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Vie di Pace
BOLLETTINO della COMUNITÀ
di VINIGO DI CADORE
“La Parrocchia è una famiglia”
È NATALE
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
(m. Teresa di Calcutta)
“Mai dire ormai …”
è stata la raccomandazione del Vescovo Pietro
Libro Sinodale art. 181: All’interno della Chiesa, il Vescovo e i sacerdoti sono uomini di comunione (…)
Ogni tanto capita di avvertire che ci sono delle
parole o delle situazioni rimaste “in sospeso” e che
chiedono di trovare una risposta o di essere meglio
definite …
Ecco questo è un po’ quello che è avvenuto con
mons. Pietro Brollo, arcivescovo di Udine. L’avevamo
invitato un paio di anni fa in occasione dei 500 anni
della nostra chiesa, ma un problema di salute aveva
impedito il suo arrivo tra noi.
Quest’estate ci siamo resi conto che era “tempo”
di porre riparo a quell’incontro mancato e abbiamo
provato a fare una nuova richiesta che è stata
prontamente accolta.
Ed è così che, in una splendida domenica d’estate
(24 agosto) accompagnata da una spruzzatina di
neve sulle cime, il Vescovo Pietro è giunto finalmente
a Vinigo insieme al suo segretario, don Simone.
Il suo arrivo, di circa mezz’ora in anticipo rispetto
all’inizio della Messa, gli ha permesso di incontrare
con calma anche le persone che un po’ alla volta
giungevano sul sagrato della chiesa. In questo modo
ha potuto scambiare quei sorrisi, quelle parole e
quelle strette di mano che poi sono diventate gesti e
parole della liturgia stessa.
Riportiamo qui di seguito alcuni passaggi dei saluti,
all’inizio della celebrazione, rispettivamente di don
Gianni e del Vescovo Pietro.
“Eccellenza vogliamo rivolgerLe, e a nome mio si
uniscono tutti i parrocchiani che vede qui davanti,
un saluto cordiale. È gratificante per noi poterLa
ospitare nella nostra chiesa e sentire anche nel
frattempo la vicinanza con l’arcidiocesi di Udine che
ha seguito il nostro cammino nei secoli passati. E
quindi tutti questi ricordi diventano forza interiore.
Portiamo con noi, mio tramite, un sacco di santi
che si sono lasciati illuminare dalla scelta profonda
che sentirete nel Vangelo “Voi chi dite che io sia?” e
che poi hanno ispirato le nostre persone, la nostra
gente, la gente delle nostre valli a costruire chiese,
oratori, edifici, abbellire le chiese stesse, ingrandirle:
la chiesa parrocchiale di santa Lucia (…) la chiesa
della Trinità e di san Rocco di Peaio, le due chiesette
di san Lorenzo (…), la chiesette di san Gregorio Papa
(…) e questa chiesetta di san Giovanni Battista (…).
Eccoci allora oggi doppiamente contenti di celebrare,
quasi in seconda data, i 500 anni di questa chiesa
e di avere ancora tra noi oggi, come il Patriarca di
allora, l’arcivescovo di Udine”.
“Grazie, carissimo don Gianni, per le parole di saluto
che ricambio di cuore a te e a tutti voi qui presenti,
esprimendo anche da parte mia la gioia di essere
qui con voi a vivere questo momento, un momento
desiderato un po’ a lungo.
Non è stato molto lungo il mio essere Vescovo qui a
Belluno-Feltre. Cinque anni sono stati pochi e non mi
hanno dato l’opportunità di venire a celebrare qui.
Avevo accolto volentieri l’invito ad essere presente
proprio per il centenario della chiesa, ma allora
è stato Domine Dio che mi ha detto “Fermati un
momento” e la malattia mi ha impedito di essere
presente in quell’occasione. Era però una promessa
che bisognava in qualche modo mantenere ed era
un profondo desiderio anche mio quello di venire a
visitare questa comunità che durante il mio servizio
pastorale non avevo incontrato direttamente.
