- Vecchiomago

Transcript

- Vecchiomago
Comunità UbuntuSemplice
Ubuntu Linux
al 100%
www.ubuntusemplice.org
Acacia Edizioni Srl
Via Copernico 3, 20082 Binasco (MI)
Tel. 02 90060606 – Fax 02 90096265
http://www.pcmagazine.it/
Direttore Responsabile
Alberto De Bernardi
Marketing
Francesca Bona
Progetto Editoriale
Trio - [email protected]
Distribuzione edicola
Parrini & C. Spa
Via Vitorchiano 81, 00189 Roma – Tel. 60 33455.1
Viale Forlanini 23, 20134 Milano – Tel. 02 75417.1
Distribuzione librerie
Hoepli S.p.A.
Via Mameli 13, 20129 Milano
Tel. +39 02 733142 – Fax +39 02 7382084
e-mail [email protected]
http://www.hoepli.it
Stampa
Grafica Editoriale Printing (BO)
Pubblicazione registrata il 2/11/88 al numero 721 presso il tribunale Milano
Finito di stampare nel mese di aprile 2008
Il presente volume viene rilasciato con Licenza Creative Commons di tipo Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5.
Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare,
eseguire e recitare quest'opera, di modificare quest'opera. Alle seguenti condizioni: Attribuzione. Devi
attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in
modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale. Non
puoi usare quest'opera per fini commerciali. Condividi allo stesso modo. Se alteri o trasformi quest'opera, o se la usi per crearne un'altra, puoi distribuire l'opera risultante solo con una licenza identica o
equivalente a questa.
Sommario
Capitolo 1
Benvenuti nel mondo di Linux e Ubuntu
1
1.1 Cosa è Ubuntu 1.2 Perché usare Ubuntu? 1.3 Un piccolo suggerimento 1.4 Perché passare da Windows a Ubuntu 1
2
2
2
Capitolo 2
Il LiveCD di Ubuntu
2.1 Vantaggi e svantaggi del LiveCD
2.1.1 Vantaggi 2.1.2 Svantaggi 2.1.3 Modalità di utilizzo 2.2 Avvio del LiveCD 2.2.1 Cosa fare se il LiveCD non si avvia 2.3 Avvio di Ubuntu 2.3.1 Provare le applicazioni 2.3.2 Gli altri menu 2.3.3 Provare le periferiche 2.4 Panoramica sulle altre opzioni 2.4.1 L’installazione in modalità grafica sicura 2.4.2 Installazione con un disco dei driver 2.4.3 Installazione OEM per assemblatori 2.4.4 Controllo dei difetti sul CD 2.4.5 Test della memoria 7
7
7
7
8
8
10
10
11
12
12
13
13
13
13
13
14
Sommario | IV
Capitolo 3
Installare Ubuntu passo passo
15
3.1 Iniziamo
3.1.1 Il partizionamento dell’hard disk
3.1.2 La procedura guidata e la procedura manuale
3.1.3 La creazione di un utente
3.1.4 Completamento dell’installazione
15
18
19
20
22
Capitolo 4
Primi passi con Ubuntu 27
4.1 Il login 4.1.1 La Multiutenza 4.1.2 Opzioni di login 4.2 La scrivania 4.2.1 I pannelli 4.2.2 Eseguire un programma 4.2.3 I file e le cartelle 4.3 Il logout 27
27
28
28
28
30
31
32
Capitolo 5
Ubuntu e Internet
33
5.1 Concetti di base delle reti 5.2 Configurare la rete con Ubuntu 5.2.1 Ubuntu & rete wired 5.2.2 Ubuntu & rete wireless 5.2.3 Ubuntu & PSTN 33
35
36
37
39
Capitolo 6
Trovare aiuto in Internet
41
6.1 IRC 6.1.1 Utilizzare Pidgin Internet Messenger per connettersi a IRC 6.1.2 Comandi di base 6.1.3 Come chiedere aiuto nel canale 6.2 Mailing list 6.3 Documentazione 6.3.1 Ricerca 41
41
42
43
43
44
45
V | Sommario
6.4 Google e i motori di ricerca 6.5 Forum
45
45
Capitolo 7
Installare e aggiornare software
47
7.1 Gestione dei pacchetti in Ubuntu 7.1.1 Gestione dei pacchetti tramite Synaptic 7.2 Modificare l’elenco dei repository 7.3 Cercare un pacchetto 7.4 Installare un pacchetto 7.5 Rimuovere un pacchetto 7.6 Aggiornare i pacchetti 7.7 Gestione dei pacchetti tramite la linea di comando 7.8 L’uso di dpkg 7.8 L’uso di APT 47
47
48
49
49
50
51
51
52
52
Capitolo 8 OpenOffice.org
53
8.1 Cos’è OpenOffice.org 8.1.1 Estensioni e compatibilità 8.2 Writer 8.2.1 Il menu File 8.2.2 Il menu Modifica 8.2.3 Il menu Visualizza 8.2.4 Il menu Inserisci 8.2.5 Il menu Formato 8.2.6 il menu Tabella 8.2.7 il menu Strumenti 8.2.8 Il menu Finestra 8.2.9 Il menu ? 8.3 Le barre degli Strumenti 8.4 Creare un documento 8.5 Calc 8.5.1 Uso di Calc 8.5.2 Creare un documento 8.6 Impress 53
53
54
54
55
55
56
57
58
59
60
60
61
61
62
62
65
68
Sommario | VI
8.6.1 Avvio di Impress 8.6.2 Menu principale 8.6.3 Creare una presentazione 8.6.4 Animazioni 8.6.5 Cambio diapositiva 8.6.6 Salvataggio 8.7 DataBase 8.7.1 Avvio di DataBase 8.7.2 Lavorare con un database 8.7.3 Modificare le tabelle e i dati 8.7.4 Utilizzo dei dati 8.7.5 Interfacciarsi a un database esistente 8.8 Formula, Disegno, Etichette e Biglietti da Visita 8.8.1 Formula 8.8.2 Disegno 8.8.3 Etichette e Biglietti da Visita 8.9 Considerazioni su OpenOffice.org 8.10 Riferimenti 69
70
71
72
73
74
74
74
75
75
77
77
78
78
79
79
80
80
Capitolo 9
Personalizzare il proprio desktop
81
9.1 Personalizzare. Perché?
9.2 Personalizzare l’estetica
9.2.1 Modificare il tema delle finestre
9.2.2 Modificare lo sfondo del desktop
9.2.3 Modificare i caratteri
9.2.4 Modificare l’interfaccia delle finestre
9.2.5 Abilitare e configurare gli effetti 3D
81
81
82
84
84
85
86
Capitolo 10
Effetti 3D
87
10.1 Schede video
10.2 OpenGL
10.3 Driver
10.4 Envy
10.5 Compiz
10.6 Configurazione
87
88
88
89
90
92
VII | Sommario
Capitolo 11
Stampanti, scanner, fotocamere digitali, telecamere
97
11.1 Utilizzare una stampante
11.2 Utilizzare uno scanner
11.3 Importare foto da macchine digitali
11.4 Memorie di massa USB
97
100
102
103
Capitolo 12
Potenziare Ubuntu 12.1 Font 12.1.1 Installare i TrueType fonts da Synaptic 12.1.2 Installare i font manualmente 12.2 Codec audio e video: i formati proprietari 12.2.1 Installare i plugin Gstreamer 12.2.2 Installare i codec Win32 da Synaptic 12.2.3 Installare manualmente i codec Win32 12.2.4 Installare libxine per i contenuti in streaming 12.2.5 Installare i codec per vedere i DVD 12.3 Installare Flash Player 12.3.1 Installazione da Synaptic 12.3.2 Installazione da Firefox 12.3.3 Flash player free 12.4 Installare RealPlayer 12.5 Java 12.5.1 Quale versione di Java installare? 12.5.2 Installare Java da Synaptic 12.5.3 Installare Java RE 12.5.4 Installare Java SE 12.6 Instant Messaging 12.6.1 Configurare Pidgin per il canale irc 12.6.2 Configurare Pidgin per il protocollo Jabber 12.6.3 Configurare Pidgin per usare il protocollo MSN 12.6.4 Configurare Pidgin per usare Google Talk 12.6.5 aMSN 12.6.6 XChat 12.7 File Sharing 105
105
105
107
107
107
108
109
111
112
112
112
113
113
114
115
115
116
116
116
117
118
119
120
120
121
122
123
Sommario | VIII
12.7.1 Protocollo BitTorrent 12.7.2 Deluge: installazione e utilizzo 12.7.3 Protocollo eDonkey e Kademlia 12.7.4 aMule: installazione e utilizzo 12.8 VoIP 12.8.1 Skype 12.9 Feed Reader 12.9.1 Liferea 12.10 Comprimere e decomprimere i file 12.11 Masterizzare CD e DVD 12.11.1 Creare CD e DVD dati
12.11.2 Creare CD Audio 12.11.3 Copiare un CD o DVD 12.11.4 Masterizzare un’immagine ISO
123
124
125
125
126
126
127
127
127
127
128
129
129
130
Capitolo 13
E-mail e altro con Thunderbird
13.1 Installare Thunderbird 13.2 Creazione di un account di posta elettronica 13.2.1 Impostazioni e-mail avanzate 13.3 Rubrica 13.3.1 Aggiungere dei contatti 13.3.2 Eliminare dei contatti dalla rubrica
13.3.3 Liste di distribuzione (mailing list) 13.4 Filtro antispam 13.4.1 Marcare / Smarcare i messaggi di spam 13.4.2 Azioni automatiche sui messaggi di spam 13.5 Tenersi informati conThunderbird 13.5.1 Aggiunta di un notiziario o di un blog RSS 13.6 Componenti aggiuntivi (temi, estensioni e file di lingua) 13.7 Trasformare Thunderbird in una soluzione PIM completa 13.7.1 Scaricare e installare le estensioni PIM 13.7.2 Creazione e configurazione di un account
Google Calendar 13.8 Configurazione di Lightning 13.9 La sincronizzazione col cellulare
131
131
133
137
138
139
140
140
141
142
142
143
143
145
146
147
147
149
151
IX | Sommario
Capitolo 14
Altre versioni di Ubuntu
14.1 Edubuntu 14.1.1 Le categorie dei Programmi Edubuntu 14.1.2 I punti di forza di Edubuntu 14.2 Xubuntu 14.2.1 Le caratteristiche di Xubuntu 14.2.2 L’interfaccia e le applicazioni 14.3 Ubuntu server 14.4 Gobuntu 14.5 Ubuntu mobile 153
153
153
155
156
156
157
157
157
157
Capitolo 15
Risolvere problemi comuni
15.1 Il Boot
15.2 System not found
15.3 Non viene avviato il live-CD all’accensione del computer
15.4 Problemi con Ubuntu LiveCD,avvio in Safe Graphics Mode
15.5 Problemi durante e dopo l’installazione: blocco all’82%
15.5.1 Il sistema si blocca improvvisamente al primo avvio
dopo l’installazione
15.5.2 Il comando Sudo non funziona
15.6 Usare Alternate CD
15.7 Problemi Hardware
15.7.1 Riconoscimento del Modem
15.7.2 Riconoscimento della scheda video
15.7.3 Problemi con l’audio
15.7.4 Riconoscimento della scheda di rete
15.7.5 Problemi con il mouse
15.8 Problemi di rete
15.8.1 Parametri di rete
15.8.2 Routing, ovvero l’instradamento dei pacchetti
15.8.3 Risoluzione dei nomi
15.8.4 Utility Network tools
159
159
159
161
162
163
163
164
165
165
166
166
167
167
167
167
168
168
170
171
Sommario | X
Capitolo 16
Ubuntu accessibile
173
16.1 LiveCD 16.2 Attivare le Tecnologie assistite 16.3 Login accessibile 16.4 Video 16.5 Audio – Text-to-Speech 16.6 Braille 16.7 Tastiera 16.7.1 Impostazioni tastiera 16.7.2 Monitor accessibilità tastiera 16.8 Mouse 16.9 Tastiera e Mouse a video 173
174
175
175
176
176
177
178
178
178
179
Gli autori
181
Capitolo 1
Benvenuti nel mondo
di Linux e Ubuntu
1.1 Cosa è Ubuntu
Tutti sappiamo riconoscere un PC, o Personal Computer: un macchinario pieno di elettronica in grado di farci fare cose mirabolanti, spesso complicato da
usare, ma per molti di noi irrinunciabile. Tutti, inoltre, abbiamo sentito parlare
di Windows, e sappiamo che Windows è una famiglia di Sistemi Operativi,
ovvero dei software molto complessi che permettono al PC di funzionare e
a noi di utilizzare numerosi programmi, come ad esempio Internet Explorer,
Microsoft Word e altri.
Pochi, invece, sanno che esistono altri sistemi operativi, meno diffusi ma altrettanto validi: uno di questi prende il nome di Linux, è un sistema operativo
“libero” e gratuito, utilizzato in tutto il mondo sia per “gioco” che per lavoro,
con ottimi risultati. In realtà, il termine Linux si riferisce alla componente centrale del Sistema Operativo, detta Kernel, ma nel vocabolario comune ormai
Linux abbraccia come significato l’intero Sistema Operativo.
Esistono diverse versioni di Linux, e una di queste si chiama Ubuntu. Ubuntu
è una parola africana che significa “umanità verso gli altri”, ed è stato creato
da un giovane miliardario sudafricano, Mark Shuttleworth, con lo scopo di
renderlo un Linux “per esseri umani”, ovvero molto facile da usare.
Questa guida cerca di spiegare con termini chiari e, appunto, semplici come
usare Ubuntu.
Capitolo 1 | 2
1.2 Perché usare Ubuntu?
Ubuntu porta con sè molti vantaggi rispetto ad altri sistemi operativi: è stabile, praticamente immune ai virus, richiede poche risorse per funzionare, è
gratuito e si aggiorna con molta facilità. In Ubuntu sono inoltre disponibili,
sempre gratuitamente, moltissimi programmi software.
Nel mondo ci sono milioni di PC che funzionano con Ubuntu.
Lo scopo di questa guida è aiutare a capire qualcosa di più di Ubuntu, per poi
poterlo eventualmente installare e utilizzare e poter così godere dei vantaggi.
Attenzione: Ubuntu non è SEMPRE necessariamente la scelta migliore, vi
sono situazioni in cui è preferibile rimanere col proprio sistema operativo
(Windows, ad esempio), perché ci sono dei fattori che limitano tale scelta. Se,
ad esempio, si utilizza il PC sul lavoro, difficilmente si riuscirà a convincere la
propria azienda a installare Ubuntu nel PC in uso.
1.3 Un piccolo suggerimento
Cercate di dedicare qualche minuto alla lettura di questa guida; se pensate
che faccia per voi, che spieghi le cose in maniera chiara e semplice, forse è
giunto il momento di lanciarsi in una nuova piccola avventura, la scoperta di
nuovi software che potrebbero cambiare in positivo il vostro approccio con
l’informatica.
1.4 Perché passare da Windows a
Ubuntu
Windows è il sistema operativo più diffuso nel pianeta, presente su oltre il
90% dei PC in circolazione. Questo risultato è il frutto di un prodotto relativamente semplice ed economico, di accordi commerciali intelligenti, di un
marketing efficace. Se, però, vogliamo davvero usare il nostro PC per quello
che è, ovvero un ottimo strumento informatico, è bene iniziare a valutare con
onestà le alternative a Windows, come Mac OS X o Ubuntu.
Ecco quelli che a nostro parere sono i vantaggi per chi decide di passare a
Ubuntu, abbandonando Windows oppure semplicemente affiancandolo a
Ubuntu nello stesso PC.
3 | Benvenuti nel mondo di Linux e Ubuntu
vantaggi
1. Ubuntu è molto stabile. Ciò significa che il nostro computer si
bloccherà meno spesso, rendendoci la vita più facile.
2. Ubuntu è gratuito. Non ci sono costi di licenza per utilizzare Ubuntu e inoltre è già compresa nell’installazione di base la suite per ufficio
OpenOffice.org, un’ottima alternativa a Microsoft Office. Tutto questo non costa un centesimo.
3. Ubuntu si aggiorna facilmente. A differenza di Windows o di altri
sistemi, l’aggiornamento di Ubuntu (per correggere falle di sicurezza
o per installare nuove versioni dei programmi installati) avviene con
una facilità e una stabilità impareggiabili. Un gran vantaggio per chi
non vuole perdere tempo ad aggiornare il PC, o vuole evitare i consueti problemi legati all’aggiornamento del software.
4. Ubuntu mette a disposizione molto software. Tramite uno strumento grafico facile e intuitivo (Synaptic), è possibile cercare tutti
software disponibili (e gratuiti) per Ubuntu per nome o per categoria.
È possibile, ad esempio, installare un software per fare grafica (Gimp),
per ascoltare musica (vlc), per creare oggetti 3D (blender), per gestire
le proprie fotografie (F-spot) e tanto altro ancora, con grande facilità
e senza spendere soldi.
5. Ubuntu è "abbastanza" sicuro. Attenzione: nessun PC, se non
messo a punto in maniera particolare, può considerarsi sicuro. Ubuntu, tuttavia, già nella sua installazione di base, garantisce un livello di
protezione sufficiente per la maggior parte degli utenti. Moltissimi
malware, spyware, adware, virus, worm e trojan (sono diverse categorie di minacce informatiche) non riescono a penetrare il sistema di
Ubuntu, mentre sono un pericolo per altri sistemi. I motivi di questo
elevato livello di sicurezza sono due: in primis Windows è molto più
diffuso, quindi i malintenzionati si concentrano su di esso; in secondo
luogo Ubuntu è impostato in maniera da dare grande importanza
alla sicurezza.
Capitolo 1 | 4
6. Ubuntu richiede meno risorse hardware. Questo permette di far
funzionare Ubuntu senza dover aggiornare le componenti del PC, o
addirittura comprarne uno nuovo.
7. Ubuntu è veloce. Per molte operazioni, Ubuntu è più veloce di altri
sistemi operativi, sia come pura velocità di esecuzione dei programmi, sia come procedure per svolgere dei compiti.
8. Ubuntu si aggiorna ogni sei mesi... in un click! Ubuntu rilascia
una nuova versione del sistema ogni sei mesi; in tal caso è possibile
aggiornare il sistema alla nuova versione con un solo click.
9. Ubuntu è “per esseri umani”. Ciò significa che molte cose, nel tempo, migliorano per avvicinare il PC sempre di più alle esigenze di noi
esseri umani. È per questo che, in poco tempo, è migliorata di molto
la compatibilità di Ubuntu con computer, stampanti, telecamere e
fotocamere e migliorerà sempre di più.
A questo punto, però, è opportuno elencare anche alcuni degli svantaggi
principali di Ubuntu, in particolare rispetto al sistema operativo più diffuso,
Windows.
svantaggi
1. Molti programmi non funzionano con Ubuntu, specialmente quelli
aziendali e molto spesso non è sufficiente avere un programma alternativo.
2. Non sempre è semplice installare Ubuntu, anche se, negli ultimi tempi, un numero crescente di rivenditori di informatica offrono PC con
Ubuntu preinstallato.
3. Non è semplice trovare supporto professionale per Ubuntu, qualora
si avesse bisogno di risolvere un problema.
5 | Benvenuti nel mondo di Linux e Ubuntu
4. Molti giochi non funzionano con Ubuntu.
5. Molte operazioni si effettuano in maniera diversa da come si era abituati in ambiente Windows, quindi le nostre “competenze informatiche” avranno bisogno di essere integrate.
6. Per configurare o installare alcune applicazioni talvolta bisogna ricorrere all’utilizzo del Terminale, che somiglia molto alla finestra DOS di
qualche anno fa.
Detto questo, procedete nella lettura e preparatevi a cimentarvi con questo interessante sistema operativo.
Il logo di Ubuntu
Questa guida viene creata e mantenuta da un folto gruppo di volontari, guidati da un entusiasta di Ubuntu, Simone Brunozzi. Il sito web ufficiale di questa guida è www.ubuntusemplice.org, mentre il sito personale di Simone è
www.ubuntista.it.
Capitolo 1 | 6
Per qualsiasi domanda, potrete contattare Simone all’indirizzo e-mail [email protected].
Cercherà, tempo permettendo, di rispondere a tutti i lettori.
Capitolo 2
Il LiveCD di Ubuntu
2.1 Vantaggi e svantaggi del LiveCD
Un LiveCD è un CD (o altro supporto rimovibile) che contiene un sistema
operativo in grado di avviarsi senza bisogno di apportare modifiche all’hard
disk, a meno che non venga richiesto dall’utente. In parole povere, un LiveCD
permette di utilizzare un sistema operativo senza doverlo necessariamente
installare. È possibile trovare un LiveCD per Ubuntu in allegato alle principali
riviste informatiche, oppure scaricarlo dal seguente indirizzo e poi masterizzarlo: http://it.releases.ubuntu.com/7.10/ubuntu-7.10-desktop-i386.iso
Il file da scaricare è un “ISO”, ovvero un file che può successivamente essere
facilmente masterizzato in un CD o DVD.
2.1.1 Vantaggi
Usare un LiveCD permette di verificare che le periferiche vengano correttamente riconosciute da Ubuntu. Considerate tuttavia che alcune periferiche
che non funzionano con il LiveCD possono essere configurate e rese funzionanti in un momento successivo.
Inoltre, con il LiveCD si possono creare file e provare l’utilizzo dei software già
presenti in Ubuntu; una volta installato, se ne potranno aggiungere altri.
2.1.2 Svantaggi
Usando un LiveCD tutte le modifiche apportate vanno perse una volta riavviato il PC.
Capitolo 2 | 8
Se il vostro hardware necessita di una configurazione speciale, per esempio,
sarete costretti a riconfigurare il sistema ogni volta che accedete al LiveCD. Se
si pensa ai driver dei tasti speciali di una tastiera multimediale questo problema potrà sembrare banale, ma basta pensare alla scheda video e già le cose
cambiano...
Su alcuni computer, specialmente quelli meno recenti, sarà impossibile utilizzare il LiveCD standard. A soluzione di questo problema c’è la versione Alternate di Ubuntu, che offre un installatore a riga di comando, poco esoso in
termini di risorse e molto facile da usare grazie alla procedura guidata.
Se all’interno del LiveCD si crea un file che si vuole conservare, è bene accertarsi di salvarlo su un supporto esterno (CD, penna USB, ecc.) oppure direttamente nel disco rigido.
2.1.3 Modalità di utilizzo
Vi sono altre modalità che un utente un po’ più esperto può scegliere per
utilizzare il LiveCD.
Recupero dei dati: un LiveCD si può utilizzare per recuperare i file da sistemi operativi che non si avviano.
Diagnostica: si può utilizzare anche per controllare gli eventuali problemi
dell’hardware.
Suite da lavoro di emergenza: se si ha urgente bisogno di scrivere e
stampare un documento e, per un motivo o per l’altro, il sistema operativo installato sul computer non si avvia o non è presente la suite office, allora viene
in aiuto il LiveCD. Lo si inserisce, si attende che si avvii e si ha a disposizione
l’intera suite OpenOffice.org pronta per l’uso.
2.2 Avvio del LiveCD
Bene! È giunto il momento di provare Ubuntu senza rischi. Inserite il LiveCD
nel computer e riavviatelo. Apparirà la schermata in figura.
9 | Il LiveCD di Ubuntu
La schermata di avvio (boot)
Da qui è possibile accedere alle seguenti funzioni.
tart or install Ubuntu: accedete a Ubuntu in modalità live, e se piace lo
si può installare;
Start Ubuntu in safe graphics mode: utilizzate questa scelta se si hanno problemi di visualizzazione;
Install with driver update CD: permette di installare Ubuntu con CD
contenente dei driver per Ubuntu;
OEM install (for manufacturers): installa la versione OEM di Ubuntu
con software e configurazioni utili alle aziende produttrici;
Check CD for defects: se il LiveCD non funziona correttamente, prima
di provare Alternate potete eseguire questo controllo per verificare che il CD
non sia danneggiato (corrotto);
Memory test: controlla che i moduli di memoria virtuale (RAM) siano funzionanti. Se si riscontrano problemi insoliti e se il CD non è corrotto, questo
Capitolo 2 | 10
test permette di verificare che la RAM funzioni correttamente. Nel caso il
test fallisca, provare Ubuntu Alternate o far controllare i moduli di memoria
del PC.
Tra le opzioni in basso, si può scegliere F2 per selezionare la lingua. Le altre
opzioni verranno trattate nel corso del capitolo.
2.2.1 Cosa fare se il LiveCD non si avvia
Può capitare che su alcuni computer l’avvio del LiveCD non avvenga. Ciò può
accadere per due motivi:
1. Il computer è un Mac Intel;
2. Il bios del computer non è configurato correttamente.
Nel primo caso è semplice. Basta riavviare il Mac tenendo premuto il tasto C
e con il disco già inserito.
Nel secondo caso invece, bisogna indicare al bios (ovvero quel piccolo software che si preoccupa all’avvio di caricare il sistema operativo) che l’ordine in cui
si vuole che i dispositivi siano caricati (ordine di boot) è il seguente: Floppy,
Cd-rom, Hard disk.
2.3 Avvio di Ubuntu
La prima voce rappresenta l’avvio standard ed è probabilmente la scelta adatta alle esigenze della maggior parte degli utenti. Quando si sarà caricato il
LiveCD verrà visualizzata la Scrivania.
A un primo sguardo non dovrebbe essere difficile individuare le parti essenziali dell’interfaccia. In alto e in basso sono presenti due pannelli. Su quello in alto si trovano il menu e l’orologio di sistema, oltre al pulsante per lo
spegnimento e l’area di notifica. In basso c’è la barra delle applicazioni, con
il cestino e il pulsante per mostrare il desktop. Nonostante questi elementi
siano organizzati in modo molto intelligente, è comunque possibile spostarli
a piacimento e aggiungerne altri, oppure anche rimuoverli.
11 | Il LiveCD di Ubuntu
La Scrivania del LiveCD
2.3.1 Provare le applicazioni
Una delle prime cose che, probabilmente, interesserà fare, è provare le varie
applicazioni disponibili. Iniziamo quindi a esplorare le applicazioni per scoprire quanti software vi mette a disposizione il LiveCD. Se ne potranno comunque aggiungere altri. Ubuntu è piena di cose interessanti da provare, ma in
particolare consigliamo questi programmi:
1. Rhythmbox;
2. Sudoku;
3. Gimp;
4. OpenOffice.org.
Se si ha a disposizione una connessione a internet si consiglia di provare anche
Firefox e Pidgin.
Probabilmente troverete interessante dare un’occhiata alla cartella Examples
sul desktop, che contiene alcuni file realizzati con vari software liberi.
Capitolo 2 | 12
2.3.2 Gli altri menu
Dopo che vi sarete divertiti a provare i fantastici strumenti che offre Ubuntu,
potrete anche esplorare i menu Risorse e Sistema, che permettono di interagire con l’hardware e le preferenze del sistema operativo. Come al solito vi ricordo che i cambiamenti che verranno apportati come ad esempio il tema delle
finestre o lo sfondo del Desktop verranno annullati al riavvio del computer.
2.3.3 Provare le periferiche
Il LiveCD è un buon modo per rendersi conto del supporto hardware di
Ubuntu. Partendo dal fatto che Ubuntu supporta una straordinaria quantità
di hardware in maniera automatica, è da tenere presente che a volte alcune
periferiche dovranno essere configurate, oppure sarà necessario ricercare il
driver in Rete. In alcuni casi, purtroppo, alcune periferiche possono non funzionare, oppure farlo in modo parziale.
Le periferiche di archiviazione come le chiavette usb sono riconosciute
al volo
Avendo a disposizione il LiveCD si consiglia di provare l’hardware che si usa
più frequentemente (ad esempio la stampante, la macchina fotografica digitale, eccetera) tenendo sempre presente che se una periferica non funziona
subito non è detto che non sia possibile renderla funzionante.
13 | Il LiveCD di Ubuntu
2.4 Panoramica sulle altre opzioni
Le altre opzioni rivestono un ruolo di utilità leggermente minore rispetto alla
prima, specialmente per un utente che vuol solo provare o installare Ubuntu.
Perciò qui spiegheremo che cosa consentono di fare, senza soffermarci troppo
sui dettagli meno interessanti.
2.4.1 L’installazione in modalità grafica
sicura
Questa opzione è molto simile alla prima. Se si riscontrano problemi con l’avvio standard del LiveCD, che riguardano la visualizzazione a video (ad esempio sul monitor non si vede nulla) allora provate con questa opzione. Vengono caricate delle impostazioni video di base adatte a quasi tutte le schede
grafiche.
2.4.2 Installazione con un disco dei driver
Il crescente successo di Ubuntu ha fatto sì che alcuni produttori comincino
a fornire dei dischi con i driver per il loro hardware. Dell, ad esempio, oltre a
vendere dei computer con Ubuntu preinstallato negli Stati Uniti e in alcuni
paesi europei, fornisce dei driver per il suo hardware. Se avete un disco dei driver fatto apposta per Ubuntu potete optare per questo tipo di installazione.
2.4.3 Installazione OEM per assemblatori
Questa opzione consente un’installazione pensata per chi deve preinstallare
Ubuntu su una macchina e poi venderla. È rivolta principalmente a coloro che
assemblano i computer.
2.4.4 Controllo dei difetti sul CD
Questa opzione è utile quando si riscontrano dei malfunzionamenti del disco.
Se il LiveCD si comporta in modo strano, avviate questa opzione e aspettate
che il controllo sia terminato. Se il controllo riscontra dei problemi, scaricate
nuovamente Ubuntu e masterizzatela su un disco nuovo.
