Vie di Pace - Vinigo.com
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Vie di Pace BOLLETTINO della COMUNITÀ di VINIGO DI CADORE “La Parrocchia è una famiglia” È NATALE È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. (m. Teresa di Calcutta) “Mai dire ormai …” è stata la raccomandazione del Vescovo Pietro Libro Sinodale art. 181: All’interno della Chiesa, il Vescovo e i sacerdoti sono uomini di comunione (…) Ogni tanto capita di avvertire che ci sono delle parole o delle situazioni rimaste “in sospeso” e che chiedono di trovare una risposta o di essere meglio definite … Ecco questo è un po’ quello che è avvenuto con mons. Pietro Brollo, arcivescovo di Udine. L’avevamo invitato un paio di anni fa in occasione dei 500 anni della nostra chiesa, ma un problema di salute aveva impedito il suo arrivo tra noi. Quest’estate ci siamo resi conto che era “tempo” di porre riparo a quell’incontro mancato e abbiamo provato a fare una nuova richiesta che è stata prontamente accolta. Ed è così che, in una splendida domenica d’estate (24 agosto) accompagnata da una spruzzatina di neve sulle cime, il Vescovo Pietro è giunto finalmente a Vinigo insieme al suo segretario, don Simone. Il suo arrivo, di circa mezz’ora in anticipo rispetto all’inizio della Messa, gli ha permesso di incontrare con calma anche le persone che un po’ alla volta giungevano sul sagrato della chiesa. In questo modo ha potuto scambiare quei sorrisi, quelle parole e quelle strette di mano che poi sono diventate gesti e parole della liturgia stessa. Riportiamo qui di seguito alcuni passaggi dei saluti, all’inizio della celebrazione, rispettivamente di don Gianni e del Vescovo Pietro. “Eccellenza vogliamo rivolgerLe, e a nome mio si uniscono tutti i parrocchiani che vede qui davanti, un saluto cordiale. È gratificante per noi poterLa ospitare nella nostra chiesa e sentire anche nel frattempo la vicinanza con l’arcidiocesi di Udine che ha seguito il nostro cammino nei secoli passati. E quindi tutti questi ricordi diventano forza interiore. Portiamo con noi, mio tramite, un sacco di santi che si sono lasciati illuminare dalla scelta profonda che sentirete nel Vangelo “Voi chi dite che io sia?” e che poi hanno ispirato le nostre persone, la nostra gente, la gente delle nostre valli a costruire chiese, oratori, edifici, abbellire le chiese stesse, ingrandirle: la chiesa parrocchiale di santa Lucia (…) la chiesa della Trinità e di san Rocco di Peaio, le due chiesette di san Lorenzo (…), la chiesette di san Gregorio Papa (…) e questa chiesetta di san Giovanni Battista (…). Eccoci allora oggi doppiamente contenti di celebrare, quasi in seconda data, i 500 anni di questa chiesa e di avere ancora tra noi oggi, come il Patriarca di allora, l’arcivescovo di Udine”. “Grazie, carissimo don Gianni, per le parole di saluto che ricambio di cuore a te e a tutti voi qui presenti, esprimendo anche da parte mia la gioia di essere qui con voi a vivere questo momento, un momento desiderato un po’ a lungo. Non è stato molto lungo il mio essere Vescovo qui a Belluno-Feltre. Cinque anni sono stati pochi e non mi hanno dato l’opportunità di venire a celebrare qui. Avevo accolto volentieri l’invito ad essere presente proprio per il centenario della chiesa, ma allora è stato Domine Dio che mi ha detto “Fermati un momento” e la malattia mi ha impedito di essere presente in quell’occasione. Era però una promessa che bisognava in qualche modo mantenere ed era un profondo desiderio anche mio quello di venire a visitare questa comunità che durante il mio servizio pastorale non avevo incontrato direttamente. Ecco quindi che si è verificata questa opportunità e oggi siamo qui. Giustamente dicevi che è stato il Patriarca di Aquileia a consacrare la prima chiesa … Però ricordiamoci che in quel tempo il Patriarca di Aquileia risiedeva a Udine e risiedeva là dove tocca (Mons. Brollo con Ines) a me ancora risiedere in questo momento. Quindi c’è una continuità storica che indubbiamente ci lega, certamente un legame molto significativo ed importante. Allora siamo qui per vivere nella fede, per vivere nella gioia l’incontro insieme al Signore che