La Polimialgia Reumatica - Bioterapia Nutrizionale
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La Polimialgia Reumatica - Bioterapia Nutrizionale
Indice: pag 1 Bioterapia Nutrizionale pag 2 Il Naturopata pag 4 La Polimialgia in Sintesi pag 5 La Polimialgia Reumatica pag 8 Sindrome Infiammatoria pag 13 Approccio Olistico pag 16 Polimialgia e supporto Nutrizionale pag 18 Alimenti ad azione antiinfiammatoria pag 21 Alimenti da evitare pag 23 Caso Clinico pag 25 Schema giornata tipo pag 27 Percorso Nutrizionale proposto pag 34 Conclusioni pag 35 Allegati Analisi pag 36 Note Bibliografiche Bioterapia Nutrizionale Fin dal primo approccio con questo percorso di studi mi è rimasta impressa, ed è ridondante nella mia mente, una frase… “il bambino appena nato dopo in primo vagito, il primo respiro cerca istintivamente il primo compensativo nutrimento dal seno materno, il “latte” nutrimento che lo calma, lo culla e lo fa addormentare tra le braccia della mamma. Si , il Latte materno primo alimento vitale per il nostro organismo. Parlando quindi di Medicina Naturale non si può non parlare dell’alimentazione come “farmaco” per realizzare le condizioni fondamentali di una Medicina del benessere. L’alimento potrebbe esplicare un’azione sinergica a quella delle terapie mediche, a condizione di conoscere gli effetti organici dei nutrienti che esso veicola. In questo percorso la conoscenza e lo studio della Bioterapia Nutrizionale®, marchio registrato dalla Dott.ssa Domenica Arcari Morini, venuta meno il 18 settembre 2007, è stata compagna fedele di un nuovo approccio conoscitivo dell’alimento. Tale metodica si caratterizza per una serie di principi codificati da riflessioni, ipotesi e studi che permettono di distinguere nettamente la Bioterapia Nutrizionale® da qualsiasi altra impostazione alimentare. 1 Il Naturopata Il lavoro del Naturopata nel campo della Bioterapia Nutrizionale® non è indirizzato alla terapia del paziente ma alla prevenzione e nel supporto nutrizionale in corso di terapia farmacologica in pazienti seguiti dal proprio medico o da centri specializzati nei quali è stata evidenziata la patologia. Obiettivo: incrementare le risorse vitali per attivare il processo di auto guarigione. Primo agire: favorire i processi di allontanamento delle tossine e rafforzare il sistema immunitario. I due momenti: 1° fase catabolica o detossinante 2° fase anabolica o ricostituente Il tutto si concretizza procedendo ad una: - revisione dell’alimentazione con l’indicazione di una momentanea linea personalizzata da seguire, nella quale viene comunque escluso il cibo non naturale come per esempio verdura e frutta a coltura intensiva, prodotti da forno contenenti tra gli ingredienti conservanti , additivi, grassi idrogenati; particolare attenzione al glutine, alle bibite gassate, ai prodotti conservati . - ricorrere a rimedi erboristici o agli oligoelementi per aiutare e sostenere l’attuazione di un intervento di detossicazione e di potenziamento dell’energia vitale. - intervenire sul corpo per favorire una struttura sana, l’eliminazione delle tossine, per migliorare la circolazione venosa e linfatica ed il ripristino della forma fisica ricorrendo a tecniche di massaggio, interventi sulle posture tramite i trattamenti corporei. - agire prima o in contemporanea sull’aspetto mentale, tramite tecniche e metodiche atte al raggiungimento di un piacevole e completo stato di 2 rilassamento, di benessere psichico, di armonia e serenità. L’agire preventivo ha lo scopo principale della promozione dello stato di benessere attraverso l’utilizzo di tutto ciò che fa parte della natura, sia sul piano materiale che energetico, sia empirico che intuitivo, sia fisico che psichico, sia animico che spirituale. Il naturopata sposa l’antico principio di similitudine tra il macrocosmo ed il microcosmo, in una visione olistica dell’essere umano. Primo non nuocere, recita il motto della scuola ippocratica, quindi quando si deve “curare” per prima cosa tener conto di arrecare il minor danno possibile, l’ideale sarebbe non arrecarne alcuno. Seconda considerazione è che il rimedio deve essere rintracciato il più vicino possibile, quindi nulla è più vicino dello stesso individuo. Terzo potremo affermare che non c’è miglior rimedio della revisione del “modo di vivere”. Il naturopata è il consulente per la salute, il curatore che educa alla comprensione degli errori causa del malessere fisico, psichico e sociale. Egli opera affinché non ci sia neppure bisogno di ricorrere alle revisioni dello stile di vita, bensì propone “un vivere” perfettamente naturale. Il colloquio assume un evento prioritario nel quale tra il naturopata e il suo assistito si instaurano valenze trascendenti. Mediante la Bioterapia Nutrizionale® è possibile insegnare al paziente a nutrirsi in modo che vengano rispettati gli organi e le loro funzioni e promuovere la Vis Sanatrix che è in ogni individuo. 3 La Polimialgia in sintesi La comparsa di dolore, bilateralmente, al cingolo scapolo-omerale, poco sensibile ai FANS, associato frequentemente a sintomi generali come febbre, astenia, perdita della forza specie nel sollevare le braccia e principalmente ad indici di flogosi estremamente elevati deve necessariamente far sospettare una POLIMIALGIA REUMATICA (PMR). Si tratta di una mialgia (dolore) localizzata elettivamente al cingolo scapolare, talora con interessamento del cingolo pelvico, del tronco e del collo che colpisce prevalentemente in età avanzata. Il dolore, sostanzialmente muscolare, è intenso, continuo, esacerbato dai tentativi di movimento accompagnato da spiccata e persistenza rigidità con conseguente notevole compromissione funzionale. L'esordio è solitamente improvviso, nel volgere di alcune ore o nell'arco della notte, e non è raro che sia preceduto da infezioni, vaccinazioni, stress emotivi, episodi influenzali. Talora può instaurarsi gradualmente con sintomi unilaterali o soltanto sintomi generali. Non è raro che i pazienti arrivano all'osservazione dello specialista dopo molti giorni di trattamento con FANS ed antibiotici senza sostanziale modifica del quadro clinico. A differenza dell'Artrite Reumatoide, nella quale sono compromessi i movimenti più fini, il dolore e la limitazione funzionale della PMR coinvolgono i movimenti globali, come girarsi, alzarsi dal letto o dalla poltrona, pettinarsi. Per contro è conservata la motilità passiva, purché eseguita con cautela.Possono associarsi sintomi generali quali: febbre, anoressia e perdita di peso, apatia, depressione.In una piccola percentuale si può instaurare un artrite con caratteristiche non erosive a carico delle ginocchia, delle spalle, delle sternoclaveari e più raramente dei polsi e delle mani. La PMR dura in genere da alcuni mesi ad alcuni anni, ma può essere curata completamente nella maggior parte dei pazienti. In alcuni casi, può essere necessario seguire una terapia prolungata per diversi anni. In ogni caso, quasi tutti i pazienti con PMR sono in grado di avere uno stile di vita normale. 