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«TESTIMONIANZE SUL 1848 A BRESCIA»
ELISABETTA CONTI*
IL 1848 EROICO
NELLA TESTIMONIANZA PARTECIPE
DI TRE ANTIEROI:
GIAN BATTISTA LUCCHINI, FAUSTINO JOLI,
UN «ANONIMO» POETA DIALETTALE**
È bene partire dalla descrizione di Brescia che troviamo posta all’interno della Nuova Geografia universale di W. Guthrie (Roma, 1804) laddove si dice: «…è una città fortificata, sulla riva della Garza, con un castello …vi è un arsenale ben provveduto ed una torre chiamata Pallade …Contiene 30.000 abitanti …vi sono molte fabbriche di armi …vi si fa parimenti la
tela di lino…». Ebbene nelle carte di Gian Battista Lucchini si
parla proprio di questa Brescia e del quartiere della Pallata (la
Pallade di Guthrie), dove Gian Battista abitava e svolgeva la
sua attività.
Nelle carte della Guardia Civica del 1848 egli riporta i nomi ed i cognomi degli uomini appartenenti alla Guardia della
Quarta Compagnia e sono tutti bresciani di estrazione borghese e popolare, ma anche nobili, che abitano nelle contrade
del vecchio quartiere e si aggirano per la città e le «più remo* Letterata, docente dell’Università Cattolica sede di Brescia.
** Intervento dal titolo «Situazioni e momenti a Brescia nel 1848 e dintorni, con alcune impressioni di Faustino Joli provenienti da collezione privata». Tenuto nel corso dell’incontro sul tema: «Testimonianze sul 1848 a
Brescia» del 7 novembre 2005.
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te stradelle» per mantenere la «pubblica sicurezza». Affascinante poi è ripensare oggi all’elenco minuziosamente compilato all’interno del carteggio che presenta i sei quartieri della
città con le antiche denominazioni delle vie e delle piazze lungo le quali si estendeva il Giro che devono fare la Pattuglie
nelle sere di Domenica1.
Gian Battista Lucchini è esponente di un Risorgimento moderato, libero, cattolico-giobertiano di ispirazione conciliatorista. Esempio dunque di quelle ampie fette di intellettuali che
sentono, a partire dal ’48, l’esigenza di unità nazionale, ma sono nel contempo fortemente cattolici.
Dal 1848 al 1870, ma poi fino al 1912, quindi in un arco di
circa settant’anni i cattolici vivono il dramma di non essere cittadini a tutti gli effetti, ma vogliono conciliare la fede cattolica con le esigenze dell’Unità nazionale.
1
Guardia Civica – Giro che devono fare la Pattuglie nelle sere di Domenica – Quartiere 1.mo; Pattuglia 1.ma: Piazza del Teatro, C. da del Dosso, del Vescovado, di S.ta Brigida, S. ta Maria Calchera, Mercato Nuovo,
Cantarane, Porta Torre Lunga, Spalti fino a Porta S. Alessandro, Bruttanome, nonché tutte le Cont. e V.oli compresi in tale perimetro. Quartiere
2°; Pattuglia 2°: Piazza del Teatro, Bruttanome, C. da e Borgo S. Alessandro, Porta S. Alessandro e Spalti fino a Porta S. Nazaro, Borgo e Corso S.
Nazaro, Cont.a Parolotti e del Gambero, nonché tutte le Cont.e V.oli compresi in tale perimetro. Quartiere 3°; Pattuglia 3°: Corso e Borgo S. Nazaro, Porta S. Nazaro, Spalti fino a Porta S. Giovanni, Corso di Porta S. Giovanni, C.da della Palata, Corso Mercanzia, Arco Vecchio Corsetto S. Agata e C.da Dolzani fino all’angolo Stoppini, nonché tutte le Cont.e V.oli compresi in tale perimetro. Quartiere 4°; Pattuglia 4°: Piazza Arco Vecchio,
Corso Mercanzia, C.da Palata, Corso Porta S. Giovanni sino al Dazio, Spalto fino a Porta Pile, Piazza e C.da S. Faustino, Mercato Vecchio e Cont.a
Rossovera, nonché tutte le Cont.e V.oli compresi in tale perimetro. Quartiere 5°; Pattuglia 5°: Piazza Teatro, C.da Gambaro, Parolotti, Dolzani, Corsetto S. Agata, Arco Vecchio, Rossovera, Mercato Vecchio, Piazza e Contrada S. Faustino, Porta Pile, Spalto fino a S. Chiara, C.da S. Chiara, S. Tommaso, S. Gius. e Strada Nuova, Piazza del Duomo, Pescherie Vecchie nonché tutte le Cont.e V.oli compresi in tale perimetro. Quartiere 6°; Pattuglia
6°: Cont.a Vescovado, S.ta Brigida, S.ta Maria Calchera, Mercato Nuovo,
Porta Torre Lunga, Spalto e Castello sino a S. Chiara, Piazza dell’Albera,
Piazza del Duomo, C.da delle Prigioni nonché tutte le Cont.e V.oli compresi in tale perimetro.