ci convoca qui oggi in questa domenica per ascoltare la Sua Parola per vivere insieme questo sacramento dell’Eucarestia che è sacramento di fraternità, di amicizia e di amore”. Il vangelo della domenica (Matteo 16, 13-19) riportava il brano in cui Pietro riconosce in Gesù di Nazareth il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Mons. Brollo ci ha offerto alcuni spunti importanti per imparare a leggere la nostra vita alla luce della fede. Eccone alcuni tratti dall’omelia: (Riccarda ed Emma all’offertorio) “Gesù pone la domanda che più gli stava a cuore. Non era curioso di sapere cosa pensava la gente, ma coloro che con lui vivevano, che lui cercava di far crescere, di formare … Dice: “Sì, ma voi, voi che siete qui con me, chi dite che io sia?”. Non è facile la risposta. E allora è Pietro che si alza e dice: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Ecco quando leggo questo brano io penso anche alla nostra storia, alla storia di tanti di noi, soprattutto di quelli che sono un po’ più anziani … Noi una volta andavamo (perché così si diceva) a dottrina. Cosa voleva dire andare a dottrina? Andare ad imparare alcune cose … Si imparava anche questo: chi è Dio, chi è Gesù Cristo, chi è la Chiesa, cosa sono i sacramenti … Ma, secondo voi, basta imparare le cose? Certamente no! Neanche per Pietro è stato sufficiente questo. Nonostante le affermazioni che il Vangelo di oggi riporta: “Tu sei Pietro e io su questa pietra edificherò la mia chiesa” ecc … , nonostante tutto questo, Pietro è colui che non tanto tempo dopo, di fronte alla serva, lo rinnega. E allora? E allora vedete, quando Gesù conclude questo suo cammino di preparazione di quelli che dovevano essere i suoi testimoni, allora, io dico, non fa più l’esame di dottrina cristiana, ma fa un esame ben più profondo, ben più importante. Dopo la sua morte e la sua resurrezione chiama ancora Pietro, lo chiama sul lago di Genezaret, camminano insieme lungo il lago di Genezaret e Gesù si rivolge a Pietro e gli dice: “Pietro, mi ami tu?”. Il rapporto tra due persone nasce attraverso questa via, non attraverso la conoscenza. Il rapporto vero tra persone nasce dal cuore; nasce attraverso la via dell’amore. Pietro ha guardato dentro di sé … tutte le sue (stretta di mano a Valeria) debolezze, le sue mancanze. Non si è fermato alla superficie, è andato nella profondità di se stesso e dentro di sé ha capito che era un pover’uomo anche lui, ma sentiva che Cristo per lui era tutto. In questo momento si è stabilito un vero rapporto tra Cristo e Pietro ed egli poteva diventare testimone. Testimone di che cosa? Proprio di questo fatto: di aver incontrato sul serio il Signore, ma non più per conoscenza, di averlo incontrato dentro il cuore, cioè di aver trasformato in vita questo rapporto con lui. Non in conoscenza, ma in pienezza di vita. È quello che siamo chiamati a vivere e a fare anche noi: riuscire a stabilire vita, pienezza di vita con Cristo dentro le nostre debolezze, dentro le nostre mancanze, dentro la nostra fragilità. Lui è con noi e quando tu hai mancato non lasciarti andare, non lasciarti mai andare, ma riprenditi, senti questa mano di Dio che ti tocca sulla spalla e ti dice: “Alzati e cammina!”. L’importante è che non manchi mai questa speranza (Attilio, Lino, Flavio, il Vescovo e don Gianni) nella Sua vicinanza. Mons. Ablondi diceva: “Non dite mai ormai!”. Dire ormai vuol dire non avere più speranza, vuol dire lasciare andare, vuol dire non impegnarsi più. E invece il Signore viene proprio per evitare questo. Nessuno di noi deve dire, nella sua vita, ormai … È successo questo, quell’altro … “Va bene … Non dire ormai … Alzati e cammina”, dice il Signore. Ecco io credo che la vicenda di Pietro possa essere veramente anche la vicenda di tanti di noi con diversi percorsi. Ognuno ha la sua storia, ma possiamo da una parte riconoscere il suo entusiasmo, la sua gioia di vivere con Cristo; dall’altra scopriamo anche la fragilità che accompagna ciascuno di noi. Che ci accompagnino anche il suo entusiasmo e la sua capacità, scendendo nel profondo di noi stessi, di dire al Signore: “Signore, tu lo sai che ti amo”. Io auguro che anche questa comunità cristiana possa nutrire questo spirito e anche nell’amore verso Dio, che diventa amore poi fraterno, sappia non dire mai ormai, cioè sappia continuamente costruire questi rapporti belli tra di voi, rapporti che danno la possibilità di essere testimoni di Cristo risorto. Il Signore vi benedica!”