Capitolo 2 | 14
2.4.5 Test della memoria
Questo test permette di verificare che la memoria RAM funzioni bene e sia
sufficiente per far avviare il LiveCD.
Il minimo richiesto per il funzionamento del LiveCD è di 256 MB, ma più se ne
ha, più reattivo e veloce sarà il sistema.
Se il controllo dovesse riscontrare dei problemi sulla memoria RAM, essendo
un problema hardware, sarà necessario provvedere a far sostituire la memoria
danneggiata con una funzionante.
Le altre opzioni di installazione di Ubuntu
Capitolo 3
Installare Ubuntu
passo passo
3.1 Iniziamo
Una volta compreso e aver provato Ubuntu con il LiveCD, è il momento di
installarlo sul PC. Sono due le situazioni in cui vi potrete trovare:
1. installare Ubuntu su un PC senza sistema operativo;
2. installare Ubuntu su un PC con Microsoft Windows preinstallato.
Per l’installazione di Ubuntu 7.10 sono richiesti i seguenti requisiti minimi:
1. un processore da 500 Mhz o superiore;
2. almeno 256 MB di Ram;
3. almeno 3,5 GB di spazio disco.
L’installazione di Ubuntu si articola in otto passaggi, molto semplici e veloci. L’unico punto a cui dovrete prestare la massima attenzione è la fase del
partizionamento del disco. Un errore in questa fase può dare come risultato
un sistema funzionante ma pesantemente rallentato e, probabilmente, sareste
costretti a ricominciare tutto daccapo. Oppure potreste compromettere l’integrità dell’installazione di Microsoft Windows (se presente). Prima di iniziare,
ecco qualche ulteriore suggerimento per tutta la procedura da seguire.
Capitolo 3 | 16
Tutte le finestre dell’installazione di Ubuntu hanno in comune un importante
particolare.
Si tratta dei bottoni di navigazione che troverete in qualsiasi schermata da
qui in avanti. Il loro funzionamento è veramente basilare. Cliccate col tasto
sinistro del mouse sul bottone Avanti per proseguire. Con il bottone Indietro
si ha la possibilità di tornare indietro, con il tasto Annulla si interrompe l’installazione.
Per prima cosa avviate il computer assicurandovi di inserire subito il LiveCD e
di procedere con l’avvio di Ubuntu, esattamente come già fatto nel capitolo
precedente. Appena finito il caricamento vi troverete in questa schermata:
Ecco come si presenta il LiveCd appena avviato
Ora fate doppio-clic col tasto sinistro del mouse sull’icona “installa” per avviare l’installazione di Ubuntu.
Si aprirà la finestra di “Benvenuto” dalla quale potrete scegliere la lingua in cui
verrà effettuata l’installazione.
Se state usando il CD d’installazione e non il DVD è probabile che a fine installazione vi troverete un sistema perfettamente funzionante, ma con l’interfaccia bilingue (inglese-italiano). Non vi preoccupate. Alla fine del capitolo
vedremo come trasformare tutta l’interfaccia nella lingua preferita.
Naturalmente scegliete Italiano e cliccate col tasto sinistro su Avanti.
17 | Installare Ubuntu passo passo
La finestra di benvenuto dell’installazione
Il primo passaggio dell’installazione è la selezione del fuso orario. Solitamente
basta scegliere la capitale della nazione in cui si vive perché Ubuntu si autoregoli sul fuso orario nazionale. Selezionate quindi la capitale e cliccate col tasto
sinistro del mouse su Avanti.
Adesso invece vi viene chiesto di selezionare il layout corretto per la tastiera.
In diverse parti del mondo si utilizzano tastiere diverse e a volte le differenze
sono notevoli. È perciò necessario scegliere il tipo di tastiera corretto per noi.
Per l’Italia si può scegliere fra tre tipi:
•
•
•
Italy
Italy - Eliminate dead keys (escludi i tasti “morti”)
Italy - Macintosh (tastiera italiana per computer Apple)
Ora, a meno che non abbiate un Apple Mac, scegliete la prima opzione e cliccate col tasto sinistro su Avanti. Se non siete pienamente convinti della scelta,
avete a disposizione una casella bianca che appare nella parte in basso a destra della finestra. Qui è possibile digitare ciò che si desidera senza influenzare
minimamente l’esito dell’installazione.
Capitolo 3 | 18
Scelta della tastiera
3.1.1 Il partizionamento dell’hard disk
A questo punto siamo giunti alla fase più importante di tutta la procedura
di installazione: il partizionamento dell’hard disk. Non si dimentichi che in
questo primo caso stiamo prendendo in considerazione un computer con un
hard disk interamente libero (indipendentemente dalle dimensioni). Come
si può vedere nell’immagine, Ubuntu ha riconosciuto correttamente l’unico
hard disk presente nel computer: un disco di tipo SCSI delle dimensioni di 5,4
GB. Esistono principalmente due tipi di dischi rigidi (hard disk): ATA (paralleli
o seriali, ovvero PATA o SATA), o SCSI (si legge “scasi”). La differenza principale
tra questi due tipi di dischi consiste nelle loro prestazioni. Si ha la possibilità di
scegliere fra due opzioni per il partizionamento: guidato; manuale.
Prima di andare avanti è giusto sapere come funzionano le partizioni di Linux.
Linux per poter funzionare correttamente necessita di almeno 2 partizioni:
1. Partizione dati, è la partizione dove è contenuto il sistema operativo
vero e proprio e, se non specificato diversamente, anche tutti gli altri dati
(compresi quelli personali) dell’intero sistema.
2. Partizione di swap, è una partizione speciale che Linux utilizza per simulare la memoria RAM quando quest’ultima non è sufficiente. È un con-
19 | Installare Ubuntu passo passo
cetto un po’ particolare, più programmi vengono aperti e più memoria
RAM si utilizza. Quando si arriva a saturare tutta la memoria disponibile
e a chiederne ancora, Linux simula questa RAM mancante (rispetto alla
richiesta) tramite la partizione di swap presente nel vostro disco. Naturalmente l’hard disk è di gran lunga più lento della memoria RAM, pertanto
l’intero sistema subirà un calo di prestazioni. Se si arriva da una qualsiasi
versione di Windows termini quali “File di swap” e “memoria virtuale”
dovrebbero essere già noti.
Linux è composto da migliaia di directory, quelle fondamentali sono quelle
nella radice dell’hard disk, chiamato “/”. Alcune di queste possono essere, ad
esempio, /etc, /boot, /home, /var/ e via dicendo. Si ha la possibilità di creare
una partizione separata per ogni singola directory tra queste o addirittura per
una qualsiasi sottodirectory che compone il sistema.
Per quale motivo si creano più partizioni? Nella directory /home finiranno tutti
i dati dell’utente: documenti, desktop, preferiti di internet, la posta e quant’altro. Se si sposta la directory /home in una partizione separata dal resto del
sistema operativo (/) si potrà formattare tutte le volte che lo si desidera la partizione principale senza preoccuparsi dei dati, perché saranno sempre al sicuro
sull’altra partizione che non verrà toccata nell’operazione di formattazione.
3.1.2 La procedura guidata e la procedura
manuale
A questo punto dobbiamo decidere che tipo di procedura seguire, se quella
guidata o quella manuale.
Se sceglierete Guidato, Ubuntu creerà un sistema base con le due partizioni
strettamente necessarie, occupando l’intero disco da 5,4GB che ha rilevato.
Se invece si sceglie l’altra opzione sarà necessario partizionare il disco manualmente.
In questo caso scegliete Guidato e cliccate col tasto sinistro del mouse su
Avanti. La prossima schermata mostra un utilissimo strumento presente in
Ubuntu, l’assistente alla migrazione.
Il nuovo assistente alla migrazione è uno strumento che riconosce molti elementi del profilo in Windows e permette di importarli in Ubuntu.
In questo caso risulta vuoto perché stiamo lavorando su un hard disk senza
Windows presente.
Capitolo 3 | 20
Vedremo il suo funzionamento nel dettaglio nel prossimo paragrafo.
Per il momento, cliccate col tasto sinistro del mouse su Avanti. Siamo giunti
all’ultimo passaggio della nostra procedura: la creazione di un utente.
Assistente alla migrazione
3.1.3 La creazione di un utente
Ubuntu, come tutte le altre distribuzioni Linux, si basa su utenti. Quindi bisogna creare un utente da poter utilizzare in Ubuntu.
Le informazioni che vi vengono richieste sono, nell’ordine:
• Il nome, l’identificativo dell’utente che state creando;
• Uno username, o soprannome per effettuare il login;
• Una password, da digitare 2 volte per conferma;
• Hostname, ossia il nome del computer su cui si sta installando Ubuntu.
Inserite queste informazioni e cliccate col tasto sinistro del mouse su Avanti.
L’ultima schermata è fondamentalmente un riepilogo di tutte le informazioni
che sono state inserite finora nelle precedenti schermate.
Come si può vedere nella parte bassa, Ubuntu ci mostra le partizioni che verranno create e formattate. Si noti come Ubuntu ha deciso di crearne due: una
partizione per i dati e un’altra partizione dedicata allo swap.
21 | Installare Ubuntu passo passo
Riepilogo dell’installazione
A questo punto non avremo praticamente più nulla da impostare, ma può
essere istruttivo cliccare col tasto sinistro sul tasto in basso a destra denominato Advanced.
Ora vi appare una finestrella dove si possono riconoscere due parti:
• Boot Loader;
• Popularity Contest.
il boot loader
Il boot loader è un programma che si installa solitamente nel MBR (Master Boot Record) dell’hard disk. L’MBR è il settore di avvio dell’hard disk
che consiste nei primi 512 byte (mezzo kB) dell’hard disk stesso e contiene
la sequenza di comandi necessaria per l’avvio del sistema operativo.
In Linux, uno dei boot loader più conosciuti e che viene usato anche da
Ubuntu è Grub. La funzione principale di Grub è quella di coordinare l’avvio del sistema operativo; sia che se ne abbia uno solo o che se ne abbiano
altri installati. Anche in questo caso, sebbene si abbia solo Ubuntu installato, la presenza di un boot loader è fondamentale in quanto all’avvio si
potranno comunque operare delle scelte.
Capitolo 3 | 22
Anche Windows ha un suo boot loader chiamato NTldr che fa le stesse
identiche cose ma, a differenza di Grub può gestire solo sistemi Microsoft. Se per caso vi fosse capitato di vedere un PC con due sistemi operativi Windows installati, avrete sicuramente notato un piccolo menu di
scelta all’avvio del pc. Ecco, proprio quello, è il boot loader di Microsoft.
popularity contest
Il progetto Popularity Contest di Ubuntu è un tentativo di fare una mappa
dell’utilizzo dei pacchetti di Ubuntu. Abilitando questa opzione invierete
settimanalmente, in maniera completamente automatica e trasparente,
la lista dei pacchetti software installati e il tempo di accesso ai file più rilevanti. Il sito che raccoglie i dati pubblica le statistiche raccolte dai report
che vengono inviati dagli utenti. Ogni giorno il server rende anonimi i
risultati e aggiorna il sondaggio.
Naturalmente è tutto pubblico e lo si trova qui: http://popcon.ubuntu.
com
Personalmente, il mio consiglio spassionato è quello di abilitare questa
funzione e dare il proprio contributo alla comunità di Ubuntu. È completamente anonimo, non costa nessuna fatica, ma per il team di sviluppatori di Ubuntu è di fondamentale importanza.
Una volta fatte le vostre scelte cliccate col tasto sinistro del mouse su OK. Ora
cliccate sempre col tasto sinistro del mouse sul bottone Avanti.
3.1.4 Completamento dell’installazione
L’installazione di Ubuntu 7.10 è a questo punto completa, ora si avvieranno
una serie di operazioni automatiche per partizionare l’hard disk, installare i
pacchetti e riconoscere le periferiche. Il tutto in maniera completamente automatizzata.
Al termine dell’installazione potrete riavviare il PC e rendere subito operativa
la nuova Ubuntu.
Cliccate col tasto sinistro del mouse su Riavvia Ora e godetevi il vostro nuovo
sistema operativo libero.
Vedremo ora come, partendo da un PC con l’intero hard disk occupato da
23 | Installare Ubuntu passo passo
Windows arriveremo ad avere un sistema dual boot, ossia avremo un PC con
installati e funzionanti sia il sistema Windows preesistente, sia la nostra nuova
installazione di Ubuntu Linux. Il tutto con un menu iniziale che vi permetterà
di scegliere, appena acceso il pc, quale sistema avviare.
La nostra situazione di partenza dovrebbe essere la seguente.
La partizione di Windows occupa l’intero hard disk
In questo caso la prima cosa da fare sarà ridimensionare la partizione Windows per avere spazio sufficiente per poter installare il nostro Ubuntu.
Ubuntu non necessita dello stesso spazio di Windows Vista, ma l’installazione
base comprende già parecchi software; l’utente ne vorrà sicuramente installare altri per conoscere questo nuovo mondo; consideriamo anche un po’ di
spazio per i dati personali: come minimo dovremo ritagliare 5GB o anche di
più. Dipende essenzialmente da quanti dati sono già presenti sulla partizione Windows. Se, per esempio, avremo una partizione da100GB, di cui 80GB
occupati da dati e software, non potremo certo andare a ritagliare 30GB per
Linux. Andremmo a perdere 10GB di dati dalla partizione NTFS.
Il nostro computer di esempi presenta un hard disk interamente occupato
dall’unica partizione presente su cui è installato Windows. Questa partizione
è da 20GB totali, ma noi ne abbiamo occupati 7,28.
In questo caso è ipotizzabile ridimensionare questa partizione dagli iniziali
Capitolo 3 | 24
20GB alla nuova dimensione di 10GB per averne altrettanti non utilizzati da
poter dedicare a Linux.
Ma prima di procedere dovremo compiere tre operazioni:
1. eseguire l’utility Scandisk sulla nostra partizione;
2. eseguire l’utility Defrag sulla nostra partizione;
3. fare un backup dei propri dati.
Il backup è un’azione importantissima e di vitale importanza. Qualcosa può
sempre andare storta e il backup è l’unica cosa che ci rende tranquilli e ci
permette di operare liberamente. Basti solo pensare a Windows NT4, 2000,
XP & Vista. Ognuno di loro monta una versione diversa di file system NTFS (il
sistema di organizzazione dei vostri dati sulle partizioni) con caratteristiche
diverse fra di loro, ma prendono tutti il nome di NTFS. Noi stiamo per intervenire proprio su questo elemento. Un backup è d’obbligo.
Esistono diversi modi per effettuare un backup, si possono usare:
1. CD/DVD vergini;
2. un secondo hard disk montato direttamente nel computer o esterno su
porta USB;
3. una unità a nastro o a cartucce;
4. una condivisione di rete;
5. combinare una di queste soluzioni con un programma adatto a compri6. mere i dati.
L’utility Scandisk eseguirà un controllo dell’intera partizione e correggerà eventuali errori logici dei dati. Questo è un passaggio fondamentale che prepara
la partizione al passo successivo: la deframmentazione dei dati. Se Scandisk
dovesse rilevare degli errori fisici, ossia dei settori dell’hard disk danneggiati, è
necessario interrompere la procedura e provvedere alla sostituzione dell’hard
disk. Proseguendo si potrebbe compromettere definitivamente sia l’installazione di Windows preeseistente che i dati presenti.
L’utility defrag controlla l’intera partizione e ridistribuisce tutti i dati in maniera omogenea partendo dall’inizio della partizione e compattando tutti i dati
di una stessa applicazione. Questo permetterà ai programmi di essere eseguiti
più velocemente ma, soprattutto, quando andremo a ridimensionare la parti-
25 | Installare Ubuntu passo passo
zione NTFS andremo a ritoccarla partendo dalla fine di questa. Se i dati sono
tutti posizionati all’inizio non correremo il rischio di danneggiare dei dati che
per un motivo o per un altro sono sparpagliati.
A questo punto cliccate su Apri > Risorse del computer, cliccate col tasto destro del mouse sul Disco C: cliccate col sinistro sulla voce Proprietà e scegliete
la voce di menu Strumenti.
Gli strumenti messi a disposizione da Windows
La prima parte dell’installazione è identica a quella descritta nel paragrafo
precedente. Qui di seguito i passaggi fondamentali.
Avviate il computer selezionando il cd rom come prima periferica di boot e
avviate il LiveCD.
Fate doppio-clic col tasto sinistro del mouse sull’icona installa; si aprirà la finestra di Benvenuto dalla quale potrete scegliere la lingua in cui verrà effettuata
l’installazione: scegliete Italiano e cliccate col tasto sinistro su Avanti.
Selezionate la capitale del vostro Paese e cliccate col tasto sinistro del mouse
su Avanti. Selezionare il layout corretto per la tastiera.
Siamo giunti alla fase più importante di tutta la procedura d’installazione: il
partizionamento dell’hard disk. Nel paragrafo precedente abbiamo considerato di lavorare su un PC con un hard disk interamente libero. In questo caso
Capitolo 3 | 26
abbiamo Windows già installato che occupa interamente il nostro hard disk:
dovremo ritagliare un po’ di spazio dalla partizione Windows per far spazio
a Ubuntu. Come potete vedere dall’immagine qui di seguito, Ubuntu ha rilevato la presenza di un altro sistema operativo già presente sull’hard disk e
come soluzione preferenziale propone immediatamente di ridimensionare la
partizione Windows al 73% (13 GB) dell’originale e installare Ubuntu nello
spazio avanzato, ossia il rimanente 27%. Il tutto come partizionamento guidato, quindi siete a un click dall’aver terminato l’operazione.
Spostando il cursore, il valore minimo a cui si può arrivare è il 46% (8,2GB).
Questo è il valore più basso in termini di spazio da riservare alla partizione su
cui risiede Windows. Non è possibile andare oltre perché Ubuntu ha rilevato
che oltre quel limite ci sono i dati. Quello che abbiamo fatto è stato sfruttare
lo spazio vuoto della partizione di Windows per spostare a vostro piacimento
il limite di Fine della partizione. Attenzione a non esagerare con i ridimensionamenti, se si riduce al minimo lo spazio dedicato a Windows, al riavvio del
computer, scegliendo Windows come sistema operativo, non si avrebbe più
spazio a disposizione.
Il prossimo passaggio sarà quello di importare i dati dalla partizione di Windows alla nuova partizione.
Terminata l’importazione dei dati, si procederà con l’installazione come descritto nei paragrafi precedenti.
Importazione di dati da Windows
Capitolo 4
Primi passi con
Ubuntu
Una volta terminato di installare Ubuntu, per poter usare il computer basta
riavviare, dopo essersi assicurati di aver tolto il CD di installazione. In poco
tempo vedrete apparire sullo schermo la scritta Ubuntu e la barra che indica
che il sistema si sta caricando.
4.1 Il login
Quando il caricamento sarà terminato vedrete comparire la “schermata di
login”. Il login è l’inserimento del nome utente e della password, serve a Ubuntu per due motivi: capire chi sta usando il computer (chiedendo appunto il
nome utente) e proteggerne i file e le impostazioni (chiedendo la password).
A questo punto inserite il nome utente che avete scelto durante l’installazione
e premete Invio per confermare.
Quindi inserite la password e premete nuovamente Invio per confermare
Effettuato il login inizia la Sessione di lavoro.
Ricordiamo che Ubuntu fa differenza tra lettere maiuscole e minuscole.
4.1.1 La Multiutenza
Ubuntu è un sistema che può essere usato da più persone ed è quindi chiamato sistema multiutente. Durante il login riconosce chi sta usando il computer e avvia la sessione di lavoro per quel utente.
I vantaggi di un sistema multiutente sono di avere uno spazio personale e
protetto dagli altri utenti per i propri file e permette di configurare e per-
Capitolo 4 | 28
sonalizzare il proprio ambiente operativo senza modificare le impostazioni
degli altri utenti.
4.1.2 Opzioni di login
In basso a sinistra nella schermata di login potete vedere il pulsante Opzioni:
Questo menu mostra le opzioni di login
Da questo menu potete scegliere le opzioni di login, si può per esempio scegliere la lingua con cui avviare la sessione oppure che tipo di sessione avviare;
si può anche spegnere o riavviare il computer.
4.2 La scrivania
La scrivania è un’area virtuale paragonabile a una vera e propria scrivania.
Da qui potete avviare dei programmi, organizzare e sistemare i documenti, la
musica, le foto e i video. Potete anche personalizzare l’aspetto della scrivania
come è spiegato nel capitolo 9.
4.2.1 I pannelli
La scrivania di Ubuntu è caratterizzata da due pannelli: uno superiore e uno
inferiore. Nel pannello superiore si trovano dei “menu a tendina” da cui potete avviare applicazioni, esplorare le risorse del computer o personalizzare il
sistema.
29 | Primi passi con Ubuntu
Il menu Risorse
Subito dopo i menu a tendina ci sono i pulsanti per lanciare le applicazioni
più usate, di default ci sono i pulsanti per avviare un browser internet, un programma per gestire le e-mail e il pulsante per avviare la guida di Ubuntu.
Sulla destra potete vedere il pulsante per spegnere il computer, un comodo orologio e calendario, la regolazione del volume dell’audio, un indicatore
dell’utilizzo del collegamento alla rete, un pulsante per la ricerca veloce di documenti, e-mail, pagine web o qualsiasi file in tutto il computer e un pulsante
per spostarsi rapidamente tra un utente e l’altro.
In basso a sinistra potete vedere l’elenco delle finestre aperte: viene mostrata
l’icona e il titolo di ognuna per poterle riconoscere velocemente.
Sulla destra potete vedere il cestino e il selettore delle aree di lavoro.
Le aree di lavoro permettono di organizzare le finestre aperte. Se, per esempio,
aprite un programma nella prima area di lavoro, potete spostarvi in un’altra
area e aprire altri programmi senza avere troppe finestre aperte nello stesso
spazio; nello spostamento da un’area a un’altra la scrivania rimane la stessa,
cambiano solo le finestre aperte.
Capitolo 4 | 30
L’ elenco delle finestre aperte
4.2.2 Eseguire un programma
Uno dei tanti pregi di Ubuntu è che già dall’installazione sono presenti moltissimi programmi, soprattutto quelli più utili come OpenOffice, un insieme
di programmi che fornisce tutti gli strumenti necessari per scrivere testi, elaborare tabelle e fogli di calcolo, creare database e altro ancora. OpenOffice è
la versione libera della suite Office di Microsoft.
Tutti i programmi presenti nel computer si trovano nel menu Applicazioni,
divisi secondo la categoria a cui appartiene il software.
Per aprire un programma è sufficiente cliccare con il mouse sul titolo nel menu.
Questo in poco tempo si avvia ed è pronto per poter essere utilizzato.
Per chiudere un programma, invece, basta usare i pulsanti in alto a destra
della barra del titolo del programma.
Cliccando sul rettangolino, invece, si espande la finestra per occupare tutto lo
schermo fino ai pannelli.
Una volta massimizzata una finestra potete ridurne le dimensioni cliccando
nuovamente sul rettangolino.
La riga orizzontale serve per ridurre la finestra a icona: non sarà più visibile
sulla scrivania ma rimarrà comunque aperta nella barra inferiore: vedrete il
titolo chiuso tra parentesi quadre e cliccandovi si renderà nuovamente visibile
la finestra.
31 | Primi passi con Ubuntu
Con il rettangolino si riporta alla larghezza standard la finestra
Una finestra ridotta a icona potrà essere riportata in primo piano cliccando
sull’icona presente nella barra inferiore della scrivania.
4.2.3 I file e le cartelle
Nel computer potete tenere moltissimi tipi di file; un file è, a seconda del tipo,
paragonabile a un oggetto reale: un documento di testo equivale a un foglio
scritto, le immagini a delle foto, potete avere anche film o musica, proprio
come se fossero dei cd o dei dvd.
Le cartelle equivalgono a dei contenitori, in cui organizzare i documenti personali.
In Ubuntu la cartella home, ovvero la cartella che contiene tutti i file personali
dell’utente, è già organizzata con altre sottocartelle: una per la musica, una
per le foto, una per i documenti, per i video, per i modelli e per i file pubblici;
esiste anche una cartella che contiene degli esempi di alcuni tipi di file.
La cartella Home
Capitolo 4 | 32
4.3 Il logout
Il logout è una procedura che permette di uscire da un’applicazione informatica. Inoltre è il modo più sicuro per chiudere una sessione che è stata aperta
effettuando il login.
Cliccando su Termina Sessione si ritorna alla schermata di login.
Cliccando su Blocca Schermo si avvierà il salvaschermo e il computer verrà
bloccato.
Per sbloccare il computer è sufficiente muovere il mouse e, alla richiesta, immettere la password .
Cliccando su Cambia Utente si potrà iniziare una nuova sessione senza terminare quella precedente; cliccando su Sospendi il computer si metterà in standby, ovvero rimarrà acceso ma consumando meno energia, non tutti i servizi
rimangono attivi quando il computer è sospeso .
Cliccando su Iberna, invece, il computer non necessita di essere alimentato:
sarà quindi come spento, ma al riavvio impiegherà pochi secondi ad avviarsi.
Cliccando su Riavvia il computer si spegne e si riavvia da solo, infine, per spegnere il computer basterà cliccare su Spegni.
Termina sessione vi riporta alla schermata iniziale
Capitolo 5
Ubuntu e Internet
Lo scopo di questo capitolo non è certamente quello di spiegare cos’è internet
e quali sono i meccanismi che ne permettono il funzionamento. Tuttavia, non
c’è dubbio sul fatto che qualche concetto rudimentale su come funziona la
“grande rete” possa senz’altro essere d’aiuto alla comprensione del perché si
fanno certe cose, in modo particolare per sapere ciò che si sta facendo quando configuriamo il nostro computer per funzionare in rete, per navigare in
internet, leggere la posta e scrivere nei forum e nei blog.
5.1 Concetti di base delle reti
Per capire cos’è una rete di computer non occorre pensare ai computer della
NASA oppure alle grandi reti che si vedono in certi film. Per creare una rete
sono sufficienti due PC. La maggior parte delle problematiche di rete che incontrerete di fatto possono essere riprodotte nel salotto di casa. Provate a
immaginare di avere due computer uno vicino all’altro.
Quando nel primo computer vengono effettuate delle operazioni che “cercano” delle risorse, delle informazioni, dei documenti in un posto “remoto”,
significa che il software che state usando sta cercando di “andare in rete”.
Quando scriviamo www.ubuntusemplice.org nel nostro “browser”, in realtà
compiamo diverse operazioni:
• il nostro computer chiede al DNS, ovvero una sorta di elenco telefonico
per computer, l’indirizzo esatto che corrisponde a www.ubuntusemplice.
org, alla stessa maniera in cui quando cerchiamo Simone Brunozzi, vogliamo trovare il suo numero telefonico;
Capitolo 5 | 34
•
con l’indirizzo IP del sito web che vogliamo raggiungere (l’equivalente del
numero telefonico di una persona) il computer è in grado di usare la rete
e mandare una richiesta al computer con quell’indirizzo IP, che risponderà inviando le pagine web di www.ubuntusemplice.org.
Detta così sembra una cosa molto complessa, ma fortunatamente c’è già chi
ha pensato a tutto questo e a noi non resta che accendere il PC e configurare
quattro semplici parametri:
1. indirizzo IP;
2. maschera di sottorete o subnet mask;
3. default gateway;
4. DNS.
Vediamo insieme cosa significano questi parametri.
Indirizzo IP e subnet: ogni computer in internet deve essere identificato
in modo univoco se vuole essere contattato dagli altri. Se ci fossero due computer con lo stesso indirizzo IP (come due persone con lo stesso numero di
telefono) non sapremmo mai qual è quello giusto. Potete provare a immaginare l’indirizzo IP come l’indirizzo civico di casa. Se ci fossero due case con lo
stesso indirizzo, il postino come farebbe a portare le lettere?
default gateway: quando il PC deve accedere a delle risorse (video, foto,
pagine web) che si trovano all’interno della vostra rete, ad esempio quella
aziendale o quella di casa vostra, questo parametro potrebbe essere tranquillamente ignorato. Il default gateway, infatti, entra in gioco quando il PC non
riesce a raggiungere direttamente il server che contiene ciò che si sta cercando di raggiungere. Lo si può immaginare come un ponte tra voi o la vostra rete
e il resto di internet.
Continuando col paragone telefonico: se telefono a un numero nella mia provincia, posso omettere il prefisso (ora in Italia non è più così, ma una volta lo
era); se invece esco dalla mia provincia, il prefisso è necessario.
35 | Ubuntu e Internet
DNS: come abbiamo detto poco fa, ogni computer (host) in internet è identificato tramite il proprio indirizzo IP. Com’è possibile che quando noi digitiamo
un URL (indirizzo web, come www.ubuntusemplice.org) sul nostro browser
appaia il sito corrispondente? In realtà senza che noi ce ne accorgiamo il nostro PC effettua una conversione del nome in indirizzo IP. Ad esempio www.
ubuntusemplice.org diventa 208.97.156.91. Logicamente il PC di casa non può
conoscere tutte le associazioni possibili URL > IP in internet, per questo esistono dei server dedicati a fare solo questo e sono proprio i server DNS che si
vanno a impostare nelle proprietà della connessione.
5.2 Configurare la rete con Ubuntu
Vediamo ora come configurare correttamente il PC.
Selezionate il menu Sistema > Amministrazione > Rete, se richiesto inserite la
password di amministrazione.
Richiesta della password di amministrazione
Si aprirà la finestra delle impostazioni di rete. Qui si ha la possibilità di configurare la rete sia essa wired, wireless, sia tramite un modem analogico (PSTN).
