PROGETTO - Intesa Unifarm

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PROGETTO - Intesa Unifarm
PROGETTO
LOZIONI ANTICADUTA
SOMMARIO
La perdita dei capelli - Introduzione
1
La struttura del capello
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Le fasi di sviluppo del capello
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Tipi di peli
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Cause della calvizie
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• Alopecia androgenetica o comune
• Telogen effluvium
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Fattore predisponente: Dermatite seborroica
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Fattori ambientali e caduta dei capelli
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Strategie per rallentare la caduta dei capelli
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• Approccio medico-farmacologico
• Dieta e alimentazione
• Trattamenti:Tinture e permanenti
Sostanze attive nella caduta dei capelli
• Aminoacidi, Vitamine e Minerali
• Estratti vegetali
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Preparati anticaduta
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Parametri per la creazioni delle Indicazioni Intesa
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Bibliografia
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La perdita dei capelli
Introduzione
La cura che dedichiamo ai nostri capelli può apparire come il risultato della società
dell’immagine dominante a nostri giorni.
In realtà fin dalle sue origini l’uomo ha dato importanza e significato ai propri capelli; da
studi archeologici si evince come nella società egizia i capelli fossero simbolo di
seduzione e sia la loro presenza sia il loro colore fossero di fondamentale importanza: i
capelli lunghi e fluenti costituivano una prerogativa degli adulti e delle donne in età
fertile, mentre i capelli rasati corti erano tipici dei bambini e delle ragazze; la casta
sacerdotale era invece caratterizzata dalla testa completamente calva, questo in
relazione al fatto che i capelli erano simbolo di seduzione, e non si addicevano a
bambini e sacerdoti.
L’osservazione delle mummie mette in evidenza come la perdita dei capelli sia un
problema di vecchia data, spesso infatti si osservano vari tipi di alopecia.
È interessante constatare come nell’antico Egitto, sia la perdita dei capelli sia il loro
semplice incanutimento fosse considerato alla stregua di una vera e propria malattia.
Queste affezioni venivano curate grazie a ricette cosmetiche di varia natura, che ci sono
pervenute attraverso il rinvenimento di diversi papiri; in esse si ricorre all’uso di svariate
sostanze quali grasso di gatto, grasso di coccodrillo, grasso di serpente, placenta di
gatta.
In alcune delle formule riportate nel papiro di Ebers possiamo ritrovare la composizione
di alcuni cosmetici dell’epoca: si raccomandava di sfregare la cute della testa con un
olio in cui erano stati cotti datteri, zampe di cane, e criniere d’asino. Un'altra “ricetta”
consigliava di miscelare grasso di leone, ippopotamo, coccodrillo, oca, serpente, ibis in
parti uguali, ed applicarli direttamente sulla cute. Ma anche in epoche successive si
ricorreva a formule medico/magiche; Cleopatra consigliava a Cesare di cospargersi il
capo con una preparazione ottenuta con topi domestici bruciati, denti di cavallo, grasso
d’orso e midollo di cervo.
Anche in epoca romana il taglio dei capelli mantenne un suo significato, si tagliavano i
capelli ai traditori, alle adultere e ai prigionieri.
Questi aspetti della cultura egizia e romana non sono del tutto scomparsi, anzi se ne
possono ritrovare tracce in molte culture dei secoli successivi.
Anche se non è più considerata una malattia, la perdita dei capelli costituisce
sicuramente un problema sia di tipo estetico sia, soprattutto, di tipo psicologico.
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La struttura del capello
I capelli o i peli in generale costituiscono gli annessi cutanei.
I peli sono presenti su tutto il corpo (ad esclusione delle zone palmari e plantari) e quelli
presenti sulla superficie del cuoio capelluto, in numero che varia tra 100 - 150.000
unità, prendono il nome di capelli.
I capelli possono crescere per lungo tempo. Di norma la massima lunghezza alla quale
possono arrivare nel loro periodo di vita, è di circa 1 metro.
Infatti un capello femminile, che è tra i più longevi, può crescere per circa 7 anni al ritmo
di 13 cm all’anno, con un conseguente sviluppo di circa 90 cm. Il ritmo di crescita
risente delle variazioni stagionali e dello stato della persona ma crescite superiori al
metro sono eccezionali.
Crescita dei capelli
Parametro
Numero
valore
80.000 – 150.000
(rossi 80.000 – bruni 100.000 – biondi 120.000)
Crescita
1,0 – 1,5 cm/mese
Densità
140 – 240/cm2
Durata
2 – 7 anni
Lunghezza max
Diametro
Diametro dei capelli miniaturizzati
1,5 m
0,05 – 0,10 mm
< 0,04 mm
Il capello si presenta con una struttura più o
meno cilindrica che sporge dalla superficie
cutanea detta “fusto del capello”. In parte
questa struttura è contenuta in una
infossatura epidermica chiamata “follicolo
pilifero” dove ha sede la “radice” del capello.
Con il termine di “colletto” ci si riferisce ad una
strozzatura che è visibile nel punto di
passaggio tra il fusto e la radice.
Il fusto presenta forma variabile (ovale,
circolare, triangolare), una superficie liscia ed
un apice appuntito.
La superficie è costituita da cellule cornee
disposte a lamelle, al disotto delle quali sono
presenti cellule ricche di pigmento.
L’interno del fusto è fatto da cellule cubiche
che presentano tra loro degli spazi contenenti
aria.
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Lo strato interno del fusto viene definito
“midollare” mentre la parte intermedia costituisce
lo strato “corticale” e la parte esterna la “cuticola”
del capello.
Alla cuticola, a livello della radice è addossata
una guaina epiteliale; questa riveste una papilla
dermica riccamente irrorata che è chiamata
“bulbo” e costituisce la struttura (matrice) da cui
hanno origine tutti gli elementi che formano il
capello.
All’interno del follicolo pilifero sbocca una
ghiandola sebacea la cui secrezione è in
grado di mantenere impermeabile il capello
e la cute ad esso limitrofa.
Nel follicolo è anche presente un piccolo
fascio muscolare (muscolo erettore o
muscolo orripilatorio), la cui contrazione
provoca il sollevamento verso l’esterno del
bulbo e del capello cui dà origine.
Il colore del capello è dovuto alla presenza
di melanina all’interno della struttura,
mentre la causa dell’incanutimento è la
scomparsa delle cellule pigmentanti che
lasciano così ampi spazi vuoti; tali spazi
rendono trasparente il capello che come
conseguenza appare bianco.
I vasi che nutrono il bulbo provengono dalla rete
capillare del derma mentre la sensibilità è data dalla
presenza delle fibre terminali dei nervi cutanei.
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Le fasi di sviluppo del capello
Contrariamente a quanto avviene nella maggior parte degli animali, nell’uomo non si
assiste ad una muta del pelo al variare delle stagioni anche se è noto un cambiamento
nella crescita dei capelli legata alla stagionalità (i mediterranei perdono più capelli in
autunno, mentre i nordici perdono più capelli in estate); inoltre mentre negli animali i peli
si trovano pressoché tutti nella stessa fase di sviluppo, nell’uomo si ha la
contemporanea presenza di peli e capelli nelle diverse fasi del loro sviluppo.
Circa l’ 85 - 90 % dei capelli sono in crescita attiva (anagen), l’1% si trova in fase di
regressione (catagen) e i restanti sono in fase di riposo (telogen) e cadono facilmente
durante la pettinatura. La vita media del capello è di circa 7 anni nella donna e di 4 ÷ 5
anni nell’uomo.
Peli e capelli vanno incontro durante il loro ciclo vitale a diverse trasformazioni,
schematicamente denominate “ciclo del pelo”, che sono dovute a variazioni del follicolo.
Queste avvengono, in tempi diversi, anche nello stesso individuo, a seconda della zona
del corpo considerata, ad esempio i peli della barba crescono più rapidamente di quelli
delle braccia o del tronco.
La fase di accrescimento del capello può essere così schematizzata:
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È possibile evidenziare tre fasi:
1. Anagen – costituisce lo stadio di accrescimento e di formazione del capello; è in
questo periodo che il capello viene materialmente costruito. In questa fase è
possibile evidenziare una sotto fase, denominata Metagen, nella quale si ha lo
sviluppo e la crescita del capello al ritmo di circa 1 cm al mese grazie ad una intensa
attività mitotica; questa fase dura circa 3 ÷ 7 anni.
2. Catagen – questa fase subentra all’Anagen, in essa il follicolo cessa la produzione
del capello ed inizia una fase di involuzione nella quale va incontro ad un
restringimento verso la superficie. Si tratta di un periodo di circa 3 ÷ 4 settimane.
3. Telogen – costituisce lo stadio di riposo, è in esso che si ha la caduta del capello (di
solito durante la pettinatura). Questo periodo dura 3 ÷ 4 mesi e al termine si assiste
ad un nuovo sviluppo della radice, alla ricrescita del capello ed ad una nuova fase
Anagen.
Tipi di peli
I tipi di peli presenti sul corpo umano possono essere così suddivisi:
Lanugo – costituisce il primo tipo di peluria che viene prodotto, presente in genere solo
nella fase uterina, si sviluppa a partire dalla 20ª settimana e scompare tra la 32ª e la
36ª settimana. Si tratta di un pelo lungo e senza pigmento definito anche pelo primario.
