Tellaro. Una festa per tanti novantenni
Transcript
Tellaro. Una festa per tanti novantenni
C moonnttaaggnnaa Caalleennddaarriioo ddeelllee ggiittee ttuurriissttiicchhee ee ddeeii ssooggggiioorrnnii m maarree -- m 20011 Capodanno in riviera di Ulisse € 420 La responsabile del turismo è la signora Mida (338-4932066) sergio, f. giampaoli Ricco cartellone al teatro Astoria di Lerici. Il 6 gennaio sul palcoscenico ci saranno la Sandrelli, la Galiena e la Massironi ad aprire la prima della “stagione” con la commedia “Tres” diretta da Chiara Noschese. L’intera stagione teatrale si concluderà il 30 marzo 2014. Con il “Progetto lettura” l’impegno dell’assessore alla cultura Olga Tacchini in collaborazione con Carla Giunchi responsabile della biblioteca comunale e l’Istituto scolastico presieduto dalla professoressa Eliana Bacchini, la “Storia” lericina raccontata nei libri di Colombo Bongiovanni, Raimondo Pagano, Riccardo Bonvicini, Margherita Manfredi e Gino Cabano, è materialmente entrata in classe. Non so voi, ma io quando leggo le cronache del territorio vengo assalito da un certo disagio. La realtà la viviamo, la vediamo e la calpestiamo (purtroppo, non solo in senso figurato) tutti i giorni. Vi è un continuo scaricabarile delle “presunte” responsabilità guarda caso sempre degli altri. I problemi da affrontare sono molti, ormai lo sanno anche i bambini. Questa amministrazione li affronta come è suo dovere e come può. Il resto sono solo chiacchiere. Con regolare cadenza come la febbre “terzana“, ecco riappare la questione ztl. Possiamo appassionarci a tutti gli argomenti e batterci. Tutto è lecito e relativo… Moderatamente. Ciao, alla prossima. N° 56 (dicembre 2013) responsabile sergio f. giampaoli (gfs). Hanno collaborato a questo numero: colombo bongiovanni, gino cabano, enrico calzolari, piero ceppodomo, marco greco, michele iozzelli, gabriella molli, francesco pelillo, euro puntelli, bernardo ratti Tellaro. Una festa per tanti novantenni di gabriella molli Voglio dedicare la prima pagina di questo mese a una festa speciale organizzata nel borgo di Tellaro per festeggiare il traguardo dei novant’anni (e più) di quattordici cittadini, che costituiscono un valido supporto di memorie. Il trascorrere del tempo è sempre segnato da trasformazioni, eventi, storie che di fatto vengo a formare il tessuto di un luogo. Tellaro ha fatto tesoro dei suoi vecchi, lo dimostra ancora una volta con questa festa in cui è stata loro donata una rosa per dire grazie di essere “il nostro tesoro di vita”. Così la Mutuo Soccorso di Tellaro, presieduta da Dario Dolfi, ha dimostrato, se ancora qualcuno nutrisse dubbi, il tanto affetto che i tellaresi nutrono per i loro vecchi. E non da ora: da sempre li accudiscono con affetto e se sono lontani, c’è sempre qualcuno del paese che arriva per fare la spesa, andare dal medico, portare quel po’ di calore e sostegno (o anche semplicemente un sorriso) di cui gli anziani hanno bisogno. Una festa grande, gioiosa, questa del traguardo dei novant’anni, soprattutto un ritrovarsi. L’atmosfera ricca di gioia ha fasciato questi nonni che costituiscono con i loro ricordi, la testimonianza forte dell’identità tellarese. Una identità che si distingue nel territorio di Lerici per un affermato senso di autonomia che da sempre il borgo si è costituito come base del suo vivere. Fra i tanti festeggiati, c’era la “poetessa”: l’Angelica. Un mito. Le sue poesie in dialetto sono scorci di una Tellaro che i giovani non vogliono perdere: si sente forte questo “desiderio” scendendo alla Marina, dove si tenta di non sciupare, di preservare al massimo. E questo è senza dubbio un merito dei giovani tellaresi e dei loro figli. Anche la voglia di veder tornare la scuola in paese, fa parte di questa poetica, di questo bisogno. Ecco i nomi dei quattordici festeggiati: Biggini Elisa, Bordigoni