Sezione 1 - Impegnarsi Serve OdV

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Sezione 1 - Impegnarsi Serve OdV
Sezione 1 – Riassunto
orientativo
La natura degli scenari
Un continente diversificato ed un’epidemia diversificata
Ipotesi ed incertezze
Le cinque forze importanti ed incerte che determinano
l’AIDS in Africa
Gli scenari
Scelte inflessibili: l’Africa prende posizione
Retaggi del passato: il vortice
Tempi di transizione: l’Africa trionfa
Implicazioni ed insegnamenti dai tre scenari
Confronto del modo di affrontare le questioni nei tre
scenari
Eccezionalismo vs isolazionismo
Necessità di risorse e loro uso
Usare gli scenari
Conclusioni
Sezione 1
Riassunto orientativo
Questo libro parla dell’AIDS e dell’Africa,
e della reazione mondiale ad entrambi, e
presenta 3 storie che descrivono possibili
futuri.
Se entro il 2025 milioni di africani
continueranno a contrarre l’HIV ogni anno,
questi scenari suggeriscono che ciò avverrà
non perché non ci sia stata altra scelta, né
perché non si siano comprese le conseguenze
delle decisioni e delle azioni che si stanno
prendendo oggi, all’inizio del secolo. La
situazione non è inevitabile.
Come dimostrano gli scenari, ciò avverrà
perché non si è imparata o non è stata
applicata correttamente la lezione del primo
ventennio dell’epidemia. Avverrà perché,
collettivamente, c’è stata scarsa volontà
politica per cambiare i comportamenti (ad
ogni livello, dalle istituzioni, alla comunità,
all’individuo) e fermare le forze che
alimentano l’epidemia dell’AIDS in Africa.
Ciò che facciamo oggi può cambiare il futuro.
Gli scenari dimostrano che, mentre le società
dovranno affrontare l’AIDS ancora per molto
tempo, la vastità dell’impatto dell’epidemia
dipenderà dalla reazione e dagli investimenti
del presente. L’applicazione ed il sostegno
degli insegnamenti dell’ultimo ventennio farà
la grande differenza nel futuro dell’Africa.
Centinaia di persone hanno contribuito alla
creazione degli scenari di questo libro. Il
progetto ha preso forma grazie ad un numero
di partecipanti provenienti da ogni ceto
sociale, per la maggior parte gente che vive e
lavora in Africa, coinvolta nella reazione
all’HIV ed all’AIDS, affetta da HIV e che
deve affrontare gli impatti dell’AIDS. I loro
sforzi sono stati sostenuti ed incoraggiati da
analisi e commenti di esperti di vari settori, di
scrittori e di artisti e dal contributo di molte
istituzioni di sostegno.
La natura degli scenari
Ciascuno degli scenari descrive un modo
diverso ma plausibile in cui l’epidemia
dell’AIDS
potrebbe
agire
sull’intero
continente africano. Si tratta di descrizioni del
futuro rigorosamente costruite attraverso l’uso
di storie come mezzo per andare oltre le
ipotesi ed i modi di vedere di ciascun gruppo
di interesse, per creare una base condivisa per
il dialogo e l’azione su argomenti importanti e
difficili.
Le descrizioni epidemiologiche non sono
assolutamente proiezioni di ciò che avverrà in
realtà; piuttosto, ciascuno scenario viene
esposto con un modello, basato su una di
queste ipotesi:
1. “Retaggi del passato” estrapola
l’andamento attuale fino al 2025;
2. “Scelte inflessibili” applica al
futuro la traiettoria della reazione
di maggiore successo fino ad oggi
(Uganda), adattandola ai rispettivi
livelli nazionali dell’epidemia;
3. “Tempi di transizione” illustra che
cosa potrebbe succedere se una
prevenzione globale ed una risposta
alla cura fossero lanciate in Africa
il più velocemente possibile.
Ogni scenario è illustrato anche attraverso
storie epidemiologiche regionali. Similmente,
i costi dei programmi di lotta all’HIV ed
all’AIDS di ogni scenario sono illustrativi e
sono stati calcolati sulla base di quanto è stato
fatto nell’ultimo decennio nel campo della
relazione tra interventi e risultati.
Questi costi sono anche presentati per
regione.
Gli scenari hanno lo scopo di andare al di là
di una semplice descrizione degli avvenimenti
attuali e di scoprire alcune delle dinamiche
più profonde che provocano la diffusione
dell’epidemia. Questa dinamica si svolge in
tre modi diversi nei tre diversi scenari.
Un continente diversificato e un’epidemia
diversificata
Gli scenari poggiano su complesse e correlate
realtà sociali, economiche, culturali e mediche
dell’HIV e dell’AIDS dell’Africa odierna.
Una delle maggiori sfide che gli scenari
panafricani affrontano è il bisogno di riflettere
la diversità del continente: un continente che
raggruppa 53 paesi e numerosi gruppi etnici,
religiosi e linguistici, i cui rispettivi confini
raramente coincidono, ed i cui regimi
economici e politici varino notevolmente.
Inoltre, le dinamiche dell’epidemia, ed
addirittura il virus stesso, non sono uniformi
all’interno del continente. Secondo le ultime
stime dell’UNAIDS, la diffusione media
dell’HIV nel 2003 nei paesi sudafricani era
del 16%, in quelli dell’Africa orientale del
6%, in quelli dell’Africa occidentale e
centrale del 4,5% e nell’Africa settentrionale
meno dello 0.1%. Infatti, ci sono diverse
epidemie sovrapposte di AIDS in Africa
originate da diversi sottotipi di virus.
Questa diversità non dovrebbe essere vista
come un ostacolo all’azione. Piuttosto, si
tratta di una fonte di creatività e di
un’esperienza ricca, che offre importanti
opportunità di apprendimento e condivisioni
tra tutti i paesi del continente africano.
Ipotesi ed incertezze
Il progetto degli scenari si fonda su due
ipotesi chiave:
• l’AIDS non è un problema a breve
termine; qualsiasi cosa venga fatta
oggi, è inevitabile che l’AIDS
continuerà ad affliggere l’Africa nel
prossimo ventennio. Tuttavia, si
ignorano i tempi ed i modi in cui il
futuro dell’Africa sarà ancora
influenzato dall’AIDS;
• le decisioni prese oggi influenzeranno
la storia futura del continente.
