Giustizia e Libertà

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Giustizia e Libertà
Anno 6 - n° 216
W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M
7 maggio 2007
G iustizia e L ibertà
Distribuzione telematica
… a Cefalonia ...
di Giorgio Battistini
(a pagina 2 - 3)
…ascesa di Anna
di Francesco Merlo
(a pagina 2 - 4)
La nave in ...
di Eugenio Scalfari
(a pagina 5 - 7)
DS e Margherita
da Ilvo Diamanti
(a pagina 7 - 9)
100 seggi a sinistra
di Wanda Marra
(a pagina 10)
...dico sì a Mussi
di Fabrizio Roncone
(a pagina 11, 12)
Si fa ma non ...
di Marco Travaglio
(a pagina 9, 10)
Sta nascendo il PD
di Daniele Luttazzi
(a pagina 12)
… Diliberto
di Roberto Brunelli
(a pagina 12 - 13)
Nasce la SD
da L’Unità
(a pagina 13 - 15)
Berlusconi ha ...
da La Repoubblica
(a pagina 15 - 16)
… contra legem
di Giovanni Valentini
(a pagina 16 - 17)
… ha sbroccato
da GL
(a pagina 17 - 18)
Vaticano e Rivera
di Rita Guma
(a pagina 18 - 19)
Garante e …
(a pagina 20
Interferenze
di Marco Travaglio
(a pagina 21)
…
Cogne
di Paolo Di RobertoGL
(a pagina 23 - 24)
…
per Moody ok
da Repubblica
(a pagina 24)
… stampa estera
a cura di CaLmBiG
(a pagina 15 - 19)
Per la Somalia
da www.passagetosputh.org
(a pagina 28)
Periodico Politico Indipendente
Copia gratuita
Napolitano sul 25 aprile
«Rispettare la Liberazione»
A Cefalonia il ricordo della Acqui
Vincenzo Vasile (L’Unità. 26.04.2007)
A mezzogiorno c'è una
battuta volante di Berlusconi sul 25 aprile «festa
di parte» cui si vanta di
non aver «mai partecipato»; lui pensa che si dovrebbe «dire grazie» soltanto «agli Americani» (e non si capisce perché non ai britannici e
agli altri Alleati).
E c'è una riflessione di
Napolitano, nel pomeriggio al Quirinale, sul cemento unitario e di rinnovamento di quei «valori»
non solo da «ricordare»
ma da «rispettare».
Il ricordo torna a quando
l'allora capo del governo,
nel precedente settennato,
rifiutava con pretesti meschini gli inviti alle cerimonie resistenziali di
Ciampi. Clima e situazioni diversi, oggi: l'opposizione sotto forma delle
rappresentanze istituzionali sarà, per esempio,
regolarmente presente
questa mattina alla cerimonia del Vittoriano.
E Napolitano ha avuto
ieri una prima occasione
per un discorso pacato e
argomentato davanti alle
associazioni dei combattenti e dei partigiani, per
la prima volta convocate
assieme sul Colle.
Non è una replica voluta
alla battuta di Berlusconi,
si tratta piuttosto di una
coincidenza oggettiva, ma
significativa. Perché la
Liberazione non fu, per
Napolitano, opera di un
solo protagonista, ma «il
frutto di innumerevoli
sforzi coerenti nello spi-
rito e negli scopi, anche
se distinti nei modi».
Quelle battaglie non furono sterili, certe volte
«anticiparono», in altre
occasioni «accompagnarono» e «spesso integrarono» l'intervento,
«pur determinante delle
forze anglo-americane».
E l'elenco dei partecipanti
a questo coro è lungo:
«La lotta partigiana in
armi, le azioni di combattimento delle forze
armate in Italia e all'estero dopo l'8 settembre, la resistenza dei deportati e degli internati
nei lager e quella spontanea delle città, come
dei piccoli comuni, fino
all'azione, spesso silenziosa e misconosciuta, di
tantissimi singoli cittadini».
Insomma, ogni
anno ci porta a
riflettere
su
come il paese
uscì dalla barbarie del nazifascismo e della guerra e a
ricordare
q u a n t i
«furono artefici
insieme
alle forze degli alleati di
un doloroso
ma
decisivo
passaggio della storia del
nostro paese».
Perché la lotta
di liberazione
«fu innanzitutto
moto
spontaneo
delle coscien-
ze e sacrificio di tantissimi italiani, insieme con
vaste schiere di giovani
soldati americani, inglesi, francesi, canadesi,
polacchi e di altri paesi
alleati».
Tra i luoghi simbolo c'è
dunque l'isola greca di
Cefalonia dove il presidente si recherà oggi a
ricordare il sacrificio di
9.500 militari della Divisione Acqui che, dopo l'8
settembre, non vollero
accettare la resa pretesa
dai nazisti. In continuità
con quel sacrificio, è la
missione delle nostre Forze Armate. Sicché Napolitano raccomanda che
pur di fronte a «un pesante debito pubblico»,
esse «conservino standard quantitativi e qua(Continua a pagina 2)
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Napolitano va a Cefalonia:
“Qui è nata la Resistenza”
“Il 25 aprile festa di tutti”.
Prodi: l’Italia deve riconciliarsi
di Giorgio Battistini (La Repubblica, 26.04.2006)
Cefalonia
La storia divide i partiti
della politica, ma salda
i militari alla Resistenza.
Un'operazione di rilettura avviata da Campi,
proseguita con decisione dall'attuale presidente. Anche per favorire il
tentativo d'una storia
patria condivisa.
Napolitano insegna la
Liberazione (che ha festeggiato ieri a Cefalonia, in Grecia) come un
abbraccio di popolo fra
le componenti «certamente essenziali» delle
formazioni partigiane
nelle montagne e nelle
Napolitano
«Rispettare
la Liberazione»
(Continua da pagina 1)
litativi comparabili a
quelli dei principali
partner europei».
È un input al governo e
al Parlamento: bisogna
provvedere «con tutta la
gradualità e la capacità
di selezione e qualificazione della spesa» imposta dal gravame del debito pubblico. In specie
tenendo a mente i compiti svolti dal nostro apparato militare nelle missioni di pace, dove «ci
ispira oggi il grande
moto di libertà e di progresso che noi associamo alla storica giornata
del 25 aprile».
Vincenzo Vasile
L’Unità
26.04.2007
città, i giovani che si
«rifiutavano di subire
la chiamata alle armi
con la repubblica di
Salò», gli «ebrei che
cercavano di sfuggire
a un destino di morte» e i «molti militari
alleati
fuggiti
dai
campi di prigionia».
Una sintesi «più comprensiva» del percorso
reale che spinse gli Italiani. dal «crollo dell'
8 settembre 1943 all'insurre-zione del 25
aprile 1945», di cui s’è
celebrato ieri il sessantaduesimo anniversario.
All'indomani del messaggio di Silvio Berlusconi che attribuiva
qua si solo all'intervento americano la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, il capo dello Stato torna in cattedra per rinfrescare la
memoria a chi per cinque anni ha rappresentato l'Italia (e la storia
patria) nel mon do.
E ricorda che «accanto
alle formazioni partigiane fu altamente
significativo e obiettivamente importante il
contributo sia dei militari, chia-mati a repentine,
durissime
pro-ve» all'indomani
dell'armistizio dell’ 8
settembre, sia degli
«uffi-ciali e dei soldati
che si unirono ai partigiani rafforzandone
le capa-cità di combattimento».
Il presidente giudica
che
questo
«mul-
tiforme contributo a
lungo sotto-valutato,
è ormai iscritto a pieno titolo nella storia
del nostri ri-scatto
nazionale. E di esso»,
dice, «fu parte singo-
politica. Anche sé ci
vuole ancora un po'
di tempo».
La storia aiuta ?
Il capo dello Stato tenta di «favorire un effettivo riconoscimento unitario» per un
valore che ha sempre
divaricato la destra
dalla sinistra.
Non solo negli anni
della guerra fredda,
come dimostra l'esperienza, recente di Berlusconi.
Da qui la scelta di volare a Cefalonia (con
un corteo di aerei carichi di reduci ed ex
combattenti) in Grecia, insieme al ministro della Difesa Arturo Parisi, per ricordare
lare e rilevante, per la giornata col presimolto tempo quasi dente greco Papoulias.
ignorata» la resistenza
di centinaia di mi- Quasi un atto di riparagliaia di militari italia- zione verso «l'amica
ni «interna-ti in Ger- Grecia così dolorosamania, nei campi di mente ferita dall'agcon-centramento, che gressione fascista e
respinsero, in schiac- nazista».
ciante maggioranza, E' tutto centrato sull'in-vito a tornare in l'impegno e sul valore
Italia aderendo al re- dei militari italiani per
gime repubblichino». la Resistenza, l'intervento di Napolitano.
Già, «bisogna rinno- Cita Alessandro Natta
vare la me-moria per- (protagonista lontano e
ché quella ferma vie- dimenticato della storia
ne uccisa dal tempo», del Pci) che per primo
commenta
Romano s'interrogò sulle ragioProdi, presente insieme ni della ribellione dei
al capo dello Stato al- nostri militari.
l'Altare della patria. «Il Per dire che alla fine
Paese», osserva ancora prevalse l' impegno a
il presidente del Consi- cercare la via del rimglio, «è sulla strada patrio nella salvaguar(Continua a pagina 3)
della riconciliazione
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L’irresistibile ascesa della compagna
Anna
Francesco Merlo (La Repubblica, 26.042007)
E adesso accade che
tutti parlano di Anna, e
tutti lodano Anna sia a
sinistra sia a destra.
Chi la vuole segretaria
del Partito democratico, chi la immagina
premier ricordando che
fu, soltanto per un attimo, candidata alla presidenza del Senato e
poi della Repubblica.
Chi dice che è come la
Iotti, chi la paragona a
“Qui è nata la Resistenza”
“Il 25 aprile festa di
tutti”
(Continua da pagina 2)
dia della dignità militare», insieme al «rifiuto della capitolazione e della consegna
delle armi», E così anche dall' «eroismo e
dal martirio» dei 9600
soldati italiani uccisi a
Cefalonia dai tedeschi
(a guerra ormai persa),
viene una rivalutazione
del ruolo dei militari
nella Resistenza.
Ed è un «assurdo residuo del passato», dice
quel recente pronunciamento del magistrato di Monaco che ha
«rispolverato l'indegna giustificazione o
attenuante» per quell'
eccidio: «Il presunto
tradimento italiano».
Quasi che avessimo
dovuto restare legati
alla
catena
d'una
«incombente disfatta».
Giorgio Battistini
La Repubblica
26 aprile 2007
Emma Bonino.
E c'è chi scrive persino
che è bella e sexy come la Valentina di Crepax.
Ma chi è Anna Finocchiaro e perché si parla
bene di lei ?
Non sarà che Anna Finocchiaro più che una
persona fisica è un bisogno italiano, un'idea,
una voglia matta ?
Secondo noi se Anna
Finocchiaro sta diventando, suo malgrado, il
nuovo modello della
donna italiana di successo non è tanto per i
suoi meriti e le sue
qualità.
Ma soprattutto perché
anche l'Italia, influenzata dalla Francia, dagli Stati Uniti, dalla
Germania, cerca la sua
donna, anzi la sua donna-donna che la liberi
dalla nomenclatura e
dalle facce barbose,
dalle mortadelle e dai
grissini, dai baffetti e
dalla forfora, dai comunistianticomunisti,
dagli eternamente finti
giovani.
Come tutti sanno, l'Italia vuole mamme e non
regine amazzoni co-me
la francese Sègoléne o
“culi di pietra” come
la tedesca Merkel.
L'Italia non ama il cameratismo
maschile
della donna americana
alla Hillary né la tenacissima durezza inglese della Thatcher.
In questo senso Anna
Finocchairo è sicuramente italiana perché,
gratta gratta da lei viene sempre fuori la dimensione rassicurante
della
mamma, e
n o n
s o l o
per via
delle
d u e
belliss i m e
figlie,
19 e 12
anni,
che abbraccia
nel salotto di
casa, di
fronte
al mare
di Ognina, che è il porto
più antico di Catania, il
porto di Ulisse; il waterfront
dell'upper
class che è fatta da
quel ceto medio improduttivo odiato da Carlo
Marx, professioni liberali dei Sud, soprattutto medici, come il marito di Anna, ma anche
magistrati, come il padre di Anna e come la
stessa Anna.
Del resto la signora è
giudice-mamma anche
in Senato e persino con
gli avversari che amabilmente accoppa blandendo: «Lei, presidente Schifani. che è di
grandissima
intelligenza...».
Ecco cosa sogna l'Italia: essere governata
con il rigore del giudice e la comprensione
della mamma; sogna
una Signora premier
non troppo bella, con
una "faccia da moglie", mai rigida e mai
indulgente, una vera
donna italiana.
E difatti Anna è stata
severa e materna anche
nell'ultimo congresso
dei Ds, dove ha pronunziato un applaudito
discorso con la mano
sul cuore ma non ha
pianto; si è commossa
ma non ha singhiozzato perché le madri meridionali sono come
Gea, la Madre Terra di
Anteo, il gigante che
era imbattibile proprio
perché tutte le volte
che finiva in Terra cadeva in braccio alla
Madre la quale, invece
di piangere, lo accoglieva e lo alimentava
consentendogli di rialzarsi più forte.
E' stato bello vedere
che in quel congresso
dove, per dirla con disarmata malizia, si
passava dalle ceneri di
Gramsci alla lacrima
sul viso di Bobby Solo,
l'unica leader a rimanere composta, sia pure
nella commozione, era
appunto una signora, a
conferma che in Italia
(Continua a pagina 4)
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L’irresistibile ascesa della compagna Anna
(Continua da pagina 3)
la donna sente il dramma e l'uomo si abbandona al melodramma.
Certo anche lei era turbata, ma senza la posa
dell'attore che si vede
nel destino di un popolo e dentro i libri di
storia, insomma senza
singhiozzare di sé e
senza pacche sulla
spalla, senza guanciotti
o scappellotti sulla nuca, con quello stile amabile da mamma mediterranea,
appunto,
che l'ha resa trasversale, al punto che i leader
del centrodestra sono
felici di averla come
antagonista perché l'amabilità, il gesto cortese, l'espressione intelligente sono più forti del
conflitto e della dialettica politica, e più fertili della ferocia ideologica.
Ma non è per questo
che tutti le fanno i
complimenti, e le baciano la mano, e la coccolano.
Persino sul Giornale
ne cantano le lodi !
No, anche Anna ha capito che la gragnola di
complimenti è roba che
uccide.
Come insegnano i
rei-terati
a f f o n d amenti della Bonino,
i baci in
politica
sono micidiali
pu
gni guantati.
E la bolla
mediatica
di
nome
Anna può
servire per
dare l'impressione che
le cose stanno cambiando, per illudere gli
italiani che si può ancora rompere il gioco
della gerontocrazia e
della nomenklatura.
bella e sexy come una
povera velina,
Con la bellezza infatti
si può scherzare: essa
ammette qualunque rifacimento e può seguire la moda in tut-te le
sue volubili can-gezze.
Con lo stile, no: allo
stile bisogna restare
fedeli molto più che al
proprio marito e persino più che al proprio
partito.
Diciamo la verità: Anna Finocchiaro non è
bella come scrivono. E,
non suoni come un paradosso, anche per questo potrebbe durare.
E' infatti intrigante e
interessante come tutte
le femmine potenti,
brune arabe o andaluse
o siciliane.
totto non distribuivano
volantini e non tiravano molotov, che non
hanno insomma il luccicore dell' ex che è
sempre mezzo traditore e mezzo tradito.
Nessuno può dire dove finisca l'Anna sognata e dove inizi
l'Anna reale; e quanto
la proiezione corrisponda all'autenticità,
a questa signora catanese che parla voce
roca, una stretta di
mano perentoria e piena di impegno in carattere con il suo grande carattere...
Noi che conosciamo la
vera Anna Finocchiaro azzardiamo e auguriamo che sia proprio
questa in carne ed osla donna-donna deAltre volte abbiamo sa
stinata
assistito alla costruzio- cambia. all'Italia che
ne di personaggi che si
sono poi rivelati mezze Di sicuro per chiudere
calzette.
i conti con un secolo
che non è sta-to per
Adesso però sono gli nulla breve qui ce ne
italiani ad avere biso- vorrebbero una, dieci,
gno estremo di una rot- mille di Anna Fitura che sia rassicuran- nocchiaro.
te, di una iniezione di
fiducia.
Francesco Merlo
Gli italiani vogliono
infatti un donna che
non sia più una maschia alla Tina Anselmi, non più una single
familistica alla Bindi,
non più una finta tigre
alla Santanché né un'
angioletta maliziosa alla Prestigiacomo.
Il modello italiano premia la donna sposata e
mai fotografata da CoLa Repubblica
E più che gli italiani 26.042007
rona.
sono le istituzioni ad
E l'eleganza italiana è avere necessità di
fatta di sobrietà.
d o n n e
Per diventare leader la senza ecdonna italiana deve sa- cessi
e
pere non farsi notare, s e n z a
non essere indisponen- passati di
te anche quando è di cui penparte, non irritare nep- tirsi, che
pure mentre difende la non prosua fazione.
vano noE non deve essere bella s t a l g i e
per moma deve avere stile.
delli
di
Di nuovo fiutando il pe s o c i e t à
ricolo Anna Finocchia- p a r a d i ro giustamente si infa- s i a c h e ,
stidisce quando gli a- che nel
dulatori scrivono che è s e s s a n -
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La nave in partenza verso il futuro
di Eugenio Scalari (La Repubblica , 22 aprile 2007)
Non è un giudizio di valore ma una semplice evidenza: il congresso della
Margherita è stato una
registrazione di posizioni
tra le varie correnti che
compongono quel partito
nel momento in cui decide di confluire nel nuovo
Pd; quello della Quercia è
stato
dominato
dal
"pathos" d'un popolo di
militanti con alle spalle
una lunga storia che ha
attraversato nel bene e nel
male gli ultimi ottant'anni
della storia del Paese e
ieri ha deciso di recidere
tutti gli ormeggi per farsi
protagonista del futuro.
nell'alto mare aperto.
Quest'atto di coraggio
è stato compiuto. L'oligarchia si è azzerata
consapevolmente e responsabilmente; non
poteva infatti -quell'atto di coraggio- esser compiuto solo da
alcuni o addirittura da
un solo demiurgo capace di forzare gli altri
suoi compagni a seguirlo.
Una classe dirigente che
cessa, incalzata dai mutamenti della società, di arroccarsi e chiudersi nella
propria identità, che
smantella l'oligarchia cui
fino ad ora si era affidata
e decide di uscire dal limbo dei "post" e degli
"ex" per mettersi finalmente nel mare aperto
della democrazia senza
aggettivi.
Accade di rado che un'oligarchia si sciolga di propria volontà: quella che
Pareto e Mosca avevano
battezzato come la "persi
stenza degli aggregati"
di solito la vince su ogni
altra considerazione e
continua a mantenere in
vita forme logore, gusci
vuoti, crisalidi sterili che
hanno perduto ogni capacità di generare.
La novità vera del congresso della Quercia a Firenze è stata un atto di
coraggio che ancora fino
alla vigilia sembrava in
dubbio per i costi politici
e sentimentali che avrebbe comportato, i rischi
inevitabili dell'uscita dal
porto e della navigazione
La forza propulsiva
del vecchio aggregato
si era esaurita e tutti i
suoi componenti ne
erano ormai persuasi.
