Giustizia e Libertà
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Giustizia e Libertà
Anno 6 - n° 216 W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M 7 maggio 2007 G iustizia e L ibertà Distribuzione telematica … a Cefalonia ... di Giorgio Battistini (a pagina 2 - 3) …ascesa di Anna di Francesco Merlo (a pagina 2 - 4) La nave in ... di Eugenio Scalfari (a pagina 5 - 7) DS e Margherita da Ilvo Diamanti (a pagina 7 - 9) 100 seggi a sinistra di Wanda Marra (a pagina 10) ...dico sì a Mussi di Fabrizio Roncone (a pagina 11, 12) Si fa ma non ... di Marco Travaglio (a pagina 9, 10) Sta nascendo il PD di Daniele Luttazzi (a pagina 12) … Diliberto di Roberto Brunelli (a pagina 12 - 13) Nasce la SD da L’Unità (a pagina 13 - 15) Berlusconi ha ... da La Repoubblica (a pagina 15 - 16) … contra legem di Giovanni Valentini (a pagina 16 - 17) … ha sbroccato da GL (a pagina 17 - 18) Vaticano e Rivera di Rita Guma (a pagina 18 - 19) Garante e … (a pagina 20 Interferenze di Marco Travaglio (a pagina 21) … Cogne di Paolo Di RobertoGL (a pagina 23 - 24) … per Moody ok da Repubblica (a pagina 24) … stampa estera a cura di CaLmBiG (a pagina 15 - 19) Per la Somalia da www.passagetosputh.org (a pagina 28) Periodico Politico Indipendente Copia gratuita Napolitano sul 25 aprile «Rispettare la Liberazione» A Cefalonia il ricordo della Acqui Vincenzo Vasile (L’Unità. 26.04.2007) A mezzogiorno c'è una battuta volante di Berlusconi sul 25 aprile «festa di parte» cui si vanta di non aver «mai partecipato»; lui pensa che si dovrebbe «dire grazie» soltanto «agli Americani» (e non si capisce perché non ai britannici e agli altri Alleati). E c'è una riflessione di Napolitano, nel pomeriggio al Quirinale, sul cemento unitario e di rinnovamento di quei «valori» non solo da «ricordare» ma da «rispettare». Il ricordo torna a quando l'allora capo del governo, nel precedente settennato, rifiutava con pretesti meschini gli inviti alle cerimonie resistenziali di Ciampi. Clima e situazioni diversi, oggi: l'opposizione sotto forma delle rappresentanze istituzionali sarà, per esempio, regolarmente presente questa mattina alla cerimonia del Vittoriano. E Napolitano ha avuto ieri una prima occasione per un discorso pacato e argomentato davanti alle associazioni dei combattenti e dei partigiani, per la prima volta convocate assieme sul Colle. Non è una replica voluta alla battuta di Berlusconi, si tratta piuttosto di una coincidenza oggettiva, ma significativa. Perché la Liberazione non fu, per Napolitano, opera di un solo protagonista, ma «il frutto di innumerevoli sforzi coerenti nello spi- rito e negli scopi, anche se distinti nei modi». Quelle battaglie non furono sterili, certe volte «anticiparono», in altre occasioni «accompagnarono» e «spesso integrarono» l'intervento, «pur determinante delle forze anglo-americane». E l'elenco dei partecipanti a questo coro è lungo: «La lotta partigiana in armi, le azioni di combattimento delle forze armate in Italia e all'estero dopo l'8 settembre, la resistenza dei deportati e degli internati nei lager e quella spontanea delle città, come dei piccoli comuni, fino all'azione, spesso silenziosa e misconosciuta, di tantissimi singoli cittadini». Insomma, ogni anno ci porta a riflettere su come il paese uscì dalla barbarie del nazifascismo e della guerra e a ricordare q u a n t i «furono artefici insieme alle forze degli alleati di un doloroso ma decisivo passaggio della storia del nostro paese». Perché la lotta di liberazione «fu innanzitutto moto spontaneo delle coscien- ze e sacrificio di tantissimi italiani, insieme con vaste schiere di giovani soldati americani, inglesi, francesi, canadesi, polacchi e di altri paesi alleati». Tra i luoghi simbolo c'è dunque l'isola greca di Cefalonia dove il presidente si recherà oggi a ricordare il sacrificio di 9.500 militari della Divisione Acqui che, dopo l'8 settembre, non vollero accettare la resa pretesa dai nazisti. In continuità con quel sacrificio, è la missione delle nostre Forze Armate. Sicché Napolitano raccomanda che pur di fronte a «un pesante debito pubblico», esse «conservino standard quantitativi e qua(Continua a pagina 2) 2 INTERNI Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 Napolitano va a Cefalonia: “Qui è nata la Resistenza” “Il 25 aprile festa di tutti”. Prodi: l’Italia deve riconciliarsi di Giorgio Battistini (La Repubblica, 26.04.2006) Cefalonia La storia divide i partiti della politica, ma salda i militari alla Resistenza. Un'operazione di rilettura avviata da Campi, proseguita con decisione dall'attuale presidente. Anche per favorire il tentativo d'una storia patria condivisa. Napolitano insegna la Liberazione (che ha festeggiato ieri a Cefalonia, in Grecia) come un abbraccio di popolo fra le componenti «certamente essenziali» delle formazioni partigiane nelle montagne e nelle Napolitano «Rispettare la Liberazione» (Continua da pagina 1) litativi comparabili a quelli dei principali partner europei». È un input al governo e al Parlamento: bisogna provvedere «con tutta la gradualità e la capacità di selezione e qualificazione della spesa» imposta dal gravame del debito pubblico. In specie tenendo a mente i compiti svolti dal nostro apparato militare nelle missioni di pace, dove «ci ispira oggi il grande moto di libertà e di progresso che noi associamo alla storica giornata del 25 aprile». Vincenzo Vasile L’Unità 26.04.2007 città, i giovani che si «rifiutavano di subire la chiamata alle armi con la repubblica di Salò», gli «ebrei che cercavano di sfuggire a un destino di morte» e i «molti militari alleati fuggiti dai campi di prigionia». Una sintesi «più comprensiva» del percorso reale che spinse gli Italiani. dal «crollo dell' 8 settembre 1943 all'insurre-zione del 25 aprile 1945», di cui s’è celebrato ieri il sessantaduesimo anniversario. All'indomani del messaggio di Silvio Berlusconi che attribuiva qua si solo all'intervento americano la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, il capo dello Stato torna in cattedra per rinfrescare la memoria a chi per cinque anni ha rappresentato l'Italia (e la storia patria) nel mon do. E ricorda che «accanto alle formazioni partigiane fu altamente significativo e obiettivamente importante il contributo sia dei militari, chia-mati a repentine, durissime pro-ve» all'indomani dell'armistizio dell’ 8 settembre, sia degli «uffi-ciali e dei soldati che si unirono ai partigiani rafforzandone le capa-cità di combattimento». Il presidente giudica che questo «mul- tiforme contributo a lungo sotto-valutato, è ormai iscritto a pieno titolo nella storia del nostri ri-scatto nazionale. E di esso», dice, «fu parte singo- politica. Anche sé ci vuole ancora un po' di tempo». La storia aiuta ? Il capo dello Stato tenta di «favorire un effettivo riconoscimento unitario» per un valore che ha sempre divaricato la destra dalla sinistra. Non solo negli anni della guerra fredda, come dimostra l'esperienza, recente di Berlusconi. Da qui la scelta di volare a Cefalonia (con un corteo di aerei carichi di reduci ed ex combattenti) in Grecia, insieme al ministro della Difesa Arturo Parisi, per ricordare lare e rilevante, per la giornata col presimolto tempo quasi dente greco Papoulias. ignorata» la resistenza di centinaia di mi- Quasi un atto di riparagliaia di militari italia- zione verso «l'amica ni «interna-ti in Ger- Grecia così dolorosamania, nei campi di mente ferita dall'agcon-centramento, che gressione fascista e respinsero, in schiac- nazista». ciante maggioranza, E' tutto centrato sull'in-vito a tornare in l'impegno e sul valore Italia aderendo al re- dei militari italiani per gime repubblichino». la Resistenza, l'intervento di Napolitano. Già, «bisogna rinno- Cita Alessandro Natta vare la me-moria per- (protagonista lontano e ché quella ferma vie- dimenticato della storia ne uccisa dal tempo», del Pci) che per primo commenta Romano s'interrogò sulle ragioProdi, presente insieme ni della ribellione dei al capo dello Stato al- nostri militari. l'Altare della patria. «Il Per dire che alla fine Paese», osserva ancora prevalse l' impegno a il presidente del Consi- cercare la via del rimglio, «è sulla strada patrio nella salvaguar(Continua a pagina 3) della riconciliazione 7 maggio 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 3 L’irresistibile ascesa della compagna Anna Francesco Merlo (La Repubblica, 26.042007) E adesso accade che tutti parlano di Anna, e tutti lodano Anna sia a sinistra sia a destra. Chi la vuole segretaria del Partito democratico, chi la immagina premier ricordando che fu, soltanto per un attimo, candidata alla presidenza del Senato e poi della Repubblica. Chi dice che è come la Iotti, chi la paragona a “Qui è nata la Resistenza” “Il 25 aprile festa di tutti” (Continua da pagina 2) dia della dignità militare», insieme al «rifiuto della capitolazione e della consegna delle armi», E così anche dall' «eroismo e dal martirio» dei 9600 soldati italiani uccisi a Cefalonia dai tedeschi (a guerra ormai persa), viene una rivalutazione del ruolo dei militari nella Resistenza. Ed è un «assurdo residuo del passato», dice quel recente pronunciamento del magistrato di Monaco che ha «rispolverato l'indegna giustificazione o attenuante» per quell' eccidio: «Il presunto tradimento italiano». Quasi che avessimo dovuto restare legati alla catena d'una «incombente disfatta». Giorgio Battistini La Repubblica 26 aprile 2007 Emma Bonino. E c'è chi scrive persino che è bella e sexy come la Valentina di Crepax. Ma chi è Anna Finocchiaro e perché si parla bene di lei ? Non sarà che Anna Finocchiaro più che una persona fisica è un bisogno italiano, un'idea, una voglia matta ? Secondo noi se Anna Finocchiaro sta diventando, suo malgrado, il nuovo modello della donna italiana di successo non è tanto per i suoi meriti e le sue qualità. Ma soprattutto perché anche l'Italia, influenzata dalla Francia, dagli Stati Uniti, dalla Germania, cerca la sua donna, anzi la sua donna-donna che la liberi dalla nomenclatura e dalle facce barbose, dalle mortadelle e dai grissini, dai baffetti e dalla forfora, dai comunistianticomunisti, dagli eternamente finti giovani. Come tutti sanno, l'Italia vuole mamme e non regine amazzoni co-me la francese Sègoléne o “culi di pietra” come la tedesca Merkel. L'Italia non ama il cameratismo maschile della donna americana alla Hillary né la tenacissima durezza inglese della Thatcher. In questo senso Anna Finocchairo è sicuramente italiana perché, gratta gratta da lei viene sempre fuori la dimensione rassicurante della mamma, e n o n s o l o per via delle d u e belliss i m e figlie, 19 e 12 anni, che abbraccia nel salotto di casa, di fronte al mare di Ognina, che è il porto più antico di Catania, il porto di Ulisse; il waterfront dell'upper class che è fatta da quel ceto medio improduttivo odiato da Carlo Marx, professioni liberali dei Sud, soprattutto medici, come il marito di Anna, ma anche magistrati, come il padre di Anna e come la stessa Anna. Del resto la signora è giudice-mamma anche in Senato e persino con gli avversari che amabilmente accoppa blandendo: «Lei, presidente Schifani. che è di grandissima intelligenza...». Ecco cosa sogna l'Italia: essere governata con il rigore del giudice e la comprensione della mamma; sogna una Signora premier non troppo bella, con una "faccia da moglie", mai rigida e mai indulgente, una vera donna italiana. E difatti Anna è stata severa e materna anche nell'ultimo congresso dei Ds, dove ha pronunziato un applaudito discorso con la mano sul cuore ma non ha pianto; si è commossa ma non ha singhiozzato perché le madri meridionali sono come Gea, la Madre Terra di Anteo, il gigante che era imbattibile proprio perché tutte le volte che finiva in Terra cadeva in braccio alla Madre la quale, invece di piangere, lo accoglieva e lo alimentava consentendogli di rialzarsi più forte. E' stato bello vedere che in quel congresso dove, per dirla con disarmata malizia, si passava dalle ceneri di Gramsci alla lacrima sul viso di Bobby Solo, l'unica leader a rimanere composta, sia pure nella commozione, era appunto una signora, a conferma che in Italia (Continua a pagina 4) 4 Giustizia e Libertà INTERNI 7 maggio 2007 L’irresistibile ascesa della compagna Anna (Continua da pagina 3) la donna sente il dramma e l'uomo si abbandona al melodramma. Certo anche lei era turbata, ma senza la posa dell'attore che si vede nel destino di un popolo e dentro i libri di storia, insomma senza singhiozzare di sé e senza pacche sulla spalla, senza guanciotti o scappellotti sulla nuca, con quello stile amabile da mamma mediterranea, appunto, che l'ha resa trasversale, al punto che i leader del centrodestra sono felici di averla come antagonista perché l'amabilità, il gesto cortese, l'espressione intelligente sono più forti del conflitto e della dialettica politica, e più fertili della ferocia ideologica. Ma non è per questo che tutti le fanno i complimenti, e le baciano la mano, e la coccolano. Persino sul Giornale ne cantano le lodi ! No, anche Anna ha capito che la gragnola di complimenti è roba che uccide. Come insegnano i rei-terati a f f o n d amenti della Bonino, i baci in politica sono micidiali pu gni guantati. E la bolla mediatica di nome Anna può servire per dare l'impressione che le cose stanno cambiando, per illudere gli italiani che si può ancora rompere il gioco della gerontocrazia e della nomenklatura. bella e sexy come una povera velina, Con la bellezza infatti si può scherzare: essa ammette qualunque rifacimento e può seguire la moda in tut-te le sue volubili can-gezze. Con lo stile, no: allo stile bisogna restare fedeli molto più che al proprio marito e persino più che al proprio partito. Diciamo la verità: Anna Finocchiaro non è bella come scrivono. E, non suoni come un paradosso, anche per questo potrebbe durare. E' infatti intrigante e interessante come tutte le femmine potenti, brune arabe o andaluse o siciliane. totto non distribuivano volantini e non tiravano molotov, che non hanno insomma il luccicore dell' ex che è sempre mezzo traditore e mezzo tradito. Nessuno può dire dove finisca l'Anna sognata e dove inizi l'Anna reale; e quanto la proiezione corrisponda all'autenticità, a questa signora catanese che parla voce roca, una stretta di mano perentoria e piena di impegno in carattere con il suo grande carattere... Noi che conosciamo la vera Anna Finocchiaro azzardiamo e auguriamo che sia proprio questa in carne ed osla donna-donna deAltre volte abbiamo sa stinata assistito alla costruzio- cambia. all'Italia che ne di personaggi che si sono poi rivelati mezze Di sicuro per chiudere calzette. i conti con un secolo che non è sta-to per Adesso però sono gli nulla breve qui ce ne italiani ad avere biso- vorrebbero una, dieci, gno estremo di una rot- mille di Anna Fitura che sia rassicuran- nocchiaro. te, di una iniezione di fiducia. Francesco Merlo Gli italiani vogliono infatti un donna che non sia più una maschia alla Tina Anselmi, non più una single familistica alla Bindi, non più una finta tigre alla Santanché né un' angioletta maliziosa alla Prestigiacomo. Il modello italiano premia la donna sposata e mai fotografata da CoLa Repubblica E più che gli italiani 26.042007 rona. sono le istituzioni ad E l'eleganza italiana è avere necessità di fatta di sobrietà. d o n n e Per diventare leader la senza ecdonna italiana deve sa- cessi e pere non farsi notare, s e n z a non essere indisponen- passati di te anche quando è di cui penparte, non irritare nep- tirsi, che pure mentre difende la non prosua fazione. vano noE non deve essere bella s t a l g i e per moma deve avere stile. delli di Di nuovo fiutando il pe s o c i e t à ricolo Anna Finocchia- p a r a d i ro giustamente si infa- s i a c h e , stidisce quando gli a- che nel dulatori scrivono che è s e s s a n - INTERNI 7 maggio 2007 Giustizia e Libertà 5 La nave in partenza verso il futuro di Eugenio Scalari (La Repubblica , 22 aprile 2007) Non è un giudizio di valore ma una semplice evidenza: il congresso della Margherita è stato una registrazione di posizioni tra le varie correnti che compongono quel partito nel momento in cui decide di confluire nel nuovo Pd; quello della Quercia è stato dominato dal "pathos" d'un popolo di militanti con alle spalle una lunga storia che ha attraversato nel bene e nel male gli ultimi ottant'anni della storia del Paese e ieri ha deciso di recidere tutti gli ormeggi per farsi protagonista del futuro. nell'alto mare aperto. Quest'atto di coraggio è stato compiuto. L'oligarchia si è azzerata consapevolmente e responsabilmente; non poteva infatti -quell'atto di coraggio- esser compiuto solo da alcuni o addirittura da un solo demiurgo capace di forzare gli altri suoi compagni a seguirlo. Una classe dirigente che cessa, incalzata dai mutamenti della società, di arroccarsi e chiudersi nella propria identità, che smantella l'oligarchia cui fino ad ora si era affidata e decide di uscire dal limbo dei "post" e degli "ex" per mettersi finalmente nel mare aperto della democrazia senza aggettivi. Accade di rado che un'oligarchia si sciolga di propria volontà: quella che Pareto e Mosca avevano battezzato come la "persi stenza degli aggregati" di solito la vince su ogni altra considerazione e continua a mantenere in vita forme logore, gusci vuoti, crisalidi sterili che hanno perduto ogni capacità di generare. La novità vera del congresso della Quercia a Firenze è stata un atto di coraggio che ancora fino alla vigilia sembrava in dubbio per i costi politici e sentimentali che avrebbe comportato, i rischi inevitabili dell'uscita dal porto e della navigazione La forza propulsiva del vecchio aggregato si era esaurita e tutti i suoi componenti ne erano ormai persuasi. Ecco perché il sentimento dominante al congresso di Firenze è stato il "pathos", l'addio, l'inizio del viaggio, la "pietas" verso i Lari e i Penati, la separazione dolorosa e rispettosa da chi aveva deciso di non partire. Ed ecco perché l'ultimo atto di questa lunga marcia è avvenuto con nobiltà insolita nei consessi politici dove signoreggiano soprattutto gli interessi e le brame di potere. Piero Fassino, chiudendo il congresso, ha ricordato che il gruppo dirigente della Quercia viene da una grande scuola politica abituata ad anteporre gli interessi generali a quelli del partito. Non so quanto sia esatta questa affermazione, anzi ho molti dubbi che corrisponda all'intera storia del Partito comunista italiano e dei suoi derivati. Ma sicuramente essa coglie alcuni tratti significativi di quella storia: l'ordine di Togliatti di rientrare nella legalità dopo l'attentato da lui subito; il contributo dato alla nascita della Costituzione repubblicana; la conquista dell'autonomia da Mosca effettuata da Enrico Berlinguer, lo strappo di Occhetto alla Bolognina. merito di quanto è accaduto a Firenze. Lo scioglimento di una formazione politica che per gran parte del Novecento ha avuto un ruolo rilevante nella società italiana ed ha fortemente contribuito alla sua educazione civile non era un'impresa facile. Il vero pericolo -lo ha segnalato Mussi con in tenti polemici- era che la sinistra evaporasse, cioè si disperdesse in un pulviscolo di piccoli gruppi o di abbandono individuale d'ogni impegno civile. L'altro rischio -l'abbiamo già ricordato- era di chiudersi in difesa senza capire che blindature oligarchiche erano ormai divenute impossibili. Il merito di Fassino è d'aver portato il partito compattamente allo scioglimento finale, indicandogli la sponda sulla quale traghettare e dalla quale ripartire. E d'avere accettato le sollecitazioni allo smantellamento dell'oligarchia della quale lui stesso faceva parte. Ho molto apprezzato il finale del suo discorso e il suo ringraziamento a tre figure di spicco della sinistra, tre vecchi che hanno avuto in comune il pregio di guardare sempre verso il futuro: Giorgio Napolitano, Vittorio Foa, Alfredo Reichlin. Non configurano un Pantheon di memorie ma una presenza attiva *** attuale, una sfida riCredo sia doveroso evolta soprattutto ai riconoscere a Fassino (Continua a pagina 6) una parte notevole del Il congresso concluso ieri a Firenze con lo scioglimento del partito della Quercia entra a pieno titolo in questa galleria di memorie ed è di buon auspicio per la nuova sinistra italiana e quindi per la democrazia del nostro paese. 