Vellus – sono peli che si sviluppano su quasi tutto il corpo alla scomparsa del lanugo,
sono sottili, corti (meno di 1 cm) e quasi sempre privi di pigmentazione. Sono assenti
nelle zone in cui sono presenti radici di tipo terminale.
Terminali – costituisce un tipo di pelo dotato di midollo, che in alcune zone come cuoio
capelluto, ciglia e sopracciglia sostituisce il lanugo già nell’ utero. Altri peli terminali si
sviluppano nella pubertà (peli sessuali secondari) da modificazioni di peli vellus.
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Cause della calvizie
Quali siano le cause della progressiva perdita dei capelli e come queste si possano
classificare e contrastare, costituisce ragione di studio sin dall’antichità.
Osservazioni recenti permettono di diversificare la perdita dei capelli in:
• calvizie comune (alopecia androgenetica maschile e femminile)
• telogen effluvium (acuto o cronico)
Alopecia androgenetica
Telogen effluvium acuto
Telogen effluvium cronico
Fenomeno di perdita dei
capelli su base genetica: si
ha progressiva perdita dei
capelli nelle zone frontotemporali e del vertice.
Copiosa perdita dei capelli
diffusa su tutto il cuoio capelluto, dovuta ad un evento
acuto di tipo transitorio.
Copiosa perdita dei capelli
diffusa su tutto il cuoio
capelluto ma meno intensa
del telogen effluvium acuto.
Processo associato a:
stress prolungato, diete squilibrate, malattie croniche, assunzione di farmaci o a
cause di difficile interpretazione.
ALOPECIA ANDROGENETICA o COMUNE
La calvizie comune o alopecia androgenetica è la forma di calvizie più diffusa e
costituisce la principale manifestazione della perdita di capelli. Colpisce sia l'uomo che
la donna e le cause sono principalmente legate a fattori ormonali e genetici.
Consiste in una progressiva miniaturizzazione dei follicoli piliferi del cuoio capelluto e
dei capelli che ne derivano ed è dovuta all’azione esercitata sul bulbo pilifero dagli
ormoni maschili.
Nello stato di alopecia androgenetica si osserva infatti un rallentamento nello sviluppo
del capello e contemporaneamente una caduta precoce. Si può dire quindi che il bulbo
presenta una sua “indolenza” che conduce ad un diradamento e assottigliamento dei
capelli.
Studi scientifici hanno dimostrato che soggetti, che non hanno raggiunto la maturità
sessuale, non presentano calvizie comune mentre la somministrazione di testosterone
provoca lo sviluppo sessuale e la comparsa della calvizie. Tuttavia la presenza di
testosterone non è maggiore nei soggetti calvi rispetto ai soggetti con capelli.
La calvizie è infatti associata ad una diversa sensibilità del bulbo pilifero agli ormoni e
non ad una differente quantità di questi in circolo.
Predisposizione genetica e androgeni devono essere quindi verosimilmente entrambi
presenti (da qui la dizione di alopecia androgenetica).
La calvizie comune viene infatti indotta dall’azione degli ormoni androgeni su individui
geneticamente predisposti (particolarmente soggetti sono gli individui maschi di origine
caucasica, rispetto ad africani ed orientali, con un rapporto di 4 a 1).
Alla base dell’aumentata caduta dei capelli non vi è però il testosterone ma un suo
derivato, il Deidrotestosterone (DHT), che si forma mediante l’azione dell’enzima 5-αreduttasi (nelle sue due forme isoenzima II e isoenzima I).
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L’enzima 5-α-reduttasi è presente in quantità maggiore nel maschio rispetto alla donna
ed è più frequente nelle zone frontali rispetto alle occipitali.
Le donne sono inoltre protette dall’azione del DHT grazie alla presenza doppia rispetto
all’uomo di un sistema enzimatico, l’aromatasi, in grado di trasformare il testosterone in
estrogeni.
Il DHT ha una affinità 5 volte maggiore rispetto al testosterone nei confronti del follicolo
pilifero ed una volta istaurato il legame modifica l’attività delle cellule della matrice
diminuendo lo sviluppo di cheratina e quindi del capello.
Come già evidenziato l’azione dell’ormone DHT è diversa a seconda dei geni individuali
ereditati dai genitori.
Il Deidrotestosterone ha effetti su prostata, follicolo pilifero (tipo II) e sulla ghiandola
sebacea (tipo I).
L’ormone DHT agisce infatti sulla secrezione sebacea, e i fattori genetici influiscono sul
suo livello di attività. Questo fatto ha come conseguenza l’insorgenza in soggetti
predisposti, di dermatite seborroica, forfora e processi infiammatori, con conseguente
peggioramento dello stato di calvizie.
Altri fattori che concorrono alla perdita dei capelli sono lo stress ed una alimentazione
scorretta; essi, infatti, alterano l’equilibrio ormonale con conseguenze negative sul
capello.
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Il DHT è quindi responsabile dell’alopecia androgenetica maschile, fenomeno che
inizia già dopo la pubertà e colpisce il 40% dei maschi tra i 30 e 40 anni.
L'alopecia maschile si caratterizza per la perdita di capelli dell'area frontoparietale e del
vertice; si ha un progressivo arretramento della linea di inserzione dei capelli, l’apertura
degli angoli frontoparietali (stempiatura) con la caratteristica forma maschile a M, la
lenta perdita dei capelli del vertice fino al coinvolgimento alopecico di tutta la parte alta
del cuoio capelluto con tipico risparmio della nuca e delle zone temporali sopra
auricolari, per arrivare infine alla "calvizie a corona".
Allo scopo di valutare i diversi gradi di calvizie nell’uomo è stata sviluppata una scala
che permette di classificare i pazienti e di affrontare in maniera corretta il problema.
Scala di Hamilton – Norwood
La progressione della perdita dei capelli varia da soggetto a soggetto; in alcuni individui
si ha la perdita dei capelli in pochi anni. Nella maggior parte delle persone la perdita dei
capelli avviene più lentamente e raggiunge il suo massimo in 20 – 30 anni, in altri
soggetti non si raggiungono mai gli stati di maggiore gravità.
L’alopecia androgenetica femminile è sicuramente meno nota e diffusa di quella
maschile. Si manifesta in età più tarda rispetto all’uomo (30 – 35 anni) e coinvolge i
capelli della zona del vertice (vedi fig. Scala di Ludwig).
In genere nella donna non si assiste alla modifica dell’attaccatura del capello.
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Scala di Ludwig
In 1/3 delle donne affette da calvizie, il problema non è dovuto a fattori androgenetici
bensì ad altre condizioni. Frequentemente infatti le modificazioni del cuoio capelluto
sono legate a variazioni dei livelli ormonali (diminuzione di estrogeni e progesterone) e
spesso associate a particolari alterazioni delle ovaie, surreni o della funzione tiroidea.
Modifiche dei livelli ormonali si riscontrano anche nei periodi seguenti la sospensione di
una terapia anticoncezionale o nella fase postpartum (vedi Telogen effluvium).
TELOGEN EFFLUVIUM
Lo stato di perdita dei capelli conosciuto come telogen effluvium si manifesta in
corrispondenza di particolari stati fisici e psichici dell’individuo, ed è costituito dalla
rapida e massiva perdita di un numero elevato di capelli. Un fenomeno che ricorda la
muta del pelo dei mammiferi. Questo evento avviene quando una grande quantità di
capelli si trova nella fase finale del proprio ciclo vitale, da qui il termine telogen
effluvium.
Nell’uomo, in genere, non si hanno mai grandi quantità di capelli nella fase conclusiva
del ciclo vitale e quindi non si ha normalmente la perdita di un numero elevato di capelli.
Il fenomeno del telogen effluvium è originato da uno stato di alterazione fisica o da uno
stress che ha avuto luogo circa 3 – 4 mesi prima del suo manifestarsi.
Tra le cause più frequenti di telogen effluvium abbiamo: febbre elevata, diete
squilibrate, carenza di ferro, esposizione alle radiazione UV, gravidanza e parto, stress,
farmaci (cumarina, eparina, pillola contraccettiva), ipervitaminosi da vitamina A, iper ed
ipotiroidismo.
Durante la gravidanza l’abbondante presenza di estrogeni provoca un incremento del
numero di capelli nella fase di anagen, quindi alla conclusione della gravidanza, un
elevato numero di capelli passa dallo stato di crescita (anagen) allo stato di riposo
(telogen), e di conseguenza si nota una notevole perdita degli stessi. Si tratta di una
perdita momentanea in quanto i follicoli sono attivi e sono in grado di sviluppare, nel
giro di qualche mese, nuovi capelli.
Più complesso il caso di una condizione di stress continuato; se associata ad una
nutrizione errata, può essere causa di un telogen effluvium prolungato. Infatti non si
assiste ad un fenomeno circoscritto di perdita dei capelli, ma ad un flusso continuo che
non permette di avere una efficiente ricrescita. In questo caso diviene fondamentale la
rimozione della causa stressante ed, eventualmente, un adeguato stile di vita.
Il fenomeno del telogen effluvium può manifestarsi anche in persone soggette ad
alopecia comune; questo comporta un aumento dei capelli in fase di riposo ed un
incremento della perdita dei capelli stessi. Si assiste così ad un aggravamento della
calvizie.
