La sfida dell` innovazione lo sviluppo dell` ITC e i modelli

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La sfida dell` innovazione lo sviluppo dell` ITC e i modelli
collana editoriale di:
L’orizzonte
della Cooperazione
Europa 2020
“Conferenza economica”
Bologna, 26 marzo 2015
ESTRATTO:
La sfida dell’innovazione:
lo sviluppo dell’ICT e i modelli organizzativi per le reti del futuro,
a cura di Pricewaterhouse Italy,
coordinamento Massimo Pellegrino
–1–
titolo:
L’orizzonte della Cooperazione
Europa 2020
“Conferenza economica”
Bologna, 26 marzo 2015
© le MAPPE 2015 di LEGACOOP Emilia-Romagna
www.emilia-romagna.legacoop.it
© Format Edizioni Bologna 2015
www.format.bo.it
Curatore editoriale: Beppe Feltrin
[email protected]
ISBN: 9788896156810
Bologna, marzo 2015
INDICE VOLUME CARTACEO
Introduzione:
lavorare per il riposizionamento delle cooperative:
alcune chiavi di lettura dei materiali ................................................ pag.
5
La situazione attuale,
a cura di Aldo Perrella ,
Responsabile Ufficio certificazioni e Bilanci Legacoop nazionale ..... » 9
La cooperazione tra il “non più” e il “non ancora”,
di Guido Caselli,
Direttore Ufficio Studi Unioncamere Emilia-Romagna ...................... »20
Considerazioni per una riflessione sul rapporto
cooperazione territorio in Emilia Romagna,
a cura di CAIRE, Cooperativa Ingegneri ed Architetti di Reggio Emilia,
coordinamento Giampiero Lupatelli.................................................. »68
Considerazioni sulle opportunità, le esigenze
e i rischi del co-housing e dell’housing cooperativo,
a cura di CAIRE (Ricerca commissionata da Legacoop
e Confcooperative dell’Emilia Romagna)........................................... »103
Alla ricerca del valore.
Orientamenti delle politiche industriali regionali
in una fase di transizione,
di Silvano Bertini............................................................................... »118
Il Welfare sociale e socio-sanitario italiano:
crisi di policy o crisi dei modelli di impresa?
Quali spazi di mercato inesplorati?
di Francesco Longo e Francesco Petracca,
CERGAS, Università Bocconi............................................................. »129
La sfida dell’innovazione:
lo sviluppo dell’ICT e i modelli organizzativi per le reti del futuro,
a cura di Pricewaterhouse Italy,
coordinamento Massimo Pellegrino .................................................. »150
La sfida dell’innovazione:
lo sviluppo dell’ICT e i modelli
organizzativi per le reti del futuro
a cura di Pricewaterhouse
Introduzione
Il network PwC è l’organizzazione
internazionale di servizi professionali alle
imprese. L’obiettivo del network è creare
valore per i clienti e produrre vantaggio
competitivo per le loro attività facendo
leva sui valori dell’integrità e della
qualità dei servizi offerti. PwC opera in
157 paesi nel mondo con oltre 184.000
professionisti di cui circa 3.400 presenti in
Italia in 21 città.
Il documento è suddiviso in 3 sezioni:
la prima sezione è dedicata all’analisi
dei megatrend, ovvero, le tendenze di
sviluppo macroeconomico globale che
hanno impatto sugli affari, sull’economia,
sulla società, sulla cultura e in generale
sulla vita delle persone, contribuendo
a costruire una plausibile visione del
mondo futuro e della sua evoluzione e
del loro impatto sui modelli di business
e organizzativi delle imprese. La sezione
riporta esempi di aziende che hanno saputo
ben rispondere alle sollecitazioni dei
trend globali e attraverso nuovi approcci
organizzativi e nuovi modelli di business
hanno sfruttato al meglio le tecnologie
dell’informazione e hanno conosciuto
una crescita esponenziale del fatturato
negli ultimi anni. La sezione inoltre
riporta interessanti indicazioni in merito
alle percezioni dell’impatto dei trend
globali sulle aziende dei principali settori
di riferimento delle cooperative afferenti
a Legacoop, in merito all’andamento
del mercato e ai modelli organizzativi
e di business. Infine introduce i fattori
ambientali che impattano positivamente
sull’attività delle aziende e presenta la
situazione attuale dell’Emilia Romagna e
della Provincia di Reggio Emilia.
La seconda sezione è dedicata all’analisi
delle tre direttrici strategiche di Legacoop
per i prossimi anni ovvero l’innovazione
tecnologica, l’internazionalizzazione
e
l’efficientamento.
In
merito
all’innovazione tecnologica la sezione
evidenzia come le aziende per competere
sui mercati nazionali e internazionali
non solo devono essere aggiornate sulle
innovazioni tecnologiche che hanno un
maggiore impatto sul loro settore, ma è
anche indispensabile che utilizzino la
tecnologia per offrire prodotti migliori,
per ottimizzare i processi produttivi, per
cambiare i modelli di business, per tutti
e tre gli obiettivi; riporta vari esempi
di come le innovazioni tecnologiche
siano state implementate da alcune
importanti imprese dei principali settori di
riferimento di Legacoop; evidenzia i fattori
abilitanti allo sviluppo dell’innovazione
tecnologica a livello territoriale. In merito
all’internazionalizzazione
si
riporta
l’andamento economico dei vari settori
afferenti a Legacoop, si mette in evidenza
come il nostro panorama commerciale
non può più limitarsi ai confini del nostro
Paese ma va concepito come aperto
al mondo intero, si evidenzia come
l’internazionalizzazione sia strettamente
correlata alla componente dimensionale
e al rafforzamento delle competenze
del personale delle aziende. Infine si
evidenzia la rilevanza dell’ innovazione
e l’efficientamento dei processi produttivi
o distributivi per competere in termini
di qualità ma anche di costo per stare
al passo con il cambiamento e come
la stessa Legacoop debba rendersi
protagonista in tal senso sia semplificando
ed efficientando il modello attuale
– 150 –
caratterizzato da un ridondante numero di
strutture, sia rafforzando il ruolo dei Centri
servizi.
Infine la terza sezione è dedicata
proprio alle opportunità offerte da
questo nuovo modello di Centri servizi
non solo finalizzato all’efficientamento
organizzativo e dei costi ma anche
di
supporto
all’implementazione
delle
direttrici
strategiche
di
internazionalizzazione ed innovazione.
Il mondo domani: Megatrends e modelli di business
I megatrends
L’assunzione di decisioni strategiche
per i prossimi anni deve partire dall’analisi
dei megatrends, ovvero delle tendenze di
sviluppo macroeconomico globale che
hanno impatto sugli affari, sull’economia,
sulla società, sulla cultura e in generale
sulla vita delle persone, contribuendo
a costruire una plausibile visione del
mondo futuro e della sua evoluzione e
dal loro impatto sui modelli di business
e organizzativi delle imprese. La capacità
di anticipare i trend e di comprendere
le dinamiche in atto diverrà un fattore
differenziante per l’impresa. Identificare
e abbracciare le tendenze globali legate
a questioni fondamentali (come cambia
il mondo per le imprese? Quali saranno
i nuovi trend nei prossimi anni? Come
muteranno i mercati?) sarà la chiave per
costruire aziende di successo.
Le principali università, società di consulenza ed esperti convergono nell’includere i seguenti tra i principali megatrends
che maggiormente impatteranno sui processi di crescita e di sviluppo economico
nei prossimi anni:
Instabilità globale
La scena globale è caratterizzata da
una situazione di instabilità che colpisce
i mercati finanziari. In Italia, la pressione
fiscale mina la stabilità finanziaria e la
ripresa dell’economia. La storia illustra
l’importanza della stabilità politica
e del contesto competitivo generale
nel rafforzare la crescita economica e
l’attrazione degli investimenti esteri.
Secondo una stima SACE2 la perdurante
fragilità dei mercati internazionali costa
all’Italia circa 36,6 miliardi di euro, in
termini di mancato export, di cui 17
miliardi derivanti da crisi geopolitiche, 11
miliardi da crisi economiche e 8 miliardi
dalla sola crisi russa.
Cambiamento demografico
Con una popolazione globale che
ha recentemente superato i 7 miliardi,
il cambiamento demografico è un
fattore chiave per i governi, le istituzioni
finanziarie e le imprese. Il tasso di
fertilità in diminuzione corrisponde a
modifiche negli stili di vita. Nel 2020
la quota di popolazione tra i 15 e i 34
anni (Generazione Y) sarà quasi il 35 %
della popolazione e oltre il 60% di essi
vivrà in India e Cina. Questo mercato
è composto da soggetti nativamente
digitali,
permanentemente
connessi,
che desiderano prodotti fortemente
personalizzati e verdi. Nel 2020 il 15%
della popolazione mondiale sarà di
ultraottantenni (20% nel 2050). In Europa
tale quota sarà il 26%. Questo mercato
desidera prodotti legati alla salute ed al
benessere, al comfort, alla semplicità
d’uso, in generale connessi ai servizi alla
persona3.
Cambiamento sociale e
comportamentale
Il cambiamento sociale e comportamentale di individui e comunità di tutto il
mondo è dovuto all›impatto combinato di
urbanizzazione, aumento della ricchezza,
migrazione, e comunicazione digitale. La
consapevolezza di questo cambiamento è
importante perché è fondamentale per affrontare mercati oramai globali, modificare e creare nuovi modelli di business ed è
sfidante per le strutture politiche e sociali
esistenti.
È in atto un forte processo di
concentrazione abitativa nelle città.
Mentre le economie urbane si sviluppano,
è probabile che il loro consumo di risorse
aumenterà. In tal senso sarà importante una
gestione più intelligente e sostenibile delle
– 151 –
città, in relazione alle reti energetiche,
alla mobilità, agli edifici. Nei prossimi
anni ci sarà a livello mondiale una crescita
della classe media guidata da un aumento
dei redditi nelle economie emergenti, in
particolare India e Cina. Entro il 2040,
si prevede che questo segmento della
popolazione globale raggiungerà i 5
miliardi di persone, con un incremento di
oltre il 160% rispetto al 2010. In Asia si è
anche verificato un aumento delle persone
ad alto reddito, di conseguenza i maggiori
mercati per gli articoli di lusso si stanno
muovendo verso l’Oriente e il Sud del
mondo. Infine, la mobilità del lavoro è in
aumento e ora come in futuro sarà sempre
più importante individuare e trattenere
i talenti con le competenze adatte a
supportare la crescita e la competitività
delle aziende. I fattori più importanti per
l’attrazione di nuovi talenti sarà la garanzia
di progressione di carriera, standard di vita
elevati, stipendi competitivi e programmi
di formazione e sviluppo.
Cambiamento tecnologico, tecnologie
digitali e mobile, ricerca e sviluppo
tecnologico, innovazione.
Negli ultimi 200 anni, la tecnologia
ha cambiato la società in modi
imprevedibili. Si tratta di un processo
continuo che comporta il cambiamento
nei comportamenti dei consumatori, un
significativo miglioramento della vita delle
persone e, se da un lato genera nuove
imprese, dall’altro è causa del fallimento
di quelle che non si adattano alle nuove
tecnologie. Gli investimenti in ricerca e
sviluppo costituiscono un prerequisito
per la crescita tecnologica di un paese
e delle sue imprese. I paesi più avanzati
garantiscono investimenti in R&D per
creare una massa critica di competenze a
livello paese. L’Italia investe solo l’1,27%
del PIL in ricerca a fronte del 3,36%
della Corea del Sud. In Cina, la spesa in
ricerca e sviluppo, in proporzione al PIL,
è più che raddoppiata negli ultimi 10
anni. Non a caso oggi l’Asia è al centro
dell’innovazione tecnologica e il numero
di aziende tecnologiche asiatiche nella
top 20 globale è aumentato dal 9% al
14% tra il 2005 e il 2009.
I principali settori della tecnologia che
stanno trasformando l’economia globale
sono: l’High Performance Computing, il
Big Data, l’Internet of Things, l’Intelligenza
Artificiale, la Robotica, le nanotecnologie
e le biotecnologie, le tecnologie per la
salute e la scienza dei materiali. Nel
futuro la connettività sarà principalmente
wireless, aumenteranno i dispositivi
disponibili, la loro interconnessione e
la capacità di elaborazione. L’Internet of
Things collegherà ogni oggetto o persona
in una rete globale integrata. Miliardi di
sensori sono già stati collegati a risorse
naturali, linee di produzione, reti elettriche
e logistiche, flussi di riciclaggio e inseriti
in case, uffici, negozi, veicoli e persino
essere umani: grazie a essi, un’ingente
massa di dati (Big Data) può essere
convogliata nel sistema nervoso di una rete
globale. Ad essa si accompagna un nuovo
processo di produzione manifatturiera,
l’Additive manufacturing o “stampa 3D”.
Si tratta di hardware e software, spesso
open source, che indirizzano plastica
fusa, metallo fuso, o altre materie prime
all’interno di una stampante, per formare
livello dopo livello, un prodotto materiale,
un oggetto che esce dalla stampante
completo in tutte le sue parti, anche
quelle mobili. Queste stampanti vengono
già utilizzate per produrre gioielli, parti di
aerei, protesi umane ed altro4. L’ulteriore
sviluppo della banda larga in termini
di ampiezza e disponibilità influenzerà
nuove generazioni di applicazioni e
servizi. Crescerà l’utilizzo di tecnologie
oggi emergenti legate ai nanomateriali,
all’elettronica flessibile, ai laser, ai
materiali “intelligenti” e così via. L’uso di
veicoli elettrici a 2 e 4 ruote aumenterà
irreversibilmente erodendo la quota della
mobilità tradizionale e saranno necessarie
la realizzazione di nuove infrastrutture
e l’identificazione di nuove soluzioni
tecnologiche.
Aumenterà
l’utilizzo
dell’automazione industriale, il ricorso a
tecniche di intelligenza artificiale e robot
intelligenti. La produzione sarà sempre
più rapida, efficiente e sostenibile.
– 152 –
Rafforzamento del capitalismo di stato
La crisi finanziaria ha dato luogo a
un maggiore intervento dello Stato in
molti paesi del mondo e ha rafforzato la
convinzione tra alcuni paesi emergenti che
il capitalismo di mercato dell’Occidente
non è il modello migliore per i loro paesi.
In particolare in questi emergenti, ci sono
esempi di intervento del governo per
promuovere l’innovazione, l’uguaglianza
sociale e la crescita economica. Paesi
emergenti in Asia, Africa e Medio
Oriente hanno sviluppato strategie che
si fondano su una crescita inclusiva e su
un’impostazione di una nuova direzione
economica, in contrasto con gli ordini del
giorno in materia di concorrenza (ossia la
concorrenza economica tra gli stati) di un
certo numero di paesi sviluppati.
Aumento e interconnettività dei mercati
emergenti
Oltre a considerare le dimensioni
e la crescita dei mercati emergenti, è
importante analizzarne l’interconnettività
in termini di flussi commerciali e finanziari.
Nell’interscambio internazionale, sino
ad oggi imperniato sulle economie
avanzate del Nord del mondo, si stanno
consolidando
nuovi
baricentri
di
produzione – consumo tra i Paesi emergenti
e in via di sviluppo (Asia, Medio Oriente,
Africa ed America Centrale e Latina. In 10
anni l’interscambio Sud-Sud è passato dal
17% del totale mondiale al 25%. La realtà
è che il commercio tra i mercati emergenti
sta crescendo molto più rapidamente
dei i flussi commerciali tradizionali dai
paesi sviluppati agli emergenti e tra paesi
sviluppati. È importante notare che la scala
degli scambi tra i mercati emergenti è già
significativa. Ad esempio, il principale
partner commerciale del Brasile è
attualmente la Cina. Alcuni commentatori
usano il termine Sud-Sud per descrivere
questo commercio, che, in termini fisici,
almeno, aggira l’Occidente.