6 INTERNI Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 La nave in partenza verso il futuro giovani da parte di tre testimoni del tempo. Ho visto giovedì scorso Fassino nella trasmissione di "Porta a Porta" alle prese con giornalisti che scambiano l'autonomia professionale con la sgarbatezza dei modi e con la riduzione della politica ad una lotta selvaggia per la conquista del potere. Debbo dire: ho apprezzato la sua civiltà e insieme la fermezza delle sue risposte. Ma apprezzo soprattutto il fatto che, nonostante il 75 per cento che la sua mozione ha ottenuto al congresso, Fassino resti per il breve periodo transitorio al suo posto di lavoro ben sapendo che non avrà alcuna rete di protezione in futuro ma solo la coscienza di avere meritato lode dalla carovana della sua gente che ha condotto all'appuntamento con il futuro. delle poche novità positive che distinguono la Seconda Repubblica dalla Prima e che è onesto riconoscerlo dobbiamo soprattutto all'irrompere di Silvio Berlusconi nella politica. Il bipolarismo attuale è lungi dall'essere perfetto, ma resta un approdo fermo anche se bisognoso di correzioni radicali. La tentazione di buttarlo a mare in favore di un'opzione centrista è stata forte -perché negarlo? - in alcuni settori della tessere. Infine c'è il tema della laicità. Non vogliamo mitizzare il documento dei famosi Sessanta, cioè della grande maggioranza dei parlamentari cattolici che, nel momento più duro dello scontro tra l'episcopato ruiniano e gli ex Popolari della Margherita, rivendicarono l'autonomia politica del laicato cattolico e si schierarono a favore dei Dico e comunque per il riconoscimento dei diritti delle convivenze di fatto. Questa posizione rap- *** D'Alema, Veltroni, Bersani, Finocchiaro e tanti altri, molti dei quali sono poco noti o noti affatto all'infuori delle cerchie locali e settoriali: da questo mix di individualità dovrà nascere il quadro dirigente del nuovo partito insieme alle individualità provenienti dalla Margherita e a quelle espresse dalle associazioni volontarie, e dai nuovi iscritti al nascituro partito. Il congresso della Margherita, come si è già detto, non doveva sciogliere un aggregato con quasi un secolo di storia alle spalle; ma anch'esso doveva sfuggire ad alcune assai pericolose tentazioni. Per esempio a quella di abbandonare il concetto di bipolarismo, una Margherita, ma è stata evitata con il contributo di tutto il gruppo dirigente, da Rutelli a Franceschini, da Enrico Letta a Rosy Bindi, da Marini a De Mita e a Parisi. Anche nella Margherita si era formata un'oligarchia, sia pure di assai più fresca data. La tentazione di conservarla non sembra interamente scartata nonostante l'appello ai giovani e ai moderati lontani dalla politica. Probabilmente questo sarà il banco di prova più significativo dei prossimi mesi se non addirittura delle prossime settimane. presenta il punto d'equilibrio e la misura della laicità. Direi la soglia minima e quindi non disponibile che il Partito democratico dovrà far propria. Proprio per questo anche l'oligarchia della Margherita dovrà sciogliersi e confrontarsi con i nuovi aderenti del Pd. Le modalità di formazione dell'Assemblea costituente e quelle, altrettanto importanti, dell'elezione dei quadri intermedi del nuovo partito, costituiscono uno strumento fondamentale per sottrarre le decisioni di fondo e la loro esecuzione alle vecchie burocrazie delle I problemi che hanno inchiodato i partiti ormai dissolti alla cultura del Novecento (mettiamo tra questi anche l'appartenenza a questo o quel partito europeo) diventano irrilevanti per un partito che nasce nel Duemila. Non perché le convinzioni profonde, politiche e morali, debbano venir meno in favore d'un pragmatismo trasformista. Al contrario: la moralità pubblica sarà invece uno dei punti fermi del Partito democratico se vuole veramente che la politica colmi il fossato che oggi la divide dai giovani, dalle donne, dalla società. Ma cambierà l'ottica, salteranno le cristallizzazioni e le divisioni tribali. O almeno: questa è la speranza. Altrimenti perché farlo ? *** Ci sarebbe molto da scrivere sull'economia, il capitalismo, il mercato e la democrazia. Questo è un tema di fondo e anche qui gli schieramenti ideologici hanno fatto (dovrebbero aver fatto) il loro tempo. Sia da parte di chi attribuisce al mercato virtù salvifiche che non ha e non ha mai avuto, sia da parte di chi gli addossa tutti i vizi e le miserie del mondo. C'è poi -e in Italia alligna più che altroveuna terza categoria di persone che predicano l'intangibilità del mer(Continua a pagina 7) INTERNI 7 maggio 2007 Giustizia e Libertà 7 La nave in partenza verso il futuro cato e la sua assoluta sovranità ma danno sistematicamente mano alla sua manipolazione. Si vorrebbe che il nuovo partito abbia le idee chiare in proposito. Difenda il mercato come meccanismo principe per l'allocazione delle risorse. Instauri una regolamentazione coerente che impedisca le manipolazioni. Pretenda che l'autorità politica non discrimini tra gli imprenditori, non favorisca né scoraggi alcuno, ma non rinunci a tutelare i consumatori, i risparmiatori, le maggioranze polverizzate degli azionisti senza voce né potere. Siamo attualmente in una fase di ripresa economica in Europa e anche in Italia. Auguriamoci che duri e facciamo dal canto nostro tutto il possibile perché il governo contribuisca vazione politica e istialla sua durata e ai suoi tuzionale. benefici effetti sul sistema Italia. Molti pensano che fino alla fine della legislatura, se il governo avrà *** lunga, il leader del Riservo a Romano vita nuovo partito e della Prodi la conclusione di Costituente esquesta mia analisi do- sere Prodi, debba tanto più po i due congressi di che il "premier" ha scioglimento. ancora ieri che Il presidente del Consi- ribadito dopo questa legislatura glio è stato il primo e il lascerà la politica. più tenace fautore della Può darsi che questa nascita dell'Ulivo e programmazione sia poi, conseguentemen- saggia. Personalmente te, del Partito democra- non lo credo. Credo tico. L'appuntamento che i compiti di goverda lui voluto quando nare un Paese come il era ancora il solo a nostro siano assorbenti parlarne si è finalmen- e non lascino spazio ad te verificato e potrà altri compiti altrettanto modificare radicalmen- impegnativi. te le modalità della po- Credo che il Partito litica italiana, non solo democratico non possa nel centrosinistra ma esser tenuto per anni anche nello schiera- sotto una campana: si mento opposto. Biso- riformerebbero oligargna dare atto a Prodi di chie, rapporti clientelaquesto suo contributo ri, cooptazioni, cioè determinante all'inno- tutto ciò che deve esse- re definitivamente abbattuto in favore della libera circolazione delle classi dirigenti, nell'attesa della scelta del nuovo leader che caratterizzi con la sua figura il ruolo del nuovo partito. Il Pd ha avuto una lunghissima incubazione; non gli si può infliggere una gestazione ulteriore sotto la campana di vetro di Romano Prodi. A lui spetta di governare il Paese, al Partito democratico di scegliere il suo "reggente" in attesa che, alle prossime elezioni politiche, gli schieramenti si confrontino di fronte al corpo elettorale. Eugenio Scalari La Repubblica 22 aprile 2007 In cerca del partito annunciato con lo sguardo rivolto al passato Viste da lontano due formazioni complementari e coerenti Nuove generazioni per Ds e Margherita di Ilvo Diamanti (La Repubblica, 27.04.2007) Ma non molto di più. La Terra del Partito Democratico appare, infatti, ancora indefinita, oscura. Immaginata e descritta in modo diIl congresso dei Ds verso. Fa una strana sensazione assistere a due con- Proiettata nella tradigressi di partito che si zione del socialismo muovono, in sincronia, europeo oppure nell'ocon il medesimo sco- rizzonte americano. po. Sciogliersi, per riu- Allo stesso tempo, non nirsi in un nuovo parti- è chiara la rotta da seto. guire. Un viaggio senza ritor- Né chi governerà, dono, verso una terra di mani, la nuova Terra. cui si conosce il nome. E chi la abiterà. Quanti la popoleranno, come saranno chiamati a partecipare, ad esprimersi. Tuttavia, oggi i Ds e la Margherita sono definitivamente "ex partiti" in cerca di un "par tito annunciato". E non é poco. Si sono mossi da quella "terra di mezzo" in cui si erano perduti già da alcuni anni. La testa girata all'indietro. A scrutare il proprio passato, le proprie radici. A coltivare la memoria. Senza accorgersi, quasi, che, un anno dopo l'altro, un giorno dopo l'altro, le radici sono divenute più deboli, la memoria più fragile. E la partecipazione è declinata. Come i voti. Alle elezioni politiche del 2006, al Senato, dove si sono presentati da soli, la Margherita è (Continua a pagina 8) 8 Giustizia e Libertà INTERNI 7 maggio 2007 La sinistra dell'Unione potrebbe contare su cento deputati La Margherita insediata nelle aree intorno. A comporre le tessere mancanti del puzzle. Nel Nordest, nel Nordovest, nel Sud tirrenico, nelle isole. Zone in cui eredita e coltiva una parte della tradizione -e dell'organizzazionedemocristiana. Insieme, appaiono una forza politica "nazionale". Mentre, da soli, presentano un profilo sparso: la Margherita; oppure fin troppo " r egionalizzato": i DS. (Continua da pagina 7) rimasta sotto l'11%, i DS non hanno raggiunto il 18%. Ecco come si sono ridotti. Due partiti di taglia medio-piccola, che insieme superano a stento al 28%. Meno della DC del 1992, quando, a fine corsa, toccò il minimo della sua storia. Molto al di sotto del Pci degli anni Settanta e Ottanta. DS e Margherita. Sotto il profilo elettorale, la prospettiva unitaria, per loro, più che un rischio costituisce un vantaggio. D'altronde, nel 2006, al Senato, Margherita e DS, considerati insieme, hanno totalizzato tre punti percentuali in meno che alla Camera, dove si sono presentati "uniti nell'Ulivo". Nelle ultime elezioni: alla Rosa nel Pugno, alleanza fra Radicali e SDI. In tutti questi casi, la nuova aggregazione ha raccolto meno (molto meno, talora) della somma degli elettori di cui disponevano i singoli partiti. La lista dell'Ulivo: pri- Nel caso dell'Ulivo, pama, per numero di voti, dre legittimo del Partito in 85 province su 108, Democratico, no. alla Camera. Mentre al Senato, i Ds Un po' perché fra gli e la Margherita, som- elettori di centrosinistra mati insieme, hanno è particolarmente diffuprevalso in 71 provin- so l'orientamento magce: 14 in meno. gioritario. di loro non si riInsomma, l'esperienza Molti conoscono unitaria, nel centrosini- lo partito. in un singostra, anche in assenza Esprimono una scelta è di una strategia eletto- di "parte", ma non rale coerente e convin- "partigiana". ta, non ha dissipato il Un po' perché i partiti bacino elettorale delle di centrosinistra, più di forze politiche alleate. quelli di centrodestra, Come era sempre capi- hanno subito la crisi tato in passato. della prima RepubbliNegli anni '60: al PSU, ca. frutto dell'accordo fra Ne sono gli eredi. PSI e PSDI. Ma anche, per questo, Negli anni '80: all'inte- prigionieri. E stentano sa PRI-PLI. a proiettarsi nel futuro. Per cui faticano ad "attrarre" gli elettori intorno a progetti incerti, promossi da una classe dirigente afflitta da reducismo. Per cui, gli elettori non hanno f a t i c a t o a "incontrarsi", a mobilitarsi e a votare insieme, quando ne hanno avuto l'occasione. D'altronde, visti da lontano, DS e Margherita sembrano fatti uno per l'altro. Coerenti e complementari: per geografia, sociologia e orientamento politico. a) Le mappe che tratteggiano i loro punti di forza nel Paese, si incastrano come le tessere di un puzzle. I DS, saldamente ancorati al centro. Nel "cuore rosso" dell'Italia (come lo ha felicemente definito e descritto Francesco Ramella, in un saggio edito da Donzelli nel 2005). Il congresso della Margherita Marc Lazar, per questo, li definì, in modo un poco impietoso, la "Lega di Centro". Due insediamenti elettorali così distinti e, in passato, distanti -opposti- si sono dimostrati pronti a votare uniti, negli ultimi dieci anni, ogni volta che i "partiti di riferimento" ne hanno offerto loro l'opportunità. Anche perché i due elettorati, hanno storie diverse, ma oggi propongono una serie di importanti riferimenti condivisi. b) La posizione politica, ad esempio. I due terzi degli elettori Ds si dicono di "cen trosinistra". Lo stesso avviene tra quelli della Margherita. Insieme delineano il (Continua a pagina 9) 7 maggio 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 9 La sinistra dell'Unione potrebbe contare su cento deputati (Continua da pagina 8) maggiore addensamento di "sinistra moderata". c) Esprimono, inoltre, orientamenti verso le istituzioni e atteggiamenti di valore molto vicini. Fiducia nel sindacato, nello Stato, apertura verso l'Europa, tolleranza verso gli immigrati. Se, fino ad oggi, non é avvenuto è soprattutto a causa delle resistenze opposte dai gruppi dirigenti. In nome di "buone ragioni", talora: la difesa dell'identità, della storia, dei valori, degli interessi "sociali" rappre sentati. In molti occorre, per questo, contrastare le resistenze che, nonostante la scossa determinata dai congressi, appesanticono ancora i gruppi dirigenti. In particolare, la tentazione di costruire il PD "dall'alto". Di trapiantare nel Nuo- Per contro: sfiducia nella devolution e nello stesso federalismo. Sono diversi dagli elettori di centrodestra. Ma anche da quelli della "sinistra" radicale (o "conservatrice", come la definisce Michele Salvati), da cui li distingue una maggiore fiducia verso il mercato e l'impresa. Fra gli elettori dei Ds e della Margherita, peraltro, emergono significative differenze riguardo alle questioni "etiche". In tema di famiglia e di bioetica: dalla procreazione assistita alla ricerca sulle staminali; ma anche in merito all'aborto o al divorzio. Riflesso della pratica religiosa e, quindi, dell'attenzione verso la Chiesa che caratterizzano gli elettori dell'Ulivo. Tuttavia, anche su alcuni di questi argomenti, gli elettori della Margherita appaiono più lontani dagli elettori di centrodestra che dai Ds. In altri termini: gran parte degli elettori era pronta da molto tempo a "farsi coinvolgere" nel PD e, prima, nell'Ulivo. Come dimostrano le esperienze di questi ultimi anni. altri casi, in nome di vo Partito gli stessi ragioni meno nobili. leader, la stessa classe politica che, da anni, La difesa di posizioni talora decenni, é alla di potere, privilegio. guida di quelli Vecchi. Degli interessi "particolari" e "indivi- Insensibile al passagduali". gio da una Repubblica I congressi celebrati all'altra. Certo: tra essi dagli "azionisti di ri- vi sono figure di valoferimento" del PD re. Uomini generosi. hanno costituito, per Che hanno contribuito questo, una importante in modo determinante opportunità. a questo percorso. Non solo per accelerare la costruzione del Dovrebbero, con la nuovo partito, ma, pri- stessa generosità, farsi ma ancora, per riaccen- da parte. Perché ci riedere la passione degli sce difficile immaginaelettori, un po' sopita, re un "partito nuovo" da un anno a questa governato da "uomini p a r t e . vecchi". Affinché il progetto (E, ovviamente, non ne non si incagli di nuo- facciamo una questiovo, prima di arrivare ne di età). alla Terra promessa, Non vorremmo apparire, come sempre, cinici e disillusi, in un momento significativo come questo. Un poco lo siamo. Ma