. All’invito ad incontrare nel profondo di noi stessi Gesù e a credere nella sua Parola capace di risollevarci dalle fatiche della vita e di aprirci alla speranza, sono seguite le preghiere dei fedeli e la processione offertoriale con la quale abbiamo donato a mons. Brollo “un pezzetto di noi”: il libro del nostro paese, quello della chiesa e un volume con le foto delle nostre montagne. Al termine abbiamo ricevuto la benedizione del Ve scovo: “E concludiamo invocando la benedizione del Signore. La invoco prima di tutto su voi qui presenti, ma la invoco un po’ su tutti gli abitanti di questa comunità. In particolare dove c’è qualche persona magari sola, ammalata o bisognosa portate questa benedizione del Signore. Una benedizione che giunga anche fino a Belluno. Non posso non ricordare mons. Giuseppe Andrich che è stato contento della mia presenza in questo momento. E allora auguro anche a lui che possa svolgere con profitto il suo ministero in mezzo a voi. Una benedizione a don Gianni, che ringrazio di cuore, anche per il suo impegno, la sua attività, non solo come pastore, ma anche come insegnante di religione. In questo senso ha un po’ tutti i ragazzi con lui: è chiamato ad operare, a fare … e quindi può fare tanto del bene. Che il Signore lo aiuti in questo. Una benedizione e un ringraziamento al coro che si è rinnovato (…). Non fermatevi e andate avanti: mai dire ormai, mai! Sempre avanti, mi raccomando! Un grazie anche ai chierichetti che sono stati bravi … Poi dovremmo dire grazie un po’ a tutti, a tutti voi … Da chi ha cominciato a preparare l’arco là in fondo … fino, così, a questa spontaneità di rapporto che io apprezzo moltissimo. Che il Signore ci aiuti e ci benedica per questo”. Terminata la celebrazione ci siamo recati presso la sede ANA che gli alpini gentilmente ci avevano messo a disposizione e che alcune di noi avevano preparato e avevano reso davvero accogliente. Insieme anche a molti turisti abbiamo mangiato cibi preparati in paese grazie alla collaborazione di molti volontari: come al solito la condivisione crea … moltiplicazione … per cui tutto è stato abbondante e gustoso. Successivamente un gruppo di persone, con don Gianni, ha accompagnato mons. Brollo prima a visitare la chiesetta di san Lorenzo e poi in piazza per la ripartenza verso Udine. Cosa resta di una giornata così speciale? Tante cose … In cima a tutto io metterei la disponibilità di molte persone che hanno collaborato nei modi più diversi (dalla pulizia della chiesa allo sfalcio dei prati, dalla liturgia alla preparazione del rinfresco …) dimostrando ancora una volta che “insieme si può” … fare bene il … bene (!) e, sullo stesso piano, la testimonianza di un Vescovo che ci ha ricordato quale deve essere lo stile dei rapporti all’interno di una comunità cristiana: semplicità e gioia di incontrarsi, ascolto attento della Parola di Dio e delle persone, disponibilità a mettere i propri talenti a servizio del bene comune. MM Un po’ di storia: la Pieve Libro Sinodale art. 199: Le parrocchie anche piccole fanno parte della nostra storia e cultura. Ne fa fede anche l’attaccamento della nostra gente alle chiese frazionali (…) Quest’anno la nostra foranìa ha vissuto una ricorrenza particolare e cioè gli 800 anni dalla contemporanea nascita di ben sette Pievi: Ampezzo, San Vito, Valle, Domegge, Vigo, Auronzo e Santo Stefano. Queste comunità cristiane il 21 marzo 1208, dopo un lungo percorso di fede, sono diventate autonome rispetto alla “chiesa-madre” che era quella di Santa Maria Nascente in Pieve di Cadore. Ma che cos’era una Pieve? In passato il termine (dal latino plebs = popolo) indicava la comunità cristiana delle campagne e la sua struttura: le persone, il territorio e le attività pastorali che in esso si svolgevano. Fu la forma di organizzazione ecclesiastica prevalente