Il tasto G di Rossella Calabrò: donne, amori, uomini e ascensori

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Il tasto G di Rossella Calabrò: donne, amori, uomini e ascensori
Il tasto G di Rossella Calabrò: donne, amori, uomini e ascensori
Martedì 03 Settembre 2013 17:21
A differenza dell'omonimo punto, praticamente introvabile, Il Tasto G è disponibile in tutte le
librerie, edito da Sperling & Kupfer.
Rossella Calabrò
(
intervistata dal Club del Libro proprio qualche mese fa
), in questo suo ultimo lavoro, ha continuato – dopo il successo di
Cinquanta sbavature di Gigio
e di
Cinquanta smagliature di Gina
– ad indagare l'animo femminile, con ironia e delicatezza.
Il Tasto G
si può definire una raccolta di brevi racconti, della durata di una salita o una discesa in
ascensore: perché chi dà voce ai pensieri e ai tormenti delle donne (e anche di qualche uomo)
è niente meno che un ascensore...
Il narratore è, infatti, GianBattista Stigler, "maturo e stimato ascensore, ricco di esperienza e
di inimitabile charme
". GianBattista è innamorato
delle donne, che in un secolo di onorato servizio ha imparato a conoscere come le sue tasche
(che poi, un ascensore mica ce le ha le tasche, ma non importa). E' un "confessionale semovente" che accompagna e guida bambine, ragazze e donne "su e giù
per i pianerottoli del cuore
", che le ascolta come nessun altro uomo sa fare, anche se loro non sanno... davanti al suo
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specchio o seduto sul suo sedile di pelle, il sesso femminile si osserva, pensa, scandaglia le
proprie paure ed il proprio sovrappeso emotivo. Sì, perché le donne "
sentono troppo, amano troppo, pensano troppo
" e, a questa
grassitudine
- come la definisce GianBattista - non riescono proprio, nella stragrande maggioranza dei casi,
a porre rimedio. Allora, dopo anni di origliamenti, decide di dare loro voce: non per spettegolare sulle condomine
(anche se un po', diciamocelo, ogni tanto lo fa), ma come particolare forma d'amore... e poi,
d'altronde, nella sua cabina non sta appeso un cartello che recita "chi usa l'ascensore lo fa a
suo rischio e pericolo
"?
GianBattista ascolta, commenta, osserva e, man mano, si lascia decisamente andare (anche se
un comportamento simile si converrebbe più al montacarichi della scala B...!). Ogni racconto è intimo, personalissimo: la sensazione è davvero quella di "entrare nella testa"
del personaggio. Ognuno ha un nome che sembra uscito dai fumetti e che ne riflette la natura,
le nevrosi, le insicurezze, i sogni. Titti Bracco, che perseguita l'uomo di cui è innamorata;
Benedetta Colla che rimette pazientemente insieme i cocci delle sue storie d'amore e del suo
cuore infranto; Severina Fasomì, che pretende di avere sempre tutto sotto controllo. E poi ci sono la "donna-pera" e la "donna-mela" (uomini, chiedete cosa significa alle vostre
donne, ché – come dice GianBattista – io non sono la vostra baby sitter), la scrittrice di racconti
porno ("Il mio mestiere? Scrivere racconti porno. No, scusate, questa frase non è corretta.
Ricominciamo da capo. Il mio mestiere? Scrivere bugie.
"), la donna che fa pensieri osé
sul suo capo. Ma no, Il Tasto G non è solo questo. Le donne non sono solo questo. La Calabrò approfitta delle sue protagoniste per affrontare temi importanti: Gemma e le famiglie
allargate (questione cara alla nostra matrigna), Giana Bifronti e la crisi di mezz'età, Una che
trova nel gatto Noy il suo compagno di infanzia (e, grazie al suo amore per gli animali, trova un
altro compagno di vita, però bipede), Billa che a scuola viene presa in giro dai compagni ed è
alla disperata ricerca di un'amica. Ci sono, poi, racconti che commuovono profondamente e
fanno male: quello di Libellula, quello di Opunzia; e ci sono racconti che fanno bene al cuore:
quello di Muffola Bill tra tutti.
