regolamento urbanistico

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regolamento urbanistico
Comune di Altopascio
REGOLAMENTO URBANISTICO
RAPPORTO AMBIENTALE: STUDIO DI INCIDENZA
DLgs 152/06- L.R. 10/2010-L.R. 56/00
S.I.R.- S.I.C. n. 26 - LAGO DI SIBOLLA (IT5120018)
S.I.R.-S.I.C. n. B03 – EX ALVEO DEL LAGO DI BIENTINA (IT5120101)
S.I.R.-S.I.C. n° 63 – CERBAIE (IT5170003)
Dott. Antonella Grazzini, Biologa
Ottobre 2010
Indice
1- Introduzione
4
2- Il quadro normativo
5
2.1- Normativa comunicazione, nazionale, regionale in materia di biodiversità e Siti Natura 2000
5
2.2- Lo studio di incidenza dei piani e programmi
7
3 - Studio per la valutazione di incidenza: metodologia
4- Descrizione dei siti di importanza regionale
4.1- SIR-SIC n° 26 “Lago di Sibolla” (IT5120018)
8
10
10
4.1.1- Descrizione
10
4.1.2- Vincoli di protezione
12
4.1.3- Il biotopo
15
4.1.4- Le biocenosi
21
4.1.4.1- Habitat
21
4.1.4.2-Emergenze floristiche
23
26
4.1.4.3- Emergenze faunistiche
4.1.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto
35
4.1.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04)
36
4.2- SIR-SIC B03 “Ex alveo del lago di Bientina” (IT5120101)
39
4.2.1- Descrizione
39
4.2.2- Vincoli di protezione
41
4.2.3- Il biotopo
43
4.2.4- Le biocenosi
47
4.2.4.1- Habitat
47
4.2.4.2-Emergenze floristiche
48
49
4.2.4.3- Emergenze faunistiche
4.2.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto
59
4.2.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04)
60
4.3- SIR-SIC n° 63 “Le Cerbaie” (IT5170003)
62
4.3.1- Descrizione
63
4.3.2- Vincoli di protezione
64
4.3.3- Il biotopo
65
4.3.4- Le biocenosi
67
4.3.4.1- Habitat
67
4.3.4.2-Emergenze floristiche
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4.3.4.3- Emergenze faunistiche
4.3.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto
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4.3.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04)
5- Valutazione di incidenza delle previsioni urbanistiche
5.1- Fase di screening
76
78
78
5.1.1- SIR –SIC “Lago di Sibolla”
78
5.1.2- SIR-SIC “Le Cerbaie”
81
5.1.3- SIR-SIC “Ex alveo del Lago di Bientina”
82
5.1.4- SIR-SIC-ZPS “Padule di Fucecchio”
83
5.2- Descrizione altri interventi previsti nella Riserva Naturale Lago di Sibolla
84
5.3- Coerenza tra le direttive e le prescrizioni sovraordinate con le NTA del RU
86
5.4- Indicatori per il monitoraggio
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6- Riferimenti bibliografici
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1- Introduzione
Il presente lavoro ha lo scopo di valutare le pressioni e gli eventuali impatti sui seguenti siti di interesse
comunitario localizzati al’interno e nell’intorno del Comune di Altopascio, in relazione all’attuazione degli
interventi previsti dal regolamento urbanistico in fase di definizione:
-
Il SIR-SIC n. 26 denominato Lago di Sibolla ricadente interamente nel territorio del Comune di
Altopascio- LU
-
Il SIR-SIC n° B03 “Ex alveo del lago di Bientina ” che non ricade nel territorio comunale ma confina
con lo stessso nella porzione sud occidentale
-
Il SIR-SIC n° 63 “Le Cerbaie” che non ricade in c omune di Altopascio ma confina lungo il margine
sud orientale.
Dal momento che queste aree si trovano al confine bioclimatico tra la parte settentrionale e centrale della
Toscana caratterizzate da climi assai diversi, più freddo e umido nella prima , di tipo più mediterraneo nella
seconda, con precipitazioni minori e temperature medie più elevate, qua si trovano importanti comunità di
piante e specie vegetali di notevole interesse fitogeografico e conservazionistico.
Questo studio per mezzo di specifiche valutazioni verifica che gli interventi non incidano sugli obiettivi di
tutela e conservazione degli habitat e delle specie che caratterizzano i siti prevedendo, ove necessario,
opportune misure di mitigazione e/o soluzioni alternative (ove possibile).
Nella figura seguente il sistema dei siti Natura 2000 ricadenti all’interno e in prossimità dei confini comunali è
messo in relazione con la rete idrografica.
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2- Il quadro normativo
2.1- Normativa comunicazione, nazionale, regionale in materia di biodiversità e Siti Natura 2000
La Direttiva 92/43/CEE (conosciuta come Direttiva Habitat) relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali della flora e della fauna selvatiche, attua una rete ecologica europea coerente di zone speciali
di conservazione, denominata Rete Natura 2000 (Art. 3). Questa rete, formata da siti in cui si trovano tipi di
habitat naturali elencati nell’allegato I e habitat delle specie di cui all’allegato II, deve garantire il
mantenimento ovvero, all’occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, dei tipi di
habitat naturali e degli habitat delle specie interessate nella loro area di ripartizione naturale.
La Rete “Natura 2000” comprende anche le zone di protezione speciale classificate dagli Stati membri a
norma della direttiva 79/409/CEE (conosciuta come Direttiva Uccelli).
Le due direttive prevedono che gli Stati membri adottino le opportune MISURE DI CONSERVAZIONE per
evitare nelle ZSC (Zone Speciali di Conservazione) il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie
nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate, nella misura in cui tale
perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per il perseguimento degli obiettivi previsti. Le
misure di conservazione costituiscono l’insieme di tutte le misure necessarie per mantenere o ripristinare gli
habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e di flora selvatiche in uno stato di conservazione
soddisfacente.
Inoltre la direttiva Habitat prevede (art. 6, par. 2) MISURE DI SALVAGUARDIA adottate dagli Stati membri
“per evitare nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat di specie, nonché la perturbazione
delle specie per cui le zone sono state designate nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere
conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi” della stessa Direttiva.
I par. 3-4 dell’art. 6 della Dir 92/43/CEE recitano:
3. Qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa
avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente a altri piani e progetti, forma
oggetto di una opportuna valutazione dell’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di
conservazione del medesimo.
L’art. 7 della Dir Habitat precisa che gli obblighi derivanti dall’art. 6, paragrafi 2,3,4 si applicano anche alle
Zone Speciali di Conservazione previste dall’art. 4, paragrafo 2, della direttiva Uccelli.
Si precisa quindi che le misure di tutela non si applicano soltanto ai siti della Rete Natura 2000 ma anche per
piani o progetti all’esterno di essi che possano avere incidenza sugli habitat e le specie per cui il sito è stato
designato.
La Direttiva Habitat è stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano con il D.P.R. 357/97 “Regolamento
recante attuazione della Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali,
nonché della flora e della fauna selvatiche”, modificato e integrato dal D.P.R. n° 120/2003.
A livello regionale, è stata data attuazione alla Direttiva nel 1996 con il progetto Bioitaly che ha portato
all’individuazione dei perimetri e la schedatura dei Siti di importanza Comunitaria (SIC), delle Zone di
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Protezione Speciale (ZPS), oltre che di Siti di Importanza Nazionale (SIN) e di Siti di Importanza Regionale
(SIR): l’elenco dei siti è stato approvato con Del C.R. n° 342/1998.
Con la L.R. 56/00 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e
della fauna selvatiche”- Modifiche alla L.R. 7/98- Modifiche alla L.R. 49/95”, recentemente modificata e
integrata da altre disposizioni legislative, la Regione Toscana ha approvato l’elenco dei Siti della Rete
Natura 2000 e ha individuato un più esteso elenco di habitat e specie rispetto a quello elaborato a livello
comunitario e nazionale, tenendo conto delle peculiarità e quindi delle necessità di conservazione del proprio
territorio.
Normative di interesse:
-
Del G.R. n° 1148/2002. Indicazioni tecniche per l ’individuazione e la pianificazione delle aree di
collegamento ecologico
-
Del C.R. 06/2004 Perimetrazione dei siti di importanza regionale e designazione di zone di protezione
speciale in attuazione delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE
-
Del G.R. 644/00 Attuazione dell’art. 12, comma 1, lett a) della L.R. 56/00-Approvazione delle “norme
tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale
(SIR), che costituiscono le misure di conservazione dei siti medesimi”.
-
Del G.R. n° 923/2006. Approvazione di misure di c onservazione per la tutela delle Zone di protezione
Speciale (ZPS), ai sensi delle Direttive 79/409/CEE, 92/43/CEE e del DPR 357/97 come modificato
con il DPR 120/2003
-
Del G.R. n° 454/08 “D.M. 17/10/2007 del Ministero Ambiente e tutela del Territorio e del Mare- Criteri
minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a zone speciali di conservazione
(ZSC) e zone di protezione speciale (ZPS) Attuazione”. Esse costituiscono norme a integrazione delle
Norme tecniche già approvate con Del G.R. 644/04.
-
DM 03/04/2009. Secondo Elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia
mediterranea in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE
-
Del. C..R. 80/2009. Designazione di nuovi siti di importanza comunitaria (SIC ) e di zone di protezione
speciale (ZPS) ai sensi della Dir 92/43/CEE e 79/409/CEE e modifica dell’allegato D (elenco dei suti di
importanza regionale)
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2.2- Lo studio di incidenza dei piani e programmi
Ai sensi dell’art. 1 c.4 della L.R. 56/00 (come modificato dall’art. 194 della L.R. 01/05) “i siti di cui all’allegato
D nonché i geotopi di importanza regionale (GIR) di cui all’art. 11 costituiscono invarianti strutturali ai sensi
dell’art. 4 della L.R. 01/05 e fanno parte dello statuto del territorio di cui all’art. 48, c.1 e 2 della medesima
legge. Questo è stato recepito a livello del Piano Strutturale di Altopascio.
La valutazione di incidenza, a livello nazionale, è normata dall’art. 5 del D.P.R. 120/03 che ne specifica
finalità e contenuti (allegato G).
Per quanto riguarda la Regione Toscana, la valutazione di incidenza è normata dall’art. 15 della L.R. 56/00,
come modificato dall’art. 194 della L.R. 1/2005 e dalla L.R. 10/2010.
c.2. Gli atti della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore e le loro varianti, non direttamente
connessi o necessari alla gestione dei siti, per i quali sia prevista la valutazione integrata ai sensi della L.R.
1/2005, qualora siano suscettibili di produrre effetti sui siti di importanza regionale di cui all’allegato D o su
geotopi di importanza regionale di cui all’articolo 11, contengono apposito studio ai fini dell’effettuazione
della valutazione di incidenza di cui all’art. 5 del DPR 357/1997.
c. 2 bis. Lo studio di cui al c. 2 integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione integrata di cui all'
articolo 16, comma 3, della L.R. 1/2005 , ai fini dell'individuazione dei principali effetti che il piano può
determinare sul sito o sul geotopo interessati, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli stessi.
(…)
c. 4. Fatto salvo quanto previsto ai commi 4 bis e 4 ter, la valutazione di incidenza relativa agli atti di
pianificazione di cui ai commi 2 e 3, è effettuata dalla stessa amministrazione competente alla
approvazione degli stessi. L’amministrazione competente approva gli atti di pianificazione quando accerta
che la loro attuazione non pregiudica l'integrità del sito o del geotopo interessato. Nel caso di atti di
pianificazione interprovinciali, intercomunali o tra altri enti locali, la valutazione di incidenza è effettuata
d’intesa tra le amministrazioni competenti. In caso di mancato raggiungimento dell’intesa, la valutazione di
incidenza è effettuata dalla Regione.
c. 4 bis. Per gli atti di pianificazione e loro varianti di competenza dei comuni o di altri enti, diversi dalla
Regione e dalla provincia, che interessano il territorio compreso in tutto o in parte all’interno dei siti di
importanza regionale di cui all’allegato D o dei geotopi di importanza regionale di cui all’art. 11, la
valutazione di incidenza è effettuata previa acquisizione del parere obbligatorio della provincia o
dell’ente parco regionale o nazionale nei casi di cui all’articolo 3, commi 5 e 5 bis. (…)
(…)
4 quater. In attuazione dell’art. 5, c. 6, del D.P.R. 357/1997, il termine per l’effettuazione della verifica di
cui ai commi 1 sexies, 4, 4 bis e 4 ter, è di sessanta giorni, decorrenti dal ricevimento dello studio. Le
autorità competenti alla verifica chiedono una sola volta le integrazioni dello stesso e, in tal caso, il termine di
cui al presente comma decorre nuovamente dalla data di ricevimento delle integrazioni stesse.
c. 5. Il procedimento di valutazione di incidenza si conclude con apposito provvedimento, contenente, ove
necessario, le eventuali prescrizioni alle quali il proponente deve attenersi. Le disposizioni di cui all’art. 5,
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commi 9 e 10 del D.P.R. 357/1997 si applicano anche con riferimento ai siti di importanza regionale ed ai
geotopi. In ogni caso, la comunicazione di cui all’art. 5, c. 9, è fatta anche alla Giunta regionale.
c. 6. Quando il sito di importanza regionale ospita un tipo di habitat naturale o una specie prioritari ai sensi
del D.P.R. 8 settembre 1997, n.357 , l’applicazione del c. 5 è consentita esclusivamente per motivi di tutela
della salute o della sicurezza pubblica, ovvero riconducibili alla stessa tutela dell’ambiente ovvero, previo
parere della Commissione europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.
c.7. Fino all’approvazione della deliberazione prevista alla lett. c) del c. 1 dell’art. 12 si applica quanto
disposto dall’allegato G del DPR 8 settembre 1997, n.357 .
c. 7 bis. I pareri richiesti ai sensi dei commi 1 ter, 1 quater, 1 sexties, nonché 4 bis e 4 ter, devono essere
rilasciati entro quarantacinque giorni dal ricevimento della richiesta medesima. Decorso tale termine
in assenza della trasmissione del parere richiesto, o senza che l’organo adito abbia rappresentato
esigenze istruttorie, l’amministrazione competente per la valutazione di incidenza invia diffida ad
adempiere entro e non oltre il termine di quindici giorni, decorso inutilmente il quale provvede alle
determinazioni di competenza previa valutazione espressa degli effetti implicati dalla mancata
acquisizione del parere richiesto.
(…)
3 - Studio per la valutazione di incidenza: metodologia
La procedura della valutazione di incidenza deve fornire una documentazione utile a individuare e valutare i
principali effetti diretti o indiretti, a lungo o a breve termine che il piano/progetto (o intervento) può avere sul
sito Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.
Il percorso logico della valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica "Assessment of plans
and projects significantly affecting Natura 2000 sites. Methodological guidance on the provisions of Article 6
(3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC" redatto dalla Oxford Brookes University per conto della
Commissione Europea DG Ambiente (2002).
La metodologia procedurale proposta nella guida della Commissione è un percorso di analisi e valutazione
progressiva che si compone di 4 fasi principali:
•
FASE 1: verifica (screening) - processo che identifica la possibile incidenza significativa su un sito
della rete Natura 2000 di un piano o un progetto, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o
progetti, e che porta all'effettuazione di una valutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza
risulti significativa;
•
FASE 2: valutazione "appropriata" - analisi dell'incidenza del piano o del progetto sull'integrità del
sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della
funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione e individuazione delle misure di mitigazione
eventualmente necessarie;
•
FASE 3: analisi di soluzioni alternative - individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per
raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze negative sull'integrità del sito;
•
FASE 4: definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche preventive, in
grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi
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proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante
interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato.
Importante è evidenziare che “la probabilità di incidenze significative può derivare non soltanto da piani o
progetti situati all’interno di un sito protetto, ma anche da piani o progetti situati al di fuori di un sito protetto.
A esempio, una zona umida può essere danneggiata da un progetto di drenaggio situato a una certa
distanza dai confini della zona umida [..] La procedura dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 , è attivata non dalla
certezza, ma dalla probabilità di incidenze significative derivanti non solo da piani o progetti situati all’interno
di un sito protetto, ma anche da quelli al di fuori di esso”.
La redazione della presente valutazione di incidenza si è basata sul quadro conoscitivo acquisito per la
redazione del piano strutturale, integrato dai risultati degli studi effettuati negli anni 2004-2007 messi a
disposizione dalla Provincia di Lucca- Servizio urbanistica e da altro materiale bibliografico e documentario
disponibile. Si è ritenuto opportuno valutare i potenziali effetti, anche indiretti degli interventi del RU anche su
altri Siti di Importanza Comunitaria localizzati all’esterno dei confini comunali ma ad essi contigui e collegati
idraulicamente con il territorio di Altopascio. Ove possibile, quindi è stato rispettato il principio di non
duplicazione, evitando di riportare dati già ampiamente descritti nello studio di incidenza del PS redatto per il
SIR-SIC “Lago di Sibolla”.
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4- Descrizione dei siti di importanza regionale
4.1- SIR-SIC n° 26 “Lago di Sibolla” (IT5120018)
Estensione: 74,40 ha
Altitudine: Min:16 m s.l.m.
Max: 18 m s.l.m.
Regione biogeografica: mediterranea
Legislazione di riferimento: L.R. 56/00 e s.m.i.; Del G.R. 644/2004
4.1.1- Descrizione
L’area interessata dal SIC fa parte di un ampio sistema appartenente al sottosistema di paesaggio PA1Pianure alluvionali di Firenze Prato e Pistoia- caratterizzato da depositi alluvionali recenti.
Il Lago di Sibolla localizzato al margine orientale del bacino di Bientina, è un piccolo specchio lacustre
collegato tramite l’emissario omonimo al più vasto Padule di Fucecchio. La superficie dello specchio d’acqua
si estende per poco più di 1 ha ed è contornata da cinture di vegetazione tra loro differenziate. Il contesto
generale in cui si inserisce il biotopo è profondamente antropizzato, circondato dall’area industriale e
artigianale di Altopascio, da aree agricole, da infrastrutture lineari come l’autostrada A11, da un sito
estrattivo e attraversato da un elettrodotto ad alta tensione.
Il SIR-pSIC 26 Lago di Sibolla si sovrappone ampiamente alla Riserva Naturale Provinciale esistente e
amplia i suoi limiti al settore nord-orientale, portando all’attenzione internazionale un’area nella quale si
conservano peculiari entità floristiche e vegetazionali, testimonianza dei passati avvicendamenti climatici, ma
anche del perduto assetto del Padule di Bientina di cui è stato alternativamente tributario. Merita ricordare
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Aldovranda vesiculosa, pianta acquatica carnivora termofila, specie in pericolo critico e di interesse
conservazionistico anche a livello comunitario (All. II, IV Dir. 92/43 CEE), e gli aggallati a Sphagnum, che
ospitano entità microtermiche di significato relittuale come Menyanthes trifoliata, Anagallis tenella, Drosera
rotundifolia e D. intermedia, costituiscono un habitat di interesse comunitario quale le “Piccole depressioni su
substrato torboso con comunità a Rhynchospora alba e R. fusca” (cod. 7150).
Estese le comunità elofitiche, essenzialmente fragmiteti e magnocariceti: quest’ultima tipologia appare
particolarmente minacciata dall’invasione sia di Phragmites australis molto più competitiva di Carex elata, sia
dall’Amorpha fruticosa, specie esotica di origine americana che dal Salix cinerea.
Il sito, a sud dell’invaso palustre, ricomprende anche piccoli “Boschi palustri a ontano” (91E0),
stagionalmente allagati e caratterizzati da un denso sottobosco a carici.
Nel bacino, ogni forma di inquinamento chimico delle acque causato da reflui civili o industriali, da nutrienti e
fitofarmaci utilizzati in agricoltura o da sostanze provenienti dai gas di scarico dei veicoli circolanti
sull’autostrada, ma anche captazioni che possano alterare i livelli idrici dello specchio d’acqua, costituiscono
preoccupanti fattori di rischio per le rare fitocenosi presenti, tipicamente legate a condizioni oligotrofiche. A
tal proposito la Deliberazione n° 644/2004 auspica la realizzazione di un piano di gestione idraulica
dell’intero bacino idrografico e ritiene di prioritaria importanza l’attuazione di un protocollo di gestione della
vegetazione che possa limitare il fenomeno progressivo di interramento naturale e recuperare superficie
libera dello specchio lacustre. Significativi anche i danni diretti arrecati alle cenosi autoctone da specie
esotiche come il Procambarus clarkii e il Myocastor coypus.
Lago di acque relativamente profonde, caratterizzato da un’ampia varietà di habitat, il Sibolla costituisce un’
importante tappa per le rotte di migrazione dell’avifauna tra la costa tirrenica e le aree umide interne
(Bientina, Fucecchio, Stagni della Piana Fiorentina).
Le zoocenosi sono similari a quelle brevemente descritte per il vicino Padule di Bientina; rispetto ai chiari
palustri, la presenza di un più alto livello idrico, risulta comunque più idonea per anatre tuffatrici come le
morette (Aythya fuligula) e moriglioni (Aythya ferina) e per specie ittiche come il luccio (Esox lucius), la tinca
(Tinca tinca), la carpa (Cyprinus carpio) e l’anguilla (Anguilla anguilla) oltre che per entità alieutiche alloctone
introdotte come la gambusia (Gambusia affinis), il persico trota (Micropterus salmoides), il persico sole
(Lepomis gibbosus) e il pesce gatto (Ictalurus melas). Qua nidificano anche il tarabusino (Ixobrychus
minutus) oltre al tuffetto (Tachybaptus ruficollis), alla folaga (Fulica atra) e alla gallinella d’acqua (Gallinula
chloropus). Sempre più comune la presenza del cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e di limicoli che
frequentano alcune piccole pozze presso le sponde e la sfagneta, soprattutto in primavera. E’ di recente
segnalazione la presenza di una garzaia con presenza di varie specie di ardeidi con probabilità giunti dal
vicino Padule di Fucecchio.
Un tempo il paesaggio si caratterizzava quale prevalentemente agrario, a oggi nell’intorno del Lago si hanno
attività produttive e commerciali in espansione fino a un decennio fa e infrastrutture stradali e a rete di una
certa rilevanza strategica a livello nazionale- regionale (linee ad alta tensione, autostrada Firenze Mare).
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4.1.2- Vincoli di protezione
-
DM Ministero Pubblica Istruzione (DM 16/02/1928) in cui si dichiara il laghetto di Sibolla area di
“notevole interesse” e successivamente assoggettata ai vincoli della L. 29/06/1939 n° 1497 sulla
protezione delle bellezze naturali;
-
Censimento del laghetto di Sibolla come “biotopo di rilevante interesse vegetazionale meritevole di
conservazione” dalla Società Botanica Italiana (1971) e successivamente dal Consiglio Nazionale delle
Ricerche (1972) e dalla Regione Toscana (1977)
-
D.M. 20/04/1977 del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che ne ribadisce l’importanza quale
“zona di notevole interesse pubblico” per le sue peculiari caratteristiche ambientali, floristico- vegetai
zonali e faunistiche
-
Dal 1982 il laghetto di Siboilla e il territorio circostante fanno parte del “sistema delle aree protette
della Toscana “ (L.R. 52 del 29/06/1982) e sono stati ufficialmente dichiarati Riserva Naturale Provinciale
dalla Provincia di Lucca nel 1996 (Del C.P. n° 48 d el 28/5/1996), in attesa di essere ammessi come
biotopo di interesse internazionale secondo i parametri della Convenzione di Ramsar del 02/02/1971
Riserva Naturale Provinciale “Lago di Sibolla” RPLU01
Estensione area protetta: 64,58 (di cui 63,86 ricadente nel SIR)
Estensione area contigua: 233,46 (di cui 10,54 ha ricadenti nel SIR)
Legislazione di riferimento: L.394/91 e L.R. 49/95 e s.m.i.
Atto istitutivo: Del C.P. n° 48 del 28-05-1996
Regolamento: Del C.P. n° 145 del 22-07-1998
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Proposta Area Ramsar ai sensi della Del G.R. n°231/ 2004
In verde il SIR-SIC “lago di Sibolla. In azzurro la proposta di Area Ramsar
Emergenza geologica
L’articolo 64 delle Norme del PTC vigente (Titolo IV “Disposizioni finalizzate alla tutela dell’identità culturale
del territorio”, Capo I “Il territorio rurale” Sezione II “Gli specifici elementi a prevalenza di naturalità”) precisa
che i piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici comunali generali , anche in riferimento al c. 5 dell’art. 33
del PIT, verificano, integrano e dettagliano le individuazioni delle emergenze geologiche effettuate dalle
tavole B.2 dello stesso PTC e dettano disposizioni volte a mantenerne e valorizzarne i caratteri distintivi, con
l’osservanza dei seguenti commi.
2. Nelle emergenze geologiche sono ammissibili:
a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici;
b) le opere e le attività volte al miglioramento dell’assetto idrogeologico, ove non in contrasto con gli
aspetti naturalistici e paesaggistici
3. Nelle emergenze geologiche non possono essere consentiti:
a) l’esercizio di attività suscettibili di danneggiare gli elementi geologici o mineralogici;
b) l’introduzione di qualsiasi forma di esemplari di specie vegetali non autoctone.
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Pagina 13
4. Le emergenze geologiche possono essere oggetto di specifici progetti di iniziativa pubblica, definiti
d’intesa tra tutte le amministrazioni competenti, volti a prevedere e a disciplinare le attività ammissibili e, in
particolare:
a) le attività di studio e di ricerca, a opera degli enti o degli astuti scientifici autorizzati
b) l’eventuale realizzazione di attrezzature di supporto e di servizio, di percorsi e di spazi di sosta, di
impianti tecnici di modesta entità, per favorire l’osservazione e la pubblica fruizione dei beni
interessati.
5. Delle emergenze geologiche può essere definita compatibile la seguente utilizzazione:
- attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio
Si tenga in considerazone che le attività consentite nell’area sono normate dal regolamento d’uso della
Riserva Naturale Provinciale “lago di Sibolla”.
Il SIR del Lago di Sibolla si sovrappone quasi interamente all’emergenza geologica individuata dal PTC
“Paleosuperficie delle Cerbaie con invaso relitto di Sibolla” come da immagine seguente:
In verde il SIR-SIC “lago di Sibolla . In giallo barrato l’emergenza geologica
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Area sensibile del bacino dell’Arno ai sensi della Del G.R. n° 6 del 2005 (approvazione del Piano di
Tutela delle Acque della Toscana)
La Regione Toscana ha identificato le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati provenienti da fonti agricole
e le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, secondo i
termini dettati dalle direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE, come recepite dalla normativa nazionale ed attuate
in forma definitiva, prima dal D. Lgs. 152/99 e attualmente dal D.Lgs. 152/06.
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Pagina 15
4.1.3- Il biotopo
Idrografia
Il Lago di Sibolla costituisce l’invaso di una più ampia area palustre caratterizzata da vegetazione igrofila,
circondata da prati, incolti e campi coltivati situata nella depressione presente tra le colline di Montecarlo e
delle Cerbaie. Nella parte sud orientale e orientale del bacino imbrifero si trovano ancora lembi di bosco
igrofilo, con ontanete planiziali e di bosco mesoigrofilo, con querceti misti a roverella, farnia e qualche cerro.