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Gian Battista Lucchini appartiene alla corrente liberale di
ispirazione cattolica, che proseguirà con Mons. Geremia Bonomelli, ed i suoi accenti sono fortemente giobertiani.
Lucchini, nelle sue Considerazioni (Fig. 1) trascritte, auspica che Brescia sia parte viva e integrante di un’Italia «una, forte, indipendente, rispettata e temuta», secondo il dettato giobertiano. Accusa l’Italia di disamore davanti al nemico in armi perché «rinuncia all’exequatur e al placet» e nota l’istallamento di un governo nel governo.
Il suo spirito risorgimentale si dipana anche nelle successive vicende della famiglia Lucchini, che ha continuato ad intessere la propria storia con quella della città, attraverso le vicende dei figli Achille, Annetta e Angelina, quest’ultima sposata a Giovanni Roggero, che ha raccolto e consegnato ai propri eredi le carte che oggi possiamo condividere grazie alla disponibilità del proprietario, Arturo Bettoni, che me le ha trasmesse perché potessi studiarle.
L’albero genealogico della famiglia può essere così riassunto:
Gian Battista Lucchini e Barbara Kratochwill
(m. 1877)
(m. 1868)
Achille
(n.1838-m.1886)
Combatte nel 1859.
È a Porta Pia nel 1870
Senza eredi
Annetta
(n.1839-m.1908)
Suora Vicesuperiora
Angelina
sposa
Giovanni Roggero
Gian Battista
Roggero
(n.1888-m.1972)
Tebaldo
Roggero
(n.1895-m.1975)
eredi
dei documenti
Gian Battista Lucchini, definito possidente dalla «Provincia
di Brescia», è uomo colto e ricco di interessi, il sergente della
IV Compagnia è anche titolare della forneria Lucchini a S.
Faustino per la quale redige un Bilancio (Fig. 2) assai preciso
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nell’agosto del ’48 dal quale si deduce che le scorte di farina
con crusca, riso, farina gialla, legna, vino in zerle, ovi e carbonella sono conservati nel fondaco e in solaio; è inoltre compilatore di un Libro Enciclopedico (Fig. 3) in italiano, tedesco,
francese e latino suddiviso per tematiche: «la cultura come conoscenza», «sano corpo in sana anima» e «la giustizia dea di
ogni virtù» nel quale si asserisce che è necessaria «un’istruzione superiore per salire al livello delle più colte regioni europee e tutti devono essere solidali in questo compito sacro»
(famiglia, comune, provincia, stato). Aggiunge che «l’impulso
alla grande opera della educazione nazionale è già dato in Italia dal Risorgimento medesimo, nel quale il santo entusiasmo
per la libertà e l’indipendenza è partito dai migliori, ma ha purificato anche le plebi ed ha disposto all’opera dell’educazione regolare, degna di uno stato libero».
Gian Battista Lucchini era stato inoltre nominato nel 1843
curatore dell’eredità di Andrea Lutz con Decreto del Tribunale civile, criminale e mercantile (Fig. 4).
È riconosciuto come uomo probo, come risulta nella circolare del 1861 inviata al confratello Gian Battista Lucchini, che
fa cioè parte della Confraternita del S.S. Sacramento di S. Giovanni Evangelista in Brescia istituita come da Regolamento
nel 1853 (Fig. 5). In esso si dice che è una tra le parrocchie
più popolate della città e necessita di mezzi per le funzioni,
per animare il culto e aiutare i poveri. Presidente della Confraternita risulta essere il Prevosto Gei, mentre Priore è Angelo Passerini, Vicepriori sono Filippo Rota e Francesco Bruni, e tra i delegati troviamo Faustino Bendiscioli e Gian Battista Rovetta.
