Le parassitosi intestinali ed uro-genitali
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Le parassitosi intestinali ed uro-genitali
Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003, (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Genova”- n° 206- Novembre 2006 - Dir. resp.: Sergio Rassu - Editore: Medical Systems S.p.A. Genova - Contiene I.P. - Stampa: Nuova AATA - Genova www.medicalsystems.it ISSN 0394 3291 Caleidoscopio Italiano Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali conoscenze di base e indicazioni diagnostiche Direttore Responsabile Sergio Rassu 206 ... il futuro ha il cuore antico MEDICAL SYSTEMS SpA Edizione Italiana: Numero 0 - Luglio 2005 Editore: ... il futuro ha il cuore antico MEDICAL SYSTEMS SpA Caleidoscopio Italiano Daniele Crotti L.P. & L.D. in Parassitologia e Microbiologia Medica Le parassitosi intestinali ed uro-genitali conoscenze di base e indicazioni diagnostiche Direttore Responsabile Sergio Rassu 206 ... il futuro ha il cuore antico MEDICAL SYSTEMS SpA ISTRUZIONI PER GLI AUTORI INFORMAZIONI GENERALI. Caleidoscopio pubblica lavori di carattere monografico a scopo didattico su temi di Medicina. La rivista segue i requisiti consigliati dall’International Committee of Medical Journal Editors. Gli Autori vengono invitati dal Direttore Responsabile. La rivista pubblica anche monografie libere, proposte direttamente dagli Autori, redatte secondo le regole della Collana. TESTO. La monografia deve essere articolata in paragrafi snelli, di rapida consultazione, completi e chiari. I contenuti riportati devono essere stati sufficientemente confermati. E’ opportuno evitare di riportare proprie opinioni dando un quadro limitato delle problematiche. La lunghezza del testo può variare dalle 60 alle 70 cartelle dattiloscritte ovvero 100130.000 caratteri (spazi inclusi). Si invita a dattilografare su una sola facciata del foglio formato A4 con margini di almeno 25 mm. Usare dovunque doppi spazi e numerare consecutivamente. Ogni sezione dovrebbe iniziare con una nuova pagina. FRONTESPIZIO. 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Tutta la corrispondenza deve essere indirizzata al seguente indirizzo: Restless Architect of Human Possibilities sas Via Pietro Nenni, 6 07100 Sassari Caleidoscopio Italiano Editoriale Q uesta monografia costituisce una sintesi preziosa su un argomento, sicuramente noto, ma qui approfondito con una competenza che solo un Autore, come il dr. Crotti, che ha vissuto in prima persona queste tematiche, poteva svolgere. Subito dopo una visione generale si passa infatti all'inquadramento sistematico dei protozoi e degli elminti coinvolti nelle parassitosi intestinali per arrivare a quelle uro-genitali. La trattazione di questa monografia illustra quindi gli aspetti epidemiologici, la distribuzione geografica, il ciclo biologico e le modalità di trasmissione di siffatte parassitosi, per arrivare agli aspetti clinici (e quindi alle motivazioni per le indagini parassitologiche) e chiudersi con le procedure diagnostiche, con le linee guida sulla conduzione degli accertamenti di laboratorio, con importanti ed utili accenni ai tempi con i quali i medesimi sono o devono essere condotti, alle modalità di refertazione ed alle principali, seppur schematiche, indicazioni terapeutiche. Nel leggere il curriculum vitae dell'autore si potrà facilmente capire come la possibilità di confrontarsi con queste problematica l'abbia posto in una condizione privilegiata da rendere ancor più affascinante questa bellissima monografia. Il dottor Crotti Daniele ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Perugia e quindi i diplomi di Specializzazione in Immunoematologia presso l'Università degli Studi di Pisa, in Microbiologia presso l'Università degli Studi di Milano ed in Igiene e Medicina Preventiva-Orientamento in Sanità Pubblica presso l'Università degli Studi di Perugia. E' stato Professore a Contratto di numerosi Corsi nelle Scuole di Specializzazione presso l'Università degli Studi di Perugia e, in qualità di Consulente OMS per conto dell'Università degli Studi di Bologna, docente di Immunoematologia, Microbiologia e Parassitologia, presso il College of Health Sciences dell'Università di Asmara, in Eritrea. La sua carriera medica inizia come Assistente incaricato presso il Servizio Immunotrasfusionale dell'Ospedale Policlinico di Perugia, poi presso il Laboratorio Centralizzato della stessa struttura, indi presso il Laboratorio di Caleidoscopio 3 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Analisi Chimico-cliniche e Microbiologiche dell'Ospedale Civile di S. Severino M. (MC), e presso il Laboratorio di Analisi Chimico-cliniche e Microbiologiche dell'Ospedale Civile di Matelica (MC). Successivamente è stato dapprima Assistente in ruolo presso il Laboratorio di Analisi Chimicocliniche e Microbiologiche dell'Ospedale Civile di Gorizia e poco dopo Aiuto presso lo stesso Nosocomio Regionale, quindi Aiuto co-responsabile presso il Laboratorio di Analisi chimico-cliniche e Microbiologiche dell'Ospedale Civile di Gualdo Tadino (PG), presso il Laboratorio Biomedico del Presidio Multizonale di Prevenzione di Perugia e dopo presso il Laboratorio di Analisi Chimico-cliniche e Microbiologiche dell'Ospedale R. Silvestrini di Perugia prima di andare in Missione di Cooperazione ad Asmara in Eritrea. Al rientro dopo un anno accademico, è stato Dirigente Medico di I livello, e Responsabile di Modulo, c/o il Laboratorio di Analisi Chimico Cliniche e Microbiologiche dell'Ospedale R. Silvestrini di Perugia, poi Dirigente Medico Responsabile della Sezione di Microbiologia e Parassitologia Clinica sempre presso l'Ospedale Silvestrini, indi Dirigente Medico responsabile dell' Area di Programma ”Infezioni ed Infestazioni Parassitarie” nella Struttura Complessa di Microbiologia dell'Azienda Ospedaliera di Perugia. Attualmente è Libero Professionista in Parassitologia e Microbiologia Medica. Ha maturato una notevole esperienza lavorativa e di insegnamento nei “Paesi in via di sviluppo”: in Libano, presso gli Ambulatori Popolari e gli Ambulatori nei campi profughi palestinesi, in Malawi, c/o l'Ospedale Sr. Martha nella provincia di Mangochi (e la Chipini Clinic nella provincia di Zomba), in Albania (a Tirana, presso l'Istituto di Sanità Pubblica, in collaborazione con l'UNICEF e l'Istituto Superiore di Sanità di Roma), in Eritrea, ad Asmara, presso il College of Health Sciences dell' Università, in Ghana, presso la Comboni-Clinic di Sogakope, ed infine in Perù, presso l'Ospedale Missionario di Chacas, nella regione di Ancash. E' infine Autore e/o coAutore di una decina di manuali/monografie e di oltre 220 pubblicazioni scientifiche. Sergio Rassu 4 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Presentazione “Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza, son come 'l nocchiere ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada” (Leonardo da Vinci) Tale breve Monografia, anche per necessità concisa, schematica ma soltanto in parte riduttiva, vuole introdurre il lettore, sia egli un diagnosta di laboratorio o un semplice cultore di tale disciplina, in questa branca della Microbiologia Medica, in senso ampio intesa, focalizzando gli aspetti principali e più importanti della parassitologia clinica in tema di patologie, appunto, parassitarie a livello dell'apparato intestinale e di quello uro-genitale. Quanto in siffatto compendio è riportato altro non pretende di essere che una presentazione, razionale e concreta, del corretto e logico approccio alla diagnostica di laboratorio di queste parassitosi umane, per le quali sovente nella routine giornaliera, il tecnico, il biologo, il medico vengono coinvolti e non sempre con la dovuta responsabilità. Il contenuto del volume è frutto di lunghi anni di esperienza sul campo e di confronto e studio continuo per migliorare, implementare e qualificare la bontà diagnostica dei percorsi operativo-diagnostici in tale campo della parassitologia umana, che spesso ha forti, stretti e suggestivi agganci con quella veterinaria. Un adeguato iter diagnostico non può prescindere dalla conoscenza del soggetto in quanto paziente o potenziale tale, e, prim'ancora, essere umano che chiede e/o necessita di un supporto sanitario che, prima di essere tale, finalizzato cosciente e competente, deve garantire un rapporto di pari fiducia tra le parti in causa, ovvero tra soggetti entrambi sensibili, empatici, e creature viventi e pensanti. Mi auguro che le informazioni fornite e gli schemi proposti rispecchino le attese del lettore, che da tale possa trasformarsi, con dovizia ed umiltà, in diagnosta responsabile, critico e civile. Molto vi è da apprendere in questo campo. Il presente breviario è solamente l'inizio, ma solido ed efficace, spero, per una più promettente e approfondita conoscenza al riguardo. Caleidoscopio 5 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003, (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Genova”- n° 205- Ottobre 2006 - Dir. resp.: Sergio Rassu - Editore: Medical Systems S.p.A. Genova - Contiene I.P. - Stampa: Nuova ATA - Genova www.medicalsystems.it ISSN 0394 3291 Caleidoscopio Italiano Roberta Matrullo Anoressia: la negazione della sessualità come difesa narcisistica Direttore Responsabile Sergio Rassu 205 ... il futuro ha il cuore antico MEDICAL SYSTEMS SpA Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 1. Aspetti generali Premesse In campo biologico nessun organismo è da considerarsi come un'entità a se stante, distaccato dal contesto in cui è inserito. L'adattamento all'ambiente è una caratteristica fondamentale della vita su questo Pianeta. I rapporti di dipendenza tra i vari organismi, conseguenti a tale fenomeno di adattamento continuo, possono essere di vario genere. Fondamentalmente si possono suddividere in 2 gruppi principali: 1 con danno per un organismo a vantaggio di un altro (parassitismo e predatorismo ne sono gli esempi più eclatanti) 2 senza danno per alcun organismo (tipici il commensalismo ed il mutualismo). Il parassitismo è considerato come un tipo di rapporto tra due individui essenzialmente antagonistico, in cui un individuo (il parassita) vive all'interno o sulla superficie di un altro (l'ospite), nutrendosi a sue spese, per cui l'individuo parassitato ne può essere più o meno danneggiato. Il parassita trae pertanto indubbio beneficio dal suo ospite, che, in qualche modo, ne viene offeso (esistono comunque anche parassiti inquadrati come del tutto commensali o saprofiti, sia chiaro); l'azione patogena del parassita definito tale è pur tuttavia solitamente contenuta e/o prorogata nel tempo, in quanto la finalità intrinseca dello stesso non è o non sarebbe quella di portare il proprio ospite alla completa distruzione (ovvero sino alla morte), pena la sua stessa estinzione. Il parassita, in altre parole, cerca di limitarsi, sin quando possibile, a sfruttare le energie e/o le risorse dell'ospite parassitato per il proprio sostentamento. E questo vale anche per i parassiti che colpiscono l'uomo a livello gastro-intestinale ed in sede uro-genitale. Inquadramento generale Il parassita utilizza l'organismo dell'ospite come propria nicchia ecologica, affidandogli spesso la funzione di regolare parzialmente o totalmente le sue relazioni con l'ambiente esterno. Oltre a ciò il parassita si serve del suo Caleidoscopio 7 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali ospite come fonte diretta o indiretta di nutrimento, preoccupandosi al contempo di conservare la vita medesima del suo “associato”, essendo in fondo da questo dipendente. Il parassitismo presenta, in natura e nell'uomo, varie forme. Può essere obbligato (così la maggior parte degli elminti intestinali: si pensi alle tenie, agli schistosomi, e a tanti altri), facoltativo (per esempio Strongyloides stercoralis), o accidentale (in quanto non abituale, come per Toxocara spp.). Ancora, il parassitismo può essere permanente (Trichinella spp.), temporaneo (Blastocystis hominis), o periodico (ancilostomidi, ed altri). Il parassita vive, come detto, a spese di un altro individuo, definito ospite (nel nostro caso l'uomo); orbene, quest'ultimo può essere intermedio o definitivo. L'ospite si definisce intermedio quando è necessario al completamento del ciclo biologico del parassita di cui ospita la fase larvale (ad esempio la cisticercosi o la trichinellosi); si definisce invece definitivo quando ospita il parassita nella sua fase adulta (moltissimi elminti). In tema di trasmissione parassitaria, per vettore si intende un organismo nel cui interno il parassita compie una parte del suo ciclo (esulando dal campo stretto delle patologie intestinali si pensi alla zanzara per i plasmodi malarici), mentre per veicolo si intende un organismo capace di trasportare passivamente un parassita (la mosca per Entamoeba histolytica e altri ancora). Sicuramente le parassitosi sono ancora assai diffuse sulla Terra. In Italia sono rappresentate in misura decisamente inferiore a quanto avviene in altri Paesi, soprattutto in quelli definiti in via di sviluppo tecnologico (PVS), quali il continente africano, quello asiatico e il Centro-sud America in particolar modo, dove le condizioni ambientali sono più favorevoli alla moltiplicazione degli agenti parassitari stessi e alla loro trasmissione all'uomo: clima caldo ed umido, abbondanza dei vettori, carenze igienico-sanitarie (ovvero povertà), ed altro ancora. Inquadramento sistematico La parassitologia di interesse medico si suddivide in 3 branche, di cui le 2 principali sono rappresentate dalla PROTOZOOLOGIA e dalla ELMINTOLOGIA. In tema di parassitosi intestinali ed urogenitali sono coinvolti sia i protozoi che gli elminti (o vermi), mentre gli artropodi e gli insetti più in generale (rappresentanti la terza branca di cui sopra) non hanno quasi alcuna rilevanza in questo settore (salvo eccezionali casi di miasi intestinali per le quali si rimanda a testi più completi). 8 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali PROTOZOI I protozoi sono microrganismi costituiti da una singola cellula, contenente uno o più nuclei e provvisti di membrana nucleare in quanto eucarioti, visibili soltanto al microscopio ottico. Le loro dimensioni, infatti, variano da 1.8 µm (i microsporidi) a circa 80 µm (Balantidium coli), hanno forma variabile, sono spesso dotati di un movimento (quando in fase trofozoitica), grazie al quale solitamente vengono raggruppati, ed hanno un citoplasma ricco di numerose strutture, circondato da una membrana cellulare. Tale citoplasma è spesso differenziato in una parte più periferica, deputata ai rapporti e agli scambi con il mondo esterno (ectoplasma), e in una parte più interna che adempie alle principali funzioni metaboliche (endoplasma). La nutrizione dei protozoi è di tipo eterotrofo, ovvero utilizza molecole più o meno complesse assunte dall'esterno per processi essenzialmente di fagocitosi o attraverso una apertura orale. La riproduzione può essere asessuata (scissione binaria, scissione multipla, endodiogenia) o sessuata (copulazione, coniugazione). L'incistamento (non in tutti i protozoi però presente), ovvero la formazione di cisti a partire dalle forma vegetative (i cosiddetti trofozoiti, che sono i responsabili del danno patologico), corrisponde in un certo senso alla sporificazione batterica (garanzia di sopravvivenza in condizioni inadeguate); le cisti, poi, rappresentano di fatto lo stadio infettante (per i protozoi che le prevedono). Affinché i protozoi possano esplicare la loro azione patogena sono necessarie alcune particolari condizioni idonee alla loro penetrazione e sopravvivenza nell'organismo ospite. Esistono peraltro svariate specie protozoarie che convivono in rapporto pressoché saprofitico (sono commensali) con l'organismo umano e che non svolgono, pertanto, mai o quasi mai (nel caso si comporterebbero da “opportunisti”) azione patogena vera e propria. Delle oltre 20.000 specie, di cui molte a vita libera, di protozoi, soltanto un numero limitato può provocare malattia nell'uomo, e un numero ancora inferiore è patogeno a livello dell'apparato gastro-enterico. ELMINTI Gli elminti sono organismi pluricellulari, a struttura complessa, appartenenti al gradino più basso del Regno Animalia (laddove i protozoi appartengono tutti ad un loro regno, quello dei Protista), superficialmente e talora somiglianti tra loro, ma in realtà profondamente differenti per struttura e comportamento, nonché per dimensione; si consideri, ad esempio, come il verme adulto può essere talmente piccolo da non potersi osservare a occhio nudo (S. stercoralis), sino a raggiungere e superare la lunghezza dei 10-12 metri (come Diphyllobothrium latum). Caleidoscopio 9 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali In campo umano sono di interesse specifico i Platelminti (distinti in trematodi, o vermi piatti, e cestodi, o vermi segmentati) e Nematelminti (i nematodi, o vermi cilindrici). Esistono elminti a vita libera ed elminti parassiti dei vegetali, degli animali e dell'uomo. Ogni parassita ha il suo ciclo biologico (a volte breve, a volte lungo; a volte semplice, a volte piuttosto complesso), che si compie in uno o più ospiti (ma non sempre). Come già riferito, l'animale (così l'uomo) che alberga il parassita adulto è detto ospite definitivo (per quello specifico elminta), mentre quello che lo alberga negli stadi embrionali (o larvali) è detto ospite intermedio. Nella maggior parte dei casi gli elminti arrivano all'uomo allo stadio di uovo o larva, penetrando in esso attraverso due principali vie: quella orale e quella transcutanea (o percutanea che dir si voglia). In genere, tale penetrazione è del tutto accidentale: ingerendo cibi o acque contaminati, bagnandosi (soprattutto gli arti inferiori) in acque infestate, venendo punti o morsicati da insetti vettori (anche se in quest'ultimo caso ciò non succede per gli elminti che interessano gli apparati di cui si sta parlando). Si ricordi che per i protozoi intestinali la via di penetrazione è sempre quella orale. Gli elminti umani esercitano la loro azione patogena quasi sempre quando raggiungono lo stadio adulto; pertanto l'uomo ne costituisce l'ospite definitivo (geoelminti, ossiuri, tenie, e molti altri ancora). Talora l'azione patogena viene esercitata dal verme adulto, talora dalle sue larve, talora dalle uova medesime (come nel caso della schistosomiasi). 