Diapositiva 1 - DIR - Università del Piemonte Orientale
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Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro Facoltà Scienze M.F.N. ECOLOGIA II Francesco Dondero, PhD LEZIONE II Destino degli inquinanti DISTRIBUZIONE E TRASFORMAZIONE DEI CONTAMINANTI NELL’AMBIENTE Inscindibilità del rischio umano dal rischio ambientale gli inquinanti si ripartiscono nei compartimenti abiotici e si modificano nel tempo sia qualitativamente (molti) che quantitativamente. Interagiscono col BIOTA (bioaccumulo, biotrasformazione, biomagnificazione). Da cosa è definito il comportamento ambientale degli agenti inquinanti •Volatilità •Solubilità Tensione di vapore Kow •Persistenza Emivita Caratteristiche intrinseche di ogni inquinante Grandemente modificabili da parametri chimico-fisici e interazioni biotiche Tuttavia in condizioni standard possono essere misurati Tabelle dettagliate La tendenza odierna è di generare nuove molecole (biocidi) altamente instabili in modo da evitare il fenomeno della persistenza. Emivita di alcune classi di pesticidi (persistenza) Il problema maggiore di questo approccio consiste nella scarsità di informazioni riguardo la tossicità dei prodotti di degradazione di tali molecole. Oggi l’immissione sul mercato di molecole di nuova sintesi devono soddisfare una normativa Europea REACH Modello di circolazione di un inquinante pesticida (lindano) nella biosfera volatilità persistenza solubili tà Da Marchetti R. Ecologia applicata. Città Studi Editore. solubili tà Processi di eliminazione senza degradazione • Sono operati dall'ambiente. – Spostano la tossina e la ri-distribuiscono in altri compartimenti • Dilavamento, lisciviazione, run off • Trasporto con vento, correnti atmosferiche superiori – Distillazione globale (composti con sufficiente tensione di vapore, e.g. DDT. • Adsorbimento (interazione solido-solido) – Sostanze poco solubili in acqua, adesione alla materia organica nel suolo e nei sedimenti, substrati organici della colonna d'acqua. Processi di eliminazione senza degradazione • Dilavamento (run-off) – Gli inquinanti sono trascinati via dal suolo a seguito di un evento di pioggia Adsorbimento-suolo • Adsorbimento alla sostanza organica (OM) di una colonna d'acqua o di un suolo • Dipende da fattori legati al contaminante: Solubilità (KOW). • Nei suoli è importante la composizione del suolo (piu' o meno argillosi) • Se consideriamo la ripartizione di sostanze volatili tra aria e suolo, dobbiamo considerare oltre la Tvap anche il tipo di terreno suddivisi in suoli secchi, umidi e bagnati. Gli inquinanti più solubili in acqua possono essere rimossi e ridistribuiti attraverso il deflusso superficiale (acque piovane) e la percolazione del suolo. • Es: atrazina (erbicida diffuso in USA per il controllo dei vegetali a foglia larga e malerbe). Onnipresente nelle acque superficiali (92% dei bacini analizzati) Gli studi su campo dimostrano che l’applicazione in superficie di Atrazina comporta la contaminazione dell’acqua sottostante il sito di applicazione atrazina L'atrazina è un principio attivo ad azione erbicida appartenente alla classe delle clorotriazine, nel più esteso gruppo delle triazine. L'atrazina, come tutte le clorotriazine, è un'erbicida ad assorbimento radicale e in misura minore fogliare, usato in preemergenza e in post-emergenza, trasportato per via apoplastica (xilematica); agisce a livello del fotosistema II, è prevalentemente dicotiledonicida, si adatta al diserbo principalmente di mais, sorgo e canna da zucchero. Solubilità 28 mg/L @ 20°C Tensione di vapore (Pa) a 25@ 38,5 Pa Legame abbastanza saldo con i colloidi del terreno Bandita in Italia ed Europa 38 mila Ton venduti ogni anno nel mondo (1,5-2 Kg/ha per applicazione) Degradazione abiotica (bassa velocità) • Fotolisi : è il fenomeno più comune nell’atmosfera e nelle acque superficiali: la luce nel range dell’UV può rompere i legami chimici e contribuire alla degradazione. Influenzata da Intensità della luce Capacità della tossina di assorbire la luce I composti aromatici insaturi (es. IPA) tendono ad essere più predisposti alla fotolisi per la elevata capacità di assorbire energia. Idrolisi Acqua + Energia luminosa o calore Rottura dei legami chimici Reazione uscente: (immagine pesticida legame phosph idrolizzato) I legami estere (pesticidi organofosfati) sono altamente predisposti all’idrolisi = cala l’emivita La velocità dell’idrolisi aumenta con la temperatura ed a pH estremi Conclusioni Dobbiamo considerare che gli agenti chimici contaminanti non sono statici in un particolare settore dell’ambiente ma si muovono fisicamente all’interno di esso influenzati dalle loro caratteristiche intrinseche e dalle vie di movimento di aria, acqua, suolo che da altri processi fisici quali la diffusione. A questi processi avvengono trasformazioni chimiche; dopo un certo periodo di tempo questi processi chimici e fisici possono raggiungere un equilibrio e le concentrazioni ambientali si stabilizzano. I processi di trasformazione nell’ambiente possono degradare i contaminanti a prodotti più semplici con minore impatto biologico o, in casi meno frequenti, portare a prodotti con un più elevato impatto ecologico. Destino di un composto chimico in un sistema biologico Esposizione ambientale Entrata nell’organismo trasporto bioaccumulo metabolismo Reazione con bersaglio (effetto tossico) trasporto escrezione uptake Vie di uptake dei contaminanti • Via dei lipidi: Diffusione diretta attraverso le membrane lipidiche • Via dell’”acqua”. Diffusione attraverso le membrane biologiche, tramite sistemi di trasporto attivo/passivo • Endocitosi cellulare Via dei lipidi • Diffusione di contaminanti lipofilici o anfipatici attraverso il doppio foglietto lipidico della membrana cellulare. Processo affine a quello di piccole molecole non ionizzate (CO2, glicerolo, H2O2) Esterno Interno Membrane biologiche Coefficiente di ripartizione Ottanolo/H2O (Kow) C oct Kow= CH O 2 Con l’aumento del Kow di un inquinante, maggiore è la solubilità nei lipidi. Cio’ implica una maggiore importanza della via di uptake attraverso la componente lipidica. Via dell’ ”acqua” • Diffusione semplice • Trasporto facilitato • Trasporto attivo Via dell’acqua Diffusione (porine) Trasporto facilitato (Traslocasi, antiporti, Simporti) ATP Trasporto attivo Pompe di membrana, ATPase Ext ADP+Pi Int PORINA BATTERICA PORINE AQUAPORIN (EUCARIOTI) Crystallographic structure of the aquaporin 1 (AQP1) channel (PDB 1J4N). Le porine rappresentano veri e propri canali di membrana dotati di un filtro selettivo per l'acqua. Studi approfonditi hanno dimostrato che il passaggi di un soluto puo' essere impedito. Esistono differenti tipi di porine che possono permettere differenti selezioni sul tipo di molecola. Endocitosi Vie di esposizione ai tossici nei diversi sistemi ambientali Ambiente acquatico Animali acqua branchie Cibo Apparato gastrointestinale acqua Cibo Apparato gastrointestinale pelle acqua Cibo Vertebrato (pesce) Apparato gastrointestinale superfici respiratorie Vertebrato (anfibio) Invertebrato PELLE DI RANA H2O ambiente est TRASPORTO ATTIVO di Na+ reni di mammifero (stagno) ambiente int (sangue) IPEROSMOTICO sali H2O Vie di esposizione ai tossici nei diversi sistemi ambientali Ambiente acquatico Microorganismi (alghe, batteri) Membrana cellulare Acqua Piante acquatiche foglie radici Acqua Acqua interstiziale Vie di esposizione ai tossici nei diversi sistemi ambientali Ambiente terrestre Animali Apparato gastrointestinale Superfici contaminate Pelle Sistema respiratorio Piante Aria Particellato foglie radici Cibo Acqua