Pressbook - Lucky Red
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PALMA D’ORO FESTIVAL DI CANNES 2007 PREMIO FIPRESCI presenta 4 mesi 3 settimane 2 giorni un film di CRISTIAN MUNGIU Ufficio Stampa LUCKY RED Via Chinotto,16 - 00195 Roma Tel. +39 063759441 - Fax +39 0637352310 Georgette Ranucci: +39 335.5943393 e-mail: [email protected] Alessandra Tieri: +39 335.8480787 e-mail: [email protected] www.luckyred.it CAST TECNICO Regia e Sceneggiatura ......CRISTIAN MUNGIU Fotografia.........................................OLEG MUTU Con Il Contributo di .........MINDSHARE ..........BV MEDIA MCCANN ERICKSON ROMANIAN .........................TELEVISION THE ANONIMUL Scenografo.......................MIHAELA POENARU ........................................................FOUNDATION Montaggio...............................DANA BUNESCU Una Produzione ..........................MOBRA Suono .....TITI FLEANCU, DANA BUNESCU, ..................................CRISTIAN Nazionalita’............................................ROMANIA TARNOVETCHI Missaggio .................................CRISTINEL Costumi.......................................DANA Produttore Associato ....................DAN SIRLI ISTRATE Produttore Esecutivo.........FLORENTINA ONEA BURLAC Durata 113 min. USCITA 24 AGOSTO 2007 CREDITS NOT CONTRACTUAL Prodotto da ....................................OLEG ....CRISTIAN MUTU, MUNGIU per MOBRA FILMS Coprodotto da ..................................SAGA ........................................ ALEX TEODORESCU Con Il Sostegno di ...................THE ROMANIAN ...........................................NATIONAL .................................FOR ..............THE FILM, CENTER CINEMATOGRAPHY HUBERT BALS FUND OF THE ........................ROTTERDAM FILM FESTIVAL FILMS CAST ARTISTICO Otilia .............................ANAMARIA SINOSSI MARINCA Gabita ........................................LAURA VASILIU Signor Bebe .................................VLAD IVANOV Adi .........................................ALEX Signora Radu ............LUMINITA Signor Radu........................ADI POTOCEAN GHEORGHIU CARAULEANU Otilia e Gabita condividono la stessa stanza in un dormitorio per studenti. Frequentano l’università in una piccola cittadina della Romania, negli ultimi anni del comunismo. Otilia affitta una stanza in un albergo economico. Nel pomeriggio, incontreranno un certo signor Bebe. Gabita è incinta, l’aborto è illegale e nessuna delle due si è mai trovata ad affrontare cose simili in passato. 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI fa parte di un progetto più ampio intitolato TALES FROM THE GOLDEN AGE - una storia personale sul comunismo in Romania raccontata attraverso le sue leggende urbane. Obiettivo del progetto è parlare di quel periodo senza riferirsi direttamente al comunismo ma per mezzo di diverse storie che si concentrano sulle scelte personali, in un periodo di disgrazie che la gente deve vivere come se fosse un periodo normale. 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI è il primo film della serie. NOTE DI REGIA LA STORIA La sceneggiatura prende spunto dal quel genere di esperienze personali che la gente normalmente non condivide con gli altri. Con coloro che sono entrati in contatto con la mia storia è accaduto qualcosa di inaspettato: una volta ascoltata, avevano una storia personale di questo genere da condividere. All’improvviso tutti avevano qualcosa da dire su questo argomento. Ero sorpreso nello scoprire quanto queste storie siano comuni e tenute nascoste. Non le ho usate nel film - ho seguito solo la storia che conoscevo meglio - ma mi hanno aiutato a comprendere quanto il fenomeno fosse diffuso. LA SCENEGGIATURA Ho scritto la prima stesura a luglio 2006. Era molto più lunga della versione finale contava circa 160 pagine e