Centre Pompidou, Metz, Francia
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Centre Pompidou, Metz, Francia
L'arte sotto un cappello di paglia Centre Pompidou-Metz, Metz, Francia - CHP GmbH, Freiburg, Germania Un edificio che ospita opere d'arte moderna e contemporanea deve soddisfare anch'esso determinati requisiti artistici. E ciò è sicuramente vero per il Centre Pompidou di Metz, per il quale gli architetti si sono ispirati ai cappelli di paglia dei coltivatori di riso giapponesi. Questa nuova dimora dell'arte, vera e propria pietra miliare in campo architettonico, ha presentato numerose difficoltà per gli ingegneri strutturali. Difficoltà risolte grazie ad Allplan Ingegneria. Oltre a costituire il pezzo forte di un progetto urbanistico su vasta scala nel capoluogo della Lorena, il Centre Pompidou è il primo esempio di decentralizzazione promosso da un istituto culturale francese, a testimonianza di un trend totalmente nuovo in un Paese finora altamente centralizzato. Con esposizioni ed eventi, il nuovo centro artistico consentirà a un pubblico variegato di ammirare perle in precedenza disponibili solo presso la struttura gemella parigina. Quest'ultima, fondata nel 1977, con le sue 59.000 opere rappresenta la più grande collezione interdisciplinare d'arte moderna e contemporanea d'Europa. Scopo del Centre Pompidou di Metz è affermarsi come punto d'influenza culturale in tutta la Francia orientale per diventare una delle principali istituzioni culturali del Vecchio Continente. Una tenda piena di sorprese Gli architetti Shigeru Ban (Tokyo), Jean de Gastines (Parigi) e Philip Gumuchdjian (Londra) hanno vinto il concorso architettonico internazionale nel 2003 con un progetto dalle linee fluttuanti dominato da calcestruzzo, acciaio e legno. Il cliente, Metz Métropole, ha assegnato al gruppo edile Demathieu & Bard il disegno d'insieme, mentre lo studio di ingegneria CTE di Mulhouse e la sua filiale di Friburgo (CHP GmbH) si sono occupate della progettazione strutturale. Area, quest'ultima, complicata dalla natura all'avanguardia dell'edificio, ispirata ai cappelli di paglia dei coltivatori di riso. Anzitutto, è stato necessario combinare i tre materiali (acciaio, legno e calcestruzzo) tenendo in considerazione le loro interazioni. In secondo luogo, la progettazione architettonica si è rivelata particolarmente complessa a causa degli elementi intrecciati, indipendenti alla vista, ma sovrapposti dal punto di vista statico. Tre gallerie espositive realizzate in cemento armato si protraggono da una torre esagonale, una costruzione alta 77 metri a forma di freccia con un telaio in tubi d'acciaio. Le gallerie, lunghe 80 metri, si sovrappongono tra loro formando un parallelepipedo e incrociandosi a 45°, sostenute da snelle colonne in calcestruzzo. La struttura portante principale, in cemento armato, copre sette piani. A completare le gallerie sorgono una navata di 1.200 m², un locale per proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali e un auditorium per altri eventi. I vani adiacenti ospitano un centro informazioni, un caffè, un ristorante e una libreria. Il design simile a un cappello di paglia è stato realizzato utilizzando un tetto in filigrana di abete laminato. La membrana in fibra di vetro e Teflon consta di sei moduli rettangolari appesi a un anello metallico a 37 metri di altezza che coprono una superficie di 8.000 m². L'area espositiva totale ammonta a 5.020 m². Tutti gli spazi possono essere modularizzati in base alle specifiche esigenze, con un elemento di sorpresa che va ad arricchire il patrimonio artistico in mostra. Nel suo complesso, questo edificio arioso ricorda un po' un'enorme tenda da circo con davanti un cortile e spazi verdi. Tra desiderio e realtà In fase di progettazione del disegno d'insieme di supporto, è risultato subito evidente che il concetto architettonico originale avrebbe presentato gravi rischi dal punto di vista costruttivo: era infatti prevista una copertura in legno fissata alla struttura in calcestruzzo e, pertanto, estremamente rigida. Le gallerie, invece, avevano un design molto flessibile, con il conseguente rischio di deformazioni incontrollabili tra i diversi elementi. In collaborazione con la società francese Demathieu & Bard e con l'assistenza del professor Dominique Calvi, specialista in edilizia in legno, CTE ha rielaborato il progetto. Le tre gallerie hanno assunto quindi un carattere più rigido e monolitico e su di esse è stato posato il tetto, una struttura