Canale Multipath
Transcript
Canale Multipath
Parte IV – G. Reali: Il canale radiomobile 4 Il Canale Radiomobile 4.1 INTRODUZIONE L’evoluzione fondamentale nella filisofia di progetto delle reti di comunicazione indoor è il passaggio dalla modalità di trasmissione via cavo a quella radio. Nell’inquadrare tale scelta, occorre fare alcune considerazioni. La propagazione radio presenta alcuni vantaggi che si riconducono a un più alto grado di flessibilità per il sistema. In particolare, l’ampliamento o la modifica della rete già esistente non implicherebbe il posizionamento di cavi e, quindi, il vincolo di strutture fisse. Inoltre l’utente, avendo a disposizione unità portatili di piccolo peso, vedrebbe la propria operatività non più legata ad un particolare sito. Di contro, la funzionalità della rete, in termini di probabilità di errore e throughput potrebbe essere compromessa dalla trasmissione radio del segnale che, come è ben noto, è affetta da una serie di problematiche che la rendono meno affidabile di quella via cavo. Di conseguenza, risulta chiaro quanto sia importante acquisire una conoscenza adeguata del comportamento spazio temporale del canale radio indoor. Tipicamente, Il segnale trasmesso, a causa delle strutture presenti nell'ambiente, è soggetto a fenomeni di riflessione, rifrazione e scattering. Esso, quindi, raggiunge il ricevitore per mezzo di percorsi multipli (multipath). Ogni percorso, essendo caratterizzato da una storia diversa dipendente dal tipo d’ambiente considerato, è affetto da un valore aleatorio di attenuazione e rotazione di fase. La combilazione di tutti i parcorsi produce, al ricevitore, una versione distorta del segnale trasmesso. A questa si sommano altri effetti indesiderati: il rumore termico dei dispositivi, l’interferenza estrerna dovuta a dispositivi che emettono energia a radio frequenza nella stessa banda e l’interferenza interna, dovuta agli altri utenti che accedono allo Cap. 4 - Il canale radio indoor 50 stesso sistema di comunicazione. Tutti questi fenomini sono modellabili in termini statistici. Nel seguito del capitolo sarà affrontata la descrizione del canale dal punto di vista della propagazione multipla. 4.2 IL FENOMENO DELLA PROPAGAZIONE MULTIPLA La progettazione dei sistemi di comunicazione radio all’interno di edifici richiede una conoscenza accurata del fenomeno di propagazione multipath. Questo, infatti, determina una variabilità della risposta all’impulso del canale dipendente sia dal tempo sia dalle successive posizioni spaziali assunte dal ricevitore durante la comunicazione. A causa del multipath, più repliche del segnale trasmesso giungono contemporaneamente al ricevitore. Il numero di queste, il ritardo relativo, la loro attenuazione e il loro sfasamento possono variare in maniera aleatoria. La Fig. 4.1 rappresenta una situazoine schematica e semplificata del fenomeno. t = t1 + τ t = t1 t = t0 11 t = t1 + τ t 12 (a ) t = t0 + α t = t2 t = t2 + τ 21 t = t2 + τ 22 t = t2 + τ 23 t (b ) t = t0 + β t = t3 t = t3 + τ 31 t = t3 + τ t 32 (c ) t = t0 + γ t = t4 t = t4 + τ 41 t = t4 + τ 42 t (d ) Fig. 4.1- Rappresentazione schematica della risposta di un canale radio indoor tempo variante ad un impulso trasmesso in tempi diversi. Cap. 4 - Il canale radio indoor 51 Ogni percorso contribuisce alla costruzione del segnale ricevuto con un termine d’ampiezza e di fase, legati rispettivamente all’attenuazione e alla lunghezza di cammino del singolo raggio. La presenza o meno del raggio diretto permette di distinguere fra propagazione in visibilità ottica, LOS (Line Of Sight), e propagazioni in assenza di visibilità ottica, NLOS (No Line Of Sight). Nel primo caso si verifica la condizione di visibilità ottica tra trasmettitore e ricevitore che comporta una componente diretta del segnale; nel secondo, invece, tutti i contributi che giungono al ricevitore derivano esclusivamente da fenomeni di riflessione, rifrazione e scattering. Le caratteristiche delle diverse componenti multipath variano in maniera casuale con dipendanza dal tempo e dalla posizione del ricevitore. Le variazioni temporali, sono dovute al movimento di persone o oggetti nelle vicinanze del ricevitore, ed hanno una importanza analoga a quella dello stato di moto del ricevitore nel determinare la statistica del canale. Tale movimento determina un continuo cambiamento nelle lunghezze dei percorsi multipli e si traduce in primo luogo in variazioni di fase legate ai vari raggi. A differenza dei termini d’ampiezza, infatti, il cui cambiamento è apprezzabile solo su grandi distanze, un contributo significativo di fase deriva anche da un modesto mutamento della lunghezza del percorso, dato che ogni variazione del ritardo della componente di 1 f c , con f c la frequenza centrale del segnale trasmesso1 corrisponde ad una rotazione di fase di 2π. Se a risentire del fenomeno sono in particolare le componenti multipath dovute a riflessioni nelle vicinanze del ricevitore, il segnale subisce fenomeni di fluttuazione che si esauriscono in tempi dell’ordine dei millisecondi o microsecondi e si parla di fading multipath a breve termine. A causa di spostamenti più ampi del ricevitore, invece, può anche cambiare la natura dei cammini “principali”che collegano il trasmettitore al ricevitore. Queste variazioni, note anche come fading multipath a lungo termine, non influiscono in maniera immediata sull’andamento del segnale, come avviene nel caso precedente, ma determinano la “disponibilità” del canale, nel senso che condizionano gli effetti della propagazione multipla sul segnale al variare di parametri descritti da statistiche a lungo termine. Per tale motivo un 1 valori tipici sono dell’ordine di pochi GHz Cap. 4 - Il canale radio indoor 52 modello matematico del canale si limita a considerare il solo l’attenuazione da percorsi multipli a breve termine. 4.3 MODELLO MATEMATICO DEL CANALE 4.3.1 RISPOSTA ALL’IMPULSO Si supponga di trasmettere, nel canale radio descritto, un generico segnale passabanda del tipo: j 2πf t c s(t ) = Re u(t ) ⋅ e (4.1) dove fc è la frequenza centrale di riferimento e u(t) è l’inviluppo complesso in banda base. Se nel mezzo è possibile distinguere un insieme di percorsi differenti che uniscono il trasmettitore al ricevitore (multipath discreto), il segnale ricevuto assume la forma: N x (t ) = ∑ a n (t − t 0 ) ⋅ s[t − t 0 − τ n (t )] (4.2) n=0 dove N è il numero di componenti multipath, t0 il ritardo fisso introdotto dal canale, an(t) l’attenuazione di cammino e τ n (t ) il ritardo relativo. Sostituendo la (4.1) nella (4.2) e trascurando il contributo costante dovuto al canale, il segnale ricevuto può anche essere scritto come x (t ) = Re[ r (t ) ⋅ e j 2πf ct ] (4.3) dove N r (t ) = ∑ a n (t ) ⋅ e − j 2πf cτ n ( t ) ⋅ u[t − τ n (t )] (4.4) n=0 è l’inviluppo complesso in banda base. Il comportamento del canale equivalente in bassa frequenza, quindi, fissata la posizione del ricevitore, è simile a quello di un filtro lineare descritto dalla risposta all’impulso tempo variante a valori complessi [20]: Cap. 4 - Il canale radio indoor 53 N h(τ , t ) = ∑ a n (t ) ⋅ e − j 2πf cτ n ( t ) δ [t − τ n (t )] (4.5) n=0 Questa espressione indica che il segnale ricevuto, a causa dell’azione multipath del canale, può essere rappresentato, in corrispondenza ad ogni punto dello spazio, come la somma di più fasori tempo varianti, ciascuno dei quali porta il contributo di un singolo cammino in termini di ampiezza e di fase. Qualora la distribuzione delle varie componenti