plus magazine - FABI Servizi e Tempo Libero

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plus magazine - FABI Servizi e Tempo Libero
GEPPI CUCCIARI: MI PIACE ANESTETIZZARE IL PUBBLICO ○ GIANFRANCO
SVIDERCOSCHI: UN PAPA DEL SUD ○ SMART CITY: DALLE IDEE AI FATTI
PER UNA CITTÀ INTELLIGENTE ○ SERENA DANDINI: UNA DONNA FORTE,
DETERMINATA E ALLEGRA ○ TECNOFUTURO: GLI ITALIANI FRA IL VECCHIO
E IL NUOVO ○ LUCA BARBAROSSA: TRA PALLONE E MUSICA PER I BAMBINI
MODA: GLAMOURISSIMAMENTE ○ ROBERTO CAPUCCI: LA RICERCA
DELLA REGALITÀ ○ MAPPAMONDO: BIRMANIA, L’ESSENZA DELL’ASIA
PLUS MAGAZINE
IN QUESTO NUMERO:
RUBRICHE:
MEDICINA E SALUTE
MODA
RECENSIONI FILM,
LIBRI, FUMETTI, MOSTRE,
MUSICA, TEATRI
PROPOSTE:
CONVENZIONI
PER GLI ASSOCIATI
Geppi Cucciari
23
Supplemento trimestrale per la cultura e il tempo libero
a “La voce dei bancari” - giugno 2013
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PLUS MAGAZINE
Supplemento trimestrale
per la cultura e il tempo libero
a “La voce dei bancari”
Redazione e Amministrazione
Via Tevere, 46– 00198 Roma
Tel. 06 8415751
Fax 06 8552275
www.associatiallafabi.it
Direttore responsabile
Paolo Panerai
Direttore editoriale
Mauro Bossola
Caporedattore
Paola Gomiero
Segreteria di redazione
Milena Lagnese
Photo editor
Alessandro Lercara
Cosimo Torraco
Hanno collaborato a questo numero:
Benedetta Breveglieri, Pietro Gentile,
Dario Migliardi, Barbara Odetto,
Mariangela Salvalaggio, Salvatore Taormina
Fotografie
Carla Milone, Roberto Morzone,
Archivio Il Tucano Viaggi, Archivio Stilisti,
Pietro Gentile, Archivio Teatro Regio,
Archivio Comune di Torino.
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2
In questo
numero:
2 Copertina Geppi Cucciari: mi piace anestetizzare il pubblico
6 Protagonisti
Gianfranco Svidercoschi: un Papa del Sud
10 Approfondimenti Smart City: dalle idee ai fatti per una città intelligente
14 Protagonisti
Serena Dandini: una donna forte, determinata e allegra
18 Tecnofuturo
Italiani fra il vecchio e il nuovo
22 Protagonisti
Luca Barbarossa: tra pallone e musica per i bambini
Pubblicità
Nova Labor Servizi srl
Via Guarini, 4
10123 Torino
Tel. 011 5611153
Fax 011 540096
Grafica e impaginazione
Fantinel Graphic Designers – Torino
Stampa
Garabello Artegrafica – San Mauro Torinese
La redazione non si assume alcuna responsabilità per notizie, foto, marchi, slogan utilizzati dagli inserzionisti.
Il materiale inviato non viene restituito.
È vietata e perseguibile civilmente e penalmente ai sensi della legge sul diritto d’autore
ogni forma di riproduzione dei contenuti di
questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari,
senza autorizzazione scritta dell’editore.
In copertina
Geppi Cucciari
Medicina e Salute
26 Dr. Emilio Lavezzari: trent’anni di esperienza nel trapianto dei capelli
28 Dr. Enrico Rolla: terapia on line: un nuovo modo per offrire sostegno
30 Dr.ssa Elisabetta Zecchin: biologa nutrizionista
34ModaGlamourissimamente
40 Recensioni
Film, libri, fumetti, mostre, musica, teatri
46 Eventi
Roberto Capucci. La ricerca della regalità
48 Mappamondo
Birmania: l’essenza dell’Asia
54 Iniziative associati
Convenzioni nazionali
Tentazione
Paola Gomiero
Direttore Fabi Plus
C
Biking in Turin
(foto About.com)
Bike
on la bella stagione anche nel bel Paese scoppia la bici-mania. Quasi tre italiani
su dieci utilizzano le due ruote per diversi motivi: per svago, per necessità oppure semplicemente per tenersi in forma. Notevoli i benefici per la salute. Andare in bicicletta è un vero
toccasana: pedalando si perde peso e si resta giovani, una sorta di antistress che permette
di ricaricare le energie fisiche e mentali.
Anche la scelta della bicicletta per le vacanze è in continua crescita, soprattutto da
parte di persone attente all’ambiente. L’escursione in bici rappresenta un’esperienza che
permette di entrare in contatto diretto con il territorio, visitare luoghi caratteristici e poco
frequentati, riscoprire il piacere di viaggiare godendosi il paesaggio ad una velocità moderata, pur mantenendo un raggio chilometrico elevato.
Lo hanno scoperto anche alcuni tra i nostri associati, che si sono rivolti al Tour Operator Due Ruote nel Vento per organizzare una vacanza non convenzionale (pag. 54).
E per la vita in città che dire del fenomeno bike sharing ovvero ‘condivisione della
bicicletta’?
Un modesto investimento ed eccoci in sella ad una delle molte biciclette di cui possiamo usufruire, situate nei punti strategici delle città, per essere utilizzate a nostro piacimento!
Una tendenza che coinvolge non solo l’Italia, ma tutto il pianeta.
A confermarlo bastano i dati: in tutto il mondo si contano 49 Paesi con 500 programmi di bike sharing. Sono numeri importanti se si considera che nel 2000 erano appena sei
le città che li utilizzavano.
Questo sistema porta un generale miglioramento della qualità della vita in città, contribuendo a diminuire la congestione del traffico e a ridurre l’inquinamento atmosferico
e acustico.
Da non sottovalutare anche l’impatto economico: alla luce del continuo aumento dei
prezzi del carburante, scegliere la bici per i propri spostamenti urbani significa effettivamente garantirsi un notevole risparmio, sia in benzina che in palestra!
Quando si penserà ad un modello di sviluppo più sostenibile, la cara vecchia bici ritornerà sempre più di moda, piste ciclabili e automobilisti comprensivi permettendo...
[email protected]
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | EDITORIALE
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COPERTINA
Nelle sale con ‘Passione sinistra’, la comica sarda è alle prese
con un nuovo film e tornerà in tv a settembre
Geppi Cucciari
Mi piace
k
2
di MARIANGELA SALVALAGGIO
COPERTINA
N
el film di Marco Ponti interpreta un’amica di una donna
idealista di sinistra innamorata di un uomo di destra. Ha
passato la prova della conduzione al concerto del Primo
Maggio, non senza qualche stroncatura dei critici. Geppi
Cucciari si presenta da qualche tempo in splendida forma anche grazie
alla dieta tisanoreica. Parla poco della sua vita privata: è innamorata di
Luca Bonaccorsi, il giornalista che ha sposato nel dicembre scorso e con il
quale sogna di mettere su famiglia. Nello stesso mese è stato chiuso il suo
programma Gday in prime time su La7.
La comica ha annunciato che tornerà sul piccolo schermo a settembre
con un programma che sta preparando ancora per la stessa emittente:
un Gnight secondo alcuni, mentre per altri sarebbe affiancata da un trio
consolidato come la Gialappa’s. Inutile chiederlo alla diretta interessata.
“Ho un contratto con La7, qualcosa farò”.
anestetizzare
il pubblico
Improvvisa e si diverte la ‘David Letterman italiana’, premiata come personaggio televisivo nel 2012 dopo la partecipazione a Sanremo con Morandi, Geppi incontra il pubblico e si racconta nei teatri e in occasione di
eventi come al recente Festival della TV di Dogliani.
Rispondendo alle domande del pubblico fa battute che, anche se dette
velocemente, funzionano. “Lo so, parlo troppo velocemente e a volte non è
facile capirmi, ma lo faccio solo perché ho paura che i pensieri mi scappino
dalla testa”.
Geppi a Sanremo 2012
Da gennaio si è occupata della copertina del
programma ‘Le Invasioni Barbariche’ con Daria
Bignardi ed ora sta girando un altro film. “Mi
piacerebbe saper recitare un po’ di più” ammette.
Eppure ha vinto la Grolla d’oro per la sit ‘Belli
dentro’ ai tempi di Zelig.
Viene inquadrata come una donna che ce l’ha
fatta, senza fermarsi mai. “Sarebbe bello che non
si notasse che è una donna ad essere arrivata ma
solo che una è arrivata, punto. Credo molto nell’allenamento, nel massimo impegno. Così, se le cose
non vanno come vuoi ma ci fatichi, non hai niente
da rimproverarti”.
Con un velo di amarezza parliamo di Gday. “La
mia vita è cambiata con Gday che è stata una grandissima occasione di andare in diretta ogni giorno,
perché la tv si impara facendola. La mia giornata
iniziava quando mi svegliavo e non tutti si svegliano per andare a lavorare! A colazione leggevo i giornali su internet poi telefonavo agli autori e alle 13.30
andavo a lavoro. Il ruolo fondamentale che avevo
deciso di avere era quello di stabilire quando andare
a mangiare. Poi la diretta, tutti i giorni, come tutti
quelli che lavorano. Ma è difficile essere ogni giorno
simpatica, divertente, pronta, reattiva. Ci sono giorni che non sono nessuna di queste cose”.
Geppi Cucciari intervistata da Giovanna Zucconi.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | COPERTINA
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COPERTINA
un popolo più arrabbiato. A Gday tante cose non le
abbiamo potute mandare in onda. All’inizio alla
domanda: ‘Qual è la notizia di oggi??, qualcuno
rispondeva che era il compleanno di sua moglie o
che partiva per le vacanze. Poi abbiamo iniziato a
registrare tanta rabbia”.
Anche la scrittura è un modo importante per
stare vicino al proprio pubblico. “Ci provo, con
l’umorismo più che con la comicità. Vorrei recitare
ancora in una sitcom come ‘Belli dentro’ ma trattando un tema diverso”.
Geppi Cucciari a “G-day”.
Con un’angoscia in più, lo share. “Per chi fa televisione la giornata inizia
alle 10.00 con l’sms. Il momento in cui arriva il dato sullo share. Poi ci sono
gli aspetti positivi: gli ospiti con cui ho avuto incontri veri, senza rompere lo
schema, perché mi sento portavoce di un lavoro che si è scelto la mattina e che
è il frutto dell’impegno di ore dei miei collaboratori. Una parte di me pensa che
sul palco devi fare uno spettacolo, così sopperisco e solo così si rende giustizia a
quello che ruota intorno a te”.
La tv può fotografare la società. “Ho scelto questo mestiere che è l’intrattenimento leggero ma in questi tempi si sta affacciando un’altra situazione con
Dal film “Passione a sinistra”.
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Cosa leggeva da ragazza? “Mia mamma a nove
anni mi ha regalato il libro di Anna Franck e ‘La
coscienza di Zeno’. Lei era un po’ così: a cinque
anni mi disse: ‘pallacanestro o pallavolo, pianoforte o violino?’. Sono cresciuta decidendo e subito.
Ritornando ai libri, a casa mia sono messi in ordine per colore. A parte questo, rimangono dei sapori
legati ai libri. A volte sottolineo delle frasi, li sfoglio
di nuovo ma ecco non li rileggo, quello no”.
Andava a scuola dalle suore e a Macomer, dove
è nata e dove si faceva il C.A.R. “Bei tempi ma io
non ho potuto usufruire di questa ondata di amore,
ero troppo piccola. Molte mie concittadine invece
hanno dato il benvenuto come si deve ai militari”.
E le suore? “Andavo dalle suore all’asilo e quando
COPERTINA
giocavamo a basket una suora si sedeva in panchina come porta fortuna perché è noto che portino
fortuna. Gioco a basket da quando avevo cinque
anni e l’educazione sportiva per me è stata fondamentale. Ho ricevuto una formazione cristiana
che normalmente o ti allontana o ti avvicina da
quel mondo. Sono cresciuta tra suore simpatiche e
una di queste la sento ancora. A 15 anni allenavo
i bambini, partecipavo ai campi scuola, prendevamo il nostro pulmino su cui c’era scritto ‘Figlie
di Maria Ausiliatrice’(ride). Imparavi il rispetto
dell’avversario ma non sono capace di chiedere scusa se non ho voglia di farlo”.
Poi la svolta, dopo la laurea in Giurisprudenza, l’arrivo a Milano. “Mi sono laureata perché
l’avevo promesso a mia madre, ci ho messo dieci
anni perché ho voluto approfondire. All’inizio mi
allenavo a ripetere i pezzi di cabaret e lo faccio ancora. Davanti a Gino e Michele mi è servita quella
mentalità. Si deve sudare prima che la simpatia
diventi un mestiere, una modalità di fatturazione.
C’è un percorso da seguire ma senza gli autori non
avrei fatto niente. Quando lavoro spero che si veda
che c’è qualcosa di mio. Ero sola quando ho cominciato a scrivere il mio primo monologo, durante un
corso a Milano. Ero un personaggio, all’inizio aiuta mettere questo filtro. Ero una ragazza sarda, a
Difficile far ridere sempre. “Le battute che non fanno ridere non le dimentico
mai, le tengo con me, le riprovo a volte perché alcune fanno ridere per il modo
in cui le dici. Ma non amo le parolacce, neanche nella vita, tranne quando
succede che nessun’altra parola sembri più adeguata. Quello che amo è sì far
ridere, ma quando sono in tv o scrivo sono soddisfatta se chi mi guarda o mi
legge riesce a non pensare a nient’altro. Anestetizzare i pensieri degli altri,
questo è il motivo per cui ho scelto questo mestiere”.
Milano, respinta ai provini nel mondo della moda.
Un giorno ho tolto i vestiti di questo personaggio e
ho sentito una forza incredibile, è stata la prima
volta che sono salita davvero sul palco. Al notaio
per cui lavoravo quando ho detto che me ne sarei
andata via per fare cabaret mi disse: ‘Benissimo
così ora andrà a fare ridere dove deve e non nel mio
studio’. Non lo dimenticherò mai”.
E chi fa ridere Geppi? “Jerry Lewis e Eddie Murphy, uno figo e l’altro che
fa ridere. La somma di queste due cose rappresenta l’uomo ideale per me. Da
ragazza mi piacevano Bud Spencer e Terence Hill. Hanno avuto su di me un
effetto positivo: la mia mente con loro si fermava per una risata”.
L’augurio per il futuro. “Spero di poter fare questo mestiere per altri vent’anni e vorrei anche potermi riguardare, non ci riesco mai”.
giugno 2013 | Plus Magazine 22 | COPERTINA
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PROTAGONISTI
DA PAPA
RATZINGER
A PAPA
FRANCESCO
NELL’INTERVISTA
A GIANFRANCO
SVIDERCOSCHI
di BENEDETTA BREVEGLIERI
Un Papa
Gianfranco Svidercoschi, classe 1936,
ha cominciato come inviato dell’Ansa.
Giornalista de Il Tempo, è stato anche Vice
Direttore dell’Osservatore Romano. Scrittore
e vaticanista, fra i suoi libri più diffusi,
ricordiamo Lettera ad un amico ebreo del
1993, tradotto in venti lingue per cinquanta
Paesi, e la collaborazione ormai nota con Papa
Giovanni Paolo II con il quale ha pubblicato
Dono e Misteri nel 1996.
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É
argentino. Il nuovo Papa è Jorge Mario Bergoglio, anni 77, di
Buenos Aires. È con Gianfranco Svidercoschi, giornalista, scrittore e uno dei pochi vaticanisti che ha seguito da vicino la storia
di ben cinque Papi, che cerchiamo di approfondire alcuni aspetti di un
papato che si è appena chiuso, intravedendo, insieme, quello che si è
appena aperto.
“Preghiamo tutti insieme per lui, Papa Benedetto XVI – ha detto ai
fedeli appena eletto – che la Madonna lo custodisca”. Inizia così Papa
Francesco I. Lei pensa che il Sud del Mondo abbia bisogno di essere ascoltato più di altri ed essere rappresentato da un Pontefice?
Assolutamente sì. Un Papa del Sud America supera finalmente i confini
dell’Atlantico. Con una scelta così consapevole, il Conclave è riuscito a
spostare l’asse del mondo ecclesiastico oltre i confini tradizionali dell’Italia e dell’Europa. Un Papa del Sud favorirà un’evangelizzazione molto
più potente. E non può che non essere così. Papa Francesco proviene
da una terra che è stata storicamente devastata e dove, insieme al resto
dell’America Latina, c’è stato un aumento esponenziale delle vocazioni
che ha raggiunto un picco del 35% di cattolici nel mondo.
PROTAGONISTI
del Sud
Lo ha detto anche Bergoglio, la sera stessa della sua elezione, quando ha
raccontato che i cardinali sono andati a prenderlo “alla fine del mondo”.