Questo progetto non intende decretare quali
saranno queste decisioni. Al contrario, ha lo
scopo di fornire uno strumento capace di
aiutare la gente a prendere decisioni migliori
esplorando l’interconnessione di fattori
sociali, culturali, economici e politici ed
identificando, e sfidando, le ipotesi spesso
implicite che ne influenzano il pensiero.
Fondamentalmente, il futuro è incerto, ma gli
scenari suggeriscono l’esistenza di alcune
importanti
incertezze
che
circondano
l’epidemia dell’AIDS.
1. Come è percepita la crisi dell’AIDS e
da chi? Se l’AIDS è percepito in
primo luogo come problema sanitario
o come questione di cambiamento
comportamentale
personale,
la
reazione sarà diversa da quella di un
problema
in
cui
l’estensione
dell’epidemia dell’AIDS in Africa sia
percepita
come
sintomo
di
sottosviluppo e di ineguaglianza. Per i
governi si tratta di definire il
problema, ma se la loro definizione
non è condivisa dalle rispettive società
civili (e viceversa), la reazione non
sarà affatto coerente. Allo stesso
modo, se il problema e percepito in un
modo dai donatori ed in un altro dal
governo, le misure che verranno
adottate non saranno ottimali.
2. Ci saranno gli incentivi e la capacità di
affrontarla? Il livello di interesse
attuale verso l’epidemia dell’AIDS
perdurerà nel tempo e gli incentivi e le
risorse disponibili per affrontare
l’epidemia ed il suo impatto saranno
commensurati alla necessità?
I diversi scenari offrono risposte diverse a
queste domande ed illustrano gli effetti
prodotti dai vari livelli di incentivi e risorse
disponibili.
Oltre a queste “incertezze”, si osservano
“elementi predeterminati” che influenzeranno
ogni possibile futuro: un esempio è il fatto
che la popolazione africana continuerà a
crescere.
Le cinque forze importanti ed incerte che
caratterizzano l’AIDS in Africa
Sono state identificate 5 potenti forze
caratterizzanti nel progetto, capaci di
influenzare notevolmente il futuro dell’HIV e
dell’AIDS in Africa. Ciascuna di queste forze
possiede la propria dinamica ed opera a vari
livelli, dalla famiglia e comunità, alle arene
nazionali ed internazionali. Inoltre, queste
forze interagiscono tra loro creando ulteriori
dinamiche complesse.
Prendendo in considerazione queste forze e la
loro interazione, si ottiene un autorevole
strumento analitico che permette di esaminare
gli eventi nel passato e nel presente, e di
considerare sviluppi plausibili per il futuro.
Gli scenari sono stati creati dall’interazione di
queste forze.
L’analisi delle forze caratterizzanti rende
evidente il fatto che la forma e la diffusione
dell’epidemia dell’AIDS sono determinate da
una varietà di forze esterne all’area in cui
normalmente agiscono i programmi di lotta ad
HIV e AIDS. La lotta all’HIV e all’AIDS può
diventare un fattore catalizzante per affrontare
queste dinamiche socio-economiche e
politiche. Allo stesso modo, per affrontare
efficacemente l’HIV e l’AIDS è necessario
prendere in considerazione queste forze.
Le 5 forze caratterizzanti sono riassunte nelle
sezioni che seguono.
Crescita o erosione dell’unità e
dell’integrazione
Questa forza riguarda la misura in cui
individui, gruppi e nazioni si considerano
collegati gli uni agli altri. L’unità e
l’integrazione tra gli individui e le comunità
formano la base di società pacifiche e
autosufficienti,
che
facilitano
il
miglioramento effettivo di politiche e
programmi di lotta all’HIV e all’AIDS. E’
necessaria una percezione di connessione per
lo sviluppo di solidarietà mondiale. La
prevenzione e la cura saranno più difficili
nelle società in cui l’unità si sta disgregando;
in cui ci sono livelli di ineguaglianza alti; in
cui predominano fazioni o tensioni etniche e
religiose che conducono alla violenza. In
alternativa, la lotta all’epidemia dell’AIDS
può contribuire in modo efficace alla crescita
dell’unità nazionale, attraverso la creazione di
un senso di sfida collettiva.
L’evoluzione di credenze, valori e
significati
Le credenze circa il modo in cui si diffonde
l’HIV ed in cui il virus si può prevenire si
possono basare su particolari sistemi secolari,
tradizionali o religiosi o su una mescolanza
dei tre. Questi includono credenze individuali
relative all’identità personale ed alla moralità,
alla sessualità, alla malattia, alla vita, alla
morte ed alla cosmologia. Tali idee
determinano, a propria volta, se HIV e AIDS
sono visti sotto forma di trasgressione,
stigmatizzazione e punizione, o invece di
opportunità e rischio. I leaders culturali e
religiosi hanno dimostrato di poter influenzare
il sistema delle credenze per assicurare che
HIV e AIDS siano visti sotto una luce più
positiva.
Il potere di risorse e capacità
La lotta contro l’HIV e l’AIDS a volte è
presentata semplicemente come una questione
di raccolta di fondi. Mentre gli scenari qui
presentati dimostrano che sono necessarie
molte più risorse, il punto è anche quello di
mettere in risalto ciò che è disponibile per
ottenere di più, specialmente quando le risorse
sono limitate.
Le risorse includono soldi, leadership,
capacità umane, istituzioni e sistemi. In
alternativa, gli scenari mostrano che le risorse
possono esaurirsi sotto le pressioni
dell’epidemia e del sottosviluppo. I fondi
possono essere dissipati in iniziative a breve
termine ed in conflitto tra loro, con scarsi
profitti a lungo termine. Gli scenari
dimostrano che attualmente sono aperte
diverse opportunità e da esse bisogna trarre
vantaggio adesso.
La parte finanziaria, con un coordinamento
maggiore, svolgerà un ruolo importante per
raccogliere ulteriori risorse, sia a livello
nazionale che internazionale.