sull’asse dei ritardi non permettesse di distinguere dei contributi netti, il segnale ricevuto sarebbe più correttamente modellabile come il risultato di un’operazione d’integrazione (multipath continuo): x (t ) = ∫−∞ a(τ , t ) ⋅ s( t − τ ) dτ +∞ (4.6) oppure, in funzione degli equivalenti in bassa frequenza, come x (t ) = Re[ r (t ) ⋅ e j 2πf ct ] (4.7) con r (t ) = +∞ ∫−∞ a (τ , t ) ⋅ e − j 2πf t ⋅ u(t − τ )dτ . c (4.8) In questo caso il termine a(τ,t) rappresenta l’ampiezza all’istante t di tutti i raggi che arrivano al ricevitore con ritardi relativi compresi nell’intervallo (τ , τ + dτ ) . In maniera analoga alla (4.5), la risposta all’impulso del canale in banda base diventa h(τ , t ) = a (τ , t ) ⋅ e − j 2πf c t (4.9) L’operazione di convoluzione rappresentata dalla (4.4) e dalla (4.8) descrive il canale in ogni punto dello spazio come un filtro con risposta all’impulso tempo-variante h(τ,t). La variabile τ indica il fatto che la potenza associata al segnale giunge al ricevitore in istanti diversi per mezzo di più componenti (dispersione temporale del segnale), le cui caratteristiche variano temporalmente in maniera aleatoria. In genere il ricevitore non è fisso, ma si sposta causando continui cambiamenti nelle condizioni di propagazione. Ciò permette di associare ad ogni punto dello spazio un profilo della risposta all’impulso ottenuto al variare del ritardo τ [21][22]. Cap. 4 - Il canale radio indoor 54 4.3.2 RISPOSTA ALL’IMPULSO TEMPO-DISCRETA Per descrivere i canali in condizioni di propagazione multipath a partire da dati sperimentali si fa spesso riferimento al modello di risposta all’impulso tempo discreta h(τ i , xi ) . Ciò consiste nella suddivisione dell’asse dei tempi in intervalli di ampiezza pari alla risoluzione temporale, in ciascuno dei quali è presente o meno una componente. Il modello esclude il caso in cui più componenti si trovino in uno stesso intervallo, dato che contributi diversi che giungono al ricevitore con un ritardo relativo minore dell’ampiezza di tale intervallo non sono risolvibili come cammini distinti. Oltre che per interpretare il comportamento del canale sulla base delle misure effettuate, il modello di risposta all’impulso tempo discreta è utilizzabile anche qualora si voglia simulare una condizione di fading multipath. In tal modo l’azione aleatoria esercitata sul segnale è rappresentata da un insieme finito di valori e l’analisi del sistema è notevolmente semplificata rispetto al caso di un modello tempo continuo. 4.3.3 PARAMETRI DEL CANALE MULTIPATH Fra i parametri che descrivono le caratteristiche principali di un generico profilo della risposta all’impulso h(τ,x) del canale, assumono notevole importanza il guadagno totale di potenza multipath, l’eccesso medio del ritardo (τ m ) ed il valore quadratico medio del ‘delay spread’ τ rms . Il guadagno totale di potenza multipath è definito come: N G = ∑ a n2 (4.10) n=0 dove a n è l’ampiezza della n-esima componente ed N è il numero di componenti che costituiscono il profilo. Esso indica la potenza che giunge al ricevitore in seguito alla trasmissione attraverso il canale di un impulso temporale di ampiezza unitaria. Di conseguenza il parametro fornisce una misura della qualità del sistema di comunicazione, in maniera analoga a quanto avviene con la definizione del rapporto segnale-rumore. Cap. 4 - Il canale radio indoor 55 L’eccesso medio di ritardo e il valore quadratico medio del delay spread sono grandezze legate al profilo di potenza multipath del canale, definito in ogni punto dello spazio come il 2 quadrato del modulo della risposta all’impulso al variare del ritardo h(τ , x ) . L’eccesso medio di ritardo è il primo momento del profilo di potenza multipath. Tenendo conto del ritardo t 0 del primo percorso del canale, tale grandezza è definita come: N τm = ∑ (τ n − t 0 )a n2 n=0 N ∑a n=0 (4.11) 2 n In prima approssimazione questa grandezza, che è una media pesata dei ritardi con cui le diverse componenti del segnale giungono al ricevitore, fornisce un’indicazione sull’entità del cosiddetto ‘self-noise’, ovvero della rumorosità delle componenti ritardate del segnale. Il valore quadratico medio del “delay spread” è invece la radice quadrata del secondo momento centrale del profilo di potenza, ed assume la forma τ rms = τ 2 − (τ m ) 2 (4.12) dove N τ = 2 ∑ (τ n − t 0 ) 2 a n2 n=0 N ∑a n=0 (4.13) 2 n è un parametro legato alla durata temporale TM (delay spread) del profilo, in quanto esprime la dispersione temporale del segnale intorno al valor medio calcolato in precedenza e dà una misura dell’interferenza intersimbolo (ISI). Supposto, infatti, di dover trasmettere dei simboli, ad esempio binari, tramite forme d’onda di durata T, l’azione del canale è più o meno significativa a seconda del valore che assume TM. In particolare si hanno due casi significativi: a) T>>TM ; in questa condizione a causa del fenomeno multipath ciascuna forma d’onda ricevuta occupa un intervallo pari a T+TM. Essendo però T>>TM la sovrapposizione tra i simboli adiacenti è molto limitata. Sull’asse dei tempi è possibile distinguere in ricezione una Cap. 4 - Il canale radio indoor 56 successione di intervalli di durata T-TM che contengono gran parte dell’energia trasmessa e che sono liberi da interferenza. b) T<<TM ; in questo caso il fading distorce seriamente il segnale ed in ricezione non è più possibile distinguere i valori trasmessi, dato che l’intervallo in cui si manifesta ISI è maggiore della durata del simbolo stesso. Sia τ m sia τrms variano al variare dell’ambiente e dipendono dall’esistenza o meno di condizioni di visibilità. I valori numerici che tali grandezze assumonooscillano fra i 20 e i 50 ns nel caso di un ufficio di media grandezza, fino ad arrivare a valori misurati in una fabbrica di 300 ns [21]. Al variare delle posizioni assunte in un medesimo ambiente, G, τ m e τrms si possono modellare come variabili aleatorie aventi distribuzioni legate alle condizioni in cui avviene la trasmissione. 4.3.4 FUNZIONE DI AUTOCORRELAZIONE SPAZIALE Per il canale radio indoor si può definire una funzione di trasferimento complessa con variabilità spaziale trasformando secondo Fourier la h(τ,x) rispetto al primo argomento, come segue: +∞ H ( f , x ) = ∫−∞ h(τ , x )e − j 2πfτ dτ ; (4.14) In Fig. 4.2 ne è mostrato un esempio. Supposto il canale stazionario in frequenza è possibile definire a partire dalla H(f,x) anche la seguente funzione d’autocorrelazione complessa ρ( ∆f , x) [23]: ρ( ∆f , x ) = ∫−∞ H ( f , x ) H ∗ ( f + ∆f , x )df +∞ (4.15) Cap. 4 - Il canale radio indoor 57 H(f , t ) SPAZIO Canale localmente invariante FREQUENZA Fig. 4.2 - Esempio di funzione di trasferimento di un canale radio indoor Il fatto che ρ( ∆f , x ) dipenda dalla sola variabile ∆f e non dalla particolare frequenza considerata è intuibile. La stazionarietà in frequenza del canale deriva infatti dall’ipotesi di fading scorrelato, cioè si ipotizza che le diverse componenti multipath che giungono al ricevitore siano scorrelate. La larghezza di banda Bc a 3 dB della funzione ρ( ∆f , x ) fornisce una misura della coerenza del canale, poiché indica l’intervallo in cui le componenti spettrali del segnale subiscono dal canale un effetto simile. Questa è inversamente proporzionale al delay spread TM del canale e, quindi, rappresenta un limite in frequenza alla trasmissione in termini d’interferenza intersimbolo, in maniera analoga a quanto avviene nel dominio spaziale con la definizione di τrms. Tra quest’ultima grandezza e la banda B c del canale sussiste una relazione di proporzionalità inversa del tipo: Bc = C ⋅ τ rms − β dove C e β sono costanti che dipendono dalla struttura dell’ambiente. (4.16) Cap. 4 - Il canale radio indoor 58 4.4 MODELLO STATISTICO DEL CANALE 4.4.1 CARATTERIZZAZIONE DELLA RISPOSTA ALL’IMPULSO La variabilità rivelata nelle misure del canale radio indoor ha favorito la nascita di un certo numero di modelli statistici. Nel seguito saranno riportati i modelli principali noti in letteratura, che descrivono le caratteristiche peculiari di un canale affetto da propagazione multipla. 