Road Map Italiana su servizi previsti dalla Convenzione di Istanbul
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Road Map Italiana su servizi previsti dalla Convenzione di Istanbul
Road Map Italiana su servizi previsti dalla Convenzione di Istanbul SERVIZI richiesti dalla convenzione del Consiglio d’Europa Linea telefonica di sostegno (art. 24) Protezione da parte delle forze dell’ordine (art 50.1) Spiegazione tipo di servizi previsti Cosa funziona in Italia Possibili miglioramenti Target e beneficiari Linea di emergenza nazionale telefonica gratuita dedicata sempre attiva h24, multilingue. Il numero 1522 del Dipartimento per le Pari Opportunità ove si reperiscono informazioni anche sui centri antiviolenza. Continuare a sponsorizzare il numero 1522 così come anche i centri locali per avere una reperibilità costante. Vittime, volontarie, operatori/trici Un numero in tutti i centri per l’immediato contatto e reperimento della disponibilità di servizi di aiuto e accoglienza. Avere unità specializzate all’interno delle Forze dell’Ordine che trattano di questi casi, sia nella fase investigativa, sia per la fase di ascolto che nell’immediato intervento. Anche il telefono dei singoli Centri antiviolenza può risponde alle domande delle vittime, ma se il Centro di basa solo sul volontariato, gli orari sono ridotti. La Polizia di Stato prima, dal 1996 e l’Arma dei Carabinieiri poi hanno istituito unità specializzate per la trattazione dei casi di violenza contro donne e minori attraverso costanti percorsi di formazione. La formazione e l’aggiornamento devono essere costanti senza che venga invocata la spending review e quindi si rischia di vedere estinte unità speciaizzate. Forze dell’oridne, donna vittima di violenza, vittime Sezioni specializzate nei processi e priorità di trattazione di questi reati. Servizi sanitari specializzati (art 20.2 ) Servizio medico e di salute generale dedicato alle vittime di violenza Da 10 anni a livello centrale (DCPC e DAC) e negli ultimi 2 anni gli Istituti di Istruzione della Polizia di Stato e anche le scuole dell’Arma si sono e si stanno attrezzando per la formazione in materia di violenza di genere. Si stima che su questo tema sono stati formati almeno 5000 unità. Anche l’Arma dei Carabinieiri ha messo a punto protocolli formativi. La materia della violenza di genere è oggetto di aggioranamento professionale in alcune Questure e su disposizione centrale. Esempi virtuosi in alcune Questure anche per il primo intervento del 113 in materia di ‘liti in famiglia’. A Milano esite la prima clinica di pronto soccorso SVS SVD, il cui modello si è espanso in varie realtà territoriali. E’ stato messo a punto il Codice Rosa con Differenza Donna prima al Policlinico Umberto I di Roma e in rapida diffusione in tutta Italia, per cui una donna vittima di violenza segue un percorso dedicato sia dal punto di vista medico sia sociale e psicologico. 1 Messa a punto di strategie atte a ricoscere i fattori di rischio per una maggiore protezione delle vittime e applicazione delle nuove disposizioni normative. Miglioramenti significativi sono stati introdotti con la 119/2013 ma devono trasformarsi in operatività. Sistematizzare fra le forze dell’ordine e la magistratura il metodo della valutazione del rischio Potenziare il personale femminile in uffici strategici per la trattazione di questi casi. In tutti gli ospedali, o almeno quelli che fungono da raccordo andrebbe inserita tale procedura anche ai fini dell’indagine Formazione per operatori socio-sanitari. Personale dedicato anche nell’ospedale. Operatori sociosanitari Vittime di violenza domestica Supporto alle vittime di violenza sessuale (art 25) Counseling (art 20.1) Trattazione/ protocollo post stupro Messa a punto di procedure specifiche per la trattazione dei casi di strupro per i fini delle indagini e della raccolta delle prove, fatta da personale specializzato. Intervento post traumatico, terapia. Servizi di sostegno, incluse le consulenze legali, il sostegno per l’alloggio, la formazione, la ricerca di lavoro, l’inserimento scolastico dei figli minori. Disponibile in alcune realtà territoriali h24, o con reperibilità di strutture e personale specializzato Servizio di counselling post trauma offerto da alcuni centri antiviolenza specifico per i casi di violenza sessuale. Si tratta del lavoro che garantiscono i centri antiviolenza aderenti alla Rete DiRe, gli unici che rispondono a criteri tali da renderli efficienti ed efficaci nella trattazione dei casi di violenza di genere. Attività di accoglienza delle donne vittime di violenza. Diffondere la procedura in tutto il territorio nazionale, inserendolo nel protocollo dei pronto soccorso. Vittime di violenza sessuale e di abuso Familiari Centri specializzati per i casi