Appare evidente la necessità di “curare” entrambe le affezioni al fine di ottenere un
risultato ottimale nei confronti della calvizie.
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Fattore predisponente: Dermatite seborroica
Fattore non marginale nell’insorgenza di una condizione di alopecia è sicuramente la
predisposizione alla dermatite seborroica.
Si tratta di una alterazione della cute con formazione di zone arrossate (eritema)
caratterizzate da desquamazione e da aumento del sebo. Si manifesta maggiormente
nelle zone ricche di ghiandole sebacee come cuoio capelluto, aree del viso, scapole e
sterno.
Il sebo prodotto nella dermatite seborroica presenta una composizione alterata: si
riduce il contenuto di sfingosina e la capacità di inibire la carica batterica cutanea, al
contempo si ha un aumento di colesterolo e di acidi grassi con diminuzione della
componente polinsatura e dei trigliceridi. Tutto ciò comporta alterazione del film
idrolipidico, dermatite, forfora ed infiammazione.
Fattore che assume sempre maggiore importanza nel mantenimento di un buono stato
di salute e di aspetto di cute e capelli è una corretta alimentazione e l’assunzione di
Acidi Grassi polinsaturi (ω3 e ω6), che non sono prodotti dall’organismo ma assunti con
la dieta.
All’origine del processo scatenante la dermatite seborroica troviamo l’enzima 5-αreduttasi tipo I che, oltre ad essere implicato nella trasformazione del testosterone in
DHT, è in grado di agire sulla ghiandola sebacea provocando un incremento e una
modifica nella qualità della secrezione, fenomeno che concorre ad aggravare una
condizione di perdita dei capelli.
Nell’ambito della dermatite seborroica, la presenza di uno stato di infiammazione del
cuoio capelluto viene associata ad un aumento della presenza di batteri e lieviti
(Malassezie) con conseguente produzione di enzimi litici che distaccano le cellule del
corneo inducendo un ulteriore incremento della desquamazione cutanea e provocando
danni al normale ciclo di vita del capello.
La condizione dello stato di alterazione fisiologica del cuoio capelluto si manifesta
anche attraverso dei processi meno gravi della dermatite seborroica, quali la forfora e la
seborrea.
La forfora costituisce un’alterazione della desquamazione cutanea del cuoio capelluto,
essa può presentarsi sotto forma di piccole scaglie grigiastre e sottili (Pityriasis simplex)
che possono in genere essere allontanate facilmente con lo shampoo. Qualora si abbia
lo sviluppo di una forfora grassa (Pityriasis steatoide) si ha presenza di scaglie di
dimensioni maggiori dovute alla formazione di una miscela tra forfora e grasso che
imprigiona le scaglie e le mantiene adese tra loro ed al cuoio capelluto, rendendone
difficile la rimozione.
La seborrea è caratterizzata dall’incremento o da una modificazione del sebo sulla cute
con conseguente formazione di capelli grassi e lucidi. Nella seborrea non si manifesta
eritema, desquamazione elevata e infiammazione, caratteristiche invece della dermatite
seborroica.
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Fattori ambientali e caduta dei capelli
E’ fondamentale nella protezione dei capelli lo stile di vita e lo stress psicofisico che
esso può causare sul nostro organismo, ma non sono da sottovalutare i fattori
ambientali.
Il fumo di sigaretta, oltre ad essere dannoso per tutto l’organismo, provoca danni alla
cute e ai capelli. Il fumo infatti riduce la quantità di ossigeno trasportata dal sangue ai
tessuti ed induce la formazione di radicali liberi che attaccano, tra l’altro, la struttura del
capello. Il fumo è in grado di ridurre in modo significativo l’azione dell’aromatasi,
l’enzima che converte gli ormoni maschili in estrogeni e ne riduce l’azione sul capello.
Le sigarette provocano anche vasocostrizione diminuendo la quantità di nutrienti che
giunge al follicolo. Anche fenomeni di incanutimento sono associabili al fumo.
L’esposizione eccessiva o scorretta al sole e
alle lampade solari, può causare danni alla
struttura dei capelli. Il calore infatti sottrae
umidità alla struttura pilifera e questo può
causare alterazione del film idrolipidico che nel
tempo produce capelli secchi e fragili.
Si osserva anche una alterazione della cuticola
che avvolge il capello, che diventa più
permeabile alle sostanze presenti nell’ambiente.
Tali sostanze possono causare la formazione di
radicali liberi che attaccano e destrutturano i
ponti di cistina, alterando l’intima struttura della cheratina e quindi del capello.
L’esposizione eccessiva al sole o alle lampade solari, provoca un accelerato
invecchiamento cutaneo cui si associa una elastosi caratterizzata da danni ossidativi e
microinfiammazione a livello del follicolo pilifero.
Di contro il sole, se preso con cautela, evitando le ore centrali della giornata, più calde e
dannose, può avere un effetto positivo sui capelli, stimolando la circolazione locale a
livello del cuoio capelluto e favorendo l’afflusso di nutrienti al follicolo. Nel caso di capelli
grassi, il sole può svolgere un’azione inibente nei confronti della secrezione sebacea,
anche se questo fenomeno è solamente momentaneo.
Lo smog e le polveri presenti nell’ambiente e
trasportate dal vento, vanno a depositarsi sui
capelli che fanno da vero e proprio filtro. Si
assiste così ad una rapida opacizzazione dei
capelli stessi e alla necessità di una maggiore
frequenza dei lavaggi. Lo smog svolge una
azione dannosa anche in relazione alla
formazione di radicali liberi sia sui capelli, sia a
livello del follicolo, con danno al capello e alla
sua “fabbrica”.
Al mare è importante proteggere i capelli
dall’aggressione della sabbia e dell’acqua marina che possono irritare ed inaridire sia i
capelli sia il cuoio capelluto.
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Anche l’acqua delle piscine, ricca di sostanze antibatteriche, come il Cloro, può alterare
il film idrolipidico e provocare danni alla melanina presente nel capello oltre che
aggredirne la struttura stessa.
Appare evidente la necessità di lavare i capelli, dopo un bagno in mare o in piscina, non
solamente con acqua dolce, ma utilizzando uno shampoo delicato che aiuti ad
allontanare i residui di sostanze chimiche depositati su di essi.
Gli sbalzi termici dovuti a cause ambientali o a
cause meccaniche, non sono graditi dai capelli
che, anzi, ne soffrono particolarmente.
L’uso del phon può alterare la struttura della
cuticola del capello, provocando la formazione di
fessurazioni che incrementano la sensibilità nei
confronti dell’umidità e dell’elettricità statica.
Non bisogna quindi utilizzare un phon troppo
caldo; questo vale particolarmente per i soggetti
con i capelli grassi, in quanto il calore eccessivo
aumenta la produzione e la fluidità del sebo.
Le piastre per stirare i capelli o i bigodini caldi devono essere utilizzati con cautela
poichè il calore eccessivo e la trazione possono causare danni alla struttura del capello
ed indebolirlo. Anche l’uso di lacci per raccogliere i capelli, come nella coda di cavallo,
deve essere fatto con prudenza; una trazione eccessiva infatti può essere causa di
alopecia dovuta a traumi della struttura follicolare.
L’attività fisica e lo sport in generale, devono essere fatti in relazione alle proprie
capacità individuali. Uno sforzo eccessivo può essere causa di un’alterazione dell’intero
organismo e anche i capelli risentono di questo stress.
Una giusta attività fisica, associata ad una dieta equilibrata povera di grassi saturi e
ricca di frutta e verdura, determina una riduzione dell’insulina e del testosterone in
eccesso.
L’attività sportiva e la vita nelle città determinano la necessità di una pulizia frequente
dei capelli. È necessario utilizzare shampoo delicati, caratterizzati da una base lavante
ben strutturata e poco aggressiva nei confronti del capello e del cuoio capelluto.
Per le persone con capelli secchi o normali possono essere sufficienti uno o due lavaggi
la settimana; nei soggetti con capelli grassi, che trattengono più facilmente smog e
polveri, vi è la necessità invece di un lavaggio più frequente (tre volte la settimana o
più).
L’uso dello shampoo non può arrestare la caduta dei capelli e quindi i prodotti che
vantano tale attività, possono essere utilizzati unicamente come ottimi coadiuvanti nel
trattamento anticaduta.
Nella scelta dello shampoo adatto alla nostra capigliatura dobbiamo considerare: i
risultati cosmetici di lucentezza, pettinabilità, presenza di sostanze emollienti ed
idratanti all’interno della formulazione, eventuale presenza di sostanze antiseborroiche
o antiforfora (negli shampoo che devono svolgere questa attività), presenza di sostanze
antimicotiche, antinfiammatorie, antiossidanti.
Nei soggetti che presentano diradamento dei capelli si ha un incremento della
produzione del DHT e di sebo. Il sebo in eccesso diviene ottimo terreno di coltura per
diversi microrganismi, tra i quali la Malassezia e il Pitirosporum ovale, dannosi per il
cuoio capelluto e per i capelli, e fattore aggravante di uno stato di alopecia preesistente.
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Per le persone con capelli grassi che devono lavare spesso i capelli è consigliabile
utilizzare shampoo delicati, caratterizzati da una base lavante costituita da tensioattivi
anfoteri o non ionici. In questi prodotti vi possono essere sostanze che riducono la
secrezione sebacea come: Catrami, Zolfo, Zinco e Vitamina B6; possono essere
presenti anche antifungini come il Ketoconazolo che incrementano l’attività del prodotto.
