Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia

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Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia
Ufficio stampa
Rassegna stampa
martedì 17 luglio 2012
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INDICE
Il Resto del Carlino Bologna
Attentato ai treni, torna l’incubo anarchico Due episodi identici nel 2004 e nel 2007
17/07/12
Politica locale
UNA LUNGA SCIA DI PRECEDENTI
17/07/12
6
Politica locale
Due uncini agganciano un Eurostar: è giallo sulla Milano-Bologna
17/07/12
Politica locale
«Non ci siamo accorti di nulla»
17/07/12
11
Politica locale
La Stazione rallenta: ritardi per Italo e Freccia Rossa, ma i regionali sono puntuali
17/07/12
Politica locale
Mauri (Pd): «Fatto grave»
17/07/12
7
10
Politica locale
Maggiori controlli sulle linee ferroviarie
17/07/12
4
13
14
Politica locale
Corriere di Bologna
Ganci sui cavi, trano bloccato. L'ipotesi: sabotaggio anarchico
17/07/12
Politica locale
L'inchiesta sul deragliamento e i lavori di manutenzione: forse era stata risùdotta la sicurezza dello
scambio
17/07/12
Politica locale
Via ai servizi di vigilanza cui binari senza telecamere
17/07/12
Politica locale
15
18
21
La Repubblica Bologna
Quei tre tentativi sempre senza colpevoli
17/07/12
22
Politica locale
Nuova sfida degli anti Tav sabotata la linea per Milano
17/07/12
Politica locale
Treno deragliato a Lavino di Mezzo lavori sullo scambio nel mirino del pm
17/07/12
Politica locale
23
26
Unità edizione Bologna
Sabotata l’Alta velocità, danni a un Frecciarossa ad Anzola
17/07/12
Politica locale
27
Il Sole 24 Ore
Due ganci sui cavi: sabotata l’alta velocità
17/07/12
29
Cronaca
Al Nord la cassaforte dell’Imu
17/07/12
30
Pubblica amministrazione
Stretta su farmaci e Spa locali nel mirino della maggioranza
17/07/12
Pubblica amministrazione
Firmato il decreto sul monitoraggio
17/07/12
33
Pubblica amministrazione
Scia, restano i vincoli statali e comunali
17/07/12
32
34
Pubblica amministrazione
Italia Oggi
In house, cessioni senza strappi
17/07/12
35
Pubblica amministrazione
La Consulta salva il ticket sanitario
17/07/12
36
Pubblica amministrazione
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La Consulta salva il ticket sanitario
17/07/12
37
Pubblica amministrazione
Box solo ben visibile e segnalato agli utenti
17/07/12
38
Pubblica amministrazione
Obbligatoria una zona con le strisce bianche
17/07/12
39
Pubblica amministrazione
Roma regina dell'Imu con un mld di gettito
17/07/12
40
Pubblica amministrazione
La precedenza vale solo fuori dal comune
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Pubblica amministrazione
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BOLOGNA
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Attentato ai treni, torna l'incubo anarchico
Due episodi identici nel 2004 e nel 2007
Dalle pentole a Fuoriluogo, una galassia che si rigenera. E colpisce
VALERIO BARONC1NI
DUE GANCI d'acciaio per spezzare l'Italia. Prodotti a mano: solo che il manuale non è quello delle Giovani Marmotte, ma il libretto dell'anarchico-sabotatore, rintracciabile sul web come un qualsiasi tutorial . Un incubo che si rigenera in una città ferita da dieci anni di attentatini e attentati: ieri
mattina, dopo il deragliamento di
sabato a Lavino di Mezzo
espiodio ancora slegato —, due
treni sono stati colpiti dagli uncini piazzati con follia organizzata
sulla linea aerea dell'Alta Velocità
ferroviaria. Solo danni, nessun ferito. Alla fine ci hanno rimesso i
soliti pendolari,
LA MANO è quella anarchica,
hanno pochissimi dubbi gli investigatori. Anche perché la mano,
forse la stessa o quella di alcuni
'cugini' della stessa famiglia, già
aveva agito a Bologna. Una prima
volta nel Ferragosto del 2004,
quando un gancio ami-treno era
rok.rZki t, '
•
...„„
sta io piazzato all'uscita della galle-
ria Pian di Setta, a Grizzana Morandi., Poi nel gennaio 2007, nel
tratto tra Lavino di Mezzo e la stazione centrale del capoluogo.
Coincidenza da paura, ma tant'è.
Gli anarco-insurrezionalisti si sono esercitali e così hanno deciso
di tornare a colpire. Perché Bologna? Se lo chiedono gli inquirenti che hanno decapitato Fuoriluogo, il circolo anarchico di via San
Vitale: `Nicu', Stefania, `Madda' e
gli altri, una famiglia quasi, che
proprio in questi giorni affronta
il processo per i vari raid messi insieme dai magistrati nel contenitore dell'associazione a delinquere aggravata dalla finalità eversiva. Una battaglia tecnico-legale,
quella per riconoscere l'associazione a delinquere (quindi piani e
azioni organizzate, non micro
vandalismi o episodi slegati da un
filo criminale e violento), su cui i
nostri pm si stanno spendendo da
tempo. Memori dagli episodi antichi (più o meno). Ma il virus è debellato?
ii
IL PROCURATORE ALFONSO
HA SEGUITO ANCHE ALTRE
INCHIESTE SUGLI ANARCHICI
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C'ERANO stati i giorni neri degli attentati ai carriannati„ ma anche quelli delle pentole: siamo
sotto tiro dal 2001. La stagione si
è poi tramutata in quella dei plichi esplosivi. Parliamo del 2003:
un cadeau incendiario fu recapitato a casa dell'allora presidente della Commissione europea Roma-
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BOLOGNA
no Prodi e solo pochi giorni prima due ordigni rudimentali erano stati piazzati in alcuni cassanetti a poche decine di metri.
della casa dell'ex premier, in
via Gerusalemme.
Bologna epicentro dei terremoti anarchici: i futuri capi e
saperti di Fuoriluogo hanno
scalato l'Asinelli, nel 2008,
quando venne ucciso uno studente greco. E proprio dalla
Grecia all'Emilia il disperato percorso è breve: uno dei
pacchi bomba spediti ai capi
europei è stato intercettato al Marca ni, dove venne fatto atterrare
un aereo con un plico incendiario
indirizzato a Silvio l3erlusconi.
Ma qui s'è palesata per la prima
volta anche la sigla Fai (Federazione anarchica informale), qui
anche un sindaco (Sergio Cofferati) ha ricevuto uno dei famosiplichi. Qui — sempre qui — abbiamo conosciuto la 'Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)'. E, ora, si rifanno sentire i vandali dei ganci.
iktriN4-101:
Ottogie.%.
e...na~ •
•
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UNA LUNGA SCIA DI PRECEDENTI
Le pentole
Le manifestazioni
Sono state Lasciate in via dei
TerribiLia, era il 2001. Una
identica venne anche
Lasciata atribm; secondo
quanto si apprese, L innesco
era costituito da una polvere
nera
Più volte gli anarchici
bolognesi (e non solo) hanno
monopolizzato il centro con
manifestazioni e cortei non
autorizzati. in tatcaso $0r1Q„
anchw:salletulle:Tairrilper
protesta
li pacco bomba
Legami fortissimi tra il
movimento greco e
quello bolognese. Un
pacco indirizzato via
aereo a Berlusconi viene
trovato; il vati volo
atterra at Marcarli
Allutthlo ai Lni, tona l'hkuLa kaaat:‘,
Du2 edisadl id2nCei 2C114 r r.c12007
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BOLOGNA
Due uncini agganciano
Eurostar: è giallo
sulla
anoffaBologna
Linea danneggiata vicino alla stazione di Anzola
eli VALERIA MELONI
MENO di due giorni dal deragliamento a Lavino, e già un altro incidente crea scompiglio sulla linea ferroviaria di Bologna. Per la
seconda volta i tecnici delle Ferrovie hanno fatto gli straordinari,
questa volta sulla linea Alta velocità Milano-Bologna, dopo che alle
6.15 di ieri mattina l'Eurostar
Freccia Rossa 9501 Bologna-Roma è stato danneggiato da un gancio appeso alla linea di alimentazione elettrica, vicino alla stazione di Anzola. Non è semplice raggiungere i binari dalla strada, passando per arbusti e rovi, dopo essersi arrampicati su ringhiere e
muretti di recinzione. Ma qualcuno, nottetempo, è riuscito nell'impresa, come dimostrano i due
rampini di ferro appesi ai cavi di
alimentazione.
zioni, appesi alle linee aeree per essere trascinati dal pantografo del
treno e tranciare i cavi, di fatto
bloccando l'intera linea di Alta velocità. Fortunatamente il treno
coinvolto era fuori servizio e vuoto al momento dell'impatto e ha
potuto proseguire la sua corsa fino alla stazione di Bologna, per le
riparazioni a uno dei due pantografi (le strutture di collegamento
ai cavi di alimentazione sul tetto
della locomotiva). Danneggiati
anche due tendini (i fili che sostengono le linee di alinientazio-
UNA TECNICA di sabotaggio
nota agli inquirenti, che ricorda il
modus operandi degli anarchici:
due i ganci, modellati a forma di
uncino da due tondini per costru-
ne), che sono stati sostituiti nel
corso della mattinata dai tecnici
delle Ferrovie, accompagnati
Polfer, la Scientifica e i carabinieri della compagnia di Anzola,
nonché dal fischio di saluto dei
treni di passaggio (a velocità ridotta) sull'unico binario rimasto
aperto,
«LA MANOMISSIONE alla linea di alimentazione elettrica della linea di Alta Velocità MilanoBologna non ha mai comportato
problemi alla sicurezza della circolazione ferroviaria — si legge in.
una nota delle Ferrovie —. Unica
conseguenza è stata la sospensione della circolazione dovuta
all'indisponibilità dell'infrastruttura per il danneggiamento della
linea elettrica. La circolazione —
precisa la nota è stata infatti interrotta dalle 6.30 alle 12.30 sul binario in direzione nord, coinvolgendo una trentina di treni alta
velocità che hanno registrato ritardi fra 10 e 20 minuti».
TERVENTO
SUL POSTO, I TECNICI REI,
LA DIGOS, LA POLFER
E I CARABINIERI DI ANZOLA
Due undLi agg.nuimu
Etunsta, g*.aho
suguNZilunu-Eohg,,,,la
•
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e.
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BOLOGNA
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LA DECISIONE
Vigilanza intensificata sia di
giorno che di notte, ma
anche maggiori dispositivi
di sicurezza nette stazioni:
è resito del summit in
Prefettura di ieri
\‘'
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. :
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I GANCI
Due pezzi di tondini da
costruzione sono stati
piegati fino ad assumere
una forma a uncino, e sono
stati posizionati sui cavi di
alimentazione
..„
mmAK\mbk
TECNICI
AL LAVORO
l lavori di ripristino sono
proseguiti per tutta La
mattinata. Oltre al pantograf o del treno, sono stati
danneggiati due tendini
(cavi che sorreggono la linea di alimentazione elettrica dell'Alta velocità),
che sono stati subito sostituiti dai tecnici delle Fer• rovie
Due undLi ugg.moihm,
lua 1:u.nsta, g:a1;,,
sulL Nlik.m.-Eologua
iaggikwi
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OLI AUTORI
L'AZIONE POTREBBE ESSERE DI MATRICE
ANARCO-INSURREZIONALISTA, MA AL
MOMENTO NON CI SONO RIVENDICAZIONI
BOLOGNA CENTRALE
IN CITTÀ TRENI VELOCI A SINGHIOZZO, CON
UNA MEDIA DI RITARDI DI CIRCA VENTI
MINUTI PER TUTTA LA MATTINATA DI IERI
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BOLOGNA
IL SERVIZIO
SULLA MILANO-BOLOGNA LA CIRCOLAZIONE
È STATA SU UN SOLO BINARIO E A VELOCITÀ
RIDOTTA, DALLE 6.30 ALLE 12.30 DI IERI
L'IOTERVENTO
SUL POSTO, I TECNICI RFI,
LA DIGOS, LA POLFER
E I CARABINIERI DI ANZOLA
Due undLi ugg.m.ibm
Eu.nsta, g:aho
sulL MilLm.-Eologua
iaggikwi
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BOLOGNA
\ Non d ola
accort` dì X
‘\7
ci siamo accorti d
lente, neanche con te
finestre aperte». ti abitanti
detta vicina via Stradettazzo
hanno notato che qualcosa
non andava solo netta tarda
mattinata, a causa del viavai
di tecnici e dell'innaturate
silenzio che regnava sui
binari. Sentiti anche de tte
forze detrordine, i vicini non
hanno notato individui
sospetti neanche la no
precedente. «in questa zona
si fermano spesso auto —
racconta una signora —, ma
molto spesso si tratta di
copplette che cercano un
po' di intimità».