in questo caso abbiamo speranza. E una convinzione, confortata da questi congressi. Che la necessità del rinnovamento sia ben presente, negli expartiti del centrosinistra. Fra i militanti. Fra i dirigenti. Ma lo è altrettanto, forse di più, anche fuori. Ogni volta che la politica ha gettato un ponte verso la società, i cittadini l'hanno attraversato in massa. Con entusiasmo perfino sorprendente. E' avvenuto nel 2005, alle primarie del 16 ottobre. Avverrà, ne siamo certi, in occasione della consultazione promossa per eleggere la "costituente" del Pd. A meno che proprio il successo inatteso delle primarie non suggerisca prudenza a chi le ha, non del tutto consap e v o l m e n t e , "concesse" due anni fa. Sarebbe molto rischioso. Perché quando si costruisce una casa "più grande e più bella", come ha suggestivamente promesso Fassino, a conclusione del congresso dei DS, poi é difficile lasciare gli invitati a guardia dell'uscio . Ilvo Diamanti La Repubblica 22 aprile 2007 10 Giustizia e Libertà INTERNI 7 maggio 2007 La sinistra dell'Unione potrebbe contare su cento deputati di Wanda Marra (L’Unità, 27.04.2007) È tempo di cantieri a sinistra. «Patti di consultazione continua» li propone Giordano, da tempo Diliberto prova a lanciare la Federazione. Per adesso, quel che appare certo è che i parlamentari di Mussi e Angius convergeranno, andando a formare nuovi gruppi di Camera e Senato, che dovrebbero chiamarsi Sinistra democratica, con 24 deputati (contando anche gli indecisi Grillini e Baratella) e 12 senatori (contando Montalbano, anche lui indeciso). Non da oggi, però, si parla di un nuovo soggetto a sinistra del Pd, che tenga in sé insieme ai transfughi Ds anche Rifondazione, Pdci e Verdi. Ipotizzando un’aggregazione di questo tipo, si può provare a dare subito qualche numero. Sarebbero 97 i deputati di un gruppo così composto, che diventerebbe il terzo a Montecitorio, dopo l’Ulivo, rispetto al quale sarebbe un po’ meno della metà, e FI. 48, invece, i senatori, anche qui con un gruppo terzo, dopo l’Ulivo di cui sarebbe un po’ più della metà e FI. E un eventuale peso elettorale ? Mettendo insieme i consensi ottenuti alla Camera, il 5,8% di Rc con il 2,3% del Pdci e il 2,1% dei Verdi e ipotizzando un consenso intorno al 3% per la Sinistra democratica (i deputati sono 24, un po’ più del 10%, e dunque si potrebbe ipotizzare per loro un 10% del 31,3% dei consensi dell’Ulivo, circa il 3%), si arriverebbe a un 13%. Che poi si avvicina a quel 12-15% calcolato dai sondaggisti del Cavaliere, secondo quanto scrive Liberazione. Una forza di tutto rispetto, insomma. Bertinotti, che da Presidente della Camera sembra porsi un po’ come un padre nobile (e d’altra parte la necessità di fare «massa critica» l’aveva posta per prima lui) avverte in un’intervista a Left: «Coloro che appartengono alla sinistra del Pd non si cullino nell'idea di una rendita di posizione del tipo: siccome si fa il Pd, dunque nascerà un soggetto unitario della nuova sinistra». Perché «serve una grande operazione di formazione e innovazione della cultura politica di sinistra. È un passaggio ineludibile se si vuole aprire un cantiere e dentro esso realizzare ne». la costruzione di una In effetti i problemi sulla strada della “grande” nuova soggettività». sinistra non mancano. Dichiara Russo Spena, Più al socialismo guardaannunciando la sua pre- no Mussi e Angius, cosenza alla manifestazio- munisti sono Rc e Pdci, mentre i Verdi, che si riuniscono il 4 e il 5 maggio (ospite Mussi) a Genova, pongono come prioritario il tema dell’ambiente. Tra Rifondazione e il Pdci, poi, è ancora irrisolto il nodo del simbolo. Falce e martello, dicono, vale quasi il 2% in partenza. Caldarola, annunciando che per il momento starà fuori dal gruppo della Sinistra demone del 5 maggio, prima cratica per rivestire al uscita pubblica di Sini- meglio il ruolo di sherpa stra democratica: «Chi- nella costituente socialiederò di dare vita con sta, sintetizza: «Rc non noi ad un luogo di con- si muoverà davvero fifronto permanente in no a quando il Pdci ricui elaborare i princi- marrà in campo con la pali temi inseriti nell'a- Falce e martello e il nogenda politica da qui a me comunista». luglio». L’idea sembra convince- E vale la pena ricordare re i parlamentari dell'ex- qualche altro appuntacorrentone. mento del Cantiere: doLuciano Pettinari spiega: menica si riunisce Uniti «Dobbiamo stringere a sinistra di Folena. da subito un vero e pro- Il 12 maggio si vede il prio patto d'azione». Cantiere di Occhetto. Oggi Diliberto riunisce il Ordine del giorno ? congresso del Pdci. «Come coprire un vuoOspite, tra gli altri, anche to a sinistra». E il 16 e il 17 giugno iniSalvi. Proporrà la costituzione zia la fase costituente di un soggetto unitario, della Se. di una «cosa di sinistra, ma senza aggettivi, per- Wanda Marra ché la specificazione di L’Unità “comunista” piuttosto 27.04.2007) che di “socialista” finirebbe per esercitare una reciproca esclusio- INTERNI 7 maggio 2007 Giustizia e Libertà 11 «Il Pd avrà le facce di Craxi e Sofri, senza un posto per Berlinguer» «Con dolore ma dico sì a Mussi Parla Olga D'Antona: «Veltroni, che è un amico, mi ha capita. Nessun dialogo, invece, con Fassino e D'Alema» Fabrizio Roncone (La Repubblica, 26 aprile 2007) «Lasciamo stare, che è meglio. Prima parlavamo di valori, no? Beh, per me la questione morale è ancora un valo«Anche io. Con fatica, re». con dolore...». ROMA Onorevole Olga D'An tona, anche lei con Fabio Mussi, anche lei fuori dai Ds. Lei, onorevole, ha un toLe va di spiegarlo, questo no duro, polemico. dolore ? «Come immaginerà, ho «Sa a quanti anni presi la prima tessera del Pci? A 25. All'epoca lavoravo nelle assicurazioni, ero soprattutto una militante sindacale, ma stare nel Pci significava vivere dentro un mondo di valori che...». di avere un colloquio». na mi sembra cambiata». Che, però, le sarebbe sembrato opportuno. La spieghi, dal suo punto «Mi sarebbe sembrato di vista. logico ragionare tutti insieme, e invece alla fine è vero ciò che hanno scritto molti osservatori: è stata un'operazione decisa a freddo, da cinque, sei, sette persone al massimo». preso certe decisioni così difficili attraversando un vero e proprio travaglio personale Però poi c'è anche stato il e...». Lei non crede alle parole di Rutelli, che promette equilibrio ? «Rutelli? Il quale ci dice chiaramente che il Pd non sarà mai nella famiglia del socialismo europeo? No, non credo alle sue promesse. Nella Margherita c'è chi mette in dubbio la legge sull ' a b o r t o , sappiamo ciò che pensano delle coppie di fatto... e poi, questo Pd: che tipo di rapporto intende avere con i lavoratori?». Dava un senso di appartenenza. «Ecco, sì. Ti faceva sentire partecipe di qualcosa. E poi, vede: non vorrei apparirle retorica, ma era anche una questione di comportamenti, di facce. Le facce era no importanti». Lei sta pensando a Enrico Berlinguer... «Sì, certo, chiaro... sto pensando a lui e a quelli che se ne vanno a fondare il partito democratico, dicendo che nel loro nuovo Pantheon, per uno come Berlinguer, non c'è posto». L'ha detto il ministro Pierluigi Bersani. «Guardi, credo l'abbiano fatto capire in molti, compreso Fassino, in un suo libro. Fassino, tra l'altro, ci ha persino spiegato di avere un Pantheon in cui c'è... c'è addirittura Craxi». Craxi, sostiene Fassino, ebbe delle intuizioni che... «Fassino ci ha chiesto di fonderci con la Margherita, vale a dire con quel partito che più frequentemente fa sponda con un certo clero così tremendamente aggressiva... Devo continuare ?». Senta: lei è in ottimi rapporti con Walter Veltroni, che di questo Pd è uno degli architetti politici. Ha cercato di convincerla ? Pensi: ad Adriano Sofri, il congresso di congresso di Firenze, i mili- Firenze, invece, è piaciutanti hanno votato, la mozio- to. ne di Fassino è risultata largamente vincente. «Sì, lo so, è venuto ad assistere...». «Vuol sapere cosa penso del nostro congresso e Lei fu molto critica sulla «Vede, a Walter sono di quello della Marghe- sua presenza già quando lo vide sul palco del legata da un profondo rita?». teatro Capranica di Rosenso di amicizia. Mi fu Prego. ma, il pomeriggio in cui vicino quando le Br uc- «Ha presente i matri- Fassino presentò la sua cisero mio marito Mas- moni a distanza ?» mozione. simo e poi fu sempre lui «Se non avessi protea chiedermi di candi- Prodi sostiene che il Pd stato, guardi, ce lo sadarmi, nel 2001, alle non sarà niente di meno remmo ritrovato pure elezioni. Ma, dopo aver- dell'Ulivo... sul palco di Firenze. Il mi ascoltata, ha capito. «A me piaceva l'idea che, diciamo, sarebbe Gli altri, invece...». dell'Ulivo così come stato un po' troppo». nacque. Ero disposta a Gli altri, chi ? quelle contaminazioni, «Fassino e D'Alema. mi sembrò un'utopia Fabrizio Roncone Con loro due non ho realizzabile. Oggi la sce- La Repubblica 26 aprile 2007 mai avuto l'opportunità INTERNI 12 Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 Sta nascendo il Partito Democratico Daniele Luttazzi (http://www.danieleluttazzi.it/?q=node/292) ha inserito Craxi ! Sta nascendo il Partito Demo- Ripudiando Berlinguer ! cratico. Già tre anni fa, nel libro PD. “Per passione”,Fas Prodi-D’Alema. sino aveva condannato il L’ostetrico Fassino, liqui- “passatismo” di Berlindando una volta per tutte guer per esaltare la l’eredità comunista, lo ha “modernità” di Craxi. definito “un partito che Lessi quelle pagine ancodeve stare in sintonia ra calde di stampa ai 5000 spettatori del mio mocon la società”. Ma il comunismo nacque nologo al Palamazda di come critica del modo di Milano, Festa Provinciale produzione capitalista: dell’Unità. una critica di cui c’è oggi ancora bisogno, alla luce Ammutolirono. della nuova proletarizzazione ( precariato ) decisa Ricordai che Berlinguer, ferocemente dal blocco col suo passatismo, pose industriale-politico-media per primo il problema tico che governa il nostro dell’etica pubblica e della questione morale; mentre Paese. la modernità di Craxi a(E il mondo. ) veva portato a tangentopoli, al pizzo sui singoli Col partito democratico, appalti e all’ultimo frutto sparisce la critica. avvelenato, Berlusconi. Resta la gestione dell’esi- Cinque minuti di applaustente. si. Grazie a tutti. Avete fatto quel che pote- Al termine, nel silenzio, vate. qualcuno urlò:“Ecco perché non ti vogliono Come se non bastasse, nel in tv!”. pantheon del PD, Fassino E io: “Mi sa che hai ra- gione”. in soffitta la lotta contro le disuguaglianze che è da sempre la vera artefice del progresso, nonchè l’eredità più nobile di una storia politica liquidata con una fretta commendevole. Ma c’è una logica nella follia. Chi scrive i discorsi di Fassino ? Il suo amico Sebastiano Maffettone, filosofo socialista, già autore dei Se non altro, si è fatta discorsi di Craxi. chiarezza. In pratica, quando i DS applaudono Fassino, da Da anni i DS si erano in un anni senza saperlo stanno t r a s f o r m a t i applaudendo un discorso “partito di amministratori” (de finizione di di Craxi. Fassino). Berlusconi ha commenta- E col placet dalemiano to: “Se questo che de- prima ai bombardamenti scrive Fassino è il Parti- in Kosovo e poi alla to Democratico, quasi guerra in Afghanistan era quasi mi iscrivo an- diventata prassi una realch’io”. politik che di sinistra non Perchè no, in effetti ? aveva più nulla. La cosa divertente è che ne sarebbe capacissimo. Chi sarà il capo del PartiQuella del partito demo- to Democratico ? cratico è una inevitabile A questo punto potrà esstronzata. sere chiunque, incluso lo Inevitabile perché il strangolatore di Boston. blocco di potere industriale-politico-mediati co spinge in questa dire- Daniele Luttazzi zione ormai da anni dap- http://www.danielel uttazzi.it/?q=node/2 pertutto. Stronzata perché manda 92 INTERVISTA al Segretario del PdCI di Frida Nacinovic (Liberazione, 3.05.2007) Quanto tempo, segretario Diliberto. Che succede ? Un pezzo dei diesse non entra nel piddì, la sinistra si confronta, si incontra. Il sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica.it parla chiaro: il 60% degli elettori è favorevole alla creazione del partito unico della sinistra. Un partito del genere raccoglierebbe il 16% dei consensi, in pratica un terzo dei voti del centrosinistra. D’accordo, è solo un sondaggio. Ma dietro questi numeri c’è anche un’indicazione ? la sinistra a ritrovarsi ? Perché ci sono compagni autorevoli e tanti militanti che hanno deciso di non aderire al Partito democratico, sprigionando nuove energie. E questa è un’opportunità che va colta al volo, subito. Non solo. Al termine della mia relazione al congresso dei Comunisti italiani, il compagno Russo Spena ha detto che era stato fatto un grande passo avanti verso l’unità. E ancora: Ci spieghi: perché la a Rimini i delegati hannascita del Partito de- no riservato a Bertinotmocratico può aiutare ti una straordinaria e Partito unico della sinistra? Non metterei il carro davanti ai buoi. Unificare la sinistra è giusto, urgente, è un’esigenza. Ma non discuterei ora delle forme e dei modelli organizzativi, che arrivano dopo il dibattito politico e non prima. Detto questo, credo che le condizioni politiche per unire la sinistra ci siano tutte, soprattutto dopo la nascita del Partito democratico. calorosissima accoglienza. Il giorno successivo Salvi ha dichiarato di essere pronto ad affrontare un percorso unitario. Tutti conveniamo su una sinistra unita. Una sinistra senza aggettivi. Aggettivi del tipo “radicale” e “riformista” ? Senza aggettivi che precludono invece di includere. Aggettivi come socialista o comunista. Penso a una sinistra a erta al contributo di tutti, senza pigrizia e (Continua a pagina 13) 7 maggio 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 13 INTERVISTA al Segretario del PdCI (Continua da pagina 12) alibi intellettuali. Ovviamente senza rinunciare ad essere se stessi, alla propria storia, alla propria cultura politica, all’identità. Ma guardando avanti. Guardare avanti vuol dire anche non voltarsi indietro ? Io propongo di andare avanti. E in questo senso ogni aggettivo è un paletto. Perché dietro gli aggettivi ci sono vissuti individuali e collettivi, ma avanti ci sono le cose da fare. Per la pace, per il lavoro, la scuola, i diritti, la laicità dello Stato. La sinistra di cui si discute si ritrova in piazza e in ogni luogo utile da anni per parlare della pace, dei diritti civili, della precarietà del lavoro. Una sinistra che si è “sperimentata” in piazza e anche in Parlamento dove abbiamo sempre votato allo stesso modo. In fondo è quella che Bertinotti chiama massa critica, ed io sono d’accordo con lui. Oggi ci sono le condizioni oggettive per incontrarci, e anche soggettive. C’è la volontà dei gruppi dirigenti. Anche questa intervista ne è una testimonianza. la sinistra, ad esempio Asor Rosa. Perché ora si può fare e ieri invece no? Non è che gli ostacoli di ieri sono anche gli ostacoli di oggi ? I tempi non erano maturi. Credo che l’accelerazione avvenga quando ci sono le due condizioni: quelle oggettive e quelle soggettive. Evidentemente prima non c’erano. Io sono determinatissimo ad andare avanti. Che rapporto avrà la sinistra del futuro con il Partito democratico? Di alleanza, nella diversità. Vogliamo governare e non essere opposi- zione, vogliamo strappare risultati per quei ceti che abbiamo l’ambizione di rappresentare. E si può essere maggioranza con il Partito democratico. Nasce il Partito democratico, muoiono i Democratici di sinistra. Il Pd non è un salto, è la recisione di una storia. Ed è anche la fine di un grande equivoco per milioni di donne e di uomini per i quali il Pci In questi anni qualcuno si era trasformato in ci ha provato ad unire Pds e poi in Ds, ma era sempre quel partito. Ora che i Ds fanno un partito insieme agli ex democratici cristiani, l’equivoco finisce. Lo dico con tristezza, perché paradossalmente non c’è più un pezzo grande, il più grande, della sinistra italiana. Da paese dove vi era il più grande partito comunista dell’occidente, l’Italia si è trasformata nell’unico paese europeo senza un grande partito della sinistra. E allora c’è uno spazio politico oggettivo per la sinistra. Quando si fa la somma dei partiti esistenti si sbaglia. Perché lo spazio è molto più grande, è venuto meno un equivoco. che ne condividono il programma. Boselli è distante fondamentalmente su due punti: la pace e il lavoro. L’unione - non felicissima con i Radicali ne è una testimonianza. Alle scorse politiche Pdci e Verdi si sono presentati uniti al Senato. Ed è stata una felice esperienza, abbiamo fatto eleggere undici senatori e abbiamo deciso di fare gruppo assieme. Sono convinto che i Verdi siano un pezzo importante della sinistra del futuro. Non sarà un problema troppo complesso, quasi irricevibile, unire storie e culture così diverse come quelle che hanno segnato le forze della sinistra negli ultimi venti anni ? Devo dire con molta semplicità che i vissuti diversi sono diversi solo parzialmente. Io Giordano e Mussi, ma anche Angius e Salvi, fino a qualche anno fa stavamo tutti quanti nello stesso partito. Senza alcuna nostalgia per il passato, si può dire che è una sorta di ricongiungimento familiare. Enrico Boselli vuole rifare il partito socialista. Dove si collocherà in futuro ? Io guardo con simpatia a questo processo, diverso da quello che proponiamo. Se l’ambizione è quella di unire i socialisti, si precludono le porte a noi Comunisti italiani e a Rifondazione comunista. Invece in Frida Nacinovich un grande contenitore (Liberazione,l 3 di tipo federativo c’è spazio per tutti quelli maggio 2007) Nasce Sinistra Democratica «Si è accesa una speranza» Siamo alleatidel PD, non nemici da l’Unità, 06.05.2007 Tutti in piedi al Pala Congressi di Roma battendo le mani e cantando Bella Ciao e poi l'Internazionale. Si apre così la manifestazione per il battesimo di