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Canta il vento, pensieri che danzano, i fiori colorano la mia primavera: un quadro eterno, immagine della mia gioia leggera. Eppure, dopo un secondo, cammino; le mie speranze, in frantumi, ormai secche e grigie foglie di ieri,scricchiolano sotto le suole: quel che nasce muore. Ma ora guarda, guarda la magia di questo timido fiore, nato dall’ultima neve d’inverno… Il tempo sorprende, delude, trasforma, stravolge: scivola via, senza rumore. Domani è un chissà quando, perché, che mai sarà; ma nonostante il vuoto, il buio e la paura, le lacrime e le grida, meravigliosa, meravigliosa vita. Adriana F. INDICE PERCHÉ LO FACCIAMO? 4 A21SCUOLA o Registro elettronico: FAQ SATIRA 5 7 A21ATTUALITÀ&POLITICA o Foibe 8 A21SCIENZE&TECNOLOGIE o Un DNA artificiale è ora possibile o Windows 10 9 10 A21AMBIENTE o OGM? Giudica tu 11 A21CINEMA o Academy Awards 13 A21LETTERATURA o Cose di Cosa Nostra o L’utilità dell’inutile o Fahrenheit 451 17 18 20 A21MUSICA o Il “Jass” 21 A21ROMA o Eventi Roma marzo 2015 22 A21SPORT o Mercato di riparazione 2015 o 5B vs 4B o I have a dream 23 26 27 A21RUBRICHE o “London hit me with your best shot” 29 PERCHÉ LO FACCIAMO “Ciò che è stato scritto senza passione verrà letto senza piacere.” Samuel Johnson Potremmo dirvi che scriviamo su Articolo21 per informare. Potremmo dirvi che scriviamo su Articolo21 per imparare. Potremmo anche dirvi che scriviamo su Articolo21 per tentare di opporci. Ma potremmo dirvi anche scriviamo perché crediamo in una scuola diversa, in una società diversa, in un mondo diverso. Oppure dirvi che la sera, dopo una certa ora, quelle pagine di filosofia proprio non ci va di studiarle, e allora ci mettiamo a scrivere. Potremmo dirvi che, alcune volte, speriamo che una nostra vignetta faccia sorridere, ma anche riflettere. Potremmo dire che scriviamo sperando che poi, qualcuno, ci legga veramente. Sarebbe vero, ma parziale. Siamo qui a scrivere perché fondamentalmente ci diverte. Il resto ne consegue, semplicemente. E continueremo a farlo finché ci appassionerà. E speriamo che, arrivati all'ultima pagina di Articolo21, siate divertiti anche voi, prima di tutto il resto. “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.” Arthur Schopenhauer Alessandro Francescangeli e la Redazione di Articolo21 Articolo21 A21SCUOLA REGISTRO ELETTRONICO: FAQ di ALESSANDRO FRANCESCANGELI Che cos'è il Registro Elettronico? Il registro elettronico è un software che permette di gestire in modo informatico, con validità legale, alcuni aspetti della vita scolastica come il registro di classe, il registro del professore, la consegna delle pagelle, la prenotazione dei colloqui. A questo si aggiunge la possibilità da parte dello studente e/o del genitore di poter accedere tramite internet alle informazioni sui propri voti e sulle proprie assenze e a eventuali altre funzioni. Come funziona? Il software e le informazioni sono di norma ospitati su un server esterno alla scuola a cui si accede tramite una connessione alla rete internet. I professori, gli alunni e i genitori accedono tramite un nome utente e una password ai contenuti loro disponibili. La gestione delle utenze è di norma affidata alla Segreteria scolastica. È obbligatorio? No. Il decreto legge n. 95/2012 (commi 27-32 dell’art.7) del Governo Monti contenente “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica”, convertito dalla legge n. 135/2012 stabilisce che a decorrere dall'anno scolastico 20122013 le iscrizioni siano da effettuarsi online, la pagella sia emessa in formato elettronico (con la stessa validità legale del documento cartaceo), l’invio delle comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico e l'adozione dei registri on-line. La legge stabilisce, per l'esecutività, la predisposizione da parte del MIUR di un “Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie”, piano che però non è mai stato prodotto dal Ministero, né sono state indicate date di scadenza per l'adozione del Registro Elettronico. Inoltre, al comma 32 della stessa legge viene stabilito come: “All'attuazione delle disposizioni si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.” Da ciò deriva come, in realtà, non ci sia un formale obbligo d'adozione dei registri ma che questo adempimento sia in realtà condizionato dalle effettive disponibilità di risorse umane, strumentali e finanziarie di ciascun istituto. Fa risparmiare? No. Nonostante le misure di legge siano pensate per una riduzione della spesa pubblica, in realtà l'adozione del registro elettronico, nonostante l'auspicata "dematerializzazione" dei documenti, non comporta una riduzione dei costi a carico della scuola. Si pensi solamente che il costo dell'abbonamento annuale al servizio software è, di norma, pari, se non superiore, a quello di acquisto dei registri cartacei. Inoltre va aggiunta la spesa d'acquisto per i dispositivi informatici che, per fare un esempio, nel nostro istituto sono ammontati a 17.000,00 € (delibera n. 1 a.s. 2012/2013, C.d.I. 25/9/2012). Denaro speso per l'acquisto di un PC portatile a docente. È utile? Sicuramente è uno strumento che, a patto di avere hardware, software e connessione 5 Articolo21 a internet adeguati, può rappresentare un aiuto utile alla didattica e alle famiglie. In caso contrario, però, comportando perdite di tempo e problemi, potrebbe risultare addirittura peggiorativo. E all'Aristotele? Il Liceo Aristotele ha scelto di investire molte risorse nel Registro Elettronico: inizialmente è stato affiancato al registro cartaceo, poichè non era aggiornato in tempo reale dal docente, ma dopo la lezione. Il software utilizzato era SissiWeb di Axios. Nell'a.s 2013-2014, con l'assegnazione di un pc a docente si è passati all'uso completo del Registro Elettronico, inoltre nell'a.s. 2014-2015 è stato scelto di cambiare il software a favore di Nuvola di Madisoft Ne vale la pena? ... 6 Articolo21 A21SCUOLA SATIRA 7 Articolo21 A21ATTUALITÀ&POLITICA FOIBE di M.P Foibe Ossa spezzate atroci agonie l'uomo ha superato Caino. Come bestie torturate legati ai polsi con vile fil di ferro gettati ancor vivi nell'oscurità. Massacro senza limiti, sterminio, carneficina, eccidio, genocidio, inumani vendette, stragi e rappresaglie coperte da anni e anni di silenzio per politiche infami. Ora, nei prati di Basovizza, un masso di pietra carsica sigilla la vergognosa tomba dei dodicimila infoibati. Non si odono più tormentosi lamenti ma solo frusciar del vento e.. poco lontano un ragazzino sorridente fa volare il suo aquilone. Questa poesia di Fabio Magris descrive in poche righe la vicenda delle foibe, una storia italiana di dolore e sofferenza. Racconta la storia delle famiglie italiane residenti nelle regioni slave della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che al termine della seconda guerra mondiale furono massacrate, uccise e gettate nelle foibe, delle voragini naturali nei terreni dell’altopiano carsico, per il “reato” di essere italiani. Fu un gesto atroce, portato avanti dai partigiani slavo-comunisti di Tito, in nome 8 della liberazione “minaccia italiana”. della Jugoslavia dalla C'è poi la storia di coloro che riuscirono a scappare, ma nonostante ciò in Italia non furono sempre accolti a braccia aperte. E la storia del silenzio che seguì questa vicenda a causa della “politica infame”, fino al 2003, anno in cui finalmente venne istituito il “Giorno del Ricordo”. Questa giornata cade il 10 febbraio poiché in quella data, nel 1947, l’Italia firmò i Trattati di Parigi nei quali fu stabilito che i territori Istriani e Dalmati sarebbero passati sotto la giurisdizione Jugoslava. Una storia triste, un ricordo che fa male, ma che va mantenuto da noi giovani e in particolar modo da noi studenti dell’Aristotele poiché la nostra scuola si trova proprio nel quartiere assegnato agli esuli: il Villaggio GiulianoDalmata. Vi invito a visitare il piccolo ma bel museo Giuliano-Dalmata di via Antonio Cippico davanti al quale molto probabilmente passate ogni giorno, ma che probabilmente non avete mai notato. Articolo21 A21SCIENZE&TECNOLOGIE UN DNA ARTIFICIALE È ORA POSSIBILE di FRANCESCO MARSELLA Tutti noi certamente conosciamo cos’è l’acido deossiribonucleico, altrimenti detto DNA, ovvero la molecola presente nelle nostre cellule che codifica i nostri geni. La maggior parte di voi saprà che esso è composto da uno zucchero, il deossiribosio, da un fosfato e da quattro basi azotate: adenina e timina, citosina e guanina. Questo almeno fino allo scorso maggio quando gli scienziati dello Scripps Institute di La Jalla (California) sono riusciti a inserire due nuove “lettere” all’alfabeto genetico di un esemplare di Escherichia coli, uno dei batteri più utilizzati in laboratorio proprio per il suo DNA facilmente modificabile. La notizia è stata comunicata con entusiasmo dalla rivista Nature dove si spiegava come questo team di scienziati, guidato da Floyd E. Romesberg che lavorava da molti anni alla ricerca di possibili molecole da introdurre nel DNA, abbia aperto un nuovo capitolo per la biologia. Nonostante ciò, questi scienziati hanno dovuto superare numerose difficoltà, tra le quali bisogna ricordare: rendere stabile il DNA, renderlo riconoscibile dalla DNA polimerasi (l’enzima che lo “legge” correttamente prima della duplicazione) e far sì che non venga eliminato dai meccanismi che riparano le anomalie presenti nel codice genetico. Questa è stata una scoperta sensazionale poiché, sebbene da anni l’uomo è in grado di modificare il DNA di cellule viventi, ora è riuscito a creare il cosiddetto “DNA espanso”, ovvero contenente più di quattro basi, e che riesce a moltiplicare la cellula in questione, trasmettendo ai discendenti il proprio materiale genetico. Tutto ciò è stato possibile inserendo alcuni plasmidi, dei segmenti circolari di materiale genetico indipendente, contenenti il DNA artificiale in delle micro-alghe. Queste hanno in seguito trasferito il plasmide nel batterio, il quale non ha “rigettato” questo DNA, bensì lo ha duplicato con successo. Le due nuove basi, chiamate scientificamente d5SICS e DNaM, che per semplicità sono state rinominate X e Y, sono di fatto molecole artificiali create in laboratorio, rendendo pertanto il DNA del tutto artificiale e nuovo, e in grado di produrre nuove proteine. Sebbene sicuramente ci vorranno molti anni, gli scienziati già pensano e lavorano a possibili applicazioni pratiche: creare nuovi farmaci e vaccini contro le malattie, creare nuovi materiali, produrre dei bio-carburanti, diagnosticare malattie e molto altro. Gli scienziati hanno precisato che è impossibile che questi batteri possano essere nocivi, poiché, possedendo delle molecole artificiali nel genoma, sono del tutto soggetti al controllo umano e non possono infettare cellule normali per l’assenza delle basi artificiali. 