descriveva con maggiore ricchezza di particolari le mattinate delle ragazze nel dormitorio per studenti. Comprendeva anche la visita del padre di Gabita l’unica scena che è stata girata e poi tagliata in fase di montaggio. Ho deciso di sacrificare una buona scenacon molti suggerimenti relativi all’influenza dei genitori sulle decisioni dei personaggi in favore di una coerenza narrativa. Nel frattempo, Otilia si era imposta con autorità come il personaggio principale. Durante le riprese ho iniziato a riscrivere soprattutto i dialoghi, ma non solo. Riscrivo sempre le scene quando conosco la location e dopo aver fatto una lettura dei dialoghi con gli attori. Ho continuato ad aggiungere sostanza all’anima del film -le scene con il signor Bebe- e ho dato libero sfogo al ritmo mozzafiato della parte finale. IL CONTESTO STORICO Nel 1986 è entrata in vigore in Romania una legge che vieta l’aborto. Gli effetti sono stati immediati: nei primi anni settanta, c’è stato un decisivo incremento del numero delle nascite, numero nettamente superiore al periodo precedente, il 1966. La media del numero dei bambini in una classe è aumentato da 28 a 36. Il numero delle classi nelle scuole è aumentato da 2/3 a 9/10. Quando andavo a scuola, in classe mia c’erano sette Cristian - non c’erano abbastanza nomi per tutti... Le donne hanno iniziato quasi subito a far ricorso all’aborto illegale. Alla fine del comunismo, fonti affidabili affermano che oltre 9000 donne sono morte a seguito di un’interruzione di gravidanza nel periodo 1966 - 1989. In quel contesto, l’aborto aveva perduto ogni connotato morale e veniva invece percepito come un atto di ribellione e resistenza contro il regime. Dopo il 1989, una delle prime misure prese nel paese libero è stata quella di legalizzare nuovamente l’aborto. Ne sono conseguiti quasi un milione di aborti nel primo anno - un numero nettamente superiore rispetto a qualunque altro paese europeo. Ancora oggi in Romania l’aborto viene usato come metodo contraccettivo, con oltre 300.000 interventi ogni anno. IL CASTING Avevo un solo attore in mente mentre stavo scrivendo: Vlad Ivanov - l’attore che interpreta il signor Bebe. Avevo lavorato con lui per una pubblicità un anno prima ed ero stupefatto dalla sua forza e dall’attenzione che poneva al dettaglio. Durante il casting, ho visto altri attori per il ruolo del signor Bebe, ma questo è servito solo a rafforzare la convinzione di essere nel giusto. Durante le riprese era in grado di recitare dieci pagine di dialogo senza sbagliare una sola parola, con l’esatta intonazione, tono di voce, pause e gestualità che avevamo deciso in precedenza. Avevo pensato di lavorare con Laura Vasiliu - che interpreta Gabita - nel mio primo film, OCCIDENT, ma per una serie di strane ragioni questo non è accaduto. In seguito, abbiamo lavorato insieme per delle pubblicità e mi sono reso conto che poteva esprimere emozioni profonde. All’inizio avevo dei dubbi su di lei perché non era abbastanza giovane per la parte, ma è stata così convincente che li ha subito messi a tacere. Una settimana prima delle riprese mancava ancora il mio personaggio principale e non avevo ancora una soluzione: sembrava che avessi visto ogni attrice rumena tra i 18 e i 28 anni senza tuttavia trovare il mio personaggio. Poi ho deciso di convocare Anamaria Marinca da Londra. Dopo aver vinto un premio Bafta per il suo primo film, si era trasferita in Inghilterra. Per il nostro basso budget, era un po’eccentrico assumersi l’onere di un costosissimo biglietto aereo solo per fare un provino, ma ho deciso che valeva la pena provare. Ci siamo incontrati a tarda notte, non appena è arrivata all’aeroporto, ed ero deluso: Anamaria come persona non era il mio personaggio. Il giorno successivo abbiamo letto delle scene insieme: la trasformazione era stupefacente. Il