nell’Italia settentrionale e centrale dal momento che il cristianesimo si diffuse inizialmente nei grandi centri e solo successivamente in quelli minori fino a raggiungere i più piccoli villaggi di montagna. Di solito ogni centro missionario primitivo (Pieve primaria o matrice) veniva dedicato alla Madonna (in misura minore a San Pietro), quasi a rispecchiare, per quel che ci riguarda, il titolo della chiesa episcopale di Aquileia (Santa Maria Assunta), luogo da cui partì l’evangelizzazione anche del nostro Cadore. La Pieve era un’unità giuridica: il pievano (il presbitero titolare della Pieve) possedeva la giurisdizione ecclesiastica su tutti gli agglomerati abitativi circostanti e aveva il compito di far conoscere e rispettare le norme della Chiesa e di vigilare sulla corretta diffusione della fede cristiana. Egli, inoltre, aveva il diritto di riscuotere alcune tasse tra cui la decima (decima parte dei raccolti e dell’allevamento). La Pieve era però soprattutto un’unità pastorale (un po’ quello che oggi è la parrocchia) con un unico fonte battesimale, un solo cimitero accanto alla chiesa madre, un solo pulpito per la predicazione e un solo amministratore della penitenza. Per la Messa domenicale, per la celebrazione del funerale cristiano, per il battesimo, la cresima e la confessione, i cristiani delle vallate dovevano dunque recarsi presso la Pieve. Anche i matrimoni, per essere considerati validi, dovevano essere registrati dal pievano. La chiesa pievanale non era però l’unico edificio di culto della pievanìa: i paesi più grandi o quelli più lontani possedevano infatti delle cappelle, dove il pievano inviava i suoi aiutanti (cappellani) per provvedere alla celebrazione della Messa e all’istruzione cristiana. Già verso la fine dell’XI secolo in Cadore cominciarono a sorgere nei villaggi delle cappelle di proprietà della comunità locale, dove inizialmente si celebrava ogni tanto la Messa domenicale. Con il passare del tempo, dal momento che gli spostamenti non erano sempre facili soprattutto d’inverno, molte comuni- tà ottennero dalla Pieve di ospitare in modo fisso un cappellano con l’incarico della cura delle anime e dell’amministrazione dei sacramenti. Le cappelle dunque acquisirono un po’ alla volta sempre maggiore autonomia dalla Pieve anche se vennero mantenuti alcuni obblighi di partecipazione ad alcune feste e celebrazioni comuni (tra l’altro, fino alla metà del XIV secolo, la chiesa di Santa Maria Nascente era l’unica in cui si poteva amministrare il battesimo due volte all’anno, alla vigilia di Pasqua e a Pentecoste). Poi, lungo i secoli e secondo le necessità locali, una cappella poteva a sua volta divenire Pieve, e cioè nuovo centro di irradiazione della fede cristiana. Ecco un po’ in sintesi quello che è stato il cammino anche delle chiese di Ampezzo, San Vito, Valle, Domegge, Vigo, Auronzo e Santo Stefano: da semplici cappelle a Pievi responsabili dunque della fede di zone meno ampie da un punto di vista territoriale (rispetto alla Pieve primaria), ma sempre più vivaci e impegnative dal punto di vista pastorale. Notizie Libro Sinodale art. 200 : Una parrocchia se piccola non basta più a se stessa, se grande non può ripiegarsi su se stessa; tutte hanno bisogno di integrazione, scambio di servizi, di doni, di linfa per mantenersi vive e offrire un buon servizio alla crescita del regno di Dio. Le celebrazioni per gli 800 anni delle sette Pievi del Cadore hanno interessato direttamente o indirettamente anche la nostra comunità. Marzo Febbraio Lunedì 10, alle ore 20.30, abbiamo vissuto la Via Crucis Missionaria animata da don Ezio Del Favero In collegamento con le iniziative delle Pievi di Am- e Chiara Zavarise del Centro Missionario Diocesano. pezzo, di San Vito e di Valle previste per i giovani, il “Se conoscessi il dono di Dio …” era il tema della 14 febbraio, alle ore 20.30, la nostra chiesa ha ospi- preghiera che ci ha invitati a riflettere sulla sobrietà tato un’adorazione eucaristica guidata dal cappellano come stile di vita, sui bambini vittime della povertà, di Cortina, don Matteo Colle. Il momento di pre- sulla necessità di valorizzare la donna