Ecco perché il sentimento dominante al
congresso di Firenze è
stato il "pathos", l'addio, l'inizio del viaggio, la "pietas" verso
i Lari e i Penati, la separazione dolorosa e
rispettosa da chi aveva
deciso di non partire.
Ed ecco perché l'ultimo atto di questa lunga marcia è avvenuto
con nobiltà insolita nei
consessi politici dove
signoreggiano soprattutto gli interessi e le
brame di potere.
Piero Fassino, chiudendo il congresso, ha
ricordato che il gruppo
dirigente della Quercia
viene da una grande
scuola politica abituata
ad anteporre gli interessi generali a quelli
del partito.
Non so quanto sia esatta questa affermazione, anzi ho molti
dubbi che corrisponda
all'intera storia del
Partito comunista
italiano e
dei
suoi
derivati.
Ma sicuramente essa
coglie alcuni tratti
significativi di quella
storia: l'ordine di Togliatti
di
rientrare
nella legalità dopo
l'attentato
da lui subito; il contributo dato alla nascita della Costituzione
repubblicana; la conquista dell'autonomia
da Mosca effettuata da
Enrico Berlinguer, lo
strappo di Occhetto
alla Bolognina.
merito di quanto è accaduto a Firenze.
Lo scioglimento di una formazione politica
che per gran parte del
Novecento ha avuto
un ruolo rilevante nella società italiana ed
ha fortemente contribuito alla sua educazione civile non era
un'impresa facile.
Il vero pericolo -lo ha
segnalato Mussi con in
tenti polemici- era che
la sinistra evaporasse,
cioè si disperdesse in
un pulviscolo di piccoli gruppi o di abbandono individuale d'ogni
impegno civile.
L'altro rischio -l'abbiamo già ricordato- era
di chiudersi in difesa
senza capire che blindature
oligarchiche
erano ormai divenute
impossibili.
Il merito di Fassino è
d'aver portato il partito
compattamente allo
scioglimento finale,
indicandogli la sponda
sulla quale traghettare
e dalla quale ripartire.
E d'avere accettato le
sollecitazioni
allo
smantellamento dell'oligarchia della quale
lui stesso faceva parte.
Ho molto apprezzato il
finale del suo discorso
e il suo ringraziamento
a tre figure di spicco
della sinistra, tre vecchi che hanno avuto in
comune il pregio di
guardare sempre verso
il futuro: Giorgio Napolitano, Vittorio Foa,
Alfredo Reichlin.
Non configurano un
Pantheon di memorie
ma una presenza attiva
***
attuale, una sfida riCredo sia doveroso evolta
soprattutto ai
riconoscere a Fassino
(Continua a pagina 6)
una parte notevole del
Il congresso concluso
ieri a Firenze con lo
scioglimento del partito della Quercia entra
a pieno titolo in questa
galleria di memorie ed
è di buon auspicio per
la nuova sinistra italiana e quindi per la democrazia del nostro
paese.
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La nave in partenza verso il futuro
giovani da parte di tre
testimoni del tempo.
Ho visto giovedì scorso
Fassino nella trasmissione di "Porta a Porta"
alle prese con giornalisti
che scambiano l'autonomia professionale con la
sgarbatezza dei modi e
con la riduzione della politica ad una lotta selvaggia per la conquista del
potere.
Debbo dire: ho apprezzato la sua civiltà e insieme
la fermezza delle sue risposte.
Ma apprezzo soprattutto
il fatto che, nonostante il
75 per cento che la sua
mozione ha ottenuto al
congresso, Fassino resti
per il breve periodo transitorio al suo posto di lavoro ben sapendo che
non avrà alcuna rete di
protezione in futuro ma
solo la coscienza di avere
meritato lode dalla carovana della sua gente che
ha condotto all'appuntamento con il futuro.
delle poche novità positive che distinguono
la Seconda Repubblica dalla Prima e che è onesto riconoscerlo dobbiamo soprattutto
all'irrompere di Silvio
Berlusconi nella politica.
Il bipolarismo attuale
è lungi dall'essere perfetto, ma resta un approdo fermo anche se
bisognoso di correzioni radicali. La tentazione di buttarlo a mare in favore di un'opzione centrista è stata
forte -perché negarlo?
- in alcuni settori della
tessere.
Infine c'è il tema della
laicità. Non vogliamo
mitizzare il documento dei famosi Sessanta, cioè della grande
maggioranza dei parlamentari cattolici che,
nel momento più duro
dello scontro tra l'episcopato ruiniano e gli
ex Popolari della Margherita, rivendicarono
l'autonomia
politica
del laicato cattolico e
si schierarono a favore
dei Dico e comunque
per il riconoscimento
dei diritti delle convivenze di fatto.
Questa posizione rap-
***
D'Alema, Veltroni, Bersani, Finocchiaro e tanti
altri, molti dei quali sono
poco noti o noti affatto
all'infuori delle cerchie
locali e settoriali: da questo mix di individualità
dovrà nascere il quadro
dirigente del nuovo partito insieme alle individualità provenienti dalla
Margherita e a quelle espresse dalle associazioni
volontarie, e dai nuovi
iscritti al nascituro partito.
Il congresso della Margherita, come si è già detto, non doveva sciogliere
un aggregato con quasi
un secolo di storia alle
spalle; ma anch'esso doveva sfuggire ad alcune
assai pericolose tentazioni. Per esempio a quella
di abbandonare il concetto di bipolarismo, una
Margherita, ma è stata
evitata con il contributo di tutto il gruppo
dirigente, da Rutelli a
Franceschini, da Enrico Letta a Rosy Bindi,
da Marini a De Mita e
a Parisi.
Anche nella Margherita si era formata un'oligarchia, sia pure di
assai più fresca data.
La tentazione di conservarla non sembra
interamente scartata
nonostante l'appello ai
giovani e ai moderati
lontani dalla politica.
Probabilmente questo
sarà il banco di prova
più significativo dei
prossimi mesi se non
addirittura delle prossime settimane.
presenta il punto d'equilibrio e la misura
della laicità. Direi la
soglia minima e quindi non disponibile che
il Partito democratico
dovrà far propria. Proprio per questo anche
l'oligarchia della Margherita dovrà sciogliersi e confrontarsi
con i nuovi aderenti
del Pd. Le modalità di
formazione
dell'Assemblea costituente e
quelle, altrettanto importanti, dell'elezione
dei quadri intermedi
del nuovo partito, costituiscono uno strumento fondamentale
per sottrarre le decisioni di fondo e la loro
esecuzione alle vecchie burocrazie delle
I problemi che hanno
inchiodato i partiti ormai dissolti alla cultura
del
Novecento
(mettiamo tra questi
anche l'appartenenza a
questo o quel partito
europeo)
diventano
irrilevanti per un partito che nasce nel Duemila. Non perché le
convinzioni profonde,
politiche e morali,
debbano venir meno
in favore d'un pragmatismo trasformista. Al
contrario: la moralità
pubblica sarà invece
uno dei punti fermi
del Partito democratico se vuole veramente
che la politica colmi il
fossato che oggi la divide dai giovani, dalle
donne, dalla società.
Ma cambierà l'ottica,
salteranno le cristallizzazioni e le divisioni
tribali.
O almeno: questa è la
speranza. Altrimenti
perché farlo ?
***
Ci sarebbe molto da
scrivere
sull'economia, il capitalismo, il
mercato e la democrazia. Questo è un tema
di fondo e anche qui
gli schieramenti ideologici hanno fatto
(dovrebbero aver fatto) il loro tempo. Sia
da parte di chi attribuisce al mercato virtù
salvifiche che non ha
e non ha mai avuto,
sia da parte di chi gli
addossa tutti i vizi e le
miserie del mondo.
C'è poi -e in Italia alligna più che altroveuna terza categoria di
persone che predicano
l'intangibilità del mer(Continua a pagina 7)
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La nave in partenza verso il futuro
cato e la sua assoluta
sovranità ma danno
sistematicamente mano
alla sua manipolazione.
Si vorrebbe che il nuovo partito abbia le idee
chiare in proposito. Difenda il mercato come
meccanismo principe
per l'allocazione delle
risorse. Instauri una
regolamentazione coerente che impedisca le
manipolazioni. Pretenda che l'autorità politica non discrimini tra
gli imprenditori, non
favorisca né scoraggi
alcuno, ma non rinunci
a tutelare i consumatori, i risparmiatori, le
maggioranze polverizzate degli azionisti senza voce né potere.
Siamo attualmente in
una fase di ripresa economica in Europa e anche in Italia. Auguriamoci che duri e facciamo dal canto nostro
tutto il possibile perché
il governo contribuisca vazione politica e istialla sua durata e ai suoi tuzionale.
benefici effetti sul sistema Italia.
Molti pensano che fino
alla fine della legislatura, se il governo avrà
***
lunga, il leader del
Riservo a Romano vita
nuovo
partito e della
Prodi la conclusione di Costituente
esquesta mia analisi do- sere Prodi, debba
tanto
più
po i due congressi di che il "premier" ha
scioglimento.
ancora ieri che
Il presidente del Consi- ribadito
dopo
questa
legislatura
glio è stato il primo e il lascerà la politica.
più tenace fautore della Può darsi che questa
nascita dell'Ulivo e programmazione sia
poi, conseguentemen- saggia. Personalmente
te, del Partito democra- non lo credo. Credo
tico. L'appuntamento che i compiti di goverda lui voluto quando nare un Paese come il
era ancora il solo a nostro siano assorbenti
parlarne si è finalmen- e non lascino spazio ad
te verificato e potrà altri compiti altrettanto
modificare radicalmen- impegnativi.
te le modalità della po- Credo che il Partito
litica italiana, non solo democratico non possa
nel centrosinistra ma esser tenuto per anni
anche nello schiera- sotto una campana: si
mento opposto. Biso- riformerebbero oligargna dare atto a Prodi di chie, rapporti clientelaquesto suo contributo ri, cooptazioni, cioè
determinante all'inno- tutto ciò che deve esse-
re definitivamente abbattuto in favore della
libera circolazione delle classi dirigenti, nell'attesa della scelta del
nuovo leader che caratterizzi con la sua figura
il ruolo del nuovo partito.
Il Pd ha avuto una lunghissima incubazione;
non gli si può infliggere una gestazione ulteriore sotto la campana
di vetro di Romano
Prodi.
A lui spetta di governare il Paese, al Partito
democratico di scegliere il suo "reggente" in
attesa che, alle prossime elezioni politiche,
gli schieramenti si confrontino di fronte al
corpo elettorale.
Eugenio Scalari
La Repubblica
22 aprile 2007
In cerca del partito annunciato con lo sguardo rivolto al passato
Viste da lontano due formazioni complementari e coerenti
Nuove generazioni per Ds
e Margherita
di Ilvo Diamanti (La Repubblica, 27.04.2007)
Ma non molto di più.
La Terra del Partito
Democratico appare,
infatti, ancora indefinita, oscura. Immaginata
e descritta in modo diIl congresso dei Ds verso.
Fa una strana sensazione assistere a due con- Proiettata nella tradigressi di partito che si zione del socialismo
muovono, in sincronia, europeo oppure nell'ocon il medesimo sco- rizzonte americano.
po. Sciogliersi, per riu- Allo stesso tempo, non
nirsi in un nuovo parti- è chiara la rotta da seto.
guire.
Un viaggio senza ritor- Né chi governerà, dono, verso una terra di mani, la nuova Terra.
cui si conosce il nome. E chi la abiterà.
Quanti la popoleranno,
come saranno chiamati
a partecipare, ad esprimersi.
Tuttavia, oggi i Ds e la
Margherita sono definitivamente "ex partiti" in cerca di un "par
tito annunciato".
E non é poco.
Si sono mossi da quella "terra di mezzo" in
cui si erano perduti già
da alcuni anni.
La testa girata all'indietro.
A scrutare il proprio
passato, le proprie radici.
A coltivare la memoria.
Senza accorgersi, quasi, che, un anno dopo
l'altro, un giorno dopo
l'altro, le radici sono
divenute più deboli, la
memoria più fragile.
E la partecipazione è
declinata.
Come i voti.
Alle elezioni politiche
del 2006, al Senato,
dove si sono presentati
da soli, la Margherita è
(Continua a pagina 8)
8
Giustizia e Libertà
INTERNI
7 maggio 2007
La sinistra dell'Unione potrebbe contare su cento deputati
La
Margherita
insediata
nelle
aree intorno. A
comporre le tessere mancanti del
puzzle. Nel Nordest, nel Nordovest, nel Sud tirrenico, nelle isole. Zone in cui
eredita e coltiva
una parte della
tradizione -e dell'organizzazionedemocristiana.
Insieme, appaiono una forza politica "nazionale".
Mentre, da soli,
presentano
un
profilo sparso: la
Margherita; oppure fin troppo
"
r
egionalizzato": i
DS.
(Continua da pagina 7)
rimasta sotto l'11%, i DS non hanno
raggiunto il 18%.
Ecco come si sono
ridotti.
Due partiti di taglia medio-piccola,
che insieme superano a stento al 28%.
Meno della DC del
1992, quando, a
fine corsa, toccò il
minimo della sua
storia.
Molto al di sotto
del Pci degli anni
Settanta e Ottanta.
DS e Margherita.
Sotto il profilo elettorale, la prospettiva unitaria,
per loro, più che
un rischio costituisce
un vantaggio. D'altronde, nel 2006, al Senato,
Margherita e DS, considerati insieme, hanno
totalizzato tre punti
percentuali in meno che
alla Camera, dove si
sono presentati "uniti
nell'Ulivo".
Nelle ultime elezioni:
alla Rosa nel Pugno,
alleanza fra Radicali e
SDI.
In tutti questi casi, la
nuova aggregazione ha
raccolto meno (molto
meno, talora) della
somma degli elettori di
cui disponevano i singoli partiti.
La lista dell'Ulivo: pri- Nel caso dell'Ulivo, pama, per numero di voti, dre legittimo del Partito
in 85 province su 108, Democratico, no.
alla Camera.
Mentre al Senato, i Ds Un po' perché fra gli
e la Margherita, som- elettori di centrosinistra
mati insieme, hanno è particolarmente diffuprevalso in 71 provin- so l'orientamento magce: 14 in meno.
gioritario.
di loro non si riInsomma, l'esperienza Molti
conoscono
unitaria, nel centrosini- lo partito. in un singostra, anche in assenza Esprimono una scelta è
di una strategia eletto- di "parte", ma non
rale coerente e convin- "partigiana".
ta, non ha dissipato il Un po' perché i partiti
bacino elettorale delle di centrosinistra, più di
forze politiche alleate. quelli di centrodestra,
Come era sempre capi- hanno subito la crisi
tato in passato.
della prima RepubbliNegli anni '60: al PSU, ca.
frutto dell'accordo fra Ne sono gli eredi.
PSI e PSDI.
Ma anche, per questo,
Negli anni '80: all'inte- prigionieri. E stentano
sa PRI-PLI.
a proiettarsi nel futuro.
Per cui faticano ad
"attrarre" gli elettori
intorno a progetti incerti, promossi da una
classe dirigente afflitta
da reducismo. Per cui,
gli elettori non hanno
f a t i c a t o
a
"incontrarsi", a mobilitarsi e a votare insieme, quando ne hanno avuto l'occasione.
D'altronde, visti da
lontano, DS e Margherita sembrano fatti uno
per l'altro.
Coerenti e complementari: per geografia,
sociologia e orientamento politico.
a) Le mappe che tratteggiano i loro punti di
forza nel Paese, si incastrano come le tessere di un puzzle.
I DS, saldamente ancorati al centro. Nel
"cuore rosso" dell'Italia (come lo ha felicemente definito e descritto Francesco Ramella, in un saggio edito da Donzelli nel
2005).
Il congresso della Margherita
Marc Lazar, per questo, li definì, in modo
un poco impietoso, la
"Lega di Centro".
Due insediamenti elettorali così distinti e, in
passato, distanti -opposti- si sono dimostrati
pronti a votare uniti,
negli ultimi dieci anni,
ogni volta che i
"partiti di riferimento" ne hanno offerto
loro l'opportunità.
Anche perché i due
elettorati, hanno storie
diverse, ma oggi propongono una serie di
importanti riferimenti
condivisi.
b) La posizione politica, ad esempio.
I due terzi degli elettori Ds si dicono di "cen
trosinistra".
Lo stesso avviene tra
quelli della Margherita.
Insieme delineano il
(Continua a pagina 9)
7 maggio 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
9
La sinistra dell'Unione potrebbe contare su cento deputati
(Continua da pagina 8)
maggiore addensamento di "sinistra moderata".
c) Esprimono, inoltre,
orientamenti verso le
istituzioni e atteggiamenti di valore molto
vicini. Fiducia nel sindacato, nello Stato, apertura verso l'Europa,
tolleranza verso gli immigrati.
Se, fino ad oggi, non é
avvenuto è soprattutto
a causa delle resistenze
opposte dai gruppi dirigenti.
In nome di "buone ragioni", talora: la difesa
dell'identità, della storia, dei valori, degli
interessi "sociali" rappre sentati. In molti
occorre, per questo,
contrastare le resistenze che, nonostante la
scossa determinata dai
congressi, appesanticono ancora i gruppi dirigenti.
In particolare, la tentazione di costruire il PD
"dall'alto".
Di trapiantare nel Nuo-
Per contro: sfiducia
nella devolution e nello
stesso federalismo.
Sono diversi dagli elettori di centrodestra. Ma
anche da quelli della
"sinistra" radicale (o
"conservatrice", come
la definisce Michele
Salvati), da cui li distingue una maggiore
fiducia verso il mercato
e l'impresa. Fra gli elettori dei Ds e della Margherita, peraltro, emergono significative differenze riguardo alle
questioni "etiche".
In tema di famiglia e di
bioetica: dalla procreazione assistita alla ricerca sulle staminali;
ma anche in merito all'aborto o al divorzio.
Riflesso della pratica
religiosa e, quindi, dell'attenzione verso la
Chiesa che caratterizzano gli elettori dell'Ulivo.
Tuttavia, anche su alcuni di questi argomenti,
gli elettori della Margherita appaiono più
lontani dagli elettori di
centrodestra che dai
Ds.
In altri termini: gran
parte degli elettori era
pronta da molto tempo
a "farsi coinvolgere"
nel PD e, prima, nell'Ulivo. Come dimostrano
le esperienze di questi
ultimi anni.
altri casi, in nome di vo Partito gli stessi
ragioni meno nobili.
leader, la stessa classe
politica che, da anni,
La difesa di posizioni talora decenni, é alla
di potere, privilegio.
guida di quelli Vecchi.
Degli interessi "particolari" e "indivi- Insensibile al passagduali".
gio da una Repubblica
I congressi celebrati all'altra. Certo: tra essi
dagli "azionisti di ri- vi sono figure di valoferimento" del PD re. Uomini generosi.
hanno costituito, per Che hanno contribuito
questo, una importante in modo determinante
opportunità.
a questo percorso.
Non solo per accelerare la costruzione del Dovrebbero, con la
nuovo partito, ma, pri- stessa generosità, farsi
ma ancora, per riaccen- da parte. Perché ci riedere la passione degli sce difficile immaginaelettori, un po' sopita, re un "partito nuovo"
da un anno a questa governato da "uomini
p
a
r
t
e
. vecchi".
Affinché il progetto (E, ovviamente, non ne
non si incagli di nuo- facciamo una questiovo, prima di arrivare ne di età).
alla Terra promessa,
Non vorremmo apparire, come sempre, cinici
e disillusi, in un momento significativo come questo.
Un poco lo siamo.