mio personaggio parlava attraverso le labbra di Anamaria, come se ne fosse posseduta. È fantastica, tutto il film poggia sulle sue spalle. RECITAZIONE Insisto affinché gli attori sappiano le battute a memoria in ogni dettaglio. Do loro la possibilità di fare i loro commenti al dialogo durante le prove. Recito per loro. Se non posso pronunciare una battuta in modo convincente, significa che in quella battuta c’è qualcosa che non va e allora la cancello. Una volta che conoscono il testo, inizio a togliere delle lettere dalla loro pronuncia per rendere il dialogo il più simile possibile a un linguaggio parlato. I direttori del suono mi odiano: incoraggio i miei attori a sussurrare, se questo può aiutarli a pronunciare le battute in maniera più naturale piuttosto che recitare con una voce ferma, che può essere più facilmente registrata… Se c’è qualcosa che mi piace moltissimo nel mio film, è la recitazione. Dopo la prima proiezione non ufficiale qualcuno ha detto che se ascolti i personaggi del film da un’altra stanza, sembrano persone che parlano nei video amatoriali… penso sia il miglior complimento che mi sia stato fatto! L’AMBIENTAZIONE Giro unicamente nelle location, non mi piacciono i set. Mi piace anche che l’ambientazione racconti la propria storia. Mi piacciono così tanto le location che mi piace mostrare tutto. La maggior parte delle riprese del film mostra l’ambiente a 180, 270 o addirittura 360 gradi. Chiunque abbia partecipato a delle riprese può capire quanto “baccano” può provocare tutto questo. Ogni location possiede una base, un generatore, delle luci, molti cavi, il monitor del regista e così via. Quando decidi di far girare la cinepresa a 360 gradi, un’intera troupe di decine di persone deve correre dietro la cinepresa durante le riprese e, come se non bastasse, lo deve fare in silenzio. Alcune volte vederlo fa un effetto comico. Poiché abbiamo deciso di girare per la maggior parte del film in piano sequenza, ci sono state scene in cui la cinepresa seguiva l’attore per oltre cento metri, cominciando dalla strada per poi finire in un appartamento. È estremamente difficile ma l’effetto è così naturale che ne vale veramente la pena. IL MATERIALE SCENICO Ho cercato di fare un film che parli dei miei personaggi e della mia storia e non del periodo. Volevo che il periodo rappresentasse solo il contesto e non il soggetto del film. Ho cercato di rispettare e ricreare la realtà il più possibile, senza però portare davanti alla cinepresa gli stereotipi e i punti di riferimento dell’ultimo periodo del comunismo. Gli oggetti di quel periodo si trovano tutti nel film ma non in primo piano: l’autobus che camminava su dei cilindri che sembravano bombe a gas, la Lastun (l’auto rumena locale spesso paragonata al ferro da stiro), i secchi dell’immondizia. Anche le abitudini dell’epoca si trovano nel film: il pacchetto di sigarette Kent era molto più importante dei soldi che avevi pagato per averlo, senza di esso non riuscivi a concludere nulla. GIRARE UN FILM IN COSTUME Gli anni ’80 sono già considerati “in costume”. Da allora le città sono cambiate drammaticamente. A Bucarest il numero delle macchine è aumentato di sette volte, la città è ricoperta di pubblicità dai colori sgargianti e la maggior parte dei palazzi possiede l’aria condizionata, le antenne paraboliche, gli infissi in alluminio e così via. Alla fine degli anni ’80 le strade non erano illuminate, c’era un unico canale televisivo che trasmetteva solo per due ore, pochissima benzina per le auto, tutto era immerso in un’atmosfera tetra e grigiastra. Questo spiega la gamma cromatica del film. L’ESTETICA DEL FILM Prima di iniziare a girare ho discusso con Oleg Mutu, mio socio e direttore della fotografia, per decidere quale stile sarebbe stato il più adatto al film. Abbiamo deciso di mantenere uno stile il