noam chomsky: comunicazione, politica, linguaggio

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noam chomsky: comunicazione, politica, linguaggio
NOAM CHOMSKY: COMUNICAZIONE,
POLITICA, LINGUAGGIO
di Paolino Nappi
ABSTRACT
Il saggio intende rendere conto della riflessione massmediologica, e
ovviamente politica, di Noam A. Chomsky, uno degli intellettuali più
influenti e attivi dei nostri tempi. In particolare, si vuole rilevare il
rapporto, strettissimo, che intercorre tra la democrazia capitalistica e
l’apparato propagandistico necessario al mantenimento di un tale
assetto di potere. Si vogliono inoltre analizzare le modalità strutturali (il
modello della propaganda) e linguistiche (Chomsky, sulle orme di
Orwell, parla di Neolingua) attraverso le quali viene attuata questa
opera di propaganda.
NOAM CHOMSKY: COMUNICAZIONE,
POLITICA, LINGUAGGIO
di Paolino Nappi
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INDICE
1. Introduzione: Chomsky massmediologo ......... pag. 4
2. Democrazia capitalistica e propaganda ................ 10
3. Il modello della propaganda ............................... 12
4. La Neolingua ..................................................... 20
BIBLIOGRAFIA ................................................... 27
3
1. Introduzione: Chomsky massmediologo
Noam Chom sky è una personal ità assolutamente straor dinari a nel
pan orama cultur ale in ternazionale. Considerat o da m olti i l più
inf luente lingu ista del XX secolo, egli è anche uno degli intel lettuali
dissident i più ascolt ati nel mondo. Le sue numerose opere polit iche,
al pari e forse più di quel le linguisti che, conosco no una diffusione
mon diale e non smetto no di generare dibattiti e rif lessioni.
“Ap ocalit tico” irridu cibile, il Chomsky polit ico si è occupato e
con tinua a occuparsi soprat tutto delle forme e dell e arti colazi oni del
pot ere nelle società democr atiche, con un’att enzione part icolar e alle
fun zioni svolte dai m edia e in generale dall’ apparato di propaganda
che quel potere sosti ene e rinfor za. Il lingu ista Chomsky ha sempre
neg ato l’ esistenza di un valore scienti fico o qualsiasi carattere di
str aordinarietà nei propri interventi politici, che egli considera invece
all a port ata di ogni persona che abbia la vol ontà e il coraggio di
ind agare con pi ù prof ondità, di non fer marsi alle i nformazioni e alle
int erpret azioni dei f atti p iù accessibi li. Come scr ivono Peter R.
Mit chell e John Schoeffel, “ciò che con traddi stingue il p ensier o
pol itico di Chomsky non è un’intuizione nuova in senso assoluto […]
Il suo maggiore contr ibuto consiste piuttosto in un ’immensa mol e di
inf ormazi oni e di dat i, e n ell’abilità infall ibile con cui sa
smascherare, in ogni contesto, i meccanismi e gli i nganni delle
ist ituzio ni che oggi deteng ono il poter e”. 1 Il suo i mpegno nasce prima
di tutto come consegu enza di uno slanci o etico, di una si ncera
passione politi ca, della co nsapevolezza che non si può sapere e allo
stesso tempo continuare a t acere (una p ratica che i nvece, secondo
Cho msky, è assolutamente dominant e tra gli in tellet tuali ligi al
pot ere e tra la stragrande maggioranza dei gi ornali sti). Si tratta di un
att eggiam ento m orale che Chomsky condivide con poch i altr i
int ellett uali “di successo”: tra questi , è doveroso ricor dare i l filosofo
Ber trand Russel l, assai apprezzat o dall o stesso Chomsky, o,
rel ativam ente ai gior ni nostri, l o scri ttore Gore Vidal, un’alt ra voce
not evole dell’America dissenzient e.
Le opinioni pol itiche di Ch omsky si ispirano a una parte della
lun ga tradizione dell ’anarchismo e del social ismo l ibertario. S econdo
Cho msky, alla b ase di quest a trad izione vi è prima di tut to un
pri ncipio fondamental e, che egli esalta più di ogni altro: ogni forma
di autori tà, di dominio e d i gerarchia, in al tre parole o gni st ruttur a
aut oritar ia, deve for nire l a prop ria gi ustifi cazione. Non esist e,
dun que, alcuna giusti ficazi one a priori . “L’onere della prova per ogni
azi one au toritaria compete sempre a chi la esercita. Invece, il più
del le vol te, le strut ture autorit arie non han no alcuna gi ustifi cazione:
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non ne hanno di moral i, non ne hanno ri spetto agli interessi di chi si
tro va ai gradin i più bassi della scala gerarchica, o riguardo agli
int eressi di al tre persone, dell’ ambiente, del futu ro, della società e
così via. Hanno, in sostanza, il solo scopo di conservare le st ruttur e
del poter e e del domi nio”. 2 Se chi proclam a la l egitti mità delle
pro prie azioni autori tarie non ne avrà dato u na giu stificazione, allora
esse saranno meri sop rusi ai qual i opporsi. “A dire la verità, penso
che l’anarchia non si a altr o che questo: la convinzione che le persone
abb iano i l diri tto di esser e libere, e che se ci sono lim itazio ni all a
lib ertà, queste devon o essere giustificate. A volte lo sono, ma quand o
e p erché bisogna scoprirlo caso per caso”. 3 A fondam ento delle
società capital istiche vi è una v iolent a azione aut oritar ia esercitat a
sui lavor atori. Infat ti, af ferma Chomsky, se il cap itale è
esclusivamente sottop osto al cont rollo privat o, gli individui sono
costretti a vendere i l proprio lavoro p er sopravvivere. “Certam ente si
pot rebbe obiett are che non c’è co ercizi one, che si tratta di un liber o
con tratto tra l e part i, ma sarebb e una sciocchezza. Se l’ alternativa è
“Fai quel che t i dico o muori di fame”, non esiste scelta ma si tratt a
di “schiavitù salariata”: così veniva definit a in epoche più ci vili,
com e il XVIII e XIX secolo”. 4
Le correnti del pensi ero anarchico che interessano Chomsk y
der ivano, a suo parer e, dir ettamente dall’Ill uminismo e dalla
riv oluzione sci entifi ca del XVII secolo , incl udendo quegl i aspetti che
spesso so no con siderati reazionar i, com e il r azionalismo cartesiano.
Anche il liberalismo classi co rap presenta un punto di rif erimento
imp ortant e per il Cho msky politico. Contrariamente a quanto aff ermi
la vul gata co sì dif fusa ai nost ri giorni, i l liberalism o fu i n orig ine
“pr ecapit alista e di fatto anticapitali sta”: esso si basava sul fatto di
essere padroni del pr oprio lavoro e sul la necessità di essere padroni
del la propria creatività. P er un liberale classico, il lavoro salariato
del sistema cap italista sar ebbe stato t otalmente im morale. Chom sky
aff erma che non ci so no due punti di vi sta tanto an titeti ci com e
quello del liberalism o classico e quell o del capitalismo. 5 Lo stesso
Adam Smit h, ido lo del la scu ola di Chicago e dei gur u dell ’odier no
neo liberi smo, “da liberale classi co qual era, era f avorevole al
mer cato p erché credeva che le per sone dovessero essere
com pletam ente u guali, era convint o che gli esseri u mani f ossero
nat uralmente portati alla solidar ietà e alla benevo lenza, e che
avessero il dir itto di cont rollar e il p roprio lavor o. L’esatto oppost o
del capit alismo”. 6 Wi lhelm von Humboldt , uno dei fondator i del
lib eralismo classico, “tant o ammi rato dai cosiddett i “conservat ori”
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att uali, per il sempl ice motivo che non l’hanno let to”, affermò che se
un lavoratore p roduce a com ando un oggetto bellissi mo, si può
“am mirare ciò che il lavoratore ha fatt o, ma si disprezza ciò che lui
è”. 7
Chomsky è profondamen te int eressato all e vicende della Guerra
Civ ile di Spagn a, in particolare, al cosiddet to “anarcosi ndacal ismo” e
all a stagione d ella Barcell ona ri voluzi onaria della fine degli anni
trenta, quando i principi per i q uali si lott ava er ano mo lto si mili a
quelli espressi dal l iberal ismo classico. “Penso che quel lo sia stato il
per iodo i n cui gli esseri umani hanno f atto gli sforzi maggiori per
realizzar e i pr incipi liber tari che a m io avviso bi sogner ebbe
per seguir e”. 8
All a base della tradi zione dell’anarchi smo fatta pr opria da
Cho msky v i è una concezione dell’ uomo i nteso come essere che vu ole
costantem ente svilupp are le propr ie cap acità e scoprire i propr i
lim iti. L a soci età dovrebbe permettere agli i ndividui di eserci tare
questi st imoli interi ori e di svi luppar e liberament e le proprie
pot enzial ità di azione e di pensi ero, i nvece di impedirle. Lo stesso
ruo lo dei media dovrebbe di pender e da t ali esigenze. “Bisogna
ricordare che n ella n ostra societ à molt i modi di pensare sono esclusi ,
e non per incapacità, ma perché sono st ati messi in atto dei
meccanism i che impedi scono alla gente di pensare in un certo modo.
E q uesto è in sostanza l’indottri nament o, che passa attraverso vari
can ali: i telef ilm, l o spor t, ogni aspetto della no stra cultura concorre
a d efinir e i valori e gli stili d i vita consi derati giust i. Rit engo che sia
necessari o apri re all a gent e nuove possibilit à, sia soggettive che
con crete, e che quest o sia uno degli scopi pr incipali del socialismo
[li bertar io]: arrivar e al p unto i n cui le per sone possono decid ere
lib eramente quali son o i loro bisogni senza essere forzat e nell a scel ta
da un sistema arbitrario di poter e”. 9
Una quest ione m olto i nteressante è quel la rel ativa all’esistenza
di punti di con tatto tra il lavor o di Chomsky linguista e quell o di
Cho msky politico. Chomsky r iconosce l’esistenza di “sotti li legami”
tra i due campi a cui ha dedicato e dedica il propr io impegno. Le
con nessioni sono vari e, ed effett ivamente sot tili. Vale comunque la
pen a di r ilevar le, perché p er mezzo di esse è possi bile r icavar e una
visione f orse m aggior mente coesa e cert o viep più af fascinante del
lav oro li nguist ico e politi co di Chomsky.