Questo tipo di shampoo può essere utilizzato
anche nei soggetti con forfora: in questo caso è
necessaria una pulizia frequente e delicata
associata ad antifungini e sebo regolatori. Negli
shampoo può essere presente anche Acido
Salicilico al 3% con attività desquamante e
antinfiammatoria.
Nel caso di capelli secchi i prodotti detergenti
devono essere delicati e non disidratare il cuoio
capelluto e i capelli. Si tratta di prodotti con un
sistema tensioattivo delicato nei quali sono
presenti estratti ad attività emolliente ed
idratante (es. estratto di Aloe).
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Strategie per rallentare la caduta dei capelli
Al fine di contrastare la perdita dei capelli appare necessario un trattamento che
consideri i diversi fattori coinvolti:
•
Bisogna combattere l’eventuale presenza di una dermatite seborroica che causa
infiammazione e concorre ad accentuare la caduta dei capelli.
•
Determinare le cause di un eventuale telogen effluvium.
•
Ripristinare l’equilibrio ormonale eventualmente alterato.
•
Ridurre la condizione di stress.
APPROCCIO MEDICO-FARMACOLOGICO
Nei confronti della problematica ormonale, un approccio di dimostrata efficacia è
sicuramente quello medico farmacologico. Esistono infatti sostanze utilizzate a scopi
terapeutici che hanno dimostrato di possedere effetti collaterali che coinvolgono la
crescita dei capelli ed esempi sono la Finasteride ed il Minoxidil.
Questi due principi attivi sono, attualmente, gli unici autorizzati dalla FDA americana e
dal Ministero della Salute come preparati atti alla cura dell’alopecia androgenica.
La FINASTERIDE è un principio attivo utilizzato nel trattamento della ipertrofia
prostatica benigna. Questo farmaco agisce a livello dell’enzima 5-α-reduttasi
inibendone l’azione e riducendo la produzione dell’ormone DHT (diidrotestosterone),
causa primaria dell’alopecia androgenica.
L’uso di questo principio attivo alla concentrazione di 1mg/die per os ha permesso di
osservare un significativo aumento del periodo di anagen dei capelli e ciò lo rende utile
nel trattamento dell’alopecia androgenica lieve e moderata.
La Finasteride rappresenta un trattamento di notevole efficacia andando ad agire sia sui
capelli del vertice sia su quelli della fronte oltre che sull’enzima responsabile della
produzione del DHT. La sua somministrazione non causa alterazioni ormonali: a fronte
di un aumento medio del 15% di testosterone (non più trasformato in DHT) non si
verificano variazioni significative dei livelli ormonali.
L’uso della Finasteride è stato valutato, anche in relazione agli eventuali effetti
indesiderati, confrontati con un placebo, dando i seguenti risultati:
Diminuzione del
desiderio sessuale
Disfunzione erettile
Riduzione del
volume dell’eiaculato
Finasteride
1,9%
1,4%
1,0%
Placebo
1,3%
0,9%
0,4%
Gli effetti della Finasteride si manifestano dopo circa un anno di trattamento,
raggiungendo il massimo effetto a due anni dall’inizio della terapia.
E’ un prodotto che non può essere somministrato alle donne in quanto in caso di
gravidanza il feto, se di sesso maschile, subirebbe danni ai genitali.
Deve essere assunto sotto controllo medico per cui è necessaria la prescrizione
medica.
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Altra sostanza attiva nei confronti dell’alopecia androgenica è il MINOXIDIL, molecola
utilizzata fin dagli anni settanta per il trattamento dell’ipertensione; con l’uso si
osservava nei pazienti un incremento della crescita dei capelli e dei peli in genere.
Nei preparati in commercio il Minoxidil viene applicato come lozione, circa 2 ml alla
concentrazione del 2 – 5% (in soluzione alcoolica), e sembra avere una efficacia
maggiore sui capelli del vertice rispetto a quelli della fronte.
Studi in vitro hanno permesso di evidenziare una riduzione dell’invecchiamento dei
cheratinociti, questo fatto assieme ad un aumento della vita media delle cellule della
matrice del follicolo, comporta un incremento della fase di crescita del capello (anagen).
Il Minoxidil sembra agire anche sulla riduzione della sintesi del collagene, determinando
una diminuzione degli effetti infiammatori.
L’efficacia del Minoxidil si manifesta dopo circa 6 mesi di trattamento ed è massima
dopo un anno di terapia. La sospensione della cura conduce ad una perdita dei capelli
dopo circa tre-quattro mesi. L’azione del Minoxidil non è dovuta all’effetto di
vasodilatazione locale e la sostanza non agisce a livello ormonale.
Sono stati evidenziati effetti indesiderati legati all’uso di preparati contenenti Minoxidil.
In particolare si è notato l’insorgere di dermatiti allergiche da contatto regredite con
l’interruzione del trattamento. I casi di ipertricosi del volto, spesso presenti nel sesso
femminile, sono in genere dovuti ad un uso scorretto della lozione e regrediscono con la
sospensione della cura.
Si è osservata una maggiore efficacia delle lozioni che associano l’Acido Retinoico al
Minoxidil, benché l’uso di questa associazione comporti rischi di tossicità.
Le lozioni al 5% manifestano una maggiore efficacia ma presentano anche maggiori
effetti collaterali.
Il Minoxidil non può essere utilizzato nelle preparazioni cosmetiche ed è soggetto a
prescrizione medica anche in relazione agli effetti collaterali che può manifestare.
Le aziende cosmetiche hanno sviluppato dei succedanei che svolgono un’azione simile.
Rammentiamo il Triaminodil (2,6 diamino-4-pirrolidinopirimidina-1-ossido) e l’Aminexil
(2,4 diamino-pirimidina-3-ossido). Il Triaminodil è molto simile al Minoxidil ed ha una
storia di trattamento molto lunga in quanto è stato utilizzato già in tempi antecedenti.
L’Aminexil è una molecola più recente (sviluppata da L’Oreal) e test in vitro hanno
evidenziato come tale sostanza svolga la sua azione agendo sul collagene. Ne
impedisce infatti l'irrigidimento, che può causare il soffocamento della radice del
capello, determinandone la caduta. L’Aminexil rende elastica la guaina di collagene e
permette al capello di ancorarsi solidamente nel cuoio capelluto e avere così uno
sviluppo migliore. La concentrazione massima ammessa per questa molecola è del
1,5%. Su questa sostanza sono puntate molte speranze dell’industria cosmetica
tricologia.
Studi in doppio cieco indicano una sua effettiva attività anche se risultano necessarie
ulteriori ricerche per comprovare in maniera assoluta la sua reale efficacia.
Sempre in relazione all’approccio medico nei confronti dell’alopecia si può ricorrere
all’uso di sostanze che inibiscono il legame tra gli ormoni e le strutture recettoriali
deputate.
Tra queste rammentiamo il CIPROTERONE ACETATO in grado di inibire il legame
dell’ormone DHT con il recettore. Questa molecola viene utilizzata in associazione con
l’etilnilestradiolo solo nel trattamento dell’alopecia femminile in quanto, in soggetti
maschili, altera lo stato ormonale con effetti indesiderati. Come sopra citato il
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Ciproterone viene utilizzato in associazione con un anticoncezionale (es.
etinilestradiolo) poiché, in caso di gravidanza, un eventuale feto di sesso maschile
potrebbe subire danni ai genitali.
Il dosaggio usato nelle preparazioni contraccettive (2 mg) non svolge una significativa
azione antialopecia, e per ottenere un effetto evidente è necessario elevare la dose a
50 – 100 mg.
La somministrazione avviene a partire dal quindicesimo giorno del ciclo mentre
l’etinilestradiolo (0,05 mg) è somministrato dal quinto al venticinquesimo giorno del
ciclo.
Questa molecola è in grado di bloccare la caduta dei capelli e, in alcuni casi, di far
regredire l’alopecia. La terapia va protratta per anni e può dare origine a diversi effetti
collaterali come nausea, mal di testa, ritenzione idrica ed aumento di peso.
Si tratta di un approccio prettamente femminile, che richiede la supervisione di un
medico.
Un'altra sostanza che può essere utile nel trattamento dell’alopecia femminile è lo
SPIRONOLATTONE, potente antiandrogenico recettoriale, che induce una riduzione di
testosterone a livello delle gonadi e della ghiandola surrenale. Questo principio attivo
viene utilizzato al 0,05% nelle preparazione topiche in associazione con il progesterone
con una posologia che varia da 50 a 200 mg/die. Manifesta, in ogni caso, un’efficacia
inferiore al Cirproterone.
Nella terapia dell’alopecia femminile non di rado si ricorre all’uso di ESTROGENI E
PROGESTERONE. Gli estrogeni incrementano l’SHBG (sex hormon bindiing globulin),
la proteina che trasporta gli androgeni nel sangue, diminuendo il testosterone libero e
inibiscono l’azione della 5-α-reduttasi con effetti positivi sulla crescita dei capelli.
Vi sono lozioni a base di estrogeni che sono in grado di diminuire la perdita dei capelli e
ridurne il numero in fase di riposo (telogen). L’uso di questi preparati nell’uomo è vietato
in quanto causano ginecomastia e diminuzione della libido.