Generazione ed applicazione delle
conoscenze
Una nuova conoscenza del virus e della sua
diffusione, e nuovi metodi di applicazione
della
conoscenza
esistente,
saranno
fondamentali. Il maggiore impatto dovrebbe
venire combinando tre aspetti: la conoscenza
biomedica, la migliore comprensione dei
comportamenti sessuali, e la conoscenza degli
effetti sulle persone che hanno contratto
l’HIV e l’AIDS e su quelli che se ne prendono
cura. Approcci che utilizzano sia punti di
vista tradizionali che moderni del mondo sono
già stati sviluppati e continueranno ad essere
importanti per raggiungere gruppi di
popolazione sempre maggiori.
La ripartizione del potere e dell’autorità
Questa forza descrive i diversi modi in cui
potere ed autorità sono ripartiti nella società e
come possono interagire tra loro. Ci si chiede
chi detiene il potere in una certa situazione e
se questo potere è centralizzato o condiviso.
Questa forza si riferisce in particolare
all’importanza del sesso e dell’età
nell’impatto con l’epidemia e nella reazione
alla stessa.
Gli scenari
Inizialmente gli scenari cercano di rispondere
ad una domanda fondamentale: “Nel prossimo
ventennio, quali fattori determineranno le
reazioni africane e mondiali all’epidemia
dell’AIDS, e che tipo di futuro sarà riservato
alla prossima generazione?”
Nel rispondere alla domanda, gli scenari
pongono altri due quesiti: “Come viene
percepita la crisi e da chi?” e “Ci saranno gli
incentivi e la capacità per affrontarla?” Le
risposte a queste domande ci conducono al
cuore degli scenari:
• scelte inflessibili: l’Africa prende
posizione
• retaggi del passato: il vortice
• tempi di transizione: l’Africa
trionfa
Ciascuno scenario propone risposte molto
diverse.
Scelte inflessibili: l’Africa prende
posizione
“Scelte inflessibili” racconta una storia in cui
i leaders africani scelgono di prendere misure
drastiche per ridurre la diffusione dell’HIV a
lungo termine, anche se ciò comporta
difficoltà a breve termine. Lo scenario mostra
che, anche con aiuti variabili, incertezza
economica e sfide governative, l’Africa può
gettare le basi per una crescita ed uno
sviluppo futuri e ridurre l’incidenza dell’HIV.
“Scelte inflessibili” è raccontata come se
fosse il copione di un documentario realizzato
nel 2026, ed include le osservazioni di una
parte di leaders africani e di esperti, Descrive
le rigorose scelte economiche, sociali ed
etniche che leaders e governi devono adottare
per generare un rinnovamento nazionale. Lo
scenario non descrive un tempo di
abbondanza per l’Africa. In questo contesto,
un governo capace è della massima
importanza ed anche lo sviluppo di istituzioni
regionali e pan-africane assume un ruolo
chiave.
In questo scenario, i governi insistono
affinché HIV e AIDS siano fronteggiati come
facenti parte di una strategia globale e
coerente per uno sviluppo nazionale a medio e
lungo termine. Impongono disciplina a se
stessi, reciprocamente ed ai loro partners
esterni (se questi rifiutano di farlo da soli) e
chiedono che l’azione si accompagni alle
parole.
1. Fare gli interessi dello stato
nell’insieme, contro quelli delle
singole comunità, e i diritti individuali
contro
il
bene
collettivo.
Inevitabilmente ciò include un
dissenso gestionale.
2. Crescita economica immediata contro
investimenti a lungo termine in
capitale umano.
3. Scegliere come utilizzare le risorse –
la priorità deve andare al rapido
sviluppo delle abilità e capacità di una
minoranza essenziale per costruire e
mantenere le funzioni dello stato, o si
deve spendere la maggior parte delle
risorse per servizi per tutti e per
alleviare la povertà?
4. Procedere tra tradizioni culturali utili e
rischiose.
5. Trovare l’equilibrio della costruzione
della nazione con forti alleanze
regionali e pan-africane; e ottenere la
libertà da controlli esterni con i
benefici di risorse esterne.
6. “Proteggere le donne” vs. la loro
emancipazione.
7. Determinare l’obiettivo dei programmi
di lotta all’HIV e all’AIDS:
“obiettivo”
vs.
prevenzione
generalizzata; cure esclusivamente per
casi chiave o per tutti.
8. Privilegiare le necessità delle aree
rurali (compresa la riforma agricola)
vs. i benefici dell’urbanizzazione e
dello sviluppo industriale.
Lo scenario dimostra che è possibile creare
una risposta in cui leaders e comunità
procedono insieme. Ciò è possibile con livelli
di risorse per singoli programmi di lotta
all’HIV e all’AIDS simili a quelli usati in
Uganda negli anni ’80 e ’90, anche se
comprendono solo livelli moderati di cure
antiretrovirali. Lo scenario dimostra che un
approccio tempestivo e rigoroso alla
prevenzione darà i suoi effetti, anche se sarà
necessario un po’ di tempo prima che questi
effetti possano essere evidenti.
L’aumento della popolazione implica che,
anche con considerevoli sforzi nella
prevenzione, il numero di persone affette da
HIV e AIDS continuerà a crescere, ma entro il
2025 le cifre si attesteranno a livelli simili a
quelli di oggi e continueranno a calare quando
gli investimenti a lungo termine in capitale
sociale, economico ed umano per il prossimo
ventennio cominceranno a dare i primi frutti.
Mentre lo sforzo principale dei programmi
contro HIV e AIDS in “Scelte inflessibili” si
focalizza sulla prevenzione, c’è un aumento
progressivo della terapia antiretrovirale: da
meno del 5% di individui trattati all’inizio
dello scenario a più di un terzo tra gli
individui che ne hanno bisogno entro il 2025.
La traiettoria della diffusione della terapia
antiretrovirale è in costante aumento, e riflette
il continuo investimento nei sistemi sanitario
e formativo, così come nella capacità di
produrre farmaci in Africa.
Nello scenario “Scelte inflessibili” continua
ad essere alto il numero dei morti, anche se a
partire dal 2015 la percentuale comincia a
calare, riflettendo il fatto che le misure
preventive hanno bisogno di tempo per dare
risultati all’interno del sistema.
Iniziative a sostegno degli orfani a causa
dell’AIDS aumentano rapidamente intorno al
2010 e poi continuano con il crescere della
popolazione.
