Intero - La Camera dei Deputati
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Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2703 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 82. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. PAG. ATTI DI CONTROLLO: Commercio internazionale. Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Interrogazione a risposta in Commissione: Giulietti ..................................... 5-00469 2705 4-01846 2708 3-00450 2709 Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: III Commissione: Ranieri ...................................... 5-00475 2710 Siniscalchi ................................ 5-00476 2711 Ambiente e tutela del territorio e del mare. 2717 4-01861 Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Satta .......................................... 2-00265 2717 Porfidia ..................................... 4-01851 2718 Longhi ....................................... 4-01859 2719 4-01848 2720 Interrogazioni a risposta scritta: Economia e finanze. Interrogazione a risposta scritta: 2712 Beni e attività culturali. Interrogazione a risposta scritta: Farina Gianni .......................... Giustizia. Interrogazione a risposta immediata: La Russa .................................. 3-00462 Difesa. Interrogazione a risposta orale: Piazza Camillo ......................... 2716 Interrogazione a risposta immediata: Razzi ......................................... Affari esteri. De Zulueta ............................... 2-00261 Comunicazioni. Interrogazione a risposta scritta: Urso ........................................... Raiti .......................................... 3-00458 Interrogazioni a risposta immediata: 2713 Interrogazioni a risposta scritta: Buemi ........................................ 3-00451 2721 Catone ....................................... 3-00452 2721 Cota ........................................... 4-01855 2714 Cesa ........................................... 3-00453 2722 Nucara ...................................... 4-01857 2715 Leone ........................................ 3-00454 2723 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza. Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2704 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 PAG. PAG. Infrastrutture. Salute. Interpellanza urgente Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): (ex articolo 138-bis del regolamento): Maroni ...................................... 2-00260 2723 Farina Gianni .......................... 2-00264 Sviluppo economico. Interrogazioni a risposta immediata: Pagliarini .................................. 3-00455 2724 Interpellanza urgente Zanella ...................................... 3-00459 2724 (ex articolo 138-bis del regolamento): Brugger ..................................... Interrogazione a risposta in Commissione: D’Agrò ....................................... Raiti .......................................... 2726 Mungo ....................................... 5-00470 2738 2727 Fluvi .......................................... 5-00471 2738 VI Commissione: 4-01852 Interrogazioni a risposta scritta: (ex articolo 138-bis del regolamento): 2-00263 2727 Interrogazione a risposta immediata: 3-00457 2728 Interrogazione a risposta orale: Buontempo ............................... 3-00449 2729 Longhi ....................................... 4-01853 2739 Deiana ....................................... 4-01864 2739 Ulivi ........................................... 4-01865 2743 Trasporti. Interrogazioni a risposta immediata: Oliva .......................................... 3-00456 2744 Affronti ..................................... 3-00461 2744 3-00448 2745 Interrogazione a risposta orale: Ciccioli ...................................... Interrogazione a risposta in Commissione: Margiotta .................................. Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: 4-01847 Interpellanza urgente Maroni ...................................... 2737 2726 Interno. D’Alia ........................................ 2-00262 5-00474 Interrogazioni a risposta scritta: Foti ............................................ 2736 5-00473 2729 Caparini .................................... 4-01845 2730 Stucchi ...................................... 4-01854 2730 Caruso ....................................... 4-01860 2731 Interrogazioni a risposta scritta: Interrogazione a risposta immediata in Commissione: IX Commissione: Lavoro e previdenza sociale. Uggè .......................................... 5-00472 2745 Interrogazione a risposta in Commissione: Nespoli ...................................... 5-00477 2746 Interrogazioni a risposta scritta: Interrogazione a risposta immediata: Pellegrino .................................. 4-01849 2747 Delbono .................................... Catanoso ................................... 4-01862 2747 3-00460 2732 Università e ricerca. Interrogazione a risposta scritta: Fedi ........................................... 4-01856 2733 De Simone ............................... Politiche agricole, alimentari e forestali. 3-00463 2748 4-01850 2749 Apposizione di una firma ad una risoluzione ........................................................... 2749 Ritiro di documenti del sindacato ispettivo .. 2750 Interrogazione a risposta scritta: Interrogazione a risposta scritta: Cesini ........................................ Interrogazione a risposta immediata: 4-01858 2734 Pubblica istruzione. Porfidia ..................................... Interrogazione a risposta scritta: Tolotti ....................................... 4-01863 2735 Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2705 AI RESOCONTI ATTI DI CONTROLLO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Interrogazione a risposta in Commissione: GIULIETTI, FOLENA, CIOCCHETTI e CALDAROLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: il 5 ottobre 2006 l’emittente Telepace ha annunciato la drastica contrazione dell’attività giornalistica e la chiusura degli spazi informativi della redazione romana, a decorrere da lunedı̀ 9 ottobre 2006; il 23 ottobre 2006 il direttore e fondatore dell’emittente, monsignor Guido Todeschini, in una lettera alla Federazione nazionale della stampa (FNSI), ha dichiarato l’intento di « cessare i rapporti » con i quattro giornalisti professionisti della redazione, motivandolo con la necessità di « ridurre i costi del lavoro » e di assegnare priorità economica alla spesa per « l’impegno satellitare dell’emittente », a fronte di una « tendenza involutiva delle entrate »; l’Associazione Stampa Romana, in un comunicalo, ha subito definito la decisione di monsignor Todeschini « un gravissimo atto ritorsivo contro un’intera redazione che aveva trovato la forza di ribellarsi alle vessazioni, alle ingiustizie, allo sfruttamento »; il 17 novembre 2006, un comunicato congiunto della FNSI e dell’Associazione Stampa Romana ha reso noto il rifiuto di Monsignor Todeschini « di prendere in considerazione qualsiasi proposta tendente a una soluzione concordata per la salvaguardia dei posti di lavoro », con un atteggiamento « che va contro ogni etica e manifesta un incomprensibile cinismo nei confronti dei lavoratori »; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 il Presidente della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, ha invitato le autorità competenti « a fare piena luce su ogni aspetto di una vicenda che assume pieghe grottesche », dichiarando che « il dubbio che tutto ciò accada come ritorsione e ostilità verso i giornalisti appare sempre più evidente »; la chiusura del notiziario (l’unico interamente dedicato alla giornata del Papa e della Santa Sede) e del programma « Speciale Interviste » (più di 150 Capi di Stato e di Governo, tra cui alcuni dei massimi protagonisti del nostro tempo, da Arafat a Rabin, da Gorbaciov a Mandela), ha suscitato stupore nella stampa italiana e internazionale, inducendo l’autorevole Le Monde ad occuparsene con un lungo articolo (« La télévision du Pape quitte Rome », del 1o novembre 2006); il TG dell’emittente, in onda alle 19,30 e alle 22,30, curato da Angela Ambrogetti, Simona De Santis ed Elisabetta Mancini, ha rappresentato per quindici anni una fonte quotidiana specialistica di notizie dal Vaticano, costantemente seguita e particolarmente apprezzata nelle sedi istituzionali e diplomatiche della Capitale; le interviste domenicali di Telepace, curate da Piero Schiavazzi, hanno costituito un osservatorio privilegiato sullo sviluppo delle relazioni tra Italia e Santa Sede, ospitando nel tempo: 2 Presidenti della Repubblica (Cossiga, 1991; Ciampi, 1999); 4 Presidenti del Senato (Spadolini, 1993; Scognamiglio, 1994; Mancino, 2000; Pera, 2005); 4 Presidenti della Camera dei deputati (Napolitano, 1993, 1994; Pivetti 1995; Violante, 1998, 2000; Casini, 2002, 2006); 4 Presidenti del Consiglio dei ministri (Amato, 1992; Ciampi, 1993; Prodi, 1996; D’Alema, 1999); 5 Ministri degli affari esteri (Colombo, 1992; Andreatta, 1993; Agnelli, 1996; Dini, 1998, 2000; Fini, 2005); il Decano del Corpo diplomatico presso la Santa Sede, Giovanni Galassi, ha sollecitato chiarimenti in merito alla chiusura degli spazi informativi di Telepace; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2706 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 quale riconoscimento della professionalità dei vaticanisti di Telepace, uno di loro è stato scelto dal Ministero degli affari esteri come curatore delle manifestazioni promosse dall’Italia in 40 città del mondo nel XXV anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II; nel 2004 sono state aperte le redazioni di Gerusalemme e Fatima, che afferiscono amministrativamente alla Fondazione di Verona ma si coordinano funzionalmente con la redazione di Roma, inviando direttamente ad essa corrispondenze e servizi giornalistici; nelle comunicazioni al Sindacato dei giornalisti, monsignor Todeschini attribuisce la contrazione dell’attività giornalistica e la necessità dei licenziamenti ad un calo dell’80 per cento delle offerte, che però riguarderebbe la sola sede di Roma, mentre la redazione di Verona, sede storica dell’emittente, non viene interessata dai tagli, come pure le redazioni di Gerusalemme e Fatima, che proseguono normalmente l’attività, sotto la guida del Direttore medesimo; Telepace per statuto rifiuta la pubblicità e vive di contributi di beneficenza; nel nuovo palinsesto di Telepace, inviato alla FNSI, i programmi cancellati appaiono peraltro sostituiti da produzioni più costose (dirette di cerimonie, concerti, convegni, collegamenti satellitari), offrendo paradossalmente l’immagine di un’emittente in espansione, non certo in crisi; nonostante gli inviti « alla moderazione e al dialogo con i giornalisti », rivolti ai dirigenti di Telepace dalle gerarchie ecclesiastiche, come riferito dagli organi di stampa, monsignor Todeschini ha proseguito sulla strada dei licenziamenti, rifiutando il confronto con i propri dipendenti e dichiarando di non sentirsi obbligato a trattare con il sindacato; Telepace di Verona, nata nel 1977, è di proprietà della Fondazione « Artigiani della pace »; Telepace di Roma, costituita nel 1990, è di proprietà dell’Associazione Amici di Telepace (già ditta individuale « Telepace di don Guido Todeschini »). Dal 1996 il canale trasmette anche su satellite e ha raggiunto progressivamente il mondo intero; le due emittenti hanno un’unica programmazione, trasmessa sul satellite dalla sede di Roma e presentata sulla stampa come « palinsesto di Telepace »; sebbene Telepace di Verona e Telepace di Roma facciano capo ad enti proprietari distinti (la Fondazione Artigiani della Pace e l’Associazione Amici di Telepace), Monsignor Todeschini, unico direttore di entrambe, nelle richieste di beneficenza rivolte ai telespettatori, attraverso il filo diretto bisettimanale, gli spot e gli stampati promozionali, ha sempre presentato Telepace come un’unica realtà, infondendo nei donatori e nell’opinione pubblica la percezione consolidata che Telepace è una e una sola, come pure la destinazione delle offerte; l’Associazione Amici di Telepace, nel 2006, ha presentato istanza al Comitato regionale per i servizi radiotelevisivi del Lazio, ai sensi del decreto ministeriale 5 novembre 2004, n. 292, per ottenere i contributi previsti per l’anno 2005 a favore delle emittenti televisive locali e, ai fini degli elementi di valutazione previsti dall’articolo 4 del suddetto decreto, ha dichiarato di avere tra i suoi dipendenti quattro giornalisti professionisti assunti a tempo indeterminato e di trasmettere un alto numero di ore di informazione; nell’istanza presentata al medesimo Comitato il 28 gennaio 2005, per ottenere i benefici previsti per l’anno 2004, l’Associazione aveva peraltro dichiarato di essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali; il 12 aprile 2005 un comunicato dell’Associazione Stampa Romana denunciava « il grave comportamento dell’emittente Telepace, per la sistematica violazione delle norme contrattuali, dello Statuto dei lavoratori e delle leggi, in aperto contrasto con la dottrina sociale della Chiesa »; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2707 AI RESOCONTI il comunicato dell’Associazione Stampa Romana denunciava altresı̀ « le ritorsioni contro i giornalisti » e terminava con l’affermazione e previsione, già allora, che « tali ritorsioni rivelano lo scopo evidente di chiudere la redazione romana, cui non si perdona di avere denunciato all’Ordine e al Sindacato le violazioni della deontologia e della legalità »; il 12 luglio 2005, un duplice comunicato del Presidente della FNSI e dell’Associazione Stampa Romana denunciava il tentativo di emarginare sul lavoro e nel palinsesto il giornalista Piero Schiavazzi, volto noto dell’emittente, « per avere preso le difese dei colleghi »; il 15 luglio 2005, i giornalisti di Telepace proclamavano 5 giorni di sciopero « contro la minaccia di chiusura della redazione romana, l’assenza di relazioni sindacali e gli attacchi al fiduciario di redazione, con motivazioni infondate e illegittime » (« Nella televisione va in onda il primo sciopero » da il Giornale del 16 luglio 2005; « Contro la minaccia di chiusura, sciopero a Telepace », da la Repubblica del 16 luglio 2005); la Repubblica del 24 ottobre 2006 e l’Espresso del 2 novembre 2006 hanno riportato la notizia che quattro dipendenti di Telepace sono iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per falsa testimonianza contro una giornalista dell’emittente in una causa di lavoro (sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, n. 10360/06, del 24 maggio 2006), sollevando il sospetto che siano stati « istigati da qualche superiore » (l’Espresso); articoli e titoli di giornali, da due anni a questa parte, hanno fatto spesso riferimento alle violazioni di legge, della deontologia e dei contratti a Telepace (ad esempio: « Mobbing a Telepace », la Stampa del 13 aprile 2006, « Una bufera sindacale su Telepace », l’Arena del 13 aprile 2006; « Va in onda Telebugia », l’Espresso del 2 novembre 2006) e nell’ultimo periodo hanno posto l’accento sul carattere ritorsivo della chiusura della redazione romana, riflettendo il convinci- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 mento diffuso nell’opinione pubblica (ad esempio: « Signori non servite più, e Telepace va alla guerra », Liberazione dell’8 ottobre 2006; « Telepace chiude il TG: i giornalisti ritorsione », la Repubblica del 9 ottobre 2006; « Lavoro nero alla TV del Papa », la Stampa del 3 novembre 2006); quale sia la spesa sostenuta per l’affitto dei satelliti, che si definisce « irrinunciabile », rapportata, in generale, al bilancio dell’emittente e, in particolare, ai « costi del lavoro sui quali si rende necessario intervenire », consistenti nella retribuzione, ai minimi contrattuali, di un giornalista full-time e di tre giornalisti parttime, né quali siano le spese sostenute per i programmi (cerimonie, concerti, convegni) che attualmente, come annunciato da monsignor Todeschini, sostituiscono gli spazi informativi soppressi, rapportate ai costi di produzione degli stessi; in contrasto con la prassi consolidata di contatti regolari e diretti fra i giornalisti della redazione romana e i colleghi delle altre sedi, i prodotti giornalistici delle altre « realtà », come monsignor Todeschini ha dichiarato nella lettera in cui annuncia la chiusura della redazione romana, sarebbero stati fin qui trasmessi alla redazione di Roma solo e soltanto attraverso la Fondazione di Verona, quale « unico momento di contatto esistente tra l’Associazione Amici di Telepace e le altre realtà di Telepace » –: se sia vero che l’Associazione Amici di Telepace, nell’anno 2006, avendo chiesto al Comitato regionale per i servizi radiotelevisivi del Lazio di ottenere i contributi previsti per l’anno 2005 a favore delle emittenti televisive locali, ai sensi del decreto ministeriale 5 novembre 2004, n. 292, e avendo dichiarato, ai fini degli elementi di valutazione previsti dall’articolo 4 del suddetto decreto, di avere tra i propri dipendenti quattro giornalisti professionisti assunti a tempo indeterminato, ha conseguito una collocazione avanzata in graduatoria proprio grazie ai quattro dipendenti giornalisti, che oggi si appresta a licenziare, e all’elevato numero di ore Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2708 AI RESOCONTI settimanali di informazione riportate nella domanda, ma cancellate dal palinsesto; se sia vero che, in contrasto con la percezione consolidata dell’opinione pubblica, con la prassi di lavoro instaurata per anni tra i giornalisti delle diverse redazioni e con quanto lo stesso fondatore e direttore ha sempre pubblicamente sostenuto – che cioè Telepace è un’unica « realtà » – Telepace di Roma, come invece monsignor Todeschini ha dichiarato sorprendentemente nella lettera in cui annuncia la chiusura della redazione romana, non intrattiene alcun altro tipo di rapporto né di lavoro con altri giornalisti né con altre strutture societarie, quali Telepace di Verona, Telepace di Lodi, Telepace di Gerusalemme, Telepace di Trento, Telepace di Agrigento, Telepace di Fatima, Telepace di Chiavari, Telepace di Ostrawa; che le predette « realtà sono completamente diverse e distinte dalla Associazione Amici di Telepace di Roma e, sia che si tratti di veri e propri soggetti giuridici o di mere strutture organizzative, non hanno comunque alcun tipo di rapporto con l’Associazione Amici di Telepace di Roma »; se in definitiva, questa inedita e improbabile rappresentazione a « compartimenti stagni » (Telepace di Roma, di Verona, di Gerusalemme, di Fatima, di Trento, eccetera) di una emittente che nella percezione della Chiesa, dell’opinione pubblica, dei telespettatori e soprattutto dei benefattori ha sempre costituito un unicum, rispecchi l’autentica realtà di Telepace o corrisponda invece a una costruzione giuridica per legittimare sul piano del diritto, non certo dell’etica, quattro odiosi licenziamenti in quella che è universalmente nota come « la TV del Papa »; se corrisponda al vero che l’amministratore delegato dell’emittente ha ricevuto ed esercitato per un periodo l’incarico di vicedirettore giornalistico, pur non essendo iscritto all’Ordine; che i giornalisti erano tenuti al timbro del cartellino; che i giornalisti erano costretti a fornire a un centralino il numero dei destinatari delle loro chiamate; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 se non ritenga di verificare la fondatezza del sospetto, avanzato dalla stampa, che quattro dipendenti di Telepace, indagati dalla Procura di Roma per falsa testimonianza, siano stati « istigati dai superiori », ed inoltre se tale « istigazione », qualora riscontrata, si sia ripetuta e/o possa ripetersi in altre vertenze dei giornalisti di Telepace; con riferimento al quadro di sistematica irregolarità che emerge dalle denunce del sindacato e dalle continue notizie di stampa, e che ha già provocato l’intervento dell’Ordine dei giornalisti, e – come risulta agli interroganti – dell’INPGI, se non ritenga di verificare urgentemente, con una serie altrettanto sistematica di opportuni accertamenti, se e quali ulteriori violazioni normative siano avvenute e/o avvengano nell’emittente Telepace. (5-00469) Interrogazione a risposta scritta: URSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: lo spamming in internet consiste nell’invio di messaggi promozionali indesiderati all’indirizzo di posta elettronica dei destinatari; in Italia il fenomeno sta peggiorando e questo è dovuto al fatto che gli spammer stanno utilizzando tattiche più avanzate e stanno diventando più aggressivi quanto a tecnologie; visto che è l’utente che riceve che paga: infatti paga il tempo per scaricare, paga il tempo per leggere, esaminare e cancellare quelli che quasi sempre, sono messaggi che non ha richiesto e non essendoci virtualmente costi a carico del mittente non esiste quindi un freno al numero dei messaggi inviati che frequentemente raggiungono l’ordine di grandezza di alcune decine di milioni; in Italia, inoltre, desta particolare preoccupazione l’incremento delle segnalazioni che lamentano l’invio di e-mail Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2709 