L’uomo di oggi ha difficoltà ad accettare le leggi dello Stato, al quale è
obbligatoriamente vincolato, figuriamoci la legge della Chiesa se non
dovesse essere correttamente veicolata.
“È Il paladino dei Poveri” ha detto il Presidente Obama. Come cambieranno secondo lei i rapporti fra episcopato italiano ed episcopato
statunitense?
Non cambieranno. Almeno non in peggio. La curia romana è cosciente
che l’epoca della Roma legata a filo doppio al papato non è più vincolante come cinquant’anni fa. Le porte del mondo si sono aperte alle voci di
territori economicamente più deboli, ma sicuramente più evangelizzati
di noi e quindi spiritualmente più forti. Papa Francesco è esattamente
il tipo di guida di cui noi cattolici abbiamo bisogno adesso. È un uomo
abituato alla lotta e al dolore. Non dimentichiamoci che ha vissuto gli
anni durissimi della dittatura militare in Argentina. Conosce esattamente i limiti della Chiesa “privilegiata”, e sarà quindi capace di portare
avanti quella riforma che Benedetto XVI ha interrotto lasciando.
“Accanto a grandi Papi ci sono anche piccoli
Papi”. Lo aveva detto Benedetto XVI. Un papato
complesso. Le dimissioni di Ratzinger rappresentano un’ultima tappa di un percorso a ostacoli
che lo ha spinto a lasciare il pontificato senza
concludere l’anno della Fede. È stato un papato
segnato da una crisi di governo ecclesiastico?
Indubbiamente sì. Al di là della “grande rinuncia” come hanno voluto definire alcuni colleghi
le dimissioni di Papa Benedetto XVI, la crisi
vera e propria nasce molto prima dell’11 febbraio scorso. Quando fu eletto Karol Wojtyla, circa
35 anni fa, un personaggio come Spadolini arrivò da me in redazione (Il Tempo, ndr) preoccupato di quanto fosse grave avere scelto un Papa
non italiano, sicuramente incapace, secondo
lui, di gestire gli equilibri fra Est ed Ovest. La
percezione fu indiscutibilmente sbagliata.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | PROTAGONISTI
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PROTAGONISTI
Ma non fu il solo a crederlo. E questo perché si
è sempre voluto ritenere il mondo clericale, e
quindi necessariamente il ruolo del Pontefice,
come un attore protagonista delle scelte degli
affari dello Stato. Diversamente, il clericalismo
ha danneggiato e condizionato solo ed esclusivamente le riforme ecclesiastiche. Dopo il
Concilio di Trento il dominio dei chierici sembrava essersi smorzato, mentre invece oggi, in
un clima difficile in cui si perdono vocazioni
con una facilità disarmante ed è difficile trovare un ponte di comunicazione fra la Chiesa
e gli uomini, questa nuova ondata clericale si
è prima mimetizzata dietro la necessità di rivendicare l’identità cattolica, e poi ha condotto lo stesso ministero dei sacerdoti a resistere
ad ogni forma di vera riforma conciliare. Una
frattura enorme che nemmeno Papa Benedetto XVI è riuscito a sanare, condizionando sicuramente le sue dimissioni.
Il caso Vatileaks. Al di là del giudizio di colpevolezza del maggiordomo, è stato ipotizzato che
dietro a questo scandalo ci fosse un’operazione
pensata da alcuni prelati del sottogoverno vaticano per minare lo strapotere accumulato dalla Segreteria di Stato, magari sollevando Gotti
Tedeschi dalla guida dello IOR, o eliminando il
ruolo consegnato a Monsignor Viganò all’interno
del Governatorato. Quanto c’è di vero?
Difficile dirlo. È possibile che ci sia stato un
tentativo di costruire in Vaticano un sistema
di sotto potere. Oppure, ma questa ipotesi non
esclude la prima, che si sia trattato di una precisa volontà di pilotare l’elezione del successore di Benedetto XVI, visto che i due successivi
Concistori hanno testimoniato la “produzione”
di un quantitativo enorme di nomi, fra cardinali e curiali. Numeri che hanno raggiunto il
40% di cardinali italiani e il 50% fra curiali e
cardinali europei, una percentuale sufficiente
da stravolgere il sistema del Sacro Collegio e
degli equilibri interni al Conclave.
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Tuttavia, quello che resta, in questo fattaccio del maggiordomo, è che
quanto accaduto è la prova aberrante di uno sgretolamento dell’autorità della Chiesa stessa e della sua capacità di controllo. Vatileaks rappresenta secondo me tutto questo: un clericalismo in degenerazione
che sta macchiando anche quello che di buono ha fatto la Chiesa in
questi anni.
A proposito di sgretolamenti: nel 2006 Papa Ratzinger tenne un discorso all’università di Ratisbona che scatenò un dibattito feroce. Facendo
riferimento ad una conversazione fra l’imperatore bizantino Manuele II e
un dotto persiano, il Papa scelse di citare il passo: “Mostrami pure ciò che
Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive
e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada
la fede che egli predicava”. Equivoco poi chiarito. Ma anche per questo
incidente Papa Benedetto XVI fu accusato di non essere un riformatore.
Ratisbona è stato un equivoco sul quale i media hanno giocato consapevolmente. Su quel fatto specifico posso dire con assoluta certezza
che l’intenzione era quella di chiarire il rapporto tra Religione e Ragione, e cioè l’impossibilità dell’una di sussistere senza l’altra.
Una denuncia vera e propria contro le conseguenze dannose dell’intreccio pericoloso che si era creato tra religione e violenza, per cui la
prima si confondeva con il fondamentalismo e la seconda, purtroppo,
con lo sterminio della vita stessa dell’individuo.
Con una semplificazione sicuramente eccessiva, Papa Benedetto è scivolato sulla citazione che lei ha appena ricordato che poi è stata maliziosamente strumentalizzata dalla stampa che l’ha addirittura trasformata
in una posizione ufficiale del Pontefice nei confronti dell’Islam. Inutile
che le racconti che questo equivoco scatenò una serie di reazioni furiose
in tutto il mondo arabo-musulmano. Ed è proprio nel 2006 che finisce
quella luna di miele che Ratzinger aveva intrapreso con l’inizio del suo
papato. Ed è anche in quell’anno che Benedetto XVI ha avviato una sua
personale battaglia, che si è poi rivelata a favore di tutti, contro la pedofilia attraverso la denuncia. Non ha riformato il clero, è vero. Tuttavia ha
messo al centro della Chiesa la questione di Dio. Non è poco.
Papa Francesco viene paragonato spesso a Papa Wojtyla. Bergoglio
è sicuramente un comunicatore come lo era Papa Giovanni Paolo II. Li
accomuna una forte tensione nei confronti della comunità cattolica e
la capacità di utilizzare la propria voce, rendendola un messaggio. C’è
qualcos’altro che li avvicina in senso più profondo?
La compassione. Se dovessi definire questi due grandi uomini con un
unico aggettivo, userei questo: la compassione. Sono due Papi che hanno avuto storie personali molto diverse, pur tuttavia hanno consegnato
la parola di Cristo attraverso l’inno alla compassione e alla misericordia.
E quello che stupisce di più è che ci sono riusciti entrambi perfettamente, e sin dall’inizio. Anche nei confronti di cattolici “difficili” come i fedeli americani, che certo non nascondono la loro avversione nei confronti
di alcuni istituti della Chiesa come i divieti all’aborto e al divorzio. Oltre l’80% degli americani ha celebrato gioiosamente Bergoglio, proprio
come accadde a Karol Wojtyla, già solo una settimana dopo l’elezione.
Due persone di profondissima spiritualità e compassione. Direi che
questa è la similitudine più importante. Bergoglio è inoltre un gesuita e
come tale ha sperimentato da molto vicino la sofferenza umana. La storia e soprattutto la società di oggi manca di riferimenti. Manca di fiducia
politica, di speranza e manca anche del seme di una coscienza che abbia
la volontà di crescere nella Fede. Serve uno come Lui.
APPROFONDIMENTI
DA BRUXELLES SONO IN ARRIVO UNDICI MILIARDI
PER I SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI CHE PROPORRANNO
INNOVAZIONE URBANA
SMART
CITY
dalle idee ai fatti
per una città
intelligente
di MARIANGELA SALVALAGGIO
Curitiba (Brasile) – La prima Smart City.
10
48
C
osa unisce Benevento e Ravenna
con Berlino e Barcellona? Nulla,
all’apparenza, eppure sono tutte città inserite nel network della Smart City.
Energia, mobilità, edilizia sostenibile. Sono
questi gli elementi cardine dell’equazione per
questa visione programmatica chiamata “Città
intelligente”, che sta muovendo miliardi di finanziamenti dall’Unione Europea e dai singoli
Paesi, compresa l’Italia.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca
ha chiuso un bando da 655 milioni sulle Smart
Cities rivolto alle Regioni, selezionando 17
progetti in ambito di sanità digitale, smart grid,
risorse sostenibili, smart mobility e cloud per la
pubblica amministrazione.
Genova è in testa, unica città europea ad
aver vinto tre bandi. Il progetto Transform –
un manuale per trasformare le città in Smart
City, creato in collaborazione con Amsterdam,
APPROFONDIMENTI
Amburgo, Lione, Vienna e Copenaghen – sarà
realizzato grazie ai 674 mila euro che arriveranno da Bruxelles. Celsius – nell’ambito del
riscaldamento e raffreddamento, coordinato
da Goteborg – porterà a Genova 2,4 milioni
che serviranno per realizzare una rete energetica. R2Cities – coordinato dalla spagnola Fundacion Cartif – finanzierà con quasi 2 milioni
e mezzo di euro la riqualificazione energetica
della cosiddetta ‘diga’ di Begato, un complesso
abitativo popolare.
Anche Torino e Bari, le altre due candidate italiane ai bandi europei, si sono piazzate
bene. Torino ha partecipato con il progetto Urban Barriera (45 milioni di euro per interventi
di rigenerazione urbana) e con la Variante 200,
che prevede fra l’altro la costruzione del primo
tratto della linea 2 della metropolitana.
Bari punta al Sud Europa – con Tel Aviv,
Atene, Patrasso, Tirana, Nicosia, Beirut, Corfù, Alessandria d’Egitto, Iasi – e progetta: una
piattaforma per la gestione integrata del sistema di mobilità; la raccolta differenziata della
frazione organica e il suo trattamento in un
impianto di compostaggio per la produzione di
biogas; la produzione di energia da fonti rinnovabili sugli edifici pubblici in project financing
(oltre 60 milioni di euro).
Ma la strada per le città intelligenti è lunga
e i comuni italiani hanno compiuto solo i primi passi. Mentre noi siamo qui a progettarla,
la città verde e smart è già realtà in Brasile, a
Curitiba. Qui i rifiuti vengono trasformati in
energia rinnovabile grazie alla raccolta ‘porta a
porta’ e al ‘baratto’ di sacchi di immondizia ben
differenziati con generi alimentari. In questa
capitale ecologica il problema del traffico è
stato risolto con un percorso preferenziale riservato ai mezzi pubblici, separato dalle strade percorse dagli automobilisti e ovunque si
viaggia come su una vera metropolitana a cielo
aperto. Senza contare il verde pubblico, in cui
eccelle con i suoi 150 km di pista ciclabile e nella costruzione di parchi per oltre un milione di
metri quadrati.
Anche la Cina pone le fondamenta del suo
primo distretto di green economy nella nuova
conurbazione di Caofeidian; Abu Dhabi inaugura l’avveniristica Masdar City. Dagli esperimenti dei blogger su come si vive a impatto zero
a New York fino all’esperienza degli eco-quartieri di Berlino o Amsterdam, il futuro dell’uomo sarà vivere in città sostenibili.
In Italia il tema è sviluppato in convegni con
Curitiba - Praça do Japao.
al centro del dialogo i nuovi scenari urbani, soprattutto in materia di
mobilità cittadina e urban design.
Una ricerca dello studio Ambrosetti, think tank dell’economia di mercato italiana, dà i numeri della svolta: gli investimenti necessari per rendere smart la totalità dei sistemi urbani italiani ammonterebbero a 22
miliardi di euro l’anno sino al 2030. I vantaggi economici generati dal
miglior funzionamento delle nostre città sarebbero enormi: tra 128 e
160 miliardi di euro l’anno, pari all’8-10% del Pil attuale.
Mario Calderini, professore di Strategia e Management dell’Innovazione al Politecnico di Torino, è capo-cantiere delle Smart Cities made
in Italy. Per lui la squadra è composta da Adi (la neonata agenzia per
l’Italia digitale) insieme a Miur, Anci, Istat e Cassa Depositi e Prestiti.
Poi una decisiva responsabilizzazione delle Regioni, che dovrebbero
esercitare azioni di sistema sul territorio e supportare l’acquisizione dei
nuovi fondi Ue. Mappare e mettere in rete le esperienze già avviate dai
Comuni italiani, individuare le soluzioni tecnologiche e gli strumenti di
programmazione adottati, evidenziare gli ostacoli ancora esistenti, elaborare analisi, ricerche e modelli replicabili. Queste sono le azioni che
verranno realizzate nei prossimi mesi da Anci e Forum PA. Tra le prime
attività, la costruzione di una community dei referenti comunali e locali
e l’organizzazione di laboratori.
Tra gli appuntamenti in agenda si ripeterà per la seconda volta Smart
City Exhibition (Bologna, 16-18 ottobre), un momento di confronto a livello internazionale. Poi ci sono iniziative come, ad esempio, il concorso
di idee lanciato da Expo 2015 e Telecom Italia, in collaborazione con il
Bologna - Smart City Exhibition.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | APPROFONDIMENTI
11
APPROFONDIMENTI
Trento – “Le Albere” .
mensile Domus. Si chiama “Digital Ideas for Expo City 2015” e mira ad
individuare soluzioni basate sulle nuove tecnologie digitali, applicabili
in contesti urbani e domestici, in grado di incidere positivamente sul
territorio e sulla vita delle persone. I tre migliori progetti, che spaziano dal possibile utilizzo nelle Isole digitali, aree multiservizi all’interno
L’opinione
di Piero Angela
Quanto sono
‘intelligenti’ le città
italiane?
Piero Angela
è un noto divulgatore
scientifico, giornalista,
scrittore e conduttore
televisivo.
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Le nostre città non sono affatto intelligenti. Una volta lo
erano di più perché rispondevano alle esigenze dirette delle popolazioni. Oggi c’è molto
interesse al metro quadro e,
soprattutto in Italia, non siamo stati capaci di
gestire, ad esempio, le problematiche legate al
traffico. In tutti i Paesi Europei ci sono metropolitane ovunque, in Italia no. Questo è un problema politico perché il breve e lungo termine
agiscono in modo negativo. Quale politico prometterebbe, in campagna elettorale, di mettere una tassa perché tra dieci o quindici anni
tutti possano viaggiare meglio e parcheggiare
facilmente?
dell’arredo urbano concepite come “contenitori
aperti” di App, alla ricarica di utenze ai pagamenti con dispositivi mobili e alle informazioni turistiche e all’informatizzazione del sistema scolastico, potranno essere sviluppati nella
Digital Smart City della Expo milanese.
È già realtà, a Trento, invece il modello di città chiamato ‘Le Albere’ dove sono riunite insieme le più avanzate conquiste della tecnologia,
dalla cablatura in fibra ottica alla domotica, dal
teleriscaldamento a pavimento e dai serramenti in larice perfettamente fonoassorbenti al teleraffrescamento canalizzato. Si tratta di un
complesso di case, negozi e uffici, attualmente
in vendita realizzati in un contesto silenzioso
e green. Cinque ettari di prati pubblici collegati alla pista ciclabile, sentieri e passerelle
in legno affacciate su piccoli specchi d’acqua,
circondano otto palazzine disegnate da Renzo
Piano, che sorgono dove una volta c’era la fabbrica per antonomasia dell’industrializzazione
trentina, la Michelin. Nei sotterranei ci sono
circa 2 mila posti auto. E non finisce qui. Per il
nuovo quartiere è previsto un servizio di vigilanza e le abitazioni avranno tutte il giardino.
Assicurano che non ci saranno slot machine e
sexy shop. Rivoluzionario. Anzi no, Smart come
si dice oggi.
È evidente che è anche una questione culturale. La scienza può mettere a disposizione
tutti i mezzi ma se poi questi non vengono
utilizzati e applicati allora si possono fare delle
piccole realtà, sperimentali, così come si fanno
quelle case che producono energia nuova ma
poi di notte si vedono finestre che diventano
luminosissime perché perdono calore da tutte
le parti.
Legare tutto ciò che produce la scienza all’economia è uno dei problemi di fondo. Viviamo
in un mondo dominato dalla scienza e dalla
tecnologia che creano innovazione e cambiano le strutture. Pensiamo a cosa è stata la microelettronica nel rivoluzionare l’economia. La
competitività e l’innovazione sono centrali e
questo, purtroppo, ancora non si capisce. Oggi
i Paesi emergenti puntano sull’educazione e
sull’innovazione. Le Smart Cities hanno bisogno di queste due cose insieme: hanno bisogno
di software, che non possono arrivarci dalla
cultura di Dante o Leopardi, ma ci deve essere
anche un programma educativo innovativo.