Alcuni autori e alcune corr enti d el pensiero scient ifico e
fil osofico moderno, svolgendo un’ indagi ne sul probl ema generale
del la “natura umana”, arrivarono a concludere che i l ling uaggio
umano avesse una caratteristica u nica e discr iminante. “Una par te
essenzial e dell e argo mentazioni di Cart esio per una chiar a dist inzione
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ont ologica tra gli esseri u mani e tutto quant o c’è al mon do consiste
nel fatto che se si chiede a un essere umano qualcosa su un
arg omento nuovo usand o espr essioni che questo individuo non ha mai
sen tito, si ott errà u na risposta coerente con quant o rich iesto”. 10 E’
quello ch e si d efinisce l’aspetto creat ivo dell’uso del l inguaggio 11.
Per Cartesio, t ale pr incipi o rappresent a la caratteristica cruciale della
men te umana. Secondo Chomsk y, “du rante il per iodo d el lib eralismo
classico c’è st ato un tentativo, da par te di Rousseau, di Humboldt e
di altri, di collegar e questi elementi per identifi care u na sor ta di
bisogno e dirit to all a libertà, un “ist into d ella l ibertà”, com e veni va a
vol te chi amato, qualcosa che sta al centro cognitiv o dell a natura
umana: il liber o pensiero creativo e la sua espressione”. 12 Per questi
aut ori, vi è dunque una precisa corrispondenza tra la creativit à
pro pria d ella m ente e del l inguaggio um ani e un ist into di libertà
alt rettanto connaturato nel l’uomo. E’ chiaro, sottolinea Chomsky, che
queste ipotesi non hanno validità scientifica, come, d’al tronde, non
ne ha qualunque altra teori a che voglia dire qualco sa di defini tivo
sul la nat ura um ana. E sse, ad ogni modo, contr ibuiscono a dare u na
let tura più uni taria dell’opera chomskyana.
La nostra ipotesi è che le connessioni tra il Chomsky linguista e
il Chomsky poli tico non si limiti no ai “sotti li legami” di natura
fil osofico-speculativ a appena descritti : è ri scontr abile un’alt ra
int eressante corrispo ndenza tra i due campi. La linguisti ca
cho mskyan a, è n oto, si propone in nanzit utto di descrivere la
com petenza del parlante-ascoltatore, ov vero l a taci ta con oscenza
del le str utture profonde del linguaggio, che sono universali, cioè
com uni a ogni l ingua. L’int eresse di Chomsky in ambito politico è
inv ece ri volto all’aspetto pragmatico del linguaggi o, a una par ticolare
performance co municativa. 13 Individuando l ’obiet tivo della propria
ind agine politi ca soprattut to nel l’oper a di propaganda messa in atto
dai media, nell ’appar ato si mbolico attr averso il quale le élite
“democrat iche” riesco no a control lare i l pensiero e in tal guisa a
man tenere la pr opria egemon ia, Chomsky riesce a del ineare quell a
che potremmo definire una specifi ca “li ngua d el pot ere”. Essa è una
prassi del linguaggio , ha cioè a che fare con l’esecuzion e (la
performance, appunto ) e no n con la com petenza: in questo senso vi è
dun que un rapporto di compl ementarità, di sim metria, tra il Cho msky
lin guista e il Chomsky massmediol ogo. L a “lingua del potere” è un
com plesso di contenut i simbolici coerenti, si stemat ici, e final izzati a
un obiett ivo pr eciso, quell o dell a “fab bricazione” del consenso. Una
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Sull’aspetto creativo dell’uso del linguaggio, cfr.: Chomsky, 1966, pagg. 46 segg.; Chomsky,
1968, pagg. 145 segg.
12
Chomsky, 2002, pag. 278.
13
Sulla fondamentale distinzione tra competenza ed esecuzione, cfr. Chomsky, 1965, pagg. 45 segg.
11
7
pratica comunicativa al ser vizio del po tere, una forma che il potere
stesso assume.
Noam Chom sky, uno dei maggi ori li nguist i del secolo scorso, è
dun que al lo stesso tempo un punto di ri ferimento fondamentale nella
“co ntrocultura” ameri cana. L’interesse di Chomsky per la politi ca e
la societ à è vi vo e assai f econdo da di versi decenni, mol to pri ma che
il suo no me diventasse noto e venisse associato ai vari m ovimen ti di
pro testa intern azionali. La passi one politica - nel caso di Chomsky di
passione si deve parl are - come pra xis intellet tuale, come assunzione
di respon sabili tà ind efetti bile e irrinunciabile, addirit tura come
mod us vivendi. L ’impegno pol itico di Chomsky assume prima di tut to
la forma di un’ indagi ne finalizzata a smascherare l e cont raddizioni, i
mal funzionament i, le aporie di quel sistema di potere chi amato
“democrazia”. Chomsky dice soprat tutto ciò ch e dell ’“ideale”
ori ginari o di d emocrazia - intesa etimologicamente come potere del
pop olo, della m aggior anza - l’Occidente esclu de o o ttunde. La
dem ocrazi a così com’è, ovvero l’effetti vo assetto di potere dom inante
nei paesi svilu ppati che Chomsky chiama - a r igor di logi ca “democrazia
cap italistica”,
si
pr esenta
come
un’att uazione
pesantemente deformat a, dir emmo paradossale, di quell’ideale. S e
vog liamo, è di un ori ginari o tradimento della democrazia che
Cho msky ci parl a.
D’altrond e, la tradizione politica alla quale Chomsky fa
rif erimento, qu ella - l’abb iamo detto - del sociali smo li bertar io, di
cer to anarchism o, del la sinistra anti-l eninista, può essere int erpret ata
pro prio come una sort a di “radicalismo democr atico”. Lo “scandalo”
del le idee poli tiche, economiche, sociali all e qual i Chom sky si
richiama è nien t’altr o che lo scandalo della democr azia, dell’i dea che
il popolo eserciti il poter e su stesso - e, i n mani era co mplementare,
del l’idea che i l lavoratore contr olli i mezzi di pr oduzione -,
del l’auto-gover no incondizi onato e asso luto. Dopotutto, ciò che
Cho msky denunci a con insist enza è il fatto che quegli stessi valori
sui quali la democrazia s’i mperni a - e prima di tut to l’i dea che sia il
pop olo st esso a darsi il suo prop rio governo - devono essere tenuti
art ificialmente in vi ta da un imponente appar ato di propaganda. Se,
com e afferma Ch omsky, il po polo si limi ta, periodicamente, a
“sceglier e nell a classe dei capi qualcu no che li di riga”, allor a dell a
dem ocrazi a rimane una sorta di guscio vuoto, di inerte corpo morto.
La democr azia, afferm a Chom sky, è prima di tu tto “pratica”
dem ocrati ca, è atto collett ivo che richiede parteci pazione e
ded izione. E’ i ndicat ivo il fatto che ogni qual vol ta la popolazione
abb ia cer cato di mett ere in atto una tale idea di democrazia, i l potere
si sia op posto con vi olenza, invocando piuttosto una “cri si di
dem ocrazi a”, ov vero "il per icolo rappresentat o dall 'ingresso della
8
gen te com une nel sist ema politico". 14 Che ciò sia avvenuto negli Stati
Uni ti degli ann i tren ta, nell’Italia del secondo dopoguer ra o nel Cil e
deg li anni sett anta, il fat to testimoni a del costante imp egno delle
éli te a f ar sì che la democrazia rimang a essenzialm ente una sor ta di
“fantasma” di se stessa. Chomsky, citando Gan dhi - che si rifer iva
all a civi ltà occident ale - riassume ben e la q uestio ne: “[ La
dem ocrazi a] è u na buo na idea, per ché no n provate a realizzarla?”. 15
Chomsky f a part e, per così dire, di un’ America minoritari a, di
quella parte esigua di intellettuali e accademici statuni tensi che,
spesso da realt à assai decentrate, mani festa la pro pria voce
dissenziente. E gli è quasi divenuto, suo malgrado, 16 il leader
sim bolico di qu esto g ruppo critico, o se non altro il nom e più noto.
