Bar Sport, la pagina
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Sport 11 Corriere di Bologna Mercoledì 1 Febbraio 2012 BO ( Ipse dixit ❜❜ di Guido De Carolis Non dimentico Bologna, resto innamorato di quella città Joe Tacopina Mi pare che la classifica sia già ben delineata e che la retrocessione sia una lotta che coinvolgerà le ultime quattro. Il Bologna ha qualcosa in più delle dirette concorrenti. Pensa che con Pioli dall’inizio si sarebbe potuto puntare all’Europa? So che lei è scettico sulla coppia Acquafresca-Di Vaio, ma allora perché non hanno ceduto il primo? Ci sono rimasto malissimo per la cessione di metà Taider alla Juve. Che ne dice del mercato? Lucio Serrani Cinque punti di vantaggio non possono essere considerati un margine rassicurante. Il campionato è lunghissimo e nelle ultime stagioni si è assistito a grandi crolli (Samp), come pure a recuperi formidabili (Cagliari). Il Bologna è più attrezzato delle squadre che attualmente lo seguono e forse anche di qualcuna che lo precede: Chievo, Atalanta Parma e Catania non hanno nulla di più. Cambiare il tecnico è stata la scelta giusta. Bisoli non è ancora pronto per la serie A, Pioli è forse sottovalutato. Il Palermo era la Il rossoblù nel privato Diamanti, i tattoo e la moglie deejay «Alino» Alessandro Diamanti fu chiamato così perché era il più piccolino del colle di San Luca la condivide con la moglie Silvia Hsieh, deejay e conduttrice tv nata a Taipei e lanciata dal programma musicale Top of the Pops, e con le figlie Aileen, tre anni, e Olivia, un anno e mezzo. «Il mio tempo libero lo passo con loro: usciamo spesso a cena, un buon piatto e un bicchiere di vino rosso rallegrano sempre la giornata. E la cucina di Bologna è fantastica: impossibile rinunciarvi». Tatuaggi in doppia cifra su tutto il corpo, alcuni dei quali dedicati alla famiglia, e una passione per la musica. «Ascolto di tutto, non ho un gruppo preferito. Però mi piace farlo in radio mentre sono in auto, non ho nemmeno l’Ipod per sentire musica prima delle partite. Ma con il mestiere di mia moglie questa passione era inevitabile». Bar Sport di ALESSANDRO MOSSINI Schietto, sincero, a tratti fumantino. Alessandro Diamanti non è tipo da avere peli sulla lingua o remore nell’esprimere ciò che pensa, come ha dimostrato anche la recente dichiarazione su Totti e le bandiere che gli è valsa i fischi dell’Olimpico domenica scorsa. «Alino», soprannome che gli amici gli hanno dato a 14 anni perché era il più piccolo della compagnia, è praticamente nato con un pallone tra i piedi: «Il calcio è sempre stata una passione della mia famiglia, visto che abbiamo gestito per anni un centro sportivo a Prato. A quattro anni ero già col pallone sui campi da gioco». Il piccolo Alessandro ha così educato il suo mancino terribile, mentre il carattere è rimasto quello da toscanaccio schietto, come quella volta che in un Bologna-Prato organizzato a Casteldebole per valutarlo mandò a spendere l’arbitro di quella partitella, il dirigente rossoblù ed ex arbitro di A Guidi. Alcuni anni dopo Diamanti è approdato in rossoblù: la casa ai piedi GIUSTO RISCHIARE E PUNTARE SUI GIOVANI MA LA PRIMA SQUADRA NON È LA PRIMAVERA La lettera giusta dimensione dell’allenatore rossoblù, Zamparini si starà mangiando le mani. Qui sta facendo un ottimo lavoro. Non parliamo però di Europa. Servono altri giocatori non gente come Pulzetti, Kone, Morleo, Rubin, Vantaggiato, Loria e Gimenez. Se Genoa e Fiorentina restano nel limbo della classifica e il Napoli fatica a guadagnarsi un posto nell’Europa futura, perché dovrebbe starci questo Bologna? Va bene sognare, esagerare però è l’esercizio preferito di chi non sa cos’è il calcio o proprio non lo comprende nei suoi fondamentali. Della coppia Acquafresca-Di Vaio ho scritto e riscritto. I due insieme non possono stare. Una volta è un caso, due una coincidenza, alla terza è una prova: Di Vaio ogni volta che non c’è Le lettere vanno inviate a: Corriere di Bologna via Baruzzi 1/2, 40138 Bologna e-mail: [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il domandone Quella dell’Olimpico è l’ottava rete alla Roma risponde Luca Aquino La crescita di Cdr? Favorita dalle soluzioni trovate da Finelli ? http://crossover.corrieredibologna.corriere.it La crescita nelle ultime partite di Chris Douglas-Roberts è dovuta anche a nuovi soluzioni tattiche studiate per sfruttarne meglio le caratteristiche? tweet Stasera ore 20.45 BolognaFiorentina domenica 5 febbraio ore 15 LecceBologna ore 18.15 BiancoblùTesi Pistoia ore 20.30 VirtusEA7 Milano Acquafresca fa gol. La dirigenza non ha voluto lasciare andare l’ex cagliaritano. Ha fatto bene (per una volta). È utile una riserva per Di Vaio. Ma non si illudano: non è lui il bomber del futuro. Non ha il carattere di Di Vaio, perché la tecnica senza tenacia è niente. Il mercato del Bologna si è chiuso. Sono arrivati tanti giovani. Quella dei ragazzi era l’unica strada perseguibile non avendo un euro da sbattere con l’altro. Nella povertà i dirigenti si sono mossi bene, affare Taider a parte (una follia