Tuttavia, il numero dei bambini resi orfani
dall’AIDS raddoppia quasi nel corso dello
scenario.
In generale, le spese totali per la lotta all’HIV
e all’AIDS crescono rapidamente tra il 2003
ed il 2013, seguite da cifre più modeste alla
fine dello scenario. Buona parte dell’aumento
dei costi deriva da maggiori spese per attività
di prevenzione, che aumentano rapidamente
tra il 2008 ed il 2014. I costi per le cure
crescono lentamente all’inizio della prima
metà del periodo, poi più velocemente negli
anni successivi, quando i sistemi e la capacità
sono messi in gioco per una diffusione
durevole degli interventi.
I costi dei programmi di lotta specifici contro
HIV ed AIDS in questo scenario ammontano
a circa 100 miliardi di dollari. Lo scenario si
basa sull’ipotesi di un’assistenza sostanziale e
sostenuta da parte di donatori nella parte
iniziale dello scenario stesso, seguita da un
quadro in cui l’assistenza allo sviluppo
ristagna.
Tuttavia, c’è una forte espansione della
capacità nazionale di prendersi carico e di
sostenere le reazioni all’HIV e all’AIDS con
fondi generati all’interno dell’Africa, basati su
politiche interne perseguite nel corso
dell’intero scenario.
Le spese annuali nello scenario raggiungono
circa 5 miliardi di dollari nel 2016 e poco più
di 6 miliardi di dollari nel 2025.
Retaggi del passato: il vortice
“Retaggi del passato” è una storia in cui
l’Africa intera non riesce a sfuggire ai propri
maggiori retaggi, e l’AIDS penetra
profondamente nelle trappole della povertà,
del sottosviluppo e dell’emarginazione in un
mondo globalizzato.
Nonostante le buone intenzioni dei leaders e
l’aiuto sostanziale di donatori internazionali,
una serie di sette ostacoli impedisce a tutti
tranne che a poche nazioni o settori
privilegiati della popolazione di sfuggire alla
povertà ed all’alta diffusione dell’HIV.
Questo scenario si presenta come una serie di
conferenze di una famosa autrice africana che
esplora i motivi per cui l’Africa nel 2025
continua a portare il pesante fardello
dell’AIDS, insieme a quelli della povertà
diffusa e dell’instabilità. Riconosce che,
anche in un ambiente di totale povertà,
continuano ad esistere individui, settori e
paesi che hanno potuto progredire, ma non
intende inserire le loro storie in primo piano.
Lo scenario ipotizza che HIV ed AIDS
continueranno a ricevere forte enfasi nel
prossimo futuro, ma che le reazioni saranno
disperse ed a breve termine, spesso non
riescono a riflettere la realtà quotidiana e
pertanto a dare una soluzione duratura.
Entro il 2025, gli impatti demografici, sociali
ed economici dell’epidemia, ripetuti nel corso
di varie generazioni (in particolare in paesi
con una diffusione dell’HIV oltre al 5%),
hanno esaurito le risorse di famiglie e
comunità.
Una generazione “mancante” di nonni è solo
uno degli esempi degli impatti demografici,
mentre un numero crescente di bambini resi
orfani dall’epidemia manca di istruzione, e di
cure ed è meno integrato socialmente rispetto
ai genitori. Molti hanno poco da perdere, e
forse sentono di poter trarre beneficio dal
conflitto e dall’instabilità. Gli effetti di questi
impatti sociali si trasmettono ai paesi a minor
diffusione dell’HIV.
Lo scenario identifica sette ostacoli che
precludono uno sviluppo efficace, a lungo
termine o largamente diffuso in Africa.
1. Il retaggio della storia dell’Africa (il
post-colonialismo è stato incapace di
superare divisioni profonde).
2. Il ciclo di povertà, ineguaglianza e
malattia (l’aumento della popolazione
fa pressione su infrastrutture del
settore sociale inadeguate e l’AIDS
impoverisce ulteriormente le capacità).
3. Le divisioni che portano alle fratture
sociali (la carestia promuove le
divisioni
e
l’AIDS
e
la
stigmatizzazione
alimentano
le
divisioni).
4. La ricerca di guadagni rapidi (i leaders
africani ed i loro partners donatori
vogliono risultati rapidi, quindi non
sono capaci di investire nei
cambiamenti a lungo termine).
5. Le sfide della globalizzazione:
integrazione e marginalizzazione
(discussioni
sul
commercio
e
riduzione di investimenti stranieri non
portano benefici all’Africa la cui
economia formale continua ad essere
basata su esportazioni primarie
ridotte).
6. La dipendenza dagli aiuti e la ricerca
di sicurezza globale (i donatori non
sono
all’altezza
delle
loro
dichiarazioni sull’armonizzazione e la
cosiddetta guerra globale al terrorismo
si diffonde in Africa, determinando gli
schemi dei fondi dei donatori).
7. La reazione all’epidemia dell’AIDS:
scorciatoie e rimedi miracolosi (la
lotta per ripartire la terapia
antiretrovirale lascia pochi benefici
duraturi e previene la necessaria
diffusione della prevenzione).
“Retaggi del passato” descrive come l’AIDS
catalizza persone ed istituzioni verso una
reazione, ma queste non possono progredire a
sufficienza con capacità ed infrastrutture
impoverite. Il fardello supplementare della
reazione all’epidemia dell’AIDS sottrae gli
sforzi dello sviluppo da altri settori. La
continua spirale del sottosviluppo mina alla
base l’abilità di molti paesi di affrontare
l’epidemia. Lo scenario mostra la crescente
disunità e disintegrazione, la diminuzione
delle capacità, la persistenza delle tensioni
etniche e religiose, e lo spreco di risorse, con
abbondanti
fondi
(inizialmente)
che
sostengono la crescita della cosiddetta
industria dell’AIDS insieme al biasimo ed alle
punizioni che ruotano intorno all’epidemia.