Capitolo 5 | 36
La finestra delle impostazioni di rete
5.2.1 Ubuntu & rete wired
Iniziamo con il caso più comune, la rete cablata. In questo caso bisogna avere
a disposizione un apparato al quale collegarsi per accedere alla rete. Tale apparato può essere un semplice switch oppure un apparato che include al suo
interno le funzionalità di switch, modem xDSL e firewall. Non spiegheremo in
questa sede come configurare questi apparati, per farlo di norma è sufficiente
seguire le istruzioni ad essi allegate.
Una volta collegato il cavo accederete alla finestra di configurazione della rete,
selezionate la voce Connessione via cavo, quindi premete il pulsante Proprietà.
Impostazioni necessarie alla connessione
37 | Ubuntu e Internet
Come vedete, si apre la finestra nella quale dovrete inserire i dati di cui abbiamo parlato prima: indirizzo IP, maschera di rete e default gateway.
Se vi trovate a casa, l’indirizzo del default gateway sarà quello del modem/
router fornito dal gestore della linea xDSL, la maschera di rete 255.255.255.0,
l’indirizzo IP invece deve essere un qualsiasi indirizzo che abbia i primi tre
gruppi di numeri uguali a quelli del default gateway, ma l’ultimo necessariamente diverso altrimenti si avrà una duplicazione di indirizzi in LAN con la
conseguenza che si bloccherà tutto. Se siete in una rete aziendale, questi parametri vi verranno forniti dall’amministratore della rete.
Una volta fatto questo, restano solo da impostare i server DNS. Per farlo tornate alla prima finestra della configurazione di rete e selezionate il tab DNS.
Impostazione dei server DNS
Una volta inseriti questi parametri, se il router funziona correttamente non
dovrete fare altro che aprire un browser e digitare l’URL di una pagina che si
vuole visualizzare.
5.2.2 Ubuntu & rete wireless
Per le reti wireless, resta valido quanto detto finora. Tuttavia, se con le reti
cablate nessuno si può inserire all’interno del cavo stesso, con le reti wireless,
non si può impedire che una persona rilevi il segnale radio e possa a sua volta
Capitolo 5 | 38
utilizzare la vostra connessione per accedere a internet. Per questo motivo è
opportuno utilizzare degli algoritmi di controllo di accesso e di crittografia
dei dati.
Nel primo caso vogliamo che solo chi è in possesso di una password possa
collegarsi alla nostra rete wireless, nel secondo caso vogliamo che se qualcuno
riuscisse a carpire dei dati che stiamo trasmettendo non li possa utilizzare
perché resi illeggibili e quindi inutilizzabili grazie alla crittografia.
Ora selezionate il menu Sistema > Amministrazione > Rete, se richiesto inserite la password di amministrazione.
Selezionate Rete wireless e Proprietà; si aprirà la seguente finestra.
Troviamo nuovamente i tre parametri di rete che abbiamo configurato precedentemente, in più dovremo definire l’SSID, il metodo di autenticazione e la
password di autenticazione.
Le Proprietà di una rete wireless
I metodi di autenticazione disponibili sono:
•
Chiave WEP (esadecimale);
•
Chiave WEP (ascii);
•
WPA Personal;
•
WPA2 Personal.
Il metodo WEP (Wireless Encript Protection) è quello più vecchio e anche più
39 | Ubuntu e Internet
diffuso sugli access point, il WPA (Wireless Protection Autentication) nella
sua prima versione e nella sua evoluzione, sono più recenti e offrono maggiore
sicurezza sulla rete e di conseguenza per i dati.
Non tutti i PC e access point gestiscono il WPA, per sapere quale metodo
potrete utilizzare, consultate il manuale del modem/router wireless (o access
point se siete in una rete aziendale).
5.2.3 Ubuntu & PSTN
In Ubuntu non poteva mancare la più classica delle connessioni che, seppur
lenta in certe circostanze, è quella che ci salva sempre. Infatti connessioni
come l’xDSL talvolta non sono disponibili a causa di problemi sulla linea o
altro, mentre la linea telefonica è una risorsa sulla quale si può sempre far
affidamento. Vediamo quindi, per completare la panoramica sulla configurazione della rete del PC, anche quest’ultimo caso.
Selezionate il menu Sistema > Amministrazione > Rete, se richiesto inserite la
password di amministrazione.
Abilitate quindi la sola connessione via modem e premete il pulsante proprietà in modo da configurare i parametri necessari.
Sarà naturalmente necessario avere a disposizione un account fornito da un
ISP (Internet Service Provider), ne esistono molti completamente gratuiti.
A questo punto nel tab Generale dovrete inserire utente e password forniti
dall’ISP al momento della registrazione e il relativo numero telefonico.
I dati necessari per la configurazione dell’accesso via modem
Capitolo 5 | 40
Di norma ogni ISP ha un suo numero telefonico iniziante con le cifre 702. Tali
informazioni sono di solito disponibili sul sito del gestore internet nella sezione relativa all’assistenza.
Nel tab Modem dovrete solamente verificare che sia presente il modem installato sul PC. Se avete un modem seriale, dovrete verificare che sia selezionata
la porta seriale a cui è collegato, ad esempio /dev/ttyS0 oppure /dev/
serial1
Selezionati il volume e il metodo di composizione (toni o impulsi) date uno
sguardo al tab Opzioni e ricordate di selezionare la voce Usare i server di nomi
del fornitore di accesso internet come vedete nell’immagine di seguito.
Le impostazioni del modem
Le impostazioni opzionali del modem
Capitolo 6
Trovare aiuto in
Internet
Il web è un immenso “archivio” di informazioni di ogni genere; vediamo come
sfruttare al meglio questa risorsa per cercare la soluzione ai problemi legati a
Ubuntu.
6.1 IRC
IRC è l’acronimo di Internet Relay Chat ed è una forma di messaggistica instantanea, basata su testo. La comunità italiana di Ubuntu mette a disposizione degli utenti un canale di supporto sul server Freenode.
In parole povere, chiedere aiuto tramite questa modalità testuale può risolvere
molti problemi, o farvi trovare compagnia mentre imparate a usare Ubuntu.
In pochi minuti è possibile configurare un programma e connettersi e iniziare
subito a "chattare" con gli altri utenti. Attenzione: non stiamo parlando di
"chat" come strumento usato solo per divertimento, in origine, infatti, questo
era il principale mezzo attraverso il quale gli scienziati e i tecnici della rudimentale Internet comunicavano tra di loro.
6.1.1 Utilizzare Pidgin Internet Messenger per
connettersi a IRC
Il programma di messaggistica instantanea Pidgin è installato di default sulla
nostra distribuzione. Per avviarlo basta andare in Applicazioni > Internet >
Pidgin Internet Messenger.
Capitolo 6 | 42
Al primo avvio viene mostrata una schermata di benvenuto, che ci informa
che necessitiamo di un account per poter iniziare ad usare i vari servizi. Per
farlo, basta cliccare su Aggiungi.
Si aprirà una nuova finestra, contenente vari campi da riempire. Alla voce
Protocollo selezioniamo IRC.
"Nominativo pubblico" è il nome che servirà a identificarci nel canale e che verrà mostrato agli altri utenti. Potete mettere Utente, oppure il vostro nome.
Su “Server” indichiamo irc.freenode.net.
"Password" viene usata solo se abbiamo registrato il nostro Nominativo su
Freenode (è possibile farlo in seguito, se ritenuto necessario).
“Pseudonimo Locale” indichiamo qui un eventuale Alias da usare.
Impostazione di un account
Cliccate su Salva; si aprirà la finestra del server Freenode. In pochi secondi
Pidgin si collegherà al server IRC e vi mostrerà poi la finestra relativa.
6.1.2 Comandi di base
Entrare in un canale. Per entrare in un canale, digitate il comando /join
#nomecanale . Ricordate che il nome dei canali IRC è sempre preceduto dal
carattere “#”. Per entrare nel canale italiano di Ubuntu, digitate il comando
/join #ubuntu-it.
43 | Trovare aiuto in Internet
Cambiare nick. Il comando per cambiare nickname è /nick nuovonick
sostituendo a "nuovonick" il nick che desiderate.
Registrare un nick. Potreste voler registrare il vostro nick in modo da poterlo utilizzare solo voi. Per farlo, digitate il comando /msg nickserv register password sostituendo a "password" la password che volete utilizzare per proteggere il nick.
Identificarsi. Una volta entrati nel server di Freenode avete 60 secondi per
identificarvi con il nickname, prima che vi venga cambiato automaticamente. Potete identificarvi con il comando /msg nickserv identify password
6.1.3 Come chiedere aiuto nel canale
Il canale di supporto serve per ricevere aiuto e risposte veloci. Prima di
chiedere aiuto sarebbe opportuno cercare la risposta nel forum di supporto (vedi il paragrafo “Guida alla funzione Ricerca”). Quando entrate nel
canale, non esordite con frasi del tipo “qualcuno sa aiutarmi?” oppure “ho
un problema”; la chat è un luogo affollato e si fa presto a creare confusione, cercate di essere il più breve e concisi possibile. Non chiedete aiuto a un
singolo utente, rivolgetevi a tutto il canale, riceverete un aiuto immediato.
Inoltre, per non intasare il canale, se avete dei lunghi codici o liste di repository da inviare, utilizzate il servizio pastebin. Si tratta di un sito, raggiungibile all’indirizzo http://paste.ubuntu-nl.org, dove potete incollare il codice o il
testo che desiderate e, una volta cliccato sul tasto Paste, vi verrà fornito un
indirizzo contenente il testo che avete incollato; potrete copiarlo nel canale,
in modo che gli altri possano vedere il testo.
6.2 Mailing list
La mailing list consente di ottenere supporto scrivendo direttamente dal proprio client di posta. Prima di poter scrivere nella mailing list occorre registrarsi. Andate all’indirizzo https://lists.ubuntu.com/mailman/listinfo/ubuntu-it e
compilate i campi. Ricordate sempre di inserire un indirizzo e-mail valido. Una
volta registrati vi verrà inviata una e-mail contente le istruzioni per completare
la registrazione.
Capitolo 6 | 44
Per chiedere supporto basta ora inviare una e-mail all’indirizzo ubuntu-it@
lists.ubuntu.com; questa verrà letta da tutti gli utenti iscritti alla mailing list.
Potete anche rispondere alle altre e-mail presenti nella mailing list, ricordandovi però di lasciare l’header intatto, ossia di quotare e lasciare intatto il messaggio precedente.
6.3 Documentazione
La documentazione è uno strumento messo a disposizione dalla comunità
italiana di Ubuntu che contiene guide sul sistema operativo, su programmi ed
altro. Potete raggiungerla andando sul sito http://ubuntu-it.org/ e cliccando
su Documentazione in alto a destra. La documentazione si divide in due tipi:
guide ufficiali, scritta dal “Gruppo documentazione Ubuntu”, che si occupa
appunto di gestire la documentazione della comunità italiana e guide della
comunità, create dagli utenti e che chiunque può modificare e creare. La documentazione è gestita con un software wiki; questo significa che chiunque (a
patto che sia registrato) può modificare e creare le pagine presenti all’interno
della documentazione.
Le guide per Ubuntu
45 | Trovare aiuto in Internet
6.3.1 Ricerca
Sempre nell’area Documentazione, potete cercare la guida che vi occorre inserendo le parole chiave nel campo in alto a destra.
Avete a disposizione due possibilità di ricerca:
1. Titoli: per cercare nei titoli delle guide. Se ad esempio cercate una guida
per Rhythmbox, cercate nei titoli questa parola e verrete indirizzati alla
guida specifica per Rhythmbox;
2. Testo: cerca nei testi delle guide. Se cercate sempre Rhythmbox nei testi, questa volta vedrete un elenco di guide in cui è presente la parola
“Rhythmbox”.
6.4 Google e i motori di ricerca
Un altro modo per cercare aiuto su internet è ovviamente utilizzando i motori di ricerca. Utilizzate sempre parole chiave che rappresentano bene il tuo
problema; sarebbe opportuno inoltre farle seguire dalla parola “Ubuntu”, in
modo che il motore di ricerca trovi i risultati solo per la nostra distribuzione,
e non per altri sistemi operativi.
6.5 Forum
I forum italiani di Ubuntu sono raggiungibili all'indirizzo seguente: http://forum.ubuntu-it.org.
È sufficiente cercare l’argomento che vi interessa per saperne di più ed eventualmente registrarsi nel forum per poter scrivere un messaggio di richiesta
di aiuto.
Capitolo 7
Installare e aggiornare
software
7.1 Gestione dei pacchetti in Ubuntu
Ubuntu è dotato di software per tutte le esigenze, che viene costantemente
aggiornato e migliorato da programmatori di tutto il mondo; esiste uno strumento per gestirlo in maniera semplice e funzionale, chiamato APT (Advanced Packaging Tool, strumento per la gestione avanzata dei pacchetti). Potrete installare/rimuovere/aggiornare i pacchetti che vi interessano, utilizzando
la linea di comando (che ricorda molto il DOS degli anni ottanta), oppure il
gestore grafico di pacchetti software, chiamato Synaptic. Se state utilizzando
la versione Kubuntu (il K indica l’utilizzo di una interfaccia grafica diversa, di
nome KDE), lo strumento equivalente a Synaptic si chiama Adept. In questa sede daremo per scontato che stiate utilizzando la versione standard di
Ubuntu.
7.1.1 Gestione dei pacchetti tramite Synaptic
In Ubuntu, i vari pacchetti sono contenuti all’interno di un repository di pacchetti, un archivio in cui sono presenti tutte le versioni più recenti dei software pacchettizzati per Ubuntu. Synaptic si occupa di gestire questo archivio
e permettere le operazioni sui pacchetti. Per avviare il gestore di pacchetti
Synaptic, è sufficiente andare su Sistema > Applicazioni > Gestore pacchetti
Synaptic.
Capitolo 7 | 48
All’apertura, Synaptic si presenta così:
Ecco la schermata di Synaptic
Sulla sinistra vi sono le varie categorie in cui sono raggruppati i pacchetti: di
default è impostata su Tutti, per mostrare l’intero elenco dei pacchetti. Al centro abbiamo l’elenco dei pacchetti vero e proprio disposti in ordine alfabetico,
sui quali è indicato se sono installati o meno e l’ultima versione disponibile
per quel pacchetto. Cliccando su un pacchetto, al centro, in basso, compaiono informazioni e una breve descrizione del pacchetto stesso. Infine, in alto
troviamo i vari pulsanti di Synaptic.
7.2 Modificare l’elenco dei repository
In Synaptic, possiamo aggiungere dei cosiddetti “repository extra”, in particolare lo universe e il multiverse: si tratta di pacchetti non creati dal progetto
Ubuntu, ma dalla comunità di Ubuntu. Per aggiungere questi pacchetti alla
lista, o comunque modificarla, in Synaptic andate su Impostazioni > Archivi
dei pacchetti.
Qui potrete anche scegliere, nel menu Aggiornamenti, il tipo di aggiornamenti
del sistema che vorrete ricevere, tra i quattro disponibili. Una volta modificato
l’elenco dei pacchetti, nella schermata iniziale di Synaptic, cliccare sul pulsante Ricarica.
49 | Installare e aggiornare software
Finestra per la modifica dell’elenco dei repository
7.3 Cercare un pacchetto
Cercare un pacchetto particolare in Synaptic è molto semplice: basta cliccare sul pulsante Cerca in alto e si aprirà un menu di ricerca con cui potrete
reperire il pacchetto che vi interessa. Synaptic si occuperà eventualmente di
scaricarlo da Internet e installarlo correttamente, insieme a tutte le eventuali
dipendenze di cui potrebbe necessitare, ovvero altri pacchetti che servono
per far funzionare quello da voi scelto.
7.4 Installare un pacchetto
Per installare un pacchetto utilizzando Synaptic, per prima cosa bisogna conoscere il nome del pacchetto che ci interessa; in alternativa potete sempre
utilizzare la funzione Cerca descritta nel paragrafo precedente. Una volta trovato il pacchetto che interessa, occorre fare clic con il tasto destro su di esso e
poi cliccare su Marca per l’installazione.
Procedendo con l’installazione, Synaptic chiederà se si vogliono installare
eventuali pacchetti dipendenti da quello che si desidera installare: consigliamo sempre di farlo. Finito ciò, basta cliccare sul pulsante Applica in alto e Synaptic ci informerà sui pacchetti che installerà e sulla loro dimensione. Dopo
aver cliccato nuovamente su Applica, procederà con il download e l’installazione dei vari pacchetti.
Capitolo 7 | 50
Installare il pacchetto
7.5 Rimuovere un pacchetto
Rimuovere un pacchetto in Synaptic è molto semplice. Dopo avere individuato il pacchetto che desiderate rimuovere, fate clic con il tasto destro del
mouse su di esso; ora avete due possibilità, la prima è cliccare su Marca per la
rimozione, che rimuoverà solo il pacchetto, senza eliminare i file di configurazione; la seconda è cliccare su Marca per la rimozione completa, che rimuoverà
il pacchetto e i relativi file di configurazione.
Oltre a rimuovere un pacchetto, spesso è utile rimuovere anche le librerie
orfane, ovvero quelle che fanno riferimento a pacchetti obsoleti e non più
utilizzati. Esiste un tool apposta, GtkOrphan, semplicissimo da usare e molto
efficace.
Per installare, eseguite questo comando:
$ sudo apt-get install gtkorphan
Per lanciare il programma, scrivete il comando:
$ sudo gtkorphan
51 | Installare e aggiornare software
Il tool GtkOrphan
7.6 Aggiornare i pacchetti
Ottenere la versione più recente dei pacchetti che abbiamo installato è molto semplice: basta cliccare in alto sul pulsante Marca tutti gli aggiornamenti e
Synaptic selezionerà tutti i pacchetti aggiornati disponibili. Successivamente,
cliccando su Applica, permetterete a Synaptic di scaricarli e installarli correttamente. È consigliabile controllare la disponibilità di aggiornamenti.
7.7 Gestione dei pacchetti tramite
la linea di comando
Lo strumento base per modificare il proprio archivio dei pacchetti, senza alcun tool grafico, è la linea di comando. A molti la gestione dei pacchetti tramite la linea di comando potrà sembrare una complicazione non necessaria,
ma non è così: spesso occorre ricorrere ad essa, per esempio in ambito server
o quando si vuole agire personalmente su un pacchetto e su come deve essere
installato. Esistono vari comandi, a seconda di ciò che si vuole fare, vediamoli
insieme. Per lanciare il “terminale” bisogna selezionare Applicazioni > accessori
> terminale.
Capitolo 7 | 52
7.8 L’uso di dpkg
Dpkg è il package manager vero e proprio nei sistemi Debian, è uno strumento grazie al quale si può intervenire direttamente su un pacchetto .deb.
Installare un pacchetto con dpkg:
$ dpkg -i nomepacchetto.deb
Rimuovere un pacchetto con dpkg:
$ dpkg -r nomepacchetto (senza il .deb)
Rimuovere completamente un pacchetto con dpkg
$ dpkg -P nomepacchetto (senza il .deb)
7.8 L’uso di APT
APT (Advanced Packaging Tool), di cui abbiamo già accennato, è lo strumento più usato per la gestione dei pacchetti tramite la linea di comando. I comandi saranno preceduti dal comando sudo, perché per molte azioni saranno
necessari i privilegi di utente root.
Aggiornare l’elenco dei pacchetti disponibili:
$ sudo apt-get update
Aggiornare ogni pacchetto alla versione più recente:
$ sudo apt-get upgrade
Cercare nell’elenco dei pacchetti disponibili:
$ apt-cache search parolachiave
Installare un pacchetto:
$ sudo apt-get install nomeprogramma
Rimuovere un pacchetto:
$ sudo apt-get remove nomeprogramma
Rimuovere completamente un programma:
$ sudo apt-get remove --purge nomeprogramma
Capitolo 8
OpenOffice.org
8.1 Cos’è OpenOffice.org
OpenOffice.org è una suite di programmi per ufficio disponibile nella versione
desktop di Ubuntu sia avviandola come CD “live”, sia dopo averla installata sul
proprio PC. I programmi OpenOffice possono essere usati per scrivere testi, fare
presentazioni, creare tabelle con dati e grafici, scrivere formule matematiche,
creare database e fare disegni. Questa suite è paragonabile a Microsoft Office
e a prodotti della stessa categoria e ha il grande vantaggio di essere disponibile
non solo per le piattaforme GNU/Linux, ma anche per Windows e per MAC OS
X con le stesse identiche caratteristiche e funzionalità, gratuitamente.
8.1.1 Estensioni e compatibilità
OpenOffice.org salva e gestisce i file prodotti in formati aperti e rispondenti
allo standard internazionale chiamato Open Document. Le estensioni con cui
vengono salvati i file sono .odt per Writer, .ods per Calc, .odp per Impress, .odb
per Database, .odg per Draw. Naturalmente potete esportare i vostri lavori anche in altri formati, per saperne di più leggete i paragrafi dedicati alle singole
applicazioni che fanno parte di OpenOffice.org. I programmi di questa suite
hanno la possibilità di aprire, leggere e modificare file creati da suite per ufficio
diverse tra cui Office 95, Office 2000/XP, Lotus123, StarWriter; questo vale soprattutto per Writer, Calc e Impress, mentre Base e gli altri programmi inclusi
in OpenOffice.org funzionano in maniera differente oppure non esistono nelle
altre suite per ufficio. Inoltre OpenOffice.org può salvare i file nei formati delle
altre suite office.
Capitolo 8 | 54
8.2 Writer
Writer è uno strumento molto versatile per la produzione di testi ed elaborati di qualsiasi genere. La sua versatilità è dovuta al fatto che all’interno dei
documenti creati potete includere tabelle, immagini, filmati, script e svariati
oggetti che permetteranno di rendere completo e accattivante il lavoro. Iniziamo con l’avviare Writer facendo clic su: Applicazioni > Ufficio > OpenOffice.
org – Word Processor.
8.2.1 Il menu File
Iniziamo a conoscere i menu di Writer. Da questo primo menu potete gestire
tutti i vostri file. È diviso in più sezioni organizzate per funzionalità che permettono di seguire le fasi di stesura: creazione/apertura, salvataggio, esportazione e stampa.
Voci disponibili nel menu File
Di particolare utilità in questo menu troviamo due voci:
1. Procedure guidate. In pochi clic permette, tramite l’utilizzo di un certo numero di template, di creare lettere, fax, rubriche e molto altro ancora
in pochissimo tempo ottenendo ottimi risultati.
55 | OpenOffice.org
2. Esporta nel formato PDF. Permette di creare file PDF senza la necessità
di installare o acquistare altri software; è una caratteristica molto apprezzata di OpenOffice, essendo spesso mancante in altre suite per ufficio.
8.2.2 Il menu Modifica
Questo menu racchiude le tipiche funzionalità per la gestione del testo come
copia/incolla, trova, confronta, ma anche le voci per impostare le intestazioni e
le note a piè di pagina. Una tra le voci più interessanti di questo menu è senza
dubbio Navigatore (F5).
Finestra del Navigatore
Una volta selezionato, infatti, il navigatore permette di spostarsi all’interno del
documento come un indice multimediale che non solo vede il testo, ma qualsiasi oggetto abbiate inserito all’interno del tuo documento. Ad esempio, se
state scrivendo una relazione tecnica e avete inserito diverse tabelle nel testo,
potreste trovare utile scorrere il documento non per pagine come fate solito,
ma per tabelle, saltando direttamente da una tabella all’altra del lavoro.
8.2.3 Il menu Visualizza
Da questo menu potete iniziare ad impostare il layout (aspetto) di Writer,
ovvero quali barre degli strumenti o pulsanti rendere visibili. Qui potete abilitare o disabilitare il righello, la barra di stato, i margini di scrittura e molto
altro ancora.
Una delle voci più interessanti di questo menu è Sorgenti dati (F4).
Capitolo 8 | 56
Barra delle sorgenti dati
Facendo clic su questa voce potete gestire tutti i riferimenti a oggetti inseriti
nel documento, compresi database esterni o fogli di calcolo da cui prelevare
dati.
Le ultime voci del menu permettono di accedere alla gestione della dimensione a video del documento, quindi Zoom e Schermo intero.
8.2.4 Il menu Inserisci
Questo menu permette di personalizzare e completare i documenti con numerosi elementi, anche multimediali.
Entriamo quindi nel dettaglio dei comandi principali.
Interruzione manuale. Permette di creare le interruzioni di riga, pagina
e colonna. Le interruzioni possono essere utilizzate quando finite un capitolo
o un paragrafo del lavoro così da riprendere il testo nella pagina successiva,
mantenendo in questo modo un ordine e una separazione logica delle varie
sezioni.
Comando di campo. È utile per inserire rapidamente numero di pagina,
data, ora e titoli, ma può essere usato anche per valori automatici più complessi e specifici.
Carattere speciale. È uno strumento grazie al quale potete inserire i caratteri che non sono disponibili direttamente sulla tastiera del computer, come i
caratteri dell’alfabeto greco, arabo o cirillico.
57 | OpenOffice.org
Hyperlink. Consente di inserire all’interno dei documenti dei collegamenti
ipertestuali a URL, indirizzi di posta elettronica o altri documenti di qualsiasi
formato e quindi di dare al lettore del documento la possibilità di raggiunere
queste risorse con un solo clic.
Script. È la funzionalità che permette di scrivere del codice in uno dei linguaggi di programmazione supportati da OpenOffice.org (ad esempio Java
Script o Visual Script) per aggiungere delle funzionalità automatizzate ai documenti.
Busta. Permette di creare impaginazioni adatte a stampare direttamente su
una busta i dati del destinatario e del mittente secondo alcuni modelli predefiniti.
Immagine. Questo menu si divide a sua volta in due sottomenu: Da file e
Scanner. Il primo sottomenu permette di inserire all’interno del documento
un’immagine che potrete scegliere direttamente tra quelle presenti sul disco
fisso. Il sottomenu Scanner invece permette, tramite le sue due voci, di selezionare uno scanner come sorgente di immagini e poi di utilizzare lo scanner
stesso per inserire una scansione direttamente all’interno del documento che
si sta creando.
Filmati e suoni. Facendo clic su questa voce avete la possibilità di inserire
questi due tipi di contenuti multimediali e di integrarli all’interno del documento. Ricordate di fare attenzione a cosa inserite perché generalmente le
dimensioni di file musicali o video sono abbastanza grandi e, di conseguenza,
le dimensioni dei file prodotti con Writer ne risentono significativamente.
Oggetto. Permette di includere degli oggetti di tipo OLE, ma anche applet
Java, diagrammi e formule matematiche grazie a un editor che consente di
scriverle rispettando la forma corretta.
8.2.5 Il menu Formato
Questo menu include tutte le funzionalità di cui avete bisogno per impostare
la formattazione del vostro elaborato, sia per quanto riguarda il testo sia per i
contenuti aggiuntivi inseriti con le voci appena viste. Oltre alle classiche voci
Capitolo 8 | 58
carattere, paragrafo, elenchi e colonne presenti in tutte le suite di produttività
personale, sono particolarmente utili gli strumenti disponibili sotto le voci
Stili e formattazione (F11) e Rispecchia.
Stili e formattazione. Permette di applicare la formattazione che si desidera a caratteri, paragrafi, cornici, pagine ed elenchi, creando degli stili personalizzati che potete organizzare in maniera molto facile e funzionale. Tutti gli
stili creati o personalizzati vengono salvati insieme al documento garantendo
di poterli usare anche in un qualsiasi momento successivo semplicemente riaprendo il documento.
Rispecchia. Consente invece di invertire la direzione degli oggetti che avete
aggiunto come se li vedeste ad uno specchio sia lungo l’asse orizzontale che
lungo quello verticale.
8.2.6 il menu Tabella
Questo menu permette di gestire la creazione e la gestione di tabelle all’interno dei documenti. Per creare una tabella potete utilizzare la semplice procedura guidata del menu selezionando Tabella > Inserisci > Tabella oppure
utilizzando la combinazione di tasti Control+F12.
La finestra di inserimento di una nuova tabella permette di definire quante righe e quante colonne devono essere presenti, se la tabella deve avere una riga
d’intestazione per i titoli delle colonne e se il bordo della tabella deve essere
visualizzato. Potete anche dare un nome alla tabella in modo che tramite lo
Stilista possa essere raggiunta in un clic.
La finestra di inserimento nuova Tabella
59 | OpenOffice.org
Infine, cliccando sul pulsante Formatt. auto... compare un’ulteriore finestra
dalla quale potete scegliere uno dei tanti modelli di impaginazione già disponibili per le tabelle.
Finestra di selezione di un modello di impaginazione predefinito
Con le rimanenti voci del menu potete modificare la tabella creata, inserendo,
eliminando e modificando colonne, righe e celle e relative proprietà.
8.2.7 il menu Strumenti
Le voci di questo menu offrono utili strumenti per analisi e controllo dell’elaborato. Al suo interno trovate lo strumento per il Controllo Ortografico (F7)
che permetterà di evitare qualche brutta figura dovuta agli errori grammaticali. Tra le prime voci disponibili nel menu Strumenti troviamo:
Numerazione capitolo/righe.... Servono per inserire i numeri di pagina
per capitolo e a numerare le singole linee del documento. Il primo tipo di numerazione è sicuramente il più diffuso mentre il secondo potrebbe sembrare
inusuale. Pensando però a un listato di un programma o a una serie di dati
testuali la numerazione per righe può tornare molto utile.