PROTAGONISTI
forte,
I
ncontrare Serena Dandini è un’impresa appagante. Ha un passo
deciso, sicuro e un sorriso radioso che contagia.
Negli anni l’ho incontrata più volte, fin dai tempi de “La TV delle Ragazze”, che registrava negli studi Rai di Torino, l’anno passato in occasione
della presentazione del libro “Grazie per quella volta” e in questi giorni
per l’uscita del suo nuovo lavoro “Ferite a morte”.
di DARIO MIGLIARDI
“Ferite a morte” è un libro edito da Rizzoli, ma anche un progetto teatrale scritto con la ricercatrice del CNR Maura Misiti. Un testo forte, una
denuncia nei confronti del femminicidio, un delitto che purtroppo in
Italia non conosce pause.
Che cosa s’intende per femminicidio?
La Sociologa Daniel Russel ha dato una definizione chiara e univoca: “Il
femminicidio è la violenza estrema da parte di un uomo verso una donna,
perché è donna”. È questo il punto più drammatico, perché una donna è
una donna, pazzesco.
14
PROTAGONISTI
SERENA
DANDINI:
una donna
determinata
e allegra
Quando ti è venuta l’idea di raccontare il femminicidio?
Il libro è dedicato a Carmela Petrucci, la ragazza parlemitana che ha
difeso la sorella Lucia da Samuele Caruso che aveva deciso di vendicare
“l’affronto per essere stato respinto”. Dopo averla perseguitata per giorni e
giorni, si era avventato contro Lucia, ma Carmela si è messa in mezzo
e ha preso le coltellate mortali. È una delle tante drammatiche morti
annunciate come le chiamiamo noi e non, come erroneamente vengono chiamate dalle cronache e dai giornali, raptus di follia e momenti di
pazzia. Sono vittime di una violenza che finisce in un omicidio finale. Il
femminicidio è la punta di un iceberg di una violenza casalinga quotidiana, sono soprusi e violenze psicologiche e fisiche che le donne spesso
vivono in silenzio, quotidianamente e senza denunciare.
Le donne muoiono soprattutto tra gli “affetti domestici”.
E principalmente per mano dei loro mariti, o ex-mariti, padri, fratelli,
fidanzati, amanti o innamorati respinti. Insomma per mano di uomi-
ni conosciuti, membri della famiglia, “amici”,
compagni “fidati”, proprio quelli che dovrebbero far parte del loro ambiente, che dovrebbero
dar loro intimità e sicurezza.
Dal libro avete tratto un lavoro teatrale che è
stato già rappresentato a Palermo, Milano, Genova, Milano, Firenze, Bologna e Torino. Sono
monologhi letti da donne.
Abbiamo adottato anche il tema del monologo teatrale per arrivare al cuore e alla pancia
del pubblico dove a volte tanti discorsi seri non
arrivano. Ma non solo anche per spingere, far
conoscere e adottare la convenzione NOMore,
che è un piccolo decalogo di azioni virtuose
che si possono fare per combattere la cultura
della violenza contro le donne e per abbattere
il muro di indifferenza che accompagna questi fatti drammatici. L’Europa ce lo chiede ma
non è ancora stato firmato.
In che senso?
Negli ultimi anni, in diversi consessi internazionali, lo Stato Italiano è stato fortemente
redarguito dalle Nazioni Unite per lo scarso e
inefficace impegno nel contrastare la violenza
maschile nei confronti delle donne e per l’allarmante numero di donne uccise dai propri
partner o ex-partner. È stato anche ripreso per
il persistere di tendenze socio-culturali che minimizzano o giustificano la violenza domestica e per l’essenza di rilevamento dei dati sul
fenomeno. Il dato in Italia è impietoso: muore
di violenza maschile una donna ogni due /tre
giorni, questo è impressionante!
Avete trovato il sostegno gratuito di attrici,
ma anche di donne della società civile.
Oltre alle attrici che è il loro mestiere, ci sono
donne che si sono appassionate ed è emotivamente forte vedere donne che di mestiere fanno altro che però si prestano volontariamente
a queste letture perché sentono la necessità di
comunicare un’urgenza, di raccontare e cercare di dare voce a tutte quelle donne che non
ci sono più. Hanno partecipato la sindacalista
Susanna Camusso, la sociologa Chiara Saraceno, l’avvocatessa Assunta Confente e poi tante
attrici come Paola Cortellesi, Isabella Aragonese, Alba Rohrwacher, Ambra Angiolini, Lella
Costa, Germana Pasquero, Orsetta De Rossi la
cantante Paola Turci, Malika Ayane, Caterina
Caselli, Geppi Cucciari, Ilaria D’Amico, Camila Raznovich e tantissime altre.
Ma ci sono solo donne in scena?
No, in ogni piazza c’è sempre un uomo il
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | PROTAGONISTI
15
PROTAGONISTI
Negli incontri ha notato che ci sia una presa di consapevolezza da
parte degli uomini?
È capitato all’incontro avuto alla Scuola Holden in cui i ragazzi, coinvolti
in un confronto interessante sugli stereotipi maschili, hanno riconosciuto di esserne vittime e di essere intrisi di una cultura che li porta a ragionare in un modo violento nonostante loro vogliano fare una vita diversa.
È molto importante aprire ai giovani il dibattito per capire che si può
vivere in maniera più condivisa.
Deejay Set. A Torino abbiamo avuto Samuel
dei Subsonica.
I monologhi fanno commuovere, fanno indignare e paradossalmente fanno anche sorridere anche se è un sorriso amarissimo.
È un fiume che ci ha travolto, pensavamo di
rappresentare in poche città e invece il calore
e la partecipazione ci hanno fatto rimanere in
scena per più di un anno ed è un modo per far
conoscere e far parlare di questo dramma, un
tema che è sempre più sentito, si parla della
violenza domestica che è un tema che talvolta
viene preso sottogamba.
Ha preso come riferimento “L’antologia di
Spoon River”?
E che Edgar Lee Master mi perdoni. In questo
modo ho cercato di raccontare anche su un piano leggero e colorito tutte le differenze che ci
possono essere nella vita di una donna. Senza
arrivare all’estrema conseguenza della morte,
le storie che si leggono sono storie di tutti noi.
Quello che vogliamo raccontare è anche una
cultura che porta gli uomini, che potrebbero
fare altre strade e percorsi, a queste estreme
conseguenze. Questa grande piaga la possiamo cambiare solo insieme uomini e donne
con una rivoluzione che parta dalla scuola, con
un’educazione del rispetto dei generi. Sono
cose molto semplici e che in altri paesi hanno
funzionato. È un problema che ci può essere
dentro alle famiglie, e in Italia quando si tocca
la famiglia tutto si complica, sembra sia una
cosa da non violare.
Questo libro e questo spettacolo hanno un
futuro?
Sembra quasi che sia lo spettacolo a portarci in
giro per l’Italia. Tutte le volte pensiamo che sia
l’ultima data e poi ci chiamano. Mi fa piacere
che lo spettacolo venga usato anche all’interno
delle scuole.
È nato prima il libro o prima lo spettacolo?
Prima c’è stata la messa in scena dello spettacolo e successivamente il libro.
16
Lo spettacolo andrà in scena anche nel 2013 e tra le donne che parteciperanno alla tournée c’è la giovane attrice e promessa del cinema italiano
Giorgia Cardaci, che ha le idee chiare su cosa vuole dal suo ma soprattutto nostro futuro. Perchè Giorgia hai partecipato a questo progetto?
Credo che Serena Dandini stia portando avanti un progetto molto particolare che forse potrà sensibilizzare la società sulla violenza contro le
donne. È molto facile essere violenti, è molto più difficile contenere la
rabbia e aprirsi al dialogo. Io aspetto un bimbo, sarà un maschio e vorrei
che in futuro potesse vivere in una società paritaria dove essere uomo
e donna è solamente una peculiarità dell’individuo ma non una differenza, dove ci si possa arricchire e non temere e non avere più paura
dell’altro.
Infine Lella Costa spiega perché sono importanti le quote rose nella
società civile.
In un mondo reale e in un paese più o meno reale, che è quello in cui
ci capita di vivere, le quote rosa sono antipatiche ma sono necessarie,
perché altrimenti le donne sparirebbero del tutto dai luoghi dove già
sono poco rappresentate.
E se vivessimo in un mondo utopico?
Nel mondo utopistico, tutti noi vorremmo abolire le quote rosa, ma visto
che dobbiamo vivere in questo mondo, dobbiamo difenderle magari a
malincuore. Perché siamo convinte che più presenza di donne e più
voci di donne e più pensiero femminile sia un bene per tutti. Perché,
permettetemi, la questione femminile non riguarda le donne, riguarda
l’umanità. Sarebbe bello pensare di essere in un mondo in cui tutto questo non avvenga più. Sono convinta che ci siano moltissimi uomini non
violenti e che la maggioranza di loro non siano affatto complici, almeno nella pratica. Purtroppo culturalmente forse siamo stati tutti un po’
troppo acquiscenti rispetto a certi comportamenti violenti e prevaricanti
che magari non si traducono in un omicidio o femminicidio, ma che
ne sono i prodromi e quindi io voglio chiedere aiuto a tutti gli uomini
perché questa è una bella battaglia di tutti.
TECNOFUTURO
Italiani
tra il vecchio e il nuovo
di PIETRO GENTILE
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TECNOFUTURO
Analfabeti digitali,
ma sempre più
tecnoappassionati.
S
ono sempre più “dotati” di SmartPhones e Tablet dell’ultima
generazione gli italiani, grandi consumatori di tecnologie
ma ancora (oggi più che ieri) superficiali nell’utilizzo e paradossalmente più “analfabeti digitali” rispetto alla media europea. A ciò va aggiunta una “frattura” generazionale che, nonostante tutti gli sforzi, invece di ridursi sembra amplificarsi nel tempo. Gli
anziani e pensionati over 60, che secondo l’INPS hanno superato il 50%
della popolazione, sono di fatto “analfabeti digitali” con sempre maggiori difficoltà a rapportarsi in un mondo sempre più tecnologico. I
giovani ed i “nativi digitali” italiani, sono invece nell’alveo della media
europea ma non riescono a trainare in modo sufficiente tutta la nazione verso le nuove tecnologie. A conferma di questE affermazionI
giungono due puntualissime ricerche e rilevazioni effettuate ad inizio
2013 rispettivamente dal Politecnico di Milano e da Assinform, l’associazione che rappresenta le imprese ICT (Information & Communication
Technology) in Italia.
OSSERVATORIO NEW MEDIA & NEW INTERNET
DEL POLITECNICO DI MILANO - EDIZIONE 2013
Iniziamo dalle buone notizie: la nuova Internet, cioè il mercato dei media abilitato dal web cresce del 90%: volano Video Online, Social Network, Applicazioni, SmartPhones e
Tablet.
Nonostante la crisi limiti e razionalizzi i budget pubblicitari
con un calo tra il 10 ed il 20% nel 2012 nei canali tradizionali
(Tv, stampa e radio), i media digitali, oramai di massa, continuano la loro crescita e arrivano a 5,4 miliardi di euro, pari a
un terzo del mercato complessivo dei Media.
Gli italiani li utilizzano sempre più: i Tablet aumentano del
150%, i download delle APP sono più che raddoppiati e
l’85% degli utenti Internet frequenta i Social Network e vede
Video online.
È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio
New Media & New Internet della School of Management del
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | TECNOFUTURO
19
TECNOFUTURO
Politecnico di Milano attraverso i dati della ricerca, presentata a Milano presso il Campus Bovisa in occasione del Convegno “New Internet
+90%: inizia a delinearsi il nuovo scenario dei Media”.
All’interno dei Media digitali, la componente più attiva è sicuramente quella connessa al nuovo paradigma di Internet – il cosiddetto New
Internet – che si basa su sette componenti principali: i nuovi device –
SmartPhones, Tablet, Connected Tv – che moltiplicano le occasioni di
fruizione di Internet; i Social Network che, stanno sempre più diventando il luogo privilegiato di interazione digitale; le Applicazioni, che semplificano l’accesso ai contenuti; la vendita di contenuti a pagamento; i
Video che si stanno diffondendo in modo pervasivo in Rete.
Tutte queste componenti sono molto più adatte al contesto italiano rispetto al “vecchio” Internet nato ormai 20 anni fa, basato sul possesso di
un Personal Computer da scrivania e la presenza di una cultura informatica di base.
Il numero di SmartPhones presenti in Italia è infatti cresciuto del 30% tra
il 2011 e il 2012 raggiungendo i 32 milioni di unità, con una penetrazione
del 60%: circa 320 le applicazioni Media di varie Testate giornalistiche
disponibili per questi dispositivi. Il mercato Media veicolato attraverso
questo device è cresciuto del 70% rispetto al 2011.
I Tablet in Italia hanno invece registrato nel 2012 una straordinaria crescita
di oltre il 150% rispetto al 2011 e sono, attualmente, più di 3,5 milioni. Le
testate giornalistiche che stanno creando una APP specifica sono in forte crescita: +46% nel 2012, per un totale di oltre 300 APP disponibili. Il
mercato è cresciuto del 90%.
Il mercato delle APP in generale ha riscosso ottimi risultati: nell’ultimo
anno sono state 800.000 le APP scaricate.
Il 70% ed il 64% degli utenti rispettivamente di Tablet e SmartPhones
scaricano e utilizzano applicazioni su questi dispositivi: ne installano
mediamente 29. Tra queste, quelle utilizzate nell’ultimo mese sui Tablet sono 15, mentre sugli SmartPhones sono 9.
Ad inizio 2013 il 25% delle testate giornalistiche
è entrato in questo canale, per un totale di circa
750 APP.
Tra queste va annoverato anche Plus Magazine
che ha lanciato la sua APP per Tablet iPad proprio
all’inizio del 2013.
I ricavi pubblicitari sono promettenti anche sui
Social Network: nel 2012 è stata registrata una
crescita del 60%. L’85% degli utenti Internet li
utilizza e la maggior parte di loro (circa il 95%)
interagisce su Facebook: una platea da 23 milioni di persone.
La penetrazione sempre più elevata delle nuove tecnologie ha inevitabilmente cambiato usi
e costumi degli italiani nella fruizione dei Media. Il Tablet, in particolare, più di tutti gli altri
nuovi device, sta modificando oggi le abitudini
e le modalità di fruizione in ambito Media.
Secondo la società di Ricerca Doxa, un utilizzatore
di Tablet su tre dichiara di leggere meno quotidiani, meno libri e meno periodici cartacei.
Qual è il trend futuro in base a questa situazione?
Secondo Andrea Rangone responsabile dell’Os-
servatorio new Media “La situazione cambierà
significativamente nel 2017, quando il New Internet potrebbe generare circa il 50% del mercato
degli Internet Media, soprattutto grazie a Video
(oltre il 20% del mercato), Social Network (1015%) e ricavi Pay (10% circa); il mercato degli
Internet Media, oggi pari al 25% del mercato dei
New Media, potrebbe arrivare nei prossimi 5 anni
fino al 40%, trainato dal New Internet; rispetto
al mercato dei Media nel suo complesso, invece, il
mercato degli Internet Media, oggi pari a poco più
dell’8%, potrebbe arrivare fino al 20%”
ANTICIPAZIONE
RAPPORTO ASSINFORM 2013
Passiamo ora alle cattive notizie: nonostante la
forte crescita del nuovo Internet, le tecnologie in
Italia sembrano frenate proprio da quella parte di
popolazione “analfabeta digitale”.
Secondo l’anticipazione del Rapporto Assinform, infatti, per l’Information Technology
italiana nel suo complesso si chiude un 2012
negativo.
Con la ripresa economica mondiale in atto ovunque tranne che nell’Europa del SUD, si allarga il
divario italiano nei confronti del resto del mondo
dove l’Economia Digitale crescerà nel 2013 a
+5,2% mentre in Italia senza interventi è prevista una perdita dell’1,8%.
20
TECNOFUTURO
L’Economia Digitale è divenuta il vero motore della crescita a livello globale.
Internet, il mobile, l’economia dei Social Network
stanno velocemente trasformando il nostro Pianeta, spingendo gli investimenti ad aprire nuovi orizzonti tecnologici, generando nuove opportunità di
crescita per quei Paesi, quei settori economici,
quelle imprese che accettano la sfida del cambiamento attraverso l’innovazione digitale.
suo malgrado perché costretto dalla crisi, o per vera e propria miopia, sceglie
di non scegliere, di resistere, siano esse imprese, pubbliche amministrazioni
o anche famiglie e cittadini che sottovalutano i vantaggi del web.
In realtà siamo a un bivio perché, data la velocità del cambiamento in atto,
resistere vuol dire arretrare e zavorrare ancora di più l’economia, il Paese,
su assetti ormai sterili incapaci di offrire soluzioni alla crisi e ai problemi
strutturali”.