Ma in questo caso abbiamo speranza.
E una convinzione,
confortata da questi
congressi.
Che la necessità del
rinnovamento sia ben
presente, negli expartiti del centrosinistra.
Fra i militanti.
Fra i dirigenti.
Ma lo è altrettanto, forse di più, anche fuori.
Ogni volta che la politica ha gettato un ponte
verso la società, i cittadini l'hanno attraversato in massa.
Con entusiasmo perfino sorprendente.
E' avvenuto nel 2005,
alle primarie del 16
ottobre.
Avverrà, ne siamo certi, in occasione della
consultazione promossa per eleggere la
"costituente" del Pd.
A meno che proprio il
successo inatteso delle
primarie non suggerisca prudenza a chi le
ha, non del tutto consap e v o l m e n t e ,
"concesse" due anni
fa.
Sarebbe molto rischioso.
Perché quando si costruisce una casa "più
grande e più bella",
come ha suggestivamente promesso Fassino, a conclusione del
congresso dei DS, poi
é difficile lasciare gli
invitati a guardia dell'uscio
.
Ilvo Diamanti
La Repubblica
22 aprile 2007
10 Giustizia e Libertà
INTERNI
7 maggio 2007
La sinistra dell'Unione potrebbe
contare su cento deputati
di Wanda Marra (L’Unità, 27.04.2007)
È tempo di cantieri a sinistra.
«Patti di consultazione
continua» li propone
Giordano, da tempo Diliberto prova a lanciare la
Federazione.
Per adesso, quel
che appare certo
è che i parlamentari di Mussi e
Angius convergeranno, andando a
formare
nuovi
gruppi di Camera
e Senato, che
dovrebbero chiamarsi
Sinistra
democratica, con
24
deputati
(contando anche
gli indecisi Grillini e Baratella) e
12
senatori
(contando Montalbano,
anche
lui indeciso).
Non da oggi, però, si parla di un
nuovo soggetto a
sinistra del Pd,
che tenga in sé insieme ai
transfughi Ds anche Rifondazione, Pdci e Verdi.
Ipotizzando un’aggregazione di questo tipo, si
può provare a dare subito
qualche numero.
Sarebbero 97 i deputati di
un gruppo così composto,
che diventerebbe il terzo a
Montecitorio, dopo l’Ulivo, rispetto al quale sarebbe un po’ meno della
metà, e FI. 48, invece, i
senatori, anche qui con un
gruppo terzo, dopo l’Ulivo di cui sarebbe un po’
più della metà e FI.
E un eventuale peso elettorale ?
Mettendo insieme i consensi ottenuti alla Camera, il 5,8% di Rc con il
2,3% del Pdci e il 2,1%
dei Verdi e ipotizzando
un consenso intorno al
3% per la Sinistra democratica (i deputati sono
24, un po’ più del 10%, e
dunque si potrebbe ipotizzare per loro un 10%
del 31,3% dei consensi
dell’Ulivo, circa il 3%),
si arriverebbe a un 13%.
Che poi si avvicina a quel
12-15% calcolato dai
sondaggisti del Cavaliere,
secondo quanto scrive
Liberazione.
Una forza di tutto rispetto, insomma.
Bertinotti, che da Presidente della Camera sembra porsi un po’ come un
padre nobile (e d’altra
parte la necessità di fare
«massa critica» l’aveva
posta per prima lui) avverte in un’intervista a
Left: «Coloro che appartengono alla sinistra
del Pd non si cullino nell'idea di una rendita di
posizione del tipo: siccome si fa il Pd, dunque
nascerà un soggetto unitario della nuova sinistra». Perché «serve una
grande operazione di
formazione e innovazione della cultura politica
di sinistra. È un passaggio ineludibile se si vuole aprire un cantiere e
dentro esso realizzare ne».
la costruzione di una In effetti i problemi sulla
strada della “grande”
nuova soggettività».
sinistra non mancano.
Dichiara Russo Spena, Più al socialismo guardaannunciando la sua pre- no Mussi e Angius, cosenza alla manifestazio- munisti sono Rc e Pdci,
mentre i Verdi,
che si riuniscono il 4 e il 5
maggio (ospite
Mussi) a Genova,
pongono
come prioritario il tema dell’ambiente.
Tra
Rifondazione e il Pdci,
poi, è ancora
irrisolto il nodo
del simbolo.
Falce e martello, dicono, vale
quasi il 2% in
partenza.
Caldarola, annunciando che
per il momento
starà fuori dal
gruppo
della
Sinistra demone del 5 maggio, prima cratica per rivestire al
uscita pubblica di Sini- meglio il ruolo di sherpa
stra democratica: «Chi- nella costituente socialiederò di dare vita con sta, sintetizza: «Rc non
noi ad un luogo di con- si muoverà davvero fifronto permanente in no a quando il Pdci ricui elaborare i princi- marrà in campo con la
pali temi inseriti nell'a- Falce e martello e il nogenda politica da qui a me comunista».
luglio».
L’idea sembra convince- E vale la pena ricordare
re i parlamentari dell'ex- qualche altro appuntacorrentone.
mento del Cantiere: doLuciano Pettinari spiega: menica si riunisce Uniti
«Dobbiamo
stringere a sinistra di Folena.
da subito un vero e pro- Il 12 maggio si vede il
prio patto d'azione».
Cantiere di Occhetto.
Oggi Diliberto riunisce il Ordine del giorno ?
congresso del Pdci.
«Come coprire un vuoOspite, tra gli altri, anche to a sinistra».
E il 16 e il 17 giugno iniSalvi.
Proporrà la costituzione zia la fase costituente
di un soggetto unitario, della Se.
di una «cosa di sinistra,
ma senza aggettivi, per- Wanda Marra
ché la specificazione di L’Unità
“comunista” piuttosto 27.04.2007)
che di “socialista” finirebbe per esercitare
una reciproca esclusio-
INTERNI
7 maggio 2007
Giustizia e Libertà
11
«Il Pd avrà le facce di Craxi e Sofri, senza un posto per Berlinguer»
«Con dolore ma dico sì a Mussi
Parla Olga D'Antona: «Veltroni, che è un amico, mi ha capita. Nessun
dialogo, invece, con Fassino e D'Alema»
Fabrizio Roncone (La Repubblica, 26 aprile 2007)
«Lasciamo stare, che è
meglio. Prima parlavamo di valori, no? Beh,
per me la questione morale è ancora un valo«Anche io. Con fatica, re».
con dolore...».
ROMA
Onorevole Olga D'An tona, anche lei con Fabio
Mussi, anche lei fuori dai
Ds.
Lei, onorevole, ha un toLe va di spiegarlo, questo no duro, polemico.
dolore ?
«Come immaginerà, ho
«Sa a quanti anni presi
la prima tessera del
Pci? A 25. All'epoca lavoravo nelle assicurazioni, ero soprattutto
una militante sindacale, ma stare
nel Pci significava
vivere dentro un
mondo di
valori
che...».
di avere un colloquio». na mi sembra cambiata».
Che, però, le sarebbe
sembrato opportuno.
La spieghi, dal suo punto
«Mi sarebbe sembrato di vista.
logico ragionare tutti
insieme, e invece alla
fine è vero ciò che hanno scritto molti osservatori: è stata un'operazione decisa a freddo,
da cinque, sei, sette persone al massimo».
preso certe decisioni
così difficili attraversando un vero e proprio
travaglio
personale
Però poi c'è anche stato il
e...».
Lei non crede alle
parole di Rutelli, che
promette equilibrio ?
«Rutelli? Il quale ci
dice
chiaramente
che il Pd non sarà
mai nella famiglia
del socialismo europeo? No, non credo
alle sue promesse.
Nella Margherita
c'è chi mette in
dubbio la legge sull ' a b o r t o ,
sappiamo ciò che
pensano delle coppie di fatto... e poi,
questo Pd: che tipo
di rapporto intende
avere con i lavoratori?».
Dava un senso di
appartenenza.
«Ecco, sì. Ti faceva
sentire partecipe di
qualcosa. E poi,
vede: non vorrei
apparirle retorica,
ma era anche una
questione di comportamenti, di facce. Le facce era no
importanti».
Lei sta pensando a
Enrico Berlinguer...
«Sì, certo, chiaro...
sto pensando a lui e
a quelli che se ne vanno
a fondare il partito democratico, dicendo che
nel
loro
nuovo
Pantheon, per uno come
Berlinguer, non c'è posto».
L'ha detto il ministro Pierluigi Bersani.
«Guardi, credo l'abbiano fatto capire in molti,
compreso Fassino, in un
suo libro. Fassino, tra
l'altro, ci ha persino
spiegato di avere un
Pantheon in cui c'è... c'è
addirittura
Craxi».
Craxi, sostiene Fassino,
ebbe
delle
intuizioni
che...
«Fassino ci ha chiesto
di fonderci con la Margherita, vale a dire con
quel partito che più frequentemente fa sponda
con un certo clero così
tremendamente aggressiva... Devo continuare ?».
Senta: lei è in ottimi rapporti con Walter Veltroni,
che di questo Pd è uno
degli architetti politici. Ha
cercato di convincerla ?
Pensi: ad Adriano
Sofri, il congresso di
congresso di Firenze, i mili- Firenze, invece, è piaciutanti hanno votato, la mozio- to.
ne di Fassino è risultata largamente vincente.
«Sì, lo so, è venuto ad
assistere...».
«Vuol sapere cosa penso
del nostro congresso e Lei fu molto critica sulla
«Vede, a Walter sono di quello della Marghe- sua presenza già quando lo vide sul palco del
legata da un profondo rita?».
teatro Capranica di Rosenso di amicizia. Mi fu Prego.
ma, il pomeriggio in cui
vicino quando le Br uc- «Ha presente i matri- Fassino presentò la sua
cisero mio marito Mas- moni a distanza ?»
mozione.
simo e poi fu sempre lui
«Se non avessi protea chiedermi di candi- Prodi sostiene che il Pd stato, guardi, ce lo sadarmi, nel 2001, alle non sarà niente di meno remmo ritrovato pure
elezioni. Ma, dopo aver- dell'Ulivo...
sul palco di Firenze. Il
mi ascoltata, ha capito. «A me piaceva l'idea che, diciamo, sarebbe
Gli altri, invece...».
dell'Ulivo così come stato un po' troppo».
nacque. Ero disposta a
Gli altri, chi ?
quelle contaminazioni,
«Fassino e D'Alema. mi sembrò un'utopia Fabrizio Roncone
Con loro due non ho realizzabile. Oggi la sce- La Repubblica
26 aprile 2007
mai avuto l'opportunità
INTERNI
12 Giustizia e Libertà
7 maggio 2007
Sta nascendo il Partito Democratico
Daniele Luttazzi (http://www.danieleluttazzi.it/?q=node/292)
ha inserito Craxi !
Sta nascendo il
Partito Demo- Ripudiando Berlinguer !
cratico.
Già tre anni fa, nel libro
PD.
“Per
passione”,Fas
Prodi-D’Alema.
sino aveva condannato il
L’ostetrico Fassino, liqui- “passatismo” di Berlindando una volta per tutte guer per esaltare la
l’eredità comunista, lo ha “modernità” di Craxi.
definito “un partito che Lessi quelle pagine ancodeve stare in sintonia ra calde di stampa ai 5000 spettatori del mio mocon la società”.
Ma il comunismo nacque nologo al Palamazda di
come critica del modo di Milano, Festa Provinciale
produzione capitalista: dell’Unità.
una critica di cui c’è oggi
ancora bisogno, alla luce Ammutolirono.
della nuova proletarizzazione ( precariato ) decisa Ricordai che Berlinguer,
ferocemente dal blocco col suo passatismo, pose
industriale-politico-media per primo il problema
tico che governa il nostro dell’etica pubblica e della
questione morale; mentre
Paese.
la modernità di Craxi a(E il mondo. )
veva portato a tangentopoli, al pizzo sui singoli
Col partito democratico, appalti e all’ultimo frutto
sparisce la critica.
avvelenato, Berlusconi.
Resta la gestione dell’esi- Cinque minuti di applaustente.
si.
Grazie a tutti.
Avete fatto quel che pote- Al termine, nel silenzio,
vate.
qualcuno
urlò:“Ecco
perché
non
ti vogliono
Come se non bastasse, nel in tv!”.
pantheon del PD, Fassino E io: “Mi sa che hai ra-
gione”.
in soffitta la lotta contro
le disuguaglianze che è
da sempre la vera artefice
del progresso, nonchè
l’eredità più nobile di
una storia politica liquidata con una fretta commendevole.
Ma c’è una logica nella
follia.
Chi scrive i discorsi di
Fassino ?
Il suo amico Sebastiano
Maffettone, filosofo socialista, già autore dei
Se non altro, si è fatta
discorsi di Craxi.
chiarezza.
In pratica, quando i DS
applaudono Fassino, da Da anni i DS si erano
in
un
anni senza saperlo stanno t r a s f o r m a t i
applaudendo un discorso “partito di amministratori” (de finizione di
di Craxi.
Fassino).
Berlusconi ha commenta- E col placet dalemiano
to: “Se questo che de- prima ai bombardamenti
scrive Fassino è il Parti- in Kosovo e poi alla
to Democratico, quasi guerra in Afghanistan era
quasi mi iscrivo an- diventata prassi una realch’io”.
politik che di sinistra non
Perchè no, in effetti ?
aveva più nulla.
La cosa divertente è che
ne sarebbe capacissimo.
Chi sarà il capo del PartiQuella del partito demo- to Democratico ?
cratico è una inevitabile A questo punto potrà esstronzata.
sere chiunque, incluso lo
Inevitabile perché il strangolatore di Boston.
blocco di potere industriale-politico-mediati co spinge in questa dire- Daniele Luttazzi
zione ormai da anni dap- http://www.danielel
uttazzi.it/?q=node/2
pertutto.
Stronzata perché manda
92
INTERVISTA al Segretario del PdCI
di Frida Nacinovic (Liberazione, 3.05.2007)
Quanto tempo, segretario Diliberto.
Che succede ?
Un pezzo dei diesse
non entra nel piddì, la
sinistra si confronta, si
incontra. Il sondaggio
di Ipr Marketing per Repubblica.it parla chiaro: il 60% degli elettori
è favorevole alla creazione del partito unico
della sinistra. Un partito
del genere raccoglierebbe il 16% dei consensi, in pratica un terzo dei voti del centrosinistra. D’accordo, è solo un sondaggio. Ma
dietro questi numeri c’è
anche un’indicazione ?
la sinistra a ritrovarsi ?
Perché ci sono compagni autorevoli e tanti
militanti che hanno deciso di non aderire al
Partito
democratico,
sprigionando
nuove
energie. E questa è un’opportunità che va colta al volo, subito. Non
solo. Al termine della
mia relazione al congresso dei Comunisti
italiani, il compagno
Russo Spena ha detto
che era stato fatto un
grande passo avanti
verso l’unità. E ancora:
Ci spieghi: perché la a Rimini i delegati hannascita del Partito de- no riservato a Bertinotmocratico può aiutare ti una straordinaria e
Partito unico della sinistra? Non metterei il
carro davanti ai buoi.
Unificare la sinistra è
giusto, urgente, è un’esigenza. Ma non discuterei ora delle forme e
dei modelli organizzativi, che arrivano dopo il
dibattito politico e non
prima. Detto questo,
credo che le condizioni
politiche per unire la
sinistra ci siano tutte,
soprattutto dopo la nascita del Partito democratico.
calorosissima accoglienza. Il giorno successivo
Salvi ha dichiarato di
essere pronto ad affrontare un percorso unitario. Tutti conveniamo
su una sinistra unita.
Una sinistra senza aggettivi.
Aggettivi
del
tipo
“radicale”
e
“riformista” ?
Senza aggettivi che precludono invece di includere. Aggettivi come
socialista o comunista.
Penso a una sinistra a
erta al contributo di
tutti, senza pigrizia e
(Continua a pagina 13)
7 maggio 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
13
INTERVISTA al Segretario del PdCI
(Continua da pagina 12)
alibi intellettuali. Ovviamente senza rinunciare
ad essere se stessi, alla
propria storia, alla propria cultura politica,
all’identità. Ma guardando avanti.
Guardare avanti vuol
dire anche non voltarsi
indietro ?
Io propongo di andare
avanti. E in questo senso
ogni aggettivo è un paletto. Perché dietro gli
aggettivi ci sono vissuti
individuali e collettivi,
ma avanti ci sono le cose
da fare. Per la pace, per
il lavoro, la scuola, i diritti, la laicità dello Stato.
La sinistra di cui si
discute si ritrova in
piazza e in ogni luogo utile da anni per
parlare della pace,
dei diritti civili, della
precarietà del lavoro.
Una sinistra che si è
“sperimentata” in piazza e anche in Parlamento dove abbiamo sempre
votato allo stesso modo.
In fondo è quella che
Bertinotti chiama massa
critica, ed io sono d’accordo con lui. Oggi ci
sono le condizioni oggettive per incontrarci, e
anche soggettive. C’è la
volontà dei gruppi dirigenti. Anche questa intervista ne è una testimonianza.
la sinistra, ad esempio
Asor Rosa. Perché ora
si può fare e ieri invece
no? Non è che gli ostacoli di ieri sono anche
gli ostacoli di oggi ?
I tempi non erano maturi. Credo che l’accelerazione avvenga quando ci sono le due condizioni: quelle oggettive e
quelle soggettive. Evidentemente prima non
c’erano. Io sono determinatissimo ad andare
avanti.
Che rapporto avrà la
sinistra del futuro con il
Partito democratico?
Di alleanza, nella diversità. Vogliamo governare e non essere opposi-
zione, vogliamo strappare risultati per quei
ceti che abbiamo l’ambizione di rappresentare. E si può essere maggioranza con il Partito
democratico.
Nasce il Partito democratico, muoiono i Democratici di sinistra.
Il Pd non è un salto, è la
recisione di una storia.
Ed è anche la fine di un
grande equivoco per
milioni di donne e di
uomini per i quali il Pci
In questi anni qualcuno si era trasformato in
ci ha provato ad unire Pds e poi in Ds, ma era
sempre quel partito.
Ora che i Ds fanno un
partito insieme agli ex
democratici
cristiani,
l’equivoco finisce. Lo
dico con tristezza, perché
paradossalmente
non c’è più un pezzo
grande, il più grande,
della sinistra italiana.
Da paese dove vi era il
più grande partito comunista dell’occidente,
l’Italia si è trasformata
nell’unico paese europeo senza un grande
partito della sinistra. E
allora c’è uno spazio
politico oggettivo per la
sinistra. Quando si fa la
somma dei partiti esistenti si sbaglia. Perché
lo spazio è molto più
grande, è venuto meno
un equivoco.
che ne condividono il
programma. Boselli è
distante fondamentalmente su due punti: la
pace e il lavoro. L’unione - non felicissima con i Radicali ne è una
testimonianza.
Alle scorse politiche
Pdci e Verdi si sono
presentati uniti al Senato.
Ed è stata una felice esperienza, abbiamo fatto eleggere undici senatori e abbiamo deciso di
fare gruppo assieme.
Sono convinto che i
Verdi siano un pezzo
importante della sinistra del futuro.
Non sarà un problema troppo complesso, quasi irricevibile, unire storie e
culture così diverse
come quelle che
hanno segnato le
forze della sinistra
negli ultimi venti anni ?
Devo dire con molta
semplicità che i vissuti
diversi sono diversi solo
parzialmente. Io Giordano e Mussi, ma anche
Angius e Salvi, fino a
qualche anno fa stavamo tutti quanti nello
stesso partito. Senza
alcuna nostalgia per il
passato, si può dire che
è una sorta di ricongiungimento familiare.