Macro. Tramite la voce di menu Macro potete registrare una serie di programmi molto semplici che permetteranno di automatizzare alcune operazioni per il mantenimento e la modifica del documento.
Vediamo ora nel dettaglio le due voci Personalizza e Opzioni.
Personalizza. Facendo clic su questa voce si apre una finestra che permette
Capitolo 8 | 60
di modificare a proprio piacimento le impostazioni di Writer riorganizzando
le voci di menu, le scorciatoie da tastiera, le barre degli strumenti e gli eventi.
Così facendo potete adattare Writer alle vostre esigenze creando una suite di
produttività su misura.
Opzioni. È la voce di menu che permette di modificare qualsiasi parametro
di Writer. Da qui potete impostare tutti i vostri dati, le impostazioni di connessione a internet, i parametri per il salvataggio automatico, i colori delle
finestre e molte altre cose ancora, sia per Writer che per le altre applicazioni
di OpenOffice.org
Per saperne di più sulle opzioni disponibili per l’intera suite ricordate di consultare la guida in linea di OpenOffice.org facendo clic sul pulsante con il punto interrogativo o premendo il tasto F1 sulla tastiera.
Finestra per la gestione di tutte le opzioni di OpenOffice.org
8.2.8 Il menu Finestra
Da questo menu potete passare alla visualizzazione di altri documenti aperti,
anche relativi ad altri programmi della suite OpenOffice.org.
8.2.9 Il menu ?
In questo sottomenu trovate delle fonti di aiuto in caso di problemi. Ad
esempio, trovate la guida e il pratico strumento Cos’è questo?, che permette,
spostandosi sopra ai vari menu, di conoscerne le funzioni grazie a una breve
descrizione.
61 | OpenOffice.org
8.3 Le barre degli Strumenti
Le barre degli strumenti di OpenOffice.org sono una collezione di pulsanti che
permettono di accedere ad alcune delle voci appena viste senza dover scorrere i menu. Tutte queste barre possono essere modificate a vostro piacimento
secondo le vostre necessità. Se premete infatti la parte più a destra della barra,
appare un menu a tendina con il quale aggiungere e rimuovere pulsanti.
8.4 Creare un documento
Adesso che abbiamo visto i vari menu che potete usare per gestire i vostri documenti, vediamo come creare un documento partendo da zero. Subito dopo
l’apertura di Writer avrete già davanti a voi un documento vuoto e pronto da
scrivere. Una volta inserito il testo potrete iniziare a vedere le funzionalità del
programma. Ad esempio, noterete che è attivo un correttore ortografico che
vigila sui vostri errori di battitura.
Per la gestione del testo potete usare le classiche combinazioni di tasti:
CTRL + C > copia
CTRL + V > incolla
CTRL + X > taglia
CTRL + Z > annulla
CTRL + Y > ripeti
CTRL + I > corsivo
Un altro strumento particolarmente utile per velocizzare il lavoro è quello per
la copia del formato.
Personalizzazione rapida di una barra degli strumenti
Capitolo 8 | 62
Per applicare la formattazione di una porzione di testo a un’altra, è sufficiente
selezionare il testo con la formattazione desiderata, fare clic sul tasto Strumento per copia formato, e poi selezionare il testo a cui si desidera applicare
la formattazione.
Le funzionalità di Writer sono molte e sarebbe necessario un manuale solo
per OpenOffice. In ogni caso sarà sufficiente qualche ora di pratica e qualche
sguardo attento alla guida in linea per diventare autonomi nella produzione
dei vostri documenti.
8.5 Calc
Calc permette di organizzare dati, numeri e cifre tramite formule e formattazioni, ottenendo spesso dei “fogli di calcolo” utilissimi per la vita di tutti i
giorni, anche lavorativa.
Calc è il programma per la creazione di foglio di calcolo
8.5.1 Uso di Calc
Avviato Calc, come vedete buona parte dei menu sono gli stessi che abbiamo
visto prima per Writer, tuttavia non si trova il menu Tabella, ma Dati.
Concettualmente Calc è come una immensa tabella per fare i conti. All’interno di ogni cella, identificata dalla coppia colonna/riga, potete inserire dati,
formule o riferimenti.
63 | OpenOffice.org
La schermata di lavoro presenta un’ulteriore differenza rispetto a Writer. In
basso a sinistra è presente un ‘”selettore” per tre diverse tabelle. Questo perché ogni documento di Calc contiene più fogli di lavoro nei quali suddividere
i vostri dati. Facciamo un esempio pratico:
•
•
•
Tabella1: dati;
Tabella2: calcoli e tabelle intermedie;
Tabella3: grafici riassuntivi ed esplicativi dei vostri dati.
Questa non è che una soluzione, di certo riuscirete a trovare quella che meglio
si adatta alle vostre necessità.
Vediamo ora nel dettaglio il menu Dati che caratterizza Calc.
Definisci area. Permette di selezionare un gruppo contiguo di celle e assegnare loro un nome da richiamare successivamente nei vostri calcoli.
Finestra per la definizione di un’area dati
Seleziona area. È lo strumento complementare di Definisci area. Questa
voce del menu permette di richiamare le aree dati precedentemente definite.
Una cosa analoga si può fare selezionando un gruppo di celle del documento Calc, cliccando sulla casella del nome si assegnerà poi a questa selezione
un’etichetta che potrete richiamare nelle formule senza dover esplicitare l’intervallo di celle con le coordinate degli estremi.
Capitolo 8 | 64
Finestra per la definizione di un’area dati a partire da celle già selezionate
Ordina. Consente di ordinare i dati all’interno delle celle selezionate in base a
dei criteri che definisce l’utente di volta in volta.
Filtro. È uno strumento molto utile nel caso si stia gestendo una grande quantità di informazioni. Supponete, ad esempio, di gestire con Calc l’inventario
di un magazzino. Dovendo cercare tutti i prodotti di un certo fornitore avete
due soluzioni:
1. scorrere tutte le righe della tabella controllando la colonna nella quale memorizzate il fornitore;
2. applicare un filtro nel quale di volta in volta selezionate il fornitore che
interessa rendendo visibili solo le righe che si riferiscono al fornitore che
avete selezionato.
65 | OpenOffice.org
Esempio di applicazione di filtri
Selezione di una delle voci disponibili in un filtro
8.5.2 Creare un documento
Anche per Calc dopo aver visto i menu iniziamo a muovere i primi passi all’interno del programma. Una volta avviato Calc avrete già a disposizione un
nuovo foglio di lavoro.
Immaginiamo ora di dover realizzare una tabella e quindi un grafico con le
temperature rilevate per un mese a una data ora del giorno.
Capitolo 8 | 66
Per prima cosa rinominiamo la “Tabella 1/3” in “Dati” e la “Tabella 2/3” in
“Grafico” per poi rimuovere la “Tabella 3/3”. Per far questo, cliccate con il pulsante destro sulla voce “Tabella 1/3” selezionando la voce Rinomina tabella...
Creiamo adesso l’intestazione della tabella che conterrà i nostri dati. Scriviamo
i nomi delle colonne: numero, giorno, temperatura (°C). Possiamo anche incorniciare l’intestazione per rendere più ordinato e leggibile il nostro lavoro.
Scriviamo quindi i numeri e i giorni del mese. Per far questo non occorre scriverli tutti, infatti Calc prevede la funzionalità di completamento degli elenchi.
Se scrivete i primi due valori di un elenco, Calc è in grado di determinare
l’intervallo tra questi due valori e proseguire con la compilazione dell’elenco.
Dovrete selezionare i primi due valori, posizionarvi con il mouse sull’angolo in
basso a destra della selezione e trascinarlo finché il elenco è completo.
Compilazione automatica degli intervalli di valori
Ora non ci resta che rilevare le temperature per un mese e, visto che non abbiamo un mese di tempo, utilizzeremo la funzionalità di generazione casuale
di numeri compresi in un certo range. Posizionatevi sulla prima cella delle
temperature e premete la combinazione di tasti Ctrl+F2. Nella finestra che si
apre selezionate la voce CASUALE.TRA, premete avanti, inserite il minimo e il
massimo, ad esempio 18 e 24 e premete OK per completare la generazione.
Trascinate la cella come avete fatto prima con i giorni della settimana e avrete
la tabella completa.
67 | OpenOffice.org
Esempio completo delle temperature rilevate per un mese ad una data ora
del giorno
Ora non ci rimane che creare il grafico con i valori appena creati.
Per far questo andate sul foglio Grafico, e selezionate la voce Diagramma dal
menu Inserisci.
Nella finestra che si apre potete vedere tutti i diagrammi che Calc è in grado
di gestire.
1. Tipo di diagramma: nel nostro caso usiamo “XY Dispersione” -> “Punti e
Linee”.
Finestra di creazione guidata di un diagramma
Capitolo 8 | 68
A questo punto è necessario definire l’Area Dati che verrà utilizzata per disegnare il diagramma. È possibile indicare l’intervallo di celle (es A1: A10, per
indicare dalla cella A1 alla cella A10), oppure trascinare il puntatore del mouse sul foglio di calcolo, tenendo premuto il tasto sinistro e rilasciandolo solo
dopo aver selezionato l’area desiderata.
2. Serie di dati: premete il pulsante Aggiungi in modo da creare la serie che
graficherà i nostri dati, inseriscte ora i valori per l’asse X e per l’asse Y. Per
far questo premete il pulsante a destra della casella di testo “Area per Valori X” e “Area per Valori Y”.
3. Elementi del diagramma: qui mettiamo titolo del grafico e nomi degli
assi.
Premete Fine ed otterrete il grafico delle temperature rilevate nel mese.
Esempio di diagramma inserito in un documento
8.6 Impress
Impress è il programma che potete usare per creare presentazioni multimediali, più o meno complesse e animate. Potete anche creare delle presentazioni da esportare in formato Pdf oppure in formato Flash di Adobe, per arricchire il vostro sito web o fare vedere le proprie creazioni anche a chi non ha
69 | OpenOffice.org
installato Impress. Per avviare il programma cliccate su Applicazioni > Ufficio
> OpenOffice.org > OpenOffice.org – Presentazione.
8.6.1 Avvio di Impress
Quando avviate Impress appare automaticamente una guida, dove potete
scegliere se creare una presentazione vuota, usare un modello di presentazione già creato oppure aprire un file già esistente
Una volta scelto su quale presentazione lavorare il pannello di lavoro di Impress è composto da tre “luoghi” principali:
1. il pannello delle slides (riquadro diapositiva), posto sulla sinistra, dove
vengono visualizzate le miniature delle diapositive;
2. nel centro c’è l’area principale di lavoro, dove modificare le diapositive,
vederne la struttura, lavorare sulle note, cambiarne l’ordine di presentazione, stamparne la visualizzazione di gruppo;
3. sulla destra trovate un pannello (riquadro attività) da cui potete eseguire
varie operazioni: scegliere il modello delle presentazioni e poi aggiungerle scegliendone il layout, aggiungere le animazioni e decidere come avverranno le transizioni delle slides. Questo pannello è visibile solamente
quando vi trovate nella modalità di modifica delle schede.
In alto e in basso troverete altre due barre di lavoro, quella in alto somiglia a
quella che avete visto in molti altri programmi, troverete i tasti Salva, Modifica
carattere, Esporta in formato Pdf, per citarne solo alcuni.
La barra in basso, invece, permette di inserire forme e simboli, testo normale,
testo dalla galleria “fontwork” e altro ancora.
Dal menu Visualizza potete scegliere se mantenere o meno visibili ciascun
riquadro o pulsanti.
Inoltre selezionando i contorni dei riquadri avete la possibilità di allargarli oppure di restringerli, sempre in base alle vostre necessità.
Capitolo 8 | 70
Attivazione e disattivazione delle barre degli strumenti desiderate
8.6.2 Menu principale
Come in ogni programma della suite OpenOffice.org in alto troverete il menu
principale, da cui potete configurare il comportamento e la visualizzazione
delle varie sezioni del programma, salvare i files, aggiungere e modificare testi
e disegni e così via. Qui riassumiamo brevemente ciascuna funzione.
Dal menu File avete la possibilità di salvare la presentazione, aprirne una esistente, di stamparla oppure di esportarla in formato Pdf o altri tipi di formati;
Dal menu Modifica potete ritornare allo stato della presentazione prima che
di avere apportato alcune modifiche, potete selezionare, incollare, tagliare,
cercare e sostituire del testo, decidere tramite i punti di ancoraggio l’entrata
o l’uscita delle slide dalla presentazione generale, usare i dati da un database
registrato e altro;
Dal menu Visualizza potete “zoomare” sulle slide per lavorare meglio, osservare il lavoro in formato testo o come si presenterebbe usando un formato
web, nascondere o visualizzare menu e pulsanti;
Dal menu Inserisci potete inserire immagini, file, musica, video, note, note a
71 | OpenOffice.org
piè di pagina, la data oppure il numero di pagina, duplicare la diapositiva;
Dal menu Formato decidete il carattere del testo, la sua grandezza e formato,
la grandezza della pagina, il layout della diapositiva e la sua struttura;
Dal menu Strumenti configurate le opzioni principali del programma, quali ad
esempio la directory predefinita per il salvataggio o apertura dei file, la lingua
impostata, il controllo ortografico, usare il lettore multimediale di OpenOffice.org e così via;
Dal menu Presentazione decidete come deve comportarsi la presentazione durante la sua animazione, se usare tutte le diapositive o meno, potete scegliere
come avviene il passaggio tra una diapositiva e l’altra, impostare il video del
computer per la visualizzazione della presentazione;
Dal menu Finestra selezionate su quale presentazione lavorare nel caso ne
aveste aperta più d’una;
Dal menu ? potete vedere la versione del programma e altre informazioni in
merito.
8.6.3 Creare una presentazione
Appena vi trovate sull’area di lavoro potete cominciare ad aggiungere le diapositive (“slide” in lingua inglese). Ne troverete una vuota, se avete scelto di
usare una “presentazione vuota” in apertura del programma.
Nel riquadro attività alla sezione Pagine master potete scegliere lo sfondo di
ogni diapositiva, che verrà applicato automaticamente dal programma per
ogni slide aggiunta per usare un tema dedicato per tutta la tua presentazione.
Per decidere cosa inserire in ogni diapositiva, basta selezionarla dal riquadro delle diapositive sulla destra, selezionando il modello che desiderate dal
riquadro delle attività. Quello che scegliete è un modello predefinito dove
inserire testo, immagini, grafici o altro. Potete spostare le sezioni predefinite
selezionandone il bordo che diventerà visibile appena vi si clicca nel mezzo,
allo stesso modo potete anche ingrandirle o rimpicciolirle.
Capitolo 8 | 72
Spostamento e ridimensionamento delle sezioni
Per aggiungere un’altra diapositiva è sufficiente andare nel pannello delle slides, cliccare con il tasto destro del mouse in uno spazio bianco e scegliere
Nuova diapositiva, oppure dal menu principale Inserisci > Nuova diapositiva.
8.6.4 Animazioni
Oltre ad aggiungere testo e immagini, il pezzo forte di Impress è quello di
rendere le slide “animate”. Per questo dovrete selezionare dal pannello delle
Attività: Animazione personalizzata > Aggiungi, naturalmente dovete aver selezionato un riquadro all’interno del quale inserire l’animazione.
Dopo aver selezionato il tasto Aggiungi verrà presentato un elenco di animazioni disponibili che potrete applicare al contenuto della diapositiva, sia in
entrata sia in uscita, impostandone il tipo di movimento (a cerchio, da destra,
a quadrato e così via) e inserendo anche alcuni tratti di enfasi per dare importanza al contenuto dell’animazione.
La combinazione delle animazioni è veramente notevole e dipende dal tipo di
oggetto che si intende “animare”, potrete porre particolare accento sul titolo
di un capitolo della presentazione, come su dei dati importanti, magari meno
su contenuto secondario, oppure creare dei momenti di suspence inserendo
un’animazione che ruota con entrata molto lenta per annunciare un qualcosa
di molto interessante.
73 | OpenOffice.org
Aggiunta di un’animazione personalizzata a un riquadro
8.6.5 Cambio diapositiva
Potete personalizzare e rendere animato anche il passaggio tra le diapositive,
per far ciò dovete andare sul pannello delle attività e selezionare Cambio diapositiva.
Esempio di effetto di transizione tra due diapositive
Capitolo 8 | 74
Avete a disposizione anche qui una notevole possibilità di combinazioni su
come rendere più interessante la presentazione applicando suoni al passaggio
da una diapositiva all’altra, oppure facendo sì che si alternino entrando da posizioni diverse, dall’alto, dal basso, destra o sinistra, componendosi con righe
orizzontali o verticali e molto altro. Potete sceglierne la velocità e l’automatismo, ovvero se si devono alternare dopo un periodo di tempo definito o solo
dopo un clic del mouse e la velocità dell’alternanza.
8.6.6 Salvataggio
Impress salva le presentazioni nel proprio formato, .odp, tuttavia potete salvarle anche in formato compatibile con OpenOffice.org 1.0, Microsoft Office (nelle sue varie versioni) oppure in formato “documento aperto”. Potete
esportarle in Pdf, per rendere la presentazione non modificabile da terzi, ma
soprattutto per renderla visibile a tutti, così come potete esportarla in formato Adobe Flash per visualizzarla con qualsiasi browser che abbia le estensioni
Flash (o per un sito web), ma anche in altri formati quali Xml, Html, ecc.
8.7 DataBase
DataBase è il programma della suite OpenOffice.org che permette di creare
un database oppure di interfacciarsi a un database di tipo SQL. In un database
potete inserire una quantità notevole di dati e metterli in relazione tra loro
(da qui il termine “database relazionali”). DataBase permette di inserirli e modificarli, anche (e soprattutto) attraverso un’interfaccia semplice e intuitiva,
ma anche di lavorare a livello più “profondo” sulle tabelle e i dati. Per avviarlo
dovete cliccare su Applicazioni > Ufficio > OpenOffice.org > OpenOffice.org –
Database.
8.7.1 Avvio di DataBase
Quando avviate l’applicazione verrete guidati nelle operazioni da compiere:
potete scegliere se creare un database, aprirne uno esistente oppure usare
DataBase per interfacciarvi a un database (Access, MySQL, Ldap Evolution,
ODBC, Oracle, per citarne alcuni) già esistente.
In base all’opzione iniziale scelta verranno proposte le opzioni necessarie per
completare questa fase.
75 | OpenOffice.org
8.7.2 Lavorare con un database
Se avete scelto di lavorare su un nuovo database, successivamente avrete la
possibilità di decidere se:
1. registrare o meno il database, ciò significa che potrete usarlo come “sorgente di dati” da Calc e gli altri programmi di OpenOffice.org;
2. aprire il database per la modifica dopo la creazione;
3. creare nuove tabelle con la procedura guidata.
Per poter scegliere quest’ultima opzione dovete aver selezionato anche l’opzione precedente.
Secondo passo della procedura guidata iniziale di DataBase
8.7.3 Modificare le tabelle e i dati
A questo punto la procedura guidata aprirà il programma in modo tale da
facilitare il lavoro di inserimento e modifica della tabella dati; potete decidere
se usare una procedura guidata che vi aiuterà in questa operazione, oppure
aprire la tabella dati e popolarla secondo le vostre preferenze.
Prima di inserire i dati dovete creare le tabelle, anche tramite la procedura
Capitolo 8 | 76
guidata, in cui inserirli. Alla definizione di ogni tabella, come per ogni database, dovete anche specificare il tipo di dati che inserirete, la loro lunghezza ed
eventualmente il valore predefinito. Questo avviene quando andate a specificare il nome del campo. Nella colonna successiva vi verrà chiesto di selezionare un modello di tipo di dati, al quale successivamente dovete indicare le opzioni relative. Queste ultime sono molto importanti in quanto vi permettono
di “guidare” l’inserimento dei dati.
Selezione del tipo di campo
Non è la stessa cosa inserire l’ora, per esempio, e mettere “nove e trenta”, in
lettere, invece che 09.30. Oppure decidere che il dato deve essere assolutamente inserito, per esempio quando si inserisce il dato “carico di patate”, è
obbligatorio specificare anche quanti chili di carico ci sono stati.
A questo punto potete creare una o più tabelle con più tipi di campi.
Le tabelle devono contenere una chiave primaria, ovvero scegliete il tipo di
campo che permette al sistema di identificare i dati in maniera univoca, questa può essere l’ID di inserimento dati oppure un codice di un prodotto che
dovete inserire. Ciò evita, per esempio, di avere due codici di prodotto uguali,
magari presenti in magazzino con quantità diverse.
Una volta inseriti i dati nella tabella premete il tasto Salva record di dati attuale. In questo modo salverete il contenuto nel database, vi verrà comunque
chiesto di salvare quando uscirete dalla tabella.
Vi potrà essere utile inserire dei dati usando una maschera, invece di avere di
fronte a voi una tabella. Per crearla dovete accedere alla funzionalità Formu-
77 | OpenOffice.org
lari che trovate sul pannello di sinistra. Vi consiglio di utilizzare la creazione
guidata per fare un po’ di pratica.
Durante la procedura di creazione di un formulario vi verranno chieste delle
informazioni: le tabelle visualizzabili, se i dati già inseriti devono essere visibili
o meno, se tramite il formulario potete modificare i dati, il colore di sfondo e
così via.
Visualizzazione di un formulario per la gestione dei dati
8.7.4 Utilizzo dei dati
I dati contenuti in un database possono essere utilizzati in molti modi: per
fare dei grafici (a questo scopo dovreste registrare il database e poi utilizzare
Calc), per produrre etichette, per avere un elenco della merce in magazzino
e così via.
Potete usare la funzione di Cerca dati per estrapolare in maniera semplice
ciò di cui necessitate oppure creare dei filtri sui dati (le cosiddette “query”), in
maniera tale da estrapolare solo i dati che vi possono interessare.
8.7.5 Interfacciarsi a un database esistente
Collegarsi a un database esistente è la seconda modalità di utilizzo di Database, in base al database a cui preferite collegarvi vi verranno fornite tutte le
opzioni necessarie.
In questo modo Database diventa un’interfaccia veloce e intuitiva nel caso si
vogliano eseguire delle operazioni di modifica, o semplicemente di controllo,
di un database tipo MySQL, JDBC o altro.
Capitolo 8 | 78
Procedura guidata: impostazione della connessione al database da usare
8.8 Formula, Disegno, Etichette e
Biglietti da Visita
Compresi nella suite di OpenOffice.org vi sono anche altri programmi “minori”, ma non per questo inutili, anzi sono un utile complemento alla suite
di lavoro d’ufficio. Questi sono Math, Draw, Etichette e Biglietti da Visita.
Il primo vi permette di creare dei disegni di formule (solo disegni, non è un
calcolatore, per questo potete utilizzare Calc), che vi possono essere utili, per
esempio, in una relazione di matematica o di fisica; con il secondo potete
creare o modificare disegni e fare degli schemi; il terzo programma lo potete
usare per creare etichette, anche importando i dati da un database e permette di creare delle stampe per diversi scopi, dal biglietto da visita al menu di un
pranzo.
8.8.1 Formula
Formula si presenta con la classica barra del menu principale a cui segue subito sotto la barra dei simboli (personalizzabile dal menu Visualizza).
Con questo strumento potete creare delle formule che potete successivamente importare in altri programmi della suite OpenOffice.org.
79 | OpenOffice.org
La finestra dello strumento di creazione di formule matematiche
8.8.2 Disegno
Disegno vi permette di creare, oppure modificare, dei disegni. Le modifiche
che potete apportare non sono certamente agli stessi livelli di Gimp, ma come
strumento di base è molto utile. Inoltre è il programma di default che viene
richiamato ogni qualvolta si fa doppio clic su un disegno contenuto in Writer,
Calc o Impress.
8.8.3 Etichette e Biglietti da Visita
Di particolare interesse è questa funzione di OpenOffice.org, che permette di
creare delle etichette, o dei veri e propri biglietti da visita in maniera molto
semplice, o anche qualsiasi altro foglio/elemento che abbia la necessità di essere ripetuto in molte copie uguali e di dimensione ridotta.
Una volta selezionato il foglio che si intende produrre, verrà aperto Writer
che vi permetterà di personalizzarlo. Inoltre sono inseriti dei tipi di formati
comunemente in uso alle stampanti specializzate in questo tipo di produzione “in serie”, così da sfruttarne al meglio le caratteristiche di stampa e d’uso
del formato.
Capitolo 8 | 80
Esempio di utilizzo dello strumento per la creazione in serie di etichette
8.9 Considerazioni su OpenOffice.org
Molte sono le possibilità di utilizzo di uno dei programmi di punta di una
distribuzione desktop come Ubuntu e del mondo Open Source e Free Software. Sicuramente l’esistenza di OpenOffice.org aiuta notevolmente tutti coloro
che vogliono avvicinarsi a questo mondo, costituendo una valida alternativa a
programmi commerciali nel settore delle suite d’ufficio. Il passaggio da un’alternativa proprietaria a una Open Source e Free Software dipende anche dal
fatto che una persona possa continuare a leggere e modificare i propri vecchi
documenti e a crearne di nuovi alla stessa maniera cui era abituata farlo. Merito del progetto OpenOffice.org è anche quello di avere una versione per altri
sistemi operativi (da Windows, passando per Mac OS X a Solaris), costituendo
così un “ponte” (così come avviene per Firefox) tra due mondi così diversi.
8.10 Riferimenti
Il sito web di riferimento di OpenOffice.org è http://www.OpenOffice.org,
esiste un sito anche in italiano: http://it.OpenOffice.org, dove potete trovare
molte informazioni utili. Esistono molte funzioni aggiuntive per OpenOffice.
org: http://extensions.services.OpenOffice.org
Capitolo 9
Personalizzare il
proprio desktop
9.1 Personalizzare. Perché?
Ognuno di noi utilizza il computer in modo assolutamente personale, ha delle
applicazioni preferite, un ordine mentale proprio.
In questo capitolo impareremo a rendere Ubuntu la “nostra Ubuntu”, iniziando da una trasformazione puramente estetica e procedendo poi a una personalizzazione vera e propria dell’interfaccia per avvicinarla il più possibile alle
proprie esigenze.
9.2 Personalizzare l’estetica
L’ambiente desktop predefinito di Ubuntu si chiama Gnome ed è estremamente personalizzabile; per “estremamente” intendo che potete davvero modellarlo in qualsiasi modo vogliate.
Per descrivere nel dettaglio tutte le potenzialità di Gnome ci vorrebbe un libro
dedicato, quindi qui tratteremo solo le modifiche più semplici da eseguire,
che comunque sono le più vistose.
A puro titolo esemplificativo, ci poniamo come obiettivo quello di personalizzare l’estetica di Ubuntu in modo da ottenere un ambiente totalmente arancione.
L’applicazione dedicata alla gestione dell’aspetto di Gnome è Appearance Preferences e si avvia con il percorso Sistema >Preferenze >Aspetto.
Capitolo 9 | 82
Personalizzare l’aspetto grafico
Di seguito vedremo passo dopo passo quali aspetti Appearance Preferences
consente di modificare.
9.2.1 Modificare il tema delle finestre
Il tema di Gnome che utilizzate determina forma e colore dei bordi delle finestre, delle barre di scorrimento e di caricamento e lo stile dei pulsanti; in pratica le sembianze delle finestre. Appearance Preferences presenta la gestione del
tema nella prima linguetta.
Potete provare uno dei temi presenti di default, oppure sceglierne uno tra le
decine disponibili sul sito http://www.gnome-look.org.
Scaricate il file 44030-Orange-look.tar.gz da questo indirizzo http://www.
gnome-look.org/content/download.php?content=44030&id=1 e salvatelo
sul desktop.
Per installare il nuovo tema, cliccate il pulsante Installa nella finestra di Appearance Preferences e selezionate il file sul desktop.
83 | Personalizzare il proprio desktop
La selezione del tema
Installato il tema, vi verrà chiesto se volete utilizzare subito il tema appena
installato; cliccate il pulsante Applica nuovo tema.
Il nuovo tema è ora in uso ed è stato aggiunto nella lista con il nome "Personalizzato".
I temi disponibili sul PC
Capitolo 9 | 84
Per assegnargli un nome più adatto, cliccate il pulsante Salva come... e rinominatelo "Ubuntu Orange Look".
Il tema arancione è ora in uso.
9.2.2 Modificare lo sfondo del desktop
La gestione dello sfondo del desktop è contenuta nella seconda linguetta della finestra di Appearance Preferences.
Potete provare uno sfondo presente di default, scegliere un colore pieno, una
foto oppure sceglierne uno tra le decine disponibili sul sito http://www.gnome-look.org.
Potrete ottenere un bel wallpaper arancione scaricandolo all’indirizzo http://
www.gnome-look.org/CONTENT/content-files/48185-ubuntu_glossy_orange_v5.jpg. Salvate il file nella cartella Immagini.
Per installare il nuovo sfondo, cliccate il pulsante Aggiungi nella finestra di
Appearance Preferences e selezionate il file appena scaricato.
Il nuovo sfondo è ora in uso ed è stato aggiunto alla lista degli sfondi disponibili.
9.2.3 Modificare i caratteri
La terza linguetta di Appearance Preferences è Tipi di carattere e consente di
modificare forma e dimensione di tutti i caratteri di Gnome.
La scelta di tipo di carattere
85 | Personalizzare il proprio desktop
Per cambiare il carattere di ogni singola voce basta cliccare sul tipo di carattere ad essa assegnato, si aprirà una maschera con le scelte disponibili. Se volete
dare un tocco di allegria scegliete il carattere Purisa per tutte le voci (tranne
l’ultima, che rimane Monospace) ricordando di impostare una misura di 9,
dato che il carattere Purisa è leggermente più grande del predefinito Sans.