Secondo Paolo Angelucci, Presidente di Assinform da noi incontrato nel corso dell’evento
“anche in Italia la pressione dell’evoluzione tecnologica sta producendo effetti positivi sui segmenti
più legati al web e al mobile. Sviluppo dei contenuti digitali e della pubblicità on line, del segmento software e nuove soluzioni ICT, della musica e
dell’editoria online, il boom di smartphone, eReader e tablet e dei servizi innovativi a essi associati,
dimostrano che questi segmenti non solo non risentono della crisi, ma sono già dentro l’economia
italiana, crescendo mediamente del 7,5% e contribuendo a significative trasformazioni nei modelli
di consumo e di business.
Ma ciò sta avvenendo in un contesto nazionale
ancora poco sensibile all’innovazione, in cui per
un’impresa ogni nuovo investimento rappresenta
un vero e proprio azzardo, così che gli esempi eccellenti rimangono fenomeni isolati e non acquisiscono la dimensione necessaria a incidere sui
trend negativi e a compensare la crisi dell’informatica italiana.
Da qui le ragioni del ritardo con cui si va affermando l’economia digitale in Italia rispetto al resto del
mondo e il continuo calo di fatturato del settore IT
che, per il quinto anno consecutivo, chiude i conti
in rosso con - 4% di calo di fatturato, spinto verso
il basso dalla crisi delle componenti tradizionali,
che rappresentano ancora la quota preponderante
del mercato”.
Questa la triste sintesi presentata da Paolo An-
gelucci, nel corso dell’anticipazione Rapporto
Assinform 2013.
“In assenza di interventi specifici tesi a cambiare questi trend – ha continuato Angelucci – le
stime per il 2013 non possono non essere segnate
da un profondo pessimismo: ci attendiamo, infatti, un’ulteriore discesa del Global Digital Market
del -3,6%, con l’It tradizionale in caduta libera a
-5,8%, fatto che avrà pesanti ricadute soprattutto
IL SETTORE BANCARIO
Secondo ABI Lab, il consorzio dedicato alla Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell’Associazione Bancaria Italiana, nel 2012 le banche italiane
hanno investito in Information e Communication Technology circa 4,3
miliardi di euro, un dato sostanzialmente in linea con la spesa del 2011
circa 4,5 miliardi.
Per quanto riguarda le previsioni di spesa tecnologica formulate dalle
banche per il 2013, dall’indagine emerge una sostanziale stabilità per
oltre un terzo delle banche, che non prevede variazioni rispetto al 2012
(37,5%).
Il 32% delle banche invece, pensa di aumentare gli investimenti nonostante
la difficile congiuntura.
Nel 2013 si completerà l’offerta del sistema bancario per mantenere sempre
più attivo il “contatto” con i clienti “mobili” che utilizzano quotidianamente
Tablet e SmartPhones.
sull’occupazione essendo un settore labour intensive che attualmente impiega circa 400 mila
addetti”.
“In Italia – ha precisato il presidente di Assinform – si va approfondendo il Digital Divide fra
chi intraprende la strada dell’innovazione e chi,
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | TECNOFUTURO
21
PROTAGONISTI
Il cantautore romano,
52 anni, conduce
una trasmissione
su Radio 2 Rai
e oltre alla musica
è anche cannoniere:
in 258 partite
con la Nazionale cantanti
ha segnato 205 gol
Luca
tra pallone e mus
di MARIANGELA SALVALAGGIO
N
on ama gli eccessi, è come appare, l’aria del bravo ragazzo
della via Margutta, andato via di casa all’età di 17 anni che
per farsi perdonare dalla famiglia getta tutto il suo non detto
alla madre in ‘Portami a ballare’, brano con cui vinse nel
1992 il Festival di Sanremo. Un passato e un presente sempre costellato
di successi, Luca Barbarossa dichiara di essere innamorato più che mai
del suo lavoro di cantautore e della radio. La musica è, infatti, sempre al
centro del suo programma su Rai Radio 2 dove tutti gli ospiti si esibiscono in performance canore. Sposato con la francese Ingrid Salvat, è padre
di tre figli: Valerio, Flavio e Margot. Ama lo sport, soprattutto il tennis
“praticato per allenamento”.
Quando ci accoglie in un albergo di Torino ci confessa subito di essere
acciaccato per l’ultimo incontro a racchette disputato prima di partire da
22
PROTAGONISTI
Barbarossa
ica per i bambini
Roma, collo bloccato e schiena un po’ rigida. Luca stringe i denti perché
la sua partita, quella che ha iniziato più di vent’anni fa, la gioca come
tutti gli anni con i compagni della Nazionale cantanti. Quest’anno si è
disputata sotto la Mole come nel 2009, l’anno del terremoto all’Aquila.
Quanti ricordi. Contro la nazionale dei numeri 10 voluta da Alessandro
Del Piero. I proventi sono andati quest’anno a Telethon e all’Istituto per
la Ricerca e Cura sul cancro di Candiolo.
Come è nata la sua esperienza con questa macchina organizzativa straordinaria che lega il calcio e la solidarietà e li trasforma in eventi come la
Partita del Cuore ce lo racconta come farebbe un amico che ricorda qualche
tempo fa con un tono confidenziale:
Stadio Olimpico di Roma, era il 1992 e nessuno voleva i biglietti della
Partita del Cuore che all’epoca non esisteva. 83 mila i posti disponibi-
li, io e Morandi eravamo un po’ preoccupati.
Andavamo per le vie e nei locali a proporre i
biglietti in blocchi da 100 ma tutti ci dicevano: ‘Ma quando li vendiamo?”. Così la sera ci
mettemmo fuori dal Teatro delle Vittorie con
un banchetto per collegarci in diretta con il programma tv ‘Scommettiamo che’ scommettendo appunto di riuscire a vendere i biglietti. Era
la sera dell’attentato al giudice Falcone a Capaci
ma ai tempi neanche il programma venne sospeso perché essere raggiunti dalla notizia non
era semplice come oggi. Oggi con una notizia
così si paralizzerebbe il mondo, all’epoca invece con la lentezza di capire la gravità della
situazione, noi restammo lì come due cretini.
Siamo andati avanti rendendoci poi conto dopo
che era una cosa assurda. Eppure tutti, dopo
quella sera, volevano esserci e si registrò una
vera inversione di tendenza.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | PROTAGONISTI
23
PROTAGONISTI
La storia della Nazionale Cantanti era già nata.
Sì, è più che trentennale la collaborazione con
associazioni solidali e negli anni, ad esempio,
con Telethon abbiamo conseguito risultati insieme veramente entusiasmanti. Da qualche
tempo si sono aggiunti anche altri artisti che
cantanti non sono ma che cantano come Neri
Marcorè e attori come Raul Bova. Chi partecipa
a questi eventi è un numero uno nel suo settore.
La sfida è sempre quella: raccogliere fondi
per la -ricerca. Tema sensibile per chi come te
ha dei figli…
In una mia canzone (‘Luce’, presente nell’album
‘Sud’ di Fiorella Mannoia, ndr) ho scritto che
‘non c’è figlio che non sia mio figlio’. Ai miei
tre figli aggiungerei tutti i figli. Abbiamo visto troppi bambini soffrire e oggi si può fare
qualcosa di più, anche solo per capire in che
direzione andare, oltre che per risolvere i problemi. Per non parlare poi di quelle che sono le
assistenze a domicilio, a casa, ai bambini e alle
loro famiglie dove c’è bisogno di personale per
svolgere le terapie. Telethon non è solo ricerca
di laboratorio ma anche azioni concrete di aiuto. Fammi ringraziare tutti coloro che fanno
donazioni, che comprano i nostri biglietti, che
inviano gli sms solidali, anche di questi tempi. Queste persone ci aiutano e soprattutto si
aiutano per questa sfida che è il sostegno alla
ricerca. Il 100 per cento del ricavato della Partita del Cuore va lì e loro lo sanno.
Le tue canzoni nascono anche da spunti del
sociale, penso a ‘L’amore rubato’.
In ogni canzone c’è al centro l’umanità di cui
tutti hanno bisogno. In genere nelle canzoni
parlo con qualcuno, mi rivolgo a qualcuno e
posso parlare di sentimenti e anche del sociale.
Non ci sono canzoni d’amore e canzoni cosiddette impegnate ma esistono canzoni che parlano di vita e nella vita c’è un po’ di tutto.
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Per sdrammatizzare un po’ ti farei parlare di calcio e della Roma. La
squadra ora è in ritiro… (ammicco a una stagione non proprio entusiasmante)
La Roma si è ritirata e mi dispiace. Sono romanista e soffro sempre un
po’ quando la Roma si ritira (scherza). Possiamo fare meglio. Abbiamo
un grande capitano, Totti, che è stato nostro ospite alla scorsa Partita del
Cuore a Palermo e anche quando non può venire come qui a Torino, ci
dà la disponibilità ad usare la sua immagine per promuovere questo tipo
di eventi. Insomma riesce ad esserci sempre perché è un campione anche
nella vita.
Attaccante e prima capitano, oggi sei presidente della Nazionale Cantanti con oltre duecento gol. Un capocannoniere…
Sì, ho davanti a me solo Totti e Piola. Il problema è che l’età avanza e fra
qualche tempo comincerò a fare gol di rimbalzo, con la rotula, sai devo
sperare sul gioco di sponda!
Qual è stato il gol più bello?
Il primo che segnai proprio la notte della prima Partita del Cuore, davanti
agli spettatori di Raiuno e agli 83 mila paganti di uno Stadio Olimpico
stipato fino all’ultimo posto. Cross di Eros dalla fascia e 1 a 0 ai telecronisti
sportivi Rai.
Formidabile lo show ‘Attenti a quei due”. Tornerai in teatro con Marcorè?
Ce lo richiedono in tanti da tanto tempo, non mi dispiacerebbe ma Neri
ha tanti impegni e quindi non so se avremmo ancora l’occasione.
E la radio? Il Social club, programma che conduci dal 2010, piace a molti…
La radio è entusiasmo puro non mi stancherò presto. Ci sono possibilità
infinite e sensazioni così vere e immediate che sono davvero uniche. La
radio è parte di me. Ne tengo praticamente una in ogni stanza.
Con la Nazionale Cantanti scegliete sempre città simbolo come Roma,
Palermo, Torino ma anche piccoli centri per manifestazioni più mirate. A
Torino, però, in poche settimane sei tornato due volte, prima per Biennale
Democrazia dove hai partecipato all’omaggio a Gaber e poi per la Partita
del Cuore. Come hai trovato la città?
La trovo in forma smagliante, sempre più bella. Torino è una città così
vivace e dinamica, caratterizzata da una profonda passione calcistica, ma
che da anni si distingue anche per l’attenzione verso la solidarietà e i temi
alti di riflessione.
Anche lo stadio della Juventus non è male?
Sì, un grande stadio, sembra di giocare dentro la playstation.
MEDICINA E SALUTE
Dott. Emilio Lavezzari
Trent’anni
di esperienza
nel trapianto dei capelli
La caduta di capelli, fino ad un centinaio al giorno, è un normale processo fisiologico. Il
ciclo di crescita, perdita e ricrescita avviene circa 20 volte nella vita di ognuno e pertanto
non deve preoccupare. Ciò nonostante sono diverse le persone, soprattutto gli uomini,
che hanno invece una caduta anomala che può diventare alopecia. Al di là della perdita
di capelli stagionale, tipica della primavera e dell’autunno, tra le principali cause della
calvizia vi sono i fattori ereditari, l’eccesso di sebo, lo stress e il prurito molto acuto per
citarne alcune. Chi desidera porre rimedio in maniera definitiva al problema può effettuare un autotrapianto, come spiega il Dottor Emilio Lavezzari che dal 1983 si dedica
esclusivamente ad interventi di autotrapianti di capelli. Il suo interesse per questa branca medica è iniziato a metà degli anni Settanta quando studiava presso l’Hôpital Saint
Louis di Parigi al seguito del Dottor Patrick Rabineau, capo del Servizio di Chirurgia
Dermatologica e primo dermatologo in Francia a eseguire trapianti di capelli. Trasferitosi a New York collaborò con il Dr. Norman Orentreich, padre degli autotrapianti, e
grazie ad un programma dell’AAARS (American Academy of Aesthetic and Restorative
Surgery) negli anni Novanta operò in alcune fra le più note cliniche americane del settore. Chiamato a collaborare anche in prestigiosi centri dell’Australia e della Francia, il
Dottor Lavezzari è spesso invitato a congressi internazionali, è membro a vita dell’AAD
(American Academy of Dermatology) e socio dell’ISHRS (International Society of Hair
Restorationn Surgery) dal 1994.
Dottor Lavezzari, quali sono le migliori tecniche di trapianto di capelli?
Le Unità Follicolari e l’utilizzo di microscopi stereoscopici. Dal 2005 siamo gli
unici in Europa ad utilizzare dei nuovi
microscopi operatori che ci consentono di ottenere infoltimenti con una
densità mai raggiunta finora. La tecnica
più utilizzata è la FUT, che ci permette di trapiantare in tutta sicurezza un
numero molto elevato di follicoli per
seduta. Talvolta usiamo anche la FUE,
una tecnica più limitativa ed imprecisa
che però abbiniamo alla FUT per completare la rimozione di follicoli nelle
zone laterali del capo. Quando è possibile ricorriamo anche all’applicazione
sul trapianto di una sospensione cellulare ricca di cellule staminali mesenchimali, preadipociti e fattori bio-attivi ottenuta per frammentazione meccanica
dal tessuto adiposo nucale della zona
donatrice, che migliora tutte le fasi dei
processi di cicatrizzazione e la rigenerazione dei nuovi capelli.
Che cosa sono le Unità Follicolari?
Sono un insieme di due o tre follicoli
organizzati in modo da avere in comune ghiandole sebacee, capillari e terminazioni nervose che devono essere
conservate integre.
I microscopi sono un valido aiuto?
Grazie ad essi possiamo sezionare
con accuratezza la strip occipitale, così
26
MEDICINA E SALUTE
come i sofisticati microscopi operatori
ci aiutano ad inserire in corrispondenza dell’hairline molte centinaia di singoli follicoli in modo da ottenere risultati assolutamente naturali.
L’autotrapianto è complicato?
Un tempo sì, ma negli anni ha subito
una serie di miglioramenti tecnici tali
da renderlo uno dei più affidabili e sicuri
nel campo della chirurgia dermatologica. Deve tuttavia essere eseguito in
una clinica attrezzata e da una équipe
esperta. Normalmente al paziente non
si richiede la degenza, ma per interventi come le “megasessions” si consiglia di
restare ospite della clinica per una notte.
L’intervento è doloroso?
No, grazie all’impiego dell’anestesia locale. Il paziente trascorre da tre a cinque
ore disteso sulla schiena ad ascoltare
musica o a vedere il suo film preferito,
grazie a degli speciali occhiali digitali,
così da rilassarsi completamente.
Rimangono delle cicatrici?
In passato i pazienti dovevano convivere con segni piuttosto antiestetici
perché venivano trapiantate isole molto grandi che contenevano dieci o più
capelli. Con l’introduzione dei micro
ed unigrafts e, più recentemente, delle
Unità Follicolari, i risultati sono migliorati sensibilmente e l’effetto è assolutamente naturale.
A che età consiglia di sottoporsi al trapianto?
Non esiste un’età migliore e tutti posso farlo senza alcun rischio; è ovvio
però che i capelli invecchiano come
ogni altro tessuto e quindi in un soggetto giovane sono più vitali.
In quanto tempo ricrescono i capelli?
Dopo dodici, massimo diciotto settimane si ha già una capigliatura folta;
i capelli continueranno a crescere per
tutta la vita e manterranno le caratteristiche di colore, robustezza ed immunità alla calvizie proprie della zona da
dove sono stati prelevati.
Quale grado di infoltimento si ha
dopo uno o più interventi?
In corrispondenza della nuca, che rappresenta la zona donatrice, la densità
media di capelli in un soggetto normale è piuttosto elevata e varia a seconda della razza, del sesso e dell’età,
dai 110 ai 170 follicoli per centimetro
quadrato. Durante un intervento di
media entità viene rimossa un’area di
almeno 25-30 centimetri quadrati alla
quale corrispondono circa 3600-4600
follicoli. I capelli vengono distribuiti su
una nuova superficie più vasta e con
una densità minore di quella presente nella zona donatrice. L’esperienza
accumulata in milioni di interventi ha
dimostrato che un’area di 40 capelli
per centimetro quadrato è sufficiente
per ottenere un infoltimento naturale
ed esteticamente gradevole. Nei soggetti che desiderano ottenere un risultato ottimale in tempi brevi è possibile
trapiantare anche 6.000 capelli in una
sola seduta chiamata “megasession”.
Qual è la vostra filosofia?