L’area insiste su sedimenti quaternari, definiti come “sabbie argillose rossastre, conglomerati e ciottoli in
terrazzi, in discordanza su sedimenti lacustri e flaviolacustri del Villafranchiano” (Chetoni, 1985) ed è
alimentata dalle acque di falda presente nei sedimenti palustri e dalle acque meteoriche che, attraverso fossi
e canali di bonifica, corrono fino alla conca palustre su un bacino idrogeologico che si estende all’interno
della valle alluvionale del Torrente Pescia di Collodi.
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Pagina 16
Dagli studi condotti nell’ambito della redazione del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale e adesso del
Regolamento Urbanistico (Ing R. Bessi e Geol P. Sani) in merito all’estensione del bacino idrografico che
afferisce al lago, è emerso che, soltanto in occasione di precipitazioni particolarmente intense l’area situata a
monte dell’autostrada A11, nella porzione Nord Occidentale, scola nel Lago. In generale, infatti, le acque
della rete idrica superficiale vengono drenate dalla Gora del Molino e confluiscono quindi nel Canale della
Navareccia e poi nel Canale Emissario del Bientina. L’unica area che presenta un reticolo idraulico
superficiale che finisce nel sistema del Lago e delle zone allagate circostanti è quella a valle del tracciato
autostradale, dove insistono i centri abitati di Ponte ai Pini e loc. Moroni.
E’ ipotizzato un apporto da falde termominerali profonde legate a sistemi di faglie e di fratture recenti, forse
legata alle falde regionali che alimentano il bacino termominerale di Montecatini e Bagni di Lucca, fenomeno
che spiegherebbe la presenza di flora relitta, adatta a climi più caldi, sopravvissuta solo in queste zone ai
periodi glaciali. Il bacino è delimitato a Nord dal fosso del Molino che non risuta in collegamento idraulico
superficiale con il sito. Non sono quindi presenti immissari significativi ma si individuano zone di compluvio
attraverso cui le acque confluiscono nell’invaso.
Il Fosso Sibolla, scavato artificialmente per ragioni di difesa militare nel corso del 1200, costituisce
l’emissario del Lago verso il Canale del Capannone nel Padule di Fucecchio. Per questo il bacino del Lago
di Sibolla, un tempo endoreico, oggi appartiene idrologicamente al sottobacino del Canale Usciana, che
affluisce nello scolmatore del Fiume Arno.
Lo specchio d’acqua risulta di modeste dimensioni,( circa 12000 mq) ma risulta di fondamentale importanza
quale biotopo d’acqua dolce risparmiato dai diffusi interventi di bonifica che hanno interessato i vicini paludi
di Bientina (ex Sesto) e di Fucecchio.E’ stato quindi utilizzato nel corso della storia dai proprietari per l’attività
venatoria e per la pesca, per il legnatico oltre che per lo sfalcio e la raccolta delle erbe palustri.
Il Rio del Molino (un tempo Fosso della Contessa) non si sa se esistesse già come scolo naturale dell’area
palustre verso il Padule di Bientina o se fu realizzato intorno al XII secolo per l’alimentazione del molino
posto presso la Magione degli ospedalieri di Altopascio. In seguito tale Fosso fu collegato con la Pescia di
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Pagina 17
Collodi, per non incidere troppo sul livello del lago una volta che esso era stato collegato con il padule di
Fucecchio. A oggi il Fosso del Molino non è più collegato idraulicamente con il bacino del Lago e finisce nel
Canale della Navareccia e quindi nel Canale Emissario del Padule di Bientina.
Qualità delle acque
Dallo studio condotto da Simoni F. et al. (2004) dal novembre 2002 al novembre 2003, il laghetto di Sibolla
risultava soggetto a eutrofizzazione con consistenti concentrazioni di clorofilla a anche nei periodi di assenza
di pioggia, quando gli elementi nutrienti derivano soltanto da fonti interne al sistema. E’ proprio da luglio a
settembre che questo parametro raggiunge le massime concentrazioni (137,7 mg/l), con un parallelo
innalzamento del pH che da debolmente acido diventa sempre più alcalino con conseguente impatto sulle
rare specie vegetali igrofile che rendono unico il biotopo del Sibolla. Altri fattori che potrebbero avere effetti
sulla vegetazione sono da ricercare nel graduale incremento della temperatura media e in un clima molto
asciutto nei mesi primaverili- estivi.
Quando si verificano intensi fenomeni di pioggia, nel lago affluiscono massicci apporti di limo e di sostanza
organica che si depositano sul fondo, riducendo la trasparenza e il livello delle acque e causando la caduta
della tensione dell’ossigeno al limite della sopravvivenza dell’ittiofauna.
In base alla tabella 11 dell’all. 1 del DL.vo152/99 il Laghetto di Sibolla risultava, per il parametro Clorofilla a
(media annuale) nella classe 5 (scadente), per il parametro fosforo totale (media annuale) in classe 3
(sufficiente).
Dal momento che la classificazione veniva effettuata rispetto al risultato peggiore, il Laghetto di Sibolla
risultava classificato in classe 5 (pessimo).
Analisi mensili circa la qualità chimico-fisica e biologica delle acque sono state effettuate dal Dipartimento di
Biologia delle Piante Agrarie dell’Università di Pisa nel corso del 2003-2004 presso le seguenti stazioni:
1- Pescia di Collodi
2- Fosso del Molino
3- Canale immissario
4- Lago di Sibolla
5- Canale emissario
I risultati mostrano concentrazioni di fosforo totale a indicare uno stato di eutrofia delle acque per tutto l’anno
(valori di concentrazione compresi tra 35-100mg/l). Frequenti anche i valori di fosforo totale superiori a 100
mg/l, indice di acque ipereutrofiche, in particolare nel fosso del Molino, nel Canale Immissario e nel Canale
Emissario, soprattutto nei mesi primaverili-estivi. Tali concentrazioni così elevate derivano quasi certamente
da scarichi di reflui urbani e industriali.
Per quanto riguarda i nitrati, risultano molto rappresentati i valori superiori a 500mg/l, indice di uno stato
eutrofico difficilmente recuperabile.
Questi gli esiti del lavoro:
-
Le acque del Fosso del Molino risultano le più inquinante in quanto si rilevano valori di nitrati
superiori alla soglia durante tutto l’anno di sperimentazione, valori di fosforo totale superiori alla
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Pagina 18
soglia per buona parte dell’anno con picchi di inquinamento in agosto, ottobre, luglio e marzo, valori
di clorofilla a superiore a 15 mg/l per tutto il periodo di studio.
-
Le acque del Canale immissario risultano molto inquinate per i 3 parametri (fosforo totale, azoto e
clorofilla a
-
Le acque del lago di Sibolla risultano ipereutrofiche per azoto, fosforo e clorofilla a ma con livelli
soglia inferiori rispetto alle 2 precedenti stazioni
Nel 2007 è stato effettuato il campionamento di sedimenti dal fondale del Lago (Dr A. Ciurli e Dr A. AlpiDipartimento di Biologia delle Piante Agrarie- Università di Pisa) che hanno rilevato uno stato di acque
eutrofiche, torbide e dominate dal fitoplancton.
Le acque reflue del depuratore di Spianate (potenzialità di progetto 1000 A.E.), confluiscono nel Fosso
Sibolla a valle del Lago e delle zone allagate circostanti e a valle anche della zona della Paduletta.
Finiscono quindi nel Canale del Capannone all’interno del SIR-SIC-ZPS “Padule di Fucecchio”.
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Pagina 19
4.1.4- Le biocenosi
4.1.4.1- Habitat
Nelle tabelle che seguono (Tab. 1, Tab. 2) si elencano gli habitat di interesse e le fitocenosi di pregio
presenti nel Sito. La lista è stata compilata su base bibliografica e tramite consultazione telematica del
Repertorio Naturalistico Toscano.
Riferimenti bibliografici
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT.
Bm – Bartolini e Magrini, 2001
D – Del G.R 644/04 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna
selvatiche”.
M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000.
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO).
Tab.1 – Habitat di interesse regionale e/o comunitario presenti nel SIR-SIC 26 (p): prioritario
Cod.
Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000 (Del.C.R. 68/05)
Corine
Cod.
Nat.2000
All. I Dir.
92/43/CEE
Bibliografia
Paludi torbose neutro-basofile con formazioni a dominanza di Cladium
mariscus e/o Carex davalliana (p).
53.3
7210
*
D, M
Piccole depressioni su substrato torboso con comunità a Rhynchospora alba
e/o R. fusca.
54.6
7150
*
D, M
Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi.
37.4
6420
*
M
22.4311
22.4313
-
-
Bm
Comunità di idrofite radicate e non del Nymphaeion albae
Questi i tipi di habitat presenti nel sito e la relativa valutazione del sito come riportati nella scheda del
Ministero dell’Ambiente (08/07/2008) e ricompresi nell’allegato I della Dir 92/43/CEE:
Cod
Denominazione
Piccole depressioni su substrato torboso con
comunità a Rhynchospora alba e/o R. fusca.
Praterie umide mediterranee di elofite
dominate da alte erbe e giunchi
Paludi torbose neutro-basofile con formazioni
a dominanza di Cladium mariscus e/o Carex
davalliana (p).
7150
6420
7210
% coperta
Rappresentatività
Sup
relativa
Grado
conservaz
Valutaz
globale
30
B
C
B
B
20
B
B
B
B
3
B
C
B
B
Tab. 2 - Fitocenosi di interesse presenti nel SIR-SIC 26
Fitocenosi di particolare interesse
Aggallato della Palude di Sibolla
Bibliografia
D
Nell’area del Lago di Sibolla sono state individuate le seguenti tipologie ambientali ciascuna caratterizzata
da tipica vegetazione (A. Bartolini e A. Magrini, 2001):
-
Superfici ad acque libere permanenti (circa 3 ha con max profondità di 2,5 m) con tipica vegetazione
idrofitica che si presentava particolarmente ricca in specie e in individui fino agli anni ’90 e oggi in
progressivo calo.
-
Superfici ricoperte da briofite appartenenti al genere Sphagnum, poggianti su substrato torboso e,
almeno in passato, galleggianti (e per questo dette aggallati) localizzate a margine dello specchio
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Pagina 20
dacqua in 2 settori limitati;queste ospitano le entità di maggiore entità fitogeografico grazie alle
peculiari condizioni ecologiche presenti;
-
Area palustre dominata da elofite e fanerofite igrofile estesa su circa 13 ha, un tempo largamente
dominata dal magnocariceto a Carex elata (o sarello) gestita dal periodico sfalcio per la raccolta
delle foglie del sarello.Oggi risulta invasa da fragmiteti, da arbusteti a Salix cinerea e a ontano nero
e dall’esotica Amorpha fruticosa che hanno sostituito le comunità elofitiche anche in molti prati
acquitrinosi circostanti;sono stati effettuati interventi di gestione mirati al contenimento di Amorpha
fruticosa e altri sono previsti dalla provincia di Lucca. Spesso il cariceto risulta invaso anche da
Phragmites autralis che, ove diviene specie dominante e particolarmente abbondante, va a inficiare
la ricchezza floristica della fitocenosi. Nelle aree più esterne al cariceto sono presenti giuncheti a
dominanza di Juncus effusus e, dove sono stati effettuati interventi di ripristino, si trovano
popolamenti di giunchi nani con dominanza di Juncus bufomius.
-
Prati e prati-pascoli presenti i primi nella parte nord orientale della riserva, i secondi nella parte sud
orientale;
-
Boschi igrofili ad Alnus glutinosa, Salix alba e Populus sp. pl posti lungo il confine orientale del
biotopo
-
Boschi a fanerofite mesoxerofile posti nella parte sud orientale della riserva; sono costituiti da piccoli
boschi a Quercus pubescens e Pinus pinaster e nella maggior parte dei casi si trovano al margine o
in mosaico con le aree agricole. Vere e proprie pinete sono presenti nel settore meridionale del sito
-
Coltivi.
Da segnalare più a valle del Lago, la presenza dell’area denominata la Paduletta, situata nella porzione
meridionale del sito e caratterizzata dalla presenza di vegetazione igrofila lungo canali e fossi scavati un
tempo a fini alieutici.
La regimazione delle acque avviene in maniera meccanica per mezzo di chiuse che regolano la presenza e
la permanenza delle acque nei canali.
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Pagina 21
4.1.4.2-Emergenze floristiche
Da un recente studio inedito di Tomei et al. (Flora e vegetazione del bacino di Sibolla - stato delle
conoscenze e loro evoluzione, 2007) fornita dalla provincia di Lucca si ricava che, nel panorama generale
delle zone umide della Toscana il laghetto di Sibolla occupa il terzo posto tra quelle con maggior numero di
specie vegetali (146 presenze).
Nella tabella che segue (Tab.2), si elencano le specie segnalate nel Sito che, sulla base dei principali
strumenti ufficiali di valutazione e protezione, risultano emergenze a causa della loro rarità e vulnerabilità.
Le specie elencate che in diversa misura risultano minacciate sono tipiche di ambienti umidi, e la loro
vulnerabilità dipende strettamente da quella dell’habitat. Del resto le zone umide, sia a livello mondiale che
nazionale e regionale rappresentano uno degli ecosistemi maggiormente minacciati a causa principalmente
dell’impatto antropico (bonifiche, agricoltura, urbanizzazione, gestione idraulica, inquinamento ecc.).
Riferimenti bibliografici
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT
Bm – Bartolini e Magrini, 2001
M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000
To – Tomei et al., 2001
TT- Tomei et al., 2007
Carex acutiformis Ehrh.
Carex elata All.
Carex panicea L.
Carex pseudocyperus L.
Carex stellulata Good.
Carex vesicaria L.
Centaurea jacea L.
Ceratophyllum demersum L.
Cirsium palustre (L.) Scop.
Cladium mariscus (L.) Pohl
Drosera intermedia Hayne
Drosera rotundifolia L.
Bibliografia
CR
CR
CR
TT, M, To
A
CR
CR
CR
TT, M, To
A
CR
VU
TT, Bm,M
CR
EN
M
Aldovranda
A
II, IV
Centonchio
palustre
Mestolaccia
ranuculoides
Mestolaccia
minore
A
II, IV
I
Carice tagliente
EN
A
Bm, TT, To
A
To
A
To
Carice stellata
A
A
To
C
To
Cardo palustre
A
Falasco
A
Rosolida
intermedia
Rosolida a
foglie rotonde
A,C
A,C
Non
confermata
TT, To
Carice
vescicosa
Fiordaliso
stoppione
Ceratofillo
demerso
A
scomparsa
Bm
Carice
spondicola
Carice
migliacea
Carice falsocipero
LR
NOTE
Status RENATO
Caldesia parnassifolia (Bassi) Parl.
Red List Regionale
Baldellia ranunculoides (L.) Parl.
Red List Nazionale
Anagallis tenella (L.) L.
I
All. Dir. 42/93/CEE
Aldovranda vesiculosa L.*
Nome comune
All. L.R.56/00
Specie
All. Conv. Berna
Tab. 2 - Lista delle emergenze floristiche presenti nel SIR-SIC 26 (* SPECIE DI INTERESSE PRIORITARIO)
LR
TT, To
Bm, To
LR
VU
TT, Bm, To
CR
CR
CR
CR
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
TT, Bm, M,
To
TT, Bm, M,
To
Pagina 22
Eleocharis palustris (L.) R. et S.
Eleocharis uniglumis (Link) Schultes
Eriophorum angustifolium Honckeny
Eriophorum gracile Koch
Eriophorum latifolium Hoppe
A
VU
EN
NOTE
Red List Regionale
Red List Nazionale
All. Conv. Berna
All. Dir. 42/93/CEE
A
Bibliografia
Eleocharis multicaulis (Sm.) Sm.
Giunchina
aghiforme
Giunchina
cespugliosa
Giunchina
palustre
Giunchina con
una brattea
Pennacchi a
foglie strette
Pennacchi
gracili
Pennacchi a
foglie larghe
Status RENATO
Eleocharis acicularis (L.) R.e S.
Nome comune
All. L.R.56/00
Specie
CR
To
scomparsa
EN
TT, M, To
A
To
A
VU
Bm, M, To
A
CR
To
Non
riaccertata
E
W
To
scomparsa
VU
To
scomparsa
scomparsa
A
EN
A
Fimbristylis annua (All.) R. et S.
Zigolo annuale
A
To
Frangula alnus Miller
Frangola
A
Bm, To
Galium palustre L.
Caglio palustre
A
Bm, To
A
To
A
TT
Glyceria fluitans (L.) R. Br
Glyceria maxima (Harm.) Holemberg
Gramignone
natante
Gramignone
maggiore
Hottonia palustris L.
Erba scopina
A
Hydrocharis morsus-ranae L.
Morso di rana
A
Hydrocotyle vulgaris L.
Hypericum mutilum L.
Juncus bulbosus L.
Juncus striatus Schousb.
Leucojum aestivum L.
Leucojum vernum L.
Soldinella
comune
Erba di S.
Giovanni
americana
A
Giunco striato
A
A
Marsilea quadrifolia L.
A
Menyanthes trifoliata L.
Trifoglio fibrino
Myriophyllum verticillatum L.
Myriophyllum verticillatum L. var. pectinatum DC.
Najas minor L.
Ranocchina
minore
TT, Bm, To
TT, To
LR
TT, To
VU
LR
To
Scomparsa
TT, To
A, C
Erba porracchia
Myriophyllum spicatum L.
VU
Bm,M, To
A,C
Trifoglio
acquatico
comune
Millefoglio
d'acqua gracile
Millefoglio
d’acqua comune
Millefoglio
d’acqua
ascellare
TT,M, To
A
Ludwigia palustris (L.) Elliot
Myriophyllum alterniflorum DC.
EN
EN
Giunco bulboso
Campanelli
estivi
Campanellini
invernali
VU
To
II, IV
I
EN
EN
VU
CR
TT,M, To
CR
TT
A
CR
Bm,M
A
CR
To
A
VU
TT, To
A
VU
TT, To
A
To
A
TT
Narcissus tazetta L.
Narciso nostrale
A, C1
Bm, To
Narcissus poëticus L.
Narciso dei
poeti
A, C1
Bm,M, To
Nuphar luteum (L.) Sibth. et Sm.
Nannufero
A,C
Bm, To
Nymphaea alba L.
Ninfea bianca
A,C
VU
Nymphoides peltata (Gmelin) O.Kuntze
Limnantemio
A
EN
Estinta
scomparsa
TT, Bm, To
EN
CR
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TT
scomparsa
Pagina 23
Oenanthe aquatica (L.) Poiret
Ophioglossum vulgatum L.
Orchis laxiflora Lam.
Finocchio
acquatico
cicutario
Ofioglosso
comune
Orchide
acquatica
Orchis palustris Jacq.
Orchide palustre
Osmunda regalis L.
Felce florida
Potamogeton lucens L.
Potamogeton polygonifolius Pourret
Potamogeton trichoides Cham. et Schlecht
Ranunculus flammula L.
Rhyncospora alba (L.) Vahl.
Rhyncospora fusca (L.) Aiton fil.
Sagittaria sagittifolia L.
Schoenoplectus lacustris (L.) Palla
Scutellaria galericulata L.
Serapias neglecta De Not.
Sphagnum sp.pl.
Spiranthes aestivalis (Lam.) L.C. Rich.
Stachys palustris L.
Tanacetum vulgare L
Thelypteris palustris Schott
Trapa natans L.
Utricularia australis R. Br.
Utricularia bremii Heer
Utricularia minor L.
Utricularia vulgaris L.
Vallisneria spiralis L.
Brasca
trasparente
Brasca
poligonifoglia
Lisca palustre
Scutellaria
palustre
Serapide
brunastra
VU
TT, To
A
LR
TT
A
VU
TT,M, To
VU
TT,M, To
A
EN
A,C
Bm,M, To
A
TT
A
VU
EN
To
A
EN
VU
TT, To
EN
A
To
A
Bm, To
A
TT
NOTE
Non
ritrovata
Non
confermata
scomparsa
TT, Bm, M
I
EN
VU
TT,Bm, To
A
Bm, To
A
To
A
EN
CR
A
EN
VU
Erba vescica
EN
CR
scomparsa
TT, M, Bm,
To
VU
A
A
Non
confermata
TT, Bm,M,
To
CR
IV
Non
confermata
TT, Bm, To
A
A
Vallisneria
TT
EN
Viticci estivi
Erba vescica
minore
Erba vescica
comune
CR
CR
V
Castagna
d'acqua
Erba vescica
delle risaie
TT, M, To
A
C
Felce palustre
VU
VU
Sfagno
Stregona
palustre
Erba amara
selvatica
Bibliografia
A
Brasca capillare
Ranuncolo delle
passere
Rincospora
chiara
Rincospora
scura
Sagittaria
comune
Status RENATO
Red List Regionale
Red List Nazionale
All. Conv. Berna
All. Dir. 42/93/CEE
Nome comune
All. L.R.56/00
Specie
CR
To
Scomparsa
TT, Bm, To
CR
To
CR
TT
A
E
W
TT
A
VU
TT, To
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 24
4.1.4.3- Emergenze faunistiche
Riferimenti bibliografici:
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT
M – Schede del Ministero relative alla rete Natura 2000
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)
MW - database Medwet
L - Giunti M.A. et al., 2001 in “Lungo le Rotte Migratorie”
P – Zarri, 1999 in “Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla-Natura e Storia”
INVERTEBRATI
Insetti
Ordine
Odonata
Lepidoptera
Coleoptera
Famiglia
Aeshnidae
Coenagriomidae
Lestidae
Coenagrionidae
Lycenidae
Papilionidae
Dytiscidae
Nome scientifico
Bibliografia
Anaciaeschna isosceles (Muller, 1767)
Coenagrion pulchellum mediterraneum (Schmidt, 1964)
Chalcolestes viridis parvideus (Artobolevski, 1929)
Erythromma viridulum (Charpentier, 1840)
Lycaena dispar (Haworth, 1803)
Zerynthia polyxena cassandra ((Denis & Schiffer muller), 1775)
Hygrotus decoratus (Gyllenhal, 1810)
B, M
B,M
B,M
B,M
B,M
B,M
R, B, M
Status in
Toscana
Status in Italia
IUCN
L.R. 56/00
Nome scientifico
Dir. 92/43/CEE
Conv. Berna
Emergenze
Anaciaeschna isosceles (Linnaeus, 1758)
Coenagrion pulchellum mediterraneum (Schmidt, 1964)
Chalcolestes viridis parvidens (Artobolevski, 1929)
A, B
VU
A
DD
Erythromma viridulum (Charpentier, 1840)
Lycaena dispar (Haworth, 1803)
II
II, IV
A
Zerynthia polyxena cassandra ((Denis & Schiffer muller), 1775)
Hygrotus decoratus (Gyllenhal, 1810)
II
IV
A
A
LR
VU
VU
VU
Crostacei
Ordine
Decapoda
Famiglia
Cambaridae
Nome scientifico
Nome Comune
Bibliografia
Procambarus clarkii Girard
Gambero rosso della Louisiana
MW
Decapode dulcacquicolo edule originario degli stati meridionali degli USA e ormai diffuso ampiamente a
causa dell’allevamento a fini alimentari. E’ una specie caratterizzata da un’alta fecondità, dalla capacità di
respirazione subaerea, da politrofismo e da un ciclo biologico estremamente plastico, tutti aspetti che
garantiscono una rapida ed efficace colonizzazione di nuovi siti soprattutto a seguito di traslocazioni.
In Italia la specie è stata importata dal 1990 ed esercita un significativo impatto sulle specie autoctone e
sugli ecosistemi per l’utilizzazione di molluschi, insetti, anfibi, pesci e di macrofite. Oltre a determinare, in
taluni casi, forti riduzioni di biomassa e densità di specie autoctone, esercita un notevole impatto sulle reti
trofiche e conseguentemente sullo stato di qualità dei corpi d’acqua. Inoltre costruiscono tane negli argini e
quindi possono danneggiare la struttura e la tenuta idraulica degli stessi.
Sono preda di uccelli quali gli Ardeidi e i cormorani.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 25
VERTEBRATI
Anfibi
Ordine
Famiglia
Urodela
Salamandridae
Anura
Hylidae
Bufonidae
Raniidae
Nome scientifico
Nome comune
Bibliografia
Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758)
Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758)
Triturus carnifex (Laurenti, 1768)
Hyla intermedia Boulenger, 1882
Bufo bufo (Linnaeus, 1758)
Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758
Salamandra pezzata
Tritone punteggiato
Tritone crestato italiano
Raganella italiana
Rospo comune
Rana esculenta
P
P
P
P
P
M
Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758)
III
A, B
Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758)
III
B
Triturus carnifex (Laurenti, 1768)
Hyla intermedia Boulenger, 1882
Bufo bufo (Linnaeus, 1758)
II
II
III
II, IV
IV
A
B
B
Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758
III
V
B1
LRlc
Status in
Toscana
Status in Italia
L.R. 56/00
IUCN
Dir. 92/43/CEE
Nome scientifico
Conv. Bonn
Conv. Berna
Emergenze
LR
Minacce
A2,A4,B3,B8,C1
LR
Rettili
Ordine
Chelonia
Squamata
Famiglia
Emydidae
Lacertidae
Colubridae
Nome scientifico
Nome Comune
Bibliografia
Emys orbicularis (Linnaeus, 1758)
Lacerta bilineata (Daudin, 1802)
Natrix natrix (Linnaeus, 1758)
Testuggine palustre europea
Ramarro
Biscia dal collare
P
B, M
Emys orbicularis (Linnaeus, 1758)
Lacerta bilineata (Daudin, 1802)
Natrix natrix (Linnaeus, 1758)
II
II
III
II, IV
IV
LR
A
B
B
LRnt
Status in
Toscana
Status in
Italia
L.R. 56/00
IUCN
Dir. 92/43/CEE
Nome scientifico
Conv. Berna
Emergenze
VU
Minacce
A1, A2, A3, B3, B8
Pesci
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Salmoniformes
Anguilliformes
Esocidae
Anguillidae
Cypriniformes
Cyprinidae
Cyprinodontiformes
Poeciliidae
Pleuronectiformes
Centrarchidae
Gasterosteiformes
Ictaluridae
Esox lucius Linnaeus, 1758
Anguilla anguilla Linnaeus, 1758
Tinca tinca (Linnaeus, 1756)
Cyprinus carpio Linnaeus, 1758
Gambusia affinis (Baird & Girard, 1853)
Micropterus salmoides*Lacépède, 1802
Lepomis gibbosus* (Linnaeus, 1758)
Ictalurus melas* (Rafinesque, 1820)
Nome Comune
Bibliografia
Luccio
Anguilla
Tinca
Carpa
Gambusia
Persico trota
Persico sole
Pesce gatto
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
P
P
P
P
P
P
P
P
Pagina 26
Status in Italia
Status in
Toscana
Esox lucius Linnaeus, 1758
Anguilla anguilla Linnaeus, 1758
Tinca tinca (Linnaeus, 1756)
Cyprinus carpio Linnaeus, 1758
Gambusia affinis (Baird & Girard, 1853)
Micropterus salmoides Lacépède, 1802
Lepomis gibbosus (Linnaeus, 1758)
Ictalurus melas (Rafinesque, 1820)
L.R. 56/00
Dir. 92/43/CEE
Nome scientifico
Conv. Berna
Emergenze
Minacce
A
LR
VU
A1, A2, B6
La Provincia di Lucca ha finanziato una indagine specifica circa la comunità ittica del Lago di Sibolla (“Studio
sulla caratterizzazione della composizione ittiofaunistica del lago di Sibolla e identificazione delle linee di
intervento ai fini di un ripristino del popolamento originario” Ottobre 2005) al Consorzio per il Centro
Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G. Bacci” di Livorno.