Ciò è dov uto anche e soprat tutto al fat to che Chomsky ha acquisito
grande pr estigi o dall a sua posizi one di accademico, di em inente
stu dioso del MI T: il lingui sta Ch omsky porge in questo senso il
pro prio servigi o al Chomsky polit ico. I nevitabilmente, questa
posizione
indiscutibi lmente
privi legiat a
cont ribuisce
spesso,
specialmente sui medi a europei, a fare di Chomsky il di ssenzi ente
deg li Stati Uni ti. Eppure, non sono pochi col oro che, da più parti,
con dividono con il li nguist a l’im pegno politi co di una cr itica radicale
agl i assetti di poter e negl i Stat i Unit i e nel mondo. Alcuni di essi
son o noti - o quantom eno pubblicati - anche i n Ital ia, al tri ri mangon o
quasi del tutto sconosciuti , persino negli st essi S tati Uniti; fermo
restando che, i n ottemperanza al “model lo del la propaganda”
cho mskyan o, tut ti questi scrittor i, storici, editor ialist i, ricercatori,
pro fessor i universitari occupano essenzialmente posizioni margi nali
nel sistema med iatico, rimanendo ben lontani dalla possibilità, vital e,
di poter parlar e al “grande pubbl ico”. Esiste, negl i Stat i Unit i,
un’ Accademia alt ra, che spesso interessa coll ege lontani da ogni tipo
di clamor e medi atico ma da cui pr ovengono voci importanti del
dissenso nazionale e internazionale. Personal ità pi ù cono sciute come
Howard Zi nn del la Boston Universi ty o i l compianto Edward Said
del la Col umbia Univer sity, si accompagn ano a nomi m eno famosi,
com e quel lo di Stephen Shal om del la Wil liam P eterson University del
New Jersey o quello di Howard Winant, professore di sociologia alla
Tem ple Universi ty. Molti sono poi i giornalisti indipendenti, g li
esp onenti di pi ccole case editrici, gli scrit tori i mpegnati
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C h o m sk y m o st ra u n a p art i co l are a v v ersi o n e a o g n i fo rm a d i “p ers o n al i z zazi o n e”. D i
co n seg u en za, so t t o l i n e a i l r u o l o d ei t an t i at t i v i st i ch e, a d i sp et t o d el fat t o d i n o n es sere
aff at t o c o n o sci u t i , c o n t ri b u i sco n o i n m an i era fo n d a m en t al e a t e n ere i n v i t a i l
m o v i m en t o p o l i t i co . A fferm a p o i C h o m sk y : “P er l a g e n t e al p o t er e è es sen zi a l e ri u sci re
a f ar cre d ere c h e i n so st an za so n o i g r an d i l ead er a far an d are av a n t i t u t t o e ch e l a
g en t e n o n d ev e far al t ro ch e seg u i rl i . E ’ u n m o d o p er sv i l i re l a g en t e, p er d eg ra d arl a e
ren d erl a p assi v a” (C h o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 3 9 7 ).
9
nel l’atti vismo politi co radicale. Citiamone alcuni: Michael Albert,
uno dei f ondatori del la South End Press di Boston, insiem e con Robin
Hah nel, professore di economia po litica all’American Univ ersity, ha
svi luppat o e di vulgat o un m odello econo mico alternativo chiamat o
“Participatory Econom ics"; Alexander Cockburn , uno dei gi ornali sti
rad icali più conosciu ti in America; David Bar samian , il f ondatore e
dir ettore di Al ternat ive Radio, un programma settim anale
ind ipendente pr odotto a Bou lder ( Colorado) che, trasmesso da 12 5
stazioni pubbli che in tutto il paese, f ornisce info rmazio ni e comment i
ign orati o dist orti dai mass medi a comm ercial i. Nor man Solomon,
esp onente dell'associ azione FAIR che esercita un controll o crit ico
sul l'info rmazioni massmediatica e diret tore esecuti vo del l'Inst itute
for Publi c Accu racy, un’organizzazione nazion ale che riunisce esperti
di politi che mediatiche all o scopo di combatt ere l'alterazione delle
inf ormazi oni e delle notizi e. Mol ti, infine, sono gli att ivisti che
operano “sul campo”, che animano i movi menti e organizzan o
man ifestazioni e mobi litazi oni, e senza i quali, af ferma Chomsk y, le
tan te conquiste sociali del secol o scor so non sareb bero assolut amente
imm aginabili: sono le migli aia di persone che si sono impegnati , e si
imp egnano, nel movimento per i di ritti civili , nel movimento contro
la guerra, nel movimento ecologista, nel movi mento femminista. Tali
mov imenti , afferma Ch omsky, “sott o diversi aspetti sono m olto più
san i di quelli europei”, so prattutto perché decisam ente m eno
ideologizzati, privi di “testi” e “teor ie” che in q ualche modo ne
pot rebber o imbavagliare la vitali tà. 17 E’ evidente dunque che
l’i mmagine, spesso pr opagat a dai media, di un’Ameri ca monolitica e
acr iticam ente solidal e con la propria classe dirigente non ha r agione
di essere. Esiste una parte della popol azione che n ella politica e nel
dissenso sono i mpegnate alacremente: si tratt a, cer to, ancora di
un’ esigua minor anza. Ciò che anim a Chom sky e gli al tri “dissidenti”
è, in def initiva, la volont à di f ar sì che qu esta porzione di
pop olazione, cr itica e consapevol e e responsabile, sia sempre m eno
min oritar ia.
2. Democrazia capitalistica e propaganda.
Uno dei t emi pr edominanti nei num erosi interventi politici di
Cho msky è quell o riguardant e ciò che possiamo chiam are il contr ollo
del pensi ero nei regi mi dem ocrati ci, pr imo tr a tutt i, quello
statunitense. Alla sua base vi è una concezione del la dem ocrazi a
assolutam ente aberran te. Chomsky la descrive in questi termini: "Una
teo ria qu asi uf ficial e - pi ù diff usa negli St ati Uniti - secondo la quale
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la democr azia è un si stema del quale i cittadini sono spettator i e no n
att ori. A inter valli regolari, hanno il dirit to di metter e una scheda
nel l'urna, di scegliere nel la classe dei capi qualcuno che li d iriga.
Fat to ciò , devono tor narsene a casa, badare ai fatt i prop ri, consumar e,
guardare la tel evisione, far da m angiar e e soprattutto non devono
disturbar e il m anovratore. Questa è la democrazia". 18
Questa idea di democr azia è quell a domi nante. Accanto a essa,
Cho msky d elinea una concezi one al ternat iva: essa "definisce
dem ocrati ca la societ à in cui il popolo ha i mezzi per partecipare in
mod o sign ificat ivo al la gestione dei pr opri i nteressi e i n cui i medi a
son o accessibil i e li beri. Una definizi one di quest o tipo si tr ova an che
sul dizionario". 19 E' , se v ogliam o, la defini zione "formale" di
dem ocrazi a, una defin izione puram ente i dealistica che non trova
alcun riscontro nella realt à dei fatti. Essa, affer ma iro nicamente
Cho msky, esiste solo nei di zionar i. Se si guarda a come, in eff etti, la
dem ocrazi a sia messa in att o, quello che emer ge è una realtà ni ente
aff atto i dealistica. In accordo con Chomsky, dovrem mo par lare
piu ttosto di "d emocrazia capitali stica", un sistema di potere
com plesso, in cui a f arla da padr one sono gli inter essi delle g randi
ind ustrie, le q uali, dipendenti dagli aiuti del governo, sono a loro
vol ta in grado di inf luenzare pesantemente le scelt e poli tiche della
classe di rigent e. L'i ndustr ia è allo st esso t empo strumento e t iranno
dei gover ni. Da quest o gioco di potere resta esclusa la stragrande
mag gioran za del la popolazio ne. In tal senso, secondo Chom sky, g li
Stati Uni ti, ossia la "soci età pi ù direttamente con trollata dal mondo
deg li aff ari", 20 rappresentano "quant o di più vicino al caso ideale di
uno stato a dem ocrazi a capi talist ica": 21 una sort a di p aradossale caso
da laboratorio.
Decisamente funzional e a questa paradossale i dea di democrazia,
a q uesto violento sco llamen to tra un'ol igarchia al potere e una
mol titudi ne passiva, atomizzata ed emar ginata, è la messa in opera di
un effici ente apparat o di propaganda, un organismo complesso che
ved e nei media soltanto uno dei suoi agenti: questi infat ti "sono un
ing ranaggio in un sistema di indottrinamento e di control lo ben più
vasto: scuola, intell ighenzia, tutta una gamm a di i stituzioni che
cer cano d i infl uenzar e e controll are opinioni e com portam enti e in
lar ga misura di mantenere l a gent e nell 'ignor anza". 22
La necessità di contr ollo sulla popolazione è una caratteristica
che le so cietà democr atiche condi vidono con i regim i totalitari . C'è
per ò una differ enza f ondamentale: "[i r egimi totali tari] non hanno
bisogno d i una grande efficacia perché tengono sempre in serbo la
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Ch o m sk y , 1 9 9 1 , p ag . 1 4 9 .
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Ch o m sk y , 1 9 9 8 , p ag . 7 8 .
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possibili tà di usare la for za e l a paur a". 23 Quindi, "quando le società
si democr atizzano e l a coer cizione smet te di essere uno strumento di
con trollo e di emargi nazione faci le da metter e in opera, le éli te si
riv olgono natur alment e alla propaganda". 24 In quest o senso, "i regimi
tot alitar i sono più t raspar enti, più im mediat amente leggi bili, e in f in
dei conti meno interessanti ". 25 D'altronde, "più una società è l ibera e
più ricor re all a paur a e al la propaganda". 26 "Quando un governo non
può più u sare l a forza brut a, deve cont rollar e le m enti. Perciò
l'i ndustr ia del l'indottrinamento è più raffinata negli St ati Uniti e in
Gran Bret agna". 27 E' quest a una delle ragion i per cui Chomsky si è
quasi esclusivamente occupato del ruolo della propaganda nelle
dem ocrazi e occi dental i, trascuran do le dittat ure e i totalitari smi,
per altro già oggetto di num erosi studi accademici. Ma c'è un'al tra
mot ivazione che sping e Chom sky a scrivere di questi temi, una
mot ivazione det tata p rima di tutt o dall a necessità politi ca e m orale di
una presa di coscienza: "I cittad ini delle società democr atiche
dov rebber o impegnarsi in un lavor o di autodif esa intellet tuale per
pro tegger si dal la manipolazione e dal control lo e per get tare l e basi
di una democrazia più signi ficati va". 28 E' soprattutto in fu nzione di
questa "autodif esa intellet tuale" e del bisogno di "gettare le basi di
una democrazia più si gnificativa", che va let ta l'opera p olitica del
grande li nguist a.