10 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 2. Parassiti intestinali Generalità Le parassitosi intestinali sono dunque causate da protozoi e/o da elminti. Tra i protozoi vi sono sia quelli patogeni (o potenzialmente tali) sia quelli non patogeni (solitamente saprofiti commensali, eccezionalmente opportunisti). Per la loro diagnostica si ricorre all'osservazione microscopica diretta e dopo concentrazione dei campioni fecali, e alla microscopia dopo colorazioni estemporanee e permanenti. Per quanto concerne gli elminti, questi sono quasi tutti da interpretarsi come patogeni. Per la diagnostica delle elmintiasi si ricorre alla ricerca di uova e/o larve nei campioni fecali, soprattutto dopo arricchimenti specifici e/o coltura su agar (talora è necessaria la ricerca su altri materiali biologici o bisogna utilizzare tecniche differenziate). Classificazione dei protozoi I protozoi intestinali di interesse umano, come del resto tutti i protozoi, vengono suddivisi in cinque gruppi: amebe, flagellati, ciliati, coccidi (che appartengono agli sporozoi), e microsporidi. L'unica ameba patogena è Entamoeba histolytica; tutte le altre sono saprofite, eccezion fatta per B. hominis (peraltro “ameba atipica” o, secondo altri, ancora incertae sedis), la quale è sovente considerata opportunista in quanto potrebbe in talune circostanze svolgere un qualche ruolo patogeno o co-patogeno. In ogni caso è in prima istanza preferibile annoverarla tra i protozoi non tipicamente patogeni. Tra i flagellati gli unici patogeni sono rappresentati da Giardia duodenalis (ancora chiamata anche G. intestinalis o G. lamblia) e da Dientamoeba fragilis; quest'ultimo protozoo è del tutto peculiare in quanto ha l'apparenza di una ameba ma di fatto è un flagellato “atipico”, di cui non si conosce lo stadio cistico. B. coli è l'unico ciliato, peraltro assai raro, patogeno per l'uomo. I coccidi, a parte Sarcocystis spp., usualmente non patogeno, tutti gli altri svolgono azione patogena; tra i criptosporidi possono essere reperiti, oltre ai due citati in Tabella 1 (peraltro morfologicamente indistinguibili), anche altri (morfologicamente identici) ma esclusivamente in pazienti immunocompromessi. I due microsporidi che ci interessano sono reperibili soltanto in pazienti immunodepressi. Caleidoscopio 11 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti A parte D. fragilis e Trichomonas hominis (chiamato anche Pentatrichomonas hominis), di cui si conoscono solo le fasi trofozoitiche, tutti gli altri hanno sia lo stadio di trofozoite che quello di cisti. Nella Tabella 1 è riportata la classificazione dei protozoi intestinali di interesse umano. PROTOZOI PATOGENI (o potenziali tali) NON PATOGENI (usualmente) Amebe Entamoeba histolytica Entamoeba dispar Entamoeba coli Entamoeba hartmanni Entamoeba polecki Endolimax nana Iodamoeba buetschlii Blastocystis hominis Flagellati Giardia duodenalis Ciliati Balantidium coli Coccidi Microsporidi Cryptosporidum hominis Cryptosporidium parvum Isospora belli Cyclospora cayetanensis Chilomastix mesnili Trichomonas hominis Enteromonas hominis Retortamonas intestinalis Sarcocystis spp. Enterocytozoon bieneusi Encephalitozoon intestinalis Tabella 1. Classificazione dei protozoi intestinali di interesse umano. Classificazione degli elminti Gli elminti, o vermi, sono suddivisi in nematodi, trematodi e cestodi. I primi sono i più evoluti e sono presenti sempre a sessi separati (a parte la femmina partenogenetica parassita di S. stercoralis); tra i trematodi soltanto Schistosoma spp. presenta i sessi separati; tutti i cestodi sono ermafroditi. Tutti gli elminti sono da ritenersi patogeni. Pertanto, allorché si reperisca- 12 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali no nei campioni fecali uova o larve agli stessi attribuibili, si deve presumere essere alla presenza di una elmintiasi con indovamento dell'adulto in sede intestinale (o organi ad essa collegati); soltanto in rari casi si possono reperire uova cosiddette “di transito” (per ingestione passiva delle medesime da alimenti solitamente carnei infestati ma che difficilmente maturano nell'uomo; esempio tipico è rappresentato dalle uova di Dicrocoelium dendriticum) o larve di nematodi a vita libera, che infestano la parte esterna di svariati vegetali, e che arrivano all'intestino per consumo di tali alimenti non adeguatamente puliti e/o lavati. Mentre i protozoi sono in fondo rappresentati da pochi generi ed altrettanto poche specie, per gli elminti svariati sono invece i generi e numerose sono le specie che possono colpire l'uomo, anche se molti di questi sono rari se non rarissimi o eccezionali. In Tabella 2 si riporta la classificazione degli elminti che sono responsabili di patologie nell'uomo (ma spesso non soltanto nell'uomo, essendo moltissime, se non quasi tutte le elmintiasi, delle “zoonosi”), differenziando tra elminti frequenti e meno frequenti da una parte ed elminti rari, rarissimi o eccezionali dall'altra, fermo restando che la maggior parte delle elmintiasi sono più comuni nei PVS, mentre nei Paesi cosiddetti sviluppati le stesse sono molto più contenute, fatte salve ovviamente quelle importate. Caleidoscopio 13 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali ELMINTI assai comuni, comuni e meno comuni ELMINTI rari, rarissimi, eccezionali NEMATODI Ascaris lumbricoides Trichuris trichiura Ancylostoma duodenale Necator americanus Enterobius vermicularis Strongyloides stercoralis Capillaria philippinensis Capillaria hepatica Strongyloides fuelleborni Trichostrongylus orientalis Trichostrongylus spp. NEMATODI Angiostrongylus costaricensis Haemonchus contortus Marshallagia marshalli Oesophagostomum spp. Ostertagia spp. Physaloptera spp. Ternidens spp. Eustrongylides spp. Chordodes capensis Gordius spp. Pseudogordius spp. Neochordodes colombianus Paragordius spp. Spirocerca lupi TREMATODI Schistosoma mansoni Schistosoma japonicum Schistosoma mekongi Schistosoma intercalatum Fasciola hepatica Fasciolopsis buski Clonorchis sinensis Opistorchis felineus Heterophyes heterophyes Metagonimus yokogawai Paragonimus westermani TREMATODI Schistosoma haematobium Opistorchis viverrini Paragonimus uterobilateralis Paragonimus mexicanus Paragonimus spp. Echinostoma ilocanum Dicrocoelium dendriticum Fasciola gigantica Eurytrema pancreaticum Haplorchis spp. Heterophyes spp. Nanophyetus spp. Neodiplostomum seoulense Phaneropsolus bonnei Pygidiopsis summa Prosthodendrium molekampi CESTODI Taenia saginata Taenia solium Hymenolepis nana Dyphyllobothrium latum Diphyllobothrium pacificum CESTODI Hymenolepis diminuta Diphyllobothrium spp. Dipylidium caninum Bertiella spp. Diplogonoporus spp. Inermicapsifer spp. Mesocestoides spp. Raillietina spp. Spirometria spp. Tabella 2. Classificazione degli elminti intestinali di interesse umano. 14 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 3. Parassiti uro-genitali A livello genitale, di fatto in sede vaginale nella donna e in sede uretrale o prostatica nel maschio, soltanto un protozoo è rinvenibile e di fatto è patogeno: Trichomonas vaginalis. Di tale flagellato esiste soltanto lo stadio di trofozoite, come T. hominis (intestinale) e Trichomonas gengivalis (presente in sede orale, e saprofita). Tale protozoo può accidentalmente rinvenirsi anche in sede urinaria, sia nel maschio, soprattutto, sia nella donna. La trasmissione è sempre, di fatto, squisitamente sessuale. Per quanto riguarda gli elminti, di spicco, e pressoché l'unico, è Schistosoma haematobium, le cui uova si rinvengono tipicamente nei campioni urinari, laddove il loro rinvenimento nei campioni fecali è raro. Le uova di tale nematode possono talora rinvenirsi anche in sede genitale, ed in particolar modo nello sperma dei soggetti maschili. Nella donna (soprattutto nelle bambine), sia in sede vaginale che nei campioni urinari, non così di rado è possibile rinvenire E. vermicularis. Pertanto, mentre le parassitosi intestinali sono numerose e variabili, le parassitosi uro-genitali sono assai contenute. Ne consegue che da questo momento in poi verranno trattate più spesso insieme. Caleidoscopio 15 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003, (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Genova” - Periodico Quadrimestrale n. 3/2006 - Settembre-Dicembre 2006 - Editore Medical Systems S.p.A. Genova (Contiene I.P.) - Stampa: Tipolitografia ATA - Genova www.medicalsystems.it GIORNALE DI RICERCA CLINICA E DIAGNOSTICA PANDORA ISSN 1120-303X 52 Allergia Intolleranze alimentari Leishmaniosi ...il futuro ha il cuore antico VIA RIO TORBIDO, 40 -GENOVA (ITALY) TEL. 010/83401 MEDICAL SYSTEMS S.p.A. Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 4. Epidemiologia e distribuzione geografica Aspetti epidemiologici Nonostante la conoscenza delle misure di prevenzione di controllo delle parassitosi, e nonostante la possibilità di trattamenti farmacologici, le parassitosi intestinali sono tuttora presenti in tutto il mondo. Tuttavia è indubbio che la maggior parte delle stesse (con poche eccezioni) sia presente, talora in modo massiccio, nei paesi in via di sviluppo delle aree equatoriali, tropicali e sub-tropicali. Ciò è dovuto a svariati fattori: climi caldi e caldo-umidi (ottimali per la maggior parte dei parassiti intestinali; a temperature sotto i 10°C pochi parassiti resistono e a lungo; a temperature sotto gli 0°C quasi nessun parassita è in grado di sopravvivere), elevata densità di popolazione, scarse o scarsissime condizioni igieniche, approvvigionamenti idrici insufficienti con acque per uso domestico non potabili, impianti igienici e fognature inesistenti, presenza di insetti vettori o veicoli passivi di parassiti, ben poche risorse economiche a disposizione per intervenire al riguardo, usi e costumi (alimentari e non) delle popolazione medesime. La maggior parte delle parassitosi è ampiamente diffusa in zone quali l'Africa, l'Asia, il Centro ed il Sud-America, con distribuzioni a volte molto ampie ma talora assai circoscritte, in dipendenza dalle caratteristiche delle zoonosi medesime, quali quasi sempre sono le parassitosi intestinali, soprattutto le elmintiasi. E' inoltre fondamentale, ai fini della diffusione di tali patologie, l'esistenza di determinate usanze o abitudini, alimentari ma non soltanto alimentari, delle popolazioni coinvolte, spesso alla base delle frequenti reinfezioni (per le protozoosi) o reinfestazioni (per le elmintiasi o verminosi che dir si voglia), nonché causa della difficoltà alla loro eradicazione, talora anche perché parassitosi miste, sostenute da due o più tipi di protozoi e/o elminti. L'incremento costante di viaggi e gli spostamenti migratori sono altri elementi importanti di diffusione di parassiti intestinali da aree endemiche ad aree non endemiche o ipoendemiche. Da un lato il viaggiatore (lavoro, turismo, volontariato) può andare incontro a parassitosi intestinali inesistenti o rare nel paese d'origine, dall'altro immigrati, rifugiati, clandestini, visitatori stranieri (da paesi a sicura endemia) possono albergare parassiti, noti e meno noti. Si pone così il problema di essere in grado di diagnosticare anche le parassitosi non diffuse nel nostro Paese, sia per offrire risposte terapeutiche Caleidoscopio 17 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali per il singolo sia per vigilare sulla possibilità che parassitosi non autoctone vengano col tempo introdotte o reintrodotte in aree indenni. E' pur vero che, facendo riferimento soprattutto alle elmintiasi a trasmissione fecale-orale, le condizioni igienico-sanitarie in Italia sono ben diverse rispetto a quelle presenti in molti PVS; tuttavia sarebbe interessante potere valutare quanto, per esempio in comunità immigrate da lungo tempo in Italia e in condizioni disagiate, tali parassitosi possano riuscire a riproporsi nelle loro caratteristiche biologiche e dinamiche tipiche delle aree di endemia. Un altro gruppo di soggetti che spesso alberga parassiti (protozoi e/o elminti) a livello intestinale, anche asintomatici o paucisintomatici, è rappresentato dai bambini adottati: sia da paesi africani o sud-americani, sia, soprattutto negli ultimissimi anni, da paesi dell'est europeo (Albania, ex Jugoslavia, ex Unione Sovietica). Al di là degli accertamenti eseguiti al momento dell'ingresso nel nostro Paese (e quindi un tempestivo trattamento terapeutico della eventuale parassitosi rilevata), non è da escludere (qualora tale screening non venga fatto, o non venga fatto in modo adeguato) la possibilità di una introduzione di parassitosi (essenzialmente protozoosi) in comunità dagli stessi poi frequentate, quali asili-nido, scuole materne, scuole elementari. Infine, e questo riguarda anche e prima di tutto la nostra popolazione autoctona, l'immunodepressione, l'immunosoppressione, l'immunocompromissione hanno favorito l'emergenza (peraltro ultimamente contenuta) di protozoosi sino ad alcuni anni fa ignote o poco conosciute. Questo fenomeno interessa soprattutto la popolazione adulta più giovane e la popolazione pediatrica affetta da patologie del sistema immunitario, sebbene un po' tutte le età ne possono essere colpite. Per quanto concerne gli anziani affetti da patologie immunodeprimenti, occorre assolutamente escludere una potenziale misconosciuta strongyloidiasi, ad esempio, assai pericolosa per tali soggetti (purché nel passato siano stati a rischio di averla contratta) qualora dovessero essere sottoposti a terapie cortisoniche. Da quanto detto, e da quanto seguirà, l'importanza dell'anamnesi geografica (“unde venis?”) è pertanto fondamentale . E' necessario infatti che, al momento dell'accettazione del campione fecale, nella raccolta dei dati anamnestici venga chiesto al soggetto da dove viene (o, nel caso di un viaggiatore, dove è stato e da dove rientra), da quale Continente proviene, da quale Paese è emigrato (nel caso si tratti di un immigrato). Altrettanto dicasi per il soggetto autoctono che si è recato all'estero, soprattutto in PVS, ove se non note, in ogni caso alte possono essere le endemie per svariati parassiti e parassitososi. Per quanto riguarda i protozoi, essi sono o possono essere presenti ovunque. Hanno, in altri termini, una distribuzione ubiquitaria, cosmopolita. E' pur vero che tutti (soprattutto amebe e alcuni flagellati) sono maggiormente 18 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali diffusi nei PVS (in particolare Africa sub-sahriana sino al tropico del Capricorno, continente indiano ed estremo oriente, centro e sud-America), ossia nelle aree equatoriali, tropicali e sub-tropicali (il patogeno E. histolytica è di fatto presente soltanto in tali aree geografiche); ma è altresì vero che, sia pure con frequenze più ridotte, buona parte dei protozoi di interesse clinico (i due flagellati G. duodenalis e D. fragilis, ed il coccidio Cryptosporidium spp.) possono reperirsi anche in zone con climi temperati e continentali con temperature non inferiori però agli 0° C nel corso dell'intero anno solare. Per alcuni protozoi, inoltre, pur essendo ipotizzata o ipotizzabile una loro diffusione ubiquitaria, va rilevato come gli stessi siano stati segnalati solo in alcune aree geografiche relativamente ristrette, spesso tra loro molto distanti e dissimili, con però sempre nuove segnalazioni anche in altri Continenti, quali l'Oceania e l'Europa (Italia compresa). Un esempio è rappresentato da C. cayetanensis, inizialmente segnalata soltanto in Peru' e in Nepal, ma poi reperita in altri Paesi limitrofi al primo, sino al Messico e quindi nel sud degli USA, in altre aree della penisola indiana, in Europa. Una recente segnalazione ufficiale ha identificato la sorgente di una piccola epidemia da C. cayetanensis in un'insalata proveniente dai dintorni di Bari. Più complesso è il discorso sulla distribuzione degli elminti: infatti, mentre alcuni di essi possono ritenersi pressoché cosmopoliti, per molti altri le distribuzioni sono particolari, per altri ancora ristrette a limitatissime aree geografiche. Per quanto riguarda i NEMATODI si ricorda che ancilostomidi (A. duodenale/N. americanus) sembrano essere scomparsi da alcuni decenni in Italia, mentre sempre più frequenti sono i casi di strongyloidiasi. Le infezioni da Capillaria hepatica (cosmopolita in quanto tale) sono rare, così come quelle da Capillaria philippinensis (presente però solo nell'estremo oriente). Le infezioni da Strongyloides fuelleborni sono assai rare e presenti soltanto in Africa equatoriale e Papua-Nuova Guinea. Per quanto concerne i TREMATODI questi sono quasi tutti assenti in Italia. A parte le schistosomiasi e la paragonimiasi, nelle aree ove sono presenti, le altre parassitosi sostenute da questo gruppo sono tutt'altro che frequenti (e in relazione alla specifica area geografica). Alcune inoltre sono veramente rare se non eccezionali (per esempio le infestazioni vere da D. dendriticum e le infestazioni sostenute da Echinostoma ilocanum). Circa i CESTODI, si ricorda come in tutte le popolazioni di religione islamica è assente Taenia solium, laddove nelle popolazioni induiste è assente Taenia saginata. Le infestazioni da Hymenolepis diminuta (di per sé ubiquitaria) sono assai rare, quelle da Dipylidium caninum (presente in gatti e cani un po' ovunque) sono eccezionali nell'uomo. Ecco, questo soltanto per dare alcuni esempi e rimandando alle Tabella 3, 4 e 5 (nonché , come si dirà, alle successive) per meglio focalizzare le endemie di queste elmintiasi. Caleidoscopio 19 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Agente parassitario Distribuzione geografica nota Ascaris lumbricoides Cosmopolita Assente in: Trichuris trichiura Enterobius vermicularis Cosmopolita Assente in: Cosmopolita Assente in: Canada Paesi comunitari del centro e nord Europa Giappone Canada, Sud Africa Paesi del nord Europa Siberia, Mongolia Sud Australia, Nuova Zelanda Nord del Canada Nord della Siberia Strongyiloides stercoralis Messico, Centro America, Sud America (assente in Cile, Bolivia e sud dell'Argentina) Africa (assente nelle zone sahariane centro-occidentali, Namibia e Sud Africa) Europea meridionale Asia (assente nella penisola arabica, Siberia e Mongolia) Australia nord-orientale Necator americanus / Ancylostoma duodenale Centro-America Zone costiere orientali degli stati americani del Sud e Messico Africa sub sahariana (assente in Sud Africa, Botswana e Namibia) Bacino del Mediterraneo (assente in Italia) Bacino del Mar Rosso, Medio Oriente (assente nella penisola arabica) Penisola indiana, Birmania, Tailandia, Cambogia, Laos e Vietnam Cina, Giappone, Filippine, Malesia, Indonesia e Papua Nuova Guinea Zone costiere dell'Australia del nord est Trichostrongylus orientalis Iran Corea, Cina, Giappone Trichostrongylus spp Cosmopolita Capillaria philippinensis Filippine, Birmania, Tailandia, Laos, Cambogia, Vietnam Capillaria hepatica Cosmopolita Strongyloides fuelleborni Africa equatoriale Papua Nuova Guinea Tabella 3. Distribuzione geografica dei principali nematodi 20 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Agente parassitario Distribuzione geografica nota Schistosoma mansoni Brasile, Guyana, Suriname, Venezuela, Indie Occidentali e Caraibi Africa sub sahariana (sino al tropico del Capricorno), Namibia, Egitto, Libia Penisola arabica Schistosoma haematobium Africa sub sahariana (assente in Sud Africa), Tunisia, Algeria, Marocco Penisola arabica Schistosoma intercalatum Africa intertropicale Schistosoma japonicum Cina, Indonesia, Giappone, Filippine Schistosoma mekongi Cambogia, Laos, Tailandia Clonorchis sinensis Cina, Giappone, Corea, Malesia, Vietnam Opistorchis felineus Russia e Paesi est europei, alcuni Paesi mediterranei (Italia compresa) Opistorchis viverrini Tailandia (e, forse, zone limitrofe) Echinostoma ilocanum Asia sud orientale Paragonimus westermani Cina, Giappone, Filippine, Birmania, Tailandia, Laos, Cambogia, Vietnam, Malesia, Indonesia Papua Nuova Guinea Paragonimus mexicanus Messico, centro America, Colombia, Ecuador, Perù Paragonimus spp Africa dell'ovest (Paesi del Golfo di Guinea) Fasciola hepatica Cosmopolita (soprattutto in: Bolivia, Ecuador, Perù, Portogallo, Francia, Egitto, Iran) Fasciolopsis bueski Bangladesh, Birmania, Laos, Tailandia, Cambogia, Vietnam, Cina, India, Malesia, Indonesia Heterophyes heterophyes Delta del Nilo Estremo oriente Metagonimus yokogaway Romania, Estremo oriente, (coste mediterranee?) Dicrocoelium dendriticum Cosmopolita Tabella 4. Distribuzione geografica dei principali trematodi. Caleidoscopio 21 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Agente parassitario Distribuzione geografica nota Taenia solium Cosmopolita (casi oggi rari in USA, Europa, Australia, Nuova Zelanda) Assente in: Canada Fascia costiera pacifica del sud America Fascia costiera atlantica del nord Africa Regno Unito e Paesi Scandinavi Giappone Taenia saginata Cosmopolita Assente o pressoché assente in: Nord America Paesi lungo la costa atlantica africana dal Benin al Marocco sino all'interno dei paesi sahariani, Algeria, Tunisia, Libia, Madagascar Centro e nord Europa Siberia, penisola indiana Fasce costiere del sud Australia Hymenolepis nana Cosmopolita Hymenolepis diminuta Cosmopolita Diphyllobothrium latum Centro America, Nord America Paesi Scandinavi, Italia, est europeo Siberia, Giappone, Corea Diphyllobothriun pacificum Sud America (soprattutto coste pacifiche, in particolare Perù) Dipylidium caninum Cosmopolita Tabella 5. Distribuzione geografica dei principali cestodi Distribuzione e prevalenze Come detto la distribuzione dei protozoi, sia quelli patogeni che quelli non patogeni, è pressoché ubiquitaria. Sono assenti soltanto nelle regioni più fredde del globo. Soltanto E. histolytica è presente nei climi più caldi del nostro Pianeta, e riconoscendo tutti gli altri delle variabilità più o meno ampie nella loro distribuzione. Per quanto riguarda gli elminti, le cose sono invece diverse; a dire che la loro distribuzione presenta maggiori diversificazioni con prevalenze a volte assai differenti. 