Enrico Boselli vuole
rifare il partito socialista. Dove si collocherà
in futuro ?
Io guardo con simpatia
a questo processo, diverso da quello che proponiamo. Se l’ambizione è quella di unire i
socialisti, si precludono
le porte a noi Comunisti
italiani e a Rifondazione comunista. Invece in Frida Nacinovich
un grande contenitore (Liberazione,l 3
di tipo federativo c’è
spazio per tutti quelli maggio 2007)
Nasce Sinistra Democratica «Si è accesa una speranza»
Siamo alleatidel PD, non nemici
da l’Unità, 06.05.2007
Tutti in piedi al Pala Congressi di Roma battendo
le mani e cantando Bella
Ciao e poi l'Internazionale.
Si apre così la manifestazione per il battesimo di
Sinistra Democratica, il
movimento nato dopo la
fuoriuscita dai Ds della
sinistra di Fabio Mussi e
dell'area di Gavino Angius.
La sala del Palazzo dei
Congressi è gremita e
così gli spalti in una co-
reografia spartana dove
domina solo il cartello
«Nasce il movimento per
la Sinistra Democratica
per il socialismo europeo».
Nessuna bandiera della
Quercia né dell'Ulivo ma
il nuovo vessillo del Movimento alla cui nascita
assistono i segretari Pdci
e Prc Oliviero Diliberto e
Franco Giordano, il capogruppo dei Verdi Angelo
Bonelli e Rita Bernardini
(Continua a pagina 14)
14
INTERNI
Giustizia e Libertà
7 maggio 2007
Nasce Sinistra Democratica «Si è accesa una speranza»
(Continua da pagina 13)
dei Radicali.
Non manca neanche Enrico Boselli dello Sdi, che
però in questi giorni non
ha fatto mancare i distinguo.
Accolto da un boato Armando Cossutta.
Presente la Fiom e diversi
delegati sindacali, mentre
a fare da anello di congiunzione tra il "vecchio" e "nuovo" ci pensano Aldo Tortorella e Achille Occhetto.
Sinistra Democratica
guarderà al Partito Democratico «come ad un alleato, non come un nemico», ci tiene a chiarire
subito, intervenendo dal
palco, Fabio Mussi, perché il centrosinistra «è il
nostro spazio di azione
politica e non sposeremo
mai la politica delle mani libere nelle alleanze».
Poi spiega: «SD sarà un
movimento, non un partito. Sarà un movimento
a disposizione dell'unità
della sinistra: una sinistra nuova, plurale, laica, autonoma, critica, larga e di governo».
Non rinuncia all’esortazione:
«Abbiate tutti cura del neonato,
fatelo crescere sul
territorio,
nelle
città, dovunque».
Torna per un momento al passato
recentissimo: «I Ds
non ci sono più»,
al congresso «fuori
dal coro abbiamo
parlato io e Angius per esprimere
contrarietà e criti-
ca al Pd. Non erano opinioni personali, rappresentavamo un quarto
degli iscritti».
C'è stata «pena per
questo distacco e
rispetto verso chi
ha fatto scelte diverse dalle nostre.
Ma
questi
scandiscesono
momenti in cui
non si bada alle convenienze, in cui prevale
l'etica delle convinzioni:
fai quel che devi, avvenga quel che può... E
qualcosa è avvenuto dice tra gli applausi delle
migliaia di militantiguardate questa sala.
Qui si è accesa una speranza».
E ricorda il compito che
si è prefissato: «Ora siamo tutti reciprocamente responsabili per il
progetto di riunire e
salvare la sinistra italiana».
Mussi, che conclude il
suo intervento con una
standing ovation, fa anche qualche cenno a quale dovrà essere l’organizzazione di Sd: «Il nostro
movimento avrà iscritti,
organizzazione e strumenti di informazione
stampa e telematici.
Presto, prestissimo avremo due forti gruppi
parlamentari alla Camera e al Senato. Il movimento sarà rappresentato nel Parlamento
europeo da un nucleo di
autorevoli personalità
che rimarranno ancorate al gruppo del socialismo europeo, la nostra
famiglia».
Scopo del movimento,
precisa tuttavia, è quello
di «dialogare con tutti».
Per questo propone di
partire da «un gruppo
promotore
nazionale
formato dai delegati
delle due mozioni congressuali Ds che partecipano alla fondazione
del movimento e da
personalità del mondo
della cultura, del lavoro, dell'associazionismo
e del volontariato».
Dopo Mussi tocca all’altro “padre” di Sinistra
democratica, Gavino Angius, intervenire: «Oggi
qui c'è la prova di un
protagonismo di quanti
vogliono riappropriarsi
della costruzione del
proprio futuro e non
vogliono delegare agli
altri. Un movimento
della società civile vera
e non di quella virtuale.
La vostra presenza restituisce passione alla
politica e delinea quella
aridità che per molti
mesi ha pervaso anche
la politica nostra. Non
si aderisce ad un partito
per inerzia ma per intima convinzione».
Il vicepresidente del Senato ricorda che con la
sinistra
di
Mussi
«abbiamo condotto una
battaglia congressuale
da posizioni diverse ma
oggi siamo qui insieme
e sono convinto che
stiamo facendo la scelta
giusta. È una giornata
importante e spero che
lo sarà per la sinistra
italiana, per l'Unione e
soprattutto per la democrazia italiana».
E ribadisce: «Noi non
rifaremo gli errori del
Pd, ci vogliamo mettere
tutti in discussione, certo le storie e le identità
sono diverse ma siamo
tutti in movimento».
Commentando i discorsi
dal palco, Giordano chiede di andare avanti in
fretta: «Ci sono tutte le
condizioni per determinare una dimensione
unitaria della sinistra.
Rifondazione c'è, adesso bisogna accelerare il
processo di unità della
sinistra, per non deludere le aspettative e le
speranze di tutta questa
gente».
Anche
Diliberto
ribadisce:
«Noi
siamo pronti per
presentarci insieme anche alle amministrative del
2008. Il percorso
deve essere rapido e parlare delle
Europee del 2009
è un tempo, secondo me, troppo
lungo».
A frenare rimane
Boselli: «Con Mussi e Angius abbiamo un punto in
(Continua a pagina 15)
7 maggio 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
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Nasce Sinistra Democratica «Si è accesa una speranza»
(Continua da pagina 14)
comune perché ci riconosciamo tutti nel socialismo europeo. Rifondazione e il Pdci, invece,
guardano ad un altro
Cantiere, quello della
Sinistra europea. Penso
che oggi è più importante unire quelli che si riconoscono nella famiglia
socialista».
Intanto, Pecoraro Scanio
chiudendo a Genova la
Conferenza nazionale dei
Verdi dice la sua: «Più
che rossoverde, il colore
dell'alleanza progressista può essere quello
dell'arcobaleno».
E ribadisce il via al progetto della costituente
verde, che entro il 2008
punta a dar vita a un nuovo soggetto costituito per
metà dai delegati del partito e per metà dai rappresentanti della società
civile, e allo stesso tempo anche l'interesse per
una nuova alleanza con
tutto ciò che si muove a
sinistra del Pd.
natore della segreteria Ds
- è che nasce un altro
movimento della sinistra e si formano altri
gruppi parlamentari».
Mentre Soro, coordinatore della segreteria Dl,
teme«l'inizio di una
nuova frammentazione
Commenti freddi e molto della sinistra».
critici da Ds e Dl.
«L'unica cosa certa - l’Unità
dice Migliavacca, coordi- 06.05.2007
Il leader di Forza Italia fa dietro-front: "Stavo scherzando. Tutta colpa di un giornalista"
Questa mattina a Palermo aveva detto: "Se non confermano Cammarata
vanno ricoverati tutti"
Berlusconi ammette di avere esagerato
"Infermi mentali ? Sono pentito"
da La Repubblica (5 maggio 2007)
PALERMO
Berlusconi attacca sulle
telecomunicazioni e sul
ddl Gentiloni, accusa la
sinistra di volerlo rovinare e spara sugli elettori
palermitani "che sono
tutti infermi di mente"
se non voteranno il sindaco uscente di centrodestra.
rei dire una battuta ma
non la dico. Va beh la
dico: dovrebbero essere
ricoverati per infermità
mentali tutti".
Per il leader di Forza Italia le amministrative rappresentano un test importante, "il primo voto che
consentirà di far conoscere qual è il giudizio
degli italiani sul goverPoi, il Cavaliere si dice no Prodi".
pentito.
Ma solo della battuta sull'infermità mentale.
Ammette di avere esagerato, torna sui suoi passi e
confessa di avere superato un confine che non doveva valicare. Per colpa
di un giornalista.
"Questa mattina ho usato un termine esagerato,
ma stavo scherzando.
Avevo un giornalista
che mi tampinava e io
sorridendo ebbi una
battuta che poi mi pentii
di aver pronunciato".
La battuta gli è sfuggita
questa mattina parlando
da Palermo, dove si trova
per sostenere la candidatura del sindaco Diego
Cammarata: "se dei cittadini -ha detto Berlusconi- non dovessero confermare un sindaco e un
buon governo che hanno
operato così bene... vor-
Ma, si diceva, questa
mattina il leader di Forza
Italia non aveva parlato
solo di elezioni ed era
tornato ad attaccare anche il ddl Gentiloni sulle
Telecomunicazioni. "La
legge 'ammazza-Mediaset', che farebbe sparire
completamente
dalla
nostra scena tutti gli
investimenti stranieri e
tutti
i
fondi di
investim e n t o
internazionale".
Questo
dopo gli
affondi di
ieri, in cui
Berlusconi ha parlato
di
"killeraggio", di
"quasi
golpe".
Con questa legge,
aveva detto, il governo potrebbe
"rovinare le aziende
che sono nella proprieta' privata del proprio
oppositore"; ma aveva
anche sostenuto che non
passerà. Berlusconi è
"convinto che non avra'
l'approvazione del Parlamento".
"Sono un nemico
pericoloso"
Berlusconi ha poi continuato dicendo che il governo lo considera "un
pericoloso nemico" che
va quindi "eliminato".
"Non lo penso solo io, lo
pensano tutti ed è la
chiara intenzione di
questo governo", ha detto nel suo giorno di campagna elettorale a Palermo per il sindaco Diego
Cammarata.
Parlando di blind trust ha
aggiunto: "Non si può
chiedere di affidare il
proprio patrimonio ad
uno sconosciuto soprattutto quando questo patrimonio è il frutto di
una vita di lavoro e, soprattutto, se una persona ha cinque figli come
me".
E ancora: "non si può
chiedere ad una persona un sacrificio folle di
questo tipo quindi l'in(Continua a pagina 16)
INTERNI
16 Giustizia e Libertà
7 maggio 2007
"Infermi mentali ? Sono pentito"
(Continua da pagina 15)
tenzione di togliermi
dalla possibilità di essere ancora al governo di
questo paese è chiara".
"Donna leader ?
Perché no ?"
guata, saremmo i primi
ad esserne felici".
"Ho grande apprezzamento per le donne in
politica -ha aggiunto-.
Credo che sia una costante nel nostro agire e
nelle mie dichiarazioni.
Quindi, sarebbe molto
bello se si appalesasse
una figura femminile a
cui poter affidare responsabilità di guida e
responsabilità di governo".
Ai giornalisti che chiedevano la sua opinione su
una donna leader per la
Casa delle Libertà, Berlusconi
ha
risposto:
"Abbiamo molte validissime presenze nel nostro ambito, stiamo a
vedere se sapranno cre- Il governo
scere in maniera ade- "sgoverna".
Berlusconi non ha risparmiato nuove critiche al
governo.
"La sinistra ha messo le
mani sulle istituzioni
più importanti del paese e continua a governare, o a 'sgovernare', ed
è capace solo di aumentare le tasse e di bloccare ciò che di buono abbiamo fatto noi e di
bloccare gli avversari
con sistemi che non sono propriamente democratici", ha detto ancora.
"Su Telecom
invasivo".
Sull'economia, poi, per
Berlusconi "la cordata
per Telecom ha ampiamente dimostrato la invasività di questo governo". Il leader di Forza Italia, infine, ha fatto
anche un accenno al
Family Day: alla manifestazione del 12 maggio,
"non parteciperò ma
sarò presente con il cuore".
La Repubblica
5 maggio 2007
Il cavaliere extra legem
di Giovanni Valentini (La Repubblica, 5 maggio 2007)
Se
Silvio
Berlusconi
fosse in malafede, e si
sentisse incolpa
sul
conflitto
d’interessi, verosimilmente non reagirebbe cosi; non parlerebbe di
"killeraggio
politico";
non accuserebbe la maggioranza di voler eliminare il capo dell' opposizione. C'è da pensare
invece che lui crede davvero a ciò che dice.
E questo è il peggio, perché il suo violento attacco
è in realtà un'autoaccusa,
l'atto estremo e disperato
di un uomo d'affari che è
entrato in politiça proprio
per difendere a tutti i costi i suoi interessi.
Più che insofferenza o
improntitudine, la sua è
una insensibilità congenita. Una manifestazione
d'indifferenza che appartiene al suo Dna, sta nel
suo codice genetico, nella
sua: natura rampante e
predatoria di imprenditore d'assalto, nella sua storia di social climber che
scala appunto le vette della finanza, del potere economico e politico.
ricchi del mondo, il padrone di Mediaset che
controlla tre reti televisive, il proprietario del
grande Milan che ha già
vinto la Coppa dei Campioni e sta per disputare
(speriamo con successo)
la finale di Champions
League, non può umanamente comprendere che
tutto questo è incompatibile con l'esercizio di una
funzione pubblica, istituzionale o di governo.
Invece di sentirsi al servizio del popolo, Berlusconi ritiene piuttosto
che debba essere il popolo al suo servizio. E come l'ha soggiogato sul
piano mediatico attraverso l'imbonimento televisivo, crede di poterlo dominare più che governare
anche sul piano politico.
Lui
è
convinto
di essere
in credito, non
in debito, con
tutti,
noi: sudditi, tifosi
e
teledipendenti.
L’uomo più ricco d'Italia Il fatto è
che è anche uno dei più che
il
Cavaliere. non sarebbe
mai diventato né capo,
dell'opposizione né tanto
meno capo del governo
se questo Paese avesse
avuto una legge minima
e decente sul
conflitto di interessi.
L'anomalia non sarebbe
esistita.
Il conflitto non sarebbe
neppure sorto.
Berlusconi non avrebbe
mai potuto mettere piede
in Parlamento, per la
semplice ragione che il
suo "status" di concessionario pubblico, titolare di un contratto con lo
Stato e in quanto tale inquilino dell'etere, avrebbe prodotto fin dall’origine la sua ineleggibilità.
Forse è passato ormai
troppo tempo per far valere oggi
questa
elementare verità.
E bisogna dire
che
le
esitazioni,
le
incertezze,
le
titubanze più o
m e n o
opportunistiche del centrosinistra da più di dieci
anni a questa parte, hanno compromesso la soluzione del problema soprattutto nella percezione
dell'opinione pubblica.
Il virus del conflitto di
interessi s'è diffuso ormai
come un'epidemia, distruggendo gli anticorpi
che avrebbero dovuto
respingerlo e debellarlo:
tanto che anche chi finora ha cerca
to di predicare bene avverte sempre più la tentazione di razzolare male.
Eppure, nonostante le
difficoltà oggettive di
varare una legge efficace
con una maggioranza così risicata e precaria, questo rimane un atto dovuto, un obbligo d'onore, un
tentativo da fare in ogni
caso.
Ne va della credibilità e
dell' autorevolezza di tutto il centrosinistra che ha
assunto in materia di un
impegno programmatico
davanti agli elettori.
Poi, se i rapporti di forza
i veti incrociati o il filibustering parlamentare
impediranno –come pure
è probabile- l’approvazione di una nuova disciplina, le responsabilità
risulteranno più chiare e
(Continua a pagina 17)
INTERNI
7 maggio 2007
Giustizia e Libertà
17
Il cavaliere extra legem
zioni più intime di Berlusconi, il suo conflitto
di interessi sussiste ed è
macroscopico: una condizione simile sarebbe
semplicemente
i nconcepibile in qualsiasi
Paese civile, al di qua o
al di là dell'Atlantico.
E del resto ha già prodotto molti danni all'immagine e all'affidabilità
dell'Italia in campo internazionale.
Nessuno s'illuda, però, di
risolvere una tale anomaQuali che siano le convin- lia con mezze misure;
(Continua da pagina 16)
definite.
Per la maggioranza in carica è una questione di
coerenza e di trasparenza.
Ma, almeno a livello di
coscienza, lo è anche per
quella parte dell’opposizione che vuole mantenere le distanze dalla deriva
populista e ribelle del berlusconismo, per salvaguardare la possibilità del
ricambio e dell’alternanza.
espedienti o ar_ tifici in
nome di un malinteso
"compromesso televisivo", magari in cambio di
un'intesa sulla riforma
elettorale per evitare il
referendum. Certe battaglie di principio, soprattutto, quando sona in
gioco valori fondamentali come il pluralismo e la
libertà
d'informazione,vanno combattute fino
in fondo ed eventualmente si possono anche perdere.
Ma meglio perdere con
onore che vincere o fingere di vincere con igno
minia, scendendo a patti
con il diavolo.
La legge sul conflitto di
interessi, e naturalmente
non solo quello di Berlusconi, è una cartina di
tornasole per verificare là
maturitàdemocratica del
nostro Paese, il suo decoro e la sua rispettabilità.
Giovanni Valentini
La Repubblica
5 maggio 2007
Il Cavaliere ha “sbroccato”
un’altra volta
di GL
Certo, un passo in avanti
lo si è fatto: a Napoli (5
aprile 2006), durante uno
degli ultimi comizi in vista delle elezioni politiche
definì quelli che non avrebbero votato per lui
“coglioni” (1); ieri (5
maggio 2007), a Palermo,
in vista delle elezioni per
il sindaco di Palermo ha
definito “infermi mentali” quelli che si rifiutavano di votare il suo canidato, tal Daniele Cammarata.
E non si è minimamente
accorto, scommettiamo,
che con questa sua affermazione si è trovato quasi
ad assimilare i votanti
della sinistra ai suoi
“amatissimi” magistrati,
alle “toghe rosse, che
in’una celebre intervista
rilasciata ad un settimanale inglese (The Spectator,
settembre 2003)aveva
dichiarato che erano
“disturbati mentali”.
Non è che in questi ultimi
mesi il Silvio Berlusconi
sia sempre stato “compus
sui”, anzi, potremmo onestamente affermare:
“tutt’altro”.
Ma, dobbiamo confessare, ci illudevamo che l’epoca delle “grandi castronerie” fosse termina-
ta.
Ci eravamo illusi.
Ci eravamo sbagliati.
Un errore dovuto alla nostra innata speranza che
tutto, nel mondo, possa
evolversi, possa migliorare, dopo che si sono
notati gli errori del passato.
Oggi ci rendiamo conto
che è stato come supporre che Totò Reina possa
dimenticare di comportarsi da “mafioso san-
guinario”; come supporre che Licio Gelli possa
non agire come “Gran
Maestro della P2”; come pensare che Bush,
convertitosi, disconosca
la “teoria della Guerra
Preventiva”; come se un
Adolf Hitler redivivo, scotomizzato il suo passato,
diventi un difensore dell’ebraismo (ebraismo,
non sionismo, sia chiaro;
come si affidasse al Marc
Dutroux la gestione degli
Asili di Roma; o incari-
care Henri Désiré Landru (più noto come Henri Landau) come badante
di anziane e rcche signore.