Due undLi ugg.m.i.m ■ „),
Eu.nsta,gI.o
olio MilLm.-Eologua
iaggikwi
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BOLOGNA
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Ma
ori controlli sulle linee ferroviarie
La Prefettura aumenta le misure di sicurezza
Il prn Borghini indaga sull'origine del gesto
SONO pochi i dubbi sulla
matrice ariarcoinSUrreziona:... lista del sabotaggio di ieri
mattina alla linea dell'Alta
velocità. Anche se al 1T10mento non ci sono rivendicazioni. Nel corso di una
riunione di coordinamento, che si è svolta ieri pomeriggio negli uffici della Prefettura, le forze dell'ordine
hanno deciso di intensificare i
controlli, e i dispositivi di sicurezza, lungo le linee ferroviarie.
La vigilanza messa in atto dalle
forze dell'ordine sarà intensificasia di giorno che di none, nel.: le stazioni e all'esterno lungo la
linea ferroviaria,
DEL CASO si occupa il pubblico ministero di turno,
gusto Borghini, che dopo
un lungo sopralluogo ha
erto un fascicolo, in
cui sono confluite ani: che le foto scatatte ieri
mattina dalla Polizia scientifica.
L'ipotesi di reato non è stata ancora formalizzata. In passato, in situazione analoghe, erano state
aperte inchieste per attentato alla
sicurezza dei trasporti con l'aggravante della finalità di eversione.
L'Alta velocità, del resto, è un
..... • .
• • .. .............
obiettivo degli insurrezionalisii e
i ganci sono stati utilizzati varie
volte in passato per sabotare le linee ferroviarie. Sul posto sono arrivati tecnici delle Ferrovie dello
Stato, Polfer, Carabinieri, e la
D igos.
».,
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BINARI II passaggio di Italo, ieri mattina, all'altezza di via Stradellazzo
Pagina 4
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sulle Nue*. furroelar:e
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BOLOGNA
ti
DA UNA prima ricostruzione è
emerso che i due ganci, collegati
al filo di nylon tipo lenza da pesca, erano stati piazzati sulle linee
aeree sia del binario pari che del
binario dispari. L'obiettivo, quindi, era quello di danneggiare la linea con l'arrivo dei treni e metter-
CASO
La Procura ha aperto un
fascicolo, ma l'ipotesi di reato
non è stata formalizzata
la così ko in entrambe le direzioni.
Il sabotaggio della linea dell'Alta
velocità Milano-Bologna arriva
due giorni dopo, e a pochissima
distanza, dal deragliamento, a Lavino di Mezzo, di un treno Regionale veloce diretto a Rinfini. Gli
inquirenti, comunque, escludo
qualunque collegamento tra i due
episodi. Nel pirmo caso il p111
Francesco Caleca ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo, e nelle prossime ore disporrà una perizia per chiarire le cause del deragliamento del treno.
Trattandosi di un accertamento
tecnico irripetibile, prima di affidare la consulenza procederà a
iscrivere alcuni nomi sul registro
degli indagati, a cui in questo modo sarà permesso di partecipare
agli accertamenti nominando dei.
consulenti. L'attenzione degli inquirenti si sta concentrando sullo
scambio, che a quanto pare, non
si trovava nella posizione in cui
avrebbe dovuto essere e per questo ha provocato il deragliamento. Al vaglio degli inquirenti ci sono, in particolare, i lavori di mam3tenzione ordinaria che erano
stati svolti su quella linea la sera
prima e poi anche la mattina stessa dell'incidente. Potrebbe essere
stata commessa qualche d.isattenzione dai tre operai che erano al
lavoro.
Emanuela Astolfi
•
CARROZZE L'interno del regionale deragliato sabato scorso
Pagina 4
X...!
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•
sulle Nue*. furroelar:e
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BOLOGNA
SAG
La Stazione rallenta:
ritardi per Italo e Freccia Rossa,
ma i regionali sono puntuali
LA VENDETTA dei treni lenti. Stazione di Bologna, ore 10,48: su
cinque treni ad alta velocità indicati dal tabellone, ben tre hanno un
ritardo tra i 15 e i 30 minuti. Per gli altri due l'indicazione arriverà a
breve. Tutti in perfetto orario invece gli altri treni: i bis trattati
regionali, i sempre più rari Intercity, gli sparuti Euronight. La colpa,
spiegano i responsabili di Rfi, è di un gancio di ferro, che alle 6.15 di
ieri mattina ha danneggiato il pantografo di un Freccia Rossa diretto
a Roma. Niente di grave, se non fosse per il dubbio di sabotaggio,
forse anarchico, che ha tenuto chiusa per accertamenti la linea.
Costringendo treni veloci a procedere a singhiozzo sull'altra linea
fino alle 12.30, in un effetto domino di lentezza e ritardi. La media
costante di tutta la mattina è stata di venti minuti. Come il Freccia
Rossa delle 10.28 per Napoli Centrale o il Freccia Bianca per Venezia
delle 10.40 che, dopo quasi mezzora, ancora non si vedeva. Stessa
sorte per il povero Italo, con in più l'aggravante di un tabellone
reticente, che ne ha annunciato il ritardo solo a ritardo già avvenuto.
Sfrecciano nel frattempo i regionali, stimolando il nervosismo dei
passeggeri. Ignari delle cause, poiché i tabelloni hanno indicato per
tutto il tempo un generico problema elettrico sulla linea. «Ma non è
possibile
si inalbera la signora Anna Cosmi, in ritardo di mezz'ora
— che ci costringano a pagare il triplo con l'Alta Velocità e poi
succedano quotidianamente cose di questo tipo». E già, perché il
periodo per i treni non è dei migliori. Ieri mattina anche la linea
ordinaria per Venezia ha viaggiato con lentezza, causa l'investimento
di una persona a Monselice. Ed è solo di sabato scorso il
deragliamento di Lavino di Mezzo, su cui ancora indaga la Procura,
che aveva distribuito ritardi su tutta la rete. Nessun legame in ogni
caso tra i due eventi, chiariscono da Rfi. A parte i disagi.
Simone Arminio
L'ATTESA
Alcuni turisti
aspettano l'arrivo
dei propri treni alla
stazione di Bologna
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CORRIERE DI BOLOGNA
Danneggiato il pantografo ce l treno. Gli artigli descritti in un «nianuale» insurrezionalista
Ganci anarchici contro la Tav
Hreenarossa sabotato a Ponte Slmoggn.
.
linea renna sei ore
_
Sabotaggio, ieri a Ponte
Samoggia ha fermato per
sei ore la Alta Velocità.
Due grossi ganci, uguali
a quelli-d.escrfiti in un manuale insurrezionalista,
hanno danneggiato il pantografo di un Frecelarossa.
ALLE PAGINE 2 E 3
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CORRIERE DI BOLOGNA
Ganci sui cavi, treno bloccato
L'ipotesi: sabotaggio anarchico
Lo stop alle 630 a SamoggiaAl convoglio era vuoto, danni al pantografo
La linea per Milano ferma per sei ore, Trenitalia rassicura i viaggiatori
Due grossi ganci a forma di
uncino collegati alla rete elettrica che alimenta l'Alta velocità
hanno provocato, alle 6.30 di ieri mattina, a un chilometro dalla stazione di Sarnoggia, la rottura del pantografo di un Frecciarossa. E, come conseguenza,
il blocco di sei ore della circolazione in direzione Nord.
Un'azione di sabotaggio, certamente. Di matrice anarcoinsurrezionalista, probabilmente.
Gli inquirenti non si sbilanciano, é chiara l'intenzione di
non creare panico fra i viaggiatori, ma è un fatto che ieri sul
posto si è recato anche il dirigente della Digos e d'altronde
basta guardare ai tanti episodi
identici avvenuti in passato a
Bologna e altrove per farsi
t'idea che gli autori siano anarchici o qualcuno che ne imita
le tecniche. Da pagina 106 del
pluricitato (anche dagli investigatori) manuale «Ad ognuno il
suo. 100o modi per sabotare
questo mondo» si spiega proprio come «attaccare il sistema
dei trasporti ferroviari». E cioè
con «ganci da realizzare con un
tondino di ferro del diametro
di 15-20 ninì» e «da collocare
sui fili elettrici» così che «il locomotore trascinerà con sé il
gancio, il quale strapperà le sospensioni del filo fino a quando questo non si staccherà o la.
locomotiva non sarà ferma».
Ma, secondo tecnici del settore, senza conseguenze per le
persone.
Ieri mattina, all'altezza del
chilometro 14600 della linea
nel tratto fra Samoggia e Lavino, a rompere il pantografo del
Frecciarossa 9501 che viaggiava senza passeggeri a bordo fra.
Milano e Bologna sono stati
proprio dei grossi ganci costruiti con due tondini piegati a forma di uncino e legati fra loro
da un filo di nylon. La stessa.
tecnica usata nel Ferragosto
2004 sulla linea Bologna-Firenze, anche se l'attentato fallì, e
negli stessi giorni a Modena, e
ancorali. 24 gennaio 2007 sem-
manuale degn ultrà
La tecnica a base di tondini
di ferro e filo naylon
è la stessa descritta
in un manuale anarchico
Danneggiato Il pantografo di un Frecciarossa in stazione
pre nella zona dì Lavino: si è
sempre parlato di matrice anarchica, ma gli autori non sono
mai stati individuati e le indagini si sono chiuse con archiviazioni. Uscendo dall'Emilia e
spostandosi in VaI di Susa, dove da anni la Tav è un tema caldo, i sabotaggi messi in atto
con la tecnica dei ganci non si
contano. Sono azioni in genere
solo dimostrative con conseguenze modeste (danni più o
meno riparabili alle cose e un
po' di caos) che per chi le con-
cepisce servono a richiamare
l'attenzione sull'impatto ambientale dell'Alta velocità, cavallo di battaglia degli anarcoinsurrezionalisti e degli ecoterroristi (spesso la stessa co-
precedenti
Azioni analoghe nei 2004
sulla Bologna -Firenze
e nel 2007 vicino Modena,
ma anche in Vai Susa
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CORRIERE DI BOLOGNA
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sa). Ma al di là delle intenzioni
l'effetto è soprattutto una gran
ansia nei viaggiatori, che speci.e in estate affollano i treni.
Fatto sta che per le Ferrovie
questa è un'altra grana: è di sabato scorso il deragliamento
nella vicina stazione di Lavino
del treno del mare Voghera-Rimini. Ieri, preoccupate proprio
per l'effetto panico sui passeggeri, le Fs si sono affrettate a
precisare che «la manomissione non ha comportato problemi alla sicurezza della circolazione ferroviaria». L'unico problema, comunque non irrilevante, è stato il blocco delta circolazione verso nord che ha interessato una trentina di Freeciarossa con ritardi fino a mezzora. Intanto la Procura ha aperto un fascicolo che è ancora
senza reato. Di solito, in casi come questo, si ipotizza l'attentato alla sicurezza dei trasporti,
aggravato dalle finalità di terrorismo e di eversione se si ritiene che si tratti di un'azione politica. Circostanza assai probabile, anche in assenza di rivendicazioni.