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Tra
spesso
dal
suo
ise
numerosi
per
mostrarsi
ritratti,
opossum
sono
pochi
quali
gli
uomini,
sono
(splendida
che
giusto
l'autocitazione
ogni
tanto
salgono
che
la
con
Calabrò
GianBattista,
regala,
Perché
le
donne
sposano
gli
opossum?). In
trova
questo
l'amore
campionario
durante
un
c'è
"weekendino
posto
non
solo
per
le
creature
umane,
ma
anche
per
Giunone,
che
nel
futuro",
innamorato
nei
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"sul
edonna
Ale
Ailander,
immortale
che
èscrittrici
faraone,
paio
di
manager
matrone,
(le
peggiori)
di
barbare,
eposso
di
di
qualche
streghe,
blogger
di
regine
eche
di
cortigiane.
Di
qualche
di
babbuine,
cantante,
poi
di
un
".
Mars,
anche
decide
per
Ma
l'appunto.
soprattutto
che
sulla
di
regalare
disquisisce
ceretta...
(No,
nella
al
di
nostro
più
cabina
non
sistema
anche
amico
di
se
di
ascensore
proprio
dirvi,
riproduzione
cari
non
capita,
ilogni
miei!) decimo
umano
ad
tasto
un
ed
certo
come
ici
della
suoi
punto,
sia
sua
organi,
regolata
pulsantiera:
un'extraterrestre,
sulla
la
monogamia
vita
ilciesi
tasto
sulla
Marzia
G,
Terra,
ed
Che
dire,
infine,
della
–
illuminante
aconcepisce
dir
poco
–
de
La
cicala
etrovarsi
la
formica
Nella
riconoscere
vita,
è
non
tutta
solo
questione
ilma,
"sovrappeso
di
prospettiva:
emotivo"
vedere
ma
anche
le
cose
la
quali
"anoressia
realmente
emotiva".
sono,
saper
di
Esopo?
Rossella,
inevitabilmente
se,
"sue"
come
donne.
per
in
questi
la
quello
storia
racconti,
delle
di
speranza:
tasche,
ci
ha
messo
GianBattista,
un
ascensore
cuore
ed
delle
non
ilper
messaggio
ha
volte,
nemmeno
mette
che
le
perfino
arriva
zampe)
al
lettore,
per
zampino
aiutare
alla
(anche
fine,
le
Ed
po'
rispecchiare,
sua
anche
tutte
introduzione)
si
noi
somigliano.
più
siamo
o
e
meno,
può
le
"sue"
Ognuna
anche
in
ciascuna
donne.
riconoscere,
di
noi
In
si
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protagoniste
tra
ancora
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Gigi,
una
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(proprio
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speciale
di
a
l'autrice
sua
Rossella
conoscenza...
modo
ci
Calabrò,
promette
suo,
ma
nella
unè
E'
Mentre
Nell'ultimo
significato
un
libro
lo
leggevo,
che
di
discorso
una
si
potrebbe
parola
non
che
riuscivo
tenne
talmente
leggere
in
aGianBattista
pubblico,
poco
togliermi
tutto
usata
d'un
nel
dalla
fiato
da
1988,
mente
essere
ma
lo
scrittore
alcune
quasi
ancor
sparita
parole
pose
più
una
dall'uso:
bello
di
Raymond
riflessione
se
assaporato.
tenerezza.
Carver.
sul
«Pens
ateci
un
attimo:
quando
è
stata
l'ultima
volta
che
l'avete
usata
ouomo
l'avete
sentita
usare?
»
ironica
spumeggianti,
giuste,
A
costo
e
sa
sagace,
di
bussare
sembrare,
ironiche,
sa
alla
far
porta
quindi,
sagaci,
ridere
della
e
demodé,
che
sorridere...
nostra
sanno
ioildovessi
anima
la
far
ma
uso
ridere
con
eccome.
questo
delicatezza,
e
sorridere)
Rossella
molto
sa
ma
Calabrò
anche
soprattutto
da
toccare
èalo
spumeggiante,
nelle
le
corde
tenerezza
Non
prendetemi
sarebbe:
per
matta
se,
nel
caso
descrivere
questo
libro
con
un
solo
aggettivo,
tenero
.questo
com'è
che
anche
questa
voi
apprezzate
parola
non
la
si
tenerezza
può
più
usare
e
le
ormai?),
sue
mille
ecco:
meravigliose
sfumature
(oddio,
ma
Tasto
G
,Il E,
paradossalmente,
è
ilrivisitazione
libro
che
fa
per
voi.
(articolo
adi
cura
di
Elisa
Gelsomino)
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