Sinistra Democratica, il movimento nato dopo la fuoriuscita dai Ds della sinistra di Fabio Mussi e dell'area di Gavino Angius. La sala del Palazzo dei Congressi è gremita e così gli spalti in una co- reografia spartana dove domina solo il cartello «Nasce il movimento per la Sinistra Democratica per il socialismo europeo». Nessuna bandiera della Quercia né dell'Ulivo ma il nuovo vessillo del Movimento alla cui nascita assistono i segretari Pdci e Prc Oliviero Diliberto e Franco Giordano, il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli e Rita Bernardini (Continua a pagina 14) 14 INTERNI Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 Nasce Sinistra Democratica «Si è accesa una speranza» (Continua da pagina 13) dei Radicali. Non manca neanche Enrico Boselli dello Sdi, che però in questi giorni non ha fatto mancare i distinguo. Accolto da un boato Armando Cossutta. Presente la Fiom e diversi delegati sindacali, mentre a fare da anello di congiunzione tra il "vecchio" e "nuovo" ci pensano Aldo Tortorella e Achille Occhetto. Sinistra Democratica guarderà al Partito Democratico «come ad un alleato, non come un nemico», ci tiene a chiarire subito, intervenendo dal palco, Fabio Mussi, perché il centrosinistra «è il nostro spazio di azione politica e non sposeremo mai la politica delle mani libere nelle alleanze». Poi spiega: «SD sarà un movimento, non un partito. Sarà un movimento a disposizione dell'unità della sinistra: una sinistra nuova, plurale, laica, autonoma, critica, larga e di governo». Non rinuncia all’esortazione: «Abbiate tutti cura del neonato, fatelo crescere sul territorio, nelle città, dovunque». Torna per un momento al passato recentissimo: «I Ds non ci sono più», al congresso «fuori dal coro abbiamo parlato io e Angius per esprimere contrarietà e criti- ca al Pd. Non erano opinioni personali, rappresentavamo un quarto degli iscritti». C'è stata «pena per questo distacco e rispetto verso chi ha fatto scelte diverse dalle nostre. Ma questi scandiscesono momenti in cui non si bada alle convenienze, in cui prevale l'etica delle convinzioni: fai quel che devi, avvenga quel che può... E qualcosa è avvenuto dice tra gli applausi delle migliaia di militantiguardate questa sala. Qui si è accesa una speranza». E ricorda il compito che si è prefissato: «Ora siamo tutti reciprocamente responsabili per il progetto di riunire e salvare la sinistra italiana». Mussi, che conclude il suo intervento con una standing ovation, fa anche qualche cenno a quale dovrà essere l’organizzazione di Sd: «Il nostro movimento avrà iscritti, organizzazione e strumenti di informazione stampa e telematici. Presto, prestissimo avremo due forti gruppi parlamentari alla Camera e al Senato. Il movimento sarà rappresentato nel Parlamento europeo da un nucleo di autorevoli personalità che rimarranno ancorate al gruppo del socialismo europeo, la nostra famiglia». Scopo del movimento, precisa tuttavia, è quello di «dialogare con tutti». Per questo propone di partire da «un gruppo promotore nazionale formato dai delegati delle due mozioni congressuali Ds che partecipano alla fondazione del movimento e da personalità del mondo della cultura, del lavoro, dell'associazionismo e del volontariato». Dopo Mussi tocca all’altro “padre” di Sinistra democratica, Gavino Angius, intervenire: «Oggi qui c'è la prova di un protagonismo di quanti vogliono riappropriarsi della costruzione del proprio futuro e non vogliono delegare agli altri. Un movimento della società civile vera e non di quella virtuale. La vostra presenza restituisce passione alla politica e delinea quella aridità che per molti mesi ha pervaso anche la politica nostra. Non si aderisce ad un partito per inerzia ma per intima convinzione». Il vicepresidente del Senato ricorda che con la sinistra di Mussi «abbiamo condotto una battaglia congressuale da posizioni diverse ma oggi siamo qui insieme e sono convinto che stiamo facendo la scelta giusta. È una giornata importante e spero che lo sarà per la sinistra italiana, per l'Unione e soprattutto per la democrazia italiana». E ribadisce: «Noi non rifaremo gli errori del Pd, ci vogliamo mettere tutti in discussione, certo le storie e le identità sono diverse ma siamo tutti in movimento». Commentando i discorsi dal palco, Giordano chiede di andare avanti in fretta: «Ci sono tutte le condizioni per determinare una dimensione unitaria della sinistra. Rifondazione c'è, adesso bisogna accelerare il processo di unità della sinistra, per non deludere le aspettative e le speranze di tutta questa gente». Anche Diliberto ribadisce: «Noi siamo pronti per presentarci insieme anche alle amministrative del 2008. Il percorso deve essere rapido e parlare delle Europee del 2009 è un tempo, secondo me, troppo lungo». A frenare rimane Boselli: «Con Mussi e Angius abbiamo un punto in (Continua a pagina 15) 7 maggio 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 15 Nasce Sinistra Democratica «Si è accesa una speranza» (Continua da pagina 14) comune perché ci riconosciamo tutti nel socialismo europeo. Rifondazione e il Pdci, invece, guardano ad un altro Cantiere, quello della Sinistra europea. Penso che oggi è più importante unire quelli che si riconoscono nella famiglia socialista». Intanto, Pecoraro Scanio chiudendo a Genova la Conferenza nazionale dei Verdi dice la sua: «Più che rossoverde, il colore dell'alleanza progressista può essere quello dell'arcobaleno». E ribadisce il via al progetto della costituente verde, che entro il 2008 punta a dar vita a un nuovo soggetto costituito per metà dai delegati del partito e per metà dai rappresentanti della società civile, e allo stesso tempo anche l'interesse per una nuova alleanza con tutto ciò che si muove a sinistra del Pd. natore della segreteria Ds - è che nasce un altro movimento della sinistra e si formano altri gruppi parlamentari». Mentre Soro, coordinatore della segreteria Dl, teme«l'inizio di una nuova frammentazione Commenti freddi e molto della sinistra». critici da Ds e Dl. «L'unica cosa certa - l’Unità dice Migliavacca, coordi- 06.05.2007 Il leader di Forza Italia fa dietro-front: "Stavo scherzando. Tutta colpa di un giornalista" Questa mattina a Palermo aveva detto: "Se non confermano Cammarata vanno ricoverati tutti" Berlusconi ammette di avere esagerato "Infermi mentali ? Sono pentito" da La Repubblica (5 maggio 2007) PALERMO Berlusconi attacca sulle telecomunicazioni e sul ddl Gentiloni, accusa la sinistra di volerlo rovinare e spara sugli elettori palermitani "che sono tutti infermi di mente" se non voteranno il sindaco uscente di centrodestra. rei dire una battuta ma non la dico. Va beh la dico: dovrebbero essere ricoverati per infermità mentali tutti". Per il leader di Forza Italia le amministrative rappresentano un test importante, "il primo voto che consentirà di far conoscere qual è il giudizio degli italiani sul goverPoi, il Cavaliere si dice no Prodi". pentito. Ma solo della battuta sull'infermità mentale. Ammette di avere esagerato, torna sui suoi passi e confessa di avere superato un confine che non doveva valicare. Per colpa di un giornalista. "Questa mattina ho usato un termine esagerato, ma stavo scherzando. Avevo un giornalista che mi tampinava e io sorridendo ebbi una battuta che poi mi pentii di aver pronunciato". La battuta gli è sfuggita questa mattina parlando da Palermo, dove si trova per sostenere la candidatura del sindaco Diego Cammarata: "se dei cittadini -ha detto Berlusconi- non dovessero confermare un sindaco e un buon governo che hanno operato così bene... vor- Ma, si diceva, questa mattina il leader di Forza Italia non aveva parlato solo di elezioni ed era tornato ad attaccare anche il ddl Gentiloni sulle Telecomunicazioni. "La legge 'ammazza-Mediaset', che farebbe sparire completamente dalla nostra scena tutti gli investimenti stranieri e tutti i fondi di investim e n t o internazionale". Questo dopo gli affondi di ieri, in cui Berlusconi ha parlato di "killeraggio", di "quasi golpe". Con questa legge, aveva detto, il governo potrebbe "rovinare le aziende che sono nella proprieta' privata del proprio oppositore"; ma aveva anche sostenuto che non passerà. Berlusconi è "convinto che non avra' l'approvazione del Parlamento". "Sono un nemico pericoloso" Berlusconi ha poi continuato dicendo che il governo lo considera "un pericoloso nemico" che va quindi "eliminato". "Non lo penso solo io, lo pensano tutti ed è la chiara intenzione di questo governo", ha detto nel suo giorno di campagna elettorale a Palermo per il sindaco Diego Cammarata. Parlando di blind trust ha aggiunto: "Non si può chiedere di affidare il proprio patrimonio ad uno sconosciuto soprattutto quando questo patrimonio è il frutto di una vita di lavoro e, soprattutto, se una persona ha cinque figli come me". E ancora: "non si può chiedere ad una persona un sacrificio folle di questo tipo quindi l'in(Continua a pagina 16) INTERNI 16 Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 "Infermi mentali ? Sono pentito" (Continua da pagina 15) tenzione di togliermi dalla possibilità di essere ancora al governo di questo paese è chiara". "Donna leader ? Perché no ?" guata, saremmo i primi ad esserne felici". "Ho grande apprezzamento per le donne in politica -ha aggiunto-. Credo che sia una costante nel nostro agire e nelle mie dichiarazioni. Quindi, sarebbe molto bello se si appalesasse una figura femminile a cui poter affidare responsabilità di guida e responsabilità di governo". Ai giornalisti che chiedevano la sua opinione su una donna leader per la Casa delle Libertà, Berlusconi ha risposto: "Abbiamo molte validissime presenze nel nostro ambito, stiamo a vedere se sapranno cre- Il governo scere in maniera ade- "sgoverna". Berlusconi non ha risparmiato nuove critiche al governo. "La sinistra ha messo le mani sulle istituzioni più importanti del paese e continua a governare, o a 'sgovernare', ed è capace solo di aumentare le tasse e di bloccare ciò che di buono abbiamo fatto noi e di bloccare gli avversari con sistemi che non sono propriamente democratici", ha detto ancora. "Su Telecom invasivo". Sull'economia, poi, per Berlusconi "la cordata per Telecom ha ampiamente dimostrato la invasività di questo governo". Il leader di Forza Italia, infine, ha fatto anche un accenno al Family Day: alla manifestazione del 12 maggio, "non parteciperò ma sarò presente con il cuore". La Repubblica 5 maggio 2007 Il cavaliere extra legem di Giovanni Valentini (La Repubblica, 5 maggio 2007) Se Silvio Berlusconi fosse in malafede, e si sentisse incolpa sul conflitto d’interessi, verosimilmente non reagirebbe cosi; non parlerebbe di "killeraggio politico"; non accuserebbe la maggioranza di voler eliminare il capo dell' opposizione. C'è da pensare invece che lui crede davvero a ciò che dice. E questo è il peggio, perché il suo violento attacco è in realtà un'autoaccusa, l'atto estremo e disperato di un uomo d'affari che è entrato in politiça proprio per difendere a tutti i costi i suoi interessi. Più che insofferenza o improntitudine, la sua è una insensibilità congenita. Una manifestazione d'indifferenza che appartiene al suo Dna, sta nel suo codice genetico, nella sua: natura rampante e predatoria di imprenditore d'assalto, nella sua storia di social climber che scala appunto le vette della finanza, del potere economico e politico. ricchi del mondo, il padrone di Mediaset che controlla tre reti televisive, il proprietario del grande Milan che ha già vinto la Coppa dei Campioni e sta per disputare (speriamo con successo) la finale di Champions League, non può umanamente comprendere che tutto questo è incompatibile con l'esercizio di una funzione pubblica, istituzionale o di governo. Invece di sentirsi al servizio del popolo, Berlusconi ritiene piuttosto che debba essere il popolo al suo servizio. E come l'ha soggiogato sul piano mediatico attraverso l'imbonimento televisivo, crede di poterlo dominare più che governare anche sul piano politico. Lui è convinto di essere in credito, non in debito, con tutti, noi: sudditi, tifosi e teledipendenti. L’uomo più ricco d'Italia Il fatto è che è anche uno dei più che il Cavaliere. non sarebbe mai diventato né capo, dell'opposizione né tanto meno capo del governo se questo Paese avesse avuto una legge minima e decente sul conflitto di interessi. L'anomalia non sarebbe esistita. Il conflitto non sarebbe neppure sorto. Berlusconi non avrebbe mai potuto mettere piede in Parlamento, per la semplice ragione che il suo "status" di concessionario pubblico, titolare di un contratto con lo Stato e in quanto tale inquilino dell'etere, avrebbe prodotto fin dall’origine la sua ineleggibilità. Forse è passato ormai troppo tempo per far valere oggi questa elementare verità. E bisogna dire che le esitazioni, le incertezze, le titubanze più o m e n o opportunistiche del centrosinistra da più di dieci anni a questa parte, hanno compromesso la soluzione del problema soprattutto nella percezione dell'opinione pubblica. Il virus del conflitto di interessi s'è diffuso ormai come un'epidemia, distruggendo gli anticorpi che avrebbero dovuto respingerlo e debellarlo: tanto che anche chi finora ha cerca to di predicare bene avverte sempre più la tentazione di razzolare male. Eppure, nonostante le difficoltà oggettive di varare una legge efficace con una maggioranza così risicata e precaria, questo rimane un atto dovuto, un obbligo d'onore, un tentativo da fare in ogni caso. Ne va della credibilità e dell' autorevolezza di tutto il centrosinistra che ha assunto in materia di un impegno programmatico davanti agli elettori. Poi, se i rapporti di forza i veti incrociati o il filibustering parlamentare impediranno –come pure è probabile- l’approvazione di una nuova disciplina, le responsabilità risulteranno più chiare e (Continua a pagina 17) INTERNI 7 maggio 2007 Giustizia e Libertà 17 Il cavaliere extra legem zioni più intime di Berlusconi, il suo conflitto di interessi sussiste ed è macroscopico: una condizione simile sarebbe semplicemente i nconcepibile in qualsiasi Paese civile, al di qua o al di là dell'Atlantico. E del resto ha già prodotto molti danni all'immagine e all'affidabilità dell'Italia in campo internazionale. Nessuno s'illuda, però, di risolvere una tale anomaQuali che siano le convin- lia con mezze misure; (Continua da pagina 16) definite. Per la maggioranza in carica è una questione di coerenza e di trasparenza. Ma, almeno a livello di coscienza, lo è anche per quella parte dell’opposizione che vuole mantenere le distanze dalla deriva populista e ribelle del berlusconismo, per salvaguardare la possibilità del ricambio e dell’alternanza. espedienti o ar_ tifici in nome di un malinteso "compromesso televisivo", magari in cambio di un'intesa sulla riforma elettorale per evitare il referendum. Certe battaglie di principio, soprattutto, quando sona in gioco valori fondamentali come il pluralismo e la libertà d'informazione,vanno combattute fino in fondo ed eventualmente si possono anche perdere. Ma meglio perdere con onore che vincere o fingere di vincere con igno minia, scendendo a patti con il diavolo. La legge sul conflitto di interessi, e naturalmente non solo quello di Berlusconi, è una cartina di tornasole per verificare là maturitàdemocratica del nostro Paese, il suo decoro e la sua rispettabilità. Giovanni Valentini La Repubblica 5 maggio 2007 Il Cavaliere ha “sbroccato” un’altra volta di GL Certo, un passo in avanti lo si è fatto: a Napoli (5 aprile 2006), durante uno degli ultimi comizi in vista delle elezioni politiche definì quelli che non avrebbero votato per lui “coglioni” (1); ieri (5 maggio 2007), a Palermo, in vista delle elezioni per il sindaco di Palermo ha definito “infermi mentali” quelli che si rifiutavano di votare il suo canidato, tal Daniele Cammarata. E non si è minimamente accorto, scommettiamo, che con questa sua affermazione si è trovato quasi ad assimilare i votanti della sinistra ai suoi “amatissimi” magistrati, alle “toghe rosse, che in’una celebre intervista rilasciata ad un settimanale inglese (The Spectator, settembre 2003)aveva dichiarato che erano “disturbati mentali”. Non è che in questi ultimi mesi il Silvio Berlusconi sia sempre stato “compus sui”, anzi, potremmo onestamente affermare: “tutt’altro”. Ma, dobbiamo confessare, ci illudevamo che l’epoca delle “grandi castronerie” fosse termina- ta. Ci eravamo illusi. Ci eravamo sbagliati. Un errore dovuto alla nostra innata speranza che tutto, nel mondo, possa evolversi, possa migliorare, dopo che si sono notati gli errori del passato. Oggi ci rendiamo conto che è stato come supporre che Totò Reina possa dimenticare di comportarsi da “mafioso san- guinario”; come supporre che Licio Gelli possa non agire come “Gran Maestro della P2”; come pensare che Bush, convertitosi, disconosca la “teoria della Guerra Preventiva”; come se un Adolf Hitler redivivo, scotomizzato il suo passato, diventi un difensore dell’ebraismo (ebraismo, non sionismo, sia chiaro; come si affidasse al Marc Dutroux la gestione degli Asili di Roma; o incari- care Henri Désiré Landru (più noto come Henri Landau) come badante di anziane e rcche signore. Pensare che Bellachioma obliasse se stesso, dimentico di quegli immensi capitali giuntigli da “mecenati sconosciuti” che gli hanno permesso di diventare (anche con aiuti … politici, antichi e recenti) quello che ora è, potesse trasformarsi in quello che normalmente viene definito “una persona perbene”. Purtroppo avevamo dimenticato quel adagio napoletano che molto crudamente recita chi nasce tondo non può morire quadrato. E per fortuna che l’ “uomo di arcore” ogni tanto viene a ricordarcelo, altrimenti, con questo buonismo imperante potremmo perfino giungere a considerare non satirica la frase detta da Anna Finocchiaro «Lei, pre- sidente Schifani, che è di grandissima intelligenza...». (Continua