9 Articolo21 A21SCIENZE&TECNOLOGIE WINDOWS 10 di CLAUDIU IVAN E siamo arrivati anche al 9! No, no, scusate, errore mio... al 10. Già... Microsoft ha deciso di passare direttamente dalla versione 8 (O 8.1, se preferite) alla 10, senza considerare che in mezzo ci dovrebbe essere un altro numero. Beh, del resto la matematica di Bill Gates non è mai stata un portento, se consideriamo che l'ordine delle versioni del sistema operativo più conosciuto al mondo non ha mai seguito uno schema logico o anche minimamente sensato. Noi però ci accontentiamo. Windows 10 è stato annunciato dalla casa statunitense alcuni mesi fa. Ad oggi ci troviamo nella fase di test del sistema operativo, che consentirà agli sviluppatori di trovare le falle e risolvere tutti i problemi, prima di restituirci l'aggiornamento completato, intorno alla metà dell'anno. Questa volta, infatti, il Sistema Operativo non sarà distribuito solo come prodotto nuovo, da comprare a cifre folli, ma sarà disponibile, gratuitamente, per un anno, a tutti i possessori delle versioni 7 e 8, come semplice attualizzazione. La novità più grande risiede nel fatto che Windows 10 non sarà dedicato unicamente ai PC, bensì abbraccerà in una sola versione tutti i tipi di dispositivi Microsoft, come smartphone o tablet, oltre alla nota Xbox. Questo consentirà la creazione di applicazioni universali, che in tal modo potranno essere scaricate su ogni tipo di device, potendosi adattare a schermi da 4 a 80 pollici. Il tanto amato menu Start tornerà, migliorato, con l'introduzione delle applicazioni a fianco alle voci che conteneva normalmente. Ciò consentirà una migliore fusione tra l'interfaccia Metro (per intenderci, quella di Windows 8, con tutti i quadrati e i rettangoloni colorati) e quella tipica del sistema operativo. Ci saranno poi molte novità, come Cortana, copia dei servizi Siri e Google Now, ovvero un'assistente vocale in grado di aiutarci nelle ricerche di qualsiasi tipo, e il nuovo Action Center, 10 che avrà un po' lo stesso ruolo della barra di notifiche del nostro cellulare. Coloro che utilizzano Xbox One saranno invece felici di sapere che Windows 10 consentirà ai videogiocatori di utilizzare la modalità multiplayer online, senza dover tenere conto della piattaforma utilizzata. In questo modo, i possessori della console potranno sfidare chiunque abbia tra le mani uno smartphone, un tablet o un PC con a bordo la decima versione del sistema operativo. Infine, anche chi accende il computer soprattutto per utilizzare i programmi Office, ne otterrà un vantaggio, dato che la standardizzazione delle app renderà possibile utilizzare Word, Power Point, Exel e le altre applicazioni, su tutti i device targati Microsoft. 7, 8, 10, zio Bill non sa contare, sta diventando un po' vecchio. Speriamo almeno che non si dimentichi come si fa un sistema operativo. Articolo21 A21AMBIENTE OGM? GIUDICA TU di LORENZO CAPACCIONI “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.” Genesi 1, 27-29. È da quel lontano sesto giorno della creazione, che l'uomo si è imposto sulla natura e sugli esseri viventi, tanto da arrivare a “controllare” il loro corredo genetico. Tutto ebbe inizio con la nascita della Genetica, cioè dello studio delle leggi e dei meccanismi che permettono la trasmissione dei caratteri da una generazione all'altra, nella metà dell'800 grazie al monaco agostiniano Gregor Mendel. Nel tempo, la comprensione e lo studio di essa, hanno determinato la possibilità di entrare a contatto e “ritoccare” il corredo genetico. Il primo Organismo Geneticamente Modificato (OGM) moderno, creato in laboratorio, fu ottenuto nel 1973, da due scienziati separatamente: Stanley Norman Cohen (Stanford University) e Herbert Boyer (University Of California). Questi, tramite l'utilizzo delle nuove tecnologie di biologia molecolare, riuscirono a clonare un gene di rana all'interno del batterio Escherichia coli, dimostrando che era possibile trasferire materiale genetico da un organismo ad un altro tramite l'utilizzo di vettori plasmidici in grado di autoreplicarsi, abbattendo di fatto le barriere specie-specifiche. Oggi il livello raggiunto dall'ingegneria genetica permette di agire in modo mirato e consapevole, consentendo il trasferimento di un gene, per introdurvi caratteristiche specifiche. Il principale utilizzo dell'ingegneria genetica si concentra attorno all'agricoltura. Gli OGM agricoli si prefissano il compito di migliorare il potere nutritivo e del gusto, ma principalmente questi hanno come scopo, quello di resistere alle malattie causate da batteri, funghi e virus, cercando, inoltre, di migliorare la capacità di crescita, anche in condizioni ambientali avverse. Per produrre una pianta geneticamente modificata si ricorre alle tecnologie chiamate colture di tessuto vegetale, che permettono la rigenerazione di un'intera pianta da un frammento di tessuto o da singole cellule. Insieme alle colture OGM, troviamo l'ingegneria genetica sugli animali per scopi scientifici/medici, come l'utilizzo dei topi “modificati” come mezzo di ricerca per la cura del cancro (oncotopi), ma anche per l'allevamento: infatti la manipolazione genetica è stata usata per fare in modo che le produzioni animali rendessero caratteristiche nutrizionali migliori, come il latte con un valore più alto di caseina. Inoltre essa viene usata per produrre in quantità adeguate alle richieste, due proteine, l'interferone e l'interleuchina 2, la cui somministrazione rafforza l'azione del sistema immunitario Anche se il loro utilizzo oramai supera i 40 anni, gli OGM sono la principale controversia del nostro secolo. La comunità scientifica è per la sua grande maggioranza convinta che gli OGM siano innocui e utili per l'utilizzo nutrizionale e scientifico. Gli USA sono il paese che sfrutta maggiormente questa risorsa sia a livello scientifico che nutrizionale, ma ciò non accade in tutto il mondo. In Europa gli OGM vengono utilizzati molto sporadicamente perché è presente una forte intransigenza, sostenuta dall'UE e in particolare dal nostro paese. Sono diverse le critiche mosse contro gli organismi geneticamente modificati, che spesso si trasformano in stereotipi; il libro Dal carbonio agli OGM PLUS. Chimica organica, biochimica e biotecnologie per le classi dell'anno 5, risponde ad alcune credenze sugli OGM, riporterò le più “famose” di seguito: 11 Articolo21 Gli OGM sono innaturali perché infrangono le “barriere tra specie” che la natura ha previsto. Le diverse specie hanno origine quando una popolazione, per motivi anche casuali, si ritrova isolata dal punto di vista riproduttivo. Ma la natura non pone barriere di principio: molti vegetali, tra cui il grano, sono nati da incroci spontanei e possiedono i geni di specie diverse. Gli OGM resistenti agli insetti producono un insetticida tossico per l'uomo No, la proteina insetticida prodotta dagli OGM di tipo bt è assolutamente innocua per l'uomo, perché viene distrutta dall'ambiente acido del nostro apparato digerente. Il batterio che la produce (Bacillus Thuringienisis) è addirittura usato come insetticida nell'agricoltura biologica. Gli OGM possono indurre una pericolosa resistenza agli antibiotici In alcuni OGM è stato inserito (come marcatore, per poterli selezionare) un gene per la resistenza ad antibiotici deboli e poco usati in medicina, come la Kanamicina. Il gene in questione è già ampiamente diffuso nei comuni batteri del suolo e dell'intestino, perciò un suo eventuale rilascio nell'ambiente non creerebbe nuovi rischi. La UE ha comunque vietato la produzione di nuovi OGM di questo tipo. Gli OGM minacciano la biodiversità agricola È possibile modificare qualsiasi varietà esistente. Anzi spesso è desiderabile modificare più varietà coltivate così che gli OGM siano adattati alle più svariate condizioni agroclimatiche. In Argentina, per esempio, esistono più di cento varietà di soia geneticamente modificata. In ogni caso gran parte della frutta e della verdura oggi in commercio è stata modificata a tal punto dall'uomo (non solo in laboratorio, ma attraverso incroci e selezioni di sementi), che non potrebbe più sopravvivere allo stato selvatico. 