Shopping Centre Report – 2010 – Q1 2011
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Shopping Centre Report – 2010 – Q1 2011
Giugno 2011 Shopping Centre Report – 2010 – Q1 2011 Continua la tendenza a posticipare le aperture, a causa degli strascichi della crisi economica oltre alle difficoltà nell’ottenere finanziamenti dalle banche da parte di conduttori e sviluppatori. La maggior parte dei progetti continua quindi a rimanere in “stand by”. Molti retailer hanno manifestato interesse per le nuove opportunità sul mercato, soprattutto in progetti primari, ma l’attività di sviluppo, rallentata negli ultimi due anni a causa della contingenza economica, ha difficoltà a rimettersi in moto alla loro stessa velocità. L’interesse degli investitori nel mercato italiano rimane costante, ma essi continuano ad essere estremamente selettivi nella selezione degli investimenti, privilegiando gli asset consolidati e con una storia. 2 Shopping Centre Report 2010-Q1 2011 – giugno 2011 Shopping Centre Report Overview economica in Europa Secondo il Fondo Monetario Internazionale l’espansione mondiale ha leggermente frenato, soprattutto in virtù di alcuni fattori di rischio emersi nelle economie più sviluppate. Mentre si conferma la robusta espansione delle economie emergenti e, fra i paesi avanzati, della Germania, sono peggiorate le previsioni sull’andamento dell’economia negli Stati Uniti e dei paesi “periferici” in Europa. L'inflazione al consumo nei paesi avanzati risente dall'autunno dei rincari delle materie di base, alimentati soprattutto dalla crescente domanda proveniente dalle economie emergenti; è frenata dagli ampi margini di capacità inutilizzata, sicché al netto delle componenti energetiche le variazioni dei prezzi restano modeste; le politiche monetarie rimangono espansive e si prevedono ulteriori rialzi dei tassi di interesse della BCE nel corso del 2011. La crescita prosegue nell'area dell'euro. Nel primo trimestre del 2011, secondo Eurostat, il PIL dell'area dell'euro è cresciuto dello 0,8 per cento sul periodo precedente e del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2010. Secondo gli operatori professionali censiti da Consensus Economics nel 2010 il PIL dell'area euro è cresciuto dell'1,7 per cento e manterrebbe un ritmo di espansione di poco più alto nell'anno in corso, in linea con le recenti proiezioni dell'Eurosistema. L'inflazione al consumo si è portata al 2,7 per cento a maggio, essenzialmente per l'accelerazione dei prezzi dei beni energetici. Gli indicatori sulle aspettative di inflazione nel corso dell’anno rimangono superiori al tasso obiettivo del 2% stabilito dalla BCE. Overview economica in Italia A finel 2010 il prodotto interno lordo (PIL) è aumentato dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente e dell’1,5 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2009, secondo l’Istat. Le previsioni per il 2011 danno una crescita dello 0,9%, leggermente al di sotto della media EU. I consumi delle famiglie hanno registrato una leggera ripresa, tornando ad una variazione positiva (+0.6% 2010 rispetto a 2009), questo anche a fronte di un ancora modesto livello di aumento dei prezzi, 1.5% rispetto all’anno precedente. La produzione industriale ha registrato un risultato positivo a fine d’anno, segnando un tasso di crescita del 5.4% nel 2010 rispetto al 2009. Questa crescita tuttavia è resa più fragile dal mancato aumento di posti di lavoro, un fenomeno che sta caratterizzando la ripresa post-crisi di tutti i paese occidentali (jobless growth). In Italia infatti, si è registrato un tasso di disoccupazione pari all’8.7% a fine 2010, il più alto degli ultimi anni. Le previsioni per il 2011 confermano questo trend, facendo dubitare delle possibilità di crescita dei consumi1. Confermando le tendenze in atto dagli inizi della crisi, la riduzione dell’occupazione è risultata più marcata tra i giovani. In un quadro caratterizzato da attese di un ritorno lento verso i livelli di prodotto precedenti