regolamento urbanistico
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Comune di Altopascio REGOLAMENTO URBANISTICO RAPPORTO AMBIENTALE: STUDIO DI INCIDENZA DLgs 152/06- L.R. 10/2010-L.R. 56/00 S.I.R.- S.I.C. n. 26 - LAGO DI SIBOLLA (IT5120018) S.I.R.-S.I.C. n. B03 – EX ALVEO DEL LAGO DI BIENTINA (IT5120101) S.I.R.-S.I.C. n° 63 – CERBAIE (IT5170003) Dott. Antonella Grazzini, Biologa Ottobre 2010 Indice 1- Introduzione 4 2- Il quadro normativo 5 2.1- Normativa comunicazione, nazionale, regionale in materia di biodiversità e Siti Natura 2000 5 2.2- Lo studio di incidenza dei piani e programmi 7 3 - Studio per la valutazione di incidenza: metodologia 4- Descrizione dei siti di importanza regionale 4.1- SIR-SIC n° 26 “Lago di Sibolla” (IT5120018) 8 10 10 4.1.1- Descrizione 10 4.1.2- Vincoli di protezione 12 4.1.3- Il biotopo 15 4.1.4- Le biocenosi 21 4.1.4.1- Habitat 21 4.1.4.2-Emergenze floristiche 23 26 4.1.4.3- Emergenze faunistiche 4.1.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto 35 4.1.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04) 36 4.2- SIR-SIC B03 “Ex alveo del lago di Bientina” (IT5120101) 39 4.2.1- Descrizione 39 4.2.2- Vincoli di protezione 41 4.2.3- Il biotopo 43 4.2.4- Le biocenosi 47 4.2.4.1- Habitat 47 4.2.4.2-Emergenze floristiche 48 49 4.2.4.3- Emergenze faunistiche 4.2.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto 59 4.2.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04) 60 4.3- SIR-SIC n° 63 “Le Cerbaie” (IT5170003) 62 4.3.1- Descrizione 63 4.3.2- Vincoli di protezione 64 4.3.3- Il biotopo 65 4.3.4- Le biocenosi 67 4.3.4.1- Habitat 67 4.3.4.2-Emergenze floristiche 70 4.3.4.3- Emergenze faunistiche 4.3.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio 72 75 Pagina 2 4.3.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04) 5- Valutazione di incidenza delle previsioni urbanistiche 5.1- Fase di screening 76 78 78 5.1.1- SIR –SIC “Lago di Sibolla” 78 5.1.2- SIR-SIC “Le Cerbaie” 81 5.1.3- SIR-SIC “Ex alveo del Lago di Bientina” 82 5.1.4- SIR-SIC-ZPS “Padule di Fucecchio” 83 5.2- Descrizione altri interventi previsti nella Riserva Naturale Lago di Sibolla 84 5.3- Coerenza tra le direttive e le prescrizioni sovraordinate con le NTA del RU 86 5.4- Indicatori per il monitoraggio 91 6- Riferimenti bibliografici Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio 92 Pagina 3 1- Introduzione Il presente lavoro ha lo scopo di valutare le pressioni e gli eventuali impatti sui seguenti siti di interesse comunitario localizzati al’interno e nell’intorno del Comune di Altopascio, in relazione all’attuazione degli interventi previsti dal regolamento urbanistico in fase di definizione: - Il SIR-SIC n. 26 denominato Lago di Sibolla ricadente interamente nel territorio del Comune di Altopascio- LU - Il SIR-SIC n° B03 “Ex alveo del lago di Bientina ” che non ricade nel territorio comunale ma confina con lo stessso nella porzione sud occidentale - Il SIR-SIC n° 63 “Le Cerbaie” che non ricade in c omune di Altopascio ma confina lungo il margine sud orientale. Dal momento che queste aree si trovano al confine bioclimatico tra la parte settentrionale e centrale della Toscana caratterizzate da climi assai diversi, più freddo e umido nella prima , di tipo più mediterraneo nella seconda, con precipitazioni minori e temperature medie più elevate, qua si trovano importanti comunità di piante e specie vegetali di notevole interesse fitogeografico e conservazionistico. Questo studio per mezzo di specifiche valutazioni verifica che gli interventi non incidano sugli obiettivi di tutela e conservazione degli habitat e delle specie che caratterizzano i siti prevedendo, ove necessario, opportune misure di mitigazione e/o soluzioni alternative (ove possibile). Nella figura seguente il sistema dei siti Natura 2000 ricadenti all’interno e in prossimità dei confini comunali è messo in relazione con la rete idrografica. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 4 2- Il quadro normativo 2.1- Normativa comunicazione, nazionale, regionale in materia di biodiversità e Siti Natura 2000 La Direttiva 92/43/CEE (conosciuta come Direttiva Habitat) relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche, attua una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione, denominata Rete Natura 2000 (Art. 3). Questa rete, formata da siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nell’allegato I e habitat delle specie di cui all’allegato II, deve garantire il mantenimento ovvero, all’occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate nella loro area di ripartizione naturale. La Rete “Natura 2000” comprende anche le zone di protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79/409/CEE (conosciuta come Direttiva Uccelli). Le due direttive prevedono che gli Stati membri adottino le opportune MISURE DI CONSERVAZIONE per evitare nelle ZSC (Zone Speciali di Conservazione) il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per il perseguimento degli obiettivi previsti. Le misure di conservazione costituiscono l’insieme di tutte le misure necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e di flora selvatiche in uno stato di conservazione soddisfacente. Inoltre la direttiva Habitat prevede (art. 6, par. 2) MISURE DI SALVAGUARDIA adottate dagli Stati membri “per evitare nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi” della stessa Direttiva. I par. 3-4 dell’art. 6 della Dir 92/43/CEE recitano: 3. Qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente a altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. L’art. 7 della Dir Habitat precisa che gli obblighi derivanti dall’art. 6, paragrafi 2,3,4 si applicano anche alle Zone Speciali di Conservazione previste dall’art. 4, paragrafo 2, della direttiva Uccelli. Si precisa quindi che le misure di tutela non si applicano soltanto ai siti della Rete Natura 2000 ma anche per piani o progetti all’esterno di essi che possano avere incidenza sugli habitat e le specie per cui il sito è stato designato. La Direttiva Habitat è stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano con il D.P.R. 357/97 “Regolamento recante attuazione della Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”, modificato e integrato dal D.P.R. n° 120/2003. A livello regionale, è stata data attuazione alla Direttiva nel 1996 con il progetto Bioitaly che ha portato all’individuazione dei perimetri e la schedatura dei Siti di importanza Comunitaria (SIC), delle Zone di Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 5 Protezione Speciale (ZPS), oltre che di Siti di Importanza Nazionale (SIN) e di Siti di Importanza Regionale (SIR): l’elenco dei siti è stato approvato con Del C.R. n° 342/1998. Con la L.R. 56/00 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”- Modifiche alla L.R. 7/98- Modifiche alla L.R. 49/95”, recentemente modificata e integrata da altre disposizioni legislative, la Regione Toscana ha approvato l’elenco dei Siti della Rete Natura 2000 e ha individuato un più esteso elenco di habitat e specie rispetto a quello elaborato a livello comunitario e nazionale, tenendo conto delle peculiarità e quindi delle necessità di conservazione del proprio territorio. Normative di interesse: - Del G.R. n° 1148/2002. Indicazioni tecniche per l ’individuazione e la pianificazione delle aree di collegamento ecologico - Del C.R. 06/2004 Perimetrazione dei siti di importanza regionale e designazione di zone di protezione speciale in attuazione delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE - Del G.R. 644/00 Attuazione dell’art. 12, comma 1, lett a) della L.R. 56/00-Approvazione delle “norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale (SIR), che costituiscono le misure di conservazione dei siti medesimi”. - Del G.R. n° 923/2006. Approvazione di misure di c onservazione per la tutela delle Zone di protezione Speciale (ZPS), ai sensi delle Direttive 79/409/CEE, 92/43/CEE e del DPR 357/97 come modificato con il DPR 120/2003 - Del G.R. n° 454/08 “D.M. 17/10/2007 del Ministero Ambiente e tutela del Territorio e del Mare- Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a zone speciali di conservazione (ZSC) e zone di protezione speciale (ZPS) Attuazione”. Esse costituiscono norme a integrazione delle Norme tecniche già approvate con Del G.R. 644/04. - DM 03/04/2009. Secondo Elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia mediterranea in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE - Del. C..R. 80/2009. Designazione di nuovi siti di importanza comunitaria (SIC ) e di zone di protezione speciale (ZPS) ai sensi della Dir 92/43/CEE e 79/409/CEE e modifica dell’allegato D (elenco dei suti di importanza regionale) Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 6 2.2- Lo studio di incidenza dei piani e programmi Ai sensi dell’art. 1 c.4 della L.R. 56/00 (come modificato dall’art. 194 della L.R. 01/05) “i siti di cui all’allegato D nonché i geotopi di importanza regionale (GIR) di cui all’art. 11 costituiscono invarianti strutturali ai sensi dell’art. 4 della L.R. 01/05 e fanno parte dello statuto del territorio di cui all’art. 48, c.1 e 2 della medesima legge. Questo è stato recepito a livello del Piano Strutturale di Altopascio. La valutazione di incidenza, a livello nazionale, è normata dall’art. 5 del D.P.R. 120/03 che ne specifica finalità e contenuti (allegato G). Per quanto riguarda la Regione Toscana, la valutazione di incidenza è normata dall’art. 15 della L.R. 56/00, come modificato dall’art. 194 della L.R. 1/2005 e dalla L.R. 10/2010. c.2. Gli atti della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore e le loro varianti, non direttamente connessi o necessari alla gestione dei siti, per i quali sia prevista la valutazione integrata ai sensi della L.R. 1/2005, qualora siano suscettibili di produrre effetti sui siti di importanza regionale di cui all’allegato D o su geotopi di importanza regionale di cui all’articolo 11, contengono apposito studio ai fini dell’effettuazione della valutazione di incidenza di cui all’art. 5 del DPR 357/1997. c. 2 bis. Lo studio di cui al c. 2 integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione integrata di cui all' articolo 16, comma 3, della L.R. 1/2005 , ai fini dell'individuazione dei principali effetti che il piano può determinare sul sito o sul geotopo interessati, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli stessi. (…) c. 4. Fatto salvo quanto previsto ai commi 4 bis e 4 ter, la valutazione di incidenza relativa agli atti di pianificazione di cui ai commi 2 e 3, è effettuata dalla stessa amministrazione competente alla approvazione degli stessi. L’amministrazione competente approva gli atti di pianificazione quando accerta che la loro attuazione non pregiudica l'integrità del sito o del geotopo interessato. Nel caso di atti di pianificazione interprovinciali, intercomunali o tra altri enti locali, la valutazione di incidenza è effettuata d’intesa tra le amministrazioni competenti. In caso di mancato raggiungimento dell’intesa, la valutazione di incidenza è effettuata dalla Regione. c. 4 bis. Per gli atti di pianificazione e loro varianti di competenza dei comuni o di altri enti, diversi dalla Regione e dalla provincia, che interessano il territorio compreso in tutto o in parte all’interno dei siti di importanza regionale di cui all’allegato D o dei geotopi di importanza regionale di cui all’art. 11, la valutazione di incidenza è effettuata previa acquisizione del parere obbligatorio della provincia o dell’ente parco regionale o nazionale nei casi di cui all’articolo 3, commi 5 e 5 bis. (…) (…) 4 quater. In attuazione dell’art. 5, c. 6, del D.P.R. 357/1997, il termine per l’effettuazione della verifica di cui ai commi 1 sexies, 4, 4 bis e 4 ter, è di sessanta giorni, decorrenti dal ricevimento dello studio. Le autorità competenti alla verifica chiedono una sola volta le integrazioni dello stesso e, in tal caso, il termine di cui al presente comma decorre nuovamente dalla data di ricevimento delle integrazioni stesse. c. 5. Il procedimento di valutazione di incidenza si conclude con apposito provvedimento, contenente, ove necessario, le eventuali prescrizioni alle quali il proponente deve attenersi. Le disposizioni di cui all’art. 5, Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 7 commi 9 e 10 del D.P.R. 357/1997 si applicano anche con riferimento ai siti di importanza regionale ed ai geotopi. In ogni caso, la comunicazione di cui all’art. 5, c. 9, è fatta anche alla Giunta regionale. c. 6. Quando il sito di importanza regionale ospita un tipo di habitat naturale o una specie prioritari ai sensi del D.P.R. 8 settembre 1997, n.357 , l’applicazione del c. 5 è consentita esclusivamente per motivi di tutela della salute o della sicurezza pubblica, ovvero riconducibili alla stessa tutela dell’ambiente ovvero, previo parere della Commissione europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico. c.7. Fino all’approvazione della deliberazione prevista alla lett. c) del c. 1 dell’art. 12 si applica quanto disposto dall’allegato G del DPR 8 settembre 1997, n.357 . c. 7 bis. I pareri richiesti ai sensi dei commi 1 ter, 1 quater, 1 sexties, nonché 4 bis e 4 ter, devono essere rilasciati entro quarantacinque giorni dal ricevimento della richiesta medesima. Decorso tale termine in assenza della trasmissione del parere richiesto, o senza che l’organo adito abbia rappresentato esigenze istruttorie, l’amministrazione competente per la valutazione di incidenza invia diffida ad adempiere entro e non oltre il termine di quindici giorni, decorso inutilmente il quale provvede alle determinazioni di competenza previa valutazione espressa degli effetti implicati dalla mancata acquisizione del parere richiesto. (…) 3 - Studio per la valutazione di incidenza: metodologia La procedura della valutazione di incidenza deve fornire una documentazione utile a individuare e valutare i principali effetti diretti o indiretti, a lungo o a breve termine che il piano/progetto (o intervento) può avere sul sito Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Il percorso logico della valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica "Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites. Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC" redatto dalla Oxford Brookes University per conto della Commissione Europea DG Ambiente (2002). La metodologia procedurale proposta nella guida della Commissione è un percorso di analisi e valutazione progressiva che si compone di 4 fasi principali: • FASE 1: verifica (screening) - processo che identifica la possibile incidenza significativa su un sito della rete Natura 2000 di un piano o un progetto, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e che porta all'effettuazione di una valutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza risulti significativa; • FASE 2: valutazione "appropriata" - analisi dell'incidenza del piano o del progetto sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione e individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie; • FASE 3: analisi di soluzioni alternative - individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze negative sull'integrità del sito; • FASE 4: definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 8 proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato. Importante è evidenziare che “la probabilità di incidenze significative può derivare non soltanto da piani o progetti situati all’interno di un sito protetto, ma anche da piani o progetti situati al di fuori di un sito protetto. A esempio, una zona umida può essere danneggiata da un progetto di drenaggio situato a una certa distanza dai confini della zona umida [..] La procedura dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 , è attivata non dalla certezza, ma dalla probabilità di incidenze significative derivanti non solo da piani o progetti situati all’interno di un sito protetto, ma anche da quelli al di fuori di esso”. La redazione della presente valutazione di incidenza si è basata sul quadro conoscitivo acquisito per la redazione del piano strutturale, integrato dai risultati degli studi effettuati negli anni 2004-2007 messi a disposizione dalla Provincia di Lucca- Servizio urbanistica e da altro materiale bibliografico e documentario disponibile. Si è ritenuto opportuno valutare i potenziali effetti, anche indiretti degli interventi del RU anche su altri Siti di Importanza Comunitaria localizzati all’esterno dei confini comunali ma ad essi contigui e collegati idraulicamente con il territorio di Altopascio. Ove possibile, quindi è stato rispettato il principio di non duplicazione, evitando di riportare dati già ampiamente descritti nello studio di incidenza del PS redatto per il SIR-SIC “Lago di Sibolla”. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 9 4- Descrizione dei siti di importanza regionale 4.1- SIR-SIC n° 26 “Lago di Sibolla” (IT5120018) Estensione: 74,40 ha Altitudine: Min:16 m s.l.m. Max: 18 m s.l.m. Regione biogeografica: mediterranea Legislazione di riferimento: L.R. 56/00 e s.m.i.; Del G.R. 644/2004 4.1.1- Descrizione L’area interessata dal SIC fa parte di un ampio sistema appartenente al sottosistema di paesaggio PA1Pianure alluvionali di Firenze Prato e Pistoia- caratterizzato da depositi alluvionali recenti. Il Lago di Sibolla localizzato al margine orientale del bacino di Bientina, è un piccolo specchio lacustre collegato tramite l’emissario omonimo al più vasto Padule di Fucecchio. La superficie dello specchio d’acqua si estende per poco più di 1 ha ed è contornata da cinture di vegetazione tra loro differenziate. Il contesto generale in cui si inserisce il biotopo è profondamente antropizzato, circondato dall’area industriale e artigianale di Altopascio, da aree agricole, da infrastrutture lineari come l’autostrada A11, da un sito estrattivo e attraversato da un elettrodotto ad alta tensione. Il SIR-pSIC 26 Lago di Sibolla si sovrappone ampiamente alla Riserva Naturale Provinciale esistente e amplia i suoi limiti al settore nord-orientale, portando all’attenzione internazionale un’area nella quale si conservano peculiari entità floristiche e vegetazionali, testimonianza dei passati avvicendamenti climatici, ma anche del perduto assetto del Padule di Bientina di cui è stato alternativamente tributario. Merita ricordare Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 10 Aldovranda vesiculosa, pianta acquatica carnivora termofila, specie in pericolo critico e di interesse conservazionistico anche a livello comunitario (All. II, IV Dir. 92/43 CEE), e gli aggallati a Sphagnum, che ospitano entità microtermiche di significato relittuale come Menyanthes trifoliata, Anagallis tenella, Drosera rotundifolia e D. intermedia, costituiscono un habitat di interesse comunitario quale le “Piccole depressioni su substrato torboso con comunità a Rhynchospora alba e R. fusca” (cod. 7150). Estese le comunità elofitiche, essenzialmente fragmiteti e magnocariceti: quest’ultima tipologia appare particolarmente minacciata dall’invasione sia di Phragmites australis molto più competitiva di Carex elata, sia dall’Amorpha fruticosa, specie esotica di origine americana che dal Salix cinerea. Il sito, a sud dell’invaso palustre, ricomprende anche piccoli “Boschi palustri a ontano” (91E0), stagionalmente allagati e caratterizzati da un denso sottobosco a carici. Nel bacino, ogni forma di inquinamento chimico delle acque causato da reflui civili o industriali, da nutrienti e fitofarmaci utilizzati in agricoltura o da sostanze provenienti dai gas di scarico dei veicoli circolanti sull’autostrada, ma anche captazioni che possano alterare i livelli idrici dello specchio d’acqua, costituiscono preoccupanti fattori di rischio per le rare fitocenosi presenti, tipicamente legate a condizioni oligotrofiche. A tal proposito la Deliberazione n° 644/2004 auspica la realizzazione di un piano di gestione idraulica dell’intero bacino idrografico e ritiene di prioritaria importanza l’attuazione di un protocollo di gestione della vegetazione che possa limitare il fenomeno progressivo di interramento naturale e recuperare superficie libera dello specchio lacustre. Significativi anche i danni diretti arrecati alle cenosi autoctone da specie esotiche come il Procambarus clarkii e il Myocastor coypus. Lago di acque relativamente profonde, caratterizzato da un’ampia varietà di habitat, il Sibolla costituisce un’ importante tappa per le rotte di migrazione dell’avifauna tra la costa tirrenica e le aree umide interne (Bientina, Fucecchio, Stagni della Piana Fiorentina). Le zoocenosi sono similari a quelle brevemente descritte per il vicino Padule di Bientina; rispetto ai chiari palustri, la presenza di un più alto livello idrico, risulta comunque più idonea per anatre tuffatrici come le morette (Aythya fuligula) e moriglioni (Aythya ferina) e per specie ittiche come il luccio (Esox lucius), la tinca (Tinca tinca), la carpa (Cyprinus carpio) e l’anguilla (Anguilla anguilla) oltre che per entità alieutiche alloctone introdotte come la gambusia (Gambusia affinis), il persico trota (Micropterus salmoides), il persico sole (Lepomis gibbosus) e il pesce gatto (Ictalurus melas). Qua nidificano anche il tarabusino (Ixobrychus minutus) oltre al tuffetto (Tachybaptus ruficollis), alla folaga (Fulica atra) e alla gallinella d’acqua (Gallinula chloropus). Sempre più comune la presenza del cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e di limicoli che frequentano alcune piccole pozze presso le sponde e la sfagneta, soprattutto in primavera. E’ di recente segnalazione la presenza di una garzaia con presenza di varie specie di ardeidi con probabilità giunti dal vicino Padule di Fucecchio. Un tempo il paesaggio si caratterizzava quale prevalentemente agrario, a oggi nell’intorno del Lago si hanno attività produttive e commerciali in espansione fino a un decennio fa e infrastrutture stradali e a rete di una certa rilevanza strategica a livello nazionale- regionale (linee ad alta tensione, autostrada Firenze Mare). Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 11 4.1.2- Vincoli di protezione - DM Ministero Pubblica Istruzione (DM 16/02/1928) in cui si dichiara il laghetto di Sibolla area di “notevole interesse” e successivamente assoggettata ai vincoli della L. 29/06/1939 n° 1497 sulla protezione delle bellezze naturali; - Censimento del laghetto di Sibolla come “biotopo di rilevante interesse vegetazionale meritevole di conservazione” dalla Società Botanica Italiana (1971) e successivamente dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (1972) e dalla Regione Toscana (1977) - D.M. 20/04/1977 del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che ne ribadisce l’importanza quale “zona di notevole interesse pubblico” per le sue peculiari caratteristiche ambientali, floristico- vegetai zonali e faunistiche - Dal 1982 il laghetto di Siboilla e il territorio circostante fanno parte del “sistema delle aree protette della Toscana “ (L.R. 52 del 29/06/1982) e sono stati ufficialmente dichiarati Riserva Naturale Provinciale dalla Provincia di Lucca nel 1996 (Del C.P. n° 48 d el 28/5/1996), in attesa di essere ammessi come biotopo di interesse internazionale secondo i parametri della Convenzione di Ramsar del 02/02/1971 Riserva Naturale Provinciale “Lago di Sibolla” RPLU01 Estensione area protetta: 64,58 (di cui 63,86 ricadente nel SIR) Estensione area contigua: 233,46 (di cui 10,54 ha ricadenti nel SIR) Legislazione di riferimento: L.394/91 e L.R. 49/95 e s.m.i. Atto istitutivo: Del C.P. n° 48 del 28-05-1996 Regolamento: Del C.P. n° 145 del 22-07-1998 Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 12 Proposta Area Ramsar ai sensi della Del G.R. n°231/ 2004 In verde il SIR-SIC “lago di Sibolla. In azzurro la proposta di Area Ramsar Emergenza geologica L’articolo 64 delle Norme del PTC vigente (Titolo IV “Disposizioni finalizzate alla tutela dell’identità culturale del territorio”, Capo I “Il territorio rurale” Sezione II “Gli specifici elementi a prevalenza di naturalità”) precisa che i piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici comunali generali , anche in riferimento al c. 5 dell’art. 33 del PIT, verificano, integrano e dettagliano le individuazioni delle emergenze geologiche effettuate dalle tavole B.2 dello stesso PTC e dettano disposizioni volte a mantenerne e valorizzarne i caratteri distintivi, con l’osservanza dei seguenti commi. 