Luisa, Brizzi Colomba, Cabano Dino, Cabano Renzo, Coggiola Vanda, Figoli Nerina, Fiori Antonio, Fiori Paolo, Norci Fernando, Pagani Mara, Passalacqua M. Angelica, Varese Irene. <<Sono molto orgoglioso di questa festa - sostiene il segretario della Mutuo Soccorso, Lauro Cabano -. La nostra associazione si è ristrutturata cercando di diventare punto vitale e propulsivo della nostra comunità. I nostri anziani ci hanno consegnato un capolavoro di rispetto e di bisogni condivisi. E da questo noi partiamo per mantenere i caratteri distintivi di Tellaro: la nostra piazzetta è il luogo dove meglio si legge questo orgoglio tellarese che ci contraddistingue. I vecchi amano sedersi lì e vivere il passaggio dei turisti, come si fa a teatro. Il teatro della vita di oggi>>. Altrettanto forte il pensiero del presidente Dario Dolfi: <<Gli anziani costituiscono uno dei punti fermi per recuperare radici e valori. E siamo convinti che una popolazione che vive e crede nelle sue radici, sia in grado di accogliere nel migliore dei modi gli ospiti che verranno>>. (le foto sono di Daniela Scian). ndr. Questo è il numero di ausergiornalino che precede il Natale: ai festeggiati novantenni (e più) di Tellaro e a tutta la grande famiglia Auser giungano gli auguri di un sereno periodo di festa. g.m Mario Spagnol per conoscerlo meglio (seconda parte) gabriella molli Quale significato ha avuto per me conversare con Renzo Spagnol? Giornalisticamente un modo per approfondire un personaggio lericino assai poco esplorato. Di lui mi raccontava Paolo Bertolani, ma non ho mai avuto possibilità di avvicinarlo, ero addirittura intimidita dal suo fare un po’ distaccato. Passava dritto, veloce e non salutava nessuno. Come accade per i personaggi che sono considerati importanti, tutti lo guardavano con il rispetto dovuto a chi è diventato celebre. Ma, fatto strano, lui sembrava non accorgersi di questo sguardo. Dopo la morte, solo una targa. Nessuna celebrazione. Quando Renzo Spagnol ha gentilmente accettato di raccontare,ho cominciato a vivere un ritratto nuovo sempre sul filo di un discorso straordinariamente leggero. Le mie domande hanno fatto affiorare note personali del bambino Mario Spagnol, dell’adolescente che, come fosse un’allegra avventura, va ogni giorno a studiare a Spezia prendendo la corriera di Brun Caprini. Poi, quando arriva il periodo dell’università a Pisa, Renzo Spagnol dice: <<Penso sia stato uno dei migliori periodi della gioventù di Mario. Durante la settimana viveva a Pisa con i suoi amici di stanza: Alfonso Cavallini ed Enrico Giudici (quelli che maggiormente ricordo) per rientrare il venerdì a Lerici e trascorrervi il fine settimana. Credo che gli unici a sacrificarsi fossero i miei genitori per il suo mantenimento a Pisa>>. Gli amici di Mario, chi erano? <<Guardi, gli amici di mio fratello sono stati tutti coloro che rispondevano ai seguenti requisiti: lealtà, simpatia, ironia, spirito di osservazione, curiosità. E che soprattutto dovevano essere privi di boria e supponenza. Poche pretese, vero? Ma sa che a Lerici ci sono e ci sono state tante persone rispondenti a questi requisiti? E sa un’altra cosa? Io a queste persone ho voluto e voglio tuttora un gran bene perché, essendo più grandi di me, ho imparato a conoscerli meglio non nell’adolescenza poco riflessiva e priva di qualsiasi esperienza, ma da adulti, cioè quando i valori di cui parlavo saltano fuori davvero, a prescindere naturalmente dall’istruzione e dal grado sociale>>. Nella chiacchierata emerge infine il Mario Spagnol manager dell’editoria. Chiedo a Renzo Spagnol di parlarmi del grande momento in cui il fratello si è avvicinato all’imprendibile mondo editoriale e come. << Un po’ per caso. A Lerici aveva acquistato casa alla fine degli anni Qaranta l’editore Valentino Bompiani e in estate la villa era frequentata dai