Mostra come, nonostante le buone intenzioni,
l’epidemia continuerà a diffondersi in molti
paesi e tra molte popolazioni nel continente
poiché:
• si prende in considerazione l’HIV in
modo isolato dalle proprie radici
sociali ed economiche e dal proprio
contesto politico; è “medicalizzato” e
•
•
•
•
•
•
•
trattato in primo luogo come una
questione di cambiamento del
comportamento individuale o di cura
personale;
l’apporto di risorse nei prossimi
vent’anni
è
inconsistente
ed
imprevedibile così come lo è stato
nell’ultimo ventennio;
i paesi africani non riescono a
trasformare le aspirazioni dell’unità
panafricana in realtà effettiva;
i donatori non armonizzano le loro
reazioni;
gli aiuti sono irregolari e di scarsa
qualità ed i fondi per la lotta all’AIDS
continuano ad arrivare, ma in assenza
di investimenti più profondi nello
sviluppo sociale ed economico;
è più facile ottenere farmaci
antiretrovirali che un’alimentazione
adeguata ed acqua potabile;
vengono negate le realtà del
comportamento umano;
non vengono attaccate le radici
profonde della povertà.
In questo scenario, all’interno del continente
entro il 2025, la percentuale di diffusione
dell’HIV rimane ai livelli attuali, intorno al
5% della popolazione adulta, con alcuni paesi
in cui è leggermente al di sopra ed altri in cui
è al di sotto di tale livello. Il maggior tasso di
diffusione si traduce in una sempre minore
aspettativa di vita in molti paesi ed in un
aumento del numero di persone affette da
HIV ed AIDS pari a più del 50%. Gli sforzi
per la prevenzione non sono realmente diffusi
– anche se il livello dei servizi raggiunto nel
2004 viene mantenuto e sviluppato, esso
cresce nella stessa percentuale della
popolazione.
Sforzi per diffondere la terapia antiretrovirale
continuano, ma sono ostacolati da una
combinazione di sistemi sottosviluppati ed
oppressi e dai costi generali. Entro il 2015
poco più del 20% della gente che necessita di
terapia antiretrovirale ne avrà accesso e questa
cifra resta ostinatamente ferma per il resto
dello scenario. Le cure ed i trattamenti per
una minoranza costano ancora circa 1,3
miliardi di dollari all’anno durante i 23 anni
dello scenario. entro il 2025 questo scenario
costerà 4 miliardi di dollari all’anno per
programmi specifici contro HIV e AIDS, solo
per tenere l’assistenza ai livelli in cui è oggi.
Poiché non si riesce ad avere successo contro
l’epidemia in termini di prevenzione, i costi
continuano a salire, e questo aumento
continua nell’immediato futuro.
“Retaggi del passato” offre una finestra
inquietante sul tributo da pagare in termini di
morti futuri nel continente, con un numero di
persone che muoiono a causa dell’AIDS che
aumenta fino a 4 volte, ed un numero di
bambini resi orfani dall’epidemia in continua
crescita entro il 2025.
Tempi di transizione: l’Africa trionfa
“Tempi di transizione” è la storia di quello
che potrebbe succedere se tutte le buone
intenzioni di oggi venissero trasformate in
una risposta di sviluppo coerente ed integrato
necessario per combattere l’HIV e l’AIDS in
Africa.
Lo scenario è raccontato da una narratrice e
da alcuni suoi amici, mentre nel 2036
guardano indietro ai cambiamenti che hanno
avuto luogo nel primo quarto del XXI secolo.
Questo scenario parla delle transizioni e delle
trasformazioni che devono avere luogo nel
modo in cui il mondo e l’Africa devono
affrontare i temi della salute, dello sviluppo,
del commercio, della sicurezza e delle
relazioni internazionali, per poter raggiungere
lo scopo di dimezzare il numero di persone
affette da HIV e AIDS ed assicurare che la
maggioranza di coloro che necessitano della
terapia antiretrovirale possa accedervi entro il
2025.
In questo scenario viene identificato un
gruppo di 6 trasformazioni interdipendenti
che danno nuova forma al futuro dell’Africa
ed al suo posto nel mondo:
1. “Dall’orlo della catastrofe” descrive i
cambiamenti nel modo di trattare HIV
ed AIDS, con una rapida diffusione
delle cure e delle strategie di
prevenzione efficaci, sostenute da una
società civile molto attiva;
2. “Mettere in ordine la casa” si
concentra sulle reazioni della politica
nazionale per ridurre la povertà e
rafforzare lo sviluppo, cruciale per
limitare la diffusione dell’HIV;
3. “Lavorare insieme per lo sviluppo”
studia
il
miglioramento
della
collaborazione tra i governi africani ed
i partners esterni nei primi 25 anni del
secolo, poiché le risorse appartengono,
sono dirette e coordinate sempre più
spesso dai governi africani e dai loro
popoli;
4. “Commerciare sulle forze” affronta in
modo dettagliato i cambiamenti chiave
che hanno avuto luogo nel commercio;
5. “Sentimenti e diritti umani” descrive
la popolazione al centro dello scenario
ed i modi in cui essa è cambiata –
compresi i cambiamenti radicali nelle
relazioni tra uomini e donne e tra
questi e le loro comunità;
6. “Piantare la pace” descrive come la
prevenzione dei conflitti e la
promozione della pace e della
sicurezza, all’interno delle nazioni e
tra le nazioni stesse, abbia giocato un
ruolo vitale nei nuovi impegni africani
del XXI secolo.
Queste transizioni iniziano con una crescente
percezione della crisi: l’epidemia dell’AIDS
era un simbolo che sovrastava molti altri
problemi che colpiscono l’Africa ed il mondo
in questo scenario, compresi il potenziale
crollo della regolamentazione del commercio
mondiale, il fallimento nel raggiungimento
degli obiettivi dello sviluppo del millennio, la
continua
ineguaglianza
mondiale,
l’indebolimento dell’ordine multilaterale, la
crescita del terrorismo, e l’urgente evidenza
del continuo cambiamento climatico. La
prospettiva di un altro secolo di conflitti ed
impoverimento porta al cambiamento di
atteggiamenti, di valori e di comportamento –
catalizzati tanto dalla società civile quanto dai
capi di stato.
Le transizioni nella consegna degli aiuti, nelle
regole del mercato, nella sicurezza umana e
nelle forme di governo nazionale ed
internazionale
sono
fondamentali
e
condurranno nel tempo ad un ambiente più
stabile con benefici per il nord e per il sud del
mondo. C’è un raddoppio del flusso di aiuti
verso l’Africa, sostenuto da una generazione
sotto forma di investimenti nei servizi
sanitari, agricoltura, istruzione, idrici,
elettrificazione, reti stradali, sviluppo sociale
e competenze istituzionali e di governo.