12 Articolo21 A21CINEMA ACADEMY AWARDS di LEONARDO CORTELLI & FRANCESCO DE BONIS & VALENTINA PANEBIANCO In maniera ossequiosamente rituale, come la assidua caccia all’anima gemella del nostro Presidente Alessandro alle feste (ma non solo), nel mese di febbraio noi tre vostri stimatissimi e amatissimi reporter ci apprestiamo a passare una notte in bianco per una delle serate più interessanti dell’anno cinematografico. Il 23 febbraio, infatti, avrà luogo il festival del cinema americano: gli Academy Awards, meglio conosciuti da noi come i prestigiosissimi “Oscar”, e presentati per quest’anno da Neil Patrick Harris. Ecco a voi gentilissimi lettori la nostra guida personale e tri-soggettiva [sì, Muzzi, un termine molto greco, ndr] riguardo ai film candidati. Sfortunatamente non tratteremo tutti i film anche perché alcuni non sono ancora usciti nelle sale italiane. Le pellicole sono in ordine di nomination ricevute. Birdman (9 nomination): Il regista messicano Alejandro González Iñárritu alla sua quinta pellicola stupisce e incanta. Il teatro diventa palcoscenico dei pensieri e delle sensazioni dei protagonisti: un ex divo di Hollywood, noto al pubblico per l’interpretazione del supereroe Birdman, un eccentrico attore di teatro che riesce a ritrovare se stesso solo sul palco, una ragazza che si era rifugiata nella droga per proprie insicurezze. Denuncia aperta a un modo di fare cinema superficiale che sta prendendo sempre più piede nell’industria cinematografica odierna, rapporto contrastato tra la vera arte e ciò che viene richiesto dal pubblico. Il tutto raccontato attraverso un unico piano sequenza ed una colonna sonora diegetica, tarlo mentale del protagonista che, con difficoltà, cerca di distaccarsi dal proprio opprimente passato, nel tentativo di dimostrare in tempo il proprio valore. Nomination per: Miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliore fotografia, miglior attore non protagonista, miglior attrice non protagonista, migliore sceneggiatura originale. Grand Budapest Hotel (9 nomination) Il film di Wes Anderson è mera poesia che percepiamo attraverso i delicati colori pastello e un creativo utilizzo della musica. Se da un lato si è coinvolti da un’intrigante sceneggiatura, dall’altro si è ammaliati da una fotografia mozzafiato. Per l’intera durata del film lo spettatore viene catapultato in un’atmosfera fantasiosa creata sia attraverso l’ambiente, che attraverso i personaggi, caratterizzati in maniera varia e interessante: un roseo hotel, un’eredità inestimabile, un quadro scomparso, omicidi, fughe, amori e candidi dolcetti... cosa volete di più? Nomination per: Miglior film, miglior regia, miglior trucco, migliore fotografia, miglior montaggio, migliore scenografia, migliori costumi, migliore sceneggiatura originale, migliore colonna sonora originale. The Imitation Game (8 nomination): La vita di Alan Turing, famoso matematico del XX secolo e padre dell'informatica, riesce a catturare l'attenzione con l'affascinante storia del suo ruolo fondamentale, ma poco noto, nella corsa contro il tempo durante la secon- 13 Articolo21 da guerra mondiale per decifrare messaggi criptati tedeschi. Benedict Cumberbatch sembra nato per questo ruolo e riesce ad esaltare il genio, un po' sociopatico, di Turing senza però cadere in una caratterizzazione scontata. La trasposizione sullo schermo viene però rovinata da una malcurata struttura temporale e da una Keira Knightley che nonostante la nomination non è riuscita a fare la differenza. Nomination per: Miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, migliore sceneggiatura non originale, miglior montaggio, migliore scenografia, miglior attrice non protagonista, migliore colonna sonora originale. Già dal principio, come ammesso dallo stesso Clint Eastwood, il film si presenta totalmente schierato riguardo agli eventi trattati: la guerra in Medio Oriente, scelta giustificata, oltre che dagli ideali personali del regista, anche dal fatto che il film è un biopic (film biografico), basato sulla vita della “leggenda” Chris Kyle “il cecchino più letale della storia americana”. Ciò che non rende banale la pellicola è sicuramente il modo attraverso cui è articolata, incentrata sulla figura del personaggio e sul suo conflitto interiore, piuttosto che sugli avvenimenti, grazie anche all’ottima interpretazione di Bradley Cooper. Nomination per: Miglior film, miglior attore protagonista, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliore sceneggiatura non originale, miglior montaggio. Boyhood (6 nomination): Realizzato in dodici anni, per un totale di trentotto giorni di riprese, il film di Linklater, per questo carattere, ha catturato sin da subito l’attenzione. Pellicola semplice, ma capace di coinvolgere: il film cresce assieme ai personaggi, i quali cambiano, invecchiano, maturano. Sicuramente la pellicola è appassionante, poiché descrive quanto sia difficile crescere tra tutti i problemi che insorgono durante la vita e tra i rapporti che si creano all’interno del nucleo familiare, e come essi evolvono in un universo realistico, come mai prima d'ora. È da sottolineare oltre alla brillante prestazione degli attori, escluso il protagonista Ellar Coltrane, anche la canzone “Hero”, tuttavia esclusa dalle nomination. Nomination per: Miglior film, miglior regia, miglior montaggio, miglior attore non protagonista, miglior attrice non protagonista, migliore sceneggiatura originale. American Sniper (6 nomination): 14 Whiplash (5 nomination): Nonostante il poco spazio dato a questo film in Italia, la pellicola merita veramente di essere vista. Il tema di un ragazzo che insegue il proprio sogno: diventare uno dei più grandi batteristi di sempre, non è trattato in modo banale. La continua lotta tra allievo e maestro è articolata tra momenti epici e colpi di scena, accompagnati da un incalzante musica jazz che scandisce il ritmo della sfida. Superare i propri limiti arrivando a situazioni estreme, o arrendersi all’anonimato. Nomination per: Miglior film, migliore sceneggiatura non originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior attore non protagonista. La teoria del tutto (5 nomination): "Eddie Redmayne". Ecco cosa riesce a sintetizzare La teoria del tutto. La pellicola si regge Articolo21 quasi esclusivamente sulla mastodontica interpretazione dell'attore londinese, il quale riesce, in una maniera spaventosamente realistica, a rappresentare la figura di Stephen Hawking, partendo dalla giovinezza, passando per la scoperta della malattia, fino al successo planetario. Un genio non adeguatamente celebrato a causa di un film banale, diretto in maniera ordinaria. Se la fotografia cerca, senza riuscirci, di colpire lo spettatore attraverso inquadrature "toccanti" e simboliche, la colonna sonora passa praticamente in secondo piano e non convince. Occasione persa per il regista James Marsh. Nomination per: Migliori effetti speciali, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliore colonna sonora originale. Turner (4 nomination): Paesaggi idilliaci catturati in una fotografia mozzafiato. Una società egregiamente raccontata. E poi solo grugniti, grugniti, grugniti. Del resto questo è l’unico modo di esprimersi di Timothy Spall. La vita di uno dei più grandi paesaggisti inglesi dell’800 non è mai stata così noiosa: 149 minuti per nulla alleggeriti da un fastidioso accompagnamento musicale. Si consiglia di andare a vedere Turner, ma a una mostra. Nomination per: Miglior film, miglior attore protagonista, migliore sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista, migliore colonna sonora. Migliore fotografia, migliore scenografia, migliori costumi, migliore colonna originale. Interstellar (4 nomination) Unbroken (3 nomination): Il ritorno di Nolan è un capolavoro: riprendendo per molte scelte, tecniche e non, dai classici della fantascienza (soprattutto da 2001: Odissea nello spazio), il regista riesce a strutturare un thriller “spaziale”. Quasi completamente ignorato dall'Academy, Interstellar racconta il viaggio di un gruppo di astronauti, tra i quali il padre di famiglia Cooper (interpretato da Matthew Mc Conaguey), alla ricerca di una nuova casa per l'umanità sull'orlo dell'estinzione, a causa di una terribile carestia sulla terra che sta lentamente ma inesorabilmente esaurendo tutte le risorse naturali. La realisticità dei suoni (completamente assenti nel vuoto dello spazio), la scelta della colonna sonora, un'ottima regia e soprattutto effetti speciali straordinari, nonostante qualche buco nella sceneggiatura, fanno di Interstellar una piccola perla della fantascienza moderna. Louis Zamperini, promettente atleta americano, dopo un incidente aereo nelle acque del Pacifico, rimane naufrago per 47 giorni fino al suo “salvataggio” ad opera di soldati Giapponesi. “Salvataggio” perché il suo tormento per mare si trasforma in tormento per terra, venendo rinchiuso in campi di prigionia rigidissimi. La lunga avventura di Zamperini viene resa interminabile dalla regia di Angelina Jolie, il film non trasmette emozioni, si limita semplicemente a narrare le sventure dell’americano. Nomination per: Migliore fotografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro. Nomination per: 15 Articolo21 21 Ecco a voi, sottolineati, i vincitori del Toto-Oscar di alcuni dei più importanti premi del Academy: Miglior Film: o o o o o o o o American Sniper Birdman Boyhood Grand Budapest Hotel The Imitation Game Selma La Teoria del Tutto Whiplash Miglior Regia: o o o o o Alejandro González Iñárritu (Birdman) Richard Linklater (Boyhood) Wes Anderson (Grand Budapest Hotel) Morten Tydlum (The Imitation Game) Bennet Miller (Foxcatcher) Miglior Attore Protagonista: o o o o o Bradley Cooper (American Sniper) Micheal Keaton (Birdman) Benedict Cumberbatch (The Imitation Game) Eddie Redmayne (La Teoria del Tutto) Steve Carell (Foxcatcher) Miglior Trucco: o o o Grand Budapest Hotel Foxcatcher I Guardiani Della Galassia Migliori Effetti Speciali: o o o o o I Guardiani Della Galassia Captain America: Il soldato d’inverno Apes Revolution Interstellar X-Man: Giorni di un futuro passato Miglior Sonoro: o o o o o American Sniper Birdman Whiplash Unbroken Interstellar Miglior Sceneggiatura Non Originale: o o o o o o American Sniper The Imitation Game La teoria del tutto Whiplash Ida Vizio di Forma Miglior Fotografia: o o o o 16 Birdman Grand Budapest Hotel Ida Turner o Unbroken Miglior Montaggio: o o o o o American Sniper Boyhood Grand Budaest Hotel The Imitation Game Whiplash Miglior Scenografia: o o o o Grand Budapest Hotel The Imitation Game Into the Woods Turner Migliori Costumi: o o o o o Grand Budapest Hotel Into the Woods Turner Vizio di Forma Maleficent Migliore Attrice Protagonista: o o o o o Felicity Jones (La Teoria del Tutto) Marion Cotillard (Due Giorni Una Notte) Julianne Moore (Still Alice) Rosamund Pike (L’amore Bugiardo) Reese Witherspoon (Wild) Miglior Attore Non Protagonista: o o o o o Edward Norton (Birdman) Ethan Hawke (Boyhood) J.K. Simmons (Whiplash) Mark Ruffalo (Foxcatcher) Robert