2. Nelle emergenze geologiche sono ammissibili: a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici; b) le opere e le attività volte al miglioramento dell’assetto idrogeologico, ove non in contrasto con gli aspetti naturalistici e paesaggistici 3. Nelle emergenze geologiche non possono essere consentiti: a) l’esercizio di attività suscettibili di danneggiare gli elementi geologici o mineralogici; b) l’introduzione di qualsiasi forma di esemplari di specie vegetali non autoctone. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 13 4. Le emergenze geologiche possono essere oggetto di specifici progetti di iniziativa pubblica, definiti d’intesa tra tutte le amministrazioni competenti, volti a prevedere e a disciplinare le attività ammissibili e, in particolare: a) le attività di studio e di ricerca, a opera degli enti o degli astuti scientifici autorizzati b) l’eventuale realizzazione di attrezzature di supporto e di servizio, di percorsi e di spazi di sosta, di impianti tecnici di modesta entità, per favorire l’osservazione e la pubblica fruizione dei beni interessati. 5. Delle emergenze geologiche può essere definita compatibile la seguente utilizzazione: - attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio Si tenga in considerazone che le attività consentite nell’area sono normate dal regolamento d’uso della Riserva Naturale Provinciale “lago di Sibolla”. Il SIR del Lago di Sibolla si sovrappone quasi interamente all’emergenza geologica individuata dal PTC “Paleosuperficie delle Cerbaie con invaso relitto di Sibolla” come da immagine seguente: In verde il SIR-SIC “lago di Sibolla . In giallo barrato l’emergenza geologica Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 14 Area sensibile del bacino dell’Arno ai sensi della Del G.R. n° 6 del 2005 (approvazione del Piano di Tutela delle Acque della Toscana) La Regione Toscana ha identificato le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati provenienti da fonti agricole e le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, secondo i termini dettati dalle direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE, come recepite dalla normativa nazionale ed attuate in forma definitiva, prima dal D. Lgs. 152/99 e attualmente dal D.Lgs. 152/06. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 15 4.1.3- Il biotopo Idrografia Il Lago di Sibolla costituisce l’invaso di una più ampia area palustre caratterizzata da vegetazione igrofila, circondata da prati, incolti e campi coltivati situata nella depressione presente tra le colline di Montecarlo e delle Cerbaie. Nella parte sud orientale e orientale del bacino imbrifero si trovano ancora lembi di bosco igrofilo, con ontanete planiziali e di bosco mesoigrofilo, con querceti misti a roverella, farnia e qualche cerro. L’area insiste su sedimenti quaternari, definiti come “sabbie argillose rossastre, conglomerati e ciottoli in terrazzi, in discordanza su sedimenti lacustri e flaviolacustri del Villafranchiano” (Chetoni, 1985) ed è alimentata dalle acque di falda presente nei sedimenti palustri e dalle acque meteoriche che, attraverso fossi e canali di bonifica, corrono fino alla conca palustre su un bacino idrogeologico che si estende all’interno della valle alluvionale del Torrente Pescia di Collodi. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 16 Dagli studi condotti nell’ambito della redazione del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale e adesso del Regolamento Urbanistico (Ing R. Bessi e Geol P. Sani) in merito all’estensione del bacino idrografico che afferisce al lago, è emerso che, soltanto in occasione di precipitazioni particolarmente intense l’area situata a monte dell’autostrada A11, nella porzione Nord Occidentale, scola nel Lago. In generale, infatti, le acque della rete idrica superficiale vengono drenate dalla Gora del Molino e confluiscono quindi nel Canale della Navareccia e poi nel Canale Emissario del Bientina. L’unica area che presenta un reticolo idraulico superficiale che finisce nel sistema del Lago e delle zone allagate circostanti è quella a valle del tracciato autostradale, dove insistono i centri abitati di Ponte ai Pini e loc. Moroni. E’ ipotizzato un apporto da falde termominerali profonde legate a sistemi di faglie e di fratture recenti, forse legata alle falde regionali che alimentano il bacino termominerale di Montecatini e Bagni di Lucca, fenomeno che spiegherebbe la presenza di flora relitta, adatta a climi più caldi, sopravvissuta solo in queste zone ai periodi glaciali. Il bacino è delimitato a Nord dal fosso del Molino che non risuta in collegamento idraulico superficiale con il sito. Non sono quindi presenti immissari significativi ma si individuano zone di compluvio attraverso cui le acque confluiscono nell’invaso. Il Fosso Sibolla, scavato artificialmente per ragioni di difesa militare nel corso del 1200, costituisce l’emissario del Lago verso il Canale del Capannone nel Padule di Fucecchio. Per questo il bacino del Lago di Sibolla, un tempo endoreico, oggi appartiene idrologicamente al sottobacino del Canale Usciana, che affluisce nello scolmatore del Fiume Arno. Lo specchio d’acqua risulta di modeste dimensioni,( circa 12000 mq) ma risulta di fondamentale importanza quale biotopo d’acqua dolce risparmiato dai diffusi interventi di bonifica che hanno interessato i vicini paludi di Bientina (ex Sesto) e di Fucecchio.E’ stato quindi utilizzato nel corso della storia dai proprietari per l’attività venatoria e per la pesca, per il legnatico oltre che per lo sfalcio e la raccolta delle erbe palustri. Il Rio del Molino (un tempo Fosso della Contessa) non si sa se esistesse già come scolo naturale dell’area palustre verso il Padule di Bientina o se fu realizzato intorno al XII secolo per l’alimentazione del molino posto presso la Magione degli ospedalieri di Altopascio. In seguito tale Fosso fu collegato con la Pescia di Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 17 Collodi, per non incidere troppo sul livello del lago una volta che esso era stato collegato con il padule di Fucecchio. A oggi il Fosso del Molino non è più collegato idraulicamente con il bacino del Lago e finisce nel Canale della Navareccia e quindi nel Canale Emissario del Padule di Bientina. Qualità delle acque Dallo studio condotto da Simoni F. et al. (2004) dal novembre 2002 al novembre 2003, il laghetto di Sibolla risultava soggetto a eutrofizzazione con consistenti concentrazioni di clorofilla a anche nei periodi di assenza di pioggia, quando gli elementi nutrienti derivano soltanto da fonti interne al sistema. E’ proprio da luglio a settembre che questo parametro raggiunge le massime concentrazioni (137,7 mg/l), con un parallelo innalzamento del pH che da debolmente acido diventa sempre più alcalino con conseguente impatto sulle rare specie vegetali igrofile che rendono unico il biotopo del Sibolla. Altri fattori che potrebbero avere effetti sulla vegetazione sono da ricercare nel graduale incremento della temperatura media e in un clima molto asciutto nei mesi primaverili- estivi. Quando si verificano intensi fenomeni di pioggia, nel lago affluiscono massicci apporti di limo e di sostanza organica che si depositano sul fondo, riducendo la trasparenza e il livello delle acque e causando la caduta della tensione dell’ossigeno al limite della sopravvivenza dell’ittiofauna. In base alla tabella 11 dell’all. 1 del DL.vo152/99 il Laghetto di Sibolla risultava, per il parametro Clorofilla a (media annuale) nella classe 5 (scadente), per il parametro fosforo totale (media annuale) in classe 3 (sufficiente). Dal momento che la classificazione veniva effettuata rispetto al risultato peggiore, il Laghetto di Sibolla risultava classificato in classe 5 (pessimo). Analisi mensili circa la qualità chimico-fisica e biologica delle acque sono state effettuate dal Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie dell’Università di Pisa nel corso del 2003-2004 presso le seguenti stazioni: 1- Pescia di Collodi 2- Fosso del Molino 3- Canale immissario 4- Lago di Sibolla 5- Canale emissario I risultati mostrano concentrazioni di fosforo totale a indicare uno stato di eutrofia delle acque per tutto l’anno (valori di concentrazione compresi tra 35-100mg/l). Frequenti anche i valori di fosforo totale superiori a 100 mg/l, indice di acque ipereutrofiche, in particolare nel fosso del Molino, nel Canale Immissario e nel Canale Emissario, soprattutto nei mesi primaverili-estivi. Tali concentrazioni così elevate derivano quasi certamente da scarichi di reflui urbani e industriali. Per quanto riguarda i nitrati, risultano molto rappresentati i valori superiori a 500mg/l, indice di uno stato eutrofico difficilmente recuperabile. Questi gli esiti del lavoro: - Le acque del Fosso del Molino risultano le più inquinante in quanto si rilevano valori di nitrati superiori alla soglia durante tutto l’anno di sperimentazione, valori di fosforo totale superiori alla Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 18 soglia per buona parte dell’anno con picchi di inquinamento in agosto, ottobre, luglio e marzo, valori di clorofilla a superiore a 15 mg/l per tutto il periodo di studio. - Le acque del Canale immissario risultano molto inquinate per i 3 parametri (fosforo totale, azoto e clorofilla a - Le acque del lago di Sibolla risultano ipereutrofiche per azoto, fosforo e clorofilla a ma con livelli soglia inferiori rispetto alle 2 precedenti stazioni Nel 2007 è stato effettuato il campionamento di sedimenti dal fondale del Lago (Dr A. Ciurli e Dr A. AlpiDipartimento di Biologia delle Piante Agrarie- Università di Pisa) che hanno rilevato uno stato di acque eutrofiche, torbide e dominate dal fitoplancton. Le acque reflue del depuratore di Spianate (potenzialità di progetto 1000 A.E.), confluiscono nel Fosso Sibolla a valle del Lago e delle zone allagate circostanti e a valle anche della zona della Paduletta. Finiscono quindi nel Canale del Capannone all’interno del SIR-SIC-ZPS “Padule di Fucecchio”. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 19 4.1.4- Le biocenosi 4.1.4.1- Habitat Nelle tabelle che seguono (Tab. 1, Tab. 2) si elencano gli habitat di interesse e le fitocenosi di pregio presenti nel Sito. La lista è stata compilata su base bibliografica e tramite consultazione telematica del Repertorio Naturalistico Toscano. Riferimenti bibliografici B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT. Bm – Bartolini e Magrini, 2001 D – Del G.R 644/04 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”. M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000. R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO). Tab.1 – Habitat di interesse regionale e/o comunitario presenti nel SIR-SIC 26 (p): prioritario Cod. Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000 (Del.C.R. 68/05) Corine Cod. Nat.2000 All. I Dir. 92/43/CEE Bibliografia Paludi torbose neutro-basofile con formazioni a dominanza di Cladium mariscus e/o Carex davalliana (p). 53.3 7210 * D, M Piccole depressioni su substrato torboso con comunità a Rhynchospora alba e/o R. fusca. 54.6 7150 * D, M Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi. 37.4 6420 * M 22.4311 22.4313 - - Bm Comunità di idrofite radicate e non del Nymphaeion albae Questi i tipi di habitat presenti nel sito e la relativa valutazione del sito come riportati nella scheda del Ministero dell’Ambiente (08/07/2008) e ricompresi nell’allegato I della Dir 92/43/CEE: Cod Denominazione Piccole depressioni su substrato torboso con comunità a Rhynchospora alba e/o R. fusca. Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi Paludi torbose neutro-basofile con formazioni a dominanza di Cladium mariscus e/o Carex davalliana (p). 7150 6420 7210 % coperta Rappresentatività Sup relativa Grado conservaz Valutaz globale 30 B C B B 20 B B B B 3 B C B B Tab. 2 - Fitocenosi di interesse presenti nel SIR-SIC 26 Fitocenosi di particolare interesse Aggallato della Palude di Sibolla Bibliografia D Nell’area del Lago di Sibolla sono state individuate le seguenti tipologie ambientali ciascuna caratterizzata da tipica vegetazione (A. Bartolini e A. Magrini, 2001): - Superfici ad acque libere permanenti (circa 3 ha con max profondità di 2,5 m) con tipica vegetazione idrofitica che si presentava particolarmente ricca in specie e in individui fino agli anni ’90 e oggi in progressivo calo. - Superfici ricoperte da briofite appartenenti al genere Sphagnum, poggianti su substrato torboso e, almeno in passato, galleggianti (e per questo dette aggallati) localizzate a margine dello specchio Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 20 dacqua in 2 settori limitati;queste ospitano le entità di maggiore entità fitogeografico grazie alle peculiari condizioni ecologiche presenti; - Area palustre dominata da elofite e fanerofite igrofile estesa su circa 13 ha, un tempo largamente dominata dal magnocariceto a Carex elata (o sarello) gestita dal periodico sfalcio per la raccolta delle foglie del sarello.Oggi risulta invasa da fragmiteti, da arbusteti a Salix cinerea e a ontano nero e dall’esotica Amorpha fruticosa che hanno sostituito le comunità elofitiche anche in molti prati acquitrinosi circostanti;sono stati effettuati interventi di gestione mirati al contenimento di Amorpha fruticosa e altri sono previsti dalla provincia di Lucca. Spesso il cariceto risulta invaso anche da Phragmites autralis che, ove diviene specie dominante e particolarmente abbondante, va a inficiare la ricchezza floristica della fitocenosi. Nelle aree più esterne al cariceto sono presenti giuncheti a dominanza di Juncus effusus e, dove sono stati effettuati interventi di ripristino, si trovano popolamenti di giunchi nani con dominanza di Juncus bufomius. - Prati e prati-pascoli presenti i primi nella parte nord orientale della riserva, i secondi nella parte sud orientale; - Boschi igrofili ad Alnus glutinosa, Salix alba e Populus sp. pl posti lungo il confine orientale del biotopo - Boschi a fanerofite mesoxerofile posti nella parte sud orientale della riserva; sono costituiti da piccoli boschi a Quercus pubescens e Pinus pinaster e nella maggior parte dei casi si trovano al margine o in mosaico con le aree agricole. Vere e proprie pinete sono presenti nel settore meridionale del sito - Coltivi. Da segnalare più a valle del Lago, la presenza dell’area denominata la Paduletta, situata nella porzione meridionale del sito e caratterizzata dalla presenza di vegetazione igrofila lungo canali e fossi scavati un tempo a fini alieutici. La regimazione delle acque avviene in maniera meccanica per mezzo di chiuse che regolano la presenza e la permanenza delle acque nei canali. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 21 4.1.4.2-Emergenze floristiche Da un recente studio inedito di Tomei et al. (Flora e vegetazione del bacino di Sibolla - stato delle conoscenze e loro evoluzione, 2007) fornita dalla provincia di Lucca si ricava che, nel panorama generale delle zone umide della Toscana il laghetto di Sibolla occupa il terzo posto tra quelle con maggior numero di specie vegetali (146 presenze). Nella tabella che segue (Tab.2), si elencano le specie segnalate nel Sito che, sulla base dei principali strumenti ufficiali di valutazione e protezione, risultano emergenze a causa della loro rarità e vulnerabilità. Le specie elencate che in diversa misura risultano minacciate sono tipiche di ambienti umidi, e la loro vulnerabilità dipende strettamente da quella dell’habitat. Del resto le zone umide, sia a livello mondiale che nazionale e regionale rappresentano uno degli ecosistemi maggiormente minacciati a causa principalmente dell’impatto antropico (bonifiche, agricoltura, urbanizzazione, gestione idraulica, inquinamento ecc.). Riferimenti bibliografici B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT Bm – Bartolini e Magrini, 2001 M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000 To – Tomei et al., 2001 TT- Tomei et al., 2007 Carex acutiformis Ehrh. Carex elata All. Carex panicea L. Carex pseudocyperus L. Carex stellulata Good. Carex vesicaria L. Centaurea jacea L. Ceratophyllum demersum L. Cirsium palustre (L.) Scop. Cladium mariscus (L.) Pohl Drosera intermedia Hayne Drosera rotundifolia L. Bibliografia CR CR CR TT, M, To A CR CR CR TT, M, To A CR VU TT, Bm,M CR EN M Aldovranda A II, IV Centonchio palustre Mestolaccia ranuculoides Mestolaccia minore A II, IV I Carice tagliente EN A Bm, TT, To A To A To Carice stellata A A To C To Cardo palustre A Falasco A Rosolida intermedia Rosolida a foglie rotonde A,C A,C Non confermata TT, To Carice vescicosa Fiordaliso stoppione Ceratofillo demerso A scomparsa Bm Carice spondicola Carice migliacea Carice falsocipero LR NOTE Status RENATO Caldesia parnassifolia (Bassi) Parl. Red List Regionale Baldellia ranunculoides (L.) Parl. Red List Nazionale Anagallis tenella (L.) L. I All. Dir. 42/93/CEE Aldovranda vesiculosa L.* Nome comune All. L.R.56/00 Specie All. Conv. Berna Tab. 2 - Lista delle emergenze floristiche presenti nel SIR-SIC 26 (* SPECIE DI INTERESSE PRIORITARIO) LR TT, To Bm, To LR VU TT, Bm, To CR CR CR CR Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio TT, Bm, M, To TT, Bm, M, To Pagina 22 Eleocharis palustris (L.) R. et S. Eleocharis uniglumis (Link) Schultes Eriophorum angustifolium Honckeny Eriophorum gracile Koch Eriophorum latifolium Hoppe A VU EN NOTE Red List Regionale Red List Nazionale All. Conv. Berna All. Dir. 42/93/CEE A Bibliografia Eleocharis multicaulis (Sm.) Sm. Giunchina aghiforme Giunchina cespugliosa Giunchina palustre Giunchina con una brattea Pennacchi a foglie strette Pennacchi gracili Pennacchi a foglie larghe Status RENATO Eleocharis acicularis (L.) R.e S. Nome comune All. L.R.56/00 Specie CR To scomparsa EN TT, M, To A To A VU Bm, M, To A CR To Non riaccertata E W To scomparsa VU To scomparsa scomparsa A EN A Fimbristylis annua (All.) R. et S. Zigolo annuale A To Frangula alnus Miller Frangola A Bm, To Galium palustre L. Caglio palustre A Bm, To A To A TT Glyceria fluitans (L.) R. Br Glyceria maxima (Harm.) Holemberg Gramignone natante Gramignone maggiore Hottonia palustris L. Erba scopina A Hydrocharis morsus-ranae L. Morso di rana A Hydrocotyle vulgaris L. Hypericum mutilum L. Juncus bulbosus L. Juncus striatus Schousb. Leucojum aestivum L. Leucojum vernum L. Soldinella comune Erba di S. Giovanni americana A Giunco striato A A Marsilea quadrifolia L. A Menyanthes trifoliata L. Trifoglio fibrino Myriophyllum verticillatum L. Myriophyllum verticillatum L. var. pectinatum DC. Najas minor L. Ranocchina minore TT, Bm, To TT, To LR TT, To VU LR To Scomparsa TT, To A, C Erba porracchia Myriophyllum spicatum L. VU Bm,M, To A,C Trifoglio acquatico comune Millefoglio d'acqua gracile Millefoglio d’acqua comune Millefoglio d’acqua ascellare TT,M, To A Ludwigia palustris (L.) Elliot Myriophyllum alterniflorum DC. EN EN Giunco bulboso Campanelli estivi Campanellini invernali VU To II, IV I EN EN VU CR TT,M, To CR TT A CR Bm,M A CR To A VU TT, To A VU TT, To A To A TT Narcissus tazetta L. Narciso nostrale A, C1 Bm, To Narcissus poëticus L. Narciso dei poeti A, C1 Bm,M, To Nuphar luteum (L.) Sibth. et Sm. Nannufero A,C Bm, To Nymphaea alba L. Ninfea bianca A,C VU Nymphoides peltata (Gmelin) O.Kuntze Limnantemio A EN Estinta scomparsa TT, Bm, To EN CR Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio TT scomparsa Pagina 23 Oenanthe aquatica (L.) Poiret Ophioglossum vulgatum L. Orchis laxiflora Lam. Finocchio acquatico cicutario Ofioglosso comune Orchide acquatica Orchis palustris Jacq. Orchide palustre Osmunda regalis L. Felce florida Potamogeton lucens L. Potamogeton polygonifolius Pourret Potamogeton trichoides Cham. et Schlecht Ranunculus flammula L. Rhyncospora alba (L.) Vahl. Rhyncospora fusca (L.) Aiton fil. Sagittaria sagittifolia L. Schoenoplectus lacustris (L.) Palla Scutellaria galericulata L. Serapias neglecta De Not. Sphagnum sp.pl. Spiranthes aestivalis (Lam.) L.C. Rich. Stachys palustris L. Tanacetum vulgare L Thelypteris palustris Schott Trapa natans L. Utricularia australis R. Br. Utricularia bremii Heer Utricularia minor L. Utricularia vulgaris L. Vallisneria spiralis L. Brasca trasparente Brasca poligonifoglia Lisca palustre Scutellaria palustre Serapide brunastra VU TT, To A LR TT A VU TT,M, To VU TT,M, To A EN A,C Bm,M, To A TT A VU EN To A EN VU TT, To EN A To A Bm, To A TT NOTE Non ritrovata Non confermata scomparsa TT, Bm, M I EN VU TT,Bm, To A Bm, To A To A EN CR A EN VU Erba vescica EN CR scomparsa TT, M, Bm, To VU A A Non confermata TT, Bm,M, To CR IV Non confermata TT, Bm, To A A Vallisneria TT EN Viticci estivi Erba vescica minore Erba vescica comune CR CR V Castagna d'acqua Erba vescica delle risaie TT, M, To A C Felce palustre VU VU Sfagno Stregona palustre Erba amara selvatica Bibliografia A Brasca capillare Ranuncolo delle passere Rincospora chiara Rincospora scura Sagittaria comune Status RENATO Red List Regionale Red List Nazionale All. Conv. Berna All. Dir. 42/93/CEE Nome comune All. L.R.56/00 Specie CR To Scomparsa TT, Bm, To CR To CR TT A E W TT A VU TT, To Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 24 4.1.4.3- Emergenze faunistiche Riferimenti bibliografici: B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT M – Schede del Ministero relative alla rete Natura 2000 R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO) MW - database Medwet L - Giunti M.A. et al., 2001 in “Lungo le Rotte Migratorie” P – Zarri, 1999 in “Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla-Natura e Storia” INVERTEBRATI Insetti Ordine Odonata Lepidoptera Coleoptera Famiglia Aeshnidae Coenagriomidae Lestidae Coenagrionidae Lycenidae Papilionidae Dytiscidae Nome scientifico Bibliografia Anaciaeschna isosceles (Muller, 1767) Coenagrion pulchellum mediterraneum (Schmidt, 1964) Chalcolestes viridis parvideus (Artobolevski, 1929) Erythromma viridulum (Charpentier, 1840) Lycaena dispar (Haworth, 1803) Zerynthia polyxena cassandra ((Denis & Schiffer muller), 1775) Hygrotus decoratus (Gyllenhal, 1810) B, M B,M B,M B,M B,M B,M R, B, M Status in Toscana Status in Italia IUCN L.R. 56/00 Nome scientifico Dir. 92/43/CEE Conv. Berna Emergenze Anaciaeschna isosceles (Linnaeus, 1758) Coenagrion pulchellum mediterraneum (Schmidt, 1964) Chalcolestes viridis parvidens (Artobolevski, 1929) A, B VU A DD Erythromma viridulum (Charpentier, 1840) Lycaena dispar (Haworth, 1803) II II, IV A Zerynthia polyxena cassandra ((Denis & Schiffer muller), 1775) Hygrotus decoratus (Gyllenhal, 1810) II IV A A LR VU VU VU Crostacei Ordine Decapoda Famiglia Cambaridae Nome scientifico Nome Comune Bibliografia Procambarus clarkii Girard Gambero rosso della Louisiana MW Decapode dulcacquicolo edule originario degli stati meridionali degli USA e ormai diffuso ampiamente a causa dell’allevamento a fini alimentari. E’ una specie caratterizzata da un’alta fecondità, dalla capacità di respirazione subaerea, da politrofismo e da un ciclo biologico estremamente plastico, tutti aspetti che garantiscono una rapida ed efficace colonizzazione di nuovi siti soprattutto a seguito di traslocazioni. In Italia la specie è stata importata dal 1990 ed esercita un significativo impatto sulle specie autoctone e sugli ecosistemi per l’utilizzazione di molluschi, insetti, anfibi, pesci e di macrofite. Oltre a determinare, in taluni casi, forti riduzioni di biomassa e densità di specie autoctone, esercita un notevole impatto sulle reti trofiche e conseguentemente sullo stato di qualità dei corpi d’acqua. Inoltre costruiscono tane negli argini e quindi possono danneggiare la struttura e la tenuta idraulica degli stessi. Sono preda di uccelli quali gli Ardeidi e i cormorani. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 25 VERTEBRATI Anfibi Ordine Famiglia Urodela Salamandridae Anura Hylidae Bufonidae Raniidae Nome scientifico Nome comune Bibliografia Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758) Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758) Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Hyla intermedia Boulenger, 1882 Bufo bufo (Linnaeus, 1758) Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758 Salamandra pezzata Tritone punteggiato Tritone crestato italiano Raganella italiana Rospo comune Rana esculenta P P P P P M Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758) III A, B Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758) III B Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Hyla intermedia Boulenger, 1882 Bufo bufo (Linnaeus, 1758) II II III II, IV IV A B B Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758 III V B1 LRlc Status in Toscana Status in Italia L.R. 56/00 IUCN Dir. 92/43/CEE Nome scientifico Conv. Bonn Conv. Berna Emergenze LR Minacce A2,A4,B3,B8,C1 LR Rettili Ordine Chelonia Squamata Famiglia Emydidae Lacertidae Colubridae Nome scientifico Nome Comune Bibliografia Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) Lacerta bilineata (Daudin, 1802) Natrix natrix (Linnaeus, 1758) Testuggine palustre europea Ramarro Biscia dal collare P B, M Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) Lacerta bilineata (Daudin, 1802) Natrix natrix (Linnaeus, 1758) II II III II, IV IV LR A B B LRnt Status in Toscana Status in Italia L.R. 56/00 IUCN Dir. 92/43/CEE Nome scientifico Conv. Berna Emergenze VU Minacce A1, A2, A3, B3, B8 Pesci Ordine Famiglia Nome scientifico Salmoniformes Anguilliformes Esocidae Anguillidae Cypriniformes Cyprinidae Cyprinodontiformes Poeciliidae Pleuronectiformes Centrarchidae Gasterosteiformes Ictaluridae Esox lucius Linnaeus, 1758 Anguilla anguilla Linnaeus, 1758 Tinca tinca (Linnaeus, 1756) Cyprinus carpio Linnaeus, 1758 Gambusia affinis (Baird & Girard, 1853) Micropterus salmoides*Lacépède, 1802 Lepomis gibbosus* (Linnaeus, 1758) Ictalurus melas* (Rafinesque, 1820) Nome Comune Bibliografia Luccio Anguilla Tinca Carpa Gambusia Persico trota Persico sole Pesce gatto Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio P P P P P P P P Pagina 26 Status in Italia Status in Toscana Esox lucius Linnaeus, 1758 Anguilla anguilla Linnaeus, 1758 Tinca tinca (Linnaeus, 1756) Cyprinus carpio Linnaeus, 1758 Gambusia affinis (Baird & Girard, 1853) Micropterus salmoides Lacépède, 1802 Lepomis gibbosus (Linnaeus, 1758) Ictalurus melas (Rafinesque, 1820) L.R. 56/00 Dir. 92/43/CEE Nome scientifico Conv. Berna Emergenze Minacce A LR VU A1, A2, B6 La Provincia di Lucca ha finanziato una indagine specifica circa la comunità ittica del Lago di Sibolla (“Studio sulla caratterizzazione della composizione ittiofaunistica del lago di Sibolla e identificazione delle linee di intervento ai fini di un ripristino del popolamento originario” Ottobre 2005) al Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G. Bacci” di Livorno. Conoscenze pregresse Fino al 1985 non sono presenti dati referenziabili ma è noto che il Lago di Sibolla ha rivestito almeno fino alla metà del 1900 una notevole importanza per la pesca da parte delle popolazioni locali, anche per fini commerciali. Nell’indagine pluridisciplinare dal titolo “Studi e interventi sperimentali per la conservazione del Laghetto di Sibolla” del 1985, promossa dal Consorzio di Bonifica del Padule di Fucecchio, si faceva riferimento alla presenza delle seguenti specie ittiche: Famiglia Cyprinidae Scardola (Scardinius erythrophtalmus) Tinca (Tinca tinca) Alborella (Alburnus alburnus alborella) Carpa (Cyprinus carpio) Carpa a specchi (Cyprinus carpio) Famiglia Anguillidae Anguilla (Anguilla anguilla) Famiglia Esocidae Luccio (Esox lucius) Famiglia Centrarchidae Persico trota (Micropterus salmoides) Persico sole (Lepomis gibbosus) Famiglia Cyprinodontidae Gambusia (Gambusia affinis) Dal 1985 vi sono dati relativi alla presenza di Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e la presenza di alcuni esemplari di testuggine d’acqua (Emys orbicularis). Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 27 Risultati Durante i campionamenti avvenuti nel corso del 2005 sono state realizzate pescate sperimentali catturando in totale 732 organismi appartenenti a 5 sole specie : 4 osteitti: Ictaluridae Ameiurus melas (Rafinesque, 1820)- Pesce gatto Risulta la specie dominante nello specchio d’acqua, con individui appartenenti a più classi demografiche, segno di un popolamento abbastanza maturo Centrarchidae Lepomis gibbosus (Linnaeus, 1758)- Persico sole Catture meno abbondanti Poeciliidae Gambusia affinis (Baird & Girard, 1853)- Gambusia Catture meno abbondanti Gambusia holbrooki Girard, 1859- Gambusia Rinvenuta solo nelle pozze con pochi cm di acqua. 1 Crostaceo- Decapode: Cambaridae Procambarus clarki (Girard, 1890)- Gambero rosso della Louisiana Presente in tutte le aree circostanti lo specchio d’acqua, specie nelle zone acquitrinose con un popolamento maturo, di non recente insediamento. Osservazioni Delle 5 specie segnalate, 3 (P. clarkii, A. melas e G. holbrooki) sono risultate molto abbondanti e hanno costituito la quasi totalità del numero di esemplari rinvenuti. Non sono state quindi rinvenute molte delle specie segnalate nel 1985, nemmeno la testuggine d’acqua (Emys orbicularis) e sono comparse specie alloctone quali il pesce gatto e il gambero della Louisiana. Si tratta di specie euriecie, più tolleranti a parametri chimico-fisici delle acque alterati. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 28 01910 Anseriformes Anatidae 02030 01980 Galliformes Phasianidae 03940 01080 01040 01190 Ciconiformes Ardeidae 01220 01240 00980 Podicipediformes Podicipedidae 00070 04080 Gruiformes Rallidae 04070 04290 04240 Recurvirostrida e 04550 05170 05190 05560 Caradriformes Scolopacidae 05540 05460 05320 05480 Columbiformes Columbidae 06840 Cuculiformes Cuculidae 07240 Alcedinidae 08310 Upupidae 08560 Coraciformes Piciformes Picidae 08480 09920 Hirundinidae 10010 Passeriformes Motacillidae Turdidae 10200 11040 11370 Anas platyrhynchos, Linnaeus, 1758 Anas querquedula Linnaeus, 1758 Aythya fuligula (Linnaeus, 1758) Aythya ferina (Linnaeus, 1758) Phasianus colchicus, Linnaeus, 1758 Ardeola ralloides (Scopoli, 1769) Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758) Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) Ardea cinerea, Linnaeus, 1758 Ardea purpurea, Linnaeus, 1766 Ixobrychus minutus, (Linnaeus, 1766) Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764) Porzana porzana (Linnaeus, 1766) Rallus aquaticus Linnaeus, 1758 Fulica atra Linnaeus, 1758 Gallinula chloropus, (Linnaeus, 1758) Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758) Philomachus pugnax (Linnaeus, 1758) Gallinago gallinago (Linnaeus, 1758) Actitis hypoleucos (Linnaeus, 1758) Tringa glareola Linnaeus, 1758 Tringa totanus (Linnaeus, 1758) Limosa limosa (Linnaeus, 1758) Tringa nebularia (Gunnerus, 1767) Streptopelia decaocto (Frivaldsky, 1838) Cuculus canorus Linnaeus, 1758 Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) Upupa epops Linnaeus, 1758 Jynx torquilla Linnaeus, 1758 Hirundo rustica Linnaeus, 1758 Delichon urbica (Linnaeus, 1758) Motacilla alba Linnaeus, 1758 Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831 Saxicola rubetra Bibliografia 01860 Nome scientifico Fenologia sito Famiglia Germano reale SB, Mreg, W B L,B,M Marzaiola M reg, B, W irr M B,M Moretta M reg, W, B P Moriglione M reg, W, B P Fagiano SB (ripopolato) Sgarza ciuffetto M reg, B, W irr Nitticora M reg, B, Wpar Garzetta Fenologia Italia Ordine Cod Euring Uccelli Nome comune B L M reg, B, W par M L Airone cenerino SB par, Mreg, W W L Airone rosso M reg, B, W irr Tarabusino M reg, B B B Tuffetto SB par, M reg, W B P Voltolino M reg, B, W irr M P Porciglione SB, M reg, W Folaga SB, Mreg, W B B,L,M Gallinella d’acqua SB, Mreg, W N L Cavaliere d’Italia M reg, B, W par L P Combattente M reg, W par M L Beccaccino M reg, W, B (reg ?) M L Piro piro piccolo M reg, B, W M L Piro piro boschereccio M reg, W irr M P Pettegola SB par, M reg, W M P Pittima reale M reg, W par, B M P Pantana M reg, W par M P Tortora dal collare orientale SB, Mreg N L Cuculo M reg, B, W irr M, N L Martin pescatore SB, Mreg, W N L, R Upupa M reg, B, W par N, M L Torcicollo M reg, B, W par (SB par ?) M,N L Rondine M reg, B, W par N L Balestruccio M reg, B, W irr N L Ballerina bianca SB, Mreg, W N L Usignolo Mreg, B, W irr N, M L Stiaccino M reg, B, W irr N L Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 29 Fenologia sito Bibliografia Nome scientifico N, M L SB, Mreg, W par N L Salciaiola M reg, B N R, L Forapaglie macchiettato M reg M L Usignolo di fiume SB, Mreg, W par N L Forapaglie Mreg, B, Wirr M L Cannaiola verdognola Mreg, B M L Cannaiola Mreg, B, W irr N L Cannareccione Mreg, B B L Occhiocotto SB, Mreg, W par N L Capinera SB, Mreg, W N L Canapino Mreg, Wirr (B ? Alpi) M L Canapino maggiore Mreg, B M L Luì grosso Mreg, Wirr (B ? Alpi) M L Luì verde SB, Mreg, W irr M L Luì piccolo SB par, Mreg, W M L Codibugnolo SB, Mreg, W N L Cinciarella SB, Mreg, W N L Cinciallegra SB, Mreg, W N L Pendolino SB, M reg, W M, N L Rigogolo M reg, B N L Cornacchia grigia SB, M reg, Wpar N L Storno SB, Mreg, W N L Averla piccola M reg, B, W irr M,Np B,L, R Averla capirossa Mreg, B, W irr Passera d’Italia SB,M reg N L Passera mattugia SB, Mreg, W N L Fringuello SB, Mreg, W N L Verzellino SB par, Mreg, Wpar N L Verdone SB, Mreg, W N L Cardellino SB, Mreg, W N L Strillozzo SB, Mreg, W par N L Bengalino comune SB, M irr (naturalizzato) N L Fenologia Italia Famiglia Cod Euring Ordine Nome comune (Linnaeus, 1758) 11870 12260 12380 12360 12200 12430 12500 12510 Sylviidae 12530 12670 12770 12590 12600 13120 13080 13110 Aegithalidae Paridae 14370 14620 14640 Remizidae 14900 Oriolidae 15080 Corvidae 15670 Sturnidae 15820 15150 Laniidae 15230 15912 Passeridae Passeriformes 15980 16360 16400 Fringillidae 16490 16530 Emberizidae 18820 Estrildidae 20250 Turdus merula Linnaeus, 1758 Cisticola juncidis (Rafinesque, 1810) Locustella luscinioides (Savi, 1824) Locustella naevia (Boddaert, 1783) Cettia cetti (Temminck, 1820) Acrocephalus schoenobaenus (Linnaeus, 1758) Acrocephalus palustris (Bechstein, 1798) Acrocephalus scirpaceus (Hermann, 1804) Acrocephalus arundinaceus (Linnaeus, 1758) Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789) Sylvia atricapilla (Linnaeus, 1758) Hippolais icterina (Viellot, 1817) Hippolais poliglotta (Viellot, 1817) Phylloscopus trochilus (Linnaeus, 1758) Phylloscopus sibilatrix (Bechstein, 1793) Phylloscopus collybita (Viellot, 1817) Aegithalos caudatus (Linnaeus, 1758) Parus caeruleus Linnaeus, 1758 Parus major Linnaeus, 1758 Remix pendulinus (Linnaeus, 1758) Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758) Corvus corone cornix Linnaeus, 1758 Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758 Lanius collurio (Linnaeus, 1758) Lanius senator Linnaeus, 1758 Passer italiae Linnaeus Passer montanus (Linnaeus, 1758) Fringilla coelebs Linnaeus, 1758 Serinus serinus (Linnaeus, 1766) Carduelis chloris (Linnaeus, 1758) Carduelis carduelis (Linnaeus, 1758) Emberiza calandra Linnaeus, 1758 Amandava amandava (Linneus 1758) Merlo SB, Mreg, W Beccamoschino Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio R Pagina 30 CC P P P P P P P P CC CC PP P P P P P P P P P PP P P P P P CC P P P P P P P P P P P P P P P P P I I I II/2 II/1, III/2 II/2 I I II/1, III/2 I II/2 II/2 II/2 I II/2 I A A A A A II II II II II II II II II D VU CR VU 4 3 3 3 4 4 3 3 VU Status in Toscana Satus in Italia A IUCN II II II II SPEC III III II III III II II II III II II II II III III III II III III II II III II III III III II II II II II II II II III II II II II II II II II II II II II II II II II II L.R. 56/00 Dir. 79/409 CEE II/1,III/1 II/1 II/1, III/2 II/1, III/2 II/1, III/1 I I I Conv. Bonn CC CC Conv. Berna Anas platyrhynchos Linnaeus, 1758 Anas querquedula Linnaeus, 1758 Aythya fuligula (Linnaeus, 1758) Aythya ferina (Linnaeus, 1758) Phasianus colchicus, Linnaeus, 1758 Ardeola ralloides (Scopoli, 1769) Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758) Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) Ardea cinerea Linnaeus, 1758 Ardea purpurea Linnaeus, 1766 Ixobrychus minutus (Linnaeus, 1766) Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764) Porzana porzana (Linnaeus, 1766) Rallus aquaticus Linnaeus, 1758 Fulica atra Linnaeus, 1758 Gallinula chloropus (Linnaeus, 1758) Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758) Philomachus pugnax (Linnaeus, 1758) Gallinago gallinago(Linnaeus, 1758) Actitis hypoleucos (Linnaeus, 1758) Tringa glareola Linnaeus, 1758 Tringa totanus (Linnaeus, 1758) Limosa limosa (Linnaeus, 1758) Tringa nebularia (Gunnerus, 1767) Streptopelia decaocto (Frivaldsky, 1838) Cuculus canorus Linnaeus, 1758 Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) Upupa epops Linnaeus, 1758 Jynx torquilla Linnaeus, 1758 Hirundo rustica Linnaeus, 1758 Delichon urbica (Linnaeus, 1758) Motacilla alba Linnaeus, 1758 Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831 Saxicola rubetra Linnaeus, 1758 Turdus merula Linnaeus, 1758 Cisticola juncidis (Rafinesque, 1810) Locustella luscinioides (Savi, 1824) Locustella naevia (Boddaert, 1783) Cettia cetti (Temminck, 1820) Acrocephalus schoenobaenus (Linnaeus, 1758) Acrocephalus palustris (Bechstein, 1798) Acrocephalus scirpaceus Herman, 1804 Acrocephalus arundinaceus (Linnaeus, 1758) Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789) Sylvia atricapilla Linnaeus, 1758 Hippolais icterina (Viellot, 1817) Hippolais poliglotta (Viellot, 1817) Phylloscopus trochilus Linnaeus, 1758 Phylloscopus sibilatrix (Bechstein, 1793) Phylloscopus collybita Vieillot, 1817 Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758 Parus caeruleus Linnaeus, 1758 L. 157/92 Nome scientifico Minacce A1, B1, C1 A1, B1 A1, B1, C1 VU LR nt LR nt LR LR LR VU VU VU LRnt B1, B7 A1, A2, A5, A7 A1, B4 A1, B7 A1, B7 4 4 A 2 2 A A 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 D LR NE VU A1, C1 A1, A2 CR CR A1, A2 A1, C1 LR lc A1, A2 A3, A5 A2, A3, A5 A5 VU NE VU A1 A1, A2 CR A1 NE A2, A3 NE A2, A3 4 4 3 4 Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 31 P II/2 II/2 I II II III III III II II II III IUCN SPEC L.R. 56/00 Conv. Bonn Conv. Berna Dir. 79/409 CEE II III II Status in Toscana P P P CC P P P P P P P P P P Satus in Italia Parus major Linnaeus, 1758 Remiz pendulinus (Linnaeus, 1758) Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758) Corvus corone cornix Linnaeus, 1758 Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758 Lanius collurio Linnaeus, 1758 Lanius senator Linnaeus, 1758 Passer italiae Linnaeus Passer montanus (Linnaeus, 1758) Fringilla coelebs Linnaeus, 1758 Serinus serinus (Linnaeus, 1766) Carduelis chloris (Linnaeus, 1758) Carduelis carduelis (Linnaeus, 1758) Emberiza calandra Linnaeus, 1758 Amandava amandava1 (Linnaeus, 1758) L. 157/92 Nome scientifico VU LRnt VU EN Minacce 4 A 4 3 3 2 A5 4 4 4 ? Dall’analisi effettuata nell’ambito dello studio L’avifauna nidificante e migratrice (M.A. Giunti, L. Colligiani, G. Telllini Florenzano, B. Cursano & P. Sposimo, 2001)2 risulta che, per quanto concerne i popolamenti migratori rispetto alle altre aree umide della Toscana settentrionale indagate (Padule di Fucecchio; Bottaccio e Tanali; Lame di Fuori; Quarrata; Sesto Fiorentino), il Lago di Sibolla presenta una bassa ricchezza specifica, una modesta diversità (H= Indice di Shannon) e un basso valore di equiripartizione (o Eveness). Il n° di specie dominanti, che indica l’importanza relativa di una specie nel popolamento considerato, (pi>5%) è interessante ma il basso valore del rapporto tra non passeriformi e passeriformi (nP/P), indica un modesto stadio evolutivo/maturità dell’ecosistema. Dal confronto tra i popolamenti migratori e quelli nidificanti presenti nelle diverse aree umide indagate sembra risultare che i primi sono attratti dalle aree vaste, mentre i secondi colonizzano meglio anche le aree piccole; su Sibolla per i migratori si ha una densità di 1,1 individui/ha, per i nidificanti una densità di 6,00 individui/ha. Nel corso del sopralluogo del maggio 2010 sulle sponde del Lago è presente una garzaia con diverse specie di ardeidi nidificanti, elemento che ha indotto la Provincia a emanare una ordinanza che vieta l’accesso allo specchio d’acqua per non disturbare la nidificazione. La presenza di tale sito di nidificazione assume ancora più importanza nel contesto dell’area umida del padule di Fucecchio a cui il Lago è idraulicamente collegato, dove sono presenti garzaie di grande importanza conservazionistica sia per ricchezza specifica che per numero di individui. Risulta di fondamentale importanza quindi potenziare i collegamenti ecologici funzionali esistenti tra il piccolo Lago di Sibolla e le 2 aree umide del Padule di Fucecchio e dell’ex Lago di Sesto ora Padule di Bientina. 1 Areale originario dell’Asia, diffuso da molto tempo tra gli allevatoriper fini amatoriali. In Toscana settentrionale sono note 2 popolazioni in corrispondenza del Lago di Massaciuccoli e del padule di Fucecchio, quest’ultima in espansione anche nel Lago di Sibolla e nell’alveo di Bientina 2 Venturato E. & Petrini R. (a cura di), 2001 Lungo le rotte migratorie- Progetti di ricerca sulla vegetazione, l’avifauna e le specie aliene. Quaderni del Padule di Fucecchio n° 1 Centro di Ric erca, Documentaizone e Promozione del Padule di Fucecchio Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 32 Mammiferi Ordine Famiglia Canidae Carnivora Mustelidae Myocastoridae Hystricidae Rodentia Muridae Arctiodactyla Suidae Nome scientifico Nome comune Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758) Mustela putorius Linnaeus, 1758 Meles meles (Linnaeus, 1758) Mustela nivalis Linnaeus, 1766 Myocastor coypus (Molina, 1782) Hystrix cristata Linnaeus, 1758 Rattus norvegicus (Berkenhout, 1769) Arvicola terrestris (Linnaeus, 1758) Apodemus sylvaticus (Linnaeus, 1758) Sus scropha Linnaeus, 1758 Bibliografia Volpe Puzzola Tasso Donnola Nutria Istrice Surmolotto Arvicola terrestre Topo selvatico Cinghiale P P P P P P P P P P Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758) CC Mustela putorius Linnaeus, 1758 PP III Meles meles (Linnaeus, 1758) P III Mustela nivalis Linnaeus, 1766 P III P II V Minacce Status in Italia Status in Toscana L.R. 56/00 IUCN Dir. 92/43/CEE Conv. Bonn L. 157/92 Nome scientifico Conv. Berna Emergenze A DD CR Myocastor coypus 3(Molina, 1782) Hystrix cristata Linnaeus, 1758 Rattus norvegicus (Berkenhout, 1769) NP Arvicola terrestris (Linnaeus, 1758) NP IV Apodemus sylvaticus (Linnaeus, 1758) NP Sus scropha Linnaeus, 1758 CC 3 Originaria del sud America, introdotta in Europa dall’uomo dagli inizi del 1900 e in Italia alla fine degli anni ’20, ai fini di allevamento per la produzione di pellicce Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 33 4.1.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto Queste le cause presunte: - Diminuzione del volume delle acque. Attraverso lo studio di mappe catastali, foto aeree e carte tecniche è stato possibile verificare dal 1824 al 1936 una riduzione delle dimensioni del Lago di Sibolla (da 480 m X180 m a 400m X 66 m). Nei primi anni ’90 le dimensioni erano quasi dimezzate (220mX50m) con la quasi totale scomparsa del chiaro piccolo. Dopo un breve periodo in cui l’invaso sembrava aumentato a seguito di più intense precipitazioni, a oggi si estende per meno di 15000 mq. Cause : Scarsi apporti meteorici Prelievi a scopo irriguo Mancanza di un immissario ben definito INTERVENTI GESTIONALI: limitazione uscita acque dall’emissario artificiale (2005) - Scarsa qualità delle acque. Cause: Reflui fognari da alcune porzioni del bacino idrografico Presenza serre per la coltivazione industriale di fiori con ingressione di fitofarmaci e diserbanti nell’invaso Accumulo residui organici in decomposizione Invasione di canna e carici Presenza di P. clarkii provocano un aumento torbidità acque e la conseguente della diminuzione trasparenza alla luce, oltre alla riduzione tenore di ossigeno. INTERVENTI GESTIONALI: • interventi di fitodepurazione qualora si vogliano immettere nel bacino le acque del canale Immissario o quelle del Canale del Molino realizzando un’area palustre apposita (“constructed wetland”). • interventi meccanici di ripulitura periodica del fondale e della vegetazione palustre. - Inquinamento acustico (il Lago di Sibolla dovrebbe rientrare in classe acustica II ai sensi della vigente normativa e del PCCA di Altopascio) Cause: - presenza dle tracciato autostradale INTERVENTI GESTIONALI - Realizzazione di siepe di leccio e cipresso lungo la scarpata autostradale (ma risulta non sufficiente a limitare il rumore) da parte della Società Autostrade - Realizzazione di siepe all’interno della Riserva (ancora in fase di crescita) da parte della Provincia Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 34 - Necessità di realizzazione di barriere antirumore funzionali da parte della Società Autostrade 4.1.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04) - Presenza del tracciato autostradale - Presenza di elettrodotto ad alta tensione - Espansione area industriale ubicata a Est di Altopascio - Abbandono della regimazione superficiale delle acque con perdita di efficienza - Uso del suolo e necessità di gestione dei corridoi ecologici funzionali soprattutto con le aree umide circostanti - Possibilità di ingressione nel reticolo idraulico di acque reflue di origine civile non adeguatamente depurate - Mancanza di gestione della vegetazione palustre e presenza di vegetazione infestante anche alloctona - Presenza di zoocenosi alloctone - Necessità di pianificare il taglio della vegetazione elofitica nei canali che costituiscono parte della rete ecologica afferente Lago di Sibolla e i vicini Padule di Fucecchio e Padule di Bientina secondo una programmazione che tenga conto delle necessità di salvaguardia di varie specie animali che utilizzano tale ambiente quale habitat - Progressivo depauperamento in ricchezza e abbondanza di specie di particolare interesse conservazionistico e fitogeografico Principali elementi di criticità interni al sito (Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale) - L’elevata fragilità intrinseca dell'ecosistema lacustre, legata alle ridotte dimensioni, alla condizione relittuale delle fitocenosi e delle specie che lo caratterizzano e alle loro specifiche esigenze ecologiche (specie di ambienti oligotrofici), lo rende estremamente vulnerabile nei confronti di eventuali modificazioni del regime idrico e/o dei peggioramenti delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 35 - Inquinamento chimico, acustico e luminoso causato dall’autostrada Firenze-Mare, che delimita a nord il sito e taglia in due il bacino idrografico del Lago. L'asse autostradale risulta solo parzialmente schermato dalla vegetazione e dalle barriere fonoassorbenti. - Espansione di specie vegetali autoctone (Phragmites australis) e alloctone (Amorpha fruticosa) a svantaggio delle specie e delle fitocenosi più rare. - Presenza di un elettrodotto ad alta tensione, che attraversa interamente il bacino palustre. - Raccolte di flora rara. - Disturbo all'avifauna causato da frequentatori occasionali, in assenza di qualsiasi schermatura. - Fenomeni di interrimento dell’area umida. Principali elementi di criticità esterni al sito: - Presenza di un'area industriale adiacente al laghetto. - Alti livelli di urbanizzazione e attività agricole intensive. - Captazioni e inquinamento delle acque nel bacino idrografico. - Previsione di campo da golf sui confini del SIR (questa previsione non è stata mai riportata su alcun strumento di pianificazione vigente) PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE (Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale) Principali obiettivi di conservazione4: a) Tutela e recupero dell'assetto originario dell'ambiente lacustre e degli habitat di interesse comunitario a esso collegati, anche mediante l'ampliamento della superficie lacustre e palustre (EE). b) Miglioramento qualitativo e quantitativo degli apporti idrici (EE). c) Tutela dell’habitat prioritario presente su una ridotta superficie e della caratteristica fitocenosi (E). d) Salvaguardia delle specie vegetali e animali di interesse comunitario, attraverso la protezione e l'ampliamento dei relativi habitat e azioni per limitare la raccolta di flora rara (E). e) Eliminazione/massima riduzione di specie alloctone invasive (Amorpha fruticosa) e limitazione dell'espansione di Phragmites australis negli habitat di interesse comunitario (E). f) Tutela delle stazioni di specie floristiche rare (in particolare Aldrovanda vesiculosa) (E). g) Controllo/eradicazione delle specie animali alloctone e miglioramento delle comunità ittiche (E). h) Incremento dell'idoneità dell'area per l'avifauna acquatica, mediante l’ampliamento degli habitat e la limitazione del disturbo (M). 