Gian Battista Lucchini versa tre lire austriache all’anno per
elemosina e compra un’azione della Confraternita nel 1861
per lire 2,50.
È inoltre uomo di istituzioni: amato e rispettato sindaco di
Caino dal 1854 al 1868, come si evince da varie lettere contenute nel fondo, e nel 1864 è rappresentante del Consorzio
di Mompiano.
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Nel 1836 aveva sposato nella Chiesa di S. Nazaro e Celso
Barbara Kratochwill di Praga che gli dà tre figli, Achille, Annetta e Angelina e muore a 54 anni. I funerali della moglie si
svolgono nella parrocchia di S. Giovanni il 17 giugno del 1868.
E proprio i figli di Gian Battista saranno i continuatori dello spirito risorgimentale del padre; Achille per primo (Fig. 6),
nasce nel 1838, è impiegato e già nel 1859 combatte come volontario e fante del 10° Reggimento nella Campagna per l’indipendenza e l’unità d’Italia, come dà testimonianza il libretto di deconto del soldato Achille Lucchini del 1859. Sergente
della Guardia Nazionale di Brescia nel 1860, viene nominato
portabandiera del 2° battaglione da Vittorio Emanuele. È volontario anche nel 1866 e partecipa alla presa di Porta Pia nel
1870. Muore il 25 gennaio del 1886.
Annetta, la secondogenita, nasce nel 1839, è maestra, come
si evince dall’attestato del 1859, ma il suo impegno sociale e
religioso la porta ad entrare a far parte della Compagnia di S.
Angela, riorganizzata da Maddalena ed Elisabetta Girelli. Diviene vicesuperiora. Nelle diverse lettere presenti nel carteggio, si ritrovano le molte inviate alla cugina Erminia che hanno per incipit «WGM» il «viva Gesù Maria». Una lettera inviata alla sorella Angelina nel 1883 da parte di Elisabetta Girelli chiede conto della salute di Annetta, che non è stata bene. Annetta muore nel 1908.
Angelina, terza ed ultima figlia, nasce nel 1856 e ama la poesie e la musica. Tra le sue carte troviamo infatti la copiatura
della Marsigliese, varie poesie inedite di Bondioli ed alcune
poesie del portoghese Dios. Varie lettere sono indirizzate alla
sorella Annetta ed un’altra, del 1883, al fratello Achille, che è
malato. Nel 1882 sposa Giovanni Roggero, e se ne ha notizia
attraverso i numerosi epitalamni. Giovanni Roggero, che ha
partecipato alle guerre per l’Indipendenza dell’Italia, è maestro e capo-musico del 35° Reggimento Fanteria e vive con la
moglie per molti anni a Udine, poi si trasferisce a Brescia dove fonda, con Venturi, il Conservatorio.
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I due figli, Gian Battista e Tebaldo, saranno i conservatori
delle carte di famiglia.
Ma il ’48 eroico vede altri personaggi che sentono l’urgenza di raccontare i fatti di cui sono testimoni e l’entusiasmo per
il papa Pio IX, il papa «liberale» per cui risuonano gli «osanna», come testimania Cristina di Belgioioso, attiva a Milano nel
’48. Anche a Brescia viene esaltato attraverso le scritte sui muri di Salò o l’inno cantato nel nostro Teatro Grande. Si diffondono busti, ritratti e medaglie di Pio IX. Ne possiamo osservare tre: la prima dedicata a Marziale Ducos, membro del Governo Provvisorio, che reca sul recto la Vittoria bresciana e sul
verso la data 22 marzo 1848-Governo Provvisorio Bresciano,
la seconda che riporta sul recto la scritta «Dio è con noi. Viva
Pio IX» e l’immagine di profilo del papa mentre sul verso troviamo «Brescia libera-22 marzo 1848» e la terza presenta sul
recto l’immagine di profilo di Pio IX Pont. Max. e sul verso
l’immagine dei Santi Martiri Faustino e Giovita (Fig. 7).
Gli ideali del popolo nel ’48 rimbalzano anche nei versi dialettali di un «anonimo» poeta occasionale che partecipa ai fatti del ’48 e poi alle Dieci Giornate. I cento sonetti in dialetto
bresciano vengono affidati dal poeta nel 1901 a Eugenio Paroli e stampati nel 1902, presso l’editore Apollonio, con il titolo Lé dés Zornade del Quarantanöf.
Ne riportiamo quattro, significativi per la presentazione
della Brescia nel ’48 e per l’intreccio con le esperienze di Gian
Battista Lucchini.