Pensare che Bellachioma
obliasse se stesso, dimentico di quegli immensi
capitali giuntigli da
“mecenati sconosciuti”
che gli hanno permesso
di diventare (anche con
aiuti … politici, antichi e
recenti) quello che ora è,
potesse trasformarsi in
quello che normalmente
viene definito “una persona perbene”.
Purtroppo avevamo dimenticato quel adagio
napoletano che molto
crudamente recita chi
nasce tondo non può morire quadrato.
E per fortuna che l’
“uomo di arcore” ogni
tanto viene a ricordarcelo, altrimenti, con questo
buonismo imperante potremmo perfino giungere
a considerare non satirica
la frase detta da Anna
Finocchiaro «Lei, pre-
sidente Schifani, che è
di grandissima intelligenza...».
(Continua a pagina 18)
INTERNI
18 Giustizia e Libertà
7 maggio 2007
Il cavaliere extra legem
(Continua da pagina 17)
***
“giustizialisti” ad oltranza, come “eterni incontentabili”, ma solo come
democratici che credono
nella Giustizia e vorrebbero che in Italia, nell’
“Italia dei Misteri”, degli “Insabbiamenti”, dei
“Segreti di Stato”, dell’ammorbante atmosfera
orwelliana della Fattoria
degli Animali si potesse
giungere a fare chiarezza
una buona volta su quella
masnada di “capitani
Coraggiosi” che da troppo tempo incombe come
novella Congrega di
Dracula sull’economia
del nostro paese.
ne sono pur tanti, non
abbia mai pensato di far
pulizia all’interno del
proprio gruppo.
Finchè si tratta di un
Coppola, di un Ricucci,
dei famosi “furbetti del
Quartierino”, sembra che
va bene, ma quando si
tratta di affondare il bisturi in modo più preciso
e profondo, pare quasi
che si attui il principio
del “cane non mangia
cane”. Anche se si tratta
di cani di sana e robusta
costituzione fisica da una
parte e di cani rognosi,
affetti dalla rabbia dall’altra.
Oggi come oggi -dopo
aver tante volte ricordato
a Romano Prodi- le promesse fatte agli elettori,
in merito al delicatissimo
problema del Conflitto
d’Interessi, della Legge
Elettorale, della Legge
sulle Telecomunicazioni
(per non parlare di tutta
quella massa di oscenità
che passa sotto il nome di
Leggi Vergogna- non
possiamo che prendere
atto che si sta cominciando ad imboccare la vera
strada della discontinuità.
Quello che ci meraviglia E questa nostra posizione
Non vorremmo minima- e che la stessa massa de- ci si rafforza ogni qual
mente apparire né come gli industriali puliti, e ce volta vediamo qualcuno
che -molto immodestamente– si sostiene, da
parte di taluni, che se
viene approvata una legge che, a suo dire viene
fatta versus le proprie
aziende, si farebbe sparire completamente dalla nostra scena (l’Italia)
tutti gli investimenti
stranieri e tutti i fondi
di investimento internazionale".
♦
1) In seguito, uscendo da da
Confcommercio, il Premier
ha corretto il tiro: «Un'ironia». Anzi, «un modo affettuoso» ha detto, e ritornando sul termine coglioni
utilizzato nel suo intervento: «E poi l'ho detto col
sorriso sulle labbra»
(Corsera 6.aprile 2003)
Vaticano e Rivera :
terrorismo o paura della verità ?
di Rita Guma
"E' terrorismo alimentare
furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre
in nome dell'amore.
E' vile e terroristico
lanciare sassi questa
volta addirittura contro il Papa, sentendosi
coperti dalle grida di
approvazione di una
folla facilmente eccitabile".
Ma dove sarebbe il terrorismo delle frasi di
Andrea Rivera ?
Leggiamole: "Il papa
dice di non credere
all'evoluzionismo,
e
ha ragione. La chiesa
in duemila anni non si
è evoluta affatto".
Si tratta di un'opinione
- criticabile quanto si
vuole- ma non di terro-
rismo.
Terrorismo sarebbe dire che la Chiesa e' pericolosa, è portatrice di
violenza e va sradicata,
come viene fatto spesso e volentieri nei confronti dell'Islam senza
alcuna reazione politica e mediatica.
Qui si fa ironia, come
su un amico un po’
tocco che però tocco
non lo è affatto, ed infatti ha il massimo spazio su giornali e TG,
quindi non è neppure
discriminazione verso i
più deboli.
Se fosse l'una o l'altra
cosa lo condanneremmo anche noi.
Rivera ha poi aggiunto
"non sopporto che il
Vaticano abbia rifiutato i funerali a
Welby.
Invece non è stato così per Pinochet, Franco
e uno della banda della Magliana" (e noi
aggiungeremmo Raul
Gardini, n.d.r.).
Forse e' questa frase
che fa paura ?
Fa paura che invece di
essere scritta su qualche sito internet raggiungibile da pochi
gatti o ripetuta al funerale di Welby con poche migliaia di persone
sia stata gridata alla
folla ed alla TV ?
Ma allora fa paura la
verità...
L'Osservatore romano
accosta poi a questa
vicenda "gli attacchi e
le minacce, pesanti,
rivolte al Presidente
della Cei, l'arcivescovo Angelo Bagnasco".
Ma gli slogan contro
Bagnasco -che sono vere minacce per le quali
il prelato gode della
tutela dei servizi di sicurezza dello Stato italiano e per cui le procure italiane hanno attivato inchieste ed il
Capo dello Stato italiano espresso solidarietànon hanno il minimo
nesso con la critica politica, e quindi mi sembra irresponsabile accostarle alle parole di
Rivera, con l'effetto di
criminalizzare l'artista
(non fare agli altri
quello che non vorresti
fosse fatto a te..., no?
soprattutto se si parla
sempre solo in nome
dell'amore verso il
prossimo...).
Noto che non di rado i
(Continua a pagina 19)
7 maggio 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
19
Vaticano e Rivera : terrorismo o paura della verità ?
(Continua da pagina 18)
rappresentanti
della
CEI sono stati accreditati di poter dire la loro
in materia politica in
quanto vescovi italiani.
Ma come italiani debbono allora accettare le
critiche di altri italiani.
E se loro parlano da
palchi e in microfoni
do dirsi di volta in volta rappresentan te religioso o capo di Stato
straniero o cittadino
italiano che esprime
come tale la sua opinione per potersi mettere sempre dalla parte
della vittima o della
ragione, avvalendosi al
meglio anche delle leg-
Inoltre, se la Chiesa ha
la pretesa di intervenire
nella politica italiana o
si fa condizionare dalle
ricadute politiche delle
sue scelte, come nel
caso Welby, si rende
controparte di un dibattito politico e come tale deve accettare le critiche che la mettono di
to abusato riferimento
alla pastorale non c'entra, perchè quella si fa
sempre, e non in concomitanza con le scelte
legislative di un dato
Paese.
Infine -per senso delle
proporzioni e per gravitàse mossa dall'amore
per l'uomo e per la vita
come la dichiarazione
del quotidiano vaticano
rivendica -la pastorale
dovrebbe avere come
principale oggetto- ma
non ce l'ha - i milioni
di donne e bambini vittime di stupri, rapimenti, uccisioni ed altri abusi, nonchè i milioni di morti e straziati
nel mondo per le guerre del petrolio, e non
prevalentemente i Dico, l'aborto e l'eutanasia.
Ci farebbe piacere che
la Chiesa cattolica, insieme alle altre confessioni, fosse parte della
dialettica della società,
ma la dialettica implica
argomenti a confronto
e non dogmi imposti,
dibattito e non flusso
unilaterale di opinioni,
senza contraddittorio,
pena l'accusa di terrorismo, vilipendio, radicalismo, insana laicità
-o altre fantasiose accuse- a chi osa criticare.
(spesso pagati da tutti i
cittadini italiani, anche
atei, ebrei e musulmani), perchè non accettano che altri commentino e parlino da palchi e
microfoni ?
E' infatti troppo como-
gi italiane in merito
grazie a qualche zelante parlamentare pronto
a presentare denuncia:
un po' di coerenza, prima di fare la morale
agli altri.
fronte alle sue contraddizioni. Insomma, qui
si rivendica una immunità larghissima e permanente per tutti i rappresentanti della Chiesa in qualsiasi circostanza e veste, e il tan-
Rita Guma
(http://
www.osservatoriosu
llalegalità.org/07/
acom/05mag1/0244ritalaicita.htm
INTERNI
7 maggio 2007
Giustizia e Libertà
20
Garante & garantito
di Marco Travaglio (l’Unità, 25.04.2007)
Due giorni
fa, nella distrazione
generale,il
Garante della Privacy ne
ha fatta un’altra delle sue.
se il servizio è in regola
con la legge sulla
privacy.
Poi Ghedini presenta un
esposto denunciando la
possibilità che il servizio
sia più ampio di quello
pubblicato, che sia in arrivo la seconda puntata.
E, a prescindere dalla
liceità del servizio, chiede che venga inibita la
pubblicazione sia delle
foto note, sia delle eventuali altre, perché potrebbero recare “nocumento” alla sacra persona del
suo cliente.
Lo zelante Garante obbedisce e inibisce: «Dispone, nelle more della definizione dell’istruttoria
preliminare avviata nei
confronti dei Rcs Periodici e di Azphotos la
misura temporanea del
blocco
dell’ulteriore
trattamento, con conseguente preclusione, allo
stato degli atti, della
diffusione di ulteriori
immagini riprese con il
servizio fotografico che
risulta allo stato illecito».
fotografo non poteva fotografarlo senza invadere
la sua proprietà privata.
Lui, il titolare di una dozzina di rotocalchi di
gossip, scopre che è un’indecenza fotografare
la gente che si fa i fatti
suoi e, oltre a costituirsi
parte offesa, emette pure
la sentenza: «Chi ha
pubblicato quelle foto
ha commesso quattro
reati: violazione di domicilio; turbativa della
privacy; interpretazione dei fatti in modo diffamatorio; riciclaggio
per l'acquisto di un
prodotto frutto di attività illecita».
occhio può vedere e l’orecchio sentire.
Se il fotografo abbia rispettato o no la legge, lo
stabiliranno il Garante e
soprattutto i giudici.
Quel che sconcerta è la
censura preventiva, diHa intimato ai direttori di
sposta per «la paventata
Oggi e Novella 2000 di
non pubblicare nessuna
pubblicazione di ultefoto del servizio che ritrariori immagini derivane Berlusconi in compati dallo stesso servizio,
gnia di alcune ragazze nel
non ancora pubblicate e
parco della sua villa.
dalle quali si ritiene
Né quelle già pubblicate,
possa derivare ulteriore
né quelle eventualmente
nocumento».
inedite.
Che ne sa il Garante se le
Il tutto su richiesta dell’ulteriori immagini esistono ?
on. avv. Niccolò Ghedini,
Come sa che provocano
preoccupato per l’esistenza di altre fotografie di
Più che riciclaggio sareb- nocumento ?
quella memorabile giorbe ricettazione (ma cianata di vigilia pasquale
scuno parla di ciò di cui è Si avvicina il giorno in
che potrebbero dannegpiù esperto), è consolante cui un giornalista farà
giarlo.
che il Cavaliere, alla sua un’inchiesta su qualunCome già per l’inchiesta
veneranda età, abbia fi- que Mister X, e quando
di Potenza dopo il caso
nalmente scoperto il co- Mister X lo verrà a sapere chiederà al Garante di
Sircana, il Garante non
dice penale.
persegue un’eventuale
Ci sarebbe anche la ver- fermare l’inchiesta perviolazione della privacy
sione del fotografo, che ché potrebbe arrecargli
già consumata.
spiega di non essere mai nocumento.
Interviene in anticipo a
entrato nella sua proprievietare materiali che nestà, ma di averlo avvistato Se passa questo precesuno sa se esistano, né
con le allegre “attiviste” dente, il Garante non pocosa contengano, né se Ma come fa il Garante a da un campo non segna- trà che bloccare l’inchieparlare di illecito, visto lato come proprietà pri- sta prim’ancora di averla
vìolino la privacy.
vista.
che lui stesso scrive che
Dopo la guerra preventi- «la dinamica dei fatti vata e dunque -fino a Chi vuol vivere in un pava, arriva la censura pre- relativi alla ripresa del- prova contraria- del pub- ese del genere, continui
ventiva, lievemente in le immagini non può blico demanio.
pure a tacere.
contrasto con l’art. 21 ritenersi accertata defi- Poi, per rendere più nitide le immagini, ha usato
della Costituzione.
nitivamente» ?
Chi no, magari, batta
il teleobiettivo.
Qualcuno sorriderà: chi
Tutto lecito, visto che è un colpo.
se ne frega di quel che fa Mistero.
pubblicabile quel che l’Berlusconi con le sue
♦
girls, pardon, con le atti- Berlusconi sostiene che il
viste di Forzitalia. Il fatto
è che, quale che sia il tema del contendere, se
passa come normale andi Michele Serra (L’Espresso,
che questo secondo precedente, presto la censura
preventiva potrebbe abbattersi su notizie di ben Sta per aprire i battenti la ospitare tutti gli scrittori Tra gli ospiti più attesi la
Fiera del Libro di Tori- di noir italiano (alcune rivelazione dell'anno Polaltra importanza.
no. Ecco gli appunta- centinaia), sono stati co- do Minuto, che rivisita la
menti più attesi e le prin- struiti due nuovi alberghi recente storia politica
I fatti.
Dopo la pubblicazione su cipali novità e tendenze. nei dintorni del Lingotto, italiana attraverso l'omiOggi
del
servizio
con stanze insonorizzate cidio di una prostituta; la
«L’harem di Berluscoper coprire le urla di ter- coppia Poroni-Carattolo,
ni», il Garante, com’è suo Noir italiano
rore delle cameriere che rivisita la recente stodovere, apre d’ufficio u- Risolti i gravi problemi
(Continua a pagina 21)
n’istruttoria per verificare logistici: per riuscire a quando rifanno i letti.
Apocalisse al Lingotto
INTERNI
7 maggio 2007
Giustizia e Libertà
21
Interferenze
di Marco Travaglio (l’Unità, 04.05.2007)
In uno splendido dialogo con Claudio Magris
sul Corriere, lo scrittore spagnolo Javier Marìas
afferma:
«La
guerra civile è stata il
male assoluto e ci ha
costretti all’infamia.
Oggi disgraziatamente non c’è più bisogno
di situazioni estreme:
anche fuori di esse,
gente
come
Bush,
Blair, Aznar e Berlusconi mentono senza sosta, vivono nella menzogna e la cosa peggiore è che tanta gente lo trovi normale e
lo tolleri».
(da Vauro) «Tronchetti
Dov’Era».
Da giorni appare a reti ed
edicole unificate travestito da velista e pontifica di
libero mercato, lui che
aveva il monopolio della
rete;
poi
denuncia
«interferenze della politica e campagne di
stampa», espressioni
piuttosto infelici in bocca
a chi ha i guardaspalle in
galera perché spiavano
politici e stampa.
Poi aggiunge che in Italia
«non c’è spazio per imprenditori
autonomi
dalla politica» come lui.
Come spiega allora che
nel 2001, appena presa la
Telecom col plauso del
neonato governo Berlusconi, soffocò nella culla
La7 facendo un favore a
Berlusconi, ingaggiò il
suo confratello Costanzo
come consulente, comprò
l’agonizzante Edilnord
da Paolo Berlusconi e le
decotte Pagine Utili da
Dell’ Utri e, per soprammercato, sponsorizzò il
Milan di Berlusconi pur
essendo vicepresidente
dell’Inter ?
Per la verità, negli Usa
ha appena perso il posto il vicesegretario di
Stato Randall Tobias,
l’eroe anti-Aids che
predicava la castità agli
altri e poi si faceva
mandare le squillo da
un’apposita agenzia: lì
non si può dire una cosa e fare l’opposto, tant’è che il libro di Bob
Woodward sulle bugie
di Hillary Clinton e le
memorie dell’ex capo
della Cia George Tenet
sulle menzogne di Un altro bel tomo che deBush e Cheney stanno nuncia «interferenze»
del governo in Telecom è
terremotando il paese.
Bellachioma, che annunIn Italia passerebbero ciò l’intenzione di entrare
per una proditoria in- in Telecom al congresso
terferenza.
Ds.
Prendete
Tronchetti Intanto il prof. avv. RoProvera, detto anche mano Vaccarella, giudice
costituzionale indicato
dai suoi clienti Previti e
Berlusconi, denuncia
«interferenze del governo» nella Consulta per
qualche delirio in libertà
di Mastella, di Pecoraro
Scanio e di un tal sottosegretario Naccarato sul
referendum.
Ma come pensa di esserci
arrivato alla Consulta
questo signore: portato
dalla cicogna ?
Non poteva protestare 5
anni fa, quando le pressioni di un noto corruttore
di giudici (segnalate dall’ex ministro Mancuso) lo
paracadutarono alla Corte ?
E dove ha vissuto, da allora ?
Non ha mai sentito l’amico Bellachioma strillare
un giorno sì e l’altro pure
contro «i comunisti che
controllano scuole, università, procure, tribunali, Cassazione, Tar,
Consiglio di Stato e
Corte costituzionale» ?
E i berluscones che, appena la Consulta bocciava una legge vergogna, la
dipingevano come covo
di toghe rosse al soldo del
bolscevico Scalfaro ?
Ora l’Avv. Prof. dopo un
letargo durato un lustro,
si ridesta all’improvviso
per mezza frase di tal
Naccarato e scopre tutto
spaventato le interferenze
della politica.
Apocalisse al Lingotto
(Continua da pagina 20)
ria politica italiana attraverso l'omicidio di un
dentista; e la raccolta di
racconti di giovani scrittori “Carotide”, che rivisitano la recente storia
politica italiana attraverso l'omicidio di un commercialista, di una casalinga, di un idraulico, di
una cartomante, di uno
psichiatra e di una infermiera.
In controtendenza l'emergente Amanda Kurt,
che nel suo nuovo romanzo “Pozze di sangue” rifiuta ostentatamente di mettere in relazione l'omicidio di un
taxista con la recente
storia politica italiana,
spiazzando la critica e
sconcertando i lettori.
Dibattiti
Molto atteso quello con
André Glucksmann e
Bernard-Henri
Lévy
“Contro il divismo degli intellettuali”, nel
corso del quale alcuni
celebri parrucchieri rifa(Continua a pagina 22)
Non
vorremmo che
scoprisse
pure che i
bambini non
nascono sotto i cavoli:
troppe emozioni potrebbero essergli fatali.
Poi c’è il caso del cardinal
Bagnasco, assediato da un
demente che di notte lo
insulta sui muri di Genova
e di giorno gli manda bossoli fermoposta.
Per carità, son cose che
non si fanno.
Ma possibile che da giorni
non si parli d’altro, come
se orde di mangiapreti armati fino ai denti marciassero sulla Lanterna per una
strage color porpora ?
L’Osservatore romano,
già organo della Chiesa
universale ora ridotto a organetto della parrocchietta
italiota, dà del terrorista al
comico Andrea Rivera che
ha fatto un paio di battute
sul Papa (pura cronaca: è
vero che la Chiesa ha rifiutato i funerali a Welby, è
vero che ha seppellito il
boss pluriomicida della
Magliana Renato De Pedis
in Sant’Apollinare).
E quelli che avevano difeso i vignettisti antiMaometto s’indignano per
la lesa papità.
