1.5 - Tecnica e strumenti - Mp3Djing

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1.5 - Tecnica e strumenti - Mp3Djing
1.5 - Tecnica e strumenti
(domenica 17 luglio 2005) - Inviato da virtualntt - Ultimo aggiornamento (giovedì 01 settembre 2005)
Chi è e cosa fa il DJ
l DJ è quello che sceglie, avvia e cambia i brani musicali durante un
evento che può essere una festa, una serata etc... Per far questo in
maniera piacevole e convincentemente efficace, utilizza una serie di
apparecchiature audio, una collezione di brani musicali, una padronanza
approfondita della tecnica e un'esperienza personale a cui attingere.
Esperienza in cui trovano luogo una cultura musicale molto vasta, oltre
che fantasia, iniziativa e spirito di improvvisazione e adattamento al
contesto.
Qui si spiega in parole molto rudimentali qualcosa sulle tecniche e
sulla teoria del mixaggio, in modo che chi non è del mestiere possa
comprendere, anche solo per soddisfare una propria curiosità, la fatica
di chi lavora ad una console per far si che la gente si diverta a ritmo
di musica.
Per poter creare un flusso audio ininterrotto e continuo, un brano via
l'altro, il DJ utilizza delle apparecchiature audio particolari. Perchè
soffermarsi sulle apparecchiature tradizionali se questo sito vuole
promuovere l'mp3-djing? Ma perchè i programmi di mixaggio digitale in
qualche modo emulano o si ricollegano all'esperienza analogica. Inoltre
il fine di una tecnica di mixaggio tradizionale è lo stesso di quella
digitale. Un buon programma di mixaggio mp3 deve portare a risultati
simili a quelli ottenuti in modo tradizionale, anche se la tecnica e i
contesti possono essere diversi.
Bpm
Ogni brano musicale ha delle caratteristiche proprie come il tempo
(4/4, 3/4, 12/8 etc...) la tonalità etc...ma l'aspetto che interessa di
più al DJ è il cosidetto bpm, cioè il numero di battute al minuto. Per
maggiori chiarimenti vedi la sezione dedicata alla teoria.
Un tempo di 4/4 è abbastanza tipico della musica da discoteca; la
stragrande maggioranza dei brani house sono infatti in 4/4 (provate a
contare 1,2,3,4 mentre ascoltate un brano house, scoprirete molte
curiosità su come è strutturato). Tuttavia non è possibile mixare cosi
come sono i brani, perchè hanno velocità diverse. Non confondete tempo
con velocità.
Un Dj che sta lavorando in una serata danzante non può passare da un
disco all'altro senza logica e senza ordine, perchè l'ascoltatore oltre
a sentire la musica, sta anche ballando al suo ritmo e la mente cerca
faticosamente un'armonia con i movimenti del proprio corpo. Alterare o
passare da una ritmica ad un'altra crea sempre una rottura, un
passaggio fra ciò che era e ciò che sarà. Di solito ciò avviene quando
improvvisamente si cambia genere (es. da un set di hip-hop si passa a
house) o si vuole enfatizzare un brano che ha un'introduzione nota o
attesa (l'hit del momento...).
Questo comunque per dire che, come per un musicista che suona uno
strumento è fondamentale mantenere il tempo, anche per il DJ è
importante creare una continuità fra un brano e l'altro, come se la
convivenza fra i pezzi sia la cosa più naturale del mondo in quel
momento e nell'insieme si percepisca un unico lunghissimo brano fatto
di tante parti unite in maniera impercettibile.
Ecco perchè ogni brano ha un suo bpm, cioè un numero di battute al
minuto. Per mettere due brani in modo da fonderli insieme creando una
continuità credibile e piacevole, è opportuno abbiano le stesse battute
al minuto. Questo si ottiene rallentando la velocità di uno o
dell'altro, o tutte e due insieme, e sincronizzando i dischi, cioè
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"mettendoli a tempo". Un brano disco tipo quelli di Gloria Gaynor o
Santa Esmeralda avranno un bpm di 118 circa, un brano house si attesta
dai 125 ai 130, mediamente 128. Un brano hip-hop viaggia intorno ai
90-103, la techno sui 135-140 o oltre. Alcuni brani possono avere bpm
variabile, specie se esecuzioni fate dal vivo senza strumentazioni
elettroniche come i campionatori o i sequencer (es. i brani soul o la
disco orchestrale).