Conoscenze pregresse
Fino al 1985 non sono presenti dati referenziabili ma è noto che il Lago di Sibolla ha rivestito almeno fino alla
metà del 1900 una notevole importanza per la pesca da parte delle popolazioni locali, anche per fini
commerciali.
Nell’indagine pluridisciplinare dal titolo “Studi e interventi sperimentali per la conservazione del Laghetto di
Sibolla” del 1985, promossa dal Consorzio di Bonifica del Padule di Fucecchio, si faceva riferimento alla
presenza delle seguenti specie ittiche:
Famiglia Cyprinidae
Scardola (Scardinius erythrophtalmus)
Tinca (Tinca tinca)
Alborella (Alburnus alburnus alborella)
Carpa (Cyprinus carpio)
Carpa a specchi (Cyprinus carpio)
Famiglia Anguillidae
Anguilla (Anguilla anguilla)
Famiglia Esocidae
Luccio (Esox lucius)
Famiglia Centrarchidae
Persico trota (Micropterus salmoides)
Persico sole (Lepomis gibbosus)
Famiglia Cyprinodontidae
Gambusia (Gambusia affinis)
Dal 1985 vi sono dati relativi alla presenza di Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e la
presenza di alcuni esemplari di testuggine d’acqua (Emys orbicularis).
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 27
Risultati
Durante i campionamenti avvenuti nel corso del 2005 sono state realizzate pescate sperimentali catturando
in totale 732 organismi appartenenti a 5 sole specie :
4 osteitti:
Ictaluridae
Ameiurus melas (Rafinesque, 1820)- Pesce gatto
Risulta la specie dominante nello specchio d’acqua, con individui appartenenti a più classi
demografiche, segno di un popolamento abbastanza maturo
Centrarchidae
Lepomis gibbosus (Linnaeus, 1758)- Persico sole
Catture meno abbondanti
Poeciliidae
Gambusia affinis (Baird & Girard, 1853)- Gambusia
Catture meno abbondanti
Gambusia holbrooki Girard, 1859- Gambusia
Rinvenuta solo nelle pozze con pochi cm di acqua.
1 Crostaceo- Decapode:
Cambaridae
Procambarus clarki (Girard, 1890)- Gambero rosso della Louisiana
Presente in tutte le aree circostanti lo specchio d’acqua, specie nelle zone acquitrinose con un
popolamento maturo, di non recente insediamento.
Osservazioni
Delle 5 specie segnalate, 3 (P. clarkii, A. melas e G. holbrooki) sono risultate molto abbondanti e hanno
costituito la quasi totalità del numero di esemplari rinvenuti. Non sono state quindi rinvenute molte delle
specie segnalate nel 1985, nemmeno la testuggine d’acqua (Emys orbicularis) e sono comparse specie
alloctone quali il pesce gatto e il gambero della Louisiana. Si tratta di specie euriecie, più tolleranti a
parametri chimico-fisici delle acque alterati.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 28
01910
Anseriformes
Anatidae
02030
01980
Galliformes
Phasianidae
03940
01080
01040
01190
Ciconiformes
Ardeidae
01220
01240
00980
Podicipediformes
Podicipedidae
00070
04080
Gruiformes
Rallidae
04070
04290
04240
Recurvirostrida
e
04550
05170
05190
05560
Caradriformes
Scolopacidae
05540
05460
05320
05480
Columbiformes
Columbidae
06840
Cuculiformes
Cuculidae
07240
Alcedinidae
08310
Upupidae
08560
Coraciformes
Piciformes
Picidae
08480
09920
Hirundinidae
10010
Passeriformes
Motacillidae
Turdidae
10200
11040
11370
Anas platyrhynchos,
Linnaeus, 1758
Anas querquedula Linnaeus,
1758
Aythya fuligula
(Linnaeus, 1758)
Aythya ferina
(Linnaeus, 1758)
Phasianus colchicus,
Linnaeus, 1758
Ardeola ralloides
(Scopoli, 1769)
Nycticorax nycticorax
(Linnaeus, 1758)
Egretta garzetta
(Linnaeus, 1766)
Ardea cinerea,
Linnaeus, 1758
Ardea purpurea,
Linnaeus, 1766
Ixobrychus minutus,
(Linnaeus, 1766)
Tachybaptus ruficollis
(Pallas, 1764)
Porzana porzana (Linnaeus,
1766)
Rallus aquaticus Linnaeus,
1758
Fulica atra Linnaeus, 1758
Gallinula chloropus,
(Linnaeus, 1758)
Himantopus himantopus
(Linnaeus, 1758)
Philomachus pugnax
(Linnaeus, 1758)
Gallinago gallinago
(Linnaeus, 1758)
Actitis hypoleucos
(Linnaeus, 1758)
Tringa glareola
Linnaeus, 1758
Tringa totanus
(Linnaeus, 1758)
Limosa limosa
(Linnaeus, 1758)
Tringa nebularia
(Gunnerus, 1767)
Streptopelia decaocto
(Frivaldsky, 1838)
Cuculus canorus
Linnaeus, 1758
Alcedo atthis
(Linnaeus, 1758)
Upupa epops
Linnaeus, 1758
Jynx torquilla
Linnaeus, 1758
Hirundo rustica
Linnaeus, 1758
Delichon urbica
(Linnaeus, 1758)
Motacilla alba
Linnaeus, 1758
Luscinia megarhynchos
C.L. Brehm, 1831
Saxicola rubetra
Bibliografia
01860
Nome scientifico
Fenologia
sito
Famiglia
Germano reale
SB, Mreg, W
B
L,B,M
Marzaiola
M reg, B, W irr
M
B,M
Moretta
M reg, W, B
P
Moriglione
M reg, W, B
P
Fagiano
SB (ripopolato)
Sgarza ciuffetto
M reg, B, W irr
Nitticora
M reg, B, Wpar
Garzetta
Fenologia
Italia
Ordine
Cod Euring
Uccelli
Nome comune
B
L
M reg, B, W par
M
L
Airone cenerino
SB par, Mreg, W
W
L
Airone rosso
M reg, B, W irr
Tarabusino
M reg, B
B
B
Tuffetto
SB par, M reg, W
B
P
Voltolino
M reg, B, W irr
M
P
Porciglione
SB, M reg, W
Folaga
SB, Mreg, W
B
B,L,M
Gallinella d’acqua
SB, Mreg, W
N
L
Cavaliere d’Italia
M reg, B, W par
L
P
Combattente
M reg, W par
M
L
Beccaccino
M reg, W, B
(reg ?)
M
L
Piro piro piccolo
M reg, B, W
M
L
Piro piro
boschereccio
M reg, W irr
M
P
Pettegola
SB par, M reg, W
M
P
Pittima reale
M reg, W par, B
M
P
Pantana
M reg, W par
M
P
Tortora dal collare
orientale
SB, Mreg
N
L
Cuculo
M reg, B, W irr
M, N
L
Martin pescatore
SB, Mreg, W
N
L, R
Upupa
M reg, B, W par
N, M
L
Torcicollo
M reg, B, W par
(SB par ?)
M,N
L
Rondine
M reg, B, W par
N
L
Balestruccio
M reg, B, W irr
N
L
Ballerina bianca
SB, Mreg, W
N
L
Usignolo
Mreg, B, W irr
N, M
L
Stiaccino
M reg, B, W irr
N
L
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 29
Fenologia
sito
Bibliografia
Nome scientifico
N, M
L
SB, Mreg, W par
N
L
Salciaiola
M reg, B
N
R, L
Forapaglie
macchiettato
M reg
M
L
Usignolo di fiume
SB, Mreg, W par
N
L
Forapaglie
Mreg, B, Wirr
M
L
Cannaiola
verdognola
Mreg, B
M
L
Cannaiola
Mreg, B, W irr
N
L
Cannareccione
Mreg, B
B
L
Occhiocotto
SB, Mreg, W par
N
L
Capinera
SB, Mreg, W
N
L
Canapino
Mreg, Wirr (B ?
Alpi)
M
L
Canapino
maggiore
Mreg, B
M
L
Luì grosso
Mreg, Wirr (B ?
Alpi)
M
L
Luì verde
SB, Mreg, W irr
M
L
Luì piccolo
SB par, Mreg, W
M
L
Codibugnolo
SB, Mreg, W
N
L
Cinciarella
SB, Mreg, W
N
L
Cinciallegra
SB, Mreg, W
N
L
Pendolino
SB, M reg, W
M, N
L
Rigogolo
M reg, B
N
L
Cornacchia grigia
SB, M reg, Wpar
N
L
Storno
SB, Mreg, W
N
L
Averla piccola
M reg, B, W irr
M,Np
B,L, R
Averla capirossa
Mreg, B, W irr
Passera d’Italia
SB,M reg
N
L
Passera mattugia
SB, Mreg, W
N
L
Fringuello
SB, Mreg, W
N
L
Verzellino
SB par, Mreg,
Wpar
N
L
Verdone
SB, Mreg, W
N
L
Cardellino
SB, Mreg, W
N
L
Strillozzo
SB, Mreg, W par
N
L
Bengalino comune
SB, M irr
(naturalizzato)
N
L
Fenologia
Italia
Famiglia
Cod Euring
Ordine
Nome comune
(Linnaeus, 1758)
11870
12260
12380
12360
12200
12430
12500
12510
Sylviidae
12530
12670
12770
12590
12600
13120
13080
13110
Aegithalidae
Paridae
14370
14620
14640
Remizidae
14900
Oriolidae
15080
Corvidae
15670
Sturnidae
15820
15150
Laniidae
15230
15912
Passeridae
Passeriformes
15980
16360
16400
Fringillidae
16490
16530
Emberizidae
18820
Estrildidae
20250
Turdus merula
Linnaeus, 1758
Cisticola juncidis
(Rafinesque, 1810)
Locustella luscinioides (Savi,
1824)
Locustella naevia (Boddaert,
1783)
Cettia cetti
(Temminck, 1820)
Acrocephalus
schoenobaenus
(Linnaeus, 1758)
Acrocephalus palustris
(Bechstein, 1798)
Acrocephalus scirpaceus
(Hermann, 1804)
Acrocephalus arundinaceus
(Linnaeus, 1758)
Sylvia melanocephala
(Gmelin, 1789)
Sylvia atricapilla
(Linnaeus, 1758)
Hippolais icterina
(Viellot, 1817)
Hippolais poliglotta
(Viellot, 1817)
Phylloscopus trochilus
(Linnaeus, 1758)
Phylloscopus sibilatrix
(Bechstein, 1793)
Phylloscopus collybita
(Viellot, 1817)
Aegithalos caudatus
(Linnaeus, 1758)
Parus caeruleus
Linnaeus, 1758
Parus major Linnaeus, 1758
Remix pendulinus
(Linnaeus, 1758)
Oriolus oriolus
(Linnaeus, 1758)
Corvus corone cornix
Linnaeus, 1758
Sturnus vulgaris
Linnaeus, 1758
Lanius collurio
(Linnaeus, 1758)
Lanius senator
Linnaeus, 1758
Passer italiae Linnaeus
Passer montanus
(Linnaeus, 1758)
Fringilla coelebs
Linnaeus, 1758
Serinus serinus
(Linnaeus, 1766)
Carduelis chloris
(Linnaeus, 1758)
Carduelis carduelis
(Linnaeus, 1758)
Emberiza calandra
Linnaeus, 1758
Amandava amandava
(Linneus 1758)
Merlo
SB, Mreg, W
Beccamoschino
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
R
Pagina 30
CC
P
P
P
P
P
P
P
P
CC
CC
PP
P
P
P
P
P
P
P
P
P
PP
P
P
P
P
P
CC
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
I
I
I
II/2
II/1, III/2
II/2
I
I
II/1, III/2
I
II/2
II/2
II/2
I
II/2
I
A
A
A
A
A
II
II
II
II
II
II
II
II
II
D
VU
CR
VU
4
3
3
3
4
4
3
3
VU
Status in
Toscana
Satus in Italia
A
IUCN
II
II
II
II
SPEC
III
III
II
III
III
II
II
II
III
II
II
II
II
III
III
III
II
III
III
II
II
III
II
III
III
III
II
II
II
II
II
II
II
II
III
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
L.R. 56/00
Dir. 79/409 CEE
II/1,III/1
II/1
II/1, III/2
II/1, III/2
II/1, III/1
I
I
I
Conv. Bonn
CC
CC
Conv. Berna
Anas platyrhynchos Linnaeus, 1758
Anas querquedula Linnaeus, 1758
Aythya fuligula (Linnaeus, 1758)
Aythya ferina (Linnaeus, 1758)
Phasianus colchicus, Linnaeus, 1758
Ardeola ralloides (Scopoli, 1769)
Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758)
Egretta garzetta (Linnaeus, 1766)
Ardea cinerea Linnaeus, 1758
Ardea purpurea Linnaeus, 1766
Ixobrychus minutus (Linnaeus, 1766)
Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764)
Porzana porzana (Linnaeus, 1766)
Rallus aquaticus Linnaeus, 1758
Fulica atra Linnaeus, 1758
Gallinula chloropus (Linnaeus, 1758)
Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758)
Philomachus pugnax (Linnaeus, 1758)
Gallinago gallinago(Linnaeus, 1758)
Actitis hypoleucos (Linnaeus, 1758)
Tringa glareola Linnaeus, 1758
Tringa totanus (Linnaeus, 1758)
Limosa limosa (Linnaeus, 1758)
Tringa nebularia (Gunnerus, 1767)
Streptopelia decaocto (Frivaldsky, 1838)
Cuculus canorus Linnaeus, 1758
Alcedo atthis (Linnaeus, 1758)
Upupa epops Linnaeus, 1758
Jynx torquilla Linnaeus, 1758
Hirundo rustica Linnaeus, 1758
Delichon urbica (Linnaeus, 1758)
Motacilla alba Linnaeus, 1758
Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831
Saxicola rubetra Linnaeus, 1758
Turdus merula Linnaeus, 1758
Cisticola juncidis (Rafinesque, 1810)
Locustella luscinioides (Savi, 1824)
Locustella naevia (Boddaert, 1783)
Cettia cetti (Temminck, 1820)
Acrocephalus schoenobaenus (Linnaeus, 1758)
Acrocephalus palustris (Bechstein, 1798)
Acrocephalus scirpaceus Herman, 1804
Acrocephalus arundinaceus (Linnaeus, 1758)
Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789)
Sylvia atricapilla Linnaeus, 1758
Hippolais icterina (Viellot, 1817)
Hippolais poliglotta (Viellot, 1817)
Phylloscopus trochilus Linnaeus, 1758
Phylloscopus sibilatrix (Bechstein, 1793)
Phylloscopus collybita Vieillot, 1817
Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758
Parus caeruleus Linnaeus, 1758
L. 157/92
Nome scientifico
Minacce
A1, B1, C1
A1, B1
A1, B1, C1
VU
LR nt
LR nt
LR
LR
LR
VU
VU
VU
LRnt
B1, B7
A1, A2, A5, A7
A1, B4
A1, B7
A1, B7
4
4
A
2
2
A
A
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
D
LR
NE
VU
A1, C1
A1, A2
CR
CR
A1, A2
A1, C1
LR lc
A1, A2
A3, A5
A2, A3, A5
A5
VU
NE
VU
A1
A1, A2
CR
A1
NE
A2, A3
NE
A2, A3
4
4
3
4
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 31
P
II/2
II/2
I
II
II
III
III
III
II
II
II
III
IUCN
SPEC
L.R. 56/00
Conv. Bonn
Conv. Berna
Dir. 79/409 CEE
II
III
II
Status in
Toscana
P
P
P
CC
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
Satus in Italia
Parus major Linnaeus, 1758
Remiz pendulinus (Linnaeus, 1758)
Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758)
Corvus corone cornix Linnaeus, 1758
Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758
Lanius collurio Linnaeus, 1758
Lanius senator Linnaeus, 1758
Passer italiae Linnaeus
Passer montanus (Linnaeus, 1758)
Fringilla coelebs Linnaeus, 1758
Serinus serinus (Linnaeus, 1766)
Carduelis chloris (Linnaeus, 1758)
Carduelis carduelis (Linnaeus, 1758)
Emberiza calandra Linnaeus, 1758
Amandava amandava1 (Linnaeus, 1758)
L. 157/92
Nome scientifico
VU
LRnt
VU
EN
Minacce
4
A
4
3
3
2
A5
4
4
4
?
Dall’analisi effettuata nell’ambito dello studio L’avifauna nidificante e migratrice (M.A. Giunti, L. Colligiani, G.
Telllini Florenzano, B. Cursano & P. Sposimo, 2001)2 risulta che, per quanto concerne i popolamenti
migratori rispetto alle altre aree umide della Toscana settentrionale indagate (Padule di Fucecchio; Bottaccio
e Tanali; Lame di Fuori; Quarrata; Sesto Fiorentino), il Lago di Sibolla presenta una bassa ricchezza
specifica, una modesta diversità (H= Indice di Shannon) e un basso valore di equiripartizione (o Eveness).
Il n° di specie dominanti, che indica l’importanza relativa di una specie nel popolamento considerato, (pi>5%)
è interessante ma il basso valore del rapporto tra non passeriformi e passeriformi (nP/P), indica un modesto
stadio evolutivo/maturità dell’ecosistema.
Dal confronto tra i popolamenti migratori e quelli nidificanti presenti nelle diverse aree umide indagate
sembra risultare che i primi sono attratti dalle aree vaste, mentre i secondi colonizzano meglio anche le aree
piccole; su Sibolla per i migratori si ha una densità di 1,1 individui/ha, per i nidificanti una densità di 6,00
individui/ha.
Nel corso del sopralluogo del maggio 2010 sulle sponde del Lago è presente una garzaia con diverse specie
di ardeidi nidificanti, elemento che ha indotto la Provincia a emanare una ordinanza che vieta l’accesso allo
specchio d’acqua per non disturbare la nidificazione. La presenza di tale sito di nidificazione assume ancora
più importanza nel contesto dell’area umida del padule di Fucecchio a cui il Lago è idraulicamente collegato,
dove sono presenti garzaie di grande importanza conservazionistica sia per ricchezza specifica che per
numero di individui. Risulta di fondamentale importanza quindi potenziare i collegamenti ecologici funzionali
esistenti tra il piccolo Lago di Sibolla e le 2 aree umide del Padule di Fucecchio e dell’ex Lago di Sesto ora
Padule di Bientina.
1 Areale originario dell’Asia, diffuso da molto tempo tra gli allevatoriper fini amatoriali. In Toscana settentrionale sono note 2 popolazioni
in corrispondenza del Lago di Massaciuccoli e del padule di Fucecchio, quest’ultima in espansione anche nel Lago di Sibolla e
nell’alveo di Bientina
2 Venturato E. & Petrini R. (a cura di), 2001 Lungo le rotte migratorie- Progetti di ricerca sulla vegetazione, l’avifauna e le specie aliene.
Quaderni del Padule di Fucecchio n° 1 Centro di Ric erca, Documentaizone e Promozione del Padule di Fucecchio
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Pagina 32
Mammiferi
Ordine
Famiglia
Canidae
Carnivora
Mustelidae
Myocastoridae
Hystricidae
Rodentia
Muridae
Arctiodactyla
Suidae
Nome scientifico
Nome comune
Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758)
Mustela putorius Linnaeus, 1758
Meles meles (Linnaeus, 1758)
Mustela nivalis Linnaeus, 1766
Myocastor coypus (Molina, 1782)
Hystrix cristata Linnaeus, 1758
Rattus norvegicus (Berkenhout, 1769)
Arvicola terrestris (Linnaeus, 1758)
Apodemus sylvaticus (Linnaeus, 1758)
Sus scropha Linnaeus, 1758
Bibliografia
Volpe
Puzzola
Tasso
Donnola
Nutria
Istrice
Surmolotto
Arvicola terrestre
Topo selvatico
Cinghiale
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758)
CC
Mustela putorius Linnaeus, 1758
PP III
Meles meles (Linnaeus, 1758)
P
III
Mustela nivalis Linnaeus, 1766
P
III
P
II
V
Minacce
Status in Italia
Status in
Toscana
L.R. 56/00
IUCN
Dir. 92/43/CEE
Conv. Bonn
L. 157/92
Nome scientifico
Conv. Berna
Emergenze
A DD CR
Myocastor coypus 3(Molina, 1782)
Hystrix cristata Linnaeus, 1758
Rattus norvegicus (Berkenhout, 1769)
NP
Arvicola terrestris (Linnaeus, 1758)
NP
IV
Apodemus sylvaticus (Linnaeus, 1758) NP
Sus scropha Linnaeus, 1758
CC
3 Originaria del sud America, introdotta in Europa dall’uomo dagli inizi del 1900 e in Italia alla fine degli anni ’20, ai fini di allevamento
per la produzione di pellicce
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Pagina 33
4.1.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto
Queste le cause presunte:
-
Diminuzione del volume delle acque. Attraverso lo studio di mappe catastali, foto aeree e carte
tecniche è stato possibile verificare dal 1824 al 1936 una riduzione delle dimensioni del Lago di
Sibolla (da 480 m X180 m a 400m X 66 m). Nei primi anni ’90 le dimensioni erano quasi dimezzate
(220mX50m) con la quasi totale scomparsa del chiaro piccolo. Dopo un breve periodo in cui l’invaso
sembrava aumentato a seguito di più intense precipitazioni, a oggi si estende per meno di 15000
mq.
Cause :
Scarsi apporti meteorici
Prelievi a scopo irriguo
Mancanza di un immissario ben definito
INTERVENTI GESTIONALI: limitazione uscita acque dall’emissario artificiale (2005)
-
Scarsa qualità delle acque.
Cause:
Reflui fognari da alcune porzioni del bacino idrografico
Presenza serre per la coltivazione industriale di fiori con ingressione di fitofarmaci e
diserbanti nell’invaso
Accumulo residui organici in decomposizione
Invasione di canna e carici
Presenza di P. clarkii
provocano un aumento torbidità acque e la conseguente della diminuzione trasparenza alla luce, oltre alla
riduzione tenore di ossigeno.
INTERVENTI GESTIONALI:
•
interventi di fitodepurazione qualora si vogliano immettere nel bacino le acque del canale Immissario
o quelle del Canale del Molino realizzando un’area palustre apposita (“constructed wetland”).
•
interventi meccanici di ripulitura periodica del fondale e della vegetazione palustre.
-
Inquinamento acustico (il Lago di Sibolla dovrebbe rientrare in classe acustica II ai sensi della
vigente normativa e del PCCA di Altopascio)
Cause:
- presenza dle tracciato autostradale
INTERVENTI GESTIONALI
-
Realizzazione di siepe di leccio e cipresso lungo la scarpata autostradale (ma risulta non sufficiente
a limitare il rumore) da parte della Società Autostrade
-
Realizzazione di siepe all’interno della Riserva (ancora in fase di crescita) da parte della Provincia
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Pagina 34
-
Necessità di realizzazione di barriere antirumore funzionali da parte della Società Autostrade
4.1.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04)
-
Presenza del tracciato autostradale
-
Presenza di elettrodotto ad alta tensione
-
Espansione area industriale ubicata a Est di Altopascio
-
Abbandono della regimazione superficiale delle acque con perdita di efficienza
-
Uso del suolo e necessità di gestione dei corridoi ecologici funzionali soprattutto con le aree umide
circostanti
-
Possibilità di ingressione nel reticolo idraulico di acque reflue di origine civile non adeguatamente
depurate
-
Mancanza di gestione della vegetazione palustre e presenza di vegetazione infestante anche
alloctona
-
Presenza di zoocenosi alloctone
-
Necessità di pianificare il taglio della vegetazione elofitica nei canali che costituiscono parte della
rete ecologica afferente Lago di Sibolla e i vicini Padule di Fucecchio e Padule di Bientina secondo
una programmazione che tenga conto delle necessità di salvaguardia di varie specie animali che
utilizzano tale ambiente quale habitat
-
Progressivo depauperamento in ricchezza e abbondanza di specie di particolare interesse
conservazionistico e fitogeografico
Principali elementi di criticità interni al sito
(Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme
e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale)
-
L’elevata fragilità intrinseca dell'ecosistema lacustre, legata alle ridotte dimensioni, alla condizione
relittuale delle fitocenosi e delle specie che lo caratterizzano e alle loro specifiche esigenze ecologiche
(specie di ambienti oligotrofici), lo rende estremamente vulnerabile nei confronti di eventuali modificazioni
del regime idrico e/o dei peggioramenti delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque.
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Pagina 35
-
Inquinamento chimico, acustico e luminoso causato dall’autostrada Firenze-Mare, che delimita a nord il
sito e taglia in due il bacino idrografico del Lago. L'asse autostradale risulta solo parzialmente schermato
dalla vegetazione e dalle barriere fonoassorbenti.
-
Espansione di specie vegetali autoctone (Phragmites australis) e alloctone (Amorpha fruticosa) a
svantaggio delle specie e delle fitocenosi più rare.
-
Presenza di un elettrodotto ad alta tensione, che attraversa interamente il bacino palustre.
-
Raccolte di flora rara.
-
Disturbo all'avifauna causato da frequentatori occasionali, in assenza di qualsiasi schermatura.
-
Fenomeni di interrimento dell’area umida.
Principali elementi di criticità esterni al sito:
-
Presenza di un'area industriale adiacente al laghetto.
-
Alti livelli di urbanizzazione e attività agricole intensive.
-
Captazioni e inquinamento delle acque nel bacino idrografico.
-
Previsione di campo da golf sui confini del SIR (questa previsione non è stata mai riportata su alcun
strumento di pianificazione vigente)
PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE
(Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme
e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale)
Principali obiettivi di conservazione4:
a) Tutela e recupero dell'assetto originario dell'ambiente lacustre e degli habitat di interesse comunitario a
esso collegati, anche mediante l'ampliamento della superficie lacustre e palustre (EE).
b) Miglioramento qualitativo e quantitativo degli apporti idrici (EE).
c) Tutela dell’habitat prioritario presente su una ridotta superficie e della caratteristica fitocenosi (E).
d) Salvaguardia delle specie vegetali e animali di interesse comunitario, attraverso la protezione e
l'ampliamento dei relativi habitat e azioni per limitare la raccolta di flora rara (E).
e) Eliminazione/massima riduzione di specie alloctone invasive (Amorpha fruticosa) e limitazione
dell'espansione di Phragmites australis negli habitat di interesse comunitario (E).
f)
Tutela delle stazioni di specie floristiche rare (in particolare Aldrovanda vesiculosa) (E).
g) Controllo/eradicazione delle specie animali alloctone e miglioramento delle comunità ittiche (E).
h) Incremento dell'idoneità dell'area per l'avifauna acquatica, mediante l’ampliamento degli habitat e la
limitazione del disturbo (M).
4 Legenda obiettivi e misure di conservazione:
Agli obiettivi, così come alle misure di conservazione è stato attribuito un livello di importanza relativo a quel sito secondo la seguente
classificazione: B: bassa; M: Media; E: Elevata; EE: molto elevata
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Pagina 36
Indicazioni per le misure di conservazione:
-
Misure normative e gestionali per assicurare l’assetto idraulico più opportuno (manutenzione/ripristino
dei manufatti per la gestione idraulica, controllo degli emungimenti nel bacino imbrifero) (EE).
