parole” e
di suggerire un tema che potesse
sollecitare l'immaginazione e le
emozioni dei partecipanti.
Dopo “Natura e stati d'animo” e “Il
dolore”, il tema proposto e scelto fra
una rosa di diversi argomenti è “Il
Sogno…tra realtà e fantasia”: un tema
che sembra particolarmente
appropriato ad anime adolescenti, ben
consapevoli della realtà che li circonda
ma, nel contempo, sempre desiderosi
di sfuggirne e, quale strumento
migliore del sogno per condurci in
mondi lontani, diversi, per portarci
dentro di noi e conoscerci più a fondo?
Si ringraziano tutti gli studenti del
Frignano che hanno partecipato a
questo terzo concorso, inviando poesie
e racconti originali ed intriganti. Senza
di loro questo concorso non sarebbe
possibile. Sono loro i veri protagonisti
del concorso, grazie alla loro
sensibilità personale e al loro impegno
a migliorare le conoscenze della lingua
e delle strutture poetiche e narrative.
Sono loro che desiderano comunicare e
svelare una piccola parte del loro
mondo interiore. Ora tocca ai lettori
scoprire ed apprezzare le loro opere, in
attesa del IV concorso letterario per gli
studenti del Frignano.
Bi b lioteca Scol a stica
Ca va zzi S or bel l i
Studenti delle Scuole Superiori del Frignano
Natura e stati d’animo
Studenti delle Scuole Superiori del Frignano
Poesie e Racconti
Il Dolore
Voci e immagini della natura
Emozioni e parole dell’anima
Poesie e Racconti
Studenti delle Scuole Superiori del Frignano
1° Concorso Letterario
Il Sogno
Dicembre 2005
tra realtàIstietutofantasia
d’Istruzione Superiore
Cavazzi Sorbelli di Pavullo nel Frignano
Poesie e Racconti
2° Concorso Letterario
Dicembre 2006
Istituto d’Istruzione Superiore
Cavazzi Sorbelli di Pavullo nel Frignano
3° Concorso Letterario
Dicembre 2007
Istituto d’Istruzione Superiore
Cavazzi Sorbelli di Pavullo nel Frignano
49
48
Le recensioni dei nostri studenti
a cura della redazione
Dove si possono leggere esempi di recensioni
W
ww.cavazzisorbelli.it è il sito
web della scuola, in cui è
possibile per studenti e
docenti pubblicare recensioni o
critiche di libri, spettacoli...
A seguire alcuni esempi di queste belle
recensioni
debba sentire il bisogno di
ammogliarsi). I principali temi
affrontati sono: il matrimonio e le varie
problematiche in amore e in amicizia.
Il romanzo narra la storia delle cinque
sorelle Bennet e dei loro corteggiatori.
La storia inizia con l'arrivo nella città di
Longbourn di un uomo distinto di
nome Mr Bingley. Quest'ultimo è un
giovane bello, simpatico con modi
semplici e disinvolti ma soprattutto
ricco...
Il libro è disponibile presso la ns.
biblioteca: N°catalogo
Bibl.Cav.CZNAUS955
Buona lettura da Laura Riccetti di 5^A
liceo
Pride and Prejudice di Jane Austen
Orgoglio e pregiudizio fu pubblicato
per la prima volta nel 1813 [ed è
l'ultima stesura di un lavoro che Jane
Austen fece in gioventù intitolato
"Prime impressioni" ma che fu
rifiutato.] Sicuramente è l’opera di J.
Austen più conosciuta, quella che è
considerata emblematica per il suo
modo di descrivere la società inglese
dell'800. Famosissimo è il suo incipit:
"It's a truth universally acknowledged
that a single man in possession of a
good fortune must be in want of a
wife”(é verità universalmente
riconosciuta che uno scapolo
largamente provvisto di beni di fortuna
American Dust di Richard Brautigan
Richard Brautigan frequenta per un
certo periodo quei poco di buono della
Beat Generation, raggiunge il successo
con “Troutfishing in the Usa” e quando
la critica stronca "American Dust", si
spara e dice arrivederci a tutti quanti.
Detto questo, per chi non l'avesse
capito, "American Dust" è un gran bel
libro. Un libro che lascia un buon
sapore in bocca. Perché qui non c'è solo
una storia, e una storia che per di più fa
molto male, ma ci sono gli odori, i
racconti, le voci, i profumi, le sbronze
di quell'America intimista, di
quell'America insensibile, dolente,
vacua, istupidita che facciamo finta di
conoscere...Qui non c'è la sofferenza
del reality, tutto si svolge nel silenzio,
50
all'ombra di un rimpianto insanabile,
c'è la pena nascosta che nemmeno
un'intera vita può affievolire. Per animi
sensibili.
Il libro è disponibile presso la ns.
biblioteca: N° catalogo
Bibl.Cav.CZNBRA8579
Buona lettura da Francesco Poluzzi 5°A
liceo
La sottile linea scura di Joe R.
Lansdale
Immaginate di avere ancora 13 anni, di
essere ancora in quegli anni in cui non
si è ancora nè di qua né di là da quella
sottile linea che divide l'infanzia
dall'adolescenza. Quella linea scura,
ignota eppure eccitante che ti rende
sempre più consapevole (purtroppo)
del mondo vero. E ora immaginate di
essere nel ''profondo'' Texas del 1958,
nel corso di un'afosa e apparentemente
noiosa estate in cui si respira nell'aria
l'odore di pop-corn di un drive-in che
sta per iniziare la proiezione serale,
dove all'entrata si affollano cadillac
rombanti guidate da ragazzi pieni di
voglia di vivere : sono gli anni del
primo rock'n'roll e di un ancora vivo
''American Dream''.Ecco: siete entrati
nel mondo di Stanley che presto verrà
catapultato in una nuova e più cruda
realtà. ..
biblioteca: N° catalogo N8611
Buona lettura da Lenzini Valentina 5^C
liceo
Il cacciatore di aquiloni di Khaled
Hosseini
. . . U n r o man zo imp r eg n ato d i
sentimenti contraddittori, che si
alternano con ritmo incalzante: amore,
o d i o , c o m p a s s i o n e , o rg o g l i o ,
indifferenza, violenza, comprensione.
Una storia in grado di miscelare
l'intreccio principale con la guerra
civile afgana, lo scontrarsi di popoli e
pensieri differenti, espressioni della
cultura e della tradizione musulmana
che, soprattutto ai nostri giorni,
sembrano incomprensibili. [Insomma,
un libro che mi ha insegnato tanto. Un
solo difetto: si divora troppo in fretta.]
Il libro è disponibile presso la ns.
biblioteca: numero di catalogo N8611
Buona lettura da Matteini Anita 3^B liceo
Il libro è disponibile presso la ns.
51
“Il Grande Gatsby" di Francis Scott
Fitzgerald
Ambientato a New York , a Long
Island, durante l'estate del 1922 è la
storia di un uomo che vuole far rivivere
un amore giovanile, nato prima della
guerra. È l' amore tra lui e Daisy, una
giovane e ricca fanciulla, dalla quale
era stato rifiutato anni prima dalla
stessa, perché povero e senza alcuna
prospettiva futura.
Da quel momento Gatsby ha come
unico scopo della sua vita quello di
raggiungere ricchezza e successo
sociale per poter così ritrovare l'amore
di Daisy ; l'autore lascia intendere che
le operazioni compiute da Gatsby non
sono molto limpide ed è proprio questo
che fa nascere quell'alone di mistero
che si cela attorno al protagonista e che
suscita una viva curiosità nel lettore[lo
stesso che fa sorgere le numerose
dicerie e chiacchiere sul suo conto che
contribuiscono alla nascita del "
mito"...]
Il libro è disponibile presso la ns.
biblioteca: N° catalogo N8611
Buona lettura da Elena Lardi 3 ° C Liceo
Nudi e Crudi di Arnold Bennet
Riuscite ad immaginare come vi
sentireste se un giorno, tornando a casa,
la trovaste completamente "nuda "?!?
Vi sembrerà impossibile, ma questo è
proprio ciò che è accaduto ad una
coppia di mezza età che, rientrando una
sera, dopo un concerto, trova
l'appartamento completamente vuoto.
Mancavano i divani, i mobili, e ogni
singolo elemento di arredamento era
sparito come per magia. Chiunque
fosse stato si era portato via tutto,
persino il battiscop,a e i copri
interruttori! ...
Buona lettura da Lara Torrisi 4° C liceo
52
Una passeggiata sul Cimone
a cura della 2° C ERICA
Dove si può leggere di una passeggiata
I
l giorno 6 ottobre 2006, noi ragazzi
delle classi 2 A e 2 C sezione
Tecnica dell'Istituto, ci siamo alzati
e come ogni giorno diretti a scuola:
però, anziché entrare, siamo saliti su un
pullman che ci attendeva.
Eravamo diretti a Pian Cavallaro,
pronti ad affrontare una lunga
passeggiata per sentieri per arrivare
sulla vetta del monte Cimone la vetta
più elevata dell'Appennino
settentrionale. Arrivati a destinazione il
nostro autista ci lascia augurandoci una
buona passeggiata. Accompagnati
dalla guida Massimo Turchi, che ci
aspettava, iniziamo la nostra
camminata verso la vetta del monte più
alto dell' Emilia Romagna, con i suoi
2165 metri. Ancora addormentati
seguiamo il sentierino, a volte ripido e
sporgente, accarezzati da un'aria
frizzante e pulita, stupiti della nostra
già sveglia allegria.
