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CULTURA
New Lego City
di alessandro cassin
L'ultima sfida degli architetti: costruire edifici assemblando vecchi container. Un'idea inglese che
conquista New York
New York non ama seguire nessuno, ma l'idea sperimentata a Londra di usare i container - i grandi
container come si trovano in ogni porto - come materiale da costruzione per abitazioni modulari,
infiamma l'immaginazione degli architetti e dei costruttori. "Sono belli, costano poco e consentono
soluzioni creative", dice Chris Anderson, giovane imprenditore newyorchese che con la sua Urban
Green Builders, sta comprando terreni a Manhattan su cui montare strutture di container entro il 2009.
Da Chelsea a Brooklyn fino al Bronx si progettano case, studi e depositi per opere d'arte fatti
interamente con container. Il progetto più importante è la struttura residenziale su Lafayette Street a
nord di Soho, progettata da Urban Space Management in collaborazione con Global Modular Buildings.
Si tratta di appartamenti (saranno consegnati a dicembre di quest'anno), con annessi spazi
commerciali. L'edificio creato con container dipinti di rosso fuoco, sarà assemblato in soli 10 giorni.
Le pareti metalliche che danno sulla strada saranno sostituite con vetro per offrire maggiore luminosità
agli appartamenti.
C'è poi chi vede nei container la possibilità della casa fai da te. Mark Feldman ha comprato un lotto
vuoto a Williamsburg in Brooklyn, dove a giugno intende costruire una struttura di nove moduli. "È
stato tutto molto più facile del previsto" spiega. "I container costano solo dodici mila dollari. Poi c'è il
trasporto dal porto di Red Hook (sempre a Brooklyn) e l'affitto di una gru per due giorni. Il resto,
aperture ascensori, acqua e elettricità lo faremo da soli". Tempo previsto: quattro mesi, con 10 persone
che lavorano. "Anche i permessi sono stati facili da ottenere; i pompieri sanno che i container hanno
passato controlli molto rigidi e la solidità di strutture di acciaio concepite per il trasporto di materiali
pesanti, sono una garanzia". Insomma un'architettura, senza pretese? No. Perché anche alcuni tra gli
architetti famosi ne sono entusiasti. Ed è facile capire le loro ragioni. Si tratta di poter erigere edifici
che cambiano radicalmente il paesaggio urbano introducendo elementi di forte flessibilità. Succede
non solo a New York. Mark Strauss, della Fox & Fowle Architects, ad esempio, ha progettato per la
ex-zona industriale di Glouchester, in Massachusetts, un prototipo di casa popolare usando
container. E tra poco partiranno i lavori. E poi c'è Londra, che per gli americani funziona da caso
scuola e dove sono andati a rubare le idee.
"La fisica insegna che le soluzioni più semplici sono le più geniali" dice, in proposito Eric Reynolds,
insieme a Elden Scott, il creatore di Container City, a Trinity Buoy Wharf. Qualche anno fa i due
camminando a fianco al porto commerciale ebbero una folgorazione: "La vista di centinaia di container
multicolori, in attesa di essere smantellati, ci riportò all'infanzia quando giocavamo a Lego: quei
container potevano diventare i blocchi per costruzioni". Così è sorta la Container City 1: scatole
identiche, munite di porta, quattro mura, pavimento e soffitto, componibili tra loro, isolati
termicamente ed estremamente resistenti. Dall'esterno l'edificio, con i suoi colori accesi, sembra un
modello geometrico, con finestre a oblò e piccoli balconcini. La stampa internazionale ha fatto a gara
nel lodarne l'estetica, a un tempo essenziale e trendy. Chi ci è andato a vivere o lavorare ne è
entusiasta: "Se qualcuno mi avesse detto che sarei finita a lavorare in un container mi sarei offesa, al
contrario non ho mai avuto uno studio così bello e funzionale" dice, la grafica Kathrine Hevesi. Il
successo e le richieste hanno spinto i costruttori e gli architetti ad aggiungere un piano sul tetto della
struttura esistente, a dimostrazione dell'estrema flessibilità di questo tipo di edificio modulare. Poi è
stata la volta della Container City 2.
Oggi i container sono una sfida di prim'ordine agli architetti. Il perché lo spiega Norm Schneider,
professore di Urban Studies, alla San Francisco State University. "Finalmente ci si accorge che un
architetto non è solo un tecnico delle costruzione, né una star che realizza edifici che diventano icone.
Un architetto deve essere anche un intelligente e creativo pianificatore urbano, e un pioniere di nuovi
concetti e strategie per un pianeta sovraffollato e dove riciclare le vecchie strutture è un dovere etico".
Ma oltre l'etica c'è anche l'estetica e la comodità, si potrebbe obiettare. Infatti, Schneider pensa che
Container City è la prova che soluzioni a basso costo possono competere pure sul piano estetico con
il glamour dell'architettura contemporanea. Basta continuare a costruire. Così Eric Reynolds che aveva
pensato a Container City come a una soluzione a basso costo per la propria sede, si è trovato tra le
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mani un prodotto estremamente duttile, richiesto e copiato in tutto il mondo. Un modello da seguire. "Il
mio ufficio è tempestato di telefonate e di e-mail: dall'America e fino all'Australia". Il dato che rende la
costruzione con i container così richiesta, oltre all'attrazione estetica e la sfida creativa, è la
sovrabbondanza di questi oggetti. Si trovano in tutti i maggiori porti del mondo. Messi insieme in fila
potrebbero formare un muro di due metri e mezzo due volte attorno all'equatore. Tra i progetti che
vengono studiati dagli architetti americani, uno dei più interessanti è quello di Tower Hamlets College,
sempre in Gran Bretagna. In quattro settimane di vacanza, è stata allestita una struttura su tre piani,
con scala esterna, con aule cablate per i computer, e pronte ad accogliere gli studenti. Altro caso, da
produrre a Long Islan: Cove Park, sulla costa della Scozia, dove è stata assemblata una struttura di
residenze estive per artisti, ognuna indipendente e con terrazza sul lago. Ma la cosa più emozionante
spiegano Reynolds, Schneider e Lacy, è che le possibilità dei container come materiale per costruzioni
modulari è ancora tutta da esplorare. Siamo solo agli inizi, fanno capire. Gli edifici finora allestiti
mantengono la struttura esterna originale, ma niente impedirebbe di rivestirli con altro materiale,
qualunque materiale, dal legno alle fibre sintetiche, alterandone l'aspetto. Un esempio è il flag hip
store di Freitag (borse e accessori in materiali riciclati) a Zurigo che ha scelto un'architettura capace di
riflettere la propria filosofia del riciclato, costruendo una torre di container. n
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