a pagina 18) INTERNI 18 Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 Il cavaliere extra legem (Continua da pagina 17) *** “giustizialisti” ad oltranza, come “eterni incontentabili”, ma solo come democratici che credono nella Giustizia e vorrebbero che in Italia, nell’ “Italia dei Misteri”, degli “Insabbiamenti”, dei “Segreti di Stato”, dell’ammorbante atmosfera orwelliana della Fattoria degli Animali si potesse giungere a fare chiarezza una buona volta su quella masnada di “capitani Coraggiosi” che da troppo tempo incombe come novella Congrega di Dracula sull’economia del nostro paese. ne sono pur tanti, non abbia mai pensato di far pulizia all’interno del proprio gruppo. Finchè si tratta di un Coppola, di un Ricucci, dei famosi “furbetti del Quartierino”, sembra che va bene, ma quando si tratta di affondare il bisturi in modo più preciso e profondo, pare quasi che si attui il principio del “cane non mangia cane”. Anche se si tratta di cani di sana e robusta costituzione fisica da una parte e di cani rognosi, affetti dalla rabbia dall’altra. Oggi come oggi -dopo aver tante volte ricordato a Romano Prodi- le promesse fatte agli elettori, in merito al delicatissimo problema del Conflitto d’Interessi, della Legge Elettorale, della Legge sulle Telecomunicazioni (per non parlare di tutta quella massa di oscenità che passa sotto il nome di Leggi Vergogna- non possiamo che prendere atto che si sta cominciando ad imboccare la vera strada della discontinuità. Quello che ci meraviglia E questa nostra posizione Non vorremmo minima- e che la stessa massa de- ci si rafforza ogni qual mente apparire né come gli industriali puliti, e ce volta vediamo qualcuno che -molto immodestamente– si sostiene, da parte di taluni, che se viene approvata una legge che, a suo dire viene fatta versus le proprie aziende, si farebbe sparire completamente dalla nostra scena (l’Italia) tutti gli investimenti stranieri e tutti i fondi di investimento internazionale". ♦ 1) In seguito, uscendo da da Confcommercio, il Premier ha corretto il tiro: «Un'ironia». Anzi, «un modo affettuoso» ha detto, e ritornando sul termine coglioni utilizzato nel suo intervento: «E poi l'ho detto col sorriso sulle labbra» (Corsera 6.aprile 2003) Vaticano e Rivera : terrorismo o paura della verità ? di Rita Guma "E' terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell'amore. E' vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile". Ma dove sarebbe il terrorismo delle frasi di Andrea Rivera ? Leggiamole: "Il papa dice di non credere all'evoluzionismo, e ha ragione. La chiesa in duemila anni non si è evoluta affatto". Si tratta di un'opinione - criticabile quanto si vuole- ma non di terro- rismo. Terrorismo sarebbe dire che la Chiesa e' pericolosa, è portatrice di violenza e va sradicata, come viene fatto spesso e volentieri nei confronti dell'Islam senza alcuna reazione politica e mediatica. Qui si fa ironia, come su un amico un po’ tocco che però tocco non lo è affatto, ed infatti ha il massimo spazio su giornali e TG, quindi non è neppure discriminazione verso i più deboli. Se fosse l'una o l'altra cosa lo condanneremmo anche noi. Rivera ha poi aggiunto "non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali a Welby. Invece non è stato così per Pinochet, Franco e uno della banda della Magliana" (e noi aggiungeremmo Raul Gardini, n.d.r.). Forse e' questa frase che fa paura ? Fa paura che invece di essere scritta su qualche sito internet raggiungibile da pochi gatti o ripetuta al funerale di Welby con poche migliaia di persone sia stata gridata alla folla ed alla TV ? Ma allora fa paura la verità... L'Osservatore romano accosta poi a questa vicenda "gli attacchi e le minacce, pesanti, rivolte al Presidente della Cei, l'arcivescovo Angelo Bagnasco". Ma gli slogan contro Bagnasco -che sono vere minacce per le quali il prelato gode della tutela dei servizi di sicurezza dello Stato italiano e per cui le procure italiane hanno attivato inchieste ed il Capo dello Stato italiano espresso solidarietànon hanno il minimo nesso con la critica politica, e quindi mi sembra irresponsabile accostarle alle parole di Rivera, con l'effetto di criminalizzare l'artista (non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te..., no? soprattutto se si parla sempre solo in nome dell'amore verso il prossimo...). Noto che non di rado i (Continua a pagina 19) 7 maggio 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 19 Vaticano e Rivera : terrorismo o paura della verità ? (Continua da pagina 18) rappresentanti della CEI sono stati accreditati di poter dire la loro in materia politica in quanto vescovi italiani. Ma come italiani debbono allora accettare le critiche di altri italiani. E se loro parlano da palchi e in microfoni do dirsi di volta in volta rappresentan te religioso o capo di Stato straniero o cittadino italiano che esprime come tale la sua opinione per potersi mettere sempre dalla parte della vittima o della ragione, avvalendosi al meglio anche delle leg- Inoltre, se la Chiesa ha la pretesa di intervenire nella politica italiana o si fa condizionare dalle ricadute politiche delle sue scelte, come nel caso Welby, si rende controparte di un dibattito politico e come tale deve accettare le critiche che la mettono di to abusato riferimento alla pastorale non c'entra, perchè quella si fa sempre, e non in concomitanza con le scelte legislative di un dato Paese. Infine -per senso delle proporzioni e per gravitàse mossa dall'amore per l'uomo e per la vita come la dichiarazione del quotidiano vaticano rivendica -la pastorale dovrebbe avere come principale oggetto- ma non ce l'ha - i milioni di donne e bambini vittime di stupri, rapimenti, uccisioni ed altri abusi, nonchè i milioni di morti e straziati nel mondo per le guerre del petrolio, e non prevalentemente i Dico, l'aborto e l'eutanasia. Ci farebbe piacere che la Chiesa cattolica, insieme alle altre confessioni, fosse parte della dialettica della società, ma la dialettica implica argomenti a confronto e non dogmi imposti, dibattito e non flusso unilaterale di opinioni, senza contraddittorio, pena l'accusa di terrorismo, vilipendio, radicalismo, insana laicità -o altre fantasiose accuse- a chi osa criticare. (spesso pagati da tutti i cittadini italiani, anche atei, ebrei e musulmani), perchè non accettano che altri commentino e parlino da palchi e microfoni ? E' infatti troppo como- gi italiane in merito grazie a qualche zelante parlamentare pronto a presentare denuncia: un po' di coerenza, prima di fare la morale agli altri. fronte alle sue contraddizioni. Insomma, qui si rivendica una immunità larghissima e permanente per tutti i rappresentanti della Chiesa in qualsiasi circostanza e veste, e il tan- Rita Guma (http:// www.osservatoriosu llalegalità.org/07/ acom/05mag1/0244ritalaicita.htm INTERNI 7 maggio 2007 Giustizia e Libertà 20 Garante & garantito di Marco Travaglio (l’Unità, 25.04.2007) Due giorni fa, nella distrazione generale,il Garante della Privacy ne ha fatta un’altra delle sue. se il servizio è in regola con la legge sulla privacy. Poi Ghedini presenta un esposto denunciando la possibilità che il servizio sia più ampio di quello pubblicato, che sia in arrivo la seconda puntata. E, a prescindere dalla liceità del servizio, chiede che venga inibita la pubblicazione sia delle foto note, sia delle eventuali altre, perché potrebbero recare “nocumento” alla sacra persona del suo cliente. Lo zelante Garante obbedisce e inibisce: «Dispone, nelle more della definizione dell’istruttoria preliminare avviata nei confronti dei Rcs Periodici e di Azphotos la misura temporanea del blocco dell’ulteriore trattamento, con conseguente preclusione, allo stato degli atti, della diffusione di ulteriori immagini riprese con il servizio fotografico che risulta allo stato illecito». fotografo non poteva fotografarlo senza invadere la sua proprietà privata. Lui, il titolare di una dozzina di rotocalchi di gossip, scopre che è un’indecenza fotografare la gente che si fa i fatti suoi e, oltre a costituirsi parte offesa, emette pure la sentenza: «Chi ha pubblicato quelle foto ha commesso quattro reati: violazione di domicilio; turbativa della privacy; interpretazione dei fatti in modo diffamatorio; riciclaggio per l'acquisto di un prodotto frutto di attività illecita». occhio può vedere e l’orecchio sentire. Se il fotografo abbia rispettato o no la legge, lo stabiliranno il Garante e soprattutto i giudici. Quel che sconcerta è la censura preventiva, diHa intimato ai direttori di sposta per «la paventata Oggi e Novella 2000 di non pubblicare nessuna pubblicazione di ultefoto del servizio che ritrariori immagini derivane Berlusconi in compati dallo stesso servizio, gnia di alcune ragazze nel non ancora pubblicate e parco della sua villa. dalle quali si ritiene Né quelle già pubblicate, possa derivare ulteriore né quelle eventualmente nocumento». inedite. Che ne sa il Garante se le Il tutto su richiesta dell’ulteriori immagini esistono ? on. avv. Niccolò Ghedini, Come sa che provocano preoccupato per l’esistenza di altre fotografie di Più che riciclaggio sareb- nocumento ? quella memorabile giorbe ricettazione (ma cianata di vigilia pasquale scuno parla di ciò di cui è Si avvicina il giorno in che potrebbero dannegpiù esperto), è consolante cui un giornalista farà giarlo. che il Cavaliere, alla sua un’inchiesta su qualunCome già per l’inchiesta veneranda età, abbia fi- que Mister X, e quando di Potenza dopo il caso nalmente scoperto il co- Mister X lo verrà a sapere chiederà al Garante di Sircana, il Garante non dice penale. persegue un’eventuale Ci sarebbe anche la ver- fermare l’inchiesta perviolazione della privacy sione del fotografo, che ché potrebbe arrecargli già consumata. spiega di non essere mai nocumento. Interviene in anticipo a entrato nella sua proprievietare materiali che nestà, ma di averlo avvistato Se passa questo precesuno sa se esistano, né con le allegre “attiviste” dente, il Garante non pocosa contengano, né se Ma come fa il Garante a da un campo non segna- trà che bloccare l’inchieparlare di illecito, visto lato come proprietà pri- sta prim’ancora di averla vìolino la privacy. vista. che lui stesso scrive che Dopo la guerra preventi- «la dinamica dei fatti vata e dunque -fino a Chi vuol vivere in un pava, arriva la censura pre- relativi alla ripresa del- prova contraria- del pub- ese del genere, continui ventiva, lievemente in le immagini non può blico demanio. pure a tacere. contrasto con l’art. 21 ritenersi accertata defi- Poi, per rendere più nitide le immagini, ha usato della Costituzione. nitivamente» ? Chi no, magari, batta il teleobiettivo. Qualcuno sorriderà: chi Tutto lecito, visto che è un colpo. se ne frega di quel che fa Mistero. pubblicabile quel che l’Berlusconi con le sue ♦ girls, pardon, con le atti- Berlusconi sostiene che il viste di Forzitalia. Il fatto è che, quale che sia il tema del contendere, se passa come normale andi Michele Serra (L’Espresso, che questo secondo precedente, presto la censura preventiva potrebbe abbattersi su notizie di ben Sta per aprire i battenti la ospitare tutti gli scrittori Tra gli ospiti più attesi la Fiera del Libro di Tori- di noir italiano (alcune rivelazione dell'anno Polaltra importanza. no. Ecco gli appunta- centinaia), sono stati co- do Minuto, che rivisita la menti più attesi e le prin- struiti due nuovi alberghi recente storia politica I fatti. Dopo la pubblicazione su cipali novità e tendenze. nei dintorni del Lingotto, italiana attraverso l'omiOggi del servizio con stanze insonorizzate cidio di una prostituta; la «L’harem di Berluscoper coprire le urla di ter- coppia Poroni-Carattolo, ni», il Garante, com’è suo Noir italiano rore delle cameriere che rivisita la recente stodovere, apre d’ufficio u- Risolti i gravi problemi (Continua a pagina 21) n’istruttoria per verificare logistici: per riuscire a quando rifanno i letti. Apocalisse al Lingotto INTERNI 7 maggio 2007 Giustizia e Libertà 21 Interferenze di Marco Travaglio (l’Unità, 04.05.2007) In uno splendido dialogo con Claudio Magris sul Corriere, lo scrittore spagnolo Javier Marìas afferma: «La guerra civile è stata il male assoluto e ci ha costretti all’infamia. Oggi disgraziatamente non c’è più bisogno di situazioni estreme: anche fuori di esse, gente come Bush, Blair, Aznar e Berlusconi mentono senza sosta, vivono nella menzogna e la cosa peggiore è che tanta gente lo trovi normale e lo tolleri». (da Vauro) «Tronchetti Dov’Era». Da giorni appare a reti ed edicole unificate travestito da velista e pontifica di libero mercato, lui che aveva il monopolio della rete; poi denuncia «interferenze della politica e campagne di stampa», espressioni piuttosto infelici in bocca a chi ha i guardaspalle in galera perché spiavano politici e stampa. Poi aggiunge che in Italia «non c’è spazio per imprenditori autonomi dalla politica» come lui. Come spiega allora che nel 2001, appena presa la Telecom col plauso del neonato governo Berlusconi, soffocò nella culla La7 facendo un favore a Berlusconi, ingaggiò il suo confratello Costanzo come consulente, comprò l’agonizzante Edilnord da Paolo Berlusconi e le decotte Pagine Utili da Dell’ Utri e, per soprammercato, sponsorizzò il Milan di Berlusconi pur essendo vicepresidente dell’Inter ? Per la verità, negli Usa ha appena perso il posto il vicesegretario di Stato Randall Tobias, l’eroe anti-Aids che predicava la castità agli altri e poi si faceva mandare le squillo da un’apposita agenzia: lì non si può dire una cosa e fare l’opposto, tant’è che il libro di Bob Woodward sulle bugie di Hillary Clinton e le memorie dell’ex capo della Cia George Tenet sulle menzogne di Un altro bel tomo che deBush e Cheney stanno nuncia «interferenze» del governo in Telecom è terremotando il paese. Bellachioma, che annunIn Italia passerebbero ciò l’intenzione di entrare per una proditoria in- in Telecom al congresso terferenza. Ds. Prendete Tronchetti Intanto il prof. avv. RoProvera, detto anche mano Vaccarella, giudice costituzionale indicato dai suoi clienti Previti e Berlusconi, denuncia «interferenze del governo» nella Consulta per qualche delirio in libertà di Mastella, di Pecoraro Scanio e di un tal sottosegretario Naccarato sul referendum. Ma come pensa di esserci arrivato alla Consulta questo signore: portato dalla cicogna ? Non poteva protestare 5 anni fa, quando le pressioni di un noto corruttore di giudici (segnalate dall’ex ministro Mancuso) lo paracadutarono alla Corte ? E dove ha vissuto, da allora ? Non ha mai sentito l’amico Bellachioma strillare un giorno sì e l’altro pure contro «i comunisti che controllano scuole, università, procure, tribunali, Cassazione, Tar, Consiglio di Stato e Corte costituzionale» ? E i berluscones che, appena la Consulta bocciava una legge vergogna, la dipingevano come covo di toghe rosse al soldo del bolscevico Scalfaro ? Ora l’Avv. Prof. dopo un letargo durato un lustro, si ridesta all’improvviso per mezza frase di tal Naccarato e scopre tutto spaventato le interferenze della politica. Apocalisse al Lingotto (Continua da pagina 20) ria politica italiana attraverso l'omicidio di un dentista; e la raccolta di racconti di giovani scrittori “Carotide”, che rivisitano la recente storia politica italiana attraverso l'omicidio di un commercialista, di una casalinga, di un idraulico, di una cartomante, di uno psichiatra e di una infermiera. In controtendenza l'emergente Amanda Kurt, che nel suo nuovo romanzo “Pozze di sangue” rifiuta ostentatamente di mettere in relazione l'omicidio di un taxista con la recente storia politica italiana, spiazzando la critica e sconcertando i lettori. Dibattiti Molto atteso quello con André Glucksmann e Bernard-Henri Lévy “Contro il divismo degli intellettuali”, nel corso del quale alcuni celebri parrucchieri rifa(Continua a pagina 22) Non vorremmo che scoprisse pure che i bambini non nascono sotto i cavoli: troppe emozioni potrebbero essergli fatali. Poi c’è il caso del cardinal Bagnasco, assediato da un demente che di notte lo insulta sui muri di Genova e di giorno gli manda bossoli fermoposta. Per carità, son cose che non si fanno. Ma possibile che da giorni non si parli d’altro, come se orde di mangiapreti armati fino ai denti marciassero sulla Lanterna per una strage color porpora ? L’Osservatore romano, già organo della Chiesa universale ora ridotto a organetto della parrocchietta italiota, dà del terrorista al comico Andrea Rivera che ha fatto un paio di battute sul Papa (pura cronaca: è vero che la Chiesa ha rifiutato i funerali a Welby, è vero che ha seppellito il boss pluriomicida della Magliana Renato De Pedis in Sant’Apollinare). E quelli che avevano difeso i vignettisti antiMaometto s’indignano per la lesa papità. Va bene la satira sulle religioni, ma su quelle altrui. E, appena viene censurato un comico, salta su il bravo critico televisivo a sostenere che è colpa sua: «se l’è cercata». L’Italia è piena di Robin Hood alla rovescia: rubano ai censurati per dare ai censori. Se Randall Tobias vuole continuare a predicare bene e razzolare male, si trasferisca in Italia. Da noi chi predica la castità tra una squillo e l’altra viene iscritto d’ufficio al Family Day. ♦ INTERNI 22 Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 Apocalisse al Lingotto (Continua da pagina 21) ranno la messa in piega alle due star della cultura europea mentre firmano autografi. Durante le prove generali i due, assistiti da un regista teatrale di fiducia e da un visagista, hanno lungamente discusso come sistemare le sedie per offrire al pubblico il profilo più fotogenico. Nella tavola rotonda “La critica si giustifichi”, i critici italiani dovranno spiegare perché hanno ignorato il libro di Marco Materazzi, preferendogli Philip Roth. Susanna Tamaro, come sempre molto riservata, non sarà presente alla serata a lei dedicata, “Incontro