Offrire ai pazienti gli standard più elevati di risultati e sicurezza. I successi
raggiunti negli anni confermano che
l’esperienza dello specialista e della
sua équipe hanno un ruolo cruciale
per la riuscita dell’autotrapianto, così
come l’ambiente clinico. Per questo
selezioniamo solo strutture con elevati
standard qualitativi.
E il vostro impegno?
Soltanto venti o trent’anni fa un giovane che diventava calvo accettava con
un certo fatalismo questa condizione
perché pensava, ad esempio, che fosse
ereditaria. Oggi non è più così e l’alopecia si può realmente combattere. Il
nostro impegno è aiutare i pazienti a
vincere questa battaglia e ogni giorno
ci adoperiamo per trovare soluzioni
sempre più efficaci per offrire i migliori
risultati possibili.
Il Dott. Lavezzari riceve c/o
Clinica Le Betulle
via Italia 36 - Appiano Gentile (CO)
Tel. 335 6129428 – 031 973311
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giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MEDICINA E SALUTE
27
MEDICINA E SALUTE
La terapia online:
un modo nuovo
per offrire sostegno
Intervista al Dottor Enrico Rolla
Il Dottor Enrico Rolla è fondatore e direttore dell’Istituto
Watson, un centro di Terapia Cognitivo Comportamentale con sede a Torino e Chivasso. Il Dottor Rolla è autore
di numerosi libri motivazionali e di auto aiuto sulla prevenzione e il trattamento di problematiche psicologiche
quali depressione, attacchi di panico con e senza agorafobia, disturbo ossessivo compulsivo, ansia sociale. Ha
ideato e realizzato svariati progetti educativi allo scopo
di rendere la psicologia pratica, comprensibile e orientata
ad obiettivi realizzabili. Negli ultimi anni è aumentato
l’interesse nei confronti della terapia online e telefonica,
sempre più utilizzata in ambito internazionale, ma ancora poco diffusa in Italia. Cerchiamo quindi di sapere perché e soprattutto come potrebbe essere utile.
28
Dottor Rolla, come è nato il suo interesse per la terapia online?
Da oltre trent’anni tratto con la terapia
cognitivo comportamentale persone che
soffrono di disturbi d’ansia quali attacchi di panico, disturbi ossessivi compulsivi e paure.
Ho deciso di diventare un terapeuta cognitivo comportamentale perché questa
psicoterapia è efficace e funziona.
Già vent’anni fa numerosi pazienti mi
chiedevano una consulenza telefonica
per superare i loro problemi. Io inviavo
loro il materiale per valutare l’intensità
del loro problema e i programmi specifici. Successivamente li seguivo telefonicamente. Ho potuto riscontrare che
anche i programmi a distanza funzionavano bene come la terapia faccia a faccia. Il primo passo è stato quindi quello
di realizzare un programma on-line per
il panico e l’agorafobia, che sono distur-
MEDICINA E SALUTE
bi molto invalidanti. Ho videoregistrato
nove sedute di terapia facendo vedere gli
esercizi che si impiegano per superare
il panico. Ho allegato anche dispense
per le esercitazioni e registrazioni audio. Il cliente può agevolmente rimanere
in contatto con me e con il mio staff di
esperti psicologi via e-mail, telefonicamente o via skype. Verificata la validità
di questo progetto e la sua efficacia, ho
pensato di mettere in piedi un servizio
di terapia telefonica e via internet che ci
permettesse di offrire supporto per una
gamma di disagi più ampia e varia.
Quali sono i disturbi che trattate con
la terapia online e telefonica?
In aggiunta ai programmi di terapia individuale e di gruppo svolti presso le nostre sedi di Torino e Chivasso, offriamo
sia la terapia telefonica che online per il
trattamento di svariati disturbi quali, Attacchi di panico con e senza Agorafobia,
Disturbo Ossessivo Compulsivo, Ossessioni Pure, Disturbo d’Ansia Generalizzato, Ipocondria, Fobie, Fobia Sociale,
Depressione. I trattamenti sono rivolti a
tutte le fasce d’età.
A chi si rivolge la terapia online o telefonica?
La consulenza telefonica e la terapia
online sono indicate in svariate situazioni: persone che si trovano in una condizione fisica che ne limiti la mobilità o in
condizioni psicologiche tali da limitare
la possibilità di viaggiare o spostarsi;
che vivono in aree distanti dalle nostre
sedi o che non riescono a trovare professionisti qualificati nelle zone in cui vivono; che si spostano regolarmente per
lavoro o viaggiano per altri motivi e non
sono in grado di presenziare con cadenza regolare alle sedute programmate in
studio; che vengono di solito seguiti in
studio ma che per una serie di imprevisti
sono impossibilitati a fare la seduta programmata; donne in stato di gravidanza
o neo mamme che hanno difficoltà a
frequentare le sedute in modo regolare.
Come fa un terapeuta a essere certo
della propria diagnosi in questo tipo di
terapia?
Le valutazioni vengono effettuate utilizzando gli stessi metodi delle sedute in
studio. Un’intervista clinica diagnostica
e una serie di test psicodiagnostici utilizzati comunemente nella pratica clinica
vengono inviati al paziente.
Pensa anche possano esserci problemi
nel costruire un’alleanza terapeutica?
Le ricerche hanno mostrato che l’alleanza terapeutica è buona sia nella terapia
online che in quella faccia a faccia. È utile sottolineare che le sedute di terapia
via internet condotte mediante l’uso di
skype, consentono l’utilizzo di una webcam e dunque la possibilità di stabilire
un contatto visivo col terapeuta. Non da
ultimo capita che alcuni pazienti si sentano rassicurati dall’idea di non stabilire
nell’immediato un contatto visivo con il
terapeuta creando un rapporto in modo
più graduale.
Può farci qualche esempio?
Quando si prende in considerazione la
terapia telefonica e online, molti clienti
si pongono delle domande sull’efficacia della terapia condotta per mezzo di
questi metodi non-tradizionali. Se da
una parte tale dubbio è lecito, una veloce ricerca su internet consentirebbe
di scoprire centinaia di ricerche e studi
a sostegno dell’utilizzo del trattamento
telefonico e via internet per una serie di
condizioni quali il Disturbo Ossessivo
Compulsivo, gli Attacchi di Panico, l’Ansia Sociale, le Fobie e altre.
Per esempio: uno studio del 2010 condotto presso il rinomato Karolinska Institute in Svezia rilevò che i clienti che
svolgevano sedute di Terapia Cognitivo
Comportamentale online per gli Attacchi
di Panico, mostrarono lo stesso miglioramento dei pazienti che effettuavano le
sedute di terapia in sede. I partecipanti
riferirono un netto miglioramento al termine della terapia, che rimase invariato
fino a sei mesi dopo al follow up.
Più di recente si stanno collezionando
una serie di studi pilota su disturbi più
complessi come il Disturbo Bipolare, il
rischio di suicidio e i disturbi psicotici.
Purtroppo in Italia non sono stati condotti studi in tal senso.
Quali sono gli sviluppi futuri della terapia online?
Sono stato di recente a Boston e New
York presso alcune sedi del Department
Dott. Enrico Rolla
for Veterans Affairs dove si occupano del
Disturbo Post Traumatico da Stress collegato a eventi di Guerra. Ho potuto verificare come abbiano integrato l’utilizzo
degli smartphone alla terapia. Sono state sviluppate delle applicazioni di notevole utilità e soprattutto di qualità. Credo che in futuro la terapia online potrà
trovare negli smartphone e nei tablet un
ulteriore evoluzione.
Pensa che in futuro la terapia online
possa sostituire la terapia tradizionale?
La terapia online costituisce un’opportunità per dare alle persone un buon aiuto. Non si tratta di scegliere se una sia
migliore dell’altra. Si tratta di dare alle
persone il miglior aiuto possibile, online
o di persona. Si tratta di poter scegliere.
Istituto WATSON
Centro di Psicoterapia Cognitiva
Comportamentale
e Scuola di specializzazione
Post-Universitaria
Torino – Corso Vinzaglio 12/bis
Chivasso – Loc. Baraggina c/o il Campus
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giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MEDICINA E SALUTE
29
MEDICINA E SALUTE
di Barbara Odetto (foto A. Lercara)
Dottoressa
Elisabetta Zecchin
Biologa nutrizionista
Laureata in Scienze Biologiche con indirizzo biomolecolare, la Dottoressa Elisabetta Zecchin è biologa nutrizionista e si occupa di intolleranze e allergie. Il suo curriculum è ricco di esperienze e riconoscimenti prestigiosi tra i quali una borsa postdottorato presso il laboratorio del Professor Rosa, direttore dell’U784 dell’INSERM
Ecole Normale Superieure de Paris e un master in nutrizione e dietetica presso l’Università Politecnica delle Marche. Autrice di numerose pubblicazioni, dal 2004 ad
oggi ha partecipato a diversi corsi di formazione per la professione di biologa nutrizionista al fine di avere una visione quanto più ampia su un tema così vasto e complesso; tra gli argomenti oggetto di studio segnaliamo l’alimentazione e le intolleranze nello sport, la celiachia, la stima della composizione corporea e la nutrizione
della donna. Dal 2008 è iscritta all’Associazione Centro Studio delle Intolleranze
Alimentari e della Nutrizione (A.C.S.I.A.N.), della quale è anche la responsabile per
la provincia di Torino, che si pone come obiettivo principale l’approfondimento delle
tematiche relative alle intolleranze alimentari. Nata in provincia di Venezia e laureata presso l’Università degli Studi di Padova, esercita a Torino presso il centro
polispecialistico CEMUR87 e ad Avigliana nel Centro Medico Valsangone. Incontrandola e ascoltando con quanta chiarezza e precisione parla di un argomento
così articolato e composito, si capisce immediatamente che la Dottoressa Zecchin
non si limita a svolgere la sua professione, ma la vive con passione ed entusiasmo,
oltre che con competenza scientifica.
30
Chi è esattamente il biologo nutrizionista?
É una figura professionale che, avvalendosi di strumenti di indagine altamente
specifici, è in grado di far intraprendere
al paziente un percorso che porta all’acquisizione di una corretta alimentazione, e quindi al benessere, senza l’uso di
farmaci o prodotti chimici. Partendo dal
presupposto che una dieta efficace può
essere elaborata solo a partire da una
corretta definizione del profilo nutrizionale della persona, non si può prescindere dalla conoscenza della composizione corporea, delle allergie alimentari
e delle intolleranze. Il biologo nutrizionista propone dunque un metodo di lavoro che prende in considerazione i vari
aspetti del problema alimentare cosi da
ottenere i migliori risultati possibili ed
è anche un profondo conoscitore della
natura e dei meccanismi biochimici e
fisiologici della digestione e dell’assorbimento; per questa ragione è in grado di
MEDICINA E SALUTE
riconoscere gli effetti dovuti alla malnutrizione sia per eccesso sia per difetto e
sa valutare quali sono i bisogni nutritivi
ed energetici del singolo individuo. Inoltre conosce e sa applicare le tecniche di
laboratorio per valutare lo stato di nutrizione e può interpretare i risultati per
ottenere un preciso profilo del paziente,
che è sempre il punto di partenza imprescindibile per la corretta attribuzione di
un regime dietetico.
Quali sono le differenze tra le allergie
e le intolleranze alimentari?
L’allergia alimentare è l’effetto che possono avere alcune sostanze sull’organismo e i sintomi vengono scatenati con
l’inalazione o l’ingestione di quantità
anche minime dell’alimento responsabile. L’intolleranza, invece, è una reazione
che l’organismo subisce a causa di un
accumulo di tossine che creano una serie di disturbi che possono anche degenerare in malessere.
Che cos’è una reazione allergica?
È una sintomatologia che si scatena
dopo l’assunzione dell’alimento e che si
presenta in un lasso di tempo incluso tra
i due minuti e le due ore con un’attivazione massiccia del sistema immunitario.
Quali sono le cause primarie delle intolleranze alimentari?
Sono molteplici, ma sicuramente lo
stress, l’inquinamento e l’abbassamento delle difese immunitarie hanno un
ruolo determinante.
Quali sono i disturbi più usuali legati
alle intolleranze alimentari?
Ve ne sono molti e apparentemente sono
comuni per cui spesso il paziente non li
associa ad un’intolleranza e si rivolge al
biologo nutrizionista solo in un secondo
tempo, dopo cioè che ha consultato altri
specialisti. I sintomi possono interessare qualunque tipo di organo o sistema e
sono davvero numerosi: cefalee, emicranie, nevralgie, acne, dermatiti, orticaria,
psoriasi, ma anche sovrappeso, obesità,
cellulite, coliti, colon irritabile, gastriti, meteorismo, costipazione, diarrea e
ancora problemi metabolici, ritenzione
dei liquidi, malattie reumatiche, riniti,
depressione, ansia, insonnia, vertigini e
panico.
Test leucocito tossico. Al microscopio si osserva la modificazione dei leucociti attribuendo 3 possibili gradi
di reazione: semplice rigonfiamento (B), modificazione della forma (C), rottura del globulo con fuoriuscita
del materiale cellulare (D). Comparazione con forma e dimensione fisiologica del leucocita (A).
Perché è difficile individuare un’intolleranza alimentare?
Perché le condizioni sintomatologiche
connesse alle intolleranze alimentari si
palesano secondo quadri più o meno
lievi e non sempre le intolleranze costituiscono la causa unica di tali disturbi.
Talvolta il problema alimentare è una
concausa, un elemento aggiuntivo e
peggiorativo, ma non primario. Ciò nonostante, un’indicazione dietetica, nata
dai suggerimenti dell’analisi delle intolleranze, aiuta certamente al ristabilimento
delle condizioni normali, sebbene non
possa rimuovere la causa principale.
L’intolleranza si può curare?
Poiché si tratta di un accumulo di tossine legate ad un alimento definito, eliminandolo per un determinato periodo il
corpo si disintossica e successivamente
è in grado di tollerarlo nuovamente.
Quanto è importante la prevenzione?
Ha un valore fondamentale perché evita
l’insorgenza di un evento dannoso che
può anche degenerare in malattie gravi.
Prevenire significa semplicemente applicare stili di vita adeguati ed effettuare
esami diagnostici capaci di evidenziare
alterazioni dello stato di salute.
Dottoressa Zecchin, quali tipi di test
utilizza principalmente?
Per le intolleranze effettuo un test leucocitotossico che si basa su un prelievo
del sangue e sullo studio della reazione
che hanno i leucociti quando sono posti
a contatto con gli estratti degli alimenti
nei confronti dei quali si vuole stabilire
l’intolleranza. L’analisi è effettuata direttamente sulle cellule che si osservano
con un microscopio ottico e si valuta
per ogni alimento o conservante il corrispettivo grado di reattività: in caso di
intolleranza i globuli bianchi possono
cambiare colore o forma o addirittura
esplodere. L’intolleranza al glutine e al
lattosio sono patologie riconosciute che
tratto invece con i test genetici perché i
geni sono un vero e proprio manuale di
istruzioni che determina i limiti potenziali
del singolo organismo ed una mutazione nella sequenza genica può portare ad
una proteina non funzionante. Lo studio
dei polimorfismi genici mediante test effettuato su un campione di mucosa buccale può fornire utili indicazioni rispetto
alle capacità individuali di metabolizzare
particolari nutrienti. I test per le allergie,
che consistono nel fare reagire l’allergene
sulla pelle, vengono invece effettuati in
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MEDICINA E SALUTE
31
MEDICINA E SALUTE
ne corporea, sulla determinazione delle
intolleranze alimentari e sulla valutazione delle predisposizioni genetiche.
Molti sportivi si rivolgono a lei: come
può aiutare un atleta?
Chi pratica sport, soprattutto a livello
agonistico, ha bisogno di essere performante e di raggiungere traguardi sempre migliori. Talvolta, pur allenandosi
con impegno e continuità e pur seguendo una dieta bilanciata, uno sportivo
non raggiunge gli obiettivi prefissati, si
affatica facilmente e addirittura prende
peso. La causa potrebbe essere proprio
un’intolleranza alimentare. I diversi casi
che ho trattato, dopo che è stata scoperta l’intolleranza ed è stata seguita una
dieta mirata, hanno successivamente
migliorato le proprie prestazioni.
ospedale perché possono dare reazioni
gravi come lo choc anafilattico.
Esistono diversi tipi di test genetici?
Oltre a quelli per individuare l’intolleranza al lattosio e alla celiachia, ci sono
i test per studiare il metabolismo della
vitamina D, il metabolismo dei folati, l’obesità e il metabolismo dei lipidi.
Qual è la metodologia da lei adottata?
Chi si rivolge al mio studio di nutrizionista riceve una valutazione della sua
composizione corporea ottenuta mediante bioimpedenziometria; vengono
inoltre fornite una lista dei cibi ai quali
potrebbe eventualmente essere intollerante ed una dieta personalizzata basata
esclusivamente su una corretta alimentazione, senza uso di farmaci o prodotti
chimici.
Che cos’è l’impedenziometro?