L'itinerario didattico-ambientale si
snoda lungo le pendici nord-ovest del
Cimone, ci introduce nei “segreti”
dell'atmosfera e del clima grazie ai 10
punti informativi disposti lungo il
sentiero. Il Sentiero dell'Atmosfera
copre un dislivello di 287 m. e parte da
Pian Cavallaro, 1878 m (sentiero CAI
449) e termina sulla vetta.
Durante la salita, guardando verso il
basso verso la pianura, ci accorgiamo
che ci troviamo sopra l'inquinamento:
infatti all'orizzonte, in alto, si vede una
striscia più scura che la guida spiega
essere lo smog della Pianura.
La Pianura Padana è una zona ad alta
concentrazione industriale e sopra di
essa si raccolgono tutti gli inquinanti
che dall'alto sono visibili come striscia
bruna. Questa coltre bruna riduce del
10% la quantità di energia solare (in
quanto la assorbe) che raggiunge il
terreno della Pianura Padana.
In poco più di due ore arriviamo sulla
vetta, dove rimaniamo colpiti dal fatto
che il nostro sguardo non incontra
nessun ostacolo da nessuna parte e
spazia in tutte le direzioni: abbiamo
una vista a 360°, una vista mozzafiato
53
Sulla vetta vediamo le costruzioni del
centro Aeronautica Militare. Il centro
Aeronautica Militare di Montagna del
Monte Cimone ha sede a Sestola e
comprende una base operativa posta in
vetta. Dal 1948 sulla vetta si trova
l'Osservatorio meteorologico
dell'Areonautica militare. Dal 1996
presso il laboratorio “Ottavio Vittori”
attiguo ai locali che sono di proprietà
dell'aeronautica Militare sono presenti
le attività del C.N.R.
Sulla vetta esiste un'importante
Stazione di ricerca per lo studio
dell'atmosfera e dei cambiamenti del
clima dove operano insieme l'Istituto di
Scienze dell'Atmosfera e del Clima del
Consiglio Nazionale delle Ricerche,
l'Ufficio Generale per la Meteorologia
dell'Aeronautica Militare, il Centro di
Radiochimica Ambientale
dell'Università di Bologna, la Facoltà
di Scienze Ambientali di Urbino, il
Joint Researche Centre - Centro della
Comunità Europea con sede a Ispra e
l'Istituto Nazionale per la Ricerca
Scientifica e Tecnologica sulla
Montagna. Essendo la Stazione
completamente automatizzata, la
maggior parte della strumentazione è
controllata in modo remoto
direttamente dal CNR di Bologna,
grazie ad un collegamento satellitare a
banda larga.
Le attività principali riguardano la
meteorologia, il monitoraggio
dell'inquinamento e le
telecomunicazioni. Nel campo delle
comunicazioni fornisce un ruolo
importante per i ponti radio che fanno
da supporto alla navigazione aerea.
Dopo aver recuperato il fiato,
respirando a pieni polmoni l'aria pura a
2165 metri di altezza, incontriamo gli
esperti che ci attendono e che ci
invitano ad entrare.
Dopo aver ascoltato le indicazioni
generali riguardanti l'osservatorio, si
scende nei particolari e ci vengono
spiegate le modalità con cui vengono
registrate le variazioni della CO2 e le
tecniche con cui vengono raccolti i dati
che serviranno per formulare le
previsioni del tempo.
La stazione meteo è in funzione 24 ore
su 24 e fornisce dati per la previsione
meteorologica e per gli studi sul clima.
La temperatura media dell' aria dal
1860 a oggi è aumentata di circa 0,8°C
inoltre è aumentata la quantità di CO2
Le misure dell'anidride carbonica
vengono effettuate in continuo dal
1979 e hanno quindi fornito una serie di
54
dati molto lunga che ha permesso di
seguire la concentrazione della CO2
negli anni.
L'aumento è stato considerevole; da
circa 337 ppm(parti per milione) nel
1979 alle 380 ppm attuali.
L'effetto serra è il fenomeno causato da
particolari gas atmosferici che lasciano
passare la radiazione a onda corta
(visibile ,ultravioletto) che viene dal
sole, mentre assorbono quella a onda
più lunga (infrarosso) emessa dalla
terra riflettendola di nuovo verso la
superfice terrestre causandone un
aumento di temperatura. L'effetto serra
è necessario e fondamentale alla vita in
quanto mantiene la temperatura media
terrestre intorno ai 15°C, senza di esso
la terra avrebbe una temperatura media
di -18°C. Il problema è dovuto al fatto
che questo fenomeno è stato
accentuato dalle attività umane e di
conseguenza stanno emergendo effetti
molti negativi; il principale è il
surriscaldamento del pianeta.
Possiamo inoltre visitare con una guida
la stazione di ricerca Scientifica del
Consiglio Nazionale delle
Ricerche(C.N.R.) Istituto di Scienze
dell'atmosfera e del Clima e
l'Osservatorio Meteo dell'Ufficio
generale per la Meteorologia.
Vengono effettuate molte misurazioni
relative a molte sostanze e grandezze,
in quanto l'ubicazione sulla vetta è
idoneo alle misure dei gas atmosferici
di fondo, in assenza di fonti di
inquinamento: direzione e intensità del
vento, pressione, temperatura, umidità
relativa, ozono, aerosol o particolato
atmosferico, particelle biologiche
aerodisperse, gas serra alogenati,
metano, monossido di carbonio, ossidi
di azoto, radioattività e radiazione
ambientale, bilancio di radiazione
solare, benzene...
Dopo aver osservato i vari
“macchinari” e dopo averne appreso il
funzionamento, consumiamo all'aperto
il nostro pranzo , fatto di megapanini.
Un'ultima occhiata al panorama e
torniamo a casa con qualcosa in più
rispetto al mattino
Una passeggiata sul Cimone:”roba da
ridere”
55
Milano sotto la pioggia
di Serena Berti (alunna di 2° D Erica)
Dove si parla anche dei luoghi manzoniani
Q
uando è finito lo stress delle
ultime verifiche e
interrogazioni di fine gennaio,
si inizia ad aspettare la gita del
periodo marzo-maggio. Veramente,
per dirla proprio tutta, già da settembre
si sta in attesa di quel viaggio che, a
volte, determina un intero anno
scolastico.
Gita andata e ritorno in serata per le
classi prime, una notte per le seconde e
nel triennio il viaggio all'estero, in
quell'esperienza che aspettano tutti con
un po' di invidia...
Quest'anno sono andata a Milano con la
mia classe (2°D t), la 2°A t e la 2°C l,
accompagnati dai prof. Rapini,
Pizzetti, Di Giacomo e Marchesi, sulle
tracce della vita del Manzoni. Itinerario
quasi obbligatorio per le seconde, che
fanno dei Promessi Sposi e derivati il
loro incubo, la loro ossessione, giorno e
notte, pensiero preoccupato di tante
interrogazioni: l'autore, Renzo e Lucia,
il carattere particolare di Don
Abbondio, la monacazione della
monaca di Monza, la conversione
dell'Innominato... insomma, tra prima
e seconda, una vita scolastica
all'insegna di questo romanzo.
Certo però che arrivare a Milano sotto
la pioggia non è proprio una
meraviglia, con tanti cinesi che a
malapena ti fanno scendere dal
pullman per cercare di venderti i loro
ombrelli, ma ci si adatta anche al
tempo, osservando curiosi quelle
strane opere di una mostra creativa,
mucche tutte colorate, una diversa
dall'altra, per le strade, agli incroci, sui
marciapiedi, davanti a statue e
monumenti più importanti di loro.
Milano è una città strana, forse troppo
raffinata, il culmine nella Galleria
Vittorio Emanuele II, dove uomini
corrono veloci con la valigetta in mano,
donne eleganti passeggiano con borse
sottobraccio firmate Prada e Louis
Vitton come se una spesa del genere
56
fosse all'ordine del giorno, gruppi
esageratamente numerosi di
giapponesi bloccano il passaggio per
quelle foto che rubano un pezzo del
mondo italiano. E vedere Sgarbi, proprio qui a Milano!-, senza rendersi
conto che, invece, è una città molto più
grande di quanto i nostri occhi non
abbiano potuto vedere.
Milano rappresenta quell'Italia capitale
della moda degna dell'eleganza di
Parigi e della più caotica New York,
che ha poche attrazioni turistiche, ma
che trova altre risorse per la sua fama.
Vicino alla Galleria, il Duomo, ancora
in costruzione negli anni del romanzo,
oggi imponente ed elegante nel suo
stile gotico.
La sera, l'albergo a Como, sulla riva del
lago, non riporta proprio niente del
lusso di Milano e solo la mattina ad una
nottata per lo più insonne mi sono resa
conto di quanto Manzoni abbia dato a
queste terre “su quel ramo del lago che
volge a mezzogiorno, tra due catene
non interrotte di monti...” : l'hotel
“Promessi Sposi”, ogni via un nome
dei personaggi, la piazza dedicata a
Renzo e Lucia, l'”Osteria dei Tre
Bravi”...E quando ho letto “Via G.
Carducci” mi è sembrato quasi un
tradimento!