con Susanna Tamaro”, ma manderà alcune diapositive delle sue caprette, del suo cagnolino, del suo asino, della sua mucca, e forse anche qualche riga manoscritta del nuovo romanzo autobiografico “Orazio e no e Lapo Elkann, cedendo solo alle pressioni di Clarabella”. quest'ultimo per ragioni di politica culturale: è Federico Moccia Avrà uno stand tutto suo, proprietario del Lingotto arredato dalle migliaia di e ha minacciato di sfratpeluche ricevuti dalle tare tutto il baraccone per rimetterci una catena di ammiratrici. Scriverà in diretta, nei mietitrebbia. cinque giorni della mani- Altre letture pubbliche festazione, il suo nuovo previste: monsignor Raromanzo “Dimmi che mi vasi leggerà la Genesi vuoi tanto bene e fammi nella nuova edizione a pucci pucci”, storia di un fumetti, mimando i vari adolescente scemo che si personaggi e accompainnamora della compa- gnando le parole con i gna di banco e solo alla rumori di fondo richiesti fine dell'anno si accorge (chi ha assistito alle prodi avere sbagliato classe. ve giura che il rumore del tuono gli viene benissimo). Lecturae Dantis Poco distante Guido CeIl successo travolgente ronetti leggerà l'Apocadelle letture pubbliche di lisse, molto velocemente Benigni e Vittorio Serper riuscire a terminarla monti ha fatto proseliti. prima della fine del monIl direttore della Fiera do, da lui prevista qualErnesto Ferrero ha riceche ora prima della chiuvuto insistenti richieste di sura della Fiera del Lileggere Dante da parte di bro. Elisabetta Canalis, Dolce Alain Elkann leggerà la e Gabbana, Franco Califasua intera autobiografia nello spazio dietro il bar denominato “Un minuto a testa”. Letteratura etnica Grande curiosità per Lambaranore Uikì Melamba, scrittrice congolese che scrive in congolese storie congolesi. Dopo la lunga trafila di scrittori africani che vivono a Parigi e scrivono in inglese, o scrittori creoli che vivono a New York e scrivono in spagnolo, ecco la sorprendente novità di una scrittrice che odia la contaminazione culturale, detesta i viaggi e mette le mani addosso a chiunque le parli di globalizzazione. Non è mai uscita dal Congo e verrà a Torino solo per la giornata, tornando a dormire a Brazzaville. Michele Serra L'Espresso 27.04.2007 L'ambizione e la dignità di Antonio V. Gelormini Accontentarsi della possibilità di una vita più dignitosa o ambire ad una Francia riformata, con più spirito imprenditoriale, più tutela per le donne e più relazioni internazionali. Queste le due prospettive, emerse dal confronto televisivo tra Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal, che i due candidati all'Eliseo sottopongono alla decisione dei francesi, che domenica saranno chiamati alle urne per il ballottaggio finale. Accattivante, predestinata già nel nome assolutamen te francese), pontifica le nei movimenti, la Royal ha sfoderato piglio, grinta e competenze tipicamente femminili, guadagnando molto terreno sull'avversario. Sarkozy, da parte sua, ha confermato tranquillità sul risultato finale, denunciatol'eccessiva leggerezza della contendente ed affermato di voler tenere sotto controllo la spesa pubblica, anche se questo costerà tagli al numero dei dipendenti pubblici. Un approccio più decisionista, che vuole compensare il deficit di intervento durante gli anni già passati al governo, e un'eleganza nell'im- magi ne, per sopperire al tasso di inquietudine celato in un nome che sa poco di francese. E' emersa all'orizzonte una Francia poco mediterranea e più mitteleuropea, più bianca e meno meticcia, che guarda e risente il freddo del Nord e il fascino delle sue socialdemocrazie, piuttosto che scaldarsi e confrontarsi col sole accecante d e l Sud, c o i temi scottanti d e l vicin o Oriente e con le sue infinite contraddizioni. Nicolas Sarkozy in testa nei sondaggi, mirava al pareggio. Ma come il Manchester a San Siro è parso in difficoltà in un gioco e un ruolo poco consono alla sua natura. Ségolène Royal si giocava tutto, ha attaccato sin dall'inizio e alla fine ha vinto la battaglia televisi- (Continua a pagina 23) 7 maggio 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 23 Concluso il processo di Cogne di Paolo Di Roberto La sentenza del processo di appello sul delitto di Cogne conferma quella di primo grado, riaffermando la colpevolezza di Annamaria Franzoni. Secondo i giudici del tribunale di Torino è stata lei ad uccidere il piccolo Samuele. Ciò che però muta rispetto al processo di primo grado è l'entità della pena comminata, sedici anni invece di trenta. A qualcuno non è sfuggito che ciò è coinciso con il cambio della difesa, passata dall'avv. Taormina all'avv. Savio. Ora manca solo la pronuncia definitiva della L'ambizione e la dignità (Continua da pagina 22) va. Non è detto che sia riuscita a vincere la guerra. Per l'esito finale bisognerà attendere domenica sera. Se la Francia è davvero in collera, lunedì mattina avrà la sua moderna ed elegante Giovanna d'Arco e per la prima volta all'Eliseo spalancheranno le finestre al profumo di donna proveniente dalla provincia e dalla campagna. Una rivoluzione per mano “Royal”. Se vorrà, invece, affrontare il futuro con il tradizionale e conservatore aplomb tipicamente francese, l'unica concessione che si farà, sarà darsi un presidente-monarca di sangue ungherese, per rinnovare un'antica grandeure e una smarrita noblesse in un'Europa sempre più popolare. Antonio V. Gelormini ([email protected]) Corte di Cassazione, che comunque non entra nel merito della sentenza ma si limita agli aspetti formali del procedimento, dopodiché verrà messa la parola fine ad uno dei processi più discussi degli ultimi anni. Per capire cosa ha significato Cogne nella cronaca italiana, è sufficiente analizzare la requisitoria fatta dal Pubblico Ministero nei giorni immediatamente precedenti alla sentenza. Ha ripercorso tutta la storia del procedimento, da quel tragico 31 gennaio fino ai giorni nostri, mettendo non solo sotto accusa la madre di Samuele, rea, secondo la requisitoria, di uno di quei circa venti delitti di infanticidio che ogni anno compaiono nelle cronache giudiziarie italiane, ma, implicitamente, anche il suo avvocato, almeno fino a quando lo è stato, Carlo Taormina. Il nome di quest'ultimo non è stato citato esplicitamente, com'è naturale in una requisitoria, ma il suo nome ha sempre aleggiato nell'aria man mano che venivano ripercorsi i tentativi di veicolare l'opinione pubblica che, inizialmente, condannava inesorabilmente la sua assistita. In fondo questo era per lui un caso disperato, sembrava impossibile dimostrare che seppur la madre era praticamente sola con il proprio figlio, il vero colpevole era in realtà un altro, un terzo uomo, di cui nelle perizie influenzare il giudizio in della polizia scientifica un processo di una pernon si trovava traccia. sona comune. Anche dopo essere stato Eppure grazie ad accuse ricusato dalla sua assistilanciate opportunamente ta e sostituito con l'avv. a magistrati, di persecu- Savio, l'avv. Taormina zione giudiziaria, a gior- ancora non ha arrestato nalisti, di essere di parte, le sue invettive. a vicini di casa, gelosi, e perfino ad esponenti poli- In questi giorni è nuovatici del paesino di Cogne, mente intervenuto afferin particolare verso il sin- mando che se fosse stato daco, colpevoli di usare il lui a condurre la difesa caso per i propri fini poli- del processo la Franzoni, tici (il padre di Samuele questa sarebbe stata siera nel consiglio comuna- curamente assolta. le, fortunatamente in una lista civica), ma soprat- Evidentemente l'avv. tutto grazie a televisioni e Taormina dimentica di g i o r n a l i aver condotto la difesa amici che della signora Franzoni, lo hanno per tutto il processo di sostenuto primo grado, e che il ried appog- sultato della sua difesa è giato, Ta- stata una condanna a ormina è trent'anni. riuscito ad instillare il Troviamo invece interesdubbio in sante analizzare meglio molti ita- la sua strategia difensiliani, an- va. Indubbiamente non che se pro- siamo avocati penalisti babilmente di professione, quindi ci non ha ri- si obietterà che non abbaltato la biamo la competenza loro opi- necessaria a criticare il suo operato, allora, pronione. prio perché neofiti, voLa sua audacia si è spinta gliamo limitarci ponenfin dove forse nessuno si doci delle semplici dosarebbe aspettato: l'an- mande su scelte da lui nuncio di una nuova gra- operate e di cui, per tutto vidanza della Franzoni in il processo, non siamo diretta TV, la denuncia di riusciti a comprendere il tracce di una persona in significato. fuga attraverso il garage, quasi a vo ler dimostrare Premesso che il compito l'esistenza di un terzo uo- principale di un avvocamo, tracce poi rivelatisi to difensore è quello di fal se e che hanno valso a portare ad una riduzione lui ed ai periti un proces- quanto più consistente so per falso processuale, possibile della pena per fino alla fatidica rivela- il proprio assistito, e se zione di essere a cono- possibile di raggiungere scenza del nome del vero una piena assoluzione, sarebbe interessante assassino. comprendere come mai Di quest'ultimo stiamo l'avv. Taormina ha scelancora aspettando il no- to: me. 1) il rito abbreviato, che Qualcuno lo ha definito il ha comportato che, a primo caso di uso massiccio dei mass-media per (Continua a pagina 24) INTERNI / ECONOMIA 24 Giustizia e Libertà 7 maggio 2007 Concluso il processo di Cogne zione nel momento in cui ciò gli è stato ridecidere, fosse un chiesto, portando, di giudice monocratico e fatto, ad un blocco non una giuria popodelle indagini; peccalare, sicuramente più to che, in quel moinfluenzabile sotto mento, tali elementi l'aspetto emotivo; erano tutti contro la 2) sempre per via del rito Franzoni; abbreviato, il giudice si è trovato a decidere 3) per finire, la signora utilizzando gli eleFranzoni avrebbe pomenti a sua disposituto perfino essere A (Continua da pagina 23) assolta, se si fosse arrivati a dimostrare che l'omicidio è stato determinato da una serie di elementi e situazioni uniche e irripetibili, a patto che avesse accettato di dichiarare la propria colpevolezza. stioni, ci sorge allora il dubbio che, come affermava anche il dott. Francesco Bruno, noto criminologo, durante una puntata di Porta a Porta, forse Taormina non è un poi così buon avvocato come pare, tanti credono. Paolo Di Roberto seguito di queste que- L'agenzia internazionale assegna all'Italia il ratin AA2 per la lenta ma costante riduzione del rapporto debito/PIL Moody's promuove il Governo "Ha ridato slancio a competitività" Ma avverte: "Coalizione istabile rischiachiano nuove turbolenze" da Repubblica (04.05.2007) MILANO L'agenzia internazionale Moody's, nel suo annuale rapporto sull'Italia, promuove la politica economica del governo italiano, assegnando il rating AA2 che -si legge- "rispecchia sia il calo, lento ma costante, del rapporto tra debito pubblico e Pil sia l'importanza dell'appartenenza all'area euro". Il rating AA2 che ha un outlook stabile è stato assegnato da Moody's all'Italia nel maggio 2002. La vice presidente e autrice del rapporto Sara Bertin ha ricordato come "il rapporto fra debito pubblico e Pil è sceso dal valore massimo del 123,8% del 1996 al 196,8% del 2006" aggiungendo come "a causa degli elevati indicatori di indebitamento, rivestono particolare importanza le questioni legate alla produzione potenziale e alla crescita del prodotto". "Un tasso di crescita superiore al 2% della produzione potenziale rileva l'analista- consentirebbe all'Italia di generare un solido avanzo primario e ridurre il rapporto debito/Pil". range del governo L'Italia -si che stilegge ancora ma fra nel rapporlo 0,2 e toha l o 0,4%). "varato riSeconforme fiscado le li che proprevibabilmente sioni di contribuiM o o ranno a sody's si stenere il dovrebriequilibrio be assicredibile stere a dei conti un ultepubblici attualmente in corso". riore riequilibrio dei "Il riequilibrio dei con- conti pubblici nel met i dio periodo". pubblici previsto dalla Finanziaria 2007 è "La coalizione di goprincipalmente basato verno uscita vincitrice, sulle entrate con la con- sebbene di stretta miseguenza di un lieve sura, delle elezioni poliaumento della pressio- tiche del 2006 è stata in ne fiscale" spiega la vi- grado di far approvare ce presidente di Moody's la legge finanziaria 20e autrice del rapporto 07 e ha iniziato a ridare Sara Bertin. slancio alla competitività sui mercati produtti"Ciononostante -pro se- vi", aggiunge la vice gue l'analista- l'a - presidente di Moody's. umento dell'imposizione fiscale è stato conce- Questo è avvenuto, spiepito in modo da ridur- ga l'analista, "malgrado ne al minimo l'inciden- le ridotte aspettative, za sulla crescita del Pil dovute all'assenza di (calcolata pari allo una forte maggioranza 0,3%, all'interno del di governo e alle incer- tezze politiche dei primi mesi di quest'anno". La vita politica in Italia si legge ancora nel rapporto di Moody's- dovrebbe restare "vivace" nel medio termine. Malgrado il superamento della crisi di febbraio e il varo del nuovo programma di governo in 12 punti, "la coalizione continua a restare debole al suo interno" e Moody's prevede nuovi "scom pigli" nel medio termine. Il governo Prodi è stato, tuttavia, in grado di far passare la Finanziaria 2007 e di far progredire il pacchetto di riforme. L'agenda delle riforme potrebbe essere modificata in parte a seguito della recente crisi di governo e ci potrebbero essere "turbolenze anche più intense" nel parlamento o tra la popolazione se il governo dovesse annunciare nuove riforme delle pensioni. ♦ ECONOMIA 7 maggio 2007 Giustizia e Libertà 25 Inflazione ai minimi da otto anni di Laura Di Pillo (www.ilsole24ore.com) Continua la frenata mentata", cioè tariffe «Il contenimento del- A marzo, secondo le stime elettriche e gas, ha regi- l'inflazione è fonda- Istat, l'indice è cresciuto dell'inflazione Secondo le stime provvisorie dell'Istat, ad aprile l'indice nazionale dei prezzi al consumo è cresciuto dell'1,5% rispetto all'1,7% di marzo. Mentre su base mensile è aumentato dello 0,2% (identica la variazione in marzo). Si tratta del dato più basso dal giugno 1999, quando segnò +1,4%. In ribasso tariffe aeree e medicinali, scende il prezzo dell'energia (con riflessi anche su tariffe elettriche e del gas). Più salati i prezzi dell'alimentare e delle tariffe dei treni. In dettaglio, i prodotti energetici hanno registrato una crescita dello 0,5% rispetto a marzo e una diminuzione dello 0,1% rispetto invece ad aprile 2006. La crescita congiunturale dei prodotti energetici è dovuta soprattutto ai beni non regolamentati, cioè i carburanti (si veda articolo a fianco). La componente "regola- strato un calo dell'1,5% congiunturale (cioè rispetto al mese precedente) e un aumento del 2,9% tendenziale (rispetto ad un anno fa). In salita invece il capitolo alimentari e bevande analcoliche: +0,4% sul mese e +2,7% sull'anno. La tendenza all'accelerazione viene soprattutto dai beni non lavorati (+3,9%) mentre più contenuta e la dinamica dei lavorati (+1,9%). Spiccano soprattutto ortaggi,(+3,9%) e frutta (+4,9%). A rallentare invece i medicinali (-5,8% tendenziale) e le apparecchiature telefoniche (16,7%) e gli strumenti informatici (-11,1%), due voci che incidono sul -10% fatto registrare dalla voce "comunicazioni". In frenata le tariffe del trasporto aereo (-10,4% tendenziale) mentre quelle dei treni segnano un aumento del 6,9%. del 3,8% rispetto allo stesso mese del 2006 (contro il +4% tendenziale di febbraio). Su base mensile, invece, l'incremento è stato dello 0,4% (stessa variazione di febbraio). L'aumento dei prezzi di marzo, sottolineano dall'Istituto nazionale di Statistica è stato condizionato soprattutto dai settori dei "metalli e prodotti in metallo" e dell'energia. E proprio nel settore dell'energia, a marzo, i prezzi sono cresciuti del 3,4% su base annua (+3,6% era il dato di febbraio) e dell'1,2% rispetto al mese precedente (+1% l'incremento di febbraio). Più in generale, rispetto a marzo 2006, ci sono stati aumenti dell'1,8% per i beni di consumo (+2,6% per i beni di consumo durevoli e +1,7% per i non durevoli), Prezzi un +2,3% per i beni strualla produzione mentali e un +6,4% per i Leggero rallentamento beni intermedi. per i prezzi alla produzione del settore indu- www.ilsole24ore.com striale. mentale per incoraggiare consumi e crescita economica» ha commentato in una nota Pier Luigi Bersani. «Bisogna continuare a mostrare attenzione sull'andamento dei prezzi -ha detto il ministro per lo Svilupporiducendo componenti improprie e vigilando con grande attenzione su comportamenti speculativi sempre possibili nei diversi settori». Un dato da prendere "con le molle" per Con fcommercio: «Da una parte positivo per il potere d'acquisto dei redditi, dall'altro -si sottolinea in una nota l'Ufficio Studi- evidenzia una debolezza della domanda di consumo delle famiglie. Consiglio dei Ministri: Esproprio europeo di Antonio Di Pietro (www.Laura Di Pillo (www.ilsole24ore.com) "Oggi è stata presa una decisione importante: il Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dei Ministri, ha dato incarico al Ministro della Giustizia di far valere le ragioni dello Stato italiano e della magistratura italiana contro il tentativo di alcuni esponenti del Parlamento europeo di passare sopra le sentenze della nostra giustizia. Ciò che sto dicendo è delicato, ma è quello che si sta verificando: quando le battaglie politiche sono fatte sulla testa delle persone e calpestando le leggi, può succedere anche che due istituzioni importanti, come lo Stato italiano e il Parlamento europeo entrino in conflitto. Vi racconto la storia. Due anni fa ci furono le elezioni europee, alle quali si presentò anche Italia dei Valori. Ci aggiudicammo due seggi. Fui eletto io e dovetti scegliere per quale circoscrizione optare. Scelsi la circoscrizione Sud, mentre il seggio della circoscrizione Nord andò a Giulietto Chiesa. Insieme a me, venne eletto Achille Occhetto che a quel tempo era Senatore. La legge vieta che si possa sedere sia nel Parlamento europeo che in quello italiano e impone all’interessato di optare per una delle cariche. Occhetto scelse il Parlamento italiano. Dopo le ultime elezioni politiche, anche io dovetti scegliere e decisi di lasciare il Parlamento europeo. A chi deve andare il mio seggio ? Si è rifatto avanti Occhetto, dimenticando che già aveva deciso diversamente. Anche un’altra persona aveva i titoli per subentrare al mio posto, Beniamino Donnici. 