4 La Polimialgia Reumatica La polimialgia reumatica (PMR) è una sindrome infiammatoria caratterizzata da dolore e rigidità generalmente a carico delle spalle e del collo, le anche sono interessate in circa una metà dei pazienti. La PMR colpisce preferenzialmente soggetti anziani ed è molto rara in coloro che hanno meno di 50 anni e colpisce le donne circa due volte più frequentemente degli uomini La causa della PMR è sconosciuta, ma si ritiene che la malattia possa essere innescata da alcune infezioni in soggetti predisposti geneticamente. In particolare, nei pazienti con PMR si avrebbe un’attivazione anormale del sistema immunitario, che a sua volta provocherebbe infiammazione e quindi dolore e rigidità in diverse articolazioni e nei tessuti molli intorno alle articolazioni. La PMR può esordire sia insidiosamente (a poco a poco) che in modo acuto. Il quadro clinico della PMR è caratterizzato tipicamente da dolore e rigidità delle spalle , del collo e delle anche ; in circa un terzo dei pazienti, si può avere anche un’artrite di alcune articolazioni quali mani e piedi. Il dolore indotto dalla PMR in genere è più intenso la notte e la mattina presto; anche la rigidità articolare è più spiccata al mattino al risveglio. A causa del dolore e della rigidità, i pazienti con PMR possono avere una sensazione di debolezza muscolare. Un terzo circa dei pazienti con PMR presenta anche sintomi generalizzati quali febbre, stanchezza, malessere generale, riduzione dell’appetito, perdita di peso e depressione. Circa il 15-20% dei pazienti con PMR presentano, durante il decorso della malattia, una complicanza detta “arterite temporale”. L’arterite temporale è una malattia infiammatoria dei vasi sanguigni che colpisce in particolare le arterie temporali, cioè le arterie superficiali che si trovano a livello delle tempie. L’arterite temporale si manifesta prevalentemente con cefalea (mal di testa) in genere intensa, localizzata prevalentemente a livello delle tempie e associata talvolta ad una sensazione di pulsazione dei vasi sanguigni interessati. L’arterite temporale, può anche provocare disturbi della vista che vanno dall’offuscamento della vista alla cecità completa. Tali disturbi della vista sono legati all’infiammazione dei vasi sanguigni dell’occhio, che causa una ostruzione parziale o completa dei vasi stessi, e possono essere 5 prevenuti nella grande maggioranza dei casi con una appropriata terapia medica. Pertanto, i pazienti con PMR che sviluppino un mal di testa intenso, che notino un aggravamento importante di un mal di testa preesistente o che presentino disturbi della vista di tipo acuto, devono informare il Reumatologo e/o il Medico Curante. La diagnosi di PMR si basa essenzialmente sull’anamnesi (cioè sulla storia clinica) del paziente. Non vi sono esami di laboratorio specifici per la PMR, ma la maggioranza dei pazienti presenta un aumento dei cosiddetti “indici di infiammazione”, in particolare della VES e della PCR. Tuttavia, in una minoranza dei casi la VES e/o la PCR possono essere normali. I pazienti con PMR possono presentare anemia, che in genere è causata dall’infiammazione e si risolve quando la malattia viene trattata con la terapia medica appropriata. Nella PMR non si ha una aumentata frequenza del fattore reumatoide (RA test) e degli anticorpi antinucleo (ANA) rispetto ai soggetti sani di pari età. Non vi sono esami strumentali specifici per la PMR; talora, però, il Reumatologo può richiedere, specie nei casi in cui la diagnosi è incerta, un’ecografia o una risonanza magnetica delle spalle, che nei pazienti con PMR può mostrare alterazioni infiammatorie delle articolazioni ovvero dei tessuti molli intorno alle articolazioni. La maggior parte dei pazienti con PMR non risponde bene ai comuni farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), quali ad esempio l’aulin, l’aspirina o il voltaren. I pazienti con PMR rispondono invece di solito molto bene ai farmaci cortisonici a dosi relativamente basse (circa 15 mg di prednisone al dì). Un’eccezione è rappresentata dai pazienti con PMR che sviluppano una arterite temporale, che devono inizialmente assumere dosi relativamente elevate di cortisonici (circa 40-60 mg al dì di prednisone). La dose dei cortisonici viene poi gradualmente “scalata” (ridotta nel tempo) sino a raggiungere il minimo dosaggio in grado di mantenere la malattia sotto controllo. Nella maggioranza dei pazienti il cortisonico può essere sospeso dopo un certo periodo di tempo (variabile da alcuni mesi ad alcuni anni), mentre in altri pazienti (in genere in una minoranza di casi) può essere necessario continuare con la terapia cortisonica a basse dosi per periodi prolungati o anche indefinitamente. Nei pazienti che non abbiano una risposta soddisfacente ai cortisonici o in coloro che siano a rischio di effetti collaterali da cortisonici, si possono utilizzare farmaci immunosoppressori, quali ad esempio l’azatioprina o il metotressate (methotrexate), i quali consentono di ridurre al minimo la dose dei cortisonici o, in alcuni casi, di sospendere la terapia cortisonica. I pazienti 6 che assumono cortisonici per periodi prolungati dovrebbero portare con sé insieme alla tessera sanitaria un documento (ottenibile dal Medico Curante o dallo Specialista) nel quale è indicata chiaramente la dose di cortisone assunta e la durata del trattamento. Tale precauzione va presa perché in alcune situazioni (per esempio, se si deve effettuare un intervento chirurgico) nei pazienti trattati con cortisonici il dosaggio del cortisonico va temporaneamente aumentato in base alla dose assunta. 7 Sindrome Infiammatoria Dietro molte patologie si nasconde una situazione di infiammazione cronica, che per anni permane allo stato silente, senza sintomi o segni evidenti, con manifestazioni al di sotto della soglia di percezione del dolore, fino a quando, anche dopo decenni, si manifesta apertamente sotto forma di patologie anche gravi. Quando è utile, l’infiammazione serve alla sua funzione di difesa, per poi ridursi fino a scomparire man mano che l’organismo ripristina le sue funzioni normali. Diventa rischiosa quando non si disattiva una volta cessata la sua funzione difensiva, nel qual caso si generano danni più o meno gravi a organi e/o sistemi organici. Come abbiamo visto l’insorgere di uno stato infiammatorio si accompagna a comparsa di gonfiori alle articolazioni o ai tessuti, insieme a dolore. Abitualmente tendiamo a reprimere questi doloretti con un antinfiammatorio o un’aspirina, senza preoccuparci, né curare le cause che l’hanno provocato. Analgesici e antinfiammatori, efficaci nel procurare sollievo temporaneo al dolore, non sono però in grado di porre rimedio alla causa originaria dell’infiammazione. Le popolazione tecnologicamente avanzate sono potenzialmente soggette a sviluppare infiammazioni silenti perché questi processi trovano grande facilitazione dall’introduzione di abitudini alimentari non favorevoli all’equilibrio delle funzioni organiche e dal quotidiano utilizzo di alimenti che hanno subito una manipolazione industriale ricchi di additivi chimici, sostanze estranee all’organismo che provocano una reazione di difesa, quindi sono proinfiammatori. Nel nostro sistema immunitario gli eicosanoidi controllano l’intero processo infiammatorio consentendo a cellule infiammatorie specializzate (neutrofili e macrofagi) di mobilitarsi concentrandosi sulle pareti dei vasi sanguigni, in modo da portarsi sul campo di battaglia. Neutrofili e macrofagi inglobano e fagocitano le cellule nemiche. Gli eicosanoidi stimolano anche il rilascio delle citochine, proteine infiammatorie che segnalano la necessità di ricevere rinforzi. Le citochine attivano un esercito di cellule infiammatorie che distruggono microbi e tessuti danneggiati. Quando le cellule attivate dagli eicosanoidi sono in equilibrio l’organismo gode di buona salute, altrimenti è soggetto a patologie croniche. Le cellule immunitarie: i mastociti, cellule del sistema immunitario sono sempre all’erta per cogliere i segnali di possibili squilibri. Quando sopravviene un problema i mastociti rilasciano istamina che avverte il sistema immunitario 8 della necessità di andare all’attacco. L’istamina circola nel flusso sanguigno e si lega ad alcune cellule provocando una serie di reazioni a cascata a partire da una ondata di eicosanoidi pro