Lecco non ha niente dell'eleganza di
Milano, ma è bello ugualmente, con lo
specchio del lago che di notte riflette le
luci del paese e su, più in alto ancora, la
luna.
Alla fine tra qualche anno, non
ricorderò più di tanto quella pioggia
in ces s an te ch e h a r o v in ato i
programma, ma mi resteranno nel
cuore i miei amici, le risate e le
sorprese, il lago e il duomo, le battute
dei prof. (che in gita diventano più
simpatici...!). E mi ricorderò
sicuramente dei letti che si sono
sfasciati non appena ci siamo
appoggiati...della serie “dormite
comodi”!
Bella gita, divertente...perchè io penso
che la scuola non debba essere solo un
luogo serio, ma anche un'esperienza
piacevole, e le gite aiutano sotto questa
luce, perché si vedono tanti luoghi
interessanti e belli, ma lo si fa in modo
spensierato, come piace ai ragazzi.
Però, ora che abbiamo visto di tutto su
Manzoni e i luoghi dei “Promessi”,
come dice il prof. di italiano, ci
arriveremo al fatidico capitolo
XXXVIII???
57
Una settimana a Newcastle
di Daniela Baldazzini e Simona Bettini (alunne di 4° D Erica)
Dove si parla di oltre Manica
E
se vi proponessero di passare
una settimana lontano, in una
città sconosciuta magari in un
altro stato, ospiti di una famiglia che
non avete mai visto… Accettereste di
partire?
Noi abbiamo detto “sì”, e se tornassimo
indietro non cambieremmo idea, ma in
quella settimana…
L' idea di andare a vivere a Newcastle
ci entusiasmava: una nuova città, una
nuova cultura, il contatto con persone
che non parlano la nostra lingua, vivere
nelle loro case con quei giardinetti da
cartolina, osservare le loro abitudini da
vicino provando a renderle nostre.
Eravamo gasati al punto di fare il conto
alla rovescia dei giorni che separavano
le nostre monotone giornate da
un'esperienza che a detta di molti
doveva essere indimenticabile.
Come da tutte le altre gite ci
aspettavamo divertimento, risate e
spensieratezza, ma presto ci siamo resi
conto che avevamo ben altro a cui
pensare. Appena arrivati, abbiamo
dovuto fare i conti con la realtà: per
alcuni le famiglie inglesi non erano
esattamente quelle dei film né tanto
meno le case… Moquette ovunque,
anche in bagno, e un'attenzione alla
cura della casa molto diversa dalla
nostra. Per non parlare delle abitudini
alimentari, che differivano dalle nostre
non solo nella colazione, ma anche nel
semplice modo di preparare un panino
per la merenda.
Quelle erano le nostre case e avremmo
dovuto viverci per una settimana!!
Dovevamo andare a scuola tutte le
mattine e arrangiarci nel farlo; i più
fortunati potevano andarci a piedi, ma
la maggior parte doveva prendere
l'autobus, la metropolitana o entrambi
perché alcune case erano situate in
frazioni lontane km dal centro. Dopo la
prima visita di gruppo a Newcastle, ci
siamo resi conto che l'adattamento non
era il nostro unico problema: non
eravamo più in grado di orientarci,
stava facendo buio, non ricordavamo
dov’era la fermata del nostro bus e
quella in cui dovevamo scendere!!!
E dopo la prima giornata le persone che
volevano rimanere a Newcastle erano
veramente poche poiché le nostre
aspettative erano state deluse.
Questa non era la tradizionale “gita di
classe” o la vacanza studio in college in
cui si sta tutti insieme e ci si sostiene a
vicenda, ma una sfida contro noi stessi
e la nostra capacità di adattamento.
Ad aiutarci in questo, c’erano le prof.
58
(Luisa Leoni & Heather Mac Alister)
che si sono sempre dimostrate
disponibili e comprensive. La valigia
della prof.ssa Leoni era stata
addirittura smarrita durante il viaggio,
ma nonostante questo è riuscita a
mettere al primo posto le nostre
necessità trascurando il suo disagio.
Dopo le quotidiane tre ore mattutine di
lezione con insegnanti madrelingua, ci
aspettavano, dopo un pranzo veloce,
interessanti escursioni pomeridiane.
Una giornata in particolare è stata
interamente dedicata alla visita di
Edimburgo con il suo affascinante
castello, i suoi edifici dall'aspetto
gotico e misterioso perché anneriti dal
fumo della rivoluzione industriale e i
tipici negozi scozzesi che ci hanno
incuriosito.
Fortunatamente uscire la sera non era
un problema grazie al servizio fino a
mezzanotte degli autobus, che ci
permettevano di incontrarci per andare
a bere una birra tutti insieme. Ci si
trovava sotto il “Grey's Monument”
poi si andava allo Strawberry Pub
(l'unico che non controllava le carte
d'identità!! In Inghilterra non è
consentito servire bevande alcooliche
ai minorenni) dove abbiamo scattato le
nostre foto più “bAlle”…
Il momento di ripartire è arrivato
proprio quando ci eravamo adattati ed
abituati a quello stile di vita.
Ricordiamo con affetto le famiglie che
ci hanno ospitato che si sono
dimostrate molto carine sia per
l'ospitalità che per la volontà di
comprenderci nel nostro inglese a volte
non pienamente corretto.
Ringraziamo chi ci ha offerto questa
opportunità in particolare il consiglio
di classe e la regione Emilia Romagna
che ha in parte finanziato questo
progetto.
59
Back to the Blinking Eye
di Luisa Leoni (docente di inglese sezione Erica)
Dove si parla di un ponte e...
R
ipensando al soggiorno-studio
a Newcastle, rivedo il
“Blinking Eye”, il futuristico
ponte sul fiume Tyne, che si apre e si
chiude come un battito di ciglia. Non è
che uno dei tanti esempi di architettura
contemporanea che abbiamo ammirato
in questa città dove, forse più che in
altre, è possibile leggere la storia
dell'Inghilterra in ciò che incontri ad
ogni passo. Dai resti dell'Hadrian Wall,
il vallo di Adriano, al “Keep” la rocca
medievale, alle numerose chiese
gotiche, alle tipiche case in legno
(timber framed) d'epoca elisabettiana,
agli edifici georgiani e vittoriani, fino
agli stabilimenti della rivoluzione
industriale oggi riconvertiti in spazi
museali.Pochi esempi per dare risalto
al lato culturale di questo viaggio che
certamente tutti, insegnanti e alunni,
abbiamo notato ed apprezzato.
Esiste però un secondo aspetto che ci
ha coinvolti e che forse è rimasto
ancora più vivo dentro di noi. Mi
riferisco alle emozioni condivise con i
ragazzi e osservate nei loro occhi, gesti
e parole. L'attesa verso qualcosa che
per la maggioranza era del tutto nuovo:
la vacanza all'estero, il volo, la vita in
una nuova famiglia… La tensione
(strettamente personale) prima della
partenza, la gioia e il timore per il
viaggio in aereo… Poi, in rapida
successione, una volta arrivati:
l'euforia nella scoperta di un luogo
nuovo, l'incertezza e diffidenza verso
lo stesso, la paura di non capire la
lingua e di non sapersi spiegare: “e
poi… come ci arrivo a casa?”, a volte la
delusione del “si, ma io pensavo che
fosse diverso…”, un'insospettata
nostalgia di casa… Ciascuno di noi
credo abbia provato un po' di tutto
questo, ma, contando sull'aiuto degli
altri e sul proprio spirito di
adattamento, ha superato ogni piccola
o grande difficoltà, per vivere al meglio
la permanenza all'estero. Fin dai primi
giorni, era interessante ascoltare i
ragazzi che dicevano: “Sa prof. mi
hanno capito!” oppure: “capisco quasi
tutto… se parlassero meno veloci!” o
anche: “Non ci capisco niente!”. Mi
illudevo persino che l'uso della lingua
“sul campo” aumentasse la
motivazione allo studio… in qualche
caso ha funzionato, ma una cosa è
certa: tutti siamo tornati a casa con
qualcosa in più, non nel bagaglio a
mano. E rivedo ancora il ponte sul Tyne
che mi stringe l'occhio quasi a dire: “It
was really worthwhile” (ne è proprio
valsa la pena)!
60
Uno stage…“fuori dal comune”
di alcune alunne della 4° B Professionale
Dove si parla di paesi lontani
G
razie al progetto Leonardo
quattro studentesse della ns.
Classe, 4° B Professionale,
hanno avuto la possibilità di
intraprendere un’esperienza molto
interessante: partire e soggiornare per 3
settimane in Turchia. Questo periodo
trascorso all'estero aveva lo scopo di
introdurci in una differente realtà
lavorativa e culturale, anche se
sull'aspetto lavorativo ci sono stati
alcuni problemi che descriveremo
dopo. Ovviamente ci siamo ritrovate in
un “mondo”diverso dal nostro, ma che
alla fine si è rivelato più simile di
quello che credevamo e temevamo.
Abbiamo avuto la possibilità di visitare
luoghi finora visti solo sul libro di
geografia: piazze, monumenti e
moschee, ma anche costumi differenti:
ragazzi e ragazze che vanno a scuola
con la divisa e al pomeriggio chi vuole
arrivare all'università fa corsi speciali
perché l'istruzione universitaria è
gratuita, ma seleziona solo un quarto
dei candidati basandosi su un esame di
accesso.