A. Esp.
,IPRODUZ,ONE ,ISERVATA
•
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CORRIERE DI BOLOGNA
\
•
N
E SUI deragliamento
del Voghera-Rimini
è in arrivo la perizia
La Polfer sul luogo
del deragliamento
Sarà una perizia,
disposta dal pm, a
chiarire le cause dei
deragliamento di
sabato del
Voghera -Rimini.
Sotto esame i lavori
di manutenzione,
forse fatti senza tutti
i vincoli di sicurezza.
A PAGINA 2
Pagina 2
ia
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igea,
:enza tekeunk
press LITE
CORRIERE DI BOLOGNA
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.
.
.
L'inchiesta sul deragliamento
e i lavori di manutenzione:
forse era stata ridotta
la sicurezza dello scambio
L'incidente
St„'amelto a
Etnit
,
.
Sabato mattina alle
9,25 I treno
interregionale
Voghera-Rimini,
all'altezza di Lavino, è
uscito dai binari,
mentre viaggiava a
140 chilometri orari (a
semaforo verde). Dei
circa 400 passeggeri,
in 26 si sono feriti
solo lievemente.
Se que deeAore
:.'latesì de
Castn ceaoso
2
Sarà una perizia a chiarire le
cause del deragliamento del treno
interregionale Rinnini-Voghera
che sabato mattina è uscito dai binari a Lavino di Mezzo, causando
il ferimento (lieve) di 26 passeggeri. Trattandosi di un accertamento
irripetibile, quasi certamente il
pm Francesco Caleca, titolare del
fascicolo aperto per disastro ferroviario colposo, prima di affidare la
consulenza procederà ad iscrivere
alcuni nomi sul registro degli indagati, cui sarà quindi permesso
di partecipare agli accertamenti
con propri consulenti.
L'obiettivo dell'accertamento,
che verrà affidato nei prossimi
giorni dal pm, sarà quello di ricostruire la dinamica dell'incidente.
Scartata definitivamente l'ipotesi
di un guasto al convoglio, che non
Il pm Francesco Caleca
ha aperto un'inchiesta
per disastro ferroviario
colposo. Nei prossimi
giorni sarà una perizia
a chiarire le cause:
trattandosi
di un accertamento
irripetibile, il pm Caleca
iscriverà alcuni nomi
sul registro
degli indagati.
L per
il pm Caleca
verso una perizia:
possibili iscrizioni
di indagati
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pressione SO
lavoratori perché
accelerino»
3
Escluso un guasto al
treno (che non è stato
sequestrato), si sta
esaminando lo
scambio che non ha
funzionato. Pare che
abbiano inciso sul
guasto i lavori sulla
rete che stavano
svolgendo (forse senza
misure di sicurezza) tre
operai delle Ferrovie
avendo alcuna anomalia non è
neppure stato sequestrato, l'attenzione degli inquirenti si concentra,
sullo scambio, che a quanto pare
non si trovava nella posizione in
cui sarebbe dovuto essere e così
avrebbe causato il deragliamento.
La posizione errata dello scambio
non risultava però dal monitor a
disposizione della sala controllo
nella stazione di Bologna, dal quale tutto appariva regolare,
pm Caleca, che ha già ricevuto tutta la documentazione dalla.
Polfer, ha deciso quindi di mettere a confronto le risultanze della
perizia con quanto dichiarato da-gli operai che stavano lavorando
su quel tratto di rete venerdì notte
e sabato mattina. Sembra prendere sempre più corpo l'ipotesi che
uno dei tre operai delle Ferrovie
Pagina 2
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Pagina 19 di 41
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press LITE
CORRIERE DI BOLOGNA
17/07/2012
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(una donna e due uomini), che stavano facendo manutenzione sulla
linea il giorno dell'incidente, potrebbe aver commesso qualche disattenzione o non aver operato seguendo tutte le procedure di sicurezza per la stessa squadra di manutenzione e per la circolazione
dei treni.
Fosse andata davvero così, a
quel punto bisognerà capire se ci.
sia stata una semplice negligenza
individuale, probabilmente più
imputabile a chi in quel momento
stava lavorando sul «banco» dei
comandi, come lo chiamano in
gergo ferroviario, o se invece sia
arrivato un «ordine» dall'alto per
operare stilla rete più velocemente. «Una cosa è certa spiegano
fonti sindacali
la pressione per
i lavoratori c'è sempre. Ovviamen-
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te non c'è mai un ordine scritto,
ma c'è un clima generale di pressione, perché gli operai, soprattutto quando lavorano in straordinario, accelerino le operazioni di manutenzione, in modo che l'azienda non spenda troppo e la circolazione dei treni venga interrotta il
meno possibile. Non è la prima
volta che vengono fatte operazioni di questo tipo, ma i lavoratori
spesso non percepiscono il reale
pericolo. Ma non è facile farsi scivolare addosso certe pressioni».
In realtà quella che gli addetti ai
lavori chiamano «spiombatura
del banco», un'operazione che abbassa tutti o alcuni livelli di sicurezza e che non è escluso sia stata.
effettuata dagli operai che lavoravano sulla rete sabato, non è proibita. Si può fare, spiegano fonti
Shock
treno
regionale
Voghera
-
che sabato
mattina
è uscito
dai binari
a Lavino
mentre
procedeva
a 140 Km
orari,
si è spezzato
in cinque
tronconi
tecniche interne alle Ferrovie,
quando si deve liberare la, circolazione in caso di guasto o per fare
delle prove, ma è un'operazione
che andrebbe fatta a circolazione
interrotta. Nella fretta e a circolazione dei treni in corso, dicono gli
addetti ai lavori, basta invertire
due cavi e non fare la verifica finale di funzionalità perché si rischi
un incidente.
«Alcune apparecchiature —
spiegano fonti delle Ferrovie
hanno proprio un piombino che
va. strappato per fare alcune operazioni. Quel piombino è numerato
e alla fine dell'intervento va rimesso al suo posto e chi lo rimette deve firmare un modulo. È un modo
per verificare chi è stato l'ultimo
ad aver operato sull'impianto». È
una traccia che, insieme alla scatola nera del treno, a quella della stazione di Lavino e a quelle degli linpianti di sicurezza, aiuterà gli inquirenti a chiarire la, dinamica.
L'incidente di sabato mattina a
Lavino riporta fortemente all'attenzione dei sindacati il tema della socurezza. «1 tagli al trasporto
pubblico locale
sostiene il segretario provinciale della Filt-Cgil
Alberto Ballotti — rappresentano
un pericolo reale, soprattutto sulle linee tradizionali, non su quelle
dell'Alta velocità. Sulle prime i tagli si sono sentiti pesantemente
proprio sulla manutenzione delle
infrastrutture: più che fare manutenzione preventiva, si agisce solo
nell'emergenza e quando c'è un
guasto».
Stessa accusa dalla Uiltrasporti.
«Con questo incidente scrive la
segreteria regionale
si rinnova
l'annosa problematica della sicurezza. Nel nodo bolognese, in seguito agli ingenti investimenti per
l'attivazione del passante dell'Alta
velocità, si sta assistendo a un fe nomeno di saturazione e affaticamento del sistema ferroviario».
Daniela Corneo
Amelia Eposito
FIPPG9111,0NE RISERVA 1-.4
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press LITE
CORRIERE DI BOLOGNA
17/07/2012
*•, Le eentrenúsure Su dieci chilometri di strada ferrata non ci sono occhi elettronici
Via ai servizi di vigilanza
sui binari senza telecamere
vmice in Prefettura, la Polfer potenzia i controlli
Da Ponte Samoggia a Lavino di Mezzo, passando per
Anzola, la rete ferroviaria antica e nuova è del tutto sprovvista di telecamere. Non ce
n'è neppure una. Dieci chilo-metri scarsi di binari privi di
qualsiasi forma di sorveglianza. Non ci saranno immagini, dunque, nessuna ripresa,
nessuna registrazione, ad
aiutare chi deve indagare sul
sabotaggio alla linea dell'Alta Velocità avvenuto ieri mattina vicino alla stazione di
Anzola. Così l'inchiesta parte
molto in salita.
Non che la sorveglianza
della rete ferroviaria sia migliore altrove. Parliamo di
Anzola e dintorni perché è
qui che negli ultimi tre giorni è deragliato un convoglio
e un altro ha subito un sabotaggio. Se si escludono le
grandi stazioni (a partire da
quella di Bologna) dove ogni
metro è sotto controllo anche grazie al sistema di vide°sorveglianza della Polizia
ferroviaria, la, situazione è
critica più o meno ovunque.
Lo sa bene chi ieri è arrivato
-------------------------------------------
a Ponte Samoggia: gli uomini della Polfer, i colleghi della Digos, i carabinieri di Anzola e il pubblico ministero
di turno Augusto }3orghini.
Lo sanno bene tutte le forze
dell'ordine che i dispositivi.
di sicurezza sulla rete ferroviaria sono insufficienti visto che ieri, nel corso di una
riunione di coordinamento
che si è tenuta in Prefettura a.
poche ore dal sabotaggio, è
stato deciso di rafforzare la
vigilanza, lungo le linee, con
più controlli e più dispositivi di sicurezza. Ma chi si farà
----------
LE INDAGINI
La PrOCura ha aperto
un fascicolo ancora senza
reato. Alle indagini
contribuira anche la Digos
perché si pensa a una
possibile matrice
anarchica per il
sabotaggio
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D1SPOSITIVI
No n ce neppure una
telecamera puntata sui
binari a Samogia, dove si
e verificato il sabotaggio<
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a Lavì ao di m ezzo, la cd
stazioneè- indicata COFIle
punto di raccolta in caso
di emergenza sulla linea
Boiogna- Milano. Non a
caso ieri in Prefettura o
stato deciso dipotenziare
controlli (nella foto
otLzo cui et
i.icoro sui bínati)
.
•
La Procura
Affidata al pm Borghíni
la ricostruzione
del sabotaggio
Al lavoro anche la Digos
L'accesso dIfflelle
Secondo le Ferrovie
i pochi accessi diretti
ai binari possono
rendere difficili i soccorsi
carico delle telecamere? Rete
ferroviaria italiana o la Poli-zia? La spesa, di certo, non è
irrilevante anche senza arrivare a una copertura come
quella delle autostrade. Piazzare telecamere che tengano
d'occhio la rete almeno nelle
stazioni minori come Anzola, Lavino o Ponte Samoggia
avrebbe un costo alto, ma fatti come quelli di ieri chiariscono che sarebbe un investi-mento importante. Fra l'altro, nel piano di emergenza.
dell'Alta velocità proprio la
stazione di Lavino di Mezzo
viene indicata come uno dei
punti di raccolta della tratta
Bologna-Milano. Non è quindi esattamente una stazione
secondaria. Eppure l'unica telecamera che c'è non inquadra i binari. Gli accessi diretti alla ferrrovia, peraltro, sono pochissimi: fonti delle
Ferrovie spiegano che, se il
deragliamento di sabato scorso si fosse verificato soltanto
300 metri più in là, i mezzi di
soccorso non sarebbero potuti arrivare fino ai binari. E
per fortuna che è andata, bene con i feriti, tutti lievi.
Come sempre, quando si
verificano fatti che destano
particolare allarme, si prova
a correre ai ripari. Si annunciano maggiori controlli e
maggiore sorveglianza perché fatti così gravi non si.
possano ripetere. Ma qualche piccola telecamera aiuterebbe a risolvere anche questioni che hanno un'eco minore, ma sono comunque importanti per le piccole comunità. Atti vandalici, danneggiamenti, imbrattamenti,
giusto per fare qualche esempio.