infiammatori. In risposta a questi eicosanoidi, i vasi sanguigni si dilatano, per facilitare l’azione dei neutrofili e dei macrofagi a raggiungere il luogo dell’attacco. Questa dilatazione dei vasi sanguigni genera il gonfiore, calore, rossore, dolore descritto fin dall’antichità. Il dolore è derivato dal fatto che i vasi sanguigni gonfiandosi vanno a toccare terminali nervosi che inviano al cervello il messaggio dolorifico, aiutati dal fatto che gli eicosanoidi aumentano la sensibilità delle fibre nervose per favorire questi messaggi al cervello. C’è un alterato rapporto tra gli acidi grassi essenziali AA/EPA . Fino a 80 anni fa il rapporto tra omega 6 e omega 3 nella dieta della popolazione era di 2 a 1. Si mangiava molto pesce ,non di allevamento meno ricco di omega 3, si assumeva abitualmente al cambio di stagione olio di fegato di merluzzo, oggi sconsigliato per l’alto contenuto di mercurio nei nostri mari e l’accumulo di questo a livello epatico, e in cucina si usavano grassi animali oppure olio extravergine d’oliva. Con l’avvento dell’industria alimentare e la diffusione degli oli vegetali raffinati il rapporto tra i due acidi grassi è diventato di 20 a 1. Poiché gli oli vegetali polinsaturi sono ricchi di omega 6, precursori di Acido Arachidonico, essi sono anche precursori degli eicosanoidi pro infiammatori, quali i leucotrieni e le prostaglandine serie 2. Gli oli di semi, più o meno specificati nelle etichette dei prodotti industriali, sono ormai diffusissimi nell’alimentazione odierna e per riuscire a renderli stabili nel tempo subiscono un trattamento di idrogenizzazione. Questo aggiunge al danno derivante dall’eccessiva assunzione di Omega 6 anche il danno derivante dalla trasformazione in grassi trans, la cui dose giornaliera alimentare nell’alimentazione umana accettabile è pari a zero. Gli effetti biologici di questi composti coinvolgono prevalentemente il metabolismo degli acidi grassi essenziali omega-3, di cui riducono la sintesi, interferendo con l’attivazione del sistema immunitario, aumentano la risposta insulinica al carico glicemico, riducono il livello di testosterone, alterano la permeabilità delle membrane cellulari e modificano costituzione e numero degli adipociti. Ampiamente dimostrati gli effetti proinfiammatori e protrombotici , l’interferenza con la vitalità neuronale, la neurotramissione, il corretto sviluppo del sistema immunitario. Tutti i prodotti industriali che contengano grassi vegetali non meglio identificati, siano essi trans o meno, sono quindi potenzialmente tossici. Ad oggi, è ancora troppo limitato l’utilizzo dell’olio extravergine d’oliva nei prodotti industriali, pur essendo ben più sicuro e salutare. Prostaglandine (dolore) e leucotrieni (gonfiore e arrossamenti), derivati dall’AA sono ritenuti tra i probabili responsabili dei dolori manifesti e 9 dell’infiammazione. Infatti tutti i farmaci antinfiammatori cercano di bloccare la produzione di questi particolari eicosanoidi. Se è vero che le diete con un contenuto di carboidrati troppo basso comportano danni notevoli nel tempo, è altrettanto vero che l’apporto squilibrato di carboidrati nella dieta, soprattutto quelli ad alto indice glicemico non sufficientemente bilanciati dalla contemporanea assunzione di grassi e/o proteine, va ad alterare l’equilibrio glicemico, favorendo l’insorgere e il perdurare dello stato infiammatorio nell’organismo. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento delle diete a basso tenore di carboidrati, e quindi ad elevato apporto proteico, che nell’esperienza di molti, riduce l’adipe, abbassa i TGL e fa innalzare l’HDL, riducendo anche la pressione del sangue. Questa infatti è la risposta a breve termine, mentre quella a lungo termine mette in evidenza alcuni importanti rischi: - aumento del colesterolo totale aumento dell’LDL compromissione della funzionalità renale più alto rischio cardiovascolare. Va sottolineata comunque la necessità di sottoporre ad una attenta valutazione su base ematochimica e anamnestica, l’equilibrio glicemico della persona che si sottopone alla dieta, mettendo in atto tutti gli interventi nutrizionali necessari a riequilibrare la capacità di quell’organismo di rispondere nel modo più efficiente ad una corretta introduzione di carboidrati con la dieta. La sollecitazione continua al rilascio dell’insulina da parte del pancreas rende meno sensibili i recettori delle cellule all’insulina (insulinoresistenza), per cui il tasso di insulina nel sangue sale fino ad arrivare al diabete. Elevati livelli di insulina nel sangue: - aumentano i livelli di Acido Arachidonico; incrementano la produzione di IL-6, citochina infiammatoria che porta alla formazione di Proteina C Reattiva, altro marker di infiammazione; aumentano il tessuto adiposo, impedendoci di dimagrire. L’aumento del tessuto adiposo favorisce l’insulinoresistenza che a sua volta favorisce l’aumento dei livelli di insulina nel sangue: si è creato un circolo vizioso dal quale diventa difficile uscire. Ad uno stato infiammatorio il corpo reagisce facendo produrre alle ghiandole surrenali grandi quantità di cortisolo, il principale ormone antinfiammatorio il 10 che significa che la produzione di cortisolo aumenta in presenza di infiammazione. L’aumento di cortisolo favorisce il rialzo glicemico (il cortisolo ha una azione iperglicemizzante) e quindi la risposta insulinica. La secrezione insulinica eccessiva per tempi prolungati riduce la capacità recettoriale dei recettori preposti alla captazione dell’insulina. Quindi: alti livelli di cortisolo aumentano l’insulinoresistenza, danneggiano le cellule nervose e deprimono il sistema immunitario. Una volta si riteneva che le cellule adipose fossero soltanto un sito inerte di stoccaggio del grasso superfluo, obesità. Oggi si sa che, soprattutto quelle della regione addominale, tendono a sequestrare l’acido arachidonico (AA), il mattone con cui vengono costruiti tutti gli eicosanoidi pro infiammatori. Questo avviene perché in tal modo l’organismo evita che elevati livelli di AA vadano a raggiungere altre cellule del corpo. L’accumulo di AA nelle cellule adipose stimola la produzione di eicosanoidi pro infiammatori che a loro volta favoriscono la comparsa nelle cellule adipose di altre citochine infiammatorie come l’interleuchina 6 (IL-6) e il fattore di necrosi tumorale (TNF). Le citochine infiammatorie (al contrario degli eicosanoidi) sono libere di lasciare il tessuto adiposo e entrare nel flusso sanguigno dando avvio ad una cascata di altre risposte infiammatorie all’interno dell’organismo. Un regime alimentare corretto non deve avere come obiettivo far perdere chili, ma la perdita di adipe infiammatorio, ricco di AA, perché il livello di partenza dell’infiammazione è il tessuto adiposo immagazzinato e non sempre la perdita di peso corrisponde a perdita di adipe. Molto spesso, soprattutto nelle diete sbilanciate si perde acqua e massa magra più che adipe. L’infiammazione può lavorare parallelamente alle mutazioni genetiche per trasformare cellule normali in tumori. Macrofagi e cellule infiammatorie sparano radicali liberi che distruggono non solo i microbi, ma danneggiano anche il DNA delle cellule sane. Questo può portare a mutazioni genetiche che inducono proliferazione cellulare. La letterata medica ha già studiato i collegamenti tra eicosanoidi pro infiammatori, formazione dei tumori e metastasi, sembra che gli stessi eicosanoidi pro infiammatori erigano una solida barriera tra la cellula cancerosa e il sistema immunitario, rendendola invisibile. Alcune ricerche hanno dimostrato che soggetti abituati ad assumere antinfiammatori hanno meno probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer rispetto a quelli che non ne assumono. Ricerche recenti indicano che qualsiasi misura in grado di attenuare l’infiammazione riducendo gli eicosanoidi pro 11 infiammatori riduce il rischio di contrarre questa malattia. Questo indicherebbe che esiste una relazione tra lo stato infiammatorio e la malattia. Le malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, lupus e artrite reumatoide sono un esempio lampante degli effetti di una infiammazione incontrollata. I farmaci più attivi sono proprio quelli che inibiscono l’attività infiammatoria delle citochine, ma non sono privi di effetti collaterali. L’alimentazione funzionale agisce nell’infiammazione regolando l’equilibrio glicemico e utilizzando stimolo e sostegno epatico e drenaggio renale. Lo stimolo metabolico in corso di patologie infiammatorie deve servire solo a sostenere gli emuntori attivandoli leggermente, senza eccitare un soggetto che tende a reagire troppo agli stimoli. A questo si aggiunge un lavoro specifico sull’infiammazione attraverso l’uso appropriato degli alimenti dotati di specifiche proprietà. 