nella società e ghiera, incentrato sulla figura di San Paolo, è stato nella chiesa, sull’amore verso la parola di Dio … sti- suddiviso in diverse tappe: il cuore indurito di Paolo, molandoci a non perdere mai la speranza e a vivere i frutti del cuore indurito, l’incontro con Dio e la sua con spirito di festa la nostra esistenza. missione. Questo appuntamento era stato preceduto da altri incontri: 11 ottobre a San Vito, 08 novembre La veglia pasquale (22 marzo) si è svolta a Vodo, a Cortina, 13 dicembre a Borca, 10 gennaio a Valle. mentre sono “rimaste in paese” la Messa del giovedì e la funzione del venerdì santo durante la quale abbiamo fatto passare il crocifisso di mano in mano per ricordare il cammino della fede di città in città, di Agosto casa in casa, di cuore in cuore … da Aquileia fino alle nostre valli e per esprimere l’impegno ad accogliere e trasmettere il Vangelo di Gesù. La celebrazione nella domenica di Pasqua è stata animata dal coro In occasione della festa di San Lorenzo, domenica interparrocchiale. 10, alla sera è stata celebrata da don Primo una Messa, animata dai ragazzi di Musile, presso l’orato- A Pieve, il 30 marzo, don Gianni ha partecipato, rio in cima al paese. Il successivo rinfresco è stato insieme a tutti i sacerdoti del Cadore, alla solenne allietato dalla musica di due violiniste invitate da celebrazione presieduta dal Vescovo in occasione dell’arrivo, nella chiesa di Santa Maria Nascente, della “fiaccola della fede” partita da Aquileia il giorno prima e trasportata da numerosi tedofori. Presenti anche numerose autorità. Lino De Lorenzo. Nella chiesa di San Giovanni si è esibito, poi, il coro San Vito diretto da Natalino Brugiolo. Calorosi gli applausi da parte del folto pubblico presente. Quest’anno la tradizionale processione dell’Assunta non si è svolta a causa della pioggia. Dopo la Mes- Giugno sa ci siamo allora fermati in chiesa per la recita del rosario “guidato” dalle parole di mons. Pietro Brollo pronunciate in occasione del pellegrinaggio diocesa- Domenica 1 ci siamo trovati alla grotta della Madon- no a Lourdes negli anni 1999-2000. In questo modo na di Lourdes per celebrare la chiusura del mese di abbiamo così fatto memoria anche dei 150 anni dalle maggio. Dopo la Messa c’è stato un piccolo rinfresco apparizioni dell’Immacolata nella cittadina francese presso la baita di Victor e Nadia De Lorenzo, che per e ci siamo preparati ad accogliere l’arcivescovo di l’occasione, insieme ad altri volontari, hanno ripulito le adiacenze della grotta. Ringraziamo loro e anche Attilio e Dario Pivirotto che si sono impegnati a far ridipingere le statue di Maria e di Bernardetta. Udine giunto fra noi domenica 24. “Nuovi” arrivi tra le Figlie di san Giuseppe del Caburlotto a Vodo: suor Laurentia e suor Emilia hanno Il 15 giugno si è svolta la gita parrocchiale, come sostituito suor Alberta e suor Piercandida trasferite sempre molto partecipata, verso la Slovenia con la ad altro incarico. visita a Postumia e Predjama. Per tutta l’estate la canonica è stata abitata dai Il 21 giugno sera abbiamo ospitato il coro di Valle per un concerto di canti di montagna. Il giorno successivo abbiamo festeggiato San Giovanni Battista con la Messa e la solita processione per le vie del paese. Con la collaborazione di molti (grazie a tutti!) ragazzi dei campi-scuola provenienti da diverse diocesi venete e non solo. Un grazie particolare ai tanti volontari di Musile di Piave che hanno eseguito vari lavori di manutenzione dell’edificio. abbiamo allestito un rinfresco nel quale non sono mancate le tradizionali ciliegie che, nel pomeriggio, Gianluca e Valeria hanno distribuito anche agli anziani. Inoltre è stata presentata la nuova edizione del libro Settembre sulla nostra chiesa, arricchita da molte fotografie e dalla presentazione di mons. Renzo Marinello. La stesura è stata curata sempre dal prof. Andrea Gallo, la stampa è avvenuta presso la Grafica Sanvitese. Domenica 28 seconda gita parrocchiale: la meta è stata il lago di Garda con il santuario della Madonna della Corona e Sirmione. Ottobre Domenica 5 abbiamo vissuto la Messa celebrata da don Attilio De Battisti