AI RESOCONTI riconducibili al fenomeno denominato phishing, consistente nell’uso di messaggi di posta elettronica e nella creazione di pagine web progettate per simulare comunicazioni ufficiali da parte soprattutto di istituti di credito, con la finalità di raggirare gli ignari utenti internet e carpire loro dati personali o acquisire fraudolentemente informazioni riguardanti la carta di credito (numero, scadenza, codice numerico) o il conto corrente bancario –: se la polizia postale abbia adottato iniziative volte ad arginare il fenomeno. (4-01846) * * * AFFARI ESTERI Interrogazione a risposta orale: DE ZULUETA. — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che: il 16 novembre 2006 è andata in onda su Rai News 24 un’inchiesta di Elisa Maricola e Maurizio Torrealta, dal titolo « Nubi somale », dalla quale emerge la violazione dell’embargo sulla fornitura di armamenti alla Somalia da parte dell’Italia; nel servizio si afferma che le indagini portate avanti dal Gruppo di monitoraggio, incaricato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di vigilare sul rispetto dell’embargo della fornitura delle anni alla Somalia, hanno evidenziato che il numero delle armi in possesso sia dei seguaci delle corti islamiche che del Governo federale transitorio sono aumentate in maniera esponenziale, nonostante l’embargo sancito nel 1993 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite; le violazioni accertate sono centinaia e coinvolgono i governi dell’area, Eritrea ed Etiopia, ma anche Gibuti, Arabia Saudita e Yemen; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 il rapporto dell’ONU, presentato nel maggio scorso, accusa direttamente anche l’Italia e parla di due invii di materiale militare proveniente dal nostro paese e destinati ai miliziani del Governo federale transitorio; le violazioni dell’Italia vengono descritte dal coordinatore degli ispettori ONU, Bruno Schiemsky, secondo il quale almeno 18 camion militari provenienti dal territorio italiano sono arrivati nell’ottobre 2005 al porto di El Ma ‘an, vicino a Mogadiscio, e poi si sono diretti a Johar, dove sono stati utilizzati per trasportare truppe e per montare armi antiaereo; il secondo episodio che coinvolge il nostro paese riguarda alcuni voli organizzati dall’Italia e atterrati all’aeroporto di Johar, dove hanno scaricato materiale proveniente dal ministero della Difesa, in parte anch’esso finito nelle mani del Presidente Abdullahi Yusuf; alla dettagliata richiesta ufficiale di chiarimenti, il Governo italiano ha risposto con una lettera ufficiale, attraverso la propria rappresentanza diplomatica presso l’ONU di New York, con la quale l’Italia si dichiara estranea alla spedizione dei camion, mentre afferma che gli invii per aereo, sei in tutto, fanno parte di aiuti della Cooperazione italiana; Mario Raffaelli, inviato speciale dell’Italia per la Somalia, dalla sede di Nairobi, si è limitato a confermare la risposta ufficiale del Governo; secondo Schiemsky, la risposta del Governo italiano ha aperto interrogativi più che dare risposte infatti le autorità italiane hanno detto che è possibile che un privato abbia esportato camion militari in Somalia, ma purtroppo il Governo italiano non ha fornito il nome di questa persona, né ha fatto sapere se questi avesse comprato i camion dall’esercito italiano, non ha consegnato nessuna documentazione sulla dismissione di materiale militare, né Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2710 AI RESOCONTI sull’esportazione di questi camion o sulla linea marittima che li ha trasportati fino in Somalia; secondo l’inviato del Corriere della Sera in Africa, Massimo Alberizzi, che ha potuto verificare sul posto le accuse, i camion rilevati da un uomo d’affari sono stati spediti a Dubai, negli Emirati Arabi, uno dei porti più utilizzati per le triangolazioni di materiale sospetto. Per quanto riguarda le spedizioni curate dalla Cooperazione, parte sono effettivamente andate ai miliziani del Governo federale transitorio, parte, è il caso di alcuni generatori, sono finite sul mercato; Alberizzi racconta anche di un episodio riguardante una spedizione di camion inviati in Eritrea come aiuti e subito targati militari; la giornalista ha intervistato Oreste Mazzi un italiano che si reca spesso in Somalia, dove ha affittato un terreno in riva al mare, proprio a fianco del porto di El Maan. Mazzi è stato testimone oculare dello sbarco dei camion in un primo tempo presentati dalle autorità portuali come un dono dell’Italia e successivamente attribuiti allo Yemen; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 secondo un recente rapporto dell’ONU, l’Eritrea, che ha fornito alle Corti islamiche aerei da guerra smontati e spediti ufficialmente come pezzi di ricambio, nel 2005 ha acquistato dall’Italiana Aermacchi componenti per i caccia MB339, come registra la relazione annuale sul commercio di armamenti presentata dal Governo; la vendita per un valore di 1.138.000 euro, ha avuto regolarmente l’autorizzazione all’esportazione, secondo quanto stabilito dalla legge n. 185 del 1990 sul commercio delle armi, malgrado la stessa vieti forniture militari verso paesi destinatari di aiuti alla cooperazione italiana –: se non ritengano doveroso collaborare seriamente con le Nazioni Unite per far piena luce su questi traffici di armi in nodo da poter anche perseguire le responsabilità; se non ritengano necessario un maggior controllo sull’applicazione della legge n. 185 del 1990 affinché non si ripetano situazioni come quella denunciata dal servizio giornalistico. (3-00450) Mazzi, che ha anche ripreso con la sua telecamera i mezzi, ha tentato di avvicinarsi alla colonna, ma è stato subito allontanato dalla scorta di miliziani che controllavano strettamente gli automezzi ed il loro carico, subito partiti per Johar; Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: secondo gli ispettori dell’ONU, gli automezzi sono sbarcati a El Ma ‘an dalla nave mercantile Mariam Queen, nota localmente come Abu Maruyama; RANIERI. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: l’autrice del servizio con una rapida ricerca su internet e alle Capitanerie dei porti italiani, ha scoperto che la Mariam Queen non è mai arrivata in Italia, e che il cargo di piccola stazza varato nel 1974 è una carretta del mare addetta ai trasporti tra Corno d’Africa e penisola araba, come dimostra una traccia dei suoi passaggi nel porto saudita di Damman, uno dei tanti scali usati per le triangolazioni di merce con l’Europa; III Commissione: la drammatica morte dell’ex colonnello dei servizi segreti russi (Fsb) Alexander Litvinenko, avvenuta per avvelenamento con sostanze radioattive, ha colpito tutta l’opinione pubblica in Europa –: quali siano le valutazioni in merito all’assassinio di Alexander Litvinenko e se il Governo ritenga di promuovere, in ambito comunitario e internazionale, ogni iniziativa utile a chiarire le responsabilità dell’omicidio. (5-00475) Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2711 AI RESOCONTI SINISCALCHI, MANTOVANI, KHALIL e FRIAS. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: in data 27 ottobre 2006 la Commissione territoriale di Siracusa rigetta la domanda di riconoscimento dello status di rifugiato politico presentata da Kibrome Mekonen, decidendo di riconoscergli una forma di protezione marginale, la protezione umanitaria, della validità di un anno. La domanda di asilo politico di Kibrome Mekonen è invece fondata e conforme alla definizione di rifugiato politico stabilita dalla Covenzione di Ginevra del 1951; ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951, si intende come rifugiato colui che chiede protezione a un paese terzo perché ha « fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religiose, nazionalità o appartenenza a un determinato gruppo sociale »; Kibrome Mekonen appartiene a un gruppo sociale, vale a dire i giovani eritrei in età militare, al quale il governo nega i diritti e le libertà fondamentali. La persecuzione dei giovani in età militare è sistematica. La legge del 23 ottobre 1995 rende obbligatorio il servizio di leva militare per tutti i cittadini eritrei maschi dai 18 ai 40 anni e per le donne dai 18 ai 27 anni, per un periodo di 2 anni. Il diritto all’obiezione di coscienza non è riconosciuto dalle autorità. Ma dal 1998 il servizio di leva continua a essere esteso a tempo indeterminato, con il pretesto del fallimento del processo di negoziazione del confine territoriale con l’Etiopia e del conseguente timore di un nuovo conflitto armato; la mobilitazione militare attuata dal governo eritreo ha assunto dimensioni e modalità contrarie ai diritti dell’uomo, come documentato nei rapporti di Amnesty International, Human Right Watch, e come recepito dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nella sentenza « Said vs Netherlands » del 2001. L’arruolamento forzato dei minorenni attraverso le retate davanti alle scuole, la militarizzazione del Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 sistema educativo con lo spostamento dell’ultimo anno delle scuole superiori presso il campo militare di Sawa, la chiusura dell’Università e la sua sostituzione con college paramilitari, il condizionamento totale della vita a tempo indeterminato e l’impossibilità di programmare il proprio futuro hanno spinto migliaia di giovani a disertare l’esercito o a fuggire prima di prestare il servizio militare; Kibrome Mekonen è disertore, e, se dovesse ritornare il Eritrea, la sua vita sarebbe a rischio, come testimoniato anche nel rapporto a cura di Amnesty International, You have no right to ask, in cui è documentato l’uso ordinario della tortura verso i disertori e i renitenti alla leva; oltre alla tortura, sono ampiamente documentare le pratiche di detenzione in container o in campi di lavoro forzato nelle zone più isolare e dal clima più invivibile del paese; i tentativi di fuga sono puniti con la morte; i carcerieri, infatti, hanno ampia facoltà, se non l’ordine, di sparare per fermare i fuggitivi; la commissione territoriale di Siracusa nega lo status di rifugiato a Kibrome Mekonen ed agli altri richiedenti asilo protagonisti dell’inchiesta giornalistica sugli abusi subiti nel CPT di Pian del Lago di Caltanissetta, nonostante essi si siano esposti al riconoscimento da parte del governo Eritreo e dell’Ambasciata Eritrea in Italia in seguito ai servizi della stampa e tv locali e nazionali, che ne hanno resi pubblici i volti e le generalità. Questo fatto aggrava la loro esposizione e quella dei familiari in Eritrea alla persecuzione; è nota la persecuzione non solo dei disertori, ma anche delle loro famiglie, detenute fino alla consegna dei figli fuggitivi o al pagamento di un’ingente somma di denaro, ed il trattamento che il governo eritreo riserva ai cittadini che hanno richiesto asilo politico in altri paesi; anche la Corte Europea per i diritti umani, nella seduta del 17 settembre 2002, ha riconosciuto fondata la domanda di riconoscimento dello status di rifugiato presentata da un disertore eritreo al governo olandese; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2712 AI RESOCONTI la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta sul naufragio. In data 30 ottobre 2006 Kibrome Mekonen è stato citato come persona informata dei fatti a comparire davanti al Pubblico Ministero dottor Santo Fornasier, il PM incaricato dell’inchiesta (Proc. n. 3559/06 R.G. notizie di reato); la sua comparizione l’ha reso ancor più vulnerabile e ha messo a rischio i suoi famigliari rimasti in Eritrea –: quali forme e modalità il Governo intenda utilizzare per garantire protezione a Kibrome Mekonen, titolare di protezione umanitaria, ai giovani eritrei richiedenti asilo politico in genere, ai sopravvissuti al naufragio del 20 agosto 2006 al largo di Lampedusa denuncianti i fatti accaduti nel CPT di Pian del Lago di Caltanisetta, in particolare, quali vie intenda percorrere perché venga riconosciuto ai giovani eritrei il diritto al rifugio politico, quali misure intenda mettere in atto per salvaguardare la sicurezza delle famiglie rimaste in Eritrea dei richiedenti asilo, agendo anche a livello diplomatico, e quali misure intenda adottare nei suoi rapporti con il governo eritreo, in modo da porre con forza il problema rispetto dei diritti umani, diritti che, ormai è ampiamente risaputo, vengono violati platealmente sia nei confronti dei cittadini eritrei che degli stranieri a vario titolo risiedenti in Eritrea. (5-00476) * * * AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Interrogazione a risposta scritta: CAMILLO PIAZZA. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: dopo il via libera, nel 2005, alla realizzazione della centrale turbogas di Bertonico (Lodi), secondo l’interrogante, è probabile che la giunta della Regione Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 Lombardia dia parere favorevole anche agli altri due progetti considerati come « prioritari » da una delibera di giunta datata 8 agosto 2003: quello di Offlaga e quello di Spinadesco in provincia di Cremona; secondo fonti non ufficiali il nuovo programma energetico regionale (Per) in fase di affinamento da tre anni, verrà approvato dalla Regione Lombardia entro dicembre 2006; il progetto di Offlaga, piccolo comune della bassa bresciana che conta poco più di 3.500 abitanti e dove il 70 per cento della superficie è dedicata all’agricoltura, prevede la realizzazione di una mega centrale termoelettrica da 800 Mw a soli 3 chilometri dal centro del paese; secondo gli studi condotti finora, una centrale di queste proporzioni è in grado di emettere ogni anno 840 mila chilogrammi di ossido d’azoto e 200 mila chilogrammi di monossido di carbonio ed un’emissione di biossido di carbonio calcolata attorno a 1.184.000 tonnellate; in campo energetico la Lombardia è già autosufficiente e i dati relativi ai consumi energetici, su cui la Regione ha calcolato il numero di nuove centrali elettriche, a giudizio dell’interrogante, sono stati sovrastimati e quindi non dovrebbero servire tutte le nuove centrali previste, come quella di Offlaga; nel Piano energetico regionale (Per) si accredita un aumento annuo del 3,3 per cento dei consumi energetici finali. Un dato smentito dall’aumento dei consumi reali registrati dal 2001 ai primi 5 mesi del 2005, che si sono mediamente attestati intorno allo 0,6 per cento annuo; la stima della Regione è smentita anche dal Ministero dello sviluppo economico che prevede un aumento nazionale medio del 2,3 per cento annuo; secondo gli ambientalisti si aprirebbe anche un problema di sicurezza della falda acquifera, con il rischio concreto di Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2713 AI RESOCONTI diffusione di sostanze tossiche, dato che è previsto un prelievo di 340 mila metri cubi di acqua l’anno, necessari alla nuova centrale e all’estensione del teleriscaldamento. Questo potrà determinare un ulteriore cono di depressione dove possono diffondersi le falde di aree già inquinate; quella di Offlaga è un caso locale che si sta trasformando in caso nazionale: da una parte c’è la Seb (la società degli acciaieri, che deterrebbe il 40 per cento delle azioni della futura centrale), il colosso inglese dell’energia, l’International Power (40 per cento delle quote) e la Asm (Azienda servizi municipalizzati) di Brescia (20 per cento delle quote) decisi a portare avanti il progetto, dall’altra c’è un intero paese, sostenuto da 35 sindaci di altrettanti comuni confinanti, convinto di proseguire la battaglia in difesa dei propri territori; nel 1999 l’Asm propose la costruzione di una centrale termoelettrica di grandi dimensioni nel comune, ma secondo la legge di allora, l’ultima parola sulla fattibilità del progetto spettava all’amministrazione comunale che bocciò la proposta. La decisione del Consiglio comunale fu sostenuta nel 2002 da un referendum popolare, dove l’88 per cento dei votanti (con un’affluenza del 68 per cento) risultò contrario al progetto; nel 2003 l’approvazione del decreto Marzano annullò ogni decisione presa. Da allora tutto è stato messo di nuovo in discussione. Il provvedimento, infatti, autorizza il funzionamento temporaneo, e limitato nel tempo, di centrali elettriche, anche in deroga ai limiti contenuti sulle emissioni in atmosfera, e prevede inoltre di poter modificare il limite di temperatura degli scarichi idrici delle centrali termoelettriche. Di fatto la legge Marzano non lascia alle istituzioni locali nient’altro che un parere consultivo. In seguito quindi i costruttori decisero cosı̀ di rinnovare il progetto; il 20 settembre 2003 il consiglio comunale di Offlaga ha approvato all’unanimità una variante « anticentrale », una Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 delibera urbanistica per tutelare il territorio da possibili abusi che rappresenta l’unico strumento legale da « impugnare » in caso di contenziosi. Con questa delibera l’area individuata per la creazione della centrale cambia destinazione, da zona agricola è stata dichiarata area vincolata dal rispetto ambientale; l’Italia è già oggi oltre i limiti di emissioni per quanto riguarda i parametri di Kyoto. Appare evidentemente contraddittorio produrre altri 2 milioni di metri cubi di CO2, la quantità che emetterebbe la centrale di Offlaga –: se il Governo voglia riferire quali siano le informazioni di cui dispone in merito alla realizzazione del progetto della centrale termoelettrica di Offlaga e se siano state eseguite o siano in corso una VIA e una VAS da parte della Regione Lombardia e/o del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e quali siano i risultati, e come intenda rispondere alle richieste della popolazione fortemente preoccupata dalla realizzazione del progetto. (4-01861) * * * BENI E ATTIVITÀ CULTURALI Interrogazione a risposta immediata: LA RUSSA, RAMPELLI, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MI- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2714 AI RESOCONTI NASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: con una convenzione stipulata tra la Banca di Roma ed il ministero per i beni e le attività culturali nel giugno del 1992, la Banca di Roma (poi divenuta Capitalia s.p.a.) s’impegnava a stanziare 40 miliardi di lire per il restauro dell’Anfiteatro Flavio (Colosseo), da erogarsi nel quadriennio successivo, prevedendo anche un aumento della cifra in corso d’opera; alla soprintendenza archeologica di Roma venivano successivamente attribuite le funzioni relative alla progettazione e alla vigilanza sul corretto svolgimento dei lavori; il ministero per i beni e le attività culturali istituiva nel 1995 una commissione scientifica, con il compito di affiancare la soprintendenza nella programmazione delle opere e degli esami propedeutici al restauro del Colosseo e nella progettazione ed esecuzione degli interventi di recupero; alle tre università romane veniva affidata nel contempo la realizzazione di un programma di studi, ricerche e consulenze volte a conoscere lo stato di sicurezza dell’Anfiteatro Flavio; considerata la delicatezza degli interventi e del monumento nel suo complesso, il restauro si sarebbe dovuto completare entro il 2002, secondo le intenzioni della soprintendenza; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 differenti, ha comportato per tanti anni che chiunque transitasse davanti al Colosseo lo vedesse di due colori diversi: una parte più chiara, ripulita nel settore che affaccia su via dei Fori Imperiali, le altre di colore grigio-scuro; a quanto si apprende, le modificazioni avvenute in corso d’opera – in particolare i ritrovamenti di reperti durante il restauro – hanno costretto a continui aggiustamenti e revisioni contrattuali, fino al blocco definitivo dei lavori e, quindi, dell’erogazione dei finanziamenti da parte dello sponsor; ancora oggi non si comprendono le reali ragioni del blocco dei lavori e, conseguentemente, i motivi del mancato utilizzo dei fondi, solo in parte stanziati; dopo tanti anni la situazione del restauro del Colosseo permane praticamente nello stato di perenne incompiutezza, nonostante la soprintendenza abbia manifestato più volte l’intenzione di voler portare a termine i lavori di ripulitura delle volte; secondo una recente ricerca condotta su una serie di monumenti romani da Herity, l’organismo internazionale per la gestione di qualità del patrimonio culturale, il Colosseo – naturalmente promosso per il suo ineguagliabile valore storicoculturale – sarebbe « rimandato » sotto il profilo della conservazione –: quali urgenti iniziative intenda assumere per consentire la prosecuzione dei lavori di restauro e, in particolare, se non ritenga opportuno verificare la possibilità di stipulare con i privati nuove convenzioni per reperire ulteriori capitali. (3-00458) Interrogazioni a risposta scritta: i lavori hanno riguardato principalmente la conservazione di superfici e muri antichi, nonché gli interventi per l’agibilità e la sicurezza del pubblico; COTA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: l’esecuzione di « restauri a campione », operati con tecniche e metodologie l’aliquota al 10 per cento è prevista per le prestazioni elencate al punto 123) Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2715 AI RESOCONTI