Editoriale - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
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Editoriale - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Editoriale di Giangi Cretti F ra i vizi capitali è quello verso il quale ci dimostriamo più tolleranti. Cesare Marchi annotava che “assieme alla lussuria, è il vizio più confessabile, il solo che aumenta con l’età, mentre tutti gli altri tendono a diminuire. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles (e per Francesca Dellera)”. Difficile, a meno che non si voglia pagare pesante pegno all’onestà intellettuale (nostra e altrui), dargli torto. Il riferimento è alla gola, quel piacere (in quanto tale, per taluni, ipocrita fonte di vergogna) al quale indugiamo con la malcelata presunzione (ambizione?) di poterci annoverare nell’eletta schiera dei gourmet: tutt’altra cosa, va da sé, di quella, sicuramente folta e assai più rozza, dei gourmand. Buongustai, dunque, e come tali colti: pertanto, attenti e selettivi. Impossibile, anzi inaccettabile, il paragone con i golosi: inclini all’ingordigia, nella loro perenne competizione con Pantagruel, scomodano, spesso inconsapevoli, Rabelais. Così fosse, potremmo dedurre che il (buon)gusto, sia uno stato evolutivo della gola. Confinato fra i vizi quest’ultimo, viene coltivato (nel migliore e lodevole dei casi) e ostentato (con vezzo modaiolo) come virtù il primo. Abbandonando quello che (erroneamente mi permetto di sottolineare) può parer un mero esercizio di stile - a metà strada fra il filosofeggiare vacuo e l’argomentar simildotto (e viceversa) - credo si possa concordare sul fatto che oggi la particolare attenzione ai piaceri della gola sia complice di un indubbio affinamento del gusto. Ne deriva che a fronte di una crescente consapevolezza del consumatore, sempre più attento a deliziare il proprio (buon)gusto, deve corrispondere un’adeguata preparazione del produttore, che, a sua volta, sa di essere misurato con il metro della qualità. Su questi presupposti, si stabilisce una sorta di sfida, il cui unico arbitro è la selezione del mercato. In questo ambito specifico, si può, con motivato titolo, affermare che il Made in Italy (da non confondere con il Made by Italy) continua ad essere ben attrezzato. Non vi è dubbio, infatti, che nel settore enoalimentare il nostro Paese possa vantare sostanziosi (l’aggettivo è appropriato) primati. Fermo restando che, merito (o colpa?) della globalizzazione, la concorrenza si moltiplica e, a maggior ragione in questa delicata fase congiunturale, in un mercato dinamico e blandito come quello svizzero si vince in qualità. L’occasione fornita da una fiera come Gourmesse, uno degli appuntamenti che ben può assumere il valore di esempio, costituisce per tutti, consumatori e produttori, un importante momento di verifica. [email protected] Rivista – Ottobre 2009 La 1 collezione hadis InterOffice, il numero uno per arredamenti d’ufficio in Svizzera Esposizioni in : Basilea, Berna, Hünenberg (ZG), Lucerna, San Gallo, Zurigo, Losanna, Ginevra, Givisiez (FR), Martigny, Neuchâtel, Sierre, Sion, Camorino / Bellinzona. www.interofficeag.ch [email protected] living@work Sommario RUBRICHE 1 In breve 9 Italiche 11 Europee 13 Internazionali 15 Oltrefrontiera 17 Convenzioni Internazionali 24 Burocratiche 27 Benchmark 31 Angolo Fiscale 33 Angolo legale 35 L’elefante invisibile 37 Scaffale 51 Sequenze 57 Diapason 59 Convivio 73 Motori 77 Starbene 80 Editore: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO, P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 - Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892323 - Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro - Gratuito per i soci CCIS Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Appare 11 volte l’anno. 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La rete ufficiale dei concessionari Maserati in Svizzera Loris Kessel Auto SA, 'RANCIA,UGANOs Garage Foitek AG,5RDORF:àRICHsNiki Hasler AG, 4052 Basel, s Krähenmann Autocenter AG, -EILENs Sportgarage Leirer AG, 3TEINs Automobile Németh AG, (INTERKAPPELENs Auto Pierre Sudan, :UGs Modena Cars SA, 'ENÒVEs Garage Zénith SA, ,AUSANNEs Garage Zénith SA, 3IONs Maserati (Svizzera) SA , 8952 Schlieren, 044 556 25 00 39 43 Le molte facce della diplomazia Intervista esclusiva con Cornelio Sommaruga (seconda e ultima parte) Svizzera 1939: mobilitazione di un esercito e di un popolo A settanta anni dello scoppio della seconda Guerra mondiale CULTURA 47 53 54 56 60 64 66 68 Fredde delizie siciliane per torride estati Granite, Sorbetti e “Gelu e Muluni r’acqua” Tecnologia MultiAir Alfa Romeo MiTo MultiAir 79 Harley-Davidson: Novità 2010 Tradizione e tecnologia Gilera Runner 50 SP Tutto nuovo secondo le norme Euro 3 IL MONDO IN FIERA Il Museo della Bilancia, della Figurina dell’Illustrazione, il Castello dei Burattini e la Casa della Musica Gli scrigni delle curiosità8 84 85 L’autunno della cultura su LA 1 e LA 2 «Il privilegio di presentare un proprio album» Il debutto musicale di Gabriel Rimoli 86 87 Il rilancio inizia dal nostro palato? Anche, perché no! A Zurigo dal 9 al 12 ottobre Gourmesse 2009 Affari, novità e compratori: è il Macef della ripresa Trasporto di persone su gomma Bus&Bus Mobility Business: Verona, 18 - 21 novembre L’unica Esposizione Internazionale dell’anno dedicata alla moto EICMA 2009: Milano, 10 - 15 novembre Il Salotto della Grappa e Distillati nazionali ed esteri SpiriTs&Co: Trieste, 12 - 14 novembre IL MONDO IN CAMERA Crescere in termini di qualità Intervista con Stefan Schramm, direttore della casa editrice ‘Salz & Pfeffer’ organizzatrice di Gourmesse Le Aziende Italiane a Gourmesse 09 Risultato lusinghiero per le cantine italiane 16° Concorso internazionale dei vini Zurigo 2009 Livernano e Casalvento incontrano i giornalisti di Zurigo Rivista – Ottobre 2009 La 78 Chocodays - Le giornate del cioccolato Bellinzona, 6-8 novembre La Venezia di Rolf Gérard In mostra ad Ascona fino al 31 ottobre Domenico e Rita Miggiano tra i premiati del Pfefferzeichnen 2009 69 73 Zurigo In Italiano Il programma completo DOLCE VITA 63 71 90 I 91 92 93 94 96 Il tema di Lara ncontro con Lara Francesca Cucinotta Concerto di beneficienza per l’Abruzzo Il 13 ottobre alla Tonhalle di Zurigo L’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza: la culla del design italiano Italienisch? Sì Corsi di lingua e cultura italiana a Zurigo Contatti commerciali Servizi camerali 7 5500 CINQUANT’ANNI CON TE Con te, abbiamo compiuto 50 anni. Con te cliente di ieri e di domani. Con te che scegli noi, perché sai riconoscere il valore di chi crede nelle cose belle e investe ogni giorno nel vero Made in Italy: italiano nella produzione ma anche nell’idea, nella creatività, nel design. Con te Natuzzi continuerà a scrivere la storia dello stile italiano. NATUZZI STORES: DIETIKON • DÜBENDORF • ZÜRICH ETOY •address LAUSANNE Address address address addreess Address• address addreess Address address 0 In Breve Il traffico ferroviario di Cisalpino torna alle società madri Con l’entrata in vigore del nuovo orario il prossimo 13 dicembre la società Cisalpino cesserà l’attività. FFS e Trenitalia fanno marcia indietro e riassumono la gestione autonoma del traffico passeggeri fra Svizzera e Italia. Ai circa 40 dipendenti della Cisalpino verrà offerta un’opportunità d’impiego presso le case madri, nel rispetto delle normative nazionali vigenti. Di fronte ai problemi tecnici, ai ritardi e all’insoddisfazione dei clienti le possibili soluzioni erano due: o ingrandire Cisalpino o ritornare al punto di partenza. In una nota congiunta FFS e Trenitalia hanno ammesso che il servizio non raggiunge ancora i livelli di qualità auspicati, e condiviso la consapevolezza che l’attuale struttura societaria di Cisalpino non permette il conseguimento degli obiettivi in tempi ragionevoli. Il nuovo modello per il trasporto passeggeri tra Svizzera e Italia corrisponde in pratica a quello in vigore prima della creazione di Cisalpino SA, società fondata nel 1993 e controllata in parti uguali da FFS e Trenitalia. La nuova forma di collaborazione prevede la gestione di Vignetta autostradale: raddoppiata la multa Costerà più caro, in futuro, circolare senza contrassegno autostradale valido: seguendo il Nazionale, il Consiglio degli Stati ha deciso di raddoppiare da 100 a 200 franchi la multa per punire i trasgressori. Il prezzo della «vignetta» rimane invece fissato a 40 franchi all’anno. «Chi non paga il contrassegno autostradale, provoca una perdita fiscale di 20 milioni di franchi ogni anno», ha dichiarato Peter Bieri (PPD/ZG) a nome della commissione dei trasporti. L’aumento della multa mira a ridurre la quota degli abusi stimata al 6%. All’unanimità i senatori hanno concretizzato a livello di legge le disposizioni attualmente in vigore. Il sistema non è però stato rivoluzionato: in particolare, non si è voluto introdurre un contrassegno elettronico, di durata limitata o valido soltanto in alcune regioni. La Camera dei Cantoni ha tuttavia inasprito talune misure per combattere gli abusi, come il riutilizzo o la manipolazione del contrassegno. Stando ai senatori, l’amministrazione federale delle dogane dovrebbe quindi avere la facoltà di delegare a organizzazioni private i controlli alle frontiere e le sanzioni per punire i trasgressori. Tale provvedimento, proposto dal Governo, è invece stato respinto in precedenza dal Nazionale, che ora dovrà nuovamente occuparsi del dossier. Rivista – Ottobre 2009 La tre coppie di treni sul Lötschberg, quattro per Losanna/Ginevra, di cui uno da Venezia, e sette sull’asse del San Gottardo. La responsabilità operativa dei treni passa da una società all’altra al confine fra i due Paesi. L’accordo tra Trenitalia e FFS disciplina pure la ripartizione dell’attuale flotta di Cisalpino. Cinque dei nove treni ETR 470 vengono ripresi da Trenitalia e gli altri quattro dalle FFS. La flotta dei 14 nuovi treni ETR 610, di cui sono finora disponibili soltanto due convogli, sarà ripartita a metà fra le due società. La concessione rilasciata a Cisalpino, recentemente prolungata fino al 2017, dovrà ora essere adattata. Si dovrà inoltre modificare la concessione rilasciata alle FFS per i collegamenti internazionali, analogamente a quanto dovrebbe accadere da parte italiana. I collaboratori di Cisalpino esprimono in una nota «delusione» per l’accordo fra FFS e Trenitalia, precisando comunque che rispetteranno la decisione e faranno tutto il possibile per rendere possibile un trasferimento delle attività senza problemi. Sempre a partire dal cambio d’orario, FFS e Trenitalia hanno deciso di sospendere il servizio dei treni notturni tra la Svizzera e l’Italia. Una decisione motivata con il calo della domanda registrato in questi ultimi anni e con i livelli di qualità offerti dai treni notturni, che non sono più al passo con i tempi. Invito al seminario Die steuerlichen Beziehungen zwischen Italien und der Schweiz nach dem “Sommerpaket“ der italienischen Regierung Siegrid Mayr, Robert Frei e Manfred Psaier, moderati dall’avvocato Massimo Calderan, trattano i seguenti argomenti: - Investitionsanreize im Rahmen der Konjunkturpakete der italienischen Regierung - Neue CFC-Regelung gegenüber Gesellschaften in der Schweiz, die in der black list angeführt sind - Neue CFC-Regelung gegenüber Gesellschaften in der Schweiz, die nicht in der black list aufscheinen - Das Problem der Nicht-Abzugsfähigkeit der Kosten aus Lieferungen und Leistungen von CH-Gesellschaften der black list - „Scudo fiscale“ (Repatriierung) - Eventuali domande Data 13 ottobre 2009 Luogo Baur au Lac, Talstrasse 1, 8001 Zürich, www.bauraulac.ch Ore 9.00 – 12.30 Il materiale verrà consegnato in loco Quota di partecipazione: Soci 230.— Non soci 300.— Iscrizioni e informazioni Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, 8027 Zürich Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 [email protected] www.ccis.ch 9 Italiche di Corrado Bianchi Porro La ripresa c’è, quasi tutti sono concordi e i segnali si moltiplicano quasi giorno dopo giorno, anche se naturalmente non va esclusa l’ipotesi di una parziale correzione. Ma l’emergenza occupazione continuerà ancora per qualche tempo, perché la crisi ha effetti di trascinamento. Negli Stati Uniti si arriverà al 10%, ma anche in Italia e in Europa per mesi il problema continuerà ad agitare l’attenzione dei politici, imprenditori, lavoratori e famiglie. È facile distruggere e tagliare, mentre le nuove aziende che nascono con altre basi, ci mettono ben altro tempo per crescere. Questo il polso dei politici e degli industriali intervenuti al Workshop Ambrosetti che si è svolto in settembre a Cernobbio. Secondo Massimo d’Alema, l’emergenza lavoro è un grandissimo problema europeo. Credo, ha det- I postumi della crisi to, che questo richieda un’azione coordinata. «Occorrono politiche fiscali, che incoraggino le imprese e una politica di assistenza perché non possiamo lasciare le famiglie senza reddito e le persone senza speranza. Occorrerebbe coesione e riforme, perché il lavoro è una grande emergenza europea». Immediata la risposta di Renato Brunetta. «In tutte le crisi spiega - l’occupazione reagisce normalmente con un ritardo di circa sei mesi. Cioè la reattività dell’occupazione all’andamento del Pil è vischiosa. Quando le cose vanno bene, l’occupazione reagisce positivamente sei mesi dopo; quando le cose vanno male, altrettanto. Quindi, mentre noi oggi possiamo vedere la svolta per quanto riguarda il Pil, dobbiamo in qualche modo subire i contraccolpi sull’occupazione che sono propri dell’andamento del Pil di sei mesi fa, per il cui fenomeno era ampiamente previsto». Oscar Giannino, noto commentatore finanziario che da giugno conduce una trasmissione giornaliera su Radio 24 (emittente radiofonica del Sole 24 Ore) osserva inoltre che in Italia prevale la coesione tra impresa e occupato. Ciò spiega perché l’Italia tra i Paesi Ocse sia quella che ha avuto minori tensioni sociali rispetto a Francia e Germania. Il mercato del lavoro colpito da questa crisi è il manifatturiero esportatore. In teoria ci si sarebbe attesi un’espulsione di occupati molto maggiore, ma si sconta il fatto che gli imprenditori temono di eliminare forza lavoro qualificata. L’impresa ha faticato alcuni anni per investire sull’operaio specializzato e a coinvolgerlo. Se lo espelle e si rivolge a emigrati, la manodopera è tutta da riformare e quindi l’imprenditore è il primo a pensarci Rivista – Ottobre 2009 La molto bene, ha spiegato Giannino. Un altro problema che è emerso al workshop Ambrosetti è stato quello del credito. C’è oggi credito sufficiente nel sistema bancario italiano, in particolare per le piccole e medie imprese? Secondo Corrado Fissola, presidente dell’ABI, il problema della liquidità non costituisce oggi una remora per effettuare finanziamenti alle imprese, né a breve, né a lungo termine. La quantità enorme di liquidità messa a disposizione della Banca Centrale Europea per l’eurosistema è tale per cui le banche hanno una quantità rilevantissima di denaro. La crisi di fiducia che aveva ingessato il mercato interbancario, per l’Italia non è stato un problema. Abbiamo solo bisogno di domanda di credito “buono”. Anche quello un po’ meno buono, lo stiamo gestendo; ci stiamo invece leccando le ferite per una crescita insufficiente e ci auguriamo di tornare presto a fare il nostro mestiere per erogare il credito alle imprese e alle famiglie, ha detto Faissola. Il mancato credito non dipende né dalla mancata disponibilità, né da criteri patrimoniali che non siano adeguati. Tutte le nostre banche hanno patrimoni rilevanti. La situazione di oggi è infatti radicalmente diversa da quella vissuta tra settembre 2008 e febbraio 2009. Il nostro sistema per allungare il credito alle aziende col sistema del silenzio assenso, con un’istruttoria facilissima e comprensibile (solo in rifiuto sarà infatti adeguatamente motivato) è all’avanguardia nel mondo. Non solo per questa ultimissima iniziativa, ma per tutti gli sforzi che sono stati fatti in materia di trasparenza, i conti correnti, la trasferibilità delle rate di mutuo, la domiciliazione. Il Governo e tutto il Paese si dovrebbero preoccupare invece di evitare che attraverso una serie di balzelli diretti o indiretti, attraverso una penalizzazione fiscale, il sistema bancario venga penalizzato. Un sistema bancario che è entrato nella crisi come il miglior sistema in Europa e del mondo, non ne esca con un rapporto invece molto indebolito. Anche in termini prospettici, per rimanere in un’economia di mercato perché se uno Stato interviene nella proprietà delle banche, o se qualche istituto dovesse essere oggetto delle mire di istituzioni straniere, io credo, ha concluso Corrado Faissola, che il Paese non ne approfitti e non ne ricavi alcuna utilità. Sono iniziative, quelle dell’allungamento del credito, che sono state adottate naturalmente solo per il momento di crisi e nell’interesse supremo del Paese per rafforzare le necessità di finanziamento a favore delle piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale del sistema italiano. 11 www.navyboot.ch Europee di Philippe Bernasconi Ottimistici forse no, ma i toni di esperti e governanti del mondo intero non sono più quelli cupi di qualche mese fa. All’orizzonte si intravvedono i primi, seppur timidi, segnali di ripresa economica. Anche in Europa. Se quest’anno il prodotto interno lordo dell’Unione europea dovrebbe far registrare un poco invidiabile -4%, a partire dal 2010 la congiuntura dovrebbe ricominciare a crescere. E pensare che solo un anno fa il sistema economico e finanziario mondiale sembrava sull’orlo della bancarotta. Ma l’ottimismo, anche se cauto, di questi giorni potrebbe essere prematuro e fuorviante. Le lezioni di una crisi La mattina del 15 settembre del 2008 l’Europa si svegliò con un brutto presentimento. Che il mondo della finanza si trovasse a pochi centimetri dall’abisso. Poche ore prima, nel cuore della notte, a New York falliva (o, se preferite, veniva lasciata fallire) la Lehman Brothers, la quarta banca d’investimenti americana. Ma, soprattutto, un simbolo di un sistema che per troppo tempo aveva vissuto al di sopra delle proprie possibilità. E che ora stava precipitando verso l’inferno. Fino ad allora, dallo scoppio della bolla immobiliare nel 2007 con i suoi subprime (i famigerati titoli spazzatura), la situazione era rimasta tutto sommato fluida. Non c’era ancora la percezione dell’ampiezza e della gravità della crisi. E i tentativi di tamponare le ferite erano in qualche modo riusciti a rallentare il decorso della malattia. Ma con la Lehman Brother il limite era stato superato, gli argini si erano definitivamente rotti. E anche la Federal Reserve e la Casa Bianca, allora ancora guidata da George Bush, avevano dovuto tirare i remi in barca. Salvare, con un ingente esborso di denaro liquido, anche questa banca sarebbe servito a poco o nulla. E, allora, tanto meglio lasciarla morire di morte propria. Per poi ripartire su nuove solide basi. Oppure assistere a un effetto domino. Un crollo a cascata dell’intero sistema. Gli ultimi 12 sono stati mesi ad altissima tensione in tutto il mondo. Dal tracollo della Lehman Brothers le autorità finanziarie di Stati Uniti, Europa e Asia hanno cercato di reagire con un’iniezione di migliaia di milioni di dollari nel sistema. Prima per cercare di salvare il salvabile ed evitare che altri istituti facessero la fine della Lehman. Poi per cercare di stimolare un’economia che era entrata in una fase recessiva, al limite della depressione. La crisi finanziaria – che aveva preso avvio negli Stati Uniti con il crollo del Rivista – Ottobre 2009 La mercato immobiliare – si era ben presto trasformata in una crisi dell’economia reale. Contro la quale i governi di mezzo mondo hanno provato ad intervenire riesumando le vecchie ricette keynesiane: denaro pubblico per alimentare la domanda. Una ricetta che, in qualche modo, sembra aver funzionato. E anche l’Europa ha fatto la propria parte. Inizialmente riluttanti, i paesi membri dell’Unione europea hanno trovato un minimo comun denominatore ed hanno espresso una politica di rilancio economico unica, anche se applicata con diverse sfaccettature e velocità. Non tutti gli Stati hanno del resto dovuto affrontare le stesse problematiche. Per l’Unione europea si è comunque trattato di un passo avanti rispetto a un passato fatto di divisioni e di politiche nazionali spesso e volentieri in antitesi le une rispetto alle altre. Le politiche adottate in questi mesi un po’ in tutto il mondo hanno avuto un filo conduttore comune. Nel sistema economico e finanziario sono state immesse immense somme di denaro. Con un doppio obiettivo. Stabilizzare il sistema finanziario e rilanciare il sistema bancario e creditizio da una parte, stimolare la crescita economica dall’altra. E i risultati – come detto - si sono a poco a poco visti. Se le borse dal mese di marzo hanno invertito la tendenza, riprendendo a crescere, anche l’economia reale potrebbe essere uscita dal tunnel della recessione-depressione. Già dall’anno prossimo gli istituti di ricerca prevedono una ripresa generalizzata, anche se timida e lenta. Ma è già qualcosa. Rimane, è vero, la disoccupazione, che nei prossimi mesi rischia di esplodere. Ma, si sa, il mercato del lavoro reagisce con mesi di ritardo alle crisi economiche, e di conseguenza anche nel caso contrario, quando l’economia riprende a galoppare. Il vero problema potrebbe essere un altro. E ben più gravoso. Grazie anche all’enorme liquidità presente sul mercato il sistema finanziario sembra – almeno in parte – essere tornato a fare quello che faceva prima. E cioè – stimolato da bonus e premi ai guadagni immediati - ad esporre il denaro agli altissimi rischi di breve termine. Senza preoccuparsi della sostenibilità di lungo termine. Come dire che la lezione, pesantissima, di questa crisi epocale potrebbe non essere servita ad alcun che. Ci vogliono insomma al più presto nuove regole. Negli Stati Uniti, ma anche nella Vecchia Europa. L’allarme è giunto dallo stesso presidente americano Obama ad un anno dal crack Lehman: “Subito la riforma della finanza mondiale”. Dalle promesse bisogna passare al più presto ai fatti. Al di là e al di qua dell’Atlantico. 13 BE OPEN. 500C. Aprite la capote della nuova Fiat 500C e toccate il cielo con un dito. La sua natura solare e lo stile aperto trasformano sterzate, accelerazioni e decelerazioni in massimo piacere di guida. 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Ogni caduto pesa sull’opinione pubblica come un macigno proprio perchè il paffuto, opulento e viziato mondo occidentale non è più abituato a soffrire le pene dei quattro cavalieri dell’Apocalisse. La fame, la peste, la guerra e la morte sono esorcizzati dal consumismo esasperato delle reti commerciali. Ma i terroristi, i talebani, o chiamiamoli semplicemente i disperati che da che sono al mondo non hanno conosciuto altro che la miseria e la violenza, hanno come unico mestiere possibile quello delle armi. I loro comandanti non hanno uno scrutinio elettorale dietro l’angolo e non devono quindi rendere conto ad un’opinione pubblica. Non hanno nulla da perdere. L’hanno dimostrato durante l’invasione sovietica e ancora prima nei confronti degli inglesi. È chiaro poi che se i gruppi talebani riuscissero a sconfiggere definitivamente nel morale gli Stati Uniti e la NATO, a farli ritirare con la coda tra le gambe, si sentirebbero onnipotenti e il mondo sarebbe inondato dalle violenze dovute al rafforzamento di Al Qaeda. Come porre allora un tampone a quest’emorragia di violenza senza fine? Una strategia che potrebbe rivelarsi efficace in Afghanistan è quella usata in Irak: la cosiddetta surge. In pratica la maggioranza dei talebani sono in vendita e dunque è possibile comprarli, a patto di avere fondi sufficienti. Nel caso dell’Irak le milizie paramilitari che stavano per scatenare una guerra civile sono state inquadrate e finanziate dagli Stati Uniti per mantenere la sicurezza interna. Questa strategia del generale americano David Petraeus si è rivelata utile per diminuire gli attentati. Si è passati dai 160 al giorno del giugno 2007 ai 20 attuali. Il conflitto in Afghanistan è stato asimmetrico sin dall’inizio. C’era forse qualche dubbio che dopo l’11 settembre 2001 gli Stati Uniti e gli alleati avrebbero avuto delle difficoltà a rovesciare il regime che ospitava Al Qaeda? No di certo. Ma da una vittoria militare alla stabilizzazione di un paese quasi fallito ce ne corre. L’Afghanistan è oggi un ginepraio infestato dal narcotraffico, dalla corruzione e dalla guerriglia islamista. A differenza di un esercito convenzionale, che vince solo quando ha sconfitto il nemico, la guerriglia vince se non è sconfitta. Per liberarsi della guerriglia islamista è infatti indispensabile l’aiuto dei paesi confinanti quali il Pakistan e l’Iran. Lo scenario è dunque regionale e le conseguenze di un fallimento del controllo dell’Afghanistan si sono già fatte sentire una bella mattina di settembre di alcuni anni fa a New York. Sei parà uccisi e ci si ricorda che c’è una guerra si sono rivelate micidiali per i mezzi blindati italiani tanto da far rafforzare la blindatura dei mezzi Lince prodotti dall’IVECO. Tuttavia, l’esplosione dell’autobomba a Kabul è stata talmente devastante che uno dei due mezzi militari coinvolti è stato sventrato. Sei militari uccisi. Non siamo abituati al fatto che dei soldati italiani siano caduti. Non siamo abituati ad essere odiati. Gli italiani tendono la mano e sono in Afghanistan per contribuire alla ricostruzione del paese. È noto l’impegno per il consolidamento di un nuovo ordinamento giuridico che gli italiani hanno ormai intrapreso da tempo, così come il ruolo dei carabinieri per l’addestramento della polizia afghana nella zona di Herat. L’Italia è presente con 3'300 militari inquadrati nel comando NATO, dunque è difficile pensare ad un ritiro unilaterale delle truppe dal Paese. Il generale Mario Arpino, ex capo di Stato Maggiore della Difesa, ha commentato così sul Corriere della Sera del 18 settembre scorso: “Solo dopo la stabilizzazione del paese si potrà contribuire in maniera utile al suo sviluppo civile ed economico. Il problema è appunto che il 97% del Paese è infestato dai talebani. La priorità perciò è il controllo del territorio. Le nazioni si sono dichiarate disponili ad occuparsi di attività relative all'istruzione, alla cultura, alla liberazione delle donne, ma prima bisognava controllare il territorio militarmente." Come combattere una forza di guerriglia avendo sul terreno un numero di soldati insufficiente? Il problema è lo stesso che si presentò nei momenti successivi l’invasione dell’Irak: Rivista – Ottobre 2009 La 15 Oltrefrontiera di Fabrizio Macrì Spesso sui giornali e nei documenti ufficiali che si occupano di strategie per l’internazionalizzazione e soprattutto di attività promozionali tese al sostegno del Made in Italy nel mondo vengono esposti due ordini di argomenti: si indicano nuovi possibili mercati di esportazione o si indicano nuovi settori di specializzazione. Si parla molto meno di metodo; o meglio al vago ma ripetuto e ormai stucchevole richiamo a “fare sistema” non seguono mai precise indicazioni su come fare, se non generici inviti alla collaborazione che non necessariamente però prevede una razionalizzazione degli interventi ed un aumento quindi della loro efficacia. Non è questa la sede per affrontare il tema della riorganizzazione degli enti preposti alla promozione ed internazionalizzazione del Made in Italy, vorremmo però dare un contributo alle questioni di metodo sui processi di promozione e soprattutto sul modo di andare all’estero delle PMI italiane che nascono da alcune impressioni derivanti dal rapporto diretto e quotidiano con esportatori italiani e controparti estere. Punto di partenza dovrebbe sempre essere la conoscenza del mercato target, o meglio la semplice osservazione della realtà, dei propri interlocutori, dei loro metodi di lavoro, delle notizie riguardanti il paese. La possibilità infatti di concludere un rapporto di affari su un mercato diverso da quello domestico richiede una conoscenza minima dei trend di consumo e domanda che consenta di presentare un prodotto che li assecondi e soprattutto coerente con le aspettative che il consumatore ed il distributore hanno rispetto ad un prodotto italiano: tipicità, qualità, richiami alla tradizione. Questo comporta non sempre un investimento nei settori innovativi ma anche attenzione alle opportunità che si aprono nei settori tradizionali. Sui mercati maturi, come la Svizzera e l’Unione Europea, dove l’Italia indirizza tra il 50 ed il 60% delle proprie esportazioni, spesso i produttori hanno a che fare con mercati in cui i canali distributivi sono saturi e la distribuzione impone le proprie regole. In queste condizioni un’altra scelta che può essere vincente, ma viene spesso trascurata dalle imprese italiane, è quella della promozione al consumo, mirata cioè alla creazione di nuova domanda, di nuovo interesse per un prodotto che altrimenti verrebbe percepito come semplice replica di un simile predecessore già esistente e distribuito. L’imprenditore italiano infatti, per eccesso di concretezza e credendo di ottimizzare le risorse punta sempre e solo al contatto con la distribuzione: il buyer (compratore) presso le fiere italiane, i workshop, le convention, nelle delegazioni è diventata l’oggetto del desiderio delle segreterie organizzative, delle Camere di Commercio e degli imprenditori italiani; in realtà l’importatore estero prima ancora di essere un buyer è uno scouter e cioè uno selezionatore di fornitori, uno che verifica l’offerta e poi con calma valuta se, quando e a quali condizioni avviare un rapporto di affari. Per questo spesso l’introduzione di un nuovo prodotto passando dal semplice incontro con il buyer non è facile e la presenza di un importatore e l’incontro con esso non significa necessariamente l’aumento del proprio volume di Cosa fare come Rivista – Ottobre 2009 La affari. La distribuzione infatti acquista solo quello che riesce a rivendere e spesso l’ennesimo prodotto italiano non viene apprezzato dal consumatore come innovativo o interessante; da qui nasce la necessità di comunicare direttamente con i consumatori, far loro apprezzare la novità, spiegare loro la differenza rispetto ad altri prodotti italiani più conosciuti e creare un bacino di domanda locale che induca il distributore all’acquisto a diventare un buyer appunto. Da qui l’utilità della pubblicità a mezzo stampa o tramite siti specializzati e nel settore alimentare il coinvolgimento della ristorazione nelle iniziative promozionali. Il rapporto diretto con la distribuzione, soprattutto sui mercati ricchi e maturi dell’Europa Occidentale, invece andrebbe approfondito per la promozione e il rafforzamento delle quote di mercato dei prodotti italiani che sono già presenti sul mercato: anche il prodotto già distribuito è Made in Italy. Creare un rapporto di collaborazione con gli importatori che consenta con cadenza regolare di realizzare in partnership iniziative promozionali a vantaggio dei prodotti già distribuiti con il coinvolgimento della clientela dell’importatore stesso (nel caso dell’alimentare si tratta spesso di dettaglianti, ristoratori, consumatori finali). In questa direzione va il lavoro della CCIS teso a creare rapporti sempre più stretti con un vasto gruppo di importatori alimentari che più spesso partecipano alle nostre iniziative e che puntino a diventare veri e propri specialisti del prodotto d’importazione italiano; per la Camera sarebbe un arricchimento anche in termini di monitoraggio del mercato svizzero e accresciuta conoscenza delle dinamiche di funzionamento dei canali distributivi. Conoscenza della domanda quindi, della distribuzione, del consumo e promozione che ne comprenda ed assecondi le tendenza ma che, con azioni mirate al consumo, tenda anche ad influenzarne le dinamiche a proprio vantaggio. Così come è mutevole la domanda, mutevole è anche l’offerta, le caratteristiche ed esigenze cioè delle imprese esportatrici italiane cambiano al mutare delle condizioni di mercato. Per questo negli ultimi mesi l’attività della CCIS ha intrapreso la strada di un sempre più approfondito monitoraggio dell’offerta italiana: questo si traduce in decine di colloqui individuali con le singole PMI appartenenti ai settori dell’artigianato, dell’industria e dei servizi più svariati. Si tratta spesso di microimprese con le esigenze pù diverse tra loro, ma con un’unica grande lacuna in comune: la conoscenza del mercato e delle modalità di accesso ad un primo proficuo contatto con una potenziale controparte commerciale. Al colloquio segue in genere una ricerca individuale di committenti tarata sulle effettive esigenze e disponibilità finanziare dell’azienda “intervistata”. Il servizio è a basso costo, puntuale e offre di solito sbocchi commerciali tangibili; in quest’ottica andrebbe quindi pensata una partnership futura tra CCIE e Desk esteri delle CCIAA (Camere di Commercio Industria, Agricoltura e Artigianato) che consentano alle aziende del territorio appartenenti a tutti i settori di accedere a questi colloqui personalizzati con il personale camerale e a condizioni agevolate ai servizi che ne derivano. 