22 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Si è così pensato di riproporre degli schemi della distribuzione dei nematodi, trematodi e cestodi, sulla base della loro presenza o meno nei vari continenti, in siffatto modo suddivisi: Europa, con 5 diversificate aree geografiche, le Americhe (diversificate anch'esse in 5 aree), Africa (5 aree individuate), Asia (con 4 aree), ed Oceania, con 6 aree differenziate. Si riportano dunque nelle Tabelle seguenti (dalla Tabella 6 alla Tabella 20) la distribuzione al momento nota dei più importanti elminti di precipuo interesse umano (No: assenti; SI: presenti; VAR: presenti con endemie variabili). NEMATODI Area geografica EUROPA nord - ovest sud - ovest centrale est Litorali Mediterranei A. lumbricoides NO SI / VAR NO SI / VAR SI / VAR T. trichiura NO SI / VAR VAR SI / VAR SI / VAR ancilostomidi NO NO / VAR NO VAR SI / VAR E. vermicularis SI SI SI SI SI NO SI NO VAR SI S. stercoralis Tabella 6. Distribuzione dei nematodi in Europa NEMATODI AMERICHE Area geografica Nord-America A. lumbricoides SI (NO in Canada) SI (NO in Canada) NO T. trichiura ancilostomidi E. vermicularis Messico e Caraibi Sud-America Sud-America Centro-America tropicale temperato SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI NO /VAR SI SI SI SI / VAR SI / VAR VAR VAR VAR VAR / NO SI SI (NO nel nord del Canada) S. stercoralis SI SI (NO nel nord del Canada) Trichostrongylus NO VAR spp. Tabella 7. Distribuzione dei nematodi nelle Americhe. Caleidoscopio 23 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti NEMATODI AFRICA Area geografica nord ovest centrale est sud A. lumbricoides SI SI SI SI SI T. trichiura SI SI SI SI SI ancilostomidi VAR SI SI SI NO E. vermicularis SI SI SI SI SI S. stercoralis NO VAR SI SI NO Trichostrongylus spp. VAR VAR VAR VAR NO /VAR Tabella 8. Distribuzione dei nematodi in Africa. NEMATODI ASIA Area geografica sud - ovest centro - sud sud - est est A. lumbricoides SI SI SI VAR T. trichiura SI SI SI VAR (NO in Mongolia e Siberia) VAR SI (NO in penisola arabica) SI VAR ancilostomidi E. vermicularis SI SI SI SI (NO in Nord-Siberia) S. stercoralis VAR (NO in medioriente) SI SI VAR (NO in Mongolia e Siberia) T. orientalis NO (SI in Iran) NO NO SI/VAR NO NO/VAR SI VAR (SI nelle Filippine) C. philippinensis Tabella 9. Distribuzione dei nematodi in Asia. 24 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti NEMATODI Area geografica A. lumbricoides O C E A N I A Australia Papua Sud Polinesia N. Zelanda Nuova Guinea Pacifico Ovest Pacifico Haway SI / VAR SI SI SI SI SI T. trichiura VAR SI SI SI SI SI ancilostomidi VAR SI SI SI SI VAR E. vermicularis SI SI SI SI SI SI VAR SI SI SI SI VAR S. stercoralis Tabella 10. Distribuzione dei nematodi in Oceania. TREMATODI Area geografica EUROPA nord - ovest sud - ovest centrale est litorali mediterranei F. hepatica VAR SI/VAR VAR VAR VAR M. yokogawai NO NO NO in Romania NO O. felineus NO NO NO/VAR SI VAR Tabella 11. Distribuzione dei trematodi principali presenti in Europa. TREMATODI Area geografica A M E R I C H E Nord-America Messico Centro-America Caraibi Sud-America tropicale Sud-America temperata S. mansoni NO NO SI / VAR SI SI / VAR Paragonimus spp. NO SI NO SI NO F. hepatica VAR VAR VAR SI VAR Tabella 12. Distribuzione dei trematodi principali presente nelle Americhe. Caleidoscopio 25 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti TREMATODI AFRICA Area geografica nord ovest centro est sud S. mansoni VAR SI SI SI SI/VAR S. haematobium SI SI SI SI SI/VAR S. intercalatum NO VAR SI NO NO P. westermani SI SI SI NO NO Paragonimus spp. NO SI NO/VAR NO NO F. hepatica VAR VAR VAR VAR VAR Delta del Nilo NO NO NO NO H. heterophyes Tabella 13. Distribuzione dei trematodi in Africa. TREMATODI Area geografica AS IA sud - ovest centro - sud sud - est est S. japonicum NO NO SI SI S. mekongi NO NO SI NO VAR (Yemen) NO (in India ?) NO NO C. sinensis NO SI SI SI F. buski NO SI SI NO O. viverrini NO NO In Tailandia NO H. heterophyes / M. yokogaway NO NO NO SI Paragonimus spp. NO SI/VAR SI/ AR SI/VAR S. haematobium Tabella 14. Distribuzione dei trematodi presenti in Asia. 26 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti TREMATODI Area geografica OCEANIA Australia Papua Sud N. Zelanda Nuova Guinea Pacifico Polinesia Ovest Pacifico Haway P. westermani NO SI/VAR SI SI NO NO F. hepatica VAR VAR VAR VAR VAR VAR Tabella 15. Distribuzione dei trematodi presenti in Oceania. CESTODI Area geografica EUROPA nord - ovest sud - ovest centrale est litorali mediterranei T. solium NO VAR VAR SI/VAR SI/VAR T. saginata NO SI NO SI SI H. nana VAR SI SI/VAR SI SI D. latum SI NO SI/VAR VAR SI/VAR Tabella 16. Distribuzione dei principali cestodi in Europa. CESTODI Area geografica T. solium A M E R I C H E Nord America Messico Caraibi Sud-America Sud-America Centro-America tropicale temperato SI (NO in Canada) SI NO SI NO T. saginata NO SI SI SI SI/VAR H. nana VAR SI SI SI SI/VAR D. latum SI NO NO NO SI VAR NO/VAR NO NO/VAR NO/VAR Diphyllobothrium spp. Tabella 17. Distribuzione dei principali cestodi nelle Americhe. Caleidoscopio 27 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti CESTODI A F R I C A Area geografica nord ovest centro est sud T. solium NO SI SI SI/VAR NO/VAR T. saginata NO VAR SI SI VAR SI SI SI SI SI/VAR NO VAR VAR NO NO H. nana Diphyllobothrium spp. Tabella 18. Distribuzione dei principali cestodi in Africa. CESTODI A S IA Area geografica sud-ovest centro-sud sud-est est T. solium SI SI SI VAR (NO in Giappone) T. saginata SI NO/VAR SI SI (NO in Siberia) H. nana SI SI SI SI/VAR NO NO NO SI/VAR D. latum / Diphyllobothrium spp. Tabella 19. Distribuzione dei principali cestodi in Asia. CESTODI Area geografica O C E A N I A Australia Papua Sud N. Zelanda Nuova Guinea Pacifico Polinesia Ovest Pacifico Haway T. solium VAR SI SI SI SI SI T. saginata VAR SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI H. nana Tabella 20. Distribuzione dei principali cestodi presenti in Oceania. 28 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Mentre i PROTOZOI sono piuttosto frequenti in ogni dove, soprattutto nei PVS, in climi tropicali e subtropicali, ma pure in climi temperati e relativamente freddi, gli ELMINTI presentano una distribuzione e una numerosità meno omogenea; la relativa rarità di alcuni è dovuta al fatto che alcuni elminti sono presenti esclusivamente in circoscritte aree geografiche del pianeta, come in parte riportato. Pertanto, mentre per quanto concerne i protozoi è impossibile una loro “quantificazione”, per quanto riguarda i tre gruppi di elminti vi sono stime che rendono idea delle loro prevalenze ed incidenze. Nella Tabelle 21, 22 e 23 si riportano così le stime approssimative relative ai più importanti nematodi, trematodi e cestodi che colpiscono l'uomo. Tale stime sono desunte principalmente da fonti OMS e/o consimili, e sono passibili comunque di soprastime o di sottostime, in relazione ai procedimenti diagnostici utilizzati per la loro rilevazione. NEMATODE Numero stimato di soggetti infestati nel mondo Ascaris lumbricoides 1 miliardo - 1 miliardo e 450 milioni Trichuris trichiura 900 milioni - 1 miliardo e 300 milioni Ancilostomidi 750 - 900 milioni Enterobius vermicularis 350 - 600 milioni Strongyloides stercoralis 100 - 500 milioni Trichostrongylus Capillaria philippinensis 5 - 10 milioni Migliaia? Decine di migliaia? Capillaria hepatica Centinaia? Strongyloides fuelleborni Migliaia? Angiostrongylus costaricensis Altri vari Decine di migliaia? Decine? Centinaia? Migliaia? Tabella 21. Stima relativa alle infestazioni sostenute da nematodi. Caleidoscopio 29 Daniele Crotti TREMATODE Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Numero stimato di soggetti infestati nel mondo Schistosoma mansoni 200 - 400 milioni Schistosoma haematobium 100 - 200 milioni Schistosoma japonicum 1 - 10 milioni Altri schistosomi Centinaia di migliaia? Clonorchis sinensis 25 - 30 milioni Opistorchis spp. Migliaia? Fasciola hepatica 10 - 20 milioni Fasciolopsis buski 10 - 20 milioni Paragonimus westermani Altri vari 4 - 6 milioni Migliaia? Centinaia di migliaia? Tabella 22. Stima relativa alle infestazioni sostenute da trematodi. CESTODE Taenia saginata Numero stimato di soggetti infestati nel mondo 50 - 100 milioni Taenia solium 5 - 10 milioni Diphyllobothrium latum 15 - 20 milioni Hymenolepis nana 35 - 60 milioni Diphyllobothrium spp. Dipylidium caninum Altri vari Migliaia? Poche centinaia Centinaia? Migliaia? Tabella 23. Stima relativa alle infestazioni sostenute da cestodi. 30 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 5. Cicli biologici, trasmissione e periodo di prepatenza Protozoi Ci si limiterà a delineare le principali caratteristiche relative agli stadi biologici, ai cicli vitali e ai periodi di incubazione dei protozoi patogeni per l'uomo (per i protozoi non patogeni tali aspetti sono ad ogni modo simili), ovvero: E. histolytica tra le amebe, G. duodenalis, D. fragilis e Trichomonas vaginalis (quest'ultimo esclusivamente genito-urinario) tra i flagellati, Cryptosporidium spp., C. cayetanensis e I. belli tra i coccidi, B. coli tra i ciliati. Per quanto concerne i microsporidi intestinali (e non, di una certa importanza nei pazienti immunocompromessi gravi) si rimanda a trattati più specifici. In tutte le protozoosi intestinali (in parte zoonosi vere e proprie) la trasmissione è di tipo fecale-orale (o feco-orale). Per E. histolytica l'uomo è il principale serbatoio di infezione e la trasmissione fecale-orale è diretta o indiretta; quando indiretta, lo è attraverso veicoli quali i cibi, l'acqua contaminata, le mosche. Più spesso l'uomo è colonizzato da E. dispar, del tutto morfologicamente simile alla precedente ma innocua; pertanto per la diagnosi di certezza di una “vera” amebiasi è necessario ricorrere a criteri particolari come più oltre verrà riferito. Per G. duodenalis, se l'uomo è il principale serbatoio dell'infezione, anche diversi animali possono fungere da serbatoio, in particolare cani, gatti e bestiame in generale. L'infezione si acquisisce così ingerendo acqua e/o cibi contaminati, oltre ché per contagio diretto interumano (contaminazione fecale delle mani, pratiche sessuali oro-anali). Sono in corso studi per accertare se vi siano genotipi patogeni e genotipi non patogeni per l'uomo e, soprattutto, per comprendere l'eventuale potenziale zoonosico di tale protozoosi. Per D. fragilis le modalità di trasmissione non sono ben note, sebbene la trasmissione per via fecale-orale sia la più verosimile o comunque probabile. E' possibile la trasmissione attraverso uova di elminti, in particolare E. vermicularis o altri nematodi. Non sono noti serbatoi animali, sebbene indagini in corso potrebbero inquadrare il suino come potenziale “reservoir” di tale flagellato atipico (si ricorda come tale flagellato presenti una morfologia simil-amebica e se ne conosca solo la fase trofozoitica). T. vaginalis è l'unica specie di tale genere che sia patogeno. Si localizza in sede genitale, sia nella donna come nel maschio, e la trasmissione è squisita- Caleidoscopio 31 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali mente sessuale. Accidentalmente è possibile reperirlo anche nelle urine. Esiste solo lo stadio di trofozoite, per cui è labile nell'ambiente esterno. Nelle infezioni da Cryptosporidium spp. l'uomo può infettarsi per contatto con animali, quali bovini, cani e gatti (C. parvum), ma fonte importante di infezione resta il contagio interumano indiretto e, più raramente, diretto (soprattutto per C. hominis). Importante fonte in casi epidemici è l'acqua contaminata. L'infezione da C. cayetanensis è generalmente trasmessa per via indiretta, in particolar modo per via alimentare (oltreché idrica), principalmente attraverso frutta e verdure contaminate. La trasmissione di I. belli è feco-orale indiretta, per ingestione di oocisti mature. E' comunque segnalata la possibilità di trasmissione interumana diretta sessuale e non (questo vale anche per C. cayetanensis). La balantidiasi è una zoonosi rara ma tuttora presente soprattutto nei Paesi in via di sviluppo (in particolare nel sud-America) ove si convive con i suini. B. coli è infatti ospite abituale di tali mammiferi, anche in Italia, sebbene da noi tale protozoonosi è ormai scomparsa in campo umano. La trasmissione è in ogni caso indiretta, conseguente a cibi o acque contaminati. Per quanto riguarda gli altri aspetti relativi a stadio infettante, ciclo biologico e periodo di latenza, si rimanda a quanto in dettaglio esposto in tabella 24. Elminti Nelle Tabelle 25, 26, 27, 28 e 29 vengono riportate le caratteristiche salienti relative ai cicli vitali, agli stadi infettanti, e ai periodi di prepatenza (il periodo che intercorre tra la penetrazione della forma infettante dell'elminta al primo reperimento di uova [o larve] nelle feci) dei più importanti e noti elminti di interesse umano. 32 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Protozoo Stadio infettante Ciclo biologico (cenni) E. histolytica Cisti G. duodenalis Cisti (tipicamente ovali) Nel duodeno ogni cisti matura libera 2 trofozoiti che aderiscono alla mucosa ove rapidamente si moltiplicano per divisione binaria 3-15 giorni (sino a 6 settimane) Trofozoiti simil-amebici La replicazione è per divisione binaria a livello delle cripte della mucosa del grosso intestino Non noto (3-14 giorni?) Trofozoiti con Il trofozoite vive in sede genitale interna membrana ondulante e verosimilmente si riproduce per fissione binaria longitudinale. 4 - 28 giorni D. fragilis T. vaginalis C. parvum/ hominis Una volta ingerite, a livello del tenue escono forme tetranucleate (fase metacistica), dalle quali prendono forma amebule mononucleate che poi diventano trofozoiti adulti (fase trofozoitaria), indi inizia la divisione binaria e la moltiplicazione Periodo di incubazione 8-10 giorni (sino ad alcuni mesi) Oocisti (già mature al momento dell'emissione con le feci) Le oocisti liberano 4 sporozoiti che infettano 3- 20 giorni gli enterociti; qui inizia il ciclo merogonico con formazione prima di trofozoiti e poi di meronti di tipo I contenenti ciascuno 8 merozoiti; quesi vengono liberati e continuano il ciclo merogonico oppure si formano meronti di tipo II, contenenti 4 merozoiti che innescano un ciclo sessuato con formazione di oocisti. Le oocisti possono essere a parete sottile (excistano direttamente nell'intestino) o parete spessa (vengono emesse) Oocisti tondeggianti (necessitano di 7-10 giorni per la loro maturazione) Le oocisti mature contengono 2 sporocisti, a Non noto loro volta contenenti 2 sporozoiti. Questi (3-14 giorni?) invadono gli enterociti del piccolo intestino ove avviano il ciclo merogonico (asessuato: sviluppo in schizonti contenenti numerosi merozoiti) e sporogonico (sessuato: micro e macrogametociti che evolvono in micro e macro-gameti, con formazione di oocisti). C. cayetanensis (segue) Caleidoscopio 33 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti I. belli Oocisti ellissoidali B. coli Cisti (grossa e rotondeggiante) La oocisti immatura con 1 sporonte sporula a oocisti con 2 sporoblasti che maturano a sporocisti con 4 sporozoiti ciascuna. Gli 8 sporozoiti si liberano nel piccolo intestino moltiplicandosi sia con ciclo asessuato che sessuato 6-14 giorni Nello stomaco dalla cisti fuoriesce il trofozoite Non noto che si moltiplica per scissione binaria ma anche (alcuni per coniugazione (riproduzione sessuata) giorni) Tabella 24. Caratteristiche biologiche dei protozoi patogeni. A. lumbricoides T. trichiura Ancilostomidi S. stercoralis Tempi di maturazione a stadio infettivo 2-3 settimane, 2-3 settimane, 5-7 giorni, 3-7 giorni, sul suolo sul suolo sul suolo sul suolo (umido) (umido, idoneo) Modalità di infezione Ingestione uova mature Ingestione Penetrazione uova mature transcutanea delle larve Periodo di prepatenza Circa 2 mesi Circa 3 mesi Sviluppo e ubicazione nell'uomo (del verme adulto) Piccolo intestino (via polmonicuore destro) Intestino Ospite intermedio No (geoelminta) Durata della infestazione Circa 1 anno 4-8 settimane E. vermicularis 4-6 ore Penetrazione transcutanea delle larve Ingestione uova mature 2-4 settimane 3-4 o più settimane Piccolo Piccolo intestino intestino (via polmoni- (via polmoni cuore destro) cuore-destro) Intestino No No No (anche ciclo (geoelminta) (geoelminta) a vita libera) Alcuni anni Alcuni anni No Anche per Svariati mesi tutta la vita (più a lungo (autoinfestazione se continua) autoinfestazione ano bocca) Tabella 25. Caratteristiche biologiche dei cinque principali nematodi di interesse umano. 