4 Legenda obiettivi e misure di conservazione: Agli obiettivi, così come alle misure di conservazione è stato attribuito un livello di importanza relativo a quel sito secondo la seguente classificazione: B: bassa; M: Media; E: Elevata; EE: molto elevata Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 36 Indicazioni per le misure di conservazione: - Misure normative e gestionali per assicurare l’assetto idraulico più opportuno (manutenzione/ripristino dei manufatti per la gestione idraulica, controllo degli emungimenti nel bacino imbrifero) (EE). - Realizzazione di nuove aree umide con funzioni di filtro per ridurre l’apporto di contaminanti e i rischi di gravi eventi inquinanti accidentali (E). - Gestione della vegetazione e ampliamento di superficie degli habitat delle specie di maggiore interesse (ampliamento e approfondimento dell'area lacustre, sfalci e decespugliamenti) (E). - Conservazione di Aldrovanda vesiculosa anche attraverso la sua reintroduzione in aree umide adiacenti - Padule di Fucecchio e aree umide di Bientina - dove era segnalata nel secolo scorso (E). - Eradicazione/controllo di specie vegetali e animali alloctone, ripristino della composizione delle comunità ittiche (E). - Completamento della schermatura dell’autostrada per mezzo di barriere fonoassorbenti e di siepi di specie autoctone (M). - Schermatura degli itinerari di visita, dove necessario (M). - Valutazione dell’impatto sull’avifauna della linea ad alta tensione (B). Necessità di Piano di Gestione specifico del sito: Non necessario per la porzione interna alla Riserva Naturale Provinciale, il cui regolamento di gestione dovrebbe assicurare il raggiungimento degli obiettivi di conservazione di cui sopra. Necessità di piani di settore: Appare auspicabile la realizzazione di un piano di gestione idraulica dell’intero bacino idrografico. Necessità elevata di un protocollo di gestione della vegetazione, affiancato da un piano di monitoraggio che ne possa verificarne l’efficienza e che permetta di individuare gli aggiustamenti opportuni. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 37 4.2- SIR-SIC B03 “Ex alveo del lago di Bientina” (IT5120101) Estensione: 1054,40 ha Altitudine: Min:5 m s.l.m. Max: 16 m s.l.m. Regione biogeografica: mediterranea Legislazione di riferimento: L.R. 56/00 e s.m.i.; Del G.R. 644/2004; Del C.R. n° 80 del 24/07/2007 Il sito non ricade in Comune di Altopascio ma risulta contiguo al suo confine sud occidentale. Confini amministrativi Superficie del sito ricadente nel territorio provinciale (ha) % di territorio provinciale all’interno del sito rispetto alla superficie totale del sito Lucca 768,55 72,89 Pisa 285,85 27,11 Provincia Comuni Capannori (Lu) Bientina (Pi) Cod ISTAT Superficie del comune5 (ha) Territorio comunale nel sito (ha) 9046001 9050001 15640,40 2930,32 768,55 285,85 % di territorio comunale all’interno del sito rispetto alla superficie totale del sito % di territorio comunale all’interno del sito rispetto alla superficie comunale totale 72,89 27,11 4,91 9,75 4.2.1- Descrizione L’ampia piana di Lucca delimitata dai rilievi antiappenninici Pizzorne-Cerbaie, da quelli peritirrenici del Monte Pisano e dei Monti d’Oltre Serchio, presenta verso oriente una notevole depressione occupata fino all’inizio 5 Superficie calcolata utilizzando GIS con shp. file elaborati su scala 1:10.000 Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 38 del secolo scorso da una vasta zona palustre che si estendeva da Altopascio a Porcari fino al Compitese: il lago di Sesto o di Bientina. Di questo sistema articolato di stagni e paludi definitivamente prosciugati all’inizio del XX secolo, rimangono lembi residui grazie a opere di regimazione idraulica che ne hanno conservato l’assetto naturale quali casse di colmata di torrenti che scendono dal Monte Pisano. Nella maglia fitta dei coltivi della bonifica, infatti, le 2 Aree Naturali Protette di Interesse Locale del “Bottaccio della Visona di Castelvecchio” in provincia di Lucca e del “Bosco di Tanali” in provincia di Pisa conservano alcuni degli ambienti che caratterizzavano le cinture più esterne dell’antico lago: dai boschi igrofili ai canneti e ai magnocariceti, fino ai prati umidi. Il SIR B03 “Ex alveo del Lago di Bientina” (trasformato in SIC con Del C.R. n° 80/2007) comp rende entro i propri limiti le due ANPIL e le zone agricole circostanti periodicamente inondate che, nonostante rappresentino un habitat altamente semplificato sono frequentate da numerose specie ornitiche e ospitano, lungo il reticolo di drenaggio, comunità proprie degli ambienti acquatici. Localmente gli ambienti palustri più integri, assumono una notevole valenza conservazionistica: le fitocenosi a ontano nero (Alnus glutinosa) e pioppo (Populus sp.pl.), i consorzi dominati dalla farnia (Quercus robur) sono rappresentativi dei “Boschi planiziali e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale” (cod. 91F0) elencati tra gli habitat di interesse regionale ma anche comunitario, così come i prati palustri che corrispondono alle “Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi” (cod. 6420) e i chiari ricoperti a primavera dalla fioritura di ranuncoli acquatici (Ranunculus aquaticus), “Acque con vegetazione flottante dominata da idrifute appartenenti a Ranunculus subg. Batrachium” (cod. 3260). Diverse le specie rare e in forte contrazione come Hydrocharis morsus-ranae, Hottonia palustris, Nymphoides peltata e Ludwigia palustris. L’equilibrio, già messo a dura prova dalla riduzione degli spazi ecologici idonei è minacciato dalla presenza di specie alloctone sia animali che vegetali come la nutria (Myocastor coypus), il silvilago (Sylvilagus floridanus), il gambero della Lousiana (Procambarus clarkii) e la Robinia pseudoacacia. Nei canali, nelle pozze e nei prati umidi delle aree protette si incontrano diverse specie di invertebrati acquatici (coleotteri ditiscidi, piccoli crostacei cladoceri e copepodi), anfibi, quali Hyla intermedia, Bufo bufo, Rana dalmatina e l’urodelo Triturus vulgaris e spesso la biscia dal collare Natrix natrix. Numerosi sono gli ardeidi,(Ardea cinerea, Egretta garzetta, Bubulcus ibis, Ardea purpurea, Ardeola ralloides, Nycticorax nycticorax), compreso il raro ed elusivo tarabuso (Botaurus stellaris) che frequentano le aree allagate e i canneti e si cibano prevalentemente dell’abbondante e diffuso crostaceo decapode Procambarus clarkii. I chiari sono comunemente frequentati da germano reale (Anas platyrhynchos), alzavola (Anas crecca), soprattutto nella stagione invernale, marzaiola (Anas querquedula) e, dove l’acqua è più profonda, da anatre tuffatrici come il tuffetto (Tachybaptus ruficollis). Nel canneto si ritrovano passeriformi come il piccolo usignolo di fiume (Cettia cetti) e, nei mesi invernali, il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus) oltre a entità appartenenti al genere Acrocephalus che giungono in aprile (cannaiola, cannareccione) tra cui si sottolinea la presenza del forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon). Tra i rallidi, la folaga (Fulica atra), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e il porciglione (Rallus acquaticus). Nei prati umidi, quando le abbondanti precipitazioni allagano anche parzialmente i campi della bonifica, si trovano la pavoncella (Vanellus vanellus) e il beccaccino (Gallinago gallinago) e, in primavera, altri limicoli come i piro piro. Nelle aree boscate si sentono i tambureggiamenti e i tipici richiami del periodo riproduttivo del picchio verde (Picus viridis) e del picchio rosso maggiore (Dendrocopos major). Sono presenti anche il torcicollo Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 39 (Jynx torquilla), numerose cince (Parus sp.pl.), il rampichino (Cerchia brachydactyla) e uccelli notturni come l’allocco (Strix aluco), la civetta (Athene noctua) e l’assiolo (Otus scops). 4.2.2- Vincoli di protezione Presenza di aree protette ANPIL Il Bottaccio (APLU01) Atto istitutivo: Del C.C. n°137 del 23-12-1997 (Comune di Capannor i) Estensione area protetta (ha) Superficie del SIR ricadente nell’area protetta (ha) % della superficie del SIR ricadente nell’area protetta 15 15 1,42 ANPIL Bosco di Tanali (APPI01) Atto istitutivo: Del C.C. n° 70 del 17-nov-95, Del C.C. n° 50 del 14-mag-98, Del C.C. n° 126 del 22-dic-98 PPSES:Approvato con Del C.P. n° 52 del 05-04-2004 Estensione area protetta (ha) Superficie del SIR ricadente nell’area protetta (ha) % della superficie del SIR ricadente nell’area protetta 175 175 16.6 Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 40 Proposta di area Ramsar ai sensi della Del G.R. n° 231/2004 Area sensibile del bacino dell’Arno Del G.R. n° 6 del 2005 (approvazione del Piano di T utela delle Acque della Toscana) La Regione Toscana ha identificato le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati provenienti da fonti agricole e le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, secondo i termini dettati dalle direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE, come recepite dalla normativa nazionale ed attuate in forma definitiva, prima dal D. Lgs. 152/99 e attualmente dal D.Lgs. 152/06. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 41 4.2.3- Il biotopo Idrografia Il sito presenta un rete idrografica artificiale di drenaggio, di cui il Canale Rogio rappresenta il principale collettore del settore più settentrionale, ricevendo le acque dalla bonifica circostante ma anche dai torrenti che scaricano dai Monti Pisani. Il Rogio confluisce nel Canale emissario del Bientina. Sono inoltre presenti casse di colmata, come quella del Rio Visona di Castelvecchio su cui insiste l’ANPIL del Bottaccio (LU) e quella del Rio Tanali che costituisce l’ANPIL del Bosco Tanali nel comune di Bientina (PI). Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 42 In Comune di Altopascio il principale collettore è la Gora del Molino, canale di acque alte che drena la porzione nord orientale del territorio (comprese le acque meteoriche in caso di forti eventi di pioggia che normalmente confluirebbero nel bacino idrografico del Sibolla) e buona parte delle acque della zona circostante il capoluogo. Dalle colline delle Cerbaie scendono il Rio Valico e il Rio delle Stanghe a Lucca attraversando la porzione della bonifica dell’ex Lago di Bientina posta a est della SP Bientinese e poi gettandosi nel Canale della Navareccia. Dalle colline di Montecarlo scende il Rio Rapecchio, caratterizzato da una qualità delle acque scarsa a causa dell’alta concentrazione di fitofarmaci drenati dai versanti coltivati a vigneto. Dalla Via Romana, al confine con il Comune di Montecarlo, risulta un canale di acque alte che passa sotto la Ferrovia e il tracciato Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 43 autostradale. Esso riceve le acque anche dal Rio Rapecchino che drena la zona del Turchetto (acque basse). La stessa zona produttiva scola nel Fosso Tazzera che, arginato, insieme al Rio Rapecchio, confluisce nel Fosso Renaio e infine nel Canale della Navareccia. Il sistema idrico superficiale quindi non ha alcuna connessione con il cratere palustre del Bientina, in quanto le acque giungono direttamente al Canale Emissario e finiscono in Arno. Qualità delle acque Dai dati del progetto Pioneer si ricavano le seguenti informazioni relative alla qualità delle acque superficiali nella Piana di Lucca. LIM IBE SECA LIM IBE SECA 4 4 III 4 3 IV 4 4 IV 4 4 IV 4 4 III 4 -- 4 4 V 5 SECA SECA III IBE IBE 4 LIM LIM 2008 SECA SECA 2007 IBE Bienti naPonte Gini 2006 LIM Canale Emissa rio 2005 SECA Fossa Nuova Porcar iBarac ca di Nanni 2004 IBE Porcar iBarac ca di Nanni Zona agricola, a valle di un’area industriale e del depuratore industriale di casa del Lupo Zona prevalentem ente agricola, a valle di un’area industriale A monte del punto di prelievo si ha la confluenza del Canale Rogio 2001-2003 LIM Canale Rogio 1997-2000 Parametri Ambientali IBE Punto Prelie vo LIM Corpo idrico 4 IV 4 IV 4 3 IV 4 Il Canale Rogio riceve le acque del Rio Frizzone in cui scarica il depuratore prevalentemente industriale di Casa del Lupo. Nell’ambito del piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana è stato identificato, per la Piana di Lucca, l’acquifero della Pianura di Lucca, sul quale sono state condotte analisi mediante prelievi da 15 pozzi. stato ambientale delle acque sotterranee (SAAS) deriva dall’incrocio dei parametri SquAs – Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee e SCAS- Stato Chimico delle Acque Sotterranee. SCAS SQuAs SAAS Obiettivo 2002 2006 2002 2006 2002 2006 per il 2015 Classe 2 Classe 4 Classe C Classe C Scadente Scadente Buono Questi alcuni parametri chimici monitorati: Parametro Cloruri Azoto ammoniacale Nitrati Trielina 29,03 18,6 48,3 51,1 52,4 128,19 2008 I sem 35,38 0,04 0,04 <0,05 <0,05 <0,05 <0,02 <0,02 0,5 20,69 2,08 15,5 4,4 17,5 19,3 16,7 13,53 17,04 25 1,5 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Rif norm 250 Pagina 44 Uso del suolo Il Sito si estende su parte dei territori di bonifica dell’ex-alveo del lago di Bientina, oggi in gran parte caratterizzati da seminativi (> 85%) che stagionalmente o temporaneamente sono allagati. Nonostante i valori siano relativamente bassi è da sottolineare la presenza di zone umide e boschi di latifoglie, riferibili a tipologie igrofile e mesoigrofili planiziale in gran parte ricadente entro i confini delle ANPIL presenti. PTC Provincia di Lucca Tipologia aree urbanizzate associazioni ripariali boschi di latifoglie Seminativi (arborei-irrigui-semplici) zone umide TOTALE Superficie (ha) 59,93 5,56 20,30 associazioni aree ripariali urbanizzate 0,72% 7,81% boschi di latifoglie 2,65% zone umide 2,07% % 7,81 0,72 2,65 665,70 86,75 15,86 767,35 2,07 seminativi (arborei-irriguisemplici) 86,75% Corine Landcover 2000 Tipologia Boschi di latifoglie Boschi misti Prati stabili Seminativi in aree non irrigue Sistemi colturali e particellari permanenti TOTALE Superficie (ha) 8,51 8,80 22,42 % 0,81 0,83 2,13 1007,32 95,53 7,35 0,7 Sistemi colturali e particellari permanenti 0,70% Boschi di latifoglie 0,81% Boschi misti 0,83% Prati stabili 2,13% 1054,40 Seminativi in aree non irrigue 95,53% Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 45 4.2.4- Le biocenosi 4.2.4.1- Habitat Nella tabella che segue (Tab. 1) si elencano gli habitat presenti nel Sito. La lista è stata compilata su base bibliografica e tramite consultazione telematica del Repertorio Naturalistico Toscano. Riferimenti bibliografici B – B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT D – Del G.R 644/04 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali. della flora e della fauna selvatiche”. R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO) T – Tomei et al., 2001 Bal – Balderi, 2001 C – Corsi, 2001 Tab.1 – Habitat di interesse regionale e/o comunitario presenti nel SIR-SIC (p): prioritario Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000 (Del.C.R. 68/05) Praterie di elofite mediterranee dominate da alte erbe e giunchi. Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Acque con vegetazione flottante dominata da idrofite appartenenti al genere Ranunculus subsp. Batrachium. Boschi planiziali e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale. Boschi palustri a ontano. Cod. Corine Cod. Nat.2000 All. I Dir. 92/43/CEE Bibliografia 37.4 6420 * B, M 22.13 (22.41/ 22.421) 3150 * R 24.4 3260 * Bal 44.4 91F0 * Bal, C 44.3 44.2 91E0 * Bal, C Questi i tipi di habitat presenti nel sito e la relativa valutazione del sito come riportati nella scheda del Ministero dell’Ambiente (08/07/2008) e ricompresi nell’allegato I della Dir 92/43/CEE: Cod 91F0 91E0 6420 3150 Denominazione Boschi planiziali e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale. Boschi palustri a ontano. Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. % coperta Rappresentatività Sup relativa Grado conservaz Valutaz globale 3 A C A A 2 B C A A 5 B C B B 2 C C C C Tab. 2 - Fitocenosi di interesse presenti nel SIR SIC B03 Fitocenosi di particolare interesse Magnocariceti a Carex elata Bibliografia Bal, C, T Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 46 4.2.4.2- Emergenze floristiche Nella tabella che segue (Tab.2), compilata esclusivamente su base bibliografica e tramite consultazione telematica con il Repertorio Naturalistico Toscano. si elencano le specie segnalate nel Sito, che in accordo con i principali strumenti ufficiali di valutazione e protezione, risultano emergenze a causa della loro rarità e vulnerabilità strettamente correlata a quella degli habitat lacustri e palustri. Riferimenti bibliografici B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000 R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO) T – Tomei et al., 2001 Ta – Tomei, 1985 Bal – Balderi, 2001 C – Corsi, 2001 Bibliografia Status RENATO Red List Regionale Red List Nazionale Red List Mondiale All. Conv. Berna Nome comune All. Dir. 42/93/CEE Specie All. L.R.56/00 Tab. 3 - Lista delle emergenze floristiche presenti nel SIR SIC B03 Arisarum proboscideum (L.) Savi Arisaro codato A Baldellia ranunculoides (L.) Parl. Mestolaccia ranuculoides A Bal Carex acutiformis Ehrh. Carice tagliente Carex elata All. Carice spondicola A Ceratophyllum demersum L. Ceratofillo demerso A Cladium mariscus (L.) Pohl Falasco A LR T Epipactis palustris (Miller) Crantz Elleborine palustre A VU Bal, C Eleocharis multicaulis (Sm.) Sm. Giunchina cespugliosa A VU EN EN T Eleocharis palustris (L.) Roemer et Scultes Giunchina palustre A Euphorbia palustris L. Euforbia di palude A Galium palustre L. Caglio palustre A Hottonia palustris L. Erba scopina A Hydrocharis morsus-ranae L. Morso di rana A Hydrocotyle vulgaris L. Soldinella comune Juncus bulbosus L. Giunco bulboso Leucojum aestivum L. Campanelli estivi A,C Ludwigia palustris (L.) Elliot Erba porracchia A EN EN Myriophyllum spicatum L. Millefoglio d’acqua comune A VU CR VU T, B,C EN C Bal, C, T LR T Bal, C VU T Bal,C VU EN VU EN A T,C T, Bm LR LR A T, Bm,C VU T,C T,C T, Bal,C T Myriophyllum verticillatum L. Millefoglio d’acqua ascellare Nymphaea alba L. Ninfea bianca A,C Nymphoides peltata (Gmelin) O. Kuntze Limnantemio A EN EN EN T Oenanthe aquatica (L.) Poiret Finocchio acquatico cicutario A VU T Oenanthe fistulosa L. Finocchio acquatico tubuloso A VU T Ophioglossum vulgatum L. Ofioglosso comune A LR T Orchis laxiflora Lam. Orchide acquatica A VU T, Bal VU T T, Bm Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 47 A,C Bibliografia Status RENATO Red List Regionale Red List Nazionale Red List Mondiale All. Conv. Berna Nome comune All. Dir. 42/93/CEE All. L.R.56/00 Specie Osmunda regalis L. Felce florida C Potamogeton polygonifolius Pourret Brasca poligonifoglia A Quercus robur L. Farnia A Ranunculus flammula L. Ranuncolo delle passere Ranunculus lingua L. Ranuncolo delle canne A VU VU T Sagittaria sagittifolia L. Sagittaria comune A EN VU T, C Salvinia natans (L.) All. Erba pesce A Spiranthes aestivalis (Lam.) L.C. Rich. Viticci estivi A Spirodela polyrrhiza (L.) Schleid. Lenticchia d’acqua maggiore A Stachys palustris L. Stregona palustre A Thelypteris palustris Schott Felce palustre A VU Utricularia australis R. Br. Erba vescica delle risaie A EN VU Utricularia vulgaris L. Erba vescica comune A EW T,C Vallisneria spiralis L. Vallisneria A VU T VU VU T Bal, C VU IV T,C I VU VU I EN VU VU VU T T T Bal,C C T 4.2.4.3- Emergenze faunistiche Riferimenti bibliografici: B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT M – Schede del Ministero relative alla rete Natura 2000 R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO) MW - database Medwet (la maggior parte dei dati sono stati forniti da F. Balderi) C - M. Cenni (1989) INVERTEBRATI Insetti Per completezza si riporta la check list completa presente nell’archivio Medwet anche se molte delle specie indicate risultano comuni e non particolarmente vulnerabili. Ordine Ephemeroptera Odonata Famiglia Baetidae Libellulidae Calopterygidae Aeshnidae Dictyoptera Isoptera Phasmida Mantidae Rhinotermitidae Phasmatidae Tettigoniidae Orthoptera Acrididae Eteroptera Emiptera Gryllotalpidae Coreidae Pentatomidae Notonectidae Naucoridae Nome scientifico Baetis rhodani Sympetrum sanguineum Calopteryx splendens Anax imperator Aeshna grandis Mantis religiosa Reticulitermes lucifugus Bacillus rossii Tettigonia vividissima Oedipoda germanica Stenobothrus lineatus Grillotalpa grillotalpa Syromastes marginatus (Linnaeus, 1758) Palomena viridissima Notonecta maculata Ilyocoris cimicoides Bibliografia MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 48 Ordine Famiglia Cicadidae Mecoptera Panorpidae Papilionidae Pieridae Lycenidae Lepidoptera Nymphalidae Satyridae Esperidae Noctuidae Cossidae Cicindelidae Carabidae Coleoptera Dytiscidae Hydrophilidae Histeridae Staphylinidae Lampiridae Buprestidae Coccinellidae Oedemeridae Meloidae Lucanidae Scarabeidae Cerambycidae Chrysomelidae Imenoptera Scoliidae Vespidae Apoideae Nome scientifico Lyristes plebejus Cicada orni Panorpa communis Papilio machaon Iphiclides podalirius Zerynthia polyxena ((Denis & Schiffermuller), 1775) Aporia crataegi Pieris brassicae Artogeia napi Artogeia rape Pontia edusa Anthocaris cardamines Colias crocea Gonepteryx ramni Leptidea sinapis Callophrys rubi Lycaena dispar (Haworth, 1803) Lycaena phlaeas Leptotes pirithous Celastrina argiolus Aricia agestis Polyommatus icarus Charaxes jasus (Linnaeus, 1766) Apatura ilia ((Denis & Schiffermuller), 1775) Limenitis reducta Nymphalis antiopa Inachis io Vanessa atalanta Vanessa cardui Polygonia egea Polygonia c- album Argynnis paphia Issoria lathonia Melitaea didyma Melitaea phoebe Mellicta athalia Maniola jurtina Pyronia tithonus Coenonympha pamphilus Pararge aegeria Lasiommata megera Erynnis tages Ochlodes venatus Catocala elocata Phragmataecia castaneae /Hubner, ) Cicindela campestris Carabus granuloides interstitialis Duftschmid, 1812 Carabus clatrathus antonelii Luigioni, 1921 Dytiscus marginalis Linnaeus, 1758 Hydrous piceus Hister quadrimaculatus Ocypus olens (O.F Muller, 1764) Luciola italica Lampra rutilans Psyllobora vigintiduopunctata Oedemera nobilis Meloe violaceus Lucanus cervus (Linneaus, 1758) Melolonta melolontha Cetonia aurata Oxythyrea funesta Cerambyx cerdo Linnaeus, 1758 Morimus asper Aromia moschata Timarcha tenebricosa Chrysomela mentastri Chrysomela populi Scolia flavifrons Vespa crabro Apis mellifera Bibliografia MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW R, MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW R MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW MW Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 49 Ordine Famiglia Diptera Nome scientifico Bibliografia Bombus terrestris Xilocopa violacea Culex pipiens Culicidae MW MW MW A A Charaxes jasus (Linnaeus, 1766) A Apatura ilia ((Denis & Schiffermuller), 1775) A Carabus granuloides interstitialis Duftschmid, 1812 Status in Toscana IV II, IV Status in Italia II II IUCN L.R. 56/00 Zerynthia polyxena ((Denis & Schiffermuller), 1775) Lycaena dispar (Haworth, 1803) Dir. 92/43/CEE Nome scientifico Conv. Berna Emergenze LR VU A Carabus clatrathus antonelii Luigioni, 1921 A, B Lucanus cervus (Linneaus, 1758) Cerambyx cerdo Linnaeus, 1758 III II II II, IV A, B Crostacei Ordine Decapoda Famiglia Nome scientifico Cambaridae Bibliografia Nome Comune Procambarus clarkii (Girard ) Gambero rosso della Louisiana MW Status in Toscana Status in Italia IUCN L.R. 56/00 Nome scientifico Dir. 92/43/CEE Conv. Berna Emergenze Procambarus clarkii (Girard, )* *Specie alloctona di grande impatto ambientale introdotta accidentalmente nel bacino del Massaciuccoli Molluschi Ordine Gastropoda (Pulmonata) Basommatophora Bivalvia Unionoidea Famiglia Planorbidae Unionidae Nome scientifico Planorbarius corneus (Linnaeus, 1758) Unio elongatulus C. Pfeiffer, 1825 Bibliografia B B Planorbarius corneus (Linnaeus, 1758) Unio elongatulus C. Pfeiffer, 1825 A III Status in Toscana Status in Italia IUCN L.R. 56/00 Dir. 92/43/CEE Nome scientifico Conv. Berna Emergenze LR V Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 50 VERTEBRATI Anfibi Ordine Famiglia Urodela Salamandridae Anura Hylidae Bufonidae Raniidae Nome scientifico Nome comune Bibliografia Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758) Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758) Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Hyla intermedia Boulenger, 1882 Bufo bufo (Linnaeus, 1758) Rana dalmatina Bonaparte, 1838 Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758 Salamandra pezzata Tritone punteggiato Tritone crestato italiano Raganella italiana Rospo comune Rana dalmatina Rana esculenta MW B B B B B Salamandra salamandra (Linnaeus, 1758) III A,B Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758) Triturus carnifex (Laurenti, 1768) III II II B A B Hyla intermedia