17 WAIT. VINTAGE 1945 «CARRÉE» Cronografo www.girard-perregaux.com Cronografo con ruota a colonne. Movimento meccanico a carica automatica Girard-Perregaux. Cassa in oro rosa. Fondo in vetro zaffiro. G li italiani e gli orologi: una lunga storia d’amore di Franco Cologni * Per le sue tradizioni storiche, culturali e sociali, l’Italia è considerata come un mercato test per l’Alta Orologeria tecnica e preziosa per la quale le statistiche ufficiali svizzere d’esportazione danno un’indicazione di prezzo al pubblico hors taxes che parte da 5.000 Franchi Svizzeri. Al primo semestre 2009 il paese si conferma leader quantitativo al terzo posto fra i territori destinatari del made in Swiss Da quando questo segmento di prodotti, cari e rari al contempo, di Lusso, ha avviato il suo percorso di internazionalizzazione a tappe forzate, negli ultimi dieci anni in particolare, ha trovato in Italia un sostegno di rilevante importanza e significato. Gli orologi tecnici o preziosi che ottengono successo in Italia possono avere la quasi certezza di ottenere un simile riconoscimento anche nel resto del mondo. “È il consenso che fa il principe”, diceva Erasmo. Una massima che si applica molto bene al posto che ormai occupano l’Italia e i suoi illuminati amatori della bella orologeria, considerati in materia come dei veri arbitres elegantiarum. Ci sono diverse ragioni dietro a questo primato. Ragioni in primo luogo culturali. L’Italia, culla del Rinascimento, ha in effetti visto nascere sul suo territorio un gran numero di inventori il cui genio si è applicato a far progredire la scienza orologiera tra il XIV e il XVII secolo. Si pensi, per esempio, a Giovanni Dondi (1318 – 1389) e al suo celebre Astrarium, che necessitò di ben sedici anni di duro lavoro; a Leonardo da Vinci (1452 – 1519) e ai suoi lavori sugli organi di regolazione della forza motrice dei segnatempo; o ancora a Petro Guido, considerato come il primo ad aver realizzato un orologio da polso verso il 1505 sulla base degli orologi portativi; o infine a Galileo Galilei (1564 – 1642) e alla sua scoperta della legge dell’isocronismo delle oscillazioni del pendolo. Questa lista, non certo esaustiva, mostra tuttavia a qual punto l’Italia sia un terreno fertile per l’alta orologeria, visto che la cultura della misurazione del tempo vi è storicamente radicata da secoli. Mi sono fermato alle citazioni storiche delle grandi invenzioni del Rinascimento, ma posso accennare che anche nei secoli successivi l'interesse alla scoperta del Tempo e alle sue misure non è mai venuta meno, ricordando per inciso che oggi la Svizzera beneficia del talento non soltanto dei tecnici (Ingegneri) ma anche dei creativi (Designers). Statistiche eloquenti Nella tabella che segue indico il valore delle esportazioni di orologeria svizzera per paese nelle collezioni che partono da un prezzo al pubblico (a cui aggiungere le tasse locali) di 5.000 Franchi Svizzeri, con una comparazione Gennaio – Giugno 2009, 2008 e 2007. Si può constatare così che l'Italia con i suoi 60 milioni di abitanti resta agevolmente installata al terzo posto nonostante la crisi in corso: rispetto al 2008 la diminuzione è stata del 6%, mentre Hong Kong, che è la piattaforma girevole, verso l'Asia diminuiva del 23%, e gli Stati Uniti (305 mi- Valore totale delle esportazioni (ricalcolato ad un prezzo al pubblico, senza tasse locali, per modelli da 5.000 Franchi Svizzeri per Paese: Gennaio – Giugno 2009,2008, 2007 Paese 2009 Milioni di CHF 2008 Milioni di CHF 2007 Milioni di CHF Variazione 2009/08 2009/07 Variazione Hong Kong Stati Uniti Italia Francia Giappone Germania Singapore Regno Unito Emirati Arabi Cina 791.5 459 326.6 326.3 300.8 236.5 234.7 176.4 175.8 95.4 1’024.6 815.6 347.2 343.4 412.4 266.8 330.4 203 263.8 209.9 812.6 755.6 332.9 239.9 428.8 229.5 222.9 229.7 178.4 99.4 -23% -44% -6% -5% -27% -11% -29% -13% -33% -55% -3% -39% -2% 36% -30% 3% 5% -23% -1% -4% Rivista – Ottobre 2009 La 19 Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch Inutile dire che l’alta orologeria vi trova un posto di riguardo, sia per gli uomini sia per le donne in quanto è indice di qualità personali buone e belle: più di un Borsalino, di una borsetta di Gucci o di un paio di scarpe Tod’s, l’orologio da polso lo testimonia aggiungendovi un valore di durata importante: passa indenne attraverso gli anni e le mode. È facile constatare che il Rolex Oyster per l’uomo… …e il Cartier Tank Française per la donna occupano un ruolo di rilievo nel cuore degli italiani. (Philippe Lacombe © Cartier) lioni di abitanti), al secondo posto, sprofondavano del 44%. È una conferma: la presenza dei modelli made in Swiss di Alta Gamma rimane stabile e forte e, secondo me, anche se questo periodo critico continuerà i valori, che indicano apprezzamento e fiducia, rimarranno consolidati. La domanda, insomma, rimane buona, il cliente fedele. Anche se andiamo a vedere lo stato di salute della distribuzione dell'orologeria di Lusso si assiste presso i rivenditori ad un fenomeno di destoccaggio per mancanza di cash che ha come conseguenza pericolosa la subdistribuzione, lo sconto che può arrivare fino al 25% (e forse di più), e il cosiddetto mercato parallelo. Tale conseguenza può intaccare l'immagine del Marchio e creare confusione presso il cliente. La “bella figura” I riferimenti al patrimonio storico culturale e sociale come “valore” del made in Swiss in Italia, non spiegano tutto. Per gli italiani, come si sarà capito, gli orologi da polso di prestigio non sono solo uno strumento per misurare il tempo: l’acquisto è sempre legato a dei valori tecnici ed estetici che ne fanno un oggetto prezioso, artistico, che corrisponde a precisi codici personali. E qui non stiamo parlando di un fenomeno di moda, dove l’orologio diventa presto l’espressione ostentata di una volontà di apparire: il fenomeno è nettamente più profondo perché permette di mettere in scena, e in qualche misura di incarnare, i codici genetici più personali. Quando un italiano porta al polso un orologio lo vede come un prolungamento evidente dei suoi gusti, delle sue preferenze, del suo carattere, in una parola – della sua personalità. Come si dice “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, altrettanto si può dire, guardando l'orologio del vicino, “dimmi che orologio portai e ti dirò chi sei”. L’italiano con la coppola, il pizzaiolo e il suonatore di mandolino, sono dei clichés che ormai da decenni hanno fatto il loro tempo. Ma il discorso dell’italiano che ama fare “bella figura” è diverso: qui si tratta di una vera filosofia di vita che considera la componente estetica, cioè lo stile e il buongusto come un valore fondamentale e intramontabile. Rivista – Ottobre 2009 La Dei collezionisti a profusione Non si deve comunque limitare l’amore degli italiani per la bella orologeria soltanto a questi fattori. Se il Paese detiene un tale primato nell’universo delle Maison del settore, è anche perché le reti di distribuzione si sono diffuse in tutta la Penisola al punto che ogni amatore può trovare un rivenditore autorizzato di sua scelta in una qualunque città di una certa importanza, che oltretutto offre un servizio di ottimo livello alla clientela. Le prima generazione dei Vacheron Constantin, per esempio, aveva già compreso l’importanza del mercato italiano in quanto – e siamo nella seconda metà del 1700 – in carrozza attraversava le Alpi, rischiando valanghe e briganti, per mostrare e vendere ai clienti italiani i suoi modelli, che avrebbero poi fatto il giro del mondo. E sempre in Italia, numerosi sono i collezionisti veramente importanti. Conosco personalmente un amatore di orologi da polso che possiede circa 400 modelli Cartier del periodo Art Déco soltanto in oro bianco! Non solo una fortuna, ma anche una testimonianza forte di una ricerca lunga e puntigliosa. E che dire della collezione di Davide Blei, una delle più belle dell’universo Rolex, recentemente messa all’asta? Ai grandi collezionisti corrispondono poi degli aficionados che si appassionano in particolare a un modello o a una marca, e che contrariamente ai loro “correligionari” che tesaurizzano le perle negli scrigni, non esitano a mostrare con orgoglio i cinque o sei pezzi di cui vanno fieri. Non c’è dubbio: questa infatuazione è contagiosa quanto l’influenza N1H1, di cui oggi tanto si parla. Lasciare che il tempo prenda le misure Ora, so bene che mi chiederete quali siano gli orologi che riscuotono il maggior successo presso gli estimatori della Penisola. Il ruolo dell’arbitro in materia non mi compete di certo, vista la mia posizione di Presidente della Fondazione dell’Alta Orologeria, ma è facile constatare che il Rolex Oyster per l’uomo e il Cartier Tank Française per la donna occupano un ruolo di rilievo nel cuore degli italiani che amano i begli orologi. Ma non potremmo certo limitare l’alta orologeria a questi due modelli. Fate una passeggiata, date un’occhiata alle vetrine nelle più belle strade e città italiane, e lasciatevi tentare dagli orologi che mostrano la bellezza dell’ora, e quindi l'eternità del Tempo, come un Picasso ci mostra la perennità dell’arte. * Presidente della Fondazione dell’Alta Orologeria 21 L Il programma Arte e cultura dell’impresa in Svizzera a crisi finanziaria internazionale: le ragioni tecniche e culturali A Ginevra e Losanna le conferenze inaugurali del professor Roberto Ruozi Come annunciato ne La Rivista del mese di giugno 2009, l’Institut suisse de brainworking ha inauguato il suo programma Arte e cultura dell’impresa invitando il professor Roberto Ruozi, il 15 giugno 2009 a Ginevra e il 16 giugno 2009 a Losanna, a tenere una conferenza pubblica intitolata «La crisi finanziaria internazionale: le ragioni tecniche e culturali». Questo avvenimento ha riunito più di 200 participanti e invitati, tra cui impreditori e rappresentanti degli interessi dell’economia italiana in Svizzera di Ingrid Portner e Ruxandra Stoicescu* 1 Roberto Ruozi, Dr Jekyll e Mr Hyde , Ed. Spirali (2008). 22 A Ginevra come a Losanna, François Keller, presidente de l’Institut suisse de brainworking e Enrica Ferri, imprenditrice culturale e responsabile del programma Arte e cultura dell’impresa hanno proposto al professor Roberto Ruozi d’abbordare i temi della sua conferenza, legati a delle questioni culturali. Inoltre, Marilena Berardo, responsabile dell’ufficio di Ginevra della Camera di commercio italiana per la Svizzera, Alberto Colella, Console generale d’Italia a Ginevra e Adolfo Barattolo, Console generale d’Italia a Losanna hanno sottolineato gli aspetti culturali e le implicazioni delle imprese italiane in Svizzera. L’avvenimento è stato declinato in una serie d'altri appuntamenti tenuti dal professor Roberto Ruozi, Enrica Ferri e François Keller presso il Club Svizzero della Stampa e diversi media locali, oltre a quotidiani e i principali canali radio della regione lemanica. Questi scambi con i giornalisti hanno riguardato il senso e l'importanza di questo avvenimento, la sua logica nell’ambito del programma proposto da l’Institut suisse de brainworking, nel contesto della crisi attuale, che propone d’elaborare dei nuovi modelli d'affari. Il professor Roberto Ruozi con il suo racconto e le sue risposte alle numerose domande del pubblico e dei giornalisti, ha proposto una lettura della crisi finanziaria internazionale, sottolineando tra l’altro la contraddizione tra un intervento massivo attuale dello stato e, in precedenza, una tendenza generale della sua riduzione nell’economia. Questa questione è stata abbordata dal professor Roberto Ruozi mettendo in gioco le figure di Dr. Jekyll e Mr. Hyde1. Il professor Roberto Ruozi ha notato che la crisi era inevitabile, inerente a un sistema dove l’offerta superava la domanda e che credeva che il mercato avesse risposte a tutto. Essa è stata accelerata da un comportamento a rischio che si è rivelata essere una corsa al successo. Delle cause tecniche e culturali hanno superato questo ciclo dell'economia reale creandone in modo brutale e globale una nuova crisi finanziaria internazionale. Con i loro comportamenti, alcuni dirigenti e attori economici hanno abbandonato la via tradizionale della gestione per una corsa al profitto a breve termine, e violato deliberatamente le regole elementari della gestione finanziaria preferendone la redditività attraverso la speculazione. Si è anche insistito sulla riforma del sistema finanziario che passa sia attraverso i dirigenti politici che gli attori economici globali e individuali, tra cui i tops managers e i consigli d’amministrazione delle società. Il programma Arte e cultura dell’impresa La conferenza del professor Roberto Ruozi ha messo in evidenza molti elementi — i comportamenti a rischio, la corsa al successo, la gestione esclusiva del breve termine — che saranno ripresi con il programma Arte e cultura dell’impresa, da ottobre 2009 sino a fine 2010. La conferenza del 15 e del 16 giugno 2009 sarà pubblicata nel libro Arte e cultura Rivista – Ottobre 2009 La Ginevra, Société de Lecture, 15 giugno 2009 Da sinistra a destra: François Keller, Marilena Berardo, Roberto Ruozi, Enrica Ferri, Alberto Colella. dell’impresa (fine 2010) integrando la testimonianza di dieci imprenditori della Svizzera romanda. A Ginevra come a Losanna, François Keller ha precisato che con il brainworking è questione di direzione e di management di progetti, come anche della valorizzazione del rischio d’impresa. Uno degli apporti del brainworking è di declinare dei valori, degli insegnamenti, un profitto di salute e un’integrità nel e per l’impresa. L’imprenditore ha bisogno di valorizzare i dispositivi di comunicazione in particolare narrativi e editoriali, per la riuscita e la qualità del business. É la proposta che l’Institut suisse de brainworking costruisce con il programma Arte e cultura dell’impresa. Presentando i dispositivi previsti da questo programma, Enrica Ferri ha esposto in cosa l’arte e la cultura dell'impresa è una proposta che contribuisce al modo d’intraprendere e allo sviluppo degli affari. Con arte, occorre intendere arte di fare, arte dell’intelligenza, introducendo l’immagine, altre idee e valorizzando qualche cosa che non è li in quanto visivo rispetto all’impresa e ai prodotti ch’essa fabbrica e commercializza. Con questo programma, il rischio è considerato come indispensabile alla riuscita e da delle occasioni d’investimenti e di battaglie. Come l'ha rilevato il professor Roberto Ruozi, le testimonianze di dieci imprenditori che si disporranno sotto forma di laboratori editoriali, presenteranno le condizioni della riuscita di un’impresa, proveniente dall’esperienza e dalla trasmissione attraverso il racconto. Metteranno in valore l’arte e la cultura del fare, la valorizzare la memoria e contri- Rivista – Ottobre 2009 La Losanna, Aula des Cèdres, 16 giugno 2009 Da sinistra a destra: François Keller, Marilena Berardo, Roberto Ruozi, Enrica Ferri, Adolfo Barattolo. buiranno a instaurare La scuola narrativa degli imprenditori. L’Agenda Con lo slancio dato dalla conferenza e l'interesse dei nostri partenaires come il GEI, la Camera di commercio italiana per la Svizzera, e la rete consolare italiana in Svizzera, il programma Arte e cultura dell’impresa proseguirà dal mese d’ottobre 2009, proponendo sino a dicembre 2009 tre primi laboratori editoriali, in occasione dei quali interverranno degli imprenditori del Vallese, del Cantone di Vaud e del Cantone di Ginevra. Questa prima parte sarà anche l’occasione di costruire e di mettere in opera dei progetti pilota, sia per i privati, che per delle imprese in costituzione e delle società, nell’ambito di seminari che saranno tenuti nell’intervallo dei laboratori editoriali, durante l’autunno 2009 (vedere il riquadro). *Traduzione dal francese: Ambrogio Farina Agenda 2009 del programma Arte e cultura dell’impresa Laboratori editoriali Enrica Ferri invita alla testimonianza : • Marie-Françoise Perruchoud-Massy, Direttrice del- l’Istituto Economia & Turismo della Haute Ecole Valaisanne, il 26 ottobre 2009, sul tema L’intersettorialità: turismo, economia, banca • Riccardo Piunti, Presidente amministratore delegato di Agip Svizzera, il 16 novembre 2009, sul tema La multinazionale e le implicazioni per la Svizzera • Philippe Chevrier, Chef e imprenditore, il 7 dicembre 2009, sul tema L’arte del dettaglio e l’imprenditoria Seminari: 23 novembre 2009, 14 dicembre 2009 Iscrizioni e informazioni: www.brainworking.ch 23 Convenzioni Internazionali Nell’ambito delle procedure di sistemazione familiare (essenzialmente connesse a temi ereditari) assumono una grande importanza delle strutture che sono di fatto nel pieno controllo del soggetto fondatore ma che vengono amministrate da soggetti terzi consentendo una separazione legale di quanto conferito dal patrimonio del soggetto fondatore e la imputazione del rapporto proprio a queste strutture (tipicamente il trust ma certamente più conosciuta è la fondazione). di Paolo Comuzzi corporate entity is exempted from corporate income tax in the hands of the private foundation. (In Austria dividend income received by a resident corporation from a non-resident corporation is only exempted from corporate income tax if certain strict criteria can be met with regard to percentage ownership of the company and the time that the shareholding has been owned). However, the international participation exemption for dividend in- Le Fondazioni private in Austria: uso e convenzioni contro le doppie imposizioni Le fondazioni previste nell’ordinamento austriaco (nate con una legge del 1993 e che oggi sono circa 2500) si presentano come delle entità che sono atte a svolgere questo ruolo in quanto presentano caratteristiche che possono consentire di evitare aggravi tributari nell’ambito di quelle che sono le convenzioni contro le doppie imposizioni e sono anche flessibili essendo lecita la loro revoca se viene prevista nel documento che porta alla loro costituzione. Certamente questa attrazione nell’ambito della pianificazione di carattere familiare (ed infatti le banche quando le studiano indicano bene come motivo di implementazione quello della “ … a) protection against fragmentation of family estates …; b) prevention of disputes over inheritance; …c) absence of descendants …” viene certamente meno se per queste strutture vi fosse una struttura fiscale di svantaggio ed incapace di consentire quel realizzarsi di una unica imposizione (o di impedire una doppia tassazione) ovvero di fatto una struttura che negasse qualsiasi utilizzo della normativa convenzionale a queste strutture. Commenti Con riferimento agli aspetti fiscali possiamo dare precisa indicazione che la dottrina tributaria che si è occupata dell’argomento ha evidenziato che “ … Private foundations are considered corporate entities for tax purposes and therefore subject to corporate income tax at the standard rate. However unlike other corporations they benefit from a number of fiscal advantages: ..:” 1. Dividend Income: Dividend income received by a private foundation on a shareholding held in a resident or non-resident 24 come is only applicable in cases in which foreign withholding taxes have not been reduced under a tax treaty. 2. Interest Income and Capital Gains: Interest income from bank deposits, bonds or mutual funds as well as capital gains from the disposal of substantial shareholdings, i.e. 1% or more, are subject to a 12.5% tax rate (at the time of writing). Such tax will be credited against withholding tax on distributions to beneficiaries. (In Austria capital gains are taxed as corporate income and resident corporate entities are not exempted from corporate income tax on the profitable disposal of shares in a resident entity). 3. Income distributed by the private foundation is currently subject to a final withholding tax of 25% whether the recipient is an individual or a corporation, and this may be reduced by tax treaties. Thereafter no taxes are payable by the recipient. If however the recipient is an individual with a lower marginal tax rate part of the withholding taxes may be re-claimed. Where the recipient is a corporate entity no reclaim can be made but taking into account the rate of corporate income tax and the fact that no more taxes will be levied on the income distributed, this fiscal treatment potentially represents a substantial fiscal concession Come si vede la fondazione privata di diritto austriaco è considerata una società ai fini delle imposte sul reddito e quindi ha titolo per usare delle convenzioni contro le doppie imposizioni. In aggiunta, la fondazione messa alla testa di un gruppo, procede accumulando (mediante Rivista – Ottobre 2009 La il passaggio attraverso una subholding) la cassa del gruppo e quindi trasferendo la stessa agli azionisti (che possono essere anche residenti esteri con il beneficio della convenzione contro le doppie imposizioni). E’ proprio tenendo conto di questi elementi che possiamo affermare che si tratta di una struttura che dal punto di vista fiscale presente aspetti di grande flessibilità mentre dal punto di vista legale la dottrina ha avuto cura di indicare che sussiste una flessibilità altrettanto importante (che in questa sede non andiamo a descrivere in modo compiuto). E’ vero che i due termini “fondazione” e “privata” sono due termini che dovrebbero essere antitetici in quanto il vero e primario scopo della fondazione è quello di procedere con la distribuzione del provento ai fini del cd interesse pubblico ma resta che nell’ordinamento austriaco (seppur con qualche critica) questo tipo di istituto viene piegato anche a interessi pienamente privati quali sono quelli del fondatore (in primis anche la erogazione di una forma garantita di reddito ai figli e / o parenti senza per questo consentire la loro intromissione nella gestione della società). E’ del tutto evidente agli esperti che la fondazione privata di diritto austriaco è il cugino, nell’ambito della normativa di civil law, di quello che è il trust nella normativa di common law con la differenza che per questa entità (la fondazione) la normativa è assolutamente certa e definita e che una eventuale contestazione avviene nell’ambito di una sistema giuridico “certo” e comunque ben noto (vedasi quanto pubblicato in Tax Journal 18 settembre 2000), proprio un testo nel quale si indica con chiarezza il framework legale in cui si muove la private foundation austriaca. Appare del tutto evidente che la private foundation si pone come una precisa alternativa ben strutturata ad altre forme di “blocco” del patrimonio familiare (come è la fondazione del Lichtenstein) in quanto la stessa si colloca anche in uno Stato pienamente parte della Unione Europea e che non presenta alcun carattere di “paradiso fiscale” come invece avviene per i suoi vicini (Lichtenstein) le cui strutture sono note ma anche molto criticate. Sul piano legale la fondazione necessità di una Board of Directors di almeno 3 persone e di auditors mentre sono facoltativi advisory Board e Supervisory Board e deve essere posta in essere mediante una dichiarazione da rendere avanti ad un Notaio Austriaco con indicazione dello Statuto che si vuole dare alla stessa e degli scopi che si intendono raggiungere (che non posso ovviamente essere contrari alla morale ed al cd ordine pubblico). La fondazione è una persona giuridica senza azionisti ma che appartiene a se stessa e che nessuno (tolto il fondatore) può “sciogliere” e / o mutare nel corso del tempo. Conclusione E’ del tutto evidente che la fondazione privata di diritto austriaco presenta quei caratteri di flessibilità legale e di vantaggiosità fiscale che le rendono uno strumento importante nell’ambito della pianificazione fiscale internazionale e per la sistemazione di quote importanti del patrimonio familiare. In questo senso una struttura che la inserisca alla testa del gruppo (ovviamente seguendo tutte le norme legali italiane) si presenta atta a proteggere il gruppo stesso da quelle controversi che potrebbero minare l’andamento industriale e quindi la sua solidità futura. Incontro d’affari italo-svizzero Nell’ambito delle manifestazioni del centenario della Camera di Commercio per la Svizzera (CCIS), il prossimo Déjeuner Italo-Suisse luogo giovedì 22 ottobre 2009 alle ore 12.00 presso il «Zunfthaus zur Meisen», Münsterhof 20, Zurigo Ospite d'onore M. Alessandro Profumo - CEO del Gruppo UNICREDIT Titolo dell’intervento: «Superare la crisi: il ruolo delle banche nel rilancio dell’economia» Informazioni e iscrizione: Camera di Commercio per la Svizzera - Seestrasse 123- 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 -E-mail: [email protected] www.ccis.ch Rivista – Ottobre 2009 La 25 Zurigo Compagnia di Assicurazioni SA 126 Help Point. 126 argomenti per la vostra assicurazione di veicoli a motore. Informatevi ora e chiamateci subito! 044 387 73 50 Zurich HelpPoint ® è al vostro fianco quando avete bisogno di qualcosa di più di una semplice assicurazione. 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Nelle brevi motivazioni la sesta sezione penale società di Milano coinvolta in una bancarotta a pagare 11.400 euro alla controparte per «responsabilità aggravata» nella presentazione del ricorso in Cassazione. Il Giudice Fausto Izzo, relatore della sentenza 4829, precisa che il ricorso oltre ad avere «omesso negligentemente la formulazione dei quesiti di diretto», cioè gli interrogativi ai quali la Corte avrebbe dovuto rispondere, «si limita a riproporre le questioni di merito» già decise dai giudici d’appello e inoltre, conclude il giudice, solleva «censure del tutto generiche ed inidonee ad evidenziare profili di erroneità della sentenza impugnata». In pratica, un esempio di ricorso che, una volta introdotto il «filtro» previsto dalla riforma, sarebbe dichiarato inammissibile prima ancora di essere esaminato. La Cassazione infligge un duro colpo alle indagini della polizia nelle quali sono coinvolti i clandestini. Acquisiscono automaticamente il diritto ad essere espulsi se la condanna, che dovrebbero scontare in Italia, non supera i due anni. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Suprema Corte che ha accolto il ricorso di un immigrato coinvolto in un’indagine della polizia sul traffico di stupefacenti e condannato a pochi mesi, che aveva invocato il diritto ad essere espulso per non scontare il carcere qui da noi. Insomma, lo straniero si era visto rigettare dal Magistrato di sorveglianza di Firenze la richiesta di applicazione del decreto di espulsione come sanzione sostituita della detenzione. Secondo il giudice, infatti, già il Pm del Tribunale di Trieste aveva negato il nulla osta all’allontanamento, perché era in corso un’indagine sul traffico di stupefacenti che coinvolgeva l’immigrato, raggiunto da un decreto di custodia poi revocato dal Giudice del riesame. Contro queste disposizioni l’uomo ha fatto ricorso in Cassazione e lo ha vinto. Il Collegio di legittimità ha ritenuto legittima la richiesta del clandestino ad essere espulso, sottolineando che in questi casi siamo nel campo «delle misure alternative alla detenzione». Ora gli atti sono stati rimessi al Magistrato di sorveglianza di Firenze perché riesamini il caso. Questo perché, motivano i giudici di legittimità nella sentenza, «se lo straniero versa nelle condizioni di legge per poter usufruire della sanzione alternativa dell‘espulsione e debba scontare una pena detentiva anche residua non superiore a due anni per un delitto lieve, questi diventa titolare di un diritto ad essere espulso con esclusione di qualsiasi potere discrezionale del giudice di merito circa la sua concedibilità o del potere del pm a rilasciare il nulla osta». Ma non basta. La sanzione sostitutiva dell’espulsione, anche se diversa dalle misure alternative al carcere che puntano al reinserimento del condannato, ha lo scopo di «deflazionare la popolazione carceraria», scrive la Cassazione, «allontanando dal territorio dello Stato quegli Uso personale di droghe leggere Clandestini: espulsione alternativa alla condanna Studiare in un altro Stato europeo precisa che la riforma legislativa «non ha introdotto nei confronti dell‘imputato che detiene un quantitativo di sostanza stupefacente in quantità superiore ai limiti massimi indicati con decreto ministeriale né una presunzione, sia pure relativa, di destinazione della droga detenuta ad uso non personale, né un‘inversione dell‘onere della prova». In altre parole non è sufficiente un solo parametro che viola la legge, come il superamento della soglia, per arrivare a una condanna per spaccio: «i criteri indicati nella fattispecie per apprezzare la destinazione ad uso non elusivamente personale costituiscono criteri probatori che non possono essere considerati singolarmente e isolatamente, sicché non è sufficiente la sussistenza di uno solo affinché la condotta di detenzione sia penalmente rilevante». Insomma, i giudici di Piazza Cavour hanno condiviso il verdetto del Gup che aveva assolto il pastore perché aveva «valutato come plausibile la tesi difensiva in base alla quale i 38 grammi di hashish erano la precostituzione di una scorta per uso personale da parte dell‘imputato, abituale assuntore di droghe leggere, al fine di consumo personale nel lungo periodo di permanenza solitaria in campagna e in montagna, ove doveva recarsi per le attività connesse alla transumanza di greggi di pecore». Multe per ricorsi senza validi motivi Multe salate dalla Cassazione per chi fa ricorso senza validi motivi. La Corte, in qualche nodo anticipando il ddl di riforma della giustizia civile che introduce il cosiddetto filtro per i ricorsi in Cassazione, ha deciso di sanzionare duramente chi «scomoda» la Suprema Corte soltanto per perdere tempo e, magari, allontanare nel tempo un’eventuale sentenza sfavorevole. I giudici della prima sezione civile, utilizzando una norma già presente nel nostro ordinamento dal 2006, hanno perciò condannato l’amministratrice di una Rivista – Ottobre 2009 La 27 stranieri, non appartenenti alla Comunità Europea, che non sono in regola col permesso di soggiorno, purché si tratti di pene contenute (inferiori a due anni) e non siano di particolare gravità. Vi è, dunque una sorta di rinuncia da parte dello Stato alla pretesa punitiva a fronte del vantaggio immediato di evitare un sovraffollamento del circuito carcerario». Niente multe dagli ausiliari del traffico Addio multe per divieto di sosta sollevate dagli ausiliari del traffico. D’ora in avanti, i vigilini potranno solo fare il verbale per il mancato pagamento del pedaggio o per altre infrazioni commesse rigorosamente dentro «gli spazi distinti con strisce blu». Mentre prima potevano contestare le infrazioni commesse entro tutta l’area di concessione del parcheggio a pagamento. Un nuovo paletto ai poteri degli ausiliari del traffico è stato sancito, questa volta, dalle sezioni unite civili della Corte di Cassazione che hanno risolto una questione molto discussa dalla giurisprudenza che aveva prodotto diverse e, a tratti fantasiose, interpretazioni. Ecco il nuovo principio messo nero su bianco dal massimo consesso di Piazza Cavour: «Le violazioni in materia di sosta che non riguardino le aree contrassegnate con le strisce blu e/o da segnaletica verticale e non comportanti pregiudizio alla funzionalità delle aree distinte come sopra precisato, non possono essere legittimamente rilevate da personale dipendente delle società concessionarie di aree adibite a parcheggio a pagamento, seppure commesse nell‘area oggetto di concessione». I figli devono portare il cognome paterno anche se il comportamento di 28 papà è discutibile. La Cassazione ha respinto la richiesta di una madre che avrebbe voluto «cancellare» l’ex marito anche dalla «carta d‘identità» della sua bambina, costretta a fare i conti con un padre che non si è mai fatto vivo. I giudici della prima sezione civile però ricordano che per i figli nati dal matrimonio, o una volta avvenuto il riconoscimento per i figli naturali, viene a concretizzarsi l’assegnazione ai bambini del cognome del padre. Non basta che il genitore poi non si sia fatto più vivo, sul piano affettivo e umano, per sostituire il cognome con quello della madre. Amnesia conveniente L’automobilista che dichiara tempestivamente alla polizia di non ricordare chi era alla guida del proprio veicolo non può essere multato per la propria amnesia. Lo ha ribadito il Giudice di Pace di Lecce con la sentenza. Un conducente ha ricevuto la notifica postale di una multa che prevede anche la decurtazione di punteggio a carico dell’effettivo trasgressore. Il proprietario del veicolo, non ricordando chi era alla guida del mezzo, ha comunicato all’organo di polizia stradale di non essere in grado di identificare l’effettivo conducente. Contro la conseguente sanzione pecuniaria di 250 euro, confermata dalla Prefettura, l’interessato ha proposto ricorso al Giudice di Pace che ha annullato la multa. Nulla può rimproverarsi, specifica infatti la sentenza, «a colui che in buona fede, a distanza di mesi dall‘accertamento non sia in grado di ricordare a chi aveva consentito l‘uso della propria autovettura». Rivista – Ottobre 2009 La … E SOPRATTUTTO … Gli obiettivi di politica sociale sono le legittime finalità che giustificano le deroghe al divieto delle discriminazioni fondate sull’età. È quanto chiarisce la Corte di Giustizia dell’Ue nella sentenza alla causa C-388/07, spiegando in particolare le condizioni in base alle quali gli Stati membri possono autorizzare il licenziamento dei lavoratori per collocamento a riposo (pensionamento). Le norme di riferimento sono la direttiva 2000/78 che vieta le discriminazioni fondate sull’età nell’occupazione e nel lavoro. Secondo la Corte Ue, che con la sentenza decide una causa dell’alta corte inglese, una normativa nazionale può prevedere, in via generale, che tale genere di disparità di trattamento fondata sull’età sia giustificata qualora costituisca un mezzo proporzionato per conseguire finalità legittime di politica sociale connesse alla politica del lavoro, del mercato del lavoro o della formazione professionale. In tal caso, dunque, spetta al giudice nazionale verificare se la normativa risponda o meno a tale finalità e se i mezzi prescelti sono appropriati e necessari alla realizzazione della stessa. Studiare in un altro Stato europeo per un periodo inferiore a tre mesi (ad esempio per seguire corsi di lingue), non comporta alcun problema: è sufficiente essere in possesso di una carta d’identità o di un passaporto validi. Lo ricorda la Commissione CE in una guida dedicata allo studio e alla formazione nei Paesi della Ue, aggiungendo che se il corso di studio ha una durata superiore a tre mesi, il cittadino proveniente da un altro Paese UE deve soddisfare alcune condizioni per poter beneficiare del diritto di soggiorno e cioè: essere inserito in un istituto di insegnamento riconosciuto; essere coperto da una adeguata assicurazione malattia; disporre di ricorse sufficienti per non gravare sull’assistenza sociale del Paese ospitante. A queste condizioni viene rilasciata una carta di soggiorno valida per tutto il periodo della formazione, ma, se scaglionata su vari anni, la carta dovrà essere rinnovata annualmente. La Commissione CE ricorda anche che non esistono ancora disposizioni comunitarie che impongano il riconoscimento accademico dei diplomi nella UE, in quanto ogni Stato membro è responsabile del contenuto e della struttura del suo sistema educativo. Per ottenere il riconoscimento ci si può informare presso i Centri Nazionali di informazione sul riconoscimento accademico (NARIC) presenti in ogni Stato membro, che formano una rete in grado di assicurare agli studenti tutte le informazioni necessarie e consigli sui problemi del riconoscimento accademico dei diplomi e sui periodi di studi passati in altri Stati. Tavolo lean in combinazione con BMBox. ,AVOSTRALINEACHIARA ci trovate presso: Rivista – Ottobre 2009 La )NTERSITAG"UROROY3! Route de Lyon 55, 1203 Genève Tél: 022 339 08 88, [email protected], www.intersitag.ch 29 La nostra partnership con l’Osec ha un solo obiettivo. Il vostro successo all’estero. Il Credit Suisse è orgoglioso di annoverare l’Osec tra i propri partner ufficiali dal gennaio 2009. Insieme, sosteniamo voi e la vostra impresa nella creazione e nello sviluppo di tutte le attività internazionali. Per sapere come, chiamate lo 0800 88 88 73 oppure visitate il sito www.credit-suisse.com/pmiinternational Nuove Prospettive. Per Voi. Benchmark di Nico Tanzi Se state leggendo quest’articolo ci sono buone probabilità che siate una delle 250 milioni di persone che hanno un profilo su Facebook. Probabilmente vi siete avvicinate a Facebook per caso, per gioco, per avere un canale in più di contatto con i vostri amici. Di sicuro, almeno fino a pochi mesi fa, né voi né nessun altro (o quasi), entrando in contatto con l’universo “Fb”, si sarebbe immaginato di avere davanti non un semplice “social network” – vale a dire una rete sociale che mette potenzialmente in contatto fra loro individui di tutto il mondo – ma una delle possibili vie d’accesso per il web di domani. Oltre Facebook: un mondo di “amici” nel web di domani Ma partiamo dall’oggi, e dal modo in cui l’intera attività di navigazione su internet è organizzata. Oggi la stragrande maggioranza degli utenti della rete, per individuare contenuti, informazioni e siti di ogni genere sul web, utilizza Google. Il celebre motore di ricerca, che si prefigge di “organizzare le informazioni di tutto il mondo”, è per chiunque il punto di partenza della ricerca su internet. Un punto di partenza imprescindibile, per la sua capacità di scandagliare miliardi di pagine web, indicizzarle secondo complessi algoritmi e proporre i risultati in elenchi ordinati di link. Quella di Google è una ricerca neutra, costruita – appunto – sulla base di parametri matematici, e basata, per stabilire l’utilità e l’affidabilità di una certa pagina, sul numero di persone che a loro volta l’hanno trovata utile e quindi l’hanno “linkata” al proprio sito. Una ricerca neutra: priva, appunto, di influenze “soggettive” di alcun genere. Ma per qualcuno proprio questo, che di primo acchito sembrerebbe la migliore garanzia di qualità per le informazioni cercate, potrebbe essere il punto debole di Google. Un vero e proprio tallone d’Achille, per il più grande protagonista del mondo di internet. Che per la prima volta, dopo che negli ultimi anni si era profilato come un colosso inattaccabile, comincia a temere che il futuro gli riservi sorprese poco gradite. Sorprese che potrebbero arrivare, guarda caso, proprio da Facebook. Un impero guidato da un ragazzo di venticinque anni, Mark Zuckerberg, insopportabilmente presuntuoso, ma il cui arsenale è fornito di armi a dir poco micidiali. Rivista – Ottobre 2009 La Cos’ha Facebook dalla sua di così potente da far tremare il colosso Google? E, detto per inciso, da indurre un altro colosso come Microsoft a offrire qualcosa come 240 milioni di dollari per acquisirne una quota di appena l’1,6 per cento, di fatto stimando il valore di Facebook sui 15 miliardi di dollari? L’arma segreta – si fa per dire – di Facebook è, detto in una sola parola, la personalizzazione. Lo riassume efficacemente Fred Vogelstein in un bell’articolo (da cui ho “rubato” molti dei dati citati in questa pagina) pubblicato dalla rivista Wired: “Facebook immagina un web più personalizzato, umano, in cui la rete di amici, colleghi e familiari è la fonte primaria di informazioni proprio come lo è nella vita di tutti i giorni. Zuckerberg prevede che gli utenti per trovare un dottore, o la macchina fotografica migliore, o per assumere qualcuno, interrogheranno il suo social network piuttosto che rivolgersi all’algida matematica di Google. È un ripensamento radicale del nostro modo di navigare online che piazza Facebook al centro: in altre parole, lo mette proprio dove ora sta Google”. Come è facile immaginare, è una rivoluzione senza precedenti quella che avverrebbe se davvero si tradurranno in realtà i piani del giovane patron di Facebook. Il quale – ancora un dato per rendere ancor meglio l’idea di ciò che sta accadendo – aveva mostrato già due anni fa di avere le idee chiare su dove voleva arrivare, rimandando al mittente un’offerta di acquisto della sua società da parte di Yahoo. Sull’assegno, rimandato al mittente, gli zeri erano nove. Gli esiti della sfida a distanza fra Facebook e Google, in ogni caso, sono tutt’altro che scontati. Zuckerberg ha provato più volte in passato ad “infilare” fra le pieghe del suo sito pubblicità mirate, utilizzando le informazioni personali che, peraltro, ciascun utente, creando il proprio profilo, dichiara di cedere senza condizioni a Facebook: una sostanziale, sebbene non formale, violazione della privacy degli utenti che questi ultimi, protestando energicamente, hanno mostrato di non gradire affatto. D’altra parte, Zuckerberg non potrà che riprovarci, magari in forme più “sottili” e più “digeribili”: in palio, infatti, c’è il mercato pubblicitario più appetitoso, quello delle grandi marche che finora hanno destinato a internet appena il 10 per cento dei 550 miliardi di dollari del loro budget. Una percentuale che potrebbero crescere sensibilmente, se davvero le “big brand” avranno la possibilità di raggiungere gli utenti non solo nel luogo in cui essi soggiornano più volentieri (Facebook e i siti collegati) ma anche offrendo esattamente i prodotti e i servizi che essi hanno voglia di comprare. Affaire à suivre. 