Amelia Esposito
RPRODUZIONE R
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press unE
17/07/2012
la Repubblica
BOLOGNA
Grizzana Morandi, Modena, Lavino: la stessa tecnica, i ganci sulla linea elettrica. Tutte inchieste contro ignoti
Quei tre tentativi sempre senza colpevoli
ALESSANDRO CORI
LA STORIA si ripete. Non è la prima volta
che le linee ferroviarie attorno al nodo di
Bologna finiscono nel mirino di attentatori più o meno organizzati, e anche la «mano» che ieri come oggi ha messo a segno il
blitz sembra essere la stessa: i gruppi della
galassia anarco-insurrezionalista. Otto
anni faun sabotaggio sulla B ologna-Firenze, anche allora con due ganci sistemati so pra i cavi dell'elettricità, fu scoperto il giorno di Ferragosto dalla Digos: lì nel 2004, all'uscita dalla galleria Pian di Setta di Grizzana Morandi, fu trovato un pacco di volantini senza sigla in cui però si faceva rife-
rimento ad alcuni anarco -insurrezionalisti arrestati in Lazio. Una scoperta che avvalorò la tesi del sabotaggio accantonando
l'ipotesi iniziale della bravata. L'inchiesta
giudiziaria (aperta contro ignoti per attentato alla sicurezza dei trasporti con l'aggravante della finalità eversiva) fu poi archiviata magli inquirenti stabilirono che quei
ganci, assemblati con cura e perizia damani esperte, non si trovavano in commercio.
Il mese dopo, il 3 settembre del 2004, una
«rottura anomala» (come venne definita
all'epoca dai tecnici Fs) gettò nel panico i
passeggeri di un treno Eurostar MilanoRoma, costretto a fermarsi pochi chilometri dopo la stazione di Modena per un gua-
sto al cavo di alimentazione elettrica. Il
pantografo del locomotore, dopo essersi
staccato, danneggiò la cabina di comando.
Anche in questo caso scattarono le indagini della Digos.A11' alba de124 gennaio 2007,
infine, la Polfer trovò un gancio collegato
con una corda alla linea di alimentazione
della tratta Milano-Bologna, dopo che il
macchinista di un convoglio, transitando
nella zona di Lavino di Mezzo — la stessa
del deragliamento di sabato — udì un forte colpo. L'uncino stavolta era stato acquistato e non fabbricato. Al passaggio del treno avrebbe dovuto agganciare la linea aerea, cosa che però non avvenne.
C RIPRODUZIONE RISERVATA
I ganci usati in un sabotaggio
Pagina 2
NuovasfidadegliantiTav
sabotatalalineaperMilano
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press unE
17/07/2012
la Repubblica
BOLOGNA
Il treno in viaggio da Milano a Bologna, l'obiettivo era di mandare in tilt il traffico ferroviario. Intensificati i controlli. Il precedente de12004
Sabotata la linea dell' alta velocità
Due ganci sui cavi della stazione di Anzola. Eurostar soppresso
LORENZA PLEUTERI
DUE ganci appesi ai cavi dell'alta
velocità, adAnzola, hanno rischiato di mandare in tilt la linea Milano-Bologna. Ma il sabotaggio ha
avuto effetti limitati: un Eurostar
ha subito lievi danni, senzafermarsi. Poi è stata ripristinata la circolazione. Sospetti sull' area anarchica.
SERVIZI ALLE PAGINE II E III
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TrenoderaghatoaLavino diMezzo
lavori sdoscambiondmirloddpm
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press unE
la Repubblica
BOLOGNA
17/07/2012
Nuova sfida degli arati Tav
sabotata la linea per Milano
Anzola, ganci sui cavi elettrici. Eurostar soppresso
LORENZA PLEUTERI
FRECCIA
ROSSA
PER sabotare la linea dell' altavelocità Milano-Bologna, da tempo obbiettivo dichiarato di anarchici e frange estreme della galassia No Tav, nella notte hanno
lanciato due doppi ganci sopra i
cavi aerei di alimentazione dei
Frecciarossa, usando per il tiro
del sottile filo di nylon da pesca
agganciato ai rampini. Volevano
fare in modo che i panto grafi del
convoglio agganciassero i cavi,
nCnC,R 'Com
UCia mgRone
ssRialRoss CR un
annunciWo su
sRto essai S:
Secondo le
Ferrovie il
sabotaggio
non ha creato
problemi alla
sicurezza,
ma il traffico
sul binario
nord è stato
interrotto
dalle 6.30
alle 12.30
alle 5.30. All'approdo in Centrale, alle 5.42, ha spiegato la situazione e dato le co ordinate dell'incidente. La squadra di manutentori mandata nel punto segnalato, chilometro 18, territorio di
Anzola, ha trovato i doppi ganci e
i fili di nylon sopra i cavi dei bina-
rio pari e del binario dispari e ha
dato l'allarme. Gli agenti di Polfer
e Digo s , raggiunti dal pm di turno
Augusto Borghini, hanno subito
pensato a fatti analoghi avvenuti
in anni precedenti e a una matrice anarchica dell'azione. Stessi
ganci, modalitàanaloghe, ispira-
strappandoli via e paralizzando
la circolazione. Ma mancava un
pezzo, un moschettone. E il tentativo ha avuto effetti limitati.
Niente paralisi totale. Ritardi relativamente contenuti. «Nessun
problema per la sicurezza», come rimarca Trenitalia.
Il primo Eurostar incappato
nella trappola, tesa nella tratta
che attraversaAnzola, è riuscito a
tirare dritto e arrivare in città.
Non aveva passeggeri a bordo
perché, partito vuoto da un deposito di Milano, alle 6.10 sarebbe diventato operativo aB olo gna
con il numero 6501, destinazione Firenze-Roma-Napoli. Poi,
per precauzione e per consentire
rilievi e riparazioni, è stato tenuto fermo e soppresso.
Il macchinista si è accorto in
corsa che qualcosa non andava,
zione e istruzioni che sembrano
prese dal manuale d'area «Ad
ognuno il suo: 1000 modi per sabotare questo mondo».
Rivendicazioni non ce ne sarebbero . M a adesso viene ripres o
in considerazione il volantino
diffuso e rilanciato online a fine
giugno, quasi una profezia: «1920 /6 piazzati due ganci su linea
Tav Roma-Milano e viceversa.
Libertà perino Tav. Libere/i tutte/i». Allora non si trovarono riscontri. Ieri, dopo una riunione
operativa tenuta in prefettura, è
stato deciso di rafforzare i controlli lungo le linee ferroviarie. La
procura ha aperto un fascicolo
ed è probabile che iscriveràil reato ipotizzato in passato per azioni simili: attentato alla sicurezza
dei trasporti, aggravato da finalità terroristiche.
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TrenoderaghatoaLavinodiMew
lavori sdoscambiondmirinoddpm
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press unE
la Repubblica
BOLOGNA
17/07/2012
Attorno alle 5,30
un Eurostar
travolge due
ganci appesi alle
linee elettriche
IL SABOTAGGIO
L'INDAGINE
I ganci' erano stati
appesi nella
speranza che
l'impatto
tranciasse `i fili
I sospetti si
concentrano
sull'area
anarchica
e dei No Tav
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TrenoderaghatoaLavino diMezzo
lavori sdoscambiondmirloddpm
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press unE
17/07/2012
la Repubblica
BOLOGNA
Il segnale acceso sul "via libera" senza limitazioni di velocità. Presto le prime iscrizioni nel registro degli indagati
Treno deragliato a Lavino di Mezzo
lavori sullo scambio nel mirino del pm
LO SCAMBIO tra la linea storica e quella di
cintura in posizione di "deviata", a rovescio. Il
segnale acceso sul via libera, codice 270, verde. I lavori di manutenzione effettuati in due
tempi, la sera prima e la stessa mattinata, e le
procedure seguite o trascurate dai tre dipendenti di Rete Ferroviaria Italiana incaricati
degli interventi. L'inchiesta sul deragliamento dello stracolmo "treno del mare", il regionale 2885 Voghera-Rimini sviato dai binari a
Lavino di Mezzo sabato mattina, sembra
stringere su questi punti. Il pm Francesco Caleca, aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo, ha deciso di procedere seguendo
la strada dell'accertamento tecnico irripetibile. Esaminate le prime informative della
Polfer, letta la relazione dell'Agenzia nazionale perla sicurezza nelle ferrovie, deciderà se
e quante persone indagare. Avviserà loro, i difensori e le parti offese in modo che possano
indicare esperti di fiducia da affiancare aipropri consulenti. Poi si tornerà sul luogo dell'incidente, per verificare lo scambio, la segnaletica, i binari e incrociare pareri e valutazioni.
La Polfer continua intanto a ripetere il refrain che dice tutto e niente. «Indaghiamo a
360 gradi». In realtà, lo si deduce da quello che
non è stato posto sotto sequestro, dallo scenario sembra già uscito il treno, composto da
sei vagoni di seconda classe, da una motrice
semi-pilota e da un locomotore posteriore di
spinta. «Era a posto, efficiente», accennano
investigatori e pm, dopo i controlli a vista e le
rassicurazioni date da Trenitalia, prese per
buone. Non è stata sigillata neppure la "cassa
Viaggiatori a Lavino dopo il deragliamento
dello scambio" sotto accusa: «per non paralizzare la circolazione ferroviaria e per non alterare lo stato dei luoghi», rispondono alla
Polfer. Tra il materiale acquisito c'è invece la
"scatola nera" del treno, in sigla Dis, e c'è la
"zona orologio" che nella Centrale operativa
di Bologna registra le posizioni delle punte
degli scambi dell'intera rete. «Sui monitor risultava tutto regolare», garantiscono da Fs,
ma in questo caso si potrà cercare un riscontro nel materiale acquisito.
Altre risposte si cercano nella ricostruzione
della sequenza dei lavori di manutenzione e
nelle procedure seguite, la sera prima del deragliamento e a ridosso del disastro sfiorato.
A Lavino di Mezzo erano stati mandati tre dipendenti di Rete Ferroviaria Italiana, una del-
le divisioni Fs. Due operai, di certo non di loro iniziativa, hanno messo mano allo scambio. La collega li ha supp ortati entrando nell'edificio con le apparecchiature tecnologiche. E in questa fase, si pensa, è successo l'irrimediabile cinque minuti dopo il transito di
un merci. Il treno che doveva andare dritto e
filava a 140 all'ora, con un segnale di via libera davanti, è stato istradato su un binario che
va affrontato ad andatura ridotta, 30, 60 o 100
all'ora al massimo. Le ip otesi p o ssibili, per capire perché, non sono infinite o vaghe, a sentire chi i treni li guida ogni giorno. O lo scambio si è rotto sciaguratamente proprio mentre
passava il Voghera-Rimini, o il deviatoio non
è stato ricollegato al segnale, per errore o per
fretta. Oppure, per accelerare i tempi, si è saltato qualche passaggio o sono stati esclusi e
non riattivati i sistemi di protezione. Se così
fosse, richiesta che arriva da alcuni macchinisti, «si dovrà verificare il rispetto o meno della
normativa sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, ricostruendo catena di comando, iter, scelta di non chiudere la linea a interventi in corso».
Dalla base dei ferrovieri, protetti dall'anonimato per la paura di procedimenti disciplinari, viene posta un'altra questione: «Presso il
dipartimento di pubblica sicurezza è stato
creato un pool di super detective della Polfer
specializzati in indagini sugli incidenti ferroviari, il Noif. Perché— si chiedono e chiedono
— non sono stati inviati a Lavino di Mezzo?».
(lorenza pleuteri)
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Treno deraghatuaLanuodiMazo
lasofisilusaublonchumodelpm
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press LinE
17/07/2012
runità - Emilia
Romagna
Sabotata l'Alta velocità, danni
a un Frecciarossa ad
ola
Due ganci artigianali hanno rischiato di mandare in (il( la linea vicino alla
stazione di Bologna . La Procura indaga sulla pista anarco-insurrezionalista.