nipoti del’editore. Fu da qualche chiacchierata culturale sul molo di Lerici con Fabio e Luciano Mauri che nacque il tutto, sì perché i fratelli intuirono che Mario era sveglio e preparato tanto che Fabio racconta a “zio Valentino” di aver conosciuto “un ragazzo straordinario”. Valentino Bompiani gli risponde: “Mandamelo”. Da lì partì l’avventura fantastica di mio fratello nel mondo dell’editoria. A distanza di quasi trent’anni, Mario e Luciano si rincontrarono per affrontare una nuova scommessa insieme: quella di Mario di risollevare le sorti di una casa editrice la Longanesi in gravi difficoltà, rinunciando alla carica prestigiosa di direttore editoriale della Rizzoli, e quella di Luciano di puntare su mio fratello nella riuscita dell’impresa. Vinsero entrambi e Mario entrò così socio della Longanesi. Correva l’anno 1979. Da lì partì la grande impresa che nel giro di vent’anni, grazie all’acquisizione e al risanamento di alcune case editrici (Guanda, Salani, Corbaccio, Ponte alle Grazie) portò il gruppo editoriale formatosi, a essere annoverato fra i primi tre grandi gruppi editoriali italiani.>>. (continua) Mario Spagnol Appendice (racconto lungo di gfs n°38) Il citofono, doveva aver suonato parecchio perché il portiere, quando ho risposto, mi sembrava abbastanza preoccupato. Mi vesto in fretta e scendo. L’ascensore si apre nella hall con uno scricchiolio che attrae l’attenzione degli ospiti. Luigi, con gli occhi chini sul giornale, mi saluta aggrottando la fronte e mi fa segno di avvicinarmi. Lo raggiungo e prendo posto accanto a lui. Caffè… per due dico al cameriere che mi segue… sempre che tu non l’abbia ancora bevuto. Certo che sì risponde, ma il bis lo faccio volentieri. Ormai completamente rinfrancato, propongo di avviarci verso la stazione di S. Maria Novella. Magari tornando verso il centro tanto il, tempo non manca. Ok. annuisce. Il tragitto lo facciamo quasi in silenzio…ognuno dentro i propri pensieri. Poi il nostro girovagare finisce finalmente nell’atrio della stazione. Telefono a casa e avverto che tra un paio d’ore arrivo. Siamo in anticipo. Aspettiamo l’orario di partenza pigramente raccolti attorno a un tavolo del buffet. Fuori il cielo si sta rabbuiando, forse pioverà…penso. Quando l’altoparlante annuncia l’arrivo, ci avviamo al binario di partenza. Sul treno sfoglio con scarso interesse il quotidiano fiorentino. Ho la testa altrove. Un po’ annoiato e un po’ deluso indugio sulla pioggia che si arriccia sul finestrino. Poco lontano, nella campagna toscana le chiome maestose degli eucalipti, arrossate dall’autunno incombente ondeggiano al“vento” dell’intercity. Uno spettacolo! Accanto a me incurante del tutto, Luigi sembra dormire. (continua) Astronomia & astrologia piero ceppodomo L'oroscopo (dal latino “horoscopus”) è l'interpretazione astrologica della posizione degli astri al momento in cui si verifica un qualsiasi evento. Oggi gli “oroscopi” sono molto diffusi ed hanno molto successo tra la gente. Quasi tutti i quotidiani e riviste hanno una propria sezione dedicata alle predizioni astrologiche sul destino individuale delle persone, classificate secondo il segno zodiacale di nascita. Ovvero sull'influenza dei pianeti e astri sulla nostra vita quotidiana. Dal punto di vista astronomico, però tale pratica è assolutamente priva di qualsiasi credibilità. Dall'antichità fino alla rivoluzione copernicana, col termine “astrologia” si indicavano gli studi rientranti nell'ambito dell'astronomia. L’eliocentrismo ha diviso le due discipline. Oggi l'astrologia è considerata un argomento prettamente di costume perchè di scientifico ha ben poco. Il fatto di accomunare eventi e situazioni quotidiane della nostra vita, tra persone diverse che sono nate in un certo periodo dell’anno, appaiono alquanto bizzarre. Quest’affermazione è dovuta al fatto che quando si si