-
Realizzazione di nuove aree umide con funzioni di filtro per ridurre l’apporto di contaminanti e i rischi di
gravi eventi inquinanti accidentali (E).
-
Gestione della vegetazione e ampliamento di superficie degli habitat delle specie di maggiore interesse
(ampliamento e approfondimento dell'area lacustre, sfalci e decespugliamenti) (E).
-
Conservazione di Aldrovanda vesiculosa anche attraverso la sua reintroduzione in aree umide adiacenti
- Padule di Fucecchio e aree umide di Bientina - dove era segnalata nel secolo scorso (E).
-
Eradicazione/controllo di specie vegetali e animali alloctone, ripristino della composizione delle comunità
ittiche (E).
-
Completamento della schermatura dell’autostrada per mezzo di barriere fonoassorbenti e di siepi di
specie autoctone (M).
-
Schermatura degli itinerari di visita, dove necessario (M).
-
Valutazione dell’impatto sull’avifauna della linea ad alta tensione (B).
Necessità di Piano di Gestione specifico del sito:
Non necessario per la porzione interna alla Riserva Naturale Provinciale, il cui regolamento di gestione
dovrebbe assicurare il raggiungimento degli obiettivi di conservazione di cui sopra.
Necessità di piani di settore:
Appare auspicabile la realizzazione di un piano di gestione idraulica dell’intero bacino idrografico.
Necessità elevata di un protocollo di gestione della vegetazione, affiancato da un piano di monitoraggio che
ne possa verificarne l’efficienza e che permetta di individuare gli aggiustamenti opportuni.
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Pagina 37
4.2- SIR-SIC B03 “Ex alveo del lago di Bientina” (IT5120101)
Estensione: 1054,40 ha
Altitudine: Min:5 m s.l.m.
Max: 16 m s.l.m.
Regione biogeografica: mediterranea
Legislazione di riferimento: L.R. 56/00 e s.m.i.; Del G.R. 644/2004; Del C.R. n° 80 del 24/07/2007
Il sito non ricade in Comune di Altopascio ma risulta contiguo al suo confine sud occidentale.
Confini amministrativi
Superficie del sito ricadente nel
territorio provinciale (ha)
% di territorio provinciale all’interno del sito
rispetto alla superficie totale del sito
Lucca
768,55
72,89
Pisa
285,85
27,11
Provincia
Comuni
Capannori (Lu)
Bientina (Pi)
Cod
ISTAT
Superficie
del
comune5
(ha)
Territorio
comunale
nel sito
(ha)
9046001
9050001
15640,40
2930,32
768,55
285,85
% di territorio comunale
all’interno del sito rispetto
alla superficie totale del
sito
% di territorio
comunale all’interno
del sito rispetto alla
superficie comunale
totale
72,89
27,11
4,91
9,75
4.2.1- Descrizione
L’ampia piana di Lucca delimitata dai rilievi antiappenninici Pizzorne-Cerbaie, da quelli peritirrenici del Monte
Pisano e dei Monti d’Oltre Serchio, presenta verso oriente una notevole depressione occupata fino all’inizio
5 Superficie calcolata utilizzando GIS con shp. file elaborati su scala 1:10.000
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Pagina 38
del secolo scorso da una vasta zona palustre che si estendeva da Altopascio a Porcari fino al Compitese: il
lago di Sesto o di Bientina. Di questo sistema articolato di stagni e paludi definitivamente prosciugati all’inizio
del XX secolo, rimangono lembi residui grazie a opere di regimazione idraulica che ne hanno conservato
l’assetto naturale quali casse di colmata di torrenti che scendono dal Monte Pisano. Nella maglia fitta dei
coltivi della bonifica, infatti, le 2 Aree Naturali Protette di Interesse Locale del “Bottaccio della Visona di
Castelvecchio” in provincia di Lucca e del “Bosco di Tanali” in provincia di Pisa conservano alcuni degli
ambienti che caratterizzavano le cinture più esterne dell’antico lago: dai boschi igrofili ai canneti e ai
magnocariceti, fino ai prati umidi.
Il SIR B03 “Ex alveo del Lago di Bientina” (trasformato in SIC con Del C.R. n° 80/2007) comp rende entro i
propri limiti le due ANPIL e le zone agricole circostanti periodicamente inondate che, nonostante
rappresentino un habitat altamente semplificato sono frequentate da numerose specie ornitiche e ospitano,
lungo il reticolo di drenaggio, comunità proprie degli ambienti acquatici. Localmente gli ambienti palustri più
integri, assumono una notevole valenza conservazionistica: le fitocenosi a ontano nero (Alnus glutinosa) e
pioppo (Populus sp.pl.), i consorzi dominati dalla farnia (Quercus robur) sono rappresentativi dei “Boschi
planiziali e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale” (cod. 91F0) elencati tra gli habitat di
interesse regionale ma anche comunitario, così come i prati palustri che corrispondono alle “Praterie umide
mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi” (cod. 6420) e i chiari ricoperti a primavera dalla
fioritura di ranuncoli acquatici (Ranunculus aquaticus), “Acque con vegetazione flottante dominata da idrifute
appartenenti a Ranunculus subg. Batrachium” (cod. 3260). Diverse le specie rare e in forte contrazione
come Hydrocharis morsus-ranae, Hottonia palustris, Nymphoides peltata e Ludwigia palustris.
L’equilibrio, già messo a dura prova dalla riduzione degli spazi ecologici idonei è minacciato dalla presenza
di specie alloctone sia animali che vegetali come la nutria (Myocastor coypus), il silvilago (Sylvilagus
floridanus), il gambero della Lousiana (Procambarus clarkii) e la Robinia pseudoacacia.
Nei canali, nelle pozze e nei prati umidi delle aree protette si incontrano diverse specie di invertebrati
acquatici (coleotteri ditiscidi, piccoli crostacei cladoceri e copepodi), anfibi, quali Hyla intermedia, Bufo bufo,
Rana dalmatina e l’urodelo Triturus vulgaris e spesso la biscia dal collare Natrix natrix.
Numerosi sono gli ardeidi,(Ardea cinerea, Egretta garzetta, Bubulcus ibis, Ardea purpurea, Ardeola ralloides,
Nycticorax nycticorax), compreso il raro ed elusivo tarabuso (Botaurus stellaris) che frequentano le aree
allagate e i canneti e si cibano prevalentemente dell’abbondante e diffuso crostaceo decapode Procambarus
clarkii. I chiari sono comunemente frequentati da germano reale (Anas platyrhynchos), alzavola (Anas
crecca), soprattutto nella stagione invernale, marzaiola (Anas querquedula) e, dove l’acqua è più profonda,
da anatre tuffatrici come il tuffetto (Tachybaptus ruficollis). Nel canneto si ritrovano passeriformi come il
piccolo usignolo di fiume (Cettia cetti) e, nei mesi invernali, il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus)
oltre a entità appartenenti al genere Acrocephalus che giungono in aprile (cannaiola, cannareccione) tra cui
si sottolinea la presenza del forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon). Tra i rallidi, la folaga
(Fulica atra), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e il porciglione (Rallus acquaticus). Nei prati umidi,
quando le abbondanti precipitazioni allagano anche parzialmente i campi della bonifica, si trovano la
pavoncella (Vanellus vanellus) e il beccaccino (Gallinago gallinago) e, in primavera, altri limicoli come i piro
piro. Nelle aree boscate si sentono i tambureggiamenti e i tipici richiami del periodo riproduttivo del picchio
verde (Picus viridis) e del picchio rosso maggiore (Dendrocopos major). Sono presenti anche il torcicollo
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Pagina 39
(Jynx torquilla), numerose cince (Parus sp.pl.), il rampichino (Cerchia brachydactyla) e uccelli notturni come
l’allocco (Strix aluco), la civetta (Athene noctua) e l’assiolo (Otus scops).
4.2.2- Vincoli di protezione
Presenza di aree protette
ANPIL Il Bottaccio (APLU01)
Atto istitutivo: Del C.C. n°137 del 23-12-1997 (Comune di Capannor i)
Estensione area protetta
(ha)
Superficie del SIR ricadente
nell’area protetta (ha)
% della superficie
del SIR ricadente nell’area protetta
15
15
1,42
ANPIL Bosco di Tanali (APPI01)
Atto istitutivo: Del C.C. n° 70 del 17-nov-95, Del C.C. n° 50 del 14-mag-98, Del C.C. n° 126 del 22-dic-98
PPSES:Approvato con Del C.P. n° 52 del 05-04-2004
Estensione area protetta
(ha)
Superficie del SIR
ricadente nell’area protetta (ha)
% della superficie del SIR
ricadente nell’area protetta
175
175
16.6
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 40
Proposta di area Ramsar ai sensi della Del G.R. n° 231/2004
Area sensibile del bacino dell’Arno
Del G.R. n° 6 del 2005 (approvazione del Piano di T utela delle Acque della Toscana)
La Regione Toscana ha identificato le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati provenienti da fonti agricole
e le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, secondo i
termini dettati dalle direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE, come recepite dalla normativa nazionale ed attuate
in forma definitiva, prima dal D. Lgs. 152/99 e attualmente dal D.Lgs. 152/06.
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Pagina 41
4.2.3- Il biotopo
Idrografia
Il sito presenta un rete idrografica artificiale di drenaggio, di cui il Canale Rogio rappresenta il principale
collettore del settore più settentrionale, ricevendo le acque dalla bonifica circostante ma anche dai torrenti
che scaricano dai Monti Pisani. Il Rogio confluisce nel Canale emissario del Bientina. Sono inoltre presenti
casse di colmata, come quella del Rio Visona di Castelvecchio su cui insiste l’ANPIL del Bottaccio (LU) e
quella del Rio Tanali che costituisce l’ANPIL del Bosco Tanali nel comune di Bientina (PI).
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Pagina 42
In Comune di Altopascio il principale collettore è la Gora del Molino, canale di acque alte che drena la
porzione nord orientale del territorio (comprese le acque meteoriche in caso di forti eventi di pioggia che
normalmente confluirebbero nel bacino idrografico del Sibolla) e buona parte delle acque della zona
circostante il capoluogo.
Dalle colline delle Cerbaie scendono il Rio Valico e il Rio delle Stanghe a Lucca attraversando la porzione
della bonifica dell’ex Lago di Bientina posta a est della SP Bientinese e poi gettandosi nel Canale della
Navareccia.
Dalle colline di Montecarlo scende il Rio Rapecchio, caratterizzato da una qualità delle acque scarsa a
causa dell’alta concentrazione di fitofarmaci drenati dai versanti coltivati a vigneto. Dalla Via Romana, al
confine con il Comune di Montecarlo, risulta un canale di acque alte che passa sotto la Ferrovia e il tracciato
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 43
autostradale. Esso riceve le acque anche dal Rio Rapecchino che drena la zona del Turchetto (acque
basse). La stessa zona produttiva scola nel Fosso Tazzera che, arginato, insieme al Rio Rapecchio,
confluisce nel Fosso Renaio e infine nel Canale della Navareccia.
Il sistema idrico superficiale quindi non ha alcuna connessione con il cratere palustre del Bientina, in quanto
le acque giungono direttamente al Canale Emissario e finiscono in Arno.
Qualità delle acque
Dai dati del progetto Pioneer si ricavano le seguenti informazioni relative alla qualità delle acque superficiali
nella Piana di Lucca.
LIM
IBE
SECA
LIM
IBE
SECA
4
4
III
4
3
IV
4
4
IV
4
4
IV
4
4
III
4
--
4
4
V
5
SECA
SECA
III
IBE
IBE
4
LIM
LIM
2008
SECA
SECA
2007
IBE
Bienti
naPonte
Gini
2006
LIM
Canale
Emissa
rio
2005
SECA
Fossa
Nuova
Porcar
iBarac
ca di
Nanni
2004
IBE
Porcar
iBarac
ca di
Nanni
Zona
agricola, a
valle di
un’area
industriale e
del
depuratore
industriale di
casa del
Lupo
Zona
prevalentem
ente
agricola, a
valle di
un’area
industriale
A monte del
punto di
prelievo si
ha la
confluenza
del Canale
Rogio
2001-2003
LIM
Canale
Rogio
1997-2000
Parametri
Ambientali
IBE
Punto
Prelie
vo
LIM
Corpo
idrico
4
IV
4
IV
4
3
IV
4
Il Canale Rogio riceve le acque del Rio Frizzone in cui scarica il depuratore prevalentemente industriale di
Casa del Lupo.
Nell’ambito del piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana è stato identificato, per la Piana di Lucca,
l’acquifero della Pianura di Lucca, sul quale sono state condotte analisi mediante prelievi da 15 pozzi.
stato ambientale delle acque sotterranee (SAAS) deriva dall’incrocio dei parametri SquAs – Stato
Quantitativo delle Acque Sotterranee e SCAS- Stato Chimico delle Acque Sotterranee.
SCAS
SQuAs
SAAS
Obiettivo
2002
2006
2002
2006
2002
2006
per il 2015
Classe 2
Classe 4
Classe C
Classe C
Scadente
Scadente
Buono
Questi alcuni parametri chimici monitorati:
Parametro
Cloruri
Azoto
ammoniacale
Nitrati
Trielina
29,03
18,6
48,3
51,1
52,4
128,19
2008 I
sem
35,38
0,04
0,04
<0,05
<0,05
<0,05
<0,02
<0,02
0,5
20,69
2,08
15,5
4,4
17,5
19,3
16,7
13,53
17,04
25
1,5
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Rif
norm
250
Pagina 44
Uso del suolo
Il Sito si estende su parte dei territori di bonifica dell’ex-alveo del lago di Bientina, oggi in gran parte
caratterizzati da seminativi (> 85%) che stagionalmente o temporaneamente sono allagati.
Nonostante i valori siano relativamente bassi è da sottolineare la presenza di zone umide e boschi di
latifoglie, riferibili a tipologie igrofile e mesoigrofili planiziale in gran parte ricadente entro i confini delle ANPIL
presenti.
PTC Provincia di Lucca
Tipologia
aree urbanizzate
associazioni ripariali
boschi di latifoglie
Seminativi
(arborei-irrigui-semplici)
zone umide
TOTALE
Superficie
(ha)
59,93
5,56
20,30
associazioni
aree
ripariali
urbanizzate
0,72%
7,81%
boschi di
latifoglie
2,65%
zone umide
2,07%
%
7,81
0,72
2,65
665,70
86,75
15,86
767,35
2,07
seminativi
(arborei-irriguisemplici)
86,75%
Corine Landcover 2000
Tipologia
Boschi di latifoglie
Boschi misti
Prati stabili
Seminativi in aree non
irrigue
Sistemi colturali e
particellari permanenti
TOTALE
Superficie
(ha)
8,51
8,80
22,42
%
0,81
0,83
2,13
1007,32
95,53
7,35
0,7
Sistemi
colturali e
particellari
permanenti
0,70%
Boschi di
latifoglie
0,81%
Boschi misti
0,83%
Prati stabili
2,13%
1054,40
Seminativi in
aree non irrigue
95,53%
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 45
4.2.4- Le biocenosi
4.2.4.1- Habitat
Nella tabella che segue (Tab. 1) si elencano gli habitat presenti nel Sito. La lista è stata compilata su base
bibliografica e tramite consultazione telematica del Repertorio Naturalistico Toscano.
Riferimenti bibliografici
B – B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT
D – Del G.R 644/04 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali. della flora e
della fauna selvatiche”.
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)
T – Tomei et al., 2001
Bal – Balderi, 2001
C – Corsi, 2001
Tab.1 – Habitat di interesse regionale e/o comunitario presenti nel SIR-SIC (p): prioritario
Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000
(Del.C.R. 68/05)
Praterie di elofite mediterranee dominate da alte erbe e giunchi.
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o
Hydrocharition.
Acque con vegetazione flottante dominata da idrofite appartenenti al genere
Ranunculus subsp. Batrachium.
Boschi planiziali e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino
meridionale.
Boschi palustri a ontano.
Cod.
Corine
Cod.
Nat.2000
All. I Dir.
92/43/CEE
Bibliografia
37.4
6420
*
B, M
22.13 (22.41/
22.421)
3150
*
R
24.4
3260
*
Bal
44.4
91F0
*
Bal, C
44.3
44.2
91E0
*
Bal, C
Questi i tipi di habitat presenti nel sito e la relativa valutazione del sito come riportati nella scheda del
Ministero dell’Ambiente (08/07/2008) e ricompresi nell’allegato I della Dir 92/43/CEE:
Cod
91F0
91E0
6420
3150
Denominazione
Boschi planiziali e/o ripariali a farnia, carpino,
ontano e frassino meridionale.
Boschi palustri a ontano.
Praterie umide mediterranee di elofite
dominate da alte erbe e giunchi
Laghi eutrofici naturali con vegetazione
del Magnopotamion o Hydrocharition.
% coperta
Rappresentatività
Sup
relativa
Grado
conservaz
Valutaz
globale
3
A
C
A
A
2
B
C
A
A
5
B
C
B
B
2
C
C
C
C
Tab. 2 - Fitocenosi di interesse presenti nel SIR SIC B03
Fitocenosi di particolare interesse
Magnocariceti a Carex elata
Bibliografia
Bal, C, T
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 46
4.2.4.2- Emergenze floristiche
Nella tabella che segue (Tab.2), compilata esclusivamente su base bibliografica e tramite consultazione
telematica con il Repertorio Naturalistico Toscano. si elencano le specie segnalate nel Sito, che in accordo
con i principali strumenti ufficiali di valutazione e protezione, risultano emergenze a causa della loro rarità e
vulnerabilità strettamente correlata a quella degli habitat lacustri e palustri.
Riferimenti bibliografici
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT
M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)
T – Tomei et al., 2001
Ta – Tomei, 1985
Bal – Balderi, 2001
C – Corsi, 2001
Bibliografia
Status RENATO
Red List Regionale
Red List Nazionale
Red List Mondiale
All. Conv. Berna
Nome comune
All. Dir. 42/93/CEE
Specie
All. L.R.56/00
Tab. 3 - Lista delle emergenze floristiche presenti nel SIR SIC B03
Arisarum proboscideum (L.) Savi
Arisaro codato
A
Baldellia ranunculoides (L.) Parl.
Mestolaccia ranuculoides
A
Bal
Carex acutiformis Ehrh.
Carice tagliente
Carex elata All.
Carice spondicola
A
Ceratophyllum demersum L.
Ceratofillo demerso
A
Cladium mariscus (L.) Pohl
Falasco
A
LR
T
Epipactis palustris (Miller) Crantz
Elleborine palustre
A
VU
Bal, C
Eleocharis multicaulis (Sm.) Sm.
Giunchina cespugliosa
A
VU EN EN
T
Eleocharis palustris (L.) Roemer et Scultes
Giunchina palustre
A
Euphorbia palustris L.
Euforbia di palude
A
Galium palustre L.
Caglio palustre
A
Hottonia palustris L.
Erba scopina
A
Hydrocharis morsus-ranae L.
Morso di rana
A
Hydrocotyle vulgaris L.
Soldinella comune
Juncus bulbosus L.
Giunco bulboso
Leucojum aestivum L.
Campanelli estivi
A,C
Ludwigia palustris (L.) Elliot
Erba porracchia
A
EN EN
Myriophyllum spicatum L.
Millefoglio d’acqua comune
A
VU
CR VU
T, B,C
EN
C
Bal, C, T
LR
T
Bal, C
VU
T
Bal,C
VU EN
VU
EN
A
T,C
T, Bm
LR
LR
A
T, Bm,C
VU
T,C
T,C
T, Bal,C
T
Myriophyllum verticillatum L.
Millefoglio d’acqua ascellare
Nymphaea alba L.
Ninfea bianca
A,C
Nymphoides peltata (Gmelin) O. Kuntze
Limnantemio
A
EN EN EN
T
Oenanthe aquatica (L.) Poiret
Finocchio acquatico cicutario
A
VU
T
Oenanthe fistulosa L.
Finocchio acquatico tubuloso
A
VU
T
Ophioglossum vulgatum L.
Ofioglosso comune
A
LR
T
Orchis laxiflora Lam.
Orchide acquatica
A
VU
T, Bal
VU
T
T, Bm
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Pagina 47
A,C
Bibliografia
Status RENATO
Red List Regionale
Red List Nazionale
Red List Mondiale
All. Conv. Berna
Nome comune
All. Dir. 42/93/CEE
All. L.R.56/00
Specie
Osmunda regalis L.
Felce florida
C
Potamogeton polygonifolius Pourret
Brasca poligonifoglia
A
Quercus robur L.
Farnia
A
Ranunculus flammula L.
Ranuncolo delle passere
Ranunculus lingua L.
Ranuncolo delle canne
A
VU VU
T
Sagittaria sagittifolia L.
Sagittaria comune
A
EN VU
T, C
Salvinia natans (L.) All.
Erba pesce
A
Spiranthes aestivalis (Lam.) L.C. Rich.
Viticci estivi
A
Spirodela polyrrhiza (L.) Schleid.
Lenticchia d’acqua maggiore
A
Stachys palustris L.
Stregona palustre
A
Thelypteris palustris Schott
Felce palustre
A
VU
Utricularia australis R. Br.
Erba vescica delle risaie
A
EN VU
Utricularia vulgaris L.
Erba vescica comune
A
EW
T,C
Vallisneria spiralis L.
Vallisneria
A
VU
T
VU VU
T
Bal, C
VU
IV
T,C
I
VU VU
I
EN VU
VU
VU
T
T
T
Bal,C
C
T
4.2.4.3- Emergenze faunistiche
Riferimenti bibliografici:
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT
M – Schede del Ministero relative alla rete Natura 2000
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)
MW - database Medwet (la maggior parte dei dati sono stati forniti da F. Balderi)
C - M. Cenni (1989)
INVERTEBRATI
Insetti
Per completezza si riporta la check list completa presente nell’archivio Medwet anche se molte delle specie
indicate risultano comuni e non particolarmente vulnerabili.
Ordine
Ephemeroptera
Odonata
Famiglia
Baetidae
Libellulidae
Calopterygidae
Aeshnidae
Dictyoptera
Isoptera
Phasmida
Mantidae
Rhinotermitidae
Phasmatidae
Tettigoniidae
Orthoptera
Acrididae
Eteroptera
Emiptera
Gryllotalpidae
Coreidae
Pentatomidae
Notonectidae
Naucoridae
Nome scientifico
Baetis rhodani
Sympetrum sanguineum
Calopteryx splendens
Anax imperator
Aeshna grandis
Mantis religiosa
Reticulitermes lucifugus
Bacillus rossii
Tettigonia vividissima
Oedipoda germanica
Stenobothrus lineatus
Grillotalpa grillotalpa
Syromastes marginatus (Linnaeus, 1758)
Palomena viridissima
Notonecta maculata
Ilyocoris cimicoides
Bibliografia
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 48
Ordine
Famiglia
Cicadidae
Mecoptera
Panorpidae
Papilionidae
Pieridae
Lycenidae
Lepidoptera
Nymphalidae
Satyridae
Esperidae
Noctuidae
Cossidae
Cicindelidae
Carabidae
Coleoptera
Dytiscidae
Hydrophilidae
Histeridae
Staphylinidae
Lampiridae
Buprestidae
Coccinellidae
Oedemeridae
Meloidae
Lucanidae
Scarabeidae
Cerambycidae
Chrysomelidae
Imenoptera
Scoliidae
Vespidae
Apoideae
Nome scientifico
Lyristes plebejus
Cicada orni
Panorpa communis
Papilio machaon
Iphiclides podalirius
Zerynthia polyxena ((Denis & Schiffermuller), 1775)
Aporia crataegi
Pieris brassicae
Artogeia napi
Artogeia rape
Pontia edusa
Anthocaris cardamines
Colias crocea
Gonepteryx ramni
Leptidea sinapis
Callophrys rubi
Lycaena dispar (Haworth, 1803)
Lycaena phlaeas
Leptotes pirithous
Celastrina argiolus
Aricia agestis
Polyommatus icarus
Charaxes jasus (Linnaeus, 1766)
Apatura ilia ((Denis & Schiffermuller), 1775)
Limenitis reducta
Nymphalis antiopa
Inachis io
Vanessa atalanta
Vanessa cardui
Polygonia egea
Polygonia c- album
Argynnis paphia
Issoria lathonia
Melitaea didyma
Melitaea phoebe
Mellicta athalia
Maniola jurtina
Pyronia tithonus
Coenonympha pamphilus
Pararge aegeria
Lasiommata megera
Erynnis tages
Ochlodes venatus
Catocala elocata
Phragmataecia castaneae /Hubner, )
Cicindela campestris
Carabus granuloides interstitialis Duftschmid, 1812
Carabus clatrathus antonelii Luigioni, 1921
Dytiscus marginalis Linnaeus, 1758
Hydrous piceus
Hister quadrimaculatus
Ocypus olens (O.F Muller, 1764)
Luciola italica
Lampra rutilans
Psyllobora vigintiduopunctata
Oedemera nobilis
Meloe violaceus
Lucanus cervus (Linneaus, 1758)
Melolonta melolontha
Cetonia aurata
Oxythyrea funesta
Cerambyx cerdo Linnaeus, 1758
Morimus asper
Aromia moschata
Timarcha tenebricosa
Chrysomela mentastri
Chrysomela populi
Scolia flavifrons
Vespa crabro
Apis mellifera
Bibliografia
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
R, MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
R
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 49
Ordine
Famiglia
Diptera
Nome scientifico
Bibliografia
Bombus terrestris
Xilocopa violacea
Culex pipiens
Culicidae
MW
MW
MW
A
A
Charaxes jasus (Linnaeus, 1766)
A
Apatura ilia ((Denis & Schiffermuller), 1775)
A
Carabus granuloides interstitialis Duftschmid, 1812
Status in
Toscana
IV
II, IV
Status in
Italia
II
II
IUCN
L.R. 56/00
Zerynthia polyxena ((Denis & Schiffermuller), 1775)
Lycaena dispar (Haworth, 1803)
Dir. 92/43/CEE
Nome scientifico
Conv. Berna
Emergenze
LR
VU
A
Carabus clatrathus antonelii Luigioni, 1921
A, B
Lucanus cervus (Linneaus, 1758)
Cerambyx cerdo Linnaeus, 1758
III
II
II
II, IV
A, B
Crostacei
Ordine
Decapoda
Famiglia
Nome scientifico
Cambaridae
Bibliografia
Nome Comune
Procambarus clarkii (Girard )
Gambero rosso della Louisiana
MW
Status in
Toscana
Status in Italia
IUCN
L.R. 56/00
Nome scientifico
Dir. 92/43/CEE
Conv. Berna
Emergenze
Procambarus clarkii (Girard, )*
*Specie alloctona di grande impatto ambientale introdotta accidentalmente nel bacino del Massaciuccoli
Molluschi
Ordine
Gastropoda (Pulmonata) Basommatophora
Bivalvia Unionoidea
Famiglia
Planorbidae
Unionidae
Nome scientifico
Planorbarius corneus (Linnaeus, 1758)
Unio elongatulus C. Pfeiffer, 1825
Bibliografia
B
B
Planorbarius corneus (Linnaeus, 1758)
Unio elongatulus C. Pfeiffer, 1825
A
III
Status in
Toscana
Status in Italia
IUCN
L.R. 56/00
Dir. 92/43/CEE
Nome scientifico
Conv. Berna
Emergenze
LR
V
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 50
VERTEBRATI
Anfibi
Ordine
Famiglia
Urodela
Salamandridae
Anura
Hylidae
Bufonidae
Raniidae
Nome scientifico
Nome comune
Bibliografia
Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758)
Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758)
Triturus carnifex (Laurenti, 1768)
Hyla intermedia Boulenger, 1882
Bufo bufo (Linnaeus, 1758)
Rana dalmatina Bonaparte, 1838
Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758
Salamandra pezzata
Tritone punteggiato
Tritone crestato italiano
Raganella italiana
Rospo comune
Rana dalmatina
Rana esculenta
MW
B
B
B
B
B
Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758)
III
A,B
Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758)
Triturus carnifex (Laurenti, 1768)
III
II
II
B
A
B
Hyla intermedia Boulenger, 1882
Bufo bufo (Linnaeus, 1758)
II, IV
IV
III
Rana dalmatina Bonaparte, 1838
Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758
Status in
Toscana
Status in
Italia
L.R. 56/00
IUCN
Nome scientifico
Dir.