più sobrio possibile, abbandonando tutto ciò che potesse apparire preparato o convenzionale. Non abbiamo usato un treppiede, ma non abbiamo usato neanche la steady-cam. Non abbiamo usato carrelli o gru. Abbiamo deciso di girare piani sequenza, permettendo all’attore di usare lo spazio davanti alla cinepresa. Non abbiamo mai fatto una panoramica per vedere il volto di un attore - molte battute arrivano fuori campo o da attori il cui viso è fuori dall’inquadratura. Abbiamo studiato una strategia per riprendere le persone da davanti. Abbiamo abbandonato, poco a poco, tutto ciò che poteva essere considerato troppo “carino” o costruito, ivi inclusa la bellissima neve che cadeva alla fine dell’ultima inquadratura. Abbiamo cercato di cogliere emozione e verità. Cristian Mungiu CRISTIAN MUNGIU SCENEGGIATORE/REGISTA PRODUTTORE Cristian Mungiu è nato nel 1968 a Iasi, in Romania. Ha studiato letteratura inglese presso l’università di Iasi e regia presso l’università del cinema di Bucarest. Ha lavorato come insegnante e giornalista per la carta stampata, la radio e la televisione fino al 1994. Durante i suoi studi di cinema, ha lavorato come aiuto regista per alcune produzioni straniere che giravano in Romania. Dopo essersi laureato nel 1998, ha diretto diversi cortometraggi. Il suo primo lungometraggio, OCCIDENT, è stato proiettato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes nel 2002 e più tardi ha partecipato ad oltre 50 festival nel mondo. Ha co-fondato Mobra Films nel 2003. FILMOGRAFIA 2007 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI Lungometraggio Sceneggiatore Regista/ Produttore (Palma d’Oro e Premio Fipresci al Festival di Cannes) 2007 TALES FROM THE GOLDEN AGE Serie di film di fiction Sceneggiatore Co-regista/ Produttore In produzione 2005 TURKEY GIRL Cortometraggio Sceneggiatore/Regista/Produttore Compreso nel film LOST AND FOUND (Proiettato in anteprima al Festival di Berlino) 2002 OCCIDENT Lungometraggio (Selezionato a Cannes, nella Quinzaine des Réalisateurs). (Oltre 10 premi internazionali tra i quali il Fipresci al Festival di Sofia e il premio del pubblico al Festival di Tessalonica) ANAMARIA MARINCA VLAD IVANOV Si è diplomata presso l’Università delle belle Arti, Musica e Arte Drammatica “Gorge Enescu” di Iasi. Si è diplomato presso l’accademia di Cinema e Teatro a Bucarest. CINEMA CINEMA 2007 2007 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI di Cristian Mungiu 2004 LE PÈRE GORIOT di Jean-Daniel Verhaeghe 2002 LES PERSECUTÉS di Gerard Cuq 2000 NATURE MORTE di Patrick Malakian YOUTH WITHOUT YOUTH di Francis Ford Coppola 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI di Cristian Mungiu TELEVISIONE 2004 SEX TRAFFIC di David Yates Premi come Migliore Attrice: BAFTA, Royal Television Society Awards, 2005 45° Festival della televisione di Montecarlo, 2005 THE EMBASSY di Gustavo Marino LAURA VASILIU LUMINITA GHEORGHIU Si è diplomata presso l’Università Nazionale di Cinema e Teatro di Bucarest. CINEMA 2007 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI di Cristian Mungiu 2006 A EST DI BUCAREST di Corneliu Porumboiu CINEMA 2007 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI di Cristian Mungiu 2002 BLESS YOU, PRISON di Nicolae Margineau (Camera D’Or - Festival di Cannes) 2005 CALLAS FOREVER di Franco Zeffirelli THE DEATH OF MR LAZARESCU di Cristi Puiu (Miglior Film, Un Certain Regard Festival di Cannes) (Miglior Attrice non Protagonista Los Angeles Film Critics Association) LOST AND FOUND co-diretto da Cristian Mungiu 2003 IL TEMPO DEI LUPI di Michael Haneke 2001 MARFA SI BANII (STIFF AND DOUGH) di Cristi Puiu (Quinzaine des Realisateus Festival di Cannes) 2000 STORIE - RACCONTO INCONSUETO DI DIVERSI VIAGGI di Michael Haneke 1999 OLEG MUTU TRAIN DE VIE - UN TRENO PER VIVERE di Radu Mihaileanu DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA 1996 PREA TARZIU (TOO LATE) di Lucian Pintilie Nato nel 1972 a Chisinau, si è laureato presso l’Università di Teatro e Cinema di Bucarest. 