Va bene la satira sulle religioni, ma su quelle altrui.
E, appena viene censurato
un comico, salta su il bravo
critico televisivo a sostenere che è colpa sua: «se l’è
cercata».
L’Italia è piena di Robin
Hood alla rovescia: rubano
ai censurati per dare ai
censori.
Se Randall Tobias vuole
continuare a predicare bene e razzolare male, si trasferisca in Italia.
Da noi chi predica la castità tra una squillo e l’altra
viene iscritto d’ufficio al
Family Day.
♦
INTERNI
22 Giustizia e Libertà
7 maggio 2007
Apocalisse al Lingotto
(Continua da pagina 21)
ranno la messa in piega
alle due star della cultura
europea mentre firmano
autografi.
Durante le prove generali
i due, assistiti da un regista teatrale di fiducia e da
un visagista, hanno lungamente discusso come
sistemare le sedie per offrire al pubblico il profilo
più fotogenico.
Nella tavola rotonda “La
critica si giustifichi”, i
critici italiani dovranno
spiegare perché hanno
ignorato il libro di Marco
Materazzi, preferendogli
Philip Roth.
Susanna Tamaro, come
sempre molto riservata,
non sarà presente alla serata a lei dedicata,
“Incontro con Susanna
Tamaro”, ma manderà
alcune diapositive delle
sue caprette, del suo cagnolino, del suo asino,
della sua mucca, e forse
anche qualche riga manoscritta del nuovo romanzo
autobiografico “Orazio e no e Lapo Elkann, cedendo solo alle pressioni di
Clarabella”.
quest'ultimo per ragioni
di politica culturale: è
Federico Moccia
Avrà uno stand tutto suo, proprietario del Lingotto
arredato dalle migliaia di e ha minacciato di sfratpeluche ricevuti dalle tare tutto il baraccone per
rimetterci una catena di
ammiratrici.
Scriverà in diretta, nei mietitrebbia.
cinque giorni della mani- Altre letture pubbliche
festazione, il suo nuovo previste: monsignor Raromanzo “Dimmi che mi vasi leggerà la Genesi
vuoi tanto bene e fammi nella nuova edizione a
pucci pucci”, storia di un fumetti, mimando i vari
adolescente scemo che si personaggi e accompainnamora della compa- gnando le parole con i
gna di banco e solo alla rumori di fondo richiesti
fine dell'anno si accorge (chi ha assistito alle prodi avere sbagliato classe. ve giura che il rumore
del tuono gli viene benissimo).
Lecturae Dantis
Poco distante Guido CeIl successo travolgente
ronetti leggerà l'Apocadelle letture pubbliche di
lisse, molto velocemente
Benigni e Vittorio Serper riuscire a terminarla
monti ha fatto proseliti.
prima della fine del monIl direttore della Fiera
do, da lui prevista qualErnesto Ferrero ha riceche ora prima della chiuvuto insistenti richieste di
sura della Fiera del Lileggere Dante da parte di
bro.
Elisabetta Canalis, Dolce
Alain Elkann leggerà la
e Gabbana, Franco Califasua intera autobiografia
nello spazio dietro il bar
denominato “Un minuto
a testa”.
Letteratura etnica
Grande curiosità per
Lambaranore Uikì Melamba, scrittrice congolese
che scrive in congolese
storie congolesi.
Dopo la lunga trafila di
scrittori africani che vivono a Parigi e scrivono
in inglese, o scrittori creoli che vivono a New
York e scrivono in spagnolo, ecco la sorprendente novità di una scrittrice che odia la contaminazione culturale, detesta
i viaggi e mette le mani
addosso a chiunque le
parli di globalizzazione.
Non è mai uscita dal
Congo e verrà a Torino
solo per la giornata, tornando a dormire a Brazzaville.
Michele Serra
L'Espresso
27.04.2007
L'ambizione e la dignità
di Antonio V. Gelormini
Accontentarsi
della possibilità di una vita
più dignitosa
o ambire ad
una
Francia
riformata, con
più spirito imprenditoriale, più tutela per le donne
e più relazioni internazionali.
Queste le due prospettive,
emerse dal confronto televisivo tra Nicolas Sarkozy
e Ségolène Royal, che i
due candidati all'Eliseo
sottopongono alla decisione dei francesi, che
domenica saranno chiamati alle urne per il ballottaggio finale.
Accattivante, predestinata
già nel nome assolutamen
te francese), pontifica le
nei movimenti, la Royal
ha sfoderato piglio, grinta
e competenze tipicamente femminili, guadagnando molto terreno sull'avversario.
Sarkozy, da parte sua, ha
confermato tranquillità
sul risultato finale, denunciatol'eccessiva leggerezza della contendente
ed affermato di voler tenere sotto controllo la
spesa pubblica, anche se
questo costerà tagli al
numero dei dipendenti
pubblici. Un approccio
più decisionista, che vuole compensare il deficit
di intervento durante gli
anni già passati al governo, e un'eleganza nell'im-
magi ne, per sopperire al
tasso di inquietudine celato in un nome che sa
poco di francese.
E' emersa all'orizzonte
una Francia poco mediterranea e più mitteleuropea, più bianca e meno
meticcia, che guarda e
risente il freddo del Nord
e il fascino delle sue socialdemocrazie, piuttosto
che scaldarsi e confrontarsi col sole accecante
d e l
Sud,
c o i
temi
scottanti
d e l
vicin o
Oriente e con le sue infinite contraddizioni.
Nicolas Sarkozy in testa
nei sondaggi, mirava al
pareggio.
Ma come il Manchester a
San Siro è parso in difficoltà in un gioco e un
ruolo poco consono alla
sua natura.
Ségolène Royal si giocava tutto, ha attaccato sin
dall'inizio e alla fine ha
vinto la battaglia televisi-
(Continua a pagina 23)
7 maggio 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
23
Concluso il processo di Cogne
di Paolo Di Roberto
La sentenza del processo
di appello sul delitto di
Cogne conferma quella di
primo grado, riaffermando la colpevolezza di Annamaria Franzoni.
Secondo i giudici del tribunale di Torino è stata
lei ad uccidere il piccolo
Samuele. Ciò che però
muta rispetto al processo
di primo grado è l'entità
della pena comminata,
sedici anni invece di trenta.
A qualcuno non è sfuggito che ciò è coinciso con
il cambio della difesa,
passata dall'avv. Taormina all'avv. Savio.
Ora manca solo la pronuncia definitiva della
L'ambizione
e la dignità
(Continua da pagina 22)
va. Non è detto che sia
riuscita a vincere la guerra.
Per l'esito finale bisognerà
attendere domenica sera.
Se la Francia è davvero in
collera, lunedì mattina
avrà la sua moderna ed
elegante Giovanna d'Arco
e per la prima volta all'Eliseo spalancheranno le
finestre al profumo di
donna proveniente dalla
provincia e dalla campagna.
Una rivoluzione per mano
“Royal”.
Se vorrà, invece, affrontare il futuro con il tradizionale e conservatore aplomb tipicamente francese, l'unica concessione
che si farà, sarà darsi un
presidente-monarca di
sangue ungherese, per rinnovare un'antica grandeure e una smarrita noblesse
in un'Europa sempre più
popolare.
Antonio V.
Gelormini
([email protected])
Corte di Cassazione, che
comunque non entra nel
merito della sentenza ma
si limita agli aspetti formali del procedimento,
dopodiché verrà messa la
parola fine ad uno dei
processi più discussi degli ultimi anni.
Per capire cosa ha significato Cogne nella cronaca
italiana, è sufficiente analizzare la requisitoria fatta dal Pubblico Ministero
nei giorni immediatamente precedenti alla sentenza.
Ha ripercorso tutta la storia del procedimento, da
quel tragico 31 gennaio fino
ai giorni
nostri,
mettendo
non solo
sotto accusa
la
madre di
Samuele,
rea,
secondo la
requisitoria, di uno
di
quei
circa venti
delitti di
infanticidio che ogni anno compaiono nelle cronache giudiziarie italiane,
ma, implicitamente, anche il suo avvocato, almeno fino a quando lo è
stato, Carlo Taormina. Il
nome di quest'ultimo non
è stato citato esplicitamente, com'è naturale in
una requisitoria, ma il suo
nome ha sempre aleggiato nell'aria man mano che
venivano ripercorsi i tentativi di veicolare l'opinione pubblica che, inizialmente, condannava
inesorabilmente la sua
assistita. In fondo questo
era per lui un caso disperato, sembrava impossibile dimostrare che seppur
la madre era praticamente
sola con il proprio figlio,
il vero colpevole era in
realtà un altro, un terzo
uomo, di cui nelle perizie influenzare il giudizio in
della polizia scientifica un processo di una pernon si trovava traccia.
sona comune.
Anche dopo essere stato
Eppure grazie ad accuse ricusato dalla sua assistilanciate opportunamente ta e sostituito con l'avv.
a magistrati, di persecu- Savio, l'avv. Taormina
zione giudiziaria, a gior- ancora non ha arrestato
nalisti, di essere di parte, le sue invettive.
a vicini di casa, gelosi, e
perfino ad esponenti poli- In questi giorni è nuovatici del paesino di Cogne, mente intervenuto afferin particolare verso il sin- mando che se fosse stato
daco, colpevoli di usare il lui a condurre la difesa
caso per i propri fini poli- del processo la Franzoni,
tici (il padre di Samuele questa sarebbe stata siera nel consiglio comuna- curamente assolta.
le, fortunatamente in una
lista civica), ma soprat- Evidentemente l'avv.
tutto grazie a televisioni e Taormina dimentica di
g i o r n a l i aver condotto la difesa
amici che della signora Franzoni,
lo hanno per tutto il processo di
sostenuto primo grado, e che il ried appog- sultato della sua difesa è
giato, Ta- stata una condanna a
ormina è trent'anni.
riuscito ad
instillare il Troviamo invece interesdubbio in sante analizzare meglio
molti ita- la sua strategia difensiliani, an- va. Indubbiamente non
che se pro- siamo avocati penalisti
babilmente di professione, quindi ci
non ha ri- si obietterà che non abbaltato la biamo la competenza
loro opi- necessaria a criticare il
suo operato, allora, pronione.
prio perché neofiti, voLa sua audacia si è spinta gliamo limitarci ponenfin dove forse nessuno si doci delle semplici dosarebbe aspettato: l'an- mande su scelte da lui
nuncio di una nuova gra- operate e di cui, per tutto
vidanza della Franzoni in il processo, non siamo
diretta TV, la denuncia di riusciti a comprendere il
tracce di una persona in significato.
fuga attraverso il garage,
quasi a vo ler dimostrare Premesso che il compito
l'esistenza di un terzo uo- principale di un avvocamo, tracce poi rivelatisi to difensore è quello di
fal se e che hanno valso a portare ad una riduzione
lui ed ai periti un proces- quanto più consistente
so per falso processuale, possibile della pena per
fino alla fatidica rivela- il proprio assistito, e se
zione di essere a cono- possibile di raggiungere
scenza del nome del vero una piena assoluzione,
sarebbe
interessante
assassino.
comprendere come mai
Di quest'ultimo stiamo l'avv. Taormina ha scelancora aspettando il no- to:
me.
1) il rito abbreviato, che
Qualcuno lo ha definito il
ha comportato che, a
primo caso di uso massiccio dei mass-media per
(Continua a pagina 24)
INTERNI / ECONOMIA
24 Giustizia e Libertà
7 maggio 2007
Concluso il processo di Cogne
zione nel momento in
cui ciò gli è stato ridecidere, fosse un
chiesto, portando, di
giudice monocratico e
fatto, ad un blocco
non una giuria popodelle indagini; peccalare, sicuramente più
to che, in quel moinfluenzabile sotto
mento, tali elementi
l'aspetto emotivo;
erano tutti contro la
2) sempre per via del rito
Franzoni;
abbreviato, il giudice
si è trovato a decidere 3) per finire, la signora
utilizzando gli eleFranzoni avrebbe pomenti a sua disposituto perfino essere A
(Continua da pagina 23)
assolta, se si fosse
arrivati a dimostrare
che l'omicidio è stato
determinato da una
serie di elementi e
situazioni uniche e
irripetibili, a patto
che avesse accettato
di dichiarare la propria colpevolezza.
stioni, ci sorge allora il
dubbio che, come affermava anche il dott. Francesco Bruno, noto criminologo, durante una puntata di Porta a Porta, forse Taormina non è un poi
così buon avvocato come
pare, tanti credono.
Paolo Di Roberto
seguito di queste que-
L'agenzia internazionale assegna all'Italia il ratin AA2 per la lenta
ma costante riduzione del rapporto debito/PIL
Moody's promuove il Governo "Ha ridato slancio a competitività"
Ma avverte: "Coalizione istabile rischiachiano nuove turbolenze"
da Repubblica (04.05.2007)
MILANO
L'agenzia internazionale
Moody's, nel suo annuale
rapporto sull'Italia, promuove la politica economica del governo italiano,
assegnando il rating AA2
che -si legge- "rispecchia
sia il calo, lento ma costante, del rapporto tra
debito pubblico e Pil sia
l'importanza dell'appartenenza all'area euro".
Il rating AA2 che ha un
outlook stabile è stato assegnato da Moody's all'Italia nel maggio 2002.
La vice presidente e autrice del rapporto Sara Bertin ha ricordato come "il
rapporto fra debito pubblico e Pil è sceso dal
valore massimo del 123,8% del 1996 al 196,8% del 2006" aggiungendo come "a causa degli elevati indicatori di
indebitamento, rivestono particolare importanza le questioni legate
alla produzione potenziale e alla crescita del
prodotto".
"Un tasso di crescita superiore al 2% della produzione potenziale
rileva l'analista- consentirebbe all'Italia di generare un solido avanzo
primario e ridurre il
rapporto
debito/Pil".
range
del governo
L'Italia -si
che stilegge ancora
ma fra
nel rapporlo 0,2 e
toha
l
o
0,4%).
"varato riSeconforme fiscado
le
li che proprevibabilmente
sioni di
contribuiM o o ranno a sody's si
stenere
il
dovrebriequilibrio
be assicredibile
stere a
dei
conti
un ultepubblici
attualmente in corso". riore riequilibrio dei
"Il riequilibrio dei con- conti pubblici nel met
i dio periodo".
pubblici previsto dalla
Finanziaria
2007
è "La coalizione di goprincipalmente basato verno uscita vincitrice,
sulle entrate con la con- sebbene di stretta miseguenza di un lieve sura, delle elezioni poliaumento della pressio- tiche del 2006 è stata in
ne fiscale" spiega la vi- grado di far approvare
ce presidente di Moody's la legge finanziaria 20e autrice del rapporto 07 e ha iniziato a ridare
Sara Bertin.
slancio alla competitività sui mercati produtti"Ciononostante -pro se- vi", aggiunge la vice
gue l'analista- l'a - presidente di Moody's.
umento dell'imposizione fiscale è stato conce- Questo è avvenuto, spiepito in modo da ridur- ga l'analista, "malgrado
ne al minimo l'inciden- le ridotte aspettative,
za sulla crescita del Pil dovute all'assenza di
(calcolata
pari allo una forte maggioranza
0,3%, all'interno del di governo e alle incer-
tezze politiche dei primi mesi di quest'anno".
La vita politica in Italia si legge ancora nel rapporto di Moody's- dovrebbe restare "vivace"
nel medio termine.
Malgrado il superamento
della crisi di febbraio e il
varo del nuovo programma di governo in 12
punti, "la coalizione
continua a restare debole al suo interno" e
Moody's prevede nuovi
"scom pigli" nel medio
termine.
Il governo Prodi è stato,
tuttavia, in grado di far
passare la Finanziaria
2007 e di far progredire
il pacchetto di riforme.
L'agenda delle riforme
potrebbe essere modificata in parte a seguito
della recente crisi di
governo e ci potrebbero
essere "turbolenze anche più intense" nel
parlamento o tra la popolazione se il governo
dovesse annunciare nuove riforme delle pensioni.
♦
ECONOMIA
7 maggio 2007
Giustizia e Libertà
25
Inflazione ai minimi da otto anni
di Laura Di Pillo (www.ilsole24ore.com)
Continua la frenata mentata", cioè tariffe «Il contenimento del- A marzo, secondo le stime
elettriche e gas, ha regi- l'inflazione è fonda- Istat, l'indice è cresciuto
dell'inflazione
Secondo le stime provvisorie dell'Istat, ad aprile
l'indice nazionale dei
prezzi al consumo è cresciuto dell'1,5% rispetto
all'1,7% di marzo. Mentre
su base mensile è aumentato dello 0,2% (identica
la variazione in marzo).
Si tratta del dato più basso dal giugno 1999, quando segnò +1,4%. In ribasso tariffe aeree e medicinali, scende il prezzo dell'energia (con riflessi anche su tariffe elettriche e
del gas).
Più salati i prezzi dell'alimentare e delle tariffe dei
treni. In dettaglio, i prodotti energetici hanno registrato una crescita dello
0,5% rispetto a marzo e
una diminuzione dello
0,1% rispetto invece ad
aprile 2006. La crescita
congiunturale dei prodotti
energetici è dovuta soprattutto ai beni non regolamentati, cioè i carburanti (si veda articolo a fianco).
La componente "regola-
strato un calo dell'1,5%
congiunturale (cioè rispetto al mese precedente) e un aumento del
2,9%
tendenziale
(rispetto ad un anno fa).
In salita invece il capitolo alimentari e bevande
analcoliche: +0,4% sul
mese e +2,7% sull'anno.
La tendenza all'accelerazione viene soprattutto
dai beni non lavorati
(+3,9%) mentre più contenuta e la dinamica dei
lavorati (+1,9%). Spiccano soprattutto ortaggi,(+3,9%) e frutta
(+4,9%).
A rallentare invece i medicinali (-5,8% tendenziale) e le apparecchiature
telefoniche
(16,7%) e gli strumenti
informatici (-11,1%),
due voci che incidono
sul -10% fatto registrare
dalla voce "comunicazioni".
In frenata le tariffe del
trasporto aereo (-10,4%
tendenziale)
mentre
quelle dei treni segnano
un aumento del 6,9%.
del 3,8% rispetto allo stesso mese del 2006 (contro il
+4% tendenziale di febbraio). Su base mensile,
invece, l'incremento è stato
dello 0,4% (stessa variazione di febbraio).
L'aumento dei prezzi di
marzo, sottolineano dall'Istituto nazionale di Statistica è stato condizionato soprattutto dai settori dei
"metalli e prodotti in metallo" e dell'energia.
E proprio nel settore dell'energia, a marzo, i prezzi
sono cresciuti del 3,4% su
base annua (+3,6% era il
dato di febbraio) e dell'1,2% rispetto al mese precedente (+1% l'incremento
di febbraio).
Più in generale, rispetto a
marzo 2006, ci sono stati
aumenti dell'1,8% per i beni di consumo (+2,6% per i
beni di consumo durevoli e
+1,7% per i non durevoli),
Prezzi
un +2,3% per i beni strualla produzione
mentali e un +6,4% per i
Leggero rallentamento beni intermedi.
per i prezzi alla produzione del settore indu- www.ilsole24ore.com
striale.
mentale per incoraggiare consumi e crescita economica» ha commentato in una nota Pier
Luigi Bersani.
«Bisogna continuare a
mostrare
attenzione
sull'andamento
dei
prezzi -ha detto il ministro per lo Svilupporiducendo componenti
improprie e vigilando
con grande attenzione
su comportamenti speculativi sempre possibili nei diversi settori».