3. Il modello della propaganda.
Nel 1988, Noam Chomsky e Edward S . Herm an pubblicano un
lav oro fondamentale, oggi considerato un classico della r icerca sui
mass medi a: Manufactu ring Consent (Chomsky-Herman, 1988). In
questo saggio, i due autori si pr opongono di delineare quello che essi
def inisco no un “model lo del la pro paganda” e di appl icarlo all’attivit à
dei mass media operanti negli Stati Uni ti. Detto mo dello può essere
descritto sinteticamente in quest i term ini: “I mass media come
sistema assolvo no la funzione di comuni care m essagg i e si mboli alla
pop olazione. Il loro compit o è di diver tire, intrat tenere e inf ormare,
ma nel co ntempo di inculcar e negl i indi vidui valori , credenze e
cod ici di comportamento att i a integrar li nel le str utture istit uzionali
del la società d i cui fanno parte. In un mondo carat terizzato dalla
con centrazione della ricchezza e da for ti conflitti di cl asse, per
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con seguir e questo obi ettivo occor re una propaganda sistem atica”. 29
La tesi è dunque in n etto contrasto con il postulat o demo cratico che
vuo le i m edia i ndipen denti, impar ziali, professionali, oggettiv i e
fin alizzati a scoprir e e ri ferire la “verità”. In effetti , osservano
Cho msky e Herman, “se i pot enti sono in grado di fi ssare le premesse
del disco rso, di deci dere che cosa la popolazione i n generale deve
pot er ved ere, sentire e meditare, e di “dirig ere” l ’opini one pubblica
med iante regolari cam pagne di propaganda, il modell o tipi co di come
il sistem a deve funzionare è i n nett o cont rasto con la realt à”. 30 I
med ia per seguon o sì u no scopo sociale, ma non quell o di consent ire
al pubbli co un intervento signifi cativo sui processi dell a poli tica,
for nendogli le inform azioni
necessarie a far
fronte con
con sapevolezza alle proprie respo nsabil ità di civis democrat ico. Al
con trario, la f inalit à soci ale dei medi a è pi uttost o quel la di
ind ottrinare la popol azione, difendendo i progetti econom ici, sociali
e p olitici dei gruppi privi legiat i che dominano la societ à e lo stato.
Nel la “so cietà dell’i nformazione” la po polazi one è condot ta per
man o e guidata dall’alto mediante i messaggi e i si lenzi estrem amente
sel ettivi dei m ezzi d i comunicazi one. Come af fermat o dall ’anali sta
dei media W. Lance Bennett, “il pubblico è esposto a potenti
messaggi persuasivi d all’al to ed è incapace di comunicare
sig nificativamente con i media in risposta a tali m essaggi. I l eader
han no usurpato enormi quant ità di poter e poli tico e ridot to il
con trollo popol are sul sist ema usando i media per produrr e appoggio,
con discendenza o anch e vera e pro pria confusi one in mezzo al
pub blico”. 31 Ben Bagdikian, un al tro st udioso dei m ezzi
d’i nformazione, osser va che i mass medi a non si lim itano a
pro tegger e il sistema econo mico m a, all o stesso tem po, pr ivano il
pub blico di una possi bilità di comprend ere il mondo reale. 32
L’esposizione, nel caso del saggi o che qui pr endiam o in esame, è
mol to vicina a un’analisi di mercato e non ha certo alcun carat tere
del la “teoria cospirativa”: “Quel lo che ci accingiamo a d escriv ere è
un sistem a di m ercato guidato la cui guida è fornit a dal governo, dai
leader del mondo produttivo, dai propri etari e dai dirigenti dei medi a
più impor tanti, nonch é dagl i indi vidui e dai gruppi che hanno i l
com pito o la po ssibil ità di assum ere iniziati ve costrutti ve”. 33 Se si
guarda ai maggi ori or gani di informazio ne statunitensi, ciò che
app are evidente è che essi sono, prima di tut to, gr andi società
com merciali ad altissima redditività, n ella m aggior parte dei casi
col legate a lor o volt a a gr uppi economi ci ancora pi ù grandi. Come
ogn i altr a impr esa capitali stica, i media si propongono come scopo
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pri mario quello di massimizzare i profi tti. E , come le al tre società
com merciali, essi hanno un prodot to da vender e, il pubbli co, e un
mer cato cui venderlo, gli i nserzi onisti pubbl icitar i. La funzio ne
eco nomica di un giornale, d unque, è quella di vendere let tori ( o
spettator i) ad altri operat ori economici. E nel caso di o rgani guida
com e il New York Times o il Wall Street Journal, l a post a in g ioco è
rap presen tata d a un p ubblico privilegiato, comprend ente l a cosi ddetta
“cl asse politica”. “I media nazio nali per lor o natura hanno com e
obi ettivo, e servono, l’opi nione dell’élite, cioè d i quei gruppi che da
un lato present ano un profi lo ott imale per l’ attivi tà pubblicit aria
[perché dotati di un altissimo potere d ’acqui sto] e dall’ altro giocan o
un ruolo decisi onale nella sfera privat a e in quell a pubblica. I medi a
non potrebbero soddisfare l e esigenze di audi ence della l oro él ite, se
non presentassero un’ immagi ne tol lerabi lmente reali stica del mo ndo.
Ma il lor o obiettivo istitu zional e esige anche che l’interpretazione
del mondo offer ta rispecchi gli i nteressi e i valor i dei vendit ori, degli
acq uirent i e delle istituzi oni governat ive e privat e domi nate da tali
gru ppi”. 34 I media, fin quando continueranno a essere i mprese
eco nomiche legate ai grandi inter essi e agli assett i di potere
ist ituzio nali, non potranno assol vere l a tradizionale funzione
“jefferso niana” di contrapp eso del governo, né cost ituire una
piattafor ma per il confront o e il dibat tito democratici. I gior nali, le
tel evisio ni, i mezzi di inf ormazi one in gener ale, n on rappresentano
cer to la popolazione e le sue art icolazioni i nterne, ma r imandano
piu ttosto un’im magine, diremo quasi un’ immagi ne speculare,
del l’est ablishment: “In fin dei conti, cosa sono davvero i medi a? Chi
son o? Son o davvero “noi”? P rendet e la CBS o i l New York Times: chi
son o? Son o tra le maggiori aziende del paese, non sono “noi”. Non
son o “noi ” più di quanto non lo sia la General Motors”. “Così, per
esempio, su questioni come lo smantellamento del welfare state, il
con gelamento degli ar mament i nucl eari, la pol itica degli Stati Uniti
in America cent rale negli anni ot tanta o la guerra del Vi etnam, le
opi nioni espresse dai media sono sempre state assai diver se
dal l’opinione p ubblica e in linea con l ’opini one delle él ite”. 35
“Nella maggior parte dei casi, i leader dei m edia agiscon o
sostanzialmente nello stesso modo perché vedo no il mondo attraverso
le stesse lenti , risentono degli stessi vincoli e degli stessi incent ivi, e
qui ndi raccontano vicende o mantengono il sil enzio in mod o
con corde, mettendo a punto una sorta di tacit a azione col lettiv a e di
com portam ento gregari o”. 36 Eppure, il dibattito non p uò essere messo
a t acere, né peraltro sarebbe opportuno farlo , perché in un sistema
pro pagand istico ben f unzion ante, come q uello che st iamo descrivendo
(di stinto da un qualunque sistema propagandistico t otalit ario), esso
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può avere una f unzion e di appoggi o alle istit uzioni : la condizi one è
che il di battit o sia costantement e incanalato entro limit i adeguati. E
nat uralmente è altresì necessario che t ali li miti siano ben precisi. Le
pol emiche posso no essere anche vi olente fintantoché si at tengon o a
quei presuppost i che defini scono il consenso delle élite. Anzi, entro
questi co nfini vanno addiri ttura incoraggiate, perché concorron o
all ’affer mazione
di
q ueste
dottri ne
e
contemporaneamente
con solidano l’“illusi one necessar ia” che la l ibertà prevalga sempre.
In breve, l’essenzial e è che sia sempre il potere a impor re l’agenda, a
stabilire, cioè, gli argomenti su i qual i discutere. Secondo il modell o
del la propaganda, esi ste quindi uno spettro di opinioni definit o e
rig idamente lim itato nel qu ale il poter e perm ette, tatticamente, che si
svo lga il dibat tito: soltan to nel l’ambi to di questo “limi te
del l’espr imibil e” è p ossibi le man ifestare un dissenso che in definiti va
è apparen te, di mera facciata, po iché di fatt o corr obora la visione del
mon do
dom inante.
Un
esempio
ideal e
è
rappresentato
dal l’opposizion e USA- URSS. Secondo Chom sky, se si r iesce a
con centrare la contro versia della guerr a fredda sul probl ema del
“co ntenim ento”
dell’Unione
Soviet ica,
allora
il
sistema
pro pagand istico ha gi à vint o la sua bat taglia, qual i che siano le
con clusioni cui si perviene. Di f atto, il concetto di fondo è stato
stabilito in maniera defini tiva: la guerra fr edda è un confront o tra due
sup erpotenze, d elle quali una è aggressiva ed espan sionistica, mentre
l’altra non fa altro che di fender e lo sta tus qu o e i valori del la
dem ocrazi a e della li bertà. Altri probl emi, come quello r elativo al
con tenimento degli St ati Uniti, non sono, sem plicem ente, all’or dine
del giorno. Per la st essa r agione non ci si chieder à se l a questione sia
cor rettam ente i mpostata, ovvero se la g uerra fredda non sia piu ttosto
il prodot to degli sfo rzi delle du e superpotenze per costr uire u n
sistema i nternazional e che esse possano dominare e controllare.
Le voci discordanti sono possibil i solo nella misur a in cui anche
all ’inter no del le éli te vi siano posizi oni co ntrast anti. Perciò, “quando
i p otenti sono in disaccordo, ci sarà una cer ta diversità di gi udizi
tat tici su come conseguire obiett ivi generalm ente condivi si e questa
div ersità innescherà dibatt iti tr a i media. Ma le posizioni che mettono
in discussione le premesse fondam entali o che vedono nell e modalità
di eserci zio del potere da parte dello stato l’espr essione di f attori
sistemici verranno escluse dai mass med ia anche quando nell’éli te sia
in corso qualche accesa con trover sia di natur a strategica”. 37 Ci ò
sig nifica che n on necessari amente i media son o semp re e comunque
d’accordo con l a poli tica governativa. Infatt i, poi ché il contr ollo del
gov erno passa d all’uno all’ altro dei vari gruppi di poter e dell a
società, il segmento della comuni tà economica che ha il compito
del l’oper ato del governo in un determin ato periodo rappresenta solo
37
ib i d . p ag . 1 1 .
