Amplificatore finale VAC PHI - 200
Transcript
Amplificatore finale VAC PHI - 200
Amplificatore finale VAC PHI - 200 D ev'essere la stagione; fa freddo e quindi tutti pensano di darmi in prova amplificazioni a valvole. Dopo l'integrato Mastersound, la cui recensione è stata pubblicata nel numero di Novembre, ora tocca ad un finale a tubi, prodotto da un'azienda di Sarasota, Florida e recentemente introdotta in Italia. Parliamo infatti della VAC-Valve Amplification Company. È una ditta che si è già fatta un ottimo nome sui mercati esteri e che produce una gamma di amplificazioni piuttosto vasta, coprendo pressoché tutte le esigenze, sempre che si abbiano tasche abbastanza capienti per soddisfarle. I prezzi richiesti dal mercato dell'audio di qualità sono la croce di (quasi) tutti noi. I tentativi di esorcizzare il cruciale problema si sprecano; in ogni dove e con frequenza sempre più alta si leggono annunci di giganti uccisi, di blasonati marchi sconfitti brutalmente da qualche scatola di fiammiferi elettronica. I più ingenui abboccano agli ami lanciati da “personaggi in cerca d'autore” e corrono a spendere a destra e a manca. Piccole cifre, certo, ma che forse sarebbe stato meglio risparmiare in attesa di poter procedere ad un acquisto più ragionato. 100 euro di qua, 200 di là ed i soldi passano nelle tasche di qualche cinesino senza arte né parte o di qualche furbacchione che ha capito perfettamente come si prende in giro il pubblico, vendendo un'elettronica da autoradio di bassa lega, ricarrozzandola e facendola passare per apparecchio ad alta fedeltà. L'inesperto acquirente, spaventato da cifre troppo spesso elevate per apparecchi costruiti con certi criteri, accende la scatoletta, sente che funziona e che emette qualche nota musicale e si precipita, incredulo, a pubblicizzare il nuovo miracolo. Seguono cori osannanti da parte di AUDIOREVIEW n. 307 gennaio 2010 Amplificatore finale VAC PHI - 200 Prezzo: Euro 12.600,00 Distributore per l’Italia: Mondo Audio, Via Vasari 7/A, 24044 Dalmine (BG). Tel. 035 561554. www.mondoaudio.it un pubblico che ha nelle orecchie il suono delle cuffiette dei lettori mp3 e cade dal pero quando si accorge che si può fare di meglio. È la nascita di un nuovo fenomeno e della conseguente fondazione di miriadi di piccole “benemerite” aziende che si precipitano a cavalcare l'onda. Il fatto che anch'esse siano state costituite per produrre utili non sfiora i nostri eroi, che cambiano la precedente scatola di fiammiferi per passare a quella nuova, tanto costa poco. Fioriscono inserzionisti sui siti di aste on-line, con marchi e prodotti spesso improbabili. Qualche eroe si presta a fare da cavia, acquista il diffusore da pavimento da 150 euro, annunciando la febbrile attesa sui forum in cui partecipa. All'arrivo del pacco, rullo di tamburi! Persino il Parro- co suona le campane a festa. Il fortunato acquirente sballa il nuovo acquisto, collega i diffusori all'impianto, mette il suo CD di riferimento e dopo il primo brano si rimette alla tastiera (del computer, ovviamente - non mischiamo il sacro col profano), fornendo alle folle trepidanti la completa recensione del nuovo “miracolo commerciale”. Pare di assistere alle televendite di una volta. Naturalmente, tra il pubblico di sognatori, a nessuno viene in mente di chiedere come mai ci si lanci a giudicare un diffusore appena estratto dall'imballo o quali siano le precedenti esperienze d'ascolto del nostro eroe. Cosa vogliamo farci, così va il mondo. Per quanto mi riguarda continuo per la mia strada, scartando ciò che non mi pare all'altezza e lavorando su prodotti che ritengo abbiano qualcosa da dire in questo affollatissimo mercato. Da quanto letto in giro, VAC mi pareva essere un marchio interessante e non nascondo il tiepido entusiasmo (è già molto, ché ormai da tempo ho cominciato a considerare i componenti per quello che 89 sono) provato dopo che mi è stato chiesto se fossi interessato ad un ascolto, con conseguente recensione. Mi aspettavo, in realtà, che arrivasse anche il preamplificatore degno compagno di questo finale ma per