12 Approccio Olistico I dottori ed i fisiologi conoscevano da lungo tempo (siamo nel 1925, Ndr) la presenza dell'acido urico nell'organismo, però la sua azione, che risultò dall'apparizione di una serie di malattie le quali apparentemente non avevano nulla di comune l'una con l'altra, non fu conosciuta che da tempo relativamente recente. Tutte le malattie provenienti dall'agglomerazione di acido urico nel corpo umano, furono raggruppate nel tipo comune delle così dette malattie artritiche. L'esperienza medica provò che la gente artritica s'incontra più spesso di quella che non si può supporre. Nel medesimo tempo fu chiaro che la cura radicale delle malattie artritiche, come per esempio la gotta, i reumatismi, le pietre renali, le nevralgie, l'arteriosclerosi, la sciatica, ecc. deve consistere nella dissoluzione delle agglomerazioni di acido urico nell'organismo e nella sua espulsione da esso. A prima vista sembra che... (da un documento del 1925) A prima vista sembra che la vita dell'organismo umano sia semplicissima. L'uomo aspira l'aria, si appropria degli alimenti coi quali restaura le sue perdite, lavora, si muove. Ma questa semplicità delle funzioni del nostro corpo, è soltanto apparente. In realtà l'organismo presenta un laboratorio chimico complicato, che i più abili ed industriosi chimici non riuscirono a creare artificialmente. Gli elementi nutritivi dal di fuori venendo nel nostro organismo, si sottomettono dentro a metamorfosi complicate, si dissolvono, si dividono, in modo dettagliato nelle parti che lo compongono, l'organismo ne trae tutto ciò che gli necessita per la sua nutrizione. Ma mentre si producono nell'organismo giostro i succhi indispensabili nutrienti e vitali, si producono pure molti succhi nocivi e velenosi. Così mentre si fa la digestione, si produce il veleno nei nostri intestini. Durante la trasformazione chimica dell'albumina, si produce nell'organismo l'acido urico che costituisce un veleno fortissimo. Nell'organismo normale questi veleni si producono in quantità poco grande e sono resi innocui dall'organismo stesso, e ne escono senza cagionare alcun danno. Ma se nell'organismo c'è qualche difetto, se la regolarità della macchina così complicata si altera per qualche ragione, allora i veleni cessano di essere 13 innocui, si aggruppano dentro, penetrano nel sangue e producono diversi veleni. L'acido urico ha da questo punto di vista una parte esorbitante e la spiegazione di questa parte ha un significato essenziale nel gruppo di malattie che risultano dall'intossicazione a mezzo di questo veleno. L'acido urico (da un documento del 1925) Dunque, che cosa è l'acido urico e che parte occupa nella vita dell'organismo? In mezzo agli elementi nutritivi appropriati dall'organismo, i corpi albuminosi hanno la parte più importante. Nell'organismo questi corpi si sottomettono alle metamorfosi chimiche più complicate, dissolvendosi in moltissimi elementi. Come uno di questi elementi, nella trasformazione chimica dei corpi albuminosi, appare l'acido urico. In un organismo normale questo veleno, si forma in quantità non considerevole e si trasforma prestissimo in urea, la quale: esce sistematicamente dall'organismo. Però ci sono organismi nei quali l'acido urico si forma in massima quantità e la sua parte considerevole non passa nell'orma, ma si ferma nell'organismo. In tale maniera si formano dentro estreme quantità di acido urico. Cosicché non è difficile di capire che la presenza di tale veleno rimane di rado innocuo per la salute. I danni da acido urico (da un documento del 1925) Il sangue imbevuto di acido urico porta agli organi insieme alle sostanze nutritive una sorgente d'avvelenamento continuo e d'indisposizione. Dall'accumulazione dell'acido urico possono prevenire le malattie più complicate. Se l'acido urico viene dal sangue nelle articolazioni, esso le disturba, fa venire dei mali nelle ossa, i gonfiori ed ecco apparire la gotta ed i reumatismi. Se l'acido urico si ferma nei reni, esso vi si cristallizza nelle così dette pietre renali, fa venire dei dolori forti e noiosi, delle punture e conduce in fine alla chiusura delle vie urinarie. Fermandosi nei vasi sanguigni, l'acido urico fa venire la sclerosi, i vasi perdono la loro elasticità ed allora comincia a venire l'arteriosclerosi. Se l'acido urico penetra sotto la pelle, esso l'irrita sistematicamente e la maggior parte dei casi d'eczema si spiegano coll'avvelenamento della pelle per l'acido urico. Finalmente esso può anche non fermarsi in qualche organo separatamente e non far venire nessuna malattia speciale. Ma pure allora la sua presenza non 14 passa senza lasciar tracce. Sotto l'influenza di questo veleno si distruggono le vie normali dell'organismo. Questa apparizione può prodursi sotto le forme più diverse, ora una indisposizione generale, ora una nervosità acutizzata, ora una indigestione sistematica dello stomaco, ora dei dolori acuti posti in vari luoghi dell'organismo. Come affrontare la Polimialgia Reumatica Come abbiamo potuto apprendere, leggendo quanto esposto più sopra, la scienza medica attuale non conosce l'eziologia, ovvero i motivi, che causano questa malattia. I nostri studi, confermati dall'esperienza clinica, ci hanno dimostrato come quanto creduto nel 1925 sia tuttora valido e attuale. Abbiamo perciò preparato il seguente approccio che, qualora seguito seriamente, offre delle probabilità di rimuovere le cause profonde della malattia, mentre le cure mediche tendono soltanto a placarne la sintomatologia dolorosa. Pertanto, per eliminare l'acidità organica bisogna intervenire con tre approcci distinti: 1. Eliminare gli acidi presenti. 2. Seguire una dieta che non crei fermentazioni intestinali dalle quali si genera l'acidità. 3. Seguire una dieta in cui non siano presenti cibi che lasciano delle forti ceneri acide. 