interstiziale Aria Particellato (adsorbimen to polmonare, diffuzione nel sangue, etc.) ASSORBIMENTO Principali comparti di esposizione ORGANISMO Vertebrati terrestri COMPARTO PRINCIPALI VEICOLI O FORME apparato gastrointestinale cibo e acqua pelle superfici contaminate e particellato apparato respiratorio vapori e particellato Invertebrati terrestri apparato gastrointestinale cibo, acqua (insetti, lumache e vermi) cuticola superfici contaminate e particellato parete del corpo vapori e particellato tracheole Pesci Anfibi Invertebrati acquatici apparato gastrointestinale cibo branchie acqua apparato gastrointestinale cibo pelle acqua apparato respiratorio acqua e vapori apparato gastrointestinale cibo superfici respiratorie acqua Destino di un composto chimico in un sistema biologico Esposizione ambientale Entrata nell’organismo trasporto bioaccumulo metabolismo Reazione con bersaglio (effetto tossico) trasporto escrezione Circolazione dei tossici negli organismi Sostanza tossica Pelle Sistema respiratorio Sistema circolatorio Fegato (metabolismo) bile Feci Grassi (Fegatomuscolo) (sangue e linfa) Reni Urine Ghiandole Aria espirata/acqu Secrezioni a (branchia) Eliminazione Ossa Tessuti molli Bioaccumulo Tratto gastrointestinale Principali vie di trasporto ORGANISMO Vertebrati VIE DI TRASPORTO Circolo sanguigno, vie linfatiche, acqua interstiziale e intracellulare Invertebrati Emolinfa, acqua interstiziale e intracellulare Piante Floema, xilema, acqua interstiziale e intracellulare Organismi monocellulari Medium intracellulare Le vie di trasferimento sono diverse a seconda dell’organismo e del livello di organizzazione biologica considerata ma hanno in comune il trasporto in soluzione (sostanze solubili in acqua: trasportate attraverso sangue e linfa nei mammiferi ed emolinfa negli insetti ed altri invertebrati come vermi, molluschi e crostacei; Attenzione, pero' il rame nella forma Cu I è sempre associato a proteine perchè è insolubile. sostanze liposolubili: spesso associate a lipoproteine e alle membrane delle componenti cellulari presenti nel sangue e nell’emolinfa). Destino di un composto chimico in un sistema biologico Esposizione ambientale Entrata nell’organismo trasporto bioaccumulo metabolismo Reazione con bersaglio (effetto tossico) trasporto escrezione Bioaccumulo Bioaccumulo • Accumulo netto di un contaminante in o su un organismo a partire da tutte le sorgenti (incluso acqua, aria, fase solida, cibo, suolo, sedimento, etc.) • Bioconcentrazione – accumulo netto SOLO da acqua Biomagnificazione • Incremento della concentrazione di un contaminante lungo gli anelli della la catena trofica Piramide delle biomasse Fitoplancton CICLO DI BIOACCUMULO DEL METILMERCURIO E DEL MERCURIO IN UN AMBIENTE ACQUATICO. La biometilazione avviene ad opera di alcuno batteri BIOCONCENTRAZIONE Il termine bioconcentrazione si riferisce all'assorbimento di una sostanza dal mezzo circostante (di solito acqua) in maniera tale che le concentrazioni della sostanza nei tessuti dell'organismo diventano più alte di quelle presenti nell'ambiente circostante. BIOMAGNIFICAZIONE Col termine biomagnificazione intendiamo la tendenza di alcune sostanze chimiche a diventare sempre più concentrate man mano che si sale di livello nelle catene trofiche. BIOACCUMULO Il termine bioaccumulo si riferisce all’arricchimento di un contaminante negli organismi viventi per qualunque via (respirazione, ingestione di cibo, contatto). BIOCONCENTRAZIONE Il più semplice modello di bioconcentrazione è il seguente. Si suppone che ci siano solo due compartimenti: il mezzo circostante e l'organismo. Indichiamo con A la concentrazione dell’agente tossico nell'ambiente circostante (ad es. misurata in mg l-1) e con C la concentrazione del tossico nell'organismo (ad es. misurata in mg/kg-1). È ragionevole assumere