34 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti T. orientalis Tempi di 3-5 giorni maturazione a stadio infettivo Trichostrongylus spp C. philippinensis C. hepatica S. fuelleborni 3-5 giorni Circa 3 settimane Circa 1 mese Alcuni giorni su suolo (idoneo) (su suolo idoneo) Modalità di infezione Ingestione larve Ingestione larve Ingestione larve Ingestione uova Penetrazione larve per via transcutanea Periodo di prepatenza 3-4 settimane 2-3 settimane 3-12 settimane 3-5 settimane 2-4 Settimane Sviluppo e Piccolo ubicazione intestino nell'uomo (del verme adulto) Piccolo intestino Intestino No No Pesci d'acqua dolce No No Circa 1 anno Circa 1 anno Alcuni anni Anche vari anni Non noto Ospite intermedio Durata della infestazione Parenchima Intestino epatico (via polmonicuore destro) Tabella 26. Caratteristiche biologiche dei nematodi di più raro reperimento. Schistosoma spp F. hepatica F. buski Clonorchis spp Opisthorchis spp Alcune settimane Alcune settimane Alcune settimane Alcune settimane Tempi di maturazionee a stadio infettante Modalità di infezione Penetrazione transcutanea delle larve (cercaria) Ingestione larve Ingestione (metacercarie) larve in vegetali (metacercarie) (crescione) in vegetali Ingestione larve (metacercarie) in pesci infetti Sviluppo e ubicazione Vene pelviche/ Fegato/vie biliari nell'uomo Vene mesenteriche (intestino) (del verme adulto) Intestino Dotti biliari / Fegato/intestino Periodo di prepatenza 4-8 settimane 2-3 mesi 4 settimane 3-4 settimane Ospite intermedio Molluschi d'acqua dolce Molluschi d'acqua dolce Molluschi d'acqua dolce 1° mollusco acquatico 2° pesci Durata della infestazione Svariati anni Alcuni anni Alcuni anni Alcuni anni Tabella 27. Caratteristiche biologiche dei trematodi di più frequente riscontro. Caleidoscopio 35 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Tempi di maturazione a stadio infettante Modalità di infezione H. heterophyes M. yokogawai P. westermani Paragonimus spp. D. dendriticum E. ilocanum Alcune settimane Alcune settimane Alcuni mesi 6-15 giorni Ingestione larve Ingestione Ingestione Ingestione (metacercarie) larve larve larve in pesci infetti (metacercarie) in (metacercarie) in (metacercarie) in crostacei infetti formiche infette molluschi infetti Sviluppo e ubicazione nell'uomo (del verme adulto) Intestino Polmoni (uova anche nelle feci perché ingerite) Vie biliari Intestino Periodo di prepatenza Alcune Settimane 1-2 mesi 2-3 mesi 1-2 mesi Ospite intermedio 1° mollusco acquatico 2° pesci 1° mollusco acquatico 2° crostacei 1° lumache terrestri 2° formiche 1° lumache 2° molluschi Alcuni anni Svariati anni Non noto Non noto Durata della infestazione Tabella 28. Caratteristiche biologiche dei trematodi di più raro riscontro. T. solium T. saginata D. latum H. nana H. diminuta D. caninum Tempi di maturazione 9-10 9-10 a stadio infettivo settimane settimane 4-8 settimane Anche brevi 2-3 3- 4 settimane settimane Modalità di infezione Ingestione Ingestione Ingestione Ingestione Ingestione Ingestione larve in larve in larve in uova larve larve carni carni pesci infetti (importanza suine bovine (spargani) delle mosche) Sviluppo e ubicazione Intestino nell'uomo (del verme adulto) Intestino Periodo di prepatenza 2-3 mesi 2-3 mesi 3 settimane Ospite intermedio Durata della infestazione Suini Bovini Intestino Intestino 15-30 giorni 1° crostacei Nessuno 2° pesci (o pulce d'acqua dolce del ratto) Intestino 3-4 3 settimane settimane Pulce del ratto 20-25 anni 20-25 anni Alcuni anni Variabile Variabile (anche autoinfestazione) Tabella 29. Caratteristiche biologiche dei cestodi di maggior interesse. 36 Intestino Caleidoscopio Pulci animali Variabile Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 6. Aspetti clinici e motivazioni alle indagini parassitologiche Cenni alle relazioni parassita-ospite In tale contesto vanno analizzate le azioni svolte dal parassita nei confronti dell'ospite, l'uomo nella fattispecie, onde comprendere il perché del significato di patogeno che viene attribuito al parassita, sia esso protozoo od elminta, nel campo della patologia medica. L'azione patogena può essere: - meccanica, come l'occlusione intestinale nel caso di alcune geoelmintiasi, quali quelle causate da A. lumbricoides o da T. trichiura (qualora il numero dei vermi adulti fosse elevato), o la compressione di organi delicati, come nell'echinococcosi; - spogliatrice, e questo succede nelle infestazioni da anchilostomi (o ancilostomidi) o nelle teniasi da Diphyllobothrium latum (in quest'ultimo caso vera e propria anemia perniciosiforme per sottrazione di vitamina B12); - irritativa, come nel caso della infestazione da Fasciola hepatica a livello dei canali biliari; - tossica, e questo avviene in un gran numero di elmintiasi; - ulcerativo-necrotizzante, e si pensi alle infezioni enteriche gravi sostenute da E. histolytica o da B. coli; - dismetabolica (solitamente causata da una giardiasi ma anche da altre protozoosi). Alcuni parassiti possono presentare anche più di un meccanismo patogenetico. Inoltre non si dimentichi come alcuni parassiti possano esercitare (al di là della ovvia stimolazione antigenica con specifica risposta anticorpale, peraltro di rado utilizzabile in una diagnostica indiretta) anche azioni allergizzanti (tripanosomi, schistosomi, ascaridi, e altri ancora), sin'anche anafilattizzanti (per esempio nella rottura delle cisti idatidee nell'echinococcosi). Per contro, le reazioni dell'ospite sono sia flogistiche che iperplastiche (così nella fascioliasi) e metaplastiche (succede o può succedere nelle paragonimiasi); S. haematobium è inoltre correlato a neoplasie vescicali, così come la clonorchiasi sembra essere favorente le neoplasie a livello epatico. Le reazioni, infine, apparentemente allergiche con ipereosinofilia periferica (più o meno marcata), sintomatologia pruriginosa conseguente e lesioni cutanee da grattamento (eccezionalmente orticariodi), sono frequenti in svariate elmintiasi, soprattutto se sostenute da nematodi e da trematodi. Caleidoscopio 37 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Le influenze del parassita sull'ospite sono in relazione al tipo di azione esercitata, alla carica parassitaria, alla specie in causa, alla sua virulenza, alle difese dell'ospite. Ne conseguono le infezioni protozoarie o le infestazioni elmintiche con sintomatologie variabili, a volte di malattia conclamata e piuttosto tipica, altre volte, e forse più spesso, di malattia aspecifica, con forme non di rado clinicamente assai sfumate se non silenti (alcune teniasi sono asintomatiche, così come pure altre elmintiasi e talune protozoosi). Richiami epidemiologici Un breve richiamo all'importanza degli aspetti epidemiologici è necessario. Su scala mondiale, in particolare nei PVS, le parassitosi intestinali, come detto, sono ancora assai frequenti. Se la mortalità è raramente una conseguenza diretta di una parassitosi a livello enterico (un'eccezione potrebbe essere rappresentata dall'entamoebiasi vera e propria), il grosso peso sostenuto da geoelminti (T. trichiura, A. lumbricoides, ancilostomidi), da E. vermicularis (il cosiddetto “ossiuro”), da S. mansoni e da G. duodenalis, in modo particolare, ha in ogni caso serie conseguenze sulla salute pubblica e del singolo individuo in termini di morbosità. Attenti studi hanno dimostrato che tali parassiti (spesso tra loro associati) possono essere responsabili di infestazioni ed infezioni protratte, persistenti nel tempo (soprattutto in conseguenza delle frequenti ed inevitabili reinfestazioni), e, nei periodi più vulnerabili dell'infanzia, possono avere insidiosi effetti sulla crescita, sulla nutrizione e sullo sviluppo (staturale, ponderale ed intellettivo). La diarrea è evento raro se non eccezionale nel soggetto parassitato da ELMINTI. S. stercoralis ne rappresenta un'eccezione, ma soltanto in soggetti che abbiano “camminato su suoli contaminati” (ciclo a vita libera di tale nematode), anche molti anni addietro, e con fattori di rischio (immunodepressione da cause varie), e, ancor più, quando sottoposti a terapie cortisoniche (ne consegue, infatti, una improvvisa disregolazione metabolica), essendo la strongyloidiasi di per sé sovente paucisintomatica o asintomatica (con la sola eosinofilia aumentata, che spesso ne è la spia). Accanto ai disturbi intestinali non accompagnati da diarrea (irregolarità dell'alvo, ed altro, ma sempre di tipo aspecifico), le elmintiasi possono causare una ipereosinofilia periferica (e locale), con o senza prurito generalizzato; questo accade più sovente in caso di infestazioni da nematodi e da trematodi (in particolar modo nelle schistosomiasi), ma talora anche nelle imenolepiasi (meno nelle teniasi). Queste ultime decorrono non di rado in modo del tutto asintomatico, essendo le proglottidi emesse con le feci l'unico indizio che spinge il sog- 38 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali getto a rivolgersi al medico curante. Gli ancilostomidi possono essere responsabili di anemia, gli ossiuri di prurito anale, altri ancora di sintomi e/o segni che l'attento parassitologo dovrà cogliere per indirizzare la diagnostica e dirimere qualsivoglia dubbio al riguardo. In Italia (immigrati, migranti, bambini adottati a parte) sono tuttora endemici i nematodi E. vermicularis e S. stercoralis (ascaridi e tricocefali sono più rari), i cestodi Taenia saginata, Hymenolepis spp. e D. latum, i trematodi D. dendriticum (ma l'infestazione vera non è mai stata segnalata), F. hepatica (ma nell'uomo non ancora rilevata) e O. felineus (con uova assai piccole per cui è assai difficile individuarle). Tra i PROTOZOI, mentre la giardiasi (così come la dientamoebiasi) decorre anche asintomatica o paucisintomatica, le altre protozoosi enteriche sono responsabili in genere di enterite di grado variabile, acuta o protratta, pur potendosi osservare, talora, un “portatore asintomatico”. In Italia sono presenti i flagellati, patogeni e non patogeni, alcune amebe non patogene (soprattutto l'atipica B. hominis), Cryptosporidium spp. (ma è raro), mentre B. coli, pur ancora reperibile nei suini, non è presente nell'uomo. Motivazioni alle indagini parassitologiche Le motivazioni alla richiesta della esecuzione di un'indagine parassitologica possono essere dettate sia da motivazioni cliniche, ovvero sia dalla presenza di una sintomatologia compatibile con una parassitosi intestinale, sia da altre motivazioni giustificanti pertanto tale richiesta pur in assenza di una sintomatologia clinica (Tabella 30). Se nelle parassitosi asintomatiche l'anamnesi è quanto mai fondamentale e soprattutto mirata a sapere dove il soggetto è stato (“unde venis”?), sia recentemente che nel vicino o lontano passato, nelle parassitosi sintomatiche, a volte con la presenza di più di un segno o sintomo correlabile ad una parassitosi intestinale, l'attenzione deve essere rivolta anche agli aspetti squisitamente clinici, e non necessariamente sempre e solo riferibili all'apparato gastrointestinale. Un elemento importante da valutare con attenzione è la presenza o meno di una immunodepressione, o immunocompromissione in senso lato. In tali pazienti, solitamente sintomatici, gli agenti parassitari possono essere più frequentemente in causa ed essere responsabili di patologie più gravi. Caleidoscopio 39 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali MOTIVAZIONI AD INDAGINI COPROPARASSITOLOGICHE PRESENZA DI SINTOMATOLOGIA CLINICA (parassitosi sintomatiche) - Disturbi dell'apparato intestinale diarrea acuta diarrea protratta disturbi intestinali aspecifici fastidio/prurito anale - Disturbi extraintestinali ipereosinofilia periferica prurito/lesioni cutanee da grattamento conseguenti alla ipereosinofilia rallentamento della crescita (bambini, soprattutto provenienti da PVS) anemia (soggetti provenienti da PVS) ASSENZA DI SINTOMATOLOGIA (parassitosi asintomatiche) - controllo in soggetti provenienti o rientranti da paesi endemici per parassiti intestinali - soggetti a contatto stretto con pazienti parassitati (famiglie, asili, scuole, comunità chiuse) - in situazioni epidemiche (asili, scuole., famiglie, carceri, campeggi, collettività chiuse) - soggetti anziani da sottoporre a terapie cortisoniche (con anamnesi positiva per pregressi fattori di rischio) - soggetti che riferiscono “elementi strani nelle feci” Tabella 30. Motivazioni alle indagini parassitologiche (vedi testo per i dettagli esplicativi). Le parassitosi dell'apparato intestinale (così come quelle dell'apparato genito-urinario) possono decorrere sintomatiche o asintomatiche. La presenza di una sintomatologia può essere più spesso a carico dell'apparato intestinale medesimo (o genito-urinario) e/o si possono presentare disturbi extraintestinali. In ogni caso qualora si sospetti una parassitosi, o comunque vi sia la necessità di escluderla, è opportuno procedere sempre alla ricerca sia degli agenti protozoari sia di uova e larve (raramente adulti) di elminti. Le infezioni/infestazioni dell'apparato intestinale causate da protozoi 40 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali possono essere responsabili di diarrea con eventuali altri disturbi associati (dolori e quant'altro), ovvero di una enterite che può essere acuta (insorta da meno di 14 giorni) o protratta/prolungata nel tempo (oltre i 14 giorni, sino ad alcuni mesi). Ma, oltre alla distinzione tra enterite (diarrea) acuta e protratta, ai fini diagnostici è molto importante distinguere tra la “diarrea del viaggiatore” e la diarrea insorta in soggetti autoctoni, così come le enteriti che colpiscono singoli individui oppure grandi o piccole comunità; occorre poi valutare se l'enterite ha colpito un soggetto immunocompetente o un soggetto immunocompromesso (HIV positivo o HIV negativo, ad esempio). Il significato di tali valutazioni è l'esistenza di correlazioni eziologiche tra agente protozoario (patogeno, ma non soltanto a volte) e “tipo” di enterite, come riportato in tabella 31. Non di rado le protozoosi intestinali (soprattutto da G. duodenalis e da D. fragilis) decorrono con disturbi intestinali aspecifici; talora unico disturbo può essere un dolore addominale ricorrente (in Italia è non di rado associato ad una giardiasi, ad esempio). Altre volte i soggetti sono paucisintomatici o del tutto asintomatici, come spesso accade per i bambini adottati (da PVS), solitamente affetti da una giardiasi o da una dientamoebiasi. Nei PVS una giardiasi può essere associata anche a ritardo di crescita (ma in tali situazioni sono possibili infezioni e/o infestazioni miste). Le infezioni sintomatiche (e non sintomatiche), sostenute da I. belli e da D. fragilis, sono state associate ad una ipereosinofilia periferica (più spesso peraltro associabile ad una elmintiasi). L'ipereosinofilia può dare prurito e il conseguente grattamento può essere responsabile di lesioni cutanee di tipo escoriativo. Le infezioni uro-genitali da protozoi sono causate dal solo Trichomonas vaginalis. Mentre il suo reperimento nei campioni urinari è del tutto fortuito e casuale, in sede genitale va invece ricercato soprattutto quanto è presente una sintomatologia specifica, e soprattutto in aree endemiche per tale parassita patogeno. Nella donna la trichomoniasi si può presentare anche paucisintomatica, ma solitamente sono presenti i classici sintomi e segni di una vaginite franca. Nell'uomo, da forme asintomatiche in sede uretrale (per la presenza del flagellato in sede prostatica, con eventualmente presenti i sintomi di una prostatite/prostatodinia) si arriva a forme decisamente sintomatiche con uretrite anche purulenta. Al contrario delle protozoosi, le elmintiasi intestinali non sono quasi mai responsabili di una enterite, ad esclusione, appunto, di casi particolari o eccezionali. Le eccezioni sono rappresentate dalla strongyloidiasi grave o da una imenolepiasi massiccia causata da H. nana. Caleidoscopio 41 42 SI SI SI E. acuta in adulti Enterite protratta Diarrea del viaggiatore SI SI SI SI SI SI SI SI SI Cryptosporidium spp. SI SI Cyclospora cayetanensis SI SI Isospora belli SI Balantidium coli SI SI Microsporidi Tabella 31. Correlazioni più frequenti o più probabili tra “tipo” di enterite e rinvenimento di PROTOZOI nelle feci. Diarrea in SI immuno-depresso HIV negativo Diarrea in SI immuno-depresso HIV positivo SI Giardia Dientamoeba Entamoeba duodenalis fragilis histolytica E. acuta in bambini (autoctona) “tipo” di enterite (E) Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Le elmintiasi intestinali possono essere associate a: - nessun tipo particolare di disturbo, anche se questo è piuttosto raro; può capitare che venga richiesto un esame copro-parassitologico perché il soggetto ha visto dei “sospetti vermi” nelle proprie feci. Ciò talora può corrispondere al vero (proglottidi di tenie, ascaride adulto, ossiuri), ma più sovente è interpretazione arbitraria del soggetto stesso (ciò non toglie che l'esame debba essere fatto); - disturbi intestinali aspecifici (è ciò che di solito capita); con disturbi intestinali aspecifici o non specifici si intende la presenza di una o più dei seguenti segni/sintomi: dolori addominali, nausea, vomito, meteorismo, flatulenze, stipsi alternata ad episodi diarroici; “difficoltà digestive”, e via discorrendo (enteropatia aspecifica comune anche a situazioni non infettive parassitarie); - ritardo della crescita (nei soggetti pediatrici ed essenzialmente provenienti da PVS, endemici per svariate parassitosi); - eosinofilia periferica superiore al 6% (ovvero a 500 eosinofili per microlitro), in altri termini ipereosinofilia, talora (o spesso) accompagnata da prurito cutaneo più o meno diffuso, causa di lesioni cutanee da grattamento; - anemizzazione (in soggetti, per lo più giovani, provenienti sempre da PVS). L'infestazione da E. vermicularis (enterobiasi, già ossiuriasi) decorre quasi sempre con prurito (o fastidio) anale (tipicamente nei bambini). La schistosomiasi urinaria da S. haematobium (in soggetti provenienti da zone in cui è presente e con anamnesi positiva relativa alla possibilità di un contatto con acque contaminate) è causa sempre di microematuria (se non quadri clinici più marcati). Nei soggetti maschili, anche l'emospermia può essere “marcatore” di una schistosomiasi genitale (in tal caso oltre l'urina è opportuno verificare anche il liquido spermatico). Nelle Tabelle 32 e 33 si schematizzano le indicazioni e motivazioni ad una indagine parassitologica fecale per le popolazioni pediatrica ed adulta rispettivamente. Ricapitolando, in presenza di una enterite, la ricerca deve essere essenzialmente mirata alla ricerca (o esclusione) di agenti protozoari, potendo rientrare tale indagine nel cosiddetto esame microbiologico delle feci (osservazioni macro e microscopiche, coprocolture e quant'altro). Per contro, in assenza di enterite, ma in presenza di una o più delle caratteristiche sopra riferite, deve essere condotto l'esame coproparassitologico, standard e/o Caleidoscopio 43 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali mirato alla ricerca di S. stercoralis, come più avanti verrà approfondito. Nel sospetto di una enterobiasi bisogna invece procedere diversamente eseguendo il test di Graham o analoghi (vedi oltre). LA RICERCA DI PARASSITI E' UTILE/NECESSARIA IN BAMBINI: - con disturbi intestinali aspecifici con diarrea acuta o protratta con ipereosinofilia periferica (con/senza prurito cutaneo e con/senza lesioni cutanee da grattamento) con anemia (provenienti da regioni di PVS) asintomatici ma con uno dei seguenti “elementi di rischio”: ° adottati, provenienti o rientranti da paesi endemici per parassiti intestinali; ° a contatto stretto con soggetti dimostratisi parassitati (scuole, famiglie, …); ° in situazioni epidemiche (scuole, collettività, campeggi, …); ° che riferiscono “elementi strani” nelle proprie feci; ° ritardata crescita di sviluppo - Tabella 32. Indicazioni/motivazioni alle indagini parassitologiche delle feci in soggetti pediatrici. LA RICERCA DI PARASSITI E' UTILE/NECESSARIA IN ADULTI: - con disturbi intestinali aspecifici con diarrea acuta o protratta con ipereosinofilia periferica (con/senza prurito cutaneo e con/senza lesioni cutanee da grattamento) con anemia (in genere giovani e provenienti da PVS) asintomatici ma con uno dei seguenti “elementi di rischio”: ° provenienti o rientranti da paesi enedemici per parassiti intestinali; ° a contatto stretto con soggetti dimostratisi parassitati; ° in situazioni epidemiche; ° anziani (solitamente) da sottoporre a terapie cortisoniche (solo per S. stercoralis) ° che riferiscono “elementi strani” nelle proprie feci. Tabella 33. Indicazioni/motivazioni alle indagini parassitologiche delle feci in soggetti adulti. 