la crisi, le imprese privilegiano forme contrattuali più flessibili rispetto a impieghi permanenti a tempo pieno. Il mercato degli investimenti nel real estate ha mostrato una ripresa nel 2010, anche se leggera, e con numeri ben lontani dagli anni del boom precedenti alla crisi. Il sentiment degli investitori migliora nei confronti del nostro paese, anche se gli investitori stranieri faticano ancora ad aver fiducia negli investimenti in Italia a causa più dell’incertezza politica e normativa che di quella economica. Stock e nuove aperture Alla fine del 2010 in Italia si contavano poco più di 1000 complessi commerciali per una GLA totale che sfiora i 16 milioni di mq. Un’altissima percentuale dello stock, circa l’88% del totale, è composta da centri commerciali classici. La parte rimanente comprende 560mila mq, 3.5% del totale, di Factory Outlet Centre, un ulteriore 7.5% di Retail Park (per 1.190mila mq), e il rimanente 1% è composto da altre tipologie, leisure incluso. Nel 2010 sono stati aperti 18 nuovi centri, per un totale di circa 415mila mq di nuova GLA, ben il 47% di mq in meno rispetto alle aperture del 2009. Di questi nuovi centri, 13 sono centri commerciali classici, che quindi abbinano un’ancora alimentare ad una galleria di negozi, mentre uno è un Factory Outlet Centre, 3 sono Retail Park e 1 è un Leisure Centre. La densità di schemi retail in Italia è cresciuta negli anni fino ad una quota di circa 269 mq. ogni 1000 abitanti. Questo dato differisce però da regione a regione. In particolare in quelle del Nord si registra ancora una densità maggiore rispetto alla media italiana, con 340 mq. ogni 1000 abitanti. Le regioni del Centro si attestano su 254 mq. e quelle del Sud (in lenta ma costante crescita) sui 177 mq. Il mercato italiano continua ad essere dominato dai piccoli centri retail (tra i 5.000 e 20.000 mq di GLA), e dopo alcuni anni in cui si era assistito ad un incremento della superficie media, oggi si assiste alla tendenza contraria. Se alla fine del 2007 la superficie media era di circa 18.000mq per centro, oggi 1 Fonte: Consensus Forecast, gennaio 2011 Shopping Centre Report 2010-Q1 2011 – giugno 2011 3 si attesta sui 16.000mq circa. Se si osserva la pipeline, si nota una diminuzione dei progetti di grandi dimensioni, in quanto i bacini primari ormai quasi giunti alla saturazione lasciano poco spazio a nuovi centri regionali. Anche se ci sono ancora alcuni casi dove questi mancano, come Milano, che non ha ancora un grande centro regionale nonostante l’ampia offerta di centri di varie dimensioni e tipologie. Grafico 1: Densità di schemi retail per regione Mq/1000 ab. 450 400 350 300 Media Italia 269 250 200 150 La domanda dei retailer In generale la domanda di nuovi spazi è cresciuta in maniera costante e rilevante durante tutto l’anno, grazie anche all’arrivo nel nostro paese di grandi aziende internazionali che hanno introdotto nuovi marchi (ad esempio l’ apertura di C&A nel centro commerciale I Gigli di Firenze, quelle di Hollister all’Orio Center, a Le Gru e a Euroma2, le aperture di Gap e Banana Republic in Corso Vittorio Emanuele a Milano). Ciò ha costituito uno sprone per le aziende italiane a ricominciare lo sviluppo, allo scopo di non perdere le migliori location a vantaggio dei brand stranieri. Le nuove aperture si sono concentrate sui centri esistenti, in quanto sono pochi i progetti importanti tra i nuovi sviluppi, e per ridurre i rischi si preferisce concentrare le aperture in location che abbiano una storia già consolidata. 