Attrezzature tradizionali-analogiche
Per mixare della musica occorre una coppia di lettori (piatti,
cdplayers...), un mixer, un sistema di diffusione audio. Il DJ avrà in
dotazione per uso personale una cuffia e una spia monitor per sentire
quel che succede in sala.
Il lettore non è un apparecchio qualsiasi, ma deve avere delle
caratteristiche precise. Deve consentire la variazione di velocità del
brano musicale (pitch-control) in crescendo e in diminuendo. Qui potete
vedere a sinistra ad esempio un giradischi molto diffuso e un a destra
un cdplayer ad uso dei Dj più esigenti. Da notare il regolatore del
pitch che è quella barra a scorrimento verticale sul loro lato destro.
Alla destra del cdplayer potete vedere invece un controller; è
un'apparecchiatura che, a seconda dei casi, può essere usata per mixare
dei CD insieme a sorgenti provenienti da campionatori, sintetizzatori o
altro. E' un sistema molto sofisticato e costoso: alla sua interfaccia
si rifanno numerosi software di mixaggio mp3 che ne tentano
l'emulazione.
Il mixer è un apparecchio che riceve tutti i flussi audio provenienti
dalle varie fonti (lettori, tastiere, campionatori, microfoni etc...),
permette la loro regolazione e li reindirizza verso l'impianto di
diffusione, solitamente un amplificatore e delle casse. Qui avete
l'esempio di un modello di mixer abbastanza diffuso fra i più semplici
da utilizzare.
Al mixer vengono convogliati anche altre sorgenti
audio come i microfoni e le cuffie del DJ. A volte al mixer viene
collegata anche la centralina delle luci che per regolarne intensità e
intervalli, utilizza un sistema che associa determinati effetti
luminosi alle frequenze audio.
Il mixer inoltre consente il cosidetto preascolto, attività
fondamentale del mixaggio audio. Il preascolto (tasto cue o plf)
consente di ascoltare un segnale in modo separato da quello in
diffusione nella sala.
Questo vuol dire che con l'uso delle cuffie il DJ, mentre è in
diffusione un brano proveniente dal lettore A, può ascoltare
contemporaneamente il brano che vuole mettere dopo, che sta sul lettore
B. Consente al DJ di sincronizzare i dischi, di prepararli prima di
passare da A a B attraverso l'uso del mixer.
Il passaggio da A a B può avvenire in vari modi: il più comune è
diminuire il volume di A e alzare B, usando i cursori verticali o il
crossfader.
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Il crossfader
è quella barra orizzontale presente sui mixer da
DJ, che permette di passare da A a B e può avere vari modi di
regolazione della transizione.
Una consolle tradizionale di solito è organizzata attorno al
mixer, che può essere anche molto complesso e ricco di funzioni,
come quello nella foto accanto.
Solitamente un DJ si muove alternativamente fra i lettori e il mixer e
mette sul retro i contenitori dei dischi.
La consolle è un po come l'abitacolo di un aereoplano.
Il giradischi nella consolle della foto è un modello molto
diffuso ed è a trazione diretta. Il piatto inoltre ha i bordi a
spessore proprio per consentire al DJ di manipolare ed intervenire
sull'andamento del disco senza toccarlo.
Attrezzature digitali-informatiche: hardware
La premessa alle attrezzature tradizionali è necessaria appunto per
capire come funzionano i software di mixaggio audio dal vivo, anche a
chi non ha la benchè minima idea di cosa sia lavorare come un DJ.
Ho detto lavorare come un DJ, non fare o essere un DJ: come già detto
questo sito non ha la pretesa di trasformare chiunque in un novello
Larry Levan da computer.