Scarsità di risorse
La scarsità di risorse e i cambiamenti
climatici hanno un impatto economico
preoccupante.
La
crescita
della
popolazione mondiale e della sua
crescente prosperità stanno mettendo
pressioni insostenibili sulle risorse naturali.
Si prevede che la domanda di energia
aumenterà di circa il 30% entro il 2030.
Le carenze di risorse naturali potrebbero
causare instabilità sociale e politica,
conflitto geopolitico e danni ambientali
irreparabili. In futuro, aumenterà la quota
di produzione di energia elettrica da parte
dei paesi emergenti, e la quota proveniente
da fonti rinnovabili. La “guerra per le
risorse naturali“ e le controversie sulla
proprietà delle stesse potrebbero avere
come effetti l’aumento della concorrenza,
volatilità del mercato, nuove regole e
comportamenti protezionistici.
I megatrends osservati hanno impatto
sia sui modelli organizzativi che di business
delle aziende in tutti i settori. Fig. 1
Il cambiamento tecnologico ha il
potenziale di distruggere radicalmente
i modelli organizzativi, operativi e di
investimento, aziendali, delle imprese sia
finanziarie che commerciali. Entro il 2020
si prevede una diffusione esponenziale
della vendita “omnichannel” caratterizzata
dal collegamento e dall’integrazione di
tutti i canali di vendita (fisico, digitale,
mobile) del prodotto/servizio. Tale
convergenza tra i canali fisici e digitali
richiede anche alle aziende in tutti i settori,
non solo di rafforzare il canale digitale
e l’uso dei social media come canale di
contatto con la clientela, ma di pianificare
un’esperienza integrata fisica e digitale.
In ambito Retail&Consumer, l’ecommerce sfiderà il business model dei
tradizionali retailers che continueranno
a vedere erose le vendite e la produttività
dei loro negozi fisici e dovranno lottare
per ridefinirne velocemente il modello
e renderlo coerente con l’esperienza
d’acquisto multicanale. Un altro esempio
di innovazione tecnologica che si prevede
avrà un enorme impatto soprattutto in
ambito manifatturiero e delle costruzioni
è la stampa 3D. La figura del consumatore
(consumer) sta cominciando a cedere il
passo a quella del prosumer: sempre più
persone stanno diventando sia produttori
che consumatori di beni fabbricati in
– 153 –
Fig. 1 - Megatrends e impatti sui modelli di business e organizzativi
Megatrends
Modello di Business
A
Impatto Alto
M
Impatto Medio
B
Impatto Basso
Modello Organizzativo
Cambiamento
demografico
M
A
A
B
B
B
B
B
B
M
B
Cambiamento sociale e
comportamentale
A
A
A
M
B
B
M
B
B
M
A
Cambiamento
tecnologico
M
A
M
A
M
B
M
B
M
M
A
Competizione
per le risorse naturali
M
M
M
A
B
M
A
M
M
M
B
Rafforzamento del
capitalismo di stato
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
B
Aumento e interconnettività
dei mercati emergenti
A
A
M
A
A
M
A
M
M
A
ottobre 2014
1
A
Fonte: PwC
proprio. Il trend demografico supporta
questi cambiamenti dei modelli di
business tradizionali. Nei prossimi
15 anni la generazione dei cosiddetti
“Millennials” raggiungerà i trent’anni
d’età con una capacità di spesa senz’altro
inferiore a quella dei “Baby boomers”,
loro predecessori. Per loro la qualità avrà
più valore della quantità, e useranno
Internet per fare qualunque cosa. Il
nuovo consumatore global è: informato
(ricerca info via web) e più esigente in
termini di velocità e convenienza; vuole
partecipare e interagire con il retailer
(ricerca informazioni, feedback online);
non distingue tra brand e distributore,
ma cerca solo la comodità, convenienza,
partecipazione, personalizzazione; non
ha preferenze per un canale specifico ma
cerca di utilizzare il più comodo in un
determinato contesto (channel agnostic).
Una delle competenze che le aziende
dovrebbero sviluppare per rispondere alle
sollecitazione dei megatrend è la velocità
rappresentata dalla reattività decisionale
alle sollecitazioni esterne e dai tempi
per la loro realizzazione concreta. Essa
è alimentata dalla capacità di avere dati
a disposizione sempre più importanti,
affidabili e strutturati a supporto delle
decisioni. Per rispondere ai megatrends e
ai loro impatti ciascuna impresa dovrebbe
chiedersi, considerando i trend quale
sarà l’evoluzione del settore, come si
muoveranno i competitors, se è fattibile
continuare con i modelli di business
e organizzativi esistenti e come gli
adattamenti di breve termine impatteranno
sull’abilità
dell’organizzazione
di
rispondere rapidamente ai cambiamenti
nelle richieste dei clienti e del mercato,
quali sono le competenze critiche e le
risorse richieste per sopravvivere e avere
successo nella nuova realtà,
come
innescare una cultura di innovazione
organizzativa internamente o attraverso
partnership.
Le aziende che hanno avuto una crescita
“esponenziale” in pochi anni, (ovvero
una crescita sproporzionatamente ampia
rispetto alle aziende simili) hanno saputo
ben rispondere alle sollecitazioni dei
trend globali ed attraverso nuovi approcci
organizzativi e nuovi modelli di business
hanno sfruttato al meglio le tecnologie
dell’informazione.5 Altre aziende che non
hanno saputo interpretare i trend sono oggi
– 154 –
fuori dal mercato, oppure i loro fatturati si
sono notevolmente ridotti. (vedi campioni
aziendali pag. 127)
La Survey annuale PwC 2014 dei
CEO Italiani (NOTA) riporta interessanti
indicazioni in merito alle percezioni
dell’impatto dei trend globali sulle aziende
dei principali settori di riferimento delle
cooperative afferenti a Legacoop. Lo
sviluppo tecnologico rappresenta il più
importante trend globale che influenzerà
il settore per l’80% dei CEO nel settore
retail e per il 67% dei CEO delle aziende
operanti nel settore dei prodotti di
consumo. E’ condivisa l’opinione per cui
la tecnologia permetterà ai consumatori
una più vasta e disponibile offerta: nel
2013 il 41% dei consumatori ha effettuato
acquisti tramite tablet e il 43% utilizzando
uno smartphone, rispetto a rispettivamente
i 28% e 30% del 2012. Le principali
minacce sono viste nel regime fiscale,
nell’eccessiva regolamentazione e nella
volatilità dei tassi di cambio. I principali
aspetti che preoccupano i CEO del settore
sono il cambiamento del comportamento
di consumo, dove sta incrementando la
% di acquirenti che si rivolge ad un unico
“rivenditore” o a pochi (+7% dal 2012
al 2013), e la volatilità dei prezzi delle
materie, per cui il 33% delle aziende ha
intrapreso un percorso di cambiamento
della catena di approvvigionamento.
I CEO del settore trasporti sono i
meno ottimisti sull’evoluzione futura del
mercato, e sono più preoccupati della
lenta crescita nelle economie avanzate che
del rallentamento dei mercati emergenti.
I mercati obiettivo per la crescita sono
quelli europeo, centro e sud-americano
e africano in cui si cercano operazioni
di fusione o acquisizione, alleanze
strategiche, joint venture.
I principali oggetti di preoccupazione
sono per il 76% dei CEO del settore la
volatilità dei costi dell’energia e per il
56% l’adeguatezza delle infrastrutture.
Complessivamente il settore ritiene
necessario un cambiamento nelle strategie
di business, ma solo il 19% delle aziende
ha effettivamente iniziato un processo di
cambiamento.
Infine
tutti
sono
d’accordo
sull’importanza di ridurre l’impatto
ambientale.
I CEO del settore delle costruzioni
sono per il 41% positivi sulle previsioni
dell’andamento del mercato, influenzati
sia dalla fiducia nella ripresa economica
globale sia dalla possibilità di crescita in
nuovi mercati.
Il 12% considera il Qatar uno dei
mercati più importanti (grazie anche alla
Coppa del Mondo del 2022) e il 14% vede
nell’Africa un altro principale mercato di
investimento. E il 23% delle aziende sta
pianificando operazioni di M&A o JV in
questi paesi per i prossimi 12 mesi, subito
dopo l’America Latina (25%).
Le preoccupazioni maggiori nel
settore sono legate alla volatilità dei
prezzi delle materie prime (76%),
alla corruzione (60%) e all’accesso a
competenze chiave. Come per gli altri
settori, lo sviluppo tecnologico risulta
essere un fattore chiave nell’evoluzione
del mercato, e la maggioranza delle
aziende (67%) è ottimista in merito alla
velocità del cambiamento tecnologico.
E’ sentita globalmente l’esigenza di
implementare revisioni organizzative in
molte aree aziendali per stare al passo con
il mercato, ma poche aziende hanno già
iniziato o completato un programma di
cambiamento organizzativo.
Nel settore dell’Industria, seppur più
fiduciosi rispetto al passato sulle previsioni
di crescita economica, le aziende del
settore restano molto preoccupate
principalmente per l’andamento dei tassi
di cambio (74%), la volatilità dei costi
dell’energia (70%), i costi del personale
(68%). Per il 60% inoltre, la scarsità delle
risorse e i cambiamenti climatici avranno
un ruolo chiave nella trasformazione del
business.
Lo sviluppo tecnologico, per l’81%, e
l’aumento generale del potere di acquisto,
per il 60%, rappresentano i due fattori
chiave per lo sviluppo e la crescita del
settore, e il 26% delle aziende vede
opportunità di crescita su nuovi mercati
(il mercato principale è quello cinese
– 155 –
CASI aziendali
Nokia e Waze
Nel gennaio 2007 Steve Jobs annunciò il lancio dell’iPhone Apple il cui debutto si ebbe 6 mesi più tardi. Due
mesi dopo Nokia, il gigante della telefonia, spese 8,1 miliardi di dollari per acquistare Navteq, un’azienda leader nel mercato dei servizi di informazione sul traffico in tempo reale. Nokia acquistò Navteq perché questa
controllava l’industria della sensoristica per il traffico allo scopo di fermare la progressiva acquisizione di questo
mercato da parte di Google e Apple. Sfortunatamente per Nokia una piccola azienda israeliana chiamata Waze
fu fondata nello stesso anno. Waze è un’applicazione gps per evitare il traffico con una delle comunità di utenti
più numerose al mondo. Invece di investire nel costoso hardware dei sensori stradali, i fondatori di Waze decisero
di puntare sul crowdsourcing e sulla creazione di una community di automobilisti per condividere informazioni
in tempo reale sul traffico e le condizioni stradali. In due anni Waze raggiunse Navteq e nel giro di quattro anni
aveva un numero di fonti di informazioni 10 volte maggiore. Nel giugno 2012 la valutazione di mercato di Nokia
passò da 140 miliardi di dollari a 8.2, più o meno quanto era stato speso per acquisire Navteq. Nel giugno 2013
Google acquisì Waze per un miliardo di dollari. L’azienda non aveva infrastrutture e hardware e non più di 100
impiegati. Aveva comunque 50 milioni di utenti “sensori di traffico umani”. Nel 2013 Microsoft ha acquistato il
settore di telefonia cellulare di Nokia per 7.2 miliardi di dollari circa un miliardo in meno di quanto Nokia ha
speso per acquistare Navteq. Nokia spese enormi risorse per comprare infrastrutture fisiche, Waze ebbe accesso
ad informazioni già disponibili attraverso la tecnologia posseduta dagli utenti ed ha beneficiato della velocità a
cui oggi si può accedere e condividere le informazioni.
Ing Direct Canada
In origine parte di ING Group con sede in Olanda, la banca fu fondata nel 1997 da Arkadi Kuhlmann. E’ stato il
primo test di mercato per il gruppo ING del modello di business di banca diretta, che ha fornito tassi più favorevoli per i clienti. Kuhlmann lanciò ING Direct Canada con il motto “Salva i tuoi soldi” e aggiunse 3 valori complementari: semplificare, essere sfidanti, essere una brava persona. L’organizzazione fu completamente appiattita
eliminando tutti i titoli, i livelli di seniority, le riunioni formali e persino gli uffici. I lavoratori lavoravano insieme
e identificavano le proprie responsabilità. Nel 2008 Peter Aceto diventò il nuovo CEO e continuò sulla strada del
suo predecessore. Chiese ai suoi dipendenti di votare la sua riconferma alla guida della banca. Non aveva ufficio
e passava il tempo in mezzo ai dipendenti condividendo le informazioni sulle performance aziendali. Nel fare
ciò stimolò una cultura di fiducia, condivisione, trasparenza e vulnerabilità. Aceto è conosciuto come il “CEO
social media” perché risponde alle richieste dei clienti anche nei week end. ING Direct aprì 4 caffè in Canada
come punto di contatto con i clienti che preferivano incontri faccia a faccia con i dipendenti, per rassicurarli e rafforzare il brand. Nel 2010 ING invitò 10000 canadesi a testare THRiVE un servizio di conto corrente gratuito che
nel 2011 venne nominato prodotto finanziario dell’anno. Nel 2012 Ing Direct Canada venne acquisita da Scotiabank e ora si chiama Tangerine. Mentre una qualsiasi banca canadese ha circa 250 clienti e una gestione di circa
10000 dollari per impiegato, Tangerine ha 1800 clienti e una gestione di circa 40.000 dollari per impiegato.
Haier
Haier è un’azienda multinazionale cinese fondata nel 1984, specializzata nella produzione di elettrodomestici
(frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori d’aria) e nell’elettronica di consumo (televisori, lettori DVD ed
mp3). La sua sede principale è a Qingdao, Shandong in Cina, e il gruppo possiede 64 filiali, 29 impianti produttivi, 8 centri design e 16 parchi industriali, sparsi nel mondo. Haier nel 2005 ha deciso di ristrutturare l’intero
middle management e riorganizzare gli 80000 dipendenti in 2000 ZZJYT un acronimo cinese che sta per “unità
autogestite indipendenti” in cui i membri del team sono pagati sulle base delle prestazioni. All’interno delle
unità gli impiegati hanno massima flessibilità e potere decisionale, possono cambiare unità, proporre idee innovative, diventare leader sulla base delle idee innovative proposte e reclutare altri membri del team all’interno
dell’organizzazione etc. Nonostante le limitazioni statali cinesi la Haier è considerata una delle aziende più
innovative al mondo. Il fatturato di Haier si è quadruplicato negli ultimi quattordici anni con 29.5 miliardi di
dollari nel 2013 quando sono stati venduti più di 55 milioni di prodotti a livello mondiale.
– 156 –
CASI aziendali
General Electric e Quirky
GE è stata capace nel tempo di ben interpretare i trend e ripetutamente reinventare se stessa con successo. GE
ha compreso, prima di altre aziende tradizionali, il potenziale del modello di crowdsourcing per lo sviluppo
dei nuovi prodotti. Nel 2012 lanciò una competizione incentivante in partnership con Quirky, una start-up
fondata nello stesso anno, che rappresenta la prima piattaforma di “Social Product Development” del mondo.