L’uso di prodotti a base di progesterone permette di inibire l’azione della 5-α-reduttasi e
di ridurre la quantità di DHT presente in circolo con effetti benefici sulla ricrescita dei
capelli. Questo tipo di lozioni non possono essere utilizzate sull’uomo.
DIETA e ALIMENTAZIONE
Nella donna è importante prestare attenzione all’alimentazione, che dovrebbe essere
ricca di frutta e verdura, e alla presenza negli alimenti di fitoestrogeni come quelli
contenuti nella Soia.
In alcuni casi il permanere di uno stato di sofferenza del capello, dopo la sospensione di
una terapia anticoncezionale, può essere il sintomo di una predisposizione ereditaria
nei confronti della perdita dei capelli, predisposizione che può non tardare a
manifestarsi.
Particolare attenzione alla dieta deve essere prestata durante la gravidanza. In questo
caso l’alimentazione deve prevedere alimenti che assicurino il giusto apporto calorico
preferendo proteine associate a carne magra, pesce, uova, latte e formaggi a ridotto
tenore di grassi. Importante il giusto apporto di Vitamine (specie quelle del gruppo B) e
del Calcio.
La gravidanza ha in genere effetti benefici sul capello ma a volte una dieta errata può
essere fonte di problemi.
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Nella vita femminile un altro periodo a rischio per i capelli è dato dalla menopausa le cui
alterazioni ormonali sono spesso causa di una condizione di stress. Fattori che, tra le
altre cose, conducono ad un peggioramento dello stato di salute dei capelli e ad un
eventuale manifestarsi di una alopecia androgenica latente.
In ogni modo i pilastri di una bella capigliatura sia nell’uomo che nella donna sono un
corretto stile di vita ed una adeguata alimentazione.
L’uso di un regime dietetico squilibrato, che si manifesta in alcune persone in relazione
al desiderio di perdere peso, può essere causa di alterazioni organiche che possono
avere effetti deleteri anche sul capello.
TRATTAMENTI: TINTURE e PERMANENTI
Si sconsiglia di sottoporsi a tinture, di fare uso di lacche o di acconciature che
implichino l’impiego di elastici per capelli.
Le tinture per capelli sono state spesso indicate come causa di stress e di sofferenza
per il capello. Si tratta sicuramente di un allarme eccessivo.
In genere le attuali tinture, se eseguite in maniera corretta, non provocano fenomeni di
calvizie, ma devono comunque essere applicate su capelli sani ed in buone condizioni.
Un discorso particolare deve essere fatto per le permanenti; queste procedure
cosmetiche hanno lo scopo di alterare la struttura del capello rendendolo riccio o liscio a
seconda dei desideri. Si tratta di modificare la struttura della cheratina attraverso
un’aggressione alla struttura stessa del capello. Se la permanente è eseguita
correttamente e non viene ripetuta troppo di frequente in genere non è fonte di
problemi, in caso contrario può essere causa della perdita dei capelli.
Classificazione dei tipi di tinture
Tintura
Tipo di colorazione
Tinture
temporanee
Superficiale – il colore resta sulla superficie del capello. Non danneggiano la
struttura del capello, hanno una durata limitata ad alcuni lavaggi, sono applicate
mediante lozioni e shampoo.
Tinture
semipermanenti
Superficiale – il colore si applica sulla cuticola del capello grazie all’azione di
particolari fissatori. Resistono per un numero maggiore di lavaggi (sei – otto) e
sono applicate mediante creme che permettono di ottenere colori migliori e più
brillanti, utili nel modificare le tonalità scure dei capelli e di coprire i capelli bianchi.
Tinture
permanenti
Interna – sono preparazioni caratterizzate dalla presenza di ammoniaca ed acqua
ossigenata. L’ammoniaca destruttura la cuticola e permette all’acqua ossigenata di
depolimerizzare la melanina presente nel capello, alterandone il colore. Si tratta di
un trattamento aggressivo che deve essere eseguito non troppo di frequente e
non su capelli fragili e sfibrati.
Le tinture permanenti sono sconsigliate in gravidanza ed in persone soggette ad
allergia.
Tinture naturali
Superficiali – sono ottenute da piante come ad esempio l’Henné.
Nel trattamento con Henné si miscela la polvere con acqua sino a raggiungere
una consistenza cremosa. Il prodotto viene applicato mediante un impacco per un
tempo variabile tra i trenta minuti e le tre ore a seconda della tonalità di rosso
desiderata.
Si tratta di una tintura superficiale che non danneggia il capello e che perdura solo
per alcuni lavaggi.
Attualmente esistono altri estratti vegetali, presenti in erboristeria, che permettono
di modificare la tonalità dei propri capelli, sempre entro un range di tonalità limitato
al tono di partenza dei capelli.
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Sostanze attive nella caduta dei capelli
AMINOACIDI, VITAMINE e MINERALI
Nel trattamento dell’alopecia, sia maschile che femminile, fondamentale importanza
hanno le Vitamine e i sali Minerali.
La presenza di aminoacidi nelle preparazioni anticaduta spesso costituisce un fattore di
arricchimento delle stesse e di potenziamento della loro efficacia.
In particolare svolgono un ruolo importante aminoacidi come la Cistina che presenta
una elevata concentrazione di Zolfo ed è la struttura portante della cheratina. La sua
presenza è fondamentale per il processo di cheratinizzazione ed è anche coinvolta nella
produzione delle eumelanine (pigmenti scuri che colorano il capello).
La Vitamina B6 assicura un adeguato apporto di Cistina la cui carenza si manifesta
anche con sofferenza del capello. Altro aminoacido importante nella produzione della
cheratina è la Metionina che viene convertita, in presenza di Acido Folico e Vitamina
B12, in Cistina.
Nelle lozioni si può trovare anche la Glicina, un aminoacido fondamentale, in quanto,
assieme ad Istidina ed altri aminoacidi costituisce uno dei componenti principali del
collagene. Il loro utilizzo migliora il rinnovamento cutaneo e lo sviluppo del capello.
Nell’ambito del trattamento dell’alopecia le Vitamine assumono particolare importanza.
Si tratta di sostanze che, generalmente, non sono prodotte dall’organismo ma svolgono
funzioni fondamentali nel mantenimento di un buono stato di salute. Le vitamine
vengono assunte con la dieta e sono per lo più contenute in frutta e verdura. Si può
facilmente osservare come la carenza anche di una sola vitamina possa alterare lo
stato di benessere psicofisico, ma in primo luogo, l’aspetto di cute e capelli.
Va rammentato che nella nostra società opulenta si può assistere, anche se raramente,
al fenomeno opposto ovvero a problemi dovuti all’eccesso di vitamine con evidenti
danni all’organismo. A tale riguardo si ricorda come le vitamine siano suddivise in
liposolubili (A, E, D, K) e idrosolubili (B1, B2, B3, B5, B6, B12, C, Biotina, Acido Folico).
Le liposolubili si accumulano nel tessuto adiposo e nel fegato, le idrosolubili, ad
esclusione della B12, non sono, in genere, soggette a fenomeni di accumulo.
La maggior parte delle vitamine sono coinvolte nel metabolismo del follicolo pilifero e
influenzano variazioni d’aspetto e di vitalità dei capelli.
La Vitamina A partecipa in maniera fondamentale alla vita del capello, intervenendo
nella sintesi dei mucopolisaccaridi presenti nel derma e nella guaina del pelo. Concorre
a mantenere in buona salute i capelli contrastando l’aggressione delle sostanze
tossiche prodotte dall’ambiente. Regola, inoltre, la sintesi della cheratina, sostanza
fondamentale per la struttura del capello.
La carenza di Vitamina A, così come il suo eccesso, dà origine ad alterazioni della cute
e dei capelli che appaiono fragili, opachi e si spezzano facilmente.
Questa vitamina viene assunta con la dieta, è contenuta nella frutta e verdura fresche,
nel tuorlo d’uovo e nell’olio di fegato di pesce. Vi sono alcune sostanze, come alcool e
caffè, che ne riducono l’assorbimento, mentre altre ne potenziano l’attività (Vitamine del
gruppo B, Vitamina C, Vitamina E, Calcio, Fosforo, Zinco).
La Vitamina A, nella sua forma acida (Acido Retinoico), pur presentando effetti
interessanti sul capello, non può essere utilizzata in campo cosmetico a causa della sua
tossicità. Ne viene assolutamente sconsigliato l’uso in gravidanza ed allattamento.
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In ambito cosmetico si può utilizzare la forma alcolica, Retinolo, che alcuni enzimi
cutanei sono in grado di trasformare in Acido Retinoico.
Nell’ambito della assunzione di Vitamina A, un ruolo importante viene attribuito al
Betacarotene, una provitamina, che a livello intestinale viene trasformata in Vitamina A.
La Vitamina E costituisce uno dei più frequenti fattori antiinvecchiamento presenti nelle
formulazioni cosmetiche. Grazie alla sua azione antiossidante è in grado di proteggere
le membrane cellulari e di svolgere un’azione protettiva nei confronti del capello.
Concorre a preservare dall’ossidazione la Vitamina A prolungandone l’azione.
La carenza di Vitamina E (fenomeno alquanto raro) si manifesta con invecchiamento
precoce della cute e dei capelli, tendenza all’anemia, fenomeni di astenia muscolare.
