Sezione 1 - Impegnarsi Serve OdV
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Sezione 1 - Impegnarsi Serve OdV
Sezione 1 – Riassunto orientativo La natura degli scenari Un continente diversificato ed un’epidemia diversificata Ipotesi ed incertezze Le cinque forze importanti ed incerte che determinano l’AIDS in Africa Gli scenari Scelte inflessibili: l’Africa prende posizione Retaggi del passato: il vortice Tempi di transizione: l’Africa trionfa Implicazioni ed insegnamenti dai tre scenari Confronto del modo di affrontare le questioni nei tre scenari Eccezionalismo vs isolazionismo Necessità di risorse e loro uso Usare gli scenari Conclusioni Sezione 1 Riassunto orientativo Questo libro parla dell’AIDS e dell’Africa, e della reazione mondiale ad entrambi, e presenta 3 storie che descrivono possibili futuri. Se entro il 2025 milioni di africani continueranno a contrarre l’HIV ogni anno, questi scenari suggeriscono che ciò avverrà non perché non ci sia stata altra scelta, né perché non si siano comprese le conseguenze delle decisioni e delle azioni che si stanno prendendo oggi, all’inizio del secolo. La situazione non è inevitabile. Come dimostrano gli scenari, ciò avverrà perché non si è imparata o non è stata applicata correttamente la lezione del primo ventennio dell’epidemia. Avverrà perché, collettivamente, c’è stata scarsa volontà politica per cambiare i comportamenti (ad ogni livello, dalle istituzioni, alla comunità, all’individuo) e fermare le forze che alimentano l’epidemia dell’AIDS in Africa. Ciò che facciamo oggi può cambiare il futuro. Gli scenari dimostrano che, mentre le società dovranno affrontare l’AIDS ancora per molto tempo, la vastità dell’impatto dell’epidemia dipenderà dalla reazione e dagli investimenti del presente. L’applicazione ed il sostegno degli insegnamenti dell’ultimo ventennio farà la grande differenza nel futuro dell’Africa. Centinaia di persone hanno contribuito alla creazione degli scenari di questo libro. Il progetto ha preso forma grazie ad un numero di partecipanti provenienti da ogni ceto sociale, per la maggior parte gente che vive e lavora in Africa, coinvolta nella reazione all’HIV ed all’AIDS, affetta da HIV e che deve affrontare gli impatti dell’AIDS. I loro sforzi sono stati sostenuti ed incoraggiati da analisi e commenti di esperti di vari settori, di scrittori e di artisti e dal contributo di molte istituzioni di sostegno. La natura degli scenari Ciascuno degli scenari descrive un modo diverso ma plausibile in cui l’epidemia dell’AIDS potrebbe agire sull’intero continente africano. Si tratta di descrizioni del futuro rigorosamente costruite attraverso l’uso di storie come mezzo per andare oltre le ipotesi ed i modi di vedere di ciascun gruppo di interesse, per creare una base condivisa per il dialogo e l’azione su argomenti importanti e difficili. Le descrizioni epidemiologiche non sono assolutamente proiezioni di ciò che avverrà in realtà; piuttosto, ciascuno scenario viene esposto con un modello, basato su una di queste ipotesi: 1. “Retaggi del passato” estrapola l’andamento attuale fino al 2025; 2. “Scelte inflessibili” applica al futuro la traiettoria della reazione di maggiore successo fino ad oggi (Uganda), adattandola ai rispettivi livelli nazionali dell’epidemia; 3. “Tempi di transizione” illustra che cosa potrebbe succedere se una prevenzione globale ed una risposta alla cura fossero lanciate in Africa il più velocemente possibile. Ogni scenario è illustrato anche attraverso storie epidemiologiche regionali. Similmente, i costi dei programmi di lotta all’HIV ed all’AIDS di ogni scenario sono illustrativi e sono stati calcolati sulla base di quanto è stato fatto nell’ultimo decennio nel campo della relazione tra interventi e risultati. Questi costi sono anche presentati per regione. Gli scenari hanno lo scopo di andare al di là di una semplice descrizione degli avvenimenti attuali e di scoprire alcune delle dinamiche più profonde che provocano la diffusione dell’epidemia. Questa dinamica si svolge in tre modi diversi nei tre diversi scenari. Un continente diversificato e un’epidemia diversificata Gli scenari poggiano su complesse e correlate realtà sociali, economiche, culturali e mediche dell’HIV e dell’AIDS dell’Africa odierna. Una delle maggiori sfide che gli scenari panafricani affrontano è il bisogno di riflettere la diversità del continente: un continente che raggruppa 53 paesi e numerosi gruppi etnici, religiosi e linguistici, i cui rispettivi confini raramente coincidono, ed i cui regimi economici e politici varino notevolmente. Inoltre, le dinamiche dell’epidemia, ed addirittura il virus stesso, non sono uniformi all’interno del continente. Secondo le ultime stime dell’UNAIDS, la diffusione media dell’HIV nel 2003 nei paesi sudafricani era del 16%, in quelli dell’Africa orientale del 6%, in quelli dell’Africa occidentale e centrale del 4,5% e nell’Africa settentrionale meno dello 0.1%. Infatti, ci sono diverse epidemie sovrapposte di AIDS in Africa originate da diversi sottotipi di virus. Questa diversità non dovrebbe essere vista come un ostacolo all’azione. Piuttosto, si tratta di una fonte di creatività e di un’esperienza ricca, che offre importanti opportunità di apprendimento e condivisioni tra tutti i paesi del continente africano. Ipotesi ed incertezze Il progetto degli scenari si fonda su due ipotesi chiave: • l’AIDS non è un problema a breve termine; qualsiasi cosa venga fatta oggi, è inevitabile che l’AIDS continuerà ad affliggere l’Africa nel prossimo ventennio. Tuttavia, si ignorano i tempi ed i modi in cui il futuro dell’Africa sarà ancora influenzato dall’AIDS; • le decisioni prese oggi influenzeranno la storia futura del continente. Questo progetto non intende decretare quali saranno