TRAIN DE VIE - Comune di Balestrino
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TRAIN DE VIE - Comune di Balestrino
TRAIN DE VIE - UN TRENO PER LA VITA (Train de vie) di Radu Mihăileanu Francia, Belgio, Romania, 1998 - 103’ Soggetto: Radu Mihăileanu - Sceneggiatura: Elodie Van Beuren, R. Mihăileanu, Moni Ovadia (per la versione italiana) Produttore: Frédérique Dumas, Marc Baschet, Cédomir Kolar, Ludi Boeken, Eric Dussart - Fotografia: Yorgos Arvanitis, Laurent Dailland - Montaggio: Monique Rysselink - Musiche: Goran Bregović Effetti speciali: Petre Constantin - Scenografia: Cristi Niculescu - Costumi Viorica Petrovici - Trucco: Irène Ottavis - Sfondi: Vincent Lebrun Interpreti, (personaggi) e doppiatori italiani: Lionel Abelanski (Shlomo) Massimo Popolizio, Clément Harari (rabbino) Gianni Bonagura, Michel Muller (Yossi) Fabrizio Vidale, Bruno Abraham-Kremer (Yankele, il contabile) Mino Caprio, Serge Kribus (Schtroul, il macchinista) Enrico Di Troia Un piccolo grande film, una tragicommedia che unisce l'umorismo yiddish, in cui convivono comicità, dramma e malinconia, che non risparmia una grottesca ironia verso gli stessi ebrei, i tedeschi e i comunisti, con un ritmo impeccabile. Sin dalle prime battute è esplicito l'intento del suo autore di affrontare il tema della Shoah in una maniera del tutto inedita, sottolineando l'irrealtà della sua finzione, insistendo invece sulla tipicità di una cultura e del folclore ormai scomparsi, scegliendo di restare ai margini del genocidio. I personaggi sono caricaturali e volutamente stereotipati, come il rabbino, il sarto, il folle, il comunista. Mihaileanu, regista romeno scappato dalla dittatura di Ceausescu nel 1980, riesce egregiamente a mettere in scena gli effetti disumanizzanti dell'ideologia e del potere sull'individuo, mostrando come una commedia possa essere più tragica della tragedia stessa. Come è egli stesso ad affermare: "L'umorismo come ebreo, è ciò che mi ha fatto sopravvivere, che ha salvato la nostra vita e la nostra memoria". Non tutti sanno che … Nonostante per tutta la durata del film prevalga un registro cinematografico più vicino alla commedia, o addirittura al comico, molti archivi o recensisti del mondo del cinema hanno preferito collocare quest'opera all'interno del genere drammatico. Questa scelta, quando viene adottata, trova giustificazione esclusivamente negli ultimi secondi del film, in cui il finale crudo diventa il vero elemento discriminante, nonostante il resto della pellicola possegga, in realtà, un registro completamente diverso La critica Train de vie - Un treno per vivere diventa così la condensazione dell'universo yiddish (i dialoghi sono stati tradotti da Moni Ovadia, grande appassionato ed esperto di quella cultura), in un crescendo di battute, situazioni farsesche, pericoli scampati, scambi di persona, virtuosistici intermezzi musicali che portano la firma del vulcanico Goran Bregovic, già collaboratore in passato di Emir Kusturica. Un disperato inno alla vita, quando tutto intorno grida la morte. «Ridere è un altro modo di piangere», dice Radu Mihaileanu a proposito di Train de vie (Francia, 1998). Roberto Escobar Il Sole-24 Ore Scheda a cura del Club Amici del Cinema - Genova
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nell'ambito già percorso del racconto a metà fra dramma e commedia, dove la
tragedia della vita comune è sempre mediata dalla sapiente leggerezza del tocco
del regista romeno.
Mentre in Train de vi...