I software si installano su computer, che per poter svolgere
l'emulazione della consolle devono disporre di una dotazione hardware
sufficientemente adatta. La maggior parte dei software di mixaggio mp3
non esigono prestazioni di macchina molto elevate, ma non è il caso di
usare configurazioni troppo antiquate. Se utilizzate un Apple con
System Mac OS X Panther e la macchina non ha problemi a sentire e
vedere dei film in DVD, non ci dovrebbero essere problemi: casomai è
sufficiente un incremento della RAM.
Se usate architetture PC-Intel compatibili, con sistema operativo linux
o windows, i requisiti minimi per i programmi software più recenti sono:
Processore PIII 850 MhZ
800x600 SVGA video
Scheda audio 4.1
128 MB RAM
Meglio però se raddoppiate la RAM e se passate ad un P IV, inoltre la scheda audio è bene sia compatibile con DirectX.
Se il mixaggio è un hobby tutto vostro e non avete necessità di andare
in giro molto, un sistema desktop (anche assemblato se usate PC) va più
che bene. Se invece volete fare i DJ per davvero, allora comprate un
notebook. Tuttavia se scegliete un sistema portatile, comprate il
modello più potente che riuscite a trovare compatibilmente al vostro
portafoglio. Un notebook si aggiorna più difficilmente nel tempo e la
componentistica costa più cara di quella per i desktop. Inoltre è
necessario acquistare, oltre al notebook, una scheda audio esterna
(firewire o USB). Il controller audio integrato nei portatili infatti
non ha le caratteristiche adatte al caso nostro, anche se si può
realizzare dei simpatici set casalinghi con l'audio-splitter.
L'audio-splitter è un piccolo adattatore da mettere sull'uscita audio
del portatile e permette di separare i canali stereo in modo da
mandarne uno alla cuffia per il preascolto e l'altro all'impianto.
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Ovviamente perchè il segnale ritorni stereo in
cuffia e all'impianto, dovete collegare ai jack in uscita degli
adattatori che raddoppiano il segnale e creano una stereofonia
simmetrica. Non è proprio il massimo ma per piccole festicciole fra
amici può andar bene come escamotage senza comprare una scheda audio
esterna.
Tuttavia, se volete iniziare a fare sul serio, è meglio acquistare una
scheda esterna da collegare tramite USB o Firewire. Vi sono numerosi
modelli in mercato; le schede progettate per l'Home Theather possono
andar bene. Se però volete effettuare riversamenti e registrazioni
audio, collegare vari strumenti musicali ed expanders via MIDI, dovete
dotarvi di schede audio professionali. Solo a titolo di esempio
vi mostro una scheda abbastanza economica.
Questa scheda molto diffusa si collega all'uscita
USB del portatile e permette di realizzare un impianto stereo 5+1
per l' home theather, motivo principale della sua progettazione e
del successo nel mercato della componentistica semiprofessionale. Può
però fare a caso nostro perchè attraverso una attenta configurazione e
con i software predisposti, si può riservare un canale stereo completo
all'uscita in diffusione e uno separato per il preascolto, come si vede
nella figura qui a sinistra.
Per chi vuole spendere di più ci sono due possibilità: una scheda audio
esterna ad elevate prestazioni o un controller per il mixaggio con
audio integrato. Un modulo audio di questo tipo permette di creare un piccolo studio di registrazione casalingo di tutto
rispetto.
Il modello che si vede qui a fianco è compatibile
con gli standard più diffusi come ASIO ed è dotata di controlli per la
regolazione dei livelli in uscita ed in ingresso. Lo schema mostra le
possibilità di connessione alla scheda audio che comprende, oltre al PC
o Mac, un amplificatore, un registratore digitale ed uno
analogico, un sitetizzatore o altra apparecchiatura MIDI,
naturalmente le cuffie.
Ovviamente il costo di questa scheda è decisamente superiore al modello
precedente e si addice a chi, oltre a mixare musica desidera produrla
in modo professionale.
