Triumph Bonneville - Triumph che passione!
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Triumph Bonneville - Triumph che passione!
Triumph Bonneville DI ALBERTO CECOTTI In viaggio a Oxford per compiere un balzo indietro di quarant’anni. E rivivere le emozioni motocilcistiche dei bellissimi anni sessanta grazie alla “riesumata” Bonneville: una moto che ha segnato un’epoca mai dimenticata. Non è più 650 cc ma bensì 800 e come freni ha i dischi al posto dei tamburi. Le sospensioni ricordano quelle di una volta e il motore è sempre bicilindrico frontemarcia raffreddato ad aria. Le sue forme si ispirano alla T120 del ’68. Costa 16,5 milioni DIO SALVI LA REGINA er quasi un trentennio, tra il 1959 e il 1988 la Triumph Bonneville ha imperversato nel mercato motociclistico facendo sognare giovani e adulti di almeno tre generazioni di motociclisti sportivi. Si, sportivi, perché anche se guardandola con gli occhi di oggi non lo si direbbe, ai tempi dire Bonneville significava prestazioni, addirittura da riferimento. A dieci anni dalla rinasci- P 52 TUTTOMOTO ta del marchio Triumph, la Casa inglese è una grande realtà industriale che guarda anche ai nostalgici appassionati o amanti del gusto rétro. A loro ha riproposto la davvero mitica motocicletta, mantenendo pressoché intatta la linea e l’impostazione tecnica di massima, aspetto quest’ultimo fondamentale per evitare il “tradimento” nei confronti dell’antenata. È chiaro che ri- portando a oggi una moto di tali caratteristiche, da sportiva non può che trasformarsi in pacata moto da passeggio o poco più, ma questo non conta, perché l’importante è esserci ancora. E riconquistare il cuore degli appassionati dei tempi o quello dei giovani “modaioli” di oggi che potrebbero vedere in questa moto un fenomeno di tendenza. FA UN PO’ EFFETTO UNA MOTO COSI “ROMANTICA” CON UN ABBIGLIAMENTO COSÌ TECNOLOGICO. LA BONNEVILLE DEL 2001 HA LO SPIRITO CLASSICO MA E STATA PROGETTATA E COSTRUITA OGGI TUTTOMOTO 53 Triumph Bonneville Eccoci qui, dunque, immersi nel “forest green” (proprio come il colore della moto da noi provata) delle suggestive campagne inglesi, curiosi di saggiare le doti della Bonneville del terzo millennio. L’estetica della moto si rifà (e molto bene) a un modello specifico della storia Bonneville, ovvero la T120 del 1968. Scovate nel cassetto un’immagine d’epoca e rimarrete stupiti. Il marchio è quello, la verniciatura bicolore idem, come anche il disegno di telaio, sospensioni e scarichi nonché il look del motore. Anch’esso molto simile, tranne per i coperchi laterali che, sul nuovo modello, sono cromati mentre un tempo erano in alluminio lucidato. Sinceramente non abbiamo capito il FIN NEI PARTICOLARI SI EVIDENZIA LA fedeltà all’originale della nuova Bonneville: tranne nella eccessiva presenza di cromature sul motore. La strumentazione, ad esempio è davvero spartana ma il look non è niente male. Anche i gruppi ottici sono molto rispettosi del passato. Unica cosa che oggigiorno non poteva passare sono i freni a tamburo: infatti c’è un disco anteriore (sarebbero stati meglio 2) e uno dietro. motivo della scelta. Poco male, riprendiamo con la tecnica, settore in cui, come già anticipato, si è cercato di rimanere fedeli (nei limiti del possibile) ai cardini della Bonneville originale. Non a caso il propulsore, che comunque è stato progettato ex novo, è bicilindrico in linea e, indispensabile, raffreddato ad aria se non altro per questioni estetiche. Tutto all’insegna della tradizione dunque, ma con “cose dei giorni nostri” quali la distribuzione bialbero a camme in testa (al posto delle aste e bilancieri) e quattro valvole per cilindro. Altro 54 TUTTOMOTO MOLTO BASSA E COMPATTA, questa Triumph è secondo noi davvero affascinante in entrambe le versioni: la base argento è disponibile abbinata al rosso o al verdone