31 Cio’ che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome: Fair-Relationship-Banking. Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro dell’attenzione»: cosa significa concretamente questa frase? E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione», fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna? Da 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza molto rilevante. Fair-Relationship-Banking è ciò che i clienti possono chiederci e che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere diverso il Private Banking. Per ulteriori informazioni > www.finter.ch Fair-Relationship-Banking Sede centrale: Finter Bank Zürich AG Claridenstrasse 35 CH-8002 Zürich Sedi e Affiliata: Lugano, Chiasso, Nassau Bahamas Assicurazione vita: FinterLife Vaduz Liechtenstein dal 1958 Angolo Fiscale di Tiziana Marenco Con le remunerazioni differite, la FINMA intende introdurre un elemento di remunerazione variabile per il quale i collaboratori acquistano un diritto esigibile solo allo scadere del termine di blocco e il cui valore oscilla durante lo stesso periodo a dipendenza del successo economico dell'istituto, del comportamento e delle prestazioni del collaboratore e, indirettamente, delle condizioni di mercato in generale. Queste componenti remunerative, secondo le direttive della FINMA, devono essere esposte anche a rischi che si verificano dopo la loro attribuzione. La FINMA appoggia inoltre apertamente l'introduzione di sistemi di "claw-back" o "malus" secondo i quali la remunerazione può essere interamente o parzialmente revocata sino alla scadenza del periodo di blocco. possono essere tassate solo allo scadere o alla soppressione del periodo di blocco, cioè al momento dell'acquisizione del diritto. Va da sé che anche il loro valore fiscale dovrà essere determinato nel medesimo momento. Il periodo di blocco previsto dalla FINMA si sovrappone anche a eventuali periodi di blocco previsti per azioni o opzioni di collaboratori che fanno parte del basket di remunerazione differita del collaboratore, le quali potranno eventualmente ritardare ulteriormente il momento della tassazione ma non anticiparlo. Mentre per queste prima della crisi finanziaria si riteneva preferibile una tassazione al momento dell'attribuzione al fine di ridurre la base imponibile, non sarà più possibile giustificare sotto il nuovo regime che "blocca" an- Fiscalità dei “Sistemi di remunerazione” Osservazioni critiche al progetto di circolare FINMA (seconda parte) A mente della FINMA il periodo di blocco ha priorità anche nei confronti della fine di un rapporto di lavoro, che secondo le regole classiche del diritto delle obbligazioni renderebbe invece imperativamente esigibili tutte le pretese derivanti dal rapporto contrattuale. Secondo i principi del diritto civile e fiscale, le condizioni FINMA relative al blocco della remunerazione differita impediscono la costituzione di un diritto esigibile, ragion per cui la remunerazione differita costituisce, in forza delle numerose condizioni dipendenti sia dalla situazione dell'impiegato che da quella del datore di lavoro e dei mercati che possono in ogni momento impedire o limitare l'acquisizione del diritto, una semplice aspettativa sino allo scadere del periodo di blocco. A mente della scrivente tale periodo di blocco si distingue anche dalle disposizioni di blocco previste nei programmi classici di partecipazioni per collaboratori, essendo queste ultime piuttosto un attributo tecnico della partecipazione che può influenzare il valore della stessa secondo le teorie di valutazione classiche (Black Scholes etc.), senza mettere in discussione l'acquisizione della partecipazione avvenuta in via definitiva al momento dell'attribuzione. Secondo i principi generali del diritto armonizzato delle imposte sui redditi, principi tra l'altro ben riassunti nella circolare dell'Amministrazione Federale delle Contribuzioni del 6 maggio 2003 relativa all'imposizione delle opzioni di collaboratori con clausola di vesting e ancorati in Svizzera nel principio dell'incasso rispettivamente della realizzazione ("Zufluss-, Realisationsprinzip"), tali remunerazioni differite a carattere di aspettativa Rivista – Ottobre 2009 La che le remunerazioni in contanti una tassazione al momento dell'attribuzione, poiché in relazione al contante il principio costituzionale dell'imposizione secondo il potere economico obbligherebbe il contribuente - a mente della scrivente senza possibilità alcuna di eccezione - a dichiarare le correzioni annue positive o negative a dipendenza dell'oscillazione di valore. E se pensiamo a semplici questioni pratiche, quali per esempio il rilascio del certificato di salario, e al dispendio amministrativo necessario per implementare un sistema di tassazione al momento dell'attribuzione con susseguenti dichiarazioni annuali delle oscillazioni di valore, non si può non dare la preferenza a un sistema di imposizione unica allo scadere del periodo di blocco con corrispondente tassazione del reddito imponibile in un singolo periodo fiscale. Solo nei rarissimi casi di restituzione di remunerazioni differite già versate, e se date le condizioni previste dalla legge, sarebbe eventualmente necessario ricorrere allo strumento della revisione in ragione di fatti scoperti dopo la decisione di tassazione ma verificatisi precedentemente. La stessa revisione potrebbe essere utilizzata anche per correggere situazioni estreme ed in particolare quelle dei collaboratori che, dopo l'attribuzione delle remunerazioni differite ma prima del loro versamento, hanno cessato la loro attività lucrativa e per i quali anche un elemento negativo di imposizione non ha più effetto. (continua) [email protected] 33 Lucasdesign.ch BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873 Orgogliosi di dare da oltre 135 anni sicurezza e serenità ai nostri clienti BSI AG Schützengasse 31 CH-8021 Zürich Tel. +41 058 809 81 11 Fax +41 058 809 83 68 www.bsibank.com Angolo Legale di Massimo Calderan In Svizzera, per chi vuole farsi assumere, oltre ai diplomi sono molto importanti gli attestati dei lavori precedenti. Il lavoratore può chiedere in qualsiasi momento al datore di lavoro un attestato che indichi la natura e la durata del rapporto di lavoro e si pronunci sulle prestazioni e sulla condotta del lavoratore. Vista l’importanza dell’attestato, il datore di lavoro lo deve scrivere in modo inappuntabile sia dal punto di vista formale che dal punto di vista del contenuto. L’attestato deve contenere le seguenti informazioni, nell’ordine: (1) nome, cognome, data di nascita, luogo di attinenza (Bürgerort) per i cittadini svizzeri o cittadinanza per quelli non svizzeri, e indirizzo privato; (2) inizio e, se il rapporto è terminato, fine del rapporto di lavoro; (3) tipo di lavoro e principali compiti L’attestato di lavoro nel diritto svizzero svolti; quanto più il lavoro è poco conosciuto, tanto più dettagliata deve essere la descrizione; (4) qualifica delle prestazioni; (5) comportamento; (6) motivo della fine del rapporto; (7) auguri per il futuro del lavoratore. In relazione alla complessità del lavoro, l’attestato deve essere più o meno lungo, ma non dovrebbe superare le due pagine. Per la qualifica delle prestazioni e del comportamento spesso si usano vocaboli standard e frasi fatte (esistono veri e propri codici), che il lettore riconosce come qualifiche alla stregua di un voto. È, invece, preferibile utilizzare parametri obiettivi e parole concrete piuttosto che frasi generiche e vocaboli in codice. Ad ogni modo lo stile degli attestati è eufemistico, in quanto si fanno risaltare gli aspetti positivi e si cerca di omettere gli aspetti negativi, fermo restando che l’interpretazione data alle parole da chi scrive e da chi legge ovviamente può variare. Sarebbe permesso usare qualifiche negative, ma ciò in pratica non accade quasi mai. Per avere i dati necessari per stilare l’attestato è importante che il datore di lavoro valuti il lavoratore alla fine del periodo di prova (al massimo tre mesi) e poi annualmente. Le vautazioni vanno discusse con il lavoratore, onde evitare che questo al momento del rilascio dell’attestato protesti. Anche quando la qualità delle prestazioni o del comportamento del lavoratore subisce variazioni nel tempo, l’attestato deve pronunciarsi sull’intero periodo di lavoro in un’unica valutazione. Inoltre, non è permesso dare una rilevanza sproporzionata all’ultimo periodo di lavoro, a quello che Rivista – Ottobre 2009 La eventualmente ha causato il licenziamento da parte del datore di lavoro o al periodo successivo al licenziamento. Quando ci sono motivi obiettivi per un licenziamento che non hanno niente a che vedere con il lavoratore, ad esempio la chiusura di uno stabilimento, è bene scriverlo. Per contro, se un licenziamento da parte del datore di lavoro è dovuto alle prestazioni o il comportamento del lavoratore, lo si può scrivere, ma è evidente che il lavoratore protesterà ed all’occorrenza promuoverà un’azione legale, perché un tale attestato rischia di compromettere la sua carriera. Solitamente i datori di lavoro in Svizzera lo evitano. L’attestato deve comprendere il periodo fino all’ultimo giorno del rapporto di lavoro, quindi anche un eventuale periodo di esenzione dalle prestazioni “concesso” al lavoratore. In caso di licenziamento senza preavviso dato dal datore di lavoro non alla fine di un mese e senza che ne abbia un valido motivo, l’attestato deve comprendere anche il periodo fino alla fine del corretto periodo di preavviso. L’attestato non deve necessariamente portare la data del giorno della fine del rapporto di lavoro. Secondo la giurisprudenza la data di rilascio differente dal termine del rapporto non indica necessariamente che nel frattempo vi sia stato un contenzioso. Il rischio per il datore di lavoro che rilascia un attestato troppo positivo di doverne rispondere nei confronti di un nuovo datore di lavoro è praticamente inesistente. Si conosce un unico caso, nel quale un datore di lavoro non aveva scritto nell’attestato che il lavoratore aveva sottratto delle somme importanti, reato poi ripetuto ai danni del nuovo datore di lavoro. E’ altrettanto difficile che il datore di lavoro che non rilascia un attestato oppure ne rilascia uno non molto buono, debba rispondere dei danni che il lavoratore subisce perché non trova una nuova occupazione. Referenze a voce possono essere date a potenziali nuovi datori di lavoro soltanto con l’accordo del lavoratore e devono rispondere ai parametri summenzionati. Il lavoratore può intentare un’azione legale per obbligare il datore di lavoro a modificare un attestato. Purtroppo i tribunali del lavoro tendono ad obbligare i datori di lavoro a rilasciare attestati esageratamente benevoli anche quando ci sarebbero tutti i presupposti per valutazioni negative. Su richiesta del lavoratore l’attestato deve essere limitato alla natura e alla durata del rapporto di lavoro, senza alcuna valutazione. [email protected] 35 E Donne in carriera: Daniela Gasparini ssere a capo di un’impresa è gratificante Abbiamo avuto il piacere di incontrare Daniela Gasparini – nata a Reggio Emilia nel 1950, coniugata, con un figlio di 37 anni, diplomata, iscritta all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 1995 – che può vantare un percorso professionale veramente notevole, una carriera sempre in ascesa, in aziende pubbliche, private e nella pubblica amministrazione. Poiché non possiamo citare tutte le cariche ricoperte da questa dinamica donna in carriera, ci limitiamo ad indicarne alcune che ci sembrano più significative. Dal 1992 al 1994 è stata Assessore comunale, per poi diventare sindaco di Cinisello Balsamo (MI) - città con 75.000 abitanti, 570 dipendenti comunali, con 3000 aziende sul territorio -, carica che ha mantenuto per due legislature: dal 1994 al 2004: Dal 2004 al 2008 è stata Consigliere provinciale della provincia di Milano e Assessore della Giunta milanese con tre deleghe principali: al Personale (2.500 dipendenti, 60 Dirigenti); alla Conferenza dei Sindaci (189 comuni); al Piano Strategico Area metropolitana milanese. “Nel 2008 sono stata nominata Amministratore Delegato di Milano Metropoli, dal Presidente Filippo Penati proprio con il principale incarico di far diventare questa Agenzia il braccio operativo della Provincia di Milano per la realizzazione dell’evento EXPO 2015” ci precisa Daniela. “Per trasformare questo importante appuntamento in una vera occasione di sviluppo e di rilancio dell’area milanese, abbiamo già promosso il Bando Expo dei Territori. Si tratta di un’iniziativa che sta coinvolgendo tutti i territori milanesi, con l’obiettivo di stimolare e valorizzare – nell’ottica dell’evento EXPO – la progettualità dei Comuni e dei diversi settori economici e sociali in tre ambiti di riferimento: Alimentazione – Ambiente ed Energia – Cultura, Accoglienza e Turismo.” (info.www.milanomet.it) Questa straordinaria donna manager – ovviamente sempre molto occupata – ci ha gentilmente concesso un poco del suo tempo prezioso per l’intervista la cui sintesi proponiamo di seguito. Alla nostra consueta domanda d’esordio su cosa significhi essere donna piuttosto che uomo in carriera ci ha risposto semplicemente che ci vuole molto, ma molto più impegno e una notevole grinta. Inoltre, per farsi apprezzare in questo mondo di uomini potrebbe servire un solo giorno oppure tutta la vita: dipende dalle circostanze e dalle persone che devono giudicare l’operato della donna. “Prima di approdare a Milano Metropoli” - ricorda Daniela - “durante il periodo in cui ero Sindaco con ampi poteri in un mondo di uomini, 36 di Ingeborg Wedel la difficoltà decisionale è stata quella di fare delle scelte, avendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere: gli uomini, invece, quando hanno il potere lo rinforzano prevalentemente prima di fare dei progetti ed attuarli”. La diffidenza verso la donna in una posizione dirigenziale cessa automaticamente quando ci sono risultati positivi. “Personalmente mi ritengo fortunata” - sostiene Daniela - “in quanto gli ostacoli si trovano prevalentemente nell’ambito familiare: io ho avuto sempre l’appoggio e la solidarietà di mio marito. Nell’ambito lavorativo si può parlare solamente di priorità da affrontare e svilupparne il progetto.” Per quanto riguarda gli svantaggi Daniela si augurerebbe che la giornata potesse avere 48 ore, mentre il vantaggio è di poter entrare in contatto con tanti mondi, politici economici e culturali e – poiché è curiosa – amplificare le sue conoscenze nei vari settori e delle relative persone da valutare in base alla loro professionalità. Il vantaggio per la donna è che – ancora oggi, in Italia – viene vista come madre, sorella o compagna: quindi c’e’ meno aggressività da parte maschile. L’intuizione per Daniela significa semplicemente che la donna è più flessibile e accomodante dell’uomo, pur non perdendo di vista l’obbiettivo da raggiungere. Nessun comportamento rigido, quindi: questo permette di trovare le soluzioni più innovative. “Agli inizi della mia carriera politica”, confessa Daniela “ho usato e con successo l’arte della seduzione che però – con gli anni – ho semplicemente archiviato”. La maggiore soddisfazione che si può ottenere dal punto di vista femminile è prima di tutto non essere considerata “diversa” dall’uomo e, ovviamente, raggiungere gli obiettivi e presentare ai sigg. uomini quanto può ottenere una donna manager nella posizione di solito riservata a loro! Daniela ha alle sue dipendenze 30 persone: metà donne e metà uomini; il trattamento è paritario, però dà grande sostegno alle giovani donne, specialmente per quanto riguarda la maternità che si deve poter conciliare la carriera. A questo punto Daniela ci confida che, quando era Assessore al personale, aveva organizzato, un servizio che si chiama tuttora “figli: si grazie!” per aiutare le donne a non interrompere la carriera. Si tratta di usare il “telelavoro” durante il primo anno di vita del figlio, per permettere alla donna manager o comunque in una posizione direttiva di non perdere di vista l’attività ed il gruppo esecutivo. Per quanto riguarda le rinunce della donna queste ci sono e ci saranno sempre. Però essere a capo di un’impresa è talmente gratificante che il poco tempo dedicato alla famiglia diventa più prezioso e di qualità e viene apprezzato, specialmente quando il marito approva le sue scelte lavorative. Ovviamente il tempo libero, ossia il periodo delle ferie estive e qualche fine settimana, non viene completamente sacrificato. Daniela ama andare in barca a vela con suo marito, figlio ed amici tutti appassionati, allo stesso modo in cui le piace la montagna, fare lunghe escursioni, curare personalmente il suo giardino, mentre la lettura preferita sono i gialli. Rivista – Ottobre 2009 La 1 Elefante invisibile di Vittoria Cesari Lusso Da anni – anzi da decenni – c’è un particolare che mi colpisce quando mi capita di passare la frontiera che separa, da un lato, la Francia, la Svizzera o l’Austria e, dall’altro, il territorio della Repubblica Italiana. Il particolare ha la forma di un banalissimo segnale stradale indicante i limiti di velocità prescritti quando vi sono lavori in corso. Per forza di cose, si sa, i cantieri causano fastidiosi restringimenti della carreggiata e delle corsie nelle strade e autostrade. Ciò aumenta il rischio. È normale quindi che le norme prevedano in questi casi, a protezione di tutti gli automobilisti, una limitazione della velocità massima consentita. Ciò accade ovviamente in tutti i Paesi. Veri e falsi limiti… Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra le folle con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… Quel che invece cambia a seconda dell’area geopolitica è il rapporto fra la prescrizione formale e il comportamento che di fatto ci si attende dagli utenti. Ebbene, in questi casi in Italia capita molto spesso che il limite sia palesemente incongruo rispetto alle circostanze oggettive, il che implica tacitamente dare per scontato una sua non osservanza rigorosa. Mi spiego passando ad esempi concreti. Nei paesi confinanti in caso di restringimento o deviazione delle corsie autostradali i cartelli prescrivono in genere limiti di 70/80 Km orari; sulle strade ordinarie, in presenza di cantieri o altri impedimenti, troviamo solitamente limiti di 50/60 Km. Conseguenza: tali limiti sono considerati ragionevoli e vengono rispettati dagli utenti della strada. Varcato il confine italiano, il limite di velocità ufficialmente imposto per casi del tutto analoghi spesso è drasticamente più basso. In autostrada l’automobilista può vedersi apparire un cartello che prescrive di ridurre d'un tratto la velocità oraria dai normali 130 a 60 Km (o addirittura 40 Km!); per non parlare delle strade ordinarie, dove le cifre che spiccano sui cerchi bianchi bordati di rosso segnano 30, 20 o finanche 10 Km orari! Conseguenza: i limiti non vengono presi sul serio e gli automobilisti italiani adeguano nei fatti la velocità agli standard che sarebbero richiesti in altri paesi. Per inciso, è interessante notare come si comportano di solito gli stranieri in visita al Bel Paese: la prima volta si producono in performances degne di un pilota di formula uno, cercando di ridurre di un terzo la velocità nello spazio di pochi secondi (con il rischio di causare tamponamenti a catena). Poi, osservano i comportamenti degli indigeni, ne traggono un’informazione supplementare sugli italici costumi e si adeguano. Viene dunque da chiedersi: come mai tali «finti limiti»? Provo ad avanzare alcune ipotesi. Ipotesi numero uno: le autorità italiane hanno uno stock di vecchi cartelli da smaltire che risalgono all’epoca in cui il mezzo di trasporto più comune era il carretto tirato da cavalli. È un’ipotesi che non prendo ovviamente in considerazione. Rivista – Ottobre 2009 La Ipotesi numero due: gli italiani sono un popolo di iper-prudenti e i limiti di velocità nel caso di lavori stradali rispecchiano tale tratto di carattere nazionale. Anche questa ipotesi mi sembra da scartare. Ipotesi tre: si tratta di un indizio, apparentemente poco rilevante ma a mio avviso di alto valore emblematico, dell’atavica mancanza di fiducia tra autorità pubblica e cittadino. È questa l’ipotesi che mi sembra più plausibile. Tale indizio rivela un gioco delle parti del tipo: io autorità, non avendo fiducia nel cittadino, prescrivo norme più severe del necessario per neutralizzare le scontate trasgressioni; io cittadino, sapendo che la prescrizione pecca deliberatamente per eccesso, non la prendo troppo alle lettera. Alla faccia della certezza del diritto! Siamo di fronte al grande elefante invisibile di un rapporto statocittadino «non adulto» e «diseducativo». Vediamo un paio di argomenti a sostegno di tali tale tesi. Perché diseducativo? Immaginiamo che Tizio viaggi sulla sua bella automobile in compagnia del figlio, un vispo ragazzino di otto anni che già vuole sapere tutto sui motori e sulle regole della circolazione. Il piccolo, curioso, osserva tra l'altro tutti i cartelli con i limiti di velocità e li confronta con quanto indicato dal tachimetro della macchina. A un certo punto esclama: «Papà com’è che quando c’era il limite dei 20 Km orari tu andavi ai 40, e quando sull'autostrada c’era quello dei 60 km tu andavi agli 80?». Cosa può rispondergli il genitore? Per un «adulto-educatore» è una situazione quasi ingestibile: qualsiasi risposta è inadatta sul piano morale. Dire la verità è come insegnare che le norme e le regole non vanno prese tanto sul serio. Anche se si tratta di una norma «poco importante» il messaggio che passa scredita agli occhi del figlio il valore delle regole collettive. Mentire al piccolo dicendo «Si sono sbagliati» non funziona comunque, proprio perché è una bugia! Perché non adulto? Perché troppo basato su vecchi schemi relazionali che hanno come base la sfiducia reciproca e che fanno della «furbizia» un valore da sbandierare. È quanto succede anche in materia fiscale: lo stato, da un lato, applica aliquote da «inferni» fiscali; il cittadino, dall’altro, si difende come sa e come può, non considerando peccato ma «legittima furbizia», ad esempio, il fatto di trasferire la residenza nei cosiddetti «paradisi» fiscali, pagare in nero l’idraulico o il muratore, non denunciare il proprio secondo, terzo lavoro. Può darsi che questo sempiterno gioco a chi è più furbo stimoli comunque il cervello e certe abilità. Quel che è certo, per contro, è che deprime il valore dell’onestà e di una sana maturità nei rapporti privati e pubblici. Ma questo, concretamente, chi lo considera un problema oggigiorno? Se questo contributo stimola la vostra voglia di reagire, mandate un messaggio al seguente indirizzo di posta elettronica: vcesari@ worldcom.ch 37 Quando in Europa circolava la prima auto, noi festeggiavamo il nostro 300-esimo anniversario. La nostra casa madre, fondata nel 1590, è una delle banche più antiche del mondo. Esperienza, obiettività e vicinanza ai nostri clienti sono i valori che ci contraddistinguono da oltre quattro secoli. E continuano ad essere attuali come all’inizio. Approfittate delle nostre soluzioni su misura e della nostra esperienza. B E RE N B E RG BAN K ( S C HWE I Z ) AG M I C HAE L A. P. SAG E R KREU Z STRAS S E 8034 5 Z U RI G O SVI Z Z E RA WWW. B E RE N B E RG . C H +41 44 284 21 84 L a Intervista esclusiva con Cornelio Sommaruga (2 parte) e molte facce della diplomazia Si completa su questo numero l’intervista che Cornelio Sommaruga ha concesso in esclusiva a La Rivista. Nella prima parte (numero di settembre) Sommaruga ha toccato temi a lui cari quali le origini del CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa), la convenzione di Ottawa di cui è stato il principale artefice per la messa al bando delle mine antipersona e l’attività della Fondazione Initiatives for Change a Caux di cui rimane uno degli animatori vista la sua pluridecennale esperienza in diplomazia di Michele Caracciolo di Brienza In tredici anni ha incontrato 110 capi di stato. Qui è con il Capo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina Yasser Arafat a Ginevra (1989). Dottor Sommaruga, sulla base della sua esperienza di Segretario di Stato all’Economia Esterna un buon negoziatore che doti deve avere? L’empatia è tra queste? Un buon negoziatore deve avere l’empatia - lei l’ha detto - per poter creare una relazione di fiducia con i suoi interlocutori. Deve conoscere bene non solo il proprio dossier ma anche tentare di capire quali sono gli interessi dell’altra parte negoziale. Bisogna che giochi in trasparenza. Questo è sempre stato il mio metodo. Quando si dice che il diplomatico è qualcuno che continua a dire delle cose che non sono vere e giuste, per me è assolutamente inammissibile. Qualche volta si possono non dire determinate cose, ma in generale bisogna essere trasparenti. Bisogna avere il contatto con la parte negoziale che le permetta di avere questa fiducia per poi avanzare. Ho sempre detto sin dall’inizio quello che era il mio obiettivo senza nasconderlo. Naturalmente era difficile raggiungerlo, ma volevo che si sapesse che era così, anche quando negoziavo per la Confederazione in questioni economiche e commerciali. Del resto ho avuto qualche difficoltà nei negoziati per la Confederazione perché ho alcuni principi di vita da me scelti più o meno a diciotto anni che ho cercato di applicare sempre e sono: “Servire”, il rispetto della dignità umana e poi vivere per e in famiglia. Questi principi, a volte specialmente il secondo, in qualche negoziato economico un po’ duro mi dava qualche problema. In fondo li ho superati perché tentavo sempre di mettere sul tavolo il problema del rispetto delle persone. Questo atteggiamento mi è servito parecchio quando ero al CICR. In tredici anni lei ha incontrato 110 capi di stato. Di tutti questi personaggi ha un ricordo che le è rimasto particolarmente impresso? Rivista – Ottobre 2009 La Sono stati incontri di natura diversa e le impressioni sono state anch’esse diverse. Le racconterò il mio ricordo di due personaggi tra loro contraddittori. Uno è Fidel Castro con cui ho negoziato in una notte nel suo ufficio nel 1988 un accordo per poter visitare i prigionieri politici a Cuba. L’accordo fu poi concluso per tre anni. Purtroppo alla fine del secondo anno non rispettarono le condizioni che noi avevamo dato e allora rinunciammo a continuare. Il negoziato con questa personalità dal carisma straordinario fu indimenticabile. Tra un aneddoto e l’altro come comandante ribelle nella Sierra Maestra che lottava contro Batista e che voleva tenere alti i principi della Croce Rossa, m’impressiono’ molto. L’altra persona che mi ha colpito è stato papa Giovanni Paolo II. L’ho incontrato tre volte ed era un uomo che non solo ascoltava ma che chiedeva perché capiva qual era il nostro ruolo. Anche lui un uomo di grande carisma e un po’ teatrale qualche volta dato che a quanto pare in gioventù fu un attore. La politica del CICR è sempre stata di grande discrezione e in passato ci sono state anche delle critiche dure per questo atteggiamento. Quando ha avvertito la necessità di denunciare le autorità politiche di un paese per fatti riportati dai delegati del CICR? Il CICR segue una direttiva chiara: in caso di violazioni del diritto internazionale umanitario può denunciare pubblicamen39 Qui, invece, sempre Ginevra, è con Nelson Mandela a Ginevra (1990). te se sono rispettate quattro condizioni. La prima condizione è che le violazioni siano state constatate dai delegati stessi o che siano di notorietà pubblica; la seconda è che tutte le démarches bilaterali per farle cessare siano state esaurite senza successo. In terzo luogo, la dichiarazione di violazione del diritto non deve avere conseguenze negative nei confronti delle vittime. Bisogna sempre tentare di riflettere a quello che potrebbe accadere alle vittime in seguito ad una denuncia pubblica. Poi la quarta condizione che avrei dovuto menzionare prima è che queste violazioni devono essere particolarmente gravi e ripetute. In passato sono stato confrontato al conflitto nell’ex - Jugoslavia, alla crisi in Ruanda, in Somalia, alla Prima Guerra del Golfo, dove delle situazioni gravi erano oggetto del consiglio esecutivo che si riuniva ogni settimana. Talvolta avevo preso l’iniziativa per conto mio in quanto non volevo aspettare che consiglio si riunisse. Ho avuto delle resistenze da parte di miei colleghi, ma in generale credo che la mia condotta sia stata corretta. Mi ricordo sempre che nel ’92 feci una dichiarazione riguardante il conflitto allora in corso nella Repubblica Serbska in Bosnia Erzegovina riferendomi ad alcuni avvenimenti nei campi di prigionieri, ma non dissi mai chi era responsabile. Feci la dichiarazione qui a Ginevra durante una conferenza ministeriale convocata dall’Alto Commissario per i Rifugiati che mi affidò l’elaborazione del key-note address. Bisognava essere duri perché era il momento in cui c’era un esodo di rifugiati e di profughi che andavano verso la Croazia, verso la Germania e l’Italia. Varie volte ebbi l’occasione di denunciare pubblicamente fatti gravi. Durante le fasi iniziali della Prima Guerra del Golfo convocai al CICR le televisioni svizzere per far presente il pericolo degli scudi umani e delle armi atomiche che potevano essere usate dall’una o dall’altra parte. Non si sapeva bene se l’Irak ne fosse dotato o meno, ma gli altri paesi coinvolti le avevano. Nel diritto internazionale umanitario la codificazione arriva sempre un momento dopo la catastrofe. Le convenzioni di Ginevra moderne datano del ’49 dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel ’77 dopo il processo di decolonizzazione furono aperti alla ratifica i due protocolli aggiuntivi. Oggi 40 qual è la frontiera del diritto umanitario internazionale? Sarebbe auspicabile applicare il diritto esistente. Tuttavia com’è possibile affrontare con gli strumenti attuali il problema del terrorismo, dell’identificazione dei combattenti, di Guantanamo…Sono d`accordo con lei quando dice che l’applicazione del