queste decisioni. Al contrario, ha lo scopo di fornire uno strumento capace di aiutare la gente a prendere decisioni migliori esplorando l’interconnessione di fattori sociali, culturali, economici e politici ed identificando, e sfidando, le ipotesi spesso implicite che ne influenzano il pensiero. Fondamentalmente, il futuro è incerto, ma gli scenari suggeriscono l’esistenza di alcune importanti incertezze che circondano l’epidemia dell’AIDS. 1. Come è percepita la crisi dell’AIDS e da chi? Se l’AIDS è percepito in primo luogo come problema sanitario o come questione di cambiamento comportamentale personale, la reazione sarà diversa da quella di un problema in cui l’estensione dell’epidemia dell’AIDS in Africa sia percepita come sintomo di sottosviluppo e di ineguaglianza. Per i governi si tratta di definire il problema, ma se la loro definizione non è condivisa dalle rispettive società civili (e viceversa), la reazione non sarà affatto coerente. Allo stesso modo, se il problema e percepito in un modo dai donatori ed in un altro dal governo, le misure che verranno adottate non saranno ottimali. 2. Ci saranno gli incentivi e la capacità di affrontarla? Il livello di interesse attuale verso l’epidemia dell’AIDS perdurerà nel tempo e gli incentivi e le risorse disponibili per affrontare l’epidemia ed il suo impatto saranno commensurati alla necessità? I diversi scenari offrono risposte diverse a queste domande ed illustrano gli effetti prodotti dai vari livelli di incentivi e risorse disponibili. Oltre a queste “incertezze”, si osservano “elementi predeterminati” che influenzeranno ogni possibile futuro: un esempio è il fatto che la popolazione africana continuerà a crescere. Le cinque forze importanti ed incerte che caratterizzano l’AIDS in Africa Sono state identificate 5 potenti forze caratterizzanti nel progetto, capaci di influenzare notevolmente il futuro dell’HIV e dell’AIDS in Africa. Ciascuna di queste forze possiede la propria dinamica ed opera a vari livelli, dalla famiglia e comunità, alle arene nazionali ed internazionali. Inoltre, queste forze interagiscono tra loro creando ulteriori dinamiche complesse. Prendendo in considerazione queste forze e la loro interazione, si ottiene un autorevole strumento analitico che permette di esaminare gli eventi nel passato e nel presente, e di considerare sviluppi plausibili per il futuro. Gli scenari sono stati creati dall’interazione di queste forze. L’analisi delle forze caratterizzanti rende evidente il fatto che la forma e la diffusione dell’epidemia dell’AIDS sono determinate da una varietà di forze esterne all’area in cui normalmente agiscono i programmi di lotta ad HIV e AIDS. La lotta all’HIV e all’AIDS può diventare un fattore catalizzante per affrontare queste dinamiche socio-economiche e politiche. Allo stesso modo, per affrontare efficacemente l’HIV e l’AIDS è necessario prendere in considerazione queste forze. Le 5 forze caratterizzanti sono riassunte nelle sezioni che seguono. Crescita o erosione dell’unità e dell’integrazione Questa forza riguarda la misura in cui individui, gruppi e nazioni si considerano collegati gli uni agli altri. L’unità e l’integrazione tra gli individui e le comunità formano la base di società pacifiche e autosufficienti, che facilitano il miglioramento effettivo di politiche e programmi di lotta all’HIV e all’AIDS. E’ necessaria una percezione di connessione per lo sviluppo di solidarietà mondiale. La prevenzione e la cura saranno più difficili nelle società in cui l’unità si sta disgregando; in cui ci sono livelli di ineguaglianza alti; in cui predominano fazioni o tensioni etniche e religiose che conducono alla violenza. In alternativa, la lotta all’epidemia dell’AIDS può contribuire in modo efficace alla crescita dell’unità nazionale, attraverso la creazione di un senso di sfida collettiva. L’evoluzione di credenze, valori e significati Le credenze circa il modo in cui si diffonde l’HIV ed in cui il virus si può prevenire si possono basare su particolari sistemi secolari, tradizionali o religiosi o su una mescolanza dei tre. Questi includono credenze individuali relative all’identità personale ed alla moralità, alla sessualità, alla malattia, alla vita, alla morte ed alla cosmologia. Tali idee determinano, a propria volta, se HIV e AIDS sono visti sotto forma di trasgressione, stigmatizzazione e punizione, o invece di opportunità e rischio. I leaders culturali e religiosi hanno dimostrato di poter influenzare il sistema delle credenze per assicurare che HIV e AIDS siano visti sotto una luce più positiva. Il potere di risorse e capacità La lotta contro l’HIV e l’AIDS a volte è presentata semplicemente come una questione di raccolta di fondi. Mentre gli scenari qui presentati dimostrano che sono necessarie molte più risorse, il punto è anche quello di mettere in risalto ciò che è disponibile per ottenere di più, specialmente quando le risorse sono limitate. Le risorse includono soldi, leadership, capacità umane, istituzioni e sistemi. In alternativa, gli scenari mostrano che le risorse possono esaurirsi sotto le pressioni dell’epidemia e del sottosviluppo. I fondi possono essere dissipati in iniziative a breve termine ed in conflitto tra loro, con scarsi profitti a lungo termine. Gli scenari dimostrano che attualmente sono aperte diverse opportunità e da esse bisogna trarre vantaggio adesso. La parte finanziaria, con un coordinamento maggiore, svolgerà un ruolo importante per raccogliere ulteriori risorse, sia a livello nazionale che internazionale. Generazione ed applicazione delle conoscenze Una nuova conoscenza del virus e della sua diffusione, e nuovi metodi di applicazione della conoscenza esistente, saranno fondamentali. Il maggiore impatto dovrebbe venire combinando tre aspetti: la conoscenza biomedica, la migliore comprensione dei comportamenti sessuali, e la conoscenza degli effetti sulle persone che hanno contratto l’HIV e l’AIDS e su quelli che se ne prendono cura. Approcci che utilizzano sia punti di vista tradizionali che moderni del mondo sono già stati sviluppati e continueranno ad essere importanti per raggiungere gruppi di popolazione sempre maggiori. La ripartizione del potere e dell’autorità Questa forza descrive i diversi modi in cui potere ed autorità sono ripartiti nella società e come possono interagire tra loro. Ci si chiede chi detiene il potere in una certa situazione e se questo potere è centralizzato o condiviso. Questa forza si riferisce in particolare all’importanza del sesso e dell’età nell’impatto con l’epidemia e nella reazione alla stessa. Gli scenari Inizialmente gli scenari cercano di rispondere ad una domanda fondamentale: “Nel prossimo ventennio, quali fattori determineranno le reazioni africane e mondiali all’epidemia dell’AIDS, e che tipo di futuro sarà riservato alla prossima generazione?” Nel rispondere alla domanda, gli scenari pongono altri due quesiti: “Come viene percepita la crisi e da chi?” e “Ci saranno gli incentivi e la capacità per affrontarla?” Le risposte a queste domande ci conducono al cuore degli scenari: • scelte inflessibili: l’Africa prende posizione • retaggi del passato: il vortice • tempi di transizione: l’Africa trionfa Ciascuno scenario propone risposte molto diverse. Scelte inflessibili: l’Africa prende posizione “Scelte inflessibili” racconta una storia in cui i leaders africani scelgono di prendere misure drastiche per ridurre la diffusione dell’HIV a lungo termine, anche se ciò comporta difficoltà a breve termine. Lo scenario mostra che, anche con aiuti variabili, incertezza economica e sfide governative, l’Africa può gettare le basi per una crescita ed uno sviluppo futuri e ridurre l’incidenza dell’HIV. “Scelte inflessibili” è raccontata come se fosse il copione di un documentario realizzato nel 2026, ed include le osservazioni di una parte di leaders africani e di esperti, Descrive le rigorose scelte economiche, sociali ed etniche che leaders e governi devono adottare per generare un rinnovamento nazionale. Lo scenario non descrive un tempo di abbondanza per l’Africa. In questo contesto, un governo capace è della massima importanza ed anche lo sviluppo di istituzioni regionali e pan-africane assume un ruolo chiave. In questo scenario, i governi insistono affinché HIV e AIDS siano fronteggiati come facenti parte di una strategia globale e coerente per uno sviluppo nazionale a medio e lungo termine. Impongono disciplina a se stessi, reciprocamente ed ai loro partners esterni (se questi rifiutano di farlo da soli) e chiedono che l’azione si accompagni alle parole. 1. Fare gli interessi dello stato nell’insieme, contro quelli delle singole comunità, e i diritti individuali contro il bene collettivo. Inevitabilmente ciò include un dissenso gestionale. 2. Crescita economica immediata contro investimenti a lungo termine in capitale umano. 3. Scegliere come utilizzare le risorse – la priorità deve andare al rapido sviluppo delle abilità e capacità di una minoranza essenziale per costruire e mantenere le funzioni dello stato, o si deve spendere la maggior parte delle risorse per servizi per tutti e per alleviare la povertà? 4. Procedere tra tradizioni culturali utili e rischiose. 5. Trovare l’equilibrio della costruzione della nazione con forti alleanze regionali e pan-africane; e ottenere la libertà da controlli esterni con i benefici di risorse esterne. 6. “Proteggere le donne” vs. la loro emancipazione. 7. Determinare l’obiettivo dei programmi di lotta all’HIV e all’AIDS: “obiettivo” vs. prevenzione generalizzata; cure esclusivamente per casi chiave o per tutti. 8. Privilegiare le necessità delle aree rurali (compresa la riforma agricola) vs. i benefici dell’urbanizzazione e dello sviluppo industriale. Lo scenario dimostra che è possibile creare una risposta in cui leaders e comunità procedono insieme. Ciò è possibile con livelli di risorse per singoli programmi di lotta all’HIV e all’AIDS simili a quelli usati in Uganda negli anni ’80 e ’90, anche se comprendono solo livelli moderati di cure antiretrovirali. Lo scenario dimostra che un approccio tempestivo e rigoroso alla prevenzione darà i suoi effetti, anche se sarà necessario un po’ di tempo prima che questi effetti possano essere evidenti. L’aumento della popolazione implica che, anche con considerevoli sforzi nella prevenzione, il numero di persone affette da HIV e AIDS continuerà a crescere, ma entro il 2025 le cifre si attesteranno a livelli simili a quelli di oggi e continueranno a calare quando gli investimenti a lungo termine in capitale sociale, economico ed umano per il prossimo ventennio cominceranno a dare i primi frutti. Mentre lo sforzo principale dei programmi contro HIV e AIDS in “Scelte inflessibili” si focalizza sulla prevenzione, c’è un aumento progressivo della terapia antiretrovirale: da meno del 5% di individui trattati all’inizio dello scenario a più di un terzo tra gli individui che ne hanno bisogno entro il 2025. La traiettoria della diffusione della terapia antiretrovirale è in costante aumento, e riflette il continuo investimento nei sistemi sanitario e formativo, così come nella capacità di produrre farmaci in Africa. Nello scenario “Scelte inflessibili” continua ad essere alto il numero dei morti, anche se a partire dal 2015 la percentuale comincia a calare, riflettendo il fatto che le misure preventive hanno bisogno di tempo per dare risultati all’interno del sistema. Iniziative a sostegno degli orfani a causa dell’AIDS aumentano rapidamente intorno al 2010 e poi continuano con il crescere della