Ecco quindi che si è verificata questa opportunità
e oggi siamo qui. Giustamente dicevi che è stato il
Patriarca di Aquileia a consacrare la prima chiesa …
Però ricordiamoci che in quel tempo il Patriarca di
Aquileia risiedeva a Udine e risiedeva là dove tocca
(Mons. Brollo con Ines)
a me ancora risiedere in questo momento. Quindi
c’è una continuità storica che indubbiamente ci
lega, certamente un legame molto significativo ed
importante.
Allora siamo qui per vivere nella fede, per vivere
nella gioia l’incontro insieme al Signore che ci
convoca qui oggi in questa domenica per ascoltare
la Sua Parola per vivere insieme questo sacramento
dell’Eucarestia che è sacramento di fraternità, di
amicizia e di amore”.
Il vangelo della domenica (Matteo 16, 13-19)
riportava il brano in cui Pietro riconosce in Gesù di
Nazareth il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Mons.
Brollo ci ha offerto alcuni spunti importanti per
imparare a leggere la nostra vita alla luce della fede.
Eccone alcuni tratti dall’omelia:
(Riccarda ed Emma all’offertorio)
“Gesù pone la domanda che più gli stava a cuore.
Non era curioso di sapere cosa pensava la gente,
ma coloro che con lui vivevano, che lui cercava di
far crescere, di formare … Dice: “Sì, ma voi, voi che
siete qui con me, chi dite che io sia?”. Non è facile la
risposta. E allora è Pietro che si alza e dice: “Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Ecco quando leggo questo brano io penso anche alla
nostra storia, alla storia di tanti di noi, soprattutto
di quelli che sono un po’ più anziani … Noi una volta
andavamo (perché così si diceva) a dottrina. Cosa
voleva dire andare a dottrina? Andare ad imparare
alcune cose …
Si imparava anche questo: chi è Dio, chi è Gesù
Cristo, chi è la Chiesa, cosa sono i sacramenti … Ma,
secondo voi, basta imparare le cose? Certamente
no! Neanche per Pietro è stato sufficiente questo.
Nonostante le affermazioni che il Vangelo di oggi
riporta: “Tu sei Pietro e io su questa pietra edificherò
la mia chiesa” ecc … , nonostante tutto questo,
Pietro è colui che non tanto tempo dopo, di fronte
alla serva, lo rinnega.
E allora? E allora vedete, quando Gesù conclude
questo suo cammino di preparazione di quelli che
dovevano essere i suoi testimoni, allora, io dico, non
fa più l’esame di dottrina cristiana, ma fa un esame
ben più profondo, ben più importante. Dopo la sua
morte e la sua resurrezione chiama ancora Pietro, lo
chiama sul lago di Genezaret, camminano insieme
lungo il lago di Genezaret e Gesù si rivolge a Pietro e
gli dice: “Pietro, mi ami tu?”.
Il rapporto tra due persone nasce attraverso questa
via, non attraverso la conoscenza. Il rapporto vero
tra persone nasce dal cuore; nasce attraverso la via
dell’amore.
Pietro ha guardato dentro di sé … tutte le sue
(stretta di mano a Valeria)
debolezze, le sue mancanze. Non si è fermato alla
superficie, è andato nella profondità di se stesso e
dentro di sé ha capito che era un pover’uomo anche
lui, ma sentiva che Cristo per lui era tutto. In questo
momento si è stabilito un vero rapporto tra Cristo e
Pietro ed egli poteva diventare testimone.
Testimone di che cosa? Proprio di questo fatto: di
aver incontrato sul serio il Signore, ma non più per
conoscenza, di averlo incontrato dentro il cuore, cioè
di aver trasformato in vita questo rapporto con lui.
Non in conoscenza, ma in pienezza di vita.
È quello che siamo chiamati a vivere e a fare anche
noi: riuscire a stabilire vita, pienezza di vita con
Cristo dentro le nostre debolezze, dentro le nostre
mancanze, dentro la nostra fragilità. Lui è con noi
e quando tu hai mancato non lasciarti andare, non
lasciarti mai andare, ma riprenditi, senti questa
mano di Dio che ti tocca sulla spalla e ti dice: “Alzati
e cammina!”.