BOLOGNA
GIULIA GENTILE
ggentile@unitait
Ancora problemi per la linea ferroviaria
alle porte di Bologna. Un Frecciarossa
in ar rivo da Milano (fuori servizio, dunque senza passeggeri) è rimasto bloccato alle 6.25 di ieri mattina vicino ad Anzola Emilia, a un paio di km da Lavino di
Mezzo, dove sabato un interregionale diretto era "sviato" cí-wsando 26
feriti lievi. Ma se, sulle cause dell'incidente di sabato, gli accertamenti sono
ancora in corso, sono bastate poche ore
ieri a stabilire le ragioni del guasto all'Alta velocità: un sabotaggio, che fino alle
12.30 ha fatto viaggiare i convogli su un
solo binario, quello in direzione sud, producendo rallentamenti e ritardi. Il blocco è stato prodotto da due tondini di fer-
ro piegati a forma di gancio e attaccati a
un filo di nylon, fatti arrivare - chissà come, presumibilmente nella notte fra domenica e ieri - sui cavi di alimentazione
della linea ferroviaria, Il sabotaggio ha
danneggiato uno dei pantografi
tostar 9501 in arrivo da. Milano, le
"braccia" che collegano i locomotori ai
cavi ad alta tensione. Il treno ha registraio il guasto ma, essendo dotato di un altro pantografo, non è stato costretto a
fermarsi ed ha raggiunto Bologna. Subito dopo la segnalazione dell'accaduto,
sono scattati i rilievi della Polfer. E sul
posto sono intervenuti: anche i Carabinieri, la Digos, e il Pm di turno Augusto
Borghini.
L'ipotesi, al momento, è quella di un
attentato di matrice anarco-insurrezion alis ta. E nel pomeriggio, le forze
dell'ordine hanno deciso di rafforzare
controlli e i dispositivi di sicurezza lun-
go la linea. Anche perché non è la prima
volta che episodi del genere accadono, a
Bologna e dintorni. Un tentativo di sabotaggio sulla Bologna-Firenze, fatto anche allora con ganci sistemati sopra i cavi dell'elettricità, fu scoperto il 15 agosto
2004 dalla Digos bolognese. L'inchiesta, aperta contro ignoti per attentato alla sicurezza dei trasporti con l'aggravante della finalità eversiva, fu poi archiviata. All'alba del 24 gennaio 2007. inoltre,
la Polfer trovò un gancio collegato con
una corda alla linea di alimentazione della Milano-Bologna, dopo che il macchini-
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F- orna
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Gay, Merola al Pd: <,più coraggio»
Sabotai-2YMa velocità, darti
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press LinE
17/07/2012
runità - Emilia
Romagna
sta di un convoglio, di passaggio a Lavi-no, aveva udito un forte colpo. Vicino al
luogo del tentato sabotaggio del 2004 all'uscita dalla galleria Pian di Setta di
G-rizzana. Morandi, sul versante bolognese - fu trovato un pacco di volantini in
cui si faceva riferimento ad anarco-insurrezionalisti arrestati per attentati a.
Roma e Viterbo. E fu proprio quella scoperta ad avvalorare la tesi di un sabotaggio (inizialmente si pensò a una bravata).
PERIZIA SULL'INCIDENTE DI SABATO
Sarà una perizia, intanto, a chiarire le
cause dell'incidente di sabato mattina. El
Fini titolare dell'inchiesta per disastro
ferroviario colposo, Francesco Caleca,
la disporrà nelle prossime ore. (trattandosi di un accertamento tecnico irripetibile, prima di affidare la consulenza il
Pfil procederà ad iscrivere alcuni nomi
sul registro degli .indagati, per consentire loro di partecipare con dei consulenti. L'attenzione degli inquirenti si sta
concentrando sullo scambio dei binari,
che non si trovava nella posizione in cui
avrebbe dovuto essere. La posizione errata non risultava però dal monitor della sala controllo in stazione a Bologna.
Al vaglio degli inquirenti ci sono, in particolare, i lavori di manutenzione svolti
su quella linea la sera prima, e la mattina stessa dell'incidente. Potrebbe essere stata commessa una qualche disattenzione dai tre operai impiegati sul posto.
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Rornagna
F.V;
Gay, Merola al Pd:
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Il Sole12
press LinE
17/07/2012
Mìbmo-Bologm Tecnica «anarchica»
Due ganci sui cavi:
sabotata l'alta velocità
Marco Ludovico
ROMA.
Sabotaggio ieri sulla linea
Tav (treno ad alta velocità) vicino Bologna. Tra le stazioni
di Ponte Samoggia e Anzola
Emilia, tra le province di Modena e Bologna, sulle linee aeree del binario, sono finiti due
ganci metallici uniti da un filo
di nylon, del tipo di quelli usati
per pescare, lanciati al momento da ignoti.
Alle 6.30 il Frecciarossa proveniente da Milano ha travolto questi ganci e il pantografo
del treno ha subìto danni, ma
il convoglio non aveva passeggeri a bordo e alla fine ci sono
stati solo ritardi nella circolazione ferroviaria complessi-
va stimati, secondo le Ferrovie dello Stato «tra i dieci e i
venti minuti», che dovrebbero aver coinvolto circa una
trentina di treni. In una riunione di coordinamento tenuta
nel pomeriggio negli uffici
della prefettura di Bologna le
forze dell'ordine hanno deciso di intensificare i controlli e
i dispositivi di sicurezza lungo le linee ferroviarie.
Sul luogo del sabotaggio erano arrivati tecnici delle Ferrovie, la Polfer, i carabinieri, la
Digos e il pubblico ministero
di turno, Augusto Borghini. Il
magistrato ha aperto un fascicolo in cui sono confluite anche le foto della Polizia scientifica. Il punto cruciale da com-
prendere per gli inquirenti è se
si tratti di un segnale di ripresa
della tensione eversiva, magari di matrice anarcoinsurre zionalista. In effetti i ganci sono
stati utilizzati varie volte in
passato per sabotare le linee
ferroviarie. La tecnica è stata
descritta nel volume «Ad
ognuno il suo-1000 modi per
sabotare questo mondo» definito anche come una sorta di
manuale del perfetto anarcoinsurrezionalista.
Resta poi un mistero: perché su www.informa-azione.
info, un sito che si occupa di
«controinformazione e lotta
alla repressione», si cita e si
pubblica una «mail anonima»
- così è definita - che recita:
«19-20/6 Piazzati due ganci
sulla linea tav Roma Milano e
viceversa. Libertà per i No
tav. Libere/i tutte/i». Di quel
sedicente attentato non c'era
mai stata traccia. Fino all'episodio di ieri.
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Il Sole 9.0)1111E
press LinE
17/07/2012
ImmobiU.
del gettito versato con L'acconto a livello provinciale, comparato con la base imponibile
Al Nord la cassaforte dell'Imu
Sono le amministrazioni settentrionali a trainare i versamenti
Saverio Fossati
Federica Micardi
Tonino Morina
Ecco i fortunati (e gli sfortunati) dell'Imu. A livello provinciale,
non mancano le sorprese che derivano dal confronto tra quanto pagato e la base imponibile. Pur trattandosi di elaborazioni sul dato di
gettito fornito dal dipartimento
delle Finanze e sulle rendite catastali dei fabbricati indicate
dall'agenzia del Territorio, le punte in alto e in basso non mancano.
I calcoli
La palma della sfortuna spetta ai
Comuni della provincia di Enna,
che in termini di base imponibile
Imu rappresenta lo o,16% del totale ma come gettito è allo 0,23 per
cento. Questo vuol dire che lo scostamento rappresenta quasi il 5o
per cento. In linea di massima, infatti, a una certa base imponibile
dovrebbe corrispondere un certo
gettito d'imposta medio che, rispetto ai totali, non dovrebbe essere molto diverso.
La bontà di questo ragionamento contabile sta anche nei fatti: nella grandissima maggioranza dei
casi le percentuali di scostamento
tra i due valori sono minime e perfettamente accettabili nel gioco
delle variabili indipendenti territoriali come il numero di abitazioni principali (con aliquote speciali
e detrazioni) e gli immobili esenti.
Ma se questo scostamento comincia a superare ilio% c'è da chiedersi il perché. E quando arriva a superare il 20% in più o in meno proba-
bilmente le cose non tornano.
Il fatto è che quando lo scostamento ha un segno più, vuol dire
che si paga di più: quindi, a parte il
caso macroscopico di Enna, è il
Nord a sostenere l'Imu con maggiore generosità. Mentre le province fortunate sono tutte al Sud. Ma
bisogna togliere da questa considerazione quelle di Oristano, Cagliari, Ascoli Piceno, Bari, Nuoro,
Sassari e Campobasso, perché nel
loro territorio sono sorte nuove
province le cui rendite catastali, a
livello statistico, l'agenzia del Territorio non ha ancora scorporato:
quindi nel calcolo la mancanza del
gettito delle nuove province ha falsato il dato. Anche Milano. Ma questo vale per chi paga meno rispetto alla percentuale di base imponibile, perché (come nel caso di
Monza e Brianza, ex Milano), dove invece c'è il segno più il calcolo
farebbe emergere uno scostamento ancora maggiore.
Ecco quindi un interrogativo
per le province "fortunate" senza
problemi di scorporo, come Catania, Modena, Trieste (le altre due
eccezioni speculari), Napoli, Reggio Calabria, Caltanissetta, Catanzaro: non è che ci sono troppe abitazioni principali o che qualcuno
ha addirittura mancato l'appello
de118 giugno?
Il ravvedimento
In ogni caso, per chi vuole ripensarci, non chiude la cassa del Fisco, che rimane sempre aperta. Alla cassa sono chiamati i contribuenti Imu che hanno omesso o
pagato in ritardo la prima rata per
il 2012 in scadenza il 18 giugno
2012. Domani, 18 luglio, scade infatti il termine per il ravvedimento sprint per i contribuenti che
hanno "saltato" l'appuntamento
con la scadenza de118 giugno, ma
che hanno pagato la prima rata
Imu per il 2012 in ritardo entro il 2
luglio 2012. Con il ravvedimento
"sprint", la sanzione ordinaria del
30%, applicabile sui tardivi od
omessi versamenti di imposte, si
riduce allo 0,2% per ogni giorno
di ritardo. La misura del 30%, che
si riduce normalmente al 3% in caso di ravvedimento "breve o mensile" entro trenta giorni, è ulteriormente ridotta a un quindicesimo
per ciascun giorno di ritardo. Il
quindicesimo del 3% è infatti
uguale allo 0,2% giornaliero. La
misura varia dallo 0,2% per un
giorno di ritardo, fino al 2,80%
per 14 giorni di ritardo. Nel calcolo delle somme da pagare, oltre alle sanzioni, occorre considerare
gli interessi dovuti nella misura
del 2,5% annuo.
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Il Sole Di DA
17/07/2012
La classifica delle Province in base al rapporto fra gettito e imponibile
5t0St:.
Totale
impon.
Imu
%sul
totale
impon.
% sul
Totale
totale
Scost.
impon,
%sal
totale
Imu
%sul
totale
impon.