diffuse lo studio del cielo e fu definito lo Zodiaco (circa 5/6 mila anni fa), le posizioni relative dei pianeti rispetto alle stelle fisse, erano decisamente diverse dalle attuali. Allora la posizione del Sole, nell’arco dell’anno, occupava punti sull’ “eclittica” corrispondenti alle costellazioni, quali conosciamo oggi e che quindi definivano il succedersi dei segni zodiacali. Ciò è dovuto allo spostamento dell’asse terrestre nel tempo, a causa della “ precessione degli equinozi”. Un esempio: una persona nata il 27 settembre, che secondo la convenzione astrologica ufficiale è compresa sotto il segno della “Bilancia” (dal 23/09 al 21/10) in realtà, a causa del suddetto spostamento assiale terrestre, sarebbe più corretto fosse inserita sotto il segno zodiacale della “Vergine” (dal 17/09 al 30/10). Sistema di riferimento zodiacale Capricorno…21/12 20/01 21/16 Aquario……..21/22 20/02 17/02 Pesci……….,.21/02 20/03 1 2/03 Ariete…….....21/03 20/04 19/04 Toro…………20/04 20/05 14/05 Gemelli….. . 21/05 20/06 22/06 Cancro…….. 21/06 20/07 21/07 Leone……. 21/07 20/08 11/08 Vergine……. 01/08 20/09 1 7/19 Bilancia.......23/09 20/10 31/10 Scorpione….21/10 20/11 24/11 Ofiuco………………………. 30711 Sagittario….21/11 20/11 18/12 Convenzionale 16/02 11/03 16/04 03/05 21/06 20/07 10/08 16/09 30/10 23/11 29/11 17/12 20/01 Reale (27) (24) (38) (25) (39) (29) (21) (37) (41) (24) (06) (18) (34) Notare che nella tabella esiste un 13° segno (Ofiuco) che per 18 giorni incrocia l’eclittica Ildegarda e la sua “rivoluzione” enrico calzolari La Lettera Apostolica di Papa Benedetto per l'elezione di Santa Ildegarda di Bingen (10 -1179) contiene un passo che costituisce una rivoluzione culturale e sana un debito storico degli uomini verso le donne. Vi si legge: "A differenza di altri autori medioevali, che vedevano la causa della caduta nella debolezza di Eva, Ildegarda la coglie soprattutto nella smodata passione di Adamo verso di lei". Le donne che fanno parte dell'Auser e della Università della Terza Età, e che quindi hanno una propensione al sapere cognitivo, potranno cogliere questo momento storico per partecipare a una correzione del sentire comune. Potranno quindi difendere la loro natura, così come ora ora fanno le giovani donne musulmane. Pur sapendo che possono rischiare la vita, sostengono che la traduzione del Corano non è precisa. Ildegarda chiarisce che invece di ordinare che la donna debba essere “coperta”, si deve intendere che la donna deve essere "protetta"! Perché occorre oggi aderire a questo movimento di opinione? Perché esiste necessità di correggere il modo con cui crescono i giovani intrisi come sono di violenza verso le donne. Spero che la valenza culturale di questo tema non venga sottovalutata. Il messaggio di Ildegarda potrà servire per fornire alle nuove generazioni un maggiore equilibrio psichico. E’ in arrivo il calendario Auser Come ormai è consuetudine, anche quest’anno abbiamo preparato il calendario 2014. Il tema che proponiamo è il confronto attraverso le immagini della Lerici dell’ottocento e quella dei primi anni del Novecento. Ci hanno aiutato in questo “lavoro”, la tesi di laurea su “I colori delle facciate dipinte nel golfo dei poeti” dell’Architetto Stefania Marianni, il padre Catello, valente e noto pittore lericino il fotografo che non ha bisogno di presentazione Marco Mamino e l’amico Francesco Pelillo che ha curato la grafica. A questi e agli sponsor, desideriamo rivolgere la nostra gratitudine. ndr: lo potrete trovare ai primi del mese di dicembre presso la sede Auser. Pensieri&parole L’altruista è una persona buona e, come un buon albero da buoni frutti michele iozzelli Ai cittadini e ai nostri iscritti Raffaella Coglitore, presidente di Auser-Arca di via Gerini 40, a nome di tutti i consiglieri del cda, in occasione delle festività, augura, salute e serenità. Beni monumentali