Quirky trasforma in realtà le “idee geniali” di ciascuno e le fa conoscere al mercato. Questo avviene grazie al
supporto di una comunità di co-creatori che collaborano attraverso il sito Web Quirky.com e partecipano alla
“curation” (o perfezionamento) e valutazione dell’idea. Ogni persona appartenente alla comunità che partecipi al perfezionamento di un determinato progetto viene definita “influencer” e il suo livello di impegno in
quel progetto viene misurato attraverso un sistema di metriche. Perfezionata l’idea, il prodotto passa attraverso
tutte le classiche fasi di sviluppo: ricerca, design, branding, ingegnerizzazione, produzione e, infine, commercializzazione. Una volta che il prodotto è pronto per il mercato, Quirky lo mette in commercio con il nome
dell’inventore, trattenendo il 70% dei ricavi dalle vendite. Il resto viene destinato alla comunità di co-creatori e
all’inventore, che trattiene circa il 10% dei ricavi del prodotto. GE richiese alla comunità di Quirky di inventare
prodotti innovativi per un uso giornaliero. Delle 1500 idee presentate, il prodotto Milkmaid (la brocca di latte
intelligente) (1) venne selezionato e commercializzato attraverso il sito. Sulla base di questo successo GE investì
30 milioni di dollari in Quirky. La società permise alla comunità dei 900.000 membri Quirky di accedere alle
sue più promettenti patenti e tecnologie. Lanciò, inoltre, una iniziativa Internet delle cose chiamata “Wink
instantly connected” dedicata a creare una linea di prodotti smart per le case.(2) Oltre 30 prodotti verranno
lanciati nei prossimi anni. Nello stesso periodo GE aprì anche uno spazio per i maker a Chicago chiamato “GE
garages” gestito da Techshop(3) e in partnership con Skillshare(4), Quirky, Make and Inventables dove si può
avere accesso a stampanti 3D, taglio laser e modellatori. Nel febbraio 2014 in partnership con Local Motors
lanciò un nuovo modello di manufacturing chiamato First Build(5), che attraverso una community di ingegneri,
designer e scienziati si focalizzerà sull’individuazione di nuovi bisogni del mercato e sull’innovazione di prodotti che verranno costruiti e prodotti con la “piccola fabbricazione”.
GE e Alaska Airlines nel 2013 in partnership con Kaggle(6) crearono Flight Quest (7)una competizione per creare algoritmi per predire l’arrivo degli aerei in modo più preciso. Ogni minuto in meno per volo garantisce un
risparmio di 1.2 milioni di dollari di costi per l’equipaggio e 5 milioni di dollari per il carburante all’anno. GE è
un perfetto esempio di come una grande organizzazione attraverso partnership con start up innovative ha rafforzato se stessa aldilà della sua scala e confini organizzativi.
Zappos
Zappos è un sito online che vende soprattutto scarpe, borse ed accessori, ha il maggior successo negli Stati Uniti,
ma è conosciuto in tutto il mondo. L’obiettivo di Tony Hsieh, il fondatore, è che Zappos diventi il sito di vendita
online che offra la miglior esperienza possibile al consumatore. Le principali caratteristiche del servizio sono:
consegna gratuita ed eventuale ritorno gratuito, diritto di recesso valido per 365 dal giorno del ricevimento della
merce, sul sito si trovano solo i prodotti effettivamente disponibili in magazzino, l’attività è coperta 24 ore su
24 l’azienda è contattabile e risponde direttamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutto l’anno Il numero verde
è ben visibile su tutte le pagine del sito. Tutta la compagnia, ogni singolo impiegato, lavora per la reputazione
dell’azienda. Se il prodotto richiesto non è disponibile il consumatore è tranquillamente indirizzato alla concorrenza per soddisfare comunque la sua richiesta.(8) I valori fondanti sono così importanti che le persone sono assunte o licenziate sulla base di questi. Il 50% della valutazione del periodo di prova dei nuovi assunti si basa sul
loro allineamento alla cultura aziendale. Ogni nuova risorsa spende quattro settimane per osservare i lavoratori
con esperienza e nel caso di non assunzione riceve 3000 dollari per lasciare l’azienda. Invece che valutazione
delle performance i dirigenti Zappos conducono assessment culturali verso i dipendenti e se non sono allineati
alla cultura aziendale offrono suggerimenti di miglioramento. Zappos stampa ogni anno un Culture Book in cui
raccoglie i pensieri e le riflessioni degli impiegati sulla cultura aziendale. Il Culture Book è offerto in omaggio ad
ogni cliente che ne faccia richiesta. Zappos organizza regolarmente Hackaton interni, in alcuni casi aperti anche
alla comunità di sviluppatori esterni. Zappos non utilizza il vecchio modello gerarchico e i ruoli aziendali. Nel
2014 il personale è passato da 1500 a 2000 dipendenti senza nessun job posting. I candidati non inviarono il loro
curriculum ma furono monitorati su un social network chiamato Zappos Insiders rispetto a come interagivano
con gli impiegati Zappos. Venne anche utilizzato una piattaforma online chiamata Ascendify che gestisce sessioni
di domande e risposte e competizioni per selezionare sulla base delle competenze e dell’adattamento culturale.
1) https://www.quirky.com/products/327-the-milkmaid-monitor-your-milk/timeline
2) https://www.quirky.com/ge
3) http://www.techshop.ws/
4) http://www.skillshare.com/, http://makezine.com/, https://www.inventables.com/
5) https://firstbuild.com/
6) https://www.kaggle.com/
7) https://www.gequest.com/c/flight
8) http://www.giovannicappellotto.it/1376-le-ragioni-del-successo-di-zappos-com/#sthash U1bc55L.dpuf
9) https://www.mturk.com/mturk/welcome
10) https://programma-affiliazione.amazon.it/gp/associates/join/landing/main.html
– 157 –
per il 36% delle aziende, gli Stati Uniti
pe ril 28%, l’America Latina per il 20%).
Sono ritenuti importanti gli sviluppi in
diverse aree aziendali, tra cui le più
importanti sono quelle degli investimenti
tecnologici, dell’utilizzo dei dati, della
crescita e mantenimento della base clienti.
Inoltre, oltre il 75% delle aziende ritiene
opportuno rivedere le proprie strategie di
gestione del rischio.
Infine, l’86 % dei CEO delle aziende del
settore delle assicurazioni riconoscono
nello sviluppo tecnologico il trend che
influenzerà maggiormente il business nei
prossimi 5 anni: sensori, big data e altri
strumenti di analisi avanzata costituiranno
un elemento di differenziazione sul
mercato nella capacità di rispondere
alle esigenze dei clienti, in particolare
negli ambiti delle coperture e controllo
dei rischi.L’importanza e l’urgenza dello
sviluppo tecnologico è accentuata da una
concorrenza sempre più aggressiva nel
settore, in particolare tra i nuovi entranti,
più “tecnologicamente avanzati”.
Tuttavia meno del 40% dei leader dei
settori ritiene la propria azienda preparata
ad affrontare lo sviluppo del mercato, e
pochi hanno attuato piani di investimento
nell’area tecnologica.
Altri fattori ritenuti importanti, ma
comunque “secondari”, nell’evoluzione
del settore sono i cambiamenti demografici
e l’incremento del potere economico.
La principale minaccia per lo sviluppo
è identificata, dall’86% dei CEO, dalla
eccessiva regolamentazione.
Le condizioni abilitanti
Le aziende di successo, startup o
established company, che sono riuscite
a distinguersi negli ultimi anni, hanno
in comune la capacità di anticipare i
megatrend sopra descritti e rispondere
prontamente alle dinamiche che si
formano nella società.
Ci sono però delle condizioni abilitanti,
esterne alle aziende, che permettono il
loro successo. La Silicon Valley è l’esempio
più lampante. Questa area che si estende
tra San Francisco e San Jose è famosa nel
mondo per la sua lunga storia di leadership
nel settore informatico, semiconduttori,
software, biotecnologie, Internet e
altre industrie basate sull’innovazione.
Secondo la ricerca di Strategy& “The
culture of Innovation: What Makes San
Francisco Bay Area Companies Different?”
(2012) sono 3 gli elementi caratteristici
della Silicon Vally che contribuiscono a
questi successi eccezionali: Infrastrutture,
finanze e cultura
Per quanto riguarda le infrastrutture la
Bay Area ospita quello che è forse più grande
gruppo al mondo di capacità di ricerca
scientifica. La regione è sede di cinque
laboratori nazionali: Lawrence Livermore,
Lawrence Berkeley, Sandia, NASA Ames
e la StanfordLinear Accelerator. Ospita
cinque delle migliori università negli Stati
CASI aziendali
Amazon
Una delle più interessanti innovazioni organizzative di Amazon è quella che il suo CEO Jeff Bezos e il CTO
Werner Vogels chiamano “Il si istituzionale”. Se tu sei un manager ad Amazon e un tuo collaboratore viene
da te con una grande idea tu devi rispondere “si”. Se vuoi dire no devi scrivere due pagine di spiegazione del
perché invece si tratti di una cattiva idea. In altre parole in Amazon l’approccio di aumentare la frizione che
nasce dal dire no ha aumentato il numero di idee da testare ed implementare all’interno dell’azienda. Amazon
fa regolarmente investimenti innovativi (es. Amazon web services, Kindle, i nuovi smartphones Fire e i droni
per il delivery dei prodotti), anche se necessitano di cure attente per un periodo di 5 -7 anni, è maniacale sulla
crescita rispetto ai profitti, e ignora la visione a breve termine di Wall Street. Le iniziative pioneristiche di Amazon includono il progetto Mechanical Turk(9), una piattaforma virtuale di crowdsourcing in cui gli individui e le
aziende possono comunicare e portare avanti transazioni in modo sicuro per entrambe le parti; il programma di
Affiliazione Amazon(10) un’iniziativa di marketing che permette, a chi possiede un sito web o un Blog, di guadagnare dei soldi ogni volta che i clienti comprano su Amazon.it passando attraverso un link pubblicitario presente sul proprio sito; il motore di raccomandazione che si basa su un algoritmo che cambia in base al profilo
del cliente e fornisce suggerimenti personalizzati ad ogni potenziale cliente su milioni di prodotti presenti nel
proprio magazzino in circa mezzo secondo. Infine, dopo il lancio del Kindle, Bezos si rese conto che la cultura
interna aziendale di Amazon non sarebbe stata in grado di supportare il lancio di un prodotto così importante.
Per questo nel 2009 spese un miliardo e 200 milioni di dollari per comprare Zappos allo scopo di migliorare il
customer service.
– 158 –
Uniti: UC Berkeley, UC San Francisco,
UC Davis, UC SantaCruz e Stanford. A
queste istituzioni si aggiungono una serie
di laboratori di ricerca indipendenti, come
l’SRI, il PARC, e il Buck Center on Aging.
Infine, aziende del settore privato come
Apple, Google, HP, IBM, Intel, e molte
altre, hanno costruito in questa zona
alcuni dei centri di ricerca e sviluppo più
importanti al mondo.
Un altro elemento distintivo del
successo della Bay Area è il capitale di
rischio. Questo settore è nato proprio
nella regione per supportare lo sviluppo
delle nuove aziende. Il capitale di rischio
investito in aziende della Silicon Valley
varia tra il 35% e il 40% tutti i fondi di
venture capital negli Stati Uniti ma ha
raggiungiunto valori più alti. A metà del
2010, le aziende di Clean Technologies
della Bay Area hanno attirato il 70% di tutti
gli investimenti di rischio nelle tecnologie
dedicate a quel settore. Di conseguenza,
la Bay Area è sede dei più grandi gruppi al
mondo per tecnologie dell’informazione,
biotecnologie, internet, intrattenimento
digitale, e imprese Cleantech.
In ultimo il successo della Bay Area è
strettamente legato a un tema culturale.
L’imprenditorialità, la propensione al
rischio, la volontà di investire in nuove
tecnologie e mercati, e la creazione
continua di nuovi business model, si trova
nel cuore della cultura dell’innovazione
della Bay Area.
Quanto raggiunto dalla Silicon Valley
è incredibile ma non impossibile da
implementare in una regione italiana.
A questo fine bisogna comprendere il
paradigma di base (infrastrutture, finanze e
cultura) e applicarlo al contesto italiano. E’
quindi importante avere un’ infrastruttura
tecnologica e di servizi online capace
di supportare startup e aziende nelle
loro attività; una cultura imprenditoriale
supportata da
un’amministrazione
efficiente, e l’accesso al capitale.
In tal senso l’ultima parte della sezione
analizza la situazione attuale, i punti di
forza e di debolezza delle condizioni
imprenditoriali
ed
economiche,
infrastruttura tecnologica e lo stato di
implementazione ed uso dei servizi
digitali nel territorio emiliano romagnolo
e nel reggiano.
L’evoluzione del terziario nel territorio
emiliano – romagnolo e nel reggiano
Le infrastrutture tecnologiche, i
servizi on-line rappresentano importanti
fattori di sviluppo per la competitività e
l’innovazione di una società basata sulla
conoscenza e cominciano a incidere
più significativamente anche sulla
composizione del Pil nel nostro paese
(meno che in altri ma più che in passato).
L’Emilia-Romagna è una delle prime
regioni che ha elaborato una strategia
regionale per la società dell’informazione
(1999) e delineato una legge regionale
sulla società dell’informazione (Legge
regionale 11/2004)
Alcune condizioni necessarie allo
sviluppo di azioni di innovazione sono:
• adeguata dotazione infrastrutturale;
• accesso al capitale;
• cultura imprenditoriale dei cittadini.
Le trasformazioni avvenute nei vari
settori merceologici ci evidenziano una
vocazione industriale della regione e
della provincia di Reggio Emilia nella
regione mentre si evidenzia una sottorappresentazione del settore dei servizi. Si
rileva inoltre una crescita del peso relativo
della ricchezza prodotto nel settore
dei servizi durante il decennio 20012011 con parallela contrazione di peso
della ricchezza espressa dall’industria.
In riferimento al dato su Reggio Emilia
si riporta un allargamento del divario a
favore del settore dei servizi (maggiore
ricchezza prodotta rispetto al settore
industriale) proprio dal 2008 e persistente
anche con la ripresa dell’industria negli
ultimi due anni.
in regione,
In merito all’
si registra un progressivo distanziamento
della quota di occupati nei servizi, da valori
meno che doppi negli anni ’90 (600mila
in industria contro 1.100 nei servizi)
a valori più che doppi. Nell’industria
l’occupazione resta stagnante o cala
– 159 –
leggermente nel breve periodo, nel servizi
è tendenzialmente crescente.
Il
tessuto
imprenditoriale
è
caratterizzato da una
tendenza
generalizzata (regione e provincia) di
crescita delle unità di imprese e degli
addetti nel settore dei servizi nel corso
del decennio 2001-2011. Il numero di
imprese cresce del 7-8%, il numero di
addetto del 20-30%. la crescita rilevanza
del tessuto imprenditoriale nei servizi ha
determinato un aumento degli addetti
più che proporzionale al corrispondente
calo di addetti nell’industria (crea nuova
occupazione).
La presenza ICT in regione e nel territorio reggiano: alcuni indicatori
L’Emilia Romagna conta in Italia per i
suoi settori tradizionali più che per l’ICT:
pesa quasi il 10% dei dipendenti nazionali
di industria e servizi e solo il 6% dell’ICT.
All’interno della regione: solo Bologna
e Parma presentano una dotazione di
addetti superiore alla media nazionale, le
altre province e la regione nel complesso
registrano meno di un addetto ogni 100
abitanti. Le imprese ICT a livello generale
hanno un peso relativamente stabile:
circa il 2% sia in regione Emilia Romagna
che in provincia di Reggio Emilia. Quasi
8.000 in regione, poco meno di 1.000 in
provincia nel 2011.