100 50 Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Grafico 2: Densità – mq di GLA per 1000 abitanti Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Veneto Piemonte Emilia Romagna Marche Toscana Abruzzo Umbria Molise Lazio Shopping Centre Density 300 – 400sq.mt Puglia Campania >400sq.mt Basilicata Sardegna 200 – 300sq.mt Calabria 150 – 200sq.mt 50 – 150sq.mt Retail Schemes Density sq.m/1000 inhabitants, Q4 2010 Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Molti retailer hanno manifestato interesse per le nuove opportunità sul mercato, soprattutto in progetti primari, ma l’attività di sviluppo, rallentata negli ultimi due anni a causa della contingenza economica, ha difficoltà a rimettersi in moto alla loro stessa velocità. La conseguenza è che molti retailer sono costretti ad accontentarsi di spazi non in linea con i loro requisiti, a causa della mancanza di nuove aperture idonee. Verso la fine del 2010 abbiamo assistito ad aperture di punti vendita di nuovi marchi internazionali, come abbiamo visto, soprattutto americani, cosa che ha confermato l’interesse costante per le location high street, anche se la domanda di spazi si concentra comunque nel Nord Italia (oltre a Milano, risultano interessanti aree quali Bologna e Firenze, poi Roma), mentre per il momento meno interessanti risultano essere le location al Centro e al Sud. Lombardia Valle d’Aosta Veneto Valle d'Aosta Umbria Trentino Toscana Sicilia Sardegna Puglia Piemonte Molise Marche Lombardia Liguria Lazio Friuli Venezia Giulia Em ilia Romagna Cam pania Calabria Basilicata 0 Sicilia I parchi commerciali sono oggetto di attenzione da parte di retailer specializzati su arredamento e abbigliamento di fascia medio-bassa. I marchi secondari del “fai da te” sviluppano nuovi punti vendita in bacini non direttamente presidiati dai leader di mercato, ma sufficienti a giustificare un negozio di medie dimensioni. 4 Shopping Centre Report 2010-Q1 2011 – giugno 2011 Grafico 3: Domanda dei retailer per tipologia di schema Nel grafico che segue indichiamo valori massimi, minimi e medi per categoria dimensionale, per un campione rappresentativo di centri prime e secondari: Retailers demand on secondary SC Retailers demand on prime SC Very strong Grafico 5: Canoni per centri commerciali in Italia €/sq.mt/year Good Stable Retailers demand on prime RP Retailers demand on secondary RP Difficult Poor Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy I canoni 1100 1050 1000 950 900 850 800 750 700 650 600 550 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Maximum Average unweighted Minimum 985 757 Secondary SC 579 Nel grafico seguente possiamo osservare la situazione europea dei canoni dei centri commerciali prime al Q4 2010. Grafico 4: Prime rent nei centri commerciali in Europa Q1 11 1272 Finland 2960 825 585 588 467 509 502 370 305 389 <100sqm Durante tutto lo scorso anno abbiamo registrato una generalizzata stabilità dei canoni a livello europeo, sia per quanto riguarda la grande distribuzione che nelle principali vie commerciali dei centri storici. Questa stabilità è continuata nel primo trimestre del 2011 e prevediamo prosegua per i prossimi mesi, in quanto gli operatori, forti del potere contrattuale acquisito, non sono disposti ad accettare per ora aumenti dei canoni di locazione. Piuttosto, i proprietari hanno ormai ridotto gli incentivi richiesti, per cui non vengono più concessi contributi per il fit out se non ai grandi gruppi internazionali. Prime SC 723 100-300sqm 464 409 297 329 186 114 300-1000sqm 296 223 201 156 98 164 >1000sqm Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Il dato che emerge è la notevole variabilità dei canoni da centro a centro, nonostante si siano considerati nell’indagine centri di qualità analoga. Il disallineamento è ampio specialmente nella categoria di negozi di minori dimensioni, sotto i 100 mq., in quanto le variabili in gioco sono numerose (lay out del centro, posizione dell’unità, merceologia, tipologia di Centro Commerciale etc). Gli sviluppi Continua la tendenza a posticipare le aperture, a causa degli strascichi della crisi economica oltre alle difficoltà nell’ottenere finanziamenti dalle banche da parte di conduttori e sviluppatori. La maggior parte dei progetti continuano quindi a rimanere in “stand by”. Russia 1,200 Ireland Sweden 770 2824 United Kingdom Netherlands 1080 1,600 Belgium 1080 1,020 1,000 2,000 Austria France 900 1080 1,200 Portugal Poland Czech Republic Germany 