4.4.1.1 DISTRIBUZIONE DEL NUMERO DI COMPONENTI MULTIPATH La conoscenza del numero di componenti multipath del segnale è importante per valutare la qualità del sistema di comunicazione e le possibili tecniche di equalizzazione del canale. Nel seguito si assumerà che una componente multipath giunge al ricevitore con un ritardo τ n rispetto al alla prima replica se la potenza associata al relativo intervallo temporale supera una certa soglia minima, fissata come riferimento. Il numero N di componenti multipath raccolte in un particolare edificio, il cui valore dipende in primo luogo dalla soglia fissata, si comporta al variare del profilo della risposta all’impulso nello spazio come una variabile aleatoria la cui distribuzione dipende dalla geometria dell’ambiente considerato. Un esempio di dati, misurati in due diversi edifici residenziali, è riportato in Tab.4.1, tratta da [21]. Il valore di N è stato calcolato considerando tutte le componenti multipath la cui potenza è compresa entro un intervallo di α dB a partire da quella relativa al percorso più forte. Cap. 4 - Il canale radio indoor EDIFICIO 1 EDIFICIO 2 SEPARAZIONE TRA LE ANTENNE SEPARAZIONE TRA LE ANTENNE (METRI) (METRI) 5 α µ 59 10 σ µ 20 σ µ 30 σ µ 5 σ µ 10 σ µ 20 σ µ 30 σ µ σ 10 dB 3 2 4 2 7 3 8 3 4 2 5 2 5 2 6 3 20 dB 8 3 10 3 13 4 17 5 8 3 10 3 11 3 13 4 30 dB 13 3 16 3 20 5 24 7 13 3 15 3 18 4 19 4 Tab. 4.1 - Valor medio (µ) e deviazione standard (σ) del numero N di componenti multipath misurate in due diversi edifici. I valori sono calcolati per separazioni delle antenne di 5, 10, 20, 30 m e in corrispondenza a soglie sulla potenza ricevuta (α) relative al contributo più forte pari a 10, 20 e 30 dB. Dalla tabella, che riporta gli andamenti di N per tre diversi valori di α, si osserva che: • esiste una dipendenza lineare tra il valor medio N e la separazione tra le antenne, probabilmente dovuta al fatto che all’aumentare delle distanze aumenta il numero di riflessioni multiple che il segnale subisce; • il valor medio N cresce all’aumentare di α, poiché per soglie più basse sulla potenza ricevuta è maggiore il numero di componenti incluse nel calcolo di N; • la deviazione standard della variabile aleatoria N cresce all’aumentare della separazione tra le antenne. Una spiegazione di questo comportamento può essere ricercata nel fatto che le variazioni nell’ambiente che circonda il trasmettitore e il ricevitore sono maggiori nel caso in cui la distanza tra trasmettitore e ricevitore sia alta. In realtà, anche il valor medio e la deviazione standard del numero di componenti multipath nel caso di distribuzione gaussiana sono variabili aleatorie legate agli spostamenti del ricevitore. La deviazione standard σ dipende linearmente Cap. 4 - Il canale radio indoor 60 dal valor medio N che, in genere, è distribuito in maniera uniforme. La relazione che lega le due grandezze, calcolata nel caso di misure effettuate in ambienti residenziali a frequenze dell’ordine di 1GHz è rispettivamente nel caso LOS e NLOS [24]: σ = 0.492 ⋅ ( N − 4.77) (4.17) σ = 0.383 ⋅ ( N − 0.89) (4.18) 4.4.1.2 DISTRIBUZIONE DEI TEMPI DI ARRIVO La sequenza dei tempi d’arrivo {τ k } 0 delle varie componenti multipath, al variare della +∞ posizione del ricevitore, può essere modellata come un processo aleatorio. Nel caso in cui è presente un cammino LOS, viene escluso dalla sequenza il contributo fisso della prima componente e il processo è dato dalla distribuzione di {τ k − t 0 }1 nello spazio. +∞ Per la distribuzione dei tempi d’arrivo sono stati proposti diversi modelli che si adattano alle varie condizioni di propagazione [21]. Modello di Poisson. In generale questo modello è utilizzato quando si deve descrivere un fenomeno completamente casuale. Nel caso del canale indoor, i tempi di arrivo dei diversi raggi si distribuiscono secondo il modello di Poisson quando gli ostacoli che causano la propagazione multipla sono disposti nello spazio in maniera completamente casuale. Il modello fornisce la probabilità che giungano al ricevitore L contributi in un intervallo di tempo di durata T, data da Pr( L = l ) = µ l ⋅ e − µl l! (4.19) dove µ è il parametro di Poisson definito come µ = ∫T λ (t )dt (4.20) e λ(t) è la frequenza media d’arrivo dei diversi raggi all’istante t (costante nel caso in cui il processo sia stazionario). Cap. 4 - Il canale radio indoor 61 Il modello di Poisson non descrive bene la situazione quando gli oggetti che generano i cammini multipli sono disposti nell’ambiente secondo un certo ordine che rende i tempi d’arrivo delle componenti del segnale non completamente casuali. Modello ∆-Κ o modello di Poisson modificato. Questo modello tiene conto del fatto che i generatori delle componenti multiple sono in gran parte raggruppati, per cui i raggi che ne derivano giungono al ricevitore raggruppati in pacchetti (clustering dei raggi). Nel modello del processo sono pertanto presenti due stati diversi: S1 , con frequenza media d’arrivo dei raggi λ 0 ( t ) , e S 2 , con frequenza kλ0 (t ) . Quando si verifica una transizione dallo stato S1 , in cui si si può assumere che il processo si trovi inizialmente, allo stato S 2 durante l’intervallo di tempo [t , t + ∆ ) , si ha che cambia la frequenza d’arrivo dei raggi. Questa aumenta se k>1, mentre diminuisce per k<1. Le costanti k e ∆, legate alle continue transizioni tra i due stati, sono determinate tramite particolari tecniche d’ottimizzazione a partire da dati ottenuti sperimentalmente. I motivi per cui il modello ∆-Κ spesso si adatta bene alle situazioni sperimentali sono molteplici. In primo luogo la disposizione degli oggetti che causano il fenomeno di multipath non è completamente casuale. Inoltre, a differenza del modello di Poisson che descrive probabilità associate ad intervalli di tempo relativamente lunghi (T>>∆), si fa ora riferimento ad informazioni più precise sui dati: l’ampiezza ∆ del cluster e la costante k legata alla frequenza d’arrivo delle diverse componenti nel cluster stesso. Modello di clustering di Neyman-Scott. Secondo questo modello il processo ha dei centri di cluster dovuti alla presenza di strutture principali nell’edificio come porte e grandi pareti di metallo che si distribuiscono secondo la legge di Poisson. Ogni cluster è costituito da più componenti multipath, causate da riflessioni nei pressi del ricevitore, che si distribuiscono ancora secondo il modello di Poisson. Per la logica seguita la distribuzione di Neyman-Scott sembra essere preferibile agli altri. I riscontri sperimentali della sua applicazione sono comunque pochi e disponibili solo nel caso di insiemi di misure limitati ad uffici ed edifici residenziali. Cap. 4 - Il canale radio indoor 62 4.4.1.3 DISTRIBUZIONE DEI TEMPI DI INTER-ARRIVO In un generico profilo della risposta all’impulso la sequenza dei tempi di interarrivo delle componenti del segnale è definita come l’insieme delle grandezze xi = t i − t i −1 con i=1,.......,N, dove