26 Giustizia e Libertà INTERNI / STAMPA ESTERA 7 maggio 2007 Concluso il processo di Cogne (Continua da pagina 25) Nasce un contenzioso e, di conseguenza, una causa. Ora i processi hanno fatto il loro corso e cosa dicono tutti? Bisogna rispettare le sentenze. La sentenza del Consiglio di Stato, in Italia, ha dato ragione a Donnici e a Italia dei Valori, dando torto ad Occhetto, e la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza in maniera definitiva. L’ufficio elettorale italiano ha preso atto della sentenza e Donnici ha preso servizio settimana scorsa al Parlamento europeo. Ieri la Commissione Giuridica dello stesso Parlamento europeo presieduta, attenzione, dall’On. Gargano di Forza Italia, decide di non accettare le credenziali di Donnici dicendo che gli elettori hanno scelto Occhetto, calpestando la sentenza definitiva dei giudici italiani e le istituzioni italiane. Vi rendete conto dell’enorme problema che si è creato ? Ci sono due istituzioni in conflitto tra di loro. Un organo europeo non può annullare la sentenza di un giudice, le decisioni spettano alle istituzioni italiane. Se accadesse sarebbe gravissimo perché potrebbe creare un cortocircuito tra due importanti istituzioni, lo Stato italiano e il Parlamento europeo. E’ quindi ovvio che il Presidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia hanno il dovere intervenire presso le istituzioni europee per denunciare che si stanno calpestando i diritti di uno Stato membro a causa di una battaglia politica. Infatti, questo signore di Forza Italia ha messo ai voti la questione e sapete chi ha votato insieme a lui ? I DS, o meglio quella parte del Partito Democratico che fa riferimento ai DS. Sapete chi ha votato contro ? La Margherita. Morale: ieri, le prove tecniche di attività comune del Partito Democratico hanno visto DS e Margherita accusarsi a vicenda, in particolare i parlamentari europei dei DS si sono accordati con Forza Italia per escludere Italia dei Valori in violazione di una sentenza dei giudici italiani, dei diritti e della sovranità dello Stato italiano. Il fatto politico è grave e delicatissimo. Ho posto la questione al Consiglio dei Ministri perché il problema riguarda il Paese, non il mio partito. Dopo un’ampia discussione, il Presidente del Consiglio ha dato incarico al Ministro Mastella di rivendicare i diritti e la sovranità dell’Italia. Entro il 10 maggio deve pervenire al Parlamento europeo una nota ufficiale del Governo Italiano in difesa delle ragioni della sovranità, della giurisdizione, del diritto italiani contro le beghe e gli accordi trasversali della politica che, in certi casi, calpestano le sentenze dei giudici non per il bene della giustizia ma per interessi di parte." Antonio Di Pietro . . . dalla Stampa Estera (al 07.05.2007) di CaLmBiG Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal fanno il pieno voti, arretrano gli estremisti Nicolas Sarkozy azzecca la sua doppia scommessa di arrivare in testa al primo turno delle elezioni presidenziali e di contenere il Fronte nazionale. Ségolène Royal cancella per la sinistra il trauma del 21 aprile 2002 e passa con un punteggio di tutto rispetto al secondo turno. Il risultato di Nicolas Sarkozy è un successo personale. Eccetto gli scrutini atipici del 1965 (elezione del Generale de Gaulle) e del 1969(cancellazione della sinistra), il suo punteggio si avvicina a quello di Va- léry Giscard d'Estaing, vincitore nel 1974 col 32,6% dei suffragi al primo turno; supera tutti i risultati di Jacques Chirac, quelli delle sue disfatte del 1981 (18%) e del 1988 (19,9%), così come quelli delle sue vittorie del 1995 (20,8%) e 2002 (19,9%). È anche un risultato record per la destra repubblicana (il 52% del totale dei voti di Sarkozy e Bayrou, anche se questo conteggio può suscitare qualche discussione) o per la destra nel suo insieme (il 65% dei voti includendo l'estrema destra). Per la prima volta dal 1988, il punteggio di JeanMarie Le Pen è in calo a un'elezione presidenziale. Con circa il 25,5% dei voti al primo turno, Ségolène Royal fa meglio del 23% dei voti di Jospin, Chevènement e Taubira insieme nel 2002, meglio del 23% di Lionel Jospin nel 1995, ed un punteggio vicino a quello di Francois Mitterrand, vincitore delle elezioni presidenziali del 1981 (25,8%). Da questo punto di vista, la corrente socialista e lei 7 maggio 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 27 … dalla stampa estera (al 07.05.2007) (Continua da pagina 26) stessa possono sentirsi rafforzati. Tuttavia, questa semi-vittoria va a scapito dei partner tradizionali della sinistra e deve fare i conti con un centro che ha attirato una percentuale alta dei suoi elettori potenziali. I due ex ministri dell'ex-sinistra plurale, MarieGeorge Buffet e Dominique Voyet, realizzano insieme il 3,5%. L'estrema sinistra realizza invece in totale meno dell'8%, laddove nel 2002 superava il 10%. Si tratta di elezioni dove la sinistra è storicamente debole, con meno del 37% dei voti realizza il suo peggior risultato dal 1974. Ségolène Royal, portatrice dei valori della sinistra ma anche il più a destra dei candidati socialisti, si è trovata in una posizione delicata per affermare i propositi di solidarietà e rispondere alle attese dell'elettorato che si accentra sul sociale, domande alle quali ha saputo rispondere solo parzialmente nella campagna del primo turno. Dal punto di vista storico, sembra chiaro che il candidato dell'UMP è in una posizione più favorevole della candidata del PS. Ma il risultato di Bayrou, al tempo stesso rappresentante di un centro tradizionale e di una forza inedita, tende a confondere i riferimenti classici dell'analisi e dei paragoni dei rapporti di forze sinistra-destra. Portatore di una protesta o di un profondo rinnovamento della vita politica, come si dichiara lui stesso, Bayrou detiene in parte le chiavi del secondo turno. Ucciso in un agguato il sindaco di Nagasaki Iccho Ito, sindaco uscente di Nagasaki, è stato ucciso in un agguato compiuto da un killer, Tetsuya Shiroo di 59 anni, della yakuza, la mafia giapponese. Ito, 61 anni è stato raggiunto al cuore da due pallottole nei pressi della stazione centrale di Nagasaki. Il sindaco era diretto alla sede del suo comitato elettorale: era candidato a un nuovo mandato nelle elezioni amministrative. Itoh, sindaco della seconda città colpita dalla bomba atomica, ha ricevuto un riconoscimento internazionale per il suo impegno sul disarmo nucleare. Era stato eletto come sindaco nell'aprile del 1995 e da allora è stato rieletto altre due volte, nel 1999 e nel 2003. Nel gennaio del 1990 il predecessore di Itoh, Hitoshi Motoshima, fu assassinato da un membro di un'organizzazione di destra di fronte al municipio di Nagasaki, un anno dopo la morte dell'imperatore Hiohito. http://www.asahi.com/english/Herald-asahi/ TKY200704180347.html Nigeria, raid dell'esercito contro gli islamisti http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2- L'esercito nigeriano ha ucciso mercoledì almeno 25 miliziani islamisti in un'operazione a Kano, nel di823448,36-900029@51-898554,0.html Rapporto ONU: il Sudan fornisce armi al Darfur Secondo un rapporto confidenziale delle Nazioni Unite, il governo del Sudan sta facendo arrivare attrezzatura militare nel Darfur con aerei camuffati da convogli dell'Onu, in violazione delle decisioni del Consiglio di Sicurezza. Il rapporto, reso noto da un diplomatico dell'Onu ancora anonimo, riguarda il periodo settembre 2006 12 marzo 2007 e segue di un giorno l'annuncio che Khartoum permetterà l'aumento della presenza delle Nazioni Unite all'interno della forza dell'Unione africana incaricata di riportare la pace nel Darfur. Il rapporto dice anche che, contrariamente alle smentite ufficiali del governo sudanese, gli aerei camuffati vengono utilizzati per sorveglianza aerea e bombardamenti di villaggi, oltre che al trasporto del carico. Il segretario generale Ban Ki-Moon ha chiesto ai membri del Consiglio di non prendere in considerazione l'opportunità di ulteriori sanzioni e di dare la possibilità alla diplomazia di andare avanti. Ma lunedì il ministro degli esteri britannico Margaret Beckett e l'ambasciatore americano Alejandro Wolff, hanno detto che ad un certo punto devono essere adottate misure più dure. Marcello Spatafora, l'ambasciatore delle Nazioni Unite dell'Italia che guida il comitato di sanzioni, aveva fatto circolare una lettera fra gli altri 14 membri chiedendo se ci fossero obiezioni alla sua pubblicazione. E' solo con la pubblicazione del rapporto che determinate sanzioni possono essere prese. stretto di Panshekara, dopo che i miliziani avevano completamente bruciato una stazione di polizia ferendo alcuni poliziotti e uccidendone 13 in un agguato. I residenti hanno riferito che i militanti volevano vendicare l'assassinio in una moschea di un imam radicale per mano, secondo loro, del governo. La battaglia è durata circa tre ore e secondo un agente che ha voluto mantenere l'anonimato, nella battaglia sono stati uccisi anche alcuni soldati, ma la notizia non è stata confermata. Kano negli ultimi anni ha visto molti spargimenti di sangue per scontri etnici e religiosi, e le tensioni sono aumentate in questa città di sei milioni di abitanti a causa delle elezioni. http://www.mg.co.za/articlePage.aspx? articleid=305127&area=/breaking_news/ breaking_news__africa/ La Corte degli Stati Uniti mette al bando l'aborto La corte suprema statunitense ha confermato, con cinque voti a favore e quattro contrari, una legge che proibisce un metodo chirurgico usato in alcuni casi di aborto tardivo, utilizzato dopo la dodicesima settimana di gravidanza, e commina delle pene per i dottori che possono arrivare a due anni di reclusione. È la prima volta dal 1973 che la corte introduce delle restrizioni all'aborto. La legge era anche una rivendicazione per la scelta strategica che il movimento anti-aborto ha fatto 15 anni fa, quando la prospettiva di persuadere la Corte Suprema a riconsiderare il diritto all'aborto sembrava un sogno. http://www.iht.com/articles/2007/04/18/africa/ http://www.nytimes.com/2007/04/19/washington/19scotus.html?_r=1&hp&oref=slogin web-0418sudan.php 28 Giustizia e Libertà INTERNI 7 maggio 2007 … dalla stampa estera (al 07.05.2007) (Continua da pagina 27) Romania, sospeso il presidente Basescu La Romania è caduta nell'incertezza politica dopo che il parlamento con 302 favorevoli e 108 contrari ha votato la sospensione del suo presidente. Gli oppositori hanno accusato Traian Basescu di violare la costituzione fomentando l'instabilità, spiando i parlamentari e ricattando l'ordinamento giudiziario. Il parlamento ha ora 30 giorni per indire il referendum necessario per la destituzione. "Traian Basescu è un progetto politico andato a vuoto", ha dichiarato il capo dell'opposizione di sinistra Mircea Geona durante il dibattito parlamentare. "Lui è incapace di unire il paese". Dopo il voto dozzine di sostenitori si sono riuniti a Bucarest. Basescu si è unito a loro dichiarando "Io sono ancora il presidente della Romania, è arrivato il tempo che venga fatta giustizia nel paese. Io sono il capitano di questo viaggio che sarà lungo", ha detto riferendosi al suo passato da capitano della marina. Basescu è stato accusato di far sprofondare il paese in una crisi politica a causa della sua critica al primo ministro Calin Popescu Tariceanu, con il quale ha avuto una lunga contesa iniziata quando Tariceanu ha dichiarato che la Romania dovrebbe ritirare le proprie truppe dall'Iraq e Basescu non era d'accordo. Il voto apre la strada alla destituzione del capo dello stato, che potrebbe dimettersi nei prossimi giorni. Basescu è accusato di non essere imparziale e di aver rifiutato di nominare alcuni ministri proposti dal premier Calin Tariceanu. http://www.guardian.co.uk/international/ story/0,,2061601,00.html CaLmBiG USA - La Camera chiede il ritiro dall'Iraq La Camera dei rappresentanti ha approvato, con 218 voti a favore e 208 contrari, un progetto di legge che lega il rifinanziamento della missione in Iraq a un calendario per il ritiro delle truppe, nonostante Bush abbia detto inequivocabilmente e ripetutamente che porrà il veto. "Lo scorso autunno gli americani hanno votato per una nuova direzione in Iraq", ha detto la portavoce Nancy Pelosi, mentre i Repubblicani hanno accusato i Democratici che stabilendo una "data certa" si stabilisce la sconfitta dell'America in Iraq e la capitolazione al terrorismo. Il testo stanzia 124,2 miliardi di dollari per i conflitti in Iraq e in Afghanistan, a condizione che il ritiro dall'Iraq cominci entro il 1 ottobre 2007 e sia completato entro il 1 aprile 2008. http://www.nytimes.com/2007/04/26/washington/26cong.html?_r=1&hp&oref=slogin USA - Il leader dei Democratici in Senato dichiara che la guerra in Iraq è persa In una conferenza stampa a Washington, il leader della maggioranza democratica al congresso Harry Reid ha affermato che la guerra in Iraq è perduta e che aumentare il numero delle truppe statunitensi non serve a niente perché non esiste una soluzione militare al conflitto. Secondo Harry Reid le similitudini tra le situazioni attuali e il Vietnam lo hanno portato a dare questa valutazione dell'intervento americano. Il presidente Lyndon Johnson aveva deciso di aumentare lo sforzo della guerra mentre gli Stati Uniti avevano già perso 24.000 uomini. "Johnson non voleva che la guerra fosse persa durante il suo mandato, allora decise di mandare rinforzi in Vietnam", ha dichiarato Reid sottolineando il bilancio finale di 34.000 morti al posto di 24.000. Reid ha aggiunto che è necessario trovare una soluzione diplomatica, politica ed economica. http://www.nytimes.com/2007/04/20/washington/20cong.html Senza la pace la resistenza libererà le Alture del Golan Il ministro dell'informazione siriano ha dichiarato che Damasco vuole la pace, ma ricorrerà alla violenza se Israele rifiuta la proposta di pace della Lega Araba. "Se Israele rifiuta la proposta di pace della Lega araba, la resistenza sarà l'unico modo per liberare le Alture del Golan", ha avvertito il ministro Muhsen Bilal durante una conferenza stampa a Damasco. Ha poi aggiunto che "qualsiasi nazione che vive sotto occupazione ha la prerogativa per resistere. In Libano, Palestina ed Iraq, noi dobbiamo liberare ogni terra araba ed occupata". Bilal ha accusato Israele di provocare l'instabilità nel Medio Oriente e ha criticato la visita di Ibrahim Soliman in Israele. Soliman, un siriano-americano, è riconosciuto come colui che è arrivato ad un compromesso con il Direttore Generale del ministero degli esteri Alon Liel riguardo alla pace tra Israele e Siria. "Noi non abbiamo niente a che fare con la sua visita", ha detto in modo chiaro Bilal. "Nessuno ha eletto Soliman rappresentante della Siria. Lui non parla per conto di nessuna istituzione Siriana. Non è il nostro approccio condurre negoziazioni segrete". http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L3388684,00.html Gli Usa decisero di attaccare Israele poco prima della Guerra dei Sei Giorni per evitare la sua espansione Il quotdiano Haaretz, in base a documenti storici recentemente declassificati, informa che gli Stati Uniti decisero nel 1967 di attaccare Israele per ostacolare la sua espansione verso il sud e l'est, Cisgiordania e (Continua a pagina 29) 7 maggio 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 29 … dalla stampa estera (al 07.05.2007) (Continua da pagina 28) Sinai. Secondo il quotidiano, il piano era stato elaborato negli anni sessanta e il 20 maggio 1967, ossia a meno di un mese dall'inizio della Guerra dei Sei Giorni, fu riportato alla luce per la sua possibile applicazione. Si tratta di un aspetto sconosciuto della guerra dei Sei Giorni della quale quest'anno si commemora il quarentesimo anniversario. In quella guerra lampo, lanciata da Israele il 5 giugno, l'Esercito israeliano conquistò la Cisgiordania, Gaza, il Sinai e le alture del Golan, restituendo - fino ad ora - solo il Sinai all'Egitto, per mezzo di un accordo di pace firmato nel 1979, e Gaza ai palestinesi. Secondo il quotidiano, l'informazione sul supposto attacco statunitense appare in un studio dell'Istituto di Analisi di Difesa, con sede a Washington, elaborato nel febbraio 1968 e di cui furono stampate solo 30 copie. La relazione Weinstein afferma che un documento ufficiale dello Stato Maggiore statunitense prova che il 20 maggio 1967 venne impartito l'ordine di preparare un intervento militare in caso di una nuova guerra arabo-israeliana. L'obiettivo era garantire l'esistenza di ognuno degli Stati della regione in modo che nessuna parte prevalesse sull'altra, seguendo il modello della diplomazia statunitense in precedenti contese nel Medio oriente. Temendo di trascinare nella contesa l'Unione Sovietica, il 6 giugno la diplomazia statunitense decise di non esercitare l'uso della forza e di limitarsi ad una forte pressione sul governo israeliano affinché la sua vittoria rimanesse dentro i "margini ragionevoli". http://www.elpais.com/articulo/internacional/ Estados/Unidos/barajo/atacar/Israel/poco/ guerra/Dias/evitar/expansion/ elpepuint/20070423elpepuint_18/Tes Wolfowitz ha portato la guerra dell'Iraq nella Banca Mondiale Dei cinque alti funzionari nominati da Paul Wolfowitz