della tabella A, parte III, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 « Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto »; il punto 123) della tabella A, parte III, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 recita: « spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi balletto, opere liriche, prosa, operetta, commedia musicale, rivista; concerti strumentali; attività circensi e dello spettacolo viaggiante, spettacoli di burattini e marionette ovunque tenuti »; l’Agenzia delle entrate ha specificato, con la risoluzione 83/E, che sono assoggettati all’aliquota IVA del 10 per cento i corrispettivi dovuti dagli spettatori per assistere alle rappresentazioni spettacolistiche indicate al punto 123) della tabella suddetta A; le prestazioni artistiche che singoli o gruppi di artisti forniscono agli organizzatori per la realizzazione degli spettacoli, sono assoggettate all’aliquota IVA del 20 per cento, ad esclusione dei « contratti di scrittura connessi con gli spettacoli teatrali » come espresso al n. 119 della citata tabella A, che sono assoggettati all’aliquota IVA del 10 per cento; l’Agenzia delle entrate, con la risoluzione n. 138/E del 28 settembre 2001, per quanto concerne la nozione di spettacolo teatrale, ha chiarito che la stessa deve essere desunta « dalla tabella A, parte III del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, che al n. 123) fa espresso riferimento agli spettacoli teatrali di ogni tipo, compresi balletto, opere liriche, prosa, operetta, commedia musicale e rivista »; l’aliquota ridotta al 10 per cento viene quindi applicata solo a quegli accordi che hanno per oggetto prestazioni artistiche o tecniche strumentali alla realizzazione degli spettacoli teatrali di cui alla prima parte del punto 123) della citata tabella A; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 alle prestazioni artistiche relative alle altre attività di spettacolo elencate al punto 123) della tabella A, ivi comprese quelle relative ai « concerti vocali e strumentali », si applica l’aliquota IVA ordinaria nella misura del 20 per cento; che l’attuale imposta al 20 per cento penalizza in maniera rilevante tutta l’attività concertistica, dato che i committenti sono spesso enti pubblici (comuni, province e regioni) che non hanno la possibilità di recuperare l’imposta –: come mai a spettacoli come il balletto, le opere liriche, la prosa, l’operetta, la commedia musicale e la rivista viene applicata l’aliquota IVA nella misura del 10 per cento e ad altri spettacoli come i concerti strumentali e vocali viene applicata l’aliquota nella misura del 20 per cento; quali iniziative il Ministro intenda mettere in atto per non penalizzare l’attività concertistica delle stagioni concertistiche e delle orchestre italiane. (4-01855) NUCARA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: sulla Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio 2006 è stato pubblicato un Bando di concorso per undici posti di dirigente storico dell’arte da selezionare con tre prove scritte ed una orale; il 30 per cento dei posti messi a concorso era riservata al personale del Ministero appartenente da almeno 15 anni alla qualifica apicale « C3 super »; in data 16 maggio 2006, con decreto Direttoriale, è stata nominata la Commissione esaminatrice; le domande pervenute per la partecipazione sono state 450, di cui solo 316 ammesse, dopo la valutazione dei requisiti fissata dal bando; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2716 AI RESOCONTI alle prove scritte fissate per i giorni 19, 20 e 21 giugno 2006 si sono presentati 157 candidati, dei quali solo 150 hanno superato le tre prove previste; in data 19 luglio, la Direzione Generale per gli affari generali del Ministero ha comunicato che soltanto 48 candidati sono stati ammessi alle prove orali; in data 31 agosto, sette dei candidati non ammessi alle prove orali, hanno presentato ricorso giurisdizionale dinanzi al Tar del Lazio per l’annullamento, previa sospensiva, del concorso; il 6 settembre il Direttore Generale per gli affari generali del Ministero, in attesa delle decisioni del Tar del Lazio, ha sospeso le successive prove orali del concorso; con il decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262 collegato alla finanziaria, recante « Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria », il Governo autorizza un nuovo concorso per 40 dirigenti, di cui il 50 per cento riservato « per titoli di servizio e professionali » ai dipendenti « incaricati di funzioni dirigenziali » –: se non ritenga che tale articolo, già nella sua formulazione, pregiudichi i diritti acquisiti e crei seri danni patrimoniali e morali ai 48 candidati ammessi alle prove orali e che sono in attesa della sentenza del Tar; se non si prefiguri una procedura anomala per confermare nelle loro posizioni quelle persone che sono state assegnate a dirigere soprintendenze, alcune delle quali, non avendo superato le prove scritte del concorso, hanno presentato il ricorso al TAR di cui alle premesse; se non venga leso gravemente un principio costituzionale annullando per legge un concorso in attesa di sentenza di un Tribunale Amministrativo; se non ritenga necessario assumere iniziative normative per garantire l’espletamento delle procedure concorsuali messe in atto. (4-01857) * * * Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 COMMERCIO INTERNAZIONALE Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del commercio internazionale, per sapere – premesso che: l’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza rifiuti e la tutela delle acque nella Regione siciliana ha emesso un avviso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana in data 9 agosto 2002, « per la stipula di convenzioni per l’utilizzo della frazione residua dei rifiuti urbani, al netto della raccolta differenziata, prodotta nei Comuni della Regione siciliana »; con l’avviso il Presidente della Regione, nella qualità di Commissario delegato, invitava alla presentazione di proposte da parte di operatori industriali per la realizzazione di impianti di incenerimento di rifiuti con recupero di energia, in previsione della stipula di convenzioni ventennali; il piano dei rifiuti adottato dal Commissario delegato in virtù di una assai discutibile ordinanza della Protezione civile che ha sottratto questo compito fondamentale all’organo competente: l’Assemblea Regionale siciliana, incentra la sua strategia su alcuni grandi impianti in grado di incenerire una quantità di rifiuti ben superiore a quella prodotta annualmente in tutta la Regione siciliana e che, in ogni caso, saranno chiamati a smaltire il 65 per cento dei rifiuti raccolti, anche tal quali, senza selezione e trattamento preventivi; la Commissione europea con procedimento del 19 luglio 2004 IP/04/951 ha deciso di inviare un parere motivato all’Italia in relazione al bando emesso dal Presidente della Regione nella qualità di Commissario delegato, per il mancato rispetto della direttiva 92/50/CEE in materia Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2717 AI RESOCONTI di pubblicità, in quanto il bando non era stato pubblicato per esteso sulla GUCE; l’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza dei rifiuti in Sicilia ha replicato sostenendo che il bando era relativo ad una concessione di pubblici servizi (produzione di energia elettrica), piuttosto che ad un appalto di servizi (incenerimento di rifiuti); la Commissione europea, con procedimento del 14 gennaio 2005 IP/05/44 ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia della Comunità europea anche in relazione all’appalto per la scelta degli operatori incaricati di prestare servizio di incenerimento, con recupero di energia, dei rifiuti solidi urbani in Sicilia, per violazione della direttiva 92/55/CEE; l’organo competente ha comunque proceduto decisamente, fino ad annunciare, pochi giorni fa, l’avvio dei lavori per la realizzazione di almeno tre impianti –: quale sia stato l’esito presso la Corte di Giustizia europea del deferimento operato nei confronti dell’Italia, in relazione alle procedure per l’affidamento della realizzazione di mega-inceneritori in Sicilia e se, in presenza di un deferimento alla Corte di Giustizia, sia da ritenersi prudente la prosecuzione delle procedure decisa dal commissario governativo. (2-00261) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 tenacia, ma anche la creatività, l’imprevedibilità tutta italiana, cosı̀ apprezzata nel mondo; per gli italiani che vivono all’estero, come l’interrogante, essere considerati utenti e non consumatori è una conquista non indifferente. Essere posti all’attenzione della tutela del Governo, in quanto pubblico di utenti all’estero, rappresenta un riconoscimento fondamentale della loro italianità e rappresenta anche un atto dovuto ai propri figli; questo spiega perché lo sport, il calcio e tutta la dimensione sportiva in genere è fondamentale per chi vive in Italia, ma vitale per chi risiede all’estero. Lo sport è il mezzo che trasporta il meglio di noi, quanto a creatività, correttezza e talento. È un valore importante per la crescita dei nostri giovani; troppo spesso accade che importanti manifestazioni sportive siano criptate o oscurate e appaia sullo schermo la scritta « questo programma non può andare in onda » –: se il Governo intenda porre rimedio alla situazione sopra descritta, non solo con riferimento agli eventi sportivi, ma anche agli altri eventi che fanno sentire gli italiani che vivono all’estero parte integrante della comunità nazionale. (3-00462) « Raiti, Razzi, Donadi ». * * * * * * DIFESA COMUNICAZIONI Interrogazione a risposta immediata: RAZZI. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che: per gli italiani residenti all’estero, come l’interrogante, lo sport è un valore che permette di far crescere nei propri figli il senso della competizione, ma anche il valore sociale dello stare insieme, il senso del confronto, ma anche quello dell’appartenenza, la determinazione, la Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che: la categoria dei docenti civili di materie non militari delle Scuole Sottoufficiali della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena è legata all’Amministrazione della difesa, senza soluzione di continuità, da tantissimi anni, per mezzo di Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2718 AI RESOCONTI convenzioni, previste dai decreti ministeriali 20 dicembre 1971 e 3 gennaio 1995 n. 165 emanati dal Ministero della difesa; nonostante i tantissimi anni di servizio alle dipendenze della suddetta Amministrazione (per alcuni anche più di 30 anni), gli insegnanti in questione hanno sempre vissuto in uno stato di precarietà storica che non trova eguali in nessun’altra categoria di dipendenti dello Stato. A questa condizione di incertezza del lavoro si è aggiunto il disagio economico, derivante dal fatto che gli stessi non hanno maturato alcuna anzianità di servizio, per cui sono sempre stati retribuiti con quanto previsto per gli insegnanti della pubblica istruzione di prima nomina; con il recepimento da parte del Governo della direttiva europea sul lavoro a tempo determinato (1998/70/CEE), si è sperato in una possibilità di conversione delle convenzioni a termine in rapporti a tempo indeterminato, cosa che non si è verificata, per cui la tanto attesa stabilizzazione del rapporto di lavoro è rimasta una mera illusione. Inoltre, l’Amministrazione ha assunto la decisione, per far fronte alle nuove e mutate esigenze didattiche, di affidare gli incarichi di insegnamento a docenti appartenenti a scuole private, che, attraverso gare di appalto, si sono aggiudicate la possibilità di svolgere attività di insegnamento all’interno degli Istituti militari; lo scorso anno, i rispettivi comandanti delle Scuole Sottoufficiali di Taranto e La Maddalena hanno comunicato che, a causa della riduzione degli stanziamenti, ad un numero cospicuo di insegnanti (15 su 39 a Taranto e 5 su 17 a La Maddalena) non sarebbe stata rinnovata la convenzione, per cui avrebbero perso il posto di lavoro. Gli insegnanti hanno intrapreso, quindi, alcune iniziative, volte ad evitare il licenziamento, ma con conseguente riduzione delle retribuzioni pari ad un terzo dello stipendio, poiché le convenzioni sono state rinnovate per tutti ma a 12 ore, contro le normali 18 ore di lezione settimanali. Attualmente essi percepiscono uno Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 stipendio che si aggira intorno a 800 euro che, come si può ben capire, sono assolutamente insufficienti a provvedere al fabbisogno di qualsiasi famiglia. Il disagio in cui vivono detti insegnanti è gravissimo, sia per quanto attiene la sfera della dignità personale e professionale, sia per quanto attiene la sfera puramente economica; a La Maddalena, il comandante ha preso immediatamente in esame la possibilità di distribuire i carichi didattici in maniera equa tra gli incaricati, attivando la Direzione degli Studi; a Taranto, grazie all’iniziativa congiunta degli insegnanti e di alcune organizzazioni sindacali, il 5 gennaio 2006 si è giunti alla stipula di un accordo con i rappresentanti dell’Ente Difesa, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e dal comandante delle Scuole Sottoufficiali di Taranto, in cui, in via del tutto temporanea, si procedeva al rinnovo delle convenzioni a tutti i docenti alle condizioni su indicate (12 ore settimanali); la scorsa legislatura, per sanare tale situazione di precariato pluriennale, è stata approvata la legge n. 79 del 20 febbraio 2006, che prevede l’immissione negli organici del personale civile della difesa di detti insegnanti –: se il Ministro interpellato intenda attivarsi, affinché sia promosso un intervento presso lo Stato Maggiore della Marina Militare, volto al ripristino delle 18 ore settimanali e se ritenga urgente intervenire, al fine di risolvere definitivamente il problema della precarietà che colpisce i docenti civili di materie non miliari delle Scuole Sottoufficiali della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena. (2-00265) « Satta, Fabris ». Interrogazioni a risposta scritta: PORFIDIA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che: in data 16 dicembre 2004, il Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Giuseppe Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2719 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 Folgore denunciava presso la Stazione dei Carabinieri di Capua (Caserta) che ignoti soggetti avevano appiccato il fuoco all’interno della sua abitazione e, segnatamente, nella stanza da letto; « Nassiriya (Iraq). quartier generale l’attentato del 12 tricolore rimasto stanze distrutte; il fatto, cosı̀ come segnalato nella predetta denuncia, era da ricollegare senza dubbio alcuno alla propria attività, sempre svolta con diligenza e dedizione, come era facile desumere dalla circostanza che gli ignoti incendiari avevano provveduto ad appiccare il fuoco alle divise di ordinanza dopo averle riposte sul letto; al centro del tricolore vi era un gagliardetto nero con un’aquila che stringe tra gli artigli un fascio littorio e la dicitura « Camerati italiani »; la circostanza che trattavasi di fatti ricollegabili al proprio lavoro è avvalorata anche dal fatto che a poca distanza di tempo anche un altro militare della stessa Arma subiva l’incendio doloso della propria autovettura parcheggiata nel garage della propria abitazione; i danni subiti dal Brigadiere Giuseppe Folgore si aggirano intorno ai 20.000 euro, mentre l’Arma dei Carabinieri lo ha indennizzato con due distinti versamenti di 600 euro cadauno effettuati in data 10 agosto 2005; il Brigadiere Giuseppe Folgore ha ben tre figli a carico –: se non ritenga opportuno che l’Arma eroghi un adeguato indennizzo al Brigadiere Giuseppe Folgore e quali azioni intende intraprendere affinché ciò avvenga realmente. (4-01851) LONGHI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: in data 2 dicembre 2003, l’interrogante presentava al Senato un’interrogazione avente ad oggetto un ampio servizio dal titolo « Gli Eroi di Nassiriya » pubblicato sul n. 42 del 26 novembre 2002, del settimanale « Chi », editore Mondadori, riguardante il barbaro eccidio dei 19 italiani in Iraq ad opera dei terroristi; a pagina 17 del suddetto settimanale vi era un servizio fotografico dal titolo Ciò che rimane del dei Carabinieri dopo novembre. In alto il appeso in una delle l’interrogante chiedeva per quale motivo in una delle stanze del quartiere generale italiano fosse esposta siffatta bandiera, quale segno di riconoscimento del nostro Paese, in luogo del « classico » tricolore; quali responsabilità si possono ravvisare in capo al Comando militare della missione italiana in Iraq; se il Governo non ritenga che questo fatto ravvisi il reato di vilipendio alla bandiera di cui all’articolo 292 del codice penale; quali iniziative il Governo intenda adottare per chiarire al più presto tutti gli aspetti di questa incresciosa vicenda; in data 22 aprile 2004, nella risposta: all’interrogazione, il Ministro della difesa Martino assicurava che la Difesa mantiene una costante vigilanza affinché il personale militare rispetti i vincoli connessi con lo « status giuridico » e si attenga, altresı̀, il rispetto delle norme dettate dal Regolamento di disciplina militare. Il ministro sottolineava poi che la distruzione della camerata ubicata all’interno della sede del Comando italiano della Multinational Specialized Unit di An Nassiriyah (Iraq) e i pochissimi elementi desumibili dall’inquadratura dell’immagine riportata nel servizio fotografico non avevano consentito al Comando Generale di risalire ai responsabili; comunicava inoltre, che la vicenda era al vaglio dell’Autorità giudiziaria. Nell’assicurare, altresı̀, che l’Amministrazione militare aveva fornito agli inquirenti ogni possibile e fattiva collaborazione per la ricerca della verità, confermava il proprio impegno nel contribuire alla chiarificazione dell’accaduto ed all’individuazione dei responsabili; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2720 AI RESOCONTI alti ufficiali delle Forze armate ed esperti militari hanno confermato all’interrogante i dubbi sul fatto che in zona di guerra, nel quartier generale italiano, i carabinieri non sapessero individuare chi vi era in quella stanza e comunque rimangono le responsabilità del comando –: quale autorità giudiziaria vagliava la vicenda e quali siano stati gli eventuali esiti a cui è giunta; chi comandava all’epoca il quartier generale e se confermando un impegno siano stati individuati i responsabili. (4-01859) * * * ECONOMIA E FINANZE Interrogazione a risposta scritta: GIANNI FARINA, FEDI e BUCCHINO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: l’Italia ha stipulato una serie di Convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni fiscali; tali Convenzioni stabiliscono quale dei due Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti di soggetti residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi nell’altro; tali Convenzioni si applicano anche alle pensioni e di norma stabiliscono che le pensioni debbano essere tassate una sola volta e, se pensioni private, dallo Stato di residenza [sono pensioni private quelle corrisposte da enti, istituti od organismi previdenziali italiani (ad esempio Inps) preposti all’erogazione del trattamento pensionistico]; la Convenzione con la Francia contro le doppie imposizioni fiscali è in vigore dal 1992; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 tale Convenzione, all’articolo 18, stabilisce che: Pensioni: 1. Fatte salve le disposizioni del paragrafo 2 dell’articolo 19, le pensioni e le altre remunerazioni analoghe, pagate ad un residente di uno Stato in relazione ad un cessato impiego, sono imponibili soltanto in questo Stato; 2. Nonostante le disposizioni del paragrafo 1, le pensioni ed altre somme pagate in applicazione della legislazione sulla sicurezza sociale di uno Stato, sono imponibili in detto Stato; è palese la contraddizione tra il primo ed il secondo comma, ove al primo si indica che le pensioni sono imponibili nello Stato di residenza e al secondo che esse sono imponibili nello Stato di erogazione; tale palese contraddizione ha generato un contenzioso interpretativo che non è mai stato risolto, con la conseguenza paradossale che le pensioni italiane pagate ad un soggetto residente in Francia vengono tassate due volte contravvenendo cosı̀ alla logica ed allo spirito della stessa convenzione contro le doppie imposizioni fiscali; lo scomputo della ritenuta fiscale sulla pensione versata in Italia dal proprio debito d’imposta, previsto secondo le modalità ed i termini stabiliti dalla legislazione fiscale francese, non compensa ma penalizza i pensionati italiani residenti in Francia sottoposti ad una evidente vessazione fiscale e amministrativa –: quale urgente misura od iniziativa si intenda adottare per chiarire in maniera inequivocabile e definitiva, a 14 anni dalla entrata in vigore della Convenzione italofrancese contro le doppie imposizioni fiscali, il significato dell’articolo 18 di tale Convenzione, in modo da uniformarlo alla maggioranza delle Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate dall’Italia, e