Comitati Aziendali Europei e diritti dei lavoratori
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Comitati Aziendali Europei e diritti dei lavoratori
CGIL Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] I comitati aziendali europei L'adozione da parte del Consiglio dell'Unione Europea della direttiva n. 94/45 del 22 settembre 1995 ha posto in capo alle imprese di grandi dimensioni con stabilimenti in più Paesi membri della Comunità, l'obbligo a negoziare la costituzione di un Comitato aziendale europeo o di una procedura per l'informazione e la consultazione dei lavoratori. Comitati Aziendali Europei e diritti dei lavoratori La Direttiva 94/45, adottata dal Consiglio il 22 settembre 1994, prevede all art. 15 che al più tardi il 22 settembre del 1999, la Commissione riesamina, in consultazione con gli Stati membri e le parti sociali a livello europeo, le modalità di applicazione della presente direttiva e in particolare esamina la validità dei limiti numerici per il personale e propone al Consiglio, se del caso, le necessarie modifiche. La Confederazione Europea dei Sindacati (CES) ha adottato 2 Risoluzioni nel 1999 e 2004, chiedendo alla Commissione di avviare il processo di revisione, necessario per garantire leffettività dei diritti previsti dalla Direttiva e per apportare le modifiche necessarie derivanti dallanalisi della pratica del lavoro svolto nei CAE costituiti fino ad oggi, analisi che ha rivelato alcune carenze e lacune che possono essere superate attraverso ladozione di una nuova direttiva. Lesperienza concreta ha dimostrato in questi anni che linformazione è spesso tardiva e che la consultazione è talvolta inesistente. Ciò è oggi ancor più vero in considerazione del fatto che rispetto al 1994 sono intervenuti cambiamenti economici e sociali, in particolare nel mercato del lavoro europeo, caratterizzato da profonde ristrutturazioni avvenute in grandi gruppi di imprese che sono ormai allordine del giorno e rappresentano la normalità, con conseguenze rilevanti per i lavoratori con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Proprio questi processi di ristrutturazione hanno messo in evidenza la necessità di rafforzare il ruolo dei Comitati Aziendali Europei, intervenendo con opportune modifiche sulle parti della Direttiva concernenti le procedure di informazione e consultazione, per evitare che le stesse diventino adempimenti formali che non offrono ai rappresentanti dei Numero otto - 4 maggio 2006 La crescente internazionalizzazione delle imprese in Europa è tale che un numero sempre maggiore di rappresentanti dei lavoratori si trovano ad impegnarsi nella cooperazione transnazionale, in particolare allinterno dei Comitati aziendali europei (Cae). La portata dellinfluenza che i rappresentanti possono esercitare sulle decisioni assunte dalle imprese e sulla politica europea dipende in larga misura dalla rispettiva capacità di sviluppare forme transnazionali di solidarietà. Anche se le organizzazioni sindacali europee si sono avviate con successo verso lintroduzione di diritti dei lavoratori su scala europea, le possibilità di partecipazione formale per i lavoratori a livello di impresa si basano ancora in larga misura sulle consuetudini e sul diritto nazionale. Ciò significa che i rappresentanti dei lavoratori dei diversi Paesi possono essere in grado di sviluppare una posizione comune nei confronti della direzione dimpresa solamente nella misura in cui dispongano di una qualche conoscenza dei sistemi di rappresentanza in vigore negli altri Paesi europei. pagina uno Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] lavoratori alcuna possibilità di intervenire sulle cause che possono produrre rilevanti conseguenze sulloccupazione e sui diritti dei lavoratori. Si tratta quanto meno di adeguare la Direttiva 94/45 allimpianto della Direttiva 2002/14 che stabilisce un