1988 MOROMETII di Stere Gulea 2007 THE DEATH OF MR LAZARESCU di Cristi Puiu (Miglior Film, Un Certain Regard Festival di Cannes) 2004 CIGARETTES AND COFFEE di Cristi Puiu (Orso d’Oro Miglior Cortometraggio, Festival di Berlino) 2002 OCCIDENT di Cristian Mungiu (Premio Fipresci, Quinzaine des Réalisateurs - Festival di Cannes) DANA BUNESCU MONTAGGIO/ DIREZIONE DEL SUONO Nata a Craiova nel 1969, si è diplomata presso l’Accademia di Cinema e Teatro a Bucarest, specializzandosi in montaggio e suono. 2007 CALIFORNIA DREAMIN di Cristi Nemescu (Miglior Film, Un Certain Regard Festival di Cannes) 2005 THE DEATH OF MR LAZARESCU di Cristi Puiu (Miglior Film, Un Certain Regard Festival di Cannes) 2004 CIGARETTES AND COFFEE di Cristi Puiu (Orso d’Oro, Miglior Cortometraggio, Festival di Berlino) LA ROMANIA PRESIDENTE DELLA ROMANIA: Traian Bãsescu (dal dicembre 2004). SLOVACCHIA UCRAINA UNGHERIA Oredea Iasi MOLDOVA Cluj-Napoca Arad Timisoara UCRAINA Sibiu Brasov POTERE LEGISLATIVO: Il Parlamento della Romania, con 469 membri nella legislatura 2004-2008, è bicamerale: Senato e Camera dei Deputati. Galati Ploiesti BUCAREST Craiova Giurgiu SERBIA BULGARIA Braila Tulcea Constanta Mangalia Mar Nero Capitale: ...................................................Bucarest Superficie: ........................................238.391 Km2 Popolazione: ........................................21.680.974 Lingua ufficiale: .......................................romeno Nazionalità: ...................................romeni 89,5%, ..........................................................ungheresi 6,4 %, ...................................................altre nazionalità 4% Religione: ..................................ortodossi 86,8%, ...........................................romano-cattolici 4,7%, ......................................................protestanti 3,2%, .................................................greco-cattolici 0,9%, .......................................................evangelici 0,1%, ....................................unitariani 0,3%, altro 0,4% Clima: ............................temperato continentale, .......................................................quattro stagioni Statuto: ...............................................Repubblica; ..............................................membro della NATO, ...............................membro dell’Unione Europea (dal 1 gennaio 2007), ......................................membro dell'ONU, OSCE, Consiglio d'Europea, ecc. POTERE ESECUTIVO: Il Governo della Romania è sostenuto dall’alleanza "Giustizia e Verità", costituita dal Partito Nazionale Liberale (P.N.L.) e dal Partito Democratico (P.D.) in coalizione con l’Unione Democratica dei Magiari della Romania (U.D.M.R.) e con il Partito Umanista Romeno (P.U.R.). PARTITI POLITICI RAPPRESENTATI IN PARLAMENTO: L’alleanza "Giustizia e Verità", il Partito Social-Democratico (P.S.D.), il Partito La Grande Romania (P.R.M.), l’Unione Democratica dei Magiari della Romania e il Partito Umanista Romeno. Dal mese di giugno 2007 la Romania detiene la presidenza del Consiglio dei Diritti Umani (CDO) dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, per un anno. La presidenza CDO rappresenta il più importante mandato detenuto dalla Romania, negli ultimi 17 anni, nel sistema ONU, dopo quelli avuti nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU (1990-1991 e 2004- 2006). Allo stesso tempo, la Romania è il primo stato membro dell'Unione Europea che detiene questo mandato. fonte: l'Agenzia di stampa rumena ROMPRES TAPPETO ROSSO PER IL CINEMA ROMENO LA PALMA D’ORO VINTA A CANNES DA CRISTIAN MUNGIU SVELA