Assieme a noi c'erano altre 6 ragazze:
quattro “teste matte” di un istituto
turistico di Savigliano (Cuneo) e due,
un po' meno simpatiche, del Cattaneo
di Modena. Come accompagnatori
avevamo docenti degli istituti coinvolti
nel progetto; a difendere l'onore
pavullese il prof. Minelli, spesso in
crisi d'astinenza a tavola, causa
l'assenza obbligata dell'idolatrato
porco dai menu.
Il periodo di stage è stato svolto a Bolu,
una piccola città di circa 80 000 abitanti
a metà strada fra Istanbul e la capitale
Ankara. Risiedevamo a una decina di
km dalla città, all'interno del campus
dell'università Izzet Baysal, che era il
partner turco del progetto. La cosa più
strana era che all'ingresso del campus
c'era un posto di blocco militare che
controllava sempre auto e navette di
collegamento con la città per impedire
l'accesso a chi non studia o lavora lì.
Dopo un paio di tentativi di spiegare
alle guardie che cosa ci facessimo a
Bolu, anche a noi è stato fornito un
pass.
L'accoglienza è stata ottima, ci hanno
fatto sentire a casa e a volte anche un
po' viziato, come al ristorante dove
cenavamo la sera che, a poco a poco, ha
cambiato per noi il menu: dai tipici
piatti locali ad una versione di un fast
food nostrano con pollo arrosto,
61
patatine fritte e coca. Nonostante i
camerieri fossero in difficoltà con
l'inglese (per fortuna perché altrimenti
saremmo state in difficoltà noi) alla
fine ci siamo fatte capire e la frase “No
ciorba” (niente zuppa) era puntuale
come “buon appetito”. La prima
settimana è stata dedicata alla visita
delle località turistiche vicine a Bolu: il
lago Abant, il paese di Mudurnu con
case tipiche turche (anche se
l'attrazione più fotografata è stata la
grande statua di un pollo che ricorda il
prodotto principale dell'economia
locale) e le piste da sci di Kartalkaya,
un po' strana l'idea di vedere sciare in
Turchia, ma così è stato.
La seconda settimana prevedeva lo
svolgimento della maggior parte delle
ore di stage, ma non tutto è filato liscio.
In nessuno degli alberghi che dovevano
ospitarci per il lavoro c'era personale
che parlasse inglese, quindi si passava
la giornata a guardarsi in faccia coi
receptionist turchi e a bere i litri di te
che ogni tanto venivano offerti per
provare a rompere la silenziosa
tensione. A qualcuno è andata pure
peggio: arrivate all'agenzia di viaggi
che avrebbe dovuto ospitare il loro
stage si sono rese conte che nessuno
sapeva del loro arrivo e anche in questo
caso l'inglese era un perfetto
sconosciuto.
Ma la settimana più bella è stata
indubbiamente l'ultima, quella
trascorsa a Istanbul, dedicata quasi
totalmente allo shopping al grand
bazar, con delle viste mozzafiato su
Aghia Sophia, la Moschea Blu e lo
stretto del Bosforo.
Valencia
Noi due che invece eravamo impegnate
nell'esperienza di tre settimane che si è
svolta a Valencia in Spagna, dal 10
febbraio al 03 marzo, avevamo
sicuramente meno incognite da
affrontare. Abbiamo vissuto in un
appartamento che ci ha messo a
disposizione l'ente ospitante, che era
una Scuola Alberghiera del posto.
Eravamo in sei ragazzi (due di Ferrara,
due di Cuneo e noi), di cui tre hanno
lavorato nell'hotel gestito dalla Scuola
e gli altri tre in altrettante Agenzie di
V i a g g i o d i Va l e n c i a . G l i
accompagnatori erano delle varie
scuole impegnate, fra cui Silvia, la
nostra insegnante di Tecniche di
comunicazione. In questo periodo
abbiamo imparato a rapportarci con
una nuova realtà, conoscendo la città e
la loro vita lavorativa.
Consigliamo questa esperienza a tutti i
ragazzi a cui verrà proposto il progetto
perché è un'ottima opportunità sia per
conoscere paesi nuovi, sia per
arricchire il proprio bagaglio culturale
per un futuro lavorativo.
di Beatrice Balestri, Valentina Balestri,
Miriam Mammei, Sara Razzoli, Sara Roggiani
e Jessika Venturelli
62
Un viaggio a Berlino
di Patrizia Badiali (docente di sostegno)
Dove si parla di paesi lontani
L
e "gite" scolastiche, proiettando
il consueto rapporto d'aula in
dimensioni completamente
nuove, dove bisogna fronteggiare
scolaresche ipereccitate e situazioni
impreviste, sono un arduo banco di
prova per un docente. E ne misurano, se
ancora c'è, lo spirito d'avventura.
Eppure, la gita in comune, la classe che
viaggia, ha un risvolto affettivo che in
altri tipi di viaggio non si troverà più:
quelle risate che nascono da niente e
sono fatte di codici, di conoscenze
condivise; quell'avvicinarsi tra
insegnanti e studenti, attraverso il
medium del luogo "altro", in una specie
di porto franco in cui non è disdicevole
dividere i biscotti, non è indegno
scherzare sulle proprie manie, non è
disprezzabile mostrarsi sulla stessa
lunghezza d'onda, le generazioni che si
toccano, forse si spintonano un po', ma
in ogni caso stanno su di una linea
orizzontale e guardano il medesimo
orizzonte, rimangono nella memoria.
E Berlino diventa la Berlino della gita,
la sua magia intrinseca si mischia con
la nostalgia di giornate fuori dai
canoni, e forse una frase, lo scorcio di
un palazzo, il ricordo di un abbraccio
influenzeranno i viaggi futuri, senza
prof, senza classe.
Già Berlino, la meta del nostro viaggio,
nella settimana dal 16 al 21 aprile. Il
programma prevedeva la visita alla
città di Norimberga, tre giorni a Berlino
e, sulla strada del ritorno, una fermata a
Monaco di Baviera.
Ecco il racconto di quei fantastici
giorni fatto da Ivan Bonucchi e
Massimiliano Casolari, due studenti
speciali.
16 aprile ore 4.00
Finalmente si parte! Certo è stato duro
alzarsi così presto ma ne valeva la
pena: è arrivato il giorno tanto atteso
della gita scolastica. Lo sappiamo, lo
sappiamo che si deve dire viaggio
d'istruzione ma checché ne pensino i
prof. per noi alunni è sempre il
momento più bello dell'anno perché
possiamo stare insieme non seduti
dietro ad un banco di scuola!
Dopo alcune soste “tecniche” il primo
incontro con la Germania è all'ora di
pranzo, nel piatto: wurstel e patatine
fritte ci ricordano dove siamo! Poi si
riparte e non ci si ferma più fino a
Norimberga. Dopo avere sbrigato il
noioso check in, fatto una doccia e
cenato, siamo pronti per un giro
notturno della città.
63
Com'è bella, con le case a graticcio ed
un imponente castello e con la casa del
pittore ed incisore Dürer!
E adesso, finita la visita d'istruzione,
che facciamo? Convinciamo i prof. A
fermarci in un bar turco dove
trascorriamo ancora qualche ora.
Stanchi ma allegri torniamo a dormire,
domani ci attende un altro viaggio!
17 aprile ore 6.30
Si riparte! La strada è ancora tanta. Ma
quanto è lontana Berlino? Però in
pullman ci si diverte tra canti, films e
battute. E c'è anche il tempo per
dormire!
Eccoci a Berlino! Il pullman ci lascia
sotto la porta di Brandeburgo dove
facciamo la foto con l'orso, simbolo
della città e la foto di gruppo della
classe.
Poi il primo momento importante: ci
dirigiamo verso il momento
all'Olocausto. È veramente suggestivo,
fatto di blocchi di cemento che creano
un labirinto dove ti senti solo,
disorientato, proprio come dovevano
sentirsi i deportati dal nazismo.
La tappa seguente è Posdamer Platz,
ricostruita dopo la caduta del muro, che
la divideva in due, e simbolo
dell'architettura innovativa, tutta vetro
e acciaio, che caratterizza la nuova
Berlino.
È giunta l'ora di andare in albergo.
Dopo una “lauta” cena nel ristorante
italiano (in Germania?!?) prenotato
dalla nostra agenzia, andiamo tutti a
lavarci e poi, dopo un'accanita partita a
carte, a letto!
Dopo una bella colazione ci ritroviamo
con il resto delle classi, sotto la porta di
Brandeburgo. Maik, il lettore che è
tedesco, ci conduce lungo il viale Unter
den Linden, che vuol dire “Sotto i
tigli”, e ci mostra l'università, la piazza
Bebel, dove i nazisti bruciarono i libri
messi all'indice, e l'isola dei musei. Poi
ci mettiamo in fila per entrare al
Pergamon Museum.
Questo museo contiene la
ricostruzione dell'altare di Pergamo, la
porta di Mileto, che purtroppo è in
restauro, e la porta di Ishtar che è
bellissima tutta turchese e con animali
in rilievo. La Patty e l'Ersi comprano
l'audioguida e, mentre ascoltano,ci
raccontano tutto ciò che stiamo
vedendo. È bellissimo! Non abbiamo
visto molti musei in vita nostra ma
questo ci piace davvero!