En Castèl
El piö l’ó fat: gó scrit l’intestassiù
Adès mè pólse – e po’, a bèl bèlase,
Mè spère de troà l’ispirassiù
Per cantàf, en d’ön modo che ve piase,
I facc piö bèi de la Rivolüssiù.
Per ispiràm che fói? Adàse adàse
Vo sö’n Castel – (là nó gh’è südissiù!) …
Che bèla vista!... Palàss, cése, case,
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Piasse, contrade, vìcói, zardì, müre;
E de là de le müre, la campagna
Tajada a pèsse, chè ciare, là scüre,
Cosé bé che nó gh’è la so compagna.
Mè vólte: vède i Rónc vércc, pitorèsc…
Sö sö!... cantóm d’Italia e de Todesc!
L’Italia nel ’48-’49
Ah, póera Italia!... Nel Quarantanöf
Come t’endàet drét drét al preçepésse!
A Venessia l’assedio; a Türì, stöf
D’ésser ligàcc da chèl tal armestésse
I pensàa de tacà guera de nöf;
A Milà i era pié de pregiödésse
– Con gran piaçér dei noss Padrù martöf! –
A Nàpoli’l Burbù, coi sòlicc vésse;
Róma e Forense ‘n bras a la discordia…
Póera Italia!... En prençépe, – engulusida,
Encoragiada a far guera a l’Impero –
Tè ghé vinçìt fin che gh’è stat concordia;
Ma dopo quater més, l’üniù sparida,
Tè ghiet amò söl còl el pè straniero!
Bressa nel ’48
E Bressa?... Per çiq més la ghìa göstàt
La libertà, e fat el so doér
Come mèj l’ía pudìt. Po’ l’è turnàt
El Goèrno todesc col boja e i sbér.
Ön temp piö tristo, ché, nó’l gh’è mai stat:
Perquisissiù e aresti almeno ‘n pér
De donzéne per nòtt: tè síet ruinàt
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Anca sensa proçess – «giusta il Volér
Imperial-Regio» – empicàt, füsilàt!
Dopo póc dé, la nostra cara Bressa
L’era ridóta come ’n çimitére:
Nissü fiata…ma, sóta st’aparensa
De tomba, síem töcc vif, per Guío de pessa!
Síem vif e pronti a ’ntunà ’l miserere
A Checo Böbe, che ’l vivìa ’n temensa.
La Guardia Civica
Ma per mantegnèr l’Ordine Legale
Pel bé del Militar e di Civii,
Ghe völ di mezi e miga de le bale!
Ghe völ le Guardie Civiche; e i füsii,
En nömer süficente per armale,
Nó ’l pöl dà che ’l Militar. Quacc fii
Se gà de möer perché l’Imperiale
Regio Governo el dàghe sti füsii!
Saleri ’l ià domanda al Comandant.
Costü ’l rispond che i dòpere i bastù;
Pó ’l ghe promèt duzènt spade, ma ’ntant
Nó ’l ne concéd che poche, chel birbù!
Cosé i çitadì ’l ià stöfa tant
Che per sta Guardia nó i gà piö fissiù.
E ben sono state illustrate le vicende della Guardia Civica
dai disegni, appartenenti ad una collezione privata, di Faustino Joli, pittore paesaggista ed animalista, testimone del Risorgimento bresciano. Joli era figlio di Girolamo, pittore, archeologo e numismatico, primo «custode» e in fondo curatore del Museo romano di Brescia. L’Ateneo di Brescia nel 1826
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promosse una serie di scavi che portarono in quell’anno al ritrovamento della statua della Vittoria
Faustino Joli (1814-1876) nel panorama della pittura bresciana dell’Ottocento è un fedele testimone del momento risorgimentale, ma è anche paesaggista e animalista.
Come paesaggista dice di lui Luciano Anelli nel suo bel volume Il paesaggio nella pittura bresciana dell’Ottocento (1985):
«Certo lo Joli non arriva mai ai preziosismi di un Inganni…
né alle magnifiche soluzioni stilistiche …dell’ultimo Renica…
Ma egli resta pur sempre, nelle sue tante e tante tele, gustoso,
preciso, attento, diligente, affettuoso come nessuno nel ritrarre i suoi amatissimi animali».