92/43/CEE
Conv. Berna
Conv. Bonn
Emergenze
LRlc
LR
Minacce
A2, A4, B3, B8, C1
LR
B
II, III
IV
III
V
B1
Rettili
Ordine
Famiglia
Anguidae
Gekkonidae
Squamata
Lacertidae
Colubridae
Nome scientifico
Nome Comune
Anguis fragilis Linnaeus, 1758
Tarentola mauritanica (Linnaeus, 1758)
Podarcis muralis (Laurenti, 1768)
Podarcis sicula (Rafinesque, 1810)
Lacerta bilineata (Daudin, 1802)
Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789)
Natrix natrix (Linnaeus, 1758)
Orbettino
Geco comune
Lucertola muraiola
Lucertola campestre
Ramarro
Biacco
Biscia dal collare
Bibliografia
MW
MW
B, MW
B
B, MW
MW
MW
Anguis fragilis Linnaeus, 1758
III
B
Tarentola mauritanica (Linnaeus, 1758)
III
B
Podarcis muralis (Laurenti, 1768)
II
IV
Status in
Toscana
Status in
Italia
L.R. 56/00
IUCN
Dir.
92/43/CEE
Nome scientifico
Conv.
Berna
Emergenze
A
LR
LR
Podarcis sicula (Rafinesque, 1810)
II
IV
A
Lacerta bilineata (Daudin, 1802)
II
IV
B
Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789)
II
IV
Natrix natrix (Linnaeus, 1758)
III
Minacce
B
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 51
Salmo trutta Linnaeus, 1758
Status
Toscana
Status in
Italia
IUCN
L.R. 56/00
Nome scientifico
Dir
92/43/CEE
Conv
Berna
Pesci
Minacce
DD
Esox lucius Linnaeus, 1758
A
LR
VU
A1, A2, B6
Emergenze
Ordine
Salmoniformes
Famiglia
Nome scientifico
Nome Comune
Salmonidae
Salmo trutta Linnaeus, 1758
trota
Esocidae
Esox lucius Linnaeus, 1758
Luccio
Bibliografia
MW
MW, R
Accipitriformes
Accipitridae
02610
02870
Falconiformes
Falconidae
03040
01840
01940
01790
Anseriformes
Anatidae
01860
01890
01820
00950
01210
01080
Ciconiformes
Ardeidae
01040
01190
01220
00980
Podicipediformes
Podicipedidae
00070
Pelecaniformes
Phalacrocoracidae
00720
Gruiformes
Rallidae
04290
04240
Galliformes
Phasianidae
03940
Caradriformes
Charadriidae
04690
Circus aeruginosus
(Linnaeus, 1758)
Circus cyaneus
(Linnaeus, 1766)
Buteo buteo (Linnaeus,
1758)
Falco tinnunculus
Linnaeus, 1758
Anas crecca Linnaeus,
1758
Anas clypeata Linnaeus,
1758
Anas penelope Linnaeus,
1758
Anas platyrhynchos,
Linnaeus, 1758
Anas acuta Linnaeus,
1758
Anas strepera Linnaeus,
1758
Botaurus stellaris
(Linnaeus, 1758)
Casmerodius albus
(Linnaeus, 1758)
Ardeola ralloides
(Scopoli, 1769)
Nycticorax nycticorax
(Linnaeus, 1758)
Egretta garzetta
(Linnaeus, 1766)
Ardea cinerea, Linnaeus,
1758
Ixobrychus minutus,
(Linnaeus, 1766)
Tachybaptus ruficollis
(Pallas, 1764)
Phalacrocorax carbo
(Linnaeus, 1758)
Fulica atra Linnaeus,
1758
Gallinula chloropus,
(Linnaeus, 1758)
Phasianus colchicus
Linnaeus, 1758
Charadrius dubius
Scopoli, 1786
Nome comune
Bibliografia
02600
Nome scientifico
Fenologia
sito
Famiglia
Fenologia
Italia
Ordine
Cod Euring
Uccelli
B
C, B
Falco di palude
SB, M reg, W
Albanella reale
M reg, W (SB
estinta: Padania
anni ‚50; dati incerti)
Poiana
SB, M reg, W
S
C, MW
Gheppio
SB, M reg, W
S
C,R, B,
MW
Alzavola
M reg, W, B
C, B
Mestolone
M reg, W, B
C, B
Fischione
M reg, W, B irr
C, B
Germano reale
SB, Mreg, W
C, B
Codone
M reg, W, B irr
Canapiglia
M reg, W, B
Tarabuso
SB par, M reg, W
R
Airone bianco
maggiore
M reg, W, B
B
Sgarza ciuffetto
M reg, B, W irr
S
MW
Nitticora
M reg, B, Wpar
S
C, MW
Garzetta
M reg, B, W par
S
C, B,
MW
Airone cenerino
SB par, Mreg, W
R
C
MW
C
Tarabusino
M reg, B
B
R, B,
MW
Tuffetto
SB par, M reg, W
B
MW
Cormorano
M reg, W, SB
Folaga
SB, Mreg, W
Gallinella d’acqua
SB, Mreg, W
B
C, MW
Fagiano comune
SB (ripopolato)
B
C, MW
Corriere piccolo
M reg, B, W irr
M
C
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
B
Pagina 52
04930
05170
05190
Scolopacidae
05530
05540
06680
06700
Columbiformes
Columbidae
06840
06870
Cuculiformes
Strigiformes
Cuculidae
07240
Tytonidae
07450
07570
Strigidae
07390
Apodiformes
Apodidae
07950
Caprimulgiformes
Caprimulgidae
07780
Alcedinidae
08310
Upupidae
08560
Picidae
08480
Troglodytidae
10660
Coraciformes
Piciformes
10010
Hirundinidae
09920
10170
Motacillidae
10200
10140
Prunellidae
10840
Alaudidae
09760
Aegithalidae
14370
Passeriformes
11980
12010
Turdidae
Turdus iliacus Linnaeus,
1766
Turdus philomenos C.L.
Brehm, 1831
Saxicola torquatus
11390
(Linnaeus, 1766)
11040 Luscinia megarhynchos
12000
Bibliografia
04850
Charadrius hiaticula
Linnaeus, 1758
Pluvialis apricaria
(Linnaeus, 1758)
Vanellus vanellus
(Linnaeus, 1758)
Philomachus pugnax
(Linnaeus, 1758)
Gallinago gallinago
(Linnaeus, 1758)
Tringa ochropus
Linnaeus, 1758
Tringa glareola
Linnaeus, 1758
Columba oenas
Linnaeus, 1758
Columba palumbus
Linnaeus, 1758
Streptopelia decaocto
(Frivaldsky, 1838)
Streptopelia turtur
(Linnaeus, 1758)
Cuculus canorus
Linnaeus, 1758
Tyto alba (Scopoli, 1769)
Athene noctua (Scopoli,
1766)
Otus scops (Linnaeus,
1758)
Apus apus (Linnaeus,
1758)
Caprimulgus europaeus
Linnaeus, 1758
Alcedo atthis (Linnaeus,
1758)
Upupa epops Linnaeus,
1758
Jynx torquilla Linnaeus,
1758
Troglodytes troglodytes
(Linnaeus, 1758)
Delichon urbica
(Linnaeus, 1758)
Hirundo rustica Linnaeus,
1758
Motacilla flava Linnaeus,
1758
Motacilla alba Linnaeus,
1758
Anthus spinoletta
(Linnaeus, 1758)
Prunella modularis
(Linnaeus, 1758)
Alauda arvensis
Linnaeus, 1758
Aegithalos caudatus
(Linnaeus, 1758)
Turdus pilaris Linnaeus,
1758
Fenologia
sito
04700
Nome scientifico
Corriere grosso
M reg, W par
M
C
Piviere dorato
M reg, W
W
C, B
Pavoncella
M reg, W, B
W
C, B
Combattente
M reg, W par
M
C
Beccaccino
M reg, W, B (reg ?)
W
C, B
Piro piro culbianco
M reg, W par
S
C, MW
Piro piro
boschereccio
M reg, W irr
S
MW
Colombella
SB par, M reg, W
W
C
Colombaccio
SB, M reg, W
W
C,MW
Tortora dal collare
SB, M reg
B
C
Tortora
SB, Mreg
B
MW
Cuculo
M reg, B, W irr
B
C, MW
Barbagianni
SB, M reg, B, W par
B
C
Civetta
SB, M reg, W par
S
C
Assiolo
SB par, M reg, W
par
Fenologia
Italia
Famiglia
Cod Euring
Ordine
Nome comune
Rondone
M reg, B, W irr
Succiacapre
M reg, B, W irr
Martin pescatore
SB, Mreg, W
Upupa
M reg, B, W par
Torcicollo
M reg, B, W par (SB
par ?)
Scricciolo
SB, M reg, W
B
SB,
Mreg
B, M
reg
C, MW
C, B
SB
C, R, B,
MW
S
MW
B, M
reg
C, MW
B
C, MW
B, M
reg
B, M
reg
Balestruccio
M reg, B, W irr
Rondine
M reg, B, W par
Cutrettola
Mreg, B, W irr
S
C, MW
Ballerina bianca
SB, Mreg, W
SB
C, MW
Spioncello
SB par, M reg W
W
C, MW
Passera scopaiola
SB par, M reg, W
W
C
Allodola
SB, M reg, W
SB
C, MW
Codibugnolo
SB, Mreg, W
B
C,MW
Cesena
SB opar, M reg, W
W
C
Tordo sassello
M reg, W, B irr
(ultima nid:
Lombardia 1996)
W
C
Tordo bottaccio
SB par, M reg, W
S
MW
Saltimpalo
SB, M reg, W
SB
C, MW
Usignolo
Mreg, B, W irr
B, M
C, MW
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
C
C, MW
Pagina 53
C.L. Brehm, 1831
11870
10990
Cisticolidae
12260
12380
13080
13120
13110
13150
12200
Sylviidae
Acrocephalus
12410 melanopogon
(Temminck, 1823)
12670
12510
12530
12770
14620
Paridae
14640
Remizidae
14900
Oriolidae
15080
15930
Sturnidae
15820
15490
Corvidae
15670
Laniidae
15150
15912
Passeridae
Passeriformes
15980
16360
16400
16490
Fringillidae
16530
16600
16540
Emberizidae
Turdus merula Linnaeus,
1758
Erithacus rubecula
(Linnaeus, 1758)
Cisticola juncidis
(Rafinesque, 1810)
Locustella luscinioides
(Savi, 1824)
Phylloscopus sibilatrix
(Bechsterin, 1793)
Phylloscopus trochilus
(Linnaeus, 1758)
Phylloscopus collybita
(Viellot, 1817)
Regulus ignicapilla
(Temminck, 1820)
Cettia cetti (Temminck,
1820)
18820
Sylvia melanocephala
(Gmelin, 1789)
Acrocephalus scirpaceus
(Hermann, 1804)
Acrocephalus
arundinaceus (Linnaeus,
1758)
Sylvia atricapilla
(Linnaeus, 1758)
Parus caeruleus
Linnaeus, 1758
Parus major Linnaeus,
1758
Remix pendulinus
(Linnaeus, 1758)
Oriolus oriolus
(Linnaeus, 1758)
Sturnus unicolor
Temminck, 1820
Sturnus vulgaris
Linnaeus, 1758
Pica pica (Linnaeus,
1758)
Corvus corone cornix
Linnaeus, 1758
Lanius collurio (Linnaeus,
1758)
Passer italiae Linnaeus
Passer montanus
(Linnaeus, 1758)
Fringilla coelebs
Linnaeus, 1758
Serinus serinus
(Linnaeus, 1766)
Carduelis chloris
(Linnaeus, 1758)
Carduelis carduelis
(Linnaeus, 1758)
Carduelis cannabina
(Linnaeus, 1758)
Carduelis spinus
(Linnaeus, 1758)
Emberiza calandra
Linnaeus, 1758
Bibliografia
Nome comune
Fenologia
sito
Nome scientifico
Fenologia
Italia
Famiglia
Cod Euring
Ordine
reg
Merlo
SB, Mreg, W
SB
C, MW
Pettirosso
SB, M reg, W
S, W
C, MW
Beccamoschino
SB, Mreg, W par
SB
C, MW
B, M
reg
M
reg
M
reg
C, MW
S
C, MW
SB
C, MW
Salciaiola
M reg, B
C
Luì verde
M reg, B, W irr
Luì grosso
Mreg, Wirr (B ? Alpi)
Luì piccolo
SB par, Mreg, W
Fiorrancino
SB, M reg, W
Usignolo di fiume
SB, Mreg, W par
SB
C, MW
Forapaglie
castagnolo
SB par, M reg, W
B, M
reg,
W
par
C, R,
MW
Occhiocotto
SB, Mreg, W par
SB
C, MW
Cannaiola
Mreg, B, W irr
B
MW
Cannareccione
Mreg, B
B, M
reg
C, MW
Capinera
SB, Mreg, W
B
C, MW
Cinciarella
SB, Mreg, W
B
C, MW
Cinciallegra
SB, Mreg, W
B
C, MW
Pendolino
SB, M reg, W
S
C, MW
Rigogolo
M reg, B
B
C, MW
Storno nero
SB, M irr
B, M
reg
MW
Storno
SB, Mreg, W
s
C
Gazza
SB, M irr
SB
C, MW
Cornacchia grigia
SB, M reg, Wpar
SB
C, MW
Averla piccola
M reg, B, W irr
Passera d’Italia
SB,M reg
Passera mattugia
C
B, M
reg
SB
C, MW
SB, Mreg, W
SB
MW
Fringuello
SB, Mreg, W
B, W
C,MW
Verzellino
SB par, Mreg, Wpar
SB
C,MW
Verdone
SB, Mreg, W
S,B
C, MW
Cardellino
SB, Mreg, W
S,B
C,MW
Fanello
SB, M reg, W
S
C, MW
Lucherino
M reg, W, SB par
B, W
C,MW
Strillozzo
SB, Mreg, W par
S
C
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
C, B
Pagina 54
Emberiza schoeniclus
(Linnaeus, 1758)
Amandava amandava
20250
(Linnaeus, 1758)
Migliarino di palude
18770
Estrildidae
Bengalino comune
Bibliografia
Nome comune
Fenologia
sito
Nome scientifico
Fenologia
Italia
Famiglia
Cod Euring
Ordine
W
C
SB, M reg, W
SB, M irr
(naturalizzato)
II/1, III/2
II/1, III/2
II/1, III/2
II/1,III/1
II/1, III/1
II/1
I
I
I
I
I
I
I
I
II/1, III/2
II/2
II/1-III/1
I
II/2
II/1, III/2
I
II/2
I, II/2
II/2
II/2
II/2
II/1-III/1
II/2
I
I
I
II
II
III
III
III
II
II
III
III
II
III
III
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
III
II
III
II
II
II
III
II
II
II
IUCN
SPEC
A
A
Minacce
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
Status in
Toscana
II
II
II
II
III
III
III
III
III
III
II
II
II
II
II
III
II
II
III
III
III
L.R. 56/00
I
Conv.
Berna
Conv.
Bonn
PP
PP
PP
PP
CC
CC
CC
CC
CC
CC
PP
PP
P
P
P
P
P
P
P
CC
CC
CC
PP
P
P
CC
CC
P
P
P
CC
P
P
P
CC
CC
P
P
PP
PP
PP
P
P
P
PP
Status in
Italia
Circus aeruginosus (Linnaeus, 1758)
Circus cyaneus (Linnaeus, 1766)
Buteo buteo (Linnaeus, 1758)
Falco tinnunculus Linnaeus, 1758
Anas crecca Linnaeus, 1758
Anas penelope Linnaeus, 1758
Anas clipeata Linnaeus, 1758
Anas platyrhynchos Linnaeus, 1758
Anas acuta Linnaeus, 1758
Anas strepera Linnaeus, 1758
Botaurus stellaris (Linnaeus, 1758)
Casmerodius albus (Linnaeus, 1758)
Ardeola ralloides (Scopoli, 1769)
Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758)
Egretta garzetta (Linnaeus, 1766)
Ardea cinerea Linnaeus, 1758
Ixobrychus minutus (Linnaeus, 1766)
Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764)
Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758)
Fulica atra Linnaeus, 1758
Gallinula chloropus (Linnaeus, 1758)
Phasianus colchicus Linnaeus, 1758
Charadrius dubius Scopoli, 1786
Charadrius hiaticula Linnaeus, 1758
Pluvialis apricaria (Linnaeus, 1758)
Vanellus vanellus (Linnaeus, 1758)
Gallinago gallinago(Linnaeus, 1758)
Tringa ochropus Linnaeus, 1758
Tringa glareola Linnaeus, 1758
Tringa totanus (Linnaeus, 1758)
Philomachus pugnax (Linnaeus, 1758)
Limosa limosa (Linnaeus, 1758)
Columba oenas Linnaeus, 1758
Streptopelia decaocto (Frivaldsky, 1838)
Columba palumbus Linnaeus, 1758
Streptopelia turtur (Linnaeus, 1758)
Caprimulgus europaeus Linnaeus, 1758
Cuculus canorus Linnaeus, 1758
Tyto alba (Scopoli, 1769)
Otus scops (Linnaeus, 1758)
Athene noctua (Scopoli, 1766)
Apus apus (Linnaeus, 1758)
Alcedo atthis (Linnaeus, 1758)
Upupa epops Linnaeus, 1758
Jynx torquilla Linnaeus, 1758
Dir. 79/409
CEE
Nome scientifico
L. 157/92
Emergenze
EN
EX
EN
A1, B7
A
LRnt
EN
NE
EN
A1, B1, C1
A1, C1
A1, B1, C1
NE
CR
EN
NE
VU
A1, B1, C1
A1, B1, C1
A1, B1, B7
A1, C1
B1, B7
A1, A2, A5, A7
4
A
A
A
A
A
3
3
3
3
4
4
3
LR
LR
CR
VU
LR nt
LR nt
VU
A1, B4
A1, B7
II
II
EN
A1
LR nt
NE
A2, A6
A1, C1
4
4
A
NE
A1, C1
EN
CR
A1, A2
CR
CR
CR
DD
A1, C1
A4, B7, D1
A
2
A
2
4
A
2
LRnt
LRnt
A4, A5
A
A
3
2
LR nt
LRnt
LR nt
LRnt
A2, A5, B7
A4, A5
A
3
3
3
LRnt
LR lc
A1, A2
D
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
A3, A5
Pagina 55
Delichon urbica (Linnaeus, 1758)
Hirundo rustica Linnaeus, 1758
Motacilla flava Linnaeus, 1758
Motacilla alba Linnaeus, 1758
Anthus spinoletta (Linnaeus, 1758)
Troglodytes troglodytes (Linnaeus, 1758)
Alauda arvensis Linnaeus, 1758
Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758
Turdus pilaris Linnaeus, 1758
Turdus iliacus Linnaeus, 1766
Turdus philomenos C.L. Brehm, 1831
Saxicola torquatus (Linnaeus, 1766)
Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831
Turdus merula Linnaeus, 1758
Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758)
Cisticola juncidis (Rafinesque, 1810)
Phylloscopus sibilatrix (Bechsterin, 1793)
Phylloscopus collybita Vieillot, 1817
Regulus ignicapilla (Temminck, 1820)
Cettia cetti (Temminck, 1820)
Locustella luscinioides (Savi, 1824)
Phylloscopus trochilus Linnaeus, 1758
Acrocephalus melanopogon (Temminck, 1823)
Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789)
Acrocephalus scirpaceus Herman, 1804
Acrocephalus arundinaceus (Linnaeus, 1758)
Sylvia atricapilla Linnaeus, 1758
Parus caeruleus Linnaeus, 1758
Parus major Linnaeus, 1758
Remiz pendulinus (Linnaeus, 1758)
Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758)
Certhia brachydactyla C.L. Brehm, 1820
Sturnus unicolor Temminck, 1820
Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758
Prunella modularis (Linnaeus, 1758)
Pica pica (Linnaeus, 1758)
Corvus corone cornix Linnaeus, 1758
Lanius collurio Linnaeus, 1758
Passer italiane Linnaeus
Passer montanus (Linnaeus, 1758)
Fringilla coelebs Linnaeus, 1758
Serinus serinus (Linnaeus, 1766)
Carduelis chloris (Linnaeus, 1758)
Carduelis carduelis (Linnaeus, 1758)
Carduelis cannabina (Linnaeus, 1758)
Carduelis spinus (Linnaeus, 1758)
Emberiza calandra Linnaeus, 1758
Emberiza schoeniclus (Linnaeus, 1758)
Amandava amandava6 (Linnaeus, 1758)
P
P
P
P
P
P
CC
P
CC
CC
CC
P
P
CC
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
CC
P
CC
CC
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
II/2
II/2
II/2
II/2
II/2
I
II
II
II
II
II
II
III
II
III
III
III
II
II
III
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
III
II
II
II
3
Minacce
Status in
Toscana
Status in
Italia
IUCN
SPEC
L.R. 56/00
Conv.
Berna
Conv.
Bonn
Dir. 79/409
CEE
L. 157/92
Nome scientifico
A2, A3, A5
4
4
4
A
4
4
A
VU
NE
VU
VU
VU
A1
A2, A3
A1
4
4
4
II/2
3
II
II/2
II/2
I
II
?
III
III
II
II
II
II
II
III
II
A
4
3
3
4
4
VU
4
VU
A
A4, D1
DD
?
6 Areale originario dell’Asia, diffuso da molto tempo tra gli allevatoriper fini amatoriali. In Toscana settentrionale sono
note 2 popolazioni in corrispondenza del Lago di Massaciuccoli e del padule di Fucecchio, quest’ultima in espansione anche nel Lago di
Sibolla e nell’alveo di Bientina
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 56
Mammiferi
Ordine
Insectivora
Carnivora
Lagomorpha
Rodentia
Famiglia
Erinaceidae
Canidae
Mustelidae
Leporidae
Hystricidae
Gliridae
Myocastoridae
Nome scientifico
Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758
Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758)
Martes foina Erxleben, 1777
Mustela nivalis Linnaeus, 1766
Sylvilagus floridanus (J.A.Allen, 1890)
Hystrix cristata Linnaeus, 1758
Glis glis Linnaeus, 1766
Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758)
Myocastor coypus (Molina, 1782)
Nome comune
Bibliografia
Riccio europeo
Volpe
Faina
Donnola
Silvilago
Istrice
Ghiro
Moscardino
Nutria
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
MW
Il Silvilago è specie alloctona introdotta a partire dal 1966 in Italia (inizialmente in Piemonte) per fini venatori
Il suo areale di origine si estende dal sud del Canada all’America centrale e alle regioni settentrionali
dell’America del sud, comprese alcune isole a nord del Venezuela. Territori favorevoli risultano quelli a
vocazione agricola, preferibilmente in zone pianeggianti e collinari, con alternanza di colture, boschetti, siepi,
ma anche bordature di corsi d’acqua, scarpate di strade e ferrovie, incolti e radure. In condizioni di elevata
densità può risultare danoso per le colture agricole, in particolare alla soia, al mais e al frumento in fase di
crescita e anche a giovani piante di vite, di pioppo e di alberi da frutto.
Anche la nutria è specie alloctona. Originaria del sud America, è stata introdotta in Europa dagli inizi del
1900 e in Italia alla fine degli anni ’20, ai fini di allevamento per la produzione di pellicce. Predlige ambienti
semiacquatici soprattutto gli ambienti palustri caratterizzati da una fitta rete di canali intercomunicanti, con
presenza di vegetazione a idrofite e a elofite. A causa delle abitudini fossorie per la costruzione della tana,
provoca danni anche ingenti alle arginature pensili di canali e fossi con gravi rischi idraulici; spesso, in zone
agricole esercita un notevole impatto sulle colture. Da segnalereil danno ecologico esercitato su fitocenosi
locali (anche di pregio) e su nidi di alcuni uccelli (per calpestio e conseguente distruzione e per disturbo).
Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758
Martes foina Erxleben, 1777
PP
III
Mustela nivalis Linnaeus, 1766
P
III
Hystrix cristata Linnaeus, 1758
P
Glis glis Linnaeus, 1766
P
III
Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758)
P
III
Minacce
Status in Italia
Status in
Toscana
L.R. 56/00
IUCN
III
CC
Dir. 92/43/CEE
P
Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758)
Conv. Bonn
Conv. Berna
Nome scientifico
L. 157/92
Emergenze
IV
IV
VU
A2
Myocastor coypus (Molina, 1782)
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 57
4.2.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto
•
Espansione aree industriali della piana lucchese: consumo di suolo, consumo di risorse (ad es
acqua per le attività cartarie)
-
Fenomeni di subsidenza prevalentemente nella parte orientale della Pia di Lcca nei comuni di
Capannonri, Porcari e Bentina: è indotta daio prelievi di acqua dal sottosuolo per umungiment
concreentrati, che superano le disponibilità idriche della falda, dagli acquedotti di Paganico, del
pollino e delle Cerbaie e dai prelievi industriali nella zona Capannori-Porcari.
Questo fenomeno si è manifestato visivamente almeno dal 1987, con crepacciamenti nel terreno e
lesioni agli edifici. Dal 1990 le Autorità di Bacino del Serchio e successivamente dell’Arno hanno cercato
di contribuire alla risoluzione del problema: di concerto con i Ministeri dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente,
nonché della Regione Toscana, sono stati finanziati diversi interventi che, collegati tra di loro, avrebbero
dovuto risolvere il problema o almeno attenuarlo fino a dimensioni accettabili:
-
1) L’acquedotto intercomunale Lucca – Capannori, alimentato da nuovi pozzi in subalveo del Serchio
a S. Pietro a Vico, che, oltre a dare acqua ad una zona sprovvista di acquedotto, avrebbe ridotto gli
emungimenti localizzati a Paganico;
-
2) L’acquedotto industriale per il riuso delle acque reflue del depuratore di Casa del Lupo, che
avrebbe dovuto diminuire gli emungimenti per uso industriale;
-
3) Il cosiddetto “Tubone”, che consiste in una derivazione di acqua dal Serchio per 450 litri al
secondo, costituito da un tratto a cielo aperto preesistente (Canale Nuovo da Ponte a Moriano a
Camigliano) e da una condotta interrata da Camigliano a Casa del Lupo. Tale opera avrebbe fornito,
con esclusione dei mesi estivi, un quantitativo d’acqua ritenuto sufficiente a diminuire ulteriormente i
prelievi dalla falda. Infatti con i 450 litri al secondo del “Tubone” e gli altri interventi ricordati sarebbe
possibile abbattere gli emungimenti in atto di una quota di circa il 50%.