Sfa tra
base
in mild
Irnu
Imu
iettiteH
Provincia
in nild
Imu
gettito
Imu
6,4
0,16
0,23
46,92
Siracusa
22,5
0,56
0,56
Cuneo
33,1
0,82
1,08
31,48
Rieti
8,1
0,20
0,20
0,58
Verce lli
12,2
0,30
0,39
28,34
Ragusa
15,7
0,39
0,39
0,30
Sondrio
13,9
0,35
0,44
27,86
Torino
189,3
4,69
4,70
0,18
Rimini
25,1
0,62
0,77
23,95
Brindisi
21,6
0,53
0,53
-0,09
Aosta
16,2
0,40
0,49
22,24
Lecce
38,3
0,95
0,94
-0,91
Savona
33,0
0,82
1,00
21,86
Pisa
35,6
0,88
0,87
-0,97
Provincia
Enna
gettit 0
'.
gettito
0,74
Ravenna
30,7
0,76
0,93
21,81
Perugia
42,5
1,05
1,04
-1,13
Pavia
28,4
0,70
0,85
21,47
Ancona
31,2
0,77
0,76
-1,35
Parma
34,9
0,87
1,02
18,05
Firenze
85,4
2,12
2,08
-1,69
Brescia
78,1
1,94
2,25
16,26
Va rese
59,0
1,46
1,44
-1,71
Alessandria
30,5
0,76
0,87
15,45
Arezzo
22,7
0,56
0,55
-1,94
Piacenza
21,3
0,53
0,61
15,13
Terni
13,6
0,34
0,33
-2,09
Asti
10,3
0,26
0,29
14,61
Caserta
40,9
1,01
0,99
-2,51
0,79
14,24
Prato
19,6
0,48
0,47
-2,81
-3,30
Lecco
27,9
Bergamo
66,3
1,64
1,87
13,64
Taranto
34,0
0,84
0,81
Forlì
27,8
0,69
0,78
13,26
Gorizia
9,9
0,24
0,24
-3,32
Belluno
17,5
0,43
0,49
12,36
Siena
25,0
0,62
0,60
-3,56
Rovigo
13,4
0,33
0,37
12,28
Isernia
5,3
0,13
0,13
-4,08
0,87
11,99
Ferrara
29,0
0,72
0,69
-4,17
-4,93
Lucca
0,69
31,3
0,78
Verona
66,1
1,64
1,83
11,80
Foggia
37,3
0,92
0,88
Como
49,4
1,22
1,36
10,79
Mila no
321,7
7,97
7,48
-6,23
Grosseto
19,9
0,49
0,54
10,28
Trapani
23,4
0,58
0,54
-6,30
Frosinone
21,9
0,54
0,51
-6,81
-6,83
-6,87
Imperia
22,1
0,55
0,60
10,26
Vicenza
61,4
1,52
1,67
9,50
Vibo Valentia
5,3
0,13
0,12
Biella
13,1
0,33
0,36
9,22
Cosenza
31,4
0,78
0,73
Latina
30,7
0,76
0,83
8,80
Agrigento
19,5
0,48
0,45
-7,51
Novara
25,7
0,64
0,69
8,71
Palermo
52,8
1,31
1,21
-7,56
Pordenone
23,8
0,59
0,64
8,69
Avellino
18,8
0,47
0,43
-8,00
Lodi
12,7
0,32
0,34
8,46
Benevento
13,3
0,33
0,30
-8,10
Teramo
18,3
0,45
0,49
8,22
Matera
9,5
0,24
0,22
-8,40
Verbania
12,0
0,30
0,32
7,80
L'Aquila
21,8
0,54
0,49
-8,91
Viterbo
22,8
0,56
0,61
7,32
Potenza
14,5
0,36
0,33
-9,30
Pistoia
17,4
0,43
0,46
7,06
Salerno
54,4
1,35
1,22
-9,30
La Spezia
19,1
0,47
0,50
6,34
Messina
30,6
0,76
0,69
-9,44
Genova
89,8
2,23
2,36
5,97
Catania
54,0
1,34
1,19
-10,98
Bologna
90,1
2,23
2,34
4,97
Oristano
7,2
0,18
0,16
-11,21
Macerata
19,1
0,47
0,50
4,89
Modena
54,8
1,36
1,20
-11,92
Udine
37,2
0,92
0,97
4,88
Na poli
160,0
3,97
3,49
-12,06
Pesaro
19,8
0,49
0,52
4,79
Crotone
5,9
0,15
0,13
-12,40
Livorno
32,8
0,81
0,85
4,45
Reggio C.
21,9
0,54
0,48
-12,50
Padova
72,1
1,79
1,87
4,42
Trieste
21,5
0,53
0,45
-15,27
Chieti
24,3
0,60
0,62
3,49
Caltanissetta
10,8
0,27
0,23
-15,52
Treviso
59,7
1,48
1,53
3,23
Catanzaro
15,6
0,39
0,32
-18,66
Mantova
24,0
0,60
0,61
3,12
Bari
101,6
2,52
1,93
-23,48
Reggio E.
36,2
0,90
0,93
3,03
Cagliari
43,4
1,08
0,76
-29,11
Massa C.
14,5
0,36
0,37
2,50
Ascoli Piceno
19,6
0,49
0,30
-38,96
Venezia
60,4
1,50
1,53
1,95
Nuoro
12,9
0,32
0,19
-40,12
Sassari
35,4
0,88
0,44
-49,53
Campobasso
13,6
0,34
0,14
-58,74
Roma
434,8
10,78
10,99
1,94
Cremona
23,0
0,57
0,58
1,78
Pescara
19,9
0,49
0,50
1,43
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Il soler /,1
17/07/2012
Sp
Partiti al lavoro sugli emendamenti: il termine scade giovedì
Stretta su farmaci e Spa locali
nel mirino della maggioranza
Eugenio Bruno
ROMA
A due giorni dal termine
per la presentazione degli
emendamenti il motore della
spending review gira già a pieno regime. Mentre Regioni ed
enti locali sono al lavoro sulle
proposte di modifica da presentare a Governo e Parlamento i partiti cominciano a individuare le aree di intervento su
cui concentrarsi. Nel mirino
della maggioranza ci sono innanzitutto la stretta sulla farmaceutica, i tagli agli enti locali e la liquidazione delle società" in house". Ma anche la partita sulla soppressione delle Province potrebbe riservare più di
una novità.
La ratio che i senatori seguiranno nell'emendare il Dl - per
dirla con uno dei due relatori,
Paolo Giaretta (Pd) - è quella
di consentire al provvedimento di portare effettivamente a
compimento quanto lo stesso
dichiara nella sua epigrafe di
volere conseguire: arrivare a
una «revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini». E, dunque, ferma restando l'invarianza dei
saldi - imposta all'Esecutivo e
ribadita anche dall'altro relatore Gilberto Pichetto Fratin
(Pdl) - si proverà a spostare i
carichi della manovra da un
comparto all'altro.
Comune a democratici e pidiellini è l'intenzione di alleggerire il "peso" imposto alla sanità, in generale, e alla farmaceutica, in particolare. Per evitare che la riduzione di spesa,
in alcune aree del Paese, si tramuti quasi automaticamente
in una sforbiciata alle prestazioni. Le risorse potrebbero arrivare da un ampliamento dei
sacrifici imposti ai ministeri.
In una misura tale da consentire anche una lieve revisione al
ribasso dei tagli sulle autonomie che ammontano a 2,2 miliardi nel 2012 e 5,3 nel 2013.
Altro tema di interesse le
Spa pubbliche. Su input degli
enti locali, il Pd potrebbe chie-
dere di rivedere l'obbligo, contenuto nell'articolo 4 del Dl,
di mettere in liquidazione o
vendere le società in house
che svolgono servizi nei confronti della sola Pa. Prevedendo una o più eccezione, ad
esempio per quelle realtà che
hanno realizzato gare a doppio oggetto. Laddove il Pdl p o-
Anche l'Inali potrà sfruttare l'esperienza di Consip
per gli acquisti di beni e servizi. Con un occhio di riguardo per le forniture destinate
allo sviluppo di progetti informatici. A prevederlo è la
convenzione firmata ieri dal
direttore dell'Istituto, Giuseppe Lucibello, e dall'amministratore delegato della
Spa partecipata dal Tesoro,
Domenico Casalino.
Grazie all'intesa, che avrà
durata triennale e sarà rinnovabile, l'Inail si avvarrà di
Consip, come centrale di
committenza, per tutte le iniziative di gara specificate da
un elenco predisposto entro
il 31 dicembre di ogni anno,
con lo scopo di ottenere risparmi grazie all'aggregazione della domanda e al ricorso agli strumenti di e-procurement, con una sempre crescente efficienza dei processi di lavoro informatizzati.
trebbe invocare un ripensamento sull'estensione del
blocco delle assunzioni al
comparto sicurezza o sull'eliminazione dell'Ente nazionale per il micro credito.
Tra oggi e domani dovrebbero giungere ai parlamentari le
proposte di modifica elaborate da Comuni e Regioni. Con
queste ultime impegnate da
giorni in un tavolo tecnico con
il commissario Enrico Bondi,
che anche ieri ha prodotto solo
una fumata nera, come confermato dal governatore del Lazio, Renata Polverini.
Entro giovedì andranno depositati invece gli emendamenti dei senatori. Anche se, con il
passare delle ore, appare sempre più concreta l'ipotesi che per evitare il fenomeno di "assalto alla diligenza" si arrivi la
prossima settimana in Aula a
un maxiemendamento di Governo e relatori su cui verrà posta la fiducia.
Novità in vista infine per le
Province.I1 Consiglio dei ministri di venerdì dovrebbe fissare i criteri di popolazione ed
estensione che gli enti di area
vasta dovranno possedere per
non scomparire. Il ministro
della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, era
orientato a optare su 350mila
abitanti e 3mila chilometri quadrati. Una scelta che consentirebbe di sopprimere fino a 6o
amministrazioni più 14 nei territori a statuto speciale. Da qui
al Cdm uno dei due parametri
potrebbe però cambiare. Ieri è
circolata l'ipotesi che quello
sull'estensione potesse scendere da 3.000 a 2.50o chilometri quadrati con l'effetto (non
si sa quanto indiretto) di portare a 5o le Province in odore di
taglio. Ma nessuna conferma è
giunta sul punto da Palazzo Vidoni. Anche perché, viene fatto notare, «sul tavolo ci sono almeno altre dieci proposte». E
nelle prossime ore, c'è da giurarci, tante altre potrebbero ancora spuntare.
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PROW.MI
Cantiere sempre aperto:
attesi venerdì in Consiglio
dei ministri i criteri
per la soppressione ma le
maglie rischiano di allentarsi
MNI E SERVM
Convenzione
Consip-Inail
sugli acquisti
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17/07/2012
Il Sole 9.0)1111E
':-.5. :R, R ,....., :R.R... — , n ....,..... , R •
Firmato il decreto
sul monitoraggio
È stato firmato il decreto del
ministero dell'Economia
concernente il monitoraggio
semestrale del Patto di
stabilità interno per l'anno
2012 per le Province e i
Comuni con popolazione
superiore a 5.000 abitanti. I
prospetti per il
monitoraggio semestrale
vanno trasmessi al sito
http://pattostabilitainterno.
tesoro.it/Patto/.
Pagina 22
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press LinE
Il Sole12
17/07/2012
cosk:kkUWÙàC
Su attività ed edilizia
Scia, restano i vincoli
statali e comunali
Maurizio Caprino
Alessandro Selmin
Doppio intervento della
Corte costituzionale sulla segnalazione certificata di inizio attività (Scia), nuova denominazione, dalla legge 122/10, della dichiarazione di inizio attività (Dia).
La Scia è una procedura amministrativa che assicura un livello
uniforme di godimento dei diritti civili e sociali e perciò è di competenza dello Stato e non delle
Regioni. Così ha deciso la Corte
costituzionale con la sentenza
164/12 precisando che questo vale sia per la Scia applicata alle imprese sia a quella prevista per l'attività edilizia (introdotta dalla
legge io6/11). Cinque Regioni lamentavano che la Scia incideva
su materie loro riservate. La Corte replica che le modalità per avviare un'attività economica o un
intervento edilizio sono prestazioni essenziali per il cittadino e
pertanto deve essere garantita
l'uniformità a tutti; solo lo Stato
può farlo. A prescindere dal tema specifico della Scia sarà interessante verificare presto se il ragionamento della Corte sarà applicato a tutti gli interventi statali in tema di semplificazione amministrativa, almeno quelli sulle
questioni più operative: tempi,
documentazione, controlli expost. Infatti entro il 2012 sono attesi i regolamenti per le liberalizzazioni/semplificazioni promessi dalle manovre del Governo
Monti. Con la sentenza 188/12 depositata ieri, poi, la Corte costituzionale, dichiarando inammissibile il ricorso dell'Emilia-Romagna relativo a una delle numerose modifiche subite dall'articolo
19 della legge 241/90 (introdotta
dall'articolo 6 della legge 148/11)
tranquillizza i Comuni sulla permanenza dei loro poteri a protezione degli interessi pubblici in
materia edilizia, quando l'intervento del privato è attuato con la
Scia. Secondo la Corte i poteri di
autotutela previsti dall'articolo
19, quello generale indicato nel
comma 3, e quello specifico inserito nel comma 4 consentono di
tutelare gli interessi del governo
del territorio.