UNA NOUVELLE VAGUE DI REGISTI IN UN PAESE IN CUI GLI STUDIOS ATTIRANO LE GRANDI PRODUZIONI OCCIDENTALI La storia è iniziata in un laboratorio fotografico improvvisato in una casa di via Saraire a Iasi, una città situata nel nord est della Romania. Durante la dittatura comunista, il dottor Costel Mungiu si era procurato un vecchio apparecchio fotografico sovietico per dare sfogo alla sua passione per le immagini. Quarant’anni più tardi dal telecomando del suo televisore, nella sua mano tremolante, apprende che suo figlio Cristian Mungiu ha vinto la Palma d’Oro a Cannes per 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI. Il successo di “Kiki”, nomignolo attribuito a Cristian dai suoi amici, ha vendicato non solo la sua famiglia, ma anche una generazione di cineasti che ha l’ambizione di portare una ventata d’aria fresca nel cinema europeo. La Palma d’Oro che Cristian Mungiu, 39 anni, ha portato a Bucarest, rappresenta la consacrazione di una nouvelle vague del cinema nata nel paese dei Carpazi. “È il premio per l’équipe che ha lavorato al film, ma anche per tutta una generazione di cineasti - precisa Cristian Mungiu Sono contento di aver divertito i romeni con cose diverse dal calcio…”. Il successo di Kiki non è unico e solo in questo paese che dal 1° gennaio è entrato a far parte della Comunità europea attraverso una transizione caotica. I giovani registi romeni hanno ottenuto numerosi premi nei festival internazionali. Sempre a Cannes, quest’anno la Romania ha vinto al Certain Regard grazie al film CALIFORNIA DREAMIN di Cristian Nemescu, morto lo scorso anno in un incidente stradale a soli 27 anni. Nel 2006 Corneliu Porumboiu, 30 anni, ha vinto la Caméra d’Or per la sua opera prima A EST DI BUCAREST. Cristi Puiu, 40 anni, il mentore di questa nuova generazione di registi, aveva dato l’avvio nel 2005 con THE DEATH OF MR. LAZARESCU, premiato al Certain Regard. Quest’anno, al Sundance Film Festival, negli Stati Uniti, Radu Jude, 29 anni, ha ottenuto il primo premio tra i film stranieri. FRANCIS FORD COPPOLA A CASA DI DRACULA I premi al cinema romeno di questi ultimi anni sono la prova del fatto che esiste una scuola di cinema che sogna di ripetere l’esperienza del neorealismo italiano. Perché il cinema romeno è una storia più di passione che di mezzi. Nel 2000 il Paese ha conosciuto un’annata nera rispetto ai finanziamenti cinematografici. Oggi questo “petit poucet” del cinema europeo produce solo 10/15 film l’anno. Nello stesso tempo, la scuola di cinema di Bucarest è considerata obsoleta dai giovani cineasti che, per la maggior parte, si sono fatti le ossa nelle grandi produzioni europee e americane girate a Bucarest, città che ha preso la reputazione di essere la Cinecittà dell’Est. Creata nel 1992, la piccola ditta che era la Castel Film, è diventata uno stabilimento per le grandi riprese che annovera tra i suoi clienti, tra gli altri, Miramax, Paramount e HBO. “Abbiamo prodotto 110 lungometraggi, per la maggior parte americani, ma anche europei” - afferma il direttore commerciale Bogdan Moncea - “dal 1998 Castel Film ha trovato un concorrente in Romania. Media Pro Pictures, ribattezzata “Hollywood Est”, si presenta con un biglietto da visita notevole: un parco di 28.000 mq, 16 studios, 4 bacini per le riprese acquatiche, 30.000 costumi di scena di ogni epoca… Un’eredità del comunismo: il dirigente Gheorghiu-Dej aveva fatto costruire gli studios Buftea per la figlia Lica che sognava di essere una star del cinema. La Romania attrae. Lo scorso anno , dopo aver smesso di girare per 10 anni, Francis Ford Coppola ha voluto realizzare il suo ultimo film a casa di Dracula: YOUTH WITHOUT YOUTH, tratto da una novella di Mircea Elide, scrittore romeno emigrato negli Stati Uniti. Il regista de IL PADRINO dice di aver ritrovato a Bucarest la sua giovinezza affiancato