La Vitamina B1 o Tiamina concorre al metabolismo degli zuccheri e fornisce al bulbo
pilifero il glucosio necessario a dare l’energia utile alla produzione dei capelli. La
carenza di Tiamina produce fenomeni organici come debolezza, irritabilità, dolori
muscolari e disturbi digestivi, oltre che influire negativamente sullo sviluppo del capello
e sulla sua forza.
La Vitamina B2 o Riboflavina partecipa a vari processi metabolici tra cui la sintesi di
ATP, principale fonte di energia a livello cellulare. Si tratta quindi di una vitamina
fondamentale per lo sviluppo del capello a livello del follicolo pilifero che contribuisce a
mantenere in buono stato la cute ed i capelli.
La carenza si manifesta con alterazioni cutanee, dermatite seborroica, lesioni delle
mucose, affaticamento visivo.
La Vitamina B3 o Niacina, importante per la salute della cute e dei capelli, interviene
nelle reazioni di ossidoriduzione. E’ una molecola essenziale nella sintesi ormonale e la
sua carenza dà origine ad un’affezione nota come “pellagra” che si manifesta con
alterazioni cutanee e delle mucose, stanchezza, insonnia ed anoressia. Questa
vitamina può essere carente anche a causa di un abuso di fumo di sigaretta, caffè ed
alcool.
La Niacina, se applicata sulla cute, può dare origine a arrossamenti localizzati
soprattutto in cuti sensibili o couperosiche.
La storia del trattamento dei capelli vede quale protagonista la Vitamina B5 o Acido
Pantotenico tanto da essere definita la “vitamina dei capelli”. Coinvolta nel
metabolismo di acidi grassi, zuccheri e proteine, ad essa si associano azioni anticaduta
ed antiincanutimento, anche se tali attività sono state dimostrate solo sui ratti.
La Vitamina B5 permette il rinnovamento cellulare della cute e determina un migliore
stato di salute dei capelli.
La carenza che può derivare dall’abuso di fumo di sigaretta, caffè, alcool, estrogeni e
sulfamidici, causa perdita di capelli, disturbi digestivi e ipoglicemia.
Nell’ambito della cura dei capelli un ruolo fondamentale viene svolto dalla Vitamina B6
o Piridossina che è in grado di mantenere l’integrità di cute e di capelli. Permette infatti
di inibire l’azione della 5-α-reduttasi, riducendo così l’attività del DHT ed incrementando
la vita media del capello. E’ anche capace di favorire la sintesi della Niacina e di ridurre
la quantità di radicali liberi presenti nell’organismo grazie alla sua azione nei confronti
dell’Omocisteina.
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La sua carenza dà luogo a perdita di capelli, stanchezza, nervosismo e alla comparsa di
dermatiti. Come sempre concause di depauperamento sono l’eccesso di fumo, caffè,
alcool e l’uso di estrogeni.
Tra le vitamine idrosolubili oltre a quelle del gruppo B non possiamo non segnalare la
Vitamina H o Biotina che interviene nel metabolismo dei grassi e delle proteine e
concorre anch’essa alla salute e alla bellezza di cute e capelli. Possiede la capacità di
contrastare la dermatite seborroica e per questo scopo può essere somministrata al
dosaggio di 10-20 mg/die. Le carenze di Biotina sono molto rare così come i casi di
ipervitaminosi (viene eliminata con urine e feci). La mancanza può essere causata da
assunzione di albume d’uovo crudo (contiene avidina, molecola che inattiva la vitamina)
e dall’eccesso di caffè, alcool, antibiotici. Fenomeni di insufficienza si manifestano con
dermatite seborroica, secchezza cutanea, stanchezza e nervosismo.
L’Acido Folico è fondamentale per il metabolismo degli aminoacidi e dei costituenti del
DNA, ed è quindi importante nello sviluppo di strutture in continuo rinnovamento come
cute e capelli. Condizioni di mancanza si possono riscontrare durante la gravidanza o
durante diete squilibrate.
La carenza cronica può dare origine a telogen effluvium e ad alterazioni cutanee.
Si possono avere inoltre disturbi neurologici e gastro intestinali.
La Vitamina C concorre alla sintesi del collagene, componente fondamentale della
cute.
Questa vitamina manifesta una nota attività antiossidante che la rende importante nel
mantenimento in buono stato dei nostri capelli, proteggendoli dall’attacco dei radicali
liberi.
La sua carenza è più frequente di quanto si pensi, viene infatti inattivata da luce e
calore e spesso la cottura degli alimenti ne riduce la presenza.
I casi di insufficienza si manifestano con astenia, affaticamento, emorragie nasali, dolori
ossei e tra le cause di carenza si rammentano fumo di sigaretta, estrogeni, antibiotici.
Particolarmente importanti per la vita dei capelli sono gli oligoelementi; tra questi
rammentiamo:
il Ferro costituisce uno degli elementi la cui carenza produce più frequentemente
perdita dei capelli; questo fenomeno si manifesta particolarmente nel sesso femminile. Il
Ferro, tra le molteplici funzioni che svolge, è coinvolto nella costruzione della struttura
del capello e la sua mancanza dà origine a telogen effluvium. Questo elemento svolge
anche una funzione antiossidante. La carenza di Ferro si manifesta più frequentemente
nelle donne in relazione a mestruazioni abbondanti o allo stato di gravidanza.
Abusi di caffeina possono provocare una diminuzione dell’assorbimento di Ferro.
Lo Zinco è uno dei costituenti del capello ma svolge anche una funzione inibente nei
confronti della 5-α-reduttasi e quindi inibisce l’ormone DHT responsabile della perdita
dei capelli. Lo Zinco è anche in grado di stimolare il sistema immunitario e di agire come
antiossidante attivando la superossidodismutasi.
Una dieta squilibrata, povera di carne, può dare origine ad una insufficienza di Zinco;
anche alcuni farmaci come corticosteroidi e antidepressivi possono inibire
l’assorbimento di tale elemento.
All’opposto l’eccesso di Zinco può essere causa della carenza di Rame in quanto
veicolato dallo stesso sistema recettoriale.
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Il Rame è un cofattore di numerose reazioni enzimatiche. In particolare è un fattore
essenziale nella sintesi della melanina, pigmento che colora cute e capelli.
Assieme allo Zinco contribuisce alla formazione della superossidodismutasi, un enzima
che protegge i capelli dall’azione dei radicali liberi.
Il Rame promuove la formazione della Cistina, aminoacido fondamentale per la struttura
del capello. Un giusto apporto di Rame è dato da una dieta equilibrata nella quale siano
presenti pesce, legumi, cereali e frutta secca.
Un eccesso di Zinco può ridurre l’assorbimento del Rame.
Sicuramente il Selenio costituisce uno degli oligoelementi più “magici”, viene infatti
pubblicizzato come uno dei fattori dell’eterna giovinezza. Si tratta di una promessa
eccessiva ma certamente il Selenio, specie se associato alla Vitamina E, costituisce
uno dei più efficaci antiossidanti. La sua presenza è importante anche nel rinnovamento
delle cellule del cuoio capelluto.
ESTRATTI VEGETALI
Fin dall’antichità gli uomini hanno attinto dalla natura le sostanze per curarsi e
migliorare il loro aspetto e la cura dei capelli non fa eccezione. Abbiamo visto come già
nell’antico Egitto si ricorreva all’uso di estratti animali e vegetali per curare
l’incanutimento e la calvizie.
Studi recenti hanno potuto dimostrare l’interessante attività di alcuni estratti vegetali in
grado di inibire l’attività della 5-α-reduttasi e la sintesi del DHT, l’ormone coinvolto nella
caduta dei capelli.
Queste osservazioni portano molti ricercatori ad analizzare un sempre maggior numero
di piante anche tropicali nella speranza di riscontrare attività medicamentose e
cosmetiche interessanti. Per tale motivo spesso si trovano in preparati cosmetici piante
tropicali od esotiche.
L’uso degli estratti vegetali presenta il sicuro vantaggio della sinergia d’azione tra le
sostanze presenti. Infatti benchè i preparati di sintesi abbiano una concentrazione di
attivo maggiore e un’efficacia mirata e sicuramente più rapida, non si riscontra in essi
l’azione sinergica dovuta alle diverse sostanze presenti nei preparati naturali e gli effetti
positivi che ne derivano spesso non riproducibili con un singolo componente.
Nelle lozioni cosmetiche per il trattamento dei capelli possiamo trovare facilmente la
presenza di:
• estratti naturali (sotto forma di tinture, infusi ed estratti fluidi) che presentano
numerose e diverse proprietà come l’azione antisettica, antiseborroica, cheratolitica,
antipruriginosa e l’attività biotrofica che mantiene attivo il bulbo e concorre all’arresto
della caduta del capello.
• oli essenziali, si tratta spesso di sostanze ad attività revulsiva (legata alle sostanze
terpeniche presenti) o ad attività antisettica. Tra le prime ricordiamo gli oli essenziali
agrumati come Arancio, Arancio amaro, Mandarino, Limone, Bergamotto, tra i
secondi Timo e Rosmarino.
Nell’uso degli estratti vegetali è di fondamentale importanza la concentrazione d’uso e
l’utilizzo di piante non tossiche o sensibilizzanti.