qualche motivo tuttora ignoto ho ricevuto solo l'orfanello, un 110 watt per canale a valvole che, secondo il fabbricante, è la versione meno potente del “miglior finale al mondo”, il VAC PHI300. Però! Mica male la presentazione da parte di questi americani. Continuiamo con la presentazione, sempre utilizzando le informazioni di VAC. Secondo loro con questo apparecchio si va oltre le caratteristiche di un comune amplificatore a valvole il PHI-200 produce un impatto in gamma bassa, velocità e dinamica, che ha convertito molti amanti dei progetti a stato solido ai tubi a vuoto. Le valvole di potenza sono le KT88, dalle quali si trae il meglio delle caratteristiche grazie a trasformatori d'uscita particolari. L'amplificatore permette di utilizzare ingressi bilanciati o sbilanciati ed il bias è facilmente regolabile grazie ai 4 LED associati a ciascuna KT88. La potenza d'uscita non varia su impedenze che vanno da 2 ad 8 ohm. L'amplificatore può lavorare in mono, raddoppiando la potenza. Le 4 valvole d'ingresso e driver sono tutte 6SN7. Diamo un'occhiata all'esterno dell'apparecchio e descriviamolo sommariamente. Il frontale è costituito dall'abituale lastra in alluminio con logo al centro, che s'illumina di un bel blu, quando l'amplificatore è acceso tramite il tasto sul lato destro. La parte posteriore vede, da sinistra, la vaschetta IEC, le uscite con un terminale comune per il negativo e quelli per il positivo, da scegliere a seconda dell'impedenza dei diffusori collegati. Le opzioni sono: 1-2, 2-4, 4-8 ohm. Segue l'interruttore per la modalità stereo/mono, gli ingressi bilanciato o sbilanciati. Il pannello superiore, dove sono alloggiate le valvole, ha i due interruttori per la scelta degli ingressi da utilizzare, le 4 viti per la regolazione del bias ed i LED associati ad ogni KT88. VAC dichiara che il funzionamento è realmente bilanciato, se si sceglie questa modalità. Difficile dare un giudizio estetico su quest'apparecchio. Non c'è nulla d'inconsueto, è la solita forma da valvolare, senza nessuna invenzione. Il costruttore consiglia 200 ore di rodaggio ma l'apparecchio non era nuovo, quindi mi sono risparmiato l'incombenza. Mezz'oretta di riscaldamento ed il PHI-200 è pronto per cantare. L'abbiamo “spremuto” nel seguente impianto: giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Scan Tech Lyra Helikon, cavo fono LAT International XLR, pre fono Einstein "The Turntable's Choi- 90 ce" bilanciato, cavo tra pre fono e preamplificatore Transparent Super XLR, lettore CD/SACD dCS Puccini+U-Clock Puccini, cavo tra lettore digitale e preamplificatore MIT Oracle MA Proline, preamplificatore MBL 4006, cavo tra pre e finali MIT Oracle MA-X Proline, diffusori JBL 4350B, cavi di potenza MIT Magnum MA, cavi di alimentazione MIT Shotgun AC 1, Ecosse ed altri autocostruiti, filtro di rete Black Noise 2500. Devo dire che, ai primi ascolti, c'era qualcosa che non mi convinceva ed un rumore in un canale che mi lasciava perplesso. Una regolata al bias ha tolto completamente il rumore ed il suono è migliorato notevolmente. VAC consiglia di regolarlo al momento dell'installazione e poi circa una volta al mese, se non si sostituiscono le valvole. L'operazione è estremamente semplice: senza mandare alcun segnale, si ruota la vite corrispondente ad ogni valvola fino a vedere accendersi il LED. A questo punto, si torna indietro leggermente fino a che il LED non si spegne. That's all, folks. Possiamo quindi passare a valutare il suono del nostro eroe, partendo dall'“Ave Maris Stella” dal solito - si fa per dire - “Vespro della Beata Vergine” di Monteverdi, diretto da Gardiner (Archiv). Confesso che dopo pochi istanti sono rimasto scioccato dalla quantità di particolari che non avevo mai notato con la mia abituale amplificazione. Ma porca miseria, non doveva essere lo stato solido quello che suona più preciso e con maggior definizione? Non c'è più religione, non ci sono più le mezze stagioni e questo mondo moderno non lo capisco più! I rumori di fondo della Chiesa sono in maggior evidenza e le voci tradiscono ogni minima