Usciti dal museo, attraversiamo l'isola
dei musei, diamo un'occhiata al Duomo
e ci dirigiamo ad Alexander Platz per la
pausa pranzo.
Dopo la solita cena pseudo italiana ,
ecco una delle cose più belle della città:
la visita alla cupola di vetro e acciaio
del Bundestag, il Parlamento Federale
Tedesco. Prima di entrare veniamo
perquisiti e dobbiamo passare
attraverso il metal detector, poi
prendiamo un ascensore trasparente
che ci conduce alla base della cupola.
Da qui inizia una salita a spirale
mozzafiato: da un lato Berlino di notte,
64
dall'altro, in fondo, le sedie blu dei
deputati. Veramente bellissimo e le
foto non rendono!
Finita questa bellissima visita, tutti in
albergo per la solita partita a carte ed il
meritato riposo!
19 aprile ore 7.30
Oggi con noi ci sarà una guida perché
Maik non si sente molto bene ed è
rimasto in albergo. È una ragazza
italiana che da alcuni anni vive a
Berlino per motivi di studio. Lei ci
conduce a vedere il pezzo di muro che
ancora resta in piedi a testimonianza
del passato…
Poi la guida ci porta a vedere il
Judisches Museum, che ha la forma di
una stella di David spezzata e contiene
una serie di ambientazioni suggestive
per ricreare le situazioni vissute dagli
ebrei deportati.
Poi andiamo a Check Point Charlie e
vediamo la Topografia del terrore, cioè
una serie di foto e contributi audio che
documentano i processi di Berlino e
Norimberga contro i nazisti per crimini
contro l'umanità. Dopo avere visitato il
quartiere medievale, Nikolaivertel, e
quello liberty, la guida ci saluta ed
anche noi ci dividiamo in gruppi: chi va
allo Zoo, chi va a visitare un altro
museo e chi, come noi decide di visitare
la Chiesa della memoria e di lanciarsi
in un po' di shopping!
La giornata si conclude come al solito
con cibo, carte e letto! Domani si parte
molto presto per Monaco!
20 aprile ore 6.00
La giornata comincia presto in
pullman: discendiamo la Germania
diretti a Monaco di Baviera. Ci
arriviamo nel pomeriggio e facciamo
un giro per la città. Vediamo quattro
chiese che rappresentano stili diversi,
gotico, neoclassico, barocco e rococò,
e, alle cinque del pomeriggio tutti
pronti davanti all'orologio animato!
Poi ci sediamo ad un caffè italiano e ci
gustiamo una pizza, tanto la cena non ci
riserverà sicuramente niente di buono!
Anche stasera ristorante italiano!
Prima di lasciare la città una foto di
gruppo non può mancare!
Arrivati al “Motelone” c'è giusto il
tempo per una doccia e poi tutti a letto!
21 aprile ore 7.00
Oggi si torna a casa! Prima di arrivare
però i prof. hanno deciso di fare una
sosta non prevista per il pranzo ad
Innsbruk in Austria. Appena arrivati
facciamo un giro per questa bella
cittadina e fotografiamo la casa dal
tetto d'oro.
Poi mangiamo una pizza e via verso
l'Italia. Il viaggio è stato bello ma
abbiamo voglia di tornare a casa e
riabbracciare i nostri cari. Arriviamo in
anticipo pronti per l'incontro con il
nostro letto.
Questa è stata la nostra ultima gita
scolastica. Se ci pensiamo un po' di
tristezza ci assale… ma la vita va
avanti, ci saranno altre occasioni per
incontrarci fuori dalla scuola, anzi, ora
che ci ricordiamo bene, sabato
prossimo c'è la cena di classe!!!
65
Così lontana così vicina...
di Manuela Baiocchetti (docente di italiano sezione Erica)
Dove si parla di poesia
“
Così lontana così vicina…La
poesia italiana del secondo
Novecento”
Qual è oggi il posto della poesia? Quale
lo spazio che la società contemporanea
le riserva?
Quale il ruolo, se di ruolo per la poesia
si può parlare? Il dibattito, anche sulle
pagine dei giornali, oltre che sulle
riviste di settore, è più che mai aperto.
Da un lato c'è chi dipinge funerei
scenari, vedendo margini ristrettissimi
di interesse per quest'arte, vista da
sempre come riservata a un'elite
intellettuale; dall'altro, invece, c'è chi
traccia il profilo di una ripresa
insperata, di un rinato interesse,
soprattutto tra i giovani, anche grazie
alla moda, di derivazione tutta
americana, degli slam poetry, le sfide a
colpi di rap e poesia che stanno
iniziando a spopolare anche in alcuni
locali del nostro paese. Piccole
etichette editoriali che si occupano solo
di poesia scoprono con sorpresa che il
loro bilancio è in attivo e, infine,
Festival di poesia nati quasi per gioco,
quello di Castelnuovo Rangone in
testa, che attirano folle, ancora una
volta soprattutto giovani, per assistere
a reading poetici, come solo ai tempi
della Beat genaration si era visto.
Inutile qui tentare futili interpretazioni,
l'unica cosa che si può dire è che la vera
poesia sa dare voce alle emozioni, a
quanto si sente e magari non si sa
esprimere, trova formule per schiudere
mondi che sembra di avere sempre
frequentato dentro di sé, senza averli
mai incontrati prima fuori. Proprio i
ragazzi sono allora il popolo più
sensibile a questo tipo di linguaggio:
hanno bisogno di esprimersi, stanno
scoprendo la propria profondità
emozionale e la propria capacità di
pensiero, che solo negli anni delle
superiori si struttura e si organizza,
vogliono urlare al mondo la loro verità
e spesso non hanno le parole per farlo.
Proprio la poesia, allora, con il suo alto
tasso emotivo tenuto assieme però da
calcolatissime strutture formali, da
giochi di incastri in cui forma e
contenuto sono inscindibilmente
legati, diventa il linguaggio ideale:
quando lo si incontra davvero apre allo
stupore e all'incantamento, come tutti i
grandi incontri.
La scuola certo dà spazio alla poesia,
spesso, però, ci si ferma ai classici e per
questioni di tempo è difficile che nello
studio del Novecento si vada oltre ai
grandi, ormai canone indiscusso:
Ungaretti, Saba, Montale, Quasimodo
e pochi altri, nonostante il decreto
Berlinguer che da anni ha imposto lo
studio esclusivo di questo secolo
nell'ultimo anno di scuola superiore.
Ma il Novecento è anche altro: ormai è
il secolo scorso, e certo altre grandi
personalità di rilievo l'hanno abitato ed
è imprescindibile conoscerle.
66
Soprattutto è anacronistico che si esca
da scuola e non si sappia niente di
quello che anima la vita intellettuale
fuori, le correnti di pensiero, i
contributi degli autori contemporanei
più significativi. Un ragazzo può uscire
fresco fresco dall'esame di stato e non
orientarsi affatto tra le coordinate
contemporanee, non sapere distinguere
ciò che vale, da ciò che la società dei
consumi e dei premi letterari ci
propone come best seller di stagione.
A partire da queste riflessioni, la nostra
scuola ha voluto proporre quest'anno ai
ragazzi di quinta un percorso sulla
poesia italiana dal secondo Novecento
ai giorni nostri, che si è articolato in
quattro appuntamenti con esperti e si è
concluso con l'incontro con una delle
voci più significative della scena
italiana contemporanea: la poetessa
Patrizia Valduga. La Valduga, ormai
universalmente riconosciuta,
rappresenta una voce particolare: forte,
controcorrente, precisa, provocatoria e
altissima allo stesso tempo. Certo
l'incontro con lei non è un incontro
facile, soprattutto a questa età, la sua
personalità decisa e il suo estro
provocano reazioni contrastanti: o la si
ama sconfinatamente o è facile cedere
alla stizza di fronte alle sue
provocazioni e al suo parlare diretto.
Inoltre, quello che spiazza nella poesia
di questa autrice è l'apparente contrasto
tra i temi, cui per la prima volta, almeno
nella poesia italiana, una donna dà voce
e le strutture, assolutamente classiche.
Nella sua produzione il suo ruolo di
traduttrice di grandi classici (da
Shakespeare a Eliot a Proust) e la sua
profonda conoscenza Dantesca,
lasciano tracce indelebili, nelle
strutture controllatissime, a partire
dalle famose quartine, e nell'uso
calcolatissimo e magistrale della
parola che, come dice la poetessa, “sa
produrre destini”.
Lo stupore è ancora maggiore per i non
addetti ai lavori, quando si scopre che
in realtà la poesia del Novecento che ha
retto nel tempo, non è quella cosiddetta
Novecentesca, cioè quella dei versi
liberi, delle forme destrutturate, dai
significati ermetici o esoterici, la
poesia che ha retto l'attraversamento
del secolo raggiungendo il terzo
millennio è la cosiddetta linea
Antinovecentesca, quella cioè che
ritorna a parlare un linguaggio non più
ermetico e che ripristina il valore della
forma, perché se nella poesia è
fondamentale ciò che si dice, essa non
può prescindere dal come lo si dice. In
questo senso l'incontro con la Valduga
acquista un ulteriore significato: essa
rappresenta, infatti, in Italia non solo
un'autrice di altissimo spessore, ma
anche la rappresentante di quella linea
Anti-novecentesca che da Pascoli,
attraverso Rebora, Caproni e Raboni
giunge fino a noi.