quadro generale di informazione e consultazione nelle imprese nazionali, la quale rafforza e rende più effettivi i diritti dei rappresentanti dei lavoratori ad una informazione tempestiva, sempre più di anticipazione rispetto ai cambiamenti progettati dallimpresa, e verso una reale consultazione. Questi stessi obiettivi sono del resto alla base della Direttiva 2001/86 sul coinvolgimento dei lavoratori nella Società Europea e della Direttiva 2003/72, sul coinvolgimento dei lavoratori nella Società cooperativa europea, le quali rafforzano notevolmente e specificano chiaramente i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori oltrechè il loro diritto di partecipazione nelle imprese. Il riesame della Direttiva 94/45 dovrebbe quindi tenere presente questo nuovo quadro giuridico e la Commissione dovrebbe procedere ad un processo di armonizzazione tra queste Direttive, anche per evitare regimi diversi di applicazione dei diritti di informazione e consultazione. Il 20 aprile 2004 la Commissione ha finalmente lanciato la prima fase di consultazione delle parti sociali sulla revisione della Direttiva 94/45. La CES ha risposto positivamente a questa consultazione mentre lUnice ha informato la Commissione di non ritenere necessaria questa revisione. Stante il disaccordo attuale tra le parti sociali europee in merito alla revisione della Direttiva, spetterà alla Commissione decidere. La Cgil ritiene che, al di là delle decisioni che le istituzioni europee prenderanno in merito alla revisione della Direttiva 94/45, i Comitati Aziendali Europei rappresentano sicuramente uno strumento a disposizione dei lavoratori nelle imprese transnazionali, per esercitare i diritti di informazione e consultazione e per rafforzare il coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte delle imprese. Una via verso un modello di relazioni industriali europeo, che oggi, dopo lentrata nellUnione Europea di dieci nuovi Stati membri, può implicare un valore maggiore di questi organismi. Il CAE, secondo la Cgil, dovrebbe essere quindi maggiormente percepito come elemento importante e stabile di relazioni industriali a livello transnazionale, costituendo di fatto una sintesi positiva dei diversi modelli presenti nei vari Paesi. Ciò oltretutto costituisce lo scopo della Direttiva stessa, che mira a promuovere il dialogo tra azienda e lavoratori, superando i confini nazionali, favorendo la partecipazione attiva dei lavoratori nella vita dellimpresa, elemento decisivo di quel processo di crescita dellimpresa e del lavoro messo in rilievo dalla strategia di Lisbona. Su più di circa 1800 imprese europee che ricadono nel campo di applicazione della direttiva, quasi 700 hanno al loro interno un CAE. Quindi ben più di 1100 imprese di dimensioni comunitarie non hanno ancora avviato le procedure di costituzione di un CAE. Si tratta cioè del 60 % circa delle imprese soggette alla Direttiva 94/45, e alle leggi nazionali di recepimento della Direttiva stessa. Ben 10 milioni di lavoratori, in altri termini, non possono esercitare i diritti previsti dalle norme comunitarie e nazionali sui Comitati Aziendali Europei. Questa grave violazione dei diritti dei lavoratori è in larga parte dovuta alle resistenze delle imprese e allincapacità delle autorità nazionali di promuovere lavvio delle procedure negoziali. Va ricordato infatti che la direttiva pone norme vincolanti, sicchè il mancato rispetto da parte dellimpresa di aprire le trattative con una delegazione speciale di negoziazione, configura una violazione del diritto comunitario e del diritto nazionale di recepimento, perseguibile in sede giudiziaria. Tra le cause del mancato recepimento un ruolo a parte gioca comunque la mancanza di una più attiva e sistematica azione sindacale sul fronte delleuropeizzazione dei diritti di informazione e consultazione nellimpresa. Questo aspetto è