t i indica l’istante d’arrivo dell’i-esimo raggio e N è una variabile aleatoria che rappresenta il numero di componenti multipath del profilo. In corrispondenza alle diverse posizioni del ricevitore la sequenza {xi }1 forma un processo aleatorio. Di conseguenza, ogni N xi , reletivo ad una posizione spaziale, si comporta come una variabile aleatoria distribuita secondo diverse leggi. Sono di interesse le due distribuzioni seguenti: Distribuzione esponenziale. Quando i tempi di arrivo sono modellabili tramite un processo stazionario di Poisson, le grandezze xi sono variabili aleatorie statisticamente indipendenti distribuite secondo una legge esponenziale. f X ( x ) = λ ⋅ e − λx , x>0 (4.21) Distribuzione di Weibull. Nel caso in cui nell’ambiente sussiste una proprietà di clustering che determina per la sequenza {τ k } 0 la scelta del modello ∆-Κ o del modello di +∞ Neyman-Scott i tempi di interarrivo delle diverse componenti del segnale seguono la distribuzione di Weibull. Questa, infatti, dipende da tre parametri che rendono particolarmente flessibile l’adattamento alle situazioni sperimentali. Secondo tale distribuzione, la probabilità ch la variabile xi assuma in diversi punti dello spazio il valore x è data da: PX ( x ) = α ⋅b b ⋅ x x0 ⋅ x0 α −1 b ⋅ x α ⋅ exp − , x 0 x≥0 (4.22) 1 2 2 2 dove α è un parametro di forma, x0 è il valore quadratico medio di x e b = ⋅ Γ è α α una costante di normalizzazione espressa in termini della funzione Γ. Per α=1 si ritrova come caso particolare la distribuzione esponenziale tipica dei processi di Poisson. Cap. 4 - Il canale radio indoor 63 4.4.1.4 DISTRIBUZIONE DELLE AMPIEZZE Il segnale che giunge al ricevitore è scindibile in un numero N di componenti, ciascuna delle quali è dovuta a più cammini non risolvibili, cioè aventi un ritardo relativo minore del minimo intervallo di segnalazione, come mostrato schematicamente in Fig.4.3. Ogni componente è quindi esprimibile tramite una somma vettoriale dei fasori associati ai vari percorsi multipli che contribuiscono a costituirlo. an ⋅ e jϑ n m = ∑ a n i ⋅ e jϑni , i =1 tn − tnj < 1 ; i , j = 1,..., m; n = 1,..., m . W (4.23) N-EIMO PERCORSO {a n , t n ,θ n } TEMPO a n1 ,θ n1 t n1 a n2 , θ n2 ..... t n2 a nm , θ nm t nm Fig.4.3 - Cammini secondari associati ad una componente multipath. In particolare, il modulo varia nel tempo e nello spazio in maniera aleatoria, con statistiche descrivibili mediante varie funzioni di distribuzione dipendenti dall’ambiente nel quale avviene la propagazione [21][22]. Cap. 4 - Il canale radio indoor 64 Distribuzione Rayleigh. Le ampiezze delle componenti del segnale si distribuiscono secondo una funzione di Rayleigh quando, in assenza di un percorso avente una potenza sensibilmemte maggiore rispetto a quella degli altri percorsi, le fluttuazioni del canale sono dovute a spostamenti del ricevitore su piccoli spazi (aree locali). Secondo la distribuzione Rayleigh la probabilità che in ricezione l’ampiezza a n della generica componente assuma valore r è data da: − r2 PR (r ) = 2 ⋅ exp 2 . σ 2 ⋅σ r (4.24) Questa dipende da un unico parametro σ legato al valor medio m ed alla varianza v della distribuzione rispettivamente dalle relazioni: π m= 2 ⋅σ (4.25) π v = 2 − ⋅σ 2 . 2 (4.26) Nell’espressione del segnale ricevuto N a ⋅ e jϑ = ∑ a n ⋅ e jθn n = 1,...... N (4.27) n =1 facendo l’ipotesi che il ricevitore si sposti di poco e che le ampiezze delle diverse componenti siano simili è lecito supporre che an ≅ a 1 n = 1,......, N (4.28) quindi N a ⋅ e jϑ = a 1 ⋅ ∑ e jϑn . (4.29) n =1 Questa espressione rappresenta la somma di più sinusoidi, con ampiezze costanti e fasi uniformemente distribuite in [0,2π ) . Di conseguenza, per il teorema centrale del limite, le componenti in fase ed in quadratura I e Q del segnale ricevuto sono variabili aleatorie gaussiane Cap. 4 - Il canale radio indoor 65 aventi l’ampiezza r che si distribuisce proprio secondo una legge Rayleigh e la fase θ uniforme nell’intervallo [0,2π ) . Distribuzione di Rice. Questa distribuzione è rivelabile quando esiste un percorso multiplo avente una potenza sensibilmente maggiore di quella degli altri, come avviene, ad esempio, quando il trasmettitore e il ricevitore si trovano in condizioni di visibilità ottica. Quindi, il segnale ricevuto è scomponibile in due termini: una forte componente deterministica dovuta alla presenza del cammino potente ed un contributo dovuto all’effetto combinato dei cammini a più bassa potenza. Il primo, in forma vettoriale, assume un’espressione del tipo ve jβ dove v e β sono grandezze costanti legate alla posizione dei terminali. Il secondo invece, di peso minore, è rappresentato dal vettore ue jα con modulo Rayleigh e fase uniforme. Il segnale ricevuto, che è la somma dei due fasori, ha un inviluppo r e una fase θ distribuiti secondo la probabilità congiunta Pr(r ,ϑ ) = r 2 + v 2 − 2rv ⋅ cos(ϑ − β ) ⋅ exp , − 2πσ 2 2σ 2 r r ≥ 0; − π ≤ (ϑ − β ) ≤ π . (4.30) In realtà, anche l’ampiezza v e la fase β del percorso principale sono variabili al variare della posizione del ricevitore, e ciò rende indipendenti r e θ. In particolare la fase θ si distribuisce in maniera uniforme in [0,2π ) . Saturando la distribuzione rispetto alla variabile θ è facile ricavare la seguente distribuzione di Rice Pr(r ) = − r 2 + v 2 rv ⋅ e xp ⋅ I 0 2 , 2 σ2 σ 2σ r r≥0 (4.31) dove I 0 è la funzione di Bessel modificata d’ordine zero, v l’ampiezza della componente dovuta al cammino diretto e σ 2 un termine dovuto ai percorsi secondari. Si nota che, come era facile aspettarsi, se il contributo principale si annulla la distribuzione di Rice degenera in una Rayleigh. Distribuzione Nakagami: Questa distribuzione si basa sull’ipotesi che sia le ampiezze sia le fasi delle diverse componenti siano distribuite in maniera casuale. La funzione di densità di probabilità dell’ampiezza del segnale ricevuto è data da: Cap. 4 - Il canale radio indoor Pr(r ) = mr 2 2 m ⋅ r 2 m −1 ⋅ exp , − Γ (m) ⋅ Ω m Ω 66 r≥0 (4.32) dove Γ(m) è la funzione Gamma e Ω = E {r 2 } . Il parametro m, da cui a volte la distribuzione prende il nome, è definito come: {E[ r ]} m= 2 2 (4.33) Var[ r 2 ] e rispetta la condizione m>1/2. Al variare di m la funzione di Nakagami assume diverse forme. In particolare per m=1/2 si ottiene una Rayleigh e per m=1 una gaussiana monolatera. Distribuzione Weibull. Tale funzione di distribuzione è data da Pr(r ) = αb br r0 r0 α −1 br α ⋅ exp − , r0 r≥0 (4.34) 1 2 2 2 dove α è un parametro di forma, r0 il valore quadratico medio di r e b = ⋅ Γ è un α α fattore di normalizzazione. La funzione di distribuzione di Weibull, a differenza della Rayleigh e della Rice, non è giustificata da alcuna spiegazione teorica. Il fatto che si adatti particolarmente bene ai dati è dovuto probabilmente alla sua flessibilità. Al variare di α si ottengono infatti diverse distribuzioni come casi particolari, come, ad esempio, la Rayleigh per α=1/2 e quella esponenziale per α=1. Distribuzione Lognormale. Tale funzione di distribuzione è data da Pr(r ) = (ln r − µ ) 2 ⋅ exp − , 2σ 2 2πσr 1 r≥0 (4.35) Se la variabile r è lognormale la grandezza x=log(r) è distribuita secondo una legge gaussiana. Il fatto che, in termini di funzioni di densità di probabilità, la relazione che lega i due casi sia logaritmica, permette di dare una spiegazione teorica alla buona descrizione di particolari Cap. 4 - Il canale radio indoor 67 situazioni di fading fornita dalla distribuzione lognormale. Le componenti multiple determinano sul segnale