esitazione. Non credo alle mie orecchie. Mi ricompongo, dopo essermi pizzicato e reso conto che sono sveglio. Anche la sala d'ascolto s'è ingrandita, probabilmente grazie alla presenza di abbondante “aria” alle alte frequenze. I pianissimo, sia strumentali che vocali, hanno una delicatezza mista a fermezza, che mette i brividi. I grandi cori fluiscono senza alcuna difficoltà, lontani da compressioni e confusione. La capacità di isolare le voci bianche dal resto del coro è davvero invidiabile. I cantori sono posizionati là, in fondo a San Marco e l'orchestra è poco più avanti. Molti di voi ormai mi conoscono e sanno che non solo solito vedere la Madonna ad ogni ascolto ma qui, amici miei, ci andiamo molto vicino. Senza il timore di apparire blasfemo per l'ardito accostamento musicale, carico nel lettore il SACD “Last summer dance” di Battiato (Columbia-Sony Music) e comincio ad ascoltarlo, in attesa di “Impressioni di Settembre”, che spesso utilizzo per verificare la capacità degli impianti di discernere, in un difficile passaggio basso elettrico/grancassa della batteria, i colpi di quest'ultima. Ovviamente, la pressione sonora scelta è adeguata all'occasione di un concerto dal vivo e si mantiene, per tutto il brano, tra i 100 ed i 114 dB (misurati, non di fantasia). Le orecchie non ringraziano, il resto del corpo invece sì. Della gamma bassa, si diceva. Promossa a pieni voti; il PHI-200 spinge i 4 grossi woofer senza scomporsi minimamente. Vi dirò di più: per il poco che possa conoscere il suono delle KT88, direi che siamo vicini al massimo delle loro possibilità timbriche, grazie ad un'emissione in gamma bassa autorevole, precisa ed asciutta quanto basta per un ascolto più che credibile. Tocca ora ad un CD del quale non vi ho mai parlato: “Moro Quartet” (RNA), registrato da Francesco Rubenni, vecchia conoscenza ed apprezzato progettista dei diffusori Rosso Fiorentino. Ero personalmente presente alla registrazione di questo progetto e posso dire la mia sulla perizia del Rubenni. È un CD di musiche difficilmente catalogabili, basate principalmente sulla fisarmonica solista ed estremamente eterogenee. A tratti possono ricordare le composizioni del compianto Astor Piazzolla, mentre in altri brani vi sono richiami alla Tarantella, a ritmi latini o allo swing più prettamente jazz. Mi sbilancio nell'affermare che questa registrazione è interessante dal punto di vista artistico e di altissimo livello tecnico. La naturalezza che permea il suono dovrebbe essere un punto di arrivo per molti tecnici del suono e per chi vuole davvero capire come deve suonare il proprio impianto audio. Non so ancora se questo CD sarà distribuito presso le tradizionali catene commerciali ma posso dirvi per certo che è reperibile presso i rivenditori di hi-fi che trattino i prodotti North Star. Il mio consiglio è di acquistarlo a cuor sereno. Torno alla descrizione dell'ascolto riportando che le variazioni dinamiche contenute nell'incisione sono perfettamente riprodotte dal VAC, che restituisce timbrica degli strumenti ed ambienza con ottima precisione. Solo qualche appena udibile slabbratura sul contrabbasso mi ricorda che sto amplificando con le valvole, mentre la gamma acuta è estremamente estesa, senza alcun arrotondamento all'estremo alto. I piatti della batteria, in qualche frangente, sembrano addirittura più brillanti del dovuto. Verificheremo meglio quest'impressione. Intanto, approfondendo gli ascolti, mi rendo conto sempre di più di quanta dinamica questo finale riesca ad esprimere e mi chiedo se que- AUDIOREVIEW n. 307 gennaio 2010 Gli ingressi sono sia bilanciati che sbilanciati. st'impressione possa essere dovuta alla velocità fulminea nella risposta ai transienti ed alla microdinamica decisamente pregna dei più minuti particolari presenti nel messaggio sonoro. Siccome “io c'ho lo stereo” perché mi piace ascoltare tutta la musica, non mi faccio mancare un LP - doppio, tra l'altro - del Boss Bruce Springsteen, “We shall overcome”, registrazione più che decorosa per un lavoro dal valore artistico che, personalmente, trovo