Nel periodo 2001-2011 si è verificata
un’evoluzione positiva delle imprese
dell’ICT: + 3% in regione e +5% in
provincia che si è accompagnata
all’evoluzione positiva anche del numero
di addetti nelle imprese ICT ma assai
contenuta in relazione alla crescita
dell’occupazione dei servizi. Le attività
prevalenti sono rappresentate dalla
produzione di software e consulenze
informatiche: circa il 50% del totale. Si
è verificata anche una forte crescita delle
attività relative alle telecomunicazioni.
Il numero di addetti ICT si attesta sugli
oltre 30.000 in regione, e quasi 3.000 in
provincia di Reggio Emilia.
L’ Emilia-Romagna si posiziona tra
le prime regioni italiane per possesso di
beni tecnologici da parte delle famiglie
e presenta tassi di crescita nell’adozione
delle tecnologie dell’informazione e della
Tabella 1 Valore aggiunto per settore economico (anno 2011)
Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale Italia Emilia Romagna Italia Emilia Romagna 1,9 18,8 6,1 73,2 100,0 1,9 18,8 6,1 73,2 100,0 2,3 23,9 6,0 67,8 100,0 2,3 23,9 6,0 67,8 100,0 Tabella 2 Variazione nella distribuzione della ricchezza prodotta. Periodo 2001-2011
Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Italia -­‐0,8 -­‐4 +0,8 +4,0 – 160 –
Emilia Romagna -­‐1,2 -­‐4,6 +1,3 +4,7 Provincia Reggio Emilia 2,3 30,4 6,6 60,6 100,0 Provincia Reggio Emilia 2,3 30,4 6,6 60,6 100,0 Provincia Reggio Emilia -­‐1,3 -­‐7,3 +0,5 +8,1 Figura 2 Andamento valore aggiunto (ricchezza prodotta) in provincia di Reggio Emilia nel settore industria e servizi. Anni
1995-2011
Figura 3 Andamento occupazione nell’industria e nei servizi. Emilia-Romagna
Figura 4 Andamento occupazione nell’industria e nei servizi. Provincia di Reggio Emilia
– 161 –
comunicazione (ICT) analoghi a quelli
medi nazionali. La penetrazione della
connessione a Internet nelle abitazioni
raggiunge in Emilia-Romagna il 56% e
quasi 9 connessioni su 10 sono in banda
larga.
Nel 2011 la quota di utenti Internet si
porta al 55%, gli utenti Internet sono in più
della metà dei casi utilizzatori assidui della
Rete in quanto accedono con frequenza
giornaliera. Resta però inalterato il divario
nell’utilizzo del Web tra i diversi gruppi
socio-demografici: gli anziani e i non
attivi nel mondo del lavoro sono quasi
totalmente estranei all’uso delle ICT.
In Emilia Romagna continua ad
aumentare l’ampiezza del ventaglio delle
attività svolte sul Web dagli utenti Internet:
comunicazione ma anche informazione
e partecipazione sull’attualità e alla vita
civile. Crescita più lenta della fruizione
di servizi bancari e di compravendita di
beni e servizi. In diminuzione è invece
l’utilizzo dei servizi Web delle Pubbliche
Tabella 4 Unità di impresa per settore. Dati 2011 e confronto con 2001
Agricoltura Industria Servizi Totale 2001 4.084 100.914 256.580 361.578 Emilia-­Romagna 2011 3.430 91.307 275.522 370.259 Var. % -­‐16,0 -­‐9,5 +7,4 +2,4 Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 390 219 -­‐43,8 15.200 13825 -­‐9,0 25.481 27548 +8,1 41.071 41592 +1,3 Agricoltura Industria Servizi Totale 2001 11.847 696.395 766.324 1.474.566 Emilia-­Romagna 2011 6.869 603.192 908.182 1.518.243 Var. % -­‐42,0 -­‐13,4 +18,5 +3,0 Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 892 490 -­‐45,1 102.926 92.662 -­‐10,0 84.560 111.528 +31,9 188.378 204.680 +8,7 Tabella 5 Addetti per unità di impresa per settore. Dati 2011 e confronto con 2001
Tabella 6 Imprese registrate e attive dell’ICT (%). Dati 2011 e confronto con 2001
Totale: servizi di informazione e comunicazione Di cui: Attività editoriali Di cui: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore Di cui: attività di programmazione e trasmissione Di cui: telecomunicazioni Di cui: produzione di software, consulenza informatica e attività connesse Di cui: attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici Emilia-­‐Romagna 2001 2011 Var. % 7.564 7.812 +3,3 550 496 -­‐9,8 Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 792 830 +4,8 38 41 +7,9 3.791 409 536 87 44 2.556 565 85 264 5,4 -­‐2,3 +500,0 2.423 -­‐5,2 3.979 +5,0 50 6 5 284 77 5 35 +54,0 -­‐16,7 +600,0 250 -­‐12,0 422 +3,2 Tabella 7 Addetti nelle imprese nel segmento “Servizi di informazione e comunicazione” (%). Dati 2011 e confronto con 2001
Totale: servizi di informazione e comunicazione Di cui: Attività editoriali Di cui: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore Di cui: attività di programmazione e trasmissione Di cui: telecomunicazioni Di cui: produzione di software, consulenza informatica e attività connesse Di cui: attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici – 162 –
Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 2001 2011 Var. % 32.181 32.650 +1,5 2.672 2.687 +0,6 3.034 4.451 +46,7 87 105 +20,7 Emilia-­‐Romagna 1.784 1.418 -­‐20,5 118 413 400 -­‐3,1 20 231 861 +272,7 39 14701 15796 12018 9724 +7,4 167 +41,5 5 -­‐75,0 255 +553,8 1232 1289 -­‐19,1 1176 866 +4,6 -­‐26,4 Amministrazioni. In generale l’Emilia
Romagna ha tra i suoi principali punti di
forza una buona diffusione della banda
larga di prima generazione, una buona
dotazione di ICT tra famiglie e tra imprese,
un buon livello di digitalizzazione della
PA.
Nel confronto con gli altri Paesi europei,
l’Emilia-Romagna, e a maggior ragione
l’Italia, scontano un consistente ritardo
nell’adozione e nell’uso delle tecnologie
ICT da parte dei cittadini, quantificabile
in una decina di punti percentuali di
differenza dalla media europea, ad
un’ampia disponibilità di servizi online
della pubblica amministrazione ancora
corrisponde un basso utilizzo. Ampi
margini di miglioramento si riscontrano
anche nella diffusione dell’e-commerce,
nell’uso internet da addetti imprese, nelle
relazioni imprese con PA e nel numero di
occupati nel settore ICT.
L’Emilia Romagna e la Provincia di
Reggio Emilia, rappresentano senza
dubbio delle aree di spicco nel panorama
economico italiano. Esse godono di
una buona infrastruttura tecnologica,
importanti esperienze imprenditoriale,
e una forte propensione ai servizi online
da parte dei suoi cittadini. Ci sono però
opportunità di miglioramento nelle
condizioni che abilitino il pieno sviluppo
delle innovazioni tecnologiche.: nel
favorire collaborazioni tra pubblico e
privato, sfruttando e potenziando le
esperienze già esistenti; nell’utilizzare il
capitale sociale esistente, capitalizzando
sugli investimenti fatti nella formazione e
istruzione dei cittadini; e nel concentrarsi
sul settore di ICT, per svincolarsi dalla
carenza di risorse e per creare nuovi posti
di lavoro.
Tabella 8 Dimensioni relative a dotazioni e utilizzo Ict. Anno 2011 e 2012 (%)
Infrastrutture di rete Adozione computer Popolazione coperta da banda larga fissa Internet per famiglie e imprese Famiglia con PC Famiglie accesso ad Internet Famiglie connessione banda larga Popolazione 16-­‐74 che non ha mai usato Internet Popolazione 16-­‐74 che utilizza regolarmente Internet E-­‐commerce: popolazione che ha comprato o ordinato beni via web E-­‐commerce: popolazione che ha venduto merci/servizi su web E-­‐banking: usato servizi bancari via Internet Internet e PA % di utenti Internet che ha utilizzato servizi web della PA % di utenti Internet che ottiene informazioni dai siti della PA % di utenti Internet che scarica moduli della PA % di utenti Internet che spedisce moduli compilati sui siti della PA Internet e imprese Uso computer Accesso a Internet Possesso sito Web Utilizzo banda larga Addetti che utilizzano PC Addetti che utilizzano connessione Internet Settore ICT Occupati nei settori ICT Indice di dotazione (addetti ICT ogni 100 ab.) Indice di specializzazione (addetti ICT ogni 100 addetti nei servizi e industria – 163 –
Italia 97 78 59 56 49 39 51 28 13 33 40 28 22 14 96 94 63 88 36 44 2 ER 98 80 62 59 53 34 55 35 15 37 39 29 21 14 97 94 70 87 36 45 2 Uscire dalla crisi: dove e come si
cresce?: Gli obiettivi strategici per
i prossimi tre anni (Innovazione
tecnologica, Internazionalizzazione,
Efficientamento)
La sezione precedente e gli esempi
evidenziati hanno messo in evidenza
come sia importante saper interpretare
e rispondere bene alle sollecitazioni dei
trend globali e sviluppare nuovi approcci
organizzativi e nuovi modelli di business
per costruire aziende di successo.
È proprio per rispondere alle
sollecitazioni dei trend globali e del
loro impatto sul mercato futuro delle
cooperative associate che Lega Coop ha
individuato le tre direttrici strategiche
per i prossimi anni ovvero l’innovazione
tecnologica, l’internazionalizzazione e
l’efficientamento.
Innovazione tecnologica
Le aziende per competere sui mercati
nazionali e internazionali non solo devono
essere aggiornate sulle innovazioni
tecnologiche che hanno un maggiore
impatto sul loro settore, ma è anche
indispensabile utilizzare la tecnologia per
i seguenti obiettivi:
• per offrire prodotti migliori,
• per ottimizzare i processi produttivi
• per cambiare i modelli di business
• per tutti e tre gli obiettivi sopra
evidenziati.
L’innovazione gioca un ruolo chiave per
permettere alle aziende di stare al passo
con i cambiamenti del mercato e delle
esigenze dei consumatori. L’innovazione
può essere sia di prodotto, che è ritenuta
fondamentale per le aziende produttrici di
beni di consumo, sia di servizio offerto,
che risulta importante ad esempio per
le aziende retailer. Gli obiettivi ritenuti
principali in una strategia innovativa
riguardano: l’area tecnologica, che
impatta principalmente sul servizio; l’area
sistemi e processi, in termini di sviluppo
del modello di business, integrandolo con
nuovi servizi generatori di profitto; il livello
di soddisfazione del cliente, in termini
di esperienza di acquisto, convenienza,
comodità. Inoltre, ponendo in interazione
gli indicatori di innovazione delle imprese
e quelli relativi all’internazionalizzazione
si nota come al crescere del livello di
innovazione si accompagni un aumento
del grado di internazionalizzazione.
Ciò sta a significare che le imprese più
(meno) innovative sono anche quelle più
(meno) internazionalizzate. C’è infatti
una correlazione diretta tra innovazione
e crescita del fatturato. Risulta importante
adottare una solida strategia innovativa
che metta le aziende nella condizione
di presentarsi sul mercato con un idea di
successo in maniera rapida ed efficiente e
coerente con l’evoluzione dei bisogni dei
consumatori.
Due ulteriori aspetti di una strategia
innovativa di successo sono costituiti da
una innovazione “aperta”, che prevede
la collaborazione tra soggetti interni ed
esterni all’azienda, attraverso lo sviluppo
di partnership strategiche e interazioni
con clienti, fornitori, concorrenti, e da
una cultura aziendale che incoraggi
l’intraprendenza attraverso la libertà di
innovare data ai “pensatori” dell’azienda
e un ambiente aperto e collaborativo.
Le innovazioni tecnologiche stanno
avendo un impatto in tutti i settori di
riferimento delle imprese cooperative
associate. Alcuni trend di innovazione
tecnologica stanno cambiando le nostre
vite ed avranno un impatto enorme sui
cambiamenti dell’economia. L’Internet
delle cose si sta introducendo nei più
disparati settori dell’industria e del
commercio. Vi sono aziende che stanno
installando sensori lungo l’intero corridoio
commerciale, per monitorare e tracciare
il flusso di beni e servizi. L’internet delle
cose è l’evoluzione dell’uso della Rete, in
cui gli oggetti si rendono riconoscibili e
acquisiscono intelligenza grazie al fatto
di poter comunicare dati su se stessi e
accedere ad informazioni aggregate da
parte di altri. Esempi dell’Internet delle
cose sono le case intelligenti, dove i
sistemi casalinghi sono collegati con i
dispositivi cellulari per il loro controllo
a distanza o collegati ad altri sistemi
di rilevazione che ne coordinano il
– 164 –
funzionamento, oppure i sistemi di
localizzazione all’interno dei negozi, in
cui dei sensori mettono in comunicazione
i sistemi aziendali con gli smartphone
dei consumatori. L’Internet delle cose
trasformerà radicalmente il nostro modo di
fabbricare, commercializzare e distribuire
i prodotti. Ad essa si accompagna un nuovo
processo di produzione manifatturiera, la
“stampa 3D”. Si tratta di software, spesso
open source che indirizzano plastica
fusa, metallo fuso, o altre materie prime
all’interno di una stampante, per formare
livello dopo livello, un prodotto materiale,
un oggetto che esce dalla stampante
completo in tutte le sue parti, anche
quelle mobili. Essa rappresenta la naturale
evoluzione della stampa 2D e permette
di avere una riproduzione reale di un
modello 3D realizzato con un software
di modellazione 3D. Le stampanti 3D
sono generalmente più veloci, affidabili
e semplici rispetto ad altre tecnologia
per la riproduzione additiva e offrono la
possibilità di stampare e assemblare parti
composte da diversi materiali con diverse
proprietà fisiche e meccaniche in un
singolo processo di costruzione.
Le applicazioni della stampa 3D possono
riguardare: parti funzionali, componenti
CASI aziendali
Il gruppo Unipol punta sull’open innovation, con un nuovo incubatore e con l’obiettivo di diventare investitore
nelle startup più promettenti. Per presentare Unipol Ideas, il progetto di accelerazione d’impresa dedicato a
imprenditori con idee innovative ma sostenibili.
L’iniziativa COOPSTARTUP FARMABILITY è inserita nel progetto sperimentale nazionale Coopstartup, promosso da Coopfond, un processo collaborativo per la sperimentazione e la valutazione di azioni di promozione e
accompagnamento allo startup di impresa cooperativa. Il progetto è stato lanciato da Legacoop Agroalimentare
Nord Italia, Coopfond e INNOVACOOP per stimolare la nascita di startup in forma cooperativa, accompagnando gli aspiranti cooperatori in un percorso che fornirà l’opportunità di trasformare le proprie intuizioni e il proprio talento in nuove iniziative imprenditoriali al fine di creare opportunità di lavoro nel settore agroalimentare
per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia - Giulia ed Emilia-Romagna. Col progetto pilota
verrà lanciato un bando per la raccolta delle proposte di nuova impresa a cui seguirà una fase di selezione per
individuare i 20 progetti innovativi da supportare nella valutazione della fattibilità dell’idea fino allo sviluppo
operativo. E’ infatti previsto un programma di affiancamento, facilitazione e supporto che si articola in azioni di
formazione, mentoring, tutoraggio, ma anche di condivisione di risorse e opportunità, accesso ai servizi associativi per l’avvio d’impresa e supporto tecnico e operativo.
Le persone verranno affiancate da dirigenti e tecnici delle cooperative agroalimentari che tutti i giorni si confrontano con il mercato e sviluppano soluzioni, prodotti, processi e servizi innovativi. Al termine del percorso
è previsto un evento finale durante il quale saranno premiati i tre migliori progetti di impresa con servizi personalizzati per facilitare l’accesso al mercato e la crescita della cooperativa.