Nella parte inferiore di Appearance Preferences vi è l’impostazione del rendering; se avete uno schermo LCD, impostate la voce Sfumatura subpixel (LCD).
Impostazione del rendering
9.2.4 Modificare l’interfaccia delle finestre
La quarta linguetta di Appearance Preferences consente di modificare l’interfaccia delle finestre.
Modifica dell’interfaccia delle finestre
Capitolo 9 | 86
La voce Mostrare le icone nei menu consente di scegliere se visualizzare o meno
le icone nei menu a tendina delle finestre; nell’immagine sottostante potete
vedere a confronto i menu con e senza icone.
Il menu a tendina Etichette dei pulsanti consente di scegliere se visualizzare
o meno l’etichetta e/o l’icona nei pulsanti delle finestre; nell’immagine sottostante potete vedere in successione le visualizzazioni Testo sotto le icone, Testo
accanto alle icone, Solo icone e Solo testo.
9.2.5 Abilitare e configurare gli effetti 3D
Gli effetti 3D e la loro configurazione saranno trattati in modo approfondito
nel Capitolo 10 - Effetti 3D.
I menu con e senza icone a confronto
Capitolo 10
Effetti 3D
In questo capitolo vedremo come aggiungere a Ubuntu gli effetti 3D per il desktop. Impareremo a impostare finestre, menu trasparenti e tremolanti, come
scrivere con il fuoco (sì, letteralmente) sul desktop, e poi come spegnarlo con
l’acqua. Insomma vi divertirete a personalizzare il vostro desktop in modo
simpatico e comodo, a seconda delle vostre esigenze. Attenzione tuttavia a
non eccedere con la creatività altrimenti il vostro computer potrebbe risultare rallentato. Altra piccola raccomandazione: non tutti i tipi di computer
supportano gli effetti 3D del desktop. Per scoprire se il vostro computer è in
grado di supportarli continuate a leggere sotto.
10.1 Schede video
La scheda video è quella periferica hardware del computer che permette di
visualizzare tutto ciò che il computer vuole mostrare: immagini, video, documenti. Tuttavia, non tutte le schede video sono uguali. Infatti ne esistono di
più o meno potenti. Alcune sono dedicate a compiti precisi (grafica 3D/2D,
CAD, montaggio video e giochi) altre invece a compiti generici (ufficio, film,
giochi di basso livello). Le seconde solitamente sono installate sui notebook e
su schede madri di fascia bassa. Quello che ci interessa in questa sede è che la
scheda video supporti l’OpenGL sotto Linux.
Capitolo 10 | 88
10.2 OpenGL
OpenGL sta per “Open Graphics Library” ovvero “Librerie grafiche aperte” e
sono delle specifiche che i driver devono rispettare per implementare funzioni 3D/2D nei vari sistemi operativi. In linea di massima sotto Linux le schede
video che supportano OpenGL sono le:
1. Nvidia con driver proprietari;
2. ATI con driver proprietari;
3. Intel con driver opensource.
Se il vostro computer ha una di queste schede video potete stare tranquillo,
gli effetti 3D su Ubuntu funzioneranno alla perfezione.
A questo punto, per verificare l’accelerazione della scheda video, aprite il terminale e digitate “glxinfo | grep ‘direct rendering’”. Se nelle prime righe appare
la seguente dicitura “direct rendering: Yes” allora la scheda video supporta
l’accelerazione 3D e di conseguenza OpenGL.
10.3 Driver
Il “Driver” è un particolare software che permette alla scheda video o altra
periferica di funzionare e comunicare con il sistema operativo. Esistono due
tipi di driver:
1. driver liberi: sono driver sviluppati dalla comunità seguendo le specifiche hardware che la casa produttrice rilascia;
2. driver aperti: sono driver sviluppati dalla stessa casa produttrice di
hardware.
Esiste anche un’altra casistica per i driver liberi, ovvero i driver sviluppati dalla comunità ma che non seguono le specifiche delle case produttrici perché
queste ultime non le hanno rilasciate; questo tipo di lavoro si chiama “reverse
engineering”, è un lavoro molto complicato e non sempre dà buoni risultati,
ma in alcuni casi è l’unica strada percorribile.
89 | Effetti 3D
Attualmente le ATI e le NVIDIA. Per supportare gli effetti 3D, devono avere i
driver proprietari. Per attivarli andate in Sistema > Ammistrazione > Gestione
driver con restrizione.
Appena inserita la password apparirà la schermata seguente.
Gestione driver con restrizioni
Qui sono elencati tutti i driver proprietari che Ubuntu utilizza per il suo funzionamento. Quelli che vi interessano sono quelli della scheda video. Se ti soffermi per un istante con il mouse sopra la riga dei driver video potrai leggere
dei commenti riguardanti quel particolare driver. In particolare per la scheda
video leggerai che l’attivazione è fondamentale per gli effetti 3D del desktop.
Dunque non resta che attivarli cliccando sul segno di spunta. Vi apparirà la
seguente finestra.
A questo punto cliccate su Abilita driver. Partirà la procedura di installazione
dei driver al termine della quale vi verrà chiesto di riavviare il computer.
10.4 Envy
A volte la procedura sopra esposta può avere dei problemi. Esiste un progetto
tutto italiano che permette l’installazione di driver proprietari (ATI e NVIDIA)
in Ubuntu con tutta semplicità. Il progetto in questione si chiama “Envy” ed
è raggiungibile alla home page del creatore Alberto Milone. L’url del progetto
è il seguente: http://www.albertomilone.com/nvidia_scripts1.html, mentre la
Capitolo 10 | 90
home page di Alberto Milone è http://www.albertomilone.com/
Envy verifica il tipo di scheda video presente, installa i driver proprietari, risolve le dipendenze per la costruzione dei moduli, modifica la configurazione
della sezione grafica e riavvia la sessione grafica per il completo funzionamento dei driver.
Ricordate di utilizzare Envy solo in caso di problemi di installazione dei driver
proprietari della scheda video.
10.5 Compiz
Compiz è il software in grado di eseguire gli effetti grafici nel vostro Ubuntu.
Per attivarlo vai su Sistema > Preferenze > Aspetto.
Si aprirà una finestra dove selezionerete “Effetti visivi”.
Qui potete selezionare il livello degli effetti 3D:
1. nessun effetto: impostazione di default per schede video che non supportanto effetti 3D;
2. effetti normali: consigliato per schede video di fascia bassa/media;
3. effetti extra: utilizzabile con schede video abbastanza potenti.
Potete cambiare il vostro livello di effetti quante volte volete senza aver bisogno di riavviare Ubuntu. Ora, se volete avere un livello più dettagliato di
personalizzazione degli effetti 3D dovrete installare del software aggiuntivo.
Per fare ciò cliccate su Applicazioni > Aggiungi/Rimuovi...
Vedrete la schermata di installazione del software. Accanto a Cerca scrivete
“compiz” e attendete qualche secondo.
A questo punto cliccate nel quadratino accanto a Advanced Desktop Effects
Settings (ccsm) e poi su Applica modifiche.
91 | Effetti 3D
Finestra per aggiungere l’Advanced Desktop Effects Settings
Confermate le modifiche cliccando su Applica e inserendo la password.
A fine installazione, se tutto è andato per bene, vi verrà notificata l’installazione del nuovo software.
A questo punto, se riaprite la finestra per configurare il livello di effetti visivi,
potete vedere che è stata aggiunta una nuova voce alla fine della lista.
Cliccando su Preferenze aprirete l’applicazione che vi permetterà di personalizzare fino al più piccolo dettaglio tutti i vostri effetti 3D. L’applicazione avrà
più o meno questo aspetto:
Compiz Config Settings Manager
Capitolo 10 | 92
Per attivare i vostri effetti personalizzati chiudete il programma di configurazione e cliccate sul livello Personalizzato.
10.6 Configurazione
In questo paragrafo vedremo a grandi linee la configurazione degli effetti presenti in Compiz tramite il software installato precedentemente. Per avviarlo
potete cliccare su Sistema > Preferenze > Advanced Desktop Effects Settings
oppure Sistema > Preferenze > Aspetto.
Vedrete la finestra di prima con una voce in più, comparsa grazie al nuovo
software installato. Cliccando su Preferenze si aprirà l’editor di configurazione
degli effetti 3D.
In questa guida non vedremo tutti gli effetti 3D disponibili, ci limiteremo a
una panoramica sulla loro configurazione. Come potete vedere la finestra è
divisa in due sezioni: la parte sinistra può essere impiegata per ricercare più
velocemente gli effetti 3D, la parte destra per selezionare e configurare ogni
singolo effetto. Gli effetti sono tutti divisi per categoria, si va dagli effetti per
l’accessibilità a quelli del desktop a quelli del gestore delle finestre. Potete ricercare gli effetti 3D che vi interessano utilizzando il campo “filtro” in alto a
sinistra.
Ricerca degli effetti visivi
93 | Effetti 3D
Se, per esempio, digitate la parola “cubo” visualizzerete tutti gli effetti che
hanno a che fare con la parola inserita. Cliccate ora sull’effetto Ruota Cubo.
Siete appena entrati nella configurazione dell’effetto Ruota Cubo.
Dettagli generali dell’effetto “ruota cubo”
Qui potete vedere tutte le impostazioni che interessano questo effetto. Ovviamente le potete impostare a piacere.
Cliccando su Azioni apparirà un elenco con tutte le azioni e le relative scorciatoie per attivare l’effetto 3D.
Azioni per comandare “ruota cubo”
Capitolo 10 | 94
Anche qui potete impostarle a piacere. Una volta terminato di configurare
l’effetto scelto, potete cliccare sulla parte di sinistra della schermata, sotto a
Usa questo plugin.
Attivate il segno di spunta accanto a Attiva Ruota Cubo.
A questo punto l’effetto richiesto potrebbe presentare dei problemi o delle
dipendenze per poter essere attivato.
Potranno apparire domande come quelle mostrate nella prossima figura.
Conferma delle dipendenze tra filtri
Non dovete fare altro che rispondere cliccando sul tasto con la freccia verde
per proseguire l’attivazione dell’effetto scelto.
Una volta terminata la configurazione degli effetti 3D potete salvare il vostro
profilo. Per fare ciò, dalla schermata principale, cliccate su Preferences.
Salvataggio del profilo degli effetti 3D
95 | Effetti 3D
Su Backends potete decidere se salvare le personalizzazioni in un file di testo
semplice, oppure all’interno di Gnome. Nel campo immediatamente sopra
potete dare un nome al vostro profilo.
Nella prossima figura potete vedere il cubo in azione. A questo punto non vi
resta che dar spazio alla vostra creatività.
"Ruota cubo" in azione
Capitolo 11
Stampanti, scanner, fotocamere
digitali, telecamere
Un sistema operativo deve poter comunicare con le periferiche esterne al
computer, ovvero stampanti, fotocamere, scanner e masterizzatori. Nel caso
di Ubuntu tutto ciò è molto facile, in questo capitolo vedremo come installare
e far funzionare correttamente le diverse periferiche.
11.1 Utilizzare una stampante
Una volta collegata la stampante al PC, inizia la procedura di installazione.
Come esempio abbiamo utilizzato una stampante HP Laserjet 1100 con cavo
seriale (non USB).
Andiamo ora ad aprire il pannello di gestione delle stampanti seguendo il percorso Sistema > Amministrazione > Stampa.
Dopo l’eventuale inserimento della password apparirà la schermata di gestione
dei server di stampa.
A destra troverete le impostazioni di base del server che potrete scegliere a seconda delle vostre esigenze. Per aggiungere una nuova stampante, cliccate sul
pulsante Nuova stampante, in alto a sinistra. Il sistema avvierà la ricerca delle
stampanti collegate al computer. Terminata la ricerca apparirà la selezione
delle connessioni disponibili.
Capitolo 11 | 98
Seleziona connessione
Come si può vedere, in prima posizione appare la stampante collegata al computer. Se il riconoscimento automatico non dovesse andare a buon fine potete scegliere la connessione manualmente. Una volta scelta la connessione
cliccate su Avanti; dopo aver cercato i driver della stampante in modo automatico, apparirà un elenco delle stampanti disponibili.
Selezione della stampante da database
99 | Stampanti, scanner, fotocamere digitali, telecamere
Il riconoscimento automatico è andato a buon fine. Se così non fosse potete
selezionare a mano la marca della stampante oppure fornire il PPD (PostScript
Printer Decription). Il PPD è un file che si può trovare sui cd di installazione
della stampante nella sezione dedicata a Microsoft Windows. Selezionate la
stampante e cliccate su Avanti. Apparirà la lista dei modelli delle stampanti
con i relativi driver.
Nella lista di sinistra potete vedere un elenco più o meno lungo di stampanti appartenenti alla marca che avete selezionato nel passo precedente. Nella
lista di destra, invece, potete selezionare il driver da usare per la stampante.
Il riconoscimento automatico preselezionerà entrambe le voci. Fatto ciò, cliccate su Avanti. Si aprirà una nuova finestra in cui potrete impostare il nome,
la descrizione e la posizione della stampante.
Una volta inserite le informazioni richieste, cliccate su Applica. La stampante
verrà installata su Ubuntu.
Per verificare l’effettivo funzionamento della stampante, cliccate su Stampa
pagina di prova dal pannello di configurazione della stampante.
Tutte le impostazioni della stampante possono essere gestite e modificate attraverso l’interfaccia dedicata raggiungibile dal menu Sistema > Amministrazione > Stampa, selezionando la stampante che si vuole modificare.
Gestione stampante
Capitolo 11 | 100
11.2 Utilizzare uno scanner
In questo paragrafo vedremo come impostare uno scanner, la periferica in
grado di acquisire immagini da libri, fotografie stampate e documenti.
Come tutte le altre periferiche la prima cosa da fare è collegare lo scanner al
computer.
Sul sito www.sane-project.org potete verificare che il vostro scanner sia attualmente supportato da Ubuntu. Alcuni modelli, infatti, necessitano operazioni
particolari per l’installazione perché possano funzionare correttamente.
Una volta collegato lo scanner eseguite Xsane - Scanner di immagini che potete trovare nel menu Applicazioni > Grafica > Xsane - Scanner di Immagini.
Xsane cercherà i dispositivi di acquisizione immagine collegati al computer.
Se verrà rilevato più di un dispositivo di acquisizione dovrete scegliere con
quale lavorare, apparirà la seguente schermata.
Schermata di selezione del dispositivo
Selezionate il modello prescelto e premete OK. Xsane si avvierà e appariranno
alcune nuove finestre. Quelle che vi interessano maggiormente sono la finestra principale e quella di anteprima.
101 | Stampanti, scanner, fotocamere digitali, telecamere
La finestra principale di Xsane
Esistono altre due finestre, indicate per fare un uso avanzato del programma,
che servono a regolare le impostazioni riguardanti la personalizzazione dei
colori dell’immagine. Proviamo ora a mettere in funzione lo scanner, inserite
un documento o una foto nello scanner e chiudete il coperchio. Cliccate su
Acquisisci un’anteprima nella finestra di anteprima. Lo scanner si attiverà e
vedrete apparire sul monitor il documento o la foto inserita al suo interno.
La finestra di anteprima di Xsane
Capitolo 11 | 102
Una volta acquisita l’anteprima potete selezionare solo una porzione dell’immagine da acquisire, oppure potete usare lo zoom per ingrandire le parti di
immagine che vi interessano. Fatte queste operazioni tornate alla schermata
principale per scegliere il formato dell’immagine e la risoluzione.
Scelta del formato del file e definizione della risoluzione dell’immagine
Cliccando sul simbolo del floppy disk si potrà decidere dove salvare l’immagine. Terminate queste scelte operazioni, cliccate su Scansiona. Lo scanner si
rimetterà in funzione mostrando sullo schermo la progressione del processo
di acquisizione dell’immagine. A processo concluso potrete visualizzare il risultato aprendo la cartella in cui avete salvato l’immagine.
11.3 Importare foto da macchine digitali
Con Ubuntu scaricare le foto dalla fotocamera digitale sul computer è semplice. Collegate la fotocamera al computer tramite il cavo USB in dotazione.
Appena collegata la fotocamera al computer sul monitor apparirà l'avviso:
Identificazione della fotocamera
103 | Stampanti, scanner, fotocamere digitali, telecamere
Cliccate su Importa foto per vedere un’anteprima delle foto contenute nella
macchina.
Da questa schermata potete impostare le informazioni sulle foto, decidere
dove salvarle e quali foto salvare. Cliccate su Importa, vedrete apparire la barra di avanzamento del processo.
Nella cartella di destinazione viene creata una cartella che ha lo stesso nome
della pellicola (o della data in assenza del nome della pellicola) contenente le
foto appena importate. Una volta finito di importare le foto, potete rimuovere il collegamento alla fotocamera digitale.
Quando tutte le foto saranno state scaricate si aprirà “Gthumb”, un’applicazione preinstallata per la visualizzazione delle immagini.
Gthumb, l’applicazione di Ubuntu per la visualizzazione delle immagini
11.4 Memorie di massa USB
L’utilizzo di memorie di massa USB (lettori MP3, pen drive o hard disk esterni) è estremamente semplice. Collegate la periferica al computer e attendete
qualche secondo. Si aprirà una finestra del gestore dei file che mostrerà il contenuto del dispositivo appena collegato. In più sul desktop apparirà un’icona
di collegamento al dispositivo.
Ora potete operare sulla memoria di massa esterna con le stesse procedure
Capitolo 11 | 104
che usate per gli altri tipi di file. Per rimuovere la memoria esterna, cliccate
con il tasto destro del mouse sull’icona associata al dispositivo e selezionate
Espelli. Questa procedura è fondamentale per evitare la corruzione dei dati
presenti nella memoria di massa.
È possibile accedere ai contenuti della memoria esterna direttamente
dall’icona posizionata sul desktop
Capitolo 12
Potenziare Ubuntu
In questo capitolo vedremo come potenziare Ubuntu, ovvero aggiungere
quelle funzionalità non incluse nella installazione base, ma che spesso possono risultare utili per particolari utilizzi.
12.1 Font
I font sono i simboli che ci permettono di vedere le lettere, i numeri, la punteggiatura, i simboli e gli ideogrammi in tanti stili diversi. In questo paragrafo
vedremo come installare tutti i font che vogliamo, sia attraverso Synaptic sia
manualmente.
12.1.1 Installare i TrueType fonts da Synaptic
Non tutti i font disponibili in rete sono liberi. I TrueType della Microsoft sono
i più diffusi e utilizzati dagli utenti ma, purtroppo, fanno parte dei font non
liberi. Per poter installare tali font, non inclusi nella versione base di Ubuntu,
bisogna seguire questa semplice procedura: abilitate il repository multiverse e
installate il pacchetto msttcorefonts.
Capitolo 12 | 106
Finestra di selezione di msttcorefonts
Dopo aver installato i caratteri, bisogna renderli utilizzabili. A questo proposito andate su Applicazioni > Accessori > Terminale e digitate:
$ sudo fc-cache -f -v
Comando di attivazione dei nuovi font
Ora siete pronti a utilizzare i nuovi caratteri.
107 | Potenziare Ubuntu
12.1.2 Installare i font manualmente
Se volete installare manualmente un font che avete trovato in rete, basta seguire questa semplice procedura: andate su Risorse > Cartella Home ; premete i
pulsanti CTRL ed L contemporaneamente e in Posizione digitate fonts:///
Prendete il file .ttf che avete scaricato e inseritelo nella cartella fonts appena
aperta. Infine, come nel caso precedente, da terminale eseguite
$ sudo fc-cache -f –v
Il carattere sarà ora utilizzabile.
Cartella dei caratteri installati
12.2 Codec audio e video: i formati
proprietari
I codec sono dei programmi che permettono di vedere filmati o ascoltare la
musica. Come molti software, parte di essi sono coperti dal diritto d’autore.
Ubuntu è una distribuzione libera da ogni copyright e, per mantenere tale libertà, i codec non liberi come ad esempio il diffusissimo mp3, non possono
essere inclusi di default nella distribuzione. Per poter usufruire di tutti i contenuti audiovisivi liberi e non, bisognerà installare i relativi codec.
Prima di installare i codec, assicuratevi che in Synaptic gli archivi Universe e
Multiverse siano abilitati. Se così non fosse, basta seguire i consigli del capitolo
sette (Installare e aggiornare software) per abilitarli.
12.2.1 Installare i plugin Gstreamer
Per poter utilizzare la maggior parte dei formati audiovisivi in circolazione, basta installare i plugin del framework Gstreamer, che vi permetterà di usufruire
della maggior parte dei codec, come mpeg, mp3, divx e avi.
Capitolo 12 | 108
Per installare i suddetti plugin, cercate e installate da Synaptic i seguenti pacchetti:
•
•
•
•
•
•
•
gstreamer0.10-ffmpeg
gstreamer0.10-pitfdll
gstreamer0.10-plugins-bad
gstreamer0.10-plugins-bad-multiverse
gstreamer0.10-plugins-farsight
gstreamer0.10-plugins-ugly
gstreamer0.10-plugins-ugly-multiverse
12.2.2 Installare i codec Win32 da Synaptic
Per poter avere a disposizione anche i formati audio/video coperti da copyright, bisognerà seguire alcuni passaggi fondamentali. Da Synaptic andate su
Impostazioni > Archivi dei pacchetti, poi andate sulla seconda scheda Software di terze parti e inserite le seguenti righe:
deb http://packages.medibuntu.org/ gutsy free non-free
deb-src http://packages.medibuntu.org/ gutsy free nonfree
Finestra per aggiungere il sorgente software tramite interfaccia grafica
Attraverso il terminale, si può ottenere lo stesso risultato scrivendo quanto
segue: sudo wget http://www.medibuntu.org/sources.list.d/
gutsy.list -O /etc/apt/sources.list.d/medibuntu.list
109 | Potenziare Ubuntu
Con questo comando si aggiunge il file medibuntu.list che contiene la lista dei
repository (archivi) di medibuntu.
Per poter certificare che i repository appena aggiunti siano sicuri, bisogna scaricare la chiave di cifratura pubblica.
Da terminale scrivete:
wget -q http://packages.medibuntu.org/medibuntu-key.gpg
-O - | sudo apt-key add -
Premete Invio. In questo modo avrete scaricato e aggiunto la chiave pubblica
e sarete sicuri del contenuto dei pacchetti che andrete a installare.
Comando per aggiungere la chiave di sicurezza dei pacchetti software
Come ultima operazione, non vi resta che tornare di nuovo in Synaptic e cliccare su Ricarica. Infine, cercate il pacchetto w32codecs e installatelo.
12.2.3 Installare manualmente i codec Win32
I codec Win32 possono anche essere installati manualmente.
Come prima operazione, aprite Firefox e andate al seguente indirizzo: http://
www.mplayerhq.hu/design7/dload.html
Capitolo 12 | 110
Pagina di download manuale dei codec
Ora andate nella sezione Binary Codec Packages e dalla riga Linux x86
200xxxxx (dove al posto delle x troverete la data di uscita) scegliete un link
dal quale scaricare l’archivio contenente i codec.
Una volta scelto, cliccate con il tasto destro sul link e selezionate Salva destinazione con nome... e attendete che il file sia scaricato completamente.
Selezionate il file appena scaricato e, con il tasto destro, cliccate su Estrai qui.
Creazione della cartella dei codec
Una volta estratto l’archivio, avrete una cartella contenente i codec da installare. Ora, non ci resta che installare i codec appena scaricati mediante dei
semplici passaggi.
111 | Potenziare Ubuntu
Apriamo il Terminale e scriviamo: sudo mkdir /usr/lib/win32
In questo modo creiamo una cartella in /usr/lib attraverso l’utente root.
Copiate il contenuto della cartella in quella appena creata, digitando nel terminale la riga seguente e premendo Invio:
cd ~/Desktop/essential*
Comando per spostarsi nella cartella dei codec appena scaricata
Come ultima operazione, copiate il contenuto della cartella in win32:
sudo cp * /usr/lib/win32
Copia di tutti i file dei codec nella nuova cartella
Ora avrete a disposizione i codec installati, pronti per essere utilizzati.
12.2.4 Installare libxine per i contenuti in
streaming
Con i plugin Gstreamer installati, i contenuti in streaming dovrebbero funzionare perfettamente. Se così non fosse, è consigliabile installare le librerie xine
che offrono una maggiore affidabilità e stabilità in questo campo. Da Synaptic, dunque, installiamo i pacchetti necessari.
Capitolo 12 | 112
•
•
•
xine-plugin
libxine-plugins
totem-xine
Mediante questa operazione, verrà disinstallato il pacchetto totem-gstreamer e risolverete gli eventuali problemi legati a totem nella gestione dei
codec Gstreamer con i contenuti multimediali.
Dopo quest’ultima operazione, avrete finalmente a disposizione tutti i codec
necessari per poter usufruire dei relativi contenuti multimediali. Buon divertimento!
12.2.5 Installare i codec per vedere i DVD
Per poter vedere i DVD da Ubuntu dovrete installare dei pacchetti che vi permettano di gestire i DVD senza problemi. Dunque, aprite Synaptic e installate
i seguenti file:
•
•
•
libdvdcss2
libdvdnav4
libdvdread3
Da questo momento in poi, potrete gustarvi qualsiasi DVD con Ubuntu.
12.3 Installare Flash Player
I filmati realizzati con la tecnologia Flash di Adobe sono ormai molto diffusi.
Per poterne usufruire in Ubuntu, dovrete installare il relativo pacchetto. Esistono due visualizzatori per flash: quello ufficiale e quello libero.
12.3.1 Installazione da Synaptic
Per installare il flash player ufficiale di Adobe, basterà seguire il metodo classico, aprite Synaptic, trovate e installate il pacchetto flashplugin-nonfree.
Per poter usufruire di questo plugin, dovrete riavviare Firefox e poi gustarvi
quello che la rete offre con le animazioni flash.
113 | Potenziare Ubuntu
12.3.2 Installazione da Firefox
In Ubuntu 7.10, è possibile installare il flash-plugin direttamente da Firefox
sfruttando i repository di Ubuntu. Da questa versione, infatti, alcuni plugin
possono essere installati direttamente dai repository ufficiali della distribuzione Ubuntu. Quando in Firefox vi verrà chiesto di installare il plugin mancante,
cliccate sopra l’icona a forma di pezzo di puzzle verde. Si aprirà una finestra
nella quale vi verrà chiesto quale versione di flash installare, scegliete la versione non-free - quella ufficiale di Adobe - e installatela.
Finestra di selezione del pacchetto flashplugin-nonfree tramite Firefox
Al termine dell’installazione, vi verrà chiesto di riavviare Firefox per attivare
le modifiche. Una volta eseguito il riavvio, potrete partire da dove avevate
lasciato la sessione precedente ma con il nuovo plugin installato, pronto per
essere utilizzato.
12.3.3 Flash player free
In quest’ultimo periodo la comunità open source ha deciso di creare una versione free del flash player di Adobe: Gnash. Per ora, essendo ancora in fase alpha, la compatibilità con le animazioni flash è incompleta: con i filmati creati
fino alla versione 7 non ci sono problemi. Con quelli scritti nell’ultimo anno,
Capitolo 12 | 114
invece (versione 8 e successive), ci potrebbero essere dei problemi di visualizzazione. Se volete provare questo nuovo player open source, aprite Synaptic e
installate il pacchetto Gnash.
12.4 Installare RealPlayer
RealPlayer è il diffuso player creato da RealNetworks. Basato sul motore open
source Helix dalla versione 10.5, lo scopo principale di questo player è la riproduzione in streaming dei contenuti multimediali nei formati più diffusi,
siano essi Real Video, Quick Time o Windows Media. Oltre a questi formati,
può leggere quelli comunemente diffusi tra gli utenti, tra i quali mp3, mpeg-4,
flash e wave. Per poter installare questo player, bisogna andare sul sito https://
player.helixcommunity.org/2005/downloads/
Nella sezione RealPlayer 10.0.9 Gold cliccare su Installer. In questo modo potrete scaricare l’installer di Real Player sul pc.
Una volta terminato il download del file realplay-10.0.9.809-linux2.2-libc6-gcc32-i586.bin cliccatelo con il tasto destro del mouse. Dal
menu a tendina che si aprirà, scegliete l’opzione Proprietà e poi andate sulla
scheda Permessi. Spuntate la casella Esecuzione e chiudete la finestra.
Impostazione dei permessi per eseguire il file come programma
115 | Potenziare Ubuntu
Aprite il terminale e andate nella cartella in cui avete salvato il file appena
caricato, quindi digitate:
./realplay-10.0.9.809-linux-2.2-libc6-gcc32-i586.bin
Si avvierà l’installer di Real Player che ultimerà la procedura di installazione.
Comando di installazione di Real Player tramite la finestra terminale
12.5 Java
Java, creato dagli ingegneri della Sun Microsystems, è uno dei linguaggi di
programmazione più conosciuti al mondo. Il simbolo che contraddistingue
questa tecnologia si può trovare ovunque ed è una tazza di caffè fumante.
L’implementazione di questo linguaggio è molto vasta, si va dalle applicazioni
per i telefonini fino a dei programmini detti applet che svolgono le funzioni
più disparate: dai giochi on-line fino a programmi per le aziende.
12.5.1 Quale versione di Java installare?
Per poter usufruire della tecnologia Java, bisogna installare il relativo pacchetto. In questo caso si possono effettuare due scelte, a seconda dell’utilizzo che
se ne vuole fare: se si vuole solamente visualizzare le applet Java, basterà installare la versione Java Runtime Environment (detta JRE); se, invece, si vuole programmare in Java, si dovrà installare la versione Java Development Kit
(detta JDK).