Un caso diverso è quello di chi non si accontenta del controllo
software attraverso il mouse e desidera ritrovare quella "fisicità" che
l'informatica gli ha tolto rispetto alle tecniche tradizionali con
cdplayers e giradischi. Ecco perchè sono nati dei componenti hardware
che permettono di pilotare il software attraverso delle piccole
consolle esterne: i controller. Il più diffuso è questo rappresentato
qui sotto.
Questa piccola consolle (misura come un foglio A4,
circa 20x30 cm ed è alta sui 5 cm) si è fatta strada fra i DJ digitali
per la sua estrema maneggevolezza e versatilità, coniugando la
precisione del software con la tattilità tradizionale del mixaggio.
Sintetizza in pochissimo spazio tutto ciò che occorre, basta solo
connetterla alla presa USB per alimentarla e iniziare a lavorare.
Questa consolle non è un controller come gli altri perchè integra una
scheda audio e quindi può essere connessa anche ad altri strumenti come
mixer, sintetizzatori MIDI, registratori analogici o digitali,
microfono e cuffie con regolazione separata del volume.
Un controller come questo è compatibile con vari software di mixaggio e
come gli altri modelli di schede audio ha una buona dotazione di
programmi in bundle; ciò significa che in determinati casi è
conveniente l'acquisto di hardware aggiuntivo solo per la fornitura
allegata dei software di mixaggio più noti ad un prezzo tutto sommato
contenuto.
Un altro aspetto interessante è quello delle consolle ibride, cioè parte digitali e parte analogiche.
Caso diffuso è quello di due o più computer con audio riversato su di
un mixer tradizionale, con la possibilità di connessione LAN fra le due
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macchine.
Qui di fianco è rappresentata la situazione nel modo
più semplice. Tale configurazione della consolle permette di usare il
mixer in modo tradizionale e sfruttare le tecnologie hardware e
software per la sincronizzazione e il loop della musica.
E' il compromesso più accettabile fra tradizione ed innovazione; fra
l'altro permette di intervenire su eventuali avarie di uno dei due
computer passando all''altro e eliminando tempi morti. Da notare che
con un mixer con più canali si possono collegare più computer e
apparecchi (ad esempio campionatori, drum machines...), con delle
conseguenze interessanti dal punto di vista live.
Attrezzature digitali-informatiche: i software di mixaggio mp3
Ogni software di mixaggio dal vivo che si voglia chiamare serio, è composto dai seguenti apparati:
Lettore A e lettore B (o ancora più lettori) con pitch e selettori CUE
per il marcamento di punti specifici del brano. Oltre a questo c'è un
display grafico della forma d'onda del file audio in esecuzione, in
movimento se il brano è in play. Il display è importantissimo perchè
permette di individuare ad occhio le battute, i punti di cue e di loop.
Se esiste anche un display comparativo, cioè che associa i file in
diffusione in player diversi, è possibile un controllo e una
scelta della della sincronia anche ad occhio, tipico dei software di
ultima generazione.
Mixer digitale con crossfader, equalizzatore e guadagno volume dei file
(gain), mixer digitale generale. In alcuni casi è presente anche
l'equalizzatore-fader per un mixaggio separato di frequenze attraverso
crossfader.
Contatore automatico di bpm, con possibilità di analisi senza il
caricamento nel player, cioè il software analizza le caratteristiche
audio-musicali del file con selezione multipla dal browser.
Inoltre il contatore automatico si occupa per ogni player di attivarne
il metronomo che solitamente è una spia luminosa tipo led a
intermittenza.
Sincronizzatore, cioè l'algoritmo che mette a tempo fra loro i file in
esecuzione. Nella maggioranza dei software presenta dei pulsanti per
eliminare lo sfasamento in relazione ad uno o l'altro player.
Playlist e browser di navigazione, che permette di cercare nell'hard
disk i file audio e organizzarli secondo una logica scelta dal DJ.
Permette inoltre di creare playlist personali e di gestire le proprietà
dei file mp3 come i loro tag.
Oltre a questo, è gradita ma non fondamentale la presenza di un
registratore in tempo reale, di un database in autosalvataggio delle
impostazioni e delle caratteristiche dei brani, di un generatore di
loop / campionatore.