popolazione. Tuttavia, il numero dei bambini resi orfani dall’AIDS raddoppia quasi nel corso dello scenario. In generale, le spese totali per la lotta all’HIV e all’AIDS crescono rapidamente tra il 2003 ed il 2013, seguite da cifre più modeste alla fine dello scenario. Buona parte dell’aumento dei costi deriva da maggiori spese per attività di prevenzione, che aumentano rapidamente tra il 2008 ed il 2014. I costi per le cure crescono lentamente all’inizio della prima metà del periodo, poi più velocemente negli anni successivi, quando i sistemi e la capacità sono messi in gioco per una diffusione durevole degli interventi. I costi dei programmi di lotta specifici contro HIV ed AIDS in questo scenario ammontano a circa 100 miliardi di dollari. Lo scenario si basa sull’ipotesi di un’assistenza sostanziale e sostenuta da parte di donatori nella parte iniziale dello scenario stesso, seguita da un quadro in cui l’assistenza allo sviluppo ristagna. Tuttavia, c’è una forte espansione della capacità nazionale di prendersi carico e di sostenere le reazioni all’HIV e all’AIDS con fondi generati all’interno dell’Africa, basati su politiche interne perseguite nel corso dell’intero scenario. Le spese annuali nello scenario raggiungono circa 5 miliardi di dollari nel 2016 e poco più di 6 miliardi di dollari nel 2025. Retaggi del passato: il vortice “Retaggi del passato” è una storia in cui l’Africa intera non riesce a sfuggire ai propri maggiori retaggi, e l’AIDS penetra profondamente nelle trappole della povertà, del sottosviluppo e dell’emarginazione in un mondo globalizzato. Nonostante le buone intenzioni dei leaders e l’aiuto sostanziale di donatori internazionali, una serie di sette ostacoli impedisce a tutti tranne che a poche nazioni o settori privilegiati della popolazione di sfuggire alla povertà ed all’alta diffusione dell’HIV. Questo scenario si presenta come una serie di conferenze di una famosa autrice africana che esplora i motivi per cui l’Africa nel 2025 continua a portare il pesante fardello dell’AIDS, insieme a quelli della povertà diffusa e dell’instabilità. Riconosce che, anche in un ambiente di totale povertà, continuano ad esistere individui, settori e paesi che hanno potuto progredire, ma non intende inserire le loro storie in primo piano. Lo scenario ipotizza che HIV ed AIDS continueranno a ricevere forte enfasi nel prossimo futuro, ma che le reazioni saranno disperse ed a breve termine, spesso non riescono a riflettere la realtà quotidiana e pertanto a dare una soluzione duratura. Entro il 2025, gli impatti demografici, sociali ed economici dell’epidemia, ripetuti nel corso di varie generazioni (in particolare in paesi con una diffusione dell’HIV oltre al 5%), hanno esaurito le risorse di famiglie e comunità. Una generazione “mancante” di nonni è solo uno degli esempi degli impatti demografici, mentre un numero crescente di bambini resi orfani dall’epidemia manca di istruzione, e di cure ed è meno integrato socialmente rispetto ai genitori. Molti hanno poco da perdere, e forse sentono di poter trarre beneficio dal conflitto e dall’instabilità. Gli effetti di questi impatti sociali si trasmettono ai paesi a minor diffusione dell’HIV. Lo scenario identifica sette ostacoli che precludono uno sviluppo efficace, a lungo termine o largamente diffuso in Africa. 1. Il retaggio della storia dell’Africa (il post-colonialismo è stato incapace di superare divisioni profonde). 2. Il ciclo di povertà, ineguaglianza e malattia (l’aumento della popolazione fa pressione su infrastrutture del settore sociale inadeguate e l’AIDS impoverisce ulteriormente le capacità). 3. Le divisioni che portano alle fratture sociali (la carestia promuove le divisioni e l’AIDS e la stigmatizzazione alimentano le divisioni). 4. La ricerca di guadagni rapidi (i leaders africani ed i loro partners donatori vogliono risultati rapidi, quindi non sono capaci di investire nei cambiamenti a lungo termine). 5. Le sfide della globalizzazione: integrazione e marginalizzazione (discussioni sul commercio e riduzione di investimenti stranieri non portano benefici all’Africa la cui economia formale continua ad essere basata su esportazioni primarie ridotte). 6. La dipendenza dagli aiuti e la ricerca di sicurezza globale (i donatori non sono all’altezza delle loro dichiarazioni sull’armonizzazione e la cosiddetta guerra globale al terrorismo si diffonde in Africa, determinando gli schemi dei fondi dei donatori). 7. La reazione all’epidemia dell’AIDS: scorciatoie e rimedi miracolosi (la lotta per ripartire la terapia antiretrovirale lascia pochi benefici duraturi e previene la necessaria diffusione della prevenzione). “Retaggi del passato” descrive come l’AIDS catalizza persone ed istituzioni verso una reazione, ma queste non possono progredire a sufficienza con capacità ed infrastrutture impoverite. Il fardello supplementare della reazione all’epidemia dell’AIDS sottrae gli sforzi dello sviluppo da altri settori. La continua spirale del sottosviluppo mina alla base l’abilità di molti paesi di affrontare l’epidemia. Lo scenario mostra la crescente disunità e disintegrazione, la diminuzione delle capacità, la persistenza delle tensioni etniche e religiose, e lo spreco di risorse, con abbondanti fondi (inizialmente) che sostengono la crescita della cosiddetta industria dell’AIDS insieme al biasimo ed alle punizioni che ruotano intorno all’epidemia. Mostra come, nonostante le buone intenzioni, l’epidemia continuerà a diffondersi in molti paesi e tra molte popolazioni nel continente poiché: • si prende in considerazione l’HIV in modo isolato dalle proprie radici sociali ed economiche e dal proprio contesto politico; è “medicalizzato” e • • • • • • • trattato in primo luogo come una questione di cambiamento del comportamento