trasmesso un rumore moltiplicativo. Di conseguenza l’ampiezza della forma d’onda ricevuta è descritta da una legge lognormale, in maniera analoga a quanto avviene nel caso di rumore additivo con la distribuzione gaussiana. La distribuzione lognormale è di solito rivelata quando sono analizzate variazioni del canale su larga scala, che avvengono in seguito a spostamenti consistenti del ricevitore (fading multipath a lungo termine), le quali determinano un certo andamento spaziale delle caratteristiche del canale che non era tenuto in conto nel caso di distribuzioni Rayleigh e Rice. Distribuzione Suzuki. Tale funzione di distribuzione è data da +∞ Pr(r ) = ∫0 ( ln σ − µ ) 2 r2 1 dσ exp − exp − 2 λ2 σ2 2σ 2 2πσλ r (4.36) dove µ e λ sono parametri il cui valore ottimo è determinabile dai dati a disposizione. Essa è derivata a partire dalle distribuzioni Rayleigh e Lognormale, in base alle seguenti considerazioni. Quando il segnale, caratterizzato da una statistica lognormale, giunge nei pressi del ricevitore, a causa delle strutture ‘locali’ subisce ulteriori suddivisioni. Si può supporrre che i contributi che si generano localmente abbiano uguale ampiezza e le fase uniformemente distribuita, dato che le lunghezze dei percorsi interessati sono simili. Quindi le ampiezze relative si distribuiscono secondo una legge Rayleigh il cui parametro σ segue l’andamento lognormale dovuto agli effetti su larga scala. La distribuzione Suzuki si adatta molto bene al modello di propagazione multipath presentato in precedenza. Inoltre, essendo una distribuzione mista, spiega in modo chiaro la transizione tra comportamento locale (Rayleigh) e globale (Lognormale) del canale. 4.4.1.5 CORRELAZIONI TRA GRANDEZZE DEI PERCORSI MULTIPATH Tra le grandezze caratterizzanti al risposta all’impulso del canale esistono diversi tipi di correlazione, al variare sia dell'istante considerato sia della posizione del ricevitore. Correlazioni all'interno di un profilo. Per le componenti multipath che appartengono ad uno stesso profilo della risposta all’impulso è possibile determinare un grado di correlazione per i tempi di arrivo e per le ampiezze. Cap. 4 - Il canale radio indoor 68 L'eventuale legame che sussiste tra i diversi istanti nei quali le repliche del segnale giungono al ricevitore è dovuto alla proprietà di clustering delle strutture locali (esempio modello ∆-K). Tale legame diventa sempre più debole all'aumentare del tempo di ritardo, poiché le componenti del segnale che seguono percorsi più lunghi subiscono con maggior probabilità riflessioni multiple e risentono di una maggiore attenuazione che le rende più difficilmente riconoscibili. Nel caso di misure ad alta risoluzione tra le ampiezze delle componenti multipath adiacenti esiste comunque un certo grado di correlazione dovuto al fatto i riflettori che le generano sono, con alta probabilità, gli stessi. L'ipotesi che esistano ampiezze correlate diventa inconsistente nel caso in cui si suppone che i tempi d'arrivo delle componenti del segnale siano indipendenti. Ciò implica, infatti, per la struttura multipath fenomeni di riflessione diversi e, dunque, grandezze indipendenti. Nell'intervallo di frequenze utilizzato per le comunicazioni radio indoor (solitamente qualche GHz) le fasi che appartengono ad uno stesso profilo della risposta all’impulso sono un esempio di eventi indipendenti. Anche nel caso di alte risoluzioni, infatti, esse corrispondono a percorsi del segnale che differiscono in lunghezza per valori sicuramente maggiori della lunghezza d'onda λ usata in trasmissione. All'aumentare del ritardo cresce la lunghezza dei percorsi seguiti dai vari raggi e, dunque, la probabilità che le componenti del segnale subiscano riflessioni multiple che causano una maggiore attenuazione. Di conseguenza esiste anche un grado di correlazione tra l'intera sequenza dei tempi d'arrivo e delle ampiezze. Un discorso analogo non può farsi per le fasi, a causa dei limiti che impongono le risoluzioni di misura. Correlazioni tra profili spazialmente separati. Nel caso in cui i profili della risposta all’impulso siano relativi a posizioni vicine, le componenti del segnale che giungono al ricevitore con lo stesso ritardo τ sono simili. Ciò è dovuto al fatto che le condizioni di propagazione non variano in maniera sensibile per brevi distanze. Queste correlazioni, che esistono tra le grandezze di una stessa componente multipath in punti differenti dello spazio, interessano le ampiezze, i tempi di arrivo e le fasi. Le variazioni delle ampiezze sono molto contenute per profili vicini, ma crescono rapidamente all'aumentare della distanza tra le posizioni del ricevitore. In particolare, Cap. 4 - Il canale radio indoor 69 l'ampiezza del cammino diretto, nel caso di propagazione LOS, presenta variazioni contenute in pochi dB per distanze di qualche metro [21]. Coefficienti di correlazione. Due grandezze importanti per l’analisi di un sistema che opera in ambiente multipath indoor sono la distanza relativa tra profili e il ritardo in un certo punto dello spazio tra diverse componenti a cui le ampiezze a k (τ k , x l ) del segnale diventano scorrelate. E’ stato detto in precedenza che all’interno di un’area locale i valori dell’ampiezza di una componente multipath, calcolati in corrispondenza a diverse posizioni del ricevitore, o quelli relativi a contributi che giungono, in uno stesso punto dello spazio, con ritardi differenti, possono essere correlati. Nella maggior parte dei casi per separazioni in distanza maggiori di qualche lunghezza d’onda il comportamento del canale cambia completamente e la correlazione tra le ampiezze di due componenti multipath misurate da ricevitori distanti è nulla. D’altra parte, per differenze nei tempi di ritardo maggiori di qualche centinaio di ns, si assume che diventino scorrelate anche le potenze del segnale multipath, poiché le riflessioni sono dovute a differenti strutture fisiche dell’edificio. Considerate le ampiezze di due componenti multipath a(ξ1 ) e a(ξ2 ) dove la variabile ξ rappresenta sia la posizione xl sia l’eccesso di ritardo τ k è possibile dare una misura del fenomeno definendo il coefficiente di correlazione spaziale o temporale del canale ρ(ξ1 , ξ2 ) . Se si considerano correlazioni spaziali d’ampiezza, le variabili a(ξ1 ) e a(ξ2 ) sono definite nel modo seguente: a(ξ1 ) = a k (τ k , x l ) (4.37) a(ξ2 ) = a k (τ k , x l + ∆x ) (4.38) dove ∆x è la separazione spaziale tra profili. Il coefficiente di correlazione ρi (ξ1 , ξ2 ) delle due grandezze è una misura del legame che esiste tre le ampiezze delle componenti multipath che arrivano con lo stesso ritardo τ in differenti profili xl dell’i-esima area locale. Esso è definito come: Cap. 4 - Il canale radio indoor ρi (τ k , ∆x) = 70 [( )( E a k (τ k , xl ) − a k (τ k , xl ) ⋅ a k (τ k , xl + ∆x) − a k (τ k , xl + ∆x) ( ) ) ( )] ) 2 2 E a k (τ k , xl − a k (τ k , xl ) ⋅ E a k (τ k , xl + ∆x) − a k (τ k , xl + ∆x) (4.39) dove l’operatore E [ ⋅] indica il valore atteso calcolato nell’area locale considerata. A partire da questo si costruisce il coefficiente di correlazione spaziale del canale ρ(τ k , ∆x ) mediando i valori ottenuti nelle diverse aree locali, come segue: ρ( τ k , ∆x) = 1 I ∑ ρ i ( τ k , ∆x) . I i =1 (4.40) Questo varia sia nello spazio che nel tempo e dipende in maniera particolare dalla distanza ∆x scelta tra i diversi profili. Per rappresentare il coefficiente di correlazione spaziale delle successive componenti multipath si costruisce a partire dalla