inglese. Da notare la forma del manubrio: rassicurante. Le sospensioni sono come quelle d’epoca ma con le molle al retrotreno regolabili. taglio netto col passato è dato dal tipo di lubrificazione, ora a carter umido anziché con il serbatoio separato. Inoltre, i cilindri sono ora in lega leggera con canne integrali e riporto galvanico sulla superficie. Completano l’opera di “modernizzazione” l’adozione di due utili contralberi antivibrazioni; e l’adeguamento alle norme anti inquinamento vigenti. In definitiva, 790 cc per 62 cavalli a 7400 giri e 6,2 chilogrammetri a 3500: questi i numeri principali del bicilindrico che ci accingiamo a provare. Dunque, salendo in sella scopriamo che a dispetto delle dimensioni compatte la moto non è affatto leggera: 205 chili dichiarati a secco ci sono tutti ma il baricentro molto basso e la snellezza della moto favoriscono molto la manovrabilità della Bonnie 800, rendendola tranquillamente indicata anche all’universo femminile che, tra l’altro, riteniamo molto vicino a questo progetto. Sella bassa e posizione “serena”, in grado di tranquillizzare anche il neofita. Siamo subito colpiti dalla silenziosità de- TUTTOMOTO 55 Triumph Bonneville I DATI TECNICI DICHIARATI Prezzo L. 16.500.000 Colori Garanzia Costruttore forest green/silver; scarlet red/silver 2 anni, chilometraggio illimitato Numero Tre - Via dell’Industria 10/17 Arese (Mi) MOTORE Tipo Alesaggio x corsa Cilindrata Rapporto compr. Potenza max Coppia max Distribuzione Alimentazione Accensione Avviamento Frizione Cambio Trasmissioni 2 cilindri in linea, 4 tempi, raffreddato ad aria 86 x 68 mm 790 cc 9,2 : 1 62 cv a 7400 giri/min. 6,2 kgm a 3500 giri/min. bialbero a camme in testa 4 valvole per cilindro due carburatori Keihin da 36 mm elettronica digitale CDI elettrico multidisco in bagno d’olio a 5 rapporti Primaria a ingranaggi, finale a catena CICLISTICA Telaio Interasse Cannotto/avancorsa Forcella Escursione Regolazioni Sospensione post. Escursione Regolazioni Freno anteriore Freno posteriore Pneumatici doppia culla chiusa in acciaio 1493 mm n.d. teleidraulica tradizionale da 41 mm n.d. nessuna due ammortizzatori idraulici n.d. precarico molla 1 disco da 310 mm, pinze a 2 pistoncini 1 disco da 255 mm, pinza a 2 pistoncini ant. 100/90 - 19” e 130/80 -17” DIMENSIONI E PESO Lunghezza max 2250 mm Larghezza max 860 mm Altezza sella 775 mm Serbatoio benzina 16 litri Peso dichiarato 205 kg NON FATEVI PRENDERE in giro dall’aspetto rétro: perché questo motore è stato progettato e costruito con la tecnologia del 2000. gli scarichi (fin troppo per qualcuno) e dalla quasi assenza di vibrazioni. La moto è molto piacevole da condurre, è discretamente maneggevole e stabile quanto basta per l’uso al quale è destinata. Non disdegna comunque la guida “disinvolta”, la Bonnie, dove al limite e- merge un lieve sottodimensionamento del reparto frenante. Del motore, diciamo che, oltre ad avere denunciato un lieve trafilaggio d’olio (forse imputabile al fatto che si trattava di un esemplare preserie), offre secondo noi un tipo di erogazione non molto congeniale alla filosofia di questa moto. In pratica, l’avremmo preferito un po’ più grintoso sotto e a metà regime mentre in alto spinge e allunga bene. AL MERCATO ITALIANO POCHI ESEMPLARI Ci saranno 300 “new Bonnie” per il mercato italiano, che a detta dell’importatore Carlo Talamo sarebbero già tutte più o meno piazzate. Il suo costo, 16,5 milioni, è intermedio tra le moto economiche e le naked di qualità ed è adeguato alla bontà del mezzo e al suo livello di finiture globali che, secondo noi, potrebbero migliorare. Anche a costo far lievitare il prezzo. Perchè l’utente tipo di questa moto, non farebbe caso a qualche 100000 in più. E poi, ce ne arrivano così poche... ■ 56 TUTTOMOTO
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