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una parte dello spett ro pol itico dei gr uppi d irigenti. Al lo stesso
tem po, però, se un gi ornali sta “cercasse di pubblicare qualcosa di
dan noso p er tut ti gl i interessi finanziari i n quanto tal i, all ora si
tro verebbe in b reve t empo a non f are pi ù il giornal ista. Magari
pot rebber o essere disposti a tenerlo come “in dipendente” per far
mostra di democrazia, ma se mai arrivasse al punto di inf luenzare
ver amente il comportamento della gente verso la pol itica o il potere,
non farebbe più il gi ornali sta”. 38
I m edia statuni tensi assolvono la propr ia funzione social e di
imp orre l a Wel tansch auung delle lobby di poter e, adottando vari
met odi: attraverso la scelt a degl i argomenti e dei temi; filtrando le
inf ormazi oni; concent rando le analisi su cert e questioni a scap ito di
alt re; so pprimendo una gran de quantità di fat ti; ma soprattutto
med iante il tipo di attenzi one che si attribuisce a un fatto, ovvero la
col locazi one, i l tono , le r ipetizioni, il contesto di fondo in cui vi ene
presentat o, il riferi mento agli altri f atti che lo accomp agnano e gli
dan no sen so. Lo schem a dell a propaganda mediatica è fatto di
cam pagne di ind ignazi one e di aut ocensure, di enfat izzazi oni e di
sot tovalu tazion i. Per ciò, “la cir costanza che i mezzi d’i nformazione
for niscan o dei fatti su una data questi one non prova affatto
l’adeguat ezza e la co rrettezza dei loro servi zi”. 39
Sono, com e abbi amo vi sto, l e forze del mercat o a dominare il
mon do del l’informazio ne, e non certo una qual che entità occulta. Non
vi è cioè alcun “Grande Fratello” che agisca dietro le qu inte e che
con trolli la si tuazione dal l’alto e in manier a coer citiva. Di f atto, “la
cen sura f unziona per lo più come autocensura e vien e eser citata non
sol o da cronist i e commentatori che si adattano all a real tà del la fonte
e alle esigenze organ izzati ve dei media, ma anche da colo ro che nei
med ia stessi occupano livel li superiori propr io per aver scelto, e
spesso interior izzato, i vi ncoli impost i dall a prop rietà e da altri centri
di potere econo mici e polit ici”. 40 Questa i nteriorizzazione
del l’ortodossia che, second o Chom sky, i nteressa la gran parte degli
operatori del settore dell’ inform azione a ogni livello gerarchi co, è
uno dei m aggior i punt i di f orza d el sistema propagandisti co dei
med ia. La fedel tà ai bisogni e agli int eressi delle classi priv ilegiate è
con dizione essenziale di su ccesso: Chom sky la definisce t alvolt a una
“on esta subordi nazione”. “Nei media, come in altre istituzioni
imp ortant i, col oro che non mostrano di condividere i valo ri e i punti
di vista richiesti saranno considerati “irresponsabili”, “ideol ogici” o
com unque persone devi anti e tenderanno a esserne esclusi. Le
eccezioni non m ancano, ma i l modello è pervasivo e ampiam ente
accettato . Colo ro che si ad attano, magari in forma del tutto onesta,
son o liberi di esprim ersi senza d over sottost are a un rigido controll o
38
Ch o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 4 9 .
Chomsky-Herman, 1988, p ag . 1 3 .
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16
man ageriale e potranno corr ettamente asserire di non subi re alcuna
pressione al co nformi smo. P er col oro che hanno adot tato i principi
richiesti dall’ obiett ivo istituzi onale per cui lavorano, i medi a sono un
luo go di libert à. Vi si possono t rovare individui semplicemente
cor rotti che sv olgono il ruolo di “fatt orini” dello stato o di qualche
alt ra aut orità, ma no n è questa l a norm a. […] La regola è
rap presen tata d alla convinzione che a prevalere sia la li bertà; cosa
ver a, per altro, per coloro che hanno interior izzato i val ori e i punt i di
vista richiesti ”. 41
Si può perciò affermare che il si stema dei media è costru ito in
mod o che il con formismo sia sempr e prem iato e il di ssenso, al
con trario, relegato n elle r etrovi e dell a stam pa indipendente o ridott o
al silenzio. Ri spettare le regole del gioco present a dei vantaggi reali,
che vanno al di là delle gr atificazioni e dei privi legi: “A uno che
scelga di denunciare Gheddafi, i sandinisti, o l’OL P, non viene
chi esto d i produrre prove credibi li. Lo stesso avvi ene se uno r ipete
dot trine conven zional i sull a nost ra società e sul suo com portam ento:
per esempio, af fermar e che il governo degli S tati Uniti p ersegue il
nob ile obiettiv o di promuovere la democrazia e il r ispett o dei diritt i
umani. Al contr ario, un’analisi critica delle istit uzioni ameri cane, del
lor o funzionamento in terno e dell e loro attività sul pian o
int ernazi onale, deve soddisfare criteri molto più esigent i: cri teri che
a v olte p otrebb ero essere a malap ena ri spettati per sino n elle scienze
nat urali”. 42 Il duro lavoro della ricer ca di una do cument azione ampia,
l’adduzio ne di argomenti solidi a favor e dell e proprie idee, la
costruzio ne di prove rigorose, di ventan o tutt e oper azioni super flue se
ciò che si vuol e affermare è conf orme all’opi nione preval ente. I cost i
del dissenso so no est remamente al ti: dunque, non ci si può stupire del
fat to che le vo ci ver amente indipendent i, nel giorn alismo come negli
alt ri cam pi ist ituzionali d ella società ameri cana, siano un’esi gua
min oranza nel mare magnum del conformismo ideol ogico.
D’altrond e, le caratt eristi che dei medi a cont emporanei sembrano
fin alizzate proprio a promuovere l’adesione alle co nvenzi oni: nello
spazio ch e intercorre tra d ue spo t pubblicitari, o in set tecent o paro le,
non è con cesso di aff ermare nulla che sfidi i l punt o di vista corrent e.
La pressi one degli in serzionisti sulle testat e gior nalist iche è
for tissim a. Il ricorso al l icenzi amento per coloro che si macchiano
del la col pa di manifestare punti di vista non conformi a quelli
“uf ficial i”, ri mane sempre sullo sfondo come una sorta di misur a
est rema. Eppure, afferma Ch omsky, “è una cosa che accade
con tinuam ente”. Esist ono casi orm ai fam osi, come quello di Ray
Bon ner, “un col laboratore esterno del New York Times che comm ise
l’errore di rif erire esattamente quello che era successo per ci rca un
41
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ib i d . p ag . 3 7 1 .
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ann o nel Salvad or”. F u richiamato da quel paese e t rasfer ito ad altro
incarico, per poi scomparir e defi nitivamente dalla scena. Altri
inv iati, come S y Hersh del Times, hanno deciso di lasciare
vol ontari amente il gi ornale per i l qual e lavoravano perché non era
lor o perm esso d i dedi carsi agli argomenti che volevano tr attare. 43
D’altro canto, sostiene ancora Chomsky, i med ia amano
pro fondam ente essere attaccati da destr a: alcuni gi ornali sti
man ifestano un innegabile autocom piacim ento quando vengon o
accusati di essere so vversi vi, antagoni stici, o addirittura smaniosi di
sab otare le ist ituzio ni e d i dist rugger e la stessa democr azia. E di
fat to, or ganizzazioni come la Freedom House, assiem e ad altri enti e
ind ividui , preoccupat i di salvagu ardare l’aut orità dello stato da un
pub blico indiscreto, imputano ai media un ent usiasm o insufficiente
nel sostenere l e crociate ufficiali. Un atteg giamento che “a volte
assume la forma di vi sione paranoide di un potere di sini stra capace
di vincer e ogni resistenza sul pr oprio cammino”. 44
Al contrario, gli stessi gi ornali sti insorgono se vengono criti cati
dal la par te opposta, da col oro, cioè, che aff ermano che essi, pur
lav orando con i ntegri tà per sonale, sono decisamente asser viti al
pot ere, p er il modo i n cui selezi onano le not izie, per co me le trattano,
per le pr ospett ive po litich e che adottano. E’ , questo, un altro aspet to
par adigmatico di quel la int eriori zzazione del consenso che domi na il
gio rnalismo statunitense.
Chomsky sostien e che il mod ello della propaganda non può
def inirsi una v era e propri a “teoria” dei media: in effet ti si
tratterebbe sol o di u na mer a “osservazi one”, di un prendere att o di
una realt à di f atto. Dopotutto, “quello che E d Herm an e i o abbi amo
def inito “model lo del la pro paganda” è una ver ità ov via, l apalissiana:
43
44
Ch o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 4 5 .
Ch o m sk y - H er m an , 1 9 8 8 , p ag . 3 6 7 .