gestionale, perché le plusvalenze durano sei mesi). Detto questo si può parlare di mercato scintillante per la Primavera, insufficiente per la prima squadra. Sorensen, Riverola, Belfodil (sembra il nome di una medicina, ma ha buone referenze) e Abdulai Muniru sono tutte scommesse. Giusto rischiare, bravi i dirigenti a farlo. Ma ogni tanto un giocatore affermato — uno di livello (Mudy, Perez, Di Vaio, Viviano, Britos, Ramirez, quel livello)— sarebbe gradito. Uno. Arma letale Di Vaio, segna sempre contro i giallorossi © RIPRODUZIONE RISERVATA Deve essere una questione personale. Forse conta anche il passato da laziale. Ma è un fatto che Marco Di Vaio è scientifico nel punire la Roma. All’Olimpico ha segnato non solo il momentaneo vantaggio del Bologna, ma soprattutto la sua ottava rete contro i giallorossi. Avrebbe anche potuto incrementare il bottino, perché il capitano rossoblù ha sciupato un paio di buone occasioni. Alla fine il gol è servito a portar via un pareggio prezioso, ma che ha lasciato l’amaro in bocca ai rossoblù. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nella partita di Roma e in quella di domenica contro Avellino sono parse evidenti nuove situazioni di gioco create da Finelli per favorire le giocate di CDR. Ultimamente la Virtus sta cercando di sfruttarne l’altezza solitamente superiore ai pariruolo affidandogli palla in post basso, o comunque negli ultimi quattro metri di campo dove le sue soluzioni in uno contro uno sono quasi immarcabili. Un’altra situazione nella quale ultimamente viene coinvolto è con la palla in mano in punta per giocare un pick and roll alto e attaccare il canestro, schema che inizialmente era riservato ai soli Poeta e Koponen. Nascono anche da questi accorgimenti tattici di Finelli i notevoli progressi di Douglas-Roberts, che ora può finalmente sprigionare il suo talento nel modo a lui più congeniale. Animale di campo aperto pressoché inarrestabile, ora anche a difesa schierata sta cominciando a muoversi con fiducia giocando negli ultimi cinque metri di campo in cui, attaccando il ferro o con l’arresto e tiro, è molto efficace. Aver fatto un passo verso di lui costruendogli situazioni ad hoc è un altro dei meriti di Finelli, dopo una prima parte di stagione nella quale troppo spesso CDR rimaneva confinato in un angolo per il tiro dallo scarico che non è nelle sue corde. © RIPRODUZIONE RISERVATA Agisce subito Il Bologna ha preso Belfodil, l'unico attaccante che va assunto a stomaco pieno La figurina - Theodoros Zagorakis La partita - Fortitudo-Virtus 11 febbraio 1999 Karnisovas, l’uomo che decideva i derby «Zagorax», l’eroe presidente Beffata nella storica gara 5 di finale del 1998, nella stagione successiva la Fortitudo vincerà cinque derby consecutivi. Quello dell’11 febbraio 1999 è l’ultimo della serie e si disputa in Eurolega. A deciderlo è Arturas Karnisovas con un canestro a fil di sirena che regala alla Teamsystem il 67-65 contro una Kinder priva di Danilovic, Abbio e del secondo straniero (la meteora da lockout Olowokandi, come Del Negro, era già tornata oltreoceano). Il lituano era già stato decisivo in altri due stracittadine quell’anno: quella di andata in campionato, ricordato come il derby della paletta di Santi Puglisi, con la tripla nel finale del definitivo 57-56, e quello di andata di Eurolega, in trasferta, vinto 72-74 con due suoi liberi dopo due supplementari. La serie vincente della Effe si interromperà però ad aprile a Monaco, dove la Virtus vince il derby più importante della stagione, quello di semifinale di Eurolega. L. A. © RIPRODUZIONE RISERVATA Arrivò a Bologna come il colpo dell’estate 2004, in segreto, coi dirigenti rossoblù che negavano l’affare mentre lui era già negli uffici di Casteldebole. Theodoros Zagorakis, mediano classe 1971, trovò la gloria proprio quell’estate: Europei 2004, la Grecia che vince a sorpresa e lui, capitano ellenico, è il miglior giocatore del torneo. Al Bologna offre un contributo modesto: un po’ perché a fine carriera, un po’ perché la stagione rossoblù — con Mazzone in panchina, che storpiò spesso il suo nome in Zagorax, come un supereroe — era quello che era e finì con la retrocessione in B. Se ne andò al Paok Salonicco, la squadra dove era stato dal 1992 al 1998 e che lo aveva lanciato. Nel giugno 2007 lascia il calcio e diventa presidente proprio del Paok, con il compito di salvare il club dai debiti. Ci riesce e migliora anche la squadra, poi una breve pausa di qualche mese per motivi personali e a gennaio 2010 torna numero uno del Paok fino a giovedì scorso: dimissioni e presidenza lasciata al vice Vryzas, ex punta del Perugia. «Mi dimetto per far tornare la pace e l’unione nel club» ha dichiarato Zagorakis, pesantemente contestato dai tifosi del Paok (terzo in classifica) dopo aver ceduto la stella Vieirinha al Wolfsburg per appianare alcuni debiti. Così «Zagorax» in patria ricalca le orme di Gazzoni, il presidente che lo portò in Italia. A. Mos. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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