soprattutto al modello « standard » dell’OCSE, che, per evitare la doppia impo- Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2721 AI RESOCONTI sizione fiscale delle pensioni private, prevedono la detassazione della pensione nel Paese di erogazione e la tassazione nel Paese di residenza. (4-01848) * * * GIUSTIZIA Interrogazioni a risposta immediata: BUEMI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: da tempo il ministero della giustizia disattende al pagamento di prestazioni e beni forniti e ciò rappresenta un punto di non più attendibilità dei contratti di fornitura stipulati, che hanno come committente il ministero stesso; da anni, infatti, tale ministero si dibatte tra tagli di bilancio e stanziamenti inadeguati; tali situazioni hanno trovato tragica ed esplicita conferma quando nelle settimane scorse a Torino, in pieno giorno, davanti al tribunale un uomo si è ucciso con un colpo di revolver 38 alla tempia, chiuso nell’abitacolo di un’Alfa 166 grigio scuro, parcheggiata con cura proprio davanti all’ingresso principale di palazzo di giustizia, come da articolo pubblicato in data 24 ottobre 2006 sul quotidiano La Stampa, nella pagina di cronaca torinese; l’uomo di cui trattasi, Agostino Rocco, 57 anni, non era un inquisito, bensı̀ il titolare di uno dei più grandi autodepositi del Nord-Ovest e, nella sua qualità di custode giudiziario, era uno dei tanti creditori del ministero della giustizia; nel suo deposito custodiva oltre 5 mila veicoli di ogni tipo, sotto sequestro per le più svariate ragioni: dalla bicicletta al motorino, dall’auto al tir, senza essere pagato mai, o quasi mai, da oltre ventiquattro anni; il suicidio cosı̀ esibito, pubblico, non solo rimane un atto di una tragicità assoluta, ma rappresenta un estremo atto di Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 denuncia contro la burocrazia, lo Stato e le sue inadempienze, cosı̀ come denunciato in una lettera che Agostino Rocco ha lasciato, trovata immersa nel sangue e in altri scritti, destinati ai figli e ai collaboratori della sua ditta, la Sps, che inizia cosı̀: « Caro Stato italiano, sono un custode giudiziario di auto e veicoli dal 1982 ... » e poi prosegue puntigliosamente, ricordando che: « Lo Stato paga un euro al giorno. Vanto crediti dagli anni ’80. Più o meno 40, 50 milioni di euro » ed ancora: « Sı̀, basta fare i conti con la calcolatrice. Ora pensate che lo Stato, in teoria, offre la stessa tariffa per una bicicletta o un tir che occupa tantissimo spazio. È ovvio che mi accontenterei di molto meno, ma questi soldi mi spettano. Io dico: se non paghi una multa, lo Stato provvede a pignorarti i beni. Nel caso contrario, vieni preso in giro. Ogni tanto faccio un giro in tribunale. Sa cosa mi dicono? Che il tizio è in ferie, che l’altro è trasferito, che sono cambiate le norme, che c’è una legge nuova, di ripassare. Quando? Domani, dopodomani, magari martedı̀ »; di situazioni dello stesso tipo non sfocianti in gesti estremi come questo ve ne sono diverse –: quali misure il Ministro interrogato intenda intraprendere per porre rimedio a questa situazione particolarmente grave, che sta mettendo in crisi la stabilità di imprese piccole e medie fornitrici del ministero della giustizia e che talvolta sfocia, come sopra premesso, in tragedie senza ritorno. (3-00451) CATONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: degli idonei al concorso a 443 posti, indetto con decreto ministeriale dell’8 novembre 2002, pubblicato nella Gazzetta ufficiale 13 dicembre 2002, n. 98, circa 450 idonei sono ancora da assumere; al momento gli uffici giudiziari sono privi di organico e la giustizia in generale attraversa una fase di grave crisi, evidenziata anche nelle linee programmatiche Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2722 AI RESOCONTI del ministero della giustizia dal Ministro interpellato illustrate nelle Commissioni giustizia del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati; i problemi veri sono determinati senza dubbio dalla grave paralisi della giustizia che sta caratterizzando la nostra società, nonché dalla presenza di dati allarmanti di carenza di personale, non solo negli unep (uffici notifiche, esecuzioni, protesti), ma nelle cancellerie e in tutti gli uffici giudiziari; con tali grave carenze di organico non si può assicurare né la gestione, né il buon andamento dell’amministrazione, utilizzando il solo personale operante all’interno degli uffici amministrativi, sovraccaricandoli di funzioni spesso incompatibili tra loro; in una situazione cosı̀ grave, con la giustizia al collasso, risulta un’enorme contraddizione quella di selezionare, attraverso i concorsi pubblici, del personale per poi non assumerlo, nonostante le carenze siano paurose e la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo condanni di continuo l’Italia per la lentezza della giustizia; realtà distrettuali importanti, come Napoli, Salerno, Catanzaro, Reggio Calabria, L’Aquila e tante altre, evidenziano carenze preoccupanti; la grave contraddizione è stata eccepita anche dal programma della giustizia in cui si legge espressamente: « Bisogna riconoscere che l’organizzazione della giustizia poggia in larga misura sull’attività del personale amministrativo: una ricchezza fondamentale, necessariamente da valorizzare perché l’efficienza degli uffici giudiziari dipende dall’opera di questo personale che oggi risulta mortificato »; come risulta evidente, i problemi della giustizia sono determinati in larga parte dalla mancanza di assunzione di personale. Il tutto mentre ci sono professionisti qualificati che hanno superato un regolare concorso con esiti più che positivi, stanti le difficili prove concorsuali Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 (due scritti e una prova orale comprensiva di 9 materie) che attendono ancora di essere assunti –: se non ritenga necessario ed indispensabile l’utilizzo del personale già idoneo, in modo che la giustizia investa in mezzi e personale per il buon funzionamento della stessa, con la copertura integrale delle gravi carenze di organico esistenti presso gli unep e presso le cancellerie risultanti dall’ampliamento delle piante organiche attingendo dalla graduatoria degli idonei al concorso di ufficiali giudiziari suddetto, essendo la stessa a scadenza nell’anno 2007, o se l’atteggiamento manifestato nei fatti sino da oggi, sottintende, come a noi sembra evidente, il perseguimento di una destrutturazione degli uffici giudiziari per affidare ad altri o esternalizzare le funzioni della giustizia. (3-00452) CESA, CAPITANIO SANTOLINI, VOLONTÈ, FORMISANO, MAZZONI, RONCONI, D’AGRÒ, DRAGO, PERETTI, COMPAGNON, LUCCHESE e MEREU. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: il 31 dicembre 2006 gli istituti di accoglienza per i minori dovranno essere chiusi definitivamente; attualmente sarebbero circa 20 mila i ragazzi ospitati tra comunità di pronta accoglienza, comunità di tipo familiare, comunità educative ed istituti; inoltre, si stima che, su 2633 bambini ospitati in strutture, il 7 per cento ha disabilità fisiche, mentre il 71 per cento fa i conti con disabilità psichiche; la legge n. 149 del 2001 stabilisce che il ricovero in istituto deve essere superato « mediante affidamento ad una famiglia e, ove ciò non sia possibile, mediante inserimento in comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia »; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2723 AI RESOCONTI il rischio per i minori è quello di ritrovarsi, dopo l’uscita dagli istituti, in strutture che hanno poco a che fare con un ambiente familiare; è, infatti, sorto, da più parti, il dubbio che molte strutture abbiano solo effettuato operazioni di facciata, dividendo gli ambienti originari in piccole camere per avvicinarsi ad un improbabile modello di casa famiglia –: se non ritenga di effettuare un’indagine sugli istituti autorizzati ad accogliere i minori che vi saranno inseriti dopo il 31 dicembre 2006, in modo da verificarne la conformità e l’osservanza delle caratteristiche richieste dalla legge, e se non ritenga, altresı̀, opportuno avviare una campagna di sensibilizzazione sull’affido familiare di questi minori, che rappresenta l’unica opzione valida per assicurare ai ragazzi il diritto ad una famiglia. (3-00453) LEONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: è di pochi giorni fa la notizia che la Corte di cassazione ha ritenuto incompetenti per territorio i giudici di Milano nel caso Sme, che ha visto coinvolti, tra gli altri, l’onorevole Cesare Previti e il magistrato Renato Squillante, perché, come è previsto dal codice di procedura penale, la competenza, essendosi i fatti svoltisi prevalentemente a Roma ed essendo indagato un magistrato del distretto di Roma, era evidentemente degli uffici giudiziari di Perugia; la VI sezione della Cassazione ha cosı̀ annullato la sentenza che condannava l’onorevole Cesare Previti e il magistrato Renato Squillante, restituendo gli atti ai giudici di Perugia, che dovranno iniziare daccapo tutto il processo; l’atteggiamento dei giudici di Milano è, secondo l’interrogante, da stigmatizzare, perché contrario alla normativa sulla competenza e, in particolare, all’articolo 11 del codice di procedura penale, che riguarda Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 la competenza per i procedimenti riguardanti i magistrati e costituisce, sempre ad avviso dell’interrogante, quindi, una « forzatura » del nostro sistema processuale, dovuta, con ogni probabilità, ad un intento persecutorio nei confronti dell’onorevole Previti; autorevoli giuristi, fra cui l’ex presidente della Corte di cassazione Marvulli, hanno pesantemente criticato l’atteggiamento dei magistrati di Milano, che hanno, nonostante i ricorsi della difesa per dichiarare l’incompatibilità territoriale del processo, perseguito nel loro intento, dissipando, secondo gli interroganti, ingenti risorse economiche e ponendosi in contrasto con l’articolo 25, primo comma, della Costituzione, secondo cui nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge, e con l’articolo 111 della Costituzione, secondo cui la legge assicura la ragionevole durata del processo; ad avviso dell’interrogante, il lungo processo ha, quindi, causato gravi danni al prestigio dell’amministrazione della giustizia ed ha comportato uno spreco di risorse umane e finanziarie che potevano essere più opportunamente impiegate nell’interesse dei cittadini –: se non ravvisi la necessità di attivare le procedure previste dalla legge al fine di verificare eventuali comportamenti che hanno leso la credibilità delle istituzioni. (3-00454) * * * INFRASTRUTTURE Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture, per sapere – premesso che: l’autodromo di Monza riveste nello sport automobilistico mondiale una posi- Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2724 AI RESOCONTI zione di primo piano; infatti, ha ospitato il Gran Premio d’Italia della Formula 1 quasi ininterrottamente dal 1922; la legge finanziaria per il 2006 ha stanziato un contributo di circa dieci milioni di euro in favore dell’autodromo di Imola che, secondo quanto affermato dallo stesso sindaco della città, sarebbero serviti a completare i lavori di ristrutturazione dell’impianto; dalle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Imola ad una rivista dedicata al settore si apprende che sono in corso delle trattative con l’attuale maggioranza di Governo per implementare le risorse da destinare al rilancio della struttura multi evento dell’Autodromo di Imola, nonostante la perdita del Gran Premio d’Italia della Formula 1; l’autodromo di Monza, pur ospitando da diversi decenni il Gran Premio d’Italia della Formula 1 e dando un’immagine di lustro a livello mondiale di tutto il Paese, non ha mai ricevuto contributi governativi, almeno dal 1956 ad oggi, indirizzati all’ammodernamento e alla messa in sicurezza delle infrastrutture dedicate al circuito –: se è vero che attualmente sia in corso una trattativa tra il Governo e l’amministrazione comunale per assegnare al circuito di Imola altre risorse per la ristrutturazione dell’impianto; se è nelle intenzioni dell’attuale maggioranza di Governo adottare iniziative volte a finanziare i circuiti dedicati allo sport automobilistico presenti su tutto il territorio nazionale, tra quali il circuito di Monza, che rappresenta il punto di riferimento per eccellenza dello sport automobilistico mondiale. (2-00260) « Maroni, Grimoldi ». Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 ambientale, con i suoi 57.000 abitanti e i suoi oltre 14.000 addetti, occupati in prevalenza in industrie manifatturiere, costituisce un punto di forza della produttività e dell’importanza economica del Nord Italia; la medesima valle sconta negli ultimi anni preoccupanti fattori di crisi – dallo spopolamento delle zone più alte all’invecchiamento della popolazione, alla perdita di posti di lavoro, alla desertificazione produttiva – in gran parte riconducibili ad un’inadeguata infrastutturazione nella mobilità di persone e mezzi; al fine di ripristinare il trasporto di persone e cose su ferro, è prevista la creazione di un’adeguata infrastruttura nel fondovalle, cui raccordare la rete viaria. Tale opera, per la quale non sono ancora reperiti i necessari mezzi finanziari, è prevista dal piano territoriale di coordinamento provinciale di Bergamo ed è sostenuta da tavoli di concertazione, che raccolgono enti locali provinciali e regionali, e si prevede l’utilizzazione in buona misura del sedime della vecchia ferrovia delle valli soppressa alla fine degli anni ’50; risulta, tuttavia, che l’agenzia del demanio stia procedendo a vendita o a conferimento di concessione per opere di difficile spostamento (reti di distribuzione del metano, fognature, acquedotti ed altro) del sedime della ex-ferrovia, rendendo cosı̀ di gran lunga più complicata e onerosa la realizzazione della nuova infrastruttura su ferro –: quali specifiche iniziative intenda adottare il Governo affinché il progetto di trasporto su ferro possa essere realizzato – anche a tal fine intervenendo nei confronti dell’agenzia del demanio – con l’obiettivo della difesa della proprietà pubblica di aree di importanza strategica per il futuro produttivo e sociale della Valle Brembana. (3-00455) Interrogazioni a risposta immediata: PAGLIARINI. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che: ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che: la Valle Brembana, oltre ad essere una zona prealpina di rilevante valore a Porto Marghera sono in corso importanti interventi pubblici che hanno Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2725 AI RESOCONTI come obiettivo sia il marginamento di tutti i canali industriali (per un totale di 64 chilometri), in modo da impedire che i veleni contenuti nei suoli industriali circostanti finiscano, attraverso la falda, nelle acque lagunari e nei relativi sedimenti, sia l’asportazione di 7 milioni di metri cubi avvelenati dai canali industriali circostanti le macroisole su cui sono ubicati stabilimenti a rischio di incidente rilevante; il costo complessivo per l’esecuzione di tali imponenti opere pubbliche, che sono già state iniziate negli anni precedenti, ammonta a circa 1022 milioni di euro; Stato e regione hanno finora impegnato a tal fine complessivamente 297 milioni di euro; una parte considerevole dell’importo mancante, per oltre 450 milioni di euro, è stata ricavata dai soggetti proprietari delle aree industriali per effetto del contenzioso giudiziario promosso dal ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché dal magistrato alle acque, con l’assistenza dell’Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia, dal momento che tali iniziative giudiziarie hanno portato le società convenute a transigere la lite con la sottoscrizione di specifici contratti, in forza dei quali, a fronte degli ingenti impegni finanziari dalle stesse contrattualmente assunti, lo Stato si impegnava ad utilizzare le risorse patrimoniali incassate per il completamento delle opere pubbliche, indispensabile, tra l’altro, a garantire la messa in sicurezza dei siti inquinati; nel corso degli anni 2005 e 2006 sono stati versati dalle imprese, sul relativo capitolo di entrata del ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, 185 milioni di euro la cui destinazione era vincolata, sia per specifica disposizione dell’articolo 18 della legge n. 349 del 1986, che per espressi obblighi contrattuali assunti dalle pubbliche amministrazioni statali, al finanziamento delle opere pubbliche sopra descritte; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 tale somma non ha potuto essere utilizzata per l’impiego cui era destinata, dal momento che, con circolare 10 febbraio 2006, n. 7, del ministero dell’economia e delle finanze – dipartimento della ragioneria generale dello Stato, è stata sposata un’interpretazione restrittiva dei commi 46, 47 e 438 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006), per effetto della quale è stato impedito al ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare di riassegnare i predetti importi già incassati dai privati a favore del magistrato alle acque per finanziare il completamento dei lavori in corso, in quanto eccedenti il limite generale delle riassegnazioni fissato con la citata circolare; l’effetto preclusivo della riassegnazione delle somme non sembra affatto essere conseguenza di un divieto contenuto nelle disposizioni della citata legge finanziaria per il 2006, poiché il comma 438 dell’articolo 1 di detta legge non prende in considerazione le transazioni stipulate a Porto Marghera, che hanno caratteristiche giuridiche tutte particolari; con le stesse, infatti, i soggetti privati, nel contestare di aver mai arrecato alcun danno ambientale in difetto di qualsiasi accertamento giudiziale di una loro responsabilità in tal senso, si sono obbligati a versare allo Stato ingenti importi patrimoniali espressamente per concorrere alla realizzazione di un’opera pubblica della cui utilità avrebbero potuto fruire, anche al fine di soddisfare agli obblighi, penalmente sanzionati, della messa in sicurezza dei siti inquinati di cui erano proprietari o custodi. Tale speciale possibilità offerta ai privati, del resto, deriva direttamente dall’accordo di programma per la chimica a Porto Marghera, che è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 febbraio 1999, e dagli atti integrativi ed attuativi dello stesso. Per effetto della richiamata normativa speciale, pertanto, lo Stato ha assunto degli obblighi di realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza delle aree inquinate, il cui adempimento è stato Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2726 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 cofinanziato dai soggetti firmatari o aderenti al citato accordo di programma a mezzo delle transazioni sottoscritte per la definizione delle pendenze giudiziarie in atto; Interrogazione a risposta in Commissione: è di tutta evidenza, allora, come non sia stato posto (né avrebbe potuto essere posto) dalla legge finanziaria alcun limite al riutilizzo di risorse economiche messe a disposizione da privati per cofinanziare la realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza ambientale; nel corso di un incontro con il ministro Antonio Di Pietro avente come oggetto il Passante di Mestre, lo scorso 27 novembre, è stato ipotizzato l’annullamento del vecchio accordo sul Passante, sottoscritto dalle società autostradali e di riportare il progetto nell’ambito della procedura Cipe; persino l’invocata circolare n. 7 del 2006 del ministero dell’economia e delle finanze, interpretando il comma 46 dell’articolo 1 della legge finanziaria per il 2006, non risulta affatto vietare la riassegnazione dei fondi in questione, dal momento che il loro stanziamento non riguarda alcuna delle categorie economiche assoggettate al monitoraggio (categorie 1, 2, 5, 6, 7, 21, 23, 24, 25, 26.2); non ricorre, pertanto, alcun impedimento normativo, primario o secondario, tale da precludere alle amministrazioni dello Stato, che hanno ricevuto le somme corrisposte dai soggetti che hanno transatto le liti giudiziarie proposte dall’Avvocatura dello Stato di Venezia, con riferimento agli interventi di messa in sicurezza delle aree industriali di Porto Marghera, ad impiegare i predetti importi per gli usi contrattuali stabiliti al fine di accelerare il completamento degli interventi di bonifica –: se il Governo intenda adottare ogni provvedimento necessario od utile a consentire l’immediato reimpiego di tutte le somme già riscosse dal ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché di quelle che dovranno essere in futuro corrisposte dai soggetti firmatari degli accordi transattivi sopra menzionati, permettendo in tal modo, attraverso la riassegnazione dei relativi importi al magistrato alle acque competente alla loro realizzazione, la continuazione degli interventi di messa in sicurezza e di scavo dei canali industriali circostanti Porto Marghera, necessari per l’ambiente e per la collettività. (3-00459) D’AGRÒ. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che: questo comporterebbe un dilatamento dei tempi per il prosieguo dei lavori ed un possibile ricorso amministrativo da parte delle società autostradali; i lavori del Passante, che prevedono la realizzazione di una tratta di 32 chilometri, da Dolo a Quarto d’Altino, avviati nel 2005, dovrebbero concludersi nel maggio 2008; per i Veneti, questa infrastruttura rappresenta un’importante, attesa e determinante prospettiva di sviluppo –: se il Ministro intenda dar seguito alle ipotesi ventilate nel corso dell’incontro summenzionato, tali da comportare notevoli ritardi e difficoltà nel completamento dell’opera, anche per il concretizzarsi di ricorsi, dagli esiti incerti e dai tempi lunghissimi, da parte delle società autostradali interessate. (5-00474) Interrogazioni a risposta scritta: FOTI. — Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: lungo la strada statale n. 234 che collega Codogno con Maleo, in provincia di Lodi, è posto, in prossimità di una curva pericolosa, un passaggio a livello a raso, regolato da impianto semaforico; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2727 AI RESOCONTI soprattutto nei periodi in cui le condizioni climatiche non consentono, causa nebbia, la migliore visibilità, si sono verificati incidenti stradali di una certa gravità, dovuti appunto all’ubicazione del detto passaggio a livello –: se siano previsti interventi o siano stati predisposti progetti volti a promuovere, lungo la Strada Statale in questione, le migliori condizioni di percorrenza della stessa, essendo del tutto evidente la situazione di grave pericolo in cui attualmente avviene la circolazione stradale. (4-01847) RAITI. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che: il comune di Lipari ha approvato la proposta progettuale della Condotte S.p.A. inserendola nel piano triennale delle opere pubbliche, cosı̀ che la Condotte S.p.A. di Roma unitamente alla Gea Tecnica di Messina entrerebbero già di fatto a far parte di una nuova società mista che dovrebbe portare avanti una proposta per la progettazione di opere portuali che interessano le isole Eolie; il progetto non sembra contenere elementi nuovi rispetto ad una precedente di alcuni anni or sono, elaborate dalla Gea Tecnica e commissionata a suo tempo dal Presidente della Regione Siciliana (quindi pagata), che era stata pesantemente criticata dalla popolazione eoliana tanto da essere oggetto di una petizione popolare che la fermò; tale idea progettuale è stata fatta propria dal Sindaco pro tempore di Lipari il quale ha dichiarato che essa rappresenta « l’ultima spiaggia » per migliorare le carentissime strutture portuali dell’isola e per questo, quale commissario straordinario dell’emergenza delle Eolie chiede di gestire la situazione grazie alla medesima carica di commissario straordinario all’emergenza Stromboli; a giudizio dell’interrogante, dal punto di vista ambientale una tale proposta dovrebbe essere sottoposta prioritariamente Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 ad un processo di partecipazione democratica della popolazione, come di tutte le componenti sociali, politiche ed economiche –: se, per garantire alla popolazione delle Eolie di continuare ad essere, come sempre, un luogo dove si vive con tranquillità, il Ministro non ritenga opportuno procedere ad una verifica sull’operato del commissario straordinario e sulla regolare costituzione della Società di gestione, nonché accertare la trasparenza delle procedure adottate e la compatibilità degli amministratori; se non intenda verificare se il sindaco di Lipari possa continuare a rivestire la carica di commissario straordinario all’emergenza Stromboli dato che l’emergenza pare essere finita e se non sia opportuno verificare le procedure necessarie affinché lo stesso sindaco, possa dare il debito conto delle risorse economiche (centinaia di migliaia di euro) gestite in virtù della carica di commissario straordinario all’emergenza Stromboli fino ad ora. (4-01852) * * * INTERNO Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’interno, per sapere – premesso che: domenica 26 novembre 2006, il quotidiano La Stampa ha pubblicato una inchiesta giornalistica condotta dalla signora Francesca Paci dal titolo: « Invisibile per un giorno nascosta dal niqab. Coperta da capo a piedi, all’aereoporto nessun controllo »; l’articolo racconta l’esperienza, documentata anche da numerose fotografie, Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2728 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 vissuta dalla cronista che ha trascorso un’intera giornata in giro per Roma vestita con il velo islamico integrale; prevede la normativa vigente, alla identificazione del soggetto che si muove a volto coperto; l’interessante racconto rivela la grande civiltà ed il profondo rispetto che gli italiani hanno nei confronti delle libertà positive, frutto della millenaria cultura cristiana di cui è intriso il nostro paese; tali fatti evidenziano palesi violazioni della normativa in materia di sicurezza e di ordine pubblico e, più in particolare, delle norme che disciplinano le procedure di sicurezza antiterrorismo negli aeroporti di cui si sarebbero resi responsabili alcuni addetti dell’Alitalia e coloro i quali sono preposti ai controlli di sicurezza nell’aereoporto in questione, uno o più impiegati di una circoscrizione romana, alcuni addetti alle forze dell’ordine presenti in Piazza Colonna –: tale brillante ed eccezionale racconto ha rivelato, però, inquietanti inefficienze nei nostri apparati di sicurezza e di amministrazione locale; infatti, nell’articolo in questione la giornalista afferma, allegando più fotografie che lo confermano, di essere passata velata e inosservata ai controlli aeroportuali, in circoscrizione, dai carabinieri, senza che nessuno le chiedesse mai di essere identificata e di mostrare il volto secondo quanto stabilito non dal pregiudizio islamofobico ma dall’articolo 5 della legge n. 152 del 1975; i fatti indicati dalla giornalista appaiono gravi e necessitano di una verifica immediata da parte del Ministero dell’interno ove si consideri che la signora Paci sarebbe passata senza essere identificata al controllo aeroportuale dell’Alitalia, sia al check-in che al varco dei controlli di accesso ai voli, nonostante indossasse il velo islamico integrale e avesse dentro la borsa da viaggio tutta una serie di prodotti che le nuove disposizioni antiterrorismo proibiscono di portare nel bagaglio a mano; avrebbe, inoltre, ottenuto il rilascio, da parte di una circoscrizione romana, di un certificato di nascita e di residenza solo sulla scorta della esibizione del documento di identità ma senza essere stata preventivamente identificata cosı̀ come prevede la legge; avrebbe, infine, passeggiato indisturbata in Piazza Colonna a Roma davanti a poliziotti, carabinieri e vigili urbani senza che gli stessi abbiano proceduto, cosı̀ come quali provvedimenti il Ministro dell’interno intende adottare per accertare la veridicità dei fatti narrati nell’articolo; in caso di riscontro, quali interventi il Ministro dell’interno intende effettuare per sanzionare coloro che si sono resi responsabili di tali omissioni; quali iniziative il Ministro dell’interno intende adottare per evitare che analoghi fatti possano verificarsi in futuro. (2-00263) « D’Alia, Volontè ». Interrogazione a risposta immediata: MARONI, COTA, GIBELLI, DOZZO, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI, POTTINO e STUCCHI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: l’intero territorio dello Stato è interessato da un significativo incremento della criminalità; l’aumento dei reati ha assunto dimensioni rilevanti anche nelle regioni settentrionali e nelle grandi aree metropolitane del Nord, al punto che la scorsa settimana al ministero dell’interno si è ritenuto opportuno organizzare un vertice Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2729 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 al quale hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, e quello di Torino, Sergio Chiamparino; giovani, militanti di Alleanza nazionale, stava raggiungendo, a piedi, la stazione dei pullman per fare ritorno a L’Aquila; specialmente nel capoluogo piemontese, la situazione sembra ormai fuori controllo sotto numerosi punti di vista, come lo stesso sindaco Chiamparino ha ammesso, rilevando come di notte a Torino si svolga ogni genere di traffico illecito, dallo spaccio di droga alla prostituzione, mentre infuria la criminalità da strada; nel transitare su via Tiburtina, il gruppo si è fermato davanti ad una pizzeria a taglio per consumare un pasto veloce; al termine del predetto vertice svoltosi al ministero dell’interno il 30 novembre 2006, il sindaco di Torino ha definito le misure del disegno di legge finanziaria relative al comparto sicurezza inadeguate « alle esigenze di potenziamento di mezzi ed uomini delle forze dell’ordine », rilevando come siano insufficienti persino a fronteggiare il normale turn-over; sempre nel corso del vertice del 30 novembre 2006, il sindaco di Torino avrebbe addirittura proposto uno scambio di organici, offrendo personale del municipio alla questura per permettere l’impiego di un numero superiore di agenti sul terreno –: quale sia l’opinione del Governo relativamente alla situazione generalizzata nella premessa e come intenda ovviarvi e se non ritenga opportuno mettere allo studio la possibilità di richiedere al sindaco di Torino di disporre l’impiego sul territorio degli uomini della polizia municipale, congiuntamente al personale della polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della guardia di finanza. (3-00457) alcuni di loro, in attesa degli altri, sono rimasti fuori dall’esercizio commerciale, quando una ragazza, C.P. e due ragazzi, F.B. e D.F., venivano proditoriamente aggrediti alle spalle da un gruppo appartenente a gruppi di estrema sinistra o centri sociali che, immediatamente dopo, si dava alla fuga; i giovani abruzzesi sono stati fatti oggetto di percosse e colpi sferrati con catene e corpi contundenti; i tre feriti sono stati assistiti da una ambulanza del 118 e, successivamente, si sono recati al Commissariato P.S. di San Lorenzo, dove hanno sporto regolare denuncia; giunti a L’Aquila, i tre sono stati oggetti delle cure dei sanitari dell’ospedale cittadino che hanno riscontrato, alla ragazza, la distorsione del rachide cervicale, guaribile in trenta giorni; ad un ragazzo si sono resi necessari cinque punti di sutura sul cuoio capelluto, all’altro sono state riscontrate escoriazioni e contusioni sul torace e sul dorso –: se siano state avviate indagini per individuare i responsabili della vile aggressione; cosa s’intenda fare per evitare che la zona di San Lorenzo continui ad essere incubatrice di gravi episodi d’intolleranza politica, legati a frange dell’estrema sinistra che in quell’area trovano ospitalità e connivenza. (3-00449) Interrogazione a risposta orale: Interrogazione a risposta in Commissione: BUONTEMPO. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: il 2 dicembre 2006, al termine della manifestazione della Cdl in piazza San Giovanni a Roma, un gruppo di circa venti MARGIOTTA. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: una efficace politica per la sicurezza è forse la richiesta principale che la società italiana rivolge alle istituzioni; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2730 AI RESOCONTI nessun importante progresso potrà essere ottenuto in tal senso in presenza di forze di polizia demotivate, demoralizzate, deluse; l’Associazione nazionale funzionari di polizia, attraverso avviso a pagamento pubblicato sulle principali testate nazionali in data 4 dicembre 2006, nel manifestare rilievi critici sulla legge finanziaria, ha, più in generale, evidenziato la necessità di importanti azioni correttive in materia di organizzazione della pubblica sicurezza: corretto impiego dei poliziotti, troppo spesso destinati a ruoli di portieri, autisti, centralinisti; migliore gestione del personale; razionalizzazione di mezzi e di servizi di scorta; riduzione dell’outsorcing; valorizzazione e accrescimento delle professionalità interne; controllo della spesa immobiliare; motivazione al risparmio di Dirigenti e poliziotti –: quali misure intenda adottare il Governo in relazione ai suddetti rilievi e, in particolare, quali azioni intenda intraprendere per il riconoscimento, ai funzionari di Polizia, del ruolo di qualificata forza dirigenziale nella Polizia di Stato. (5-00473) Interrogazioni a risposta scritta: CAPARINI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: il comma 494 dell’articolo 2 della legge n. 266 del 2005 prevede che « A decorrere dal 1o gennaio 2006 sono sospesi i trasferimenti erariali per le funzioni amministrative trasferite in attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59, con riferimento a quegli enti che già fruiscono dell’integrale finanziamento a carico del bilancio dello Stato per le medesime funzioni. A valere sulle risorse derivanti dall’attuazione del presente comma, i trasferimenti erariali in favore dei comuni delle province confinanti con quelle di Trento e di Bolzano sono incrementati di 10 milioni di euro »; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 sembra che il Ministero dell’interno, ricevute le risorse dal Ministero del tesoro, debba decidere come ripartire fra i comuni delle Province di Brescia, Belluno, Vicenza, Verona e Sondrio utilizzando un criterio che non terrebbe minimamente conto del volere del legislatore che intendeva creare un ammortizzatore economico per quei comuni di confine con la Provincia di Trento che sono per questo penalizzati dalle differenti condizioni dovute alle maggiori risorse che l’autonomia speciale consente –: quando, a quali comuni e con quali criteri saranno ripartite le risorse previste dal comma 494 dell’articolo 1 della legge 266 del 2005. (4-01845) STUCCHI e TREMAGLIA. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: da fonti giornalistiche si apprende la notizia che sabato sera (2 dicembre), al termine della partita di calcio Roma-Atalanta, tenutasi presso lo Stadio Olimpico, si siano verificati dei fatti incresciosi che hanno coinvolto i circa 1.100 tifosi bergamaschi che si erano recati nella capitale per assistere all’evento; risulta all’interrogante che i tifosi, diretti alla stazione ferroviaria di Ostiense, ospitati su 9 pullman, siano stati costretti, dalla Polizia in tenuta antisommossa, a scendere dai rispettivi autobus e siano stati malmenati con manganelli sembra, apparentemente, senza alcun motivo e senza che questi avessero in alcun modo provocato la reazione degli agenti delle forze dell’ordine; dal racconto di alcuni tifosi, testimoni dei fatti (come riportato sul quotidiano Eco di Bergamo del 4 dicembre – pagina 9), sembra che questi, dopo essere stati fatti scendere dai pullman per raggiungere i binari, sarebbero stati costretti Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2731 AI RESOCONTI a passare in mezzo a due file di agenti che avrebbero sferrato numerosi colpi di manganello prima di farli entrare in stazione; tra i tifosi erano presenti anche tre agenti della Digos di Bergamo che, a quanto si apprende, avrebbero cercato di impedire l’azione dei colleghi di Roma, visto il clima di tensione già alto a causa, anche, dell’accoltellamento, avvenuto prima dell’avvio della partita, ai danni di 3 supporter orobici, per mano di ultras romanisti –: se il ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali interventi urgenti intenda adottare nei confronti degli agenti che si sono resi responsabili di queste aggressioni, al fine di fare chiarezza sulla questione e far in modo che fatti di questo tipo non si verifichino ancora nel futuro, nei confronti di persone che nulla hanno fatto per innescare una simile reazione. (4-01854) CARUSO. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: in data 26 novembre 2006, in occasione della partita di calcio Pescara-Napoli, all’esterno dello stadio Adriatico del capoluogo abruzzese si sono verificati gravi scontri tra tifosi del Napoli e forze dell’ordine; il bilancio finale parla di nove contusi, sei dei quali tra le forze dell’ordine, tre i fermi e quattro le auto incendiate, tra cui una volante della polizia; durante gli incidenti veniva ferito in modo grave Gianluca Chiagas, un giovane di 25 anni di Brusciano, tuttora ricoverato in coma farmacologico all’ospedale di Pescara; sul ferimento del giovane tifoso le versioni ufficiali sono state fin dal primo momento frammentarie e contrastanti: le agenzie di stampa, infatti, battevano poche ore dopo l’accaduto che « è ancora incerta la dinamica dell’accaduto... gli inquirenti stanno cercando di capire se il giovane sia Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 caduto dalla gradinata battendo la testa o se la ferita gli sia stata procurata dallo scoppio di un petardo lanciato da altri tifosi partenopei nella concitazione degli incidenti che hanno preceduto l’inizio della gara »; dal referto e dalle successive perizie mediche si evince invece che i danni non potevano essere provocati né da una bomba carta, né da un razzo ma da un corpo contundente di forma tonda; lo stesso primario dell’ospedale di Pescara dove il Chiagas è ricoverato afferma che l’ipotesi più plausibile è che il giovane tifoso sia stato colpito da un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo e a distanza ravvicinata; appare purtroppo sempre più diffuso in situazioni d’ordine pubblico, l’utilizzo del lanciagranate come arma da fuoco, violando le disposizioni che impongono il lancio a parabola, come testimoniano anche le ultime dichiarazioni dell’ex carabiniere Placanica, rilasciate in data 30 novembre 2006 al quotidiano Calabria Ora, il quale afferma che durante gli scontri di piazza a Genova « ...il maggiore Cappello mi ha preso il lanciagranate perché diceva che non ero capace. Io stavo sparando a “parabola”, cosı̀ come mi è stato insegnato, e invece lui ha iniziato a sparare ad altezza d’uomo, colpendo in faccia le persone », dichiarazione sufficiente, ad avviso dell’interrogante, ad avviare un procedimento disciplinare nei confronti dell’autore di questo deprecabile gesto –: di quali informazioni disponga il ministro in merito ai fatti sopracitati; se non ritenga opportuno avviare un’indagine interna per appurare eventuali responsabilità da parte di appartenenti alle forze di polizia, in ordine al ferimento del Chiagas; se non ritenga opportuno contrastare la deplorevole usanza esposta in premessa. (4-01860) * * * Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2732 AI RESOCONTI LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE Interrogazione a risposta immediata: DELBONO, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, BELLANOVA, BUFFO, CODURELLI, CORDONI, D’AMBROSIO, DI SALVO, FARINONE, CINZIA MARIA FONTANA, LARATTA, LENZI, MERLONI, MIGLIOLI, MOTTA, SCHIRRU e VIOLA. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che dopo anni di indifferenza, se non di vero e proprio disconoscimento del fenomeno, la condizione dei lavoratori inquadrati nelle molteplici forme della precarietà trova delle prime, importanti risposte alle tante problematiche connesse a tali forme contrattuali; la sostanziale agevolazione del lavoro precario, sin qui tollerata o riconosciuta con disposizioni contraddittorie e discriminanti, ha orientato le scelte imprenditoriali verso un modello di organizzazione del lavoro basata sulla bassa professionalità e qualità produttiva, con effetti fallimentari sia sul piano sociale, sia su quello della competitività internazionale del nostro sistema produttivo; già nel disegno di legge finanziaria per il 2007 sono poste importanti novità: dal riconoscimento della riduzione del cuneo fiscale e il conseguente abbattimento della base imponibile d’impresa relativamente al costo dei soli lavoratori a tempo indeterminato, al progressivo adeguamento dei contributi previdenziali per i lavoratori parasubordinati; dal diritto, loro riconosciuto, alla maternità e ai congedi parentali e la tutela delle gravidanze a rischio, al diritto alla malattia; dal processo di stabilizzazione e regolarizzazione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa o a progetto, all’obbligo di comunicazione di tali forme contrattuali ai servizio per l’impiego o al documento unico di regolarità contributiva; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 anche per quanto concerne il comparto del pubblico impiego si registrano utili percorsi di stabilizzazione dei lavoratori precari, sia per le amministrazioni statali, sia per quelle regionali e degli enti locali, cui si sommano interventi specifici per la scuola, con un piano triennale per la messa in ruolo di 150.000 docenti e 20.000 amministrativi tecnici ausiliari e misure per i ricercatori che operano nelle università e negli enti pubblici di ricerca; ulteriori e significative innovazioni si manifestano come necessarie per superare il quadro giuridico ereditato e una stagione che ha fatto della precarietà, della bassa professionalità e produttività, nonché di una sostanziale delegittimazione e svilimento del fattore lavoro nel suo complesso, la cifra identitaria di troppa parte del nostro sistema produttivo, spesso solo temporaneamente al riparo dalla concorrenza internazionale o che ha pensato di affrontarla puntando esclusivamente sulla riduzione del costo del lavoro, esternalizzandone gli oneri; tra i tanti, alti costi sociali che si sono prodotti per i lavoratori precari, che – è bene ricordarlo – nella gran parte dei casi non hanno scelto tale soluzione, ma l’hanno subita come unica condizione per poter lavorare, vi è senz’altro il tema previdenziale, questione neanche troppo remota, se si considera che una parte consistente di essi non è annoverabile nelle fasce anagrafiche, anche piuttosto dilatate, dei giovani; ad avviso degli interroganti, è necessario puntare al superamento della precarietà e costruire le condizioni per cui anche ai lavoratori che liberamente vogliano scegliere forme di flessibilità del lavoro sia, comunque, assicurata la condizione per costruirsi una previdenza dignitosa ed un sistema di tutele adeguato –: quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di ricostruire un quadro giuridico complessivo (sistema previdenziale, ammortizzatori sociali, disposizioni sul mercato del lavoro) all’interno del quale il lavoro non sia più considerato Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2733 AI RESOCONTI solo come un onere, ma torni ad essere un fattore di sviluppo economico e di crescita sociale. (3-00460) Interrogazione a risposta scritta: FEDI, BUCCHINO, GIANNI FARINA e NARDUCCI. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: l’articolo 36, comma 22, del decreto legge n. 223 del 2006, convertito con la legge n. 248 del 4 agosto 2006, aveva rimodulato le deduzioni relative alla « no tax area » per i residenti all’estero, abolendo cosı̀ tale beneficio per l’anno 2006; tale disposizione implicava il recupero degli eventuali importi a debito dei pensionati entro il 2006, anno fiscale di competenza; l’Inps aveva disposto la lavorazione dei pagamenti delle pensioni interessate dalla nuova norma nel corso del mese di settembre per l’esigenza di avviare il recupero delle somme indebitamente riscosse sin dalla prima rata in pagamento nel mese di novembre; decine di migliaia di pensionati italiani residenti all’estero, compresi molti soggetti i quali avrebbero avuto invece diritto alla detassazione in Italia in virtù di convenzioni bilaterali, hanno subito nel mese di novembre una sostanziale riduzione dell’importo delle loro pensioni senza conoscerne il motivo; con l’entrata in vigore del decreto legge 262 del 3 ottobre 2006, articolo 3 comma 7, è stata ripristinata la « no tax area » per i pensionati residenti all’estero e l’inps ha predisposto una nuova ricostituzione delle pensioni interessate da queste disposizioni di legge; con la rata di dicembre 2006, l’Inps dovrà restituire ai pensionati non residenti in Italia le somme trattenute nel mese di novembre effettuando un conguaglio positivo. Tali somme erano state addebitate in Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 quanto l’elaborazione delle pensioni per i residenti all’estero, da pagare nel mese di novembre, era già stata completata in rispetto della legge n. 248, prima dell’entrata in vigore della legge n. 262 del 3 ottobre 2006; l’avvicendarsi di norme contrastanti e la loro confusa applicazione ha creato notevoli disagi tra i nostri connazionali residenti all’estero; alcune sedi dell’Inps hanno impropriamente agito da sostituto d’imposta tassando alla fonte le pensioni anche in presenza di richiesta di detassazione da parte dei pensionati residenti all’estero e nonostante quanto stabilito dalle Convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali che prevedono di norma la tassazione da parte dello Stato di residenza e la detassazione in Italia; è auspicabile che tutte le sedi dell’Inps e di altri Enti previdenziali italiani applichino in maniera uniforme quanto previsto dalla normativa in vigore sulle regole di tassazione e sulle procedure per evitare la doppia imposizione fiscale ed informino inoltre tutti i pensionati italiani residenti all’estero dei loro diritti e doveri in materia fiscale –: quali iniziative intendano adottare il Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, affinché: 1) i pensionati residenti all’estero siano informati adeguatamente in merito ai loro diritti e ai loro doveri fiscali sanciti dalla normativa nazionale e/o dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali; 2) i pensionati residenti all’estero siano informati in merito alle procedure previste da ciascuna Convenzione per evitare la doppia imposizione fiscale ed in particolare alla obbligatorietà, pena la doppia imposizione fiscale, di compilare gli specifici formulari per la detassazione delle pensioni, per l’eventuale credito di Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2734 AI RESOCONTI imposta da richiedere ad uno dei Paesi contraenti e/o per il rimborso di tasse impropriamente pagate; 3) le Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali siano applicate in maniera propria ed uniforme da parte degli Enti previdenziali italiani, in modo da evitare imposizioni illegittime, da più pensionati segnalate, sia sulle pensioni che, come spesso succede, sugli arretrati di pensione; 4) siano uniformate sulla base del modello OCSE le previsioni di tali Convenzioni relative alla tassazione delle pensioni, in modo tale da omogeneizzare e facilitare l’applicazione delle stesse; 5) i cittadini italiani residenti all’estero siano informati in maniera adeguata e tempestiva in merito alle implicazioni fiscali che l’eliminazione della « no tax area » ed il passaggio dalla deduzioni alla detrazioni d’imposta avranno sui loro rapporti fiscali con lo Stato italiano. (4-01856) * * * POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI Interrogazione a risposta scritta: CESINI, ZUCCHI, LOMBARDI e FUNDARÒ. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: risulta agli interroganti che il Consiglio d’amministrazione del Corpo Forestale dello Stato, presieduto dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, in data 15 novembre 2006, abbia adottato una delibera che dispone, a decorrere dal 1o gennaio 2007, la nomina del dottor Mariano Cudia a vice Coordinatore regionale della Calabria; il dottor Mariano Cudia è stato candidato nell’attuale legislatura al Consiglio Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 Comunale di Reggio Calabria in una lista collegata al candidato a Sindaco Scopelliti; nel corso della X, XI, XII, XIII legislatura sono stati presentati alla Camera dei deputati, numerosi atti di sindacato ispettivo (4-04125; 4-19367; 4-05243) per denunciare la scarsa trasparenza e dubbia legalità in episodi nei quali proprio il Cudia era direttamente coinvolto nella Regione Calabria; alcuni organi di informazione e stampa della Calabria hanno più volte denunciato fatti di illegalità e sopraffazioni citando il Cudia (Il Dibattito del 19 dicembre 1991 e del 15 febbraio 1992, Il Giornale di Calabria del 9 novembre 1993, La Gazzetta del Sud del 1o novembre 1994; il Corpo Forestale dello Stato essendo una Forza di polizia ad ordinamento civile della Repubblica deve garantire rappresentanti di indiscusse qualità morali e di carattere; il Consiglio d’amministrazione non poteva non conoscere quanto riportato in premessa prima dell’adozione della delibera citata in quanto proceduralmente al fine dell’individuazione dei possibili candidati idonei a ricoprire le funzioni dirigenziali il Consiglio d’amministrazione ha l’obbligo di conoscere i profili e gli aspetti dei candidati –: se corrisponda al vero che il dottor Mariano Cudia avrebbe numerosi procedimenti penali a suo carico; se il Ministro sia a conoscenza degli esiti di tutti i procedimenti a carico del Cudia che, in caso di condanna, escluderebbero la specchiata onestà, requisito indispensabile per svolgere l’incarico di vice Coordinatore regionale della Calabria del Corpo forestale dello Stato; quali valutazioni siano state fatte dal Consiglio d’amministrazione per approvare la proposta di designazione del dottor Mariano Cudia a vice Coordinatore regionale della Calabria; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2735 AI RESOCONTI qualora quanto riportato dovesse trovare effettiva corrispondenza, quali provvedimenti d’urgenza si intenda intraprendere affinché venga annullato il provvedimento di nomina del dottor Mariano Cudia. (4-01858) * * * PUBBLICA ISTRUZIONE Interrogazione a risposta scritta: TOLOTTI e SAGLIA. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: in da 18 novembre il Ministero della pubblica istruzione ha garantito con l’emanazione, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera c)-ter, decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con modificazioni dalla legge 4 giugno 2004, n. 143, del decreto ministeriale n. 85 del 2005, al personale docente che aveva prestato 360 gg. di servizio, nel possesso del prescritto titolo di studio, entro il 6 giugno 2004, la frequenza di corsi speciali di durata annuale (articolo 1, comma 1) per il conseguimento dell’abilitazione o idoneità all’insegnamento, corsi istituiti dalle Università degli studi e dalle Accademie delle belle arti; lo svolgimento dei corsi è previsto nell’anno accademico 2005-2006 (articolo 3, comma 1), nelle sedi individuate da apposita intesa fra Rettore/i e Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, e per due pomeriggi settimanali e l’intera giornata del sabato e fasi intensive nei periodi di sospensione dell’attività didattica, tenendo conto delle esigenze dei corsisti. Sono previsti anche corsi a distanza (articolo 3, comma 3); la frequenza dei corsi è obbligatoria nella misura del 70 per cento delle lezioni (articolo 3, comma 6); Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 il Ministero « valuta e pone in essere tutte le iniziative che possano contribuire alla perequazione e al contenimento dei costi »; sulla base del decreto ministeriale n. 85 del 2005: a) si tratta di corsi riservati, destinati cioè al personale di servizio, per cui l’organizzazione dei corsi è prevista da un lato in modo da essere compatibile con una attività lavorativa di insegnamento, dall’altro in modo da non creare disservizio nelle scuole (non è previsto alcun esonero dal servizio salvo quanto contemplato dalla normativa del diritto allo studio); b) è garantita ai candidati l’iscrizione con riserva alle graduatorie permanenti, la cui apertura è prevista per la primavera 2007 (termine dell’anno 20052006); c) la conclusione dei corsi è prevista entro l’estate del 2007 in tempo utile per lo scioglimento della riserva, l’inserimento a pieno titolo nella graduatoria permanente, cosı̀ da essere potenziali destinatari di contratto a tempo indeterminato; nei bandi istitutivi dei corsi le università lombarde: a) fissano il termine dei corsi in date che oscillano fra novembre 2007 e giugno 2008, a fronte di Università che invece terminano nel mese di giugno (vedi i bandi di Messina, Reggio Calabria, Bari, Genova, Piemonte ed altri); b) non garantiscono a tutti la frequenza di un corso: restano infatti escluse, ad oggi, la scuola dell’infanzia e primaria, nonché molte classi di concorso della scuola secondaria di I e II grado; c) concentrano i corsi in una sede regionale soltanto nella maggioranza dei casi, o al massimo in due che, data la situazione dei trasporti pubblici e la particolare conformazione geografica del ter- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2736 AI RESOCONTI ritorio lombardo e la sua vastità, risultano difficilmente raggiungibili dai candidati nel primo pomeriggio, a meno di lasciare ogni giorno il servizio (Brescia, la seconda provincia dopo Milano per numero di iscritti, non è sede di nessun corso !); d) hanno fissato in 2.600 euro la tassa di iscrizione, una delle più alte d’Italia; e) in alcuni casi fissano la frequenza delle lezioni su 5 giorni alla settimana (vedi Università statale di Milano, dal lunedı̀ al venerdı̀ dalle 14:30 alle 18:30); f) in alcuni casi pur avendo annunciato l’inizio delle lezioni non hanno poi cominciato realmente; nonostante la circolare del 30 agosto 2006 della direzione regionale lombarda garantisse la concessione del nulla osta a chi desiderasse frequentare il corso in regione limitrofa o che comunque offrisse condizioni migliori, alcuni Uffici scolastici provinciali hanno rifiutato tale nulla osta, dal che deriva: a) una grave discriminazione subita dai corsisti lombardi per quanto riguarda la data di conseguimento del titolo abilitante, che li pone in forte svantaggio rispetto a coloro che termineranno in data utile per l’inserimento nelle graduatorie permanenti e potranno perciò anche trasferirsi in Lombardia assorbendo la quota di nomine in ruolo cui avrebbero potuto aspirare; b) una grave discriminazione perché la frequenza dei corsi è resa particolarmente difficile e quindi scoraggiata o resa impossibile oltre che dalle condizioni oggettive (l’eccessiva distanza della sede del corso rispetto alla nostra sede di servizio) da scelte come il rifiuto di tenere parte dei corsi in modalità on-line o in videoconferenza (come fanno invece altre sedi universitarie), il fatto di tenere i corsi in 4-5 giorni a settimana, di non affidarne lo svolgimento a sedi periferiche utiliz- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 zando, come offerto dal Direttore USR (Ufficio Scolastico Regionale), personale di ruolo della scuola; c) una grave discriminazione dovuta al costo elevato –: se il Governo ritenga di intervenire sui rettori delle università lombarde, al fine di rispettare le indicazioni del decreto ministeriale n. 85 del 2005; se il Governo ritenga di suggerire al Direttore scolastico regionale dell’USR Lombardia di adoperarsi per raggiungere un’intesa con i rettori delle università, al fine di garantire al massimo la frequenza dei docenti interessati, tramite il decentramento dei corsi a livello provinciale e l’organizzazione degli stessi con modalità on-line; se il Governo intenda garantire l’organizzazione, l’avvio e il termine di tutti i corsi in tempo utile per l’inserimento a pieno titolo nelle graduatorie permanenti provinciali del 2007. (4-01863) * * * SALUTE Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che: a Parigi operano da oltre 15 anni due centri di riferimento italiani, ossia strutture di accoglienza e in formazione nate per indirizzare il flusso di malati italiani che ogni anno si rivolgono al sistema sanitario francese per importanti trattamenti specialistici, spesso per oncologia; i due centri di Villejeuif e dell’ospedale Pompidou di Parigi sono stati istituiti nel 1990 in base ad una convenzione tripartita fra Consolato Generale, Assi- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2737 AI RESOCONTI stance Publique e Croce Rossa francese e lavorano grazie all’impegno del dottor Alberto Mambelli, medico di fiducia del predetto Consolato Generale, nonché di due impiegate; tali strutture rischiano ora di essere soppresse definitivamente a far stato dal 31 dicembre 2006; la questione riveste carattere di massima urgenza, in quanto la Croce Rossa francese si appresterebbe entro pochissimi giorni ad inviare, o addirittura avrebbe già inviato, agli interessati le lettere di licenziamento; la decisione di concludere la convenzione predetta, vanificando cosı̀ il lavoro di anni, sarebbe scaturita a seguito di una recente missione effettuata a Parigi dal citato Ministero della salute e nell’ottica di una revisione delle forme di collaborazioni bilaterali ed europee, verso obbiettivi – viene riferito – di carattere maggiormente scientifico; il Consolato Generale di Parigi che ha seguito la questione nel corso degli anni con grande attenzione, rileva però che i due centri di riferimento italiani non solo gestiscono ancora un flusso di contatti in arrivo che, solo telefonicamente, ammonta a diverse migliaia all’anno (4.310 per i primi dieci mesi del 2005 – allegato 2 di questa interpellanza) ma esaminano anche i dossier e permettono inoltre di fornire ai richiedenti italiani informazioni corrette di carattere sanitario e logisitico prima di un loro eventuale viaggio per cure a Parigi, evitando cosı̀ inutili spostamenti, spese indebite in loco e per il sistema sanitario nazionale eccetera; per la precisione, un dato che merita particolare attenzione è che i contatti preventivi gestiti a cura dei due centri hanno permesso in alcune migliaia di casi anche e soprattutto di convincere pazienti italiani, anche gravemente ammalati, dell’inutilità di venire a curarsi a Parigi per trattamenti che potevano in realtà essere svolti con successo per il paziente in Italia; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 ciò ha ingenerato e continua a ingenerare un rilevante risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale italiano il quale interviene finanziariamente (modello 112) e che compensa di gran lunga gli esigui costi dei due centri –: se il Governo non ritenga di procedere all’annullamento del mandato al Consolato Generale italiano di Parigi di concludere il citato rapporto convenzionale entro il 31 dicembre 2006, garantendo di conseguenza il rinnovo urgente della convenzione sopradetta nell’interesse del nostro Paese. (2-00264) « Gianni Farina, Quartiani ». * * * SVILUPPO ECONOMICO Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, per combattere l’inquinamento atmosferico e per incentivare l’innovazione nel settore dei trasporti, della mobilità e della logistica, nonché per rispettare gli obblighi derivanti dal Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni di CO2, occorre prendere opportune iniziative per favorire l’utilizzo del gas naturale; in Italia i gas per autotrazione – sia GPL sia metano – vantano una importante tradizione. Il nostro Paese è leader da sempre nella progettazione e costruzione di sistemi di alimentazione a gas di autoveicoli a benzina e li utilizza fin dal dopo guerra. I benefici ambientali suffragati negli anni dai risultati ottenuti nell’abbattimento delle emissioni inquinanti, hanno spinto sia il Governo, legislatura dopo legislatura, che numerose amministrazioni locali, a prendere provvedimenti a loro favore; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2738 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 le politiche poste in essere sono stato generalmente quelle di stabilire accise agevolate per i carburanti gassosi rispetto a quelli tradizionali, di incentivare economicamente le trasformazioni e/o l’acquisto di veicoli a gas e di attualizzare piani di limitazione alla circolazione esentando dalle restrizioni i veicoli alimentati a GPL e metano; rebbe verificando in Campania. In particolare, il Segretario nazionale dello S.N.A., Tristano Ghironi, con lettera pubblicata in data odierna da un quotidiano nazionale (Italia Oggi), denuncia il comportamento di alcune assicurazioni che « stanno realizzando una massiccia dismissione di portafoglio RC Auto nella regione Campania »; ora occorre allargare il raggio degli interventi normativi. In molti altri paesi comunitari e non comunitari vige una normativa moderna e considerevole a favore dello sviluppo dei carburanti alternativi meno inquinanti. Essa riguarda i piccoli impianti domestici, i multidispenser ed il self service nelle stazioni di rifornimento, garantendo allo stesso tempo adeguati livelli di sicurezza; iniziative di questa natura, se fondate, avrebbero ripercussioni estremamente negative per tutti gli automobilisti che si verrebbero a trovare sprovvisti di una adeguata copertura assicurativa nel settore RC Auto; nell’ambito della strategia a favore dello sviluppo del gas naturale, la provincia autonoma di Bolzano ha recentemente emanato le norme di sicurezza in materia di rifornimento di gas naturale per autotrazione –: se il Ministro interrogato non ritenga opportuno predisporre una normativa che regolamenti l’utilizzo degli impianti per il rifornimento domestico di metano per autotrazione a livello nazionale e se non intenda attivarsi per rivedere e portare agli standard europei le normative in materia di stazioni di rifornimento per il gas naturale, ivi compresa l’autorizzazione per il self service e per le colonnine multidispenser. (2-00262) « Brugger, Zeller, Bezzi, Nicco ». Widmann, Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: VI Commissione: MUNGO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: da alcune settimane il Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione sta evidenziando la difficile situazione che si sta- va da sé che, a norma del Codice delle Assicurazioni Private, tutti i veicoli a motore hanno l’obbligo di essere coperti da assicurazione per la responsabilità civile, mentre la imprese di assicurazione sono « tenute ad accettare ... le proposte per l’assicurazione obbligatoria che sono loro presentate » –: se abbia ricevuto la lettera dello SNA e se intenda assumere iniziative normative per fronteggiare il fenomeno descritto, anche a tutela degli automobilisti campani. (5-00470) FLUVI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: da alcuni giorni l’ISVAP ha avviato una ispezione sulla CARIGE Assicurazioni, la compagnia danni del gruppo CARIGE. L’ispezione dell’ISVAP segue un analogo intervento della Banca d’Italia nei confronti dell’istituto di credito