L’importante è che non manchi mai questa speranza
(Attilio, Lino, Flavio, il Vescovo e don Gianni)
nella Sua vicinanza.
Mons. Ablondi diceva: “Non dite mai ormai!”. Dire
ormai vuol dire non avere più speranza, vuol dire
lasciare andare, vuol dire non impegnarsi più. E
invece il Signore viene proprio per evitare questo.
Nessuno di noi deve dire, nella sua vita, ormai … È
successo questo, quell’altro … “Va bene … Non dire
ormai … Alzati e cammina”, dice il Signore.
Ecco io credo che la vicenda di Pietro possa
essere veramente anche la vicenda di tanti
di noi con diversi percorsi. Ognuno ha la sua
storia, ma possiamo da una parte riconoscere
il suo entusiasmo, la sua gioia di vivere con
Cristo; dall’altra scopriamo anche la fragilità che
accompagna ciascuno di noi.
Che ci accompagnino anche il suo entusiasmo e la
sua capacità, scendendo nel profondo di noi stessi,
di dire al Signore: “Signore, tu lo sai che ti amo”.
Io auguro che anche questa comunità cristiana
possa nutrire questo spirito e anche nell’amore verso
Dio, che diventa amore poi fraterno, sappia non
dire mai ormai, cioè sappia continuamente costruire
questi rapporti belli tra di voi, rapporti che danno
la possibilità di essere testimoni di Cristo risorto. Il
Signore vi benedica!”.
All’invito ad incontrare nel profondo di noi stessi
Gesù e a credere nella sua Parola capace di
risollevarci dalle fatiche della vita e di aprirci alla
speranza, sono seguite le preghiere dei fedeli e la
processione offertoriale con la quale abbiamo donato
a mons. Brollo “un pezzetto di noi”: il libro del
nostro paese, quello della chiesa e un volume con le
foto delle nostre montagne.
Al termine abbiamo ricevuto la benedizione del Ve
scovo:
“E concludiamo invocando la benedizione del
Signore. La invoco prima di tutto su voi qui presenti,
ma la invoco un po’ su tutti gli abitanti di questa
comunità. In particolare dove c’è qualche persona
magari sola, ammalata o bisognosa portate questa
benedizione del Signore.
Una benedizione che giunga anche fino a Belluno.
Non posso non ricordare mons. Giuseppe Andrich
che è stato contento della mia presenza in questo
momento. E allora auguro anche a lui che possa
svolgere con profitto il suo ministero in mezzo a
voi. Una benedizione a don Gianni, che ringrazio di
cuore, anche per il suo impegno, la sua attività, non
solo come pastore, ma anche come insegnante di
religione. In questo senso ha un po’ tutti i ragazzi
con lui: è chiamato ad operare, a fare … e quindi
può fare tanto del bene. Che il Signore lo aiuti in
questo.
Una benedizione e un ringraziamento al coro che si
è rinnovato (…). Non fermatevi e andate avanti: mai
dire ormai, mai! Sempre avanti, mi raccomando!
Un grazie anche ai chierichetti che sono stati bravi
… Poi dovremmo dire grazie un po’ a tutti, a tutti voi
… Da chi ha cominciato a preparare l’arco là in fondo
… fino, così, a questa spontaneità di rapporto che
io apprezzo moltissimo. Che il Signore ci aiuti e ci
benedica per questo”.
Terminata la celebrazione ci siamo recati presso
la sede ANA che gli alpini gentilmente ci avevano
messo a disposizione e che alcune di noi avevano
preparato e avevano reso davvero accogliente.
Insieme anche a molti turisti abbiamo mangiato
cibi preparati in paese grazie alla collaborazione di
molti volontari: come al solito la condivisione crea …
moltiplicazione … per cui tutto è stato abbondante e
gustoso.
Successivamente un gruppo di persone, con don
Gianni, ha accompagnato mons. Brollo prima a
visitare la chiesetta di san Lorenzo e poi in piazza
per la ripartenza verso Udine.