Boulenger, 1882 Bufo bufo (Linnaeus, 1758) II, IV IV III Rana dalmatina Bonaparte, 1838 Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758 Status in Toscana Status in Italia L.R. 56/00 IUCN Nome scientifico Dir. 92/43/CEE Conv. Berna Conv. Bonn Emergenze LRlc LR Minacce A2, A4, B3, B8, C1 LR B II, III IV III V B1 Rettili Ordine Famiglia Anguidae Gekkonidae Squamata Lacertidae Colubridae Nome scientifico Nome Comune Anguis fragilis Linnaeus, 1758 Tarentola mauritanica (Linnaeus, 1758) Podarcis muralis (Laurenti, 1768) Podarcis sicula (Rafinesque, 1810) Lacerta bilineata (Daudin, 1802) Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789) Natrix natrix (Linnaeus, 1758) Orbettino Geco comune Lucertola muraiola Lucertola campestre Ramarro Biacco Biscia dal collare Bibliografia MW MW B, MW B B, MW MW MW Anguis fragilis Linnaeus, 1758 III B Tarentola mauritanica (Linnaeus, 1758) III B Podarcis muralis (Laurenti, 1768) II IV Status in Toscana Status in Italia L.R. 56/00 IUCN Dir. 92/43/CEE Nome scientifico Conv. Berna Emergenze A LR LR Podarcis sicula (Rafinesque, 1810) II IV A Lacerta bilineata (Daudin, 1802) II IV B Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789) II IV Natrix natrix (Linnaeus, 1758) III Minacce B Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 51 Salmo trutta Linnaeus, 1758 Status Toscana Status in Italia IUCN L.R. 56/00 Nome scientifico Dir 92/43/CEE Conv Berna Pesci Minacce DD Esox lucius Linnaeus, 1758 A LR VU A1, A2, B6 Emergenze Ordine Salmoniformes Famiglia Nome scientifico Nome Comune Salmonidae Salmo trutta Linnaeus, 1758 trota Esocidae Esox lucius Linnaeus, 1758 Luccio Bibliografia MW MW, R Accipitriformes Accipitridae 02610 02870 Falconiformes Falconidae 03040 01840 01940 01790 Anseriformes Anatidae 01860 01890 01820 00950 01210 01080 Ciconiformes Ardeidae 01040 01190 01220 00980 Podicipediformes Podicipedidae 00070 Pelecaniformes Phalacrocoracidae 00720 Gruiformes Rallidae 04290 04240 Galliformes Phasianidae 03940 Caradriformes Charadriidae 04690 Circus aeruginosus (Linnaeus, 1758) Circus cyaneus (Linnaeus, 1766) Buteo buteo (Linnaeus, 1758) Falco tinnunculus Linnaeus, 1758 Anas crecca Linnaeus, 1758 Anas clypeata Linnaeus, 1758 Anas penelope Linnaeus, 1758 Anas platyrhynchos, Linnaeus, 1758 Anas acuta Linnaeus, 1758 Anas strepera Linnaeus, 1758 Botaurus stellaris (Linnaeus, 1758) Casmerodius albus (Linnaeus, 1758) Ardeola ralloides (Scopoli, 1769) Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758) Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) Ardea cinerea, Linnaeus, 1758 Ixobrychus minutus, (Linnaeus, 1766) Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764) Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758) Fulica atra Linnaeus, 1758 Gallinula chloropus, (Linnaeus, 1758) Phasianus colchicus Linnaeus, 1758 Charadrius dubius Scopoli, 1786 Nome comune Bibliografia 02600 Nome scientifico Fenologia sito Famiglia Fenologia Italia Ordine Cod Euring Uccelli B C, B Falco di palude SB, M reg, W Albanella reale M reg, W (SB estinta: Padania anni ‚50; dati incerti) Poiana SB, M reg, W S C, MW Gheppio SB, M reg, W S C,R, B, MW Alzavola M reg, W, B C, B Mestolone M reg, W, B C, B Fischione M reg, W, B irr C, B Germano reale SB, Mreg, W C, B Codone M reg, W, B irr Canapiglia M reg, W, B Tarabuso SB par, M reg, W R Airone bianco maggiore M reg, W, B B Sgarza ciuffetto M reg, B, W irr S MW Nitticora M reg, B, Wpar S C, MW Garzetta M reg, B, W par S C, B, MW Airone cenerino SB par, Mreg, W R C MW C Tarabusino M reg, B B R, B, MW Tuffetto SB par, M reg, W B MW Cormorano M reg, W, SB Folaga SB, Mreg, W Gallinella d’acqua SB, Mreg, W B C, MW Fagiano comune SB (ripopolato) B C, MW Corriere piccolo M reg, B, W irr M C Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio B Pagina 52 04930 05170 05190 Scolopacidae 05530 05540 06680 06700 Columbiformes Columbidae 06840 06870 Cuculiformes Strigiformes Cuculidae 07240 Tytonidae 07450 07570 Strigidae 07390 Apodiformes Apodidae 07950 Caprimulgiformes Caprimulgidae 07780 Alcedinidae 08310 Upupidae 08560 Picidae 08480 Troglodytidae 10660 Coraciformes Piciformes 10010 Hirundinidae 09920 10170 Motacillidae 10200 10140 Prunellidae 10840 Alaudidae 09760 Aegithalidae 14370 Passeriformes 11980 12010 Turdidae Turdus iliacus Linnaeus, 1766 Turdus philomenos C.L. Brehm, 1831 Saxicola torquatus 11390 (Linnaeus, 1766) 11040 Luscinia megarhynchos 12000 Bibliografia 04850 Charadrius hiaticula Linnaeus, 1758 Pluvialis apricaria (Linnaeus, 1758) Vanellus vanellus (Linnaeus, 1758) Philomachus pugnax (Linnaeus, 1758) Gallinago gallinago (Linnaeus, 1758) Tringa ochropus Linnaeus, 1758 Tringa glareola Linnaeus, 1758 Columba oenas Linnaeus, 1758 Columba palumbus Linnaeus, 1758 Streptopelia decaocto (Frivaldsky, 1838) Streptopelia turtur (Linnaeus, 1758) Cuculus canorus Linnaeus, 1758 Tyto alba (Scopoli, 1769) Athene noctua (Scopoli, 1766) Otus scops (Linnaeus, 1758) Apus apus (Linnaeus, 1758) Caprimulgus europaeus Linnaeus, 1758 Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) Upupa epops Linnaeus, 1758 Jynx torquilla Linnaeus, 1758 Troglodytes troglodytes (Linnaeus, 1758) Delichon urbica (Linnaeus, 1758) Hirundo rustica Linnaeus, 1758 Motacilla flava Linnaeus, 1758 Motacilla alba Linnaeus, 1758 Anthus spinoletta (Linnaeus, 1758) Prunella modularis (Linnaeus, 1758) Alauda arvensis Linnaeus, 1758 Aegithalos caudatus (Linnaeus, 1758) Turdus pilaris Linnaeus, 1758 Fenologia sito 04700 Nome scientifico Corriere grosso M reg, W par M C Piviere dorato M reg, W W C, B Pavoncella M reg, W, B W C, B Combattente M reg, W par M C Beccaccino M reg, W, B (reg ?) W C, B Piro piro culbianco M reg, W par S C, MW Piro piro boschereccio M reg, W irr S MW Colombella SB par, M reg, W W C Colombaccio SB, M reg, W W C,MW Tortora dal collare SB, M reg B C Tortora SB, Mreg B MW Cuculo M reg, B, W irr B C, MW Barbagianni SB, M reg, B, W par B C Civetta SB, M reg, W par S C Assiolo SB par, M reg, W par Fenologia Italia Famiglia Cod Euring Ordine Nome comune Rondone M reg, B, W irr Succiacapre M reg, B, W irr Martin pescatore SB, Mreg, W Upupa M reg, B, W par Torcicollo M reg, B, W par (SB par ?) Scricciolo SB, M reg, W B SB, Mreg B, M reg C, MW C, B SB C, R, B, MW S MW B, M reg C, MW B C, MW B, M reg B, M reg Balestruccio M reg, B, W irr Rondine M reg, B, W par Cutrettola Mreg, B, W irr S C, MW Ballerina bianca SB, Mreg, W SB C, MW Spioncello SB par, M reg W W C, MW Passera scopaiola SB par, M reg, W W C Allodola SB, M reg, W SB C, MW Codibugnolo SB, Mreg, W B C,MW Cesena SB opar, M reg, W W C Tordo sassello M reg, W, B irr (ultima nid: Lombardia 1996) W C Tordo bottaccio SB par, M reg, W S MW Saltimpalo SB, M reg, W SB C, MW Usignolo Mreg, B, W irr B, M C, MW Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio C C, MW Pagina 53 C.L. Brehm, 1831 11870 10990 Cisticolidae 12260 12380 13080 13120 13110 13150 12200 Sylviidae Acrocephalus 12410 melanopogon (Temminck, 1823) 12670 12510 12530 12770 14620 Paridae 14640 Remizidae 14900 Oriolidae 15080 15930 Sturnidae 15820 15490 Corvidae 15670 Laniidae 15150 15912 Passeridae Passeriformes 15980 16360 16400 16490 Fringillidae 16530 16600 16540 Emberizidae Turdus merula Linnaeus, 1758 Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758) Cisticola juncidis (Rafinesque, 1810) Locustella luscinioides (Savi, 1824) Phylloscopus sibilatrix (Bechsterin, 1793) Phylloscopus trochilus (Linnaeus, 1758) Phylloscopus collybita (Viellot, 1817) Regulus ignicapilla (Temminck, 1820) Cettia cetti (Temminck, 1820) 18820 Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789) Acrocephalus scirpaceus (Hermann, 1804) Acrocephalus arundinaceus (Linnaeus, 1758) Sylvia atricapilla (Linnaeus, 1758) Parus caeruleus Linnaeus, 1758 Parus major Linnaeus, 1758 Remix pendulinus (Linnaeus, 1758) Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758) Sturnus unicolor Temminck, 1820 Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758 Pica pica (Linnaeus, 1758) Corvus corone cornix Linnaeus, 1758 Lanius collurio (Linnaeus, 1758) Passer italiae Linnaeus Passer montanus (Linnaeus, 1758) Fringilla coelebs Linnaeus, 1758 Serinus serinus (Linnaeus, 1766) Carduelis chloris (Linnaeus, 1758) Carduelis carduelis (Linnaeus, 1758) Carduelis cannabina (Linnaeus, 1758) Carduelis spinus (Linnaeus, 1758) Emberiza calandra Linnaeus, 1758 Bibliografia Nome comune Fenologia sito Nome scientifico Fenologia Italia Famiglia Cod Euring Ordine reg Merlo SB, Mreg, W SB C, MW Pettirosso SB, M reg, W S, W C, MW Beccamoschino SB, Mreg, W par SB C, MW B, M reg M reg M reg C, MW S C, MW SB C, MW Salciaiola M reg, B C Luì verde M reg, B, W irr Luì grosso Mreg, Wirr (B ? Alpi) Luì piccolo SB par, Mreg, W Fiorrancino SB, M reg, W Usignolo di fiume SB, Mreg, W par SB C, MW Forapaglie castagnolo SB par, M reg, W B, M reg, W par C, R, MW Occhiocotto SB, Mreg, W par SB C, MW Cannaiola Mreg, B, W irr B MW Cannareccione Mreg, B B, M reg C, MW Capinera SB, Mreg, W B C, MW Cinciarella SB, Mreg, W B C, MW Cinciallegra SB, Mreg, W B C, MW Pendolino SB, M reg, W S C, MW Rigogolo M reg, B B C, MW Storno nero SB, M irr B, M reg MW Storno SB, Mreg, W s C Gazza SB, M irr SB C, MW Cornacchia grigia SB, M reg, Wpar SB C, MW Averla piccola M reg, B, W irr Passera d’Italia SB,M reg Passera mattugia C B, M reg SB C, MW SB, Mreg, W SB MW Fringuello SB, Mreg, W B, W C,MW Verzellino SB par, Mreg, Wpar SB C,MW Verdone SB, Mreg, W S,B C, MW Cardellino SB, Mreg, W S,B C,MW Fanello SB, M reg, W S C, MW Lucherino M reg, W, SB par B, W C,MW Strillozzo SB, Mreg, W par S C Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio C, B Pagina 54 Emberiza schoeniclus (Linnaeus, 1758) Amandava amandava 20250 (Linnaeus, 1758) Migliarino di palude 18770 Estrildidae Bengalino comune Bibliografia Nome comune Fenologia sito Nome scientifico Fenologia Italia Famiglia Cod Euring Ordine W C SB, M reg, W SB, M irr (naturalizzato) II/1, III/2 II/1, III/2 II/1, III/2 II/1,III/1 II/1, III/1 II/1 I I I I I I I I II/1, III/2 II/2 II/1-III/1 I II/2 II/1, III/2 I II/2 I, II/2 II/2 II/2 II/2 II/1-III/1 II/2 I I I II II III III III II II III III II III III II II II II II II II II II II III II III II II II III II II II IUCN SPEC A A Minacce II II II II II II II II II II Status in Toscana II II II II III III III III III III II II II II II III II II III III III L.R. 56/00 I Conv. Berna Conv. Bonn PP PP PP PP CC CC CC CC CC CC PP PP P P P P P P P CC CC CC PP P P CC CC P P P CC P P P CC CC P P PP PP PP P P P PP Status in Italia Circus aeruginosus (Linnaeus, 1758) Circus cyaneus (Linnaeus, 1766) Buteo buteo (Linnaeus, 1758) Falco tinnunculus Linnaeus, 1758 Anas crecca Linnaeus, 1758 Anas penelope Linnaeus, 1758 Anas clipeata Linnaeus, 1758 Anas platyrhynchos Linnaeus, 1758 Anas acuta Linnaeus, 1758 Anas strepera Linnaeus, 1758 Botaurus stellaris (Linnaeus, 1758) Casmerodius albus (Linnaeus, 1758) Ardeola ralloides (Scopoli, 1769) Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758) Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) Ardea cinerea Linnaeus, 1758 Ixobrychus minutus (Linnaeus, 1766) Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764) Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758) Fulica atra Linnaeus, 1758 Gallinula chloropus (Linnaeus, 1758) Phasianus colchicus Linnaeus, 1758 Charadrius dubius Scopoli, 1786 Charadrius hiaticula Linnaeus, 1758 Pluvialis apricaria (Linnaeus, 1758) Vanellus vanellus (Linnaeus, 1758) Gallinago gallinago(Linnaeus, 1758) Tringa ochropus Linnaeus, 1758 Tringa glareola Linnaeus, 1758 Tringa totanus (Linnaeus, 1758) Philomachus pugnax (Linnaeus, 1758) Limosa limosa (Linnaeus, 1758) Columba oenas Linnaeus, 1758 Streptopelia decaocto (Frivaldsky, 1838) Columba palumbus Linnaeus, 1758 Streptopelia turtur (Linnaeus, 1758) Caprimulgus europaeus Linnaeus, 1758 Cuculus canorus Linnaeus, 1758 Tyto alba (Scopoli, 1769) Otus scops (Linnaeus, 1758) Athene noctua (Scopoli, 1766) Apus apus (Linnaeus, 1758) Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) Upupa epops Linnaeus, 1758 Jynx torquilla Linnaeus, 1758 Dir. 79/409 CEE Nome scientifico L. 157/92 Emergenze EN EX EN A1, B7 A LRnt EN NE EN A1, B1, C1 A1, C1 A1, B1, C1 NE CR EN NE VU A1, B1, C1 A1, B1, C1 A1, B1, B7 A1, C1 B1, B7 A1, A2, A5, A7 4 A A A A A 3 3 3 3 4 4 3 LR LR CR VU LR nt LR nt VU A1, B4 A1, B7 II II EN A1 LR nt NE A2, A6 A1, C1 4 4 A NE A1, C1 EN CR A1, A2 CR CR CR DD A1, C1 A4, B7, D1 A 2 A 2 4 A 2 LRnt LRnt A4, A5 A A 3 2 LR nt LRnt LR nt LRnt A2, A5, B7 A4, A5 A 3 3 3 LRnt LR lc A1, A2 D Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio A3, A5 Pagina 55 Delichon urbica (Linnaeus, 1758) Hirundo rustica Linnaeus, 1758 Motacilla flava Linnaeus, 1758 Motacilla alba Linnaeus, 1758 Anthus spinoletta (Linnaeus, 1758) Troglodytes troglodytes (Linnaeus, 1758) Alauda arvensis Linnaeus, 1758 Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758 Turdus pilaris Linnaeus, 1758 Turdus iliacus Linnaeus, 1766 Turdus philomenos C.L. Brehm, 1831 Saxicola torquatus (Linnaeus, 1766) Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831 Turdus merula Linnaeus, 1758 Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758) Cisticola juncidis (Rafinesque, 1810) Phylloscopus sibilatrix (Bechsterin, 1793) Phylloscopus collybita Vieillot, 1817 Regulus ignicapilla (Temminck, 1820) Cettia cetti (Temminck, 1820) Locustella luscinioides (Savi, 1824) Phylloscopus trochilus Linnaeus, 1758 Acrocephalus melanopogon (Temminck, 1823) Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789) Acrocephalus scirpaceus Herman, 1804 Acrocephalus arundinaceus (Linnaeus, 1758) Sylvia atricapilla Linnaeus, 1758 Parus caeruleus Linnaeus, 1758 Parus major Linnaeus, 1758 Remiz pendulinus (Linnaeus, 1758) Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758) Certhia brachydactyla C.L. Brehm, 1820 Sturnus unicolor Temminck, 1820 Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758 Prunella modularis (Linnaeus, 1758) Pica pica (Linnaeus, 1758) Corvus corone cornix Linnaeus, 1758 Lanius collurio Linnaeus, 1758 Passer italiane Linnaeus Passer montanus (Linnaeus, 1758) Fringilla coelebs Linnaeus, 1758 Serinus serinus (Linnaeus, 1766) Carduelis chloris (Linnaeus, 1758) Carduelis carduelis (Linnaeus, 1758) Carduelis cannabina (Linnaeus, 1758) Carduelis spinus (Linnaeus, 1758) Emberiza calandra Linnaeus, 1758 Emberiza schoeniclus (Linnaeus, 1758) Amandava amandava6 (Linnaeus, 1758) P P P P P P CC P CC CC CC P P CC P P P P P P P P P P P P P P P P P P P CC P CC CC P P P P P P P P P P P P II/2 II/2 II/2 II/2 II/2 I II II II II II II III II III III III II II III II II II II II II II II II II II II II II II III II II II 3 Minacce Status in Toscana Status in Italia IUCN SPEC L.R. 56/00 Conv. Berna Conv. Bonn Dir. 79/409 CEE L. 157/92 Nome scientifico A2, A3, A5 4 4 4 A 4 4 A VU NE VU VU VU A1 A2, A3 A1 4 4 4 II/2 3 II II/2 II/2 I II ? III III II II II II II III II A 4 3 3 4 4 VU 4 VU A A4, D1 DD ? 6 Areale originario dell’Asia, diffuso da molto tempo tra gli allevatoriper fini amatoriali. In Toscana settentrionale sono note 2 popolazioni in corrispondenza del Lago di Massaciuccoli e del padule di Fucecchio, quest’ultima in espansione anche nel Lago di Sibolla e nell’alveo di Bientina Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 56 Mammiferi Ordine Insectivora Carnivora Lagomorpha Rodentia Famiglia Erinaceidae Canidae Mustelidae Leporidae Hystricidae Gliridae Myocastoridae Nome scientifico Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758 Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758) Martes foina Erxleben, 1777 Mustela nivalis Linnaeus, 1766 Sylvilagus floridanus (J.A.Allen, 1890) Hystrix cristata Linnaeus, 1758 Glis glis Linnaeus, 1766 Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758) Myocastor coypus (Molina, 1782) Nome comune Bibliografia Riccio europeo Volpe Faina Donnola Silvilago Istrice Ghiro Moscardino Nutria MW MW MW MW MW MW MW MW Il Silvilago è specie alloctona introdotta a partire dal 1966 in Italia (inizialmente in Piemonte) per fini venatori Il suo areale di origine si estende dal sud del Canada all’America centrale e alle regioni settentrionali dell’America del sud, comprese alcune isole a nord del Venezuela. Territori favorevoli risultano quelli a vocazione agricola, preferibilmente in zone pianeggianti e collinari, con alternanza di colture, boschetti, siepi, ma anche bordature di corsi d’acqua, scarpate di strade e ferrovie, incolti e radure. In condizioni di elevata densità può risultare danoso per le colture agricole, in particolare alla soia, al mais e al frumento in fase di crescita e anche a giovani piante di vite, di pioppo e di alberi da frutto. Anche la nutria è specie alloctona. Originaria del sud America, è stata introdotta in Europa dagli inizi del 1900 e in Italia alla fine degli anni ’20, ai fini di allevamento per la produzione di pellicce. Predlige ambienti semiacquatici soprattutto gli ambienti palustri caratterizzati da una fitta rete di canali intercomunicanti, con presenza di vegetazione a idrofite e a elofite. A causa delle abitudini fossorie per la costruzione della tana, provoca danni anche ingenti alle arginature pensili di canali e fossi con gravi rischi idraulici; spesso, in zone agricole esercita un notevole impatto sulle colture. Da segnalereil danno ecologico esercitato su fitocenosi locali (anche di pregio) e su nidi di alcuni uccelli (per calpestio e conseguente distruzione e per disturbo). Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758 Martes foina Erxleben, 1777 PP III Mustela nivalis Linnaeus, 1766 P III Hystrix cristata Linnaeus, 1758 P Glis glis Linnaeus, 1766 P III Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758) P III Minacce Status in Italia Status in Toscana L.R. 56/00 IUCN III CC Dir. 92/43/CEE P Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758) Conv. Bonn Conv. Berna Nome scientifico L. 157/92 Emergenze IV IV VU A2 Myocastor coypus (Molina, 1782) Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 57 4.2.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto • Espansione aree industriali della piana lucchese: consumo di suolo, consumo di risorse (ad es acqua per le attività cartarie) - Fenomeni di subsidenza prevalentemente nella parte orientale della Pia di Lcca nei comuni di Capannonri, Porcari e Bentina: è indotta daio prelievi di acqua dal sottosuolo per umungiment concreentrati, che superano le disponibilità idriche della falda, dagli acquedotti di Paganico, del pollino e delle Cerbaie e dai prelievi industriali nella zona Capannori-Porcari. Questo fenomeno si è manifestato visivamente almeno dal 1987, con crepacciamenti nel terreno e lesioni agli edifici. Dal 1990 le Autorità di Bacino del Serchio e successivamente dell’Arno hanno cercato di contribuire alla risoluzione del problema: di concerto con i Ministeri dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente, nonché della Regione Toscana, sono stati finanziati diversi interventi che, collegati tra di loro, avrebbero dovuto risolvere il problema o almeno attenuarlo fino a dimensioni accettabili: - 1) L’acquedotto intercomunale Lucca – Capannori, alimentato da nuovi pozzi in subalveo del Serchio a S. Pietro a Vico, che, oltre a dare acqua ad una zona sprovvista di acquedotto, avrebbe ridotto gli emungimenti localizzati a Paganico; - 2) L’acquedotto industriale per il riuso delle acque reflue del depuratore di Casa del Lupo, che avrebbe dovuto diminuire gli emungimenti per uso industriale; - 3) Il cosiddetto “Tubone”, che consiste in una derivazione di acqua dal Serchio per 450 litri al secondo, costituito da un tratto a cielo aperto preesistente (Canale Nuovo da Ponte a Moriano a Camigliano) e da una condotta interrata da Camigliano a Casa del Lupo. Tale opera avrebbe fornito, con esclusione dei mesi estivi, un quantitativo d’acqua ritenuto sufficiente a diminuire ulteriormente i prelievi dalla falda. Infatti con i 450 litri al secondo del “Tubone” e gli altri interventi ricordati sarebbe possibile abbattere gli emungimenti in atto di una quota di circa il 50%. Tali opere, ad oggi, risultano funzionanti in minima parte. Necessità di perseguire il riequilibrio del Bilancio Idrico dell’acquifero della piana di Lucca e del padule di Bientina ed il progressivo raggiungimento, nelle aree di crisi in località Paganico, Pollino e Cerbaie, rispettivamente nei Comuni di Capannori, Porcari e Bientina, dei livelli obiettivo individuati dalle Autorità di Bacino del fiume Arno e del fiume Serchio con le delibere di Comitato Istituzionale del 3 marzo 2004 per la progressiva soluzione delle problematiche connesse ai fenomeni di subsidenza nella piana di Lucca e nel padule di Bientina; - Qualità delle acque del Canale Rogio, ricettore finale degli scarichi del depuratore di Casa del Lupo che deve migliorare per il raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dal Piano di Tutela per il bacino del fiume Arno ; - Necessità di recuperare e tutelare il reticolo idraulico minore della piana di Lucca al fine di garantirne gli originali regimi idrici, la disponibilità di acque per le attività agricole e per favorire la ricarica della falda. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 58 - Necessità di pianificare il taglio della vegetazione elofitica nei canali secondo una programmazione che tenga conto delle necessità di salvaguardia di varie specie animali che utilizzano tale ambiente quale habitat - Progressivo depauperamento in ricchezza e abbondanza di specie di particolare interesse conservazionistico e fitogeografico - Presenza di specie alloctone 4.2.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04) Principali elementi di criticità interni al sito (Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale) - Ridotte dimensioni e isolamento dei nuclei relitti di bosco igrofilo. - Inquinamento delle acque del Canale Emissario e del Canale Rogio. - Presenza di attività agricole di tipo intensivo. - Captazioni idriche estive per irrigazione delle colture. - Presenza di specie alloctone di flora quali ad esempio Amorpha fruticosa o Robinia pseudacacia. In particolare quest’ultima tende a sostituirsi alla specie più tipiche dei boschi igrofili con una riduzione del loro valore naturalistico. - Presenza di specie alloctone invasive di fauna (da segnalare gambero rosso, nutria, silvilago o minilepre e bengalino comune). - Presenza di cinghiali che, in particolare nel periodo estivo, possono avere un impatto negativo sulla flora e sulla fauna presente nelle residue zone allagate dei due Bottacci di Tanali e della Visona. - Fruizione turistica in aumento. - Attività venatoria nella porzione nord-orientale del sito. - Il pascolamento di animali domestici, che ha effetti positivi nei prati stagionalmente allagati, provoca una riduzione della rinnovazione di farnia nel bosco di Tanali. - Diffusione dei canneti a danno dei magnocariceti e degli specchi d’acqua. - Incendi nei magnocarioceti e nei canneti. - Periodici interventi di ripulitura e ricalibratura della sezione idraulica nei canali di bonifica. - Controllo della vegetazione nei canali di bonifica mediante utilizzo di diserbanti. - Problemi di gestione legati alla presenza di aree demaniali affidate a diversi concessionari all’interno del sito. - Presenza, nel settore nord-orientale del sito, di una vasta area militare destinata a lanci di paracadutisti. Principali elementi di criticità esterni al sito: - Presenza di aree a elevata antropizzazione con assi viari, centri abitati sparsi e attività agricole di tipo Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 59 intensivo. - Inquinamento delle acque. - Gestione idraulica. - Attività venatoria con appostamenti fissi ai confini del sito. - Gestione dei chiari di caccia mediante incendi. - Captazioni idriche lungo i corsi che si immettono nei due Bottacci di Tanali e della Visona per l’irrigazione di colture agricole e orti. PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE (Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale) Principali obiettivi di conservazione7: a) Conservazione/ampliamento dei boschi igrofili (E). b) Conservazione dei mosaici di vegetazione elofitica e idrofitica, con adeguati livelli di eterogeneità (E). c) Controllo delle specie alloctone (E). d) Conservazione delle emergenze floristiche e faunistiche presenti (M). e) Miglioramento della qualità delle acque (M). Indicazioni per le misure di conservazione: - Interventi a livello di bacino idrografico, o di intero Padule del Bientina, finalizzati al miglioramento qualitativo degli apporti idrici e a una gestione dei livelli idrici, finalizzata anche al mantenimento delle emergenze naturalistiche (E). - Esame della situazione attuale del pascolo, verifica rispetto agli obiettivi di conservazione e adozione di opportune misure contrattuali per il raggiungimento delle modalità ottimali di gestione e il recupero, almeno parziale, di aree abbandonate (E). - Programmi a medio termine di recupero/ampliamento degli elementi di maggiore interesse naturalistico presenti nel sito (ad esempio mediante allagamenti) e loro inserimento nel contesto di un piano di riqualificazione naturalistica dell’area demaniale del bientina (E). - Azioni di controllo della fauna e della flora alloctona invasiva (E) e del cinghiale (B). - Gestione del canneto con tagli periodici a rotazione (M). Necessità di Piano di Gestione specifico del sito: Media. In considerazione della maggiore estensione del sito rispetto alle aree protette, appare utile la realizzazione di un piano complessivo. Le due ANPIL sono inoltre attualmente sprovviste di regolamenti di gestione. 