pedofilia - Il Dialogo
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CRONACA 05 Dic 2006 18:21 PEDOFILIA Abusi su bambini Arrestato missionario Il sacerdote è stato arrestato in Sardegna a casa della sorella, su lui pende un mandato internazionale per una serie di episodi avvenuti in Nicaragua, Messico e Stati Uniti Cagliari, 5 dicembre 2006 - Un prete di Villamassargia (Cagliari), don Marco Dessì di 59 anni, è stato arrestato con l'accusa di pedofilia dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari in esecuzione di un mandato di cattura internazionale. Il religioso è stato ammanettato a casa della sorella, ad Iglesias, dove si trovava da alcuni giorni per effettuare dei controlli sanitari. Il sacerdote da oltre trent'anni era impegnato in diverse missioni umanitarie, in particolare, in favore dei bambini in Nicaragua, dove si sarebbero consumati i presunti abusi. Sulla vicenda gli investigatori hanno mantenuto il massimo riserbo (i carabinieri, esecutori del provvedimento, si sono rifiutati di fornire anche le generalità del religioso), ma la notizia, stante anche la notorietà nella zona di Padre Marco, è trapelata quasi subito. Il provvedimento restrittivo elenca una serie di episodi - che sarebbero accaduti non solo in Nicaragua, ma anche in Messico e negli Stati Uniti - in cui sarebbe coinvolto il missionario e che risalgono agli ultimi anni. ''Rivolgo a tutti un invito alla preghiera - ha detto il vescovo di Iglesias, mons. Tarcisio Pillola perche' Dio conforti padre Marco nel momento piu' drammatico della sua vita''. Augurandosi che la Provvidenza ''illumini i giudici'' e porti a un rapido chiarimento, mons. Pillola ha auspicato che di fronte ad un'accusa cosi' infamante non vengano (''sotto l'influenza dei mezzi di comunicazione sociale'') pronunciate ''condanne avventate''. ''Persino la magistratura - ha concluso - non procede alla sentenza definitiva prima dei tre gradi di giudizio''. Padre Marco Dessì ha fondato in Nicaragua a Chinandega, cittadina a 130 km a nord della capitale Managua e sconvolta nel 1998 dall'uragano Mitch che solo in quell'area provoco' oltre 3mila morti, la missione ''Betania'' che assiste bambini poveri e abbandonati. A lui viene attribuito, tra l'altro, il ''recupero'' di almeno 600 di bambini che vivevano frugando tra i rifiuti di una discarica. L'associazione sta ora raccogliendo fondi (60 mila dollari) per costruire una casa che dovra' ospitare i bambini ciechi tolti dalla discarica. http://espresso.repubblica.it/dettagliolocal/Missionario%20sardo%20accusato%20di%20pedofilia/1450108/6 IL PROVVEDIMENTO D’ARRESTO INTERNAZIONALE HA RAGGIUNTO IL PRETE DI VILLAMASSARGIA A CASA Missionario sardo accusato di pedofilia Erminio Ariu Il religioso da trentacinque anni in Nicaragua era nell’isola, ospite della sorella, per farsi curare VILLAMASSARGIA. Un provvedimento d’arresto internazionale con un’ipotesi d’accusa decisamente grave: pedofilia. Padre Marco Dessì, originario di Villamassargia, da circa 35 anni missionario in Nicaragua, è stato arrestato nella mattinata di ieri, nell’abitazione di una sorella che lo ospitava da qualche giorno. I fatti contestati sarebbero accaduti nel paese del Centro America. Era da decenni in prima linea tra i disperati, i poveri di quella terra dove manca tutto, anche il sorriso nei bambini, e ieri quando si è sparsa la notizia che padre Marco Dessì, missionario a Chinandega in Nicaragua, è stato arrestato, su ordine di carcerazione internazionale, con l’infamante accusa di pedofilia, a tutti quelli che lo conoscevano ed avevano condiviso con lui, anche la scorsa estate, il progetto Betania che portava avanti in qull’angolo dimenticato del pianeta, è crollato il mondo addosso. Don Marco Dessì è stato arrestato, ieri mattina, dai carabinieri di Cagliari in esecuzione di un provvedimento restrittivo inviato da Managua alcuni giorni fa. I militari dell’Arma hanno bussato all’ingresso della casa della sorella, nel contro storico di Iglesias, e gli hanno notificato il provvedimento che cancella in un attimo il lavoro che il missionario, originario di Villamassargia, ha compiuto per decenni nel