precedente espressione un modello di decadimento esponenziale in modo da minimizzare l’errore quadratico medio [24]. La funzione ρ(τ k , ∆x ) per tutte le ampiezze relative a percorsi più lunghi del cammino diretto è così espressa come: ρ(τ k , ∆x ) = ρ(τ 0 , ∆x ) ⋅ e − τk 170 , k >0 (4.41) dove τ k è espresso in nanosecondi. Quando la condizione di propagazione è NLOS, il modello del canale diventa molto più complesso e non esiste tra le componenti del segnale un termine predominante. Il coefficiente di correlazione spaziale segue, in genere, in corrispondenza ad ogni valore di k una legge impulsiva del tipo ρ(τ k , ∆x ) = δ (τ k ,0) . (4.42) In pratica le ampiezze a k sono scorrelate per tutti i possibili valori di ∆x e τ k . Anche la relazione scritta, come le precedenti, fa riferimento ad una media calcolata su più aree locali. Ciò significa che, anche se nel complesso il canale è scorrelato nello spazio, a volte può succedere che in particolari zone le diverse componenti del segnale risentano di azioni simili. Cap. 4 - Il canale radio indoor 71 Volendo esaminare il legame che intercorre in una certa area locale tra le ampiezze delle componenti multipath che arrivano con differenti ritardi all’interno dello stesso profilo xl , si definisce il coefficiente di correlazione temporale ρi (ξ1 , ξ2 ) assegnando alle variabili a(ξ1 ) e a(ξ2 ) rispettivamente i valori a(ξ1 ) = a k (τ k , x l ) (4.43) a(ξ2 ) = a k (τ k + ∆τ , x l ) (4.44) dove ∆τ rappresenta l’eccesso di ritardo tra le due componenti. Questo fornisce una misura della correlazione tra le variabili a k rispetto al valor medio locale (calcolato al variare di τ in corrispondenza ad un profilo costruito con i valori medi delle ampiezze delle componenti) ed è definito come [24]: ρi (τ k , ∆τ ) = [( )( E a k (τ k ) − a k (τ k ) ⋅ a k (τ k + ∆τ ) − a k (τ k + ∆τ ) ( ) ( )] ) 2 2 E a k (τ k ) − a k (τ k ) ⋅ E a k (τ k + ∆τ ) − a k (τ k + ∆τ ) (4.45) Il coefficiente di correlazione temporale del canale ρ(τ k , ∆τ ) è definito mediando i singoli ρi (τ k , ∆τ ) su tutte le aree locali, come segue: 1 I ρ( τ k , ∆τ) = ∑ ρ i ( τ k , ∆τ ) . I i =1 (4.46) 4.4.1.6 VARIAZIONI TEMPORALI DEL CANALE La mobilità delle persone e la disposizione variabile degli oggetti rendono mutevoli le caratteristiche statistiche del canale. Quindi, tale variabilità è avvertita anche nel caso di ricevitore fisso e, di conseguenza, perde significato la distinzione fra terminali portatili e mobili. Analizzando il comportamento temporale del canale in relazione a piccoli spostamenti del ricevitore, le variazioni a breve termine causate dalla propagazione multipla sul segnale trasmesso si possono classificare come segue: Cap. 4 - Il canale radio indoor 72 variazioni globali a breve termine: Queste sono dovute a cambiamenti che avvengono nel canale radio nel tempo e nello spazio, osservati in corrispondenza a diverse posizioni del ricevitore in una certa area locale. variazioni locali a breve termine: Questo secondo tipo di variazioni, che risente esclusivamente dell’andamento temporale del canale, è osservato durante brevi intervalli di tempo in corrispondenza ad ogni posizione del terminale. L’analisi del canale in ogni punto dello spazio in relazione alle variazioni locali a breve termine che determina sul segnale, è particolarmente complicata. Se i dati sono collezionati in brevi intervalli di tempo e fanno riferimento ad ambienti in cui il movimento di persone è limitato, è lecito assumere che il canale sia “quasi statico” o stazionario in senso lato, il che permette di valutare in maniera molto più semplice l’azione del canale. 4.4.1.7 FUNZIONI DI CORRELAZIONE DELLA RISPOSTA ALL’IMPULSO Nell’ipotesi di canale stazionario in senso lato, è possibile definire per la risposta all’impulso tempo variante h(τ , t ) la seguente funzione di correlazione temporale [20]: ϕ (τ 1 , τ 2 ; ∆t ) = [ ] 1 ⋅ E h ∗ (τ 1 , t ) ⋅ h(τ 2 , t ) . 2 (4.47) Nella maggior parte dei canali multipath le caratteristiche della componente del segnale, tra cui in particolar modo la fase, associate al percorso avente un ritardo τ 1 sono scorrelate da quelle della componente avente un ritardo τ 2 ≠ τ 1 . In tal caso la ϕ (τ 1 , τ 2 ; ∆t ) assume la forma ϕ( τ 1 , τ 2 ; ∆t ) = ϕ( τ 1 ; ∆t ) ⋅ δ( τ 1 − τ 2 ) (4.48) che permette di parlare di fading scorrelato. La funzione di auto-correlazione φ (τ ; ∆t ) , calcolata per la generica componente in corrispondenza a ∆t = 0 , rappresenta la distribuzione della potenza media del segnale ricevuto in funzione del ritardo τ. L’ampiezza dell’intervallo ottenuto al variare di τ per cui la funzione ϕ (τ ) assume valore diverso da zero (multipath spread del canale) coincide con la grandezza TM definita per i profili Cap. 4 - Il canale radio indoor 73 spaziali della risposta all’impulso. Entrambe, infatti, forniscono una misura dell’estensione temporale del profilo multipath causata dai diversi ritardi delle componenti e differiscono solo per le variazioni causate dal canale, spaziali nel primo caso e temporali nel secondo. Nel dominio della frequenza, in maniera analoga a quanto fatto per le diverse posizioni del ricevitore, è possibile definire una nuova funzione di trasferimento tempo variante del canale trasformando secondo Fourier la h(τ , t ) rispetto al primo argomento: H ( f , t ) = ∫−∞ h(τ , t ) ⋅ e − j 2πfτ dτ +∞ (4.49) Da questa, ancora sotto l’ipotesi di canale stazionario in senso lato, si calcola una seconda funzione di correlazione, legata alla precedente da una trasformata di Fourier: ϕ ( f 1 , f 2 ; ∆t ) = [ ] 1 ⋅ E H ∗ ( f 1 , t ) ⋅ H ( f 2 , t + ∆t ) . 2 (4.50) Poiché la H ( f , t ) è un processo gaussiano complesso, questa funzione, detta anche funzione di correlazione in frequenza, caratterizza completamente la distribuzione congiunta delle variabili aleatorie H ( f i , t ) , ottenute in corrispondenza alle diverse frequenze al variare dell’istante temporale t. Nel caso di fading scorrelato la ϕ ( f 1 , f 2 ; ∆t ) dipende, oltre che dal tempo, dalla differenza ∆f = f 1 − f 2 . In particolare, dato che, in corrispondenza a ∆t=0, sussiste la relazione ϕ ( ∆f ) = ∫−∞ ϕ (τ ) ⋅ e − j 2π∆fτ dτ , +∞ (4.51) l’occupazione spettrale della funzione di correlazione ϕ ( ∆f ) , detta banda di coerenza del canale , coincide in prima approssimazione con il reciproco del multipath spread TM: ∆f c ≈ 1 TM (4.52) Questo parametro, in maniera analoga a τ m , è un limite per le trasmissioni in termini di interferenza intersimbolo. Se la larghezza di banda del segnale trasmesso è maggiore di ∆f c , il che significa ammettere nel tempo una durata minore di TM, la distorsione causata dal canale è notevole e si parla di fading selettivo. Cap. 4 - Il canale radio indoor 74 Viceversa, se la funzione di correlazione ϕ ( ∆f ) assume valore pressoché massimo nell’intervallo di frequenze occupato dal segnale, tutte le componenti ricevute subiscono la stessa azione da parte del canale. Il fenomeno è anche detto fading non selettivo o fading piatto poiché, assumendo in prima approssimazione che ϕ ( ∆f ) corrisponda al valore massimo per tutte le frequenze interessate alla trasmissione, ossia che sia possibile porre H ( f + ∆f ; t ) = H ( f ; t ) = H ( 0; t ) , (4.53) l’equivalente del segnale ricevuto in banda base, può essere scritto come r (t ) = H (0, t )∫−∞ U ( f )e j 2πft df +∞ (4.54) e quindi r ( t ) = H (0; t )u( t ) . (4.55) Nel caso ideale di canale con fading spettralmente piatto, l’inviluppo complesso del segnale ricevuto coincide con quello trasmesso moltiplicato per un processo gaussiano complesso, il che permette di parlare del fading anche come rumore moltiplicativo. 