7 Legenda obiettivi e misure di conservazione: Agli obiettivi, così come alle misure di conservazione è stato attribuito un livello di importanza relativo a quel sito secondo la seguente classificazione: B: bassa; M: Media; E: Elevata; EE: molto elevata Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 60 4.3- SIR-SIC n° 63 “Le Cerbaie” (IT5170003) Estensione: 6504,51 ha Altitudine: Min 10 m s.l.m. Max 117 m s.l.m. Regione biogeografica: mediterranea Legislazione di riferimento: L.R. 56/00 e s.m.i.; Del G.R. 644/2004 Il sito non ricade in Comune di Altopascio ma risulta contiguo al suo confine sud occidentale. Confini amministrativi Provincia Superficie del sito ricadente nel territorio provinciale (ha) % di territorio provinciale all’interno del sito rispetto alla superficie totale del sito 1901,472 0,265 4602,673 0,103 29,23 0,0041 70,76 0,0016 Firenze Pistoia Pisa Lucca Comuni Altopascio (LU) Fucecchio (FI) Bientina (PI) S. Croce sull’Arno (PI) S. Maria a Monte (PI) Calcinaia (PI) Castelfranco di Sotto (PI) Ponte Buggianese (PT) Cod ISTAT 048019 050001 050033 050035 050004 050009 047016 Superficie del comune (ha) Territorio comunale nel sito (ha) % di territorio comunale all’interno del sito rispetto alla superficie totale del sito % di territorio comunale all’interno del sito rispetto alla superficie comunale totale 2870 6513 2926 1692 3829 1500 4832 2947 0,103 1901,472 523,6 348,84 1512,25 229,71 1988,818 0,265 0,002 29,23 8,04 5,36 23,25 3,5 30,58 0,004 0,0036 29,19 17,88 20,6 39,50 15,3 41,16 0,009% Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 61 4.3.1- Descrizione Le colline delle Cerbaie si trovano tra la valle dell’Arno a sud, il Padule di Bientina a ovest e il Padule di Fucecchio a est. I suoli, data la natura prevalentemente limoso-argillosa, presentano buona potenzialità idrica e, in occasione di intense precipitazioni, mantengono elevate quantità di umidità con frequenti periodi in cui i vallini rimangono allagati. Qui, come nelle residue aree del Bientina e c/o il Lago di Sibolla, si trovano le condizioni microclimatiche ed ecologiche per cui sono ancora presenti rare comunità vegetali e specie considerate relitte, in quanto testimonianza di flore e vegetazioni dell’ultima glaciazione (oltre 20000 anni fa) o di climi passati più caldi (caldo–aridi e caldo-umidi) anche risalenti all’era Terziaria (20 milioni di anni fa come la Osmunda regalis). Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 62 4.3.2- Vincoli di protezione Presenza di aree protette Riserva Naturale Statale Montefalcone EUAP0131 Atto istitutivo: riserva naturale biogenetica (D.M. 13 luglio 1977 ) Gestione: Corpo Forestale dello Stato tramite l’UTB di Lucca Estensione: 503 ettari Venne acquistata dallo Stato nel 1971 ed è interamente compresa nel SIR SIC 63 Cerbaie Riserva Naturale Statale di Poggio Adorno EUAP0137 Atto istitutivo: riserva naturale di popolamento animale (D.M. 28 aprile 1980) Gestione: Corpo Forestale dello Stato tramite l’UTB di Lucca Venne acquistata dallo Stato nel 1971 ed è interamente compresa nel SIR SIC 63 Cerbaie Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 63 Siti Natura 2000 Il SIR 63 comprende il SIR-ZPS “Montefalcone” (IT5170004), sito interamente compreso nel sistema delle riserve Naturali Statali di Montefalcone e di Poggio Adorno 4.3.3- Il biotopo Geologia e geomorfologia Le colline delle Cerbaie sono costituite prevalentemente da sabbie fini fluvio-lacustri del Pleistocene contenenti ghiaie e conglomerati prevalentemente quarzitici alloctoni del Monte Pisano e delle Alpi Apuane, con affioramento di sabbie gialle Pleistoceniche di facies marina nel versante meridionale. Sono caratterizzate da un aspetto morfologico asimmetrico dovuto alla particolare storia geologica che ha visto l’innalzamento dell’esteso sistema collinare nel Pleistocene medio (1,2 milioni di anni fa) dove tempo prima era presente il mare: - dove emergono i sedimenti del mare pliocenico, più antichi e di natura prevalentemente sabbiosa (zona di S. Maria a Monte, colline di Massarella e Torre) il paesaggio risulta articolato, con valli dalle pendici abbastanza acclivi con una irregolare disposizione del reticolo idrografico che non segue precise direttrici; Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 64 - dove invece affiorano i sedimenti fluvio-lacustri del Pleistocene, più recenti e di natura prevalentemente limosa e argillosa, il rilievo risulta molto regolare,con porzioni sub pianeggianti che digradano in vallini non troppo profondi orientati in prevalenza verso nord e/o nord-ovest (zona di Castelfranco di Sotto). Idrografia La dorsale collinare costituisce la linea spartiacque tra il Padule di Bientina e quello di Fucecchio e quindi i corsi d’acqua della porzione occidentale confluiscono nel canale della Navareccia e quindi nel canale emissario del Bientina e quelli del versante nord orientale confluiscono parzialmente nel Fosso Sibolla e poi nel Canale del Capannone- canale Maestro- Canale Usciana. Di interesse per quanto riguarda il Comune di Altopascio la porzione sud orientale che confina con il SIR (zona di Chimenti) e che drena le acque superficiali nel Rio delle Stanghe a Lucca affluente nel Canale della Navareccia. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 65 4.3.4- Le biocenosi 4.3.4.1-Habitat Nelle tabelle che seguono (Tab. 1, Tab. 2) si elencano gli habitat di interesse e le fitocenosi di pregio presenti nel Sito. La lista è stata compilata su base bibliografica e tramite consultazione telematica del Repertorio Naturalistico Toscano. Riferimenti bibliografici B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT. D – Del G.R 644/04 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”. M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000. R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO). N- Scheda Natura 2000 aggiornata dalla Regione Toscana, su proposta della Provincia di Pisa, al 2009 Tab.1 – Habitat di interesse regionale e/o comunitario presenti nel SIR-SIC 63 Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000 (Del.C.R. 68/05) Cod. Corine Cod. Nat.2000 Laghi e stagni distrofici naturali 22,14 3160 Stagnetti temporanei mediterranei 22,34 3170 AI (p) N Lande e brughiere dei substrati silicei o decalcificati del piano collinare e montano 31,2 4030 AI (p) D, M Prateie con Molina su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae) (2) Boschi palustri a ontano All. I Dir. 92/43/CEE N 6410 44,3 e 44,2 Biblio N 91E0 AI (p) D, M Torbiere con cumuli a Sphagnum magellanicum 51,1 7110 AI (p) N Boschi ripari mediterranei a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra 44,141 e 44,6 92A0 AI D,M Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa Centrale del Carpinion betui 9160 N Boschi a dominanza di castagno 41,9 9260 B, M Formazioni erbacee dei fiumi mediterranei a flusso permanente con Salix sp.pl. e Populus sp.pl. 24,53 3280 M Boschi misti di latifoglie mesofile dei macereti e dei valloni su substrato calcareo 41,4 9180 Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale 44,4 91F0 M Boschi e vecchi impianti artificiali di pini mediterranei 42,8 9540 M AI (p) N (1) Habitat non presente nella L.R. 56/00, con nome di cui al Progetto RENATO (p)= habitat prioritario (2) = Altri habitat non inseriti nella LR 56/2000 e succ. modif. o in RENATO Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 66 Questi i tipi di habitat presenti nel sito e la relativa valutazione del sito come riportati nella scheda del Ministero dell’Ambiente (08/07/2008) e ricompresi nell’allegato I della Dir 92/43/CEE: Cod 9540 91F0 4030 9260 3280 92A0 91E0 Denominazione Boschi e vecchi impianti artificiali di pini mediterranei Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale Lande e brughiere dei substrati silicei o decalcificati del piano collinare e montano Boschi a dominanza di castagno Formazioni erbacee dei fiumi mediterranei a flusso permanente con Salix sp.pl. e Populus sp.pl. Boschi ripari mediterranei a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra Boschi palustri a ontano % coperta Rappresentatività Sup relativa Grado conservaz Valutaz globale 20 C C B C 18 A C A A 10 A C A A 7 D 2 C C B C 2 C C B B 2 B C B B Tab. 2 - Fitocenosi di interesse presenti nel SIR-SIC 63 Fitocenosi di particolare interesse Bibliografia Boschi misti acidofili a dominanza di Rovere delle Cerbaie (Frangulo alni- Quercetum petraeae Arrigoni) D Vallini igrofili a Carpinus betulus e Quercus robur delle Cerbaie (Toscana Settentrionale) D I boschi planiziari dei vallini costituiscono l’emergenza vegetazionale prioritaria del SIR-SIC e ospitano rare specie di flora igrofila. Importanti anche gli habitat con Sphagnum sp.pl., Drosera rotundifolia ssp corsica, Osmunda regalis, ecc., le stazione eterotpiche di Fagus sylvatica, i mosaici di magnocariceti, potamogeti (ad es. Potamogeton polygonifolius) e piccoli specchi d’acqua (talora con Nymphaea alba,Utricularia vulgaris). Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 67 Il cerchio in rosso si riferisce alla zona più prossima al comune di Altopascio Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 68 4.3.4.2- Emergenze floristiche Nella tabella che segue (Tab.2), compilata esclusivamente su base bibliografica e tramite consultazione telematica con il Repertorio Naturalistico Toscano. si elencano le specie segnalate nel Sito, che in accordo con i principali strumenti ufficiali di valutazione e protezione, risultano emergenze a causa della loro rarità e vulnerabilità strettamente correlata a quella degli habitat lacustri e palustri. Riferimenti bibliografici B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT M – Schede del Ministero relative alla Rete Natura 2000 R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO) S- Le colline delle Cerbaie e il Padule di Bientina- Stato di conservazione della natura e gestione sostenibile del paesaggio (S. Bacci, A. Bernardini, R. Corsi, F. Malfanti, M. Petrolo, 2007) N- Scheda Natura 2000 aggiornata dalla Regione Toscana, su proposta della Provincia di Pisa, al 2009 Status RENATO Red List Regionale Red List Nazionale Red List Mondiale All. Conv. Berna Nome comune Arisarum proboscideum (L.) Savi Arisaro codato A B, M, S Asarum europaeum L. Baccaro comune A B, M, S Baldellia ranunculoides (L.) Parl. Mestolaccia ranuculoides A Carex elata All. Carice spondicola A S Bibliografia Specie All. L.R.56/00 All. Dir. 42/93/CEE Tab. 3 - Lista delle emergenze floristiche presenti nel SIR SIC 63 CR VU B, M Carex panicea L. Carice migliacea A N Cirsium palustre (L.) Scop. Cardo di palude A S Dictamnus albus L. Limonella o frassinella A S Drosera rotundifolia L. subsp. corsica Rosolida corsica Dryopteris affinis (Lowe) Fr.-Jenk ssp. borreri Felce pelosa A B, M Dryopteris carthusiana (Vill.) H.P.Fuchs Felce certosina A B, M Eleocharis multicaulis (Sm.) Sm. Giunchina cespugliosa A Eleocharis palustris (L.) Roemer et Scultes Giunchina palustre A B,M, S Galanthus nivalis L. 1753 Bucaneve A, C1 S Gentiana pneumonanthe L. Genziana mettimborsa A B, M, S Geum rivale L. Cariofillata dei rivi A M Hottonia palustris L. Erba scopina A Hypericum mutilum L. Erba di S. Giovanni americana A Juncus bulbosus L. Giunco bulboso A LR Lathraea clandestina L. A,C CR CR B, M, S VU EN EN N VU EN S B,M,S N A VU B, M, S Leucojum aestivum L. Campanelli estivi A,C LR S Leucojum vernum L. Campanelle comuni A,C B, M, S Lilium bulbiferum L. subsp. croceum Chaix Giglio di S. Giovanni A B, M Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 69 A Malus dasyphylla Borkh. Bibliografia Erba porracchia Status RENATO Ludwigia palustris (L.) Elliot Red List Regionale A Red List Nazionale Listera maggiore Red List Mondiale All. L.R.56/00 Listera ovata (L.) R. All. Conv. Berna Nome comune All. Dir. 42/93/CEE Specie M EN EN S A B, M B Malus fiorentina (Zaccagni) Schneider Melo ibrido A Menyanthes trifoliata L. Trifoglio fibrino A CR B, M Narcissus poeticus L. Narciso selvatico A,C B, M.S Nuphar luteum (L.) Sibth. et Sm. Nannufero A,C B, M, S Nymphaea alba L. Ninfea bianca A,C Nymphoides peltata (Gmelin) O. Kuntze Limnantemio A EN EN EN B, M Oenanthe aquatica (L.) Poiret Finocchio acquatico cicutario A VU N Ophioglossum vulgatum L. Ofioglosso comune A LR S Orchis laxiflora Lam. Orchide acquatica A VU B, M Osmunda regalis L. Felce florida Polygala flavescens DC. Poligala gialla Polygala nicaeensis ssp. mediterranea var. italiana Chodat VU S A,C B, M, S A B,M A Polygonatum latifolium (Jacq.) Desf Sigillo di Salomone peloso A Potamogeton polygonifolius Pourret Brasca poligonifoglia A Quercus robur L. Farnia A Sagittaria sagittifolia L. Sagittaria comune A Schoenoplectus lacustris (L.) Palla Lisca palustre A VU B,M B,M VU VU S S EN VU B, M S Scilla bifolia L. Scilla silvestre A Sphagnum palustre L. Sfagno C V B, M, S S Sphagnum subnitens Russow & Warnstorf Sfagno C V B, M, S Stachys palustris L. Stregona palustre A Thelypteris palustris Schott Felce palustre A Tilia cordata Miller Tiglio selvatico A B, M Tuberaria lignosa (Sweet) Fior gallinaccio maggiore A N Utricularia australis R. Br. Erba vescica delle risaie A Utricularia minor L. Erba vescica minore A Vallisneria spiralis L. Vallisneria A Vinca minor L. Pervinca A Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio B, M VU EN VU B, M B, M B, M, S VU B, M B, M Pagina 70 4.3.4.3- Emergenze faunistiche Riferimenti bibliografici: B – Schede Bioitaly relative ai Siti di Importanza Regionale elaborate da SIRA-ARPAT M – Schede del Ministero relative alla rete Natura 2000 R – Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)toriale per la Biodità di Luccaiver P- Piano per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2010-2014 nella Riserva Statale di Popolamento Animale di Poggio Adorno e nella Riserva Naturale Biogenetica di Montefalcone a cura del Ministero Politiche Agricole e Forestali- CFS- Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Lucca F- Fausto Fabbrizzi “La fauna” in AA.VV, 2004- La Riserva Naturale di Montefalcone-storia, ambiente, territorio. VERTEBRATI Anfibi Ordine Urodela Famiglia Nome scientifico Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758) Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Hyla intermedia Boulenger, 1882 Rana dalmatina Bonaparte, 1838 Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758 Salamandridae Hylidae Anura Raniidae Nome comune Bibliografia Tritone punteggiato Tritone crestato italiano Raganella italiana Rana dalmatina Rana esculenta B, M B,M M B,M B,M Rana dalmatina Bonaparte, 1838 II, III IV III V Rana klepton esculenta Linnaeus, 1758 Status in Toscana II, IV IV Status in Italia Hyla intermedia Boulenger, 1882 II II L.R. 56/00 III Triturus carnifex (Laurenti, 1768) IUCN Triturus vulgaris meridionalis (Linnaeus, 1758) Dir. 92/43/CEE Nome scientifico Conv. Berna Conv. Bonn Emergenze Minacce B A B LR B1 Rettili Ordine Famiglia Nome scientifico Nome Comune Bibliografia Squamata Lacertidae Podarcis muralis (Laurenti, 1768) Podarcis sicula (Rafinesque, 1810) Lacerta bilineata (Daudin, 1802) Lucertola muraiola Lucertola campestre Ramarro B, M B, M B, M A LR IV A LR Lacerta bilineata (Daudin, 1802) II IV B Status in Toscana IV II Status in Italia II Podarcis sicula (Rafinesque, 1810) L.R. 56/00 Dir. 92/43/CEE Podarcis muralis (Laurenti, 1768) Nome scientifico IUCN Conv. Berna Emergenze Minacce Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 71 Uccelli Ordine Famiglia Accipitriformes Accipitridae Falconiformes Falconidae Anseriformes Anatidae Podicipediformes Podicipedidae Pelecaniformes Phalacrocoracidae Gruiformes Rallidae Strigiformes Strigidae Cod Euring Nome scientifico Nome comune Biblio 02870 Buteo buteo (Linnaeus, 1758) Poiana 02690 Accipiter nisus (Linnaeus, 1758) Sparviere F 03040 Falco tinnunculus Linnaeus, 1758 Gheppio B, M 01840 Anas crecca Linnaeus, 1758 Alzavola B, M 01860 Anas platyrhynchos, Linnaeus, 1758 Germano reale B, M 00070 Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764) Tuffetto P 00720 Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758) Cormorano P 04290 Fulica atra Linnaeus, 1758 Folaga P 04240 Gallinula chloropus, (Linnaeus, 1758) Gallinella d’acqua 07390 Otus scops (Linnaeus, 1758) Assiolo M, B 07610 Strix aluco Linnaeus, 1758 Allocco P P P Caprimulgiformes Caprimulgidae 07780 Caprimulgus europaeus Linnaeus, 1758 Succiacapre Coraciformes Alcedinidae 08310 Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) Martin pescatore P Cuculiformes Cuculidae 07240 Cuculus canorus Linnaeus, 1758 Cuculo F Columbiformes Columbidae 06700 Columba palumbus Linnaeus, 1758 Colombaccio F 08760 Picoides major (Linnaeus, 1758) Picchio rosso maggiore P 08480 Jynx torquilla Linnaeus, 1758 Torcicollo F F Piciformes Passeriformes Picidae M.B Sittidae 15790 Sitta europaea (Linnaeus, 1758) Picchio muratore Motacillidae 10200 Motacilla alba Linnaeus, 1758 Ballerina bianca F Troglodytidae 10660 Troglodytes troglodytes (Linnaeus, 1758) Scricciolo F Oriolidae 15080 Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758) Rigogolo F Certhiidae 14870 Certhia brachydactyla Brehm, 1820 Rampichino F Fringillidae 16360 Fringilla coelebs Linnaeus, 1758 Fringuello F Corvidae 15390 Garrulus glandarius (Linnaeus, 1758) Ghiandaia F Paridae 16640 Parus major Linnaeus, 1758 Cinciallegra F Aegithalidae 14370 Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758 Codibugnolo F Muscicapidae 13350 Muscicapa striata (Pallas, 1764) Pigliamosche F 13110 Phylloscopus collybita Vieillot, 1817 Luì piccolo F 13150 Regulus ignicapilla (Temminck, 1820) Fiorrancino F 12670 Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789) Occhiocotto F Sylviidae Turdidae Laniidae 12200 Cettia cetti (Temminck, 1820) Usignolo di fiume F 11040 Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831 Usignolo F 12000 Turdus philomenos C.L. Brehm, 1831 Tordo bottaccio F 11870 Turdus merula Linnaeus, 1758 Merlo P 10990 Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758) Pettirosso 15150 Lanius collurio (Linnaeus, 1758) Averla piccola P C, B A partire dalla stagione riproduttiva 1989 alcune coppie di Nitticora originarono una piccola garzaia in loc. Rio delle Stanghe sulle Colline delle Cerbaie, poco distante in vicinanza dell’abitato di Massarella e distante circa 3km in linea d’aria dal bacino palustre. Il sito, pur spostandosi nei boschi vicini a cerro, negli anni seguenti, per episodi di disturbo verificatisi nella zona palustre, si amplia con la nidificazione anche di Garzetta e di Sgarza ciuffetto . Dal 1994 per taglio del bosco ceduo di quercia e per ulteriori episodi di disrturbo la colonia continua a spostarsi di anno in anno fino al 2000 quando fu diradata la pineta su cui gli animali si erano insediati (A. Bartolini, 2003). Sono spesso presenti ardeidi come aironi cinerini, nitticore e garzette presso le zone umide ma non si hanno individui nidificanti. Dallo studio del dr Fabbrizzi nella Riserva Naturale di Montefalcone (2004), durante il periodo invernale è stato avvistato l’astore (Accipiter gentilis) e risulta presente una discreta popolazione di Beccaccia (Scolopax Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 72 rusticola). Questa compare anche durante le migrazioni, come il tordo sassello (Turdus iliacus) e la cesena (Turdus pilaris). Irregolarmente presenti anche la cincia mora (Parus ater) e il frosone (Coccothraustes coccothraustes). Svernante regolare il lucherino (Carduelis spinus) da settembre ad aprile. I II/1, III/2 II/1,III/1 I I II/1, III/2 II/2 I I A A 4 4 4 VU LRntt LRnt Minacce Status in Toscana Status in Italia IUCN II II II II II SPEC II III II III III III II III III III II II II II III L.R. 56/00 Conv. Bonn PP PP PP CC CC P P P CC CC P PP PP P P C PP PP P P P P P P C P P P P P P P P CC P P Conv. Berna Buteo buteo (Linnaeus, 1758) Accipiter nisus (Linnaeus, 1758) Falco tinnunculus Linnaeus, 1758 Anas crecca Linnaeus, 1758 Anas platyrhynchos Linnaeus, 1758 Ardea cinerea Linnaeus, 1758 Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764) Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758) Fulica atra Linnaeus, 1758 Gallinula chloropus (Linnaeus, 1758) Caprimulgus europaeus Linnaeus, 1758 Otus scops (Linnaeus, 1758) Strix aluco Linnaeus, 1758 Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) Cuculus canorus Linnaeus, 1758 Columba palumbus Linnaeus, 1758 Picoides major (Linnaeus, 1758) Jynx torquilla Linnaeus, 1758 Troglodytes troglodytes (Linnaeus, 1758) Motacilla alba Linnaeus, 1758 Sitta europaea (Linnaeus, 1758) Certhia brachydactyla Brehm, 1820 Oriolus oriolus (Linnaeus, 1758) Fringilla coelebs Linnaeus, 1758 Garrulus glandarius (Linnaeus, 1758) Parus major Linnaeus, 1758 Aegithalos caudatus Linnaeus, 1758 Muscicapa striata (Pallas, 1764) Phylloscopus collybita Vieillot, 1817 Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789) Regulus ignicapilla (Temminck, 1820) Cettia cetti (Temminck, 1820) Luscinia megarhynchos C.L. Brehm, 1831 Turdus merula Linnaeus, 1758 Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758) Lanius collurio Linnaeus, 1758 Dir. 79/409 CEE Nome scientifico L. 157/92 Emergenze A2, A4, B2,B7 EN A1, B1, C1 LR A1, B4 EN A1 II II A A A 4 4 2 2 4 3 LRnt LRnt LRnt LRnt A4, A5 A4, A5 LRnt LR lc A1, A2 II/1, III/1 II II II II II II II III 3 A3,A5 4 II/2 II/2 I II II II II II II II II III II II II 3 4 4 4 A 3 Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio VU Pagina 73 Mammiferi Ordine Chiroptera Artiodactyla Carnivora Famiglia Vespertilionidae Suidae Cervidae Canidae Mustelidae Lagomorpha Leporidae Sciuridae Rodentia Gliridae Hystricidae Nome scientifico Nome comune Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Sus scropha Linnaeus, 1758 Capreolus capreolus (Linnaeus, 1758) Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758) Martes foina Erxleben, 1777 Mustela nivalis Linnaeus, 1766 Mustela putorius Linnaeus, 1758 Meles meles (Linnaeus, 1758) Lepus europaeus Pallas, 1778 Sciurus vulgaris Linnaeus, 1758 Glis glis Linnaeus, 1766 Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758) Hystrix cristata Linnaeus, 1758 Pipistrello di Savi Cinghiale Capriolo Volpe Faina Donnola Puzzola Tasso Lepre Scoiattolo comune Ghiro Moscardino Istrice Bibliografia B.M P P P P P P P P P P P B.M, P CC Capreolus capreolus (Linnaeus, 1758) CC Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758) CC Martes foina Erxleben, 1777 PP III P III Mustela nivalis Linnaeus, 1766 Mustela putorius Linnaeus, 1758 PP III Meles meles (Linnaeus, 1758) P III Lepus europaeus Pallas, 1778 CC Hystrix cristata Linnaeus, 1758 P Glis glis Linnaeus, 1766 P III Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758) P III Sciurus vulgaris Linnaeus, 1758 P IV A LR LR V A DD CR IUCN Status in Toscana Sus scropha Linnaeus, 1758 Status in Italia PP L.R. 56/00 Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Conv. Bonn Dir. 92/43/CEE Conv. Berna Nome scientifico L. 157/92 Emergenze IV IV VU 4.2.5- Cause di declino dell’ecosistema e interventi gestionali in atto Il Matsococcus feytaudi è una cocciniglia appartenente all’ordine degli Omotteri e alla famiglia dei Margarodidi originaria delle regioni atlantiche ed è un insetto succhiatore della linfa vegetale del pino marittimo. E’ giunto in Italia attraverso il commercio di legname e ha provocato gravi danni alle pinete a pino marittimo in particolare nel comprensorio delle colline delle Cerbaie (da circa il 1998). Altre criticità: - Gestione forestale non conservativa - Espansione di rovo e Ulex - Interrimento delle zone umide e conseguente espansione di elofite - Presenza di cinghiali - Ingressione di Robinia pseudoacacia - Regimazione idraulica Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 74 - Presenza di specia alloctone 4.3.6- Fattori di vulnerabilità e misure di conservazione da adottare (ex Del GR 644/04) Principali elementi di criticità interni al sito (Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale) - Estese porzioni del sito sono notevolmente antropizzate, con insediamenti sparsi, viabilità, presenza di aree coltivate (numerosissimi gli orti familiari). - Frequenti incendi, che comportano la degradazione della copertura forestale, favorendo la diffusione dei popolamenti a pino marittimo con sottobosco di specie acidofile (felceti, uliceti, ecc.). - Artificializzazione dei corsi d’acqua. - Impatto degli ungulati sulla flora, particolarmente dannoso per le numerose bulbifere del sottobosco (impatto elevato nella zona recintata della Riserva di Montefalcone). - Diffusione di specie vegetali esotiche negli ecosistemi forestali, con particolare riferimento alla robinia Robinia pseudacacia, che non di rado costituisce nuclei estesi, soprattutto lungo i corsi d’acqua dei “vallini” umidi. - Bonifica di aree umide per ampliare le zone agricole. - Raccolta di sfagno e di specie rare di flora. Principali elementi di criticità esterni al sito Elevato grado di antropizzazione delle aree circostanti. PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE (Deliberazione 5/07/2004 n° 644 Attuazione art. 12. c.1 lett. a) della L.R. 56/00 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale) Principali obiettivi di conservazione Conservazione dei vallini umidi con stazioni di Sphagnum,, rara flora relittuale e ontanete ripariali (E). Tutela delle fitocenosi (E). Mantenimento della copertura forestale di latifoglie di pregio (nuclei con farnia e/o rovere) (M). Indicazioni per le misure di conservazione Controllo degli incendi (E). Verifica dello stato di conservazione dei “vallini” umidi, minacciati da ampliamenti delle zone agricole e dagli interventi di regimazione idraulica (E). Interventi di gestione selvicolturale finalizzati alla diffusione delle latifoglie autoctone di pregio (diradamento delle pinete, piantagione di latifoglie autoctone, ecc.) (M). Riduzione del carico di ungulati nella zona recintata della Riserva di Montefalcone (in corso) (M). Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 75 Progressiva sostituzione delle pinete con formazioni di latifoglie autoctone (M). Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Elevata, ma relativa solo alle aree di maggiore interesse e criticità e solo per alcuni aspetti (cfr. sotto). Necessità di piani di settore Elevata necessità di un piano che coordini la gestione forestale alla scala del sito, in particolare per quanto riguarda i boschi mesofili e igrofili. Altrettanto elevata necessità di un piano per la conservazione dei vallini. Note Per le due Riserve Statali non esiste un piano di gestione. Il CFS gestisce l’area perseguendo i seguenti obiettivi: lotta fitosanitaria, sviluppo di un centro sperimentale per lo studio di alcune malattie animali, centro di ospitalità per la fauna selvatica interessata dalla normativa CITES, recupero naturalistico del sito, didattica. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 76 5- Valutazione di incidenza delle previsioni urbanistiche 5.1- Fase di screening Per quanto riguarda eventuali incidenze su habtat e specie presenti nei Siti della Rete Natura 2000 ricadenti o contigui al comune di Altopascio, dal momento che si tratta di zone caratterizzate prevalentemente da ambienti umidi, di seguito si considerano le possibili interazioni tra le previsioni interne alle UTOE e le emergenze segnalate per gli stessi Siti tenendo conto prioritariamente della rete idraulica. Sono quindi indicate delle misure di mitigazione a livello generale da integrare nelle NTA di RU. Nelle schede di valutazione degli interventi previsti per ciascuna UTOE saranno meglio individuati i casi in cui si rende comunque necessario procedere allo studio di incidenza, in forma di screening o quale analisi di maggior dettaglio nell’ambito della progettazione. 5.1.1- SIR –SIC “Lago di Sibolla” • UTOE Marginone L’UTOE a prevalente carattere residenziale ricade nel bacino idrografico del lago di Sibolla. Come descritto nel capitolo sulla rete idrografica, in occasione di intense precipitazioni, le acque della porzione nord occidentale del bacino sono drenate nel sistema del lago e delle zone palustri circostanti, altrimenti confluiscono nella Gora del Molino e quindi nel Canale Navareccia. Le previsioni urbanistiche devono quindi comportare specifiche misure di mitigazione funzionali a evitare ogni possibile inquinamento delle acque che giungono nel Lago, ad esempio con un adeguato sistema di raccolta e depurazione delle acque reflue (fuori bacino) e di sistemi di raccolta di acque meteoriche dilavanti Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 77 da superfici anche solo potenzialmente inquinate. Da evitare anche eventuali sversamenti di sostanze e di solidi sospesi in occasione di lavori di movimento terra, per operazioni di cantiere, per lavorazioni agricole. E’ inoltre vietato l’impianto di specie vegetali alloctone e invasive, così come l’introduzione di specie di fauna alloctona anche a fini domestici e non di allevamento. Da valutarsi con adeguati studi idraulici previsioni di consumo di suolo che comportino modifiche alla rete idraulica superficiale alterando la funzione di corridoio ecologico funzionale assolta dal corso d’acqua e dalla vegetazione ripariale (anche elofitica). La presenza della linea elettrica ad alta e media tensione di Marginone, con grossi tralicci e numerosi cavi aerei, rappresenta un elemento di forte disconnessione nell’ambito della rete ecologica, soprattutto in considerazione del rischio di collisione e di elettrocuzione per specie ornitiche che si spostino tra le aree umide costiere e le zone palustri interne (Bientina, Sibolla, Fucecchio). Risulta comunque importante prescrivere l’interramento dei cavi aerei a servizio degli edifici e magari perseguire il progressivo interramento dei cavi elettrici delle rete nazionale. Fondamentale la presenza di elementi di connessione ecologica come filari, siepi e aree boscate, anche macchie e arbusteti al limite dei campi; altrettanto importante il sistema dei fossi e canali per il quale sono da attuarsi interventi di recupero e tutela, anche a fini di sicurezza idraulica evitando tombamenti e interruzioni del regolare deflusso superficiale. Si ritiene necessario effettuare una procedura di screening dello studio di incidenza al dettaglio di progetto per interventi di nuova edificazione a scopo produttivo o residenziale (in questo caso non per ristrutturazioni o per ampliamenti dell’esistente che comunque non comportino problemi di smaltimento reflui non in pubblica fognatura). I singoli interventi saranno valutati nell’ambito delle schede di dettaglio per la valutazione ambientale strategica e la valutazione integrata • UTOE Michi Ha una destinazione prevalentemente residenziale. Le previsioni urbanistiche devono garantire un adeguato sistema di raccolta e depurazione delle acque reflue e sistemi di raccolta di acque meteoriche dilavanti da superfici. E’ vietato l’impianto di specie vegetali alloctone e invasive, così come l’introduzione di specie di fauna alloctona anche a fini domestici e non di allevamento. Da valutarsi con adeguati studi idraulici previsioni di consumo di suolo che comportino modifiche alla rete idraulica superficiale alterando la funzione di corridoio ecologico funzionale assolta dal corso d’acqua e dalla vegetazione ripariale (anche elofitica). Risulta importante prescrivere l’interramento dei cavi aerei a servizio degli edifici che rappresentano elementi di disconnessione nell’ambito della rete ecologica, soprattutto in considerazione del rischio di collisione e di elettrocuzione per specie ornitiche che si spostino tra le aree umide costiere e le zone palustri interne (Bientina, Sibolla, Fucecchio). Fondamentale la presenza di elementi di connessione ecologica come filari, siepi e aree boscate, anche macchie e arbusteti al limite dei campi; altrettanto importante il sistema dei fossi e canali per il quale sono da attuarsi interventi di recupero e tutela, anche a fini di sicurezza idraulica evitando tombamenti e interruzioni del regolare deflusso superficiale. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 78 Si ricorda che nell’UTOE rientra l’azienda a rischio rilevante TOSCOGAS per la quale è vigente il RIR. I singoli interventi saranno valutati nell’ambito delle schede di dettaglio per la valutazione ambientale strategica e la valutazione integrata. Occhio alla Toscogas • UTOE Produttiva Altopascio 1 Anche se non appartenente allo stesso bacino idrografico del lago l’UTOE comprende terreni interessati da fabbricati industriali oggi in disuso e in abbandono per i quali l’RU prevede il recupero a fini produttiviartigianali e commerciali. In particolare si fa riferimento all’ex stabilimento Cover, colorificio ceramico che per anni ha costituito una vera minaccia per il delicato ecosistema lacustre e la zona umida circostante. Si tenga in considerazione che l’area è interessata da un sito contaminato proprio a causa di materiali tossici nel sottosuolo che hanno determinato un pericoloso percolato finito nel sistema idrico sotterraneo. Per la vicinanza al sito (il complesso è separato dal SIR-SIC e dalla Riserva naturale dalla Via dei Sandroni) e la destinazione prevista, si ritiene indispensabile che di ogni intervento sia verificata l’incidenza anche potenziale sulle specie, gli habitat e le dinamiche ecologiche che lo caratterizzano. In particolare sono da evitare aumenti di traffico sulla stessa Via dei Sandroni in cui è previsto l’accesso al Centro visite della Riserva Naturale (come da progetto della Provincia di Lucca, vedi cap 5.2) per non aumentare il rischio di collisione e di investimento di fauna selvatica e il disturbo alla stessa (a seguito di inquinamento acustico e luminoso) e per non incidere sui delicati equilibi dell’ecosistema palustre (sversamenti accidentali sull’asfalto, inquinamento atmosferico). Al tempo stesso l’attività insediata non deve comportare alcun rischio anche potenziale o indiretto sull’ambiente sia per quanto riguarda emissioni in atmosfera che nelle acque superficiali e sotterranee. Non devono essere installate luci rivolte verso l’esterno dell’edificio e delle pertinenze dello stesso o verso l’alto ed evitati peggioramenti del clima acustico. Eventuali barriere vegetazionali finalizzate alla mitigazione degli impatti dovranno essere costituite da specie arboree ed arbustive autoctone e tipiche del contesto ambientale. Da vietare lo stoccaggio e/o il deposito, anche temporaneo, di sostanze potenzialmente pericolose di contaminare il suolo e le acque e da prevedersi specifici piani di gestione delle acque meteoriche dilavanti da piazzali e dalle coperture (favorendo comunque opere utili per il risparmio idrico come cisterne e serbatoi per acque a uso irriguo e antincendio ). Vietati gli emungimenti idrici superficiali e da falda. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 79 5.1.2- SIR-SIC “Le Cerbaie” UTOE Chimenti Parte della UTOE appartiene al bacino idrografico del Rio delle Lame a Lucca che solca in senso E-O la porzione settentrionale del Sito e confluisce nel Canale della Navareccia e quindi nel Canale Emissario del Bientina. Si tenga conto nella parte alta del Rio delle Lame a Lucca è segnalato un vallino all’interno di un bosco igrofilo a ontano nero che ha subito recentemente un pesante taglio all’interno del quale è stata trovata una stazione di Hydrocotile vulgaris, oltre a Osmunda regalis, Blechnum spicant, Callitriche stagnatilis. Inoltre il Rio delle Lame a Lucca, una volta confluito nel Rio Ponticelli, attraversa l’area di bonifica posta tra Altopascio e Orentano che conserva discreti caratteri di naturalità nonostante siano stati effettuati anni fa interventi che ne hanno gravemente compromesso la valenza conservazionistica (in particolare estorbamenti). Gli interventi previsti all’interno dell’UTOE, indipendentemente dalla loro esatta localizzazione, dovranno tenere in considerazione le seguenti prescrizioni: - Evitare scarichi di acque reflue nel bacino del Rio delle Lame a Lucca e privilegiare forme di allaccio alla pubblica fognatura invece che sistemi di depurazione autonomi - Divieto di impianto di specie vegetali alloctone e invasive - Mantenimento degli elementi di corridoio ecologico funzionale come la vegetazione ripariale ed elofitica in fossi e canali, siepi, filari di piante autoctone e boschetti Non si ritiene necessario procedere alla valutazione di singoli interventi previsti per l’UTOE e nemmeno tale valutazione è richiesta in fase di presentazione del progetto. I singoli interventi saranno valutati nell’ambito delle schede di dettaglio per la valutazione ambientale strategica e la valutazione integrata. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 80 5.1.3- SIR-SIC “Ex alveo del Lago di Bientina” - UTOE Residenziale di Altopascio Nord-Badia Pozzeveri - UTOE produttiva del Turchetto - UTOE residenziale Altopascio Sud - UTOE Produttiva di Altopascio 1 - UTOE produttiva di Altopascio 2 - UTOE residenziale Spianate (parzialmente) - UTOE residenziale Marginone (parzialmente non in condizioni di forti precipitazioni) La maggior parte delle UTOE del Comune di Altopascio risulta connessa idraulicamente al Padule di Bientina. Alcune di tali UTOE si caratterizzano per la presenza di aree produttive-artigianali e commerciali estese e per la presenza di importanti nodi infrastrutturali. Nonostante che le aree urbanizzate risultino distanti dal Padule di Bientina e quindi non possano essere rilevati effetti diretti sugli habitat e sulle specie di interesse conservazionistico, sono comunque da verificare eventuali collegamenti idraulici e sono da evitare opere e infrastrutture che comunque vadano ad agire sui corridoi ecologici funzionali delle specie (in particolare ornitiche) data la relativa vicinanza di più zone umide di valore internazionale (Bientina, Fucecchio, Sibolla). Questi alcuni degli elementi che possono essere critici per la conservazione degli habitat e delle specie del Sito: - Sito da bonificare in loc. Il Cerro - Stato di qualità delle acque del reticolo idraulico superficiale che risulta ampio e diffuso su tutta la porzione occidentale del territorio comunale, compreso il Capoluogo, Badia Pozzeveri e il Turchetto - Nuova viabilità (III lotto) - Utilizzo agricolo intensivo dei suoli - Elementi di interruzione o di disturbo lungo i corridoio ecologici funzionali per le specie faunistiche (cavi aerei, infrastrutture viarie..) Si tenga conto che la proposta di area Ramsar si estende anche sulla porzione orientale del Padule, oltre la SP Bientinese, nella zona compresa tra Altopascio e Orentano (Comune di Castelfranco di Sotto), proprio per il valore naturalistico dei luoghi e la funzione assolta nell’ambito delle connessioni ecologiche anche con il vicino SIR –SIC “Le Cerbaie”. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 81 5.1.4- SIR-SIC-ZPS “Padule di Fucecchio” • UTOE di Spianate (parzialmente) La notevole distanza esistente tra l’UTOE a carattere prevalentemente residenziale e il Sito Natura 2000 non esime dal valutare possibili incidenze dovute all’inquinamento delle acque del Fosso Sibolla che confluisce nel Canale del Capannone lungo la sponda destra dell’area umida interna più grande della Toscana o alla veicolazione di specie alloctone e invasive. Da evitare infrastrutture aeree che possano interrompere le connessioni ecologiche funzionali tra le diverse aree umide interne costituite sia dal corso d’acqua che dalla rete idraulica minore oltre che dalla vegetazione non soltanto prettamente ripariale o igrofila. Uno degli elementi di criticità per la qualità delle acque del Fosso Sibolla è costituito dal depuratore di Spianate. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 82 5.2- Descrizione altri interventi previsti nella Riserva Naturale Lago di Sibolla Dal Quadro conoscitivo dell’aggiornamento del PTC in corso si evidenziano i seguenti obittivi e azioni specifiche per la riserva provinciale: - recupero ambientale della Riserva - fruizione più efficace e compatibile Tali obiettivi sono parte di un progetto più ampio (“Masterplan” - “PIANO DI RESTAURO E VALORIZZAZIONE AMBIENTALE”) elaborato nell’ambito del Piano di Sviluppo Socio- Economico della Riserva nonché del sistema delle aree protette provinciali (di prossima adozione che vede il pieno coinvolgimento degli Enti interessati, tra cui il Comune di Altopascio. Nel suddetto master plan vengono individuate 3 proiorità di azione: - La prima priorità riguarda le politiche afferenti l’area umida, con la previsione, tra l’altro, di opere di adeguamento del sistema fognario e della depurazione, (a partire dalla realizzazione di un impianto di fitodepurazione per i reflui di Corte Moroni). - La seconda priorità riguarda la creazione di modalità di accesso, percorso e visita che rendano la Riserva un punto di attrattività eco turistica e naturalistica A tale scopo sono previsti i seguenti interventi: o un giardino didattico, adiacente al fitodepuratore, ove saranno fatte crescere alcune delle specie botaniche più rappresentative della riserva, sia erbe palustri, sia alberi ed arbusti tipici delle zone circostanti i lago. o un nuovo accesso e di un centro di visita per il pubblico quale punto per accoglienza – informazioni - esposizione libri e materiale informativo, con semplici strutture didattiche e dimostrative delle caratteristiche della Riserva, del suo habitat e delle specie vegetali e faunistiche presenti e di partenza per le visite guidate; o un centro di documentazione multimediale, struttura polivalente, con ampi spazi attrezzati esterni o parzialmente coperti, destinata ad accogliere una sala multimediale di documentazione scientifica sulla storia del lago e sulle sue caratteristiche, una biblioteca cartacea e informatica specializzata, nonché una sezione museale dedicata alla fauna del lago (esposizione collezione Marchetti) ed idonea ad ospitare acquari, rettilari, terrari per mostrare dal vivo determinate specie animali e vegetali di difficilissima osservazione in natura e una sala per piccoli seminari scientifici. - La terza priorità è quella di estendere gli interventi di riqualificazione e valorizzazione turistica anche al territorio circostante la Riserva naturale, mediante la realizzazione di percorsi a piedi o in bicicletta che permettano il collegamento con altre zone di interesse naturalistico ambientale Alcuni degli interventi previsti dal Masterplan sono stati inseriti all’interno della richiesta di finanziamento relativa ai fondi del Programma Operativo Regionale POR-CReO-competitività regionale e occupazioneFESR 2007-2013 (asse prioritario II), articolata in due lotti , di cui il primo è stato selezionato come ammissibile dalla Regione Toscana nel dicembre 2008. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 83 L’area interessata dal centro visita e dal parcheggio va a occupareun terreno posto lungo Via dei Sandroni in prossimità dei fabbricati industriali a oggi in disuso dell’ex colorificio Cover. Sono da valutare in sede di progettazione eventuali effetti cumulativi determinati dal traffico eventualmente indotto dal recupero dei fabbricati a uso artigianale-commerciale e dalla presenza del centro visita alla Riserva quale polo attrattivo per il turismo nell’area. All’aumento del transito di autoveicoli (si pensi anche alla possibilità di accesso di pulman e scuolabus per l’accesso di scolaresche o gruppi organizzati) infatti si associano: - Un possibile peggiorameneto della qualità dell’aria Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 84 - Un aumento dell’inquinamento acustico e luminoso - L’aumento del rischio di collisioni e investimenti di specie animali in transito Da valutare inoltre la possibilità di accesso alla struttura mediante percorsi pedonali e ciclabili, magari inseriti nell’ambito di una rete più vasta che interessi l’intero territorio comunale. Il giardino didattico e l’area di fitodepurazione si collocano in una zona a cavallo tra l’area interna e l’area contigua della Riserva Naturale attualmente interessati da terreni agricoli. Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 85 Risulta sicuramente pleonastica la raccomandazione di utilizzare specie autoctone per il trattamento terziario dei reflui. Da valutarsi anche l’accessibilità del giardino didattico e dell’impianto da parte di visitatori per quanto concerne la viabilità esistente e la sostenibilità ambientale di un aumento del traffico circolante. Da prevedersi percorsi pedonali e ciclabili che attraversino la Riserva e che siano accessibili anche a portatori di handicap. Per quanto riguarda la terza priorità, ai sensi dell’art. 18 c.4 del Regolamento della Riserva Naturale provinciale (approvato con Del C.P. n° 145 del 22/0 7/1998) è stato elaborato un documento di indirizzi e direttive per la pianificazione delle aree contigue. Questo atto di intesa “Direttive per la disciplina ambientale e urbanistica dell’area contigua della riserva naturale provinciale del Lago di Sibolla- SIR-SIC 26” è stato approvato da parte di Provincia e Comune: dalla Provincia con delibera di Consiglio Provinciale n. 209 del 30 dicembre 2009 e dal Comune di Altopascio con Del G.C. n° 160 del 003/08/2009. La stessa è stata sottoscritta dal Presidente della Provincia di Lucca e dal Sindaco di Altopascio il 14 luglio 2010. 5.3- Coerenza tra le direttive e le prescrizioni sovraordinate con le NTA del RU Le misure di mitigazione individuate e le direttive per le aree contigue sono confluite nelle NTA del Regolamento Urbanistico come evidente da tabella seguente. Alcune ulteriori informazioni e disposizioni sono inoltre citate nelle specifiche schede di paesaggio che hanno una valenza “orizzontale” rispetto alle NTA in quanto analizzano il territorio comunale in maniera “trasversale” e per aree omogenee dal punto di vista ambientale-paesaggistico. Art. Titolo 6.2 Aree facenti parte del sistema ambientale del lago di Sibolla 6.3 Vincolo Paesaggistico 17.5- Impianti carburanti 20.7 Piano di restauro e di valorizzazione ambientale distribuzione Contenuti 1. Appartengono al Sistema Ambientale del Lago del Sibolla tutte le aree, indicate nelle Tavv. 6-13 con apposita perimetrazione, che alla luce di normative e discipline diverse, costituiscono un vincolo o una salvaguardia per la risorsa del Sibolla. 2. L’esatta individuazione dei singoli vincoli e salvaguardie, di cui al comma precedente, di seguito elencati con l’indicazione della normativa di riferimento, è indicata nelle Tavv. 3 a) Riserva Naturale Provinciale del Lago del Sibolla D.C.P. 48 del 28/05/1996 ai sensi dell'art. 15 L.R. 49 dell'11/ IV /1995 - D.Lgs. 42 del 22 / I / 2004 individuata anche come zona omogenea E5 nelle Tavv. 6-13 e disciplinata all’ art. 28. b) SIR – SIC 26 Codice Natura 2000 IT5120018 ai sensi della L.R. 56 del 6 IV 2000, del DPR 120/2003 e della Direttiva 92/43/CEE. c) Area contigua al lago di Sibolla ai sensi della L.R. 49 dell’ 11/ IV /1995, a sua volta classificata in 3 sotto-ambiti di diverso interesse ambientale individuati come zone omogenee E6a, E6b e E6c nelle Tavv. 6-13 e disciplinati all’ art. 29. d) Bacino idrografico del lago di Sibolla e Bacino idrografico dell’area umida (inerente alla ricarica del lago della Paduletta, ubicato a sud-est del lago di Sibolla) disciplinati all’ art. 20.1. 1. Sono ricompresi all’interno del Vincolo Paesaggistico i seguenti beni o aree, riportati nelle Tavv.3a e 3b: a) Zona del Lago di Sibolla ai sensi del D.Lgs. 42/2004, art. 136, tipo c; DM 20/04/1977 – Codice (G.U.) 152 / 1977. c) Vincolo paesaggistico per il Lago di Sibolla ai sensi del D.Lgs. 42 del 22 gennaio 2004 (art. 142, ex L. 431 del 8 Agosto 1985). Detto vincolo ricomprende le aree entro 300 mt. dalla linea di battigia del lago. 1. Nuovi impianti, nei limiti consentiti dal Piano comunale di distribuzione carburanti, dovranno essere localizzati, totalmente o in parte, nelle fasce di rispetto stradale, in qualunque parte del territorio comunale a esclusione delle aree da salvaguardare ai fini della qualità architettonica e paesaggistica (aree limitrofe le mura del centro storico, Aree agricole della Pianura bassa, Aree agricole collinari doc; Aree contigue alla Riserva Naturale del Sibolla). 