particolarmente rilevante perché, come risulta dai dati forniti dal European works councils database dellIstituto Sindacale Europeo, ben 40 imprese multinazionali con casa madre in Italia, non hanno ancora applicato la normativa sui CAE, pur avendone i requisiti. Le imprese in questione fanno parte dei seguenti settori: chimico, servizi, finanziario, tessile, metalmeccanico, costruzioni e legno, grafico, alimentare. Come si vede, la mancata applicazione della normativa sui CAE riguarda un numero di imprese maggiore di quelle in regola, che, dai dati sopra ricordati, sono attualmente solo 36: in queste imprese i CAE sono per lo più frutto di negoziati condotti e conclusi dai sindacati italiani, spesso con lassistenza delle Federazioni sindacali europee. In considerazione dellinsoddisfacente applicazione delle norme comunitarie e nazionali, la Cgil intende avviare una riflessione ed un approfondimento sulla costituzione di nuovi Comitati Aziendali Europei nelle multinazionali italiane che risultano inadempienti agli obblighi di legge. Numero otto - 4 maggio 2006 pagina due Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] Il Segretariato per lEuropa, sulla base degli obiettivi sopra enunciati terrà un Seminario europeo a Parigi, nei giorni 25 e 26 maggio, al quale sono invitati i Segretari generali delle seguenti Federazioni nazionali: Filcams, SLC, Filcem, Filtea, Filt; Fiom, Fisac, Flai e Fillea, dei Regionali Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Piemonte, Toscana, Veneto, Campania e delle Camere del lavoro di Milano, Torino, Bologna e Matera. Al Seminario sono inoltre inviatati in qualità di partners del progetto la CES, le Federazioni europee Etuf, Fem, Uni e le Segreterie confederali di Cisl e Uil. Al Seminario prenderanno parte inoltre i Dipartimenti confederali Settori produttivi e Reti, Terziario e Cooperazione. I lavori del Seminario saranno conclusi dal Segretario Generale, Giglielmo Epifani. Sono invitati anche i rappresentanti sindacali stranieri della Repubblica Ceca, di Germania, Spagna, Francia, Finlandia, Malta, Svezia, Slovenia, Regno Unito, Portogallo e Polonia. Giulia Barbucci, segretariato Europa Cgil SEMINARIO INTERNAZIONALE Più Cae più diritti. Ridurre il deficit di accordi sui Cae in Italia Jolly Hotel Lotti rue de Castiglione 7 - Parigi 25 maggio 26 maggio ore 14.00 Apertura del seminario e presentazione degli obiettivi. (Gian Paolo Patta, responsabile del Segretariato Europa Cgil). ore 14.30 Relazione: 10 anni di applicazione della Direttiva 94/45 in Italia. Problemi e difficoltà applicative e gestionali. Strategie e strumenti per una diffusione degli accordi sui CAE. (Prof. Gianni Arrigo, Università di Bari) ore 15.15 Il contributo del dibattito sulla revisione della Direttiva 94/45 ai fini del miglioramento degli accordi sui CAE. (Armindo Silva, Commissione europea; Walter Cerfeda, CES; Edgardo Iozia, Comitato Economico e Sociale) ore 16.15 Pausa caffè Sessione dedicata alla comparazione dei testi degli accordi e alla individuazione di buone prassi ore 16.30 Ricostruzione del quadro delle buone prassi. (Roberto Treu Fisac Cgil) ore 17.00 Il ruolo delle imprese e il rispetto dello spirito costruttivo nella negoziazione dellaccordo. (Heinz Bierbaum Gruppo Alstom) ore 17.30 Il ruolo dei sindacati e degli esperti nelle procedure negoziali. (Prof. Jeremy Waddington, Manchester School of management) ore 18.00 Conclusioni della prima giornata ore 9.00 Introduzione ai lavori della II giornata. Sessione dedicata ai nuovi accordi e agli accordi di rinnovo. ore 9.15 Relazioni delle categorie nazionali: Fisac, Filcams, Slc, Filcem, Filtea e di Nicoletta Rocchi, segretaria confederale Cgil; Pierpaolo Baretta, segretario confederale Cisl; Lamberto Santini, segretario confederale Uil. ore 10.30 Inter venti dei rappresentanti delle aziende: Giovanni Scanavacca, Menarini; Rino