Centro America. L’accusa è pesantissima e la delicatezza del provvedimento ha imposto la massima riservatezza anche alle forze dell’ordine che si sono limitate ad eseguire quanto imposto dal mandato di carcerazione internazionale. Padre Marco Dessì era rientrato in Sardegna qualche settimana fa per motivi di salute ed era stato ricoverato all’ospedale Santa Barbara per l’asportazione di un tumore al polmone. Da qualche giorno trascorreva la convalescenza in città, ma dopo un periodo di riposo sarebbe dovuto rientrare in ospedale per proseguire la terapia. Quando i carabinieri gli hanno letto quanto riportato nell’ordine di carcerazione, il religioso è sbiancato in volto e ha, senza proferire parola, seguito gli uomini dell’Arma che, per evitare ogni clamore, si sono presentati in abiti borghesi. La notizia ha suscitato incredulità non solo a Villamassargia, ma in tutta l’isola perchè Padre Marco era solito arrivare in Sardegna con i suoi ragazzi per spettacoli destinati a raccogliere fondi per il progetto Betania. In quasi sette lustri il missionario di Villamassargia è riuscito a dare una casa a migliaia di bambini, a garantire loro un pasto caldo e l’istruzione. Un impegno incessante per il popolo nicaraguense: negli ultimi anni è riuscito a costruire un teatro e un museo ed erano in programma la costruzione di un ospedale per i bambini, gli anziani e le bambine madri vittime della povertà. Le donazioni giungevano da tutto il mondo e alla sua causa non mancava di dare il proprio apporto Rock No War, con sede in Emilia (associazione alla quale aderiscono star della musica come I Pooh e i Nomadi). Padre Marco Dessì non fa parte dell’organizzazione diocesana del Sulcis Iglesiente ma è componente dell’associazione di sacerdoti “Gesù divino operaio”. «Una vera disgrazia - ha detto un parroco del Sulcis -. Padre Marco potrebbe essere vittima di interessi che contrastano con la sua missione. Era un punto di riferimento per i poverissimi e per gli oppressi, ma anche un uomo scomodo per i latifondisti. Credo nella giustizia soprattutto in quella divina che non lo abbandonerà». http://www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=8092 Pedofilia: missionario sardo in carcere Sarebbero almeno 6 le vittime delle presunte violenze sessuali commesse da don M. D., il missionario sardo di 59 anni da ieri in carcere a Cagliari con l'accusa di pedofilia. Il loro racconto assieme a quello di altri 4 ragazzi è ora agli atti dell'inchiesta scaturita dall'esposto-denuncia presentato alla Procura di Parma dall'avvocato Marco Scarpati, di Reggio Emilia, per conto di alcune associazioni e del Comune di Correggio. CAGLIARI - Alcuni di questi ragazzi, oggi maggiorenni, sono stati fatti venire in Italia perchè parlassero direttamente con i magistrati. In base a quanto denunciato nell'esposto, i fatti risalgono tra la fine degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta. All'epoca le vittime, sia nicaraguegne che italiane, avevano dagli 8 ai 13-14 anni. La maggior parte delle testimonianze raccontano di violenze sessuali avvenute in Nicaragua, ma ci sarebbero anche alcuni fatti successi in Italia. In tutti i casi emergerebbe l'assoluta soggezione delle vittime nei confronti del missionario. ''Tutto comincia con una segnalazione di 'fatti strani' arrivata alle associazioni italiane coinvolte nel progetto in Nicaragua diretto da don M. – dice l'avvocato Scarpati - Sul posto viene quindi inviato un associato che raccoglie in un Dvd i risultati della sua inchiesta, con testimonianze dirette delle giovani vittime e di chi ha visto o sentito. Il materiale arriva sul mio tavolo nell'estate scorsa e dopo una serie di consulenze ho deciso di dire si' alla onlus modenese 'Rock no war' che mi aveva chiesto di patrocinare la causa – dice ancora il legale ricostruendo la vicenda - Nell'agosto del 2006 l'esposto è stato presentato alla Procura di Parma: trattandosi di reati commessi da un cittadino italiano all'estero spiega ancora Scarpati - si poteva scegliere qualunque Procura, quella di Parma è equidistante tra la sede della onlus e il mio ufficio di Reggio Emilia''. Intanto il