Sprawl Design Industries è la prima startup innovativa in forma di cooperativa di produzione e lavoro
della Sicilia. L’impresa nasce dall’idea di tre giovani palermitani con competenze diverse, ma con lo
stesso desiderio di aprire un’impresa nel campo dell’artigianato digitale, in grado di dare anche un
contributo al processo di cambiamento e sviluppo della regione. La visione iniziale ha preso forma e
si è strutturata quando il progetto è stato candidato e poi selezionato per il bando “culturability”. La
missione di Sprawl Design Industries è costruire reti, conversazioni e mercati fra makers, designers e
consumatori. Per fare questo, i tre soci fondatori hanno immaginato e progettato una piattaforma innovativa di social commerce, un marketplace dedicato alla commercializzazione e promozione del design
made in Italy realizzabile con tecnologie di fabbricazione digitale. L’infrastruttura integrerà la dimensione del social media e dell’e-commerce. All’interno della piattaforma, ogni designer avrà la possibilità
di caricare il proprio progetto per la stampa 3D, di raccontare le istanze culturali estetiche e funzionali
che lo hanno ispirato, di dialogare con i clienti e di ricevere una remunerazione economica da tutti
coloro che acquisteranno il suo prodotto. La start up e è stata supportata dalla Fondazione Unipolis
che ha sostenuto l’impresa con un seed di 20 mila euro e dalla Legacoop Sicilia, che ha messo a loro
disposizione il proprio know how.
– 165 –
generiche, prototipi, modelli, prodotti
finiti. La stampa 3D si usa comunemente
nella visualizzazione dei modelli, nella
prototipazione/CAD, nella colata dei
metalli, nell’architettura, nell’educazione,
nella tecnica geospaziale, nella sanità e
nell’intrattenimento/vendita al dettaglio.
Queste stampanti vengono già utilizzate
anche per produrre gioielli, parti di
aerei, protesi umane e nel campo delle
costruzioni. La figura del consumatore sta
cominciando a cedere il passo a quella
del prosumer: sempre più persone stanno
diventando sia produttori che consumatori
di beni fabbricati in proprio.
Retail & consumer
In ambito Retail & Consumer
l’integrazione di strumenti quali telefoni
cellulari sempre più evoluti (smartphone),
applicazioni mobili e strumenti di analisi
dati sempre più sofisticati, permettono una
maggiore prossimità tra i commercianti e
i consumatori: in tal modo i retailer hanno
la possibilità di conoscere meglio i profili
dei consumatori (in termini di tipologia di
consumo ed esigenze) e di personalizzare
al meglio l’offerta.
Alcuni nuovi strumenti, per esempio,
permettono di aggiornare le offerte
commerciali in tempo reale nel momento
in cui il consumatore entra in un negozio
in base sia alle caratteristiche della
persona sia della localizzazione del
reparto in cui si trova (iBeacon). Altre
applicazioni utilizzano la tecnologia 3D
per poter disegnare gli ambienti, oppure
permettono di mostrare informazioni
dei capi di abbigliamento attraverso
lo specchio nel momento in cui ci si
guarda, oppure ancora permettono il
pagamento tramite smartphone. Nel
settore alimentare lo smartphone può
essere utilizzato per scansionare un
codice presente sulle confezioni per poter
avere informazioni su produzione, valori
nutrizionali, ricette di stagione. Il veloce
sviluppo tecnologico degli ultimi anni sta
avendo impatti rilevanti nel mondo del
consumo, in termini di interazione tra
retailer e consumatori. La strategia che
deve guidare lo sviluppo tecnologico nel
mondo retail prevede: Collegamento tra
canali tradizionali e digitali; Investimento
in App se migliorative rispetto al web;
Miglioramenti in delivery e return.
CASI aziendali
L’UPS, per esempio, utilizza big data per monitorare in tempo reale i suoi 60.000 veicoli che operano negli Stati Uniti. Grazie ai sensori incorporati nei mezzi di trasporto,
questo gigante della logistica può rilevare nelle loro singole parti ogni indizio di usura
o di potenziale malfunzionamento e procedere prima che si verifichi su strada qualche
costoso guasto.
Roma Est (importante centro commerciale romano) e FUTUR3 hanno collaborato per
lo sviluppo del progetto SOCIAL WI FI (Social Wireless Fidelity), che amplifica l’opportunità
di individuare ed avvalersi di informazioni, di offerte e promozioni attive in una determinata
area. Il cliente può disporre di informazioni veloci, aggiornate e utili (come nel caso delle
offerte promozionali) sullo spazio che sta frequentando. Il luogo viene messo, inoltre, nelle
condizioni di favorire la nascita di una comunità, costituita dalle persone presenti nel punto
vendita e connesse alla rete, che interagisce e comunica assorbendo quanto le è più utile: l’utente informazioni e promozioni, il distributore l’attenzione verso ciò che nel dato momento è
in grado di offrire.
iBeacon è la piattaforma Apple che esemplifica la connessione tra smartphone, applicazioni mobile e informazioni aziendali. Gli esercizi commerciali installano presso i
propri punti vendita dei sensori che identificano il device telefono dei clienti quando
questi entrano e inviano ad essi contenuti personalizzati sulla base del profilo utente e
delle promozioni correnti.
– 166 –
L’utilizzo e l’integrazione di molteplici
fonti di informazione, quali archivi
cartacei, documenti digitali, media,
applicazioni mobili, social networks,
web, oggi pongono l’attenzione sul
prodotto con l’obiettivo di seguire
più efficacemente i cambiamenti del
mercato (demografia, urbanizzazione,
caratteristiche del consumo) e anticipare i
trend futuri in maniera proattiva attraverso
i Big Data. Ai prosumers si apre quindi
la possibilità di connettersi al network e
attingere a questi “big data”, sfruttarne
l’analisi e i relativi algoritmi per accrescere
l’efficienza, aumentare drasticamente
la produttività e abbattere quasi a zero i
costi marginali della produzione e della
condivisione di un’ampia gamma di beni
e servizi, proprio come già avviene nel
campo dell’informazione.
Esistono oggi sistemi di interazione
contestuale
tramite
localizzazione
mirata. Smartphone e applicazioni mobili
possono essere intercettati tramite segnali
radio da dei “radiofari (RFID)” sistemati
all’interno di esercizi commerciali in
modo da permettere la localizzazione
del consumatore e l’invio sul telefono o
di mappe interattive dello store in cui si
trovano o semplicemente di coupon o
promozioni in base al reparto in cui il
consumatore si trova o addirittura in base
allo scaffale che sta guardando. Ci sono
antenne particolari possono in grado di
rilevare anche i più piccoli spostamenti.
La tecnologia 3D sta aprendo
nuove possibilità nei settori di moda e
arredamento, offrendo nuove esperienze
di acquisto. Alcuni operatori del settore
della moda stanno sperimentando il
rapporto tra i punti vendita, la realtà
virtuale e il web, cercando di riprodurre
nel mondo fisico l’esperienza che il
consumatore può vivere attraverso i
canali digitali.
Nei negozi di arredamento ha
preso avvio l’utilizzo di tecnologie
di visualizzazione 3D che aiutano il
consumatore a visualizzare sui propri tablet
prima i locali di un appartamento vuoti,
per poter poi aggiungere l’arredamento e
gli altri componenti in modo da disegnare
gli ambienti con una migliore percezione
degli spazi e degli elementi aggiunti anche
senza essere a casa propria.
La connessione tra “radiofari” (RFID)
e applicazioni mobili dell’esercizio
commerciale permettono ai consumatori
anche di utilizzare il proprio smartphone
per il pagamento degli acquisti. Il telefono
di nuova generazione, nel momento del
CASI aziendali
Burberry ha integrato sugli indumenti presenti nel punto vendita dei chips funzionanti
su radio frequenza che fanno in modo che, nel momento in cui il cliente indossa un
capo, uno specchio mostra le informazioni relative ai materiali utilizzati, immagini di
sfilate e altri dati.
La catena Euronics è la prima ad aver utilizzato la tecnologia 3D per la stampa dei propri volantini, comprensivi di occhialini anaglifi. Le pagine stampate con la tecnica del
3D anaglifo e gli occhiali inclusi restituiscono una visione tridimensionale dei prodotti
a catalogo.
Lowe’s, catena americana che opera nel settore dei casalinghi e arredamento, ha utilizzato le tecnologie 3D e di realtà virtuale per creare un’esperienza di consumo che aiuti
i clienti a visualizzare un progetto di ridisegno del bagno: il cliente entra inizialmente
nelle dimensioni di un bagno sul tablet e successivamente aggiunge componenti quali
mobili, elettrodomestici, pavimenti presenti in negozio.
– 167 –
pagamento, può consentire la transizione
sicura sempre mediante l’applicazione
sviluppata dall’esercizio commerciale,
senza utilizzare monete o banconote.
Una evoluzione nel vicino futuro
potrà essere quella di sviluppare dei
sistemi di packaging digitale in grado di
offrire al consumatore una vasta gamma
di informazioni relative al prodotto: per
esempio, attraverso la scannerizzazione
di un prodotto alimentare tramite
utilizzo del telefonino si potranno avere
informazioni circa l’origine o i valori
nutrizionali del prodotto, o addirittura
le ricette di stagione di cui il prodotto
diventa ingrediente.
Molte aziende stanno intraprendendo
strada di sviluppo innovativo che creano
dei nuovi modelli di business e servizi
offerti al consumatore combinando
prodotti dotati di sensori e smartphones.
Costruzioni
In ambito costruzioni innovazioni
tecnologiche riguardano il processo
edilizio. Il cambiamento nel processo
di progettazione e realizzazione delle
strutture è dovuto soprattutto all’emergere
del metodo BIM (Building Information
Modeling) e alla sua intrinseca capacità
di garantire la validità dei dati inseriti nel
manufatto in ogni momento del suo ciclo
di vita, permettendo un realizzazione
integrata della commessa. Il BIM è
metodo per guardare alla comunicazione
e trasmissione dei dati all’interno di
tutta la filiera edilizia. Il BIM consente
di promuovere, in modo condiviso e
trasparente, la conoscenza del processo
edilizio a partire dalla fattibilità passando
attraverso il progetto, i programmi di
costruzione e la manutenzione degli
edifici, consentendo così di ottimizzare
il passaggio delle informazioni, limitare
gli errori e di costruire edifici sostenibili,
qualitativamente migliori e di costi
inferiore; permette di comunicare, senza
perdita qualitativa, con colleghi e partner
che usano altri software, il proprio
progetto e tutti i dati in esso presenti.
Le potenzialità del BIM, quindi, vanno
oltre la fase progettuale e realizzativa di
un’opera, estendendosi alla possibilità di
poter gestire in maniera intelligente un
edificio attraverso il monitoraggio e il
controllo attivo.
Metalli preziosi e rari sono presenti in
grandi quantità nelle schede elettroniche
e nei condensatori di computer e
telefoni cellulari. Recuperando i rifiuti da
apparecchiature elettriche ed elettroniche
(RAEE) , quindi, non si utilizzano
materie prime presenti in natura e si
risparmiano i costi, spesso gravosi, per
l’approvvigionamento o lo smaltimento,
CASI aziendali
Vodafone è il primo operatore che ha reso disponibile in Italia un sistema di pagamento
che utilizza lo smartphone. Con un modello di connettività Nfc (tecnologia di connettività a radiofrequenza che consente la comunicazione bidirezionale a corto raggio
tra dispositivi elettronici), i clienti sottoscrivono un contratto per attivare una carta di
pagamento (Mastercard nel caso specifico) da “agganciare” al telefono che permette di
pagare presso i punti vendita abilitati al pagamento con carte “contactless” (che non
necessitano strisciate o inserimenti).
Nike ha creato una linea di scarpe integrata di applicazione mobile che monitora fitness e salute misurando distanza, passi, tempi e calorie bruciate durante l’attività quotidiana. L’azienda offre applicazioni specifiche per sport e programmi di fitness personalizzati.
Nei settori di architettura e costruzioni, la stampa 3D consente di concretizzare idee
e progetti, renderli visibili, e quindi di impiegarli per la presentazione al cliente, il
meeting di settore, le fasi di test di prodotti o parti di essi. In futuro la stampa 3D sarà
sempre più importante nel settore delle costruzioni
– 168 –
con vantaggi sia ambientali che economici.
Un anno e mezzo fa è stata varata
la strategia UE per le materie prime
che prevede il recupero e il riciclo dei
materiali, in particolare di quelli più
scarsi e costosi, o difficili da reperire
sui mercati internazionali. Le città sono
così considerate vere e proprie “miniere
urbane – Urban mining” di materie
prime, mettendo in piedi un sistema di
approvvigionamento delle stesse basato
sulla stima qualitativa e quantitativa degli
stock presenti in un territorio, e sui flussi
in entrata e in uscita.
Attualmente sono nati molti progetti
di città intelligenti con l’obiettivo di
garantire a tutti gli abitanti i servizi
necessari a soddisfare le loro esigenze,
CASI aziendali
In Giappone gli impianti di riciclaggio e smaltimento si stanno espandendo ed evolvendo: tutti sono equipaggiati con macchinari e strumenti capaci di garantire al contempo
la massima efficienza nel processo di estrazione, il minimo impatto ambientale e la
massima sicurezza per coloro che lavorano ai processi di estrazione.
Dowa Eco-Systems è un’azienda giapponese specializzata nella valorizzazione del rifiuto e nell’estrazione di minerali dagli artefatti dismessi: estrae materiali preziosi dai
rottami tecnologici, e lo fa nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.
In Europa l’azienda più importante è Umicore che possiede un grosso impianto in
Belgio, nel distretto di Anversa, e si occupa principalmente di riciclare vecchie componenti tecnologiche allo scopo di ricavare metalli preziosi dalla loro lavorazione.
TORINO – Torino Smart City vuole essere un nuovo modello di sviluppo, sia sociale
sia economico, credibile e fatto di interventi che siano in grado di incidere sulla vita
della città: spendere meno e meglio senza abbassare la quantità e la qualità dei servizi
forniti a cittadini e imprese, investire in innovazione per consumare e inquinare meno,
sostenere la mobilità dei cittadini con un’efficace rete di trasporti che non impatta
sull’ambiente e riduce la necessità dell’auto privata, estendere i diritti di cittadinanza
attiva con il pieno accesso ai servizi pubblici e all’ informazione, attingendo alle opportunità offerte dalla digitalizzazione degli sportelli.
TOKYO – Smart Sustainable City – il progetto è di realizzare una città con emissioni di
CO2 virtualmente pari a zero: a circa 50 Km a ovest di Tokyo, Panasonic sta costruendo
‘Fujisawa Sustainable Smart Town’ (SST), un’intera città che produce, conserva e gestisce energia in maniera autosufficiente e totalmente ecologica.
Quartiere universitario di Palermo – Le case intelligenti del progetto Campus sono alloggi in cui ogni cosa è stata pensata e costruita per facilitare la vita di chi le abita:
ingressi privi di barriere architettoniche e sotto controllo di un sistema di video sorveglianza, controlli del gas elettronici e gestibili attraverso il telefono, un pannello touch
screen per il controllo di tutte le telecamere e i sistemi della casa, piastrelle intelligenti
in grado di migliorare la qualità dell’aria, un sistema di riscaldamento integrato tra i
tradizionali “termosifoni” e le pompe di calore, materiali riciclabili e prodotti già presenti sul mercato.