individuale o di cura personale; l’apporto di risorse nei prossimi vent’anni è inconsistente ed imprevedibile così come lo è stato nell’ultimo ventennio; i paesi africani non riescono a trasformare le aspirazioni dell’unità panafricana in realtà effettiva; i donatori non armonizzano le loro reazioni; gli aiuti sono irregolari e di scarsa qualità ed i fondi per la lotta all’AIDS continuano ad arrivare, ma in assenza di investimenti più profondi nello sviluppo sociale ed economico; è più facile ottenere farmaci antiretrovirali che un’alimentazione adeguata ed acqua potabile; vengono negate le realtà del comportamento umano; non vengono attaccate le radici profonde della povertà. In questo scenario, all’interno del continente entro il 2025, la percentuale di diffusione dell’HIV rimane ai livelli attuali, intorno al 5% della popolazione adulta, con alcuni paesi in cui è leggermente al di sopra ed altri in cui è al di sotto di tale livello. Il maggior tasso di diffusione si traduce in una sempre minore aspettativa di vita in molti paesi ed in un aumento del numero di persone affette da HIV ed AIDS pari a più del 50%. Gli sforzi per la prevenzione non sono realmente diffusi – anche se il livello dei servizi raggiunto nel 2004 viene mantenuto e sviluppato, esso cresce nella stessa percentuale della popolazione. Sforzi per diffondere la terapia antiretrovirale continuano, ma sono ostacolati da una combinazione di sistemi sottosviluppati ed oppressi e dai costi generali. Entro il 2015 poco più del 20% della gente che necessita di terapia antiretrovirale ne avrà accesso e questa cifra resta ostinatamente ferma per il resto dello scenario. Le cure ed i trattamenti per una minoranza costano ancora circa 1,3 miliardi di dollari all’anno durante i 23 anni dello scenario. entro il 2025 questo scenario costerà 4 miliardi di dollari all’anno per programmi specifici contro HIV e AIDS, solo per tenere l’assistenza ai livelli in cui è oggi. Poiché non si riesce ad avere successo contro l’epidemia in termini di prevenzione, i costi continuano a salire, e questo aumento continua nell’immediato futuro. “Retaggi del passato” offre una finestra inquietante sul tributo da pagare in termini di morti futuri nel continente, con un numero di persone che muoiono a causa dell’AIDS che aumenta fino a 4 volte, ed un numero di bambini resi orfani dall’epidemia in continua crescita entro il 2025. Tempi di transizione: l’Africa trionfa “Tempi di transizione” è la storia di quello che potrebbe succedere se tutte le buone intenzioni di oggi venissero trasformate in una risposta di sviluppo coerente ed integrato necessario per combattere l’HIV e l’AIDS in Africa. Lo scenario è raccontato da una narratrice e da alcuni suoi amici, mentre nel 2036 guardano indietro ai cambiamenti che hanno avuto luogo nel primo quarto del XXI secolo. Questo scenario parla delle transizioni e delle trasformazioni che devono avere luogo nel modo in cui il mondo e l’Africa devono affrontare i temi della salute, dello sviluppo, del commercio, della sicurezza e delle relazioni internazionali, per poter raggiungere lo scopo di dimezzare il numero di persone affette da HIV e AIDS ed assicurare che la maggioranza di coloro che necessitano della terapia antiretrovirale possa accedervi entro il 2025. In questo scenario viene identificato un gruppo di 6 trasformazioni interdipendenti che danno nuova forma al futuro dell’Africa ed al suo posto nel mondo: 1. “Dall’orlo della catastrofe” descrive i cambiamenti nel modo di trattare HIV ed AIDS, con una rapida diffusione delle cure e delle strategie di prevenzione efficaci, sostenute da una società civile molto attiva; 2. “Mettere in ordine la casa” si concentra sulle reazioni della politica nazionale per ridurre la povertà e rafforzare lo sviluppo, cruciale per limitare la diffusione dell’HIV; 3. “Lavorare insieme per lo sviluppo” studia il miglioramento della collaborazione tra i governi africani ed i partners esterni nei primi 25 anni del secolo, poiché le risorse appartengono, sono dirette e coordinate sempre più spesso dai governi africani e dai loro popoli; 4. “Commerciare sulle forze” affronta in modo dettagliato i cambiamenti chiave che hanno avuto luogo nel commercio; 5. “Sentimenti e diritti umani” descrive la popolazione al centro dello scenario ed i modi in cui essa è cambiata – compresi i cambiamenti radicali nelle relazioni tra uomini e donne e tra questi e le loro comunità; 6. “Piantare la pace” descrive come la prevenzione dei conflitti e la promozione della pace e della sicurezza, all’interno delle nazioni e tra le nazioni stesse, abbia giocato un ruolo vitale nei nuovi impegni africani del XXI secolo. Queste transizioni iniziano con una crescente percezione della crisi: l’epidemia dell’AIDS era un simbolo che sovrastava molti altri problemi che colpiscono l’Africa ed il mondo in questo scenario, compresi il potenziale crollo della regolamentazione del commercio mondiale, il fallimento nel raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo del millennio, la continua ineguaglianza mondiale, l’indebolimento dell’ordine multilaterale, la crescita del terrorismo, e l’urgente evidenza del continuo cambiamento climatico. La prospettiva di un altro secolo di conflitti ed impoverimento porta al cambiamento di atteggiamenti, di valori e di comportamento – catalizzati tanto dalla società civile quanto dai capi di stato. Le transizioni nella consegna degli aiuti, nelle regole del mercato, nella sicurezza umana e nelle forme di governo nazionale ed internazionale sono fondamentali e condurranno nel tempo ad un ambiente più stabile con benefici per il nord e per il sud del mondo. C’è un raddoppio del flusso di aiuti verso l’Africa, sostenuto da una generazione sotto forma di investimenti