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Tra le principali piante presenti nelle lozioni per capelli rammentiamo:
Serenoa repens – nota anche con il nome di Serenoa serulata è sicuramente una delle
piante più utilizzate nel trattamento della ipertrofia prostatica benigna e al contempo
dell’alopecia androgenetica. Si tratta di una pianta delle aree meridionali degli Stati Uniti
che prende il nome comune di palma nana. Le bacche di questa pianta sono utilizzate
in infuso sin da tempi remoti al fine di trattare i problemi di minzione e diverse affezioni
della sfera sessuale. I principi attivi inibiscono l’azione della 5-α-reduttasi permettendo
un trattamento efficace della calvizie comune. Gli estratti svolgono un’azione
antinfiammatoria ed una moderata azione antiestrogenica, permettendo quindi il
mantenimento della fase anagen e un’ottimizzazione della fase catagen.
Pygeum africanum – conosciuto con il nome di Prugno africano, è un albero
sempreverde utilizzato per l’ attività sulle affezioni del tratto urinario. I principi attivi
sono estratti dalla corteccia e sono ricchi di acidi grassi, steroli, triterpeni e alcooli
(tetracosanolo e dicosanolo).
Presenta un’attività simile alla Serenoa repens, in quanto è in grado di inibire l’azione
della 5-α-reduttasi, ed ha inoltre una modesta azione antiestrogenica.
Questa pianta manifesta anche efficacia nel trattamento della dermatite seborroica,
fattore di aggravamento dello stato di calvizie comune.
In genere viene utilizzata in associazione con estratti di Urtica dioica.
Urtica dioica – si tratta della classica Ortica, utilizzata sin dall’antichità nei trattamenti
delle affezioni del cuoio capelluto essendo nota come pianta anticaduta.
Le parti impiegate sono le foglie e le radici, quest’ultime contengono betasitosterina
sostanza in grado di contrastare l’azione del DHT. Nelle radici sono inoltre presenti
polifenoli, lignani e lectani che conferiscono attività antinfiammatoria.
L’Ortica è anche ricca di Vitamina C e di oligoelementi, fattori che la rendono utile nel
trattamento della calvizie comune.
Un esempio di preparazione cosmetica anticaduta contenente Ortica può essere la
seguente: decotto misto di radici di Ortica, Bardana, Rucola (30 grammi ciascuna)
facendo bollire per 10 minuti in un litro di acqua, il prodotto viene frizionato sul cuoio
capelluto. Viene utilizzata al 5% in estratti fluidi ed in infusi.
La sua azione revulsiva e stimolante del cuoio capelluto diviene utile in caso di
defluvium.
Camelia sinensis - più nota con il nome comune di Tè verde, contiene diverse
molecole ad attività antiossidante tra cui spiccano Vitamine e Flavonoidi. Sono anche
presenti oligoelementi come Zinco e Ferro. Tra le molte proprietà ascrivibili a questa
pianta si evidenziano l’attività antinfiammatoria e antimicrobica. Studi hanno inoltre
dimostrato la capacità di inibire in modo non competitivo l’attività della 5-α-reduttasi di
tipo I e, quindi, di agire selettivamente sulla produzione di DHT a livello della ghiandola
sebacea.
Il contenuto di caffeina del Tè verde è notevolmente inferiore rispetto alle altre varietà di
tè e di caffè.
Panax ginseng – pianta asiatica molto utilizzata per la sua efficacia e tollerabilità.
Permette di aumentare le difese dell’organismo specie in relazione a stati di stress fisico
e mentale. Estratti di Ginseng hanno un’azione rivitalizzante sull’epidermide e stimolano
il microcircolo cutaneo.
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Vite – in particolare l’estratto dei frutti e dei semi assume notevole importanza in
fitoterapia. Nelle parti utilizzate si riscontrano Acidi Grassi polinsaturi, Vitamine e
Resveratrolo, che svolge una notevole azione antiossidante ed antimutagena.
L’estratto secco d’Uva ha dimostrato attività protettiva nei confronti delle cellule epiteliali
e di attivazione delle cellule del follicolo pilifero, questo su ratto, inoltre i preparati topici
presentano un ottima tollerabilità.
Orzo – sicuramente una delle piante più antiche, presenta attività antiinfiammatoria ed
emolliente, contiene proantociani che paiono svolgere un’azione stimolante nei confronti
delle cellule epidermiche aumentando la fase anagen del capello.
In particolare la proantocianidina B3 stimola la crescita dei capelli.
Soia – come l’Orzo è una delle piante più antiche coltivate dall’uomo. Grazie alle
sostanze in essa presenti (fitoestrogeni come Ginisteina, Daidzeina, Glycisteina,
Biocanina, Formonometina) è in grado di svolgere una azione antiossidante e
anticolesterolo.
Sulla base delle attuali conoscenze appare evidente la potenzialità della Soia nel
controbattere gli effetti negativi del DHT sul ciclo del capello
Lievito di birra – costituisce un’importante fonte di Vitamine del gruppo B e di
oligoelementi (Ferro, Magnesio, Selenio). È in grado di svolgere un’azione ricostituente;
Ferro e Selenio hanno un effetto benefico anche sullo stato di salute dei capelli.
Germe di grano – prezioso integratore permette di migliorare lo stato di salute della
cute e dei capelli; in esso sono presenti Vitamine del gruppo B, Minerali, Aminoacidi ed
Acido Folico.
Achillea millefolium – l’Achillea costituisce una pianta erbacea molto comune in
Europa, della quale vengono utilizzate le infiorescenze mature contenenti flavonoidi
(casticina, artemetina, flavone, rutina), un glucoside (achilleina), oli eterei (azulene,
pinene, limonene, tuione).
Viene utilizzata in lozioni stimolanti e toniche alla concentrazione del 2 – 3%.
Aloe ferox – Aloe vera – l’Aloe è una pianta presente nelle zone temperate o tropicali
caratterizzata da foglie carnose ricche di un succo contenente mucillagini (glucosidi),
derivati antracenici, cumarine ed oli essenziali. L’estratto, sia fluido sia glicolico, viene
usato nelle lozioni per la sua attività lenitiva e cheratolitica.
Arctium lappa – la Bardana costituisce una pianta infestante presente anche nel
territorio italiano. Vengono utilizzate le radici, ricche di oli eterei, fitosteroli, acido
caffeico e clorogenico. Questa pianta viene utilizzata in lozioni bioriattivanti del cuoio
capelluto.
Betula alba – la Betulla è presente nelle zone temperate e artiche, si utilizzano le
gemme, le foglie e la corteccia, tutte molto ricche di tannini, essenze oleose, alcaloidi
(betullina), allantoina, ecc. I principi attivi presenti negli estratti, nelle tinture, e negli
infusi sono utilizzati alla concentrazione del 3 – 5 % e svolgono un’attività sul sistema
capillare con azione di tipo tonico, astringente.
Matricaria camomilla – la Camomilla è una pianta erbacea della quale vengono
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utilizzati i fiori ricchi di azulene ed oli essenziali. Gli infusi applicati sul cuoio capelluto
svolgono un’azione lenitiva e decongestionante.
Capsicum annuum – del Capsico, noto anche come peperoncino rosso, vengono
utilizzati i frutti ricchi di principi aromatici rubefacenti come la capsaicina e derivati. Sono
anche presenti carotenoidi, vitamine, oli essenziali e flavonoidi.
Nelle lozioni è usato come revulsivo, stimolante, antiforfora.
Cinchona succirubra – La China è un albero esotico tipico delle zone tropicali di cui si
utilizza la corteccia ricca di alcaloidi, resine e tannini. Da essa si ottengono tinture ed
estratti ad attività stimolante ed antisettica. La China viene usata alla concentrazione
del 2 – 3% e tende a colorare la preparazione per cui, in genere, si usa la China gialla
meno pregnante.
Cymbopogon nardus – la Citronella è originaria delle aree tropicali orientali e da essa
si ricava un olio essenziale che ha come componenti principali citronellolo, geraniolo, e
terpeni. Nelle lozioni la Citronella svolge una funzione antisettica e aromatizzante.
Hedera helix – l’Edera è una pianta il cui succo ottenuto dalle foglie e dai fusti è ricco di
glucosidi, saponine, flovonoidi, carotenoidi, tocoloferoli, fitosteroli, ecc. Viene utilizzata
alla concentrazione del 1 – 3% e le lozioni presentano un’attività lenitiva ed
antiflogistica.
Eucalyptus globulus – l’Eucalipto è una pianta di origine australiana dalle cui foglie
sono estratti oli essenziali, tannini, flavonoidi, antocianidine, ecc. Gli estratti idroalcolici
sono utilizzati al 1 – 5% e le lozioni massaggiate sul cuoio capelluto hanno una azione
tonica e stimolante.
Juniperus communis – del Ginepro si utilizzano le bacche ricche di oli essenziali
contenenti numerosi derivati terpenici (pinene, canfene, ecc.). L’olio essenziale viene
utilizzato come riepitelizzante e stimolante. Dal Ginepro rosso si ricava il catrame di
ginepro o olio di cade nel quale sono presenti idrocarburi sesquiterpenici e fenoli.
Questo olio viene utilizzato in lozioni e shampoo per la sua azione antiseborroica e ha
mostrato efficacia in caso di dermatite seborroica e psoriasi.