Cosa resta di una giornata così speciale?
Tante cose … In cima a tutto io metterei la
disponibilità di molte persone che hanno collaborato
nei modi più diversi (dalla pulizia della chiesa allo
sfalcio dei prati, dalla liturgia alla preparazione
del rinfresco …) dimostrando ancora una volta che
“insieme si può” … fare bene il … bene (!) e, sullo
stesso piano, la testimonianza di un Vescovo che ci
ha ricordato quale deve essere lo stile dei rapporti
all’interno di una comunità cristiana: semplicità e
gioia di incontrarsi, ascolto attento della Parola di
Dio e delle persone, disponibilità a mettere i propri
talenti a servizio del bene comune.
MM
Un po’ di storia: la Pieve
Libro Sinodale art. 199: Le parrocchie anche piccole fanno parte della nostra storia e cultura.
Ne fa fede anche l’attaccamento della nostra gente alle chiese frazionali (…)
Quest’anno la nostra foranìa ha vissuto una ricorrenza particolare e cioè gli 800 anni dalla contemporanea nascita di ben sette Pievi: Ampezzo, San Vito,
Valle, Domegge, Vigo, Auronzo e Santo Stefano.
Queste comunità cristiane il 21 marzo 1208, dopo
un lungo percorso di fede, sono diventate autonome
rispetto alla “chiesa-madre” che era quella di Santa
Maria Nascente in Pieve di Cadore.
Ma che cos’era una Pieve?
In passato il termine (dal latino plebs = popolo) indicava la comunità cristiana delle campagne e la sua
struttura: le persone, il territorio e le attività pastorali che in esso si svolgevano.
Fu la forma di organizzazione ecclesiastica prevalente nell’Italia settentrionale e centrale dal momento
che il cristianesimo si diffuse inizialmente nei grandi
centri e solo successivamente in quelli minori fino a
raggiungere i più piccoli villaggi di montagna.
Di solito ogni centro missionario primitivo (Pieve
primaria o matrice) veniva dedicato alla Madonna (in
misura minore a San Pietro), quasi a rispecchiare,
per quel che ci riguarda, il titolo della chiesa episcopale di Aquileia (Santa Maria Assunta), luogo da cui
partì l’evangelizzazione anche del nostro Cadore.
La Pieve era un’unità giuridica: il pievano (il presbitero titolare della Pieve) possedeva la giurisdizione
ecclesiastica su tutti gli agglomerati abitativi circostanti e aveva il compito di far conoscere e rispettare le norme della Chiesa e di vigilare sulla corretta
diffusione della fede cristiana. Egli, inoltre, aveva il
diritto di riscuotere alcune tasse tra cui la decima
(decima parte dei raccolti e dell’allevamento).
La Pieve era però soprattutto un’unità pastorale (un
po’ quello che oggi è la parrocchia) con un unico fonte battesimale, un solo cimitero accanto alla chiesa
madre, un solo pulpito per la predicazione e un solo
amministratore della penitenza. Per la Messa domenicale, per la celebrazione del funerale cristiano, per
il battesimo, la cresima e la confessione, i cristiani
delle vallate dovevano dunque recarsi presso la Pieve. Anche i matrimoni, per essere considerati validi,
dovevano essere registrati dal pievano.
La chiesa pievanale non era però l’unico edificio di
culto della pievanìa: i paesi più grandi o quelli più
lontani possedevano infatti delle cappelle, dove il
pievano inviava i suoi aiutanti (cappellani) per provvedere alla celebrazione della Messa e all’istruzione
cristiana.