67
Una testimonianza
di Gilberto Salmoni (ex deportato)
Dove si parla di memoria
Q
ualche mese fa mi ha telefonato
il Preside dell'ITPC "Cavazzi"
di Pavullo. Pavullo era un nome
pressoché sconosciuto; ma era in
provincia di Modena e l'anno scorso
ero stato invitato a Carpi dalla
Fondazione Ex Campo di Fossoli
proprio in occasione della Giornata
della Memoria. Da allora era come se
fosse nato in me una specie di
gemellaggio mentale con la provincia
di Modena e così ho accettato
prontamente l'invito di andare a
Pavullo. Sono curioso e mi piace
vedere posti nuovi e conoscere gente
nuova.
L'incontro con il prof. Schianchi, con
gli studenti e i professori del Cavazzi e
con la gente di Pavullo mi hanno
offerto circostanze veramente insolite.
Già aspettavo con una certa dose di
curiosità l'incontro con il preside
perché mia nonna, nata a Parma, aveva
lo stesso suo cognome e su quel
cognome volevo sapere qualcosa di
più. In più il primo incontro, alla
stazione di Modena, è stato veramente
buffo. Il mio telefonino ha squillato, ho
risposto, mi sono sentito chiamare non
al telefono ma a viva voce: eravamo a
un passo l'uno dall'altro, ma di spalle.
Era l'una, il treno era arrivato
puntualmente. Alle 14,15 dovevamo
essere a scuola. Il preside Schianchi è
una persona gentile, simpatica e
precisa. Sono salito sulla sua auto,
abbiamo fatto una brevissima sosta e
alle 14,10 eravamo nella palestra
dell'Istituto. L'incontro con i ragazzi è
stato molto bello. Vedevo facce attente,
silenziose, composte. Non è facile
portare una testimonianza, rispondere
alle domande, alcune delle quali
possono suscitare un'emozione forte.
Io poi mi commuovo facilmente ma
ormai ci sono abituato. Però direi che la
domanda che più mi ha colpito è stata
quella rivoltami da due ragazze che si
sono presentate dopo che l'incontro era
terminato. Non ricordo bene come era
formulata ma ricordo le mie risposte e
da quelle deduco che volessero da me
un consiglio per la vita. Ho risposto che
è bene essere curiosi, non per una
curiosità sciocca, ma per capire più a
fondo. Ho parlato dell'amicizia come
ottima fonte per scambiarsi le idee su
qualsiasi cosa. Avrei parlato volentieri
con loro chiedendo qualcosa su loro
stesse. Mi rammarico di non averlo
fatto. Ma la possibilità di uno scambio
c'è ancora. Se volessero raccontarmi
qualcosa, chiedermi qualcosa, sarei
molto contento. L'incontro all'Istituto è
terminato verso le quattro. Avevo
tempo di riposarmi un po' e fare due
passi che mi servono sempre per
ripulirmi il cervello. Percorrendo la
strada che parte da piazza Borelli e va
verso la chiesa ho visto una signora
anziana seduta su una panchina che
teneva un bastone. L'ho guardata e
68
subito mi ha detto: Come è brutta la
vecchiaia. Non avrei dovuto uscire, mi
sono stancata. Replico: sta bene, mi
pare; quanti anni ha? Cento, mi ha
detto. E io Vuole che l'accompagni a
casa? Si grazie. Allora l'ho aiutata ad
alzarsi e ci siamo incamminati verso la
casa sua, di fronte alla farmacia. Ho
potuto constatare che era una persona
conosciuta. Un giovane si è fermato un
attimo per salutarla. Poi la signora
anziana che tenevo al braccio mi ha
chiesto il quindici giugno è passato?
Un po' è passato e un po' deve venire le
ho risposto. Ero rimasto frastornato
perché il quindici giugno è il giorno del
mio compleanno e probabilmente era
lo stesso giorno del suo.
Quando eravamo ormai a pochi passi
dalla casa, una giovane signora bella e
agile ci ha raggiunto e rivolgendosi all'
anziana le ha detto: "Non ti si può
lasciare sola un momento che trovi
subito un giovanotto!"
Molto contento di essermi guadagnato
l'appellativo di giovanotto sono tornato
sui miei passi e ho visto un bar
veramente attraente, il Giamberlano.
Ho mangiato due piccole paste e ,
vedendo cioccolatini e altre cose
attraenti, ho chiesto di prepararmi un
bel pacchetto per i miei figli. Il barista,
persona cordiale, mi ha fatto il conto e,
nonostante gli avessi detto che avevo
preso qualcosa al banco, mi ha
assicurato che andava bene così.
Che bel posto, mi sono detto, che bei
contatti umani mi ha riservato. Ma
forse mi era rimasto ancora un residuo
di tristezza per i miei racconti a scuola.
Per ritrovare la serenità dovevo
raggiungere un punto isolato, di pura
natura. Sono passato davanti alla
chiesa e sono salito in direzione
dell'ospedale, verso un boschetto che
vedevo più in alto. Dalle ultime case
non era facile trovare un passaggio per
il bosco, ma ci sono arrivato. Sono
salito fino alla cima, sperando che mi si
aprisse la vista della vallata opposta.
Come mi è capitato molte volte nelle
mie gite solitarie le salite mi attirano,
anche se sono fuori percorso, perché
possono offrire prospettive nuove e
inaspettate. In quel caso mi si è offerto
soltanto un panorama un po' più ampio.
Mi sono accontentato e sono tornato a
Valle. A cena, organizzata dal preside,
sempre gentile e ospitale, che aveva
fatto intervenire altri insegnanti, ho
potuto assaggiare le ottime specialità di
Pavullo e ho ricevuto un bellissimo
libro che riportava quadri vivaci
dell'epopea partigiana e poesie
toccanti; opere di due Pavullesi, Gino
Covili e Vico Faggi. Quest'ultimo da
molti anni vive a Genova ed è ben noto
come persona di cultura e di teatro.
Dopo cena, puntualmente, siamo
tornati all'Istituto per un incontro con la
cittadinanza. Una lodevole iniziativa
del Preside per utilizzare gli spazi
scolastici a fini culturali. E qui ho
ricevuto un bel libro su Pavullo, ricco
di belle fotografie.
E la mia testimonianza sulle vicende di
quell'era buia, dal settembre 1943
all'aprile del 1945 ? Sono arrivato a
69
Buchenwald quando avevo da poco
compiuto sedici anni.
Sento oggi l'impressione di avere
vissuto vicino a persone eccezionali,
forti e solidali sia stata molto più forte
della fame, del freddo, del sonno che ho
sofferto. La convinzione che non sarei
sopravvissuto mi faceva rischiare con
tranquillità; sapere che i nostri
torturatori stavano perdendo la guerra
mi dava coraggio. Conoscere quello
che ci è capitato allora può essere
certamente un insegnamento. Credo
però sia più utile dare ai giovani questo
avvertimento: questi fatti sono
accaduti perché in un certo periodo
molti di noi non avevano capito quali
rischi potevano correre; non avevano
capito che l'Italia era governata da un
incosciente, la Germania da un
criminale. Lo so occuparsi di politica
può sembrare noioso ma la politica
influenza tutta la nostra vita. E allora è
necessario leggere, ascoltare, cercare
di capire, valutare, discutere,
impegnarsi.
Dico ai giovani con forza: non siate
indifferenti.
Questa è la cosa che ritengo più
importante e spero di essere stato
capito.
70
Un incontro speciale
di M. Minelli e I. Verdi (docenti di filosofia e religione)
Dove si parla di un incontro speciale
U
na “presenza speciale” per una
esperienza speciale di
raccoglimento e memoria”
Dove ci si ferma in silenzio per
partecipare alla Santa Messa
presieduta dal Vescovo di Modena
Benito Cocchi, in ricordo di docenti,
alunni, collaboratori, che la Vita oltre la
vita ha chiamato a sé.
La scuola è istituzionalmente il luogo
in cui si svolge l'attività didatticoeducativa; in cui si lavora per far
crescere gli alunni come persone,
proponendo valori su cui poter fondare
il “saper essere” e per trasmettere
conoscenze (“sapere”) e competenze
(“saper fare”) . La scuola è anche un
luogo privilegiato dove si costruiscono
tra le persone, di età diverse e con ruoli
diversi, rapporti che non sono solo
gerarchici e/o professionali, ma anche
di amicizia, di affetto, dove si creano
legami in cui vengono coinvolte le
menti, certo, ma anche i cuori. Proprio
per questo la scuola può essere il luogo
in cui si vivono “momenti speciali” che
non rientrano né nella
programmazione didattico-educativa,
né tra le attività “para” o “extrascolastiche”.
Da ormai tre anni, l'ultimo giorno
prima delle vacanze pasquali, viene
celebrata nel nostro Istituto una Santa
Messa in ricordo di coloro che sono
stati protagonisti della storia della
scuola come docenti, collaboratori,
allievi e che ci hanno prematuramente
lasciati.
Quest'anno la messa è stata presieduta
dal Vescovo di Modena, Benito
Cocchi, che ha accolto l'invito di Don
Luciano.