Duvall (The Judge) Miglior attrice non protagonista: o o o o o Emma Stone (Birdman) Patricia Arquette (Boyhood) Keira Knightley (The Imitation Game) Laura Dern (Wild) Meryl Streep (Into the Woods) Miglior Sceneggiatura Originale: o o o o o Birdman Boyhood Grand Budapest Hotel Foxcatcher Lo Sciacallo Miglior Colonna Sonora Originale: o o o o o Grand Budapest Hotel The Imitation Game La Teoria del Tutto Turner Interstellar Articolo21 21 A21CINEMA MALVAGITÀ, ERGO ACADEMY di FRANCESCO DE BONIS Se nell’articolo precedente vi siete incuriositi riguardo i protagonisti della serata degli Oscar, grazie anche ai nostri personalissimi giudizi, e magari siete subito corsi a cercare qualche film da noi citato in streaming (cosa per cui sarete dannati a vita dal sottoscritto), sappiate che purtroppo siete stati ingannati. Vi abbiamo raccontato solo una parte delle losche azioni dell’Academy Awards, ossia coloro che ogni anno nominano e premiano attori, registi e produttori con l’ambita statuetta dorata. Anche quest’anno le loro scelte hanno infranto i sogni, come veder finalmente premiato il proprio beniamino, di migliaia di cinefili nel mondo. Decisioni così inspiegabili, così insensate, palesemente fatte da squilibrati, decisioni che sembrano esser state prese dal dottor Capaccioni senza occhiali e con la febbre a 40. E anche quest’anno non si sono risparmiati di far venire il sangue al cervello agli amanti del cinema. Iniziamo dal grande escluso dalle nomination e dal suo capolavoro: David Fincher e L’amore bugiardo – Gone Girl. Quest’anno il regista statunitense ha diretto un thriller emozionante, coinvolgente, inquietante. In sintesi, un gran bel film. Ma da quello che si è capito in questi anni, l’Academy soffre di Fincherfobia: infatti, come quest’anno, il regista di Denver è sempre stato ignorato (almeno un SMS con scritto “wow”per Fight Club, Zodiac o The Game potevano pure mandarglielo), e solamente in due occasioni si sono accorti dei suoi sorprendenti prodotti (Il curioso caso di Benjamin Button e The Social Network) nominandolo come miglior regista. Quest’anno sembrava l’anno buono, e invece nulla. In generale per la pellicola mancano in modo lampante le nomination per il miglior film, miglior regia, miglior fotografia e, soprattutto, miglior sceneggiatura non originale. A fare compagnia a Fincher ci sarà Christopher Nolan, il quale non è riuscito con Interstellar a scalfire i duri cuori dell’Academy. La pellicola, che meritava almeno una nomination come miglior film, si è dovuta accontentare solo delle candidature per la miglior scenografia, migliori effetti speciali, miglior colonna sonora e miglior sonoro, tutte e quattro meritatissime. Passiamo adesso ai film stranieri. È ormai chiaro l’uso di droghe pesanti da parte dei componenti dell’Academy: è l’unico modo per giustificare l’esclusione tra i 5 migliori film non americani di due piccoli gioielli come Mommy di Xavier Dolan, che non l’ha presa proprio benissimo, e di Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne. Acclamati internazionalmente da pubblico e critica, sono stati completamente ignorati dai santoni di Hollywood. Infine, rimanendo sulle pellicole in generale, ecco la ciliegina sulla torta: tra i 5 film d’animazione candidati, prima delle nomination, davano tutti ormai per sicura la statuetta a The LEGO Movie, che aveva colpito per una comicità molto intelligente. Della nomination, quindi, neanche ne parliamo. Ma il 15 gennaio, tra lo scalpore di grandi e, soprattutto, piccini, un fulmine a ciel sereno: The LEGO Movie non è stato preso in considerazione. Ulteriore azione di pura malvagità da parte dell’Academy, che riceverà carbone il prossimo 6 gennaio. Siamo arrivati adesso alle interpretazioni singole. Qui probabilmente hanno dato il meglio di sé. Adam Kadmon ha già ipotizzato diversi complotti riguardo queste decisioni, perché può essere solo un complotto la mancata candidatura di Jake Gyllenhaal, protagonista di Lo sciacallo – The Nightcrawler. L’interpretazione dell’attore di Donnie Darko è stata considerata universalmente (o quasi) come la migliore della carriera e sembrava veramente la volta buona per consacrare un artista purtroppo sempre troppo sottovalutato. Fa meno scalpore invece l’esclusione di Ralph Fiennes per Grand Budapest Hotel, anche se W1 Articolo21 21 un minimo di considerazione in più forse la meritava. In conclusione, se finalmente si è capito come l’intera giuria dell’Academy necessiti di una visita dall’oculista, male non farebbe un controllo dall’otorino. È incredibile come siano riusciti ad ascoltare per più di 20 secondi la canzone di The LEGO Movie, Everything is Awesome, veramente orribile, ed allo stesso tempo come abbiano ignorato la canzone dei Family of the Year, Hero, del film Boyhood. Se avete ancora voglia di scoprire qualcosa sulle barbarie dei più grandi criminali della storia contemporanea, rivolgersi ad un certo Leonardo Di Caprio. Forse lui qualcosina può dirvela. W2 Articolo21 A21LETTERATURA COSE DI COSA NOSTRA di GIORGIA FERRI Cose di Cosa Nostra è un libro che raccoglie alcune interviste al Magistrato Giovanni Falcone, fatte dalla giornalista Marcelle Padovani. È diviso in sei capitoli, ognuno inerente ad uno specifico aspetto della mafia. L’analisi è dettagliata: parte dalle violenze perpetrate dai criminali, dai messaggi lanciati e dai messaggeri, per giungere agli intrecci che cosa nostra ha con la vita siciliana e le altre organizzazioni criminali, alla descrizione di Cosa Nostra in quanto tale e al profitto, suo scopo primario. Si conclude con ciò che costituisce l’essenza di Cosa Nostra: il potere. Descrivendo la violenza che contraddistingue l’organizzazione, Falcone cita i grandi omicidi dei boss della seconda guerra di mafia e i primi anni della sua magistratura. Ricorda come gran parte dei suoi collaboratori e delle persone che incontrò volessero convincere tutti che “la mafia non esiste”. La mafia esiste eccome, ribatte il giudice, è una macchina estremamente funzionale, con un suo linguaggio e una sua codificazione. I membri di Cosa Nostra non possono esporsi troppo con le parole, perciò hanno elaborato un personale modo di esprimersi che gli permette di non essere scoperti in caso di intercettazione. Non solo la mafia esiste, ma è strettamente connessa alla società: Falcone parla di essa dicendo che non è un "antistato", ma piuttosto un’organizzazione parallela che vuole approfittare delle storture dello sviluppo economico. Egli è un giudice originario della Sicilia, conosce perfettamente i luoghi, la mentalità, le norme che regolano la convivenza degli “uomini di onore”. Per questo riesce a mettere a proprio agio i pentiti, a farli esprimere nel più esaustivo dei modi, ad affrontarli ed indirizzarli nel caso in cui si trovino in difficoltà o non vogliano ricordare qualcosa di troppo scomodo. Il quarto capitolo si concentra esclusivamente sulla fisionomia di Cosa Nostra, struttura gerarchica, organizzata in maniera a dir poco impeccabile. Per entrarci è necessa- rio possedere peculiari caratteristiche e saper affrontare situazioni difficili; non basta possedere legami di sangue con persone già inserite (elemento sufficiente invece per entrare a far parte di organizzazioni quali la 'Ndrangheta e la Camorra). Secondo Falcone è impensabile nascondersi dietro all’inerme attesa di un miglioramento socio-economico che rimuoverà la mafia. Solo combattendola tenacemente ed eliminandola si può auspicare un reale progresso. Non tutti i magistrati si comportano come Falcone: alcuni pensano che i criminali mafiosi siano eccessivamente pericolosi e che lo Stato non sia in grado di vincere la lotta antimafia. La convinzione che costituisce la conclusione e il fulcro del libro è che lo Stato ha tutte le carte in regola per portare a termine la lotta. Possiede un sistema giuridico in grado di aiutarlo e farlo vincere sulla criminalità: coloro che non riescono nell’intento non sono stati incapaci, ma non opportunamente supportati. “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”. 17 Articolo21 A21LETTERATURA L’UTILITÀ DELL INUTILE di CLAUDIA FRATINI “L’uomo moderno, universale, è l’uomo che non ha tempo, che è prigioniero della necessità, che non comprende come una cosa possa non essere utile; che non comprende neppure come, in realtà, proprio l’utile possa essere un peso inutile, opprimente. Se non si comprende l’utilità dell’inutile, non si comprende l’arte; e un paese dove non si comprende l’arte è un paese di schiavi e di robots, un paese di persone infelici, di persone che non ridono né sorridono, un paese senza spirito; dove non c’è umorismo, non c’è il riso, c’è solo collera e odio.” Citare le parole di Eugène Ionesco, terribilmente attuali già nel febbraio del 1961, è in fondo la maniera più efficace per introdurre questo libro, il cui titolo appare più vicino ad uno scioglilingua piuttosto che all’intestazione di un’opera letteraria. L’utilità dell’inutile di Nuccio Ordine è un capolavoro del settore, ma è uno di quei libri difficili da comprare: dimensioni modeste, né stile Anna Karenina, né Il Piccolo Principe e una copertina dal colore decisamente incerto. Professore ordinario di letteratura italiana e noto filosofo in ambito internazionale per i suoi studi rinascimentali, Nuccio Ordine riscuote successo nel grande pubblico con un vero e proprio manifesto che tratta un argomento di certo non nuovo, ma che è bene ripassare. In una società ormai totalmente utilitaristica, che considera "l’utile" ogni attività che genera profitto e inutile ciò che non comporta guadagno monetario, il libro cerca di ribaltare il concetto e di navigare controcorrente. Sfortunatamente, è risaputo quanto una laurea in ingegneria possa assicurare un posto di lavoro più di una laurea in filosofia, o in lettere e quanto questo condizioni la scelta universitaria di moltissimi studenti, affannati e condizionati dal giudizio di amici, genitori e parenti: lo scopo primario diventa, perciò, scegliere una