minori bernardo ratti (pres.te Soc. Marittima) Domenica 17 novembre la Società Marittima di M.S. nella sala del consiglio comunale ha fatto il punto sul "Censimento dei Beni Monumentali Minori della Liguria". Il progetto che avrà termine alla fine del 2014, è nato dalla sinergia tra Consulta Ligure (di cui la società lericina fa parte), la Regione Liguria e la Sovrintendenza della Liguria (Ministero) nella persona del Dott. Stefano Roascio. Hanno anche avuto il gradito patrocinio del Comune di Lerici nella persona del Sindaco Marco Caluri e dell' Assessore Olga Tartarini. La Marittima, oltre a essere il collettore per l'intera Provincia, nello specifico si occupa del Borgo di Lerici e del Carpione. Con questa pregevole iniziativa, nel nostro territorio sarà possibile catalogare tutti i cosiddetti monumenti minori Marco Greco sarà il responsabile dei catalogatori per la Marittima. Sono già stati fatti sopralluoghi. Il nostro settore di competenza sarà il Borgo di Lerici e l’immediato entroterra delle nostre colline. Siamo comunque a disposizione, in qualità di referenti provinciali, di tutti coloro che volessero segnalare un monumento anche in altri comuni della provincia. Sarà nostra cura fornire adeguate informazioni. I rilevatori, al momento sono: Gino Cabano, Giulia Marsigli, Giuseppe Milano, Euro Puntelli, Enrico Calzolari, a cui si aggiungeranno altri giovani, gli scouts, e coloro che stiamo ancora contattando. Il lavoro già svolto nell'entroterra è un valore aggiunto per il nostro territorio. Ma non basta. C’è un patrimonio di inestimabile valore, traccia tangibile del nostro passato, che con l’aiuto di tanti volontari, intendiamo “riscoprire” e mettere a disposizione di tutti. I risultati di questo lavoro saranno inviati in Regione, ma sa- ranno raccolti anche per il Comune di Lerici. Alla fine, ci piacerebbe raccogliere il lavoro in una pubblicazione e non sarebbe male farne anche un calendario. (nella foto Marco Greco) Briciole di storia lericina AUSER-ARCA Presidente: Raffaella Coglitore Il cartellone della musica 07/dic. Lo zingaro barone J. Strauss jr. 14/dic. Beatrice Di Tenda Vincenzo Bellini 21/dic. Sheherazade R. Korsakov 04/gen. Otello G. Verdi Alle ore 16,00 precise FFiilloo dd’’AArrggeennttoo I numeri del Filo d’Argento Lerici sono: 0187964208 oppure 347.3092994 (sevizio di trasporto per anziani autosufficienti per servizi, visite mediche, ospedaliere e ricoveri nella provincia). Il servizio sociale è a offerta libera e individuale per tutti i tesserati Auser di Lerici . Attivo dalle 9:00 alle 18:00. Per risparmiare a-L’oreficeria Morselli, sconterà del 5% sull’oro e il 10% sull’oreficeria. b-Al Ristorante Hotel del Golfo per un pranzo dall’antipasto alla frutta basteranno € 20. c-Fiori Juna di pia.zza Garibaldi, praticherà uno sconto del 10% su fiori, piante. d- Ristorante “ da Paolino” di via Gerini 40 10% di sconto su pranzo o cena e- Marco&Rino Parrucchieri- via Cavour,71 sconto del 10% . “Er senòn d’à vegia” Era rigorosamente di magro: cavoli lessi (coi bogì), polenta di farina di ceci fritta “panissa frita”, frittelle di baccalà “frissèi de bacalà” o dolci con l’uva passa, “frissèi con l’ueta” e, immancabilmente la focaccia lericina “a fugassa de Lerse” ricca di pinoli, uvetta, canditi ecc. La cena durava ore, fino a quando si usciva di casa per andare alla Messa di mezzanotte. Verso la fine del cenone qualcuno si alzava da tavola, raccoglieva le noci, una fettina di focaccia o altre cibarie che gettava sul fuoco del fornello dicendo a voce alta “a Nadàe fina ‘r fego i vèi mangiae”, che è come dire che almeno a Natale a nessuno deve mancare da mangiare. a cura di colombo bongiovanni corso di lingua inglese mercoledì e venerdì dalle 18.00 alle 19,30 Per maggiori informazioni c/o Auser-Arca tel. 0187964208 + La chiesa di Barbazzano gino cabano