genovese. Recentemente, inoltre, anche la Procura della Repubblica di Genova ha aperto un fascicolo sulla CARIGE; alcune inchieste giornalistiche – Corriere della Sera del 23 ottobre 2006 e del 13 novembre 2006 – pongono non pochi interrogativi circa l’attività delle compagnie di assicurazione del gruppo CARIGE, con particolare riferimento ad alcune operazioni immobiliari; già alcuni anni fa l’ISVAP aveva aperto un dossier su CARIGE Vita e CA- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2739 AI RESOCONTI RIGE Assicurazioni. Le ispezioni, che si conclusero con l’adozione da parte delle compagnie di un piano di risanamento da attuarsi nel periodo 2004-2006, evidenziarono gravi insufficienze delle riserve tecniche; il vice presidente della Banca CARIGE è fratello dell’onorevole Claudio Scajola, già Ministro delle attività produttive; nel Consiglio dell’ISVAP siede, fra gli altri, il dottor Michele Scandroglio, nominato nel 2005 dall’allora Ministro Scajola. Il dottor Scandroglio, che alcune fonti giornalistiche danno come molto vicino all’ex Ministro Scajola, è dall’ottobre scorso anche coordinatore regionale per la Liguria di Forza Italia; la legge istitutiva dell’ISVAP dice che i membri del Consiglio « devono essere scelti fra persone di indiscussa ... Indipendenza...» –: se sussistano ancora le condizioni di indipendenza per la permanenza del dottor Scandroglio nel Consiglio dell’ISVAP. (5-00471) Interrogazioni a risposta scritta: LONGHI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: su La Repubblica di martedı̀ 28 novembre 2006 a fondo pagina 14 è stampata un’inserzione (pubblicitaria? Informativa?) della Air One dove si nota « Milano Linate e London City unite più che mai », e poi sotto, tra le altre scritte « Scopri i nuovi voli dal 20 novembre a partire da euro 79 »; si nota il numero di telefono 199.20.70.80 e sotto scritto piccolo « servizio a tariffazione specifica ». Sul lato sinistro dell’inserzione, sempre scritto piccolo, è specificato quanto richiamato dall’asterisco « tariffa di sola andata, soggetta a disponibilità, di posti nella classe dedi- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 cata, non include tasse aeroportuali e surcharge (euro 35), non consente cambi e rimborsi; l’interrogante ha telefonato al 199.20.70.80: una voce registrata comunica che con telefonata da rete fissa si pagano 12,40 centesimi alla risposta e 5,88 centesimi il minuto, altra tariffa si paga da telefono mobile: 15,49 centesimi per lo scatto alla risposta e 48 centesimi al minuto; dà una serie di altre informazioni sulla privacy e poi comunicazione che si sarà collegati ad un operatore appena sarà disponibile. E qui comincia una prolungatissima attesa che si paga; l’utente deve pagare per ottenere informazioni, e non si sa chi stabilisce le tariffe telefoniche; più Air One tarda a rispondere, più il consumatore paga e dunque si deve pagare l’inefficienza; ci si chiede quanti sono, in media, i posti disponibili a euro 79; si dubita che l’inserzione di Air One può essere considerata una pubblicità civetta e gli introiti per Air One derivino più dalle telefonate degli utenti che dal pagamento dei voli –: se al Governo risulti quanto incassa in media Air One dalle telefonate a tariffazione specifica; se non ritenga giusto assumere iniziative normative per vietare questo genere di oneri per gli utenti ed invece porre delle penali alle compagnie o aziende che non rispondono agli utenti entro i tre minuti, sia che l’utente usi un numero verde, sia un normale telefono a pagamento ed ancor più se permarranno i servizi a tariffazione specifica. (4-01853) DEIANA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: il giorno 30 ottobre 2006, presso il Centro Ricerche dell’ENEA Casaccia, in Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2740 AI RESOCONTI uno dei magazzini contenenti rifiuti radioattivi, il magazzino n. 9 dell’impianto plutonio, la cui gestione è affidata alla Sogin SpA fin dal 2003, si è verificato un intenso e repentino aumento della pressione causato dalla scarica accidentale dell’intero parco di 36 bombole di anidride carbonica che servono ad alimentare il relativo sistema antincendio; nei magazzini 9 e 10, dove appunto è avvenuta l’esplosione, sono conservati alcune centinaia di fusti di rifiuti radioattivi per lo più in forma solida, nonché, ossidi misti di uranio e plutonio in polvere, per un totale di circa 5 chilogrammi di plutonio, uno degli elementi più tossici che esistano; l’episodio, a seguito del quale la porta taglia-fuoco del magazzino interessato ed altre due porte del corridoio antistante, che realizzano la prima barriera di protezione posta a salvaguardia dell’ambiente esterno, sono state divelte dai rispettivi cardini e proiettate ad oltre 15 metri di distanza, dal punto di vista ingegneristico e di gestione dell’impianto, si denota come un incidente convenzionale di notevole gravità, i cui esiti, peraltro, avrebbero potuto rivelarsi letali per gli operatori dell’impianto impegnati nella manovra antincendio, nonché causa di gravi danni alle strutture di contenimento dell’impianto medesimo con conseguente contaminazione radioattiva sia all’interno dell’impianto che nell’ambiente esterno; qualora l’evento avesse malauguratamente interessato uno dei laboratori ove sono custodite le scatole a guanti, gli effetti prodotti, data la fragilità di queste ultime, sarebbero potuti risultare altrettanto devastanti ed avrebbero potuto determinare, analogamente al caso precedente, oltre che un rilascio incontrollato di radioattività all’esterno ed una conseguente condizione di emergenza nucleare per l’intero Centro della Casaccia, anche la prolungata inagibilità dei laboratori interessati; purtroppo non è il primo episodio « anomalo » di cattiva gestione che si verifica nell’impianto plutonio. Infatti nel Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 marzo 2006, il CdA di Sogin, dispose di avviare la bonifica delle scatole a guanti dell’impianto plutonio, impegnando 12 lavoratori nelle attività in zona controllata; questa attività, secondo fonti riportate da alcuni lavoratori e lavoratrici, parrebbe si sia svolta senza rispettare le precondizioni richieste dalle leggi, dai regolamenti, dalle prescrizioni e dalle norme della buona tecnica, i cui principi, emanati dall’IAEA, dalla NEA-OCSE e dalla stessa UE, ed internazionalmente condivisi, sono stati recentemente ribaditi anche dalla « Convenzione congiunta di Vienna sulla sicurezza nucleare », sottoscritta nel 1997 dall’Italia e recentemente ratificata. In particolare tali principi garantiscono il rispetto dei criteri basilari che governano e contraddistinguono le attività di D&S (Disattivazione e Smantellamento), e di gestione dei rifiuti radioattivi prodotti, che sono: riduzione al minimo delle dosi da radiazione al personale, (principio ALARA - As Low As Reasonably Achievable), riduzione al minimo della quantità di rifiuti prodotti, massima semplificazione delle soluzioni tecniche adottate, riduzione al minimo dei costi, addestramento del personale e rispetto rigoroso delle procedure e delle disposizioni che attengono alla sicurezza (sorveglianza fisica e medica della radioprotezione, prove periodiche, analisi di sicurezza, programma di addestramento, eccetera); tra la fine di maggio e gli inizi di giugno 2006, secondo quanto disposto dal programma semestrale di sorveglianza medica della contaminazione interna, il personale dell’impianto plutonio operante in zona controllata, ha consegnato i rispettivi campioni biologici (feci) al servizio medicina di centro; intorno al 20 luglio 2006, 7 lavoratori dell’impianto plutonio, di cui in parte comandati ENEA ed in parte dipendenti SOGIN, tutti impegnati nell’attività di bonifica delle scatole a guanti obsolete del medesimo impianto, sono stati informati ufficiosamente per via telefonica dall’esperto qualificato di Sogin per il sito Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2741 AI RESOCONTI Casaccia, che dalle analisi sarebbe emersa una « probabile » contaminazione da plutonio, verosimilmente avvenuta per inalazione, la quale, tuttavia, secondo le rassicurazioni del suddetto, sarebbe stata di modesta entità; nei giorni successivi al 20 luglio, i lavoratori coinvolti, diversamente da quella che è la prassi generalmente seguita a livello internazionale in analoghe circostanze, non sono stati immediatamente sottoposti all’ulteriore analisi con la tecnica del Whole Body Counter (WBC), peraltro disponibile presso lo stesso Centro della Casaccia, la quale, in poche ore, avrebbe potuto confermare o meno gli esiti del primo esame; anche nei giorni immediatamente successivi agli esiti degli esami medici, da parte della direzione dell’impianto non è stato adottato alcun provvedimento cautelativo e né messe in atto le procedure previste in questi casi. Infatti, nonostante la causa della contaminazione continuasse a rimanere del tutto ignota e, quindi, potenzialmente ancora incombente, non è stato emesso alcun ordine di servizio volto a scongiurare con immediatezza l’ulteriore rischio di indebita esposizione o eventuali successive contaminazioni per inalazione del personale operante presso l’impianto plutonio; il 5 ottobre 2006, presso il Centro di Ricerche Enea, si è svolto, dopo ripetute insistenze da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, un incontro tra le rappresentanze locali delle OOSS, l’RSU, l’RLS, una rappresentanza autonoma dei dipendenti ENEA, la direzione di Centro dell’ENEA Casaccia e la Sogin, per chiarire le portata e le circostanze riguardanti la notizia, fino a quel momento mai ufficialmente ammessa, dell’avvenuta contaminazione di 7 lavoratori impiegati presso l’impianto plutonio del suddetto centro. Nell’occasione, Sogin ha escluso che si sarebbe trattato di un incidente ma ha ammesso la contaminazione di 7 lavoratori, dichiarando che si sarebbe trattato di una dose inferiore al valore massimo annuo; dimenticando però Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 di dire che, come riportato nel decretolegge n. 230 del 1995 e nello stesso regolamento di esercizio dell’impianto plutonio, il gestore (definito dalla legge, « esercente ») ed il direttore tecnico di un qualsiasi impianto nucleare, hanno l’obbligo di garantire la sicurezza dei lavoratori nell’ambiente di lavoro e durante lo svolgimento delle attività, attraverso l’attuazione di tutti i provvedimenti e le azioni previsti dalle norme, (rispetto delle disposizioni di legge in materia nucleare e convenzionale, del regolamento di esercizio dell’impianto e delle prescrizioni tecniche, esecuzione delle prove periodiche, attuazione dei programmi di sorveglianza fisica e medica della radioprotezione, esecuzione delle analisi di sicurezza preliminarmente all’avvio di ogni attività), al fine di scongiurare qualsiasi dose indebita ai lavoratori medesimi; nonostante le rimostranze presentate in tale incontro si è continuato a non convocare il collegio dei delegati alla sicurezza dell’impianto plutonio, del quale, data la circostanza della contaminazione e, quindi, del verificarsi di « un evento anomalo », avrebbe dovuto farvi parte anche un esperto dell’APAT. Tale organismo in realtà avrebbe dovuto essere convocato già prima dell’avvio dell’attività di bonifica delle scatole a guanti, data l’intrinseca criticità dell’operazione; tali lavori infatti, come purtroppo dimostra l’avvenuta contaminazione dei 7 lavoratori, pur se previsti come attività di normale esercizio dell’impianto plutonio, in realtà, a causa della vestusità dello stesso impianto e delle scatole a guanti, nonché della scarsa esperienza del personale, avrebbe dovuto cautelativamente prefigurarsi, per ragioni di semplice e consapevole buonsenso, come attività straordinaria e, quindi giustificare anche la convocazione preliminare del collegio dei delegati alla sicurezza (attraverso il quale, come peraltro è prassi consolidata a livello europeo, APAT sarebbe stata messa al corrente), allo scopo di acquisire le necessarie ed ulteriori raccomandazioni per attuare correttamente la bonifica, Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2742 AI RESOCONTI nonché le misure di salvaguardia per gli aspetti di sicurezza e di radioprotezione; va inoltre sottolineato, a sostegno della tesi del grave deficit gestionale dell’impianto plutonio da parte della Sogin, che l’attività di bonifica, contrariamente a quanto disposto dalle norme e dai regolamenti, è stata avviata senza aver prima effettuato un’accurata analisi di sicurezza dell’evento anomalo di riferimento e, quindi, senza neanche aver cautelativamente predisposto le necessarie misure per fronteggiarlo; la Sogin, (Società di Gestione Impianti Nucleari SpA), è stata istituita il 1o novembre 1999, con decreto legislativo n. 79 del 1999, il ministero del tesoro è l’unico azionista, mentre, indirizzi strategici ed oneri economici sono di competenza, rispettivamente, del MICA e dell’Autorità per l’Energia (AEEG); a seguito dell’OPCM n. 3267 del marzo 2003, Sogin è subentrata nella gestione degli impianti ENEA del ciclo del combustibile nucleare dei centri di Saluggia, Trisaia e Casaccia; in quanto società del gruppo ENEL, Sogin, vanta un’esperienza operativa ed un know-how limitati alla sola gestione « industriale » delle centrali elettronucleari dismesse, quindi, a giudizio dell’interrogante non adatti alle problematiche inerenti al mantenimento in sicurezza e alle attività tipiche degli impianti ex-ENEA del ciclo del combustibile nucleare, i quali, per loro stessa natura, sono impianti pilota con caratteristiche e problematiche del tutto specifiche e particolari, compresa la natura stessa dei radionuclidi; soprattutto a partire dal 2003, successivamente all’OPCM n. 3267, con la quale fu proclamato lo stato di emergenza per la sicurezza nucleare, la Sogin, indicata come « soggetto attuatore », nonostante operasse in completo regime di monopolio e di deregulation, ha ugualmente più volte disatteso il raggiungimento degli obiettivi previsti dai programmi di attività che essa stessa aveva sottoposto Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 all’accettazione da parte dell’Autorità per l’Energia per riceverne i relativi finanziamenti –: se i Ministri siano a conoscenza di tali eventi e se abbiano avviato, attraverso l’APAT, un puntuale ed approfondito monitoraggio circa la rispondenza alle vigenti leggi, norme, regolamenti e prescrizioni, delle modalità di gestione dell’impianto plutonio nel suo complesso, con particolare riferimento ai criteri adottati, nell’attuazione delle attività di D&S (Disattivazione e Smantellamento), come la bonifica, nella gestione dei rifiuti radioattivi prodotti, allo stato di efficienza dei sistemi rilevanti ai fini della sicurezza ed alla reale rispondenza del loro funzionamento alle prescrizioni tecniche, nonché, all’accertamento del richiesto livello di qualifica e di addestramento del personale assegnato all’impianto; se i Ministri, in ordine all’evento del 30 ottobre 2006, abbiano riscontrato attraverso l’APAT, la rispondenza o meno, rispetto agli elaborati di progetto, dei collegamenti dei circuiti elettrici e degli apparati elettronici (centraline e quadri) dei sistemi di ventilazione e del sistema di estinzione incendio, ed, inoltre, se siano state accertate le corrette modalità di intervento in caso di allarme incendio delle serrande di mandata e di aspirazione del magazzino n. 9 dell’impianto plutonio; se i Ministri abbiano verificato che nello svolgimento delle attività di manutenzione straordinaria riguardanti gli apparati dei sistemi di sicurezza, autorizzate dalla direzione dell’impianto ed eseguite da ditte esterne, la predisposizione delle specifiche tecniche allegate al relativo contratto, la definizione dei criteri di collaudo e di accettazione, nonché, l’affidamento della responsabilità della verifica in corso d’opera dei lavori in oggetto, siano state assegnate a personale interno all’impianto plutonio di dimostrata competenza ed esperienza e quali esiti detti adempimenti formali avrebbero fornito; se i Ministri abbiano verificato i criteri adottati da Sogin per l’assegnazione Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2743 AI RESOCONTI dei lavori di manutenzione straordinaria del quadro elettrico che alimenta il sistema di ventilazione dell’impianto plutonio, nonché, se abbia proceduto ad accertare la sussistenza dei requisiti di legge della suddetta medesima ditta; se i Ministri, in ordine allo svolgimento delle attività poste in essere dalla direzione dell’impianto, con particolare riferimento all’avvio dell’operazione di bonifica delle scatole a guanti obsolete, abbiano accertato la reale sussistenza delle ragioni che avrebbero indotto la suddetta direzione nel mese di marzo 2006 a ravvisarne la priorità di attuazione, visto che la bonifica è stata avviata senza tuttavia dare alcun seguito all’intero processo di smantellamento delle scatole a guanti di cui essa è parte integrante, e se, in ogni caso, siano state assicurate tutte le previste garanzie a tutela dell’ambiente di lavoro e dei lavoratori (anche attraverso il formale coinvolgimento della APAT), nonché, predisposte le necessarie condizioni per una corretta attuazione del principio della buona regola; se i Ministri, in riferimento ad entrambi gli eventi riportati in premessa, abbiano accertato attraverso l’APAT eventuali violazioni o inadempienze, in ordine agli obblighi previsti dalle leggi, dalle norme, dai regolamenti e dalle prescrizioni, riconducibili a precise e dirette responsabilità dell’esercente di Sogin del sito Casaccia, del direttore dell’impianto plutonio, dell’esperto qualificato e del medico autorizzato; se i Ministri, visto quello che l’interrogante giudica un insolito ed allarmante susseguirsi di eventi incontrollati verificatisi negli ultimi mesi, considerata anche la presenza a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’impianto plutonio del plesso scolastico di Osteria Nuova (Roma), e constatato – secondo l’interrogante – l’evidente deficit nella gestione in sicurezza dello stesso impianto plutonio da parte di Sogin, abbiano provveduto ad intraprendere le necessarie azioni e ad adottare i dovuti provvedimenti nei con- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 fronti della Sogin e, in particolare, della direzione impianti della stessa, allo scopo di assicurare una gestione del suddetto impianto maggiormente competente e responsabile e, quindi, completamente rispondente ai requisiti di sicurezza previsti dalla legge ed attesi dai lavoratori e dalla popolazione circostante il Centro della Casaccia. (4-01864) ULIVI e MIGLIORI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: la Camera di Commercio di Pistoia ha deliberato la chiusura dell’azienda speciale denominata COSP; lo stesso Ente, in base all’articolo 2112 del codice civile, ha assorbito tutte le funzioni della suddetta azienda speciale, compresi gli obblighi verso i dipendenti della stessa; a tali lavoratori viene applicato il contratto dei dipendenti camerali, pur in assenza di assunzione per pubblico concorso, con mansioni e posizione retributiva in linea col cessato contratto privato; la rappresentanza sindacale è stata esclusa, eludendo i suoi diritti, dalla corretta informazione, consultazione e concertazione (al fine di tutelare i lavoratori); pare ormai prassi diffusa, da parte delle camere di commercio, quella di chiudere le proprie aziende private, soggette a contrattazione privata, inserendo nei ruoli il personale che è cosı̀ reso pubblico; questa mancanza dei dovuti controlli lede i diritti di quei lavoratori che da anni svolgono la loro attività, dopo regolare assunzione per concorso pubblico, che potrebbero veder limitate le loro legittime aspettative da parte di nuovi colleghi non in possesso degli stessi titoli –: quale sia il parere dei Ministri interrogati su quanto premesso; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO quali iniziative si intendano tutela dei lavoratori e a garanzia delle associazioni sindacali di interessate. B 2744 AI RESOCONTI attivare a dei diritti categoria (4-01865) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 Interrogazioni a risposta immediata: tanese, anche nella più generale considerazione che una vicenda di questa portata non possa essere strettamente ricondotta, qualora non sussistessero appropriatamente le condizioni tecnico-scientifiche sopra evidenziate, alle decisioni esclusive dell’Enac nei suoi diversi livelli di responsabilità, senza che insista una più ampia autorevole e partecipata platea che concorra a tali effetti decisionali, vedendo interessati anche gli enti territoriali; OLIVA, LO MONTE, NERI, RAO e REINA. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: non di meno, qualora dovessero insistere tutti gli elementi scientifici di gravità della situazione e di pericolosità per la pubblica incolumità –: * * * TRASPORTI l’ossessivo perdurare della chiusura altalenante dell’aeroporto di Catania-Fontanarossa, determinato dalla preoccupazione che deriva dalla presenza in atmosfera di un fascio di polveri laviche eruttate dall’Etna, procura, come purtroppo è già avvenuto nel passato, insostenibili disagi a tutta l’utenza, arreca consistenti danni a carico di tutti i settori cointeressati dell’economia locale e, inevitabilmente, frena considerevolmente il flusso turistico da e per l’isola e ciò in un periodo estremamente importante quale quello attuale, che prelude alle festività natalizie; se a ciò si aggiunge che l’approdo aereo di Catania costituisce il naturale riferimento per quasi i due terzi dell’intero movimento aereo turistico e commerciale che investe tutta la Sicilia, il panorama che si manifesta è drammaticamente preoccupante per l’ulteriore aggravarsi delle già diffuse condizioni di crisi economica in cui versa la stessa regione; in un’interrogazione che è stata avanzata al Ministro interrogato, sono state evidenziate le sopra descritte difficoltà, ma allo stesso tempo è stato espressamente richiesto di conoscere, in termini compiuti, sulla base di quali effettivi e comprovati elementi scientifici (ovvero indagini e sperimentazioni eseguite con appropriati sistemi operativi e secondo precisi protocolli scientifici) si è ritenuto di decidere questo sistema di chiusura dell’aerostazione ca- se non ritenga che sia il caso di trasferire, con tutta l’urgenza che il caso richiede e per il periodo inevitabilmente occorrente, nella base aerea militare di Sigonella quella parte di traffico aereo che viene interdetta all’aerostazione di Fontanarossa, considerato che ciò è avvenuto in occasione della precedente eruzione di polveri vulcaniche da parte dell’Etna, e quali strategie si intendano attuare per eliminare del tutto ovvero ridurre all’estremo le condizioni di difficoltà di agibilità dell’aerostazione di Catania-Fontanarossa, tenuto conto che si tratta di uno scalo aeroportuale strategicamente assai rilevante nell’intera rete italiana ed europea, nel presupposto che in avvenire possano determinarsi nuovamente simili avversità. (3-00456) AFFRONTI. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: nell’ultimo anno, come certificato dalla Corte dei conti, si è verificato un aumento, secondo l’interrogante, esorbitante delle spese per la comunicazione e il marketing delle Ferrovie dello Stato, a fronte di un’immagine trasmessa dagli organi di stampa di un’azienda esempio di inefficienza e, come emerso in Commissione trasporti , poste e telecomunicazioni, quasi al collasso; questo nel momento in cui, senza alcuna preventiva comunicazione al- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2745 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 l’utenza e senza alcuna concertazione e informazione alle istituzioni (regioni, province e comuni), che vengono chiamate in causa solo per le richieste di sovvenzionamenti, si è provveduto a modificare talune tratte, tagliando intere zone del Nord-Ovest dal percorso Eurostar diretto con Bologna, Firenze e Roma, senza apparenti vantaggi economici per l’azienda; risulterebbe all’interrogante che, inoltre, la Mazzoni Ambiente avrebbe sforato la percentuale di lavori cui potersi avvalere in affidamento di subappalto, andando ben oltre la soglia del 15 per cento del valore annuo del lotto per ciascun anno di validità del contratto, cosı̀ come fissata nello stesso bando di gara di cui è stata vincitrice (n. 2005/S 88-085645); le province del Nord-Ovest (Torino, Asti, Alessandria, Pavia e Piacenza), che hanno protestato per le ingiustificate decisioni, chiedono una comunicazione più puntuale e la sospensione dei provvedimenti più penalizzanti che dovrebbero entrare in vigore nei prossimi giorni; nella situazione cosı̀ descritta la Mazzoni Ambiente andrebbe a risparmiare sul costo del personale, vedendosi altrimenti obbligata a procedere ad assunzioni, e la Coop C.P.S. si trova, di fatto, a monopolizzare il mercato del lavoro e della mano d’opera; Trenitalia, che è un’azienda che svolge servizio pubblico, secondo l’interrogante, sta provocando nocumento, con decisioni non giustificate, allo sviluppo economico di una zona molto importante per il nostro Paese, che necessita di collegamenti anche ferroviari rapidi ed efficienti –: altresı̀ è dato certo la grave insoddisfazione degli utenti del trasporto ferroviario delle Marche, connessa anche e soprattutto al livello di pulizia ed igiene delle carrozze, servizio di cui la Mazzoni Ambiente è assegnataria –: quali siano i motivi che hanno determinato un aumento esorbitante delle spese per la comunicazione e il marketing delle Ferrovie dello Stato e quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare nei confronti di Trenitalia riguardo alle decisioni assunte ed esposte nella presente interrogazione. (3-00461) Interrogazione a risposta orale: CICCIOLI. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: la Mazzoni Ambiente risulta appaltatrice dei servizi di pulizia del trasporto ferroviario per la zona del Centro-Nord, che comprende quindi anche la Regione Marche; nell’espletamento del servizio si avvale quale subappaltatrice della Coop C.P.S. di Ancona, utilizzando inoltre mano d’opera fornita dalla stessa nello svolgimento delle mansioni/servizi di cui è appaltatrice; se quanto esporto corrisponda al vero e, in caso affermativo se non si ravvisi una palese violazione della normativa vigente; se non ritenga urgente provvedere ad una verifica volta ad accertare il mantenimento dei requisiti richiesti dalla gara d’appalto, comportando, secondo l’interrogante se confermato quanto esplicitato in premessa, una gravissima alterazione delle regole di assegnazione; come intenda intervenire qualora risultasse confermato quanto illustrato in premessa. (3-00448) Interrogazione a risposta immediata in Commissione: IX Commissione: UGGÈ e SANZA. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: il personale delle motorizzazioni, causa gravi e ingiustificate inadempienze del ministero competente, è costretto, oltre che ad operare senza ricevere il paga- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2746 AI RESOCONTI mento delle spettanze dovute, a sostenere di tasca propria i costi delle trasferte e degli spostamenti; il ministero percepisce anticipatamente dagli utenti privati i compensi per i servizi richiesti; il personale addetto, fino ad oggi dimostrando un elevato senso di responsabilità ha continuato ad operare, anche per garantire attraverso i controlli sugli automezzi il mantenimento dei parametri di sicurezza, ha deciso, d’intesa con le organizzazioni sindacali, di dar corso ad iniziative di mobilitazione che sfoceranno in azioni sindacali a breve –: se intenda intervenire al fine di sanare una vergognosa situazione che rischia di scaricare su incolpevoli utenti e operatori economici conseguenze negative sia per le attività di impresa che sugli aspetti connessi alla sicurezza. (5-00472) Interrogazione a risposta in Commissione: NESPOLI. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: i carabinieri dei Nas e i tecnici dell’Arpa hanno ritrovato, come riportato da alcuni organi di stampa, su alcune carrozze di treni a Novara il batterio della legionella che provoca malattie respiratorie; l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Daniele Borioli ha dichiarato: « Siamo pronti a costituirci parte civile e parte lesa nella vicenda. Abbiamo richiesto immediatamente approfondimenti agli uffici dell’Arpa e alle Ferrovie per capire a che livello di gravità è la situazione e a chi vanno imputate le responsabilità. Paghiamo ogni anno 170 milioni di euro per garantire ai nostri cittadini un servizio di trasporto ferroviario decente: purtroppo l’obiettivo è arduo e ogni giorno ci scontriamo con servizi inefficienti, treni sporchi e in ritardo. Dovessimo accertare ora che i pendolari, oltre a dover subire quotidiani disagi a causa Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 dell’abbandono in cui per anni sono state lasciate le Ferrovie dello Stato, rischiano anche sul fronte della salute, sarebbe davvero intollerabile. Oltretutto il problema riguarderebbe non solo i viaggiatori, ma anche il personale Fs »; le gare di appalto per la pulizia dei treni, che valgono circa 170 milioni di euro, sono state vinti di fatto da un unico concorrente, Mazzoni Ambiente, che si è aggiudicata 10 lotti su 17, che di fatto impone il suo monopolio; a giudizio dell’interrogante certamente sorgono dubbi sulle modalità e sulla trasparenza delle gare, ma tra cimici e legionella, anche perché, in presenza di una crisi finanziaria delle FS senza precedenti, sono stati anticipati alla Mazzoni Ambiente 17,3 milioni di euro da rimborsare in 15 rate mensili senza interesse, la stessa ditta che da sempre provvede alla pulizia dei treni in quasi tutta l’Italia Settentrionale, anche tramite subappalti ad imprese diverse denominazioni e che sono di fatto delle vere e proprie scatole cinesi facente capo alle imprese vincitrici della gara al fine di baipassare l’applicazione del CCNL delle Attività Ferroviarie richiesto dal bando di gara –: se non ritenga di accertare i fatti per tutelare la salute dei viaggiatori; cosa si intenda fare affinché sia assicurata una pulizia dei treni degna di un paese civile; quali azioni mettano in campo le FS per vigilare, sulla reale pulizia e decoro dei treni, sulla reale occorrenza del personale necessario ad espletare le pulizie richieste, sulla reale applicazione del CCNL delle Attività Ferroviarie a tutti i lavoratori del settore pulizie ferroviarie occupati direttamente o tramite imprese subalpaltatrici; se rientri nelle competenze delle FS l’erogazione di prestiti a terzi, per giunta con rimborso senza interessi. (5-00477) Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2747 AI RESOCONTI Interrogazioni a risposta scritta: PELLEGRINO. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: il nuovo orario ferroviario di Trenitalia, in vigore dal prossimo 10 dicembre, nell’ambito delle variazioni dell’offerta commerciale decise dall’Azienda, comporta la limitazione fino a Roma della tratta di percorrenza del treno 368/369, che attualmente copre la linea ferroviaria Napoli-Nizza-Napoli; la città di Napoli è fortemente penalizzata dalla mancanza di treni internazionali e di fatti oltre il treno anzidetto 368/369 di cui è prevista l’imminente limitazione, ne esiste soltanto un altro, il 286/287 che copre la tratta ferroviaria Napoli-Munchen-Napoli; la città di Napoli costituisce il principale punto di collegamento tra il Sud ed il Nord del Paese e con i paesi europei; la vocazione turistica delle due città collegate, Napoli e Roma, va incrementata e non mortificata, e nel caso di specie, con la limitazione del treno 368/369 per Nizza solo fino a Roma è quanto si verificherebbe; la limitazione della predetta tratta, con riferimento alla città di Napoli, avrebbe fortissime ripercussioni sui livelli occupazionali: si determinerebbe infatti un esubero del 50 per cento del personale della Wasteels International, soprattutto di quello viaggiante, addetto al servizio di accoglienza notte nonché di quello impiegato per le pulizie e del 15 per cento della forza lavoro complessiva dell’azienda; a giudizio dell’interrogante la contrazione dell’offerta commerciale di Trenitalia coglie l’unico obiettivo di un beneficio interno della Società ma causa problemi ai lavoratori dell’indotto, ai lavoratori pendolari che usufruiscono giornalmente della tratta Napoli-Roma, alla città di Napoli dal punto di vista commerciale, turistico, oltre che in termini di visibilità internazionale, in netto contrasto con la linea politico-programmatica del Governo e Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 delle Amministrazioni locali, tese ad un rilancio del capoluogo del Mezzogiorno –: quali iniziative intenda intraprendere affinché sia evitato il verificarsi della limitazione (a Roma), della tratta di percorrenza del treno 368/369 dell’attuale linea ferroviaria Napoli-Nizza-Napoli con l’entrata in vigore dei nuovo orario ferroviario al prossimo 10 dicembre 2006, deciso da Trenitalia, anche e soprattutto in relazione alle considerevoli ripercussioni che l’evento avrebbe sull’occupazione del personale della Wasteels International. (4-01849) CATANOSO. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: dalla scorsa settimana il vulcano Etna ha ripreso la sua attività eruttiva ed una nube vulcanica lunga decine di miglia nautiche sta coprendo un vasto territorio della Sicilia orientale; non è la prima volta che l’attività eruttiva dell’Etna causa questo fenomeno della nube di cenere e materiale vulcanico, già verso la fine del 2002 una nube vulcanica più intensa interessò l’area e causò la chiusura dell’aeroporto di Catania per più settimane; anche questo fine settimana lo scalo etneo è stato chiuso per motivi di sicurezza a causa della presenza di ceneri vulcaniche nei cieli della Sicilia orientale e soprattutto nelle ore notturne in quanto non essendo disponibili strumentazioni adeguate, non è possibile effettuare delle osservazioni visive idonee a valutare, tipo, quota e direzione della nube vulcanica; dal fenomeno di 4 anni fa nulla è cambiato nelle procedure operative e le infrastrutture di emergenza e di sicurezza sono rimaste quelle del 2002; da aggiungere che pur essendo state messe a punto delle procedure cosiddette contingency dagli enti preposti le stesse in questi giorni non sono state adottate; dal 2002, e nonostante le promesse fatte, l’aeroporto di Catania non è ancora Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 2748 AI RESOCONTI dotato di una stazione meteo attrezzata a riconoscere la nube di cenere vulcanica sia nelle ore notturne che nei giorni di scarsa visibilità e copertura nuvolosa al di sotto della quota del cratere, in modo che la stessa sia in grado di fornire agli equipaggi informazioni più dettagliate sulla presenza, intensità, esposizione della nube vulcanica; non sono stati stabiliti ancora dei criteri tecnici definiti ma ci si affida a valutazioni empiriche che spesso sono approssimative ed ovviamente restrittive con forti e gravi penalizzazioni al traffico aereo di Catania; come riportano l’agenzia di stampa Avionews e il quotidiano locale La Sicilia, il capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso avrebbe dichiarato che la combinazione di due speciali radar saranno installati prima della prossima estate nell’aeroporto di Catania. Questi radar dovrebbero, sempre secondo quanto dichiarato dal capo della Protezione Civile, permettere di controllare con certezza l’emissione di cenere anche di notte e/o con condizioni meteo avverse –: chi sarà il soggetto istituzionale a dover gestire l’eventuale servizio di sorveglianza sulle attività eruttive, nella fattispecie se tale servizio sarà affidato a personale dell’Aeronautica militare italiana, a personale Enav o a personale della stessa protezione civile; visto che, a quanto dichiara il capo della Protezione civile Bertolaso, entro l’inizio della prossima stagione estiva tali radar saranno operativi, se saranno, avviati i corsi di aggiornamento del personale che dovrà utilizzare tali sistemi –: se esista già uno studio per l’installazione dei radar preannunciati e se siano in corso coordinamenti con i vari enti preposti per la definizione di un programma di implementazione tecnologica dello scalo attesa da anni anche a fronte delle considerevoli e ripetute condizioni di disagio dello scalo catanese. (4-01862) * * * Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 UNIVERSITÀ E RICERCA Interrogazione a risposta immediata: DE SIMONE. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che: le formule organizzative che molte università italiane stanno adottando nell’erogazione dei corsi abilitanti ex legge n. 143 del 2004 (decreto ministeriale n. 85/del 2005) violano – secondo l’interrogante – la normativa di riferimento per quanto riguarda i tempi; il rispetto dei tempi è fondamentale per non compromettere un futuro lavorativo di tutti i corsisti ex decreto ministeriale n. 85 del 2005; infatti, la legge n. 143 del 2004 impone l’aggiornamento biennale delle graduatorie permanenti e l’inclusione con riserva nelle medesime; la riserva non dà alcun diritto di accedere alle supplenze annuali conferite dai centri servizi amministrativi e tanto meno dà diritto a concorrere al ruolo, dato che le graduatorie permanenti si aggiorneranno nel 2007 (maggio); risulta fondamentale poter sciogliere la riserva contestualmente, al fine di non compromettere ogni speranza lavorativa futura; la sintesi dei bandi che, secondo l’interrogante, violano la normativa, relativamente ai tempi, è la seguente: a) primaria (corsi articolo 2, comma 1, lettera c/bis, della legge n. 143 del 2004): a.1) Emilia Romagna: termine aprile 2008; a.2) Liguria: termine settembre 2007; a.3) Lombardia: termine giugno 2008; a.4) Marche. termine aprile 2008; a.5) Veneto: termine luglio 2008; Sardegna (Sassari non attivato nessun corso); b) secondaria (corsi articolo 2, comma 1-ter della legge n. 143 del 2004): b.1) Lombardia: sessione invernale 2006/07; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2749 AI RESOCONTI b.2) Marche: termine febbraio 2008; b.3) Molise: marzo 2008; b.4) Toscana: dicembre 2007; b.5) Veneto: novembre 2007 –: se sia a conoscenza del fatto che le università non hanno rispettato i tempi dettati dalla normativa (decreto ministeriale n. 85 del 2005) e quali iniziative intenda intraprendere per far sı̀ che i corsi abbiano fine entro e non oltre maggio 2007 su tutto il territorio nazionale, al fine di poter sciogliere la riserva in tempo utile per accedere alle supplenze annuali fin dall’anno scolastico 2007-2008. (3-00463) Interrogazione a risposta scritta: PORFIDIA. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che: migliaia di studenti iscritti presso le facoltà d’ingegneria italiane e che conseguiranno la laurea secondo l’ordinamento previgente alla riforma universitaria (ante decreto ministeriale 509/1999) e tutti quei laureati che non sosterranno l’esame di Stato prima della scadenza del periodo transitorio dettato dalla legge n. 170 dell’11 luglio 2003 (conversione in legge del decreto-legge n. 105 del 9 maggio 2003) rischiano di subire una inaccettabile discriminazione, vedendo vanificati e deprezzati anni di studi e sacrifici, qualora non venisse prevista una misura che li tuteli in ottemperanza alla scelta fatta inizialmente in merito alla propria carriera universitaria; a giudizio dell’interrogante, tale situazione lascerebbe prefigurare una palese violazione al diritto all’equità del trattamento, più volte richiamato come fondamento della azione legislativa ed amministrativa del nostro ordinamento; con il decreto legge n. 107 del 2002 convertito in legge dalla legge n. 173 del 2002, laddove durante l’iter parlamentare era stata riconosciuta la necessità di garantire a tutti coloro che si sono laureati e che si devono laureare con il vecchio ordinamento il diritto di svolgere il rela- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 tivo esame di Stato secondo l’ordinamento previgente al decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, il periodo transitorio è stato inspiegabilmente prorogato solo a tutto il 2003; successivamente, con il decreto-legge n. 105 del 2003 convertito in legge dalla legge n. 170 del 2003, è stato esteso il suddetto periodo transitorio fino a tutto il 2006; al 31 gennaio 2006, secondo i dati forniti dal MIUR-URST « Ufficio Statistica », vi sono ancora ben 33.377 iscritti al Corso di laurea quinquennale in ingegneria secondo l’ordinamento previgente alla riforma universitaria; appare pertanto evidentemente improbabile che tutti concludano il loro percorso di studi entro il 31 dicembre 2006; l’eventuale estensione dell’obbligo di sostenere il tirocinio di un anno per poter accedere alla prova di abilitazione alla professione anche agli studenti e ai laureati in ingegneria secondo le modalità di cui al vecchio ordinamento sarebbe una clamorosa ingiustizia –: se non ritenga opportuno adottare iniziative normative volte ad estendere nel tempo e a tutti gli studenti che conseguiranno una laurea in ingegneria secondo la previgente riforma universitaria (ex decreto ministeriale 509/1999), la possibilità di sostenere l’esame di Stato secondo l’ordinamento previgente al decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, superato il quale sia garantito l’accesso, simultaneo e non ulteriormente condizionato, a tutti i settori in cui è stato diviso l’albo professionale. (4-01850) Apposizione di una firma ad una risoluzione. La risoluzione in Commissione Antonio Pepe n. 7-00013, pubblicata nell’allegato B ai resoconti della seduta del 29 giugno 2006, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gioacchino Alfano. Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 2750 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2006 Ritiro di documenti del sindacato ispettivo. interrogazione a risposta in Commissione Fluvi n. 5-00413 del 27 novembre 2006; I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori: interrogazione a risposta in Commissione Fluvi n. 5-00415 del 27 novembre 2006; interrogazione a risposta scritta Satta n. 4-01223 del 10 ottobre 2006; interrogazione a risposta scritta Satta n. 4-01818 del 30 novembre 2006. Stabilimenti Tipografici Carlo Colombo S. p. A. € 0,92 *15ALB0000820* *15ALB0000820*
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