15 Polimialgia e supporto nutrizionale Il supporto che la Bioterapia Nutrizionale® può fornire nel sostegno di un paziente affetto da Polimialgia è notevole. La persona affetta da questa patologia è un soggetto tendenzialmente allergico, sensibile, che vive in uno stato di allarme quasi costante, per cui nella dieta bisognerà fare uso di alimenti che sedino il Sistema Nervoso e abbiano una azione miorilassante per evitare la tensione da ipertono muscolare, riduca la difficoltà ad addormentarsi e ad avere un sonno ristoratore, la gestione dei disturbi gastroenterici ed in fine dell’ansia e della depressione. Importante è il drenaggio degli emuntori, fegato e rene. La Bioterapia Nutrizionale agisce, in prima battuta, per questa, come per tutte le altre patologie, con i suoi cardini fondamentali: l’equilibrio glicemico, lo stimolo e il drenaggio epatico, il drenaggio renale. Lo stimolo metabolico deve servire solo a sostenere gli emuntori attivandoli leggermente, senza eccitare un soggetto che tende a reagire troppo agli stimoli. A questo si aggiunge un lavoro specifico sull’infiammazione attraverso l’uso appropriato degli alimenti dotati di specifiche proprietà. L’intervento nutrizionale deve quindi: - - - - Rilassare l’apparato muscolare con alimenti ricchi di potassio. Sedare il Sistema Nervoso con alimenti come la salvia, ricca di fitoestrogeni, che sedano il SN per antagonismo con il cortisolo surrenalico, mandorle, pinoli, mandarini, valeriana, cavolfiori, cardi, carciofi fritti e trifolati, latte, aglio crudo, carboidrati, soprattutto a cena perché dimostrato che aiutano il sonno per la presenza di triptofano, precursore della serotonina che entra nella formazione della melatonina. Regolazione della glicemia per stabilizzare i processi metabolici con azione diretta sul Sistema Nervoso Centrale evitando di mangiare alimenti dolci e carboidrati senza aggiunta di grassi e proteine che rallentano l’assorbimento degli zuccheri. Fluidificazione ematica per migliorare la circolazione con aglio, cipolla, ananas, finocchio mandarini, melone, fragole, ribes, prezzemolo. Stimolare, drenare e sostenere il fegato appesantito da farmaci con gli alimenti più appropriati come pomodoro, carciofo, cardo, pesca bianca, mela cotta e tutte le verdure con potassio. Drenare il rene per facilitare l’eliminazione di cataboliti. 16 - Importanti saranno anche tutti gli alimenti ricchi di collagene. L’uovo, cellula totipotente, usato in tutte le situazioni in cui ci sia bisogno di riparare. Fondamentale la vitamina C, indispensabile per la formazione di collagene. In fine non di meno importanza il ruolo del vino rosso, le sue sostanze hanno la capacità di inibizione della proteasi, responsabile della degradazione del collagene e tramite il resveratrolo rallenta i processi di invecchiamento cutaneo e la perdita di elasticità tissutale. 17 Alimenti ad azione antiinfiammatoria 18 Pesce (soprattutto aringa fresca, salmone fresco, sgombro, alici, sarde): le patologie reumatiche si giovano spesso dell’uso del pesce in quanto accelerando i processi metabolici si migliora l’eliminazione delle sostanze tossiche e quindi si riducono i processi infiammatori per la presenza di grassi omega 3 EPA e DHA. Quindi la frequente sostituzione del pesce alla carne da dei risultati interessanti nell’andamento della patologia. Questi pesci andrebbero cotti a vapore o comunque evitando di superare i 100 gradi perché gli omega 3 sono molto delicati e la loro ossidazione (favorita dalle alte temperature) riduce la loro potenzialità terapeutica. Cipolla: cruda nelle insalate, o da sola, è utilissima sia per l’azione antinfiammatoria che per il fatto che favorisce l’eliminazione dei depositi dalle articolazioni e aiuta il filtraggio renale. Utile è la zuppa di cipolle come antiartritico, anche due volte a settimana, accompagnata da crostini di pane. Oltre alla zuppa di cipolle anche la pasta condita col sugo di cipolla ha una azione analoga: 150 o 200 grammi di cipolle tagliate sottilissime si fanno andare in padella con un po’ d’olio e di sale, a fuoco molto basso, col coperchio finché non sono completamente cotte. Si riducono allo stato cremoso passandole col passatutto e si condisce la pasta, preferibilmente di kamut o di mais per agevolare la funzione renale. Si può completare il pasto con il finocchio crudo per migliorare il drenaggio renale oppure col carciofo crudo che aiuta il fegato ad eliminare le tossine. In caso di squilibrio glicemico va completata con alimenti ipoglicemizzanti, cioè insalata mista con cipolla cruda, un pane a bruschetta con aglio. Come frutta è bene associare due kiwi, ma può anche andar bene senza frutta, specialmente in caso di familiarità diabetica. Cetriolo: per il suo contenuto decongestionante. in azulene ha una azione antinfiammatoria e Cavolo cappuccio: ricco di selenio, antiossidante che contribuisce ad alleviare i sintomi dell'artrite controllando i livelli di radicali liberi. I composti isotiocianati contenuti in questi vegetali sono infatti ormai ampiamente accreditati per le loro proprietà antitumorali: il meccanismo d’azione pare essere legato alla capacità di rimuovere scorie tossiche presenti all’interno dell’organismo e potenzialmente cancerogene. In pratica questi alimenti svolgono una profonda azione detossificante, utilissima anche in questa patologia. Dimostrata è anche l’azione antinfiammatoria in molte patologie per la presenza di salicilati. Cavolfiore: unisce molte proprietà analoghe a quelle del cavolo cappuccio, a cui si aggiunge il bromo ad azione sedativa del SN e quindi del dolore. Ananas: nota è l’azione antinfiammatoria dell’ananas (attenzione alla gastrite perché può dare acidità, provare inizialmente con piccole quantità). Fragole: contengono, tra l’altro, acetil-salicilico che agisce sull’infiammazione e sul dolore. Lamponi: la presenza di acido salicilico, di polifenoli e di olii essenziali spiegano la sua azione utile negli stati infiammatori di diversa origine. Semi di lino: il capostipite dei grassi omega 3 è l'acido alfa-linolenico contenuto in ben pochi alimenti: i semi di lino, di canapa, le noci. I semi di canapa non si trovano in commercio, le noci contengono anche acido linoleico, i semi di lino, quindi diventano utilissimi. Ne bastano 20 g al giorno per avere 3,5 g di acido linolenico. È necessario masticarli con molta attenzione in modo che non passino interi nell’intestino, dove non verrebbero digeriti, ma eliminati tal quali, oppure vanno pestati in un mortaio. Possono essere aggiunti allo yogurt o a qualunque altro piatto, purché non siano cotti né riscaldati oltre i 60 gradi. Meglio evitare l'olio di semi di lino, che spesso non viene estratto con metodi che consentano di preservarne le caratteristiche. CAMOMILLA: l’azione antinfiammatoria è data dall’azulene contenuto nei fiori ad azione antinfiammatoria e decongestionante, nonché di effetto protettivo sulla microcircolazione capillare. Prezzemolo: la sua ricchezza in vitamina C e di ferro altamente disponibile lo rende utile per la sua azione antiossidante e per favorire l'assorbimento del ferro e di altri Sali minerali, soprattutto il calcio. In Bioterapia Nutrizionale viene aggiunto crudo a fine cottura a carni, pesci e verdure. 19 Limone: le numerose sostanze benefiche contenute nella polpa e nella buccia del limone lo rendono utile in Bioterapia Nutrizionale per moltissimo motivi. La tradizione popolare usa nell’artrite, nei reumatismi e nella gotta la cura dei 10 limoni. Anche qui la controindicazione è data dai possibili fastidi a livello di infiammazione esofagea. Uva: la ricchezza in zuccheri e Sali minerali, la sua attività antibatterica e antitumorale, la ricchezza in vitamine e in tannini, rendono l’uva preziosissima in moltissime circostanze. In particolare la sua funzione diuretica e la capacità di favorire l’eliminazione degli acidi urici, della renella e di altri cataboliti urinari la rende utile in molte patologie incluse quelle degenerative osteo-articolari. Attenzione alla gastrite e all’equilibrio glicemico. Porri: la loro azione nelle patologie reumatiche, nell’artrite reumatoide e nelle artrosi è probabilmente legata alla facilitazione dell’eliminazione renale dei cataboliti. Il loro contenuto in sostanze solforate ha comunque una azione positiva sulla riduzione delle infiammazioni. Sciroppo di aloe vera: i documentati effetti antitumorali e immunostimolanti di questa preparazione la rendono utile in tutti i casi in cui il paziente sia sottoposto a terapie immunosoppressive. La sua spiccata azione lassativa contribuisce all’eliminazione dei residui tossici dei farmaci assunti in notevole quantità in questo tipo di patologie. Lattuga: specialmente cotta ha una azione lenitiva delle mucose infiammate. Ortica: ha anch’essa una azione lenitiva analoga alla lattuga. 