Piazzolla, Unicredit ore 11.30 Pausa caffè ore 11.45 Dibattito e interventi delegati CAE italiani e stranieri e di rappresentanti sindacali stranieri dei seguenti Paesi: Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Finlandia, Malta, Svezia, Slovenia, Regno Unito, Portogallo, Polonia. ore 13.15 Pausa pranzo ore 14.15: Presentazione della ricerca sugli accordi CAE in Italia (Avv. Irene Romoli) ore 15.00 Interventi delle Federazioni europee UNI, FEM e ETUF (Bernadette Ségol, Peter Scherrer e Patrick Itschert) ore 16.00 Interventi del Parlamento Europeo (On. Antonio Panzeri, On. Jean Louis Cottigny) ore 17.00: Conclusioni da parte di Guglielmo Epifani, Segretario Generale Cgil. Numero otto - 4 maggio 2006 pagina tre Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] Notizie brevi Costituzione europea L'Estonia ratificherà la Costituzione europea il 9 maggio, anniversario della Dichiarazione Schuman. Il voto di ratifica si svolgerà nella giornata dell'Europa, la giornata che simboleggia l'unità europea, ha dichiarato all'AFP Urmas Reinsalu, presidente della commissione costituzionale del parlamento estone. L'Estonia sarà il quindicesimo Stato membro ad aver ratificato la Costituzione, dopo la Germania, l'Austria, il Belgio, Cipro, la Spagna, la Grecia, l'Ungheria, l'Italia, la Lettonia, la Lituania, il Lussemburgo, Malta, la Slovacchia e la Slovenia. Due Stati membri, la Francia e i Paesi Bassi hanno respinto la Costituzione tramite referendum. Gli altri Stati membri devono ancora pronunciarsi. Inflazione e crescita Secondo le stime di Eurostat, il tasso d'inflazione annuale della zona euro sarebbe del 2,4% per l'aprile 2006, contro 2,2% a marzo. Per il quinto mese consecutivo, l'indicatore economico della zona euro e dell'UE-25 è migliorato ad aprile, rispettivamente di +1,7 e +2,9 punti. L'aumento annuo è stato di oltre 10 punti. L'indicatore del clima degli affari nella zone euro è anch'esso fortemente aumentato, lasciando prevedere che la crescita della produzione industriale dovrebbe proseguire durante la prima metà dell'anno in corso. Di queste informazioni terrà conto sopratutto la Banca Centrale europea (BCE), che si pronuncerà sui tassi d'interesse della zona euro in questi giorni. Migliorare la salute delle donne Accordo dei ministri della Sanità dei venticinque Paesi membri: il testo chiede alla Commissione di presentare l'anno prossimo una nuova relazione sulla salute delle donne nell'UE. Quella precedente risale al 1997 e riguardava soltanto quindici Stati membri. I ministri vogliono che vi sia un controllo e un follow-up particolare delle donne in sei settori: le malattie cardiovascolari, i diabeti, l'endometriosi, l'osteoporosi, la salute mentale, il tabagismo e i tumori. Raccomandano la preparazione di un elenco d'indicatori di salute specifici e chiedono una migliore attenzione delle differenze tra uomini e donne nei test clinici, le posologie definite per i medicinali e la pratica medica. Chernobyl: vent'anni dopo: quali lezioni per il futuro? Commemorazione nel Parlamento europeo della catastrofe nucleare avvenuta il 26 aprile 1986 in Ucraina, con un omaggio alle vittime passate, presenti e future di una tragedia il cui bilancio è incerto. La Commissione e il Parlamento europeo riflettono sulle lezioni da trarre, ha garantito Andris Piebalgs, Commissario all'Energia. questa riflessione va oltre l'aiuto fornito finora più di un miliardo di euro è stato versato solo per l'Ucraina per l'assistenza al miglioramento della sicurezza nucleare e l'aiuto alle vittime - e che proseguirà per migliorare la sicurezza nucleare nei paesi terzi con una dotazione di 500 milioni di per il periodo 2007-2013. Secondo il Commissario Chernobyl ha segnato una svolta per la comunità internazionale, mettendo in evidenza il bisogno di regole e norme comuni per ridurre al massimo il rischio d'incidenti, fatto