600 Hungary 900 Romania Italy Spain 960 Turkey Prime Shopping Centre Rent € / sq m per Annum Q1 2011 Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Nonostante ciò, la pipeline nel nostro paese rimane consistente: per il 2011 si prevede che circa 1.4 milioni di mq di nuova GLA siano realizzati, mentre entro la fine del 2012 se ne aggiungeranno, sempre secondo le previsioni, altri 2 milioni, suddivisi tra centri commerciali classici, parchi commerciali e factory outlet centre. Naturalmente la rilevanza di questi valori è data soprattutto dallo slittamento delle aperture previste negli anni scorsi e, pertanto, è necessario, ora più che mai, tenere sotto controllo il mercato e considerare che molti progetti potranno subire ulteriori slittamenti negli anni a venire. Le regioni del Nord, pur presentando già la Shopping Centre Report 2010-Q1 2011 – giugno 2011 5 densità più elevata di GLA retail per 1000 abitanti, mostrano la quota maggiore della pipeline totale al 2012, il 49%. Seguono il Sud con il 34% e il Centro con il 17%. La vivace domanda di spazi in centri di qualità da parte dei retailer che si osserva in questo inizio anno incontra quindi ancora poca offerta adatta, dato che diventa fondamentale, da parte dei promotori, avere un solido supporto da una forte attività di pre-letting allo scopo di minimizzare i rischi. Questa carenza di offerta porta gli operatori a considerare spazi in location non primarie e nelle regioni del Sud, tendenza assolutamente imprevedibile all’inizio della crisi. corso del primo trimestre dell’anno ha superato anche il valore registrato nel Q4 2010 (+21%), grazie alla conclusione di alcune transazioni di rilievo, come l’acquisto del Trafford Centre a Manchester (Regno Unito) da parte di Capital Shopping Centres per più di €1.8 miliardi. Complessivamente nel corso del trimestre si sono chiuse in Europa 12 operazioni con valori superiori ai €100 milioni. L’attività di investimento si è concentrata principalmente nel Regno Unito e in Germania, dove si è registrato il 77% (€6.2 miliardi) del volume totale transato nel Q1. Quello tedesco continua ad essere uno dei mercati più ricercati dagli investitori, con oltre 20 operazioni concluse, inclusa l’acquisizione della catena all’ingrosso 42 Metro Cash &Carry da parte dell’investitore privato americano Grafico 6: Pipeline per regione Cerberus per €700 milioni. Mln di Mq 4 L’emissione di nuovi finanziamenti bancari e la raccolta di equity 4 3 Stock 3 Pipeline al 2014 hanno immesso nuova liquidità nel mercato, e questa a sua volta ha guidato gli investimenti cross-border. Ci aspettiamo che l’attuale 2 2 trend positivo a livello europeo continui in tutta la regione, con un 1 conseguente aumento del volume dei capitali che puntano verso i 1 0 Veneto Valle d'Aosta Umbria Trentino Alto Adige Toscana Sicilia Sardegna Puglia Piemonte Molise Marche Lombardia Liguria Lazio Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Campania Calabria Basilicata Abruzzo Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy mercati europei. Grafico 7: Investimenti retail in Europa per paese 2010 Svezia 4% Spagna 3% Altri 8% Regno Unito 31% Italia 5% Polonia 6% Gli investimenti In Europa gli investimenti diretti nel settore retail hanno totalizzato un volume pari a €20.7 miliardi nel 2010, un incremento del 68% rispetto al totale del 2009. Sono state chiuse ben 436 transazioni, con un volume medio di €47 milioni. Il grosso dell’attività è stato registrato nei mercati core dell’Europa Occidentale, guidati da un costante focus sulla liquidità, stabilità e trasparenza. Il Regno Unito rimane il maggior mercato degli investimenti retail, con €6.5 miliardi di volume transato, seguito dalla Germania con €4.7 miliardi, che rappresenta il principale mercato dell’Europa Continentale. Nei primi tre mesi del 2011, gli investimenti diretti di immobili retail in Europa hanno raggiunto gli €8.04 miliardi, +48% rispetto allo stesso periodo nel 2010 (€5.4 miliardi). Il volume degli investimenti nel Olanda 8% Francia 12% Fonte: Jones Lang LaSalle Research Germania 23% Il settore retail nel nostro paese ha registrato €1.07 miliardi di investimenti nel 2010, cifra che corrisponde al 27% del totale investito in tutti i settori, e che è scesa del 23% rispetto a quanto investito nel settore retail in Italia nel 2009. Due grandi transazioni rappresentano una quota molto rilevante sul totale: la vendita del centro commerciale Porta di Roma e la transazione che ha riguardato il centro commerciale Le Vele a Cagliari. Insieme ammontano a circa €540mila, la metà del totale. 