Olivier Karrer C/O Avocat G. Thuan 18 avenue de la Marseillaise F
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Paris – Bruxelles – Frankfurt ‐ London ‐ Roma ‐ Madrid ‐ Zürich ‐ Washington ‐ Chicago ‐ Auckland CEED – Comunicato stampa Novembre 2012 Olivier Karrer C/O Avocat G. Thuan 18 avenue de la Marseillaise F- 67000 STRASBOURG Al Ministro della Giustizia Avv. Prof. Severino DI Benedetto Ministero della Giustizia Via Arenula 70 00186 Roma Italia Lettera aperta SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE CONTRO LE PRATICHE CRIMINALI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA TEDESCO Egr. Ministro di Grazia e Giustizia, Avv. Prof. Severino Di Benedetto, Nell’ambito del complotto politico organizzato dal governo tedesco per discreditare e criminalizzare i membri del CEED (Conseil Européen des Enfants du Divorce) e ridurli al silenzio, io accuso la Procura di Milano di essere complice delle pratiche criminali del diritto familiare tedesco in Europa. Accuso la Procura di Milano, e precisamente il pm Luca Gaglio e il sost. procuratore Pietro Forno, di perseguitare dei genitori innocenti per conto del governo tedesco. Accuso la Procura di Milano di applicare il diritto familiare dei Tedeschi, del quale non capiscono la finalità xenofoba e nazionalista, attraverso il codice penale. Accuso la Procura di Milano di aver costruito, per soddisfare la volontà dei Tedeschi, delle accuse insensate, infondate, mancanti di prove e fatti e di aver orchestrato un vero complotto politico costruendo delle accuse FALSE, delle MENZOGNE di circostanza, basate su AFFABULAZIONI e TESTIMONIANZE fraudolente organizzate dalla Procura di Monaco di Baviera senza alcun elemento di prova e mai verificate, con l’unico scopo di fare del CEED un’associazione a delinquere, che organizzerebbe delle sottrazioni internazionali di minori contro remunerazione; questo permette ai Tedeschi di utilizzare i mezzi di anti-terrorismo (intercettazioni, arresti, scambio di informazioni sensibili) e di condurre una campagna di intimidazione da parte della polizia nazionale e una campagna di diffamazione. Accuso la Procura di Milano di aver eseguito un MAE (mandato d’arresto europeo) su richiesta dei Tedeschi in una causa civile di separazione, nella totale ILLEGALITA’, contro la Dr.ssa Marinella Colombo, mentre invece quest’ultima era in possesso di tutti i diritti genitoriali, di fatto inequivocabilmente anche dell’affido e del collocamento dei minori quando ha lasciato la giurisdizione tedesca nel 2008. 2 Accuso la Procura di Milano di aver RAPITO i figli della Dr.ssa Colombo servendosi della forza pubblica e di averli mandati nella giurisdizione tedesca per soddisfare la volontà dei tedeschi in violazione NOTA e PALESE della prima sentenza della Suprema Corte di Cassazione italiana resa nel maggio 2010. Accuso la Procura di Milano, in concomitanza con la richiesta ILLEGALE di rimpatrio presentata dal sig. Ritter, ex marito della Dr.ssa Colombo ed esercitante un diritto di visita, di aver organizzato per conto dei Tedeschi la criminalizzazione volontaria della Dr.ssa Colombo. Accuso la Procura di Milano di aver inviato la sua polizia in abiti civili a penetrare clandestinamente in territorio sloveno e a procedere al RAPIMENTO dei figli della Dr.ssa Colombo per consegnarli alla giurisdizione tedesca, oltrepassando così i suoi poteri e le sue prerogative. La Procura di Milano, la cui polizia non è al servizio dei Tedeschi, aveva l’obbligo di informare il governo tedesco della presenza dei bambini in Slovenia, lasciando alle autorità tedesche la decisione di rivolgersi alle autorità slovene per ottenere l’eventuale rimpatrio dei minori. Accuso la Procura di Milano di ignorare che, nei procedimenti di diritto familiare tedesco, il genitore non tedesco deve fare fronte allo Stato tedesco rappresentato dallo Jugendamt, che il principio su cui si fonda questo diritto è quello della massimizzazione del benessere della comunità dei Tedeschi attraverso il minore (principio del KINDESWOHL), che il bambino è utilizzato come strumento di ricatto nell’ambito del provvedimento della Beistandschaft dello Jugendamt per costringere il genitore straniero a risiedere in Germania ed impossessarsi del suo patrimonio, indipendentemente da qualsiasi