da una giovane equipe romena che ha lavorato con lui 14 ore al giorno. “La qualità professionale era eccellente - ha dichiarato - Per me girare qui era una scelta obbligata”. Una cosa facile da spiegare, afferma Bogdan Moncea. “La nostra industria cinematografica non è solo una questione di soldi”, precisa. “I vincitori veri sono i giovani che hanno imparato a lavorare seguendo gli standard migliori. In Romania non scioperano e lavorano tutto il tempo. A 30 anni hanno girato più film dei loro omologhi occidentali di 50 anni. Qui non c’è scelta, le tappe vengono bruciate”. Un’opinione confermata da Mihai Malaimare che, a 30 anni, è diventato direttore della fotografia di Coppola. “In Romania si fa un lavoro molto serio, senza subire la pressione di una pletora di sindacati che passano il tempo a bloccare il lavoro, come invece accade in Francia”, dice. “Paradossalmente, partire da zero è un vantaggio e penso che si siano più chances di evolvere qui che altrove. In Francia, alla mia età le mie possibilità sarebbero state nulle”. Emarginati dalla rete istituzionale, i giovani registi romeni hanno trovato la loro voce prendendo parte all’alchimia delle grandi produzioni che sono state girate nel loro paese. Talentuosi, frustrati, furiosi contro le istituzioni ma carichi di esperienze forti, hanno vinto la loro battaglia: la loro autonomia e la loro indipendenza. A volte questo porta sul tappeto rosso di Cannes. Mirel Bran - Le Monde (31 maggio 2007) IL SOGNO DELLA CINECITTÀ ROMENA1 DEDICATO ALLA ROMANIA Vorrei aprire una finestra su un meraviglioso paese ferito e dolente, fiero e disperato, ancora sconvolto dalle lunghe violenze subite. Sotto le vesti ancora stracciate continuano a splendere le sue antiche bellezze, gli stupendi colori, gli odori delle sue erbe sconosciute e dei suoi sterminati boschi, salvi ancora per poco da nuove rapacità. Una finestra per vedere questa terra e la sua gente, la raffinatezza della sua arte e la saggezza delle sue tradizioni immutate nel tempo, le radici europee della sua cultura. Una finestra per sentire i canti e gli inconfondibili suoni. Da un luogo dove la disperazione si trasforma in allegria, gioia di vivere, coraggio e speranza di rinascere. Veronica Lazar 1 CINEROMIT - Il sogno della Cinecittà romena (1941 - 1946), a cura di Veronica Lazar e Piero Spila (Associazione ITALO ARTE) VOLTI VOCI E SUONI DALLA ROMANIA La Romania è una bellissima terra, non lontana ma ancora poco conosciuta, un luogo pieno di valori straordinari, curiosità e contraddizioni, un paese ricco di legami storici e culturali con l’Italia. Il romeno è una lingua neolatina e il nome stesso Romania deriva direttamente da quello di Roma. In più, tutta la storia della Romania sta a testimoniare che questo paese non fu mai una semplice colonia, tra le tante, ma fu sempre terra di viaggi e scoperte, il sogno di un grande imperatore come Traiano e la patria d’esilio di un poeta come Ovidio. E nel tempo, fino ai giorni nostri, la Romania è sempre stata ricca di artisti importanti, scrittori, pittori, scultori, musicisti. L’Italia, dai romeni è sempre stata vista come un punto di riferimento culturale e basta guardare nelle cineteche, nei musei, negli archivi della Romania per trovare testimonianze di un patrimonio artistico di grande e spesso inedito valore. LA LUNGA AVVENTURA DI CINEROMIT Il sogno della costituzione di Cineromit e di un’industria cinematografica romena nasce a Ion Cantacuzino e ai suoi collaboratori all’inizio degli anni Quaranta. Il momento è favorevole perché il blocco delle pellicole americane, che per anni e come sempre l’hanno fatta da padrone, e la concorrenza ancora timida ma reale tra Germania e Italia nel controllo del mercato europeo cinematografico, consentivano una buona possibilità di manovra. Tuttavia nelle decine e decine di relazioni