P er d are u n ese m p i o d i q u e st o at t eg g i a m en t o “p ar an o i d e ” d el co n ser v at o ri sm o
am e ri can o v erso i m ed i a, è d ’o b b l i g o ci t are i l p o n d ero so st u d i o i n d u e v o l u m i
p u b b l i cat o d al l a st es sa F re ed o m H o u se ( “u n b e l n o m e o rw el l i an o ” , ri l e v a C h o m sk y ). In
q u e st o l a v o ro s i d i ri g ev a u n a fo rt e cri t i ca n ei co n fr o n t i d el co m p o rt am en t o d ei m ed i a
ci r ca l ’o ffen si v a d el T et d u ran t e i l co n fl i t t o i n V i et n am , e si g i u n g ev a al l a p arad o s sal e
co n cl u si o n e ch e i n so st an za fu ro n o p ro p ri o g l i o rg a n i d i i n fo rm azi o n e a p o r t are g l i U S A
al l a ro v i n o sa s co n fi t t a. L ’ accu sa era c h e i m ed i a a v ev an o m en t i t o sp u d o rat a m en t e,
p re sen t an d o q u e l l a ch e i n r eal t à era st at a u n ’ev i d e n t e sc o n fi t t a d ei n o r d v i et n am i t i e d ei
v i e t co n g co m e u n a l o r o v i t t o ri a, e ch e q u i n d i av ev a n o sab o t at o l o sfo rzo b e l l i co
am e ri can o . P er co rro b o rare t al e t esi , g l i au t o ri p a rl av an o d i t est i m o n i an ze d i st o rt e,
al t erazi o n e d el l e p ro v e e a l t ri m i sfat t i o p er at i d a i cro n i st i e d ai g i o rn al i st i a m eri ca n i .
In ri sp o s t a a q u est e afferm azi o n i , C h o m sk y i n t erv en n e co n u n a r ecen si o n e co n cu i
sm a sch era v a g l i erro r i m ad o rn al i e l e e v i d en t i fal s i fi caz i o n i d i cu i ab b o n d av a l o st u d i o
d el l a F re ed o m H o u se, st u d i o ch e s i ri v e l ò , i n u l t i m a an al i si , u n “fal so q u a si co m p l et o ” .
L a co n cl u si o n e a cu i C h o m sk y g i u n g ev a e ra ass o l u t am en t e o p p o st a a q u e l l a av an zat a
d al l a F re ed o m H o u se: i g i o r n al i st i am er i can i av ev an o ri fe ri t o l ’o ffen si v a d el T et i n
m o d o p i u t t o st o o n est o , al m e n o i n sen so st ret t o , i n q u an t o av ev a n o d es cri t t o
acc u rat am en t e c i ò ch e accad ev a so t t o i l o ro o cch i , m a l ’a v ev an o fat t o en t ro u n o s ch em a
p at ri o t t i co , ci o è sec o n d o u n a p ro sp et t i v a l ar g am en t e i n fl u en zat a d al l a p ro p ag an d a d el
g o v ern o , ch e i n d efi n i t i v a d i st o r cev a i n m i su ra co n si d ere v o l e i l q u ad ro d ’i n si em e (cfr.
C h o m sk y -H erm an , 1 9 8 8 , A p p en d i ce 3 ).
18
vi dice che bisogna aspettarsi che le i stituzioni operino nel l oro
int eresse, perché se non lo facessero non dur erebbero mol to a
lun go”. 45 La costr uzione del consenso e l’ indott rinamento id eologi co
son o dunq ue inscritti “naturalmente” nell’assetto i stituzionale dei
med ia statunitensi, un sist ema basato essenzi alment e sui grandi
int eressi economici e final izzato prima di tu tto a realizzare profitt i e
a m antenere il potere nelle mani di pochi. Il model lo del la
pro pagand a proposto i n Manufacturing Consent è appunt o un
ten tativo di descrizi one dei meccanismi inter ni di tale sistema. Esso
agi sce come una sorta di “griglia” che, sovrapposta a una realt à
com plessa come quella del m ondo dei mezzi di inform azione USA, ne
ril eva gl i aspetti pr imari, quell i più perico losamente antidem ocrati ci. Scrivono Chomsky e Herman: “Non esiste un modello
uni co. […] A no stro giudizi o, il modell o dell a propaganda cogli e le
car atteri stiche essen ziali del pr ocesso, ma non spi ega molte
sfu mature e mol ti eff etti secondari. Per arri vare a tanto, occorre
chi amare in cau sa alt ri fat tori. Alcuni di questi f attori sono in
con flitto con l ’obiet tivo i stituzionale dei m edia così come emerge dal
mod ello della p ropaganda, altri g li son o funzionali ”. 46 Nella pr ima
cat egoria rient rano l a part ecipazione umana e la correttezza
pro fessio nale dei giornalisti. Tr a i fattori che in vece contribuiscon o
al conseg uiment o dell ’obiet tivo i stituzionale dei m edia, troviamo
pri ma di tutto il pat riotti smo, i l desi derio di avere una buona
opi nione di se stessi , dell e proprie istituzi oni, d elle persone per cui si
lav ora.
Il “model lo del la propaganda” ren de conto essenzial mente della
sit uazion e dei media statunitensi . Sarebbe certamen te int eressante
ver ificar e quan to esso modello si a appl icabil e alla realt à europea e
italiana. Chomsky stesso am mette che i media del vecchio continente
son o più diversificat i: la situazione statuni tense appare in un certo
sen so più elementare, e qui ndi pi ù intelligibile; allo st esso t empo,
per ò, egl i sott olinea che l a maggior parte delle ri cerche sono state
con dotte propri o negl i Stat i Unit i. Manca, dunque, ancora oggi, e
sar ebbe auspicabile, una ri cerca sistem atica che ri uscisse a chiarire
se anche in Eur opa - e in I talia - sia in fun zione - o se vi è il rischio
che lo sarà in futuro - una “fabbrica del consenso”. Una ricerca in t al
sen so pot rebbe, oltre che ovviamente basarsi sulle linee guida
tracciate da Chomsky e Herm an (concentr azione della propr ietà,
pro blema delle fonti, ruolo degli inser zionisti, et c.), arricchirsi anche
del l’anal isi di quegl i aspetti che lo studio americano no n
app rofondisce: primo tra tutti, i l ruol o soci ale sv olto da una parte
con siderevole della program mazione televisiva. Chom sky st esso,
45
46
Ch o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 3 6 .
Ch o m sk y - H er m an , 1 9 8 8 , p ag . 3 7 1 .
19
rif erendosi all a spet tacolarizzazione dello sport i n televisione e a
cer ta fiction seriale di largo co nsumo come l e soap opera, sott olinea
la necessità di una t ale analisi: “Di f atto, se si vuole condur re una
ser ia cri tica g eneral e dei media, quest o è il tipo di cose che ne
occupano la maggior p arte, dopo t utto: l’occupazione prevalente dei
med ia non è for nire n otizie sul S alvador a persone politi cament e
preparate, ma distogl iere l a popolazion e dall e cose davvero
imp ortant i”. 47 Il sistema di indott rinamento e di propaganda passa
sop rattut to att raverso questo can ale: assieme ad aspetti come l a
cen sura ( che si a autocensur a o in tervento coercitivo dall ’ester no) e la
fal sificazione della realtà, biso gnerebbe analizzar e dunque questa
costante opera di passivizzazione e di ottundimento ideol ogico
operata sul pubblico dai media e dai suoi prodotti. In un certo senso
questi aspetti dell’universo medi atico odierno precedono quegli altri ,
ne sono i l sost rato i deolog ico. L ’ent ertainment come for ma massima
di potere ideol ogico, la degradazione del discorso pubbli co ad arena
med iatica, la spettacolarizzazione (e l a smat eriali zzazione) del
pol itico e del social e: questioni già prese i n considerazione, ancora
sul front e stat unitense, da studi osi come Nei l Post man. 48 Eppure sono
asp etti, questi , che interessano la tot alità dei media mondiali , e certo
i m ezzi di informazio ne eur opei - e quelli it aliani - non ne sono
imm uni. Uno stu dio su una f abbrica del consenso “autoctona”
pot rebbe partir e da q ui.
4. La Neolingua.
Nei suoi interventi politici, Chomsky f a spesso rif erimento
all ’opera di George Orwell, e specialmente al concetto di Neoli ngua
che lo scrittor e ingl ese introdusse nel suo celeber rimo r omanzo 198 4
(Or well, 1949). L’idea di una lingua del “Grande Fr atello ”, di un
idi oma specifico del potere e degli apparati social i, cul turali ,
sim bolici che al potere son o asserviti, è un tema certo affasci nante a
cui Chomsky dedica molte pagine dei suoi lavori. Potremmo dire, a
nostro parere, che il nucleo stesso del l’oper a poli tica chomskyana
con siste propri o in u na sev era, serrata istruttoria tesa a smascherar e
le circonvoluzi oni retoriche del potere, i “cortoci rcuiti ” dell a
sig nificazione che caratter izzano la pr opaganda e i media in generale,
l’i pocrisia del le par ole d’ ordine escogitate dalle lobby di pot ere per
con seguir e il sostegno di u n’opinione pubblica acquiescente. D’ altro
can to, Chomsky parla dell’esistenza di uno specifico “problema di
Orwell”, esattamente complementar e a quel “pr oblema di Pl atone”
47
48
Ch o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 1 4 7 .
cf r .: P o s tm an , 1 9 8 5 ; P o s tm an , 1 9 9 2 .
20
che abbiamo visto essere uno dei fondam enti della t eoria lingui stica
cho mskyan a. Se questo ultim o pone la questione relativa alla vasta
con oscenza uman a in presenza di esperienze ef fettivamente limit ate,
il “probl ema di Orwel l” ver te inv ece sulle ragioni per le quali l’uom o
(in teso p iù quale cit tadino di un regim e demo cratico che quale
rap presen tante della specie umana) sapp ia così poco nonostante
l’esistenza di così n umerosi e pervasivi “mezzi di comuni cazione”. 49
In generale, si può affermare con Chomsky che gli S tati Uniti,
sop rattut to in ambito inter nazionale, sono i campioni indiscussi del
“bi pensiero”
or welliano:
esso
consiste
essenzialmente
nel
dim enticare un criter io che è divenuto sconveniente, e qu indi,
all orché ridiventa necessar io, tr arlo d all’oblio fi nché serve.