che è venuto a salutarci prima Dopo un tiepido mese di ottobre è arrivato novembre che ci ha riservato abbondanti nevicate (circa 50 cm in un paio di giorni) e ci ha costretti ad un uso frequente di frese e pale! di partire per una nuova missione. Dopo i dodici anni di Ecuador ora si trova già in Thailandia ad imparare Dopo la partenza dei padri carmelitani (24 agosto), la lingua locale che poi gli consentirà di svolgere il la foranìa del Cadore si è assunta l’impegno suo lavoro pastorale nella diocesi di Chiang Mai al di continuare a valorizzare il santuario del Cristo. nord del Paese, nella missione seguita dai sacerdoti Ogni venerdì, alle ore 8.00, ci sarà una celebrazione del Triveneto. Al nostro “ex-parroco” vanno la nostra preghiera e il nostro sostegno. Il giorno successivo è ripreso il catechismo a Vodo per tutti i bambini della nostra parrocchia: 7 in prima seguiti da Elena Centomo, 6 in seconda guidati eucaristica così come ogni sabato (allo stesso orario), giorno in cui la Messa sarà seguita dall’adorazione e accompagnata dalla presenza, a turno, di un sacerdote del vicariato per le confessioni o eventuali colloqui (ore 8.30-11.30). da Germana Canzian, 7 in terza con Paola Fedele, 4 in quarta insieme alla nostra Sara Pirrello, 9 in quinta, con suor Laurentia e infine, 20 ragazzi alle Dicembre medie. Questi ultimi hanno iniziato insieme a don Gianni la preparazione che li porterà alla cresima nel 2010. Buon cammino a tutti! Nelle quattro domeniche di avvento abbiamo ricor- Martedì 14, alle ore 20.00, don Luigi Canal e José dato, nelle nostre celebrazioni, i quattro viaggi di Soccal, rispettivamente direttore e segretario del San Paolo che hanno consentito al Cristianesimo di Centro Missionario Diocesano, hanno animato la diffondersi sempre di più al di fuori di Israele fino a Veglia Missionaria nella nostra chiesa. Una quaranti- giungere a Roma. Cogliamo l’occasione per ricorda- na le persone presenti che hanno potuto seguire un re che l’anno 2008-09 è stato dedicato dalla Chiesa filmato sulla realtà missionaria mondiale e pregare proprio alla memoria di questo grande missionario ricordando la figura di San Paolo e dei suoi collabo- del Vangelo. ratori nel corso dei primi anni di diffusione del cristianesimo. Nelle domeniche 7-14-21-28 dicembre, alle ore 15.00, nel santuario del Cristo a Pieve, mons. Luigi Del Favero propone “Quattro immagini di Gesù così Novembre come emergono dai Vangeli” di Marco, Matteo, Luca e Giovanni. L’invito a partecipare è, naturalmente, esteso a tutti! A cavallo tra ottobre e novembre Gianluca e Sara, Ilda e Liberata hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano in Terra Santa guidato da don Lorenzo dell’Andrea. ANAGRAFE 2008 Battesimi - 6 aprile: Erika GREGORI di Giacomo e Ada Pivirotto, battezzata a Vodo. - 20 aprile: Giulia PIVIROTTO di Silvano e Rita De Bon, battezzata a Vinigo. - 8 giugno: Aurora PIVIROTTO di Christian e Daniela Falcinelli, battezzata a Rimini. Prime confessioni Preparati dalla catechista Sara Pirrello, lunedì 12 maggio a Vodo, si sono accostati per la prima volta al sacramento della confessione quattro bambini tra cui Chiara ZARDUS. Prime comunioni Il 25 maggio Gianluca DELLA BONA e Marco BOZZA, insieme ad altri sette bambini, hanno ricevuto la Prima Comunione nella chiesa di Santa Lucia. Cresime Sempre nella chiesa parrocchiale l’8 marzo mons. Giuseppe Andrich ha impartito il sacramento della cresima a otto giovani tra cui Piercarlo BOZZA. Matrimoni - 3 maggio: Josè Barros e Elena Caimi. - 3 giugno: Roberta Luca Dal Pont e Michielli. - 28 giugno: Paolo Piermarini e Marzia Del Favero. - 26 luglio Giuseppe Viani e Marzia Agnoli. Tutte queste nuove famiglie sono residenti fuori paese. Defunti - 9 gennaio: Guido DE LORENZO “Varonego”, di anni 78. - 17 settembre: Ismaele DE LORENZO “Varonego” di anni 74. Un grazie sentito a tutti coloro che si occupano dell’animazione delle celebrazioni; della pulizia e del decoro della chiesa, dell’oratorio di S. Lorenzo, del capitello, della grotta e della canonica. Un altro grazie alle persone generose che sostengono economicamente la parrocchia e il bollettino.