nei servizi sanitari, agricoltura, istruzione, idrici, elettrificazione, reti stradali, sviluppo sociale e competenze istituzionali e di governo. “Tempi di transizione” descrive i cambiamenti fondamentali nel modo in cui i donatori forniscono aiuti e nel modo in cui i governi si occupano di tali aiuti affinché ciò promuova la sovranità, non indebolisca l’autonomia, non sia causa di inflazione e non generi dipendenza. Questo scenario descrive una mobilitazione della società civile nazionale ed internazionale. Inizia con attivisti delle cure che lavorano per la somministrazione sicura della terapia antiretrovirale e conduce ad una graduale apertura dell’interesse, competenze ed impegno della società civile. Descrive le nuove regole e le nuove relazioni di collaborazione negli affari internazionali. La storia suggerisce che, se queste transizioni potessero avvenire in una sola generazione, esse potrebbero ridurre notevolmente il numero delle persone affette da HIV. Potrebbero alterare in maniera spettacolare il corso degli avvenimenti in Africa e nel mondo nel XXI secolo. In “Tempi di transizione”, il numero di persone affette da HIV e AIDS quasi si dimezza tra il 2003 ed il 2025, nonostante il fatto che la popolazione cresca del 50%. I pregiudizi sessuali nell’infezione e nella diffusione comincia a livellarsi, benché le donne siano leggermente più colpite rispetto agli uomini fine dello scenario. La diffusione della terapia antiretrovirale è sensazionale: nel corso dello scenario, l’accesso alla terapia aumenta rapidamente, per arrivare alla metà di coloro che necessitano del trattamento entro il 2012. Alla fine dello scenario, la copertura ha raggiunto il 70% delle persone, riflettendo il fatto che l’espandersi della cura, oltre alla capacità dei sistemi sanitari esistenti, sarà un processo che richiederà tempo e sforzi notevoli. Nonostante l’allungamento della vita dovuto alla terapia antiretrovirale, il numero di morti totali nel continente continua a salire, portando ad un costante aumento del numero di bambini resi orfani dall’AIDS, nonostante la più lunga speranza di vita dei genitori abbia condotto ad una significativa differenza nella socializzazione di molti bambini. La realizzazione di questo scenario richiede investimenti cumulativi pari a circa 200 miliardi di dollari, in un contesto di grandi investimenti nella sanità, nell’istruzione, nelle infrastrutture e nello sviluppo sociale. I fondi per la lotta all’HIV e all’AIDS sono aumentati ad una media di più del 9% annuo e le spese sono più rapide nelle prime fasi con donatori esterni che coprono all’incirca la metà delle spese totali. Le spese raggiungono i 10 miliardi di dollari all’anno entro il 2014 e restano a questo livello fino quasi alla fine dello scenario quando cominciano a diminuire in ragione dei risultati ottenuti grazie agli investimenti precedenti. Il messaggio importante che offre questo scenario è che le spese precedenti, con una continua crescita nelle spese di prevenzione, permettono al budget delle cure e della terapia di cominciare a diminuire a partire dal 2019, anno in cui dovrebbe cominciare a calare anche il numero di persone affette da HIV ed AIDS. Implicazioni ed insegnamenti dai tre scenari Presi nel loro insieme, i tre scenari introducono alcune importanti considerazioni per attivisti, politici, pianificatori e per coloro che mettono in opera questi programmi. • • • Una reazione sufficiente all’epidemia non può ancora essere garantita: inversioni dell’attuale livello di interesse sono ancora possibili ed è necessario fare tutto il possibile per evitare la stanchezza dell’AIDS. Gli scenari suggeriscono che, mentre il peggiore impatto dell’epidemia deve ancora avvenire, ci sono ancora grandi cose da fare per cambiare la traiettoria a lungo termine dell’epidemia e per influenzare il numero totale delle persone che contrarranno l’infezione. Tuttavia, il tasso di mortalità in alcuni paesi, anche in presenza di una diffusione efficace della terapia antiretrovirale, continuerà ad aumentare per un certo periodo ed i politici devono prepararsi a tale impatto. Investimenti rapidi e duraturi nell’ambito della prevenzione dovrebbero far sì che la curva della mortalità cominci a calare più velocemente del previsto. Il modo in cui viene definito il metodo per affrontare la crisi in Africa e da chi viene affrontata la crisi stessa cambierà fondamentalmente il risultato delle azioni che saranno intraprese: la leadership nella reazione all'HIV e all'AIDS è vitale, ma una leadership forte deve essere appoggiata da capacità istituzionali e risorse, capacità di sistema e reazioni reali da parte della politica pubblica. "Retaggi del passato" dimostra chiaramente che la leadership da sola non è sufficiente. Le reazioni decentralizzate sono critiche: è assolutamente necessario includere la cultura locale, i valori ed i significati nell’elaborazione delle politiche da seguire. Anche l'identità religiosa sembra giocare un ruolo importante nel futuro del continente e dell'epidemia. Tuttavia, risposte efficaci possono essere raggiunte solo con un effettivo impegno e supporto dal centro. • Di fronte ad una crisi che supera l'attuale capacità a reagire non tutto può essere fatto subito. "Retaggi del passato" dimostra ciò che succede quando si trascorre poco tempo o non se ne trascorre affatto a riflettere sulle capacità nazionali o internazionali perché gli eventi scorrono troppo in fretta, i risultati devono essere raggiunti troppo velocemente e dominano le priorità di individui, stati o istituzioni. “Scelte inflessibili” dimostra che quando le risorse sono limitate, i governi devono prendere decisioni difficili, ma anche che se le scelte sono abili se ne vedranno i risultati. “Tempi di transizione” suggerisce