Un dato da prendere
"con le molle" per Con
fcommercio: «Da una
parte positivo per il
potere d'acquisto dei
redditi, dall'altro -si
sottolinea in una nota
l'Ufficio Studi- evidenzia una debolezza della
domanda di consumo
delle famiglie.
Consiglio dei Ministri:
Esproprio europeo
di Antonio Di Pietro (www.Laura Di Pillo (www.ilsole24ore.com)
"Oggi è stata presa una decisione importante: il Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dei Ministri, ha dato incarico al Ministro della Giustizia di far valere le ragioni dello Stato italiano e della
magistratura italiana contro il tentativo di alcuni esponenti del Parlamento europeo di passare sopra
le sentenze della nostra giustizia.
Ciò che sto dicendo è delicato, ma è quello che si sta verificando: quando le battaglie politiche sono
fatte sulla testa delle persone e calpestando le leggi, può succedere anche che due istituzioni importanti, come lo Stato italiano e il Parlamento europeo entrino in conflitto.
Vi racconto la storia.
Due anni fa ci furono le elezioni europee, alle quali si presentò anche Italia dei Valori.
Ci aggiudicammo due seggi.
Fui eletto io e dovetti scegliere per quale circoscrizione optare.
Scelsi la circoscrizione Sud, mentre il seggio della circoscrizione Nord andò a Giulietto Chiesa.
Insieme a me, venne eletto Achille Occhetto che a quel tempo era Senatore.
La legge vieta che si possa sedere sia nel Parlamento europeo che in quello italiano e impone all’interessato di optare per una delle cariche.
Occhetto scelse il Parlamento italiano.
Dopo le ultime elezioni politiche, anche io dovetti scegliere e decisi di lasciare il Parlamento europeo.
A chi deve andare il mio seggio ?
Si è rifatto avanti Occhetto, dimenticando che già aveva deciso diversamente.
Anche un’altra persona aveva i titoli per subentrare al mio posto, Beniamino Donnici.
26 Giustizia e Libertà
INTERNI / STAMPA ESTERA
7 maggio 2007
Concluso il processo di Cogne
(Continua da pagina 25)
Nasce un contenzioso e, di conseguenza, una causa.
Ora i processi hanno fatto il loro corso e cosa dicono tutti?
Bisogna rispettare le sentenze. La sentenza del Consiglio di Stato, in Italia, ha dato ragione a Donnici
e a Italia dei Valori, dando torto ad Occhetto, e la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza in
maniera definitiva.
L’ufficio elettorale italiano ha preso atto della sentenza e Donnici ha preso servizio settimana scorsa
al Parlamento europeo.
Ieri la Commissione Giuridica dello stesso Parlamento europeo presieduta, attenzione, dall’On. Gargano di Forza Italia, decide di non accettare le credenziali di Donnici dicendo che gli elettori hanno
scelto Occhetto, calpestando la sentenza definitiva dei giudici italiani e le istituzioni italiane.
Vi rendete conto dell’enorme problema che si è creato ?
Ci sono due istituzioni in conflitto tra di loro.
Un organo europeo non può annullare la sentenza di un giudice, le decisioni spettano alle istituzioni
italiane.
Se accadesse sarebbe gravissimo perché potrebbe creare un cortocircuito tra due importanti istituzioni, lo Stato italiano e il Parlamento europeo.
E’ quindi ovvio che il Presidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia hanno il dovere intervenire presso le istituzioni europee per denunciare che si stanno calpestando i diritti di uno Stato membro a causa di una battaglia politica.
Infatti, questo signore di Forza Italia ha messo ai voti la questione e sapete chi ha votato insieme a lui
? I DS, o meglio quella parte del Partito Democratico che fa riferimento ai DS.
Sapete chi ha votato contro ?
La Margherita.
Morale: ieri, le prove tecniche di attività comune del Partito Democratico hanno visto DS e Margherita accusarsi a vicenda, in particolare i parlamentari europei dei DS si sono accordati con Forza Italia per escludere Italia dei Valori in violazione di una sentenza dei giudici italiani, dei diritti e della
sovranità dello Stato italiano.
Il fatto politico è grave e delicatissimo.
Ho posto la questione al Consiglio dei Ministri perché il problema riguarda il Paese, non il mio partito. Dopo un’ampia discussione, il Presidente del Consiglio ha dato incarico al Ministro Mastella di
rivendicare i diritti e la sovranità dell’Italia.
Entro il 10 maggio deve pervenire al Parlamento europeo una nota ufficiale del Governo Italiano in
difesa delle ragioni della sovranità, della giurisdizione, del diritto italiani contro le beghe e gli accordi trasversali della politica che, in certi casi, calpestano le sentenze dei giudici non per il bene della
giustizia ma per interessi di parte."
Antonio Di Pietro
. . . dalla Stampa Estera
(al 07.05.2007)
di CaLmBiG
Nicolas Sarkozy e
Ségolène Royal fanno
il pieno voti, arretrano
gli estremisti
Nicolas Sarkozy azzecca la sua doppia
scommessa di arrivare in testa al primo turno delle
elezioni presidenziali e di contenere il Fronte nazionale. Ségolène Royal cancella per la sinistra il trauma
del 21 aprile 2002 e passa con un punteggio di tutto
rispetto al secondo turno.
Il risultato di Nicolas Sarkozy è un successo personale. Eccetto gli scrutini atipici del 1965 (elezione del
Generale de Gaulle) e del 1969(cancellazione della
sinistra), il suo punteggio si avvicina a quello di Va-
léry Giscard d'Estaing, vincitore nel 1974 col 32,6%
dei suffragi al primo turno; supera tutti i risultati di
Jacques Chirac, quelli delle sue disfatte del 1981
(18%) e del 1988 (19,9%), così come quelli delle
sue vittorie del 1995 (20,8%) e 2002 (19,9%).
È anche un risultato record per la destra repubblicana (il 52% del totale dei voti di Sarkozy e Bayrou,
anche se questo conteggio può suscitare qualche discussione) o per la destra nel suo insieme (il 65%
dei voti includendo l'estrema destra).
Per la prima volta dal 1988, il punteggio di JeanMarie Le Pen è in calo a un'elezione presidenziale.
Con circa il 25,5% dei voti al primo turno, Ségolène
Royal fa meglio del 23% dei voti di Jospin, Chevènement e Taubira insieme nel 2002, meglio del 23%
di Lionel Jospin nel 1995, ed un punteggio vicino a
quello di Francois Mitterrand, vincitore delle elezioni
presidenziali del 1981 (25,8%).
Da questo punto di vista, la corrente socialista e lei
7 maggio 2007
STAMPA ESTERA
Giustizia e Libertà
27
… dalla stampa estera (al 07.05.2007)
(Continua da pagina 26)
stessa possono sentirsi rafforzati.
Tuttavia, questa semi-vittoria va a scapito dei partner
tradizionali della sinistra e deve fare i conti con un
centro che ha attirato una percentuale alta dei suoi
elettori potenziali.
I due ex ministri dell'ex-sinistra plurale, MarieGeorge Buffet e Dominique Voyet, realizzano insieme
il 3,5%.
L'estrema sinistra realizza invece in totale meno dell'8%, laddove nel 2002 superava il 10%. Si tratta di
elezioni dove la sinistra è storicamente debole, con
meno del 37% dei voti realizza il suo peggior risultato dal 1974. Ségolène Royal, portatrice dei valori della sinistra ma anche il più a destra dei candidati socialisti, si è trovata in una posizione delicata per affermare i propositi di solidarietà e rispondere alle
attese dell'elettorato che si accentra sul sociale, domande alle quali ha saputo rispondere solo parzialmente nella campagna del primo turno.
Dal punto di vista storico, sembra chiaro che il candidato dell'UMP è in una posizione più favorevole
della candidata del PS. Ma il risultato di Bayrou, al
tempo stesso rappresentante di un centro tradizionale
e di una forza inedita, tende a confondere i riferimenti classici dell'analisi e dei paragoni dei rapporti di
forze sinistra-destra. Portatore di una protesta o di un
profondo rinnovamento della vita politica, come si
dichiara lui stesso, Bayrou detiene in parte le chiavi
del secondo turno.
Ucciso in un agguato
il sindaco di Nagasaki
Iccho Ito, sindaco uscente di Nagasaki, è stato ucciso
in un agguato compiuto da un killer, Tetsuya Shiroo
di 59 anni, della yakuza, la mafia giapponese.
Ito, 61 anni è stato raggiunto al cuore da due pallottole nei pressi della stazione centrale di Nagasaki. Il
sindaco era diretto alla sede del suo comitato elettorale: era candidato a un nuovo mandato nelle elezioni amministrative.
Itoh, sindaco della seconda città colpita dalla bomba
atomica, ha ricevuto un riconoscimento internazionale per il suo impegno sul disarmo nucleare. Era
stato eletto come sindaco nell'aprile del 1995 e da
allora è stato rieletto altre due volte, nel 1999 e nel
2003. Nel gennaio del 1990 il predecessore di Itoh,
Hitoshi Motoshima, fu assassinato da un membro di
un'organizzazione di destra di fronte al municipio di
Nagasaki, un anno dopo la morte dell'imperatore
Hiohito.
http://www.asahi.com/english/Herald-asahi/
TKY200704180347.html
Nigeria, raid dell'esercito
contro gli islamisti
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2- L'esercito nigeriano ha ucciso mercoledì almeno 25
miliziani islamisti in un'operazione a Kano, nel di823448,36-900029@51-898554,0.html
Rapporto ONU: il Sudan fornisce armi al Darfur
Secondo un rapporto confidenziale delle Nazioni Unite, il governo del Sudan sta facendo arrivare attrezzatura militare nel Darfur con aerei camuffati da convogli dell'Onu, in violazione delle decisioni del Consiglio di Sicurezza.
Il rapporto, reso noto da un diplomatico dell'Onu ancora anonimo, riguarda il periodo settembre 2006 12 marzo 2007 e segue di un giorno l'annuncio che
Khartoum permetterà l'aumento della presenza delle
Nazioni Unite all'interno della forza dell'Unione africana incaricata di riportare la pace nel Darfur. Il rapporto dice anche che, contrariamente alle smentite
ufficiali del governo sudanese, gli aerei camuffati
vengono utilizzati per sorveglianza aerea e bombardamenti di villaggi, oltre che al trasporto del carico.
Il segretario generale Ban Ki-Moon ha chiesto ai
membri del Consiglio di non prendere in considerazione l'opportunità di ulteriori sanzioni e di dare la
possibilità alla diplomazia di andare avanti. Ma lunedì il ministro degli esteri britannico Margaret Beckett
e l'ambasciatore americano Alejandro Wolff, hanno
detto che ad un certo punto devono essere adottate
misure più dure.
Marcello Spatafora, l'ambasciatore delle Nazioni Unite dell'Italia che guida il comitato di sanzioni, aveva
fatto circolare una lettera fra gli altri 14 membri
chiedendo se ci fossero obiezioni alla sua pubblicazione. E' solo con la pubblicazione del rapporto che
determinate sanzioni possono essere prese.
stretto di Panshekara, dopo che i miliziani avevano
completamente bruciato una stazione di polizia ferendo alcuni poliziotti e uccidendone 13 in un agguato. I residenti hanno riferito che i militanti volevano vendicare l'assassinio in una moschea di un
imam radicale per mano, secondo loro, del governo.
La battaglia è durata circa tre ore e secondo un agente che ha voluto mantenere l'anonimato, nella battaglia sono stati uccisi anche alcuni soldati, ma la notizia non è stata confermata.
Kano negli ultimi anni ha visto molti spargimenti di
sangue per scontri etnici e religiosi, e le tensioni sono aumentate in questa città di sei milioni di abitanti
a causa delle elezioni.
http://www.mg.co.za/articlePage.aspx?
articleid=305127&area=/breaking_news/
breaking_news__africa/
La Corte degli Stati Uniti
mette al bando l'aborto
La corte suprema statunitense ha confermato, con
cinque voti a favore e quattro contrari, una legge che
proibisce un metodo chirurgico usato in alcuni casi
di aborto tardivo, utilizzato dopo la dodicesima settimana di gravidanza, e commina delle pene per i dottori che possono arrivare a due anni di reclusione. È
la prima volta dal 1973 che la corte introduce delle
restrizioni all'aborto. La legge era anche una rivendicazione per la scelta strategica che il movimento anti-aborto ha fatto 15 anni fa, quando la prospettiva di
persuadere la Corte Suprema a riconsiderare il diritto all'aborto sembrava un sogno.
http://www.iht.com/articles/2007/04/18/africa/ http://www.nytimes.com/2007/04/19/washington/19scotus.html?_r=1&hp&oref=slogin
web-0418sudan.php
28 Giustizia e Libertà
INTERNI
7 maggio 2007
… dalla stampa estera (al 07.05.2007)
(Continua da pagina 27)
Romania, sospeso
il presidente Basescu
La Romania è caduta nell'incertezza politica dopo
che il parlamento con 302 favorevoli e 108 contrari
ha votato la sospensione del suo presidente.
Gli oppositori hanno accusato Traian Basescu di violare la costituzione fomentando l'instabilità, spiando i
parlamentari e ricattando l'ordinamento giudiziario.
Il parlamento ha ora 30 giorni per indire il referendum necessario per la destituzione.
"Traian Basescu è un progetto politico andato a
vuoto", ha dichiarato il capo dell'opposizione di sinistra Mircea Geona durante il dibattito parlamentare.
"Lui è incapace di unire il paese".
Dopo il voto dozzine di sostenitori si sono riuniti a
Bucarest. Basescu si è unito a loro dichiarando "Io
sono ancora il presidente della Romania, è arrivato il tempo che venga fatta giustizia nel paese. Io
sono il capitano di questo viaggio che sarà lungo",
ha detto riferendosi al suo passato da capitano della
marina.
Basescu è stato accusato di far sprofondare il paese
in una crisi politica a causa della sua critica al primo
ministro Calin Popescu Tariceanu, con il quale ha
avuto una lunga contesa iniziata quando Tariceanu ha
dichiarato che la Romania dovrebbe ritirare le proprie truppe dall'Iraq e Basescu non era d'accordo.
Il voto apre la strada alla destituzione del capo dello
stato, che potrebbe dimettersi nei prossimi giorni.
Basescu è accusato di non essere imparziale e di aver
rifiutato di nominare alcuni ministri proposti dal
premier Calin Tariceanu.
http://www.guardian.co.uk/international/
story/0,,2061601,00.html
CaLmBiG
USA - La Camera chiede il ritiro
dall'Iraq
La Camera dei rappresentanti ha approvato, con 218
voti a favore e 208 contrari, un progetto di legge che
lega il rifinanziamento della missione in Iraq a un
calendario per il ritiro delle truppe, nonostante Bush
abbia detto inequivocabilmente e ripetutamente che
porrà il veto. "Lo scorso autunno gli americani hanno
votato per una nuova direzione in Iraq", ha detto la
portavoce Nancy Pelosi, mentre i Repubblicani hanno accusato i Democratici che stabilendo una "data
certa" si stabilisce la sconfitta dell'America in Iraq e
la capitolazione al terrorismo. Il testo stanzia 124,2
miliardi di dollari per i conflitti in Iraq e in Afghanistan, a condizione che il ritiro dall'Iraq cominci entro
il 1 ottobre 2007 e sia completato entro il 1 aprile
2008.
http://www.nytimes.com/2007/04/26/washington/26cong.html?_r=1&hp&oref=slogin
USA - Il leader dei
Democratici in Senato
dichiara che la guerra in Iraq
è persa
In una conferenza stampa a Washington, il leader
della maggioranza democratica al congresso Harry
Reid ha affermato che la guerra in Iraq è perduta e
che aumentare il numero delle truppe statunitensi
non serve a niente perché non esiste una soluzione
militare al conflitto. Secondo Harry Reid le similitudini tra le situazioni attuali e il Vietnam lo hanno
portato a dare questa valutazione dell'intervento americano. Il presidente Lyndon Johnson aveva deciso di aumentare lo sforzo della guerra mentre gli
Stati Uniti avevano già perso 24.000 uomini.
"Johnson non voleva che la guerra fosse persa durante il suo mandato, allora decise di mandare rinforzi in Vietnam", ha dichiarato Reid sottolineando
il bilancio finale di 34.000 morti al posto di 24.000.
Reid ha aggiunto che è necessario trovare una soluzione diplomatica, politica ed economica.
http://www.nytimes.com/2007/04/20/washington/20cong.html
Senza la pace la resistenza
libererà le Alture del Golan
Il ministro dell'informazione siriano ha dichiarato
che Damasco vuole la pace, ma ricorrerà alla violenza se Israele rifiuta la proposta di pace della Lega
Araba.
"Se Israele rifiuta la proposta di pace della Lega
araba, la resistenza sarà l'unico modo per liberare le Alture del Golan", ha avvertito il ministro
Muhsen Bilal durante una conferenza stampa a Damasco. Ha poi aggiunto che "qualsiasi nazione che
vive sotto occupazione ha la prerogativa per resistere. In Libano, Palestina ed Iraq, noi dobbiamo
liberare ogni terra araba ed occupata".
Bilal ha accusato Israele di provocare l'instabilità nel
Medio Oriente e ha criticato la visita di Ibrahim Soliman in Israele. Soliman, un siriano-americano, è
riconosciuto come colui che è arrivato ad un compromesso con il Direttore Generale del ministero
degli esteri Alon Liel riguardo alla pace tra Israele e
Siria. "Noi non abbiamo niente a che fare con la
sua visita", ha detto in modo chiaro Bilal.
"Nessuno ha eletto Soliman rappresentante della
Siria. Lui non parla per conto di nessuna istituzione Siriana. Non è il nostro approccio condurre
negoziazioni segrete".
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L3388684,00.html
Gli Usa decisero di attaccare
Israele poco prima
della Guerra dei Sei Giorni
per evitare la sua espansione
Il quotdiano Haaretz, in base a documenti storici recentemente declassificati, informa che gli Stati Uniti
decisero nel 1967 di attaccare Israele per ostacolare
la sua espansione verso il sud e l'est, Cisgiordania e
(Continua a pagina 29)
7 maggio 2007
STAMPA ESTERA
Giustizia e Libertà
29
… dalla stampa estera (al 07.05.2007)
(Continua da pagina 28)
Sinai. Secondo il quotidiano, il piano era stato elaborato negli anni sessanta e il 20 maggio 1967, ossia a
meno di un mese dall'inizio della Guerra dei Sei
Giorni, fu riportato alla luce per la sua possibile applicazione. Si tratta di un aspetto sconosciuto della
guerra dei Sei Giorni della quale quest'anno si commemora il quarentesimo anniversario. In quella guerra lampo, lanciata da Israele il 5 giugno, l'Esercito
israeliano conquistò la Cisgiordania, Gaza, il Sinai e
le alture del Golan, restituendo - fino ad ora - solo il
Sinai all'Egitto, per mezzo di un accordo di pace firmato nel 1979, e Gaza ai palestinesi. Secondo il quotidiano, l'informazione sul supposto attacco statunitense appare in un studio dell'Istituto di Analisi di
Difesa, con sede a Washington, elaborato nel febbraio 1968 e di cui furono stampate solo 30 copie.
La relazione Weinstein afferma che un documento
ufficiale dello Stato Maggiore statunitense prova che
il 20 maggio 1967 venne impartito l'ordine di preparare un intervento militare in caso di una nuova guerra arabo-israeliana. L'obiettivo era garantire l'esistenza di ognuno degli Stati della regione in modo che
nessuna parte prevalesse sull'altra, seguendo il modello della diplomazia statunitense in precedenti contese nel Medio oriente.