20 Alimenti da evitare Zuccheri in eccesso: tutto ciò che stimola l’insulina è pro-infiammatorio perché l’insulina stessa favorisce l’infiammazione bloccando la serie di acidi grassi omega 3 e stimolando la proliferazione cellulare. Farine raffinate: possono essere irritanti perché molto raffinate, più è raffinato un alimento e più il sistema non lo riconosce. Al processo di raffinazione vanno aggiunte tutte le sostanze chimiche utilizzate nei processi di lavorazione industriale e durante il trasporto per prolungarne la durata, eliminare i parassiti, evitare le contaminazioni micotiche. Glutine: è un proinfiammatorio, stimolante, irritante. La pasta ancora di più per i trattamenti che riceve in tutte le tappe della sua produzione. Il pane può provocare gonfiori per i lieviti, ma subisce meno trasformazioni della pasta. Il pane da fastidio a chi ha problemi epatici con i lieviti. Tra i cereali il farro è uno dei cereali più ricchi di glutine e quindi comunque è pro-infiammatorio, anche se subisce meno manipolazioni, come il kamut. Caffé: il paziente affetto da patologie infiammatorie non si gioverà dello stimolo adrenergico dato dal caffè, ma piuttosto di tutto quello che può sedare il SNC e miorilassare tutto l’organismo. Il caffè va ad attivare le ghiandole surrenali incrementando la produzione di adrenalina e di cortisolo, aumentando la situazione infiammatoria. Birra: la presenza del glutine, irritante per il SNC, e dei lieviti che rallentano la funzione epatica rende la birra controindicata in queste patologie. Carni rosse: per il sovraccarico della funzione renale dato dalle scorie azotate delle carni rosse. Spinaci: il contenuto in ossalati ostacola la funzione renale. 21 Latte: attualmente in commercio troviamo latte industriale che proviene da tanti diversi allevamenti e razze diverse, ciascuna con il proprio patrimonio di geni e di antigeni. La presenza di componenti proteiche geneticamente diverse può stimolare in modo improprio il sistema immunitario, invece di favorire il suo riequilibrio. Con ogni probabilità il latte biologico crudo, distribuito dal produttore al consumatore, proveniente da una sola stalla e da mucche appartenenti ad una sola razza potrebbe non avere lo stesso effetto (salvo intolleranze specifiche). Va anche tenuto conto del fatto che il latte industrializzato ha perso gran parte delle sue proprietà nutrizionali perché i processi di pastorizzazione neutralizzano sia gli enzimi digestivi che le flore batteriche che costituiscono i suoi principali vantaggi. Senza contare che la moda degli alimenti “light” fa si che generalmente venga consumato magro, privo, quindi, dei suoi lipidi naturali, quindi anche delle preziose vitamine liposolubili come la vit. D senza la quale il consumo di latte perde la sua maggiore utilità. Carne di maiale: in genere è una carne sana e utilissima nell’alimentazione umana per l’ottima composizione dei suoi grassi. La sua componente lipidica e il contenuto in iodio ne fanno un alimento utilissimo nelle patologie legate allo squilibrio glicemico. Avendo però un patrimonio genico molto vicino a quello umano, è un tipo di carne che può scatenare reazioni allergiche, e quindi controindicata in tutte le patologie del sistema immunitario perché può favorire reazioni antigeniche in soggetti predisposti. Asparagi: nonostante la sua diureticità, la presenza di purine rendono gli asparagi controindicati nelle cistiti, litiasi urinarie, artrite e reumatismo articolare, oltre che nelle nefriti e nelle infiammazioni delle vie biliari. Poiché inducono aumento di tono e dell’eccitabilità muscolare sono controindicati anche nelle patologie neurologiche e nelle epilessie. Vino bianco: contiene sostanze chimiche che facilitano la precipitazione di aggregati cristallini all’interno delle articolazioni. 22 Caso Clinico Tutto ha avuto inizio verso la metà di dicembre 2010. Mario P. ha 68 anni, è una persona apparentemente molto calma, lineamenti sereni. E’ in pensione da alcuni anni ed un nonno molto attento e sempre disponibile con il suo piccolo esercito composto da 5 nipoti maschi. Nella prima settimana di febbraio 2011 mi chiede una consulenza. Mi parla di sé , descrive i dolori che ha al cingolo scapolare, agli avambracci e in particolare alla parte posteriore del femore fin ai muscoli dei polpacci. E’ un po’ in sovrappeso, pesa Kg 8,5 ed è alto m. 1,75 le sue misure più importanti sono evidenziate al punto ombelicale che misura cm. 108 . Dall’anamnesi familiare emerge che: - il padre soffriva di dolori articolari diffusi che curava con impacchi di erbe; - la madre soffriva di una forma di asma respiratoria molto invalidante, tanto che è stata la causa di una morte in età ancora giovane. Mario vanta 72 donazioni di sangue, analisi sempre perfette, con l’avanzare degli anni ha manifestato nelle stagioni primaverili delle dermatiti e riniti da pollini, piccoli fastidi al ginocchio per infiammazione dei menischi. Non ci sono in famiglia squilibri glicemici. Ama mangiare tutto, è una buona “forchetta” . Mi descrive i suoi dolori che aumentano nelle ore notturne impedendogli sonni tranquilli, con impossibilità di girarsi nel letto per dolenzia continua alle gambe. L’intestino ha una storia prevalentemente di stipsi che ci parla dell’esigenza di stimolare il fegato. Nella sua vita non ha quasi mai assunto farmaci se non nell’ultimo periodo. Nell’ultimo mese ha fatto uso di antinfiammatori (nimesulide) ricevendo sollievo limitato alla giornata, terminata la quale i dolori tornavano acuti. Gli è stato consigliato dall’ortopedico di assumere il Tauxib , apparentemente più efficace. Il responso delle analisi richieste, come da documento (allegato 1), evidenzia una Ves 91, Glic 115, il medico ritiene di approfondire con ulteriori analisi. In data 25/01/11 le analisi ulteriori mostrano un quadro infiammatorio (allegato 2) nel quale : Prot C reatt. 33,9 , Elettroforesi delle Sieroproteine presentano alterazione di Alfa1-Alfa2 e Gamma, inoltre la presenza di Helicobacter pylori 5,12 fa si che il medico prescriva una terapia a base di antibiotici Augumentin e Macladin per una settimana. Nel frattempo si sottopone a visita presso la Dott.ssa Riccieri Reumatologa del Policlinico Umberto I che emette la seguente diagnosi: 23 Polimialgia Reumatica che verrà trattata con uso di cortisone Deltacortene da 25 mg per 25 gg a scalare . L’inizio della terapia è il giorno 11/02/11 con assunzione per una settimana di Deltacortene 1 cp e ½ . Tutte le informazioni rilevate attraverso il Counselling mi portano a contattare personalmente la Dott.ssa Riccieri e il Dott.re Aufiero per poter meglio affrontare , di comune accordo, il trattamento alimentare che rispetti le funzioni di un organismo in queste condizioni. Qualche giorno dopo iniziamo un percorso nutrizionale come supporto alla terapia di cortisone che deve tener conto prima di ogni altra considerazione dell’equilibrio glicemico già alterato in partenza e del rallentamento epatico causa di stipsi consolidata. 