“Tempi
di
transizione”
descrive
i
cambiamenti fondamentali nel modo in cui i
donatori forniscono aiuti e nel modo in cui i
governi si occupano di tali aiuti affinché ciò
promuova la sovranità, non indebolisca
l’autonomia, non sia causa di inflazione e non
generi dipendenza. Questo scenario descrive
una mobilitazione della società civile
nazionale ed internazionale. Inizia con
attivisti delle cure che lavorano per la
somministrazione sicura della terapia
antiretrovirale e conduce ad una graduale
apertura dell’interesse, competenze ed
impegno della società civile. Descrive le
nuove regole e le nuove relazioni di
collaborazione negli affari internazionali. La
storia suggerisce che, se queste transizioni
potessero avvenire in una sola generazione,
esse potrebbero ridurre notevolmente il
numero delle persone affette da HIV.
Potrebbero alterare in maniera spettacolare il
corso degli avvenimenti in Africa e nel
mondo nel XXI secolo.
In “Tempi di transizione”, il numero di
persone affette da HIV e AIDS quasi si
dimezza tra il 2003 ed il 2025, nonostante il
fatto che la popolazione cresca del 50%. I
pregiudizi sessuali nell’infezione e nella
diffusione comincia a livellarsi, benché le
donne siano leggermente più colpite rispetto
agli uomini fine dello scenario.
La diffusione della terapia antiretrovirale è
sensazionale: nel corso dello scenario,
l’accesso alla terapia aumenta rapidamente,
per arrivare alla metà di coloro che
necessitano del trattamento entro il 2012. Alla
fine dello scenario, la copertura ha raggiunto
il 70% delle persone, riflettendo il fatto che
l’espandersi della cura, oltre alla capacità dei
sistemi sanitari esistenti, sarà un processo che
richiederà tempo e sforzi notevoli.
Nonostante l’allungamento della vita dovuto
alla terapia antiretrovirale, il numero di morti
totali nel continente continua a salire,
portando ad un costante aumento del numero
di bambini resi orfani dall’AIDS, nonostante
la più lunga speranza di vita dei genitori abbia
condotto ad una significativa differenza nella
socializzazione di molti bambini.
La realizzazione di questo scenario richiede
investimenti cumulativi pari a circa 200
miliardi di dollari, in un contesto di grandi
investimenti nella sanità, nell’istruzione, nelle
infrastrutture e nello sviluppo sociale. I fondi
per la lotta all’HIV e all’AIDS sono aumentati
ad una media di più del 9% annuo e le spese
sono più rapide nelle prime fasi con donatori
esterni che coprono all’incirca la metà delle
spese totali.
Le spese raggiungono i 10 miliardi di dollari
all’anno entro il 2014 e restano a questo
livello fino quasi alla fine dello scenario
quando cominciano a diminuire in ragione dei
risultati ottenuti grazie agli investimenti
precedenti.
Il messaggio importante che offre questo
scenario è che le spese precedenti, con una
continua crescita nelle spese di prevenzione,
permettono al budget delle cure e della terapia
di cominciare a diminuire a partire dal 2019,
anno in cui dovrebbe cominciare a calare
anche il numero di persone affette da HIV ed
AIDS.
Implicazioni ed insegnamenti dai
tre scenari
Presi nel loro insieme, i tre scenari
introducono alcune importanti considerazioni
per attivisti, politici, pianificatori e per coloro
che mettono in opera questi programmi.
•
•
•
Una reazione sufficiente all’epidemia
non può ancora essere garantita:
inversioni dell’attuale livello di
interesse sono ancora possibili ed è
necessario fare tutto il possibile per
evitare la stanchezza dell’AIDS. Gli
scenari suggeriscono che, mentre il
peggiore impatto dell’epidemia deve
ancora avvenire, ci sono ancora grandi
cose da fare per cambiare la traiettoria
a lungo termine dell’epidemia e per
influenzare il numero totale delle
persone che contrarranno l’infezione.
Tuttavia, il tasso di mortalità in alcuni
paesi, anche in presenza di una
diffusione efficace della terapia
antiretrovirale,
continuerà
ad
aumentare per un certo periodo ed i
politici devono prepararsi a tale
impatto. Investimenti rapidi e duraturi
nell’ambito
della
prevenzione
dovrebbero far sì che la curva della
mortalità cominci a calare più
velocemente del previsto.
Il modo in cui viene definito il metodo
per affrontare la crisi in Africa e da chi
viene affrontata la crisi stessa
cambierà
fondamentalmente
il
risultato delle azioni che saranno
intraprese: la leadership nella reazione
all'HIV e all'AIDS è vitale, ma una
leadership
forte
deve
essere
appoggiata da capacità istituzionali e
risorse, capacità di sistema e reazioni
reali da parte della politica pubblica.
"Retaggi del passato" dimostra
chiaramente che la leadership da sola
non è sufficiente.
Le reazioni decentralizzate sono
critiche: è assolutamente necessario
includere la cultura locale, i valori ed i
significati nell’elaborazione delle
politiche da seguire. Anche l'identità
religiosa sembra giocare un ruolo
importante nel futuro del continente e
dell'epidemia.
Tuttavia,
risposte
efficaci possono essere raggiunte solo
con un effettivo impegno e supporto
dal centro.
• Di fronte ad una crisi che supera
l'attuale capacità a reagire non tutto
può essere fatto subito. "Retaggi del
passato" dimostra ciò che succede
quando si trascorre poco tempo o non
se ne trascorre affatto a riflettere sulle
capacità nazionali o internazionali
perché gli eventi scorrono troppo in
fretta, i risultati devono essere
raggiunti troppo velocemente e
dominano le priorità di individui, stati
o istituzioni. “Scelte inflessibili”
dimostra che quando le risorse sono
limitate, i governi devono prendere
decisioni difficili, ma anche che se le
scelte sono abili se ne vedranno i
risultati. “Tempi di transizione”
suggerisce che se i paesi africani e la
comunità mondiale continuano ad
estendere la risposta all’epidemia, nel
contesto di una reazione più ampia
dello sviluppo, ciò farà la differenza
nel numero delle persone affette da
HIV e AIDS nel 2025.