6 Shopping Centre Report 2010-Q1 2011 – giugno 2011 Gli investitori privati in Europa sono stati i più attivi, con il 75% del Grafico 8: Evoluzione degli investimenti retail in Italia volume totale. In Italia vediamo solo pochi investitori internazionali, 3 50 investimenti nel settore uffici, investimenti più facili da gestire e da 2 variegato nel corso del 2010, passando da Property Company a investitori istituzionali e fondi. Da sottolineare l’attività dei privati, 25 € billion comprendere. Il panorama degli investitori è stato comunque 1 n. of transactions inoltre i REITs Italiani preferiscono generalmente focalizzare i propri soprattutto verso gli immobili high street (vedi la vendita del Coin di Piazza V Giornate a Milano ed il negozio Zara in Corso Vittorio Emanuele acquistato da Ponte Gadea Group). 0 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 volume 2008 2009 2010 Q1 2011 number Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Grafico 11: Investimenti retail in Italia per tipologia di investitore 2010 Third Party Managed Fund 14% Unknown 1% Property Company 46% Unlisted REIT 7% Institution 28% La mancanza di prodotto di qualità e la continua scarsità di prodotti di investimento nella pipeline hanno ridimensionato l’attività. Il centro commerciale classico rappresenta il prodotto di maggior appeal per gli investitori, che sono alla ricerca di prodotto di tipologia prime e con basso tasso di rischio, ed in generale di investimenti difensivi su prodotti maggiormente liquidi. La mancanza di asset prime ha causato una compressione dei rendimenti per questa tipologia di immobili, e una decompressione per gli asset secondari, meno richiesti. Grafico 9: Italia: investimenti per settore 2009 –2010 2000 Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Private 1800 1600 1400 Se inizialmente gli investitori concentravano la loro attenzione su centri localizzati nel Nord e nel Centro del paese, mostrando costante indebolimento dell’interesse verso il Sud, nella seconda 1200 800 600 parte dell’anno e all’inizio di quest’anno abbiamo assistito a 400 transazioni che hanno riguardato centri localizzati in Meridione che 200 fanno ben sperare in una maggiore attenzione nei confronti di 0 quest’area, dove vi sono asset di buona qualità e con buone performance (fatturati) sempre però inferiori in termini assoluti rispetto alle location del Nord. Rimane inoltre costante la mancanza di prodotti di qualità in tutte le regioni e soprattutto nel Nord, dove è sempre più difficile identificare opportunità d’investimento che abbiano i requisiti e le caratteristiche sopra citate. 2009 2010 1000 Office Retail Logistics Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Hotel Other Le tendenze che emergono dall’osservazione dell’attività di investimento mostrano una polarizzazione del mercato (prime vs secondary), e un’assenza del Sud del paese nell’attenzione degli investitori. L’elemento di novità è costituito dalle partnership operative con specialisti retail, soprattutto per asset complessi (ad Shopping Centre Report 2010-Q1 2011 – giugno 2011 7 esempio la JV Allianz – Corio per Porta di Roma, o quella avvenuta a Molfetta tra Orion Capital Managers e Foruminvest). performance e dalla sostenibilità dei canoni e delle spese di Il primo trimestre del 2011 è cominciato in modo molto positivo Grafico 12: Disponibilità di prodotti prime sul mercato