che se i paesi africani e la comunità mondiale continuano ad estendere la risposta all’epidemia, nel contesto di una reazione più ampia dello sviluppo, ciò farà la differenza nel numero delle persone affette da HIV e AIDS nel 2025. • Non c’è un rimedio miracoloso: nella misura in cui le cause dell’HIV e dell’AIDS sono complesse, così anche le risposte lo sono. Non c’è alcuna raccomandazione politica specifica che abbia il potere di cambiare l’evoluzione dell’epidemia. L’HIV e l’AIDS sono un evento di lunga durata, al quale è necessario opporre risposte politiche che siano le stesse anche durante i governi successivi. Le risposte politiche a rapidi mutamenti non potranno assolutamente contrastare l’epidemia. E’ essenziale sviluppare sia soluzioni reali a breve termine che risposte strategiche a lungo termine. E’, quindi, importante lavorare ad entrambe le soluzioni per ottenere il successo. • Il numero di attori coinvolti nella lotta all’AIDS farà la differenza sul piano delle risposte. “Retaggi del passato” funziona con un numero più ristretto di attori che non coordinano efficacemente le loro azioni; in “Tempi di transizione”, la società civile e il settore privato hanno un ruolo importante; in “Scelte inflessibili” i governi giocano un ruolo fondamentale, ma stimolano, allo stesso tempo la leadership a tutti i livelli della società. • La vulnerabilità sociale, economica e fisiologica delle donne nei confronti dell’HIV è comprensibile, ma le politiche e le azioni che possono proteggerle meglio non sono state adeguatamente implementate. Nella lotta all’HIV, è importante andare oltre alla stretta visione del rischio d’infezione che corrono le donne. E’ altrettanto importante prendere misure per migliorarne lo status nella società, quali l’istruzione universale per le ragazze, la riduzione della violenza alle donne, e l’assicurazione che le donne hanno uguale accesso alla proprietà, alle rendite e al lavoro. Se si affronta in modo efficace il problema della parità tra i sessi che sta alla base dell’epidemia dell’AIDS, ci potrà essere un immenso potere di trasformazioni, che catalizzerebbero riforme di carattere sociale, economico e politico. • Finora, la volontà delle comunità di prendersi cura dei bambini orfani è stata notevole, ma la natura ricorrente e ciclica della crisi dell’AIDS potrebbe condurre all’esaurimento di questa volontà. Alternative più a lungo termine devono essere pianificate oggi. Gli scenari mostrano come l’investimento nei bambini come risorsa del futuro, e nel mantenimento dei genitori sani e vivi, contribuisca in modo significativo ai risultati generali dell’epidemia. • L’impatto psicologico dell’epidemia, in generale, è stato poco studiato. La salute mentale così come quella fisica deve essere inclusa nei programmi di prevenzione, nei trattamenti e nelle cure. • La mortalità continua a crescere, non importa quali misure vengano prese. Gli scenari esplorano lo spazio tra quanto di meglio si può fare per evitare infezioni e salvare delle vite, e ciò che potrebbe accadere se l’andamento attuale continuasse nel futuro. Tuttavia, anche se viene fatto tutto il meglio, le comunità in Africa continueranno a dover fronteggiare varie sfide nel prossimo ventennio. Confronto del modo di affrontare le questioni nei tre scenari I programmi di lotta all’HIV e all’AIDS sono stati finora finanziati con fondi esterni e questo andamento sembrerebbe continuare negli anni a venire. Tuttavia, i maggiori impegni non dureranno più di 5 anni e rimane l’incertezza sul tipo di risorse che potranno essere disponibili in futuro. “Scelte inflessibili” mostra ciò che è possibile quando ci sono politiche interne efficaci, ma aiuti esterni stagnanti; “Tempi di transizione” mostra ciò che potrebbe accadere se ci fossero politiche interne più efficaci e aiuti esterni maggiori e di migliore qualità; e “Retaggi del passato” mostra ciò che accadrebbe con politiche interne inefficienti ed aiuto esterno irregolare o in diminuzione. Eccezionalismo vs. isolazionismo E’ necessario tracciare una linea tra il trattamento dell’HIV come malattia eccezionale (eccezionalismo) e l’attenzione esclusiva all’HIV (isolazionismo). In “Scelte inflessibili”, l’epidemia dell’AIDS è vista come parte di una crisi più ampia del sottosviluppo africano, e le azioni di lotta vengono prese da ciascuna nazione – nell’ambito di risorse interne ed esterne limitate – per combattere il sottosviluppo e per trovare modelli di sviluppo adatti a bisogni ed ambienti particolari. In “Tempi di transizione”, l’epidemia dell’AIDS agisce da catalizzatore, aiutando popoli ed istituzioni nel mondo a percepire l’ampia crisi della pace internazionale e dello sviluppo. L’AIDS genera una reazione eccezionale, ma non viene trattato in modo isolato rispetto al suo contesto sociale ed economico. I fondi per la lotta all’AIDS fanno parte di un contesto più ampio di sviluppo. In “Retaggi del passato”, l’HIV è trattato come oggetto di interventi, in modo isolato rispetto al suo contesto sociale ed economico. A causa dell’enfasi che si dà alla terapia antiretrovirale, la reazione generale si concentra sull’ambito medico: l’HIV e l’AIDS sono trattati in qualità di emergenza medica e ottengono così gran parte degli aiuti indirizzati all’Africa tra il 2004 ed il 2010, distogliendo risorse e capacità da altre aree. Non ci sono investimenti nelle infrastrutture o in questioni strutturali o di sviluppo che alimentano l’epidemia – incluse relazioni tra i sessi, riduzione della povertà o questioni culturali. Necessità di risorse e loro uso Gli scenari dimostrano chiaramente che non conta solo quanto si spende per i programmi di lotta all’HIV e all’AIDS, ma come si spendono queste risorse ed in quale contesto. Gli scenari mostrano che il