Dinosauri al castello (2) Il bosco degli agrifogli marco greco Era il 30 di aprile dell’anno 1584 quando l'inviato apostolico Angelo Peruzzi in visita pastorale alla chiesa di Tellaro, salì alla chiesa di San Giorgio di Barbazzano, e avendone constatato la rovina e l'abbandono, decretò che la stessa fosse tenuta chiusa con una porta sicura, e che fossero riparati il tetto e le pareti affinché non rovinasse e potesse ancora servire come cimitero. Dopo oltre quattro secoli di storia e di oblio, già dell’ottobre del 2010 la chiesa non ha retto all’incuria dell’uomo e del tempo. L’ho ritrovata collassata su se stessa durante un tiepido pomeriggio soleggiato. Una storia strana per la sede di culto di un popolo, da quel giorno che ne è stata stabilita la chiusura e il conservo. Rimane citata soltanto in alcuni testi moderni che neppure le rendono una completa giustizia della sua architettura e della sua storia. Nel 1280 la chiesa, di Barbazzano compare per la prima volta, come rettoria nell’atto n. CCXXXII del Cartulario del Tino e dipende dalla pieve di Ameglia; è dedicata a San Giorgio, e come tutte le incertezze che compaiono nella storia di queste terre, non necessariamente la consacrazione al santo serve a dimostrare l’appartenenza dei territori alla Repubblica genovese nel periodo in cui fiorisce Barbazzano. La sottomissione che di fatto il sindaco Oliviero del fu Ottonello di Barbazzano, per sé e per gli uomini del luogo compie verso Genova risale soltanto al 1286. Il culto di San Giorgio è di origine bizantina e già dal VI secolo era molto diffuso tra i longobardi. L’agiografia del santo, tra verità e leggenda, lo descrive come il santo dei misteri, il santo guerriero per eccellenza; morì tre volte e per tre volte risorse. Già nell’ottavo secolo è patrono della cavalleria, delle armi e dell’intera Inghilterra. La chiesa, sul crinale, poco sotto la sommità della collina, dodici metri per circa otto, non presenta alcun coro circolare e al suo interno si trovavano tre altari e la fonte battesimale in marmo bianco. La facciata esterna è ancora in piedi con croce a traforo che sovrasta un portale a sesto acuto. Tutto quello che resta! Probabilmente la chiesa nasce dal riutilizzo di una struttura militare più antica ivi esistente. Lo dimostrerebbero le tre feritoie arciere posizionate in modo da controllare il sovrastante crocevia e il raffinato arco ribassato con i cardini interni ben rifiniti e molto simili a quelli presenti a Lerici in via Giacopello, nonché l’originale alloggiamento del trave di chiusura interno. E’ esterna alle mura del borgo. L’arco ribassato interno e i cardini non erano visibili, in quanto, come già riportava il Poggi in una sua nota, un terzo della chiesa era stata trasformata in stalla, soppalcata e chiusa. Come il santo di cui porta il titolo, risorgerà ancora una volta? Non mi dilungo sulla spiegazione del museo, ma posso affermare con una certa cognizione di causa che è ben concepito e sviluppato nonostante abbia perso qualcosa negli ultimi anni e sia stato progressivamente depotenziato per vari motivi. Il geopalentologico di Lerici è famoso anche per l’attività didattica rivolta alle scuole dove si approfondiscono le tematiche legate alla paleontologia e all’archeologia. Perché privarsi di tutto questo? L’attività polivalente di una struttura museale è la sua forza, non la sua condanna. Tanti turisti salirebbero comunque al Castello, non vi è dubbio, anche se fosse vuoto, ma tante famiglie e soprattutto tantissime scuole salgono appositamente per il Geopaleontologico e anche su questo non vi è dubbio. Si possono apprezzare le caratteristiche architettoniche della fortezza medievale, la splendida cappella castrense, le terrazze e nel contempo si può visitare il museo. Inoltre, oggi, dopo la realizzazione della nuova struttura in acciaio e vetro, le