– 169 –
tenendo conto del futuro incremento di
cittadini che potrà interessare i centri
urbani. I pilastri fondamentali delle Smart
Cities sono:
• una mobilità efficiente e poco
inquinante, dove in parallelo a continua
attività di ricerca e innovazione nelle
tecnologie verdi, si assisterà a una rapida
espansione dei veicoli elettrici con la
promozione di norme per il loro migliore
e maggiore utilizzo;
• un uso dell’energia razionale e da fonti
rinnovabili (sole, vento, acqua), che non
inquinano, sono ovunque e non hanno
rischi di trasporto;
• una società aperta ai bisogni e alla
salute delle persone, anche con l’ausilio
delle nuove tecnologie;
• una qualità della vita più alta e attrattiva
di turisti;
• investimenti
e
una
pubblica
amministrazione sempre più efficiente
grazie ai servizi digitali, ad esempio
l’introduzione della PEC.
Analogamente anche le case di
nuova generazione evolvono in maniera
intelligente ed ecosostenibile tramite:
• un uso efficiente degli apparecchi,
come per esempio l’illuminazione a LED
senza mercurio, che attualmente riduce il
consumo di energia elettrica fino all’87%;
• sistemi di climatizzazione intelligenti in
grado di comunicare con il riscaldamento
del piano per ottenere la temperatura
ottimale o di riconoscere il tassodi umidità
e adeguarvi il funzionamento;
• sistemi di creazione, conservazione
e gestione dell’energia, così da essere in
grado di produrre da sole tutta l’energia di
cui hanno bisogno;
• un sistema domotico collegato con
sistemi di comunicazione con il mondo
esterno (sms, mail) per permettere il
controllo e la visualizzazione a distanza
degli impianti di illuminazione o degli
oscuranti/tende;
• sistemi di sicurezza in grado di rilevare
eventi pericolosi o di effettuare a distanza
il monitoraggio degli ambienti.
Innovazioni hanno riguardato anche il
settore dell’Edilizia che permette da una
parte di sviluppare e applicare isolamenti
sismici o altre tipologie di sostegno
antisismico, dall’altra di studiare migliori
tecniche di valutazione della vulnerabilità
degli edifici.
Agroalimentare
La questione della qualità e sicurezza
alimentare è oggi un tema centrale nel
dibattito internazionale. Lo sviluppo di
modelli sostenibili e di garanzia della
qualità richiede modifiche nella struttura
produttiva, nell’organizzazione delle
supply chain, e nelle politiche in modo da
garantire un’equa distribuzione del valore
lungo i processi.
Recentemente si sta ponendo molta
attenzione sull’agricoltura sostenibile
e bioeconomia cioè la produzione e
trasformazione delle risorse biologiche
rinnovabili e dei rifiuti in prodotti a
valore aggiunto quali alimenti, mangimi,
bioprodotti e bioenergie, mediante l’uso
efficiente delle risorse e lo sviluppo di
sistemi di produzione a ridotta emissione
di gas a effetto serra, che si adattino agli
CASI aziendali
Roppongi Hills (Giappone) – Quartiere di Tokyo composto esclusivamente da grattacieli e case antisismiche grazie a 3 tecniche:
“pareti appiccicose”, metodologia che consiste nell’iniettare all’interno delle pa•
reti una sostanza altamente collosa in piastre scatolari d’acciaio, così che l’alta resistenza delle singole piastre allevi i problemi causati da vento e terremoti;
ammortizzatori capaci di assorbire lo scuotimento degli edifici durante le scosse
•
sismiche trasferendolo dalla costruzione al braccio meccanico dell’elemento;
green mass damper, ammortizzatori connessi co il verde pensile delle coperture,
•
separato dall’edificio da una sottilissima lastra di gomma laminata;
•
colonne portanti composte da tubi in acciaio riempiti di calcestruzzo, tutti elementi con un’altissima resistenza alla deformazione.
– 170 –
effetti negativi dei cambiamenti climatici
e che li attenuino.
La produzione integrata è un sistema
agricolo di produzione a basso impatto
ambientale, che prevede l’uso coordinato
e razionale di tutti i fattori della produzione
per ridurre al minimo il ricorso a mezzi
tecnici che hanno un impatto sull’ambiente
o sulla salute dei consumatori. L’obiettivo
è quello di unire la salvaguardia delle
risorse ambientali e la difesa della salute
valorizzando la produzione.
Molti segmenti del settore agricolo stanno
evolvendo il proprio modello organizzativo
verso la creazione di filiere integrate
verticalmente che garantiscono il controllo
di tutte la fasi del processo produttivo.
La maggiore integrazione, proposta
all’interno del Piano Strategico Nazionale
per lo Sviluppo Rurale, permette di
migliorare l’efficienza negli scambi, la
trasparenza tra i diversi attori, l’equilibrio
nelle relazioni che intercorrono tra
settore agricolo, trasformazione e la fase
commerciale; assicura, inoltre, la qualità
dei prodotti e lo sviluppo di tutti i soggetti
coinvolti nei processi, nonché dei territori
su cui agisce.
Le moderne biotecnologie in campo
agricolo mirano a raffinare e rendere
più sicuri i processi utilizzati nel settore.
L’obiettivo è duplice: coniugare da un lato
la richiesta dei consumatori di prodotti
alimentari con migliori caratteristiche
organolettiche e nutrizionali e dall’altro,
quelle dell’industria agro-alimentare che
punta a utilizzare strumenti innovativi
per ottenere prodotti sicuri, con elevati
standard di qualità, competitività e
conservabilità.
Le biotecnologie possono riguardare il
“prodotto” con la possibilità di:
• migliorarne la qualità, come negli
alimenti funzionali, ossia quei cibi
modificati al fine di portare benefici per la
salute (tramite veicolazione di ingredienti);
• migliorarne
le
caratteristiche
nutrizionali.
CASI aziendali
Novamont è leader nella produzione di bioplastiche ricavate da materie prime rinnovabili di origine agricola. Produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche
innovative, ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni. Esse trovano applicazioni in svariati
settori, quali raccolte differenziate, catering, GDO, packaging, nell’ambito agricolo e
dell’igiene e cura della persona.
Sardegna Agricola, il sistema agricolo della Sardegna, Prevede l’utilizzo di tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre
al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione,
nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici.
La finalità principale è quella di coniugare tecniche compatibili con la tutela dell’ambiente, garantendo nel contempo la salute degli operatori agricoli e dei consumatori
con le esigenze tecnico-economiche dei moderni sistemi produttivi.
Barilla è impegnata nello sviluppo di una filiera alimentare integrata e sostenibile che
abbia il controllo di tutto il ciclo di vita del prodotto dal campo alla tavola, dalle materie prime al consumo. Inoltre Barilla ha firmato con COPROB (Cooperativa Produttori
Bieticoli e principale produttore di zucchero italiano, commercializzato con il marchio
Italia Zuccheri) un protocollo di intesa per un accordo orizzontale tra le filiere, il primo
nel suo genere in Italia. L’integrazione orizzontale tra le filiere del grano duro e dello
zucchero è una tappa fondamentale di un progetto che coniuga tradizione e innovazione per favorire la rotazione delle colture.
La Linea Verde, leader nelle insalate pronte, monitora l’intera filiera per garantire il
controllo totale del ciclo di vita del prodotto: dalla semina e dalla raccolta nell’azienda
agricola, alla lavorazione nel sito produttivo fino alla consegna al punto vendita tramite
il trasporto refrigerato di proprietà.
– 171 –
Nell’ambito di “processo”, i benefici che
derivano dall’impiego delle biotecnologie
possono consistere, tra gli altri, in:
•incremento della produttività di una
coltivazione o della resa di un processo
produttivo;
•migliore resistenza delle piante a
parassiti, virus, funghi, batteri;
•risparmio economico;
•prodotti più facilmente trattabili con
macchine automatiche (nel caso del
controllo della forma di prodotti coltivati);
•caratterizzazione e differenziazione dei
prodotti.
La Commissione Europea all’interno
del programma quadro di ricerca e
innovazione definisce l’importanza del
packaging innovativo e sostenibile per
un’alimentazione sana e sicura, dando
supporto allo sviluppo di soluzioni
tecnologiche di packaging idonee a
garantire la qualità e la sicurezza dei
prodotti tipicamente italiani ma adattati
alle moderne esigenze commerciali e
nutrizionali.
Nelle proposte innovative rientrano:
• l’utilizzo di materiali ecocompatibili o
biodegradabili ottenuti anche da materie
prime rinnovabili ed ecosostenibili;
• lo smart packaging, che presuppone
l’impiego di materiali ad azione
antimicrobica con la finalità di prolungare
la shelflife degli alimenti;
• il sustainable packaging, che valuta
l’intero ciclo di vita del prodotto in ottica
di valutazione dell’impatto ambientale.
Anche il settore agroalimentare si sta
evolvendo in ottica di utilizzo ottimale
della disponibilità informativa posseduta
(Agroindustria
Smart).
Attraverso
l’informatizzazione si gestisce la raccolta,
l’integrazione e la trasformazione dei dati
lungo tutta la filiera e se ne assicura la
fruibilità da parte di manager e analisti
con l’obiettivo di sviluppo e crescita
aziendale.
La legge impone già oggi la raccolta dei
dati per favorire la sicurezza alimentare,
ma spesso questi sono utilizzati a fini
operativi e documentali. Il processo
innovativo prevede uno sfruttamento dei
dati per un supporto analitico e strategico
dei processi produttivi.
Internazionalizzazione
La recessione ha colpito globalmente il
sistema mondo e ha avuto impatti negativi
su tutti i settori economici. Tuttavia alcuni
paesi ne hanno risentito meno e hanno
aspettative di reazione maggiori rispetto ad
altri: in particolare sono i paesi emergenti
che presentano le previsioni di crescita più
alte, se comparati con Europa e Stati Uniti.
CASI aziendali
Esempi dell’applicazione di biotecnologie nell’agroindustria: mais, riso, frumento, patate, pomodori ed avena trattati con geni particolari e resi resistenti a certe malattie e
parassiti, come la dorifora per la patata; piante che, cadendo in una sorta di letargo, resistono alla siccità o alla eccessiva salinità del terreno, pomodori resistenti al ghiaccio,
con l’inserimento del gene per le proteine anti-congelamento dei pesci d’acqua fredda,
Oli vegetali con meno grassi saturi, frutta e verdure con più vitamine, patate con più
amido, verdure e frutta che rallentano la maturazione mantenendo lo stesso gusto. Si
stanno cercando di ottenere piante autofertilizzanti per un migliore sfruttamento dei
terreni.
o
Nestlé adotta il metodo del “ciclo di vita del prodotto”, coinvolgendo tutti i suoi
partner dal coltivatore al consumatore, al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale dei prodotti e delle attività. Il suo scopo, in tutti gli stadi del ciclo, è quello di usare le
risorse naturali in modo efficace, di favorire l’uso di risorse rinnovabili gestite in modo
sostenibile e di puntare ad arrivare a “zero scarti”.
La Dutch startup Aestech di Eindhoven produce, nel settore lattiero-caseario, una
o
delle applicazioni più recenti di smart packaging in ambito di contenitori capaci di
sviluppare calore al momento del consumo per riscaldare il contenuto: è il packaging
auto-riscaldante per latte formulato semi-liquido da somministrare al bebè quando si è
fuori casa o in viaggio.
– 172 –
Sono, pertanto, questi mercati emergenti
ad attirare i capitali stranieri con l’obiettivo
di recuperare nei prossimi anni le quote
perse durante gli ultimi. Nel quadriennio
2017/2020 le previsioni dell’andamento
del PIL per l’Italia si fermano all’1% a
fronte del 7% della Cina , 6,5% dell’India,
4% del Brasile.
L’andamento
del
settore
agroalimentare, analizzato in termini
di volumi di produzione, presenta una
situazione globale di debolissima crescita.
Incidono negativamente
Europa,
Stati Uniti e Russia, paesi per i quali si
prevede una situazione pressoché statica,
con una crescita entro il 2018 oscillante
indicativamente tra il -1% e il +1%.
La crescita segue un cammino di
globalizzazione, puntando verso quei
mercati che ad oggi hanno le migliori
aspettative di sviluppo, come India
(CAGR +4,1%), Cina (CAGR +2,9%) e Sud
Figura 4 Andamento PIL reale (2012 – 2020)
Source: Worldbank
Tabella 9 Andamento PIL reale (2012 – 2020)
Source: Worldbank
Tabella 10 Andamento settore agroalimentare
Fonte: Elaborazione PwC su MarketLin, report BMI (Business Monitor International e sito Ministero degli Esteri
– 173 –
Africa (CAGR +2,4%), in cui dominano
le produzioni di cereali, frutta e verdura,
vino. E’ di particolare risalto l’andamento
del mercato vinicolo in Cina: il suo sviluppo
risponde all’incremento del consumo
in termini sia di quantità che di qualità,
guidato da fattori quali l’incremento del
potere di acquisto, la migliore conoscenza
in materia vinicola, la volontà di mettere
in evidenza uno status symbol.
I fattori principali influenzanti il settore
agroalimentare sono l’ingresso di nuovi
grandi attori, quali i paesi asiatici con
elevati tassi di sviluppo, l’innovazione
tecnologica, il cambiamento della
domanda dei consumatori, l’interesse
agli aspetti di responsabilità sociale, la
progressiva liberalizzazione degli scambi,
le strategie competitive dei grandi gruppi
industriali e del dettaglio alimentare.
Il settore del retail e della grande
distribuzione è strettamente legato alla
crescita economica e al potere di acquisto
dei consumatori. Quindi se tutti i paesi,
chi prima chi dopo, hanno risentito della
recessione economica e hanno diminuito i
livelli di consumo, adesso ci si aspetta che
tutti beneficino, chi più velocemente chi
meno, della ripresa prevista per i prossimi
anni. In paesi emergenti quali Cina, India
, Brasile, Messico e Sud Africa si sta
assistendo, in particolare, all’ascesa della
classe media che porta a un incremento
nella domanda di beni di consumo, sia
locali che internazionali; i tassi di crescita
attesi per il periodo 2014-2018 si attestano
in un range tra il 7 e il 12 %. La maggiore
disponibilità economica dei consumatori
sta, inoltre, incrementando la domanda
di beni non essenziali: cibo e bevande
non alcoliche continuano a rappresentare
la voce di spesa maggiore, ma beni di
consumo legati, principalmente, agli
ambiti di educazione, comunicazione,
cura personale, abbigliamento, casa,
ristoranti stanno guadagnando quote di
mercato. La Russia offre uno dei settori
retail più attraenti per l’Europa, ma la
ripresa è attesa a partire dal 2015 e sotto
la media globale (CAGR 2013 - 2018 pari
a 5,6%); il settore è, inoltre, influenzato
dalle recenti sanzioni internazionali e
dai severi regolamenti doganali imposti.
Nei paesi emergenti, inoltre, giocano
un ruolo importante fattori quali la
densità della popolazione, la crescente
urbanizzazione, la diminuzione del
tasso di disoccupazione, e maggiori
investimenti nell’ammodernamento delle
strutture di distribuzione organizzata. A
livello nazionale si prevede una crescita
debole (CAGR 2013-2018 pari a 0,8%),
scontando un livello di differenziazione
prodotto bassa, un mercato molto
competitivo e volatile e una forte pressione
derivante dal cambiamento delle esigenze
dei consumatori.