Tali opere, ad oggi, risultano funzionanti in minima parte.
Necessità di perseguire il riequilibrio del Bilancio Idrico dell’acquifero della piana di Lucca e del padule di
Bientina ed il progressivo raggiungimento, nelle aree di crisi in località Paganico, Pollino e Cerbaie,
rispettivamente nei Comuni di Capannori, Porcari e Bientina, dei livelli obiettivo individuati dalle Autorità
di Bacino del fiume Arno e del fiume Serchio con le delibere di Comitato Istituzionale del 3 marzo 2004
per la progressiva soluzione delle problematiche connesse ai fenomeni di subsidenza nella piana di
Lucca e nel padule di Bientina;
-
Qualità delle acque del Canale Rogio, ricettore finale degli scarichi del depuratore di Casa del
Lupo che deve migliorare per il raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dal Piano di Tutela per
il bacino del fiume Arno ;
-
Necessità di recuperare e tutelare il reticolo idraulico minore della piana di Lucca al fine di
garantirne gli originali regimi idrici, la disponibilità di acque per le attività agricole e per favorire la
ricarica della falda.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 58
-
Necessità di pianificare il taglio della vegetazione elofitica nei canali secondo una
programmazione che tenga conto delle necessità di salvaguardia di varie specie animali che
utilizzano tale ambiente quale habitat
-
Progressivo depauperamento in ricchezza e abbondanza di specie di particolare interesse
conservazionistico e fitogeografico
-
Presenza di specie alloctone
4.2.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04)
Principali elementi di criticità interni al sito
(Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme
e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale)
-
Ridotte dimensioni e isolamento dei nuclei relitti di bosco igrofilo.
-
Inquinamento delle acque del Canale Emissario e del Canale Rogio.
-
Presenza di attività agricole di tipo intensivo.
-
Captazioni idriche estive per irrigazione delle colture.
-
Presenza di specie alloctone di flora quali ad esempio Amorpha fruticosa o Robinia pseudacacia. In
particolare quest’ultima tende a sostituirsi alla specie più tipiche dei boschi igrofili con una riduzione del
loro valore naturalistico.
-
Presenza di specie alloctone invasive di fauna (da segnalare gambero rosso, nutria, silvilago o
minilepre e bengalino comune).
-
Presenza di cinghiali che, in particolare nel periodo estivo, possono avere un impatto negativo sulla
flora e sulla fauna presente nelle residue zone allagate dei due Bottacci di Tanali e della Visona.
-
Fruizione turistica in aumento.
-
Attività venatoria nella porzione nord-orientale del sito.
-
Il pascolamento di animali domestici, che ha effetti positivi nei prati stagionalmente allagati, provoca
una riduzione della rinnovazione di farnia nel bosco di Tanali.
-
Diffusione dei canneti a danno dei magnocariceti e degli specchi d’acqua.
-
Incendi nei magnocarioceti e nei canneti.
-
Periodici interventi di ripulitura e ricalibratura della sezione idraulica nei canali di bonifica.
-
Controllo della vegetazione nei canali di bonifica mediante utilizzo di diserbanti.
-
Problemi di gestione legati alla presenza di aree demaniali affidate a diversi concessionari all’interno del
sito.
-
Presenza, nel settore nord-orientale del sito, di una vasta area militare destinata a lanci di paracadutisti.
Principali elementi di criticità esterni al sito:
-
Presenza di aree a elevata antropizzazione con assi viari, centri abitati sparsi e attività agricole di tipo
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Pagina 59
intensivo.
-
Inquinamento delle acque.
-
Gestione idraulica.
-
Attività venatoria con appostamenti fissi ai confini del sito.
-
Gestione dei chiari di caccia mediante incendi.
-
Captazioni idriche lungo i corsi che si immettono nei due Bottacci di Tanali e della Visona per
l’irrigazione di colture agricole e orti.
PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE
(Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme
e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale)
Principali obiettivi di conservazione7:
a) Conservazione/ampliamento dei boschi igrofili (E).
b) Conservazione dei mosaici di vegetazione elofitica e idrofitica, con adeguati livelli di eterogeneità
(E).
c) Controllo delle specie alloctone (E).
d) Conservazione delle emergenze floristiche e faunistiche presenti (M).
e) Miglioramento della qualità delle acque (M).
Indicazioni per le misure di conservazione:
-
Interventi a livello di bacino idrografico, o di intero Padule del Bientina, finalizzati al miglioramento
qualitativo degli apporti idrici e a una gestione dei livelli idrici, finalizzata anche al mantenimento
delle emergenze naturalistiche (E).
-
Esame della situazione attuale del pascolo, verifica rispetto agli obiettivi di conservazione e
adozione di opportune misure contrattuali per il raggiungimento delle modalità ottimali di gestione e il
recupero, almeno parziale, di aree abbandonate (E).
-
Programmi a medio termine di recupero/ampliamento degli elementi di maggiore interesse
naturalistico presenti nel sito (ad esempio mediante allagamenti) e loro inserimento nel contesto di
un piano di riqualificazione naturalistica dell’area demaniale del bientina (E).
-
Azioni di controllo della fauna e della flora alloctona invasiva (E) e del cinghiale (B).
-
Gestione del canneto con tagli periodici a rotazione (M).
Necessità di Piano di Gestione specifico del sito:
Media. In considerazione della maggiore estensione del sito rispetto alle aree protette, appare utile la
realizzazione di un piano complessivo. Le due ANPIL sono inoltre attualmente sprovviste di regolamenti di
gestione.
7 Legenda obiettivi e misure di conservazione:
Agli obiettivi, così come alle misure di conservazione è stato attribuito un livello di importanza relativo a quel sito
secondo la seguente classificazione: B: bassa; M: Media; E: Elevata; EE: molto elevata
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Pagina 60
4.3- SIR-SIC n° 63 “Le Cerbaie” (IT5170003)
Estensione: 6504,51 ha
Altitudine: Min 10 m s.l.m. Max 117 m s.l.m.
Regione biogeografica: mediterranea
Legislazione di riferimento: L.R. 56/00 e s.m.i.; Del G.R. 644/2004
Il sito non ricade in Comune di
Altopascio ma risulta contiguo al suo
confine sud occidentale.
Confini amministrativi
Provincia
Superficie del sito ricadente nel
territorio provinciale (ha)
% di territorio provinciale all’interno del sito
rispetto alla superficie totale del sito
1901,472
0,265
4602,673
0,103
29,23
0,0041
70,76
0,0016
Firenze
Pistoia
Pisa
Lucca
Comuni
Altopascio (LU)
Fucecchio (FI)
Bientina (PI)
S. Croce sull’Arno (PI)
S. Maria a Monte (PI)
Calcinaia (PI)
Castelfranco di Sotto (PI)
Ponte Buggianese (PT)
Cod
ISTAT
048019
050001
050033
050035
050004
050009
047016
Superficie
del
comune
(ha)
Territorio
comunale
nel sito
(ha)
% di territorio comunale
all’interno del sito
rispetto alla superficie
totale del sito
% di territorio
comunale
all’interno del sito
rispetto alla
superficie
comunale totale
2870
6513
2926
1692
3829
1500
4832
2947
0,103
1901,472
523,6
348,84
1512,25
229,71
1988,818
0,265
0,002
29,23
8,04
5,36
23,25
3,5
30,58
0,004
0,0036
29,19
17,88
20,6
39,50
15,3
41,16
0,009%
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 61
4.3.1- Descrizione
Le colline delle Cerbaie si trovano tra la valle dell’Arno a sud, il Padule di Bientina a ovest e il Padule di
Fucecchio a est.
I suoli, data la natura prevalentemente limoso-argillosa, presentano buona potenzialità idrica e, in occasione
di intense precipitazioni, mantengono elevate quantità di umidità con frequenti periodi in cui i vallini
rimangono allagati. Qui, come nelle residue aree del Bientina e c/o il Lago di Sibolla, si trovano le condizioni
microclimatiche ed ecologiche per cui sono ancora presenti rare comunità vegetali e specie considerate
relitte, in quanto testimonianza di flore e vegetazioni dell’ultima glaciazione (oltre 20000 anni fa) o di climi
passati più caldi (caldo–aridi e caldo-umidi) anche risalenti all’era Terziaria (20 milioni di anni fa come la
Osmunda regalis).
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Pagina 62
4.3.2- Vincoli di protezione
Presenza di aree protette
Riserva Naturale Statale Montefalcone EUAP0131
Atto istitutivo: riserva naturale biogenetica (D.M. 13 luglio 1977 )
Gestione: Corpo Forestale dello Stato tramite l’UTB di Lucca
Estensione: 503 ettari
Venne acquistata dallo Stato nel 1971 ed è interamente compresa nel SIR SIC 63 Cerbaie
Riserva Naturale Statale di Poggio Adorno EUAP0137
Atto istitutivo: riserva naturale di popolamento animale (D.M. 28 aprile 1980)
Gestione: Corpo Forestale dello Stato tramite l’UTB di Lucca
Venne acquistata dallo Stato nel 1971 ed è interamente compresa nel SIR SIC 63 Cerbaie
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Pagina 63
Siti Natura 2000
Il SIR 63 comprende il SIR-ZPS “Montefalcone”
(IT5170004), sito interamente compreso nel sistema
delle riserve Naturali Statali di Montefalcone e di
Poggio Adorno
4.3.3- Il biotopo
Geologia e geomorfologia
Le colline delle Cerbaie sono costituite prevalentemente da sabbie fini fluvio-lacustri del Pleistocene
contenenti ghiaie e conglomerati prevalentemente quarzitici alloctoni del Monte Pisano e delle Alpi Apuane,
con affioramento di sabbie gialle Pleistoceniche di facies marina nel versante meridionale.
Sono caratterizzate da un aspetto morfologico asimmetrico dovuto alla particolare storia geologica che ha
visto l’innalzamento dell’esteso sistema collinare nel Pleistocene medio (1,2 milioni di anni fa) dove tempo
prima era presente il mare:
-
dove emergono i sedimenti del mare pliocenico, più antichi e di natura prevalentemente sabbiosa
(zona di S. Maria a Monte, colline di Massarella e Torre) il paesaggio risulta articolato, con valli dalle
pendici abbastanza acclivi con una irregolare disposizione del reticolo idrografico che non segue
precise direttrici;
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Pagina 64
-
dove invece affiorano i sedimenti fluvio-lacustri del Pleistocene, più recenti e di natura
prevalentemente limosa e argillosa, il rilievo risulta molto regolare,con porzioni sub pianeggianti che
digradano in vallini non troppo profondi orientati in prevalenza verso nord e/o nord-ovest (zona di
Castelfranco di Sotto).
Idrografia
La dorsale collinare costituisce la linea spartiacque tra il Padule di Bientina e quello di Fucecchio e quindi i
corsi d’acqua della porzione occidentale confluiscono nel canale della Navareccia e quindi nel canale
emissario del Bientina e quelli del versante nord orientale confluiscono parzialmente nel Fosso Sibolla e poi
nel Canale del Capannone- canale Maestro- Canale Usciana.
Di interesse per quanto riguarda il Comune di Altopascio la porzione sud orientale che confina con il SIR
(zona di Chimenti) e che drena le acque superficiali nel Rio delle Stanghe a Lucca affluente nel Canale della
Navareccia.
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Pagina 65
4.3.4- Le biocenosi
4.3.4.1-Habitat
Nelle tabelle che seguono (Tab. 1, Tab. 2) si elencano gli habitat di interesse e le fitocenosi di pregio
presenti nel Sito. La lista è stata compilata su base bibliografica e tramite consultazione telematica del
Repertorio Naturalistico Toscano.
Riferimenti bibliografici
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT.
D – Del G.R 644/04 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna
selvatiche”.
M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000.
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO).
N- Scheda Natura 2000 aggiornata dalla Regione Toscana, su proposta della Provincia di Pisa, al 2009
Tab.1 – Habitat di interesse regionale e/o comunitario presenti nel SIR-SIC 63
Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000 (Del.C.R. 68/05)
Cod.
Corine
Cod.
Nat.2000
Laghi e stagni distrofici naturali
22,14
3160
Stagnetti temporanei mediterranei
22,34
3170
AI (p)
N
Lande e brughiere dei substrati silicei o decalcificati del piano collinare e
montano
31,2
4030
AI (p)
D, M
Prateie con Molina su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion
caeruleae) (2)
Boschi palustri a ontano
All. I Dir.
92/43/CEE
N
6410
44,3 e
44,2
Biblio
N
91E0
AI (p)
D, M
Torbiere con cumuli a Sphagnum magellanicum
51,1
7110
AI (p)
N
Boschi ripari mediterranei a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P.
nigra
44,141 e
44,6
92A0
AI
D,M
Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa Centrale del Carpinion betui
9160
N
Boschi a dominanza di castagno
41,9
9260
B, M
Formazioni erbacee dei fiumi mediterranei a flusso permanente con Salix sp.pl.
e Populus sp.pl.
24,53
3280
M
Boschi misti di latifoglie mesofile dei macereti e dei valloni su substrato calcareo
41,4
9180
Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale
44,4
91F0
M
Boschi e vecchi impianti artificiali di pini mediterranei
42,8
9540
M
AI (p)
N
(1) Habitat non presente nella L.R. 56/00, con nome di cui al Progetto RENATO
(p)= habitat prioritario
(2) = Altri habitat non inseriti nella LR 56/2000 e succ. modif. o in RENATO
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Pagina 66
Questi i tipi di habitat presenti nel sito e la relativa valutazione del sito come riportati nella scheda del
Ministero dell’Ambiente (08/07/2008) e ricompresi nell’allegato I della Dir 92/43/CEE:
Cod
9540
91F0
4030
9260
3280
92A0
91E0
Denominazione
Boschi e vecchi impianti artificiali di pini
mediterranei
Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino,
ontano e frassino meridionale
Lande e brughiere dei substrati silicei o
decalcificati del piano collinare e montano
Boschi a dominanza di castagno
Formazioni erbacee dei fiumi mediterranei a
flusso permanente con Salix sp.pl. e Populus
sp.pl.
Boschi ripari mediterranei a dominanza di
Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra
Boschi palustri a ontano
% coperta
Rappresentatività
Sup
relativa
Grado
conservaz
Valutaz
globale
20
C
C
B
C
18
A
C
A
A
10
A
C
A
A
7
D
2
C
C
B
C
2
C
C
B
B
2
B
C
B
B
Tab. 2 - Fitocenosi di interesse presenti nel SIR-SIC 63
Fitocenosi di particolare interesse
Bibliografia
Boschi misti acidofili a dominanza di Rovere delle Cerbaie (Frangulo alni- Quercetum petraeae Arrigoni)
D
Vallini igrofili a Carpinus betulus e Quercus robur delle Cerbaie (Toscana Settentrionale)
D
I boschi planiziari dei vallini costituiscono l’emergenza vegetazionale prioritaria del SIR-SIC e ospitano rare
specie di flora igrofila. Importanti anche gli habitat con Sphagnum sp.pl., Drosera rotundifolia ssp corsica,
Osmunda regalis, ecc., le stazione eterotpiche di Fagus sylvatica, i mosaici di magnocariceti, potamogeti (ad
es. Potamogeton polygonifolius) e piccoli specchi d’acqua (talora con Nymphaea alba,Utricularia vulgaris).
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Pagina 67
Il cerchio in rosso si riferisce alla zona più prossima al comune di Altopascio
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Pagina 68
4.3.4.2- Emergenze floristiche
Nella tabella che segue (Tab.2), compilata esclusivamente su base bibliografica e tramite consultazione
telematica con il Repertorio Naturalistico Toscano. si elencano le specie segnalate nel Sito, che in accordo
con i principali strumenti ufficiali di valutazione e protezione, risultano emergenze a causa della loro rarità e
vulnerabilità strettamente correlata a quella degli habitat lacustri e palustri.
Riferimenti bibliografici
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT
M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)
S- Le colline delle Cerbaie e il Padule di Bientina- Stato di conservazione della natura e gestione sostenibile
del paesaggio (S. Bacci, A. Bernardini, R. Corsi, F. Malfanti, M. Petrolo, 2007)
N- Scheda Natura 2000 aggiornata dalla Regione Toscana, su proposta della Provincia di Pisa, al 2009
Status RENATO
Red List Regionale
Red List Nazionale
Red List Mondiale
All. Conv. Berna
Nome comune
Arisarum proboscideum (L.) Savi
Arisaro codato
A
B, M, S
Asarum europaeum L.
Baccaro comune
A
B, M, S
Baldellia ranunculoides (L.) Parl.
Mestolaccia ranuculoides
A
Carex elata All.
Carice spondicola
A
S
Bibliografia
Specie
All. L.R.56/00
All. Dir. 42/93/CEE
Tab. 3 - Lista delle emergenze floristiche presenti nel SIR SIC 63
CR VU
B, M
Carex panicea L.
Carice migliacea
A
N
Cirsium palustre (L.) Scop.
Cardo di palude
A
S
Dictamnus albus L.
Limonella o frassinella
A
S
Drosera rotundifolia L. subsp. corsica
Rosolida corsica
Dryopteris affinis (Lowe) Fr.-Jenk ssp. borreri
Felce pelosa
A
B, M
Dryopteris carthusiana (Vill.) H.P.Fuchs
Felce certosina
A
B, M
Eleocharis multicaulis (Sm.) Sm.
Giunchina cespugliosa
A
Eleocharis palustris (L.) Roemer et Scultes
Giunchina palustre
A
B,M, S
Galanthus nivalis L. 1753
Bucaneve
A,
C1
S
Gentiana pneumonanthe L.
Genziana mettimborsa
A
B, M, S
Geum rivale L.
Cariofillata dei rivi
A
M
Hottonia palustris L.
Erba scopina
A
Hypericum mutilum L.
Erba di S. Giovanni
americana
A
Juncus bulbosus L.
Giunco bulboso
A
LR
Lathraea clandestina L.
A,C
CR CR
B, M, S
VU EN EN
N
VU EN
S
B,M,S
N
A
VU
B, M, S
Leucojum aestivum L.
Campanelli estivi
A,C
LR
S
Leucojum vernum L.
Campanelle comuni
A,C
B, M, S
Lilium bulbiferum L. subsp. croceum Chaix
Giglio di S. Giovanni
A
B, M
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Pagina 69
A
Malus dasyphylla Borkh.
Bibliografia
Erba porracchia
Status RENATO
Ludwigia palustris (L.) Elliot
Red List Regionale
A
Red List Nazionale
Listera maggiore
Red List Mondiale
All. L.R.56/00
Listera ovata (L.) R.
All. Conv. Berna
Nome comune
All. Dir. 42/93/CEE
Specie
M
EN EN
S
A
B, M
B
Malus fiorentina (Zaccagni) Schneider
Melo ibrido
A
Menyanthes trifoliata L.
Trifoglio fibrino
A
CR
B, M
Narcissus poeticus L.
Narciso selvatico
A,C
B, M.S
Nuphar luteum (L.) Sibth. et Sm.
Nannufero
A,C
B, M, S
Nymphaea alba L.
Ninfea bianca
A,C
Nymphoides peltata (Gmelin) O. Kuntze
Limnantemio
A
EN EN EN
B, M
Oenanthe aquatica (L.) Poiret
Finocchio acquatico cicutario
A
VU
N
Ophioglossum vulgatum L.
Ofioglosso comune
A
LR
S
Orchis laxiflora Lam.
Orchide acquatica
A
VU
B, M
Osmunda regalis L.
Felce florida
Polygala flavescens DC.
Poligala gialla
Polygala nicaeensis ssp. mediterranea var. italiana
Chodat
VU
S
A,C
B, M, S
A
B,M
A
Polygonatum latifolium (Jacq.) Desf
Sigillo di Salomone peloso
A
Potamogeton polygonifolius Pourret
Brasca poligonifoglia
A
Quercus robur L.
Farnia
A
Sagittaria sagittifolia L.
Sagittaria comune
A
Schoenoplectus lacustris (L.) Palla
Lisca palustre
A
VU
B,M
B,M
VU VU
S
S
EN VU
B, M
S
Scilla bifolia L.
Scilla silvestre
A
Sphagnum palustre L.
Sfagno
C
V
B, M, S
S
Sphagnum subnitens Russow & Warnstorf
Sfagno
C
V
B, M, S
Stachys palustris L.
Stregona palustre
A
Thelypteris palustris Schott
Felce palustre
A
Tilia cordata Miller
Tiglio selvatico
A
B, M
Tuberaria lignosa (Sweet)
Fior gallinaccio maggiore
A
N
Utricularia australis R. Br.
Erba vescica delle risaie
A
Utricularia minor L.
Erba vescica minore
A
Vallisneria spiralis L.
Vallisneria
A
Vinca minor L.
Pervinca
A
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
B, M
VU
EN VU
B, M
B, M
B, M, S
VU
B, M
B, M
Pagina 70
4.3.4.3- Emergenze faunistiche
Riferimenti bibliografici:
B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT
M – Schede del Ministero relative alla rete Natura 2000
R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)toriale per la Biodità di Luccaiver
P- Piano per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi
boschivi 2010-2014 nella Riserva Statale di Popolamento Animale di Poggio Adorno e nella Riserva Naturale
Biogenetica di Montefalcone a cura del Ministero Politiche Agricole e Forestali- CFS- Ufficio Territoriale per
la Biodiversità di Lucca
F- Fausto Fabbrizzi “La fauna” in AA.VV, 2004- La Riserva Naturale di Montefalcone-storia, ambiente,
territorio.
VERTEBRATI
Anfibi
Ordine
Urodela
Famiglia
Nome scientifico
Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758)
Triturus carnifex (Laurenti, 1768)
Hyla intermedia Boulenger, 1882
Rana dalmatina Bonaparte, 1838
Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758
Salamandridae
Hylidae
Anura
Raniidae
Nome comune
Bibliografia
Tritone punteggiato
Tritone crestato italiano
Raganella italiana
Rana dalmatina
Rana esculenta
B, M
B,M
M
B,M
B,M
Rana dalmatina Bonaparte, 1838
II, III
IV
III
V
Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758
Status in
Toscana
II, IV
IV
Status in
Italia
Hyla intermedia Boulenger, 1882
II
II
L.R. 56/00
III
Triturus carnifex (Laurenti, 1768)
IUCN
Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758)
Dir.
92/43/CEE
Nome scientifico
Conv. Berna
Conv. Bonn
Emergenze
Minacce
B
A
B
LR
B1
Rettili
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Nome Comune
Bibliografia
Squamata
Lacertidae
Podarcis muralis (Laurenti, 1768)
Podarcis sicula (Rafinesque, 1810)
Lacerta bilineata (Daudin, 1802)
Lucertola muraiola
Lucertola campestre
Ramarro
B, M
B, M
B, M
A
LR
IV
A
LR
Lacerta bilineata (Daudin, 1802)
II
IV
B
Status in
Toscana
IV
II
Status in
Italia
II
Podarcis sicula (Rafinesque, 1810)
L.R. 56/00
Dir.
92/43/CEE
Podarcis muralis (Laurenti, 1768)
Nome scientifico
IUCN
Conv. Berna
Emergenze
Minacce
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Pagina 71
Uccelli
Ordine
Famiglia
Accipitriformes
Accipitridae
Falconiformes
Falconidae
Anseriformes
Anatidae
Podicipediformes
Podicipedidae
Pelecaniformes
Phalacrocoracidae
Gruiformes
Rallidae
Strigiformes
Strigidae
Cod
Euring
Nome scientifico
Nome comune
Biblio
02870 Buteo buteo (Linnaeus, 1758)
Poiana
02690 Accipiter nisus (Linnaeus, 1758)
Sparviere
F
03040 Falco tinnunculus Linnaeus, 1758
Gheppio
B, M
01840 Anas crecca Linnaeus, 1758
Alzavola
B, M
01860 Anas platyrhynchos, Linnaeus, 1758
Germano reale
B, M
00070 Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764)
Tuffetto
P
00720 Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758)
Cormorano
P
04290 Fulica atra Linnaeus, 1758
Folaga
P
04240 Gallinula chloropus, (Linnaeus, 1758)
Gallinella d’acqua
07390 Otus scops (Linnaeus, 1758)
Assiolo
M, B
07610 Strix aluco Linnaeus, 1758
Allocco
P
P
P
Caprimulgiformes
Caprimulgidae
07780 Caprimulgus europaeus Linnaeus, 1758
Succiacapre
Coraciformes
Alcedinidae
08310 Alcedo atthis (Linnaeus, 1758)
Martin pescatore
P
Cuculiformes
Cuculidae
07240 Cuculus canorus Linnaeus, 1758
Cuculo
F
Columbiformes
Columbidae
06700 Columba palumbus Linnaeus, 1758
Colombaccio
F
08760 Picoides major (Linnaeus, 1758)
Picchio rosso maggiore
P
08480 Jynx torquilla Linnaeus, 1758
Torcicollo
F
F
Piciformes
Passeriformes
Picidae
M.B
Sittidae
15790 Sitta europaea (Linnaeus, 1758)
Picchio muratore
Motacillidae
10200 Motacilla alba Linnaeus, 1758
Ballerina bianca
F
Troglodytidae
10660 Troglodytes troglodytes (Linnaeus, 1758)
Scricciolo
F
Oriolidae
15080 Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758)
Rigogolo
F
Certhiidae
14870 Certhia brachydactyla Brehm, 1820
Rampichino
F
Fringillidae
16360 Fringilla coelebs Linnaeus, 1758
Fringuello
F
Corvidae
15390 Garrulus glandarius (Linnaeus, 1758)
Ghiandaia
F
Paridae
16640 Parus major Linnaeus, 1758
Cinciallegra
F
Aegithalidae
14370 Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758
Codibugnolo
F
Muscicapidae
13350 Muscicapa striata (Pallas, 1764)
Pigliamosche
F
13110 Phylloscopus collybita Vieillot, 1817
Luì piccolo
F
13150 Regulus ignicapilla (Temminck, 1820)
Fiorrancino
F
12670 Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789)
Occhiocotto
F
Sylviidae
Turdidae
Laniidae
12200 Cettia cetti (Temminck, 1820)
Usignolo di fiume
F
11040 Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831
Usignolo
F
12000 Turdus philomenos C.L. Brehm, 1831
Tordo bottaccio
F
11870 Turdus merula Linnaeus, 1758
Merlo
P
10990 Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758)
Pettirosso
15150 Lanius collurio (Linnaeus, 1758)
Averla piccola
P
C, B
A partire dalla stagione riproduttiva 1989 alcune coppie di Nitticora originarono una piccola garzaia in loc.
Rio delle Stanghe sulle Colline delle Cerbaie, poco distante in vicinanza dell’abitato di Massarella e distante
circa 3km in linea d’aria dal bacino palustre. Il sito, pur spostandosi nei boschi vicini a cerro, negli anni
seguenti, per episodi di disturbo verificatisi nella zona palustre, si amplia con la nidificazione anche di
Garzetta e di Sgarza ciuffetto . Dal 1994 per taglio del bosco ceduo di quercia e per ulteriori episodi di
disrturbo la colonia continua a spostarsi di anno in anno fino al 2000 quando fu diradata la pineta su cui gli
animali si erano insediati (A. Bartolini, 2003). Sono spesso presenti ardeidi come aironi cinerini, nitticore e
garzette presso le zone umide ma non si hanno individui nidificanti.