• Non c’è un rimedio miracoloso: nella
misura in cui le cause dell’HIV e
dell’AIDS sono complesse, così anche
le risposte lo sono. Non c’è alcuna
raccomandazione politica specifica
che abbia il potere di cambiare
l’evoluzione dell’epidemia. L’HIV e
l’AIDS sono un evento di lunga
durata, al quale è necessario opporre
risposte politiche che siano le stesse
anche durante i governi successivi. Le
risposte politiche a rapidi mutamenti
non
potranno
assolutamente
contrastare l’epidemia. E’ essenziale
sviluppare sia soluzioni reali a breve
termine che risposte strategiche a
lungo termine. E’, quindi, importante
lavorare ad entrambe le soluzioni per
ottenere il successo.
• Il numero di attori coinvolti nella lotta
all’AIDS farà la differenza sul piano
delle risposte. “Retaggi del passato”
funziona con un numero più ristretto
di attori che non coordinano
efficacemente le loro azioni; in
“Tempi di transizione”, la società
civile e il settore privato hanno un
ruolo
importante;
in
“Scelte
inflessibili” i governi giocano un ruolo
fondamentale, ma stimolano, allo
stesso tempo la leadership a tutti i
livelli della società.
• La vulnerabilità sociale, economica e
fisiologica delle donne nei confronti
dell’HIV è comprensibile, ma le
politiche e le azioni che possono
proteggerle meglio non sono state
adeguatamente implementate. Nella
lotta all’HIV, è importante andare
oltre alla stretta visione del rischio
d’infezione che corrono le donne. E’
altrettanto importante prendere misure
per migliorarne lo status nella società,
quali l’istruzione universale per le
ragazze, la riduzione della violenza
alle donne, e l’assicurazione che le
donne hanno uguale accesso alla
proprietà, alle rendite e al lavoro. Se si
affronta in modo efficace il problema
della parità tra i sessi che sta alla base
dell’epidemia dell’AIDS, ci potrà
essere un immenso potere di
trasformazioni, che catalizzerebbero
riforme di carattere sociale, economico
e politico.
• Finora, la volontà delle comunità di
prendersi cura dei bambini orfani è
stata notevole, ma la natura ricorrente
e ciclica della crisi dell’AIDS
potrebbe condurre all’esaurimento di
questa volontà. Alternative più a lungo
termine devono essere pianificate
oggi. Gli scenari mostrano come
l’investimento nei bambini come
risorsa del futuro, e nel mantenimento
dei genitori sani e vivi, contribuisca in
modo significativo ai risultati generali
dell’epidemia.
• L’impatto psicologico dell’epidemia,
in generale, è stato poco studiato. La
salute mentale così come quella fisica
deve essere inclusa nei programmi di
prevenzione, nei trattamenti e nelle
cure.
• La mortalità continua a crescere, non
importa quali misure vengano prese.
Gli scenari esplorano lo spazio tra
quanto di meglio si può fare per
evitare infezioni e salvare delle vite, e
ciò che potrebbe accadere se
l’andamento attuale continuasse nel
futuro. Tuttavia, anche se viene fatto
tutto il meglio, le comunità in Africa
continueranno a dover fronteggiare
varie sfide nel prossimo ventennio.
Confronto del modo di affrontare
le questioni nei tre scenari
I programmi di lotta all’HIV e all’AIDS sono
stati finora finanziati con fondi esterni e
questo andamento sembrerebbe continuare
negli anni a venire.
Tuttavia, i maggiori impegni non dureranno
più di 5 anni e rimane l’incertezza sul tipo di
risorse che potranno essere disponibili in
futuro. “Scelte inflessibili” mostra ciò che è
possibile quando ci sono politiche interne
efficaci, ma aiuti esterni stagnanti; “Tempi di
transizione” mostra ciò che potrebbe accadere
se ci fossero politiche interne più efficaci e
aiuti esterni maggiori e di migliore qualità; e
“Retaggi del passato” mostra ciò che
accadrebbe con politiche interne inefficienti
ed aiuto esterno irregolare o in diminuzione.
Eccezionalismo vs. isolazionismo
E’ necessario tracciare una linea tra il
trattamento
dell’HIV
come
malattia
eccezionale (eccezionalismo) e l’attenzione
esclusiva all’HIV (isolazionismo).
In “Scelte inflessibili”, l’epidemia dell’AIDS
è vista come parte di una crisi più ampia del
sottosviluppo africano, e le azioni di lotta
vengono prese da ciascuna nazione –
nell’ambito di risorse interne ed esterne
limitate – per combattere il sottosviluppo e
per trovare modelli di sviluppo adatti a
bisogni ed ambienti particolari.
In “Tempi di transizione”, l’epidemia
dell’AIDS agisce da catalizzatore, aiutando
popoli ed istituzioni nel mondo a percepire
l’ampia crisi della pace internazionale e dello
sviluppo. L’AIDS genera una reazione
eccezionale, ma non viene trattato in modo
isolato rispetto al suo contesto sociale ed
economico. I fondi per la lotta all’AIDS fanno
parte di un contesto più ampio di sviluppo.
In “Retaggi del passato”, l’HIV è trattato
come oggetto di interventi, in modo isolato
rispetto al suo contesto sociale ed economico.
A causa dell’enfasi che si dà alla terapia
antiretrovirale, la reazione generale si
concentra sull’ambito medico: l’HIV e
l’AIDS sono trattati in qualità di emergenza
medica e ottengono così gran parte degli aiuti
indirizzati all’Africa tra il 2004 ed il 2010,
distogliendo risorse e capacità da altre aree.
Non ci sono investimenti nelle infrastrutture o
in questioni strutturali o di sviluppo che
alimentano l’epidemia – incluse relazioni tra i
sessi, riduzione della povertà o questioni
culturali.
Necessità di risorse e loro uso
Gli scenari dimostrano chiaramente che non
conta solo quanto si spende per i programmi
di lotta all’HIV e all’AIDS, ma come si
spendono queste risorse ed in quale contesto.