possibilità si ampliano e la superficie espositiva si raddoppia. Per esempio, in questo periodo sta per terminare l’importante mostra sul Rex, ospitata proprio in questa sala. A chi a volte mi dice che bisognerebbe levare i dinosauri dico: ok, dove li metteresti? con quali risorse economiche li sposteresti (ne servono tante, assicuro!) quale allestimento museale faresti e con quali soldi? Il mio umile suggerimento è quello di comprendere bene cosa sia il Geopaleontologico, capirne le potenzialità, sapere quali attività svolge, confrontare i numeri con altre realtà simili e pensare che potenziando, migliorando e integrando ciò che già si ha, si possono ottenere risultati importanti, soprattutto in un periodo dove eventuali interventi radicali sono assolutamente impensabili. Un ultimo invito: bisognerebbe leggere i commenti che i visitatori lasciano sul museo. Spesso, sviliamo troppo ciò che abbiamo. Proprio quello che risulta bello e interessante agli occhi del turista che ospitiamo. (fine) Una delle piante del periodo natalizio è l’agrifoglio, legato alle tradizioni celtiche e tipicamente usato per gli addobbi nelle case. Ritrovarlo nei nostri boschi sarà per molti una curiosità che varrà la pena di soddisfare. Chi non volesse affaticarsi troppo può partire per la nostra escursione direttamente dalla Gruzza dei Branzi, dove la carrareccia militare inizia la salita finale verso la batteria. Naturalmente il mio consiglio è di partire dalle Catene e di percorrere la strada militare fino all’intersezione con il sentiero 467, da seguire in salita sino alla località suddetta. Dalla Gruzza dei Branzi si percorre il sentiero 1 lungo lo sterrato sino a una villa circondata da un antico muro di sassi. Qui giunti, si abbandona il sentiero 1, che scende sulla sinistra verso la chiesa di San Lorenzo, e si prosegue sulla sterrata seguendo l’indicazione per l’agriturismo “La Rosa Canina”. In corrispondenza del suo accesso, dobbiamo superare uno scasso di terra per ritrovare poi il sentiero in un bosco di roverelle adorno di arbusti di pungitopo e stipa. Sulla nostra destra spuntano numerose pietre dalle forme insolite: in particolare, accanto a un rudere ben conservato, si possono osservare due pietre confinarie fitte nel terreno. Poco prima abbiamo sorpassato una delle tante cave di portorino, ben recintata da uno steccato di legno. Il sentiero finisce per sbucare sulla curva di un altro sterrato, anche se si potrebbe seguire una deviazione sulla sinistra che ci riporterebbe comunque sulla via, ma con un percorso più intricato. Continuiamo invece sul ramo discendente della sterrata e, dopo qualche decina di metri, cominciamo a intravvedere gli arbusti di agrifoglio, che spiccano nella vegetazione per il loro colore verde più scuro. Non sono molti, in verità, ma vale la pena di compiere una piccola deviazione per osservarli da vicino, prestando attenzione al terreno scivoloso e, soprattutto, alle salate sanzioni pecuniarie per chi danneggia la flora protetta. Lo sterrato ridiviene sentiero (denominato 1v) in prossimità del Canale del Marzo e, quando ci si trova di fronte a un muro di roccia dal quale sgorga la Fonte del Piocio, così chiamata per la scarsezza delle sue acque, bisogna risalire sulla nostra destra, costeggiando la sponda del canale, fino alla spianata del Campo di Già. Si segue lo sterrato e, giunti in prossimità dell’entrata dell’agriturismo “Campo di Già”, si risale sulla sinistra per una lecceta per ritrovarsi finalmente sulla carrareccia per i Monti Branzi. La chiesa di agrifoglio Barbazzano I dinosauri “invadono“ il castello
Documenti analoghi
Trekking a Lerici - Camping Senato Park
vedute sul golfo di Lerici e sulla "Caletta". Al ritorno si può, invece che percorrere a ritroso
la strada, discendere dalla "Tagliata", visitare il Poggio e il Castello e quindi rientrare