Già verso la fine dell’XI secolo in Cadore cominciarono a sorgere nei villaggi delle cappelle di proprietà
della comunità locale, dove inizialmente si celebrava
ogni tanto la Messa domenicale. Con il passare del
tempo, dal momento che gli spostamenti non erano
sempre facili soprattutto d’inverno, molte comuni-
tà ottennero dalla Pieve di ospitare in modo fisso
un cappellano con l’incarico della cura delle anime
e dell’amministrazione dei sacramenti. Le cappelle
dunque acquisirono un po’ alla volta sempre maggiore autonomia dalla Pieve anche se vennero mantenuti alcuni obblighi di partecipazione ad alcune feste
e celebrazioni comuni (tra l’altro, fino alla metà del
XIV secolo, la chiesa di Santa Maria Nascente era
l’unica in cui si poteva amministrare il battesimo due
volte all’anno, alla vigilia di Pasqua e a Pentecoste).
Poi, lungo i secoli e secondo le necessità locali, una
cappella poteva a sua volta divenire Pieve, e cioè
nuovo centro di irradiazione della fede cristiana.
Ecco un po’ in sintesi quello che è stato il cammino anche delle chiese di Ampezzo, San Vito, Valle,
Domegge, Vigo, Auronzo e Santo Stefano: da semplici cappelle a Pievi responsabili dunque della fede
di zone meno ampie da un punto di vista territoriale
(rispetto alla Pieve primaria), ma sempre più vivaci e
impegnative dal punto di vista pastorale.
Notizie
Libro Sinodale art. 200 : Una parrocchia se piccola non basta più a se stessa, se grande non può ripiegarsi su se stessa; tutte hanno bisogno di integrazione, scambio di servizi, di doni, di linfa per mantenersi vive e offrire un buon servizio alla crescita del regno di Dio.
Le celebrazioni per gli 800 anni delle sette Pievi del Cadore hanno interessato direttamente o
indirettamente anche la nostra comunità.
Marzo
Febbraio
Lunedì 10, alle ore 20.30, abbiamo vissuto la Via
Crucis Missionaria animata da don Ezio Del Favero
In collegamento con le iniziative delle Pievi di Am-
e Chiara Zavarise del Centro Missionario Diocesano.
pezzo, di San Vito e di Valle previste per i giovani, il
“Se conoscessi il dono di Dio …” era il tema della
14 febbraio, alle ore 20.30, la nostra chiesa ha ospi-
preghiera che ci ha invitati a riflettere sulla sobrietà
tato un’adorazione eucaristica guidata dal cappellano
come stile di vita, sui bambini vittime della povertà,
di Cortina, don Matteo Colle. Il momento di pre-
sulla necessità di valorizzare la donna nella società e
ghiera, incentrato sulla figura di San Paolo, è stato
nella chiesa, sull’amore verso la parola di Dio … sti-
suddiviso in diverse tappe: il cuore indurito di Paolo,
molandoci a non perdere mai la speranza e a vivere
i frutti del cuore indurito, l’incontro con Dio e la sua
con spirito di festa la nostra esistenza.
missione. Questo appuntamento era stato preceduto
da altri incontri: 11 ottobre a San Vito, 08 novembre
La veglia pasquale (22 marzo) si è svolta a Vodo,
a Cortina, 13 dicembre a Borca, 10 gennaio a Valle.
mentre sono “rimaste in paese” la Messa del giovedì e la funzione del venerdì santo durante la quale
abbiamo fatto passare il crocifisso di mano in mano
per ricordare il cammino della fede di città in città, di
Agosto
casa in casa, di cuore in cuore … da Aquileia fino alle
nostre valli e per esprimere l’impegno ad accogliere
e trasmettere il Vangelo di Gesù. La celebrazione
nella domenica di Pasqua è stata animata dal coro
In occasione della festa di San Lorenzo, domenica
interparrocchiale.
10, alla sera è stata celebrata da don Primo una
Messa, animata dai ragazzi di Musile, presso l’orato-
A Pieve, il 30 marzo, don Gianni ha partecipato,
rio in cima al paese. Il successivo rinfresco è stato
insieme a tutti i sacerdoti del Cadore, alla solenne
allietato dalla musica di due violiniste invitate da
celebrazione presieduta dal Vescovo in occasione
dell’arrivo, nella chiesa di Santa Maria Nascente,
della “fiaccola della fede” partita da Aquileia il giorno
prima e trasportata da numerosi tedofori. Presenti
anche numerose autorità.