Dallo studio del dr Fabbrizzi nella Riserva Naturale di Montefalcone (2004), durante il periodo invernale è
stato avvistato l’astore (Accipiter gentilis) e risulta presente una discreta popolazione di Beccaccia (Scolopax
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 72
rusticola). Questa compare anche durante le migrazioni, come il tordo sassello (Turdus iliacus) e la cesena
(Turdus pilaris). Irregolarmente presenti anche la cincia mora (Parus ater) e il frosone (Coccothraustes
coccothraustes). Svernante regolare il lucherino (Carduelis spinus) da settembre ad aprile.
I
II/1, III/2
II/1,III/1
I
I
II/1, III/2
II/2
I
I
A
A
4
4
4
VU
LRntt
LRnt
Minacce
Status in Toscana
Status in Italia
IUCN
II
II
II
II
II
SPEC
II
III
II
III
III
III
II
III
III
III
II
II
II
II
III
L.R. 56/00
Conv. Bonn
PP
PP
PP
CC
CC
P
P
P
CC
CC
P
PP
PP
P
P
C
PP
PP
P
P
P
P
P
P
C
P
P
P
P
P
P
P
P
CC
P
P
Conv. Berna
Buteo buteo (Linnaeus, 1758)
Accipiter nisus (Linnaeus, 1758)
Falco tinnunculus Linnaeus, 1758
Anas crecca Linnaeus, 1758
Anas platyrhynchos Linnaeus, 1758
Ardea cinerea Linnaeus, 1758
Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764)
Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758)
Fulica atra Linnaeus, 1758
Gallinula chloropus (Linnaeus, 1758)
Caprimulgus europaeus Linnaeus, 1758
Otus scops (Linnaeus, 1758)
Strix aluco Linnaeus, 1758
Alcedo atthis (Linnaeus, 1758)
Cuculus canorus Linnaeus, 1758
Columba palumbus Linnaeus, 1758
Picoides major (Linnaeus, 1758)
Jynx torquilla Linnaeus, 1758
Troglodytes troglodytes (Linnaeus, 1758)
Motacilla alba Linnaeus, 1758
Sitta europaea (Linnaeus, 1758)
Certhia brachydactyla Brehm, 1820
Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758)
Fringilla coelebs Linnaeus, 1758
Garrulus glandarius (Linnaeus, 1758)
Parus major Linnaeus, 1758
Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758
Muscicapa striata (Pallas, 1764)
Phylloscopus collybita Vieillot, 1817
Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789)
Regulus ignicapilla (Temminck, 1820)
Cettia cetti (Temminck, 1820)
Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831
Turdus merula Linnaeus, 1758
Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758)
Lanius collurio Linnaeus, 1758
Dir. 79/409 CEE
Nome scientifico
L. 157/92
Emergenze
A2, A4, B2,B7
EN
A1, B1, C1
LR
A1, B4
EN
A1
II
II
A
A
A
4
4
2
2
4
3
LRnt
LRnt
LRnt
LRnt
A4, A5
A4, A5
LRnt
LR lc
A1, A2
II/1, III/1
II
II
II
II
II
II
II
III
3
A3,A5
4
II/2
II/2
I
II
II
II
II
II
II
II
II
III
II
II
II
3
4
4
4
A
3
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
VU
Pagina 73
Mammiferi
Ordine
Chiroptera
Artiodactyla
Carnivora
Famiglia
Vespertilionidae
Suidae
Cervidae
Canidae
Mustelidae
Lagomorpha
Leporidae
Sciuridae
Rodentia
Gliridae
Hystricidae
Nome scientifico
Nome comune
Hypsugo savii (Bonaparte, 1837)
Sus scropha Linnaeus, 1758
Capreolus capreolus (Linnaeus, 1758)
Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758)
Martes foina Erxleben, 1777
Mustela nivalis Linnaeus, 1766
Mustela putorius Linnaeus, 1758
Meles meles (Linnaeus, 1758)
Lepus europaeus Pallas, 1778
Sciurus vulgaris Linnaeus, 1758
Glis glis Linnaeus, 1766
Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758)
Hystrix cristata Linnaeus, 1758
Pipistrello di Savi
Cinghiale
Capriolo
Volpe
Faina
Donnola
Puzzola
Tasso
Lepre
Scoiattolo comune
Ghiro
Moscardino
Istrice
Bibliografia
B.M
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
B.M, P
CC
Capreolus capreolus (Linnaeus, 1758)
CC
Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758)
CC
Martes foina Erxleben, 1777
PP
III
P
III
Mustela nivalis Linnaeus, 1766
Mustela putorius Linnaeus, 1758
PP
III
Meles meles (Linnaeus, 1758)
P
III
Lepus europaeus Pallas, 1778
CC
Hystrix cristata Linnaeus, 1758
P
Glis glis Linnaeus, 1766
P
III
Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758)
P
III
Sciurus vulgaris Linnaeus, 1758
P
IV
A
LR
LR
V
A
DD
CR
IUCN
Status in
Toscana
Sus scropha Linnaeus, 1758
Status
in Italia
PP
L.R. 56/00
Hypsugo savii (Bonaparte, 1837)
Conv. Bonn
Dir.
92/43/CEE
Conv. Berna
Nome scientifico
L. 157/92
Emergenze
IV
IV
VU
4.2.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto
Il Matsococcus feytaudi è una cocciniglia appartenente all’ordine degli Omotteri e alla famiglia dei
Margarodidi originaria delle regioni atlantiche ed è un insetto succhiatore della linfa vegetale del pino
marittimo. E’ giunto in Italia attraverso il commercio di legname e ha provocato gravi danni alle pinete a pino
marittimo in particolare nel comprensorio delle colline delle Cerbaie (da circa il 1998).
Altre criticità:
-
Gestione forestale non conservativa
-
Espansione di rovo e Ulex
-
Interrimento delle zone umide e conseguente espansione di elofite
-
Presenza di cinghiali
-
Ingressione di Robinia pseudoacacia
-
Regimazione idraulica
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 74
-
Presenza di specia alloctone
4.3.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04)
Principali elementi di criticità interni al sito
(Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme
e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale)
- Estese porzioni del sito sono notevolmente antropizzate, con insediamenti sparsi, viabilità, presenza di
aree coltivate (numerosissimi gli orti familiari).
- Frequenti incendi, che comportano la degradazione della copertura forestale, favorendo la diffusione dei
popolamenti a pino marittimo con sottobosco di specie acidofile (felceti, uliceti, ecc.).
- Artificializzazione dei corsi d’acqua.
- Impatto degli ungulati sulla flora, particolarmente dannoso per le numerose bulbifere del sottobosco
(impatto elevato nella zona recintata della Riserva di Montefalcone).
- Diffusione di specie vegetali esotiche negli ecosistemi forestali, con particolare riferimento alla robinia
Robinia pseudacacia, che non di rado costituisce nuclei estesi, soprattutto lungo i corsi d’acqua dei “vallini”
umidi.
- Bonifica di aree umide per ampliare le zone agricole.
- Raccolta di sfagno e di specie rare di flora.
Principali elementi di criticità esterni al sito
Elevato grado di antropizzazione delle aree circostanti.
PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE
(Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme
e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale)
Principali obiettivi di conservazione
Conservazione dei vallini umidi con stazioni di Sphagnum,, rara flora relittuale e ontanete ripariali (E).
Tutela delle fitocenosi (E).
Mantenimento della copertura forestale di latifoglie di pregio (nuclei con farnia e/o rovere) (M).
Indicazioni per le misure di conservazione
Controllo degli incendi (E).
Verifica dello stato di conservazione dei “vallini” umidi, minacciati da ampliamenti delle zone agricole e dagli
interventi di regimazione idraulica (E).
Interventi di gestione selvicolturale finalizzati alla diffusione delle latifoglie autoctone di pregio (diradamento
delle pinete, piantagione di latifoglie autoctone, ecc.) (M).
Riduzione del carico di ungulati nella zona recintata della Riserva di Montefalcone (in corso) (M).
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 75
Progressiva sostituzione delle pinete con formazioni di latifoglie autoctone (M).
Necessità di Piano di Gestione specifico del sito
Elevata, ma relativa solo alle aree di maggiore interesse e criticità e solo per alcuni aspetti (cfr. sotto).
Necessità di piani di settore
Elevata necessità di un piano che coordini la gestione forestale alla scala del sito, in particolare per quanto
riguarda i boschi mesofili e igrofili.
Altrettanto elevata necessità di un piano per la conservazione dei vallini.
Note
Per le due Riserve Statali non esiste un piano di gestione. Il CFS gestisce l’area perseguendo i seguenti
obiettivi:
lotta fitosanitaria, sviluppo di un centro sperimentale per lo studio di alcune malattie animali, centro di
ospitalità per la fauna selvatica interessata dalla normativa CITES, recupero naturalistico del sito, didattica.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 76
5- Valutazione di incidenza delle previsioni urbanistiche
5.1- Fase di screening
Per quanto riguarda eventuali incidenze su habtat e specie presenti nei Siti della Rete Natura 2000 ricadenti
o contigui al comune di Altopascio, dal momento che si tratta di zone caratterizzate prevalentemente da
ambienti umidi, di seguito si considerano le possibili interazioni tra le previsioni interne alle UTOE e le
emergenze segnalate per gli stessi Siti tenendo conto prioritariamente della rete idraulica. Sono quindi
indicate delle misure di mitigazione a livello generale da integrare nelle NTA di RU.
Nelle schede di valutazione degli interventi previsti per ciascuna UTOE saranno meglio individuati i casi in
cui si rende comunque necessario procedere allo studio di incidenza, in forma di screening o quale analisi di
maggior dettaglio nell’ambito della progettazione.
5.1.1- SIR –SIC “Lago di Sibolla”
•
UTOE Marginone
L’UTOE a prevalente carattere residenziale ricade nel bacino idrografico del lago di Sibolla. Come descritto
nel capitolo sulla rete idrografica, in occasione di intense precipitazioni, le acque della porzione nord
occidentale del bacino sono drenate nel sistema del lago e delle zone palustri circostanti, altrimenti
confluiscono nella Gora del Molino e quindi nel Canale Navareccia.
Le previsioni urbanistiche devono quindi comportare specifiche misure di mitigazione funzionali a evitare
ogni possibile inquinamento delle acque che giungono nel Lago, ad esempio con un adeguato sistema di
raccolta e depurazione delle acque reflue (fuori bacino) e di sistemi di raccolta di acque meteoriche dilavanti
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 77
da superfici anche solo potenzialmente inquinate. Da evitare anche eventuali sversamenti di sostanze e di
solidi sospesi in occasione di lavori di movimento terra, per operazioni di cantiere, per lavorazioni agricole.
E’ inoltre vietato l’impianto di specie vegetali alloctone e invasive, così come l’introduzione di specie di fauna
alloctona anche a fini domestici e non di allevamento.
Da valutarsi con adeguati studi idraulici previsioni di consumo di suolo che comportino modifiche alla rete
idraulica superficiale alterando la funzione di corridoio ecologico funzionale assolta dal corso d’acqua e dalla
vegetazione ripariale (anche elofitica).
La presenza della linea elettrica ad alta e media tensione di Marginone, con grossi tralicci e numerosi cavi
aerei, rappresenta un elemento di forte disconnessione nell’ambito della rete ecologica, soprattutto in
considerazione del rischio di collisione e di elettrocuzione per specie ornitiche che si spostino tra le aree
umide costiere e le zone palustri interne (Bientina, Sibolla, Fucecchio). Risulta comunque importante
prescrivere l’interramento dei cavi aerei a servizio degli edifici e magari perseguire il progressivo
interramento dei cavi elettrici delle rete nazionale.
Fondamentale la presenza di elementi di connessione ecologica come filari, siepi e aree boscate, anche
macchie e arbusteti al limite dei campi; altrettanto importante il sistema dei fossi e canali per il quale sono da
attuarsi interventi di recupero e tutela, anche a fini di sicurezza idraulica evitando tombamenti e interruzioni
del regolare deflusso superficiale. Si ritiene necessario effettuare una procedura di screening dello studio di
incidenza al dettaglio di progetto per interventi di nuova edificazione a scopo produttivo o residenziale (in
questo caso non per ristrutturazioni o per ampliamenti dell’esistente che comunque non comportino problemi
di smaltimento reflui non in pubblica fognatura).
I singoli interventi saranno valutati nell’ambito delle schede di dettaglio per la valutazione ambientale
strategica e la valutazione integrata
•
UTOE Michi
Ha una destinazione prevalentemente residenziale.
Le previsioni urbanistiche devono garantire un adeguato sistema di raccolta e depurazione delle acque
reflue e sistemi di raccolta di acque meteoriche dilavanti da superfici. E’ vietato l’impianto di specie vegetali
alloctone e invasive, così come l’introduzione di specie di fauna alloctona anche a fini domestici e non di
allevamento.
Da valutarsi con adeguati studi idraulici previsioni di consumo di suolo che comportino modifiche alla rete
idraulica superficiale alterando la funzione di corridoio ecologico funzionale assolta dal corso d’acqua e dalla
vegetazione ripariale (anche elofitica).
Risulta importante prescrivere l’interramento dei cavi aerei a servizio degli edifici che rappresentano elementi
di disconnessione nell’ambito della rete ecologica, soprattutto in considerazione del rischio di collisione e di
elettrocuzione per specie ornitiche che si spostino tra le aree umide costiere e le zone palustri interne
(Bientina, Sibolla, Fucecchio).
Fondamentale la presenza di elementi di connessione ecologica come filari, siepi e aree boscate, anche
macchie e arbusteti al limite dei campi; altrettanto importante il sistema dei fossi e canali per il quale sono da
attuarsi interventi di recupero e tutela, anche a fini di sicurezza idraulica evitando tombamenti e interruzioni
del regolare deflusso superficiale.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 78
Si ricorda che nell’UTOE rientra l’azienda a rischio rilevante TOSCOGAS per la quale è vigente il RIR.
I singoli interventi saranno valutati nell’ambito delle schede di dettaglio per la valutazione ambientale
strategica e la valutazione integrata. Occhio alla Toscogas
•
UTOE Produttiva Altopascio 1
Anche se non appartenente allo stesso bacino idrografico del lago l’UTOE comprende terreni interessati da
fabbricati industriali oggi in disuso e in abbandono per i quali l’RU prevede il recupero a fini produttiviartigianali e commerciali. In particolare si fa riferimento all’ex stabilimento Cover, colorificio ceramico che per
anni ha costituito una vera minaccia per il delicato ecosistema lacustre e la zona umida circostante. Si tenga
in considerazione che l’area è interessata da un sito contaminato proprio a causa di materiali tossici nel
sottosuolo che hanno determinato un pericoloso percolato finito nel sistema idrico sotterraneo.
Per la vicinanza al sito (il complesso è separato dal SIR-SIC e dalla Riserva naturale dalla Via dei Sandroni)
e la destinazione prevista, si ritiene indispensabile che di ogni intervento sia verificata l’incidenza anche
potenziale sulle specie, gli habitat e le dinamiche ecologiche che lo caratterizzano.
In particolare sono da evitare aumenti di traffico sulla stessa Via dei Sandroni in cui è previsto l’accesso al
Centro visite della Riserva Naturale (come da progetto della Provincia di Lucca, vedi cap 5.2) per non
aumentare il rischio di collisione e di investimento di fauna selvatica e il disturbo alla stessa (a seguito di
inquinamento acustico e luminoso) e per non incidere sui delicati equilibi dell’ecosistema palustre
(sversamenti accidentali sull’asfalto, inquinamento atmosferico). Al tempo stesso l’attività insediata non deve
comportare alcun rischio anche potenziale o indiretto sull’ambiente sia per quanto riguarda emissioni in
atmosfera che nelle acque superficiali e sotterranee. Non devono essere installate luci rivolte verso l’esterno
dell’edificio e delle pertinenze dello stesso o verso l’alto ed evitati peggioramenti del clima acustico.
Eventuali barriere vegetazionali finalizzate alla mitigazione degli impatti dovranno essere costituite da specie
arboree ed arbustive autoctone e tipiche del contesto ambientale.
Da vietare lo stoccaggio e/o il deposito, anche temporaneo, di sostanze potenzialmente pericolose di
contaminare il suolo e le acque e da prevedersi specifici piani di gestione delle acque meteoriche dilavanti
da piazzali e dalle coperture (favorendo comunque opere utili per il risparmio idrico come cisterne e serbatoi
per acque a uso irriguo e antincendio ). Vietati gli emungimenti idrici superficiali e da falda.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 79
5.1.2- SIR-SIC “Le Cerbaie”
UTOE Chimenti
Parte della UTOE appartiene al bacino idrografico del Rio delle Lame a Lucca che solca in senso E-O la
porzione settentrionale del Sito e confluisce nel Canale della Navareccia e quindi nel Canale Emissario del
Bientina.
Si tenga conto nella parte alta del Rio delle Lame a Lucca è segnalato un vallino all’interno di un bosco
igrofilo a ontano nero che ha subito recentemente un pesante taglio all’interno del quale è stata trovata una
stazione di Hydrocotile vulgaris, oltre a Osmunda regalis, Blechnum spicant, Callitriche stagnatilis. Inoltre il
Rio delle Lame a Lucca, una volta confluito nel Rio Ponticelli, attraversa l’area di bonifica posta tra
Altopascio e Orentano che conserva discreti caratteri di naturalità nonostante siano stati effettuati anni fa
interventi che ne hanno gravemente compromesso la valenza conservazionistica (in particolare
estorbamenti).
Gli interventi previsti all’interno dell’UTOE, indipendentemente dalla loro esatta localizzazione, dovranno
tenere in considerazione le seguenti prescrizioni:
-
Evitare scarichi di acque reflue nel bacino del Rio delle Lame a Lucca e privilegiare forme di allaccio
alla pubblica fognatura invece che sistemi di depurazione autonomi
-
Divieto di impianto di specie vegetali alloctone e invasive
-
Mantenimento degli elementi di corridoio ecologico funzionale come la vegetazione ripariale ed
elofitica in fossi e canali, siepi, filari di piante autoctone e boschetti
Non si ritiene necessario procedere alla valutazione di singoli interventi previsti per l’UTOE e nemmeno tale
valutazione è richiesta in fase di presentazione del progetto.
I singoli interventi saranno valutati nell’ambito delle schede di dettaglio per la valutazione ambientale
strategica e la valutazione integrata.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 80
5.1.3- SIR-SIC “Ex alveo del Lago di Bientina”
-
UTOE Residenziale di Altopascio Nord-Badia Pozzeveri
-
UTOE produttiva del Turchetto
-
UTOE residenziale Altopascio Sud
-
UTOE Produttiva di Altopascio 1
-
UTOE produttiva di Altopascio 2
-
UTOE residenziale Spianate (parzialmente)
-
UTOE residenziale Marginone (parzialmente non in condizioni di forti precipitazioni)
La maggior parte delle UTOE del Comune di Altopascio risulta connessa idraulicamente al Padule di
Bientina. Alcune di tali UTOE si caratterizzano per la presenza di aree produttive-artigianali e commerciali
estese e per la presenza di importanti nodi infrastrutturali. Nonostante che le aree urbanizzate risultino
distanti dal Padule di Bientina e quindi non possano essere rilevati effetti diretti sugli habitat e sulle specie di
interesse conservazionistico, sono comunque da verificare eventuali collegamenti idraulici e sono da evitare
opere e infrastrutture che comunque vadano ad agire sui corridoi ecologici funzionali delle specie (in
particolare ornitiche) data la relativa vicinanza di più zone umide di valore internazionale (Bientina,
Fucecchio, Sibolla). Questi alcuni degli elementi che possono essere critici per la conservazione degli
habitat e delle specie del Sito:
-
Sito da bonificare in loc. Il Cerro
-
Stato di qualità delle acque del reticolo idraulico superficiale che risulta ampio e diffuso su tutta la
porzione occidentale del territorio comunale, compreso il Capoluogo, Badia Pozzeveri e il Turchetto
-
Nuova viabilità (III lotto)
-
Utilizzo agricolo intensivo dei suoli
-
Elementi di interruzione o di disturbo lungo i corridoio ecologici funzionali per le specie faunistiche
(cavi aerei, infrastrutture viarie..)
Si tenga conto che la proposta di area Ramsar si estende anche sulla porzione orientale del Padule, oltre la
SP Bientinese, nella zona compresa tra Altopascio e Orentano (Comune di Castelfranco di Sotto), proprio
per il valore naturalistico dei luoghi e la funzione assolta nell’ambito delle connessioni ecologiche anche con
il vicino SIR –SIC “Le Cerbaie”.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 81
5.1.4- SIR-SIC-ZPS “Padule di Fucecchio”
•
UTOE di Spianate (parzialmente)
La notevole distanza esistente tra l’UTOE a carattere prevalentemente residenziale e il Sito Natura 2000 non
esime dal valutare possibili incidenze dovute all’inquinamento delle acque del Fosso Sibolla che confluisce
nel Canale del Capannone lungo la sponda destra dell’area umida interna più grande della Toscana o alla
veicolazione di specie alloctone e invasive. Da evitare infrastrutture aeree che possano interrompere le
connessioni ecologiche funzionali tra le diverse aree umide interne costituite sia dal corso d’acqua che dalla
rete idraulica minore oltre che dalla vegetazione non soltanto prettamente ripariale o igrofila.
Uno degli elementi di criticità per la qualità delle acque del Fosso Sibolla è costituito dal depuratore di
Spianate.
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 82
5.2- Descrizione altri interventi previsti nella Riserva Naturale Lago di Sibolla
Dal Quadro conoscitivo dell’aggiornamento del PTC in corso si evidenziano i seguenti obittivi e azioni
specifiche per la riserva provinciale:
- recupero ambientale della Riserva
- fruizione più efficace e compatibile
Tali obiettivi sono parte di un progetto più ampio (“Masterplan” - “PIANO DI RESTAURO E
VALORIZZAZIONE AMBIENTALE”) elaborato nell’ambito del Piano di Sviluppo Socio- Economico della
Riserva nonché del sistema delle aree protette provinciali (di prossima adozione che vede il pieno
coinvolgimento degli Enti interessati, tra cui il Comune di Altopascio.
Nel suddetto master plan vengono individuate 3 proiorità di azione:
-
La prima priorità riguarda le politiche afferenti l’area umida, con la previsione, tra l’altro, di opere di
adeguamento del sistema fognario e della depurazione, (a partire dalla realizzazione di un impianto
di fitodepurazione per i reflui di Corte Moroni).
-
La seconda priorità riguarda la creazione di modalità di accesso, percorso e visita che rendano la
Riserva un punto di attrattività eco turistica e naturalistica A tale scopo sono previsti i seguenti
interventi:
o
un giardino didattico, adiacente al fitodepuratore, ove saranno fatte crescere alcune delle
specie botaniche più rappresentative della riserva, sia erbe palustri, sia alberi ed arbusti
tipici delle zone circostanti i lago.
o
un nuovo accesso e di un centro di visita per il pubblico quale punto per accoglienza –
informazioni - esposizione libri e materiale informativo, con semplici strutture didattiche e
dimostrative delle caratteristiche della Riserva, del suo habitat e delle specie vegetali e
faunistiche presenti e di partenza per le visite guidate;
o
un centro di documentazione multimediale, struttura polivalente, con ampi spazi attrezzati
esterni o parzialmente coperti, destinata ad accogliere una sala multimediale di
documentazione scientifica sulla storia del lago e sulle sue caratteristiche, una biblioteca
cartacea e informatica specializzata, nonché una sezione museale dedicata alla fauna del
lago (esposizione collezione Marchetti) ed idonea ad ospitare acquari, rettilari, terrari per
mostrare dal vivo determinate specie animali e vegetali di difficilissima osservazione in
natura e una sala per piccoli seminari scientifici.
-
La terza priorità è quella di estendere gli interventi di riqualificazione e valorizzazione turistica anche
al territorio circostante la Riserva naturale, mediante la realizzazione di percorsi a piedi o in bicicletta
che permettano il collegamento con altre zone di interesse naturalistico ambientale
Alcuni degli interventi previsti dal Masterplan sono stati inseriti all’interno della richiesta di finanziamento
relativa ai fondi del Programma Operativo Regionale POR-CReO-competitività regionale e occupazioneFESR 2007-2013 (asse prioritario II), articolata in due lotti , di cui il primo è stato selezionato come
ammissibile dalla Regione Toscana nel dicembre 2008.
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Pagina 83
L’area interessata dal centro visita e dal parcheggio va a occupareun terreno posto lungo Via dei Sandroni in
prossimità dei fabbricati industriali a oggi in disuso dell’ex colorificio Cover.
Sono da valutare in sede di progettazione eventuali effetti cumulativi determinati dal traffico eventualmente
indotto dal recupero dei fabbricati a uso artigianale-commerciale e dalla presenza del centro visita alla
Riserva quale polo attrattivo per il turismo nell’area.
All’aumento del transito di autoveicoli (si pensi anche alla possibilità di accesso di pulman e scuolabus per
l’accesso di scolaresche o gruppi organizzati) infatti si associano:
-
Un possibile peggiorameneto della qualità dell’aria
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Pagina 84
-
Un aumento dell’inquinamento acustico e luminoso
-
L’aumento del rischio di collisioni e investimenti di specie animali in transito
Da valutare inoltre la possibilità di accesso alla struttura mediante percorsi pedonali e ciclabili, magari inseriti
nell’ambito di una rete più vasta che interessi l’intero territorio comunale.
Il giardino didattico e l’area di fitodepurazione si collocano in una zona a cavallo tra l’area interna e l’area
contigua della Riserva Naturale attualmente interessati da terreni agricoli.
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Risulta sicuramente pleonastica la raccomandazione di utilizzare specie autoctone per il trattamento terziario
dei reflui. Da valutarsi anche l’accessibilità del giardino didattico e dell’impianto da parte di visitatori per
quanto concerne la viabilità esistente e la sostenibilità ambientale di un aumento del traffico circolante. Da
prevedersi percorsi pedonali e ciclabili che attraversino la Riserva e che siano accessibili anche a portatori di
handicap.
Per quanto riguarda la terza priorità, ai sensi dell’art. 18 c.4 del Regolamento della Riserva Naturale
provinciale (approvato con Del C.P. n° 145 del 22/0 7/1998) è stato elaborato un documento di indirizzi e
direttive per la pianificazione delle aree contigue. Questo atto di intesa “Direttive per la disciplina ambientale
e urbanistica dell’area contigua della riserva naturale provinciale del Lago di Sibolla- SIR-SIC 26” è stato
approvato da parte di Provincia e Comune: dalla Provincia con delibera di Consiglio Provinciale n. 209 del
30 dicembre 2009 e dal Comune di Altopascio con Del G.C. n° 160 del 003/08/2009. La stessa è stata
sottoscritta dal Presidente della Provincia di Lucca e dal Sindaco di Altopascio il 14 luglio 2010.
5.3- Coerenza tra le direttive e le prescrizioni sovraordinate con le NTA del RU
Le misure di mitigazione individuate e le direttive per le aree contigue sono confluite nelle NTA del
Regolamento Urbanistico come evidente da tabella seguente.
Alcune ulteriori informazioni e disposizioni sono inoltre citate nelle specifiche schede di paesaggio che
hanno una valenza “orizzontale” rispetto alle NTA in quanto analizzano il territorio comunale in maniera
“trasversale” e per aree omogenee dal punto di vista ambientale-paesaggistico.
Art.