Un software abbastanza economico (viene distribuito in vari modelli di
schede audio esterne) è Traktor DJ della Native Instruments. Riconosciamo
gli elementi sopra elencati nella sua interfaccia che è abbastanza
simile a quelle di altri software.
- 1) Lettore (deck) A
- 2) Lettore (deck) B
- 3) Sincronizzatore
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- 4) Crossfader
- 5) Registratore digitale
- 6) Browser di navigazione e playlist
Altri moduli sono il mixer-equalizzatore sopra ciascun lettore, il
generatore di loop e l'emulazione di scratch-vinile, posti sopra il
registratore digitale. In alto a destra è presente il tasto che
richiama il setup del programma in cui si impostano le configurazioni audio
etc...Da notare che, nonostante questo sia un software molto semplice
rispetto ad altri di natura più professionale (i DJ più evoluti
utilizzano Traktor DJ Studio, la versione superiore a questa e con
tutt'altro prezzo), per chi si accosta al mixaggio digitale per la
prima volta l'effetto più comune è lo spaesamento. Supponendo di
compiere la configurazione iniziale senza difficoltà, non è cosi
immediato il suo utilizzo e solo chi non è digiuno di tecniche di
mixaggio tradizionali riesce a orientarsi con scioltezza
nell'interfaccia.
Quindi mixaggio al computer può voler dire semplicità e sintesi, ma non certo banalità.
Occorre anche in questo caso pazienza e buona volontà per usare questo
programmino in modo discreto, per poi passare a qualcosa di più
interessante e forse più professionale. Ciò nonostante questo software
è ottimo per iniziare e ha tutte le caratteristiche richieste per fare
dei buoni set.
Tornando ad un discorso più generale, elementi che fanno veramente la
differenza fra la qualità di un programma e un altro, sono il contatore
di bpm e il sincronizzatore.
Il contatore di bpm, si è detto, analizza il file audio e determina
attraverso un algoritmo il numero di battute al minuto di un brano.
Alcuni software lo fanno appena il brano viene caricato sul player e
avviato, altri permettono una scansione generale di tutti i brani
presenti in computer e l'organizzazione di un database ordinato di
conseguenza.
Il sincronizzatore: vari DJ che lavorano già con questi programmi,
cambiano piattaforma e software solo per la bontà dell'algoritmo di
sincronizzazione. Infatti uno dei vantaggi del lavorare con questi
programmi è che la messa a tempo fra un brano e l'altro è automatica o
comunque pressochè immediata. Addirittura in molti software è presente
la funzione di autodj per passare da un brano all'altro in automatico.
Il DJ allora che ci sta a fare? è un lavoro in via di estinzione?
Tuttaltro!! Il software non ha cultura nè esperienza, lavora per
comandare delle macchine. Inoltre gli algoritmi di sincronizzazione
sono precisi intorno all'80-90%, ma ancora non possono escludere il
controllo manuale. A questo fine hanno inventato dell'harware
specifico, dei controller esterni che consentono di pilotare uno o più
computer. Oppure qualche DJ utilizza uno o più computer solo come
lettori e li collega ad un mixer tradizionale.
La playlist permette di organizzare i vari brani ordinandoli per
autore, titolo, genere, ma soprattutto per bpm. Nei programmi più
recenti è associata a un browser di navigazione per attingere a più
directory e il programma può memorizzarne in automatico le impostazioni.
Un database interno e spesso presente in molti software agevola la
ricerca immediata dei brani in funzione delle query più comuni come il
titolo, l'autore, il genere e così via.
Alcuni programmi inoltre possono registrare una sorta di elenco di
brani suonati nel loro susseguirsi e memorizzare dei file con playlist
già predisposte.
Uso del protocollo MIDI
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Una possibilità molto interessante per mixare mp3 in maniera digitale
dal vivo è l'utilizzo di controller MIDI in dialogo con software
compatibili con questo protocollo.
Il MIDI è un linguaggio standard di comunicazione fra strumenti digitali quali strumenti musicali, mixers e/o computer.