1. Ai fini della valorizzazione della Riserva Naturale del Lago di Sibolla, dovrà essere redatto da parte degli Enti territorialmente competenti, in maniera concorde, uno specifico “Piano di restauro e di valorizzazione ambientale”, con i seguenti contenuti. a) definizione, localizzazione e disciplina delle attrezzature finalizzate ad attività di recupero Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 86 Art. Titolo Contenuti b) c) d) e) f) 21.1.7. Prescrizioni ambientali relative al “Bacino idrografico del lago di Sibolla” e al “Bacino idrografico dell’area umida 21.1.7.a Tutela del bilancio idrico, dell’assetto idrogeologico e dell’ impermeabilizzazione del territorio 21.1.7.b Tutela della qualità idrica 21.1.7.c. Tutela della qualità e della sostenibilità delle attività agricole 1. 3c - ambientale, di valorizzazione e di fruizione della Riserva Naturale e delle aree ad essa contermini; eventuale realizzazione di pozzi di emungimento, fossati, canalizzazioni, derivazioni e adduzioni idriche, trincee drenanti, ecc.; le azioni ed intese mirate alla riconversione degli edifici di tipo produttivo, laddove presenti, che potranno ospitare attività anche artigianali e commerciali a servizio dell’agricoltura e della ricettività; possibili forme di integrazione tra attività agricole e attività di tipo turistico e/o di sviluppo indirizzato a produzioni di qualità, unito a forme di vendita diretta presso punti specifici; indicazioni puntuali per la progettazione e realizzazione di percorsi ciclo pedonali ed equestri; l’individuazione e la modalità di realizzazione di parcheggi funzionali all’attività di valorizzazione. Le presenti prescrizioni di carattere ambientale sono riportate cartograficamente nella Tavv. a. Nel bacino idrografico del lago di Sibolla e dell’area umida tutti gli interventi devono essere finalizzati al mantenimento idrogeologico del sistema per cui non sono ammessi interventi recanti modifiche al bilancio del sistema idraulico superficiale e freatico quali la realizzazione di fossati, canalizzazioni, derivazioni e adduzioni idriche, trincee drenanti, ecc., mentre nuovi pozzi sono ammessi esclusivamente ad uso domestico e dotati di contatore. Interventi in deroga alla presente norma possono essere eventualmente autorizzati se previsti da uno specifico piano di restauro e valorizzazione ambientale della Riserva concordato fra Comune e Provincia oppure a fronte di un modello idrogeologico che, nell’ambito di una apposita procedura di Valutazione di Incidenza, dimostri che l’intervento proposto non comporti impatti sia pur minimi sull’alimentazione idrica del lago e dell’area umida né sotto il profilo quantitativo, né sotto quello qualitativo. b. E’ ammessa la realizzazione di cisterne e specchi d’acqua per la raccolta di acque piovane, finalizzate ad usi irrigui e anti-incendio. c. La posa in opera di piscine, di cisterne (per acqua) interrate e di impianti a rete con canalizzazione sotterranea di qualunque tipo è subordinata alla dimostrazione di precise garanzie sulla loro affidabilità in merito a tenuta e isolamento. Le piscine, inoltre, non devono avere alcuna interferenza col sistema idraulico superficiale e freatico dell’ambito territoriale. d. I movimenti di terre non devono interferire con il naturale sistema idraulico ed idrogeologico del bacino, fatti salvi gli interventi di riqualificazione ambientale, quelli relativi alla realizzazione di specchi d’acqua per la raccolta di acque piovane. e. Il limite massimo di impermeabilizzazione per le aree non edificabili è 0,5% e le aree di sosta e di parcheggio devono essere realizzate con soluzioni tecniche di permeabilità e corredate da alberature. f. Nelle operazioni di riconversione produttiva o di ristrutturazione edilizia delle attività industriali devono essere eliminati i pozzi di emungimento a fini produttivi eventualmente esistenti. a.I depuratori autonomi devono comprendere un trattamento terziario mediante fitodepurazione con conferimento finale in acque superficiali, anche destinate all’irrigazione; b. Sono vietati gli impianti fognari con pozzo perdente o comunque con conferimento finale nel sottosuolo. c. Non sono ammessi impianti di produzione, lavorazione e stoccaggio anche temporaneo di sostanze tossiche e/o nocive, nonché l’esercizio di attività che possano comportare inquinamento delle acque in qualunque forma, ivi compresa la torbida prodotta da ruscellamento dell’acqua piovana su superfici in terra battuta o, comunque, priva di copertura vegetale. Parimenti non è ammesso lo stoccaggio anche temporaneo di qualunque tipo di rifiuti, compresi quelli classificati come “inerti” e “non pericolosi”. Tali prescrizioni non si applicano al compostaggio domestico ed alle aziende agricole che praticano il compostaggio di materiale vegetale e di letame derivanti da interventi di manutenzione e pulizia delle aziende stesse. Non è invece ammissibile il compostaggio a fini commerciali, nonché quello di materiali prodotti esternamente all’azienda. Non è mai ammissibile il compostaggio che produca percolati o altre sostanze che compromettano la qualità delle acque superficiali e/o profonde. a. Sono incentivate tutte le forme di agricoltura a basso impatto ambientale, promuovendo la conversione a prato o a pascolo, l’arboricoltura da legno in impianto misto, il set-aside, le colture a perdere, l’agricoltura biologica come definita dal Reg. 2092/1991/CEE. Le colture irrigue sono b. Le attività di allevamento di alta e bassa corte e di stallaggio che esulino dalla copertura dei fabbisogni e dei consumi familiari sono ammesse solo se accompagnate dalla realizzazione di adeguate opere in grado di garantire la tutela della qualità idrica. In particolare, le strutture di stabulazione all’aperto, tipo paddock o simili, devono essere dotate di adeguato sistema Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 87 Art. Titolo Art. 30 Zona E5: Riserva Naturale Provinciale del Lago di Sibolla Art. 31 Zona E6: Aree contigue della Riserva Naturale del Lago di Sibolla 31.1 Area Contigua: disciplina generale Contenuti fognario e di depurazione dei reflui e delle acque di ruscellamento superficiale; le piazzole di stoccaggio anche temporaneo delle deiezioni devono essere coperte e impermeabili e, qualora producano percolato, devono essere dotate di una cisterna stagna per il recupero dei liquami. c. L’uso di concimi organici in pieno campo è ammesso solo nella quantità prodotta dall’azienda agricola mantenendo una distanza minima di tre metri dai fossi di scolo. 1. All’interno della Riserva Naturale vale la disciplina del Regolamento approvato con Del. C.P. 145 del 22 luglio 1998 , in conformità ai principi stabiliti dall’art. 11 della Legge 6 dicembre 1991 n. 394 ed agli indirizzi previsti dal Primo Programma Regionale per le aree protette di cui alla deliberazione del Consiglio Regionale1 aprile 1995 n. 133. 2. In particolare costituiscono finalità del Regolamento della Riserva e del R.U. la tutela del biotopo del Lago Sibolla, la conservazione del suo alto valore naturalistico, la conoscenza e lo studio delle sue peculiarità scientifiche, la riqualificazione ambientale complessiva dell’area, la conservazione delle formazioni vegetali igrofile tipiche dell’area palustre. 3. Eventuali nuove disposizioni sostitutive o integrative di quelle di cui ai commi 1 e 2 prevarranno automaticamente su quelle sopra citate. 4. Nell’area della riserva o parte in essa e parte nell’area contigua, potranno essere realizzati centri di visita, con relativo parcheggio, e aree da destinarsi a fitodepurazione e giardino didattico, come individuati nella tav. 6b, assimilabili a zone F2. 1. L’area contigua della Riserva Naturale del Lago di Sibolla è stata individuata dal R.U. come Zona E6 ed è stata suddivisa in tre ambiti nel modo di seguito definito, in funzione del diverso interesse ambientale che le caratterizza: A) Zone E6a - Area di prioritario interesse ambientale: si tratta delle aree più immediatamente prossime alla Riserva Naturale caratterizzate da un elevato valore di naturalità per cui necessitano di particolari forme di tutela. B) Zone E6b - Area di elevato interesse ambientale: si tratta di aree ubicate nell’introno della riserva che già ospitano insediamenti ed attività antropiche per cui il costituiscono una sorta di “area filtro” tra la Riserva e le zone limitrofe a destinazione agricola, residenziale o industriale-artigianale. C) Zone E6c - Area di secondario interesse ambientale: si tratta di aree che non hanno particolare rilevanza ambientale ma che necessitano di particolare tutela in quanto strettamente connesse alla Riserva Naturale. 2. Il limite dell’Area contigua alla Riserva Naturale è ricompreso per ampi tratti all’interno dei “bacini idrografici del lago di Sibolla e dell’area umida del lago Paduletta” per le quali vale la disciplina di cui all’art.21.1.7. 1. Per tutte le aree all’interno dell’Area Contigua, vale la disciplina definita per le aree agricole di cui all’articolo 25 delle presenti norme, e all’art. 21.1.7, con le seguenti precisazioni A) DESTINAZIONI - residenza; - agricoltura a basso impatto ambientale ed attività ad essa connessa; - prato pascolo; - arboricoltura da legno in impianto misto; - set-aside; - colture a perdere; - agricoltura biologica; - la zootecnia; - pubbliche o di interesse pubblico. B) ATTIVITA’ AGRICOLE 1. Gli impianti di emungimento ad uso irriguo nell’ambito di aziende agricole devono essere sottoposti a controllo della vulnerabilità; in particolare la realizzazione di nuovi pozzi deve prevedere obbligatoriamente l’installazione di contatori. C) ATTIVITA’ PRODUTTIVE 1. Sui fabbricati destinati ad attività produttive sono ammessi interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione. 2. Sono altresì consentiti gli interventi sino alla ristrutturazione edilizia con intervento diretto o di Sostituzione Edilizia e Ristrutturazione Urbanistica con Piano di Recupero, qualora sia prevista la delocalizione dell’attività produttiva ed il cambiamento di destinazione d’uso con attività compatibili, mirati alla valorizzazione e alla fruizione della Riserva Naturale quali: commerciale, direzionale, di servizio pubbliche e private di cui ai punti da 1 a 5 elencati all’art.16 delle presenti norme. In tal caso devono essere contemporaneamente dismessi anche i relativi impianti di emungimento industriali. D) IMPIANTI DISTRIBUZIONE CARBURANTE 1. Non è ammessa la localizzazione di nuovi impianti di erogazione di carburanti. G) IMPIANTI TECNOLOGICI 1. Gli impianti tecnologici a rete devono essere interrati all’interno delle sedi viarie esistenti; non è ammessa la realizzazione di nuove palificate e l’istallazione di antenne, ripetitori, amplificatori di segnale e di quant’altro possa indurre ulteriore aggravio dei campi elettromagnetici. Il graduale interramento delle Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 88 Art. 31.2 Titolo Zone E6c – Area contigua di secondario interesse ambientale Contenuti linee aeree esistenti sarà oggetto di opportune intese con gli Enti gestori. 2. E’ vietata l’istallazione a terra di impianti solari termici e fotovoltaici e di impianti eolici con aereogeneratori, ad esclusione del microeolico per uso domestico con potenza non superiore a 1,5 KW 3. L’illuminazione lungo la viabilità pubblica esistente deve essere realizzata con criteri di minor impatto visivo e funzionale possibile, con punti luce schermati verso l’alto e di altezza limitata. Quella eventualmente esistente, deve essere progressivamente adeguata. 4. L’illuminazione esterna degli edifici deve essere costituita da punti luce schermati verso l’alto e verso il lago. Eventuali altre sorgenti luminose possono essere luci a bassa intensità ad alimentazione fotovoltaica, oppure devono essere realizzate con sensori di prossimità. H) INFRASTRUTTURE VIARIE 1. Non è ammessa la realizzazione di nuovi tracciati viari ad uso veicolare. 2. E’ ammesso il riordino e la manutenzione della rete esistente, nonché l’apertura di piste ciclo-pedonali e/o equestri finalizzati alla valorizzazione dell’area protetta. Lungo i percorsi possono essere individuati e valorizzati punti di vista panoramici verso il lago e verso le colline. I) NUOVI EDIFICI AD USO ABITATIVO 1. Non è ammessa la realizzazione di nuovi edifici ad uso abitativo. L) PARCHEGGI 1. E’ ammessa la realizzazione di parcheggi legati alle attività di valorizzazione della Riserva, realizzati con materiali drenanti (ad esempio prato carrabile) e illuminati attraverso l’installazione di elementi autoalimentati a energia solare. Devono inoltre essere preservate al massimo le alberature esistenti e dovrà eventualmente essere prevista la piantumazione di ulteriori alberature, in modo da migliorare la schermatura della riserva ed ombreggiare il parcheggio. M) SERRE 1. Non è ammessa la realizzazione di nuove serre, fatta esclusione di quelle temporanee di superficie non superiore a 200 mq. 2. Nell’attuazione di tutti gli interventi dovranno pertanto, essere privilegiati materiali tradizionali quali coppi e tegole toscane per le coperture, cotto e intonaci a calce per le finiture esterne, ferro e legno per gli infissi, tinteggiature con colori di terra; elementi accessori e pertinenziali eseguiti con analoghe caratteristiche; si dovrà avere particolare cura per il rispetto del paesaggio agrario, della trama viaria poderale, delle emergenze naturali, paesaggistiche e storiche presenti compreso il mantenimento delle colture agricole e idrauliche, l’accrescimento delle piantumazioni di alto fusto e di quelle arbustive tipiche della zona. 1. La Zona E6c comprende aree a destinazione prevalentemente agricola, caratterizzate da una bassa densità insediativa diffusa, che non hanno particolare rilevanza ambientale, ma che, per le loro caratteristiche e la loro collocazione, si prestano ad accogliere strutture ed attività ecosostenibili, mirate alla valorizzazione e alla fruizione della Riserva. 2. In tali aree, oltre alle limitazioni di cui al precedente art. 30.1, valgono quelle di cui ai successivi punti: A) ATTIVITA’FAUNISTICO VENATORIA 1. Non è ammessa l’istituzione di aree per addestramento cani, tiro al piattello o simili. B) CORSI D’ACQUA 1. Relativamente al reticolo idraulico che corre in prossimità delle strade (Fosso Molino, Fosso Sibolla, Fiume Pescia di Collodi) sono impedite opere di tombatura e di rettifica dei tracciati, ad esclusione di quelli necessari agli attraversamenti, e deve essere garantito e, ove possibile, recuperato in caso di interventi, il ripristino della percorribilità pedonale degli argini C) INFRASTRUTTURE VIARIE 1. Lungo la viabilità che attraversa l’area o si sviluppa ai margini della stessa non è ammessa l’introduzione di cartellonistica pubblicitaria, ad eccezione di quella informativa delle caratteristiche del sito, previa approvazione da parte dell’organo di gestione della Riserva. D) PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE 1. E’ consentito il cambio di destinazione d’uso di edifici esistenti da uso non abitativo per la creazione di una unità immobiliare purchè siano soddisfatte le seguenti condizioni: - l’edificio o manufatto abbia una superficie utile lorda maggiore di 80 mq in un unico corpo di fabbrica, di cui almeno 15 da destinare a locali accessori e/o pertinenziali; - sia presente nel raggio di 50 mt dal manufatto un altro fabbricato a prevalente carattere residenziale; - siano necessari soltanto adeguamenti alle opere di urbanizzazione esistenti. L’intervento è concesso senza aumento della superficie utile lorda ma sosltanto con l’eventuale incremento volumetrico minimo necessario per l’adeguamento delle altezze dei piani esistenti. 2. Sono ammesse recinzioni tipologicamente coerenti con le caratteristiche territoriali, degli edifici e delle relative pertinenze, un’accorta progettazione della recinzione dovrà permettere di mantenere le eventuali visuali e al contempo contribuire a mascherare/occultare eventuali elementi dequalificanti. Le recinzioni dovranno rispondere a criteri di massima semplicità ed integrazione, eventualmente anche attraverso la messa a dimora di vegetazione arbustiva e/o arborea autoctona, e non dovranno costituire ostacolo allo spostamento di animali non volatori di media taglia (ad es. volpe). E) PIAZZALI E PARCHEGGI 1. Non è ammessa la realizzazione di piazzali o parcheggi destinati alla sosta e movimentazione di Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 89 Art. Titolo 30.3 Zone E6b - Area contigua di elevato interesse ambientale 31.4 Zone E6a - Area contigua di prioritario interesse ambientale Art 34 Indirizzi progettuali per le singole UTOE Contenuti macchine operatrici, camion od altro che ecceda le necessità di singole aziende agricole o per l’uso familiare privato. 2. Sono ammessi i parcheggi legati all’attività di valorizzazione della Riserva. L arealizzzaione di tali parcheggi dovrà prevedere l’utilizzo di materiali drenanti e limitare l’eventuale illuminazione all’istallazione di elementi autoalimentati ad energia solare. F) PISCINE 1. Le piscine sono ammesse ad uso esclusivamente privato, con circuito idraulico chiuso, dovranno essere realizzate con materiali e coloriture integrati al contesto ambientale. 1. La Zona E6a comprende le principali corti storiche e terreni più loro prossimi a destinazione prevalentemente agricola la cui gestione è determinante soprattutto in relazione al controllo delle condizioni ecologiche all’interno della Riserva Naturale. 2. In tali aree, oltre alle limitazioni di cui ai precedenti artt. 31.1 e 31.2, valgono quelle seguenti: A) ATTIVITA’ AGRICOLE 1. Tutte le attività agricole devono adeguarsi alle norme di cui al Reg. CEE 834/2007 (ex Reg. CEE 2029/1991) relativo all’agricoltura biologica. Le colture non adeguabili devono essere convertite a prato, bosco subnaturale o arboreto produttivo. 2. L’attività di pascolo è ammessa solamente a condizione che non comprometta l’integrità del cotico erboso e non provochi fenomeni di compattazione e/o erosione dei suoli. B) ZOOTECNIA 1. L’allevamento di bassa corte è consentito solo nelle quantità e qualità riconducibili al soddisfacimento delle necessità di autoconsumo familiare. 1. La Zona E6a comprende le aree ad immediato contatto con la Riserva Naturale o caratterizzate da un elevato valore di naturalità che costituiscono l’unico corridoio ecologico ancora relativamente efficiente per evitare il completo isolamento della Riserva. Si tratta di aree caratterizzate da esigue attività agricole residuali e da uno scarso tessuto edilizio esistente di tipo residenziale e rurale. 2. In tali aree, oltre alle limitazioni di cui ai precedenti artt. 31.1, 31.2 e 31.3, valgono quelle seguenti: A) INFRASTRUTTURE VIARIE 1. La viabilità interpoderale, vicinale e comunale esistente deve essere limitata al transito di mezzi motorizzati autorizzati (proprietari e conduttori dei fondi, personale in servizio, ecc.). Il transito pedonale deve viceversa essere garantito. B) PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE 1. Per gli edifici a carattere residenziale esistenti sono ammessi interventi fino alla ristrutturazione edilizia, con la possibilità di limitati aumenti volumetrici volti esclusivamente alla realizzazione di adeguamenti alla normativa igienico–sanitaria senza aumento di unità abitative. 2. Non è consentito il cambio di destinazione d’uso di edifici esistenti ad uso non abitativo. C) PISCINE 1. Non è ammessa la realizzazione di nuove piscine. D) POZZI 1. Non è ammessa in nessun caso la trivellazione di nuovi pozzi. UTOE a prevalente carattere residenziale di Marginone ed UTOE a prevalente carattere residenziale di Spianate 1) Parte dell’UTOE di Marginone e di Spianate sono ricomprese all’interno dell’ “Area del bacino idrografico” e dell’ “Area umida” del Lago di Sibolla; pertanto negli interventi di trasformazione deve essere osservata la disciplina di cui all’ art. 20.1.6. UTOE a prevalente carattere produttivo di Altopascio 1 1) Oltre a quanto sopra parte dell’UTOE ricade all’interno dell’ Area Contigua alla Riserva Naturale del lago di Sibolla (art. 30) ed all’interno del Bacino idrografico del lago di Sibolla e dell’area umida (art. 20.1.6); si tratta di aree che, pur non avendo valore ambientale in se stesse, hanno un impatto significativo sull’ecosistema del Sibolla in quanto strettamente connesse al lago ed all’area umida circostante; al fine di garantire le potenzialità di crescita delle attività economiche presenti sul territorio ed, allo stesso tempo, di garantire la tutela delle risorse ambientali della Riserva all’interno di dette aree si devono rispettare i seguenti indirizzi: a) Nell’ambito della realizzazione di nuovi insediamenti industriali-artigianali, così come per la riconversione o ristrutturazione di quelli esistenti devono essere previste caratteristiche architettoniche compatibili dal punto di vista paesaggistico ed ambientale con la limitrofa riserva; nelle tabelle di dimensionamento è stata definita l’altezza dei fabbricati in rapporto alla distanza dall’area protetta. Inoltre è individuata una zona a filtro verde lungo via dei Sandroni e lungo la parte nord di via dei Ferranti che deve essere opportunamente piantumata con alberi di alto fusto tali da garantire dall’esterno la completa schermatura di dette strutture in ogni stagione. b) Per la parte ricompresa all’interno dell’ “Area del bacino idrografico del Lago del Sibolla” deve essere osservata la disciplina definita al precedente art. 20.1.2. c) Sono escluse nuove attività ad elevato impatto e rischio (impianti idroesigenti o con impatti acustici significativi, produzione o lavorazione di sostanze tossiche o nocive, ecc.); per le strutture esistenti che intendono cambiare tipologia di attività è ammessa la riconversione ad Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Pagina 90 Art. Titolo Contenuti uso commerciale, logistico e di servizio. d) Ai sensi della L.R. 89/1998, come modificata dalla L.R. 67/2004 nonché del vigente Piano di Comunale Classificazione Acustica, devono essere incentivati interventi di risanamento acustico anche con l’ inserimento, ove necessario, di barriere fonoassorbenti da realizzarsi con materiali integrati nel contesto paesaggistico. e) Per l’illuminazione delle aree industriali-artigianali devono essere utilizzati punti luce schermati verso l’alto, di altezza limitata e luci azzurrate o rosse. Non sono ammesse insegne luminose insistenti direttamente su via dei Sandroni e Via Ferranti. 5.3-Indicatori per il monitoraggio Risorsa Aspetti quantitativi Acque Aspetti qualitativi Aria Clima acustico Conservazione Inquinamento elettromagnetico Corridoi ecologici Valorizzazione Urbanistica Dettaglio Misura stagionale livelli idrici ed estensione degli specchi d’acqua Misurazione portata in uscita dal Fosso Sibolla Analisi chimico-fisiche e biologiche periodiche nelle stazioni di campionamento individuate dal progetto 2003-2004 SECA/SACA Stato trofico Analisi chimico fisiche del sedimento di fondale per stato trofico Funzionalità sistema di fitodepurazione con monitoraggio a monte e a valle Capacità depurativa impianti di depurazione Biomonitoraggio lichenico Metri di barriera acustica realizzati lungo il tracciato autostradale Barriere vegetazionali realizzate Verifiche acustiche mediante misurazioni periodiche Estensione area protetta Check list specie floristiche e faunistiche presenti Tipologia ed estensione habitat Metri di cavi aerei interrati/tot esistente Metri di cavi aerei interrati (nuovi) Efficienza dei corridoi in termini di distribuzione di specie Metri di tracciati pedonali e ciclabili realizzati nelle aree circostanti la RNP e di collegamento tra i SIR N° presenze turistiche N° interventi sottoposti a studio di incidenza Antonella Grazzini- Studio di incidenza Regolamento Urbanistico comune di Altopascio Ente attuatore Provincia di Lucca Provincia di Lucca ARPAT/Provincia di Lucca ARPAT/Provincia di Lucca ARPAT/Provincia di Lucca ARPAT/Provincia di Lucca ARPAT Comune/ARPAT Comune/Società autostrade Comune Comune provincia Provincia Comune Comune Provincia Comune Comune/Provincia Comune Pagina 91 6- Riferimenti bibliografici AA.VV, 2004- La Riserva Naturale di Montefalcone-storia, ambiente, territorio. 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