fluttuante di forma sferica. Le deformazioni orizzontali e verticali tra la parte di supporto in calcestruzzo e i componenti in acciaio e legno tutt'intorno sono state così scongiurate. Analizzando alcuni dei dati chiave, si nota come i requisiti del progetto siano particolarmente imponenti in termini di dimensioni del modello computerizzato: è stato necessario valutare, tra le altre cose, 45.000 elementi superficie, 15.000 elementi cavo, 346 punti fondamenta, 240 gruppi di carico e 600 combinazioni di carico. Una chiara visione nella terza dimensione Una volta risolte le difficoltà statiche, i risultati dei calcoli della sede CHP di Friburgo sono stati integrati nella progettazione delle armature. Per questa operazione CHP si è affidata alla soluzione Allplan Ingegneria di Nemetschek Allplan. La progettazione 2D si è dimostrata insufficiente per le complessità del progetto. Le intersezioni e i punti di collegamento, oltre al livello elevato di armature richiesto, hanno reso indispensabili strumenti 3D per la progettazione delle armature. In questo senso, le caratteristiche di interattività di Allplan Ingegneria hanno aiutato i progettisti CAD CHP: a seconda delle esigenze, infatti, questi hanno potuto lavorare con planimetrie, viste isometriche e di sezione per creare il modello spaziale. Dopodiché il sistema ha trasferito automaticamente le modifiche alla struttura di armatura a tutte le tavole e tutte le liste. Particolare attenzione è stata prestata alla raffigurazione dei collegamenti tra la torre e le gallerie, tra la facciata principale e le gallerie stesse, tra i loro soffitti e le loro pareti e tra i vari piani e la struttura principale della torre. Oltre ai consueti documenti di progettazione, a partire dai complessissimi punti di penetrazione sono stati creati rendering dettagliati 3D della struttura di armatura poi trasmessi in cantiere. Questo ha aiutato il team di costruzione operativo in loco a comprendere meglio le interazioni e a individuare le migliori soluzioni possibili. Collaborazione senza soluzione di continuità Un altro vantaggio della progettazione 3D con Allplan è stato rappresentato dal fatto che, al contrario della tradizionale progettazione 2D delle armature, gli utenti non hanno dovuto scambiarsi informazioni specifiche. In questo modo, indipendentemente dalla loro ubicazione, tutti i progettisti hanno potuto lavorare sempre su tavole basate su un unico modello 3D. Non è stato pertanto necessario sapere in che modo un altro progettista aveva lavorato in precedenza sulla tavola. Si tratta di un aspetto particolarmente utile per progetti internazionali e transnazionali, proprio come il Centre Pompidou di Metz. In termini di collaborazione, CHP ha usufruito anche della natura internazionale di Allplan Ingegneria. Ciò ha consentito, ad esempio, il trasferimento via Internet al partner di progettazione tedesco delle tavole d'insieme create da CTE a Mulhouse con una versione in francese di Allplan Ingegneria. È stato così possibile ricavare i dati di progettazione necessari associati all'avanzamento dei lavori dal modello di edificio in Francia, trasmetterli nel formato originale e importarli nello stesso punto del modello in Germania (quest'ultima operazione è stata eseguita da CHP). Con queste premesse, i progettisti CHP sono stati in grado di creare tavole delle armature in linea con gli standard francesi utilizzando le proprie interfacce utente in tedesco. È stato inoltre possibile produrre schede di armatura in francese. Gli aspetti più difficili del sistema di armature sono stati discussi e risolti direttamente nel modello di armatura con i partner francesi grazie alla condivisione desktop. Condividendo lo stesso database e lo stesso metodo di lavoro in Allplan, è stato possibile coordinare il team di Friburgo dalla Francia con la stessa facilità con cui si sarebbe potuto fare se i suoi componenti avessero lavorato nella stanza accanto. I partner sono pertanto riusciti a reagire sempre rapidamente ai problemi particolari che si sono presentati in loco a Metz. Il team europeo di progettazione può così fregiarsi di un altro progetto di successo completato grazie a un'intensa collaborazione. Malgrado la complessità delle attività, i limiti di tempo e alcune importanti richieste di modifica, non si sono verificati errori di progettazione o di altro genere. Questo grazie all'opera diligente dei progettisti e alla potenza di Allplan Ingegneria.
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