missionario si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip del tribunale di Cagliari, Giorgio Altieri, ma ha chiesto di essere interrogato dai giudici di Parma, su cui ricade la competenza dell'inchiesta e dove risultano allegati al fascicolo tutti i verbali delle deposizioni con le accuse a suo carico. “Il sacerdote è sereno - fa sapere l'avvocato difensore Pierluigi Concas - Ha passato la sua prima notte tranquilla nel carcere di Buoncammino ed è convinto di riuscire a dimostrare la sua completa estraneità ai fatti contestati”. Stamattina il legale ha anche sollevato una eccezione sulla competenza territoriale del tribunale di Parma chiedendo che l'inchiesta si sposti a Cagliari: ''Don M. ha la dimora in Sardegna, nel cagliaritano, la competenza, a nostro avviso, spetta quindi alla procura del capoluogo isolano''. http://ilnuovo.redaweb.it/seconda.php?key=16376 Pedofilia invece di solidarietà: in carcere sacerdote sardo E' stato un esposto alla magistratura fatto nel settembre scorso dall'associazione Onlus modenese 'Rock no war', dall'associazione 'Solidando' di Cagliari, dal Comune di Correggio (Reggio Emilia) e dall'ex sindaco della cittadina reggiana, Claudio Ferrari, a far partire le indagini che hanno portato ieri all'arresto con l'accusa di pedofilia del sacerdote sardo Don Marco 59 anni, da piu' di trenta impegnato in Nicaragua nell'assistenza di bambini privi di mezzi di sostentamento o abbandonati. Lo hanno reso noto gli stessi responsabili di 'Rock no war', con un comunicato in cui spiegano le tappe della vicenda che ha portato al provvedimento restrittivo nei confronti del sacerdote. 'Alla fine dell'estate - spiega il comunicato - Rock No War, Solidando, il Comune di Correggio e gli altri firmatari dell' esposto sono venuti a conoscenza, sia attraverso testimonianze filmate che poi, in seguito, attraverso l' intervista diretta ad alcune delle persone che negli anni erano stati, loro malgrado, coinvolti nelle attivita' del sacerdote, di presunti episodi di violenza continuati e reiterati avvenuti ai danni dei piccoli bambini del coro di Chinandega (creato proprio dal sacerdote, ndr). Tali dichiarazioni erano assolutamente gravi e molto circostanziate e narravano di un universo del tutto diverso da quello che, per anni, ci era stato narrato dal sacerdote. Una realta' fatta di violenze e di terrore, tali da esigere una immediata presa di coscienza della improcrastinabilita' dell' intervento delle autorita' inquirenti'. 'Trattandosi di condotta compiuta da un cittadino italiano (ancorche' in buona parte avvenute all'estero) si e' deciso di adire alle autorita' giudiziarie del nostro Paese - spiega ancora 'Rock no war' - e, nel contempo, essendo egli sacerdote, di provvedere ad inoltrare pari esposto alle autorita' religiose delegate alla vigilanza su tali condotte. Abbiamo quindi dato mandato al nostro legale, l'avvocato Marco Scarpati (che e' anche presidente di Ecpat Italia, l'associazione che lotta contro lo sfruttamento sessuale e la pedofilia internazionale), di fare tutti i passi necessari'. 'In contemporanea con la presentazione - conclude la nota - i firmatari dell'esposto hanno anche deciso di bloccare tutti i finanziamenti al progetto gestito da don Marco in Nicaragua fino al completo chiarimento della situazione'. 'Rock no war' ha realizzato negli ultimi anni numerose iniziative a favore delle attivita' assistenziali del sacerdote, anche per la costruzione di una scuola di musica nella Missione Betania, nella cittadina di Chinandega. Anche i Pooh hanno suonato in Nicaragua, assieme al Coro Getsemani fondato da padre Marco, per raccogliere fondi, e hanno poi sensibilizzato il pubblico, durante una tournee, con filmati e racconti di questa esperienza. Il coro, nato nel 1980, ha tenuto in piu' occasioni concerti anche in Italia (sono apparsi anche al 'Pavarotti and Friends'), chiedendo aiuti con i quali sono stati costruiti a Chinandega scuole, centri di recupero, centri di distribuzione dei pasti, un ospedale con due sale chirurgiche e una di emodialisi, una casa-scuola per non vedenti.
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