Capitolo 12 | 116
12.5.2 Installare Java da Synaptic
Per installare Java da Synaptic, basterà seguire la procedura classica, ricordandosi di avere attivato l’archivio Multiverse backports. Se desiderate installare
la versione Java Runtime Environment, cercate e installate sun-java6-jre.
Se, invece, desiderate installare la versione Java Development Kit, cercate e
installate sun-java6-jdk.
12.5.3 Installare Java RE
Per scaricare la versione JRE, andate all’indirizzo http://www.java.com/it/
download/ e cliccate sulla scritta bianca a sfondo blu Scarica ora.
Dalla nuova pagina che si aprirà, scegliete Linux (file auto-estraente) e cliccate sul pulsante Download per iniziare a scaricare il file .bin sulla scrivania
(Desktop).
Ora, prima di iniziare a installare Java RE, aprite il terminale e digitate:
$ sudo apt-get install fakeroot java-package
I file che avete installato servono a creare un file .deb a partire dal file .bin di
Java.
A questo punto, dal terminale, convertiamo il pacchetto appena creato:
$ fakeroot make-jpkg jre-6u3-linux-i586.bin
dove jre-6u3-linux-i586.bin è il nome della versione Java RE da voi scaricata. Se
il nome dovesse essere diverso, ricordate di usare quello corretto, altrimenti
l’installazione non andrebbe a buon fine.
Premendo Invio, partirà lo script che trasformerà il file in .deb. Una volta avviato lo script, premete Y per rispondere affermativamente alla prima domanda e poi, una volta letta e accettata la licenza, verrà creato il file da installare.
Come ultima operazione, ora possiamo installare la nostra versione di Java,
digitando il seguente comando:
$ dpkg -i jre-6u3-linux-i586.deb
Una volta terminata l’installazione, avrete a disposizione l’ultima versione aggiornata di Java.
12.5.4 Installare Java SE
Per scaricare la versione Java SE, andate all’indirizzo http://java.sun.com/javase/downloads/index.jsp e scegliete quale versione installare tra quelle disponibili. Il primo Java SE Development Kit che vi viene proposto riguarda l’ulti-
117 | Potenziare Ubuntu
ma versione disponibile del JDK. Questa versione comprende sia la versione
JRE, sia gli strumenti per sviluppare in questo linguaggio. La seconda proposta
permette di scaricare la versione contenente l’EE, mentre la terza permette di
scaricare il JDK completo dell’IDE NetBeans.
Una volta scelta la versione da scaricare, cliccate su Download. Dalla nuova
pagina che si apre, accettate la licenza e poi scegliete dalla tabella Linux Platform, poi la versione Linux-self-extracting file.
A questo punto, si aprirà il download manager di Firefox che vi permetterà di
scaricare il file sulla scrivania.
Una volta scaricato il file, la procedura per l’installazione del pacchetto è la
stessa di Java RE.
Terminata l’installazione, avrete a disposizione l’ultima versione di Java per
iniziare a programmare con questo potente linguaggio.
12.6 Instant Messaging
I servizi di Instant Messaging permettono di far comunicare con testo scritto
due o più persone contemporaneamente.
Pidgin è il programma di IM più famoso nel mondo GNU/Linux. La peculiarità
di questo software, oltre ad essere multipiattaforma, riguarda la possibilità di
poter comunicare con i protocolli più diffusi:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
AIM
Bonjour
Gadu-Gadu
Google talk
GroupWise
ICQ
IRC
MSN
MySpace IM
QQ
Simple
Sametime
XMPP (Jabber)
Yahoo
Zephyr
Capitolo 12 | 118
In questo modo, con un solo programma, si può comunicare comodamente
con persone che utilizzano protocolli diversi.
12.6.1 Configurare Pidgin per il canale irc
Per configurare il canale irc, aprite Pidgin, poi andate su Account e infine su
Aggiungi/Modifica. Dalla finestra Account che appare, cliccate su Aggiungi.
Ora, dalla finestra Aggiungi un account, nella sezione Opzioni di accesso, selezionate IRC come Protocollo.
Aggiunta di un account IRC su Pidgin
Ora configurate l’account come segue:
• Nome Utente: inserite il nome utente;
• Server: inserite il nome del server IRC a cui connettersi;
• Password: inserite la vostra password;
• Alias locale: inserite il nickname con il quale volete farvi conoscere.
Una volta terminato l’inserimento dei dati, cliccate su Salva. Dalla precedente
finestra Account, spuntate la casella corrispondente all’account appena creato, cliccate su Chiudi e iniziate a conversare su IRC.
119 | Potenziare Ubuntu
Finestra di riepilogo e attivazione di tutti gli account configurati in Pidgin
12.6.2 Configurare Pidgin per il protocollo
Jabber
Per configurare il canale Jabber, che con i suoi oltre dieci milioni di utenti,
risulta uno dei protocolli più utilizzati al mondo, aprite Pidgin, poi andate
su Account e infine su Aggiungi/Modifica. Dalla finestra Account che appare,
cliccate su Aggiungi.
Ora, dalla finestra Aggiungi un account, nella sezione Opzioni di accesso, scegliete XMPP come Protocollo e configurate l’account come segue:
• Nome Utente: inserite il vostro nome utente;
• Dominio: inserite un server jabber a cui connettersi, ad esempio jabber.
org. Una lista completa di tutti i server a cui potete accedere, si trova al
seguente indirizzo: http://www.jabber.org/user/publicservers.shtml
• Password: inserite la vostra password;
• Alias locale: inserite il nickname con il quale volete farvi conoscere.
Una volta terminato l’inserimento dei dati, spuntate la casella Ricorda la password e cliccate su Salva.
Dalla precedente finestra Account, spuntate la casella corrispondente all’account appena creato, cliccate su Chiudi e iniziate a conversare su Jabber.
Capitolo 12 | 120
Finestra dei dati di connessione IRC
12.6.3 Configurare Pidgin per usare il
protocollo MSN
Per configurare il canale MSN, uno dei protocolli più famosi al mondo, aprite
Pidgin, poi andate su Account e infine su Aggiungi/Modifica. Dalla finestra Account che appare, cliccate su Aggiungi.
Ora, dalla finestra Aggiungi un account, nella sezione Opzioni di accesso, scegliete MSN come Protocollo e configurate inserendo i dati richiesti.
Dalla precedente finestra Account, spuntate la casella corrispondente all’account appena creato, cliccate su Chiudi e iniziate a conversare su MSN con
tutti i vostri contatti.
12.6.4 Configurare Pidgin per usare Google Talk
La configurazione del canale Gtalk è in tutto simile a quella dei protocolli
appena visti. La sola differenza sta nella configurazione dell’account, che verrà
effettuata come segue:
• Nome Utente: inserite la parte dell’indirizzo e-mail prima della @;
• Dominio: lasciate gmail.com;
• Risorsa: lasciate Home come già preimpostato;
121 | Potenziare Ubuntu
• Password: inserite la vostra password;
• Alias locale: inserite il nickname con il quale volete farvi conoscere.
Dalla finestra Account, spuntate la casella corrispondente all’account appena creato, cliccate su Chiudi e iniziate a conversare su Gtalk con tutti i vostri
contatti.
12.6.5 aMSN
aMSN è l’equivalente Ubuntu di MSN Messenger per Windows. Il funzionamento del programma è infatti in tutto simile alla controparte Microsoft, sebbene risulti più personalizzabile. Prima di procedere tenete presente che non
dovrete preoccuparvi di perdere i contatti MSN che già avete salvato: una
volta installato il software e configurato il login troverete tutti gli amici che
avevate in precedenza.
Per l’installazione basterà utilizzare Synaptics, cercare il pacchetto aMsn e installarlo.
Una volta identificato il pacchetto, spuntatelo come nell’immagine e in seguito applicate il cambiamento. Concedete a Ubuntu il tempo di effettuare
l’installazione e, appena avrà terminato, vi dirà dove potete trovare il software
appena aggiunto.
Adesso siete pronti per utilizzare aMSN. Non appena lo avvierete, dovrete
inserire le credenziali di accesso, ovvero la mail con la quale avete l’account
Finestra principale di aMSN
Capitolo 12 | 122
su MSN e la password. Se desiderate che il programma non vi chieda le credenziali durante i futuri avvii non dovete fare altro che spuntare il box Ricordami.
Per personalizzare aMSN basta cercare la parola amsn in google e troverete il
sito ufficiale come primo risultato. Scaricate i plugin e le skin che desiderate e
inseriteli nella cartella .amsn che si trova nella directory home. Naturalmente i
plugin vanno nella cartella plugin e le skin nella cartella skin.
12.6.6 XChat
XChat è sicuramente il client IRC più utilizzato in ambiente GNU/Linux. Grazie alla sua semplicità, è possibile connettersi a qualsiasi canale IRC in maniera
facile e veloce.
Per installare XChat, apriamo Synaptic e installiamo la versione per gnome:
•
•
xchat-gnome
xchat-gnome-common
Per avviare XChat, andate su Applicazioni, poi su Internet e infine aprite
XChat-GNOME - Chattare in IRC. La prima volta che avviate il programma, si
aprirà una finestra che vi chiederà di inserire il nickname e il nome. Inseriteli
e poi premete OK.
Per poter accedere a un canale IRC, cliccate su IRC e poi su Connetti...
Si aprirà una lista di server dal quale scegliere. Se, ad esempio, voleste entrare
nel nodo #ubuntu-it, per prima cosa bisogna selezionare la rete Freenode e
successivamente inserire il canale: #ubuntu-it, premere su Entra nel canale
e chiudere la schermata.
Nello stesso modo, potrete entrare in una delle centinaia di stanze presenti
su IRC.
123 | Potenziare Ubuntu
Finestra di scelta del canale a cui connettersi
12.7 File Sharing
Attraverso il file sharing, le persone di tutto il mondo possono condividere i
loro file con tutti gli utenti collegati nella stessa rete. La struttura di file sharing
più famosa è sicuramente quella peer-to-peer (abbreviato con P2P). Mediante
questa composizione, tutti gli utenti sono dei semplici nodi di una rete e pertanto funzionano sia da server che da client in un regime di parità - peer. Le
reti più famose del P2P sono indubbiamente eDonkey e BitTorrent su tutte,
seguite da Gnutella e OpenNap.
12.7.1 Protocollo BitTorrent
BitTorrent è uno dei protocolli P2P più utilizzati per lo scambio di file in rete.
La peculiarità di questo protocollo riguardano il fatto che per ogni file che viene scaricato, viene creata una rete dedicata che sparirà nel momento in cui il
file è completato. Il meccanismo usato è molto semplice: l’utente deve cercare
in rete il file .torrent, generalmente di pochi Kb di dimensioni, che contiene le
informazioni riguardanti il file che si desidera scaricare.
Questo file .torrent non è nient’altro che un contenitore di informazioni specifiche del file che si sta per scaricare. A questo punto, una volta aperto il file
.torrent con un programma specifico, entrano in gioco due figure: il "tracker"
Capitolo 12 | 124
e i "seeders". Il tracker funge da server, pertanto tutti gli utenti che vogliono
collegarsi ad esso, devono scaricare il file .torrent che contiene il suo indirizzo,
oltre alle informazioni sul file da scaricare. Tutte le persone che si connettono
al tracker per mezzo del file torrent, gli inviano un identificativo detto peer-id
che permette di identificarlo univocamente e renderlo un nodo della rete creata. Il compito del tracker è dunque quello di mettere in contatto i vari utenti,
permettendo loro di scaricare il file.
I seeders sono i nodi della rete creata che hanno il file completo da mettere
a disposizione degli altri. Coloro che hanno porzioni del file, invece, vengono
chiamati "leecher". Una volta che i seeders sono in contatto con i leecher, il
compito del tracker finisce e i primi due iniziano a scambiarsi informazioni in
modo tale che i file in download vengano scaricati nella maniera più rapida
possibile, connettendosi a quanti più nodi utili.
12.7.2 Deluge: installazione e utilizzo
Per installare Deluge, apriamo Synaptic e installiamo il pacchetto deluge-torrent. L’utilizzo di Deluge è molto semplice. Una volta scaricato il file .torrent,
se non è associato automaticamente a questo programma, basterà cliccarci
sopra con il tasto destro e scegliere la voce Proprietà. Dalla finestra che si aprirà basterà andare nella scheda Apri con e scegliere Deluge come programma
predefinito.
Finestra principale di Deluge
125 | Potenziare Ubuntu
A questo punto, tutti i file .torrent potranno essere aperti in modo automatico da Deluge torrent cliccandoci semplicemente sopra due volte. Fatta questa
operazione, vi verrà chiesto dove salvare il file che volete scaricare: selezionate
la cartella e premete OK.
12.7.3 Protocollo eDonkey e Kademlia
Attraverso eDonkey gli utenti si connettono a un server che consente la condivisione dei file e il loro download. In questo caso esistono due tipi di figure:
i server e i client. Lo scopo del server è quello di permettere ai client di comunicare tra di loro. In questo modo, è possibile cercare tra client i file che si
vogliono scaricare. Il client, quando si connette al server, comunica quali file
ha in condivisione. Il compito del server, in questo caso, è quello di indicizzare
i file messi a disposizione da ogni client in modo da avere una lista completa
di tutti i file condivisi da tutti i client ad esso connessi. Così facendo, più un file
è condiviso, maggiore sarà la probabilità di scaricarlo velocemente.
12.7.4 aMule: installazione e utilizzo
aMule è la versione per GNU/Linux del famoso programma eMule. Per installarlo, aprite Synaptic e installate i seguenti file:
•
•
•
amule
amule-common
amule-utils-gui
Una volta terminato il download, per aprire aMule e iniziare a condividere e
scaricare file andate su Applicazioni, poi su Internet e infine su aMule, contraddistinto dall’icona di un simpatico mulo seduto.
Nota: Va ricordato che programmi come aMule e simili sono perfettamente
legali, mentre non lo è affatto condividere o scaricare materiale protetto da
copyright.
Capitolo 12 | 126
Il nostro lettore musicale è anche un disco di storage sempre a portata di
12.8 VoIP
VoIP - Voice over IP - è una tecnologia che permette di poter sfruttare la linea
dati della vostra connessione a internet per effettuare chiamate vocali. In questo modo, si può parlare al telefono sfruttando semplicemente internet e non
la normale linea voce, potendo ridurre il costo delle bollette anche del 100%.
12.8.1 Skype
Skype è uno dei programmi che permettono di effettuare chiamate VoIP più
diffusi in rete. Per poter installare questo programma, assicuratevi di aver installato i repository di medibuntu, quindi aprite Synaptic e installate i seguenti pacchetti:
•
•
skype
skype-common
Terminata l’installazione, per poter utilizzare Skype, andate su Applicazioni,
poi su Internet e infine sull’icona Skype.
127 | Potenziare Ubuntu
12.9 Feed Reader
I feed RSS permettono di avere un’anteprima parziale o totale delle news di
un sito web. Per poter leggere i feed, bisogna utilizzare un feed reader che può
essere un programma da installare oppure un sito apposito.
12.9.1 Liferea
Liferea è uno dei migliori feed reader per GNU/Linux. Per installarlo, basta
aprire Synaptic ed installare il pacchetto liferea. Per aggiungere un feed,
basta cliccare su Nuova sottoscrizione e inserire l’url del sito dalla schermata
che appare.
12.10 Comprimere e decomprimere i
file
Ubuntu supporta moltissimi formati compressi e tutti privi di copyright. Anche in questo caso, esistono degli algoritmi di compressione come rar e ace
che sono proprietari e quindi non vengono inclusi di default in Ubuntu.
Per installarli, dovete aver abilitato l’archivio multiverse in Synaptic.
Per poter usufruire del formato ace dovremo installare il seguente pacchetto
da Synaptic: unace-nonfree. Per usufruire del formato rar, bisognerà installare
i seguenti pacchetti per comprimere e decomprimere:
•
•
rar
unrar
12.11 Masterizzare CD e DVD
Per masterizzare in Ubuntu, si può utilizzare uno di questi 3 programmi:
•
•
•
il file manager Nautilus;
Brasero, un programma per masterizzare in GNOME;
K3b, il programma principe per masterizzare in KDE.
Capitolo 12 | 128
Per masterizzare un CD/DVD senza installare alcun programma, si può benissimo utilizzare il file manager Nautilus.
Brasero è un buon programma per GNOME che permette di effettuare tutte
le normali operazioni di masterizzazione, si installa da Synaptic.
K3b è il miglior programma per masterizzare nell’ambiente GNU/Linux. È installato di default su Kubuntu, mentre su Ubuntu bisogna installare i seguenti
pacchetti da Synaptic:
•
•
•
k3b
k3b-i18n
libk3b2-mp3
12.11.1 Creare CD e DVD dati
Per creare un CD/DVD con Nautilus, basta inserire nel masterizzatore il CD/
DVD e attendere la schermata di riconoscimento del disco che chiede cosa
fare. Scegliete Produci CD/DVD dati, si aprirà una finestra nella quale potete
inserire i file che volete masterizzare. Una volta conclusa questa fase, per masterizzare il CD/DVD basta cliccare su Scrivi su disco.
Per creare un CD/DVD con Brasero e con K3b la procedura è sostanzialmente
la stessa.
Finestra principale per la creazione del CD/DVD da masterizzare con Brasero
129 | Potenziare Ubuntu
12.11.2 Creare CD Audio
Per creare un CD audio con Nautilus, basta inserire nel masterizzatore il CD/
DVD e attendere la schermata di riconoscimento del disco che chiede cosa
fare.
Scegliete Produci CD audio. A questo punto si aprirà Serpentine che vi permetterà di creare le tracce audio che preferite.
Finestra di creazione della compilation con Serpentine
Per fare questa operazione, cliccate su Aggiungi, e inserite i brani che volete
masterizzare. Una volta terminato l’inserimento delle tracce audio, per masterizzare il CD cliccate Scrivi su disco.
La creazione di CD audio con Brasero, viene gestita tramite la finestra Progetto
audio in maniera del tutto simile a quanto appena visto per Nautilus. Lo stesso vale per K3b.
12.11.3 Copiare un CD o DVD
Per copiare un CD/DVD con Brasero, basta inserire nel masterizzatore il CD/
DVD, aprire il programma e cliccare su Copia disco. Dalla nuova finestra che
si aprirà, scegliete il lettore dal quale copiare le informazioni e l’unità su cui
scrivere i dati. Per far partire la copia del CD/DVD, basta cliccare su Copia. K3b
funziona nello stesso modo.
Capitolo 12 | 130
12.11.4 Masterizzare un’immagine ISO
Per masterizzare un’immagine ISO (ovvero, l’esatta copia di un CD o DVD)
con Nautilus, basta cliccare con il tasto destro sull’immagine e selezionare
l’opzione Scrivi su disco.
Si aprirà la finestra Scrivi su disco nella quale viene mostrato quale masterizzatore utilizzare e la scelta della velocità di masterizzazione. Impostati i valori,
per iniziare a masterizzare cliccate su Scrivi. Stesso procedimento per Brasero,
e K3b che, in più, effettua una verifica del Md5 Sum prima di iniziare la masterizzazione.
Finestra per la masterizzazione di un’immagine ISO con K3B
Capitolo 13
E-mail e altro
con Thunderbird
Thunderbird è un programma per gestire la posta elettronica e consultare
notizie dal web. Come il browser Firefox, è un prodotto di Mozilla, uno dei più
importanti produttori di software libero al mondo, la cui esperienza è senz’altro garanzia di qualità e affidabilità.
Con Thunderbird potrete controllare simultaneamente i vostri account di posta POP, IMAP e Gmail o leggere flussi di notizie RSS. Se oltre a questo doveste
avere bisogno di altre funzionalità, Thunderbird è facilmente estendibile: con
pochi clic del mouse è infatti possibile trasformare questo semplice programma di posta in un potente Personal Information Manager (PIM), dotato di
calendario sincronizzabile e molte altre funzioni.
Thunderbird non è l’unico programma di posta elettronica che potete avere
sul vostro sistema GNU/Linux. In Ubuntu, per esempio, troverete già installato nel menu Applicazioni > Internet il potente client Evolution. Se tuttavia
cercate una soluzione flessibile e personalizzabile come nessun’altra, facile da
usare e disponibile sia su Ubuntu che su Windows e Mac OS X, allora Thunderbird è ciò che fa per voi.
13.1 Installare Thunderbird
Se avete appena installato Ubuntu, non troverete Thunderbird nella lista delle
applicazioni internet già installate. Sarà pertanto necessario provvedere all’installazione del nuovo pacchetto.
Capitolo 13 | 132
1. Aprite il gestore di pacchetti Synaptic dal menu Sistema > Amministrazione > Gestore Pacchetti Synaptic;
2. Cliccate sul tasto Cerca posizionato in alto a destra sulla barra degli strumenti di Synaptic;
3. All’interno del campo di ricerca della finestra Trova, digitate la parola thunderbird, quindi confermate la richiesta cliccando sul pulsante Cerca. Dopo
aver cliccato sul pulsante Cerca, comparirà la finestra Trova, all’interno
della quale sarà possibile immettere il nome del pacchetto da cercare.
4. Al termine della ricerca, selezionate dalla lista il pacchetto thunderbird.
Premendo con il tasto sinistro sulla voce selezionata si aprirà un piccolo
menu contestuale, dal quale dovrete scegliere l’opzione Marca per l’installazione. Ripetete l’operazione anche per il pacchetto thunderbirdlocale-it e il pacchetto thunderbird-gnome-support.
5. Ora premete il pulsante Applica e attendete che il gestore dei pacchetti
porti a termine il suo lavoro.
Controllate che i tre pacchetti siano presenti nella lista, quindi premete su
Applica e attendete che Synaptic termini di scaricarli, prepararli e installarli
133 | E-mail e altro con Thunderbird
13.2 Creazione di un account di posta
elettronica
Ora che Thunderbird è installato, non vi resta che avviarlo e iniziare a impostarlo affinché possa gestire correttamente la vostra casella di posta.
Avviate Thunderbird cliccando sul menu Applicazioni > Internet > Mozilla
Thunderbird Mail/News.
1. Thunderbird permette di importare le impostazioni da eventuali programmi di posta già installati in precedenza, in questo caso noi non abbiamo altri programmi già configurati, quindi clicchiamo semplicemente
sul tasto Next.
2. A questo punto della procedura di configurazione, Thunderbird chiederà
cosa desiderate configurare. Dato che in questa fase vogliamo configurare
la nostra casella di posta, selezionate semplicemente Account di posta,
quindi cliccate su Avanti.
3. Quando il destinatario di un vostro messaggio di posta riceverà l’e-mail,
questa indicherà il nome del mittente. Inserite nel primo campo il nome
che volete venga visualizzato dai destinatari delle vostre e-mail (di solito
qui si inserisce il proprio nome e cognome). Il secondo campo richiede
che venga inserito il proprio indirizzo e-mail. Quando avete finito cliccate
su Avanti.
4. Inserite il nome del mittente che volete che appaia ai destinatari quando
riceveranno la vostra e-mail.
5. La seguente è la schermata più delicata che dovrete affrontare in questa
procedura di configurazione.
Capitolo 13 | 134
La schermata richiede di inserire diverse informazioni tecniche
Tipo di server utilizzato: quello che in realtà viene chiesto è di scegliere la modalità di controllo delle e-mail:
•
•
Selezionando POP tutta la posta che riceverete verrà scaricata dal server
sul vostro computer. Questo è il metodo più classico di controllare la
posta elettronica quindi, se non sapete cosa scegliere, spuntate questa
opzione;
Scegliendo IMAP la vostra posta rimarrà immagazzinata in uno spazio
sul server del vostro provider. Thunderbird si connetterà al server per
permetterti di leggere la posta, ma non scaricherà alcun messaggio sul
vostro computer. Usare IMAP può essere utile se controllate lo stesso
indirizzo e-mail da diversi computer. Utilizzandolo su tutti i computer
predisposti per il controllo della vostra casella di posta, potrete fare in
modo che i relativi programmi di posta agiscano in sincronia.
Se, ad esempio, avete intenzione di controllare un indirizzo di posta con il
vostro computer in ufficio e con quello di casa, potrete fare in modo che cancellando un’e-mail dall’ufficio, questa venga cancellata anche sul computer di
casa. IMAP presenta però anche degli svantaggi: tutta la posta dovrà essere
contenuta all’interno dello spazio server del vostro provider. Questo significa
135 | E-mail e altro con Thunderbird
che lo spazio occupato dalle vostre e-mail non potrà superare un certo limite,
che viene fissato dal provider a seconda dell’abbonamento stipulato. Inoltre,
dato che la posta non viene scaricata dal server, per leggere qualsiasi messaggio inviato o ricevuto dovrete forzatamente connettervi a internet.
Nota: Per motivi di spazio in questa guida tratteremo in dettaglio unicamente l’impostazione di un semplice account POP. Nel caso decideste di optare
per IMAP tenete presente che gran parte delle indicazioni che troverete qui
saranno comunque valide.
Nome del server in ingresso: Thunderbird chiede di inserire il nome
del server di posta tramite il quale riceverete i vostri messaggi. Questa
informazione viene fornita dal vostro internet provider.
Usare Posta in arrivo globale: come la maggior parte dei programmi di posta elettronica più diffusi, anche Thunderbird consente di controllare più di un indirizzo di posta contemporaneamente. Questo significa che se avete un indirizzo di posta privato, uno per il lavoro e uno per le
vostre follie sul web (poniamo che sia un indirizzo Gmail) potrete inserirli
in Thunderbird e scaricare la posta da tutti e tre gli indirizzi. Apponendo
un segno di spunta sull’opzione Usa Posta in arrivo globale farete in modo
che una volta controllati tutti gli indirizzi, Thunderbird riversi tutti i messaggi ricevuti all’interno della stessa cartella (che si chiama appunto Posta
in arrivo).
Diversamente dalla maggior parte degli altri programmi di posta elettronica, Thunderbird offre la possibilità di non mischiare la posta ricevuta sul
vostro indirizzo di casa con quella ricevuta sul vostro indirizzo al lavoro.
Togliendo la spunta dall’opzione Usa Posta in arrivo globale potrete mantenere separate le tre caselle.
Capitolo 13 | 136
Inbox separate: la posta proveniente dai diversi indirizzi rimane separata
Nome del Server in uscita: Thunderbird chiede di inserire il nome del
server attraverso il quale spedirete le vostre e-mail. Queste informazioni vi
dovrebbero essere state comunicate dal provider quando avete stipulato il
contratto per la vostra connessione a internet. Seguite le stesse indicazioni
fornite precedentemente, sapendo che il nome del server in uscita spesso assomiglia a qualcosa come smtp.nomeprovider.com oppure mail.nomeprovider.com. Cliccate su Avanti.
In questa schermata inserite il nome utente del server di posta in arrivo. Di
solito non è diverso dal nome utente del server di posta in uscita. Non è una
regola, ma spesso il nome utente coincide con la prima parte del vostro indirizzo e-mail (quindi se il vostro indirizzo è [email protected] è probabile
che il vostro nome utente sia mrossi). In ogni caso queste informazioni vi dovrebbero essere state comunicate dal vostro fornitore di servizi.
Quando avete finito procedete cliccando su Avanti.
L’ultima schermata di questo wizard per la configurazione è solo un riepilogo delle informazioni appena inserite. Se volete che la posta venga scaricata
subito cliccate sul pulsante Avanti, altrimenti procedete dapprima a togliere
il segno di spunta dall’unica opzione che vedete in questa finestra. Quindi
procedete cliccando sul pulsante Fine.
137 | E-mail e altro con Thunderbird
13.2.1 Impostazioni e-mail avanzate
Naturalmente, una volta configurati i vostri account di posta elettronica, potrete sempre accedere alle impostazioni inserite per eventuali cambiamenti o
correzioni. Nel riquadro di sinistra, cliccando sul nome dell’account di cui si
vogliono visualizzare le impostazioni avanzate e cliccando successivamente
nel riquadro di destra su Visualizza impostazioni per questo account, accederete al pannello di configurazione avanzata della vostra casella di posta. Da questa maschera di configurazione, suddivisa in diverse sezioni, potrete facilmente modificare impostazioni precedentemente inserite o specificare in maniera
più approfondita come desiderate che Thunderbird gestisca il vostro account
e-mail. Ecco un elenco delle sezioni e delle funzionalità di questo strumento
di configurazione avanzata.
Impostazioni Server: da qui potrete specificare nuovamente il nome del
server di posta in entrata in uso, la porta da utilizzare e il nome utente che vi
permette di accedere al server di posta in entrata. Da questa schermata potrete inoltre specificare protocolli di collegamento sicuro al server, configurare il
modo in cui Thunderbird deve gestire la posta contenuta sul server di posta
in entrata e specificare dove volete che la posta scaricata sul vostro hard disk
venga salvata.
Cartelle e copie: da questa sezione potrete impostare Thunderbird affinché copi i messaggi inviati in una determinata cartella all’interno di Thunderbird o fare in modo che invii una copia delle e-mail appena inviate a un
altro indirizzo di posta. Qui potrete inoltre decidere dove volete che le vostre
bozze e i vostri modelli vengano salvati e se volete che Thunderbird vi avvisi
prima di salvare un messaggio in Bozze.
Composizione e indirizzi: da qui potrete specificare le regole di composizione dei vostri messaggi di posta. Potrete decidere se inviare automaticamente messaggi formattati in HTML e decidere dove volete che venga visualizzato
il testo dei messaggi originali a cui volete rispondere (sopra la risposta, sotto la
risposta). Potrete anche decidere se volete che il testo del messaggio originale
a cui state rispondendo venga evidenziato. Sempre da questa maschera di
configurazione potrete impostare Thunderbird affinché utilizzi correttamente il server LDAP associato al vostro account di posta.