diritto esistente è già un risultato incoraggiante. Si cerca sempre l’universalità delle ratifiche dei protocolli aggiuntivi. Da poco tempo il CICR ha pubblicato uno studio sulla delicata distinzione tra civili e combattenti. Di nuovo Gaza ha sollevato la questione e ha dimostrato quanto sia difficile fare questa distinzione. S’è lavorato per anni con dei professori di diritto umanitario di tante parti del mondo per dare una sorta d’interpretazione a quello che è attualmente il diritto di Ginevra su questo tema. Le dirò che non sono favorevole ad iniziare un nuovo negoziato per avere una nuova convenzione o fare una revisione delle convenzioni attuali. E’ il vaso di Pandora, se si apre qualche cosa non si sa dove si andrà a finire. Il pericolo è semplice: la protezione delle vittime potrebbe diminuire. Bisogna, quindi, essere estremamente prudenti ad ogni tipo di revisione delle convenzioni esistenti. La questione del cristallo è stata al centro dell’ultimo atto legato alle convenzioni di Ginevra e non ha portato veramente una modifica, semmai ha aggiunto un simbolo a quelli già esistenti. Alla base c’era il problema d’Israele che con difficoltà ha poi ratificato il protocollo. Per ora, da quanto mi si dice, non utilizzano il nuovo emblema. Dunque è una questione delicata la modifica del patrimonio giuridico accumulato sino ad oggi. Un grandissimo contributo del CICR è la raccolta del diritto umanitario consuetudinario la cui pubblicazione ha richiesto otto anni. Ci sono alcuni paesi che, pur non avendo ratificato i protocolli aggiuntivi, si sentono comunque vincolati perché li considerano norme consuetudinarie. L’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, in un’intervista rilasciata dopo la fine del suo secondo mandato ha dichiarato che il genocidio in Ruanda nel 1994 ebbe una dinamica talmente rapida che dopo tre mesi dall’inizio della crisi, quando lui cominciò ad occuparsene, ormai il peggio era già successo. La comunità internazionale non ha fatto nulla e ciò è stato spesso utilizzato come argomento polemico da parte delle autorità ruandesi. Kofi Annan all’epoca era a capo delle missioni di mantenimento della pace ed ha avuto delle critiche da più parti. Secondo lei sono state giustificate? Come si sarebbe potuto agire? In fin dei conti è stato un genocidio molto particolare perchè non è stato un genocidio pianificato e organizzato da un’autorità statale. In Ruanda per la prima volta una popolazione intera s’è accanita nei confronti di un’altra. E’ stato diverso dal genocidio armeno o dalla Shoah. Inoltre, il luogo remoto e la rapidi- Rivista – Ottobre 2009 La tà degli eventi non hanno permesso un intervento rapido ed il precedente della Somalia non ha certo giocato a favore di un intervento umanitario della comunità internazionale. Insomma, come si sarebbe potuto agire? Questo pericolo poi rimane, se non in quella zona, altrove. Lei rivolge la domanda ad uno dei redattori del rapporto la responsabilità di proteggere pubblicato nel 2001. In quel rapporto abbiamo affermato che la responsabilità di proteggere comporta la responsabilità di prevenire, poi di reagire e di ricostruire. Credo che sia essenziale di ricordarsi quanto sia importante la prevenzione. Penso che tutti abbiano sottovalutato la problematica di questi paesi africani, in particolare dei paesi dei Grandi Laghi con etnie diverse che potevano portare allo scoppio di un conflitto di quel genere. Andai in Ruanda nel ’93 e poi nel ’95. Nel 1994 ci fu il genocidio. Quando andai nel ’93 vidi anche il presidente Juvenal Habyarimana che morì nell’abbattimento del suo aereo. Ricordo benissimo che si palpava la tensione ovunque. Il nunzio diede una colazione dove c’erano alcuni ministri ruandesi e alcuni diplomatici. Fu una colazione con una tale tensione nell’aria che la gente quasi non parlava perché si sentiva che c’era qualcosa che stava per capitare. La nostra delegazione del CICR fu straordinaria. Fu l’unica delegazione che rimase tutto il tempo sul posto. Insomma, è stata un’operazione importante del CICR, anche se era una goccia in un oceano di sofferenze. Avevamo due strutture ospedaliere dove si tentava di curare i feriti. Quanti dei nostri collaboratori locali furono trucidati! È chiaro poi quanto sia difficile fare stime precise in un paese dove l’anagrafe non registrava tutta la popolazione. Si poteva fare di più? Non lo escluderei. Uno dei problemi maggiori fu la massa di armi che circolava, anche se poi in gran parte gli eccidi sono stati compiuti con i machetes. Tuttavia c’erano armi da tutte le parti. Si sarebbe potuto anche intervenire in modo massiccio su tutto il paese. Quando è avvenuto il primo attacco contro dei Caschi Blu poco dopo si sono ritirati, in particolare i belgi. La reazione avrebbe dovuto essere l’esatto contrario. Tuttavia, né Kofi Annan né Boutros Ghali capirono la gravità di quello che stava accadendo. Il generale canadese Romeo Dallaire rimase sul posto alla testa di un piccolo contingente di caschi blu e soffrì molto dovendo assistere impotente a quei massacri. Philippe Gaillard, che fu a capo della delegazione del CICR durante quei momenti, sostiene che le vittime furono circa un milione. L’attacco al CICR nel 1999 in Cecenia fu un momento durissimo e ciò si percepisce nella sua allocuzione funebre in ricordo delle vittime nella Cattedrale di Saint Pierre a Ginevra. Chi erano i collaboratori uccisi? Rivista – Ottobre 2009 La Sommaruga in Ruanda a Kigali (27 ottobre 1995). Erano un ingegnere e cinque infermiere. Le conoscevo tutte e cinque, dato che ho sempre avuto una simpatia per le infermiere, forse perché anche mia madre era infermiera. Pensavo che dessero molto all’impegno della Croce Rossa senza essere veramente considerate. Per questo motivo vorrei descrivere un dettaglio di un quadro di Ugo Bernasconi, pittore italiano del comasco parente di mia madre. Quando io poi fui nominato alla Croce Rossa le sue figlie mi regalarono un quadro che rappresenta la crocerossina. E’ un bellissimo quadro con una donna con l’abito della crocerossina italiana e l’ultimo anno del mio mandato ho portato questo quadro a Ginevra e l’ho regalato al CICR intitolandolo l’”Omaggio all’infermiera sconosciuta”. Ci sono tanti di quei monumenti al milite ignoto. Si dimentica che l’infermiera è anche lei sempre sul fronte, che opera con grande valore e spesso ci lascia la vita. Ginevra rimane una città unica nel suo genere. Tayllerand disse: “Esistono i cinque continenti e poi c’è Ginevra”. E’ una città unica viste anche le dimensioni: 190'000 abitanti. E’ un villaggio se paragonata alle metropoli del resto del mondo. Oltre alla parte diplomatica multilaterale, qui hanno sede grandi realtà produttive e di servizi quali la Procter & Gamble, la Caterpillar, la Dupont, la Mediterranean Shipping Company e la MSC Crociere. Sì è un villaggio. Ero stato qui come diplomatico economico perché rappresentavo la Svizzera all’EFTA, all’UNCTAD e all’UNECE. Poi dopo fui richiamato a Berna e da lì al CICR. Ci troviamo bene, anche se poi non abbiamo abbandonato la nostra italofonia perché continuiamo a parlare in famiglia sempre in italiano. Ciò che è straordinario di Ginevra è che lei qui incontra persone del mondo intero che svolgono le attività più diverse. C’è una grande armonia d’incontri nonostante il fatto che ci possano essere dei negoziati duri e difficili sia dal punto di vista politico, economico e commerciale. Se lei va a New York la comunità legata all’ONU si disperde in questa enorme città che è Manhattan con i suoi sobborghi. Invece a Ginevra, proprio per il fatto che la città è piccola, questa comunità internazionale è estremamente visibile e facile da frequentare. 41 Una seconda opinione di prima scelta. Il portatore può incassare questo assegno per una consulenza e un’analisi sul portafoglio del valore fino a IN LETTERE: CINQUE MILA/OO FRANCHI SVIZZERI Offerta valida fino al 31 dicembre 2009. Nessun rimborso in contanti né possibilità di accumulo. 300309LR La invitiamo a incassare questo assegno per ottenere una consulenza specialistica sulla struttura del suo portafoglio. 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La Svizzera si trovò allora confrontata con alcuni dei più drammatici momenti della sua storia, ma, sebbene accerchiata dagli spaventosi eventi bellici, riuscì a mantenere la sua neutralità e la sua integrità territoriale, grazie ad un’intensa attività diplomatica, alla compattezza del suo esercito e soprattutto al forte spirito di appartenenza alla comune patria elvetica di tutto il popolo di Tindaro Gatani La cartina con le dittature filofasciste in Europa alla vigilia delle seconda Guerra mondiale. Quadro desolante Una volta terminata la prima Guerra mondiale, le speranze di un’Europa migliore in un futuro di pace furono di breve durata. Non si erano ancora spenti gli echi dei cannoni che vincitori e vinti, nessuno escluso, dovettero cominciare a fare i conti con tutti quei problemi che la guerra non solo non aveva risolto, ma addirittura complicato, aggravandoli. I terribili scontri si erano lasciata dietro una enorme miseria che colpiva soprattutto gli strati meno abbienti delle popolazioni. Bertolt Brecht riassunse così in modo lapidario la situazione: «Tra i vinti, la povera gente fa la fame e tra i vincitori fa la fame la povera gente». Enormi masse di disoccupati, di vedove, di orfani non avevano di che vivere. La situazione era dunque disastrosa in tutti gli Stati, anche in quelli che avevano vinto sui campi di battaglia. E si sa le gravi crisi economiche favoriscono i partiti estremisti. La gente che ha fame non ha tempo per pensare alla politica e alle battaglie democratiche. Così in molti Paesi, con il passare del tempo, andarono al potere con la forza governi populisti e di estrema desta. Il primo banco di prova fu quando, ancora in pieno conflitto, scoppiò la rivoluzione russa con da una parte i «rossi», che volevano imporre il regime comunista dei Soviet, e dall’altra i «bianchi», sostenitori del vecchio regime zarista. La Russia, ritiratasi dalla Guerra contro la Germania e l’Austria, si trovò nello stesso tempo al centro di una feroce guerra civile e costretta a difendersi dall’assedio delle potenze capitaliste. Nell’autunno del 1918, truppe inglesi sbarcarono ad Arcangelo (Arhangelsk, nella Russia nordoccidentale), quelle francesi a Odessa e Rivista – Ottobre 2009 La quelle americane nella Siberia orientale, mentre l’esercito giapponese creava una testa di ponte a Vladivostock. Era una guerra nella guerra. Una volta sconfitti i nemici interni e quelli esterni, i sovietici, sotto la guida di Lenin, instaurarono una dittatura poliziesca. Andrà ancora peggio quando gli succederà Stalin. La smobilitazione di milioni di uomini chiamati alle armi aveva intanto creato, come detto, difficoltà economiche e contrasti ideologici e di classe anche nell’Europa occidentale. Con il passare del tempo, in Italia si affermò il regime fascista di Benito Mussolini, in Germania, dopo la confusa esperienza della cosiddetta Repubblica di Weimar, quello nazista di Adolf Hitler. Si trattava di regimi totalitari nella cui sfera militavano tanti altri Stati europei. Francia e Inghilterra, uscite vittoriose della guerra, erano più preoccupate della minaccia sovietica che di quanto stava accadendo in Italia e in Germania. Anzi, Francesi e Inglesi speravano in un eventuale scontro russo-tedesco per trarne poi vantaggi politici ed economici. Fu in questo quadro che maturarono l’invasione italiana dell’Etiopia e l’avvento al potere in Spagna, dopo una terribile guerra civile, della dittatura del generale Franco. Alle crisi 43 provocate dagli eventi bellici si era intanto aggiunta la depressione economica che aveva colpito l’economia mondiale dopo il crollo della Borsa americana dell’ottobre 1929. L’ingordigia nazista Quando la Germania nazista, dopo essersi alleata con l’Italia fascista (Asse Roma-Berlino (ottobre 1936), intraprese la sua politica di espansione rapida e violenta (Blitzkrieg, guerra lampo) verso i suoi vicini dell’Europa orientale, Francia e Inghilterra mantennero un atteggiamento quasi indifferente e rinunciatario. Approfittando della loro passività, Hitler, nel marzo 1936, fece occupare la zona smilitarizzata sulla sinistra del Reno, garantita dalla Pace di Locarno del 1925, e due anni dopo ordinò, a sorpresa, l’annessione dell’Austria al Terzo Reich (Anschluss, marzo 1938). Una ulteriore conferma che per la dittatura nazista i trattati internazionali erano «solo carta straccia». Gli altri Stati europei, che non avevano né la forza né la volontà di fermare le pretese sempre più ingorde della Germania, non solo si mostrarono pavidi, ma persino anche collaborativi. Così quando Hitler, sempre più baldanzoso e pimpante, per forza propria e per passività altrui, avanzò la pretesa di annettersi la regione cecoslovacca dei Sudeti, abitata da molti tedeschi, Francia, Inghilterra e Italia, con il Trattato di Monaco (settembre 1938), appoggiarono le sue richieste nella speranza di salvare la pace. Ma non fu così, anche se il Führer aveva solennemente promesso: «È l’ultima rivendicazione territoriale che io pongo in Europa!». L’ingordigia del dittatore era, però, infinita e nel marzo del 1939, la Germania invadeva la Cecoslovacchia e si annetteva così anche la Boemia e la Moravia. Mussolini aveva intanto stipulato un trattato di alleanza militare con Hitler (Patto di acciaio, 22 maggio 1939), che sarà poi esteso al Giappone. Le potenze occidentali erano ancora convinte che una eventuale guerra si fosse combattuta solo tra la Germania e l’Unione Sovietica. Ma non sarebbe andata così. Le speranze di Francia e Inghilterra si infransero però alla notizia che, il 23 agosto 1939 a Mosca, la Germania, militarista e anticomunista, con un’altra mossa a sorpresa, aveva concluso con l’Unione Sovietica un Patto di non aggressione, chiamato dai due ministri degli esteri firmatari Patto Molotov-Ribbentrop. Ufficialmente l’accordo era volto a risolvere eventuali attriti futuri tra il Terzo Reich e l’Unione Sovietica, le clausole segrete stabilivano, invece, le rispettive sfere di influenza sugli Stati cuscinetto tra le due potenze, così decise al tavolo delle trattative: l’area tedesca si sarebbe spinta fino alla frontiera settentrionale della Lituania, mentre Finlandia, Estonia e Lettonia cadevano sotto quella sovietica. La sorte più disgraziata spettò alla Polonia, della quale fu decisa la violenta divisione militare tra i due contraenti. Erano patti che Hitler sapeva di non dovere rispettare, perché, restava fermamente 44 convinto di attaccare in un secondo tempo anche la Russia. Nei suoi disegni, il suo prossimo passo sarebbe stato infatti la conquista della Repubblica sovietica dell’Ucraina, considerata allora il «granaio d’Europa». La Mobilitazione svizzera Il giorno prima della firma del Patto di Mosca, il dittatore tedesco aveva confidato ai suoi generali: «Ho bisogno dell'Ucraina, altrimenti ci faranno morire di fame come durante la guerra passata». Anche Stalin sapeva che lo scontro con Hitler sarebbe stato inevitabile, ma quel Patto gli avrebbe permesso di prendere tempo per prepararsi ad una guerra alla quale non era ancora pronto. A sorpresa, il 25 agosto, fu reso noto anche un Trattato anglo-polacco di mutuo soccorso. Il 1° settembre 1939, Hitler ordinò l’invasione della Polonia, contando anche sugli eventuali buoni uffici di Mussolini per l’organizzazione di una «seconda Monaco», che avrebbe riconosciuto il «fatto compiuto». Alla vigilia di quell’avvenimento, esattamente il 30 agosto, alle ore 17, a Berna si riunì in seduta straordinaria il Parlamento per concedere al Consiglio federale i pieni poteri ed eleggere Henri Guisan alla carica di generale e Jakob Labhart a quella di capo di Stato maggiore generale (Comando supremo dell’esercito). Due giorni prima, proprio in previsione dell’aggressione tedesca contro la Polonia, erano state mobilitate le brigate di frontiera. In vista della riunione del 30 agosto, il Consiglio federale aveva preso dei provvedimenti per la protezione del Paese e per il mantenimento della sua neutralità «in ogni caso e rispetto a tutte le potenze». In momenti tanto difficili, con i venti di guerra che soffiavano impetuosi su tutta l’Europa, la Svizzera era stata costretta a prendere le più rigorose misure per garantire la sua integrità territoriale e le attività della sua agricoltura, che doveva assicurare le forniture alimentari alla popolazione. Alla notizia dell’avvenuta invasione della Polonia, già il mattino del 1° settembre, il Consiglio federale, d’intesa con il generale Guisan, proclamò la mobilitazione generale dell’esercito per il giorno dopo, 2 settembre. Circa 430.000 uomini si misero subito in marcia per raggiungere i reparti di destinazione. Anche le industrie furono mobilitate per sostenere «l’economia nazionale» e molte di esse furono convertite in fabbriche belliche per produrre armi e tutto quanto doveva far funzionare «la macchina militare». Il 3 settembre, la Francia e l’Inghilterra, «consapevoli che ormai era in gioco la libertà di tutti i popoli», dichiararono guerra alla Germania. La mobilitazione svizzera era giustificata anche dal fatto che molti documenti propagandistici del Terzo Reich parlavano di progetto di un unico Stato per tutti i popoli di lingua tedesca e che in molte carte stampate in Germania la Confederazione, di fatto, era scomparsa come identità politica indipendente. Nonostante le farneticazioni di Hitler, in quei difficili momenti, Rivista – Ottobre 2009 La «certamente rassicuravano gli Svizzeri – come sottolinea Pierre Béguin – la potenza dell’esercito francese, la solidarietà britannica, e il desiderio dell’Italia fascista di non avere un unico vicino sui suoi confini settentrionali, unito alla pratica di una politica di amicizia Il giuramento del generale Henri Guisan verso la Svizzera, davanti all’Assemblea federale straordinonostante l’irredennaria del 30 agosto 1939. tismo dei fascisti più zelanti i quali, se non furono mai sconfessati, non ebbero nemmeno l’appoggio ufficiale del regime» (Pierre Béguin, in Appendice a William Martin, Storia della Svizzera, Bellinzona 1980, p. 287). Il Ridotto del Gottardo Mai, anche nei più drammatici momenti della seconda Guerra mondiale, la Svizzera ebbe dunque a temere un attacco italiano, perché i rapporti di buon vicinato tra i due Paesi non vennero mai meno (si veda Scenari di guerre impossibili, in «La Rivista» di aprile 2009). L’imponente apparato difensivo elvetico ai confini con Piemonte e Lombardia, era più una prevenzione per un’eventuale invasione tedesca dal sud, anche solo per avere un canale più diretto tra l’Italia settentrionale e la Germania meridionale, che per un temuto attacco italiano. Le truppe posizionate sul fronte sud dovevano essere soprattutto a sentinella dell’intangibilità del massiccio del San Gottardo, assurto, grazie alle sue impenetrabili difese naturali a ultimo inespugnabile baluardo di un’eventuale resistenza ad oltranza «contro ogni invasore». Nel momento più difficile del conflitto, quando ormai le truppe germaniche avevano invaso mezza Europa, compresa quella parte nordorientale della Francia, che confinava con la Svizzera, il generale Guisan, con l’Ordine n. 13 del 14 maggio 1941, stabiliva, infatti, l’estrema difesa della patria con l’eventuale ritiro entro il cosiddetto Ridotto nazionale, nel triangolo compreso tra Sargans (San Gallo), il San Gottardo (Ticino/Uri) e St. Morice (Vallese). Ancora una volta il San Gottardo, da sempre centro del sistema difensivo elvetico, rinnovava la sua particolare importanza nella memoria collettiva di tutti gli Elvetici. La montagna, luogo di incontro delle tre regioni linguistiche della Confederazione e quindi punto focale della coesione delle sue genti, ritornava ad essere il mito dell’indipendenza e del’identità nazionale. Allo scoppio della guerra, gli Svizzeri avevano temuto un’invasione francese dalla Savoia verso la Rivista – Ottobre 2009 La Germania meridionale e viceversa quella delle truppe naziste verso la Francia. Ma i Tedeschi, per aggirare la formidabile ed insuperabile Linea Maginot, preferirono marciare su Parigi superando quell’ostacolo con l’invasione del Belgio e dell’Olanda. La difesa svizzera si svolse non solo lungo le frontiere, ma anche in tutte le sedi diplomatiche possibili, approfittando anche del fatto che sul suolo neutrale della Confederazione si incontravano i rappresentanti dei vari Paesi, compresi quelli belligeranti, per condurre trattative riservate e segrete sullo svolgimento del conflitto e sul futuro assetto europeo e mondiale. C’era comunque da affrontare anche la pressione economica che si faceva sempre più soffocante soprattutto quella esercitata dagli Inglesi e dai Tedeschi: «Al peso della pressione tedesca replicava l’intransigenza britannica. Londra non sembrava rendersi conto che, limitando sempre più gli approvvigionamenti svizzeri provenienti dal mondo libero, rischiava di rendere il Paese sempre più dipendente dal suo grande vicino» (P. Béguin, op. cit., p. 289). L’isolamento e lo spirito di difesa nazionale contribuirono tuttavia a consolidare la solidarietà tra le diverse regioni e tra i diversi ceti della Confederazione, che, al termine del conflitto, ne sarebbe uscita fortemente rafforzata, sia sul piano sociale che su quello politico. La minaccia interna Eppure per tutta la durata della guerra, il pericolo più grave era venuto proprio dall’interno: ci furono Svizzeri, anche in servizio militare attivo, che spiavano per potenze straniere, altri che costituirono veri e propri gruppi di attivisti nazionalsocialisti. La cosa più grave era che molti lo facevano solo per facilitare un’eventuale annessione all’«unica grande madre tedesca». Anche in Svizzera, qualcuno aspirava infatti a diventare cittadino del Reich, perché, come diceva Hitler era «più grande onore avere il titolo di cittadino del Reich in qualità di spazzino che essere re in uno Stato straniero». Per frenare la subdola propaganda nazista, i tribunali militari svizzeri emisero 19 condanne a morte (16 eseguite), 33 condanne di carcere a vita, e oltre 200 punizioni a varie pene detentive per spionaggio. Si trattava di una esigua minoranza che avrebbe tuttavia svolto un ruolo molto importante in caso di invasione tedesca del Paese. Le autorità federali, per dare un rigoroso esempio, furono costrette anche a privare della nazionalità e mettere al bando «parecchi cittadini svizzeri» (P. Béguin, op. cit., p. 290). E che nemmeno nei momenti più bui del conflitto non siano mai venuti meno i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra l’Italia e la Svizzera è dimostrato dall’interscambio commerciale. Dal 1940, primo anno della guerra, la Confederazione completamente accerchiata dai Paesi belligeranti, aumentò il più possibile le sue riserve alimentari e di materie prime con le importazioni dall’Italia o servendosi del porto di Genova, visto che gli scali 45 francesi, olandesi e tedeschi op. cit., p. 294). E fu erano inaccessibili. Certo, in quella occasione per sopravvivere, l’economia che la Confederaziosvizzera ha dovuto fare i conne normalizzò i suoi ti anche con il potente vicino rapporti con la Frantedesco, attirandosi la velata cia, riconoscendo il accusa di collaborazionismo regime del generale con Hitler. Ma alla fine, la De Gaulle, nato dalConfederazione ne uscì a tela lotta di Resistenza sta alta, dimostrando che ave- Soldati svizzeri leggono i manifesti della Mobilitazione per conoall’invasione nazista, scere la destinazione del proprio reparto. va agito per necessità e per e riallacciò le relaziopremunirsi proprio da un attacco germanico, che ni diplomatiche con l’Unione Sovietica interrotte in alcuni momenti, con la concentrazione di truppe dopo l’ascesa al potere dei comunisti nel lontano tedesche vicino Sciaffusa e Costanza, era sembrato 1918. Ed infine, un solo altro dato che testimonia imminente. A tre mesi dalla fine del conflitto, una come, nemmeno in quei frangenti, venne mai meno missione degli Alleati, arrivata a Berna (13 febbraio il rapporto di stima e solidarietà reciproca tra Ita1945) per esprimere «un giudizio molto severo sul com- liani e Svizzeri: in uno dei momenti più drammatici portamento della Svizzera durante tutto il lungo conflitto», del conflitto, quello seguito alla caduta del fascismo fatta una approfondita inchiesta, se ne ripartiva (8 dell’8 settembre 1943, quarantacinquemila nostri marzo) dopo aver «capito con quanti sforzi e con qua- connazionali (tra rifugiati civili e internati militari) le perseveranza la Svizzera s’era impegnata a scoraggiare trovarono rifugio nella Confederazione, dove rimala Germania dall’attaccare il suo territorio» (P. Béguin, sero fino al termine della guerra. Il racconto di Francesco Sanctis Parlando della chiamata alle armi del popolo svizzero nel 1939, il pensiero non poteva non andare ad un’altra storica mobilitazione, quella del dicembre 1856, decritta da Francesco De Sanctis, primo professore di Lingua e letteratura italiana del Politecnico federale, che poté ammirare «le virtù di un popolo indipendente e libero», che si mobilitava per difendere la patria. Minacciati dal re di Prussia, per l’Affare di Neuchâtel*, gli Svizzeri si preparavano alla difesa dai ventilati attacchi con compostezza e disciplina. «Qui - scriveva De Sanctis all'amico De Meis, in data 24 dicembre - tutto ha preso un aspetto guerresco. 20 mila uomini muovono sopra Sciaffusa; i Cantoni aprono crediti illimitati […] i Consigli si riuniscono a far petizioni; e probabilmente il Politecnico resterà chiuso[…] Prendono le misure più rigorose con una calma, una placidezza da non credere[…] Se i Prussiani prendon Sciaffusa […] in sei ore sono a Zurigo. Sta a vedere che mi tocca morire di palla prussiana […]. Com'è divenuta bella Zurigo! Mi sento rivivere. Le strade già solitarie formicolano di soldati accorrenti dalle campagne. E qui! cittadini che l'altro giorno stavano tranquillamente nelle loro botteghe e a' loro banchi, lasciano i negozi e corrono alle armi. Al teatro si canta l'inno nazionale […] parlano della patria con quell'interesse che la nostra plebe mette ne' suoi affari privati. Questa sera si doveva dare un concerto; i cantanti e i sonatori sono apparsi in abito militare; domani partiranno; gli studenti saranno in caserma sabato; questa sera, ultima lezione, ci era un entusiasmo indescrivibile; i miei giovani si sono arruolati tutti. Oggi si è prestato il giuramento, cerimonia grave e commovente. Il capo del governo ha spiegato in poche parole le ragioni della guerra; da ogni parte hai veduto un levar di mani; hanno giurato di morire difendendo la bandiera, e costoro credono al giuramento; non è per loro una vana cerimonia. Tutto questo senza baccano, senza tumulto, con semplicità 46 e pacatezza […]. Questa gente si farà tagliare a pezzi ma non fuggirà […] Non ho mai vista una tale concordia di volontà; una voce e un cuore […]. Ho una mezza tentazione di gettarmi in mezzo a' miei bravi giovani e correre lo stesso destino». Ed ancora, in data 30 dicembre: «Qui i preparativi di guerra continuano; vado tutte le mattine ad assistere agli esercizi militari […]. Ci è da non credere ai miei occhi. Ufficiali senza pensiero di avanzamento, che dopo la guerra si ritireranno nelle loro case; paesani che lasciano tutto ciò che vi è di più caro, e con rami verdi sui cappelli entrano cantando in città […]. Non una voce dissonante; non dissenso sul fine, sui mezzi, non esaltati e moderati, non grida di piazza, non congiure di camerille; umanità nei consigli, nel popolo, nella stampa; offerte di persone e di denaro fatte con la semplicità e la calma del dovere. Bisogna vedere con che serietà gli studenti adempiono ai loro uffizi militari. Oggi faceva un freddo rigidissimo; la piazza era coperta di neve, con un vento che ti gelava i polmoni. Sono stati tre ore immobili sotto le armi, con una allegria, che pare non fossero di carne […], la disciplina è severissima». * L’Affare di Neuchâtel L’Affare di Neuchâtel, con questo nome è passato alla storia, era stato provocato da uno strascico del Congresso di Vienna (1815), che aveva confermato il duplice status giuridico del Principato di Neuchâtel come membro della Confederazione Elvetica e contestuale possedimento del re di Prussia. Il conflitto era nato dopo che, con la rivolta del 1848, i repubblicani neocastellani avevano deposto la “monarchia”. Re Federico Guglielmo IV di Prussia, non riuscendo a riavere il principato con le buone, aveva proclamato la mobilitazione delle sue truppe per il 1 gennaio 1857. Gli Svizzeri risposero allora con la chiamata alle armi del loro esercito. Alla fine, per i buoni uffici dell’imperatore francese Napoleone III, l’invasione non avvenne e con il Trattato di Parigi del 26 maggio 1857, la Prussia rinunciò ai possedimenti neocastellani. Rivista – Ottobre 2009 La Organizzano Amici del Liceo Artistico www.liceo.ch Istituto Svizzero di Studi d’Arte Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia www.asri.ch Italienzentrum dell’Università di Zurigo Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Kunsthistorisches Institut dell’Università di Zurigo www.ccis.ch Cattedra di Letteratura e Cultura italiana dell’ETH di Zurigo Cattedra di Storia dell’Arte moderna dell’Università di Zurigo www.khist.uzh.ch www.lit.ethz.ch Liceo Artistico www.liceo.ch www.khist.uzh.ch Liceo Vermigli www.liceo-vermigli.com Centre for Renaissance Studies dell’Università di Zurigo Literaturhaus Museumsgesellschaft www.literaturhaus.ch Centro culturale Sandro Pertini Dietikon Literaturpodium della città di Zurigo www.stadt-zuerich.ch Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo Comites di Zurigo Consolato Generale d’Italia in Zurigo Filmpodium Istituto Italiano di Cultura Zurigo zh.ref.ch/gemeinden/chiesa www.comites-zurigo.ch www.conszurigo.esteri.it www.filmpodium.ch www.iiczurigo.esteri.it Pro Grigioni Italiano di Zurigo Pro Ticino di Zurigo proLinguaitaliana Seminario di Romanistica dell’Università di Zurigo Società Dante Alighieri di Zurigo www.pgi.ch www.proticino.ch www.prolinguaitaliana.ch www.rose.uzh.ch www.dantealighieri.ch Unter dem Patronat des Präsidialdepartements der Stadt Zürich Con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia in Zurigo, del Comites e del Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del Canton Ticino Rivista – Ottobre 2009 La 47 Conferenza-lettura della scrittrice Valeria Parrella Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Casa Editrice Bertelsmann, Monaco di Baviera Moderazione Luca Bernasconi, traduzione e lettura Michael Schwarzenbach. Seguirà un rinfresco. Aula KOL-E-18 - ingresso libero. Galileo scienziato, filosofo, scrittore A quattro secoli dal Sidereus Nuncius Convegno internazionale con la partecipazione di numerosi studiosi fra cui F. Pacini, N. Cabibbo, A. Battistini, P. Redondi e O. Besomi Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Seminario di Romanistica e Centre for Renaissance Studies dell’Università di Zurigo, Società Dante Alighieri di Zurigo. Il programma completo del convegno è disponibile sul sito www.iiczurigo.esteri.it Seguirà programma-invito. Aula D.1-2 - ingresso libero Mostra multimediale storico-didattica su Galileo Galilei con esposizione di antiche edizioni delle sue opere Catalogo a cura dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Seminario di Romanistica dell’Università di Zurigo, Centre for Renaissance Studies dell’Università di Zurigo, Società Dante Alighieri di Zurigo. Ingresso libero. Incontro con i poeti Pietro De Marchi, Gabriele Frasca e Jolanda Insana Organizza: Istituto Italiano di Cultura Zurigo Moderazione e traduzione Barbara Villiger Heilig e Michael Schwarzenbach. Seguirà un rinfresco. Aula KOL-E-18 - ingresso libero Croce Rossa: 150 anni dopo Solferino Premiazione ”Premio Pro Ticino 08” Premiazione dei migliori lavori di Master o Dottorato eseguiti da studenti ticinesi presso gli atenei di Zurigo; segue un rinfresco. Organizzano: Pro Ticino di Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo Aula magna, KOL-G-201 - ingresso libero La legalità dal tempo del brigantaggio ai giorni nostri Organizza: il Consolato Generale di Zurigo L’aula sarà segnalata all’ingresso. Ingresso libero. Das Denkmal und die Platzmitte: der Stadtraum und seine geisterhafte Gegenwart Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Kunsthistorisches Institut dell’Università di Zurigo. L’aula sarà segnalata all’ingresso. Ingresso libero. 27 ottobre Le dinamiche della bellezza Organizza: Società Dante Alighieri Ingresso libero ore 18.30 Internationaler Lyceum Club Rämistr. 26, Zurigo La conferenza del Prof. Giuseppe O. Longo affronterà il tema della bellezza in relazione all’etica e all’evoluzione dell’ambiente. 28 ottobre L’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza: la culla del design italiano 8 ottobre ore 19.00-21.00 Edificio principale dell’Univer- Presentazione del romanzo ”Lo spazio bianco” (2008), e della traduzione sità, Rämistr. 71, Zurigo tedesca (Bertelsmann, 2009). In italiano e in tedesco. 16/17 ottobre ore 14.00-18.15 / 09.00-13.00 Politecnico Federale di Zurigo Rämistr. 101, Zurigo 16 ott. - 6 nov. Biblioteca del Politecnico Federale di Zurigo Rämistr. 101, Zurigo 20 ottobre ore 19.00-21.00 Edificio principale dell’UniverIn italiano e in tedesco sità, Rämistr. 71, Zurigo 22 ottobre ore 18.15 Edificio principale dell’UniverDiscorso dell’ex-presidente del CICR Dr. Dr. hc. Cornelio Sommaruga sità, Rämistr. 71, Zurigo 23 ottobre ore 18.15-20.00 Edificio principale dell’Univer- Conferenza del dott. Luigi De Magistris (Parlamentare Europeo) sità, Rämistr. 71, Zurigo 27 ottobre ore 18.15-19.00 Edificio principale dell’Univer- Conferenza del Prof. Dr. Alessandro Nova sità, Rämistr. 71, Zurigo ore 19.00-21.00 Fiera neue räume ABB Hallen di Oerlikon ZH Il distretto industriale della Brianza ed il ruolo insostituibile degli artigiani nel garantire all’arredamento italiano la leadership a livello mondiale 29 ottobre Perché hanno ucciso Gesù? ore 18.00 Università di Zurigo Rämistr. 69, Zurigo Conferenza di Corrado Augias Incontro con il noto giornalista e scrittore su un tema di grande attualità e sul quale ha scritto tre libri di grande successo. 1° novembre Calvino in Italiano ore 11.30-13.00 Zwinglihaus Aemtlerstr. 23, Zurigo Conferenza del Dr. theol. Emanuele Fiume (pastore della chiesa valdese di Roma, via IV Novembre), in occasione del 500° anniversario della nascita del Riformatore Giovanni Calvino 2 novembre Presentazione dell’antologia Scrittori del Grigioni Italiano ore 19.00 Romanisches Seminar UZH Zürichbergstr. 