dimostrato dalle Convenzioni multilaterali adottate da allora, in particolare la Convenzione sull'urgenza radioattiva e la notifica rapida degli incidenti nucleari, firmata sotto gli auspici dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA), e la Convenzione comune sulla sicurezza della gestione del combustibile usato e sulla sicurezza della gestione delle scorie radioattive. Sindacati e Viking. In una lettera inviata di recente al presidente della Commissione Barroso sul caso Viking ora all'esame in Corte di giustizia, il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati Monks chiede che la Commissione consegni alla Corte un parere con un approccio equilibrato tra gli obiettivi sociali ed economici dell'UE. La Commissione deve consegnare il parere a fine aprile sul caso Viking Line Abp (Viking). Tale compagnia marittima finlandese voleva ottenere un vantaggio concorrenziale facendo passare sotto bandiera estone il ferry da trasporto passeggeri e merci Rosella (che collega Helsinki a Tallin nel Baltico) e sostituendo i marinai con altri pagati meno. Le potenziali conseguenze del caso e il caso Laval (Vaxholm) in Svezia (piani giuridici, politici e sociali) superano i modelli sociali Numero otto - 4 maggio 2006 pagina quattro Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] svedesi e finlandesi e riguardano tutte le relazioni di lavoro dell'UE afferma Monks. Nella lettera Monks osserva: un sostegno senza condizioni ai datori di lavoro che vogliono dislocare l'impresa, cambiare bandiera o attuare outsourcing senza aver negoziato le condizioni per la mano d'opera attuale e futura con i sindacati non sarà visto dai cittadini UE come un modo per avere in futuro la loro fiducia. Monsk afferma che il parere della Commissione è di grande importanza politica dato che se i sindacati europei perdono queste due battaglie (Laval e Viking) vi sarà un rischio reale che divengano ostili alla libera circolazione e al mercato unico e forse allo stesso progetto europeo. Credo, e ve lo dico, attirando la vostra attenzione sul caso Laval, che ogni limite al diritto di azione industriale collettiva o ogni ingerenza nell'equilibrio dei poteri nel quadro delle relazioni industriali saranno viste come un attacco ai diritti fondamentali del lavoro e del modello sociale europeo ha detto ricordando che la CES sostiene lo sviluppo del mercato interno, la libera circolazione delle merci, dei capitali, dei servizi e dei lavoratori. Lotta alla malaria. I medicinali per curare la malaria esistono, e la ricerca relativa all'elaborazione di vaccini contro questa malattia della povertà fa progressi. È quindi giunto il momento di accelerare la cooperazione internazionale fra tutti i partners, pubblici e privati, per permettere l'accesso universale a questi medicinali e porre un termine allo sterminio che la malaria causa in Africa dove muore un bambino ogni trenta secondi. In occasione della Giornata africana contro la malaria, la commissione dello sviluppo al Parlamento europeo ha ascoltato e si è fatta eco di questo messaggio, dopo aver ricevuto, a Bruxelles, una delegazione del Partenariato Fare arretrare la malaria (RollBack Malaria), guidata dal suo segretario esecutivo, il Professor Awa-Maria Coll-Seck, e il ministro della Salute della Repubblica democratica del Congo (RDC), Emile Bongeli. Il deputato europeo Thierry Cornillet (UDF, Francia), che rappresentava il gruppo ALDE al Forum mondiale della lotta contro la malaria a Yaoundé (Camerun) nel 2005, è promotore di quest'iniziativa. L'UE è il primo contribuente al Fondo mondiale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria, e attribuisce un'attenzione costante alla lotta contro questa disgrazia che esaurisce l'uomo prima di ucciderlo, costituendo uno dei principali fattori di ritardo economico in Africa. Libertà di circolazione e di soggiorno