Il settore delle costruzioni ha subito
un rallentamento negli ultimi due anni
in maniera generalizzata, ma la crisi
del settore ha colpito il nostro paesi in
percentuali nettamente superiori agli altri
paesi (-16,2% nel 2011 e -15,6% nel
2012). Tabella 11
A partire dal 2014 le analisi prevedono
una ripresa globale con crescite importanti
nei paesi emergenti:
l’India, grazie all’impegno del governo
nell’adeguamento infrastrutturale del
paese, con programmi di investimenti in
ambito strade e autostrade, ferrovie, porti
e sviluppo urbano, si attende un tasso di
crescita pari al 17,7% fino al 2018;
in Sud Africa, pur prevedendo un
tasso di crescita annuo composto del
4,3% tra 2013 e 2018, il governo intende
investire ingenti risorse nello sviluppo di
infrastrutture, che nel solo 2018 farebbe
prevedere un incremento del valore
del settore dell’11,2% rispetto all’anno
precedente;
il Messico ha già iniziato a registrare
un aumento delle attività di costruzione
di edifici, opere di ingegneria civile e
infrastrutture per i trasporti, grazie a fattori
quali la crescita demografica, l’aumento
del reddito disponibile delle famiglie, i
programmi di investimento infrastrutturale
promossi dal governo;
in Cina il settore, dopo il calo del
2012, crescerà fino al 2018 con un
tasso del 12,6%, prevalentemente nel
segmento dell’ingegneria civile; i fattori
determinanti del trend sono i processi
– 174 –
di industrializzazione e urbanizzazione
in corso, l’afflusso di investimenti esteri,
l’aumento del reddito individuale e la
crescita ulteriore della popolazione e
delle famiglie;
in Brasile il settore dell’edilizia è
quello in maggiore stato di avanzamento
per via dei grandi progetti infrastrutturali;
obiettivo del Governo, fare in modo
che gli investimenti nelle infrastrutture
raggiungano il 24% del PIL entro il 2022.
Nel settore delle assicurazioni è
prevista una crescita globale nei prossimi
anni in termini di premi lordi in particolare
nei paesi emergenti Cina, India, Messico e
infrastrutturali. In particolare, i segmenti
che guideranno la crescita sono quello
degli autoveicoli e della salute.
Il settore manifatturiero sta affrontando
un periodo di trasformazione le cui sfide
attuali sono legate alla scarsità di risorse, alla
disponibilità di big data, alle innovazioni
tecnologiche e alla personalizzazione
di massa. La capacità di anticipare e
reagire a queste tendenze determinerà
la possibilità di mantenere competitività
sul mercato. Nei prossimi cinque anni il
settore vedrà un consolidamento nelle
prime posizioni del mercato da parte dei
paesi emergenti Cina, India e Brasile, a
Tabella 11 Andamento mercato delle costruzioni
Fonte: Elaborazione PwC su MarketLine , report BMI (Business Monitor International ) e sito Ministero degli Esteri
Sud Africa. Il Sud Africa è il paese con il
maggior livello di penetrazione (contributo
percentuale al PIL) del settore assicurativo
tra i paesi BRICS, pari al 14,6%. Il ramo
vita continuerà a rappresentare oltre
l’80% del settore, tuttavia entrambi i rami
assicurativi, vita e non vita, sono previsti
in aumento: è atteso un tasso di crescita
annuo composto tra 2013 e 2018 più
alto rispetto agli altri paesi BRICS, USA
ed Area Euro, pari al 10,8%, supportato
dallo sviluppo della micro-assicurazione
e dall’espansione dei servizi finanziari
nelle aree rurali. India, Messico, Brasile
e Cina hanno un livello di penetrazione
più basso, indicativamente tra il 2 % e il
4 %, ma con buone previsioni di sviluppo
fino al 2018, rispettivamente dell’8,3%,
9,8%, 5,3% e 9,0%: il ramo non vita è
quello che nei prossimi anni, seguendo
la ripresa/crescita economica, presenterà
la maggiore accelerazione, supportato
da ascesa della classe media, aumento
del livello di urbanizzazione, consumi,
incremento della spesa in progetti
scapito di Europa e Stati Uniti. Nel 2013 la
Cina conferma il dominio della classifica
mondiale in termini di competitività con
una tasso di crescita annuo composto
2013-2018 previsto al 9,5% e un valore
del settore pari a 216.600 milioni di €
(contro i 115.200 milioni di € dell’Europa
e i 72.500 milioni di € degli Stati Uniti,
con tassi di crescita rispettivamente di
3,3% e 3,0%). Il governo di Delhi si è
posto, invece, l’obiettivo di elevare il
contributo del settore manifatturiero
al Pil Indiano dall’attuale 15 al 25 %
entro il 2025, con un tasso di crescita
previsto pari al 13,8%. Anche in Messico
il settore manifatturiero è supportato da
politiche commerciali di riduzione delle
barriere doganali sui beni industriali per
favorirne la competitività. Questi paesi
stanno catturando l’attenzione di diversi
produttori da una parte per la crescente
domanda dei consumatori locali, dall’altra
perché posso essere centri di produzione
strategici nella catena del valore globale.
Infine nel settore trasporti e logistica,
– 175 –
un
segmento
strettamente
legato
all’andamento dell’economia interna e
delle relazioni con i paesi confinanti. La
situazione di recessione ha causato in
alcuni paesi una diminuzione dei volumi
trasportati durante gli ultimi anni, come
in Italia (-9,0% tra 2013 e 2011) e Russia
(-0,2% nel periodo 2011-2013), oppure
un rallentamento come nel caso del Sud
Africa, passato da una crescita del 7,1%
nel 2012 allo 0,7% nell’anno successivo.
In altri paesi, quali Usa e Cina, gli alti
consumi interni riescono a supportare
il segmento risentendo meno del
rallentamento economico. La previsione
di una ripresa economica a partire dal
2015 guida anche le statistiche dei
trasporti su strada che, seppur lentamente,
sono attesi in crescita.
I dati macroeconomici presentati e
quelli per settore evidenziano che, a fronte
delle previsioni di lenta ripresa del nostro
paese, l’internazionalizzazione verso i
paesi che hanno affrontato meglio la crisi
e stanno avendo una ripresa più veloce
rispetto all’Italia è un dato di fatto che non
si può non prendere in considerazione.
SACE stima in 38,5 miliardi il potenziale
business che potrebbero offrire i mercati
emergenti
caratterizzati
da
meriti
creditizi ormai stabilmente positivi o
in miglioramento, (Brasile, Cina, India,
Malaysia, Messico, Polonia, Sudafrica,
Perù, Algeria, Colombia, Filippine,
Indonesia, Kenya, Marocco, Turchia)
all’export italiano nei prossimi due anni,
se le imprese riorientassero in questa
direzione le proprie attività: di cui 19
miliardi da Polonia e Cina (pari da sole al
50% del recupero potenziale), 8,8 da India
e Turchia e 5,5 miliardi da Algeria. Crescita
sostenuta e miglioramento dei profili
di rischio hanno interessato un ampio
gruppo di mercati emergenti, caratterizzati
da meriti creditizi ormai stabilmente
positivi (Brasile, Cina, India, Malaysia,
Messico, Polonia, Sudafrica, Perù) o
medi, ma in progressivo miglioramento
(Algeria, Colombia, Filippine, Indonesia,
Kenya, Marocco, Turchia). SACE stima in
38,5 miliardi il potenziale business che
potrebbero offrire questi mercati all’export
italiano nei prossimi due anni, se le
imprese riorientassero in questa direzione
le proprie attività: di cui 19 miliardi da
Polonia e Cina (pari da sole al 50% del
recupero potenziale), 8,8 da India e Turchia
e 5,5 miliardi da Algeria. Come messo in
evidenza dai dati del Rapporto ICE 2013
– 2014 sull’Internazionalizzazione delle
imprese le imprese esportatrici fanno
registrare livelli superiori di produttività
nominale del lavoro (il valore aggiunto
per addetto), qualità del lavoro impiegato
(qui stimata dal costo del lavoro per
dipendente) e investimenti, ma anche per
margini di profitto (rispettivamente il 34,1
e il 10,1 per cento). Con riferimento alla
dimensione media delle imprese, i dati
Istat ci dicono che quella di un’impresa
esportatrice è pari a più di otto volte
quella delle imprese attive solo sul
mercato interno (34,7 contro 4,2 addetti).
Quindi, per riuscire a esportare, bisogna
essere più grandi. Ad esempio le maggiori
aziende che operano nel settore retail &
consumer sono aziende globali, per cui
almeno un quarto del fatturato proviene da
attività all’estero. Le aziende infatti stanno
focalizzando la crescita all’estero, sia sui
mercati maturi sia su quelli in crescita: in
particolare l’Europa occidentale continua
ad essere un obiettivo chiave e sta
venendo affiancata da un’espansione nei
mercati di Nord America, Sud-est asiatico
e BRICS (Brasile, Russia, India, Cina,
Sud Africa). In alcuni paesi emergenti ,
quali India, Indonesia, Russia, Argentina,
Cina, le aziende si trovano ad affrontare
le resistenze poste in essere dai governi
locali. Altri mercati emergenti, invece,
stanno cercando di rispondere alla lenta
crescita economica attraverso l’apertura
dei mercati a una maggiore competizione.
Sono i casi di Brasile (abbassamento
dazi di importazione su molti prodotti),
Turchia (incentivi agli investimenti fatti
in zone sotto-sviluppate del paese),
Nigeria (ricerca di investimenti stranieri).
Le cooperative come anche messo in
evidenza da un recente studio della
Banca d’ Italia operano prevalentemente
su mercati locali, hanno una minore
propensione all’export e un minor grado di
internazionalizzazione. Questo fenomeno
può essere il portato sia di una scarsa
– 176 –
competitività media delle cooperative, che
quindi faticherebbero a entrare su mercati
distanti, sia del loro stretto legame con
il territorio. Bisogna tuttavia incentivare
programmi ad hoc per acquisire una
presenza consolidata sul mercato estero,
nonché esperienza e mirate strategie per
canalizzare le esportazioni verso i paesi
target maggiormente promettenti. In tal
senso vanno evidenziate le attività portate
avanti da Legacoop Agroalimentare, che
in questa precisa logica, sta sostenendo
i progetti della cooperativa INDACO
(International
Business
Developer),
che incentiva, accompagna e gestisce
processi di internazionalizzazione delle
cooperative associate rispondendo ad
una loro precisa esigenza al fine di far
conoscere loro i buyers dei paesi esteri e i
principali canali di vendita e distribuzione
del settore agroalimentare. In ambito
costruzioni un esempio interessante è stato
il progetto Promozione della filiera delle
costruzioni in Turchia, gestito da Legacoop
Emilia Romagna e finanziato dalla
Regione Emilia Romagna che prevedeva
un programma di attività volte a costruire
opportunità di business e di acquisizione
di commesse / contratti in partnership,
una rete di contatti e collaborazioni per
favorire il coinvolgimento delle imprese
in progetti innovativi di ampie dimensioni
con le imprese Turche.
L’internazionalizzazione
è
poi
strettamente
alle
competenze
del
personale. È importante dunque incentivare
programmi ad hoc per acquisire una
presenza consolidata sul mercato estero,
nonché esperienza e mirate strategie per
canalizzare le esportazioni verso i paesi
target maggiormente promettenti. Infatti,
il tema della formazione delle risorse
umane in materia di commercio estero
e processi d’internazionalizzazione del
sistema produttivo italiano rappresenta
un fattore determinante per ampliare la
platea delle imprese che esportano o che
operano con successo nei mercati globali.
Questo aspetto è particolarmente sensibile
non solo presso le grandi imprese, ma
specialmente presso le piccole e medie
cooperative che scelgono di affacciarsi
fuori dei mercati domestici. Si ricorda
in tal senso il Corso di formazione per
l’internazionalizzazione delle imprese
cooperative volto a fornire ai dirigenti,
soci e quadri delle imprese cooperative
strumenti e competenze specifiche per
l’internazionalizzazione
recentemente
lanciato dall’Alleanza per le Cooperative
e l’ICE.
Efficientamento
Ogni azienda per stare al passo
con la velocità del cambiamento deve
reinventare il proprio business, essere
reattiva nella velocità delle decisioni alle
reazioni esterne e dai tempi dalle loro
realizzazione concreta, deve essere in
grado di innovare i processi produttivi o
distributivi per competere in termini di
qualità ma anche di costo.
La Legacoop del futuro deve essere
in grado di supportare le cooperative
associate in questo percorso. Per questi
stessi motivi dovrebbe anche essa da un
lato semplificare ed efficientare il suo
modello attuale caratterizzato da una
ridondante presenza di strutture (110 tra
nazionali di settore, regionali di settore,
territoriali, regionali, territoriali provinciali
o interprovinciali), dall’altro rafforzare il
suo ruolo di creazione di Centri Servizi
identificando nuove funzioni da gestire
in ottica condivisa e investire sullo
sviluppo di altrettante importanti funzioni
specialistiche e settoriali. Infine bisogna
ripensare la quantità delle articolazioni
settoriali,
soprattutto
in
relazione
all’evoluzione dei mercati, all’entità
delle presenze e a progetti associativi di
sviluppo e costruire attraverso la presenza
in rete significative economie di scala.
I Modelli organizzativi per le reti del
futuro
La realizzazione di Centri Servizi
condivisi è ormai una realtà implementata
con successo da molte aziende pubbliche
e private per accelerare i benefici di
business, efficientare le strutture aziendali,
garantire minori costi di gestione e
migliorare i processi aziendali. I centri
servizi si stanno diffondendo anche tra le
– 177 –
Piccole e Medie Imprese (PMI) che negli
ultimi anni di crisi hanno dovuto affrontare
sempre più questioni come ottimizzazione
dei costi e riorganizzazioni aziendali.
Una recente survey di PwC, che ha
coinvolto 100 aziende rappresentanti
di 373 Centri Servizi a livello mondiale,
mostra che le organizzazioni intervistate
hanno già implementato Centri servizi
(nel 59 % dei casi) o ha esternalizzato
(outsourcing) alcuni servizi aziendali (nel
73 % dei casi ).
Le funzioni di supporto interno di
una organizzazione - tra cui finanza,
IT, risorse umane, acquisti e gestione
patrimonio - possono rappresentare il
10-15 % dei costi di un’organizzazione.
È possibile aumentare l’efficienza e
l’efficacia di queste funzioni mediante
la standardizzazione, la semplificazione
e l’uso efficace della tecnologia e del
sourcing.
Sulla base dello studio PwC , il 65 % delle
organizzazioni mondiali ha risparmiato
sui costi delle loro funzioni di supporto
fino al 40 % creando un’organizzazione
di servizi condivisi interna (Centri Servizi)
o esternalizzandone alcune componenti
(outsourcing)
Tradizionalmente, l’area che per prima
viene convogliata all’interno di uno
Shared Services Centre è l’area
Amministrazione e Finanza, soprattutto
con riferimento alla gestione dei processi
transazionali.
Sebbene questo sia ancora il tipico
punto di partenza, la ricerca evidenzia un
orientamento verso il trasferimento nello
Shared Services Centre anche di altre
aree quali le Human Resources, la Supply
Chain e l’Information & Communication
Technology.
Negli ultimi anni un numero crescente
di organizzazioni vedono i centri
Servizi non solo come una modalità di
efficientamento e riduzione dei costi
ma anche come un mezzo per ottenere
vantaggi strategici e uno strumento
a supporto delle imprese per meglio
rispondere all’impatto dei megatrends sul
business.
Molte grandi aziende hanno costituito
Centri Servizi, per la gestione delle
attività di ricerca e sviluppo tecnologico
e acceleratori per il lancio di progetti
innovativi sul territorio. In alcuni casi
sono stati implementati anche in diverse
parti del mondo in quanto la disponibilità
Figura 5 Risparmi in costi operativi come risultato dell’implementazione di Centri Servizi
Source: PwC – Shared Services - The Edge over (2014)
– 178 –
di personale qualificato sia in termini di
competenze professionali che linguistiche è
ancora visto come il criterio più importante
nella scelta della posizione di un Centro
Servizi - e si prevede che assumerà sempre
maggiore importanza in futuro.