Aesculus hippocastanum – l’Ippocastano o Castagno d’India costituisce una pianta
ricca di saponine (escina), flavonoidi, catecoli, vitamine. Gli estratti svolgono effetti
lenitivi, antiflogistici e rinfrescanti.
Pilocarpus jaborandi – dello Jaborandi vengono utilizzate le foglie ricche di resine, oli
essenziali, alcaloidi (pilocarpina). La tintura svolge una funzione revulsiva e stimolante.
Lavandula officinalis – le infiorescenze della Lavanda forniscono un olio essenziale
(con resa del 1.5%) ricco in linalolo e acetato di linalile. Nell’olio essenziale di Lavanda
sono anche presenti cumarine, terpeni, tannino, flavonoidi. Nelle lozioni capillari svolge
una funzione profumante, rinfrescante, trofica e stimolante.
Rosmarinus officinalis – del Rosmarino sono utilizzati i fiori e le foglie che contengono
un olio essenziale ricco in triterpeni e acidi fenolici (rosmarinico). Gli oli essenziali sono
utilizzati alla concentrazione del 1 – 2% in lozioni idroalcoliche ed in infusi.
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Il Rosmarino svolge un’azione rinfrescante, deodorante, trofica, tonificante ed
antiforfora. Gli estratti di Rosmarino sono utilizzati in sinergia con estratti di Salvia,
Eucalipto, Timo.
L’olio di Rosmarino costituisce un ottimo antiossidante naturale ed è particolarmente
utile nella preparazioni di lozioni estemporanee.
Salvia officinalis – l’olio essenziale di Salvia, estratto dai fiori e dalle foglie, risulta ricco
in tujone, cineolo, acetato di linalile, pinene e canfora. Nelle preparazioni cosmetiche
viene utilizzato come trofico, lenitivo. Nelle lozioni per capelli svolge anche un’azione
stimolante e antiforfora; in queste lozioni viene introdotto come soluzione idroalcolica
estrattiva al 10 – 20%.
Sophora japonica – la Sofora, pianta giapponese diffusa in Europa possiede una
radice ricca di principi attivi. Utilizzata nelle lozioni capillari svolge un’azione
biostimolante sul follicolo pilifero.
Thymus vulgaris – del Timo sono utilizzate le infiorescenze, da esse si estrae un olio
essenziale ricco di fenoli (70%) i cui principali componenti sono il timolo, il carvacrolo e
il cimene. Nelle lozioni si sfruttano oltre alla profumazione le proprietà antisettiche,
eutrofiche e stimolanti
Thuja occidentalis – dalle foglie della Tuja si ottiene un olio essenziale resinoso dal
gradevole profumo ricco in tuione, pinene ed altre numerose sostanze. Le lozioni
contenenti Tuja vengono utilizzate nel trattamento della forfora.
La concentrazione d’uso dell’olio essenziale è limitata allo 0,2 – 0,3% poichè molti
componenti manifestino un’elevata tossicità.
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Preparati anticaduta
Da quanto sino ad ora esposto appare evidente l’estrema variabilità e complessità del
fenomeno “perdita dei capelli”.
Anche nei preparati anticaduta riscontriamo un’enorme variabilità nei loro ingredienti.
Si può vedere come speso siano presenti estratti di piante e, più raramente, di animali e
anche molecole di natura chimica come l’Aminexil.
Tra gli estratti vegetali sicuramente la parte del leone la fanno piante come la Serenoa e
il Pygeum africano anche se il Tè verde ed altre piante sono molto frequenti nelle lozioni
anticaduta.
Il loro effetto è legato alle caratteristiche della formulazione, alla frequenza d’uso e non
ultimo alla reale concentrazione dell’estratto all’interno del preparato. Va comunque
rammentato che le aree pilo sebacee sono caratterizzate da un buon assorbimento dei
principi attivi e che un uso costante dei prodotti può portare ad effettivi risultati.
L’eventuale presenza di Vitamine può costituire un arricchimento della preparazione ma
ovviamente una carenza di vitamine alimentari non può essere sostituita
dall’applicazione cutanea.
Va anche rammentato come lozioni o fiale contenenti sostanze quali il Minoxidil, non
siano preparazioni cosmetiche ma necessitino di una prescrizione medica e vadano
utilizzate seguendo le indicazioni di un Dermatologo o altro specialista del settore.
Lozione anticaduta (schema di massima)
INGREDIENTE
PERCENTUALE
Alcool
40 – 60
Acqua
20 – 40
Estratti vegetali
2–5
Solubilizzanti
0–2
Profumo
0 – 0,5
Attivi
0 – 1,5
L’alcool quale principale componente delle lozioni per capelli viene utilizzato
innanzitutto come solvente delle sostanze presenti ed inoltre svolge un’azione tonica a
livello del cuoio capelluto favorendo la circolazione sanguigna locale e l’afflusso di
sangue al bulbo pilifero.
Va in ogni caso evitato l’eccesso, in quanto la sua rapida evaporazione contrasta con
l’azione rubefacente e ne diminuisce l’effetto a livello bulbare.
L’alcool svolge anche un’azione disinfettante e antisettica a livello del cuoio capelluto e
contemporaneamente agevola l’assorbimento dei principi attivi in esso solubilizzati.
L’elevata concentrazione di alcool etilico può, in alcuni casi, essere fonte di problemi,
specialmente in soggetti sensibili. In questi casi si può ridurre la concentrazione di
alcool ricorrendo a preparazioni contenenti glicerina (88 parti di idrolito, 10 parti di alcool
e 2 di glicerina). In alcuni casi le sostanze introdotte possono restare in sospensione e
richiedono l’agitazione del prodotto prima dell’uso.
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La glicerina, qualora presente, svolge una funzione idratante e lubrificante, mentre
l’acqua fa da veicolo nei confronti delle sostanze idrosolubili presenti nella formulazione.
L’uso di profumi e di coloranti all’interno della preparazione spesso può essere
superfluo, specie in presenza di estratti già profumati. Nel caso in cui questi presentino
odori non troppo gradevoli, diviene necessaria una correzione dei fattori organolettici
della formulazione.
Le lozioni o fiale per capelli rappresentano una classe di cosmetici definita come
“tonificanti capillari” e spesso nella perdita dei capelli costituiscono un prodotto di
confine tra il cosmetico ed il trattamento farmacologico.
Le lozioni capillari potrebbero essere suddivise in:
• Lozioni capillari funzionali
• Lozioni capillari di cosmetologia medica.
Le Lozioni capillari funzionali svolgono un’azione tonico stimolante e presentano al
loro interno, tra le altre sostanze, oli essenziali ed estratti vegetali.
Hanno lo scopo di ricondurre la fisiologia del cuoio capelluto alla normalità e ad esse
spesso si associano attività quali antiforfora, antiseborrea, ecc.
Si tratta di prodotti a prevalente attività igienico cosmetologica.
Le Lozioni capillari, definibili di “cosmetologia medica”, contengono molecole di tipo
medicamentoso la cui presenza richiede il controllo medico.
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PARAMETRI PER LA CREAZIONE DELLE INDICAZIONI INTESA
Nell’analisi dei prodotti sono stati considerati i seguenti fattori:
• Sono state analizzate le formule qualitative riportate in etichetta considerando la
funzione di ogni componente sulla base di quanto stabilito nell’Inventario Europeo
degli Ingredienti Cosmetici; di conseguenza si è valutata la corrispondenza tra le
caratteristiche vantate del prodotto e gli ingredienti presenti in etichetta.
• La presenza o assenza di sostanze attive sul bulbo pilifero e sul suo sistema
germinativo.
• La presenza di estratti vegetali attivi sul cuoio capelluto o sul capello di dimostrata
efficacia.
• La presenza di sistemi conservanti non aggressivi, con particolare attenzione al
Kathon CG tra i conservanti.
• La presenza di Trietanolammina alla luce della documentata attività sensibilizzante
di questo prodotto nei confronti di una certa fascia di popolazione.
• Presenza di sostanze nitrosanti in presenza di ammine all’interno del prodotto.
• La presenza di sostanze comprese nella lista dei “26 Allergeni” (Direttiva 2003/15/CE).
N.B.: se non c’è corrispondenza tra le informazioni riportate sulla confezione e proprietà reali,
queste sono segnalate nella parte finale delle Indicazioni Intesa come “Info da
confezione”.
NOTE
9 Le lozioni anticaduta sono a tutti gli effetti dei cosmetici e quindi devono sottostare
alla normativa (legge 713/86) che ne definisce l’ambito d’azione.
9 Spesso questi prodotti vantano attività ed efficacia eclatanti, bisogna rammentare
come, generalmente, gli effetti di questo tipo di prodotti si manifestino dopo mesi, ed
a volte anni di applicazione.
9 La presenza di estratti vegetali attivi anche sulle affezioni della prostata è in genere
un fattore favorevole all’efficacia del prodotto, ovviamente il tutto è legato alla reale
concentrazione degli estratti vegetali all’interno della preparazione.
Questo lavoro è stato realizzato con la consulenza di:
Dott. Mario Zappaterra - Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche – Università di Ferrara.
Un ringraziamento alle dott.sse Scaranari e Contaldi per la collaborazione al progetto.
Coordinamento scientifico a cura di Unifarm S.p.A.
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Finito di stampare
Settembre 2007
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