Il 30 aprile 2006 sono scaduti i termini di entrata in vigore della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Il concetto su cui si basa la direttiva, adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 29 aprile 2004, che nasce da una proposta della Commissione, è che i cittadini dell'Unione dovrebbero essere in grado di circolare da uno Stato membro all'altro in condizioni analoghe ai cittadini di uno Stato membro che si trasferiscono e cambiano residenza all'interno del loro paese. "L'entrata in vigore della direttiva - sottolinea la Commissione europea - costituisce una svolta nel processo di integrazione dell'Unione: la libertà dei nostri cittadini e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente nell'Unione cresce sostanzialmente ed è chiara espressione della cittadinanza europea. La direttiva è anche l'esempio perfetto dell'impegno con cui la Commissione opera a favore di una politica di miglioramento della regolamentazione: la legislazione esistente è stata riunita in unico strumento giuridico coerente e trasparente, facilmente accessibile sia per i cittadini che per le amministrazioni nazionali, evitando con ciò inutili adempimenti burocratici". Queste le principali innovazioni della direttiva rispetto alla normativa esistente: 1) consolida un complesso corpus normativo (nove direttive e un regolamento) e la vasta giurisprudenza della Corte europea di giustizia e costituisce un unico e semplice strumento giuridico sul diritto fondamentale di libera circolazione e di libero soggiorno, al quale conferisce maggiore trasparenza e di cui facilita l'applicazione; 2) istituisce un regime giuridico unico per la libertà di circolazione e di soggiorno nel contesto della cittadinanza dell'Unione, applicabile a tutte le categorie di cittadini, senza intaccare i diritti acquisiti dei lavoratori; 3) migliora e facilita l'esercizio del diritto di circolare e di soggiornare liberamente in più modi: 4) estende il diritto al ricongiungimento familiare dei cittadini dell'Unione ai partner che abbiano contratto un'unione registrata, a certe condizioni; 5) riconosce ai familiari un diritto di soggiorno autonomo in caso di decesso del cittadino dell'Unione o di scioglimento del matrimonio o dell'unione registrata; Numero otto - 4 maggio 2006 pagina cinque Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] 6) riduce le formalità amministrative: i cittadini dell'Unione non avranno più l'obbligo della carta di soggiorno ma dovranno, se richiesti, iscriversi presso le autorità competenti e dimostrare che rispettano le condizioni di soggiorno, ossia che esercitano un'attività lavorativa subordinata o autonoma o dispongono di risorse sufficienti e di una assicurazione malattia che copra tutti i rischi. La principale novità della direttiva è che introduce un diritto di soggiorno permanente e incondizionato dopo cinque anni di soggiorno nello Stato membro ospitante, che garantirà ai cittadini dell'Unione la parità di trattamento con i cittadini nazionali. Da ultimo, la direttiva aumenta la protezione contro l'allontanamento per i cittadini dell'Unione e i loro familiari che abbiano acquisito un diritto di soggiorno permanente e limita la possibilità di allontanamento dei cittadini dell'Unione che abbiano soggiornato nello Stato membro ospitante per i dieci anni precedenti o che siano minorenni, ai casi fondati su motivi imperativi di pubblica sicurezza. Per ulteriori informazioni consultare il sito internet della Commissione Europea: www.europa.eu.int DG Libertà e sicurezza Notiziario del Segretariato Europa della Cgil nazionale Corso Italia 25 - 00198 Roma Italia tel. +39 06 8476328 fax +39 06 8476321 e-mail: [email protected] http://www.cgil.it/segretariatoeuropa Redazione a cura di: Giulia Barbucci, Monica Ceremigna, Antonio Morandi, Gian Paolo Patta Numero otto - 4 maggio 2006 pagina sei