Temendo di trascinare nella contesa l'Unione Sovietica, il 6 giugno la diplomazia statunitense decise di
non esercitare l'uso della forza e di limitarsi ad una
forte pressione sul governo israeliano affinché la sua
vittoria rimanesse dentro i "margini ragionevoli".
http://www.elpais.com/articulo/internacional/
Estados/Unidos/barajo/atacar/Israel/poco/
guerra/Dias/evitar/expansion/
elpepuint/20070423elpepuint_18/Tes
Wolfowitz ha portato
la guerra dell'Iraq
nella Banca Mondiale
Dei cinque alti funzionari nominati da Paul Wolfowitz
nei suoi due anni nella presidenza della Banca Mondiale, tre corrispondono a membri del governo che
hanno appoggiato la guerra degli Stati Uniti contro
l'Iraq.
L'ultima nomina si è avuta il mese scorso e si tratta
del nuovo vicepresidente per i rapporti esterni della
Banca, l'ex vice primo ministro della Giordania Marwan Muasher.Secondo diverse versioni, Muasher è
stato ambasciatore giordano negli Stati Uniti nel 2002, l'anno prima dell'invasione, svolgendo un ruolo
chiave nell'assicurare la cooperazione del suo paese
nell'operazione iniziata il 20 marzo 2003.
Nove mesi prima di designare Muasher, Wolfowitz
nominò l'ex cancelliere spagnolo Ana Palacio come
vicepresidente della Banca Mondiale. Quando faceva
parte del gabinetto dell'ex presidente del governo
spagnolo José María Aznar, Ana Palacio fu una delle
principali promotrici dell'invasione all'Iraq.
Nel giugno 2006 Wolfowitz nominò l'ex ministro delle finanze dell'El Salvador Juan José Daboub come
uno dei due direttori della Banca. Daboub fu il capo
della squadra dell'ex presidente salvadoregno Francisco Flores il cui governo inviò quasi 400 soldati in
Iraq. "Daboub si è affannato per imporre la politica economica più ortodossa della storia del paese,
strettamente vincolata alle politiche statunitensi",
ha dichiarato Roberto Rubio, presidente della Fondazione Nazionale per lo Sviluppo del San Salvador.
Wolfowitz, che assunse la presidenza della Banca nel
giugno del 2005, ha sostenuto che il suo ruolo come
sottosegretario (viceministro) alla Difesa degli Stati
Uniti dal 2001, quando cominciò il governo di George W. Bush, non avrebbe influenzato le sue decisioni di fronte all'istituzione multilaterale. Wolfowitz
ha cercato di far compiere funzioni nella Banca a
numerosi dirigenti del Partito Repubblicano statunitense, nessuno di questi con esperienza in questioni
di sviluppo. "Paul Wolfowitz ha usato il suo incarico per ricompensare governi e persone che hanno aiutato gli Stati Uniti nella guerra all'Iraq",
ha dichiarato Steven Clemens, direttore del Programma Strategico dell'organizzazione non governativa New America Foundation.
"È un modo completamente irresponsabile di
dirigere una delle istituzioni economiche e di sviluppo più importanti del mondo", ha precisato
Clemens.
"Non è del tutto sorprendente che Wolfowitz abbia ricompensato, dentro il governo statunitense
e dentro la Banca, i suoi alleati e complici", ha
affermato Doug Hellinger, codirettore dell'organizzazione non governativa Development GAP.
http://www.ipsnoticias.net/nota.asp?idnews=40655
'Sarkozy l'americano' dice
che l'Europa è la prima priorità
I suoi concorrenti politici accusano Nicolas Sarkozy
di voler far passare la Francia nell'orbita di Washington, ma il neo eletto presidente di destra afferma
che l'obiettivo primario della sua politica estera è di
sollevare il ruolo dell'Europa sul palcoscenico mondiale. Nel tentativo di correggere la sua immagine,
insiste sul fatto di volere un dialogo amichevole con
gli Stati Uniti, lodando l'opposizione della Francia
alla guerra in Iraq ed esortando gli americani a rispettare la "libertà" dell'Europa. Sebbene appaia
più pro-americano di Chirac, gli analisti non si aspettano profondi cambiamenti nelle relazioni transatlantiche. Si oppone a un intervento militare in
Iran, ma ha dichiarato di volersi battere per l'adozione di pesanti sanzioni per impedire all'Iran di
acquisire armi nucleari.
Viene visto vicino ad Israele, ma dice di voler dare
stessa importanza all'indipendenza della Palestina e
alla sicurezza di Israele. I suoi primi viaggi esteri
saranno a Bruxelles e Berlino, che ha la presidenza
di turno dell'Unione europea, come parte di una
spinta per porre fine alla crisi aperta dal rifiuto della
Francia di una costituzione europea nel 2005.
Sarkozy propone un presidente permanente dell'UE
e un ministro degli esteri per far sentire la voce in(Continua a pagina 30)
30
Giustizia e Libertà
INTERNI
7 maggio 2007
… dalla stampa estera (al 07.05.2007)
(Continua da pagina 29)
ternazionale dell'Europa, permettendo a gruppi di
Stati membri di intraprendere politiche comuni, per
esempio sull'immigrazione, senza necessariamente
l'accordo dell'intero blocco dei 27 paesi membri.
Si è impegnato a mantenere la spesa francese per la
difesa al 2% del PIL, definendo la prevenzione nucleare come un "imperativo assoluto".
Sarkozy è fermamente contrario all'entrata della Turchia in Europa, che vede come la "morte politica
dell'Europa".
Sostiene anche che la presenza militare francese in
Africa -10.000 soldati in cinque basi militari permanenti- dovrebbe essere mantenuta al minimo, affidando tutto appena possibile ad una forza di Unione africana.
http://www.turkishpress.com/news.asp?
id=174831
La solitudine volontaria
e subita della Sig.ra Royal
spiega il suo insuccesso
Domenica 6 maggio Ségolène Royal ha subito chiamato Nicolas Sarkozy, e non il contrario ha tenuto a
precisare, per congratularsi con lui per la vittoria.
Ma non si è potuta trattenere dal rimproverargli, abbastanza aspramente, di avere utilizzato Eric Besson
durante la campagna.
"Un traditore, non un uomo di sinistra", ha detto
Francois Hollande a TF1.
Il "caso" Besson, dal nome di colui che era incaricato alla direzione del PS prima di passare armi e bagagli all'UMP, ha fatto parte delle ore buie della campagna di Royal. Al punto che la candidata aveva preparato anche questa replica per il suo dibattito faccia
a faccia con Sarkozy.
Questo per dire che il PS ha mancato di unità.
Le relazioni complicate che ha intrattenuto la candidata col partito hanno perturbato molto spesso la sua
campagna. Presentata come un esercizio democratico
"esemplare", la competizione interna per l'investitura del partito ha lasciato strascichi.
Da un altro lato, la candidata ha lei stessa fatto di
tutto per mantenersi a distanza dal partito, persuasa
che cavalcando il rifiuto degli "elefanti" nell'opinione pubblica, avrebbe incarnato meglio il rinnovamento. Questa strategia ha avuto il suo rovescio producendo un effetto erratico: un giorno Royal si proclamava "libera", il giorno dopo organizzava una
squadra -virtuale perché non si è riunita mai- con tutte le alte cariche del PS, Lionel Jospin compreso.
In sette mesi di campagna dalla designazione della
candidata, il primo segretario ha tenuto una sola riunione comune, a Limoges il 29 marzo.
La Royal ha innovato, rotto dei tabù, impresso un
nuovo metodo con la democrazia partecipativa e
presentato un viso nuovo che resteranno come i punti forti della sua candidatura. Ma molto spesso, fidandosi delle sue intuizioni, ha avanzato delle proposte senza curare la loro presentazione.
"Ha molte buone idee ma non sa renderle credibili", riconosce un membro della sua squadra.
Questo metodo ha trovato i suoi limiti, per esempio,
col contratto di primo impiego. Il "CPC", destinato
a favorire l'impiego dei giovani senza qualifica, ha
preso laboriosamente corpo a furia di spiegazioni
confuse e talvolta contraddittorie.
La candidata, galvanizzata dal fervore di suoi sostenitori durante i meetings, ha voluto sempre mettersi
in precedenza sul campo dei "valori", con il risultato di aver dato alcune volte l'impressione di non essere sicura di se stessa, o peggio ancora di non padroneggiare i propri argomenti. "Probabilmente
non abbiamo parlato abbastanza di proposte concrete" ha dichiarato M. Hollande domenica sera su
France 2.
Infine, il faccia a faccia del 2 maggio con M. Sarkozy, considerato come cruciale, non ha avuto l'effetto sperato.
Ancora una volta è stata privilegiata la forma, provocando una serie di delicate correzioni sui bambini
svantaggiati a scuola o sul nucleare.
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2823448,36-906466,0.html
367 automobili bruciate
e 270 fermati
Secondo la polizia "il secondo turno delle elezioni
presidenziali non ha portato grandi violenze urbane nei quartieri sensibili e solo alcuni piccoli
gruppi hanno, qui e là, incendiato cassonetti e
automobili".
367 automobili bruciate e 270 fermati: è questo lunedì mattina il bilancio degli incidenti che si sono
verificati nella periferia della Francia durante la notte del secondo turno delle elezioni presidenziali. Polizia e gendarmeria hanno fermato "270 persone di
cui 136 in provincia, 46 a Parigi e 88 nel resto
dell'Ile-de-France".
In compenso, secondo una nota del DGPN, nella
notte tra domenica e lunedì "in molte città, come a
Lione, Nantes, Parigi, Tolosa o Rennes per esempio, si sono raggruppati movimenti di estrema
sinistra, anarchici o autonomi che sono degenerati in scontri con le forze dell'ordine".
Secondo il DGPN "28 persone delle forze dell'ordine sono rimaste ferite".
http://www.liberation.fr/actualite/
societe/252217.FR.php
(Continua a pagina 31)
7 maggio 2007
STAMPA ESTERA
Giustizia e Libertà
31
… dalla stampa estera (al 07.05.2007)
(Continua da pagina 30)
Bush compie la sua minaccia
e pone il veto sulla legge
che impone il ritiro dall'Iraq
a partire da ottobre
Il presidente George W. Bush ha formalmente vietato
il disegno di legge che vincola l'assegnazione di fondi per la guerra in Iraq ed Afghanistan con l'adozione
di un calendario per il ritiro delle truppe dal paese
arabo.
In una dichiarazione della Casa Bianca per spiegare
il suo veto, Bush ha affermato che stabilire un termine per il ritiro dalla nazione araba "equivarrebbe ad
un fallimento e sarebbe irresponsabile".
Tra i motivi per il blocco della legge, anche il fatto
che il testo, secondo Bush, contiene "migliaia di milioni di dollari per spese non urgenti" che non
hanno niente a che vedere col conflitto armato.
Il veto si aggiunge allo scontro di poteri tra i Democratici del Congresso, che considerano il ritiro dall'Iraq come un mandato delle ultime elezioni di novembre, e un presidente che sfida quello che lui considera un'incursione nella sua autorità come comandante
in capo. Il disegno di legge stabiliva che il ritiro delle
truppe cominciasse a partire dal primo ottobre e si
completasse nel giro di sei mesi. Il leader democratico del Senato, Harry Reid, ha dichiarato che la misura
è "molto importante" e che un veto significa
"rifiutare risorse alle truppe".
"E' necessario un cambiamento di rotta nella
guerra", ha aggiunto Reid, mentre il presidente della
Camera Nancy Pelosi ha chiesto a Bush di
"ascoltare" gli statunitensi che desiderano un cambiamento di direzione del conflitto.
"Se il presidente pensa che bloccando questa misura ci fermerà dal lavorare per dare un cambiamento di direzione alla guerra in Iraq, allora ha
capito male", ha affermato Reid, "ora lui ha l'obbligo di spiegare il suo piano per terminare responsabilmente questa guerra".
http://www.nytimes.com/2007/05/02/
washington/02policy.html?hp
Continua la colonizzazione
della Palestina
Dal 19 di marzo il Consiglio dei Rappresentanti dei
Coloni Ebrei (YESHA) ha stabilito una nuova colonia in Hebrón. Una provocazione per i palestinesi in
una città dove è già installato illegalmente un gruppo
di 500 coloni.
Il ministro della difesa Amir Peretz ed il suo aggiunto
Efraim Sneh, hanno preteso l'evacuazione di questa
colonia, ma YESHA è riuscito a ottenere dal pubblico ministero della Corte Suprema, Menahem Mazuz,
un termine di quindici giorni per "evacuare" volontariamente la colonia. I coloni hanno presentato dei
documenti in cui si attestava che avevano comprato
l'edificio per 700.000 dollari tramite un gabinetto
giordano, un fatto contestato da un palestinese che ha
dichiarato di essere il vero proprietario.
In seno al governo israeliano è esplosa la polemica.
Il razzista ed estremista ministro Avigdor Libermann
si è ribellato contro la "isterica" decisione del ministro della difesa. Da parte sua il primo ministro
Ehud Olmert ha solo informato che esaminerà la
questione entro un termine imprecisato.
Se il ministro della difesa fosse serio, come ha fatto
notare il quotidiano Haaretz, avrebbe reagito
"dopo la prima notte" prima che 80 persone si
installassero in una zona in cui il controllo permanente dell'esercito è basso.
"Siamo arrivati al colmo dell'assurdo", prosegue
Haaretz, "l'esercito che dovrebbe evacuare i coloni impiega tutta la sua forza per proteggerli (...)
Lo stesso Peretz aveva già promesso di evacuare
varie dozzine di insediamenti illegali, ma non ha
mai evacuato nessuno".
http://www.humanite.presse.fr/journal/200704-26/2007-04-26-850260
La Francia si appella ai suoi
alleati dell'Unione Europea
per frenare la
'caccia alle streghe' polacca
Il caso dell'eurodeputato liberale polacco Bronislaw
Geremek si è trasformato nella goccia che ha fatto
traboccare il vaso della pazienza dell'Unione Europea nei confronti della Polonia.
Questo paese, per ordine del Governo conservatore
dei gemelli Kaczynski, vuole obbligare politici,
giornalisti ed accademici a dichiarare per iscritto di
non aver mai collaborato col regime comunista. Geremek, che fu un dissidente durante l'epoca comunista, si rifiuta di firmare questo documento e per
questo Varsavia cerca di destituirlo da parlamentare
europeo.
Davanti a questa situazione la Francia è ricorsa al
resto degli Stati membri per "agire" di fronte alla
deriva polacca.
La Francia ha fatto un appello ai membri dell'UE e
del Parlamento Europeo affinché chiedano
"ufficialmente" alla Polonia di lasciare al suo posto di eurodeputato Geremek.
“È terrificante che si possa mettere in dubbio un
deputato democraticamente eletto" perché si oppone alla legge di verifica, ha affermato il ministro
degli esteri francese Douste-Blazy.
In un'intervista Geremek ha dichiarato che "la Polonia si muove in un universo che ricorda quello di
George Orwell".
http://www.elpais.com/articulo/
internacional/Francia/apela/socios/Union/
Europea/frenar/caza/brujas/polaca/
elpepuint/20070427elpepuint_11/Tes
CaLmBiG
32 Giustizia e Libertà
INTERNI
7 maggio 2007
COMUNICATO STAMPA- APPELLO
Ricevo e a mia volta inoltro questo accorato appello per la situazione disastrosa in cui si trova la Somalia.
E' una situazione gravissima, ma nessuno ne parla, né giornali, né televisioni, tutti intenti a navigare nel
mieloso brodo casereccio...!
Aldo Antonelli
Pesanti scontri sono in corso ormai da molti mesi a Mogadiscio, mentre la situazione si aggrava sempre di
più, la popolazione è allo stremo: centinaia di cadaveri sono ancora lungo le strade della città, dopo molti
giorni di combattimenti.
La guerra pian piano si espande e investe tutto il paese.
Centinaia di migliaia sono i disperati che fuggono e vagano lungo la savana e il deserto, verso i confini con
Etiopia, Kenia, Eritrea o verso lo Yemen, dove i campi profughi sono “solo” micidiali lazzaretti. Non il colera o la malaria, che stanno da tempo decimando i bambini e gli anziani, ma un’altra pesantissima epidemia che provoca diarrea, sta provocando la morte di migliaia e migliaia di innocenti. Si hanno notizie di un
villaggio nelle vicinanze di Jowar dove la dissenteria ha sterminato l’intera popolazione. Gli ospedali di
Mogadiscio, di Jowar e le poche strutture sanitarie del paese scoppiano di feriti dalle violeze in corso e di
persone colpite dall’epidemia; molti non possono o non hanno le forze di raggiungere gli ospedali e muoiono in casa. A tale proposito abbiamo raccolto testimonianze che confermano la presenza di molti cadaveri
non rimossi che giacciono da giorni nelle abitazioni.
GRAVISSIMA SITUAZIONE SANITARIA, UMANITARIA E CIVILE
è l’emergenza prioritaria insieme a quella di un cessate il fuoco immediato.
OCCORRONO CON LA MASSIMA URGENZA I SEGUENTI MEDICINALI
Fleboclisi - Antibiotici a largo spettro - Anti-diarroici pediatrici e per adulti.
La nostra associazione
- chiede al Presidente della UE e della Repubblica italiana, al Presidente Prodi, al Ministro degli Esteri D’Alema, alla s.s. Sentinelli, alla C.R.I. e a quella Internazionale
di ascoltare il grido della Somalia e di consentire alle OO. VV. di intervenire al più
presto in soccorso della popolazione civile somala, per non essere complici del genocidio di migliaia di bambini e di innocenti, e perchè “l’aiuto” all’Africa non si traduca in vuote parole e in volgare retorica.
- Fa appello alle forze di occupazione, al Governo Somalo, ai membri del Governo
provvisorio in esilio, alle Corti islamiche, alle forze della Resistenza, perché cessino
ogni attività di guerra per consentire l’arrivo e la distribuzione di aiuti e di medicinali.
- Condanna l’aggressione al popolo somalo e l’occupazione in atto da parte dell’esercito dell’Etiopia, l’ingerenza ed il coinvolgimento diretto del governo USA, l’indifferenza decennale dell’Occidente e dei mass-media, cause principali dell’attuale situazione.
- Denuncia i crimini contro l’umanità e gli orrori commessi impunemente sulla popolazione stremata e inerme.
- Stigmatizza e rabbrividisce sulle gravi responsabilità e sul silenzio delle N. U.
- Chiede con forza l’immediato ritiro delle truppe di occupazione Etiopiche da ogni angolo del suolo della Somalia; alla U.E. e all’Italia in particolare, ad essere possibili
mediatori e costruttori di un vero dialogo di pace tra tutte le parti; perché sia restituita al Popolo somalo la sovranità sul proprio Paese, la dignità di esistere, il diritto
di decidere sul suo futuro e di eleggere democraticaGiustizia e Libertà
mente un proprio legittimo Governo per la prosperiPeriodico Politico Indipendente
tà e la pace del suo popolo.
Pescara, 15 aprile 2007
Autorizzazione Tribunale di Roma
n° 540/2002 del 18.09.2002
il presidente
Proprietà: L. Barbato
Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma
Iscritta con L.R. 37/93 Abruzzo - al DA5/88 del Registro Regiona- E-Mail: [email protected]
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le delle OO. VV.
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Tel / Fax +39.085.4470661 -
Tusio De Iuliis – dott. Marino Andolina
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