24 Questo è uno schema esemplificativo di una “ giornata tipo” per Mario: Colazione Spremuta di 1 limone in un bicchiere d’acqua tiepida al risveglio 1 tazza di thé al limone con 1 cucchiaino di zucchero (se possibile 1 cucchiaino di miele al posto dello zucchero) 70 gr di pane tostato con olio extravergine di oliva ( il pane verrà tostato per abbattere eventuale presenza di lievito nella mollica, evitando tra l'altro problemi di meteorismo intestinale) Il pranzo e la cena sotto indicati sono stati preparati con particolare attenzione per soggetti che non devono aumentare di peso considerando la minor attività fisica in un soggetto nell’età non più giovane della vita. Pranzo 70 gr di pane tostato condito con olio exstravergine ( come quota di carboidrato) 200 - 250 gr di pesce in padella (con olio e aglio e aggiunta di prezzemolo e limone a fine cottura) oppure 150 - 180 gr di carne bianca ( tacchino, pollo, coniglio, vitella nelle modalità di cottura a : scaloppina, straccetti, panata o pizzaiola, NO lessa la cui digeribilità si riduce per la denaturalizzazione delle proteine) 1 porzione abbondante di contorni crudi (conditi con olio extravergine e sale q.b. succo di limone o aceto di vino rosso) oppure 150 gr di contorni cotti come fagiolini o agretti( verdure di stagione fresche NO surgelate, lessati e conditi con olio e limone) 1 frutto di stagione 25 Cena 70 gr di pasta al dente oppure 50-60 gr di riso lessati e mantecati in condimenti come: - aglio, olio , prezzemolo e un pezzetto di peperoncino aggiunti a crudo; oppure - aglio , olio, pomodorini, prezzemolo e peperoncino aggiunti a crudo; oppure - con del pesto di olio , aglio, basilico e pinoli; oppure 60 – 80 gr di legumi (lessati e ripassati in aglio , olio, salvia e rosmarino, per evitare il meteorismo intestinale) 150 gr di verdure lessate e ripassate (in aglio e olio come : zucchine, cicoria, verza, cavolfiore, broccoletti) 1 frutto a ridotto indice glicemico*( fragole, frutti bosco, lamponi, mirtilli) * Nel pasto serale l'utilizzo della frutta a basso indice glicemico è giustificato dal rischio di iperinsulinemia nell'età non più giovane della vita. Recenti studi hanno dimostrato che l'utilizzo del carboidrato di sera ha i seguenti vantaggi: presenza di triptofano, precursore della serotonina che entra nella formazione della melatonina che migliora la qualità del sonno, semplificazione dei processi digestivi in previsione della notte. 26 Percorso nutrizionale proposto Ven 11/02 27 Mario inizia ad assumere 1 cps di Deltacoltene la mattina e ½ il pomeriggio il peso è di kg 82 , l’elicobacter dopo antibiotico alla prova del palloncino è negativo. Pr bruschetta, petto pollo al limone e salvia, finocchio crudo, cavolfiore ripassato Cn tagliatelle al ragout, salmone affumicato con rucola e limone, belga cruda Sab 12/02 Pr pesce lesso olpr purè di patate valeriana Cn spaghetti aope capperi e olive, cicoria rip cavolo capo crudo Dom 13/02 il sonno migliora già alla seconda notte, Mario riferisce che finalmente riesce a riposare bene . Pr frittata con cicoria, finocchio e frutti di bosco Cn 150 gr di cavolo capp ripass con 70 gr di riso, salmone aff e valeriana Lun 14/02 Pr lombata di maiale ai ferri , 200 gr cavolo capp ripassato, frutti di bosco Cn lenticchie ripassate, finocchio crudo, prosciutto Mart 15/02 Mario ripete i primi 4 g prescritti per praticità familiare. Pr bruschetta, petto pollo al limone e salvia, finocchio crudo, cavolfiore ripassato Cn tagliatelle al ragout, salmone affumecsto con rucola e limone, belga cruda Merc 16/02 Gliu - Bil + Ket - P sp 1030 San pH Ema10 6,5 Pro - Uro 02 Nit - Pr pesce lesso olpr purè di patate valeriana Cn spaghetti aope capperi e olive, cicoria rip cavolo capo crudo Giov 17/02 Pr frittata con cicoria, finocchio e frutti di bosco Cn 150 gr di cavolo capp ripass con 70 gr di riso, salmone aff e valeriana Leu - Ven 18/02 viene eseguito un prelievo per il controllo della glicemia : iniziale 115 oggi 81 e su indicazione della Dott.ssa Riccieri viene scalato il cortisone a 1 cps da 25 mg la mattina, Allegato 2. Gliu - Bil - Ket - P sp 1025 San - pH 5 Pro - Uro 02 Nit - Leu - Pr lombata di maiale ai ferri , 200 gr cavolo capp ripassato, frutti di bosco Cn lenticchie ripassate, finocchio crudo, prosciutto Sab 19/02 i dolori al braccio sinistro si ripresenta, iniziamo da oggi a lunedì trattamenti di riflessologia plantare…Mario stà meglio. Pr pollo all'aglio, puntarelle, bruschetta e frutti di bosco Cn crostini di pane fritti dorati , soute di vongole , insalata mista con cipolle e olive Dom 20/2 Pr patate fritte, spigola in padella, finocchio condito, 1 kiwi Cn riso e cicoria 1 uovo strapazzato , valeriana con cipolla Lun 21/02 Mario telefona alla Dott.ssa Riccieri per metterLa al corrente dei fastidi che aveva avuti sabato Lei consiglia di riinserire ¼ di cortisone il pomeriggio. Il peso è di kg 78 Gliu - Bil - Ket - P sp 1030 San - pH 5 Pro - Uro 02 Nit - Leu - Pr agnello scottadito , fagiolini o agretti lessati poi olio e limone Cn lenticchie ripassate 100 gr salmone aff , 1 finocchio crudo Mart 22/02 Pr frittata di cicoria , 2 patate al forno con rosmarino, pomodori cipolla e olive Cn pasta con 1 melanzana aopr con pecorino, insalata mista con cipolla Merc 23/02 Pr 200 gr di pesce lesso condito, cavolfiore fritto dorato, frutti di bosco Cn spaghetti con le vongole, cicoria ripassata, frutti di bosco Giov 24/02 Gliu - Bil - Ket - P sp 1025 San - pH 5 Pro - Uro - Nit - Leu - 28 Pr 2 salsicce ai ferri , cavolo cappuccio crudo, 2 kiwi Cn penne all'arrabbiata , 2 belga ai ferri , 2 uova strapazzate 29 Ven 25/02 Pr 250 gr insalata di mare , sedano e ravanelli in pinzimonio , 1 mela smith con la buccia Cn bucatini all'amatriciana, cavolfiore ripassato, valeriana con pinoli Sab 26/02 nuovo controllo glicemia 96, peso corporeo kg 76,5 Pr patate fritte, spigola in padella, finocchio condito, 1 kiwi Cn libera Dom 27/02 Pr pollo all’aglio, puntarelle , bruschetta e frutti di bosco Cn crostini di pane fritti dorati, souté di vongole , insalata mista con cipolle e olive Lun 28/02 Gliu - Bil - Ket - P sp 1020 San - pH 5 Pro - Uro 02 Nit - Leu - Pr agnello allo scottadito, fagiolini o agretti lessati e conditi con olio e limone Cn lenticchie ripassate , 100 gr di salmone affumicate, 1 finocchio crudo Mart 01/03 viene scalato il cortisone a ¾ la mattina ¼ il pomeriggio Pr 200 g lombata di vitello in padella, 200 g di cavolfiore ripassato o verza o broccoli, frutti di bosco Cn 70 g di riso aglio, olio e peperoncino, 200 g di cicoria ripassata , 100 g di bresaola con olio, rucola e limone Mario ha ripreso, con piacere , a fare passeggiate di 40 min. al giorno che regalano buonumore e beneficio la notte non avendo più crampi alle gambe. Il peso rimane costante kg 76,5. Il riposo è ristoratore come mai prima, il risveglio la mattina è pieno di energia, come non accadeva da tempo. Avverte un miglioramento per ciò che riguarda la memoria il che gli da un immenso piacere. Vuole sottolineare la scomparsa di un’allergia di cui soffriva da anni alla sopracciglia che gli creava disagio. Riferisce che il merito è tutto dell’alimentazione che sta seguendo, specifica abbondante.. a base di molte verdure , poca pasta e pane, variabile giorno dopo giorno, che lo lascia sazio. Merc 02/03 Pr 200 g di straccetti con rucola, 200 g di puntarelle, o indivia riccia o radicchio una mela verde Cn 90 g di pasta all’arrabbiata , 200 g di broccoli ripassati, finocchio condito, con aggiunta di olive Giov 03/03 Pr 250 g di abbacchio scottadito, due patate al forno, arancia con olio e sale Cn 70 g di riso e carciofi trifolati, 100 g di prosciutto crudo, valeriana o cappuccina con cipolla e olive Ven 04/03 Pr 200 g di scaloppina al limone (no pollo), rucola, indivia riccia, cipolla e olive 1-2-pere Cn 90 g pasta di aglio, olio e peperoncino, due zucchine trifolate, 150 g di cavolo cappuccio crudo Sab 05/03 Pr 200 g di lombata di maiale alla piastra, 200 g di agretti lessi o fagiolini lessi, valeriana con olio, sale