La palestra, che ad ogni ora risuona di
grida animate, di rimbalzi di palloni
utilizzati in partite di calcetto,
pallacanestro o pallavolo, di fischi
arbitrali, si è trasformata in uno spazio
di insolito silenzio, di raccoglimento e
di preghiera.
I ragazzi e gli adulti presenti hanno
rivissuto gli eventi del mercoledì santo
narrati nella liturgia della Parola.
Hanno ascoltato con attenzione
l'omelia del Vescovo, che li ha invitati,
in modo stimolante, a confrontare la
loro vita e le loro scelte con la Parola
annunciata. Hanno pregato per chi ha
vissuto e vive tuttora nella scuola con
ruoli e responsabilità diverse. Hanno
cantato accompagnati dalle chitarre e
dalla tastiera di alcuni studenti che si
sono resi disponibili per l'animazione
musicale.
Al termine della Santa Messa il
Vescovo, con lo stile socievole e
immediato che lo contraddistingue, ha
ringraziato per l'opportunità offertagli
di celebrare in una scuola superiore e si
è complimentato con i ragazzi per il
loro atteggiamento di profonda
partecipazione e di grande maturità.
Come segno di gratitudine e a ricordo
71
dell'Istituto CavazziSorbelli gli sono
stati donati: personalmente dall'autrice
Jessica Rioli, alunna della 3A Liceo, un
quadro raffigurante una metopa del
Duomo di Modena, eseguito con la
tecnica del chiaro scuro a matita e dal
Dirigente scolastico, prof. Schianchi
Giuliano, una copia dei volumi che
raccolgono gli scritti presentati ai
concorsi letterari, promossi dalla
Biblioteca negli anni scolastici 200405 e 2005-06, nonché una copia
dell'Annuario Scolastico 2005-2006.
Pensiamo che “momenti speciali”
come questo abbiano un profondo
valore. Ci auguriamo che possano
ripetersi e che la sensibilità dei futuri
dirigenti consenta il consolidarsi di
questa significativa “tradizione”.
Sono questi “momenti rari”, momenti
privilegiati, davvero speciali: ci si
incontra come persone, insieme si tiene
viva la memoria di persone che sono
state amiche, che hanno lavorato con
noi, che hanno condiviso con noi le
difficoltà, le gioie, le speranze di
questo nostro piccolo grande “universo
scuola”, persone che ancora nel nostro
cuore ci accompagnano e ci sorridono.
Sono questi “momenti rari”, momenti
privilegiati, per chi si riconosce nella
preghiera, in un silenzio comune dove
ha ragione d'essere la voce del cuore.
72
Un bel viaggio
di Martina Boselli (alunna di 4 D Erica)
Dove si parla di un paese lontano
U
n mese in Sud America. Avete
mai sentito parlare di quello
staterello lungo e sottile che si
trova in fondo all'America latina?
Ecco quello è il Cile ed è il luogo dove,
quest'estate, ho vissuto una splendida
esperienza.
Certo il viaggio non è stato corto,
anzi…abbiamo volato con tre aerei
diversi(Torino-Roma, Roma-Buenos
Aires, Buenos Aires- Santiago), poi
abbiamo preso il treno e poi ancora un
bus; insomma 46 ore di viaggio prima
di raggiungere Termas de Chillan, la
nostra destinazione.
Ops…sto parlando al plurale, ma non
vi ho ancora raccontato dei miei
compagni di avventura. Dunque, la
partenza è stata “a scatola chiusa”
.Sapevo di trovare una mia amica di
Torino, ma non avevo la minima idea di
chi fossero gli altri; presto li ho
conosciuti: c'erano visi già visti e facce
sconosciute.
Eravamo più di 50 fra Piemontesi,
Lombardi, Friulani e Trentini…tutti
accomunati da una forte passione per lo
sci. Il motivo che mi ha spinta a partire
è stato, infatti, la voglia di sciare sulle
Ande (le famose Ande), di visitare un
altro mondo e di conoscere persone con
cui condividere bei momenti.
Non nascondo che, soprattutto
all'inizio, l'imbarazzo era tanto, in
fondo ero l'unica ragazza Emiliana e mi
sentivo un pesce fuor d'acqua; in più le
“E” aperte del mio accento e parole
come “massé”, “vé”, o altri nostri modi
dire attiravano spesso l'attenzione degli
altri che scherzando mi imitavano.
L'hotel dove abbiamo alloggiato si
trovava in un posto isolato con molta
vegetazione nonostante fossimo a circa
2900 m di altitudine; mi è piaciuto
moltissimo perché pur ipermoderno,
dotato dei comfort più ricercati come
beauty center, Internet Point o sala
comune con tv e schermo gigante, era
semplice.
La sala da pranzo era allestita con
enormi tavolate e ci sentivamo come a
casa; al mattino era consentito fare
colazione in pigiama (grande novità
per me); credo che questo sia stato
fondamentale per non farmi sentire
troppo la lontananza.
In Cile le giornate erano pienissime:
essendo noi un gruppo di sciatori
agonisti, inutile dire che lo sci ha
occupato la maggior parte del nostro
tempo. In un primo periodo, ci siamo
allenati e quando il tempo era
sfavorevole ne approfittavamo per
visitare i paesini o qualche vulcano
ancora attivo (vista la zona di natura
vulcanica); ai piedi della montagna
c'erano anche le terme naturali, da qui il
nome del paese Termas de Chillan,
ottime per rilassarsi dopo una giornata
intensa di sci: eri in costume e ti
buttavi, prima nella neve fresca (ne era
appena scesa un metro), subito dopo
73
nelle acque bollenti delle terme che per
l'escursione termica fumavano…
Passato il periodo di allenamento,
abbiamo gareggiato e quindi
partecipato alla South American Cup,
un circuito di gare Internazionali dove
ci siamo confrontati con atleti di altre
nazioni; abbiamo incontrato canadesi,
francesi, spagnoli, cileni e americani.
Per fortuna, le gare sono andate bene
quindi ero di buon umore e socialmente
aperta a nuove conoscenze; la scuola di
lingue che frequento mi ha permesso di
parlare, o meglio di farmi capire, sia in
inglese che in francese.
Ho capito che non siamo così diversi e
che noi italiane non siamo le uniche ad
ascoltare canzoncine mielose...
Qualche sera abbiamo fatto festa tutti
insieme e per amalgamarci ci siamo
seduti alternati a tavola: un francese, un
italiano, uno spagnolo e ripartiva la
catena…è stato strano come a ballare ci
sentissimo uniti come se ci
conoscessimo da tempo. Che bella
sensazione, uau!
Gli ultimi giorni li abbiamo trascorsi a
Santiago, la capitale del Cile. Abbiamo
visitato la città, una vera metropoli, e
mi sono resa conto di quando diversa
sia l'Italia. Il Cile è un paese
socialmente diviso: ricchi e poveri
vivono in realtà davvero opposte; da un
lato il lusso e il rigore delle grandi città,
dall'altro le “cabanas” , casine di
campagna piccole e poco attrezzate,
per non parlare poi delle zone di
periferia dove regna la criminalità.
Per quanto riguarda le persone…che
gente i cileni! Sono speciali: sinceri e
disponibili sempre, poco materialisti,
si accontentano di quello che la vita
offre loro senza ostentare.
Mi piace questa filosofia di vita.
A questo punto temo di essermi
dilungata un po’ e forse ho detto cose
che non interesseranno a nessuno, ma
credo che un viaggio all'estero sia
anche un viaggio interiore.
Come afferma Bogin:
“Voyager, c'est une fête
viaggiare è una festa
on met la clef sous la porte,
si mette la chiave sotto la porta
on se laisse à l'intérieur
e ci si
lascia dentro
on se donne rendez-vous à l'étranger
ci si da appuntamento all'estero
on regarde le rues, le ciel et les maisons
si guardano le strade, il cielo e le case
on se regarde soi-mêmes
si guarda dentro se stessi
dans le vitrines
attraverso le vetrine
étonnées d'être où l'on est
stupiti di essere dove si è
c'est-à dire ailleurs
cioè altrove
on a changé…
Si è cambiati
on est aussi neuf
si è nuovi
que ce qu'on voit .”
come ciò che si vede.
74
“Vado a cena con Toni”
di Ivan Bonucchi (alunno di 5 A Igea)
Dove si parla di una bella serata
I
l giorno 14 maggio , organizzato
dal “Rotary Club Frignano” e dal
“Lions Club di Pavullo e del
Frignano” si è tenuto presso l'Hotel
Vandelli di Pavullo un importante
Meeting. È stato infatti assegnato il
“Premio Frignano” per l'anno 2007 al
calciatore Luca Toni per gli strabilianti
successi da lui ottenuti nell'anno 2006
Capocannoniere del Campionato di
Calcio Serie A anno 2005/06, Scarpa
d'Oro, Campione del Mondo a Berlino
2006.
Nel corso della serata era prevista la
consegna di un riconoscimento da
parte del campione a favore di un
ragazzo disabile che si era
particolarmente distinto nell'anno
scolastico 2006. La scuola, sentito il
parere delle insegnanti del gruppo di
sostegno, ha quindi deciso di segnalare
Ivan Bonucchi per premiarlo
dell'impegno profuso nei suoi cinque
anni di Scuola Superiore e come
esempio per gli altri alunni .