Lino De Lorenzo.
Nella chiesa di San Giovanni si è esibito, poi, il coro San Vito diretto da Natalino Brugiolo. Calorosi gli applausi da parte del folto pubblico presente.
Quest’anno la tradizionale processione dell’Assunta
non si è svolta a causa della pioggia. Dopo la Mes-
Giugno
sa ci siamo allora fermati in chiesa per la recita del
rosario “guidato” dalle parole di mons. Pietro Brollo
pronunciate in occasione del pellegrinaggio diocesa-
Domenica 1 ci siamo trovati alla grotta della Madon-
no a Lourdes negli anni 1999-2000. In questo modo
na di Lourdes per celebrare la chiusura del mese di
abbiamo così fatto memoria anche dei 150 anni dalle
maggio. Dopo la Messa c’è stato un piccolo rinfresco
apparizioni dell’Immacolata nella cittadina francese
presso la baita di Victor e Nadia De Lorenzo, che per
e ci siamo preparati ad accogliere l’arcivescovo di
l’occasione, insieme ad altri volontari, hanno ripulito
le adiacenze della grotta. Ringraziamo loro e anche
Attilio e Dario Pivirotto che si sono impegnati a far
ridipingere le statue di Maria e di Bernardetta.
Udine giunto fra noi domenica 24.
“Nuovi” arrivi tra le Figlie di san Giuseppe del Caburlotto a Vodo: suor Laurentia e suor Emilia hanno
Il 15 giugno si è svolta la gita parrocchiale, come
sostituito suor Alberta e suor Piercandida trasferite
sempre molto partecipata, verso la Slovenia con la
ad altro incarico.
visita a Postumia e Predjama.
Per tutta l’estate la canonica è stata abitata dai Il 21 giugno sera abbiamo ospitato il coro di Valle
per un concerto di canti di montagna. Il giorno successivo abbiamo festeggiato San Giovanni Battista
con la Messa e la solita processione per le vie del
paese. Con la collaborazione di molti (grazie a tutti!)
ragazzi dei campi-scuola provenienti da diverse diocesi venete e non solo. Un grazie particolare ai tanti volontari di Musile di Piave che hanno eseguito
vari lavori di manutenzione dell’edificio.
abbiamo allestito un rinfresco nel quale non sono
mancate le tradizionali ciliegie che, nel pomeriggio,
Gianluca e Valeria hanno distribuito anche agli anziani.
Inoltre è stata presentata la nuova edizione del libro
Settembre
sulla nostra chiesa, arricchita da molte fotografie
e dalla presentazione di mons. Renzo Marinello. La
stesura è stata curata sempre dal prof. Andrea Gallo,
la stampa è avvenuta presso la Grafica Sanvitese.
Domenica 28 seconda gita parrocchiale: la meta è
stata il lago di Garda con il santuario della Madonna
della Corona e Sirmione.
Ottobre
Domenica 5 abbiamo vissuto la Messa celebrata da
don Attilio De Battisti che è venuto a salutarci prima
Dopo un tiepido mese di ottobre è arrivato novembre che ci ha riservato abbondanti nevicate (circa 50
cm in un paio di giorni) e ci ha costretti ad un uso
frequente di frese e pale!
di partire per una nuova missione. Dopo i dodici anni
di Ecuador ora si trova già in Thailandia ad imparare
Dopo la partenza dei padri carmelitani (24 agosto),
la lingua locale che poi gli consentirà di svolgere il
la foranìa del Cadore si è assunta l’impegno suo lavoro pastorale nella diocesi di Chiang Mai al
di continuare a valorizzare il santuario del Cristo. nord del Paese, nella missione seguita dai sacerdoti
Ogni venerdì, alle ore 8.00, ci sarà una celebrazione
del Triveneto. Al nostro “ex-parroco” vanno la nostra
preghiera e il nostro sostegno.