44 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 7. Procedure diagnostiche e schemi operativi Aspetti pre-analitici Innanzitutto va premesso che tre sono essenzialmente le impostazioni diagnostiche relative alle parassitosi intestinali: a) Esame coproparassitologico standard (l'O&P degli anglosassoni e che qui verrà sovente indicato con l'acronimo ECPS); b) Ricerca mirata di Strongyloides stercoralis; c) Ricerca mirata di Enterobius vermicularis. Pertanto dovranno essere sempre dette oralmente o, meglio, consegnate scritte, le indicazioni specifiche per questi tre tipi di indagini diversificate. Questo in quanto con l'ECPS l'evidenziazione di larve di S. stercoralis o uova di E. vermicularis (talora adulti) è evento del tutto casuale e fortuito. Nelle Tabelle 34, 35 e 36 vengono proposte tali indicazioni per i soggetti che debbono essere sottoposti ad una esame parassitologico fecale. Sia nell'ECPS che nelle indagini citate sopra ai punti b) e c) è necessario se non doveroso allegare sempre ai campioni raccolti una scheda o modulo di richiesta (il cosiddetto cedolino) in cui vengano riportati i dati anagrafici, anamnestico-epidemiologici e clinici relativi al soggetto per il quale si dovrà poi procedere nella diagnostica in laboratorio parassitologico. In Tabella 37 si riporta un esempio di cedolino ragionato ed esaustivo (purché sempre consapevolmente e debitamente compilato: dall'infermiere professionale per i pazienti ricoverati, per esempio, o dal sanitario che accetta ambulatoriamente i campioni dei soggetti non ospedalizzati) utilizzabile per la “raccolta dati” ai fini dell'esame parassitologico dei campioni fecali. Caleidoscopio 45 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali MODALITA’ PER LA RACCOLTA DEI CAMPIONI PER LA RICERCA DEI PARASSITI INTESTINALI Per l'esame copro parassitologico standard 1) Raccogliere 3 campioni di feci emesse a giorni alterni (ovvero 3 campioni nell'arco di 1 settimana) NB: nel sospetto di una giardiasi (o per una sua esclusione) è necessario procedere alla raccolta di 6 campioni nell'arco di 10-12 giorni (salvo optare per il test di elezione: aspirato duodenale o "entero-test"). 2) I campioni vanno raccolti al momento della evacuazione. Le feci vanno raccolte su una superficie asciutta e pulita, tipo una padella da letto, oppure un foglio di cartone o giornale ripiegato, o da un sacchetto di plastica, posti sotto il copri water. NB: le feci non vanno contaminate né con le urine né con l'acqua del water. 3) Le feci vanno prelevate in punti diversi dell'intera evacuazione. Trasferire così, con una spatola o con una bacchetta di legno o con una posata di plastica, nell'adeguato contenitore una porzione di feci pari almeno al volume di una noce o di un mandarino. NB: se le feci sono non formate/diarroiche raccogliere almeno 5-10 ml di materiale fecale. 4) Chiudere molto bene il contenitore (di plastica, fornito dal laboratorio o preso in farmacia, oppure un barattolo di vetro ben lavato e asciutto) e portarlo in laboratorio quanto prima, dopo averlo etichettato con cognome e nome, data di nascita, data e ora dell'emissione delle feci. 5) Il campione va portato in laboratorio entro 2-4 ore dalla evacuazione oppure va conservato in frigorifero per non più di 2 giorni. NB: in ogni caso il III campione va sempre portato in laboratorio entro 2-4 ore dalla sua emissione. ATTENZIONE: se le feci sono liquide il campione va fatto arrivare in laboratorio entro 30-60 minuti! 6) Al campione va sempre allegata una scheda di richiesta specifica. Questa viene compilata al momento della consegna in ambulatorio. PRECAUZIONI IMPORTANTI a) Durante la settimana della raccolta il soggetto non deve fare uso di lassativi, antidiarroici, antimicrobici, o di altre sostanze interferenti come bario, bismuto, oli minerali; b) il soggetto dovrebbe seguire un regime dietetico durante la settimana della raccolta che prevede: evitare legumi e frutta secca, frutti e verdure a cuticola resistente (pesche, albicocche, pomodori, pere, fragole, fichi), nonché carote e banane; c) per la ricerca di larve di S. stercoralis procedere in modo differenziato (vedi scheda istruttiva relativa); d) per la ricerca di uova di E. vermicularis procedere con gli scotch-test (vedi scheda istruttiva relativa). Tabella 34. Indicazioni per l'esame coproparassitologico standard (ECPS ovvero O&P). 46 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti ESAME PARASSITOLOGICO DELLE FECI per la ricerca specifica di Strongyloides stercoralis Nota l'esame copro parassitologico standard non garantisce necessariamente la messa in evidenza delle larve di Strongyloides stercoralis; pertanto per l'individuazione di tale parassitosi si deve ricorrere ad indagini diversificate Quando ricercare S. stercoralis Elementi di sospetto per la presenza a livello intestinale di S. stercoralis sono rappresentati da: - età superiore ai 60 anni; - anamnesi (lavorativa o meno) testimoniante di avere camminato a piedi nudi (o comunque aver avuto contatto diretto con la terra) nelle campagne vicino a corsi o specchi d'acqua dolce in giovane età e/o successivamente; - presenza di una ipereosinofilia periferica (solitamente superiore al 6 %); tale eosinofilia può essere responsabiledi prurito cutaneo diffuso; - presenza di disturbi intestinali aspecifici. ATTENZIONE: in soggetti con tali caratteristiche candidati a terapie cortisoniche è preventivamente opportuno escludere tale parassitosi (anche asintomatica) (NB:questo vale per la popolazione autoctona, mai stata in zone endemiche di paesi in via di sviluppo) MODALITÀ DI RACCOLTA DELLE FECI - deve essere raccolta una quantità abbondante di materiale fecale, corrispondente al peso di almeno 30 gr. Ciò equivale a riempire per oltre metà un grosso contenitore (di vetro o di plastica), ovvero a raccogliere la quantità di feci pari ad una piccola arancia; - le feci raccolte spontaneamente (senza commistione di urina e/o acqua del water) debbono essere consegnate in laboratorio entro 6 -12 ore dalla loro emissione; - anche per tale indagine è opportuno analizzare 3 campioni di feci eliminate a giorni alterni. Tabella 35. Indicazioni per la ricerca finalizzata di Strongyloides stercoralis. Caleidoscopio 47 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti MODALITA’ DI ESECUZIONE DELLO SCOTCH - TEST (Test di Graham) per la ricerca specifica di Enterobius vermicularis (ossiuri) Nota bene: vanno eseguiti 3 scotch-test preferibilmente a giorni alterni. RACCOMANDAZIONI -la raccolta va eseguita al momento del risveglio mattutino e prima che il soggetto defechi e si lavi - utilizzare nastro adesivo (scotch) trasparente - ritirare i vetrini necessari in laboratorio ESECUZIONE 1) tagliare con le forbici un pezzo di nastro adesivo poco più corto del vetrino fornito dal laboratorio; 2) porre il nastro adesivo sulle pliche perianali e comprimere bene con un abbassalingua (o il manico di un cucchiaio) sulla pelle sottostante per circa 15-20 secondi; 3) staccare il nastro adesivo e applicarlo ben steso sul vetrino fornito; 4) numerare (I, II e III) e identificare i singoli vetrini (ad es. con le iniziali del cognome e nome del soggetto); 5) lavarsi bene le mani a prelievo ultimato (le uova sono spesso già embrionate e infettanti); 6) conservare i primi due vetrini in frigorifero per non più di 4 giorni. Il terzo vetrino va consegnato in laboratorio entro 2-4 ore dalla raccolta, insieme ai primi due conservati in frigorifero; NB: può risultare più proficuo consegnare gli scotch-test anche uno alla volta, entro 2-4 ore dalle singole raccolte (alla prima positività sospendere le successive raccolte); 7) allegare sempre una scheda di richiesta. Questa potrà essere compilata al momento della consegna in ambulatorio. Tabella 36. Indicazioni per la ricerca specifica di Enterobius vermicularis. 48 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Modulo di Richiesta di: RICERCA PARASSITI FECALI (Esame coproparassitologico standard) RICERCA MIRATA DI Enterobius vemicularis (Test di Graham) RICERCA MIRATA DI Strongyloides stercoralis Altro: ______________________________________________________ Sig./Sig.ra ____________________________ M F; Data di nascita_____________; Residenza: ___________________________________; Reparto: _____________ (telefono: ________); Proveniente da: ____________________; In Italia da: _______________ Data di ricovero: __________________________ Diagnosi di ricovero: _______________________________________________________; Terapia in corso o recenti: NO; SI ________________________________________; Malattia di base: NO; SI_________________________________________________; Soggetto immunocompetente; Soggetto immunodepresso: __________________________________________________________________________; DISTURBI CLINICI / SINTOMATOLOGIA RIFERITA Controllo per: _____________________________________________________________; Sintomatologia insorta il : _________________________; altro: ____________________; N° evacuazioni al dì: _____________; Dolori addominali: NO; SI Vomito/Nausea: NO; SI Febbre: NO; SI disturbi intestinali aspecifici: NO; SI ______________________________________; Eosinofilia periferica: NO; SI _____________________; prurito generalizzato: NO; SI; escoriazioni cutanee: NO; SI Prurito / fastidio / bruciore anale: NO; SI Atro: _________________________; Viaggi / soggiorni all'estero o altrove: NO; SI Se sì: dove_________________________________ e quando______________________; Sospetto diagnostico: ______________________________________________________; Richiami epidemiologici: ___________________________________________________; FECI: formate; non formate; semiliquide; liquide/acquose; ematochezia:____________________________________________________________; Il Medico Richiedente Data: ________________________ Tabella 37. Esempio di cedolino d'accompagnamento ai campioni fecali. Caleidoscopio 49 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Iter diagnostico L'iter diagnostico è finalizzato alla diagnosi eziologica di una potenziale o sospetta o probabile parassitosi intestinale oppure ad una certa, in ogni caso verosimile, esclusione della stessa. Se l'ECPS prevede la ricerca di quasi tutti i potenziali parassiti, il Test di Graham (o Scotch-test) è finalizzato alla evidenziazione di uova di E. vermicularis, laddove l'indagine mirata per la ricerca di S. stercoralis è variabilmente conducibile e prevede comunque una quantità abbondante di materiale fecale di recente emissione. PARASSITA PROTOZOI Entamoeba histolytica Giardia duodenalis Dientamoeba fragilis Balantidium coli Cryptosporidium spp. Cyclospora cayetanensis Isospora belli Blastocystis hominis (“opportunista”) ELMINTI Ascaris lumbricoides Trichuris trichiura Ancilostomidi Strongyloides stercoralis Enterobius vermicularis Capillaria spp. Schistosoma spp. Clonorchis spp. Opistorchis spp. Fasciola hepatica/ Fasciolopsis buski Paragonimus spp. Taenia spp. Hymenolepis nana/ Hymenolepis diminuta Diphyllobothrium spp. STADIO VITALE MALATTIA Trofozoiti/cisti Cisti/trofozoiti Trofozoiti Cisti/trofozoiti Oocisti Oocisti Oocisti Forme vacuolate Entamoebiasi Giardiasi Dientamoebiasi Balantidiasi Criptosporidiasi (Criptosporidiosi) Ciclosporiasi Isosporiasi Blastocistosi (infezione più che malattia) Uova, uova larvate (adulto) Ascaridiasi Uova Trichuriasi Uova Ancilostomiasi Larve Strongyloidiasi (Strongyloidosi) Uova (adulti) Enterobiasi Uova Capillariasi Uova Schistosomiasi Uova Clonorchiasi Uova Opistorchiasi Uova Fascioliasi/Fasciolopsiasi Uova Uova (proglottidi) Uova Paragonimiasi Teniasi Imenolepiasi Uova (proglottidi) Difillobotriasi Tabella 38. Stadi vitali dei più importanti parassiti patogeni rinvenibili nelle feci e relativa malattia. 50 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Per quanto riguarda i PROTOZOI, nei campioni fecali si possono e si devono reperire, se presenti, sia i trofozoiti sia le cisti che le oocisti. Per quanto concerne gli ELMINTI, invece, nei campioni fecali si devono andare a ricercare le uova o, più raramente, le larve (talora possono essere presenti anche vermi adulti o parte di essi). Il tutto è riportato in Tabella 38. Per quanto riguarda le parassitosi uro-genitali (o genito-urinaria che dir si voglia), ovvero la Schistosomiasi da S. haematobium e la Trichomoniasi sostenuta da T. vaginale, si rimanda al paragrafo specifico. Esame coproparassitologico standard L'esame coproparassitologico standard (ECPS), l'O&P, come già detto, degli autori americani (“Ova and Parasites”), consiste nell'esame macroscopico dei campioni fecali, nell'esame microscopico degli stessi sia diretto che dopo adeguato arricchimento (concentrazione formol-etere/etilcetato, vedi oltre), e nell'esame microscopico dopo colorazione/i permanenti, come riportato in Tabella 39. ESAME COPROPARASSITOLOGICO STANDARD (ECPS) ° esame macroscopico del/i campione fecale/i ° esame microscopico dopo arricchimento (concentrazione formolo-etere/etilacetato, FEA) ° colorazione di Giemsa delle feci (per i flagellati D. fragilis e G. duodenalis) ° colorazione (eventuale) all'acido-resistenza (Ziehl-Neelsen modificata o analoga) per Cryptosporidium spp. NB: - da eseguirsi sempre su almeno 3 campioni di feci raccolte spontaneamente a giorni preferibilmente alterni - per la rilevazione di G. duodenalis è necessario ricorrere anche a 6 campioni fecali nell'arco di 10-14 giorni Tabella 39. Descrizione dell'esame coproparassitologico standard. Caleidoscopio 51 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali 1) Esame macroscopico: - esaminare le feci a occhio nudo e registarne la consistenza; - osservare la presenza di muco e/o sangue; - verificare la presenza eventuale di “vermi” o parte di essi (vedi sopra); - procedere alla conservazione dei campioni: * i campioni liquidi vanno analizzati entro 30-60 minuti; * i campioni non liquidi vanno conservati in formalina al 10% entro 12 ore dalla loro emissione; * per la colorazione di Giemsa (che si raccomanda) le feci vanno strisciate (previa sospensione in soluzione fisiologica, SF) su vetrino con la tecnica dei gradienti; per altre colorazioni vanno conservate in PVA o SAF. 2) Esame microscopico diretto: - in SF: per i trofozoiti (morfologia, dimensione e tipo di movimento); - in soluzione iodata (Lugol, Dobell o MIF): per le cisti (morfologia e dimensioni); - i preparati vanno osservati a 40 x 10: osservare almeno 50 campi microscopici in modo razionale (ovvero evitare di ripassare sugli stessi campi). 3) Esame microscopico dopo arricchimento: - si consiglia l'arricchimento (concentrazione) formalina (10%) etere/etilacetato (o preparata “in casa” o utilizzando proposte commerciali); - i preparati vanno osservati dapprima al 10 x 10 e quindi (in caso di sospetto) al 40 x 10; - osservare tutto il vetrino. L'esame microscopico dopo arricchimento formolo-etere/etilacetato (FEA) è fondamentale. Senza di questo la maggior parte delle elmintiasi intestinali sfuggirà. Per la descrizione della modalità e dei tempi operativi relativi a tale tecnica si rimanda a manuali specialistici al riguardo (vedi Bibliografia). 4) Esame microscopico dopo colorazioni permanenti: - colorazione di Giemsa, ottimale per i flagellati: fissare 1-2 minuti in metanolo e quindi colorare con soluzione di Giemsa al 10% per 20 minuti; osservare a 100 x 10 in immersione almeno 100 campi microscopici. Il citoplasma appare colorato in azzurro (con varie tonalità o sfumature), il nucleo in rosso-rosso scuro/violetto; - colorazione con Ziehl-Neelsen (a freddo) per Cryptosporidium spp: dopo 52 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali centrifugazione per 10 minuti a 2000 giri (osservare almeno 50 campi microscopici); i coccidi sono acido-resistenti (si colorano pertanto di rosso su sfondo blu o verde); vanno bene anche altre colorazioni all'acido-(alcool)-resistenza; - per le amebe è necessario procedere alla colorazione tricromica o alla colorazione ematossilina ferrica (dopo conservazione in PVA o SAF); tale tecnica è però raccomandata per laboratori più attrezzati (vedi comunque i riferimenti bibliografici). L'esame microscopico dopo colorazione permanente è esaustivo per un buon esame coproparassitologico standard. Certamente le colorazioni permanenti servono solo per alcuni protozoi. Mentre G. duodenalis (cisti, solitamente, o trofozoiti), I. belli (oocisti), C. cayetanensis (oocisti), B. coli (cisti/trofozoiti) si possono riconoscere bene anche in SF e/o soluzione iodata, per D. fragilis (il protozoo meno raro in Italia, di cui si conosce solo la forma trofozoitica) è indispensabile ricorrere alla colorazione di Giemsa e per Cryptosporidium spp. (oocisti) è indispensabile ricorrere ad una colorazione all'acido-resistenza (vedi sopra). Per quanto concerne le amebe, di cui solo E. histolytica è patogena (ma morfologicamente analoga a E. dispar), mentre le cisti possono essere distinguibili con le colorazioni estemporanee iodate, i trofozoiti potranno essere distinti pressoché esclusivamente con una colorazione permanente specifica (vedi sopra). Per i dettagli operativi relativi alle colorazioni permanenti si rimanda a testi specialistici di parassitologia (vedi Bibliografia). 5) Chiavi identificative dei protozoi Pur rimandando a testi o manuali più specifici nel dettaglio (vedi Bibliografia), si accenna in ogni caso alle principali chiavi identificative soprattutto dei protozoi patogeni (o potenziali tali) in sede intestinale, quali G. duodenalis e D. fragilis tra i flagellati (si ricorda come Dientameoba fragilis sia peraltro morfologicamente più simile ad una ameba), E. histolytica tra le amebe (nel referto diagnostico va sempre segnalato il binomio E. histolytica/E. dispar dal momento che di fatto sono morfologicamente pressoché identiche), B. coli (unico ciliato patogeno), C. hominis/C. parvum, C. cayetanensis e I. belli, tra i coccidi. In tema di amebe si segnalano anche le più frequenti amebe non patogene e Blastocystis hominis che, pur non essendo solitamente patogena (al momento viene inquadrata come ameba “atipica”), è comunque non infrequente reperirla e pertanto sarà utile refertarla onde evitare malintesi e confusioni diagnostiche (soprattutto con D. fragilis, con cui non di rado è associata). L'insieme delle osservazioni dirette (in SF e in sol.ne iodata), dopo arricchimento FEA e dopo le colorazioni permanenti permetteranno una buona Caleidoscopio 53 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti diagnosi morfologica. Se le colorazioni permanenti non sono state o non vengono eseguite, ciò deve essere dichiarato, al fine di giustificare eventuali omissioni ed evitare false negatività (se, ad esempio, la colorazione ZiehlNeelsen o un'altra analoga non viene fatta va dichiarato che la ricerca di Cryptosporidium non viene eseguita). Si ricorda come l'osservazione diretta immediata in SF è utile per la valutazione della motilità dei trofozoiti e il tipo di tale movimento; come l'osservazione in sol.ne iodata è importante per le caratteristiche delle cisti e per le inclusioni di glicogeno che possono avere alcuni trofozoiti (anche se di solito di protozoi non patogeni); come l'osservazione dopo colorazioni permanenti garantirà la misurazione e la valutazione dei nuclei, fondamentale per la diagnosi delle amebiasi, per esempio. In tabella 40 si riportano le caratteristiche morfologiche diagnostiche dei flagellati, in Tabella 41 quelle delle amebe e in Tabella 42 le caratteristiche dei coccidi. Per quanto riguarda Balantidium coli, peraltro assai raro in ogni dove (in Italia non sembra essere presente), va detto che è un protozoo ciliato assai grande, misurando i trofozoiti tra 50 e 100 µm e le cisti tra 45 e 75 µm; il movimento ciliare è tipico dei trofozoiti, la doppia parete è appannaggio delle cisti; sia trofozoiti che cisti hanno micronucleo e macronucleo. Giardia duodenalis Dientamoeba fragilis a foglia cadente ameboide (molto lento) 4 laterali, 2 ventrali, 2 caudali (non sempre tutti o ben evidenti) assenti Trofozoiti Motilità/movimento Flagelli Dimensioni Forma in media 12 - 15 µm con disco adesivo in media 6 - 14 µm con citoplasma diafano/granulare a pera, a faccia di gufo, a cucchiaino simil-amebica (tondeggiante o ovale) 2 2 (o 1) solitamente frammentato o non compatto presenti assenti Nucleo/i cisti Forma ovale Dimensioni in media 11 - 14 µm Nucleo/i (non sempre visibile/i) 4 Tabella 40. Flagellati patogeni: caratteristiche diagnostiche. 