La sigla MIDI sta per Musical Instrument Digital Interface, ossia
Interfaccia Digitale per Strumenti Musicali. Nonostante tale protocollo
di comunicazione sia stato introdotto nel 1983 è ancora attualissimo e
molto adoperato.
Per poter lavorare con questo protocollo occorre che il controller e la
scheda audio siano dotate di interfaccia MIDI, che fornisce le
connessioni utili. Recentemente si sono diffuse interfacce MIDI che
usano la più comune USB invece della presa a 5 pin, consentendo quindi
ad un numero molto vasto di hardware la necessaria compatibilità.
Con il protocollo MIDI non si comunicano informazioni audio, ma solo
modi e metodi di comportamento per generarle. Di conseguenza è
opportuno che gli strumenti siano conformi a degli standard (ad esempio
General MIDI) o siano oggetto di accurate configurazioni spesso non
semplici per chi non conosce tale protocollo.
Approfondire il linguaggio di comunicazione MIDI esula dagli scopi di
questo sito, in cui si fanno in questa sede dei brevi cenni sull'uso
dei controller più comuni. Per altre informazioni è il caso di
approfondire con i numerosi tutorial e forum dedicati che sono presenti
in internet.
Attraverso il MIDI si possono collegare vari strumenti fra loro come
computer, sintetizzatori, drum-machines, sequencer...e suonarli tutti
insieme. Oppure suonare uno strumento utilizzandone un'altro, ad
esempio suonare un pianoforte adoperando una chitarra elettrica.
Nel nostro caso è interessante capire come controllare simultaneamente
le interfacce dei software di mixaggio associando ai comandi di un
controller esterno ciascuna funzione. Uno dei limiti che spingono i
dj's a dotarsi di un controller infatti è che attraverso il mouse si
possono eseguire solo una operazione per volta, cioè non è possibile
agire simultaneamente su più moduli o funzioni. E' necessario
consentire al dj, ad esempio, di usare il crossfader in contemporanea
ad una dissolvenza dei bassi di un brano in entrata e alla marcatura
dei medi del brano in uscita. Un controller MIDI può fare egregiamente
a caso nostro, cioè permettere di agire simultaneamente su più funzioni.
Un messaggio MIDI inviato da uno strumento si indirizza in 16 canali
possibili (espansi a 32 e oltre in alcuni controller), che a sua volta
possono ricevere informazioni di vario tipo come velocità, stato,
intonazione, aftertouch in 128 modi diversi. Questo fa si che se
associo ciascun canale ad un comando particolare -pulsante,
slider,manopola,touchpad- posso determinarne il comportamento e
dialogare simultaneamente in più modi con il software. Posso assegnare
ad una manopola un range che va da 0 (minimo) a 127 (massimo), o ad un
pulsante la funzione di interuttore (acceso-spento) cioè passare da 0 a
127 in vari modi. Si può decidere che ad ogni pressione del tasto
accendo o spengo, o che al rilascio del tasto vado a spento, o anche un
incremento o decremento di 1 al tocco. Posso associare anche un range
-63/+64 tipico nel caso dei pitch-control.
Facciamo un esempio pratico di configurazione MIDI: un controller molto
noto a due ottave e un software che consente l'interfacciamento
MIDI come Traktor DJ Studio. Per questo esempio di configurazione
ringrazio DJ Cybermix per le informazioni, le immagini e le videate
concesse in gentile concessione. Cybermix è un dj house che utilizza da
molto tempo questo tipo di attrezzature e crea dei set di notevole
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pregio artistico-musicale.
Sul software si potrà assegnare i canali MIDI su
ogni comando. Con Traktor ad esempio basta andare in setup, menu dei
controlli MIDI, selezionare il comando che si vuole pilotare ed usare
la manopola o il tasto da assegnare. Sullo schermo apparirà il canale
MIDI relativo al tasto/manopola che abbiamo utilizzato.
Il resto dovrà essere fatto sul controller.
Ogni controller MIDI ha un programma interno attraverso cui, mediante
display, si può assegnare ad ogni singolo tasto, manopola, o slider un
canale ed i relativi parametri.