facoltà che possa assicurare un impiego futuro, poi, forse, arrivano la passione e i sentimenti verso le arti, il sapere e la cultura personale “inutili”. In tal senso lo scrit- 18 tore difende ardentemente ogni attività umanistica considerando utile tutto ciò che ci aiuta a diventare migliori, ad alimentare le nostre curiositas e dignitas hominis, a nutrire la mente e lo spirito al fine di creare un’umanità più umana. Non si può e non si deve cancellare la memoria del passato, non si possono cancellare i classici o gli esempi degli antichi, non si può cancellare la fantasia, né tantomeno il pensiero critico perché purtroppo, nell’era del guadagno “un martello vale più di una sinfonia, un coltello più di una poesia, una chiave inglese più di un quadro: perché è facile capire l’efficacia di un utensile mentre è sempre più difficile comprendere a cosa possa servire la musica, la letteratura o l’arte”. Viviamo nella culla della bellezza e oggi più che mai, tra una crisi incessante e cambiamenti repentini di governo, nel nostro Paese si dovrebbe parlare di questo, smettendo di far passare per buoni e ragionevoli, discorsi del tipo “con la cultura non si mangia” o “chi non ha non è”. Si dovrebbero spronare i ragazzi a cedere al potere dei libri e non a quello delle ricchezze. C’è necessità di far comprendere come i classici vadano letti per il gusto di farlo e di rimanerne affascinati, per la bellezza di proiettarsi in mille vite contemporaneamente, nella magia di un solo libro. Proprio per questo i fondi destinati all’istruzione non si dovrebbero dimezzare, ma raddoppiare, triplicare, quintuplicare, per non precipitare insieme nel baratro dell’ignoranza, per coltivare la speranza e costruire un’umanità che non conosca odio, schiavitù, superficialità e materialismo. Un’umanità e un paese che sappia ristabilire il senso delle parole e del giusto. Un paese, però, che sappia vivere in nome di quelle parole e le sappia applicare. Il termine inutile diventa alla fine la parola indispensabile. Attraverso una lettura scorrevole, Nuccio Ordine trascina il lettore nel mondo dei grandi scrittori di ogni epoca e società. Insieme a Dante, Petrarca, Ovidio, Pablo Neruda e Leopardi, troviamo anche Kant, Aristotele, Shakespeare, Victor Hugo e tanti altri. Autori e poeti che insieme, nel pensiero, sono Articolo21 testimonianza di quel sapere gratuito che fa meravigliare, interessare e amare la vita nei piccoli dettagli. Non mi rimane a questo punto che augurarvi un po’ di inutilità e lasciarvi riflettere sulle parole di John Henry Newman, nei suoi Scritti sull'Università: “Un gran bene produrrà un gran bene. Se dunque l’intelletto è una parte cosi eccellente di noi, e la sua coltivazione è cosi eccellente, dev’essere utile a chi lo possiede e a tutti coloro che lo circondano; non utile in un senso basso, meccanico, mercantile, ma come un bene diffuso, una benedizione, un dono, o un potere, o un tesoro, dapprima del proprietario, poi attraverso di lui del mondo.” 19 Articolo21 A21LETTERATURA FAHRENHEIT 451 di CLAUDIU IVAN Nel mondo sono rimasti pochissimi libri, il governo arresta tutti coloro che li conservano e le squadre dei vigili del fuoco “incendiari” continuano a bruciarli. Fahrenheit 451, romanzo distopico di Ray Bradbury, analizza le conseguenze di una società in cui il mondo della letteratura è in via d'estinzione e la cui mentalità collettiva è indotta a rifiutare qualsiasi tipo di scritto del passato. Pubblicato nel 1953, immagina un futuro posteriore al 1960 in cui il ruolo del governo sarebbe quello del controllo della società attraverso la negazione della consapevolezza del pensiero personale. Il libro si pone nell'ottica della profezia, esagerandone però i termini della regolamentazione pubblica, eliminando uno dei veicoli principali del ragionamento logico e soggettivo: la lettura. Il protagonista, Guy Montag, fa parte del corpo dei vigili del fuoco che ha assunto la funzione di punire chiunque si macchi del reato di “lettura” e di dare fuoco a tutte le opere letterarie in circolazione. Un giorno però, a causa di una serie di eventi, inizia ad osservare il suo lavoro da un diverso punto di vista e a cambiare idea su alcune cose, entrando, di conseguenza, a far parte della schiera di oppositori ideali del governo e iniziando a cercare delle risposte a domande che non si era mai posto. L'esperienza del personaggio è mirata alla comprensione dei vantaggi della lettura, nonché alla sensibilizzazione del pubblico a riguardo. La società narrata vive di una falsa felicità che risiede nella volontà di far credere che tutto è perfetto e che tutto funziona, eliminando ogni tipo di opposizione e narcotizzando il popolo con televisione e stupefacenti, per evitare ogni genere di depressione. Solo con l'allenamento della mente, attraverso l'utilizzo della lettura, si può arrivare a capire ciò che è vero e ciò che è falso, evitando di farsi ingannare da coloro che si trovano nei posti privilegiati della struttura governativa. 20 Il popolo è felice perché uniformato nell'idea che il libro non debba sussistere come mezzo di comunicazione. Chi non è felice non sta pensando con la mentalità comune. Chi legge uccide la mentalità comune. Sebbene posti in uno scenario quasi fantascientifico, i concetti fondanti della narrazione di Bradbury sono quelli che viviamo tutt'oggi: ciò che fanno tutti è fantastico, se non piace anche a me sono strano, non posso pensarla diversamente, ma sono vincolato da un sentimento interiore che ormai mi convince, senza che io lo voglia veramente. Solo chi è forte riesce a superare le barriere della “moda”. In tale senso, Fahrenheit 451 si pone perciò nel filone dei libri distopici che tentano di far comprendere, attraverso la creazione di governi alternativi e fuori da ogni tipo di immaginario collettivo e di situazioni surreali e quasi impossibili, quali potrebbero essere le conseguenze del perdurare della nostra condizione sociale, scongiurandone l'avvenire, attraverso la creazione di una mentalità collettiva in grado di renderci distinguibili gli uni dagli altri, in ideali e preferenze individuali. Pensarci non fa mai male, convincersi è difficile, ma perché essere tutti uguali? La lettura è altamente consigliata, assieme ad altri romanzi affini, come Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley o 1984 di George Orwell. Articolo21 A21MUSICA “IL JASS” di LORENZO CAPACCIONI “In genere, il jazz è sempre stato come il tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia.” Sicuramente Duke Ellington, con questa frase, è riuscito a riassumere cosa sia il jazz e tutte le sue sfumature, spesso irruente e trasgressive. Ma cos'è il jazz? In questa rubrica voglio raccontarvi cosa sia questo “misterioso” genere e come esso abbia occupato quasi 100 anni di storia. Tra le prime cose che saltano all'occhio di colui che legge per la prima volta dell'esistenza di questo genere è sicuramente il nome. L'origine del termine è incerto, la teoria più plausibile è l'ipotesi secondo la quale derivi dalla parola francese “jass”, ovvero “fracasso”, “rumore sgradevole”, e ne sono la testimonianza i giornali francesi di fine '800 e inizio '900. Anche se non è chiara la nascita del termine, l'origine di questo genere è sicura. Il jazz ha origini che possono risalire sino in Africa, ma il suo sviluppo ufficiale ebbe inizio negli Stati Uniti. Ciò accadde poiché dalla metà del '700, un numero elevatissimo di schiavi neri veniva portato a lavorare nelle piantagioni dei futuri USA, ancora, in quel periodo, colonia inglese. L'arrivo degli schiavi non portò solo manodopera, ma trasportò con sé la cultura di questi uomini e quindi l'utilizzo della musica come atto religioso e simbolico. Tra gli antenati del jazz troviamo sicuramente gli Spirituals, musica afro-americana che gli schiavi cantavano a fine giornata, accompagnandosi con qualunque oggetto che potesse fare un rumore. Insieme agli Spirituals, le origini del jazz arrivano anche dai field hollers, letteralmente “urla di campo”, che erano delle canzoni intonate dagli schiavi durante il lavoro per potersi dare il ritmo, in quanto spesso legati tutti quanti da un'unica catena. Queste prime origini mostrano subito la caratteristica che sarà poi peculiare nel jazz: l'improvvisazione della musica e l'importanza di un ritmo cadenzato e travolgente, che nel corso dei suoi 100 anni di sviluppo prenderà caratteristiche diverse a seconda del periodo. L'influenza che ebbe però maggior impatto, fu il Ragtime, letteralmente “tempo stracciato”. Questo genere, padre del jazz, rimase sconosciuto per molti anni. La data di nascita del Ragtime rimane incerta, le sue caratteristiche ci riportano ad un ritmo di marcia, armonico ed europeo, disseminato però di controtempi africani, formando un genere da ballo “nero”, con ritmo binario e sincopato. La data convenzionale del suo inizio è ritenuta il 1897. Fu di un bianco, però, la prima pubblicazione: il maestro d'orchestra William Krell, con Mississippi Rag. Solo dopo arrivò anche la prima pubblicazione di un autore nero: Thomas Turpin con Harlme Rag. Sicuramente, però, il più famoso autore di Ragtime fu Scott Joplin. Egli nacque nel 1868 nella contea di Bowie, nel Texas, da un padre ex schiavo che suonava sul violino le quadriglie per i bianchi, e da una madre che cantava in chiesa e che suonava il banjo. Joplin si avvicinò molto alla musica, tanto che, nel 1895, conobbe Thomas Turpin e pubblicò le sue prime composizioni come Original Rags. Si susseguirono altri successi come Maple Leaf Rag del 1899 e, forse la più conosciuta, The Entertainer, del 1902. Joplin, dopo altri successi, si spense nel 1917, dopo che il Ragtime venne “divorato” da suo figlio: il jazz. Ciò accadde perché il genere, verso i primi anni del '900, fu giudicato negativamente in quanto musica volgare, da bordello, che corrompeva gli animi puliti della gioventù. Mentre il neo genere, il jazz, venne considerato musica popolare, ma colta; un discorso che affronteremo nel prossimo numero. 