54 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Tra i flagellati non patogeni, si ricorda trofozoiti di C. mesnili presentano un movimento rotatorio, quelli di T. hominis (o Pentatrichomonas hominis) un movimento a membrana ondulante, quelli di E. hominis (4 flagelli) e di R. intestinalis (2 flagelli), entrambi assai piccoli, presentano un movimento a scatti e veloce. Le rispettive cisti (T. hominis a parte, di cui si conosce solo la fase trofozoitica) sono piccole (10 - 15 µm in media) e a pera quelle di C. mesnili, ancora più piccole (inferiori a 10 µm ) e ovali quelle di E. hominis e R. intestinalis, tra loro assai simili. Trofozoiti E. histolytica/dispar E. coli E. nana I. buetschlii Motilità/ movimento progressivo e unidirezionale lento e polidirezionale lento e polidirezionale lento e polidirezionale Dimensioni (in media) 12 - 30 µm 20 - 30 µm 8 - 10 µm 12 - 15 µm 1 1 1 1 Nucleo/i Cariosoma piccolo, compatto, grande, rotondo, grande, tondo voluminoso, centrale eccentrico anche irregolare centrale o laterale Cromatina periferica sottile e uniforme non uniforme assente assente sferica sferica, ovale rotonda, ellittica ovale o variabile (triangolare) 12 - 15 µm 15 - 25 µm 6 - 8 µm 10 - 12 µm 4 (1 - 2) > 4 (sino a 8) 4 (1 - 4) 1 Cisti Forma Dimensioni (in media) Nucleo/i Altra possibile corpi cromatoidi caratteristica (barre a sigaro) corpi cromatoidi (talora vacuolo) (barre sfilacciate) vacuolo iodoforo di glicogeno NB: la distinzione tra E. histolytica ed E. dispar è possibile con certezza soltanto con tecniche particolari dopo specifica coltura (per laboratori di riferimento); solamente il rilevamento di trofozoiti “tipici” con emazie fagocitate può permettere una diagnosi di entamoebiasi da E. histolytica in senso stretto. Tabella 41. Principali amebe di interesse umano: caratteristiche diagnostiche. Tra le altre amebe sempre non patogene, E. hartmanni è del tutto simile a E. histolytica/dispar ma le dimensioni sono contenute: 8 - 10 µm i trofozoiti e sempre inferiori a 9 µm le cisti (più usualmente riscontrabili, sia pur sempre in paesi in via di sviluppo). Rarissima è invece E. polecki, che presenta carat- Caleidoscopio 55 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti teristiche intermedie tra le due amebe più frequenti, ovvero E. histolytica/dispar ed E. coli. Per quanto concerne la non rara B. hominis va detto che solitamente si riconosce per la sua forma vacuolare, di dimensioni variabili da 5-6 sino a 20 e oltre µm. La forma è tondeggiante, di solito, e il citoplasma praticamente scompare perché relegato ai bordi dall'enorme vacuolo iododoforo. Non va confusa con i leucociti e con D. fragilis (anche quest'ultima può essere “a fresco” confusa con i polimorfonucleati). Con la colorazione di Giemsa, B. hominis appare come una massa tondeggiante di colore giallo-rosato chiaro. C. hominis/C. parvum I. belli C. cayetanensis Dimensioni 4 - 6 µm 16-32 x 10-20 µm 8 - 10 µm Forma circolare ovale circolare 4 sporoblasti talora osservabili a volte 2 sporoblasti (solitamente 1) contenenti sferule rifrangenti positiva positiva/variabile variabile Coccidi Altre caratteristiche delle oocisti Acido-resistenza Tabella 42. Coccidi patogeni per l'uomo: caratteristiche delle oocisti. Per quanto riguarda i coccidi, come si evince anche in Tabella 42, le due specie (C. hominis, umano, e C. parvum, dell'uomo come dell'animale) di Cryptosporidium sono morfologicamente analoghe; pertanto oggi come oggi sarebbe più corretto refertare Cryptosporidium spp. 6) Chiavi identificative degli elminti Lavorando in condizioni standard con l'esame coproprassitologico (dopo arricchimento FEA) è possibile reperire le uova emesse dai parassiti adulti alberganti il nostro organismo. Eccezionalmente si possono reperire larve: di S. stercoralis, per la cui ricerca mirata si deve però operare in modo leggermente diversificato (vedi oltre), di ancilostomidi (le uova maturano e possono eliminare le larve, se non formalinizzate entro 12 ore o poco più), di nematodi a vita libera, parassiti di vegetali e con essi dall'uomo ingeriti (simili ai precedenti, ma non vitali; scompariranno all'esame di successivi campioni). Le caratteristiche morfologiche che ci permettono la identificazione delle uova sono: le dimensioni, la forma, la superficie esterna, la struttura interna, il colore. Per quanto riguarda le dimensioni vi sono quelle piccole, uguali o inferiori a 60 µm, quelle medie (tra 60 e 120 µm), quelle grandi (superiori a 120 µm). Le uova definite piccole sono quelle di: Clonorchis/Opistorchis/- 56 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Metagonimus/Heterophyes (lunghezza massima 28-35 µm), D. dendriticum (usualmente di transito, in media 25 x 42 µm), Taenia spp. (38 - 42 µm), H. nana (40 - 46 µm), E. vermicularis (in media 30 x 55 µm, occasionale nelle feci, e allora non larvate, ma vedi oltre), T. trichiura (25 x 55 µm di media). Le uova definite medie appartengono a: A. lumbricoides (in media 40 - 62 µm quelle fertili, 45 - 85 quelle infertili), ancilostomidi (le uova di A. duodenale e N. americanus sono identiche: 40 x 60 µm di media), Diphyllobothrium spp. (45 x 70 µm di media), H. diminuta (in media 60 x 80 µm), Capillaria spp. (30 x 62 in media), Paragonimus spp. (polmonare, ma le uova reingerite vengono espulse anche con le feci: 50-60 x 70-100 µm, di media), Trichostrongylus spp. (varie specie e generi affini ma assai raro, più spesso di transito: dimensioni piuttosto variabili da 60-70 a oltre 100 µm come lunghezza maggiore; sono assai simili a quelle di ancilostomidi ma più lunghe), S. japonicum (in media 65 x 90 µm) e S. mekongi (in media poco superiori ai 60 - 65 µm). Le uova definite grandi appartengono infine a: S. haematobium (usualmente urinario: in media 55 x 145 µm), S. mansoni (60 x 150 µm, in media), S. intercalatum (in media 70 x 200 µm), F. epatica (in media 80 x 140 µm), e F. buski (analoghe alle precedenti, più o meno). In tema di forma, o morfologia che dir si voglia, mentre le uova di Taenia e di Hymenolepis sono di solito circolari, e quelle di S. japonicum e S. mekongi sono di solito tondeggianti, tutte le altre uova sono ovali, simmetriche o asimmetriche. Per quanto concerne la superficie esterna vi possono essere: mammellonature (in A. lumbricoides, a volte anche decorticato), speroni o spine o mucroni (in tutti gli schistosomi, ma: terminali in S. haematobium e S. intercalatum, laterali in S. mansoni, laterali ma appena accennati, e non sempre visibili, in S. japonicum e S. mekongi), tappi alle estremità (in T. trichiura, con uova definite a “pallone a rugby”, e, in parte, in Capillaria), opercoli terminali (tipici di tutti i trematodi, tranne Schistosoma spp.) e di un unico cestode, Diphyllobothrium spp. Circa la struttura interna, spesso amorfa o di assai difficile riconoscimento (si pensi al miracidio dei trematodi), o con morula (tipo ancilostomidi e “strongyli”), in E. vermicularis (nello scotch test) e in A. lumbricoides (talora) si possono osservare gli embrioni (larve). Infine, in tema di colore, va detto che se la maggior parte sono incolori, le uova di F. epatica, F. buski e H. diminuta sono gialle o giallastre, quelle di T. trichiura sono color rosso mattone, quelle di A. lumbricoides sono giallo brune (ma brune o bruno scure quelle delle uova infertili) e quelle di Taenia spp. sono brune. Caleidoscopio 57 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Ricerca mirata di Enterobius vermicularis La ricerca specifica di E. vermicularis (“ossiuro”) può essere eseguita sia con tampone anale (e sua successiva centrifugazione in SF) sia con il test di Graham ovvero con lo scotch-test. Si raccomanda quest'ultima tecnica (con abbassalingua cui viene fatto aderire il nastro adesivo trasparente o con applicazione manuale sulle pliche perianali dello scotch trasparente). E' necessario procedere alla esecuzione di almeno 3, se non 6, scoth-test prima di refertare una negatività per ossiuri. La raccolta mediante scotch-test deve essere eseguita al momento del risveglio mattutino, prima che il soggetto defechi e si lavi (basta applicare bene per 10 secondi il nastro adesivo). Bisogna sempre allegare un modulo di richiesta, con dati anagrafici e informazioni clinico-anamnestiche adeguate. Le motivazioni allo scotch-test (soprattutto nei bambini in età scolare) sono rappresentate da: prurito / fastidio in sede anale-perianale; dolori addominali e/o disturbi addominali aspecifici; contatti stretti con soggetti affetti da una enterobiasi. I vetrini portaoggetti trasparenti (da richiedere in laboratorio) vanno consegnati al laboratorio di afferenza entro poche ore; in caso contrario vanno conservati in frigorifero. Osservare i preparati al microscopio utilizzando inizialmente l'obiettivo 10 x 10 (nel sospetto passare al 40 x 10). Le uova, pressoché sempre già embrionate, ovvero larvate (e già infettanti!), presentano le caratteristiche sopra riportate: ovali, asimmetriche, incolori, con parete netta, in media 30 x 55 µm. Ricerca mirata di Strongyloides stercoralis S. stercoralis è l'unico elminta, usualmente, per la cui diagnostica è necessario ricorrere alla ricerca e alla identificazione delle larve di I stadio (o rabditoidi). Infatti la femmina parassita partenogenetica (lunga poco più di 2 cm) vive nel lume intestinale ove produce uova che maturano rapidamente liberando le larve che vengono espulse con le feci. Esistono varie tecniche per la ricerca di tali larve, che con il sistema FEA 58 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali possono in ogni caso essere osservabili ma con bassa sensibilità; va inoltre precisato che con il FEA tali larve sono devitalizzate per cui potrebbe essere ostico discriminarle da eventuali larve a vita libera casualmente ingerite. I due principali sistemi per la ricerca mirata delle larve di S. stercoralis sono il Metodo di Baermann e la coltura su agar specifico (reperibile anche in commercio). Quest'ultima, per la quale sono necessari almeno due o tre giorni, permette la ricerca delle larve anche degli ancilostomidi (nonché degli “strongyli”) ma può “confondere le idee” ai più inesperti in quanto permette la maturazione delle larve sino al III stadio (larve filariformi o strongyloidi) e quindi a vermi adulti. Si consiglia di applicare tale metodica soltanto in realtà laboratoristiche di un certo livello e si rimanda in Bibliografia per ulteriori dettagli al riguardo. Anche dal momento che in Italia esiste solo S. stercoralis (in alcune aree di pianura endemiche, in particolare del nord ma pure del centro come del sud della nostra Penisola) si raccomanda l'utilizzo del Metodo di Baermann (o analoghi; vedi Bibliografia), che prevede l'apparecchio di Baermann (reperibile in alcuni “scantinati” di vari laboratori e comunque facilmente costruibile) e una serie di passaggi operativi che in 3 - 4 ore permettono di individuare la presenza delle larve rabditoidi, vive e vitali (“anguilliformi”) di tale nematode. Per la descrizione accurata di tale metodica si rimanda a testi più specialistici (vedi Bibliografia). Le motivazioni alla richiesta mirata di ricercare S. stercoralis sono in parte analoghe a quelle per l'esame coproparassitologico standard, anche se di solito il “marcatore” principale è rappresentato da una ipereosinofilia (eventualmente associata a disturbi intestinali aspecifici), in soggetti con fattori specifici di rischio (vedi poco oltre). Si ricorda come l'infestazione da S. stercoralis possa decorrere asintomatica o paucisintomatica per tutta la vita. In soggetti defedati, immunodepressi, in terapia cortisonica l'equilibrio ospite-parassita si sposta a vantaggio del parassita, con gravi pericoli per la salute e per la vita del paziente! Ecco perché l'opportunità di potere e/o la necessità di dovere ricercare o escludere tale nematode si presenta più spesso di quanto non si creda. Qui si ricordano soltanto alcuni aspetti, di fatto, pre-analitici, indispensabili per la buona riuscita della metodica medesima: - le feci, come sempre, vanno raccolte su superficie asciutta e vanno prelevate in punti diversi dell'intera evacuazione; - va raccolta una quantità abbondante di feci: almeno 30 - 40 grammi (quantità pari, se solide, ad un mandarino); - si deve lavorare preferibilmente sempre su 3 campioni di feci raccolti a giorni alterni (se il primo e il secondo fossero negativi, in soggetti con Caleidoscopio 59 Daniele Crotti - Le parassitosi intestinali ed uro-genitali fattore di rischio specifico presente: l'aver camminato, anche molti anni prima, a piedi scalzi in terreni caldo-umidi di pianura); il campione va analizzato entro 12 - 24 ore dall'emissione (sempre spontanea). Per quanto riguarda le precauzioni, seguire quanto già riportato più sopra circa l'esame copro-parassitologico standard. Dal momento che tale tecnica non è alla portata di tutti i laboratori, va sempre dichiarato che, se la ricerca di S. stercoralis non viene eseguita, ciò va specificato per iscritto all'utente. A dire che il reperimento, di fatto casuale, di larve nell'esame FEA va in ogni caso riferito ma deve essere codificato come occasionale. Identificazione delle larve rabditoidi di S. stercoralis Dal sedimento della provetta in cui saranno passate per termotassi le larve di tale nematode (Tecnica di Baermann, o simile) si prendono con una pipetta alcune gocce (sino a analizzare tutto il sedimento) che si mettono su vetrino portaoggetti, cui si applica il solito vetrino coprioggetto. Osservare tutto il vetrino a 10 x 10 per poi passare al 40 x 10 per l'attento studio delle caratteristiche, anche se le larve vive e vitali (con movimenti più o meno veloci “anguilliformi”) non possono che essere di S. stercoralis (con tale tecnica). Queste sono le caratteristiche salienti: - la lunghezza di tali larve è sempre inferiore ai 350 µm (di solito 200300 x 15-18 µm); la cavità buccale è corta (4 µm); l'esofago con due strozzature è circa un terzo della lunghezza di tutto il corpo; vi è evidente un abbozzo genitale; il poro anale, se visibile, è a circa 50 µm dall'estremità caudale. Come si evince anche in tale circostanza è necessario potere disporre di una oculare micrometrico (tarato o tarabile) per potere misurare le strutture parassitarie. Per ulteriori approfondimenti al riguardo vedi Bibliografia. 60 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Raccomandazioni generali Come detto l'esame parassitologico delle feci è “scomponibile” in 3 fasi: 1) esame coproparassitologico standard; 2) ricerca mirata di E. vermicularis; 3) ricerca mirata di S. stercoralis. Nell'esame coproparassitologico standard (quello che gli Autori anglosassoni chiamano O&P) con le osservazioni microscopiche dirette e dopo arricchimento FEA si potranno miratamente reperire (operando sui 3 campioni a giorni alterni) le uova di tutti gli elminti di interesse umano, eccezion fatta per quelle di E. vermicularis (il cui occasionale reperimento nelle feci è raro) e le cisti di G. duodenalis (nonché B. coli). L'individuazione di altre strutture protozarie è possibile ma insufficiente e limitata. Utilizzando la colorazione di Giemsa si possono identificare i flagellati (in particolare D. fragilis e i trofozoiti di G. duodenalis), quantomeno quelli patogeni, e B. hominis, che sono poi i protozoi presenti anche in Italia. Con la colorazione tricromica (o ematossilina ferrica) si possono riconoscere anche le amebe. Con la colorazione all'acido-resistenza si può individuare Cryptosporidium spp. Altre ricerche In tema di protozoosi va detto che in commercio esistono dei kit per la ricerca in immunofluorescenza sia di G. duodenalis che di Cryptposporidium spp. Sono sensibili e specifici, ma costosi e prevedono un microscopio idoneo. Il loro impiego va lasciato ai laboratori più attrezzati e/o di riferimento. Per G. duodenalis, per Cryptosporidium spp., per E. histolytica/dispar, vi sono in commercio anche dei kit in ELISA. Sono altrettanto sensibili e specifici, ma sempre costosi e utili soprattutto in indagini epidemiologiche. Inoltre non di rado può essere necessaria una riconferma microscopica, che resta pertanto sistema di riferimento ordinario per la diagnostica di tali protozoosi. Si sconsiglia così l'utilizzo di tali sistemi “semi-automatici” nella pratica diagnostica corrente. In tema di elmintiasi esistono altre metodiche utili se non necessarie per rilevare una parassitosi a carico dell'apparato intestinale, inteso nel suo complesso. Ma queste sono utili e necessarie in situazioni particolari, anomale, diversificate. Si pensì così ad altre metodiche per la ricerca di larve di elminti (Metodo di Harada-Mori, ad esempio) o alle varie tecniche di conteggio, in particolar modo la Tecnica di diafanizzazione secondo Kato-Katz, che presenta anche una migliore sensibilità per gli schistosomi. Tale tecnica è raccomandata per indagini epidemiologiche e interventi diagnostici sul campo (in Caleidoscopio 61 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti PVS), ove le caratteristiche intrinseche della medesima sono compatibili anche ad operare in condizioni di difficoltà logistiche. Per questi ed altri altri metodi (alcuni meno sensibili ma soltanto più “facili” e apparentemente “semplici” rispetto a quelli raccomandati) si rimanda alla consultazione dei testi riportati in bibliografia. Ancora, è possibile talora dovere ricorrere a diagnosi su altri materiali, come su succo duodenale (ottimale per G. duodenalis, ed utilissimo anche per S. stercoralis, ad esempio), oppure a diagnosi istologiche, sia su biopsie intestinali (in varie sedi) o epatobiliari, ma che sono ovviamente raccomandate per quelle strutture ove l'esperienza del parassitologo sia adeguata. Schemi operativi Nella popolazione autoctona italiana, i parassiti (patogeni/opportunisti) che ci si può attendere di reperire in un esame copro parassitologico allargato (es. copro parassitologico standard, colorazioni estemporanee/permanenti per protozoi, ricerca mirata di S. stercoralis, scotch-test) sono fondamentalmente G. duodenalis, D. fragilis, C. parvum/hominis e B. hominis, tra i protozoi, e, tra gli elminti, E. vermicularis, S. stercoralis, Taenia spp (assai raramente A. lumbricoides e T. trichiura). Nel viaggiatore (di rientro da Paesi endemici per le varie parassitosi dell'apparato gastro intestinale), nell'immigrato e nel bambino adottato (sempre da Paesi in via di sviluppo), è invece possibile reperire qualsiasi parassita patogeno (e non), ferme restanti le diverse distribuzioni parassitarie, ovvero le distribuzioni endemiche riguardanti soprattutto gli elminti. Sia per le parassitosi autoctone che per le parassitosi di importazione ci possiamo trovare di fronte alle possibilità riportate in Tabella 43. Come già indicato nei capitoli iniziali si rammenta che per quanto concerne le distribuzioni geografiche dei parassiti, è possibile raggruppare alcune aree che presentano situazioni endemiche comparabili. PARASSITOSI AUTOCTONE E PARASSITOSI D'IMPORTAZIONE ==> sintomatiche → altre patologie - intestinali -non intestinali → diarrea acuta / protratta ==> asintomatiche Tabella 43. Schemi operativi generali. 