Poiché la bilancia è uno strumento semplice ed affidabile che però non discrimina tra massa grassa e massa magra
ed è quindi insufficiente per monitorare
i cambiamenti corporei dovuti ad esempio ad un cambio di regime alimentare,
ad oggi la soluzione ideale per la stima
dei compartimenti corporei è la tecnica
32
impedenziometrica che, utilizzando il
modello tricompartimentale, è in grado
di discriminare non solo la massa grassa dalla massa magra, ma anche, all’interno di quest’ultima, la massa cellulare
da quella extracellulare. Dall’analisi si
ottengono quindi i dati che permettono
di valutare la composizione corporea e,
sulla base di questa, assegnare una dieta
appropriata. Non solo: le informazioni
fornite sono estremamente utili perché
consentono di monitorarne gli effetti in
modo certo e puntuale.
Di cosa si occupa l’ A.C.S.I.A.N. del
quale lei è responsabile per la Provincia
di Torino?
L’Associazione Centro Studio delle Intolleranze Alimentari e della Nutrizione ha
lo scopo di promuovere l’analisi scientifica delle intolleranze alimentari per
spiegare fenomeni non ancora scientificamente provati, ma tangibili, ricorrenti e riconducibili a particolari tipi di
alimentazione. Nato a Pisa, il metodo
A.C.S.I.A.N. si è diffuso su tutto il territorio nazionale dove sono sorti dei centri
di osservazione, incluso quello di Torino.
Le diverse sedi affrontano le problematiche nutrizionali con un approccio che si
basa sulla valutazione della composizio-
Quale consiglio può dare ai nostri lettori?
Lo stato di salute, intesa come equilibrio
psico-fisico e metabolico, passa attraverso la pratica dell’attività fisica e la dieta
equilibrata, rappresentata dall’assunzione di tutti i gruppi alimentari. Consumare cibi il più possibile naturali è quindi
la base di uno stile di vita sano e di una
corretta composizione corporea. Consiglio a tutti di variare la propria dieta così
da favorire l’assunzione di un elevato
numero di alimenti diversi, capaci ognuno di apportare un contributo allo stato
di salute.
Dott.ssa ELISABETTA ZECCHIN
Medico Biologo Nutrizionista
Corso Francia 2 Bis Torino
c/o CEMUR87
Corso Torino 64 Avigliana – (To)
c/o Centro Medico Valsangone
Tel. 338 7015016
www.nutrizionesalute.net
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MODA
Glamourissimamente
Continua il gioco di parole create ad
hoc per enfatizzare l’universo moda.
I trend dell’estate targata 2013 puntano sul colore alternato al bianco e al
nero, su righe e grafismi, su ruches e
mini abiti a trama larga e ancora su
vestiti extra lunghi e sul più classico
dei tuxedo, rivisitato in versione lei.
>>> BARBARA ODETTO
(foto Archivio Stilisti)
iusti
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LUSSO ON THE BEACH
ELIZABETH HURLEY
Raffinato, minimale e con un’allure unica, ancora una volta Emporio Armani conquista i trend
setter più convinti con una linea mare sofisticata che esalta la silhouette. Il brand si pone come
punto di riferimento per chi vuole essere un’icona in fatto di eleganza perché i suoi costumi,
dotati di grande personalità, rappresentano un vero e proprio stile di vita. La collezione springsummer 2013 per lei propone bikini e costumi interi in nuances che spaziano dal grigio effetto
metal al multicolor passando per il black e il white. A fascia, con allacciatura all’americana o
con motivi di incrocio sulla schiena, i due pezzi sono caratterizzati da uno slip sgambato che facilita il movimento. Con Emporio Armani beachwear la stagione più calda si accende di lusso.
>>> www.armani.com
EMPORIO ARMANI
MODA
BELLA AL SOLE
Top model, attrice e produttrice cinematografica, Elizabeth Hurley è anche una stilista creativa che sa valorizzare le donne con i suoi costumi da bagno, oggetto di desiderio per chi
vuole farsi notare in spiaggia o in barca. La collezione dell’estate 2013 punta sul lusso e sulla
sensualità e si traduce in costumi interi, bikini, pareo e kaftani proposti nei colori di stagione:
porpora, rosso, giallo, cioccolato e ancora rosa, turchese, navy, bianco e nero. Il beachwear
firmato da questa splendida donna, che per anni è stata il volto dell’azienda cosmetica Estée
Lauder, sceglie anche stampe leopardate e zebrate e non disdegna accenni metallizzati che
regalano un twist grintoso e seducente al tempo stesso e che rende questi capi perfetti tanto
per il giorno quanto per un party serale a bordo piscina. Il suo amore per la beach couture,
dice, nasce dal fatto che in Gran Bretagna, il suo paese natale, piove sempre e lei sin da piccola
sognava località di mare quali Saint Tropez e Saint Barth. Per vivere con la stilista un’estate
glamour occorre selezionare le boutique migliori o visitare il sito.
>>> www.elizabethhurley.com
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MODA
35
MODA
LIU•JO
Mix & Match
36
Lo stile casual di Liu Jo Jeans ha un’anima shabby che si
fonde con un look boho-chic e che confluisce con un’immagine dal sapore romantico. La collezione estiva si rivolge ad una donna metropolitana che ama il denim
dall’aspetto vissuto ma femminile e che sceglie sia fit
morbidi come il pantalone Palazzo sia strong come il
Biker sia bon-ton come le giacche dal taglio “Chanel” in
pelle, maglia e tessuti operati. La silhouette è accarezzata dalle linee morbide di salopette e top senza bretelline e da abiti dritti. La collezione Jungle è disegnata con
fantasie riprese da vecchi foulard, ma sdrammatizzate
da colori accesi come il china blue-fraise e da stampe a
catene. Per le più romantiche Liu Jo sceglie invece abiti,
top e gonne ricamate e illuminate da strass e borchie dorate, ma anche pantaloni dalle fantasie colorate,
cargo old e con stampa camouflage. Per le girl dall’animo folk, infine, propone una palette colori nella
quale dominano i toni light, i neutri, le stampe floreali e i pois. Pizzi, macramè, perle, stampe e bottoni
gioiello impreziosiscono il look e regalano leggerezza e sensualità ad ogni capo. Tante proposte quindi,
per soddisfare i gusti di tutto l’universo femminile.
>>> www.liujo.com
MODA
Se al vostro gioiello chiedete di essere una scultura capace di enfatizzare la personalità, le creazioni firmate Franco Pianegonda sono perfette per voi perché traducono la voglia di ogni lei di scegliere il proprio stile di vita. Declinate in collezioni
dai nomi affascinanti, le nuove linee – My Amazon, My second skin, My heart,
My revelations – sono tutte legate alla gamma Veritas: make yourself happy. My
Amazon esalta la forza interiore del gentil sesso, My second skin celebra il 2013
come l’anno del serpente nel calendario cinese e fa riferimento ai cambiamenti nella vita di una donna, che può indossare una seconda pelle per
esprimere la propria personalità. My heart sublima l’amore che unisce
le persone perché nasce dal cuore, mentre My revelations esalta la
rivelazione della bellezza totale di ogni girl. Davvero raffinato e
originale è l’uso che il brand fa delle pietre dell’Amazzonia, protagoniste di collane, bracciali, orecchini e anelli di rara bellezza
e perfette per esprimere la forza crescente delle donne combinata con la loro sensualità e il loro mistero.
Un must have per tutte.
>>> www.francopianegonda.net
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MODA
FRANCO PIANEGONDA
ACCESSORI SCINTILLANTI
37
RAY-BAN
MODA
38
SUNGLASSES FOREVER
Alzi la mano chi non ha mai indossato o sognato di indossare un paio di Ray-Ban. Simbolo di stile dal
1937, dettano legge in fatto di moda e anche quest’anno sono protagonisti delle giornate di sole. Sportivissimi o dal sapore vintage, gli occhiali della nuova collezione reinterpretano i modelli-icona e alternano
soluzioni supertecniche ad altre che puntano sul colore.
Leggerezza dei materiali, dettagli accurati e palette cromatiche iper attuali sono gli elementi che rendono
questi sunglasses un must have tanto per le celeb quanto per ognuna di noi. Il classico modello a goccia,
pensato in origine per proteggere gli occhi dei piloti militari dai riflessi d’alta quota,
è rivisitato con lenti dalle tonalità flash e al suo fianco si collocano
una serie di proposte capaci di enfatizzare
il volto di ogni donna.
Per un’estate davvero trendy
sia in città sia in vacanza.
>>> www.ray-ban.com
DAI TROPICI A BAHIA
La lei di Luisa Beccaria sogna mete assolate ed esotiche dove incontrare nuove culture.
Il suo è uno stile chic cosmopolita e gypset
vagamente anni ’70 che si fonde con uno spirito libero, gioioso e attuale. Un contrappunto
di forme e colori che richiamano immaginifiche fantasie Bahiane. Gli abiti sono morbidi e
leggiadri e si dividono in prendisole balloon in cotone stampato, ampie vesti alla caviglia,
tuniche e chemisier in candido pizzo sangallo accesi da tocchi rosa shocking. Per la sera le
texture si fanno ancora più impalpabili e giocano con trasparenze di chiffon e di organza,
perfette per un romantico party al chiaro di luna sulla spiaggia. La gamma cromatica è attraversata da un fulmine rosa shocking che ravviva bianchi assoluti e immacolati e illumina
infinite sfumature di blu che ricordano la vastità e la purezza dei limpidi cieli di Bahia.
Buon viaggio, quindi, alle amanti della moda.
>>> www.luisabeccaria.it
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MODA
LUISA BECCARIA
MODA
39
CINEMA
FILM
estate
Nightshade, un documento
pubblicato su WikiLeaks che
mette in pericolo loro, e le
persone che amano.
3 To the Wonder
Regia: Terrence Malick
Data uscita: 27/06/2013
Cast: Romina Mondello - Rachel McAdams - Jessica Chastain - Rachel Weisz - Ben
Affleck -Michael Sheen - Javier Bardem - Olga Kurylenko
- Amanda Peet - Barry Pepper
- Charles Baker
3 Stoker
Regia: Chan-wook Park
Data uscita: 20/06/2013
Cast: Mia Wasikowska - Nicole
Kidman - Matthew Goode - Jacki Weaver - Alden Ehrenreich
-Dermot Mulroney - Lucas Till
- Alexa Nikolas - Jill Headrick Ralph Brown
Trama: La vita tranquilla e
solitaria di India Stoker (Mia
Wasikowska) viene sconvolta quando, nel giorno del
suo 18° compleanno, perde
suo padre Richard (Dermot
Mulroney), in un tragico incidente. Al funerale di Richard,
India incontra il fratello di suo
padre, Charlie (Matthew Goode), un uomo che dopo una
lunga assenza torna proprio
con l’intenzione di restare accanto a lei e a sua madre Evie,
una donna fragile e instabile
(Nicole Kidman). India inizialmente non si fida dello
zio, tuttavia subirà il suo fascino misterioso soprattutto
quando si renderà conto di
avere molto in comune con
lui. Col tempo la ragazza capirà che suo zio è lì per lei, e
intende guidarla a compiere il
suo strano destino.
40
Trama: Dopo essere stati a
Mont Saint-Michel all'apice
del loro amore, Marina e Neil
tornano in Oklahoma, dove
nascono presto dei problemi. Marina conosce un prete,
anche lui straniero, che non è
più sicuro della propria vocazione, mentre Neil riallaccia i
rapporti con una sua amica
d'infanzia, Jane.
3 Now you see me
Regia: Louis Leterrier
Data uscita: 11/07/2013
Cast: Morgan Freeman - Isla
Fisher - Mark Ruffalo - Dave
Franco - Woody Harrelson - Michael Caine - Jesse Eisenberg Mélanie Laurent - Krysti Jones
- Michael Kelly - Elias Koteas
- Laura Cayouette
Trama: Una squadra dell'FBI
dà la caccia a un team di illusionisti, i quali mettono a
segno una serie di rapine in
banca nel corso delle proprie
esibizioni e premiano con denaro il loro pubblico.
3 Red 2
Regia: Dean Parisot
Data uscita: 08/08/2013
Cast: Bruce Willis - Catherine
Zeta-Jones - Anthony Hopkins
- John Malkovich - Mary-Louise
Parker - Helen Mirren - Neal
McDonough - David Thewlis Lee Byung-hun - Paul Hopkins
-Garrick Hagon - Lee AsquithCoe - Wahab Sheikh - Patrick
Kerton - Nathalie Buscombe
Trama: L'ex agente della CIA
Frank Moses torna in azione
con la sua squadra di "pensionati". Insieme dovranno
affrontare una nuova serie di
nemici a Londra, Parigi, Mosca e in America. Questa volta l'obiettivo è il misterioso
3 Jurassic Park 3D
Regia: Steven Spielberg
Data uscita: 12/09/2013
Cast: Sam Neill - Laura Dern
- Jeff Goldblum - Richard Attenborough - Bob Peck - Martin Ferrero- Joseph Mazzello
- Ariana Richards - Samuel L.
Jackson - B.D. Wong - Wayne
Knight - Gerald R. Molen - Miguel Sandoval - Cameron Thor
Trama: Jurassic Park torna in
3D. Basato sul romanzo di
Michael Crichton, racconta
la storia di un ambizioso imprenditore miliardario che costruisce, in un'isoletta al largo
del Costa Rica, un grandioso
parco di divertimenti a tema
Jurassic Park ovvero Dinosauroland popolandolo di rettili
preistorici di varie dimensioni
e specie che sono stati clonati
dal DNA di dinosauri estinti.
Inevitabilmente gli animali
sfuggono al controllo umano
con conseguenti disastri.
LETTURE
recensioni
so e per i boulevard parigini,
si ritrovano a Times Square
e camminano a testa bassa
lungo i viali londinesi.
Non sentono niente? Come
fanno a sopportare tutto
questo rumore?
(Roberto Saviano)
Papa Francesco
di Jorge Bergoglio
ZeroZeroZero
di Roberto Saviano
Scrivere di cocaina è come
farne uso. Vuoi sempre più
notizie, più informazioni, e
quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a
meno. Sei addicted.
Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste
storie affascinano per i loro
particolari. E ti si ficcano in
testa, finché un'altra – incredibile, ma vera – prende il
posto della precedente. Davanti vedi l'asticella dell'assuefazione che non fa che
alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza.
Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea,
più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono fiammate che
divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco.
Ma perché questo rumore lo
sento solo io? Più scendo nei
gironi imbiancati dalla coca,
e più mi accorgo che la gente
non sa.
C'è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume
che nasce in Sudamerica,
passa dall'Africa e si dirama
ovunque. Uomini e donne
passeggiano per via del Cor-
Il 13 marzo 2013 il cardinale Jorge Mario Bergoglio è
stato eletto successore di
Joseph Ratzinger al soglio di
Pietro, con il nome di Francesco.
Questo libro è la testimonianza diretta, unica e personalissima del nuovo papa
sugli avvenimenti che hanno
segnato la sua vita.
In queste pagine, con parole
semplici e ispirate, Jorge Ber-
lIibri
religiosa. In queste conversazioni, svolte nell'arco di
tre anni, Papa Francesco ricorda l'età del seminario, la
sua esperienza di docente
di psicologia e letteratura,
il dramma della dittatura
in Argentina, il suo lavoro
tenace e appassionato che
Giovanni Paolo II riconobbe
e consacrò con la nomina a
cardinale.
Ma soprattutto da questo
libro emerge la personalità
più profonda e autentica del
nuovo pontefice: sincero,
mite e impavido.
Papa Francesco illustra il
suo pensiero con la lucidità
e la schiettezza che lo hanno
caratterizzato sin dall'inizio,
affrontando i temi più caldi:
l'esperienza della preghiera,
il dialogo interreligioso, il
valore della povertà, dell'umiltà e del perdono, il lavoro
pastorale della Chiesa fino
agli scandali e alla volontà di
rinnovamento che animano
oggi l'intera comunità cattolica nel mondo.
Bianca come il latte
Rossa come il sangue
di Alessandro d’Avenia
goglio racconta ai giornalisti
Sergio Rubin e Francesca
Ambrogetti l'arrivo della sua
famiglia al porto di Buenos
Aires nel 1929, gli eventi che
hanno accompagnato la sua
nascita e la sua infanzia, la
grave polmonite che minò il
suo fisico ma che allo stesso
tempo portò alla luce i primi
segni della sua vocazione
Leo è un sedicenne come
tanti: ama le chiacchiere con
gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in
perfetta simbiosi con il suo
iPod. Le ore passate a scuola
sono uno strazio, i professori
"una specie protetta che speri
si estingua definitivamente".
Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline
inzuppate di saliva.
Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce
gli brilla negli occhi quando
spiega, quando sprona gli
studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio
sogno.
Leo sente in sé la forza di un
leone, ma c'è un nemico che
lo atterrisce: il bianco.
Il bianco è l'assenza, tutto
ciò che nella sua vita riguar-
da la privazione e la perdita
è bianco. Il rosso invece è il
colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il
colore dei capelli di Beatrice.