21 Articolo21 21 EVENTI ROMA MARZO 2015 Questo che proponiamo di seguito è il calendario degli eventi che si terranno a Roma nel mese di marzo che abbiamo ritenuto interessanti: o o o o o o o o o o o Mostra fotografica Mario Dondero (Terme di Diocleziano) fino al 22/03. Mostra Henri Matisse (Scuderie del Quirinale) dal 04/03 al 21/06. Mostra fotografica National Geographic Italia. Food, il futuro del cibo (Palazzo delle Esposizioni) fino al 01/03. Mostra Cinecittà (Via Tuscolana 1055) fino al 31/12. Mostra Beverly Pepper (Museo dell'Ara Pacis) fino al 15/03. Maratona di Roma 22/03. Mostra di arte contemporanea (Università eCampus) fino al 30/03. Museo delle terme di Caracalla, ingresso gratuito (01/03). Mostra dei Numeri (Palazzo delle Esposizioni) fino al 31/05. Mostra sugli Artisti dell’Ottocento (Galleria Nazionale d'Arte Moderna) fino al 14/06. Mostra su Chagall (Chiostro del Bramante) dal 16/03 al 26/07. Oltre a questi, inseriamo alcune date da sapere e ricordare: o o o o o 22 Concerto Caparezza (Palalottomatica) il 02/04. Billy Elliot (Teatro Sistina) dal 05/05 al17/05. Concerto Jovanotti (Olimpico) il 12/07. Concerto Elton John (Terme di Caracalla) il 12/07. Concerto Deep Purple (Palalottomatica) il 06/11. Articolo21 A21SPORT MERCATO DI RIPARAZIONE 2015 di VALERIO SILONI Ora che il mercato di riparazione è ufficialmente chiuso, è il momento di tirare le somme, vedere chi ha fatto gli acquisti migliori e dare un voto al mercato delle squadre maggiormente impegnate in questa sessione invernale di trasferimenti. SAMPDORIA 7,5 - La squadra di Mihajlovic è sicuramente la regina di questo mercato di riparazione. Il presidente Ferrero, infatti, regala al suo allenatore almeno un rinforzo per reparto: in difesa batte la concorrenza del Milan ed ottiene il prestito secco, per i prossimi sei mesi, di Munoz. A centrocampo i blucerchiati mettono a segno i colpi Duncan e Acquah: il primo arriva dall'Inter, per una cifra totale intorno ai 10 milioni, insieme all’attaccante classe 97' Bonazzoli, considerato uno dei più forti talenti del nostro calcio, che però rimarrà in prestito ai nero-azzurri fino a fine stagione; il secondo arriva, invece, nell'ultima ora di mercato, in prestito dall'Hoffenheim. Come detto, la Sampdoria, in questo mercato, si muove anche in prospettiva, assicurandosi Correa, considerato uno dei migliori giovani talenti sudamericani, prelevato per 10 milioni dall'Estudiantes. Per completare la rosa, infine, Ferrero porta a Genova due acquisti pesanti come quelli di Eto'o e Muriel. Tuttavia, grava sulla rosa il mancato scambio tra Ederson e Bergessio, fallito negli ultimi minuti di mercato a causa del rifiuto del centrocampista bianco-celeste. Ora l'allenatore serbo è costretto a gestire un attacco sovrabbondante, costituito da Okaka, Eder, Eto'o, Muriel e Bergessio. INTER 7 - Buono anche il mercato dei neroazzurri, che d'altronde avevano un bisogno vitale di rinforzi, vista la situazione di crisi che sta vivendo la squadra di Mancini. Alla corte dell'allenatore italiano arrivano gli esterni Podolski e Shaqiri. Quest’ultimo, cercato da mezza Europa è, dal punto di vista qualitativo, sicuramente il miglior acquisto della nostra Serie A di questo mercato di riparazione. Per rinforzare la mediana, invece, l’Inter vince il derby di mercato con il Milan per Brozovic, giovane centrocampista, di soli 22 anni, di cui si parla estremamente bene, soprattutto in prospettiva. Per quanto riguarda il reparto arretrato, i nero-azzurri riportano a casa Santon: terzino destro, all'evenienza in grado di giocare anche a sinistra, che torna a vestire la maglia con cui ha esordito. Non essendo sufficiente a colmare le grandi lacune difensive, la squadra di Tohir ha poi provato a riportare a Milano il difensore centrale del Porto, Rolando, che invece, è finito all'Anderlecht. Insomma, ora Mancini dovrà trovare un modo per sistemare una difesa sicuramente non all'altezza dell'obbiettivo terzo posto, visti anche gli infortuni di Andreolli, D'Ambrosio e Jonathan. MILAN 7 - Galliani è stato chiamato a risolvere una situazione complicata in casa Milan: rinforzare e sistemare una squadra che nel 2015 ha ottenuto soli 4 punti in 5 partite, un andamento da squadra che lotta per la salvezza, più che per il terzo posto. L'amministratore delegato dei rossoneri riesce a regalare ad Inzaghi degli importanti rinforzi in difesa: il difensore italiano dello Spartak Mosca, Bocchetti, il centrale del Parma, Paletta, e il terzino sinistro del Genoa, Luca Antonelli, cresciuto proprio nel vivaio dei rossoneri. Inoltre, saltano all’occhio gli acquisti di Cerci, già cercato con insistenza quest'estate, e di Destro, uno dei migliori giovani attaccanti del nostro calcio. Chiude la lista dei nuovi arrivati il giovane Suso, esterno d'attacco di soli 21 anni, molto tecnico e in grado di giocare anche come trequartista o centrale di centrocampo, in caso di necessità. Lo spagnolo arriva a pa- 23 Articolo21 rametro zero, poiché in scadenza di contratto con il Liverpool. ROMA 6,5 - Roma più attiva del previsto in questo mercato di riparazione: Sabatini sostituisce Destro, ormai senza più stimoli per proseguire la sua avventura romana, con Doumbia, attaccante del CSKA Mosca, a cui i goal non sono mai mancati. Più perplessità, invece, suscitano gli acquisti di Ibarbo e Spolli: il primo arriva dal Cagliari con un prestito oneroso di 2,5 milioni, con la possibilità di riscattarlo, pagando altri 12,5 milioni a giugno; il secondo è stato prelevato per 3 milioni dal Catania, per rimediare alle difficoltà difensive della squadra. Perché invece di puntare su Ibarbo, che si va ad inserire in un reparto già completo, Sabatini non ha preferito investire parte dei soldi destinati all'eventuale riscatto del colombiano, in un centrale di difesa di qualità? Della Valle potrà poi riscattare per circa 15 milioni di euro. Oltre al laterale egiziano, Montella ha chiesto un altro esterno dalle caratteristiche più difensive ed è stato accontentano con l'arrivo di Rosi. A questi si sommano gli acquisti di Rosati, chiamato per fare il secondo di Tatarusanu, di Diamanti e di Gilardino: due giocatori ormai non più giovanissimi e la cui condizione fisica ed atletica è tutta da valutare, avendo giocato l'ultimo anno nel campionato cinese, non certo una lega famosa per i suoi alti ritmi. NAPOLI 6,5 - La squadra di Benitez fa un mercato essenziale e molto accurato, improntato all'utile. Alla corte dell'allenatore spagnolo, infatti, arrivano il terzino sinistro Strinic, che può rappresentare un'ottima alternativa a Ghoulam, visto anche l'infortunio di Zuniga, e l’esterno offensivo Gabbiadini, che va a prendere il posto dell'infortunato Insigne, avendo questo chiuso la sua stagione anzitempo. JUVENTUS 6 – I bianco-neri non strafanno. In fondo, che bisogno c'è di spendere milioni per migliorare una rosa già estremamente competitiva? La Juventus non rinuncia però a fare mercato, sostituendo Giovinco, ormai fuori da ogni progetto, con Matri, pupillo di Allegri. Il giocatore conosce già l'ambiente bianco-nero, avendo indossato questa maglia dal 2010 al 2012. La squadra di Agnelli ha rinforzato poi il centrocampo, anticipando l'arrivo di Sturaro dal Genoa. Infine, Allegri potrà contare anche su De Ceglie che torna a Vinovo dal Parma e che sarà la prima alternativa ad Evra. FIORENTINA 6 – I viola perdono il loro giocatore più decisivo: Cuadrado. Il colombiano passa al Chelsea per 31 milioni di euro più il prestito per 18 mesi di Salah, esterno molto veloce e abile nel dribbling che la squadra di 24 LAZIO 5 - La squadra di Pioli sembra quasi rinunciare a fare mercato, forse a causa del gran momento che sta vivendo. È chiaro che vista l'occasione che hanno i bianco-celesti di tornare nell'Europa che conta, ci si sarebbe aspettato qualcosa in più dal presidente Lotito, soprattutto in difesa, visti gli infortuni di Ciani, Braahfied, Gentiletti e Pereirinha. La società ha provato a rimediare al problema con il solo acquisto di Mauricio, difensore centrale brasiliano arrivato in prestito dallo Sporting Lisbona, non certo sufficiente per sopperire alle numerose assenze. Per rimediare all'infortunio di Djordjevic, che ha chiuso la sua stagione, la Lazio ha infine richiamato dal presti- Articolo21 to, Perea, dato il fallimento della trattativa per Bergessio: non certo un sostituto all'altezza del miglior marcatore dei bianco-celesti di questo campionato. GENOA 5 - La squadra del presidente Preziosi è stata certamente una delle più attive in questo mercato di gennaio, sia in entrata, sia, specialmente, in uscita. Genoa che cede entrambe le sue punte: Pinilla, passato all'Atalanta, e Matri, ritornato alla Juventus. Per sostituirli, la squadra di Gasperini ha riportato a Genova Borriello, ha ottenuto il prestito dal Milan di M'baye Niang, ed ha prelevato dal Sassuolo Pavoletti. A centrocampo se ne va Sturaro, pezzo pregiato della mediana. Al suo posto arrivano nella capitale ligure, l'ex Valencia, Tino Costa, che viene da un’esperienza non esaltante con la maglia dello Spartak Mosca e il giovane Laxalt che non è stato ancora in grado di fare il salto di qualità, nonostante sia dotato di una grande tecnica. In difesa Gasperini perde il suo capitano, Antonelli, sostituito con l'arrivo di Ariaudo dal Sassuolo. Buono il mercato dell'Atalanta, che copre le proprie lacune offensive con l’acquisto di Pinilla e rinforza la fascia sinistra con l'arrivo di Emanuelson, prelevato dopo sei mesi anonimi alla Roma. Il Torino punta sulla voglia di riscatto di Maxi Lopez e copre la partenza di Gillet, trasferitosi al Catania, con il prestito di Ichazo, portiere uruguaiano del Danubio. Bene il Chievo, che perde Lazarevic, ma che preleva Fetfatzidis dal Genoa e chiude, probabilmente, il trasferimento più pazzo di questo mercato di gennaio: quello di Nicola Pozzi, arrivato in prestito con il diritto di riscatto. Discreto anche il mercato dell'Empoli, che riporta a casa l'ex Saponara ed ottiene il prestito dei