Analizzando le espressioni più fr equent emente utili zzate dalla
pro pagand a e dai medi a, quelli che potr emmo definir e i lei t-moti ve
del l’indottrinamento, si può ricavare un’idea piutt osto p recisa di
com e oper i e funzioni la Neolingua. Il princi pio che sott ende
l’u tilizzo di q ueste espressioni è quel lo di escludere og ni for ma di
con sapevolezza o, peggio ancora, di dissenso: “I termini del di scorso
pol itico sono studiat i in m odo da impedire di pensare”. 50 Or well
stesso scrive, in appendice al romanzo, che “il fin e specifico della
Neo lingua non era sol o quel lo di fornir e, a b eneficio degli adepti del
Socing [i l Part ito Socialista che in 1984 detiene il pot ere assoluto; in
gen erale, ogni apparato di potere], un mezzo espressivo che
sostituisse la vecchi a visi one del mondo e le vecchie abi tudini
men tali, ma di render e impossibil e ogni altra forma di pensiero . Si
rit eneva che, una vol ta che la Neolingua fosse stat a adot tata i n tutt o e
per tutto e l’archeol ingua diment icata, ogni pensiero eretico sarebbe
stato let teralm ente i mpossi bile, almeno per quanto riguar da quelle
for me speculati ve che dipendono dalle parole”. 51 La propr ietà
fon dament ale della terminol ogia d i cui si ser vono gli apparati di
pot ere è quella di essere dotata di un doppio signi ficato: quel lo
let terale, “for nito dal dizionari o”, e quello propagandistico, usato
nel la guerra id eologi ca. Qu esta natura intrinsecamente “bifront e” del
lessico è quell a che possiamo def inire la forma mentis della
Neo lingua. L’ob iettivo finale è appunto quell o di sostituire, almeno
nel disco rso po litico, il signifi cato l etterale con quell o ideo logico ,
l’archeol ingua con la Neoli ngua, ed escludere così, in maniera
def initiv a, qualsiasi forma di di battit o e di confr onto d emocratico.
Orwell, portand o alle estreme conseguenze queste pr emesse, descrive
una società in cui “solo di rado era possibil e seguire un pensi ero
eretico spingendosi o ltre l a percezione che si trat tava, per l’ appunt o,
di un pen siero eretico: olt re quel punt o, le parole che sarebbero
49
cf r . Ch o m sk y , 1 9 8 6 , in t r o d .
Ch o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 7 1 .
51
O r w ell, 1 9 4 9 , p ag g . 3 0 7 - 3 0 8 .
50
21
ser vite a espri merlo sempli cement e non esistevano”. 52 I tre slogan
del “Gran de Fratello”, che risuon ano con iter ata insistenza (al la
man iera di un i pnotico tam- tam) nelle p agine del romanzo orwell iano
e che rappresentano u na sor ta di summa esemplif icata della
par adossale biv alenza della Neoli ngua, hanno più di una r agione di
sug gestio ne per i nostri or ecchi:
LA GUERRA E’ PACE
LA LIBERT A’ E’ SCHIAVITU’
L’I GNORANZA E’ FORZA
L’esempio paradigmati co di questo uso i deolog ico del linguaggio
è r appresentato natur alment e dal termine “dem ocrazi a”. In
par ticolare, in rapporto al la pol itica estera, vedi amo come “la parol a
“democrazia” assume u n significat o orwelliano quando viene usat a in
svo lazzi retori ci o i n norm ali servizi giornalistici per indicare gli
sfo rzi degli St ati Uniti di stabi lire f orme di governo “democratiche”.
Il termin e indi ca i sistemi in cui il control lo del le risorse e degli
str umenti di vi olenza attri buisce il potere agli el ementi funzi onali ai
bisogni della p otenza statu nitense”. 53 Dalla paradossale concezione di
dem ocrazi a imposta dagli interessi dell e élit e, der iva poi l’al trettanto
par adossale distinzione tra “stat i democratici” (o “moder ati”) e “stati
fuo rilegge” (rogue states). Esiste un doppio uso del termi ne “st ato
fuo rilegge”: uno di t ipo pr opagan distico, app licato ai nemici i n
gen ere, e uno l etterale, applicabile ag li stati che non si consideran o
vin colati alle leggi internazionali. 54 Secondo questa accezione del
ter mine, gli St ati Uniti dovrebbero essere lo “stat o fuor ilegge” per
eccellenza, considerato che essi agiscono il più delle volte in
opp osizio ne al diritt o internazionale e agli organi prepo sti a far sì
che quest o diri tto si a risp ettato . 55 In realt à, il problema è r aramente
posto in questi termi ni: la ragione è che sono gli stessi Stati Uniti a
eti chettare gli “stat i fuor ilegge” e a mobili tare l ’opini one pubblica
int ernazi onale contro la “canagli a” di turno. Le ragioni di questa
mob ilitazione starebb ero nella lo tta per la “giusti zia”, la “li bertà”, la
“democrazia”. Ma se si esam ina quali paesi so no inseriti nella lista
deg li “st ati fu orilegge” e quali non lo sono, è facile capire che gli
52
ib i d . p ag . 3 1 4 .
Ch o m sk y , 1 9 8 8 , p ag g . 4 3 1 - 4 3 2 .
54
Ch o m sk y , 2 0 0 0 , p ag . 1 5 .
53
55
A t i t o l o d i esem p i o si p u ò ci t are i l fat t o , cert o ecce zi o n al e, ch e , n el g i u g n o d el 1 9 8 6 ,
l a C o rt e In t ern azi o n a l e d el l ’A i a em i se u n ’esp l i ci t a sen t e n za d i co n d a n n a co n t ro g l i
S t a t i U n i t i . Q u est i e ran o r i t en u t i co l p ev o l i d i far e u n “ u so i l l eg i t t i m o d e l l a fo rza” i n
N i c arag u a , d i s o st en e re seg ret am e n t e i co n t ras e d i co m p i ere u n a g u erra eco n o m i ca i n
q u e l p aes e. L a C o rt e o rd i n ò d i i n t erro m p ere o g n i v i o l azi o n e d el l a l eg g e i n t ern azi o n al e e
d ei t rat t at i i n v i g o r e, e d i p ag a re co n g ru e r i p araz i o n i . O v v i am en t e i m ed i a i g n o rar o n o
p ar t e d el l a sen t en za o l a t rav i sa ro n o : fu l a C o rt e d el l ’A i a a e ssere d i p i n t a co m e l a v e ra
“cr i m i n al e” (C h o m sk y , 1 9 8 9 , p ag . 1 5 1 se g g . )
22
uni ci cri teri d i selezione sono quelli
int ernazi onali della potenza amer icana. 56
dettat i
dagl i
interessi
Un’ altra parola d’ord ine im posta dall’o ligarchia al poter e e dai
med ia e, secondo Chom sky, anche dal mondo accademico
statunitense 57, è quell a del “conteniment o del nemico”. La natura
ideologica del “conteniment o” è smascherata da Chom sky in modo
piu ttosto brill ante: anche la Ger mania pre-bellica era “attaccata”,
secondo i nazisti, al l’interno dagli ebrei, e all’esterno da
cecoslovacchi, polacchi e dall’accerchi amento degli altri paesi
eur opei. Per so stener lo, i nazist i avevano “argomenti mig liori di
quelli ch e abbi amo noi cont ro l’Unione Soviet ica: l oro er ano
eff ettivamente circon dati, “contenuti”, e avevano sulle spalle
l’enorme debito di guerra che gli era stato appioppato, senza alcuna
rag ione, con il tratt ato di Versailles”. Ora, se qualcuno sostenesse
che i leader della Germania nazista erano con vinti di assumere una
posizione difen siva contro aggressioni intern e ed esterne, “non ci
prenderem mo neppure i l dist urbo d i ridere…ma se si parla degli Stati
Uni ti questa è la sol a cosa che si possa dire: non solo una sim ile
posizione è accettabi le, ma ogni altra posizi one è inaccettabil e”. 58
Il termin e “dif esa”, unitam ente alla sua vari ante “difesa
preventiv a”, è perfet tament e speculare all’espressi one “conteni mento
del nemico”. “S e esam iniamo la st oria di qual siasi paese - uno
qualsiasi , la Germani a nazi sta, l ’Unione Sovi etica, la Li bia, scegliete
voi il racconto dell’ orrore che preferi te - scopriamo che qualunque
cosa abbi ano fatto, l ’hanno fatto per “difesa”. […] E qui negli Stati
Uni ti è i nutile contestare un’asserzion e del genere, per quanto
assurda possa d iventare”. L a “dif esa” è costantemen te chi amata in
cau sa per giust ificar e ogni azion e viol enta. “Come quando si af ferma
che stavamo dif endend o il Vietnam del S ud. Non ho m ai visto né
sen tito nei media, mai in t renta anni di attento esame, [ al di fuori di
pub blicazioni assolut amente margi nali] una sola frase che si li mitasse
56
“In b ase a q u al e cri t e ri o i l S al v a d o r e i l G u a t em al a so n o “d em o c rat i ci ” e i l N i car ag u a
n o n l o è? Il cr i t eri o esi st e. N el N i car ag u a s o t t o i san d i n i st i g l i esp o n e n t i d e l m o n d o
d eg l i aff ari n o n so n o p rese n t i n e l g o v e rn o d e l p aes e i n m i su ra p ro p o r zi o n al m en t e m o l t o
su p eri o re al l o ro n u m ero , p er cu i n o n v i è u n a “d em o c razi a” . N el S al v ad o r e i n
G u a t em al a i l g o v ern o è eser ci t at o d ai m i l i t ar i p er co n t o e a b e n efi ci o d el l e o l i g arch i e
l o c al i – l at i fo n d i st i , ri cc h i u o m i n i d ’ affari , p ro f essi o n i st i s u l l a c rest a d el l ’o n d a – e
q u e st a è t u t t a g en t e l eg at a ag l i S t at i U n i t i , p er cu i q u est i p aesi so n o d el l e
“d e m o craz i e”. N o n i m p o rt a s e fan n o sal t are i n ari a l e red azi o n i d ei g i o rn al i
i n d i p en d e n t i , o se as sassi n an o g l i av v e rsari p o l i t i ci e f an n o s t rag e d i d ec i n a d i m i g l i ai a
d i ci t t ad i n i , e n o n s i so g n an o d i i n d i r e n u l l a ch e asso m i g l i a l i b ere el ezi o n i ” ( C h o m sk y ,
2 0 0 2 , p ag . 7 3 ). L e st esse c o se si p o t re b b ero afferm are a p ro p o s i t o d e l l ’In d o n esi a d i
S u h art o , d el C i l e d i P i n o ch et , d el l ’ A rg en t i n a e d el B r asi l e d ei m i l i t ari , et c.