Perché un sogno Leo ce l'ha
e si chiama Beatrice, anche
se lei ancora non lo sa.
Leo ha anche una realtà, più
vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da
vedere: Silvia è la sua realtà
affidabile e serena.
Quando scopre che Beatrice
è ammalata e che la malattia
ha a che fare con quel bianco
che tanto lo spaventa, Leo
dovrà scavare a fondo dentro
di sé, sanguinare e rinascere,
per capire che i sogni non
possono morire e trovare il
coraggio di credere in qualcosa di più grande.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | RECENSIONI
41
FUMETTI & CARTOONS
F&C
estate
di Salvatore Taormina
(il Tao)
XIII MYSTERY
N° 5: “Steve Rowland”
R. Guérineau – F. Nury
PANINI COMICS
Cartonato € 14,00
In libreria e fumetteria
Splendido albo destinato a
lasciare il segno nelle pub-
blicazioni di questa
grande Casa Editrice
italiana che ne ha curato la traduzione e
l’adattamento ai testi
di origine francofona.
La collana, diretta
da Jean Van Hamme
(uno dei due creatori
della saga insieme a
William Vance), propone episodi inediti
e spesso legati alla
giovinezza dei principali personaggi della
saga: da Irina alla
Mangusta, da Little
Jones al protagonista
assoluto: Steve Rowland. Nel
volume viene raccontata l’età
dell’adolescenza del protagonista e i motivi che lo hanno
portato pian piano a uccidere
il presidente degli Stati Uniti
d’America. Un volume davvero appassionante.
Le Avventure
del West
N° 2: “Caccia Spietata”
Dante Bastianoni
Associazione
Gli Amici del Fumetto
Spillato in b/n,
e cover a colori
16 pagine € 12,00
In fumetteria
Una storia delicata ed avvincente in cui il noto disegnatore piemontese di Nathan
Never si cimenta con il personaggio di Than Dai e lo fa da
grande autore completo. Sua
è infatti questa bella storia
in cui viene riproposta a par-
Appuntamenti
ZAVOR, lo spirito
con la zavorra
Nº 1: “L’invasione aliena”
Elena Mirulla (disegni
e colori in copertina)
Daniela Zaccagnino
(testi)
Associazione
Gli Amici del Fumetto
Spillato, in b/n,
cover a colori, € 10,50
In libreria e fumetteria

Etna Comics – 7/9 giugno
Centro Fieristico Le Ciminiere - Catania
Una mostra ad ampio raggio dove sono presenti quasi tutte le
più importanti Case editrici italiane. Per tutta la famiglia.

Torino Fumetto - solo domenica 9 giugno
c/o il mercato coperto di Piazza Madama Cristina
La mostra, ad ingresso gratuito, offre memorabilia, fumetti,
figurine e tutto quanto fa collezionismo. Cartaceo e non.

Rimini Comics - 18/21 luglio
Piazza F. Fellini - Apertura serale: ore 17,00/24,00
Per chi vuole unire una vacanza estiva alla scoperta delle ultime novità editoriali e/o partecipare a incontri e dibattiti sul
fumetto di alto livello. Un modo per passare una bella serata in
compagnia con tutta la famiglia.

Fumettopoli ROMA - 14/15 settembre
Centro Congressi Hotel Ergife - Via Aurelia 619, Roma
Mostra di grande interesse con il fumetto trattato a 360 gradi:
dai giochi di ruolo, all’antiquariato, alle ultime novità editoriali.
Consigliata.
42
te, animalista e mistica nello
stesso tempo, di Than Dai,
l’indiano bianco. Da leggere
con calma, magari vicino a
un buon camino e godersi
tutti i particolari di una storia
davvero coinvolgente.
Si tratta di un albo (in rigoroso formato bonelliano), che
anticipa la parodia ufficiale di
Zagor, che uscirà a ottobre.
All’interno le prime tavole a
china, ma senza i baloons,
per permettere al lettore di
immaginarne la storia. Un’ottima prefazione di Moreno
Burattini (curatore in Bonelli
del personaggio) e un dietro le
quinte di Elena Mirulla che ci
mostra i primi schizzi a matita della storia. Imperdibile
per gli appassionati zagoriani. Da leggere tutto d’un fiato,
il divertimento è assicurato.
ARTE, SCIENZA E COSTUME
recensioni
BORDERLINE
Artisti tra normalità e follia
Da Bosch a Dalí, dall’Art Brut a Basquiat
Fino al 16 giugno 2013
La mostra esplora i confini dell’esperienza artistica individuando un’area di creatività dove trovano espressione artisti
ufficiali, ma anche quegli autori ritenuti
folli od outsider.
Ravenna – MAR - Museo d’arte
della città di Ravenna
Via di Roma 13, 0544-482477
www.museocitta.ra.it
LOUISE NEVELSON
Fino al 21 luglio 2013
La mostra ripercorre tutte le fasi della
carriera di Louise Nevelson (1899-1988)
partendo dai disegni e terrecotte degli
anni Trenta agli ultimi lavori degli anni
Ottanta
Roma – Museo fondazione Roma
palazzo Sciarra
Via Marco Minghetti 22, 06-697645599
www.fondazioneromamuseo.it
MOSTRE
Evgeny Antufiev
Fino al 31 luglio 2013
Prima mostra in Italia per l’artista russo
Evgeny Antufiev (1986) celebre per i suoi
assemblaggi di ossa, cristalli, stoffa, colla, marmo, legno e capelli.
Reggio Emilia
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66, 0522-382484
www.collezionemaramotti.org
La primavera del Rinascimento
La scultura e le arti a Firenze 1400-1460
Fino al 18 agosto 2013
Le opere di Ghiberti, Donatello, Agostino
di Duccio, Michelozzo e molti altri per
raccontare la nascita del Rinascimento
nella prima metà del Quattrocento a Firenze.
Firenze – Palazzo Strozzi
Piazza Strozzi, 055-2645155
www.palazzostrozzi.org
Resurrexi
Dalla Passione alla Resurrezione
Fino al 31 agosto 2013
Preziose miniature su pergamena, affreschi e dipinti su tavola illustrano gli
ultimi momenti della vita di Cristo in un
suggestivo percorso negli spazi del duomo di Siena.
Siena – Museo dell’Opera
Piazza Duomo, 0577-286300
www.operaduomo.siena.it
Renato Guttuso
Il realismo e l’attualità dell’immagine
Fino al 22 settembre 2013
Attraverso un’attenta selezione di oltre
cinquanta opere la mostra ripercorre la
produzione dell’artista sicilano (19111987).
Aosta – Museo archeologico regionale
Piazza Roncas 12, 0165-274401
www.regione.vda.it
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | RECENSIONI
43
MUSICA
MUSICA
estate
do lavoro da solista si intitolerà “Moonlander” e sarà ufficialmente pubblicato il
25 giugno. A dodici anni da “Bay Leaf”,
il primo lavoro in solitaria, Stone Gossard ha deciso di recuperare molti vecchi demo del periodo 2003-2011 e pezzi
mai registrati ufficialmente con la band.
Questa spolverata agli archivi ha portato
il chitarrista a scegliere le canzoni che lo
ispirassero di più tra circa settanta demo
di melodie.
Elio e le Storie Tese
L’ALBUM BIANGO
“Complesso del primo maggio” è il singolo che ha anticipato “L’album biango”,
il nuovo attesissimo disco di inediti di
Elio e le Storie Tese. L’album il cui titolo omaggia “The white album”, il nono
album dei Beatles, contiene 15 nuove
canzoni che confermano gli EELST come
band unica nel panorama musicale italiano con i loro testi geniali e irriverenti e
la loro ormai rinomata maestria musicale: un mix che rende ogni loro brano un
“pezzo unico”. Nel disco ci sono anche
i brani che Elio e le Storie Tese hanno
presentato al 63esimo Festival di Sanremo: “Dannati forever” e “La canzone
mononota” che si è aggiudicata il Premio
della Critica “Mia Martini”, il Premio per
il miglior arrangiamento e il Premio della
Sala Stampa, Web, Radio e Tv.
Daft Punk
RANDOM ACCESS MEMORIES
Il nuovo e attesissimo album dei Daft
Punk “Random Access Memories” (SonyColumbia), è un forziere che trabocca di
gioiose memorabilia musicali in ordine
sparso. Un tributo ai tesori sonori degli
ultimi trent’anni. Oltre a richiami alla
musica disco, ci sono le sigle dei telefilm,
le colonne sonore cinematografiche, le
melodie da musical e il sound dei cartoni
animati spaziali. Ma l'album, che suona
come una megaproduzione, di “vintage”
ha anche il fatto di essere suonato da
musicisti in carne ed ossa. Infatti é meno
elettronico del solito, se si escludono il
sintetizzatore e, ovviamente, il vocoder:
vero marchio di fabbrica del duo francese fondato da Thomas Bangalter e GuyManuel nel 1993.
Stone Gossard dei Pearl Jam
MOONLANDER
I Pearl Jam sono in studio a registrare
il nuovo disco, che dovrebbe uscire nei
prossimi mesi del 2013, ma intanto il
chitarrista della band Stone Gossard ha
deciso di tenersi occupato: il suo secon-
44
Travis
WHERE YOU STAND
Sarà pubblicato il prossimo 20 agosto
2013 il nuovo e atteso album dei Travis,
intitolato “Where You Stand”. La band,
capitanata da Francis Healy, torna alla
grande sulla scena musicale internazionale con l’obiettivo di replicare il grande
successo del passato. La band infatti si è
aggiudicata per ben due volte il premio
per il “British album of the year” ai BRIT
Awards ed è considerata, insieme a band
del calibro degli Oasis e dei Coldplay,
uno dei nomi più in vista della musica
inglese.
All’uscita del disco seguirà un tour mondiale del quale saranno presto rese note
tutte le date.
TEATRO
recensioni
TEATRO
di Benedetta Breveglieri
I primi cento anni
I
dell’Arena
l Festival lirico dell’Arena di Verona compie un secolo.
Un compleanno speciale, questo 2013, che celebra la più grande manifestazione di opera lirica attraverso una stagione musicale incentrata su Giuseppe Verdi e con la direzione artistica
onoraria del maestro Placido Domingo. Ed ecco L’Aida, il Nabucco, la Traviata, il Rigoletto, la Messa da Requiem e il Trovatore.
Sei opere d’autore che saranno messe in scena tra il 4 e l’8
Settembre 2013, fra i 58 appuntamenti e le 4 serate di gala che
daranno vita alla 91ma edizione di questo straordinario Festival
lirico, celebrato anche in occasione del bicentenario del musicista Giuseppe Verdi al quale Verona dedica il suo compleanno.
Compositore da molti considerato meticoloso nell’espressione
drammatica della sua musica e con uno spiccato senso critico,
Verdi è protagonista della manifestazione lirica dell’Arena che si
apre al pubblico e raccoglie, attraverso la storia del suo festival,
rappresentazioni uniche della vita musicale mondiale.
Cento anni fa, infatti, nell’Agosto del 1913, il palco dell’Arena
ospitava un’Aida diretta da Tullio Serafin con ospiti del calibro
di Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Frank Kakfa. E quest’anno,
con un palcoscenico altrettanto meritevole, l’Arena “suona” il
suo grande cavallo di battaglia (l’Aida) con l’attesa regia della
Fura dels Baus che verrà proposta, dal prossimo 10 agosto, nella
rievocazione del 1913 di Gianfranco Bosio. Al maestro e regista Franco Zeffirelli spetterà invece l’allestimento del Trovatore
in scena il 6 luglio, mentre il Rigoletto, sul palcoscenico dal 9
Agosto, sarà diretto da Ivo Guerra.
Una folta agenda di appuntamenti, quindi, che non poteva dimenticare l’opera prima protagonista della città di Verona: Romeo e Giulietta, di Charles Gounod. Titolo sempre presente nel
repertorio del festival, Romeo e Giulietta sarà messa in scena da
Francesco Micheli in tre date e darà lustro, come d’abitudine, a
quella romantica ed infelice passione che vive da sempre nel
cuore della città.
E ancora Verdi con la Messa da Requiem il 13 luglio, diretta
dall’Orchestra Myung-Whun Chung e dal Coro dell’Arena di Verona, insieme all’Orchestra e al Coro del Teatro La Fenice di Venezia. Mentre invece i giorni successivi, e cioè il 15 e il 17 Luglio,
due Gran Galà saranno organizzati in onore di Verdi e di Richard
Wagner, compositore e saggista tedesco, nato nello stesso anno
del nostro musicista di Roncole di Busseto, e che ebbe il merito
di mescolare la musica con la filosofia, tracciando un percorso
totalmente innovativo per la musica di fine Ottocento.
I cancelli dell’Arena si chiuderanno il 20 Agosto con Daniel Harding che dirigerà Placido Domingo insieme ai più grandi interpreti wagneriani e verdiani, e i vincitori delle ultime edizioni del
concorso Operalia, le Olimpiadi del Canto, come le definisce il
suo fondatore, il tenore Placido Domingo, che nel 1983 fondò il
più importante concorso operistico del mondo.
Racconta Domingo: “Amo moltissimo quello che sto facendo qui.
Ricordo bene quanto ho dovuto fare all’inizio e quanto avrebbe
potuto aiutarmi un concorso del genere. Ricordo
che a 30 anni mentre stavo rilasciando un’intervista ho detto che un giorno se avessi potuto
avrei aiutato i giovani, e ora lo sto facendo!”.
E questa volta tocca a Verona ospitare
i talenti di domani.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | RECENSIONI
45
EVENTI
Reggia di Venaria Reale fino all’8 settembre 2013
Roberto Capucci.
La ricerca della regalità
Un maestro senza tempo
di BENEDETTA BREVEGLIERI
La moda non è ornamento,
è architettura.
Così si legge all’ingresso della mostra
allestita alla Reggia della Venaria
per celebrare Roberto Capucci,
maestro indiscusso
dell’eleganza femminile.
46
6
È
un inno alla bellezza questo percorso
straordinario che rivisita la regalità che
il sarto consegnava alle meravigliose
donne che vestiva. Personaggi di grande fascino come le principesse Odescalchi, Borghese
e Colonna, la leggendaria Silvana Mangano, le
star internazionali Marilyn Monroe ed Ester
Williams, e addirittura il premio Nobel Rita
Levi Montalcini, si rivolsero tutte allo stilista
che costruiva, per ciascuna, vere e proprie sculture, personalissime ed inimitabili.
D’altronde, come egli stesso dichiarava:
“non basta che un vestito sia bello, deve essere costruito come un palazzo, poiché come un palazzo
esso è la materializzazione di un’idea”. E sono le
idee di questo artista che attraversano tutta la
seconda metà del Novecento, ad ispirare i cinquanta abiti e i trentadue bozzetti e filmati che
la Reggia ospita. Opere di assoluta originalità,
che ci raccontano la storia di mezzo secolo di
moda italiana, grazie ad un uomo che ha prodotto una forma d’arte sia nella moda che al di
fuori di essa. Gli abiti in esposizione alla magnifica Reggia di Venaria ci riportano alla Terra
Madre e si ispirano all’acqua, al fuoco e all’aria
EVENTI
nella sezione “rossa”, alle spose regine, nella
sala interamente dedicata agli abiti nuziali, fino
a giungere alle sale dedicate ai grandi eventi,
primo fra tutti, il vestito che fu protagonista del
film Teorema, di Pier Paolo Pasolini.
Fu proprio uno dei più grandi scrittori e registi del secolo scorso come Pasolini, a volere Capucci per vestire Silvana Mangano nel suo film,
e il cui abito originale è oggi in esposizione. Fu
l’unica collaborazione con il cinema, ma fu sufficiente ad imporre definitivamente lo stilista
nel mondo della cultura. Inventore dell’abito
quale sintesi perfetta delle arti visive, la moda
si integra, con Roberto Capucci, al mondo delle
lettere e della musica e nel 1986, infatti, il sarto
sale sul palco dell’Arena di Verona con Norma,
in Omaggio a Maria Callas, e veste le dodici sacerdotesse di scena con tessuti preziosi di taffetas bianchi e argento. Ed è sempre nel 1986 che
Capucci supera un altro traguardo con l’abito
creato appositamente per Rita Levi Montalcini
in occasione della sua premiazione a Stoccolma quale Nobel per la Medicina.
Nell’estratto audiovisivo allestito alla Venaria, il premio Nobel ci racconta quanto l’eleganza e il talento stupefacente dell’artista
l’avessero così colpita, da scegliere proprio lui
come creatore dell’abito che avrebbe indossato
per la cerimonia. Sono gli anni in cui il sarto
decide di abbandonare la Camera della Moda e
di presentare le sue creazioni al di fuori delle
passerelle, spingendosi, in questo modo, al di la
degli schemi tradizionali italiani ed europei del
momento. Durante gli anni ottanta, infatti, lo
stilista si separa dalle strutture istituzionalizzate della moda, proponendosi di disegnare una
sola collezione all’anno e di presentarla ogni
volta in una città diversa. “Quella – dice Capucci – che sarà pronta ad accogliermi”. Ogni collezione si trasforma in una vera e propria mostra
personale perché l’arista è oramai uno scultore.