giovani Somma, dalla Roma e Brillante, dalla Fiorentina. trale dell'Hellas Verona, Gonzalez, e quello del Parma, Pedro Mendes. Per rafforzare il centrocampo sono stati poi presi Husbauer dello Sparta Praga, Faraoni dell'Udinese e M'poku, centrocampista ventiduenne dello Standard Liegi, considerato l'erede dell’attaccante colombiano ceduto alla Roma. Infine, per puntellare l'attacco, il Cagliari preleva Čop dalla Dinamo Zagabria. Il Sassuolo porta in nero-verde l’esterno offensivo Lazarevic, e riesce a trattenere Zaza, nonostante il forte interesse della Juventus; il Palermo, prende il solo Jajalo, centrocampista croato di ventisei anni; l'Hellas Verona, rinforza la difesa con l’acquisto di Pisano dal Palermo ed il centrocampo con gli arrivi di Greco, Fernandinho del Gremio e Iniguez dell' Argentinos Juniors; l'Udinese ottiene il prestito del giovane attaccante del Chelsea, Stipe Perica, mentre il Cesena lavora unicamente in uscita. Un paragrafo a parte merita la vicenda del Parma: i giallo-blu perdono Cassano, Ristovski, De Ceglie, Felipe, Paletta, Rispoli, Acquah, Pedro Mendes, Lucas Souza, Cordaz, Bidaoui e Pozzi, che decidono di trasferirsi a causa della complicatissima situazione economica che sta vivendo la società giallo-blu, che non paga gli stipendi da oltre 6 mesi. La nuova gestione ha provato a porre rimedio alle tante partenze, regalando a Donadoni il laterale di centrocampo uruguaiano Rodriguez, arrivato in prestito dall'Atletico Madrid, Varela, esterno offensivo del Porto, Nocerino, Lila e Feddal, richiamato dal prestito al Palermo. Nonostante ciò, i numerosi acquisti non sembrano essere sufficienti per rimediare alle innumerevoli partenze. Il Cagliari perde il suo miglior giocatore: Ibarbo, che si trasferisce alla Roma, ma in compenso svolge un massiccio mercato in entrata. Per blindare la porta arriva Brkic dall'Udinese, mentre in difesa arrivano il cen- 25 Articolo21 A21SPORT 5B VS 4B di REDAZIONE SPORT Un avvenimento che cambia una stagione. C’è in gioco l’onore, la gloria eterna. Per una settimana le due squadre si sono prese in giro, tra sfottò ed insulti vari a madri e cugine. Questa non è una partita qualsiasi: questo è il derby. È 5B-4B. Uno dei classici del torneo si è svolto nella 5 giornata. Da un lato la formazione capitanata da Lorenzo Paris: ”Dio perdona, lui no.” Parole di sua maestà CR7. In porta il “Neuer di Sabaudia” (non so perché Sabaudia, ma suonava bene) Andrea Di Vita, in difesa “Figlio del Vento” Soltani, sulle fasce Ricky Kak… ehm Iacoella (scusate, troppo simili come giocatori) e Adriano Dionisio, “Er Dinamite”. In avanti il sopracitato Paris. Nelle file nemiche spazio a Spiderman Maranesi, il quale, come una calamita, cattura tutto: donne, bei voti e, si spera, palloni. In difesa c’è “Er Zucchina” Tanza, sulle fasce Foffo Alessandro, detto “quello giusto” (derby con il fratello Lorenzo del 5B, fresco vincitore dell’IMUN) e Gabriele Desideri, evaso dal Carcere di Massima Sicurezza Aristotele 3 anni fa (ovviamente l’unico tra giocatori, massaggiatori e giornalisti ad aver capito tutto, quindi onore a lui). In attacco la stella del torneo, capocannoniere indiscusso: la saetta ucraina MiscelMykytyuk (sfido i lettori a leggere il cognome: è più facile dire tre volte di fila al contrario "supercalifragilistichespiralidoso"). Per i primi minuti, il ritmo è simile a quello di un ospizio del Molise, anche se in campo palleggia meglio il 4B, il quale è pericolosissimo con Mykytyuk e Foffo jr. Ma come un fulmine a ciel sereno l’arbitro, probabilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, indica il dischetto per un contatto Paris-Tanza: il capitano, dai 5 metri, non sbaglia. Tuttavia non convince per la prima parte della partita il 5B, anche se trova il raddoppio con il solito Paris, grazie anche alla complicità del portiere. Da qui in poi la partita diventa simile ad un match tennistico, con attacchi da parte di tutte e due le squadre. Cresce il 5B, ma Di Vita decide di rendere la partita più eccitante con una paperata su un tiro da centrocampo di 26 Desideri. 2-1. Pochi minuti dopo, Foffo senior viene atterrato da 4 cecchini seduti sugli alberi al limite dell’area: calcio di punizione e gol di Soltani. Ancora lui pochi secondi dopo batte nuovamente Maranesi, questa volta incolpevole. Il 5 a 1 lo firma Dionisio su assist di un ubriacante Foffo senior che manda al bar la difesa del 4B. Mentre aspettavano il conto per il caffè, Dionisio ne fa un altro. Con il 7-1 di Paris (da cineteca) si conclude il primo tempo. Sembra Manchester. Il secondo tempo inizia con il bombardamento del 4B nei confronti dell’impenetrabile Di Vita, il quale non riesce a bloccare due conclusioni da parte di Desideri e Mykytyuk. È 7-3. L’8 a 3 è da raccontare ai nipoti: assist di Paris di rabona e gol di Iacoella. Infine ancora due magie di Paris sentenziano il risultato finale di 10-3. Una batosta di proporzioni epiche per il 4B, una vittoria più simile ad una passeggiata "postpranzodenonna" per il 5B: la sezione la comandano loro. Articolo21 A21SPORT I HAVE A DREAM di AURORA PACE La celebre frase di Martin Luther King può essere applicata a diversi ambiti e uno di questi è sicuramente lo sport, in questo caso il tennis. Negli ultimi tempi è da notare il sempre più frequente emergere di giovani promesse, ragazzi e ragazze che alla nostra età “sfondano” nel mondo del tennis attirando l’attenzione su di loro per risultati eclatanti ed inaspettati. Questi sono i ragazzi che costituiscono il cosiddetto “cambio generazionale”: tra di loro si nascondono i futuri numeri uno, i prossimi vincitori di Slam (i tornei più importanti) che continueranno a scrivere la storia del tennis dopo lo strapotere di Federer, Djokovic e Nadal. Tra le sorprese del momento c’è però anche chi non è stato così “precoce” a farsi notare e che solo alla tenera età di ventinove anni si è tolto la soddisfazione più bella (finora) della sua vita. Mediante questa descrizione gli appassionati di tennis avranno probabilmente capito chi è l’atleta in questione: Luca Vanni, un gigante di quasi due metri che nasce a Castel del Piano, in provincia di Arezzo, nel 1985. Attualmente ha quasi trent’anni e per molti giocatori professionisti quest’età rappresenta il traguardo, il momento del ritiro dall’attività ad alto livello. Per lui invece rappresenta il momento in cui si lascia alle spalle il passato e i consueti Futures e Challengers (tornei minori) per dare la tanto attesa svolta alla sua carriera. La storia di questo giocatore non è delle più rosee e forse ciò contribuisce a rendere il risultato raggiunto ancora più speciale, ma andiamo con ordine. Luca Vanni sicuramente non è stato agevolato dal fatto che abbia cominciato a dedicarsi “seriamente” al tennis solo una volta finiti gli studi del liceo, privilegiandoli rispetto all’attività da junior. Era infatti troppo tardi per pensare ad una carriera di tipo professionistico; sarebbe rimasto un buon giocatore, mediamente conosciuto ma niente di più. O forse no… Fatto sta che la sorte non gli sorride: tra i diciannove e i vent’anni si rompe per ben due volte tutti e due i menischi e il legamento collaterale. Sembra un incubo, ma è la triste realtà, una serie di eventi sfavorevoli continua a frapporsi tra lui e la realizzazione del suo obiettivo: la top 100 (i primi cento giocatori del mondo) e vincere tornei ATP. Ma per chi pratica questo sport uno dei requisiti fondamentali è la tenacia e il non mollare mai, qualunque cosa succeda. Queste qualità Vanni le possiede e ora le traspone sul piano della vita perché niente può farlo desistere dal suo desiderio, neanche la cruda consapevolezza del tempo che passa o le ginocchia martoriate. Con una determinazione che in pochi possiedono, piano piano comincia a rialzarsi e torna ad allenarsi. Inoltre, per sostenersi economicamente, si divide tra l’attività di maestro e i campionati a squadre non solo in Italia, ma anche in Francia e Germania. Tuttavia il destino ha in serbo ancora dure battaglie per lui: nel 2013, proprio quando sembrava che il sogno non fosse più un lontano miraggio (era diventato 290° al mondo), ecco che i problemi ai legamenti tornano a minacciare quanto aveva costruito. Pur essendo, all’epoca, già ventisettenne non sembra neanche minimamente prendere in considerazione l’idea di abbandonare tutto e pertanto ricomincia a lottare strenuamente tra operazioni, cure e riabilitazioni, e intanto vede il suo ranking ATP (la classifica dei tennisti a livello internazionale) crollare ben oltre l’ottocentesima posizione. “Lucone” (per gli amici) continua comunque a crederci, a lavorare duramente per risalire la classifica e ad attendere il momento del riscatto da questi anni d’inferno, riscatto che finalmente giunge i primi di febbraio con il torneo ATP 250 di San Paolo, Brasile. La superficie, terra rossa, 27 Articolo21 essendo morbida e un po’ più lenta delle altre presenti nel circuito preserva meglio le articolazioni già altamente sollecitate dallo sforzo fisico in sé. Vanni, che arriva a questo torneo con un bagaglio di sole sconfitte a livello ATP, è costretto a disputare le qualificazioni, essendo 145 del mondo, prima di poter accedere al tabellone principale. Supera le qualificazioni in partite molto combattute e da qui comincia il suo momento. La fortuna questa volta è in suo favore: la testa di serie numero uno, lo spagnolo Feliciano Lopez numero 14 al mondo, si cancella dal torneo e sorteggio vuole che sia proprio Vanni a prendere il suo posto guadagnando così il “bye” ossia l’accesso diretto al turno successivo. Agli ottavi di finale trova l’olandese Thiemo De Bakker e lo batte in tre set prendendosi la prima vittoria nel circuito maggiore. Il suo cammino prosegue e ai quarti elimina il ventiquattrenne serbo Dusan Lajovic, 77 al mondo, con due tie-break tirati vendicando così la sconfitta al primo turno subita pochi giorni prima al torneo di Quito, Ecuador. Eccolo alla sua prima semifinale ATP. La gioia è immensa ma la concentrazione