62 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Tali aree sono le seguenti: Est Europa Area mediterranea Medio oriente Continente indiano Estremo oriente Isole oceaniche Africa sub sahariana (zone intertropicali) Corno d'Africa Isole africane Centro America ed isole centro americane Sud America Va da sé che anche la provenienza da altre aree geografiche, ovvero da Paesi sviluppati (Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda, Africa del Sud), va sempre segnalata (rare parassitosi sono presenti soltanto in tali aree). Nelle Tabelle 44, 45, 46 e 47 si riportano gli schemi operativi (“quali esami fare e quando farli”) riguardanti rispettivamente la popolazione autoctona e, per quanto concerne le parassitosi di importazione, il viaggiatore, l'immigrato, il bambino adottato. POPOLAZIONE AUTOCTONA Sintomatici Diarrea acuta / protratta ==> esame copro parassitologico standard ==> colorazioni fecali specifiche per Cryptosporidium spp. (in immudepressi e bambini negativi per gli altri patogeni) ● Disturbi intestinali (aspecifici/protratti/con o senza episodi diarroici) ==> esame copro parassitologico standard ● Prurito anale ==> scotch - test ● Eosinofilia (> 6%, ovvero > 500 eosinofili/microlitro) ==> esame copro parassitologico standard ==> ricerca mirata di S. stercoralis (metodo di Baermann/coltura delle larve su agar) ● Asintomatici Pazienti da sottoporre a terapia cortisonica (in soggetti “a rischio anamnestico” per strongyloidosi) ==> ricerca mirata di S. stercoralis (vedi sopra) ● Pazienti che segnalano presenza nelle feci di “vermi” o “oggetti” supposti tali ==> esame copro parassitologico standard ● Pazienti con disturbi extraintestinali (essenzialmente lesioni/patologie cutanee da grattamento) ==> NON PROCEDERE ● Tabella 44. Schema operativo riguardante la popolazione autoctona italiana. Caleidoscopio 63 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Si raccomanda di eseguire controlli diagnostici dopo terapia (dopo 14 giorni in caso di infezione protozoaria, dopo 1 mese in caso di elmintiasi), soprattutto in caso di bambini sintomatici. VIAGGIATORE Sintomatico Al momento del rientro ● Diarrea acuta / protratta ==> esame copro parassitologico standard ==> colorazioni fecali specifiche per Cryptosporidium spp. ● Disturbi intestinali ==> esame copro parassitologico standard Dopo 1-3 mesi dal rientro Disturbi intestinali ==> esame copro parassitologico standard ● Eosinofilia (in precedenza assente) ==> esame copro parassitologico standard ==> ricerca mirata di S. stercoralis (metodo di Baermann/coltura delle larve su agar) ● Asintomatico Dopo 3 mesi dal rientro ==> esame copro parassitologico standard (sulla base di attente valutazioni anamnestiche, per “rischi” specifici) ==> ricerca mirata di S. stercoralis (metodo di Baermann/coltura delle larve su agar) (sulla base di attente valutazioni anamnestiche di “rischio specifico”) Tabella 45. Schema operativo riguardante i viaggiatori (da PVS, da paesi a endemie note). IMMIGRATO Sintomatico Al momento dell'ingresso ● vedi sintomatici in Tabella 44 ● ritardo della crescita (solo in bambini) ==> esame copro parassitologico standard Asintomatico Al momento dell'ingresso ==> esame copro parassitologico standard ==> ricerca mirata di S. stercoralis (metodo di Baermann/coltura delle larve su agar) Tabella 46. Schema operativo riguardante l'immigrato (da: Africa, Centro e Sud-America, Asia, Est-Europa). 64 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti BAMBINO ADOTTATO Sintomatico Al momento dell'ingresso ● vedi sintomatici in Tabella 44 ● ritardo della crescita ==> esame copro parassitologico standard Asintomatico Al momento dell'ingresso ==> esame copro parassitologico standard Tabella 47. Schema operativo riguardante il bambino adottato (da: Africa, Centro e Sud-America, Asia, Est-Europa). Per quanto concerne le capacità e/o le possibilità diagnostiche, in funzione delle risorse a disposizione ed in relazione all'organizzazione della struttura d'appartenenza, si consiglia di seguire, orientativamente, gli schemi esposti nella Tabella 48. Dal momento che le parassitosi in Italia sono rare, in considerazione del fatto che è verosimile che laddove le strutture diagnostiche siano relativamente semplici e contenute nelle capacità non vi sia una significativa popolazione immigrata da aree endemiche, con la convinzione, infine, che le “competenze” non si possono improvvisare, riteniamo che i laboratori di base, ovvero laboratori molto limitati nelle possibilità operative e nelle risorse economiche a disposizione, debbano rinunciare ad eseguire tali tipi di prestazioni analitiche. Pertanto viene proposto uno schema che contempla 3 tipi o modelli di laboratorio parassitologico: piccoli o medio piccoli (definibili di I livello, ma esclusivamente in ambito di diagnostica parassitologica e microbiologica), medi o medio grandi (di II livello), e medio grandi o grandi (di III livello) In tale schema i laboratori diagnostici in campo parassitologico si distinguono dunque in 3 "livelli": di "I livello" (ossia di “piccole” dimensioni); di "II livello" (ossia di “medie” dimensioni); di "III livello" (ossia di “grandi” dimensioni). Per i laboratori cosiddetti di "IV livello", ovvero definibili "di riferimento", si ritiene che non sia di nostra competenza fornire suggerimenti operativi al proposito. Ciascun laboratorio dovrà dichiarare le proprie possibilità diagnostiche nel settore parassitologico. Su tale base referterà quanto in grado di diagnosticare. In caso contrario demanderà a laboratori più qualificati (in tale campo), secondo quanto suggerito, anche, in Tabella 48. Caleidoscopio 65 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Gli esami riportati di seguito rappresentano le tecniche consigliate per la ricerca dei parassiti intestinali con brevi indicazioni sul loro utilizzo. - Esame microscopico diretto e dopo concentrazione: evidenzia tutti gli elminti ad eccezione di S. stercoralis nei confroni del quale tele tecnica ha una scarsa sensibilità; evidenzia le cisti di amebe, G. duodenalis, B. hominis e B. coli tra i protozoi. - Colorazione di Giemsa: evidenzia D. fragilis (con adeguata esperienza anche altri flagellati ed amebe). - Scotch-test: evidenzia E. vermicularis (talora anche Taenia spp). - Metodo di Baermann: evidenzia le larve di S. stercoralis. - Coltura su agar delle larve: evidenzia le larve di S. stercoralis, N. americanus, A. duodenale, Trichostrongylus spp. - Colorazione all'acido-alcool resistenza: evidenzia i coccidi (in particolare di C. parvum/hominis). - Colorazioni ematossilina ferrica e/o tricromica: evidenziano tutti i protozoi (coccidi esclusi). - Colorazioni tricromica modificata: evidenzia i microsporidi. N.B. L'insieme di esame microscopico diretto, esame microscopico dopo concentrazione e di una colorazione permanente costituisce l'Esame copro parassitologico standard (ECPS ovvero O&P, l' Ova & Parasites degli autori anglosassoni). Per i laboratori di I livello viene proposta come colorazione permanente la colorazione di Giemsa in quanto si tratta di una tecnica di semplice e rapida esecuzione e dal costo molto contenuto. Il laboratorio che vuole cimentarsi nella diagnostica delle parassitosi intestinali, come minimo, deve essere in grado di eseguire un esame copro parassitologico standard e uno scotch-test. L'utilizzo di altre eventuali tecniche può garantire una maggiore qualità e/o sicurezza diagnostica. Si rammenta ancora che in commercio esistono kit in immunoenzimatica (EIA) e in immunofluorescenza (IF) per la ricerca di antigeni fecali protozoari (in particolare per G. intestinalis, C. parvum/hominis ed E. histolytica/dispar). Il ricorso eventuale a tali kit è raccomandato esclusivamente per laboratori di medie e grandi dimensioni che presentano elevati carichi di lavoro (vedi anche quanto già citato). Analogamente la diagnostica sierologia indiretta (per E. histolytica e per alcune elmintiasi), deve essere appannaggio esclusivo di laboratori con elevata esperienza nel settore parassitologico. Per quanto riguarda, poi, le tecniche colturali per protozoi e le tecniche di biologia molecolare (PCR) si ritiene che debbano essere demandate a laboratori “di riferimento” 66 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Laboratorio di I livello A) Esame copro parassitologico standard ● esame microscopico diretto (in soluzioni fisiologica e iodata) ● esame microscopico dopo concentrazione (FEA: arricchimento formolo- etere o etilacetato) ● colorazione di Giemsa B)Scotch-test Laboratorio di II livello A) Esame copro parassitologico standard (vedi sopra) B) Scotch-test C) Ricerca mirata di S. stercoralis (Metodo di Baermann e/o Coltura su agar delle larve) D) Colorazioni fecali permanenti ● colorazionene acido-alcool resistenza (ZN modificatata o analoghe) - per i coccidi (*) ● colorazione tricromica o ematossilina ferrica (**) - per flagellati e amebe (*) se un laboratorio di I livello già esegue colorazioni all'acido-resistenza per micobatteri ricerca (se compatibile) per C. parvum/hominis (**) Può sostituire la colorazione di Giemsa nell'esame copro parassitologico standard può eseguire anche la Laboratorio di III livello A) Esame copro parassitologico standard (vedi sopra) B)Scotch-test C) Ricerca mirata di S. stercoralis (vedi sopra) D) Colorazioni fecali permanenti ● colorazione acido-alcool resistenza (ZN modificata o analoghe): - per i coccidi ● colorazione tricromica o ematossilina ferrica (*) - per flagellati e amebe ● colorazione tricromica modificata - per microsporidi E)Altre tecniche ● metodo di Kato-Katz - per la ricerca di S. mansoni e geoelminti - per il conteggio delle uova di elminti ● metodo di Stoll - per il conteggio delle uova di elminti ● metodi immunologici diretti (EIA, IF) - per la ricerca di copro antigeni ● sierologia - per anticorpi specifici (*) Può sostituire la colorazione di Giemsa nell'esame copro parassitologico standard Tabella 48. Schemi operativi raccomandati. Caleidoscopio 67 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali In conclusione va precisato che mentre per i laboratori di I livello quanto indicato in tabella 48 è da considerarsi il minimo che deve essere garantito per una corretta diagnostica parassitologica di base e che se un laboratorio non è in grado di fornire tale garanzia non dovrebbero eseguire esami copro parassitologici, per i livelli II e III gli schemi proposti sono orientativi e suscettibili di diversificata impostazione in relazione alle risorse economiche ed umane nonché alle capacità acquisite degli operatori sia all'interno della struttura di laboratorio in cui prestano servizio sia per mezzo di corsi di aggiornamento. Inoltre non necessariamente il livello del laboratorio deve coincidere con il livello della struttura generale di appartenenza (Ospedale Regionale, Ospedale di Circolo, Struttura ambulatoriale ecc.). Ad esempio, in strutture ospedaliere di ridotte dimensioni può esservi, in relazione soprattutto alle reali esigenze della popolazione residente o afferente, un laboratorio di II o III livello, e, viceversa, in strutture nosocomiali di un certo rilievo può essere sufficiente un laboratorio di I livello o addirittura potrebbe non essere necessario un laboratorio di parassitologia. Diagnosi delle parassitosi uro-genitali Sono rappresentate da una protozoosi, la trichomoniasi da T. vaginalis, presente ancora anche in italia, e da una elmintiasi, la schistosomiasi da S. haematobium (presente solo in Africa sub-sahariana, lungo il Nilo e in alcuni paesi della penisola araba). Del tutto casualmente nella femmina (soprattutto bambina) è possibile reperire in sede vaginale (e più eccezionalmente nelle urine) adulti e/o uova di E. vermicularis, per passaggio del nematode dall'ano alla vagina. a) Ricerca di Trichomonas vaginalis. Materiale di elezione per la ricerca di T. vaginalis, responsabile di vaginite nella femmina o di uretrite nel maschio, è rispettivamente l'essudato vaginale o il tampone uretrale. Nel maschio può essere raccomandata la ricerca di tale flagellato anche nelle urine: il soggetto non deve avere urinato da alcune ore; si raccolgono circa 10 ml di urine del primo mitto; si centrifuga per 2 minuti a 1500 giri/minuto e si analizza tutto il sedimento. Usualmente si preferisce però analizzare il tampone uretrale (in caso anche il liquido spermatico). Il tam- 68 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali pone viene risospeso in una provetta contenente 0.5-1 ml di SF, si centrifuga come sopra detto, e si esamina il sedimento al M. O. al 40 x 10. Il liquido spermatico va attentamente osservato come tale. Nella femmina è necessario ricorrere al prelievo dell'essudato vaginale. Parte del materiale va risospeso in provetta con SF, si procede ad una leggera centrifugazione (vedi sopra) e si osserva al M. O. Esistono anche alcune colorazioni ma che si sconsiglia in quanto meno sensibili e/o specifiche delle osservazione dirette, fermo restando che il sistema di riferimento é rappresentato dalla coltura su terreni idonei (vedi testi riportati in Bibliografia). T. vaginalis è un flagellato piriforme, con dimensioni di circa 9 x 13 µm; in alcuni casi può assumere forma tondeggiante e dimensioni lievemente superiori. Il protozoo, di cui è nota solo la forma di trofozoite, presenta 5 flagelli, di cui 4 anteriori ed il quinto posteriore, più la membrana ondulante, responsabile del tipico movimento di tale parassita, che solitamente è diagnostico. b) Ricerca di Schistosoma haematobium La motivazione principale e “conditio sine qua non” per la ricerca delle uova di tale elminta è rappresentata da una ematuria, macro o microscopica. Materiale di elezione sono i campioni urinari (sebbene talora è possibile reperire tali uova nello sperma del maschio). La raccolta delle urine deve essere preferibilmente eseguita tra le ore 10 e le ore 14; debbono essere prelevati almeno 10 ml di urina da mitto terminale. Le urine vanno esaminate quanto prima; in caso contrario conservarle in formalina al 10%. Per l'esame parassitologico vero e proprio si può ricorrere alla tecnica della filtrazione, più sensibile (ma per la quale si rimanda a manuali più completi), o alla tecnica della centrifugazione, più duttile e facilmente eseguibile, seppur meno sensibile. Con la tecnica della sedimentazione si debbono usare preferibilmente provette a fondo conico da 12-15 ml; si fanno centrifugare a 2000 giri/minuto per 2 minuti, indi si passa alla osservazione microscopica. Esaminare tutto il sedimento a 10 x 10 e quindi al 40 x 10 nel caso di sospetta positività. Le uova di S. haematobium sono grandi, ovali e con una spina terminale (vedi loro descrizione all'interno del paragrafo sulle chiavi identificative degli elminti all'interno dell'esame coproparassitologico standard). Caleidoscopio 69 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003, (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Genova”- n° 204- Settembre 2006 - Dir. resp.: Sergio Rassu - Editore: Medical Systems S.p.A. Genova - Contiene I.P. - Stampa: Nuova ATA - Genova www.medicalsystems.it Direttore Responsabile Sergio Rassu ... il futuro ha il cuore antico ISSN 0394 3291 Caleidoscopio Italiano Maria Gabriella Mazzarello, Manuela Arata, Mascja Perfumo, Anna Marchese, Eugenio Agenore Debbia Tubercolosi e micobatteri MEDICAL SYSTEMS SpA 204 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 8. Tempi operativi, refertazione e indicazioni terapeutiche Tempi operativi In generale, nessuna parassitosi intestinale ha carattere di urgenza. Le amebiasi, le gravi diarree protozoarie nei soggetti immunocompromessi e le iperinfestazione da S. stercoralis sono invece importanti eccezioni a questa regola generale. In tali situazioni è possibile ed importante individuare l'agente eziologico in poche ore o comunque in giornata. Si ricorda, al proposito, come in questi casi sia obbligatorio esaminare le feci entro 1 ora dalla loro emissione, soprattutto le feci non formate, pena la possibilità di risultati falsamente negativi o comunque di difficoltà diagnostiche anche serie. In linea di massima i tempi operativi analitici, in laboratorio, non sono particolarmente lunghi. A questi vanno poi aggiunti i tempi legati alle fasi d'accettazione e pre analitiche, oltre ai tempi di segreteria. Solitamente è possibile fornire risposte esaustive nell'arco di 24-48 ore (raramente 72 o più ore), in relazione alla clinica, alla qualità del campione ed alle scelte operative effettuate. In ogni caso, i tempi strettamente analitici per quanto concerne le parassitosi intestinali, ovvero i tempi relativi alle varie tecniche diagnostiche tradizionali, sono i seguenti: - osservazioni dirette: 5-10 minuti (in prima giornata); - concentrazione formolo etere o etilacetato: circa 1 ora (in prima giornata); - scotch-test: 10-15 minuti (in prima giornata); - Metodo di Baermann: circa 3 ore (in prima giornata); - Coltura delle larve: 2-5 giorni; - Colorazione acido-alcool resistenza: 30-60 minuti (in prima giornata); - Colorazione di Giemsa: 30-60 minuti (in prima giornata); - Colorazioni ematossilina ferrica / tricromica: 1.5-2 ore (in prima o seconda giornata). Ovviamente i tempi riferiti valgono per ciascun campione fecale analizzato o analizzabile. Con l'aumento del numero dei campioni aumenteranno i tempi operativi analitici: in alcuni casi dovranno essere sommati, in altri casi, procedendo in serie, potranno in parte essere ridotti. Caleidoscopio 71 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Si ricorda comunque che, come detto, in poche o pochissime situazioni vi è realmente una urgenza. Pertanto una adeguata conservazione dei campioni o dei preparati allestiti in laboratorio garantirà adeguati risultati analitici e quindi interpretativi. A questi seguirà la corrispettiva refertazione. Refertazione Nella refertazione dovranno venire trascritte le eventuali positività osservate, o, in caso di nessuna struttura parassitaria reperita, il campione verrà dato come negativo. È opportuno riportare come negativo quel determinato campione fecale (o analogo, vedi scotch-test, ad esempio) facendo riferimento a quanto è stato ricercato, ovvero a quali tecniche sono state