8, Zurigo 7 ott. - 16 dic. Organizza: Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia Aula SOC-1-106 - ingresso libero Al termine: inaugurazione della mostra itinerante su Giovanni Calvino e il Calvinismo. Segue rinfresco. Organizza: Chiesa Evangelica di Lingua italiana, Zurigo Organizzano: Pro Grigioni Italiano Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo, Pro Ticino Zurigo Aula D 31 – ingresso libero In presenza dei curatori Michèle e Antonio Stäuble Bilder und Zerrbilder Italiens ore 18.15-20.00 Interdisziplinäre Vorlesungsreihe des Italienzentrums Edificio principale dell’Univer- an der Universität Zürich sità, Karl Schmid-Str. 4, Zurigo 7 ottobre La «scoperta dell’Italia» nella narrativa di Luigi Meneghello Organizza: Italienzentrum dell’Università di Zurigo Prof. Carlo Moos Aula KO2-F-150 - ingresso libero PD P. De Marchi (UZH) 14 ottobre Le Corbusier auf Reisen und der Mythos Venedig Prof. S. von Moos (UZH) 21 ottobre Italien, Italienbild und die ersten Schweizer Heiligen Prof. B. Näf (UZH) 28 ottobre L’Italia rappresentata dai suoi intellettuali Prof. N. La Fauci (UZH) 4 novembre «Italiani brava gente» - Historisch-theologische Erwägungen zu einigen Kategorien der italienischen Gegenwartskultur 48 Organizza: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Iscrizione obbligatoria (ingresso in fiera gratuito): e-mail: [email protected] oppure tel. +41 44 289 23 23 Prof. E. Campi (UZH) → Rivista – Ottobre 2009 La 11 novembre L’Italia nella novella europea del secolo XV Prof. L. Rossi (UZH) 18 novembre Die ersten bybliothecae, von Sizilien bis Rom PD E. Mango (UZH) 25 novembre Thomas Mann und Italien Prof. A. Tönnesmann (ETH Zürich) 2 dicembre San Cipirello - Erinnerungen an 40 Jahre Forschungstätigkeit in einem sizilianischen Dorf Prof. Dr. Hans Peter Isler (UZH) 9 dicembre Fanciulla, cantante, dai tratti orientali: l’Italia che piace nell’Europa fra Sette e Ottocento Prof. T. Crivelli (UZH) 16 dicembre Lezione di congedo e conclusione del ciclo di conferenze del Prof. C. Moos Bilder und Zerrbilder Italiens Prof. C. Moos (UZH) ore 19.00-21.00 Cabaret Voltaire Spiegelgasse 1, Zurigo Serata futurista con letture sceniche, musica e video, per il centenario del Manifesto futurista del 1909 Interpretazione e regia di Elettra de Salvo Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo Seguirà un rinfresco. Ingresso libero. 5 novembre Storia naturale dei giganti Organizzano: Società Dante Alighieri, Cattedra De Sanctis del Politecnico Federale di Zurigo, Cattedra di Letteratura Italiana dell’Università di Zurigo L’aula sarà segnalata all’ingresso. Ingresso libero. 3 novembre ore 18.00 Presentazione del romanzo, pubblicato da Guanda nel 2007, in presenza Edificio principale dell’Univer- dell’autore Ermanno Cavazzoni e lettura di brani. La serata sarà introdotta sità, Rämistr. 71, Zurigo da Gianni Celati. L’italiano della terza generazione in Svizzera Il Prof. Bruno Moretti è ordinario di Linguistica italiana dell’Università di Berna, il Prof. Stephan Schmid è responsabile del Laboratorio di Fonetica dell’Università di Zurigo. Organizzano: proLinguaitaliana, Amici del Liceo Artistico Aula O3.01 - ingresso libero 6 novembre L’Orlando Furioso dell’Ariosto ore 18.00 Politecnico Federale di Zurigo Rämistr. 101, Zurigo Lettura e racconto di Ermanno Cavazzoni e Gianni Celati Organizza: Cattedra de Sanctis di letteratura e cultura italiana del Politecnico Federale di Zurigo Aula HG E 1.2 - ingresso libero 7 novembre Visita guidata agli edifici storici della città vecchia di Zurigo Organizza: Pro Grigioni Italiano Partecipazione gratuita - numero di posti limitato Prenotazione al numero 079 751 82 85 oppure a [email protected] 8 novembre La Mandragola ore 16.00 St. Agathasaal Bahnhofplatz 3, Dietikon Commedia in 5 atti di Niccolò Machiavelli Adattata e interpretata dagli studenti del Liceo Vermigli di Zurigo Organizzano: Liceo Vermigli di Zurigo, Centro culturale ”Sandro Pertini” di Dietikon Entrata Fr. 10. -, studenti Fr. 5.- 9 novembre Storia di Montalbano 6 novembre ore 16.00-18.00 Dip. Linguistica appl. - ZHAW Incontro-dibattito con il Prof. Bruno Moretti e con il Prof. Stephan Schmid Theaterstr. 15c, Winterthur ore 14.00 Tourist Service all’interno della stazione centrale di Zurigo ore 18.15 Una riflessione critica di Gianfranco Marrone (Università di Palermo e Edificio principale dell’Univer- La Stampa) sul noto personaggio creato da Andrea Camilleri sità, Rämistr. 71, Zurigo 10 novembre ore 19.30-21.30 Kirche St. Peter Schlüsselgasse, Zurigo 12 novembre Concerto del violinista Uto Ughi con accompagnamento al pianoforte del M° A. Specchi Musiche di Ludwig van Beethoven, Antonín Dvořák, Giuseppe Tartini Italiano: a che punto è la notte? ore 16.15-20.00 Tavola rotonda con la partecipazione di S. Bartezzaghi (la Repubblica), Edificio principale dell’Univer- G. Marrone (Università di Palermo e La Stampa), N. La Fauci (UZH), sità, Rämistr. 71, Zurigo P. Di Pretoro (Istituto Italiano di Cultura di Zurigo) 13 novembre Dante, i giochi e la memoria ore 18.15 L’opera di Dante Alighieri vista attraverso la prospettiva dello studioso di Edificio principale dell’Univer- giochi Stefano Bartezzaghi (la Repubblica) sità, Rämistr. 71, Zurigo 14 novembre Cena di gala ore 19.00 Sala del Liceo Artistico Parkring 30, Zurigo Menu di pesce creato dal cuoco toscano Francesco Ciarapica (Ristorante Papà Baccus di Roma) 15 novembre Registi italiani di oggi ore 16.00-23.00 Casa d’Italia, Sala Pirandello Erismannstr. 6, Zurigo Mini-rassegna cinematografica sui temi dell’amore e del lavoro ai nostri giorni. Presentazione: d.ssa M. A. Le Foche, lettrice Università di Zurigo Rivista – Ottobre 2009 La Organizzano: Società Dante Alighieri, Cattedra di Linguistica Italiana UZH Prof. N. La Fauci Aula KOL-F-117 - ingresso libero Organizza: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, con il patronato dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera e del Consolato Generale d’Italia in Zurigo. Ingresso libero con offerta il cui ricavato sarà interamente devoluto al recupero di monumenti artistici danneggiati dal recente terremoto in Abruzzo. Seguirà programma-invito Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Cattedra di Linguistica italiana dell’Università di Zurigo Prof. N. La Fauci Aula KOL-G-217 - ingresso libero Organizzano: Società Dante Alighieri, Cattedra di Linguistica Italiana UZH Prof. N. La Fauci Aula KOL-F-117 - ingresso libero Organizza: Liceo Artistico Posti limitati. Prenotazione obbligatoria: 044 202 80 40 oppure [email protected] Costo Fr. 100.- bevande escluse Ore 16.00: Tre metri sopra il cielo (di Luca Lucini, 2004) Ore 18.15: Febbre (di Alessandro D’Alatri, 2005) Ore 20.30: Manuale d’Amore (di Giovanni Veronesi, 2005) I film sono sottotitolati. Ingresso libero. Organizzano: Il Consolato Generale di Zurigo, Comites 49 16 nov. - 6 dic. Cinema italiano Filmpodium Zürich Nüschelerstr. 11, Zurigo Cinque nuovi film italiani in tournée Organizzano: Filmpodium, Cinélibre Berna, Made in Italy Roma, Istituto Italiano di Cultura di Zurigo. Tutti i film sono in versione originale con sottotitoli in tedesco. Prenotazioni: 044 211 66 66 L’amico di famiglia (regia di Paolo Sorrentino, 2006, 110 minuti) 16 nov. (ore 15.00), 17 nov. (ore 18,15), 19 nov. (ore 20.45) Lascia perdere Johnny (regia di Fabrizio Bentivoglio, 2007, 104 minuti) 16 nov. (ore 18.15), 17 nov. (ore 20.45), 18 nov. (ore 15.00) Il vento fa il suo giro (regia di Giorgio Diritti, 2007, 110 minuti) 24 nov. (ore 18.15), 25 nov. (ore 15.15) La giusta distanza (regia di Carlo Mazzacurati, 2007, 106 minuti) 1° dic. (ore 20.45), 4 dic. (ore 18.15) L’orchestra di Piazza Vittorio (regia di A. Ferrente, 2006, 93 minuti) 3 dic. (ore 18.30, in presenza del regista), 6 dic. (ore 15.00) Conferenza-lettura dello scrittore Tiziano Scarpa Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Literaturpodium della città di Zurigo, Literaturhaus Museumsgesellschaft, Casa Editrice Klaus Wagenbach, Berlino. In italiano e in tedesco. Moderazione Luca Bernasconi, traduzione e lettura Prof. Johannes Bartuschat. Ingresso Fr. 18.- (ridotti Fr. 12.-) 17 novembre ore 20.00-22.00 Literaturhaus di Zurigo Limmatquai 62, Zurigo Presentazione del romanzo ”Stabat Mater” (2008), vincitore del Premio Strega 2009, e della traduzione tedesca (Klaus Wagenbach, 2009) 19 novembre Vini italiani e selvaggina locale ore 19.00 Sala Pecavi Seestr. 123, Zurigo Cena e degustazione 22 novembre Tempio di concerti Concerto per pianoforte a quattro mani ore 17.00-18.00 Zwinglihaus Aemtlerstr. 23, Zurigo 23 novembre ore 17.00 Sala del Liceo Artistico Parkring 30, Zurigo 24 novembre ore 18.00-20.00 Edificio principale dell’Università, Karl Schmid-Str. 4, Zurigo 26 novembre ore 18.30 Sala del Liceo Artistico Parkring 30, Zurigo Maria Grazia Sorrentino, Peter Hitz L’Orlando furioso di Ariosto, letto e raccontato in prosa Conferenza del Prof. Gianni Celati 1909 – 2009: 100 anni di Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Presentazione del volume edito in occasione del centenario Intervengono: l’autore, Tindaro Gatani e il Segretario generale della CCIS, Andrea G. Lotti Organizza: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Ingresso libero Un secolo di rapporti italo-svizzeri: il futuro sotto la lente ore 18.00 Romanisches Seminar UZH Zürichbergstr. 8, Zurigo Conferenza del drammaturgo, saggista e regista Enrico Bernard, figlio dell’autore neorealista Carlo Bernari, autore del celebre romanzo ”Tre operai”, e lettura teatrale della compagnia ”A prescindere” 29 novembre Tempio di concerti Napoli in Jazz ore 19.00-21.00 Kantonsschule Freudenberg Gutenbergstr. 15, Zurigo Concerto Jazz dell’Alessandro D’Episcopo-Trio A. D’Episcopo, piano; H. Hämmerli, contrabbasso; E. Frey, batteria Conferenza-lettura della scrittrice Susanna Tamaro Presentazione del racconto ”Il grande albero” (2009), e della traduzione tedesca (Bertelsmann, 2009). In italiano e in tedesco. 5 dicembre Quando c’era Un’ora per voi ore 16.30 Casa d’Italia Erismannstr. 6, Zurigo Una serata di immagini, ricordi e riflessioni in compagnia di Mascia Cantoni, conduttrice della trasmissione per gli italiani in Svizzera, a 45 anni dalla prima puntata 10 dicembre Leon Battista Alberti e il volgare ore 18.00 Romanisches Seminar UZH Zürichbergstr. 8, Zurigo Dr. Mariantonietta Passarelli (Università La Sapienza di Roma e Università di Zurigo) 12 dicembre Registi italiani di oggi ore 16.00-23.00 Casa d’Italia, Sala Pirandello Erismannstr. 6, Zurigo Mini-rassegna cinematografica sui temi dell’amore e del lavoro ai nostri giorni. Presentazione: d.ssa M. A. Le Foche, lettrice Università di Zurigo 13 dicembre Tempio di concerti Concerto per pianoforte e voce di soprano ore 17.00-18.00 Zwinglihaus Aemtlerstr. 23, Zurigo 20 dicembre ore 11.30-12.30 Zwinglihaus Aemtlerstr. 23, Zurigo 50 Il Prof. Gianni Celati è visiting professor per la Cattedra di Letteratura e Cultura italiana (Cattedra de Sanctis) al Politecnico federale di Zurigo Organizza: Amici del Liceo Artistico Ingresso libero Organizzano: Pro Ticino di Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo Per informazioni: 044 634 36 23 KO2-F-175 - ingresso libero Tre operai, tre giovani d’oggi 30 novembre Musiche di Clementi, Casella, Ravel, Fauré e Brahms Dopo il concerto: rinfresco e incontro con i musicisti Organizzano: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo, Kulturverein Hitz-Sorrentino Ingresso libero (colletta) Serata di poesia con Giorgio Orelli e Fabio Pusterla 27 novembre ore 19.00-20.00 Zwinglihaus Aemtlerstr. 23, Zurigo Organizza: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Posti limitati. Iscrizione obbligatoria entro il 10 novembre: 044 289 23 23 oppure [email protected] Costo Fr. 130.- (aperitivo, vini, acqua e caffè compresi) Chiara Skerath, soprano; Maria Grazia Sorrentino, pianoforte Tempio di concerti ”Back to Bach!” M° Eugenio Giovine, organo Organizzano: Cattedra di Letteratura Italiana dell’Università di Zurigo, Compagnia ”A prescindere” Per informazioni: 044 634 36 23 Aula D31 - ingresso libero Dopo il concerto: inaugurazione del Presepe napoletano di Paola de Paola, rinfresco e incontro con i musicisti Organizza: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo Ingresso libero (colletta) Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Liceo Artistico di Zurigo, Casa Editrice Bertelsmann, Monaco di Baviera Aula Magna della Kantonsschule Freudenberg - ingresso libero Seguirà programma-invito. Interverranno alcuni dei protagonisti della tv di quegli anni, fra cui Marco Blaser, Sergio Genni e Dario Robbiani, e Matilde Gaggini, autrice del volume ”Un’ora per voi. Storia di una TV senza frontiere (1964-1989)”. Seguirà un aperitivo. La conferenza si incentrerà sulla nozione di ”volgare” e su cosa essa significhi nel progetto letterario e culturale del grande architetto, matematico e poeta umanista. Organizza: Centre for Renaissance Studies dell’Università di Zurigo. Aula D31 - ingresso libero Ore 16.00: Scusa ma ti chiamo amore (di Federico Moccia, 2008) Ore 18.15: Volevo solo dormirle addosso (di E. Cappuccio, 2004) Ore 20.30: Manuale d’Amore 2 (di Giovanni Veronesi, 2007) I film sono sottotitolati. Ingresso libero Organizzano: Il Consolato Generale di Zurigo, Comites Musiche di Bellini, Donizetti, Rossini, Verdi, Puccini, Tosti Dopo il concerto: rinfresco e incontro con i musicisti Organizzano: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo, Kulturverein Hitz-Sorrentino Ingresso libero (colletta) Un’immersione nel variegato mondo del repertorio organistico (non solo natalizio) di J. S. Bach Dopo il concerto: rinfresco e incontro con il musicista Organizza: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo Ingresso libero (colletta) Rivista – Ottobre 2009 La di Liber Matilde Gaggini Fontana Un’ora per voi Storia di una tv senza frontiere Edizioni Casagrande pp.224; CHF 42.00 Quella di “Un’ora per voi” non è solo la storia di un programma nato da una collaborazione sperimentale tra la Televisione svizzera e quella italiana. È una storia che riporta alla Svizzera degli anni Sessanta, chiamata a fare i conti con la massiccia crescita della popolazione straniera, in gran parte italiana, e con i relativi fenomeni d’intolleranza. In questo contesto di profondo rivolgimento sociale, la tv ai suoi esordi ha saputo giocare un ruolo di protagonista nell’avvicinamento culturale tra gli svizzeri e gli immigrati. La rubrica settimanale in onda per 25 anni è stata un ponte transfrontaliero per l’approvvigionamento del “made in Italy” televisivo, ma anche un sicuro punto di riferimento in terra straniera, un Salvo Sottile Più scuro di mezzanotte Sperling & Kupfer pp. 360, € 18,90 È intorno alla metà degli anni Ottanta che inizia la “carriera” di Nino Giaconia, uomo d’onore affiliato al clan emergente dei Corleonesi. Accanto al cognato Gaspare, che in breve raggiunge il vertice della Cupola, Nino si conquista la fama di killer spietato e senza scrupoli, interamente votato agli interessi di Cosa Nostra. Anche lui, però, ha una debolezza: l’attaccamento alla moglie Rosa Martinez, appartenente alla cosca perdente dei Palermitani. Bellissima e tormentata, Rosa lo ha sposato più per sottrarsi alla soffocante tutela paterna che per amore. Una scelta che ha trasformato la sua vita in un inferno e che, col passare del tempo, la persuade di avere Walter Veltroni NOI Rizzoli pp. 352; € 19,00 1943: il quattordicenne Giovanni fissa sull’album da disegno gli ultimi giorni del fascismo, il bombardamento di Roma del 19 luglio, la deportazione degli ebrei il 16 ottobre. 1963: Andrea, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino decappottabile, l’Italia del boom. 1980: l’undicenne Luca registra sulle cassette del suo mangianastri l’anno terribile del terremoto in Irpinia, del terrorismo, dell’assassinio di John Lennon. 2025: l’adolescente Nina vuole costruire la sua vita preservando le esperienze uniche e irripetibili di coloro che l’hanno preceduta. Quattro generazioni della stessa famiglia, quattro ragazzi colti ciascuno in un punto Rivista – Ottobre 2009 La Scaffale tradizionale appuntamento per centinaia di migliaia di lavoratori italiani. L’exploit tecnologico dello scambio di auguri tra Roma e Zurigo per il Natale 1964, i “saluti da casa” via etere, le migliaia di lettere alla redazione, i notiziari, lo sport, gli sketch umoristici sulla convivenza tra svizzeri e immigrati, gli spettacoli con cantanti, artisti e sportivi “di casa” presentati dai due mattatori del programma: gli amici televisivi Corrado e Mascia Cantoni. Il programma sintetizzò in un’ora un intero palinsesto costruito appositamente per il pubblico degli emigrati italiani in Svizzera, con la doppia funzione di mantenere un legame con la patria di partenza e di avviare un processo d’integrazione nella potenziale patria d’adozione. Curata dalla Televisione della Svizzera italiana (TSI) in collaborazione con la RAI ed emessa in lingua italiana sull’intero territorio nazionale, la rubrica costituisce l’unico episodio di regolare consumo televisivo condiviso da tutte le regioni della Confederazione quadrilingue. Un esempio unico e irripetibile di televisione senza frontiere. Matilde Gaggini Fontana, giornalista, ha ottenuto la laurea in Lettere all’Università di Zurigo e il dottorato in Scienze della comunicazione all’Università della Svizzera italiana. Ha collaborato a quotidiani e riviste. Attualmente lavora al settore Multimedia della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. imboccato una strada senza ritorno. Sulle tracce di Gaspare e Nino, superlatitanti da oltre un ventennio, ci sono infatti l’inflessibile giudice Elvira Salemi e il commissario Matteo Di Giannantonio: entrambi lacerati da dubbi e contraddizioni, sono tuttavia decisi a non mollare, costi quello che costi. E per Cosa Nostra è giunta l’ora di cambiare perché tutto, gattopardescamente, resti come prima Un romanzo corale di sangue, amore e morte, cui la penna asciutta, affilata, di Salvo Sottile - già noto al pubblico per il bestseller Maqeda - imprime un ritmo quasi cinematografico, con sequenze emozionanti che si succedono in un crescendo di suspense. Una storia di mafia che nulla concede alla retorica e agli stereotipi del genere, componendo un vibrante affresco di rara potenza drammatica. Salvo Sottile, giornalista, è caporedattore della “cronaca” al Tg5. Dopo una lunga esperienza di inviato in Italia e all’estero, comprese alcune zone di guerra, dal 2001 si è trasferito a Roma, dove attualmente vive e lavora. Nel 2007 con Baldini Castoldi Dalai ha pubblicato il suo primo romanzo, Maqeda, che dopo un successo di vendite e di critiche, si appresta a diventare un film. di svolta (l’esperienza della morte e della distruzione, la malattia di una madre perduta e ritrovata, il tradimento degli affetti, la rivelazione dell’amore) che coincide con momenti decisivi della recente storia italiana, o si proietta in un futuro di inquietudini e di speranze. Il nuovo romanzo di Walter Veltroni intreccia voci, destini, ricordi, eventi, oggettisimbolo, canzoni, film, sentimenti e passioni che vengono da giorni e luoghi perduti, eppure così familiari. Forse perché quelle voci siamo Noi. Walter Veltroni è stato direttore dell’“Unità”, vicepresidente del Consiglio nel governo di Romano Prodi, segretario nazionale dei Democratici di sinistra, sindaco di Roma e segretario nazionale del Partito democratico. Oltre ad alcuni libri sulla televisione e sul cinema, ha pubblicato presso Baldini Castoldi Dalai Il sogno spezzato. Le idee di Robert Kennedy (1993 e 1999), Governare da sinistra (1997), La sfida interrotta (1999), I care (2000) e presso Rizzoli La bella politica (1995), Forse Dio è malato. Diario di un viaggio africano (2000), Il disco del mondo. Vita breve di Luca Flores, musicista (2003), Senza Patricio (2004), La scoperta dell’alba (2006) e La nuova stagione. Contro tutti i conservatorismi (2007). 51 Benefici immediati e vantaggi futuri 2.75% netto annuo Alto rendimento e massima sicurezza. Massima flessibilità. Vantaggi fiscali. Facilitazione all’acquisto della propria abitazione. Garantirsi una buona qualità di vita anche in pensione. Direzione Generale e Agenzia di città Lugano, Via G. Luvini 2a Tel. +41 58 855 32 00 Fondazione di previdenza 3° pilastro della Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) SA Sede Principale Lugano, Via Maggio 1 Tel. +41 58 855 31 00 Succursali ed Agenzie Chiasso, Mendrisio, Lugano-Cassarate, Bellinzona, Biasca, Locarno, San Gallo, Basilea, Zurigo, St. Moritz, Celerina, Poschiavo, Castasegna, Pontresina, Coira, Davos, MC-Monaco Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) Call Center 00800 800 767 76 www. bps-suisse.ch L In mostra ad Ascona fino al 31 ottobre a Venezia di Rolf Gérard “Sono nato a Berlino il 9 agosto 1909 figlio di Walter Gérard, scienziato tedesco di origine ugonotta e della celebre cantante italiana, Mafalda Salvatini” Questo è l’incipit di Rolf Gérard si racconta in Rolf Gérard: Un diario lungo 90 anni di Augusto Orsi Lo scorso 9 agosto il grande artista e maestro della scenografia che risiede ad Ascona dal 1977, e ancora oggi crea e dipinge quotidianamente, ha festeggiato il centesimo compleanno. L’omaggio all’artista che con le sue scenografie teatrali e cinematografiche è testimone della cultura di un secolo si è concretizzato in una significativa e splendida esposizione che celebra l’amore di una lunghissima esistenza, quella di Gérard, per una città unica al mondo: Venezia. La Venezia di Rolf Gérard, che riprende, aggiornandola e arricchendola notevolmente per il numero delle opere esposte, Venise vu par Rolf Gérard, alla galleria Bernhein-Jeune di Parigi del 1971. La mostra è collocata alla Fondazione Gérard (Via Carra dei Nasi 1, Ascona) e alla Fondazione Epper (Via Albarelle 14, Ascona). Un piccolo acquarello del 1929 in cui Venezia si profila quasi come in un sogno, tra tinte sfumate ed evanescenti e in cui vibrano le atmosfere, è la prima creazione di Gérard su Venezia, il suo primo segno di un amore che si perpetua ininterrottamente da circa 80 anni. Le due esposizioni, complementari l’una dell’altra illustrano Venezia in tutto il suo splendore e anche nella sua intimità recondita. È una Venezia legata alla memoria la quale si rinnova e rinvigorisce nelle sue visite e nei suoi soggiorni annuali: “A Venezia la scenografia si fonde con la pittura - scrive Gérard - Per me la città è un grande teatro, un palcoscenico. È sospesa quasi irrealmente tra cielo e acqua. Più la dipingo, più essa diventa piccola e più il cielo e l’acqua si ingrandiscono. D’esta- LA VENEZIA DI ROLF GÉRARD Fondazione Gérard e Fondazione Epper Ascona fino al 31 ottobre. Orari: mercoledì- venerdì 10 – 12 / 15 -18 Sabato e domenica 15- 18 Lunedì e martedì chiuso. Entrata libera Rivista – Ottobre 2009 La te paragono Venezia ad una perla bianca e d’inverno ad una perla grigia”. Di Venezia Gérard ci dà soprattutto le vedute. Queste nascono dal suo talento scenografico, dall’utilizzazione di tonalità luminose e da una tavolozza ricca di colori, di tinte, di atmosfere pittoriche che carpiscono i momenti atmosferici (sole, pioggia, acqua) e gli attimi magici dell’avvicendarsi delle stagioni e del passar del tempo. In vele sulla laguna, su canali e scorci di calle egli riproduce in modo irripetibile il rosso e i bagliori della Serenissima. In diversi dipinti notturni, e paesaggi intimi, riesce a trasmetterci la caducità delle cose e il senso della morte allo stesso modo di Luchino Visconti (grande regista, ma anche grande scenografo) in Morte a Venezia. Dai tetti di Venezia, con la sua stupenda prospettiva scenica a Gondoliere (riprodotto sulla locandina dell’esposizione) da Vista sulla Salute, a La Salute sotto la neve, a San Marco in una tormenta di neve, e ad altri luoghi canonici della città lagunare, l’esposizione si snoda come un inno d’amore per una città fatta non unicamente di mare, di cielo e di monumenti, ma di luoghi dell’ispirazione artistica e della memoria, dove sentimenti e passioni hanno valori indistruttibili. Ai paesaggi si affianca anche una galleria di personaggi unici e caratteristici che hanno colpito l’immaginario dell’artista e che lui ha saputo ritrarre con tinte dense, corpose come il tenebroso Sacrestano o Il nano dei miracoli uscito quasi per caso da una di quelle calle che assisteranno, forse anche al passaggio di Corto Maltese il leggendario marinaio di Hugo Pratt. Il ritratto di Kyria a Venezia, la donna che Gérard amò incondizionatamente più di ogni altro, è una delle opere più rappresentative dell’esposizione per qualità artistiche, ma soprattutto per la sua valenza sentimentale e simbolica: quella dell’amore eterno. 53 I Gli scrigni delle curiosità9 l Museo della Bilancia, della Figurina, dell’Illustrazione, il Castello dei Burattini e la Casa della Musica di LuCor A Campogalliano (Mo) la bilancia fa la sua comparsa “da protagonista” nel lontano 1860. Esigenze quotidiane di pesatura sviluppano una tecnologia produttiva da cui nascono i tipici strumenti legati all’economia locale. Dalla prima azienda, la Crotti, ai laboratori Baccarani, alla nascita della Società Cooperativa Bilanciai, con le più recenti espressioni artigianali della CMS e industriali dell’ABC Bilance, il cammino della bilancia a Campogalliano è tracciato anche da strade contemporanee che esaltano una specializzazione territoriale nei mercati mondiali dei sistemi di pesatura. Con queste premesse nasce, nel 1989, un museo unico nel suo genere, il Museo della Bilancia, sorto per conservare una tradizione illustre e documentare l’evoluzione dello strumento nel tempo. Riallestito nel 1997, nella nuova sede dell’antica distilleria della Cantina Sociale (1908), l’istituzione museale si presenta oggi in una connotazione anche internazionale con la sua raccolta di pezzi provenienti da tutta Europa, dagli Stati Uniti e da altri paesi. Nella sua crescita il museo ha coinvolto l’intero tessuto connettivo urbano ed ha portato alla denominazione di Campogalliano, Città della bilancia, come il turista può leggere nell’insegna di benvenuto all’ingresso del paese A Campogalliano (Mo) la bilancia fa la sua comparsa "da protagonista" nel lontano 1860. Esigenze quotidiane di pesatura sviluppano una tecnologia produttiva da cui nascono i tipici strumenti legati all'economia locale. Dalla prima azienda, la Crotti, ai laboratori Baccarani, alla nascita della Società Cooperativa Bilanciai, con le più recenti espressioni artigianali della CMS e industriali dell'ABC Bilance, il cammino della bilancia a Campogalliano è tracciato anche da strade contemporanee che esaltano una specializzazione territoriale nei mercati mondiali dei sistemi di pesatura. Con queste premesse nasce, nel 1989, un museo unico nel suo genere, il Museo della Bilancia, sorto per conservare una tradizione illustre e documentare l'evoluzione dello strumento nel tempo. Riallestito nel 1997, nella nuova sede dell'antica distilleria della Cantina Sociale (1908), l'istituzione museale si presenta oggi in una connotazione anche internazionale con la sua raccolta di pezzi provenienti da tutta Europa, dagli Stati Uniti e da altri paesi. Nella sua crescita il museo ha coinvolto l'intero tessuto connettivo urbano ed ha portato alla denominazione di Campogalliano, Città della bilancia, come il turista può leggere nell’insegna di benvenuto all'ingresso del paese. Museo della figurina di Modena Il Museo della Figurina nasce negli anni '80, sull'onda dell'enorme popolarità raggiunta dalla nota azienda modenese, che le ha rese celebri, allo 54 scopo di documentare la diffusione delle figurine in tutto il mondo. Vi sono esposte migliaia di figurine di ogni formato e diversi materiali: dalle scatole di fiammiferi, ai bolli chiudi lettera, dalla carta moneta ai menù. Una sezione è dedicata agli album delle figurine, agli album d'epoca frutto della passione collezionistica. Il museo è anche un punto di riferimento per gli studiosi di questo particolare settore, in quanto è stato sviluppato uno speciale sistema di catalogazione. Il patrimonio del museo è stato recentemente incrementato dall’acquisizione di una nuova collezione donata dal Professore Ruggero Tagliavini e Anna Maria Roccatagliati di Modena, costituita da moltissimi periodici italiani per ragazzi che vanno dal 1812 agli anni ’50 di questo secolo. A differenza delle altre raccolte conservate in museo (ad esclusione delle figurine dal dopoguerra), questa non è costituita, se non in una piccola parte, da materiali pubblicitari, ma dalle raffigurazioni che ci documentano in modo significativo la storia della stampa e del costume tra Otto e Novecento. Museo dell’illustrazione di Ferrara Il Museo dell'Illustrazione è stato promosso dalla professoressa Paola Pallottino, esperta di arte contemporanea e di illustrazione. Il Museo si propone come centro studi sull'immagine, cataloga e conserva materiali relativi all'illustrazione. Attraverso mostre temporanee, conferenze, convegni, il Museo diffonde la propria attività, principalmente rivolta alla catalogazione di documenti relativi alla Rivista – Ottobre 2009 La storia dell'illustrazione, di bozzetti grafico-pittorici, di originali e riproduzioni a stampa in libri e periodici d'epoca, nonché opere d'incisione, cartellonismo, fumetto, caricatura e grafica minore. Il Museo dispone anche di una biblioteca e di una emeroteca specializzate. Il Castello dei Burattini É la più importante raccolta italiana riguardante il teatro d'animazione raccolta da Giordano Ferrari, burattinaio parmigiano. Nel Museo (pressi i Musei Civici di Parma) è collocata la sua importante collezione oltre a pezzi di varia provenienza. marionette, burattini, oggetti di scena, manifesti, copioni animano le sale del nuovo. Il percorso espositivo si snoda partendo dalle maschere della Commedia dell'Arte (Arlecchino, Pantalone, Brighella) e prosegue facendo riferimento alle tradizioni artistiche di varie aree geografiche, come l'emiliana o la bergamasca, fino a quelle estere. Le marionette sono invece esposte con la volontà di mettere in rilievo le più importanti compagnie degli ultimi tre secoli e le loro opere. Completamente dedicata alla famiglia Ferrari, l'ultima sala presenta “attraverso pezzi ideati e realizzati dai componenti della famiglia” una compagnia teatrale profondamente legata alla sua terra. Casa della Musica di Parma La Casa della musica, creata dal Comune nel 2002, si propone di raccogliere, conservare e divulgare le testimonianze della cultura musicale. La Casa è, perciò, sia un centro di ricerca, sia un riferimento culturale e didattico. Assieme alle attività di studio, infatti, sono proposti diversi servizi, tra i quali l'accesso alla Biblioteca-Mediateca e all'Archivio Storico del Teatro Regio. Presso la Casa è inoltre allestito il Museo Multimediale L'Opera in Scena, propone un percorso storico in quattro sale espositive, attraverso la tradizione parmense del teatro d'Opera, dal barocco a Verdi e Toscanini, accostando documenti che riguardano lo sviluppo del melodramma. Una sala è dedicata a cimeli, ritratti e fotografie di Toscanini. L'allestimento, di moderna concezione, integra i sistemi espositivi tradizionali con le tecnologie informatiche più all'avanguardia. Il percorso culturale progettato dalla Casa della Musica include il Museo del Suono Riprodotto, allestito nella chiesa di Santa Elisabetta, che propone una raccolta di strumenti per la riproduzione la diffusione del suono, a partire dal fono- Rivista – Ottobre 2009 La grafo fino alle tecnologie più moderne, e il Museo Arturo Toscanini, allestito nella casa in cui nacque il maestro, che propone un'esposizione di pezzi, documenti e cimeli appartenuti a Toscanini. Il Victoria Albergo Romano di primissima classe • costruito nel 1899 • Ristrutturato rispettando stile e opere d’arte • Situazione calma nel centro storico, di fronte al Parco di Villa Borghese a due passi dalle vie più famose per lo «shopping» • Rinomato per il suo ristorante italiano classico, il BELISARIO • Il VIC’S-BAR come punto d’incontro • Roof-garden romantico per cocktails e cene estive • Sale conferenze funzionali • Garage 24 ore • Servizio tempestivo, cortese e multilingue • R.H. Wirth - H. Hunold Amministratori delegati Via Campania 41 | oo187 Roma Tel. oo39 o6 42 37 o1 Fax oo39 o6 48 71 89o E-mail: [email protected] Internet: www.hotelvictoriaroma.com 55 L’ autunno della cultura su LA 1 e LA 2 L’autunno della cultura in tv si annuncia con molte conferme e diverse novità. Andiamo in ordine cronologico. Il Filo della Storia (a cura di Silvana Bezzola, giovedì alle 22.35 su La1) ha ripreso il proprio percorso con le prime visioni di documentari che raccontano, analizzano e documentano fatti e personaggi che segnano e hanno segnato il mondo. Superalbum cambia volto ed è affidato a Gianni Delli Ponti. La rubrica del sabato sera (ore 21.00 su La2, curata da Federico Jolli) ha ripreso sabato 19 settembre a viaggiare nella storia delle produzioni documentaristiche della RSI, un viaggio che molti telespettatori hanno apprezzato, perché permette di rivivere situazioni e personaggi e anche di riflettere su quanto è poi successo e su come le realtà raccontate in cinquant’anni di storia della tv svizzero-italiana sono evolute. Il Giardino di Albert in versione studio virtuale ripropone lo schema rivelatosi vincente la scorsa stagione, con l’alternanza di magazine e puntate monotematiche, che aprono squarci di curiosità e indagine sul mondo della scienza, cercando di andare a guardare in ogni luogo, vicino o lontano da noi. Saranno ancora Cecilia Broggini e Giovanni Pellegri i volti del Giardino, che potrete incontrare ogni do- menica alle 18.10 su La1. La squadra capitanata da Maurizio Chiaruttini promette davvero di farci vedere le meraviglie del possibile. A Storie, dopo l’aperitivo settembrino di Storie Cinema dedicato al giallo e lo speciale su Georges Simenon a vent’anni dalla morte, Sandra Sain passa il testimone a Maurizio Canetta, che sarà in studio per la prossima stagione del programma curato da Federico Jolli e Luca Jaeggli, che ha preso il via domenica 4 ottobre. Con qualche novità e una scenografia nuova di zecca. Novità importante anche per la serata del lunedì su La 2: Fuoricampo e Me-Doc si fondono, Silvana Bezzola e Luisella Realini lanciano dal 5 ottobre “La2 Doc, il piacere del documentario”, che, ogni lunedì alle 21.00 su La2, aprirà lo sguardo su orizzonti appassionanti e commoventi, avvolgenti e intriganti, spaziando dalla Svizzera al mondo alla ricerca del meglio della narrazione attraverso le immagini. Senza dimenticare, in chiusura, i consueti e attesi appuntamenti con i documentari di natura (National Geographic e dintorni, scelti da Patrizia Balerna) proposti la domenica alle 16.00 su La1 e ogni giorno alle 17.30 su La2. Un menu dalle molte portate con appendice nel sito internet che Enrico Lombardi nutre anche di contributi originali e accattivanti per completare un’offerta piena di spunti, riflessioni e idee. ABB Schweiz AG Brown Boveri Strasse 6 - 5400 Baden (AG) 56 Rivista – Ottobre 2009 La Sequenze di Jean de la Mulière Desert Flower di Sherry Hormann Per