decisione giuridica sui diritti di affido e di visita e che la giurisdizione tedesca condanna l’USCITA dal territorio tedesco indipendentemente da qualsiasi decisione giuridica sui diritti di affido e di visita (articolo 235 del codice penale tedesco), accuso pertanto la Procura di Milano di aver applicato nella giurisdizione italiana questo diritto iniquo, xenofobo e anti-europeo contro il quale non esiste NESSUN ricorso EFFETTIVO per il genitore non tedesco. Accuso la Procura di Milano di aver imposto il diritto familiare dei Tedeschi alla giurisdizione italiana anziché constatarne le pratiche criminali, nazionaliste, xenofobe, abusanti e premeditate e anziché imporre alla giurisdizione tedesca il rispetto del diritto degli Europei. I genitori riuniti nel CEED hanno commesso il solo ed unico crimine di essersi fatti ingannare premeditatamente dai vari personaggi della giustizia familiare tedesca che li hanno umiliati, accusati e minacciati con il solo fine di togliere loro i diritti genitoriali e utilizzare i bambini come strumento del ricatto per massimizzare il Kindeswohl dei Tedeschi, di essere stati obbligati a perdere i loro figli a favore della Germania e di aver opposto resistenza a queste pratiche nazionalsocialiste. Questi genitori sono vittime delle pratiche criminali del diritto familiare tedesco; non sono i Tedeschi ad essere vittime del CEED, accusa che invece sostiene la procura per soddisfare la volontà del governo tedesco. Il CEED è oggi oggetto di un complotto tedesco, perché il CEED ha decriptato le pratiche fraudolente della giurisdizione tedesca e i suoi meccanismi di dissimulazione e li ha resi noti, diritto alla mano, presso le istituzioni europee e i governi dell’Unione. Accuso la Procura di Milano di aver organizzato, in stretta collaborazione con la Procura di Monaco di Baviera, per conto del governo tedesco e a spese del contribuente italiano, la dissimulazione delle pratiche criminali del diritto familiare tedesco; di volermi processare, in qualità di presidente del CEED, per coprire le gravi manchevolezze del rispetto dei più elementari principi di diritto che noi invece denunciamo a gran voce e supportiamo con prove, diversamente da quanto fanno le autorità tedesche che argomentano con supposizioni e senza prove. Accuso la Procura di Milano di aver cooperato senza indugio con i criminali del diritto tedesco, di essersi fatta strumentalizzare dalla Procura di Monaco di Baviera senza invece preoccuparsi di difendere gli interessi degli Europei, che non sono quelli della Germania, e di aver organizzato 3 questo complotto servendosi di MAE distribuiti senza motivazione né di fatto né di diritto, ma piuttosto come strumento di rappresaglia. La prego pertanto, egregio Ministro, di prendere tutti i provvedimenti che riterrà necessari affinché questo fascicolo sia trasferito davanti ad un altro Tribunale. Per le ragioni sopra indicate, dal momento del mio arrivo a Milano ho iniziato uno sciopero della fame e della sete; sembra infatti che questo sia l’unico mezzo rimasto a disposizione dei genitori non tedeschi per farsi ascoltare in questa Europa giuridica completamente sotto controllo tedesco. Noi genitori non accetteremo mai che le pratiche criminali di giuristi, funzionari e magistrati tedeschi, finalizzate solo a ingannare le autorità straniere e a fare della spoliazione e della germanizzazione dei bambini degli stranieri degli atti di legalità tedesca applicabili in tutta l’Unione europea, diventino il diritto degli Europei. Tutti i genitori riuniti nel CEED hanno perso i loro figli in Germania. Tutti loro sono oggetto di umiliazioni e accuse continue da parte delle autorità tedesche che considerano i nostri figli una proprietà della comunità dei Tedeschi. Per questo, egregio Ministro, chiedo a Lei e alla comunità internazionale di esigere la liberazione immediata di tutti i genitori incarcerati su ordine della Procura di Milano in favore della politica di ripopolazione tedesca. Questo fascicolo assolutamente scandaloso merita l’attenzione internazionale, poiché sono implicati cittadini di nazionalità francese, italiana, americana, tedesca, polacca e libanese. Ringraziando fin d’ora, porgo i miei più rispettosi saluti Olivier Karrer
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