utilizzate. Così ad esempio, se un laboratorio definito di I livello avrà eseguito solamente l'esame copro parassitologico standard (comprensivo di una colorazione di Giemsa), la negatività certa va riferita esclusivamente a uova di elminti, cisti di amebe, G. duodenalis, D. fragilis, B. hominis e B. coli. Eventuali reperti occasionali (positività per parassiti per i quali la ricerca mirata prevede indagini differenziate, come ad esempio larve di S. stercoralis, o altri di nematodi) dovranno in ogni caso essere refertati. Lo stesso vale i laboratori di dimensioni maggiori. Per quanto concerne le positività, occorre distinguere tra le elmintiasi e le protozoosi. Infatti, uova (o larve) di elminti devono essere sempre refertate in quanto sicuramente patogene, con rarissime eccezioni quali, ad esempio, uova di transito attribuibili a D. dendriticum. Per quanto concerne i protozoi, vanno refertati anche i protozoi non patogeni, con una nota appropriata. Ciò in quanto possono comunque avere un significato, ad esempio come espressione di contaminazione fecale idrica/alimentare/ambientale. Infine, andrebbero sempre riportati gli stadi vitali osservati (uova e/o larve di elminti, cisti e/o trofozoiti di protozoi), sia per completezza che per qualità diagnostica. Indicazioni terapeutiche Contrariamente a quanto avviene in batteriologia, dove quasi sempre è 72 Caleidoscopio Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti necessario eseguire un antibiogramma, per quanto riguarda i parassiti non è possibile eseguire prove di sensibilità o meno ai farmaci antiparassitari. Pertanto in Tabella 49 si riportano le indicazioni terapeutiche relative alle principali parassitosi intestinali umane. L'indicazione del farmaco di prima scelta è, in alcuni casi, correlata alla disponibilità in Italia del medesimo. Per quanto concerne posologie e durata dei trattamenti si rimanda a testi specifici. È opportuno che, per tali trattamenti, il medico curante sia in stretto contatto con il collega microbiologo responsabile del settore parassitologico del laboratorio di afferenza dei propri pazienti. Parassitosi Farmaco/i di I scelta Alcune alternative Entamoebiasi Metronidazolo, Tinidazolo Iodochinolo, Diloxanide furoato Dientamoebiasi Paromomicina Iodochinolo, Tetraciclina Giardiasi Metronidazolo Tinidazolo, Chinacrina Balantidiasi Tetraciclina Tetraciclina. Iodochinolo Cryptosporidiasi Paramomicina Spiramicina, Azitromicina Cyclosporiasi Cotrimoxazolo Isosporiasi Cotrimoxazolo Strongyloidiasi Tiabendazolo Ivermectina, Albendazolo Ancilostomiasi Mebendazolo, Pyrantel pamoato Albendazolo Ascaridiasi Mebendazolo Pyrantel pamoato Trichuriasi Mebendazolo Albendazolo Enterobiasi Mebendazolo, Pyrantel pamoato Albendazolo Teniasi, Diphyllobotriasi Niclosamide Praziquantel Hymenolepiasi Niclosamide Praziquantel Schistosomiasi Praziquantel Fascioliasi Bitionolo Triclabendazolo, Praziquantel Opistorchiasi (ed altre infestazioni da trematodi) Praziquantel Bitionolo Tabella 49. Principali indicazioni terapeutiche antiparassitarie. Caleidoscopio 73 42 IS SN 11 24 JOURNAL OF CLINICAL LIGAND ASSAY Edizione Italiana 2 -8 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003, (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Genova” - Periodico Trimestrale - Primavera 2006 - Volume 29, Numero 1 - Editore: Medical Systems S.p.A. Genova - Contiene I.P. - Stampa: Nuova ATA. - Genova - ISSN 1124-8203 03 Tradotto dal Journal of Clinical Ligand Assay pubblicazione ufficiale della Clinica Ligand Assay Society Tema: LE LIPOPROTEINE AD ALTA DENSITÀ E LE CORONAROPATIE: PROSPETTIVE ATTUALI GUEST EDITORS: ZAKARIA AHMED, PHD Articoli Speciali: RASSEGNA SU INVITO Studi recenti su CA215, un nuovo marker glicoproteico pan-carcinoma CLINICAL LIGAND ASSAY SOCIETY ... il futuro ha il cuore antico www.CLAS.org http://www.medicalsystems.it MEDICAL SYSTEMS S.p.A. Via Rio Torbido, 40 - 16165 Genova • Tel. 01083401 - Fax 0108340310 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Testi consigliati e suggerimenti bibliografici Si riportano le bibliografie dei Testi, degli Atlanti e dei Manuali nonché degli articoli scientifici consultati per la stesura della presente Monografia, cui si invita il lettore a fare riferimento per eventuali approfondimenti su temi specifici. Testi Cancrini G. Parassitologia medica illustrata. Lombardo Editore, Roma, 1996 de Carneri I. Parassitologia generale e umana. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, XI Edizione, 1992 Faust E. C., Russell P. F., Jung R. C. Clinical Parasitology, LEA & FEBIGER Editor, Philadelphia, VIII Edition, 1970 Garcia L. S. Diagnostic Medical Parasitology. ASM Press, Washington D. C., V Edition, 2001 Palmer S. R., Lord Soulsby, and Simpson D. I. H. Zoonoses. Biology, Clinical Practice, and Public Health Control. Oxford University Press, New York, 1998 Pampiglione S., Canestri Trotti G. Guida allo studio della Parassitologia. Società Editrice Esculapio, Bologna, III Edizione, 1999 Scaglia M., Gatti S., Rondanelli E. G. Parassiti e Parassitosi Umane. Selecta Medica Editore, Pavia, 2006 Atlanti e Manuali Ash L. R., Orihel T. C. Atlas of Human Parasitology. ASCP Press, Chicago, IV Edition, 1997 Bernieri F., Crotti D., Galli D., Raglio A. Manuale illustrato di diagnostica parassitologica. Selecta Medica Editore, Pavia, 2001 Chiodini P. L., Moody A. H., Manser D. W. Atlas of Medical Helminthology and Protozoology. Churchill Livingstone, London, IV Edition, 2001 Covelli I., Cuniato V., Cocco M. P., Crotti D. Manuale pratico di diagnostica microbiologica. A cura della Associazione di volontariato “Jerry Essan Masslo”, Castelvolturno (CE), 2006 Garcia L. S. Practical Guide to Diagnostic Parasitology. ASM Press, Washington D. C., 1999 Zeibig E. A. Clinical Parasitology. A Practical Approach. W. B. Saunders Company, Philadelphia, 1997 Caleidoscopio 75 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Articoli scientifici Bernieri F., Casella P., Crotti D., Cutrupi V., Galli D., Di Matteo L., Raglio A. Linee Guida Operative per la diagnosi delle parassitosi intestinali. Microbiol Med 2005; 20: 39-46 Bernieri F., Crotti D. Infezioni da protozoi. Microbiol Med 2001; 16: 98-108 Bernieri F., Crotti D., Galli D., Raglio A. Elmintosi umane dell'apparato gastro-enterico esotiche, rare o eccezionali in Italia. 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Br J Biomed Sci 1998; 55: 172-175 Caleidoscopio 77 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Protozoi intestinali: trofozoiti e cisti Giardia duodenalis (G. duodenalis/intestinalis/lamblia): trofozoite da feci in soluzione iodata (MIF) a 40x; dimensioni: 13 x 17 µm G. duodenalis: cisti da feci dopo FEA in SF (40x); dimensioni: 10 x 16 µm G. duodenalis: trofozoite dopo colorazione di Giemsa (100x in immersione); dimensioni: 13 x 16 µm G. duodenalis: due cisti dopo col.ne di Giemsa (100x); dimensioni: 10 x 12 µm G. duodenalis: una cisti (con evidenziabili 2 nuclei) e due forme vacuolari di Blastocystis hominis (di color rosa pallido in basso a destra), dopo col.ne di Giemsa ((100x); G. duodenalis: cisti dopo immunofluorescenza diretta specifica 78 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Dientamoeba fragilis: trofozoite da feci in SF (40x); dimensioni: 9 x 11 µm D. fragilis: trofozoite in SF (40x) con pseudopodo D. fragilis: trofozoite con evidenziabile 1 nucleo, dopo colorazione di Giemsa (100x); dimensioni: 12 x 14 µm D. fragilis: trofozoite con 2 nuclei (col.ne di Giemsa, 100x); dimensioni: 12 x 14 µm D. fragilis: piccolo trofozoite (7-9 µm) con evidenziabile un nucleo dopo col.ne di Giemsa (100x); D. fragilis: piccolo trofozoite (7 x 7 µm) dopo col.ne di Giemsa (100x) Entamoeba histolytica: trofozoite in SF (60x); dimensioni:12 x 30 µm (da WHO, Bench Aids for the diagnosis of intestinal parasites, Geneva, per gentile concessione) Caleidoscopio 79 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali E. histolytica/dispar: cisti immatura in MIF (60x); dimensioni: 12 x 14 µm (da WHO) E. histolytica/dispar: cisti matura in soluzione di Dobell (60x); dimensioni: 12 x 14 µm (da WHO) E. histolytica: trofozoite dopo colorazione tricromica (100x); dimensioni: 12 x 29 µm (da WHO) E. histolytica/dispar: trofozoite (col.ne tricromica, 100x); 15 x 19 µm E. histolytica/dispar: trofozoite (col.ne tricromica), 100x); dimensioni: 18 x 21 µm Cryptosporium spp. (C. hominis e C. parvum sono morfologicamente identici): oocisti da feci in colorazione estemporanea (merbromina, 100x); oocisti non colorate (5 µm) Cryptosporidium spp.: oocisti da feci (dopo arricchimento) con colorazione Ziehl-Neelsen modificata (a freddo, 100x); dimensioni: 5 (4-6) µm 80 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Cryptosporidium spp.: oocisti dopo col.ne di ZN (100x); dimensioni: come sopra Cryptosporidum spp.: oocisti dopo immunofluorescenza diretta specifica (40x) Cyclospora cayetanensis: oocisti da feci in SF (40x); dimensioni: 10 µm C. cayetanensis: oocisti in SF (40x); dimensioni: 9-10 µm C. cayetanensis: oocisti dopo col.ne di ZN mod.ta (100x); dimensioni: 10 x 11 µm C. cayetanensis: svariate oocisti dopo col.ne ZN (100x); si noti la variabilità dell'acido-resistenza (da WHO) Isospora belli: oocisti a 1 nucleo (sporoblasto) da feci dopo FEA (40x); dimensioni: 16 x 32 µm Caleidoscopio 81 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali I. belli: oocisti dopo col.ne ZN (100x); dimensioni: 15 x 31 µm I. belli: oocisti a due nuclei (sporoblasti), di raro riscontro Microsporidi: spore dopo col.ne tricromica modificata per microsporidi (100x) Balantidium coli: cisti da feci (60x); dimensioni; 54 x 56 µm (da WHO) B. coli: trofozoite in MIF (60x); 55 x 75 µm (da WHO) 82 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Eminti: uova e larve Enterobius vermicularis: uova (embrionate) da Scotch-test (40x); dimensioni: 32 x 52 µm E. vermicularis: uovo (non embrionato) da feci dopo arricchimento formolo-etilacetato (FEA; 40x) dimensioni: 30 x 50 µm Trichuris trichiura: uovo da FEA (40x); dimensioni: 23 x 55 µm Ascaris lumbricoides: uovo (mammellonato) da FEA (40x); dimensioni: 44 x 68 µm A. lumbricoides: uovo (embrionato) da FEA (40x); dimensioni: 40 x 66 µm A. lumbricoides: uovo infertile da FEA (40x); dimensioni: 46 x 88 µm Caleidoscopio 83 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Ancilostomide: uovo (morulato) da FEA (40x); dimensioni: 38 x 68 µm (le uova di Ancylostoma duodenale e Necator americanus sono praticamente indistinguibili) Ancilostomide: uovo larvato dopo inadeguata conservazione (da feci, 40x); dimensioni: 39 x 69 µm Strongyloides stercoralis: larve rabditoidi (I stadio) da metodo di Baermann (10x); dimensioni: 14 x 300 µm S. stercoralis: larva rabditoide da m. di Baermann (20x); dimensioni: 14 x 300 µm S. stercoralis: larva rabditoide da m. di Baermann dopo formalinizzazione (40x); dimensioni 14 x 300 µm S. stercoralis: larva filariforme o strongyloide da coltura su agar (40x); lunghezza superiore a 500 µm S. stercoralis: larva filariforme da coltura su agar dopo formalinizzazione (40x); particolare della coda: doppia punta 84 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Trichostrongylus spp.: uovo da FEA (40x); dimensione 50 x 88 µm Trichostrongylus spp.: larva al I stadio (da feci) Taenia spp.: uovo da FEA (40x); dimensione: 41 x 42 µm (le uova di T. saginata e T. solium sono identiche) Hymenolepis nana: uovo da FEA (40x); dimensioni: 40 x 46 µm Hymenolepis diminuta: uovo da FEA (20x); dimensioni: 64 x 66 µm Dipylidium caninum: uova incapsulate da FEA (40x); le dimensioni del singolo uovo (eccezionale nell'uomo) è attorno ai 36 - 40 µm Diphyllobothrium latum: uovo (con opercolo aperto) da FEA (40x); dimensioni: 47 x 70 µm Caleidoscopio 85 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali D. latum: uovo da FEA (60x); dimensioni: 48 x 74 µm (da WHO, Bench Aids for the diagnosis of intestinal parasites, Geneva; per gentile concessione) Schistosoma mansoni: uovo da FEA (40x); dimensioni: 46 x 72 µm Schistosoma japonicum: uovo da FEA (40x); dimensioni: 62 x 70 µm Schistosoma mekongi: uovo da FEA (40x); dimensioni: 60 x 68 µm (le uova di S. japonicum e S. mekongi sono di fatto molto simili se non identiche) S. intercalatum: uovo da FEA (10x); dimensioni: 65 x 140 µm S. haematobium: uovo da sedimento urinario (40x); dimensioni: 64 x 142 µm Dicrocoelium dendriticum: uovo da FEA (40x); dimensioni: 24 x 44 µm 86 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Paragonimus westermani: uovo da FEA (40x); dimensioni: 66 x 98 µm Fasciola epatica: uovo da FEA (40x); dimensioni: 76 x 142 µm Fasciolopsis buski: uovo da FEA (40x); dimensioni 78 x 146 µm (l'uovo è molto simile al precedente; da WHO, per gentile concessione) Clonorchis sinensis: uovo da FEA (40x); dimensioni: 14 x 30 µm Opistorchis spp.: uovo da FEA (40x); dimensioni: 14 x 28 µm (le uova di Clonorchis, Opistorchis, Metagonimus, Heterophyes sono praticamente identiche o comunque assai simili tra loro; da WHO, per gentile concessione) Caleidoscopio 87 Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Indice Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 3 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5 Capitolo 1.Aspetti generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7 Premesse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7 Inquadramento generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7 Inquadramento sistematico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8 PROTOZOI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9 ELMINTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9 Capitolo 2.Parassiti intestinali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 Generalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 Classificazione dei protozoi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 Classificazione degli elminti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12 Capitolo 3.Parassiti uro-genitali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15 Capitolo 4.Epidemiologia e distribuzione geografica . . . . . . . . . . . . . . . » 17 Aspetti epidemiologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 17 Distribuzione e prevalenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22 Capitolo 5.Cicli biologici, trasmissione e periodo di prepatenza . . . . . . » 31 Protozoi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 31 Elminti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32 Capitolo 6.Aspetti clinici e motivazioni alle indagini parassitologiche » 37 Relazione ospite-parassita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37 Richiami epidemiologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 38 Motivazioni alle indagini parassitologiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39 88 Caleidoscopio Daniele Crotti Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Capitolo 7.Procedure diagnostiche e schemi operativi . . . . . . . . . . . . . . » 45 Aspetti preanalitici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 45 Iter diagnostico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 50 Esame coproparassitologico standard . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 51 Ricerca mirata di Strongyloides stercoralis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 58 Ricerca mirata di Enterobius vermicularis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 58 Identificazione delle larve rabditoidi di S. stercoralis . . . . . . . . . . . . . . . » 60 Raccomandazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 61 Altre ricerche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 61 Schemi operativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 62 Diagnosi delle parassitosi uro-genitali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 68 Capitolo 8.Tempi operativi, refertazione e indicazioni terapeutiche . . . » 71 Tempi operativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 71 Refertazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 72 Indicazioni terapeutiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 72 Testi consigliati e suggerimentibibliografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 75 Indice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 88 Caleidoscopio 89 Le parassitosi intestinali ed uro-genitali Daniele Crotti Caleidoscopio Italiano ... il futuro ha il cuore antico MEDICAL SYSTEMS SpA 1. Rassu S.: Principi generali di endocrinologia. Gennaio ’83 2. Rassu S.: L’ipotalamo endocrino. Giugno ’83 3. Rassu S.: L’ipofisi. Dicembre ’83 4. Alagna., Masala A.: La prolattina. Aprile ’84 5. Rassu S.: Il pancreas endocrino. Giugno ’84 6. Fiorini I., Nardini A.: Citomegalovirus, Herpes virus, Rubella virus (in gravidanza). Luglio ’84. 7. Rassu S.: L’obesita’. Settembre ’84 8. Franceschetti F., Ferraretti A.P, Bolelli G.F., Bulletti C.:Aspetti morfofunzionali dell’ovaio. Novembre ’84. 9. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (1). Dicembre ’84. 10. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (2) parte prima. Gennaio’85. 11. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (2) parte seconda. Febbraio ’85. 12.Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (3) parte prima. Aprile ’85. 13. Nacamulli D, Girelli M.E, Zanatta G.P, Busnardo B.: Il TSH. Giugno ’85. 14. Facchinetti F. e Petraglia F.: La β-endorfina plasmatica e liquorale. Agosto ’85. 15. Baccini C.: Le droghe d’abuso (1). Ottobre ’85. 16. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (3) parte seconda. Dicembre ’85. 17. Nuti R.: Fisiologia della vitamina D: Trattamento dell’osteoporosi post-menopausale. Febbraio ’86 18. Cavallaro E.: Ipnosi: una introduzione psicofisiologica. Marzo ’86. 19. Fanetti G.: AIDS: trasfusione di sangue emoderivati ed emocomponenti. Maggio ’86. 20. Fiorini I., Nardini A.: Toxoplasmosi, immunologia e clinica. Luglio ’86. 21. Limone P.: Il feocromocitoma. Settembre ’86. 22. Bulletti C., Filicori M., Bolelli G.F., Flamigni C.: Il Testicolo. Aspetti morfo-funzionali e clinici. Novembre ’86. 23. Bolcato A.: Allergia. Gennaio ’87. 24. Kubasik N.P.: Il dosaggio enzimoimmunologico e fluoroimmunologico. Febbraio ’87. 25. Carani C.: Patologie sessuali endocrino-metaboliche. Marzo ’87. 26. Sanna M., Carcassi R., Rassu S.: Le banche dati in medicina. Maggio ’87. 27. Bulletti C., Filicori M., Bolelli G.F., Jasonni V.M., Flamigni C.: L’amenorrea. Giugno ’87. 28. 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I volumi verranno distribuiti sino ad esaurimento e non verranno ristampati se non in nuove edizioni. 96 Caleidoscopio TRENTA E LODE! ...il futuro ha il cuore antico MEDICAL SYSTEMS SpA Caleidoscopio Rivista mensile di Medicina anno 24, numero 206 Progettazione e Realizzazione Direttore Responsabile Sergio Rassu Tel. mobile 338 2202502 E-mail: [email protected] Responsabile Ufficio Acquisti Giusi Cunietti Consulenti di Redazione Giancarlo Mazzocchi ed Angelo Maggio Segretaria di Direzione Maria Speranza Giola Restless Architect of Human Possibilities s.a.s. Servizio Abbonamenti Maria Grazia Papalia Flavio Damarciasi EDITORE ... il futuro ha il cuore antico MEDICAL SYSTEMS SpA Via Rio Torbido, 40 16165 Genova (Italy) Tel. 010 83401 Numero Verde 800 801005 (senza prefisso); Telefax 010/8340310- 809070. 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