E la Biennale di Venezia lo vuole. Il direttore
delle Arti Visive della grande manifestazione
europea lo chiama nel 1995, in occasione del
centenario, per presentare la sua storia di creativo attraverso gli abiti che più lo rappresentano. E Capucci lo prende in parola, portando a
Venezia dodici architetture in tessuto, appoggiate su manichini senza testa, che riflettono la
sua massima espressione del rapporto con la
Natura, con la Materia, con il Colore. Fluorite,
Lapislazzuli, Diaspro. Pietre e colori, con i quali il sarto-scultore sperimenta nuove forme di
espressione materiale e visiva.
Giovanni Macchi, nell’introduzione alla Biennale dirà di lui: “la patente di artista può essere data a chiunque porti nuovi valori, siano essi espressi
con stoffe, con penne d’oca o con marmi”. Amato da tutti e conclamato Maestro della Moda anche dai giornalisti, ammirato per la sua totale indipendenza dagli schemi classici e rigidi che spesso il settore impone, scrive
Laura Laurenzi, su Repubblica : “La ribalta che gli spetta è quella del museo,
non la passerella volubile assediata dai flash, non la vetrina della boutique per
fashion victims”. E non a caso, è del 1991 la nomina a Socio Onorario della
“Kunstlerhaus - Società d’Arte Figurativa d’Austria” – dove è insignito
dell’onorificenza già conferita a Mirò, Tapies, Mondrian, per la sua opera
nel campo del design, e del 1994 la nomina a Accademico di Brera, oltre
ad una decina di onorificenze che gli consegnano Europa e Stati Uniti.
Una vita trascorsa a superare i confini canonici della moda, quella di
Capucci, trasmettendo il desiderio assoluto di non fare moda ma arte: “ se
potessi, abolirei il termine moda dal vocabolario. Essere alla moda è già essere
fuori moda”. Icona del talento sartoriale, Franco Maria Ricci, popolare
editore, ha detto di lui “come per Tiziano, si può parlare al massimo di un
Capucci giovane e di un Capucci maturo. Come accade per le tarsie, le pietre
dure, le vetrate, le porcellane, i suoi abiti stupiscono e chiedono di essere toccati.
Questo per dire che Capucci, grandissimo fra tutti i sarti, non appartiene alla
sartoria ma all’Arte”.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | EVENTI
47
MAPPAMONDO
STORIE DI VIAGGI E VIAGGIATORI
BIRMA
Bagan è un fantastico miraggio cromatico
In un immenso museo all’aperto, disseminati
nella valle del fiume Irrawaddy svettano migliaia di edifici, tra santuari, stupa, templi e
monasteri. Qui sorgeva fra l’ XI e XIII secolo
l’antica fiorente capitale del regno birmano.
48
MAPPAMONDO
ANIA
Etnie sconosciute,
idoli e ori di antiche
pagode nel paese
della divina armonia
Le immagini
sono di Carla Milone
Monaca in preghiera
È
l’essenza dell’Asia. Distese coperte
di templi e pagode, simbolo dello straordinario fervore religioso di un popolo,
lo stesso che persiste nel tempo, oppositore silenzioso di altri cambiamenti, quelli che in
un tempo recente hanno mutato i documenti di
identità del Paese: Birmania è oggi Myanmar, la
capitale Yangon è diventata Naypyidaw. Un salto
verso il passato, come se secoli di storia fossero
trascorsi senza lasciare tracce del loro passaggio.
Rimasta a lungo proibita al turismo straniero la
Birmania ha riaperto, da non molti anni, le sue
porte dorate: ed è possibile allora leggere le pagine della sua storia antica, pervasa di misticismo
ed afflato religioso, nel “libro più grande del mondo”, la pagoda Kuthadow di Mandalay, ricoperta
di iscrizioni sacre, tuffarsi nel mondo colorato e
vitale della pagoda di Schwedagon a Yangon, la
cui cupola raggiunge i 98 metri, o restare senza
parole di fronte alla spettacolare configurazione
del cosmo della pagoda Hsinbyume a Mingun.
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MAPPAMONDO
49
MAPPAMONDO
Sono migliaia i templi dedicati a Buddha, che
viene celebrato in una infinità di atteggiamenti,
in paesaggi fantastici e situazioni talvolta spettacolari, come la Roccia dorata sulla quale troneggia la pagoda di Kyaikiyo. La Birmania è un
grande museo all’aria aperta, un mosaico di 67
etnie che parlano 242 diverse lingue e dialetti,
sopravvissuta – grazie al suo isolamento culturale – alle aggressioni del tempo e degli uomini.
I 5000 templi di Bagan, di laterite rosso scuro
o rivestiti di algida calce bianca, sorgono da una
pianura come un fantastico miraggio cromatico,
e proprio il colore colpisce l’immaginazione, e
quasi commuove: i toni del rosso, declinato nelle
La questua dei bonzi - foto di Carla Milone.
In alto – La Shwedagon Pagoda, uno dei luoghi più sacri
del Paese, domina con il suo stupa d’oro il profilo di Yangon
- foto di Carla Milone.
“Ho nel cuore il sottile tintinnìo
dei campanellini di preghiera
e la dolcezza degli sguardi della gente,
negli occhi le distese di pagode...”
50
sue infinite varianti, giallo zafferano, arancio, porpora, sono i colori della
conoscenza e della saggezza.
Ed è una dolce malinconia quella che pervade chi contempla il tramonto
dalle terrazze più alte dei templi: è un fascino profondo che cattura, mentre
la mente corre al passato, alla presenza coloniale inglese ed ai capolavori
letterari di Rudyard Kipling. Al mondo britannico si richiama la “Road to
Mandalay”, definizione della via fluviale lungo l’Irrawaddy, che conduce
all’antica capitale Mandalay. Chi si regala una navigazione lungo questa
via d’acqua, che ha origine dalla catena himalayana e muore nel Mare delle
Andamane, non si potrà sottrarre all’incantesimo: ori di antiche pagode,
aromi di fiori e di tabacco, sguardi vellutati e sorridenti degli abitanti che
da questo fiume traggono la vita, villaggi nascosti nelle foreste, canti di
monaci-bambini. Se poi si desidera cogliere frammenti ancora più nascosti
della realtà birmana, allora si potrà andare verso il Lago Inle, ecosistema
lacustre straordinario, dove convivono cormorani, aironi cinerini e folaghe,
MAPPAMONDO
dove gli uomini hanno perfezionato un ingegnoso sistema di pesca, dove orti galleggianti ancorati ai fondali melmosi, giacinti d’acqua e case
di teak si dividono spazi di paradiso. Oppure
verso i villaggi dell’est, dove minoranze etniche
orgogliose e fiere, custodi di culture dimenticate,
conservano rituali a noi incomprensibili, dove le
ambiziose donne Padaung, annullando le spalle,
inanellano cerchi di ottone attorno al collo, allungandolo a dismisura.
Questa è una Birmania: iconografica, dolce,
classica o leggermente oltre le rotte più classiche. Ma c’è un’altra Birmania, quella dei luoghi
sconosciuti o remoti, che proprio grazie al loro
isolamento sono stati come dimenticati dal turismo. È lì che - se avrete la
pazienza di leggerci ancora per qualche istante - vi porteremo.
Abbiamo lasciato Bagan con il suo mare di templi e di pagode, luogo carico
di energia e sommamente sacro che, alle luci dell’alba, abbiamo sorvolato
in mongolfiera per cogliere nella nebbia leggera i contorni dei mille monumenti e gli stupendi riflessi dei primi raggi del sole. Dopo quest’emozione
immensa siamo ripartiti verso le montagne dell’ovest. Qui le strade sono
accidentate, il percorso impervio: il traguardo sarà ancor più una conquista.
Villaggi sperduti, regioni remote, ci sentiamo ospiti di un mondo lontano dal mondo. Viaggiatori, diventiamo inconsapevolmente antropologi e
naturalisti, poeti ed esploratori: con rispetto e dolcezza osserviamo le genti delle cento etnie che abitano queste vallate, i volti delle donne decorati
con tatuaggi complicati e misteriosi, i costumi sono ricchi e colorati, argenti e perline, i fiori di loto diventano fili dei tessuti. Kampalet, Mindat,
Kuaukhtu, Pauk, Pakokku sono solo alcuni dei villaggi che si incontrano
Ricami dorati nelle
architetture ripropongono
forme terrene per
aspirazioni ultraterrene.
Il ponte di U Bein ad
Amarapura, nei dintorni
di Mandalay (a sinistra).
Coltivazioni lungo il fiume
Irrawaddy (a destra).
prima di giungere a Monywa, dove le effigi
dei mille Buddha riportano all’equilibrio e alla
contemplazione. Qui giunti, potremmo proseguire il viaggio per scoprire gli Ahu, cacciatori
e coltivatori, gli Akha e i Khun, con i villaggi di
palafitte aggrappate alla montagna: ma per noi
è tempo di capodanno, dobbiamo andare oltre,
raggiungere i Kachin e i Naga, ai quali ci uniremo per una grande festa.
Da Mandalay, con un piccolo aereo e in fuoristrada, raggiungiamo la Birmania nord-occidentale, dove ci aspetta il Capodanno Naga. È un
evento eccezionale, che apre le porte di questa
regione, diversamente inaccessibile. Uno stretto sentiero, scosceso, si fa strada sul fianco della
giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MAPPAMONDO
51
MAPPAMONDO
montagna, tra due pareti di fitta foresta; sul fondo, un susseguirsi di colline punteggiate di villaggi in legno e bambù. Ad un tratto compare un
gruppo di uomini che indossano copricapi elaborati fatti di foglie, zanne,
elmetti di paglia intrecciata, pelli di scimmia, perline, piume: sono i Naga,
che scendono a valle per celebrare il loro capodanno. È una vera fortuna
avere la possibilità di partecipare a questa festa straordinaria, che suggella con riti ancestrali e antichissimi la nascita del nuovo anno. Qui, nella
Birmania più autentica e lontana, le tradizioni religiose prendono forme
complesse e bizzarre, che sfuggono ad ogni regola, e sono sopravvissute
a quanti – monaci, filosofi, re e imperatori – hanno cercato di sradicarne
la potenza. Come molte altre etnie minori della Birmania, i Naga vivono un fragile equilibrio
culturale, in cui il cristianesimo e il buddismo
hanno affiancato – talvolta sostituendosi, talaltra
solo sovrapponendosi – le antiche credenze animiste, che riaffiorano in occasione delle grandi
feste e di molti gesti rituali quotidiani: ed è proprio il mondo animista che emerge dall’ombra
delle foreste, dove i nat, gli spiriti, dimorano.
E gli spiriti vanno guidati, compiaciuti, placati
con offerte, danze e sacrifici di animali. Saranno
giornate di grandi emozioni, di ore trascorse ad
osservare le feste, i costumi, a ritmare con gesti
impacciati improbabili armonie che provengono
da cimbali, gong e tamburi, mentre le danze dei
Naga si susseguono che hanno i volti tatuati con
simboli indecifrabili e gli sciamani procedono nei loro sacrifici propiziatori. Sembra preistoria, sembra un altro mondo. Dov’è la quiete del lago Inle,
dov’è lo srotolarsi dei panorami sereni lungo le sponde dell’Irrawaddy, i
bimbi che giocano, le donne che lavano i panni, i bufali al lavoro? Tutto
si fonde e si confonde in questo paese che mostra gli aspetti più delicati e
quelli più ancestrali con la stessa grazia, con lo stesso sorriso. Ma è tempo
di tornare. Una pista nella foresta ci conduce a Homalin per un volo speciale che ci porterà a Yangon. I giorni di viaggio sono trascorsi come in un
attimo, come in un sogno. Il Myanmar è una zattera in equilibrio tra un
fragile medioevo ed il terzo millennio: un viaggio nell’antica Birmania, che
si scelga un itinerario classico o più avventuroso e inconsueto, è un regalo
a se stessi, è quasi un’esigenza dello spirito, per recuperare l’armonia e
l’interiorità perdute, per portare nel cuore un’esperienza indimenticabile,
prima che sia troppo tardi, prima che le logiche di un occidente invasivo
diventino moda e affare, prima che arrivi anche qui quella pericolosa metamorfosi che ha il nome, prosaico, di globalizzazione.
52
MAPPAMONDO
A pagina precedente:
In alto – Negli occhi di un monaco bambino,
tutte le speranze del mondo - foto di Cinzia Bassani.
Al centro – Statue colossali di Buddha,
simbolo di straordinario fervore religioso - foto di Pietro Tarallo.
A fianco – I particolari tatuaggi sul volto di una donna Chin.
Il lavoro nei campi di una giovane ragazza (a sinistra).
Paesaggi di natura bucolica (a destra).
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panorama del Paese: ai siti classici, visitati in modo approfondito,
unisce la scoperta della regione di Arakan, luogo fuori dal tempo e
dalle tradizionali rotte turistiche.
Terre birmane - 15 giorni - Un viaggio geo-etnografico nell’altra
Birmania, tra etnie, fiumi, foreste e antichi templi per avvicinare gli
aspetti più insoliti e meno noti del Paese.
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giugno 2013 | Plus Magazine 23 | MAPPAMONDO
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giugno 2013 | Plus Magazine 23 | CONVENZIONI
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sede a Roma, Viale Regina Elena 295,
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Diploma di specializzazione, Dottorato
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magistrale a ciclo unico € 1.700,00;
Troverete le informazioni su iscrizioni,
immatricolazioni, valutazioni pre-immatricolazioni ed elenco corsi su www.
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PLUS MAGAZINE
3
2
In questo
numero:
Supplemento trimestrale per la cultura e il tempo libero
a “La voce dei bancari”
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Hanno collaborato a questo numero:
Benedetta Breveglieri, Pietro Gentile,
Dario Migliardi, Barbara Odetto,
Mariangela Salvalaggio, Salvatore Taormina
Fotografie
Carla Milone, Roberto Morzone,
Archivio Il Tucano Viaggi, Archivio Stilisti,
Pietro Gentile, Archivio Teatro Regio,
Archivio Comune di Torino.
Pubblicità
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10123 Torino
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Fax 011 540096
LUS
IP
FAB
2 Copertina Geppi Cucciari: mi piace anestetizzare il pubblico
6 Protagonisti
Gianfranco Svidercoschi: un Papa del Sud
10 Approfondimenti Smart City: dalle idee ai fatti per una città intelligente
14 Protagonisti
Serena Dandini: una donna forte, determinata e allegra
18 Tecnofuturo
Italiani fra il vecchio e il nuovo
22 Protagonisti
Luca Barbarossa: tra pallone e musica per i bambini
SU
Grafica e impaginazione
Fantinel Graphic Designers – Torino
Stampa
Garabello Artegrafica – San Mauro Torinese
La redazione non si assume alcuna responsabilità per notizie, foto, marchi, slogan utilizzati dagli inserzionisti.
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ogni forma di riproduzione dei contenuti di
questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari,
senza autorizzazione scritta dell’editore.
In copertina
Geppi Cucciari
Medicina e Salute
26 Dr. Emilio Lavezzari: trent’anni di esperienza nel trapianto dei capelli
28 Dr. Enrico Rolla: terapia on line: un nuovo modo per offrire sostegno
30 Dr.ssa Elisabetta Zecchin: biologa nutrizionista
34ModaGlamourissimamente
40 Recensioni
Film, libri, fumetti, mostre, musica, teatri
46 Eventi
Roberto Capucci. La ricerca della regalità
48 Mappamondo
Birmania: l’essenza dell’Asia
54 Iniziative associati
Convenzioni nazionali
GEPPI CUCCIARI: MI PIACE ANESTETIZZARE IL PUBBLICO ○ GIANFRANCO
SVIDERCOSCHI: UN PAPA DEL SUD ○ SMART CITY: DALLE IDEE AI FATTI
PER UNA CITTÀ INTELLIGENTE ○ SERENA DANDINI: UNA DONNA FORTE,
DETERMINATA E ALLEGRA ○ TECNOFUTURO: GLI ITALIANI FRA IL VECCHIO
E IL NUOVO ○ LUCA BARBAROSSA: TRA PALLONE E MUSICA PER I BAMBINI
MODA: GLAMOURISSIMAMENTE ○ ROBERTO CAPUCCI: LA RICERCA
DELLA REGALITÀ ○ MAPPAMONDO: BIRMANIA, L’ESSENZA DELL’ASIA
PLUS MAGAZINE
IN QUESTO NUMERO:
RUBRICHE:
MEDICINA E SALUTE
MODA
RECENSIONI FILM,
LIBRI, FUMETTI, MOSTRE,
MUSICA, TEATRI
PROPOSTE:
CONVENZIONI
PER GLI ASSOCIATI
23
Geppi Cucciari
Supplemento per la cultura e il tempo libero
al periodico trimestrale “La voce dei bancari” - giugno 2013
E
N
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I
Z
I
ED ZION
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