Il giorno successivo è ripreso il catechismo a Vodo
per tutti i bambini della nostra parrocchia: 7 in prima seguiti da Elena Centomo, 6 in seconda guidati
eucaristica così come ogni sabato (allo stesso orario), giorno in cui la Messa sarà seguita dall’adorazione e accompagnata dalla presenza, a turno, di un sacerdote del vicariato per le confessioni o eventuali colloqui (ore 8.30-11.30).
da Germana Canzian, 7 in terza con Paola Fedele,
4 in quarta insieme alla nostra Sara Pirrello, 9 in
quinta, con suor Laurentia e infine, 20 ragazzi alle
Dicembre
medie. Questi ultimi hanno iniziato insieme a don
Gianni la preparazione che li porterà alla cresima nel
2010. Buon cammino a tutti!
Nelle quattro domeniche di avvento abbiamo ricor-
Martedì 14, alle ore 20.00, don Luigi Canal e José
dato, nelle nostre celebrazioni, i quattro viaggi di
Soccal, rispettivamente direttore e segretario del
San Paolo che hanno consentito al Cristianesimo di
Centro Missionario Diocesano, hanno animato la
diffondersi sempre di più al di fuori di Israele fino a
Veglia Missionaria nella nostra chiesa. Una quaranti-
giungere a Roma. Cogliamo l’occasione per ricorda-
na le persone presenti che hanno potuto seguire un
re che l’anno 2008-09 è stato dedicato dalla Chiesa
filmato sulla realtà missionaria mondiale e pregare
proprio alla memoria di questo grande missionario
ricordando la figura di San Paolo e dei suoi collabo-
del Vangelo.
ratori nel corso dei primi anni di diffusione del cristianesimo.
Nelle domeniche 7-14-21-28 dicembre, alle ore 15.00, nel santuario del Cristo a Pieve, mons. Luigi Del Favero propone “Quattro immagini di Gesù così
Novembre
come emergono dai Vangeli” di Marco, Matteo, Luca
e Giovanni. L’invito a partecipare è, naturalmente,
esteso a tutti!
A cavallo tra ottobre e novembre Gianluca e Sara, Ilda e Liberata hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano in Terra Santa guidato da don Lorenzo dell’Andrea.
ANAGRAFE 2008
Battesimi
- 6 aprile: Erika GREGORI di Giacomo e Ada Pivirotto, battezzata a Vodo.
- 20 aprile: Giulia PIVIROTTO di Silvano e Rita De Bon, battezzata a Vinigo.
- 8 giugno: Aurora PIVIROTTO di Christian e Daniela Falcinelli, battezzata a Rimini.
Prime confessioni
Preparati dalla catechista Sara Pirrello, lunedì 12 maggio a Vodo,
si sono accostati per la prima volta al sacramento della confessione
quattro bambini tra cui Chiara ZARDUS.
Prime comunioni
Il 25 maggio Gianluca DELLA BONA e Marco BOZZA, insieme ad altri sette bambini,
hanno ricevuto la Prima Comunione nella chiesa di Santa Lucia.
Cresime
Sempre nella chiesa parrocchiale l’8 marzo mons. Giuseppe Andrich ha impartito
il sacramento della cresima a otto giovani tra cui Piercarlo BOZZA.
Matrimoni
- 3 maggio: Josè Barros e Elena Caimi.
- 3 giugno: Roberta Luca Dal Pont e Michielli.
- 28 giugno: Paolo Piermarini e Marzia Del Favero.
- 26 luglio Giuseppe Viani e Marzia Agnoli.
Tutte queste nuove famiglie sono residenti fuori paese.
Defunti
- 9 gennaio: Guido DE LORENZO “Varonego”, di anni 78.
- 17 settembre: Ismaele DE LORENZO “Varonego” di anni 74.
Un grazie sentito a tutti coloro che si occupano dell’animazione delle celebrazioni; della pulizia e
del decoro della chiesa, dell’oratorio di S. Lorenzo, del capitello, della grotta e della canonica. Un
altro grazie alle persone generose che sostengono economicamente la parrocchia e il bollettino.