Oggi dunque i Centri Servizi non sono
più un interrogativo. Le domande da porsi
per il loro ulteriore sviluppo sono:
• Cosa offrono gli attuali Centri Servizi? È
più o meno quello che ci si aspetta?
• Quale tipo di servizi aggiuntivi e
innovativi possono offrire i Centri Servizi
a supporto delle aziende?
• Come fornirli e quali sono gli step da
porre in essere?
La
valutazione
dell’esistente
e
l’individuazione dei servizi innovativi
andrebbe portata avanti attraverso modelli
di valutazione strutturati che permettano
di analizzare la situazione attuale,
individuare i servizi innovativi e aggiuntivi
strategici per rispondere al meglio alle
sfide poste alle aziende dai trend che più
impattano sul settore di riferimento. Il
set up di nuovi Centri Servizi e/o servizi
CASI aziendali
Unicredit
UniCredit Business Partner S.c.p.A. accentra le attività di gestione dei servizi operativi/
amministrativi delle risorse umane e le attività di Segnalazioni di Vigilanza.
UCBP è destinata a consolidarsi quale polo strategico di riferimento per le attività amministrativo/contabili a favore di tutte le società del nuovo Gruppo, assicurando una
gestione unitaria ed integrata di tutti i relativi processi e delle correlate competenze
specialistiche. L’operazione in parola mira a realizzare l’obiettivo primario della centralizzazione dei servizi di supporto, quali ad esempio quelli relativi al Personale ed
alla Contabilità, al fine di ottenere l’unificazione degli attuali modelli operativi, aumentandone la qualità e realizzando ulteriori sinergie di costo.
Con finalità analoghe, nel corso del 2009 è stato altresì avviato il progetto di creazione
dello Shared Service Center Finance & Accounting (“SSC F&A”) dedicato alle gestione
delle attività di predisposizione del Progetto di Bilancio annuale, delle redazioni semestrali e trimestrali delle Società servite (allo stato: UniCredit, UCB, UBdR, BdS, UCCB,
UCPB, UCFin), predisposizione delle informazioni necessarie alla redazione delle attività di “Reporting Package”, attività di riconciliazione delle poste intercompany, nonché alla predisposizione delle Segnalazioni periodiche obbligatorie agli Organi di Vigilanza (le attività di produzione del bilancio consolidato di Gruppo e di applicazione
dei Principi Contabili non rientrano nel perimetro del progetto SSC F&A).
Settore Pubblico
Nell’intento di garantire lo sviluppo coerente del Sistema Informativo Socio-Sanitario
(SISS), Lombardia Informatica, nell’ambito dell’Incarico conferito da Regione Lombardia, ha avviato da tempo una serie di iniziative e strumenti volti a indirizzare il processo di pianificazione strategica e le iniziative ICT delle singole Aziende Sanitarie sul
territorio Lombardo, cosicché queste siano sinergiche e coerenti a livello di sistema.
L’applicazione di tali strumenti ha permesso di determinare un quadro di sintesi sulla
maturità ICT raggiunta dalle Aziende Sanitarie e ha evidenziato la necessità di comprendere da un lato come poter valorizzare a livello di sistema le eccellenze individuate, dall’altro lato come poter supportare le Aziende Sanitarie nella razionalizzazione
delle attività legate alla gestione dei loro sistemi informativi.
L’attività di definizione di Servizi Condivisi Regionali (Shared Service) ha proprio l’obiettivo di supportare le Aziende Sanitarie nella razionalizzazione delle loro attività,
rendendo disponibili i servizi standardizzati ed allineati con quanto espresso nelle
Linee Guida Regionali alle Aziende Sanitarie per ottenere omogeneizzazione ed economie.
– 179 –
aggiuntivi dovrebbe basarsi su un business
case che ne garantisca la sostenibilità
dell’iniziativa nel tempo. Tabella 12
Questi interrogativi sono ancora
più attuali per Legacoop che già da
alcuni anni (2005) ha avviato la Rete
Nazionale Servizi, che attraverso le
Legacoop Regionali e Provinciali, mette
a disposizione delle cooperative associate
informazioni omogenee e condivise
che nascono da un lavoro collettivo.
Ad oggi le aree di intervento attive sono
quelle relative al diritto societario, alle
problematiche fiscali, alla legislazione
del lavoro, alle disposizioni relative alla
privacy, alle questioni legate all’ambiente
e alla sicurezza, alle problematiche
economiche e finanziarie con particolare
riferimento alle tematiche di “Basilea
2”, ai temi relativi alla vigilanza sulle
cooperative.
Tuttavia, in un’ottica di supporto
all’implementazione di quelle che sono le
direttrici strategiche Legacoop dovrebbe
nei prossimi anni:
• garantire
l’efficientamento
delle
strutture esistenti anche attraverso il
ripensamento del modello organizzativo.
I centri Servizi della Legacoop del futuro
dovranno avere strutture più snelle per
CASI aziendali
Telecom/Pirelli
Shared Service Center, il consorzio formato da Pirelli e Telecom Italia con lo scopo di
utilizzare tutte le sinergie nel campo dell’IT fra i due Gruppi.
Il consorzio rappresenta un “Competence Center” trasversale ed essenzialmente tecnologico avente un obiettivo di efficienza per competenze, vale a dire ottenere tutti i
possibili benefici legati alla messa a fattor comune di competenze, skill, tecnologie
ed il conseguente raggiungimento di economie di scala comuni anche nel processo
d’acquisto di servizi.
Sanofi
La società farmaceutica francese ha stabilito recentemente costituito 5 hub R&D a
Shangai, Boston, Nord America, Francia e Germania.
L’hub cinese è il più recente e impiega circa 1400 ricercatori nei 12 paesi dell’Asia,
integrando in tal modo le capacità di Sanofi in prodotti biofarmaceutici (Sanofi Biopharma), malattie rare (Sanofi Genzyme), vaccini (Sanofi Pasteur) e salute degli animali
(Sanofi Merial).
Integrando tutte le attività R & S, l’hub opera come acceleratore per l’introduzione di
soluzioni innovative per il territorio tanto cinese quanto globale contemporaneamente
agli sforzi di Sanofi per migliorare la salute in tutto il mondo.
Novozymes
L’azienda, maggiore produttore di enzimi industriali, ha aperto 4 anni fa un centro R&D
che svolge attività ingegneristica a servizio delle necessità globali del gruppo e opera
come base global per i nuovi progetti della società.
Nestlè
Nestlè ha 4 centri ricerca specializzati:
•
in Cina, dove il centro fornisce soluzioni per una alimentazione salutare e basata
su fondamenti scientifici;
in Svizzera, il cui centro è specializzato nella ricerca su alimentazione e scienze
•
biologiche;
•
In USA, il cui centro è specializzato nella ricerca su soluzioni salutari nell’alimentazione degli animali;
•
a Tokyo, il cui centro si ispira alla scienza e tecnologia moderne per sviluppare e
promuovere soluzioni alimentari rispondenti ai bisogni dei consumatori e ai problemi
di salute.
– 180 –
Tabella 12 Criteri di valutazione di un Centro Servizi
Strategia • I criteri utilizzati per selezionare la tipologia e posizione del Centro Servizi • Strategia di implementazione • Valutazione degli obiettivi dalla prospettiva odierna / al momento di implementazione del Centro Servizi e la misura in cui gli obiettivi iniziali sono stati raggiunti Organizzazione Concetto di Centro servizi (centro di costo vs centro di profitto ) / gestione / • Metodo di ripartizione dei costi per i servizi forniti compliance • Gestione Centro Servizi (modello organizzativo/struttura di management) • Campo di applicazione e ciclo di revisione di accordi sui livelli di servizio (SLA ) • Approccio " process owner " per la gestione dei processi • Le responsabilità per lo sviluppo delle imprese / miglioramenti di processo Miglioramento continuo I processi di business Rapporti con i clienti Gestione delle prestazioni Gestione delle risorse umane • La governance del Centro Servizi Analisi sistematica e regolare dei costi e della qualità • Ricerca continua per l'attuazione delle misure di ottimizzazione • Impiego di strumenti di miglioramento della qualità • Approccio per misurare se un Centro Servizi sta raggiungendo gli obiettivi prefissati. -­‐ Grado di standardizzazione e automazione dei processi all'interno del Centro Servizi
-­‐ Grado di standardizzazione e automazione dei processi al di fuori del Centro Servizi ma
con esso interconnessi
• Livello di documentazione dei processi
Struttura della clientela (quota di clienti interni ed esterni )
Struttura di servizio all'interno del SSC
Orientamento al cliente in SSC
Implementazione di strumenti per la gestione dei clienti
Sofisticazione dei sistemi di gestione delle prestazioni in atto
La trasparenza del processo di misurazione delle prestazioni
Disponibilità di informazioni relative alla gestione operativa e strategica
Definizione di obiettivi di performance misurabili e il monitoraggio di raggiungimento degli
obiettivi
-­‐ Estensione dei sistemi di controllo finanziario all'interno del Centro Servizi
• L'uso di diversi tools formativi per lo sviluppo del personale -­‐
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
• La qualità della comunicazione tra la direzione e il personale del Centro Servizi • Approccio utilizzato per collegare la valutazione delle prestazioni dei dipendenti alla definizione delle misure di sviluppo Sistemi e tecnologie • L'uso di indagini sulla soddisfazione dei dipendenti • Grado di automazione dei processi e la standardizzazione dei sistemi informatici • L'ottimizzazione continua dei sistemi informatici Fonte: PwC (2014)
– 181 –
garantire:
»» maggiore efficienza delle attività,
grazie alla possibilità di produrre
servizi più rapidi e qualitativamente
più elevati;
»» maggiore produttività, attraverso
l’integrazione di processi e pratiche
comuni;
»» economie di scala, che permettono
una riduzione dei costi conseguenti
la riorganizzazione dei processi in
termini di:
* industrializzazione processi
* standardizzazione dati e
sistemi
* consolidamento geografico
* definizione dei livelli di
servizio
* monitoraggio
delle
performance
• garantire un maggiore supporto
all’innovazione e alle start-up e
accanto ai servizi tradizionali, come
già stanno facendo le aziende più
innovative a livello globale, dovrebbe
individuare
una serie di servizi
innovativi e strategici per lo sviluppo
delle cooperative associate.
• garantire un maggiore supporto
all’internazionalizzazione
delle
imprese.
Tra le attività che i nuovi Centri Servizi
dovrebbero prevedere se ne evidenziano
alcune che possono dare un supporto
concreto a PMI e Startup:
• Servizi di consulenza per l’innovazione
e lo sviluppo: una serie di attività per la
formazione, l’aggiornamento, il mentoring,
e il tutoraggio degli imprenditori, attraverso
corsi e reportistiche mensili su best
practice, innovazioni, e analisi dei trend
tecnologici per mercato, che mettano
a disposizione di aziende e le startup le
conoscenze per essere all’avanguardia
e competere in assetto nazionale e
internazionale.
• Servizi Digital accentrati: servizi di web
marketing, web merchandising, digital
analitics, e supporto all’eCommerce che
permettano a PMI e Startup di competere
online. L’obiettivo è dare a queste realtà
le conoscenze e gli strumento per sfruttare
le opportunità offerte da internet, sia in
termini di crescita del business che di
internazionalizzazione.
• Servizi Manufacturing Accentrati: spazi
Hackerspace, che mettano a disposizione
dispositivi per la stampa 3D, Laser Cutter e
apparecchiature elettroniche. L’obiettivo è
dare a imprenditori e aspiranti imprenditori
gli strumenti per creare prototipi e avviare
in piccola scala produzioni test. Questi
centri diventano spesso punti di incontro
che facilitano aggregazioni e partnership
tra startup.
• Servizi di supporto al finanziamento:
un supporto nella ricerca di capitali per
l’innovazione e start-up, per esempio
l’accesso ai fondi europei o la partecipazione
a competizioni internazionali; ma anche
favorire l’acquisizione di startup da parte
di aziende più grandi.
La creazione di un Centro Servizi,
inoltre, per assicurare un migliore e
diretto controllo, spinge all’utilizzo di
tecnologie innovative che permettono sia
di semplificare infrastrutture, applicativi e
servizi di manutenzione IT sia di migliorare
i processi decisionali.
Il core-business è dare supporto
privilegiato
alle
funzioni
critiche
aziendali, laddove l’IT può essere un
fattore differenziante di valore, diventando
un fattore abilitante. Il centro servizi è
un centro di eccellenza per il disegno,
lo sviluppo e il supporto di una serie di
piattaforme strategiche.
All’interno del mondo Legacoop
si possono già individuare alcuni casi
interessanti che rappresentano le basi del
nuovo modello di centri Servizi di cui
Legacoop dovrà dotarsi nei prossimi anni.
Uno dei casi più avanzati è Innovacoop
la società fondata nel 2012 da Legacoop
Emilia-Romagna per promuovere lo
sviluppo internazionale e innovativo delle
cooperative. Innovacoop è il servizio
di riferimento a livello regionale per
la sensibilizzazione, l’informazione, il
supporto e l’assistenza alle cooperative
che hanno deciso di innovare processi
e prodotti, di migliorare e strutturare la
propria presenza sui mercati esteri e di
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modificare il proprio profilo organizzativo
e gestionale come risposta alle sfide
crescenti poste dalla globalizzazione. Le
attività che Innovacoop svolge sono:
• informare
e
sensibilizzare
sulle
iniziative
di
promozione
della
cultura
dell’innovazione
e
dell’internazionalizzazione;
• promuovere strumenti di aggregazione
e di innovazione organizzativa: contratti
di rete, iniziative di sistema orientate
all’esplorazione dei mercati stranieri,
trasferimento tecnologico anche verso
l’estero;
• fornire
assistenza,
consulenza
specialistica e progettazione di interventi
di innovazione organizzativa e tecnologica
e di internazionalizzazione;
• attivare progetti e interventi che
abbiano per oggetto il cooperativismo e la
sua diffusione.
Un esempio può venire dalla
collaborazione nell’ambito del progetto
Coopstartup dove si è promosso il
progetto pilota sulla promozione di nuove
imprese cooperative innovative nel settore
agroalimentare, con il duplice obiettivo
di promuovere e sviluppare nuove
imprese innovative in forma cooperativa
in ambito agroalimentare e promuovere
l’innovazione nelle imprese cooperative
esistenti del settore agroalimentare
attraverso
la
sperimentazione
di
networking e di attività di mentoring
con start-up innovative a forte contenuto
tecnologico e di conoscenza.
Note:
1) PwC, Megatrends, (2014) http://www.pwc.co.uk/
issues/megatrends/index.jhtml, Project Blue . Documentazione interna.
2) SACE, Mappa dei rischi 2014 http://sace.it/docs/default-source/ufficio-studi/pubblicazioni/20140919-sacemappa-rischi2014-fin.pdf?sfvrsn=4.
3) ASTER, Il valore dei trend nei processi di innovazione,
2013.
4) Jeremy Rifkin, La società a costo marginale 0 – L’Internet
delle cose, l’ascesa del commons collaborative e l’eclissi
del capitalism, 2014.
5) Ismail Salim, Michael Malone and Yuri van Geest,
Exponential Organisations Why new organizations are ten
times better, faster and cheaper than yours (and what to do
about it), 2014
6) The future of business – 17th CEO Survey – Italia (2014)
http://www.pwc.com/it/it/publications/17th-ceosurveyitaly.jhtml
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