e il sangue freddo non mancano al tennista italiano che ha ancora sete di vittorie per ripagare tutti gli sforzi e le situazioni difficili che ha dovuto affrontare. La passione che lo anima è tanta e traspare quando lo si vede correre da una parte all’altra del campo, nonostante il suo metro e novantotto e soprattutto nonostante quella maledetta fasciatura sotto al ginocchio. Il gigante aretino sta assaporando per la prima volta il tennis ad altissimo livello, quello che conta, ma sembra quasi esserci abituato riuscendo a mantenere i nervi saldi e a non cedere alla pressione. Questo suo grande autocontrollo si rivela molto utile nella semifinale contro Joao Souza, brasiliano e dunque beniamino di casa. Neanche il pubblico (molto scorretto e rumoroso) può scalfi- 28 re la corazzata Vanni che prosegue inarrestabile a suon di servizi vincenti verso la sua prima finale in un torneo ATP. Eh già perché è proprio lui, nonostante un passaggio a vuoto che gli è costato il secondo set, a spuntarla dopo quasi tre ore di gioco. La favola dunque continua ed ecco arrivare il momento della verità: la finale contro Pablo Cuevas, coetaneo di Vanni, ma ben più quotato a livello di classifica e ottimo giocatore, sulla terra in particolare (tant’è vero che i risultati migliori li ha raggiunti su questa superficie). Il nostro eroe, sicuramente stanco per via di una settimana così impegnativa, parte male perdendo il primo set. Nel secondo però si risveglia dando via a un match completamente diverso. Sull’onda dell’entusiasmo si porta sul 5-4 e serve per l’incontro, per il titolo, per acchiappare quel sogno. Un tripudio di emozioni lo sta invadendo, emozioni che purtroppo questa volta lo sovrastano e gli sono fatali. Cuevas, più esperto e con due titoli già conquistati, gli strappa il servizio riaprendo la partita e conquistandola al tie-break. C’è sicuramente un po’ di amarezza in Vanni, ma minima se paragonata alla felicità di aver raggiunto questo straordinario risultato. La premiazione suscita quasi commozione: l’azzurro ringrazia tutti del sostegno ricevuto e afferma, stringendo il piatto d’argento premio per il finalista, che non dimenticherà mai quel torneo. Dopo quell’incredibile settimana ha raggiunto la posizione 108 del ranking, a solo otto posizioni dall’obiettivo designato, obiettivo che un anno fa sembrava così distante, quasi irraggiungibile. Questa è una storia degna di nota perché parla di perseveranza, di dolore, di orgoglio e di sentimenti profondi, tutti aggettivi comuni, ma che è sempre più raro trovare in una persona. Luca Vanni è passato dal quasi anonimato ad essere un esempio da seguire per chi vuole raggiungere davvero degli obiettivi, insegnando che non bisogna abbattersi mai, neanche quando tutto sembra contro e non si deve smettere di sognare. Naturalmente può fare ancora molto, ha tutte le carte in regola per fare sempre meglio, infortuni permettendo, e noi continueremo a seguirlo perché quell’entusiasmo da bambino, sebbene si avvicini ai trent’anni, quella sua dolcezza, spontaneità e quel suo coraggio hanno conquistato chi crede ancora nello sport vero, inteso come fatica, dedizione, gioia e amore. Articolo21 A21RUBRICHE “LONDON, HIT ME WITH YOUR BEST SHOT” di ALESSANDRA CIANFANELLI Tra alti grattacieli in vetro, palazzi storici, cultura sportiva, musica e strade dello shopping, Londra ne ha un po’ per tutti i gusti. Con i suoi quasi duemila anni di storia, tra pestilenze, incendi, arte e regalità, Londra è cresciuta fino a diventare la capitale di un Impero, il più vasto nella storia che, nel suo momento di espansione maggiore dominava su 458 milioni di abitanti sparsi per tutti i continenti. Non a caso infatti, Londra è una delle più grandi città multietniche. Ma in una città che ha da offrire così tanto, quali sono le cose che vanno ASSOLUTAMENTE viste? Per cominciare direi che, essendo Londra una città così multietnica, sarebbe un reato non visitare Camden Town e il Camden Market. Il Camden Market è un mercato enorme che sorge sulle rive del Regent’s Canal. Per la prima parte, appena usciti dalla metropolitana, i negozietti si estendono lungo tutta la strada principale. È possibile trovare di tutto: occhiali da sole a 5£ (parlo per esperienza), abiti stravaganti e un po’ vintage, accessori per la casa, collane, bracciali e negozi di scarpe. Da non dimenticare è il cibo. La cosa forse più bella di Camden è infatti la miriade di chioschi di cucine da tutto il mondo, vicino al canale. Ce n’è per tutti i gusti: dalla cucina cinese a quella messicana o sudafricana, c’è un tipo romano che fa le piadine e un altro napoletano che prepara la paella in pentole gigantesche, bancarelle del tè e un piccolo bar, che si affaccia sul canale, che ne offre un’innumerevole quantità insieme ad ottimi dolci senza glutine. Camden è quindi, almeno secondo me, la sintesi della città, cioè un mescolarsi delle culture e delle etnie più varie. Seconda tappa obbligata è uno, o anche di più, dei musei che Londra offre ai suoi visita- tori. I quattro più importanti, a mio parere, sono: o o o o British Museum Natural History Museum Tate Modern National Gallery Il British Museum vanta cinque milioni di visitatori all’anno e una collezione gigantesca di importanti manufatti e reperti antichi. Le parti più importanti e più famose del museo sono l’ala dedicata all’antico Egitto dove, tra le altre cose, è conservata la Stele di Rosetta e la ricostruzione dei fregi e dei timpani del Partenone. Bellissimo è anche il Natural History Museum, nella zona di Kensington, vicino Hyde Park e Harrods. Appena entrati, un mastodontico scheletro di dinosauro vi darà il benvenuto. Il museo è diviso in quattro zone, ognuna con un colore. La prima “da sinistra” è la zona del Darwin Centre, subito accanto abbiamo la zona blu con i mammiferi acquatici e i dinosauri, poi la zona verde dedicata all'ecologia, alla mineralogia e una sequoia gigante (non l’intero albero si intende) e poi la parte rossa dedicata alle scienze della Terra, dove è possibile "vivere" la simulazione del terremoto di Kobe in Giappone. 29 Articolo21 Infine, per tutti gli appassionati di arte, abbiamo la Tate Modern e, ovviamente, la National Gallery. La Tate si trova a Southbank ed è un'ex centrale elettrica, che nel 2000 è diventata un museo d'arte moderna ed è, ad oggi, una delle principali attrazioni turistiche della città. La National Gallery a Trafalgar Square, invece, è una delle più grandi e più famose gallerie d’arte del mondo. Presenta la suo interno 2000 quadri dei più importanti pittori mai esistiti, tra i quali Botticelli, Giotto, Tiziano Renoir, Van Gogh, Turner e moltissimi altri. Tra i quadri più famosi della galleria ci sono il Vaso di girasoli di Van Gogh, le Ballerine di Degas e Pioggia, vapore e velocità di Turner. Nella lista di cose da vedere assolutamente, non poteva di certo mancare uno dei simboli di Londra: il London Eye. Fu inaugurato nel 2000 (come il Tate Modern) ed è la famosa ruota panoramica che, da quindici anni a questa parte, è diventata uno dei simboli di Londra. La ruota è alta 135m, ci sono 32 cabine di vetro da 28 persone e, nonostante il numero enorme di passeggeri che possono essere portati ad ogni ora del giorno c'è una magica e lunga fila davanti all’ingresso. Dopo averla superata, però, l’unica cosa che rimane da fare è salire nelle cabine e godersi lo spettacolo che, se il tempo è bello, è davvero da mozzare il fiato. Se il tempo è brutto, cosa non particolarmente difficile a Londra, è inutile sprecare tempo e soldi sulla ruota, anche perché non si riesce nemmeno a vedere il Big Ben dall’altro lato del Tamigi. Vale davvero la pena però visitare le Churchill War Rooms, che si dividono in due parti: o o 30 Cabinet War Rooms, che per tutta la seconda guerra mondiale furono il centro di comando del governo inglese, lasciate esattamente uguali al 1945, quando tutti uscirono per l’ultima volta dopo la resa del Giappone. Churchill Museum, museo aggiunto nel 2003 con una serie di mostre mul- timediali ed oggetti appartenute a Churchill. Per concludere la breve lista non potevo non citare una delle cose per cui Londra è più famosa: i parchi. Il famosissimo Hyde Park, di 142 ettari che, inizialmente, era un territorio per le battute di caccia dei nobili, e che poi divenne il primo parco reale aperto al pubblico e, nel 1851, fu la sede dell’Esposizione Universale. Una sosta, anche breve, ad Hyde Park è quasi obbligata. Una volta arrivati al laghetto si possono prendere le sdraio e rilassarsi nel giardino. Un altro bellissimo parco è il Greenwich Park (dove è stata girata la “battaglia finale” in Thor 2, per intenderci), con il Royal Observatory. L’area, dove fermano la maggior parte delle crociere sul Tamigi, si trova davanti alla O2 arena e si estende per 73 ettari. Appena entrati si può vedere l'osservatorio dove, tra le altre cose, troviamo la Meridian Court, punto in cui il globo terrestre è diviso a metà dal meridiano di Greenwich. Altre attrazioni che sicuramente meritano di essere viste sono: la Tower of London, con i gioielli della corona, Oxford Street, Piccadilly Circus, la cattedrale di St. Paul e Buckingham Palace. Londra, a mio parere, è quindi assolutamente una città da visitare almeno una volta nella vita e che sicuramente non delude mai. Articolo21 n.3 - Febbraio 2015 Redazione Alessandro Francescangeli (responsabile), Lorenzo Capaccioni, Alessandra Cianfanelli, Leonardo Cortelli, Francesco De Bonis, Adriana Ferretti, Giorgia Ferri, Claudia Fratini, Claudiu Ivan, Francesco Marsella, Aurora Pace, Valentina Panebianco, Marco Perulli, Valerio Siloni, CIG, LEV. Impaginazione e grafica Leonardo Cortelli, Alessandro Francescangeli, Claudiu Ivan. Copertina Alessandro Francescangeli, la frase in copertina è tratta da Canzone del maggio in Storia di un impiegato di Fabrizio De Andrè. Sito http://www.articolo21aristotele.altervista.org Email [email protected] Facebook Articolo21 - Liceo Aristotele https://www.facebook.com/articolo21aristotele