4.4.2 FUNZIONE DI SCATTERING Le variazioni temporali del canale, indicate dalla dipendenza dal tempo t della risposta impulsiva h(τ , t ) , causano sul segnale trasmesso un allargamento spettrale, detto allargamento Doppler. Una rappresentazione del fenomeno è data dalla trasformata di Fourier della funzione di correlazione ϕ ( ∆f , ∆t ) rispetto alla variabile temporale ∆t: S ( ∆f , λ ) = ∫−∞ ϕ ( ∆f , ∆t )e − j 2πλ∆t d∆t +∞ (4.56) In corrispondenza di ∆f=0 la funzione S ( ∆f , λ ) che ne deriva rappresenta il modo in cui si distribuisce l’intensità di una generica componente del segnale ricevuto in funzione della frequenza Doppler λ, e pertanto è detta spettro di potenza Doppler. Nel caso di canale tempo invariante ( ϕ ( 0. ∆t ) = 1 ), nel segnale trasmesso non si verificano allargamenti spettrali e la funzione S (0, λ ) = S ( λ ) assume la forma Cap. 4 - Il canale radio indoor S( λ) = δ ( λ ) . 75 (4.57) Trasformando secondo Fourier la funzione di correlazione φ (τ ; ∆t ) ancora rispetto alla variabile ∆t si ottiene una nuova funzione S (τ , λ ) detta funzione di Scattering temporale del canale: S (τ , λ ) = ∫−∞ ϕ (τ , ∆t )e − j 2πλ∆t d∆t . +∞ (4.58) Questa è legata allo spettro di potenza Doppler del canale dalla relazione S (τ , λ ) = ∫−∞ S ( ∆f , λ )e j 2πτ∆f d∆f +∞ (4.59) ed alla correlazione ϕ ( ∆f , ∆t ) da una doppia trasformata di Fourier: S (τ , λ ) = ∫−∞ ∫−∞ ϕ ( ∆f , ∆t ) ⋅ e − j 2πλ∆t ⋅ e j 2πτ∆f d∆t ⋅ d∆f . +∞ +∞ (4.60) La funzione di scattering temporale del canale fornisce una misura della potenza media in uscita al canale in corrispondenza alle diverse componenti multipath al variare della frequenza Doppler λ. A partire dalla funzione di Scattering temporale sono definiti due nuovi parametri: la banda Doppler del canale Bd , come il massimo insieme dei valori per i quali S ( λ ) è diversa da zero, e il tempo di coerenza del canale, pari al reciproco di Bd , che rappresenta una misura di quanto variano velocemente le caratteristiche del canale nel tempo. Nel caso in cui la durata di un simbolo trasmesso è minore del tempo di coerenza del canale si parla di fading lento. Il discorso fatto può essere ripetuto per ogni punto dello spazio. A causa degli spostamenti del ricevitore anche la stessa banda Bd subisce piccoli cambiamenti. Il valore preso come riferimento per il canale è quello relativo al caso peggiore per il quale il segnale subisce la massima deviazione Doppler. Nel caso di canali radio indoor, poiché le variazioni dovute al movimento di persone e oggetti nei pressi dei terminali è comunque limitato, la funzione di scattering temporale è alquanto limitata e i valori assunti da Bd sono dell’ordine di pochi Hz. Cap. 4 - Il canale radio indoor 76 4.4.3 ATTENUAZIONI DA MULTIPATH SU LARGA SCALA Un segnale trasmesso attraverso il canale indoor subisce un fattore di attenuazione molto superiore a quello del canale outdoor. A differenza del caso outdoor, infatti, il segnale attraversa, all’interno di un edificio, un numero maggiore di ostacoli di natura diversa che causano sensibili attenuazioni di potenza anche su piccole distanze. La conoscenza del fenomeno di attenuazione su larga scala dovuto alla propagazione multipla permette di determinare l’area di copertura ottima per il sistema di comunicazione radio e di scegliere, quindi, le posizioni migliori per le antenne delle stazioni base. L’attenuazione da multipath del canale è calcolata a partire dai dati sperimentali con una doppia operazione di media: la prima al variare del profilo della risposta all’impulso e la seconda al variare dell’area locale. In realtà il fenomeno d’attenuazione subito dal segnale può essere descritto correttamente solo in termini statistici. Infatti, la potenza ricevuta Pr è una variabile aleatoria che si distribuisce di solito secondo una legge gaussiana con deviazione standard legata alla frequenza, alla struttura dell’edificio, al tipo di materiali usati, e all’esistenza o meno del raggio diretto. Le fluttuazioni del livello di potenza e, di conseguenza, i valori assunti dalla deviazione standard sono più elevati nel caso in cui non ci siano condizioni di visibilità ottica tra trasmettitore e ricevitore. Chiaramente ciò è dovuto alla presenza di un maggior numero di percorsi multipli. La potenza media ricevuta, che coincide col valor medio spaziale G del guadagno di potenza di un particolare ambiente (calcolato come media dei G relativi alle aree locali), è una funzione decrescente della distanza del tipo Pr = A ⋅ d −α (4.61) che, in notazione logaritmica, diventa Pr dB = 10 ⋅ log 10 ( Pr ) = 10 ⋅ log 10 ( A) − 10 ⋅ α ⋅ log 10 (d ) (4.62) Questa corrisponde ad una retta con pendenza negativa il cui coefficiente angolare è determinato dal valore di α . Cap. 4 - Il canale radio indoor 77 L’ambiente di propagazione radio indoor è talmente complesso in termini di strutture e materiali dei singoli riflettori, che la scelta delle costanti A e α permette di classificare quattro diversi modelli di attenuazione multipath [21]: Modello 1: secondo questo modello la potenza del segnale ricevuto è legata alla distanza tra le antenne dei terminali da una legge esponenziale del tipo Pr ( d ) = P0 ⋅ d −α (4.63) dove Pr ( d ) è la potenza ricevuta a distanza d dal trasmettitore e P0 la potenza calcolata per d=1m. La grandezza P0 dipende dalle condizioni in cui avviene la trasmissione, cioè frequenza di lavoro, posizione e guadagno delle antenne, caratteristiche dell’ambiente, ecc. Anche l’indice α, che è pari a 2 nel caso dello spazio libero (canale mobile outdoor), è legato alle condizioni di propagazione multipath del segnale ed assume valori che oscillano tra 1.5 dB e 6 dB a seconda del tipo d’ambiente considerato, del verificarsi o meno della condizione di visibilità ottica tra trasmettitore e ricevitore e della frequenza di lavoro. Il caso in cui α è minore del coefficiente d’attenuazione di spazio libero, che corrisponde spesso ad una condizione LOS, può essere spiegato con un comportamento del canale simile a quello di una guida d’onda dove le riflessioni del segnale si sommano costruttivamente se la loro differenza di fase è piccola. Le attenuazioni maggiori, corrispondenti ad alti valori di α, si verificano invece in canali NLOS, probabilmente perché le componenti del segnale che subiscono riflessioni multiple e che giungono al ricevitore con ritardi maggiori sono più numerose che nel caso in cui è presente il cammino diretto. Questa ultima condizione si verifica anche quando il segnale trasmesso, a causa della posizione dei terminali, si trova a dover attraversare pareti, soffitti, pavimenti, ecc. E’ stato osservato da misure fatte a 900 MHz in alcuni edifici residenziali, che questo modello per l’attenuazione del segnale si adatta particolarmente bene al caso in cui le stanze che costituiscono l’ambiente sono di dimensioni simili, disposte in maniera regolare e separate da pareti che causano attenuazioni uniformi. Modello 2: in questo secondo modello la potenza ricevuta diminuisce ancora in modo esponenziale all’aumentare della distanza. La differenza fondamentale rispetto al caso precedente è che l’indice α non assume più un valore preciso dipendente dall’ambiente di propagazione, ma cresce all’aumentare della separazione tra le antenne a causa della presenza Cap. 4 - Il canale radio indoor 78 di un numero sempre maggiore di ostacoli per il segnale. In