Un ennesimo ritocco alle regole sulla Scia è stato introdotto
dal comma i dell'articolo 13 del
decreto legge 83/12 che ha modificato l'articolo 19 della legge
241/9o. 11 terzo periodo del comma i dell'articolo 19 prevedeva
che, quando per l'inizio di un'attività economica vincolata era
necessario, in base alla legge di
settore, ottenere pareri di organi ed enti pubblici, l'imprenditore, utilizzando la Scia potesse
sostituire questi pareri con autocertificazioni o asseverazioni di
tecnici abilitati. Con il DI 83 si sostituisce opportunamente la parola «legge» con la parola «normativa»: quindi questa facoltà si
applica anche quando i pareri sono imposti da regolamenti o altri
atti di qualsiasi autorità che,
nella pratica, sono soprattutto
di regioni ed enti locali. Inoltre alla parola «pareri» è aggiunta la
parola «atti» per cui l'autocertificazione e l'asseverazione riguarda qualsiasi tipo di provvedimenti (per esempio nulla osta) di
competenza di autorità diverse
da quelle a cui si presentala Scia.
Nella relazione al decreto
si precisa che questi pareri e atti autocertificabili non
devono però ricadere «nelle materie forti» per le quali la Scia
non è consentita: attività
imprenditoriali soggette a vincoli ambientali o paesaggistici.
Con la conversione del decreto
si dovrebbe cogliere l'occasione
per correggere finalmente un errore contenuto nel primo comma dell'articolo 19 ove è scritto
che la Scia sostituisce anche «le
domande per le iscrizioni in albi
o ruoli richiesti per l'esercizio
...». La Scia non sostituisce le domande dei privati, ma l'atto di
iscrizione nell'albo o ruolo, che
originariamente era di competenza dell'ente pubblico.
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;1;r7kir,3
•
• •
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press LinE
17/07/2012
ItaliaOggi
Al via in senato il cantiere della spending review. Le province chiedono più funzioni
In house, cessioni senza strappi
Verso un alleggerimento dell'obbligo di dismissione delle quote
Pagina a cura
DI FRANCESCO CERISANO
nzioni comunali e provinciali e dismissioni delle partecipate: potrebbero
arrivare da questi capitoli
i primi aggiustamenti alla spending review in commissione bilancio del senato. L'assegnazione
delle competenze provinciali ai
sindaci è uno degli effetti più delicati che deriveranno dalla soppressione degli enti intermedi.
Vuoi per l'aggravio di costi che si
riverseranno sui municipi (dubbi
più volte sollevati da questo giornale e rilanciati anche dai tecnici del senato, si veda ItaliaOggi
del 13/7/2012) vuoi per l'incertezza sui confini delle (residue)
prerogative provinciali (si veda
ItaliaOggi del 14/7/2012), insufficienti secondo l'Upi a gestire i
nuovi enti di area vasta. In un
documento consegnato alla commissione bilancio, l'Unione delle
province, guidata da Giuseppe
Castiglione, ha chiesto che tra le
funzioni provinciali siano ricomprese anche l'organizzazione dei
serviti pubblici locali, l'edilizia
scolastica, l'organizzazione e la
gestione dei servizi per l'impiego,
le politiche per il lavoro, la formazione professionale, la difesa del
suolo, oltre all'attività di supporto
nei confronti dei piccoli comuni.
Di questo, oltre che dei tagli
lineari (500 milioni nel 2012 e
1 miliardo nel 2013), giudicati
insostenibili dalle province perché nel calderone sarebbero finiti
servizi ai cittadini scambiati per
consumi intermedi (dai contratti
di servizio per il trasporto pubblico locale che valgono 1 miliardo e
134 milioni di euro, ai corsi di formazione del valore di 367 milioni,
fino alla manutenzione ordinaria
che costa 243 milioni) si parlerà
nell'intenso lavoro di confronto
che il governo porterà avanti per
tutta la settimana.
E sempre nei prossimi giorni
(probabilmente nel consiglio dei
ministri di venerdì) il governo
dovrebbe sollevare il velo sulle
province a rischio che andranno incontro alla soppressione o
all'accorpamento. Scade infatti
oggi il termine per adottare la
delibera con cui il cdm dovrà associare dei numeri ai criteri della
«dimensione territoriale» e della
«popolazione residente» previsti
ItaliaOggi Gilberto Pichetto
nel dl 95. Le ipotesi più probabili
parlano di 3.000 kmq e 350.000
Fratin (Pdl), relatore a palazzo
abitanti, ma la certezza al moMadama assieme a Paolo Giaretta (Pd).
mento non c'è.
Quello delle partecipate in reL'altro nodo da sciogliere riguarda la dismissione delle soaltà non è l'unico nervo scoperto
nei rapporti quantomai tesi tra
cietà in house (che abbiano congoverno e comuni.
seguito; nel 2011
I sindaci dell'Anci
un fatturato da
hanno annunciato
prestazione di
che scenderanno
servizi a favore di
in piazza davanti a
pubbliche amminipalazzo Madama il
strazioni superiore
24 luglio per proteal 90%) che potrei>
be essere un po'
stare contro quella
attenuata rispetto
che ritengono una
manovra di «tagli
all'aut aut imposto
lineari sui servizi
dal dl 95: scioglimento entro il 31
e non di tagli agli
sprechi che porterà
dicembre 2013 o
i sindaci ad alzare
alienazione delle
Gilberto Pichetto Fratin
le tasse» (sono
partecipazioni enparole del presidente dell'Anci,
tro il 30 giugno 2013. In molte
Graziano Delrio).
realtà territoriali quest'ultima
eventualità preoccupa non poco,
E anche le regioni sono sul
perché un obbligo di dismissione
piede di guerra. In risposta alle
in un periodo di crisi economica
spending review, Friuli Venezia
Giulia, Valle d'Aosta e le provinpotrebbe produrre un deprezzace autonome di Trento e Bolzano
mento delle quote. «Sarebbe nehanno annunciato la disdetta dei
cessario individuare un criterio
patti sottoscrittiocon il governo
che consenta di distinguere le
Berlusconi sul federalismo Fiscadiverse realtà territoriali, prele. Mentre si è rivelato un nulla
miando quelle virtuose», dice a
di fatto l'incontro tra il presidente
della regione Lazio, Renata Polverini, e il supercommissario del
governo, Enrico Bondi, sui tagli alle società in house. «Siamo
rimasti che troveremo una posizione unitaria con le altre regioni,
per poi sottoporla al tavolo con il
governo che si riunirà appena
saremo pronti», ha annunciato
Polverini.
In attesa che tutti questi nodi
vengano al pettine, va da sé che
le proposte di modifica per il momento siano in alto mare. In ogni
caso i relatori non ne presenteranno nessuna prima della scadenza fissata per giovedì alle 12.
L'intendimento di Pichetto Fratin
e Giaretta è di attendere l'esito
degli incontri che il governo avrà
con le diverse parti in causa. E, visto il quasi certo ricorso alla fiducia, è probabile che questa venga
posta su un maxiemendamento
del governo che recepisca le modifiche della quinta commissione di
palazzo Madama e inglobi anche
il decreto legge sulle dismissioni
(n. 87/2012). Anche per questo,
dunque, i lavori in commissione
potrebbero protrarsi fino a mercoledì 25.
In house, cessioni senza strappi
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press unE
ItaliaOggi
17/07/2012
Accolta solo una censura contro dl 98/2011
La Consulta salva
il ticket sanitario
S
alvo il ticket sanitario.
l'obolo di 10 euro a carico dei pazienti non esenti
che ricevono assistenza
specialista ambulatoriale (e di
25 euro per le visite in pronto
soccorso non seguite da ricovero)
non è contrario alla Costituzione.
Tranne che per un aspetto. Trattandosi di una materia di competenza concorrente stato-regioni,
lo stato non può definire le misure di compartecipazione ai costi
dell'assistenza fermaceutica con
un proprio regolamento. Lo ha
stabilito la Corte costituzionale
con la sentenza n. 187/2012, depositata ieri in cancelleria.
La Consulta ha dovuto decidere sui ricorsi presentati da due
regioni (Veneto e Friuli-Venezia
Giulia) contro la manovra di
luglio 2011, partorita da Giulio
Tremonti (dl 98), che ha reintrodotto il ticket già previsto dalla
Finanziaria 2007 e poi messo in
naftalina dal dl 112/2008.
Nel mirino sono finite due norme dell'art. 17 del decreto legge:
il comma 6, sul finanziamento
del Servizio sanitario nazionale
e il comma 1 lettera d) che affida
allo stato il potere di emanare un
regolamento per definire la compartecipazione ai costi dell'assistenza farmaceutica. Secondo la
regione Veneto la prima disposizione sarebbe stata illegittima in
quanto non avrebbe dato scelta
ai governatori su come reperire le
risorse da destinare alla gestione
del Ssn. La Corte, però, nella sentenza redatta da Sabino Cassese,
ha respinto la censura appellandosi alla propria giurisprudenza
(sentenza n. 203/2008) formatasi sulle norme della Finanziaria 2007, salvate sulla base
dell'assunto che la disciplina in
materia di compartecipazione al
costo delle prestazioni sanitarie
persegue al contempo l'esigenza
di adottare misure efficaci di contenimento della spesa e la necessità di garantire a tutti i cittadini
i livelli essenziali di assistenza.
Se dunque tali norme sono state dichiarate legittime, lo sono
anche quelle del dl 98/2011 che
hanno semplicemente ripristinato l'efficacia delle prime, sospese
dal dl 112/2008 per il triennio
2009-2011.
Discorso diverso, invece, per
il comma 1, lettera d) che affida
a un regolamento del ministero
della salute (di concerto col Mef)
l'introduzione di misure di compartecipazione ai costi dell'assistenza farmaceutica. Ma ciò
sarebbe stato possibile in una
materia di competenza esclusiva
e non di competenza concorrente
quale è la tutela della salute. Di
qui la decisione di annullare la
norma nella parte affetta da tale
illegittimità.
©Riproduzione riservata
Pagina 26
In house. cessioni senza strappi
■
II ticket evirino
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press LinE
ItaliaOggi
17/07/2012
Accolta solo una censura contro dl 98/2011
La Consulta salva
il ticket sanitario
alvo il ticket sanitario.
l'obolo di 10 euro a carico dei pazienti non esenti
che ricevono assistenza
specialista ambulatoriale (e di
25 euro per le visite in pronto
soccorso non seguite da ricovero)
non è contrario alla Costituzione.
Tranne che per un aspetto. Trattandosi di una materia di competenza concorrente stato-regioni,
lo stato non può definire le misure di compartecipazione ai costi
dell'assistenza fermaceutica con
un proprio regolamento. Lo ha
stabilito la Corte costituzionale
con la sentenza n. 187/2012, depositata ieri in cancelleria.
La Consulta ha dovuto decidere sui ricorsi presentati da due
regioni (Veneto e Friuli-Venezia
Giulia) contro la manovra di
luglio 2011, partorita da Giulio
Tremonti (dl 98), che ha reintrodotto il ticket già previsto dalla
Finanziaria 2007 e poi messo in
naftalina dal dl 112/2008.
Nel mirino sono finite due norme dell'art. 17 del decreto legge:
il comma 6, sul finanziamento
del Servizio sanitario nazionale
e il comma 1 lettera d) che affida
allo stato il potere di emanare un
regolamento per definire la compartecipazione ai costi dell'assistenza farmaceutica. Secondo la
regione Veneto la prima disposizione sarebbe stata illegittima in
quanto non avrebbe dato scelta
S
ai governatori su come reperire le
risorse da destinare alla gestione
del Ssn. La Corte, però, nella sentenza redatta da Sabino Cassese,
ha respinto la censura appellandosi alla propria giurisprudenza
(sentenza n. 203/2008) formatasi sulle norme della Finanziaria 2007, salvate sulla base
dell'assunto che la disciplina in
materia di compartecipazione al
costo delle prestazioni sanitarie
persegue al contempo l'esigenza
di adottare misure efficaci di contenimento della spesa e la necessità di garantire a tutti i cittadini
i livelli essenziali di assistenza.