gestione. rispetto all’andamento dello stesso periodo dello scorso anno, con circa €213 milioni investiti contro i €103 del Q1 2010. Va sottolineata Very strong la quota molto rilevante di investimenti in immobili high street (non compresi nei dati e nei grafici riportatii), circa €560 milioni, di cui fa Good la parte del leone la vendita della Rinascente di Milano per oltre Stable €470 milioni. Difficult I rendimenti netti prime hanno subito un seppur lieve decremento Poor durante lo scorso anno, soprattutto per i centri commerciali (scesi al 6% dal 6,25% dell’anno precedente) mentre continua la decompressione dei tassi per parchi commerciali e prodotti leisure. Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy Grafico 10: Evoluzione degli Prime Net Yield 8,8% 8,3% I parchi commerciali sono considerati investimenti a rischio, ma la 7,8% vendita del Parco Commerciale Romagna, a Savignano sul 7,3% Rubicone, 6,8% avvenuta all’inizio di quest’anno, rappresenta un'importante transazione per il mercato degli investimenti in Italia. 6,3% 5,8% E’ importante innanzitutto perché i parchi commerciali hanno 5,3% rappresentato una tipologia di asset particolarmente penalizzata 4,8% nella fase che abbiamo attraversato di crisi dei mercati (l'ultima 4,3% 2006 2007 2008 2009 Centri Commerciali Retail Park 2010 2011 Leisure Centre Fonte: Jones Lang LaSalle Research Italy transazione di un parco commerciale risale infatti alla fine del 2008) ma anche perché dimostra che i prodotti di qualità hanno sempre un mercato e che, se accuratamente gestiti, consolidati e posizionati rispetto al loro bacino, riescono ad attrarre l'interesse di investitori L’interesse degli investitori internazionali per il mercato italiano sta istituzionali in grado di percepire il valore creato ed apprezzare crescendo, nonostante continui ad esserci una marcata selezione adeguatamente le scelte strategiche effettuate nel corso degli anni dei prodotti target che restringe sensibilmente la gamma delle opportunità di investimento. Numerosi prodotti secondari infatti rimangono invenduti, nonostante i forti ridimensionamenti dei valori Outlook attesi da parte dei venditori. Gli investitori cercano soprattutto prodotti core, e comunque principalmente centri commerciali esistenti, dominanti nel bacino di riferimento e con una storia supportata da dati economici e finanziari solidi. Alla luce di ciò, lo sviluppo ed in generale il centro di nuova realizzazione è considerato un prodotto di investimento a rischio e solo poche opportunità di investimento con questo profilo sono in grado di attrarre gli investitori internazionali, impauriti soprattutto dalle future Cosa ci dobbiamo aspettare dal settore nei prossimi mesi? Dal punto di vista degli sviluppi, vedremo ancora un rallentamento nelle aperture per quest’anno. Sarà un anno di transizione, caratterizzato dal vivacizzarsi della domanda di nuovi spazi, dalla staticità dell’offerta e dalla stabilizzazione dei canoni, soprattutto sui prodotti prime e subprime. Gli investitori focalizzeranno la propria attenzione sulla gestione attiva degli immobili, per garantire ritorni attraverso la valorizzazione 8 Shopping Centre Report 2010-Q1 2011 – giugno 2011 dell’asset e che non potranno venire dalla compressione dei rendimenti o dalla crescita dei canoni. Il futuro del retail Continuerà nei prossimi anni la tendenza delle JV e partnership tra specialisti retail ed investitori finanziari puri, come già parzialmente avvenuto nel 2010. Attraverso un sito web interattivo, Jones Lang LaSalle ha lanciato, Tre importanti transazioni sono avvenute nel primo trimestre di quest’anno, da parte di Klépierre, Orion e Union Investment, che testimoniano l’interesse di un ampio spettro di investitori internazionali ad acquisire immobili retail in Italia. Con l’eccezione del Parco Commerciale Romagna di Savignano sul Rubicone, l’interesse degli investitori continuerà a concentrarsi sui centri commerciali. Retail 2020 esce a dieci anni di distanza da Retail