quanto non sia prevista da alcuna legge islamica, la pratica dell’infibulazione, stando ai dati forniti dall’Onu, rende vittime circa 6mila bambine ogni giorno. La stessa sorte ha subito Waris Dirie che all'età di 13 anni fugge dalla propria famiglia in Somalia per scampare a un matrimonio forzato. Aiutata dalla nonna a Mogadiscio viene inviata a Londra, dove diventa una serva all’interno dell’Ambasciata Somala. Questo la esclude dall’apprendimento della lingua inglese e quando il governo somalo cadrà, non volendo rientrare in patria, si troverà sperduta in una metropoli. L'aiuterà una commessa di grandi magazzini, Marilyn. Waris, che diventerà una top model nota in tutto il mondo, conserva il suo tragico segreto. Desert Flower non è un film relegabile con superficialità tra le opere didattiche su tematiche sociali. Sherry Hormann, con la collaborazione della vera Waris Dirie e dell'altrettanto famosa modella Liya Kebede (che la impersona sullo schermo) raggiunge perfettamente l’obiettivo di intrattenere inducendo a pensare. L'odissea di una bambina nomade e mu- Giulia Verschwinden di Christoph Schaub Giulia è molto turbata poiché sta per compiere cinquant'anni. Giulia pensa di essere ormai invisibile agli occhi degli altri, ma poi incontra un uomo che la invita a bere un bicchiere e decide di non raggiungere gli ospiti che la stanno aspettando per festeggiarla. Nel frattempo, Jessica e Fatima, due ragazze di quattordici anni in cerca di un regalo di compleanno, vengono arrestate dalla guardia di un centro commerciale. Il loro gesto getterà nell'inquietudine i genitori divorziati di Jessica che, informati dei fatti, si recano alla centrale di polizia per recuperare le due ragazze. Inoltre, quello di Giulia non è l'unico compleanno del giorno. In una casa di riposo, infatti, l'80enne Leonie festeggia senza entusiasmo il suo genetliaco. Commedia agrodolce, Giulias Verschwinden (la scomparsa di Giulia) pone sotto la lente i vari personaggi mettendone a nudo i disperati tentativi per rubare all’età qualche anno. Verblendung di Niles Arden Oplev Mikael Blomkvist è un giornalista ostinato e idealista, sconfitto in tribunale dal potente uomo d'affari incriminato dalla sua inchiesta. Lisbeth Salander è una giovane hacker asociale e introversa, abusata in famiglia e segnata dalla detenzione in una clinica psichiatrica. Henrik Vanger è un ricco industriale ossessionato dalla scomparsa della nipote, avvenuta quarant'anni prima. In un'isola bagnata dal Baltico e abitata dal potente clan dei Vanger, Mikael, Lisbeth ed Henrik si incontreranno, collaborando a risolvere i loro destini, minacciati da un passato oscuro e rimosso. Mentre in Italia è già in programmazione il secondo film (con gli stessi autori ma con un nuovo regista) tratto dalla trilogia di Stieg Larson, intitolata Verblendung esce in Svizzera la versione cinematografica del primo volume pubblicato in italiano con il titolo di Uomini che odiano le donne. Rinchiusa nei canoni del cinema di genere, il film conserva la critica sociale che emerge dalle pagine della trilogia. Le vittime principali delle Rivista – Ottobre 2009 La tilata (nel corpo e nello spirito) che diventa una delle modelle del Calendario Pirelli non vuole tramutarsi in una favola di Cenerentola adattata ai nostri giorni. Grazie anche alla sempre vulcanica presenza di Sallky Hawkins (la Poppy di Happy Go Lucky) il film trasmuta di volta in volta dal dramma alla commedia per poi ritornare al dramma e suscitare quel particolare tipo di commozione che può muovere all'azione. Perché se il tema della lotta alle mutilazioni sessuali è al centro dell’azione che Waris Dirie continua a condurre come ambasciatrice dell'Onu, Desert Flower affronta anche i problemi dell’immigrazione con il susseguirsi di leggi di cui i soggetti interessati non sempre sono a conoscenza e quello del difficile processo di integrazione anche quando la Natura ti ha dotato di un aspetto decisamente superlativo. Sceneggiato dal noto scrittore svizzero Martin Suter il film mette in scena una commedia corale e ritmata sul tema dell’invecchiamento in una società che ci vorrebbe sempre sani e giovani, almeno nell’aspetto esteriore, e lo fa infarcendo di battute acute un film che sposta l’attenzione da un personaggio all’altro prendendosi il tempo di approfondirne il carattere. Una commedia sempre divertente, spesso esilarante, che mostra come, mentre tentiamo di fermare artificialmente il tempo, ci impediamo di crescere. Ottimo cast che comprende, oltre a Bruno Ganz, la pluripremiata attrice tedesca Corinna Harfouch (la Giulia del titolo). Il film, che ha ottenuto il Premio del pubblico al recente Festival di Locarno, è dedicato alla memoria del regista Daniel Schmid, scomparso esattamente tre anni fa, che avrebbe dovuto dirigere il film persecuzioni e delle violenze del primo romanzo dello scrittore svedese sono evidentemente le donne, i carnefici sono dei mostri che vanno eliminati senza sconti, indulgenze o garantismi. Il terrore nel libro e nel film omonimo non corre sul filo ma nel luogo sacro dell'immaginario europeo, la famiglia. La vicenda ruota attorno al potente clan dei Vanger, dominato da patriarchi antisemiti che hanno praticato il nazionalsocialismo in un passato nemmeno troppo lontano. Mikael Blomkvist - direttore e comproprietario della rivista Millennium – assoldato dal vecchio Henrik per far luce sulla sparizione dell'adorata nipote, incarna l'irruzione di una turbativa del presunto ordine familiare. Affiancato dall'inquieta ma efficiente e dinamica Lisbeth, il giornalista indaga e poi smaschera il misfatto che racchiude la storia occulta della famiglia, il nucleo rimosso della realtà dei Vanger (e di una nazione). 57 Cisalpino II. È cominciata una nuova era! Salga a bordo del nuovo Cisalpino II (ETR610) e approfitti dei seguenti collegamenti: Ginevra – Milano Ginevra Losanna Montreux Sion Briga Domodossola Stresa Milano Per ulteriori informazioni: www.cisalpino.com Milano – Ginevra CIS 35 5.45 6.20 6.39 7.14 7.44 8.17 8.39 9.35 Milano Stresa Domodossola Briga Sion Montreux Losanna Ginevra CIS 40 16.25 17.21 17.48 18.20 18.47 19.21 19.45 20.18 di Marco Diorio Sebbene la sua carriera inizi ben quattro decadi fa con il blues americano, negli anni ha esteso la sua prospettiva, includendo virtuali rappresentanze da ogni angolo del mondo.. Polistrumentista, ma soprattutto chitarrista, incomincia la propria carriera musicale all´università negli anni Sessanta quando forma i Taj Mahal & the Elektras. Dopo la laurea nel 1964 si trasferisce a Los Angeles, dando vita ai Rising Sons as- Diapason sieme al chitarrista Ry Cooder. Maestro è una festa di musica, con molti originali e altrettante cover, con una contagiosa Scratch Back che surriscalda subito l´atmosfera. In sostanza un lavoro di classe, canzoni di splendida fattura di cui alcune davvero stupende. Taj Mahal si dimostra artista versatile, eclettico, creativo, “Maestro” nell´improvvisare, in grado di interpretare al meglio la musica. Taj Mahal Maestro (Heads Up Egea) I La Crus sono nati a Milano all´inizio degli anni novanta per l´incontro tra Alessandro Cremonesi, Mauro Ermanno (Joe) Giovannardi e Cesare Malfatti. Un disco dal vivo, quindi, un tour e poi la fine. È questo il presente ed il (mancato) futuro dei La Crus, una delle formazioni più amate del panorama italiano che si avvia verso il suo definitivo scioglimento a causa dei progetti personali dei singoli componenti del gruppo. Questo è un disco dalle atmosfere rarefatte, morbide, complice l´ampio uso di strumenti delicati. Lo stile è un rock raffinato. Ci raccontano senza remore e da ogni parola, come un fiume in piena, straripa tutto quello che gli passa per la testa, ogni pensiero, ogni congettura sulla loro e sull´umana condizione (ma più che altro sulla loro), sulle loro e sulle umane pene. La Crus Io non credevo che questa sera (Warner) Ginevra Di Marco con il suo nuovo album dal titolo Donna Ginevra, ci dà il modo di ascoltare non solo la sua splendida voce, ma anche di recuperare dei brani del lontano passato proposti in una veste attuale ed inedita. Così Donna Ginevra, con la barca riprodotta sull´immagine di copertina, ci accompagna in Bretagna con un canto d´amore come Au bord de la fontaine, in Macedonia con il canto da matrimonio rom Usti usti baba, in Albania con l´antico brano Ali Pasha. E poi la Toscana, la sua terra d´origine, che ritroviamo in La Malcontenta, ninnananna dal sapore amaro raccolta da Caterina Bueno nelle terre di Siena e In Maremma spaccato della Toscana contadina del Novecento che emigrava per faticare nei campi. Folco Orselli MilanoBabilonia (Venus Dischi) Folco Orselli con la sua roca voce da bluesman esperto, fin dalle prime note di questo suo nuovo capitolo: Milanobabilonia, ci proietta in un serratissimo e distorto rock, carico di visioni infernali e di invasioni di presumibili extraterresti per niente ben intenzionati. È livido questo disco: come nello scenario mefistofelico di La fine del mondo un´apocalisse da non augurarsi. O come nel brano MilanoBabilonia manifesto della globalizzazione mal riuscita, dei furbetti che si sono presi il potere in città: “Povera Milano in mano a dei coglioni“... Orselli è per quelli che amano il genere. Ma è più trasversale di quanto si potrebbe imprigionarlo con le solite, asfissianti etichette. Perché, come per ogni cantautore che prima di tutto scriva col sangue più che con la testa, il nocciolo del disco arriva immediato, subito, al primo ascolto. Ginevra Di Marco Donna Ginevra (Materiali Sonori) A due anni di distanza dal suo ultimo lavoro, Mark Knopfler torna con il nuovo album di studio, il quinto di quest´ultima decade. Get Lucky, è una magistrale esplorazione delle radici musicali di una vita. L´album è una combinazione di folk, blues, con l´originale scrittura di Mark Knopfler che contiene elementi britannici personalizzati e vivido lirismo. Elegante e sapiente in ogni passaggio e per ogni paesaggio, ecco il Mark Knopfler che da 30 anni incanta i cuori. Naturalmente, come è già stato altre volte sottolineato in passato, è questo un musicista più maturo, quasi più distaccato del “guitar hero” conosciuto con i Dire Straits: w la sua è una maturità distillata tra una chitarra efficacissima e una voce sempre più calda. Mark Knopfler Get Lucky (Mercury) Rivista – Ottobre 2009 La 59 I Il debutto musicale di Gabriel Rimoli l privilegio di presentare un proprio album Puro rock latinoamericano con influsso britannico: è questo il progetto di Gabriel Rimoli, un cantante, musicista e produttore di origine uruguayana e italiana. ‘Escondiéndome de mi’ (nascondermi da me stesso) s’intitola il debutto, uscito presso la sua etichetta, la ‘Gaucho Music’. Chi è quest’uomo che intende nascondersi? La redazione della Rivista si è incuriosita, e ha inviato un giornalista alla ricerca del cantante, scovandolo in Ticino, dove vive da oltre sei anni di Luca D’Alessandro Gabriel Rimoli, 'Escondiéndome de mi' dà un'impressione piuttosto negativa. Una persona che si deve nascondere, di principio non è felice Ho riflettuto a lungo sul titolo da dare al mio album. Sono tuttora convinto che abbia fatto una buona scelta, poiché il titolo rispecchia la situazione nella quale mi trovavo nel 2003, quando ho portato su carta le prime note. Puoi precisare la situazione di allora? Noi tutti viviamo dei momenti in cui vorremmo nasconderci da noi stessi – i motivi possono essere diversi. Ci si trova ad esempio a chiedersi: perché non sono contento di ciò che ho raggiunto e di ciò che il destino mi ha portato? In certi momenti bisogna interrompere il flusso in cui ci si trova, guardarsi intorno e riprendere fiato. Bisogna tentare di capire cosa sta succedendo e riflettere sui prossimi passi. Nel 2003 ho vissuto diversi momenti non positivi, nel contempo però ho notato nuove vie aperte. Mi sono deciso per una di queste possibilità, ed eccomi qua: sto benissimo e ho in mano una produzione musicale che mi 60 dà grande soddisfazione. Probabilmente questa ricerca della diritta via si rispecchia nel tuo disco: le prime canzoni sono piuttosto negative, come suggerisce ad esempio il titolo «Tu cuerpo no miente», mentre quelle nella seconda parte hanno un carattere spensierato, come nel caso di «Dame tu amor» oppure di «Francesca». L'affermazione è corretta, il disco è paragonabile ad un diario che elabora tutto ciò che ho vissuto nei sei anni passati. Chi è «Francesca»? Francesca è la mia gioia di vita. L'ispirazione di cui ho bisogno nel mio cammino da musicista. È entrata nella mia vita all'improvviso, dando al disco l'essenza, cioè l'amore. L'album difatti parla dell'amore; quello che ho vissuto negli ultimi anni attraverso Francesca. La produzione del disco è avvenuta tra Uruguay, gli Stati Uniti, l'Italia e la Svizzera. Come sei riuscito a coordinare tutto? Con un bel po' di pazienza (ride). Le canzoni le ho composte in Svizzera, i Rivista – Ottobre 2009 La musicisti invece, che abitano nei paesi menzionati, hanno registrato i suoni nei loro studi, e me li hanno inviati per via elettronica in formato audio. Ho ricevuto tantissimi 'sound files', che ho radunato e inserito nel disco assieme al mio materiale. Ma se ti volessi presentare su un palco, avresti bisogno di musicisti disponibili e residenti in Ticino oppure in Italia settentrionale. Come fai a dare dei concerti se un chitarrista vive in Uruguay, mentre il batterista risiede in Italia? In realtà in questo momento non ci penso proprio a dare dei concerti. A me sta bene se posso sperimentare con i suoni, con le combinazioni, scrivere canzoni, insomma, vivere la musica. I musicisti del tuo disco si conoscono a vicenda? Non tutti e comunque non si sono mai trovati a registrare contemporaneamente. Magari se li facessi venire tutti in Svizzera potremmo dare un concerto e presentarci unitamente in pubblico. L'idea mi piace, ma oggi come oggi non so dire se tale situazione si avvererà. Come mai ti sei deciso a dedicarti allo stile del rock del tipo latino-britannico? Fin da giovane ero stuzzicato dall'idea di creare un disco che si collegasse alla cultura del rock-britan- nico. Andavo matto per quel genere. La forza e la ruvidità mi hanno sempre appassionato. In parole povere: come definiresti il tuo genere? Una fusione tra rock e ritmi classici del 'Rio De la Plata', che sono il tango, la murga e il candombe, quest'ultimo il più classico dei ritmi uruguayani. Il candombe oggi è celebrato con dei tamburi sulle piazze e nelle vie di Montevideo come stile folcloristico. In Uruguay gode di una simile reputazione come la samba in Brasile. Hai trovato la via dall'Uruguay in Ticino. Come mai ti sei spostato? I miei bisnonni ai loro tempi si erano spostati in Uruguay, dove hanno costruito la loro vita. Discendo quindi da italiani. Una cultura che porto in me, anche se la mia madrelingua è lo spagnolo. Qui in Ticino ho ritrovato tutto ciò che in Uruguay ho imparato a conoscere, il modo di pensare italiano, le amicizie e il rispetto reciproco. Inoltre qui trovo la cordialità e la correttezza svizzera, e tante possibilità, che mi fanno sentire a casa: la spontaneità, il calore e la libertà di scelta, come ad esempio il privilegio di poter presentare un proprio album. Mi sento bene e sono molto contento. Info: www.gabrielrimoli.com L'Hotel Hassler Roma, in cima alla Scalinata di Piazza di Spagna, è uno dei più prestigiosi hotel nel mondo. Il Presidente e Direttore Generale, Roberto E. Wirth, quinta generazione di una famiglia di albergatori svizzeri, usa un rigore assoluto nel prendersi cura degli ospiti e gestire il ristorante Imàgo, che offre una vista spettacolare dove ammirare le mille luci della Città eterna. Ristorante Panoramico all’Hassler Dinner Rivista – Ottobre 2009 La www.hotelhasslerroma.com www.imagorestaurant.com 61 La nuova pasta integrale Barilla. Ricca di fibre e sostanze nutritive. 100% di gusto. Tipicamente Barilla. Pasta al dente, con tutto il gusto dell’italianità, di una bontà senza compromessi. La nuova pasta Barilla Integrali nasce con un procedimento di macinatura esclusivo, è ricca di fibre naturali e contiene preziose sostanze nutritive. Barilla Integrali esiste in quattro formati di pasta classici: gli Spaghetti no. 5, le Pennette Rigate, i Fusilli o le Pipe Rigate. Barilla Integrali: l’alimentazione sana diventa anche varia e gustosa! No 1 in Italia A Zurigo dal 9 al 12 ottobre Gourmesse 2009 Il rilancio inizia dal nostro palato? Anche, perché no! Il rilancio nasce nelle nostre menti“ si diceva durante la crisi del 1993. La ripresa iniziò solo quattro anni più tardi e non nelle nostre teste, bensì nella politica finanziaria della Banca Nazionale. Ora, con la crisi attuale avremmo bisogno di un nuovo motto incoraggiante, tipo: Il rilancio inizia dal nostro palato. Nessuna pretesa di risollevare le sorti del mondo, ma un po’ di slancio e necessario ottimismo può derivare anche soddisfando, con giusta moderazione s’intende, il proprio palato. Non foss’altro per rendere meno dura l’attesa della ripresa. Dal 9 al 12 ottobre 2009 i buongustai avranno nuovamente l’occasione di avventurarsi in un tour luculliano tra i corridoi di Gourmesse, nei saloni del Centro Congressi (Kongresshaus) di Zurigo, cogliendo tutte le opportunità di viziare le proprie papille con 1001 delizie proposte da 140 espositori. Con piccoli squisiti seminari, esposizioni speciali, degustazioni e tante piccole e grandi golosità. Benvenuti a Gourmesse 2009! Fiera del Gusto, delle Specialità e dei prodotti di nicchia: che vede l’Italia è presente con una massiccia e importante selezione di aziende nostrane. Un’occasione per una full immersion di 4 giorni nella cultura della tavola, tra pregiate specialità culinarie e prodotti agroalimentari di vario tipo e natura, con un unico comun denominatore: la delizia del palato. Rivista – Ottobre 2009 La La Camera di Commercio per la Svizzera allestisce “Piazza Italia” È perfino retorico chiedersi se l’Italia poteva mancare ad un incontro declinato all’insegna della raffinatezza e del piacere.? Ecco pertanto che in occasione di “Gourmesse 2009”, la Camera di Commercio Italiana, partner ormai storica degli organizzatori, allestisce la “Piazza Italia” all’interno del Salone, presso la Gartensaal: una panoramica completa sulla cultura gastronomica Made in Italy, dove sarà possibile trovare provare e, nel caso acquistare, prodotti tipici e specialità regionali. La Camera di Commercio per la Svizzera, che si fa carico di assicurare una costante assistenza per tutta la durata della rassegna, ha coinvolto con entusiasmo un buon numero di produttori del Bel Paese coordinati in tre importanti collettive: CCIAA di Catania (che raddoppia dopo la partecipazione dello scorso anno) presenti con 7 aziende siciliane, il CONSORZIO LODI EXPORT rappresentato di 6 aziende loro associate, ECIPAR Parma che raccoglie 8 aziende dell’EmiliaRomagna. L’elenco completo delle aziende italiane presenti in fiera è riportato sulle pagine seguenti. 63 Intervista con Stefan Schramm, direttore della casa editrice ‘Salz & Pfeffer’, organizzatrice di GOURMESSE Crescere in termini di qualità Nasce per un questione di fiuto (“15 anni fa abbiamo fiutato l’interesse del consumatore per le specialità e i prodotti di nicchia”) ed è diventata un appuntamento irrinunciabile per chi ama soddisfare il palato. Coinvolge oltre 140 espositori che si propongono ad un pubblico che ormai supera le 10’000 unità. Ne abbiamo parlato con chi a suo tempo ha avuto naso e a distanza di anni ne dirige l’organizzazione di Simona Ninni e Luigi Palma Gourmesse, quali sono le novità e le aspettative? È curioso, le novità nascono sempre dalle cose già esistenti, abbiamo per esempio degli espositori che tornano ogni anno che spesso portano in fiera un prodotto nuovo; ovviamente non scopriamo l’acqua calda, ma ad ogni edizione mettiamo in risalto le novità e le idee innovative, questo è, diciamo, il carattere della Gourmesse. Quanto ha influito la crisi di quest’anno sulla manifestazione? La crisi é stata senz’altro una grande preoccupazione per noi, ma per quanto riguarda gli espositori non ne abbiamo risentito molto, anzi, i nostri dubbi sono stati spazzati via, in effetti gli spazi espositivi in fiera sono completamente esauriti. È anche vero che il consumatore solitamente risparmia sul cibo, pertanto l’impatto della crisi sul pubblico della Gourmesse si potrà misurare solo a termine della fiera. Ma tutti i partecipanti sono molto motivati e fiduciosi che la crisi non abbia solo influenze negative e che la manifestazione sia un ulteriore successo. Da qualche anno collaborate con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Come valuta questa collaborazione? Noi tutti della Salz & Pfeffer siamo molto soddisfatti di avere un partner come la CCIS che ci fornisce servizi importanti e molta esperienza; questa collaborazione è e sarà sempre preziosa ed efficace per entrambe le parti, una 64 cooperazione armoniosa per continuare a lavorare sul progetto ed inseguire costantemente l’alto livello di qualità. Quanto sono importanti gli espositori italiani presenti alla Gourmesse? L’Italia è una fonte inesauribile di prodotti e specialità, questo la rende un pool di espositori molto prezioso per la Gourmesse. Inoltre è piacevole il fatto che la globalizzazione non abbia ancora omogeneizzato il paese, in quanto sono sempre molto attivi i piccoli produttori, i consorzi e le regioni. In questo senso, l’Italia è diventata un incontro fisso alla Gourmesse. Come descrive il Suo rapporto con la gastronomia italiana e l’Italia in generale? Devo ammettere che sono un grande fan dell’Italia, ho visitato il Piemonte e anche altre regioni e ho avuto la fortuna di conoscere dei prodotti straordinari, dei paesaggi incantevoli e della gente molto accogliente. Ho un rapporto Rivista – Ottobre 2009 La meraviglioso con questo paese, in qualunque posto vai, hai sempre la certezza di trovare luoghi stupendi e una gastronomia impeccabile. Come nasce e cresce negli anni tale manifestazione? È tutto un discorso di richiesta sul mercato ed esperienze: 15 anni fa abbiamo fiutato l’interesse del consumatore per le specialità e i prodotti di nicchia e da lì è scattata la dinamica dell’organizzazione di una manifestazione specializzata in questo settore. Fino al giorno d’oggi è una continua ricerca di novità, esplorazione del mercato e un costante sviluppo di idee. La Gourmesse ha raggiunto una posizione ineguagliabile, ma il lavoro sul campo non finisce mai. Come vede la Gourmesse nei prossimi 15 anni? Non usiamo fare progetti a lungo termine. Certo, ci piacerebbe pensare che la Gourmesse esisterà anche fra 15 anni e che sarà cresciuta all’infinito, ma preferiamo non guardare oltre la staccionata e ci concentriamo ogni volta sull’edizione attuale e su quella dell’anno seguente. Ci affidiamo alla nostra flessibilità e alla nostra struttura capace di reagire con velocità agli eventi. Non siamo indovini, bensì realisti e preferiamo crescere all’interno in termini di qualità, non espandere in quantità. Sempre più fiere si rivolgono ad un pubblico di operatori del settore. Come mai la scelta di coinvolgere in maniera così massiccia il pubblico privato? Rivista – Ottobre 2009 La Abbiamo constatato che a Zurigo il pubblico gastronomico è composto da buongustai ai quali piace mangiare e bere e non cibarsi e abbeverarsi; ma anche l’operatore del settore come i grandi magazzini visita la fiera con piacere per incontrare i colleghi del ramo, scambiarsi e scoprire i nuovi prodotti di nicchia. Questo di solito avviene di lunedì, per questo stiamo puntando sempre più su questo giorno, nel quale gli operatori di settore, i decision makers della gastronomia e i buyers utilizzano la fiera per rinnovare il loro business. Inoltre, il lunedì lo possiamo dichiarare “giornata del Bordeaux”, dove da anni ormai si tengono interessanti workshop e seminari su questa rinomatissima regione del vino. Quindi, anche quest’anno il pubblico della Gourmesse, sia di settore che privato, si può aspettare un programma ricco e coinvolgente. 65 AZIENDE ITALIANE PRESENTI A GOURMESSE 2009 Collettiva CONSORZIO LODI EXPORT (Via Haussmann 11/15, I-26900 Lodi Tel. +39/0371/450 52 64, fax +39/0371/450 52 77 e-mail: [email protected]; www.lodiexport.it) PASTICCERIA CERRI DI CERRI PAOLO Via A. Diaz 39 I - 26866 Sant'Angelo Lodigiano (LODI) Tel.: +39 0371-210192 - Fax: +39 0371-210192 E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Pasticceria, amaretti PASTIFICIO DI AMANTE SAS Via dell’Elettronica 9 27010 Cura Carpignano (PAVIA) Tel.: +39 0371-97032 - Fax: +39 0371-97092 E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Pasta all’uovo GALLETTI DI GALLETTI AURELIO E C. SNC Via Faverzani 13 I - 26046 San Daniele Po (CREMONA) Tel.: +39 0372-65544 - Fax: +39 0372-65082 http://www.gallettisnc.it E-mail : [email protected] Prodotti esposti: Condimenti vari, aceti, verdure sottoli e sottaceti MOLINO RIVA Via Provinciale 69 I - 23846 Garbagnate Monastero (LECCO) Tel./Fax: +39 031853378 http://www.molinoriva.it E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Farine di granoturco CANTINA BOLDRASCA Cascina Boldrasca I - 26010 Dovera (CREMONA) Tel. +30 327 048 28 31 http://boldrasca.webnode.com E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Vini RISO DELLA MONSIGNORA Azienda Agricola Alberto Tavazzani Cascina Colombara I - 27016 Lardirago (PAVIA) Tel.: +39 0382-953093 http://www.risodellamonsignora.it E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Riso MOLINO PAGANI SPA Via dei Molini, 38 26812 Borghetto Lodigiano (Lodi) Tel.: +39 0371 - 29011 Fax: +39 0371 - 899035 http://www.molinopagani.it E-mail: [email protected] Prodotti: farine bianche TORREFAZIONE PORTIOLI SPA Via Cerca, 24 20090 Caleppio di Settala (Milano) Tel.: +39 02 - 9589751 - Fax: +39 02 - 9589755 http://www.portioli.it E-mail: [email protected] Prodotti: caffè TERRE DI MIELE Apicoltura Motta Sebastiana Via Cancelliere, 61 95019 Zafferana Etnea (Catania) Tel./fax: +39 095 - 7081926 http://www.terredimiele.it E-mail: [email protected] Prodotti: miele 66 Collettiva CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. DI CATANIA (Via Cappuccini 2, I-95124 Catania Tel. +39/095/73 61 376, Fax +39/095/736 13 78 e-mail: [email protected] www.ct.camcom.it) SINATRA GAETANO SALVATORE Azienda Agricola Via Pietro Metastasio 6 I - 95047 Paternò (CATANIA) Tel. & Fax: +39 095 846 789 E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Olio extravergine di oliva, marmellate JUDEKA SRL - SOCIETA' AGRICOLA Via Messina 6 I - 95040 Ramacca (CATANIA) Tel.: +39 0933 60544 E-mail: [email protected] http://www.judeka.com Prodotti esposti: Vini AL-CANTARA SOCIETA' AGRICOLA SRL Via A. Cecchi 23 - I - 95125 Catania Tel.: +39 095 222644 E-mail: [email protected] [email protected] Prodotti esposti: Vini AZIENDA AGRICOLA F.LLI RICCOBONO EREDI DI MARIA SILVESTRI Frazione Granieri I - 95041 Caltagirone (CATANIA) E-Mail: [email protected] Prodotti esposti: Vini LA CAPIROSSA TRADING SRL Via Magenta 27 - Solicchiata I - 95012 di Castiglione di Sicilia (CATANIA) Tel./Fax.: +39 0942 986158 E-mail: [email protected] [email protected] http://www.capirossa.com Prodotti esposti: Vini PATRIA SCRL s.s.120, Km 194.500 I - 95030 Solicchiata di Castiglione di Sicilia (CATANIA) Tel.: +39 0942 986072 / 983133 Fax: +39 0942 983143 E-mail: [email protected] http://www.vinipatria.it Prodotti esposti: Vini PROSCIUTTIFICIO FRATELLI GALLONI Via Martiri della Libertà 17 I - 43013 Langhirano (PARMA) Tel.: +39 0521 354211 - Fax: +39 0521 354222 E-mail: [email protected] http://www.galloniprosciutto.it/ita/dove/index.htm Prodotti esposti: Prosciutti di Parma FRANTOIO OLEARIO BIGUCCI Via Pianventena 972/c I - 47842 San Giovanni in Marignano (RIMINI) Tel. +39 0541 955196-956755 Fax +39 0541 825231 E-mail: [email protected] http://www.bigucci.it Prodotti esposti: Aceto balsamico, miele, olii aromatizzati, olio extra-vergine, salse CONFRATERNITA DEI VIGNAIOLI DELLA TORRECHIARA c/o La Bandina Strada Bandina 3 I - 43013 Langhirano (PARMA) Tel: +39 0521 355166 - Fax:+39 0521 355296 oppure c/o Amadei Federico Strada Langhirano 298 - I - 43100 Parma Tel.: +39 0521 648333 E-mail: [email protected] [email protected] Prodotti esposti: Vini PASTA FRESCA VENUSTI Via Monte Molinatico 10/a I - 43100 Parma Tel: +39 0521 967094 E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Pasta fresca IL SALUMIERE Via Cascinapiano 43/B I - 43013 Langhirano (PARMA) Tel.: +39 0521 861169 E-mail: [email protected] http://www.parmaest.it/vetrina/ilsalumiere/ pagina_iniziale.htm Prodotti esposti: Salumi tipici di Parma, formaggi CASEIFICIO SOCIALE CASTELLAZZO Via don Mazzolari 12 I - 42012 Campagnola Emilia (REGGIO EMILIA) Tel.: +39 0522 652862 - Fax: +39 0522 652910 E-mail: [email protected] www.parmigianoreggianocastellazzo.it Prodotti esposti: Formaggi, Parmigiano Reggiano AZIENDE SINGOLE LE ANTICHE DELIZIE DI G. PALERMO Via dei Belfiore 44 I - 95028 Valverde (CATANIA) Tel.: +39 095 7213421 - Fax: +39 095 7212970 E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Liquori, rosoli, creme e marmellate Collettiva ECIPAR di Parma Scarl (Via G. e G. Sicuri 44/a, I-43100 Parma, Tel. +39/0521/26 70 17, fax: +39/0521/26 70 70, www.eciparpr.com) SALUMIFICIO BUONGUSTAIO Via Pagliani G. 29/A I - 42019 Scandiano (REGGIO EMILIA) Tel.: +39 0522 989055 E-mail: [email protected] Prodotti esposti: Salumi AZIENDA AGRICOLA TUFO ANTONIO CARMINE C/da S. Lucia 216 I - 82021 Apice (BENEVENTO) Tel.: +39/334/770 94 50 Fax: +39/0824/911 019 E-mail: [email protected] www.frantoioantoniotufo.it Prodotti esposti: Olio di oliva, vino, conserve, salumi e formaggi AZIENDA AGRICOLA FRANCO DI FILIPPO Via Malcangi 99 I - 70059 Trani Tel.: +39/0883/480 872- Fax: +39/0883/488 763 E-mail: [email protected] www.moscatotrani.it Prodotti esposti: Moscato e grappe Rivista – Ottobre 2009 La Grancereale – i biscotti ricchi di fibre Grancereale – il biscotto integrale che regala un vero piacere. Ricco di salutari fibre e ingredienti naturali selezionati. Grancereale esiste nelle tre varietà Classico, Frutta e Croccante. R 16° Concorso internazionale dei vini Zurigo 2009 isultato lusinghiero per le cantine italiane Fra i vini italiani, si sono distinti quelli della Fattoria La Vialla (www.lavialla. it), Arezzo, dei fratelli Gianni, Antonio e Bandino Lo Franco, gli ultimi due presenti alla premiazione, che hanno ottenuto quatto “Gold-Diplome” (diplomi d’oro) e un “Silber Diplom” (diploma d’argento). Premiati con il Gold-Diplom I fratelli Antonio e Bandino Lo Franco ricevono il Goldendiplom dalle mani di Lara Cucinotta delegata per la serata della Camera di Commercio Italia per la Svizzera (Foto di Nina Mann www.ninamann.ch) Quest’anno, al Concorso internazionale dei vini Zurigo, sono stati presentati oltre 2'100 vini. Meta dei quali provenienti da vigneti svizzeri, mentre i restanti in ambito internazionale, l’offerta italiana era quella più rappresentata con ben 312 bottiglie. Di queste, 57 hanno ricevuto il “Gold-Diplome” (diplomi d’oro) e 63 il “Silber Diplom” (diploma d’argento). Sotto la competente guida di Hans Bättig, ingegnere agronomo responsabile del Concorso, i vini sono stati degustati e valutati a metà luglio da una corposa commissione di 160 esperti tra i quali figuravano enologi, ricercatori, istruttori, viticoltori, negozianti e acquirenti. La consegna dei premi ha avuto luogo 10 settembre 2009 alla presenza, tra gli altri, oltre che di Bättig, anche del padrone di casa: il presidente dell’EXPOVINA, Bruno Sauter. VIN SANTO 2005 VIN SANTO DEL CHIANTI CASA CONFORTO 2004 CHIANTI RISERVA ROSAROS/\ 2008 ROSATO TOSCANO CASA CONFORTO 2008 BIANCO COLLI DELL' ETRURIA CENTRALE Con il Silber-Diplom TORBOLINO, TOSCANA BIANCO Appuntamento ora per la 56esima esposizione dei vini EXPOVINA che avrà luogo come ogni anno su 12 battelli ancorati all’imbarcadero della Bürkliplatz, dal 29 ottobre al 12 novembre 2009. In tal occasione verranno realizzati interessanti seminari dove poter scoprire i vini con l’aiuto di rinomati esperti. Salute! Domenico e Rita Miggiano tra i premiati del Pfefferzeichnen 2009 Il riconoscimento, istituito nel 2006 da Gastrosuisse e dalle Edizioni Salz&Pfeffer, viene attribuito a quelle aziende che a diverso titolo si sono distinte nel mondo della gastronomia dell’hotelleria e del turismo. Orientato al futuro, esso premia iniziative innovative e originali. Nella categoria “Zukunftträger” (letteral- 68 mente: portatori di futuro) quest’anno il premio è andato a Domenico e Rita Miggiano del Gasthof Löwen di Bubikon (Zh). Da un lato, come si legge nella motivazione, è un riconoscimento della competenza gastronomica di Domenico Miggiano, culturalmente mediterranea, essendo Domenico di origini meridionali, ma arricchita con stage in giro per il mondo e poi affinata al Waldhaus di Flims, al Suvretta Haouse di S. Moritz e al Lago di Lugano a Bissone. Al contempo, è anche un premio alla sua capacità di trasmettere l’arte della cucina a tutti quegli appassionati apprendisti che hanno la possibilità di lavorare al suo fianco. Rivista – Ottobre 2009 La L ivernano e Casalvento incontrano i giornalisti di Zurigo In un incontro conviviale che si è svolto in una sala del ristorante Carlton, lo scorso Mercoledì 9 settembre le tenute Livernano e Casalvento di Robert e Gudrun Cuillo, situate nelle alte colline di Radda in Chianti, hanno presentato alla stampa Svizzera i propri prodotti, frutto del lavoro di una proprietà e di uno staff di alto livello che nutre il più profondo rispetto per il territorio vocato in cui opera. Durante il pranzo sono stati degustati i Chianti Classico Riserva delle due tenute: Il Livernano Docg 2005 (3 bicchieri sulla Guida del Gambero Rosso) (80% sangiovese e 20% merlot) e il Casalvento Docg 2005 (80% sangiovese e 20% cabernet sauvignon), entrambi ricchi di frutto e di aromi, fini ed espressivi, vini di carattere e notevole profondità gustativa. l Purosangue 2006 (sangiovese in purezza) con aromi di violetta e ciliegia e una consistenza vellutata. Con la seconda portata sono stati serviti: Il Casalvento Janus Toscana Rosso Igt 2005 (cabernet sauvignon in purezza) insieme al Livernano Toscana Rosso Igt 2005 (al 60% di cabernet sauvignon si aggiungono un 35% di merlot e un 5% di sangiovese) dai profumi riccamente fruttati e dalla potente struttura. I coniugi Cuillo acquistarono Casalvento nel 1998 e nel 2001 fecero i primi impianti. Attualmente la proprietà si estende su 70 ettari di cui 6,5 vitati a cabernet sauvignon, merlot e sangiovese. Nel 2003 acquistarono Li- Rivista – Ottobre 2009 La vernano (71 ettari) il cui splendido borgo fu abitato dagli Etruschi e dai Romani per poi diventare, in epoca medievale, una roccaforte di difesa. Nel XVII secolo Livernano divenne un tranquillo borgo agricolo, conservando al suo interno la chiesa romanica dell’XI secolo. Nel 1990 il borgo, grazie ad una profonda azione di restauro, recuperò nuova vita, attraverso