Potete immaginare la gioia di Ivan alla
notizia: dal momento in cui ne è stato
informato ha iniziato a raccontare con
entusiasmo a tutti cosa avrebbe fatto:
“Vado a cena con Toni!” diceva e gli
brillavano gli occhi.
La sera della cena, elegantissimo,
accompagnato dall'insegnante di
sostegno e dalla vicepreside, ha preso
parte educatamente alla cena di gala e
al momento della premiazione ha
ringraziato come un vero Vip e non ha
dimenticato di chiedere a Luca, sempre
attento e disponibile verso chi è meno
fortunato di lui, un autografo speciale
per gli amici della scuola.
Il resoconto della serata è stato
pubblicato su “Il Resto del Carlino”
del 16 maggio 2007.
Ma ecco alcune impressioni della
serata raccontate direttamente dal
protagonista:
“Appena arrivati siamo stati accolti da
un ricco buffet e molte persone hanno
75
voluto conoscermi e mi hanno stretto la
mano. Poi siamo entrati nella sala da
pranzo: ogni tavolo portava il nome di
una squadra dove Luca aveva giocato e
noi ci siamo seduti a quello del Brescia.
Quando è arrivato Toni ci siamo alzati
tutti in piedi e lo abbiamo applaudito ed
io ero molto emozionato perché non
l'avevo mai visto di persona. Ma questo
era solo l'inizio!
Prima di cominciare a mangiare
abbiamo ascoltato l'Inno americano e
quello Italiano e anch'io ho cantato con
la mano sul cuore. E finalmente è
arrivato il momento di mangiare!
Essendo una cena di gala, il menu era
molto ricco e molto buono, così tanto
che io ho fatto il bis di tutto!
A metà cena è venuto il momento più
importante: prima Luca Toni è stato
premiato con una insalatiera d'argento
e poi hanno letto le parole che la mia
prof. aveva scritto per presentarmi e
che raccontavano chi ero. A questo
punto hanno pronunciato forte il mio
nome e tutti hanno applaudito. Io mi
sono alzato e mi sono avvicinato al
campione. Le gambe mi tremavano e
non riuscivo neanche a parlare, ma
Luca è stato molto gentile: mi ha stretto
la mano e poi ha preso la sua maglia e
ha scritto. “ Tanti complimenti, con
affetto Luca Toni”. Io ero felicissimo e
orgoglioso perché avere la maglia di un
campione così non è da tutti! Poi ho
76
Festa di fine anno
di Chiara, Davide e Fabio (rappresentanti degli studenti)
Dove si racconta la Grande Festa!
G
iovedì 7 Giugno, ore 20,00:
Baracca! Per la prima volta
nella storia dell'istituto, a
scuola inizia la festa…
I rappresentanti degli studenti: Panca,
Pattu, Fabio e la Vale hanno pensato per
noi questa fantastica festa di fine anno.
Grazie all'appoggio del secolare
preside Giuliano Schianchi (detto
Giuly) e soprattutto di Vladimiro
Covili è stato possibile realizzarla nel
migliore dei modi, senza dimenticare il
fondamentale aiuto tecnico dello
storico Afro. Molti studenti si sono
attivati per la buona riuscita della
serata, chi al buffet e chi come security.
Per l'occasione si sono esibiti i
Vertigine, che ci hanno fatto ballare fin
dopo mezzanotte. Mentre in palestra ci
si scatenava, al piano di sotto venivano
distribuite pizzette e bevande
(analcoliche ovviamente!) gratis…in
pratica offerte dal fondo del comitato
studentesco, che ha sostenuto i costi
dell'intero avvenimento.
Hanno partecipato anche le studentesse
americane ospiti del nostro istituto, che
hanno ripreso interamente le nostre
“performance”…specialmente quella
del preside, scatenato in mezzo alla
folla degli studenti con gli altri
professori.
A metà serata…momento toccante:
l'addio di Giuliano Schianchi, dopo
quattro anni alla guida del nostro
istituto. Inoltre è stato consegnato un
riconoscimento alle studentesse
americane.
Terminati i saluti è ricominciata la
baracca, sulle coinvolgenti note di
Grease…pazzia generale!
È stato un evento veramente unico!
Finalmente la scuola è passata da luogo
di studio, gestito dai professori, a luogo
di divertimento, controllato però da noi
studenti!
Tutto è riuscito per il meglio grazie
anche al pieno controllo della
situazione!
Ci auguriamo che questa bellissima
iniziativa possa ripetersi anche
quest'anno
Cara preside, l'aspettiamo in pista più
scatenata che mai!
77
Giugno è arrivato!
di Chiara Libbra (alunna di 2° D Erica)
Dove si racconta della fine
S
i dice che ci vuole un minuto per
notare una persona speciale,
un'ora per apprezzarla,
un giorno per amarla,
ma poi tutta una vita per dimenticarla...
Eccoci! Finalmente giugno è arrivato!
Basta interrogazioni, compiti in classe,
ciao ci vediamo l'anno prossimo; non
posso dire di certo che. mi mancherete
ma sono certa che l'immagine di una
pagina bianca macchiarsi pian piano di
nero sia difficilmente dimenticabile.
Ho aspettato con enfasi questo
meraviglioso mese, in cui ti ritrovi con i
tuoi amici fuori da qui, magari in una
festa, al cinema dove l'argomento della
giornata non è solo SCUOLA, PROF,
VOTI ma l'obbiettivo è DIVERTIRSI,
lasciandosi alle spalle tutte quelle
faticosissime mattine di risveglio alle 5
per ripassare quella interrogazione,
quelle mattine che quando ti affacci
alla finestra di camera tua vedi una
giornata buia, cupa perciò ti fai
prendere dalle condizioni atmosferiche
e rendi la giornata ancor più pesante e
noiosa, e quella volta lì seduta vicino
alla cattedra interrogata con un
professore che ti spara mille domande
al secondo e non ti lascia nemmeno il
tempo di rispondere: “sì sono ancora
sotto le coperte ma non è il caso di
aggredire” come se loro, i boss della
cattedra, non fossero stati mai studenti,
anzi forse alcuni si rivedono nella
nostra immagine: arrogante,
prepotente ma nello stesso tempo
capace di provare delle dolci emozioni.
E che dire di più, tra alcuni giorni
finalmente si sa chi proseguirà e chi si
fermerà ai box. Quando passo il
cancello e vedo i risultati di ognuno, lì
su un cartellone bianco mi sento le
gambe cedere, sento un senso d'ansia,
che più mi avvicino più aumenta. Ma
questo è un ricordo che alcuni
apprezzano ben volentieri, anzi. . , altri
sperano che il preside si sia sbagliato a
compilare il foglio, magari un errore di
riga, altri pensano di aver fatto un
brutto sogno e cercano di trovare
qualcosa che li riporti alla realtà, ma ci
pensano poi i genitori a riportarli sulla
terra.
78
Il cruciverba 1
di Ettore Alessi - alunno di 3^ B liceo
Dove si misurano le abilità enigmistiche
1
2
3
4
5
7
11
8
9
10
18
19
12
13
14
16
17
20
21
24
25
26
27
15
22
28
23
29
30
31
Orizzontali
Verticali
1)
8)
11)
12)
13)
15)
16)
17)
18)
20)
21)
24)
25)
26)
28)
30)
31)
1)
2)
3)
4)
5)
7)
8)
9)
10)
14)
19)
21)
Salatino e insegnante
Nasi senza n
Si sviluppano nei sotterranei
Luce in Inglese
MatemaTeacher
ovest-est
All Cops Are Bastard
Imperia
Livorno sulla targa
A me…
Contenitori di afro
Insopportabile Zanzara
Lusinghe al prof
Li combatte la scuola
C'e nelle aule d'estate
C’è nelle aule d’estate
L'abominevole uomo…
22)
23)
27)
28)
29)
79
Salami con la T
Può non essere sincera
Fiore e nome femminile
Vento al contrario
Abb. di letteratura in inglese
Città della Grecia classica
Serve per cucire
Una compagnia petrolifera
Information Technology
C'è prima dell'interrogazione
Le vocali di pile
..., ch’a nullo amato, amar
Perdona
Organizzazione Nazionale Non
Nota
Una marca di acqua minerale
Consonanti di goal
Contrario di sì
IVA senza la A
Il cruciverba 2
di Ettore Alessi (alunno di 3° B liceo)
Dove si misurano le abilità enigmistiche
1
2
3
4
5
6
11
7
8
9
10
12
13
14
15
16
17
18
21
19
22
25
23
26
24
27
29
20
28
30
Orizzontali
Verticali
1) un fisico ingessato
11) il Caronte del Cavazzi
12) spesso non si apre
13) nati senza la T
14) tuberi
15) numero altissimo
17) lazo senza a
18) li scrivono gli adolescenti
21) Livorno
22) Firenze
23) nero francese
25) abb. giovanile di incavolato
26) nome di un papa
28) non è qua
29) segretario scolastico al contrario
30) protossido di azoto
1) la santa bibliotecaria
2) piccoli resti
3) dalle otto è molto pesante
4) zinco
5) Aosta
6) dottori teologi nel mondo islamico
7) l'alunno a scuola a settembre
8) ….come laba.
9) Total Risk Team
10) le vocali di iose
14) due devoti
19) prima persona
20) un fiore
22) Fondo per l’Ambiente Italiano
24) punto di affluenza di un organo
26) fiume
27) hic senza h
80