Al di fuori da questi parametri rimangono i tasti della tastiera
musicale che ugualmente sono utilizzabili,ma che hanno parametri fissi
e sono identificati sui software con la nota "suonata" corrispondente.
Per esempio ogni tastiera sarà più o meno sensibile al tocco o alla velocità di pressione.
Nel nostro caso,ad alcuni di essi è stata affidata la funzione di
"pitch bend", in parole povere quelle "spinte" e "frenate" manuali
effettuate direttamente sul piatto o sul vinile dai dj's per aggiustare
la messa a tempo dei dischi.
Ecco l'immagine del controller protagonista di
questo esempio, ma potrebbe essere qualsiasi altro modello anche non a
tastiera . Non lasciatevi ingannare dall'aspetto "pianoforte".
Essendo la tastiera sensibile al tocco, con un pò di pratica si può
raggiungere un'ottima sensibilità che permette di intervenire con
grande precisione, grazie anche al fatto che Traktor interpreta
perfettamente tale proprietà.
La tastiera-note è assegnata per metà ad un deck virtuale, per metà all'altro.
Per quanto riguarda i tasti bianchi da sinistra hanno la seguente funzione:
Play/pause deck A
Pitch bend "-" deck A
Pitch bend "+" deck A
Spostamento verso sinistra nei punti di cue già salvati deck A
Spostamento verso destra nei punti di cue già salvati deck A
Sul lato destro stessa disposizione dall'esterno verso il centro solo dedicato al deck B
Tasti neri della tastiera note sempre da sinistra:
Controllo pitch deck A "-" ad ogni pressione decremento di 0,1 bpm: se premuto decrementa il pitch progressivamente.
Controllo pitch deck A "+" ad ogni pressione incremento di 0,1 bpm: se premuto incrementa il pitch progressivamente.
Spostamento veloce indietro sulla traccia deck A (come quando il dj fa
girare velocemente il disco avanti od indietro per trovare un punto
esatto del disco).
Spostamento veloce avanti sulla traccia deck A
Beat sync
Sul lato destro stessa disposizione dall'esterno verso il centro solo dedicato al deck B
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Delle serie di tasti quadrati appena sopra la tastiera musicale solo i
cinque al centro sono utilizzabili per un programma, gli altri servono
per la configurazione della tastiera.
Tali tasti sono configurati per navigare nella playlist (i due tasti
forward), il tasto per inserire un pezzo nella playlist principale
prima di caricarlo nel deck (tasto stop) e gli ultimi due (play e rec)
per caricare un pezzo nel deck A o B.
Gli otto slider hanno da sinistra a destra la seguente funzione:
Volume deck A
Volume deck B
Bassi deck A (range stabilito da -15,0db a 0db)
Medi deck A (range stabilito da -3,4db a 0db)
Alti deck A (range stabilito da -6,4db a 0db)
Bassi deck B (range stabilito da -15,0db a 0db)
Medi deck B (range stabilito da -3,4db a 0db)
Alti deck B (range stabilito da -6,4db a 0db)
Per la configurazione dei parametri, gli slider volumi dei deck sono
settati da 0 a 127; lo slider dei bassi è settato da 30 a 64 che per il
software interpreta come il centro della manopola/slider.
I piccoli tasti appena sotto gli slider di volume hanno la funzione di
preascolto sui canali di ogni mixer e il terzo tasto da sinistra è lo
switch per l'ascolto in cuffia del preascolto o dell'uscita master.
I due tastini all'estrema sinistra sotto gli slider hanno la funzione
di attivare e disattivare i loop già preparati sui due deck.
Come si può dedurre, nonostante la complessità iniziale nella
configurazione -superabile con pazienza e pratica nell'apprendere i
protocolli MIDI- un controller consente un uso molto approfondito del
software e permette la creazione di mixaggi impensabili con le tecniche
tradizionali.
Inoltre molti produttori di controller di cui vi è un elenco nella
pagina dei links ottimizzano già l'hardware al funzionamento ottimale
con i più diffusi software di mixaggio, consentendo all'utente di
evitare lunghe, complicate e noiose configurazioni.
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