Diceva di lui il segretario dell’Ateneo Giuseppe Gallia:
«Nelle mostre annuali dell’Ateneo (1832-1833-1835-18391841-1847-1849-1855-1857) suscitava ammirazione con i suoi
cavalli, giovenche, gruppi di animali piccoli e grandi, in riposo e in moto». E proprio l’Ateneo di Brescia lo premia unitamente al Municipio ed alla Camera di commercio il 31 agosto
del 1857 con la medaglia d’argento di I classe per pittura di
animali con Una mandria in riposo ed un paesaggio La caccia
dell’orso (Fig. 8).
È autore di buona efficacia realistica, di tratto sicuro e di facile comprensione.
I disegni che vengono qui per la prima volta presentati sono preparatori di quadri con la caratteristica punteggiatura per
trasferirli con la grafite sulla tela, appartengono ad una famiglia bresciana erede diretta dello Joli e servono ad offrire impressioni sul volto storico della Brescia della metà del XIX secolo attraverso la visione del museo romano (1847), la veduta del castello, il ritratto della sorella, gli uomini e le donne a
piedi o in carrozza, i soldati di guardia o in atteggiamento di
sparo, Garibaldi in attesa o in partenza (Figg. 9-14 – disegni e
quadri: «il foro romano 1, ritratto della sorella, carrozza, cavaliere con bambino, carro militare, cavallerizzo).
Si leggono nei suoi disegni un entusiasmo ed una partecipazione viva e sincera ai fatti del ’48 e del ’49, lo sentiamo in-
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fatti testimone di prima mano dei fatti del risorgimento bresciano e italiano pensando alle opere relative alla seconda guerra d’Indipendenza del ’59. La sua documentazione ben si inserisce in questo studio storico delle situazione e dei momenti del ’48 e dintorni della nostra città. La sua testimonianza
contemporanea riesce a trovar voce in una interpretazione artistica sentita, partecipe e commossa.
Vediamo scorrere dunque le sue donne del popolo, scalze,
con il grembiule in vita, che cullano bimbi o portano panieri;
il prelato con il libro delle preghiere; il soldato in attesa lungo gli spalti, le truppe di soldati in viaggio nel bosco a cavallo, a piedi o sui carri, il capo del genio, il soldato che prende
la mira, tutti con divise ben studiate che ci danno dunque anche una documentazione di costume (Figg. 14-17 – disegni e
quadri: «un prelato, carica di cavalleria, cavalleria in marcia,
soldato che spara»).
Lo spirito che ne esce è decisamente antieroico, di un cronista che documenta una ricerca di verità morale.
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Figura 1 – Considerazioni trascritte di Gian Battista Lucchini
Figura 2 – Bilancio delle giacenze della Forneria “Lucchini” al 31 agosto 1848
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Figura 3 – Pagina del Libro Enciclopedico poliglotta, manoscritto di Gian Battista Lucchini
Figura 4 – Decreto del Tribunale Civile, Criminale e Mercantile, del 1843
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Figura 5 – Regolamento della Confraternita del SS Sacramento di S. Giovanni Evangelista di Brescia
Figura 6 – Ritratto di Achille Lucchini, figlio di Gian Battista, volontario nella Campagna d’Indipendenza del 1859
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Figura 7 – In alto (a sin.): Medaglia dedicata a Marziale Docos membro del Governo Provvisorio (22 marzo 1848);
in basso (a sin) e a destra: Medaglie che inneggiano a Pio IX (1848)
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Figura 8 – Diploma della medaglia d’argento di 1a classe per pittura di animali, a Faustino Joli (31 agosto 1857)
Figura 9 – Faustino Joli, ruderi del Tempio capitolino
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Figura 10 – Faustino Joli, ritratto della sorella, olio
Figura 11 – Faustino Joli, carrozza, matita su carta
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Figura 12 – Faustino Joli, cavaliere con bambino o transumanza, matita su carta
Figura 13 – Faustino Joli, carro militare, matita su carta
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Figura 14 – Faustino Joli, cavallerizzo al trotto, matita su carta
Figura 15 – Faustino Joli, ritratto di prelato, matita su carta
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Il 1848 eroico nella testimonianza partecipe di tre antieroi
Figura 16 – Faustino Joli, carica di cavalleria, matita su carta
Figura 17 – Faustino Joli, soldato che spara, matita su carta
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Figura 18 – Faustino Joli, cavalleria in marcia, matita su carta
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«Commentari dell’Ateneo di Brescia» per l’anno 2005, Brescia 2008.