nei suoi due anni nella presidenza della Banca Mondiale, tre corrispondono a membri del governo che hanno appoggiato la guerra degli Stati Uniti contro l'Iraq. L'ultima nomina si è avuta il mese scorso e si tratta del nuovo vicepresidente per i rapporti esterni della Banca, l'ex vice primo ministro della Giordania Marwan Muasher.Secondo diverse versioni, Muasher è stato ambasciatore giordano negli Stati Uniti nel 2002, l'anno prima dell'invasione, svolgendo un ruolo chiave nell'assicurare la cooperazione del suo paese nell'operazione iniziata il 20 marzo 2003. Nove mesi prima di designare Muasher, Wolfowitz nominò l'ex cancelliere spagnolo Ana Palacio come vicepresidente della Banca Mondiale. Quando faceva parte del gabinetto dell'ex presidente del governo spagnolo José María Aznar, Ana Palacio fu una delle principali promotrici dell'invasione all'Iraq. Nel giugno 2006 Wolfowitz nominò l'ex ministro delle finanze dell'El Salvador Juan José Daboub come uno dei due direttori della Banca. Daboub fu il capo della squadra dell'ex presidente salvadoregno Francisco Flores il cui governo inviò quasi 400 soldati in Iraq. "Daboub si è affannato per imporre la politica economica più ortodossa della storia del paese, strettamente vincolata alle politiche statunitensi", ha dichiarato Roberto Rubio, presidente della Fondazione Nazionale per lo Sviluppo del San Salvador. Wolfowitz, che assunse la presidenza della Banca nel giugno del 2005, ha sostenuto che il suo ruolo come sottosegretario (viceministro) alla Difesa degli Stati Uniti dal 2001, quando cominciò il governo di George W. Bush, non avrebbe influenzato le sue decisioni di fronte all'istituzione multilaterale. Wolfowitz ha cercato di far compiere funzioni nella Banca a numerosi dirigenti del Partito Repubblicano statunitense, nessuno di questi con esperienza in questioni di sviluppo. "Paul Wolfowitz ha usato il suo incarico per ricompensare governi e persone che hanno aiutato gli Stati Uniti nella guerra all'Iraq", ha dichiarato Steven Clemens, direttore del Programma Strategico dell'organizzazione non governativa New America Foundation. "È un modo completamente irresponsabile di dirigere una delle istituzioni economiche e di sviluppo più importanti del mondo", ha precisato Clemens. "Non è del tutto sorprendente che Wolfowitz abbia ricompensato, dentro il governo statunitense e dentro la Banca, i suoi alleati e complici", ha affermato Doug Hellinger, codirettore dell'organizzazione non governativa Development GAP. http://www.ipsnoticias.net/nota.asp?idnews=40655 'Sarkozy l'americano' dice che l'Europa è la prima priorità I suoi concorrenti politici accusano Nicolas Sarkozy di voler far passare la Francia nell'orbita di Washington, ma il neo eletto presidente di destra afferma che l'obiettivo primario della sua politica estera è di sollevare il ruolo dell'Europa sul palcoscenico mondiale. Nel tentativo di correggere la sua immagine, insiste sul fatto di volere un dialogo amichevole con gli Stati Uniti, lodando l'opposizione della Francia alla guerra in Iraq ed esortando gli americani a rispettare la "libertà" dell'Europa. Sebbene appaia più pro-americano di Chirac, gli analisti non si aspettano profondi cambiamenti nelle relazioni transatlantiche. Si oppone a un intervento militare in Iran, ma ha dichiarato di volersi battere per l'adozione di pesanti sanzioni per impedire all'Iran di acquisire armi nucleari. Viene visto vicino ad Israele, ma dice di voler dare stessa importanza all'indipendenza della Palestina e alla sicurezza di Israele. I suoi primi viaggi esteri saranno a Bruxelles e Berlino, che ha la presidenza di turno dell'Unione europea, come parte di una spinta per porre fine alla crisi aperta dal rifiuto della Francia di una costituzione europea nel 2005. Sarkozy propone un presidente permanente dell'UE e un ministro degli esteri per far sentire la voce in(Continua a pagina 30) 30 Giustizia e Libertà INTERNI 7 maggio 2007 … dalla stampa estera (al 07.05.2007) (Continua da pagina 29) ternazionale dell'Europa, permettendo a gruppi di Stati membri di intraprendere politiche comuni, per esempio sull'immigrazione, senza necessariamente l'accordo dell'intero blocco dei 27 paesi membri. Si è impegnato a mantenere la spesa francese per la difesa al 2% del PIL, definendo la prevenzione nucleare come un "imperativo assoluto". Sarkozy è fermamente contrario all'entrata della Turchia in Europa, che vede come la "morte politica dell'Europa". Sostiene anche che la presenza militare francese in Africa -10.000 soldati in cinque basi militari permanenti- dovrebbe essere mantenuta al minimo, affidando tutto appena possibile ad una forza di Unione africana. http://www.turkishpress.com/news.asp? id=174831 La solitudine volontaria e subita della Sig.ra Royal spiega il suo insuccesso Domenica 6 maggio Ségolène Royal ha subito chiamato Nicolas Sarkozy, e non il contrario ha tenuto a precisare, per congratularsi con lui per la vittoria. Ma non si è potuta trattenere dal rimproverargli, abbastanza aspramente, di avere utilizzato Eric Besson durante la campagna. "Un traditore, non un uomo di sinistra", ha detto Francois Hollande a TF1. Il "caso" Besson, dal nome di colui che era incaricato alla direzione del PS prima di passare armi e bagagli all'UMP, ha fatto parte delle ore buie della campagna di Royal. Al punto che la candidata aveva preparato anche questa replica per il suo dibattito faccia a faccia con Sarkozy. Questo per dire che il PS ha mancato di unità. Le relazioni complicate che ha intrattenuto la candidata col partito hanno perturbato molto spesso la sua campagna. Presentata come un esercizio democratico "esemplare", la competizione interna per l'investitura del partito ha lasciato strascichi. Da un altro lato, la candidata ha lei stessa fatto di tutto per mantenersi a distanza dal partito, persuasa che cavalcando il rifiuto degli "elefanti" nell'opinione pubblica, avrebbe incarnato meglio il rinnovamento. Questa strategia ha avuto il suo rovescio producendo un effetto erratico: un giorno Royal si proclamava "libera", il giorno dopo organizzava una squadra -virtuale perché non si è riunita mai- con tutte le alte cariche del PS, Lionel Jospin compreso. In sette mesi di campagna dalla designazione della candidata, il primo segretario ha tenuto una sola riunione comune, a Limoges il 29 marzo. La Royal ha innovato, rotto dei tabù, impresso un nuovo metodo con la democrazia partecipativa e presentato un viso nuovo che resteranno come i punti forti della sua candidatura. Ma molto spesso, fidandosi delle sue intuizioni, ha avanzato delle proposte senza curare la loro presentazione. "Ha molte buone idee ma non sa renderle credibili", riconosce un membro della sua squadra. Questo metodo ha trovato i suoi limiti, per esempio, col contratto di primo impiego. Il "CPC", destinato a favorire l'impiego dei giovani senza qualifica, ha preso laboriosamente corpo a furia di spiegazioni confuse e talvolta contraddittorie. La candidata, galvanizzata dal fervore di suoi sostenitori durante i meetings, ha voluto sempre mettersi in precedenza sul campo dei "valori", con il risultato di aver dato alcune volte l'impressione di non essere sicura di se stessa, o peggio ancora di non padroneggiare i propri argomenti. "Probabilmente non abbiamo parlato abbastanza di proposte concrete" ha dichiarato M. Hollande domenica sera su France 2. Infine, il faccia a faccia del 2 maggio con M. Sarkozy, considerato come cruciale, non ha avuto l'effetto sperato. Ancora una volta è stata privilegiata la forma, provocando una serie di delicate correzioni sui bambini svantaggiati a scuola o sul nucleare. http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2823448,36-906466,0.html 367 automobili bruciate e 270 fermati Secondo la polizia "il secondo turno delle elezioni presidenziali non ha portato grandi violenze urbane nei quartieri sensibili e solo alcuni piccoli gruppi hanno, qui e là, incendiato cassonetti e automobili". 367 automobili bruciate e 270 fermati: è questo lunedì mattina il bilancio degli incidenti che si sono verificati nella periferia della Francia durante la notte del secondo turno delle elezioni presidenziali. Polizia e gendarmeria hanno fermato "270 persone di cui 136 in provincia, 46 a Parigi e 88 nel resto dell'Ile-de-France". In compenso, secondo una nota del DGPN, nella notte tra domenica e lunedì "in molte città, come a Lione, Nantes, Parigi, Tolosa o Rennes per esempio, si sono raggruppati movimenti di estrema sinistra, anarchici o autonomi che sono degenerati in scontri con le forze dell'ordine". Secondo il DGPN "28 persone delle forze dell'ordine sono rimaste ferite". http://www.liberation.fr/actualite/ societe/252217.FR.php (Continua a pagina 31) 7 maggio 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 31 … dalla stampa estera (al 07.05.2007) (Continua da pagina 30) Bush compie la sua minaccia e pone il veto sulla legge che impone il ritiro dall'Iraq a partire da ottobre Il presidente George W. Bush ha formalmente vietato il disegno di legge che vincola l'assegnazione di fondi per la guerra in Iraq ed Afghanistan con l'adozione di un calendario per il ritiro delle truppe dal paese arabo. In una dichiarazione della Casa Bianca per spiegare il suo veto, Bush ha affermato che stabilire un termine per il ritiro dalla nazione araba "equivarrebbe ad un fallimento e sarebbe irresponsabile". Tra i motivi per il blocco della legge, anche il fatto che il testo, secondo Bush, contiene "migliaia di milioni di dollari per spese non urgenti" che non hanno niente a che vedere col conflitto armato. Il veto si aggiunge allo scontro di poteri tra i Democratici del Congresso, che considerano il ritiro dall'Iraq come un mandato delle ultime elezioni di novembre, e un presidente che sfida quello che lui considera un'incursione nella sua autorità come comandante in capo. Il disegno di legge stabiliva che il ritiro delle truppe cominciasse a partire dal primo ottobre e si completasse nel giro di sei mesi. Il leader democratico del Senato, Harry Reid, ha dichiarato che la misura è "molto importante" e che un veto significa "rifiutare risorse alle truppe". "E' necessario un cambiamento di rotta nella guerra", ha aggiunto Reid, mentre il presidente della Camera Nancy Pelosi ha chiesto a Bush di "ascoltare" gli statunitensi che desiderano un cambiamento di direzione del conflitto. "Se il presidente pensa che bloccando questa misura ci fermerà dal lavorare per dare un cambiamento di direzione alla guerra in Iraq, allora ha capito male", ha affermato Reid, "ora lui ha l'obbligo di spiegare il suo piano per terminare responsabilmente questa guerra". http://www.nytimes.com/2007/05/02/ washington/02policy.html?hp Continua la colonizzazione della Palestina Dal 19 di marzo il Consiglio dei Rappresentanti dei Coloni Ebrei (YESHA) ha stabilito una nuova colonia in Hebrón. Una provocazione per i palestinesi in una città dove è già installato illegalmente un gruppo di 500 coloni. Il ministro della difesa Amir Peretz ed il suo aggiunto Efraim Sneh, hanno preteso l'evacuazione di questa colonia, ma YESHA è riuscito a ottenere dal pubblico ministero della Corte Suprema, Menahem Mazuz, un termine di quindici giorni per "evacuare" volontariamente la colonia. I coloni hanno presentato dei documenti in cui si attestava che avevano comprato l'edificio per 700.000 dollari tramite un gabinetto giordano, un fatto contestato da un palestinese che ha dichiarato di essere il vero proprietario. In seno al governo israeliano è esplosa la polemica. Il razzista ed estremista ministro Avigdor Libermann si è ribellato contro la "isterica" decisione del ministro della difesa. Da parte sua il primo ministro Ehud Olmert ha solo informato che esaminerà la questione entro un termine imprecisato. Se il ministro della difesa fosse serio, come ha fatto notare il quotidiano Haaretz, avrebbe reagito "dopo la prima notte" prima che 80 persone si installassero in una zona in cui il controllo permanente dell'esercito è basso. "Siamo arrivati al colmo dell'assurdo", prosegue Haaretz, "l'esercito che dovrebbe evacuare i coloni impiega tutta la sua forza per proteggerli (...) Lo stesso Peretz aveva già promesso di evacuare varie dozzine di insediamenti illegali, ma non ha mai evacuato nessuno". http://www.humanite.presse.fr/journal/200704-26/2007-04-26-850260 La Francia si appella ai suoi alleati dell'Unione Europea per frenare la 'caccia alle streghe' polacca Il caso dell'eurodeputato liberale polacco Bronislaw Geremek si è trasformato nella goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dell'Unione Europea nei confronti della Polonia. Questo paese, per ordine del Governo conservatore dei gemelli Kaczynski, vuole obbligare politici, giornalisti ed accademici a dichiarare per iscritto di non aver mai collaborato col regime comunista. Geremek, che fu un dissidente durante l'epoca comunista, si rifiuta di firmare questo documento e per questo Varsavia cerca di destituirlo da parlamentare europeo. Davanti a questa situazione la Francia è ricorsa al resto degli Stati membri per "agire" di fronte alla deriva polacca. La Francia ha fatto un appello ai membri dell'UE e del Parlamento Europeo affinché chiedano "ufficialmente" alla Polonia di lasciare al suo posto di eurodeputato Geremek. “È terrificante che si possa mettere in dubbio un deputato democraticamente eletto" perché si oppone alla legge di verifica, ha affermato il ministro degli esteri francese Douste-Blazy. In un'intervista Geremek ha dichiarato che "la Polonia si muove in un universo che ricorda quello di George Orwell". http://www.elpais.com/articulo/ internacional/Francia/apela/socios/Union/ Europea/frenar/caza/brujas/polaca/ elpepuint/20070427elpepuint_11/Tes CaLmBiG 32 Giustizia e Libertà INTERNI 7 maggio 2007 COMUNICATO STAMPA- APPELLO Ricevo e a mia volta inoltro questo accorato appello per la situazione disastrosa in cui si trova la Somalia. E' una situazione gravissima, ma nessuno ne parla, né giornali, né televisioni, tutti intenti a navigare nel mieloso brodo casereccio...! Aldo Antonelli Pesanti scontri sono in corso ormai da molti mesi a Mogadiscio, mentre la situazione si aggrava sempre di più, la popolazione è allo stremo: centinaia di cadaveri sono ancora lungo le strade della città, dopo molti giorni di combattimenti. La guerra pian piano si espande e investe tutto il paese. Centinaia di migliaia sono i disperati che fuggono e vagano lungo la savana e il deserto, verso i confini con Etiopia, Kenia, Eritrea o verso lo Yemen, dove i campi profughi sono “solo” micidiali lazzaretti. Non il colera o la malaria, che stanno da tempo decimando i bambini e gli anziani, ma un’altra pesantissima epidemia che provoca diarrea, sta provocando la morte di migliaia e migliaia di innocenti. Si hanno notizie di un villaggio nelle vicinanze di Jowar dove la dissenteria ha sterminato l’intera popolazione. Gli ospedali di Mogadiscio, di Jowar e le poche strutture sanitarie del paese scoppiano di feriti dalle violeze in corso e di persone colpite dall’epidemia; molti non possono o non hanno le forze di raggiungere gli ospedali e muoiono in casa. A tale proposito abbiamo raccolto testimonianze che confermano la presenza di molti cadaveri non rimossi che giacciono da giorni nelle abitazioni. GRAVISSIMA SITUAZIONE SANITARIA, UMANITARIA E CIVILE è l’emergenza prioritaria insieme a quella di un cessate il fuoco immediato. OCCORRONO CON LA MASSIMA URGENZA I SEGUENTI MEDICINALI Fleboclisi - Antibiotici a largo spettro - Anti-diarroici pediatrici e per adulti. La nostra associazione - chiede al Presidente della UE e della Repubblica italiana, al Presidente Prodi, al Ministro degli Esteri D’Alema, alla s.s. Sentinelli, alla C.R.I. e a quella Internazionale di ascoltare il grido della Somalia e di consentire alle OO. VV. di intervenire al più presto in soccorso della popolazione civile somala, per non essere complici del genocidio di migliaia di bambini e di innocenti, e perchè “l’aiuto” all’Africa non si traduca in vuote parole e in volgare retorica. - Fa appello alle forze di occupazione, al Governo Somalo, ai membri del Governo provvisorio in esilio, alle Corti islamiche, alle forze della Resistenza, perché cessino ogni attività di guerra per consentire l’arrivo e la distribuzione di aiuti e di medicinali. - Condanna l’aggressione al popolo somalo e l’occupazione in atto da parte dell’esercito dell’Etiopia, l’ingerenza ed il coinvolgimento diretto del governo USA, l’indifferenza decennale dell’Occidente e dei mass-media, cause principali dell’attuale situazione. - Denuncia i crimini contro l’umanità e gli orrori commessi impunemente sulla popolazione stremata e inerme. - Stigmatizza e rabbrividisce sulle gravi responsabilità e sul silenzio delle N. U. - Chiede con forza l’immediato ritiro delle truppe di occupazione Etiopiche da ogni angolo del suolo della Somalia; alla U.E. e all’Italia in particolare, ad essere possibili mediatori e costruttori di un vero dialogo di pace tra tutte le parti; perché sia restituita al Popolo somalo la sovranità sul proprio Paese, la dignità di esistere, il diritto di decidere sul suo futuro e di eleggere democraticaGiustizia e Libertà mente un proprio legittimo Governo per la prosperiPeriodico Politico Indipendente tà e la pace del suo popolo. Pescara, 15 aprile 2007 Autorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 il presidente Proprietà: L. Barbato Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma Iscritta con L.R. 37/93 Abruzzo - al DA5/88 del Registro Regiona- E-Mail: [email protected] Tel.: (+39) 06.8879.1566 le delle OO. VV. Fax: (+39) 06.6227.6293 Tel / Fax +39.085.4470661 - Tusio De Iuliis – dott. Marino Andolina Mobile +39.334.9313476 - 39.328.0874950 www.passagetothesouth.org – e-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Fernando Esposito