l’impianto di nuovi vigneti, la sistemazione delle terrazze coltivate a olivi e il restauro degli edifici, così da creare una moderna ed efficiente fattoria e un accogliente agriturismo. In entrambe le Aziende i vigneti sono stati piantati con vitigni appositamente selezionati per il microclima e il terroir, con una elevata densità e riduzione della produzione, per ottenere un prodotto eccellente in grado di esprimere la piena ricchezza del territorio. I vini sono lavorati interamente nella modernissima cantina. I vini degustati Uno scorcio dell’agriturismo di Livernano. Livernano s.s. Località Livernano, 37/A 53017 Radda in Chianti (SI) tel. 0577 738353 - fax 0577 738259 www.livernano.it - [email protected] Casalvento s.s. Loc. Casalvento 53017 Radda in Chianti (SI) tel. 0577738967- fax 0577738714 www.casalvento.net [email protected] 69 C Bellinzona, 6-8 novembre hocodays - Le giornate del cioccolato Nota in tutta la Svizzera per i suoi tre castelli medievali, dichiarati «Patrimonio dell’Umanità» dall’Unesco, da ormai tre anni la città di Bellinzona si distingue nel panorama dei migliori eventi socioculturali e gastronomici elvetici anche per l’appuntamento «Chocodays - Le giornate del cioccolato», che quanto a contenuti non trova eguali a livello nazionale. Da venerdì 6 a domenica 8 novembre, infatti, la capitale ticinese celebrerà il rinomato «oro bruno» attraverso un ampio ventaglio di proposte. Il mercato dimostrativo, anzitutto, ospiterà i più rinomati maîtres chocolatiers del cantone e offrirà ghiotte degustazioni. Sotto il profilo artistico, l’ospite internazionale sarà Jorge Sempere, mastro cioccolataio della celebre Escola de Pastisseria di Barcellona, che nel 2008 ha conquistato la medaglia d’argento al Concorso internazionale delle figure di cioccolato. Un prestigioso scultore locale, per la prima volta in carriera, sostituirà inoltre i suoi tradizionali materiali di lavoro con il cioccolato. Ma non finisce qui. Attraverso un ciclo di conferenze si approfondiranno argomenti quali i positivi risvolti medici del cacao e i migliori abbinamenti tra il vino e il cibo degli dei, un team di estetiste fornirà consulenze sugli ultimi ritrovati nel campo dei trattamenti al cioccolato, i piccini saranno intrattenuti con proposte didattiche specifiche. Da non perdere, infine, la rassegna gastronomica tematica a cui aderirà una decina di ristoranti della regione, così come un laboratorio del gusto di Slow Food Ticino. «La Svizzera è la patria del cioccolato», osservano gli event manager Marina Buttiglio- Rivista – Ottobre 2009 La ne e Thomas Carta, «ed è davvero piacevole dare vita a un’iniziativa che, oltre a soddisfare i palati, promuova il territorio e la sua cultura, non solo culinaria. Forti e orgogliosi delle oltre ottomila presenze contabilizzate nel 2008, abbiamo voluto soddisfare ancor più i desideri del nostro pubblico. Di certo, l’entusiasmo della popolazione e dei turisti è molto marcato, e non possiamo che rallegrarcene». Pur proponendo esclusivamente cioccolato svizzero di alta gamma, sin dagli inizi i «Chocodays» hanno avuto un importante legame con l’Italia. L’evento richiama effettivamente centinaia di visitatori, ormai affezionati, dalla Lombardia, mentre una parte degli specialisti e degli artisti ospitati proviene dalla Penisola. Quest’anno, per esempio, la sezione storica proporrà la rievocazione di una cioccolateria del Seicento, con figuranti in costumi d’epoca, a cura dei «Mestieranti dei Buonvisi» di Lucca. Quale appendice all’edizione 2009, poi, giovedì 19 novembre il popolare giornalista gastronomico della Stampa di Torino Gigi Padovani e la moglie Clara terranno una conferenza sulla cultura del cioccolato che accomuna l’Italia e la Svizzera italiana. Agli allievi delle scuole elementari comunali sarà invece offerta una rappresentazione teatrale: «La fantastica storia del cioccolato», spettacolo scelto, nel 2005, dal direttore artistico Michele Placido per la festa di inaugurazione del nuovo Teatro TBM di Roma. Grazie al sostegno della Città di Bellinzona, promotrice dell’evento, l’accesso ai «Chocodays» sarà assolutamente gratuito. Maggiori informazioni sul sito internet www.chocodays.ch. 71 Zurigo Brindisi Lamezia Terme Palermo Palermo Catania Piano di volo festivo 2009 / 2010 Destinazioni da/per Zurigo Gennaio 2010 Dicembre 2009 18 19 20 Ve Sa Do 21 22 23 24 25 26 27 Lu Ma Me Gi Ve Sa Do 28 29 30 31 1 Lu Ma Me Gi Ve 2 3 Sa Do 4 5 6 Lu Ma Me 7 8 Gi Ve 10 11 Sa Do 9 Lu Brindisi Lamezia Terme Catania Palermo Con Helvetic Airways avrete modo di godervi il Vostro volo nonstop in un ambiente personale. Vi porteremo da Zurigo alle Vostre destinazioni in Italia e Macedonia senza alcuno scalo. Prenotate su www.helvetic.com o al +41 (0)44 270 85 00. Convivio di Domenico Cosentino Granite, Sorbetti e “Gelu e Muluni r’acqua” Fredde delizie siciliane per torride estati A Cefalù (Palerrmo) tra la fine di uno sciroccoso, caldo e torrido mese di agosto, si è tenuto un rinfrescante appuntamento: la terza edizione di “Sherbeth & Granita festival”, festa concorso internazionale del gelato artigianale. Un mondo di sorbetti, di granite preparate dai migliori professionisti delle “acque gelate” già famose ai tempi di Luigi XIV. Presenti diversi personaggi del mondo della gastronomia e della gelateria. C’era Accursio Craparo, apprezatissimo Chef de La Gazza Ladra, ristorante –hotel di Modica (Ragusa). Sfiziosa e rinfrescante la sua anguria con crema gelata di riccio di mare, essenza di rosa canina e capelli d’angelo soffiati). Arturo Spidocchi è arrivato da Corvara,(Bolzano), ed ha presentato un sorbetto di tè all’eco-chef, a dimostrazione di quanto rispetto ha dei ghiacciai eterni delle sue Dolomiti. E poi c’era ancora. Andrea Migliaccio, da Capri (Napoli), che ha preparato dei sorbetti di mela annurca e creme gelate di ricotta di bufala, mentre, Cicco Sultano di Scicli (Ragusa), antica cittadina dominata dagli arabi, ci ha deliziati con le sue granite e con una tartare di tonno e sorbetto di monjito. Nella schiera di questi giovani e preparatissimi nuovi talenti della cucina italiana, erano presenti anche Giancarlo Perbelini di Isola Ruzza (Verona), con la sua famosa Tartina di foie gras con sorbetto di melone e Paolo Taverini che opera ai fornelli dell’Hotel Tosco Romagnolo di Bagni di Romagna , Forlì-Cesena, e che ha “giocato” associando alla spuma di erba limone una granita al frutto di passione e un frullato di fragole. E fra le altre presenze allo Sherbeth-Festival” di Cefalù: Cuochi, Sommellier, Barman, Pasticcieri, Gelatieri, il viaggiatore goloso ha incontrato una sua vecchia conoscenza: Tonino Rania, per gli amici Tony, che conduce a livello familiare, ormai da anni, Il Blue Rose, una Pasticceria-Gelateria nel cuore di Pietragrande-Beach, dove, durante tutta l’estate – in special modo, nel periodo caldo, afoso, torrido dei mesi di luglio e agosto, Tonino, spegne l’arsura e rinfresca il palato di tutti quei golosi, come il sottoscritto, e dei suoi affezionati clienti (turisti, villeggianti), con le sue “Granite in Purezza”: limone, mandorle, fragoline di bosco, pistacchio di Bronte, caffè e, ultimamente, anche di more di gelso. Tony Rania, chiama le sue granite “Pure”, per il fat- Rivista – Ottobre 2009 La to che non vengono contaminate con derivati di frutta, ma fatte, tutti i giorni fresche, esclusivamente con acqua minerale e polpa di frutta: spremute di limoni non trattati, pasta di mandorla (la prepara con mandorleti di Avola e zucchero), fragoline dei boschi silani, pistacchi di Bronte, caffè (arabica) espresso e more di gelso di San Floro che, una volta pronte lascia ghiacciare lentamente nel tempo, usando sempre la sua vecchia “gattabriga” e servendo sempre rigorosamente fresca, ghiacciata, perché –come sostiene Tony – la granita non deve essere acquosa, liquida, ma un composto di ghiaccio, che è la sostanza principale, regina per la preparazione delle granite. Tris di granite. No Ice, No Granite! A dimostrazione che senza ghiaccio, non esistono sorbetti, gelati e granite, alla terza edizione del Sorbeth-Festival”, durante i tre giorni di lavoro, si è anche parlato di cambiamento di clima, di oceani e mari mai così caldi negli ultimi 120 anni e di ghiacciai che scricchiolano e si sciolgono. Lo ha sostenuto nella sua relazione, dal titolo:No Ice, No Granite!, il Prof. Andrei Weaver, dell’università di Victoria nella British Columbia: “… Anche gli oceani - ha iniziato il professore - oggi hanno caldo. Se nel mese di luglio la temperatura alla superficie ha battuto il record da quando nel 1890 sono iniziate le misurazioni sistematiche,il mese di agosto, secondo una statistica del National Climatic Data Center statunitense, si è piazzato in testa alla classifica dei mesi con 73 Limone briche e fragoline. Tony Rania gelatiere. le acque salate più calde. La media di tutti gli oceani – ha proseguito il professore – ha fatto toccare i 17 gradi. E sono circa 10 anni che si viaggia costantemente al ritmo di mezzo grado oltre il valore medio del secolo scorso (16,4 gradi). Se non si ricorrerà ai ripari, un caldo simile, negli oceani, non si disperderà da un anno all’altro e, certamente influenzerà anche la terra e in particolar modo i ghiacciai. Quello del Polo Nord scricchiola: l’estensione – ad esempio – del pack artico dal 1979 si è ridotta del 6,1 per cento ogni decade. E voi sapete, cari pasticcieri, cari gelatieri – così ha concluso il professr Weaver ironicamente –che “No Ice, No Granite!” senza ghiaccio, niente granite”. Sovrano insostituibile nella stagione calda A parte il cambiamento di clima in atto, a parte l’ironia del Prof. Weaver, non potrei immaginare un mondo senza i ghiacciai, come una cucina senza ghiaccio. È impossibile farne a meno, fin dai tempi i cui i venditori di ghiaccio giravano per le strade con le stecche coperte da un panno caricate su carretti, biciclette, motocarri. Il ghiaccio è supporto fondamentale alla corretta conservazione dei cibi, acceleratore di processi culinari, e fantastica, naturalissima droga termica: sotto il solleone di agosto, nulla di più dissetante di una fetta di anguria in ghiaccio, di un sorbetto o di una granita al limone. E ancora, il ghiaccio è nido per molluschi crudi e caviale, compagno obbligatorio del mio frullatore e shaker. E non c’è Chef di cucina che risparmi alle verdure appena bollite una poderosa immersione in acqua e ghiaccio, per immortalarne il colore verde originario, come non c’è barman che rinunci a una vigorosa palettata di cubetti per emulsionare i mix di ingredienti più o meno alcolici. Il ghiaccio, come detto 74 sopra, è la sostanza regina di sorbetti e granite: è il sovrano insostituibile della stagione torrida. È in cima – come dibattuto a Cefalù – a tutti i cento utilizzi, sua maestà sherbeth , parola araba accomodata a “sorbetto-granito” dai primi artigiani gelatieri siciliani. Fu uno di loro, Francesco Procopio dei Coltelli, che, nel 1686, aprendo a Parigi il Café Procope per la vendita di “acque gelate, fiori d’arancio e di cannella”, regalò alla Francia i primi sorbetti, le prime granite. Ma la granita non è solo siciliana Suelle sue origini non ci sono dubbi: la granita è nata in Sicilia, introdotta “dai soliti invasori” che, proprio durante la loro permanenza sull’isola, perfezionarono lo sherbeth, una bevanda fredda a base di acqua dolcificata e frutta. Negli anni però, vuoi per la calura, vuoi perché la frutta è buona e saporita in tutto il Sud-Italia, vuoi per una innata attitudine al buon vivere, sorbetti, gelati e granite, hanno assunto una dignità del tutto particolare in tutto il Meridione, diventando così, una componente delle gastronomia di regioni come la Campania, Calabria e Sicilia. Ma quale granita, direbbe Tony Rania!. Forse quella al gusto originario di limone! Nella sua versione originale è diffusa in tutto il Sud, tuttavia, la diffusione maggiore e la sua migliore espressione si hanno sulla costa Orientale della Sicilia. Oppure le altre varianti che, col tempo si sono affiancate al gusto originario del limone. La granita di mandorla, probabilmente nata nella zona di Avola, nel Siracusano (dove si hanno le più estese coltivazioni di mandorle siciliane), è ormai il gusto più diffuso nelle gelaterie del Sud ed in particolare nella costa est dell’isola. E poi c’è la granita di caffè, che sembra sia una specialità della città di Messina, solitamente servita in un bicchiere in Rivista – Ottobre 2009 La GELU E MULUNI R’ACQUA (GELO D’ANGURIA) Ingredienti: 1 Kg. di polpa d’anguria matura, zuccherina e aromatica, 70- 90 grammi di amido di Frumento(Frumina) per ogni litro di succo preparato, 100 gr di zucchero(se l’anguria è zuccherina, altrimenti 150 gr.), 50 gr di pistacchi (o zucca candita). Io preferisco i pistacchi!, 50 gr. di gocce di cioccolato fondente. Come preparo il gelo d’anguria: Taglio l’anguria grossolanamente, dopo aver scartato la parte bianca. Setaccio o Frullo per ricavarne il succo. Filtro per separare i semi e i residui di fibra. In una pentola metto l’amido di frumento, aggiungo lo zucchero, mescolo accuratamente e pongo il recipiente sul fuoco. Non appena il liquido comincia a bollire, tolgo da fuoco, faccio raffreddare e verso in coppette o bicchieri di vetro trasparente, che ripongo in frigo per almeno tre ore. Prima di servire, aggiungo la zucca tagliata a dadini o i pistacchi, guarnisco con gocce di cioccolato fondente che richiamano visivamente i semi dell’anguria e servo(Solo nelle serate torride d’estate!) quale Dessert. Il vino: Al gelo d’anguria non abbino vini LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA cui la metà inferiore è costituita da granita e la restante parte ricoperta di panna (comunemente detta Menza capanna), rigorosamente servita gelata. Molto diffuse nel Catanese sono invece le granite al pistacchio di Bronte, alla mandorla (la minnulata catanese), cioè mandorlata, e agli altri gusti di frutta: gelsi neri, fragoline di bosco, servite in bicchieri di vetro trasparenti, accompagnate, quasi sempre, da una fresca e tipica brioche, dalla forma a base semisferica sormontata da una pallina. Tradizione vuole però, che a Palermo, per la festa di metà agosto (l’assunzione di Maria Vergine ), in famiglia, al posto della granita, analoghe e originali preparazioni vengono preparate adoperando fiori di gelsomino messi in fusione in acqua e zucchero oppure “U gelu e muluni r’acqua”. Il Gelo d’anguria che, per la sua semplice preparazione, lo propongo come ricetta. Viva Italia Cucina tradizionale! Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», dalle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fresca e dai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie del bel Paese, da noi troverete consiglio sui migliori, eccellenti vini selezionati da tutte le regioni italiane. «Buon appetito!» Il team Molino si fara piacere di accoglierla alla sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»! Nei 16 Ristoranti MOLINO in Svizzera, Lei è un’ospite sempre gradito durante tutti i 365 giorni dell’anno: MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna Telefono 031/ 311 21 71 MOLINO Uster Poststrasse 20 8610 Uster Telefono 044 / 940 18 48 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon Telefono 044 / 740 14 18 MOLINO Wallisellen Glattzentrum 8304 Wallisellen Telefono 044 / 830 65 36 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo Telefono 026 / 322 30 65 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur Telefono 052 / 213 02 27 MOLINO Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra Telefono 022 / 307 99 88 MOLINO Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo Telefono 044 / 261 01 17 MOLINO Ginevra Centre La Praille 1227 Carouge Telefono 022 / 307 84 44 MOLINO Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo Telefono 044 / 240 20 40 LE LACUSTRE Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra Telefono 022 / 317 40 00 FRASCATI Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo Telefono 043 / 443 06 06 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux Telefono 021/ 965 13 34 SEILERHAUS MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt Telefono 027 / 966 81 81 MOLINO S. Gallo Bohl 1 9000 S. Gallo Telefono 071/ 223 45 03 MOLINO Thônex 106, Rue de Genève 1226 Thônex Telefono 022 / 860 88 88 Rivista – Ottobre 2009 La 75 www.molino.ch Motori di Graziano Guerra Nuova Porsche Cayenne Turbo S Nur für Kapitäne Ci sono momenti nella vita nei quali non si pensa ad altro se non a quello che si sta facendo. Fuori dall’impellente, fuori da ogni impegno. In certi momenti conta l’attimo. “Carpe diem”, dicevano gli antichi e, chi può, “carpe Cayenne”, diciamo noi oggi! Gli elementi che distinguono la Porsche Cayenne Turbo S sono l’8 cilindri biturbo da 4,8 litri e il VarioCam Plus, ripresi dalla Cayenne Turbo. L’aumento di potenza deriva dal nuovo impianto di aspirazione e da modifiche al sistema di gestione elettronica del motore, che riducono i consumi del 5% rispetto al modello precedente. Tradotto in numeri: il motore è in grado di erogare 550 CV a 6.000 giri/minuto, l’enorme coppia massima di 750 Nm è disponibile tra 2.250 e 4500 giri/minuto. La Turbo S passa da 0 a 100 all’ora in 4,8 secondi. La velocità massima raggiungibile, là dove consentito, è di 280 Km/h. Trazione integrale. La potenza arriva alle quattro ruote tramite il cambio automatico Tiptronic a 6 rapporti. Le cambiate sono immediate, quasi impercettibili. I tasti a bilancino sul volante riservano un piacere esclusivo … È una gran macchina, fatta per dominare determinate situazioni con naturalezza. Costa parecchio, ma è destinata a coloro che, oltre ai mezzi, hanno ben precise necessità. Con lei niente è impossibile, dal traino della cabina con gli equini al più profondo fuoristrada, dall’autostrada più lunga e assolata al passo di montagna innevato. Si distingue dalle consorelle per la potenza del suo motore, e per alcune particolarità … principesche. Le prestazioni sono da F1, ma i consumi sono contenuti. Il propulsore a benzina adotta di serie l’iniezione diretta (DFI – Direct Fuel Injection): il carburante viene iniettato a forte pressione nella camera di combustione, con controllo elettromagnetico per un dosaggio di estrema precisione. Questo compito è assegnato ad una pompa ad alta pressione la cui apertura è adeguata in funzione di emissioni, coppia e potenza. La combustione è più efficace e oltre a rispettare l’ambiente fa anche risparmiare. Rivista – Ottobre 2009 La Porsche Dynamic Chassis Control, queste parole stanno ad indicare una dotazione da re: si tratta di un sistema che stabilizza il rollio. A bordo si ha l’impressione di volare bassi: in curva, il sistema registra le inclinazioni e ne riduce i movimenti ondulanti. Al posteriore e all’anteriore operano barre stabilizzatrici, le quali garantiscono una tenuta trasversale che cerca eguali. Il Porsche Stability Management (PSM) è invece un sistema elettronico (disinseribile, ma rimane lo stesso sempre in sorveglianza!) che stabilizza la macchina in situazioni limite: vettura ed eventuale rimorchio sono mantenuti in traiettoria, ovviamente non oltre i limiti della fisica, dove nessuno può andare e restare indenne. Un’altra sigla? Eccovi accontentati: PASM (sta per Porsche Active Suspension Management) e dai 210 all’ora abbassa automaticamente l’assetto vettura. L’impianto frenante della Turbo S rappresenta il meglio di quanto disponibile, il PCCB (Porsche Ceramic Composite Brake) è funzionale alla maggiore potenza. I fari sono di alta gamma, gli anteriori, di serie Bi-Xenon, hanno regolazione statica e dinamica in curva e automatica di profondità: non ci si stanca mai, neanche per chilometri e chilometri nel buio più pesto. Ha tutto quello che ci si aspetta da una vettura d’alto lignaggio: interni principeschi, equipaggiamento raffinato e completo, ma la S è bello scoprirla un po’ alla volta. Per esempio: l’unità di comando centrale del sistema audio, di navigazione e di comunicazione, con monitor touch screen da 6,5 pollici, i 14 altoparlanti con centerspeaker e amplificatore digitale a dieci canali con potenza nominale di 410 Watt, oppure il sistema che analizza costantemente tutti i rumori all’interno vettura, adeguando in tempo reale la riproduzione musicale. Il prezzo base della Cayenne Turbo S è di 197'500.00 CHF; della vettura in test 205'436.80 CHF. DATI TECNICI Motore: 8 cilindri Cilindrata: 4.806 cc Potenza (DIN) 404 kW (550 CV) a 6.000 giri/minuto Coppia max 750 Nm a 2.250–4.500 giri/minuto Trazione integrale Cambio: 6 marce Tiptronic S Cerchi/Pneumatici: 10Jx21 / 295/35 R 21 Consumi (l/100 Km): Ciclo urbano 22,5 / Extraurbano 10,5 Combinato 14,9 Emissioni di CO2: 358 g/km Categoria di efficienza: G Pesi (Kg): a vuoto 2.355 / complessivo ammesso 3.080 carico max 725 77 a cura di Graziano Guerra Automotonews Tecnologia MultiAir Sviluppata e brevettata da FPT – Fiat Powertrain Technologies - MultiAir rappresenta un importante “salto generazionale” rispetto agli attuali motori a benzina, proprio come avvenne nel 1997 con la tecnologia Common Rail applicata ai propulsori diesel. Infatti, il sistema porta il motore ad accensione comandata a limiti di efficienza un tempo impensabili. Merito del principio che è alla base di questa nuova tecnologia: la possibilità di regolazione continua dei principali elementi che garantiscono una combustione ottimale a qualsiasi regime e in ogni condizione di guida. In particolare, la possibilità di gestire l’istante più opportuno di apertura e chiusura della valvola di aspirazione ha consentito di ottimizzare il rendimento volumetrico del motore a tutto vantaggio della coppia massima erogata soprattutto a basso regime: rispetto al tradizionale motore Turbobenzina da 120CV, lo stesso propulsore con tecnologia MultiAir registra un incremento di potenza massima (135CV) senza penalizzare la coppia e la risposta a basso regime di rotazione (5.000 giri/minuto). Con l’introduzione della tecnologia MultiAir l’autovettura diventa ancora più agile e scattante, grazie agli incrementi di potenza e coppia, possibili con i nuovi propulsori che garantiscono al contempo una sensibile riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti, a tutto vantaggio dei costi di gestione e del rispetto dell’ambiente. I nuovi propulsori rappresentano un importante “punto di rottura” rispetto all’attuale scenario dei motori a benzina, basti pensare che, rispetto ad un tradizionale motore a benzina di pari cilindrata, i propulsori MultiAir assicurano un incremento di potenza (fino al 10%) e coppia (fino al 15%), oltre ad una sensibile riduzione di consumi (fino al 10%) ed emissioni di CO2 (sino al 10%), di particolato (sino al 40%) e di NOx (sino al 60%). Cuore del MultiAir è il nuovo sistema elettro-idraulico di gestione delle valvole che permette di ridurre i consumi (grazie ad un controllo diretto dell’aria mediante le valvole di aspirazione del motore, senza l’utilizzo della farfalla) e le emissioni inquinanti (merito del controllo della combustione). Inoltre, emblema del concetto di downsizing, il MultiAir è una tecnologia versatile, facilmente applicabile a tutti i motori a benzina, con un futuro potenziale sviluppo anche nei motori diesel. Alfa Romeo MiTo MultiAir Alfa Romeo, da sempre sinonimo di tecnologie raffinate e di motori prestazionali, porta al debutto la rivoluzionaria tecnologia MultiAir, sviluppata e brevettata da FPT – Fiat Powertrain Technologies. Capostipite di questa rivoluzionaria famiglia è il motore MultiAir 1.4, recentemente presentato in anteprima mondiale sul modello Alfa Romeo MiTo e proposto con 3 diversi livelli di potenza (105 CV, 135 CV e 170 CV), tutti già in linea con la normativa Euro5. Al lancio i primi due propulsori MultiAir su Alfa Romeo MiTo sono il 1.4 da 135 CV e il 1.4 da 105 CV (lancio commerciale in Svizzera previsto per inizio 2010) offerti per entrambi gli allestimenti della gamma. Successivamente verrà commercializzato anche il 1.4 MultiAir Turbobenzina da 170 CV che andrà a completare la gamma di motori 78 benzina di Alfa Romeo MiTo e che sarà proposto con l’inedito allestimento “Quadrifoglio Verde”. Grazie a questa ampia offerta, MiTo riesce a soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più vasto e competente che sta premiando la compatta Alfa Romeo con ottimi risultati di vendita. Rivista – Ottobre 2009 La Harley-Davidson: Novità 2010 Tradizione e tecnologia Con sei piattaforme, Harley-Davidson fonde tradizione e tecnologia in una serie di modelli che offre potenza, lusso, stile e valore. Queste le novità salienti della gamma Harley-Davidson per la nuova stagione motociclistica: Electra Glide® Ultra Limited, Dyna® Wide Glide®, Fat Boy, l’XR1200X™. Al top della gamma Harley-Davidson® Touring troviamo la Electra Glide® Ultra Limited. La versione 2010 offre le prestazioni maggiorate di un motore Twin Cam 103™ ed è dotata, di serie, di alcuni elementi che normalmente sono disponibili solo come accessori sugli altri modelli della gamma Touring Harley-Davidson. La Dyna® Wide Glide® torna completamente rinnovata, ma con uno stile chopper “old school”: Cerchi a raggi, colore nero, parafango posteriore corto, sissy bar nero e lo scarico 2-1-2 con paracalore “Tommy Gun”. Speciale la verniciatura con motivo a fiamme (su richiesta e in produzione limitata). La Fat Boy è stata arricchita con particolari in cromo satinato e in black denim. Il nuovo modello Fat Boy® Special (nella foto) è la versione più “dark” e ribassata della moto che definisce ancora il segmento fat-custom. Per la nuova sta- gione 2010, la XR1200 è stata completamente rinnovata nella versione la XR1200X, perfetta in città e a suo agio in piega. Evoluzione del concetto XR, si arricchisce di uno stile grintoso. L’alloggiamento del motore, la forcella a steli rovesciati, il codino, il serbatoio e il parafango, tutti in colore nero opaco le conferiscono un aspetto più aggressivo. Inoltre gli ammortizzatori Showa a taratura sportiva con serbatoio separato offrono prestazioni superiori e un controllo più sicuro. Il team Custom Vehicle Operations™ (CVO™) di Harley Davidson è composto da maestri nell’esecuzione di scintillanti cromature e di audaci verniciature, i quali hanno approntato quattro modelli in serie limitata per il 2010. Due sono nuovissime, la CVO™ Softail™ Convertiblee e la CVO™ Street Glide®. La prima motocicletta è adatta sia alla città sia ai lunghi viaggi, la seconda è una “bagger” ad alte prestazioni. I modelli CVO™ Ultra Classic™ Electra Glide® e CVO™ Fat Bob® sono stati invece rinnovati grazie a nuove verniciature e dettagli di stile. Tutti i modelli CVO montano un bicilindrico Twin Cam 110™, la maggiore cilindrata offerta da Harley-Davidson. Gilera Runner 50 SP Tutto nuovo secondo le norme Euro 3 Le linee estetiche di Gilera Runner, più che a uno scooter fanno pensare a una moto. Di lato dominano linee allungate con nuove sezioni e righe bianche, rosse e nere che gli conferiscono un’estetica raffinata ed esclusiva. Le carenature laterali pigmentate in nero, come lo spoiler, segnalano rigidità e sono un elemento chiave del rinnovato look. Il nuovo cruscotto analogico/digitale comprende conta km analogico, con fondo rosso illuminato, display LCD con tachimetro, livello benzina, temperatura, orologio e le spie per la riserva, frecce, fari abbaglianti e livello olio. Il telaio a doppia culla è in tubi d’acciaio ad alta resistenza, con rinforzi in lamiera stampata per la massima robustezza e resistenza in fase torsionale. Grazie all’abbassamento del bari- Rivista – Ottobre 2009 La centro – il serbatoio è alloggiato sotto al tunnel centrale - il pilota ha sempre il massimo controllo del veicolo. Le sospensioni: all’anteriore opera una forcella a steli rovesciati di 30 mm e al posteriore un ammortizzatore idraulico da 35 mm. I nuovi cerchi a sei razze dal design sportivo sono in lega leggera, 14” rispettivamente 13” al posteriore con pneumatici da 120/70 e, addirittura 140/60 dietro. Dimensioni che garantiscono stabilità e pieghe incredibili. L’impianto frenante conta su due freni a disco. Il Runner 50 SP con il suo motore HiPer2 a carburatore non ha niente da invidiare a modelli di categoria superiore. Grazie all’impianto di scarico con due catalizzatori di serie rispetta ora le norme Euro 3. È disponibile nei colori: bianco, rosso, nero. 79 Starbene Allarme diete: se i carboidrati sono troppo pochi aumenta il rischio d’infarto Un’alimentazione povera di pasta e farinacei contribuisce a ostruire le arterie aumentando i rischi di infarto e ictus. Una ricerca dell’università di Harvard, negli Stati Uniti, ha rivelato come privando o quasi di carboidrati i topi-cavia questi avessero riportato seri danni alle arterie. Un duro colpo alla moda della dieta tutta carne, pesce e formaggi, con il pane rigidamente razionato e la pasta praticamente vietata, una moda in auge negli anni ‘90 e già vacillante da alcuni anni, con i migliori dietologi ormai convinti che l’ideale sia una dieta comunque equilibrata accanto a un regolare esercizio fisico. I ricercatori del Beth Israel La musica cura, il rumore affanna Musica tutti i giorni, per almeno 12 minuti. È questa la terapia consigliata dal professor Predrag Mitrovic dell’Università di Belgrado ai pazienti cardiopatici. Un lungo studio, iniziato nel 1990, ha confermato gli effetti benefici delle note sul sistema circolatorio. I 370 cardiopatici che negli ultimi anni hanno ascoltato almeno dodici minuti di musica al giorno sono meno ipertesi, hanno un minor numero di battiti cardiaci e hanno avuto meno ricadute rispetto ai 370 che non si sono fatti allietare dalle note. L’idea della musica come cura è venuta a Mitrovic nel 1985 quando compì un doloroso intervento di aspirazione del midollo osseo a una bambina che per tutta la durata dell’intervento ascoltò il walkman e a differenza di tutti i suoi coetanei non diede segno di dolore se non nel momento dell’aspirazione. Da allora Mitrovic si è dedicato a rilevare l’impatto della musica sulla pressione sanguigna. Secondo le Fumo: con il divieto nei luoghi pubblici calo drastico degli infarti Il divieto di fumo imposto da molti Paesi nei locali e nei luoghi pubblici fa bene al cuore: già dopo un anno dall’introduzione del divieto si registra un calo del 17% dei casi di infarto e dopo tre anni del 36%; un grande successo per questa misura di prevenzione che ha ridotto non solo l’esposizione coatta al fumo passivo cui erano obbligati i non fumatori, ma anche in alcuni casi le abitudini di chi invece fuma. È quanto rivela uno studio pubblicato sulla rivista Circulation da James Lightwood dell’Università di San Francisco. I risultati sono il frutto di un’analisi di 13 studi compiuti in diversi paesi dove sono 80 Institute, che fa parte della Harvard Medical School, hanno deciso di verificare l’impatto sul sistema cardiovascolare dopo aver analizzato diversi rapporti che segnalavano aumenti consistenti di attacchi di cuore nelle persone a dieta. Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, hanno nutrito i topi con tre diete diverse: una standard, una ad alto contenuto di grassi e una povera di carboidrati, scoprendo che quest’ultima non solo non intaccava i livelli di colesterolo, fallendo di fatto nel suo scopo, ma aveva un notevole impatto sull’aterosclerosi (+15%), cioè l’accumulo di grasso nelle arterie, via maestra per infarti e ictus. Per ora, la ricerca suggerisce che, almeno negli animali, queste diete potrebbero avere effetti avversi cardiovascolari. Si devono valutare gli effetti nell’uomo, ma di certo ora sappiamo che in una dieta ideale a lungo termine almeno un terzo di ciò che mangiamo deve essere pane, riso, patate, pasta o altri farinacei». prescrizioni del professore la musica da ascoltare dovrebbe essere classica, ma alcuni pazienti hanno confessato di aver trasgredito all’ordine e di avere ascoltato musica pop. La cosa di per sé non è indicativa, i gusti sono soggettivi e l’importante è che le note siano percepite come rilassanti. Forse l’industrial rock non rientrerebbe nei canoni del professore serbo se è vero quello che un altro studio redatto in questo caso dai ricercatori dell’Università di Lund in Svezia ha dimostrato, ovvero che l’inquinamento acustico da traffico urbano compromette la salute delle persone. Lo studio, pubblicato sull’Environmental Health Journal, ha analizzato i dati clinici di oltre 24mila individui, incrociandoli con il livello medio del rumore del traffico nella loro zona di residenza. Vivere intorno a strade che generano più di 60 decibel aggrava l’ipertensione in media del 25%, e se il livello oltrepassa i 64 decibel l’aumento è del 90%, ma in questo caso - per ammissione degli stessi ricercatori – i dati, considerato l’esiguo numero di soggetti che la rappresentano nello studio, non consentono di esprimere certezze. state approvate negli ultimi anni leggi anti-fumo con divieti nei locali e nei luoghi pubblici. In Italia il divieto di fumo nei locali pubblici e negli uffici è entrato in vigore nel gennaio 2005, e da allora alcuni studi ne hanno documentato gli effetti benefici: per esempio uno studio dell’Università di Torino, pubblicato sulla rivista European Heart Journal, ha dimostrato che la legge antifumo ha determinato solo in Piemonte un calo dell’11% dei ricoveri per attacco cardiaco per gli individui under-60 già dopo cinque mesi dall’entrata in vigore. Ormai numerose ricerche hanno evidenziato i rischi derivanti dal fumo passivo: i dati più aggiornati dell’American Heart Association nell’indagine Heart Disease and Stroke Statistics 2009 Update, evidenziano che i non-fumatori esposti al fumo passivo a casa e a lavoro hanno il 25-30%di rischio in più di sviluppare una malattia cardiaca. Rivista – Ottobre 2009 La Due nuovi test del sangue per scoprire il cancro del colon-retto Il cancro del colon-retto, negli Stati Uniti e in Europa, fa registrare 560 mila nuovi casi l’anno e 250 mila morti. Morti che potrebbero essere ridotte se la malattia fosse diagnosticata in una fase iniziale, quando è più curabile. Fino a oggi però i metodi principali per la diagnosi sono stati la colonscopia e la ricerca di sangue occulto nelle feci. Sistemi non certo graditi ai pazienti, che spesso non aderiscono agli screening. Il primo studio si basa sull’estrazione del Dna da campioni di sangue - prelevato da infermieri o medici, senza la necessità di apparecchiature o di formazione speciali - e sulla ricerca di alcuni specifici geni metilati, presenti solo in persone con neoplasie all’intestino. Il secondo lavoro, firmato dai ricercatori della Ecrc Charitè University of Medicine e del Cen- tro di medicina molecolare Max-Delbrueck, entrambi a Berlino, ha messo in evidenza un altro promettente esame del sangue che potrà aiutare a diagnosticare i tumori del colon, del retto o gastrici. Secondo la ricerca, il test potrà anche prevedere la probabilità di metastasi dopo la diagnosi. Il team ha studiato nel sangue di pazienti con tumori gastrointestinali la presenza di un particolare trascritto (la prima fase dell’espressione di una proteina), chiamato S100A4, scoprendo che era presente a livelli significativamente elevati nei pazienti affetti sia da cancro colorettale che gastrico, ma non nei gruppi di controllo, e che i livelli erano ancora più alti nei malati con metastasi rispetto a quelli con un tumore localizzato. Per entrambi i test ci sarà bisogno di studi prospettici più ampi, prima di arrivare all’impiego vero e proprio nella pratica clinica. Ma i risultati già ottenuti promettono di offrire presto nuove modalità per lo screening, favorendo la partecipazione di chi è restio a sottoporsi agli esami. Albergo • Ristorante “Donna Carolina” • Bar • Piscina • Centro Benessere Viale Magna Grecia - 84058 Ascea-Velia - Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano - Salerno - Italia Telefono +39.0974.971945 - Fax +39.0974.374063 - www.villamarelea.it - [email protected] Rivista – Ottobre 2009 La 81 AgipPLUS Il Mondo in Fiera Affari, novità e compratori: è il Macef della ripresa Bus&Bus Mobility Business: Verona 18 - 21 novembre EICMA 2009: Milano 10 - 15 novembre SpiriTs&Co: Trieste 12 - 14 novembre Fiere Affari, novità e compratori: è il Macef della ripresa Il “Macef come non l‘avete mai visto”, per parafrasare il fortunato claim pubblicitario che ha accompagnato l’edizione del 45° anniversario, ha chiuso i battenti di un’edizione per molti versi “storica”. Non tanto per i numeri, che pure sono buoni (circa 72mila visitatori, con una modesta flessione del 3,5%), quanto per il clima degli affari che – per la prima volta dopo una lunga congiuntura negativa – ha riportato in fiera commercianti disposti a scommettere sulla ripresa economica e dunque propensi a fare acquisti. “Mia figlia a Beirut sta aprendo un negozio – dice Claude Mazloum, giornalista libanese – e per questo mi ha incaricato di procurarle prodotti di bigiotteria e di design di fascia alta. Ma in molti stand ho dovuto pazientemente aspettare il mio turno perché prima di me c’era una lunga coda di clienti in attesa”. “Piacevole sorpresa” esprime anche Yoichi Kitazawa, un buyer di Kita Ceramics & Glassware di San Diego (Usa). “Ciò che ci ha piacevolmente sorpreso – dice - è stato il gran numero di aziende nuove, che partecipavano a Macef per la prima volta e che hanno portato nel Salone della Casa una significativa ventata di prodotti davvero belli e davvero nuovi, che certamente aiuteranno l’industria e il mondo della distribuzione nel loro sforzo per la ripresa dei consumi”. Per questo Macef, d’altro canto, e proprio per poter cogliere al meglio i segnali di ripresa che si avvertivano, era stata messa in campo una specifica azione di marketing territoriale: voli e camere di albergo a tariffe agevolate; 84 il metrò a prezzi ridotti, sconti nei ristoranti; sono state avviate iniziative come il Temporary Shop o il Design Camp, dedicato ai giovani creativi. E al tempo stesso è stato sviluppato un importante lavoro sui buyer da portare in fiera. “Questo lavoro è stato premiato – dice Nello Martini, direttore della mostra - perché il Macef, in questi giorni, sembra tornato quello di un tempo: eccitante e propositivo, crocevia degli affari per un settore – quello della casa – che da sempre produce bene e innova e che meritava, con il ritorno della fiducia, una “ripartenza” anche in termini economici. Effettivamente – prosegue Martini - da qualche anno il ruolo della Fiera è cambiato, rimane sempre il luogo dove la domanda incontra l'offerta. Ma il momento espositivo, oltre a favorire il business, è sempre più anche momento di confronto fra le differenti esperienze e di crescita professionale ed è questo il vero valore aggiunto delle fiere rispetto agli altri strumenti del marketing mix”. I frutti dell’intenso lavoro di questi giorni si vedranno soprattutto nel periodo del Natale, quando la gran parte delle novità acquistate in fiera dai commercianti passerà dagli scaffali dei negozi alle nostre case, magari attraverso un augurale scambio di doni. Per la cronaca, quella che si è chiusa era l’edizione n. 87. Vi hanno preso parte 1.600 aziende (il 26% delle quali estere) su quasi 80 mila metri quadrati. Quattrocento gli espositori che partecipavano per la prima volta. Dei circa 72 mila visitatori il 15% (quasi 10mila operatori commerciali) sono venuti dall’estero. Rivista – Ottobre 2009 La EICMA 2009: Milano, 10 - 15 novembre L’unica Esposizione Internazionale dell’anno dedicata alla moto Occuperà una superficie espositiva netta di oltre 50.000 mq, e sarà ampiamente rappresentativa di tutta la produzione mondiale. Per averne conferma, basta scorrere l’elenco dei 20 Espositori che saranno presenti con gli stand di maggiori dimensioni, e che citiamo in ordine alfabetico: Aprilia- Betamotor- BMW- CF Moto Europe – Ducati – Garelli - Harley Davidson – Husqvarna- Ixs Italia – Kawasaki – KTM - Kymco – Locatelli – Malaguti - Moto Guzzi – MV Agusta – Peugeot – Piaggio – Polaris – Polini - Sanyang - Sito – Suzuki- Triumph. Mancano al momento 2 Espositori importantissimi: Honda e Yamaha. Ma tutti gli altri player del mercato mondiale – costruttori di moto, scooter, componenti, accessori - hanno confermato la loro presenza. Fiera Milano ospiterà 420 Espositori diretti e 500 marchi rappresentati. Percentualmente più forte che in passato la partecipazione straniera: la Cina è presente con 3 collettive e altre 14 Aziende, Taiwan con 3 collettive più 26 Aziende, il Pakistan con una collettiva e 22 Aziende, la Spagna con una collettiva e altre 10 Aziende, gli Stati Uniti con una collettiva e altre 10 Aziende. Rivista – Ottobre 2009 La Da tutto il mondo arrivano richieste di accredito da parte di operatori che non vogliono perdere l’unica possibilità di partecipare ad una grande rassegna dell’industria motociclistica internazionale nel corso del 2009. EICMA e Fiera Milano confermano quindi anche in un anno difficile come questo la loro leadership mondiale, ulteriormente confermata dall’interesse delle autorità della Cina – il primo Paese produttore e il primo Paese consumatore al mondo di veicoli a 2 ruote – che ha scelto EICMA come partner per il lancio di quella che mira a diventare la più grande manifestazione fieristica dell’Asia nel settore delle P2W. Anche quest’anno EICMA sarà arricchita da “Motolive“: 80.000 mq outdoor dedicati alle prove, alle gare, alla scuola guida, alle esibizioni, alla musica, allo spettacolo, alla grande festa delle 2 ruote. All’interno dell’Esposizione, la grande novità è “The Green Planet”, un Salone nel Salone dedicato all’ibrido e all’elettrico. PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Luigi Palma, Simona Ninni Seestrasse 123, 8002 Zurigo Tel. 044 289 23 23 Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected]; www.ccis.ch 85 SpiriTs&Co: Trieste, 12 - 14 novembre Il Salotto della Grappa e Distillati nazionali ed esteri In questa direzione sono stati organizzati seminari tecnici, corsi di apprendimento all’assaggio, un apposito SpiriTS Bar dove poter provare tutti i distillati presenti all’evento, cene degustazione con chef stellati Michelin. Il nuovo gioiello di Fiera Trieste Spa vuole essere un vero e proprio Salotto delle migliori Grappe e distillati. Il pubblico, infatti, potrà partecipare a serate a tema dove verranno proposti abbinamenti classici e innovativi con cioccolato e sigari. Le aziende e gli operatori, grazie a SpiriTS & Co, avranno anche la possibilità di internazionalizzare la propria attività con il servizio, garantito da Fiera Trieste, di match making con incontri mirati e programmati con buyers italiani ed esteri. La posizione geografica di Trieste, crocevia di domanda e offerta del mercato della nuova Europa sempre più aperta ad Est, favorirà questo obiettivo. Lo SpiriTs Shop sarà il punto di riferimento per i consumatori e visitatori che vorranno acquistare direttamente in fiera in prodotti in esposizione. “SpiriTs&Co. – Il Salotto della Grappa e Distillati nazionali ed esteri” è il nuovo appuntamento organizzato da Fiera Trieste Spa. Dopo le accreditate ed internazionali fiere specializzate del Trieste Espresso Expo ed Olio Capitale, il pacchetto eventi di Fiera Trieste si arricchisce quest’anno con la fiera specializzata SpiriTS & Co. interamente dedicata alla Grappa ed ai Distillati italiani e stranieri che si svolgerà a Trieste dal 12 al 14 novembre 2009. L’evento fieristico, organizzato con il patrocinio dell’ ING (Istituto Nazionale Grappa), è il primo in Italia interamente dedicato a questo settore ed oltre a coinvolgere il pubblico, ha l’ambizione di diventare punto di riferimento per distributori, importatori, professioni del comparto che grazie a questo appuntamento specializzato avranno la possibilità aprirsi a nuovi mercati e conoscere e testare direttamente alcune delle migliori etichette delle aziende che saranno presenti a SpiriTs & Co. SpiriTs & Co. sarà caratterizzata da un ricco programma di eventi collaterali che vogliono accrescere la cultura del distillato e del bere consapevole favorendo la conoscenza della grappa italiana. È IL MARCHIO CHE DISTINGUE LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA. CERCATELO E TROVERETE ACCOGLIENZA DI QUALITÀ. Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping e stabilimenti balneari che hanno ottenuto la certificazione rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia. Per saperne di più cliccate su www.10q.it PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Luigi Palma, Simona Ninni Seestrasse 123, 8002 Zurigo Tel. 044 289 23 23 Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected]; www.ccis.ch 86 Rivista – Ottobre 2009 La Bus&Bus Mobility Business: Verona, 18 - 21 novembre Trasporto di persone su gomma Un’importante area espositiva, workshop e convegni sul tema, ed un forum internazionale sulla mobilità nei piccoli e medi centri urbani “Bus&Bus Mobility Business” si colloca tra gli eventi più importanti in Europa dedicati al mondo del trasporto di persone su gomma quale manifestazione di riferimento per l’intero settore, punto d’incontro qualificato tra le principali aziende produttrici del comparto e i propri utenti. Un appuntamento che guarda al mondo dell’autobus a 360°: dal trasporto su gomma per turismo, da cui nacque il salone, al trasporto urbano, interurbano ed extraurbano, dagli scuolabus ai veicoli speciali e minibus. Una preziosa vetrina per conoscere le molteplici offerte di accessori, attrezzature, servizi e sistemi di comunicazione e di lavaggio, e poter guardare, da un punto di osservazione privilegiato, l’evoluzione del mercato, capirne o anticiparne le tendenze, creare opportunità di business consolidando o instaurando nuove partnership o alleanze, oltre a supportare efficacemente lo sviluppo e la promozione dell’intera filiera, favorire incontri e scambi tra produttori ed utilizzatori offrendo un palcoscenico internazionale e qualificato. Motivo per cui Veronafiere ha fermamente voluto, all’interno dell’appuntamento di novembre, l’organizzazione dei «Regional Transport Days», il forum permanente ideato in partnership con UITP e ASSTRA che coinvolgerà oltre 400 delegati da tutto il mondo, per studiare le specifiche esigenze del trasporto pubblico nelle città mediopiccole, a conferma della necessità di una mobilità funzionale e moderna, problema non più limitato alle sole grandi aree metropolitane. Moltissime amministrazioni pubbliche in tutta Europa scelgono autobus sempre più ecologici e adottano sistemi di trasporto collettivo a trazione elettrica, filobus ma anche tram di nuova generazione e metropolitane leggere o su gomma. Secondo le rilevazioni di Asstra, sono oltre un miliardo i passeggeri che ogni anno utilizzano i mezzi pubblici nelle città con meno di 300mila abitanti in Italia e le aziende di trasporto percorrono con i loro mezzi - oltre 17mila - ben 639 milioni di km l’anno. Gli addetti del settore, sempre relativi ai centri urbani medio piccoli, sono quasi 30 mila e il valore totale della produzione supera i 2,5 miliardi di euro l’anno. Bus & Bus si ripresenterà, forte dei numeri della precedente edizione 2007 che ha ottenuto risultati di assoluto prestigio, sia nella quantità che nella qualità degli espositori, visitatori e ospiti. 15.569 soni stati i visitatori qualificati (tutti “addetti ai lavori”) che hanno frequentato il salone disposto in 4 padiglioni del quartiere fieristico veronese per una superficie coperta di 39.636 mq. netti, con 264 espositori (dati certificati da FKM, organismo tedesco per il controllo volontario delle statistiche relative a fiere ed esposizioni). Rivista – Ottobre 2009 La PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Luigi Palma, Simona Ninni Seestrasse 123, 8002 Zurigo Tel. 044 289 23 23 Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected]; www.ccis.ch 87 The All Blacks logo, the Silver Fern Device and ALL BLACKS® are registered trademarks of the NZRU. Ci guidano gli stessi valori Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuova gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza impareggiabile, per ogni incarico di trasporto. Da STRALIS, la punta di diamante per i trasporti internazionali a lunga percorrenza, alle serie di modelli EUROCARGO, TRAKKER e DAILY, fino al fuoristrada MASSIF: Iveco stabilisce in ogni classe di peso nuovi parametri di riferimento in fatto di convenienza, versatilità e affidabilità. Per ogni evenienza, ovunque andiate, Iveco è sicuramente con voi. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, www.iveco.ch www.allblacks.iveco.com Il Mondo in Camera Il tema di Lara Concerto di beneficienza Incontro con per l’Abruzzo Lara Francesca Cucinotta Il 13 ottobre alla Tonhalle di Zurigo La – Ottobre 2009 Rivista L’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza: culla del design italiano Italienisch? Sì Corsi di lingua e cultura italiana a89 Zurigo Il mondo in Camera Il tema di Lara Il nostro breve viaggio – siamo quasi alla conclusione – dietro le quinte camerali, ci porta oggi ad incontrare Lara Francesca Cucinotta attiva nel Reparto Marketing e Progetti la del design italiano”. Veniteci a trovare! Altre attività sono la gestione della pubblicità di questa rivista, il sostengo e la promozione del PLIDA Commerciale (certificato di italiano economico-commerciale – i nuovi corsi iniziano a ottobre), sono la Responsabile Qualità della CCIS (ISO 9001) e mi occupo anche di varie attività di human resources. Un’attività che mi sta molto a cuore è quella di tutor aziendale. La nostra CCIS ospita giovani studenti o neolaureati che spesso per la prima volta entrano in contatto del mondo del lavoro. Hai parlato di un campo d’azione stimolante Sì molto. Come figlia di emigrati - mio papà è di Giardini Naxos, provincia di Messina (e qui tanti penseranno: “come LA Cucinotta” – ma non mi risulta di essere sua parente) e mia mamma è bellunese - sono cresciuta in due realtà con due mentalità diverse, quella italiana e quella svizzera, dunque la CCIS mi da la possibilità di unire e vivere i rapporti con i due Paesi che in fin dei conti sono entrambe la mia patria. Grazie ai vari compiti posso perfettamente trarre profitto dalle varie formazioni delle quali ho goduto. Da quanti anni lavori per la Camera? Ormai sono in CCIS da più di un anno e mezzo. Lungo quale strada ci sei arrivata? Dopo una formazione commerciale, poi una come traduttrice SUP e di seguito come educatrice per adulti, Sveb I/II, ora, viste le attività che svolgo in CCIS, mi applico per approfondire le mie conoscenze di marketing. Di cosa ti occupi? Il mio campo d’azione è molto vasto e stimolante: mi occupo di eventi realizzati in Svizzera, come i Déjeuner Italo-Suisse - p.es. quello del 22 ottobre con il Dott. Alessandro Profumo, CEO dell’UniCredit Group - oppure seminari come quello del 13 ottobre sulle relazioni fiscali tra l’Italia e la Svizzera, ma anche di workshop, come la presentazione della Provincia di Vercelli “Out of the box” del 7 ottobre. Oltre a ciò organizzo incontri B2B, p.es. quello organizzato il 28 ottobre presso la fiera neue räume di Oerlikon, dove degli artigiani della Brianza si presentano durante tutta la fiera con un’esposizione (Sonderschau) dal titolo “L’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza”. In tale occasione, il 28 sera, anche in ambito di “Zurigo in Italiano” ci sarà un seminario sul distretto industriale: “Brianza: cul- 90 Pensi che la Camera giochi un ruolo importante di promozione dell'economia italiana in Svizzera? Non c’è dubbio: la CCIS è un punto di riferimento centenario. Può contare su collaboratori e stagisti motivati che si impegnano ad aiutare la (le) propria patria(e) con il filo conduttore di promuovere il Made in Italy in Svizzera. La CCIS dispone di un ottimo network sia in Svizzera che in Italia e possiede cognizioni molto elevate di questi mercati. Dispone, per di più, di eccellenti mezzi di comunicazione come questa rivista, il sito www.ccis.ch, newsletter mensili e il giornale on-line www. ilgiornale.ch per raggiungere sempre il target desiderato. Se dovessi dare un consiglio ad un’azienda italiana che per la prima volta affronta il mercato svizzero come le diresti di comportarsi? Direi all’azienda italiana di mandare una mail alla CCIS descrivendo in modo più dettagliato possibile la sua richiesta. I miei colleghi dell’Ufficio Commerciale si occuperanno poi in prima istanza della richiesta per definire eventualmente direttamente con l’azienda come procedere per trovare la giusta forma per soddisfare le loro esigenze. Rivista – Ottobre 2009 La Incontro con la provincia di Vercelli OUT OF THE BOX l E ING ,EAS ENTI M A I Z NAN DOM I AGG VANT U I ZIOD ,gINI IONE S S A NAP A AND La Provincia di Vercelli conta poco meno di 180 mila abitanti distribuiti in 86 comuni: un piccolo universo che ruota attorno a due anime distinte paesaggisticamente, ma che ben si coniugano grazie all’abbraccio del fiume Sesia. A nord, la Valsesia: terra di montagna, di attività turistiche, con le suggestioni del Monte Rosa, le piste da sci di Mera e Alagna e la monumentale "Gerusalemme in miniatura", rappresentata dal Sacro Monte di Varallo. A sud, una generosa porzione di pianura Padana, Terra d'Acqua e di Riso, con tutte le attività legate al turismo d’arte, all’enogastronomia e al benessere. La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera con la Provincia di Vercelli e con l’ENIT di Zurigo sono lieti di invitarVi all’evento Out of the box: Presentazione della Provincia di Vercelli il 7 ottobre 2009, ore 18:00 presso la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Zurigo. Programma 18.00 – 19.00 presentazione Out of the box: Provincia di Vercelli Saluti - Dr. Renzo Masoero, Presidente Provincia di Vercelli - Dr. Andrea G. Lotti, Segretario Generale CCIS Relatori - Dr. Marco Pasteris, Assessore al Turismo Provincia di Vercelli - Dr. Felix Lombardi, ATL Vercelli Informazioni ed iscrizioni (obbligatoria) Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, CCIS, Lara Francesca Cucinotta Tel. 044 289 23 23 – Fax 044 201 53 57 Mail [email protected] )LPARTNERSICUROPER LEASINGElNANZIAMENTI 2ICHIEDETEUNgOFFERTALEASINGALPIáVICINO CONCESSIONARIOOPPURETELEFONATECI :àRCHERSTRASSE 3CHLIEREN 4EL &AX WWWlDISlNANCECH Rivista – Ottobre 2009 La 91 Il mondo in Camera Il 13 ottobre alla Tonhalle di Zurigo Concerto di beneficienza per l’Abruzzo La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), il Consolato Generale di Zurigo, il Comites di Zurigo, la Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera, con l’alto patronato della Città di Zurigo, invitano al Concerto di beneficienza per l’Abruzzo del Pianista Michele Gioiosa che si terrà martedì, 13 ottobre 2009, alle ore 19.30 presso la Tonhalle (sala piccola) di Zurigo. L’evento musicale si colloca nell’ambito di iniziative solidali promosse dalla comunità italiana in Svizzera a sostegno di interventi di ristrutturazione e ricostruzione nella regione Abruzzo devastata dal terremoto del 6 aprile scorso. I proventi del concerto confluiranno nel fondo devoluto all’Associazione “Terremoto Abruzzo” del Coordinamento dei Comites in Svizzera, sostenuto anche dalla CCIS. Le risorse raccolte dall’Associazione “Terremoto Abruzzo“ saranno utilizzate per la realizzazione di un opera sociale che resterà a testimonianza della solidarietà espressa dai sostenitori. L’associazione renderà conto dell’utilizzo del fondo, informando la pubblica opinione sull’opera realizzata. Michele Gioiosa (1962) si è diplomato nel 1982 con il massimo dei voti con Michele Marvulli presso il Conservatorio di Musica "U. Giordano" di Foggia. Ha conseguito il Compimento Inferiore di Organo e Composizione Organistica ed è laureato in Filosofia presso la L’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza: culla del design italiano neue räume 09: dal 24 ottobre al 1 novembre 2009 presso le ABB Hallen di Oerlikon/Zurigo www.neueraeume.ch 5° edizione della fiera: neue räume 09, la più grande piattaforma per il design del mobile e dell’arredamento d’interni svizzero. La Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA) di Como con il contributo della Camera di Commercio di Como, in collaborazione con il CLAC e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) presentano in occasione un’esposizione speciale con il titolo: L’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza”: una presentazione dei prodotti, della storia e dell’artigianato del design della Brianza – roccaforte dell’industria del mobile italiano. Il 28 ottobre 2009 sono previste ulteriori attività dedicate all’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza: 92 Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Urbino. È titolare della cattedra di Pianoforte Principale presso il Conservatorio "U. Giordano" di Foggia. Alla sua attività concertistica affianca anche quella di musicologo e critico musicale ed è Direttore Responsabile della rivista Musica e Scuola. Ha studiato Direzione d’Orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese con Gilberto Serembe e a Mosca con Pavel Lando e numerose sono le Masterclasses tenute in Italia, in Russia ed in Germania. Prevendita dei biglietti (da 50.- 75.- e 100.- franchi) cassa della Tonhalle Claridenstrasse 7, 8002 Zürich Lun. – Ven. ore 10.00 alle 18.00 Per telefono: Tel. 044 206 34 34 Lun. – Ven. ore 10.00 alle 18.00 per internet : www. billettkasse.ch Uleriori prevendite BIZZ, Musik Hug, Jecklin, Jelmoli City, Migros City dalle 14:00 alle 19:00 incontri B2B tra artigiani della Brianza e tra architetti, designer d’interni, appaltatori, importatori, giornalisti, pubblico interessato e addetti ai lavori inizio 19:00 – 21:00 seminario sul distretto industriale della Brianza con il titolo: “Brianza: culla del design italiano” per il pubblico d’intenditori e per gli amanti del design italiano (in lingua italiana e tedesca) segue rinfresco e possibilità d’incontro con gli artigiani della Brianza. L’iscrizione a tali eventi gratuiti è obbligatoria. Iscrizioni e informazioni Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8027 Zürich Tel. 044 289 23 23 [email protected] www.ccis.ch Rivista – Ottobre 2009 La ITALIENISCH? SÌ CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA A ZURIGO Volete migliorare le vostre conoscenze della lingua italiana o immergervi nel mondo della cultura italiana? Allora contattate la Scuola Dante Alighieri di Zurigo che con i suoi numerosi corsi soddisfa tutte le esigenze. La Società e Scuola Dante Alighieri è sorta in Italia nel 1889 con il compito di tutelare e di diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo. Oggi dispone di 3300 scuole e 500 comitati in tutto il mondo. La Scuola Dante Alighieri di Zurigo, www.dantealighieri.ch, offre anche quest'anno corsi per l'apprendimento della lingua e della cultura italiana. Seguendo le indicazioni del Portfolio Europeo per le lingue, la scuola offre classi per i livelli A1 e A2 (italiano iniziale); B1 e B2 (italiano fondamentale); C1 e C2 (italiano professionale). Sono anche in programma corsi di conversazione, corsi per i bambini (età ideale 8-12 anni), corsi di cultura e lezioni private. Inoltre, in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), la Scuola Dante Alighieri offre corsi d’italiano commerciale, rivolti in particolare a coloro che studiano l’italiano come lingua straniera per motivi di lavoro, e che intendono servirsene nel campo della finanza, del commercio, dell’industria e in generale degli affari. Sono previsti ogni semestre corsi per la preparazione del certificato PLIDA e PLIDA Commerciale. Quest'anno per far conoscere e apprezzare la lingua italiana, la Scuola Dante Alighieri offrirà dei corsi gratuiti di primo livello (A1), previa l'iscrizione alla Società Dante Alighieri (CHF 65.-). Dove: i corsi si tengono nella scuola cantonale Hottingen di Zurigo, a pochi passi dal Kunsthaus. Saremo lieti di darvi il benvenuto presso la nostra scuola. Per iscrizioni e maggiori informazioni Società e Scuola Dante Alighier Casella Postale 357 8044 Zurigo Tel. 044 586 54 42 (lun. 9-13) [email protected] www.dantealighieri.ch Rivista – Ottobre 2009 La PLIDA Commerciale Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Lara Francesca Cucinotta Seestrasse 123 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 [email protected] www.ccis.ch 93 Contatti Commerciali DAL MERCATO ITALIANO Offerte di merci e servizi Portoni industriali AlboDoor Via del Commercio 2 I - 26013 Crema (CR) Tel. +39.037380445 Fax +39.0373254406 E-mail: [email protected] www.albodoor.it Porte e serramenti in legno Falegnameria Dilda di Dilda Giovanni e Guglielmo s.n.c. via Torre Angiolini 47/A I - 26038 Torre de' Picenardi (CR) Tel: +39 0375-94215 Fax: +39 0375-395226 E-mail: [email protected] www.falegnameriadilda.com Vino BADIA A COLTIBUONO I - 53013 Gaiole in Chianti (SI) Tel: +39/0577 74481 Fax: +39/0577 744839 [email protected] www.coltibuono.com Carpenteria saldata di qualità Olmag Srl Via E. Fermi 14 I - 30020 Noventa di Piave VE Tel: 0039/0421 65426/658614 Fax: 0039/0421 658910 E-mail: [email protected] www.olmag.it Packaging per industria alimentare e cosmetica Ideal Plast di Ivano Sironi via Vignazzola 117 I - 20036 Meda (MI) Tel.: +39 0362-343731 Fax: +39 0362-343733 E-mail: [email protected] www.idealplastpackaging.it Costruzione e montaggio di impianti industriali Tecnim srl Viale Aldo Moro, 10 I - 26845 Codogno (Lo) Tel. +39 0377 437043 Fax +39 0377 437020 E-mail [email protected] www.tecnim.com 94 Lavorazioni meccaniche di precisione Gamba srl Via Dezza 47 I - 20144 Milano Tel. +39 024980441 Fax: +39 0248008021 E-mail: [email protected] www.gambasrl.it Impianti e macchinari per l’industria cosmetica Ve.tra.co Group srl Via E. Mattei, 25 I - 26020 Madignano (Cr) Tel.: +39 0373 65185 Fax: +39 0373 65713 E-mail: [email protected] www.vetraco.com Abbigliamento SEIDIMILANO srl Corso Concordia 5 I - 20129 Milano Tel: 0039 3925737601 E-mail: [email protected] www.nuvoline.it Caffè Torrefazione Portioli Spa Via Cerca 24 I - 20090 Caleppio di Settala (MI) Italia Tel. +39 02 95 89 751 Fax +39 02 95 89 755 Email [email protected] www.portioli.it Uniformi e abiti professionali Tecno Safety Couture Srl Via Eugubina, 30 I - 06122 Perugia Tel. +39 075 59 14 441 Fax. +39 075 59 13 484 [email protected] www.tecnosafetycouture.com Lavorazioni meccaniche di precisione BCM sas Via Roma 107 I - 31040 Chiarano TV Tel. 0039/0422746969 Fax 0039/0422746969 E-Mail: [email protected] www.italoferretti.it Tubi saldati Eusider SpA Via B. Melzi 203 I - 20025 Legnano Tel: 0039/033188411 Fax: 0039/0331592953 [email protected] www.eusider.com Sviluppo di nuovi prodotti industriali Pfactor srl Via Lombardia 1/B I - 31050 Monastier di Treviso (TV) Tel. +39 0422.798761 Fax. +39 0422.798094 E-Mail: [email protected] www.pfactor.it Progettazione e produzione di strumenti ottici su misura Beta Nit srl Applied Optics via Roma 57 I - 26865 San Rocco al Porto (Lodi) Tel: +39-0377-569530 Fax: +39-0377-568083 E-mail: [email protected] www.betanit.com Prodotti alimentari tipici romagnoli La Romagnola Via Martiri Ponte Bastia 11 I - 44016 San Biagio Argenta (FE) Tel. +39 0532809666 Fax.+39 0532809477 E-Mail: [email protected] www.la-romagnola.it Prodotti per la cosmesi e il benessere Re-Age Italia Via Bottego 239 I - 41010 Modena - Italy Tel: +39 059 2929250 Fax: +39 059 2927345 [email protected] www.re-age.com Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • L’azienda SAIGI è specializzata nella macellazione e vendita di carni avicole fresche e surgelate ed ha i suoi uffici e la struttura di macellazione a Santarcangelo di Romagna, da qui gestisce tutta la Rivista – Ottobre 2009 La filiera che si compone di diversi allevamenti di quaglie e galletti dislocati nel Nord Italia. Nel 2007 Saigi ha immesso sul mercato nazionale una media settimanale di circa 150.000 quaglie a proprio marchio o a marchio delle primarie aziende avicole nazionali, circa 30.000 galletti e 3.500 piccioni a settimana; è inoltre una delle poche aziende italiane a macellare e vendere fagiani e pernici freschi ed è in grado di fare consegne dirette a punto vendita nell’arco delle 24/48 ore successive all’ordine. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch • L’azienda GIAS SpA è specializzata nella produzione di verdure grigliate e di piatti pronti italiani surgelati di diverse qualità, sia con la pasta sia col riso, sia con la carne che con i frutti di mare. GIAS vorrebbe ampliare il proprio mercato e intraprenderebbe volentieri nuove relazioni commerciali con grossisti di prodotti alimentari che danno valore alla qualità dei prodotti e sono interessati a inserire sul mercato svizzero i prodotti citati. • La società Nastro & Nastro Srl, operante a Luino (Va) nel settore delle arti grafiche dal 1885, ha recentemente ampliato la propria gamma di prodotti con l’introduzione di una nuova linea di carta regalo, carta personalizzata e carta da imballo. Questi prodotti possono essere forniti sia in fogli (stesi o piegati) sia in rotolo. Cerchiamo per il mercato Svizzero importatori / distributori / grossisti e rappresentanti introdotti nei settori cartolerie, librerie e imballaggi. • La società DGV srl di Milano attiva nel settore delle lavorazioni di subfornitura meccanica per produttori di macchine e articoli industriali. La società DGV srl opera nel settore delle lavorazioni meccaniche per conto terzi e con l’ausilio di stazioni CAD progetta e realizza articoli e lavorazioni in metallo di sicura qualità ed affidabilità per qualsiasi tipo di applicazione industriale. Per informazioni contattare: Nastro & Nastro S.r.l. Via Stehli, 15 21010 Germignaga (VA) Tel. + 39 0332 531463 Fax + 39 0332 510715 E-mail: [email protected] • La ditta Pasquinoni snc di Rimini attiva nella produzione di olio extravergine di oliva di assoluta e primissima qualità, collaborerebbe volentieri con importatori Macchine industriali per la bigiotteria OPTOMA rte d'Allaman 36 Pf 99 1163 Etoy e distributori di prodotti alimentari e specialità italiane. Tutti i prodotti sono certificati e il prodotto di punta è l’olio extravergine MOSTO vincitore del premio ORO GIALLO 2009, massima rassegna italiana per ciò che riguarda l’olio d’oliva. DAL MERCATO SVIZZERO Ricerca di merci e servizi Opportunità di lavoro Dirigente di una giovane Tour Operator cerca, per un periodo temporaneo, attività di ufficio da eseguire a domicilio e in modo freelance. Compiti amministrativi, corrispondenza, correzioni, traduzioni francese-italiano e italiano-francese (perfettamente bilingue), come pure altri incarichi d’ufficio in funzione delle necessità requisite dalle persone interessate. Daniel Distretti Rue de la Jalousie 10 - 1135 Denens VD +41 794162568 - [email protected] Rivista – Ottobre 2009 La Tel. 0041/21 8071333 Fax 0041/21 8071334 [email protected] Materiale da cancelleria Rahmqvist AG Grindelstrasse 11 CH-8303 Bassersdorf Tel. 0041/448386060 Fax 0041/448386064 [email protected] www.rahmqvist.com Frutta Progressive Solutions GmbH Rathausstrasse 14 CH - 6340 Baar Tel. +41 415003304 Fax +41 415003301 [email protected] Impianti per imbottigliamento acqua Signor Signoroni Enzo Route de la Corniche 2 CH - 1097 Riex Tel. 0041 217994960 Offerte di merci e servizi Prodotti chimici naturali Jungbunzlauer AG St. Alban-Vorstadt 90 P.O. 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La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: • Ricerche su banche dati di produttori e/o importatori dAuoi seguenti Paesi: Italia e Svizzera • Collegamenti online per visure, protesti, bilanci, statistiche ecc. • Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti • Ricerca e mediazione di rappresentanti, agenti e distributori • Organizzazione di incontri tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato • Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali Pubblicazioni • Recupero crediti in Svizzera • Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS • Compra-vendita di beni immobili in Italia • Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia • Servizi camerali • Das neue italienische Gesellschaftsrecht • ”La Rivista“ periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) • Calendario delle Fiere italiane • Annuario Soci • Indicatori utili Italia-Svizzera • Facilitazioni per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 289 23 23, • Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche • Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale • Assistenza e consulenza in materia doganale • Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere • Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti • Azioni promozionali e di direct marketing • Arbitrato internazionale • Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insiediamenti in Svizzera ed in Italia • Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità • Traduzioni • Viaggi di Studio • Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma • Swiss Desk Porti italiani • La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere Fax ++41(0)44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41(0)22 906 85 95, Fax ++41(0)22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 Tagliando d’abbonamento Nome ...................................................................................................... Cognome ................................................................................................. Indirizzo .................................................................................................. Tel. .................................... e-mail ....................................................... Intendo sottoscrivere un abbonamento annuo (11 copie) a La Rivista al costo di 60CHF (estero: 50 euro) Data e firma ............................................................................................ 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