che ogni organismo assorbe nell'unità di tempo una quantità di tossico proporzionale alla concentrazione del medesimo nell'ambiente, per esempio attraverso la respirazione branchiale se si tratta di pesci. D'altra parte gli organismi sono anche in grado di espellere o metabolizzare una parte del tossico presente nei loro tessuti per esempio attraverso l'escrezione. È quindi ragionevole supporre che il rilascio del tossico nell'unità di tempo sia proporzionale alla concentrazione nei tessuti. In breve possiamo scrivere la seguente equazione di bilancio: A = conc ambiente C = conc organismo dove K11 e K22 sono rispettivamente la costante di assorbimento e di rilascio. Se assumiamo che la concentrazione di tossico nell'ambiente sia costante e pari ad A, la concentrazione C di tossico nell'organismo -dopo un tempo di esposizione ragionevolmente lungo- tende verso la concentrazione di equilibrio (quella per cui dC/dt = 0), ovvero verso Perciò se definiamo come fattore di bioconcentrazione (BCF, BioConcentration Factor) il rapporto tra la concentrazione nell’organismo e la concentrazione nell’acqua, questo risulterà uguale al rapporto delle due costanti. BCF = C/A =mg Kg^-1/mg l^-1= l/kg ATTENZIONE: questa relazione è vera solo all'equilibrio, cioè dopo un tempo di esposizione molto lungo. Spesso questa condizione non è raggiunta. Il BCF sarà tanto più alto quanto maggiore è la costante di assorbimento e quanto minore è la costante di rilascio. Naturalmente per ogni tossico il BCF varia da specie a specie , mentre all'interno di ogni specie il BCF è diverso per ogni diversa sostanza assorbita. Ad esempio nella pulce d'acqua (Daphnia magna, uno dei più importanti filtratori dello zooplancton, organismo molto usato nei saggi di tossicità) il BCF per tre diverse sostanze è riportato in tabella. Tabella: fattori di biocentrazione in Daphnia magna, misurati in diverse sostanze. Sostanza BCF Benzo(a)pirene 12762 Bis (2-etilesile) ftalato 5200 Cloruro di manganese 911 l/kg, per tre High potential BCF>1000; Moderate Potential 1000>BCF>250; Low potential 250>BCF. Bioconcentrazione e Kowow Kowow= coefficiente di ripartizione n-ottanolo /acqua. Indica quanto una molecola è affine alla frazione lipofila (non polare). Il logaritmo del BCF di numerose sostanze con elevato potere di accumulo è risultato correlato al logaritmo del Kow tramite una relazione lineare, ottenuta sperimentalmente per una quarantina di specie ittiche da Connell (1990): LogBCF= a LogKow + b Dove a e b sono costanti sperimentali che dipendono dal tipo di organismo considerato. Log BCF Log Kow Il famigerato DDT è pochissimo solubile in acqua e ha un BCF di circa 240001. Questo vuol dire che se il DDT è presente in acqua al livello di 1 ng/l-1, valore che è al limite della sensibilità delle analisi chimiche, viene poi ritrovato per effetto della bioconcentrazione, ad esempio nei pesci, come 24 µg/kg -1 (ATTENZIONE AL RIFERIMENTO: PESO FRESCO, SECCO, PESO LIPIDE, PESO GRASSO ETC. ) Sul valore del BCF influiscono numerosi fattori, quali: le caratteristiche chimico fisiche dell’elemento considerato nell’acqua (solubile o insolubile); le caratteristiche metaboliche dell’elemento considerato (regolato o non regolato); le caratteristiche metaboliche della specie (vertebrato, invertebrato); lo stato trofico dell’ecosistema acquatico (quantitativo di nutrienti nell’acqua: oligotrofia, mesotrofia, eutrofia). Biaccumulo in top predators del Mar Mediterraneo Il bioaccumulo di composti organici persistenti (POPs) sopratutto di tipo clorurato (Ocs) nell'area mediterrenea è rilevante e ha assunto proporzioni maggiori che in altre aree oceaniche Tuttavia, negli ultimi decenni si è osservato un declino notevole, sopratutto grazie alla messa alla loro messa al bando mg/kg (ppm) peso lipide Da Aguilar e Borrel 2007