maggior aumento nelle spese dovrebbe essere quello per produrre un miglioramento significativo in termini di contenimento della diffusione dell’HIV, accrescere l’accesso alla terapia e mitigare l’impatto – ma che molte risorse possono causare più danno che beneficio in assenza di coordinamento e di contesto. Aumenti di fondi possono servire a guidare la cosiddetta industria dell’AIDS piuttosto che condurre ad una più intensa risposta al problema. Il grafico 2 mostra i costi ed i risultati dei tre scenari. Confrontato con “Retaggi del passato”, “Tempi di transizione” ottiene risultati migliori evitando 43 milioni di nuove infezioni, mentre “Scelte inflessibili”, che evita 24 milioni di nuove infezioni, ha costi inferiori per ogni infezione evitata ed anno di qualità della vita migliorato (QALY). Nel perseguire obiettivi universali, i costi di “Tempi di transizione” aumentano, mentre “Scelte inflessibili” copre i casi di prevenzione più raggiungibili. Tuttavia, non bisogna dimenticare che al di là del puro calcolo del rapporto costo-efficacia, c’è un beneficio sociale ed economico a lungo termine molto più ampio dovuto alla grande reazione all’HIV e all’AIDS di “Tempi di transizione”. Le spese medie annuali di “Tempi di transizione” ammonteranno a quasi 11 miliardi di dollari entro il 2025, quasi tre volte quelli di “Retaggi del passato” e due volte quelli di “Scelte inflessibili”. I risultati ottenuti saranno drammaticamente diversi: in “Tempi di transizione” l’epidemia sarà notevolmente diminuita; in “Scelte inflessibili” se ne vedrà la fine, ma essa non sarà ancora raggiunta; in “Retaggi del passato” l’epidemia continuerà a rappresentare un pericolo netto ed attuale. Usare gli scenari Lo sviluppo degli scenari è solo il primo passo: essi sono studiati ed applicati in modo efficace attraverso processi interattivi che incoraggiano chi li usa a riflettere sulle ipotesi e sui giudizi individuali e collettivi. Con questi scenari, il progetto spera di raggiungere gli obiettivi definiti qui di seguito. In questo libro e nel CD che lo accompagna, si spera che anche il lettore possa raggiungere questi obiettivi. 1. Aumentare la comprensione dell’HIV e dell’AIDS e delle forze che delineano il loro futuro in Africa 2. Aumentare la consapevolezza (e la possibile sfida) delle percezioni, delle credenze, delle ipotesi e delle mappe mentali radicate dell’epidemia dell’AIDS ed il suo futuro 3. Aumentare la comprensione reciproca tra le varie parti, attraverso la creazione di un linguaggio comune per discutere del problema dell’AIDS e dell’HIV in Africa 4. Aumentare la consapevolezza e la comprensione dei fattori, delle forze guida, e delle incertezze fondamentali (e delle relazioni sistematiche tra loro) che determinano il futuro dell’HIV e dell’AIDS 5. Aumentare la consapevolezza dei dilemmi posti e delle scelte che devono essere fatte 6. Identificare le lacune da colmare e l’ordine in cui farlo, per condurre gli organismi ed i paesi da dove si trovano al punto che si sono prefissati 7. Generare e sviluppare piani, strategie e politiche, e testare o sfidare la validità e la robustezza di qualsiasi visione o strategia 8. Analizzare situazioni specifiche per un dato paese o regione per rischi ed opportunità specifici 9. Fornire lo sfondo per una storia specifica che necessita di essere raccontata e creare passione e sostegno per una politica specifica. Per coloro che vogliono approfondire, il CDROM accompagnatorio contiene gran parte del materiale commissionato per il progetto, documenti delle ricerche ed interviste, ricercabili tramite parola chiave. Inoltre, fornisce relazioni dettagliate dei laboratori ed alcune presentazioni che possono essere usate per presentare gli scenari. Conclusioni Costruire scenari significa impegnarsi con il tempo: le linee guida del presente e del futuro e le eredità del passato. Il tempo assume significati diversi nei tre scenari. “Scelte inflessibili” ci dice che il tempo è intergenerazionale: il passato ha importanza, i valori degli antenati, la storia famigliare e l’identità danno forma al presente, e le azioni fatte nel presente non comportano conseguenze solo per coloro che vivono oggi, ma anche per le generazioni a venire. In “Retaggi del passato”, il tempo è breve, il ritorno dei risultati deve essere immediato, gli obiettivi sono legati ad un tempo determinato e le azioni si misurano in termini di mandati politici. Eventi a lungo corso come l’HIV e l’AIDS non rispondono bene alla brevità del tempo. “Tempi di transizione” ci dice qualcosa a riguardo della profondità del tempo piuttosto che della sua durata. Le transizioni e le trasformazioni immaginate potrebbero aver bisogno di generazioni se succedessero in maniera consequenziale le une alle altre. Ma questo scenario ci parla di un mondo in cui i passaggi bruschi e la sinergia sono metafore dominanti; in cui i progressi contro l’epidemia sono rapidi perché generati da altre transizioni che avvengono simultaneamente. Anche i processi di sviluppo tengono conto raramente del tempo, se non per misurarlo in cicli convenzionali di 3 o 5 anni. Gli scenari permettono una visione più ampia sia intermini di durata che di profondità del tempo. Permettono un impegno a più dimensioni su un problema e forniscono un quadro più completo da esplorare. Ci si renderà conto del valore di questi scenari nel momento in cui essi saranno ampiamente diffusi, discussi ed usati, ma allo stesso tempo, ciò che qui viene offerto è il punto di partenza per iniziare questo processo. Più di tutto, questi scenari ci dicono che, mentre da un lato qualsiasi azione intrapresa è in ritardo per i milioni di persone che sono già morte di AIDS, dall’altro c’è ancora tempo per cambiare il futuro per molti e molti altri milioni di persone.