di stupro Potenziamento dei centri antiviolenza Servizio di sostegno ai familiari I Centri antiviolenza esistenti andrebbero potenziati (per esempio garantire sostegno economico strutturato e costante) e garantirne la costante apertura non basandosi solo sul volontariato. Donne vittime di violenza maschile Istituirne di nuovi dove non esistono. Presa in carico della donna vittima di violenza Case rifugio (art 20.1 e 23) Servizi gratuiti per la vittima ove può essere accolta e/o ospitata in base al livello di rischio. I Centri devono essere anche un raccordo fra i vari servizi a attività istituzionali e no, uno snodo per la gestione di un caso di violenza. Gratuito patrocinio (art 20.1e 57) Consulenza e assistenza legale garantita alle vittime. Programmi di intervento di carattere preventivo e trattamento (art. 16) Prevenzione primaria, secondaria , terziaria. Trattamento degli autori fuori e dentro il carcere. Informzioni anche di segretariato sociale. Si tratta degli attuali centri antiviolenza con anche l’ospitalità gestiti da associazioni non profit con personale eslusivamente femminile, accesibili 24hr/7giorni. La loro distribuzione sul territorio italiano non è omogenea. Turn over per scongiurare il burn out. I centri antiviolenza pur avendo un costo per lo Stato producono un risparmio a causa degli elevati costi sociali della violenza Il gratuito patrocinio con la legge 119/2013 è stato esteso a qualiasi vittima di violenza di genere ne faccia richiesata a prescindere dal reddito. Attività nelle scuole sono state fatte in diverse regioni ma sempre vincolate ai fondie alle priorità dell’amministrazione (es. Istituzione Solidea, Provincia di Roma) e dai Centri di DiRe. Numerose sono le campagne edite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dai centri antiviolenza per la 2 I centri antiviolenza h27/7 giorni devono essere garantiti per lo meno in ogni capoluogo di provincia Vittime donne e loro eventuali figli Le operatrici antiviolenza sono in grado di fornire le informaizoni immediate circa le scelte che la donna è costretta a fare e metterla nella condizione di poter scegliere L’assistena legale gratuita deve essere in tutti i settori giuridici e per tutti i gradi di giudizio e la procedura snellita. Le vittime e i suoi familiari (a volte target anche loro di violenze) Attivazione del Ministero della Pubblica Istruzione anche per la messa a punto di strategie di prevenzione sistematiche e su tutto il territorio. Interventi sul curricula scolastico per una cultura non sessista. Bambini, adolescenti, donne vittime di violenza e autori Maggiore formazione, a livello centrale. sensibilizzazione sul tema della violenza. Il trattamento dei rei è in una forma iniziale sul territorio italiano con alcune interessanti esperienze. Nelle carceri da parte dell’Associazione CIPM, e da parte di altri centri. Sarebbe necessaria una valutazione dell’impatto, dell’effiacia degli interventi fatti attraverso un monitoraggio longitudinale. Maschile Plurale e l’Istituzione Solidea hanno anche un loro servizio sperimentale per la presa in carico di uomini che hanno problemi di violenza nelle relazioni. Interessante il monitoraggio dell’associazione Le Nove. Raccolta dei dati e ricerca (art. 11) Viene richiesta la messa a punto di uno studio dedicato sulla prevalenza e l’incidenza della violenza sottoforma di indagine, non essendo attendibili al fine di modulare le politiche di intervento i dati relativi alle denunce o ai procedimenti penali, civili e amministrativi. Sperimentazione del DAP con il Dipartimento di Psicologia della SUN e il Racis, CC. L’Istat nel 2007 ha cominciato la prima indagine dedicata sulla violenza contro le donne e ha intervistato 25.000 donne. La realizzazione della indagine con cadenza quinquennale deve essere inserita nel piano nazionale. Nel 2014 è prevista la Sostegno alla ricerca conclusione della seconda universitaria per meglio indagine dedicata. studiare i meccaninsi della violenza, i fattori di rischio DiRe nella presa in carico di e la strategia della circa 14000 casi all’anno, fa gestione del rischio delle statistiche che si basano efficace per la messa a su inserimenti di dati; data la punto di strumenti di Supportare la ricerca ricchezza di tali dati, essi contrasto efficaci. sulle politiche di potrebbero integrare i dati genere di università, ufficiali trattandosi spesso di centri di ricerca e donne che non si sono rivolte associazioni di donne. alle istituzioni, il cui dato risulterebbe sommerso. Nota: Il termine ‘vittima’ è usato nell’accezione propria di questa Convezione, intesa come persona verso la quale è rivolta la violenza. © Baldry – Riproduzione Vietata 3 Popolazione adulta (femminile) italiana
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