Titolo
6.2
Aree facenti parte del
sistema ambientale del
lago di Sibolla
6.3
Vincolo Paesaggistico
17.5-
Impianti
carburanti
20.7
Piano di restauro e di
valorizzazione ambientale
distribuzione
Contenuti
1. Appartengono al Sistema Ambientale del Lago del Sibolla tutte le aree, indicate nelle Tavv. 6-13
con apposita perimetrazione, che alla luce di normative e discipline diverse, costituiscono un
vincolo o una salvaguardia per la risorsa del Sibolla.
2. L’esatta individuazione dei singoli vincoli e salvaguardie, di cui al comma precedente, di seguito
elencati con l’indicazione della normativa di riferimento, è indicata nelle Tavv. 3
a) Riserva Naturale Provinciale del Lago del Sibolla D.C.P. 48 del 28/05/1996 ai sensi dell'art.
15 L.R. 49 dell'11/ IV /1995 - D.Lgs. 42 del 22 / I / 2004 individuata anche come zona
omogenea E5 nelle Tavv. 6-13 e disciplinata all’ art. 28.
b) SIR – SIC 26 Codice Natura 2000 IT5120018 ai sensi della L.R. 56 del 6 IV 2000, del DPR
120/2003 e della Direttiva 92/43/CEE.
c) Area contigua al lago di Sibolla ai sensi della L.R. 49 dell’ 11/ IV /1995, a sua volta
classificata in 3 sotto-ambiti di diverso interesse ambientale individuati come zone omogenee
E6a, E6b e E6c nelle Tavv. 6-13 e disciplinati all’ art. 29.
d) Bacino idrografico del lago di Sibolla e Bacino idrografico dell’area umida (inerente alla
ricarica del lago della Paduletta, ubicato a sud-est del lago di Sibolla) disciplinati all’ art. 20.1.
1. Sono ricompresi all’interno del Vincolo Paesaggistico i seguenti beni o aree, riportati nelle Tavv.3a
e 3b:
a) Zona del Lago di Sibolla ai sensi del D.Lgs. 42/2004, art. 136, tipo c; DM 20/04/1977 –
Codice (G.U.) 152 / 1977.
c) Vincolo paesaggistico per il Lago di Sibolla ai sensi del D.Lgs. 42 del 22 gennaio 2004 (art.
142, ex L. 431 del 8 Agosto 1985). Detto vincolo ricomprende le aree entro 300 mt. dalla
linea di battigia del lago.
1. Nuovi impianti, nei limiti consentiti dal Piano comunale di distribuzione carburanti, dovranno essere
localizzati, totalmente o in parte, nelle fasce di rispetto stradale, in qualunque parte del territorio
comunale a esclusione delle aree da salvaguardare ai fini della qualità architettonica e
paesaggistica (aree limitrofe le mura del centro storico, Aree agricole della Pianura bassa, Aree
agricole collinari doc; Aree contigue alla Riserva Naturale del Sibolla).
1. Ai fini della valorizzazione della Riserva Naturale del Lago di Sibolla, dovrà essere redatto da parte
degli Enti territorialmente competenti, in maniera concorde, uno specifico “Piano di restauro e di
valorizzazione ambientale”, con i seguenti contenuti.
a) definizione, localizzazione e disciplina delle attrezzature finalizzate ad attività di recupero
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 86
Art.
Titolo
Contenuti
b)
c)
d)
e)
f)
21.1.7.
Prescrizioni ambientali
relative al “Bacino
idrografico del lago di
Sibolla” e al “Bacino
idrografico dell’area umida
21.1.7.a
Tutela del bilancio idrico,
dell’assetto idrogeologico
e dell’
impermeabilizzazione del
territorio
21.1.7.b
Tutela della qualità idrica
21.1.7.c.
Tutela della qualità e della
sostenibilità delle attività
agricole
1.
3c -
ambientale, di valorizzazione e di fruizione della Riserva Naturale e delle aree ad essa
contermini;
eventuale realizzazione di pozzi di emungimento, fossati, canalizzazioni, derivazioni e
adduzioni idriche, trincee drenanti, ecc.;
le azioni ed intese mirate alla riconversione degli edifici di tipo produttivo, laddove presenti,
che potranno ospitare attività anche artigianali e commerciali a servizio dell’agricoltura e della
ricettività;
possibili forme di integrazione tra attività agricole e attività di tipo turistico e/o di sviluppo
indirizzato a produzioni di qualità, unito a forme di vendita diretta presso punti specifici;
indicazioni puntuali per la progettazione e realizzazione di percorsi ciclo pedonali ed equestri;
l’individuazione e la modalità di realizzazione di parcheggi funzionali all’attività di
valorizzazione.
Le presenti prescrizioni di carattere ambientale sono riportate cartograficamente nella Tavv.
a. Nel bacino idrografico del lago di Sibolla e dell’area umida tutti gli interventi devono essere
finalizzati al mantenimento idrogeologico del sistema per cui non sono ammessi interventi
recanti modifiche al bilancio del sistema idraulico superficiale e freatico quali la realizzazione
di fossati, canalizzazioni, derivazioni e adduzioni idriche, trincee drenanti, ecc., mentre nuovi
pozzi sono ammessi esclusivamente ad uso domestico e dotati di contatore. Interventi in
deroga alla presente norma possono essere eventualmente autorizzati se previsti da uno
specifico piano di restauro e valorizzazione ambientale della Riserva concordato fra Comune
e Provincia oppure a fronte di un modello idrogeologico che, nell’ambito di una apposita
procedura di Valutazione di Incidenza, dimostri che l’intervento proposto non comporti impatti
sia pur minimi sull’alimentazione idrica del lago e dell’area umida né sotto il profilo
quantitativo, né sotto quello qualitativo.
b. E’ ammessa la realizzazione di cisterne e specchi d’acqua per la raccolta di acque piovane,
finalizzate ad usi irrigui e anti-incendio.
c. La posa in opera di piscine, di cisterne (per acqua) interrate e di impianti a rete con
canalizzazione sotterranea di qualunque tipo è subordinata alla dimostrazione di precise
garanzie sulla loro affidabilità in merito a tenuta e isolamento. Le piscine, inoltre, non devono
avere alcuna interferenza col sistema idraulico superficiale e freatico dell’ambito territoriale.
d. I movimenti di terre non devono interferire con il naturale sistema idraulico ed idrogeologico del
bacino, fatti salvi gli interventi di riqualificazione ambientale, quelli relativi alla realizzazione di
specchi d’acqua per la raccolta di acque piovane.
e. Il limite massimo di impermeabilizzazione per le aree non edificabili è 0,5% e le aree di sosta e
di parcheggio devono essere realizzate con soluzioni tecniche di permeabilità e corredate da
alberature.
f. Nelle operazioni di riconversione produttiva o di ristrutturazione edilizia delle attività industriali
devono essere eliminati i pozzi di emungimento a fini produttivi eventualmente esistenti.
a.I depuratori autonomi devono comprendere un trattamento terziario mediante fitodepurazione
con conferimento finale in acque superficiali, anche destinate all’irrigazione;
b. Sono vietati gli impianti fognari con pozzo perdente o comunque con conferimento finale nel
sottosuolo.
c. Non sono ammessi impianti di produzione, lavorazione e stoccaggio anche temporaneo di
sostanze tossiche e/o nocive, nonché l’esercizio di attività che possano comportare
inquinamento delle acque in qualunque forma, ivi compresa la torbida prodotta da
ruscellamento dell’acqua piovana su superfici in terra battuta o, comunque, priva di copertura
vegetale. Parimenti non è ammesso lo stoccaggio anche temporaneo di qualunque tipo di
rifiuti, compresi quelli classificati come “inerti” e “non pericolosi”. Tali prescrizioni non si
applicano al compostaggio domestico ed alle aziende agricole che praticano il compostaggio
di materiale vegetale e di letame derivanti da interventi di manutenzione e pulizia delle
aziende stesse. Non è invece ammissibile il compostaggio a fini commerciali, nonché quello
di materiali prodotti esternamente all’azienda. Non è mai ammissibile il compostaggio che
produca percolati o altre sostanze che compromettano la qualità delle acque superficiali e/o
profonde.
a. Sono incentivate tutte le forme di agricoltura a basso impatto ambientale, promuovendo la
conversione a prato o a pascolo, l’arboricoltura da legno in impianto misto, il set-aside, le
colture a perdere, l’agricoltura biologica come definita dal Reg. 2092/1991/CEE. Le colture
irrigue sono
b. Le attività di allevamento di alta e bassa corte e di stallaggio che esulino dalla copertura dei
fabbisogni e dei consumi familiari sono ammesse solo se accompagnate dalla realizzazione
di adeguate opere in grado di garantire la tutela della qualità idrica. In particolare, le strutture
di stabulazione all’aperto, tipo paddock o simili, devono essere dotate di adeguato sistema
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 87
Art.
Titolo
Art. 30
Zona E5: Riserva Naturale
Provinciale del Lago di
Sibolla
Art. 31
Zona E6: Aree contigue
della Riserva Naturale del
Lago di Sibolla
31.1
Area Contigua: disciplina
generale
Contenuti
fognario e di depurazione dei reflui e delle acque di ruscellamento superficiale; le piazzole di
stoccaggio anche temporaneo delle deiezioni devono essere coperte e impermeabili e,
qualora producano percolato, devono essere dotate di una cisterna stagna per il recupero dei
liquami.
c. L’uso di concimi organici in pieno campo è ammesso solo nella quantità prodotta dall’azienda
agricola mantenendo una distanza minima di tre metri dai fossi di scolo.
1. All’interno della Riserva Naturale vale la disciplina del Regolamento approvato con Del. C.P. 145
del 22 luglio 1998 , in conformità ai principi stabiliti dall’art. 11 della Legge 6 dicembre 1991 n. 394
ed agli indirizzi previsti dal Primo Programma Regionale per le aree protette di cui alla
deliberazione del Consiglio Regionale1 aprile 1995 n. 133.
2. In particolare costituiscono finalità del Regolamento della Riserva e del R.U. la tutela del biotopo
del Lago Sibolla, la conservazione del suo alto valore naturalistico, la conoscenza e lo studio delle
sue peculiarità scientifiche, la riqualificazione ambientale complessiva dell’area, la conservazione
delle formazioni vegetali igrofile tipiche dell’area palustre.
3. Eventuali nuove disposizioni sostitutive o integrative di quelle di cui ai commi 1 e 2 prevarranno
automaticamente su quelle sopra citate.
4. Nell’area della riserva o parte in essa e parte nell’area contigua, potranno essere realizzati centri di
visita, con relativo parcheggio, e aree da destinarsi a fitodepurazione e giardino didattico, come
individuati nella tav. 6b, assimilabili a zone F2.
1. L’area contigua della Riserva Naturale del Lago di Sibolla è stata individuata dal R.U. come Zona
E6 ed è stata suddivisa in tre ambiti nel modo di seguito definito, in funzione del diverso interesse
ambientale che le caratterizza:
A) Zone E6a - Area di prioritario interesse ambientale: si tratta delle aree più immediatamente
prossime alla Riserva Naturale caratterizzate da un elevato valore di naturalità per cui
necessitano di particolari forme di tutela.
B) Zone E6b - Area di elevato interesse ambientale: si tratta di aree ubicate nell’introno della
riserva che già ospitano insediamenti ed attività antropiche per cui il costituiscono una sorta
di “area filtro” tra la Riserva e le zone limitrofe a destinazione agricola, residenziale o
industriale-artigianale.
C) Zone E6c - Area di secondario interesse ambientale: si tratta di aree che non hanno
particolare rilevanza ambientale ma che necessitano di particolare tutela in quanto
strettamente connesse alla Riserva Naturale.
2. Il limite dell’Area contigua alla Riserva Naturale è ricompreso per ampi tratti all’interno dei “bacini
idrografici del lago di Sibolla e dell’area umida del lago Paduletta” per le quali vale la disciplina di
cui all’art.21.1.7.
1. Per tutte le aree all’interno dell’Area Contigua, vale la disciplina definita per le aree agricole di cui
all’articolo 25 delle presenti norme, e all’art. 21.1.7, con le seguenti precisazioni
A) DESTINAZIONI
- residenza;
- agricoltura a basso impatto ambientale ed attività ad essa connessa;
- prato pascolo;
- arboricoltura da legno in impianto misto;
- set-aside;
- colture a perdere;
- agricoltura biologica;
- la zootecnia;
- pubbliche o di interesse pubblico.
B) ATTIVITA’ AGRICOLE
1. Gli impianti di emungimento ad uso irriguo nell’ambito di aziende agricole devono essere sottoposti a
controllo della vulnerabilità; in particolare la realizzazione di nuovi pozzi deve prevedere
obbligatoriamente l’installazione di contatori.
C) ATTIVITA’ PRODUTTIVE
1. Sui fabbricati destinati ad attività produttive sono ammessi interventi di ordinaria e straordinaria
manutenzione.
2. Sono altresì consentiti gli interventi sino alla ristrutturazione edilizia con intervento diretto o di
Sostituzione Edilizia e Ristrutturazione Urbanistica con Piano di Recupero, qualora sia prevista la
delocalizione dell’attività produttiva ed il cambiamento di destinazione d’uso con attività compatibili,
mirati alla valorizzazione e alla fruizione della Riserva Naturale quali: commerciale, direzionale, di
servizio pubbliche e private di cui ai punti da 1 a 5 elencati all’art.16 delle presenti norme. In tal caso
devono essere contemporaneamente dismessi anche i relativi impianti di emungimento industriali.
D) IMPIANTI DISTRIBUZIONE CARBURANTE
1. Non è ammessa la localizzazione di nuovi impianti di erogazione di carburanti.
G) IMPIANTI TECNOLOGICI
1. Gli impianti tecnologici a rete devono essere interrati all’interno delle sedi viarie esistenti; non è
ammessa la realizzazione di nuove palificate e l’istallazione di antenne, ripetitori, amplificatori di segnale
e di quant’altro possa indurre ulteriore aggravio dei campi elettromagnetici. Il graduale interramento delle
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 88
Art.
31.2
Titolo
Zone E6c – Area contigua
di secondario interesse
ambientale
Contenuti
linee aeree esistenti sarà oggetto di opportune intese con gli Enti gestori.
2. E’ vietata l’istallazione a terra di impianti solari termici e fotovoltaici e di impianti eolici con
aereogeneratori, ad esclusione del microeolico per uso domestico con potenza non superiore a 1,5 KW
3. L’illuminazione lungo la viabilità pubblica esistente deve essere realizzata con criteri di minor impatto
visivo e funzionale possibile, con punti luce schermati verso l’alto e di altezza limitata. Quella
eventualmente esistente, deve essere progressivamente adeguata.
4. L’illuminazione esterna degli edifici deve essere costituita da punti luce schermati verso l’alto e verso
il lago. Eventuali altre sorgenti luminose possono essere luci a bassa intensità ad alimentazione
fotovoltaica, oppure devono essere realizzate con sensori di prossimità.
H) INFRASTRUTTURE VIARIE
1. Non è ammessa la realizzazione di nuovi tracciati viari ad uso veicolare.
2. E’ ammesso il riordino e la manutenzione della rete esistente, nonché l’apertura di piste ciclo-pedonali
e/o equestri finalizzati alla valorizzazione dell’area protetta. Lungo i percorsi possono essere individuati
e valorizzati punti di vista panoramici verso il lago e verso le colline.
I) NUOVI EDIFICI AD USO ABITATIVO
1. Non è ammessa la realizzazione di nuovi edifici ad uso abitativo.
L) PARCHEGGI
1. E’ ammessa la realizzazione di parcheggi legati alle attività di valorizzazione della Riserva, realizzati
con materiali drenanti (ad esempio prato carrabile) e illuminati attraverso l’installazione di elementi
autoalimentati a energia solare. Devono inoltre essere preservate al massimo le alberature esistenti e
dovrà eventualmente essere prevista la piantumazione di ulteriori alberature, in modo da migliorare la
schermatura della riserva ed ombreggiare il parcheggio.
M) SERRE
1. Non è ammessa la realizzazione di nuove serre, fatta esclusione di quelle temporanee di superficie
non superiore a 200 mq.
2. Nell’attuazione di tutti gli interventi dovranno pertanto, essere privilegiati materiali tradizionali quali
coppi e tegole toscane per le coperture, cotto e intonaci a calce per le finiture esterne, ferro e legno per
gli infissi, tinteggiature con colori di terra; elementi accessori e pertinenziali eseguiti con analoghe
caratteristiche; si dovrà avere particolare cura per il rispetto del paesaggio agrario, della trama viaria
poderale, delle emergenze naturali, paesaggistiche e storiche presenti compreso il mantenimento delle
colture agricole e idrauliche, l’accrescimento delle piantumazioni di alto fusto e di quelle arbustive tipiche
della zona.
1. La Zona E6c comprende aree a destinazione prevalentemente agricola, caratterizzate da una bassa
densità insediativa diffusa, che non hanno particolare rilevanza ambientale, ma che, per le loro
caratteristiche e la loro collocazione, si prestano ad accogliere strutture ed attività ecosostenibili, mirate
alla valorizzazione e alla fruizione della Riserva.
2. In tali aree, oltre alle limitazioni di cui al precedente art. 30.1, valgono quelle di cui ai successivi punti:
A) ATTIVITA’FAUNISTICO VENATORIA
1. Non è ammessa l’istituzione di aree per addestramento cani, tiro al piattello o simili.
B) CORSI D’ACQUA
1. Relativamente al reticolo idraulico che corre in prossimità delle strade (Fosso Molino, Fosso Sibolla,
Fiume Pescia di Collodi) sono impedite opere di tombatura e di rettifica dei tracciati, ad esclusione di
quelli necessari agli attraversamenti, e deve essere garantito e, ove possibile, recuperato in caso di
interventi, il ripristino della percorribilità pedonale degli argini
C) INFRASTRUTTURE VIARIE
1. Lungo la viabilità che attraversa l’area o si sviluppa ai margini della stessa non è ammessa l’introduzione di cartellonistica pubblicitaria, ad eccezione di quella informativa delle caratteristiche del sito,
previa approvazione da parte dell’organo di gestione della Riserva.
D) PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE
1. E’ consentito il cambio di destinazione d’uso di edifici esistenti da uso non abitativo per la creazione di
una unità immobiliare purchè siano soddisfatte le seguenti condizioni:
- l’edificio o manufatto abbia una superficie utile lorda maggiore di 80 mq in un unico corpo di
fabbrica, di cui almeno 15 da destinare a locali accessori e/o pertinenziali;
- sia presente nel raggio di 50 mt dal manufatto un altro fabbricato a prevalente carattere
residenziale;
- siano necessari soltanto adeguamenti alle opere di urbanizzazione esistenti.
L’intervento è concesso senza aumento della superficie utile lorda ma sosltanto con l’eventuale
incremento volumetrico minimo necessario per l’adeguamento delle altezze dei piani esistenti.
2. Sono ammesse recinzioni tipologicamente coerenti con le caratteristiche territoriali, degli edifici e delle
relative pertinenze, un’accorta progettazione della recinzione dovrà permettere di mantenere le eventuali
visuali e al contempo contribuire a mascherare/occultare eventuali elementi dequalificanti. Le recinzioni
dovranno rispondere a criteri di massima semplicità ed integrazione, eventualmente anche attraverso la
messa a dimora di vegetazione arbustiva e/o arborea autoctona, e non dovranno costituire ostacolo allo
spostamento di animali non volatori di media taglia (ad es. volpe).
E) PIAZZALI E PARCHEGGI
1. Non è ammessa la realizzazione di piazzali o parcheggi destinati alla sosta e movimentazione di
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Pagina 89
Art.
Titolo
30.3
Zone E6b - Area contigua
di elevato interesse
ambientale
31.4
Zone E6a - Area contigua
di prioritario interesse
ambientale
Art 34
Indirizzi progettuali per le
singole UTOE
Contenuti
macchine operatrici, camion od altro che ecceda le necessità di singole aziende agricole o per l’uso
familiare privato.
2. Sono ammessi i parcheggi legati all’attività di valorizzazione della Riserva. L arealizzzaione di tali
parcheggi dovrà prevedere l’utilizzo di materiali drenanti e limitare l’eventuale illuminazione
all’istallazione di elementi autoalimentati ad energia solare.
F) PISCINE
1. Le piscine sono ammesse ad uso esclusivamente privato, con circuito idraulico chiuso, dovranno
essere realizzate con materiali e coloriture integrati al contesto ambientale.
1. La Zona E6a comprende le principali corti storiche e terreni più loro prossimi a destinazione
prevalentemente agricola la cui gestione è determinante soprattutto in relazione al controllo delle
condizioni ecologiche all’interno della Riserva Naturale.
2. In tali aree, oltre alle limitazioni di cui ai precedenti artt. 31.1 e 31.2, valgono quelle seguenti:
A) ATTIVITA’ AGRICOLE
1. Tutte le attività agricole devono adeguarsi alle norme di cui al Reg. CEE 834/2007 (ex Reg. CEE
2029/1991) relativo all’agricoltura biologica. Le colture non adeguabili devono essere convertite a prato,
bosco subnaturale o arboreto produttivo.
2. L’attività di pascolo è ammessa solamente a condizione che non comprometta l’integrità del cotico
erboso e non provochi fenomeni di compattazione e/o erosione dei suoli.
B) ZOOTECNIA
1. L’allevamento di bassa corte è consentito solo nelle quantità e qualità riconducibili al soddisfacimento
delle necessità di autoconsumo familiare.
1. La Zona E6a comprende le aree ad immediato contatto con la Riserva Naturale o caratterizzate da un
elevato valore di naturalità che costituiscono l’unico corridoio ecologico ancora relativamente efficiente
per evitare il completo isolamento della Riserva. Si tratta di aree caratterizzate da esigue attività agricole
residuali e da uno scarso tessuto edilizio esistente di tipo residenziale e rurale.
2. In tali aree, oltre alle limitazioni di cui ai precedenti artt. 31.1, 31.2 e 31.3, valgono quelle seguenti:
A) INFRASTRUTTURE VIARIE
1. La viabilità interpoderale, vicinale e comunale esistente deve essere limitata al transito di mezzi
motorizzati autorizzati (proprietari e conduttori dei fondi, personale in servizio, ecc.). Il transito pedonale
deve viceversa essere garantito.
B) PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE
1. Per gli edifici a carattere residenziale esistenti sono ammessi interventi fino alla ristrutturazione
edilizia, con la possibilità di limitati aumenti volumetrici volti esclusivamente alla realizzazione di
adeguamenti alla normativa igienico–sanitaria senza aumento di unità abitative.
2. Non è consentito il cambio di destinazione d’uso di edifici esistenti ad uso non abitativo.
C) PISCINE
1. Non è ammessa la realizzazione di nuove piscine.
D) POZZI
1. Non è ammessa in nessun caso la trivellazione di nuovi pozzi.
UTOE a prevalente carattere residenziale di Marginone ed UTOE a prevalente carattere residenziale di
Spianate
1) Parte dell’UTOE di Marginone e di Spianate sono ricomprese all’interno dell’ “Area del bacino
idrografico” e dell’ “Area umida” del Lago di Sibolla; pertanto negli interventi di trasformazione deve
essere osservata la disciplina di cui all’ art. 20.1.6.
UTOE a prevalente carattere produttivo di Altopascio 1
1) Oltre a quanto sopra parte dell’UTOE ricade all’interno dell’ Area Contigua alla Riserva Naturale del
lago di Sibolla (art. 30) ed all’interno del Bacino idrografico del lago di Sibolla e dell’area umida (art.
20.1.6); si tratta di aree che, pur non avendo valore ambientale in se stesse, hanno un impatto
significativo sull’ecosistema del Sibolla in quanto strettamente connesse al lago ed all’area umida
circostante; al fine di garantire le potenzialità di crescita delle attività economiche presenti sul
territorio ed, allo stesso tempo, di garantire la tutela delle risorse ambientali della Riserva all’interno
di dette aree si devono rispettare i seguenti indirizzi:
a) Nell’ambito della realizzazione di nuovi insediamenti industriali-artigianali, così come per la
riconversione o ristrutturazione di quelli esistenti devono essere previste caratteristiche
architettoniche compatibili dal punto di vista paesaggistico ed ambientale con la limitrofa
riserva; nelle tabelle di dimensionamento è stata definita l’altezza dei fabbricati in rapporto
alla distanza dall’area protetta. Inoltre è individuata una zona a filtro verde lungo via dei
Sandroni e lungo la parte nord di via dei Ferranti che deve essere opportunamente
piantumata con alberi di alto fusto tali da garantire dall’esterno la completa schermatura di
dette strutture in ogni stagione.
b) Per la parte ricompresa all’interno dell’ “Area del bacino idrografico del Lago del Sibolla” deve
essere osservata la disciplina definita al precedente art. 20.1.2.
c) Sono escluse nuove attività ad elevato impatto e rischio (impianti idroesigenti o con impatti
acustici significativi, produzione o lavorazione di sostanze tossiche o nocive, ecc.); per le
strutture esistenti che intendono cambiare tipologia di attività è ammessa la riconversione ad
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Art.
Titolo
Contenuti
uso commerciale, logistico e di servizio.
d) Ai sensi della L.R. 89/1998, come modificata dalla L.R. 67/2004 nonché del vigente Piano di
Comunale Classificazione Acustica, devono essere incentivati interventi di risanamento
acustico anche con l’ inserimento, ove necessario, di barriere fonoassorbenti da realizzarsi
con materiali integrati nel contesto paesaggistico.
e) Per l’illuminazione delle aree industriali-artigianali devono essere utilizzati punti luce schermati
verso l’alto, di altezza limitata e luci azzurrate o rosse. Non sono ammesse insegne luminose
insistenti direttamente su via dei Sandroni e Via Ferranti.
5.3-Indicatori per il monitoraggio
Risorsa
Aspetti quantitativi
Acque
Aspetti qualitativi
Aria
Clima acustico
Conservazione
Inquinamento
elettromagnetico
Corridoi ecologici
Valorizzazione
Urbanistica
Dettaglio
Misura stagionale livelli idrici ed estensione degli specchi d’acqua
Misurazione portata in uscita dal Fosso Sibolla
Analisi chimico-fisiche e biologiche periodiche nelle stazioni di
campionamento individuate dal progetto 2003-2004 SECA/SACA
Stato trofico
Analisi chimico fisiche del sedimento di fondale per stato trofico
Funzionalità sistema di fitodepurazione con monitoraggio a monte e a
valle
Capacità depurativa impianti di depurazione
Biomonitoraggio lichenico
Metri di barriera acustica realizzati lungo il tracciato autostradale
Barriere vegetazionali realizzate
Verifiche acustiche mediante misurazioni periodiche
Estensione area protetta
Check list specie floristiche e faunistiche presenti
Tipologia ed estensione habitat
Metri di cavi aerei interrati/tot esistente
Metri di cavi aerei interrati (nuovi)
Efficienza dei corridoi in termini di distribuzione di specie
Metri di tracciati pedonali e ciclabili realizzati nelle aree circostanti la
RNP e di collegamento tra i SIR
N° presenze turistiche
N° interventi sottoposti a studio di incidenza
Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio
Ente attuatore
Provincia di Lucca
Provincia di Lucca
ARPAT/Provincia di Lucca
ARPAT/Provincia di Lucca
ARPAT/Provincia di Lucca
ARPAT/Provincia di Lucca
ARPAT
Comune/ARPAT
Comune/Società autostrade
Comune
Comune
provincia
Provincia
Comune
Comune
Provincia
Comune
Comune/Provincia
Comune
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