e documenti che Cantacuzino scrive e presenta instancabilmente ai vertici politici e amministrativi del suo paese non c’è traccia di disegni egemonici né di mire propagandistiche, e non viene neppure particolarmente sottolineato l’aspetto finanziario dell’operazione, viceversa c’è in primo piano l’obiettivo, industriale e culturale insieme, di produrre ed esportare film artistici di qualità capaci di imporsi e di “portare onore alla Romania”. In quelle pagine, in quei discorsi, c’è la consapevolezza che la Romania non può procedere da sola ma deve necessariamente cercare alleanze con cinematografie straniere più forti e in grado di apportare esperienze, materiali e tecnici. In cambio la Romania metterà paesaggi bellissimi e ancora in gran parte scono- sciuti per il cinema, una generazione formidabile di artisti (scrittori, musicisti, attori), una grande passione. Si tratta di un progetto industriale realistico, fattibile, conveniente, però in controtendenza, e infatti si infrange sin dall’inizio nelle gelosie e nei sospetti delle altre società cinematografiche Romene, nella distrazione dei politici, nelle ottusità degli amministratori, nei cavilli infiniti degli avvocati e dei burocrati. Ed ecco allora che il progetto industriale si trasforma nel sogno di una vita, che Cantacuzino insegue in giro per l’Europa in armi o già in fiamme, come Achab la sua ossessione. Viaggi ripetuti a Berlino, Roma e Venezia, incontri con delegazioni straniere, sopralluoghi, diplomazie, lunghe attese, delusioni. Il sogno per un attimo sembra prendere consistenza e ogni volta un evento (la mancanza di una firma, un voto contrario, la richiesta di un approfondimento) lo respinge all’indietro. Cantacuzino non si rassegna e con pochi compagni di avventura, italiani e romeni, continua a inseguire il suo sogno e a incrociare la storia di quegli anni: l’8 settembre del 1943 a Roma, i bombardamenti di Berlino, con l’albergo Adlon in fiamme, e di Bucarest, con la distruzione del cinema Excelsior appena inaugurato, l’incubo di Stalingrado. Alla fine Cineromit prende vita proprio quando vengono meno le premesse che l’avevano ispirata (la possibilità di alleanze e di scambi di uomini, film e risorse). Dei tanti progetti di film elaborati, solo pochi alla fine riescono ad essere realizzati e non saranno nemmeno memorabili. Ma non è certo questo il problema, importante è aver dimostrato che uomini di diversi paesi, nel nome del cinema, potevano condividere gli stessi sogni e collaborare agli stessi progetti: proprio mentre l’Europa si divideva e combatteva su fronti contrapposti, mentre si susseguivano ultimatum, diktat militari e annessioni, e mentre in nome dell’antibolscevismo i regimi autoritari più biechi consolidavano le loro posizioni e le loro politiche di distribuzione. Nel sogno e nella breve parabola di Cineromit (così come sono descritti in queste pagine) non c’è mai tristezza, presagio, disperazione, viceversa c’è la voglia di insistere e non abbandonare il campo. Perché in gioco non c’era (non c’è) solo la realizzazione di un’idea (il cui esito negativo era forse scontato già per chi la difendeva) ma la condizione stessa di vivere il proprio tempo nel modo più giusto che è dato, sia che si operi nel cinema, sia che si lavori in qualsiasi altro campo della società. Vent’anni dopo, ricordando quegli eventi, Cantacuzino usa quasi le parole di Shakespeare, quando, in Enrico IV, Henry Pearce dice morendo al cugino: tu mi rubi la giovinezza. Per i protagonisti della storia di Cineromit si potrebbe dire forse ancora meglio: è stato un sogno che ha dato il senso alla nostra vita. (CINEROMIT - Il sogno della Cinecittà Romena (1941-1946), a cura di Veronica Lazar e Piero Spila (Associazione Italo Arte). ALCUNI MANIFESTI DI FILM ITALIANI DISTRIBUITI IN ROMANIA NOTE NOTE NOTE NOTE NOTE NOTE