Se dunque tali norme sono state dichiarate legittime, lo sono
anche quelle del dl 98/2011 che
hanno semplicemente ripristinato l'efficacia delle prime, sospese
dal dl 112/2008 per il triennio
2009-2011.
Discorso diverso, invece, per
il comma 1, lettera d) che affida
a un regolamento del ministero
della salute (di concerto col Mef)
l'introduzione di misure di compartecipazione ai costi dell'assistenza farmaceutica. Ma ciò
sarebbe stato possibile in una
materia di competenza esclusiva
e non di competenza concorrente
quale è la tutela della salute. Di
qui la decisione di annullare la
norma nella parte affetta da tale
illegittimità.
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In house. cessioni senza strappi
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press LITE
ItaliaOggi
17/07/2012
CODICE DELLA STRADA/1 Parere sull'autovelox
Box solo ben visibile
e segnalato agli utenti
DI STEFANO MANZELLI
G
li armadi che ospitano l'autovelox in postazione fissa devono essere ben visibili e muniti di
segnaletica ad hoc sulla parte
superiore del box. Gli avvisi devono poi
essere integrati da ulteriori pannelli se la
posizione del manufatto è particolare e non
facilmente identificabile. Lo ha chiarito il
ministero dei trasporti con il parere inoltrato al comando della polizia municipale
di Palermo il 30 marzo 2012. La limitazione all'impiego dei misuratori automatici di
velocità in centro abitato è stata superata
dalla frequente installazione di manufatti
porta autovelox utilizzati saltuariamente
con la presenza della pattuglia per effettuare accertamenti. Per il resto del
tempo questi armadietti restano
un buon deterrente anche se operativamente non possono immortalare trasgressori con il piede
pesante. Per avere chiarimenti
sull'impiego eclettico di questi
manufatti il comando di polizia
municipale del capoluogo siciliano si è rivolto al dipartimento per
i trasporti terrestri che ha confermato innanzitutto la piena libertà d'azione dei vigili nell'avviare
controlli dell'accesso di velocità
con la presenza degli agenti, pur
mantenendo i misuratori dentro
agli armadietti blindati. In pratica nulla osta all'impiego degli armadi porta autovelox in qualsiasi
ambito urbano purché l'impiego
dei misuratori avvenga alla pre-
senza degli agenti. Se l'uso dell'autovelox
sarà automatico e senza presidio sarà invece sempre necessaria l'autorizzazione del
prefetto. Circa la segnaletica obbligatoria
per legge a parere del ministero non ci sono
dubbi. Innanzitutto il sistema deve essere
ben visibile e preventivamente segnalato
a tutti gli utenti. Sul box che ospita l'autovelox inoltre deve essere apporto il segnale di indicazione «riportante il simbolo
dell'organo di polizia operante conforme a
quelli previsti dall'art. 125 del regolamento
di esecuzione del codice stradale, ovvero
breve iscrizione della denominazione del
corpo o servizio di polizia stradale operante
se non riconoscibile attraverso uno specifico simbolo».
©Riproduzione riservata—A
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Banche a braeceno delle imprese
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press LinE
ItaliaOggi
17/07/2012
CODICE DELLA STRADA/2 Politica dei parcheggi
Obbligatoria una zona
con le strisce bianche
DI STEFANO MANZELLI
N
elle immediate vicinanze di
un parcheggio a pagamento
il comune deve sempre attivare uno spazio attrezzato per la
sosta libera senza necessità di ticket. La
distanza minima tra queste infrastrutture
però non è stabilita in maniera rigida dal
codice stradale ma deve essere concertata
dalla singole amministrazioni comunali
Lo ha chiarito il ministero dei trasporti
con il parere n. 1712 del 30 marzo 2012.
Secondo l'art. 7 del codice della strada i
comuni hanno facoltà di istituire, previa
deliberazione della giunta, aree destinate
al parcheggio sulle quali la sosta del veicolo
è subordinata al pagamento di una somma,
da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta, anche senza
custodia. In tal caso l'utente stradale che
parcheggia il veicolo ha l'obbligo di corrispondere la tariffa richiesta e di attivare
il dispositivo di controllo. Ma l'automobilista ha anche un diritto, spesso discusso
e richiamato a forza nelle arsisi comunali,
di poter disporre su parte della stessa area
o su altra parte nelle immediate vicinanze
di «un'adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della
sosta». L'interpretazione di questa regola
è spesso oggetto di incomprensioni e interpretazioni originali. Per questo motivo
un comune della provincia di Roma ha ri
chiesto chiarimenti all'organo tecnico di via
Caraci. A parere del dipartimento
trasporti terrestri non è possibile
fornire una definizione oggettiva
del termine immediate vicinanze
«al fine di indicare o determinare
una distanza minima tra un parcheggio con sosta a pagamento e
un parcheggio con sosta libera».
È infatti evidente che la differenziazione logistica e la specificità di
ogni singolo comune impediscono
di oggettivare questa definizione.
Resta inteso, conclude la nota, che
per immediate vicinanze si deve
intendere una distanza ragionevolmente breve, anche al fine di
tutelare gli interessi collettivi
degli utenti eventualmente condizionati nell'accedere a infrastrutture per effetto della leva
tariffaria.
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Banche a bracerao delle imprese
Box solo lom msihila
segnalato egli aie
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mia
press LinE
17/07/2012
Italla0991 1
Roma regina dell'Imu con un mld di gettito
Il gettito dell'Imu versata a giugno si attesta a oltre 9,6 miliardi di euro (per l'esattezza 9.602.622.285) di cui 5.647.605.851
di quota comunale e 3.955.016.435 di quota
erariale. I dati del ministero dell'economia
sull'acconto pagato a giugno incoronano
Roma che è al primo posto nella classifica
delle province con un gettito di oltre 1 miliardo di euro (1.000.786.735).
Dell'oltre 1 miliardo di gettito
versato dai proprietari di casa
della provincia di
Roma una quota di
630.649.797 euro
andrà al comune
e 370.136938 allo
stato.
Nella classifica
delle province, in
base alle tabelle del ministero,
seguono Milano
con un gettito di
680.985.332 euro
(401.759.658 al comune e 279.225.674 allo
stato), Torino con 428.212.333 (263.008.636
al comune e 165.203.697 allo stato), Napoli
con 317.602.288 euro (186.044.399 di quota
comunale e 131.557.889 di quota statale) e
Genova con 214.863.235 euro (130.789.989
al comune e 84.073.246 allo stato).
Chiudono la classifica Vibo
Valentia (11.166.875 euro
di cui 5.990.941 al comune
e 5.175.933 allo stato), Medio Campidano (7.785.581
euro di cui 4.485.138 al comune e 3.300.443 allo stato)
e Ogliastra (5.050.942 euro
di cui 2.906.551 al comune e
2.906.551 allo stato).
In base alla rendicontazione fornita alla data del
10 luglio dall'Agenzia delle
entrate, è possibile fornire un resoconto
dell'andamento dei pagamenti per quanto
riguarda l'acconto di giugno.
I contribuenti romani che hanno effettuato i versamenti Iran risultano essere
1.281.623, di cui 1.246.984 persone fisiche e
34.639 persone giuridiche. Questi dati sono
sostanzialmente in linea con le risultanze
storiche dei versamenti Ici dell'anno 2007,
ultimo anno di tassazione dell'abitazione principale.
Il gettito complessivo per Roma
Capitale ammonta
a 492,9 milioni di
euro ripartiti come
segue: abitazione
principale e relative pertinenze (due
rate) 182.961.674;
abitazione principale e relative
pertinenze (tre
rate) 18.219.942;
fabbricati rurali
a uso strumentale 157.241; terreni agricoli incolti 1.313.107; aree fabbricabili
7.784.066; altri fabbricati 282.452.986. Il
gettito complessivo iler lo stato ammonta
invece a 280.781.964 euro, per un totale versato dai cittadini romani pari a 773.679.239
euro.
ONLINE 15 ANNI
DELL'ESPERTO RISPONDE
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Pagina 26
•
In house.,'
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press LinE
17/07/2012
ItaliaOggi
Arrivano le prime sentenze sull'assegnazione dei docenti e degli Ata che assistono parenti disabili
La precedenza vale solo fuori dal comune
DI ANTIMO GERONIMO
N
ell'assegnazione dei docenti
e degli Ata ai plessi e alle sezioni staccate della scuola di
titolarità, la precedenza per
chi assiste i disabili assume rilievo
solo se ciò comporta l'applicazione a
una sede scolastica fuori dal comune
di precedente servizio. Pertanto, se la
sede è nello stesso comune, la precedenza non sussiste. É quanto si evince da
una sentenza del Tribunale di Perugia
depositata il 20 giugno scorso (417). Il
giudice del lavoro ha accertato la legittimità di una clausola contenuta in
un contratto integrativo di istituto, che
consente di spostare i lavoratori titolari
dei benefici della legge 104/92 da un
plesso all'altro nello stesso comune.
La sentenza fa il paio con una recente ordinanza del Tribunale di Matera
(r.g.1478/11 del 6 maggio scorso) e fa luce
su un aspetto controverso della mobilità
del personale scolastico. Mentre infatti
per i cambi di titolarità (trasferimenti e
passaggi) e per la mobilità annuale tutti.
i vari aspetti sono puntualmente regolati
dalla contrattazione collettiva, che vale
per tutto il territorio nazionale, per la mobilità interna alle istituzioni scolastiche
il tutto è demandato al tavolo negoziale
di istituto, che vale solo per la scuola di
riferimento. Con l'ulteriore complicazione che la Funzione pubblica ha messo
in dubbio che tale materia possa essere
di competenza della contrattazione, rientrando tra le prerogative dei dirigenti
scolastici. Nel frattempo è anche mutato
il quadro politico di riferimento, con effetti anche sul sistema delle relazioni sindacali. Il 10 maggio scorso, infatti, governo
e confederazioni hanno sottoscritto un
accordo sul pubblico impiego, che restituisce alla contrattazione integrativa e alle
Rsu la competenza sulle materie indicate
dai vigenti contratti di lavoro. Ribadisce
la competenza della contrattazione collettiva sui processi di mobilità collettiva.
L'intesa costituisce la base sulla quale
sarà costruito il testo della legge delega
che andrà a riformare la legge 15/2009 e
il decreto Brunetta. E quindi 'è ragionevole aspettarsi che, a breve, le decisioni
sull'assegnazione dei docenti e degli Ata
ai plessi e alle sezioni staccate e sull'articolazione dell'orario di lavoro saranno
restituite al tavolo negoziale. Resta il
fatto, però, che quand'anche si volesse
adottare la tesi Brunetta, i dirigenti
non potrebbero esercitare tale facoltà
in piena libertà. Perché l'assegnazione
dei docenti e dei non docenti ai plessi
deve comunque rispettare la legge. E se
il lavoratore assiste un disabile non può
essere assegnato ad una sede in altro comune. Ma tale limitazione non atissiste
nel caso di sedi scolastiche che si trovano
nello stesso comune di quello di prece
dente servizio del lavoratore interessato.
Fermo restando, però, che in ogni caso, il
dirigente è tenuto ad applicare i criteri
fissati dal consiglio di istituto, sentito il
collegio dei docenti, perché lo prevede
l'art. 396 del decreto legislativo 297/94 .
Così come chiarito dal Tribunale di Enna
con la sentenza 334/2011 (si veda Italia
Oggi dell'8.11.2011). In buona sostan-
za, dunque, i principi desumibili dalla
giurisprudenza sono così sintetizzabili.
In assenza di disciplina contrattuale di
istituto, l'assegnazione dei docenti e degli
Ata ai plessi e alle sezioni staccate deve
comunque rispettare i criteri fissati dagli
organi collegiali, non essendo facoltà del
dirigente agire secondo discrezionalità o
mero gradimento. In ogni caso l'assegnazione non può prescindere dal rispetto
delle disposizioni contenute nella legge
104/92 . Che precludono la possibilità di
spostare un lavoratore, senza il suo consenso, in, un altro comune.
---ORInmduzumw ~n'ah-1—S
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col arralo in 7ilico
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