57
“L a st o r i a d el l e rel azi o n i i n t er n azi o n al i [… ] o b b e d i sce al l a d o t t ri n a d el
“co n t en i m en t o ”, p ersi n o t ra i d i s si d en t i . In t en d o d i re ch e è o b b l i g at o ri o a ccet t a re i l
p re su p p o s t o d el co n t e n i m en t o , o n o n si h a m o d o d i f arsi s t rad a i n q u e st a d i sci p l i n a”
(C h o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 6 7 ).
58
Ch o m sk y 2 0 0 2 , p ag . 6 8 .
23
anche sol tanto a ipot izzare che n oi non stessimo di fendendo il
Vietnam del Sud. E la nostr a aggr essione era eviden te quanto ogni
alt ra aggressione nel corso della stori a”. 59 Al lo stesso modo, la
pol itica odiern a del presid ente Bush è propagandata come mera
“di fesa” dal pericolo del t errori smo internazionale.
Un’ altra espressione continuament e messa in g ioco è “processo
di pace”. “Seco ndo la logica e il dizionario, “processo di pace”
sig nifica “processo che conduce alla pace”. Ma non è in questo senso
che la adoperan o i media. E ssi la usano per i ndicar e qual siasi cosa g li
Stati Uni ti sti ano facendo in qualsiasi momen to e circost anza, e,
anche in questo caso, senza eccezioni. […] Il processo di pace è ciò
per cui si adop erano gli St ati Uniti, p er def inizione. […] E’
un’ asserzione che col pisce molto, visto che negli anni ot tanta gli
Stati Uni ti son o stat i il m aggior fatto re negativo nel contrast are due
imp ortant i processi di pace, in America centr ale e nel Medio
Ori ente”. 60
Ancora, prendiamo in esame la dicotomia “interessi particolari”“in teressi coll ettivi ”. “Noi chiamiamo “inter essi particolari” quelli
dei lavor atori, delle donne, dei neri, dei poveri, degli anzian i, dei
gio vani: in alt re par ole, dell’intera popolazione. Esiste un solo
set tore d ella comunit à al quale non vengono m ai att ribuit i “int eressi
par ticolari”, ed è quello dei grandi gr uppi di potere eco nomico ,
ind ustriale e degli affari in generale, perché questi si identi ficano con
l’“interesse nazional e””. 61
Ogni aspetto del discorso p olitico subi sce l’ azione disgr egante
del la Neolingua. “Quelli ch e la gente chiama “conservator i” son o
ind ividui alla cui vi sta i conser vatori di un tempo si ri volter ebbero
nel la tom ba: sono quelli che vogl iono dare tu tto il poter e allo stato e
non hanno nulla a che fare con i “conservator i” nel senso tradi zional e
del termi ne”. 62 ““Moderato” è un ter mine che significa “ligi o agli
ord ini degli St ati Un iti”, in contrapposizione a “r adical e”, che
sig nifica “non ossequiante agli o rdini degli Stati Uniti”. E’ i n base a
tal e logi ca che, ad esempio, un dittatore san guinar io com e Suharto
può esser e considerat o un “moderato” dal governo st atunit ense.
D’altro canto, ““radi cale” non ha nient e a che vedere con la destra o
la sinist ra; si è “radicali ” se non si obbedi sce ag li ord ini degli St ati
Uni ti””. 63
Dopo gli eventi dell’ 11 set tembre 2001, l’opi nione pubbli ca
mon diale è stat a subi ssata di discorsi uffici ali, articol i, edi torial i,
ser vizi t elevisivi im perniati, in maniera ossessiva, sull a questione del
“terrorismo” e delle “inevi tabili ” e “g iuste” guerr e che bisognava
59
ib i d .
ib i d .
61
ib i d .
62
ib i d .
63
ib i d .
60
p ag .
p ag .
p ag .
p ag .
p ag .
71.
74.
66.
66
75.
24
mob ilitar e cont ro di esso. Chomsky indi vidua però un grav e vizi o di
fon do: “I n prat ica, i l terr orismo è ogni viol enza commessa cont ro gli
Stati Uni ti chi unque ne sia l’aut ore. A quest a regola è d iffici le
tro vare u na sol a eccezione storica, e siccome i pot enti decidono dei
fat ti che diven tano storia, dal proprio filtr o lasciano passare
uni cament e il t errori smo dei debo li con tro i forti e i loro cli enti”. 64
Gli USA, secondo Chom sky, possono esser e considerat i a ragione lo
stato che più d i ogni altro appog gia e commet te att i terr oristi ci a
liv ello i nternazional e. A t itolo di esempio, basti citare che “durant e
la presidenza di Reag an, gl i stat i terr oristi ci del Centr oameri ca
fin anziat i dagl i Stat i Unit i hanno ucci so, torturat o, mut ilato centinaia
di migliaia di person e, lasciato milion i di i nvalidi e di orfan i, e
quattro paesi i n rovi na. […] Senza parl are del Sud- Est asiatico ,
del l’Amer ica del Sud e di altre r egioni ancor a”. “Quel decennio”,
con clude Chomksy, “non si distingue aff atto dagli altri”. 65
“Genocidi o” è un’altr a di quelle espressioni che, n ella l ingua
del la propaganda, con oscono una doppia articolazion e: “Noi parl iamo
di “genocidio” solo quando gli assassini sono gli altri”. Un caso
esemplare è quello cambogiano. “P ol Pot è stato nat uralmente uno dei
pri ncipal i assassini di massa, ma non è chiar o se abbia ucciso molta
più gente - o anche solo pi ù gent e – di quant a ne hanno uccisa gli
Stati Uni ti in Cambogia nel la pri ma met à degl i anni settanta”. 66
La Neolin gua genera espressioni e termi ni suscettibili di esser e
str umentalizzat i dall a classe dir igente e dai media: essi sono ridott i
all a stregua di slogan svuotati di ogni signi ficato. E’ i l caso di un
ter mine come quello d i “ant iameri cano”. “Non vogliano essere
“an tiamer icani”, e questo i n effetti è già di per sé un i ncredi bile
successo della propaganda. Andate in It alia a usare il termine
“an tiital iano”, quell o si piega i n due dal ri dere. Invece da noi questi
val ori to talitari significano davvero q ualcosa per la gente, perché
son o stat i comp iuti sforzi intensi e si stemat ici per cont rollar e la
pop olazione, e hanno avuto un not evole successo”. 67
La Neolingua sembra possedere nat uralit er il carat tere
del l’apod ittici tà. Chi, inf atti, potrebbe contestar e principi come lo
“sp irito americano”, o essere contrario all’“armoni a”, o rifiut are
l’“appoggio all e trup pe” im pegnat e per la dif esa della “l ibertà”? Il
discorso politi co si riduce alla sempli ce rei terazi one di formule
vuo te, meri significanti che trascendono ogni possi bile agganci o alla
realtà. 68
64
Ch o m sk y , 2 0 0 1 , p ag . 1 8 7 .
ib i d . p ag . 1 8 6 .
66
Ch o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 1 3 7 ; su lla q u estio n e d el g en o ci d io in Cam b o g ia, c f r .
an c h e Ch o m sk y - H er m an , 1 9 8 8 , p ag g . 3 1 9 - 3 6 1 .
67
Ch o m sk y , 2 0 0 2 , p ag . 2 0 8 .
65
68
R i g u ard o a ci ò , v a, a n co ra u n a v o l t a, so t t o l i n e at o l o st at o d i i s o l am en t o n el q u al e l a
cl a sse d i ri g en t e ag i s ce. L as ch scr i v e: “ L a co n d i zi o n e d i c rescen t e “i n su l ari t à” d e l l e
él i t e si g n i fi ca , t ra l ’al t r o , ch e l e i d eo l o g i e p o l i t i ch e t en d o n o a p e rd ere i co n t at t i c o n l a
25
La Neolingua, special mente quella televisiva, si dota, poi, di un
car attere fondamental e. “C’ è un procedi mento ben collaudato che i
med ia più raffi nati usano spesso: la co siddet ta “concisione”, u n
ter mine t ecnico che v iene dalla p ubblicità. E ssere concisi significa
dir e tre frasi in mezzo a d ue spot pubblicitari. E’ un ot timo t rucco per
con trollare il pensiero. Quando si ha un’occasione simile, si può
scegliere: acco ntentarsi di ripet ere uno slog an con il quale si presume
che tutti siano d’accordo, oppure dire quello che si pensa ed essere
preso per matto perché non si ha il tem po di ragion are, di fornire la
pro va di quanto si af ferma. […] Quindi o sarete presi per matti o
dir ete luoghi comuni”. 69
rea l t à. D al m o m en t o c h e i l d i b at t i t o p o l i t i co è l i m i t at o , n el l a m ag g i o r p ar t e d ei casi , a
q u e l l e ch e so n o st at e acu t a m en t e d efi n i t e l e “cl ass i p arl an t i ”, esso t en d e a cres cere s u
se st esso , a ri d u rsi a u n m ero i n si e m e d i fo rm u l e” (L as ch , 1 9 9 5 , p a g . 7 0 ) .
69
Ch o m sk y , 2 0 0 1 , p ag . 1 4 4 .
26
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