Future, 2010 Rimane sempre limitato il numero di investitori e fondi italiani interessati ai prodotti retail complessi multitenant, e quindi attivi sul mercato. Su circa 40 fondi ed investitori attivi, solo meno del 10% può essere annoverato come capitale “italiano”, e ciò dimostra l’attuale mancanza di comprensione dei nostri investitori domestici verso un settore definito forse troppo sofisticato o iperspecialistico. rapido cambiamento, e pone un interrogativo: cosa ci riserva il Il gap tra centri commerciali prime e prodotti secondari, in termini di valore e di redditività attesa, continuerà ad ampliarsi. Il motto sarà: Prime is King. nel mese di maggio dello scorso anno, Retail 2020, uno studio sul panorama globale del retail nei prossimi 10 anni. pubblicato nel 2000 da Jones Lang LaSalle, report che ha anticipato molte delle tendenze che hanno contribuito a delineare l’evoluzione dell’universo retail tra il 2000 e il 2010. Lo studio analizza tutti i fattori - economici, tecnologici, demografici e culturali – che prevedibilmente avranno un impatto nei prossimi 10 anni sul mercato immobiliare di un settore, quello del retail, in costante e futuro e come riusciranno i maggiori player a tenere il passo? Nei prossimi dieci anni il mondo retail vivrà un periodo di cambiamenti critici. Per proprietari e utilizzatori, sviluppatori e retailer, le condizioni nella prossima decade saranno più difficili rispetto a quelle che hanno caratterizzato i dieci anni passati, ma ci saranno anche enormi opportunità per chi saprà cogliere in anticipo i segnali del cambiamento. All’uscita dalla recessione, il settore retail rappresenterà ancora e sempre più una parte importante della nostra economia, alimentando la crescita, fornendo lavoro e Prodotti secondari, anche se di buona qualità, sperimenteranno una stagnazione più prolungata dei rendimenti e nel caso i proprietari attuali desiderassero vendere dovranno necessariamente adeguare le loro aspettative di prezzo. Ciò è dovuto in larga misura al rischio percepito sull'income security sui prodotti secondari che si mantiene elevato, soprattutto in presenza di difficoltà dei pagamenti degli affitti, di scarse performance in termini di fatturati e di percepita scarsa liquidità dell’immobile stesso. Le aspettative sui prezzi tra venditori e compratori si avvicineranno per i prodotti di seconda e terza qualità (parchi commerciali, centri di prossimità e asset con fondamentali deboli in bacini d’utenza limitati). sviluppando un nuovo contesto dinamico per i consumatori. Per saperne di più: www.Retail 2020 .com Questo report è finalizzato a monitorare l’evoluzione del settore retail in Italia. Nato grazie all’affidabilità e alla leadership di Jones Lang LaSalle in Europa, evidenzia i fattori chiave del mercato italiano del 2010 e del primo trimestre del 2011, ed i principali trend attesi nel medio periodo. Il dipartimento Retail Agency, i colleghi di Retail Capital Markets e del Dipartimento Research saranno più che lieti di rispondere ad ogni vostra domanda per fornirvi maggiori informazioni sul settore retail in Italia. Contatti Davide Dalmiglio National Director Retail Capital Markets Milano + 39 (0) 02 85 86 86 649 [email protected] Simone Burasanis Associate Director Retail Agency Milano + 39 (0) 02 85 86 86 630 [email protected] Elisabetta Terzariol Senior Analyst Research Milano + 39 (0) 02 36 010 578 [email protected] Shopping Centre Report 2010 – Q1 2011 – giugno 2011 OnPoint report di Jones Lang LaSalle rappresenta un documento che riporta i principali indicatori del mercato immobiliare, indagini specializzate e previsioni, su base semestrale ed annuale, che mettono in evidenza i trend di mercato emergenti. www.joneslanglasalle.it COPYRIGHT © JONES LANG LASALLE IP, INC. 2010. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means without prior written consent of Jones Lang LaSalle. It is based on material that we believe to be reliable. 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