particolari ambienti sono stati stimati valori di α che oscillano da 2 a 12 su distanze massime di 40 m. Modello 3: in questo caso ad ogni tipo di struttura che si trova nell’ambiente è associata un’attenuazione logaritmica in base alle caratteristiche del canale. L’attenuazione totale in dB subita dal segnale è dunque calcolata come la somma delle attenuazioni individuali dei riflettori che causano le diverse componenti multipath. Ad esempio, è stato osservato che, secondo questo modello, la parete esterna di un edificio con strutture in acciaio causa sul segnale un’attenuazione media i cui valori sono rispettivamente 14.2 dB, 13.4 dB e 12.8 dB a frequenze di 900 MHz, 1800 MHz e 2.3 GHz, la quale diminuisce di circa 1.4 dB per piano all’aumentare dell’altezza. Modello 4: secondo questo modello ad ogni unità di distanza è associato un fattore d’attenuazione medio in dB, calcolato in base alla struttura dell’ambiente, il cui valore cambia quando la separazione tra le antenne dei terminali diventa superiore ad una distanza critica d1 . La dipendenza lineare dell’attenuazione dalla distanza si adatta particolarmente bene al fenomeno fisico di propagazione multipla. Nel caso di misure fatte a 150 MHz, 450 MHz e 850 MHz si sono trovati per le due diverse attenuazioni e per la distanza d1 rispettivamente i valori 0.45 dB/ft, 0.22 dB/ft e 150 m, 0.38 dB/ft, 0.24 dB/ft e 130 m e 0.42 dB/ft, 0.27 dB/ft e 70 m 4.4.4 DIPENDENZA DELLE STATISTICHE DALLA FREQUENZA Le caratteristiche del canale indoor variano in maniera sensibile con la frequenza secondo una legge non ben conosciuta. Da misure fatte a 910 MHz e a 1.7 GHz in due diversi edifici è stato osservato che i dati a frequenza più bassa rappresentano una situazione di fading meno pesante e che, comunque, le variazioni maggiori nelle statistiche del canale sono dovute al tipo d’ambiente. Il valore del τ rms è infatti simile alle due frequenze, mentre l’attenuazione che il segnale subisce nell’attraversare una parete portante aumenta di circa 11 dB a 1.7 GHz rispetto al caso di 900 MHz. Cap. 4 - Il canale radio indoor 79 Il fatto che l’attenuazione da multipath aumenti al crescere della frequenza e che il τ rms rimanga pressoché lo stesso è stato verificato anche a frequenze più alte. In particolare da misure fatte a 2.4 GHz, 4.75 GHz e 11.5 GHz è stato osservato che l’indice α che figura nella legge d’attenuazione del segnale secondo il modello 2 è lo stesso alle varie frequenze nel caso LOS e aumenta con la frequenza in situazioni NLOS (α=3.3, 3.8 e 4.5 rispettivamente a 2.4 GHz, 4.75 GHz e 11.5 GHz). A differenza di quanto detto in precedenza, l’attenuazione subita dal segnale nel caso in cui il trasmettitore è esterno all’edificio e il ricevitore interno, dovuta al fatto di dover attraversare le pareti esterne, diminuisce leggermente con la frequenza. Una particolare attenzione negli ultimi tempi è stata prestata alle comunicazioni radio indoor che avvengono a frequenza 60 GHz. Questo valore corrisponde ad un picco d’assorbimento dell’ossigeno atmosferico che causa un’attenuazione addizionale di 15 dB/Km paragonata a quella dello spazio libero. Il fatto di ridurre la potenza ricevuta da riflettori distanti favorisce quelle trasmissioni che avvengono in ambienti confinati. Ciò comporta anche una diminuzione del valore quadratico medio del delay spread (valori medi per tre ambienti diversi sono 8, 22 e 24 ns a 1.7 GHz e 3, 6 e 13 ns a 60 GHz) e, quindi, la possibilità di usare bit rate più elevate a parità di interferenza intersimbolo. 4.5 CANALI INDOOR E OUTDOOR I canali indoor e outdoor sono qualitativamente simili. In entrambi si verifica, infatti, il fenomeno di propagazione multipla secondo il quale il segnale trasmesso giunge al ricevitore per mezzo di più percorsi, con caratteristiche variabili sia nel tempo sia con la posizione occupata dai terminali. Nel canale radio indoor i principali responsabili delle riflessioni del segnale sono le strutture interne dell’edificio: pareti, porte, finestre, pavimenti, oggetti d’arredamento, ecc e l'aleatorietà del segnale è dovuta in primo luogo agli spostamenti del ricevitore. Nel canale mobile, invece, il fenomeno di fading multipath è dovuto alle riflessioni multiple del terreno e degli edifici o al moto dei terminali nell'ambiente e dipende in modo sensibile dalle variazioni temporali del mezzo. Queste avvengono in intervalli di tempo che vanno da frazioni di secondo (fading a breve termine dovuto a cambiamenti nelle strutture di Cap. 4 - Il canale radio indoor 80 multipath) a diversi secondi o addirittura ore (fading a lungo termine legato a cambiamenti naturali dell'indice di rifrazione, delle condizioni meteorologiche, ecc.). Nel caso del canale mobile, poiché la riflessione è causata principalmente da grandi strutture fisse quali edifici (l'effetto di oggetti e persone in movimento sul segnale è trascurabile), è lecito rappresentare il fenomeno di fading per brevi intervalli temporali come un processo stazionario in senso lato. Le variazioni temporali del canale indoor, al contrario, sono dovute principalmente al movimento di persone nei pressi del ricevitore che, poiché avviene a velocità sicuramente minori di quelle tipiche degli utenti del canale mobile, fa sì che i valori di banda Doppler misurati siano molto più bassi. In sostanza, nel caso del radiomobile veicolare le caratteristiche della propagazione sono strettamente dipendenti da parametri su larga scala quale, ad esempio, la struttura urbanistica. In ambito picocellulare, invece, sono particolarmente rilevanti fenomeni legati a strutture su media e piccola scala, quali l’attenuazione di attraversamento dei, l’attenuazione di propagazione all’interno degli edifici e gli echi prodotti da riflessioni ravvicinate (pareti e arredi). Una differenza sostanziale tra i due canali, che si traduce poi in differenti situazioni di propagazione multipla, deriva dalla diversa altezza a cui sono sistemate le antenne delle stazioni base: nel caso outdoor queste si trovano in una posizione elevata rispetto a quelle degli utenti mobili, mentre nel caso indoor sono posizionate in genere in parti alte dell'ambiente. Le attenuazioni dovute al multipath e i cambiamenti nei valori medi del segnale sono molto più evidenti nel caso indoor che outdoor. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che il segnale trasmesso all’interno di un edificio si trova a dover attraversare un maggior numero di ostacoli di natura diversa (finestre,pareti, ecc.). Supposto valido il modello 2 per la legge d'attenuazione del segnale, l'indice α, che nel caso del canale mobile assume valore 2, varia molto anche fra ambienti diversi. Il delay spread TM oscilla, per il canale radiomobile outdoor, tra valori di alcuni microsecondi, nel caso in cui è considerato solo l'ambiente più vicino al ricevitore e valori superiori a 100 µs nel caso in cui siano considerate anche le riflessioni dovute a strutture distanti. Il τ rms assume invece valori compresi tra 10 e 20 µs. Cap. 4 - Il canale radio indoor 81 Nel canale indoor, date le differenze di scala nell’ambiente degli oggetti che causano le riflessioni del segnale, queste grandezze sono molto più piccole. In particolare τ m è generalmente minore di un microsecondo e τ rms è al massimo pari ad alcune centinaia di nanosecondi. Di conseguenza, fissato un limite minimo accettabile per l'interferenza intersimbolo, possono essere usate nel caso del canale indoor frequenze di trasmissione molto più elevate.