Capitolo 13 | 138
Spazio su disco: da questa sezione potrete configurare Thunderbird affinché risparmi spazio su disco nella gestione corrente del vostro account di posta.
Posta indesiderata (SPAM): da questa maschera di configurazione potrete impostare Thunderbird affinché compia delle azioni automatiche quando si accorge che un messaggio di SPAM è stato recapitato all’interno della
nostra inbox. Abilitando i controlli incrementali, Thunderbird imparerà nel
tempo a comportarsi in base ai vostri reali gusti, in modo da non cestinare
automaticamente messaggi erroneamente scambiati per SPAM.
Ricevute di ritorno: da qui potrete impostare Thunderbird affinché richieda conferme di avvenuta lettura (ricevute di ritorno) ai destinatari delle
vostre e-mail. Questo metodo viene spesso utilizzato dai mittenti delle e-mail
per sapere se un messaggio è effettivamente giunto a destinazione. La scheda
di configurazione permetterà di stabilire delle regole automatiche in base alle
quali Thunderbird deciderà se inviare eventuali ricevute di ritorno.
Sicurezza: da questa schermata potrete impostare una firma digitale con
cui firmare i vostri messaggi di posta. Potrete inoltre specificare un certificato
per cifrare o decifrare i messaggi ricevuti.
Server in uscita (SMTP): da qui potrete modificare le impostazioni relative ai server di posta in uscita utilizzati da Thunderbird per spedire la posta.
Thunderbird può gestire anche più di un server di posta in uscita. Da questa
schermata potrete aggiungere tutti gli account che vorrete, specificando tra
questi quali vorreste che Thunderbird usasse come server di posta in uscita
predefinito.
13.3 Rubrica
Come ogni altro programma per la gestione della posta elettronica, anche
Thunderbird ha la sua rubrica grazie alla quale potrete memorizzare, classificare e gestire le informazioni riguardanti i vostri contatti.
Per accedere alla rubrica è sufficiente premere il pulsante Rubrica collocato
sulla barra degli strumenti principale.
139 | E-mail e altro con Thunderbird
La finestra che si aprirà è divisa in tre zone.
1. La zona delle rubriche, destinata a contenere un elenco delle vostre rubriche (potete crearne quante volete e usarle per suddividere i vostri contatti di lavoro da quelli della vostra vita privata).
2. La zona dei contatti, in cui comparirà l’elenco dei contatti contenuti in
ciascuna rubrica.
3. La zona dei dettagli, in cui verranno visualizzate le informazioni dettagliate riguardanti il contatto selezionato.
Le aree di lavoro della rubrica di Thunderbird
13.3.1 Aggiungere dei contatti
Aggiungere un contatto alla rubrica è molto semplice: dalla zona delle rubriche
cliccate dapprima sulla rubrica in cui desiderate che il vostro nuovo contatto
venga inserito. A questo punto cliccate sul pulsante Nuovo Contatto situato
sulla barra degli strumenti. Compilate la maschera di inserimento delle generalità del contatto. Naturalmente non è necessario che tutti i campi vengano
compilati per forza, decidete quali campi riempire e quali invece lasciare in
bianco. Quando tutte le caratteristiche del contatto sono state inserite, cliccate sul tasto OK per salvare le generalità del contatto nella vostra rubrica.
Capitolo 13 | 140
Oltre che operando secondo la procedura appena illustrata, Thunderbird
consente di aggiungere alla propria rubrica mittente e destinatari di un e-mail
ricevuta con pochi clic del mouse, cliccando sul nome del mittente e degli
altri eventuali destinatari con il tasto destro del mouse e selezionando dal
menu contestuale la voce Aggiungi in rubrica.
Aggiungere un contatto alla rubrica
13.3.2 Eliminare dei contatti dalla rubrica
Per eliminare un contatto dalla rubrica è sufficiente selezionarlo e premere il
tasto Elimina situato sulla barra degli strumenti.
13.3.3 Liste di distribuzione (mailing list)
Il tasto Nuova Lista situato sulla barra degli strumenti all’interno della rubrica,
consente di creare una lista di distribuzione contenente più contatti memorizzati.
Questa funzione può risultare utile qualora doveste inviare delle e-mail a un
gruppo di persone.
Cliccando sul tasto Nuova Lista comparirà una maschera di configurazione
che vi permetterà di aggiungere gli indirizzi di posta dei contatti che desiderate includere nella vostra lista di distribuzione.
141 | E-mail e altro con Thunderbird
Nuova lista
Dopo aver inserito gli indirizzi della lista e averle dato un nome, confermate
cliccando sul tasto OK. A questo punto il nome della lista di distribuzione apparirà all’interno della rubrica come se fosse un singolo contatto. Per inviare
una e-mail alla lista di distribuzione sarà sufficiente, durante la stesura di un
messaggio, aggiungere il nome della lista nel campo Destinatario.
13.4 Filtro antispam
Lo spam o posta spazzatura è una delle piaghe che più frustra l’abituale utente
di internet e dei suoi servizi. Milioni di persone ricevono ogni giorno decine
di messaggi di messaggi pubblicitari non richiesti, una seccatura dalla quale
Thunderbird promette di liberarci.
Il nostro client e-mail è in grado di riconoscere i messaggi di posta indesiderata, di compiere automaticamente delle operazioni su questi messaggi e di
continuare a perfezionarsi nel tempo imparando dalle nostre abitudini e dai
nostri gusti. Dopo un breve periodo di allenamento, la percentuale di successo nell’individuare i messaggi spazzatura raggiunge livelli di accuratezza molto
elevati, ma occorre avere un po’ di pazienza iniziale: correggendo le segnalazioni di Thunderbird e marcando manualmente eventuali messaggi scampati
al filtro, aiuterete il vostro programma di posta a migliorare progressivamente
la sua accuratezza nell’individuare la posta indesiderata.
Capitolo 13 | 142
13.4.1 Marcare / Smarcare i messaggi di spam
Quando Thunderbird ritiene di trovarsi di fronte a un messaggio spazzatura,
mostrerà all’interno della colonna di riferimento l’icona di una fiammella.
L’icona della fiammella può essere fatta comparire o scomparire manualmente semplicemente cliccando sulla casella dove questa appare oppure cliccando sul pulsante della barra degli strumenti Posta indesiderata/Non è posta
indesiderata contrassegnato dal simbolo della fiammella.
Oltre a questo simbolo, Thunderbird segnala ogni messaggio di spam con un
avvertimento molto evidente nel riquadro di lettura del messaggio:
La fiammella che indica un potenziale messaggio di spam
13.4.2 Azioni automatiche sui messaggi di spam
Dopo un iniziale periodo di allenamento in cui dovrete verificare che Thunderbird individui correttamente i messaggi di spam, potrete impostare il vostro
programma di posta affinché compia delle azioni automatiche sui messaggi
spazzatura. Per fare questo è sufficiente selezionare dal menu Modifica la voce
Preferenze cliccando successivamente sul pulsante Privacy situato nella parte
superiore della finestra che si aprirà. A questo punto, cliccando sulla linguetta
Posta Indesiderata, potrete visualizzare una serie di azioni che da far compiere
automaticamente a Thunderbird sui messaggi di spam.
143 | E-mail e altro con Thunderbird
13.5 Tenersi informati conThunderbird
Con il termine feed RSS (Really Simple Sindication) intendiamo delle fonti di
notizie che si possono trovare molto comunemente in siti di informazione e
in particolare nella maggior parte dei blog sulla Rete. Sottoscrivere un feed
RSS significa iscriversi al notiziario o al blog per ricevere automaticamente in
un apposito lettore (tecnicamente noto come aggregatore) tutte le notizie
man mano che esse vengono pubblicate. Gli aggregatori sono quindi molto
comodi per ricevere le notizie automaticamente, senza dover per forza visitare il sito in questione per vedere se è stato aggiornato dalla nostra ultima
visita. Utilizzare un aggregatore ci permette inoltre di monitorare più siti contemporaneamente, facendoci risparmiare inutili perdite di tempo. In GNU/Linux esistono molteplici aggregatori di notizie pronti all’uso come ad esempio
l’ottimo Liferea che potete installare con un semplice clic.
Anche Thunderbird supporta i Feed RSS e può dunque essere usato come
aggregatore. Tramite un brevissimo tutorial scoprirete come aggiungere una
fonte di notizie al vostro client e iniziare a ricevere notizie automaticamente,
man mano che i siti che volete seguire ricevono degli aggiornamenti.
13.5.1 Aggiunta di un notiziario o di un blog RSS
1. Per aggiungere un notiziario al vostro Thunderbird, dovrete per prima
cosa trovare all’interno di un sito che supporta questa tecnologia, un link
RSS o Atom. Per questa guida abbiamo scelto come sito d’esempio il blog
del progetto ubuntusemplice. Usando Firefox, una volta identificato il link
all’interno della pagina, cliccatevi sopra con il tasto destro del mouse, e
selezionate la voce Copia indirizzo dal menu contestuale.
Copiare un indirizzo
Capitolo 13 | 144
2. Aprite Thunderbird e dal menu File scegliete Nuovo > Account.
3. Nella finestra Crea nuovo account selezionate la seconda opzione, vale a
dire RSS News & Blogs, quindi cliccate sul tasto Avanti.
4. Vi verrà ora chiesto di specificare il nome della categoria di blog di notiziari che volete compaiano sotto questo account. Se ad esempio volete
classificare tutte le fonti di notizia per argomento potrete chiamare questo account Politica o Informatica, secondo i vostri gusti personali. Noi,
nel nostro esempio, abbiamo scelto una categoria generica che abbiamo
chiamiamo News & Blogs. Cliccando sul tasto Avanti vi verrà mostrata una
schermata riassuntiva delle informazioni inserite. Terminate il wizard di
configurazione iniziale cliccando sul tasto Fine.
5. Ora dovreste trovarvi nella schermata principale di Thunderbird. Selezionate l’account appena creato dalla colonna di sinistra (nel nostro caso
News & Blogs) e nella colonna di destra cliccate su Gestione sottoscrizioni.
6. Per aggiungere una fonte di notizie cliccate sul tasto Aggiungi situato in
basso a sinistra.
7. Un finestra di dialogo di configurazione chiederà a questo punto di inserire l’indirizzo del feed RSS che abbiamo copiato al primo punto di questo
tutorial. Cliccando col tasto destro del mouse sul campo di immissione
del testo selezioniamo Incolla dal menu contestuale. A questo punto proseguite cliccando sul tasto OK.
8. Come potrete notare all’interno della finestra Sottoscrizioni RSS comparirà
il titolo del Feed a cui vi siete appena iscritti. Se non avete altri feed da
aggiungere, potete concludere la procedura di sottoscrizione chiudendo
questa finestra.
9. Come potete vedere il vostro account RSS viene a questo punto visualizzato con tutte le sue sottoscrizioni proprio come se fosse un account e-mail.
In modo analogo, comincerete a ricevere le pagine dei siti a cui vi siete
iscritti come se fossero messaggi di posta. Non dovrete quindi più aprire
Firefox per controllare se i vostri siti preferiti sono stati aggiornati.
145 | E-mail e altro con Thunderbird
La sottoscrizione al blog di ubuntusemplice
13.6 Componenti aggiuntivi (temi,
estensioni e file di lingua)
Come Firefox, Thunderbird può essere potenziato e personalizzato graficamente con nuovi temi, funzioni e lingue. Le estensioni sono componenti aggiuntive in grado di aggiungere nuove funzionalità al vostro Thunderbird.
I temi, invece, permetteranno di personalizzare Thunderbird, migliorando secondo i vostri gusti l’aspetto grafico del vostro client di posta.
Le lingue, infine, permetteranno di tradurre l’interfaccia di Thunderbird nella
lingua desiderata. Dal momento che usate Ubuntu, in realtà, potete installare
i file di lingua di vostra preferenza anche usando Synaptic.
Sul sito internet di mozilla, all’indirizzo https://addons.mozilla.org/it/thunderbird/ è possibile sfogliare un ampio catalogo di temi, estensioni e file di
lingua liberamente scaricabili. Le componenti aggiuntive scaricate saranno
poi facilmente installabili con un paio di clic (la procedura di installazione di
temi ed estensioni è praticamente identica).
Per scaricare un’estensione o un tema (ammettendo che si stia utilizzando
Firefox per navigare la pagina addons.mozilla.org) sarà sufficiente cliccare col
tasto destro del mouse sul link del download (solitamente indicato all’interno
di una cornice verde) selezionando dal menu contestuale l’opzione Salva destinazione con nome..., o nel caso steste usando un’edizione di Firefox in inglese Save Link As... A questo punto sarà richiesto di scegliere una destinazione
Capitolo 13 | 146
dove salvare il file. Di norma, è consigliabile salvare il file .xpi (estensioni) o .jar
(temi) nella propria cartella home o sulla scrivania.
Per installare un’estensione o un tema scaricati da internet scegliete dal menu
Strumenti di Thunderbird la voce Componenti aggiuntivi. Nella finestra che si
aprirà selezionate cliccando sulle apposite icone la categoria Temi, Estensioni
o Lingue in base a ciò che intendete installare. A questo punto non vi resta
che cliccare sul tasto Installa (situato all’angolo inferiore sinistro della finestra
Componenti aggiuntivi), selezionare l’estensione o il tema appena scaricato e
cliccare sul tasto Aprite. Affinché un’estensione o un tema risultino effettivamente installati, sarà necessario a questo punto chiudere completamente
Thunderbird e avviarlo nuovamente.
Per attivare/disattivare un tema o un’estensione tornate all’interno della finestra Componenti Aggiuntivi (menu Strumenti > Componenti Aggiuntivi) e
cliccate sulla categoria della componente che volete attivare (Temi, Estensioni
o Lingue). A questo punto scorrete la lista delle componenti aggiuntive installate e usate gli appositi tasti per attivare / disattivare un’estensione, applicare
un tema o un file di lingua.
13.7 Trasformare Thunderbird in una
soluzione PIM completa
Una delle peculiarità di Thunderbird è quella di essere particolarmente sensibile alle necessità dei propri utenti. Così, mentre alcuni si accontentano di
un semplice client di posta, altri necessitano di soluzioni più complesse che
permettano - sul modello di MS Outlook, MS Entourage e altri noti PIM - non
solo di gestire i propri account e-mail, ma anche i propri appuntamenti, i quali devono necessariamente poter essere accessibili anche quando non siamo
davanti al nostro PC. Grazie a un paio di interessanti estensioni (Lightning e
Provider per Google Calendar) e ad alcuni servizi gratuiti esterni come Google
Calendar è possibile trasformare Thunderbird in una soluzione PIM pratica e
completa in grado di soddisfare anche l’utenza più esigente. Il nostro PIM sarà
dotato di gestore della posta, lettore di fonti di notizie RSS, calendari multipli
sincronizzabili con Google Calendar e grazie ad alcuni servizi di cui parleremo
più avanti, sincronizzazione senza fili con il vostro telefonino o smartphone.
147 | E-mail e altro con Thunderbird
13.7.1 Scaricare e installare le estensioni PIM
Per poter trasformare Thunderbird in un vero e proprio Personal Information Manager, avrete prima di tutto bisogno di scaricare un paio di estensioni. Usando il vostro browser internet preferito recatevi all’indirizzo https://
addons.mozilla.org/en-US/thunderbird/addon/2313 e scaricate sulla vostra
scrivania l’estensione Lightning per Linux. Analogamente, scaricate dalla pagina https://addons.mozilla.org/en-US/thunderbird/addon/4631 l’estensione
Provider for Google Calendar.
A questo punto installate le due estensioni. Al termine della procedura, ricordate di riavviare Thunderbird per rendere effettivo il completamento dell’installazione.
13.7.2 Creazione e configurazione di un
account Google Calendar
Ora è necessario creare un account Google Calendar. Se siete già utenti di
Gmail o di altri servizi di Google, potrete usare il vostro nome utente. Se non
possedete ancora un account Google registratevi seguendo pochi semplici
passaggi:
•
•
•
aprite Firefox e andate sulla pagina http://calendar.google.com;
cliccate su Crea un nuovo Account Google;
compilate la scheda di registrazione e accettate le condizioni di utilizzo;
La schermata della creazione di un account Google
Capitolo 13 | 148
•
•
dopo aver terminato la procedura di registrazione accedete al vostro account Google Calendar e cliccate sul link impostazioni visibile in alto a
destra nella pagina principale di Google Calendar;
all’interno della pagina delle impostazioni, cliccate sulla seconda scheda,
identificabile con il nome Calendari. A questo punto cliccate sul nome del
vostro calendario personale e accedete alla pagina di configurazione;
Impostazioni del calendario
•
scorrete la pagina fino in fondo. A destra della scritta indirizzo privato noterete tre pulsantini colorati. Cliccate con il tasto destro sul tastino verde
ICAL e scegliete dal menu contestuale la voce Copia indirizzo.
Copia l’indirizzo
149 | E-mail e altro con Thunderbird
13.8 Configurazione di Lightning
Passiamo ora alla configurazione del calendario di Thunderbird (Lightning)
che grazie all’estensione Provider for Google Calendar precedentemente installata sarà in grado di sincronizzarsi con l’account Google Calendar appena
creato.
•
•
Dal menu File, scegliamo la voce Nuovo > Calendario ...
Si aprirà un comodo wizard per la configurazione del calendario. Nella
prima schermata, verrà chiesto di scegliere se creare un calendario in locale (sul vostro computer) o un calendario di rete (su internet). Siccome
a noi interessa collegare Lightning a Google Calendar, scegliete tranquillamente Sulla rete come indicato in immagine, proseguite quindi cliccando
sul pulsante Avanti.
Calendario in rete
•
La seconda schermata del wizard chiede di scegliere il tipo di calendario
con il quale vi volete collegare. Scegliete Google Calendar, quindi cliccate
col tasto destro del mouse sul campo Percorso e incollate la stringa corrispondente all’indirizzo del calendario. Passate quindi alla prossima schermata del wizard, cliccando sul pulsante Avanti (la stringa corrisponde
all’indirizzo del pulsantino verde che abbiamo copiato nell’ultimo passag-
Capitolo 13 | 150
gio della procedura di configurazione di Calendar. Se la stringa incollata
non termina con .ics significa che non avete copiato correttamente l’indirizzo. Tornate sulla pagina di Google Calendar e ripetete il passaggio);
Incolla l’indirizzo del calendario Google
•
•
In questa ultima schermata del nostro wizard, Lightning chiederà di specificare un nome per il vostro calendario, assegnandogli un colore di riferimento. Una volta completato questo passo terminate la procedura
cliccando su Avanti;
Se la procedura è stata completata correttamente, a questo punto dovreste essere in grado di utilizzare il vostro Google Calendar direttamente
da Thunderbird. Quando aggiungerete un evento in Google Calendar, lo
ritroverete automaticamente in Thunderbird, viceversa, aggiungendo un
evento o un allarme al calendario di Thunderbird, l’estensione Provider
for Google Calendar aggiornerà automaticamente anche il calendario
su Internet. Questa funzione potrà risultare molto utile se utilizzate il
calendario su computer diversi. Senza il benché minimo sforzo potrete
mantenere aggiornati e sincronizzati i vostri calendari dappertutto, senza
perdere la comodità di un client come Lightning che, tra le altre cose, è
in grado di inviare automaticamente e-mail promemoria a una lista di
indirizzi specificati prima di un evento inserito nel calendario.
151 | E-mail e altro con Thunderbird
Il calendario in funzione
13.9 La sincronizzazione col cellulare
Il fatto di poter sincronizzare automaticamente il vostro calendario di Thunderbird con uno dei servizi di calendaristica online più utilizzati al mondo
apre la strada a molteplici soluzioni di sincronizzazione. Se difatti può sovente
risultare ostico riuscire a sincronizzare un telefonino o un palmare con GNU/
Linux, ben più semplice risulta trovare soluzioni in grado di farci sincronizzare uno di questi apparecchi con Google Calendar. Una di queste soluzioni è
GCALSYNC (http://www.gcalsync.com), un software open source scritto in
java (e quindi compatibile con la maggior parte dei telefoni e degli smartphone in circolazione) che una volta caricato sul vostro telefonino vi permetterà
di mantenere aggiornati i vostri calendari direttamente dal telefonino. Mica
male eh? Se per qualche motivo GCALSYNC non dovesse risultare idoneo ai
vostri bisogni, una soluzione proprietaria, ma funzionale, potrebbe essere Goosync (http://www.goosync.com). Non ci sembra questo il luogo più adatto
per descrivere ed illustrare l’uso di questi programmi che non sono specifici
per Ubuntu, ma che possono essere utilizzati con qualsiasi sistema operativo
e un gran numero di telefonini. Per istruzioni più dettagliate vi rimandiamo
dunque ai siti ufficiali dei servizi qui segnalati.
Capitolo 14
Altre versioni
di Ubuntu
La grande diffusione di Ubuntu e la sua incredibile adattabilità hanno favorito il proliferare di distribuzioni derivate. Sebbene Canonical ne supporti solo
tre - Kubuntu, Edubuntu (versione Education), e Xubuntu (che utilizza XFCE
come ambiente desktop) - sul sito ufficiale, alla pagina Derivates ne vengono
elencate ben 20. Per coordinare meglio lo sviluppo di tali iniziative è nata recentemente anche una mailing list.
Certamente non tutte sono degne di attenzione. In questo capitolo esamineremo le più significative, esponendo le caratteristiche salienti di ognuna di esse.
14.1 Edubuntu
Edubuntu è un sistema operativo specificatamente pensato per l’uso scolastico ed educativo. Il suo utilizzo è indicato per educatori, insegnanti o amministratori di rete. Edubuntu nasce già con una moltitudine di programmi per
l’insegnamento e l’apprendimento e risorse prescolastiche suddivise accuratamente per categorie. Sono comunque disponibili diverse migliaia di programmi per la distribuzione Edubuntu, non inseriti nel CD di installazione, ma
scaricabili e installabili gratuitamente.
14.1.1 Le categorie dei Programmi Edubuntu
Le categorie dei programmi disponibili per Edubuntu sono le seguenti.
Scienze
Explore the stars - Kstars simula graficamente un cielo visto di notte con
Capitolo 14 | 154
dettagli per oltre 130.000 stelle con l’aggiunta di tutti i pianeti e altri 13.000
oggetti presenti nelle “profondità” del cielo.
Research the periodic table - kalzium permette l’analisi e lo studio della tavola periodica degli elementi di cui include numerose immagini e dettagliate
descrizioni riguardanti le strutture degli atomi.
Test your chemistry skills - Atomix è un gioco puzzle che ha lo scopo di
unire le particelle raffigurate nelle strutture atomiche.
Matematica
Calculate percentages - Kpergentage darà la possibilità all’utente di ampliare le proprie abilità nel calcolare le percentuali.
Plot mathematical equations - Kplot è un disegnatore grafico di funzioni
che permette di combinare simultaneamente più di una funzione matematica permettendo così la creazione di grafici complessi.
Create geometric costructions - Kig è un programma che abilita lo studente
e l’insegnante alla creazione di costruzioni geometriche di alta precisione.
Play at Math - TuxMath è un gioco educativo con protagonista Tux, la mascotte di Linux.
Disegno
Tux Paint è un programma di grafica indirizzato a bambini di giovane età.
Generate Fractals - Xaos è un generatore di frattali con una vasta quantità
di funzionalità extra che daranno la possibilità ai bambini di poter imparare
facilmente la costruzione di strutture e disegni frattali.
Lingue
Practice Spanish Verbs - KVerbos dà la possibilità agli utenti di potersi allenare con la coniugazione dei verbi spagnoli con esercizi e la possibilità di
tenere traccia dei propri progressi.
Play Hangman - kHangman è il ben noto gioco dell’impiccato, consiste
nell’indovinare una parola di una certa lunghezza lettera per lettera con vari
livelli di difficoltà definibili all’avvio del gioco.
Abilità di base
Generate and give tests - KEduca da la possibilità agli insegnanti di creare
dei test per i propri alunni.
155 | Altre versioni di Ubuntu
Learn touch typing - KTouch insegna ai bambini a scrivere più velocemente
e correttamente con la tastiera.
GCompris è una suite di oltre 80 giochi e attività educative per i bambini
compresi tra i quattro e i dieci anni d’età.
14.1.2 I punti di forza di Edubuntu
La finalità della distribuzione Edubuntu è quella di permettere a un educatore, insegnante o amministratore di rete di gestire una classe di studenti, con
relativi applicativi. Edubuntu rispetta tutti i principi fondamentali del software libero, ciò significa che è privo di costi aggiungitivi e lo rimarrà per sempre.
Ecco quali sono i suoi punti di forza.
Compatibilità: verso tutto il mondo Ubuntu e verso altri sistemi operativi.
Sicurezza: Edubuntu è un sistema basato su Linux, cosa che di fatto limita i
rischi legati ad operazioni non autorizzate e/o operazioni che possano compromettere il funzionamento del “cuore” del sistema.
Gestione: dovendo gestire sempre più computer all’interno dell’ambito scolastico, il tempo di manutenzione diventa sempre più lungo. Edubuntu, sfrutta la tecnologia LTSP (Linux Terminal Server Project), che consente la messa
in opera di tale gestione in maniera semplice e veloce. è infatti necessario un
solo server, opportunamente configurato, affinché tutti computer della classe
possano funzionare. In questo modo la gestione di una classe diventa semplice e realizzabile in tempi brevissimi.
Senza costi: l’installazione di nuove workstation non richiede alcun aggiornamento del sistema e non si deve sostenere alcun costo per l’acquisto di licenze
addizionali o di supporto. Si può inoltre risparmiare sull’acquisto di nuovo
hardware, al momento che Edubuntu può funzionare anche su sistemi datati
che possono quindi essere riutilizzati grazie alla tecnologia LTSP (Linux Terminal Server Project).
Supporto: l’intero team di Ubuntu consente di risolvere qualsiasi problema
legato all’utilizzo del proprio sistema in poche mosse. Canali IRC, forum di
discussione, mailing-list ecc. Tutto appositamente creato per rendere sempre
più facile l’utilizzo del sistema.
Costruito per l’istruzione: Edubuntu è differente rispetto alle altre distribuzioni, ma soprattutto dagli altri sistemi operativi, poiché l’attenzione profusa
dagli sviluppatori si è indirizzata principalmente verso la creazione di un sistema attento ai bisogni di ogni bambino, adolescente di qualsiasi parte del
mondo. Il motto di Edubuntu, infatti, è “Linux per i Giovani esseri umani”.
Capitolo 14 | 156
14.2 Xubuntu
Xubuntu è un sistema operativo dedicato soprattutto ai computer meno potenti, quindi ideale se vuoi ridare vita ad un computer con qualche anno di
vita alle spalle. Il suo sito ufficiale è http://www.xubuntu.org/
14.2.1 Le caratteristiche di Xubuntu
Oltre alle note caratteristiche di stabilità, libertà e sicurezza forniti dai sistemi
Ubuntu e in generale dai sistemi basati su Linux, Xubuntu possiede ulteriori
peculiarità.
Xfce: è il nome dell’ambiente desktop su cui è basata questa distribuzione.
Questa scelta è focalizzata sulla semplicità di utilizzo e la pulizia dell’interfaccia e delle opzioni.
Velocità: xfce permetterà al computer non più nuovo di mettere il turbo.
Eleganza: l’interfaccia predefinita è pulita, semplice ed elegante.
Stesse fonti di Ubuntu: le fonti di software di Xubuntu sono le stesse della
sua sorella maggiore, ciò permette di avere a disposizione tutto il software che
si desidera.
Il desktop di Xubuntu con aperti un terminale e un esploratore di file
157 | Altre versioni di Ubuntu
14.2.2 L’interfaccia e le applicazioni
Sono presenti due pannelli e sulla scrivania campeggiano le icone che puntano ai dispositivi di archiviazione (hard disk e floppy in particolare) nonché alla
cartella home dell’utente e al cestino.
Il menu del pannello superiore è unico, anziché essere diviso in tre parti come
quello di Ubuntu, ma è altrettanto ordinato e ben organizzato.
Per quanto riguarda la procedura di installazione, è del tutto analoga a quella
di Ubuntu, pertanto non presente particolari difficoltà ed è possibile provarla
tramite LiveCD prima di procedere all’installazione.
Le applicazioni sono in parte uguali a quelle di Ubuntu. Le restanti sono comunque simili e altrettanto intuitive. Anche Xubuntu offre di base un parco
software di tutto rispetto, espandibile a piacimento con migliaia di altri programmi.
14.3 Ubuntu server
Ubuntu Server è la versione di Ubuntu specificamente pensata per l’utilizzo
come server, ovvero per scopi specifici e importanti, come ospitare siti web,
dati sensibili, applicazioni usate da aziende o università.
Questa guida non tratterà Ubuntu server, ma è importante che il lettore ne
conosca l’esistenza. Capita spesso infatti di sentirsi dire “Ubuntu è carino, ma
non può essere usato per le cose serie”. A questa frase si può dare una smentita, citando l’esistenza di Ubuntu Server!
14.4 Gobuntu
Gobuntu è una versione di Ubuntu contenente software completamente
“free”, nel senso di “libero” e “gratuito”. A differenza di Ubuntu, infatti, non
possono essere inclusi software proprietari, come ad esempio i driver per le
schede video.