eccezionale. Durante l'ascolto con questo VAC apprezzo la naturalezza di una batteria ripresa da lontano ma col rispetto delle sue caratteristiche timbriche e dinamiche e quella del banjo. Poco attendibili le “code” del contrabbasso, registrato piuttosto “grasso” ma con un'intelligibilità del messaggio musicale ugualmente intatta. La voce del Boss è roca al punto giusto ed i fiati… tolgono il fiato (beccatevi questa). Mi beo di una “Mrs McGrath”, da pelle d'oca, seguita dalla splendida “Mary don't you weep”, introdotta da un violino timbricamente ineccepibile ed una sezione fiati ancora una volta particolarmente credibile. A questo punto mando un SMS al distributore minacciandolo di morte nel caso si fosse venuto a riprendere l'amplificatore ma l'uomo non si scompone, rispondendo che gli serve a breve per una dimostrazione. Non ho AUDIOREVIEW n. 307 gennaio 2010 ancora capito quanto io sia credibile come critico audio ma so per certo che come ladro o ricattatore non ho futuro. La conseguenza è che il finale VAC, al momento in cui scrivo, mi ha lasciato da qualche tempo. Vuoto incolmabile? Ma no, tutti i vuoti si colmano e sto ascoltando musica anche adesso con piena soddisfazione. Certo che, se fosse rimasto qui, sarei senza alcun dubbio più contento. Non parliamo della possibilità di bi-amplificare i miei grossi monitor, col VAC in gamma media ed alta, e bestioni Bryston dedicati ai bassi… un sogno che, per ora, non mi posso permettere. Riepilogando: come suona questo VAC PHI-200 ve l'ho spiegato in modo, mi auguro, sufficientemente chiaro. Forse ho insistito poco sulla gamma media ma tutti ben sappiamo che tra le caratteristiche precipue delle valvole v'è proprio la capacità di presentare le voci in modo particolarmente gradevole, con una luminosità ed un contenuto armonico che è un piacere per le nostre povere orecchie, martoriate da pessimi suoni provenienti da ogni dove. Che abbia capacità di pilotaggio estremamente buone è assodato. Quello che mi ha davvero lasciato di sasso è stata la sua capacità di suonare con colorazioni minime, trattandosi di un valvolare ma, soprattutto, la precisione nel discernere ogni particola- re presente nelle registrazioni e di non trovarsi mai in difficoltà neanche coi messaggi più complessi e difficili da dipanare. Arriviamo al muro del pianto: 12.600 euro. Bastano e avanzano anche per comprare un'utilitaria piuttosto accessoriata. Cosa vi devo dire? Potremmo tornare a quanto scritto nella parete introduttiva di questa recensione oppure possiamo strapparci le vesti ed imprecare contro l'ingiustizia di questa vita. Possiamo scrivere per anni tentando di “moralizzare” (come odio questo termine, che tra l'altro non capisco. Come si quantifica la “morale”? Soprattutto: chi stabilisce cos'è morale e cosa non lo è?) il mercato degli apparecchi audio di alto livello, senza alcun esito. Oppure possiamo rassegnarci e renderci conto che è bello anche che esistano macchine così, per chi ha la possibilità di acquistarle. Noi che non possiamo permettercele siamo almeno autorizzati a sognarle, che nella vita non si sa mai… C'è di meglio in giro, attorno a queste cifre? Non lo so, può darsi di sì come può darsi di no. Magari per il vostro impianto questo è il finale perfetto, per un altro potrebbe non esserlo. Certo, ascoltarlo non vi farà male. Al massimo vi sarete resi conto di che livelli ha raggiunto l'elettronica audio nelle sue più alte espressioni. Questo è un esempio più che concreto. Ancora una volta, devo modificare le mie convinzioni su dove si posizioni il limite delle tecnologie odierne, almeno per quanto riguarda il suono che finora sono riuscito ad ottenere nella mia sala d'ascolto. Giudizi inappellabili su fugaci ascolti nelle fiere o in negozi non appartengono alla mia cultura. Nessun ascolto pubblico consentirà mai la concentrazione di quando ci si trova da soli davanti al proprio impianto e nessun ascolto, per quanto attento, oltre i confini della propria casa, sarà mai abbastanza attendibile. Oltre c'è solo l'ascolto dal vivo ma questa è un'altra storia... Angelo Jasparro 91