Gli scenari mostrano che il maggior aumento
nelle spese dovrebbe essere quello per
produrre un miglioramento significativo in
termini di contenimento della diffusione
dell’HIV, accrescere l’accesso alla terapia e
mitigare l’impatto – ma che molte risorse
possono causare più danno che beneficio in
assenza di coordinamento e di contesto.
Aumenti di fondi possono servire a guidare la
cosiddetta industria dell’AIDS piuttosto che
condurre ad una più intensa risposta al
problema. Il grafico 2 mostra i costi ed i
risultati dei tre scenari.
Confrontato con “Retaggi del passato”,
“Tempi di transizione” ottiene risultati
migliori evitando 43 milioni di nuove
infezioni, mentre “Scelte inflessibili”, che
evita 24 milioni di nuove infezioni, ha costi
inferiori per ogni infezione evitata ed anno di
qualità della vita migliorato (QALY). Nel
perseguire obiettivi universali, i costi di
“Tempi di transizione” aumentano, mentre
“Scelte inflessibili” copre i casi di
prevenzione più raggiungibili.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che al di là
del puro calcolo del rapporto costo-efficacia,
c’è un beneficio sociale ed economico a lungo
termine molto più ampio dovuto alla grande
reazione all’HIV e all’AIDS di “Tempi di
transizione”.
Le spese medie annuali di “Tempi di
transizione” ammonteranno a quasi 11
miliardi di dollari entro il 2025, quasi tre volte
quelli di “Retaggi del passato” e due volte
quelli di “Scelte inflessibili”. I risultati
ottenuti saranno drammaticamente diversi: in
“Tempi di transizione” l’epidemia sarà
notevolmente
diminuita;
in
“Scelte
inflessibili” se ne vedrà la fine, ma essa non
sarà ancora raggiunta; in “Retaggi del
passato”
l’epidemia
continuerà
a
rappresentare un pericolo netto ed attuale.
Usare gli scenari
Lo sviluppo degli scenari è solo il primo
passo: essi sono studiati ed applicati in modo
efficace attraverso processi interattivi che
incoraggiano chi li usa a riflettere sulle ipotesi
e sui giudizi individuali e collettivi.
Con questi scenari, il progetto spera di
raggiungere gli obiettivi definiti qui di
seguito.
In questo libro e nel CD che lo accompagna,
si spera che anche il lettore possa raggiungere
questi obiettivi.
1. Aumentare la comprensione dell’HIV
e dell’AIDS e delle forze che
delineano il loro futuro in Africa
2. Aumentare la consapevolezza (e la
possibile sfida) delle percezioni, delle
credenze, delle ipotesi e delle mappe
mentali
radicate
dell’epidemia
dell’AIDS ed il suo futuro
3. Aumentare la comprensione reciproca
tra le varie parti, attraverso la
creazione di un linguaggio comune per
discutere del problema dell’AIDS e
dell’HIV in Africa
4. Aumentare la consapevolezza e la
comprensione dei fattori, delle forze
guida, e delle incertezze fondamentali
(e delle relazioni sistematiche tra loro)
che determinano il futuro dell’HIV e
dell’AIDS
5. Aumentare la consapevolezza dei
dilemmi posti e delle scelte che
devono essere fatte
6. Identificare le lacune da colmare e
l’ordine in cui farlo, per condurre gli
organismi ed i paesi da dove si
trovano al punto che si sono prefissati
7. Generare e sviluppare piani, strategie e
politiche, e testare o sfidare la validità
e la robustezza di qualsiasi visione o
strategia
8. Analizzare situazioni specifiche per un
dato paese o regione per rischi ed
opportunità specifici
9. Fornire lo sfondo per una storia
specifica che necessita di essere
raccontata e creare passione e
sostegno per una politica specifica.
Per coloro che vogliono approfondire, il CDROM accompagnatorio contiene gran parte
del materiale commissionato per il progetto,
documenti delle ricerche ed interviste,
ricercabili tramite parola chiave. Inoltre,
fornisce relazioni dettagliate dei laboratori ed
alcune presentazioni che possono essere usate
per presentare gli scenari.
Conclusioni
Costruire scenari significa impegnarsi con il
tempo: le linee guida del presente e del futuro
e le eredità del passato. Il tempo assume
significati diversi nei tre scenari.
“Scelte inflessibili” ci dice che il tempo è
intergenerazionale: il passato ha importanza, i
valori degli antenati, la storia famigliare e
l’identità danno forma al presente, e le azioni
fatte nel presente non comportano
conseguenze solo per coloro che vivono oggi,
ma anche per le generazioni a venire.
In “Retaggi del passato”, il tempo è breve, il
ritorno dei risultati deve essere immediato, gli
obiettivi sono legati ad un tempo determinato
e le azioni si misurano in termini di mandati
politici. Eventi a lungo corso come l’HIV e
l’AIDS non rispondono bene alla brevità del
tempo.
“Tempi di transizione” ci dice qualcosa a
riguardo della profondità del tempo piuttosto
che della sua durata.
Le transizioni e le trasformazioni immaginate
potrebbero aver bisogno di generazioni se
succedessero in maniera consequenziale le
une alle altre. Ma questo scenario ci parla di
un mondo in cui i passaggi bruschi e la
sinergia sono metafore dominanti; in cui i
progressi contro l’epidemia sono rapidi
perché generati da altre transizioni che
avvengono simultaneamente.
Anche i processi di sviluppo tengono conto
raramente del tempo, se non per misurarlo in
cicli convenzionali di 3 o 5 anni.
Gli scenari permettono una visione più ampia
sia intermini di durata che di profondità del
tempo. Permettono un impegno a più
dimensioni su un problema e forniscono un
quadro più completo da esplorare. Ci si
renderà conto del valore di questi scenari nel
momento in cui essi saranno ampiamente
diffusi, discussi ed usati, ma allo stesso
tempo, ciò che qui viene offerto è il punto di
partenza per iniziare questo processo.
Più di tutto, questi scenari ci dicono che,
mentre da un lato qualsiasi azione intrapresa è
in ritardo per i milioni di persone che sono già
morte di AIDS, dall’altro c’è ancora tempo
per cambiare il futuro per molti e molti altri
milioni di persone.