e pinoli Cn Due patate fritte, Finocchio condito o due carciofi crudi, 200 g di pesce in padella Dom 06/03 Pr 200 g di pesce in padella (scegliere sogliola o cernia, o filetto di merluzzo), due patate al forno, frutti di bosco Cn 150 g di gnocchi di patate al pomodoro e basilico, due indivie belghe crude o trifolate o 200 g di cicoria ripassata , 100 g di bresaola o capocollo Lun 07/03 Pr 200 g di fettina di vitello in pizzaiola, 200 g di cavolfiore ripassato, una mela verde Cn 90 g di pasta e broccoli, 100 g di prosciutto crudo o speck, insalata mista con cipolla e olive 30 31 Mart 08/03 Pr 250 g di coniglio in padella, 200 g di puntar elle, Un’arancia con olio e sale Cn 90 g di pasta all’arrabbiata, 70-100 g di salmone affumicato con limone, valeriana condita, 150 g di fragole Merc 09/03 Pr 200 g di filetto ai ferri o bistecca, due patate fritte o al forno, frutti di bosco (sono preziosi per la polimialgia, insieme a qualche melagrana se la trovate) Cn 90 g di pasta di aglio, olio e peperoncino, 200 g di pesce lesso, insalata mista con cipolla e olive Giov 10/03 la glicemia è scesa a 74 la ves a 13 come da Allegato 3 Pr 200 g di petto di tacchino in padella o alla griglia, melanzana grigliata o 200 g di agretti lessi (meglio gli agretti), un’arancia con olio e sale Cn 90 g di pasta e carciofi trifolati, 100 g di prosciutto crudo o speck o capocollo, rucola, finocchio, olive e cipolla Ven 11/03 Pr 200 g di straccetti con rucola, radicchio o indivia riccia condite, una banana Cn 150 g di tagliatelle fresche o gnocchi al ragù di carne, valeriana con olio, sale e pinoli o due carciofi crudi, 1-2 uova strapazzate Sab 12/03 Pr 200 g di lenticchie lessate con sedano, carota e cipolla e poi ripassate in aglio, olio e rosmarino, finocchio condito, un’arancia con olio e sale Cn 70 g di riso e verza, 100 g di bresaola con olio e limone, 150 g di puntarelle o due indivie belghe crude condite, 150-200 g di fragole Dom 13/03 Pr 200 g di scaloppina al limone, 200 g di broccoli ripassati, 1-2 pere Cn 90 g di pasta all’arrabbiata, due zucchine trifolate, insalata mista con cipolla e olive Lun 14/03 Pr 200 g di polpette fritte , 200 g di agretti lessi o fagiolini, frutti di bosco Cn 90 g di pasta e broccoli o cavolfiore, 100 g di prosciutto crudo, speck o capocollo, finocchio condito Mart 15/03 scalato cortisone a ½ cps da 25 mg la mattina e ¼ il pomeriggio Pr 200 g di petto di tacchino in padella, radicchio crudo condito o puntarelle, un’arancia con olio e sale Cn 2 patate fritte, 2 indivie belghe trifolate, 200 g di pesce lesso, 150 g di fragole Le passeggiate quotidiane di Mario sono arrivate ad 1 ora e 30 min senza che lui avverta fatica alcuna regalandogli leggerezza. Riferisce di avere una grande soddisfazione per il risultato raggiunto. Andiamo avanti con altre giornate di prescrizione ed a fine mese di marzo le analisi della glicemia hanno un valore di 81. Riprendiamo le ultime settimane e ripetiamo le indicazioni…terminate le quali inseriamo nuovi giorni nutrizionali. Mart 19/04 Pr 200 g di gamberoni in padella o pesce in padella, rucola, pomodorini e olive, 1\4 di ananas Cn 70 g di pasta al pesto o all’arrabbiata, due uova al tegamino, 200 g di fragole Merc 20/04 Pr 150 g di bistecca ai ferri o straccetti, 150-200 g di fagiolini, un’arancia condita Cn 60 g di riso aglio, olio e peperoncino con tonno, melanzana grigliata, finocchio in pinzimonio Giov 21/04 Pr 200 g di frittura di pesce, insalata croccante con olive o due indivie belghe o radicchio, 1/4 di ananas Cn Patate fritte abbondanti, 100 g di prosciutto crudo, finocchio condito, 200 g di fragole Ven 22/04 controllo della glicemia 85 Allegato 4 Pr Due salsicce di maiale, 150 g di fagiolini lessi , una banana Cn 70 g di pasta e zucchina, due uova al tegamino, 200 g di fragole 32 33 Sab 23/04 Pr 200 g almeno di anelli di calamaro infarinati e fritti o insalata di mare, valeriana con olive, 1\4 o mezzo ananas Cn 50 g di pasta e broccoli ripassati o carciofi, 100 g di prosciutto crudo, spremuta di limone con acqua e poco zucchero Dom 24/04 Pr 200 g di coniglio o agnello, 150-200 g di fagiolini lessi e ripassati in padella con olio e aglio, un’arancia con olio e sale Cn 50 g di spaghetti alle vongole, 50-70 g tonno e pomodorini, 200 g di fragole Lun 25/04 Pr 250 g di frittura di pesce, insalata croccante, 1\4 di ananas Cn 50 g di riso al pomodoro, 200 g di pesce lesso, finocchio condito Mart 26/04 Pr Due salsicce di maiale alla griglia, Patate fritte, Una banana Cn 50 g di pasta con tonno, melanzana fritta dorata, 200 g di fragole Merc 27/04 Pr 150 g di fettina panata, 150-200 g di fagiolini lessi o agretti , 1-2 mele Cn 2-3 patate fritte, 150 g di hamburger , insalata croccante, un po’ di gelato Giov 28/04 Pr 200 g di coniglio o agnello, rucola, pomodorini e olive, 1\4 di ananas o melone Cn 50 g di pasta e broccoli, finocchio condito, 200 g di fragole Passate le festività Pasquali riprendiamo gli ultimi 10 giorni senza le piccole variazioni che le feste hanno apportato e il 9 di maggio vengono ripetute le analisi le analisi come da richiesta della Dott.ssa Riccieri. Allegato 5 Conclusioni Il percorso è ancora lungo perché la Polimialgia ha bisogno di non esser persa di vista, come evidenziano le ultime analisi, Allegato 5, i valori dell’infiammazione sono tutti nella norma ma dobbiamo stimolare ancora di più il fegato per eliminare il colesterolo che abbiamo movimentato e che , a causa dell’assunzione del cortisone, si sono elevati i valori dei trigliceridi. Mario ad oggi , dopo 3 mesi di indicazioni nutrizionali, ha perso 12 kg ed è passato da un punto ombelicale, quale riferimento, di cm 108 a cm 95, mi dispiace di non aver fatto delle fotografie del suo asse verticale, sembra aver riacquistato 10 anni di “vita”. La sua postura era ricurva per i dolori e le difficoltà muscolari invalidanti a tal punto che per alzarsi da una sedia o scendere dalla macchina doveva accompagnarsi le gambe con l’ausilio delle braccia dolenti…ora il suo portamento è diritto con tonicità muscolare e una grande energia. Mario riferisce di aver migliorato notevolmente la qualità del sonno, il ritmo intestinale si è fatto più regolare , ottima la digestione e l’equilibrio dei pasti, non ha fame tra un pasto e l’altro . La Dott.ssa Riccieri è rimasta molto soddisfatta dei risultati del suo paziente e mi ha chiesto come fosse possibile avergli fatto perdere tanti centimetri a livello ombelicale , non mancherò di farle pervenire quanto sopra in modo che Lei stessa possa indicare a pazienti affetti da questa patologia, la presenza e la possibilità di perseguire strade parallele alle cure convenzionali , in modo da limitarne i danni. Posso dire il lavoro della Dott.ssa Domenica Arcari Morini mi stupisce continuamente e mi regala tante di quelle emozioni che mai avrei pensato di provare attraverso il sorriso e la benevolenza di quanti migliorano le loro condizioni di salute sistematicamente dopo aver seguito un nuovo percorso di: “Equilibrio Nutrizionale Corpo-Mente”. 34 35 Allegati Analisi Note bibliografiche Arcari Morini Domenica, Aufiero Fausto, D’Eugenio Anna, Gli Alimenti e loro associazioni, Vis Sanatrix Naturae, 2001. Arcari Morini Domenica, Aufiero Fausto, Bioterapia Nutrizionale Applicata, Tomo 1°, 2°, 3° Vis Sanatrix Naturae, 2006-2007. Terapia nuova. Catalogo dell'Agenzia del "Laboratoire Helose", anno 1925. http://www.procaduceo.org/it_schede/polimialgia_reumatica/0_polimialg ia.htm Bottaccioli Francesco, Psiconeuroendocrinoimmunologia, Red 2005. Fausto Aufiero-Michele Pentassuglia, Il ruolo Nutrizionale e Terapeutico degli Alimenti, International Printing 2010 36
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