14.5 Ubuntu mobile
Ubuntu Mobile è una versione di Ubuntu specificatamente pensata per i dispositivi mobili (palmari, telefonini avanzati, e simili). Questa guida non tratta
di Ubuntu mobile, ma è giusto citare che lo sviluppo di questa versione è quasi
maturo, e ci si aspetta che al prossimo rilascio di Ubuntu, in versione 8.04,
la corrispettiva versione “mobile” sarà stabile e funzionante al 100%.
Capitolo 15
Risolvere problemi
comuni
Per poter risolvere un problema di solito bisogna procedere per passi successivi, senza farsi prendere dal panico o dalla rabbia. Alle volte è molto utile
scrivere su carta o su un file degli appunti sui tentativi fatti per risolvere il
problema, altrimenti dopo un po’ si rischia di perdere la bussola. Una volta risolto il problema è opportuno farsi un appunto da qualche parte e, se ne vale
la pena, renderlo pubblico attraverso qualche sito web, forum o mailing-list,
così da rendere anche gli altri partecipi della soluzione trovata.
15.1 Il Boot
L’accesso al Bios è il primo elemento, il Bios è quella porzione di codice che
permette alla scheda madre di attivare e verificare lo stato delle risorse hardware prima dell’avvio del sistema operativo.
La procedura di accesso varia in funzione di chi produce il Bios, a volte si deve
premere il tasto “Canc” o “F2”. Per verificare qual è il tasto da premere dovete
osservare lo schermo e aspettare che compaia una frase tipo “Press F2 to enter
Bios” o “Press Canc to enter Setup” appena dopo aver avviato il computer.
15.2 System not found
Qualora si visualizzi questa frase, di colore bianco su sfondo nero, significa che
il Bios non è stato in grado di trovare alcun sistema operativo installato. Può
succedere quando Gnu/Linux non è ancora installato e si desidera avviare il
Capitolo 15 | 160
CD di installazione, se accade con sistema operativo installato verificate che:
1. tutti i cavi siano correttamente collegati. Può succedere se avete appena
installato una scheda aprendo il computer, o se l'avete spostato e il cavo
che collega scheda madre e Hard Disk o altri sono stati collegati male;
2. l’hard disk deve essere tra i dispositivi avviabili, per verificarlo dovete accedere al Bios. Una volta effettuato l’accesso verificate dal menu della sequenza di boot che l’hard disk sia tra i dispositivi avviabili;
Boot Order
3. se nemmeno questo dovesse funzionare verificate, usando il LiveCD, che
le partizioni del disco esistano ancora, per farlo potete avviare il CD di
Ubuntu in modalità “Live”, premendo i tasti CRTL+ALT+F1 vi spostate
sulla console numero 1. A questo punto usate l’utility fdisk, con la sintassi
fdisk -l <nome-disco> riuscite a vedere se le partizioni esistono
ancora e la struttura non è stata modificata (fdisk -l /dev/hda se il
disco è IDE, è collegato al bus primario ed è master, per esempio).
4. l’hard disk non sia guasto, usate fsck per fare un controllo e verificare
se qualche settore del disco, in particolare l’MBR, è guasto. La sintassi da
usare è fsck -a <nomedisco>, quindi fsck -a /dev/hda se il disco
è IDE, è collegato al bus primario ed è master. Poi si avvia la procedura di
controllo e di ripristino automatico dei settori danneggiati sul disco.
161 | Risolvere problemi comuni
Verifica delle partizioni del disco fisso
5. il Master Boot Record (la porzione di disco che contiene la sequenza di
comandi necessaria per l’avvio del sistema operativo) non sia guasto e
abbia corrotto l’installazione del Grub (programma che avvia il kernel Linux, alternativo a LILO). Dopo il controllo con fsck come descritto sopra,
avviate il CD “Live”, poi spostatevi sulla console numero 1 e reinstallate il
Grub utilizzando la sintassi grub install <nome-disco>.
Qualora nessuna di queste azioni porti a un esito positivo consigliamo di
provare a sostituire l’hard disk e procedere alla reinstallazione del sistema
operativo!
15.3 Non viene avviato il live-CD
all’accensione del computer
Se si vuole provare il CD live di Ubuntu è necessario che il computer carichi
il sistema operativo dal CD invece di quello che è installato sull’hard-disk. La
maggior parte dei computer più recenti ha questa configurazione già impostata in modo predefinito, ma alcuni non ce l’hanno quindi, se una volta inserito il CD e avviato il computer, dovesse avviarsi il sistema operativo installato
sull’hard disk dovete accedere al Bios e verificare che nella sequenza di avvio
(Boot Order) il CD sia antecedente all’hard-disk.
Se il CD non è rovinato è opportuno provarlo su un altro computer, se questo computer riesce a leggere il disco e ha un sistema operativo Gnu/Linux,
provate a verificare tramite il comando md5sum che l’immagine ISO sia stata
scaricata correttamente.
La sintassi del comando è del tipo md5sum <nome-file>, per esempio md-
Capitolo 15 | 162
5sum ubuntu-7.10-desktop-i386.iso. Il risultato di questa operazio-
ne è una stringa di 33 caratteri che dovrà, nel caso l’immagine non sia stata
modificata, essere uguale a quella indicata sul sito da dove avete scaricato il
file iso (nel nostro esempio: d2334dbba7313e9abc8c7c072d2af09c per
ubuntu-7.10-desktop-i386.iso). Questa procedura vale per qualsiasi file, anche un file documento di testo, la stringa cambierà anche se aggiungerete una
sola lettera al file stesso.
Potete effettuare il controllo md5sum anche su un CD appena masterizzato,
una volta inserito digitate:
o $sudo mount /dev/hda /cdrom
Confrontate il file md5sum.txt con il CD stesso con questo comando:
o $cd /cdrom
o $md5sum -c md5sum.txt | grep -v ‘OK$’
Se uscirà un messaggio, provate a masterizzare un altro CD.
Risultato di md5sum
Se usate un CD masterizzato è possibile che il lettore non sia in grado di leggerlo, provate a farvi spedire un CD originale con il servizio Ship-it shipit.
ubuntu.com/ oppure masterizzate l’immagine di Ubuntu con un CD vergine
di marca diversa e a velocità più bassa.
15.4 Problemi con Ubuntu LiveCD,
avvio in Safe Graphics Mode
Nel caso in cui l’avvio del CD Live sembri mandare in crash il sistema all’avvio
della parte grafica, significa che la scheda video non supporta correttamente
la modalità con cui viene caricata la parte grafica di Ubuntu. Per avviare il
sistema correttamente provate a riavviare il computer tenendo premuto F6.
Appariranno le opzioni di partenza del sistema, a questo punto cancellate le
parole quiet splash e continuate con l’avvio del sistema.
163 | Risolvere problemi comuni
Se il problema dovesse persistere, avviate Ubuntu in Safe Graphics Mode.
Avvio in Safe Graphics Mode
15.5 Problemi durante e dopo
l’installazione: blocco all’82%
Può succedere che il sistema si blocchi durante l’installazione quando segnala
di essere all’82% del suo lavoro. Si tratta del fatto che non è attiva la connessione a Internet e quindi il sistema non riesce a scandire i mirrors (siti web
che contengono informazioni e dati su Ubuntu). Per risolvere questo inconveniente è sufficiente cliccare sull’icona a forma di punto di domanda sulla barra
dei menu, seguire le istruzioni della guida in linea per attivare la connessione.
Una volta stabilita la connessione il sistema procederà con l’installazione.
15.5.1 Il sistema si blocca improvvisamente al
primo avvio dopo l’installazione
Può succedere che il sistema si blocchi al primo avvio dopo un’installazione
apparentemente perfetta, nella maggior parte dei casi la causa è riconducile
all’avvio di alcuni servizi che vanno a comunicare con il sistema di Power Management del Bios. Per sbloccare la situazione bisogna che al menu di avvio
del sistema (ovvero il Grub) premiate ESC per visualizzare la riga delle opzioni
Capitolo 15 | 164
assegnate al kernel in fase di avvio, alla fine di queste righe scrivete noapic,
poi avviate il sistema.
Se questa è la soluzione del problema dovrete modificare il file menu.lst in
/boot/grub, (naturalmente dovete essere root) oppure usare sudo vi /
boor/grub/menu.lst e aggiungere la stessa opzione nella riga kernel.
Il menu.lst
15.5.2 Il comando Sudo non funziona
Per qualche motivo può succedere che dopo un’installazione senza problemi
riusciate ad accedere al sistema con il vostro utente, ma non riusciate a eseguire alcun comando usando il comando sudo (serve a eseguire dei comandi
con i diritti di amministratore root, naturalmente previo inserimento di password). Il sistema comunica che non siete abilitati a ottenere questi diritti,
nonostante conosciate alla perfezione la password di root.
Il problema sta essenzialmente nella sintassi del file /etc/sudoers, per modificarla occorre che avviate il computer con il Live CD e usiate il comando visudo /mnt/etc/sudoers (una volta montato l’hard-disk locale in
/mnt), aggiungendo la riga <nome_tuo_utente> ALL=(ALL) ALL, salvate
il file e riavviate il computer.
165 | Risolvere problemi comuni
sudoers
15.6 Usare Alternate CD
Nel caso disponeste di un sistema non recente o con una quantità di Ram
inferiore a 320Mb è consigliabile usare l’Alternate Cd di Ubuntu, che potete
scaricare sempre dal sito www.ubuntu.com.
Lo stesso discorso vale nel caso abbiate dell’hardware molto particolare, alcune schede Raid, ad esempio, non vengono riconosciute dal CD di Ubuntu Desktop standard. A questo punto, però, l’installazione richiede una conoscenza
del sistema Gnu/Linux che esula dagli obiettivi di questo manuale, consigliamo di rivolgervi ad una persona esperta oppure al LUG o associazione ProLinux più vicina.
15.7 Problemi Hardware
Spiegheremo come risolvere i problemi più comuni che hanno a che fare con
l’hardware, come il riconoscimento della scheda di rete, della scheda audio,
del modem, di dischi, chiavette USB e così via. Un buon punto di partenza
per verificare l’hardware installato e riconosciuto sul sistema è di accedere a
Sistema > Preferenze > Informazioni Hardware.
Capitolo 15 | 166
15.7.1 Riconoscimento del Modem
Esistono di diversi tipi, modelli, marche e tecnologie di modem in commercio.
I modem analogici a 56kbps si possono distinguere in interni ed esterni. La
maggior parte di quelli interni sono i cosiddetti WinModem, spesso la compatibilità con Ubuntu non è garantita perché costruiti per il sistema operativo
Windows. Quelli esterni, invece, sono più facilmente gestibili e compatibili,
soprattutto quelli che usano la porta seriale o parallela, mentre molti di quelli Usb sono paragonabili a WinModem. Pertanto prima di acquistarne uno
verificate se esistono i moduli Linux in grado di usare dispositivo. Un’ottima
risorsa in merito alla configurazione di modem interni si trova sul sito http://
linmodems.org/.
15.7.2 Riconoscimento della scheda video
Dal menu Sistema > Amministrazione > Schermi e Grafica avete la possibilità
di configurare le impostazioni dello schermo e della scheda grafica installata
sul computer se il sistema non dovesse riconoscerla automaticamente.
Nel caso in cui doveste incontrare problemi con la parte grafica la potete riconfigurare usando il comando # dpkg-reconfigure xserver-xorg.
Una procedura guidata permetterà di configurare i parametri più importanti
relativi al software “X”, cioè la scheda video, il monitor, il tipo di mouse, la
risoluzione e così via.
Riconfigurare Xorg
167 | Risolvere problemi comuni
15.7.3 Problemi con l’audio
Accedete al menu Sistema > Preferenze > Audio per impostare la configurazione dei dispositivi di output e input audio. Di base la configurazione prevede l’identificazione automatica delle risorse secondo i diversi usi, può tuttavia
succedere che si debba specificare quale risorsa usare. Il tasto Prova, prima di
uscire dal menu, la conferma la correttezza delle configurazioni.
15.7.4 Riconoscimento della scheda di rete
Attualmente la maggior parte delle schede di rete in commercio viene riconosciuta dai sistemi GNU/Linux e in particolare da Ubuntu, in ogni caso
conviene sceglierne di una marca non proprio sconosciuta, al fine di evitare
problemi di riconoscimento. Inoltre è bene verificare se esiste la compatibilità
con i sistemi Linux.
Se la scheda non viene riconosciuta occorre rivolgersi al supporto del produttore e seguire le procedure indicate per l’installazione del modulo relativo alla
scheda.
15.7.5 Problemi con il mouse
Le impostazioni del mouse dipendono dalle impostazioni Sistema > Preferenze > Mouse, da questo menu potete selezionare la velocità, il tipo di cursore e
la modalità mancino.
Talvolta i vecchi mouse necessitano della riconfigurazione del software Xorg,
che abbiamo visto precedentemente.
15.8 Problemi di rete
In questa sezione vedremo come verificare i parametri di rete per navigare in
internet o per accedere ai servizi offerti da una rete locale o geografica.
Quasi tutti i computer oggi in commercio sono dotati di serie di una scheda
di rete Lan, le ultime versioni di Gnu/Linux riconoscono senza grossi problemi
la maggior parte di quelle in commercio.
Capitolo 15 | 168
15.8.1 Parametri di rete
Il protocollo più comune e quello che viene usato per Internet, è il Tcp/Ip. Per
poter usare il computer con questo protocollo è necessario che alla scheda di
rete siano assegnati i parametri corretti.
Lo standard RFC (Request for comments) ha stabilito che debbano essere
usati per questo tipo di protocollo un formato numerico composto da quattro (ciò vale solo per la versione IPv4) terzine decimali, ovvero del tipo XXX.
YYY.ZZZ.WWW, per esempio 192.168.1.1.
A questo indirizzo, che deve essere univoco nella rete locale, deve essere associata una maschera che serve a identificare le macchine appartenenti a una
rete locale.
Ogni terzina può variare dal numero 0 al numero 255, la loro combinazione
è decisa da chi imposta i parametri di rete, quasi tutte le combinazioni sono
valide, mentre alcune sono riservate per l’utilizzo nelle varie reti locali (casalinghe o di un’azienda), altre solo per i siti web, altre sono riservate per altri
scopi.
Tra i parametri di rete è importante anche l’indirizzo della macchina che vi
permette di raggiungere gli altri computer o server non appartenenti alla rete
locale, il gateway e l’indicazione di quali sono i server che aiutano il computer
a identificare un indirizzo Tcp/Ip dal suo nome (la risoluzione dei nomi DNS),
ovvero i DNS server.
15.8.2 Routing, ovvero l’instradamento dei
pacchetti
Quando siete collegati a una rete dovete verificare di avere un indirizzo IP
valido, per verificarlo dovete andare su Sistema > Amministrazione > Rete.
Questo è valido nel caso in cui non abbiate un server DHCP, ovvero un server
che ti assegna i parametri all’avvio del sistema operativo senza che dobbiate
fare nulla, o quando l’indirizzo e i vari parametri sono assegnati dal provider
quando ci si collega con il modem (Isdn, analogico, Adsl).
Per vedere l’indirizzo assegnato si apre shell dei comandi: Applicazioni > Accessori > Terminale, date il comando ifconfig, dovrebbe apparire una serie di
righe tra le quali si trova l’IP. Se non appare l’indirizzo IP, significa che:
1. non ne avete assegnato nessuno dal menu di configurazione Rete, provvedete ad assegnarne uno in Sistema > Amministrazione > Rete;
169 | Risolvere problemi comuni
2. se siete collegati con un modem, provate a scollegarvi e ricollegarvi, nel
caso non venisse assegnato nessun parametro verificate sulle istruzioni
del provider di non doverli assegnare manualmente;
3. il server DHCP della rete non sta funzionando bene;
4. il cavo di rete non è collegato bene, provate a staccarlo e riattaccarlo,
dovreste vedere dei led accesi se il collegamento è attivo.
Interfaccia di loopback
Se, invece, ifconfig visualizza solamente l’interfaccia lo, significa che il sistema non ha riconosciuto la scheda di rete oppure non ha avviato il modulo
(l’equivalente di un driver per la gestione della periferica da parte del sistema
operativo) relativo. Per verificare il modulo corretto la cosa più semplice è
ricercare nel manuale della scheda di rete oppure in Internet.
Ricordate che per una rete locale dovreste assegnare un IP che sia compreso
all’interno di queste classi:
•
classe A: 10.x.y.z con maschera (netmask) 255.0.0.0;
•
classe B: 172.16.x.y – 172.32.x.y con maschera 255.255.0.0;
•
classe C: 192.168.x.y con maschera 255.255.255.0;
Dove “x”, “y” e “z” sono numeri compresi tra 1 e 254 che potete liberamente
scegliere.
In caso contrario si corre il rischio di sovrapporsi a un indirizzo appartenente
a un qualsiasi sito web e pertanto risulterà impossibile raggiungerlo (per es.
Capitolo 15 | 170
se assegnate l’IP 222.222.222.222, sarà impossibile accedere a www.google.it
che è il sito a cui è assegnato dal suo provider quell’IP. Il PC riconosce infatti
quell’indirizzo come locale e non andrà in Rete a cercarlo. Inoltre verificate
che il gateway appartenga alla vostra stessa classe. Se, per esempio, decidete di usare la classe C 192.168.1.x con maschera 255.255.255.0, al PC potete
assegnare l’indirizzo 192.168.1.1, mentre il gateway potrebbe avere indirizzo
192.168.1.254.
Una volta assegnati i diversi parametri verificate di raggiungere il gateway, da
terminale inserite il comando $ ping 192.168.1.254.
Risultato del ping
15.8.3 Risoluzione dei nomi
Una volta che i parametri di rete “indirizzo IP”, “netmask” e “gateway” sono
correttamente impostati e le prove precedenti hanno avuto esito positivo,
verificate che i DNS dal menu Sistema > Amministrazione > Rete.
Inserisci i parametri forniti dal provider, o l’indirizzo IP di un server DNS interno funzionante. Di solito non serve impostare i domini di ricerca, a meno
che non sia specificato. Se la linea internet è funzionante e il computer è correttamente configurato ma non riuscite a navigare o inviare posta, provate a
verificare che il DNS stia funzionando usando i Network tools oppure provate
a cambiare server DNS. Potete anche installare il pacchetto bind, che fornirà
un servizio DNS server locale. Potete quindi impostare il DNS locale come
nelle impostazioni di rete, cioè 127.0.0.1.
171 | Risolvere problemi comuni
15.8.4 Utility Network tools
Da Sistema > Amministrazione > Strumenti Rete potete accedere a un’utility
che effettuare i test descritti e molto altro.
Il primo tab è Interfacce da lì potete vedere la configurazione delle interfacce,
selezionando l’interfaccia potete vedere alcuni dei parametri impostati, tra
cui l’indirizzo IP e la maschera, ma potete anche configurarla. Questo campo
è identico ai risultati che si ottengono con ifconfig da riga di comando. Con
il secondo tab potete eseguire il comando ping e vederne l’esito.
Da Netstat potete vedere alcune informazioni importanti tra cui:
1. in Informazioni sulla tabella di instradamento le informazioni
relative al default gateway impostate o a rotte aggiunte per configurazioni particolari. Nel caso non vedeste una riga con destinazione 0.0.0.0 e un
indirizzo IP definito (di solito diverso dal quello locale del pc), significa
che non è impostato un gateway. Questa tabella è equivalente al comando netstat -rn;
2. servizi di rete attivi, equivalente al comando netstat -an, mostra
quali sono i servizi che stanno in ascolto su un determinato IP, oppure
tutti (0.0.0.0);
Servizi attivi
Capitolo 15 | 172
3. Traceroute è una funzionalità con cui potete osservare la “strada” che
compiono i pacchetti per arrivare a destinazione, quali router o altro dispositivo si trovano prima di arrivare al dispositivo di destinazione.
Questa utility è molto utile quando la connessione internet non funziona,
o non riuscite a raggiungere il dispositivo remoto e temete ci possa essere
“nel mezzo” un dispositivo che non sta funzionando a dovere. L’ultima
riga può indicare su quale dispositivo dovete intervenire;
4. Lookup permette di risalire alle informazioni di un MailExchanger record
per un determinato dominio di posta, o risalire dall’indirizzo IP al nome di
un server in Internet, e molto altro. È un’utilità molto interessante in fase
di risoluzione di problemi di rete avanzati.
Lookup
Capitolo 16
Ubuntu accessibile
Ubuntu si distingue da altre distribuzioni Linux anche per il suo interesse verso le persone con problemi fisici, uditivi o visivi. Gli strumenti di tecnologia
assistita per computer si dividono in alcune macro-categorie:
•
Tecnologie assistite per disabilità fisiche;
•
Facilitazioni per tastiera;
•
Tecnologie assistite per visibilità limitata o utenti ipovedenti;
•
Tecnologie assistite per disabilità sonore.
16.1 LiveCD
Il CD live di Ubuntu permette di attivare, oltre alla lingua desiderata, anche
delle funzionalità di accessibilità. In particolare premendo F5, durante la fase
di scelta del LiveCD, si può accedere alle seguenti opzioni:
None – nessuna
Lesser Visual Impairment – imposta un tema altamente visibile, con font
e cursori più grandi, usando testo nero su sfondo bianco per esaltarne la visibilità.
Moderate Visual Impairment – con questa modalità viene avviato il software Gnopernicus, il quale ingrandisce le sezioni delle schermo in cui ci si
posiziona.
Blindness – viene avviato il software Gnopernicus con la funzionalità di leggere ciò che si trova sullo schermo per persone non-vedenti.
Minor Motor Difficulties – abilita funzionalità di base di mouse e tastie-
Capitolo 16 | 174
ra per persone con difficoltà motorie, tra le altre funzionalità il movimento
del mouse è controllabile dalla tastiera, la quale viene impostata con un maggior ritardo per la ripetizione dei tasti.
Muovendo il cursore potete selezionare l’opzione necessaria, a questo punto
premete il tasto Invio e il sistema verrà caricato in modalità Live con la funzionalità richiesta.
16.2 Attivare le Tecnologie assistite
Quando il sistema è già installato è necessario, per utilizzare sistemi come
Magnifier o Orca, attivare le Preferenze delle tecnologie assistite, potrete farlo
accedendo al menu Sistema > Preferenze > Accesso universale > Preferenze
delle tecnologie assistite, l’avvio di queste funzionalità avviene in una modalità
preconfigurata.
In questo menu potete accedere alle applicazioni preferite, all’interno di queste trovate Accessibilità. Negli altri tab potete selezionare le applicazioni predefinite, come il browser o il client di posta, in Accessibilità potete decidere
se attivare l’ingrandimento dello schermo Vista e Mobilità. Nelle Preferenze
potete abilitare l’Accessibilità da tastiera e Login accessibile.
Durante l’installazione da CD non tutte le caratteristiche potrebbero risultare
installate, in tal caso si faccia riferimento ai capitoli precedenti per le procedure di installazione dei pacchetti mancanti.
Preferenze tecnologie assistite
175 | Ubuntu accessibile
16.3 Login accessibile
Abilitando il Login accessibile verrà aperta una finestra in cui impostare dei
parametri relativi all’accesso, in particolare nel menu Accessibilità potete selezionare Abilitare accessibilità all’accesso.
Negli altri menu potete selezionare delle configurazioni per la finestra di accesso, tra cui decidere di avere una Lista utenti nella schermata di accesso.
In particolare nel menu di accesso potrete selezionare temi precedentemente
impostati, tra i quali ci sono quelli ad alto contrasto.
Preferenze finestra di accesso
16.4 Video
In Sistema > Preferenze > Accesso universale > Preferenze delle tecnologie assistite > Applicazione preferite > Accessibilità potete attivare vista, con questa
modalità le sezioni di schermo su cui si passa con il mouse vengono ingrandite. Potete scegliere tra Orca con ingranditore o Ingranditore di GNOME senza
lettore schermo per abilitare l’ingrandimento di porzioni dello schermo, inoltre Orca può leggere ciò che accade a video. Se selezionate solo Orca verrà
attivato il text-to-speech. Il sistema di ingrandimento dello schermo è definito
Magnifier.
Capitolo 16 | 176
Nelle preferenze di Orca potete cambiare le impostazioni del cursore e il suo
colore, decidere quanto deve essere grande il mirino che permette l’ingrandimento, lo zoom dell’ingrandimento stesso e dove posizionarlo sullo schermo.
Orca in funzione
16.5 Audio – Text-to-Speech
Sempre dal menu precedente potete attivare Orca. Questo sistema permette
l’abilitazione della lettura di ciò che si trova nella finestra che si apre o del punto in cui è posizionato il cursore del mouse.
Accedendo alle Preferenze Sintesi vocale di Orca potete decidere di usare il driver di text-to-speech fornito da eSpeak di Gnome oppure del pacchetto Festival (nel qual caso è da prevedere l’installazione del pacchetto base e della lingua italiana). Inoltre avete la possibilità di decidere la velocità della traduzione
vocale, la tonalità e il volume, oltre alla lettura degli spazi bianchi e altro.
16.6 Braille
Accedendo alle tecnologie assistite e abilitando Orca, è possibile utilizzare
le funzionalità Braille. Tali funzionalità vengono abilitate nelle Preferenze del
programma Orca, accedendo al tab Braille si potrà impostare la modalità
d’uso di questa funzionalità, in particolare ci si potrà avvalere del supporto
della tastiera Braille direttamente a schermo.
177 | Ubuntu accessibile
16.7 Tastiera
Dal menu Sistema > Preferenze > Accesso universale > Accessibilità tastiera è
possibile definire la configurazione della tastiera per quanto riguarda l’intervallo di ripetizione dei tasti o un avviso quando il tasto viene premuto.
Tastiera Braille a schermo
Dal menu Base potete attivare diverse opzioni sulla pressione o ripetizione
dei tasti:
Funzioni - ovvero i tasti speciali che permettono di scrivere in maiuscolo
o usare combinazioni di tasti. Potete far sì che queste si disattivino se non
vengano usate per un determinato periodo di tempo, oppure che il sistema
emetta un segnale acustico se vengono abilitate o disabilitate da tastiera.
Abilitare la permanenza dei tasti - sono i tasti Alt, Ctrl, Shift, se viene
abilitata questa opzione quando ne viene premuto uno viene emesso un suono. Lo stesso in caso di pressione contemporanea di due tasti.
Ripetizione tasti - qui potete impostare il ritardo e la velocità per la ripetizione di una lettera.
Capitolo 16 | 178
Dal menu Filtri potete configurare il sistema affinché accetti il tasto solo se
premuto per un periodo di tempo definito, per esempio.
Dal menu Mouse da Tastiera potete abilitare il controllo del mouse dalla tastiera, attraverso questa funzione il puntatore del mouse viene direzionato
usando le frecce del tastierino numerico, potete impostare anche la velocità
di movimento. Da questo menu potete selezionare ulteriori preferenze per il
mouse.
16.7.1 Impostazioni tastiera
Tra le molte caratteristiche disponibili potete impostare la tastiera affinché
obblighi a fare una pausa dopo un periodo di tempo di digitazione e quanto
deve essere lunga questa pausa. Sulla barra dei menu comparirà un’icona che
indicherà il tempo rimanente tra una pausa e l’altra e permetterà anche di
modificare le impostazioni della tastiera.
Da qui potete anche accedere al menu di configurazione delle funzioni di accessibilità della tastiera descritte prima.
16.7.2 Monitor accessibilità tastiera
Nel caso abbiate attivato l’accessibilità della tastiera, uno strumento utile da
inserire è Stato accessibilità tastiera. Questa applicazione da pannello visualizza delle icone per indicare quale funzione di accessibilità è abilitata nello
strumento di preferenze Accessibilità tastiera.
Potete aggiungere Stato accessibilità tastiera a un pannello, per far questo
premete con il pulsante destro del mouse su un pannello quindi scegliete Aggiungi al pannello e selezionate Stato accessibilità tastiera.
16.8 Mouse
Dal menu Sistema > Preferenze > Mouse avete la possibilità di modificarne la
velocità, così da facilitarne il controllo, per evitare che risulti troppo veloce o,
viceversa, troppo lento. È anche possibile definire l’intervallo di tempo valido
affinché venga riconosciuto il doppio clic, usato, per esempio, per aprire una
finestra o un file.
179 | Ubuntu accessibile
16.9 Tastiera e Mouse a video
Dal menu Sistema > Preferenze > Accesso universale > Preferenze delle tecnologie assistite, selezionando Onboard avete la possibilità di attivare la tastiera
a video.
In questo modo potete scrivere senza dover usare la tastiera fisica, ma selezionando con il cursore del mouse i tasti e i tasti di modifica.
Per poter usare la tastiera a video è necessario disabilitare il salvaschermo, da
Sistema >Preferenze > Salvaschermo, deselezionare l’opzione Avviare il salvaschermo quando la sessione è inattiva.
Tastiera Braille a schermo
Gli autori
Simone Brunozzi (www.ubuntista.it)
Andrea Lazzarotto (lazza.wordpress.com)
Marco Boneff (www.marco.boneff.ch)
Diego Russo (www.diegor.it)
Gianfranco Limardo (bloglimardo.blogspot.com)
Alessandro Paiusco (www.tipsandtux.org)
Nicola Pavan
Gabriele De Vitis
Mirko Parisi (mirx.altervista.org)
Salvatore Schirone (www.schirone.it)
Claudio "Memphis4" Pagani
Marco Giorgetti a.k.a. Midimarcus (www.midimarcus.com)
Pietro "Pietrao" Isotti (pietroisotti.homelinux.net)
AAA (xxx.yyy.zzz)
Si ringraziano anche gli altri contributori che non hanno richiesto
di essere citati in questo elenco.